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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 520 di giovedì 12 novembre 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 9,35.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  CATERINA PES, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Bindi, Bratti, Capelli, Carbone, Cirielli, D'Alia, Dambruoso, Epifani, Fedi, Fedriga, Ferranti, Fontanelli, Ginefra, Giancarlo Giorgetti, Guerra, Lupi, Manciulli, Marotta, Antonio Martino, Mazziotti Di Celso, Pisicchio, Porta, Portas, Rosato, Rossomando, Tabacci, Turco, Valeria Valente, Venittelli e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centodue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2070 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 settembre 2015, n. 153, recante misure urgenti per la finanza pubblica (Approvato dal Senato) (A.C. 3386) (ore 9,40).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3386: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 settembre 2015, n. 153, recante misure urgenti per la finanza pubblica.
  Ricordo che nella seduta dell'11 novembre 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 3386)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 3386), nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A – A.C. 3386).
  Avverto che le proposte emendative presentate si intendono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A – A.C. 3386).
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3386), che sono in distribuzione.
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Daniele Pesco. Ne ha facoltà.

Pag. 2

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Quindi, ci risiamo. Riparliamo ancora una volta della voluntary disclosure in quest'Aula. Se ne era parlato all'inizio solo in Commissione, al «primo giro», quando c'era ancora il Governo Letta e in quel caso si trattava di un decreto-legge, che poi è «morto», è finito nell'oblio, ma non per tanto tempo, perché poi è subito stato ripreso in mano tramite un disegno di legge, un po’ come se il Governo volesse passare la palla direttamente al Parlamento per intervenire e decidere su una cosa del genere. E così è stato: i partiti di maggioranza hanno preso al volo questa palla e praticamente l'hanno poco per volta portata fino a questo punto. A che punto siamo ? Siamo al un punto in cui la voluntary disclosure, costruita mese per mese, adesso ha bisogno di una proroga, probabilmente perché le persone non erano abbastanza convinte e si è perso un po’ di tempo a riuscire a convincere le persone. Ma innanzitutto che cos’è la voluntary disclosure ? È praticamente un sistema con il quale chi ha portato o nascosto ingenti capitali all'estero durante la propria attività lavorativa o professionale li potrà praticamente fare emergere pagando solo le tasse ed avendo un certo sconto sulle sanzioni. Ma oltre tutto questo, il regalo sta nel fatto che la persona che appunto ha nascosto così tanti soldi all'erario, commettendo quindi dei reati, potrà godere dell'impunibilità. Impunibilità verso quali reati ? Verso i reati fiscali, e ricordiamo benissimo quali sono, quelli previsti dagli articoli 2, 3, 4 e 5 (oltre ad altri) del decreto legislativo n. 74 del 2000, che sono quei reati per i quali sono previste praticamente pene che vanno da un anno e mezzo a sei anni. Reati che si chiamano: omessa dichiarazione e dichiarazione infedele, ma anche dichiarazione fraudolenta mediante l'uso di false fatture e dichiarazione fraudolenta mediante l'uso di altri artifici. Quindi, ci rendiamo conto che si tratta di reati gravi, gravissimi, con i quali praticamente si è per molto tempo preso in giro il fisco tramite strumenti molto inconsueti quali appunto l'utilizzo di false fatture; è una cosa molto grave. Ebbene, un po’ per continuare la tradizione che nei vari decenni c’è stata, quella di creare condoni, anche in questo caso viene creata un'altra scappatoia con la quale chi appunto ha nascosto soldi al fisco, ingenti somme, magari in Italia, magari all'estero, ora ha un escamotage per farla franca un'altra volta. Ci ricordiamo tutti bene uno degli ultimi condoni, con il quale, con il 5 per cento di imposta (imposta veramente misera) e grazie all'anonimato, molti cittadini sono riusciti a riutilizzare soldi che avevano nascosto al fisco. In questo caso le sanzioni si pagano in modo ridotto, le imposte si pagano, però rimane questa impunibilità che è veramente una cosa che ci lascia molto, molto perplessi. Come dicevo già ieri sera, il nostro è praticamente un Paese in vendita: le multinazionali praticamente si accaparrano un po’ tutte le nostre aziende; grandi società, fondi immobiliari, si comprano i nostri immobili pubblici e adesso abbiamo scoperto che anche il diritto è in vendita, perché se una persona è andata contro la legge per anni e anni frodando il fisco, adesso praticamente ne può uscire pulito.
  Ma chi può essere avvantaggiato da questo strumento ? Logicamente non solo chi ha molti soldi all'estero, ma chi ha molti soldi all'estero e ha bisogno della fedina penale pulita: questo perché magari ha necessità di continuare a rimanere tranquillamente seduto nei vari consigli di amministrazione, dove magari è richiesta l'avere una fedina penale intonsa. Ecco che il Governo offre questa possibilità !
  Sembrava che dovessero rientrare chissà quanti soldi, chissà quanti miliardi, invece alla fine le ultime stime ci parlano di 2 miliardi e mezzo: quindi praticamente abbiamo fatto lavorare il Parlamento, le Commissioni, abbiamo fatto scrivere articoli sui giornali, per cosa ? Per 2 miliardi e mezzo ! Certo non sono pochi; ma fare finta che tutta la nostra finanza nazionale si debba basare per forza su uno strumento come questo, se no non si sarebbe riusciti a far tornare i conti, è una cosa che ci lascia veramente anche in questo Pag. 3caso molto perplessi, perché non è così, perché 2 miliardi e mezzo ad oggi non sono così tante risorse.
  Ma andiamo avanti. Era stato quindi fissato un termine, entro il 30 settembre, per poter aderire alla voluntary disclosure, ma probabilmente in pochi si erano mossi nei tempi: forse perché le persone non si sentivano abbastanza garantite. Ecco che allora sono stati creati dei nuovi strumenti, quali ad esempio l'eliminazione totale del raddoppio del termini. Che cosa vuol dire ? Vuol dire che l'Agenzia delle entrate ha sempre avuto a disposizione, per poter fare gli accertamenti, non solo i canonici 4-5 anni, per poter fare le indagini sugli imponibili, sui redditi delle persone, ma nel caso in cui si fosse scoperto che c'era un indizio di aver violato la legge penale, l'Agenzia delle entrate aveva a disposizione ulteriori 4 o 5 anni. Ecco che le persone che avevano i soldi in Svizzera o in altri paradisi fiscali si sono dette: eh no, qui rischiamo tanto, perché se ci vanno ad accertare anche gli anni fino al 2006-2007, magari ci vado a rimettere troppi soldi.
  E così, cosa è successo ? Il Governo logicamente ha steso un altro tappeto rosso in favore di queste persone che hanno frodato il fisco per molti anni, e ha eliminato del tutto la legge sul raddoppio dei termini per chi aderisce alla voluntary disclosure. Cosa vuol dire ? Vuol dire che se una persona negli anni ha portato ingenti capitali, praticamente 7-8 anni fa, su quegli ingenti capitali sarà tranquilla, non pagherà nulla, se non forse gli interessi ed una piccola tassa sugli interessi; e invece per quanto riguarda gli ultimi 4 anni, fortunatamente almeno su quello si dà la possibilità all'Agenzia delle entrate di indagare. Ma dopo vedremo bene come vengono svolte queste indagini. Quindi raddoppio dei termini eliminato !
  E in più, sempre grazie alle varie modifiche che sono state fatte fino ad oggi sulla voluntary disclosure, si dà ancora la possibilità a queste persone, che hanno portato ingenti capitali all'estero o magari li hanno nascosti qui in Italia, con l'invito all'adesione, con l'accertamento, praticamente ad avere anche uno sconto sulle sanzioni pari... Potranno pagare di sanzione solo un sesto di quanto accerterà loro l'Agenzia delle entrate. Quindi possono usare gli strumenti canonici, li hanno a disposizione tutti per fare praticamente il ravvedimento operoso.
  È veramente tanto uno sconto del genere ! Cinque sesti delle sanzioni se ne vanno in cavalleria, per le persone che comunque hanno commesso fatti di questo genere. Quindi non solo si regala l'impunibilità, o si vende l'impunibilità facendo pagare loro le tasse che avrebbero dovuto pagare all'epoca, ma anche sulle sanzioni si dà loro veramente la possibilità di non pagare praticamente nulla, perché un sesto è veramente pochissimo. Tutto questo per cosa ? In teoria per racimolare qualche risorsa; ma sappiamo benissimo che cos’è: serve solo per dare la possibilità a chi veramente ha evaso per molti anni in Italia di farla franca un'altra volta, un po’ come con lo scudo di Tremonti. Va bene, in questo caso non c’è l'anonimato; però con altre modifiche che sono state fatte diciamo che praticamente vi sono altri strumenti non proprio simili all'anonimato, che però lasciano un pochino più di garanzia ai contribuenti.
  Vediamo quali sono. Oltre a questa modifica sulla proroga dei tempi, è stata poi decisa un'altra cosa, sempre grazie al decreto-legge, ovvero il fatto che l'Agenzia delle entrate non solo potrà indagare solo sugli ultimi 4 anni per quanto riguarda questi fondi nascosti al fisco, ma avrà a disposizione per poter indagare su queste 4 annualità – in pratica vanno dal 2010 al 2014, – solo un anno.
  Questo perché è stato fissato al 31 dicembre 2016 il termine utile che l'Agenzia delle entrate ha a disposizione per fare queste indagini. Se guardiamo quali sono i termini canonici che ha l'Agenzia delle entrate a disposizione per fare queste indagini ordinariamente, ha 4 anni, quindi in teoria per il 2015 poteva arrivare al 2019, per il 2014 poteva arrivare al 2018, per il 2013 poteva arrivare al 2017. In realtà invece è stato fissato il termine del 31 dicembre 2016. Noi ci chiediamo il Pag. 4perché: perché è stato fissato questo termine ? Per obbligare l'Agenzia delle entrate a fare controlli in fretta e male ? Il sospetto c’è, perché fino ad ora sono arrivate 80 mila domande, hanno a disposizione ancora altri 20 giorni e magari si arriverà anche a 100 mila autodenunce e non sono poche, perché se consideriamo il numero di accertamenti, nei quali oltre al lavoro informatico vi è il lavoro di intelletto, questi accertamenti sono circa 300 mila: avremo quindi un aggravio pari ad un terzo del lavoro già svolto annualmente dall'Agenzia delle entrate. È tanto, è un lavoro ingente ! E noi non sappiamo se l'Agenzia delle entrate ha disposizione le risorse umane necessarie per poter svolgere queste indagini. Eppure viene fissato un termine al 31 dicembre 2016 e quindi ci viene un altro grandissimo sospetto. Cosa succederà ad una persona che entro il 30 novembre farà la sua autodenuncia e avrà tempo un mese per poterla perfezionare e poi magari questa autodenuncia non verrà processata ? Godrà dell'impunibilità lo stesso ? Il sospetto c’è, perché comunque si genererà un contenzioso con il cittadino, che comunque è un evasore fiscale che ha portato soldi all'estero, che li ha imboscati in Italia e decide di autodenunciarsi e poi magari l'Agenzia delle entrate non fa a tempo a guardare la sua pratica e ad accertare quali sono veramente i redditi imponibili, generando quindi un contenzioso. Ma per quanti contribuenti si potrà generare questo contenzioso ? Noi temiamo un numero elevatissimo e non vogliamo che questo strumento diventi un regalo dell'impunibilità ! Già è una cosa strana che si venda l'impunibilità, perché state facendo questo ! State vendendo l'impunibilità, come se il diritto fosse in vendita, ma in più abbiamo anche il rischio concreto che queste pratiche probabilmente non riusciranno ad essere processate in modo completo ed esaustivo.
  Non è finita qua ! Perché fortunatamente abbiamo delle leggi in Italia che sanciscono dei diritti dei contribuenti, tra cui quello di essere accertati dall'Agenzia delle entrate di riferimento presso la quale ognuno ha il domicilio. E invece no, con la voluntary disclosure non sarà più così ! Perché al Senato è stato approvato un emendamento con cui si è stabilito che l'Agenzia delle entrate con un proprio provvedimento può decidere quali saranno gli uffici dislocati sul territorio che potranno analizzare le varie autodenunce. Anche questa cosa ci ha insospettito moltissimo. Ma come, se per legge ognuno deve fare riferimento all'Agenzia delle entrate del proprio territorio come è possibile che la legge possa prevedere che se ne possano occupare altre Agenzie ? Perché magari in quella zona vi è un contribuente particolare che è meglio venga analizzato da un'Agenzia particolare ? A me sembra veramente strana questa cosa, ci insospettisce moltissimo. Fatto sta che questo emendamento è stato presentato da un partito di opposizione al Senato e l'emendamento, dopo una riformulazione, è stato accettato. La motivazione di questo emendamento è riferita al fatto che alcuni cittadini del sud potevano avere delle incompatibilità ambientali nel procedere con questa voluntary disclosure, ma quali possono essere queste incompatibilità ambientali ? Il fatto che magari si venisse a sapere che questa persona ha cospicui capitali in Svizzera ? E perché dovrebbero verificarsi soltanto al sud queste incompatibilità ambientali ?
  Guardate che la mafia c’è anche al nord, non c’è solo al sud, lo diciamo ormai da vent'anni, da trent'anni. Insomma, questa è stata la motivazione che è stata utilizzata per fare questo emendamento. Ma non è finita qua perché ancor prima che questo decreto venga convertito in legge, cosa succede ? Succede che l'Agenzia delle entrate emana un comunicato stampa nel quale annuncia che verranno fatte disposizioni, anzi, viene fatta una disposizione con la quale tutte le auto-denunce presentate dopo il 10 novembre, proprio la data inserita nel decreto, devono confluire alla centrale operativa di Pescara. Ora i sospetti praticamente vengono alla luce e si concretizzano in realtà perché un dispositivo di questo genere che cosa ci fa capire ? Ci fa capire che dietro Pag. 5c’è proprio l'intenzione dell'Agenzia delle entrate di operare in questo modo, di far confluire tutte le pratiche a Pescara perché sappiamo benissimo tutti che Pescara è il centro più informatizzato, dove già vengono gestite diverse pratiche come ad esempio quella della ristrutturazione edilizia, quella degli eco-bonus, quindi è un centro particolarmente informatizzato dove probabilmente una grande mole di pratiche può essere magari processata in modo più rapido. Ma quindi era un'esposizione di cui l'Agenzia delle entrate aveva bisogno, quindi mi chiedo: perché la maggioranza, perché il Governo non hanno presentato loro degli emendamenti per fare questa disposizione ? Semplicemente l'Agenzia delle entrate ne aveva bisogno.

  PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

  DANIELE PESCO. Si è inventata la scusa che appunto i cittadini del sud avevano bisogno di questa particolare caratteristica e adempimento. Io non mi soffermo oltre, tutti gli emendamenti praticamente sono basati sulle cose che vi ho appena descritto, vi prego veramente di prenderli in considerazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, siamo qui per affrontare secondo me uno dei pochi – ne potrei elencare quattro o cinque – reali problemi di questo Paese. Mi dispiace che ci sia ancora poca gente attenta a questo provvedimento, perché ? Analizziamo velocemente il decreto-legge n. 153, ovvero quello di cui stiamo parlando oggi, perché comunque parliamo di un provvedimento che proroga un altro provvedimento, che è la voluntary disclosure. Perché voluntary disclosure e non rientro dei capitali dall'estero ? E perché si continua a parlare soprattutto fuori da quest'Aula, quindi le informazioni che arrivano ai cittadini, di rientro di capitali ? Presidente, lei lo sa che non è previsto, non è obbligatorio il rientro dei capitali ? Perché spesso e volentieri si vende questo provvedimento come un provvedimento che farà rientrare dei soldi in Italia, che potranno essere investiti nella nostra economia, invece chi ha evaso non solo ha evaso, ma ha portato i propri fondi fuori dal nostro Paese, probabilmente investendo in quest'altro Paese, che però cosa faceva ? Operava in Italia facendo cattiva e sleale concorrenza alle nostre aziende italiane. Quindi l'italiano prende i soldi e li porta fuori, paga meno tasse e rientra fittiziamente in Italia e si mette in competizione con le altre aziende italiane che però hanno una pressione fiscale, che lei sicuramente conosce bene, impressionante, ma non impressionante nella totalità delle classi di reddito, Presidente, ma solo nelle classi più svantaggiate, cioè la tassazione, la pressione fiscale in questo Paese è bassa per chi guadagna molto ma è altissima per chi guadagna poco ed essendo bassa per chi guadagna molto e alta per chi guadagna poco, cosa fa questo Governo ? Decide di aiutare proprio chi guadagna molto e paga poche tasse, perché con questo provvedimento di voluntary si dà la possibilità anche a chi sta in Italia e ha evaso di poter riaccertare i propri redditi. Però guardi, per esempio per la procedura di voluntary interna non è prevista l'esclusione dal raddoppio dei termini, per la procedura di voluntary invece con capitali all'estero è prevista, quindi c’è un trattamento migliore per chi porta i soldi all'estero, Presidente. Quindi noi dovremmo avere sullo stesso piano due evasori, invece li mettiamo addirittura su due piani differenti: chi ha avuto la possibilità di pagarsi un avvocato, un commercialista, chi ha avuto la possibilità di prendere un ingegnere informatico che iniziasse a costruire dei passaggi per riuscire facilmente a portare i propri soldi fuori da questo Paese, allora viene ricompensato.
  La logica di questo Paese è questa: è cercare di tassare lo scontrino, di andare a rincorrere lo scontrino di 2 euro, il piccolo commerciante. Questo è l'obiettivo: andare a colpire loro, è dire che l'evasione Pag. 6è colpa del piccolo commerciante, e favorire invece l'evasione dei capitali all'estero. Perché favorirla ? Perché ormai non abbiamo nessun Paese in black list, caro Presidente. Nonostante noi sappiamo come funziona la grande economia di questo Paese, ormai non funziona più con l'evasione, funziona con delle tecniche elusive, assolutamente legali e difficilmente riscontrabili. È venuto Greco – Greco è un magistrato di alta fama, molto conosciuto e molto rispettato anche dal PD – a informare le Commissioni, che partecipavano a quelle riunioni nella Sala del mappamondo, che esistevano società in Pakistan, in India, che come oggetto sociale costruivano software per evadere ed eludere il fisco. Cioè, l'unico obiettivo di queste società, l'unico oggetto sociale è quello di costruire software per rubare soldi agli italiani. Noi cosa facciamo, quindi ? Sapendo che la maggior parte delle grandi aziende ha iniziato ad utilizzare queste tecniche, perché chi mi porta a evadere ? Un Governo o uno Stato italiano che mi permette tranquillamente di eludere e di non pagare niente, di non essere neanche riconosciuto come un evasore. Chi mi forza a evadere ? Faccio tutto regolarmente ! Ormai i rapporti tra Italia e Lussemburgo, tra Italia e Svizzera, tra Italia e Cayman, sono molto più semplici, non servono più neanche le segnalazioni, con tutti i provvedimenti che ha messo in piedi questo Governo !
  Quindi fa veramente rabbia, Presidente. Facciamo un esempio: perché l'evasore dei 10 euro deve essere trattato peggio dell'evasore che evade 10 milioni di euro ? Questa è una domanda che io vorrei fare al Governo: cioè, potete mai e poi mai basarvi sulla quantità di reddito di imposta che recuperereste per decidere se uno è più evasore o meno evasore ? Cioè, noi praticamente oggi stiamo riconfermando un principio. Ricordo che quando Berlusconi fece lo scudo fiscale, vi siete arrampicati sulle barricate, avete fatto guerre, avete organizzato cortei, siete andati in televisione e ne avete parlato. Oggi siete voi che, invece, fate lo stesso identico passo del Governo Berlusconi: favorite chi ha evaso e portato i capitali all'estero.
  Quindi, dicevo, perché dobbiamo trattare meglio chi porta i soldi fuori da questo Paese ? Cioè, perché ? Perché è più facile ? Perché cento persone che evadono 10 milioni di euro ci portano un miliardo ? L'unica motivazione è questa ! Cioè, voi oggi state trattando in maniera iniqua i contribuenti, naturalmente che evadono, quindi sono in colpa, sia chi evade qui in Italia, sia chi porta i soldi all'estero.
  E poi, l'articolo 1 di questo provvedimento spiega anche la motivazione per la quale lo state portando a termine, ovvero quella di coprire una clausola di salvaguardia.
  Cioè, siccome voi dal 2014 non riuscite più a trovare coperture finanziarie e sapete che le uniche che potete trovare sono quelle che giustamente i cittadini non potrebbero sopportare, ovvero un ulteriore aumento di accisa, un ulteriore aumento di IVA, allora voi utilizzate la voluntary disclosure per coprire un aumento di IVA.
  Ma vogliamo spiegare ai cittadini che l'aumento di IVA sarà corrente, ovvero di anno in anno, e sarà una spesa che ci porteremo di anno in anno ? Vogliamo spiegare ai cittadini la procedura di «scudetto fiscale» (io lo chiamo così; non lo chiamo scudo fiscale, perché non è come quello di Berlusconi, ma è uno «scudetto fiscale», Presidente) ? È uno «scudetto fiscale» che porta dei soldi solo ed esclusivamente per il 2015, solo ed esclusivamente per il 2015 e utilizzabili nel 2016. Ma – ripeto – l'aumento dell'IVA non è una misura provvisoria.
  Poi c’è un'altra cosa che ci preoccupa molto e sulla quale vorremmo magari un intervento del Governo. Ieri abbiamo già avuto, in Commissione finanze, un dibattito aperto con il sottosegretario Zanetti. Uno dei nostri dubbi, Presidente, è questo: sarebbe utile che il Governo e la maggioranza in quest'Aula dichiarassero quello che ieri hanno detto, ovvero perché è stata introdotta questa misura.
  Poco fa, il collega Pesco ricordava come sia possibile che in un provvedimento del genere, una proroga, un provvedimento del Pag. 7Governo, dal Senato debba arrivare un emendamento da parte dell'opposizione per stabilire un termine. Ora, noi lo vogliamo sapere in quest'Aula e quest'Aula – quest'Aula ! – deve pretenderlo, compresi anche i componenti del PD. Lo chiedo anche a loro, perché se non fosse così sareste collusi anche voi. Dunque, io voglio sapere dal Governo cosa accadrà, cosa accadrà a chi presenterà l'istanza ed entro il 31 dicembre 2016 non avrà subito dall'Agenzia nessun accertamento. Io voglio sapere questo, sottosegretario !
  Lei in quest'Aula deve prendersi la responsabilità di dire che non ci sarà nessun contribuente che ha evaso e che vorrà riaccertare i propri redditi grazie alla voluntary disclosure. Lei lo deve dire e ci deve dichiarare in quest'Aula, ci deve garantire, ci deve rassicurare che tutti quelli che parteciperanno verranno accertati nello stesso identico modo, perché, Presidente, sottosegretario, lei capisce che i dubbi ci vengono. Lei capisce che ogni mattina noi ci svegliamo, apriamo un giornale e leggiamo che qualcuno è stato arrestato. Noi ci svegliamo e ogni mattina apriamo il giornale e leggiamo che la corruzione in Italia costa 60 miliardi di euro; giriamo la pagina e vediamo che in Europa costa 120 miliardi di euro.
  Quindi, non ci venite a dire che abbiamo sempre troppi dubbi, che non ci fidiamo, che non siamo garantisti. Questo Paese è stato devastato ed è pieno di corrotti ed evasori. È pieno di bravissima gente, ma bravissima gente che non ha voce, che non ha voce in capitolo. Siete voi quelli che hanno voce in capitolo.
  Quindi, io vorrei e, colleghi del PD, dovete chiederlo anche voi...

  PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, per favore. Non abusiamo...

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, tramite lei chiedo ai colleghi del PD di domandarlo anche loro, perché altrimenti sarebbe un condono puro e pulito.
  Ricordo ancora quella famosa inchiesta, Presidente, Mokbel-Phuncard, quella famosa inchiesta dell'Agenzia delle entrate con la quale cercavano di capire se qualcuno, all'interno dell'Agenzia delle entrate, avesse messo il faldone di qualche amico degli amici sotto gli altri faldoni. Ebbene, Presidente, noi indichiamo la data del 31 dicembre 2016 come ultima data per potere accertare ciò che ci viene presentato, ma io non mi posso fidare dell'evasore, non mi posso fidare dell'evasore che ha portato i soldi in Svizzera.
  Non posso accettare una procedura che mi dica: «l'evasore che ha portato i soldi in Svizzera domani viene all'Agenzia delle entrate, mi dice che ha evaso 10 euro e io mi fido», perché questa è la paura che abbiamo. Quel termine del 31 dicembre 2016 fa paura, e se quel termine significa che l'Agenzia delle entrate si fiderà di ciò che scriverà l'evasore che ha portato i sodi in Svizzera, in Lussemburgo e via dicendo, questo è un condono pericolosissimo !
  Ci scaldiamo quando parliamo di queste cose, ma perché non è possibile che ci sia sempre qualcuno, che non ha amici, che viene messo da parte, e chi ha amici...
  Il Paese degli amici, l'Italia è il Paese degli amici ! Cambierà, se andiamo al Governo noi, cambierà; se dovessimo andare al Governo noi, cambierà (Commenti). Cambierà !

