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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 498 di giovedì 8 ottobre 2015

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PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 9,05.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Michele Bordo, Caparini, Capelli, D'Alia, Dambruoso, Di Lello, Fedriga, Fico, Fontanelli, Giachetti, Greco, La Russa, Manciulli, Marazziti, Migliore, Monchiero, Pes, Piccoli Nardelli, Portas, Rigoni, Rosato, Sanga, Scagliusi, Scotto e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015 (Doc. LVII, n. 3-bis) (ore 9,15).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
  Avverto, inoltre, che l'Allegato III alla Nota di aggiornamento reca la Relazione prevista dall'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, con cui il Governo chiede, tra l'altro, alle Camere l'autorizzazione ad un aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo di medio periodo stabilito nel Documento di economia e finanza presentato nel mese di aprile, differendo al 2018 il raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali.
  A tale proposito ricordo che, ai sensi del richiamato articolo 6, commi 3 e 5, della legge n. 243 del 2012, la deliberazione delle Camere che autorizza l'aggiornamento del piano di rientro deve essere approvata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti.
  Pertanto, come già avvenuto in sede di approvazione del Documento di economia e finanza 2015, l'esame della Nota di aggiornamento si concluderà con l'approvazione di due distinti atti di indirizzo: il primo relativo alla Relazione di cui all'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, concernente l'autorizzazione all'aggiornamento del piano di rientro, da votare a maggioranza assoluta; il secondo atto relativo alla Nota di aggiornamento del DEF, da votare a maggioranza semplice, Pag. 2sulla base degli esiti della precedente deliberazione.
  Ricordo che, per l'esame della Nota, è previsto dall'articolo 118-bis, comma 4, del Regolamento, un dibattito limitato, che prevede, dopo gli interventi del relatore e del rappresentante del Governo, l'intervento di un deputato per ciascun gruppo e per ciascuna componente politica del gruppo Misto, nonché dei deputati che intendano esprimere posizioni dissenzienti dai rispettivi gruppi.
  Le risoluzioni riferite alla Relazione e quelle relative alla Nota di aggiornamento dovranno essere presentate nel corso della discussione.
  Interverrà, quindi, in sede di replica, il rappresentante del Governo, che, una volta espresso il parere sulle risoluzioni riferite alla Relazione, dovrà altresì indicare quale risoluzione relativa alla Nota di aggiornamento intenda accettare, atteso che, a norma dell'articolo 118-bis, comma 2, del Regolamento, verrà posta in votazione per prima la risoluzione accettata dal Governo, che, in caso di approvazione, precluderà le altre.
  Si procederà infine ai voti, secondo le modalità precedentemente indicate.

(Discussione – Doc. LVII, n. 3-bis)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
  Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, deputato Paolo Tancredi.

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. A causa del tempo scarso a mia disposizione, farò una sintesi della relazione, che, naturalmente, però, è a disposizione di tutti i colleghi e di tutta l'Aula nello stampato. Nel presentare il nuovo quadro di finanza pubblica, nella Nota si è tenuto conto delle raccomandazioni approvate per l'Italia dall'Unione Europea nel luglio del 2015.
  L'articolo 10-bis della legge di contabilità prevede che la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza contenga: l'aggiornamento delle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica, l'aggiornamento degli obiettivi programmatici, gli obiettivi di saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale, il contenuto del Patto di stabilità interno, il contenuto del Patto di convergenza e i disegni di legge collegati.
  Nel programma di stabilità 2015, l'Italia ha chiesto una deviazione temporanea di 0,4 punti percentuali di PIL dal processo di avvicinamento richiesto verso l'obiettivo a medio termine nel 2016, per tenere conto di significative riforme strutturali con ricadute positive.
  Nella presente Nota di aggiornamento, come lei ha già annunciato, il Governo dichiara di voler utilizzare pienamente i margini di flessibilità in materia di riforme strutturali (l'ulteriore 0,1 punti percentuali di PIL, rispetto agli 0,4 citati) e di chiedere l'applicazione della clausola per gli investimenti per 0,3 punti percentuali. Complessivamente il margine, quindi, ammonta a 0,8 punti percentuali di PIL. Tale scelta, che comporta un percorso di risanamento più graduale di quello contenuto nel DEF di aprile, si riflette necessariamente sul raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali, che viene ora previsto nel 2018, con un allungamento di un anno rispetto a quanto stabilito nel DEF 2015, ivi riferito all'anno 2017.
  Nella Nota viene dichiarato altresì che verrà richiesto un ulteriore margine di manovra pari a 0,2 punti percentuali di PIL per far fronte ai costi relativi all'accoglienza degli immigrati. Qualora la Commissione dovesse accordarlo il margine di flessibilità complessivo potrebbe arrivare all'1 per cento. Si segnala – questo è importante – che tale margine addizionale, però, dello 0,2 per cento, è escluso, non è compreso, nei quadri programmatici della presente Nota e in attesa, naturalmente, dell'autorizzazione.
  In conseguenza alla volontà del Governo di aggiornare il piano di rientro verso l'obiettivo programmatico strutturale, in allegato alla Nota di aggiornamento, come detto in precedenza, è stata Pag. 3trasmessa quindi alle Camere la Relazione di cui lei ha parlato e non mi ripeterò.
  La Nota evidenzia uno scenario macroeconomico internazionale che, benché in graduale espansione, mostra, nel suo complesso, una ripresa più debole rispetto alle attese e molto differenziata tra le varie aree economiche.
  Nell'area dell'euro, invece, la crescita si è comunque stabilizzata, pur rimanendo molto contenuta, discontinua e diseguale tra i Paesi. In proposito la Nota riporta i più recenti dati congiunturali forniti da Eurostat, che registra una crescita del PIL dell'Eurozona, nel secondo trimestre dell'anno in corso, dello 0,4 per cento, ad un ritmo più contenuto rispetto alla crescita dello 0,5 per cento del precedente trimestre.
  Per quanto riguarda il quadro macroeconomico, la Nota presenta una revisione al rialzo, invece, delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso rispetto alle previsioni formulate del DEF, in considerazione dei segnali di ripresa dell'economia italiana nella prima parte dell'anno. Anche per gli anni successivi, a partire dal 2017, la Nota espone una revisione verso l'alto delle previsioni.
  In particolare, per quanto concerne l'Italia, la Nota di aggiornamento rivede il quadro macroeconomico tendenziale e programmatico, evidenziando un miglioramento delle prospettive di crescita dell'economia italiana, pur in un contesto internazionale meno favorevole di quanto previsto ad aprile, sulla base dei segnali positivi emersi nel corso dell'anno e del rafforzamento della domanda interna, nonché, per quanto concerne il quadro programmatico, in relazione alla politica fiscale più favorevole alla crescita che il Governo intende impostare con la prossima legge di stabilità per il 2016.
  Lo scenario macroeconomico tendenziale ha già ottenuto la validazione dell'UPB il 16 settembre 2015, mentre il quadro programmatico è stato validato in tempo utile per la presentazione alla Commissione europea del Documento programmatico di bilancio 2016. Con riferimento alle previsioni tendenziali, la Nota evidenzia un miglioramento delle stime di crescita del PIL per l'anno in corso rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2015 – questo rispetto agli ultimi anni è una novità che credo vada accolta con positività – in relazione agli andamenti congiunturali della prima parte dell'anno, che confermano la fase di ripresa dell'economia in atto. In particolare, la previsione di crescita del PIL reale per il 2015 sale dallo 0,7 per cento del DEF di aprile allo 0,9 per cento contenuto nella Nota. La Nota, inoltre, conferma per il 2016 l'andamento della dinamica tendenziale del PIL già previsto nel DEF di aprile, all'1,3 per cento. Per gli anni successivi l'attività economica è prevista crescere mediamente intorno all'1,3 per cento, con una dinamica leggermente più positiva rispetto al DEF, dunque, a partire dal 2017.
  La Nota precisa che le previsioni aggiornate del quadro tendenziale sopra riportate, che incorporano gli effetti sull'economia del quadro normativo vigente, includono gli effetti sull'economia delle clausole di salvaguardia che prevedono aumenti di imposte per il 2016, 2017 e 2018, i cui effetti stimati portano a un aumento dei prezzi e a una conseguente riduzione dei redditi disponibili delle famiglie che frena la dinamica dei consumi e, in minor misura, del PIL.
  Il profilo della attuale manovra indicata nella Nota avrebbe effetti leggermente più espansivi sull'economia di quanto stimato nel DEF e, pertanto, il profilo del quadro programmatico viene marginalmente rivisto al rialzo.
  Il nuovo quadro programmatico evidenzia, infatti, una maggiore previsione di crescita del PIL per il 2016 rispetto a quanto indicato nel quadro programmatico del DEF, dall'1,4 per cento all'1,6 per cento.
  Anche le proiezioni per gli anni seguenti sono indicate più positive rispetto al programmatico del DEF, nell'ambito comunque di una valutazione che rimane prudenziale dato il pesante lascito della crisi degli ultimi anni.Pag. 4
  Dal punto di vista macroeconomico, le misure di maggiore impatto della manovra programmata sono indicate nella disattivazione delle clausole di salvaguardia previste dalle precedenti leggi di stabilità per il 2016 e dai relativi aumenti di imposte. Rispetto allo scenario tendenziale gli effetti delle misure adottate dal Governo per il rilancio dell'economia, volte ad accrescere la competitività e a sostenere la domanda interna, si tradurrebbero in un aumento del prodotto interno lordo pari allo 0,3 per cento nel 2016, allo 0,2 per cento nel 2017, allo 0,2 per cento nel 2018 e allo 0,1 per cento nel 2019.
  Rispetto, inoltre, alle previsioni formulate nella prima parte dell'anno dalla maggior parte degli analisti di settore, contenute nel DEF di aprile, la Nota espone un andamento del mercato del lavoro in miglioramento, alla luce delle recenti rilevazioni ISTAT rilasciate il 15 settembre scorso.
  Il miglioramento delle stime di crescita economica si riflette sull'andamento della finanza pubblica, che nella Nota di aggiornamento presenta un quadro più positivo rispetto al DEF, con un livello di indebitamento netto che, per il primo biennio di previsione, conferma le stime iscritte nel DEF, pur in presenza di nuovi oneri intervenuti nel 2015 in conseguenza della nota sentenza della Corte costituzionale.
  Soffermandosi, in primo luogo, sul quadro tendenziale, si rileva preliminarmente che la Nota di aggiornamento presenta le stime relative al quinquennio 2015-2019 riviste rispetto a quelle del DEF sulla base dell'aggiornamento del quadro macroeconomico, dei risultati dell'attività di monitoraggio della finanza pubblica e degli effetti dei provvedimenti successivi alla presentazione del DEF. Le attuali stime evidenziano, per il 2015, un livello di indebitamento netto pari a 42.820 milioni di euro (circa 43 miliardi di euro), con un miglioramento di 500 milioni di euro rispetto al valore ottenuto aggiornando la precedente stima del DEF. La nuova stima appare, pertanto, più favorevole rispetto al precedente quadro tendenziale. Il predetto miglioramento, sulla base delle indicazioni complessive fornite dalla Nota, dovrebbe essere imputabile, al netto di eventuali ulteriori fattori legislativi di carattere residuale, alla revisione del quadro macroeconomico e al monitoraggio di finanza pubblica.
  L'aggiornamento delle stime per l'esercizio in corso si accompagna a una revisione anche per il periodo successivo. Il saldo primario, pari all'1,7 per cento del PIL per il 2015, conferma la previsione contenuta nel DEF 2015. Per gli anni successivi, le nuove stime mostrano un costante miglioramento del saldo, che è sempre positivo (crescita al 2,9 per cento fino al 5 per cento nel 2019). Questo andamento del saldo nel quinquennio in esame determina pressoché integralmente il percorso del miglioramento dell'indebitamento netto tendenziale, perché la spesa per interessi nel periodo viene ipotizzata pressoché costante. Quindi, l'andamento e la dinamica dell'indebitamento netto seguono quella del saldo primario.
  Coerente con il percorso sopra prefigurato è anche l'indebitamento netto strutturale. Il quadro tendenziale riportato nella Nota in esame prevede un costante e progressivo miglioramento: meno 0,4 per cento nel 2015; addirittura il segno positivo – avanzo strutturale –, ossia l'0,1 per cento fino all'1 per cento del 2018. L'andamento evidenziato nella Nota di aggiornamento, anche con riferimento a tale saldo, è più favorevole rispetto a quello relativo al DEF, che evidenziava un percorso di miglioramento da meno 0,5 per cento a 0,8 per cento nel 2019. Ricordo che il raggiungimento del pareggio di bilancio era previsto nel 2016 e l'avanzo nel 2017.
  Con riferimento alla pressione fiscale, la Nota afferma che, sulla base delle previsioni tendenziali contenute nel conto economico della pubblica amministrazione, l'indicatore presenta un andamento crescente fino al 2017; rimane costante nel 2018 per poi decrescere nel 2019. Naturalmente questi andamenti risentono delle clausole di salvaguardia, che il Governo si propone di tagliare.Pag. 5
  Cerco di abbreviare. In particolare, viene dichiarato che per il 2016 il Governo è intenzionato a utilizzare pienamente i margini di flessibilità in materia di riforme strutturali e a richiedere l'applicazione della clausola per gli investimenti. Complessivamente, pertanto, il margine di flessibilità ammonta allo 0,8 per cento, come abbiamo detto. Si potrebbe aggiungere anche lo 0,2 per cento della clausola dell'immigrazione.
  Conseguentemente, gli obiettivi di indebitamento programmato del DEF sono rivisti in senso peggiorativo. La modifica del percorso di consolidamento comporta il rinvio del conseguimento dell'obiettivo di pareggio strutturale. Da qui la votazione a maggioranza assoluta delle Camere.
  Per quanto riguarda – e concludo – l'evoluzione del rapporto debito pubblico-PIL, il 2015 dovrebbe chiudersi con un rapporto pari al 132,8 per cento.
  Il rapporto debito-PIL inizia poi un percorso di riduzione negli anni successivi, fino a posizionarsi a 119,8 per cento nel 2019 che, sostanzialmente, sarebbe al di sotto del valore di benchmark. Con l'utilizzo della flessibilità, a partire dal 2016, il Governo dichiara di riprendere il percorso di riduzione del debito in maniera compatibile con la regola del debito, in particolare con riferimento al forward looking benchmark e, dunque, rispetto alle proiezioni al 2018, dove il rapporto debito-PIL si attesterà su un valore del 123,7 per cento, al di sotto del valore benchmark pari al 123,8 per cento.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza, Francesco Cariello.

  FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Grazie. Presidente, colleghi, oggi siamo chiamati a dover approvare la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, con annessa la relazione al Parlamento da parte del Governo. Chiariamo subito ai cittadini cosa questa relazione, soprattutto la relazione al Parlamento, contiene. Per l'ennesima volta questo Governo ci chiede il rinvio e la posticipazione del pareggio di bilancio. Chiariamo in maniera telegrafica quella che è la posizione del MoVimento 5 Stelle. Per noi il pareggio di bilancio non va posticipato, ma va cancellato. A nostro avviso, quindi, ben venga ogni posticipazione, ma ci troverete d'accordo solo se votiamo la sua cancellazione. E non torniamo su perché ormai questa è la terza volta che si chiama questo Parlamento a votare l'ennesimo rinvio del pareggio di bilancio. Abbiamo capito che questa regola, in situazioni economiche stagnanti come quella attuale, è una regola che non funziona, è un vincolo che va eliminato.
  Veniamo allo scenario prospettato dalla Nota di aggiornamento al DEF di questo Governo. Uno scenario spropositatamente ottimistico, come hanno dichiarato tutte le istituzioni chiamate e ascoltate in audizione in Commissione bilancio. Ne cito una, quella relativa all'Ufficio parlamentare di bilancio, che chiarisce esattamente che «le stime di crescita del Ministero dell'economia e delle finanze sono talmente ottimistiche che se fossero state oggetto anch'esse di una valutazione, avrebbero potuto pregiudicarne l'esito positivo». Leggo testualmente dalle dichiarazioni dell'Ufficio parlamentare di bilancio. A noi questa visione appare estremamente conforme alla nostra visione perché c’è un'estrema incertezza relativa appunto alle tensioni geopolitiche internazionali, sulla base delle quali, invece, questo Governo ha prospettato una ripresa economica basata sulla ripresa della domanda mondiale.
  Vengo telegraficamente al secondo punto, che è quello del debito insostenibile, così come certificato anche dalla Corte dei conti nelle audizioni. Abbiamo un costo medio del debito che è notevolmente superiore al tasso di sviluppo del Paese e, quindi, il percorso di riduzione del debito nei prossimi anni si conferma ancora insostenibile.
  Veniamo, poi, al cuore della nostra relazione, che è l'eticità economica, sulla quale vogliamo veramente porre una riflessione seria. Qui si continua, nei vari DEF e nelle varie Note di aggiornamento, Pag. 6ad esasperare il principio del PIL e della crescita economica. Per noi i principi invece su cui basare una reale ripresa di questo Paese, uno sviluppo sostenibile del Paese e dell'intera Europa, sono principi di perequazione, sussidiarietà e redistribuzione delle risorse disponibili per il benessere collettivo, ma basandosi su dei nuovi parametri di riferimento e non sempre su questo PIL che ormai non riesce a soddisfare i bisogni sociali e di tutti i cittadini per un benessere collettivo. I nostri parametri di riferimento potrebbero essere un benessere equo e sostenibile, un progresso umano genuino. E a tal proposito, vorrei citare dei dati dell'Eurostat che dimostrano, già dallo scorso anno, come il PIL previsionale di tutti i Paesi dell'euro, tra cui anche il nostro, era già previsto in aumento, ma per la nuova regola di contabilità nazionale, cioè quella che includeva le attività illecite.
  Questo per noi è drogare il PIL, visto che tanto ci tenete a questo parametro. Le attività illecite non fanno altro che alimentare la corruzione e sono servite soltanto ad aumentare i trasferimenti per le risorse proprie dell'Unione europea. Quindi per noi va superata categoricamente l'indicazione del PIL come unico parametro di riferimento. Per noi gli indicatori macroeconomici da tenere presenti sono il genuine progress indicator o il benessere ecosostenibile.
  Veniamo ai dati forniti dal Governo. La ripresa si basa o, meglio, l'iniezione di liquidità nel nostro Paese è basata su due clausole che si sta cercando di sfruttare a livello europeo: quindi parliamo sempre di una flessibilità, di un vincolo di regole che sono comuni e non accettate perché, se si adopera una clausola di riforma, una clausola riguardante gli investimenti, significa che la regola base non funziona. Quindi la flessibilità per noi è ancora sinonimo di un vincolo che è insostenibile e che va cancellato.
  Veniamo poi alla nostra relazione – devo concludere a causa del tempo scarso – il grande assente, indicato in questa relazione, da parte del Governo è la questione dei pagamenti della pubblica amministrazione verso le imprese e un serio approccio di razionalizzazione della spesa che porti finalmente questo processo ad essere governato dal Parlamento. Questi sono i due punti su cui noi chiediamo al Governo di mettere un serio programma e un serio progetto di razionalizzazione che non passa soltanto dai tagli alla sanità ma da investimenti oculati anche sulla spesa pubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza Gianni Melilla.

  GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Grazie, signora Presidente. Rimando alla relazione di minoranza che ho presentato per il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà per un esame più puntuale delle motivazioni che ci spingono ad opporci a questa Nota di aggiornamento del DEF e a chiedere al Governo di superare con più decisione le politiche di austerità e i vincoli europei legati alla riduzione del debito e al rapporto deficit-PIL. La manovra di finanza pubblica per il triennio 2016-2018 prospettata dalla Nota di aggiornamento del DEF 2015 non ha il segno, secondo noi, del coraggio necessario per determinare adeguati effetti espansivi ma dopo il primo anno di sostanziale neutralità in relazione ai possibili peggioramenti dell'andamento del commercio mondiale mantiene inalterati i conosciuti rischi di una nuova fase di stagnazione o, peggio, recessiva a livello internazionale. Inoltre la manovra di finanza pubblica per il prossimo triennio è in continuità, secondo noi, con le politiche di austerità europee fatte di taglio della spesa pubblica, privatizzazioni, precarizzazione del mercato del lavoro e centralità degli investimenti privati a detrazione degli investimenti pubblici. Le fallimentari politiche europee dell'austerità, con cui è coerente questa manovra di finanza pubblica, hanno inibito sinora una forte crescita, portato ad una stagnazione per tutti gli anni della crisi, fatto aumentare la disoccupazione e la povertà e portato il debito pubblico dell'Eurozona dal 65 al 95 per Pag. 7cento. La manovra di finanza pubblica per il prossimo triennio, mentre continua ad evidenziare una grande attenzione per i vincoli europei legati alla riduzione del debito e al contenimento e riduzione del rapporto deficit-PIL, mostra una altrettanto equivalente disattenzione verso il raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 cioè investimenti in innovazione e ricerca, lotta alla dispersione scolastica, energie rinnovabili, eccetera, che vedono l'Italia purtroppo drammaticamente indietro nel raggiungimento degli obiettivi prefissati a livello europeo. Secondo il Governo, la riduzione delle tasse, l'unica politica economica dell'Esecutivo, e l'equivalente taglio di spesa pubblica faranno crescere il PIL. Siamo ancora cioè nel campo dell'austerità espansiva, teoria smentita dallo stesso Fondo mondiale.
  La crescita del PIL legata alla riduzione delle tasse è, infatti, inferiore al mantenimento della spesa pubblica in essere. La spesa pubblica, infatti, ha moltiplicatori più alti rispetto ai tagli delle tasse. Questo tipo di misura, per sua natura, non appare utile a intervenire in funzione di riequilibrio sociale ed economico territoriale, basti pensare al rapporto ormai assolutamente drammatico tra il nord del Paese e il sud e le isole italiane, anche nell'ipotesi di differenze favorevoli per gli insediamenti produttivi o a sostegno di nuova occupazione nel Mezzogiorno. Infatti, i ritardi di sviluppo che si registrano soprattutto con riferimento alle infrastrutture materiali e immateriali sono tali che, in assenza di adeguati investimenti pubblici, sarebbero pressoché inutili.
  La Nota di aggiornamento, secondo noi, va quindi cambiata radicalmente, prevedendo spazi finanziari necessari per inserire nel prossimo disegno di legge di stabilità del 2016 un piano straordinario per l'occupazione e lo sviluppo, con uno specifico capitolo prioritario per la rinascita economica e sociale del Mezzogiorno e delle isole che abbia le seguenti principali fonti di finanziamento: primo, un allentamento per circa un punto percentuale di PIL, equivalente a 18 miliardi di euro all'anno, per un triennio, del deficit programmato per finanziare in via prioritaria gli interventi congiunturali, ossia non permanenti, finalizzati, appunto, al lavoro e allo sviluppo; secondo, un'adeguata e positiva combinazione delle risorse pubbliche, comunitarie, nazionali e locali, dei fondi strutturali, dei fondi di coesione e sviluppo, dei fondi provenienti dal bilancio dello Stato, delle regioni e delle autonomie locali con risorse private, superando le ricorrenti difficoltà di spesa dovute alla farraginosità delle procedure di programmazione e gestione e dal reperimento di cofinanziamenti per investimenti; terzo, misure antievasione radicali per interventi strutturali, ossia permanenti.

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIANNI MELILLA. Le risorse destinate alla realizzazione del nostro piano straordinario per il lavoro, al netto delle dotazioni finanziarie pubbliche già attribuite alle regioni e alle autonomie locali, dovranno essere destinate in misura non inferiore al 45 per cento per gli interventi nel Mezzogiorno e nelle isole, attraverso uno specifico vincolo normativo, criterio distributivo introdotto per primo da Ciampi durante il suo Governo e poi dal Governo Prodi.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo.

  PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze. Grazie Presidente, il Governo si riserva di intervenire in fase di replica.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Lello Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Signora Presidente, è del tutto evidente che la Nota di aggiornamento del DEF si inserisce in una situazione economica sicuramente migliorata e questo è evidenziato anche dai dati macroeconomici che abbiamo a nostra disposizione. Il mercato del lavoro ha avuto sensibili aumenti positivi, oltre 100 Pag. 8mila nuove opportunità di lavoro, e la cassa integrazione guadagni è diminuita sostanzialmente; in buona sostanza le misure strutturali che sono state messe in piedi dal Governo stanno dando risposte positive a quelle che sono le situazioni che, obiettivamente, avevamo non verificato negli anni passati. Questo significa, in buona sostanza, che la Nota di aggiornamento va a definire alcuni aspetti, per quanto riguarda alcuni parametri importanti, come il prodotto interno lordo, che, al di là di coloro i quali sostengono cose diverse oggi aumenta dello 0,9 per cento e, probabilmente, a fine anno, come giustamente sostiene il Presidente del Consiglio, avrà ulteriori incrementi, come d'altronde anche negli anni futuri.
  Abbiamo una diminuzione del debito pubblico nei prossimi anni, un rapporto deficit-PIL che si mantiene, come giustamente è stato sottolineato, a certi livelli e, ovviamente, il pareggio di bilancio dovrà essere posticipato al 2018, perché comunque ci sono interventi che vanno nella direzione degli investimenti e della crescita di questo Paese. In buona sostanza, signora Presidente, interventi strutturali che sono stati messi in campo dal Governo e quello che verrà ad essere fatto nel prossimo futuro, come, per esempio, l'eliminazione della tassa sulla prima casa e la riduzione per ciò che riguarda le tasse sul lavoro e sulle imprese, determineranno, con gli interventi che abbiamo anche, per esempio, approvato ieri, come la legge sulla concorrenza, interventi che produrranno sicuramente crescita e sviluppo per questo Paese, al di là delle considerazioni che vengono ad essere fatte. Per questo riteniamo che bisogna approvare questo DEF e bisogna approvare quello che sarà, per quello che ci riguarda, la Nota di aggiornamento e il documento che viene ad essere presentato. Noi voteremo a favore della risoluzione. Voglio soltanto precisare...

  PRESIDENTE. Deve concludere, deputato.

  LELLO DI GIOIA. Concludo, signora Presidente, ringraziando anche del tempo che ha dato a disposizione. C’è necessità sicuramente di intervenire su quelli che sono gli squilibri tra le varie aree del Paese. È per questo che noi riteniamo che il Governo debba mettere in agenda interventi per il Mezzogiorno d'Italia.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Giuseppe Galati. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE GALATI. Presidente, la strategia economico-finanziaria che è stata illustrata nella Nota di aggiornamento al DEF fornisce la rappresentazione del piano di governance economica che il Governo propone con una duplice finalità: da una parte un risultato equilibrato del rapporto debito-PIL, dall'altro la potenziale crescita dell'economia. Su questi punti, però, le previsioni generali rappresentate dal Governo risultano ottimistiche, sebbene sulle stesse siano intervenute quasi come acqua sul fuoco le relazioni tecniche e gli interventi degli uffici, i quali hanno evidenziato un'eccessiva genericità nella descrizione della modalità degli interventi, genericità che non consentirebbe di valutare con sufficiente grado di attendibilità gli effettivi scostamenti rispetto all'obiettivo di medio termine. Evidentemente, il disegno di legge di stabilità, ora allo studio del Governo, consentirà poi al Parlamento di valutare con maggiore realismo quale sarà il piano delle performance della politica economica proposta dal Governo; quindi gli organi parlamentari attendono con fiducia di prendere visione di queste strategie di pianificazione finanziaria. Ma passando sul piano dei contenuti, è evidente che la partita della crescita si gioca su pochi punti cruciali, sui quali il Governo non potrà esimersi dall'intervenire. L'economia meridionale: è certamente da cogliere positivamente la presenza nella strategia economica del Governo, per la prima volta nel corso di questa legislatura, di un intento dichiarato di intervento strutturale rivolto al sud, al quale si fa riferimento per la destinazione delle risorse derivanti dall'eventuale riconoscimento dei cosiddetti «spazi» o margini di flessibilità da parte della Commissione Pag. 9europea. È positivo perché è innegabile come il sud sia stato fortemente penalizzato dall'assoluta assenza, nel corso dell'ultima legislatura, di una strategia integrata di rilancio che non fosse di tipo meramente assistenziale o emergenziale ma che fosse capace di valorizzarne il forte potenziale economico-finanziario che lo stesso porta in dotazione, che non ha trovato adeguato supporto politico essendo anzi soggetto a progressivi sforzi, spesso imposti anche da un sistema di finanza degli enti locali eccessivamente rigido ed automatico. Da rimarcare, però, come un piano efficace per il sud non può essere condizionato al riconoscimento più o meno automatico di tali margini di flessibilità da parte dell'Europa, ma dovrebbe essere invece fulcro di una strategia di Governo che prescinda dagli spazi disponibili ai quali si fa riferimento nella Nota di aggiornamento oggi in esame e diretta a rafforzare l'economia dell'intera area mediterranea. Dall'altra parte la grande questione della riforma strutturale del sistema previdenziale; la Nota di aggiornamento al DEF fa riferimento alle riforme strutturali. Un altro punto cruciale per una politica economica funzionale conforme al welfare integrato è certamente la riforma strutturale del sistema previdenziale. Lavoro e previdenza sociale devono pertanto essere oggetto di una profonda revisione, capace di recepire e coniugare insieme tutte le opportunità dell'attuale scenario economico e che non si traducano in misure capaci solamente di spostare o invertire la composizione del reddito pro capite. L'auspicio ora è quindi che nelle specificazioni delle modalità degli strumenti di intervento economico nella legge stabilità il Governo sappia identificare strumenti e metodi di programmazione. Il Parlamento, nella componente che rappresento, sarà ben pronto a supportare un percorso di normazione che sia orientato a questi obiettivi.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signora Presidente, rappresentanti del Governo, alcune brevi osservazioni, intanto per prendere atto che con questa Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2015 si considera superata la fase più acuta della crisi economica del Paese e si va verso una direzione che fornisce un qualche respiro e che consente un miglioramento di tutti gli indicatori fondamentali. Di questo si prende atto con soddisfazione, certamente il lavoro da fare è ancora lungo e impegnativo, ma mi pare si possa dire con serenità che il Governo è sulla strada giusta.
  Gli elementi, che poi dovranno avere una loro conferma all'interno della legge di stabilità, di grande importanza riguardano il superamento delle clausole di salvaguardia che, ovviamente, consentono di prescindere dal rischio dell'aumento dell'IVA e di incidere sulla politica dei consumi. Anzi, sul tema dei consumi registriamo il fatto che c’è un movimento interessante in senso positivo, che si evince anche dai dati che emergono, ad esempio, dalla grande distribuzione e che lasciano intravedere anche qui una ripresa trainata non solo dalle esportazioni, ma anche dai consumi. L'elemento qualificante su cui mi pare il Governo intenda ragionare è quello del taglio delle tasse. Credo si tratti di una politica giusta, vorrei però che il Governo facesse uno sforzo per mettere in relazione la questione degli enti locali e dell'autonomia impositiva con il taglio delle tasse. Si tratta di cose estremamente collegate. Da un lato c’è il tema della tassa sulla prima casa, l'accorpamento di Tasi e Imu in una local tax, dall'altra c’è la questione dell'autonomia impositiva, che deve essere connessa in maniera molto stretta e molto intensa alla struttura della ricchezza delle famiglie, ovvero della povertà. Da qui la valorizzazione ulteriore dell'Isee, l'Indicatore economico equivalente, perché dobbiamo operare su una fotografia che sia realistica della ricchezza delle famiglie italiane. È vero che i comuni italiani hanno perso professionalità sul punto da quando, nei lontani anni settanta, fu abolita l'imposta di famiglia, ma ricordo che quella imposta aveva un fondamento profondo, perché si riferiva in Pag. 10primis alla qualità della vita, all'indice di ricchezza delle famiglie, ma teneva come elementi fondanti il patrimonio immobiliare e il patrimonio dei terreni. Vedo che qui c’è l'orientamento favorevole all'abolizione della tassa sulla prima casa, che in termini asettici, vista di per sé, rappresenta un elemento positivo, ma va inquadrato in una visione più generale e complessiva, e allora si capisce che anche la prima casa non può prescindere dal tenore di vita delle famiglie e andrebbe in qualche modo raccordata ad esse e, soprattutto, bisogna recuperare l'autonomia piena degli enti locali sul punto specifico. Oggi il limite grave della finanza locale è che essa è prevalentemente una finanza derivata. Noi la vogliamo far diventare una finanza protagonista, che si basi su un'autonomia impositiva piena, anche perché è l'unico modo per metterci in condizione di saper distinguere gli amministratori buoni e capaci da quelli che tali non sono, non c’è un'altra possibilità per il cittadino di entrare nel merito e di giudicare.
  Quindi, credo che il Governo dovrà dedicare, in sede di legge di stabilità, una grande attenzione a questo tema specifico dell'autonomia impositiva.
  Da ultimo, il richiamo all'utilizzo pieno dei margini di flessibilità che sono consentiti, compreso lo 0,2 di cui si sta discutendo nei confronti dell'Europa per la cosiddetta «emergenza immigrazione». L'utilizzo pieno dei margini di flessibilità di bilancio deve essere orientato al sostegno di una politica di investimenti che richiamano anche la problematicità del rapporto duale e quindi del ruolo e della funzione del Mezzogiorno all'interno dello sviluppo più complessivo del Paese, ma il tema degli investimenti, sia di quelli diretti sia di quelli cofinanziati con l'Europa, e del recupero pieno dei margini che sono consentiti dal piano Juncker ad altre manovre analoghe, deve portare la politica economica a reggere sul tema degli investimenti in maniera piena le sue prospettive di sviluppo. Credo che il Governo da questo punto di vista dovrà dedicare molto tempo e molta attenzione a come rendere concreta questa pratica, questa iniziativa della politica degli investimenti che in qualche modo controbilancia il Fiscal compact e mette in campo delle risorse che sono strumentabili e quindi in condizioni di operare per realizzare una politica profonda legata agli investimenti e alla ricerca. Solo così noi daremo sostanza ad una ripresa che è possibile, che è alla portata, e metteremo il nostro Paese nelle condizioni di uscire dal tunnel della crisi e guardare al futuro con molta più speranza di quanto ha potuto guardare finora (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia - Centro Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Signora Presidente, il documento in esame dal momento in cui è stato reso pubblico è stato oggetto di puntualissime critiche e richieste di chiarimento su aspetti fondamentali da parte di tutti gli organismi che sono stati auditi: l'Ufficio parlamentare di bilancio, la Banca d'Italia, la Corte dei conti e gli organismi comunitari si sono dichiarati unanimemente perplessi, anche se con diverse sensibilità rispetto alle affermazioni del Governo contenute nella Nota di aggiornamento al DEF soprattutto riguardo alla spending review, alla neutralizzazione delle clausole di salvaguardia fino all'efficacia degli annunci in materia di imposizione fiscale sulle abitazioni. Gli organismi tecnici, in particolare l'Ufficio parlamentare di bilancio ed il Servizio bilancio, evidenziano come gli interventi di sterilizzazione delle clausole di salvaguardia ipotizzati nella Nota di aggiornamento facciano riferimento alle clausole introdotte con le leggi di stabilità 2014 e 2015, mentre invece l'ammontare complessivo degli effetti indicati sembrerebbe includere solo quelle previste nella legge di stabilità per il 2015 e non quelle della precedente legge di stabilità, che impongono variazioni di aliquote d'imposta e detrazioni vigenti. La somma dovrebbe ammontare a circa 16 miliardi e 800 milioni per il 2016, 26,2 miliardi per il 2017 e poco meno di 29 miliardi per il 2019, mentre il gettito Pag. 11complessivo indicato nella Nota in esame, come scrive il Servizio studi, sembrerebbe attribuibile alle sole clausole di salvaguardia disposte dalla legge di stabilità del 2015. Solo all'ultimo giorno utile il Governo è intervenuto per evitare l'entrata in vigore della clausola di salvaguardia legata alla mancata approvazione da parte di Bruxelles dell'estensione del reverse charge alla grande distribuzione. Con il decreto-legge recentemente emanato è stato scongiurato l'ennesimo aumento dell'accise sulla benzina per un importo pari a 728 milioni, ma solo per l'anno in corso, posto che si fa fronte con la misura una tantum del gettito del rientro di capitali ad una clausola che invece è permanente. Fermi restando i dubbi sulla capacità delle misure contenute nella presente Nota di variazione di far fronte interamente alla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia relativamente all'anno 2016, ci sono ad oggi ancora minori garanzie per gli anni successivi. A decorrere dal primo gennaio 2017 gli aumenti restano tutti in vigore, con un impatto potenzialmente devastante sul sistema economico, ancora in grande difficoltà.
  In base al documento in esame, la spending review, più volte citata dal Premier come copertura per molte delle promesse fatte in materia di diminuzione della pressione fiscale, anziché subire un'accelerazione e magari essere dettagliata, cosa che continuiamo a chiedere concretamente, resta un concetto vago. Dei 10 miliardi ipotizzati inizialmente pare che nemmeno la metà sia, ad oggi, concretamente realizzata negli obiettivi di riduzione della spesa improduttiva e viene di fatto rinviata agli anni futuri, con il pretesto del suo possibile effetto depressivo ma, di fatto, caricandola sui futuri bilanci e, forse, anche sui futuri Governi.
  La Nota di aggiornamento al DEF 2015 comprende stime decisamente ottimistiche e una specie di miracolo economico italiano riguardo ai tassi di crescita del PIL, prevedendo un aumento dello 0,9 nel 2015 e dell'1,6 per cento negli anni successivi. Si tratta, comunque, di previsioni calcolate nel più roseo degli scenari, senza concedere margini di prudenza ad agenti esogeni, purtroppo possibili, come un deterioramento delle condizioni economiche dei mercati internazionali, che oggi sono tutti assolutamente favorevoli, conseguenti alla frenata dei giganti asiatici e alla concreta possibilità dell'aumento delle tensioni in Medio Oriente.
  Di fatto, la vera carta sulla quale il Governo sembra puntare, per raggiungere l'equilibrio dei conti ed attuare le proprie promesse in campo economico, sembra essere la trattativa con l'Unione europea per ottenere maggiori margini di sforamento del rapporto deficit-PIL, escludendo dal calcolo alcune spese. Si tratta, dunque, non di investire maggiori risorse, ma di essere autorizzati a fare più deficit, lasciandolo in eredità ai futuri Governi, deficit che sarebbe investito in riforme già preannunciate in passato e valse per maggiore flessibilità già nella legge di stabilità dell'anno scorso – quindi, fatte valere due volte – e per l'originalissima clausola immigrati. Non emerge, però, in stretta linea contabile, come si possa considerare l'intervento a favore degli immigrati un investimento tale da giustificare e ripagare gli oneri del maggiore debito futuro.
  L'Unione europea, che sta vagliando in queste settimane la possibilità di concedere, in deroga al rigore e all'austerità della politica fiscale comunitaria, possibilità di spesa eccezionale legata all'accoglienza degli immigrati, aveva, negli anni scorsi, rifiutato fermamente qualunque deroga per fare fronte alle esigenze delle fasce sociali più deboli in conseguenza della lunga e profonda crisi economica.
  Infine, nella nostra risoluzione chiediamo al Governo: di impegnarsi a fornire al Parlamento innanzitutto una relazione relativa alla cosiddetta «spending review», chiarendo quali siano le misure che sono state pianificate e quali attuate, gli effetti finanziari da esse derivanti e se in tale operazione sia stata sterilizzata o meno la metodologia dei costi standard; ad attuare misure che incidano sul deficit reale solo a fronte di spese che abbiano un impatto positivo sullo sviluppo economico e sociale complessivo per il Paese, con particolare Pag. 12attenzione alla fasce di cittadini più provate dalla crisi economica, alle fasce di cittadini italiani; ad utilizzare sulla predisposizione della legge di stabilità per il 2016 a copertura della misure fiscali solo tagli di spesa già avviati, evitando di ricorrere ad ulteriori clausole di salvaguardia che determinano timore, incertezza e confusione, sia nei cittadini sia negli operatori economici; ed, infine, chiediamo un impegno concreto, e non più a parole, rispetto alla concretizzazione dei fabbisogni e dei costi standard nella gestione degli enti locali.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Gianfranco Librandi. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO LIBRANDI. Signor Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi...

