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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 523 di martedì 17 novembre 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 10.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ROBERTO CAPELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 13 novembre 2015.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Baretta, Bindi, Boccia, Damiano, Epifani, Faraone, Ferrara, Gentiloni Silveri, Mazziotti Di Celso, Meta, Nicoletti, Pelillo, Petrini, Piccoli Nardelli, Pisano, Quartapelle Procopio, Rigoni, Rossomando, Sanga, Schullian, Speranza, Tofalo, Vignali e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centouno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,04).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 10,30.

  La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 10,35.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1678 – Deleghe al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (Approvato dal Senato) (A.C. 3194-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3194-A: Deleghe al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli Pag. 2appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.
  Ricordo che nella seduta del 12 ottobre 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali e i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 3194-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3194-A).
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3194-A), che sono in distribuzione.
  Avverto che fuori dalla seduta gli emendamenti Gadda 1.734 e Mattiello 1.939 sono stati ritirati dai presentatori. È stato altresì ritirato fuori dalla seduta l'emendamento Pastorelli 1.761.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  Constando il testo di un unico articolo, composto da undici commi suddivisi in una pluralità di lettere e numeri, al fine di consentire una più ampia valutazione delle questioni poste dal provvedimento, la Presidenza ha ritenuto di ammettere alla discussione ed al voto un numero maggiore di emendamenti, pari al doppio di quelli che sarebbero consentiti.
  A tal fine i gruppi MoVimento 5 Stelle, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Area Popolare (NCD-UDC), Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà, Scelta Civica per l'Italia, Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini e il gruppo Misto, per le componenti politiche Alternativa Libera, Minoranze linguistiche e PSI-PLI sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione sugli emendamenti riferiti all'articolo unico segnalati per la votazione.

  RAFFAELLA MARIANI, Relatrice. Presidente, sull'emendamento De Rosa 1.741 formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Sull'emendamento Lodolini 1.941 il parere è favorevole con una formulazione. Chiedo di riformulare la lettera f) nel seguente modo: «Le disposizioni in materia di sistema di garanzia globale richiamate al comma 10 sono abrogate dalla data di entrata in vigore dell'unico decreto legislativo. La sospensione dell'applicazione delle garanzie globali previste nel medesimo comma 10 è disposta dalla data di entrata in vigore della presente legge e fino alla data di entrata in vigore dell'unico decreto legislativo».
  Sull'emendamento Schullian 1.1 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Sull'emendamento Borghi 1.704 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Daga 1.707 e 1.9 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sugli identici emendamenti Zaratti 1.700 e Giovanna Sanna 1.708 il parere è favorevole, e così pure sugli emendamenti Donati 1.948 e De Rosa 1.21.
  Sull'emendamento De Rosa 1.712 e sugli identici emendamenti Palese 1.719 e Garofalo 1.720 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sull'emendamento Mazzoli 1.791 il parere è favorevole; ugualmente sull'emendamento Ferro 1.949, ma con una riformulazione. La nuova formulazione è così: «Al comma 1, lettera p), sostituire le parole: ’in particolare inserendo il’ con le seguenti: ’facendo ricorso anche al’.Pag. 3
  Sull'emendamento Borghi 1.733 il parere è favorevole. Sull'emendamento Gebhard 1.38 ci è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Mannino 1.726 – chiediamo eventualmente di trasformalo in ordine del giorno – e Palese 1.730, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Borghi 1.950. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Palese 1.736 e Pastorino 1.940, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Realacci 1.754 con la seguente riformulazione: «al comma 1, lettera s), aggiungere, in fine, le parole: definizione di indirizzi generali da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, d'intesa con l'ANAC, al fine di garantire adeguati livelli di trasparenza e di conoscibilità, prevedendo in ogni caso la pubblicazione su un'unica piattaforma digitale presso l'ANAC di tutti i bandi di gara». La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Segoni 1.769, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Pastorelli 1.761 e Russo 1.762...

  PRESIDENTE. L'emendamento Pastorelli 1.761 è stato ritirato.

  RAFFAELLA MARIANI, Relatrice. Si, quindi vale per l'emendamento Russo 1.762. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Borghi 1.934, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Mannino 1.766. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lodolini 1.942, con la seguente riformulazione: «Al comma 1, lettera ff), sostituire le parole da: misurata sul «miglior rapporto qualità/prezzo» fino alla fine della lettera, con le seguenti: seguendo un approccio costo/efficacia, quale il costo del ciclo di vita e includendo il «miglior rapporto qualità/prezzo» valutato con criteri oggettivi sulla base degli aspetti qualitativi, ambientali e/o sociali connessi all'oggetto dell'appalto pubblico o del contratto di concessione; regolazione espressa dei criteri e delle caratteristiche tecniche e prestazionali e delle soglie di importo entro le quali le stazioni appaltanti ricorrono al solo criterio di aggiudicazione del prezzo o del costo, inteso come criterio del prezzo più basso o del massimo ribasso d'asta, nonché indicazione delle modalità di individuazione e valutazione delle offerte anomale, che rendano non predeterminabili i parametri di riferimento per il calcolo dell'offerta anomala, con particolare riguardo ad appalti di valore inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria». La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Palese 1.784, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Borghi 1.951. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Tino Iannuzzi 1.802, con la seguente riformulazione: «Al comma 1, lettera ll), dopo le parole: interesse nazionale aggiungere le seguenti: fermo restando quanto previsto dalla lettera qqq)». La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Borghi 1.953, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Palese 1.188 e Garofalo 1.804 e sugli emendamenti Garofalo 1.807 (l'identico emendamento Palese 1.806 non è segnalato) e De Rosa 1.115. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Coppola 1.810, con la seguente riformulazione: «Al comma 1, lettera oo), dopo le parole: progressivo uso di, aggiungere le seguenti: metodi e». La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lodolini 1.946, con la seguente riformulazione. «l comma 1, lettera oo), sostituire le parole da: ai casi in cui, fino alla fine della lettera”.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, relatrice, non ho capito se ha dato anche il parere sull'emendamento Palese 1.808.

  RAFFAELLA MARIANI, Relatrice. No Presidente, non ci sono ancora arrivata, ero all'emendamento Lodolini 1.946.

Pag. 4

  PRESIDENTE. Su questo il parere è favorevole con riformulazione, quindi ?

  RAFFAELLA MARIANI, Relatrice. Parere favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole: «dai casi in cui» fino alla fine della lettera con le seguenti: «tenendo conto in particolare del contenuto innovativo o tecnologico delle opere oggetto dell'appalto o della concessione in rapporto al valore complessivo dei lavori e prevedendo di norma la messa a gara del progetto esecutivo; esclusione dell'affidamento dei lavori sulla base della sola progettazione di livello preliminare, nonché, con riferimento all'affidamento dei servizi di ingegneria e architettura e di tutti i servizi di natura tecnica, del ricorso al solo criterio di aggiudicazione del prezzo o del costo, inteso come criterio del prezzo più basso o del massimo ribasso d'asta».
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sugli emendamenti Palese 1.808 e Mannino 1.812.
  La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Bruno Bossio 1.814 e Braga 1.792. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti De Rosa 1.801, Caparini 1.364, nonché sugli identici emendamenti Garofalo 1.137 e Palese 1.386.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Massa 1.933, purché riformulato nel seguente modo: Al comma 1, lettera tt), sopprimere le parole da: «in ogni caso prevedendo», fino alla fine della lettera.
  La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Ermini 1.943, Braga 1.944 e Carbone 1.148 e 1.919.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Piso 1.155, purché riformulato nel seguente modo: Al comma 1, lettera zz), aggiungere, infine, le parole: «e nell'esecuzione dei contratti».
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Massa 1.161, mentre invita al ritiro dell'emendamento Baratti 1.701.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Giampaolo Galli 1.956, purché riformulato nel seguente modo: Al comma 1, lettera bbb), sostituire le parole: «salvaguardia dei livelli occupazionali in essere» con le seguenti: «promozione della continuità dei livelli occupazionali».
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Giampaolo Galli 1.957, purché riformulato nel seguente modo: Al comma 1, lettera ddd), sostituire le parole: «per la stabilità», con le seguenti: «volte a promuovere la stabilità».
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sugli emendamenti Duranti 1.703 e Fassina 1.798 e 1.799.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Giampaolo Galli 1.958, purché riformulato nel seguente modo: Al comma 1, lettera eee), sostituire le parole: «per la stabilità», con le seguenti: «volte a promuovere la stabilità».
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Borghi 1.959. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Borghi 1.959, purché riformulato nel seguente modo: Al comma 1, lettera ggg), sostituire le parole: «direttamente o» con le seguenti: «per i soggetti pubblici ovvero da società direttamente o indirettamente controllate o collegate per i soggetti privati, ovvero». Conseguentemente, alla medesima lettera, sostituire le parole: «dodici mesi», con le seguenti: «ventiquattro mesi».
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sugli emendamenti Palese 1.856, Zaratti 1.897, Mannino 1.868 e Palese 1.857.
  La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Tino Iannuzzi 1.914 e Giacobbe 1.858.
  La Commissione invita al ritiro degli emendamenti Mannino 1.870 e Baratti 1.315.
  Sull'emendamento Carbone 1.955...
  Sull'emendamento Carbone 1.955 il parere è favorevole con la seguente nuova formulazione: al comma 1, lettera ooo)Pag. 5sostituire le parole da: «nonché previsione» fino a «stabilendo»: con le seguenti: «prevedendo».
  Sull'emendamento Mannino 1.876 (nuova formulazione) il parere è favorevole con la seguente riformulazione: alla lettera ooo), aggiungere infine le parole: «le osservazioni elaborate in sede di consultazione pubblica entrano nella valutazione in sede di predisposizione del progetto definitivo».
  Sugli emendamenti Pastorelli 1.862, Grimoldi 1.907, Palese 1.854 e Segoni 1.895 vi è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  Sull'emendamento Fraccaro 1.936 (nuova formulazione) il parere è favorevole con la seguente riformulazione: al comma 1, lettera ppp), aggiungere infine le parole: «ove il subappaltatore sia una microimpresa o una piccola impresa, espressa individuazione delle fattispecie in cui la stazione appaltante procede al pagamento diretto, fatta salva la facoltà per le regioni a statuto speciale e le province autonome, sulla base dei rispettivi statuti e delle relative norme di attuazione e nel rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea, di disciplinare ulteriori casi di pagamento diretto dei subappaltatori».
  Sull'emendamento Carrescia 1.938, vi è un invito al ritiro; praticamente è ricompreso nell'emendamento Fraccaro precedente.

  PRESIDENTE. Nel caso in cui fosse approvato, sarebbe assorbito, dunque è comunque un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.

  RAFFAELLA MARIANI, Relatrice. Sugli emendamenti Grimoldi 1.908, Zaratti 1.899, Garofano 1.892 vi è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  Sull'emendamento Tino Iannuzzi 1.794 il parere è favorevole.
  Sugli emendamenti De Rosa 1.872 e Mannino 1.880 vi è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  Sull'emendamento Borghi 1.859 il parere è favorevole con una riformulazione: al comma 3, primo periodo, sostituire le parole: «dell'economia e delle finanze» con le seguenti: «dell'economia e delle finanze e della difesa».
  Sull'emendamento Borghi 1.935 il parere è favorevole, mentre sull'emendamento Mannino 1.706 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Sull'emendamento Borghi 1.818 il parere è favorevole, mentre sull'emendamento Mannino 1.853, vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Sull'emendamento Tino Iannuzzi 1.860, il parere favorevole con la seguente riformulazione: dopo il comma 6, aggiungere il seguente: «6 bis). Gli organi costituzionali stabiliscono nei propri ordinamenti modalità attuative dei principi e criteri direttivi previsti dalla presente legge nell'ambito delle prerogative costituzionalmente riconosciute».
  Sull'emendamento Albanella 1.922 il parere è favorevole, mentre sull'emendamento Grimoldi 1.910 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Sui subemendamenti Braga 0.1.819.1 e 0.1.819.2 nonché sull'emendamento Braga 1.819 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. La ringrazio, perché era un'ampia mole di emendamenti. Lei è stata veloce e puntuale. Il Governo ?

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del primo di questa serie di emendamenti, l'emendamento De Rosa 1.741.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Presidente, forse per mia dimenticanza non ho sentito alcuni emendamenti.
  A pagina 11, l'emendamento Gadda 1.734, non so se sia stato ritirato.

Pag. 6

  PRESIDENTE. L'emendamento Gadda 1.734 è stato ritirato prima dell'inizio della seduta.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Allora, forse, anche l'altro, che io non ho, che è a pagina 33, l'emendamento Mattiello 1.939.

  PRESIDENTE. Anch'esso mi si dice ritirato.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie.

  PRESIDENTE. Torniamo all'emendamento De Rosa 1.741, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Mi scusi, Presidente, volevo far presente che l'emendamento De Rosa 1.741...

  PRESIDENTE. A che pagina ? Eccolo, è questo qui.

  DAVIDE CRIPPA. Mi sta chiedendo già troppo. Nel momento in cui questo emendamento è stato segnalato, probabilmente vi è stato un errore di trasmissione agli uffici. Comunichiamo adesso il nuovo numero dell'emendamento segnalato corretto al posto dell'emendamento De Rosa 1.741.

  PRESIDENTE. Però, onorevole Crippa, il punto è che la segnalazione originaria era stata fatta su questo. Ovviamente, se si cambiano le segnalazioni e non sono stati espressi i pareri, noi siamo costretti a riunire nuovamente il Comitato dei nove. È solo per questo caso ?

  DAVIDE CRIPPA. A parte che mi sembra che sia già accaduto altre volte che vi fossero degli emendamenti segnalati erroneamente trasmessi e, da prassi, si è sempre cercato di dare la possibilità di correggere. In questo caso, è un numero: stiamo valutando di trasmettere immediatamente il numero corretto, appena lo troviamo.

  PRESIDENTE. Si tratta, cioè, soltanto di un emendamento. Allora, a questo punto, questo emendamento lo consideriamo non segnalato. Andrei avanti: passerei direttamente al successivo, però dovreste darci prima possibile il numero corretto; ovviamente, poi, non possiamo superarlo.
  Passiamo all'emendamento Lodolini 1.941, su cui è stato espresso parere favorevole dalla Commissione e dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Lodolini 1.941 accetta la riformulazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lodolini 1.941, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casellato, Cassano, Ginoble, Rabino, Tartaglione... nel frattempo che i colleghi prendono posto, tanto per lasciare agli atti della nostra seduta che in questo caso si è trattato, evidentemente, onorevole Crippa, di un errore materiale di trasmissione. Questa cosa non costituisce precedente: è un'eccezione che la Presidenza, in questo caso, ha fatto, anche in relazione alla concordia che accompagna l'esame di questo provvedimento; però, non costituisce precedente e non diventi un'abitudine. Minnucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  371   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
 337    
    Hanno votato
no   34).    

  (Il deputato Amendola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Pag. 7

  Passiamo all'emendamento Schullian 1.1...

  CLAUDIA MANNINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Sull'emendamento Schullian 1.1 ?

  CLAUDIA MANNINO. Presidente, invito la relatrice, alla luce della votazione dell'emendamento Lodolini 1.941, a valutare la lettera nn), perché questo emendamento rimodifica il comma 1 nelle modalità in cui devono essere redatti i decreti di attuazione e, alla lettera nn), invece, si fa espresso riferimento ancora ai due decreti legislativi. Quindi, credo che ci voglia una correzione della lettera nn).

  PRESIDENTE. Va bene. A questo punto, passiamo all'emendamento Schullian 1.1, sul quale vi è un invito al ritiro.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Schullian 1.1.

  MANFRED SCHULLIAN. Lo ritiriamo.
  Passiamo all'emendamento Borghi 1.704.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghi, 1.704, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione. Colleghi, per favore...
  (Segue la votazione).

  Richetti...Ci sono colleghi che non riescono ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  375   
   Votanti  305   
   Astenuti   70   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato
 287    
    Hanno votato
no   18).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Daga 1.707, su cui vi è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daga. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DAGA. La ringrazio. Questo emendamento abbiamo voluto pensarlo perché riteniamo che manchi nel testo tutta una parte di recepimento della direttiva europea. Si tratta dell'articolo 2 della direttiva di recepimento 2014/23, cosiddetta direttiva concessioni, e tenta di recepire l'attitudine europea di non porre limiti alla libera amministrazione delle autorità pubbliche e quindi all'altrettanto libera possibilità di scegliere tra il modello di autoproduzione e servizi e quello dell'esternalizzazione. In sostanza, questo emendamento dice che non esiste solamente il partenariato pubblico privato dove il privato utilizza, in maniera privatistica, i fondi pubblici, ma esiste anche la possibilità di valutare quelle che sono le pratiche di pubblico-pubblico, un partenariato pubblico pubblico, dove c’è uno scambio di conoscenze e di buone pratiche tra i vari enti locali. L'altra parte è il non obbligo assoluto di effettuare privatizzazioni. C’è questa parte della direttiva che dice: «la presente direttiva fa salvi i regimi di proprietà degli Stati membri, in particolare non richiede la privatizzazione di imprese pubbliche che forniscono servizi al pubblico». Chiedo di votare favorevolmente, almeno per poter inserire questa parte che non stiamo recependo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 1.707, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

  Ci sono colleghi che ancora non hanno votato ? Miotto ? Ghizzoni ha votato, Rabino, Rizzetto, Fucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 8
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  375   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  92    
    Hanno votato
no  283).    

  (La deputata Saltamartini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Daga 1.9 su cui vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Prendo atto che il presentatore non accetta l'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 1.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nel frattempo saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto di istruzione secondaria superiore Ettore Maiorana di Genzano di Lucania, in provincia di Potenza, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

  D'Arienzo, provi a votare, provi a schiacciare il pulsante.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  368   
   Votanti  356   
   Astenuti   12   
   (Maggioranza  179   
    Hanno votato
  88    
    Hanno votato
no  268).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Zaratti 1.700 e Giovanna Sanna 1.708, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carfagna, Fiztgerald Nissoli, Gigli, Carrescia, Donati, Bragantini, Savino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  378   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
 376    
    Hanno votato
no    2).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Donati 1.948, con il parere favorevole della Commissione e del Governo...
  Revoco l'indizione della votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Presidente, intervengo per dichiarazione di voto. Noi votiamo in modo contrario su questo emendamento perché ovviamente riporta il testo a come era uscito dal Senato, però sostanzialmente non fa altro che aumentare il numero di ripetizioni che sono presenti all'interno di questo testo, in particolare relativamente alle procedure di gara. Questo era già richiesto nel testo originario alla lettera cc). Quindi, riteniamo questo emendamento sostanzialmente ripetitivo di una cosa che è già stabilita all'interno dell'intero testo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Donati 1.948, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sorial, Capodicasa, Richetti.Pag. 9
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  382   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 291    
    Hanno votato
no   91).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 1.21, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Rosa, Capodicasa, De Maria.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  378   
   Votanti  377   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 358    
    Hanno votato
no   19).    

  (Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 1.712, su cui c’è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie, Presidente. In questo caso parliamo di lavori in somma urgenza ,visto che, in questo momento, la situazione è che esce il tecnico o il funzionario e, se rileva l'urgenza rispetto al disastro che può essere avvenuto, alla frana che occupa la strada o altro, può affidare direttamente i lavori fino – mi pare – a 200 mila euro in affido diretto.
  Noi vogliamo che si definisca meglio che cos’è la somma urgenza. Infatti, se non definiamo cos’è la somma urgenza, diventano degli affidamenti arbitrari. Quindi, chiedevamo che, all'interno della delega al Governo, si specificasse almeno che la somma urgenza riguardi pericoli imminenti per persone e cose, quindi che vi sia un'emergenza imminente per persone e cose. È una specificazione che riteniamo importante, altrimenti si rischia di rientrare in quel limbo di deroghe in cui si decreta la somma urgenza anche in casi in cui non è necessario e in quel caso ci sono la speculazione, le amicizie e gli appalti regalati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Intervengo per ribadire che, anche a seguito delle dichiarazioni fatte da Cantone, reputiamo che lasciare un testo che dica espressamente: «ad eccezione di singole fattispecie connesse a particolari esigenze collegate alle situazioni emergenziali», senza specificare di che tipo di emergenze parliamo, sia un grosso errore, che ci riporta anche a situazioni drammatiche e, più che altro, anche scandalose di qualche anno fa, che hanno coinvolto anche organi istituzionali.
  Quindi, chiedo alla maggioranza qui in Aula di ripensare vivamente alla posizione su queste tre proposte emendative, l'emendamento De Rosa 1.712 e gli identici emendamenti Palese 1.719 e Garofalo 1.720, che, di fatto, tendono ad inserire un criterio o comunque una definizione delle situazioni emergenziali. In particolare, quindi, l'emendamento De Rosa 1.712 parla di pericolo per le persone o per le cose, mentre gli identici emendamenti Palese 1.719 e Garofalo 1.720, nella maniera più classica, inseriscono determinate calamità naturali che crediamo possano essere le uniche situazioni emergenziali. Se poi dobbiamo ritenere emergenziale, ad esempio, il completamento delle opere di Expo oppure il MOSE o tutte le altre opere che sono, anche, oggetto di indagine della magistratura, crediamo che sia necessario un ripensamento.

Pag. 10

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Grazie, signor Presidente, intervengo per precisare che la natura della legge delega contempla l'esigenza di una maglia piuttosto larga che possa consentire, in questo caso, al Consiglio dei ministri, di poter predisporre successivamente, in sede di decreto legislativo, un dettaglio quale quello richiamato dai colleghi che mi hanno preceduto, facendo sempre presente che la materia è già normata, che la dichiarazione di stato di emergenza avviene attraverso una delibera del Consiglio dei ministri su indicazione e su richiesta dei presidenti delle regioni e, in particolare, che su questa materia, nello specifico, sia il cosiddetto decreto Madia sia un provvedimento già licenziato da quest'Aula del Parlamento, e cioè la riforma della Protezione civile, sono intervenuti in merito. Da ultimo, ricorderei che il MOSE non ha nulla a che vedere con la fattispecie qui richiamata.

  PRESIDENTE. A questo punto non essendovi altri interventi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 1.712, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nel frattempo saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto superiore Calamandrei di Roma che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Micillo, Biancofiore, Carfagna, Grande, Frusone, Castelli, Rondini, De Mita, Cani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  389   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  266).    

  Passiamo agli identici emendamenti Palese 1.719 e Garofalo 1.720, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garofalo. Ne ha facoltà.

  VINCENZO GAROFALO. Grazie Presidente, io preannuncio che ritirerò il mio emendamento 1.720 e anche i miei emendamenti 1.804, 1.807 e 1.137. In merito a questo emendamento, con le modifiche apportate durante i lavori alla Camera e anche con le dichiarazioni rese dal collega Borghi, sono abbastanza convinto che nell'emanazione dei decreti legislativi sarà chiarito, e già il testo lo prevede, che tutto quello che può essere in regime di deroga può soltanto venire conseguentemente alla dichiarazione di stato di emergenza e, quindi, le condizioni per le quali è necessario che, invece, proprio in quel caso, ci siano delle deroghe, sono limitate, e a noi sta bene così. Cosa diversa questa, da quella contenuta nel testo originario che, invece, lasciava spazio ad altre situazioni che potevano essere quelle che hanno anche annunciato i colleghi del MoVimento 5 Stelle. Perciò, confermo il ritiro di questo emendamento come degli altri tre che ho annunciato.

  PRESIDENTE. Sì, onorevole Garofalo, dovrebbe poi far pervenire alla Presidenza la segnalazione precisa di quali sono gli altri emendamenti ritirati. Comunque, a questo punto resta l'emendamento Palese 1.719, identico a quello ritirato.
  A questo punto prendo atto che il presentatore non accoglie l'invito al ritiro e insiste per la votazione dell'emendamento Palese 1.719, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie Presidente, intervengo anche in risposta a quanto detto dal collega Borghi, perché, sì, è vero che siamo all'interno di un provvedimento delega, però, chi ha guardato il Pag. 11testo, chi ci ha lavorato sopra, si renderà conto che, da un lato, si è tentato di rimanere nell'ambito dei principi generali di una delega, ma, per tanti altri versi, sono state fatte e inserite delle minuzzaglie o dei dettagli tali che vanno sicuramente fuori dai criteri di una delega e che, però, appunto, a seconda di chi li presentava, venivano accolti. Quindi, io resto convinta del fatto che un dettaglio su cosa si intenda per «condizione di emergenza» vada dato all'interno di questa deroga e per questo motivo chiedo di sottoscrivere l'emendamento Palese 1.719.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miccoli. Ne ha facoltà.

  MARCO MICCOLI. Grazie Presidente, non intervengo sull'emendamento, ma solo per segnalare e salutare la presenza di delegazioni dei lavoratori dei call center di Uptime e AlmavivA che stanno assistendo ai nostri lavori, perché interessati all'approvazione di questo emendamento. Volevo salutare loro, oltre agli studenti.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Miccoli, però è la Presidenza che fa i saluti. Comunque, bene, salutiamo anche loro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.719, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capodicasa, Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  391   
   Votanti  390   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  267).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoli 1.791, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Chaouki, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  391   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 281    
    Hanno votato
no  110).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferro 1.949.
  Prendo atto che il presentatore accoglie la riformulazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferro 1.949, come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Polverini, Greco, Gigli, Frusone, Colaninno, Di Salvo, Dorina Bianchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  393   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 392    
    Hanno votato
no    1).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghi 1.733, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Binetti, Folino, Monchiero, Binetti...Pag. 12
  Provi a togliere la pallina e a votare. Funziona, glielo garantisco. Vede...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  394   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 394).    

  L'emendamento Gebhard 1.38 è ritirato.
  Prendo atto che i presentatori ritirano l'emendamento Mannino 1.726, su cui vi era l'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.730, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Tancredi, Schirò. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  289   
   Astenuti  110   
   Maggioranza  145   
    Hanno votato
  38    
    Hanno votato
no  251).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghi 1.950, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  394   
   Votanti  390   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 368    
    Hanno votato
no   22).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.736, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Gigli, Fitzgerald Nissoli. Però, se togliete le palline aiuta. Sani, Fregolent, Frusone. Provate a votare, a votare ! Greco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  395   
   Votanti  378   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  32    
    Hanno votato
no  346).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pastorino 1.940, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Malpezzi. Richetti, provi a votare. Lauricella...votate con le dita, per favore.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  396   
   Votanti  321   
   Astenuti   75   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato
  70    
    Hanno votato
no  251).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.754, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.Pag. 13
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Micillo, Toninelli, Baruffi, Tancredi, Bergonzi, Palma, Guerra. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  394   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 391    
    Hanno votato
no    3).    

  (Il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 1.769, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fraccaro, Gigli. Onorevole Gigli, provi a votare con le dita, altrimenti ogni volta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  383   
   Votanti  368   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
 365    
    Hanno votato
no    3).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 1.762, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capezzone, Totaro, Dall'Osso, Tancredi, Alli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  400   
   Votanti  310   
   Astenuti   90   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato
  46    
    Hanno votato
no  264).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghi 1.934, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capezzone, Casellato, Palma, Frusone.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  395   
   Votanti  388   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 370    
    Hanno votato
no   18).    

  (Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mannino 1.766.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Io qui invito veramente la maggioranza e la relatrice a rivedere il parere su questo emendamento, poiché la lettera dd), che appunto parla di stazioni appaltanti e altro ancora, alla fine chiede di garantire la tutela dei diritti delle minoranze linguistiche, come previsto dalla Costituzione e dalle disposizioni vigenti.
  Il mio emendamento 1.766 inserisce un criterio anche modificabile – non so – del modo con cui bisogna garantire le minoranze linguistiche; questa ultima frase di fatto cosa chiede ? Chiede che i bandi di gara e tutte le procedure che riguardano gli appalti debbano garantire la possibilità Pag. 14e la facilità di accesso alle minoranze linguistiche, che sono una realtà nel nostro Paese, ma che implica un costo notevolmente oneroso a carico dello Stato o, comunque, della stazione appaltante che dovrà redigere il bando.
  Quindi, sostanzialmente con l'emendamento chiedo che gli oneri di queste traduzioni, per esempio, potrebbero essere a carico dell'impresa che si è aggiudicata la gara, oppure si può inserire qualche altro criterio con dei progetti (non so). Però, credo che inserire questa specifica all'interno della norma esponga il nostro Paese a dei costi notevolmente alti, fermo restando che, appunto, non abbiamo una sola minoranza linguistica, ma abbiamo diverse minoranze linguistiche e credo che vada inserito un criterio per la loro garanzia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Non mi sento minimamente di sottoscrivere questo emendamento dell'onorevole Mannino, in quanto le minoranze linguistiche sono un diritto riconosciuto dalla Costituzione nel nostro Paese.
  Se dobbiamo tutto ascrivere a una questione di costi, allora forse la stessa democrazia deve essere eliminata, perché la democrazia ha dei costi altissimi, onorevole Mannino, anzi onorevole Mannino tramite il Presidente, perché la democrazia deve essere salvaguardata e i diritti linguistici devono essere salvaguardati. Mi sembra assurdo che questi debbano essere in capo a un'impresa appaltatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 1.766, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giordano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  393   
   Votanti  367   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
  76    
    Hanno votato
no  291).    

  (Il deputato Franco Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lodolini 1.942: parere favorevole con riformulazione. Prendo atto che la riformulazione va bene. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lodolini 1.942, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli. Ci siamo ? D'Ambrosio. Ci siamo ? Frusone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  392   
   Votanti  369   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
 302    
    Hanno votato
no   67).    

  Passiamo all'emendamento Palese 1.784, sul quale vi è un invito al ritiro o parere contrario della Commissione e del Governo. Onorevole Palese, prego.

  ROCCO PALESE. Veramente rimango sorpreso del parere contrario e vorrei conoscerne le motivazioni perché si tratta di estendere la possibilità all'ANAC il cui esito è comunicato alla stazione appaltante richiedente in riferimento alle procedure. Pag. 15Allora, o l'ANAC è Gesù Cristo, così come viene riportata dal Governo e dalla sinistra...

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, non scomodiamo...

  ROCCO PALESE. ...oppure è il diavolo.

  PRESIDENTE. ...autorità esterne a quest'Aula. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.784, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, provi a votare. Onorevole Gregori, provi a votare. Casellato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  396   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  291).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghi 1.951, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno, Colonnese, Santanchè. Ci sono altri colleghi che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  400   
   Votanti  327   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato
 298    
    Hanno votato
no   29).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Tino Iannuzzi 1.802, sul quale c’è il parere favorevole con riformulazione. Prendo atto che la riformulazione viene accolta. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tino Iannuzzi 1.802, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Gioia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  396   
   Votanti  380   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 375    
    Hanno votato
no    5).    

  (Il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghi 1.953, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  392   
   Votanti  367   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
 289    
    Hanno votato
no   78).    

  (I deputati Capodicasa e Monchiero hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole; il deputato Nuti Pag. 16e la deputata Spessotto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Palese 1.188, sul quale vi è l'invito al ritiro o parere contrario. L'identico emendamento Garofalo 1.804 è stato ritirato. Se non si accoglie l'invito al ritiro, lo poniamo in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.188, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Caparini, Capodicasa, Chaouki, Invernizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  381   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  270).    

  L'emendamento Garofalo 1.807 è stato ritirato. Quindi, passiamo all'emendamento De Rosa 1.115: c’è l'invito al ritiro o parere contrario. Onorevole De Rosa, prego.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie Presidente, qui chiediamo praticamente, nella progettazione all'interno degli appalti, di inserire la promozione anche del recupero degli edifici esistenti, degli edifici abbandonati e delle aree dismesse. Questo si collegherebbe a una legge sul consumo di suolo, semmai l'avessimo discussa in quest'Aula. E ne approfitto, appunto, per ricordare che l'iter di questa legge è stato affossato per l'ennesima volta. Con questa legge avremmo spinto per il recupero e il riuso delle aree dismesse e, quindi, per meno devastazione sul nostro territorio, dovuta alle grandi opere, ma dovuta anche ai piccoli appalti. Questa legge è stata utilizzata proprio dal Premier per farsi un bello spot nell'averla incardinata durante la chiusura di Expo, per poi farla sparire dai calendari della Camera. Come al solito e fa tristezza per gli italiani, siete legati alla distruzione del territorio, alla cementificazione selvaggia. D'altra parte, nelle fila del PD sono presenti molti cementificatori. È triste perché non vi rendete conto di come, invece, andando a riqualificare, recuperare e rigenerare le nostre città, creeremmo posti di lavoro; creeremmo veramente quei posti di lavoro che possono portare un po’ più di benessere al nostro Paese, invece che distruggere, devastare e fare chiudere le aziende agricole di quei territori dove andate a costruire senza ritegno le vostre grandi opere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Al netto della propaganda, vorrei segnalare a lei, signor Presidente, e all'Aula che le Commissioni competenti hanno completato l'esame del provvedimento richiamato in precedenza e che verrà iscritto all'ordine del giorno quando lo riterrà la Conferenza dei presidenti di gruppo. Quindi, mi sembra del tutto improprio introdurre un'argomentazione di questa natura che non c'entra nulla, né nella sostanza, né nella forma. Da ultimo, consiglierei al collega di ricordare anche i suoi interventi nella circostanza, in modo tale che si possa smentire da solo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 1.115, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 17
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Costantino, Capodicasa, Berlinghieri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  403   
   Votanti  363   
   Astenuti   40   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  258).    

  (Il deputato Malpezzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Coppola 1.810.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Coppola 1.810, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Totaro è chiara alla Presidenza la sua volontà... provi a votare, però... esprima un comportamento concludente... Onorevole Capodicasa, provi a votare senza... se ha la pallina, la tolga... non ce l'ha ? Allora è proprio bloccato... Casellato... Ha la pallina, onorevole Casellato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  402   
   Votanti  368   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
 360    
    Hanno votato
no    8).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo adesso alla votazione dell'emendamento Palese 1.808... Onorevole Fontana, l'emendamento Lodolini 1.946, in esito alla riformulazione che è stata chiesta e su cui immagino vi sia l'accoglimento del presentatore, si vota dopo l'emendamento Palese 1.808, per questo non lo abbiamo chiamato prima. Passiamo, dunque, all'emendamento Palese 1.808, su cui vi era stato un invito al ritiro. Prendo atto che l'onorevole Palese non accede all'invito al ritiro e insiste per la votazione.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.808, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Gioia, Magorno, Stumpo, D'Incà, Schullian, Zolezzi, Pannarale.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  371   
   Astenuti   38   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
  35    
    Hanno votato
no  336).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lodolini 1.946.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lodolini 1.946, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, Di Salvo, Capodicasa.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 18
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  317   
   Astenuti   94   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato
 301    
    Hanno votato
no   16).    

  (La deputata Mariani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Il successivo emendamento Mannino 1.812 è precluso.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bruno Bossio 1.814, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Micillo, Amendola, D'Uva.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  332   
   Astenuti   79   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato
 301    
    Hanno votato
no   31).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Braga 1.792, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Intervengo soltanto per la dichiarazione di voto annunciando che voteremo in modo favorevole su questo emendamento. Tuttavia ci tenevo a precisare che l'innovazione introdotta dalla lettera qq), che sostanzialmente toglie il 2 per cento del costo dell'opera alla progettazione quando questa avviene all'interno degli uffici dell'ente pubblico e, quindi, della stazione appaltante, di fatto, secondo me, non ha risolto il problema perché di fatto noi abbiamo tolto la facoltà di dare il 2 per cento a chi esegue la progettazione, ma la progettazione all'interno dell'ente pubblico la si potrà sempre fare, sapendo inoltre bene che il vero problema non è tanto legato soltanto alla progettazione ma anche alla direzione dei lavori e ai collaudi che invece continuano ad avere la quota del 2 per cento. Probabilmente, dal nostro punto di vista, sarebbe molto più interessante pensare ad una valorizzazione delle professionalità che sono presenti all'interno della pubblica amministrazione, magari garantendo ad esse altri strumenti così come sarebbe anche interessante pensare di permettere la progettazione alla pubblica amministrazione della stazione appaltante nel momento in cui anche la stazione appaltante risponda alle stesse richieste che vengono fatte ai liberi professionisti in termini di software, di licenze, di numero di dipendenti, di fatturato, eccetera. Quindi, pur apprezzando queste considerazioni, crediamo che questo provvedimento non servirà a risolvere il problema dei liberi professionisti che in questo momento pagano le conseguenze di questa crisi economica molto pesante.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Braga 1.792, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese... Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  394   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 391    
    Hanno votato
no    3).    

