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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 475 di martedì 4 agosto 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 10,15.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  CLAUDIA MANNINO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Cicchitto, Damiano, Ferrara, Fioroni, Fraccaro, Piccoli Nardelli, Rossomando, Sanga, Speranza, Tofalo e Vitelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1977 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di enti territoriali (Approvato dal Senato) (A.C. 3262) (ore 10,20).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 3262, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di enti territoriali.
  Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalla Commissione, identico a quello approvato dal Senato (per l'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato e per le proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, vedi l'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 3 agosto 2015).

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 3262)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Grazie, signor Presidente, noi socialisti voteremo per l'ennesima volta la fiducia, perché siamo convinti che questo Paese abbia bisogno di riforme, di riforme profonde, e questo Governo, a dire il vero, ne sta portando avanti qualcuna. Vorrei ricordare quella Pag. 2della riforma istituzionale, la riforma costituzionale, la riforma della pubblica amministrazione, con luci e ombre, la riforma della giustizia civile e le tante altre che verranno nel prossimo futuro. Però crediamo, con grande convinzione, che vi sia bisogno, al di là di quelle che sono state le affermazioni di quest'ultimo periodo, di una grande riforma fiscale, che veda al centro il lavoro e l'impresa per rilanciare l'economia di questo Paese, come riteniamo, altresì, che vi sia la necessità di riequilibrare il sistema sociale di questo Paese e di rimettere in moto il cosiddetto ascensore sociale. Inoltre, vi è la necessità di affrontare con determinazione quella che è la grande evasione fiscale di questo Paese.
  In questo decreto-legge vi sono alcune questioni importanti, come, per esempio, la possibilità di assumere forze dell'ordine, la questione che riguarda il Patto di stabilità, la questione che riguarda la polizia provinciale. Vi sono anche, all'interno di questo decreto-legge, i problemi che riguardano la sanità; al di là della razionalizzazione, io credo che ci sia bisogno di una grande discussione all'interno di quest'Aula, perché bisogna anche attivare quella che può essere la cosiddetta sanità integrativa che non può essere sostitutiva. Ma la riforma di tutte le riforme deve essere la riforma del Mezzogiorno d'Italia...

  PRESIDENTE. Concluda.

  LELLO DI GIOIA. Al di là delle polemiche, al di là dei dati della SVIMEZ, io credo, signor Presidente, signori del Governo, che i giovani, le donne – e mi avvio alla conclusione – i cittadini di questo Paese abbiano dato fiducia al Governo, soprattutto i cittadini del Mezzogiorno d'Italia. Io credo che bisogna passare, ora, dalla speranza di quei giovani e di quelle donne a una certezza, per fare modo che il Mezzogiorno d'Italia diventi un problema del Paese e dell'Europa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Grazie Presidente, colleghi deputati, Ministro, siamo qui per consegnare al Governo una sorta di certificazione di disprezzo, innanzitutto per il reiterato ricorso al voto di fiducia, se ne parla sempre molto, soprattutto quando governa il centrodestra poi, improvvisamente, ci si dimentica che comunque si sta di fronte a uno strumento eccezionale che dovrebbe essere utilizzato solo e soltanto in circostanze del tutto eccezionali per provvedimenti d'urgenza e per materie assolutamente puntuali, conformi e omogenee. Voi ci propinate quasi il cinquantesimo voto di fiducia, è un record, è inutile che vi nascondiate, cercando di negare l'evidenza, e lo fate, come al solito, nell'approssimarsi della pausa estiva, per l'ultima volta, forse, prima della ripresa dei lavori a settembre.
  Lo fate in malo modo e noi ci auguriamo che la stessa pignoleria esercitata dal Presidente Napolitano nei confronti del Governo di centrodestra – perché poi c’è stata una piccola vacatio nell'epoca del Governo Monti così come nell'epoca del Governo Letta – vi sia oggi con il Presidente Mattarella, di cui tutti abbiamo enorme, sterminata fiducia. Ci auguriamo che ci sia una capacità e una volontà di rispettare i dettati costituzionali, la sensibilità istituzionale necessaria per rispedire al mittente, senza una firma che possa sanare questo abominio, un decreto-legge dentro il quale – voglio ricordarlo per coloro che ci ascoltano (pochi, ma buoni) – c’è la finanza locale, c’è la sanità, con un piccolo taglio, innocente, di soli 2 miliardi 300 milioni di euro, ci sono i corpi di polizia, la polizia provinciale, c’è l'università, c’è Fincantieri, ci sono i rifiuti, c’è il grande Giubileo del 2015, ci sono le assunzioni dell'Aifa, ci sono le agenzie fiscali, c’è il parco di Monza, eccetera: di tutto di più, alla faccia dell'uniformità e alla faccia dell'urgenza ! Io penso che questo vada detto forte e chiaro, affinché possiate almeno dormire preoccupati rispetto alla capacità di essere coerenti e lineari nella vostra coscienza.
  Si parla di finanza locale – questo dovrebbe essere il tratto dominante di Pag. 3questo decreto d'urgenza –, ma se ne parla poco e male. Intanto, per cominciare, voglio ricordare a me stesso – è stato oggetto di discussione in tante circostanze, discussioni anche culturali, rispetto alla possibilità di riformare la nostra architettura istituzionale – che c’è pendente un fallimento voluto dal vostro Governo, signor Ministro, e voluto dal Presidente del Consiglio, Renzi, che è molto attento alla propaganda e assolutamente poco desideroso di andare in profondità e di fare davvero quelle riforme che ho sentito poco fa auspicare ma che non sono state fatte perché non sono nell'agenda del Governo. C’è solo il desiderio di fare conferenze stampa, come conferenze stampa sono quelle che hanno annunciato la probabile ma mai sopraggiunta scomparsa delle province. Le province non sono state abolite, è stato abolito il diritto dei cittadini di eleggere i consiglieri provinciali, di eleggere i presidenti delle province stesse e quindi di avere anche una responsabilità indiretta sul resto della governance delle province. Non si sa che fine debbano fare con precisione le competenze delle province; si è in buona parte deciso di archiviare quella sorta di rapporto tra i cittadini di un gran numero di comuni italiani, direi la maggioranza dei cittadini italiani, che sono ubicati in piccoli comuni. Sono 8 mila e più i comuni di cui dispone il nostro territorio, la nostra Repubblica, e di questi oltre la metà sono al di sotto dei 5 mila abitanti. Non hanno più un interlocutore con cui relazionarsi per tutte le questioni che riguardano i territori, i servizi che andrebbero erogati, soprattutto a fronte di tasse che in maniera esosissima vengano pagate dalle famiglie e dalle imprese. Non si sa con chi parlare per quello che attiene alla manutenzione delle strade, per quello che attiene all'illuminazione pubblica, all'urbanizzazione primaria, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Non si sa con chi poter parlare ! Le province erano gli organismi preposti. Se si vuole fare efficientamento e si vogliono mettere in ordine i bilanci bisogna mettere le mani sulle regioni, che sono l'idrovora autentica che manda fuori controllo la finanza pubblica, non le province. Non le province ! E non ci vuole Fratelli d'Italia a raccontarlo e ricordarlo, perché ben più autorevoli organismi, come la Società geografica italiana, hanno chiesto di mettere mano all'organizzazione delle regioni attraverso l'istituzione delle macroregioni e di rivedere ma non eliminare i confini delle province, rendendoli tra loro più omogenei per materie che fossero innanzitutto socio-economiche e poi successivamente di tipo culturale, identitario, individuando il trait d'union, il minimo comune denominatore di alcune aree per poterle far coesistere.
  Non si individuano dei criteri oggettivi in aggiunta a quelli scarsissimi e, quindi, scarsamente efficaci che fin qui sono stati perseguiti da tutti i Governi per il trasferimento delle risorse agli enti locali, per cui è la circostanza che ci suggerisce di denunciare e sottolineare l'anomalia nell'unico criterio da questo punto di vista che tiene banco: quello della popolazione di una determinata area. Cosicché non importa se vi sono pochi abitanti in una area sterminata, molto grande, in una provincia enorme o in un comune gigantesco. Io sono romano, ad esempio, e tutti sanno che la capitale d'Italia è la più grande città dell'intera Europa per estensione territoriale e quindi il calcolo sul numero degli abitanti è un calcolo del tutto insufficiente, come tutti sanno anche se fanno finta di non sapere, rispetto alla necessità di gestire i servizi. L'estensione in termini di metri quadrati delle strade comunali e provinciali romane la dice lunga rispetto alla del tutto insufficiente capacità di erogare fondi da parte dello Stato per consentire la manutenzione. Faccio solo questo esempio, anche se ne potrei fare molti altri. Forse andrebbero individuati altri criteri.
  Non si può fare il trasferimento delle risorse in questo modo, oppure lo si può fare, secondo il metodo che avete fin qui perseguito, solo per garantirsi una capacità clientelare. Quindi si possono dare più fondi al comune amico rispetto al comune, che oggettivamente, con parametri scientifici determinati e individuati, avrebbe il Pag. 4diritto ad avere delle risorse e dei fondi. Dovrebbero entrare, quindi, valutazioni sul patrimonio artistico-culturale, dovrebbero entrare valutazioni legate ai parametri dell'estensione del territorio e della superficie, dovrebbero entrare anche parametri di ordine economico in termini di capacità di produrre risorse, perché se il criterio della popolazione è l'unico criterio esistente non ci vuole molto per capire che, per esempio, anche l'imposizione fiscale che da una serie di possibilità economiche ai comuni vede penalizzati nuovamente questi comuni in quanto vi sono meno persone che pagano le tasse. Comunque di tutto ciò in questa sorta di decreto non vi è traccia, non esiste niente di razionale, di coerente, di lineare; non esiste niente di rivoluzionario; non esiste alcun provvedimento che valga la pena di essere citato per carpire la disponibilità delle forze politiche sul merito e, quindi, comunque il voto di fiducia è sacrosanto da questo punto di vista, perché si chiede ai gruppi parlamentari di offrire la loro fiducia al Governo non di condividere il provvedimento. Buona parte dei partiti che sosterranno questo provvedimento lo faranno solo e soltanto in maniera fideistica e davvero sono sicuro che nessuno si sentirà di condividere il merito di questa proposta.
  Non mi attardo, perché il tempo a mia disposizione è scaduto, nell'approfondimento delle questioni legate alla sanità perché sarebbe davvero come sparare sulla croce rossa. Il fatto che voi intendiate spacciare per provvedimento di efficientamento, di centralizzazione e omogeneizzazione delle spese un ulteriore taglio di 2,3 miliardi di euro lascia il tempo che trova, si commenta da sé. È decisamente patetico perché non c’è un solo modello che voi indichiate per efficientare e ottimizzare davvero e rendere uguale in tutte le parti d'Italia la natura della spesa legata alla sanità. Intanto, comunque abbassate il livello di tutela della salute dei cittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signor Presidente, una breve dichiarazione per affermare il voto favorevole di fiducia del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico, aggiungendo che tale voto si intende espresso per ragioni prevalentemente politiche. Il provvedimento contiene misure urgenti, ma la tecnica legislativa adottata pare molto discutibile, il sottosegretario è un esperto di questioni istituzionali e sa che il richiamo al decreto-legge è genericamente a materie di enti territoriali, mentre in realtà dentro al provvedimento c’è di tutto e si fatica a scorgere la visione di insieme, sia istituzionale, che sociale e fiscale.
  Ho avuto modo nel corso della discussione generale in Commissione di richiamare alcuni punti che richiederebbero invece una visione di insieme. La prima questione problematica attiene la mancata soluzione del modello istituzionale efficiente e razionale per quanto riguarda il rapporto tra regioni, enti di area vasta e comuni. Sono da sempre favorevole alla questione della soppressione delle province e purtuttavia ritengo che il superamento di tali enti territoriali realizzato non a livello istituzionale ma con la riforma Delrio abbia lasciato insoluti molti nodi problematici. Ritengo inoltre che le regioni previste attualmente non rispondono nel loro numero, nella loro estensione e loro organizzazione ad un modello efficiente e razionale e andrebbero pertanto riviste anche nella loro estensione territoriale. Ora è chiaro che qui parliamo di un provvedimento urgente però se non si ha la visione complessiva è difficile che poi ci sia un raccordo tra questi e il resto. Come si vede sul tema della sanità, la cui inefficienza è da imputare anche all'affidamento alle regioni della relativa competenza in materia pressoché esclusiva che incide sul tema della universalità. Se noi affidiamo alle regioni una competenza esclusiva poi riscontriamo che nel merito l'universalità diventa molto difficile da realizzare e ha più l'impressione di essere a macchia di leopardo.
  Da ultimo, poiché a cavallo della discussione sul decreto-legge vi è stato l'annuncio del Governo della futura abolizione Pag. 5della TASI, cioè dell'imposta sugli immobili adibiti ad abitazione principale, penso che bisogna riflettere sul senso di una proposta di questo genere, perché ritengo che l'autonomia dei comuni non può prescindere dalla tassazione immobiliare, anche della prima casa, come del resto avviene nei maggiori paesi con i quali siamo chiamati a confrontarci e tengo ad evidenziare che invece l'imposizione sugli immobili adibiti ad abitazione principale andrebbe calibrata in base al valore degli immobili e alla capacità contributiva, prevedendo per i comuni un'autonomia impositiva volta a valorizzare la capacità amministrativa dei sindaci, questo è il tema assolutamente centrale. Qui si interviene sul patto di stabilità, ma non vedo la visione di insieme e questo mi preoccupa molto perché siamo di fronte a dei passaggi che vedranno sempre di più i comuni in grande difficoltà: oggi fare il sindaco è un'impresa davvero titanica. Quindi, questo voto favorevole richiama la necessità e l'urgenza che il Governo si dia su queste tematiche una visione complessiva che non è più rinviabile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, il Governo ci chiede ancora una volta fiducia su un provvedimento che contiene molti interventi negativi perché non rispettano uno dei principi fondamentali che dovrebbero essere propri di un Governo efficiente e cioè quello di penalizzare coloro che gestiscono male le risorse pubbliche ed aiutare chi invece ha una gestione virtuosa delle stesse. Ci chiede la fiducia su un provvedimento che introduce interventi inaccettabili come i tagli alla sanità. Abbiamo assistito a una lezione dal Partito Democratico in cui voleva far credere che i tagli operati dal Governo alla sanità con la legge di stabilità dello scorso anno e con questo provvedimento sono responsabilità delle regioni. Ecco, un intervento del genere è talmente fuori dalla realtà che è qualcosa di inaccettabile.
  Il decreto-legge ripropone ancora una volta il macchinoso sistema delle richieste di spazi finanziari, peraltro insufficienti, attraverso un meccanismo lungo, burocratico e aleatorio, il tutto solo per permettere ai comuni di spendere i propri soldi. È stata questa maggioranza a votare la legge di stabilità e a votare i tagli a regioni e comuni ed è stata e sarà questa maggioranza a votare quest'oggi i tagli alla sanità, rendendo ancora più difficile il compito delle regioni, di coloro che operano nel settore ospedaliero di dare cure efficaci ed adeguate alla nostra cittadinanza. È sufficiente questo punto per quanto ci riguarda per dare un giudizio negativo sull'intero provvedimento.
  Ma c’è qualcosa di peggio, che fa ancora più rabbia, perché all'interno di questo provvedimento ci sono interventi dei più disparati. Si trovano 33 milioni da stanziare per il Giubileo di Roma; si trovano decine di milioni per regolarizzare i lavoratori socialmente utili della Calabria; si trovano, a detta del Governo, 500 milioni per i buchi della cattiva gestione delle risorse pubbliche della regione Sicilia, su un presunto buco totale di addirittura 6 miliardi o di cifre legate a partite inesigibili, com’è stato dichiarato dagli esponenti del Governo. Ma per le tragedie ? Per le vicende drammatiche che colpiscono i cittadini del nostro territorio non si trovano le risorse.
  Vorrei ricordare al Governo, a tutti i veneti del Governo e della maggioranza che per ciò che è avvenuto 1'8 luglio in Veneto, un tornado che ha raso al suolo intere abitazioni costringendo fuori casa centinaia di cittadini, il Governo ha stanziato la bellezza di soli 2 milioni: vergogna ! È una vergogna inaccettabile che un Governo che si reputi tale, di fronte alle emergenze, di fronte alle difficoltà dei propri cittadini non sia in grado di trovare risorse sufficienti per dare risposte adeguate ai drammi che colpiscono la nostra gente.
  Questo è il comportamento del Governo Renzi: trova risorse per premiare coloro che gestiscono male la cosa pubblica e Pag. 6lascia in mezzo a una strada i cittadini che vedono distrutto il frutto dei sacrifici di una vita intera, complimenti !
  I dati emessi questa settimana dall'ISTAT sui livelli occupazionali non portano a ottimistiche riflessioni sul Governo. Malgrado altri cerchino sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno, la verità purtroppo è decisamente meno felice. A fronte di ben 40 miliardi spesi in incentivi per chi assume a tempo indeterminato, per la decontribuzione e deduzione del costo del lavoro, la nuova occupazione non decolla; anzi, il dato di giugno fotografa una dimensione di ben 22 mila unità rispetto a maggio scorso e di altre 40 mila unità rispetto al giugno 2014, portando la disoccupazione al 12,7 per cento, livello record europeo anche per i giovani che si attesta al 44,2 per cento.
  Scarseggiano, minando la continuazione di quell'efficacia, reti e servizi per l'impiego, sia pubblici che privati, in grado di accompagnare le persone alla ricerca di un posto di lavoro, così come nel mondo dell'istruzione, con le insensate modalità applicative per l'assunzione de «la buona scuola», come l'avete chiamata, si vede crescere la volontà dei precari di rimanere tali piuttosto che doversi trasferire dal nord al sud e viceversa, a seguito dell'assurda trasformazione delle attuali graduatorie regionali in nazionali.
  Renzi, il PD tutto, piuttosto che dedicare tempo nelle Aule parlamentari alle proposte legislative relative all'accoglienza dei migranti clandestini, alla riforma della RAI, alle unioni civili, agli «svuota carceri», agli indulti mascherati, si dedichi con maggiore serietà a concretizzare politiche economiche di abbassamento della spesa pubblica statale, di diminuzione della pressione fiscale, di sterilizzazione dell'aumento dell'IVA, di riforme delle pensioni.
  I cittadini riavranno fiducia quando vedranno al Governo del Paese meno risate e spavalderia e una maggiore serietà. Ma questo Governo, ahimè, purtroppo è pura utopia.
  Ci si consenta di ribattere alle falsità che state andando a dire in giro. La sanità è di tutta Italia e ci sono regioni, come Lombardia, Veneto e Liguria, e in parte anche il Piemonte, in cui, fino all'anno scorso, sono state fatte razionalizzazioni con criterio, che non vogliono accettare nessuna riforma. Il problema è che queste tre regioni e poche altre la riforma l'hanno già fatta nei decenni passati, i tagli li hanno già fatti, hanno già chiuso i piccoli ospedali, perché a queste regioni interessano i propri cittadini che hanno il diritto di essere curati bene, non di essere curati in qualche modo sotto casa. Anche oggi, infatti, tanti cittadini del sud – e mi dispiace per loro – sono costretti a venire al nord se vogliono essere curati. Un Governo serio dovrebbe punire queste cose, non dare ancora soldi a questi cattivi amministratori.
  Tagliare le regioni virtuose, che hanno già riformato la propria spesa sanitaria, significa mettere a rischio anche l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza.
  Da quest'anno, quasi nel totale silenzio, saranno tagliati fondi, posti letto e convenzioni con le strutture su tutto il territorio nazionale, senza che sia previsto comunque un mirato intervento per cancellare le sacche più vergognose di spreco. Appare quindi grottesco che, all'indomani di questa decisione di ridimensionamento già pesante del sistema sanitario, proprio in questi giorni, il Presidente del Consiglio attui un nuovo ricatto a valere ancora sull'offerta sanitaria. I tagli sulla prima casa, signori, saranno coperti ancora con nuovi altri tagli alla sanità. Quindi, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi si fa bello facendo promesse e poi impone agli altri di tagliare, tanto lui la faccia non la mette mai.
  Termino il mio intervento perché mi rendo conto che queste parole sembrano essere quasi inutili, però credo che sia nostro dovere rappresentare i cittadini che in questo momento non hanno voce, che non stanno protestando in strada, che stanno soffrendo in silenzio, che nei giorni scorsi hanno cercato di rialzarsi, di sistemare le proprie abitazioni, dove possibile, ma che si aspettano molto di più dallo Stato e dal Governo, che sono totalmente Pag. 7assenti. Forza Veneto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molea. Ne ha facoltà.