  PRESIDENTE. Le rimane un minuto.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Cos'altro c’è che non torna ? Il raddoppio dei termini, Presidente. So che il sottosegretario e alcuni membri del Governo non vedono di buon occhio il raddoppio dei termini. Fino ad oggi, se l'Agenzia dovesse riscontrare dei rilievi, delle fattispecie penalmente rilevanti, allora potrà raddoppiare i propri termini per riuscire, giustamente, se lo ha fatto entro i termini, se lo ha scoperto nei termini, ad avere altro tempo per capire cosa è successo.
  Ebbene, viene eliminato anche questo, viene eliminata anche la possibilità di avere un raddoppio dei termini, per riuscire a capire, se nei tempi corretti ho scoperto qualcosa, se, effettivamente, il contribuente ha evaso. Presidente, concludo Pag. 8il mio intervento qui e continuo ad essere amareggiato come quando sono entrato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Grazie. Inizio il mio intervento con una semplice e banale domanda. Mi domando perché la Commissione finanze sia concentrata continuamente, da ormai più di due anni a questa parte, a rendere la vita più semplice a chi evade grandi capitali. Infatti, poi, alla fine dei conti, è sempre questo il problema che ci si pone: sostanzialmente, cercare di agevolare le persone che hanno sottratto ingenti capitali al fisco, in questo caso, e li hanno portati fuori dall'Italia. Sicuramente, lo stesso trattamento non viene riservato, ma anche la stessa attenzione, alla fine, all'interno della Commissione, non viene riservata a tutte quelle persone che non riescono a campare in questo Paese con questa pressione fiscale.
  Se fossero state dedicate, sicuramente, la stessa energia e le stesse idee che noi abbiamo per rendere la vita più semplice a certa gente, che, ripeto, ha fatto mercimonio del denaro che doveva dichiarare e, invece, ha portato tranquillamente all'estero – non solo, ma, ricordiamolo, si è dedicata alle più disparate attività, magari anche illegali, e ha sottratto per questo i capitali, portandoli all'estero –, se fosse stata dedicata la stessa attenzione alle persone oneste, l'Italia sarebbe diventata il paradiso terrestre di chi dichiara le tasse al fisco in maniera onesta, e, probabilmente, avremmo già una pressione fiscale di dieci punti percentuali inferiore.
  Infatti, i soldi si possono trovare tranquillamente senza la necessità di ricorrere ai sistemi di condoni che si avvicendano continuamente nella storia del rapporto tra fisco e contribuente. Mi domando perché, per far fronte alle clausole di salvaguardia, a queste bombe ad orologeria, si debba ricorrere a questi sistemi e non si pensi di tagliare sprechi e privilegi che, ogni giorno, vediamo passare all'interno di quest'Aula. L'ultimo, ma giusto per dirne uno, è quello che ha visto saldare i debiti di un giornale causati da una gestione scellerata, 107 milioni di euro.
  Abbiamo «staccato un assegno», a nome degli italiani, in pochissimi minuti, avrei voluto chiedere a quella stessa gente, a cui si va promettendo di tutto in campagna elettorale, se avessero appoggiato qui una scelta del genere. Bisognerebbe avere il coraggio di raccontare certe cose prima di essere eletti. Come la famosa «legge Boccadutri», che ha visto «staccare un assegno», sempre a carico del popolo italiano, di circa 50 milioni di euro in pochi secondi, mentre c'era tanta gente, in quello stesso momento, che aveva perso la casa a causa di alluvione e che purtroppo era abbandonata da questo Parlamento.
  Abbiamo cercato di riportare l'attenzione, in tutti i modi, verso quelle persone, di cui la politica dovrebbe occuparsi, invece qui in Aula stiamo sempre a parlare di evasione di grandi capitali e di evasori, delle misure tese ad evitare di non disturbarli troppo, ma anzi, di come aiutarli a far entrare i loro capitali dall'estero, senza alcun tipo di sanzione penale. Non è un dettaglio il fatto che, a fronte di ingenti somme evase, queste persone non ricevano nessun tipo di sanzione penale. Non è un dettaglio che non si applichi, in questo caso, il cosiddetto raddoppio dei termini.
  Queste sono evidenti disparità di trattamento, assolutamente incostituzionali, che non dovrebbero essere applicate soprattutto a vantaggio di queste persone. Infatti, non vi è nessun bisogno di non applicare il raddoppio dei termini, che prevede che le annualità accertabili non siano più soltanto le ultime cinque, ma, nel caso di gravi violazioni, a ritroso, prevedono il raddoppio dei termini normalmente applicati nei reati di minore entità.
  Ebbene, queste persone non soltanto non vanno incontro a sanzioni penali, ma hanno questa ulteriore agevolazione. Nonostante questo, poiché l'Italia è il Paese dei condoni, alla fine dei conti «parva materia» si tira fuori da questi soggetti che hanno evaso ingenti capitali, perché, alla Pag. 9fine, questi sanno che insistendo nell'evasione, il Governo regala loro sempre qualcosa in più, per cercare di indurli a dichiarare i capitali evasi, per raggranellare qualcosa. Quindi, ci troviamo addirittura a prorogare un provvedimento, per dare ulteriore spazio di manovra a queste persone, affinché ci possano ancora pensare un po’.
  Nel frattempo, le cartelle di Equitalia cadono a pioggia sulle spalle della gente e delle aziende, che magari hanno problemi di liquidità, a fronte dei quali le aziende chiudono.
  Si tratta di aziende che spesso hanno un credito nei confronti dell'erario. Soltanto grazie noi, al MoVimento 5 Stelle, è stata approvata una legge che consente la compensazione di una cartella esattoriale con un credito che l'imprenditore vanta nei confronti di uno Stato sempre più inadempiente e sempre più ritardatario, uno Stato che, peraltro, non riconosce nemmeno gli interessi di legge.
  Ho fatto un esempio, tra tanti che potrei fare: come viene trattato un imprenditore onesto rispetto a come viene agevolato un grande evasore fiscale. L'imprenditore onesto ha un credito nei confronti dell'erario che non viene saldato, anche per un anno. In questo modo egli si vede costretto a far fronte ai debiti tributari. Dall'altra parte, un grande evasore fiscale, che magari si è dato alle attività più impensate e ha portato il denaro all'estero, riceve tutto lo spazio di manovra e le agevolazioni possibili e immaginabili.
  E siamo qui a pensare e a riflettere come persuadere questo povero soggetto a uscire allo scoperto, nonostante tutto ciò che già gli abbiamo attribuito a livello di agevolazioni e dal punto di vista delle sanzioni.
  Questo è lo specchio del fisco del Governo. Non è solo questo il punto dolente. Sappiamo benissimo che abbiamo fatto degli sconti anche in caso di dichiarazione infedele. Per la dichiarazione infedele siamo sempre lì: non è il poverino che si è confuso e che, in qualche modo, ha commesso un errore formale. Si tratta di una persona della risma di un grande evasore, la quale fondamentalmente, in maniera del tutto artificiosa, è stato volutamente infedele con il fisco. Sappiamo che nei decreti delegati è passato anche questo: in sostanza un'indulgenza verso chi si comporta in questo modo.
  Così come, nel caso di omesso versamento, abbiamo aumentato le soglie, onde poter comprendere il grande evasore fiscale, quello che è sempre stato amico dei Governi. Io non ho remore a dirlo, perché è ovvio che queste persone sono appoggiate politicamente. È ovvio che, invece, chi si vede piombare una cartella esattoriale tra capo e collo, con quel fare perentorio, non ha santi in paradiso qui dentro. Francamente, è proprio per questo motivo che siamo entrati noi qui dentro. Infatti, noi siamo proprio quelle persone a cui piomba una cartella esattoriale senza «se» e senza «ma», senza alcuna minima considerazione umana dello stato di bisogno e di necessità in cui si può versare, e puntualmente, invece, si è presi per la collottola e, qualunque sia la fine ingloriosa che si può fare, si è costretti ad adempiere.
  È per questo motivo che noi siamo qui. È per questo motivo che stiamo intervenendo. Infatti, il nostro punto di vista è assolutamente ribaltato. Noi vogliamo degli sgravi fiscali e vogliamo che tutto ciò che riguarda l'attenzione, tutto ciò che riguarda le idee di agevolazione e di semplificazione venga assolutamente riservato a chi, in questo Paese, combatte e lotta per portarlo avanti.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Girolamo Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Grazie, Presidente. Io farò alcuni approfondimenti su una particolare questione che è stata già accennata dai miei colleghi. Vorrei, però, ricordare ai relatori e alla mia Commissione che, quando iniziammo a lavorare su questo provvedimento, io ero forse il meno critico del mio gruppo e affermavo che ci fosse un certo equilibrio in questo provvedimento. All'epoca facemmo tutta una serie di simulazioni e di calcoli e verificammo Pag. 10che il rientro di capitali costava all'evasore. Si parlava addirittura del 60, 70 per cento dell'importo del capitale dichiarato. Questo perché, all'epoca, c'era un costrutto giuridico e sanzionatorio, che pure era agevolativo per il rientro dei capitali, che, però, rispettava un concetto, ossia le tasse che questi evasori avevano evaso andavano recuperate, andavano quindi rimborsate ai cittadini italiani. In cambio, venivano dati una serie di vantaggi, di sgravi penali, di sgravi sanzionatori, che pur giudicammo eccessivi, ma che almeno lasciavano intatta la quota relativa all'imposta.
  Ora, io devo affermare che evidentemente dietro quel provvedimento, così come veniva discusso in Commissione in prima lettura, c'era già un piano del Governo che andava oltre e che lo superava.
  Infatti, successivamente, abbiamo visto approvare una serie di modifiche che, ai nostri occhi, sono risultate uno stravolgimento di quel costrutto giuridico e sanzionatorio e siamo arrivati al punto che ormai le adesioni, che sono state registrate e che oggi circolano anche da notizie di giornale in termini di quasi 80 mila, sono, la maggior parte delle volte, incentrate sul pagamento forfettario della tassazione e comunque in via non analitica, cioè, in sostanza, non si va a fare quel lavoro di accertamento che era previsto sarebbe stato fatto da parte dell'Agenzia delle entrate. È stato già accennato all'onere che l'Agenzia delle entrate ha davanti a queste 80 mila pratiche. È stato già accennato al dubbio che le forze di elaborazione che abbiamo all'Agenzia delle entrate riescano a farlo e la risposta è stata incredibile: a giudicare dai provvedimenti di modifica della voluntary sembrerebbe che l'Agenzia delle entrate abbia sì spazi di potenza di calcolo – chiamiamoli così – ma che tuttavia questi sono distribuiti in maniera disomogenea sul territorio rispetto alle domande che vengono effettuate. Questo significherebbe dire e ammettere che l'Agenzia delle entrate non efficienta correttamente le proprie agenzie locali. Questi spazi, che devono essere utilizzati poiché è ingente la variazione di impegno che verrà richiesta per lavorare queste pratiche, sono tanti, veramente tanti e questa affermazione è già è un motivo di forte perplessità da parte mia, da parte nostra.
  Ma, facendo un po’ un excursus di quali sono state le modifiche, abbiamo verificato che vi è stato un indebolimento dello Stato nei confronti di questi evasori che vogliono rientrare, c’è stato un progressivo indebolimento: la proroga dei termini, la fine del raddoppio dei termini, il trasferimento di sede della procedura su richiesta dell'evasore e, per finire, la riduzione sconvolgente dei termini di decadenza: da quattro a cinque anni, che erano nella norma ordinaria (articolo 43 del decreto del Presidente della Repubblica n. 600), siamo passati praticamente solo ad un anno e su questo vorrei fare un attimo il punto. Chi si intende di tributaria e frequenta le commissioni tributarie sa benissimo che il termine di decadenza significa che, una volta scaduto, decade il diritto da parte dello Stato di accertare e di pretendere le somme accertate. In sostanza, gli atti sono nulli. Chiunque dice il contrario lo fa in cattiva fede. E, allora, noi ci chiediamo: lo Stato, in particolare l'Agenzia delle entrate, è davvero così sensibile, quasi sensitivo nei confronti di questi cittadini evasori che, ad ogni loro gemito, provvede a modificare la legge affinché aderiscano alla procedura, aumentando ed incrementando, in maniera smisurata, i vantaggi giuridici che vengono concessi, mentre è totalmente sordo al resto dei problemi dell'Italia che coinvolgono porzioni enormi della popolazione italiana come la situazione di depressione del Mezzogiorno, come il dissesto idrogeologico sull'intero territorio nazionale ? E noi dobbiamo assistere a questo scempio di priorità, per che cosa ? Per delle cifre che sono paragonabili allo scudo fiscale di Tremonti. Cioè a questo punto mi chiedo: perché abbiamo fatto tanto in Commissione per evitare che questo provvedimento fosse etichettato giuridicamente – e non mediaticamente ma giuridicamente – come condono e poi lo trasformiamo di fatto in un possibile condono ? Rifugiarsi Pag. 11dietro l'ipotesi che l'Agenzia delle entrate riuscirà comunque a concludere quelle pratiche entro quella data, il 31 dicembre 2016, non è una giustificazione. Questo è semplicemente un favore che facciamo agli evasori, dicendo loro: accomodatevi, aprite la procedura perché vi garantiamo, a differenza di quello che facciamo con tutti gli altri cittadini, che voi, entro un anno, avrete la definizione della vostra pratica. Avrete la conclusione dell'iter. Quindi, stiamo dicendo: accomodatevi, non vi puniremo, pagherete in maniera forfettaria le tasse e non in maniera analitica e, in più, saremo celeri, saremo bravi, saremo virtuosi nei vostri confronti. Tutto questo per una cifra che potevamo tranquillamente ottenere, facendo una rivisitazione del condono di Tremonti. Avremmo forse chiamato questo provvedimento nella maniera in cui è stato trasformato, con il nome che si merita, ossia condono fiscale. Ovviamente, non mi riferisco ad aspetti meramente giuridici che, forse, nel tecnicismo non mi consentirebbero di dire questa cosa, ma mi riferisco all'atto pratico. Quindi, questa voluntary (che all'inizio ci vedeva contrari, anche se poi, almeno personalmente, ero orientato verso un giudizio di cosa seria), è diventata una pagliacciata, con pasticci da principianti e la contraddizione in termini di una serie di diritti e doveri dei contribuenti che sono stati piegati a logiche meramente di interesse di parte. Non per caso, di questo provvedimento, seppur così importante agli occhi del Governo, mediaticamente non se ne parla; non si è portato a conoscenza dell'opinione pubblica ciò che stiamo facendo né oggi né nelle edizioni precedenti in cui abbiamo modificato questa legge, se non in ambito strettamente tecnico. Non per niente questa mattina l'unico articolo che si è visto era solo una testata di settore. Questo significa che noi abbiamo una asimmetria informativa nella popolazione italiana, che vede tantissime persone, 9 milioni di persone, vicine alla soglia di povertà, indaffarate a sopravvivere in questo Paese. Altri sono oberati dal proprio lavoro e se lo tengono stretto, perché sanno benissimo che potrebbero non avere l'occasione di averne un altro. E quindi l'opinione pubblica non è a conoscenza di queste manovre che noi stiamo facendo per delle cifre, a mio avviso, ininfluenti rispetto alla problematica economica e finanziaria dello Stato italiano e rispetto al debito di opere pubbliche e di cura del territorio italiano e di tutti gli aspetti di diritto ai quali sono sottoposti i cittadini, che è elevatissimo. Al punto che la maggior parte degli economisti sta smontando la tesi della crescita dell'Italia in questo periodo; la stiamo sostanzialmente attribuendo, oggettivamente, all'operazione monetaria in corso da parte della BCE e pochissimo ai deboli provvedimenti del Governo in termini economici che si sono visti nelle ultime leggi di stabilità, che sono irrisori: 3, 4, 5 miliardi, anche 10 miliardi non possono risolvere i problemi economici e di sviluppo dell'Italia. Non per niente, il Mezzogiorno è stato letteralmente abbandonato anche in questa ultima legge di stabilità. I proclami mediatici che fa il Governo non vanno certamente a compensare le mancanze di una attenzione al Mezzogiorno all'interno di una legge di stabilità. Io credo che, come non c’è stata in Commissione, non ci sarà neanche in Aula la spiegazione di quali siano le vere ragioni, quelle reali, per le quali il Governo ha fatto queste scelte su questa legge. Non ultima, quella della restrizione dei termini di decadenza del provvedimento al 31 dicembre 2016. Ma sinceramente è evidente come questo Governo, così come i precedenti, risulti composto nient'altro che da politici in balia della burocrazia che detta i termini e che detta le leggi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alberti. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Grazie, Presidente. Siamo arrivati a quello che temevamo: la proroga della voluntary disclosure. La voluntary disclosure o volontaria collaborazione preventiva in materia fiscale non è altro che una procedura, un aiuto, a tutti coloro – che ora chiameremmo evasori, perché sono evasori – che Pag. 12hanno generato degli utili, dei capitali all'interno dell'Italia, li hanno nascosti al fisco e li hanno portati all'estero. Con questa procedura si vuole dare un aiuto a queste persone, a questi evasori, per riportare questi capitali in Italia. Ovviamente verrà concesso qualcosa (il Governo ha pensato di concedere qualcosa a queste brave persone) e questa concessione è appunto l'impunità totale per quanto riguarda i reati fiscali come omessa dichiarazione, dichiarazione fraudolenta o utilizzo di false fatture. In compenso, però, questi evasori, queste brave persone dovranno pagare qualcosa allo Stato: dovranno pagare appunto tutte le tasse che non hanno versato all'epoca e alcune sanzioni. Ovviamente non tutte, perché doveva esserci uno sconto anche sulle sanzioni, perché il Governo ha pensato bene di fare anche questa cosa: oltre all'impunità totale, quindi fedina penale pulita, ci sarà anche uno sconto sulle sanzioni pecuniarie. Ma non è finita qua, la cosa vergognosa è stata aggiunta nel tempo, perché ricordiamo che la voluntary disclosure era un atto che era nella testa del Governo Letta: era un decreto-legge poi ritirato e poi ripresentato come disegno di legge, approvato nel dicembre 2014, e ora siamo all'ennesimo atto, quello della proroga. Dicevo che c’è stato un altro atto vergognoso subentrato nel tempo, appunto quello che ricordavano bene i miei colleghi: l'annullamento, la cancellazione totale dell'istituto del raddoppio dei termini per l'accertamento da parte dell'Agenzia delle entrate per chi aderisce alla voluntary disclosure. L'hanno già spiegato bene, ma è meglio ricordarlo: in cosa consiste la cancellazione di questo istituto ? Consiste nel fatto che l'Agenzia delle entrate non potrà più raddoppiare il tempo a lei concesso per fare gli accertamenti, cioè per indagare su tutti i reati, su tutti i capitali, su tutte le attività illecite commesse dall'evasore, che per legge decade completamente per tutti quelli che aderiscono alla voluntary disclosure; quindi, un ennesimo aiuto agli amici evasori.
  Ma a che cosa serve questa proroga ? Già questa estate si vociferava, si parlava di proroga della voluntary disclosure, ma non per lo stesso motivo che ritroviamo adesso scritto in questo decreto-legge. Questa estate si parlava di un'eventuale proroga semplicemente perché quelli che avevano aderito alla voluntary disclosure fino a questa estate erano pochi, cioè i capitali che ci si attendeva erano molti di più, maggiori di quelli che realmente sarebbero entrati. Quindi già si vociferava e si parlava di un'eventuale proroga, questo per dire come vengono fatte le leggi, non tanto all'interno del Parlamento, perché il Parlamento alla fine è solamente uno schiaccia bottoni e non fa altro che avallare quello che viene deciso e pensato a palazzo Chigi o nella mente di pochi personaggi. Quindi, già si parlava di un'eventuale proroga, che appunto è arrivata. Ma le motivazioni che sono inserite in questo decreto-legge sono diverse, ovviamente, perché non si poteva scrivere: scusate, abbiamo sbagliato, pensavamo di incassare alcuni miliardi di euro, ne sono entrati troppo pochi, diamo qualche aiuto in più agli evasori. La motivazione ufficiale sarebbe quella delle coperture necessarie per le grandi manovre all'interno della stabilità 2016. Ma ricordiamo che la voluntary disclosure, in questo caso, dovrebbe andare a coprire due errori che sono stati fatti, sempre dal Governo. Perché due errori ? Il primo errore è stato quello delle clausole di salvaguardia nella passata legge di stabilità, cioè l'aumento delle accise e dell'IVA. Oggi il Governo vuole disinnescare queste clausole di salvaguardia che lui stesso ha inserito e infatti sta facendo una legge di stabilità la cui metà del gettito non serve ad altro che per coprire una cosa che lui stesso ha inserito nella vecchia legge di stabilità e ha bisogno ovviamente di trovare altre coperture.
  Cosa aveva trovato ? Si era inventato il reverse charge, ovviamente poi bocciato dall'Unione europea. Secondo errore !
  Quindi che cosa troviamo, che cosa ci mettiamo a copertura del reverse charge ? Ci mettiamo gli introiti che verranno incassati dalla voluntary disclosure. Quindi ora agli elettori in televisione i partiti di Pag. 13maggioranza vanno a raccontare che la voluntary disclosure serve per fare le riforme. È troppo comodo così ! Ditela tutta la verità: avete fatto due errori, avete inventato delle clausole di salvaguardia folli nella passata legge di stabilità, le avete volute disinnescare con un provvedimento che l'Unione europea vi ha bocciato, e adesso dovete trovare i soldi e li trovate attraverso la voluntary disclosure.
  Andiamo avanti. Sempre sul tema delle coperture, ricordiamolo, è stato ricordato anche dai miei colleghi e ricordiamolo a tutti quelli che ci stanno ascoltando, perché probabilmente solo quelli che guarderanno questo video mi staranno ascoltando, la voluntary disclosure è un provvedimento spot. Quest'anno incassiamo questi miliardi di euro, l'anno prossimo non ci sono più: l'anno prossimo questa copertura non ci sarà più per disinnescare le clausole di salvaguardia; quindi per il 2017 le clausole di salvaguardia, cioè l'aumento di accise sui carburanti, scatteranno inevitabilmente.
  Ma andiamo avanti. Allora, che cosa prevede la proroga della voluntary disclosure ? In sostanza, il termine che era stato fissato al 20 settembre di quest'anno viene prorogato al 30 novembre, con la possibilità di arrivare fino al 31 dicembre, sempre di quest'anno, nel caso di variazioni o correzioni o integrazioni varie. Ovviamente se uno legge il decreto-legge sulla proroga della voluntary si aspetta semplicemente una proroga dei termini, quindi dal 20 settembre al 30 novembre. In realtà in questa proroga sono stati inseriti altri ritocchi, che ovviamente rendono ancora più appetibile la procedura di voluntary disclosure, cosa che sinceramente noi non ci aspettavamo di leggere. E invece sono arrivati ! Quali sono questi ritocchi ?
  Nel primo, che è quello su cui abbiamo combattuto di più, si individua un termine certo per la conclusione del procedimento di accertamento degli imponibili e sanzioni relative alla procedura di collaborazione volontaria. In pratica, si stabilisce che l'atto di accertamento e di contestazione della sanzione devono essere notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre 2016. Questa formalità viene prevista per tutte le annualità oggetto della voluntary disclosure: quindi sia per quella in scadenza del 31 dicembre 2015, che quindi viene prorogato al 31 dicembre 2016, guadagnando un anno, se possiamo così dirlo, sia per quelle annualità per i quali i termini di decadenza dell'accertamento maturerebbero ben oltre il 31 dicembre 2016; e cioè, per parlar chiaro, tutte quelle dichiarazioni che sono relative ad esempio all'anno 2012, che avrebbero una decadenza naturale al 2016-2017 (basta semplicemente aggiungere quattro o cinque anni), l'annualità del 2013 che avrebbe decadenza nel 2017-2018, quella del 2014 che avrebbe decadenza nel 2018-2019; per tutte queste annualità qui, 2012, 2013, 2014, il termine ultimo perentorio di accertamento per l'Agenzia delle entrate è quello del 31 dicembre 2016.
  Quindi a questo punto noi ci siamo posti una domanda: potrà mai l'Agenzia delle entrate sbrigare tutte le pratiche che sono previste ? E ricordiamolo, sono quasi 80 mila pratiche, 80 mila richieste di adesione a voluntary. Potrà l'Agenzia delle entrate svolgere tutto questo lavoro entro l'anno, un anno ? 13 mesi ? Potrà mai farcela ? E il Governo ci ha risposto: ci ha detto, sì, guardate che l'Agenzia delle entrate ci ha già detto che ce la farà.
  Ecco, sarebbe bello avere un documento firmato, timbrato dal direttore dell'Agenzia delle entrate che ci dica: state tranquilli ce la facciamo. Ma non ci accontentiamo di questa cosa qua perché la nostra domanda rimane. Perché dobbiamo proprio porre un limite al 31 dicembre 2016 ? Il Governo ovviamente ci dice: state tranquilli, se a metà del prossimo anno vediamo che l'Agenzia non ce la fa, provvediamo con un altro provvedimento a fare qualcosa. Probabilmente a fare l'ennesima proroga di questo termine. Ma la domanda rimane. Perché ?
  Ricordiamo che l'Agenzia compie 300 mila accertamenti ogni anno. Le 80 mila autodenunce non sono dei veri e propri accertamenti, ma comunque costituiscono delle pratiche che l'Agenzia delle entrate Pag. 14dovrà vagliare e indagare. Ma forse non è proprio così ! Ci è venuto infatti il dubbio che questa procedura di volutary disclosure dovrebbe essere vista come un vero e proprio condono molto simile a quello fatto da Tremonti. In sostanza con il condono tremontiano l'evasore si recava all'Agenzia, dichiarava di avere evaso 100, pagava 5 e moriva lì. Il procedimento attuale ci è sembrato di capire sia la stessa cosa. È vero, non c’è più il pagamento del 5 per cento che chiudeva tutto, ma la procedura in realtà è la stessa, perché è il contribuente, l'evasore, che va all'Agenzia e gli porta le carte e l'Agenzia non avendo il tempo e i mezzi non potrà verificare ciò che l'evasore gli va dicendo. L'atteggiamento dell'Agenzia sarà lo stesso atteggiamento che ha tenuto durante il condono berlusconiano, è esattamente la stessa cosa ! È vero, l'evasore non pagherà più soltanto il 5 per cento, in questo caso pagherà le tasse che non ha pagato più alcune sanzioni, ma l'atteggiamento sarà lo stesso, ed è questa la cosa che più ci preoccupa ! Quindi l'Agenzia delle entrate si vedrà arrivare l'evasore con la sua bella cartellina di documenti, gli dirà tieni questo è quello che ho evaso, dimmi quanto devo pagare e quante sono le sanzioni, io accetto – e tra l'altro nell'accettare immediatamente mi vengono scontate le sanzioni fino ad un sesto, ennesimo regalo che non era previsto nella precedente voluntary – ed è finita lì. L'Agenzia delle entrate in un anno non potrà verificare un bel nulla. Farà esattamente quello che vi ho detto. Accerterà nel senso che dirà va bene, queste sono le tue dichiarazioni e questo devi pagare ed è finita lì.
  Ma ci è venuta un'altra domanda. Se l'Agenzia delle entrate un domani volesse verificare quei documenti portati dall'evasore mediante la procedura di volutary disclosure, non potrà più fare nulla se queste notifiche avverranno dopo il 31 dicembre 2016 ! Tutti quegli atti, come hanno già detto i miei colleghi, sono nulli, non servono a niente ! Il limite del 31 dicembre 2016 è perentorio per l'Agenzia delle entrate, non potrà fare nient'altro dopo il termine su quelle dichiarazioni. La cosa ci sembra allucinante, sconvolgente ! Abbiamo gente che si porta dietro cartelle di Equitalia, debiti di cui magari non hanno neanche colpa, perché si sono ritrovati dentro dei casini !