Pag. 19

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 1.801.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, qui i cittadini devono avere paura perché parliamo del project financing che siamo riusciti a creare come categoria project financing all'italiana in cui lo Stato ci rimette e guadagna solo il privato. Inoltre con il provvedimento in esame chiediamo l'estensione delle forme di project financing, l'incentivazione e l'utilizzo di strumenti di carattere finanziario e innovativo, un altro bel meccanismo che mi spaventa alquanto e spaventa i cittadini visto che di finanza innovativa ne abbiamo vista fare fin troppa in questi anni. Il problema è che i soldi erano dei cittadini. Chiediamo di inserire almeno una norma che vincoli ad una certa equità tra il privato e lo Stato nell'investimento. Ma cosa intendiamo per equità ? Intendiamo che se paga tutto il privato mi sta anche bene che poi incassi per recuperare i costi che ha dovuto sostenere ma se, alla fine dei conti, con cambiamenti in corsa fatti sempre dal Governo, dalle regioni e dai vari enti, il privato alla fine ci mette molto meno di quello che doveva metterci e paga solamente lo Stato allora l'opera è statale, l'opera è a disposizione dei cittadini e il privato si deve togliere dalle scatole. Non possiamo continuare a finanziare perché poi iniziano i privati e le banche finiscono le opere. Parliamo della Brebemi: parliamo di 2,4 miliardi di costo dell'opera quando doveva costare 800 milioni e parliamo di un costo per lo Stato che non doveva esserci e che sarà di 1,7 miliardi. E noi con questa delega, spiegando solamente di incentivare e di estendere queste forme, diciamo al Governo di pensarci lui: lo stesso Governo che con Renzi fino a poco tempo spergiurava che della Brebemi non avrebbero pagato una lira i contribuenti italiani. Allora ricordiamoci queste cose: se non spaventa voi, spaventa noi perché siamo ancora cittadini, ci ricordiamo dove vanno i nostri soldi e quale fatica facciamo per guadagnarli. Quindi questi soldi amministrateli bene, ponete dei vincoli, ponete delle richieste precise al Governo altrimenti il project financing significa finanziare le cooperative, le banche, gli amici, con soldi pubblici. Il rischio rimane pubblico e il guadagno rimane privato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dell'Orco. Ne ha facoltà.

  MICHELE DELL'ORCO. Presidente, qui vogliamo mettere un po’ ordine dove c’è un miscuglio tra privato e pubblico nel finanziamento delle grandi opere. Noi abbiamo visto che il project financing spesso è una scusa per finanziare comunque le opere pubbliche; perché è bello, suona bello: i soldi chi ce li mette ? Il privato ! Bene, un'opera pubblica fatta da un privato: se uno ci vuole mettere i soldi, suona molto bene.
  Però guardiamo gli esempi concreti. Penso all'autostrada Orte-Mestre, che spero sia un progetto ormai cancellato da questo Parlamento: 10 miliardi per un'opera che attraversa cinque regioni, 10 miliardi tutti a carico del privato, tutto project financing. Sappiamo benissimo che questo, più che un progetto, era una barzelletta, perché col passare del tempo questi 10 miliardi a carico del privato pian piano diventavano 9, 8, 7, e poi ci avrebbe messo i soldi il pubblico come sempre.
  Quindi per questo noi dobbiamo regolamentare il project financing e capire veramente chi finanzia e chi poi sfrutta gli introiti di queste opere pubbliche.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MICHELE DELL'ORCO. Noi chiediamo con questo emendamento a prima firma De Rosa un'equa distribuzione del rischio tra il soggetto pubblico ed il soggetto privato, nonché la massima trasparenza e pubblicità degli atti. Chiediamo semplicemente che se un'opera all'inizio è tutta a carico del privato, e poi ci mette i soldi anche il pubblico, anche il pubblico ci Pag. 20debba guadagnare, e non che ci debba guadagnare sempre chi vi finanza in campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Incà. Ne ha facoltà.

  FEDERICO D'INCÀ. Presidente, l'intervento sul project financing è corretto, gli emendamenti dei miei colleghi sono in linea con un pensiero comune del MoVimento 5 Stelle in tutte le regioni. Il problema è ovunque, perché si crea con una legislazione che pone delle problematiche: gli investimenti del privato non sono reali, perché di fatto vi è una copertura della politica ad alcune opere che vengono realizzate contabilizzando in maniera sbagliata i costi e definendo attraverso un contatto con il privato una possibilità di rientro per il privato stesso che è al di sopra del mercato; per cui alla fine vi sono degli impressi pagati su opere che raggiungono il valore dell'8, del 10, dell'11 per cento anche.
  Il project financing spesso è utilizzato all'interno degli ospedali: il Veneto ne è sicuramente capofila, perché vi era una persona che a tutt'oggi è presente in Parlamento, anche se non qui seduta, che è Giancarlo Galan, ex presidente della regione Veneto, che andava ad utilizzare e a favorire aziende a lui vicine.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  FEDERICO D'INCÀ. È chiaro quindi che una norma, una regolarizzazione di tali contratti è opportuna. Ho depositato una proposta di legge sull'argomento, che può essere condivisibile, può essere firmata in ogni momento e portata in Aula, per essere votata e finalmente andare a regolare una situazione sul project, che è indifendibile in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 1.801, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  397   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  297).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Caparini 1.364.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, parliamo di acqua, parliamo di acqua pubblica, parliamo di grandi concessioni idroelettriche; ovvero la disciplina, che è in questo momento piuttosto confusa e che non rispetta la lettera, il tracciato e il dettato di molte norme che questo Parlamento in passato ha votato, e poi successivamente smentito. Per cui chi inquina sicuramente è chiamato a pagare, ma anche chi sfrutta un bene pubblico ad elevato impatto ambientale – come le concessioni idroelettriche per lo sfruttamento ai fini della produzione elettrica evidentemente hanno sul territorio – è chiamato ad una sorta di compensazione: una compensazione ambientale, una compensazione sociale.
  È chiamato insomma a risarcire le popolazioni e i territori che sono interessati dalle opere – stiamo parlando di opere di grandissimo impatto ambientale – è chiamato quindi a compensare quello che quel territorio dà al bilancio energetico nazionale e comunque all'interesse nazionale. È un principio che noi abbiamo in passato più volte ribadito e anche attuato, io ricordo per quanto riguarda la coltivazione degli idrocarburi in Sicilia, venne addirittura realizzata una norma ad hoc in modo tale che – giustamente noi la Pag. 21sostenemmo a spada tratta e l'approvammo in modo assolutamente convinto – le popolazioni, siciliane in questo caso, si vedessero risarcite dell'enorme e tremendo impatto ambientale che le opere per la coltivazione degli idrocarburi hanno. Ovviamente noi chiediamo che questo principio venga rispettato e applicato ad altri territori, stiamo parlando di un'amplissima porzione del territorio nazionale, non solo le Alpi sono produttrici di energia elettrica, non solo la mia Lombardia che lo è, non solo il Veneto, ma sono tante le regioni e i territori che vengono chiamati a contribuire al bilancio energetico nazionale e dallo Stato non hanno nulla, dico nulla, di ristorno, ovvero a loro spetta semplicemente l'onere di avere degli impatti ambientali tremendi, inquinamento, disagi, impossibilità di scegliere anche alternative di sviluppo come per esempio quelle turistiche per quanto riguarda alcune zone di montagna. Anche oggi purtroppo, con la privatizzazione di Enel e di tutte le società che in passato avevano comunque messo in atto delle tipologie di compensazione ambientale, vengono private anche di questo, perché con la privatizzazione e le liberalizzazioni del mercato sappiamo benissimo che anche queste società purtroppo vengono meno a quell'impegno che venti, trenta, quarant'anni fa avevano assunto con elevati livelli occupazionali o comunque con un impegno, una costante coabitazione con il comune o comunque con gli enti locali. Allora noi qui siamo a chiedere che il Governo faccia quello che si è impegnato a fare non più di due settimane fa, ovvero, attraverso l'ordine del giorno che questo spiegava ed è stato accolto dal Governo dopo un dibattito in quest'Aula, di reintrodurre un principio che c'era prima del 2012 – mi accingo a chiudere – cioè quello di prevedere queste forme di compensazione. Come ? Noi pensavamo che questa fosse la sede più idonea, stiamo parlando di una delega proprio per quanto riguarda le concessioni e gli appalti quindi ci immaginavamo da parte del Governo una proposta del genere. Non c’è, io richiamo l'impegno del Governo e lo risollecito in quanto c’è un altro strumento che è quello del decreto ministeriale che gli consentirebbe di fare tutto ciò che noi ci siamo detti, che lui si è impegnato a fare e che l'Aula – io sono convinto – nella stragrande maggioranza vorrebbe veder realizzato. Quindi io sono ancora qui a chiedere al Governo prima di tutto di prendere in considerazione questo emendamento, magari di accantonarlo, e comunque di dare corpo e sostanza ad un impegno che purtroppo è rimasto lettera morta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Signor Presidente, la questione sollevata dal collega merita un approfondimento in termini dialettici e soprattutto una spiegazione del perché noi, nel momento in cui votiamo contro questa specifica formulazione, contemporaneamente però riteniamo che le questioni che sono state portate oggi all'attenzione dell'Aula con questa proposta siano meritevoli di un approfondimento nelle sedi tecniche opportune.
  Perché è vero e giusto quanto ricordato in precedenza: l'esigenza di allargare sul territorio nazionale il tema delle compensazioni legate alle derivazioni d'acqua a grande sfruttamento idroelettrico è un tema che impone un'esigenza di recepimento da parte del Governo all'interno di provvedimenti e di direttive comunitarie che già in altre sedi sono state citate.
  Vi sono però due elementi ostativi dal punto di vista del merito in questa circostanza che richiamano, da un lato, l'esigenza dell'introduzione di forme di partenariato pubblico-privato in concessionarie che oggi hanno una natura esclusivamente di carattere privato o pubblico, ma che andrebbero ad incidere sulla modifica della natura stessa della concessione in itinere e, dall'altro, vi è una proposta tesa a prevedere un ingresso degli enti locali in società concessionarie, che è materia già oggetto della predisposizione dei decreti delegati nella riforma della pubblica amministrazione.Pag. 22
  Quindi, io chiederei al collega di accogliere il senso della nostra posizione, che non è una logica ostativa dal punto di vista dell'attuazione del principio, ma l'esigenza di rimandare alle sedi competenti l'applicazione di questo tipo di principio, che deve peraltro trovare una sua applicazione dal punto di vista della direttiva in materia di concessioni idroelettriche, già prevista all'interno del cosiddetto decreto Bersani, per il quale in questo senso chiediamo che il Governo dia recepimento in funzione dei provvedimenti connessi con l'estensione di gare in termini di concessione e non di rinnovo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.364, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, Grassi, Borghesi, Amoddio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  346   
   Astenuti   53   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato
  25    
    Hanno votato
no  321).    

  Ricordo che l'emendamento Garofalo 1.137 è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'identico emendamento Palese 1.386, che non è stato ritirato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza, Greco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  292   
   Astenuti  112   
   Maggioranza  147   
    Hanno votato
  33    
    Hanno votato
no  259).    

  Prendo atto che la presentatrice accetta la riformulazione dell'emendamento Massa 1.933.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Massa 1.933, nel testo riformulato con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Sandra Savino, Guerra...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  292   
   Astenuti  115   
   Maggioranza  147   
    Hanno votato
 291    
    Hanno votato
no    1).    

  Ricordo che l'emendamento Mattiello 1.939 è stato ritirato.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ermini 1.943, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zaccagnini, Berlinghieri, D'Attorre, Giuliani, ci siamo ? Provi a votare onorevole Giuliani, non a sbloccarla, provi a votare. C’è il tecnico sulla sua fila, è arrivato... Brignone... si è sbloccato... in dissenso dal Gruppo ma tanto ha votato. Proviamo a vedere adesso se riesce ad esprimere anche una preferenza tra le varie opzioni, ok, risolto. Altri che non riescono a votare ? Turco, Borghese.Pag. 23
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  391   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 367    
    Hanno votato
no  24).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Braga 1.944, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fabbri, provi a votare, Fantinati è riuscito...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  410   
   Votanti  382   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 314    
    Hanno votato
no  68).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carbone 1.148, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto di istruzione superiore Viale Adige di Civitavecchia, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Di Salvo, Binetti, Baruffi, Paolo Russo, Micillo, Verini, Moscat, Marotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  400   
   Votanti  387   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 315    
    Hanno votato
no  72).    

  (Il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carbone 1.919, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  310   
   Astenuti  101   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato
308    
    Hanno votato
no  2).    

  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'emendamento Piso 1.155, proposta dalla relatrice.

  VINCENZO GAROFALO. Presidente, la relatrice può rileggere la riformulazione, gentilmente ?

  PRESIDENTE. La relatrice può ripetere la riformulazione ?

  RAFFAELLA MARIANI, Relatrice. Presidente, al comma 1, lettera zz), aggiungere, in fine, le parole: «e nell'esecuzione dei contratti».

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Piso 1.155 accettano la riformulazione proposta dalla relatrice.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 24Piso 1.155, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  339   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato
 339).    

  (Il deputato Crippa ha segnalato che avrebbe voluto astenersi dal voto).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Massa 1.161, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basilio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  410   
   Votanti  299   
   Astenuti  111   
   Maggioranza  150   
    Hanno votato
 299).    

  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Zaratti 1.701 non accedono all'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 1.701, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carinelli, Greco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  402   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 151    
    Hanno votato
no  251).    

  Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Giampaolo Galli 1.956 accetta la riformulazione proposta dalla relatrice.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giampaolo Galli 1.956, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  384   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
 310    
    Hanno votato
no   74).    

  Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Giampaolo Galli 1.957 accetta la riformulazione proposta dalla relatrice.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giampaolo Galli 1.957, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casellato, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 25
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  344   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
 317    
    Hanno votato
no   27).    

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che avrebbe voluto astenersi dal voto).

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Duranti 1.703, sul quale c’è un invito al ritiro, parere contrario.

  DONATELLA DURANTI. Grazie signor Presidente, questo emendamento è per porre all'attenzione dell'Assemblea e del Governo, come ho già fatto in Commissione difesa, e per tentare di risolvere un'anomalia che riguarda alcuni appalti dei servizi di manovalanza nel Ministero della difesa. Mi spiace che sia stato dato parere contrario a questo emendamento, perché l'anomalia che adesso proverò, seppur sinteticamente, a spiegare in Aula ha ricadute davvero gravi sulle condizioni di lavoro – e di vita quindi – dei lavoratori impiegati negli appalti dei servizi di manovalanza.
  Il Ministero della difesa bandisce regolarmente ogni anno gli appalti dei servizi di manovalanza cosiddetta occasionale ed urgente. Sono servizi per le necessità degli opifici, dei magazzini, degli enti, dei mezzi navali, dei mezzi terrestri ed aerei; riguardano, cioè, complessivamente tutti gli enti della difesa, ma in modo particolare gli stabilimenti tipo gli arsenali della marina militare, dove oggettivamente si svolgono attività di manovalanza che hanno però non carattere di urgenza e di occasionalità, ma hanno carattere continuativo perché garantiscono il regolare svolgimento delle lavorazioni che avvengono sia a bordo che nelle officine all'interno degli arsenali. Basterebbe aver fatto un giro in uno degli stabilimenti della Marina Militare per comprendere come centinaia di lavoratori svolgano attività che sono necessarie al funzionamento dello stabilimento, quindi non hanno carattere di urgenza e di occasionalità.
  Voglio sottolineare che tra le condizioni dei contratti di appalto per questa tipologia di servizi è previsto che gli operai debbano risultare di pieno gradimento dell'amministrazione militare, la quale amministrazione militare a suo insindacabile giudizio può sostituire gli operai e i lavoratori impiegati da una ditta aggiudicatrice dell'appalto, a suo insindacabile giudizio può impedire all'operaio di entrare all'interno dello stabilimento e svolgere le attività per cui è impiegato. Le offerte per questa tipologia di appalti sono presentate tutte secondo la regola del massimo ribasso. Ora, nonostante queste attività siano attività regolari, continuative e assolutamente necessarie, negli anni il Ministero della difesa ha ridotto di oltre il 50 per cento le risorse finanziarie e il monte ore lavorativo per questo tipo di lavori.
  Le conseguenze negative di cui parlavo all'inizio e che riguardano i lavoratori sono davvero gravi. A questi lavoratori viene applicato un contratto collettivo di lavoro che prevede il pagamento di 6,54 euro all'ora, comprese tredicesima e quattordicesima mensilità e comprese le ferie; in più questi lavoratori non hanno diritto ad accedere agli ammortizzatori sociali. Ripeto, si tratta di centinaia di lavoratori in tutta Italia che vengono utilizzati dal Ministro della difesa che non si occupa minimamente del tipo di tipologia contrattuale che viene applicato a questi lavoratori le cui prestazioni sono invece assolutamente necessarie.
  Ora, chiudo dicendo che ritirerò l'emendamento perché intendo presentare un ordine del giorno, confidando anche nel fatto che soprattutto i colleghi e le colleghe della Commissione difesa che hanno condiviso con me l'anomalia di questa tipologia contrattuale applicata ai lavoratori e di questo tipo di appalti di lavoro nel Ministero della difesa possano sottoscrivere l'ordine del giorno, e quindi chiedo al Governo di accoglierlo.

Pag. 26

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Fassina 1.798, su cui la Commissione ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Immagino che l'invito al ritiro non venga accolto.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fassina 1.798, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vezzali, Ricciatti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  402   
   Votanti  322   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato
  32    
    Hanno votato
no  290).    

  Passiamo all'emendamento Fassina 1.799, su cui la Commissione ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Lo poniamo in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fassina 1.799, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Luigi Gallo, Capodicasa, Frusone.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  403   
   Votanti  328   
   Astenuti   75   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato
  26    
    Hanno votato
no  302).    

  Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Giampaolo Galli 1.958 accetta la riformulazione proposta dalla relatrice.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giampaolo Galli 1.958, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini, Silvia Giordano, Piccoli Nardelli, Baroni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  330   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato
 303    
    Hanno votato
no   27).    

  Siamo adesso all'emendamento Cominardi 1.960, segnalato successivamente dal gruppo MoVimento 5 Stelle. Chiedo alla relatrice se intenda procedere con un accantonamento.

  RAFFAELLA MARIANI, Relatrice. Sì, grazie.

  PRESIDENTE. A questo punto, se ne occuperà il Comitato dei nove nella prima occasione utile. Passiamo, dunque, all'emendamento Borghi 1.959.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghi 1.959, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza, Fabbri, Luciano Agostini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 27

   (Presenti  403   
   Votanti  388   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 318    
    Hanno votato
no   70).    

  Prendo atto che l'onorevole Borghi accoglie la riformulazione del suo emendamento 1.945. A questo punto, però, non lo votiamo adesso, perché, con la riformulazione accolta, va posto in votazione successivamente all'emendamento Tino Iannuzzi 1.914.
  Passiamo, dunque, all'emendamento Palese 1.856, sul quale vi è un invito al ritiro altrimenti parere contrario.
  Prendo atto che non si accede all'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.856, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  389   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
  23    
    Hanno votato
no  366).    

  Passiamo all'emendamento Zaratti 1.897, sul quale vi è un invito al ritiro altrimenti parere contrario.
  Prendo atto che non si accede all'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 1.897, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  400   
   Votanti  399   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  301).    

  Passiamo all'emendamento Mannino 1.868. sul quale vi è un invito al ritiro altrimenti parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie Presidente. Allora in questa lettera ggg) si parla di concessioni in generale, però sappiamo benissimo che c’è stata una profonda discussione sia tra Camera e Senato, sia con gli organi soggetti interessati, poiché una grossa fetta di queste concessioni sono le concessioni autostradali.
  L'emendamento sostanzialmente cosa dice ? Parla della nostra idea di concessione di beni pubblici, di beni collettivi, di beni comuni: tutte le concessioni devono andare a gara secondo un principio di pubblicità e di accessibilità che, secondo noi, deve essere garantito a tutti, a prescindere invece da certe divisioni che si fanno tra chi è titolare di concessione e chi poi, invece, all'interno di questa concessione, magari ha delle società in house a cui vengono assegnati poi altri tipi di lavori. Quindi, sostanzialmente critichiamo profondamente questa divisione dell'80 per cento da mettere a gara secondo il testo attuale entro dodici mesi e il restante in house, il 20 per cento, anche con affidamenti semplificati.
  Sappiamo bene che c’è un ulteriore emendamento che posticipa i dodici mesi a ventiquattro e anche su questo siamo fortemente critici poiché temiamo, come avviene spesso in questo Paese, che a questa proroga di ventiquattro mesi un domani, quando le luci si saranno spente Pag. 28su questo provvedimento, si faccia una proroga e, di fatto, continui a rimanere lo stato attuale delle cose. Quindi, chiedo alla maggioranza, di rivedere profondamente questa lettera ggg), per iniziare a parlare col nuovo testo sugli appalti di affidamenti solo ed esclusivamente per mezzo di gara.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 1.868, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Placido, Piepoli, Greco, Rondini, Sani, Giuliani, Catania...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  354   
   Astenuti   55   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
  81    
    Hanno votato
no  273).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.857, con il parere contrario di Commissione Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Carrozza, Fassina, onorevole Fabbri provi a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  410   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
  59    
    Hanno votato
no  351).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tino Iannuzzi 1.914, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Patriarca, altri ?...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  418   
   Votanti  339   
   Astenuti   79   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato
 323    
    Hanno votato
no   16).    

  Passiamo all'emendamento Borghi 1.945 nella riformulazione che è stata accolta.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghi 1.945, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, la Presidenza ricambio il saluto... Patriarca, Palma... o togliete le palline... Fraccaro Amendola... o le mettete a posto perché se no così non vi funziona... Palma, Patriarca... provate a votare per favore. Provi a votare onorevole Patriarca, abbia fiducia, la Presidenza è onnisciente in queste cose. Basilio è riuscita ? C’è un problema di postazione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  407   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 320    
    Hanno votato
no   87).    

Pag. 29

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giacobbe 1.858, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio... ci siamo ? Bragantini... onorevole Capodicasa, provi a votare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  418   
   Votanti  342   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
 340    
    Hanno votato
no    2).    

  (La deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mannino 1.870 sul quale vi è un invito al ritiro.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie Presidente, allora anche qui siamo sempre alla lettera ggg) che parla delle concessioni e questo ultimo periodo che con l'emendamento chiedo di cancellare, di fatto, rischia di far rimanere la situazione attuale delle concessioni così com’è, perché di fatto l'innovazione introdotta dell'80 per cento e del 20 per cento in house dell'assegnazione delle concessioni viene esclusa per tutte le concessioni in essere o di nuova aggiudicazione. Se noi vogliamo affrontare veramente il problema, anche con le cosiddette norme transitorie, possiamo normare le concessioni che sono in fase di aggiudicazione, però quelle che sono in essere e quelle che sono già aggiudicate o di nuova aggiudicazione riteniamo che, di fatto, lascino la situazione attuale così com’è. Quindi chiediamo di sopprimere tutto l'ultimo periodo della lettera ggg) che mette in stallo le concessioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Intervengo solo per precisare che qualora l'Aula accogliesse questo emendamento verrebbero precluse le gare per le nuove concessioni. Quindi, mi pare di tutta evidenza il motivo per il quale esprimiamo parere contrario.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 1.870, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Vico, Capodicasa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  392   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  86    
    Hanno votato
no  306).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. Il deputato Parentela ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 1.315, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pastorino.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 30
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  418   
   Votanti  342   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
  28    
    Hanno votato
no  314).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Carbone 1.955, sul quale vi è una proposta di riformulazione. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carbone 1.955, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capezzone, Capodicasa, Arlotti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  412   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 298    
    Hanno votato
no  114).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mannino 1.876, sul quale vi è una proposta di riformulazione. Prendo atto che la presentatrice accetta la riformulazione proposta. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 1.876, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Tancredi, Adornato, Fucci, Carbone, Capodicasa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  423   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 416    
    Hanno votato
no    7).    

  (Il deputato Borghese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pastorelli 1.862, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  ORESTE PASTORELLI. Presidente, lo ritiro.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Passiamo alla votazione dell'emendamento Grimoldi 1.907, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.907, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 31

   (Presenti  421   
   Votanti  348   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato
  60    
    Hanno votato
no  288).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.854, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Covello, Palma, Calabria.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  345   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
  39    
    Hanno votato
no  306).    

  (Il deputato Parentela ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole, la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 1.895, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Coppola, D'Ambrosio, Pastorino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  414   
   Votanti  327   
   Astenuti   87   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato
  45    
    Hanno votato
no  282).    

  (Il deputato Piepoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fraccaro 1.936.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento, in considerazione anche del fatto che, come Partito Democratico, condividiamo il principio e lo spirito del contenuto e in considerazione anche del lavoro che colleghi hanno fatto in sede emendativa; penso, in particolare, al lavoro fatto dal collega Carrescia. Si tratta di un emendamento che applica un particolare riconoscimento nei confronti delle piccole e medie imprese, con riferimento ai tempi e alle modalità di pagamento, che è un tema molto sentito e molto avvertito che ci sentiamo di condividere, per questo lo sottoscriviamo.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Grazie, Presidente. Credo che il collega Borghi intendesse sottoscrivere l'emendamento nel testo riformulato, per correttezza.

  ENRICO BORGHI. Sì.

  RICCARDO FRACCARO. Bene. Presidente, mi permetto di spiegare un po’ il contenuto, anche per la votazione che poi seguirà, del mio emendamento e le intenzioni che sottendono a questa formulazione e anche alla riformulazione proposta della maggioranza. Si tratta di disciplinare la materia del subappalto, una materia che, purtroppo, conosce nell'applicazione concreta alcune importanti distorsioni. Tra l'altro, è una materia che abbiamo affrontato a partire già dai pareri in XIV Commissione, presieduta dal collega Pag. 32Bordo, nella quale abbiamo condiviso tutti assieme la necessità di eliminare appunto queste distorsioni. Di cosa stiamo parlando ? Innanzitutto stiamo parlando del fatto che molto spesso i subappaltatori, le piccole e medie imprese locali...

  PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Fraccaro. Chiedo ai colleghi di liberare l'emiciclo, per cortesia.

  RICCARDO FRACCARO. ... Si trovano sotto una specie di ricatto. Spesso le grandi aziende che vincono l'appalto ritardano costantemente i pagamenti soffocando i subappaltatori, le piccole e medie imprese locali, e queste sofferenze poi si riverberano sui lavoratori, evidentemente. Spesso, addirittura, non vengono pagate queste imprese, o sono costrette ad andare ad accettare pagamenti ribassati pur di vedere entrare qualcosa nelle loro casse. Evidentemente questo avviene, tra l'altro, fuori dal contesto normativo, fuori da quello che prevede la legge, ecco perché spesso il subappalto è anche un territorio in cui si annida la corruzione. Che cosa prevedeva originariamente il testo che ci è pervenuto dal Senato ? Prevedeva che il pagamento dei subappaltatori avvenisse direttamente da parte della stazione appaltante, cioè della pubblica amministrazione, senza passare dalla grande azienda che aveva vinto l'appalto, dalla grande società, solamente in due casi. Il primo caso è quello dell'inadempimento, cioè nel caso in cui la ditta, l'azienda appaltatrice non avesse pagato il subappaltatore. Ma anche in questo caso altre distorsioni sono possibili: come fa la pubblica amministrazione a pagare il subappaltatore, se ha già pagato l'appaltatore ? L'altro caso è quando vi sia una richiesta del subappaltatore, cioè il subappaltatore dovrebbe chiedere alla pubblica amministrazione di essere pagato.
  Qui il problema si pone perché il subappaltatore ha una certa sudditanza nei confronti della grande impresa perché teme, se dovesse bypassarla, di non prendere poi il subappalto nelle prossime occasioni. Quindi, quello che si chiede è di tutelare la parte debole del rapporto contrattuale e lo possiamo fare prevedendo il pagamento diretto, in tutti i casi in cui questo è possibile, della piccola micro-impresa. Ed è quello che chiediamo. Tra l'altro, consentiamo al Governo di valutare quali sono i casi in cui una previsione siffatta possa comportare particolari sgravi o complicazioni organizzative per la pubblica amministrazione. Questo, dunque, spetterà al Governo valutarlo. E, soprattutto, il Governo sarà in competizione con gli enti autonomi a cui si riconosce la facoltà di legiferare sulla materia. E questo ci sembra assolutamente positivo. Accogliamo la proposta di riformulazione perché non cambia nella sostanza l'intenzione. Ecco, l'unica cosa che preme chiarire è che staremo attenti e controlleremo quando il testo ritornerà alle Camere per una valutazione dell'operato del Governo. E annuncio fin da ora – prego il Ministro di valutarne la bontà – un ordine del giorno che invita il Governo, nell'applicare questo emendamento, a tenere uno sguardo più propenso verso le piccole e medie imprese rispetto alle esigenze organizzative e, quindi, ad utilizzare questa delega in maniera più ampia possibile. Grazie, Presidente.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fraccaro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Per ribadire la posizione già assunta dal nostro gruppo su questa problematica che deve precedere, per il pagamento diretto del subappaltatore, un accertamento di inadempimento da parte della stazione appaltante. Dico questo perché per legge questa norma interviene in un contratto privato, quindi nel diritto privato che regola il rapporto tra appaltatore e subappaltatore e, dunque, non può essere stabilita a priori la libera possibilità, per un soggetto vincolato da un contratto d'appalto, qual è il subappaltatore, di poter scavalcare il suo contraente e arrivare ad avere il pagamento diretto dal Pag. 33committente, soprattutto nei casi in cui il subappaltatore sia anche oggetto di inadempimento verso l'appaltatore stesso. Nella fattispecie in cui non viene considerata questa eventualità che è possibile e che è normale, si arriverrebbe al paradosso che l'inadempimento del subappaltatore verrebbe pagato dall'appaltatore e non potrebbe essere, l'appaltatore, tutelato nella difesa dei propri diritti, che sono anche i diritti del committente a vedere tutelata l'esecuzione dell'opera a perfetta regola d'arte e secondo le regole del contratto. Il paradosso ulteriore è che in questo emendamento si vuole anche abilitare le regioni a statuto speciale e le province autonome ad elaborare ulteriori formule per consentire il pagamento diretto. Il pagamento diretto è sacrosanto e dovuto nel caso in cui l'appaltatore è inadempiente; è deleterio ed estremamente complicato per l'amministrazione appaltante gestirlo nei casi in cui l'inadempimento è sul subappaltatore. Così come tutte le clausole contrattuali di responsabilità solidale che sono in capo all'appaltatore, nel caso in cui l'amministrazione committente proceda al pagamento diretto, verrebbero ad essere in capo all'amministrazione appaltante e, quindi, all'ente committente. Noi di fatto spogliamo l'interlocutore del committente, che è l'appaltatore, da quegli adempimenti verso il subappaltatore e li riportiamo tutti in capo alla pubblica amministrazione, a danno della stessa. E quale vantaggio può avere una pubblica amministrazione a vedere spogliato il proprio interlocutore della sua capacità di gestire i fattori produttivi ? È estremamente deleterio per le pubbliche amministrazioni.
  Quindi, noi confermiamo il nostro voto contrario a questa liberalizzazione del pagamento diretto verso il subappaltatore, se non preceduto da una verifica e un accertamento motivato da parte del committente dell'inadempimento che mette in grave pregiudizio l'interesse pubblico, che è l'esecuzione dell'opera a regola d'arte. E vi invito a riflettere sull'opportunità che queste regole del contratto di appalto e del diritto privato che reggono il contratto d'appalto siano stringenti nell'interesse, non dell'appaltatore, non del danno del subappaltatore, ma nell'interesse dell'opera pubblica e dell'interesse pubblico, che è quello che l'opera venga realizzata nei tempi consentiti. Quindi, difendere il diritto del subappaltatore nell'ambito dei diritti del contratto privato nell'interesse della pubblica amministrazione. Quindi, noi siamo costretti, in base a queste oggettive regole di contratto e di diritto privato, a dover votare contro questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Grazie Presidente, solo per aggiungere la nostra firma – pensiamo che ha già spiegato molto bene l'onorevole Fraccaro il contenuto di questo emendamento riformulato – e per sottolineare che i subappaltatori, riguardando in modo esclusivo le piccole o piccolissime aziende, sono la colonna portante della nostra economia e, quindi, non possiamo che essere assolutamente a favore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Grazie Presidente, solo per dare a Cesare quel che è di Cesare: questo emendamento dell'onorevole Fraccaro troverà il nostro voto favorevole come minoranze linguistiche.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 1.936, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Petrenga, Borghese, Greco, Nizzi, Basilio, Matarrelli, Tripiedi. Altri ?Pag. 34
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  379   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
 355    
    Hanno votato
no   24).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  A questo punto, il successivo emendamento Carrescia 1.938 è assorbito. Passiamo all'emendamento Grimoldi 1.908, dove c’è un invito al ritiro o parere contrario, ma lo votiamo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.908, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basilio, Simoni, Palma, Pilozzi, Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  418   
   Votanti  396   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
  56    
    Hanno votato
no  340).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'emendamento Zaratti 1.899: invito al ritiro o parere contrario della Commissione e del Governo, ma immagino non venga accolto. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 1.899, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marti, Polverini, Carfagna, Ruocco, Fassina...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  424   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  314).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'emendamento Garofalo 1.892. C’è l'invito al ritiro. Prego, onorevole Garofalo.

  VINCENZO GAROFALO. Presidente, con questo emendamento noi sottoponevamo all'attenzione dei relatori l'esigenza di valutare il modo con il quale venisse superata la legge obiettivo. Infatti, sulla modifica della legge obiettivo del 2001 ovviamente eravamo assolutamente d'accordo e siamo assolutamente d'accordo. Però, l'idea che tutto quello che la legge obiettivo in effetti aveva consentito, anche opere che sono state realizzate e che ne sono la testimonianza, dovesse essere invece superato con la totale eliminazione di questa norma di legge, noi la ritenevamo assolutamente sbagliata. È stata fatta una correzione e, quindi, si è parlato di superamento e già questo ci vede soddisfatti. Nell'emendamento sottoponevamo due questioni. La prima era quella di prendere in considerazione ancora una volta di ripristinare una forma di valutazione di impatto ambientale più accelerata per fare in modo che le opere strategiche per il Paese, quindi individuate ovviamente secondo criteri assolutamente di strategicità, potessero seguire un canale più rapido. E, nello stesso tempo, questo lo abbiamo anche accoppiato a quello che poi è previsto Pag. 35alla lettera ooo), che è l'introduzione nell'ordinamento nazionale del dibattito pubblico.
  Quindi, nel momento in cui introduciamo il dibattito pubblico, abbiamo già una sede dove tutto quello che po’ essere esaminato, invece, in occasione di una valutazione di impatto ambientale, può essere tenuto in considerazione. Questa era la prima questione.
  La seconda questione che abbiamo sottoposto all'attenzione dei relatori, anche come IX Commissione, era quella di salvaguardare tutte le opere che sono già state contrattualizzate, quindi già obbligazioni che lo Stato italiano ha intrapreso e, anzi, ha realizzato con aggiudicatari di realizzazioni di opere e, quindi, fare in modo tale che questa fase di coordinamento, questa fase di transizione fosse messa ben in evidenza.
  Questa seconda parte è stata accolta e di questo ringrazio i relatori; sulla prima riflessione auspico che il Ministro qui presente e il Governo facciano tutte le valutazioni possibili proprio visto quello che è già stato introdotto all'interno di questa legge delega. Fatte queste considerazioni, comunque ritiro l'emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tino Iannuzzi 1.794, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Patriarca, Cani, Abrignani, Monchiero... per favore, votate con le dita... manca poco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  334   
   Astenuti   87   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato
 312    
    Hanno votato
no   22).    