  BRUNO MOLEA. Grazie, Presidente. Il decreto in esame reca un articolato intervento in diversi settori di interesse per gli enti territoriali, compresi gli enti sanitari, dal Patto di stabilità interno, al pagamento dei debiti commerciali, all'assegnazione di risorse a compensazione dei gettiti IMU e Tasi, a cui si aggiungono ulteriori misure in materia di personale delle province e per i servizi per l'impiego, nonché disposizioni per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e in favore delle altre zone colpite da calamità naturali. Una delle finalità del provvedimento nel suo complesso, la cui adozione è stata peraltro sollecitata da parte degli stessi enti territoriali, è appunto quella di dare una soluzione ad una pluralità di questioni attinenti alle realtà dei medesimi enti territoriali, che erano rimaste ancora aperte a seguito dell'approvazione dell'ultima legge di stabilità.
  Nato per risolvere l'emergenza degli enti locali, il decreto-legge ha assunto, nel passaggio al Senato, la conformazione di un «decreto omnibus», con l'introduzione di disposizioni eterogenee. Il testo approvato dal Senato durante la prima lettura ha, infatti, notevolmente ampliato i contenuti del testo iniziale, ricevendo tuttavia l'apprezzamento da parte delle associazioni rappresentative delle autonomie locali.
  Con riferimento alle norme sul Patto di stabilità interno, vengono resi meno stringenti gli obiettivi del Patto di stabilità interno dei comuni per gli anni 2015-2018, concedendo agli stessi maggiori spazi finanziari per circa 100 milioni di euro rispetto alle previsioni della legge di stabilità del 2015. Vengono, inoltre, ridotte le sanzioni per il mancato rispetto del Patto di stabilità interno per l'anno 2014, rapportandole non più all'intero ammontare dello sforamento del Patto, bensì a una quota parziale dello sforamento dello stesso.
  Per gli enti locali, per i quali è intervenuta la dichiarazione di dissesto finanziario, le sanzioni in questione vengono invece del tutto escluse.
  Per quanto concerne il Patto di stabilità delle regioni, si è disposto che, ai fini del concorso regionale al risanamento dei conti pubblici per l'anno 2015, nel calcolo del saldo in termini di competenza non si tenga conto degli impegni per gli investimenti diretti e per i contributi in conto capitale. Ciò vale solo per le regioni che hanno nel 2014 registrato soddisfacenti indicatori annuali di tempestività nei pagamenti nei confronti dei fornitori.
  Per le province sono previste alcune misure vantaggiose, tra cui la possibilità di predisporre il bilancio per il 2015 su base annuale, con la proroga e l'approvazione al 30 settembre, la riduzione del 2 per cento del tetto alle sanzioni per il mancato rispetto del Patto di stabilità, la possibilità inoltre di assumere lavoratori a termine con la possibilità di utilizzare i proventi delle dismissioni immobiliari per ridurre il debito. Si prevede anche per le province che possano essere stipulate convenzioni con i comuni e con altre province per l'esercizio in forma associata delle funzioni di segreteria.
  I comuni possono bandire, nel rispetto dei limiti assunzionali e finanziari, concorsi per reclutare personale destinato ai servizi educativi e scolastici. Nel decreto si prevede anche che le regioni inadempienti all'obbligo di legiferare sul trasferimento delle funzioni degli enti di vasta area, ai sensi della «legge Delrio», entro il 31 ottobre, dovranno versare alle province e città del loro territorio i costi sostenuti per l'esercizio delle funzioni non fondamentali, cioè le attività che avrebbero dovuto passare da altri enti.
  Diverse sono le misure per riavviare la mobilità dei dipendenti in soprannumero, sia delle province sia delle città metropolitane. Innanzitutto, sono introdotte alcune norme in materia di servizi per l'impiego che prevedono la conclusione di un accordo Pag. 8tra il Governo e le regioni e le province autonome, relativo a un piano di rafforzamento dei servizi per l'impiego ai fini dell'erogazione delle politiche attive mediante l'impiego coordinato di fondi nazionali e regionali nonché delle risorse di programmi operativi cofinanziati da fondi europei.
  Si introduce, inoltre, l'istituto della convenzione tra la regione o provincia autonoma ed il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, intesa a garantire i livelli essenziali delle prestazioni in materia di servizi per l'impiego e di politiche attive del lavoro.
  Per il personale dei centri dell'impiego si prevede il passaggio alle regioni se queste stipuleranno le convenzioni con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che partecipa agli oneri di funzionamento di tali servizi per il 2015 e il 2016 nei limiti di 90 milioni di euro annui e in misura proporzionale al numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato direttamente impiegati in compiti di erogazione di servizi per l'impiego.
  Positive sono anche le correzioni che si sono apportate rispetto alle norme relative agli organi di polizia che sono in attività nell'ambito provinciale e che oggi possono essere inseriti, su loro richiesta e volontà, nell'ambito delle istituzioni locali ma anche delle città metropolitane. Anche queste disposizioni si inseriscono nel quadro della normativa sulla cancellazione delle province.
  Il provvedimento permette, inoltre, il rinnovo dei contratti a termine nelle 33 province e città che hanno sforato il Patto nel 2014, chiudendo il periodo di limbo dei precari appunto interessati dalla questione.
  Importanti sono anche le norme sulla rinegoziazione dei mutui, i cui proventi potranno essere utilizzati dagli enti senza vincolo di destinazione, per cui i comuni torneranno a gestire una parte delle risorse senza particolari vincoli a livello nazionale, così come il 10 per cento dell'alienazione dei propri patrimoni immobiliari pubblici è nella disponibilità degli enti territoriali, che possono pensare di utilizzarlo, per esempio, per estinguere i mutui e, quindi, per allentare gli oneri a bilancio o anche per le coperture delle spese di investimento.
  Il provvedimento prevede anche una serie di contributi per le regioni e le province. In particolare, si destinano: 200 milioni alla Sicilia quale riconoscimento della mancata entrata Irpef riscossa dallo Stato anziché dalla regione; 120 milioni alla Val d'Aosta; 33,5 milioni alla regione Lazio, per il Giubileo. Sono inoltre stanziati 420 milioni per le regioni a statuto speciale e le province autonome per ricompensarle della perdita del gettito dell'IRAP a seguito, appunto, del taglio stabilito dalla legge di stabilità del 2015.
  Con riferimento alle risorse a compensazione dei gettiti IMU e Tasi per gli enti locali, si prevede anche, per l'anno 2015, che venga attribuito ai comuni un contributo complessivo di 530 milioni e si dispone inoltre l'anticipazione, dal 30 settembre al 30 giugno 2015, del termine ultimo per la verifica del gettito IMU dei terreni montani e parzialmente montani relativo all'anno 2014. Si consente, inoltre, per l'anno 2015 il pagamento della prima rata dell'IMU agricola fino al 30 ottobre, senza interessi e senza sanzioni.
  Venendo alle disposizioni, invece, in materia sanitaria e farmaceutica, nel decreto-legge è prevista, a decorrere dal 2015, come concordato in sede concertativa Stato-regioni, una spending review sanitaria di 2,35 miliardi in tre anni, che determina una corrispondente riduzione del livello del finanziamento del Servizio sanitario nazionale a cui lo Stato concorre. La riduzione consegue al contributo aggiuntivo che le regioni devono assicurare alla finanza pubblica per ciascuno degli anni 2015-2018. Tali risparmi si ottengono attraverso la razionalizzazione delle spese per beni e servizi, dei dispositivi medici e dei farmaci, nonché attraverso la riduzione delle prescrizioni mediche inappropriate e la rideterminazione dei fondi per la contrattazione integrativa del personale dipendente.
  Per quanto riguarda l'acquisto di beni e servizi, gli enti del Servizio sanitario Pag. 9nazionale devono rinegoziare i contratti in essere con l'effetto di ridurre i prezzi unitari di fornitura e i volumi di acquisto, con l'obiettivo di ottenere risparmi su base annua pari al 5 per cento del valore complessivo dei contratti in essere. Anche per i contratti in essere aventi ad oggetto i dispositivi medici è stata prevista una procedura di rinegoziazione. Nel caso dei dispositivi, però, non è fissata una misura di riduzione, ma viene introdotto il meccanismo del ripiano in caso di sforamento del tetto di spesa nazionale.
  Un secondo intervento in materia di personale è volto a prorogare fino al 31 dicembre l'impiego di personale militare appartenente alle Forze armate per compiti di vigilanza di siti e obiettivi sensibili, impiego previsto inizialmente dal decreto-legge e da ultimo prorogato fino al 30 giugno 2015 dal decreto-legge n. 7 del 2015. Tale proroga è contenuta nell'articolo 5-bis che riproduce il testo dell'articolo 1 del decreto-legge 1o luglio 2015, n. 85. Il provvedimento dispone, inoltre, l'assunzione di 2500 agenti per far fronte alle esigenze del Giubileo. Nel dettaglio, si autorizza, in deroga alle procedure di reclutamento vigenti, l'assunzione straordinaria del personale di polizia di Stato.

  PRESIDENTE. Onorevole Molea, deve concludere.

  BRUNO MOLEA. Concludo, Presidente. In conclusione, il gruppo di Scelta Civica, per le motivazioni anzidette, voterà la fiducia al Governo sul presente decreto-legge, particolarmente atteso dagli enti locali, in quanto prende atto, come ho detto prima, di una serie di ulteriori necessità e di alcune correzioni necessarie sia per i comuni sia per le città metropolitane sia per le province legate al fabbisogno reale di un intervento necessario e non procrastinabile sulla difficile situazione finanziaria degli stessi (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
  Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Grazie Presidente, Sinistra Ecologia Libertà non voterà la fiducia al Governo Renzi.
  La politica di questo Governo sta danneggiando l'Italia soprattutto sul terreno economico e sociale a partire dall'occupazione. Il lavoro non riparte, nonostante gli sgravi contributivi per le imprese e il tanto sbandierato Jobs Act. A luglio l'ISTAT ci comunica che l'aumento della disoccupazione ha raggiunto il record storico per quanto riguarda i giovani del 44,2 per cento. Il tasso di disoccupazione generale è tornato a crescere, raggiungendo quasi il 13 per cento. Su base annua i disoccupati in Italia crescono di 85 mila unità, cioè il 2,7 per cento del totale.
  Ancora più grave è la situazione del Mezzogiorno, come ci dice lo Svimez, il cui divario con il prodotto lordo pro capite nazionale è tornato ai livelli di quindici anni fa. I consumi meridionali degli ultimi sette anni sono crollati del 13 per cento, il doppio della flessione del centro nord. Gli investimenti industriali sono crollati del 59 per cento. Il PIL continua a scendere: l'anno scorso dell'1,3 per cento, contro una media nazionale dello 0,2 per cento.
  Nel 2014 i giovani NEET hanno raggiunto i 3 milioni 512 mila unità, un aumento di un quarto. Di essi, 2 milioni sono donne e 2 milioni sono meridionali.
  Sette anni di recessione hanno causato un'enorme crescita dell'esclusione sociale e della povertà. Nel sud il 32,8 per cento dei cittadini è a rischio di povertà.
  Dualismo territoriale e diseguaglianze sociali sono due facce della stessa medaglia. Il Governo Renzi non si è distinto dai precedenti Governi nel contrastare le politiche dell'austerità che hanno causato l'attuale dramma economico, sociale e occupazionale. A parole si contesta l'austerità, nei fatti si adotta nell'azione quotidiana Pag. 10di Governo. E anche questo decreto-legge è in questo solco con un ulteriore taglio alle risorse pubbliche destinate al servizio sanitario.
  Questo decreto-legge contiene alcune proposte rese necessarie dall'approvazione della legge di stabilità del 2015, ma cammin facendo al Senato sono state introdotte tante altre norme che hanno fatto lievitare il decreto da 18 a 43 articoli, con l'assorbimento di altri due decreti-legge.
  Ne è venuto fuori un nuovo e trino decreto omnibus, disomogeneo per materie e, secondo molti, incostituzionale. L'ennesima perla di un Governo che procede per voti di fiducia e decreti-legge, umiliando il Parlamento e il suo potere di approvare le leggi e di controllare l'azione del Governo. Le cose si sono capovolte: il Governo impone le leggi, considera, addirittura, incidenti eventuali modifiche ai contenuti dei decreti e mortifica la libertà costituzionale dei parlamentari, richiamando tutti ad una disciplina militare di partito, particolarmente grave se si considera che il capo del Governo è anche il segretario del partito di maggioranza, cioè sono la stessa persona.
  E, nella storia della Repubblica, questa sovrapposizione è valsa per una sola altra persona, Berlusconi, che per tre volte ha presieduto Governo e partito nello stesso tempo. Appaiono, inoltre, patetici i richiami ai Viet Cong, al Vietnam. Starei molto attento, anche se mi piace vedere Bersani, diciamo, nella parte di un moderno vietnamita, perché mi ricorda la lotta leggendaria di un grande popolo, guidato da Ho Chi Minh, contro il «Golia» di allora, gli Stati Uniti. Quella guerra la vinse Ho Chi Minh e noi eravamo con i Viet Cong di allora. Magari, Renzi e il suo cerchio magico allora sarebbero stati sul tetto di quell'ambasciata americana ad aspettare, magari, qualche elicottero che li portasse in salvo.
  Ma, tornando al decreto, dobbiamo evidenziare come in questo caso la Corte dei conti abbia svelato una realtà su cui questo Governo voleva intervenire, quella della finanza degli enti territoriali, che versa in una situazione di gravità assoluta. Dal 2008 ad oggi, gli enti locali hanno avuto tagli per 22 miliardi di euro e alla sanità sono stati tolti 17,5 miliardi di euro. Ciò ha comportato una caduta verticale degli investimenti pubblici degli enti locali e delle regioni, con conseguenti riflessi sull'occupazione e sulla salute delle imprese, e, nello stesso tempo, un aumento intollerabile delle tasse locali e un peggioramento dei servizi pubblici.
  L'austerità ha stritolato i comuni, le imprese e i cittadini. La relazione sugli andamenti della finanza territoriale è una lucida requisitoria degli effetti nefasti delle politiche dei tagli e dell'austerità seguite con follia irrazionale dai Governi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi. Le deformazioni provocate da queste visioni mercantilistiche dell'economia sono ormai evidenti a tutti: peggioramento dei servizi pubblici, caduta degli investimenti e dell'occupazione, boom della tassazione, aumento del debito pubblico, crisi sociale ed economica.
  Avere tagliato agli enti locali e alla sanità ben 40 miliardi di euro negli ultimi sette anni ha significato dare il via libera ad un aumento della tassazione locale, che la magistratura contabile ritiene ormai ai limiti delle compatibilità con le capacità contributive locali. Le entrate per l'ICI e l'IMU sono passate dai 9,6 miliardi del 2011 ai 15,3 miliardi del 2014 e anche le regioni hanno pesantemente aumentato le tasse a carico dei cittadini.
  Piero Fassino, presidente dell'ANCI, ha riassunto il gioco allo scaricabarile di cui è campione Renzi con queste parole: uno spettro si aggira per le istituzioni, anzi, un cerino; l'ultimo che se lo ritrova in mano vince il non ambito titolo di campione delle tasse. E Renzi questo cerino lo vuole sempre consegnare agli altri. Si scarica, in questo caso, tutto sugli enti locali, perché è più facile e popolare, anche se la spesa dei comuni rappresenta solo l'8 per cento, 61 miliardi di euro, della spesa pubblica italiana di 739 miliardi di euro. Anche la spesa sanitaria non è assolutamente in una situazione di emergenza.Pag. 11
  Noi spendiamo 109 miliardi di euro, pari al 7 per cento del PIL, mentre in Francia e in Germania sono all'8 per cento del PIL. Eppure il Governo continua nel suo accanimento contro il Servizio sanitario nazionale e anche in questo decreto-legge si decide un taglio di 2,35 miliardi di euro alla sanità.
  L'idea che si continua a perseguire è quella di uno Stato sempre più leggero, che eroga direttamente sempre meno servizi e sceglie la linea delle esternalizzazioni a soggetti privati o misti. I servizi pubblici, secondo questa filosofia, sarebbero gestiti meglio dai privati, mentre la storia di questi anni ci svela una realtà miserabile di privatizzazioni che hanno favorito malaffare e corruzione, peggiorando la qualità dei servizi. Anche in campi delicati, come la sicurezza nei luoghi di lavoro, il Governo Renzi vorrebbe esternalizzare i servizi, delegando ai privati la tutela di un bene di rilevanza assoluta, come la salute dei lavoratori.
  Questo decreto-legge non ci piace. Siamo in presenza di una maionese su materie disparate e omogenee. Un ampio schieramento di operatori della sanità, composto da infermieri, medici, operatori, liberi professionisti, ha lanciato proprio ieri ed oggi su grandi quotidiani nazionali un manifesto per la difesa del diritto alla salute, così come sostiene l'articolo 32 della Costituzione. Hanno scritto: «È a rischio l'universalismo del servizio sanitario: si va incontro ad una divisione netta tra sanità di serie A, accessibile solo ai cittadini che possono permettersi di pagare le cure, e sanità di serie B, per chi non ha possibilità economiche».
  La sostenibilità del Servizio sanitario nazionale si realizza attraverso il miglioramento dell'efficienza e la sua valorizzazione e non con i tagli lineari. Per questo, SEL non darà la sua fiducia ad un Governo che taglia ancora la sanità, che, invece, avrebbe bisogno di essere sostenuta e valorizzata per rispondere alla domanda di salute dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Effettivamente, a una lettura rapida, poco attenta, superficiale delle norme contenute in questo decreto-legge, su cui oggi il Governo pone la questione di fiducia, che andremo a votare tra poco, si potrebbe dire che si tratta di un complesso di norme molto disomogenee, molto particolareggiate, dispersive, che non possono essere ricondotte a una lettura comune, che non hanno un filo conduttore su cui effettivamente poter esprimere la fiducia rispetto a un percorso del Governo. Però, il mio punto di vista è completamente diverso. In realtà non è così.
  Noi voteremo la fiducia a questo testo, nelle sue tante norme di dettaglio, perché esso costituisce un punto di completamento e di coordinamento di un percorso che non ha perseguito solo questo Governo, ma è un percorso che va avanti dal 2009 e che ha intestato come titolo la riduzione della spesa pubblica e che ha visto spesso questa riduzione come tagli lineari, spesso disefficienti. Da questo punto di vista, il presente testo di legge dovrebbe ricoordinare, rimettere a completamento, riefficientare molte norme di riduzione di spesa pubblica operate in questi anni, a cominciare dalla spesa per il Servizio sanitario nazionale, che qualcuno diceva essere nemica del Governo Renzi. Ma se si vedessero le serie storiche degli ultimi anni, Presidente, la spesa per il Servizio sanitario è sempre in crescita e in controtendenza con tutto il resto della spesa.
  In questi anni, il Parlamento e i Governi che si sono succeduti, dal Governo Berlusconi dal 2009 per poi passare al Governo Monti, al Governo Letta e al Governo Renzi, hanno operato – e ci viene riconosciuto a livello internazionale e in sede europea – per una forte riduzione della spesa di parte corrente e di parte capitale della pubblica amministrazione italiana. Tant’è che la dinamica dei nostri deficit è rientrata dalla procedura di infrazione Pag. 12al di sopra del 3 per cento nel 2011, voglio ricordarlo. Se si vanno a vedere il valore degli avanzi primari e la dinamica degli avanzi primari in questi anni, possiamo constatare e testimoniare che, da questo punto di vista, nell'area euro essa è inferiore soltanto a quella della Germania.
  Quindi, una politica virtuosa di bilancio, conseguita, però, come ripeto, con tagli con l'accetta, tagli lineari che spesso hanno portato a disefficienze, a squilibri, a mancanza di coordinamento. Da lì si è incominciato ad affermare il concetto della spending review, dell'analisi della spesa, della sua razionalizzazione, dell'efficienza di tale spesa. È bene metterci in testa che i due concetti sono assolutamente in contraddizione. In altre parole, se noi pensiamo di razionalizzare la spesa pubblica all'esito di un'analisi scientifica dei centri di costo, all'esito di un'analisi di quella che è la spesa improduttiva, non possiamo, tranne in rarissimi casi, immaginare di dover cifrare nell'esercizio successivo delle somme a risparmio nelle spese e nelle uscite dello Stato. Questo è un approccio che qualche Governo pure ha accarezzato, ma che è assolutamente errato perché la riduzione della spesa all'esito di una spending review, di un'analisi seria della stessa, non può comportare immediati tagli sul bilancio pubblico. Gli effetti di una riduzione della spesa di questo tipo sono più a medio-lungo periodo e portano, però, a effetti strutturali importanti. Ho un minuto ancora, Presidente ?

  PRESIDENTE. No, stavo chiedendo al Governo di ascoltare invece di distrarsi.

  PAOLO TANCREDI. Mi scusi. Quindi, possono portare, come ripeto, a riduzioni importanti della spesa, anche a riduzioni consistenti e strutturali, che non creano disequilibri, ma solo nel medio e nel lungo periodo. Il concetto che voglio cercare di evidenziare all'inizio di questa relazione, quindi, è che partiamo da sette anni in cui ci sono stati tagli pesanti alla spesa delle pubbliche amministrazioni e a questi tagli pesanti, come qualche giorno fa ci ha ricordato la Corte dei conti, ha contribuito in maniera consistente tutto il comparto degli enti locali. I dati messi in evidenza dalla Corte dei conti li conosciamo tutti e non credo che devo qui ripeterli. È chiaro che una tale riduzione e contrazione della spesa ha portato a degli squilibri nei servizi erogati e anche alla necessità, per molte amministrazioni locali, quasi la totalità di esse, di approvvigionarsi – in parte, perché si è visto che poi l'aumento della tassazione non ha compensato totalmente i tagli – con un aumento di quella che era la tassazione locale. Su questo, ci sono altre partite in corso. Nel DEF noi abbiamo inserito proprio l'impegno al Governo a una rimodulazione della tassazione locale, la cosiddetta local tax, ai fini di una semplificazione di essa, ma anche di una riduzione del monte delle spese. Da questo punto di vista, invece, questo testo, su cui oggi, come ripeto, noi porremmo la fiducia, che il gruppo di Area Popolare voterà convintamente, pone tutta una serie di completamenti e coordinamenti in norme che sono di grande puntualità e che è difficile naturalmente poter riassumere e ricondurre a un contesto unico. Ma qui dentro ci sono una serie di norme che consentono ai comuni quell'armonizzazione contabile che abbiamo chiesto da tempo, così come si dà attuazione alla spesa del fondo di solidarietà che, pur privo del fondo di perequazione sulle tasse sugli immobili locali, è un fondo di 5 miliardi di euro. Se ne stabiliscono gli anticipi e le ripartizioni, questione molto importante per le disponibilità e la vita di tanti comuni. Così come si stabilisce la possibilità di compensare – una novità uscita quest'anno, per noi molto positiva – il fondo a tutela dei crediti di dubbia esigibilità anche con il patto interno verticale e la possibilità di compensarlo nel limite del Patto di stabilità.
  Tale flessibilità è accolta da molti comuni come una boccata di ossigeno. Allo stesso modo ci sono alcune norme importanti per consentire la prosecuzione della vita di alcune istituzioni ma soprattutto dei servizi che esse erogano nelle more del Pag. 13percorso di liquidazione che stiamo facendo, per dirla in maniera un po’ grezza. Le province, cioè, non avrebbero potuto in alcun modo, con i tagli previsti, chiudere i bilanci triennali e si è data la possibilità nel 2015 di fare soltanto il bilancio annuale così come ci sono risorse per un totale di 150 milioni di euro per andare a supplire alcuni disavanzi su alcune poste di servizi che, rimasti in capo alle province e alle città metropolitane, non avrebbero potuto vedere la loro continuità. Vorrei dire che è molto importante tutto quel comparto di norme che sanzionano le regioni per il ritardo sui trasferimenti delle competenze, sul riaccentramento delle competenze e anche sulla questione tanto gravosa e annosa del trasferimento del personale delle province. Nel decreto-legge sono contenute norme, ad esempio, sulle polizie provinciali che fanno capo a leggi regionali e sono previsti anche meccanismi sanzionatori. Ritengo che queste siano norme opportune perché sta diventando troppo lungo e incerto il periodo transitorio.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  PAOLO TANCREDI. Voglio accorciare ma devo dire qualcosa sull'importante materia della sanità, su cui si è accennato tutto. Trascuro le molte importanti norme sulle regioni e per questo mi servo dell'ottimo Servizio studi della Camera che citerò quasi testualmente. L'intesa del 10 luglio 2014 sul Patto per la salute ha definito il quadro finanziario per il triennio di vigenza e ha disciplinato alcune misure...

  PRESIDENTE. Ha trenta secondi, onorevole Tancredi.

  PAOLO TANCREDI. Sì. La legge di stabilità ha dato attuazione ha molte disposizioni. Vorrei anche ricordare al collega Melilla che per il 2015 c'erano poco più di 112 miliardi e 115 miliardi per il 2016. Adesso praticamente la ripartizione delle ulteriori riduzioni non è stata stabilita da Renzi o dal Ministro Padoan né tanto meno dal Ministro Lorenzin ma è frutto di due importanti accordi con le regioni a cui anch'esse hanno partecipato: quello del febbraio 2015 e quello di pochi giorni fa, cioè di luglio 2015. Questo provvedimento praticamente disciplina con forza di legge le disposizioni attuative per attuare questo ulteriore risparmio di spesa.

  PRESIDENTE. Onorevole Tancredi, deve proprio concludere. Non ha più tempo.