  PRESIDENTE. Si avvii alla conclusione, per favore.

  FERDINANDO ALBERTI. Concludo... per piccole tasse non pagate perché non si riusciva a pagarle in quel momento ed è arrivata Equitalia. Si portano dietro il fardello di Equitalia per anni e anni e continuiamo a pretendere da questi piccoli, sì piccoli, evasori, che non hanno potuto farcela e invece questi qua che invece dieci o otto anni fa si sono portati fuori milioni di euro dallo Stato...

  PRESIDENTE. Alberti...

  FERDINANDO ALBERTI. Concludo, Presidente. A loro il condono invece è garantito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,50).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 3386)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Castelli. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Signor Presidente, parliamo di procedura di volontaria contribuzione, perché ogni tanto questi termini inglesi vanno tradotti in italiano per capire bene di cosa parliamo e parliamo di gente che ha nascosto al fisco dei redditi e che li ha portati all'estero. Parliamo di Pag. 15gente che ha deciso che i redditi che in qualche modo gli sono arrivati fra le mani non andavano reinvestiti nel proprio Paese ma andavano portati all'estero. Ovviamente su questi redditi non ha pagato le dovute tasse. Parliamo di una misura spot, una tantum, ma la cosa peggiore è che parliamo di una manovra, se così la vogliamo chiamare, che non ha una visione a lungo termine, che non si chiede come fare ad affrontare il problema di chi...

  PRESIDENTE. Per favore, liberare i banchi del Governo. Per favore, i banchi del Governo. No so, un giorno metteremo un cartello, magari elettronico. Prego.

  LAURA CASTELLI. Dicevo che quindi parliamo di una manovra che non ha una visione a lungo raggio, che non si chiede come si può fare a incentivare della gente che ha nelle proprie mani dei soldi a non portarli fuori, per cui ancora una volta un provvedimento che è mozzo, che è mozzato, che dentro di sé non ha neanche un comma, un articolo che prova a lavorare nella direzione per la quale c’è un problema se nel tuo Paese la gente prende i soldi e li porta all'estero. Questo problema non viene risolto, ovviamente probabilmente per questioni volute, pensate e ragionate. 2 miliardi e mezzo è la quantità di denaro che lo Stato otterrà da questa manovra e anche lì che cosa ci fa ? Ci va a coprire quelle clausole di salvaguardia indegne e ignobili che negli anni scorsi hanno permesso di chiudere la legge di stabilità in maniera raffazzonata e qui sorge un altro problema: invece di mettere questi soldi per riaccendere un motore nell'economia italiana, si decide di metterli per coprire i buchi della solita mala e cattiva politica di questo Governo. Non è accettabile, è semplicemente non accettabile. E poi c’è un discorso che è stato portato all'attenzione in questi giorni, perché qualcuno dal Senato dice che c’è sicuramente un'incompatibilità ambientale rispetto alle pressioni che potrebbero essere fatte su chi valuta le pratiche di queste persone, quindi persone che sono andate all'estero a portare i propri soldi, e che si autodenunciano in comune: il funzionario dell'Agenzia delle entrate che deve controllare quella pratica potrebbe ricevere pressioni più o meno lecite – ovviamente illecite – sulla stessa pratica, quindi sarebbe meglio spostare il controllo di queste pratiche magari in un'altra città, perché al sud – così viene detto da qualcuno al Senato peraltro un senatore di opposizione – il problema è maggiore che al nord.
  Ora, premesso che la barzelletta che solo al Sud c’è la mafia ce l'hanno raccontata tutti – io ricordo Chiamparino, che diceva che al Nord la mafia non esiste, ma poi purtroppo le migliaia di centinaia di pagine di ordinanze prefettizie ci hanno dimostrato il contrario –, ci chiediamo che senso abbia questo discorso, fatto in un Paese che, per esempio, sull'Agenzia delle entrate si ritrova delle indagini che non sembrano essere chiare, dei personaggi che non vengono controllati, delle cooperative su cui l'Agenzia delle entrate non fa perfettamente il controllo che va fatto, oppure istituzioni come Equitalia che fanno il «disco per l'estate», che tutti ci ricordiamo, quindi personaggi che non vengono controllati dallo Stato, perché sono personaggi protetti, e parliamo di personaggi che, quando portano i soldi all'estero, non mettono il proprio nome sui conti correnti.
  Ora, questo provvedimento, che può sembrare una questione tecnica, burocratica, da fare in fretta e in maniera veloce, denota l'incompetenza di questo Governo e denota come tutte le volte che c’è un problema non si affronti completamente il problema, ma si vada a guardare un piccolo tassello. Qui c'era l'opportunità di provare a pensare – cosa che sicuramente il MoVimento 5 Stelle farà, quando sarà al Governo – come far smettere la gente di prendere i soldi e portarli all'estero, perché deve avere un motivo per tenerli in Italia. Ora, questo Governo un motivo non glielo dà, non glielo dà perché non punta e non scommette su questo Paese. Voi siete bravissimi a farlo con i derivati, ma non lo fate con la concretezza di manovre.Pag. 16
  E poi c’è il gioco delle riforme, che ancora una volta sono lo scudo dietro il quale voi vi proteggete. Continuate ad andare in Europa dicendo che la maggior parte delle riforme che voi fate qua, sono necessarie al Paese, che l'Europa ve le chiede in cambio di altro. Bene, ancora una volta raccontate che questa manovra serve per le riforme, mentre, come ho già detto, non serve per le riforme, ma per coprire quei buchi dannosi, che, ricordo, vanno a colpire i cittadini italiani, tutti noi, perché le vostre clausole di salvaguardia sono veramente delle zavorre e delle condanne per le cittadine e i cittadini italiani. Quindi, secondo noi, questa roba non funziona, non avete fatto il possibile, non siete riusciti a dare una visione complessiva, non siete in grado di prevedere una politica a lungo termine, non siete assolutamente in grado (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega D'Incà. Ne ha facoltà.

  FEDERICO D'INCÀ. Presidente, siamo davanti a quello che qualche anno fa avrebbe fatto stracciare le vesti della sinistra: lo scudo fiscale, la gestione attraverso un rientro di capitali dall'estero, di chi li aveva portati prima, perché se sono chiaramente all'estero e non sono stati verificati, sono chiaramente dovuti a situazioni di illecito.
  Questo è l'ennesimo: se gli altri erano degli scudi fiscali, questo lo potremmo chiamare «scudetto fiscale», come lo ha chiamato anche il mio collega Villarosa, e siamo davanti all'obiettivo, appunto, di poter fare cassa e andare a coprire alcune situazioni di buco che, per le clausole di salvaguardia, erano presenti nei passati anni.
  Come sa, Presidente, io spesso arrivo molto presto al mattino e ho la passione di leggere i giornali, quindi oggi ho letto e Il Sole 24 Ore aveva un bellissimo articolo. Il Sole 24 Ore tipicamente non è, si può dire, una delle fonti che il MoVimento 5 Stelle forse privilegia, però ho trovato molto interessante questo articolo a firma Alessandro Galimberti, che vorrei leggere in Aula, così poniamo l'attenzione. «Alla vigilia della conversione definitiva del decreto-legge di proroga dei termini – prevista per domani alla Camera – gli indici della voluntary disclosure segnano una forte accelerazione. I dati del MEF, presentati martedì alla Commissione Finanze del Senato dal sottosegretario Zanetti, parlano di 79.258 istanze di emersione depositate al 5 novembre scorso, con una previsione di gettito fiscale di 2,5 miliardi di euro. L'ipotesi di cassa è stata ottenuta – spiega la nota firmata dal direttore dell'Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi – applicando “aliquote medie cautelative” sui maggiori imponibili che emergono dalle “autodenunce” che ammontano a poco più di 7,4 miliardi tra imposte sui redditi, imposte sostitutive delle imposte sui redditi, IRAP evasa, IVA non versata, maggiori ritenute e contributi previdenziali contestati.
  I dati vanno comunque letti in una prospettiva temporale, tenendo sullo sfondo il complicato cammino della legge e soprattutto della proroga dei termini di accesso alla voluntary disclosure, approvata sul filo di lana a fine settembre. Solo quaranta giorni fa il Governo poteva annunciare, insieme alla riapertura della finestra fino al 30 novembre, la raggiunta copertura delle clausole di salvaguardia per 1,4 miliardi sulle accise del carburante e sugli acconti Ires e IRAP.
  Il 5 novembre – cioè solo un mese dopo – il gettito era quasi raddoppiato – raddoppiato: parliamo di raddoppio ! – a 2,5 miliardi (stima prudenziale), ma a Il Sole 24 Ore risulta che, a ieri sera – quindi, a Il Sole 24 Ore di ieri sera – il dato del gettito è salito a 3,2 miliardi di euro.
  L'obiettivo target del MEF – mai rivelato ufficialmente –, che è di 4 miliardi, appare davvero a portata di mano – come dice, appunto, Il Sole 24 Ore – tanto che fonti interne dell'Agenzia lo considerano ormai inevitabilmente raggiunto.
  La curva ascendente di ottobre in realtà dimostra un altro effetto atteso – e questo è molto interessante, Presidente –: Pag. 17la pubblicazione del “decreto certezza” del 2 settembre scorso, che ha congelato il raddoppio dei termini di accertamento da reato fiscale, ha realmente sbloccato – quindi, il raddoppio dei termini di accertamento del reato fiscale – le grandi fortune e convinto al rientro i possessori di capitali sopra il forfait, fissato dalla legge a 2 milioni.
  Questo addentellato cronologico rende ancora più interessante l'analisi delle segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio – quindi, vi potrebbero essere segnalazioni sospette di riciclaggio –, dati emersi ieri a margine del convegno organizzato da Generali al centro congressi “Stelline” di Milano. Le “Sos” inviate al 10 novembre dall'unità di informazione finanziaria al nucleo di Polizia valutaria della Guardia di finanza sono 1.655, vale a dire più del 2 per cento delle istanze.
  Un dato solo apparentemente basso, considerato che chi si autodenuncia al fisco non dovrebbe rischiare sulla questione del “lavaggio” e che è ancora più sorprendente (sorprendentemente indicativo) se si pensa che esattamente prima del “decreto certezza” – quindi, avete dovuto fare questo “decreto certezza” – le “Sos” erano solo 186 (oggi sono 1.655). Se è presto per fare l'equazione “grandi fortune maggiore rischio riciclaggio”, certo la simmetria merita di essere approfondita una volta che le procure della Repubblica avranno scremato le segnalazioni; quindi, faranno un certo lavoro anche le procure da quello che si capisce.
  Suggestiva, e come tale fuorviante a una lettura superficiale, la ripartizione geografica delle segnalazioni di sospetto riciclaggio: il 60 per cento è al Nord, meno del 9 per cento al centro, un infinitesimo al Sud e nelle isole, mentre un bel 30 per cento è invece difficilmente contestualizzabile, grazie alla fantasia ingegneristica messa in campo talvolta per nascondere origine e base delle ex fortune dei paradisi. Di certo, invece, emerge la responsabilizzazione dei professionisti in questa materia: una segnalazione su 3 (in totale 546) è arrivata all'UIF da parte del professionista che ha accompagnato il rientro». Dunque, praticamente, chi ha goduto sicuramente della voluntary sono anche tanti professionisti, che hanno potuto lavorare per cercare di potere nascondere anche una parte, appunto, di queste 1.655 richieste che sono venute avanti attraverso, appunto, il «decreto certezza».
  Quindi, questo era per evidenziare che non siamo semplicemente noi a definire la problematica aperta dalla voluntary e che vi è una percentuale di soldi che subiscono chiaramente un «lavaggio». Inoltre, oltre a questa prospettiva, nelle misure di quel decreto in esame, il Governo sopperisce praticamente al buco del gettito generato dalla bocciatura del reverse charge dell'IVA della grande distribuzione. In questa maniera è stato possibile poterlo evitare.
  Oltre a questo, sono state coperte anche le accise sui carburanti, a decorrere dal 1o ottobre 2015. Al riguardo, però, si evidenzia come la misura sia solo provvisoria, in quanto si copre solo l'anno 2015, mentre il rischio dell'aumento dell'accisa sui carburanti resta concreto a decorrere dall'anno 2016, dove i maggiori oneri alle finanze ammontano a 728 milioni di euro. La problematica è comunque aperta per i prossimi anni – so che lei sorride, sottosegretario, dato che abbiamo anche parlato di queste situazioni – e vi sono dei buchi importanti per quanto riguarda le clausole di salvaguardia per i prossimi anni – e sarebbe interessante potere capire come andrete a tappare questo buco – oltre alla nota proroga dei termini delle istanze da parte dei contribuenti, che è stata posticipata, appunto, dal 3 settembre al 30 novembre 2015, con termine fino al 31 dicembre 2015 per la correzione e l'integrazione delle domande presentate.
  Si apportano, poi, ulteriori ritocchi in materia di certezza dei diritti, in quanto l'esclusione del raddoppio dei termini di accertamento diventa ancora più appetibile da parte di chi, appunto, ha gestito questi soldi nei confronti dell'estero.
  Come appare, quindi, Presidente, vi sono delle note che emergono da questo decreto-legge che evidenziano come si è Pag. 18cercato, ancora una volta, di fare cassa, ma non di estinguere il problema alla radice.
  Chiaramente, ci troviamo di fronte a dei soldi che sono importanti per quanto riguarda le finanze pubbliche, ma, di fatto, non si riesce a poter comprendere in quale maniera la politica di questo Paese riuscirà ad impedire, nel prossimo futuro, che quei soldi vadano verso l'estero. Ci vengono incontro, sicuramente, i trattati nei confronti dei paradisi fiscali, ma, da un altro punto di vista, facciamo fatica a capire se riusciamo semplicemente ad andare verso operazioni di cassa di questo genere e, di fatto, non riusciamo a poter lavorare su quello che è un Paese che ha una fortissima produzione, ha una fortissima gestione del malaffare legato a persone che si comportano in maniera molto negativa nei confronti del fisco, e quindi non partecipano, come gli altri italiani, e sono tanti in questo Paese, alla normale gestione della tassazione, che, per questo motivo, è assolutamente più elevata che nel resto d'Europa e ci trova, in questo momento, in difficoltà nel riuscire a richiamare i capitali dall'estero di cui abbiamo bisogno per poter investire nel nostro Paese.
  Quindi, faccio appello alla buona volontà delle persone in Aula nell'ascoltare quelle che sono le nostre proposte emendative nel prosieguo del decreto-legge, per poter lavorare verso un miglioramento, anche in Aula, di quello che può essere fatto, tenuto conto anche di questi articoli che oggi compaiono su Il Sole 24 Ore, che possono essere di aiuto all'Aula intera per poter avere una coscienza di quello che è stato fatto nel corso del periodo e di che cosa vuole dire, in fin dei conti, avere un passaggio da 186 a 1.665 richieste per scavalcare le problematiche del lavaggio dei soldi, e quindi del riciclaggio dei soldi dall'estero. Con questo, ho concluso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Agostinelli. Ne ha facoltà.

  DONATELLA AGOSTINELLI. Grazie, Presidente. Il provvedimento di cui oggi si discute è quasi sconosciuto all'opinione pubblica, ma è ben noto agli ambienti della finanza italiana ed estera. L'anno scorso, con la legge n. 186 del 2014, è stato introdotto l'istituto della cosiddetta voluntary disclosure. Sembra prassi ormai consolidata l'utilizzo di inglesismi – si pensi al Jobs Act – da parte del Governo per rendere oscura e di difficile comprensione la sostanza di provvedimenti come questo. È opportuno, quindi, in via preliminare, che si spieghi, anche in maniera semplice, cosa si intenda con il termine, già richiamato, di voluntary disclosure. Siffatta locuzione sta ad indicare una procedura che consente ai grandi evasori, che abbiano depositato somme di denaro presso conti correnti detenuti all'estero, di mettersi in regola con il fisco.
  Ora, coloro i quali avessero voluto approfittare dei vantaggi, senza dubbio allettanti, derivanti da questo provvedimento, avrebbero potuto presentare un'istanza entro il termine del 30 settembre 2015. Orbene, ad un occhio attento e che abbia la capacità di avere un minimo di visione di insieme di quanto avvenuto sullo scenario della finanza internazionale, appare chiaro che già questo primo provvedimento sia strettamente connesso al fatto che si stanno progressivamente andando a minare, per effetto di accordi internazionali, le basi del segreto bancario.
  La vita dell'evasore, a ben vedere, infatti, diventerebbe inevitabilmente più complicata, ove cadesse del tutto il segreto bancario, appunto. All'evasore incallito non resterebbe altra strada che quella di far ricorso a paradisi fiscali esotici, che spesso sono anche i cosiddetti Paesi a rischio. Già nel 2013 ci si chiedeva se fosse ormai tramontata l'era della tutela della privacy legata al segreto bancario in Svizzera. Il Consiglio federale elvetico, ricordiamo, aveva approvato una legge che consentiva di rimuovere il segreto bancario a date condizioni e che obbligava gli istituti di credito a fornire, su richiesta delle autorità inquirenti straniere, le informazioni relative ai conti bancari e alle transazioni di capitali.Pag. 19
  Si tratta, dunque, di una decisione che avrebbe potuto, e forse ancora potrebbe, arginare il fenomeno dei flussi di denaro affluenti da altri Paesi sui conti elvetici. In questo contesto, si è andato ad inserire uno scandalo che ci dimostra l'entità del problema. Mi sto riferendo al noto caso di quest'anno della lista Falciani.
  Nella lista di Hervè Falciani, infatti, gli italiani ricompresi sembrerebbero essere 7.499 e risultano depositari complessivamente di oltre 7 miliardi di dollari. Nell'elenco spiccano i nomi illustri di esponenti del mondo della politica e dell'imprenditoria, grandi manager di Stato e professori. La lista Falciani costituisce soltanto un assaggio di quanto sia importante per l'evasore il segreto bancario. Se è vero che possedere un conto all'estero non significa automaticamente essere degli evasori, tuttavia il caso Falciani ha rappresentato un primo assaggio di ciò che potrebbe rappresentare la caduta generalizzata del segreto in ambito bancario, la realizzazione, cioè, del più grande incubo per un evasore.
  I sogni degli evasori, tuttavia, non sono stati turbati a lungo. Il Governo, infatti, ha deciso di intervenire tempestivamente, prima con la voluntary disclosure ed ora con la relativa proroga, concessa, diciamo così, agli indecisi dell'ultimo minuto, offrendo loro un'ancora di salvezza, che, come sempre, ha molto il sapore di condono e certamente svilisce tutti gli sforzi effettuati in questi anni dalla magistratura e dall'Agenzia delle entrate, per contrastare il dilagante fenomeno dell'evasione fiscale. Dovrebbero a questo punto essere evidenti, senza essere necessariamente maliziosi, quali spinte ci siano dietro al provvedimento in discussione e a quello antecedente che ha introdotto la voluntary disclosure.
  Questo provvedimento è mosso in realtà non già dall'esigenza di coprire il buco di gettito derivante dalla bocciatura del reverse charge IVA della grande distribuzione, quanto piuttosto dalle pressioni delle lobby che serpeggiano fino a dentro Montecitorio. Ecco, quindi, che alla scadenza prevista nella legge n. 186 del 2014, arriva il decreto-legge oggi in conversione e che ha visto quali fermi oppositori già i nostri colleghi del MoVimento 5 Stelle al Senato. Come a loro, anche a noi preme sottolineare quanto pericoloso e irrazionale sia questo provvedimento.
  Cosa comporta adesso questo decreto ? Facciamo un esempio: chi ha ricevuto proventi derivanti da qualsiasi tipologia di attività illecita e/o chi nel passato ha presentato dichiarazioni fiscali false, attraverso operazioni fraudolente, portando, poi, all'estero i proventi di queste attività, può, con una semplice autodenuncia, sanare la sua posizione sotto il profilo penale.
  Abbiamo l'ennesima proposta con cui il Governo agevola il riciclaggio del denaro detenuto all'estero illegalmente, sottraendo – per giunta – i colpevoli alle sanzioni penali.
  Certo che si tratta di una urgenza: la vostra è l'urgenza di agevolare mafiosi, camorristi e traffichini della più bassa lega (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle) !
  Questi sono i cittadini che il Governo ha urgenza di andare a favorire e che ha il dovere di tutelare ? Siete davvero senza vergogna ! Prima, con la legge n. 186 del 2014, avete consentito a chi deteneva illegalmente capitali all'estero di regolarizzarli disponendo una sanzione irrisoria. Avete, inoltre, concesso loro un congruo lasso di tempo, fissando la scadenza per la presentazione della istanza al 30 settembre di quest'anno.
  Adesso – visto che non vi sembrava di aver fatto abbastanza – vi siete prodigati ulteriormente ! Anche gli evasori, che sono arrivati tardi al banchetto offerto dal Governo, potranno sedersi comodamente, e avranno anche essi tutto il tempo per ripulire le loro posizioni. Per tutti gli altri, i cittadini onesti, solo aumenti di tasse e scadenze ineluttabili. Guai se non pagano !
  Come mai, ci chiediamo, vi siete prodigati tanto per concedere tale proroga ? Il Governo Renzi, che ha una giustificazione a tutto, l'ha trovata anche a questo. Ecco che l'urgenza del decreto di conversione è andata a spiegarla in maniera davvero Pag. 20poco convincente con la necessità di sopperire al buco di gettito derivato dalla bocciatura del reverse charge IVA della grande distribuzione, così evitando l'entrata in vigore delle clausole di salvaguardia di cui all'articolo 1, comma 632, della legge n. 190 del 2014.
  In pratica, con il gettito già certo, derivante dalla procedura di voluntary disclosure, si vanno a coprire gli oneri finanziari.
  Questo provvedimento eviterebbe l'aumento delle accise sui carburanti a decorrere dal 1o ottobre 2015. Vi dimenticate, però, di spiegare che questa misura è solo provvisoria perché volta a coprire solo l'anno 2015. Il rischio dell'aumento delle accise sui carburanti resta serio e concreto a decorrere dall'anno 2016, quando i maggiori oneri da finanziare ammontano addirittura a 728 milioni di euro. Farete un altro decreto-legge ? Farete un altro condono per gli evasori ?
  Facciamo un passo indietro sul reverse charge che, secondo la Commissione europea, non garantiva di contenere le frodi, non garantiva un maggior gettito. Che non ce ne fosse la necessità e, quindi, alla fine, che sarebbero scattate le norme di salvaguardia che aumentavano le accise sulla benzina noi lo dicevamo e l'avevamo già previsto. Intanto molti, quelli da voi tutelati, i cui interessi finiscono per essere convergenti con quelli del Governo, vi saranno grati. Riciclano il denaro sporco e lo fanno impunemente e comodamente.
  Il disegno di legge n. 153 non solo concede loro altri due mesi di tempo, ma permette di regolarizzare anche il denaro su conti anonimi o con intestazioni fittizie aperti all'estero, senza le conseguenze penali previste, in materia di antiriciclaggio, dal decreto legislativo n. 231 del 2007 all'articolo 58. Lo sapete questa modifica che impatto ha avuto in termini numerici ? Ve lo dico subito. È bastato questo per triplicare la stima delle richieste.
  Questo decreto non è altro che un condono – l'ennesimo di una serie infinita – ed è una istigazione alla evasione perché chi evade...

  PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce, per favore...

  DONATELLA AGOSTINELLI. ... ha la conferma che conviene farlo e la promessa implicita che prima o poi arriverà, anche in suo soccorso, una sanatoria ad hoc.
  Non è una norma virtuosa quella che introduce il decreto perché, anche soltanto con un minimo di buon senso e lungimiranza, ci si rende conto che vi è il serio rischio di incentivare una nuova illegalità. Per questo condono il Governo ha un'aggravante perché persevera sempre nello stesso errore, mai a vantaggio del cittadino comune.
  Colleghi, vi invito a riflettere su quello che a noi del MoVimento sembra palese. Se una legge, che dovrebbe far emergere il nero, invece lo incentiva, è chiaro che si tratta di una legge irrazionale che avete il dovere morale di non appoggiare con il vostro voto. Così si discrimina il contribuente onesto, ma anche l'evasore che ha regolarizzato la sua posizione in termini definiti. Si incrina ancor di più la fiducia nel criterio di progressività del sistema tributario, di cui all'articolo 53, comma 2, della Costituzione, dietro lo spauracchio che solo così si andrà ad evitare l'aumento del prezzo della benzina. Qui bisognerebbe fare, dunque, esattamente l'opposto e attuare una politica seria di lotta all'evasione fiscale, ma, colleghi, evidentemente qui siamo ancora molto lontano dal portare avanti un progetto del genere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ANDREA MARTELLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA MARTELLA. Grazie, signor Presidente di avermi dato la parola. Intervengo, ai sensi dell'articolo 44 del Regolamento, per chiedere l'interruzione della discussione sul complesso degli emendamenti. Al gruppo del Partito Democratico dispiace farlo e dispiace farlo in questo momento, ma è del tutto evidente, Pag. 21arrivati a questo punto della discussione, che vi sono elementi di pretestuosità in molti degli interventi dei rappresentanti del MoVimento 5 Stelle.
  Noi siamo sempre per capire le ragioni degli altri, per avere un confronto approfondito, di merito e per migliorare i provvedimenti. Ma questo confronto c’è stato in Commissione. Il provvedimento è stato affrontato con la dovuta attenzione da parte del Governo e da parte del gruppo parlamentare del PD.
  A dimostrarlo c’è il fatto che gli emendamenti presentati in Commissione erano dodici. Questa mattina sono diventati cinquanta. Gli iscritti sul complesso degli emendamenti sono novantuno: circa due deputati iscritti per ogni emendamento.
  Presidente, c’è qualcosa che non funziona. Noi a questo atteggiamento intendiamo non starci e non ci stiamo, oltre che per ragioni di metodo, anche per ragioni di merito. Gli argomenti sono strumentali, pretestuosi, infondati. Questa discussione di merito che noi abbiamo auspicato non si sta facendo. Il decreto-legge, vale la pena di dirlo, completa in maniera efficace la legislazione della collaborazione volontaria, la completa in maniera efficace e permette di raggiungere obiettivi decisivi, alcuni già ottenuti nel 2015 – è stato ricordato, noi vogliamo dirlo in modo diverso – per impedire l'aumento delle tasse sulla benzina a carico di tutti gli italiani. Altri risultati verranno ottenuti nel 2016 con alcuni miliardi che serviranno per realizzare quella grande operazione di riduzione della pressione fiscale e delle tasse per gli italiani di cui abbiamo parlato nel corso di questo periodo.
  Per queste ragioni, con rammarico, Presidente, ma con l'obiettivo di portare a termine questo provvedimento, pensiamo che ora debba chiudersi la discussione sul complesso degli emendamenti e per questo lo proponiamo e che si debba proseguire perché questo provvedimento possa essere approvato nei tempi più rapidi possibili.

  PRESIDENTE. Sulla richiesta di chiusura della discussione sul complesso degli emendamenti darò la parola, a norma dell'articolo 44, comma 1, del Regolamento, ad un oratore contro e ad uno a favore.
  Ha chiesto di parlare contro la richiesta formalizzata dal collega Martella il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Presidente, noi siamo contro questa richiesta fondamentalmente perché abbiamo bisogno di tutto il tempo necessario per far capire a tutti i colleghi di quest'Aula che questo provvedimento è il solito provvedimento a favore dell'evasione fiscale. È il solito provvedimento fatto da un Parlamento che, al posto di pensare alle persone strangolate...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, collega Pesco, chiedo scusa se la interrompo, però, per favore, il tono della voce, altrimenti non andiamo avanti ! Per favore, colleghi.

  DANIELE PESCO. ... strangolate da un problema come, ad esempio, quello di Equitalia, preferisce impegnarsi su un provvedimento come questo che serve solo a chi ha portato ingenti somme all'estero oppure le ha nascoste al fisco mantenendole qui in Italia, consentendogli di poter fare questa autodichiarazione con la quale guadagna l'impunibilità per reati gravissimi quali la dichiarazione infedele, l'omessa dichiarazione, la dichiarazione fraudolenta mediante l'utilizzo di false fatture – ripeto: false fatture – oppure mediante l'utilizzo di altri artifici.
  È un provvedimento veramente grave di cui si sta parlando veramente poco e, quindi, secondo noi è fondamentale far capire a tutti i colleghi le nostre ragioni contenute negli emendamenti che sono tutti emendamenti di merito che cercano di modificare questo decreto-legge. Perché non solo la voluntary è nata male, non solo è nato male il decreto che proroga la voluntary, ma è stato addirittura peggiorato al Senato ed ora vi spiego perché.
  Attualmente abbiamo un'Agenzia delle entrate che in questi giorni sta lavorando extra legem, non sta rispettando la legge perché al Senato è stato inserito un emendamento Pag. 22che prevede che tutte le pratiche che arriveranno dopo il 10 novembre potranno essere valutate da un'Agenzia delle entrate sul territorio non direttamente competente con riferimento al domicilio del contribuente, così come avviene di solito, ma potranno essere anche altre Agenzie e potrà essere il direttore dell'Agenzia delle entrate a scegliere quali.
  Ora l'emendamento è stato approvato, il testo è stato modificato, ma il testo non è ancora stato approvato perché c’è ancora la Camera dei deputati che deve dire qualcosa su questo decreto-legge. Tuttavia, l'Agenzia delle entrate se ne infischia e, anzi, fa un provvedimento con il quale stabilisce che tutte le pratiche dovranno confluire al centro operativo di Pescara. Ma la legge non è ancora stata approvata, non è che l'Agenzia delle entrate può sognarsi, da un giorno all'altro, di decidere che alcune pratiche potranno essere svolte, analizzate, processate da un'agenzia territorialmente competente su territori diversi rispetto al domicilio del contribuente.
  Non se lo può inventare, non lo può fare ! Non lo può fare e, invece, lo sta facendo. Lo sta facendo a nostra tutela ? Forse, ma comunque non lo può fare: doveva aspettare che questo decreto-legge venisse approvato fino in fondo, ovvero venisse convertito in legge. E invece no.
  Quindi abbiamo un'Agenzia delle entrate che sta operando fuori dalla legge, grazie ad un emendamento approvato al Senato, che va a modificare questo provvedimento, e non si dice nulla. Ma, in più, un'altra questione di merito in cui siamo entrati con i nostri emendamenti è riferita al fatto che, entro il 31 dicembre 2016, tutte le annualità degli evasori fiscali, che hanno portato soldi all'estero o che li hanno tenuti nascosti qui in Italia, dovranno essere analizzate. Quindi l'Agenzia delle entrate non avrà a disposizione i canonici quattro, cinque anni a seconda del reato per analizzare tutte le dichiarazioni che sono arrivate. No ! Avrà tempo solo fino al 31 dicembre 2016 e questa è una cosa grave, perché si toglie all'Agenzia delle entrate la possibilità di fare delle analisi fatte bene. Ricordiamo a tutti che queste auto-denunce non sono auto-denunce semplici, perché sono un pochino complesse, perché comunque bisognerà andare a vedere i movimenti che queste persone hanno fatto, come sono stati portati i soldi all'estero, in quali termini e in quali misure. Quindi bisognerà associare questi imponibili agli imponibili che hanno già comunque dichiarato. Quindi non è una cosa banale. È un'operazione per la quale serve tempo e per la quale siamo certi che l'Agenzia delle entrate non riuscirà a fare rispettare il termine che è stato dato con questo decreto-legge.
  Quindi, noi siamo contro la chiusura della discussione sul complesso delle proposte emendative e veramente chiediamo a tutti di votare contro.

  PRESIDENTE. Non mi pare che vi siano interventi a favore.
  Passiamo, quindi, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di chiusura della discussione sul complesso delle proposte emendative.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Agostini, Di Lello, Andrea Romano, Nicchi, Vazio, Corsaro, Cominardi, Lombardi, Gelmini... Vazio ha ancora problemi, il dispositivo non funziona, adesso arriva il tecnico. Abbiamo un po’ di richieste... Kronbichler, Zardini... Vazio ha il tecnico che lo sta assistendo... Plangger, non tolga la tessera, è inutile, adesso arriva il tecnico... Vazio ha votato, aspettiamo Plangger e poi chiudiamo. Plangger ha votato. Bene.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  342   
   Astenuti   53   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato  264    
    Hanno votato no  78.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 23

  (I deputati Fossati e Bueno hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Ricordo che, essendo stata deliberata la chiusura della discussione sul complesso delle proposte emendative, a norma dell'articolo 85, commi 4 e 6, del Regolamento, hanno facoltà di intervenire una sola volta, per non più di cinque minuti ciascuno, i primi firmatari o altro proponente delle proposte emendative che non siano già intervenuti nella discussione, sempre che non abbiano già preso la parola altri firmatari delle medesime proposte emendative.
  Ha chiesto di parlare il deputato Luigi Gallo per illustrare il proprio emendamento. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Grazie Presidente. Come hanno già spiegato i colleghi del MoVimento 5 Stelle, cosa accadrà da parte dell'Agenzia delle entrate ? L'Agenzia delle entrate, avendo dei tempi molto ristretti per verificare tutta la mole di documentazione che verrà da chi ha intenzione di rientrare con i propri capitali in Italia, non potrà verificare la correttezza di tutte le procedure e di tutte le istanze che arriveranno all'Agenzia delle entrate, perché il Governo restringe fortemente i tempi.
  Quindi, possiamo immaginare tranquillamente cosa accadrà all'interno dell'Agenzia delle entrate, anche se ci fosse la volontà di controllare tutti non ce ne sarebbe la possibilità. Quindi, si potrebbe proprio discriminare i tipi di cartelle e di atti che arrivano all'Agenzia delle entrate. Abbiamo una grossa esperienza in questo da parte di Equitalia, dove abbiamo visto che vengono spesso perseguiti i casi delle persone più umili, i casi in cui non ci sono i soggetti più potenti da controllare e quindi si procede con i casi più semplici. Questo, mandando in tilt i bilanci familiari di persone che si trovano all'improvviso delle cartelle pazze di Equitalia arrivare a casa. La stessa discrezionalità per i tempi ristretti verrà data all'Agenzia delle entrate. Come al solito, ci troviamo un Governo che sta dalla parte di chi commette dei reati, sta dalla parte, infatti, di De Luca, il condannato di primo grado che viene messo come Presidente alla regione Campania mentre continue indagini gli cadono addosso. Ultima quella che abbiamo appena letto sui giornali, corruzione per induzione, per salvarsi da una sentenza. Questo è il DNA del Partito Democratico che, ormai, ha fatto una scelta di campo, una scelta di stare con chi è contro la legge, con chi frega il prossimo, con chi si trova ad eludere qualsiasi regola. E a pagare tutto questo sono i cittadini onesti che pagano le tasse, che vogliono comportarsi in modo regolare e pensano che questa sia una virtù, non una colpa. Nel provvedimento si introducono delle deroghe anche alle competenze territoriali degli uffici, un'altra cosa gravissima, che quindi dà un'ulteriore discrezionalità ai soggetti di intervenire sulle richieste di rientro dei capitali. Una norma, che in pratica si sta trasformando sempre di più in un salva-condotto per tutti, che elimina la possibilità di procedere penalmente verso chi ha commesso il reato, estingue la pena. E questo senza circostanze e motivate esigenze operative.
  L'articolo 2, comma 1, lettera a), numero 1), in deroga alla disciplina dei termini ordinari di accertamento, individua un termine diverso per la conclusione del procedimento di accertamento degli imponibili e sanzioni relative alla procedura di collaborazione volontaria. In pratica si stabilisce che gli atti di accertamento e di contestazione della sanzione devono essere notificati a pena di decadenza entro il 31 dicembre 2016, cioè pochissimi giorni. Tuttavia, tale formalità viene prevista per tutte le annualità oggetto della dichiarazione volontaria, quindi sia per quelle in scadenza al 31 dicembre 2015, (sarebbero le annualità del 2009 e del 2010), prorogate al 31 dicembre 2016, sia per quelle per le quali i termini di decadenza dell'accertamento maturerebbero ben oltre il 31 dicembre 2016. Ciò, nell'ottica di favorire l'adesione; si garantisce al contribuente un termine certo di Pag. 24conclusione della procedura però comprimendo di fatto i tempi di accertamento per l'Agenzia delle entrate. Noi chiediamo che invece si diano i tempi adeguati all'Agenzia delle entrate di fare le opportune verifiche altrimenti questo crea una salva-condotto per tutti e non si potrà accertare neanche la documentazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Battelli. Ne ha facoltà.

  SERGIO BATTELLI. Grazie, Presidente. La procedura di volontaria collaborazione preventiva in materia fiscale, cosiddetta voluntary disclosure, è stata introdotta con la legge n. 186 del 2014. La finalità perseguita è quella di favorire il rientro in Italia di capitali e attività finanziarie...

  PRESIDENTE. Mi scusi, collega Battelli, mi scusi..., prego.

  SERGIO BATTELLI. Grazie. La finalità perseguita è quella di favorire il rientro in Italia di capitali e attività finanziarie detenute all'estero e non dichiarate, consentendo di sanare la posizione fiscale nei confronti dell'erario. In pratica il contribuente dovrà autodenunciarsi al fisco beneficiando del pagamento in misura ridotta delle sanzioni amministrative e pecuniarie e, cosa secondo noi gravissima, la non punibilità per i reati fiscali relativi agli obblighi dichiarativi nonché in materia di autoriciclaggio. Ulteriore beneficio, vergognoso, è la non applicazione della disciplina del raddoppio dei termini di accertamento. Ma entriamo nel merito: a cosa serve questa proroga ? Semplicemente a sopperire al buco di gettito generato dalla bocciatura del reverse charge IVA della grande distribuzione (comma 629 della legge di stabilità 2015), evitando così l'entrata in vigore delle clausole di salvaguardia della passata legge di stabilità che voi maggioranza avete creato. Quindi, non state facendo altro che cercare di rimediare ad un vostro doppio errore: prima l'innalzamento di IVA a cui avete cercato di porre rimedio con il reverse charge e poi con la bocciatura del reverse charge stesso da parte dell'Unione europea. In pratica, con il gettito già certo derivante dalla procedura di voluntary disclosure (emersione dei capitali detenuti all'estero) si coprono gli oneri finanziari che, in alternativa, sarebbero stati coperti dall'aumento delle accise sui carburanti a decorrere dal 1o ottobre 2015. Ricordiamo, però, che la misura è solo provvisoria, in quanto si copre il solo anno 2015, mentre il rischio dell'aumento delle accise sui carburanti resta concreto a decorrere dall'anno 2016, dove i maggiori oneri da finanziare ammontano a 728 milioni di euro. Quindi, con l'articolo 2 si sposta il termine ultimo per l'adesione alla procedura di volontaria collaborazione dal 20 settembre al 31 dicembre 2015, per la correzione e l'integrazione delle domande presentate. Pare giusto evidenziare, poi, come la proroga del termine di presentazione dell'istanza di adesione alla voluntary disclosure non sia accompagnata da una sanzione maggiorata per gli indecisi dell'ultima ora, di fatto discriminando coloro che hanno da subito deciso di regolarizzare la propria posizione fiscale.
  Ma quali sono questi ritocchi che avete fatto ? Primo: si individua un termine certo per la conclusione del procedimento di accertamento degli imponibili e sanzioni relative alla procedura di collaborazione volontaria. In pratica, si stabilisce che gli atti di accertamento e di contestazione della sanzione devono essere notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre 2016. Questa formalità viene prevista per tutte le annualità oggetto di voluntary disclosure, quindi sia per quelle in scadenza al 31 dicembre 2015 (prorogate al 31 dicembre 2016) sia per quelle per le quali i termini di decadenza dall'accertamento maturerebbero ben oltre il 31 dicembre 2016, cioè per dichiarazioni relative all'anno 2012, la cui decadenza naturale sarebbe 2016-2017; per l'anno 2013, sarebbe 2017-2018 e per l'anno 2014 sarebbe 2018-2019.
  Quindi, nell'ottica di favorire l'adesione alla voluntary disclosure, si garantisce al contribuente un termine certo di conclusione Pag. 25della procedura, comprimendo di fatto i tempi di accertamento per l'Agenzia. Al punto 2) – il secondo ritocco che avete inserito – si prevede l'applicabilità della procedura di voluntary disclosure alla normativa in materia di antiriciclaggio e di finanziamento al terrorismo di cui al decreto legislativo n. 231 del 2007, ad eccezione, però, della disciplina di cui all'articolo 58, comma 6, del medesimo decreto. Tale disposizione, che richiama l'articolo 50, comma 2, prevede una sanzione amministrativa pecuniaria dal 10 al 40 per cento...

  PRESIDENTE. Concluda, Battelli.

  SERGIO BATTELLI. Concludo subito. Ebbene, siffatta disposizione, allo stato priva di giustificazione sotto il profilo operativo, rischia di compromettere l'imparzialità dell'agire della pubblica amministrazione, in quanto per determinati soggetti si concentra l'attività di accertamento in capo ad uffici...

  PRESIDENTE. La ringrazio.
  Ha chiesto di parlare il collega Vallascas. Ne ha facoltà. Per favore il tono della voce, e i colleghi vicino a Vallascas se possono evitare di parlare.