  (Il deputato Preziosi e la deputata Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'emendamento De Rosa 1.872, su cui è stato formulato un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, Ministro, la legge obiettivo sappiamo tutti che è una legge criminogena, che ha consentito solo corruzione e speculazione sul territorio; non facendo partecipare i cittadini e le amministrazioni locali alle decisioni, ha spostato le discussioni dalle aule dei consigli comunali e regionali alle valli e alle piazze delle nostre città.
  Qui finalmente abbiamo trovato il coraggio di dire che ci sarà un superamento delle leggi obiettivo. Le abbiamo già detto, Ministro, che speravamo dicesse una «abrogazione», che facesse una dichiarazione un pochino più decisa, perché «superamento» rimane un termine che vogliamo verificare, poi, nei fatti cosa vorrà dire.
  Però, nello «sblocca Italia» vediamo che, comunque, i meccanismi della legge obiettivo li avete riproposti, quindi da una parte togliamo ma dall'altra ci garantiamo, comunque, la possibilità di intervenire sui territori, senza dare possibilità ai cittadini di partecipare alle decisioni.
  Ci sono casi come – ne cito uno degli ultimi di cui mi sto occupando – la Vigevano-Malpensa, in cui si dice: andiamo avanti a fare un'opera che il territorio non vuole e che il territorio subirà; le aziende agricole verranno falcidiate da un'opera inutile, concepita anni fa, solamente perché, altrimenti, perdiamo i contributi, i soldi che sono stati stanziati. Ma io dico che questi soldi non sono persi, eventualmente sono recuperati per fare altro, per fare quelle manutenzioni che abbiamo chiesto già da tempo.Pag. 36
  Quindi, oltre a un pensiero su questa e tante altre opere, con l'emendamento noi chiedevamo di mettere nero su bianco il fatto che, almeno per le opere che non sono state già iniziate, dove non c’è ancora un impegno concreto, dove si può ancora bloccare l'iter relativo alla legge obiettivo, fintanto che si arrivasse a fare questo decreto finale in cui si dice che la legge obiettivo è abrogata, è superata, le blocchiamo, le mettiamo lì e non rischiamo che poi vadano avanti solamente perché ormai si è preso un impegno vincolante.
  Non capisco perché non si possa accettare una dicitura del genere, anche perché in Commissione ne avevamo parlato e sembrava che avessimo trovato una quadra, almeno a parole, su questa situazione, però poi, nei fatti, all'interno della legge abbiamo dichiarazioni molto più blande, cioè c’è questo «superamento», ma riguardo alle opere non abbiamo alcuna tutela che – da qui al decreto che definirà questo disegno di legge sugli appalti – venga bloccato tutto quello che abbiamo ritenuto, per parola dello stesso Governo, «superato». Come facciamo a bloccare queste opere ? Io chiedo al Ministro che ci dia una risposta su questo, perché io non vorrei che altre opere inutili partano sul territorio. Ci troviamo vincolati economicamente e giuridicamente a doverle finire, ma sappiamo bene tutti, anche per vostra ammissione, che sono opere inutili e vecchie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. Dobbiamo per davvero dare un taglio al mancato coinvolgimento dei cittadini. Ricordiamo che la legge obiettivo comprendeva opere per 140 e più miliardi di euro, opere mai condivise, assolutamente superate. Adesso penso alla stazione mediopadana di Reggio Emilia. Ieri sera il non sindaco di Mantova ha fatto votare una mozione con la quale voleva che ci impegnassimo a fare, come opera strategica per la città, solo il raddoppio ferroviario da Mantova a Reggio Emilia che, dei tre possibile raddoppi, è il più costoso ed è quello pressoché impossibile dal punto di vista elettrico. È una stazione, la mediopadana, dove ci sono meno persone di quelle che vanno nella stazione di Mantova stessa, nonostante sia una stazione normale. Diamo regolarità a questi appalti, altrimenti si favoriscono le cattedrali nel deserto e la distruzione di tutto quanto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dell'Orco. Ne ha facoltà.

  MICHELE DELL'ORCO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento chiediamo di prendere un po’ una posizione soprattutto sulla legge obiettivo. Fino ad ora voi non state prendendo posizione forti. Semplicemente vi chiediamo: ma la legge obiettivo va abrogata sì o no ? La risposta è sempre «ni»: superamento della legge obiettivo che insomma ha mille sfaccettature e può voler dire tutto e niente. Vi chiediamo: volete fare il ponte sullo Stretto di Messina ? La risposta è «ni». Sì, lo vogliamo fare ma ci sono altre priorità. A noi piacerebbe che, per una volta, invece di astenervi e schiacciare sempre bianco, prendeste una decisione chiara sopratutto sulla legge obiettivo. Questo emendamento del mio collega mette un po’ di chiarezza su alcune questioni e soprattutto su grandi opere che, come diceva il mio collega, avete già dichiarato che sono opere inutili e sulle quali tuttavia avete preso degli impegni, anche se già altre volte avete derogato a questi impegni. Vi chiediamo di prendere decisioni certe e soprattutto chiedo al Ministro Delrio magari un intervento nell'arco della mattinata che ci farebbe piacere per alimentare la discussione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massa. Ne ha facoltà.

Pag. 37

  FEDERICO MASSA. Presidente, nulla di peggio a mio parere che pensare di risolvere sul piano normativo una miriade di casi particolari e nulla di peggio che polemizzare con un testo normativo che non esiste. Credo che la scelta che è stata compiuta con la lettera qq) rispetto alla legge obiettivo sia una scelta assolutamente univoca e assolutamente chiara. La norma per come è scritta, non per come è commentata, prevede la possibilità di riesaminare, sulla base delle procedure di valutazione di impatto ambientale e con riguardo alla programmazione e alla nuova programmazione ministeriale, le opere per le quali sia stata avviata la procedura per l'approvazione e il medesimo testo, con uno sforzo che io mi sarei aspettato venisse apprezzato da parte dei colleghi del MoVimento 5 Stelle. È anche previsto che, in casi eccezionali, financo opere già decise o addirittura contrattualizzate in presenza di situazioni eccezionali possano essere riviste alla luce dei criteri definiti nella lettera di cui stiamo discutendo. È evidente che ciò che non può essere accettato è una scelta di generalizzata delegittimazione di tutto quanto è stato già fatto, senza neanche comprendere che incidere in maniera generalizzata, assoluta e – vorrei dire – ideologica sulle opere già contrattualizzate lascerebbe esposte le finanze di questo Paese ad una serie di azioni di carattere risarcitorio che veramente non riesco a comprendere come possano essere prospettate, per così dire, come una scelta anticorruttiva e una scelta di razionalizzazione della stessa.
  In realtà, se passasse un'ipotesi come quella che viene prospettata dal MoVimento 5 Stelle, consentiremmo ad una serie di imprenditori che hanno sottoscritto i contratti di percepire l'utile di quei contratti, senza dare al Paese e ai territori le opere per le quali quel contratto è stato sottoscritto. Credo quindi che l'equilibrio che è rappresentato nella lettera qqq) del disegno di legge che andiamo ad approvare sia un equilibrio ottimale, che contempera in maniera seria le necessità dello sviluppo e degli investimenti infrastrutturali con la necessità di mettere ordine nella materia e di preservare il territorio e l'ambiente di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Presidente, il problema è alla base. Noi quando abbiamo iniziato a parlare di riforma degli appalti, recependo queste tre direttive, col Ministro in Commissione avevamo concordato, diciamo così, che l'impostazione che dovevamo avere sulle opere infrastrutturali, ed in particolare sulla legge obiettivo, era quello di opere utili al Paese.
  In questa direzione credo vada anche l'inserimento che è stato fatto sul dibattito pubblico, che serve appunto proprio per coinvolgere maggiormente la cittadinanza nelle scelte. Purtroppo però quello che ha appena detto il collega del PD va in direzione completamente opposta al nostro punto di vista, poiché piuttosto che parlare di opere utili si parla solo ed esclusivamente di opere giuridicamente vincolate, quindi anche se inutili. È questa l'impostazione che noi critichiamo fortemente alla lettera qqq), oltre al fatto che, nel complesso del provvedimento alla lettera ee), in maniera assurda si fa ancora riferimento ad opere strategiche riferite alla legge obiettivo. Questa è una dimostrazione di come probabilmente la lettera qqq) ci dice una cosa, però poi la lettera ee) ci dice l'esatto opposto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 1.872, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

Pag. 38

  PRESIDENTE. Chiedo scusa: voleva intervenire il Ministro ? Allora revochiamo la votazione.
  Ne ha facoltà, Ministro.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, intervengo solo per riassumere il dibattito che già abbiamo avuto in Commissione, e che forse non è patrimonio comune dell'Aula. Il giudizio sulla legge obiettivo è un giudizio già dato ripetute volte, soprattutto grazie al lavoro svolto dalla Commissione: che attraverso un lavoro di analisi degli insuccessi e dei pochissimi vantaggi che ha dato la legge obiettivo ha deciso e ha dato gli elementi perché il Governo volesse inserire questa parola «superamento».
  «Superamento» vuol dire che non mi limito ad abrogare, ma vuol dire che riscrivo una nuova disciplina: una disciplina armonizzata anche con tutte le altre cose che sono qui incluse in questo nuovo codice degli appalti, che rappresenta davvero un passo enorme in avanti, credo, per il sistema dei lavori pubblici. E per il principio della successione delle leggi nel tempo, la nuova disciplina che supera deve per forza abrogare tutte le norme incompatibili: questo è il senso che abbiamo dato a questa parola «superamento». E quindi il combinato disposto di tutte le norme che noi oggi approviamo ovviamente abroga tutte le norme che sono incompatibili: il débat public è incompatibile con procedure accelerate e scorciatoie, questo è il senso della discussione che abbiamo avuto in Commissione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, terremo presente le parole del Ministro in questa sede ufficiale, appunto per verificare se poi si tradurranno effettivamente in un'abrogazione della legge. Ma ci tengo a rispondere al collega del PD, tramite la Presidenza, facendo presente che probabilmente non ha letto l'emendamento; e che noi, adeguandoci a questo stile sbagliato, che non riteniamo giusto, che si lega solamente alla parte finanziaria dell'opera, chiedevamo che le opere, che non hanno ancora niente di giuridicamente vincolante ma che sono nella legge obiettivo, non partissero in questa finestra, prima della approvazione del nuovo Testo unico sugli appalti.
  Questo chiedevamo ! E quindi questo stavamo cercando di far passare, in modo che opere come la Vigevano-Malpensa e altre non vadano avanti e non partano in questi giorni e in questi mesi, sapendo che sono opere inutili, sapendo solo che sono opere in legge obiettivo e che quindi devono partire perché fanno parte di quel contesto.
  Quel contesto deve sparire, speriamo sparirà presto, facciamo in modo di non fare altri danni da qui all'approvazione del nuovo testo unico sugli appalti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, abbiamo apprezzato – l'abbiamo detto anche in Commissione – il fatto che all'interno di questa delega il Governo e la maggioranza abbiano voluto includere il superamento della legge obiettivo. Crediamo che sia un obiettivo importante – scusate la cacofonia – ma crediamo che questa sia stata una questione che ha qualificato in modo importante la legge.
  Ciononostante, noi pensiamo che la formulazione, la parola «superamento» sia stata frutto di una mediazione politica e sia stata frutto di un piccolo passo indietro rispetto al testo originario dell'emendamento che prevedeva la parola «abrogazione», perché la parola «abrogazione» dal punto di vista giuridico ha tutta una sua valenza e una sua importanza. Dal punto di vista giuridico la parola «superamento» è evidentemente meno efficace e meno forte.
  Per questo noi abbiamo espresso delle forti perplessità su questa scelta. Ciononostante, Pag. 39riteniamo importante il fatto che, per la prima volta, venga sancito ufficialmente dal Parlamento l'enorme fallimento di quella legge, che non soltanto ha significato che le opere siano rimaste al palo, ma che grazie alla legge obiettivo il malaffare in questo Paese sia cresciuto notevolmente; il fatto che, quindi, venga superata, speriamo in modo rapido (e vedremo in che modo lo faranno la maggioranza e il Governo), crediamo che sia un elemento importante per il risanamento morale del nostro Paese e per il fatto che un certo numero di opere effettivamente possa essere realizzato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 1.872, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Micillo, Gutgeld, Boccuzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  421   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
 104    
    Hanno votato
no  317).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mannino 1.880.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, questo emendamento, in qualche modo comunque già assorbito dall'emendamento che è stato presentato dal collega Iannuzzi, l'emendamento 1.794, altro non fa che stabilire uno dei criteri con cui la legge obiettivo può essere superata. Questo è uno dei tanti emendamenti che abbiamo presentato su questo tema e permettetemi quindi una critica all'impostazione complessiva del provvedimento che, nella scelta del Governo di fare un unico articolo, ha di fatto strozzato la possibilità per l'Aula – per le Commissioni anche, ma in particolare per le opposizioni – di poter presentare un maggior numero di emendamenti e contestualmente di poterne segnalare qualcuno in più.
  Quindi, ci sono degli emendamenti che non sono tra i segnalati e che sostanzialmente cercano di suggerire al Governo intanto i tempi con cui il superamento della legge obiettivo dovrebbe avvenire – questo dovrebbe essere quanto meno entro la data di recepimento delle tre direttive, anche se abbiamo seri dubbi che il Governo riesca ad arrivare a quella data in tempo (ci auguriamo di essere smentiti ovviamente) – ma anche diverse modalità con le quali la legge potrà essere superata.
  Uno fra i tanti è quello suggerito in questo emendamento, cioè la verifica della sostenibilità del piano economico-finanziario dell'opera, così come anche un altro emendamento ad esempio parlava del fatto che, se valutata l'opera non utile, se il costo dell'opera era superiore al danno che eventualmente l'impresa richiede per la non realizzabilità della stessa, il Governo proceda al risarcimento dell'impresa.
  È uno dei modi con cui si è iniziato ad affrontare il complicato ambito della legge obiettivo, che sappiamo benissimo contiene all'interno un'infinità di opere che dovranno essere tutte, ad una ad una, analizzate.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 1.880, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 40

  De Maria. Giacché ci chiedono come procediamo con i nostri lavori, informo l'Assemblea che noi termineremo i lavori della mattinata alle ore 13,30, o prima se riusciamo a votare questa decina di emendamenti che rimangono. Ricominciamo poi alle 15 con l'emendamento accantonato.
  Ci sono colleghi che non riescono a votare ? Beni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  414   
   Votanti  413   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 101    
    Hanno votato
no  312).    

  (Il deputato Mantero ha segnalato di aver erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore).

  ERMETE REALACCI, Presidente dell'VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERMETE REALACCI, Presidente dell'VIII Commissione. Signor Presidente, solo per comodità dei colleghi, direi che al termine dei lavori procederemo a convocare immediatamente il Comitato dei nove qui per l'emendamento accantonato, in maniera che possiamo riprendere tempestivamente il pomeriggio secondo quello che lei ha detto.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghi 1.859, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  323   
   Astenuti   94   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato
 302    
    Hanno votato
no   21).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghi 1.935, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Greco, Fitzgerald Nissoli, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  395   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 295    
    Hanno votato
no  100).    

  L'approvazione di questo emendamento preclude la votazione del successivo emendamento Mannino 1.706.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghi 1.818, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Antimo Cesaro.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  416   
   Votanti  336   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato
 331    
    Hanno votato
no    5).    

Pag. 41

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mannino 1.853.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Il comma 5 sostanzialmente dà l'incarico all'ANAC di redigere le linee-guida, questa soft law, che di fatto andrà a sostituire buona parte di quello che oggi è compreso nel regolamento del testo unico sugli appalti.
  Già questo per noi è criticabile perché non specifica entro quali termini l'ANAC dovrà redigere queste linee-guida. Quindi, anche a tal proposito, rispetto ad una tempistica di recepimento delle direttive che è abbastanza stringente, non capiamo in che tempi l'ANAC riuscirà a fare tutto questo lavoro.
  Ma in particolare l'emendamento, proprio perché stiamo dando ad ANAC un «incarico legislativo», ormai possiamo dire, e siccome i documenti redatti da ANAC devono essere trasmessi prima dell'adozione alle competenti Commissioni parlamentari per il parere, noi chiediamo che il parere che le Commissioni danno ad ANAC sia un parere vincolante, proprio perché è palese dal nostro punto di vista che ANAC non è un organo parlamentare, anzi è un organo di nomina politica, è un organo che qualche settimana fa ha fatto anche una dichiarazione per me molto discutibile rispetto ad utilizzare l'esperienza di Expo come modello per la riforma degli appalti visto che Expo ha al suo interno tutta una serie di attività della magistratura che coinvolgono tutti i settori dalla pubblica amministrazione alle imprese. E quindi chiediamo che vista l'impossibilità di avere una legge sul conflitto di interessi, vista l'impossibilità di avere dei sistemi che garantiscano appunto la legalità, cosa a cui questo paese sembra essere sempre più abituato, che quanto meno quando c’è un organo esterno alle attività parlamentari o di Governo quale l'ANAC, la sua attività legislativa venga sottoposta al parere vincolante delle Commissioni, grazie.

  PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino, 1.853 con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cominardi, Fabbri, onorevole Fabbri voti, Pilozzi, Greco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  408   
   Votanti  407   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 127    
    Hanno votato
no  280).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tino Iannuzzi, 1.860 nel testo riformulato, con riformulazione che immagino sia accolta, col parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato...non vediamo però l'esito, però vediamo l'onorevole Bianchi,
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  398   
   Votanti  313   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
 305    
    Hanno votato
no  8).    

  (La deputata Rubinato ha segnalato di aver erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore).

  Passiamo all'emendamento Albanella 1.922. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.

Pag. 42

  CESARE DAMIANO. Grazie Presidente. Questo emendamento dell'onorevole Albanella è molto importante per quanto riguarda i call center, ed è anche il frutto di un'indagine conoscitiva unitaria di tutta la Commissione lavoro. Noi siamo particolarmente interessati ad appoggiare le clausole sociali contenute in questo provvedimento e a superare al livello possibile il massimo ribasso. Faccio presente che questa riformulazione mantiene un punto essenziale per quanto riguarda la successione di imprese nel contratto di appalto nel settore dei call center, vale a dire che il rapporto di lavoro continua – la parola è «continua» – con l'appaltatore subentrante, quindi non c’è interruzione di rapporto di lavoro e riassunzione, c’è una continuità che presuppone la salvaguardia occupazionale di queste persone. Noi sappiamo il travaglio nel settore dei call center del massimo ribasso, del dumping sociale, della ricerca del prezzo più basso della remunerazione del lavoro che ha portato a delocalizzazioni selvagge e alla riabilitazione di quei call center che non rispettano le regole contrattuali.
  Il secondo punto è che questa modalità avviene con le condizioni previste dai contratti collettivi nazionali applicati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative e vigenti alla data del trasferimento.
  Anche questa è una forte garanzia per i lavoratori. Quindi, credo che si tratti di una scelta molto importante che stiamo compiendo, che darà alle organizzazioni sindacali in azienda la possibilità anche di intervenire positivamente con le controparti.
  Infine, vorrei sottolineare un punto: in questo modo, con questo emendamento, noi rendiamo quanto previsto operativo, perché non fa parte del testo relativo alla delega al Governo. Questa è una parte normativa: con l'approvazione di questa legge, questa norma sarà immediatamente operativa, ed è una norma che ha il consenso, dopo un aspro dibattito e una grande difficoltà a trovare un punto di equilibrio, delle parti sociali, sia dei cosiddetti committenti sia degli operatori dei call center, per quanto riguarda le aziende, sia per quanto riguarda i sindacati dei lavoratori.
  Quindi, noi pensiamo che questo sia un punto di avanzamento, che, insieme alla riaffermazione della validità delle clausole sociali nell'ambito degli appalti, riafferma quell'equilibrio necessario tra le ragioni delle imprese e le ragioni dei lavoratori, che hanno diritto alla continuità del lavoro, alla tutela sindacale e al mantenimento delle regole contrattuali definite in questo settore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polverini. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento ed annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia, ringraziando il presidente Cesare Damiano, ma anche la collega Albanella, prima firmataria dell'emendamento, per il grande lavoro che, insieme a tutti i commissari, nella Commissione lavoro, hanno portato avanti. Lo ricordava il presidente: è un settore molto delicato, dove vi è molta occupazione, anche, in tanti casi, altamente qualificata, ma che ha delle regole, evidentemente, troppo precarie.
  Questo emendamento va nella direzione, appunto, di dare stabilità a quei lavoratori ed è un emendamento che, come richiamava il presidente Damiano nel suo intervento, è immediatamente operativo, e quindi è esigibile dai lavoratori e dalle imprese.
  Con questo auspicio, che possa veramente rappresentare una forma di sicurezza del proprio lavoro, il gruppo di Forza Italia voterà favorevolmente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Per onestà intellettuale, è corretto sicuramente dire che la Commissione lavoro Pag. 43ha fatto un ottimo lavoro rispetto alla questione della clausola di salvaguardia; ma lo ha fatto fino alla Commissione, fino alla votazione degli emendamenti in Commissione, che noi abbiamo votato favorevolmente.
  Quello che ci preme dire è che è ridicolo che si decida di modificare quella parte del testo già modificata da un emendamento del Partito Democratico. Vale a dire che noi, come opposizione, abbiamo presentato in Aula, tra gli emendamenti, l'emendamento Albanella. Lo abbiamo presentato noi come MoVimento 5 Stelle. La domanda è: perché voi avete modificato quella parte del testo che avevate già modificato in Commissione ? Cosa c’è che non va ?
  C'erano, forse, i sindacati che premevano per avere un ruolo determinante per il discorso delle clausole sociali ? Quali sono state le pressioni ? Più che altro per fare un lavoro di trasparenza, perché questo è un emendamento in versione light rispetto a quello che doveva essere inizialmente. Quindi, chiedo di avere una discussione franca su questo argomento e di capire quali siano gli interessi in campo, perché si è giunti a questa conclusione.
  Sicuramente, è meglio rispetto alla situazione pregressa, per cui i lavoratori, ogni volta che subentrava un nuovo appalto, si ritrovavano in mezzo alla strada, in sostanza, pregiudicando la qualità del servizio e la continuità lavorativa, ma, in questo caso, comunque, l'emendamento è in versione light; quindi, noi non lo possiamo sottoscrivere. Vogliamo capire quali erano gli interessi in campo delle parti che si sono fatte sentire in questi giorni, perché avete modificato un vostro emendamento. È migliorativo, ora, o peggiorativo ? A noi risulta fortemente peggiorativo rispetto al testo della Commissione.
  Quindi, qui serve un gesto di coraggio, di trasparenza, e dirci le cose in maniera chiara rispetto a quello che effettivamente è avvenuto dal voto in Commissione fino ad arrivare ad oggi.
  Ne vogliamo discutere, sì o no ? Il MoVimento 5 Stelle non può votare a favore di questo emendamento. Abbiamo votato favorevolmente in Commissione, salvo poi, probabilmente, qualche parlamentare di maggioranza – dico probabilmente – dire che abbiamo votato contrariamente in Commissione o con voto di astensione, ed è una cosa falsa, falsissima, perché in Commissione abbiamo dato un voto di astensione al parere, che è una cosa ben diversa. Noi abbiamo votato favorevolmente e adesso siete voi incoerenti che andate a modificare proprio quell'emendamento rispetto al quale dicevate che noi ci eravamo espressi in maniera diversa da quella che era la realtà. Quindi cosa vogliamo fare ? Grazie.

  PRESIDENTE. A questo punto, colleghi, per favore, dobbiamo procedere a questo voto prima di poter sospendere la seduta. Onorevole Mannino, con calma, abbiamo un numero importante di iscritti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie Presidente, noi stiamo affrontando un problema importante legato a un settore strategico che è quello dei call center, un settore in crisi che vede assunti nel nostro Paese circa ottantamila lavoratori e lavoratrici. È un settore in crisi non perché c’è una crisi di mercato, abbiamo bisogno di dirci le cose come stanno. È un settore in crisi perché è soggetto a grandi fenomeni di delocalizzazioni; è un settore in crisi perché attraverso il dumping sociale su cui queste delocalizzazioni agiscono si crea un ricatto continuo sui lavoratori; è un settore in crisi perché con il meccanismo dell’outsourcing e delle committenze si fa questo gioco che serve a massimizzare il profitto di grandi gruppi multinazionali che hanno tutti i bilanci in positivo e in attivo e a scaricare la massimizzazione del profitto attraverso il meccanismo delle gare al massimo ribasso sulla pelle dei lavoratori, che hanno visto gradualmente nel tempo peggiorare le condizioni di trattamento economico e le condizioni dei diritti nel mondo del lavoro.
  Ora noi ci troviamo finalmente ad affrontare questo problema, uno dei problemi, Pag. 44quello cioè delle gare periodiche al massimo ribasso che attraverso la clausola sociale vincolano le imprese che vincono le gare d'appalto a mantenere in vita il rapporto lavorativo precedente. Non abbiamo capito bene una cosa a proposito dell'ottimo emendamento della collega Albanella che è stato approvato in Commissione e che ha modificato il testo su cui noi stiamo discutendo. Vorrei dirlo chiaramente: se questo emendamento non passa, il testo che viene approvato da questa Camera è il testo con il vecchio emendamento Albanella che prevedeva la continuità di quel rapporto, salvaguardando i trattamenti economici e normativi previsti dai contratti collettivi nazionali, cosa che rimane nell'attuale testo di legge, ma anche dai contratti territoriali e aziendali vigenti alla data del trasferimento, ovvero tutte quelle piccole conquiste che quei lavoratori con una contrattazione decentrata erano riusciti ad ottenere.
  Io potrei fare in quest'Aula l'elenco di tante aziende che attraverso questo meccanismo o attraverso l'apertura di crisi hanno tolto, di fatto, a dei lavoratori che sono già sottopagati e ultrasfruttati, quei piccoli premi di produttività o quel salario accessorio che erano i buoni pasto, con cui magari arrotondavano lo stipendio e che invece oggi viene automaticamente cancellato.
  È importante che si salvaguardi la continuità del rapporto di lavoro, ma si riparte da zero rispetto alla contrattazione decentrata riportando tutto alla contrattazione collettiva nazionale, che è pure un risultato.
  Però, noi ci tenevamo, come gruppo di Sinistra Italiana, a fare presente che, rispetto al testo del provvedimento che è in approvazione, questo emendamento è un passo indietro. Rispetto all'emendamento approvato dalla Commissione, al testo come è uscito dalla Commissione questo emendamento è un passo indietro. Noi capiamo che evidentemente, soprattutto dalla parte datoriale, ci sia stata una forte pressione perché il testo di legge non uscisse in questo modo. Capiamo che si fa una mediazione al ribasso in questo caso.
  Ma siccome vogliamo cogliere il fatto che in qualche modo questa mediazione al ribasso e questo emendamento sono frutto anche di una concertazione che è avvenuta tra le forze sociali fuori da quest'Aula, noi non voteremo in modo contrario a questo emendamento, pur continuando a privilegiare la norma del testo, così come era uscita dalla Commissione. Ma esprimeremo un voto di astensione, che testimonia comunque la nostra soddisfazione per il fatto che si sia affermato un principio, ossia che la clausola di salvaguardia sociale è un elemento di civiltà in un mercato del lavoro che sta rasentando la barbarie (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare l'onorevole Zaratti, ma rinuncia. Rinuncia a parlare anche l'onorevole Placido.

  CLAUDIA MANNINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Presidente, io intervengo semplicemente per chiedere l'accantonamento, poiché questo emendamento riguarda la stessa tematica dell'emendamento già accantonato ad inizio seduta. Quindi, in Comitato dei nove potremmo discutere di entrambi in un'unica seduta, trattandosi dello stesso identico argomento.

  ERMETE REALACCI, Presidente dell'VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERMETE REALACCI, Presidente dell'VIII Commissione. Tecnicamente gli emendamenti sono disgiunti, perché vanno a incidere anche su temi diversi. Però, dal punto di vista contenutistico, sono collegati. Quindi, mi sembra legittima la richiesta di accantonamento.
  Vorrei solo dire ai colleghi che, obiettivamente, rispetto ai toni usati nel dibattito, Pag. 45noi alla Camera abbiamo introdotto un tema che non c'era nel testo venuto dal Senato, che era stato approvato anche con un ampio consenso, e abbiamo, in qualche maniera, forzato i contenuti della delega, perché non è una delega che affronta direttamente problemi come quelli dei call center. Ma sono problemi importanti, quindi abbiamo ritenuto giusto fare questa forzatura.
  Però, ripeto, essendo i due emendamenti connessi contenutisticamente, mi pare che abbia senso l'accantonamento. Quindi, possiamo esaminarli nel Comitato dei nove che faremo immediatamente dopo la sospensione della seduta e procedere adesso con il resto dei voti, ovviamente se il Governo è d'accordo.

  PRESIDENTE. Il Governo è d'accordo con l'accantonamento. Per la prima parte va bene, nel senso che accantoniamo l'emendamento e lo riprendiamo alla ripresa. Non procediamo con il resto dei voti, perché l'orario di sospensione della seduta che avevamo concordato era le 13,30. Quindi, sospendo la seduta, che riprenderà alle 15.

  La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Boccia, Caparini, Damiano, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Fontanelli, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Realacci, Rosato, Sanga, Sani, Santerini, Schullian e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 3194-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 3194-A.
  Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato da ultimo accantonato l'emendamento Albanella 1.922 ed era stato altresì accantonato l'emendamento Cominardi 1.960. Chiedo al presidente della Commissione, deputato Realacci, come intenda procedere nell'esame del provvedimento.

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Signora Presidente, partiamo dal parere sugli emendamenti accantonati.

  PRESIDENTE. Relatrice Mariani ?

  RAFFAELLA MARIANI, Relatrice. Signora Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Cominardi 1.960.

  PRESIDENTE. Ricordo che il parere sull'emendamento Albanella 1.922 è stato già espresso. Il Governo ?

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  DANIELE DEL GROSSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE DEL GROSSO. Signora Presidente, per chiederle se ci sono ancora delle Commissioni convocate, perché, fino Pag. 46a qualche minuto fa, ci sono arrivate notizie dalla Commissione attività produttive.

  PRESIDENTE. Verifichiamo subito. Ci avevano chiesto qualche minuto di tolleranza la I e la II Commissione. Verifichiamo subito che la Commissione attività produttive non sia in seduta. Le Commissioni sono state tutte sconvocate, compresa la X Commissione.
  Possiamo passare all'esame degli emendamenti accantonati.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cominardi 1.960.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. L'emendamento in esame, che in sostanza riprende l'emendamento presentato in Commissione e approvato dal PD qualche tempo fa, riguarda la clausola sociale per i lavoratori nei settori dei call center durante la fase di ricambio di appalto, quindi al fine di garantire la continuità lavorativa. Abbiamo presentato di nuovo tale emendamento perché, secondo noi, scritto in quel modo può essere sicuramente molto più incisivo e molto più vicino alla nostra visione. Mi trovo in difficoltà in un certo senso perché ritengo che l'emendamento Albanella presentato in questa sede, in aula, che effettivamente modifica quella stessa parte, in realtà ha effetti positivi che consistono nel fatto che può dare diretta attuazione alla clausola sociale riguardante la continuità lavorativa perché fuori delega e quindi il tema è molto complesso perché il settore dei call center conta circa ottantamila operatori. Sappiamo che ci sono state resistenze perché ci sono parecchi poteri in gioco, unito al fatto di ottenere la clausola sociale anche attraverso contrattazione che è già un qualcosa di storico. Non siamo molto a favore del compromesso e della mediazione quando abbiamo principi ben saldi rispetto ad una visione che abbiamo ben chiara cioè il fatto che il sindacato debba fare sì il sindacato però non deve giocare ruoli con lotte di potere soprattutto se si parla di quelli «maggiormente rappresentativi», lo dico tra virgolette.
  Tuttavia, ciò che mi preme dire in questo intervento – comunque passi così il testo, cioè venga approvato o meno questo emendamento e venga approvato comunque l'emendamento successivo accantonato, sarà comunque un risultato storico importante –, è che davvero spero che al Senato questa parte non venga più modificata in alcun modo perché ci stanno osservando e guardando lavoratori che lavorano nel settore da parecchio tempo, uno dei settori più precari in assoluto da sempre, uno dei settori per i quali vige ancora il contratto a progetto rispetto poi a quanto diceva Renzi nell'elaborazione del Jobs act. Quindi, spero che venga votato questo emendamento; tuttavia so già che, in realtà, non ci sono speranze, ma almeno spero che il testo, quando uscirà da questa Camera, non venga più assolutamente modificato al Senato, non venga cambiato di una virgola, se non per ritornare al testo della Commissione che abbiamo modificato precedentemente. Questo è quello che auspico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Prima una domanda, se posso, perché mi sono perso qualche passaggio: mi conferma che l'emendamento Albanella 1.922 è stato accantonato ?

  PRESIDENTE. Sì, lo votiamo dopo questo.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, il primo è un dato politico. Mi spiego: mi pare che sia stato accantonato un emendamento in seno alla stessa maggioranza e, quindi, la collega Albanella propone un emendamento, l'onorevole Realacci di fatto accantona questo emendamento....

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Rizzetto, solo per cronaca. Vi è stata una Pag. 47richiesta, credo del MoVimento 5 Stelle, prima della pausa della seduta, di accantonare anche quell'emendamento.

  WALTER RIZZETTO. ... che il collega Realacci ha evidentemente avallato in termini di richiesta dicendo – ricordo il suo intervento di poc'anzi – che gli pareva giusto accantonare questo emendamento, creando – concludo, Presidente, questa prima parte – non poco scompiglio tra le file del Partito Democratico che avrebbe voluto votare subito questo emendamento. Quindi c’è qualche evidente punto di caduta rispetto a questo pensiero unitario che, in questo caso, il Partito Democratico ha dimostrato di non avere nei confronti di questo tipo di categorie.
  Dopodiché, Presidente, sulla scorta di quanto appena affermato dal collega Cominardi, io sono tutto sommato d'accordo con quanto da lui appena citato e appena ricordato: il testo del disegno di legge anche secondo me avrebbe dovuto restare così come stava e giaceva nel testo originario, ovvero le clausole di salvaguardia – e vado a citare – devono essere comunque garantite «sentite le organizzazioni datoriali e sindacali». C’è stato, Presidente e presidente Damiano, probabilmente un piccolo corto circuito, nel senso che qualche elemento esterno chiamato sindacato è arrivato per fare la sua proposta e per cambiare questo testo-base, questo testo originario, dicendo e scrivendo (e vado a citare il testo della collega Albanella): «stipulati da organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative sul piano nazionale». L'articolo 39 della Costituzione non dice questo: l'articolo 39 della Costituzione parla di sindacati rappresentati, non parla di maggiormente rappresentati !