  PAOLO TANCREDI. Ho concluso, dieci secondi. Vi sono inoltre importanti norme anche innovative, Presidente, sulla razionalizzazione della spesa sanitaria che però, ripeto, fanno capo a quegli accordi presi in sede di Conferenza Stato-regioni.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tancredi, mi perdoni ma il presidente del suo gruppo, quando presiedeva, era molto più severo di me.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Ci sono tre ordini di motivi che ci inducono a respingere e bocciare con decisione questo decreto-legge. Intanto questo è il quarto e non risolutivo decreto dall'inizio della legislatura che tratta la materia degli enti locali. Proverò a non lasciarmi trascinare dalla verve oppositoria e dal fatto che proprio un decreto-legge dovrebbe consentire maggiore spazio al dibattito parlamentare, tant’è che in quattro giorni la Camera dei deputati liquida la pratica come fosse tale e la conversione di un decreto-legge di 34 articoli e un numero infinito, illimitato di commi che si occupano delle più disparate materie. La prima ragione, senza essere puristi, afferisce agli aspetti più propri di tecnica legislativa: il decreto-legge in esame presenta confusioni e sovrapposizioni con i lavori legislativi in corso. È il caso dei dirigenti delle agenzie fiscali, materia trattata in parallelo con il decreto legislativo attualmente all'esame delle Commissioni competenti per il parere Pag. 14o ancora la vicenda del Corpo di polizia provinciale, trattata in parallelo da due decreti: questo per l'appunto e il decreto pubblica amministrazione. Ma il sistema pasticciato e confusionario si arricchisce di una tecnica unica nel suo genere fatta di superfetazioni e richiami ad altri provvedimenti che ivi confluiscono: è il caso del tema dei rifiuti. Ma purtroppo non finisce qui.
  Uno studente di materie giuridiche potrebbe proprio qui abbeverarsi per comprendere ciò che non si deve fare, o meglio, ciò che non si dovrebbe fare. In barba alla semplificazione e sburocratizzazione, proclamata ed annunciata, si procede a numerosissime modifiche della disciplina vigente con la tecnica della novellazione. E non di rado le modifiche non appaiono testuali, o peggio, sembrano assolutamente decontestualizzate, mentre farebbero sistema con altri provvedimenti. Insomma, un vero e proprio guazzabuglio di norme e codicilli, che rendono più imperscrutabile l'ossequio della norma, più difficile la vita di cittadini e di imprese. Intanto si introducono norme non modificando la fonte primaria, una sorta di modifica de relato.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 11,20)

  PAOLO RUSSO. E pare superfluo significare come questo metodo conduca naturalmente a errori più o meno grossolani, che necessiteranno di ulteriori correzioni nei prossimi decreti. E norme appena varate e già modificate, deroghe su deroghe con innumerevoli richiami e rimandi ad altre norme ed infine il demandare ad altri atti, talvolta anche senza termine e con modalità improprie. Per vostra scienza, siete stati capaci addirittura di prevederne sette, alla faccia di tutte le prescrizioni di semplificazione e chiarezza.
  Non commento le previsioni temporali retroattive e le analoghe interpretazioni autentiche. Proverò a soffermarmi sul danno che si ingenera quando si attribuisce la possibilità di modificare criteri di riparto, per esempio, con atti non legislativi. Ignoranza ? Superficialità ? Sciatteria ? Fretta sospetta ? O piuttosto la necessità di produrre atti, atti approvati, indipendentemente da ciò che è scritto e da come è scritto ?
  Vi è una seconda ragione che ci induce ad essere così critici ed attiene ad un aspetto più squisitamente istituzionale e costituzionale: il ricorso alla decretazione di urgenza già sanzionata ripetutamente dalla Corte con sentenze richiamate dallo stesso Presidente della Repubblica. Gli argomenti più vari, i più disparati, che nulla hanno a che vedere con una decretazione d'urgenza, materie non attinenti al preambolo e talune sicuramente che non necessitano un trattamento urgente: procedure concorsuali presso le agenzie fiscali, assunzioni delle forze di polizia, graduatorie e INPS, Giubileo ed Expo, rifiuti e gestione del fondo gas, concessioni demaniali e agricoltura, pasticci sull'IMU e consorzi universitari, policlinici e risorse europea, AIA e Vigili del fuoco, Campione d'Italia e vattelappesca. Una congerie di norme che si sommano alle esistenti, complicando la vita ai cittadini e alle imprese, rendendo la fortuna solo dei furbi e degli altri Paesi competitori dell'Italia. Altro che finanziaria, questa ! Molto di più e molto peggio: un treno con mille vagoni tra fortune e speranze. C’è di tutto, ma anche il contrario.
  Veniamo alla terza ragione: il merito. Qui la mia opera è più difficile, perché non saprei da dove iniziare. Proverei a comprendere quale sia il beneficio per comuni e province di un decreto-legge che si descrive «disposizioni urgenti in materia di enti territoriali» e che dovrebbe affrontare e risolvere le mille emergenze di un mondo vessato e tartassato. Varato dopo molti mesi di attesa, rappresenta una risposta assai limitata e parziale alla grave situazione di crisi istituzionale e finanziaria in cui versa il comparto degli enti locali.
  Serviva un riordino, semmai, e tale processo di riordino è sostanzialmente fermo e richiederà tempi diversi da quelli Pag. 15immaginati dal Governo, mentre la legge di stabilità 2015 ha imposto a province e città metropolitane un prelievo di un miliardo di euro per il 2015, due miliardi per il 2016 e tre miliardi per il 2017. È evidente che si mette a serio rischio il mantenimento dell'erogazione di servizi essenziali ai cittadini e della stessa tenuta sociale dei territori. Vengono messi a rischio la manutenzione di 100 mila chilometri di strada, la manutenzione e la gestione di migliaia di plessi scolastici, insomma, si riduce il nostro territorio a un colabrodo.
  E intanto un processo efficace ed organico di riforma degli enti territoriali sarebbe dovuto partire da una revisione costituzionale, in grado di affrontare tutti i livelli di governo, cominciando dalle regioni, che oggi non rispondono, in particolare nei poteri e nelle funzioni, ad un modello organizzativo efficiente e razionale e che certamente andrebbero riviste anche nel loro numero e nella loro estensione territoriale.
  La spesa pubblica italiana è rappresentata dai comuni per un valore inferiore all'8 per cento e dalle province per un valore circa dell'1 per cento; è vero che è ancora possibile ottenere elementi di efficientamento, ma è anche vero che ormai si è giunti ad una tale condizione di disagio che credere di spremere su quel fronte è veramente improprio. La tassazione locale, ormai, ha raggiunto un aumento ulteriore del 22 per cento, insostenibile dai contribuenti.
  Come è già avvenuto con altri provvedimenti si è trasformato quasi esclusivamente questo decreto-legge in una manovra di finanza pubblica. E nella versione emendata al Senato – come sottolinea anche il dossier della Camera, complimenti, alla nostra Camera – contiene norme che, in alcuni casi, afferiscono ad ambiti materiali diversi rispetto a quelli indicati nel titolo del decreto-legge e, in altri casi, seppur riconducibili alla materia indicata nel titolo, risultano estranee rispetto agli oggetti dell'intervento d'urgenza. Fin quando gli interventi continueranno a essere sporadici, episodici, in una sorta di mega spot fra illusione e realtà, fantasia e desiderio, sarà impossibile garantire un processo organico di riforma degli enti territoriali.
  Viene in mente a qualche stratega delle nuove politiche degli enti locali che vanno emanati i necessari provvedimenti attuativi e monitorata attentamente la corretta attuazione della legge n. 56 del 2014 da parte delle regioni ? È troppo chiedere di prevedere, nella prossima legge di stabilità, che agli enti locali vengano assicurate risorse adeguate alle funzioni assegnate ? È uno sforzo eccessivo di buon senso chiedere di tutelare con la massima priorità i diritti dei dipendenti delle province coinvolti nel forzoso processo di mobilità ? Chi assicurerà davvero un adeguato livello di risorse per il funzionamento dei centri per l'impiego ? Volete, viceversa, prevedere di destinare nei nuovi programmi operativi nazionali 2014-2020 una quota di risorse per il sostegno alle politiche di riforma e riorganizzazione degli enti locali ? Nulla di tutto questo, registro, ed, invece, leggo di una nuova moratoria niente po’ po’ di meno che per la prima rata dell'IMU agricola. Se volevate garantire una prospettiva di sviluppo dell'agricoltura nel nostro Paese, dovevate semplicemente abolire l'IMU agricola e mantenere in forza il Corpo forestale dello Stato e voi, invece, avete fatto il contrario. Dovete aiutare le città metropolitane e inopinatamente e senza alcuna motivazione plausibile, in una sorta di Robin Hood al contrario, si destinano 50 milioni di euro alla sola città metropolitana di Milano; non abbiamo assolutamente nulla contro Milano, ma perché non Venezia o Reggio Calabria ?
  Vi peritate, in un decreto-legge del genere, di infilarvi nelle definizioni di produttori di rifiuto, di raccoglitori, di stoccaggio provvisorio e temporaneo e pure di deposito preliminare, ma, intanto, come nuovi strumenti per governare le emergenze, producete uffici speciali in Abruzzo e per Bagnoli. No, per Bagnoli un decreto-legge non serviva o, forse, serviva l'ottavo decreto dopo gli ultimi sette, non erano sufficienti quelli precedenti e nemmeno quell'ultimo di nove mesi or sono.Pag. 16
  Caro Presidente del Consiglio, caro Governo, si rimbocchi lei le maniche, il suo Governo, e provi ad aiutare davvero le famiglie, le imprese di quel Mezzogiorno che lotta e compete, battendo la concorrenza nazionale ed internazionale, pur partendo da un gap strutturale. Non possiamo votare a favore della conversione, non solo perché non diamo la fiducia al vostro Governo, ma perché il testo sembra rivolto agli enti locali, ma in realtà affama quegli enti locali e quindi i cittadini e le imprese. Destinate 6 milioni di euro per la sanità degli immigrati e prevedete norme, addirittura, per gli amministratori di condominio; intanto, sottraete 2 miliardi e 300 milioni di euro di risorse alla sanità pubblica.

  PRESIDENTE. Concluda.

  PAOLO RUSSO. Sappiano le donne in attesa di una mammografia, gli anziani di un'ecografia, i malati di una diagnosi appropriata e di una cura adeguata, che questo è il Governo che affama le ASL e gli ospedali, allungando le liste d'attesa e riducendo la qualità delle cure. Davvero siete senza pudore, votiamo convintamente «no» (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Di Maio. Ne ha facoltà.

  LUIGI DI MAIO. Grazie Presidente, una famiglia italiana paga ogni anno 4 mila 200 euro in media tra Tasi, Tari, IMU, addizionali e balzelli vari. A certificarlo è il centro studi di Confcommercio, le tasse locali sono ovunque, non sai mai quando arrivano e come si manifestano.
  Quelle conosciute sono le più ridicole, a quelle più temute cambiate il nome ogni anno, per non far capire che le avete aumentate. In tre anni ICI è diventata IMU e poi si è trasformata in TASI, mai che una volta l'aveste abbassata. Dal 2011 al 2015, periodo in cui avete governato sempre voi, secondo Confcommercio le tasse locali per le famiglie italiane sono aumentate del 115 per cento. Il PD, in questi quattro anni, è sempre stato in maggioranza di Governo (Monti, Letta, Renzi), oltre ad aver governato la maggioranza delle regioni e dei comuni italiani. La Lega governava la maggioranza degli enti del nord, SEL la Puglia; Forza Italia, oltre ad essere nella maggioranza di Monti e Letta, governava gli enti locali rimanenti. L'aumento delle tasse locali più grande della storia d'Italia è stato compiuto sotto i vostri Governi e con questo decreto continuate a farle lievitare. Nessuno lo ricorda, perché eravate tutti troppo accecati dai suoi slogan, ma il primo atto della storia del Governo Renzi è stato il «decreto salva Roma tre» (un nome, una profezia), nel quale si obbligavano, di fatto, i sindaci italiani ad aumentare ulteriormente la TASI. Pochi mesi dopo, questo stesso Governo istituiva l'IMU agricola per finanziarsi la propaganda elettorale degli 80 euro e a fine anno tagliava 8 miliardi di euro agli enti locali nella legge di stabilità, provocando un'ulteriore impennata delle tasse locali del 6,5 per cento. Anche in questo decreto state tagliando 2,3 miliardi di euro alla sanità, ma non solo tagliate alla sanità, salvate pure dall'arresto i politici che ci speculano, come il senatore Antonio Azzollini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E l'aggravante è che tutto questo lo state facendo in piena estate, quando gli italiani sono distratti perché si godono un po’ di riposo. Mi chiedo davvero con che faccia possiate chiederci la fiducia su una simile schifezza.
  Le famiglie italiane, per colpa vostra, in quattro anni, hanno visto più che raddoppiate le tasse comunali e regionali e contemporaneamente hanno visto peggiorare miseramente i servizi locali, costringendoci a pagare servizi privati aggiuntivi. Voi tagliate i fondi da Roma e gli amministratori, a torto o a ragione, aumentano le tasse sul territorio. Tagliando sistematicamente fondi alle forze dell'ordine avete fatto sparire le pattuglie dai quartieri, e anche quei ladri che la polizia riusciva ad arrestare li avete rimessi in libertà con i «decreti svuotacarceri», così la casa degli Pag. 17italiani è diventata sempre meno sicura. In questi quattro anni non è un caso che ci sia stato il boom degli antifurti domestici; il prezzo base per installarlo è di minimo 2 mila euro: paghiamo le tasse per finanziare la sicurezza pubblica ma dobbiamo sborsare migliaia di euro per garantirci un minimo di sicurezza privata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Il trasporto pubblico locale è clamorosamente peggiorato: nel 2011 i tempi di attesa per gli autobus erano in media di 20 minuti, nel 2015 si arrivati al record di 40 minuti, ma spesso gli autobus non arrivano proprio: le corse vengono soppresse per guasti o scioperi, così paghi il servizio pubblico ma sei costretto ad utilizzare la tua auto, rigorosamente tenuta nel garage privato a 300 euro al mese in media, visto che sostare in strada è diventato praticamente impossibile, perché, oltre ai furti e agli atti vandalici in aumento, i sindaci, per colmare i vostri tagli e fare cassa, hanno deciso di dipingere costosissime strisce blu ovunque. Girare in auto nelle città è diventata una corsa ad ostacoli: per effetto dei vostri tagli, le buche ormai fanno parte del decoro urbano, con pneumatici e sospensione sempre a rischio. L'Italia è maglia nera in Europa per contenziosi tra automobilisti e amministrazioni pubbliche, a causa delle buche stradali; i danni da pagare sono un altro costo per le famiglie, oltre a chi, ogni giorno, muovendosi in scooter deve sperare di restare vivo. Se riesci a scansare le buche devi comunque sopravvivere alla caccia all'uomo delle multe. Molti bilanci dipendono ormai da un tot di multe a settimana, visto che alcune amministrazioni – fatte da banditi, aggiungo – sanno che ti converrà pagare la multa, anche se illecita, piuttosto che l'avvocato per contestarla, quindi te la fanno comunque.
  Sul fronte della sanità le cose vanno anche peggio. Le liste di attesa nel 2011, quando i cittadini italiani pagavano meno della metà delle tasse locali, erano più veloci, ce lo dice il XVII rapporto PIT Salute: per una risonanza magnetica, nel 2011, bisognava aspettare otto mesi, oggi nove mesi; per una colonscopia, nel 2011, nove mesi, adesso undici mesi; per l'elettrocardiogramma si è passati da sei a nove mesi; per la TAC i tempi sono raddoppiati come le tasse locali: da sei a dodici mesi; per una visita psichiatrica bisogna aspettare venti mesi in Italia. Sempre più famiglie, quindi, si rivolgono alla sanità privata; solo nel 2014 gli italiani hanno speso 1 miliardo di euro in più in sanità privata.
  Avete ridotto le famiglie sul lastrico e i servizi pubblici in ginocchio, ma non perché siete incompetenti. Definirvi incompetenti significa fornirvi un alibi. Io non vi ritengo incompetenti, molti di voi sono stati sindaci e presidenti di regioni, siete tutti ben consapevoli delle conseguenze di ciò che fate, ed è questo che ci spaventa. Secondo la Corte dei conti avete tagliato 40 miliardi di euro in otto anni a regioni e comuni in nome della crisi. Avete lasciato che a decidere quali servizi sopprimere fossero i vostri consiglieri regionali senza porgli alcun vincolo di spesa. E cosa doveva decidere la classe politica più indagata d'Italia, quella che nel Lazio imponeva il ticket ai disabili per comprare la jeep a «Batman» Fiorito ? Hanno pensato bene di falcidiare posti letto, liste di attesa, esami diagnostici e cure all'ammalato, pur di non toccare un euro di propri vitalizi, fondi ai gruppi, super incarichi e sprechi dei loro direttori sanitari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Nei comuni avete lasciato tutte le decisioni nelle mani dei vostri sindaci, avete tagliato fondi senza fare alcuna distinzione tra comuni virtuosi e comuni spreconi. Il risultato è stata un'impennata clamorosa delle tasse locali. Potevate almeno applicare un criterio meritocratico, ma la meritocrazia purtroppo non è il vostro forte. Si potevano tagliare fondi ai sindaci che si giocano in borsa i nostri soldi in derivati e hanno portato l'ente al dissesto finanziario e premiare i sindaci virtuosi, quelli, per intenderci, come i nostri, che hanno ereditato milioni di euro di debiti da voi, ma rimboccandosi le maniche provano a tagliare gli sprechi per evitare di dichiarare il dissesto, anche se non sempre ce la fanno. Ma come possono farcela se noi Pag. 18miglioriamo la spesa nei comuni e voi da Roma ci tagliate i fondi ? A Pomezia abbiamo recuperato 5 milioni di euro all'anno e voi, solo quest'anno, ci avete tagliato 2,5 milioni di euro per pagarvi i vostri superstipendi a Roma, e qualche vostro parlamentare ha anche il coraggio di andare a protestare sotto i nostri municipi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Ma cosa avete da protestare se siete voi i responsabili del dissesto ! Ad Augusta, un comune di 36 mila abitanti, ci avete lasciato 102 milioni di euro di debiti, a Pomezia una voragine da 200 milioni di euro di debiti. A Civitavecchia ci avete lasciato una zona franca, noi non abbiamo ancora capito quando decidevate di applicare la legge e quando decidevate di disapplicarla ! So solo che le tasse erano un concetto facoltativo in quella città per voi ! E il Presidente del Consiglio i sindaci virtuosi li deride anche dicendo che dovrebbero lavorare di più. Protegge Marino, il flagello di Roma, e sbeffeggia i bravi amministratori italiani. Ce ne sono tanti anche di bravi amministratori tra i vostri sindaci e vi assicuro che sono sul piede di guerra per ciò che avete fatto loro negli ultimi anni. In questo modo avete spinto le persone, anno dopo anno, verso i servizi privati: sanità privata, vigilanza privata, trasporti privati scuole ed università private. Non è un caso che tutti questi arrampicatori sociali vi finanzino sempre ad ogni campagna elettorale. Siete il miglior investimento dei gruppi di potere italiani, non vi è alcun dubbio. Di fronte a tutto questo, un cittadino che paga più tasse, ma ha meno servizi, si fa una domanda molto semplice: ma i soldi che pago ogni anno, se non servono più a pagare i servizi pubblici, dove vanno a finire ? La vostra risposta è sempre stata: è la crisi, non ci sono i soldi. Falso ! A smentirvi non è il MoVimento 5 stelle, ma uno studio ben circostanziato della Commissione europea, direzione generale per la concorrenza, che ci dimostra come tra il 2008 ed il 2012, mentre tagliavate 40 miliardi di euro di servizi pubblici, mettevate a disposizione delle banche 130 miliardi di euro per salvarle, l'8,2 per cento del PIL italiano. Allora abbiate il coraggio di dire che fine hanno fatto i nostri soldi, abbiate il coraggio di dire ai cittadini italiani che i miliardi di euro dell'IMU del 2011 li avete regalati al Monte dei Paschi di Siena (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Abbiate il coraggio di spiegare alle persone che mentre istituivate la TASI nel 2013 regalavate 7 miliardi di euro alle banche con il decreto IMU-Banca d'Italia ! Abbiate il coraggio di ammettere che spendete 10 miliardi di euro all'anno in enti inutili, stima del Codacons. E quanti soldi incassano i vostri partiti in rimborsi elettorali ?
  La vostra non è incompetenza, voi non siete incompetenti, voi siete diabolici, con un piano ben preciso, e per questo sia noi che i cittadini italiani dobbiamo togliervi una volta e per sempre la fiducia, perché la dobbiamo finire con questi tagli ! Dobbiamo riappropriarci delle tasse locali e destinarli ai servizi che ci spettano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle che espongono cartelli recanti la scritta «Basta tagli»).

  PRESIDENTE. Colleghi, togliete questi cartelli, per favore. Intervengano gli assistenti parlamentari. Sapete bene che non è consentito esporre cartelli. Il deputato Di Maio ha espresso molto chiaramente la vostra posizione e, dunque, per favore, collaborate.
  Grazie, togliete questi cartelli (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito della Presidente). Mentre gli assistenti parlamentari tolgono i cartelli, abbiamo ancora un intervento.
  Colleghi, per favore togliete questi cartelli !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marchi. Ne ha facoltà.