  ANDREA VALLASCAS. Presidente, con questo emendamento si intende limitare l'entità del regalo che con questo provvedimento si sta facendo a coloro che hanno nascosto ingenti capitali all'estero.
  La pratica della voluntary disclosure, che avrebbe dovuto avere termini più stringenti per gli evasori, viene applicata con grande leggerezza, ponendo dei limiti e dei vincoli stringenti solo all'Agenzia delle entrate. Abbiamo visto, nel corso del dibattito, che la procedura di volontaria collaborazione preventiva, così come viene prospettata dal testo all'esame, rischia di comprimere gravemente l'attività dell'Agenzia, vanificando l'attività dell'accertamento.
  Il testo prevede, come termine per la presentazione della dichiarazione volontaria del contribuente, il 30 novembre prossimo, con la possibilità di integrare l'istanza entro il 31 dicembre. Da quel momento l'Agenzia delle entrate ha tempo sino al 31 dicembre 2016 per svolgere le attività di accertamento e notificare gli esiti della verifica. Se l'Agenzia delle entrate non riesce a notificare la contestazione delle sanzioni entro tale data, il procedimento decade; tutto questo in deroga alla normativa in materia e aprendo ampi margini di incertezza, con eventuali strascichi e contestazioni.
  Con questo emendamento viene esteso il limite certo del 31 dicembre 2016, non facendo decadere quelle posizioni che non sono oggetto del procedimento: in pratica l'obiettivo è di non pregiudicare l'esercizio di un'ulteriore azione accertatrice in riferimento ad imponibili non riconducibili alle attività costituite o detenute all'estero oggetto di rimpatrio o di regolarizzazione. In questo modo si cerca di limitare questo ampio spazio di manovra concesso agli evasori che detengono capitali all'estero.
  È il caso di sottolineare, come hanno fatto i miei colleghi, che il testo, così come è formulato, crea una situazione di grave e inaccettabile disparità tra i cittadini italiani: una disparità di trattamento tra cittadini che con grande difficoltà cercano di pagare le tasse, incorrendo eventualmente in un regime sanzionatorio particolarmente gravoso, e cittadini che, non solo evadono, ma vengono anche trattati con le buone maniere nel caso di collaborazione volontaria.
  Il nostro è diventato il Paese delle sanatorie, considerate una sorta di toccasana nei momenti di particolare penuria di liquidità. Sulle sanatorie si sono costruiti dei grandi disastri nel nostro Paese, dai condoni edilizi a quelli fiscali; ma il più grande disastro che si è riusciti a creare è la cancellazione della certezza delle regole: questi interventi normativi, che vanno in deroga alla normativa vigente, rappresentano un esempio negativo per i cittadini, per gli imprenditori e per coloro che sono chiamati oggigiorno a rispettare una molteplicità di adempimenti.Pag. 26
  È il caso di sottolineare che un Paese impegnato a recuperare ampie sacche di evasione dovrebbe evitare percorsi in cui si premia chi ha evaso; e soprattutto dovrebbe rafforzare gli strumenti a disposizione delle istituzioni preposte a svolgere gli accertamenti, e a scovare coloro che nascondono o non dichiarano i capitali posseduti.
  Questo provvedimento va in senso contrario: invece di dare strumenti all'Agenzia delle entrate, ne comprime i tempi per gli accertamenti. Il rischio è quello che, nell'impossibilità di svolgere le verifiche per tempo, le istanze possano diventare delle vere e proprie autocertificazioni. Con questo emendamento si vuole restituire alle istituzioni preposte uno strumento efficace, cancellando una situazione di iniquità che si sta venendo a determinare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Colgo l'occasione per salutare studenti e docenti dell'Istituto tecnico-commerciale «Umberto I» di Ascoli Piceno, che seguono i nostri lavori (Applausi).
  Ha chiesto di parlare la collega Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, alle misure di cui al decreto-legge in esame, all'articolo 1, il Governo sopperisce al buco di gettito generato dalla bocciatura del reverse charging nella grande distribuzione, così evitando l'entrata in vigore delle clausole di salvaguardia di cui all'articolo 1, comma 632, della legge n. 190 del 2014, che era la legge di stabilità dello scorso anno.
  In pratica con il gettito già certo – anche se sappiamo che quando si fanno questo genere di provvedimenti di certo c’è solo che ve ne sarà un altro – derivante dalla procedura di voluntary disclosure (emersione dei capitali detenuti all'estero) si coprono gli oneri finanziari che, in alternativa, sarebbero stati coperti dall'aumento delle accise sui carburanti a decorrere dal 1 o ottobre 2015. Al riguardo però si evidenzia come la misura sia solo provvisoria in quanto si copre il solo anno 2015 mentre il rischio dell'aumento delle accise sui carburanti, che tra l'altro viene usata come clausola di salvaguardia ad ogni provvedimento, resta concreto a decorrere dall'anno 2016, dove i maggiori oneri da finanziare ammontano a 728 milioni di euro.
  Inoltre, si apportano modifiche alla disciplina della procedura di volontaria collaborazione introdotta dalla legge n. 186 del 2014. Oltre alla nota proroga del termine per la presentazione delle istanze da parte dei contribuenti (posticipato dal 30 settembre al 30 novembre 2015, con termine fino al 31 dicembre 2015 – una proroga dietro l'altra con conseguente incertezza – per la correzione e integrazione delle domande presentate), si apportano ulteriori «ritocchi» alla voluntary disclosure che, dopo le modifiche introdotte con il decreto legislativo n. 128 del 2015 (articolo 2, comma 4) in materia di certezza del diritto (esclusione del raddoppio dei termini di accertamento), diventa ancora più appetibile. Si evidenzia che la proroga della procedura non è connessa alla disattivazione delle clausole di salvaguardia in quanto già coperte dal gettito conseguito dalle istanze presentate al 30 settembre 2015.
  Al Senato è stata introdotta la disposizione che prevede, per le istanze presentate oltre il 10 novembre 2015, una deroga – strana anche questa, proroga, deroga, sono termini che tornano sempre – ai criteri ordinari di determinazione della competenza territoriale degli uffici delle Entrate preposti all'esercizio dei poteri di verifica e di accertamento, in favore di uffici che saranno determinati con apposito provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate. Più in dettaglio, la norma in esame si pone in esplicita deroga alla disciplina sulla competenza all'esecuzione delle attività di accertamento, sia ai fini delle imposte sui redditi che dell'IVA (rispettivamente, articolo 31 del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973 e articolo 40 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972). La disciplina generale infatti impone che Pag. 27dette attività di accertamento siano di competenza dell'ufficio nella cui circoscrizione vi è il domicilio fiscale del soggetto passivo obbligato alla dichiarazione alla data in cui questa è stata o avrebbe dovuto essere presentata. La disposizione in commento, invece, affida la gestione delle istanze di voluntary disclosure presentate per la prima volta a decorrere dal 10 novembre 2015 nonché all'emissione dei relativi atti, ivi compresi quelli di accertamento e di contestazione delle violazioni, per tutte le annualità oggetto della procedura di collaborazione volontaria, ad una specifica articolazione dell'Agenzia delle entrate che deve essere individuata con provvedimento del direttore dell'Agenzia medesima. Ebbene siffatta disposizione, allo stato priva di giustificazione sotto il profilo operativo, rischia di compromettere l'imparzialità dell'agire della pubblica amministrazione in quanto, per determinati soggetti (coloro che presentano le istanze successivamente al 10 novembre 2015), si concentra l'attività di accertamento in capo ad uffici la cui individuazione è rimessa all'esclusiva discrezionalità del direttore dell'Agenzia delle Entrate.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente. Oggi parliamo della procedura di volontaria collaborazione, che detta così sembra qualcosa di carino, ma andiamo a vedere realmente cosa è.
  La procedura di volontaria collaborazione preventiva in materia fiscale è stata introdotta con la legge n. 186 del 2015. La finalità perseguita è quella di favorire il rientro in Italia di capitali e attività finanziarie detenute all'estero e non dichiarate, consentendo di sanare la posizione fiscale nei confronti dell'erario. Parliamo quindi delle somme spostate all'estero che secondo il decreto-legge n. 167 del 1990, che impone appunto la dichiarazione di spostamenti di denaro all'estero che superano i 10 mila euro, dovevano essere comunicate allo Stato e così non è avvenuto. In pratica il contribuente dovrà autodenunciarsi al Fisco beneficiando del pagamento in misura ridotta delle sanzioni amministrative e pecuniarie nonché della non punibilità per i reati fiscali relativi agli obblighi dichiarativi nonché in materia di autoriciclaggio. Detto più semplicemente, stiamo agevolando dei grandi evasori che hanno operato andando contro la legge dello Stato. A cosa serve, verrebbe da chiedersi. In teoria serve a controllare gli evasori fiscali, a far rientrare i capitali. Leggo: la procedura prevede l'obbligo in capo all'evasore di versare le imposte con delle sanzioni ridotte come premio onestà. Onestà ? Ma avete idea di cosa stiamo parlando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Mica il fornaio sotto casa, che non ha fatto uno scontrino di 0 euro al figlio che ha preso un panino e che per voi è un evasore da vessare grazie alle norme che voi stessi avete creato ! No, stiamo parlando di persone che spostano enormi capitali sottraendoli al fisco italiano. Per capirci, la stima dei rientri fatta dal direttore dell'Agenzia delle entrate, la dottoressa Orlandi, era di 3 miliardi e si parla solo di stima delle somme che potrebbero rientrare ma i fondi sottratti sono sicuramente molti di più. Per noi questo è un piccolo scudo fiscale, un mini condono per grandi evasori. Voi invece rivendicate che non è così. Certo, rispetto al condono la voluntary è sicuramente meno generosa ma è pur sempre un'utile scappatoia per regolarizzare le situazioni non idonee con il fisco e chiudere pertanto la porta a possibili accertamenti ben più sgraditi. Vi vantate quasi di aver eliminato l'anonimato, e ci mancherebbe ! Non solo li lasciate impuniti per i numerosi reati commessi, non solo li agevolate con le sanzioni facendo pagare una somma forfettaria e non analitica, magari gli volete garantire anche l'anonimato ? Così magari l'Agenzia delle entrate non poteva disporre di dati puntuali di coloro che avevano fruito dello strumento ! Almeno su questo avete avuto un po’ di decenza. Vede, signor Presidente, in Italia la maggior parte delle persone è onesta ma purtroppo anche nel nostro Paese molti contribuenti sono classificati come evasori perché non pagano le Pag. 28tasse. Tempo fa presentammo una legge che chiedeva di abolire Equitalia e proprio il partito che oggi voterà ancora una volta questa misura ci disse che eravamo a favore degli evasori. Dissero così semplicemente perché volevamo introdurre un concetto chiaro e semplice: tra i cittadini che rientrano nella categoria degli evasori ci sono anche quelli che vorrebbero pagare le tasse che puntualmente gli vengono inviate ma che, vuoi per il carico di vessazione eccessiva o vuoi per la crisi economica che oramai ci accompagna da troppo tempo, non riescono a pagare tutte le imposte. Abbiamo quindi chiesto di mettere nelle condizioni di poter pagare i propri debiti questa categoria di contribuenti. Non abbiamo chiesto di esonerarli dal pagamento delle imposte ma solo di alleggerire la parte interessi e metterli nelle condizioni di pagare. Bene, signor Presidente, solo per questo siamo stati additati come a favore degli evasori. Ora, tramite lei, Presidente, chiedo a tutta l'Aula che se solo per aver cercato di mettere nelle condizioni di pagare, alleggerendo il carico di interessi per molti cittadini, ci si dice di favorire gli evasori...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  MARIALUCIA LOREFICE. Va bene, Presidente. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, qui stiamo parlando del decreto sulla voluntary disclosure. Vede, Presidente, quando arrivano decreti, testi di leggi che hanno un titolo inglese, c’è sempre da preoccuparsi.
  Spesso, i partiti in questi anni, quando vogliono nascondere dei contenuti imbarazzanti, utilizzano termini inglesi, espressioni anglosassoni perché queste danno una parvenza di internazionalità al tema, ma dietro c’è sempre l'imbroglio. Ne ricordo uno tra tutti, il Jobs Act, che è stato presentato come la grande rivoluzione del mercato del lavoro, ma in realtà toglieva diritti ai lavoratori...

  PRESIDENTE. Collega, i banchi del Governo ! Un giorno li elettrificheremo (Applausi di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  RICCARDO FRACCARO. È una buona idea, Presidente.

  PRESIDENTE. Vada avanti.

  RICCARDO FRACCARO. E anche in questo caso, dietro al termine utilizzato, si nasconde un vero e proprio condono.
  La finalità di questa normativa che stiamo discutendo, secondo la versione ufficiale, è quella di favorire il rientro in Italia di capitali e attività finanziarie detenute dall'estero e non denunciate e non dichiarate, consentendo di sanare la posizione fiscale. Si dice che noi italiani in Italia abbiamo bisogno di soldi e, siccome molti italiani hanno evaso le tasse, portando dei soldi all'estero senza dichiararli, quindi senza pagarli, diciamo a questi italiani: voi potete farli rientrare con un sacco di agevolazioni, dichiarando autonomamente come li avete ottenuti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); quindi, limitando la possibilità dell'Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza, anche dal punto di vista temporale, di accertare come effettivamente questi soldi sono stati ottenuti, semplicemente per fare cassa.
  Quindi, Presidente, anziché magari toccare – dico una cosa a caso – i vitalizi che molti di voi ancora, ossia molti parlamentari qui seduti hanno già maturato e si prenderanno alla fine della legislatura, anziché tagliare le pensioni d'oro, anziché tagliare le auto blu, si cerca di fare cassa per coprire gli sprechi che la classe politica ha realizzato in questi anni, condonando gli evasori fiscali, che ovviamente non saranno più perseguiti penalmente per i reati fiscali commessi.Pag. 29
  E qui si dice che noi combattiamo tra l'altro l'evasione fiscale perché recuperiamo quei soldi. Il problema è che domani l'italiano medio ci dirà che vuole evadere le tasse – perché non farlo ? – tanto tra un anno o due ci sarà un nuovo condono e quindi eventualmente potrà risanare la sua situazione. Il problema è un problema ovviamente culturale: voi favorite l'evasione da un punto di vista non solo culturale, ma anche legislativo, promettendo costantemente, una volta che venite votati e andate al Governo, il condono di turno.
  Quindi, cosa viene meno, Presidente ? Viene meno la certezza del diritto, che dovrebbe essere un principio su cui basare la nostra legislazione, la normativa nazionale e quello che noi produciamo ogni giorno qui dentro. Cosa significa certezza del diritto ? Significa che un cittadino, quando compie un atto, durante la sua vita quotidiana, deve sapere quali sono le conseguenze e deve sapere che, nel momento in cui verrà scoperto, le sanzioni previste in quel momento si applicheranno.
  La cosa importante e il principio che dobbiamo introdurre e che voi non introdurrete mai, perché siete i primi evasori, probabilmente, io penso, o siete amici degli evasori...

  PRESIDENTE. Si rivolga con rispetto al Governo e si rivolga alla Presidenza soprattutto, Fraccaro !

  RICCARDO FRACCARO. Sì, Presidente.
  Un altro problema enorme che noi abbiamo con questa legislazione e con questa normativa riguarda la difficoltà che si introduce nel ricercare, non solo gli evasori, ma anche quegli evasori che magari intendano utilizzare i mercati esteri e gli Stati, i cosiddetti paradisi fiscali, per riciclare denaro sporco. In questo modo, viene limitata ulteriormente la possibilità di andare a colpire quegli evasori che non sono solo evasori, ma sono anche prestanomi della criminalità organizzata.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. La procedura di volontaria collaborazione preventiva in materia fiscale, cosiddetta voluntary disclosure, è stata introdotta con la legge n. 186 del 2014. La finalità perseguita è quella di favorire il rientro in Italia di capitali e di attività finanziarie detenute all'estero e non dichiarate, consentendo di sanare la posizione fiscale nei confronti dell'erario. In pratica, il contribuente dovrà autodenunciarsi al fisco, beneficiando del pagamento in misura ridotta delle sanzioni amministrative pecuniarie e, cosa secondo noi gravissima, beneficiando anche della non punibilità per i reati fiscali relativi agli obblighi dichiarativi, nonché in materia di autoriciclaggio. Ulteriore beneficio vergognoso è la non applicazione della disciplina del raddoppio dei termini di accertamento.
  A cosa serve questa proroga ? Semplicemente a sopperire al buco di gettito generato dalla bocciatura del reverse charge IVA della grande distribuzione – comma 629 della legge di stabilità 2015 –, evitando così l'entrata in vigore delle clausole di salvaguardia della passata legge di stabilità che voi, di maggioranza, avete creato. Quindi, non state facendo altro che cercare di rimediare ad un vostro doppio errore: prima l'innalzamento dell'IVA, a cui avete cercato di porre rimedio con il reverse charge; e, poi, con la bocciatura del reverse charge stesso da parte dell'Unione europea.
  In pratica, con il gettito già certo derivante dalla procedura di voluntary disclosure si coprono gli oneri finanziari che, in alternativa, sarebbero stati coperti dall'aumento delle accise sui carburanti a decorrere dal 1o ottobre 2015. Ricordiamo, però, che la misura è solo provvisoria, in quanto si copre il solo anno 2015, mentre il rischio dell'aumento delle accise sui carburanti resta concreto a decorrere dall'anno 2016, dove i maggiori oneri da finanziare ammontano a 728 milioni di euro.
  Con l'articolo 2 si sposta il termine ultimo per l'adesione alla procedura di volontaria collaborazione dal 20 settembre Pag. 30al 30 novembre 2015, con termine fino al 31 dicembre 2015 per la correzione e l'integrazione delle domande presentate, ma si apportano ulteriori ritocchi alla voluntary che, ricordiamolo, dopo l'esclusione del raddoppio dei termini di accertamento diventa ancora più appetibile.
  Quali sono questi ritocchi ? Si individua un termine certo per la conclusione del procedimento di accertamento degli imponibili e sanzioni relative alla procedura di collaborazione volontaria. In pratica, si stabilisce che l'atto di accertamento e di contestazione delle sanzioni deve essere notificato, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre 2016. Questa formalità viene prevista per tutte le annualità oggetto di voluntary, quindi sia per quelle in scadenza al 31 dicembre 2015 sia per quelle per le quali i termini di decadenza dell'accertamento maturerebbero ben oltre il 31 dicembre 2016. Così per dichiarazioni relative all'anno 2012 la decadenza naturale sarebbe il 2016-2017 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) mentre per l'anno 2013 sarebbe il 2017-2018 e per l'anno 2014 sarebbe il 2018-2019. Nell'ottica di favorire l'adesione alla voluntary disclosure, dunque, si garantisce al contribuente un termine certo di conclusione della procedura, comprimendo di fatto i tempi di accertamento per l'Agenzia.
  Inoltre, si prevede l'applicabilità alla procedura di voluntary disclosure della normativa in materia di antiriciclaggio e di finanziamento al terrorismo, di cui al decreto legislativo n. 231 del 2007, ad eccezione, però, della disciplina di cui all'articolo 58, comma 6, del medesimo decreto. Tale disposizione, che richiama l'articolo 50, prevede una sanzione amministrativa pecuniaria dal 10 al 40 per cento del saldo esistente sui conti correnti o sui libretti in caso di violazione del divieto di utilizzo «in qualunque forma di conti o libretti di risparmio in forma anonima o con intestazione fittizia aperti presso Stati esteri». Dunque, con la modifica che si intende introdurre, si esclude anche l'applicazione di tale sanzione.
  È chiaro che la misura è stata introdotta per agevolare ulteriormente i contribuenti, dato che la gran parte dei conti esteri è detenuta in forma anonima. Ai soli fini della voluntary si prevede l'applicazione dell'articolo 5, commi l-bis e 1-quinquies, sino al 31 dicembre 2016. Si ricorda che tali disposizioni sono state abrogate dalla legge di stabilità 2015.
  In sostanza, al fine di ridurre ulteriormente il carico sanzionatorio, nonché di agevolare il pagamento delle somme dovute a seguito della conclusione della procedura, si attribuisce nuovamente vigore alle dette disposizioni, limitatamente alla procedura di voluntary. I suddetti commi, infatti, prevedono la possibilità per il contribuente di prestare acquiescenza all'accertamento, mediante adesione all'invito nel quale sono indicati gli imponibili accertati e le imposte dovute, beneficiando di un'ulteriore riduzione delle sanzioni – un sesto del minimo edittale – e con pagamento in forma rateale di quanto dovuto.
  In sostanza, se accetti di pagare subito quanto stabilito dall'Agenzia delle entrate, allora le sanzioni sono scontate ulteriormente fino a un sesto, e, ovviamente, tutti accettano, perché chi mai sarebbe così stupido da impugnare tale atto, perdendo, di fatto, i vantaggi della voluntary disclosure, per di più dopo essersi messo in chiaro di fronte all'Agenzia ? Infine, si regola il caso dei lavoratori transfrontalieri, prevedendo che, su istanza del contribuente, l'ammontare di tutte le prestazioni corrisposte dalla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l'invalidità svizzera, in qualunque forma erogate, venga assoggettato all'aliquota del 5 per cento, analogamente a quanto previsto per le rendite corrisposte in Italia dall'assicurazione invalidità, vecchiaia e superstiti...

  PRESIDENTE. Ha esaurito il tempo. Può consegnare il testo, se proprio ci tiene.

  MANLIO DI STEFANO. Consegno il testo, grazie, Presidente, perché ci sarebbero tante altre cose interessanti da dire (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

Pag. 31

  PRESIDENTE. Immaginavo. Ha chiesto di parlare il collega Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Siamo alle solite: erano previsti determinati gettiti derivanti dalla voluntary disclosure e, di fatto, ci troviamo a dover fare una proroga, perché, rispetto alle previsioni, i soldi che sono rientrati sono molto meno. Che cosa andava a intaccare il mancato gettito ? Sicuramente, le misure correttive, ovvero l'aumento delle accise sui carburanti. Attenzione che questo aumento, anche con questo decreto, così come lo avete scritto, non è escluso per il 2016.
  Ci troviamo, cioè, come al solito, che, per fare la legge di stabilità, la legge finanziaria di uno Stato, si deve mettere mano, in maniera costante e continua, alle tasche dei cittadini. Sì, perché con l'aumento delle accise sui consumi, di fatto, si fa sempre e solo quello. Si cerca sempre di prendere i soldi laddove sono disponibili in maniera rapida, ovvero sui consumi della gente, mentre cercano di fare sconti costanti e continui ai soliti evasori, a quelli che hanno portato all'estero i capitali.
  Quindi, ci troviamo, all'interno di questo provvedimento, a dover vedere che, con questo procedimento di voluntary disclosure, che allunghiamo ancora di un anno, di fatto vengono limitate le sanzioni, portate, in alcuni casi, alla riduzione a un sesto del totale, quando sappiamo benissimo che, quando la signora Maria non paga la tassa sui rifiuti, passano pochi mesi e la sanzione arriva, puntuale e precisa, in maniera costante. Però, si sa che, per riuscire a far cassa, il Governo è disposto a tutto, e quindi, anche in questo caso, andiamo anche ad attribuire un po’ la paternità di questi provvedimenti.
  Mi ricordo, l'anno passato, l'onorevole Causi, il papà, un po’, della voluntary disclosure: era colui che ne decantava le virtù e gli introiti che avrebbe portato all'interno delle finanze dello Stato. Però, vista la sua esperienza attuale, già terminata, da vicesindaco del comune di Roma, direi assolutamente non fortunata, le sue previsioni si sono rivelate, anche in questo caso, completamente errate, perché oggi voi state cercando, per l'ennesima volta, di ingolosire coloro i quali hanno capitali all'estero a farli rientrare oppure di far sì che regolarizzino determinate posizioni fiscali.
  Lo fate, però, sempre con lo stesso principio, cioè la diminuzione delle sanzioni. Fate di tutto, calate le brache in maniera costante e continua: uno Stato dovrebbe avere una credibilità maggiore. In realtà, noi andiamo sempre incontro a meccanismi di caramelle e cioccolatini per i soliti soggetti, mentre il bastone è sempre per i cittadini italiani. Infatti, non è possibile immaginare che, ancora una volta, all'interno di questo provvedimento, vediamo che cercate di comprimere i tempi a disposizione dell'Agenzia delle entrate per gli accertamenti.
  Anche quando, teoricamente, l'accertamento maturerebbe ben oltre il 31 dicembre 2016, voi, all'interno di questo provvedimento, nell'ottica di favorire l'adesione, dite e garantite un termine certo di conclusione della procedura; però, come al solito, per l'Agenzia delle entrate non stanziate mai alcun tipo di fondo ulteriore.
  E quindi i controlli sono sempre di meno, se non anche sempre più facili verso i soggetti deboli, che hanno una contribuzione limitata, verso i quali c’è sempre un accanimento totale da parte dell'Agenzia delle entrate, perché la difesa, da parte di alcuni soggetti deboli, è meno pesante della difesa rispetto ai grandi soggetti e ai grandi evasori. Presidente, credo che all'interno di uno Stato che si rispetti, questi provvedimenti non dovrebbero essere nemmeno contemplati. Continuiamo a fare favori ai soliti soggetti e a bastonare i cittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Come è noto a tutti e come è emerso ulteriormente nel corso del dibattito, l'evasione fiscale, che annualmente sottrae milioni di euro, per non dire miliardi, alle casse dello Stato, è una Pag. 32battaglia fondamentale da vincere, perché se si procede in questo senso si riuscirebbero ad ottenere importanti risorse, che, anche con l'attuale legge di stabilità, il Governo altrimenti individua attraverso tagli di spesa, rinvii di spesa o nuove tasse.
  In questo senso le procedure che incentivino in qualche modo chi ha evaso a rimettersi in regola sono utili e condivisibili, a patto però che non si trasformino in un affare che, prima ancora del rispetto della legalità, incentiva comunque ad evadere le tasse dovute allo Stato. Come tutti i condoni di questo Paese, generano condoni ed evasione.
  Questo emendamento e molti altri che seguono hanno proprio queste finalità. Evitare di fare regali, di premiare gli evasori fiscali. La norma sulla quale l'emendamento interviene è abbastanza chiara e per nulla condivisibile, perché per coloro che accedono alla voluntary disclosure si abbuonano i termini di scadenza dell'accertamento fiscale. Non solo gli si fa valere la scadenza dei termini per gli anni fiscali 2009 e 2010, fissata al 2016, ma tale scadenza, quella dell'accertamento entro il 2016, rimane ferma anche per le successive annualità, per cui il termine di scadenza andrebbe ben oltre; si tratta di una norma scritta male.
  Con questo emendamento diciamo dunque una cosa molto semplice, ovvero che si applichino i termini ordinari per l'accertamento previsti oltre il 2016.
  Con un altro emendamento simile proponiamo una soluzione molto semplice e, a nostro avviso, doverosa, di buon senso, ma il buon senso in quest'Aula molte volte manca. Diciamo che a coloro che accedono alla voluntary disclosure, ma sforano il termine ultimo e dunque fanno ritardo, si debbano raddoppiare i termini previsti dalla normativa vigente per procedere all'accertamento fiscale sulle annualità pregresse da parte dell'Agenzia delle entrate; quindi non diamo solo vantaggi.
  Come è già emerso dall'esame degli emendamenti precedenti, da parte del nostro gruppo c’è già forte perplessità nei confronti dei vantaggi recati da questo articolo a favore di coloro che per un determinato periodo di tempo hanno evaso le tasse.
  Quello che diciamo è che almeno nei confronti di chi non rispetta i termini per accedere a questa normativa di vantaggio per rimettersi in regola, non debbano essere applicati quegli incentivi che varranno per chi, almeno con questa norma che andiamo ad approvare, li rispetteranno.
  Anche perché, signor Ministro, o meglio sottosegretario, qui si rischia il paradosso, che il fisco batte in testa sempre a chi paga, e non so se lo sa, io ho anche presentato un'interrogazione su questo. A Roma qualche settimana fa, a diversi contribuenti sono state inviate cartelle di pagamento non per evasione o sforamento dei termini, ma solo perché gli uffici dell'Agenzia delle entrate non riuscivano ad aprile i files della documentazione che loro stessi avevano sollecitato via mail: qui la digitalizzazione ritarda. Avremmo potuto accelerare la digitalizzazione e sicuramente avremmo guadagnato di più che non fare un condono fiscale sui grandi evasori.
  Facciamo un favore ai grandi evasori e un condono ulteriore, come negli anni passati, crea nelle persone l'aspettativa di un ulteriore condono, quindi non combatte l'evasione fiscale ma ne crea ulteriore. Ciò è accaduto con i vari condoni fiscali e con i vari condoni edilizi. È in corso una conferenza sul clima, nel corso della quale si parlerà forse di cementificazione e spero che questo Governo non faccia anche un condono sulla cementificazione selvaggia. Lascio l'ardua sentenza ai posteri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fantinati. Ne ha facoltà.