  PRESIDENTE. Signora Presidente, la ringrazio.

  GIANFRANCO LIBRANDI. Signora, mi perdoni (e che signora). Finalmente nel 2015 stiamo vivendo una condizione economica che l'Italia non sperimentava ormai da anni, con la crescita del prodotto interno lordo – più 0,9 nel 2015 e più 1,6 per cento nel 2016 –, l'aumento dei consumi, degli investimenti e degli ordini industriali. Non c’è da festeggiare, perché l'economia mondiale sta frenando e, secondo stime realistiche, il PIL non tornerà, in Italia, ai valori del 2007 prima del 2023.
  Ma quel segno più ci impone ora di realizzare un cambio di marcia nelle scelte di politica economica e fiscale per i prossimi anni. Ora, che finalmente in Italia l'economia riprende a crescere, è giunto il momento che ai cittadini sia riconosciuto un «dividendo Italia» in termini di riduzione delle tasse per le aziende e per le famiglie, di estensione della rete di welfare e di maggiore solidarietà per i meno abbienti.
  Dal 2011 ad oggi, infatti, abbiamo chiesto agli italiani di partecipare allo sforzo di risanamento di stabilità. Con l'aumento dell'età pensionabile, gli aggravi fiscali e la riduzione della spesa pubblica, l'Italia ha evitato la condizione penosa di un commissariamento della Troika e ha soprattutto evitato il default. Sono stati i cittadini italiani, i lavoratori, le famiglie e le imprese, gli artefici di questo straordinario risultato. Hanno continuato a scommettere sul Paese, pagando le tasse, investendo e continuando a credere in titoli di Stato italiani. Sono stati gli italiani a salvare l'Italia.
  Tutto bene allora: sembrerebbe, ad una prima lettura. Vorremmo rispondere di sì, ma noi di Scelta Civica, che abbiamo da sempre voluto essere uno stimolo per il Governo a fare di più e fare meglio, non vogliamo nascondere che, a fronte di molte luci, esistono ancora delle zone d'ombra, dove gli sforzi sin qui compiuti non hanno ancora dato delle risposte soddisfacenti. C’è bisogno di un cambio di marcia dunque, c’è bisogno di più coraggio in diversi settori, a cominciare dalla questione fiscale, fino a quando il Presidente del Consiglio ha annunciato un piano triennale di riduzione – la Tasi, l'Imu nel 2016, la fiscalità di impresa nel 2017, l'Irpef nel 2018 –, noi di Scelta Civica abbiamo espresso una nostra posizione netta.
  Illustrissimo Primo Ministro, dobbiamo andare più veloci, dobbiamo intervenire sull'Ires e sull'Irap fin dal 2016, non si può aspettare l'anno dopo. Sembra che, finalmente il Premier e il Ministro Padoan si stiano convincendo della necessità di anticipare gli interventi sulle imprese al 2016. Bene, le nostre idee sono a disposizione e siamo contenti quando diventano patrimonio comune della maggioranza e del Governo.
  La ripresa economica va consolidata e resa strutturale. Per farlo, ben vengano le misure a favore delle famiglie per stimolare la domanda, ma c’è assolutamente bisogno di dare più energia alle imprese, affinché queste possano investire ed assumere di più. Non c’è tempo da perdere nel contrasto della povertà assoluta: uno spettro Pag. 13che si aggira per le nostre città, le periferie ed i paesi, e che colpisce circa il 6,8 per cento dei residenti italiani.
  Illustrissimo Presidente del Consiglio, noi proponiamo di mettere subito in campo un piano a povertà zero, per eliminare nell'arco di un quinquennio la povertà assoluta in Italia. Per farlo occorre un intervento sostanzialmente pesante sulle pensioni minime e l'introduzione di un sussidio contro la povertà. Si tratta, senza dubbio, di misure costose – diversi miliardi di euro – che hanno bisogno di una copertura finanziaria certa, ma è questa la sfida che l'Italia può e deve giocare.
  Per il 2016 la spending review ha contribuito a disinnescare la bomba delle clausole di salvaguardia e ad evitare, così, un aumento di tasse. È bene che ora lo sforzo di razionalizzazione prosegua anche per reperire risorse utili per il contrasto alla povertà. Perché, ad esempio, non recuperiamo una parte del fabbisogno con il ricalcolo contributivo di tutte le pensioni e degli stipendi esagerati, secondo criteri di ragionevolezza e proporzionalità ?
  Dobbiamo cercare di accelerare sul fronte dei pagamenti pregressi della pubblica amministrazione, i cui ritardi sono causa, per molte aziende prevalentemente piccole o piccolissime, di gravi mancanze di liquidità. Negli anni scorsi il problema è stato affrontato, ma dei 56 miliardi di risorse stanziate solo 45 sono messi a disposizione degli enti debitori ed i pagamenti effettuati a favore dei creditori ammontano a 39 miliardi: meno del 70 per cento di quanto stanziato.
  Procedure complesse e farraginose che scoraggiano gli stessi creditori e amministrazioni pubbliche poco collaborative fanno sì che i vecchi debiti vengano smaltiti con grande lentezza, mentre nuovi debiti si accumulano con grande velocità, nonostante la fatturazione elettronica. Possibile che non si possa intervenire ? Possibile che il prossimo Consiglio dei ministri non possa trovare una soluzione ? L'impegno pubblico, la promessa del Presidente del Consiglio non può essere disattesa.
  E poi c’è la madre di tutti i problemi: la spesa pubblica, legata troppo spesso a sprechi e sperperi che gli italiani non possono più accettare. Ne parliamo da anni e abbiamo nominato più di un commissario, ma i risultati fanno fatica ad arrivare, come conferma anche la Nota di aggiornamento del DEF, che da qui al 2019 non mostra, sul tema, miglioramenti sensibili.
  Scelta Civica ha presentato in più occasioni piccole e grandi misure di buon senso, serie, ragionevoli, condivise dalla stragrande maggioranza dei cittadini, che troppo spesso il Governo ha sacrificato in nome del quieto vivere con questo o con quel gruppo politico.
  Abbiamo chiesto con forza, ad esempio, di intervenire nel settore delle partecipate pubbliche spesso veri e propri poltronifici in perdita cronica, magari senza dipendenti o con un numero di dipendenti inferiore a quello degli amministratori.
  Abbiamo portato in Aula – unici nel panorama politico italiano – delle proposte di taglio dei vitalizi di buonsenso cercando di parametrare le pensioni all'attività svolta. Un'operazione di giustizia, prima ancora che di spending review.
  Abbiamo presentato misure di vera liberalizzazione a partire dalla vendita dei farmaci di fascia C in parafarmacia, una misura che da sola avrebbe consentito un risparmio per le famiglie italiane di 500 milioni. In occasione della recente discussione del disegno di legge sulla concorrenza, però, l'atteggiamento remissivo del Governo, che ci ha dato l'impressione di non voler contrastare con la necessaria forza interessi corporativi, ha vanificato la nostra azione, con i relatori per la maggioranza che hanno inspiegabilmente respinto tutti i nostri emendamenti, magari senza neppure averli letti o valutati fino in fondo.
  La spending review va attuata su questi temi, sugli sperperi, sugli sprechi e non penalizzando gli italiani riducendo la possibilità di fare esami o analisi. La spesa Pag. 14sanitaria va razionalizzata e magari anticipata per prevenire le malattie croniche, non drasticamente ridimensionarla.
  Concludo su un tema che ci sta molto a cuore: quello delle infrastrutture. Consideriamo molto positivamente le modalità con cui il Governo interpreterà ed utilizzerà i margini di flessibilità per la politica fiscale previsti dall'ordinamento europeo in materia di riforme strutturali; in particolare sosteniamo la richiesta di applicazione della cosiddetta clausola degli investimenti che permette di attenuare moderatamente il percorso di rientro del deficit pubblico in cambio di spese atte a modernizzare gli asset infrastrutturali.
  Ma è qui che occorre il massimo del coraggio: sulle infrastrutture, cari colleghi e cari esponenti del Governo, si gioca il vero bipolarismo; quello tra l'Italia del «no» a tutto, «no» ai rigassificatori, «no» alle ferrovie, «no» ai gasdotti, «no» alla ricerca di idrocarburi, e l'Italia che invece scommette sulla tecnologia e sull'innovazione.
  Signori del Governo, dieci regioni, alcune governate dal centrosinistra altre dal centrodestra, hanno depositato sei quesiti per abrogare le norme del decreto «sblocca Italia» che questa maggioranza e questo Governo hanno trasformato in legge nel 2014. Noi di Scelta Civica sappiamo che saremo dalla parte di chi vuole sbloccare l'Italia, anche contro questi «novelli referendari»; spero che, dalla nostra parte della barricata, ci siano anche il Governo e tutti i partiti della maggioranza. Scelta Civica approverà la Nota di aggiornamento al DEF e voterà la risoluzione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signora Presidente, noi davanti ad una Nota di aggiornamento al DEF – che in realtà si pone in linea di diretta continuità sia con le previsioni sia con le politiche di economia e bilancio che questo Governo e questa maggioranza hanno portato avanti negli ultimi anni semplicemente limitandosi ad un ritocco al rialzo, ad un ritocco migliorativo di tutte le stime, che andrà certamente dimostrato, ma di questo si incaricheranno i fatti che accadranno nei prossimi mesi – noi non possiamo fare altro che ribadire quello che abbiamo portato avanti con convinzione nei mesi e negli anni passati, ovvero soprattutto un punto di vista.
  Dico ciò perché noi riteniamo che, quando si parla di politica di bilancio, di politica finanziaria dello Stato, sia innanzitutto importante chiarire da quale punto di vista si guardi. Noi partiremmo da tre dati essenziali. Il primo è quello della povertà. Povertà che ormai in questo Paese coinvolge, in termini assoluti, oltre 4 milioni di persone, 4 milioni 100 mila persone, che si sono stabilizzate, non crescono più nell'ultimo anno ma nemmeno calano. Sembra un dato strutturale, un dato che fa parte del nostro panorama sociale. È importante ricordare che queste 4 milioni 100 mila persone erano un milione 800 mila nel 2007, cioè prima che quella che chiamiamo crisi globale colpisse il nostro Paese e ne cambiasse il panorama sociale e ne scuotesse le fondamenta. È passata; ha imposto un nuovo sistema di relazioni sociali, un nuovo sistema di relazioni industriali fondato, ancora una volta e ancora di più, sulla diseguaglianza e, in eredità, ci ha lasciato 4 milioni 100 mila poveri.
  Davanti a questo, il Governo che fa e che conferma ancora con questa Nota di aggiornamento ? Assolutamente nulla ! Nonostante i richiami che provengono dalla società, nonostante i richiami che provengono anche dalla Chiesa cattolica, ma, soprattutto, nonostante le tante proposte che anche in quest'Aula sono depositate e che vorrebbero essere discusse, a partire da quella di Sinistra Ecologia Libertà per l'introduzione di un reddito minimo, il Governo rifiuta anche solo di prenderli in considerazione.
  Anzi, per bocca del Premier, sbeffeggia queste proposte, parlando di proposte che non sarebbero di aiuto ai poveri di questo Paese, ma, piuttosto, di aiuto ai furbi di Pag. 15questo Paese. In questo Paese non vi sono quattro milioni di furbi, vorrei dire al Premier Renzi: in questo Paese vi sono milioni di persone che non riescono ad avere il minimo con cui arrivare a fine mese. Saluto con piacere anche la manifestazione che ci sarà il 17 ottobre in questo Paese, promossa dalla Coalizione sociale e da tanti movimenti esattamente per ribadire, ancora una volta, che il tema della povertà è centrale e come tale deve essere trattato.
  Il secondo punto di vista che vorremmo portare è quello dei disoccupati, quello di chi non ha lavoro in Italia, e anche qui parliamo di oltre 3 milioni e mezzo di persone, 3 milioni e 600 mila, secondo gli ultimi dati. Allora, noi avevamo una disoccupazione al 12,4 per cento: pare che sia in calo. In realtà, chi guardi bene i dati vedrà che è in calo solo ed esclusivamente perché sono gli anziani di questo Paese – perché tali siamo oltre i 60 anni – a rimanere al lavoro più a lungo, perché la riforma Fornero ti costringe a rimanere al lavoro più a lungo.
  Quindi, quello che noi chiamiamo incremento di occupazione in Italia, in realtà, non è incremento di occupazione, ma incremento dell'obbligo delle persone di rimanere a lavorare oltre quelli che sarebbero i limiti spesso fisici e anche psicologici. Di questo parliamo ! E poi ci lamentiamo del fatto che, invece, la disoccupazione giovanile sia sopra il 40 per cento, e quella sì non accenni mai a discendere, ma sia solo disoccupazione e precarietà.
  Se noi guardiamo quelle che sono le vostre stime, vediamo che, anche secondo le previsioni, che, come ho detto, sono ottimistiche, hanno recuperato uno sguardo positivo sul futuro, voi continuate a prevedere che, anche per il prossimo anno, la disoccupazione sia sopra il 12 per cento e che l'anno successivo arrivi, forse, all'11,9 per cento. Di questo parliamo ! In un triennio di crescita drogata dal quantitative easing dell'Unione europea, e non solo, che lascerà, evidentemente, in eredità l'ennesima bolla finanziaria da smaltire, quando si esaurirà (vedremo se nel 2016 o nel 2017), in anni in cui il quantitative easing mette l'economia europea nelle condizioni migliori in cui una banca centrale potrebbe metterla, in una fase che voi stessi dite di espansione, anche se con molte ombre e anche previsioni meno ottimistiche da parte del Fondo monetario di crescita globale, in un momento in cui vi sono anche sgravi fiscali enormi che voi avete dato sulla decontribuzione ai datori di lavoro che assumono, anche in condizioni del genere voi stimate che la disoccupazione rimanga, sostanzialmente, analoga.
  Ed è questa la ragione per cui, invece, noi vi sfidiamo ancora una volta – e continueremo a farlo anche con la legge di stabilità – con un piano per il lavoro che si ponga l'obiettivo preciso, non di dare incentivi alle imprese, ma di creare posti di lavoro, anche attraverso la spesa pubblica. Infatti, l'obiettivo fondamentale in Italia deve essere abbattere la povertà, l'ho detto prima, e, per abbattere la povertà, oltre al reddito minimo, l'altra condizione essenziale è abbattere quel dato, abbattere la disoccupazione giovanile, anche per non costringere intere generazioni a vivere come se fossimo in un'economia di guerra, cioè ad essere, sostanzialmente, abbandonate nel presente e abbandonate ad un futuro senza prospettiva, perché quando superi i 30 anni, quando arrivi ai 40 e ancora non sei entrato nel mercato del lavoro, il tuo futuro non è roseo: il tuo futuro, semplicemente, non esiste.
  Il terzo punto di vista che vi vorremmo porre è quello del Meridione di questo Paese, il Meridione di cui il rapporto Svimez ci ha dato un'immagine che ha colpito tutti. Per un mese tutti parlavano di sud, perché sembrava fosse diventato, come è, la grande emergenza. Tutti i dati che vi ho dato prima, povertà e disoccupazione, raddoppiano o triplicano quando parliamo delle regioni del sud d'Italia, però qui non c’è nulla, non c’è assolutamente nulla; qualche vaga promessa di investimenti, che poi non si realizzano.
  Noi crediamo che dovrebbero essere anche le imprese che ancora sono pubbliche, le grandi imprese industriali di questo Pag. 16Paese, a partire da Finmeccanica, ad essere coinvolte in un programma di investimenti nel sud, mentre, invece, quello che si fa è esattamente il contrario: privatizzare e smantellare anche ciò che resta della capacità reale di questo Paese di fare politica industriale.
  Quindi, se questi sono i tre punti di vista che noi vorremmo porvi, quelli da cui un Governo dovrebbe partire per cambiare l'Italia, qual è invece il quadro che ci viene messo davanti in questa Nota di aggiornamento ? Quello di un Governo che rispetto all'Unione europea si limita ad andare a chiedere non una cancellazione del fiscal compact, una rimessa in discussione di tutti i vincoli europei che paralizzano anche la nostra economia, ma semplicemente ad elemosinare spazi di flessibilità per circa 17 miliardi di euro che sono esattamente necessari, esclusivamente, a coprire le clausole di salvaguardia. Voi andate in Europa a chiedere di poter sforare sul deficit, aumentare la spesa pubblica allo scopo di coprire quelle che sono le spese che avete già fatto negli anni passati. Questa è una proposta di politica economica ? No, questo è tutto altro, non è né buona gestione dei conti pubblici, né politica di sviluppo.
  L'altra cosa che vi impegnate a fare è abolire la tassa sulla prima casa. Su questo è meglio cominciare a dire qualcosa ora e poi molto di più diremo nelle prossime settimane all'interno del dibattito pubblico. Quando un Governo si riduce a lanciare come unica misura di politica economica l'abolizione della tassa sulla prima casa, non sta facendo politica economica, ma sta facendo esclusivamente demagogia, comprando consenso per quella che è la via più facile. Le cose vanno chiamate esattamente con il loro nome. Un Governo che in una situazione come quella che ho provato prima a descrivere, che potrebbe essere evidentemente descritta a tinte anche più forti e con più dovizia di particolari, avrebbe un dovere di fronte al Paese. Avrebbe il dovere di coinvolgere le forze vive, avrebbe il dovere di dare un programma di sviluppo, di capire dove bisogna investire, di dare una speranza a quelle che sono le giovani generazioni, di evitare la fuga dei cervelli invece di coinvolgerli in un programma di sviluppo e di rinascita dell'Italia. Questo fa un Governo che abbia una visione, questo fa un Governo che guardi al futuro. Un Governo che non sappia cosa fare, un Governo che non abbia uno «straccio» di idee di politica industriale, di politica economica, di politica fiscale, fa la cosa più semplice del mondo: abbatte la pressione fiscale, nella speranza che poi siano quei pochi soldi che forse rimarranno nelle tasche delle famiglie ad occuparsi di rilanciare la crescita. Non ha funzionato con gli 80 euro, che peraltro vi siete già ripresi in parte, se non in tutto, attraverso l'aumento dell'imposizione fiscale locale e attraverso l'abbattimento di quelli che erano gli sgravi per i premi di produttività. Non funzionerà questa volta con l'abolizione della tassa sulla prima casa che, peraltro, è un'abolizione assolutamente iniqua, va a vantaggio molto più dei ricchi, di quanto vada a vantaggio del ceto medio e del ceto impoverito di questo Paese. Questo è bene che si sappia. Voi stessi una volta – ricordo l'onorevole Gutgeld ai tempi in cui fu un altro Governo ad abolire l'IMU sulla prima casa per poi rimetterla come TASI – avete parlato di Robin Hood alla rovescia. Ebbene, questa volta, lo sceriffo di Nottingham è entrato direttamente al Governo e ha sostituito Robin Hood.
  Infine, io guardo sempre per giudicare un Governo e la sua politica economica anche da chi prende gli applausi. Ho imparato negli anni, e l'ho imparato guardando la storia, ma l'ho imparato anche guardando all'attualità, che quando un Governo è un Governo schiavo, i Governi schiavi prendono sempre i complimenti da quelli che sono i loro padroni, perché i loro padroni hanno interesse che rimangano lì. Questo Governo prende tutti gli applausi della Confindustria, della Germania e dell'Unione europea, ovvero di chi persegue rigore e austerity. Vi applaudono sempre, vi applaudono perché vogliono che restiate esattamente lì a fare politiche che non sono nell'interesse del popolo e Pag. 17dei lavoratori italiani, ma esclusivamente delle rendite e della grande finanza (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Signora Presidente, onorevoli colleghi, vedo in alcuni settori di quest'Aula un'atmosfera quasi di lutto. A qualcuno non dà gioia il fatto che l'Italia stia uscendo dalla crisi, a noi invece sì ed è questo il motivo per cui voteremo a favore del documento del Governo. Per capire il documento del Governo, a mio avviso, bisogna realizzare un duplice inquadramento, uno storico e uno sistemico. Per l'inquadramento storico dirò che noi abbiamo vissuto in Italia e in Europa una battaglia di dimensioni gigantesche. La speculazione mondiale si è rivolta contro l'Europa e contro l'Italia, considerata come un anello debole della catena europea, e ha fatto vacillare alle radici sia l'euro, la moneta comune, sia la struttura dell'economia italiana.
  L'Italia ha risposto a questa sfida e questo Documento economico-finanziario ci dice che siamo avviati a vincerla. Non dirò che l'abbiamo vinta, dirò che siamo chiaramente avviati a vincerla, noi come Italia e l'Europa come tale.
  Quali sono le radici della crisi ? C’è stata una speculazione finanziaria gigantesca, per la verità più fuori dai confini italiani che in Italia. Bisogna dare merito alla vigilanza della Banca d'Italia per il fatto che in Italia questo ci ha colpiti assai meno che in altri Paesi. Ma questo ha messo in evidenza debolezze strutturali dell'economia europea, in particolare dell'economia italiana. Da tempo noi non siamo competitivi sui mercati internazionali e abbiamo nascosto questo fatto aumentando la spesa pubblica, sostituendo alla competitività la spesa pubblica come elemento trainante per l'economia del Paese. Quando accumuli un debito troppo grande, a un certo punto nessuno più ti fa credito e questa politica non può essere continuata.
  In quel momento si è scatenata la grande ondata contro l'Europa e contro l'Italia. Io dico che l'Italia è stata unita nel rispondere alla sfida, ma questo Parlamento no. In questo Parlamento c’è chi ha puntato sull'umiliazione e sulla sconfitta dell'Italia. Sono quelli che ci hanno detto che è inutile combattere, di deporre le armi, di stampare moneta, di uscire dall'euro. Sono quelli che pensavano di arrivare al potere sulle rovine del Paese, magari di arrivare a mettere assieme il 51 per cento dell'elettorato. Costoro sono gli sconfitti di questa battaglia storica.
  Lo vediamo anche in altri Paesi. Guardate alla Spagna: Podemos è in caduta libera nei sondaggi. Guardate alla Grecia: Syriza ha vinto le elezioni, ma con un programma che è il contrario di quello dei populisti italiani. Si è rapidamente convertita dal populismo a una manovra di Governo. Chapeau ! Lo avesse fatto prima avrebbe risparmiato molte sofferenze al suo Paese. In Portogallo ci sono state le elezioni adesso e chi ha vinto ? Ha vinto chi ha seguito le politiche europee.
  L'Europa sta uscendo più forte e vincitrice da questa crisi. Credo che questa verità vada detta con forza e che chi ha dato alla battaglia, accettando fatiche, sputi, insulti per difendere le ragioni di fondo dell'economia italiana ed europea, abbia motivo di soddisfazione. Scusatemi, chi questa battaglia ha contrastato dovrebbe sentirsi un po’ un disfattista e avere qualche motivo di vergogna.
  Veniamo, invece, a un inquadramento sistemico. Ho sentito interessanti interventi che ci spiegano che il PIL come misura del benessere di un Paese è uno strumento inadeguato. Io credo di aver scritto qualcosa del genere una ventina di anni fa. Teoreticamente non sono in contrasto con questo. Cosa capita ? Capita che viviamo in un mondo in cui non esiste l'economia italiana separata da quella degli altri Paesi, in cui l'economia italiana è così strettamente intrecciata con quella degli altri Paesi che noi non possiamo adottare strumenti di valutazione che sono diversi da quelli che adotta la comunità internazionale. Ci costringe a questo non i Pag. 18trattati europei, ma, prima che i trattati europei, il dato di fatto che la nostra economia è così strettamente intrecciata con quella di altri Paesi.
  Siede in questi banchi un grande imprenditore italiano – in realtà più di uno, ma me ne veniva in mente uno adesso –, il cui prodotto in larghissima misura va a costituire componenti sulle automobili tedesche. Dove finisce l'interesse della Germania e dove comincia quello dell'Italia ? Ogni cosa che succede in Germania ha dei contraccolpi positivi o negativi per l'Italia. Ma quello che dico per la Germania vale per la Spagna, vale per la Francia. Siamo europei e se pensiamo la nostra economia fuori dal quadro europeo, non capiamo più nulla. Questo è l'altro discrimine culturale che io vedo tra le forze che sostengono questo Governo e le altre.
  In tutta Europa si sta creando una coalizione di chi vuole l'Europa. Noi vogliamo l'Europa e questo documento ci dice che il Governo vuole l'Europa. Questo è un secondo motivo per cui lo guardiamo con grande favore.
  Cosa abbiamo fatto ? Per reagire alla crisi abbiamo dovuto aumentare le tasse, mettere in pressione il mercato interno. Cosa ci ha salvato ? Le imprese italiane sono andate all'estero e hanno venduto, hanno ridotto i margini, si sono date una mossa. Abbiamo ottenuto uno straordinario successo. Oggi questa ripresa è trainata prevalentemente dalle esportazioni. Chapeau ! Riconosciamo i meriti. Chi, in questi anni, ha lavorato ed esportato ha salvato il Paese.
  Chi è stato qui a lamentarsi e a chiedere più spesa pubblica, non ha dato nessun contributo al miglioramento della situazione nazionale. Sono quegli eroi che hanno lavorato ed esportato quelli che hanno permesso all'Italia di superare la crisi. Che fare adesso ? Consentitemi di dire una cosa che so non piacerà anche a qualcuno dei miei alleati: l'austerità in Europa ha funzionato. Se austerità vuol dire mostrare la volontà di osservare criteri di bilancio che impediscono il fallimento del Paese, l'austerità ha funzionato. Basta l'austerità ? No. Abbiamo sempre detto che l'austerità non basta. Cosa abbiamo chiesto noi in Europa come cambiamento di marcia dell'Europa ? Abbiamo chiesto la flessibilità. Abbiamo ottenuto flessibilità ? Miseria, se l'abbiamo ottenuta ! Chiedo scusa, signor Presidente, per questa espressione. Abbiamo ottenuto di poter pagare i debiti delle pubbliche amministrazioni e che questi denari transitassero direttamente sul debito pubblico senza essere notati nel deficit annuale. Ma sapete quanti miliardi di euro di flessibilità significa questo ? E ci saremmo salvati senza questa flessibilità ? In questo documento noi chiediamo l'uno per cento di flessibilità, 16-17 miliardi di euro, anzi 16,8 miliardi di euro per l'esattezza. Vi pare poco ? Non è flessibilità questa ? Perché la otteniamo ? Perché abbiamo saputo mostrare coerenza e decisione nel difenderci. E, allora, se tu mostri che sei deciso a difenderti, i tuoi alleati ti aiutano più volentieri e ti danno più margine. Abbiamo ottenuto flessibilità. La flessibilità di stampare moneta a volontà ? No. La flessibilità, limitata, ragionevole, plausibile, che non fa saltare i conti, ma che esprime la fiducia nostra nel nostro futuro e la fiducia dei nostri alleati verso di noi. E abbiamo ottenuto un'altra cosa, che spesso non si nota qui. Sento spesso accenti germanofobi. Qualcuno ce l'ha con la Germania, come se l'Europa fosse un impero tedesco. Non lo è. Abbiamo dato una battaglia in Europa e in questa battaglia abbiamo messo in minoranza anche la signora Merkel, verso la quale io personalmente ho sentimenti di amicizia e di stima. L'abbiamo messa in minoranza. La Banca centrale europea ha fatto una politica volta a svalutare l'euro, perché questo è quello che la Banca centrale europea ha fatto, che non coincideva con gli interessi della Germania, ma sì con quelli dell'Italia e di altri Paesi naturalmente. Abbiamo fatto questa battaglia, non gridando, non con quegli atteggiamenti populistici che in Europa ti fanno escludere dal dibattito e non vieni neanche preso in considerazione. L'abbiamo fatto ragionando, portando solidi argomenti, costruendo alleanze e alla fine ottenendo Pag. 19risultati. Credo che dobbiamo essere grati a Mario Draghi perché è un grande italiano e un grande europeo e non c’è contraddizione fra le due cose. Abbiamo avuto l'austerità e anche la flessibilità e il quantitative easing. E vorrei dire al Governo che la domanda adesso di flessibilità va ancorata anche ad un dato: se noi avessimo quella cifra inferiore, ma prossima al 2 per cento di inflazione, che è l'obiettivo della Banca centrale europea, noi non avremmo bisogno di nessun margine di flessibilità. Ma questo non c’è e vuol dire che il quantitative easing ancora non ha dato tutti i suoi effetti e va continuato e potenziato.
  Siccome ho poco tempo, salto il resto e dico solo una cosa: la lotta alla povertà è giusta. Circa il reddito di cittadinanza, io non sono per principio contrario. Cominciamo con il dare il reddito di cittadinanza per i bambini. Cominciamo con il riprendere il Family Act, il pacchetto di proposte che Area Popolare ha fatto per venire incontro alle famiglie che sono i poveri. Infatti, il 40 per cento dei poveri in Italia sono i bambini di famiglie che o sono famiglie numerose o sono famiglie divise nelle quali il padre è andato via. Cominciamo a dare giustizia fiscale alle famiglie. I soldi che servono a far mangiare i figli non possono essere tassati. E bisogna provvedere anche perché gli incapienti abbiano il sostegno che è necessario perché la famiglia possa vivere. Ecco, per tutte queste ragioni, signora Presidente, noi voteremo a favore della Nota di aggiornamento del Documento di economica e finanza e auguriamo al Governo di proseguire con una politica che può fare il bene dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie signora Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, il quadro macroeconomico descritto nella Nota di aggiornamento al DEF, approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 18 settembre, secondo la Corte dei conti e la Banca d'Italia risulta venato da una notevole dose di ottimismo.
  La stabilità finanziaria resta ancora un lontano miraggio e sulla ripresa economica pesano non solo l'indebitamento degli Stati sovrani, l'invecchiamento della popolazione e la bassa produttività dei fattori ma anche il rallentamento della Cina, le turbolenze sui mercati finanziari, la politica monetaria della Federal Reserve, i rischi elevati nei Paesi emergenti ed i recenti scandali nel mercato dell'auto. Il timore generale è che l'economia globale entri oggi in una seconda fase acuta della crisi esplosa nel 2008. I principali sintomi provengono dalla Cina e, se a questo si aggiunge il possibile nuovo crollo dell'industria automobilistica, potrebbe cominciare purtroppo per il nostro Paese, per l'Europa e per il mondo un nuovo ciclo recessivo. Percorrere con successo il sentiero dello sviluppo è tuttavia possibile. L'euro debole, il quantitative easing e il basso prezzo del petrolio attualmente offrono enormi vantaggi a tutta l'Eurozona ma le proposte governative rischiano di creare un buco nell'acqua, di sprecare le opportunità offerte da fattori esogeni che non possono durare all'infinito. Non approfittarne con politiche ambiziose e focalizzate sul mercato o sui suoi meccanismi di funzionamento non può che comportare un tragico errore. La dimostrazione di quanto appena detto si ritrova nelle previsioni dei principali organismi internazionali: sempre secondo il Fondo monetario internazionale, ma non solo, nei prossimi anni l'Italia crescerà a un ritmo più basso rispetto alla media dei Paesi dell'Eurozona. Le stime parlano di uno sviluppo medio del PIL del nostro Paese che fatica a raggiungere l'1 per cento nel 2015 e a superarlo di poco nel 2016 contro rispettivamente l'1,5 e 1,6 della media Eurozona. L'entità della manovra di prossima presentazione da parte del Governo è indicata in termini di scostamento tra indebitamento tendenziale e programmatico ma non vi è alcuna indicazione circa la composizione quantitativa delle misure che si intendono adottare, rilievo ampiamente condiviso in sede di audizione dai Pag. 20principali organismi economici italiani quali il Servizio bilancio del Senato, l'Ufficio parlamentare di bilancio, la Corte dei conti e la Banca d'Italia. L'intenzione del Governo di far ricorso a nuovi margini di flessibilità europea attraverso l'applicazione della cosiddetta clausola delle riforme per quattro decimali di PIL pari a circa 6,4 miliardi di euro, della cosiddetta clausola degli investimenti per tre decimali di PIL pari a circa 4,8 miliardi di euro e di una eventuale clausola per l'immigrazione, tutta da verificare, per due decimali di PIL pari a 3,2 miliardi di euro, non ancora decisa a livello europeo, appare del tutto infondata al momento.
  Quanto alla clausola delle riforme ci sono almeno tre motivi ostativi. Il Governo vi ha già fatto ricorso lo scorso anno quando, proprio con questa giustificazione, il rapporto deficit-PIL relativo al 2016 fu aumentato dell'1,4 per cento e inizialmente previsto all'1,8 finale. Il Governo non può chiedere per due volte consecutive margini di flessibilità riferiti alle medesime riforme se non è riuscito ad attuarle o, se gli effetti sperati non si sono ancora realizzati, non ha alcun diritto a chiedere ulteriori deroghe. Ci sarebbe piuttosto da domandarsi se l'Esecutivo non sia venuto meno agli impegni presi con l'Europa e se quindi anche quello 0,4 già concesso lo scorso anno non debba essere ancora in discussione. Non ricorrono quest'anno le circostanze eccezionali, vale a dire la crescita negativa del PIL e dell'inflazione, cui ci si era appellati un anno fa. Quanto alla clausola degli investimenti ci sono almeno tre motivi ostativi. Il fiscal compact impone che il Paese che ad esso fa ricorso abbia un andamento discendente del debito pubblico: tale condizione non è rispettata dall'Italia dove il debito pubblico continua a crescere. Due: il ricorso a tale clausola è legato al cofinanziamento dei fondi strutturali europei già stanziati ma, poiché in Italia accade che, a causa di ritardi di qualsiasi tipo, gli investimenti non vengono effettuati o slittino all'anno successivo, viene meno per il Governo la possibilità di usufruire della flessibilità europea. Il Governo italiano non ha ancora speso circa 10 miliardi di fondi strutturali del bilancio 2007-2013, non ha quindi la credibilità necessaria per poter chiedere di spendere i fondi del bilancio europeo 2014-2020 e ancora una volta, signora Presidente, torno su questo argomento perché è uno dei maggiori delitti che questo Governo sta realizzando nel nostro Paese, quello della spesa sui fondi comunitari dove non abbiamo alcun tipo di notizia di rendicontazione sul 2007-2013 e, al 31 dicembre 2015 di quest'anno, rischiamo di perdere fior di miliardi di euro che andranno in altri Paesi e che non sono spesi, guarda caso, per il Mezzogiorno.
  E una delle sei raccomandazioni per la crescita e per tirare fuori il Paese dalle secche in cui è gravato rispetto alla situazione della crisi, da parte della BCE e da parte, anche, della Commissione europea era quella di accelerare le procedure e anche l'attività dell'Agenzia per la coesione – non si capisce questo fantasma, dopo due anni, dove sia andato a finire – sui fondi strutturali 2014-2020, dei quali, dopo 22 mesi, non solo non è stato speso un euro, ma non è stato impegnato neanche un euro. E questo aspetto ritorna sempre in riferimento all'assoluta latitanza e assoluta assenza di qualsiasi iniziativa da parte del Governo.
  Quanto all'emergenza immigrazione, nessuna decisione circa la possibilità di concedere maggiore flessibilità ai Paesi che più soffrono gli sbarchi, è stata presa a livello europeo. Il Governo dà per acquisita una deviazione dal percorso di risanamento dei conti pubblici in termini di deficit, su cui la Commissione europea e l'Eurogruppo non si sono ancora espressi. Tali valutazioni, infatti, vengono effettuate a seguito dell'analisi dei documenti programmatici degli Stati membri soltanto dopo la presentazione della legge di stabilità, il cui termine, come è noto, è fissato al 15 ottobre.
  Anche le dichiarazioni rilasciate nelle ultime settimane, tanto dal presidente della Commissione europea Juncker, quanto dal commissario Moscovici, lasciano pensare a margini di manovra di Pag. 21gran lunga inferiori a quelli auspicati dal Governo, ma se pure all'Italia venisse concesso di aumentare il deficit relativo al 2016 fino al 2,2 come richiesto dall'Esecutivo, pesanti manovre correttive dovranno essere attuate entro il 2017, al fine di riportare l'indebitamento netto all'1,1 per cento come è scritto proprio nella Nota di aggiornamento al DEF oggi all'esame di quest'Aula. Questo dimostra una strategia di politica economica dell'Esecutivo miope, del tutto priva di una visione di lungo periodo, più propensa a mettere la polvere sotto il tappeto e a rinviare la soluzione dei già gravi problemi che riguardano i conti pubblici italiani. Il debito pubblico italiano si attesta al 132,8 per cento nel 2015, in crescita dello 0,3 per cento rispetto alle previsioni dello scorso aprile. L'Italia conferma ancora una volta il primato del secondo debito pubblico più alto dell'Eurozona dopo la Grecia, una bomba ad orologeria.
  Sono quattro i punti evidenziati dalla BCE di recente: l'Italia è in consistente ritardo nel percorso di riduzione del debito pubblico: il mancato rispetto della regola del debito preclude ogni possibilità di fare ricorso a qualsivoglia clausola di flessibilità europea; la spesa pubblica italiana a dispetto di numerosi proclami e piani di revisione e riduzione è aumentata nonostante le condizioni economiche congiunturali estremamente positive e, soprattutto, irripetibili; per ultimo, il Governo italiano non ha dato alcun seguito alle ripetute raccomandazioni della Commissione europea. Il monito della BCE è chiaro: l'eventuale disponibilità straordinaria connessa a una spesa per gli interessi inferiore alle attese derivanti dal quantitative easing europeo deve essere utilizzata per la riduzione del deficit o del debito, proprio il contrario rispetto a quanto intende fare il Governo.
  È bene guardare al futuro, secondo noi, con meno incoscienza e più determinazione; il Governo punta a far crescere il Paese attraverso improbabili riforme in deficit, una contraddizione in termini: non è possibile, infatti, utilizzare risorse una tantum, quale l'auspicata flessibilità europea, per interventi strutturali che necessitano di coperture certe nel medio e lungo periodo. Per non parlare, qui, anche dell'altro scandalo rispetto alla riforma dell'eliminazione delle province che avrebbe dovuto comportare un miliardo di euro di riduzione strutturale del deficit; invece, come è noto, purtroppo, per il Paese e per le tasche dei poveri cittadini italiani, si sta facendo l'inverso con aumento del deficit, caos e quant'altro.
  Pertanto, in questa riflessione critica della Nota di aggiornamento al DEF occorre rinunciare alla facile demagogia, facendo emergere preoccupazioni che sono reali, quali premesse per ulteriori sviluppi e confronti. Noi abbiamo il compito di svelare il doppio azzardo morale da parte del Governo; il Presidente del Consiglio pensa di acquisire una doppia vittoria, quella derivante dai continui annunci con cui si compra il consenso e quella derivante dall'autoritarismo, per cui, quando il castello di carta franerà, accuserà della vanificazione delle sue promesse, non la sua inconsistenza e il suo patologico non rispetto delle regole, ma i burocrati europei.
  A tal fine, quindi, chiediamo al Governo di soprassedere da qualsiasi decisione circa l'ulteriore distribuzione a pioggia di risorse che non siano contabilmente certificate, impostando una strategia di politica economica che non rimandi le necessarie misure da intraprendere a un tempo indefinito o disallineato rispetto alle dinamiche e alla congiuntura internazionale. Pertanto, riteniamo che l'obiettivo sia uscire dalla genericità delle enunciazioni circa la necessità di un maggiore sviluppo, indispensabile per arrestare fenomeni di ulteriore arretramento rispetto alla realtà internazionale, non dimenticando che, a differenza della maggior parte dei Paesi dell'Eurozona, per ritornare alla situazione pre crisi, l'Italia deve ancora recuperare ben circa nove punti di PIL.
  È questo il duro fardello che deve essere rimosso nel tempo più breve possibile. Siccome nel contesto di questa Nota di aggiornamento del DEF, in previsione Pag. 22della legge di stabilità 2016, non vediamo alcun segnale di quelle che sono veramente le reali necessità del Paese, di indirizzi specifici e analitici, se non genericità e quant'altro – non ultimo lo spostamento del pareggio di bilancio ancora di un anno, contravvenendo in questa maniera anche all'articolo 81 della Costituzione, che prevede invece il pareggio di bilancio rispetto ai tempi che sono stati adottati con la legge di attuazione n. 243 del 2012 –, riteniamo di bocciare in maniera totale quella che è la proposta del Governo in riferimento alla Nota di aggiornamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,45).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa discussione – Doc. LVII, n. 3-bis)

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Laura Castelli. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Grazie. Presidente, mi permetta un minuto: Buttiglione dice che sono vent'anni che sostiene che il PIL è una misura assurda, chiediamoci allora se la sua politica e la sua brillante carriera siano servite a qualche cosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); forse a nulla, se con i suoi ruoli di sottogoverno e di Governo non è riuscito a cambiare una misura come il PIL. Ma andiamo avanti. Oggi licenziamo il DEF ed è giusto cercare di capire se è cambiato qualche cosa rispetto all'anno precedente. Dire che non è cambiato niente equivarrebbe a dire che non avete fatto nulla per cambiare le cose e metterle almeno in una giusta prospettiva, quella che voi non sapete dare, mentre noi sì. A distanza di un anno cosa possiamo dire che sia cambiato, allora, rispetto ai propositi che questo Governo e questo Parlamento si sono dati ? Il DEF non dovrebbe rappresentare tutta la vita politica del Paese ma la sua volontà pubblica, quella che voi non avete, mentre noi sì. Voi riducete gli impegni di bilancio e dite che fate efficienza ed eliminate gli sprechi della macchina statale: mi spiace, ma non ci siete riusciti, il che è gravissimo, soprattutto dopo aver speso milioni di euro per Cottarelli. Il secondo grande problema riguarda il modo in cui avete deciso di adattare i pesi e le misure in termini di contribuzione alla capacità economica. Le vostre politiche continuano a produrre disuguaglianze sociali: sempre più poveri e sempre più ricchi. Voi non ve ne siete resi conto, ma questo modo di comportarvi, più che mai, ha prodotto la riforma, con la solita vostra accezione negativa, di interi ambiti della vita socio-economica di tutti gli italiani. Avete la grande responsabilità di aver peggiorato ogni ambito di vita sociale, economica ed etica. Tutti gli sforzi che abbiamo chiesto ai nostri cittadini hanno riguardato per lo più il contenimento della spesa pubblica, mirando soprattutto al mantenimento degli impegni ai vostri schiavi europei, ma anche di quelli che una buona gestione dovrebbe comunque contemplare: i servizi. Eppure stiamo scoprendo, nel momento stesso in cui licenziamo questo nuovo DEF, che gli aggregati economici ai quali continuate a puntare, come il PIL, l'indebitamento netto e la pressione fiscale, sono meno buoni di quanto avrebbero dovuto essere e avete di fatto ipotizzato. Se il politico...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, un po’ di silenzio, non si riesce a seguire. Grazie. Prego, deputata.