  MAINO MARCHI. Grazie Presidente, il Partito Democratico rinnova la fiducia a questo Governo in occasione della conversione del decreto-legge sugli enti territoriali. Rinnoviamo la fiducia perché questo è un decreto-legge che il Partito Democratico ha chiesto in occasione di un Pag. 19question time con il Ministro Padoan e che ha chiesto questa Camera sollecitando ogni iniziativa utile in materia, quindi anche un decreto-legge, approvando in aprile una mozione a mia prima firma.
  Quindi, il Parlamento non può lamentarsi, in questo caso, del ricorso alla decretazione d'urgenza. Si possono accusare PD e maggioranza di istigazione alla decretazione, ma è un merito averlo fatto in questa occasione, perché vi era l'urgenza e la necessità di dare attuazione a novità previste dalla legge di stabilità, come per quanto concerne l'allentamento del Patto di stabilità interno, di precisare meglio alcune disposizioni come quelle sulla ricontrattazione dei mutui o sull'armonizzazione contabile. Soprattutto, vi era l'esigenza di individuare misure per rendere sostenibile l'impatto di quanto previsto dalla legge di stabilità in termini di riduzione di risorse e di personale delle province con un rinnovo almeno parziale dei meccanismi previsti per il passaggio da IMU a Tasi, con la riduzione delle sanzioni per il mancato rispetto del Patto di stabilità interno, con le proroghe del personale a tempo determinato di città metropolitane e province, con l'opportunità del bilancio annuale e non triennale in una situazione straordinaria per province e città metropolitane.
  Il Partito Democratico rinnova la fiducia al Governo perché il Governo non solo ha approvato il decreto-legge, ma è stato disponibile a introdurre in sede parlamentare le modifiche necessarie.
  Al Senato si è fatto un ottimo lavoro, in particolare, in Commissione bilancio, grazie alla disponibilità del Governo e quando una cosa è buona non c’è motivo di cambiarla nell'altro ramo del Parlamento. Bene, quindi, la fiducia per rendere subito operative anche le misure introdotte in Parlamento.
  Queste misure non l'hanno fatto diventare un decreto omnibus. Sono misure per le aree colpite dai terremoti de L'Aquila o dell'Emilia o da calamità naturali, come ad Olbia, e gli spazi del Patto di stabilità per 7,5 milioni per i comuni veneti. Non c'entrano forse con i territori e gli enti locali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ? E non è così anche per «strade sicure», Giubileo, beni culturali, Bagnoli e per tanto altro contenuto nel decreto ? E non era del tutto naturale che, come altre intese con ANCI e UPI, anche l'intesa con le regioni sulla sanità entrasse in questo decreto-legge ? Se ne doveva forse fare un altro in nome dell'omogeneità ?
  Ma sulla sanità le opposizioni si sono sbizzarrite. Un fantasma si aggira nell'opinione pubblica, un fantasma in verità incorporato dalle opposizioni che nel MoVimento 5 Stelle, ieri, ha assunto le sembianze del grande piano finanziario di privatizzazione della sanità, obiettivo europeo e internazionale. Sì, c’è chi vuole privatizzare la sanità nel mondo, basta guardare la guerra che il Partito Repubblicano ha fatto e sta facendo a Obama. Sì, c’è un progetto del genere in Italia, da tempo, ma la sanità pubblica in Italia l'hanno fatta soprattutto le forze che nella loro evoluzione hanno dato vita al Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E noi l'abbiamo sempre difesa, anche quando il MoVimento 5 Stelle non era ancora nemmeno nella testa di Beppe Grillo e quel progetto non è mai passato. E se abbiamo una delle migliori sanità al mondo lo si deve alle regioni storicamente meglio governate: sono quelle dove la nostra storia ha avuto un peso determinante.
  Allora, smettiamola con i fantasmi che fanno diventare 192 milioni più di 2 miliardi se non addirittura 10. Il fondo sanitario nazionale era di 109 miliardi e 902 milioni di euro nel 2014 e nel 2015, con la legge di stabilità, è stato portato a 112 miliardi e 62 milioni, ciò vuol dire che è aumentato di 2 miliardi e 160 milioni; e se ora si riduce di 2 miliardi e 352 milioni il taglio è di 192 milioni, cioè, di fatto, un non aumento che, su 110 miliardi, è proprio razionalizzazione della spesa.
  Non si può dire, come faceva ieri l'onorevole Palese, che tutta la sanità è corrotta – cosa che non è vera –, e chiedere un intervento poi solo sui beni e servizi, che comunque è il grosso dell'intervento. Pag. 20Si deve intervenire, come fanno le migliori regioni, sull'appropriatezza delle prestazioni e questo chiama in causa la responsabilità di tutti gli operatori sanitari e di tutti i cittadini per ridurre il consumismo sanitario che c’è e tutte le prestazioni inutili o meno appropriate, e ce ne sono. Così si difendono la sanità pubblica e tutti i servizi pubblici, guardando come funzionano e alla qualità della spesa.
  Se ci limitiamo a dire che il moltiplicatore della spesa pubblica è più alto di quello della riduzione delle tasse e non guardiamo com’è fatta la spesa pubblica si aprono le autostrade al reaganismo e al thatcherismo.
  C’è chi si accontenta poi di andare a protestare in piazza, noi no ! Noi no, noi vogliamo salvarli i servizi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), a partire dalla scuola e dalla sanità, e renderli migliori per i cittadini.
  A tutti gli allarmi del MoVimento 5 Stelle voglio rispondere così: c’è una cosa su cui tutti possono misurare la distanza tra le vostre accuse e la realtà, è l'Expo. Noi quando ci andiamo possiamo essere orgogliosi di essere italiani e del contributo dato per realizzarlo, i parlamentari del MoVimento 5 Stelle possono solo chiedere scusa e, per usare un termine a loro caro, anche un po’ vergognarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Ed ora – lo voglio dire all'onorevole Tripiedi – sì, noi vogliamo salvare anche il Gran Premio di Monza, perché anche quella è un'eccellenza dell'Italia; altro che porcheria, come s’è detto ieri !
  Per tornare più strettamente al decreto, esso è un ponte verso la prossima legge di stabilità, verso la local tax, verso la piena attuazione della legge Delrio. Su quest'ultima voglio ricordare a tutti che è una legge a Costituzione vigente e, quindi, nessuno ha mai detto che avrebbe abolito le province. L'abolizione è prevista nella riforma costituzionale e se smettiamo tutti quella specie di sport nazionale della politica di cui è primatista Forza Italia – e mi auguro che nessun altro voglia competere – che si chiama gioco dell'oca sulle riforme costituzionali, forse in questa legislatura arriviamo in fondo anche sulle province.
  Intanto va attuata la legge Delrio e la norma di questo decreto, che prevede che le regioni che non approvano le leggi regionali di attuazione devono pagare il personale delle province in esubero rispetto alle funzioni fondamentali, è un bell'aiuto ad attuarla.
  Si è chiarito sulla polizia provinciale: segue le funzioni ambientali e in parte ci sarà trasferimento in quella municipale.
  Ci sono 90 milioni per i servizi per l'impiego e, in un altro decreto sulla giustizia, si è fatto un passo avanti per il passaggio di personale dalle province a quel Ministero.
  Si tratta di un ponte verso la legge di stabilità, i bilanci hanno date diverse per situazioni diverse, province e città metropolitane hanno una situazione straordinaria. È evidente che nella prossima legge di stabilità bisognerà ridurre i tagli.
  I pasticci della regione siciliana sull'armonizzazione contabile non potevano ricadere sui comuni siciliani; per questi enti è motivato lo spostamento al 30 settembre.
  Per il resto, lavoriamo per arrivare in futuro a date di approvazione dei bilanci ordinarie, per questo occorre superare il Patto di stabilità interno. Per tale obiettivo è necessario un riesame della legge n. 243 e, nel frattempo, tutte le doverose operazioni di allentamento del Patto che stiamo facendo sono però come rimettere il dentifricio nel tubetto: non è mica facile ! Lo dico anche ai colleghi della Lega, che un po’ di colpa, anzi molta, per aver partecipato al Governo Berlusconi, su questo punto, sul punto a cui eravamo arrivati, ce l'hanno.
  E poi è un ponte verso la local tax, esigenza fondamentale per una fiscalità locale che permetta l'autogoverno delle comunità. Va fatto insieme al dibattito concernente le tasse sulla prima casa, terreni agricoli e imbullonati, con un confronto serio con l'ANCI, senza ridurre le risorse ai comuni, anche in base al monito della Corte dei conti.
  Aggiungo: tutto ciò, ponendosi seriamente la questione di come contribuisce lo Pag. 21Stato al fondo di solidarietà comunale e facendo passi avanti sui costi standard.
  E, infine, non accettiamo – no, non le accettiamo – lezioni di moralità sul caso Azzollini (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In quest'Aula abbiamo votato due autorizzazioni agli arresti cautelari, per Genovese e Galan (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); un «no» non è comunque un'assoluzione, ma un «no» all'arresto prima di un processo che si farà e che non è stato fermato.
  La sentenza la faranno i giudici e la riflessione del Ministro Orlando sull'opportunità di spostare queste decisioni dal Parlamento alla Corte costituzionale deve – credo – aprire un confronto serio.
  Per queste ragioni e per l'insieme delle azioni di riforma che caratterizzano questo Governo, tra cui una riduzione delle tasse sul lavoro e imprese per 18 miliardi, come è nella legge di stabilità, senza precedenti, il gruppo del Partito Democratico voterà convintamente la fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
  Colleghi, poiché nella seduta della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 12, e ancora non sono le 12, sospenderò la seduta.
  Prima di sospendere la seduta, leggerò una comunicazione per poi procedere all'estrazione a sorte del nome del deputato da cui comincerà la chiama.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi i senatori Mario Ferrara e Luigi D'Ambrosio Lettieri, in sostituzione dei senatori Paolo Romani e Gianni Pietro Girotto, dimissionari.

Si riprende la discussione.

  PRESIDENTE. Al fine di agevolare le operazioni successive, procedo all'estrazione del nome del deputato da cui comincerà la chiama; la chiama avrà inizio dal deputato Basso.
  Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 12.

  La seduta, sospesa alle 11,50, è ripresa alle 12.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

(Votazione della questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 3262)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
  Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
  Avverto che, in considerazione dell'elevato numero di richieste di anticipazione del voto, variamente motivate in relazione ad esigenze di natura istituzionale o a motivi personali, la Presidenza, come preannunziato ai gruppi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, accoglierà un numero di richieste fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo. Faccio presente che i gruppi hanno già fatto pervenire alla Presidenza le relative indicazioni.
  Ricordo che, prima della sospensione della seduta, la Presidenza ha già provveduto ad estrarre a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.Pag. 22
  Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
  (Segue la chiama).

  Colleghi, per favore, vi pregherei di lasciare libero l'emiciclo in maniera che chi deve votare lo possa fare senza impedimenti. Grazie.

  (Segue la chiama).

  Colleghi, per favore, lasciate libero il passaggio davanti ai banchi dove si vota.

  (Segue la chiama).

  Onorevole Locatelli, gentilmente, lasciate libero il passaggio davanti ai banchi. Onorevole Maino Marchi... grazie, molto gentili.

  (Segue la chiama).

  Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3262: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di enti territoriali, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.

   Presenti e votanti  549   
   Maggioranza  275   
    Hanno risposto  364    
    Hanno risposto no  185    

  La Camera approva.

  Si intendono così respinte tutte le proposte emendative presentate.

  Hanno risposto sì:

  Adornato Ferdinando
  Agostini Luciano
  Agostini Roberta
  Aiello Ferdinando
  Albanella Luisella
  Albini Tea
  Alfano Gioacchino
  Alfreider Daniel
  Alli Paolo
  Amato Maria
  Amendola Vincenzo
  Amici Sesa
  Amoddio Sofia
  Antezza Maria
  Anzaldi Michele
  Argentin Ileana
  Arlotti Tiziano
  Ascani Anna
  Baretta Pier Paolo
  Bargero Cristina
  Baruffi Davide
  Basso Lorenzo
  Battaglia Demetrio
  Bazoli Alfredo
  Becattini Lorenzo
  Bellanova Teresa
  Benamati Gianluca
  Beni Paolo
  Bergonzi Marco
  Berlinghieri Marina
  Bernardo Maurizio
  Berretta Giuseppe
  Bersani Pier Luigi
  Bianchi Dorina
  Bianchi Stella
  Bindi Rosy
  Binetti Paola
  Bini Caterina
  Biondelli Franca
  Blazina Tamara
  Boccadutri Sergio
  Bocci Gianpiero
  Boccia Francesco
  Boldrini Paola
  Bolognesi Paolo
  Bombassei Alberto
  Bonaccorsi Lorenza
  Bonifazi Francesco
  Bonomo Francesca
  Bordo Michele
  Borghi Enrico
  Borletti Dell'Acqua Buitoni
   Ilaria Carla Anna
  Boschi Maria Elena
  Bosco Antonino
  Bossa Luisa
  Braga Chiara
  Bragantini Paola
  Brandolin GiorgioPag. 23
  Bratti Alessandro
  Bressa Gianclaudio
  Bruno Bossio Vincenza
  Bueno Renata
  Burtone Giovanni Mario Salvino
  Buttiglione Rocco
  Calabrò Raffaele
  Camani Vanessa
  Campana Micaela
  Cani Emanuele
  Capelli Roberto
  Capodicasa Angelo
  Capone Salvatore
  Carbone Ernesto
  Cardinale Daniela
  Carella Renzo
  Carloni Anna Maria
  Carnevali Elena
  Carocci Mara
  Carra Marco
  Carrescia Piergiorgio
  Carrozza Maria Chiara
  Caruso Mario
  Casati Ezio Primo
  Casellato Floriana
  Casero Luigi
  Castiglione Giuseppe
  Castricone Antonio
  Catalano Ivan
  Catania Mario
  Causi Marco
  Causin Andrea
  Cenni Susanna
  Censore Bruno
  Cera Angelo
  Cesaro Antimo
  Chaouki Khalid
  Cicchitto Fabrizio
  Cimbro Eleonora
  Coccia Laura
  Colaninno Matteo
  Cominelli Miriam
  Coppola Paolo
  Coscia Maria
  Costa Enrico
  Cova Paolo
  Covello Stefania
  Crimì Filippo
  Crivellari Diego
  Culotta Magda
  Cuomo Antonio
  Cuperlo Giovanni
  Currò Tommaso
  D'Agostino Angelo Antonio
  D'Alia Gianpiero
  Dallai Luigi
  Dal Moro Gian Pietro
  Dambruoso Stefano
  Damiano Cesare
  D'Arienzo Vincenzo
  D'Attorre Alfredo
  Del Basso De Caro Umberto
  Dellai Lorenzo
  Dell'Aringa Carlo
  De Maria Andrea
  De Menech Roger
  De Micheli Paola
  De Mita Giuseppe
  Di Gioia Lello
  Di Lello Marco
  Di Maio Marco
  D'Incecco Vittoria
  Di Salvo Titti
  Di Stefano Marco
  Donati Marco
  D'Ottavio Umberto
  Epifani Ettore Guglielmo
  Ermini David
  Fabbri Marilena
  Falcone Giovanni
  Famiglietti Luigi
  Fanucci Edoardo
  Farina Gianni
  Fauttilli Federico
  Fedi Marco
  Ferranti Donatella
  Ferrari Alan
  Ferro Andrea
  Fiano Emanuele
  Fiorio Massimo
  Fioroni Giuseppe
  Fitzgerald Nissoli Fucsia
  Fontana Cinzia Maria
  Fontanelli Paolo
  Formisano Aniello
  Fossati Filippo
  Fragomeli Gian Mario
  Franceschini Dario
  Fregolent Silvia
  Fusilli Gianluca
  Gadda Maria Chiara
  Galgano Adriana
  Galli Carlo
  Galli GiampaoloPag. 24
  Galperti Guido
  Gandolfi Paolo
  Garavini Laura
  Garofalo Vincenzo
  Garofani Francesco Saverio
  Gasparini Daniela Matilde Maria
  Gebhard Renate
  Gelli Federico
  Ghizzoni Manuela
  Giacobbe Anna
  Gigli Gian Luigi
  Ginato Federico
  Ginefra Dario
  Ginoble Tommaso
  Giorgis Andrea
  Gitti Gregorio
  Giuliani Fabrizia
  Giulietti Giampiero
  Gnecchi Marialuisa
  Grassi Gero
  Greco Maria Gaetana
  Gribaudo Chiara
  Guerini Giuseppe
  Guerini Lorenzo
  Guerra Mauro
  Gullo Maria Tindara
  Gutgeld Itzhak Yoram
  Iacono Maria
  Iannuzzi Tino
  Impegno Leonardo
  Incerti Antonella
  Iori Vanna
  Lacquaniti Luigi
  Laforgia Francesco
  La Marca Francesca
  Lattuca Enzo
  Lauricella Giuseppe
  Lavagno Fabio
  Lenzi Donata
  Librandi Gianfranco
  Locatelli Pia Elda
  Lodolini Emanuele
  Lo Monte Carmelo
  Lorenzin Beatrice
  Losacco Alberto
  Lotti Luca
  Lupi Maurizio
  Madia Maria Anna
  Maestri Patrizia
  Magorno Ernesto
  Malisani Gianna
  Malpezzi Simona Flavia
  Manciulli Andrea
  Manfredi Massimiliano
  Manzi Irene
  Marantelli Daniele
  Marazziti Mario
  Marchetti Marco
  Marchi Maino
  Marguerettaz Rudi Franco
  Mariani Raffaella
  Mariano Elisa
  Marotta Antonio
  Marrocu Siro
  Marroni Umberto
  Martella Andrea
  Martelli Giovanna
  Martino Pierdomenico
  Marzano Michela
  Massa Federico
  Matarrese Salvatore
  Mattiello Davide
  Mauri Matteo
  Mazziotti Di Celso Andrea
  Mazzoli Alessandro
  Melilli Fabio
  Meloni Marco
  Meta Michele Pompeo
  Miccoli Marco
  Migliore Gennaro
  Minnucci Emiliano
  Miotto Anna Margherita
  Misiani Antonio
  Misuraca Dore
  Mognato Michele
  Molea Bruno
  Monaco Francesco
  Monchiero Giovanni
  Mongiello Colomba
  Montroni Daniele
  Morani Alessia
  Morassut Roberto
  Moretto Sara
  Moscatt Antonino
  Mura Romina
  Murer Delia
  Naccarato Alessandro
  Nardi Martina
  Narduolo Giulia
  Nicoletti Michele
  Oliaro Roberta
  Oliverio Nicodemo Nazzareno
  Orfini Matteo
  Orlando AndreaPag. 25
  Pagani Alberto
  Pagano Alessandro
  Palladino Giovanni
  Palma Giovanna
  Paris Valentina
  Parrini Dario
  Pastorelli Oreste
  Patriarca Edoardo
  Pelillo Michele
  Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
  Pes Caterina
  Petrini Paolo
  Piazzoni Ileana Cathia
  Piccione Teresa
  Piccoli Nardelli Flavia
  Piccolo Giorgio
  Piccolo Salvatore
  Piepoli Gaetano
  Pini Giuditta
  Pinna Paola
  Pisicchio Pino
  Piso Vincenzo
  Pizzolante Sergio
  Plangger Albrecht
  Pollastrini Barbara
  Porta Fabio
  Portas Giacomo Antonio
  Preziosi Ernesto
  Prina Francesco
  Quartapelle Procopio Lia
  Quintarelli Giuseppe Stefano
  Rabino Mariano
  Raciti Fausto
  Rampi Roberto
  Realacci Ermete
  Ribaudo Francesco
  Richetti Matteo
  Rigoni Andrea
  Rocchi Maria Grazia
  Romanini Giuseppe
  Romano Andrea
  Rosato Ettore
  Rossi Paolo
  Rossomando Anna
  Rostan Michela
  Rostellato Gessica
  Rotta Alessia
  Rubinato Simonetta
  Sammarco Gianfranco
  Sanga Giovanni
  Sani Luca
  Sanna Francesco
  Sanna Giovanna
  Santerini Milena
  Sberna Mario
  Sbrollini Daniela
  Scalfarotto Ivan
  Scanu Gian Piero
  Schirò Gea
  Schullian Manfred
  Scopelliti Rosanna
  Scuvera Chiara
  Senaldi Angelo
  Sereni Marina
  Sgambato Camilla
  Simoni Elisa
  Sottanelli Giulio Cesare
  Speranza Roberto
  Stumpo Nicola
  Tabacci Bruno
  Tacconi Alessio
  Tancredi Paolo
  Taranto Luigi
  Taricco Mino
  Tartaglione Assunta
  Tentori Veronica
  Terrosi Alessandra
  Tidei Marietta
  Tinagli Irene
  Tullo Mario
  Valente Valeria
  Valiante Simone
  Vargiu Pierpaolo
  Vazio Franco
  Velo Silvia
  Venittelli Laura
  Ventricelli Liliana
  Vezzali Maria Valentina
  Vico Ludovico
  Vignali Raffaello
  Villecco Calipari Rosa Maria
  Zampa Sandra
  Zan Alessandro
  Zanetti Enrico
  Zanin Giorgio
  Zappulla Giuseppe
  Zardini Diego
  Zoggia Davide

  Hanno risposto no:

  Abrignani Ignazio
  Agostinelli Donatella
  Alberti FerdinandoPag. 26
  Allasia Stefano
  Archi Bruno
  Attaguile Angelo
  Baldelli Simone
  Barbanti Sebastiano
  Baroni Massimo Enrico
  Basilio Tatiana
  Battelli Sergio
  Benedetti Silvia
  Bergamini Deborah
  Bernini Massimiliano
  Bernini Paolo
  Bianchi Nicola
  Biasotti Sandro
  Bonafede Alfonso
  Bordo Franco
  Borghese Mario
  Borghesi Stefano
  Bragantini Matteo
  Brignone Beatrice
  Brugnerotto Marco
  Brunetta Renato
  Busin Filippo
  Businarolo Francesca
  Busto Mirko
  Caon Roberto
  Caparini Davide
  Capezzone Daniele
  Carfagna Maria Rosaria
  Cariello Francesco
  Carinelli Paola
  Caso Vincenzo
  Castelli Laura
  Castiello Giuseppina
  Catanoso Genoese Francesco
   Detto Basilio Catanoso
  Cecconi Andrea
  Cesaro Luigi
  Chiarelli Gianfranco Giovanni
  Ciprini Tiziana
  Colletti Andrea
  Colonnese Vega
  Cominardi Claudio
  Corda Emanuela
  Corsaro Massimo Enrico
  Costantino Celeste
  Crimi Rocco
  Crippa Davide
  Dadone Fabiana
  Daga Federica
  Dall'Osso Matteo
  D'Ambrosio Giuseppe
  Da Villa Marco
  Del Grosso Daniele
  Della Valle Ivan
  Dell'Orco Michele
  De Rosa Massimo Felice
  Di Battista Alessandro
  Di Benedetto Chiara
  Di Maio Luigi
  D'Incà Federico
  Distaso Antonio
  Di Stefano Fabrizio
  Di Stefano Manlio
  Duranti Donatella
  D'Uva Francesco
  Faenzi Monica
  Fantinati Mattia
  Farina Daniele
  Fassina Stefano
  Fava Claudio
  Ferraresi Vittorio
  Fico Roberto
  Fraccaro Riccardo
  Fratoianni Nicola
  Frusone Luca
  Fucci Benedetto Francesco
  Furnari Alessandro
  Gagnarli Chiara
  Gallinella Filippo
  Gallo Luigi
  Garnero Santanchè Daniela
  Gelmini Mariastella
  Giacomoni Sestino
  Giammanco Gabriella
  Giordano Giancarlo
  Giordano Silvia
  Giorgetti Alberto
  Giorgetti Giancarlo
  Grande Marta
  Gregori Monica
  Grillo Giulia
  Grimoldi Paolo
  Guidesi Guido
  Iannuzzi Cristian
  Invernizzi Cristian
  Kronbichler Florian
  L'Abbate Giuseppe
  Laffranco Pietro
  Lainati Giorgio
  Latronico Cosimo
  Liuzzi Mirella
  Lombardi Roberta
  Longo PieroPag. 27
  Lorefice Marialucia
  Lupo Loredana
  Maestri Andrea
  Mannino Claudia
  Mantero Matteo
  Marcolin Marco
  Marcon Giulio
  Marti Roberto
  Marzana Maria
  Melilla Gianni
  Micillo Salvatore
  Milanato Lorena
  Molteni Nicola
  Mottola Giovanni Carlo Francesco
  Mucci Mara
  Nastri Gaetano
  Nesci Dalila
  Nicchi Marisa
  Nizzi Settimo
  Occhiuto Roberto
  Paglia Giovanni
  Palese Rocco
  Palmizio Elio Massimo
  Pannarale Annalisa
  Parentela Paolo
  Pastorino Luca
  Pellegrino Serena
  Pesco Daniele
  Petraroli Cosimo
  Petrenga Giovanna
  Picchi Guglielmo
  Pili Mauro
  Pini Gianluca
  Piras Michele
  Pisano Girolamo
  Placido Antonio
  Polverini Renata
  Prataviera Emanuele
  Prestigiacomo Stefania
  Prodani Aris
  Quaranta Stefano
  Rampelli Fabio
  Ricciatti Lara
  Rizzo Gianluca
  Romano Paolo Nicolò
  Romele Giuseppe
  Rondini Marco
  Rotondi Gianfranco
  Ruocco Carla
  Russo Paolo
  Saltamartini Barbara
  Sannicandro Arcangelo
  Santelli Jole
  Sarro Carlo
  Sarti Giulia
  Savino Elvira
  Savino Sandra
  Scagliusi Emanuele
  Scotto Arturo
  Segoni Samuele
  Sibilia Carlo
  Simonetti Roberto
  Sisto Francesco Paolo
  Sorial Girgis Giorgio
  Spadoni Maria Edera
  Spessotto Arianna
  Terzoni Patrizia
  Toninelli Danilo
  Totaro Achille
  Tripiedi Davide
  Turco Tancredi
  Valente Simone
  Valentini Valentino
  Vallascas Andrea
  Vella Paolo
  Vignaroli Stefano
  Villarosa Alessio
  Vito Elio
  Zaratti Filiberto

  Sono in missione:

  Alfano Angelino
  Artini Massimo
  Bobba Luigi
  Brambilla Michela Vittoria
  Cirielli Edmondo
  Dieni Federica
  Faraone Davide
  Fedriga Massimiliano
  Ferrara Ciccio
  Fontana Gregorio
  Gentiloni Silveri Paolo
  Giachetti Roberto
  Giacomelli Antonello
  Gozi Sandro
  La Russa Ignazio
  Merlo Ricardo Antonio
  Ravetto Laura
  Rossi Domenico
  Rughetti Angelo
  Tofalo Angelo
  Vitelli Paolo

Pag. 28

  PRESIDENTE. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15,30 per il seguito dell'esame del provvedimento.

  La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bellanova, Benedetti, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Bressa, Brunetta, Businarolo, Caparini, Casero, Castiglione, Catania, Cicchitto, Costa, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Faenzi, Ferranti, Fico, Fioroni, Formisano, Fraccaro, Garofani, Giancarlo Giorgetti, Guerra, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Meta, Migliore, Orlando, Pes, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Speranza, Valeria Valente, Velo, Venittelli, Vignali, Villecco Calipari e Zanetti sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,31).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 15,50.

  La seduta, sospesa alle 15,31, è ripresa alle 15,50.

Si riprende la discussione.

  PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato approvato l'articolo unico del disegno di legge di conversione sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia.
  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3262)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3262).
  Avverto che la Presidenza ritiene inammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto del tutto estranei rispetto al contenuto del provvedimento, i seguenti ordini del giorno: Nastri n. 9/3262/4, che sollecita la nomina del Garante nazionale dei detenuti; De Rosa n. 9/3262/39, che richiede una moratoria di sei mesi delle procedure di sfratto.
  L'ordine del giorno Cozzolino n. 9/3262/77, che richiede che le somme restituite al bilancio dello Stato dalla Camera dei deputati nel 2015 siano destinate alla ricostruzione dei comuni di Dolo, Pianiga e Mira colpiti dagli eventi atmosferici dell'8 luglio 2015, è ammissibile nel presupposto che siano comunque lasciati impregiudicati sia l’an sia il quantum delle Pag. 29eventuali restituzioni che verranno determinate in sede di approvazione del bilancio della Camera.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Presidente, sull'ordine del giorno Giulietti n. 9/3262/1 il parere è favorevole. L'ordine del giorno Cenni n. 9/3262/2 è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Sani n. 9/3262/3 il parere è favorevole, purché il dispositivo sia riformulato inserendo le parole «a valutare l'opportunità» e fermandoci, nel terzo capoverso, alle parole «realtà territoriali».

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno Nastri n. 9/3262/4 è inammissibile.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sull'ordine del giorno Kronbichler n. 9/3262/5 il parere è favorevole, purché venga espunto il secondo capoverso del dispositivo e il terzo capoverso sia riformulato premettendo le parole «a raccomandare ai vigili del fuoco», eccetera.
  Sull'ordine del giorno Marcon n. 9/3262/6 il parere è contrario. L'ordine del giorno Airaudo n. 9/3262/7 è accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno Piras n. 9/3262/8 e Scotto n. 9/3262/9 il parere è contrario. L'ordine del giorno Franco Bordo n. 9/3262/10 è accolto come raccomandazione mentre sull'ordine del giorno Pellegrino n. 9/3262/11 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Melilla n. 9/3262/12 il parere è favorevole, a condizione che vengano espunti il primo e il secondo capoverso del dispositivo, mantenendo il terzo e il quarto.
  Sull'ordine del giorno Ricciatti n. 9/3262/13 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Duranti n. 9/3262/14 il parere è favorevole, a condizione che venga espunto il secondo capoverso del dispositivo. Sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/3262/15 il parere è favorevole, a condizione che nel dispositivo venga premessa la formula «a valutare la possibilità di». Sull'ordine del giorno Pinna n. 9/3262/16 il parere è contrario. L'ordine del giorno Segoni n. 9/3262/17 è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Oliverio n. 9/3262/18 il parere è favorevole, a condizione che nel dispositivo venga premessa la formula «a valutare l'opportunità».
  Sull'ordine del giorno Locatelli n. 9/3262/19 il parere è favorevole, a condizione che nel dispositivo venga premessa la formula «a valutare la possibilità». Sull'ordine del giorno Caparini n. 9/3262/20 il parere è contrario. Gli ordini del giorno Allasia n. 9/3262/21 e Simonetti n. 9/3262/22 sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Busin n. 9/3262/23 il parere è favorevole, a condizione che nel dispositivo venga premessa la formula «a valutare la possibilità». Sugli ordini del giorno Fedriga n. 9/3262/24 e Borghesi n. 9/3262/25 il parere è contrario. Sugli ordini del giorno Molteni n. 9/3262/26 e Invernizzi n. 9/3262/27 il parere è favorevole. Gli ordini del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/3262/28 e Guidesi n. 9/3262/29 sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Rondini n. 9/3262/30 il parere è favorevole a condizione che nel dispositivo venga premessa la formula «a valutare l'opportunità».
  Sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/3262/31 il parere è favorevole, a condizione di riformulare il dispositivo premettendo le parole «a valutare l'opportunità» e di fermarsi dopo le parole «Monza e Brianza». Sull'ordine del giorno Bossi n. 9/3262/32 il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno Saltamartini n. 9/3262/33 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Gigli n. 9/3262/34 il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/3262/35 il parere è favorevole, a condizione che venga espunto il secondo capoverso del dispositivo e, nell'ultimo capoverso, vengano premesse le parole: «a valutare l'opportunità».
  Sull'ordine del giorno Paglia n. 9/3262/36 il parere è contrario, mentre sull'ordine del giorno Placido n. 9/3262/37 ci Pag. 30sarebbe bisogno di un chiarimento: se si riferisce ai 530 milioni il parere è contrario.
  Il parere sull'ordine del giorno Calabrò n. 9/3262/38 è favorevole, a condizione di riformulare il dispositivo nel seguente modo: «valutare l'opportunità di anticipare anche per l'anno in corso quanto previsto» e via dicendo. Il parere sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/3262/39 è contrario...

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno De Rosa n. 9/3262/39 è inammissibile.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sull'ordine del giorno Daga n. 9/3262/40 il parere è favorevole, se dal dispositivo vengono espunte le parole successive a «bilancio dello Stato».

  PRESIDENTE. Quindi c’è una riformulazione.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì, nel senso di espungere dal dispositivo le parole da «e a sottoporre» fino alla fine.
  Il parere sull'ordine del giorno Cariello n. 9/3262/41 è favorevole, qualora nel dispositivo vengano premesse le parole « a valutare l'opportunità». Sull'ordine del giorno Cecconi n. 9/3262/42 il parere è favorevole, a condizione che il dispositivo venga riformulato espungendo le parole «in misura superiore». Anche per l'ordine del giorno Colletti n. 9/3262/43 il parere è favorevole, a condizione che il dispositivo venga riformulato espungendo l'ultima riga «fino alla definitiva ricostruzione ed agibilità dei fabbricati stessi» ed inserendo, all'inizio, le parole «all'esenzione tempestiva dal pagamento».
  Sugli ordini del giorno Corda n. 9/3262/44 e Da Villa n. 9/3262/45 il parere è favorevole. L'ordine del giorno Busto n. 9/3262/46 è accolto come raccomandazione. Il parere sugli ordini del giorno Micillo n. 9/3262/47 e Mannino n. 9/3262/48 è favorevole, premettendo, nei rispettivi dispositivi, le parole «a valutare l'opportunità». L'ordine del giorno Vignaroli n. 9/3262/49 è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Terzoni n. 9/3262/50 il parere è, invece, contrario.
  Sull'ordine del giorno Cancelleri n. 9/3262/51 il parere è favorevole, mentre sugli ordini del giorno D'Ambrosio n. 9/3262/52, De Lorenzis n. 9/3262/53 e Ferraresi n. 9/3262/54 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Zolezzi n. 9/3262/55 il parere è favorevole, a condizione che il dispositivo venga riformulato con l'inserimento delle parole «la possibilità di definire l'istituzione della zona franca lombarda al preposto tavolo di monitoraggio». Sull'ordine del giorno Del Grosso n. 9/3262/56 il parere è contrario, mentre l'ordine del giorno Di Battista n. 9/3262/57 è accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno Luigi Di Maio n. 9/3262/58 e Manlio Di Stefano n. n. 9/3262/59 il parere è contrario, mentre gli ordini del giorno Gagnarli n. 9/3262/60, Gallinella n. 9/3262/61, Grande n. 9/3262/62, L'Abbate n. 9/3262/63 e Lupo n. 9/3262/64 sono accolti come raccomandazione.
  Sull'ordine del giorno Nuti n. 9/3262/65 il parere è favorevole, mentre l'ordine del giorno Parentela n. 9/3262/66 è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Petraroli n. 9/3262/67 il parere è contrario, mentre l'ordine del giorno Pisano n. 9/3262/68 è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Rizzo n. 9/3262/69 il parere è favorevole con la stessa riformulazione dell'ordine del giorno Zolezzi n. 9/3262/55, inserendo le parole «la possibilità di definire l'istituzione della zona franca lombarda al preposto tavolo di monitoraggio».
  Sull'ordine del giorno Ruocco n. 9/3262/70 il parere è favorevole, mentre l'ordine del giorno Scagliusi n. 9/3262/71 è accolto come raccomandazione. Il parere sull'ordine del giorno Sorial n. 9/3262/72 è favorevole premettendo nel dispositivo le parole «valutare l'opportunità». Gli ordini del giorno Sibilia n. 9/3262/73, Spadoni n. 9/3262/74, Tofalo n. 9/3262/75, Toninelli Pag. 31n. 9/3262/76 e Cozzolino n. 9/3262/77 sono tutti accolti come raccomandazione.
  Anche l'ordine del giorno Businarolo n. 9/3262/78 è accolto dal Governo come raccomandazione, mentre sull'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/3262/79 il parere è contrario.
  L'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/3262/80 è accolto dal Governo come raccomandazione, mentre sull'ordine del giorno Bonafede n. 9/3262/81 il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di terminarne il capoverso dopo le parole: «edifici scolastici».
  Sull'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/3262/82 il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di premettere le parole: «a valutare l'opportunità di (...)».
  L'ordine del giorno Villarosa n. 9/3262/83 è accolto dal Governo come raccomandazione, mentre il parere è contrario sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/3262/84. L'ordine del giorno Colonnese n. 9/3262/85 è accolto dal Governo come raccomandazione, mentre sull'ordine del giorno Spessotto n. 9/3262/86 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Vallascas n. 9/3262/87, francamente, ne chiederemmo il ritiro, perché è esattamente l'ipotesi regolata dall'articolo 5, comma 6, della legge appena approvata...

  PRESIDENTE. Quindi, mi scusi, invito al ritiro altrimenti il parere è contrario ?

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. No, signor Presidente, il parere non sarebbe contrario, perché gli chiederemo caldamente di ritirarlo.

  PRESIDENTE. Nel caso in cui non lo ritirasse, il parere sarebbe contrario ?

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. No, signor Presidente, il parere sarebbe favorevole perché è esattamente il testo della legge in discussione.

  PRESIDENTE. Nel caso in cui non lo ritirasse, magari intervenite come Governo.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Si, signor Presidente.
  Inoltre, sull'ordine del giorno D'Incà n. 9/3262/88 il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/3262/89 il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di premettere le parole: «a valutare l'opportunità di»; sull'ordine del giorno Sarti n. 9/3262/90 il parere è favorevole.
  Il parere è contrario sugli ordini del giorno Frusone n. 9/3262/91, Basilio n. 9/3262/92 e Luigi Gallo n. 9/3262/93, mentre sull'ordine del giorno Marzana n. 9/3262/94 il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di terminarne il capoverso dopo le parole: «dubbi interpretativi».
  Inoltre, sull'ordine del giorno Vacca n. 9/3262/95 il parere è favorevole se ci limitiamo a «valutare gli effetti applicativi delle disposizioni di cui in premessa», espungendo quindi la parte successiva e lo stesso vale per gli ordini del giorno Simone Valente n. 9/3262/96, Di Benedetto n. 9/3262/97 e D'Uva n. 9/3262/98. Sull'ordine del giorno Dadone n. 9/3262/99 il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di premettere le parole: «a valutare l'opportunità di (...)» e lo stesso vale per l'ordine del giorno Fantinati n. 9/3262/100.
  Il parere è contrario sugli ordini del giorno Pesco n. 9/3262/101, Nesci n. 9/3262/102, Grillo n. 9/3262/103, Mantero n. 9/3262/104, Baroni n. 9/3262/105 e Lorefice n. 9/3262/106.
  Sull'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/3262/107 il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo a valutare l'istituzione nei limiti delle risorse disponibili a legge vigente (...). Il parere è contrario sugli ordini del giorno Brescia n. 9/3262/108, Nicola Bianchi n. 9/3262/109, Carinelli n. 9/3262/110 e Di Vita n. 9/3262/111.Pag. 32
  Sull'ordine del giorno Liuzzi n. 9/3262/112 il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di premettere le parole: «a valutare l'opportunità di (...)», mentre l'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/3262/113 è accolto dal Governo come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n. 9/3262/114 il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di premettere le parole: «a valutare l'opportunità di (...)».
  Sull'ordine del giorno Della Valle n. 9/3262/115 il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di premetterne le parole: «a valutare l'opportunità di (...)», così come sull'ordine del giorno Crippa n. 9/3262/116.
  Il parere è contrario sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/3262/117 mentre sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/3262/118 il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di premettere le parole: «a valutare l'opportunità di (...)».
  Sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/3262/119 il parere è contrario, mentre l'ordine del giorno Agostinelli n. 9/3262/120 viene accolto dal Governo come raccomandazione; sugli ordini del giorno Alberti n. 9/3262/121 e Benedetti n. 9/3262/122 il parere è altresì contrario.
  Sull'ordine del giorno Battelli n. 9/3262/123 il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di premettere le parole: «a valutare l'opportunità di (...)», mentre gli ordini del giorno Fraccaro n. 9/3262/124 e Fico n. 9/3262/125 sono accolti dal Governo come raccomandazione.
  Sull'ordine del giorno Lombardi n. 9/3262/126 il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di premettere le parole: «a valutare l'opportunità di (...)»; il parere è favorevole sull'ordine del giorno Castelli n. 9/3262/127, mentre sull'ordine del giorno Caso n. 9/3262/128 il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di premettere le parole: «a valutare l'opportunità di (...)».
  Il parere è contrario sull'ordine del giorno Artini n. 9/3262/129 mentre sull'ordine del giorno Russo n. 9/3262/130 il parere è favorevole con una riformulazione nel senso di accettare della premessa solo il primo capoverso ed espungendo tutto il resto e premettendo negli impegni le parole: «a valutare l'opportunità di (...)».
  Il parere è contrario sugli ordini del giorno Sandra Savino n. 9/3262/131 e Palese n. 9/3262/132, mentre è favorevole sugli ordini del giorno Brunetta n. 9/3262/133 e Latronico n. 9/3262/134. L'ordine del giorno Faenzi n. 9/3262/135 è accolto dal Governo come raccomandazione.
  Il Governo esprime parere favorevole con riformulazione sull'ordine del giorno Riccardo Gallo n. 9/3262/136, espungendo «attraverso l'introduzione di procedure per la stabilizzazione». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Lenzi n. 9/3262/137, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Marazziti n. 9/3262/138 a condizione che venga premesso «a valutare l'opportunità, senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica, compatibilmente con il rispetto della legge per l'emanazione del decreto». Il Governo esprime parere favorevole con riformulazione sull'ordine del giorno Mariano n. 9/3262/139, sostituendo «regione Puglia» con «Conferenza Stato-regioni» ed espungendo «sospendere i pagamenti dei tributi descritti in premessa». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Carra n. 9/3262/140, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bossa n. 9/3262/141 ed esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Fragomeli n. 9/3262/142 e Marchetti n. 9/3262/143. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cinzia Maria Fontana n. 9/3262/144 con la seguente riformulazione: «ad emanare in tempi rapidi il decreto ministeriale di cui all'articolo 1, comma 122 della legge n. 220 del 2010, valutando l'opportunità di prevedere che le risorse utilizzate per interventi di manutenzione ordinaria sulla rete stradale provinciale siano escluse ai fini dell'applicazione Pag. 33delle sanzioni per province ed enti relative allo sforamento del Patto di stabilità per l'anno 2014». Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Paola Bragantini n. 9/3262/145, Marchi n. 9/3262/146, Fanucci n. 9/3262/147 e Boccadutri n. 9/3262/148, mentre esprime parere favorevole con riformulazione sull'ordine del giorno Parrini n. 9/3262/149, espungendo al I capoverso «la soppressione di ATO acque, ATO rifiuti» e inserendo «ATO gas», per un problema di competenze. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Melilli n. 9/3262/150, Paris n. 9/3262/151 e Guerra n. 9/3262/152, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Terrosi n. 9/3262/153 e Nicoletti n. 9/3262/154. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Capozzolo n. 9/3262/155, purché riformulato inserendo «ad adottare le opportune iniziative al fine di». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cani n. 9/3262/156, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Casati n. 9/3262/157. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Valeria Valente n. 9/3262/158, mentre esprime parere favorevole con riformulazione sull'ordine del giorno Miotto n. 9/3262/159, premettendo «a sottoporre, compatibilmente con il rispetto dei tempi previsti per l'adozione del decreto...». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ermini n. 9/3262/160, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Venittelli n. 9/3262/161 a condizione che venga premesso «a valutare l'opportunità» e venga espunto l'ultimo capoverso. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Albini n. 9/3262/162, premettendo «a valutare l'opportunità», mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Carrescia n. 9/3262/163 e Piso n. 9/3262/164. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Catanoso Genoese n. 9/3262/165, con la premessa «intervenire per quanto di sua competenza». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Garofalo n. 9/3262/166, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Dieni n. 9/3262/167.

In morte dell'onorevole Fulvio Follegot.

  PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Fulvio Follegot, già membro della Camera dei deputati nella XVI legislatura.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
  Ha chiesto di parlare il deputato Fedriga. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, un po’ di silenzio in Aula.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Giovedì scorso, all'età di 61 anni, ci ha lasciati Fulvio Follegot, nostro collega nella scorsa legislatura ma, soprattutto, un amico. Fulvio da sempre ha dimostrato, non con le parole ma con l'impegno quotidiano, cosa significa essere un rappresentante del popolo onesto ed altruista. Ha iniziato la sua esperienza politica come sindaco del comune nel quale è nato, Gaiarine, diventando poi, trasferitosi in Friuli Venezia-Giulia, consigliere regionale, carica che ha ricoperto dal 1998 al 2008, anno nel quale è stato eletto alla Camera dei deputati. Qui ha ricoperto il ruolo di vicepresidente della Commissione giustizia. È stato commissario della Lega Nord in Friuli Venezia-Giulia dal 2003 al 2005 e presidente del movimento dal 2012 fino alla sua scomparsa.
  Un esempio non solamente politico, ma un esempio di vita. Con estrema discrezione e semplicità e altrettanta determinazione ha portato avanti battaglie per la sua comunità. Era sempre disponibile ad ascoltare e a risolvere i problemi dei cittadini. Prima che un politico, che ammiro, Fulvio è stato un amico, un vero amico, una persona che ha sempre fatto tanto per gli altri senza mai chiedere nulla in cambio. Era il contrario della parola Pag. 34«apparenza». Era uno di quegli amici che fanno le cose per te senza fartelo sapere, perché non voleva avere qualcosa in cambio: lo faceva semplicemente per la volontà di fare del bene. Nell'epoca nella quale viviamo, e specialmente nel contesto politico, tale comportamento rappresenta un'eccezione virtuosa. Ha sempre messo davanti gli interessi delle altre persone rispetto ai suoi personali. Anche durante la dura lotta che lo ha visto combattere contro la malattia, i suoi pensieri andavano non alla sofferenza che stava provando, ma a quella che potevano provare le persone a lui care. Durante questo difficile periodo ha sempre seguito, con passione e grande determinazione, anche l'attività politica, dimostrando quanto tenesse ad essere vicino alla sua gente.
  Ricordo che qualche settimana fa, nel pieno della sua sofferenza, Fulvio, da presidente della Lega Nord Friuli Venezia-Giulia, mi chiamò per dirmi che ormai era affaticato e di cercare un nuovo presidente che potesse darmi una mano, come aveva fatto lui. Insomma, la sua preoccupazione era trovare qualcuno che potesse aiutarmi, visto che lui non aveva più le forze per farlo. Quale altra persona, in situazioni difficili come quelle che stava vivendo, riesce a mettere da parte se stesso in questo modo ? Quella che mi ha fatto Fulvio, però, è stata una richiesta a cui non sono stato in grado di dare una risposta: dove trovo un'altra persona come lui ?
  Fulvio è stato sempre l'uomo del confronto costruttivo. Anche nei momenti più difficili mirava a trovare le soluzioni per unire, mai per dividere. Qualsiasi problema ci fosse era la persona alla quale rivolgersi per un consiglio giusto e disinteressato. Non credo che la malattia l'abbia vinto: forse ha vinto sul suo fisico, ma non su Fulvio. Con il suo esempio, infatti, ha lasciato un'impronta indelebile di sé nella sua comunità ma, soprattutto, dentro alle persone a lui care, un'impronta che insegna che volere il bene degli altri non si dimostra con i gesti eclatanti e appariscenti ma con i gesti quotidiani, che comportano sacrificio costante e fatica, e che riesce anche a mettere da parte se stessi per gli altri.
  In questo momento difficile sono vicino, come tutto il gruppo che rappresento, alla famiglia, Lorella, la moglie, e Valentina e Andrea, i figli, che sono con noi oggi in Aula in onore del ricordo di Fulvio. Fulvio per me non è stato solo un esempio nella politica: per me è un esempio di vita, un punto di riferimento che non si assopisce con la sua scomparsa. Se sarò in grado di diventare un decimo dell'uomo che è stato Fulvio sarò orgoglioso di me stesso. È un onore essere stato un tuo amico. Ciao, Fulvio (Prolungati applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Brandolin. Ne ha facoltà per due minuti.