  MATTIA FANTINATI. Grazie, Presidente. Grazie, colleghi. Io credo che, in un Paese come l'Italia, il fatto di dare certi messaggi sia abbastanza pericoloso. Per ora vorrei fare un passo indietro rispetto al mio emendamento, che poi andrò anche Pag. 33ad illustrare. Io credo che parlare di rientro di capitali, parlare di depenalizzazione, parlare di aumento della soglia del denaro contante, soprattutto in un Paese dove regna la corruzione, soprattutto in un Paese che, secondo Transparency, è primo in Europa per quanto riguarda la corruzione, sia un messaggio molto pericoloso. E mi lego un po’ anche al fatto del denaro contante. In un Paese dove, per quanto riguarda le transazioni finanziarie, il nero è sicuramente una percentuale molto preponderante, alzare questa soglia significa andare verso un certo tipo di messaggio.
  Allo stesso modo, siamo anche qui oggi a parlare di questo provvedimento, che di fatto dà un messaggio che sicuramente non fa bene all'Italia. Sento dire tante volte: «Ce lo chiede l'Europa» e che noi, di fatto, dobbiamo allinearci alla Comunità europea. A me personalmente e anche al gruppo del MoVimento 5 Stelle piacerebbe che l'Italia si allineasse all'Europa anche sulla lotta all'evasione fiscale, sulla lotta alla corruzione, che si allineasse anche per certi valori che, di fatto, non vengono mai rispettati. Si usa l'Europa come uno strumento per dire: «Siamo in Europa e quindi dobbiamo adeguarci alle leggi comunitarie», mentre sicuramente per altre cose non è così.
  Di fatto, con questo provvedimento si dà una sanatoria a chi si è portato via dei capitali, capitali che sicuramente non venivano dichiarati, capitali che sicuramente non venivano da quelle buone transazioni, che magari fanno anche ripartire l'economia, che fanno ripartire le nostre aziende. Il messaggio che si dà è che tanto si può tranquillamente evadere il fisco, tanto si può continuamente fare i classici furbetti, che poi c’è sempre qualcuno che non solo la fa franca, ma si aspetta la sanatoria dello Stato, che dopo qualche anno sistema un po’ le cose.
  E lo si vede anche dai numeri, per esempio, della corruzione. Si parlava dell'anno scorso, quando, su 60 mila detenuti nelle nostre carceri, soltanto 11 – 11 ! – sono stati arrestati per reati relativi alla corruzione. È questo il messaggio che si dà: si possono fare tante cose, si possono fare tante cose fatte bene, ma comunque i furbetti alla fine la fanno sempre franca.
  Ed è per questo che non ci dovrebbero essere provvedimenti come questo, secondo me, in uno Stato che vuole crescere. Oppure, si dovrebbero fare soltanto se si definisce uno strumento efficace, se si danno delle pene certe. Si possono sicuramente depenalizzare certe cose, ma il messaggio che deve essere dato è che, comunque, se qualcuno vuole riportare le tasse in Italia, se qualcuno vuole dichiarare i propri capitali all'estero, deve comunque pagare un certo tipo di reato.
  Ho sentito dire anche tante volte in quest'Aula che, di fatto, così si aumentano gli investimenti in Italia. Ieri, ho sentito parlare di Invitalia, questo carrozzone che deve promuovere il fatto che molte aziende arrivino dall'estero in Italia. Allora, io mi chiedo: ma invece di adottare questo tipo di misure, perché non combattiamo la corruzione ? Perché non rendiamo florido l'ambiente per le aziende che vogliono arrivare in Italia e soprattutto florido per chi si tiene i soldi qui in Italia ? Questo è il messaggio, non che deve portare i soldi all'estero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Siamo ancora qui a parlare di condoni, a parlare di regali a persone che hanno sottratto soldi al nostro Paese, alle nostre casse, questi soldi non sono soltanto sottratti allo Stato come figura giuridica, come figura istituzionale ma ai veri e propri cittadini, alle loro necessità e ai loro bisogni. Questi soldi, che sono 161 miliardi l'anno insieme ai 60 miliardi l'anno per corruzione, si pensa che siano un'entità astratta, si pensa che non possano in alcun modo pregiudicare quelli che sono gli interessi, i bisogni, le necessità, la vita dei cittadini. In realtà, Presidente, non è così perché i soldi che ogni anno ci sottraggono la corruzione e l'evasione fiscale – soprattutto l'evasione che va a sottrarre alle casse dello Stato milioni Pag. 34di euro per ogni singolo evasore – tolgono di fatto posti letto negli ospedali, tolgono fondi all'edilizia scolastica, tolgono fondi alla sanità, tolgono fondi all'istruzione e tolgono fondi magari anche alle pensioni e a quei redditi minori che nel nostro Paese sono sempre in aumento. Noi abbiamo circa 8 milioni di persone che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese; sono in aumento anche gli inattivi, persone che non cercano più lavoro, persone che non hanno più fiducia di trovare un lavoro. Dunque, in questa situazione, Presidente, vale a dire l'ennesimo condono dopo il decreto legislativo che è intervenuto in materia di delega fiscale e che ha ulteriormente favorito gli evasori, i cittadini italiani si chiedono in questo senso se lo Stato stia dalla loro parte, dalla parte degli onesti o se lo Stato stia dalla parte dei disonesti. È una domanda che noi dobbiamo porci quando andiamo a trattare certi provvedimenti: ma per chi li fate questi provvedimenti ? Li fate per i cittadini o li fate per lobby, amici degli amici, vostri parenti: per chi li fate questi provvedimenti ? E allora vi ricordo di quando i condoni, di quando questi provvedimenti venivano approvati dal Governo Berlusconi e vi ricordo la forte opposizione – un'opposizione ovviamente a parole perché nei fatti c'era poco o nulla – che il cosiddetto centrosinistra portava avanti. Ora però la situazione è cambiata: Renzi è amico di Verdini, indagati e condannati sono sempre di più nelle file del Partito Democratico e, quindi, forse gli interessi dei cittadini sono venuti meno, la battaglia ai condoni è venuta meno e, quindi, ci si schiera dall'altra parte, dalla parte dei potenti, dalla parte dei furbetti, dalla parte degli evasori, dalla parte dei disonesti. Questo provvedimento è una vera e propria calotta di impunità che si colloca ancora una volta per chi ha commesso reati e con ulteriori deroghe viene ampliata sempre più come se ve ne fosse sempre più bisogno, come se alcuni evasori fossero in contatto con membri del Governo e membri della maggioranza e chiedessero un'ulteriore deroga temporale forse per cercare di far rientrare quei capitali che non sono ancora riusciti a smuovere. Tutta la normativa del Governo Renzi si basa su questo punto.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  VITTORIO FERRARESI. Si basa sul dire le parole «autoriciclaggio», «falso in bilancio», «delega fiscale»...

  PRESIDENTE. Concluda, Ferraresi.

  VITTORIO FERRARESI. ...ma poi invece nel merito si ritorna su normative poco efficaci e che aiutano i disonesti. Per questo chiediamo che si parli meno, che si facciano meno annunci ma che si approvino leggi fatte bene.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Lupo. Ne ha facoltà.

  LOREDANA LUPO. Grazie Presidente. In quest'Aula è stato chiesto di passare alla discussione degli emendamenti perché, a detta dell'onorevole Martella, i nostri argomenti erano pretestuosi. Io direi: repetita iuvant. È questo quello che bisogna realmente capire. Se noi qui ripetiamo più volte le stesse parole, è perché speriamo che piano, piano, lentamente, come la goccia che scava la roccia, riusciate a capire l'importanza dell'argomento. Il numero dei cittadini che da giugno ad ottobre sono pronti ad auto denunciarsi per fare rientrare in patria i propri capitali, che hanno illecitamente (illecitamente !) tenuto all'estero, è passato da 1.836 a 63.251. Solo questa cifra dovrebbe farci riflettere un attimo: che forse questo, più che un condono, sia addirittura un regalo ? Perché è di questo che stiamo parlando.
  Ma vengo nel merito. Infatti, il mio emendamento prevede che venga soppresso il numero 2) al comma 1, lettera b). Che cosa vogliamo fare con questi emendamenti ? Miriamo a ridurre la portata applicativa delle disposizioni che prevedono la non punibilità delle condotte di riciclaggio, poste in essere fino alla data di presentazione dell'istanza di accesso alla Pag. 35voluntary o addirittura fino alla data di presentazione di istanze integrative (in pratica in relazione a condotte che potranno essere poste in essere anche dopo l'entrata in vigore della legge).
  Presidente, la finalità del decreto-legge in oggetto non è, così come dichiarata, quella di favorire il rientro di capitali in Italia e attività finanziarie tenute all'estero e non dichiarate, bensì è quella di ricavarne un gettito fresco da utilizzare. Un gettito che possiamo immaginare sarà utilizzato per la legge di stabilità. Comprendiamo la necessità di questo Governo di fare cassa per coprire sia le necessità reali che quelle elettorali, perché non ci dimentichiamo degli 80 euro in busta paga. Ma è inconcepibile che in un Paese civile (civile !) si pensi che l'illegale debba diventare legale, così, dall'oggi al domani. Infatti, ci sono tanti cittadini che negli anni le tasse, per i soldi guadagnati, per i loro capitali e per i loro immobili, le hanno dichiarate alla luce del sole.
  Quindi noi vi chiediamo, quantomeno, di valutare il fatto che questi emendamenti tentano di limitare i danni. Non è obbligatorio il rientro, ma solo l'emersione di quel capitale. Di fatto è possibile perfezionare la procedura, pagare quello che va pagato e mantenere i propri capitali in un paradiso fiscale. Questo decreto-legge è illegittimo verso tutti i cittadini. Vi prego di valutare quantomeno la bontà di questi emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vignaroli. Ne ha facoltà.

  STEFANO VIGNAROLI. Grazie Presidente. Come già detto dalla collega e dai colleghi che mi hanno preceduto, il decreto-legge ha progettato il termine per l'attivazione della procedura di volontaria collaborazione per la regolarizzazione dei capitali occulti detenuti all'estero, facendoli emergere ma non rientrare.
  Precisamente, il termine originario fissato al 30 settembre 2015 è stato posticipato al 30 novembre 2015, con termine fino al 31 dicembre 2015, l'ultimo dell'anno, per la correzione e l'integrazione delle domande presentate.
  Sarebbe corretto che i contribuenti, o meglio chi ha occultato i capitali, giacché gli facciamo un favore enorme, direi, consentendo la regolarizzazione della loro posizione fiscale, subiscano trattamenti più penalizzanti nel caso si sveglino all'ultimo per l'adesione alla collaborazione volontaria. Lo scopo di questo emendamento e degli altri è non discriminare chi ha già deciso di regolarizzare la propria posizione fiscale, penalizzando quindi chi aderisce alla procedura dopo il 30 settembre 2015. L'emendamento nello specifico, insieme agli altri, richiede la non applicazione del comma 4 dell'articolo 5-quater del decreto-legge n. 167 del 28 giugno 1990, convertito poi con modificazioni dalla legge n. 227 del 4 agosto 1990, recante: «Rilevazione ai fini fiscali di taluni trasferimenti da e per l'estero di denari, titoli e valori». Tale comma dispone infatti che ai soli fini della procedura di collaborazione volontaria per la determinazione dei periodi di imposta per i quali non sono scaduti i termini di accertamento e i termini di cui all'articolo 20 del decreto legislativo n. 472 del 18 dicembre 1997, con le successive modificazioni, non si applica il raddoppio dei termini di cui all'articolo 12 commi 2-bis e 2-ter del decreto-legge n. 78 del primo luglio 2009, convertito con modificazioni dalla legge n. 102 del 3 agosto 2009, qualora ricorrano congiuntamente le condizioni previste dall'articolo 5-quinquies, commi 4, primo periodo, lettera c), 5 e 7 del presente decreto, non applicando quindi il raddoppio dei termini di accertamento previsto di default per chi detiene illecitamente capitali in Stati o territori a regime fiscale agevolato. Lo scopo è quindi quello di permettere all'Agenzia delle entrate, tanto forte con i deboli quanto debole, ahimè, con i forti, di avere tempi più lunghi per accertare presunte detenzioni non dichiarate di capitali all'estero, non premiando quei contribuenti che, dichiarando in ritardo la propria detenzione di capitali occulti in regimi fiscali agevolati, Pag. 36creano un danno al fisco italiano e alle tasche dei concittadini italiani. Tra lo scudo fiscale, il nuovo regime del reato di evasione fiscale, la collaborazione volontaria e l'innalzamento della soglia per l'uso del contante da 1000 a ben 3000 euro, pare che i Governi che si siano susseguiti nel tempo tengano di più agli evasori fiscali che, purtroppo, ai contribuenti in regola, che sono poi la maggioranza.
  Mi auguro dunque che il Presidente del Consiglio nel prossimo futuro non voglia emulare qualche imperatore, mi viene in mente l'imperatore Adriano che nel 118 fece il più grande condono fiscale della storia esentando i debiti dei contribuenti dell'impero dei sedici anni precedenti. In cambio l'imperatore conquistò la simpatia, certo, della popolazione dell'impero; mi chiedo se anche il Governo stia facendo questo tentando di prendere qualche voto in più. Sicuramente cancellare le migliaia di cartelle di Equitalia che strozzano le imprese e le famiglie darebbe sollievo all'economia, ma voi volete il pugno duro, perché le tasse vanno pagate, giustamente, diceva qualcuno in passato...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  STEFANO VIGNAROLI. Sto chiudendo. Io dico che per ogni cittadino che evade, c’è un cittadino che paga due volte, ed è ora che lo Stato si faccia...

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il collega Tripiedi... che non vedo, quindi si intende abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare la collega Basilio... ma anche lei non c’è.
  Ha chiesto di parlare il collega Tofalo. Ne ha facoltà.

  ANGELO TOFALO. Grazie, Presidente. Oggi, prima di parlare del decreto-legge n. 153 del 2015, recante misure urgenti per la finanza pubblica, vorrei spendere solo alcuni secondi per far capire ancora una volta che ci troviamo dinanzi ad una procedura, a una prassi ormai di questo Parlamento che non è altro che un atto di forza da parte di questa maggioranza illegittima ed incostituzionale e da parte del nostro Premier. Quindi gli emendamenti vengono strozzati, non vengono ascoltati; noi stiamo intervenendo puntualmente su ogni aspetto di questo decreto ma il Partito Democratico continua ad ignorare ogni cosa e continua ad appoggiare, poi, un governatore, Vincenzo De Luca, ancora indagato per corruzione. Ma a questo ci siamo ormai abituati.
  Parlando delle misure urgenti per la finanza pubblica, la procedura di volontaria collaborazione preventiva in materia fiscale, cosiddetta voluntary disclosure, è stata introdotta con la legge n. 186 del 2014. La finalità perseguita è quella di favorire il rientro in Italia di capitali e attività finanziarie detenute all'estero e non dichiarate, consentendo di sanare la posizione fiscale nei confronti dell'erario. In pratica, il contribuente dovrà autodenunciarsi al fisco beneficiando del pagamento in misura ridotta delle sanzioni amministrative e pecuniarie e, cosa secondo noi gravissima, della non punibilità per i reati fiscali relativi agli obblighi dichiarativi nonché in materia di autoriciclaggio, per reati fiscali riferiti magari a emissione di false fatture o omesse dichiarazioni. Ulteriore beneficio, vergognoso, è la non applicazione della disciplina del raddoppio dei termini di accertamento. A cosa serve questa proroga, ci siamo domandati ? Semplicemente a sopperire un buco, ovvero il buco di gettito generato dalla bocciatura, da parte dell'Unione europea, del reverse charge IVA della grande distribuzione (mi riferisco al comma 629 della legge di stabilità 2015), evitando così l'entrata in vigore delle clausole di salvaguardia della passata legge di stabilità che voi, maggioranza di questo Parlamento, avete creato. Quindi, non state facendo altro che cercare di rimediare ad un vostro doppio errore: prima l'innalzamento di IVA e accise, a cui avete cercato di porre rimedio con il reverse charge e poi con la bocciatura del reverse charge stesso da parte dell'Unione europea. In pratica, con il gettito già certo derivante dalla procedura di voluntary disclosure (emersione dei capitali detenuti all'estero) si Pag. 37coprono gli oneri finanziari, che, in alternativa, sarebbero stati coperti dall'aumento delle accise sui carburanti a decorrere dal 1o ottobre 2015. Ricordiamo, però, perché qui la memoria è breve – c’è chi ruba e chi è indagato, dopo ventiquattrore si riempiono le rassegne stampa e dopo quarantott'ore ci siamo scordati tutto e ci sono delle persone che da trent'anni sono nelle istituzioni, in Parlamento, nei consigli regionali, sindaci, in luoghi importantissimi dove restano e non vengono messe a memoria queste cose, quindi noi le ricordiamo –, che la misura è solo provvisoria, in quanto si copre il solo anno 2015, mentre il rischio dell'aumento delle accise sui carburanti resta concreto a decorrere dall'anno 2016, dove i maggiori oneri finanziari ammontano a 728 milioni di euro. Lo ripeto perché la memoria è breve: 728 milioni di euro. Quindi, con l'articolo 2 si sposta il termine ultimo per l'adesione alla procedura di volontaria collaborazione dal 20 settembre al 30 novembre 2015, con termine fino al 31 dicembre 2015 per la correzione e l'integrazione delle domande presentate. Ma si apportano ulteriori ritocchi alla voluntary disclosure che, ricordiamolo, dopo l'esclusione del raddoppio dei termini di accertamento, diventa ancora più appetibile. Ma andiamo a vedere adesso quali sono questi ritocchi di cui ho parlato poc'anzi. Si individua un termine certo per la conclusione del procedimento di accertamento degli imponibili e sanzioni relative alla procedura di collaborazione volontaria. In pratica, si stabilisce che gli atti di accertamento e di contestazione della sanzione devono essere notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre 2016. Questa formalità viene prevista per tutte le annualità oggetto di voluntary disclosure, quindi sia per quelle in scadenza al 31 dicembre 2015 (prorogate poi al 31 dicembre 2016) sia per quelle per le quali i termini di decadenza dall'accertamento maturerebbero ben oltre il 31 dicembre 2016, cioè per dichiarazioni relative all'anno 2012, la cui decadenza naturale sarebbe 2016-2017; per l'anno 2013, si arriverebbe al 2017-2018 e per l'anno 2014, come è normale che sia, si arriverebbe al 2018-2019.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ANGELO TOFALO. Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

  PRESIDENTE. È autorizzato. Ha chiesto di parlare il deputato Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Presidente, colleghi, con l'emendamento a mia prima firma affrontiamo la questione delle sanzioni amministrative maggiorate per i ritardatari. Cosa diciamo ? Al comma 1, lettera a), numero 2, comma 5, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «A coloro i quali attivano la procedura di collaborazione volontaria successivamente al 30 settembre 2015, viene applicata una sanzione aggiuntiva calcolata applicando, all'ammontare complessivo delle sanzioni dovute, una maggiorazione del 10 per cento. Insomma, per i soggetti che hanno aderito alla procedura dopo il 30 settembre 2015 si prevede l'applicazione di sanzioni amministrative maggiorate.
  Ora, col vostro provvedimento denominato «Conversione in legge, con modificazione, del decreto-legge 30 settembre 2015 n. 153, recante misure urgenti per la finanza pubblica», già approvato al Senato, cercate di ricavare del gettito fresco da utilizzare nella legge di stabilità, al fine di non far scattare le clausole di salvaguardia. Dico «cercate», perché con questo decreto-legge non è obbligatorio il rientro, ma solo l'emersione del capitale che sta all'estero. Infatti, una volta approvato, si potrà perfezionare la procedura, pagare quello che va pagato, e mantenere i propri capitali in un paradiso fiscale. Questo è vergognoso, visto che lancia un messaggio ben preciso di ingiustizia sociale, l'ennesima del Governo Renzi, favorendo i soliti Pag. 38«furbetti» del quartiere ! È il solito scudo fiscale, che potremmo definire «Berlusconi 2.0»: di questo si tratta !
  Questo si può facilmente evincere anche leggendo quanto è riportato sul sito dell'Agenzia delle entrate. Riporto testualmente: «La collaborazione volontaria è uno strumento che consente ai contribuenti che detengono illecitamente patrimoni all'estero di regolarizzare la propria posizione, denunciando spontaneamente all'amministrazione finanziaria la violazione degli obblighi di monitoraggio.
  Possono avvalersi della procedura anche i contribuenti non destinatari degli obblighi dichiarativi di monitoraggio fiscale, ovvero che vi abbiano adempiuto correttamente, per regolarizzare le violazioni degli obblighi dichiarativi commesse in materia di imposte sui redditi e relative addizionali, imposte sostitutive, imposta regionale sulle attività produttive e imposta sul valore aggiunto, nonché le violazioni relative alla dichiarazione dei sostituti d'imposta.
  Come presentare la richiesta». Leggo sempre dal sito dell'Agenzia delle entrate: «Il modello di richiesta di accesso alla procedura va presentato esclusivamente per via telematica, direttamente, se si è abilitati a Entratel o Fisconline, oppure tramite i soggetti incaricati. Riguardo a tale punto, va precisato che le richieste per accedere alla procedura di collaborazione volontaria possono essere inviate da tutti i professionisti abilitati ai servizi telematici dell'Agenzia delle entrate, che rientrano nell'elenco contenuto nel decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998 e nei successivi decreti attuativi. Tra questi, sono compresi gli avvocati e gli iscritti nel registro dei revisori contabili». Insomma, non c’è alcun riferimento al rientro o alla denuncia esplicita dei capitali detenuti all'estero.
  Ci sono poi altre critiche o perplessità al provvedimento, che non vengono solo dalle forze di opposizione e dal MoVimento 5 Stelle. Leggiamo ad esempio quanto riporta Cesare Glendi, professore emerito di diritto processuale civile presso l'Università di Parma e avvocato in Genova: parla addirittura di ripide procedure della voluntary disclosure !
  La procedura di voluntary, o volontaria collaborazione preventiva, sembra fatta apposta per far nascere dubbi e alimentare incertezze. Gli unici punti fermi attengono ai profili procedurali che, per contro, sono estremamente semplici e lineari: il perfezionamento, o il non perfezionamento, della procedura dipende dall'ufficio e dal contribuente in termini estremamente semplici; l'ufficio formula, o non formula, una proposta; il contribuente paga o non paga. L'alternativa è secca.
  Questi sono i temi che il professor Cesare Glendi ha anticipato ad IPSOA Quotidiano e che affronterà nel corso del convegno Voluntary disclosure – Profili normativi e aspetti pratici, che si svolgerà a Reggio Emilia il 13 novembre 2015. Sarebbe utile per il Paese che il Governo Renzi facesse un bagno di umiltà, confrontandosi con gli esperti del mondo economico e del mondo finanziario.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MASSIMILIANO BERNINI. Ma la disamina più puntuale, a mio avviso, è quella riportata dal sito Forexinfo. Anche qui si legge: «Voluntary disclosure e caduta dei Governi Monti e Letta. Coincidenze ? La Commissione bilancio della Camera ha approvato...».

  PRESIDENTE. Grazie, collega Bernini. Magari consegni il testo.

  MASSIMILIANO BERNINI. Presidente, vorrei consegnare il testo, per la pubblicazione in calce al resoconto se mi dà la possibilità.