  LAURA CASTELLI. Se il politico fosse solo il tecnico dell'economia allora questo Pag. 23sarebbe il migliore DEF possibile, dal momento che le impostazioni sembrano razionali e sostenibili sui diversi tavoli di confronto, nazionali e internazionali, quelli a cui voi partecipate senza dirci nulla. Eppure nemmeno il quadro tecnico è più in grado di sostenere la concreta fattibilità di questi scellerati impegni. Sembra di assistere al paradosso «operazione riuscita, paziente morto». Va rivendicato qui il ruolo della politica, quella vera, quella che decide secondo i principi, l'etica e non solo secondo le risorse disponibili. Siete peggio di un Governo tecnico; anche voi non siete in grado di conservare la vita sociale, morale, etica e civile del Paese. La storia vi sta giudicando punto per punto, a noi è richiesto di valutare cosa fare adesso. Ce l'hanno chiesto 9 milioni di cittadini tre anni fa, oggi molti di più. Vi abbiamo proposto il nostro DEF. Noi siamo un movimento e non saremo mai un partito, abbiamo più volte ricordato qui la differenza, ma il punto è che cerchiamo di portare avanti gli interessi di tutti gli italiani e non solo quelli che voi legittimate appartenenti a una categoria sociale: gruppi di lobby e di potenti.
  Per noi cittadini normali pensare a tutti i cittadini non è uno sforzo, per questo il nostro DEF definisce aree di azione e di competenza che non sono contro gli interessi legittimi di qualcuno, ma piuttosto a favore di un sistema complessivo in cui la società acquista senso e importanza per tutti, nessuno escluso. Dobbiamo quindi ripartire da questo livello di riflessione per comprendere quali siano gli interventi da promuovere per ottenere i risultati rilevanti, al fine di arrivare a quella convinzione e convivenza civile, che fa di uno Stato un luogo degno in cui progettare la propria esistenza e contribuire alla programmazione collettiva.
  Il primo principio che dobbiamo conseguire è quello della perequazione, ciò significa semplicemente produrre tutte le condizioni grazie alle quali possiamo confidare di rendere veri i diritti di cittadinanza, i veri diritti dei cittadini. Rendetevi conto che per voi gli immigrati non valgono nulla e tanto meno i cittadini, siete solo capaci a specularci sopra sfruttandoli fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voi non fate perequazione non solo sui servizi, ormai ridotti all'osso in tutti gli ambiti sociali – sanità, istruzione, trasporti, lavoro, fisco – ma anche e soprattutto nei danni sociali che fate: giovani che non possono progettare la propria vita o esprimersi lavorativamente, donne che sono ancora soggette a discriminazione, gente costretta a vivere in contesti di degrado dove prevalgono corruzione e malaffare, voluti da voi e che voi non volete scacciare !
  Sarebbe nostro compito principale evitare tutto questo, ma voi ritenete che tutto questo non abbia a che fare con la programmazione economica. Cosa dire dei costi implicati nella corruzione, nella discriminazione, nella perdita morale, sociale e civile che cercano altrove la propria dimensione civile, nella disoccupazione, nei costi indiretti che devono sostenere del nostro e del vostro – perché lo avete progettato voi – Sistema sanitario ?
  Noi progettiamo piani di azione dando credibilità agli interventi, potenzialità ai gruppi sociali che lavorano già su questi fronti. Diamo forza ai soggetti che operano nelle diverse aree nello sviluppo socioeconomico, e non solo Confindustria, Finmeccanica, ENI, le grandi società di assicurazione e le banche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Voi non vi rendete conto dello smantellamento sociale che state operando e ci chiediamo se ve ne rendete conto e se avete capito perché accade. Accade perché nella vostra politica non c’è etica.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore possiamo abbassare il tono della voce, se volete discutere potete anche accomodarvi fuori !

  LAURA CASTELLI. Presidente, oltre all'etica non c’è neanche il silenzio ! Come dicevo prima, accade perché nella vostra politica non c’è etica oltre che silenzio, non risponde a quei principi che sono stati scelti come fondanti della convinzione sociale, Pag. 24fondanti della nostra Costituzione. Per noi gli obiettivi di spesa devono essere necessariamente etici e rispondere a valutazioni di impatto sociale.
  In conclusione, il vostro DEF non è un'azione politica vera, ma solo una definizione di spese talmente limitata da non consentire scelte e da tradursi in un Paese che muore. Nessuno, neanche un singolo individuo potrebbe progettare la propria esistenza così, come state facendo e avete fatto voi. A partire da questi ragionamenti abbiamo prodotto il nostro piano di intervento economico e lo abbiamo corredato di tutte le linee progettuali che ci sembrano congrue con lo spirito appena esposto. Non si tratta dunque di quello che interessa solo a noi, purtroppo, per vostra colpa qui la discussione politica si riduce alla semplice contrapposizione di rapporti di forza. Voi pensate di essere più forti di noi cittadini e dei cittadini che stanno fuori. Mi rendo conto di come questo discorso possa sembravi più filosofico che economico, ma forse accade perché la classe politica che rappresentate è ormai vecchia, vetusta e decisamente finita. Mettete il naso fuori dalle vostre ville con piscina e scoprirete che l'economia non si fa con i vostri assurdi parametri, ma con l'osservazione della società su cui l'economia ha i suoi effetti, con l'etica delle scelte politiche e, chiaramente, con l'onestà. Tutte caratteristiche che voi non avete e non avrete mai, per questo il vostro tempo è finito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fanucci. Ne ha facoltà.

  EDOARDO FANUCCI. Signora Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, la Nota di aggiornamento del DEF illustra con serietà e responsabilità un contesto macroeconomico tutt'altro che statico. Esistono elementi di criticità oggettivi che nessuno vuole celare o nascondere: la crisi di domanda della Cina in particolare, un contesto internazionale di crescita più sfavorevole rispetto alle previsioni originarie del DEF. Inoltre, come sottolineato nel corso delle audizioni – Banca d'Italia, Corte dei conti, Ufficio parlamentare di bilancio – esistono elementi di incertezza che potrebbero minare il contesto espansivo internazionale prefigurato nel corso dell'ultimo anno, a causa ad esempio del caso Volkswagen, che potrebbe determinare quindi un impatto sulla crescita europea. Inoltre stiamo vivendo una crisi umanitaria senza precedenti, flussi di immigrazione straordinari ed eccezionali che vedono coinvolto il nostro Paese in prima linea, ma l'Europa non dovrà e non potrà lasciarci soli. Anche in termini di flessibilità, ciò potrebbe determinare un margine aggiuntivo determinato dal momento eccezionale che stiamo vivendo per far fronte ad una vicenda non nazionale ma comunitaria dai risvolti globali oggettivi e molto pesanti. Gli obiettivi prefissati dalla Banca centrale europea attraverso il QE, quantitative easing, sono solo in parte raggiunti. Certo, i tassi di interesse sono a livelli straordinariamente bassi in linea con le aspettative, ma il tasso di inflazione non cresce come previsto e il fenomeno della deflazione non è del tutto scongiurato.
  In questo contesto difficile, l'Italia si mostra oggi più forte, più autorevole e più credibile agli occhi dell'Europa e del mondo, grazie ad un Governo finalmente stabile, determinato a portare a compimento un articolato processo di riforme che, almeno in parte, stanno già dimostrando nei numeri effetti concreti per la nostra economia. Indicatori fondamentali dimostrano che il Governo è sulla strada giusta: con queste parole l'onorevole Tabacci, che ho ascoltato con attenzione, ha fatto nella sua analisi un riferimento all'azione di Governo. In particolare voglio specificare alcune azioni: in primis, la riduzione del tasso di disoccupazione, un miglioramento dell'occupazione, la fiducia di consumatori, famiglie e imprese, la ripresa della domanda interna, il rafforzamento delle esportazioni. Certo, anche grazie a fenomeni esterni, quali il cambio euro-dollaro favorevole, tassi di interesse e costo del petrolio. Sarebbe un grave errore non cogliere e non sottolineare queste Pag. 25opportunità. In questa fase a mio avviso dovremmo sostenere questa fase di crescita, non certo scoraggiarla. Dobbiamo considerarla ancora più positiva se confrontata a un quadro economico internazionale recessivo che ha colpito con violenza e drammaticità il nostro Paese dal 2008 al 2014 con più violenza rispetto agli altri competitor europei e internazionali. Avanti quindi con un'azione espansiva volta ad accompagnare e sostenere l'attuale fase di crescita per consolidarla e rafforzarla.
  Cosa può fare l'Europa per l'Italia ? Non è la domanda giusta, la domanda è: cosa può fare l'Italia per l'Europa. Certamente può contribuire a rendere la comunità europea più giusta, più equilibrata e più sostenibile, solo così saremo in grado di respingere i nazionalismi emergenti più biechi e crudeli rispetto anche alle vite umane. Noi ci rivediamo nell'Europa della banda larga, dei ponti, degli investimenti internazionali, non certo nell'Europa dei muri. La nostra è l'Europa della solidarietà e della speranza. Anche grazie all'Italia stiamo realizzando il piano Juncker, certo, ancora agli inizi, ma è un piano che determinerà investimenti senza i quali il nostro Paese e l'Europa faticherebbero a continuare a crescere. Come fare ? Aspettare e chiedere assistenzialismo ? Potevamo farlo, ma abbiamo scelto di farlo da protagonisti, attraverso azioni decise, forti e cambi di paradigma importanti e mai visti prima.
  Voglio declinare queste azioni con alcune parole chiave. Serietà vuol dire portare avanti una spending review continua, costante, mai orientata a semplici tagli lineari. Una revisione della spesa a tutti i livelli, ma senza impattare sui servizi ai cittadini, una sfida tanto difficile quanto ambiziosa e sfidante. Poi, il rafforzamento delle centrali d'acquisto, obiettivi benchmark sfidanti e obiettivi anche legati ai costi standard. Il problema non è solo spendere meno, quindi, ma spendere meglio senza incidere su quello che può determinare da una riduzione della spesa, ovvero sull'impatto della crescita economica.
  Ambizione è un'altra parola chiave. Tagli delle tasse per le famiglie e per le imprese, in un quadro programmatico di medio-lungo termine.
  Quanti, nel recente passato, hanno promesso e annunciato un taglio delle tasse ? Oggi non soltanto lo annunciamo, ma lo realizziamo nei fatti. Voglio rispondere anche al rappresentante di SEL, che nell'intervento ha definito il taglio delle tasse come la cosa più semplice del mondo. A me non risulta che lo sia o, certamente, è la cosa più difficile da realizzare, visto che in tanti si sono riempiti la bocca di questi propositi ma non li hanno mai portati a compimento.
  Ma noi siamo andati oltre rispetto al concetto di riduzione delle tasse. Abbiamo cercato di mettere al centro i più deboli, i più poveri, le classi che nel tempo hanno pagato di più. Ricordo quello che abbiamo fatto, in questi anni, agli amici di SEL: la rimodulazione delle rendite finanziarie; l'abbiamo fatta noi, mentre altri l'hanno annunciata senza mai farla.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Abbassate il tono della voce, grazie. Prego, continui.

  EDOARDO FANUCCI. Abbiamo portato avanti delle misure fortemente ridistributive: la misura degli 80 euro e il «bonus bebè» su tutti.
  Ma non ci fermiamo. In più, in passato non soltanto non si sono abbassate le tasse, ma con le tasse si sono fatti degli assegni postdatati (e mi riferisco alle clausole di salvaguardia). Il primo obiettivo ben certificato in questa nota di accertamento del DEF, non previsionale ma programmatica, sarà l'abbattimento ed essere in grado di disinnescare le clausole di salvaguardia, che in tre anni contano 72 miliardi di euro. Lo dico ad alta voce e lo ripeto: 72 miliardi di euro in tre anni ! Se saranno disinnescate vorrà dire un grande impatto per la nostra economia, se non altro in termini di minore impatto recessivo; soltanto per il 2016 si parla di 16,8 miliardi.
  Solidarietà è l'altro termine: contrasto alla povertà assoluta con misure con spiccata Pag. 26attenzione all'universalità finalizzata a sostenere un quadro di giustizia sociale. Il Governo lavorerà ad un collegato, un provvedimento finalizzato a trattare, con risorse e progetti strategici, il contrasto alla povertà. Quindi, non è una bandiera, ma è un obiettivo strategico di questo Governo.
  Rispetto e determinazione. Rispetto: noi vogliamo andare avanti contro la lotta all'evasione fiscale, ma anche contro la lotta all'elusione fiscale. Penso ai grandi processi internazionali. Lo abbiamo annunciato ai tempi della web tax, poi rimossa perché chiedevamo un intervento in Europa. Oggi chiediamo all'Europa di intervenire e se non lo farà lo faremo noi, da soli, nei prossimi anni.
  Determinazione, dicevo. Il lavoro al centro della ripresa. Il contratto a tempo indeterminato sia la via maestra, costi di meno rispetto al contratto a tempo determinato. La riforma del mercato del lavoro è forse il fiore all'occhiello di questo Governo e noi intendiamo andare avanti, con misure volte alla decontribuzione che continueranno, anche se nel caso verranno rimodulate.
  Infine, il Mezzogiorno e gli enti locali. Il Mezzogiorno è per noi non una zavorra ma un'opportunità, un volano di sviluppo, senza il quale l'Italia non potrà crescere come nelle aspettative. Paradossalmente, il Mezzogiorno ha più margini di crescita rispetto al resto del Paese. Con questo spirito intendiamo affrontare la lotta alla corruzione, la lotta alla burocrazia, la capacità di spesa, anche nel Mezzogiorno, di fondi spesso male utilizzati o, in alcuni casi, mai utilizzati.
  Gli enti locali verranno accompagnati e sostenuti in un percorso di riforme senza le quali non potremo andare incontro alla crescita.
  In conclusione, Presidente, avremmo potuto accettare il quadro tendenziale, lavorare a piccoli accorgimenti, rimanere passivi e inerti di fronte a quello che sta accadendo sopra le nostre teste, far scattare le clausole di salvaguardia e sperare nella buona sorte. Non lo abbiamo fatto, abbiamo optato per la strada più difficile e più impervia: quella delle riforme, grazie alle quali potremo ottenere la flessibilità prevista nel Patto di stabilità e crescita, non chiedendo un favore, ma esigendo il rispetto del nostro Paese, avanti con la forza di chi, guidato da un amore viscerale per il nostro Paese...

  PRESIDENTE. Concluda.

  EDOARDO FANUCCI. ...sa che non si risparmierà nemmeno per un attimo e ce la metterà tutta per portare a casa i risultati attesi, da tempo, troppo tempo, oggi c’è speranza, coltiviamoli col duro lavoro, oggi più che mai tocca a noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Si è così conclusa la discussione.

(Risoluzioni e parere del Governo – Doc. LVII, n. 3-bis)

  PRESIDENTE. Avverto che è stata presentata la risoluzione Marchi, Tancredi, Librandi, Tabacci, Di Gioia n. 6-00163 riferita alla Relazione di cui all'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, che è in distribuzione (Vedi l'allegato ADoc. LVII, n. 3-bis).
  Avverto altresì che sono state presentate le seguenti risoluzioni relative alla Nota di aggiornamento del DEF 2015, che sono in distribuzione: Guidesi ed altri n. 6-00160; Caso ed altri n. 6-00161; Scotto ed altri n. 6-00162; Brunetta n. 6-00164; Marchi, Tancredi, Librandi, Tabacci, Di Gioia n. 6-00165 (Vedi l'allegato ADoc. LVII, n. 3-bis).
  Ha facoltà di replicare la sottosegretaria De Micheli, che invito ad esprimere il parere sulla risoluzione riferita alla Relazione presentata ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, nonché a dichiarare quale risoluzione intenda accettare con riferimento alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015.
  Prego, sottosegretaria.

Pag. 27

  PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze. La ringrazio, signora Presidente. Onorevoli colleghi, abbiamo ascoltato e ho ascoltato con interesse l'approfondito dibattito di questa mattina; solo alcune puntualizzazioni, prima di riferire il parere, rispetto ad alcune obiezioni che abbiamo ascoltato in quest'Aula, da parte anche di autorevoli colleghi, in particolar modo sulle clausole di salvaguardia.
  Il Governo è impegnato, si è impegnato – e si impegna, ovviamente, anche oggi con i pareri favorevoli di accoglimento delle risoluzioni che dirò tra poco – a neutralizzare tutte le clausole di salvaguardia e, quindi, anche rispetto ad alcuni dubbi che abbiamo ascoltato in quest'Aula ritengo sia doveroso, per ovvie questioni di tranquillità, fugare i dubbi medesimi.
  In secondo luogo, non entro nel merito di alcune delle richieste, che non solo i membri della maggioranza, ma anche tanti esponenti dell'opposizione hanno fatto al Governo rispetto alle politiche da introdurre nella legge di stabilità. Ritengo che, soprattutto sulle questioni più calde del dibattito nazionale – penso alle questioni legate alla povertà e agli enti locali – le risoluzioni alle quali a breve daremo il parere favorevole daranno la dimostrazione dell'impegno che il Governo nei prossimi giorni tradurrà in atti legislativi nella legge di stabilità.
  Per questa ragione, signora Presidente e onorevoli colleghi, volevo esprimere a nome del Governo il parere favorevole sulla risoluzione – riferita alla Relazione – Marchi, Tancredi, Librandi, Tabacci, Di Gioia n. 6-00163, ed accogliere la risoluzione – relativa alla Nota di aggiornamento del DEF – Marchi, Tancredi, Librandi, Tabacci, Di Gioia n. 6-00165, respingendo ovviamente le altre risoluzioni presentate.

  PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretario De Micheli.
  Passiamo ai voti.
  Indico la votazione nominale mediante procedimento elettronico sulla risoluzione Marchi, Tancredi, Librandi, Tabacci, Di Gioia n. 6-00163 riferita alla Relazione presentata ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, con il parere favorevole del Governo.
  Ricordo che, a norma dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione e dell'articolo 6, commi 3 e 5, della legge n. 243 del 2012, per l'approvazione di tale risoluzione è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti della Camera.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zardini, Tripiedi, Pes, Beni, Bindi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  504   
   Votanti  498   
   Astenuti    6   
   Maggioranza assoluta
   dei componenti  316   
    Hanno votato  342    
    Hanno votato no  156    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Essendo stata approvata l'autorizzazione all'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo programmatico di medio periodo, indico la votazione nominale mediante procedimento elettronico sulle risoluzione Marchi, Tancredi, Librandi, Tabacci, Di Gioia n. 6-00165, riferita alla Nota di aggiornamento del DEF 2015, accettata dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Misiani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  504   
   Votanti  498   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  250   
    Hanno votato  339    
    Hanno votato no  159    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 28

  (I deputati Aiello e Falcone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Sono così precluse le altre risoluzioni riferite alla Nota di aggiornamento del DEF 2015.
  Vorrei anche salutare l'istituto comprensivo statale «Regina Elena» di Roma che è qui presente sulle tribune, i ragazzi e gli insegnanti che sono venuti a trovarci (Applausi).
  Allora colleghi, adesso sospendiamo la seduta per consentire lo svolgimento della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo e la seduta riprenderà al termine di questa riunione. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 12.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: D'iniziativa popolare; Di Lello ed altri; Vendola ed altri; Bressa; Bressa; Pes ed altri; Zampa; Caparini ed altri; Bersani ed altri; Vaccaro; Marazziti ed altri; Fedi ed altri; La Marca ed altri; Caruso ed altri; Gozi; Bueno ed altri; Caruso ed altri; Porta ed altri; Polverini; Sorial ed altri; Merlo e Borghese; Centemero; Bianconi; Dorina Bianchi; Fitzgerald Nissoli ed altri; Fabbri ed altri: Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza (A.C. 9-200-250-273-274-349-369-404-463-494-525-604-606-647-707-794-836-886-945-1204-1269-1443-2376-2495-2794-3264-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 9-200-250-273-274-349-369-404-463-494-525-604-606-647-707-794-836-886-945-1204-1269-1443-2376-2495-2794-3264-A: D'iniziativa popolare; Di Lello ed altri; Vendola ed altri; Bressa; Bressa; Pes ed altri; Zampa; Caparini ed altri; Bersani ed altri; Vaccaro; Marazziti ed altri; Fedi ed altri; La Marca ed altri; Caruso ed altri; Gozi; Bueno ed altri; Caruso ed altri; Porta ed altri; Polverini; Sorial ed altri; Merlo e Borghese; Centemero; Bianconi; Dorina Bianchi; Fitzgerald Nissoli ed altri; Fabbri ed altri: Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza.
  Ricordo che nella seduta del 7 ottobre 2015 è stata respinta la questione pregiudiziale di costituzionalità Fedriga ed altri n. 1.
  Avverto che la Commissione ha presentato l'articolo aggiuntivo 2.0600, che è in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 9-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 9-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente. Li indico io gli emendamenti o li indica lei ?

  PRESIDENTE. Vuole che li chiami io ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Sì, grazie.

  PRESIDENTE. Emendamento Invernizzi 1.5 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento La Russa 1.2 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Caparini 1.14 a pagina 9 ?

Pag. 29

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Caparini 1.16 a pagina 10 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Presidente, manca un fascicolo degli emendamenti superstiti. Quindi, li dobbiamo andare a cercare. Avevamo chiesto un fascicolo degli emendamenti superstiti.

  PRESIDENTE. Però sto indicando la pagina, deputato La Russa. Sto indicando la pagina del fascicolo, quello che abbiamo tutti.
  Allora, ricominciamo. Emendamento Invernizzi 1.5 a pagina 1 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento La Russa 1.2 a pagina 5 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Caparini 1.14 a pagina 9 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Caparini 1.16 a pagina 10 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Invernizzi 1.25 a pagina 12 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Invernizzi 1.9 a pagina 15 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Calabria 1.59 a pagina 22 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Mucci 1.301 a pagina 23 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.600 della Commissione a pagina 26 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Costantino 1.304 a pagina 27 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Mucci 1.305 a seguire ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.602 della Commissione ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento La Marca 1.360 a pagina 28 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Bueno 1.76 a pagina 29 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

Pag. 30

  PRESIDENTE. Emendamento La Russa 1.3 a pagina 30 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Matteo Bragantini 1.308 a pagina 31 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.603 della Commissione a pagina 31 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento La Russa 1.104 a pagina 34 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento La Russa 1.114 a pagina 35 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Mucci 1.321 a pagina 36 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Mucci 1.322 a pagina 36 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Calabria 1.116 a pagina 37 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Calabria 1.324 a pagina 38 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Matteo Bragantini 1.323 a pagina 38 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Santerini 1.320 e Pannarale 1.325 a pagina 39 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Calabria 1.109 a pagina 39 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Carfagna 1.111 a pagina 40 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Di Lello 1.150 a pagina 42 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Di Lello 1.151 a pagina 43 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Quaranta 1.173 a pagina 43 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Calabria 1.153 a pagina 44 ?

Pag. 31

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Carfagna 1.154 a pagina 44 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Costantino 1.327 a pagina 45 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Invernizzi 1.225 a pagina 47 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, a pagina 47 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Calabria 1.350 a pagina 47 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Piccione 1.351 e Dorina Bianchi 1.352 a pagina 48 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Costantino 1.213 a pagina 49 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Fitzgerald Nissoli (Nuova formulazione) 1.180 a pagina 49 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Fedi 1.361 a pagina 49 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Marazziti 1.178 a pagina 50 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Questo lo ritengo assorbito in una riformulazione di un emendamento successivo.

  PRESIDENTE. Mi dia il parere comunque.

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Sì. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario, in quanto lo stesso argomento viene accolto nell'emendamento Beni 1.354.

  PRESIDENTE. Va bene. Emendamento Quaranta 1.205 a pagina 52 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Dorina Bianchi 1.353 a pagina 55 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere favorevole con una riformulazione. La devo leggere ora o dopo ?

  PRESIDENTE. È meglio che la legga ora.

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Lo leggo tutto. Viene integrato nella parte finale. «Al comma 1, lettera h), capoverso Art. 23-bis, comma 3, aggiungere, in fine, il seguente periodo: L'assenza dal territorio della Repubblica Pag. 32non può essere superiore a sei mesi consecutivi». Questo è il testo dell'emendamento. Chiedo di riformularlo aggiungendo: «a meno che essa non sia dipesa dalla necessità di adempiere gli obblighi militari o da gravi e documentati motivi di salute».

  PRESIDENTE. D'accordo. Emendamento Beni 1.354 a pagina 56 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere favorevole con una riformulazione, che consiste nel sopprimere la parola «curatore» laddove ricorra. Solo in due punti del testo compare la parola «curatore», che nel testo è inappropriata in quanto fa riferimento alla figura degli inabilitati che non sono oggetto della legge, mentre correttamente si parla di tutore per gli inabilitati giudiziali e di amministratori di sostegno per gli altri.
  Quindi sopprimendo questa parola laddove ricorre, la Commissione esprime parere favorevole.

  PRESIDENTE. A pagina 57, emendamento 1.701 da votare sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 1.701 da votare sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  PRESIDENTE. Emendamento Porta 1.362  ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo agli articoli aggiuntivi segnalati. A pagina 68, articolo aggiuntivo Bueno 1.05 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Invito i relatori di minoranza ad esprimere il parere. Prego, deputato Invernizzi.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Legge lei gli emendamenti ed io esprimo i pareri ?

  PRESIDENTE. Sì, oppure se li avete già segnalati, potete anche farlo voi. Emendamento Invernizzi 1.5 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Invernizzi 1.5.

  PRESIDENTE. A pagina 5, emendamento La Russa 1.2 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento La Russa 1.2.

  PRESIDENTE. A pagina 9, emendamento Caparini 1.14 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Caparini 1.14.

  PRESIDENTE. A pagina 10, emendamento Caparini 1.16 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Caparini 1.16.

  PRESIDENTE. A pagina 12, emendamento Invernizzi 1.25 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Invernizzi 1.25.

  PRESIDENTE. A pagina 15, emendamento Invernizzi 1.9 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Invernizzi 1.9.

Pag. 33

  PRESIDENTE. A pagina 22, Calabria 1.59 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Calabria 1.59.

  PRESIDENTE. Alla pagina successiva, emendamento Mucci 1.301 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Mucci 1.301.

  PRESIDENTE. A pagina 26, emendamento 1.600 della Commissione ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento 1.600 della Commissione.

  PRESIDENTE. Alla pagina successiva, emendamento Costantino 1.304 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento Costantino 1.304.

  PRESIDENTE. Emendamento Mucci 1.305 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Mucci 1.305.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.602 della Commissione, sempre nella stessa pagina 27 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento 1.602 della Commissione.

  PRESIDENTE. A pagina 28, emendamento La Marca 1.360 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento La Marca 1.360.

  PRESIDENTE. A pagina 29, emendamento Bueno 1.76 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento Bueno 1.76.

  PRESIDENTE. A pagina 30, La Russa 1.3 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento La Russa 1.3 ?

  PRESIDENTE. A pagina 31, emendamento Matteo Bragantini 1.308 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Matteo Bragantini 1.308.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.603 della Commissione ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento 1.603 della Commissione.

  PRESIDENTE. A pagina 34, emendamento La Russa 1.104 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento La Russa 1.104.

  PRESIDENTE. Emendamento La Russa 1.114 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento La Russa 1.114.

  PRESIDENTE. A pagina 36, Mucci 1.321 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Mucci 1.321.

  PRESIDENTE. Alla pagina seguente, emendamento Mucci 1.322 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Mucci 1.322.

Pag. 34

  PRESIDENTE. A pagina 37, emendamento Calabria 1.116 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Calabria 1.116.

  PRESIDENTE. A pagina 38, emendamento Calabria 1.324 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Calabria 1.1324 ?

  PRESIDENTE. Emendamento Matteo Bragantini 1.323 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Matteo Bragantini 1.323.

  PRESIDENTE. A seguire identici emendamenti Santerini 1.320 e Pannarale 1.325 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Santerini 1.320 e Pannarale 1.325.

  PRESIDENTE. A seguire, emendamento Calabria 1.109 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. A pagina 40, emendamento Carfagna 1.111 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. A pagina 42, emendamento Di Lello 1.150 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Pagina seguente, emendamento Di Lello 1.151 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. A seguire, emendamento Quaranta 1.173 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. A pagina 44, emendamento Calabria 1.153 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. A seguire, emendamento Carfagna 1.154 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. A pagina 45, emendamento Costantino 1.327 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. A pagina 47, emendamento Invernizzi 1.225 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. A seguire, l'emendamento 1.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Emendamento Calabria 1.350 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. A pagina 48, identici emendamenti Piccione 1.351 e Dorina Bianchi 1.352 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Contrario.

Pag. 35

  PRESIDENTE. Pagina dopo, emendamento Costantino 1.213 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. A seguire, emendamento Fitzgerald 1.180 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. A seguire, emendamento Fedi 1.361 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. A pagina 50, emendamento Marazziti 1.178 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. A pagina 52, emendamento Quaranta 1.205 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. A pagina 55, emendamento Dorina Bianchi 1.353 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Favorevole... anzi, è stato riformulato questo, giusto ?

  PRESIDENTE. Il suo parere è favorevole nella riformulazione ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. No, allora è contrario.

  PRESIDENTE. Se accetta la riformulazione...

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. No, non è mia la riformulazione...

  PRESIDENTE. Lo so, se la presentatrice accetta la riformulazione il suo parere è contrario. D'accordo.

  PRESIDENTE. A pagina 56, emendamento Beni 1.354 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. A pagina 57, emendamento 1.701, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Emendamento Porta 1.362 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. A pagina 68, c’è l'articolo aggiuntivo Bueno 1.05 ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Passiamo ai pareri dell'onorevole La Russa.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Grazie Presidente...

  PRESIDENTE. Allora, vado io ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Certo,...

  PRESIDENTE. Potrebbe anche decidere lei di farlo...

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Le chiedo di darmi sempre il nome dei firmatari, che da quello capisco...

  PRESIDENTE. Va bene, vado io, allora. Emendamento Invernizzi 1.5 ?

Pag. 36

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. A pagina 5, emendamento La Russa 1.2 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. A pagina 9, emendamento Caparini 1.14 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. A pagina 10, emendamento Caparini 1.16 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Invernizzi 1.25 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Invernizzi 1.9 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Calabria 1.59 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Mucci 1.301 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.600 della Commissione ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Emendamento Costantino 1.304 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Mucci 1.305 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.602 della Commissione ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea, anzi no, è quello buono della Commissione. Il parere è favorevole, l'unico...

  PRESIDENTE. Emendamento La Marca 1.360 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Bueno 1.76 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento La Russa 1.3 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Ci penso.

  PRESIDENTE. Ci pensi approfonditamente.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. A volte l'autocritica è la cosa migliore del mondo. Nonostante tutto, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Matteo Bragantini 1.308 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

Pag. 37

  PRESIDENTE. Emendamento 1.603 della Commissione ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Emendamento La Russa 1.104 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento La Russa 1.114 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Mucci 1.321 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Mucci 1.322 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Calabria 1.116 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Calabria 1.324 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Bragantini 1.323 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Santerini 1.320 e Pannarale 1.325 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Calabria 1.109 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Carfagna 1.111 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Emendamento Di Lello 1.150 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Di Lello 1.151 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Quaranta 1.173 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Calabria 1.153 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Carfagna 1.154 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Emendamento Costantino 1.327 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.

Pag. 38

  PRESIDENTE. Emendamento Invernizzi 1.225 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Emendamento Calabria 1.350 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Piccione 1.351 e Dorina Bianchi 1.352 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Costantino 1.213 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Fitzgerald Nissoli (Nuova formulazione) 1.180 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Fedi 1.361 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. L'emendamento 1.353 lo ha già chiamato ?

  PRESIDENTE. L'emendamento 1.352 ho chiamato.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Sì. L'emendamento 1.353 non me lo ha chiamato.

  PRESIDENTE. Non mi risulta.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Viene dopo, bene. Eravamo all'emendamento Costantino...

  PRESIDENTE. No. Siamo all'emendamento Fedi 1.361.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Marazziti 1.178 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Quaranta 1.205 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Dorina Bianchi 1.353 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Vorrei capire, perché non mi è chiaro, se l'onorevole Dorina Bianchi ha accettato o meno la riformulazione.

  DORINA BIANCHI. L'ho accettata.

  PRESIDENTE. Sì, l'ha accettata.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Allora parere contrario.

  PRESIDENTE. D'accordo.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Sarei stato favorevole se non l'avesse accettata, ovviamente.

  PRESIDENTE. Emendamento Beni 1.354 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.701, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento ?

Pag. 39

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Emendamento Porta 1.362 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. A pagina 68, articolo aggiuntivo Bueno 1.05 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. In omaggio alla collega, mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore di maggioranza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Grazie, Presidente. Intervengo, anche a nome dei colleghi, per comunicare l'intenzione di ritirare due emendamenti a mia prima firma, gli emendamenti 1.150 e 1.151. Nonostante il parere negativo dei relatori di minoranza che rafforzano in noi il convincimento sulla bontà delle proposte contenute negli emendamenti, riteniamo che la mediazione della maggioranza sia condivisibile e dunque ritiriamo gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Invernizzi in qualità di relatore di minoranza. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Presidente, siamo ancora in attesa di una relazione, e qualora questa ci sia già stata inviata via mail chiedo scusa, che ci era stata annunciata in Commissione, prodotta dal Ministero dell'interno e dall'ISTAT circa l'ampliamento della platea dei beneficiari di questa legge che la norma transitoria avrebbe determinato. La relatrice di maggioranza ci ha comunicato di aver consegnato questa relazione al Presidente della Commissione. Ritengo comunque che sia necessario, anche per noi relatori di minoranza, poter prendere visione delle informazioni in essa contenute in modo da poter valutare appieno la presente proposta di legge in tutte le sue conseguenze. Ritengo che, fino a quando noi non si possa prendere visione di questa relazione del Ministero dell'interno e dell'ISTAT, noi non possiamo interpretare la norma in tutte le sue sfaccettature, per cui chiedo di poter prendere visione di questa relazione il prima possibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO, Presidente della I Commissione. Presidente, in realtà il documento con i dati ufficiali del Ministero dell'interno non è pervenuto, ed è questo il motivo per il quale non è stato consegnato o inviato nulla ai membri della Commissione. Abbiamo chiesto di avere da parte del Ministero dei dati, che comunque riguarderebbero l'articolo 2 e non il primo articolo. Se questi dati perverranno saranno ovviamente messi a disposizione di tutti, ma al momento non vi è alcuna relazione del Ministero dell'interno da distribuire.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Grazie, Presidente. Proprio alla luce di quanto è stato detto dal presidente della Commissione a noi mancano gli elementi fondamentali per deliberare. Non sapere quali sono i numeri che interessano una misura di così vasta importanza come è quella che stiamo per approvare, non ci mette evidentemente in condizione di svolgere il nostro lavoro. Dato che siamo tutti sicurissimi che queste cifre sono già in possesso del Ministero, il quale immagino avrà anche fatto delle elaborazioni e delle proiezioni sulla base Pag. 40di esse, chiediamo che ci vengano messe a disposizione prima di iniziare il dibattito. In altro modo diventa impossibile deliberare a cuor sereno e soprattutto in coscienza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO, Presidente della I Commissione. Grazie, Presidente. Solo per fare un po’ di chiarezza, i dati di cui si parla riguardano esclusivamente la norma transitoria, quindi si tratta della parte finale della legge. Sull'articolo 1 e sull'articolo 2, che prescindono totalmente dalla norma transitoria si può deliberare certamente. Qualora questi dati vengano messi a disposizione dal Ministero dell'interno in una versione ufficiale verranno ovviamente distribuiti.

  ELIO VITO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Signora Presidente, io mi chiedo a questo punto non come facciamo noi adesso a procedere, ma come abbia fatto a procedere e a concludere i suoi lavori in sede referente la Commissione (Applausi di deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Richiamo infatti l'articolo 79, comma 6, che dice «La Commissione non procede alle deliberazioni conclusive riguardanti ciascun articolo fino a quando non siano pervenuti i dati e le informazioni al riguardo richiesti al Governo (...)». La Commissione non era in grado di concludere, la Commissione non poteva concludere e stiamo parlando, signora Presidente, di un articolo che è uno dei più importanti nel nostro Regolamento, quello che riguarda l'istruttoria legislativa, cioè la necessità di una legge, le modalità con le quali questa legge deve essere fatta e le risposte che il Governo deve dare al riguardo al Parlamento quando siano richieste informazioni, come è accaduto in questo caso ai sensi dello stesso articolo, comma 4, «Nel corso dell'esame in sede referente, la Commissione provvede ad acquisire gli elementi di conoscenza (...)». Quindi, Presidente, io credo che, fermo restando che c’è stato un errore nel procedere da parte della Commissione, questo errore ora non può essere sanato dall'Assemblea, anche perché lo stesso Regolamento, al comma 7 sempre dell'articolo 79, prevede che «Qualora il Governo non fornisca nei tempi stabiliti i dati e le informazioni richiesti» «la Conferenza dei presidenti di Gruppo (...) ovvero, in mancanza di questa, il Presidente della Camera stabilisce un nuovo termine per la presentazione della relazione all'Assemblea (...)». Quindi io credo che non siamo in condizione di procedere adesso nell'esame finché questo termine al Governo non sia stato stabilito da lei o dalla Conferenza dei presidenti di gruppo e mi sorprende che la Commissione abbia disatteso un articolo così importante del nostro Regolamento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Adesso chiediamo questo chiarimento, se in Commissione sia stata fatta formalmente la richiesta al Governo di questo documento. Prego, presidente.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO, Presidente della I Commissione. Signora Presidente, la richiesta formale non è stata fatta ed è il motivo per il quale nessuno ha obiettato al fatto che quando è stata discussa informalmente l'opportunità di recuperare questi dati su una norma che peraltro in quel momento – la norma transitoria – era rimasta accantonata, perché così è successo esplicitamente nella discussione della Commissione, il Governo si è riservato di fornire questa informazione, ma non c’è mai stata la richiesta ex articolo 79 che avrebbe determinato le conseguenze di cui parlava l'onorevole Vito.