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  WALTER RIZZETTO. Quindi non vorrei, Presidente, che, per l'ennesima volta, il Partito Democratico riuscisse ad accaparrarsi le sigle sindacali principali di questo Paese con un solo emendamento.
  Esprimo quindi un parere favorevole per quanto riguarda l'emendamento del collega Cominardi (mi sembra sia a sua prima firma), mentre esprimo già un parere in termini di astensione sull'emendamento Albanella 1.922; non scordando che di gare d'appalto al massimo ribasso e di non clausole di salvaguardia non c’è soltanto l'aspetto e l'alveo dei call center, ma ci sono parecchie aziende in Italia che soffrono di questo problema. Significa che le aziende in Italia vanno a dare le tangenti dopo a qualcuno, perché non riescono, sulla base della gara d'appalto al massimo ribasso, ad ottenere i propri soldi, non riescono a gestire la propria organizzazione !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cominardi 1.960, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zoggia, Tidei, Bruno Bossio, Fabbri, Pastorino, Distaso, Bosco, Bonafede...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  377   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 134    
    Hanno votato
no  243).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Albanella 1.922, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, Greco, Prina, Marazziti, Iori, Gnecchi, Fossati, Rubinato, Chimienti, Lainati...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 48
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni – Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
   (Presenti  390   
   Votanti  289   
   Astenuti  101   
   Maggioranza  145   
    Hanno votato
 289).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Palese 1.855 e Grimoldi 1.910, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Saltamartini, Librandi, Marzano, Del Grosso, Simone Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  392   
   Votanti  363   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
  53    
    Hanno votato
no  310).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Braga 0.1.819.1, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Covello, Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  396   
   Votanti  383   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 316    
    Hanno votato
no   67).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Braga 0.1.819.2, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capezzone, Cassano, Prestigiacomo, Pilozzi, Di Maria, Lo Monte..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  364   
   Astenuti   40   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
 297    
    Hanno votato
no   67).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Braga 1.819, nel testo subemendato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  365   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
 298    
    Hanno votato
no   67).    

  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

Pag. 49

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3194-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3194-A). Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto del tutto estraneo rispetto al contenuto del provvedimento in esame, l'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/3194-A/34, volto a destinare i risparmi derivanti dalla cessazione dei contratti di locazione di immobili al miglioramento dei servizi sanitari.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Fragomeli n. 9/3194-A/1, Plangger n. 9/3194-A/2, Vargiu n. 9/3194-A/3, Marroni n. 9/3194-A/4, Rostellato n. 9/3194-A/5 e Verini n. 9/3194-A/6, contrario sull'ordine del giorno Airaudo n. 9/3194-A/7, favorevole sugli ordini del giorno Zaratti n. 9/3194-A/8, Pellegrino n. 9/3194-A/9 e Giovanna Sanna n. 9/3194-A/10, contrario sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/3194-A/11, favorevole sugli ordini del giorno Ginefra n. 9/3194-A/12 e Grimoldi n. 9/3194-A/13, contrario sull'ordine del giorno Bossi n. 9/3194-A/14, favorevole sugli ordini del giorno Guidesi n. 9/3194-A/15, Molteni n. 9/3194-A/16, Allasia n. 9/3194-A/17, Simonetti n. 9/3194-A/18, Fiorio n. 9/3194-A/19, Fregolent n. 9/3194-A/20, Manfredi n. 9/3194-A/21, Carrescia n. 9/3194-A/22, Paola Bragantini n. 9/3194-A/23, Giulietti n. 9/3194-A/24 e Dadone n. 9/3194-A/25, contrario sull'ordine del giorno Fico n. 9/3194-A/26, favorevole sull'ordine del giorno Mannino n. 9/3194-A/27, contrario sugli ordini del giorno Busto n. 9/3194-A/28 e Terzoni n. 9/3194-A/29, favorevole sull'ordine del giorno Zolezzi n. 9/3194-A/30, contrario sull'ordine del giorno Micillo n. 9/3194-A/31, favorevole sugli ordini del giorno Vignaroli n. 9/3194-A/32 e Cancelleri n. 9/3194-A/33. Sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/3194-A/34...

  PRESIDENTE. È inammissibile.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Fraccaro n. 9/3194-A/35 e D'Incà n. 9/3194-A/36, contrario sugli ordini del giorno Cominardi n. 9/3194-A/37, De Rosa n. 9/3194-A/38, Daga n. 9/3194-A/39, Occhiuto n. 9/3194-A/40, Crippa n. 9/3194-A/41, Pesco n. 9/3194-A/42, Vella n. 9/3194-A/43 e Palese n. 9/3194-A/44. Sull'ordine del giorno Castiello n. 9/3194-A/45, il Governo formula un invito al ritiro.

  PRESIDENTE. Quindi, il parere è contrario; invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Contrario, con invito al ritiro. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Mazziotti Di Celso n. 9/3194-A/46 e Caparini n. 9/3194-A/47, contrario sugli ordini del giorno Fantinati n. 9/3194-A/48 e Vallascas n. 9/3194-A/49, favorevole sugli ordini del giorno Garofalo n. 9/3194-A/50 e Duranti n. 9/3194-A/51, contrario sull'ordine del giorno Pili n. 9/3194-A/52, favorevole sugli ordini del giorno Matarrese n. 9/3194-A/53, Mattiello n. 9/3194-A/54, Segoni n. 9/3194-A/55, Moscatt n. 9/3194-A/56, Carbone n. 9/3194-A/57 e Rubinato n. 9/3194-A/58.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Fragomeli n. 9/3194-A/1, Plangger n. 9/3194-A/2, Vargiu n. 9/3194-A/3, Marroni n. 9/3194-A/4, Rostellato n. 9/3194-A/5 e Verini n. 9/3194-A/6, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.Pag. 50
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Airaudo n. 9/3194-A/7, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Airaudo n. 9/3194-A/7, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Fitzgerald Nissoli, Piepoli, Ottobre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  323   
   Astenuti   88   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no  299).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Zaratti n. 9/3194-A/8, Pellegrino n. 9/3194-A/9 e Giovanna Sanna n. 9/3194-A/10, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Nicchi n. 9/3194-A/11, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/3194-A/11, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Molteni, Bosco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  318   
   Astenuti   86   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato
 24    
    Hanno votato
no  294).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Ginefra n. 9/3194-A/12 e Grimoldi 9-3194-A/13 , sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bossi n. 9/3194-A/14, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bossi n. 9/3194-A/14, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Gutgeld, Lo Monte, Donati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  403   
   Votanti  330   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato
 57    
    Hanno votato
no  273).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Guidesi n. 9/3194-A/15, Molteni 9/3194-A/16, Allasia 9/3194-A/17, Simonetti 9/3194-A/18, Fiorio 9/3194-A/19, Fregolent 9/3194-A/20, Manfredi 9/3194-A/21, Carrescia 9/3194-A/22, Paola Bragantini 9/3194-A/23, Giulietti 9/3194-A/24, Dadone 9/3194-A/25, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Fico n. 9/3194-A/26, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  CLAUDIA MANNINO. Presidente, questo ordine del giorno è il risultato di ciò Pag. 51che ci siamo detti in quest'Aula durante la fase di attuazione della riforma della RAI, che va ad incrociarsi con la riforma degli appalti.
   Sostanzialmente, con questo ordine del giorno invitiamo il Governo a chiarire il concetto di deroga, introdotto all'interno della riforma relativa alla RAI, soprattutto per quegli aspetti di cui le direttive europee non parlano, in particolare per ciò che riguarda la commercializzazione e le opere audiovisive, così come già genericamente introdotto nel testo di riforma della RAI, che fa pensare ai lavori di impiantistica e di arredamento interno agli studi della RAI. Non crediamo che questi lavori di commercializzazione di opere audiovisive debbano andare in deroga, ma anzi debbano rispettare il nuovo codice degli appalti comunque fino alla sua modifica, proprio perché, mentre alcuni aspetti relativi alla riforma della RAI erano dettati dai principi di concorrenza e di gioco della RAI sul mercato televisivo, gli aspetti della commercializzazione delle opere audiovisive non crediamo abbiano motivo di andare in deroga.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente. Se l'onorevole è disposta a rivedere in riformulazione il primo capoverso del dispositivo, dopo la parola «impegna», in questi termini : «impegna il Governo a valutare l'opportunità di...».

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Mannino, c’è una riformulazione del Governo.

  CLAUDIA MANNINO. Secondo il criterio per cui un ordine del giorno non si nega a nessuno, accogliamo la riformulazione e vigileremo sulla sua attuazione.

  PRESIDENTE. Prendo atto che la presentatrice non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/3194-A/27, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Busto n. 9/3194-A/28, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busto n. 9/3194-A/28, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  408   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  308).    

  Passiamo all'ordine del giorno Terzoni n. 9/3194-A/29, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Quello che chiediamo con questo ordine del giorno non potevamo che farlo con questo strumento. Infatti, sicuramente è di dettaglio e forse anche sottointeso, però credo che sia utile metterlo tra le richieste che il Parlamento fa al Governo.
  Visto che stiamo cercando di superare la legge obiettivo, chiediamo sostanzialmente che le opere di interesse strategico, o comunque quelle opere che continueranno ad andare avanti, dell'attuale pianificazione siano fatte in coordinamento con i piani regolatori comunali o che, comunque, in assenza di questi piani regolatori o, peggio ancora, in assenza dei piani paesaggistici regionali, non debbano Pag. 52essere realizzate, se non con il previo avallo e la corrispondenza con la pianificazione comunale e regionale.
  Purtroppo siamo in una situazione in cui pochissime regioni in Italia hanno i piani paesaggistici. Si fanno attività di pianificazione intercomunale anche abbastanza impegnativa, senza che questa sia sottoposta ai dovuti pareri di impatto ambientale. La stessa cosa avviene con i piani regolatori. Pochissimi comuni oggi hanno piani regolatori adottati da meno di cinque anni, il che vuol dire una pianificazione arretrata e che non risponde alle esigenze del tempo.

  PRESIDENTE. Prendo atto che la presentatrice insiste per la votazione dell'ordine del giorno Terzoni n. 9/3194-A/29, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Terzoni n. 9/3194-A/29, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baruffi, Dall'Osso, Lo Monte.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  408   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  311).    

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zolezzi n.. 9/3194-A/30, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Micillo n. 9/3194-A/31, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Micillo n. 9/3194-A/31, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Micillo, Massa, Palese, Caruso, Donati.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  406   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  308).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Vignaroli n. 9/3194-A/32, Cancelleri n. 9/3194-A/33, Fraccaro n. 9/3194-A/35 e D'Incà n. 9/3194-A/36, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cominardi n. 9/3194-A/37, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/3194-A/37, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Dellai, Ferraresi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  417   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 150    
    Hanno votato
no  267).    

Pag. 53

  Chiedo all'onorevole De Rosa se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194-A/38, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, volevo chiedere una spiegazione del diniego al Governo, perché non riesco a capire veramente quale sia il motivo per bocciare quest'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Il Governo intende intervenire ? Prego, Viceministro.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Si tratta di una specifica che reputiamo eccessiva da destinare alla valutazione del tavolo tecnico che dovrà concretamente poi scrivere il codice.

  PRESIDENTE. Grazie. Intende intervenire, onorevole De Rosa ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA. No.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/3194-A/38, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giancarlo Giordano, Franco Bordo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  430   
   Votanti  404   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  302).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Daga n. 9/3194-A/39, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Malisani, Lo Monte, Casellato, Sandra Savino, Invernizzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  431   
   Votanti  425   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 104    
    Hanno votato
no  321).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Occhiuto n. 9/3194-A/40, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, Baruffi, Casellato, Tripiedi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  427   
   Votanti  346   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato
  76    
    Hanno votato
no  270).    

  (Il deputato Cera ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario – La deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Chiedo all'onorevole Crippa se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194-A/41, su cui vi è il parere contrario del Governo.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Chiedo al Governo di riconsiderare il parere su quest'ordine del giorno, perché non fa altro che riprendere anche le considerazioni già espresse sul tema delle certificazioni energetiche e degli attestati di certificazione energetica che hanno posto Pag. 54altri deputati all'interno di strumenti del sindacato ispettivo quali interrogazioni. La faccenda è sempre la solita: il sistema dei controlli sulle certificazioni energetiche non è un sistema efficiente, non sta funzionando; ci sono certificazioni energetiche che vengono vendute su Groupon a prezzi assolutamente folli, con una possibilità di portarsi a casa una certificazione energetica a 39 euro. Questo non dà soprattutto lustro all'attività che teoricamente c’è dietro una certificazione energetica, ma, sorvolando eventualmente su questo aspetto di impegno e di tempistiche del professionista, non dà un valore chiaro di quello che debba essere la certificazione in sé. La certificazione energetica deve essere uno strumento mediante il quale sia possibile arrivare finalmente a creare un mercato immobiliare in cui le certificazioni energetiche abbiano un valore e un peso stesso. Ricordo, però, al presidente Realacci che, in data 11 settembre 2015, quindi pochi mesi fa, presentava un'interrogazione congiunta con la deputata Chiara Braga dove di fatto chiedeva le stesse cose che sono contenute all'interno di quest'ordine del giorno.
  Per di più, all'interno degli impegni si parlava giustamente di un'edilizia di qualità e, quindi, gli impegni, che noi oggi abbiamo riportato all'interno di questi ordini del giorno, non sono altro che le medesime tematiche trattate anche in quell'interrogazione. Noi chiedevamo e chiediamo oggi di adottare iniziative normative volte a risolvere la criticità citata in premessa, cioè mancanza di controlli, difformità normative tra una regione e l'altra, un caos totale a livello di normative nazionali e regionali, garantendo efficacia e controllo nell'attestazione delle prestazioni energetiche negli edifici, con il fine di promuovere qualità nell'edilizia, il risparmio energetico e la riqualificazione del patrimonio edilizio.
  Poi, in più aggiungevamo di «monitorare le offerte commerciali del settore con prezzi anomali al fine di garantire il consumatore finale e salvaguardare i principi fondanti l'efficienza energetica», perché, Presidente, non vorremmo che ormai le certificazioni energetiche siano un conquibus da pagare, per il quale le regioni si trattengono una parte per far funzionare una macchina amministrativa che però, di fatto, non ha quei risvolti positivi sulla salvaguardia e sulla tutela dell'ambiente che teoricamente un principio chiaro dell'efficienza energetica dovrebbe portarsi appresso.
  Noi crediamo che oggi siamo in mano a certificatori che, di fatto, non fanno altro che fare i sopralluoghi direttamente da casa, dal proprio studio, senza uscire a fare delle valutazioni in loco. Noi non possiamo permettere di considerare questo come uno strumento atto a garantire l'efficienza energetica nell'edilizia residenziale. Pertanto, chiedo al Governo di riconsiderare il parere espresso o, quanto meno, di rimettersi all'Aula, visto che almeno le tematiche che ho citato sono state lungamente argomento di dibattito e di discussione anche nella VIII Commissione, di cui il deputato Realacci è presidente.
  La questione – e concludo – deve essere inquadrata anche nella tutela del consumatore, perché se riteniamo che questo sia uno strumento valido non possiamo permettere che questo strumento non venga sottoposto a controlli e non venga sottoposto a una valutazione reale di qualità prezzo dell'operato. Quindi – concludo, Presidente – evitiamo di dare in mano a operazioni commerciali online a 39 euro e pensare di ottenere la certificazione energetica del proprio appartamento con un criterio di razionalità e di economicità reale, altrimenti tutto il resto è sempre solo ipocrisia.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Il «no» all'ordine del giorno non era legato a un dissenso sul contenuto, ma alla considerazione del dettaglio. Pag. 55Non c’è dubbio che questo possa trovare diritto di cittadinanza, come principio e come valore, all'interno del tavolo tecnico che sarà preposto e che è preposto alla redazione del testo.
  I principi sono assolutamente condivisibili e questa è la ragione per la quale le chiederei di riformulare il testo con l'aggiunta di «valutare l'opportunità», come nel caso precedente.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, mi scusi ma mi sembra veramente... perché ad «adottare iniziative normative volte a risolvere le criticità» non mi sembra che possa essere un atto di assoluta imperiosità di tempistiche e di immediatezza nell'esecuzione di quanto scritto. «A valutare l'opportunità di monitorare le offerte commerciali sconvenienti»: o siamo d'accordo che quelle offerte commerciali sono assolutamente non reali e sono assolutamente da posizionare sotto la lente di ingrandimento o stiamo parlando di cose diverse.
  Per me non c’è da valutare l'opportunità di considerare quell'offerta a 39 euro come offerta anomala. Per me qualcuno si deve prendere l'impegno, come Governo, di agire su queste situazioni. Se non lo volete fare vi assumete le vostre responsabilità di fronte a questa gente che lavora ma, soprattutto, di fronte ai consumatori, che forse, per una volta, avrebbero bisogno di un sostegno da parte di un Governo credibile che forse, forse questo non è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERMETE REALACCI. Presidente, voglio dire al collega Crippa che, come lui ha più volte ricordato, condivido assolutamente il senso dell'ordine del giorno.
  Devo dire che il «valutare l'opportunità di» in questo caso, a parte essere una formula di rito che si adopera nell'ordine del giorno, per quanto riguarda il primo punto è anche corrispondente al vero, perché su questa materia si può intervenire anche senza nuove iniziative normative. Bisogna assumere il tema e agire anche senza nuove iniziative normative.
  Per cui, accogliendo lo spirito e il senso delle cose dette, mi sembra che la formulazione dia strumenti affinché questo venga tradotto, poi, in politiche concrete da parte del Ministero e anche da parte del MISE, perché questa è una materia – come l'onorevole Crippa sa bene – che riguarda sia il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che il Ministero dello sviluppo economico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente, io ritengo che questo ordine del giorno sia così ragionevole che avrebbe meritato una attenzione maggiore da parte del Governo. Infatti, se su una questione fondamentale come quella di cui discutiamo non riusciamo neanche a far approvare un ordine del giorno che impegni il Governo a introdurre, diciamo così, normative che riguardano argomenti così largamente condivisi, allora l'istituto degli ordini del giorno è abbastanza discutibile.
  Ora, per quanto riguarda la vicenda che qui si parla di questioni di dettaglio, proprio per queste ragioni è stato fatto un ordine del giorno e non sono state inserite nel provvedimento. Quindi, mi rivolgo al Viceministro con grande rispetto, ma le motivazioni addotte per chiedere la riformulazione dell'ordine del giorno non mi sembrano sufficientemente fondate ed è per questo che chiederei al Governo di valutare la possibilità di valutare positivamente questo ordine del giorno presentato dal collega Crippa.

  PRESIDENTE. Va bene, allora, a questo punto noi abbiamo una proposta di riformulazione – se il Governo non chiede Pag. 56nuovamente la parola – del Governo; prendo atto che l'onorevole Crippa non accetta la riformulazione e, quindi, insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crippa n. 9/3194-A/41, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  429   
   Votanti  421   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
 155    
    Hanno votato
no  266).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pesco n. 9/3194-A/42, non accettato dal Governo.
  Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pesco n. 9/3194-A/42, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Latronico, Cani, Toninelli, Marazziti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  409   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 139    
    Hanno votato
no  270).    

  (Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vella n. 9/3194-A/43, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vella n. 9/3194-A/43, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Colaninno, Giammanco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  429   
   Votanti  326   
   Astenuti  103   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato
  58    
    Hanno votato
no  268).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Palese n. 9/3194-A/44, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palese n. 9/3194-A/44, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caruso, Carloni, Baruffi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  432   
   Votanti  408   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 138    
    Hanno votato
no  270).    

Pag. 57

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che la presentatrice insiste per la votazione dell'ordine del giorno Castiello n. 9/3194-A/45, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Castiello n. 9/3194-A/45, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Di Lello, Gadda. Ci siamo ? Ciprini, Distaso. Sblocchiamo Ciprini. A posto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  440   
   Votanti  318   
   Astenuti  122   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato
  46    
    Hanno votato
no  272).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Mazziotti Di Celso n. 9/3194-A/46 e Caparini n. 9/3194-A/47, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fantinati n. 9/3194-A/48, sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fantinati n. 9/3194-A/48, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Benedetto, Lo Monte, Di Lello, Dellai, Currò. Allora, provate a votare. Togliete quello che c’è dentro. Di Salvo. Si è bloccato il disattivatore, diciamo così. È bloccato lo sbloccatore e, quindi, non possiamo farci molto. Aspettate un attimo. Ora potete provare. Votate. Ok, tutti a posto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  443   
   Votanti  412   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 136    
    Hanno votato
no  276).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vallascas n. 9/3194-A/49, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Massa, Dellai, Lo Monte, Cassano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  432   
   Votanti  389   
   Astenuti   43   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  268).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Garofalo n. 9/3194-A/50 e Duranti n. 9/3194-A/51, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
  Onorevole Pili, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3194-A/52, sul quale il Governo ha espresso parere contrario ?

  MAURO PILI. Grazie Presidente, per chiedere al Governo di valutare con attenzione questo parere perché stiamo parlando di trecento persone che vanno a casa. Stiamo parlando di un contratto o una proroga di un contratto di dodici anni Pag. 58che il Parlamento ha votato all'unanimità ormai nel 2009, poi reiterato nel 2012, che riguarda la compagnia Saremar. In altre parole, stiamo chiedendo al Governo di tutelare quei lavoratori rispetto a quella clausola di salvaguardia sociale che questo provvedimento sta inserendo. Quindi, di fatto su questo tema c’è il rispetto di una norma già esistente che va tutelata come tale dal provvedimento che il Governo dovrà conseguentemente adottare. Quindi, la richiesta è di riconsiderare, proprio per la gravità della situazione. Queste trecento famiglie rischiano di perdere il posto di lavoro; sono state già licenziate da una società in house e, quindi, anch'essa contemplata da questo provvedimento di legge. Quindi, credo che sia assolutamente necessario che il Governo dia un parere tenendo conto anche di questo fatto sociale, ma anche del rispetto di quelle che sono le indicazioni di questa legge.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pili. Ha chiesto di parlare il Viceministro Nencini. Prego.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente, ultroneo rispetto all'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Mi scusi, ma non abbiamo inteso, onorevole Viceministro.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Ultroneo e improprio rispetto all'ordine del giorno in discussione in Aula.

  PRESIDENTE. Va bene, allora ha chiesto di parlare anche il deputato Piras. Prego ne ha facoltà.

  MICHELE PIRAS. Evidentemente ultronea la condizione dei lavoratori, io mi limito ad annunciare il voto favorevole di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà.

  PRESIDENTE. Ovviamente, l'ordine del giorno è stato ammesso, quindi, la Presidenza non ha ritenuto che il contenuto dello stesso fosse estraneo al provvedimento. Pertanto, lo metto in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pili n. 9/3194-A/52, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione... Di Lello... Patriarca... Carrozza...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  351   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  253).    

  (Il deputato Magorno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori degli ordini degli giorno Matarrese n. 9/3194-A/53, Mattiello n. 9/3194-A/54, Segoni n. 9/3194-A/55, Moscatt n. 9/3194-A/56, Carbone n. 9/3194-A/57 e Rubinato n. 9/3194-A/58 non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3194-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente, signor Viceministro, onorevoli colleghi, quello degli appalti pubblici è un settore cruciale per lo sviluppo del nostro Pag. 59Paese, non solo perché tale disciplina incide in modo diretto sulle molte realtà produttive che quotidianamente lavorano con le pubbliche amministrazioni ma anche perché è proprio in queste procedure che sovente si annida il malaffare, la corruzione, ogni tipo di comportamento in grado di nuocere all'intera collettività.
  È fisiologico, dunque, che la normativa di questo settore debba essere costantemente aggiornata e implementata prevedendo strumenti che, al contempo, garantiscano l'efficienza, la semplificazione e la trasparenza dell'azione amministrativa. Di qui, ad esempio, la necessità di ampliare le funzioni dell'Autorità anticorruzione o l'esigenza di rendere più semplice il dialogo fra imprese e amministrazioni. Tali obiettivi, è chiaro, possono raggiungersi solo attraverso una normativa chiara inequivoca che riduca il potenziale contenzioso rendendo l'operato e le scelte degli enti facilmente verificabili e che dimezzi i tempi di realizzazione delle opere. In tal senso si dirige la recente disciplina comunitaria, ma è alle istituzioni nazionali che spetta il compito di farsene interprete individuando le soluzioni migliori rispetto a un quadro estremamente delicato.
  Tra i molti condivisibili principi previsti nella delega mi preme peraltro sottolineare il rilievo in essa assunto dall'ambiente, oltre ad un doveroso coordinamento tra la futura disciplina in materia di appalti pubblici e le disposizioni in materia di protezione e tutela ambientale-paesaggistica.
  Viene, infatti, data la giusta importanza a criteri di sostenibilità energetica e ambientale nell'affidamento degli appalti; del resto è fondamentale che si elaborino discipline ben coordinate con il resto dell'ordinamento al fine non solo di conseguire un più elevato livello di certezza del diritto ma di garantire in modo efficace interessi di diversa natura tutelati da differenti normative.
  Il presente disegno di legge delega, rispetto al quale esprimo il voto favorevole della componente Socialista, affida dunque al Governo un compito sicuramente gravoso ma indispensabile per la crescita e la competitività del sistema Paese al cui assolvimento dovremo partecipare con tutti gli strumenti parlamentari a nostra disposizione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)- Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alfreider. Ne ha facoltà.

  DANIEL ALFREIDER. Grazie Presidente, signor Viceministro, onorevoli colleghi, i deputati dell'SVP, delle minoranze linguistiche voteranno a favore della delega al Governo in materia di appalti. Condividiamo assolutamente i principi e i criteri direttivi indicati che individuano nel processo di trasparenza e semplificazione delle procedure di gara, uno degli obbiettivi fondamentali della delega. Viste le esperienze di questi anni nei quali abbiamo visto tante procedure avviate e, invece, purtroppo, meno servizi e lavori realizzati è indispensabile ritrovare certezza del diritto e opportunità di accesso alle imprese con un sostanziale progressso nell'efficienza delle procedure di appalto; sotto questi profili la semplificazione e la qualificazione delle stazioni appaltanti sono elementi secondo noi fondamentali. Lo scopo che ci siamo posti e che abbiamo sempre ribadito come minoranze linguistiche, signor Ministro, è quello di garantire e trovare un giusto quadro normativo per realizzare servizi e opere pubbliche necessari al Paese e superare le incertezze e i lunghi tempi ai quali siamo stati abituati in questi ultimi anni. L'azione di riforma della legislazione nazionale è di modernizzazione ed è coerente con le innovate direttive europee. Come provincia autonoma di Bolzano abbiamo seguito da vicino tale processo di riforma, la recente approvazione della legge provinciale peraltro recepisce infatti le nuove direttive europee. La digitalizzazione delle procedure di verifica, semplificazioni burocratiche ai fini di una corretta ed efficace flessibilità, i criteri di qualità, procedure standard, attente in particolare ai costi, sono principi ispiratori e nel contempo gli Pag. 60obbiettivi della nostra legge provinciale che ora sono presenti nella delega nazionale. Nel corso dell'esame al Senato è stata prevista inoltre la possibilità di affidamento in house per le concessioni scadute o in scadenza in cui c’è il controllo pubblico. Sono criteri previsti dalla direttiva europea e adesso anche recepiti nel nostro ordinamento per avviare un vero e proprio piano di investimenti infrastrutturali. Nel caso specifico dell'autostrada del Brennero l'affidamento in house ha come obbiettivo anche la destinazione di parte dei proventi di tale autostrada alla realizzazione di investimenti sul corridoio ferroviario del Brennero. Si introduce quindi un sistema di cofinanziamento innovativo per investire realmente nelle reti di trasporto TEN-T nazionali e nello spostamento del traffico futuro dalla gomma al ferro. Vorrei ringraziare quindi il Governo, la Commissione e la relatrice Mariani per il lavoro costruttivo svolto in queste settimane sul provvediemento. SVP annuncia quindi il suo voto favorevole al provvedimento.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Alfreider. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, signora Presidente. Signor Viceministro, colleghi, con questo passaggio alla Camera dovrebbe concludersi finalmente il provvedimento di delega al Governo per il riordino degli appalti e sulle concessioni sulla base di varie direttive europee che da tempo insistono. Il provvedimento a seguito della modifica della Camera torna al Senato ma dovrebbe essere questa volta in via definitiva ossia per la definitiva votazione. Un provvedimento che da tempo era atteso dalle imprese, soprattutto per un'opera di sburocratizzazione e di semplificazione. Il problema principale che da sempre si sollevava da parte delle imprese era relativo alla omogeneità delle stazioni appaltanti, operazione che di fatto costringeva le imprese ad avere un numero diverso di approccio con le stazioni appaltanti anche in relazione alla documentazione da dover loro fornire.
  Pertanto quanto espressamente previsto nel provvedimento che siamo andati ad esaminare alla lettera f) esplicita il criterio della semplificazione, dell'armonizzazione e della progressiva digitalizzazione delle procedure in materia di affidamento degli appalti pubblici e dei contratti di concessione attraverso la promozione di reti e sistemi informatici già sperimentati in altre procedure competitive al fine di facilitare l'accesso delle medie e delle piccole e medie imprese mediante una maggiore diffusione di informazioni e un'adeguata tempistica.
  Comporta poi soluzioni innovative nelle materie disciplinate con particolare riguardo allo sviluppo delle infrastrutture e degli insediamenti produttivi strategici di preminente interesse nazionale, nonché per innovazione tecnologica e digitale dell'interconnessione della pubblica amministrazione.
  Perché, signor Viceministro, il problema della partecipazione alle gare d'appalto molte volte era per la piccola e soprattutto per la media impresa un costo esagerato rispetto alle richieste delle stazioni appaltanti. Alcune stazioni richiedevano la possibilità di avere le copie, altre gli originali, alcuni chiedevano alcune cose, altri altre completamente diverse. Pertanto, direi che il fatto di dare omogeneità alle stazioni appaltanti è sicuramente un grande passo in avanti.
  Peraltro, la successiva lettera g), modificata durante l'esame in sede referente, prevede il divieto espresso di affidamento di contratti attraverso procedure derogatorie rispetto a quelle ordinarie, ad eccezione di singole fattispecie relative a situazioni emergenziali.
  Tale disposizione, che conferma quanto già prevedeva il testo approvato dal Senato, è stata integrata da parte della Commissione in sede referente al fine di prevedere che i decreti delegati successivi definiscano la disciplina delle procedure di acquisizione dei servizi, forniture e lavori da applicare in occasione di emergenze di protezione civile che coniughino la necessaria Pag. 61tempestività d'azione con adeguati meccanismi di controllo e pubblicità successiva.
  Durante l'esame in sede referente è stata aggiunta una lettera che regola la specifica disciplina dei contratti segretati o che esigono particolari misure di sicurezza, sottoponendo tale affidamenti al controllo della Corte dei conti, e per le quali oggi con un emendamento che abbiamo approvato in Aula abbiamo previsto un apposito ufficio.
  È importante anche questo aspetto che coniuga la necessità di azione, di velocità che sempre viene richiesta anche con i necessari doveri di trasparenza e di controllo che purtroppo hanno causato nel nostro passato una serie di problematiche, senza per forza voler citare il problema de L'Aquila, ma anche in altre situazioni.
  La lettera i), che ho guardato con particolare interesse per le competenze della X Commissione a cui io appartengo, reca misure volte a garantire il rispetto dei criteri di sostenibilità energetica e ambientale nell'affidamento degli appalti pubblici e dei contratti di concessione.
  Nel corso dell'esame è stato stabilito che queste misure – ed è questo il particolare – dovranno consistere nell'inserimento del criterio di aggiudicazione basato sui costi del ciclo di vita e nell'attribuzione di un maggior punteggio per i beni e i servizi che presentano un minore impatto sulla salute e sull'ambiente.
  Questo criterio, signor Viceministro, è un altro aspetto importante di questa riforma ossia di avere indicato sempre come criterio ordinario per l'aggiudicazione degli appalti quella che è l'offerta tecnicamente più vantaggiosa. Troppe volte il criterio del minor prezzo o del maggior ribasso d'asta ha comportato, secondo noi, una serie di distorsioni del mercato. Esempio classico è quando si aggiudica una gara al 40 per cento di ribasso e viene da chiedersi se in quel caso è da licenziare chi ha preparato da parte della stazione appaltante quella gara o sicuramente è l'offerta che sarebbe da contestare. Per carità: c’è stato il criterio anomalo; tuttavia vediamo che molto spesso queste offerte vengono presentate più volte e molte volte riescono ad acquisire una gara.
  E, allora, a quel punto ci sarà da chiedersi come farà quell'impresa, che dovrà affrontare quel tipo di costo, ad affrontare questo tipo di argomento.
  Pertanto la lettera aa) prevede l'utilizzo, per l'aggiudicazione degli appalti pubblici e delle concessioni, del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa misurata sul miglior rapporto qualità-prezzo.
  Nel corso dell'esame in sede referente la predetta lettera è stata integrata al fine di specificare che il miglior rapporto qualità-prezzo è determinato sulla base di criteri oggettivi, seguendo un approccio costo-efficacia qual è il costo di ciclo della vita, individuando i criteri qualitativi, ambientali e sociali connessi all'oggetto dell'appalto pubblico o del contratto di concessione nel rispetto dei principi di trasparenza, di non discriminazione e di parità di trattamento.
  La preferenza, come dicevo, per il criterio di aggiudicazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa si accompagna poi alla regolazione espressa dei criteri, delle caratteristiche tecniche e prestazionali (nel caso del Senato si parlava di «casi»), nonché delle soglie di importo entro le quali è consentito il ricorso al solo criterio di aggiudicazione del prezzo del costo, inteso come criterio del prezzo più basso o del massimo ribasso d'asta.
  La medesima lettera a) prevede infine la definizione delle modalità di individuazione e di esclusione delle offerte anomale, con particolare riguardo ad appalti di valore inferiore alle soglie di rilevanza europee.
  Rispetto al testo approvato dal Senato è stato soppresso il riferimento alle modalità più agevoli per l'esclusione delle offerte anomale, ed è stata prevista l'indicazione di modalità che rendano non predeterminabili i parametri di riferimento per il calcolo dell'offerta anomala.
  Questa ritengo che sia una modifica centrale rispetto a quelle che normalmente si hanno in tutta questa operazione, perché proprio la richiesta del provvedimento Pag. 62era, signor Viceministro, di andare verso un'indicazione di un criterio che non andasse a recare distorsioni tra le grandi imprese e le piccole imprese, per cui oggi tutti hanno la possibilità, attraverso il concetto del criterio del tecnicamente vantaggioso, di arrivare ad una parità di trattamento tra le imprese.
  L'augurio appunto è che questo criterio serva in qualche modo anche a fare pulizia rispetto a tante imprese che, lavorando in nero, hanno la possibilità di fare e di presentare delle offerte esageratamente diverse sul mercato, tali invece da rendere nulla la volontà di chi si impegna a pagare i propri lavoratori, a pagare i contributi, ad avere una manodopera qualificata, e rispetto a queste offerte nulla può fare. È chiaro che dovranno essere le stazioni appaltanti ad avere criteri di gara ancora maggiormente selettivi, in maniera tale da poter venire incontro a questo principio.
  Infine, poi, ulteriore trasparenza per quanto riguarda la lettera cc), che prevede la creazione presso l'Autorità nazionale anticorruzione di un albo nazionale obbligatorio dei componenti delle commissioni giudicatrici di appalti pubblici e concessioni, i quali ai fini dell'iscrizione debbono possedere specifici criteri.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Direi che l'Autorità anticorruzione è stata una di quelle innovazioni che sono servite per l'Expo, ma serviranno in assoluto per tanti appalti; però l'importante è che in qualche modo siano le stazioni appaltanti a dare la linea, e ci sia soltanto una forma di controllo.
  Insomma, signor Viceministro, una riforma da tempo attesa, sicuramente perfettibile, ma ritengo un giusto pilastro su cui fondare in futuro giusti piccoli cambiamenti.
  L'augurio adesso però è che entri in vigore al più presto, e che il Governo attui immediatamente i decreti delegati e non si debba attendere molto: la nostra economia, la nostra edilizia ne hanno bisogno. Per questo annuncio il voto favorevole di Alleanza Liberalpopolare Autonomie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baradello. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BARADELLO. Presidente, è evidente che si tratta di un provvedimento...