  PRESIDENTE. Assolutamente sì, lei è autorizzato.
  Constatata l'assenza della collega Benedetti; proseguiamo quindi con l'ordine degli interventi.
  Ha chiesto di parlare il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

Pag. 39

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. La procedura di volontaria collaborazione preventiva in materia fiscale cosiddetta voluntary disclosure è stata introdotta con la legge n. 186 del 2014. La finalità perseguita è quella di favorire il rientro in Italia di capitali e attività finanziarie detenute all'estero e non dichiarate, consentendo di sanare la posizione fiscale nei confronti dell'erario. In pratica il contribuente dovrà autodenunciarsi al Fisco beneficiando del pagamento in misura ridotta delle sanzioni amministrative e pecuniarie e cosa secondo noi gravissima beneficiando anche della non punibilità per i reati fiscali, come le false fatture, la dichiarazione fraudolenta o l'omessa dichiarazione, che sono relativi agli obblighi dichiarativi nonché in materia di autoriciclaggio.
  Ulteriore beneficio, vergognoso, è la non applicazione della disciplina del raddoppio dei termini di accertamento. A cosa serve questa proroga ? Semplicemente a sopperire al buco di gettito generato dalla bocciatura del reverse charge IVA della grande distribuzione (comma 629 della legge di stabilità 2015), evitando così l'entrata in vigore delle clausole di salvaguardia della passata legge di stabilità che voi maggioranza avete creato. Quindi, non state facendo altro che cercare di rimediare ad un vostro doppio errore: prima l'innalzamento di IVA e accise a cui avete cercato di porre rimedio con il reverse charge e poi con la bocciatura del reverse charge stesso da parte dell'Unione europea. In pratica, con il gettito già certo derivante dalla procedura di voluntary disclosure (emersione dei capitali detenuti all'estero) si coprono gli oneri finanziari che, in alternativa, sarebbero stati coperti dall'aumento delle accise sui carburanti a decorrere dal 1o ottobre 2015.
  Ricordiamo, però, che la misura è solo provvisoria, in quanto si copre il solo anno 2015, mentre il rischio dell'aumento delle accise sui carburanti resta concreto a decorrere dall'anno 2016, dove i maggiori oneri da finanziare ammontano a 728 milioni di euro. Quindi, con l'articolo 2 si sposta il termine ultimo per l'adesione alla procedura di volontaria collaborazione dal 20 settembre al 30 novembre 2015, con termine fino al 31 dicembre 2015 per la correzione e l'integrazione delle domande presentate.
  Ma si apportano ulteriori «ritocchi» alla voluntary che dopo l'esclusione del raddoppio dei termini di accertamento diventa ancora più appetibile. Quali sono questi ritocchi ?
  Primo, si individua un termine certo per la conclusione del procedimento di accertamento degli imponibili e sanzioni relative alla procedura di collaborazione volontaria. In pratica, si stabilisce che gli atti di accertamento e di contestazione della sanzione devono essere notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre 2016. Questa formalità viene prevista per tutte le annualità oggetto della voluntary. Quindi sia per quelle in scadenza al 31 dicembre 2015 (prorogate al 31 dicembre 2016) sia per quelle per le quali i termini di decadenza dall'accertamento maturerebbero ben oltre il 31 dicembre 2016, e cioè per dichiarazioni relative all'anno 2012 la decadenza naturale sarebbe 2016-2017, per l'anno 2013 sarebbe 2017-2018 e per l'anno 2014 sarebbe addirittura 2018-2019.
  Nell'ottica di favorire l'adesione alla voluntary disclosure, dunque, si garantisce al contribuente un termine certo di conclusione della procedura, comprimendo di fatto i tempi di accertamento per l'Agenzia. Si prevede in secondo luogo l'applicabilità alla procedura di voluntary disclosure della normativa in materia di antiriciclaggio e di finanziamento al terrorismo di cui al decreto legislativo n. 231 del 2007, ad eccezione però della disciplina di cui all'articolo 58, comma 6, del medesimo decreto. Tale disposizione, che richiama l'articolo 50, comma 2, prevede una sanzione amministrativa pecuniaria dal 10 al 40 per cento del saldo esistente su conti corrente o libretti in caso di violazione del divieto di utilizzo in qualunque forma di conti o libretti di risparmio in forma anonima o con intestazione fittizia aperti presso Stati esteri. Dunque, con la modifica che si intende introdurre, si esclude anche l'applicazione di tale sanzione. È Pag. 40chiaro che la misura è stata introdotta per agevolare ulteriormente i contribuenti dato che la gran parte dei conti esteri è detenuta in forma anonima.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, ha esaurito il tempo.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (Ore 12,53)

  PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi svolti a norma dell'articolo 85, commi 4 e 6, del Regolamento.

(Posizione della questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 3386)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, onorevole Maria Elena Boschi. Prego.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli colleghi, a nome del Governo, autorizzata dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 30 settembre 2015, n. 153, nel testo della Commissione, identico a quello già approvato dal Senato.

  PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata al fine di stabilire il prosieguo dei nostri lavori. La seduta è sospesa e riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

  La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 16,30.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea e annunzio della convocazione del Parlamento in seduta comune.

  PRESIDENTE. Nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che, a seguito della posizione della questione di fiducia da parte del Governo sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 3386 – Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2015, n. 153, recante misure urgenti per la finanza pubblica (Approvato dal Senato – scadenza: 29 novembre 2015), nel testo della Commissione, identico a quello già approvato dal Senato, la votazione per appello nominale avrà inizio domani, venerdì 13 novembre, alle ore 12,55, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 11.
  Nella stessa seduta di domani non avrà conseguentemente luogo lo svolgimento delle interpellanze urgenti.
  Seguiranno, nella medesima giornata (a.m. e p.m., con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di sabato 14 novembre), l'esame degli ordini del giorno (il cui termine per la presentazione è fissato alle ore 10 di domani, venerdì 13 novembre), le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.
  Lunedì 16 novembre, alle ore 15,30, avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3393 – Conversione in legge del decreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (da inviare al Senato – scadenza: 29 dicembre 2015).
  Martedì 17, a partire dalle ore 10, e nelle giornate di mercoledì 18 e giovedì 19 novembre (a.m. e p.m., con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni) avrà luogo il seguito dell'esame del disegno di legge n. 3194 – Delega al Governo per Pag. 41l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (Approvato dal Senato), del disegno di legge n. 3393 – Conversione in legge del decreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (da inviare al Senato – scadenza: 29 dicembre 2015), della proposta di legge n. 348-B – Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) e delle mozioni Bergamini ed altri n. 1-00979, Catania ed altri n. 1-01056, Zaccagnini ed altri n. 1-01057, Falcone ed altri n. 1-01058, Parentela ed altri n. 1-01059 e Simonetti ed altri n. 1-01060 e Dorina Bianchi ed altri n. 1-01061 concernenti iniziative, anche in sede europea, per la tutela del settore risicolo italiano, con particolare riferimento all'importazione del riso dalla Cambogia.
  Mercoledì 18 novembre, alle ore 13, è convocato il Parlamento in seduta comune per l'elezione di tre giudici della Corte costituzionale. Conseguentemente non avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time).
  Tenendo conto della richiesta avanzata con lettera dal Presidente della Commissione affari costituzionali, l'esame della proposta di legge n. 3220 – Disposizioni in materia di acquisto e dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni, già previsto a partire da lunedì 16 novembre, avrà luogo nella seduta di giovedì 19 novembre, ove concluso dalla Commissione.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 13 novembre 2015, alle 11:

  Seguito della discussione del disegno di legge:
   S. 2070 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 settembre 2015, n. 153, recante misure urgenti per la finanza pubblica (Approvato dal Senato) (C. 3386).
  – Relatore: Sanga.

  La seduta termina alle 16,35.

TESTO INTEGRALE DEGLI INTERVENTI DEI DEPUTATI MARIALUCIA LOREFICE, MANLIO DI STEFANO, ANGELO TOFALO, MASSIMILIANO BERNINI E MASSIMO ENRICO BARONI IN SEDE DI ESAME DELL'ARTICOLO UNICO DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 3386

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie Presidente. La procedura di «volontaria collaborazione preventiva» in materia fiscale cosiddetta voluntary disclosure è stata introdotta con la legge 186/2014.
  La finalità perseguita è quella di favorire il rientro in Italia di capitali e attività finanziarie detenute all'estero e non dichiarate, consentendo di sanare la posizione fiscale nei confronti dell'erario.
  In pratica il contribuente dovrà autodenunciarsi al Fisco beneficiando del pagamento in misura ridotta delle sanzioni amministrative pecuniarie e cosa secondo noi gravissima beneficiando anche della non punibilità per i reati fiscali relativi agli obblighi dichiarativi nonché in materia di autoriciclaggio. Ulteriore beneficio Pag. 42vergognoso è la non applicazione della disciplina del raddoppio dei termini di accertamento.
  A cosa serve questa proroga ? Semplicemente a sopperire al buco di gettito generato dalla bocciatura da parte della UE del reverse charge IVA della grande distribuzione (comma 629 della legge di stabilità 2015), evitando così l'entrata in vigore delle clausole di salvaguardia della passata legge di stabilità che voi maggioranza avete creato.
  Quindi non state facendo altro che cercare di rimediare ad un vostro doppio errore: prima l'innalzamento di IVA e accise cui avete cercato di porre rimedio con il reverse charge e poi con la bocciatura del reverse charge stesso da parte dell'Unione Europea !
  In pratica, con il gettito già certo derivante dalla procedura di voluntary disclosure (emersione dei capitali detenuti all'estero) si coprono gli oneri finanziari che, in alternativa, sarebbero stati coperti dall'aumento delle accise sui carburanti a decorrere dal 1o ottobre 2015.
  Ricordiamo però che la misura è solo provvisoria in quanto si copre il solo anno 2015 mentre il rischio dell'aumento delle accise sui carburanti resta concreto a decorrere dall'anno 2016, dove i maggiori oneri da finanziare ammontano a 728 milioni di euro.
  Quindi con l'articolo 2 si sposta il termine ultimo per l'adesione alla procedura di volontaria collaborazione dal 20 settembre al 30 novembre 2015 con termine fino al 31 dicembre 2015 per la correzione e integrazione delle domande presentate, ma si apportano ulteriori «ritocchi» alla voluntary che, ricordiamolo, dopo l'esclusione del raddoppio dei termini di accertamento diventa ancora più appetibile.
  Ma quali sono questi ritocchi ?
  Si individua un termine certo per la conclusione del procedimento di accertamento degli imponibili e sanzioni relative alla procedura di collaborazione volontaria. In pratica, si stabilisce che l'atto di accertamento e di contestazione della sanzione devono essere notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre 2016.
  Questa formalità viene prevista per tutte le annualità oggetto di voluntary, quindi sia per quelle in scadenza al 31 dicembre 2015 (prorogate al 31 dicembre 2016) sia per quelle per le quali i termini di decadenza dall'accertamento maturerebbero ben oltre il 31 dicembre 2016, e cioè per dichiarazioni relative all'anno 2012 la cui decadenza naturale sarebbe 2016-2017, per l'anno 2013 sarebbe 2017-2018 e per l'anno 2014 sarebbe 2018-2019.
  Nell'ottica di favorire l'adesione alla voluntary, dunque, si garantisce al contribuente un termine certo di conclusione della procedura, comprimendo di fatto i tempi di accertamento per l'Agenzia.
  Si prevede l'applicabilità alla procedura di voluntary della normativa in materia di antiriciclaggio e di finanziamento al terrorismo di cui al D.Lgs n. 231 del 2007, ad eccezione però della disciplina di cui all'articolo 58 comma 6 del medesimo decreto. Tale disposizione, che richiama l'articolo 50 comma 2, prevede una sanzione amministrativa pecuniaria dal 10 al 40 per cento del saldo esistente su conti correnti o libretti in caso di violazione del divieto di utilizzo «in qualunque forma di conti o libretti di risparmio in forma anonima o con intestazione fittizia aperti presso Stati esteri».
  Dunque, con la modifica che si intende introdurre si esclude anche l'applicazione di tale sanzione. È chiaro che la misura è stata introdotta per agevolare ulteriormente i contribuenti dato che la gran parte dei conti esteri è detenuta in forma anonima.
  Ai soli fini della voluntary si prevede l'applicazione dell'articolo 5, commi 1-bis a 1-quinquies, sino al 31 dicembre 2016. Si ricorda che tali disposizioni sono state abrogate dalla legge di stabilità 2015.
  In sostanza, al fine di ridurre ulteriormente il carico sanzionatorio nonché agevolare il pagamento delle somme dovute a seguito della conclusione della procedura, si attribuisce nuovamente vigore alle dette disposizioni limitatamente alla procedura Pag. 43di voluntary disclosure. I suddetti commi, infatti, prevedono la possibilità per il contribuente di prestare acquiescenza all'accertamento (mediante adesione all'invito nel quale sono indicati gli imponibili accertati e le imposte dovute) beneficiando di un'ulteriore riduzione delle sanzioni (1/6 del minimo edittale) e con pagamento in forma rateale di quanto dovuto.
  In sostanza se accetti di pagare subito quanto stabilito dall'Agenzia delle entrate allora le sanzioni sono scontate ulteriormente fino a un sesto ! E ovviamente tutti accettano perché chi mai sarebbe così stupido da impugnare tale atto perdendo di fatto i vantaggi della voluntary disclosure e per di più dopo essersi messo in chiaro di fronte all'Agenzia delle entrate.
  Infine si regola il caso dei lavoratori transfrontalieri prevedendo che, su istanza del contribuente, l'ammontare di tutte le prestazioni corrisposte dalla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l'invalidità Svizzera (LPP), in qualunque forma erogate, venga assoggettato all'aliquota del 5 per cento, analogamente a quanto previsto per le rendite corrisposte in Italia dall'assicurazione invalidità, vecchiaia e superstiti Svizzera.
  Pare giusto evidenziare poi come la proroga del termine di presentazione dell'istanza di adesione alla voluntary disclosure non sia accompagnata da una sanzione maggiorata per «gli indecisi» dell'ultima ora, di fatto discriminando coloro che hanno da subito deciso di regolarizzare la propria posizione fiscale.
  Quanto alle modifiche introdotte al Senato, si segnala l'ulteriore disposizione che prevede, per le istanze presentate oltre il 10 novembre 2015, una deroga ai criteri ordinari di determinazione della competenza territoriale degli Uffici delle Entrate preposti all'esercizio dei poteri di verifica e di accertamento, in favore di Uffici che saranno determinati con apposito provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate. Più in dettaglio, la norma in esame si pone in esplicita deroga alla disciplina sulla competenza all'esecuzione delle attività di accertamento, sia ai fini delle imposte sui redditi che dell'IVA (rispettivamente, articolo 31 del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973 e articolo 40 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972). La disciplina generale infatti impone che dette attività di accertamento siano di competenza dell'ufficio nella cui circoscrizione vi è il domicilio fiscale del soggetto passivo obbligato alla dichiarazione alla data in cui questa è stata o avrebbe dovuto essere presentata. La disposizione in commento, invece, affida la gestione delle istanze di voluntary disclosure presentate per la prima volta a decorrere dal 10 novembre 2015, nonché all'emissione dei relativi atti, ivi compresi quelli di accertamento e di contestazione delle violazioni, per tutte le annualità oggetto della procedura di collaborazione volontaria, ad una specifica sede territoriale dell'Agenzia delle entrate che deve essere individuata con provvedimento del Direttore dell'Agenzia medesima.
  Ebbene siffatta disposizione, allo stato priva di giustificazione sotto il profilo operativo, rischia di compromettere l'imparzialità dell'agire della pubblica amministrazione in quanto, per determinati soggetti (coloro che presentano le istanze successivamente al 10 novembre 2015), si concentra l'attività di accertamento in capo ad uffici la cui individuazione è rimessa all'esclusiva discrezionalità del Direttore dell'Agenzia delle Entrate.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie Presidente. La procedura di «volontaria collaborazione preventiva» in materia fiscale cosiddetta voluntary disclosure è stata introdotta con la legge 186/2014.
  La finalità perseguita è quella di favorire il rientro in Italia di capitali e attività finanziarie detenute all'estero e non dichiarate, consentendo di sanare la posizione fiscale nei confronti dell'erario.
  In pratica il contribuente dovrà autodenunciarsi al Fisco beneficiando del pagamento in misura ridotta delle sanzioni amministrative pecuniarie e cosa secondo noi gravissima beneficiando anche della non punibilità per i reati fiscali relativi agli obblighi dichiarativi nonché in materia Pag. 44di autoriciclaggio. Ulteriore beneficio vergognoso è la non applicazione della disciplina del raddoppio dei termini di accertamento.
  A cosa serve questa proroga ? Semplicemente a sopperire al buco di gettito generato dalla bocciatura da parte della UE del reverse charge IVA della grande distribuzione (comma 629 della legge di stabilità 2015), evitando così l'entrata in vigore delle clausole di salvaguardia della passata legge di stabilità che voi maggioranza avete creato.
  Quindi non state facendo altro che cercare di rimediare ad un vostro doppio errore: prima l'innalzamento di IVA e accise cui avete cercato di porre rimedio con il reverse charge e poi con la bocciatura del reverse charge stesso da parte dell'Unione Europea !
  In pratica, con il gettito già certo derivante dalla procedura di voluntary disclosure (emersione dei capitali detenuti all'estero) si coprono gli oneri finanziari che, in alternativa, sarebbero stati coperti dall'aumento delle accise sui carburanti a decorrere dal 1o ottobre 2015.
  Ricordiamo però che la misura è solo provvisoria in quanto si copre il solo anno 2015 mentre il rischio dell'aumento delle accise sui carburanti resta concreto a decorrere dall'anno 2016, dove i maggiori oneri da finanziare ammontano a 728 milioni di euro.
  Quindi con l'articolo 2 si sposta il termine ultimo per l'adesione alla procedura di volontaria collaborazione dal 20 settembre al 30 novembre 2015 con termine fino al 31 dicembre 2015 per la correzione e integrazione delle domande presentate, ma si apportano ulteriori «ritocchi» alla voluntary che, ricordiamolo, dopo l'esclusione del raddoppio dei termini di accertamento diventa ancora più appetibile.
  Ma quali sono questi ritocchi ?
  Si individua un termine certo per la conclusione del procedimento di accertamento degli imponibili e sanzioni relative alla procedura di collaborazione volontaria. In pratica, si stabilisce che l'atto di accertamento e di contestazione della sanzione devono essere notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre 2016.
  Questa formalità viene prevista per tutte le annualità oggetto di voluntary, quindi sia per quelle in scadenza al 31 dicembre 2015 (prorogate al 31 dicembre 2016) sia per quelle per le quali i termini di decadenza dall'accertamento maturerebbero ben oltre il 31.12.2016, e cioè per dichiarazioni relative all'anno 2012 la cui decadenza naturale sarebbe 2016-2017, per l'anno 2013 sarebbe 2017-2018 e per l'anno 2014 sarebbe 2018-2019.
  Nell'ottica di favorire l'adesione alla voluntary, dunque, si garantisce al contribuente un termine certo di conclusione della procedura, comprimendo di fatto i tempi di accertamento per l'Agenzia.
  Si prevede l'applicabilità alla procedura di voluntary della normativa in materia di antiriciclaggio e di finanziamento al terrorismo di cui al D.Lgs n. 231 del 2007, ad eccezione però della disciplina di cui all'articolo 58 comma 6 del medesimo decreto. Tale disposizione, che richiama l'articolo 50 comma 2, prevede una sanzione amministrativa pecuniaria dal 10 al 40 per cento del saldo esistente su conti correnti o libretti in caso di violazione del divieto di utilizzo «in qualunque forma di conti o libretti di risparmio in forma anonima o con intestazione fittizia aperti presso Stati esteri».
  Dunque, con la modifica che si intende introdurre si esclude anche l'applicazione di tale sanzione. È chiaro che la misura è stata introdotta per agevolare ulteriormente i contribuenti dato che la gran parte dei conti esteri è detenuta in forma anonima.
  Ai soli fini della voluntary si prevede l'applicazione dell'articolo 5, commi 1-bis a 1-quinquies, sino al 31 dicembre 2016. Si ricorda che tali disposizioni sono state abrogate dalla legge di stabilità 2015.
  In sostanza, al fine di ridurre ulteriormente il carico sanzionatorio nonché agevolare il pagamento delle somme dovute a seguito della conclusione della procedura, si attribuisce nuovamente vigore alle dette disposizioni limitatamente alla procedura Pag. 45di voluntary disclosure. I suddetti commi, infatti, prevedono la possibilità per il contribuente di prestare acquiescenza all'accertamento (mediante adesione all'invito nel quale sono indicati gli imponibili accertati e le imposte dovute) beneficiando di un'ulteriore riduzione delle sanzioni (1/6 del minimo edittale) e con pagamento in forma rateale di quanto dovuto.
  In sostanza se accetti di pagare subito quanto stabilito dall'Agenzia delle entrate allora le sanzioni sono scontate ulteriormente fino a un sesto ! E ovviamente tutti accettano perché chi mai sarebbe così stupido da impugnare tale atto perdendo di fatto i vantaggi della voluntary disclosure e per di più dopo essersi messo in chiaro di fronte all'Agenzia delle entrate.
  Infine si regola il caso dei lavoratori transfrontalieri prevedendo che, su istanza del contribuente, l'ammontare di tutte le prestazioni corrisposte dalla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l'invalidità Svizzera (LPP), in qualunque forma erogate, venga assoggettato all'aliquota del 5 per cento, analogamente a quanto previsto per le rendite corrisposte in Italia dall'assicurazione invalidità, vecchiaia e superstiti Svizzera.
  Pare giusto evidenziare poi come la proroga del termine di presentazione dell'istanza di adesione alla voluntary disclosure non sia accompagnata da una sanzione maggiorata per «gli indecisi» dell'ultima ora, di fatto discriminando coloro che hanno da subito deciso di regolarizzare la propria posizione fiscale.
  Quanto alle modifiche introdotte al Senato, si segnala l'ulteriore disposizione che prevede, per le istanze presentate oltre il 10 novembre 2015, una deroga ai criteri ordinari di determinazione della competenza territoriale degli Uffici delle Entrate preposti all'esercizio dei poteri di verifica e di accertamento, in favore di Uffici che saranno determinati con apposito provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate. Più in dettaglio, la norma in esame si pone in esplicita deroga alla disciplina sulla competenza all'esecuzione delle attività di accertamento, sia ai fini delle imposte sui redditi che dell'IVA (rispettivamente, articolo 31 del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973 e articolo 40 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972). La disciplina generale infatti impone che dette attività di accertamento siano di competenza dell'ufficio nella cui circoscrizione vi è il domicilio fiscale del soggetto passivo obbligato alla dichiarazione alla data in cui questa è stata o avrebbe dovuto essere presentata. La disposizione in commento, invece, affida la gestione delle istanze di voluntary disclosure presentate per la prima volta a decorrere dal 10 novembre 2015, nonché all'emissione dei relativi atti, ivi compresi quelli di accertamento e di contestazione delle violazioni, per tutte le annualità oggetto della procedura di collaborazione volontaria, ad una specifica sede territoriale dell'Agenzia delle entrate che deve essere individuata con provvedimento del Direttore dell'Agenzia medesima.
  Ebbene siffatta disposizione, allo stato priva di giustificazione sotto il profilo operativo, rischia di compromettere l'imparzialità dell'agire della pubblica amministrazione in quanto, per determinati soggetti (coloro che presentano le istanze successivamente al 10 novembre 2015), si concentra l'attività di accertamento in capo ad uffici la cui individuazione è rimessa all'esclusiva discrezionalità del Direttore dell'Agenzia delle Entrate.