Pag. 41

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Signora Presidente, io capisco tutto tranne voler negare la realtà. La relatrice della proposta di legge, in seguito al mandato al relatore, aveva dichiarato che si riservava di presentare in Aula una norma transitoria perché era in attesa dei dati dal Ministero dell'interno circa la platea potenziale che poi la norma stessa avrebbe interessato, ecco perché non si presentava questa norma transitoria in Commissione dicendo: sto aspettando i dati, presenterò la norma in Aula quando avrò questi dati. Ieri in Comitato dei nove non era presente il presidente Mazziotti ma la vicepresidente, io ho fatto formale richiesta di questa relazione del Ministero dell'interno e dell'ISTAT e la relatrice ha dichiarato che questa relazione lei l'aveva consegnata al presidente e che pertanto era compito del presidente farla avere agli altri componenti. Adesso invece si viene a sapere che questa relazione non c'era, e non che non fosse stata richiesta; ieri la relatrice ha detto che lei l'ha avuta questa relazione e l'ha consegnata al presidente e oggi si viene a sapere invece che non esiste nessuna relazione, io mi chiedo se hanno intenzione di prenderci in giro ancora per molto oppure se hanno intenzione di far sapere anche a noi, che non è che passiamo qua per caso, quello che il Ministero dell'interno e l'ISTAT hanno dato alla relatrice di maggioranza e che lei ha dato al presidente della Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Non mi si venga per piacere a dire che non c’è stata richiesta formale e addirittura che una norma transitoria non c'entra nulla con la legge di cui stiamo discutendo – perché sembra di dire: no, ma la norma transitoria non c'entra con l'articolo 1 e 2, e intanto parliamo di questo – cioè la legge è una, riguarda anche i maggiorenni, prima di iniziare la discussione per piacere vogliamo sapere anche noi quello che il Governo ha detto alla maggioranza.
  Mi sembra una richiesta ragionevole. Altrimenti, interrompiamo e facciamo come ha detto l'onorevole Vito.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Io non ho seguito tutti i lavori della Commissione, ma in quella occasione c'ero e non mi è dubbio che ci sia stata questa richiesta e, anzi, è stato ritirato un emendamento che riguardava i maggiorenni, sostanzialmente relativamente alla norma transitoria, almeno come motivazione ufficiale. Poi, che ne nascondesse un'altra non lo so, ma la motivazione ufficiale è stata che mancavano i dati, che stavano per arrivare dal Ministero.
  Che questi dati siano arrivati è indubbio. Che correttamente il presidente possa averli ritenuti non soddisfacenti, sintetici, con necessità di allargamento, o che forse non gli sono piaciuti – questo non lo so e può anche darsi, trattandosi di esponenti del suo stesso Governo, ancorché di partito diverso – è pacifico.
  Si tratta di capire se il presidente voglia in questa occasione – e non è che ci vuole molto, ci vuole anche mezz'ora – chiedere al Ministero dell'interno se ci manda questo appunto, questa relazione che ha già mandato, o quella integrativa che, eventualmente, il presidente correttamente avesse chiesto, perché credo che questo sia avvenuto – credo che questo sia avvenuto ! –, oppure fare finta di niente e andare avanti.
  Credo che la decisione, ancora una volta, spetti a lei.

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Do la parola al Governo che, magari, ci chiarisce questo punto. Prego, sottosegretaria, ne ha facoltà.

Pag. 42

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, ovviamente al di là delle questioni procedurali che sono avvenute in Commissione sulla richiesta, più o meno formale, di chiarimenti da parte del Governo, la Commissione bilancio per esprimere il parere – ed è un documento che tutti i colleghi possono avere – ha chiesto dei chiarimenti al Governo ed è stata depositata presso la Commissione bilancio una quantificazione da parte del Ministero dell'interno, che vi è servita a testimonianza del parere (e sono due cose completamente diverse).
  Però, non è che il Governo non ha ottemperato ad una formulazione dei dati, al punto tale che noi siamo già in grado oggi di avere una quantificazione anche degli oneri e il parere della Commissione bilancio, da questo punto di vista, è molto preciso.
  Quindi, questo c’è. Dunque, possiamo continuare. Voglio solo rimarcare che noi stiamo facendo una discussione su dei dati che sono già a disposizione e se è necessario averli siamo di fronte a un altro tipo di dinamica. Ma il Governo, da questo punto di vista, ha già ottemperato alla sua funzione.

  GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Presidente, faccio proprio riferimento alle parole del Governo adesso. La Commissione bilancio ha espresso un parere e noi abbiamo espresso voto contrario su quel parere, proprio perché all'interno della Commissione bilancio noi abbiamo fatto la specifica richiesta al Governo di capire rispetto a quali dati il Governo produceva quel parere, perché noi non eravamo certi che quello che ci stava dicendo il Governo, rispetto a una non opportuna copertura, fosse realmente vero.
  Il Governo su questo punto ci ha risposto che esiste un'analisi fatta dal Ministero dell'interno, insieme all'ISTAT, dove c’è una specifica certificazione della quantificazione – diciamo così – conseguente a questo provvedimento. Noi in Commissione bilancio non siamo riusciti a vederla, per cui noi abbiamo votato contro su quel parere proprio rispetto al fatto che il Governo non l'ha prodotto in Commissione bilancio. Se il Governo non l'ha nemmeno prodotta nella Commissione da dove è arrivato il provvedimento è cosa ancora più grave, che non consentiva, in quel momento, alla Commissione bilancio di ottemperare al parere.

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Signora Presidente, intanto solo per chiarire che la richiesta l'ho fatta alla fine dei lavori della I Commissione, quindi, finita la discussione su tutto il testo; mi ero riservata, avevo chiesto alla Commissione di riservarmi di presentare la norma transitoria in Aula, tenuto conto che già il testo base non conteneva la norma transitoria, quindi, io non avevo fatto una proposta all'interno del testo da mettere in discussione alla Commissione, in quanto, fin dall'inizio, ritenevo che la norma transitoria avrebbe dovuto essere fatta alla fine del testo, cioè una volta che il testo si era completato e aveva avuto una forma definitiva, in quanto la transitoria, ovviamente, interviene su ciò che è stato deciso. Quindi, ho chiesto di poter chiudere la discussione, di riservare la discussione degli emendamenti sulla transitoria in Aula, in quanto ritenevo di dovere avere un po’ più di tempo per rivalutare il testo nella sua complessità, là come era uscito dalla Commissione e anche per valutare alcuni aspetti sicuramente numerici che erano stati sollevati in Commissione. Quindi, mi riservavo di poter acquisire questi dati che poi avrei messi a disposizione.
  Io ho ricevuto, in effetti, dei dati che ho trasmesso alla Commissione a seguito del sollecito del collega Invernizzi; ci siamo effettivamente accorti che nella concitazione Pag. 43i dati erano non in carta intestata ma in forma informale, quindi, credo che si possa chiedere che quegli stessi dati – perché non c’è nulla da nascondere – possano essere messi a disposizione formalmente, quindi essere oggetto della valutazione dell'ultimo emendamento che è in oggetto in questa discussione, perché la transitoria sono gli ultimi tre emendamenti depositati all'interno del fascicolo. Quindi, le valutazioni che sicuramente sono più che giuste richieste...

  PRESIDENTE. Ma scusi dell'articolo 2 quindi ?

  MARILENA FABBRI. Relatrice per la maggioranza. ... dell'articolo 2-bis. Quindi non è né l'articolo 1 né l'articolo 2 ma è l'aggiuntivo 2-bis che infatti non faceva parte né del testo unificato né di quello uscito dall'Aula. Quindi, io credo che ci sia tutto il tempo per avere una lettera formale e consegnarla ai colleghi, perché possano valutarla, nel momento in cui andremo a valutare la norma transitoria. Grazie.

  PRESIDENTE. Sì, grazie, allora questo documento va messo a disposizione. Ha chiesto di parlare la deputata Calabria. Ne ha facoltà.

  ANNAGRAZIA CALABRIA. Signora Presidente, visto che stiamo raccontando ciò che è accaduto all'interno del Comitato dei nove, io ero presente. Volevo testimoniare il fatto che il collega Invernizzi effettivamente ha presentato richiesta formale del documento in oggetto, ovvero la relazione del Ministro dell'interno, che è avvenuto ovviamente – era presente la collega vicepresidente Agostini che può testimoniarlo anche lei, perché in quel momento presiedeva il Comitato dei nove. E poi, per quanto riguarda le affermazioni della relatrice Fabbri circa la necessità di affrontare il tema della norma transitoria in corso d'opera o comunque alla fine dell'esame degli emendamenti, perché si tratta di una norma che comunque deve essere affrontata alla fine della composizione del testo, io volevo dire che ieri invece all'interno del Comitato c’è stata una riformulazione, è stato presentato un subemendamento all'articolo aggiuntivo Dorina Bianchi 2.014 firmato alla Commissione in cui si riformulava l'emendamento Bianchi circa le disposizioni transitorie.
  Quindi a testimoniare il fatto che c'era la volontà in capo al relatore di affrontare il tema delle disposizioni transitorie già in Commissione all'interno del Comitato dei nove e non già, come appena detto, in Aula dopo la composizione del testo e l'analisi degli emendamenti. Grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente della I Commissione per chiarire questo punto e magari cerchiamo di mettere il documento a disposizione dei colleghi che lo richiedano. Prego presidente.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO, Presidente della I Commissione. Dunque per chiarire anche al presidente La Russa che non c'erano dati che non mi piacciono, anche perché i dati sono dati e se vengono forniti dal Ministero dell'interno e dall'ISTAT non è che dopo cinque minuti li forniscono di nuovo diversi. Tolto questo elemento, io semplicemente ho ricevuto un documento, come ha detto prima l'onorevole Fabbri, che era una mail informale con alcuni dati sopra che non era tecnicamente distribuibile e non si può considerare una relazione del Ministero dell'interno. Quindi, ho chiesto che arrivasse quel tipo di documento; che poi la richiesta dell'onorevole Invernizzi sia arrivata, è vero, ma non in Commissione. Il punto era se era arrivata in Commissione o meno, sì ma dopo la chiusura del provvedimento in Commissione (Commenti della deputata Calabria).
  In ogni caso questo documento adesso, da parte del Governo, è disponibile, per cui la cosa molto semplice è quella di sospendere un attimo, si riunisce il Comitato dei nove dove tale documento viene distribuito e poi procediamo.

Pag. 44

  PRESIDENTE. Va bene, colleghi, mi sembra il modo più pragmatico per far sì che tutti abbiano questo documento. Facciamo una breve sospensione. Prima, però, do la parola alla deputata Costantino. Prego, ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Presidente, le norme transitorie non sono state affrontate in Commissione perché la relatrice ha ritenuto opportuno affrontare questo tema in Aula. È vero che in sede di Comitato dei nove, visto che sono stati presentati degli emendamenti, è stato affrontato il tema delle disposizioni transitorie. Ma noi abbiamo questo come ultimo punto del provvedimento, all'articolo 2; pertanto, se pausa si deve fare la si fa all'ora di pranzo per il Comitato dei nove perché noi in questo momento siamo nelle condizioni di andare avanti tranquillamente ed iniziare a votare il provvedimento, iniziare l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1 che non incidono assolutamente in ordine a quella relazione, rispetto alla quale io non ricordo affatto che sia stata fatta una comunicazione formale.
  Ma visto che vi è questa esigenza, nel corso della pausa pranzo si può tranquillamente riunire il Comitato dei nove e vi è tutto il tempo necessario per poterla verificare prima di giungere al voto sulle norme transitorie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, intervengo per chiarire quello che è emerso ieri durante la discussione di questo provvedimento in Commissione bilancio che, per impedimenti istituzionali del presidente Boccia, ho dovuto presiedere io.
  A domanda specifica del collega Guidesi, il rappresentante del Governo ha formalizzato in Commissione, dove era stata già istruita dagli uffici della Commissione stessa tutta l'istruttoria in riferimento a copertura finanziaria e relativa quantificazione, con una relazione tecnica, depositata in Commissione bilancio, che riguardava in parte il riferimento all'Istat e in parte il Ministero del lavoro. Per questo motivo sia il rappresentante del Governo ha dato parere favorevole sia la Commissione si è espressa a maggioranza in riferimento a questo.
  Detto ciò invito formalmente la Presidenza a far immediatamente pervenire all'Aula, in allegato al parere già espresso dalla Commissione bilancio, le note del Ministero del lavoro che fanno riferimento specifico alla norme transitorie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, come recita la pagina 108 del resoconto stenografico della seduta di mercoledì 7 ottobre, cioè la giornata di ieri, lei, ad un certo punto, nel tentativo di uscire da un’impasse dalla quale non trovava soluzione ha testualmente dichiarato: la Presidenza non ritiene che questo provvedimento sia di eccezionale rilevanza.
  Sotto il profilo politico io sono talmente tanto d'accordo con lei che non capisco perché il Parlamento debba trattare di un argomento di questo genere, tanto irrilevante esso è. Ma il dato vero è che da un lato questa sua dichiarazione appare scarsamente compatibile con la circostanza che lei stessa, onorevole signora Presidente, ha utilizzato ogni manifestazione di una sua presenza mediatica sui giornali e nelle televisioni da diversi mesi a questa parte solo ed esclusivamente per parlare di questo tema, il che evidentemente rappresenta un accaloramento politico che dà una dimensione di eccezionale rilevanza al tema. Allora, visto che in realtà di tema di eccezionale rilevanza si tratta, onorevole signora Presidente, se cioè il Parlamento è davvero chiamato a discutere se attribuire a persone, che italiane non sono, con un colpo di bacchetta magica la titolarità della cittadinanza italiana, credo che non possano essere considerate in alcun modo ininfluenti la determinazione e la cosciente valutazione, con dati ufficiali proposti dal Ministero dell'interno, del dimensionamento in termini di popolazione, in termini di effetti Pag. 45finanziari, che questo avrebbe, qualora disgraziatamente questo provvedimento diventasse legge.
  E la circostanza che questo tema sia accorpato a un articolo successivo rispetto a quello che l'Assemblea dovrebbe essere chiamata ad affrontare in questo momento è assolutamente risibile, perché va da sé che il concetto generale, il dimensionamento globale dell'effetto che potremmo dare alla popolazione italiana, approvando o non approvando questo provvedimento, comporta o può comportare una diversa valutazione da parte di ogni membro di questo Parlamento rispetto al proseguimento dell'iter parlamentare e, quindi, all'atteggiamento che fin dalle prime votazioni ciascun parlamentare deve poter assumere.
  Quindi, è impensabile che si possa procedere anche parzialmente nella valutazione di questo provvedimento, se non fossimo in grado di conoscere effettivamente e compiutamente, con dati certificati – per quanto si possa intendere che siano certificati dei dati che provengono dal Ministero di Alfano –, con dati che provengono dal Ministero dell'interno e che ne diano contezza, il dimensionamento quantitativo e finanziario di ciò di cui stiamo parlando.

  PRESIDENTE. Presidente Mazziotti Di Celso, qual è il suo parere sulla richiesta di sospensione dei lavori ? Noi avevamo già deciso nella Conferenza dei presidenti di gruppo di sospendere la seduta dalle 13 alle 14,30. Quindi, se lei è d'accordo, possiamo sospendere adesso la seduta, visto che mancano dieci minuti. Lei così può convocare il Comitato dei nove e poi riprendiamo i nostri lavori alle 14,30.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO, Presidente della I Commissione. Presidente, i dati sono in arrivo adesso dal Ministero dell'interno, quindi, il tempo di averli a disposizione (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini)...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO, Presidente della I Commissione. Ci sono, ci sono.
  Per me va bene sospendere adesso. Ci vediamo in Comitato dei nove immediatamente. I dati sono in arrivo, nel senso che devono essere spediti in forma ufficiale, come già detto, e non modificati, poi magari ai colleghi faremo vedere la e-mail non ufficiale.
  Quindi, direi che è meglio sospendere ora e riprendere i nostri lavori alle ore 14,30.

  PRESIDENTE. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 14,30.

  La seduta, sospesa alle 12,50, è ripresa alle 14,45.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amendola, Amici, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Bressa, Brunetta, Capelli, Carbone, Casero, Catania, Cicchitto, Cominelli, Costa, Damiano, De Micheli, Di Lello, Epifani, Fedriga, Fioroni, Franceschini, Garavini, Garofani, Giacomelli, Ginefra, Gozi, Greco, Leva, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Mannino, Marazziti, Antonio Martino, Migliore, Monchiero, Pes, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Ravetto, Realacci, Rigoni, Rosato, Domenico Rossi, Rossomando, Rostan, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Tabacci, Tidei, Valeria Valente, Velo e Zanetti sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco Pag. 46depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 9-A ed abbinate.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 9-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta i relatori e il rappresentante del Governo hanno espresso i pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 1.
  Avverto che la Commissione ha presentato una nuova formulazione del subemendamento 0.2.014.600, che è in distribuzione.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Invernizzi 1.5, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chaouki. Ne ha facoltà.

  KHALID CHAOUKI. Presidente, solo per fare un attimo il punto, rispetto, ovviamente, al complesso degli emendamenti, su quello che è il tentativo della maggioranza, cercando anche di guardare alla necessità di tenere insieme, da una parte, i diritti di chi è nato in Italia e, quindi, lo ius soli temperato, i diritti di chi è arrivato in Italia sotto i 12 anni, lo ius culturae, e, ovviamente, la necessità di far sì che anche coloro che al momento dell'approvazione della nuova legge avranno più di 20 anni abbiano la possibilità di vedersi riconosciuto il diritto legato allo ius culturae, perché, ovviamente, abbiamo trovato assolutamente ingiusto negare a tutti loro la possibilità di poter rivendicare ed eventualmente, accettata la richiesta, finalmente essere riconosciuti come cittadini italiani, avendo comunque, in qualche modo, ottemperato alle condizioni già previste per i minorenni.
  Riteniamo, come verrà poi illustrato, Presidente, che, in ordine alla fattispecie delle persone che potranno usufruire della norma transitoria, sia in qualche modo comprensibile e legittima un'ulteriore verifica rispetto alla loro permanenza sul suolo italiano e, ovviamente, anche le verifiche dal punto di vista della sicurezza nazionale. Rispetto a questo, è molto importante che, da una parte, vi sia, ovviamente, la nostra attenzione, giusta, al tema delle verifiche e delle garanzie necessarie, ma, dall'altra parte, è chiaro che, da parte dello Stato e da parte del Ministero dell'interno, sarà molto importante, soprattutto quel che riguarda la questione della tempistica, ma anche per quello che riguarda un'omogeneità nel giudizio rispetto alle eventuali verifiche che dovranno essere fatte, che, in questo quadro, vi sia un'attenzione alla tutela di coloro che avranno diritto a beneficiare di questa norma transitoria, che – ricordiamolo – ha una finestra di tempo limitata, e, d'altra parte, che, giustamente, per le strutture dello Stato vi siano i tempi necessari per una valida ricognizione e una valida verifica.
  Quindi, questo è lo sforzo che è stato fatto e che abbiamo voluto fare in questa pausa richiesta dalla presidenza della Commissione e che rientra, in qualche modo, nello spirito di come si è sviluppata la discussione rispetto alla nuova legge sulla cittadinanza.
  È uno spirito comunque di dialogo, il più ampio possibile, di coinvolgimento, nel confronto anche con le opposizioni che, anche in questa sede, sono state sicuramente molto attente a un confronto nel merito e non semplicemente a una discussione politica, come poteva avvenire per altri provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. L'emendamento 1.5, a mia firma, punta ovviamente a sopprimere l'articolo 1 Pag. 47della proposta di legge, nei cui confronti continuiamo ad esprimere con forza la nostra contrarietà per tutta una serie di motivi, non ultimo una valutazione che, a nostro avviso, deve essere comunque sottolineata e affrontata in sede di discussione.
  Indipendentemente dall'opinione della Presidente della Camera, secondo cui la proposta di legge che stiamo discutendo non tratta questioni di eccezionale rilevanza politica e giuridica (cosa che, invece, a nostro avviso non è, perché stiamo parlando del concetto di cittadinanza, l'architrave su cui si basa la rappresentanza giuridica e politica della nostra comunità), sarebbe opportuno anche riflettere sul Parlamento che affronta una discussione di questo tipo.
  Sappiamo tutti che cosa è successo nel 2013. Sappiamo tutti che i rappresentanti che qui oggi legittimamente sono deputati non possono comunque vantarsi di appartenere ad una forza politica che ha vinto le elezioni del 2013. Vogliamo, comunque, ricordare che all'epoca tre partiti, praticamente, arrivarono a pari merito, con poco più, o poco meno, del 25 per cento, e che si trovano oggi a dover parlare di qualcosa che non appartiene sostanzialmente ad una forza di Governo che agisce sulla base di un mandato elettorale chiaro e preciso.
  A nostro avviso, se si vuole affrontare un qualcosa di così rilevante come il concetto di cittadinanza, che, come abbiamo già avuto occasione di dire, è alla base della nostra comunità, noi dobbiamo necessariamente avere un mandato popolare. A mio avviso, non è vero quello che è stato detto ieri dall'onorevole Lattuca, secondo cui la Costituzione attribuisce un'ampia discrezionalità al Parlamento, concetto che è stato rivendicato anche dal Partito Democratico, a mio avviso, in linea con quanto stabilisce Renzi, cioè con un'arroganza incredibile: «noi eserciteremo questa discrezionalità fino alla fine». Voi, oggi, qua dentro, infatti, non rappresentate il 50 per cento dei cittadini italiani, avete un'amplissima maggioranza, figlia della legge elettorale, ma non siete stati eletti sulla base di un programma elettorale che prevedesse all'origine anche il concetto della modifica della legge sulla cittadinanza. Pertanto, non esiste un mandato elettorale alle vostre spalle che vi legittimi all'uso di questa amplissima discrezionalità, come continuate ad annunciare in ogni sede e in ogni modo.
  Se volete parlare di cittadinanza, se volete far sì che da domani il concetto di cittadinanza italiana debba cambiare, non dovete fare altro che fare come il resto d'Europa. Non dimentichiamoci infatti che il resto d'Europa va continuamente alle elezioni (per esempio, la Grecia lo ha fatto due volte in un anno). Anche su questo non si riesce a capire come mai Paesi che teoricamente sono in condizioni economiche peggiori rispetto al nostro, possano tranquillamente andare al voto. In Italia sembra impossibile parlare di elezioni, perché stiamo adesso intercettando – come dite voi – l'onda di una ripresa che sarebbe pregiudicata dalle elezioni. Non bisogna fare altro che andare alle elezioni, dire alla gente: guardate che, se ci votate e ci date la maggioranza, noi modificheremo la cittadinanza, concetto che – vorrei ricordarlo – non appartiene ai deputati, ma alla comunità politica intera degli elettori. Andate a fare una compagna elettorale dicendo ai cittadini italiani: se ci votate e ci date la maggioranza, noi modificheremo il concetto di cittadinanza in senso molto più ampio. A quel punto avrete il diritto di esercitare la discrezionalità di cui ho sentito parlare ieri.
  Oggi voi questo diritto non lo avete – e mi avvio ovviamente alla conclusione – ed ecco perché io ritengo assurdo che un Parlamento, con un Governo nato sull'onda della necessità di fare riforme economiche, oggi si permetta di legiferare su tutto, indipendentemente dall'effettiva maggioranza elettorale che ha alle spalle.
  Ecco perché secondo noi – e concludo veramente, Presidente – bisogna bocciare questa proposta di legge, andare alle elezioni e, a quel punto, i cittadini decideranno a chi affidare la maggioranza e a Pag. 48chi, quindi, la possibilità di portare a termine un provvedimento fondamentale come questo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento andiamo a sopprimere l'articolo 1 di questo scellerato progetto di legge, l'articolo 1 che è il cuore di questo provvedimento, con il quale voi andate in maniera definitiva a sacrificare quella che sarà la pace sociale della futura società che ci state apparecchiando e che ci state preparando. Una pace sociale che noi riteniamo non possa non poggiare su una convivenza pacifica e che è garantita da chi è portatore di una storia e di una cultura condivise, cosa che invece non sarà domani grazie all'approvazione di questo vostro scellerato progetto di legge.
  Voi sacrificate quell'identità che può essere arricchita, sì, dal confronto, ma il confronto è possibile solo con chi è portatore di valori compatibili. Voi regalate la cittadinanza ai figli degli immigrati, magari di religione islamica, che si riferiscono a chi predica di fatto la subalternità della donna all'uomo, a chi sottopone le bambine all'infibulazione, a chi non si limita a criticare i valori sui quali poggiano le democrazie occidentali, ma che arruola, magari, i martiri per la guerra santa.
  Ebbene, noi riteniamo che la cittadinanza dovrebbe essere, per così dire, il traguardo di un percorso, nel quale e grazie al quale chi la ottiene ha dimostrato di essere e di riconoscersi nei valori sui quali poggia la nostra società...

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rondini...

  MARCO RONDINI. ... e non invece essere regalata in maniera indiscriminata, come state facendo voi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, io ho avuto dagli uffici l'organizzazione dei tempi secondo il contingentamento, in base al quale a Fratelli d'Italia sono assegnati quindici minuti per questa importante discussione e al relatore di minoranza dieci minuti. Vabbé, è il Regolamento: assurdo, ma è il Regolamento.
  Non capisco, però, come sia stato computato il tempo, che è sceso per il relatore di minoranza da dieci a sei minuti e cinquanta secondi e per Fratelli d'Italia da quindici minuti a tre minuti, atteso che finora ci sono stati interventi solo sul Regolamento o interventi come questo, che non hanno niente a che vedere con il contenuto del provvedimento.
  Per cui, prego di rettificare, di non conteggiare questo intervento – è chiaro che sono a favore di questo emendamento, ma non sto parlando per questo –, di non conteggiare questi tempi e di ridarci integralmente i tempi per discutere la materia. Finora non abbiamo affrontato minimamente i contenuti.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, i tempi del relatore di Fratelli d'Italia, che appunto erano complessivamente dieci minuti, sono scesi a tre, perché lei ha utilizzato sei minuti e cinquanta nei pareri. Quindi, questo è il tempo che viene computato.

  GIANCARLO GIORGETTI. Per i pareri ? I tempi sono obbligatori !

  PRESIDENTE. Per i pareri. Ho capito, però (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e del deputato La Russa)... Colleghi... Allora, state buoni, non è che si insegna alla Presidenza quello che la Presidenza deve fare.
  I tempi dei relatori sono i tempi che vengono dati, appunto, per dare i pareri o per svolgere le relazioni. In questo caso, l'onorevole La Russa li ha utilizzati per i pareri. Quindi, questo è.

Pag. 49

  NICOLA MOLTENI. Ma stiamo scherzando ?

  PRESIDENTE. Onorevole Molteni, non stiamo scherzando, sia buono. Poi successivamente, io ho visto che ci sono state questioni relative ai tempi fino adesso trascorsi (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e del deputato La Russa)... Colleghi, non è che...

  GIANCARLO GIORGETTI. È una cosa ridicola !

  PRESIDENTE. Onorevole Giancarlo Giorgetti... Onorevole Giancarlo Giorgetti (Commenti del deputato Giancarlo Giorgetti)... Onorevole Giorgetti, stia buono: la richiamo.

  GIANCARLO GIORGETTI. È una vergogna !

  PRESIDENTE. Allora, noi siamo qui (Commenti del deputato Giancarlo Giorgetti)... Onorevole Giorgetti, per favore, lei è un esperto di quest'Aula, sta qui da più tempo di tutti noi, quindi abbia pazienza (Commenti del deputato Giancarlo Giorgetti)...
  Onorevole Giorgetti, non mi costringa a richiamarla nuovamente. Ci sono dei tempi che sono trascorsi. Anche i richiami sull'ordine dei lavori vengono computati nel tempo assegnato ai gruppi. Quindi, io vi invito ad utilizzare i tempi nella maniera più efficace rispetto a ciò che credete.
  In secondo luogo, quando i tempi finiscono, siccome la Presidenza ha dato disponibilità ad aggiungere altri tempi, questo...

  IGNAZIO LA RUSSA. Quello è un altro problema !

  PRESIDENTE. Presidente La Russa, abbia pazienza. Io sto rispondendo anche a una questione che è stata sollevata dai colleghi della Lega alla Presidenza non attraverso un intervento. I tempi che la Presidenza ha promesso ai gruppi verranno garantiti, esauriti i tempi stabiliti dal contingentamento. Non è che si può scrivere nel contingentamento un tempo superiore. Quando i gruppi esauriranno il loro tempo e faranno richiesta di tempo aggiuntivo, la Presidenza darà un tempo aggiuntivo. Se la Presidenza lo riterrà, in base agli accordi che sono stati fatti, quando sarà esaurito anche questo tempo aggiuntivo, se verrà richiesto, la Presidenza potrà ritenere opportuno aggiungere ulteriore tempo. Questo è il quadro. Non vi sono altre circostanze.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, proprio per quanto riguarda il richiamo al Regolamento sui tempi, io la invito anche a riflettere sul fatto che ovviamente – penso che anche la sua sensibilità politica lo possa condividere – è inaccettabile che per i richiami al Regolamento su un provvedimento di questo tipo, sapendo le criticità, si diano 10 minuti; dopodiché, con richiami al Regolamento puntuali che abbiamo fatto nella giornata di ieri, richiamando articoli, comma per comma, dai 17 minuti totali sono stati tolti 8 minuti al gruppo della Lega.
  Adesso, penso che abbiamo dimostrato la massima disponibilità. Abbiamo detto che, se ci date un po’ più di tempo, ne discutiamo. Però, che ci venga detto che tutta l'Aula, per tutto il provvedimento, ha 10 minuti di tempo per fare richiami al Regolamento, con le forzature che sono state fatte, dopodiché si va a scalare dai tempi dei gruppi, come il nostro che ha 17 minuti in tutto, mi sembra non un gestire l'Aula, ma una vera e propria provocazione.

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, come lei sa, i tempi per i richiami al Regolamento che sono stati dati in questa sede sono conformi a tutti i precedenti. Pag. 50Pur tuttavia, io farò presente alla Presidenza il rilievo che ella ha sottolineato.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su che cosa, presidente La Russa ?

  IGNAZIO LA RUSSA. Sempre sull'ordine dei lavori, dopo la sua giustificazione o, se vuole, sul Regolamento.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, io, però, la invito a valutare il fatto che il tempo per gli interventi sull'ordine dei lavori viene computato anche quello nei tempi.

  IGNAZIO LA RUSSA. È proprio di questo che mi sto lamentando, Presidente. Lo consideri un intervento sul Regolamento, vediamo se viene considerato anche questo.
  Non c’è in nessuna parte del Regolamento la cosa assurda – mi spiace dover contestare lei che è incolpevole – che il tempo utilizzato per esprimere i pareri venga conteggiato. Quello è un atto dovuto ! Non posso sottrarmi all'obbligo di dare il parere. E comunque, chi è il cronometrista «pazzo» che mi ha tolto 8 minuti, avendo solo detto: «favorevole», «contrario», «favorevole», «contrario». Quelli sono i tempi del Presidente, non sono i tempi del relatore ! Ci mettete anche i tempi del Presidente nei miei tempi ? O è contingentato anche il tempo del Presidente della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) ?
  La prego, quindi, di indicarmi il nome e il cognome del cronometrista «pazzo» che mi ha tolto circa 7 minuti per avere detto: «favorevole» o «contrario». Finché lei non me lo dice, io non la lascerò tranquillo, perché voglio sapere come è possibile fare una cosa di questo genere quando discutiamo della cittadinanza...

  PRESIDENTE. Va bene...

  IGNAZIO LA RUSSA. ... siete addirittura micragnosi nei tempi.

  PRESIDENTE. Presidente La Russa, nessuno le toglie alcun tempo. Per il relatore di minoranza – lei è relatore di minoranza – è prevista una certa quantità di tempo. Se lei ha bisogno di più tempo per dare i pareri, questo tempo scende addirittura in negativo. Nessuno le toglie tempo, onorevole La Russa. Lei ha il tempo di esprimere i pareri e di svolgere il suo ruolo di relatore utilizzando un tempo, che comunque nel contingentamento va misurato e contingentato.
  Premesso questo, io non ho altri iscritti a parlare per dichiarazione di voto sull'articolo 1.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chi è il cronometrista ? Chi è il cronometrista ?

  MARA MUCCI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Intervengo per associarmi alle voci dei colleghi di opposizione. Infatti, se il collega La Russa, per quanto riguarda Fratelli d'Italia, che conta 8 deputati, ha a disposizione 15 più 10 minuti, Alternativa Libera, che conta 10 deputati, ha a disposizione 6 minuti, nei quali io dovrei riuscire a spiegare la nostra posizione su un tema delicato come quello della cittadinanza.
  Voi comprendete l'imbarazzo, Presidente, perché non si può trattare un tema così delicato con un ipercontingentamento dei tempi, anzi un normale contingentamento dei tempi che consente di avere due emendamenti, o qualcuno di più, da poter presentare e 6 minuti per poter spiegare per quale motivo si è scelta una posizione che poteva essere anche divisiva in un tema così complicato e così importante per questo Paese.
  In sei minuti non so io che cosa vi posso raccontare. Ci proverò con tutte le mie doti di sintesi, ma la vedo molto complicata.

Pag. 51

  PRESIDENTE. La ringrazio. Io intanto la invito ad utilizzare questo tempo anche per rappresentare le posizioni. Ad ogni buon conto, i tempi sono proporzionati. Voi siete una componente del gruppo Misto e il gruppo dell'onorevole La Russa è un gruppo parlamentare. Sono più di voi e, quindi, hanno qualche minuto in più. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie Presidente, per esprimermi sul merito dell'emendamento che ci apprestiamo a votare e per dire che non quel pericoloso reazionario di Corsaro, ma l'enciclopedia Treccani così definisce la parola «patria»: «Il territorio» – ripeto: il territorio – «abitato da un popolo e al quale ciascuno dei suoi componenti sente di appartenere per nascita, lingua, cultura, storia e tradizioni». Con un provvedimento che non più tardi di ieri sera la terza carica dello Stato, il Presidente della nostra Camera, ha definito un provvedimento che non si ritiene di eccezionale rilevanza – la Presidente della Camera ieri sera ha definito questo provvedimento privo di eccezionale rilevanza – voi provate a dare l'appartenenza alla patria, così come definita dall'enciclopedia Treccani, non da quel retrivo reazionario di Corsaro, a qualcuno che certamente non vi appartiene per nascita; a qualcuno che certamente con difficoltà conosce la nostra lingua; a qualcuno che si è formato legittimamente e giustamente secondo un'altra cultura; a qualcuno che non appartiene alla storia patria dell'Italia; a qualcuno che rispetto alle tradizioni nostre è così legato dal pensare molto spesso di venire a casa nostra e cercare di imporre metodi, costumi e addirittura modalità di vestizione, soprattutto per quanto riguarda la popolazione femminile, invero assai diversi da quelli che si sono generati e consolidati nel modello di società che, non a caso, in queste parti del mondo abbiamo voluto costruirci in alternativa a quello che altri hanno voluto costruire secondo modalità, storie, principi e culture che sono differenti.

  PRESIDENTE. Grazie.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Quindi, credo, francamente, che la fretta con la quale state cercando di approvare un provvedimento di scarsa importanza, come dice, non quel retrivo reazionario di Corsaro, ma la Presidente della Camera dei deputati, sia priva di significato.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Onorevole Corsaro, solo una precisazione, al di là poi delle posizioni politiche che ciascuno esprime in altre sedi. La Presidente della Camera ieri non ha detto che il provvedimento è di scarsa importanza (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini), il che sarebbe una valutazione soggettiva. La Presidente della Camera ha informato l'Assemblea che per questo provvedimento non si è seguita la procedura che riguarda i provvedimenti di eccezionale rilevanza stabiliti dall'articolo 24 del Regolamento. Poi le posizioni politiche possono essere diverse, ma la decisione procedurale che riguarda i procedimenti di eccezionale rilevanza ha un suo percorso specifico che è inerente al contingentamento del provvedimento ed evidentemente in questa sede non è stata seguita. Questo al di là delle opinioni specifiche che possono riguardare il Presidente della Camera al di fuori dell'esercizio delle sue funzioni. Se voi mi chiedete se questo provvedimento segue la procedura dei provvedimenti di eccezionale rilevanza individuati dall'articolo 24 del Regolamento, tecnicamente questo non accade. Punto. Questa è solo la precisazione che dovevo renderle.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà per un minuto.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente, io capisco il suo imbarazzo nel difendere una persona incapace e inadeguata come il Presidente della Camera (Commenti).

  PRESIDENTE. No, onorevole Gianluca Pini, non le consento di dire questo !

Pag. 52

  GIANLUCA PINI. Lei stia calmo !

  PRESIDENTE. Intanto, la Presidenza non è in imbarazzo. In secondo luogo, io non sto difendendo nessuno. In terzo luogo, qui non ci sono persone incapaci o inadeguate al ruolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Onorevole Gianluca Pini, in questa Assemblea ciascuno è stato eletto e svolge il proprio (Commenti del deputato Gianluca Pini). .. onorevole Gianluca Pini, stia calmo, prima le rispondo e poi le do la parola perché lei ha un minuto per dichiarazione di voto ed è giusto che la svolga. Le garantisco che la Presidenza non è in nessun imbarazzo nel puntualizzare una questione procedurale. Prego.

  GIANLUCA PINI. Il fatto stesso che lei tolga la parola è la dimostrazione del suo imbarazzo. E lei stia calmo e mi faccia finire...

  PRESIDENTE. Onorevole Gianluca Pini, vede che parlandosi in due è evidente che non si può...

  GIANLUCA PINI. Lei stia calmo e mi faccia finire.

  PRESIDENTE. La Presidenza è molto calma.

  GIANLUCA PINI. Le leggo il resoconto stenografico di ieri.

  PRESIDENTE. La Presidenza è molto calma.

  GIANLUCA PINI. No, non mi sembra.

  PRESIDENTE. Prego.

  GIANLUCA PINI. Le leggo il resoconto stenografico di ieri per dimostrarle che lei ha detto una balla a quest'Aula: «PRESIDENTE» – Boldrini – «Detto questo, siccome si tratta di provvedimenti di eccezionale rilevanza» – richiamando l'articolo – «e questo la Presidenza non ritiene che sia di eccezionale rilevanza, (...)». Questa è la smentita di quello che lei ha detto adesso.

  PRESIDENTE. Non ho capito, onorevole Pini. È l'articolo 24 del Regolamento, onorevole Pini, lo legga (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, se lei dice che bisogna attivare la procedura dell'articolo 24...

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, io non ho detto che bisogna attivare, io ho semplicemente dato una precisazione al collega Corsaro informandolo che quello che ieri la Presidente Boldrini ha detto in Aula non è un giudizio soggettivo sul valore del provvedimento... (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  GIANLUCA PINI. Come no ? Ma è a verbale !

  PRESIDENTE. ... che, evidentemente, è un provvedimento di grande interesse da parte dell'Assemblea, ma è una constatazione procedurale.

  GIANCARLO GIORGETTI. Ha detto: «La Presidenza non ritiene» !

  PRESIDENTE. Questa è una questione di natura politica che non compete a me. Se l'onorevole Fedriga vuole intervenire in dichiarazione di voto a titolo personale, ha un minuto per farlo. Se non ritiene... Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.5, con il parere contrario Pag. 53della Commissione, del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caon... Prataviera...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  416   
   Votanti  414   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  49    
    Hanno votato
no  365).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento La Russa 1.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione... Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà, però, onorevole La Russa...

  IGNAZIO LA RUSSA. Non è che debba scattare in piedi alzando la mano che, lei magari, equivoca !

  PRESIDENTE. Ma neanche dopo che ho chiuso la votazione però, onorevole La Russa. Però, via...