  GIORGIO BRANDOLIN. Grazie, Presidente. Ho l'onore, ma nello stesso tempo la tristezza, di ricordare oggi, alla Camera, un uomo politico impegnato e serio, il cui nome è stato ed è ben noto in tutto il territorio della mia regione, il Friuli Venezia-Giulia.
  Fulvio Follegot, infatti, nato in provincia di Treviso, è stato nei fatti un mio corregionale, predecessore alla Camera, attivo in un partito politico diverso dal mio, ma senza dubbio in modo onesto, dignitoso e serio. Il suo impegno politico, nato in seno alla Democrazia Cristiana, prende forma e si conclude a livello locale. Già questo basta per spiegare la cifra di chi vuole dare un senso alla vita attraverso l'impegno a partire dalle persone. È giusto ricordarlo come uomo e come politico sempre in ascolto dei problemi provenienti dal suo territorio a cui ha sempre cercato di dare risposte nei vari incarichi pubblici che ha ricoperto da sindaco, da consigliere regionale e da deputato nel corso della XVI legislatura. Ricordo volentieri in particolare che fu uno dei primi a schierarsi nella lotta contro gli organismi geneticamente modificati, chiedendo al Governo tutele in particolare per i contadini, come li chiamava lui, costretti a subire le scelte Pag. 35di chi cominciava e continua a sperimentarne l'uso illegalmente proprio nella mia regione, in provincia di Pordenone. La lotta alla illegalità e alla contraffazione furono in generale temi oggetto dei suoi atti parlamentari, con un'attenzione generale ai temi della giustizia e della salute, che ha visto il suo coinvolgimento anche nell'impegnare il Governo a trovare e dare risposte e risorse in particolare per i lavoratori marittimi colpiti da malattie legate all'amianto. Ciò a conferma di quanto certe battaglie vadano al di là dell'appartenenza e del colore politico e cumulino invece rappresentanti di partiti diversi ma concordi nell'affermare a gran voce ciò che è urgente e utile per il loro territorio e per i suoi cittadini: un impegno, tra virgolette, di concordia per il bene comune che qui, in occasione del ricordo, sempre tra virgolette, dell'uomo del dialogo Follegot, come tanti giornali lo hanno ricordato, desidero sottolineare come urgenza dei tempi.
  Presidente, una parola per la famiglia: a nome dell'intero gruppo del Partito Democratico, voglio dunque esprimere la mia vicinanza alla famiglia in questo momento di tristezza e di ricordo e ringraziarla per la sua presenza qui oggi alla Camera (Applausi). Da deputato ho imparato quanto sia importante il sostegno della famiglia per poter svolgere attività politica con serenità e coraggio; è quindi anche merito vostro se Fulvio ha potuto operare nel migliore dei modi e ora può essere ricordato per il bene che ha fatto al Paese, alla sua regione e alla sua provincia, come uomo politico e amministratore. Siano le sue azioni consolazione per l'oggi e motivazione per l'impegno del domani. La politica è un campo in cui vale la pena spendersi per lasciare il mondo un po’ migliore di come l'abbiamo trovato. Fulvio Follegot ci ha creduto e si è speso proprio per questo. La sua traccia sia ora patrimonio di tutti (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Causin. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è sempre difficile fare una commemorazione di una persona che non si è conosciuto personalmente, perché si rischia di scivolare nella retorica o di fare torto invece alla ricchezza e alla complessità di una vita che è stata vissuta nell'impegno e nella passione per la politica. Fulvio Follegot si è spento a seguito di una grave malattia – ricordavamo – contro cui lottava da tempo, lasciando troppo presto i suoi effetti, in particolare i figli Andrea e Valentina. Il collega Fedriga ha ricordato molto bene il suo percorso specchiato prima come amministratore locale, poi in seno al consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, infine nel Parlamento italiano, per poi ritornare di nuovo all'impegno amministrativo. E vi è stato anche l'impegno di partito, nel partito politico a cui ha legato gran parte della sua vicenda personale e politica. È appunto la vicenda politica di Fulvio Follegot che apparentemente è una vicenda normale, simile a quella di molti altri che hanno avuto l'onore e l'onere di servire la Repubblica come deputati del Parlamento, che risalta nella sua storia di impegno. Ma di fronte al ricordo di una persona come Fulvio è necessario riflettere profondamente sul valore della testimonianza della normalità, soprattutto quando essa è associata all'impegno, al lavoro quotidiano, alla passione per la politica, alla passione per il proprio territorio, e soprattutto quando essa incarna l'impegno onesto, l'impegno di un uomo perbene, lontano dai riflettori di un circo mediatico che fa apparire oggi la politica così diversa e così distante dalla vita quotidiana degli italiani. Grazie Fulvio per la bella testimonianza (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Desidero, a nome del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico, associarmi al dolore della famiglia e dei colleghi del gruppo parlamentare della Lega Nord per la prematura scomparsa di Fulvio Follegot. Ho avuto modo di conoscerlo personalmente, e, d'altronde, era impossibile non conoscerlo, Pag. 36trattandosi di una persona che per due legislature regionali e per una legislatura nazionale aveva degnamente rappresentato la nostra regione; una persona che incarnava, forse, una delle caratteristiche migliori di un certo periodo, almeno, della Lega Nord, l'attenzione precisa e costante al territorio di provenienza.
  Un territorio nel quale, come è stato già richiamato dal collega Brandolin, Fulvio Follegot è voluto tornare, ricoprendo negli ultimi anni la carica di consigliere comunale nel comune di Caneva, in provincia di Pordenone. A me aveva dato l'impressione non solo, appunto, di una persona onesta, ma di una persona anche solare, e voglio sperare che questo atteggiamento solare nei confronti della vita non lo abbia abbandonato anche negli ultimi momenti e nei momenti della malattia.
  E permettetemi, da uomo che proviene dalle fila politiche e sociali del cattolicesimo democratico, di apprezzare anche in quest'uomo, almeno fino alla fine della prima Repubblica, la provenienza da quello che fu un vivaio che ancora oggi è largamente diffuso nel nostro Parlamento, che troppo a lungo, forse, è stato vituperato e del quale, forse, ancora oggi, sentiamo la mancanza come luogo in cui una classe dirigente ha potuto formarsi: il vivaio della Democrazia Cristiana, nel quale Fulvio Follegot militò da giovane e per il quale fu sindaco del comune di origine, Gaiarine, in provincia di Treviso. Rinnovo, quindi, la partecipazione al lutto della Lega e della famiglia a nome del nostro gruppo (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia – Centro Democratico e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. La Presidenza ringrazia la famiglia dell'onorevole Follegot di essere qui presente.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3262.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 3262)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati.

  GIANCLAUDIO BRESSA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANCLAUDIO BRESSA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, intervento per correggere un parere precedentemente dato. Sull'ordine del giorno Carra n. 9/3262/140 il parere è favorevole a condizione che il dispositivo venga riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a definire i criteri per l'istituzione della zona franca lombarda al tavolo di monitoraggio».

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Giulietti n. 9/3262/1, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cenni n. 9/3262/2, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sani n. 9/3262/3, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  L'ordine del giorno Nastri n. 9/3262/4 è inammissibile.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Kronbichler n. 9/3262/5, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marcon n. 9/3262/6, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcon n. 9/3262/6, con il parere contrario del Governo.Pag. 37
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colaninno, Dellai, Brignone, Bargero, Ginoble, Romele, D'Alessandro, Paolo Bernini, Turco, Matarrelli, Impegno, Ferraresi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  423   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  212   
   Hanno votato  147    
    Hanno votato no  276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Airaudo n. 9/3262/7, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Piras n. 9/3262/8, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Piras n. 9/3262/8, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Capezzone, Pesco, Cariello, Bressa, Sanga, Brignone, Gadda ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  436   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  336    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Scotto n. 9/3262/9, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scotto n. 9/3262/9, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fusilli, Colaninno, Folino, Dall'Osso, Capelli, Brignone, Locatelli, Chaouki, Marzana, Marazziti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  422   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  295    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Franco Bordo n. 9/3262/10, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pellegrino n. 9/3262/11, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pellegrino n. 9/3262/11, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni, Piccoli Nardelli, Peluffo, Colonnese, Grassi...Pag. 38
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  423   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  315    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Melilla n. 9/3262/12, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ricciatti n. 9/3262/13, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ricciatti n. 9/3262/13, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  436   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  321    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Duranti n. 9/3262/14, accettato dal Governo, purché riformulato.

  DONATELLA DURANTI. Grazie Presidente. Mi rivolgo al sottosegretario solo per...

  PRESIDENTE. Sì, per favore, liberare i banchi del Governo.

  DONATELLA DURANTI. ... per verificare che io abbia capito bene. Quindi si accetta la prima parte dell'impegno e, invece, il parere è contrario sulla seconda parte ? È così ? Chi mi sta ascoltando ? Quindi, sulla statizzazione entro il 31 dicembre 2016, il parere è favorevole ?

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  GIANCLAUDIO BRESSA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sì, è così.

  DONATELLA DURANTI. Benissimo, d'accordo, allora accolgo il parere favorevole con relativa riformulazione.

  PRESIDENTE. Bene. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Nicchi n. 9/3262/15, accettato dal Governo, purché riformulato.

  MARISA NICCHI. Grazie Presidente. Accolgo la riformulazione, ma prendo la parola perché io vorrei ringraziare da quest'Aula pubblicamente i cittadini e le cittadine di Firenze, che in questi giorni stanno aiutando a risollevarsi dopo un violento nubifragio (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), che si è abbattuto in modo improvviso e violento, distruggendo alberi, case...

  PRESIDENTE. Collega Nicchi, chiedo scusa se la interrompo. Non vorrei interromperla ma, se lei accoglie la riformulazione noi non stiamo mettendo in votazione niente, quindi lei non può intervenire. Sennò mettiamo il suo ordine del giorno in votazione così come riformulato.

Pag. 39

  MARISA NICCHI. No, accetto la riformulazione, perché è un impegno più vago di quello che noi avevamo richiesto, ma è comunque un impegno importante. Ringrazio per avermi dato comunque la possibilità di ringraziare Firenze che sta lottando per risollevarsi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente, per sottoscrivere quest'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Prendo atto che la presentatrice non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pinna n. 9/3262/16, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Segoni n. 9/3262/17, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Oliverio n. 9/3262/18 e Locatelli n. 9/3262/19, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/3262/20, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/3262/20, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza, Vazio, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  451   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no  315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Allasia n. 9/3262/21 e Simonetti n. 9/3262/22, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Busin n. 9/3262/23, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fedriga n. n. 9/3262/24, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/3262/24, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Capezzone, Migliore, Pisicchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  450   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  135    
    Hanno votato no  315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/3262/25, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/3262/25.Pag. 40
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Kronbichler.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  446   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Molteni n. 9/3262/26, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Invernizzi n. 9/3262/27, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/3262/28, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/3262/29, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rondini n. 9/3262/30, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/3262/31, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bossi n. 9/3262/32, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Saltamartini n. 9/3262/33, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Saltamartini n. 9/3262/33.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Di Gioia, Rotondi, Montroni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  378   
   Astenuti   82   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato   83    
    Hanno votato no  295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gigli n. 9/3262/34, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Prataviera n. 9/3262/35, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Intervengo per sottolineare quella che, dal mio punto di vista, è stata un'occasione persa per i parlamentari veneti di dimostrare, almeno una volta, di lavorare tutti assieme. Così come era nelle intenzioni a parole la settimana scorsa, si è deciso di proseguire in un percorso che vedesse apporre la firma, grosso modo, della maggioranza almeno dei parlamentari eletti in Veneto a un ordine del giorno. Ringraziamo il Governo per averlo quanto meno accolto, comunque per il valore scarso che ha questo provvedimento che stiamo discutendo.
  Quindi, l'auspicio, anche estremo, è che possano apporre la firma a questo importantissimo Pag. 41ordine del giorno, in extremis, tutti i parlamentari veneti, per dare, almeno una volta, qui a Roma l'immagine di un territorio che, quando c’è da battagliare per portare a casa qualcosa, lo fa in maniera compatta. Quindi, spero che si vada, per una volta almeno, oltre le parole, ai fatti.

  GIULIO MARCON. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Accolgo l'invito e sottoscrivo l'ordine del giorno Prataviera n. 9/3262/35.

  TANCREDI TURCO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TANCREDI TURCO. Grazie, Presidente. Sottoscrivo l'ordine del giorno Prataviera n. 9/3262/35 e, con me, lo sottoscrive tutta la componente di Alternativa Libera.

  PRESIDENTE. Quindi, la riformulazione dell'ordine del giorno Prataviera n. 9/3262/35 viene accolta.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Paglia n. 9/3262/36, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paglia n. 9/3262/36.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giachetti, Marroni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  436   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  148    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Placido n. 9/3262/37, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.

  ANTONIO PLACIDO. Presidente, mi è sembrato di capire che il sottosegretario dicesse che se l'impegno richiesto si riferisce ai 530 milioni di euro il parere è contrario. Ho capito bene ? Ma noi non capiamo a che cos'altro possa riferirsi un impegno del Governo se non a quei 530 milioni di euro visto che discutiamo di IMU agricola e che l'articolo 8, al comma 10, faceva riferimento al fondo del quale soltanto 57 milioni di euro o poco più vengono destinati ai comuni che hanno accusato e subito la differenza di gettito effettivo rispetto a quella programmata in relazione all'IMU agricola. C'era stato l'impegno solenne, ribadito a più riprese dal Presidente del Consiglio, a proposito di questo balzello, dallo stesso Presidente del Consiglio definito una porcata e cito testualmente. Vorrei capire dal Governo a quale altro strumento, a quale altro provvedimento si debba oggi pensare se non a questo e a quei 530 milioni di euro visto che ciò che i comuni hanno incamerato a titolo di IMU agricola è grosso modo la metà di ciò che si immaginava di dover incamerare: 115 milioni di euro a fronte dei 230 previsti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Placido n. 9/3262/37, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo, Tidei, Lombardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  464   
   Votanti  461   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  171    
    Hanno votato no  290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 42

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Daga n. 9/3262/40, Cariello n. 9/3262/41 e Cecconi n. 9/3262/42, con il parere favorevole del Governo, purché riformulati. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Colletti n. 9/3262/43, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Il deputato Colletti chiede al Governo di ripetere la riformulazione. Prego, sottosegretario Baretta.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Presidente, «a valutare l'opportunità di adottare tutte le opportune iniziative, anche normative, finalizzate all'esenzione temporanea (questa è l'aggiunta) del pagamento», eccetera, eccetera, sino a «parzialmente», togliendo: «fino a definitiva ricostruzione ed agibilità dei prefabbricati stessi».

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Colletti n. 9/3262/43, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Corda n. 9/3262/44 e Da Villa n. 9/3262/45, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Busto n. 9/3262/46, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo alla presentatrice se insista per la votazione dell'ordine del giorno Terzoni n. 9/3262/50, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.

  PATRIZIA TERZONI. Grazie Presidente, onestamente mi aspettavo il parere contrario anche perché è un ordine del giorno praticamente simile a quello già presentato al DL Madia. Ma ne approfitto per riportare qui l'attenzione di molti deputati, anche perché a livello territoriale molti esponenti dello stesso partito si sono un po’ opposti a questa situazione in cui viene tolto, sia al Corpo forestale dello Stato, che alla polizia provinciale, lasciando sul territorio un buco di competenze proprio per quanto riguarda la tutela ambientale.
  Con questo ordine del giorno, come è già stato esposto – ribadisco – anche da molti esponenti del Partito Democratico a livello regionale, si cerca di portare la polizia provinciale all'interno della regione per mantenere le sue funzioni all'interno della regione e si cerca di permettere ad essa di continuare a svolgere i suoi compiti di tutela ambientale e di vigilanza ambientale che svolge sui nostri territori. Infatti, se i suoi componenti divenissero vigili urbani, si perderebbero tutte queste funzioni ed inoltre, se proseguirete nella soppressione del Corpo forestale dello Stato, si perderebbero tutte quelle funzioni prettamente amministrative ed ordinarie che svolge il Corpo forestale dello Stato per conto delle regioni e delle province che in questo caso non sarebbero più svolte dal Corpo forestale e quindi dai futuri carabinieri, considerato che la vostra linea è quella di portare tale Corpo nei carabinieri, e tanto meno dalla polizia provinciale che ugualmente state smembrando e trasferendo da una parte ai vigili urbani e in vari enti compresa la regione, ma solo in minima parte e non con proprie funzioni di vigilanza. Quindi chiedo di rivalutare questo ordine del giorno e magari di portare avanti le istanze dei vostri territori.

  PRESIDENTE. Sta bene. L'onorevole Terzoni insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3262/50.

  GIANCLAUDIO BRESSA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Scusi se la interrompo, volevo dire al collega Crippa che ho saltato involontariamente tre ordini nel giorno. Farei votare un attimo quello in esame e poi torniamo indietro.

Pag. 43

  GIANCLAUDIO BRESSA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il problema è semplicemente di competenza. Tra le altre funzioni, cioè quelle che non sono più di competenza e che restano alle province, ci sono anche queste tant’è vero che molte regioni, con proprie leggi regionali, hanno già provveduto ad assumersi queste competenze amministrative ma non è possibile farlo con legge dello Stato. Pertanto non si può impegnare il Governo su una materia che è di competenza delle regioni.

  LARA RICCIATTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno Terzoni n. 9/3262/50.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Terzoni n. 9/3262/50, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni... Impegno... Tripiedi... Di Salvo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  439   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  220   
   Hanno votato  109    
    Hanno votato no  330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Torniamo tre ordini del giorno indietro. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Micillo n. 9/3262/47, accettato dal Governo, purché riformulato. Il collega Micillo chiede che venga ripetuta la riformulazione del suo ordine del giorno. Chiedo al Governo se possa ripetere la riformulazione.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Micillo n. 9/3262/47 purché sia riformulato semplicemente premettendo al dispositivo «a valutare l'opportunità di».

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Micillo n. 9/3262/47, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Chiedo alla presentatrice se accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/3262/48 con il parere favorevole del Governo, purché riformulato... non vedo la collega Mannino in Aula... Deputato Crippa ci dice qualcosa in proposito ? La riformulazione viene accettata.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vignaroli n. 9/3262/49, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che la presentatrice non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cancelleri n. 9/3262/51, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/3262/52, con il parere contrario del Governo. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/3262/52 con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni... Placido... Dall'Osso... Becattini... Marazziti...Pag. 44
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  461   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no  337.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Lorenzis n. 973262/53, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/3262/53, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Kronbichler, Nicchi, Mazziotti Di Celso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  468   
   Votanti  437   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato   81    
    Hanno votato no  356.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Ferraresi n. 9/3262/54.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie Presidente, colleghi, come sapete il territorio colpito dal sisma del maggio 2012 era un territorio altamente produttivo, soprattutto dal punto di vista economico, ed è un territorio che ha subito un ingente quantitativo di danni proprio con questo sisma. Il tessuto produttivo del territorio dell'Emilia, del territorio del Veneto, del territorio della Lombardia, si è subito rialzato, ma si è rialzato con le proprie braccia, visto che, fin da subito, alle imprese non sono stati garantiti quell'aria, quell'ossigeno di cui avevano bisogno per rialzarsi. A tutt'oggi, di fatto, la ricostruzione e l'aiuto alle imprese di questo territorio sono stati un vero e proprio fallimento, un fallimento che si vede nei numeri snocciolati a maggio di quest'anno che mostrano come solo un terzo delle imprese abbia concluso un iter di recupero e di risarcimento dei contributi per ricostruire e far ripartire la propria impresa. Questo fallimento, ovviamente, è stato reso ancora più grave dal fatto che, per più di tre anni, è stata sempre invocata da tutti gli imprenditori, dai cittadini e da numerose forze politiche la cosiddetta zona franca urbana che è contenuta in questo decreto-legge e che è sempre stata auspicata anche dagli amministratori locali, sempre promessa dal Governo di Letta, dal Governo di Renzi e dalla maggioranza targata PD, ma mai concessa, in tutti questi anni.
  Il MoVimento 5 Stelle ha lottato per queste agevolazioni fiscali, ha lottato nei comuni per richiederle a livello nazionale, in regione e in Parlamento, in questi due anni e mezzo in cui ci sono state, ogni volta, negate, con un voto negativo da parte della maggioranza. Quindi, noi abbiamo appreso, seppur dopo tre anni dal sisma, la notizia che questa zona franca urbana finalmente, con questo decreto-legge sugli enti locali, verrà concessa alle imprese terremotate, alle imprese di quei luoghi e abbiamo preso questa notizia in modo assolutamente favorevole, gioendo perché la consideravamo anche la nostra vittoria di tutti questi anni in cui siamo stati qui e l'abbiamo richiesta con fervore. Purtroppo, però, sebbene un passo avanti ci sia stato, dopo così tanto tempo, e forse, anche, troppo tardi, Presidente, queste zone franche urbane previste dal Governo sono assolutamente insufficienti ed è anche stato chiuso il dibattito su questo argomento con la fiducia apposta al Senato e alla Camera.Pag. 45
  È per questo che noi abbiamo chiesto, sia al Senato che alla Camera, che le stesse venissero ampliate con delle semplici richieste; abbiamo richiesto che venissero inglobati anche comuni che non sono stati inglobati, non solo per la zona rossa, ma per tutto il territorio comunale, ovviamente, il territorio danneggiato, e che l'economia delle stesse non implicasse solo uno specifico ambito territoriale, ma il più vasto ambito territoriale di tutti i comuni danneggiati dal sisma. Abbiamo proposto che non venisse messo il tetto di 80 mila euro e il tetto di massimo cinque dipendenti; abbiamo proposto che venisse qualificata entro la nozione di micro impresa che viene dettata da una raccomandazione dell'Unione europea e, quindi, senza il limite degli 80 mila euro e con una quantità di lavoratori che fosse inferiore ai dieci dipendenti, perché cinque ci sembrava veramente, veramente, poco. Inoltre, abbiamo chiesto che, visto l'ingente ritardo con cui il Governo arriva per aiutare le imprese, venissero garantite almeno un altro anno, invece dei cinque anni che proponevamo, almeno tre anni e, quindi, che venissero previste anche per tutto il 2017 incluso. Queste richieste non sono state prese in considerazione al Senato dove poi è stata posta la fiducia, non sono state prese in considerazione alla Camera dove è stata «riposta» la fiducia e, quindi, sono state bocciate dal Governo e dalla maggioranza del PD.
  Noi abbiamo avanzato questa proposta e l'abbiamo trasformata in questo ordine del giorno, che impegna il Governo a prevedere queste sostanziali misure di modifica, ma purtroppo è stato dato parere negativo da parte del Governo Renzi, dal Governo del PD, e di questo siamo molto amareggiati. Stiamo ancora aspettando che l'ordine del giorno con parere favorevole, per quanto riguarda appunto i risarcimenti in classe A, venga ancora accordato. Noi continueremo, Presidente, nella battaglia che ci ha contraddistinti, a chiedere un provvedimento per le zone terremotate, che è importante. Zone franco urbane sì, ma non in questo modo. Noi chiediamo un allargamento e ci batteremo da qui fino alla fine della legislatura per ottenerlo, per ottenere appunto un provvedimento efficace e non una mezza misura che aiuta solo alcuni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferraresi n. 9/3262/54, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Cariello, Pili, Tancredi, Tripiedi, Carbone.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  471   
   Votanti  466   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  157    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zolezzi n. 9/3262/55, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Del Grosso n. 9/3262/56, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Del Grosso n. 9/3262/56.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Battaglia, Sorial.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 46
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  473   
   Votanti  469   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato   84    
    Hanno votato no  385.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Battista n. 9/3262/57, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Rispetto all'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/3262/58, sul quale vi è il parere contrario del Governo, andrei avanti; non si insiste per la votazione.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/3262/59, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/3262/59.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliverio, Roberta Agostini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  473   
   Votanti  470   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  366.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Franco Bordo ha segnalato che ha erroneamente votato contro, mentre avrebbe voluto votare a favore).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Gagnarli n. 9/3262/60, Gallinella n. 9/3262/61, Grande n. 9/3262/62, L'Abbate n. 9/3262/63 e Lupo n. 9/3262/64, accolti dal Governo come raccomandazioni.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nuti n. 9/3262/65, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Parentela n. 9/3262/66, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Petraroli n. 9/3262/67, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Petraroli n. 9/3262/67.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Taricco, Montroni, Elvira Savino, Bosco, Colaninno, Massa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  476   
   Votanti  475   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  159    
    Hanno votato no  316.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pisano n. 9/3262/68, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rizzo n. 9/3262/69, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che la presentatrice non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ruocco n. 9/3262/70, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione Pag. 47dell'ordine del giorno Scagliusi n. 9/3262/71 accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sorial n. 9/3262/72 (riformulato), con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Sibilia n. 9/3262/73, Spadoni n. 9/3262/74, Tofalo n. 9/3262/75, Toninelli n. 9/3262/76, Cozzolino n. 9/3262/77 e Businarolo n. 9/3262/78, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/3262/79, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/3262/79.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Fregolent, Lo Monte, Mognato, Sarti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  479   
   Votanti  477   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato  171    
    Hanno votato no  306    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/3262/80, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Bonafede n. 9/3262/81, con il parere favorevole del Governo purché riformulato.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. C’è un problema nell'accogliere la riformulazione dell'ordine del giorno richiesta dal Governo, secondo la quale sostanzialmente si chiederebbe un impegno a reperire maggiori fondi per mettere in sicurezza gli edifici scolastici. Ora, il Governo, rispetto all'impegno che avevo formulato, chiede che il capoverso si fermi ad una parte dell'impegno, ossia «(...) ai fini dell'adozione di eventuali iniziative normative per destinare alla messa in sicurezza degli edifici scolastici». Il capoverso si dovrebbe fermare qui. Chiedo quantomeno che il Governo accolga una riformulazione che avanzi di altre tre parole nel senso di destinare un importo maggiore. Nella riformulazione proposta dal Governo, infatti, teoricamente, si potrebbero destinare importi inferiori, quindi nella stessa linea che mi propone il Governo credo che si possa fare un ulteriore passo, inserendo un vincolo nel fatto che, qualora cambi l'impegno a favore della messa in sicurezza degli edifici scolastici, che sia per una somma maggiore e mai per una somma inferiore. Con l'occasione, Presidente, siccome si parla di edifici scolastici e il nubifragio che ha colpito Firenze, città in cui vivo, che mi ha adottato e che amo, ha colpito ben sei scuole, io so che vi è un ordine del giorno, il n. 9/3262/153, presentato da alcuni deputati del PD a firma Terrosi, che richiede una serie di impegni al Governo, che il Movimento 5 Stelle condivide. Non si fida del Governo in quanto in altre occasioni quegli interventi non sono mai stati eseguiti, ritiene però di condividere il fatto che quanto meno ci sia un impegno. Sappiamo che il Governo intende accogliere quell'ordine del giorno come raccomandazione; auspichiamo che i deputati che l'hanno presentato insistano affinché si voti per l'approvazione dell'ordine del giorno in quanto è fondamentale votare un impegno serio, anche considerando che, sulla base dei comportamenti precedenti del Governo, quell'impegno non verrà eseguito in realtà.
  Tuttavia, se dobbiamo chiedere al Governo un impegno, proviamoci tutti insieme; condividiamolo e che venga votato dalla Camera, andando oltre la volontà del Governo, se vi è la volontà trasversale di voler richiedere un impegno serio.Pag. 48
  Presidente, chiedo di nuovo al Governo se può proporre una riformulazione diversa del mio ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Collega Bonafede, la questione da lei posta riguarda un ordine del giorno molto più avanti e la esamineremo quando ci arriveremo.
  Per quanto riguarda l'ordine del giorno in esame non mi pare che il Governo intenda intervenire; prendo atto che si insiste per la votazione con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bonafede n. 9/3262/81, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Gioia, Archi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  471   
   Votanti  452   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  301    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/3262/82 accetta la riformulazione e non insiste per la votazione. Prendo atto, altresì, che il presentatore dell'ordine del giorno Villarosa n. 9/3262/83 non insiste per la votazione del suo ordine del giorno, accolto come raccomandazione.
  Passiamo all'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/3262/84, su cui il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di intervenire il deputato Massimiliano Bernini.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, intanto vorrei segnalare – lo ha fatto anche la mia collega Terzoni – che con l'approvazione del provvedimento in esame si apre per le donne e gli uomini delle polizie provinciali la strada dell'accorpamento nelle polizie municipali e questo è acclarato se si legge il comma 4 dell'articolo 5. Il fatto è grave, visto che si accorpano delle realtà che hanno specificità del tutto diverse. Ricordo, infatti, all'aula che i 2.700 agenti e ufficiali della polizia provinciale operanti in Italia espletano funzioni di accertamento in aree prevalentemente rurali e montane per l'applicazione di una vasta normativa in materia di discariche e ciclo dei rifiuti, caccia, pesca in acque interne, circolazione fuori strada, cave, protezione dei beni naturali, prevenzione degli inquinamenti, edilizia, protezione civile, polizia lacuale e delle acque pubbliche, eccetera. Quindi, accorpando gli agenti di polizia provinciale nelle polizie municipali di fatto disperdiamo questo patrimonio professionale che si è formato nel corso di decenni anche a seguito di onerosi corsi di formazione a carico del contribuente. Insomma, il solito sperpero di risorse umane ed economiche.
  Inoltre, si rischia che venga meno il controllo dell'attuazione dei piani venatori come stabilito dalla legge n. 157 del 1992, visto che il personale che dovrà espletare questa vigilanza verrà sensibilmente ridotto. Per noi quello che si profila, insomma, è un regalo agli inquinatori e ai bracconieri. Per questo, con i nostri emendamenti chiedevamo lo stralcio dell'articolo 5, rimandando la questione della politica provinciale ad una proposta organica di riforma della polizia ambientale nazionale e/o l'assorbimento in toto nelle regioni mantenendo le proprie funzioni, quindi, nessun accorpamento nelle municipali.
  Ora i nostri emendamenti, di fatto, sono stati respinti con l'apposizione del voto di fiducia ma con l'ordine del giorno a mia prima firma, chiediamo infatti in sede di Conferenza Stato-regioni, visto che come diceva il Governo non si può fare una legge dello Stato, che lo Stato appunto si faccia promotore – lo ripeto, in Conferenza permanente Stato-regioni – di collocare, previo ulteriore approfondimento, Pag. 49la polizia provinciale e le sue funzioni di controllo, prevenzione e repressione ...

  PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce, per favore.

  MASSIMILIANO BERNINI. All'interno della regione e segnatamente in relazione ai compiti di controllo della fauna selvatica, di farsi promotore a mantenere nelle more dell'auspicato transito nelle regione di cui sopra ogni altra competenza e funzione della polizia provinciale e, infine, di prevedere un coordinamento nazionale e sopraregionale delle funzioni e di compiti di polizia amministrativa, in relazione proprio alla sorveglianza sulla caccia e sull'attività venatoria.
  Insomma, questo ordine del giorno va proprio nella direzione di quanto affermato il Governo poc'anzi. Quindi mi auspico che ci sia un ripensamento, una riformulazione di questo ordine del giorno e che venga accolto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/3262/84, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero, D'Agostino, Grillo, Grassi, Massa, Schirò.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  471   
   Votanti  451   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no  311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che la presentatrice non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Colonnese n. 9/3262/85, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/3262/86, accettato dal Governo. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Vallascas n. n. 9/3262/87 formulato dal Governo.

  ANDREA VALLASCAS. Signor Presidente, mi rivolgo al sottosegretario Baretta per avere un chiarimento sulla norma, che secondo me non è proprio chiara. Mi è parso infatti di capire che con l'emendamento approvato dal Senato quindi le assunzioni stagionali sono valide prima dell'entrata in vigore di questa legge, mentre io chiedo con questo ordine del giorno che venga lasciata comunque la facoltà di assunzione da parte degli enti locali qualora vi sia comunque l'esigenza eccezionale e temporanea, al di là quindi della stagione estiva ma anche ad esempio in caso di calamità. Attendo quindi una replica del sottosegretario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, purtroppo ha ragione, quindi parere contrario.

  PRESIDENTE. Collega Vallascas, immagino che lei insista per la votazione. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vallascas n. 9/3262/87, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Albini, Tidei, Spadoni, Palma, Molteni, Pagano, Bueno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  480   
   Votanti  478   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato  159    
    Hanno votato no  319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 50

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordine del giorni D'Incà n. 9/3262/88, Cominardi n. 9/3262/89 (riformulato) e Sarti n. 9/3262/90, accettati dal Governo. Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Frusone n. 9/3262/91, non accettato dal Governo.

  LUCA FRUSONE. Signor Presidente, con questo ordine del giorno si chiede una cosa a mio avviso moralmente degna, perché in poche parole con questo decreto si stanno utilizzando i militari dell'Operazione strade sicure per difendere determinate opere, precisamente attraverso questo ordine del giorno chiedo al Governo di non impiegare dei militari, quindi dei cittadini, per difendere i cantieri del sottoattraversamento TAV nella città di Firenze. Perché dico che questo impegno è moralmente degno ? Perché questo sottoattraversamento è contestato dai cittadini di Firenze, non solo per i danni che ha portato a quei territori, ma perché proprio questo sottoattraversamento è macchiato da degli scandali che hanno visto la reclusione di alcuni imprenditori, come Stefano Perotti e Francesco Cavallo, e il collaboratore di Ercole Incalza, che appunto è diventato famoso per le intercettazioni con l'ex Ministro Lupi. Quindi quando parlo di morale è perché con questo decreto enti locali questo Governo sta mettendo dei cittadini in uniforme contro altri cittadini per difendere un'opera macchiata da uno scandalo e questo Governo è responsabile di questo scandalo, quindi quello che chiedo io è appunto di non mettere dei cittadini a difesa di un'opera che altri cittadini non vogliono. La politica deve farsi carico di tutto quello che ha macchiato la questione del sottoattraversamento TAV e non bisogna chiedere ai militari di frapporsi tra le solide manifestazioni dei cittadini, dei NO TAV, e tutti gli scandali che accompagnano questa opera.
  Perché, poi, noi non vogliamo sentire degli interventi in quest'Aula, da parte degli esponenti della maggioranza, che condannano magari manifestazioni o eventuali violenze da parte di quei cittadini, perché è naturale che vadano a manifestare contro un'opera che, in realtà, parte già macchiata da questi scandali dove, ricordo, sono invischiati imprenditori e politica.
  Quindi, chiedo semplicemente a questo Governo di farsi carico delle proprie responsabilità e di non chiedere a dei cittadini in uniforme di prendere insulti e magari di mettere a repentaglio la loro incolumità per difendere, invece, delle responsabilità che sono della politica.

  MARISA NICCHI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Prendiamo atto della sottoscrizione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Frusone n. 9/3262/91, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Blazina. Qualcun altro ? D'Agostino, Saltamartini, Fossati, Castiello. Qualcun altro ? Fitzgerald Nissoli, D'Agostino ancora, Massa. Qualcuno non ha votato ancora ? Rotta. Con calma altrimenti impazzisce...va bene. Raciti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  479   
   Votanti  478   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  370.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 51

  Chiedo alla presentatrice se insista per la votazione dell'ordine del giorno Basilio n. 9/3262/92, non accettato dal Governo.

  TATIANA BASILIO. Grazie, Presidente. Io vorrei sottolineare in quest'Aula, dopo la lettura e la discussione di questo lungo decreto così dibattuto, che negli ultimi anni abbiamo registrato un progressivo incremento di tagli di spesa pubblica da destinare agli enti locali, tanto che si è giunti ad un livello di insostenibilità tale da pregiudicare veramente le ormai già esigue spese dei bilanci comunali da destinare al nostro welfare, ossia al benessere di tutti i cittadini, partendo dai piccoli comuni.
  Negli ultimi cinque anni, tuttavia, i comuni hanno visto ridursi le proprie risorse disponibili per la spesa corrente di oltre il 20 per cento e questo è abbastanza vergognoso e deplorevole. Dovrebbe farci pensare tutti, in quanto, uscendo da quest'Aula, nei nostri comuni ci dobbiamo tornare tutti e voglio vedere con quale faccia torniamo di fronte ai nostri sindaci e ai cittadini che ci hanno eletti e che ci hanno mandato qui.
  Abbiamo registrato, anche in piazza, un certo malcontento. Infatti, ci sono state anche delle manifestazioni, da parte dell'ANCI, dove i sindaci, assieme ai cittadini, si sono fatti sentire più volte per questi vergognosi tagli che ci sono stati e che tuttora continuano e che continuano ad essere perpetrati – questi tagli – nei confronti dei sindaci ma anche, ovviamente, nei confronti di noi stessi, in quanto ciò si ripercuote su di noi e anche sulle nostre famiglie, ma probabilmente qui dentro pare che nessuno poi ne venga toccato.
  Rimango anche sconcertata perché, in questo clima di permanente incertezza sulle sorti finanziarie degli enti territoriali, il decreto poi si va a preoccupare di inserire un'altra norma relativa alla proroga di alcune operazioni, come l'operazione «strade sicure», che non soltanto va a rifinanziare l'impiego nei centri urbani del personale delle Forze armate, ma prevede anche l'assunzione di nuovo personale per le future situazioni emergenziali, anche se non si sa bene quali saranno queste future situazioni emergenziali. Magari, si potrebbero semplicemente affrontare di volta in volta. Si tratterebbe di un progetto che dovrebbe essere, in linea di principio, coerente con le finalità antiterroristiche proprie dell'impegno militare nelle varie città; viceversa, non avrebbe senso ridurre il quartiere in una caserma in assenza di rischi concreti per l'incolumità delle persone.
  In realtà, come abbiamo avuto modo di illustrare in precedenza, il provvedimento prevede la proroga dei militare da impiegare in funzioni di salvaguardia di siti ritenuti sensibili. Voglio sottolineare la parola «sensibili» non solo per la lotta al terrorismo ma anche sulla base di valutazioni politiche che nulla hanno a che fare con il terrorismo (e ora arriviamo al punto).
  Mi riferisco in particolare alla possibilità di impiegare aliquote di personale delle Forze armate a presidiare i cantieri del TAV in Val di Susa. Sempre qua casca l'asino: ormai sono anni che ritorniamo ai cantieri del TAV in Val di Susa. Per tutta una serie di ragioni, riteniamo trattasi di una imposizione repressiva del tutto infondata a nostro avviso, ma non solo a nostro avviso, anche ad avviso delle popolazioni di cittadini che vivono la valle e che vivono nella valle ormai da anni, che non valorizza le istanze democraticamente esposte dai cittadini nelle aree interessate e che non favorisce il dialogo tra la società civile ed il mondo delle istituzioni, che ormai si è perso da tempo, perché ci si impone sulla società civile soprattutto in uno stato così delicato come quello del cantiere della Val di Susa. Ricordo che la Corte d'assise di Torino il 17 dicembre 2014 ha definitivamente fatto decadere l'accusa di terrorismo a carico degli attivisti No TAV, quindi per quale motivo dispiegare forze per un sito che non è obiettivo sensibile ? Questo ormai è palese perché sono decadute le accuse nei confronti di questi cittadini, quindi il sito non è sensibile e loro non sono più dei terroristi come erano stati tacciati inizialmente Pag. 52prima del processo. Il MoVimento 5 Stelle da sempre è impegnato a fianco di questi cittadini che lottano contro l'inutile Torino-Lione. Questa tratta ferroviaria, come già ampiamente dimostrato in svariate occasioni, è nociva per l'ambiente che la dovrà ospitare, per i cittadini che stanno subendo espropri, i quali verranno applicati anche per la tratta del TAV che passerà nella mia terra, le colline moreniche del Garda: nel paese di Calcinato verranno espropriati terreni e case, verranno costruiti e innalzati barriere e muri di metri e metri; ci sono persone che lavorano in quei luoghi da anni, che hanno le loro aziende, le loro aziende agricole, e non esisterà nulla di tutto ciò. Per che cosa ? Per una ferrovia che probabilmente non esisterà mai, una ferrovia che probabilmente non verrà mai costruita, e queste persone si devono vedere togliere tutta la loro vita. Vado a concludere Presidente e la ringrazio. Quindi questo cantiere andrà a gravare su buona parte del nord d'Italia. Una ferrovia c’è già, facciamo funzionare le ferrovie che sono esistenti, come ad esempio la ferrovia lombarda che non funziona; la regionale non va e con quel poco che va ci si ritrova ad essere stipati come delle bestie, senza aria condizionata e senza nulla.

  PRESIDENTE. Concluda.

  TATIANA BASILIO. Concludo: militarizzare un cantiere come quella del TAV vuol dire semplicemente dare un ulteriore schiaffo ai cittadini che protestano a ragion veduta da anni e vuol dire tendere la mano alla mafia, la quale ha già ampiamente allungato i tentacoli su questa inutile opera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà all'ordine del giorno della collega Basilio. Non solo condividiamo il senso e lo spirito di questo ordine del giorno, in più voglio ricordare che, se avessimo potuto discutere il provvedimento, noi avevamo presentato un emendamento soppressivo dell'articolo che preveda il rifinanziamento della operazione strade sicure. Lo abbiamo fatto a partire da una questione: l'operazione strade sicure è stata avviata nel 2008 ed era un provvedimento che nasceva come provvedimento di emergenza. Siamo al 2015 e anche questo Governo continua a prorogare questa operazione che noi consideriamo sbagliata, sbagliata in sé, perché pensiamo che non si risolvano le questioni legate alle proteste delle popolazioni e ai conflitti sacrosanti che possono nascere nei diversi territori utilizzando le Forze armate e criminalizzando le proteste come se fossero questioni di ordine pubblico. Per cui non solo condividiamo l'ordine del giorno ma, se fosse dipeso da noi e se avessimo potuto mettere in votazione l'emendamento, avremmo chiesto una volta per tutte, dopo sette anni, di chiudere con la proroga di questa misura, di questo provvedimento. Probabilmente le nostre città e i nostri territori avrebbero bisogno più di ascolto e di investimenti per il miglioramento della qualità della vita piuttosto che di militarizzazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, Presidente. Solo per ricordare che la Costituzione della Repubblica italiana dice che tutti i cittadini hanno il diritto di manifestare le loro opinioni pacificamente e senz'armi.
  Mi risulta che nel caso in esame le manifestazioni non sono state né pacifiche, né disarmate, e che se la magistratura ha escluso il reato di terrorismo, ha comminato pene significative per altri reati, reati di violenza contro gli appartenenti alle forze dell'ordine, reati di distruzione di beni materiali, reati di violazione praticamente di tutto il codice penale dalla A Pag. 53(abigeato) fino alla Z (zuffa). Non vorrei che qui qualcuno teorizzasse che alcune aree sono escluse dal monopolio della forza, che è detenuto dallo Stato democratico, e che lo Stato da queste aree si debba ritirare. Qualcuno vorrebbe farlo ritirare da Scampia, qualcuno vorrebbe farlo ritirare da altri territori. Grazie, Presidente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Vengono chiamati violenti i cittadini che si ribellano a un'opera, ne dico una a caso, il TAV Brescia-Verona, dove si vanno a spendere 7 miliardi di euro per risparmiare un quarto d'ora di tempo, da Brescia a Verona ! (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). I cittadini che si lamentano sono terroristi e sono l'anima pessima di questo Paese. Buttiglione ricordati (Applausi polemici del deputato Buttiglione) e ricordatevi tutti...

  PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza per favore !

  DAVIDE TRIPIEDI. Sto guardando lei, Presidente.

  PRESIDENTE. Si rivolga al Presidente.

  DAVIDE TRIPIEDI. ... che tutti i soldi che state spendendo per fare i favori ai vostri amici, i cittadini se li ricorderanno uno ad uno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castelli. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Grazie Presidente. Solo per dire a quest'Aula che forse non si sono accorti che in questi vent'anni il movimento NO TAV in Val Susa ha praticamente bloccato l'opera inutile che voi pensate di portare avanti, per cui se voi siete convinti che il movimento NO TAV sia fatto di terroristi e di imbecilli, noi siamo contenti di essere imbecilli. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente. Era solo per rispondere al collega dei 5 Stelle sulla questione della Brebemi, la quale è in qualche modo collegata, incredibilmente, questo è un fatto tutto italiano (Commenti)...

  PRESIDENTE. Colleghi per favore !

  GIANLUCA PINI. ... che richiama alla malagestione di ADR, Aeroporti di Roma, avendo lo stesso amministratore delegato, cioè la stessa persona che in qualche modo tiene bloccato lo sviluppo del collegamento della Brebemi con la A4 e tiene bloccato, in qualche modo, lo sviluppo del sistema aeroportuale. Ora, che il Movimento 5 Stelle, che si erge sempre a difesa dei cittadini, difenda un lobbista di questo tipo, veramente mi sembra una cosa fuori dal mondo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Grazie Presidente. Per comunicare la sottoscrizione dell'ordine del giorno in esame. Grazie.

  PRESIDENTE. Colleghi per favore (Commenti) ! Collega Tripiedi, la richiamo all'ordine !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie Presidente. L'intervento di prima, di un collega leghista, fa capire che non ha capito che la questione di cui stavamo parlando non è la Brebemi. Ma dispiace soprattutto che alcuni esponenti politici della mia terra, di Brescia, di Verona, della Lombardia, Pag. 54non stiano dalla parte degli agricoltori, di tutte quelle persone che in questi giorni vengono espropriate dei loro terreni per fare delle opere completamente inutili e, che soprattutto, come accade, ed è notizia di questi giorni, non ricevono nemmeno i pagamenti concordati per lasciare i terreni. È indegno che un movimento come quello della Lega, che si racconta sempre vicino ai cittadini, abbia perso l'occasione di fare qualcosa invece di venire qua a raccontare fandonie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Basilio n. 9/3262/92, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  468   
   Votanti  465   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  362    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/3262/93, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/3262/93, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Benamati, D'Incà...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  463   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato  145    
    Hanno votato no  318    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Marzana n. 9/3262/94, Vacca n. 9/3262/95, Simone Valente n. 9/3262/96, Di Benedetto n. 9/3262/97, D'Uva n. 9/3262/98 e Dadone n. 9/3262/99, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fantinati n. 9/3262/100 (riformulato), sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pesco n. 9/3262/101, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pesco n. 9/3262/101, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luigi Gallo, Murer, Carloni, Lavagno, Nardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  476   
   Votanti  474   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  369    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Nesci n. 9/3262/102, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.Pag. 55
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nesci n. 9/3262/102, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni, Marzano, Alberti ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  478   
   Votanti  475   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  139    
    Hanno votato no  336    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo alla presentatrice se insista per la votazione dell'ordine del giorno Grillo n. 9/3262/103, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  GIULIA GRILLO. Grazie, Presidente. Io vorrei capire il parere contrario del Governo, perché questo è un ordine del giorno che, in realtà, non fa altro che ricalcare quella che è la normativa attuale. Noi vi chiediamo di garantirci che l'Agenzia italiana del farmaco, entro il 30 settembre 2015, concluda la rinegoziazione del prezzo. Vi chiediamo di comunicare alle Commissioni parlamentari la modalità di ricontrattazione del prezzo e di darne evidenza pubblica in Gazzetta Ufficiale. Quindi, non credo che stiamo chiedendo la luna, sottosegretario. Se possiamo rivedere il parere sull'ordine del giorno, in quanto veramente ricalca, assolutamente, la normativa vigente. Se il sottosegretario mi...

  PRESIDENTE. Sì, il sottosegretario, sicuramente, la sta ascoltando, non c’è bisogno che la debba guardare.

  GIULIA GRILLO. Altrimenti, lo poniamo, ovviamente, in votazione.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Possiamo accogliere l'ordine del giorno Grillo n. 9/3262/103 come raccomandazione, ma espungendo l'ultimo capoverso degli impegni quello dove si dice: «a dare evidenza pubblica, ai risultati della rinegoziazione, con l'esplicitazione dei dati, attraverso la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale».

  PRESIDENTE. Quindi, collega Grillo, il parere del Governo sul suo ordine del giorno n. 9/3262/103 si trasforma in una raccomandazione, se riformulato. Accetta ?

  GIULIA GRILLO. Guardi, Presidente, io non accetto per un solo motivo, perché l'ultima ricontrattazione dei prezzi è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
  Quindi, voi vi prendete la responsabilità di dire che non la volete pubblicare in Gazzetta Ufficiale e passerete come il Governo che ha fatto la rinegoziazione di tutto il prontuario farmaceutico nazionale senza pubblicarlo in Gazzetta Ufficiale. Quindi, insisto per la votazione del mio ordine del giorno n. 9/3262/103.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente. Vorremmo chiedere, se possibile, la votazione per parti separate degli impegni.