  PRESIDENTE. Onorevole, mi scusi: cambi postazione perché il suo microfono fa un rumore... Grazie.

  MAURIZIO BARADELLO. Spero vada meglio. Grazie.
  È evidente che si tratta di un provvedimento di grande rilevanza, non solo perché vuole riformare in maniera complessiva e sostanziale il settore degli appalti pubblici, delle concessioni, ma perché vuole modernizzare e snellire un ambito che da tempo è oggetto di interventi purtroppo non ancora del tutto risolutivi e spesso non adeguati alle direttive europee.
  Queste direttive europee evidenziano l'esigenza di un riordino, di una razionalizzazione e semplificazione delle norme con un approccio innovativo, che si traduce nella flessibilità di utilizzo delle procedure ed in una maggiore considerazione degli obiettivi ambientali e sociali delle procedure di appalto.
  A questo proposito è bene non dimenticare che l'Italia spende più del 15 per cento del suo PIL negli appalti pubblici: quindi una buona ed efficace normativa in materia di appalti ha un valore non soltanto tecnico-giuridico ma anche politico-sociale, in quanto è in grado di assumere un significato determinante in una fase di crisi economica come quella che stiamo attraversando, che impone di trovare nuove fonti di finanziamento per sostenere la domanda interna con investimenti pubblici.
  Dobbiamo rilevare che attualmente la disciplina vigente in materia, contenuta nel codice degli appalti e nel decreto del Presidente della Repubblica con il regolamento, conta oltre 600 articoli, e che a tale Pag. 63corpus normativo vanno sommate, oltre a disposizioni sparse, tutte le regole in funzione di prevenzione di infiltrazioni criminali.
  Il controllo sugli appalti pubblici diluito tra numerose autorità, amministrative e giurisdizionali, ovviamente non facilita. Eppure, a parte l'esorbitante contenzioso sulle procedure di affidamento, la fase di esecuzione del contratto resta troppo spesso un fatto privato tra stazione appaltante ed esecutore, un fatto che possiamo definire «opaco» che, nonostante le numerose autorità di controllo, cronicamente rende gli appalti occasione di commissione di gravi illeciti penali.
  Per converso, i grandi appalti italiani aggiudicati sulla scorta di norme eccezionali e derogatorie, in nome delle emergenze e dei grandi eventi, spesso hanno lasciato spazio ad eccessive discrezionalità e trattative private, con affidamenti che troppo spesso sono stati occasione di corruttele e associazioni criminali, facendo lievitare enormemente i costi, a danno ovviamente dei cittadini.
  Il recepimento delle tre direttive si configura, dunque, come un'opportunità preziosa per il nostro «sistema Italia». Al contempo, l'uso strategico e trasversale degli appalti pubblici mira a promuovere l'innovazione, l'accesso al mercato delle piccole e medie imprese, la tutela ambientale e la responsabilità sociale.
  Tutto ciò è reso dal legislatore europeo con una unica locuzione, quella di «crescita sostenibile, intelligente e inclusiva»: dove per sostenibile ci si intende riferire allo sviluppo di un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più rispettosa dell'ambiente e più competitiva; per intelligente si vuole porre l'accento sull'esigenza di un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione; per inclusiva si ha riguardo alla promozione di un'economia ad alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.
  Un elemento fortemente ostativo alla realizzazione delle opere pubbliche è il tema della corruzione. Il disegno di legge delega prevede a questo proposito un ruolo importante dell'Anac, non solo come controllore, cosa che peraltro già fa, ma dotata di ulteriori poteri, alcuni dei quali già esercitati di fatto ed altri nuovi come quello relativo alla semplificazione delle stazioni appaltanti o alla possibilità di tenere un albo delle commissioni di gara. Un deciso rafforzamento dell'Anac, dunque, che include certamente i poteri di controllo, ma soprattutto gli atti di indirizzo, le raccomandazioni, i bandi-tipo e i contratti-tipo, elementi che possono portare a una vera semplificazione delle procedure, evitando anche il fenomeno che vede spesso le imprese imbattersi in procedure e modulistiche diverse fra comune e comune per appalti analoghi.
  In Italia, per un'opera il cui importo superi i 100 milioni di euro, si prevede un tempo medio di realizzazione di 14-15 anni. Questo, ovviamente, è un elemento che compromette lo sviluppo infrastrutturale del Paese. Ma l'Italia non ha esclusivamente il problema delle risorse, vi sono altri due grossi problemi: il tempo necessario all'avvio e alla esecuzione delle opere e una buona progettazione fin dagli studi preliminari. I buoni progetti si fanno se ci sono idee chiare nel lanciare i progetti, forti capacità tecniche e gestionali, tempi brevi e certi di programmazione, autorizzazione ed esecuzione.
  Il mondo imprenditoriale italiano, perlomeno la parte più vivace di questo mondo, spinge il sistema produttivo verso le nuove tecnologie. L'Europa ci spinge anche verso il rafforzamento della dimensione ambientale delle opere. L'insieme di queste due spinte può davvero essere lo strumento efficace per lo sviluppo e il rilancio economico. Dove i sistemi locali diventano sempre più determinanti, dove il «piccolo» diventa strumento di sviluppo vero, di sviluppo contagioso.
  Il codice è anche uno strumento per il contenimento e l'efficientamento della spesa pubblica nel settore dei servizi e delle forniture e, conseguentemente, per la riduzione dei costi organizzativi delle stazioni appaltanti.
  In questo quadro voglio evidenziare alcuni principi e criteri innovativi: il divieto di gold plating; lo svolgimento delle Pag. 64consultazioni con le principali categorie di soggetti pubblici e privati; la riduzione degli oneri documentali a carico dei soggetti; la semplificazione delle procedure di verifica; l'introduzione di misure volte a contenere il ricorso alle varianti progettuali in corso d'opera; il superamento delle gare al massimo ribasso; il divieto di accentramento in capo al contraente generale della funzione di direzione dei lavori; la possibilità per l'amministrazione contraente di procedere alla rescissione del contratto quando le variazioni superano determinate soglie.
  Voglio anche sottolineare l'introduzione del sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, con l'obiettivo di un ulteriore rafforzamento amministrativo e della capacità non solo giuridica e tecnica, ma anche manageriale delle amministrazioni per recuperare la centralità della progettazione.
  Il potenziamento dello strumento informatico è determinante. Viene evidenziato, per esempio, nello sviluppo di due banche dati di riferimento: una centralizzata, con l'unificazione di tutte le banche dati del settore, e una presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Un altro elemento molto importante, previsto nel disegno di legge, è la riduzione degli oneri a carico delle imprese. Non si tratta solo di oneri relativi ai costi, ma anche di oneri relativi ai tempi.
  L'utilizzo del documento di gara unico europeo e del documento che la delega affida alla predisposizione del Ministero andrà in questa direzione. Siamo convinti che questo codice degli appalti sia politicamente uno degli esempi della «rivoluzione della normalità», ovvero del fatto che con leggi semplici e ordinarie si possono ottenere molti più vantaggi che con normative complicate, sovrapposte e ossessionate dalla verifica a tutti i costi di qualsiasi particolare.
  Infine, occorre coniugare l'efficienza e la riduzione dei costi per l'impresa con lo sviluppo socialmente ed ambientalmente sostenibile. L'approccio basato sull'intero ciclo di vita del prodotto o del servizio offre una visione globale del mercato ecologico, sinergico con tutti i settori che interagiscono nella produzione del bene. È necessario evitare che le iniziative incentrate su singole fasi del ciclo di vita si limitino a trasferire il carico ambientale su altre fasi.
  Ne consegue che la disciplina dei contratti pubblici, ancor più che in passato, non può essere vista solo sotto la lente dell'economicità in senso stretto o della sola concorrenza, ma anche attraverso quella della tutela ambientale, sociale e del lavoro, di modo che le scelte degli Stati membri, prima, e delle amministrazioni aggiudicatrici, poi, rappresentino sempre più il frutto di un continuo bilanciamento di interessi diversi. Questo aspetto, citato più volte nel testo posto al nostro esame, dà ad esso una connotazione, a nostro avviso, fortemente innovativa, contribuendo in maniera significativa a ristabilire quel clima di fiducia che crediamo possa davvero far fare al nostro Paese un salto di qualità nell'efficienza della spesa pubblica. Per questo, preannunzio il voto favorevole del gruppo Per l'Italia-Centro Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia - Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Grazie, Presidente. Diciamo subito che la Lega Nord si asterrà su questo provvedimento, riconoscendo due elementi positivi: innanzitutto, nella condotta, da parte della maggioranza, in Senato, di cercare di migliorare il più possibile il testo, con il passaggio di numerosi emendamenti da parte delle opposizioni, che, a nostro avviso, hanno migliorato di gran lunga il testo, che va comunque nella direzione giusta, vista la necessità di riformare il settore nel nostro Paese. Il secondo elemento, invece, riguarda le modifiche alla Camera: anche qui, è passato un emendamento, dal nostro punto di vista, importante, che va nella direzione di aiutare le piccole e medie aziende.
  Quindi, all'interno di una legge come questa, ovviamente, dal nostro punto di Pag. 65vista, è una questione di carattere prioritario cercare di aprire il mercato degli appalti soprattutto alle piccole e medie aziende, che sono la colonna portante della nostra economia. Ci asteniamo, però, perché ci sono anche dei risvolti quanto meno sul metodo che è stato scelto per riformare il settore, che, come al solito, noi denunciamo. Infatti, ancora una volta, una volta di più, è stata scelta una legge delega. Ormai o andiamo avanti a fiducie o andiamo avanti a leggi delega: sarebbe stato, evidentemente, più opportuno entrare nel merito e riformare in modo definitivo tutto il settore degli appalti, senza ricorrere, ancora una volta, a una legge delega, dove, alla fine, il Governo ha ampi margini di azione.
  Dopodiché, noi continuiamo a ritenere che quanto è contenuto nella legge delega sia positivo e vada, obiettivamente, nella direzione giusta. Questo è un Paese dove le aziende, più che tecnici e ingegneri, sono costrette a pagare gli avvocati, quando partecipano ad appalti. Questa, evidentemente, è una distorsione importante che c’è nel nostro sistema e che va assolutamente sistemata. Anche i fatti di cronaca sono a testimoniare che il sistema degli appalti, così come impostato, non va assolutamente bene.
  La legge di delega da noi viene denunciata come uno strumento che non va bene, perché questo provvedimento si sarebbe dovuto realizzare in Parlamento, ma l'invito, a questo punto, è quello di intervenire quanto meno in tempi celeri, cercando di utilizzare più attentamente possibile i paletti che il Parlamento ha introdotto e che, a nostro avviso, vanno nella direzione giusta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, onorevoli colleghi, Scelta Civica dichiara il proprio voto favorevole a questa legge delega di recepimento delle direttive europee 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE. Lo fa con grande convincimento e con grande determinazione, che parte dalla necessità ineludibile di dotare il nostro Paese di uno strumento efficace ed efficiente per realizzare investimenti infrastrutturali, che da molto tempo lo sviluppo del nostro Paese attende, soprattutto nel Mezzogiorno.
  Puntiamo ad una legge flessibile, snella, di pochi articoli e ci auguriamo davvero che sia così nel processo che porterà alla redazione della legge.
  Si tratta di una legge che deve essere capace di essere gestita dalla pubblica amministrazione, attraverso le proprie strutture e le proprie capacità tecniche, che deve essere comprensibile da chi deve gestire questa normativa per realizzare le opere e deve essere trasparente anche per l'ente terzo, che deve armonizzare il sistema e deve controllarlo, vigilarlo, con poteri di una eccezionalità tale che mai a nessun altro ente sono stati dati in questa misura.
  Occorre, quindi, creare una legge che sia semplice, efficace ed efficiente: è la prima delega che noi diamo al Governo ed è la prima delega che ha portato già un primo risultato nello studio alla Camera di questo provvedimento, andando ad eliminare di fatto il regolamento che, nell'attuale struttura della legge sui lavori pubblici, è un ulteriore appesantimento ad un sistema normativo attuale, estremamente complesso, con oltre 660 articoli, metà sulla legge e metà sul regolamento, che di fatto ci hanno portato a non realizzare le opere pubbliche nei tempi programmati, ci hanno portato indietro nello sviluppo del Paese e hanno penalizzato soprattutto le regioni più deboli, quelle del Mezzogiorno.
  Vogliamo cancellare questo passato e far tesoro dell'esperienza passata, per avere una legge che sia diversa, rappresentativa del nostro Paese, della sua capacità di realizzare le opere.
  È una legge che nelle sue deleghe, che sono tante, oltre sessanta, corre il rischio concreto di tornare ad essere una legge complessa, e su questo chiediamo un grande sforzo del Governo perché, con Pag. 66tante deleghe, vi siano comunque principi chiari, che sono la garanzia più sicura che le opere si realizzino nei tempi programmati.
  La norma sul gold plating è la norma primaria: non dobbiamo porre ulteriori norme che siano supplementari rispetto a quanto previsto dall'Unione europea; l'abbiamo attuato e speriamo che su questo il Governo continui ad operare.
  Interveniamo sulla pubblica amministrazione, chiedendo trasparenza nei processi di affidamento delle gare, chiedendo anche efficienza ed efficacia nella gestione dell'appalto, perché tutte le aberrazioni che si verificano oggi nell'esecuzione dell'opera – lo dimostrano anche i casi che abbiamo visto in Commissione nel rapporto relativo all'ANAS – testimoniano che, se c’è un ente committente capace di gestire il processo di realizzazione di un'opera, che è tecnico ma anche contrattuale, e se c’è un'impresa che ha le stesse capacità, l'opera sicuramente si realizza.
  Si interviene, quindi, sulla pubblica amministrazione anche con le centrali di committenza, per dare una maggiore capacità di spesa del nostro Paese, di razionalizzazione della spesa, perché il nostro Paese si contraddistingue anche per tante opere che vengono appaltate da enti inadeguati, per struttura, capacità tecnica ed economica, a gestire un processo complesso, di grandi o piccole opere.
  Le centrali uniche di committenza sono un passo avanti, purché vengano realizzate con razionalità, con un pensiero che porti effettivamente a realizzare delle stazioni appaltanti capaci di rispettare i programmi che questo Governo si è dato e le risorse che ha messo a disposizione.
  Questo provvedimento interviene sulle imprese, alle quali si chiede un cambiamento anche nei rapporti con la pubblica amministrazione, e questo dipende anche da come vengono selezionate le imprese nel procedimento di gara; quindi, criteri di capacità tecnica, economica, organizzativa, reputazionale, un pedigree che deve garantire l'amministrazione pubblica che l'interlocutore non è un legale abituato a gestire solo gli aspetti legali, invece che gli aspetti sostanziali di realizzazione dell'opera, ma che è una struttura complessa ed organizzata per realizzare l'opera e gestire il contratto, e soddisfare l'interesse pubblico.
  Per questo noi oggi, nel dibattito in Aula, abbiamo molto spinto affinché le norme sul subappalto fossero chiare, perché all'interno dell'organizzazione di impresa l'ente pubblico deve rimanere fuori, non deve consentire all'impresa di essere penalizzata da un'ingerenza che va ad alterare i fattori produttivi, che di fatto penalizzano la stessa amministrazione.
  Abbiamo chiesto chiarezza sulle norme di pagamento del subappalto. È un diritto privato che riguarda il contractor e il subappaltatore. Lo Stato deve rimanerne fuori finché non avvengono patologie, finché non ci sono situazioni che pongono a rischio la responsabilità solidale, che è in capo anche all'ente committente. Quindi, in questo senso, regolare i rapporti che sono a valle dell'impresa è estremamente pericoloso. Quindi, anche tutti quegli interventi che nella delega ci sono per pagamenti diretti, per servizi, per forniture sono interventi che pongono l'amministrazione pubblica in grave crisi, perché riportano sull'amministrazione pubblica tutte le responsabilità solidali e tutte le patologie che sono in capo all'appaltatore inadempiente. Quindi, su questo richiamiamo su questo molta attenzione, perché noi dobbiamo semplificare la realizzazione dell'opera e non creare alibi e soprattutto non spogliare l'interlocutore legittimato a realizzare un'opera delle sue facoltà, che sono poi la garanzia per il committente, per il pubblico di realizzare l'opera.
  Abbiamo apprezzato anche i poteri dati all'ANAC. Sono sicuramente poteri dei quali dobbiamo molto meditare, perché sono deterrenti, sono di raccomandazione, sono di sospensione, sono d'intervento molto radicale in tutta la fase di realizzazione di un'opera. Sono poteri chiaramente eccezionali che l'ANAC potrà sviluppare con efficacia ed efficienza se le norme che regolano questa legge saranno chiare ed evidenti. Non scordiamo l'esperienza dell'Autorità di vigilanza sui lavori Pag. 67pubblici, che aveva poteri meno importanti, ma che di fatto sono stati inficiati da una grave confusione nell'impianto normativo generale e che, di fatto, hanno reso l'Autorità di vigilanza inutile ai fini di quelli che erano gli obiettivi originari. Quindi, la chiarezza nella delega, la chiarezza nelle norme sarà la migliore garanzia per consentire all'ANAC di fare quel lavoro prezioso di ente terzo di regolazione sulla norma dei lavori pubblici e di intervento sulle patologie che noi tutti richiediamo come migliore garanzia per i cittadini, per le imprese e per le stazioni appaltanti quando realizzano un'opera.
  Quindi, è sull'impianto normativo che noi stiamo per porre in essere che dobbiamo porre la massima attenzione, anche per quanto riguarda i tempi. Ci sono tante deleghe e c’è molta preoccupazione perché si possa arrivare, come si diceva, entro quest'estate a realizzare una norma efficace ed efficiente. I tempi sono importanti, perché guardiamo con grande interesse ai fondi comunitari, alle centinaia di miliardi di euro che dobbiamo andare investire in infrastrutture. Queste hanno un tempo contingentato dalle norme europee. Noi dobbiamo avere la capacità di realizzare uno strumento che consenta di spendere rapidamente queste risorse.
  Questa legge ha un vulnus, che è sicuramente nella centralità del progetto. Non scordiamoci che la prima legge sui lavori pubblici dopo Tangentopoli, la cosiddetta legge Merloni, aveva la centralità del progetto come elemento cardine di sviluppo di un'opera pubblica. Bene, la centralità del progetto in Italia non si è mai realizzata, perché in effetti non possiamo dire di aver avuto tanti progetti esecutivi nella realizzazione delle opere, altrimenti non ci spiegheremmo i gravi ritardi e tutti i contenziosi che sono nati nella gestione delle opere pubbliche. La centralità del progetto si realizza nella delega con il débat public, che sicuramente è un processo di democratizzazione del progetto, che dovrebbe consentire di avere dei dati più puntuali a monte dell'elaborazione del progetto esecutivo, attraverso l'interlocuzione con le comunità e con gli enti che sono interessati alla realizzazione dell'opera. Ma è un momento anche di grave attenzione, di importante attenzione perché si creano le condizioni più importanti per realizzare un progetto davvero esecutivo.
  Ma il progetto esecutivo, a parole, lo abbiamo sempre su tutti gli appalti, nei fatti un po’ meno. Quindi, aver così limitato le varianti – perché si assume sempre un atteggiamento di patologia nella gestione le varianti, se non di incapacità – sicuramente crea un grave problema poi nell'attuazione delle opere. Infatti, dare un diritto – che poi è sacrosanto – di risoluzione del contratto quando le varianti superano determinati importi, che è de plano in una qualsiasi opera, in una qualsiasi facoltà di un qualsiasi appalto, non è sicuramente una garanzia per realizzare l'opera. Bisogna trovare uno strumento che sia gestibile da parte della pubblica amministrazione, che sia scevro da preconcetti, che consenta di realizzare le varianti come avviene in tutti i Paesi di questa Europa, nella maniera corretta, nella maniera che consenta di superare gli impedimenti contingenti, gli impedimenti che non sono solo sopravvenuti o imprevedibili, ma che sono anche ordinari, per come siamo organizzati in questo Paese, e che non devono creare l'alibi per non realizzare le opere, come di fatto è avvenuto.
  Quindi, i limiti sulle varianti sono una limitazione sulla parte esecutiva del progetto. Infatti, se il progetto non è esecutivo, l'opera sicuramente non si realizza. Noi sicuramente non puntiamo a non realizzare le opere per garantire solo per iscritto un progetto esecutivo. Quindi, il lavoro che va fatto nel testo finale è sicuramente di cesello sulle varianti, che non devono essere uno strumento di corruttela, che non devono essere la patologia alla quale tutti noi pensiamo, ma che devono essere lo strumento efficace per raggiungere l'obiettivo della pubblica amministrazione, peraltro sancito dalle stesse direttive europee che chiedono le varianti per favorire l'innovazione tecnologica il miglioramento del prodotto, il miglioramento Pag. 68di quello che viene realizzato nell'interesse della pubblica amministrazione e, quindi, della pubblica comunità.
  Quindi, noi crediamo che questo intervento legislativo non sia un intervento legislativo tecnico che riguarda solo un settore, ma è un intervento legislativo strategico, perché può rilanciare un settore che da sempre è stato trainante per l'economia di questo Paese e che può essere davvero determinante per far superare la crisi che attualmente vive l'occupazione e che vive la nostra economia. Con i soldi che sono a disposizione, che questo Paese, questo Governo e questa Camera hanno stanziato per i lavori pubblici, questo è lo strumento migliore per rilanciare e superare la nostra crisi (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. Signor Viceministro, sull'eco di una grande indignazione popolare, venti anni fa, nell'era del post Tangentopoli, in Italia fu riscritto l'intero impianto normativo del sistema dei contratti pubblici di lavori e di forniture. Con quella legge quadro, la Merloni, il legislatore, nel 1994, intese includere in un testo unico la regolamentazione di tutto il ciclo dei contratti pubblici, oltre che il controllo e la governance del sistema delle opere con l'istituzione dell'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici. Purtroppo, a distanza di vent'anni, i principi rigorosi fissati da quella legge sono stati totalmente manomessi dalle numerose e profonde modifiche intervenute nel corso del tempo. Nella sua versione originaria, la legge Merloni stabiliva tre vincoli fondamentali che le amministrazioni aggiudicatrici per l'affidamento di un pubblico appalto erano obbligate a rispettare: la programmazione dell'opera, la definizione di un progetto esecutivo, l'effettiva disponibilità delle risorse economiche necessari alla sua realizzazione. Queste tre condizioni erano ancorate a due presupposti fondamentali: la centralità del progetto, con la netta separazione dei ruoli e dei compiti del progettista da quelli dell'impresa; il divieto di esternalizzare le funzioni ed i compiti tipici del committente, con l'esplicita cancellazione della concessione di committenza. Ben presto quel testo di riordino degli appalti conobbe un ostracismo e un boicottaggio più o meno esplicito, soprattutto da un certo mondo imprenditoriale, arricchitosi per anni a colpi di varianti e revisioni prezzi. I vincoli sanciti da quella legge, concepiti e definiti per contrastare Tangentopoli, si sono allentati a partire dalla Merloni-ter, sono di fatto scomparsi con la Merloni-quater, per arrivare all'emanazione della legge obiettivo, con la quale vengono introdotti istituti contrattuali atipici e definiti contratti e procedure speciali, trasfusi poi nel codice dei contratti pubblici e nelle sue infinite modifiche. Da un contesto normativo nel quale l'amministrazione aggiudicatrice era di fatto vincolata all'affidamento di contratti di appalto di sole esecuzioni, siamo passati a un sistema di norme che consentono di ricorrere ad appalti atipici nei quali la privatizzazione della progettazione, la designazione dell'impresa e la direzione dei lavori sfuggono al controllo pubblico e a concessioni atipiche nelle quali la copertura dei rischi di mercato e dei relativi costi rimangono quasi sempre per intero in capo al soggetto pubblico. Attorno a questi meccanismi si è creato quell'arcipelago di grandi società di ingegneria, imprese dei soliti nomi che vincono con il massimo ribasso, potenti capistruttura ministeriali capaci di rendere organico quell'intreccio perverso di interessi ed affari intorno alle grandi opere, soprattutto autostradali. Ma quello degli appalti pubblici è anche uno degli ambiti privilegiati su cui oggi investono le mafie, specie nel settore ambientale, tra i maggiormente esposti alla corruzione e alla criminalità. Lo testimoniano i dati del rapporto Ecomafia 2015 di Legambiente: sono ben 233, nell'ultimo anno, le inchieste ecocriminali in cui la corruzione ha svolto un ruolo cruciale e concluse con l'arresto di 2.529 Pag. 69persone e la denuncia di altre 2.016, grazie al contributo di sessantaquattro procure di diciotto regioni. Dal Mose di Venezia ad alcuni cantieri dell'alta velocità, dai grandi eventi alle ricostruzioni post-terremoto, dalla gestione dei rifiuti all'enogastronomia, alle rinnovabili, il fenomeno purtroppo è nazionale e vede spesso protagonisti pseudo imprenditori senza scrupoli che continuano a danneggiare ambiente e collettività. Dunque, che si metta finalmente mano ad un settore, quello degli appalti e dei lavori pubblici, che rappresenta più del 15 per cento del PIL del Paese e che, nel corso degli anni, ha subito un processo di stravolgimento dell'impianto normativo di riferimento con il conseguente dilagare di corruzione, illegalità e sperperi enormi di denaro pubblico, lo riteniamo un dovere assoluto e per troppo tempo disatteso.
  Per questo consideriamo la legge delega, posta oggi al voto dell'Aula, che dà facoltà al Ministro Delrio di recepire le tre direttive europee in materia di contratti di concessione e appalti pubblici entro il 18 aprile 2016 e di riscrivere il codice appalti entro il 31 luglio 2016, come l'ennesima occasione persa perché questo Parlamento esercitasse, fino in fondo, la sua funzione legislativa.
  Alcune delle nostre perplessità nascono proprio dall'utilizzo della delega come strumento scelto dal Governo per affrontare il problema del nuovo codice degli appalti. Avremmo preferito che legiferasse il Parlamento, che i rappresentanti dei cittadini potessero definire, anche nel dettaglio, quello che dovrà essere il nuovo codice degli appalti.
  Comunque, riteniamo che questo testo contenga molte cose utili e opportune, come il potenziamento dell'Autorità anticorruzione, una stretta sulle varianti della centralità del progetto, la riduzione delle stazioni appaltanti, l'incremento dei poteri di vigilanza pubblici sul contraente generale, un incremento del sistema di messa a gara delle opere delle concessionarie. Inoltre, riteniamo un fatto storico l'introduzione della clausola sociale (ne abbiamo parlato poco fa).
  Nonostante il leggero arretramento tra il testo approvato in Commissione e l'emendamento approvato in Aula, il fatto che in questa delega sia stata introdotta la salvaguardia del posto di lavoro di decine di migliaia di lavoratori, soprattutto dei call center, rappresenta una delle ragioni che hanno determinato il nostro parere su questo provvedimento.
  Grazie al lavoro in Commissione ambiente, poi, la legge delega presenta ulteriori elementi positivi, come l'aggiornamento del piano generale dei trasporti e della logistica del 2001, la riprogrammazione delle risorse delle opere sulla base di criteri individuati nel documento pluriennale di pianificazione nonché l'applicazione, finalmente, delle procedure di valutazione ambientale strategica VAS e della VIA, oltre al superamento, finalmente, della legge obiettivo, di cui avremmo preferito l'esplicita abrogazione dal testo. Lo abbiamo detto anche durante il dibattito: il superamento della legge, di per sé dal punto di vista giuridico, è un termine assolutamente debole, mentre l'abrogazione avrebbe fatto finalmente chiarezza su uno strumento che ha fatto così tanti danni al nostro Paese.
  Dunque, la strada per uscire dalla legge obiettivo non sarà semplice, visto il testo adottato e dato che ormai parliamo di una mostruosa lista di 419 opere, per un valore di 383 miliardi, di cui decine di opere hanno già il progetto definitivo e spesso anche il soggetto attuatore. Del resto, anche la prima selezione, adottata dal Governo nell'ambito del DEF per 25 opere prioritarie, contiene diversi progetti sbagliati, così come è noto.
  Proprio questa scelta di cancellare la legge obiettivo era per noi fondamentale ed opportuna, per tornare a ragionare di politica dei trasporti entro cui collocare la lista delle opere davvero utili al Paese e per restituire ai territori la possibilità di decidere sui progetti, eliminando definitivamente tante autostrade inutili.
  Così come non ci convince la previsione di una deroga dal previsto obbligo per i concessionari di lavori e di servizi pubblici, sia pubblici sia privati, di messa a Pag. 70gara dell'80 per cento dei lavori con procedure ad evidenza pubblica per le concessioni in essere e di nuova aggiudicazione affidate con la formula di finanza di progetto. Come è noto, l'uso di questi istituti contrattuali, in un contesto nel quale il fattore finanziario pesa in modo decisivo, determina, non di rado, condizioni che offrono opportunità straordinarie proprio a quei soggetti che, oltre a disporre di denaro a costo zero, hanno l'esigenza di riciclare capitali di provenienza dubbia. Esiste non da oggi una filiera della subcontrattazione lunga e articolata, le cui attività in regime privatistico rendono inutilizzabili e di difficile applicazione le norme di contrasto alla mafia e alla corruzione, concepite e codificate per procedure di affidamento con evidenza pubblica.
  Infine, come ho avuto modo di esprimere in Commissione, resta la nostra perplessità sull'abrogazione del regolamento di esecuzione del codice degli appalti, per sostituirlo con non meglio definite linee guida, secondo quel principio di soft regulation sempre ben visto dal mercato. Sappiamo che le potentissime lobby dell'asfalto e del mattone – e vado a concludere, Presidente – in questi anni spesso hanno preso il sopravvento, proprio in ragione di quella semplificazione amministrativa e lotta alla burocrazia, rea di ogni colpa. Dunque, a furia di deroghe e semplificazioni, si è consegnato il Paese al peggior affarismo politico e imprenditoriale.
  L'abbandono della regolamentazione avente rango di norma, in un ambito come quello degli appalti – ove, benché si operi in un regime di mercato, vi è una relazione molto delicata tra pubblica amministrazione e fornitore di beni e servizi –, dovrebbe sempre essere regolamentata in modo rigoroso e certo.
  Per concludere, Presidente, noi di Sinistra Italiana vediamo gli aspetti positivi di questa legge delega e, quindi, esprimeremo un voto a favore, pur con tutte le perplessità espresse, consapevoli che, oggi come non mai, serva al Paese una decisa discontinuità nella gestione degli appalti pubblici. Vigileremo con grande attenzione sull'attuazione della delega nei tempi e nei contenuti fissati oggi dal Parlamento, perché l'Italia torni ad avere, al più presto, un sistema di governance delle opere pubbliche rigoroso ed efficiente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie Presidente, intervengo semplicemente per ringraziare, intanto, il Ministro, il viceministro e la Commissione ambiente per tutto questo lavoro fatto. Riteniamo che sia un grandissimo passaggio questo, come legge delega. È una delega, però, viceministro, una delega che il Parlamento dà al Governo. Non leggerò il mio intervento, lo voglio lasciare agli atti, perché ritengo che ci siano delle cose molto importanti che debbano rimanere per i posteri. Una su tutte è l'argomento delle varianti; la variante è stata, negli anni, considerata come il pozzo di San Patrizio; in realtà la variante, per chi progetta, per chi lavora, è un grandissimo strumento e dovrebbe, probabilmente, riprendere la sua posizione e la sua centralità per quello che riguarda, poi, la conclusione di un progetto alla regola d'arte.
  Pertanto, il nostro gruppo rimane a disposizione del Governo per questa delega che noi lasciamo nelle vostre mani e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Grazie Presidente, signori del Governo, colleghi, il gruppo parlamentare di Area Popolare voterà a favore del disegno di legge recante la delega Pag. 71al Governo per l'attuazione delle tre fondamentali direttive dell'Unione europea in tema di pubblici appalti e concessioni, adottate il 26 febbraio del 2014, nel quadro delle iniziative volte a favorire il completamento del mercato unico.
  Prima di iniziare, voglio riconoscere che sono entusiasmato anche dal fatto – lo dico con una certa enfasi e con il cuore – che alle cinque del pomeriggio abbiamo votato cento volte, abbiamo discusso e per la prima volta, ragionando fra buoni amici, credo che, ecco, questa sera, stiamo portando a termine, portando in porto un ottimo provvedimento, per quanto mi riguarda. Debbo dire grazie agli amici della Commissione, sia agli amici di maggioranza che di minoranza, siamo stati dei veri amici in Commissione; voglio ringraziare la mia correlatrice, la collega Mariani, bravissima, lo voglio dire agli amici del PD, lo voglio dire a un ottimo regista come l'amico Ermete Realacci che ha dato l'ultimo passaggio e rivolgo un grazie, veramente un grazie di cuore, al Ministro Delrio e al viceministro Nencini. Sono felice che questa sera siamo arrivati alle cinque del pomeriggio ad aver fatto tante belle cose.
  Il lavoro della Commissione è stato lungo e complesso, ma il testo della delega, grazie anche all'operato di questa Camera, si è arricchito di contenuti importanti e coerenti, in modo da indicare al Governo la strada per operare le scelte fondamentali, nell'opera cruciale di rinnovamento di un settore così nevralgico per la vita economica e produttiva del Paese, in un momento di ripresa come quello che stiamo finalmente vivendo. Un rinnovamento nell'ottica della chiarificazione, della semplificazione, della trasparenza e della lotta alla corruzione su cui, purtroppo, le ultime vicende testimoniano come non si possa abbassare la guardia.
  Il recepimento della nuova normativa europea costituisce un'importante occasione assolutamente da non perdere per rivedere e razionalizzare la materia degli appalti pubblici e delle concessioni nel suo complesso, al fine di creare un sistema più snello, trasparente ed efficace, necessario per garantire la certezza giuridica nel settore e assicurare un'effettiva concorrenza e condizioni di parità tra gli operatori economici.
  Voglio soffermarmi sulla certezza delle regole perché essa costituisce un valore aggiunto con incidenza diretta sul PIL del Paese, atteso che senza certezza nel tempo delle regole non si possono attrarre capitali e investimenti esteri e non si può infondere fiducia in chi vuole investire nelle capacità produttive del nostro Paese. Gli effetti deleteri sul mercato degli appalti delle centinaia e centinaia di modifiche normative che hanno interessato l'impianto del Codice degli appalti del 2006 nei nove anni della sua vita sono sotto gli occhi di tutti. Non si può investire se non si ha garanzia di regole chiare, semplici e durature nel tempo. Ecco perché il recepimento delle direttive appalti costituisce un'occasione da non perdere, forse veramente una delle ultime, per dare un'ulteriore scossa di fiducia ad un settore così importante per il mondo produttivo italiano. Ecco perché il gruppo di Area Popolare con convinzione voterà favorevolmente alla delega al Governo sulla base di un testo le cui scelte fondamentali risalgono anche alle proposte del Ministro pro tempore Maurizio Lupi, ma che ora sono divenute, grazie al grande lavoro parlamentare, più articolate e se vogliamo ancora più impegnative per il Governo.
  In linea con la normativa europea, la nuova disciplina sarà improntata alle seguenti direttrici: certezza giuridica, pubblicità e trasparenza, snellezza, tutela giuridica, tenendo conto delle migliori pratiche adottate in altri Paesi dell'Unione europea, secondo un approccio alla disciplina degli appalti e delle concessioni di tipo sostanzialmente diverso da quello previsto nell'attuale contesto normativo, caratterizzato da una regolamentazione forse troppo puntuale e che non ci ha permesso purtroppo di uscire dalle secche della corruzione e dell'inefficienza. La normativa di settore attualmente vigente ha dato adito ad un notevole contenzioso senza ottenere, di converso, risultati evidenti in termini di efficacia ed efficienza Pag. 72delle procedure di affidamento, con conseguente danno per la finanza pubblica e per la qualità dei servizi offerti. La scarsa efficienza che ne è derivata per il sistema è testimoniata, tra l'altro, come accennato, proprio dai numerosi e costanti interventi legislativi effettuati sulla materia, dovuti anche all'eccessiva regolamentazione prodotta ed alla connessa necessità di continui aggiustamenti e deroghe, spesso in via d'urgenza.
  Non mi posso soffermare, per evidenti ragioni di tempo, sull'importanza dei singoli criteri di delega, tra cui, in virtù anche delle recenti aggiunte ed integrazioni, spiccano: l'introduzione dell'espresso divieto di procedure di affidamento deregolatorie rispetto a quelle ordinarie; l'indicazione della disciplina applicabile agli appalti sotto soglia dei settori speciali, nonché ai contratti della Protezione civile e segretati e alle acquisizioni CONSIP; la facilitazione dell'accesso al mercato per le piccole e medie imprese; la riduzione del numero delle stazioni appaltanti da 36 mila a 200, che avverrà anche attraverso lo strumento delle unioni dei comuni; l'obbligo per le concessionarie autostradali di affidare con gara ben l'80 per cento dei lavori; una disciplina specifica più chiara e di garanzia per il subappalto; l'introduzione di forme di dibattito pubblico delle comunità locali circa i terreni interessati dalla realizzazione di grandi progetti infrastrutturali. Per questi ultimi, il superamento del sistema normativo della legge obiettivo e la rivalutazione delle priorità alla luce delle risorse finanziarie non devono essere interpretati come rinuncia a regole ad hoc, ma come strumenti per consentire di dotare questo Paese finalmente di una rete di grandi infrastrutture adeguata.
  Vengono, inoltre, confermate le scelte forti di politica di trasparenza e anticorruzione con ulteriore rafforzamento dei poteri conferiti all'Autorità nazionale anticorruzione. Alle precedenti funzioni di vigilanza si affiancano, infatti, poteri di controllo, raccomandazione, intervento cautelare e sanzionatorio, nonché di adozione di atti di indirizzo anche dotati di efficacia vincolante. Tali nuove funzioni, peraltro, sono ulteriormente accentuate dall'affidamento all'Autorità della gestione di un sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti volte a valutarne la capacità tecnico-organizzativa in base a parametri oggettivi ai fini di una razionalizzazione delle procedure di spesa, nonché alla gestione di un elenco di componenti delle Commissioni giudicatrici di appalti pubblici al fine di garantire la moralità, la competenza, e la professionalità.
  Voglio confermare, mi viene un po’ meno il respiro, l'assoluta soddisfazione di aver contribuito, in piccolo o in grande, non so in che cosa, insieme all'amico Realacci, a Raffaella Mariani e ai tanti colleghi, anche alla collega Mannino, di maggioranza e di minoranza, a mettere su questa bella cosa che oggi mettiamo a disposizione degli italiani. Annunzio il voto favorevolissimo di Area Popolare e il mio personale ringraziamento (Applausi dei deputati dei gruppi Area Popolare (NCD-UDC) e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, uno degli ostacoli maggiori per lo sviluppo economico del nostro Paese è senza ombra di dubbio l'insufficienza della dotazione di infrastrutture che caratterizza, in misura sia pure non uniforme, il nostro territorio.
  All'origine di questo ritardo c’è tutta una serie di ragioni di cui le più rilevanti sono l'insufficienza pluridecennale degli investimenti in opere pubbliche da parte dello Stato e delle autonomie locali determinato, a sua volta, dalle difficoltà di bilancio procurate anche dalle restrizioni, da una parte, dell'Unione europea in riferimento all'attuazione dei vincoli del Patto di stabilità interno; dall'altra parte anche per una situazione endogena, interna al nostro Paese che riguarda tutta la filiera istituzionale di Stato, regioni, comuni e ciò che è rimasto delle Province e quant'altro, che è in riferimento all'eccessiva Pag. 73spesa corrente che viene utilizzata nel contesto della finanza pubblica, dei bilanci dei relativi comparti della filiera istituzionale.
  L'altra causa importante del nostro ritardo sta nell'ammodernamento, nel potenziamento delle infrastrutture, sta nel carente meccanismo di assegnazione e gestione dei pubblici appalti e negli episodi di corruzione che hanno caratterizzato negativamente questo comparto.
  Altra grave difficoltà è determinata dall'eccesso di contenzioso, spesso strumentale, che rallenta, a volte per anni, la realizzazione di opere assolutamente indispensabili.
  Sono questi i motivi per cui le nostre reti stradale, autostradale, ferroviaria, per non parlare delle reti metropolitane, sono carenti, obsolete; lo sono anche porti ed aeroporti.
  È del tutto evidente che, senza il potenziamento di tale indispensabili infrastrutture di trasporto, lo sviluppo economico risulta difficile e stentato e le infrastrutture, in generale, soprattutto quelle primarie, determinano una penalizzazione per il nostro Paese.
  Per tali ragioni ben venga questa direttiva europea, il recepimento cioè da parte del Parlamento, dello Stato italiano, del nostro Stato, di questa direttiva che si esercita poi con questo provvedimento su cui tanto si è lavorato anche rispetto ai rinvii che ci sono stati per perfezionarlo ulteriormente, che ha visto impegnata la Commissione, il Comitato dei nove e un po’ tutti i gruppi parlamentari affinché si potesse tirare fuori un provvedimento quanto più positivo possibile, cioè quanto più necessario al fine di tentare di risolvere questi problemi annosi che stanno all'interno del nostro Paese in riferimento a quello che poco fa ho motivato.
  Per questo motivo, io ritengo che si possa tranquillamente dare fiducia a questo provvedimento e votare anche a favore in sede di espressione del voto. Riteniamo tuttavia che, rispetto al dibattito che c’è stato, faremmo un gravissimo errore a non fare un esame completo di quello che è accaduto in questi anni; è vero che vi è il problema delle risorse, ma è anche più vero che, nella determinazione di ciò che è stata la storia di questi ultimi vent'anni, quanta speranza aveva creato la Merloni ? Quanta speranza aveva creato la «legge obiettivo» anche in riferimento alle successive correzioni del Codice degli appalti, a tutte le motivazioni che vi sono state, anche adeguandosi spesso e ben volentieri alle decisioni della giustizia amministrativa e con provvedimenti correttivi di norme e quant'altro ? Tanta ! Ma sul campo poi si è visto che in effetti una serie di situazioni si sono innestate; allora, sarebbe una ipocrisia non ammettere che questo è un ulteriore, nobile e positivo, tentativo ma sempre un tentativo e noi tutti ci auguriamo che anche questo non faccia la stessa fine che hanno fatto i provvedimenti cui io adesso ho fatto riferimento; non penso nella maniera più assoluta che quel provvedimento o l'altro abbiano potuto innestare i ritardi e le varie connessioni e quant'altro; allora, ce la vogliamo dire tutta ? Ossia, che, rispetto al problema dei bandi di gara, vi è il contenzioso, che è il problema dei problemi, e che il contenzioso nasce in riferimento a vari aspetti: l'inefficienza della pubblica amministrazione. Ce lo vogliamo mettere in testa che, come Paese, abbiamo una pubblica amministrazione, soprattutto la parte burocratica, carente, inefficiente, impreparata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia e del deputato Vecchio); questo è il motivo principale e questa è la parte buona; peggio ancora, anche quando sono preparati, oppure quando si vuole qualche volta che, nella pubblica amministrazione, le cose vengano fatte per bene, allora, si innestano altre situazioni; è perfettamente noto che, spesso e ben volentieri, i bandi di gara vengono fatti male, sono sbagliati appositamente, vuoi per innestare il contenzioso vuoi per innestare la corruzione, fenomeni corruttivi e quant'altro; peggio ancora, soprattutto nella sanità, i bandi di gara, con riferimento in particolare al problema della ristorazione, delle lavanderie, delle pulizie, vengono fatti male in maniera tale da innestare il contenzioso oppure le revoche per poter consentire Pag. 74le proroghe. Rispetto a queste situazioni è la legge obiettivo o altro o piuttosto queste cose che hanno innestato certe situazioni ? E l'unico federalismo che è andato in vigore nel nostro Paese è solo quello della corruzione.
  Dobbiamo dircele tutte queste cose: per un sindaco oggi avere una pubblica amministrazione burocratica efficiente, avere un segretario generale efficiente, un capo dell'ufficio tecnico efficiente, un capo dei vigili urbani efficiente è un terno al lotto; mi riferisco a persone efficienti e oneste. Allora, le cose ce le dobbiamo dire tutte apertamente; poi esiste anche un altro problema. Questa proposta, che viene avanzata, tutto sommato ha delle possibilità in più perché l'obiettivo che si pone potrebbe andare a segno attraverso lo snellimento delle procedure, una velocizzazione, una trasparenza migliore, una qualità del prodotto che viene fornito alla stazione appaltante da chi poi vince le gare, da chi vince gli appalti nelle opere pubbliche o nei servizi anche con riferimento a ciò che si andrà a determinare in termini di qualità, di diminuzione del contenzioso e una diminuzione dei favori collettivi.
  Mettiamocelo in testa: è stato un grave errore, signora Presidente, da parte di questo Paese l'abolizione dei controlli preventivi degli atti della pubblica amministrazione; è stato un gravissimo errore, quelli esistenti dei Coreco e quant'altro funzionavano male; invece di provvedere ad innovarli, a potenziarli e renderli efficaci ed efficienti, si è pensati invece di abolirli.
  La speranza effettivamente è solo questa che ci possa essere una correzione. In questo senso anche qui si fa spesso e ben volentieri riferimento all'ANAC, però anche in questo caso bisogna fare una riflessione definitiva una volta per tutte. L'ANAC – io sono di questo parere – serve a questo Paese, è un investimento con Cantone e quant'altro in riferimento a quella che è la propria azione ? Allora perché mai noi dobbiamo tenere questa struttura solo centralizzata qui, a Roma, solo per alcuni problemi di cui viene investita e poi per giunta anche post. Facciamolo preventivamente e perché non pensiamo al bene del Paese, potendo fare in maniera dipartimentale delle diramazioni regionali a cui possano rivolgersi il sindaco X, il presidente della città metropolitana Y, il presidente della regione o chicchessia ? Quando si tratta di risorse pubbliche, possono avere consulenza, possono avere ausilio, possono avere aiuto per evitare i contenziosi, per consentire che le gare si facciano perbene, per poter determinare questi aspetti. Invece no, qui si fa solo qualche tentativo a metà, solo per la trasparenza, solo per coinvolgimento, solo per fatti di conoscenza. Ora noi riteniamo che questi elementi possano essere di riflessione anche in riferimento a quelle che possono essere le correzioni possibili con la delega che deve essere fatta. Gli strumenti ci sono: noi ci auguriamo che la delega venga esercitata in tempi certi, che la delega sia ossequiosa soprattutto di quello che sono i contenuti all'interno di questo provvedimento, di questa direttiva con l'auspicio veramente per tutti e per il Paese che questa volta gli obiettivi possano essere davvero raggiunti. Noi la verifica l'avremo sul campo e si spera che questo accada in termini positivi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Il provvedimento di delega in esame nel suo secondo passaggio parlamentare è incentrato sul recepimento di tre direttive europee: la 2014/23/UE sui contratti di concessione; la 2014/24/UE sugli appalti pubblici dei settori ordinari e la 2014/25/UE sugli appalti pubblici dei settori speciali (acqua, energia, trasporti e servizi postali). Il mio intervento in dichiarazione di voto sarà abbastanza frastagliato perché, dal nostro punto di vista, il problema di questo provvedimento, è che man mano che questo provvedimento viene modificato, prima in Senato poi in Commissione ambiente e oggi qui in Aula, diciamo sempre più ed è nostra opinione che Pag. 75questo testo vada riscritto. È nostra opinione che sarebbe stato meglio fare un disegno di legge dove in maniera chiara si scrivessero quali parti del nostro testo unico sugli appalti e del nostro regolamento non sono già immediatamente recepite dalle tre direttive. Dico questo perché il provvedimento è stato trasformato in molti aspetti anche in maniera positiva però con ridondanze e con ripetizioni che, in qualche modo, snaturano l'importanza del provvedimento stesso; i termini trasparenza, partecipazione, digitalizzazione sono stati notevolmente e ripetutamente inseriti, però in maniera puntuale quando, ad esempio, si parla di digitalizzazione, si parla ancora di «progressiva digitalizzazione». Anche in termini di slogan, questo provvedimento è stato molto gettonato: non possiamo non ricordare la decisione del Presidente del Consiglio che diceva di voler ridurre le stazioni appaltanti da 32 mila a 300; poi, guardando i fatti, il passaggio da 32 mila a 300 è ovviamente una fase molto difficile da realizzare e quindi si è generalizzato, parlando di una riduzione delle stazioni appaltanti. Tuttavia, a mio avviso, non è indicato il modo preciso con cui si dovranno ridurre queste stazioni appaltanti all'interno del nostro Paese che sono anche uno dei motivi con cui si rallenta il procedimento.
  Rivolgo un'altra critica anche in riferimento, ad esempio, alla lettera h) che sostanzialmente forse contiene il punto più originale del provvedimento laddove si prevede che il decreto legislativo dovrà contenere la puntuale indicazione in materia di affidamento dei contratti dei settori speciali.
  Cioè sostanzialmente – come dire – abbiamo annullato di fatto il provvedimento, perché la direttiva n. 2014/25/UE parlava proprio dei settori speciali, e questo disegno di legge ci va a dire nei settori speciali come ci volevamo comportare: invece abbiamo una lettera h) di quattro righe che ci dice come dobbiamo recepirli, senza proporre nulla di fatto.
  Non nascondiamo ovviamente che all'interno del provvedimento sono stati inseriti notevoli miglioramenti, però anche lì si perde la visione di insieme. È stato inserito l'espresso divieto di affidamento di contratti attraverso procedure derogatorie, però non si è riusciti ad esprimere cosa intendiamo per situazioni emergenziali verso le persone, verso le cose, situazioni emergenziali di protezione civile, da calamità naturali. Non siamo stati in grado di definirlo !
  Si è inserita una notevole semplificazione, la digitalizzazione e maggiore trasparenza, pubblicità e tracciabilità. Però noi crediamo che dal momento in cui parliamo ancora di progressiva digitalizzazione, andiamo contro intanto alla trasparenza, andiamo incontro ad ipotetici conflitti di interesse; soprattutto non velocizziamo, nel momento in cui ancora non prendiamo una decisione chiara sulla digitalizzazione: è sempre la mancata digitalizzazione quella che incentiva i ricorsi.
  Sono stati inseriti dei chiari riferimenti al contrasto alla corruzione ed ai conflitti di interesse, anche attraverso la rotazione degli incarichi di tutte le fasi di gara. È stata inserita anche una maggiore definizione dei poteri di Anac; però anche per quello che ha detto poco fa il collega Palese, e perché c'era un emendamento che diceva che Anac doveva redigere anche i bandi-tipo, e questo è un problema ovvio nella pubblica amministrazione perché nel momento in cui non scrivi bene il bando dai adito ai ricorsi e dai adito anche alla univoca direzione già dei bandi, che si sa a volte chi li dovrà vincere.
  È stato inserito un chiaro riferimento alla valorizzazione della fase progettuale; però anche qui, in qualità di architetto, credo che – come già detto durante la discussione degli emendamenti – la rimozione della quota del 2 per cento alla progettazione quando questa viene data ad una progettazione fatta dalle stazioni appaltanti e dall'ente pubblico non è risolutiva, perché di fatto hai solo tolto la premialità non impedendola. Invece noi siamo dell'idea che dovremmo valorizzare al massimo la libera professione, e mettere i liberi professionisti nella condizione di accedere alla progettazione architettonico-Pag. 76ingegneristica alla stessa maniera con cui... O meglio: l'ente pubblico che decide di fare progettazione deve avere le stesse caratteristiche del libero professionista in termini di caratteristiche tecniche, di efficienza e di conoscenza della materia del bando.
  Così come anche crediamo che sia ancora lontana la strada che riporti la progettazione delle opere pubbliche ai concorsi di progettazione: concorsi di progettazione che secondo noi dovrebbero essere accompagnati (anche per questo avevamo presentato un ordine del giorno) da una totale inversione di quelli che sono i computi metrici. I computi metrici oggi vengono redatti dalle stazioni appaltanti, e sappiamo bene che proprio nelle proposte di offerta da parte delle imprese al fine di rispondere al meglio alle richieste del computo metrico si fanno delle varianti dell'appalto stesso anche di notevole importanza. Noi crediamo invece che l'ente pubblico, la stazione appaltante debba dare la linea di indirizzo sulla gara, in particolare per quello che riguarda la progettazione, e poi le imprese specializzate nel settore indichino le modalità tecniche e strumentali con cui realizzarla.
  È stato inserito anche un riferimento al contenimento delle varianti in corso d'opera; però anche qui, sembra quasi come per accontentare un'esigenza ovvia delle varianti in corso d'opera, che hanno un loro significato. Certo, se le varianti in corso d'opera le facciamo a seguito di opere che vengono messe a gara con notevoli ribassi d'asta, ovviamente poi la variante in corso d'opera è quasi necessaria, mentre nella sua struttura originaria, laddove un progetto, un'opera non è prettamente dettagliabile in tutte le sue parti, allora era prevista la variante in corso d'opera.
  Sono stati inseriti rafforzamenti alle modalità di coinvolgimento dei cittadini sui grandi interventi infrastrutturali che riguardano il territorio: questo famoso dibattito pubblico, a cui siamo assolutamente favorevoli, e siamo contenti che sia stato inserito anche il vincolo di utilizzare i risultati del dibattito pubblico nel progetto definitivo in maniera vincolante.
  Però anche qui ci dobbiamo scontrare con l'emendamento aggiunto dalla nostra Commissione sul superamento della cosiddetta Legge Obiettivo, a cui siamo ovviamente favorevoli, su cui però siamo molto critici per quanto riguarda le modalità con cui si supera la legge, proprio perché all'inizio della discussione sulla riforma degli appalti si era parlato di opere utili al Paese, mentre in questo momento nel provvedimento vi è un riferimento alle gare di appalto che sono giuridicamente vincolanti, e crediamo che siano due cose completamente diverse.
  Altro argomento molto criticato è lo stop alle concessioni sottostimate, le regole UE impongono di calcolare il valore del contratto da mettere a gara sulla base del fatturato pluriennale derivante dalla concessione e non soltanto sulla base del costo delle opere. Su questo siamo assolutamente favorevoli, non siamo favorevoli invece a quanto è stato aggiunto in seguito in termini di divisione tra concessioni da mettere a gare nella quota pari all'80 per cento e la quota restante del 20 per cento da assegnare con procedura in house. Secondo noi i beni pubblici dovrebbero andare tutti a gara.
  Infine sono stati inseriti dei sostegni alle micro, piccole e medie imprese, in particolare alle imprese subappaltatrici che spesso subiscono il malfunzionamento di una impresa che si è aggiudicata una gara.
  Concludo quindi dicendo che pur apprezzando le innovazioni introdotte nel provvedimento nel corso del lavoro in Commissione e in Aula rimaniamo molto critici proprio perché molti aspetti di dettaglio, soprattutto quelli che maggiormente sono sotto gli occhi della magistratura e al centro della cronaca, riteniamo non siano stati affrontati in maniera opportuna e quindi dichiaro il nostro voto contrario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tino Iannuzzi. Ne ha facoltà.