  IGNAZIO LA RUSSA. Lei magari equivoca.

  PRESIDENTE. Lei è un uomo di mondo ed è anche simpatico...

  IGNAZIO LA RUSSA. Le ho fatto un cenno da seduto con la mano un po’ moscia e lei non l'ha vista.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, di solito la sua mano storicamente è piuttosto vibrante quindi insomma...

  IGNAZIO LA RUSSA. Quello volevo dire, bravo, bravo, vedo che ha capito. Quindi, ogni tanto lei afferra quello che diciamo, bene ! Sempre per la verità lei afferra...

  PRESIDENTE. Troppo buono !

  IGNAZIO LA RUSSA. Qualche volta fa finta di non afferrare. Pensi che però prima dell'intervento nel merito ho un intervento sull'ordine dei lavori...

  PRESIDENTE. È sempre contingentato. Glielo dico perché poi...

  IGNAZIO LA RUSSA. Glielo faccio dopo. Parlo dell'intervento di merito per non tramortirla, tanto lei mi ha detto che poi io avrò tutto il tempo che voglio, che quella è una finzione...

  PRESIDENTE. Nel dare i pareri però, onorevole La Russa...

  IGNAZIO LA RUSSA. Non mi ha dato il nome del cronometrista pazzo. Va bene. L'emendamento che noi chiediamo di approvare in qualche modo fa piena luce su quali sono gli intendimenti della Destra su questo tema. Noi non abbiamo mai pensato che il concetto di cittadinanza sia sganciato da un percorso di integrazione. Oggi come oggi esiste la normativa in base alla quale a diciotto anni si può diventare italiani e, dopo dieci anni di presenza in Italia a determinate condizioni, si può acquisire la cittadinanza.
  Noi avremmo voluto che, al di là del tempo, ci fossero altre circostanze atte a far sì che chi acquista la cittadinanza dia prova di amore per l'Italia, di conoscenza della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni e di integrazione concreta e non presunta nella nostra vita sociale.
  Il nostro emendamento va in questa direzione. Noi, infatti, diciamo che lo straniero Pag. 54che ha risieduto legalmente fino al termine del ciclo scolastico, sempre che sia nato in Italia, può acquisire, al termine del ciclo scolastico della scuola dell'obbligo, la cittadinanza italiana. Cioè, pensiamo che arrivati all'età di 15 anni, circa – non lo so quant’è, se è bravo a 15 anni, se è asino, più avanti, ma alla pari degli altri ragazzi che vanno a scuola con lui –, se ha compiuto un ciclo scolastico, secondo questo emendamento, diventi italiano, a patto che ci sia anche un giudizio della scuola che dica che si è integrato bene nella realtà italiana e che abbia quei connotati minimi che consentono a un ragazzo o a un adulto di poter aspirare a far parte di una comunità che non è una porta girevole.
  Non basta spingere questa porta ed entrare per diventare italiani, la vostra proposta di legge è una porta girevole di un albergo; noi vogliamo che ci siano requisiti seri, non abbiamo nulla contro la possibilità di accorciare i tempi, ma abbiamo molto contro questa indiscriminata scelta, perché questo, questo volete, poi vedremo dopo gli altri articoli; non si può svendere l'appartenenza a una nazione, a una patria, a una storia, a un popolo semplicemente per un calcolo politico con un provvedimento che vi vergognate a far durare qualche giorno, perché volete che gli italiani non si accorgano di quello che stiamo votando, altrimenti non si capisce questa fretta nel togliere persino i minuti ai relatori. Questa è la vera logica, caro Presidente !
  Per questo vi invito, se siete ragionevoli, a votare un emendamento che dà a chiunque nato in Italia, con questo minimo percorso, il diritto di diventare italiano.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Grazie Presidente, intervengo solo per comunicare che su questo emendamento che contiene molti spunti che condividiamo noi ci asterremo per un motivo molto semplice: a nostro avviso, anche tutto il percorso della proposta di legge viene viziato da un concetto molto importante che noi abbiamo tentato di sanare con due emendamenti particolari; si tratta del concetto per il quale è giusto fare tutti questi percorsi, è giusto che uno sia nato e che abbia fatto i percorsi scolastici in Italia e che si riconosca uno dei popoli dell'Italia ma, a nostro avviso, lo status di cittadino italiano deve venire all'età di 18 anni. Questo per evitare gli abusi che potrebbero esserci da parte di persone – poche o tante, a mio avviso sono già abusi pericolosi – che potrebbero sfruttare i loro figli per non essere espulsi dall'Italia.
  Dunque, per questo motivo noi riteniamo di astenerci da questo emendamento, perché se un minore diventa cittadino italiano automaticamente non possiamo più espellere i suoi genitori, perché sarebbe un atto così inumano che non riusciremmo a farlo e sarebbe anche ingiusto. Perché se una persona è cittadina di un altro Paese e suo figlio è cittadino italiano e non più cittadino di quell'altra nazione, potrebbe succedere che dividiamo delle famiglie e, dunque, dal momento che i minori con meno di 18 anni hanno tutti i diritti e tutti i doveri di tutti gli altri cittadini italiani, riteniamo che solo a 18 anni si possa avere la qualifica di cittadino italiano, in modo che il minore non si porti a casa anche tutti i genitori che magari sono degli imam islamici integralisti che non possiamo più espellere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente. Io mi asterrò su questo emendamento e spiego subito perché. La concessione della cittadinanza – e questa legge non cambia la valenza concessoria – si basa sulla conclusione di un percorso di integrazione, ha carattere premiale e presuppone un atto volontario del richiedente. In questo modo, invece, pur allungando al massimo i termini, la cittadinanza, sia pur concessoria, non è più di carattere premiale e non si lega a un atto Pag. 55volontario del richiedente ma a un atto volontario di uno degli aventi diritto rispetto al richiedente, con una cosa che non è stata messa in luce fino ad adesso, cioè che nel biennio successivo ai 18 anni uno può chiedere la revoca o la rinuncia della cittadinanza, quasi che si fosse al supermercato: mi avete dato la cittadinanza, non me ne faccio niente !
  Il premio, quindi, deve avere carattere volontario, non può essere dato a chi non ha espresso la volontà e deve essere al termine di un ciclo integrativo. Nella realtà, se diciamo che alla fine del ciclo scolastico si ha la cittadinanza, si addiviene a quello che ieri un collega ha negato esservi, cioè la visione della cittadinanza come strumento di integrazione. È chiaro che chi dà la cittadinanza a chi non la chiede gli offre la possibilità, a suo dire, di compiere un progetto integrativo in aiuto, con facoltà della revoca. Diciamo che hanno fatto un ircocervo giuridico, ma in pratica non hanno risolto il problema, perché il problema delle concessioni della cittadinanza, delle quali mi occupo, peraltro, quindi ne sono a conoscenza nel loro iter, nasce dall'assenza di un processo amministrativo determinato coattivamente in ogni suo passaggio, per cui si sa quando cominciano queste pratiche e non si sa come finiscono e, soprattutto, gli elementi che determinano la congruità della pratica sono meramente discrezionali ad uso dell'autorità amministrativa.
  Quindi, era lì che si doveva colpire, non qui. Invece, di questo si è fatto finta di niente e si è data una «leggina manifesto», oltre che a sbarellare, a schiodare e a sbullonare tutti i principi costituzionali, di cui parleremo più innanzi. Infatti, ho anche sentito dire che la Costituzione non parla di cittadinanza, e qui entriamo in un campo da mettersi veramente le mani nei capelli. La cittadinanza è un concetto presupposto alla Costituzione: come fa la Costituzione a parlare di un concetto presupposto ? Bisogna essere proprio a un livello di incomprensione del diritto costituzionale che fa paura, dicendo che la cittadinanza non è nella Costituzione. È uno dei presupposti della Costituzione ! Detto questo, mi astengo, per i motivi che ho cercato di esporre, sia pur sommariamente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Martinelli. Ne ha facoltà.

  MARCO MARTINELLI. Presidente, io non conosco molto bene la materia, non essendo un esperto, ma nel momento che sento l'onorevole Bianconi fare alcune affermazioni di questo tipo, in dissenso dal mio gruppo, mi astengo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Signor Presidente, colleghi, mi dispiace che alcuni colleghi dell'opposizione forse non hanno letto l'emendamento del collega La Russa, ma è previsto un percorso di richiesta per avere la cittadinanza, basta leggerlo l'emendamento. Certo, non si devono raggiungere i 18 anni, però c’è tutto un percorso previsto dopo la scuola dell'obbligo con, addirittura, una relazione da parte degli insegnanti e una richiesta specifica.
  Quindi, è un atteggiamento propositivo di Fratelli d'Italia, del nostro gruppo, per chiedere e levare qualsiasi giustificazione alla maggioranza per non votare un emendamento del genere: non c’è motivo di non votarlo ! Quindi leggetelo prima di porre delle pregiudiziali a prescindere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, intervengo intanto per dire che il percorso scolastico è già inserito nella legge, articolo 1, comma 2-bis, secondo periodo: basta leggerlo.
  Per quanto riguarda l'emendamento, noi l'abbiamo letto e il nostro voto è contrario perché per esempio, leggendolo, ad un certo punto si dice: la scuola nel corso dell'ultimo mese di frequenza organizza Pag. 56una cerimonia per la consegna simbolica dell'attestato di idoneità all'acquisizione della cittadinanza italiana. Siccome siamo persone serie, pensiamo che scrivere una cosa del genere in una legge renderebbe quest'ultima abbastanza ridicola. Quindi, votiamo contro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento La Russa 1.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza di Lega Nord e Fratelli d'Italia.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gagnarli, Misuraca, Chimienti, Crippa, Toninelli, Venittelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  417   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
  42    
    Hanno votato
no  375).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Caparini 1.14.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, con questo emendamento noi chiediamo una cosa molto semplice, addirittura banale per quanto sia disarmante, ma è altrettanto assurdo il fatto che non venga prevista in questa norma: chi diventa cittadino italiano non deve essere un terrorista, non deve aver compiuto reati con pene reclusive sopra i tre anni, e non deve aver commesso dei reati gravi – ovviamente escludiamo quelli di natura politica – certificati dall'autorità straniera da cui lui proviene.
  Questa modifica della norma mi sembra talmente di buonsenso che il fatto che non venga presa nemmeno in considerazione... così è avvenuto in Commissione tra gli sghignazzi degli esponenti del PD, che evidentemente non hanno a cuore e non hanno neanche idea di quanto possa essere complesso gestirne la mole e abbiamo visto i dati che ci sono stati comunicati: oltre 137 mila nuovi cittadini italiani grazie alla vostra sanatoria, quindi da subito. Ma, al di là di questo, noi, con l'emendamento che vi proponiamo, ci occupiamo anche di tutti coloro che comunque fanno richiesta di essere cittadini italiani.
  Noi pretendiamo che siano persone che hanno dimostrato di essere rette, di rispettare le regole e le leggi, e di non essere incorse in condanne, non dico piccole cose, ma con pene reclusive superiori ai tre anni, di non essere dei terroristi. Insomma un minimo di decenza a questa Aula credo si possa chiedere, anzi noi la pretendiamo !

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, le avevo anticipato che avevo una questione non molto rilevante che, tuttavia, le voglio esporre in questa giornata di «festa». Il gruppo di Fratelli d'Italia è lassù in alto, in cima; con una decisione inaudita altera parte gli uffici della Camera hanno deciso di modificare i posti e hanno circondato il gruppo di Fratelli d'Italia con dei rispettabilissimi colleghi; a titolo personale sono felice di averli vicino, peccato che appartengano all'area di Verdini, chiamiamola così. Ci sembrerebbe più giusto che venissero posti all'estrema sinistra.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa...

  IGNAZIO LA RUSSA. Cosa ci fanno vicino a noi, dal punto di vista politico ?Pag. 57Prima di proseguire, la pregherei di provvedere a questo piccolo cambiamento che non costa niente agli uffici e che invece è significativo, visto che in Aula le collocazioni destra-sinistra hanno un significato politico (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. La ringrazio presidente La Russa, informerò il collegio dei questori, competente in materia, del suo rilievo.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Ho sentito l'intervento dell'onorevole La Russa che si riferiva al nostro gruppo, che comunque si chiama Alleanza Liberalpopolare per le Autonomie. Questo è il tema. Volevo poi dirgli che forse oggi è stato un po’ distratto durante l'esame della Nota aggiuntiva sul DEF, dove abbiamo votato contro il Governo, in opposizione. Comunque, se proprio ci volete spostare, noi staremmo bene al centro dell'emiciclo.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Abrignani, è una discussione che faremo in un'altra sede.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pes, Greco, Rotta, Taricco, Kronbichler...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  362   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
  63    
    Hanno votato
no  299).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Caparini 1.16.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. Chiedo che il tempo mi venga scomputato in qualità di relatore.

  PRESIDENTE. Il suo però è un intervento in sede di dichiarazione di voto, a meno che lei non debba precisare in ordine ai pareri da relatore.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Fate come volete, tanto non cambia nulla nella sostanza. Ci troviamo in una situazione per cui ritengo meritorio da parte di tutti gli esponenti di minoranza cercare di entrare nel merito delle nostre proposte, mi sembra però anche abbastanza inutile, visto il tempo a disposizione gentilmente concessoci. Mi pare, signor Presidente, di essere all'interno di una commedia degli errori e questo a partire sostanzialmente da ieri, in cui si segue una trama, anche alquanto simpatica se la si vede da fuori in pura veste di spettatori. Ritengo pertanto ormai sostanzialmente inutile cercare di entrare nel merito, perché, se non vado errato, alla Lega Nord per entrare e chiarire la nostra posizione mancano più o meno 7-8 minuti, per cui a questo punto buttiamo tutto in vacca e andiamo avanti così.
  Vorrei tornare, visto che siamo nel momento del divertimento, a quanto dichiarato ieri dalla Presidenza della Camera, perché altrimenti non si capisce. Addirittura, di fronte allo scritto, ci viene detto: no, guardate che la situazione non era quella, si intendeva tutt'altro.
  La Presidente della Camera ieri ha così dichiarato, dopo l'intervento del capogruppo Fedriga: «si tratta di provvedimenti Pag. 58di eccezionale rilevanza e questo», cioè quello che è in discussione, «la Presidenza non ritiene che sia di eccezionale rilevanza, adesso procediamo». Veramente, non insista a difendere quanto successo ieri, perché è già di per sé assurdo soltanto ripeterlo, guardare alla forma o addirittura trovarsi a fare gli attori rispetto a ciò che è diventata obiettivamente una commedia degli errori, perché non riusciamo a capire come mai una maggioranza così diffusa, ampia, che non ha problemi a portare a casa il provvedimento, non ha nemmeno la pazienza di ascoltare un gruppo di minoranza che, su una situazione quale la cittadinanza, vorrebbe parlare; magari, addirittura, pensate che arroganza ! Addirittura per un'ora, una cosa che veramente, come ha detto ieri la Presidente della Camera, non si vede all'interno di nessun Parlamento di Stato civile ! Ma, visto che siamo all'interno di una farsa e continuiamo quindi in questo modo, io faccio mie le parole pronunciate la settimana scorsa nell'altra Camera dal Vicepresidente del Senato Calderoli di fronte ad un certo atteggiamento anche in quel caso della maggioranza; in un momento nel quale si parla, vorrei ricordare, dall'altra parte del Parlamento delle riforme costituzionali, anche lì assistiamo a situazioni che sono veramente paradossali. Faccio mie e le ripeto, ormai i Regolamenti della Camera o del Senato non contano più, perché conta solo ed esclusivamente il regolamento del «marchese del Grillo» e, come tutti sappiamo, il «marchese del Grillo» dichiarò: scusate tanto, ma io sono io...

  PRESIDENTE. Eviti... noi conosciamo la letteratura al riguardo.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Abbia fiducia, io non sono Calderoli, quindi, riconosco che ubi maior minor cessat, e dico: io sono io e voi non siete un cacchio. È la situazione di fronte alla quale...

  PRESIDENTE. Non è che sia proprio eclatante anche questa, comunque si era capita la citazione, suvvia.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Va bene, si era capita e mi sembra anche giusto ripeterla, perché siamo di fronte ad una situazione di questo tipo; siamo di fronte a una situazione nella quale io ieri ho sentito accusare la minoranza di aver fatto ostruzionismo e non ho problemi a dire che invece in Commissione, sfido chiunque a dirlo, non c’è stato un minimo atto di ostruzionismo; abbiamo cercato di entrare nel merito della questione e, malgrado – mi consenta anche di dirlo – l'atteggiamento costruttivo su una questione secondo noi fondamentale, ci troviamo adesso a non avere neanche più un minuto per discutere nel merito della questione ma continuiamo sostanzialmente ad incartarci; voi continuate sostanzialmente ad incartarvi attorno a discussioni procedurali che sono assurde; perché, se non vi fosse stata nessuna discussione procedurale, noi come Lega Nord avremmo finito probabilmente il nostro tempo; ripeto, abbiamo chiesto un'ora per poter parlare, un'ora, e poter parlare su quindici emendamenti, cioè da ieri a oggi noi avremmo finito, avremmo fatto presente la nostra situazione e magari ci sentiremmo ancora in pieno deputati della Repubblica che, su una battaglia di questo tipo...

  PRESIDENTE. Grazie.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Sì, tanto poi continuerò... su una battaglia di questo tipo, avrebbero deciso di continuare nel merito. Per cui, fate quello che volete, votate contro, votate a favore, astenetevi, puntigliate, fate quello che volete, che noi tanto, fra pochi minuti, avremo esaurito il tempo e vedremo come comportarci di conseguenza.

  PRESIDENTE. Il gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini ha appena esaurito il tempo. Ne è stata fatta richiesta e, come da prassi costante, la Presidenza concede un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

Pag. 59

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, l'amicizia personale che – spero corrisposta – nutro nei suoi confronti mi porta ad augurarmi che ella non si sia infortunato qualche minuto fa quando si è arrampicato sugli specchi nel cercare di dimostrare che la Presidente Boldrini ieri abbia detto qualcosa di diverso da quello che ha sostenuto, ovvero che a suo dire questo provvedimento non ha una rilevanza strategica. Ma, detto questo e per entrare nel merito dell'emendamento e del testo di questa proposta di legge che l'emendamento in questione cerca di limitare nella sua dannosità, voglio dire che siamo di fronte nient'altro che all'ennesimo provvedimento demagogico e manifesto tipico della cultura della sinistra. Per dire questo, Presidente, in trenta secondi, mi rivolgo ad una citazione che leggo di pochissime righe, per mutuare la stessa logica che è stata adottata nel dibattito sulla legge «Bossi-Fini».
  «Chiedere di abolire la legge Bossi-Fini è una declamazione demagogica. Non è che se si abolisce la Bossi-Fini si risolve il problema dei morti in mare. Non è che se si abolisce la Bossi-Fini smettono di imbarcarsi illecitamente o di morire in mare, perché così si rende tutto più sicuro. Non si può trasformare un grande dramma europeo del Mediterraneo in una questione di demagogia politica. Con la demagogia non si eliminano i morti».

  PRESIDENTE. Concluda.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Additando la sinistra ideologica, queste cose le ha pronunciate, nel mese di novembre 2013, il segretario nazionale del partito Popolo della Libertà, onorevole Angelino Alfano, che, allo stato, risulta essere il Ministro competente in materia, che ci dovrebbe probabilmente spiegare, lui e il suo gruppo parlamentare, in quale verso hanno girato il loro pensiero nel breve volgere di questi mesi.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Quanto alle dichiarazioni della Presidenza di ieri, valgono le precisazioni precedentemente rese.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Maria. Ci siamo ? Nuti, Crippa, Sorial.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  362   
   Astenuti   63   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
  58    
    Hanno votato
no  304).    

  (Il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Invernizzi 1.25, a pagina 12 del fascicolo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente. Interveniamo su questo emendamento, che richiama sostanzialmente gli emendamenti che sono stati presentati precedentemente dal collega Invernizzi e dal collega Caparini, perché sono emendamenti che sostanzialmente danno la visione di quello che è, per la Lega, il principio, il valore, il bene giuridico della cittadinanza.
  Io credo – e mi rivolgo, ovviamente, al Presidente – che questo dibattito, così come è iniziato, così come qualcuno pensa che si possa concludere – e vedremo poi come andrà a finire il prosieguo del provvedimento –, non stia dando quel valore che merita il principio a questo bene giuridico e allo status della cittadinanza. Io credo che questo sia un tema importante, un tema delicato, un tema che Pag. 60probabilmente – e nessuno se ne rende conto – andrà ad incidere sulla modifica della legge sulla cittadinanza. Se questa legge, che è del 1992, fino ad oggi ha retto e ha retto sostanzialmente bene, vuol dire che questa legge era fondata su dei principi e su dei valori che probabilmente avevano un senso e hanno ancora tutt'oggi un senso, rispetto al concetto di società e di civiltà che il nostro Paese ha nei confronti di altri Paesi che, invece, hanno altri tipi di provvedimenti e di normative in materia di cittadinanza.
  Io credo che questo tema, al di là della non condivisione, da parte nostra, dell'impostazione assunta dalla stragrande maggioranza – anzi da parte di tutte le forze politiche, a parte la Lega Nord e Fratelli d'Italia –, avrebbe meritato spazio, attenzione e un dibattito parlamentare equiparato all'importanza di questo tema. Con questi emendamenti noi abbiamo voluto dimostrare nel merito, non con atteggiamenti ostruzionistici o dilatori, che c’è un'altra concezione di cittadinanza, che si può discutere di cittadinanza non obbligatoriamente aprendo e allargando i parametri di concessione della cittadinanza stessa ma anzi, proprio perché noi consideriamo la cittadinanza un valore, un bene giuridico importante che va tutelato, questo principio va assolutamente difeso, restringendo e fissando dei parametri molto più stretti per potere concedere la cittadinanza.
  Perché questi emendamenti da parte della Lega Nord ? Questi emendamenti da parte della Lega Nord sono stati presentati proprio perché, considerando questo bene importante e poiché la cittadinanza dà la possibilità di potere accedere a un bene fondamentale, qual è il diritto di voto, noi crediamo che la cittadinanza vada non solo meritata, ma vada legata ad un principio di consapevolezza, da parte di chi la chiede, assolutamente fondamentale.
  La cittadinanza deve essere legata alla coscienza di chi la chiede, deve essere legata alla volontà di chi la chiede, deve essere manifestamente un'espressione di volontà da parte del soggetto, perché accedere alla cittadinanza significa accedere al diritto di voto, significa accedere a quel valore fondamentale che è partecipare alla vita democratica di un Paese, determinarne le sorti e determinarne le condizioni.
  Vedete, noi spesso e volentieri assistiamo al principio per cui la cittadinanza va estesa – e questo è soprattutto il mantra da parte della sinistra, probabilmente per acquisire sacche elettorali nuove e diverse rispetto a quelle che ha attualmente –, ma coloro i quali chiedono la cittadinanza non si comportano poi da cittadini. Un conto è chiedere la cittadinanza e un conto è poi comportarsi da cittadini, e comportarsi da cittadini significa rispettare usi, costumi, tradizioni, valori, principi, quell'identità che appartiene ad un popolo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) ! Il popolo, la terra, il territorio sono valori che fanno parte di quel concetto di patria o di nazione che prima il collega Corsaro ricordava a un'Aula sorda, poco interessata, poco incline al dibattito.
  Non dibattere, non discutere, non confrontarsi, Presidente, su un tema così delicato è simbolo di menefreghismo, e quindi il contributo, il tentativo da parte nostra è quello di discutere su questo tema. Vogliamo che se ne discuta e vogliamo che si prenda coscienza che la cittadinanza non è uno strumento di integrazione, ma la cittadinanza deve essere l'approdo finale di un momento integrativo ! Prima ti integri e poi acquisisci la cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) ! Su questo, Presidente, noi vogliamo dibattere ! Non vogliamo perdere tempo ! Vogliamo che chi voterà questa legge, questa legge sciagurata, sia consapevole del modo in cui sta indirizzando il proprio voto, ma soprattutto del modo in cui andrà a cambiare, probabilmente in maniera irreversibile, le sorti della nostra società e della nostra civiltà ! Purtroppo – lo dico da leghista – in peggio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

Pag. 61

  PRESIDENTE. La ringrazio. Avverto che il gruppo della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza concede a tale gruppo, come preannunciato in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, un ulteriore aumento di un terzo rispetto ai tempi originariamente assegnati dal contingentamento.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, io personalmente sono assolutamente contrario a questo provvedimento, non tanto perché vedo lesa un'appartenenza ad una nazione, ad un popolo, ma perché vedo leso, casomai, un concetto che è più ampio: noi non siamo in una nazione, siamo in uno Stato, non siamo un popolo, siamo un insieme di popoli e credo anche che, purtroppo, questo provvedimento sia il grimaldello, l’escamotage, per moltissime persone di continuare a nascondersi dietro i minorenni, usandoli come scudo attraverso la cittadinanza per continuare a rimanere qui in maniera truffaldina e in maniera assolutamente irregolare.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.25, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega Nord, e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio) (Commenti). Che c’è, colleghi ?
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Il nome del gruppo è Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Fratoianni, De Maria... Ci siamo ? Vacca, Nicchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  424   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
  52    
    Hanno votato
no  372).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Invernizzi 1.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, innanzitutto ringraziamo la Presidenza per averci concesso ancora cinque minuti e trenta secondi, se non sbaglio, per poter parlare di una legge che non è importante, una legge che interessa pochissime persone, una legge che non avrà sostanzialmente, a sentire quanto hanno detto la Presidenza più qualche altro autorevole esponente di quest'Aula, un riflesso particolare per la nostra società.
  Sarebbe bello però ragionare un attimo – come ho avuto anche occasione di dire quando discutevamo sulla questione pregiudiziale di costituzionalità – non sugli effetti immediati che il provvedimento produrrà, ma sugli effetti che ci saranno da qui a venti o venticinque anni. Io vorrei sapere veramente che tipo di società ci immaginiamo e qual è l'indirizzo che vogliamo dare alla società italiana da qui ai prossimi decenni.
  Mi permetta comunque di ricordare che ho sentito prima parlare di sceneggiate o pagliacciate con riferimento a cerimonie di consegna della idoneità alla cittadinanza, citando un emendamento del relatore di minoranza La Russa, però voglio dire che in questo Stato abbiamo già assistito a pagliacciate di questo tipo. Infatti, se ce lo ricordiamo – e dovremmo ricordarcelo tutti – c’è stato un Ministro del Governo Letta, il Ministro Kyenge, che Pag. 62sostanzialmente in un annetto più o meno di servizio in quel Dicastero, oltre a non produrre nemmeno una riga, passava sostanzialmente tutto il suo tempo in giro per l'Italia a consegnare falsi attestati di cittadinanza a bambini extracomunitari, circondata ovviamente sempre dalla stampa, da fotografi e da giornalisti.
  Quindi, vorrei dire che, se quella che citava prima il relatore di minoranza La Russa è considerata da qualcuno una pagliacciata, ma era l'esito di un procedimento e di un processo che doveva informare di sé lo studente alla fine di un percorso di un certo tipo, qui in Italia abbiamo assistito per un anno ad un Ministro che girava, non si capiva a far cosa, e regalava attestati fasulli di cittadinanza.
  Quello che si sta cercando di realizzare con questa legge è sostanzialmente il prosieguo della intenzione dell'allora Ministro Kyenge, cioè siccome all'interno della vostra maggioranza non avete la forza – perché le varie anime che vi compongono su questo non sono d'accordo – di riformare il diritto di cittadinanza come piacerebbe a voi, cioè di aprirlo indiscriminatamente a chiunque, ancora una volta vengono usati i bambini, bambini di fronte ai quali tutti sono tenuti ad inchinarsi. I diritti dell'infanzia, ci mancherebbe, sono patrimonio comune, mi auguro di tutte le forze politiche, ma si dice che sostanzialmente, se ci si vuole opporre a questo tipo di legge, ci si oppone a quei bambini che sono italiani perché qui sono nati e sono italiani perché qui hanno fatto le scuole.
  Ma qui non è in discussione il diritto di questi bambini ad essere qui, a frequentare le scuole, ad essere curati, cioè a godere sostanzialmente dei diritti civili di cui godono i minorenni italiani perché – ripeto – qui in Italia fortunatamente non c'e bisogno di essere cittadini italiani, ma aggiungerei che non c’è nemmeno bisogno, in base alle vostre leggi, di essere residenti legalmente in Italia, per poter sia andare a scuola che usufruire dei servizi sanitari.
   I minorenni extracomunitari in Italia godono già di tutti questi diritti e non hanno bisogno di essere cittadini italiani per sentirsi alla pari rispetto ai loro coetanei italiani. Non è questo in discussione; è in discussione ben altro, è in discussione un concetto – come diceva prima anche l'onorevole Molteni in un intervento che mi ha preceduto – ossia il tipo di società che noi vogliamo da qui a qualche anno.
  Per carità, noi abbiamo un'idea di società molto diversa dalla vostra, ma sarebbe bello – e purtroppo non è possibile, perché voi non lo volete – confrontarsi all'interno di un'Aula parlamentare circa queste differenze di vedute, perché mi auguro che nessuno – e soprattutto voi della maggioranza – pensi di avere la verità in tasca, quando si parla di questioni epocali come questa.
  Non mi sembra purtroppo questa, per vostra volontà, una sede opportuna per fare un dialogo di questo tipo, non mi sembra purtroppo, per come si è sviluppata anche l'interazione tra maggioranza e minoranza, il modo migliore per partire con un concetto di cittadinanza che, invece, secondo voi, dovrebbe essere inclusiva.
  E concludo veramente, tanto mancano pochi minuti, dicendo anche che se è questo...

  PRESIDENTE. Ha già esaurito il tempo di cinque minuti, quindi la invito a concludere.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Dieci secondi e concludo, dicendo che è l'ennesima dimostrazione che Renzi dà all'opposizione di come dovremo fare, quando governeremo. Quando torneremo ad avere i numeri, potremo modificare il concetto di cittadinanza, perché avremo i numeri di maggioranza, fregandocene, sostanzialmente, di quello che dite, e quindi, di conseguenza, faremo quello che voi ci insegnate in questo momento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che sbaglieremmo Pag. 63a non prendere sul serio la proposta di invito al confronto fatta dal collega che ha appena terminato di parlare. Mi permetto di esprimere, se non le opinioni della maggioranza – spero le opinioni della maggioranza –, sicuramente le mie. Che Italia vogliamo, noi, domani ? Ecco, non so bene che Italia voglio domani, però so sicuramente che Italia non voglio domani: non voglio vivere, domani, in un Paese in cui vi siano centinaia di migliaia o milioni di persone, nate qui, che sono cittadini di seconda categoria, cioè non cittadini, e non partecipano alla vita della comunità nazionale, nella quale sono, peraltro, inseriti.
  Vi partecipano con il loro lavoro; non vi partecipano con la possibilità di determinarne gli orientamenti politici e godendo della pienezza dei diritti di cittadinanza. Non lo voglio perché temo che questo ci porterebbe, nel tempo, ad una situazione di apartheid, in cui coloro che non partecipano al processo politico, progressivamente, perdono anche i loro diritti civili, perché non è una situazione di equilibrio nella quale si possa rimanere: o si cresce verso la cittadinanza o si regredisce verso una condizione di semischiavitù.
  Non vorrei vivere in un Paese così ! Mi ricordo che Polibio, il grande storico greco, nel II secolo avanti Cristo, si poneva il problema: come mai Roma è diventata grande e Atene e Sparta no ? Atene e Sparta, che hanno avuto uomini di tanta rilevanza, eroi, artisti, poeti, politici, generali, perché sono rimaste piccole ? Polibio si dà la risposta: la ragione è l’oliganthropia, la mancanza di uomini. Roma è stata capace di assimilare gli immigrati – usiamo un'espressione moderna per tradurre – e Atene e Sparta no; e, assimilando gli immigrati, Roma è diventata grande e Atene e Sparta no.
  Vorrei che l'Italia diventasse grande. Vorrei che l'Italia diventasse grande, superando la crisi demografica, drammatica, nella quale versa oggi il Paese, ma anche aprendo le porte a chi già c’è; non a chi deve venire, non facendo venire milioni di persone, ma dando a chi già c’è la possibilità di partecipare alla comunità nazionale italiana. Ricordo anche una frase di un filosofo tedesco, il Fichte, che ha scritto, una volta, che ogni uomo che ama la libertà è un tedesco.
  Vorrei che noi facessimo nostra questa frase: non si è italiani per il fatto di essere nati da una coppia italiana. Può essere un buon presupposto, ma si è italiani perché si parla la lingua italiana, perché si ama la cultura italiana, magari perché si fa il tifo per qualche squadra italiana, perché ci si sente parte di questa comunità in cui affondano le proprie radici. Riusciremo ad ottenere questo risultato, con questa legge ? Non sono un illuso: certamente no, non solo con questa legge.
  Questa legge è un tassello di una politica che deve crescere; una politica che sia capace di offrire un'integrazione, in cui gli italiani, orgogliosi della propria identità, consapevoli della propria identità, che rispettano la propria identità, siano capaci di offrire e di condividere questa identità con altri, arricchendola con il loro apporto e arricchendo la loro vita con l'apporto della cultura italiana.
  Certo, mi risulta difficile immaginare che abbiano questa capacità degli italiani i quali sistematicamente insultano il proprio Paese, che non hanno paura di dire che l'Italia è un Paese di..., i quali, non avendo l'orgoglio di essere italiani, certo hanno poca capacità di proporre i valori della cultura italiana a chi, invece, vuole diventare italiano. È un tassello, ma un tassello importante.

  PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti del liceo scientifico «Pietro Paolo Parzanese» di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Avverto che il gruppo Lega Nord e Autonomie ha esaurito anche gli ulteriori tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Come già fatto in precedenti analoghe circostanze, la Presidenza consentirà ai deputati di tale gruppo lo svolgimento di brevi interventi della durata di un minuto da imputare ai tempi previsti dal contingentamento Pag. 64per gli interventi a titolo personale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il presidente Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, su questo prendo atto che gli accordi fatti dalla Lega con la maggioranza vengono meno. Noi avevamo chiesto un ampliamento dei tempi necessari, l'ampliamento è stato nella sostanza di 5,30 minuti. Grazie mille, grazie veramente per questa grande capacità che avete di discussione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini), e non mi dite che il primo aumento del tempo di un terzo è stata una concessione perché è la prassi che venga aumentato esattamente come in qualsiasi altro provvedimento. Grazie, abbiate almeno questa cortesia di non offendere la nostra intelligenza !
  Vorrei ricordare al presidente Buttiglione che già adesso funziona così, perché gli ricordo che a 18 anni tutti possono votare, non prima, e già adesso un cittadino straniero nato in Italia, residente in Italia, a 18 anni può chiedere la cittadinanza italiana e quindi già può votare. Di cosa stiamo parlando ? Presidente Buttiglione, la invito ad avere un po’ di attenzione sui provvedimenti che stiamo votando, questo non c'entra nulla (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
  Semplicemente questo provvedimento aprirà di fatto allo ius soli totale. Voi ci volete vendere la falsità dello ius soli temperato, ma sapete benissimo che la prima sentenza su un bambino nato in Italia da una coppia di cui uno dei genitori ha il permesso di soggiorno europeo, ma è presente non da 5 anni, ma da 4 anni e 10 mesi, aprirà a chiunque nella sostanza il diritto alla cittadinanza e, di conseguenza, ai genitori la permanenza perenne sul territorio nazionale, anche se perdessero il diritto di rimanerci.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Allora, voi adesso state buttando alle ortiche qualsiasi paletto che garantisce anche la tenuta sociale e la possibilità che un'immigrazione sia realmente mirata all'integrazione semplicemente per una misura di carattere ideologico.
  L'ha ripetuto il mio collega Molteni: la cittadinanza è la certificazione dell'integrazione, non un mezzo per integrare. Gli attentati avvenuti a Londra, Charlie Hebdo, sono stati fatti da cittadini inglesi e francesi, che avevano quella cittadinanza. La periferia di Parigi è fatta di cittadini francesi stranieri e non mi sembra che quello sia un modello di integrazione particolarmente efficiente.
  State semplicemente mistificando la realtà per un provvedimento ideologico che magari tra qualche anno vi porterà qualche milione di voti. Però, mi vergognerei a svendere l'interesse dei nostri cittadini semplicemente per mantenere una poltrona in più (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Al netto delle considerazioni politiche, ricordo che la Presidenza ha dato un terzo aggiuntivo come da prassi. Ha dato un ulteriore terzo aggiuntivo. Adesso, se ci fosse un'ulteriore richiesta, io la comunico alla Presidente. Però, ricordo che nella Conferenza dei presidenti di gruppo sono stati presi degli accordi ben chiari che sono quelli di fare la diretta televisiva martedì dalle ore 10 e di terminare oggi le votazioni sul provvedimento intorno alle ore 16. Quindi, questa è una cosa che i gruppi hanno concordato in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo ed era presente anche il suo gruppo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Corsaro, a cui devo una precisazione in ordine alla mia salute, comunicandogli che sto benissimo. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. Non immagina il conforto nel sentire queste rassicurazioni. Il collega Pag. 65onorevole Buttiglione, sommo filosofo, che sporca e spreca il suo tempo in mezzo a noi comuni mortali, ci stuzzica intellettualmente rilanciando la proposizione della società che vogliamo per domani, del modello di patria che immaginiamo. Credo che su questo forse davvero avremmo bisogno di fare un dibattito articolato, serio e non contingentato e non forzato da questa o quella interpretazione del Regolamento. Ma va da sé che non c’è modo e misura perché di questo si possa trattare in questo momento in cui alle opposizioni, rispetto ad una riforma epocale, ancorché definita non rilevante dalla Presidente della Camera, sono destinati pochi minuti di dibattito.
  Allora, nei pochissimi secondi che mi spettano, voglio invece dire all'onorevole collega filosofo Buttiglione, conoscendone le radicate sensibilità, che con il suo fare e con la sua azione politica sta partecipando mano a mano alla descrizione di un modello di società e di un modello di patria, in cui non sarà più possibile distinguere la mamma dal papà, perché insegneremo nelle scuole le teorie di gender (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico), in cui ci sarà la liberalizzazione dell'uso delle sostanze stupefacenti e in cui avremo improvvisamente la nostra società trasformata dalla massiccia presenza di nuovi italiani, che non riconoscono e non riconosceranno nello Stato – onorevole Buttiglione, lei lo sa bene – l'autorità di determinare le regole, perché l'autorità di determinare le regole molti dei nuovi italiani, cui voi volete aprire le porte, la riconosceranno solo ad altre entità di nessuna natura statuale...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Corsaro, ha concluso il suo tempo.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. ... che dipendono esclusivamente da un credo religioso, sul quale non mi voglio dilungare in aggettivazioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piras. Ne ha facoltà.

  MICHELE PIRAS. Grazie Presidente. Non so se mi faccia più impressione o più senso chi gioca con le paure delle persone. Quando ho letto questo testo di legge, ho ripensato a me stesso, che sono nato in Germania nel 1972 e mi ritrovo, 43 anni dopo, con una proposta di quadro normativo che è assolutamente assimilabile alle norme che hanno in Germania da decenni.

  IGNAZIO LA RUSSA. Non è vero, non è vero !

  MICHELE PIRAS. Quindi, uno schema minimo, che nell'arianissima Germania hanno pensato di darsi...

  IGNAZIO LA RUSSA. Non è vero, non dire bugie !

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, lei non ha bisogno di microfono, il collega sì.

  MICHELE PIRAS. Onorevole La Russa, la si sente così, diciamo, da anni, la si sente pure troppo.

  PRESIDENTE. Onorevole Piras...