  ANGELO TOFALO. Grazie Presidente. La procedura di «volontaria collaborazione preventiva» in materia fiscale cosiddetta voluntary disclosure è stata introdotta con la legge 186/2014.
  La finalità perseguita è quella di favorire il rientro in Italia di capitali e attività finanziarie detenute all'estero e non dichiarate, consentendo di sanare la posizione fiscale nei confronti dell'erario.
  In pratica il contribuente dovrà autodenunciarsi al Fisco beneficiando del pagamento in misura ridotta delle sanzioni amministrative pecuniarie e cosa secondo noi gravissima beneficiando anche della non punibilità per i reati fiscali relativi agli obblighi dichiarativi nonché in materia Pag. 46di autoriciclaggio. Ulteriore beneficio vergognoso è la non applicazione della disciplina del raddoppio dei termini di accertamento.
  A cosa serve questa proroga ? Semplicemente a sopperire al buco di gettito generato dalla bocciatura da parte della UE del reverse charge IVA della grande distribuzione (comma 629 della legge di stabilità 2015), evitando così l'entrata in vigore delle clausole di salvaguardia della passata legge di stabilità che voi maggioranza avete creato.
  Quindi non state facendo altro che cercare di rimediare ad un vostro doppio errore: prima l'innalzamento di IVA e accise cui avete cercato di porre rimedio con il reverse charge e poi con la bocciatura del reverse charge stesso da parte dell'Unione Europea !
  In pratica, con il gettito già certo derivante dalla procedura di voluntary disclosure (emersione dei capitali detenuti all'estero) si coprono gli oneri finanziari che, in alternativa, sarebbero stati coperti dall'aumento delle accise sui carburanti a decorrere dal 1o ottobre 2015.
  Ricordiamo però che la misura è solo provvisoria in quanto si copre il solo anno 2015 mentre il rischio dell'aumento delle accise sui carburanti resta concreto a decorrere dall'anno 2016, dove i maggiori oneri da finanziare ammontano a 728 milioni di euro.
  Quindi con l'articolo 2 si sposta il termine ultimo per l'adesione alla procedura di volontaria collaborazione dal 20 settembre al 30 novembre 2015 con termine fino al 31 dicembre 2015 per la correzione e integrazione delle domande presentate, ma si apportano ulteriori «ritocchi» alla voluntary che, ricordiamolo, dopo l'esclusione del raddoppio dei termini di accertamento diventa ancora più appetibile.
  Ma quali sono questi ritocchi ?
  Si individua un termine certo per la conclusione del procedimento di accertamento degli imponibili e sanzioni relative alla procedura di collaborazione volontaria. In pratica, si stabilisce che l'atto di accertamento e di contestazione della sanzione devono essere notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre 2016.
  Questa formalità viene prevista per tutte le annualità oggetto di voluntary, quindi sia per quelle in scadenza al 31 dicembre 2015 (prorogate al 31 dicembre 2016) sia per quelle per le quali i termini di decadenza dall'accertamento maturerebbero ben oltre il 31 dicembre 2016, e cioè per dichiarazioni relative all'anno 2012 la cui decadenza naturale sarebbe 2016-2017, per l'anno 2013 sarebbe 2017-2018 e per l'anno 2014 sarebbe 2018-2019.
  Nell'ottica di favorire l'adesione alla voluntary, dunque, si garantisce al contribuente un termine certo di conclusione della procedura, comprimendo di fatto i tempi di accertamento per l'Agenzia.
  Si prevede l'applicabilità alla procedura di voluntary della normativa in materia di antiriciclaggio e di finanziamento al terrorismo di cui al D.Lgs n. 231 del 2007, ad eccezione però della disciplina di cui all'articolo 58 comma 6 del medesimo decreto. Tale disposizione, che richiama l'articolo 50 comma 2, prevede una sanzione amministrativa pecuniaria dal 10 al 40 per cento del saldo esistente su conti correnti o libretti in caso di violazione del divieto di utilizzo «in qualunque forma di conti o libretti di risparmio in forma anonima o con intestazione fittizia aperti presso Stati esteri».
  Dunque, con la modifica che si intende introdurre si esclude anche l'applicazione di tale sanzione. È chiaro che la misura è stata introdotta per agevolare ulteriormente i contribuenti dato che la gran parte dei conti esteri è detenuta in forma anonima.
  Ai soli fini della voluntary si prevede l'applicazione dell'articolo 5, commi 1-bis a 1-quinquies, sino al 31 dicembre 2016. Si ricorda che tali disposizioni sono state abrogate dalla legge di stabilità 2015.
  In sostanza, al fine di ridurre ulteriormente il carico sanzionatorio nonché agevolare il pagamento delle somme dovute a seguito della conclusione della procedura, si attribuisce nuovamente vigore alle dette disposizioni limitatamente alla procedura Pag. 47di voluntary disclosure. I suddetti commi, infatti, prevedono la possibilità per il contribuente di prestare acquiescenza all'accertamento (mediante adesione all'invito nel quale sono indicati gli imponibili accertati e le imposte dovute) beneficiando di un'ulteriore riduzione delle sanzioni (1/6 del minimo edittale) e con pagamento in forma rateale di quanto dovuto.
  In sostanza se accetti di pagare subito quanto stabilito dall'Agenzia delle entrate allora le sanzioni sono scontate ulteriormente fino a un sesto ! E ovviamente tutti accettano perché chi mai sarebbe così stupido da impugnare tale atto perdendo di fatto i vantaggi della voluntary disclosure e per di più dopo essersi messo in chiaro di fronte all'Agenzia delle entrate.
  Infine si regola il caso dei lavoratori transfrontalieri prevedendo che, su istanza del contribuente, l'ammontare di tutte le prestazioni corrisposte dalla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l'invalidità Svizzera (LPP), in qualunque forma erogate, venga assoggettato all'aliquota del 5 per cento, analogamente a quanto previsto per le rendite corrisposte in Italia dall'assicurazione invalidità, vecchiaia e superstiti Svizzera.
  Pare giusto evidenziare poi come la proroga del termine di presentazione dell'istanza di adesione alla voluntary disclosure non sia accompagnata da una sanzione maggiorata per «gli indecisi» dell'ultima ora, di fatto discriminando coloro che hanno da subito deciso di regolarizzare la propria posizione fiscale.
  Quanto alle modifiche introdotte al Senato, si segnala l'ulteriore disposizione che prevede, per le istanze presentate oltre il 10 novembre 2015, una deroga ai criteri ordinari di determinazione della competenza territoriale degli Uffici delle Entrate preposti all'esercizio dei poteri di verifica e di accertamento, in favore di Uffici che saranno determinati con apposito provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate. Più in dettaglio, la norma in esame si pone in esplicita deroga alla disciplina sulla competenza all'esecuzione delle attività di accertamento, sia ai fini delle imposte sui redditi che dell'IVA (rispettivamente, articolo 31 del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973 e articolo 40 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972). La disciplina generale infatti impone che dette attività di accertamento siano di competenza dell'ufficio nella cui circoscrizione vi è il domicilio fiscale del soggetto passivo obbligato alla dichiarazione alla data in cui questa è stata o avrebbe dovuto essere presentata. La disposizione in commento, invece, affida la gestione delle istanze di voluntary disclosure presentate per la prima volta a decorrere dal 10 novembre 2015, nonché all'emissione dei relativi atti, ivi compresi quelli di accertamento e di contestazione delle violazioni, per tutte le annualità oggetto della procedura di collaborazione volontaria, ad una specifica sede territoriale dell'Agenzia delle entrate che deve essere individuata con provvedimento del Direttore dell'Agenzia medesima.
  Ebbene siffatta disposizione, allo stato priva di giustificazione sotto il profilo operativo, rischia di compromettere l'imparzialità dell'agire della pubblica amministrazione in quanto, per determinati soggetti (coloro che presentano le istanze successivamente al 10 novembre 2015), si concentra l'attività di accertamento in capo ad uffici la cui individuazione è rimessa all'esclusiva discrezionalità del Direttore dell'Agenzia delle Entrate.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie Presidente, Colleghi. Con l'emendamento a mia prima firma affrontiamo la questione delle sanzioni amministrative maggiorate per i ritardatari.
  Cosa diciamo ?
  Al comma 1, lettera a), numero 2), comma «5», aggiungere, in fine, le seguenti parole:
«A coloro i quali attivano la procedura di collaborazione volontaria successivamente al 30 settembre 2015, viene applicata una sanzione aggiuntiva calcolata applicando all'ammontare complessivo delle sanzioni dovute una maggiorazione del dieci per cento».Pag. 48
  Insomma, per i soggetti che hanno aderito alla procedura dopo il 30 settembre 2015 si prevede l'applicazione di sanzioni amministrative maggiorate.
  Ora, col vostro provvedimento denominato «Conversione in Legge, con modificazione, del decreto-legge 30 settembre 2015 n. 153, recante misure urgenti per la finanza pubblica, (già approvato dal Senato)», cercate di ricavare del gettito fresco da utilizzare nella Legge di Stabilità, al fine di non far scattare le clausole di salvaguardia.
  Dico «cercate» perché con questo decreto, non è obbligatorio il rientro, ma solo «l'emersione» del capitale che sta all'estero. Infatti, una volta approvato, si potrà perfezionare la procedura, pagare quello che va pagato, e mantenere i propri capitali in un «paradiso fiscale».
  Questo è vergognoso visto che lancia un messaggio ben preciso di ingiustizia sociale (l'ennesima del Governo Renzi), favorendo i soliti furbetti del quartiere !
  È il solito «Scudo Fiscale» che potremmo definire «Berlusconi 2.0». Di questo si tratta !
  Questo si può facilmente evincere anche leggendo quanto è riportato sul sito dell'Agenzia delle Entrate, www.agenziaentrate.gov. Riporto testualmente:
  La «collaborazione volontaria» è uno strumento che consente ai contribuenti che detengono illecitamente patrimoni all'estero di regolarizzare la propria posizione, denunciando spontaneamente all'Amministrazione finanziaria la violazione degli obblighi di monitoraggio.
  Possono avvalersi della procedura anche i contribuenti non destinatari degli obblighi dichiarativi di monitoraggio fiscale, ovvero che vi abbiano adempiuto correttamente, per regolarizzare le violazioni degli obblighi dichiarativi commesse in materia di imposte sui redditi e relative addizionali, imposte sostitutive, imposta regionale sulle attività produttive e imposta sul valore aggiunto, nonché le violazioni relative alla dichiarazione dei sostituti d'imposta.
  Come presentare la richiesta: il modello di richiesta di accesso alla procedura va presentato esclusivamente per via telematica; direttamente (se si è abilitati a Entratel o Fisconline) oppure tramite i soggetti incaricati. Riguardo a tale punto, va precisato che le richieste per accedere alla procedura di collaborazione volontaria possono essere inviate da tutti i professionisti abilitati ai servizi telematici dell'Agenzia delle Entrate, che rientrano nell'elenco contenuto nel decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998 e nei successivi decreti attuativi. Tra questi, sono compresi gli avvocati e gli iscritti nel registro dei revisori contabili.
  Insomma, non c’è alcun riferimento al rientro (o alla denuncia) dei capitali detenuti all'estero !
  Ci sono poi altre critiche o perplessità al provvedimento che non vengono solo dalle forze di opposizione e dal Movimento 5 Stelle. Leggiamo ad esempio quanto riporta Cesare Glendi – Professore Emerito di diritto processuale civile presso l'Università di Parma e Avvocato in Genova che parla addirittura di: «Le ripide procedure della voluntary disclosure».
  La procedura di voluntary disclosure o volontaria collaborazione preventiva, sembra fatta apposta per far nascere dubbi e alimentare incertezze. Gli unici punti fermi attengono ai profili procedurali che, per contro, sono estremamente semplici e lineari: il perfezionamento, o il non perfezionamento, della procedura dipende dall'ufficio e dal contribuente in termini estremamente semplici; l'ufficio formula (o non formula) una proposta; il contribuente paga (o non paga). L'alternativa è secca.
  Questi sono i temi che il prof. Cesare Glendi ha anticipato ad IPSOA Quotidiano e che affronterà nel corso del convegno «Voluntary disclosure – Profili normativi e aspetti pratici», che si svolgerà a Reggio Emilia il 13 novembre 2015.
  Sarebbe utile per il Paese che il Governo Renzi facesse un bagno di umiltà confrontandosi con gli esperti del mondo economico-finanziario !
  Ma la disamina più puntuale (a mio avviso) è quella riportata dal sito FOREX INFO.Pag. 49
  Anche qui si legge: (leggo testualmente).
  Voluntary disclosure e caduta dei Governi Monti e Letta. Coincidenze ?
  La Commissione Bilancio della Camera ha approvato il testo che riguarda i capitali detenuti illegalmente all'estero. Rivoluzione o ennesima tutela dei comportamenti illegali ? Sarà il Parlamento approvando, integrando o modificando il testo a dare la risposta.
  Il nuovo testo sulla «voluntary disclosure» (collaborazione volontaria) è stato approvato in Commissione Finanze della Camera. Come mai tanto ritardo ?
  Era stato l'Ocse nel 2009 a elaborare la cosiddetta autodenuncia volontaria (voluntary disclosure) dei soldi illegalmente detenuti all'estero. L'Ocse ne definì i contorni, insieme all'abolizione del segreto bancario. L'autodenuncia non doveva essere un condono e il «perdono» del fisco avveniva con il pagamento delle imposte dovute. Gli strumenti di persuasione all'autodenuncia: incrocio banche dati e rafforzamento delle leggi contro l'autoriciclaggio.
  La collaborazione volontaria funziona bene dappertutto, come dimostrano i risultati conseguiti in Belgio, Francia, Germania e Gran Bretagna. È stato Letta a iniziare la vera battaglia contro l'esportazione e l'evasione dei capitali, recependo totalmente la convenzione dell'Ocse. La partita è grossa perché interessa una stima di 1000 miliardi stipati nelle banche svizzere, a cui vanno sommati i capitali detenuti nei paradisi fiscali europei come Lussemburgo, Liechtenstein, Belgio, Principato di Monaco, isola di Man, Jersey, Guernsey, isola di Sark, ma anche Cayman, Hong Kong, Singapore, Bahamas, Dubai, Irlanda e tanti altri.
  Il 28 gennaio il Governo Letta vara urgentemente il decreto e, due settimane dopo, «viene dimesso». Sull'argomento si era cimentata anche il Ministro Severino, inutilmente perché sulla trasparenza e il rispetto delle leggi la pressione lobbystica è devastante. Il reato connesso all'esportazione di capitali nei paradisi fiscali è disciplinato dalle norme sull'auto riciclaggio che in Italia non ha nessun potere deterrente. La Severino istituisce una commissione di esperti: Banca d'Italia, Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate con a capo il procuratore aggiunto di Milano che si occupa da sempre di questi reati, Greco.
  Il progetto di legge che ne esce, recupera e azzera le critiche di Fmi, Ocse, Ue, per l'adeguamento dell'Italia agli altri paesi civili, sulle norme sull'auto riciclaggio.
  La legge è presentata nell'aprile del 2013 ma Monti decade subito dopo. Viene ripresa da Letta che decade due settimane dopo.
  Ma cosa prevedeva la legge ? L'autodenuncia comportava la rivelazione al fisco dei soggetti che avevano materialmente organizzato l'espatrio dei capitali (banche, notai, intermediari finanziari) i quali quindi sarebbero stati incriminati anche loro del reato di «auto riciclaggio».
  Figurarsi ! Corruttori, tangentari, mallevadori e possibilità di emersione di reati gravissimi ? Giammai ! Che cosa fanno i rappresentanti del popolo ? Una salutare audizione dell'Unione Fiduciaria che ha come soci alcune banche e come finalità la protezione dei patrimoni creando in particolare trust (legali negozi fiduciari con i quali un soggetto trasferisce il suo patrimonio ad un amministratore fiduciario).
  I trust producono due effetti:
   barriera giuridica tra gli elementi della proprietà;
   possono avvolgere i patrimoni in una segretezza impenetrabile.

  L'Unione spiega agli attenti parlamentari che chi aderisce all'autodenuncia ha anche altri costi. Se ha per esempio emesso fatture false, dovrà pagare IVA, IRPEF e addizionali.
  I parlamentari (della maggioranza lo aggiungo io) probabilmente si convincono che le adesioni saranno poche e quindi la legge bisogna cambiarla.
  La soluzione suggerita ? Forfetizzare e semplificare !
  Vedremo a che punto questo Parlamento arriverà con questa legge. Nel Paese Pag. 50dove numerosi sono stati i suicidi d'imprenditori creditori verso lo Stato, con un debito pubblico di 2.300 mld di euro e una disoccupazione giovanile del 45 per cento, l'uguaglianza della Legge è il primo elemento per il recupero della fiducia di cittadini, investitori e imprenditori onesti (così chiude il comunicato del sito).
  In conclusione:
  Con questo provvedimento, totalmente privo di giustificazione sotto il profilo operativo, si rischia di compromettere l'imparzialità dell'agire della pubblica amministrazione in quanto, per determinati soggetti (coloro che presentano le istanze successivamente al 10 novembre 2015), si concentra l'attività di accertamento in capo ad uffici, la cui individuazione è rimessa all'esclusiva discrezionalità del Direttore dell'Agenzia delle Entrate.
  Insomma, state operando in aperta violazione a quelli che sono i dettami della Costituzione, in modo particolare all'articolo 53 che voglio rileggere: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività».
  Insomma col vostro provvedimento i ricchi furbi riceveranno il solito premio, il solito riconoscimento, mentre i soliti «poveri cristi», i pensionati, i docenti, gli operai eccetera,. la continueranno a prendere in saccoccia !
  Bravi, bell'esempio ! Grazie.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente. La procedura di «volontaria collaborazione preventiva» in materia fiscale cosiddetta voluntary disclosure è stata introdotta con la legge 186/2014.
  La finalità perseguita è quella di favorire il rientro in Italia di capitali e attività finanziarie detenute all'estero e non dichiarate, consentendo di sanare la posizione fiscale nei confronti dell'erario.
  In pratica il contribuente dovrà autodenunciarsi al Fisco beneficiando del pagamento in misura ridotta delle sanzioni amministrative pecuniarie e cosa secondo noi gravissima beneficiando anche della non punibilità per i reati fiscali relativi agli obblighi dichiarativi nonché in materia di autoriciclaggio. Ulteriore beneficio vergognoso è la non applicazione della disciplina del raddoppio dei termini di accertamento.
  A cosa serve questa proroga ? Semplicemente a sopperire al buco di gettito generato dalla bocciatura da parte della UE del reverse charge IVA della grande distribuzione (comma 629 della legge di stabilità 2015), evitando così l'entrata in vigore delle clausole di salvaguardia della passata legge di stabilità che voi maggioranza avete creato.
  Quindi non state facendo altro che cercare di rimediare ad un vostro doppio errore: prima l'innalzamento di IVA e accise cui avete cercato di porre rimedio con il reverse charge e poi con la bocciatura del reverse charge stesso da parte dell'Unione Europea !
  In pratica, con il gettito già certo derivante dalla procedura di voluntary disclosure (emersione dei capitali detenuti all'estero) si coprono gli oneri finanziari che, in alternativa, sarebbero stati coperti dall'aumento delle accise sui carburanti a decorrere dal 1o ottobre 2015.
  Ricordiamo però che la misura è solo provvisoria in quanto si copre il solo anno 2015 mentre il rischio dell'aumento delle accise sui carburanti resta concreto a decorrere dall'anno 2016, dove i maggiori oneri da finanziare ammontano a 728 milioni di euro.
  Quindi con l'articolo 2 si sposta il termine ultimo per l'adesione alla procedura di volontaria collaborazione dal 20 settembre al 30 novembre 2015 con termine fino al 31 dicembre 2015 per la correzione e integrazione delle domande presentate, ma si apportano ulteriori «ritocchi» alla voluntary che, ricordiamolo, dopo l'esclusione del raddoppio dei termini di accertamento diventa ancora più appetibile.
  Ma quali sono questi ritocchi ?
  Si individua un termine certo per la conclusione del procedimento di accertamento degli imponibili e sanzioni relative alla procedura di collaborazione volontaria. In pratica, si stabilisce che l'atto di Pag. 51accertamento e di contestazione della sanzione devono essere notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre 2016.
  Questa formalità viene prevista per tutte le annualità oggetto di voluntary, quindi sia per quelle in scadenza al 31 dicembre 2015 (prorogate al 31 dicembre 2016) sia per quelle per le quali i termini di decadenza dall'accertamento maturerebbero ben oltre il 31 dicembre 2016, e cioè per dichiarazioni relative all'anno 2012 la cui decadenza naturale sarebbe 2016-2017, per l'anno 2013 sarebbe 2017-2018 e per l'anno 2014 sarebbe 2018-2019.
  Nell'ottica di favorire l'adesione alla voluntary, dunque, si garantisce al contribuente un termine certo di conclusione della procedura, comprimendo di fatto i tempi di accertamento per l'Agenzia.
  Si prevede l'applicabilità alla procedura di voluntary della normativa in materia di antiriciclaggio e di finanziamento al terrorismo di cui al D.Lgs n. 231 del 2007, ad eccezione però della disciplina di cui all'articolo 58 comma 6 del medesimo decreto. Tale disposizione, che richiama l'articolo 50 comma 2, prevede una sanzione amministrativa pecuniaria dal 10 al 40 per cento del saldo esistente su conti correnti o libretti in caso di violazione del divieto di utilizzo «in qualunque forma di conti o libretti di risparmio in forma anonima o con intestazione fittizia aperti presso Stati esteri».
  Dunque, con la modifica che si intende introdurre si esclude anche l'applicazione di tale sanzione. È chiaro che la misura è stata introdotta per agevolare ulteriormente i contribuenti dato che la gran parte dei conti esteri è detenuta in forma anonima.
  Ai soli fini della voluntary si prevede l'applicazione dell'articolo 5, commi 1-bis a 1-quinquies, sino al 31 dicembre 2016. Si ricorda che tali disposizioni sono state abrogate dalla legge di stabilità 2015.
  In sostanza, al fine di ridurre ulteriormente il carico sanzionatorio nonché agevolare il pagamento delle somme dovute a seguito della conclusione della procedura, si attribuisce nuovamente vigore alle dette disposizioni limitatamente alla procedura di voluntary disclosure. I suddetti commi, infatti, prevedono la possibilità per il contribuente di prestare acquiescenza all'accertamento (mediante adesione all'invito nel quale sono indicati gli imponibili accertati e le imposte dovute) beneficiando di un'ulteriore riduzione delle sanzioni (1/6 del minimo edittale) e con pagamento in forma rateale di quanto dovuto.
  In sostanza se accetti di pagare subito quanto stabilito dall'Agenzia delle entrate allora le sanzioni sono scontate ulteriormente fino a un sesto ! E ovviamente tutti accettano perché chi mai sarebbe così stupido da impugnare tale atto perdendo di fatto i vantaggi della voluntary disclosure e per di più dopo essersi messo in chiaro di fronte all'Agenzia delle entrate.
  Infine si regola il caso dei lavoratori transfrontalieri prevedendo che, su istanza del contribuente, l'ammontare di tutte le prestazioni corrisposte dalla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l'invalidità Svizzera (LPP), in qualunque forma erogate, venga assoggettato all'aliquota del 5 per cento, analogamente a quanto previsto per le rendite corrisposte in Italia dall'assicurazione invalidità, vecchiaia e superstiti Svizzera.
  Pare giusto evidenziare poi come la proroga del termine di presentazione dell'istanza di adesione alla voluntary disclosure non sia accompagnata da una sanzione maggiorata per «gli indecisi» dell'ultima ora, di fatto discriminando coloro che hanno da subito deciso di regolarizzare la propria posizione fiscale.
  Quanto alle modifiche introdotte al Senato, si segnala l'ulteriore disposizione che prevede, per le istanze presentate oltre il 10 novembre 2015, una deroga ai criteri ordinari di determinazione della competenza territoriale degli Uffici delle Entrate preposti all'esercizio dei poteri di verifica e di accertamento, in favore di Uffici che saranno determinati con apposito provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate. Più in dettaglio, la norma in esame si pone in esplicita deroga alla disciplina sulla competenza all'esecuzione delle attività di accertamento, sia ai fini delle imposte sui redditi che dell'IVA (rispettivamente, Pag. 52articolo 31 del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973 e articolo 40 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972). La disciplina generale infatti impone che dette attività di accertamento siano di competenza dell'ufficio nella cui circoscrizione vi è il domicilio fiscale del soggetto passivo obbligato alla dichiarazione alla data in cui questa è stata o avrebbe dovuto essere presentata. La disposizione in commento, invece, affida la gestione delle istanze di voluntary disclosure presentate per la prima volta a decorrere dal 10 novembre 2015, nonché all'emissione dei relativi atti, ivi compresi quelli di accertamento e di contestazione delle violazioni, per tutte le annualità oggetto della procedura di collaborazione volontaria, ad una specifica sede territoriale dell'Agenzia delle entrate che deve essere individuata con provvedimento del Direttore dell'Agenzia medesima.
  Ebbene siffatta disposizione, allo stato priva di giustificazione sotto il profilo operativo, rischia di compromettere l'imparzialità dell'agire della pubblica amministrazione in quanto, per determinati soggetti (coloro che presentano le istanze successivamente al 10 novembre 2015), si concentra l'attività di accertamento in capo ad uffici la cui individuazione è rimessa all'esclusiva discrezionalità del Direttore dell'Agenzia delle Entrate.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3386 – Chiusura compl. em. 395 342 53 172 264 78 86 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.