Pag. 77

  TINO IANNUZZI. Grazie, Presidente. La delega sugli appalti pubblici è una riforma fondamentale per il Paese, per il suo sviluppo, per l'affermazione della legalità, per il buon governo. Difatti le regole sugli appalti hanno una funzione precisa: consentire la realizzazione corretta, celere ed efficiente di tutte quelle infrastrutture materiali ed immateriali che servono veramente al Paese, assicurando l'obiettivo prioritario della sostenibilità ambientale. Il provvedimento è il risultato del lavoro intenso di qualità svolto in prima lettura al Senato, continuato e rafforzato alla Camera dei deputati sotto la guida encomiabile dei due relatori, Raffaella Mariani ed il collega Cera, con la grande attenzione sempre riservata al lavoro parlamentare dal ministro Delrio e dal viceministro Nencini.
  Al contenuto della delega hanno recato il loro contributo, positivo e qualificante, tutti i gruppi parlamentari in uno spirito largamente unitario. Ecco perché francamente sorprende la dichiarazione di voto contraria preannunciata dal gruppo del Movimento 5 Stelle. Tutto il percorso parlamentare sinora maturato conduce in una direzione opposta, l'annuncio di questo voto contrario è francamente smentito dalle cose che assieme abbiamo discusso e deliberato. Lo dico con rispetto e con franchezza sulla base del percorso parlamentare che abbiamo condiviso e che non può mutare improvvisamente all'ultimo minuto con una motivazione fragile e priva di qualsiasi respiro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Nel corso degli anni che sono alle nostre spalle abbiamo avuto una legislazione sterminata nel campo dei lavori pubblici, dalla legge Merloni del 1994 con le sue quattro varianti, dal codice degli appalti del 2006 con i suoi quattro decreti correttivi, a infinite disposizioni sparse in questo o quel decreto-legge, ma questa marea normativa ha generato una situazione assolutamente anomala. Si sono ad essa accompagnati incertezza massima e negativa per gli operatori del settore, grandi ritardi e pesanti rinvii nell'esecuzione delle opere pubbliche, una grave e devastante corruzione che, giustamente indigna la pubblica opinione.
  In questo contesto, il gruppo del Partito Democratico ha lavorato intensamente ed efficacemente per orientare la delega su alcune scelte di fondo nette: promuovere e garantire la legalità e la trasparenza, consentire la realizzazione sollecita ed efficiente delle opere pubbliche, realizzare lo snellimento delle procedure e la semplificazione legislativa. E, in questo spirito, operiamo una scelta molto chiara: il superamento della legge obiettivo. L'eliminazione del sistema della legge obiettivo è motivata perché questa legge ha fallito.
  È nata con l'ambizione di ammodernare quasi magicamente il sistema infrastrutturale del nostro Paese; nei fatti, ha generato un elenco sterminato di più di 400 opere, ma, a consuntivo, i cantieri chiusi e le opere terminate sono appena l'8 per cento del programma generale. Si sono introdotte, con questa legge, procedure eccezionali per innovare e realizzare rapidamente le reti infrastrutturali che servono al Paese; nei fatti, ne sono derivati meccanismi assolutamente privi di ogni funzionalità, il ricorso eccessivo alla figura del general contractor, con scelte sbagliate come l'attribuzione al contraente generale anche dei compiti di direttore dei lavori, e zone di profonda opacità, in cui, troppo spesso, si sono inseriti episodi e fatti gravissimi di malcostume, di corruzione e di illegalità.
  E, allora, noi pensiamo anche di dover realizzare – con questa delega si compie un passo in avanti importante – una profonda razionalizzazione e semplificazione del sistema normativo nel campo degli appalti. Con il nuovo codice, che entrerà in vigore a luglio, avremo un'unica fonte in cui sono concentrate tutte le disposizioni di rango legislativo sulle opere pubbliche che attualmente sono disseminate in questo con la fonte, e affidiamo, poi, la necessaria disciplina di dettaglio e di esecuzione non più al tradizionale regolamento dei lavori pubblici, una fonte elefantiaca, iperburocratica, che ha appesantito il comparto e non ha prodotto Pag. 78alcun risultato utile, ma, invece, con una scelta coraggiosa ed innovativa, ci affidiamo a un sistema di soft law, nel quale introduciamo la figura nuova delle linee guida, deliberate, su proposta dell'Authority anticorruzione, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
  E finiamo anche per riservare all'Autorità anticorruzione il compito di dettare provvedimenti tipo, come bandi, capitolati e disciplinari tipo, per orientare e guidare l'azione delle stazioni appaltanti. In tal modo, rendiamo l'intero sistema normativo nel campo degli appalti più snello, più agile, più flessibile, di più diretta e immediata applicazione per le stazioni appaltanti e per gli imprenditori, e realizziamo anche nei fatti una trasformazione del ruolo dell'Authority guidata dal presidente Cantone, che viene investita di poteri di amministrazione attiva, di sostegno e di supporto alle pubbliche amministrazioni nello svolgimento delle procedure e delle gare di appalto.
  Ed una scelta che nel contempo è di buon amministrazione, ma è anche di trasparenza, è quella di restituire, nell'intero percorso realizzativo dell'opera pubblica, centralità al momento della progettazione. Non vi è dubbio che soltanto ponendo a base della gara un progetto compiuto, accurato, che sia effettivamente esaustivo, si possono ottenere opere pubbliche realizzate nei tempi previsti e con i costi progettati. I limiti, gli errori e i deficit della progettazione sappiamo bene che sono molto spesso il varco nel quale poi si inseriscono lievitazione dei costi, slittamento sine die dei tempi di realizzazione delle opere pubbliche e tanti momenti di corruzione e di illegalità.
  E corollario di questa scelta è anche la limitazione della possibilità del ricorso alle varianti in corso d'opera, che possono essere attivate solo in presenza di avvenimenti assolutamente imprevisti e imprevedibili e con adeguata motivazione. Ma in questa stessa direzione conducono tutta una serie di scelte di respiro che abbiamo voluto introdurre nella delega, con tanti miglioramenti che si sono concretati qui, alla Camera dei deputati: la riduzione del numero delle stazioni appaltanti, per le quali, poi, si prevedono meccanismi di verifica della loro capacità organizzativa e tecnica; l'abbandono del criterio del massimo ribasso come criterio preferenziale di aggiudicazione degli appalti pubblici, ancor di più per l'affidamento degli incarichi di progettazione.
  E noi sappiamo tutti quanti i guasti che il criterio del massimo ribasso ha prodotto in tutto il Paese. Diamo spazio invece al criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. E ancora, un diverso sistema di qualificazione delle imprese, per dare spazio ad una verifica sostanziale, che premi ed incentivi la capacità, dimostrata sul campo da ogni impresa, dal punto di vista del rispetto dei tempi e dei costi di esecuzione delle opere. E poi con una scelta voluta, innanzitutto, dal collega Realacci, sul modello del «débat public» francese, introduciamo forme di dibattito pubblico, perché le opere pubbliche servono al Paese ma vanno il più possibile conosciute e condivise. Prevediamo meccanismi per informare, per coinvolgere, per far partecipare i territori e le comunità interessate sulle grandi scelte progettuali, naturalmente entro tempi definiti e precisi.
  Ebbene, per tutte queste ragioni, il gruppo del Partito democratico esprimerà voto favorevole, consapevoli che dalla riforma deriverà un grande impulso al mondo delle imprese, che non sono soltanto le grandi società di costruzione, ma anche quelle piccole e medie imprese verso le quali sono rivolte tante misure di questa legge delega e che costituiscono una ricchezza del tessuto imprenditoriale italiano da salvaguardare e da valorizzare. E deriverà anche un grande impulso alla realizzazione efficiente, trasparente e nei termini previsti, delle opere pubbliche, che effettivamente servono alla comunità, perché sono legate al suo sviluppo e alla sua crescita, ma anche al potenziamento dei collegamenti e della mobilità, e ancor prima al miglioramento della vivibilità, del livello della qualità e della dignità di vita Pag. 79delle persone e delle comunità. Ecco, noi siamo convinti, Presidente, che la riforma degli appalti, che vedrà nei prossimi mesi il suo approdo definitivo con il nuovo codice e con le linee guida, sia una ulteriore riforma fondamentale, strategica di questo nostro Paese. È un'altra pagina dell'Italia che cambia, dell'Italia che ha intrapreso il cammino della crescita e dello sviluppo, dell'Italia che dimostra di saper innovare e di saper modernizzarsi, dell'Italia che le sfide le affronta e le vince, dell'Italia che ha riconquistato credibile fiducia e grande speranza.
  Per tutte queste ragioni, esprimeremo un convinto voto favorevole, persuasi che da questo atto legislativo deriverà un grande slancio alla ripresa e all'ulteriore sviluppo del paese. Grazie. (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto la parola per un ringraziamento il presidente dell'VIII Commissione, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà !

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. I ringraziamenti sono di rito, ma in questo caso sono veramente necessari. È stato un lavoro intenso, a tratti faticoso – i colleghi lo possono capire – stiamo parlando della politica pubblica per eccellenza, che vale il 15 per cento del PIL del nostro Paese. Il ringraziamento va innanzitutto al relatore, alla collega Mariani, al collega Cera. Il lavoro è stato faticoso e ha coinvolto tutti i gruppi. Va agli uffici. Voglio dire una cosa: noi abbiamo introdotto, a mio avviso, molti e importanti miglioramenti del provvedimento nel passaggio alla Camera, mantenendo l'impianto del Senato. Tra questi miglioramenti, c’è un forte rafforzamento del ruolo del Parlamento in rapporto al Governo nell'esercizio della delega. Questo ruolo del Parlamento noi lo eserciteremo fino in fondo, per mantenere il profilo del provvedimento che abbiamo contribuito ad emanare (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico).

(Coordinamento formale – A.C. 3194-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3194-A )

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3194-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Rossi Paolo, Castelli, Aiello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni – Applausi dei deputati del gruppo del PD).

  S. 1678 – «Deleghe al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture» (Approvato dal Senato) (3194-A):

   (Presenti  446   
   Votanti  421   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
 343    
    Hanno votato
no  78).    

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 80

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (A.C. 3393-A) (ore 17,40).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3393-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione.
  Ricordo che nella seduta del 16 novembre 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore per la maggioranza per la IV Commissione e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 3393-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 3393-A), nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A – A.C. 3393-A) e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A – A.C. 3393-A).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto del tutto estraneo rispetto al contenuto del provvedimento in esame, l'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 7.050, non previamente presentato nelle Commissioni, volto a prevedere degli stanziamenti finalizzati, rispettivamente, all'incremento della sorveglianza sulle comunicazioni elettroniche e sulle linee ad alta velocità della rete ferroviaria nazionale, nonché un monitoraggio nei luoghi di culto e l'applicazione dell'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario nei confronti di soggetti indagati o arrestati per atti terroristici.
  Avverto che fuori dalla seduta l'emendamento Artini 2.66 è stato ritirato dal presentatore.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3393-A), che sono in distribuzione. In particolare, tale ultimo parere contiene una condizione formulata ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente per dire quali sono le motivazioni che ci hanno spinto a presentare una serie di emendamenti, che noi riteniamo possano, in qualche modo, migliorare un testo che noi riteniamo sarà licenziato forse con troppa fretta. Noi riteniamo che il provvedimento di proroga delle missioni contenga delle misure che sono sicuramente, in parte, condivisibili. Altre, secondo noi, lo sono sicuramente meno.
  Riteniamo, quindi, alla luce di questa considerazione, di aver presentato degli emendamenti che tendono a migliorare il testo, ricalibrando magari il peso attribuito alle singole missioni ed integrandolo con previsioni emergenziali che ci permettano di affrontare meglio, in maniera più compiuta, l'aggravarsi dell'emergenza terroristica, in particolare anche alla luce dei recenti attentati compiuti dai radicali islamici a Parigi in Francia. Noi speravamo che si potesse andare in questa direzione, però, purtroppo, al momento non abbiamo registrato dei segnali significativi, da parte Pag. 81del Governo, per venire incontro a quelle esigenze che noi abbiamo formalizzato attraverso una serie di emendamenti. Una cosa secondo noi non va, in particolare, cioè che questa poteva essere l'occasione per riflettere sul fatto che forse abbiamo troppe missioni. Abbiamo i nostri militari dispersi in una moltitudine di teatri, dove non sempre gli interessi del Paese sono importanti; anzi, riteniamo che in alcuni di questi teatri gli interessi del Paese siano deboli o non sufficienti a giustificare un intervento delle nostre truppe o il mantenimento delle nostre truppe su quei teatri. Siamo, ad esempio, ancora in Afghanistan, teatro ormai secondario, anche per gli americani, ed abbiamo apparentemente deciso di starci un altro anno. Riteniamo che lì ci siamo messi in una brutta situazione: siamo ad Herat con capacità addestrative di rilievo ma forse possibilità di autodifesa molto modeste. Forse era meglio rimanere agganciati alla tabella di ritiro originaria, quella che prevedeva un graduale ritiro dei nostri militari da quel teatro. Abbiamo, invece, poco o nulla in Niger, Stato cruciale per il controllo dei flussi migratori diretti verso l'Italia tramite la Libia; potevamo, riteniamo, investirci maggiori risorse militari. Agli aerei stanziati invece nella penisola arabica a sostegno della coalizione che combatte lo Stato islamico neghiamo le bombe: partecipiamo alla coalizione contro l'ISIS da oltre un anno ma non effettuiamo bombardamenti. Questo contingente, invece, lo vorremmo più forte e potente, in grado non solo di addestrare e far fotografie sul terreno ma di combattere, questo per andare incontro anche alle richieste che ci sono state avanzate dagli altri Stati impegnati su quel teatro, magari anche solo per essere pronti ad un'eventuale rappresaglia da condurre contro il Daesh – come hanno fatto giordani e francesi – qualora ci fosse davvero un attentato, che voi, Governo, tanto temete, come si evince dal comunicato finale della seduta dello scorso 21 ottobre del Consiglio superiore di difesa. Ciò anche perché noi riteniamo questo che sia un altro dei motivi per i quali andrebbe rafforzato l'impegno dell'Italia nel fronte contro l'ISIS. Riteniamo che il crollo dell'ISIS, che avverrà sotto la pressione della coalizione, trascinerà con sé gli emirati costituiti dai gruppi jihadisti che hanno giurato obbedienza al Califfato, in particolare quelli che si sono costituiti in Libia e nel Sinai, che, guarda caso, sono quelli che più interessano l'Italia. Quindi, un maggiore impegno, soprattutto conto lo Stato islamico, a sostegno di quella coalizione che porterà ad un annientamento di quella forma di radicalismo che ha preso sostanza sul territorio che oggi viene controllato dai radicali, dal Califfato, in sostanza. Con aerei magari già armati sul posto potremmo almeno stabilire una dissuasione e, se andasse male, eventualmente operare una rappresaglia.
  Vale la pena ricordare all'Aula che ne ha ordinata una persino la Francia, attraverso il suo Presidente, il flemmatico Hollande. Abbiamo, a questo proposito, presentato una serie di emendamenti, in particolare, come dicevo, appunto per rafforzare la nostra presenza nella coalizione contro l'Isis.
  Pensiamo, poi, che quanto è accaduto il 13 novembre scorso a Parigi non debba essere semplicemente l'occasione per luttuose commemorazioni, ma sia, invece, un'occasione per riflettere e procedere, in maniera chiara, ad un'ulteriore messa a punto delle misure di cui disponiamo. Non stiamo poi proponendo, attraverso i nostri emendamenti, stati di eccezione, come quelli introdotti in Francia, ma qualcosa vorremmo vedere: ad esempio, che venga applicato l'articolo 41-bis per i terroristi jihadisti e per chi li aiuta; l'avvio di un monitoraggio serio sulla natura della predicazione nelle moschee e nelle madrasse aperte nel nostro territorio; più soldi per la polizia postale e per la polizia ferroviaria. Sarebbero interventi importanti per la nostra sicurezza, perché mirano a fermare, in qualche modo, chi sobilla la gente attraverso la presenza di questi centri culturali o moschee sul nostro territorio. Noi riteniamo che una misura di prevenzione di possibili attentati debba passare necessariamente anche attraverso la chiusura Pag. 82di quei luoghi, dove viene predicato un Islam radicale e, di fatto, armata la mano a potenziali terroristi.
  Infine, non solo gli USA, ma ora anche i francesi, ci chiedono di contribuire maggiormente alla lotta contro l'Isis e per questo, appunto come dicevo prima, noi riteniamo che questa doveva essere l'occasione per ripianificare la nostra presenza sui vari teatri dove sono dislocati i nostri militari e per rinforzare, appunto, la nostra presenza nella coalizione contro l'Isis. Così potremmo veramente dare un contributo determinante, che va nella direzione di garantire anche la sicurezza dell'Italia e dell'Occidente e di quei Paesi che sono stati maggiormente colpiti da questi atti terroristici. Vale la pena ricordare che tra gli attentati, se l'ultimo è quello di Parigi, prima c’è stato sicuramente l'attentato che ha portato alla morte di diversi cittadini russi, a causa dell'abbattimento di un aereo.
  Infine, noi riteniamo – e concludo – che non vadano bene le coperture che avete trovato, perché è inutile lesinare le risorse in sessione di bilancio per poi ridursi a questi mezzi alla fine dell'anno. Gli scostamenti stanno diventando, per noi, una cosa sistematica, che voi garantite in maniera sistematica, mentre così non dovrebbe essere. Dovreste prendere atto, riducendo magari gli impegni o, comunque, contraendoli o altrimenti accrescendo le risorse stanziate su un apposito fondo, che serva, però, per finanziare quelle missioni che veramente sono utili anche all'interesse del Paese.
  Queste sono le motivazioni che brevemente ho voluto esporre e che stanno alla base di una serie di emendamenti che abbiamo presentato.

  PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, io chiedo ai relatori e al rappresentante del Governo di esprimere i pareri.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti Spadoni 1.22. Paolo Bernini 1.23, Rizzo 1.24 e Paolo Bernini 1.17.
  Inoltre, sugli emendamenti Paolo Bernini 1.50, Rizzo 1.51, Gianluca Pini 1.10, Frusone 1.52, Basilio 1.53, Corda 1.54, Tofalo 1.55, Gianluca Pini 1.11, Duranti 1.1, Palazzotto 1.2, Duranti 1.3, Artini 1.56, Palazzotto 1.4, Basilio 1.26, Palazzotto 1.5, Duranti 1.6, Manlio Di Stefano 1.27 e 1.57, Marcon 1.7 e Fava 1.8 il parere è contrario.
  Sugli identici emendamenti Duranti 1.9 e Vito 1.58 il parere è contrario.
  Sugli emendamenti Gianluca Pini 1.13, 1.14 e 1.12, Corda 1.28 e Vito 1.59 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Mi scusi, ce n’è qualcuno su cui il parere è favorevole ? Forse dovevamo fare il contrario...

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Sì, se vuole le dico l'unico emendamento su cui il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Questo mi sembra il modo più semplice. Mi dica su quale è favorevole e gli altri li considero tutti contrari.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Allora, dall'articolo 1 all'articolo 8, che invece è di competenza della Commissione esteri, i pareri sono tutti contrari – l'articolo 7 compreso – tranne, a pagina 25, l'emendamento Artini 2.65 su cui c’è il parere favorevole della Commissione.

  PRESIDENTE. L'emendamento Artini 2.65 a pagina 26.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Sì, pagina 26.

  PRESIDENTE. Questi sono i pareri fino all'articolo 7, perché dall'articolo 8 in poi il relatore è l'onorevole Andrea Romano.
  Prego, onorevole Andrea Romano, anche lei, se ha un giudizio sintetico, lo esprima.

Pag. 83

  ANDREA ROMANO, Relatore per la maggioranza per la III Commissione. Grazie Presidente. Sinteticamente, i pareri agli emendamenti all'articolo 8 e all'articolo 9 sono tutti contrari, tranne l'emendamento Spadoni 8.53 su cui il parere è favorevole. Per quanto riguarda l'emendamento Rizzo 9.50, il parere è contrario con invito al ritiro...

  PRESIDENTE. Allora, l'emendamento Spadoni 8.53 è a pagine 43, lo dico per gli uffici.

  ANDREA ROMANO, Relatore per la maggioranza per la III Commissione. Per quanto riguarda nello specifico l'articolo 8, sull'emendamento Rizzo 9.50 a pagina 44 il parere è contrario, c’è un invito al ritiro, e contestualmente l'invito a presentare un ordine del giorno. Sugli emendamenti all'articolo 9 i pareri sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Sì, poi c’è un emendamento 11.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento. Si tratta della condizione della Commissione bilancio. Quindi il parere immagino che sia favorevole, onorevole Andrea Romano.

  ANDREA ROMANO, Relatore per la maggioranza per la III Commissione. Sì il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai relatori di minoranza. Chi comincia ? MoVimento 5 Stelle o SEL, onorevole Duranti ?
  Allora, a lei penso glieli debba leggere. Emendamento Spadoni 1.22.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Facciamo che li leggiamo una volta sola, onorevole Frusone ? Emendamento Spadoni 1.22 ?

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Paolo Bernini 1.23.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Rizzo 1.24.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Paolo Bernini 1.17.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Ci rimettiamo all'Assemblea.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Paolo Bernini 1.50.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Rizzo 1.51.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

Pag. 84

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 1.10.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Frusone 1.52.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Basilio 1.53.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Corda 1.54.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Tofalo 1.55.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 1.11.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Emendamento Duranti 1.1.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Emendamento Palazzotto 1.2.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Emendamento Duranti 1.3.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Assemblea.

Pag. 85

  PRESIDENTE. Emendamento Artini 1.56.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Emendamento Palazzotto 1.4.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Basilio 1.26.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Palazzotto 1.5 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Duranti 1.6 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Manlio Di Stefano 1.27 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Manlio Di Stefano 1.57 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Marcon 1.7 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Fava 1.8 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Duranti 1.9 e Vito 1.58 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

Pag. 86

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 1.13 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 1.14 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 1.12 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Corda 1.28 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Vito 1.59 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Grande 1.18 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Del Grosso 1.19 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Corda 1.20 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Rizzo 1.21 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Basilio 1.29 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

Pag. 87

  PRESIDENTE. Emendamento Sibilia 1.60 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Frusone 1.30 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Fava 2.1 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Piras 2.2 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Fava 2.3 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Piras 2.4 e Frusone 2.35 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Basilio 2.23 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Di Battista 2.34 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 2.8 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 2.9 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

Pag. 88

  PRESIDENTE. Emendamento Grande 2.24 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Sibilia 2.25 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Del Grosso 2.32 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Basilio 2.33 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 2.17 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Artini 2.21 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Sibilia 2.28 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Paolo Bernini 2.52 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Signora Presidente, dall'emendamento Paolo Bernini 2.52 all'emendamento Rizzo 2.30 compresi ci rimettiamo all'Aula.

  PRESIDENTE. Va bene.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Presidente, ne approfitto: tutti pareri favorevoli fino all'emendamento Rizzo 2.30.

  PRESIDENTE. Perfetto, siete fantastici, meravigliosi.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Così ripartiamo dall'emendamento Rizzo 2.60.

  PRESIDENTE. Perfetto. Emendamento Rizzo 2.60 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

Pag. 89

  PRESIDENTE. Emendamento Basilio 2.61 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Frusone 2.62 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Basilio 2.51 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Basilio 2.63 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Di Battista 2.64 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 2.12 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 2.15 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 2.11 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Artini 2.65 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. L'emendamento Artini 2.66 è stato ritirato prima dell'inizio della seduta. Emendamento Gianluca Pini 2.13 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 2.14 ?

Pag. 90

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Piras 2.5 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Piras 2.6 ?

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Marcon 2.7.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 2.16.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 2.18.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Tofalo 2.31.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Palazzotto 3.1.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamenti identici Piras 3.2 e Frusone 3.5.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Manlio Di Stefano 3.6.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Scagliusi 3.8.

Pag. 91

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Scagliusi 3.7.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Grande 3.51.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Spadoni 3.52.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Tofalo 3.12.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Paolo Bernini 3.13.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Rizzo 3.10.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Corda 3.11.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamenti identici Duranti 3.3 e Basilio 3.9.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Palazzotto 3.4.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Scagliusi 3.53.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Presidente, Pag. 92sugli emendamenti Scagliusi 3.53, Sibilia 3.55 e Tofalo 3.56 ci rimettiamo all'Aula.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole su questi tre emendamenti.

  PRESIDENTE. Emendamento Grande 3.50.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Paolo Bernini 3.54.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Tofalo 4.5.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 4.3.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Fava 4.1.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Frusone 4.50.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Frusone 4.7.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Frusone 4.8.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Rizzo 4.51.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamenti identici Duranti 4.2, Artini 4.4 e Rizzo 4.6.

Pag. 93

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Paolo Bernini 4.9.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Frusone 4.10.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Frusone 4.52.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 5.50.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Duranti 6.1.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 6.50.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Duranti 6.2.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 6.3.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 7.50.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 7.050 è stato dichiarato inammissibile.

Pag. 94

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Presidente, facciamo un cambio di relatore, interviene il relatore di minoranza per la III Commissione.

  PRESIDENTE. Va bene. Emendamento Manlio Di Stefano 8.50.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  EMANUELE SCAGLIUSI, Relatore di minoranza per la III Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Manlio Di Stefano 8.51.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  EMANUELE SCAGLIUSI, Relatore di minoranza per la III Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 8.1.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  EMANUELE SCAGLIUSI, Relatore di minoranza per la III Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Spadoni 8.52.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  EMANUELE SCAGLIUSI, Relatore di minoranza per la III Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Spadoni 8.53.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  EMANUELE SCAGLIUSI, Relatore di minoranza per la III Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 9.1.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  EMANUELE SCAGLIUSI, Relatore di minoranza per la III Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Rizzo 9.50.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  EMANUELE SCAGLIUSI, Relatore di minoranza per la III Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 9.51.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  EMANUELE SCAGLIUSI, Relatore di minoranza per la III Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Del Grosso 9.52.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  EMANUELE SCAGLIUSI, Relatore di minoranza per la III Commissione. Favorevole.

Pag. 95

  PRESIDENTE. Emendamento Del Grosso 9.53.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  EMANUELE SCAGLIUSI, Relatore di minoranza per la III Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Spadoni 9.54.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  EMANUELE SCAGLIUSI, Relatore di minoranza per la III Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Di Battista 9.2.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  EMANUELE SCAGLIUSI, Relatore di minoranza per la III Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Manlio Di Stefano 9.3.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  EMANUELE SCAGLIUSI, Relatore di minoranza per la III Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 11.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  EMANUELE SCAGLIUSI, Relatore di minoranza per la III Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Presidente, i pareri sulle proposte emendative sono tutti contrari, fatto salvo l'emendamento Artini 2.65, su cui il Governo si rimette all'Assemblea, e l'emendamento Spadoni 8.53 sul quale il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. E sull'emendamento 11.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Sull'emendamento 11.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Spadoni 1.22.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie Presidente. Con questo emendamento chiediamo di togliere 5 milioni alla missione Eulex e di darli alla cooperazione. È un emendamento che presentiamo quasi in tutti i decreti missione. Ricordo che la missione Eulex impiega più o meno 600 militari in Kosovo. Noi chiediamo questo e questa volta lo chiediamo anche per altre motivazioni.
  Prima di tutto non ci sono chiare le finalità della missione. Noi siamo in missione Eulex dal 2009 e al momento facciamo fatica a comprendere quali sono effettivamente i risultati.
  Inoltre, devo purtroppo segnalare – come immagino saprà anche il Governo – che è scesa un'ombra sulla missione quando, nell'ottobre 2014, i dirigenti della missione sono stati accusati di nascondere un caso di corruzione, così come si evince da quello che è stato detto dalla whistleblower Maria Bamieh.Pag. 96
  Inoltre, c’è anche un report pubblicato dall'Unione europea nel 2015, un report indipendente su Eulex, il cosiddetto report Jacqué, in cui si evince che la corruzione rimane onnipresente – queste sono le frasi e il testo proprio di questo report indipendente – e viene ammesso che Eulex non è stata in grado di mettere le basi per un sistema capace di combattere la corruzione.
  Io mi chiedo se il Governo sia a conoscenza di questo, se il Governo, oltre a firmare decreti missione ogni tre o sei mesi, ogni tanto legga anche i report dell'Unione europea. Magari chiederei spiegazioni sul perché continuiamo a finanziare questo decreto missioni con 25 milioni – però ricordo che sono 25 milioni su tre mesi e, quindi, continuiamo a finanziare una missione per 100 milioni – quando questa stessa missione è stata accusata, o meglio ci sono possibili accuse di nascondere eventi di corruzione e, soprattutto, è stato scritto in un report indipendente commissionato dall'Unione europea che questa missione non è riuscita a portare avanti la sua finalità e al momento in Kosovo il sistema di corruzione è ancora onnipresente. Probabilmente il Governo potrebbe dare delle risposte su questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie Presidente. Ascoltavo la collega Spadoni e mi sembra quantomeno singolare che il Governo non intervenga in base a quanto è stato detto. Noi stiamo dando al momento 25 milioni di euro per una missione di cui, in primo luogo, non si conoscono bene i risultati (quindi, magari, il Governo potrebbe dirceli nel dettaglio, se ce li ha) e, in secondo luogo, addirittura copre casi di corruzione, anziché investire questi soldi in cooperazione internazionale.
  Io non so se i colleghi stanno seguendo il dibattito e il contenuto dell'emendamento, però quanto meno una riflessione andrebbe fatta perché non si può continuare a votare il decreto missioni senza neanche leggerlo e senza neanche una spiegazione di merito da parte né della maggioranza né del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Basilio. Ne ha facoltà.

  TATIANA BASILIO. Grazie Presidente, anch'io sono a supportare e a rafforzare la domanda della mia collega Maria Edera Spadoni in quanto questa missione è attiva dal 2008. Ora io comprendo che all'inizio, nel 2008-2009 e anche 2010 e 2011, potessero esserci le condizioni perché noi fossimo presenti in quell'area, nella quale, come si sa, si usciva da una sanguinosa guerra. Ora però, ad oggi, noi non abbiamo la contezza effettiva di che cosa le forze di polizia con 58 uomini abbiano effettivamente raccolto da questa loro presenza, se sono stati formati gli uomini, come sono stati formati. Quindi la nostra domanda è la seguente: per quale motivo questa missione è ancora attiva dopo tutti questi anni, soprattutto con un numero così importante di uomini, con una presenza così importante ? Quindi la nostra domanda per davvero non è retorica e non è ostruzionistica: dopo tanti anni, questa missione quali risultati ha portato e che cosa abbiamo raccolto e se ha ancora senso rimanere lì.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Non ho capito bene di cosa stiamo parlando: stiamo parlando della missione in Kosovo ? In Kosovo ci sono stato e sono stato ringraziato dai monaci serbi-ortodossi che mi hanno detto: noi siamo vivi perché ci sono i soldati italiani. Noi abbiamo la possibilità di respirare perché c’è la presenza italiana. A cosa doveva servire la missione ? A preservare la possibilità di vivere per le minoranze all'interno della legge del Kosovo. Pag. 97Quanto ai casi di corruzione vanno repressi. Però vi posso informare con certezza che la guerra degli Stati Uniti contro Hitler è stata funestata da diversi casi di corruzione. Cosa dovevano fare: ritirare le loro truppe e lasciare l'Europa nel caos ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Il fatto di depositare le proprie natiche su una poltrona per trent'anni non dà diritto di liquidare in questo modo un emendamento che si legge en passant senza aver capito nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non stiamo dicendo di annullare una missione in Kossovo ma semplicemente di ridurre i finanziamenti per 5 milioni di euro e spostarli alla cooperazione internazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Applausi ironici del deputato Buttiglione).

  PRESIDENTE. Onorevole Buttiglione !

  CARLO SIBILIA. La cooperazione internazionale potrebbe anche risolvere i problemi di corruzione: serve anche a questo. Quindi, sostanzialmente diminuire il finanziamento alle missioni...

  PRESIDENTE. Onorevole Buttiglione, lasci che l'onorevole Sibilia usi il minuto che ha disposizione a titolo personale.

  CARLO SIBILIA. Stavo cercando di spiegare...

  PRESIDENTE. Sì, sì, ha ancora dieci secondi.

  CARLO SIBILIA. ...Era molto semplice il concetto. Bastava leggersi l'emendamento. Diminuire di 5 milioni il finanziamento alla missione che ha fatto il suo corso, ha fatto il suo tempo. Oggi ci offre notizie che ci trattano del pericolo di corruzione. Magari fare quei soldi per scongiurare questo tipo di pericoli: è buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Applausi ironici del deputato Buttiglione).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. L'emendamento è molto semplice: chiede di fatto di spostare questi 5 milioni dalla prevenzione secondaria, nel momento in cui il paziente è malato ed è già stato diagnosticato in una fase molto problematica per una grave malattia, alla prevenzione primaria cioè per evitare che il paziente si ammali. Questo tipo di spostamento, di riallocazione delle risorse serve proprio per evitare la creazione di conflittualità che poi generano quel tipo di situazione a livello locale. Il concetto è molto semplice, molto più semplice di come l'ha descritto Buttiglione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Spadoni 1.22, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza, mentre è contraria anche la V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco... Dellai... Alli... Portas... Mazziotti Di Celso... Mazzoli..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  392   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no  285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Bernini 1.23.Pag. 98
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Presidente, rimaniamo sull'argomento precedente, ovvero quello della missione Eulex. Siccome pare che la nuova moda sia diventata citare le proprie vacanze per dire che si conosce il tema, come ha fatto poc'anzi il collega Buttiglione, io quest'estate sono stato in Kosovo, collega Buttiglione: mi dispiace, ma anch'io ero lì. Non credo che questo basti a giudicare se la missione abbia senso o meno: quello che serve ad un legislatore è guardare i report che il Governo fornisce, che il Ministero fornisce, che l'Europa fornisce perché sono missioni internazionali, per rendersi conto che non c’è nulla di sensato nel partecipare a questa missione.
  Chiediamo che i 25 milioni che vengono stanziati per questa missione non vengano sprecati in questo modo, chiediamo quindi la soppressione della lettera in cui si stanziano questi finanziamenti. Chiedo al Governo, per quale motivo nemmeno una parola ? Capisco che l'argomento «lotta alla corruzione» qui sia un tabù, però ce la potete fare: «corruzione» si può accostare alla parola «lotta», non soltanto alla parola «amico»; è una cosa che si può fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Quindi se il Governo ha voglia di spiegarci perché non ci dà una risposta, noi saremmo ben lieti anche di farci bocciare l'emendamento, ma quanto meno saperne il perché: si chiama «Parlamento» perché si dovrebbe discutere di quello che si porta avanti come leggi. Faccio quindi questo ulteriore appello.
  Faccio poi un invito, Presidente. Anche quando una persona di un altro gruppo politico in modo molesto disturba per tanto tempo e ripetutamente i colleghi del MoVimento 5 Stelle, si può anche espellere: come hanno fatto tante volte con noi, si può fare anche con gli altri.

  PRESIDENTE. Va bene, collega.

  MANLIO DI STEFANO. Altrimenti dobbiamo prendere atto che all'età pensionabile si può fare quello che si vuole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Applausi ironici del deputato Buttiglione).

  PRESIDENTE. Onorevole Di Stefano !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Basilio. Ne ha facoltà. Adesso non fate e non facciamo i molesti tutti quanti, perché non andiamo avanti, scusate.

  TATIANA BASILIO. Presidente, il mio intervento è, più o meno, ricalcando quello di prima, leggo di nuovo «al comma 1, sopprimere la lettera a)»: ci ritroviamo di nuovo con la missione nei Balcani, 25 milioni e rotti di euro per soli tre mesi.
  Siccome in Commissione ci troviamo sempre a discutere, ma nemmeno a discutere questi emendamenti (non mi ricordo se è il quinto o il sesto decreto-legge missioni, ormai ho perso il conto). Non riuscendo a discutere gli emendamenti e non riuscendo più o meno ad avere comunque delle risposte concrete e reali su queste benedette missioni internazionali, la nostra domanda è sempre quella: questi soldi servono realmente, o riusciamo magari ad adoperarli per qualche altro scopo, che in questo periodo, dato ciò che è successo in Francia, potrebbe anche essere più nobile, ossia nell’intelligence interna ? Investiamo soldi per creare questa benedetta rete di intelligence interna, e non solo interna ma anche europea ! Quindi vediamo se si riuscirà ad avere qualche risposta almeno qui in Aula, dato che in Commissione non c’è quasi nemmeno concesso di discutere gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ne ha facoltà.

Pag. 99

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, grazie. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci sono delle cose che sono così evidenti che uno può capirle anche se va in vacanza in un Paese, e gli capita di parlare con i soldati italiani che sono lì.
  A me invece è capitato di andarci per missioni ufficiali e missioni non ufficiali a sostegno del difficile processo di democratizzazione che si sta svolgendo in Kosovo, e credo di poter testimoniare che la presenza italiana è utile ed apprezzata e che i rischi di gravi tensioni etniche e religiose nell'area sono tutt'altro che cessati. Mi pare quindi sbagliato tagliare i finanziamenti alla nostra missione in loco, se poi i nostri colleghi vogliono discutere, discutano opponendo argomenti ad argomenti. Si lamentano che il Governo non risponde, io mi prendo, con un po’ di trionfalismo, il ruolo del Governo e gli spiego perché siamo lì e loro mi insultano ? Dovrebbero essermi invece grati !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. Chiedo semplicemente che i rappresentanti del Governo in qualche modo ci dicano se su questi sospetti di corruzione, rivelati lo scorso anno, vi sia stato un effettivo cambiamento. Lo chiedo proprio perché non vorrei vi fossero delle ombre sulla missione, noi possiamo anche essere contrari a determinate missioni, crediamo però sia fondamentale avere trasparenza. Quindi noi abbiamo questa whistleblower che ha dichiarato, si legge in una sua lettera: che il magistrato capo di Eulex, Novotna, e l'ex capo di assemblea dei giudici di Eulex, Francesco Flori, avrebbero archiviato alcuni casi in cambio di denaro nel 2012-2013. Chiedo che il Governo ci aggiorni, visto che sto parlando di un articolo uscito a novembre 2014, non abbiamo informazioni aggiornate su questa vicenda, ci fornisca delle informazioni al riguardo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Paolo Bernini. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Grazie, Presidente. Con questo comma, per chi non l'abbia ancora capito, chiediamo l'eliminazione dei 25 milioni di euro stanziati per la missione Eulex, dato che il report redatto per volere di Federica Mogherini, che tanto tempo fa era qua con noi, dopo le denunce dei casi di corruzione in Kosovo ci dice che la missione europea Eulex, che amministra la giustizia in Kosovo, è indispensabile, ma può continuare ad esistere solo se viene fatta una completa riforma per migliorare l'efficienza e, quindi, la sua credibilità. Questo è un passaggio delle 57 pagine del rapporto indipendente preparato dal giurista francese Jean Paul Jacqué per conto di Federica Mogherini. Eulex è la più grande missione Ue al di fuori dei suoi confini. È stata lanciata nel 2008, impegna 1.600 persone e costa 110 milioni di euro l'anno, oltre a centinaia di funzionari ed agenti di Polizia conta 45 giudici e 25 procuratori. Quattro mesi fa, quindi a fine luglio 2015, il presidente della corte d'appello in Kosovo è stato arrestato con l'accusa di corruzione, come riferisce un quotidiano locale. Vi sembra il caso di continuare a finanziare una missione del genere, con la corruzione che continua in Kosovo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Bernini 1.23, parere contrario di Commissioni e Governo, nonché della relatrice di minoranza per il gruppo di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà, con parere favorevole dei relatori di minoranza per il Movimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 100

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  416   
   Votanti  404   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  313).    

  (Il deputato Romanini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rizzo 1.24.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzo. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA RIZZO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento si intende sopprimere la lettera b) del comma 1, riguardante la proroga della partecipazione dell'Italia alla missione denominata Joint Enterprise; missione iniziata nel 1999, che opera nel rispetto del mandato sancito dalla risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per assicurare la libertà di movimento e un ambiente stabile e sicuro a tutta la popolazione in Kosovo, indipendentemente dalle differenze etniche e religiose.
  Presidente, se vogliamo favorire processi di integrazione pacifica nel vecchio continente, dovremmo cominciare a farlo provvedendo a far camminare con le proprie gambe le democrazie che abbiamo aiutato a formarsi negli ultimi dieci anni. L'assistenzialismo, il volere essere costantemente presenti in Paesi dove si presume che corruzione e mancanza di libertà di stampa rallentino il processo e l'annessione sono solo delle banali scuse che crediamo non possano reggere più.
  O dopo dieci anni e svariati milioni di euro, utilizzati per mantenere in vita queste missioni, si prende coscienza di avere favorito i processi democratici o si rivede totalmente l'approccio alla questione, senza continuare a garantire rendite a vita tra chi continua a vedere le missioni internazionali come valvole di sfogo per il mantenimento delle capacità operative dei nostri militari.
  Ricordiamo che l'operazione Joint Enterprise comprende le attività di KFOR, MSU ed i NATO Headquarters di Belgrado e Sarajevo. Essa è frutto della riorganizzazione della presenza NATO nei Balcani operata alla fine del 2004, che ha determinato l'unificazione di tutte le operazioni condotte nei Balcani in un unico contesto operativo, ovvero quello definito dalla Joint Operations Area.
  Sentiamo la responsabilità di dover procedere, una volta per tutte, alla definizione del ruolo dell'Italia nella partecipazione alle missioni internazionali che non hanno più margini di miglioramento rispetto alle situazioni e ai processi democratici di quei Paesi, suggerendo, tra l'altro, che si possa essere promotori in sede NATO dell'apertura di tavoli di lavoro utili a definire queste missioni una volta e per sempre.
  Ad oggi, un po’ di numeri, impegniamo 542 uomini, la maggior parte dislocati attraverso il quartier generale di Sarajevo, dove abbiamo 9 ufficiali, 212 sottufficiali sino a maresciallo capo e 317 tra marescialli ordinari, sergenti e caporali maggiori, qualcosa compreso tra 265 e 327 mezzi terrestri, cosa non chiara dalla relazione tecnica allegata, dove si riportano entrambi i numeri, ma che sicuramente ci costano oltre un milione di euro solo, e dico solo, per tre mesi.
  Si spendono ben 9.099.669 euro per approntamento in patria, addestramento per impiego, trasporti con vettori militari, acquisto di materiali ed equipaggiamenti speciali, flussi satellitari e così via. Ribadisco, sempre e solo per tre mesi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzo 1.24, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il Pag. 101parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Del Grosso, Malpezzi, Spadoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  403   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  288).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Bernini 1.17.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Bernini. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Grazie, Presidente. Con questo mio emendamento, chiedo che il personale e i mezzi impiegati nelle missioni di cui al comma 1, quindi missione Eulex, quelle nei Balcani e in Kosovo, debbano rientrare in Italia entro il 31 dicembre 2015, visto che l'Italia, come sappiamo, latita molto in sicurezza e, soprattutto, in uomini che possano fare indagini e ricerche per scovare gli evasori. Andarle a fare in un altro Paese e, nonostante tutto, questo continua imperterrito a stare nella corruzione, come abbiamo visto anche l'ultimo caso del giudice della Corte di appello, mi sembra abbastanza un paradosso.
  Inoltre, vi è un rapporto, il Transparency 2014, che parla di questo. L'ho letto su il Fatto Quotidiano: «L'Italia è prima per corruzione tra i Paesi dell'Unione europea. Lo scrive nero su bianco l'ultima classifica della corruzione percepita (...) che riporta le valutazioni degli osservatori internazionali sul livello di corruzione di 175 Paesi del mondo. L'indice 2014 colloca il nostro Paese al sessantanovesimo posto della classifica generale, come nel 2013, fanalino di coda dei Paesi del G7 e ultimo tra i membri dell'Unione europea».
  Quindi, dovremmo far rientrare questi uomini, per venire in Italia a diminuire la corruzione, non portarli in Kosovo, per diminuirla in Kosovo.
  Nonostante questo, in Kosovo, non si risolve una «cippa», perché il rapporto della Mogherini parla molto chiaramente di questa cosa....

  PRESIDENTE. Onorevole Bernini, la prego.

  PAOLO BERNINI. Non si può usare questo termine ?

  PRESIDENTE. No, non si può.

  PAOLO BERNINI. Potrei dire una parolaccia ma...

  PRESIDENTE. Ne usi un'altra che non sia una parolaccia che è meglio. Prego.

  PAOLO BERNINI. Spendiamo soldi per combattere la corruzione in Kosovo, e qua in Italia siamo al sessantanovesimo posto. Ma come è possibile questa cosa ?

  PRESIDENTE. Cerchi di proseguire il suo ragionamento senza parolacce se ci riesce...

  PAOLO BERNINI. Bisogna portarli a casa questi uomini, non devono stare là (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Bernini 1.17, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, mentre la relatrice di minoranza di SI-SEL si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 102
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  408   
   Votanti  396   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
 85    
    Hanno votato
no  311    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Bernini 1.50, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo e della relatrice di minoranza di SI-SEL, e il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Lo Monte...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  405   
   Votanti  393   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 87    
    Hanno votato
no  306    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzo 1.51, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Lo Monte, Carra, Vico, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  408   
   Votanti  394   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  292    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 1.10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Intervengo per aggiungere le firme di tutto il gruppo all'emendamento Gianluca Pini 1.10, che va nella direzione degli emendamenti già presentati dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, per cancellare quella parte del provvedimento con la quale viene rifinanziata la missione in Kosovo.
  Noi riteniamo che quella missione, sin dall'inizio, fosse una missione che di fatto non doveva essere finanziata, e oggi, alla luce anche della minaccia del terrorismo internazionale, in una logica di razionalizzazione della presenza dei nostri militari sui vari teatri di guerra, la logica ci imporrebbe di chiudere quella missione, per garantire maggiori risorse a missioni che invece servirebbero a tutelare maggiormente gli interessi del nostro Paese.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Durante l'espressione dei pareri c’è stato un piccolo problema. Avevamo dato un parere contrario su questo emendamento. In realtà è un parere favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 1.10, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della relatrice di minoranza di SI-SEL e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 103

  Murer, Carrozza, Franco Bordo, Sandra Savino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  407   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
  90    
    Hanno votato
no  317).    

  (La deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Frusone 1.52, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della relatrice di minoranza di SI-SEL e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno, Massa, Fregolent, Ferranti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  418   
   Votanti  407   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
  86    
    Hanno votato
no  321).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Basilio 1.53.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Basilio. Ne ha facoltà.

  TATIANA BASILIO. Grazie, Presidente. Sempre per le stesse motivazioni addotte precedentemente per gli altri emendamenti, con questo emendamento chiediamo di aggiungere, dopo il comma 3, il seguente: «Il personale e i mezzi impiegati per i programmi di cooperazione di cui al comma 3 devono rientrare in Italia entro il 31 dicembre 2015». Ora, molti di voi si chiederanno: «Ma come ? Il MoVimento 5 Stelle è a favore della cooperazione» ed è vero. Solo che gli articoli sulla cooperazione non sono i primi. I primi articoli del decreto missioni riguardano sempre e comunque le Forze armate impiegate all'estero oppure le forze di polizia. Infatti, in questo caso, il comma 3 autorizza le forze di polizia italiane in Albania e nei Paesi dell'area balcanica.
  Quindi, noi non siamo assolutamente contrari agli interventi delle forze di polizia per stabilizzare, comunque, le aree nelle quali ci sono stati dei conflitti gravi come questo. Però, la nostra domanda, sarà anche ridondante, ma è sempre la stessa: in questo caso sono necessarie ancora le forze di polizia e le Forze armate che vadano a presenziare sul territorio ? Oppure a questo punto spostiamo questi fondi, questi soldi addirittura agli affari esteri per iniziare davvero un percorso di cooperazione e di cammino singolo di questo Stato, senza che sia più tenuto mano nella mano da parte delle forze di polizia e delle forze dell'ordine italiane ? Quindi, la nostra domanda più o meno è sempre quella (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Basilio 1.53, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della relatrice di minoranza di SI-SEL e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
   (Segue la votazione).

  Dall'Osso, D'Ambrosio, Artini, Luigi Gallo, Molteni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 104

   (Presenti  420   
   Votanti  405   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  316).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Corda 1.54.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corda. Ne ha facoltà.

  EMANUELA CORDA. Grazie, Presidente. Intanto dispiace discutere un provvedimento che, a nostro avviso, non dico sia inutile ma superfluo, perché noi abbiamo votato una legge quadro qui alla Camera e ci sarebbe piaciuto averla calendarizzata anche al Senato, invece giace in qualche cassetto, come al solito. Una disciplina certa per una materia importante rimane ancora a ristagnare nei cassetti e nessuno se ne occupa. Eppure, ci ritroviamo dinanzi all'ennesimo rifinanziamento trimestrale – sono più di 330 milioni di euro – e appare veramente ridicolo – ridicolo ! – ripetere ancora una volta che a tutto ciò dovrebbe essere data comunque – lo ripeto e lo ribadisco – una disciplina certa. Per quanto riguarda l'emendamento, stiamo sempre parlando della missione Eulex Kosovo. Come hanno già ribadito i colleghi, è una missione ormai vetusta, una missione che a nostro avviso non ha più ragion d'essere, perché stiamo parlando di una missione che comunque non ha raggiunto gli obiettivi ma che impegna ingenti mezzi e un numero ancora elevato di uomini, quando – mi riferisco qui al discorso del collega Rizzo – stiamo parlando di un Paese che comunque è riconosciuto da ben ventitré Paesi dell'Unione europea, quindi anche candidato a farvi parte e sembra quasi illogico che noi ci arroghiamo il diritto ancora di voler proteggere le future democrazie e voler esportare appunto la democrazia anche in casa nostra, quasi. È una contraddizione di termini, oltre che dal punto di vista logico. Tra l'altro, in questo caso, ripeto, anche le cifre sono esorbitanti, proprio per via del fatto che comunque sono trascorsi ormai tanti anni dall'inizio della missione, quindi almeno si poteva pensare di ridimensionare gli investimenti, invece continuiamo a sperperare denari pubblici. Ripeto, le problematiche relative alla corruzione non sono state risolte perché, come citava la collega Spadoni, sono venute a galla anche delle questioni particolarmente gravi alle quali non si è avuta ancora risposta da parte del Governo. Quindi, ci ritroviamo ancora una volta a votare qualcosa di veramente scandaloso. Quindi, chiedo che sia votato questo emendamento, anche se non ci conto, ovviamente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Corda 1.54, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della relatrice di minoranza del gruppo Sinistra Italiana-SEL e il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giammanco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  418   
   Votanti  404   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
  84    
    Hanno votato
no  320).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tofalo 1.55, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della relatrice di minoranza del gruppo Sinistra Italiana-SEL e il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 105

  Di Lello, Ciprini, Baroni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  408   
   Votanti  395   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
  86    
    Hanno votato
no   309).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 1.11.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Intervengo semplicemente per annunciare la sottoscrizione da parte di tutto il gruppo della Lega Nord di questo emendamento, l'1.11 di Gianluca Pini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Vorrei invitare i colleghi della Lega Nord e tutta l'Aula a riflettere su due cose.
  La prima: il Kosovo è un Paese vicino all'Italia; è alla distanza di un centinaio di chilometri dalle nostre coste. Se esiste un luogo in cui c’è una particolare concentrazione di interessi italiani è sull'altra sponda dell'Adriatico. È un Paese islamico e l'intervento italiano ha ottenuto due risultati: ha posto fine al pericolo gravissimo del massacro delle minoranze cristiane in quest'area e anche ha contrastato efficacemente l'integralismo islamico, che ha tentato di impadronirsi di questo Paese.
  Capisco le ragioni addotte dall'onorevole Pini nel suo emendamento, ma inviterei a riflettere che, se vogliamo contrastare l'integralismo del Mediterraneo, dobbiamo fare una particolare attenzione ai Paesi che ci sono più vicini, dai quali possono arrivare ondate migratorie e anche pericoli particolari per il nostro Paese. Il Kosovo è un luogo di massima concentrazione di interesse nazionale italiano.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Presidente, io ringrazio l'onorevole Buttiglione, però gli consiglierei di andare in vacanza, dopo che in Kosovo, anche a Cipro, perché questo emendamento era appunto su Cipro e non sul Kosovo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Comunque gliela consiglio, perché è una bella zona.