  MICHELE PIRAS. In Germania succedeva così decine di anni fa: si dava un quadro normativo certo, si consentiva alle persone come i miei genitori, con permesso di soggiorno, lavoratori da vent'anni, quando i negri eravamo noi, di vivere pacificamente e di operare in una terra come la Germania.
  Se non si capisce, per così dire, quello che ci ha detto prima il collega Buttiglione, con il riferimento alla capacità di un grande impero di assimilare gli elementi culturali di altre culture e, quindi, arricchirsi e diventare grande, si capisca almeno la metafora calcistica. Infatti, la Germania che ha vinto i mondiali nel 2014 nella sua rosa, oltre che chiaramente Müller o Klose, ha dentro Özil, Khedira e Pag. 66Boateng. Insomma, la Germania, l'arianissima Germania, nel 2014, con questa formazione multietnica, vince i mondiali. Voi, invece, neanche alla serie B arrivate. Forse alla Lega Pro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente. Intervengo solo per una precisazione rispetto a quanto lei ha detto sull'accordo fatto in Conferenza dei presidenti di gruppo. Noi abbiamo detto che saremmo stati disposti a chiudere anche alle 16, se ci fossero stati dei tempi rapidi di esame degli articoli, delle proposte emendative e degli ordini del giorno. L'accordo era questo: finire oggi l'esame degli emendamenti, degli articoli e degli ordini del giorno e si è detto, se si riesce, di chiudere anche alle 16. Qualcuno giustamente, come il collega Rosato, ha detto anche un'ora in più o due ore in più se servono. Quindi, in realtà, nessuno ha sancito le 16 – anche perché sono già passate le 16 – ma il termine dell'esame del provvedimento, fatta eccezione per il voto finale, che avrà una diretta televisiva a partire da martedì alle 10,30. Quindi, è questo l'accordo che è stato fatto. Se qualcuno ha inteso in maniera diversa, bisogna richiamare a questo punto la Presidente della Camera, perché la stessa Presidente ha detto che l'accordo è finire, ad eccezione fatta per il voto finale.
  Colgo l'occasione in dieci secondi per rispondere al collega di prima: l'Italia è andata a casa, ma aveva Balotelli. Così, se lo ricordi, per caso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente. Anch'io voglio puntualizzare sulle dichiarazione del collega Buttiglione, che ci ha descritto un suo mondo onirico, nel quale ha letto cose che in queste leggi non sono scritte. Ha dato anche la sua interpretazione di Polibio, sul quale poi discetterò in altra sede con il professore, perché Polibio non dice solo quello e soprattutto non dice quello.
  Vede, professore, Vede, Presidente, così lo dice lei al professore, per diventare cittadino romano bisognava militare per venticinque anni nelle truppe ausiliarie e, quando si era data prova di buona cittadinanza, forse gliela davano. Oppure si entrava a Roma come schiavo o come nemico, si stava una o due generazioni a schiavo, poi, se si aveva fortuna, si diventava liberti e, dopo un paio di generazioni, il figliolo del figliolo del liberto poteva diventare cittadino romano.
  Diciamo che è un procedimento leggermente diverso, ed è un procedimento legato a una cosa che in Italia non c’è e che, semmai, c’è negli Stati Uniti, cioè al grande valore emulativo che aveva il modello dell'Impero romano. Pertanto, quando uno arrivava dalla Calmucchia, cioè da un Paese fuori dal mondo, sentirsi romano era un onore. Bisogna vedere oggi se un extracomunitario del Canada si sente onorato di diventare cittadino italiano a 14 anni perché la mamma litiga con il babbo e decide di fare domanda, perché così è. Bisogna vedere se qualcuno dall'Arabia Saudita, sicuramente Stato più comodo dell'Italia, è contento di essere emulato nel modello italiano. Quindi, non si possono mischiare le pere con le mele sotto la dizione «frutta»; le pere sono le pere e le mele sono le mele.
  Detto questo, nessuno, collega di SEL, non è per una società aperta. Non ci metterei di mezzo il calcio per dimostrare che la società è aperta. Infatti, l'Italia fascista nel 1934 e nel 1938 vinse i mondiali con 6 stranieri la prima volta e con 5 stranieri la seconda. Quindi, se quello è il metro, più democratico dello Stato fascista noi non ne abbiamo mai avuti. Infatti, neanche noi mai con 5 o 6 stranieri abbiamo vinto i mondiali. Quindi, il calcio mi pare che non sia di casa in questo ragionamento.
  Ma in questo ragionamento è di casa un'altra cosa. La cittadinanza ha valore premiale e volontario, non finirò mai di Pag. 67dirlo. Non è un diritto, come pensa certa gente scombiccherata, che non capisce cos’è un munus: è un diritto-dovere. Essere cittadini, prendere la cittadinanza è mettersi al servizio di uno Stato, non eccepire dei diritti da uno Stato. Tanto è vero che devi essere meritevole. Questo è il regime concessorio della cittadinanza. Uno deve essere fiero di essere cittadino, ha questo munus e lo esercita. Esiste il problema della maggiore età, ma deve essere un atto volontario. Non si può fare la cittadinanza per interposta persona, il babbo per la mamma, entrare in mezzo alle famiglie e poi consentire al figliolo, dopo due anni che è maggiorenne, di rifiutare un'offerta. La cittadinanza non è un'offerta, è premiale, è un diritto-dovere.
  Allora, quanto era più semplice lasciare la legge com'era, dare il permesso, come io avevo suggerito quando mi consentivano di far parte della I Commissione, poi ne sono stato espunto, come era più facile consentire al sedicenne di fare domanda di ciclo per la cittadinanza e obbligatoriamente fissare un procedimento per cui al diciottesimo anno diventava cittadino. Si trattava di entrare nel procedimento. Invece in questo caso – e concludo – si è voluto furbescamente fare un'altra cosa: far penetrare nell'istituzione italiana il principio dello ius soli, per il quale si sa dove si comincia e non si sa dove si finisce, peggiorando la situazione dei minori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Grazie, Presidente. Innanzitutto, in nessun Paese europeo si discuterebbe di cittadinanza in un'Aula, in tre o quattro ore, con la superficialità con cui si sta affrontando questa discussione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
  L'altro punto è che mi sa pochi in quest'Aula hanno letto l'attuale legge sulla cittadinanza, che già prevede lo ius soli con un fattore che chi non ha mai vissuto all'estero, chi non si è mai occupato di altre cittadinanze, che forse ha anche una sola cittadinanza, non conosce, ossia l'elemento volontario di colui che emigra e che, al termine di una vita, di percorsi scolastici o di quello che vi pare, arrivato alla maggiore età, chiede volontariamente di entrare a far parte di una determinata comunità. È un qualcosa di estremamente importante. E lo ricordo per quei milioni di italiani che sono emigrati e che non hanno mai rinunciato alla propria cittadinanza italiana e che non hanno mai voluto prendere la cittadinanza di altri Paesi. Sull'arianissima Germania ricordo che tutti quei giocatori che sono diventati campioni del mondo hanno la cittadinanza tedesca solo ed esclusivamente per ius sanguinis, non per ius soli (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Quindi, non raccontiamo balle in giro. La Germania ha due milioni 700 mila turchi a cui non ha dato la cittadinanza e a cui non la vuole dare e questi turchi non chiedono la cittadinanza tedesca perché la Turchia prevede solo ed esclusivamente una cittadinanza e non la doppia cittadinanza.
  L'altra cosa: gli italiani che hanno ottenuto la cittadinanza tedesca in Germania sono dovuti andare fino alla Corte costituzionale, hanno aspettato 40 anni e poi hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Non raccontiamo balle. E lei non è cittadino tedesco (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marazziti. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Presidente, rinuncio e intervengo su un articolo successivo. La ringrazio.

  PRESIDENTE. Va bene. Quindi, rinuncia. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prodani. Ne ha facoltà.

Pag. 68

  ARIS PRODANI. Presidente, per annunciare il voto contrario di Alternativa Libera.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Presidente, per dovere di verità noi non siamo contro lo ius soli, ma siamo per uno ius soli più moderato rispetto a questo. Ma vorrei precisare che in Germania la normativa non è esattamente come quella che è stata poc'anzi detta. Acquisisce la cittadinanza tedesca un figlio di cui almeno uno dei genitori è cittadino tedesco e dal 1o gennaio del 2000 acquisiscono automaticamente la cittadinanza tedesca, non solo i figli di cittadini tedeschi, ma i figli di stranieri che nascono in Germania. È profondamente diverso da quello che proponete voi. Inoltre, c’è un altro vincolo per chi risiede in Germania, ad essere abitualmente residente per otto anni. Quindi, non c'entra nulla rispetto a quello che stiamo votando oggi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Presidente, per noi la cittadinanza è una conseguenza di un principio di integrazione. E noi crediamo anche che l'integrazione si debba e si possa fare solo attraverso un'offerta di lavoro che oggi non c’è. Ma, detto questo, come hanno spiegato bene i miei colleghi di gruppo precedentemente, io faccio riferimento alle parole dell'onorevole Buttiglione. Infatti, l'onorevole Buttiglione parla del deficit demografico in questo Paese; deficit demografico che non può essere compensato con nuovi arrivi ultimi – e di questo dovrebbe chiedere un chiarimento alla sua maggioranza e al suo Governo perché sono due anni che sta succedendo esattamente il contrario di quello che chiede –, ma deve essere compensato attraverso gli stranieri che sono qua e che possono avere tranquillamente la cittadinanza. Allora, mi chiedo per quale motivo la compagine dell'onorevole Buttiglione è la stessa che poi finge di lottare per i diritti della famiglia e dell'identità cattolica e territoriale facendo delle manifestazioni, se poi la compensazione del deficit demografico la si fa semplicemente nel modo in cui la stiamo facendo oggi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Grazie Presidente, io vorrei solo sommessamente ricordare che la civile Norvegia o altri Paesi scandinavi proprio in questi giorni stanno rivedendo tutta la politica sulle nascite per incentivare le nascite e, dunque, avere un aumento della popolazione autoctona, appunto perché non venga a scomparire la loro popolazione, il loro Stato.
  Invece, con questo provvedimento, continuiamo a dire che dobbiamo far venire altre popolazioni, oltre quelle già presenti, anche senza radici cristiane, anche di persone che non riconoscono le conquiste di civiltà che ha questo Stato, una terra cristiana che spero rimanga cristiana molto a lungo e continuiamo a dire che, invece, dovremmo aprire e lasciarci invadere senza fare un minimo di controllo di civilizzazione di alcune persone, anche se vengono in Europa e anche se riescono a ottenere la cittadinanza: penso ai cittadini inglesi che sono islamici e sono nati con l'ISIS o ai francesi che di civiltà non hanno assolutamente niente. Dunque stiamo attenti a fare questi provvedimenti demagogici che potrebbero andare a portare la distruzione del nostro Stato di diritto, della nostra popolazione e della nostra cultura.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.9, con il parere contrario della Commissione, del Governo e il parere favorevole di entrambi i relatori di Pag. 69minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi... Grassi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  414   
   Votanti  412   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
  47    
    Hanno votato
no  365).    

  (La deputata Covello e il deputato Franco Bordo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Calabria 1.59, a pagina 22.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabria. Ne ha facoltà.

  ANNAGRAZIA CALABRIA. Grazie, Presidente. Molto è già stato detto sullo ius soli nella discussione sull'emendamento precedente ma vorrei soffermarmi su questo emendamento perché sostanzialmente noi chiediamo la soppressione dello ius soli previsto dalla norma così come uscita dal testo base della Commissione perché riteniamo che questo disegni fortemente il solco profondo che esiste tra la sinistra e il centrodestra moderato che mi onoro di rappresentare. Quella della cittadinanza, signor Presidente – lo dico a tutti i colleghi dell'Aula – è una questione decisiva per gli equilibri sociali del nostro Paese anche alla luce dei flussi migratori che il nostro Paese sta subendo in un certo senso.
  Questo provvedimento sulla cittadinanza poteva avere una storia diversa, una storia di condivisione, di collaborazione, di lavoro comune alla luce della responsabilità che l'assunzione di questa norma comporta. Poteva essere una storia sicuramente costruttiva perché su riforme così importanti, che riguardano le regole di convivenza civile della società presente e futura, su tali riforme sarebbe stato auspicabile ricercare la massima convergenza possibile sui punti chiave del testo. Così non è stato. Mi soffermerei allora su quello che è il punto dirimente che riguarda una contrapposizione di due visioni culturali completamente opposte: quella nostra che, come è stato ricordato benissimo e in maniera assolutamente autorevole dal collega Bianconi, quella che per noi è la cittadinanza anzitutto dal punto di vista normativo e mi preme su questo soffermarmi come ha fatto il collega Bianconi. Per noi la cittadinanza è un tema che la Costituzione presuppone e non pone perché, allorquando fosse diverso, bisognerebbe sostituirla con una nozione diversa e allora bisognerebbe stravolgere la Costituzione. Allora è un'aberrazione giuridica voler assimilare la cittadinanza come una norma posta e non presupposta.
  Dal punto di vista del merito, invece, noi pensiamo che la cittadinanza sia una questione decisiva, così come abbiamo detto sugli equilibri sociali del Paese, ma soprattutto riteniamo che sia uno status che non si ha il diritto di acquisire, ma che viene concesso e non in virtù delle soggettive aspettative del richiedente, ma come riconoscimento di un percorso effettuato. È il premio, è un vulnus, una fonte di diritti e di doveri e, quindi, il punto di arrivo, una conquista rispetto a una scelta voluta e non un qualcosa di conferito automaticamente e sine voluntate. La cittadinanza, dunque, non come strumento di integrazione, per l'integrazione dobbiamo fare cose diverse, non dare la cittadinanza.
  Noi, appunto, portiamo questa nostra visione all'interno dei lavori della Commissione e dei lavori dell'Aula con la forza di chi è orgoglioso e fiero della propria storia, dell'appartenenza ad un popolo, ad una nazione, ad una patria e lo facciamo con la convinzione di essere dalla parte giusta della storia, dalla parte giusta, lo ripeto, come sempre Forza Italia ha fatto che si è manifestata sempre contraria Pag. 70all'introduzione dello ius soli nel nostro ordinamento. Vorrei denunciare, ancora una volta, che in sordina la maggioranza sta approvando questo provvedimento e sta inserendo lo ius soli nel nostro ordinamento e lo sta facendo, ovviamente, cercando di farlo un po’ in maniera surrettizia, in maniera un pochino nascosta. Bene ha fatto la Lega Nord, in questi giorni, a manifestare il proprio disappunto circa ciò che stava avvenendo a livello regolamentare e anche a livello di ingiustizia rispetto alle scelte effettuate dalla Presidenza, perché riteniamo che anche i relatori di minoranza abbiano diritto ad esprimere il proprio parere circa un tema così importante che, come abbiamo detto, rileva sul futuro dell'Italia e dei nostri figli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Credo che i relatori di minoranza abbiano avuto modo di esprimere i loro pareri.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie Presidente, vorrei dare sostegno alle argomentazioni esposte dalla collega Calabria. Lo faccio anche perché – non vuole suonare come una critica, ma un incitamento – vedo poco sostegno all'ottimo lavoro dell'onorevole Calabria da parte del suo gruppo, desolatamente assente da molti dei posti che vediamo. Invece, credo che questi argomenti meritino una grande attenzione da parte dell'Assemblea. Io sono rimasto molto deluso dai pochi interventi della sinistra, uno ha detto che era ridicola una parte del mio emendamento che prevedeva, prima dei 18 anni – ed è l'unica apertura negli emendamenti dell'opposizione che è arrivata finora, e non l'avete colta –, un percorso scolastico completo, il superamento della scuola dell'obbligo, un esame, non un esame con domande a risposte, ma una certificazione, più esattamente, di avere superato, in maniera brillante, la fase di integrazione e, infine, al termine di questo percorso, prima di conseguire il diploma della scuola dell'obbligo, perché no, una cerimonia a scuola nell'ultimo mese in cui i compagni di classe, di scuola potessero festeggiare l'arrivo di nuovi italiani. È sembrato ridicolo agli amici della sinistra, dico amici in senso generale.
  Così come, invece, non è sembrato ridicolo portare esempi veramente fuori dalla logica, sballati, come quello della legislazione tedesca che ahimè, per sua sfortuna conosco benissimo, ed è completamente diversa, è indietro rispetto a quella già esistente in Italia, o addirittura l'esempio dei giocatori di calcio. Guardi che gli stranieri che giocano in Italia – o anche in Francia – sono tutti cittadini con le norme attuali, con le norme attuali, lo ripeto, non c’è bisogno di altre norme. Quindi, sono proprio esempi completamente sbagliati.
  Caro presidente, vista l'incapacità di ascolto da parte della maggioranza non resta che convergere su ipotesi come quelle illustrate dalla collega Calabria che dicono: lo ius soli c’è già nella nostra legislazione, non serve allargarlo, perché così com’è è già sufficientemente ampio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie presidente, oltre ad avere a cuore la buona salute – politica, si intende – dell'onorevole La Russa, assieme ai tanti colleghi di Forza Italia che sono intervenuti, io inviterei seriamente i parlamentari della maggioranza pro tempore a considerare questo emendamento, perché è un emendamento chirurgico, sana i difetti principali di questa norma.
  Li sana con un emendamento molto semplice; rimedia a errori gravi che voi state facendo – anch'io voglio ridirlo – senza pubblicità, senza clamore, come se vi vergognaste di una norma che sapete essere invisa anche a buona parte dei vostri elettori che, per esempio, vivono nelle periferie delle nostre città. Quindi, da Pag. 71questo punto di vista – e chiudo – l'invito è semmai a rendere efficiente l'azione del Ministero dell'interno, perché troppe volte – questo sì – la legge attualmente vigente non viene rispettata nei tempi e lasciamo degli aspiranti cittadini italiani in un limbo nel quale non meritano di stare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Grazie, Presidente. Naturalmente sosteniamo il lavoro che ha fatto la nostra relatrice in Commissione e in Aula. Siamo veramente favorevoli a questo emendamento, perché, come ha detto bene il collega Palmieri, risolve le tante contraddizioni di questa legge, di quella che volete fare voi, alla chetichella e di nascosto. Voi prevedete che chi ottiene la cittadinanza italiana secondo i vostri criteri scellerati di ius culturae poi possa, entro due anni da quando ha compiuto la maggiore età, potervi rinunciare: peccato che magari la legge sulla cittadinanza dello Stato da cui venivano non prevede il fatto che la possano riacquistare. Quindi, noi mettiamo le persone nell'impossibilità tecnica, dal punto di vista legislativo, di potere eventualmente riacquisire la cittadinanza dallo Stato da cui provenivano, altro motivo per cui questa legge è assolutamente sbagliata e non va votata.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Intervengo solamente per precisare quanto è stato detto poc'anzi. Era stato contestato che un emendamento conteneva l'organizzazione di una cerimonia per la consegna simbolica dell'attestato di idoneità all'acquisizione della cittadinanza italiana, che è stato definito «ridicolo». Vorrei solamente chiarire che non è stato detto dagli «amici della sinistra», in quanto è stato detto dal sottoscritto, del MoVimento 5 Stelle, quindi non siamo né amici né di sinistra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  IGNAZIO LA RUSSA. Hai ragione ! Hai ragione !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calabria 1.59, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Tripiedi, Ravetto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  410   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
  46    
    Hanno votato
no  364).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario, il deputato Martinelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mucci 1.301.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, io non penso di avere la verità in tasca in merito a questo tema: se si parla di cittadinanza è difficile creare una linea di demarcazione per definire chi si merita o meno la cittadinanza, anche a fronte di storie e contesti profondamente differenti. E, allora, mi sono posta alcune domande tra le quali: quanto serve effettivamente affinché cultura, stili di vita e modelli Pag. 72diventino parte integrante di una persona ? Quali sono i valori condivisi e che cosa ci unisce ?
  Vorrei ricordare a quest'Aula che i cittadini italiani non sono solo quelli che vivono in Italia, ma sono anche i sammarinesi, gli istriani, i dalmati, ticinesi, afro-americani ed australiani, ed i loro discendenti: coloro che hanno sì una discendenza italiana, ma anche coloro che non hanno una discendenza italiana ma hanno abbracciato valori, stili di vita e modelli condivisi. Hanno cittadinanze diverse, parlano potenzialmente lingue diverse, vengono da mondi anche profondamente lontani gli uni dagli altri, culturalmente e geograficamente, ma sentono allo stesso modo.
  È questo sentire comune che io intendo per cittadinanza, Presidente, ed è questo che ho cercato di porre nei miei emendamenti, conscia che, comunque sia, nessuno ha la verità in tasca su questo tema, ed è sempre difficile cercare di capire appunto a chi è possibile attribuire la cittadinanza, proprio perché lo sente da dentro e proprio perché lo vuole profondamente. Ma basandomi anche su normative di altri Stati, come quello francese, per il quale è francese il figlio di una coppia in cui almeno uno dei due sia francese, o almeno uno dei due genitori è nato in Francia; lo stesso per la Germania, ed in Spagna se uno dei due genitori è nato in Spagna.
  Mi sono quindi ispirato anche ad altre legislazioni, conscia del fatto che, comunque sia, non ho una soluzione che credo sia quella più consona per tracciare una linea, che però il legislatore deve prendersi la responsabilità di tracciare. E con questo emendamento mi sono ispirata in particolare alla legge di cui abbiamo parlato anche poco fa, ovvero la legislazione che c’è in Germania tuttora.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario di Forza Italia a questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mucci 1.301, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Biasotti, Colletti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  388   
   Votanti  335   
   Astenuti   53   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato
 7    
    Hanno votato
no  328).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.600 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e Governo, mentre si rimettono all'Aula i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Patriarca, Manzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  390   
   Votanti  341   
   Astenuti   49   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato
 317    
    Hanno votato
no   24).    

  (I deputati Borghesi e Marantelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantino 1.304.Pag. 73
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, con questo emendamento noi chiediamo che venga ripristinata la formulazione originaria del testo base che è arrivato in Commissione sulla parte relativa all'assegnazione della cittadinanza. Inizialmente infatti il testo recitava che avevano diritto a diventare cittadini italiani i bambini con almeno uno dei genitori residente legalmente in Italia da cinque anni consecutivi, che come vedete è anche il testo del nostro emendamento.
  Sia chiaro, in realtà nella nostra proposta di legge i tempi erano ulteriormente ridotti, facevano riferimento ad un anno di permanenza in Italia, ma abbiamo accettato questa riformulazione del testo base perché ci sembrava comunque che fosse utile per riuscire ad andare avanti nella formulazione del provvedimento. Purtroppo, non l'ha accettata il ministro dell'interno Alfano, il vero responsabile del peggioramento di questo provvedimento. Tramite l'emendamento di Dorina Bianchi si è modificato il testo chiedendo che uno dei genitori sia in possesso del permesso di soggiorno Ue di lungo periodo. Questa richiesta, un compromesso al ribasso che il Partito Democratico ha deciso di condividere con la propria maggioranza, è a nostro avviso una fonte di discriminazione tra minori.
  Come sapete bene, la carta di soggiorno di lungo periodo necessità di alcuni requisiti molto stringenti: standard linguistici, standard abitativi, standard reddituali. Ed è soprattutto su questo punto che voglio porre l'accento. Noi stiamo mandando un segnale drammatico ai bambini. Dico ai bambini perché dobbiamo tenere conto che questo provvedimento, non bisogna dimenticarlo, è indirizzato a loro e non ai loro genitori. Stiamo dicendo loro che, se i loro papà e la loro mamma sono in una condizione economica buona, allora c’è la possibilità di diventare cittadini italiani; ai bambini poveri viene invece detto che questa possibilità non ce l'hanno.
  Una legge che doveva servire a ridurre le disuguaglianze ne crea invece di nuove. Questo purtroppo è il frutto avvelenato di una alleanza di governo che non funziona, che puntualmente in tema di diritti fa venire fuori in maniera netta le contraddizioni. Noi, però, non ci rassegniamo e pensiamo che anche il Partito Democratico dovrebbe riparare a questo torto fatto ai danni dei bambini. Abbiamo la possibilità, attraverso questo emendamento, di ritornare ad una legge giusta che in tanti aspettano. Chiedo al Partito Democratico di non commettere l'errore per equilibri interni di lasciare disattese queste aspettative. Non è questo il momento di fare passi indietro. Voi oggi avete la possibilità con questo emendamento di ritornare alla vostra idea – perché nel testo base questa è la formulazione che avete presentato voi, come Partito Democratico – alla vostra idea originaria di cittadinanza. Lo dovete alla vostra cultura politica, lo dovete ai vostri elettori e soprattutto a quei bambini che, forse, proprio perché poveri sono più bisognosi di vedersi riconosciuto questo diritto. Non cedete per favore all'arretratezza di un centrodestra che ormai non ha veramente più niente da rivendicare se non dei beceri elementi identitari ed ideologici (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà – Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Deduco che non si accetti l'invito al ritiro, onorevole Costantino, quindi lo poniamo in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 1.304, con il parere contrario della Commissione e del Governo Pag. 74e di entrambe i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Fanucci, Pastorino, Lavagno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  384   
   Votanti  378   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  25    
    Hanno votato
no  353).    

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, io ho apprezzato il fatto che lei, da Vicepresidente della Camera abbia prima giustamente difeso il Presidente quando qualcuno ha detto che è una persona incapace. Le chiedo, perché non ne ho la certezza: è lecito dire che chi sostiene opinioni diverse sia becero (Commenti) ? Può darsi... sì...la destra, beceri, va bene. Ma io non sono offeso, volevo solo sottolineare che, se chi ha votato contro è becero, erano beceri anche tutti quelli che hanno votato in maniera difforme all'emendamento della collega, cioè oltre il 95 per cento dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mucci 1.305, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Alberti, Segoni, Parisi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  395   
   Votanti  384   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
 8    
    Hanno votato
no  376).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.602 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, mentre il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Binetti, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  392   
   Votanti  364   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
 362    
    Hanno votato
no    2).    

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento La Marca 1.360.

  FRANCESCA LA MARCA. Signor Presidente, comprendo le ragioni che inducono la relatrice e il rappresentante del Governo a chiedere il ritiro degli emendamenti che non hanno una diretta attinenza con il testo al nostro esame.
  Voglio aggiungere, anche a nome dei colleghi eletti all'estero del gruppo PD, Fedi, Portas, Farina, Garavini e Tacconi, che il passo in avanti che si cerca di fare in questa direzione rappresenta un atto di civiltà e di solidarietà umana atteso da Pag. 75tempo, che ci mette finalmente al passo con i Paesi più avanzati e consapevoli sul piano dei diritti civili. Lo dico da cittadina italiana e da cittadina canadese che, attraverso la sua esperienza personale, ha potuto constatare quanto sia importante l'acquisto della cittadinanza per integrarsi positivamente nel Paese di insediamento.
  Consentiteci, tuttavia, anche di esprimere il nostro rammarico per il fatto che non si sia potuta cogliere questa occasione per affrontare questioni altrettanto urgenti riguardanti gli italiani all'estero che da tempo aspettano un'equilibrata e giusta soluzione. Ci riferiamo al recupero della cittadinanza da parte della donna che l'ha persa, avendo sposato uno straniero prima dell'entrata in vigore della Costituzione e che, dunque, non l'ha potuta trasmettere ai suoi figli. Ci riferiamo all'attesa di chi è nato in Italia e che, dopo essere immigrato, ha perso la cittadinanza, perché ha dovuto assumere, per ragioni di lavoro e di vita, la cittadinanza del Paese di residenza e oggi aspirerebbe a riacquisirla per una scelta identitaria e morale, non per interessi materiali. Ci riferiamo, ancora, ai discendenti degli abitanti dell'ex Impero austro-ungarico, che non possono più presentare la domanda di riacquisto prevista dalla legge n. 379 del 2000 perché i termini sono chiusi dal 2010.
  Sappiamo che c’è una disponibilità della maggioranza a cercare una soluzione concreta a questi problemi in un momento ed eventualmente in una sede diversa.
  Mi riferisco al fatto che in Senato è in stato avanzato l'esame di un provvedimento che riguarda diversi aspetti della cittadinanza degli italiani all'estero. Bene ! Di questo prendiamo atto, con la speranza che il Parlamento e il Governo, dopo quello di oggi, facciano altri passi in avanti anche in questa direzione.
  Per questi motivi annunciamo il ritiro degli emendamenti La Marca 1.360, Fedi 1.361, a pagina 49, e Porta 1.362, a pagina 57 del fascicolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Bueno 1.76.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, sono io che ho un elenco sbagliato o ha saltato il mio emendamento 1.3 ?

  PRESIDENTE. A che pagina è questo emendamento ?

  IGNAZIO LA RUSSA. È la stessa dell'emendamento Bueno 1.76.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, abbia pazienza. Siamo a pagina 29 del fascicolo. Stiamo affrontando l'emendamento Bueno 1.76.

  IGNAZIO LA RUSSA. Mi scusi, Presidente: qual è l'emendamento precedente ?

  PRESIDENTE. È l'emendamento La Marca 1.360. L'onorevole La Marca è intervenuta motivando il ritiro del suo emendamento.

  IGNAZIO LA RUSSA. Nel mio fascicolo è prima.

  PRESIDENTE. Ma è stato ritirato !

  IGNAZIO LA RUSSA. Va bene, Presidente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Grazie, Presidente. Prendiamo atto che questo Parlamento è disponibile a dare la cittadinanza italiana praticamente a chiunque, ma ha già cittadini italiani che, per motivi di legislazione straniera, l'hanno dovuta perdere e non si possono riaprire i termini per poterla riacquistare. Quindi, questo è un atto di grave discriminazione.
  Dispiace che ancora una volta il Partito Democratico, dopo avere fatto tante chiacchiere in campagna elettorale, quando si Pag. 76arriva al dunque, a votare questo emendamento, naturalmente sparisce. Mi riferisco ai colleghi eletti all'estero, che hanno fatto un'intera campagna elettorale prendendo in giro decine di migliaia di ex cittadini italiani che, ahimè, non hanno potuto riacquisire la cittadinanza e, ancora una volta, si perde questa occasione. Avete truffato i vostri elettori.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo solo per modificare il parere da contrario a favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bueno 1.76, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Nel frattempo avverto che anche il gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi costante, la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.
  Che succede ? Di Battista non riesce a votare e anche Frusone; perfetto. Brignone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  396   
   Votanti  332   
   Astenuti   64   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato
  52    
    Hanno votato
no  280).    

  (Il deputato Zolezzi ha segnalato che ha erroneamente votato a favore, mentre avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento La Russa 1.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, avevo chiesto di parlare !

  PRESIDENTE. Presidente La Russa, non funziona così. Adesso siamo in votazione.
  Ci sono colleghi che non riescono a votare ? Stella Bianchi.

  IGNAZIO LA RUSSA. Ma perché non mi ha fatto parlare, Presidente ?

  PRESIDENTE. Perché non l'ha chiesto. Io ho aperto la votazione e lei, ancora una volta, dopo che la votazione era aperta mi ha chiesto di parlare. Paris... Comunque, avrà modo, presidente La Russa, di intervenire su altri emendamenti. Palma...

  IGNAZIO LA RUSSA. Va bene, non mi arrabbio, Presidente (Si leva in piedi e indossa un bavaglio).

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, per piacere, su !
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  403   
   Votanti  401   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
  47    
    Hanno votato
no  354).    

Pag. 77

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Matteo Bragantini 1.308.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa (Il deputato La Russa indossa un bavaglio). Onorevole La Russa, apprezziamo la teatralità... Prego. Se non intende intervenire, la ringrazio.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente (Commenti),... Non l'ho rubato, collega, era qui ! La collega ha detto: «ha rubato un tovagliolo». E madonna ! Ha rubato un tovagliolo ! Allora, glielo restituisco.

  PRESIDENTE. No, ecco, non vorrei che poi arrivassero alcuni a denunciarlo...

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, dopo questo suo atto di assoluta indisponibilità – non credo che fosse ostruzionismo aver alzato la mano non appena lei ha finito di parlare –, credo veramente che, a questo punto, ed ecco perché il simbolico bavaglio...

  PRESIDENTE. Sì, sì, onorevole La Russa, è chiaro...

  IGNAZIO LA RUSSA. ... io abbandono l'Aula (Applausi polemici). Credo che nessuno si dorrà di questo fatto, ma non intendo, con la mia presenza, avallare oltre un sistema che mi pare assolutamente inadeguato – Presidente, mi lasci finire l'intervento – all'importanza di questo provvedimento.
  Stiamo parlando non di una legge qualunque. L'emendamento che lei non mi ha dato la possibilità di commentare, ancora una volta, non era pregiudizialmente contrario al testo, ma cercava di migliorarlo, come tutti i pochissimi emendamenti che noi abbiamo presentato: quattro emendamenti, quattro ! Dicesi quattro emendamenti ! Non 4 mila o 4 milioni ! Tutti con il tentativo di migliorare questo provvedimento che state facendo !
  Se non si può neanche intervenire su uno dei quattro emendamenti che abbiamo presentato – e lei, Presidente, sa come io la stimi, ma, si è lasciato troppo prendere dal ruolo: evidentemente, sente forte la presenza di chi è sopra di lei –, se questo è il modo di condurre la discussione di questo provvedimento, io sono costretto – non conterà nulla, ma lasciate che ciascuno faccia i gesti simbolici che ritiene –, a considerarmi privato del diritto della parola e ad abbandonare quest'Aula. La ringrazio (Applausi polemici).

  PRESIDENTE. La ringrazio, presidente La Russa. Come lei sa bene, nella sua teatralità, la Presidenza non toglie la parola a nessuno, ma giacché, per la seconda volta, lei mi ha chiesto la parola a votazione già aperta, io ho inteso, anche per rispetto dei colleghi che stanno votando, non interrompere di nuovo la votazione.
  Poi lei è libero di lasciare l'Aula o di rimanere, ma nessuno la sta cacciando via.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Sì, solo per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, dal momento che sono gli unici due emendamenti che ho potuto segnalare su sei, almeno sul mio emendamento chiedo di potere intervenire un minuto.
  Veramente, non comprendo il perché dell'opposizione da parte della maggioranza. Questo è un emendamento veramente di buonsenso e, come ho già spiegato anche precedentemente, va a fermare tutte le possibilità di abuso che permette questa norma.
  Dunque, va benissimo, come avete detto voi, che un cittadino che nasce in Italia possa richiedere la cittadinanza o meglio che la richiedano i suoi legali rappresentanti quando è ancora minore, ma noi chiediamo che la cittadinanza venga acquisita definitivamente all'età di 18 anni. Parlando e facendo anche discussioni con Pag. 78vari sindacati e anche con stranieri o ex-stranieri che adesso sono cittadini italiani, essi hanno ritenuto valida questa osservazione.
  Dunque, semplicemente si va a fermare la possibilità di quell'islamico o di quell’imam islamico fondamentalista di arrivare in Italia e, sapendo di potere essere espulso, di sposare una connazionale che è qui già da 5 anni, mettere incinta sua moglie (tanto si sa che rispetto abbiano questi personaggi per le donne) e dopo utilizzare il figlio semplicemente per rimanere in Italia e continuare la sua propaganda di odio contro le altre persone, quella propaganda verso la civiltà che nei secoli siamo riusciti ad ottenere.
  Quindi, veramente, non stiamo scardinando questa proposta, stiamo semplicemente dicendo: benissimo tutte queste difficoltà... anche perché, ricordiamoci un'unica cosa: un minore sotto i 18 anni ha tutti i diritti e i doveri.
  L'unica problematica riguardava i campionati sportivi e l'abbiamo già risolta con un'altra legge.
  Dunque, riusciamo a risolvere lo stesso il problema di dare loro la cittadinanza, però a diciotto anni, in modo che non si porti dietro il padre o la madre, che magari non hanno il diritto di rimanere sul nostro territorio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 1.308, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi, De Maria, Carloni, Piepoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  398   
   Votanti  392   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  46    
    Hanno votato
no  346).    

  (La deputata Schirò ha segnalato che non è riuscita a votare. Il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.603 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e sul quale i relatori di minoranza si sono rimessi all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  397   
   Votanti  356   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
 348    
    Hanno votato
no    8).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento La Russa 1.104, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  398   
   Votanti  390   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
  50    
    Hanno votato
no  340).    

Pag. 79

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento La Russa 1.114, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Martinelli, Carinelli, Tripiedi, Baroni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  398   
   Votanti  392   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  47    
    Hanno votato
no  345).    

  (Il deputato Romanini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mucci 1.321.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente, in due nanosecondi spiego questo emendamento.
  Io abbasso la soglia dei dodici anni in funzione della quale, con un ciclo di studi e almeno cinque anni di frequenza delle scuole e un ciclo appunto concluso positivamente, si acquisisce la cittadinanza, perché non sono convinta che, se un bambino arriva qui a undici anni, in cinque anni, se proveniente da culture profondamente diverse dalle nostre, possa integrarsi e quindi gli si possa attribuire la cittadinanza. Per cui, abbasso questa soglia agli otto anni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Grazie, Presidente. Dal momento che abbiamo un po’ di tempo, interveniamo su un po’ di emendamenti, tanto gli aerei ormai sono quelli delle 21.
  Allora, vorrei dire che su questo emendamento siamo favorevoli, almeno perché va a ridurre il danno.
  Riteniamo che un bambino che arrivi a undici anni e che abbia già fatto un percorso scolastico nel suo Paese d'origine, non riesca in soli cinque anni ad integrarsi in una maniera adeguata e necessaria ad avere la cittadinanza.
  Dunque, riteniamo che l'età giusta sia quella di otto anni, in modo che possa fare almeno una parte delle scuole primarie e secondarie e in modo che possa veramente conoscere la nostra cultura, le nostre culture, e riuscire veramente ad integrarsi. A mio avviso, poi, un'altra problematica è capire se – e qui, nella legge, ho visto che non è specificato – si prevede che l'arrivo sia da clandestino o in altra maniera. Dunque, se uno arriva all'età di 11 anni e mezzo, 12 anni e qualche mese, da clandestino, dobbiamo fare altre valutazioni. Magari è scappato di casa, magari qualche Paese straniero, come è già successo, ci accusa di tenere i minori in Italia contro la volontà dei loro genitori, e dunque dovremmo veramente valutare in maniera positiva questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mucci 1.321, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zan...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  377   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
  31    
    Hanno votato
no  346).    

Pag. 80

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mucci 1.322.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento pongo l'accento su un problema che potrebbe verificarsi, problema tra virgolette. La normativa dice che un ragazzo che arriva entro i 12 anni, che ha frequentato regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno cinque anni, uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione, completando positivamente almeno un ciclo, ha diritto alla cittadinanza. Ora, mettiamo il caso che un ragazzino arrivi in Italia a nove anni: è in seconda elementare, se non erro.
  Fa gli ultimi due anni di ciclo elementare, dopodiché completa positivamente tre anni di scuola media, e siamo a cinque anni. Per non dover completare il ciclo della scuola dell'obbligo e volendo, comunque, la cittadinanza, la richiede a 17 anni, non completando, quindi, il ciclo di scuola che è obbligatorio per tutti i cittadini italiani. Ritengo che si sarebbe dovuto inserire nella norma almeno il completamento della scuola dell'obbligo, visto che, comunque, la tendenza è quella di volere la cittadinanza italiana e che questo è un obbligo per un cittadino italiano. Questa è la motivazione per l'emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mucci 1.322, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Antimo Cesaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  397   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
  51    
    Hanno votato
no  346).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Calabria 1.116.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabria. Ne ha facoltà.

  ANNAGRAZIA CALABRIA. Grazie, Presidente. Questo emendamento è volto ad introdurre, sostanzialmente, una modifica rispetto allo ius culturae così come proposto dalla Commissione e dal Comitato dei nove, perché, infatti, noi vogliamo introdurre la conclusione del corso di istruzione primaria o secondaria di primo grado o superiore presso istituti scolastici e, in seconda battuta, il principio della residenza e del soggiorno legale per il genitore.
  Signor Presidente, per noi la scuola è un corpo sociale, uno snodo prezioso, capace di unire e di trasformare. Infatti, è fondamentale per noi, ai fini di un'integrazione culturale del minore straniero, portare a termine i cicli scolastici che si frequentano, con l'acquisizione non solo della conoscenza della lingua, ma anche di elementi storici e culturali in generale.
  Noi abbiamo voluto fare della ius culturae il nostro punto qualificante, rispetto alla posizione di Forza Italia, e l'abbiamo fatto non comprendendo fino in fondo la modifica che ha voluto proporre la relatrice Fabbri al nostro emendamento. Infatti, non abbiamo accettato la riformulazione proposta, perché non capiamo, fino in fondo, come mai si debba prevedere la conclusione del ciclo scolastico di scuola primaria e non anche quello di scuola secondaria. La riteniamo una previsione priva di senso ed esortiamo, ancora una volta, la relatrice a spiegarci il motivo di questa esclusione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

Pag. 81

  ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Con questo intervento voglio sostenere quanto ha appena affermato l'onorevole Calabria. Per noi la scuola ha un ruolo fondamentale per l'integrazione di tutti quelli che sono i nostri ragazzi, i ragazzi normodotati, i ragazzi diversamente abili e anche i ragazzi migranti. Noi sappiamo che all'interno delle scuole, quando ci arriva un ragazzo, viene inserito nella classe dell'età anagrafica, o nella classe di un anno inferiore e, quindi, riteniamo che tutto ciò sia estremamente importante, proprio perché nelle scuole si mettono in atto, grazie all'autonomia, dei progetti di integrazione per favorire l'inserimento di questi ragazzi attraverso il conseguimento di obiettivi e di un percorso personalizzato che permetta agli studenti non solo di arrivare con la frequenza al termine dell'anno scolastico, ma anche di conseguire, grazie proprio a questi progetti di integrazione, anche un titolo di studio. Per cui noi riteniamo importantissimo il fatto che i ragazzi stranieri, che sono inseriti all'interno delle nostre classi, possano completare il ciclo di studi scolastico conseguendo un diploma. Questo vale anche per i ragazzi di cittadinanza straniera che nascono in Italia. Questo perché è importante non solo apprendere la nostra lingua, che ovviamente chi nasce in Italia conosce già, ma anche apprendere quella che è la cultura e la civiltà del nostro Paese.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calabria 1.116, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Invernizzi, Grassi, Di Battista...voti con le dita onorevole Di Battista.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  384   
   Votanti  378   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  45    
    Hanno votato
no  333).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Calabria 1.324.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabria. Ne ha facoltà.

  ANNAGRAZIA CALABRIA. Presidente, questo emendamento si riallaccia a quello precedente, l'emendamento 1.116, a mia firma, e vuole ancora una volta sottolineare quanto per noi sia importante la conclusione del ciclo scolastico primario o secondario, come ha rilevato la mia collega Centemero, perché per noi non basta la semplice frequenza del corso, ma conta anche il conseguimento del titolo. Conta in virtù del fatto che per noi il merito è sempre stato una bandiera e un principio da seguire e perché siamo contrari, fermamente contrari, a quella sorta di appiattimento culturale che ci vuole tutti uguali spesso invocato dal centrosinistra.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calabria 1.324, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nel frattempo avverto che la componente Alternativa Libera del gruppo Misto ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza, come da prassi costante, concede un terzo aggiuntivo di tempi.
  Provi a votare onorevole Fanucci non a sbloccarla...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 82

   (Presenti  386   
   Votanti  381   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  290).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 1.323, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giuseppe Guerini, Malisani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  379   
   Votanti  378   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  44    
    Hanno votato
no  334).    

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Santerini 1.320 e Pannarale 1.325, su cui vi è l'invito al ritiro altrimenti, il parere è contrario.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Santerini. Ne ha facoltà.

  MILENA SANTERINI. Grazie Presidente. Ritiriamo il nostro emendamento veramente a malincuore. È un emendamento firmato da tutti i membri della maggioranza della VII Commissione cultura e istruzione e ha veramente a cuore il senso della cittadinanza attraverso la scuola e la cultura.
  Io vorrei dire che oggi si è parlato molto di patria, di nazione e di identità. Tutti abbiamo a cuore un'identità comune, perché una società coesa, concorde, unita, di gruppi e persone che vivono nello stesso territorio, è un valore fondamentale per un Paese. Però la cittadinanza, appunto, non è un'eredità di sangue, non è un privilegio per pochi, non è un premio dato graziosamente a chi lo merita. I guasti del nazionalismo li abbiamo visti per tutto il Novecento, quando abbiamo fatto riferimento alla razza, quando abbiamo fatto riferimento – come ancora oggi purtroppo si sente a proposito dei profughi – ad una presunta omogeneità etnica che non esiste. Esistono popoli plurali, esistono gruppi e persone, che devono e possono vivere insieme nell'unità e nella concordia.
  Per questo crediamo nella scuola, perché la scuola è il luogo, il posto, per capire le differenze e le tante somiglianze per imparare a vivere insieme, per acquisire gli strumenti della cittadinanza, perché la cittadinanza non è un'eredità: è la scelta di ogni giorno, è un progetto di integrazione, è un percorso di integrazione.
  Abbiamo per questo creduto molto alla scuola come via per arrivare alla cittadinanza, ma con quest'emendamento abbiamo chiesto di non vincolare la cittadinanza alla promozione, perché questo non ha nulla a che fare con lo studio, con l'apprendimento, con l'istruzione, con la lingua e con gli strumenti del pensiero critico. Questo ha a che fare con un premio o con un ostacolo in più messo ai ragazzi e ai bambini che vivono qui e che da anni aspettano questa legge. Quindi, non crediamo alla promozione alla classe successiva come una condizione. Non, quindi, un premio al merito, ma il riconoscimento di un percorso di chi vuole, di chi sceglie di vivere qui, di chi sceglie un percorso di integrazione, sceglie di essere italiano e anche di essere un po’ cittadino del mondo.
  Per questo noi, che abbiamo aspettato da tanti anni questa legge, pensiamo che andrebbe e andava non vincolato alla promozione, ma certamente vincolato alla cittadinanza e alla scuola, perché questi bambini e ragazzi, che studiano con noi e vivono con noi, sono già cittadini e lo saranno ancor più se costruiremo con loro le ragioni della vita insieme.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Santerini. Quindi, l'emendamento Santerini 1.320 è ritirato.Pag. 83
  Sull'emendamento Pannarale 1.325, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pannarale, che ne è prima firmataria. Ne ha facoltà.

  ANNALISA PANNARALE. Grazie Presidente, intervengo velocemente. A noi dispiace che le colleghe Santerini e Coscia abbiano alla fine deciso di ritirare il loro emendamento. In Commissione cultura c'era stata una discussione devo dire interessante, sulla quale c'era stata la convergenza di grandi sensibilità rispetto ad un ostacolo posto a bambini della scuola primaria, che francamente sa di punitivo.
  Noi pensiamo che una scuola che sappia capire e accogliere le differenze sia anche una scuola che debba accogliere la complessità dei percorsi individuali.
  E i percorsi individuali sono fatti di fragilità e punti di forza diversi tra bambini, sono fatti di condizioni di partenza culturali, socio-ambientali, che sono tutte diverse le une dalle altre. Io insomma, se volessimo parlare di meritevoli, non so se è più meritevole alla fine un bambino che dall'inizio alla fine dell'anno riesce a mantenere sufficiente il suo rendimento, oppure un bambino che partendo da condizioni complicatissime riesce a sfiorarla, ma con grande impegno e con grandi sforzi, quella sufficienza. Certo faremo affidamento su docenti di scuola primaria che sappiamo essere davvero meritevoli, però una legge, un legislatore, dovrebbe avere il compito di rimuoverle da subito le disparità, quegli ostacoli che sanno di discriminazione. Ma a chi ha voluto con un subemendamento inserire questo ostacolo in più, davvero ho voglia di fare un invito a riflettere rispetto al fatto che si trova addirittura, diciamo così, a deformare quello che è il ruolo eccezionale che ha ancora la scuola pubblica in questo Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Grazie Presidente, più che altro per spiegare l'emendamento precedente che non sono riuscito ad illustrare e non sono neanche riuscito a votare, anche se stavo dicendo che avevo delle difficoltà o stavo arrivando; ovviamente avrei votato a favore. Questo per dire che la maggioranza è stata in questo caso un po’ miope. L'emendamento in questione andava veramente a risolvere una possibile problematica molto grave che gli stessi immigrati, gli stessi richiedenti la cittadinanza hanno ritenuto valida in alcuni dibattiti a cui ho partecipato sulla tematica della cittadinanza e veramente spero che in futuro, magari nel passaggio al Senato, si venga a rimediare a questo errore ricordando appunto che i minori di 18 anni non hanno nessuna differenza per quanto riguarda i diritti tra cittadini e non cittadini. L'unica problematica poteva esserci nello sport, nei campionati, ma l'abbiamo già superata con una legge, che deve essere ancora approvata al Senato; dunque l'unica preoccupazione è che arrivi – e sto chiudendo, datemi cinque secondi, tanto ho cinque minuti in tutto in questo provvedimento – veramente un estremista islamico, sposi una donna già incinta, che però ha il permesso di soggiorno di lunga durata, in modo da avere un figlio che abbia la cittadinanza italiano e dunque non si possa più espellere questa persona.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pannarale 1.325, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  379   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  26    
    Hanno votato
no  353).    

Pag. 84

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Calabria 1.109, con il parere contrario di Commissione e Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente, solo per ribadire quello che ha detto in precedenza l'onorevole Calabria, che Forza Italia è favorevole alla conclusione per quanto riguarda i cicli scolastici, sia il primo che il secondo ciclo scolastico, con ovviamente il conseguimento dei titoli di merito.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calabria 1.109, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brugnerotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  386   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
  50    
    Hanno votato
no  336).    

  Passiamo all'emendamento Carfagna 1.111.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Carfagna 1.111 non accedono all'invito al ritiro. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carfagna 1.111, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale i relatori di minoranza si sono rimessi all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Carinelli, Stella Bianchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  388   
   Votanti  327   
   Astenuti   61   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato
  69    
    Hanno votato
no  258).    

  Gli emendamenti Di Lello 1.150 e 1.151 sono stati ritirati.
  Passiamo all'emendamento Quaranta 1.173.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Quaranta 1.173 non accedono all'invito al ritiro. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 1.173, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  388   
   Votanti  337   
   Astenuti   51   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato
  31    
    Hanno votato
no  306).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calabria 1.153, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giachetti, Blazina...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 85

   (Presenti  391   
   Votanti  382   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
  41    
    Hanno votato
no  341).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carfagna 1.154, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale i relatori di minoranza si sono rimessi all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  385   
   Votanti  326   
   Astenuti   59   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato
  31    
    Hanno votato
no  295).    

  Passiamo all'emendamento Costantino 1.327.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Costantino 1.327 non accedono all'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 1.327, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  385   
   Votanti  376   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
  20    
    Hanno votato
no  356).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.225, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  387   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
  40    
    Hanno votato
no  347).    

  (Le deputate Oliaro e Scuvera hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e dal Governo, mentre i relatori di minoranza si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baruffi... Segoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  388   
   Votanti  330   
   Astenuti   58   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato
 290    
    Hanno votato
no   40).    

  (La deputata Zampa e il deputato Dal Moro hanno segnalato che hanno erroneamente votato contro, mentre avrebbero voluto votare a favore. Il deputato Villarosa Pag. 86ha segnalato che ha erroneamente votato a favore, mentre avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Calabria 1.350.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabria. Ne ha facoltà.

  ANNAGRAZIA CALABRIA. Grazie, signor Presidente. Abbiamo proposto questo emendamento perché intendiamo ribaltare, capovolgere la logica che è stata prevista dalla norma che tutela, anziché il principio della convivenza, il principio della responsabilità genitoriale. Per noi l'integrazione non ci può essere se non c’è convivenza, quindi intendiamo ribadire questo concetto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calabria 1.350, con il parere contrario della Commissione, del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dieni... Milanato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  380   
   Votanti  379   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  46    
    Hanno votato
no  333).    

  (Il deputato Kronbichler ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Piccione 1.351 e Dorina Bianchi 1.352.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabria. Ne ha facoltà.

  ANNAGRAZIA CALABRIA. Intervengo per annunciare il voto favorevole di Forza Italia a questi emendamenti perché si ristabilisce il principio di cui parlavo prima e si va a stravolgere, a cambiare quel passaggio azzardato che andava a tutelare la potestà genitoriale anziché il principio della convivenza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Piccione 1.351 e Dorina Bianchi 1.352, con il parere favorevole della Commissione, del Governo perno e del relatore di minoranza di Fratelli d'Italia e con il parere contrario del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto... Gelmini... Carinelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  383   
   Votanti  326   
   Astenuti   57   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato
 304    
    Hanno votato
no   22).    

  Passiamo all'emendamento Costantino 1.213.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Costantino 1.213 non accedono all'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 1.213, con il parere contrario della Commissione, del Governo e di entrambi i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Constatato il ritmo delle votazioni che si sta prendendo, invito i colleghi a rimanere Pag. 87in aula perché se ad ogni votazione si esce e si rientra dobbiamo aspettare tutti quelli che rientrano.
  Malisani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  378   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  79    
    Hanno votato
no  299).    

  Passiamo all'emendamento Fitzgerald Nissoli 1.180 (Nuova formulazione).
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora sottosegretario, questo emendamento avrebbe permesso il riacquisto della cittadinanza agli italiani all'estero. Mi sembrava che fosse un'iniziativa dovuta, senza colore politico, in grado di mettere d'accordo tutti, una cosa bella che facevamo per l'Italia e per tutti quegli italiani che hanno perduto la cittadinanza in passato, quando hanno cominciato a vivere all'estero, pur essendo italiani fin dalla nascita.
  Questo provvedimento che oggi approviamo dà la cittadinanza ai bambini che nascono in Italia e a quelli che diventano italiani studiando; non c'era momento migliore di questo per ridare la cittadinanza italiana proprio a chi, in Italia, ci è nato. Una parte della maggioranza, purtroppo, ha spinto per stralciare dal testo la norma per migliorare la cittadinanza degli adulti, per fare una legge ad hoc. È un'assunzione di responsabilità che taglia fuori anche gli italiani all'estero che hanno diritto a recuperare la propria cittadinanza perduta per leggi che non ci sono più. Ci rimane la speranza che in Senato otterremo il risultato. Trecentodiciassette colleghi, che profondamente ringrazio per la loro sensibilità, avevano firmato la mia proposta di legge; gli italiani nati in Italia e che hanno perduto la cittadinanza conservano ancora nel loro cuore l'orgoglio e l'amore per la nostra patria e sono i migliori ambasciatori nel mondo del nostro italian style.
  Ritirerò con molto rammarico l'emendamento, dando ancora una volta la mia piena fiducia al Governo e chiedo di dare un chiarissimo segnale in tal senso, accogliendo senza esitazioni l'ordine del giorno che presenterò e in cui impegnerò il Governo a ridare la cittadinanza italiana a chi italiano è per nascita. Dobbiamo fare presto; in fondo come italiani dovremmo tutti tenerci e anche volerci bene (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia - Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gitti. Ne ha facoltà.

  GREGORIO GITTI. Grazie Presidente, intervengo solo per dire che apprezzo molto le dichiarazioni dell'onorevole Fitzgerald Nissoli, con lei avevo cofirmato questo emendamento; avrei anche votato a favore per coerenza, in dissenso dal mio gruppo. Invito, quindi, il mio gruppo ad un ulteriore riflessione, come diceva Fitzgerald Nissoli, nell'altro ramo del Parlamento.

  PRESIDENTE. L'emendamento, pur tuttavia, a questo punto, risultando ritirato, non viene messo in discussione. Così come è stato ritirato, se non ho capito male, anche l'emendamento Fedi 1.361 da parte dell'onorevole La Marca, nel corso dell'intervento precedente.
  Quindi, dovremmo passare all'emendamento Marazziti 1.178 su cui pure c’è un invito al ritiro.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento.

  MARIO MARAZZITI. Grazie Presidente, sì, accolgo la richiesta di ritiro di questo emendamento e prendendo la parola, oggi, per l'unica volta su un tema così importante, dopo aver ascoltato tanti colleghi, mi preme di dire a quanti si sono opposti fino adesso che qui si è chiarissimamente visto che sono di fronte due idee e due Italie. Tanti colleghi, che sono profondamente contro questa legge sulla Pag. 88cittadinanza ai bambini figli di immigrati o che studiano in Italia, pensano che sia meglio un'Italia tutta bianca, tutta piccola, tutta spaventata, tutta in declino e che vede molti nemici tutti attorno, che non ha paura del proprio timore di vedere dovunque capri espiatori, stanca, invecchiata, un'Italia che ha paura pure dei bambini che tifano Higuaìn, Buffon, Totti.
  C’è anche un'Italia – è l'Italia che ha lavorato per questa proposta di legge per la cittadinanza, e ringrazio tutti quelli che hanno presentato provvedimenti in tal senso e il lavoro estremamente importante della relatrice – che sa che i muri creano vittime, che non ha paura di essere plurale, che non ha paura di essere un'Italia forte, perché chi ha paura di dare la cittadinanza è perché è insicuro di essere italiano (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  MARIO MARAZZITI. Un'Italia forte che con la sua cultura crea italiani, che con il suo stile di vita crea italiani. Questi bambini – la legge sulla cittadinanza dei bambini – sono già italiani, lo sono da anni, semplicemente questo Parlamento, oggi, renderà legge nei prossimi giorni, mi auguro, settimane, un diritto che è già acquisito.
  È un'Italia cieca, è un'Italia che cerca di guardare. Allora, questa legge – vorrei dire a chi ci ascolta – crea sicurezza, perché crea una generazione ponte. Non posso non ricordare quando, per la prima volta, si è parlato di ius culturae, nel 2004, per un progetto di legge preparato dal sottoscritto assieme alla comunità di Sant'Egidio e accompagnato da manifestazioni popolari di bambini d'Italia. Quella proposta di legge introduceva un concetto molto semplice, in un tempo in cui i minori nati in Italia o arrivati in Italia erano appena più di 300 mila: introduceva il concetto che l'Italia sa vivere, controllare i processi, sa non avere paura dell'invasione – che invasione non c’è –, sa fare di chi arriva in Italia i nuovi italiani e un passaggio per il futuro. La nostra cultura, la nostra identità italiana è una cosa seria, non è una di quelle cose da burletta di chi ha paura di chi arriva e sposa un'italiana e magari questa italiana resta incinta e così via (Commenti). È una cosa molto seria.

  PRESIDENTE. Per favore, colleghi ! Mi perdoni, onorevole Marazziti. Onorevole Marazziti, mi perdoni un istante. Colleghi, l'onorevole Marazziti ha cinque minuti di tempo, anche per motivare il ritiro del suo emendamento. Poi, è evidente che magari la situazione rischia di essere paradossale per cui si parla più degli emendamenti ritirati che non di quelli che si votano, però è facoltà dell'onorevole Marazziti poter fare il suo intervento, e dovrebbe farlo in una condizione decente. Quindi, siccome quando parlate voi non ci sono interruzioni, cerchiamo di avere lo stesso rispetto anche per gli altri. Prego, onorevole.

  MARIO MARAZZITI. La ringrazio ancora, Presidente. Allora, io credo sia un passaggio di cui non abbiamo paura. Abbiamo ascoltato: «volete approvare questa legge in sordina». No, mi assumo con grande orgoglio, con tanti in quest'Aula, la responsabilità di aver lavorato per almeno undici anni di dibattito culturale, civile e politico per arrivare a questo punto, che è un punto di svolta. Lo facciamo con modestia. Non ci dobbiamo assumere chissà che meriti, ma sicuramente ce ne assumiamo la responsabilità. Non è in sordina ed è un punto di svolta. Allora credo sarebbe stato assolutamente più utile al Paese utilizzare questa occasione anche per approvare la parte sugli adulti e per regolarizzare, europeizzare la nostra legge di cittadinanza anche per la parte degli adulti immigrati. Non è stato così perché una parte della nostra maggioranza ha ritenuto di dover rimandare. Ma per portare a casa questo importante risultato, con responsabilità abbiamo accettato di portare avanti la legge sulla cittadinanza. Concludo dicendo che manca una cosa: Pag. 89dovremmo trovare il modo per riconoscere questo diritto anche a quei bambini nati in un altro Paese, portati in Italia perché adottabili, rifiutati dalle famiglie e che rimangono in Italia, negli istituti e nelle case famiglia, che dovrebbero avere almeno un percorso privilegiato; sradicati lì e non ancora italiani qui (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia - Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Prendo atto quindi che l'emendamento è ritirato.
  Passiamo all'emendamento Quaranta 1.205.
  Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dalla relatrice di maggioranza.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 1.205, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, Abrignani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  362   
   Votanti  314   
   Astenuti   48   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato
  21    
    Hanno votato
no  293).    

  (La deputata Sgambato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dorina Bianchi 1.353.
  Chiedo alla presentatrice se accetti la riformulazione proposta dalla relatrice per la maggioranza.

  DORINA BIANCHI. Sì, Presidente, accetto la riformulazione.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dorina Bianchi 1.353, come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e il parere contrario dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  367   
   Votanti  364   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
 259    
    Hanno votato
no  105).    

  (I deputati Allasia e Guidesi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Il deputato Cristian Iannuzzi ha segnalato che ha erroneamente votato a favore, mentre avrebbe voluto votare contro).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Beni 1.354.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'emendamento Beni 1.354.

  PAOLO BENI. Signor Presidente, la accettiamo.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Taricco. Ne ha facoltà.

  MINO TARICCO. Signor Presidente, chiedo solo, con il consenso dei presentatori, di apporre la mia firma.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 90
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beni 1.354, nel testo riformulato, con il parere favorevole di Commissione e Governo, mentre entrambi i relatori di minoranza si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cani, Segoni, Berlinghieri, Occhiuto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  371   
   Votanti  305   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato
 283    
    Hanno votato
no   22).    

  Avverto che l'emendamento Cinzia Maria Fontana 1.355 risulta assorbito dall'approvazione dell'emendamento Beni 1.354, nel testo riformulato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.701, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo, mentre i relatori di minoranza si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casellato, Kronbichler, Cristian Iannuzzi, Amoddio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  374   
   Votanti  317   
   Astenuti   57   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato
 299    
    Hanno votato
no   18).    

  Ricordo che l'emendamento Porta 1.362 è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli,...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  371   
   Votanti  313   
   Astenuti   58   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
 274    
    Hanno votato
no   39).    

  Passiamo all'articolo aggiuntivo Bueno 1.05 a pagina 68. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bueno 1.05, con il parere contrario di Commissione e Governo, mentre i relatori di minoranza si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  367   
   Votanti  344   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
  13    
    Hanno votato
no  331).    

  (Il deputato Parentela ha segnalato che si è erroneamente astenuto, mentre avrebbe voluto votare contro).

Pag. 91

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 9-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 9-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice per la maggioranza e il relatore di minoranza Invernizzi ad esprimere i pareri.

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Sull'emendamento D'Alia 2.22 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Sull'emendamento D'Alia 2.22 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Sull'emendamento D'Alia 2.310 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro o altrimenti parere contrario.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 2.600 della Commissione ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere favorevole.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Quaranta 2.24, a pagina 72 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro altrimenti parere contrario.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento D'Alia 2.312 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro o altrimenti parere contrario.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento D'Alia 2.309 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro o altrimenti parere contrario.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Quaranta 2.20 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro o altrimenti parere contrario.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Costantino 2.25 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro altrimenti parere contrario.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ora ai pareri sugli articoli aggiuntivi.
  Qual è il parere dei relatori sull'articolo aggiuntivo 2.0600 della Commissione ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere favorevole.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

Pag. 92

  PRESIDENTE. Anche se sarebbe assorbito da un'eventuale votazione, datemi il parere anche sull'articolo aggiuntivo Marazziti 2.010.

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. In effetti, vi è un invito al ritiro in quanto è ricompreso dal precedente articolo aggiuntivo della Commissione.

  PRESIDENTE. Onorevole Invernizzi ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo Gigli 2.012 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Vi è un invito al ritiro in quanto il tema delle disposizioni transitorie viene affrontato e assorbito dal successivo articolo aggiuntivo Dorina Bianchi 2.014.

  PRESIDENTE. Relatore di minoranza del gruppo della Lega ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Gigli 2.013 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro per lo stesso motivo, in quanto assorbito dalla proposta emendativa su cui si è espresso parere favorevole.

  PRESIDENTE. Relatore di minoranza del gruppo della Lega ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Beni 2.017 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro in quanto il tema è affrontato nella proposta emendativa cui si è dato parere favorevole, Dorina Bianchi 2.014.

  PRESIDENTE. Relatore di minoranza del gruppo della Lega ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Chaouki 2.015 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Sempre invito al ritiro in quanto verrà assorbito.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Beni 2.016 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro in quanto verrà assorbito.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Giorgis 2.018 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro in quanto verrà assorbito.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo al subemendamento della Commissione 0.2.014.600.

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere favorevole nella nuova formulazione.

  PRESIDENTE. Quindi vi è una nuova formulazione, che è in distribuzione. Relatore di minoranza del gruppo della Lega ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

Pag. 93

  PRESIDENTE. Dorina Bianchi 2.014 ?

  MARILENA FABBRI, Relatrice per la maggioranza. Parere favorevole.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Avverto che tutti gli emendamenti a prima firma dell'onorevole D'Alia sono stati ritirati dal presentatore. Ovviamente, se vi sono altre intenzioni di ritiro, possono essere nel frattempo comunicate alla Presidenza.
  Chiedo ora al Governo di esprimere il parere sulle proposte emendative.

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è conforme a quello della relatrice per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.600 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abrignani, D'Incà, Segoni, rimaniamo ai posti se possibile...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  342   
   Votanti  256   
   Astenuti   86   
   Maggioranza  129   
    Hanno votato
 249    
    Hanno votato
no    7).    

  (La deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Quaranta 2.24 non accedono all'invito al ritiro. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 2.24, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Kronbichler...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  343   
   Votanti  287   
   Astenuti   56   
   Maggioranza  144   
    Hanno votato
  20    
    Hanno votato
no  267).    

  (La deputata Oliaro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Quaranta 2.20 non accedono all'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 2.20, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni, Fitzgerald Nissoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  337   
   Votanti  334   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato
  67    
    Hanno votato
no  267).    

Pag. 94

  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Costantino 2.25 non accedono all'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 2.25, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Boccuzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  348   
   Votanti  298   
   Astenuti   50   
   Maggioranza  150   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no  274).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giorgis. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 17,55)

  ANDREA GIORGIS. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'esplosione del fenomeno migratorio ha riproposto in una nuova e inedita versione pressoché in tutti i Paesi dell'Europa continentale una situazione che era tipica dell'ordinamento feudale e cetuale pre-Rivoluzione francese. Persone che stabilmente convivono e lavorano nello stesso contesto materiale e sociale sono sottoposte a regimi giuridici differenziati, sono diverse di fronte alla legge e non godono degli stessi diritti.
  Oggi la cittadinanza dei Paesi ricchi rappresenta, infatti, per molti aspetti un vero e proprio nuovo privilegio di status, è fattore di esclusione e di discriminazione anziché, come all'origine dello Stato nazionale, di inclusione e parificazione e ciò solleva un problema di ordine politico, sociale e anche costituzionale.
  In conseguenza della mutata realtà sociale le norme che disciplinano l'acquisto e la perdita della cittadinanza si pongono in tensione con alcuni principi fondamentali dello Stato costituzionale contemporaneo, quali ad esempio il principio di uguaglianza nei suoi molteplici profili, a cominciare da quello dell'uguaglianza di fronte alla legge; il principio democratico, inteso come diritto di ogni essere umano di poter prendere parte alla definizione delle leggi che disciplinano la società in cui stabilmente vive e lavora e alle quali è dunque sottoposto, nonché il principio dell'universalità dei diritti fondamentali. Da questi principi discende, infatti, in tema di cittadinanza un principio che potrebbe essere così sintetizzato: tutti coloro che stabilmente vivono e lavorano in Italia e sono dunque sottoposti alla sovranità della Costituzione e delle leggi devono essere o poter diventare cittadini italiani.
  Ad una concezione di tipo naturale o etnico della cittadinanza, che tende a individuare l'elemento qualificante dell'appartenenza al popolo in fattori oggettivi, che trascendono la volontà e che attengono prevalentemente al passato, come la lingua, la discendenza, la religione e la storia, occorrerebbe perciò sostituire, o perlomeno affiancare, una concezione della cittadinanza di tipo volontaristico o elettivo, che tende a individuare l'elemento qualificante e unificante, il popolo, al quale l'articolo 1 della Costituzione riconosce la sovranità, più che nel sangue e nella storia, nella comunanza di idee, intesa come adesione ai principi del pluralismo, dell'uguaglianza e della libertà, nella comunanza di speranza e, quindi, di futuro.
  Ciò non significa che si debba affermare un diritto di tutti gli individui ad entrare in Italia o a diventare cittadini italiani, ma semplicemente che, se si è stati ammessi nel nostro territorio, secondo Pag. 95quanto prescrivono le norme costituzionali e di legge sul diritto di asilo e sul diritto di immigrazione e se la presenza sul territorio ha assunto i caratteri della stabilità e si proietta nel futuro, allora si è altresì titolari di un diritto a fare parte della comunità politica e statuale, in condizioni di uguaglianza.
  In questa direzione muove la proposta di legge che stiamo discutendo e, in particolare, l'articolo che ci accingiamo a votare e la successiva disposizione transitoria, in virtù della quale, se i termini saranno rispettati, si eviteranno alcune irragionevoli discriminazioni.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 18)

  ANDREA GIORGIS. Approvando questo provvedimento consentiremo, infatti, al nostro ordinamento di compiere un primo importante passo nella giusta direzione di una nuova e più moderna disciplina della cittadinanza, incentrata sullo ius soli, se pur temperato, e sullo ius culturae.
  Questo è un primo passo al quale dovranno, tuttavia, seguirne altri, capaci, da un lato, per quanto riguarda lo ius soli, di maggiormente valorizzare i profili connessi alla volontà e alla stabile presenza sul territorio e, dall'altro, per quanto riguarda lo ius culturae, maggiormente capaci di tutelare i legami familiari dei minori che hanno intrapreso e intraprenderanno un percorso formativo e culturale nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – La Presidenza autorizza la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della dichiarazione di voto, sulla base dei consueti criteri).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà (Commenti). Colleghi, non è tollerabile questa cosa, che un collega che ha chiesto di parlare venga accolto in questa maniera. Prego.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Presidente, intervengo molto brevemente, perché comprendo l'insofferenza dell'Aula. Noi voteremo a favore di questo articolo e anche di questo provvedimento, ma per motivi parzialmente diversi, parzialmente molto diversi da quelli dell'oratore che mi ha preceduto.
  Noi siamo profondamente diffidenti verso qualunque idea per la quale la cittadinanza corrisponda semplicemente ad una presenza in uno spazio geografico e ciò anche nel caso in cui questo venga ammantato di un contesto più convincente come quello del patriottismo della Costituzione, perché si accetta la regola della Costituzione italiana. Noi non crediamo che si sia italiani perché si accetta una Costituzione. In Germania ci hanno provato: Jürgen Habermas ha teorizzato il Verfassungspatriotismus, il patriottismo della Costituzione; non ha convinto in Germania e ancora meno convince noi.
  Noi crediamo che si sia italiani perché si aderisce a una comunità che è fatta di storia, è fatta di tradizioni comuni, è fatta di valori, è fatta di un modo di essere. Semplicemente non crediamo che per aderire a questa comunità bisogna avere una radice etnica comune, perché la radice della comunità nazionale non è etnica ma è culturale. La nazione non è una comunità etnica, è una comunità di cultura e se uno ha un'origine etnica diversa dalla mia, ma condivide la mia cultura, è cittadino italiano come me.
  Noi siamo a favore di questo provvedimento per questa ragione e mantenendo, invece, la convinzione forte che la nazione debba essere una comunità. Di qui l'esigenza che chi viene rispetti i nostri valori, voglia essere integrato e accetti di essere integrato, entrando in dialogo con la nostra cultura. Certo, anche noi dobbiamo entrare in dialogo con la sua, ma l'accettazione della cultura italiana, con la sua storia e anche con i suoi limiti, è condizione essenziale perché si possa essere realmente cittadini italiani.
  Questo non si può misurare in modo preciso. La frequenza della scuola italiana, la condivisione della comunità educativa, Pag. 96che è la scuola, è, comunque, un indice che noi riteniamo fondamentale per garantire questo risultato.
  Per queste ragioni, e non per un astratto patriottismo della Costituzione o per un'astratta idea di ius soli come diritto che scaturisce dalla semplice presenza sul territorio, nella fiducia che saremo capaci di condurre un dialogo vero e autentico con chi arriva, perché divenga italiano e ci insegni anche ad essere italiani migliori, per queste ragioni voteremo a favore su questo articolo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signor Presidente, volevo svolgere una semplice osservazione, proseguendo anche il ragionamento che ho testé sentito dal collega Buttiglione. È chiaro che su temi di questo genere talvolta si rischia di prendere delle derive emotive, ma la sostanza dovrebbe portarci, invece, ad una grande razionalità. La cittadinanza è un elemento decisivo nello sviluppo di un Paese. Consideriamo, ad esempio, l'indice di natalità, che è nato e si costruisce su due altri elementi, il livello di fertilità e la struttura per età della popolazione; noi abbiamo un livello di fertilità che è bassissimo, 1,38, e una popolazione che è molto vecchia; ciò porta l'Italia ad un certo indice di natalità: se nel Senegal è 35 su mille, in Italia è 9, passando per altri Paesi: in Brasile è 15, in Argentina è 17.
  Cosa vuole dire tutto questo ? Che noi, per sostenere il processo di sviluppo, oggi, che fa dell'Italia, mediamente, un Paese ricco, avremo bisogno di 250 mila immigrati all'anno. Come facciamo a raccontare in giro che noi possiamo reggere il processo di sviluppo da soli, se abbiamo questi elementi di invecchiamento e questo indice di fertilità ? In realtà, i colleghi continuano a raccontare al Paese delle cose che pensano che il Paese possa apprezzare perché ha paura, non per altre ragioni (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  NICOLA MOLTENI. Non è paura !

  BRUNO TABACCI. Considero questo modo di ragionare totalmente sbagliato; in particolare, lo dico ai cari amici della Lega, con cui ho un rapporto dialettico sempre molto rispettoso. Voi la pensate così, ma andate in una direzione sbagliata e mandate quella parte del Paese che dovrebbe essere più sensibile, anche nel profondo Veneto. Se non vi fossero gli immigrati, che oggi sostengono il nostro tasso di fertilità, non si andrebbe da nessuna parte. Tenete conto di questo e spiegatelo anche al governatore Zaia, che forse è importante (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia - Centro Democratico e Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tabacci. Invito lei, i relatori – onorevole Molteni, per favore ! – e coloro che intervengono a rivolgersi alla Presidenza (Commenti del deputato Molteni). Onorevole Molteni, per favore !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà. Mi perdoni. Onorevole Molteni, lei può rispondere, prendendo la parola e intervenendo; non è che parla mentre un deputato svolge l'intervento. Prego, onorevole Bragantini.

  MATTEO BRAGANTINI. Sentire queste dichiarazioni, per cui il tasso di fertilità è basso e si fanno pochi figli, e dunque abbiamo bisogno di manodopera, è un'aberrazione della cultura, perché, se vi è il problema che si fanno pochi figli, vuole dire che dobbiamo incentivare le nascite, dando la possibilità ai nostri figli, alle persone, ai nostri giovani di potersi fare una famiglia e di poter avere dei figli, non portare persone dall'esterno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Questo è schiavismo, un nuovo colonialismo ! Questa è un'aberrazione delle idee e ricordavo prima quello che accade in tutti i Paesi democratici: anche la modernissima Pag. 97Svezia sta rivedendo tutta la politica sulle nascite e sta sviluppando una cultura sul concepimento, ricordando ai giovani già all'età di 15, 16 e 17 anni che è importante la prevenzione, ma è importante avere i figli presto e non in tarda età (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  NICOLA MOLTENI. Bragantini, torna con noi !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Grazie, Presidente. Se questo Paese, anziché dare la cittadinanza a chiunque, desse la possibilità, come è successo l'anno scorso, a 180 mila giovani di non emigrare, probabilmente avremmo anche la natalità e la possibilità di questo Paese di svilupparsi e di fare famiglia. Queste sono le responsabilità del Governo ! Noi dobbiamo dare il lavoro prima ai nostri giovani, non farli emigrare. Questo è il punto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Siccome abbiamo ancora qualche voto invito i colleghi, dopo questo voto, a rimanere in Aula.
  Carnevali, Paglia, Ferro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  319   
   Votanti  315   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato
 284    
    Hanno votato
no   31).    

  Risulta, quindi, assorbito l'articolo aggiuntivo Marazziti 2.010.
  Passiamo all'articolo aggiuntivo Gigli 2.012 su cui vi è un invito al ritiro formulato dalla Commissione.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente per dire come il problema delle norme transitorie legate al provvedimento sulla cittadinanza assume un rilievo, a nostro avviso, fondamentale e, non a caso, avevamo presentato una serie di emendamenti al riguardo. Assume un rilievo fondamentale perché paradossalmente noi avremmo potuto trovarci...

  PRESIDENTE. Mi perdoni onorevole Gigli, c’è stato un errore materiale. Le do la parola quando torneremo sul suo articolo aggiuntivo.
  Dobbiamo prima votare l'articolo aggiuntivo 2.0600 della Commissione, che non è incluso nel fascicolo, ma è in distribuzione.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.0600 della Commissione, con il parere favorevole del Governo ed il parere contrario dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Parrini, Sgambato, Nuti, Villarosa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  330   
   Votanti  329   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato
 256    
    Hanno votato
no   73).    

Pag. 98

  Dall'approvazione dell'articolo aggiuntivo 2.0600 della Commissione risulta, quindi, assorbito l'articolo aggiuntivo Marazziti 2.010.
  Passiamo quindi all'articolo aggiuntivo Gigli 2.012.
  Chiedo scusa, onorevole Gigli, le do di nuovo la parola. Le ricordo che vi è un invito al ritiro, ci dica poi anche se l'invito è accolto.

  GIAN LUIGI GIGLI. Dicevo, Presidente, che il problema delle norme transitorie è un problema di grande rilievo in questa legge, perché se non fosse stato possibile arrivare ad una condivisione di queste norme transitorie, noi avremmo potuto trovarci nella paradossale situazione per cui coloro che oggi si trovano nelle condizioni di poter disporre dei requisiti previsti da questa legge per la cittadinanza avrebbero potuto goderne e viceversa coloro che sono entrati precedentemente, che sono diventati nel frattempo maggiorenni e che sono entrati però rispondendo ai requisiti previsti da questa legge, non avrebbero potuto godere dei pari benefici della cittadinanza. Si sarebbe trattato di un paradosso e tuttavia siamo lieti che questo paradosso sia stato sanato dall'articolo aggiuntivo presentato dalla Commissione, tenendo presente soprattutto che questa popolazione, peraltro non rilevante dal punto di vista numerico, stiamo parlando di circa 130 mila unità, è quella più integrata, di fatto, nel nostro Paese. La metà di essi, secondo i dati del Ministero degli interni, sono diplomati nelle scuole superiori o addirittura laureati, sono ormai inseriti nel tessuto produttivo del nostro Paese, ne hanno pienamente condiviso le regole di vita e l'ispirazione democratica
  È per questi motivi che sono lieto che sia stato possibile arrivare a questa proposta emendativa condivisa dalla Commissione ed è per questi motivi che ritengo opportuno, a questo punto, ritirare i nostri articoli aggiuntivi, nel senso che quello che è stato approvato va esattamente nello stesso senso che noi auspicavamo.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Gigli. Quindi – mi corregga se sbaglio – si intendono ritirati gli articoli aggiuntivi Gigli 2.012 e 2.013.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Un istante, presidente Fedriga.
  A questo punto avendo la Presidenza ricevuto notizia che sono ritirati gli articoli aggiuntivi Beni 2.017, Chaouki 2.015, Beni 2.016, Giorgis 2.018, arriviamo teoricamente a pagina 79 del fascicolo.
  Passiamo, quindi, alla votazione del subemendamento della Commissione 0.2.014.600 (Nuova formulazione).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà. Accendete il microfono all'onorevole Fedriga.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente. Intervengo per dichiarazione di voto solo per rendere edotta l'Aula di ciò che è stato votato, perché probabilmente non si rendono conto i colleghi di quello che stiamo votando.

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, le chiedo scusa. Al di là del fatto...

  MASSIMILIANO FEDRIGA. È una dichiarazione di voto...