  PRESIDENTE. Però, il parere non lo deve cambiare ? È così ! Perfetto.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. Intervengo solo per aggiungere la mia firma all'emendamento.

  STEFANO ALLASIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. Intervengo solo per aggiungere la mia firma all'emendamento.

  ROBERTO SIMONETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Intervengo per aggiungere la mia firma all'emendamento.

  STEFANO BORGHESI. Chiedo di parlare.

Pag. 106

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Anche io intervengo per aggiungere la mia firma all'emendamento.

  FILIPPO BUSIN. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Grazie, Presidente. Intervengo per aggiungere la mia firma all'emendamento.

  PRESIDENTE. Prendo atto che anche gli onorevoli Grimoldi e Molteni aggiungono la propria firma all'emendamento.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Presidente, voglio segnalare che questo comma fa riferimento a una missione, quella che abbiamo a Cipro, che è una missione che tra le righe – almeno così eravamo rimasti noi delle Commissioni – era stata abolita. Qui finanziamo la missione per quattro carabinieri – quattro ! – che vengono pagati per tre mesi a Cipro – quindi, non sappiamo bene in quale territorio e quale sia la missione strategica che hanno questi quattro carabinieri – alla modica cifra di 66.961 per tre mesi. Quindi, non è che stiamo parlando di milioni di euro.
  A questo punto, se la maggioranza non è d'accordo per sopprimere questa missione, allora con il mio gruppo presenteremo un emendamento per aumentare di 39 euro questo compenso, perché da 66.961 euro facciamo 67 mila euro e 39 euro ce li metto io e così facciamo stare bene per quattro mesi queste persone.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 1.11, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della relatrice di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Pannarale, Realacci. Pannarale ancora non riesce a votare, ma vedo che c’è il tecnico. Realacci ha votato. Se sistemate Pannarale poi chiudiamo la votazione.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  422   
   Votanti  345   
   Astenuti   77   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
  18    
    Hanno votato
no  327).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 1.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente. Con questo emendamento chiediamo la soppressione di due missioni: la missione NATO Active Endeavour e la missione dell'Unione europea EUNAVFOR MED.
  Chiediamo contestualmente di spostare le risorse – cinque milioni di euro – per una missione nel Mediterraneo, una missione con compiti di ricerca e di soccorso dei profughi, e poi di spostare il resto delle risorse all'articolo 8, comma 1, cioè all'articolo che prevede, appunto, risorse per la cooperazione internazionale e per la ricostruzione. Queste due missioni insistono tutte e due nell'area del Mediterraneo, una è una missione NATO che è costata già centinaia di milioni di euro e che fu avviata il giorno dopo gli attentati alle Torri gemelle; è una missione che, in pratica, doveva inizialmente occuparsi solo delle rotte dei terroristi per intercettarli e per, appunto, abbatterli, combatterli, ma non ci risulta, almeno dalle notizie che abbiamo, che questa missione abbia mai scovato terroristi che si aggiravano nel mar Mediterraneo. In più, la missione Pag. 107Active Endeavour ha visto il suo mandato allargarsi nel tempo e sono state previste, addirittura, esercitazioni nella caccia ai sottomarini, insomma, come se i terroristi potessero usare o si abbiano notizie che i terroristi utilizzino i sottomarini. Non è servita, lo ripeto, dalle notizie che abbiamo, a intercettare neppure – e lì avrebbe svolto una funzione molto utile – i barconi carichi di profughi e ad evitare, per questa via, naufragi e morti.
  La missione Eunavfor Med, invece, lo abbiamo detto, è una missione europea che è cominciata a giugno del 2015 e noi oggi siamo già nella seconda fase. Seconda fase della missione per cui abbiamo ricevuto l'autorizzazione, attraverso una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU, ex post, cioè dopo che, terminata la prima fase, l'Europa ha avviato la seconda fase di questa missione. Devo dire che nelle Commissioni, né nella Commissione difesa né nella Commissione esteri, abbiamo potuto sapere, e quindi non siamo assolutamente a conoscenza di quali siano stati i risultati ottenuti da questa missione europea nella prima fase, né se gli obiettivi che la missione aveva nella prima fase, appunto, siano stati in qualche maniera raggiunti. Per lo più, insomma, questa missione agisce in una fase in cui la pacificazione e la stabilizzazione della Libia è lungi da venire, ahinoi, ed è anche questa una missione di militarizzazione delle acque del mar Mediterraneo, cioè continuiamo a finanziare missioni a vocazione esclusivamente militare, in un'ossessione securitaria che mette, secondo noi, maggiormente a repentaglio la vita dei migranti e dei profughi, quelli per i quali diciamo di essere con assetti aeronavali nel Mediterraneo per difenderli dagli scafisti.
  C’è un mar Mediterraneo affollato di assetti aeronavali, affollato di navi ammiraglie, affollato di missioni NATO e di missioni europee e di missioni anche nazionali, vedremo poi all'articolo 4, ed affollato, però, soprattutto, di morti. Voglio ricordare che nonostante questo dispiegamento così ingente che prevede, peraltro, l'utilizzo di centinaia di milioni di euro, nonostante questo, c’è un dato che è tragico, un dato che so essere inaccettabile per tutti e tutte in quest'Aula, ed è la morte di settecento bambini dal 1o gennaio ad oggi. Settecento bambini sono morti nel mar Mediterraneo. Noi abbiamo continuato e continuiamo anche con questo decreto di rifinanziamento, invece, appunto, a utilizzare e a foraggiare missioni militari che non servono in alcun modo a combattere gli scafisti, anzi agli scafisti continuano nel loro odioso traffico di uomini, di donne e di bambini, non servono a salvare le vite umane, appunto come abbiamo visto in questi mesi, servono, sì, a sprecare risorse, risorse importanti che, invece, potrebbero essere utilizzate per istituire, per esempio, canali umanitari e aiutare i profughi che vengono dall'altra parte del Mediterraneo a raggiungere in sicurezza i nostri mari.
  Per questo vi chiediamo di sopprimere queste due missioni e di trasferire quelle risorse alla cooperazione, alla ricostruzione e alla stabilizzazione dei Paesi in conflitto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Causin. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN. Sì, utilizzando il tempo del gruppo, non come relatore, per dire alla collega Duranti che è assolutamente giusto e legittimo presentare un emendamento che sposta le risorse da una missione navale alla cooperazione. Poi, al di là di tutto, l'Aula può decidere il parere favorevole o contrario. Tuttavia, avendo visitato la missione Eunavfor Med con il presidente della Commissione difesa e altri due parlamentari, mi sento di riferire all'Aula che quella missione svolge un ruolo importantissimo in questo momento, non di contrasto al traffico di esseri umani, ma è impegnata su quello che si chiama in termini militari search and rescue, cioè, attraverso i sistemi di monitoraggio, vengono individuati tutti i giorni barconi e gommoni di migranti e attraverso questo lavoro dettagliato che sta facendo la missione si riesce anche a Pag. 108intervenire con missioni di salvataggio. Questo ha prodotto una forte diminuzione delle partenze dalla Libia: ci sono ventidue unità navali nella missione e quattro sono italiane; ventidue Paesi europei su ventotto hanno aderito. E quello che ha fatto la missione in questi mesi di esercizio è assolutamente encomiabile.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer. Ci siamo ? Mariano, Bergonzi, Tripiedi, che è in arrivo, Placido. Tripiedi lei ha votato perché non vedo da qui ? Mi fa un segno quando riesce a votare ? Placido ha votato. Onorevole Tripiedi, mi dice se ha votato ? Ah, ok, perfetto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  345   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
  31    
    Hanno votato
no  314).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palazzotto 1.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marazziti, Palma, Vico. Provi, onorevole Vico. Monchiero. Eccoci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  344   
   Astenuti   77   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
  31    
    Hanno votato
no  313).    

  Secondo le intese intercorse, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani mattina a partire dalle ore 10.

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, si procederà alla seguente riarticolazione dei lavori dell'Assemblea. Prego i colleghi di ascoltare o quantomeno di consentire che gli alti ascoltino. La discussione sulle linee generali della proposta di legge in materia di auto blu è anticipata alla seduta di domani mercoledì 18 novembre al termine delle votazioni, mentre il seguito dell'esame sarà iscritto all'ordine del giorno della seduta di giovedì 19 novembre dopo il decreto-legge recante il rifinanziamento delle missioni internazionali e prima degli altri argomenti già previsti. La discussione sulle linee generali della proposta di legge in materia di protezione degli autori di segnalazioni di reati, cosiddetto whistleblowing, è anticipata alla parte antimeridiana della seduta di lunedì 23 novembre, mentre il seguito dell'esame rimane collocato dopo l'esame del disegno di legge di riforma costituzionale.
  Avverto, inoltre, che nella parte pomeridiana della seduta di lunedì 23 novembre, prima di passare all'esame degli emendamenti riferiti al disegno di legge di riforma costituzionale, sarà esaminata e posta in votazione la questione pregiudiziale di merito presentata dal gruppo di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e riferita allo stesso provvedimento.Pag. 109
  Sempre con riferimento al disegno di legge di riforma costituzionale, il cui esame in data odierna è stato concluso in sede referente, il termine per la presentazione degli emendamenti in Assemblea è fissato a venerdì 20 novembre alle ore 11.
  Nella seduta di giovedì 26 novembre, alle ore 9,30, avranno luogo le comunicazioni del Governo sulla Conferenza in materia di cambiamenti climatici di Parigi COP21.
  La riunione del Parlamento in seduta comune, già prevista per domani, mercoledì 18 novembre, alle ore 13, per la votazione per l'elezione di tre giudici della Corte costituzionale, è rinviata a mercoledì, 25 novembre, sempre alle ore 13.

Modifica nella composizione e nella denominazione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, i deputati Beatrice Brignoni, Giuseppe Civati, Andrea Maestri e Luca Pastorino, già iscritti al gruppo parlamentare Misto, hanno dichiarato di aderire alla componente politica «Alternativa Libera» del gruppo parlamentare Misto. Il rappresentante di tale componente, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta e ha contestualmente reso noto che la nuova denominazione della componente è «Alternativa Libera-Possibile».

Modifica nella composizione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettere pervenute in data odierna, i deputati Sebastiano Barbanti, Mara Mucci, Aris Prodani e Walter Rizzetto, già iscritti alla componente politica «Alternativa Libera-Possibile» del gruppo parlamentare Misto, hanno dichiarato di dimettersi dalla componente stessa e risultano pertanto iscritti al gruppo Misto.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo.

  ANGELO TOFALO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà per due minuti.

  ANGELO TOFALO. Grazie Presidente, «Venerdì sera avete rubato la vita ad una persona eccezionale, l'amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo, voi siete anime morte. Se questo Dio, per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore; perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza, ma la vostra è una battaglia persa. L'ho vista stamattina, finalmente dopo notti e giorni d'attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di dodici anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due: mio figlio ed io ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena diciassette mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme come ogni giorno e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l'affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio».
  Il marito di una donna uccisa al Bataclan, Antoine Leiris (Applausi).

  MAURO OTTOBRE. Chiedo di parlare.

Pag. 110

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Grazie Presidente, care colleghe e colleghi, voglio ricordare, in questo breve tempo che ho a disposizione, l'ex Presidente del Consiglio regionale Trentino Südtirol, Diego Moltrer, ad un anno esatto dalla sua scomparsa. Diego o «milordo», come lo chiamavano i suoi compaesani, fu un grande uomo che, per la sua comunità, ha dato tutto e tuttora si sente la sua mancanza a partire dalla sua valle dei mocheni, piccola comunità di minoranza linguistica tedesca del Trentino fino alle istituzioni provinciali e regionali. Era una persona onesta, molto legata alle sue radici e tradizioni ma aperta a tutti; era cordiale nei modi, schietti nelle parole, sapeva distinguersi per correttezza e civiltà; aveva un cuore generoso che lo ha contraddistinto dagli altri, portandolo a realizzare qualcosa davvero importante per la sua comunità che tanto amava. Un esempio fu il suo discorso di insediamento come Presidente del Consiglio regionale; le minoranze linguistiche sono un valore aggiunto per tutta la società regionale, sono quella straordinaria ricchezza linguistica e culturale che consente alla nostra terra il sentirsi speciale, autonoma, aperta all'Europa. Diego da quando è diventato Presidente del Consiglio regionale nel novembre 2013, ha portato avanti la dura battaglia dei vitalizi degli ex consiglieri regionali; senza tanti giri di parole proprio, come al suo solito, voleva portare a termine questa battaglia, una vicenda che lo ha logorato molto e che ha contribuito a indebolire il suo cuore che, improvvisamente, il 17 novembre dell'anno scorso, lo ha tradito durante una battuta di caccia.
  Per concludere, la comunità trentina non lo ha mai dimenticato e non lo dimenticherà e come faceva sempre lui per onorare la sua gente di montagna: «An schian gruas en olla ont guata orbet». Un caro saluto a tutti e un buon lavoro”.

  DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Grazie, Presidente. Volevo sollecitare l'interrogazione n. 5-06264 che riguarda la città di Casatenovo. Vogliamo sapere che livelli di inquinanti ci sono nella fabbrica ex Vismara. È un tema che sta molto a cuore alla cittadinanza e vorrei sollecitare il Governo proprio affinché ci dia una risposta seria all'interrogazione che abbiamo presentato. Presidente, la prego di sollecitare gli uffici perché i cittadini di Casatenovo voglio sapere.

  PRESIDENTE. Onorevole Tripiedi, come lei sa, la Presidenza fa sempre questo lavoro di sollecitazione, poi sul contenuto della risposta non possiamo dire nulla.

  PAOLO BERNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Grazie, Presidente. La settimana scorsa ho partecipato in prima persona insieme ad EITAL, ente italiano tutela animale e legalità, e alla Guardia di finanza al sequestro di una ventina di cuccioli di razza detenuti in condizioni di maltrattamento all'interno dell'abitazione di un soggetto ungherese.
  Questo non è un caso perché migliaia di cuccioli ogni anno, strappati alle madri prematuramente ogni giorno, più intensamente in questo periodo pre-natalizio, vengono introdotti nel territorio nazionale all'interno di veicoli di ogni sorta, schiacciati all'interno delle intercapedini ricavate nelle auto da questi sfruttatori di animali senza scrupoli per essere poi posti in commercio attraverso web e negozi le cui vetrine fanno trasparire una parvenza di legalità circa la provenienza e la salute degli animali. I cuccioli introdotti di contrabbando in Italia, una volta giunti nel nostro Paese, vengono microchippati da veterinari compiacenti e smerciati come nati in allevamenti regolari ma, in realtà, malati e comunque sofferenti.
  Il Parlamento dovrebbe modificare al più presto le leggi in materia ancora troppo blande per fermare questa drammatica Pag. 111strage degli innocenti al fine di introdurre pene più severe e sollecitare le competenti autorità sanitarie territoriali (ASL) ad intensificare i controlli presso i privati, gli allevamenti e soprattutto i negozi. Faccio appello anche alla FNOVI, federazione nazionale ordini medici veterinari, a sollecitare la categoria a non microchippare i cuccioli senza prima verificarne la provenienza. Le mie ispezioni con EITAL e con l'intervento delle forze dell'ordine continueranno fino al cambiamento. Non comprate cuccioli o fomenterete un commercio illegale che in Italia produce ogni anno un giro di affari di 500 milioni di euro, ma adottateli nei numerosi canili italiani stipati di creature in cerca di amore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 18 novembre 2015, alle 10:

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (C. 3393-A).
  — Relatori: Andrea Romano (per la III Commissione) e Causin (per la IV Commissione), per la maggioranza; Scagliusi (per la III Commissione), Duranti e Frusone (per la IV Commissione), di minoranza.

  2. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   CENNI ed altri: Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (C. 348-B).
  — Relatore: Fiorio.

  3. – Seguito della discussione delle mozioni Bergamini ed altri n. 1-00979, Catania ed altri n. 1-01056, Zaccagnini ed altri n. 1-01057, Falcone ed altri n. 1-01058, Parentela ed altri n. 1-01059, Simonetti ed altri n. 1-01060 e Dorina Bianchi ed altri n. 1-01061 concernenti iniziative, anche in sede europea, per la tutela del settore risicolo italiano, con particolare riferimento all'importazione del riso dalla Cambogia.

  (al termine delle votazioni)

  4. – Discussione sulle linee generali della proposta di legge:
   SORIAL ed altri: Disposizioni in materia di acquisto e dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni (C. 3220).

  La seduta termina alle 19,10.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DELLA DEPUTATA SERENA PELLEGRINO IN SEDE DI DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 3194-A

  SERENA PELLEGRINO. Grazie Signor Presidente, Signor Ministro, Onorevoli colleghi, riprendere a far bene le opere pubbliche, fare quelle giuste, che servono veramente al Paese, in maniera efficiente ed efficace, è un tema sul quale, l'Italia, la politica, la pubblica amministrazione e le imprese, dopo aver dato pessime esibizioni, si giocano il futuro.
  Come Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà ci siamo impegnati affinché il nuovo Codice degli appalti sia davvero un argine contro il malaffare, in modo che la Pag. 112trasparenza, l'efficienza e l'efficacia siano prerogativa della pubblica amministrazione.
  Misure semplici e lineari per combattere l'illegalità, meccanismi chiari che garantiscano la realizzazione dei lavori nei tempi giusti, risorse certe e ben programmate, una pianificazione di opere utili per i cittadini, ambientalmente sostenibili e strategiche per il nostro Paese: questi gli obiettivi che hanno sempre guidato la nostra azione politica per la modifica e il miglioramento di questo disegno di legge in Commissione, anche grazie alla positiva interlocuzione con il Ministro Delrio e i Relatori.
  La politica dimostra oggi che, se vuole, può dare un grande segnale di unità e condivisione degli obiettivi.
  Si è messo finalmente mano a un settore, quello degli appalti e dei lavori pubblici, che, per come è stato normato e gestito finora, ha consentito e favorito il dilagare di corruzione, illegalità e sperperi enormi di denaro pubblico.
  E a tutto questo hanno certamente contribuito l'utilizzo costante delle procedure derogatorie, delle norme eccezionali, delle emergenze, della bulimia delle Grandi Opere che hanno portato anche alla redazione della famigerata Legge Obiettivo. Il nostro Paese spende più del 15 per cento del suo PIL negli appalti pubblici e le norme del Codice Appalti, che hanno assorbito le disposizioni derivanti dalla legge Obiettivo, andavano al più presto eliminate e corrette. Negli anni, oltre ad aver dimostrato tutta la loro inefficacia e inefficienza, hanno aperto le porte all'illegalità, alla corruzione e, peggio di tutto, falsato la concorrenza.
  I numeri sono chiari per dichiararne il fallimento: in 15 anni di operatività, con la Legge Obiettivo, al di là dei proclami di berlusconiana memoria, sono stati realizzati poco meno del 10 per cento delle opere previste e meno di 1/3 degli investimenti programmati, per contro, attraverso l'utilizzo smodato delle varianti in corso d'opera, ha permesso oltre misura la lievitazione dei prezzi. Voglio sottolineare che la variante in corso d'opera è uno strumento prezioso per il miglioramento dell'opera e che dà la possibilità al progettista e al realizzatore dell'opera di dare il massimo risultato e consegnare un'opera davvero alla regola d'arte come richiede la legge e non può essere il «pozzo di San Patrizio» a cui tutti attingono perché tanto sono «soldi pubblici» !
  Lo stesso «mantra», populista e ambientalmente devastante, delle Grandi Opere (i cui costi sono esplosi in 14 anni dai 125,8 miliardi del 2001 per 115 opere, agli attuali 383,9 miliardi di euro per 419 opere) andava bloccato introducendo finalmente nel nostro Paese una seria analisi costi-benefici delle opere dal punto di vista economico-finanziario, sociale e ambientale. Nei fatti la Legge Obiettivo e il Primo Programma delle infrastrutture strategiche, hanno costituito una pesante ipoteca per lo sviluppo del Paese, sono servite solo a dissipare risorse economico-finanziarie e ambientali, ad aumentare il debito pubblico dell'Italia, soddisfacendo solo gli appetiti dei grandi studi di progettazione, delle grandi aziende di costruzione e delle clientele politiche locali.
  Una legge senza risultati positivi, che ha agevolato tangenti ed inchieste della magistratura tant’è che anche il presidente dell'Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, l'ha definita, come da anni già sostenevano gli ambientalisti, «una legge criminogena». Il Ministro Delrio aveva intenzione di abrogare definitivamente questa legge ma evidentemente l'accordo con una piccola parte del paese l'ha costretto alla mediazione accettando il «superamento».
  Per voltare definitivamente pagina è necessario cancellare la Legge Obiettivo e tornare a ragionare di una vera politica dei trasporti entro cui collocare la lista delle opere utili. È necessario restituire centralità alle opere per la riqualificazione ed i servizi delle città e applicare la VAS sulla pianificazione delle infrastrutture.  
  Già il Senato ha apportato numerose modifiche al testo iniziale che, ricordiamolo, portava la firma di un ministro che ha contribuito non poco alla nascita della Legge Obiettivo.Pag. 113
  La Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera ha ulteriormente migliorato il testo.
  Per noi la garanzia di procedure corrette e trasparenti si hanno: eliminando il criterio di selezione dell'offerta al massimo ribasso; riportando in capo ai Ministero dell'Ambiente e al Ministero dei Beni culturali il giudizio di compatibilità ambientale sul progetto definitivo (mentre oggi la decisione viene assunta con un voto del Cipe); riformando profondamente il sistema del project financing, sistema senza alcun rischio per il privato di fatto «assistito dallo Stato»; rivedendo la figura del General Contractor, che ha dato vita ad una serie di sub-appalti mascherati e incontrollabili.
  Questo testo contiene comunque molti miglioramenti come il potenziamento dell'Autorità Anticorruzione, una stretta sulle varianti e la centralità del progetto, la riduzione delle stazioni appaltanti, l'incremento dei poteri di vigilanza pubblica sul contraente generale, un incremento del sistema di messa a gara delle opere delle concessionarie (anche se, purtroppo, dal 100 per cento di messa a gara fissato dal Senato, la Camera lo ha abbassato all'80 per cento).
  Nella VIII Commissione abbiamo previsto l'aggiornamento del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica del 2001, la riprogrammazione delle risorse alle opere sulla base dei criteri individuati nel «Documento Pluriennale di pianificazione» nonché l'applicazione delle procedure di valutazione ambientale strategica (VAS) e di Valutazione di impatto ambientale (VIA). Purtroppo fino ad oggi nessuna delle opere della Legge Obiettivo è stata mai sottoposta a VAS, MOSE incluso.
  Il legame tra la riqualificazione delle stazioni appaltanti e la ridefinizione dei compiti dell'Autorità Nazionale Anticorruzione attribuisce di fatto più ampie funzioni regolatorie e di indirizzo.
  Vediamo positivamente il limitato ricorso alla procedura di massimo ribasso, il rafforzamento degli strumenti di trasparenza, la pubblicità e la tracciabilità degli atti di gara, la verifica della composizione delle commissioni di gara per evitare conflitti di interessi.
  Si prevedono misure finalizzate a contenere le varianti in corso d'opera e uno specifico regime per la mancata o tardiva comunicazione all'ANAC delle variazioni in corso d'opera.
  Negli appalti pubblici di lavori aggiudicati con la formula del Contraente Generale viene finalmente previsto il divieto di attribuzione dei compiti di responsabile o direttore dei lavori allo stesso contraente generale o soggetto collegato.
  Si introducono forme di dibattito pubblico delle comunità locali dei territori interessati dalla realizzazione di grandi progetti infrastrutturali e di architettura di rilevanza sociale aventi impatto sull'ambiente, la città o sull'assetto del territorio, nonché la previsione di una procedura di partecipazione del pubblico e di acquisizione dei consensi necessari per realizzare in tempi certi un'operai utile e condivisa, stabilendo la pubblicazione on line dei progetti e degli esiti della consultazione pubblica.
  Dovranno essere previste misure finalizzate a garantire il rispetto dei criteri di sostenibilità energetica e ambientale nell'affidamento degli appalti pubblici e dei contratti di concessione. Viene inserito il criterio di aggiudicazione basato sui costi del ciclo di vita, e un maggior punteggio per i beni e i servizi che presentano un minor impatto sulla salute e sull'ambiente.
  Questi sono alcune delle modifiche ottenute in Commissione nella discussione degli emendamenti in sede referente e sono stati 11 gli emendamenti del nostro Gruppo accolti o recepiti.
  Un primo importante passo è stato fatto ma la strada da percorrere è ancora lunga e carica di insidie. Come ci dimostra anche il recente tentativo di riaprire il capitolo Ponte sullo Stretto di Messina, una delle opere simbolo della Legge Obiettivo di Berlusconi.
  Siamo consci che sarà decisivo verificare e porre l'attenzione sui futuri decreti attuativi che abbiano una reale rispondenza Pag. 114con i principi e criteri direttivi stabiliti nel testo che andiamo ad approvare.
  Riteniamo comunque che grazie al lavoro di miglioramento svolto dal nostro Gruppo e dal Parlamento nel suo complesso sia aperta la strada per una riforma positiva di un settore fondamentale per il rilancio del nostro Paese.
  Per questo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia e Libertà voterà a favore di questa legge delega per il riordino complessivo della disciplina degli appalti pubblici.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3194-A – em. 1.941 rif. 371 371   186 337 34 91 Appr.
2 Nom. em. 1.704 375 305 70 153 287 18 91 Appr.
3 Nom. em. 1.707 376 375 1 188 92 283 91 Resp.
4 Nom. em. 1.9 368 356 12 179 88 268 90 Resp.
5 Nom. em. 1.700, 1.708 378 378   190 376 2 90 Appr.
6 Nom. em. 1.948 382 382   192 291 91 90 Appr.
7 Nom. em. 1.21 378 377 1 189 358 19 90 Appr.
8 Nom. em. 1.712 389 389   195 123 266 88 Resp.
9 Nom. em. 1.719, 1.720 391 390 1 196 123 267 88 Resp.
10 Nom. em. 1.791 391 391   196 281 110 88 Appr.
11 Nom. em. 1.949 rif. 393 393   197 392 1 88 Appr.
12 Nom. em. 1.733 394 394   198 394   87 Appr.
13 Nom. em. 1.730 399 289 110 145 38 251 87 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.950 394 390 4 196 368 22 87 Appr.
15 Nom. em. 1.736 395 378 17 190 32 346 87 Resp.
16 Nom. em. 1.940 396 321 75 161 70 251 87 Resp.
17 Nom. em. 1.754 rif. 394 394   198 391 3 87 Appr.
18 Nom. em. 1.769 383 368 15 185 365 3 87 Appr.
19 Nom. em. 1.762 400 310 90 156 46 264 87 Resp.
20 Nom. em. 1.934 395 388 7 195 370 18 87 Appr.
21 Nom. em. 1.766 393 367 26 184 76 291 87 Resp.
22 Nom. em. 1.942 rif. 392 369 23 185 302 67 87 Appr.
23 Nom. em. 1.784 401 396 5 199 105 291 87 Resp.
24 Nom. em. 1.951 400 327 73 164 298 29 87 Appr.
25 Nom. em. 1.802 rif. 396 380 16 191 375 5 87 Appr.
26 Nom. em. 1.953 392 367 25 184 289 78 87 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.188 406 381 25 191 111 270 87 Resp.
28 Nom. em. 1.115 403 363 40 182 105 258 87 Resp.
29 Nom. em. 1.810 rif. 402 368 34 185 360 8 87 Appr.
30 Nom. em. 1.808 409 371 38 186 35 336 86 Resp.
31 Nom. em. 1.946 rif. 411 317 94 159 301 16 86 Appr.
32 Nom. em. 1.814 411 332 79 167 301 31 86 Appr.
33 Nom. em. 1.792 415 394 21 198 391 3 86 Appr.
34 Nom. em. 1.801 397 397   199 100 297 86 Resp.
35 Nom. em. 1.364 399 346 53 174 25 321 86 Resp.
36 Nom. em. 1.386 404 292 112 147 33 259 86 Resp.
37 Nom. em. 1.933 rif. 407 292 115 147 291 1 86 Appr.
38 Nom. em. 1.943 413 391 22 196 367 24 86 Appr.
39 Nom. em. 1.944 410 382 28 192 314 68 86 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 1.148 400 387 13 194 315 72 86 Appr.
41 Nom. em. 1.919 411 310 101 156 308 2 86 Appr.
42 Nom. em. 1.155 rif. 412 339 73 170 339   86 Appr.
43 Nom. em. 1.161 410 299 111 150 299   86 Appr.
44 Nom. em. 1.701 407 402 5 202 151 251 86 Resp.
45 Nom. em. 1.956 rif. 407 384 23 193 310 74 86 Appr.
46 Nom. em. 1.957 rif. 413 344 69 173 317 27 85 Appr.
47 Nom. em. 1.798 402 322 80 162 32 290 85 Resp.
48 Nom. em. 1.799 403 328 75 165 26 302 85 Resp.
49 Nom. em. 1.958 rif. 406 330 76 166 303 27 85 Appr.
50 Nom. em. 1.959 403 388 15 195 318 70 85 Appr.
51 Nom. em. 1.856 409 389 20 195 23 366 86 Resp.
52 Nom. em. 1.897 400 399 1 200 98 301 86 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 1.868 409 354 55 178 81 273 86 Resp.
54 Nom. em. 1.857 413 410 3 206 59 351 86 Resp.
55 Nom. em. 1.914 418 339 79 170 323 16 86 Appr.
56 Nom. em. 1.945 rif. 411 407 4 204 320 87 86 Appr.
57 Nom. em. 1.858 418 342 76 172 340 2 85 Appr.
58 Nom. em. 1.870 417 392 25 197 86 306 85 Resp.
59 Nom. em. 1.315 418 342 76 172 28 314 85 Resp.
60 Nom. em. 1.955 rif. 417 412 5 207 298 114 85 Appr.
61 Nom. em. 1.876 rif. 424 423 1 212 416 7 84 Appr.
62 Nom. em. 1.907 421 348 73 175 60 288 84 Resp.
63 Nom. em. 1.854 425 345 80 173 39 306 84 Resp.
64 Nom. em. 1.895 414 327 87 164 45 282 84 Resp.
65 Nom. em. 1.936 rif. 411 379 32 190 355 24 82 Appr.


INDICE ELENCO N. 6 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 1.908 418 396 22 199 56 340 82 Resp.
67 Nom. em. 1.899 425 424 1 213 110 314 81 Resp.
68 Nom. em. 1.794 421 334 87 168 312 22 81 Appr.
69 Nom. em. 1.872 424 421 3 211 104 317 79 Resp.
70 Nom. em. 1.880 414 413 1 207 101 312 79 Resp.
71 Nom. em. 1.859 rif. 417 323 94 162 302 21 79 Appr.
72 Nom. em. 1.935 413 395 18 198 295 100 79 Appr.
73 Nom. em. 1.818 416 336 80 169 331 5 79 Appr.
74 Nom. em. 1.853 408 407 1 204 127 280 79 Resp.
75 Nom. em. 1.860 rif. 398 313 85 157 305 8 79 Appr.
76 Nom. em. 1.960 377 377   189 134 243 88 Resp.
77 Nom. em. 1.922 390 289 101 145 289   88 Appr.
78 Nom. em. 1.855, 1.910 392 363 29 182 53 310 88 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. subem. 0.1.819.1 396 383 13 192 316 67 88 Appr.
80 Nom. sumem. 0.1.819.2 404 364 40 183 297 67 88 Appr.
81 Nom. em. 1.819 404 365 39 183 298 67 88 Appr.
82 Nom. odg 9/3194-A/7 411 323 88 162 24 299 86 Resp.
83 Nom. odg 9/3194-A/11 404 318 86 160 24 294 87 Resp.
84 Nom. odg 9/3194-A/14 403 330 73 166 57 273 87 Resp.
85 Nom. odg 9/3194-A/28 415 408 7 205 100 308 86 Resp.
86 Nom. odg 9/3194-A/29 412 408 4 205 97 311 86 Resp.
87 Nom. odg 9/3194-A/31 420 406 14 204 98 308 85 Resp.
88 Nom. odg 9/3194-A/37 421 417 4 209 150 267 85 Resp.
89 Nom. odg 9/3194-A/38 430 404 26 203 102 302 85 Resp.
90 Nom. odg 9/3194-A/39 431 425 6 213 104 321 85 Resp.
91 Nom. odg 9/3194-A/40 427 346 81 174 76 270 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. odg 9/3194-A/41 429 421 8 211 155 266 83 Resp.
93 Nom. odg 9/3194-A/42 428 409 19 205 139 270 83 Resp.
94 Nom. odg 9/3194-A/43 429 326 103 164 58 268 83 Resp.
95 Nom. odg 9/3194-A/44 432 408 24 205 138 270 84 Resp.
96 Nom. odg 9/3194-A/45 440 318 122 160 46 272 82 Resp.
97 Nom. odg 9/3194-A/48 443 412 31 207 136 276 82 Resp.
98 Nom. odg 9/3194-A/49 432 389 43 195 121 268 82 Resp.
99 Nom. odg 9/3194-A/52 425 351 74 176 98 253 82 Resp.
100 Nom. Ddl 3194-A – voto finale 446 421 25 211 343 78 74 Appr.
101 Nom. Ddl 3393-A – em. 1.22 412 392 20 197 107 285 72 Resp.
102 Nom. em. 1.23 416 404 12 203 91 313 72 Resp.
103 Nom. em. 1.24 412 403 9 202 115 288 72 Resp.
104 Nom. em. 1.17 408 396 12 199 85 311 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 114)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. em. 1.50 405 393 12 197 87 306 71 Resp.
106 Nom. em. 1.51 408 394 14 198 102 292 71 Resp.
107 Nom. em. 1.10 417 407 10 204 90 317 71 Resp.
108 Nom. em. 1.52 418 407 11 204 86 321 71 Resp.
109 Nom. em. 1.53 420 405 15 203 89 316 71 Resp.
110 Nom. em. 1.54 418 404 14 203 84 320 71 Resp.
111 Nom. em. 1.55 408 395 13 198 86 309 71 Resp.
112 Nom. em. 1.11 422 345 77 173 18 327 71 Resp.
113 Nom. em. 1.1 421 345 76 173 31 314 71 Resp.
114 Nom. em. 1.2 421 344 77 173 31 313 71 Resp.