  PRESIDENTE. Facciamo che interviene in dichiarazione di voto sul subemendamento della Commissione 0.2.014.600 (Nuova formulazione), poi lei è libero di dire...

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Certo, è un discorso generale per arrivare...

  PRESIDENTE. Perfetto, lei sta parlando per dichiarazione di voto.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Approvando questo progetto di legge, un cittadino straniero che entra in Italia a 17 anni, si iscrive al corso di falegnameria Pag. 99che dura tre anni e acquisisce il titolo di falegname, a 23 anni può fare domanda di cittadino italiano. Questo è quanto stanno votando e questo è il modello di integrazione e di tutela della nostra storia, cultura e tutto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore...

  CELESTE COSTANTINO. Scusi Presidente, siamo al subemendamento della Commissione 0.2.014.600 ?

  PRESIDENTE. Subemendamento della Commissione 0.2.014.600 (Nuova formulazione).

  CELESTE COSTANTINO. Perfetto. Allora, intervengo su questo subemendamento...

  PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Costantino, lei interviene, ma io vorrei ... Colleghi, per favore, evitiamo scambi di opinione a distanza. Prego, onorevole Costantino.

  CELESTE COSTANTINO. Ritorno, per così dire, su una delle mie passioni, che è il Ministro dell'interno Alfano.
  In questo subemendamento – anche questo frutto di una proposta emendativa presentata dall'onorevole Dorina Bianchi – che cosa si chiede ? Che chi può beneficiare retroattivamente di questo provvedimento non basta che abbia i requisiti richiesti dal testo di legge che stiamo votando, ma che debba presentare una richiesta, aspettare che il Ministero dell'interno entro sei mesi possa verificare che il soggetto non abbia già fatto richiesta di cittadinanza e, in caso vi sia stato un diniego per motivi di sicurezza nazionale, possa non concedere la cittadinanza.
  Su tutta questa operazione – a parte il racconto, per così dire, paradossale e parossistico di questo excursus – noi lanciamo a questo punto una preoccupazione per il Paese. Infatti, se siamo in presenza di un soggetto pericoloso per la sicurezza nazionale, questi tempi di sei mesi, che vengono richiesti per verificare tutto ciò, ci sembrano, per così dire, abbastanza allarmanti. Aggiungiamo poi che quel famoso permesso di lungo periodo dell'Unione europea – che veniva richiesto, invece, per quando riguarda uno dei genitori del bambino straniero ovvero del bambino nato qui in Italia – comprende la verifica della pericolosità del soggetto nel momento in cui deve essere rilasciato. E, guardate un po’, per quel rilascio, per quella verifica, ci vogliono novanta giorni.
  Allora non riusciamo a capire perché, sullo stesso tema, il Ministero dell'interno, per rilasciare il permesso di soggiorno di lungo periodo, ci impiega novanta giorni, mentre, per fare una verifica, che dovrebbe essere più semplice – perché io mi auguro e spero che il Ministero dell'interno abbia un database nel momento in cui ha dato dei dinieghi di cittadinanza per sicurezza nazionale perché ci sono dei pericolosi soggetti – sembrerebbe che vi sia bisogno di sei mesi appunto per fare la verifica di un dato che il Ministero dell'interno deve già avere e che, invece, a quanto apprendiamo, non ha.
  Ma, in ogni caso, dilata i tempi di sei mesi quando per la stessa identica verifica ci vogliono novanta giorni per rilasciare il permesso di soggiorno di lungo periodo.
  A noi l'operazione politica, da parte del Nuovo Centrodestra e del Ministro Alfano, ci è molto chiara: porre ostacoli in continuazione per rallentare, per fare in modo di dilatare i tempi a tal punto da dover pensare che forse non dobbiamo parlare di retroattività, ma possiamo dire che i soggetti che, a questo punto, non possono beneficiare direttamente di questo provvedimento farebbero bene a presentare una richiesta di cittadinanza normale e, quindi, aspettare i dieci anni, che attualmente bisogna aspettare, per poterla ottenere, tenuto conto che in questo provvedimento non abbiamo potuto nemmeno mettere mano alla riduzione dei tempi per la richiesta di cittadinanza per gli adulti.
  Siccome conosco già l'obiezione che mi verrà avanzata, ovvero che ci si aspetta, Pag. 100che ci sarà la rincorsa ad ottenere la cittadinanza e, quindi, ci sarà un sovraccarico di domande tali per cui il Ministero dell'interno non riesce in tempi, non stretti, ma nei tempi di legge (Commenti)...

  PRESIDENTE. Colleghi, allora, che succede ! Basta, non è una roba decente ! Non siamo al mercato del pesce, colleghi, per favore ! Prego, onorevole Costantino.

  CELESTE COSTANTINO. Mi dispiace sinceramente che sia il Partito Democratico a farle queste cose. Questo dispiace molto.

  PRESIDENTE. Guardi, sulla «proprietà» del fischio la Presidenza non ha facoltà di intervenire, però, insomma.

  CELESTE COSTANTINO. Arriva da lì, e dubito che fossero i miei compagni di partito, quindi per forza da lì deve arrivare. Io capisco che si ha fretta di andare a casa, però siccome questo è un provvedimento che ci dice anche dello stato di vigilanza, di sicurezza nel nostro Paese, siamo anche nell'anno del Giubileo, fa veramente paura l'idea che il Ministero dell'interno non sia capace di individuare delle persone, delle figure pericolose nel nostro territorio ed ha bisogno di sei mesi per fare questa verifica (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, voglio ringraziare chi lavora al Ministero dell'interno ed anche tutte le forze di Polizia che giornalmente rispondono celermente a quelle che sono le questioni di sicurezza nel nostro Paese. E ciò lo hanno dimostrato direttamente.
  Quella in esame è sicuramente una disciplina transitoria. Sicuramente ci saranno, come giustamente diceva la collega Costantino, numerose richieste che saranno presentate nell'arco di un anno; inoltre, visto che il termine viene correlato anche a fronte dell'importanza che riveste il diritto di cittadinanza, è che chiaro che il Ministero dell'interno ha la necessità di disporre di un tempo congruo perché non è una cosa a regime, ma si tratta di una disciplina transitoria che risponde all'esigenza, in un anno, di far fronte ad un numero notevole di domande che saranno presentate al Ministero, le quali dovranno essere vagliate con il giusto tempo e con la giusta accuratezza, anche con il personale di cui il Ministero dispone.
  Detto questo vorrei far notare che esiste una differenza tra il diritto di cittadinanza e il permesso di soggiorno a lungo termine. Il permesso di soggiorno a tempo indeterminato è un permesso revocabile e si può revocare anche in caso di sicurezza nazionale, ma non solo, ma anche per motivi meno gravi. Mentre il diritto di cittadinanza è un diritto che viene acquisito ed è permanente. Già questo ci fa capire che tutte le illazioni che vengono fatte sono esclusivamente di tipo strumentale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, solo per dire che anche ad una persona di intelligenza mediocre come me risulta chiaro che la cittadinanza è una cosa più importante del permesso di soggiorno prolungato e che prima di concedere la cittadinanza servono degli accertamenti più penetranti di quelli che possono bastare per un permesso di soggiorno prolungato che, come è stato già detto dall'onorevole Dorina Bianchi, può essere facilmente revocato, procedura questa che con la cittadinanza non è altrettanto facile da realizzare.
  Colgo l'occasione per ricordare agli amici che ci hanno detto più volte che il problema demografico dell'Italia non si risolve con l'immigrazione, che hanno perfettamente ragione, ma bisogna incoraggiare gli italiani a fare più figli, a creare famiglia. È vero; però siccome fare un Pag. 101bambino è una cosa che prende, nove mesi per cominciare, ma da venti a venticinque anni per arrivare al momento in cui è in grado di entrare nel mercato del lavoro, in quei venti, venticinque anni come facciamo ? In quei venti, venticinque anni facciamo con quelli che sono venuti da noi a lavorare per cercare il bene loro e anche il bene nostro. Le due cose non sono in contraddizione. Anche questa è una cosa che è così evidente che la capisce perfino una persona di mediocre intelligenza come me.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie Presidente, solamente per dire che quanto esposto dalla collega Costantino è stato già esposto da lei durante il Comitato dei nove e io mi auguravo che la risposta da parte della maggioranza e della relatrice per la maggioranza fosse all'altezza dell'osservazione che veniva fatta. Invece, è stata quantomeno insufficiente. Siamo davanti, signori miei, alla realtà, cioè noi abbiamo un Ministero dell'interno e dei partiti di maggioranza che ci dicono che, per rilasciare il nulla osta per dei soggetti, diciamo pericolosi per semplificare, hanno bisogno di sei mesi. In altre parole, questo è il risultato della banda larga di cui il PD parlava stamattina, della digitalizzazione, dell'informatica. Probabilmente, hanno bisogno di sei mesi perché ancora nel 2015 lavorano con un archivio cartaceo e questo nel migliore dei casi. Non possiamo pensare, però, che nel 2015 rilasciare un nulla osta in sei mesi venga considerato un tempo congruo. Nient'altro. Per questo voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marazziti. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Presidente, con le norme transitorie effettivamente possiamo risolvere un problema molto semplice, ossia quello di non lasciare fuori chi ha più diritto degli altri. Per questo consegno all'Aula una lettera del 2004, quando ci fu il primo disegno di legge su questo tema, di una persona che allora aveva 14 anni di età e ora ne ha 25: «Mi chiamo Leny, ho 14 anni e da dieci vivo in Italia. A Roma ho fatto l'asilo, le elementari, le medie e sono iscritta al primo anno del liceo scientifico Righi. Ho il permesso di soggiorno, ma non la cittadinanza. Vado in Perù ogni due o tre anni per andare a trovare i miei nonni e oltre all'italiano parlo anche lo spagnolo. Spiegare che mi sento italiana è difficile perché è come se dovessi dire che cosa sono: sono tutto quello che ho vissuto e, quindi, sono italiana. Questo è il Paese dove ho passato gran parte della mia vita, dove sono cresciuta, dove ho imparato ad amare la poesia e l'arte e faccio parte di quel Paese che è orgoglioso del made in Italy e che ha pianto i soldati caduti a Nassiriya. Mi sento italiana perché il mio futuro è qui, in questo Paese che mi ha dato tanto e per il quale anch'io voglio lavorare».
  Ora lei ha 25 anni di età e se non ci fosse stata questa norma transitoria non sarebbe diventata italiana neanche questa volta.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.2.014.600 (Nuova formulazione) della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Mognato, Giampaolo Galli, Stella Bianchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  326   
   Votanti  322   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato
 258    
    Hanno votato
no   64).    

Pag. 102

  (Il deputato Buttiglione ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Dorina Bianchi 2.014, nel testo subemendato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  323   
   Votanti  318   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato
 235    
    Hanno votato
no   83).    

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 9-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 9-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede intervenire per illustrare gli ordini del giorno presentati, invito il rappresentante del Governo ad esprimere parere.

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Fitzgerald Nissoli n. 9/9-A/1 e Carrescia n. 9/9-A/2. Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Costantino n. 9/9-A/3 perché l'approvazione della legge Madia ai punti 1 e 2, essendo un rapporto tra pubbliche amministrazioni, prevede già il silenzio-assenso. Per questo motivo, esplicitato rispetto a questo, formulo un invito, altrimenti il parere è contrario.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mura n. 9/9-A/4 purché sia riformulato nel senso di sopprimere il primo capoverso del dispositivo. Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sull'ordine del giorno Sberna n. 9/9-A/5, perché l'impegno è superato dall'articolo 2, comma 3, del testo unificato che abbiamo appena votato.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Santerini n. 9/9-A/6.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Scotto n. 9/9-A/7 se viene riformulato nel modo seguente (ho già sentito l'onorevole Scotto che era disponibile a questa riformulazione): «impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi della norma in particolare riguardo alla condizione dei figli dei genitori stranieri».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mazziotti Di Celso n. 9/9-A/8 purché venga soppresso l'ultimo capoverso delle premesse ed il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo a vigilare il corretto svolgimento della funzione attribuita all'ufficiale dello stato civile. Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Quaranta n. 9/9-A/9 per le stesse motivazioni che ho espresso in merito all'ordine del giorno Costantino n. 9/9-A/3.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Chaouki n. 9/9-A/10. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Giuseppe Guerini n. 9/9-A/11 purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «ad adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (...)». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Beni n. 9/9-A/12. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zampa n. 9/9-A/13.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione Pag. 103degli ordini del giorno Fitzgerald Nissoli n. 9/9-A/1 e Carrescia n. 9/9-A/2, con il parere favorevole del Governo.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Costantino n. 9/9-A/3 formulato dal Governo.

  CELESTE COSTANTINO. Solo per vedere se ho capito bene: quindi se, allo scadere dei sei mesi, non sono state fatte le verifiche che andavano fatte su questi soggetti pericolosi, vige il silenzio assenso. Se è così, ritiro l'ordine del giorno n. 9/9-A/3.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Prendo atto che la presentatrice accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mura n. 9/9-A/4, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Sberna n. 9/9-A/5 accede all'invito al ritiro formulato dal Governo.
  Prendo atto che la presentatrice non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Santerini n. 9/9-A/6, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Scotto n. 9/9-A/7 e Mazziotti Di Celso n. 9/9-A/8, con il parere favorevole del Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Quaranta n. 9/9-A/9 accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Chaouki n. 9/9-A/10, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giuseppe Guerini n. 9/9-A/11, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Beni n. 9/9-A/12, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che la presentatrice non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zampa n. 9/9-A/13, accolto dal Governo come raccomandazione.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
  Abbiamo terminato per oggi l'esame del provvedimento.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea (ore 18,30).

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della Conferenza dei capigruppo svolta in data odierna, si è concordato di rinviare alla seduta di martedì 13, a partire dalle ore 10,30, lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, con ripresa televisiva diretta, sulla proposta di legge n. 9 ed abbinate – Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza.
  Conseguentemente, la prossima settimana, fermo restando quanto già previsto per la giornata di lunedì 12 ottobre, da martedì 13, l'ordine degli argomenti sarà il seguente:
   proposta di legge n. 9 ed abbinate – Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza;
   proposta di legge n. 2874 – Modifiche all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale, e modifica all'articolo 414 del codice penale (Approvata dal Senato);
   proposta di legge n. 2957 ed abbinate – Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, sul diritto alla continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido familiare (Approvata dal Senato);
   disegno di legge n. 3194 – Delega al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 Pag. 104febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (Approvato dal Senato);
   mozione Rondini ed altri n. 1-01008 concernente iniziative per assicurare adeguate risorse al Servizio sanitario nazionale e per l'introduzione del sistema dei costi standard quale presupposto per l'effettività del diritto alla salute.

  L'organizzazione dei tempi per la discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2874 e per l'esame della proposta di legge n. 3194 e della mozione n. 1-01008 sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 18,35).

  ROGER DE MENECH. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
  Colleghi, per favore, riusciamo ad uscire in silenzio ?

  ROGER DE MENECH. Grazie Presidente, onorevoli colleghi, domani, 9 ottobre, ricorrono 52 anni dalla catastrofe del Vajont. La popolazione di quelle valli ha subito non solo un danno irreparabile per la perdita di vite umane, ma anche una vera e propria ingiustizia, fatta di soprusi, lentezze nell'individuazione dei responsabili e, soprattutto, il consolidarsi di un'idea di Stato lontano dai propri cittadini, soprattutto i più deboli. Quasi duemila sono state le vittime innocenti di quella tragedia causata dall'uomo, uomo che, lì, mette al centro l'interesse economico e il profitto, dimenticandosi che al centro ci deve sempre essere la vita, il rispetto dell'ambiente e del suo equilibrio.
  Il Vajont fu una strage che si poteva e si doveva evitare. Non è stata evitata perché sul valore della vita, sulla legalità, è prevalsa la logica senza cuore degli «affari sono affari». Tina Merlin, nel venticinquesimo anniversario del disastro, affermava: «Tutti sappiamo ormai, senza ombra di dubbio, che la tragedia del Vajont è stata colpa degli uomini. Essa può anche essere perdonata, ma mai dimenticata». Nel 2008, a Parigi, l'UNESCO ha considerato il Vajont come il primo fra i più gravi disastri evitabili della storia dell'umanità. Lo Stato, nel 2013, in occasione del cinquantesimo anniversario del disastro, con le sue più alte cariche dello Stato, si è inchinato, ha chiesto scusa, ma le scuse non sono sufficienti.
  Lo Stato deve innanzitutto riparare, imparare dagli errori e dagli orrori per pianificare una presenza in armonia con il creato. Il tema del dissesto deve essere sempre al centro della politica del nostro Paese, la prevenzione il faro di tutte le azioni. Gli investimenti in questo territorio devono essere costanti, con una pianificazione attenta e puntuale degli interventi. Nulla basterà per rimediare alla morte che l'onda portò in quella terra orgogliosa della propria storia e del proprio lavoro, ma almeno consentirà agli abitanti di quelle valli dolomitiche di vivere in sicurezza quei luoghi. Il Vajont è stata la tragedia più grande e assurda che abbiamo subito, ma il tema del dissesto è costantemente presente nella vita di noi montanari. Anche quest'estate tre turisti sono morti nelle valli bellunesi, trascinati dal fango e dai detriti scesi dall'Antelao.
  Le istituzioni, la politica e i cittadini hanno il dovere di coltivare la memoria. Memoria significa non solo ricordo, ma anche riconoscenza. Per questo è doveroso ricordare che quest'anno il comune di Longarone ha voluto dedicare l'abbraccio ai soccorritori, all'Associazione nazionale alpini. Gli alpini, splendido esempio di chi Pag. 105prima ha fatto l'Italia, poi l'ha difesa e, infine, la soccorre, nel 63 come oggi, ogni volta che il Paese ha bisogno.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ROGER DE MENECH. Presidente, onorevoli colleghi, in ricordo delle vittime, dei sopravvissuti del disastro e delle comunità che oggi vivono quei luoghi, non vi chiedo un minuto di silenzio, vi chiedo invece un impegno costante sul versante della difesa del nostro territorio e, soprattutto, di quei territori di montagna vera, tanto fragili e complicati quanto incredibilmente ricchi di bellezza (Applausi).

  FEDERICO D'INCÀ. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
  Colleghi, per cortesia, stiamo ricordando una pagina tragica della nostra storia. Chiedo ai colleghi che non sono interessati di uscire o, almeno, di stare in silenzio.

  FEDERICO D'INCÀ. Signor Presidente, colleghi, domani è il 9 ottobre, cinquantaduesimo anniversario della tragedia del Vajont, un dramma che ha colpito profondamente le comunità di Longarone, Castellavazzo, Erto e Casso con 1.910 vittime in una terribile notte. Duecentosettanta milioni di metri cubi di roccia e terra si staccarono dal Monte Toc, scagliandosi nel bacino sottostante; uomini, donne, bambini e anziani furono spazzati via in pochi minuti da un'onda assassina voluta e progettata dall'uomo attraverso un'opera che non doveva mai essere costruita.
  Dopo l'acqua non restò nulla, solo fango, detriti e morti. Migliaia di soccorritori, angeli che non smetteremo mai di ringraziare, si recarono sopra quel suolo diventato lunare; ognuna di quelle persone cercò nel silenzio, trovando solo corpi nudi e dolore. In quella notte e nei giorni successivi, tra i tanti soccorritori, a cui ripeto va tutta la nostra gratitudine, voglio ricordare il Corpo degli alpini che ha dato prova di coraggio e abnegazione nel soccorrere i sopravvissuti e che giustamente, attraverso l'ANA, Associazione nazionale alpini, quest'anno ha ricevuto la cittadinanza onoraria del comune di Longarone.
  Sabato mattina, nella cerimonia di conferimento di questa onorificenza, ero a Longarone ed ho ascoltato le parole del parroco, che ha portato a riflettere su come la montagna eleva l'uomo; forse lui intendeva nei confronti di Dio.
  Io, invece, l'ho vista in un modo diverso: ho pensato alla lunga strada di tornanti che porta alla diga e mi sono fermato su quella staccionata, appena dopo la diga, nel piccolo parcheggio. Sulla staccionata vi sono dei piccoli pezzi di tessuto in una lunga, lunghissima catena di nomi, i nomi di tutti i bambini morti o mai nati della tragedia: 487 bambini. È quasi come se quest'Aula del Parlamento fosse piena di bambini, felici, pieni di voglia di vivere, in costante ricerca del proprio futuro con una vita piena di sogni. Quei bambini sono tutti morti.
  L'uomo sa costruire, sa curare, sa rispettare il prossimo, sa perdonare, sa amare, ma l'uomo è capace di distruggere ogni cosa, perché l'avidità, l'egoismo e la sete di potere sono le bestie che mangiano i nostri cuori.
  Non possiamo dimenticare quei bambini, non dobbiamo commettere gli stessi errori, quei bambini ci stanno guardando. Prima il fragore dell'onda, poi il silenzio della morte, mai l'oblio della memoria (Applausi).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole D'Incà. La Presidenza si unisce al ricordo.

  EMILIANO MINNUCCI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMILIANO MINNUCCI. Grazie, Presidente. Avevo chiesto di intervenire già ieri a fine seduta, in quanto proprio ieri pomeriggio una folta rappresentanza di lavoratori di una bella azienda italiana che va sotto il nome di Alitalia Maintenance Systems, o più brevemente AMS, era qui Pag. 106fuori a presidiare e a lottare per il mantenimento del proprio posto di lavoro. Per meglio dire, erano qui fuori a lottare perché un'eccellenza dell'industria aeronautica italiana, cioè un'azienda che si occupa da tanti anni di manutenzione e revisione di motori e componenti aeronautici non fallisse, portando dietro con sé la sorte di 240 lavoratori e quindi di 240 famiglie.
  Il fallimento è a un passo, siamo già al curatore fallimentare, e al Mise, al Ministero dello sviluppo economico, si è aperto un tavolo di discussione. Si è aperto un tavolo di trattativa, che vede coinvolto anche un importante gruppo di Napoli, in particolare l'azienda Atitech. I lavoratori sono lo stesso preoccupati, perché proprio ieri c’è stata una dichiarazione pubblica da parte del gruppo Atitech in cui si dice che non c’è alcuna certezza di uno sbocco positivo di questa vicenda.
  Noi sappiamo che molti sono i mercati che potrebbero essere aperti a questa impresa, confidiamo – l'ho messo anche nero su bianco insieme ad alcuni colleghi – che il Presidente del Consiglio e il Ministro Guidi possano fare di tutto per rilanciare a questo tavolo, per questa crisi aziendale, la presenza di investitori italiani ed esteri che non solo salvino questi posti di lavoro, ma che garantiscano all'Italia e allo scalo aeroportuale di Fiumicino un polo manutentivo degno di questo nome.

  MARIO MARAZZITI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Presidente, colleghi, il 9 ottobre 1982 una bomba colpiva la sinagoga di Roma, provocando la morte di Stefano Gay Tachè, di due anni, e lasciando 37 feriti, tra cui i genitori e il fratellino Gadiel Tachè, di 4 anni.
  L'attentato, compiuto da un commando di terroristi palestinesi, è avvenuto nell'ultimo giorno della Festa delle capanne, un giorno di festa solenne in cui il Tempio Maggiore era pieno di bambini e adolescenti con le loro famiglie.
  Vogliamo ricordare questo anniversario – lo faccio anche a nome della collega Santerini –, che è stato spesso rimosso dalla memoria collettiva, perché non se ne perda il ricordo. Un attentato che nasceva dall'odio che faceva riemergere, nell'Italia degli anni Ottanta, un antisemitismo che si sperava sepolto. Antisemitismo che, insieme a tutte le forme di odio e di razzismo, ancora oggi noi vogliamo combattere.
  Vedevano in un bambino ebreo il nemico assoluto.
  Ricordare Stefano Gay Taché ci aiuta oggi a diffidare, sempre, della predicazione dell'odio, in tutte le direzioni. In occasione del giuramento per l'elezione a Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella proprio in quest'Aula ha ricordato l'attentato con le parole: «L'Italia ha pagato, più volte, in un passato non troppo lontano, il prezzo dell'odio e dell'intolleranza. Voglio ricordare un solo nome: Stefano Taché, rimasto ucciso nel vile attacco terroristico alla sinagoga di Roma nell'ottobre del 1982. Aveva solo due anni. Era un nostro bambino, un bambino italiano».
  Ricorderemo questo bambino italiano, e questo fatto, lunedì 12 ottobre, proprio qui alla Camera, davanti agli studenti romani che non dovranno dimenticare e, insieme a loro, potremo mai veder ripetere questa violenza insensata.

  LUIGI GALLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, sollecito una risposta all'interrogazione n. 5-02775, presentata lo scorso 12 maggio 2014, per chiedere chiarimenti sul processo di privatizzazione della compagnia di bandiera Tirrenia. Stiamo parlando di cittadini senza servizi, con tratte sempre meno frequenti e sempre più salate tra le isole e la terraferma.
  Il fatto risale al marzo 2009, quando Berlusconi emanò il decreto che ne avviò la privatizzazione, una tipica privatizzazione «all'italiana». Tirrenia, dopo una pioggia di aiuti di Stato che le consentirono Pag. 107di chiudere costantemente i conti in utile, passò nelle mani dei colossi della Compagnia italiana di navigazione (Marinvest, Moby Lines e Grimaldi Lines) e Compagnia delle Isole, amministrata dall'ex senatore Salvatore Lauro, che rilevò Siremar nonostante non possedesse, per quanto ci risulta, alcuna esperienza nella gestione dei servizi richiesti.
  Ad un anno e mezzo dalla mia interrogazione nessuno indaga su quella che è stata una vera e propria svendita; mentre, all'epoca dell'interrogazione, l'armatore campano Vincenzo Onorato voleva acquisire il 75 per cento della CIN (Compagnia italiana di navigazione). Una volta conclusa la scalata a Tirrenia, il patron di Moby si troverebbe a gestire una situazione di totale monopolio dei mari di Sardegna: con tutte le conseguenze del caso, come la completa violazione del principio di concorrenza.
  A dire queste cose non è il MoVimento 5 Stelle, bensì il contenuto di una procedura di infrazione istruita dalla Commissione europea, seguita ad un'indagine durata ben quattro anni. Ne viene fuori un quadro che definire allarmante è poca cosa. Spero che si vada subito ad accendere i riflettori su questa vicenda, per evitare che l'omertà cali sulla svendita del Paese.

  PRESIDENTE. La ringrazio. La Presidenza solleciterà la risposta all'atto di sindacato ispettivo.

  VITTORIO FERRARESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, purtroppo ieri non ho potuto fare questo intervento, e quindi lo faccio oggi con un giorno di ritardo, visto che ieri sera per disordini non è stata data la possibilità di intervenire a fine seduta.
  Nove anni fa, Presidente, a Mosca venne brutalmente assassinata Anna Stepanovna Politkovskaja, la coraggiosa giornalista definita «donna non rieducabile» dal regime di Putin e dal Cremlino: una donna che non voleva diventare un'eroina, ma semplicemente fare il proprio mestiere e si chiedeva, nell'inferno della guerra in Cecenia, cosa fosse successo a noi, a noi uomini.
  Anna Politkovskaja, con la sua morte violenta, sulle cui responsabilità ancora non è stata fatta luce, è divenuta un simbolo a livello mondiale della libertà d'informazione e del coraggio nel volerla esercitare per diffondere la verità dei fatti.
  Il desiderio di commemorare questa data con tutto il suo carico di significato sul valore della libertà di informazione e sulla responsabilità di chi ha il dovere di far conoscere la verità, soprattutto quando qualcun altro la vuole nascondere, ci porta inevitabilmente a denunciare la vergogna che si è appena consumata con l'approvazione della «legge bavaglio» alla Camera, ora inviata al Senato, che va a restringere la libertà d'informazione limitando la pubblicazione delle intercettazioni da parte dei giornalisti e l'inserimento delle stesse nei fascicoli processuali, con una delega in bianco al Governo che ancora a tutt'oggi non sappiamo che risvolti potrà avere, oltre alla criminalizzazione di chi registra e diffonde comunicazioni per denunciare gli scandali della politica.
  Ricordiamo, inoltre, che l'Italia è al settantatreesimo posto nella classifica sulla libertà di stampa, ancora troppe intimidazioni da criminalità e politica.
  Scriveva Anna: «Vedo tutto, io. È questo il mio problema. Vedo le cose belle e vedo le cose brutte. Vedo le persone che vogliono cambiare la propria vita per il meglio ma che non sono in grado di farlo, e che per darsi un contegno continuano a mentire a se stesse per prime, concentrandosi sulle cose positive e facendo finta che le negative non esistano. Per il mio sistema di valori, è la posizione del fungo che si nasconde sotto la foglia. Lo troveranno comunque, è praticamente certo, lo raccoglieranno e se lo mangeranno. Per questo, Pag. 108se si è nati uomini, non bisogna fare i funghi» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Presidente, due giorni fa è morta Giordana. Giordana aveva 20 anni e un figlio. È stata massacrata, accoltellata dal suo ex convivente. Ora, mi chiedo quante altre morti dobbiamo vedere prima che il Governo si attivi per farci avere un ministro per le pari opportunità. Mi chiedo quante morti dobbiamo di nuovo vedere, perché, purtroppo, sono delle morti che vediamo troppo spesso, affinché si sappia qualcosa del piano anti-violenza. Io ho inviato una lettera, la settimana scorsa, alla collega Martelli, che è consigliera per le pari opportunità, per capire come sta procedendo l'iter; ho chiesto delle riunioni almeno mensili per vedere come si sta evolvendo, ma al momento non ho ricevuto alcuna risposta.
  Chiedo veramente un appoggio anche da parte degli altri gruppi per far sì che vi sia di nuovo un ministro per le pari opportunità e per far sì che vi siano delle riunioni per capire effettivamente come sta andando avanti questo piano anti-violenza. A volte, ho veramente l'impressione che le mie parole siano lasciate al vento; spero veramente che non sia così, spero che ci si attivi affinché la situazione in Italia per le donne possa migliorare.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 9 ottobre 2015, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 18,50.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO ANDREA GIORGIS SULL'ARTICOLO 2 DEL TESTO UNIFICATO DELLE PROPOSTE DI LEGGE NN. 9-A ED ABB.

  ANDREA GIORGIS. Presidente, Onorevoli colleghi, L'esplosione del fenomeno migratorio ha riproposto in una nuova e inedita versione, pressoché in tutti i Paesi dell'Europa continentale, una situazione che era tipica dell'ordinamento feudale e cetuale pre-rivoluzione francese: persone che stabilmente convivono e lavorano nello stesso contesto materiale e sociale sono sottoposte a regimi giuridici differenziati, sono diverse di fronte alla legge e non godono degli stessi diritti fondamentali.
  Oggi la cittadinanza dei paesi ricchi rappresenta, infatti, per molti aspetti, un vero e proprio «nuovo» privilegio di status: è fattore di esclusione e discriminazione anziché, come all'origine dello Stato nazionale, di inclusione e parificazione. E ciò solleva un problema di ordine politico, sociale ed anche costituzionale.
  In conseguenza della mutata realtà sociale, le norme che disciplinano l'acquisto e la perdita della cittadinanza – e che in tal modo strutturano la convivenza sociale e politica, nonché l'appartenenza allo Stato e al popolo (di cui all'articolo 1 Cost.) – si pongono in tensione con alcuni principi fondamentali dello Stato costituzionale contemporaneo, quali ad esempio il principio di uguaglianza (nei suoi molteplici profili a cominciare da quello dell'uguaglianza di fronte alla legge), il principio democratico (inteso come diritto di ogni essere umano di poter prendere parte alla definizione delle leggi che disciplinano la società in cui stabilmente vive e lavora ed alle quali è dunque sottoposto), il principio dell'universalità dei diritti fondamentali (quale riflesso del diritto di ogni persona in quanto essere umano ad una vita dignitosa). Da questi principi discende infatti, in tema di cittadinanza, un principio che potrebbe essere così sintetizzato: tutti coloro che stabilmente vivono e lavorano in Italia e sono dunque sottoposti Pag. 109alla sovranità della Costituzione e delle leggi devono essere (e/o poter diventare) cittadini italiani.
  Ad una concezione di tipo «naturale» o «etnico» della cittadinanza, che tende a individuare l'elemento qualificante dell'appartenenza al «popolo» in fattori oggettivi, che trascendono la volontà e che attengono prevalentemente al passato, come la lingua, la discendenza, la religione, la storia, occorrerebbe perciò sostituire (o perlomeno affiancare) una concezione della cittadinanza di tipo «volontaristico» o «elettivo» che tende ad individuare l'elemento qualificante e unificante il popolo (al quale l'articolo 1 Cost. riconosce la sovranità), più che nel sangue e nella storia, nella comunanza di idee (intesa come adesione ai principi del pluralismo, dell'uguaglianza e della libertà), nella comunanza di speranze e quindi di futuro.
  Ciò non significa che si debba affermare un diritto di tutti gli individui ad entrare in Italia e a diventare cittadini italiani, ma semplicemente che se si è stati ammessi nel nostro territorio – secondo quanto prescrivono le norme costituzionali e di legge sul diritto di asilo e sul diritto di immigrazione – e se la presenza sul territorio ha assunto i caratteri della stabilità e si proietta nel futuro, allora si è altresì titolari di un diritto a far parte della comunità politica e statuale in condizioni di piena uguaglianza.
  In questa direzione muove la proposta di legge che stiamo discutendo e, in particolare, l'articolo che ci accingiamo a votare, e la successiva disposizione transitoria in virtù della quale (se i termini saranno rispettati) si eviteranno alcune irragionevoli discriminazioni.
  Approvando questa legge consentiremo infatti al nostro ordinamento di compiere un primo importante passo nella giusta direzione di una nuova e più moderna disciplina della cittadinanza, incentrata sullo ius soli (seppur temperato) e sullo ius culturae.
  Un primo passo al quale dovranno tuttavia seguirne altri capaci da un lato (per quanto riguarda lo ius soli) di maggiormente valorizzare i profili connessi alla volontà e alla stabile presenza sul territorio, e dall'altro (per quanto riguarda lo ius culturae) di tutelare i legami familiari dei minori che hanno intrapreso e intraprenderanno un percorso formativo e culturale nel nostro Paese.

Pag. 110

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 2874, DEL DISEGNO DI LEGGE N. 3194 E DELLA MOZIONE N. 1-01008

Pdl n. 2874 – Contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra

Discussione generale: 7 ore e 30 minuti.

Relatori per la maggioranza (complessivamente) 30 minuti
Relatore di minoranza 10 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 10 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 10 minuti
 Partito Democratico 36 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà –
 Berlusconi Presidente
31 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 31 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega
 dei Popoli – Noi con Salvini
30 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 30 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti
 Misto: 30 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 10 minuti
  Alternativa Libera 10 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
4 minuti
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Ddl n. 3194 – Delega appalti pubblici

Tempo complessivo: 21 ore, di cui:
• discussione generale: 8 ore;
• seguito dell'esame: 13 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatori (complessivamente) 20 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 20 minuti
Tempi tecnici 2 ore
Interventi a titolo personale 1 ora e 20 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ore e 49 minuti (con il limite massimo di 13 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 50 minuti 7 ore e 51 minuti
 Partito Democratico 1 ora 1 ora e 53 minuti
 MoVimento 5 Stelle 36 minuti 1 ora e 12 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
34 minuti 56 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 33 minuti 36 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 31 minuti 36 minuti
 Scelta civica per l'Italia 32 minuti 33 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega
 dei Popoli – Noi con Salvini
31 minuti 31 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 31 minuti 31 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza
 Nazionale
30 minuti 26 minuti
 Misto: 32 minuti 37 minuti
  Alleanza Liberalpopolare
  Autonomie ALA – MAIE -
  Movimento Associativo italiani
  all'estero
11 minuti 12 minuti
  Alternativa Libera 10 minuti 12 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 5 minuti 6 minuti
Pag. 112

Mozione n. 1-01008 – Iniziative per assicurare adeguate risorse al Servizio sanitario nazionale

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 17 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
27 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 18 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega
 dei Popoli – Noi con Salvini
17 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 19 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 6 minuti
  Alternativa Libera 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI)
  – Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Doc. LVII, 3-bis-ris. Relaz. 6-163 504 498 6 316 342 156 35 Appr.
2 Nom. Doc. LVII, 3-bis – ris. Nota 6-165 504 498 6 250 339 159 35 Appr.
3 Nom. TU pdl 9 e abb.-A – em. 1.5 416 414 2 208 49 365 86 Resp.
4 Nom. em. 1.2 428 417 11 209 42 375 84 Resp.
5 Nom. em. 1.14 428 362 66 182 63 299 83 Resp.
6 Nom. em. 1.16 425 362 63 182 58 304 81 Resp.
7 Nom. em. 1.25 425 424 1 213 52 372 81 Resp.
8 Nom. em. 1.9 414 412 2 207 47 365 80 Resp.
9 Nom. em. 1.59 411 410 1 206 46 364 80 Resp.
10 Nom. em. 1.301 388 335 53 168 7 328 80 Resp.
11 Nom. em. 1.600 390 341 49 171 317 24 80 Appr.
12 Nom. em. 1.304 384 378 6 190 25 353 80 Resp.
13 Nom. em. 1.305 395 384 11 193 8 376 80 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.602 392 364 28 183 362 2 80 Appr.
15 Nom. em. 1.76 396 332 64 167 52 280 80 Resp.
16 Nom. em. 1.3 403 401 2 201 47 354 80 Resp.
17 Nom. em. 1.308 398 392 6 197 46 346 80 Resp.
18 Nom. em. 1.603 397 356 41 179 348 8 80 Appr.
19 Nom. em. 1.104 398 390 8 196 50 340 80 Resp.
20 Nom. em. 1.114 398 392 6 197 47 345 80 Resp.
21 Nom. em. 1.321 399 377 22 189 31 346 80 Resp.
22 Nom. em. 1.322 399 397 2 199 51 346 80 Resp.
23 Nom. em. 1.116 384 378 6 190 45 333 80 Resp.
24 Nom. em. 1.324 386 381 5 191 91 290 80 Resp.
25 Nom. em. 1.323 379 378 1 190 44 334 80 Resp.
26 Nom. em. 1.325 379 379 190 26 353 80 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.109 386 386 194 50 336 80 Resp.
28 Nom. em. 1.111 388 327 61 164 69 258 80 Resp.
29 Nom. em. 1.173 388 337 51 169 31 306 80 Resp.
30 Nom. em. 1.153 391 382 9 192 41 341 80 Resp.
31 Nom. em. 1.154 385 326 59 164 31 295 80 Resp.
32 Nom. em. 1.327 385 376 9 189 20 356 80 Resp.
33 Nom. em. 1.225 387 387 194 40 347 80 Resp.
34 Nom. em. 1.700 388 330 58 166 290 40 80 Appr.
35 Nom. em. 1.350 380 379 1 190 46 333 80 Resp.
36 Nom. em. 1.351, 1.352 383 326 57 164 304 22 80 Appr.
37 Nom. em. 1.213 378 378 190 79 299 80 Resp.
38 Nom. em. 1.205 362 314 48 158 21 293 80 Resp.
39 Nom. em. 1.353 rif. 367 364 3 183 259 105 80 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 51)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 1.354 rif. 371 305 66 153 283 22 80 Appr.
41 Nom. em. 1.701 374 317 57 159 299 18 80 Appr.
42 Nom. articolo 1 371 313 58 157 274 39 80 Appr.
43 Nom. articolo agg. 1.05 367 344 23 173 13 331 80 Resp.
44 Nom. em. 2.600 342 256 86 129 249 7 80 Appr.
45 Nom. em. 2.24 343 287 56 144 20 267 80 Resp.
46 Nom. em. 2.20 337 334 3 168 67 267 80 Resp.
47 Nom. em. 2.25 348 298 50 150 24 274 80 Resp.
48 Nom. articolo 2 319 315 4 158 284 31 80 Appr.
49 Nom. articolo agg. 2.0600 330 329 1 165 256 73 79 Appr.
50 Nom. subem. articolo agg. 0.2.014.600 n.f. 326 322 4 162 258 64 78 Appr.
51 Nom. articolo agg. 2.014 323 318 5 160 235 83 78 Appr.