  PRESIDENTE. Sì, comunque, si può fare. Adesso individuiamo le parti. I primi tre capoversi dell'impegno insieme e il quarto capoverso una votazione separata. Va bene ? Quindi facciamo due votazioni, una con i primi tre capoversi e la seconda votazione con il quarto capoverso. Sta bene.Pag. 56
  Ricordo comunque che sull'ordine del giorno Grillo n. 9/3262/103 vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grillo n. 9/3262/103, limitatamente ai primi tre capoversi del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, la collega Grillo, Carloni, Pellegrino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  474   
   Votanti  472   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato  164    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grillo n. 9/3262/103, limitatamente all'ultimo capoverso del dispositivo con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Ascani, Paris...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  474   
   Votanti  471   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato  160    
    Hanno votato no  311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mantero n. 9/3262/104, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mantero n. 9/3262/104, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Russo, Gelmini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  481   
   Votanti  477   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato  162    
    Hanno votato no  315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Baroni n. 9/3262/105, su cui vi è il parere contrario del Governo.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente. Quest'ordine del giorno è particolarmente importante. Riguarda le case farmaceutiche, l'atteggiamento del Governo e le lobby farmaceutiche. Con quest'ordine del giorno il MoVimento 5 Stelle intende impegnare il Governo a ristabilire la versione originaria del testo. Precisamente ci riferiamo all'articolo 9-ter, comma 11, capoverso 33-bis, quello che era scritto prima che la longa manus, la manina felice delle lobby farmaceutiche, infischiandosene dei cittadini italiani, facesse il suo lavoretto al Senato, signor Presidente.
  Che cosa è stato fatto ? È stata tolta, per quanto riguarda i farmaci biotecnologici a brevetto scaduto, la norma che stabiliva uno sconto di partenza per lo Stato del 20 per cento rispetto al prezzo del farmaco originatore. Quindi, Aifa dovrà Pag. 57ripartire dal prezzo di partenza, quello più alto, e dovrà incominciare a chiedere sconti, pregando in ginocchio le ditte farmaceutiche di farglieli. Non si capisce quale sarebbe il vantaggio economico e l'eventuale risparmio per i cittadini italiani in questa situazione, visto che magari Aifa riuscirà a spuntare solo uno sconto, mettiamo, del 5 per cento o addirittura niente.
  Ovviamente, quando parliamo di questo tipo di farmaci stiamo parlando di molecole che hanno dei costi altissimi. Pertanto, non stiamo parlando di briciole. Quante volte pazienti che erano in trattamento con questo tipo di farmaci si sono sentiti dire dalla regione, dalla ASL di appartenenza che erano finiti i soldi e che o pagavano di tasca loro o avrebbero dovuto interrompere il loro ciclo di cure. Pensiamo all'artrite reumatoide.
  Ma si capisce molto bene chi, grazie alla semplice cancellazione delle parole magiche: «di almeno il 20 per cento», ci guadagna. E lo si capisce ancora di più quando si legge il nome degli autori di questo emendamento al Senato, con la compiacenza lobbistica del Governo, ovvero Andrea Mandelli, presidente della Federazione dei farmacisti, e il suo collega e sodale vicepresidente, Luigi D'Ambrosio Lettieri. Loro non siedono in Parlamento per curare gli interessi dei cittadini, ma di quelli che li hanno nominati.
  Vorrei ricordare che questo è un Parlamento incostituzionale composto da nominati e adesso come non mai se ne vedono le conseguenze: gente messa lì per coltivare, oltre che interessi personali, anche quelli delle lobby che rappresentano e a cui appartengono. Peraltro, nonostante la Giunta delle elezioni del Senato li abbia salvati – il solito salvataggio «ad castam» –, questi signori sono incompatibili nel loro doppio ruolo di presidente e vice di ordini professionali e la loro carica parlamentare, come Cantone aveva rilevato, è incompatibile per il lato degli ordini professionali. Ma Cantone si è genuflesso alla Giunta delle elezioni del Senato in maniera molto untuosa. Ma loro sono stati bravissimi a cambiare lo statuto dell'ordine dei farmacisti in una notte e a rimanere in sella. Come si chiama in italiano tutto ciò, se non conflitto di interessi, signor Presidente ?
  Noi, come MoVimento 5 Stelle, è dall'inizio di questa legislatura che ci battiamo per far approvare una vera legge sul conflitto di interessi, ma ci troviamo davanti a un muro, che è costituito da questo Governo e da questa maggioranza, non certo eletta dai cittadini, ma messa lì dalla troika, che – ormai è chiaro a tutti – difende solamente le grandi lobby internazionali – in questo caso le case farmaceutiche, in tanti altri casi, per il sottosegretario Baretta, le concessionarie del gioco d'azzardo – e che, quindi, ha tutto l'interesse a depauperare le casse dello Stato con prezzi alti dei medicinali all'interno del più grande disegno, che è quello della progressiva privatizzazione della sanità pubblica italiana, in favore delle assicurazioni private, che già oggi stanno entrando prepotentemente nel mercato.
  Noi chiediamo una votazione favorevole a questo ordine del giorno per il ripristino di quello che già c'era e che adesso viene regalato alle case farmaceutiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baroni n. 9/3262/105, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Grassi, Archi, Alberti, Palma.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  456   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Placido ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Pag. 58

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Lorefice n. 9/3262/106, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno ci ritroviamo ancora una volta a porre all'attenzione di questa Assemblea il problema che vivono i tanti danneggiati da emotrasfusioni, che, nonostante abbiano il diritto riconosciuto per legge di percepire un indennizzo per il danno che hanno subito alla loro salute, sono costretti a rincorrere le regioni e lo Stato per ottenere qualcosa che appunto gli spetta per diritto.
  Già lo scorso dicembre eravamo intervenuti sul tema – una delle tante volte, a dire la verità –, esprimendo le nostre critiche al comma 186 della legge di stabilità, in quanto il capitolo relativo alle somme che lo Stato deve restituire alle regioni e alle province autonome per gli indennizzi di cui alla legge n. 210 del 1992 era poco chiaro. La norma era vaga e soprattutto lasciava spazio a tante, molteplici interpretazioni.
  E così è stato. Ma soprattutto le somme stanziate non sono risultate sufficienti.
  Per capire meglio di cosa stiamo parlando facciamo un passo indietro. Dal 2012 le regioni e le province autonome erogano gli indennizzi ex lege n. 210 del 1992, anticipando tali somme per conto dello Stato, pur senza ricevere in molti casi i dovuti trasferimenti da parte del Ministero. Questa situazione, però, si è protratta nel corso degli anni e molte regioni non sono più in grado di anticipare ulteriori somme e comprensibilmente chiedono il pagamento degli arretrati, ma anche i finanziamenti per i prossimi anni e le somme relative all'indennità speciale. La Calabria addirittura è una di quelle regioni che si è trovata nella situazione di non poter anticipare le somme per mancanza delle risorse economiche. La conseguenza di tale situazione è che lo Stato ha maturato dal 2012 in poi milioni di euro di debiti nei confronti delle regioni e le vittime continuano ad essere i danneggiati che o non ricevono l'indennizzo o lo ricevono con estremo ritardo e dopo ripetute sollecitazioni.
  Quindi, con questo ordine del giorno noi vorremmo permettere al Governo di rimediare all'errore che era stato commesso otto mesi fa nella legge di stabilità e chiediamo di incrementare in maniera adeguata le risorse che erano state stanziate nella legge di stabilità e di ripartirle prioritariamente alle regioni che non hanno potuto per questioni di bilancio anticipare l'erogazione appunto secondo la legge n. 210 del 1992. Tra l'altro, noi avevamo già cercato di intervenire nella legge di stabilità con appositi emendamenti, ma naturalmente e come al solito ci sono stati tutti bocciati. Questo che abbiamo cercato di esprimere e di raccontare tramite il presente intervento in realtà è solamente uno degli aspetti di una vicenda scandalosa, quella del sangue infetto, da tutti definita una delle pagine più nere di Tangentopoli, che, forse, purtroppo, non vedrà mai dei condannati e non vedrà mai pagare chi è responsabile di questa storia e di questa situazione così come meriterebbe. Questa è la storia che è stata scritta, come dicono le vittime stesse, sulla pelle della gente, con un piano premeditato, fondato sulla connivenza tra la cattiva politica e una ristretta cerchia di aziende farmaceutiche, quelle stesse che ancora oggi voi continuate a salvaguardare a discapito purtroppo della salute dei cittadini. E, purtroppo, ancora una volta con questo provvedimento sugli enti locali si dimostra che per il Parlamento questi cittadini non valgono niente perché, altrimenti, non si spiegherebbero questi 2 miliardi e mezzo di euro di tagli fatti proprio alla sanità. E parliamo di tagli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lorefice n. 9/3262/106, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 59

  Palese, Paolo Russo, Petrenga...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  462   
   Votanti  460   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  135    
    Hanno votato no  325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/3262/107, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente, ma avrei bisogno di chiedere un chiarimento al Governo sulla riformulazione perché, se non sbaglio, la riformulazione prevedeva «a valutare» e, poi, inseriva: «nei limiti delle risorse stabilite dalla legge vigente». Più o meno così. Un chiarimento: quando parlate di legge vigente, esattamente a cosa fate riferimento ? Perché io in questo ordine del giorno chiedo che venga istituito un fondo nazionale destinato alla piena integrazione per quanto riguarda le persone affette da disturbo dello spettro autistico. Quindi ho un po’ di difficoltà a capire a quale legge fate riferimento. Giusto per capire poi cosa si vuole fare.

  PRESIDENTE. Il Governo desidera intervenire. Prego, sottosegretario Baretta.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il riferimento è «nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente» e quindi anche quella approvata: la legislazione che regola la parte economica di tutta la partita. Poiché lei chiede l'istituzione del fondo, noi precisiamo che deve avvenire all'interno delle risorse disponibili.

  PRESIDENTE. Collega Giordano ?

  SILVIA GIORDANO. Quindi risorse disponibili come, ad esempio, sono state inquadrate nel DEF, giusto ? Quindi zero euro per l'autismo ? Quindi voi mi state dicendo: noi Governo vi approviamo un ordine del giorno che chiede l'istituzione di un fondo però vi dovete basare sulle leggi vigenti che, pochi mesi fa, abbiamo detto che per il fondo stanzia zero euro. Ma vi rendete conto ? Almeno siate coerenti e ditemi che siete contrari e bocciate l'ordine del giorno e siamo a posto così perché questa è una presa in giro per noi, per la nostra intelligenza ma soprattutto per tutte le persone che fino a neanche due settimane fa stavano anche negli spalti, qui e al Senato, a chiedervi di approvare almeno un centesimo, almeno qualcosa per farli prendere in considerazione perché non ce la fanno più e voi ci prendete in giro in questo modo terribile, oltre che parlare poi in televisione di due miliardi e mezzo di risparmi e non di tagli. Grazie mille ! Grazie Governo e grazie Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/3262/107, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris... Folino... Dellai... Vacca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  456   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  303.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Brescia n. 9/3262/108, con il parere contrario del Pag. 60Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Grazie, Presidente. Intervengo anche per chiedere chiarimenti al Governo. Nell'ordine del giorno abbiamo non solo ripreso il lavoro fatto dalla Commissione CARA-CIE, che è stata istituita in questi mesi, ma abbiamo anche fatto riferimento alle dichiarazioni del Ministro dell'interno Alfano e del Premier Renzi. Avrei bisogno dell'attenzione del Governo perché ho bisogno di una risposta che può essere anche negativa...

  PRESIDENTE. Il Governo è presente in Aula e sicuramente la sta ascoltando, poi deciderà se risponderle o meno.

  VEGA COLONNESE. Va bene. La ringrazio. In realtà proprio per fronteggiare l'emergenza migranti nei comuni, attraverso questo ordine del giorno, anche rispetto alle richieste fatte dai comuni stessi e dai prefetti, abbiamo stabilito questo impegno molto semplice: chiediamo di escludere le spese effettuate dai comuni per l'accoglienza di migranti dal Patto di stabilità ai fini della verifica del Patto di stabilità emanando un decreto – questa volta avrebbe senso perché si tratta di una situazione emergenziale – entro il 15 settembre 2015 per definire per ciascun comune interessato l'importo dell'esclusione di cui al primo periodo, tenuto conto delle spese sostenute e del reddito medio dei cittadini del comune interessato – ripeto che questa è stata proprio una richiesta che ci è stata rivolta sia dai comuni sia dai prefetti in queste audizioni – nonché delle dimensioni demografiche dei comuni in rapporto alla popolazione immigrata delle cui esigenze di accoglienza si sono fatti rispettivamente carico. Dato che questa è un'esigenza che è abbastanza evidente ed è relativa comunque ad una situazione emergenziale che sta diventando strutturale, noi con questo ordine del giorno chiediamo un impegno entro il 15 settembre cioè chiediamo che il 15 settembre vi sia un decreto che possa strutturare la situazione emergenziale dei richiedenti asilo nei comuni. Quindi questa è la richiesta specifica: oltre ad insistere per la votazione e a chiedere la sottoscrizione dell'ordine del giorno, chiederei una risposta da parte del Governo proprio perché si tratta di un lavoro che interessa tutte le parti politiche nella Commissione d'inchiesta.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. L'obiezione non è sullo spirito, sulla proposta e sul contenuto. L'obiezione è che nell'ordine del giorno si prevede ovviamente un aumento di costi e di coperture senza indicare la copertura.
  Noi non siamo in grado, oggi, di decidere formalmente che c’è un aumento di spese e, quindi, la necessità di una copertura senza averla prevista. Questo è il problema, perché qui chiaramente, escludendo le spese dal Patto di stabilità, si rende necessaria la copertura. Peraltro, qui non è indicata la copertura, quindi, non vi è un'obiezione sull'idea di fare quello che qui viene scritto, ma sulla sua praticabilità con un ordine del giorno, in questo momento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Grazie Presidente, noi voteremo ovviamente contro, perché è interessante che in quest'Aula, con tutti i problemi che hanno i comuni e i sindaci, dove hanno la fila ai servizi sociali di nostri disoccupati, di disabili ai quali sono stati tagliati i soldi, di pensionati che fanno la fame, il MoVimento 5 Stelle chiede di togliere dal Patto di stabilità le spese per i migranti. Questa cosa per noi è vergognosa, imbarazzante e voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 61
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brescia n. 9/3262/108, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  462   
   Votanti  452   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no  360    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Nicola Bianchi n. 9/3262/109.

  NICOLA BIANCHI. Grazie Presidente, non capisco il perché del parere contrario in merito al mio ordine del giorno che chiedeva semplicemente di valutare l'opportunità di riconoscere l'istituzione della Zona Franca Urbana anche nei territori della Romangia colpiti dal violento nubifragio del 18 giugno 2014. Il parere negativo a questo mio ordine del giorno evidenza l'operato schizofrenico di questo Governo: territori diversi con lo stesso problema vengono trattati in maniera diversa, così da creare territori di serie A e territori di serie B.
  In particolare, sto parlando dell'infausto evento che ha colpito la Romangia intera – parliamo dei comuni di Sennori e Sorso, nella provincia di Sassari – con una bomba d'acqua verificatesi nel primo pomeriggio, appunto, di mercoledì 18 giugno 2014 e che ha creato danni sia ai centri urbani sia soprattutto nell'agro. Il territorio della Romangia, appunto, è un territorio ad alta vocazione agricola, parliamo di prodotti di eccellenza nel settore vinicolo – come non citare gli ottimi vermentini, cannonau e moscati – e ortofrutticolo; molte aziende agricole sono state messe in ginocchio da questa calamità naturale. Focalizzandoci, invece, sui danni alle strutture, come non citare l'esondazione del rio Predugnanu che ha provocato il crollo del ponte nella strada provinciale 81 con pesanti ripercussioni sulla viabilità. L'esondazione del fiume Silis ha invece causato pesanti danni ad alcune case nell'agro, numerosi sono stati i seminterrati e le cantine allagate.
  Il parere contrario sottolinea la sensibilità che il Governo mostra a questa tematica, a un ordine del giorno che cercava di aiutare i cittadini onesti che hanno pagato sempre le tasse. Vi dovete vergognare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nicola Bianchi n. 9/3262/109, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dellai, Gullo, Blazina...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  438   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no  317    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Vezzali e il deputato Catalano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Il deputato Cani ha segnalato di aver erroneamente votato contro, mentre si sarebbe voluto astenere).

  Prendo atto che la presentatrice insiste per la votazione dell'ordine del giorno Carinelli n. 9/3262/110, sul quale vi è il parere contrario del Governo.Pag. 62
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carinelli n. 9/3262/110.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sorial.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  434   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no  359    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Vezzali e il deputato Catalano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Di Vita n. 9/3262/111, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Presidente, innanzitutto vorrei ricordare ai colleghi della Lega Nord che il MoVimento 5 Stelle è qui dentro da due anni, mentre la Lega Nord è presente in Parlamento da oramai qualche decina d'anni; viene a fare la paternale sui diritti dei cittadini da difendere, soprattutto di quelli in difficoltà, dei pensionati, dei disabili, quando la Lega stessa, quando ha governato con Berlusconi, non si è fatta il minimo problema a tagliare fondi, per esempio, nei confronti dei cittadini disabili, che continuamente hanno visto la propria situazione come precaria. Voglio semplicemente ricordare la vergognosa legge fatta propria dai quei Governi, nella quale anche i disabili con patologie molto gravi, per le quali al momento non vi è una cura, sono costretti perennemente a fare ancora visite di controllo nonostante non vi sia una cura per esse, con tutti i disagi che vi sono per questi i pazienti, quali, ad esempio, la sospensione stessa di quella piccola pensione di invalidità che questi pazienti prendono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ai colleghi della Lega Nord dico, invece, che il MoVimento 5 Stelle, che vuole tutelare i cittadini disabili, presenta quest'ordine del giorno – purtroppo lo facciamo solo con un ordine del giorno, il Di Vita n. 9/3262/111, perché non vi è stata la possibilità di modificare in Aula questo provvedimento – con il quale andiamo a ricordare come questo Governo e questa maggioranza stiano violando la Costituzione. Perché ? Perché l'articolo 32 della Costituzione parla del principio della presa in carico da parte dello Stato di tutti i cittadini, soprattutto di coloro che vivono un momento di difficoltà, quali sono, ad esempio, i cittadini disabili. Invece, questo Governo cosa fa ? Presidente, nel Patto per la salute 2014-2016 vincola gli aiuti, riduce gli aiuti progressivamente, nei confronti di queste categorie, compatibilmente a quelli che sono i soldi a disposizione, compatibilmente a quello che è il rispetto dei vincoli del Patto di stabilità. Cioè, stiamo decidendo che ha priorità il Patto di stabilità, che hanno priorità i nostri bilanci rispetto a dei cittadini che vivono un momento di enorme difficoltà e che, se non rientreranno all'interno di quelle che sono le categorie che questo Patto prevede, dovranno arrangiarsi da soli, cioè andare dal privato, che è – guarda caso, ancora una volta – una tendenza tipica degli ultimi Governi, cioè di spostare la sanità pubblica sugli interessi privati. Allora, noi del MoVimento 5 Stelle, invece, cari colleghi della Lega Nord, cari colleghi della maggioranza, cari colleghi tutti, vogliamo affermare ancora una volta il principio che la sanità pubblica ha la priorità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), soprattutto nei confronti dei cittadini che vivono un momento di enorme difficoltà, che hanno la priorità anche rispetto ad ogni vincolo di Patto di stabilità. Che se ne vada a quel paese l'Europa con i suoi vincoli, rispetto ai cittadini che non ce la fanno ad andare Pag. 63avanti e che vivono un momento difficoltà per la propria salute ! Devono essere tagliati fuori da ogni possibilità di cura perché dobbiamo rispettare dei numeri ? Presidente, il nostro impegno in quest'ordine del giorno era proprio di chiedere al Governo di rivalutare questa condizione e di inserire tutti i cittadini che veramente vivono una condizione di disagio e di disabilità all'interno di quello che è il Patto per la salute, perché per noi del MoVimento 5 Stelle la priorità, rispetto ai conti, ce l'ha la vita dei singoli cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Argentin. Ne ha facoltà.

  ILEANA ARGENTIN. Presidente, mi permetto di intervenire e mi rivolgo a lei per non creare alcun tipo di conflittualità, in quanto non vi è alcuna polemica da parte mia.

  PRESIDENTE. La ringrazio.

  ILEANA ARGENTIN. Ci tengo a dire che questo Governo sta facendo una scelta che secondo me – lo dico rappresentando per una buona fetta del nostro Paese il mondo della disabilità – in fondo è una scelta sana. Perché dico questo ? Non si può utilizzare e strumentalizzare la disabilità rispetto ad un bilancio, mi lasci il tempo di spiegarlo, di motivarlo anche solo per un minuto.
  Parlare di disabilità quando si parla di salute vuol dire non aver capito da dove parte e che cosa è la disabilità. La disabilità è uno status di vita, non è una malattia ! Se noi non impariamo questa cosa e non la vogliamo capire, non arriveremo mai da nessuna parte ! Diverso è il concetto del MoVimento 5 Stelle, che io condivido, secondo il quale giustamente la salute deve essere garantita attraverso il servizio pubblico. Sono d'accordo, ma il servizio pubblico non vuol dire poi trovarsi a non poter ottemperare ai propri bisogni; ben venga allora una forma di compartecipazione se questa è una risposta. Se io dovessi affrontare ogni giorno la disabilità, pensando che sono tutti malati e che hanno tutti bisogno di sanità non avrei capito che la priorità non è solo la salute. La salute è come per qualunque cittadino, ma la necessità vera è quella dell'assistenza, è quella del dopo di noi, è quella dell'eliminazione delle barriere architettoniche, dei trasporti e le pari opportunità per tutti. Non facciamo un cavallo di battaglia della disabilità quando si parla di bilancio e salute, ma facciamolo quando si parla della non autosufficienza, lo trovo più corretto e più giusto, perché, altrimenti, creiamo una barriera culturale gigantesca, dicendo che i disabili sono i malati, mentre invece ci tengo a dire, ancora una volta in questa Aula, che la disabilità è uno status di vita e che la malattia e la diagnosi sono una cosa a sé stante. C’è chi ha la colite cronica e c’è chi ha l'amiotrofia spinale. Non vuole dire che chi ha la colite cronica è a livelli...

  PRESIDENTE. Onorevole Fragomeli, gentilmente sta parlando di fronte a lei la collega. Prego.

  ILEANA ARGENTIN. La colite cronica è sicuramente più lieve di quanto può essere l'amiotrofia spinale, sono consapevole di questo e non voglio folleggiare nel mio discorso, ma ho la necessità di ribadire che ognuno ha i suoi limiti e i suoi problemi fisici. L'importante, e mi pare che questo Governo stia provando a farlo (per questo voglio ringraziare la sottosegretaria Biondelli, ma anche tutti gli altri sottosegretari al bilancio), è farlo con umiltà, senza inventarsi nulla, né insultare le memorie e l'intelligenza di nessuno, perché i tagli sono presenti realmente, ma più che i tagli, le decisioni prese in sede di Conferenza Stato-regioni.
  Detto questo, ritorniamo nell'ambito anche di un rispetto culturale e cerchiamo di dire: sì ai servizi, ma non necessariamente ai limiti della salute !

Pag. 64

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ROBERTO GIACHETTI (ore 18,10)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Vita n. 9/3262/111, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sisto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  442   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Sull'ordine del giorno Liuzzi n. 9/3262/112 (riformulato), con il parere favorevole del Governo, presumo vada vene. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/3262/113, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Paolo Nicolò Romano n. 9/3262/114 e Della Valle n. 9/3262/115, con il parere favorevole del Governo, purché riformulati.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Crippa n. 9/3262/116, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, credo che la proposta di riformulazione del Governo non sia compatibile con quanto scritto, perché, se non ho capito male, l'espressione: impegna il Governo a valutare la possibilità di valutare la necessità, mi sembra veramente un po’ troppo blanda, degna di Tognazzi. Pertanto, se per caso ho scritto male la riformulazione magari me la può rileggere.

  PRESIDENTE. Prego, sottosegretario Baretta.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sostituire la parola: «necessità» con la parola: «opportunità».

  PRESIDENTE. Va bene così, onorevole Crippa ?
  Onorevole Di Battista, la prego, per favore.

  DAVIDE CRIPPA. Visto che prima era stato detto in un'altra maniera, obiettivamente questo è un impegno di buon senso, per cui credo che non si debba parlare di opportunità, ma di necessità e pertanto non accetto la riformulazione (Commenti di deputati del gruppo del Partito Democratico). Capisco che dai rumori di sottofondo dei colleghi la questione non interessi, ma stiamo parlando di debiti della pubblica amministrazione e quelle imprese che avete sempre fatto finta di difendere, quelle imprese...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

  DAVIDE CRIPPA. Posso proseguire, signor Presidente ?

  PRESIDENTE. Assolutamente sì.

  DAVIDE CRIPPA. Credo che il tema probabilmente infastidisca qualcuno, chi in campagna elettorale...

  PRESIDENTE. Lei, a prescindere dal tema, ha tutto il diritto di proseguire e quindi lo faccia.

  DAVIDE CRIPPA. Chi in campagna elettorale ha sempre fatto finta di difendere le piccole e medie imprese e addirittura ha creato e ha cercato di far rispettare una norma europea che preveda dei termini di pagamento ben precisi per le imprese e poi di fatto ci troviamo con Pag. 65225 giorni medi di pagamento per le imprese nel campo della sanità e 146 giorni per le imprese nel campo del settore edile.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 18,15)

  DAVIDE CRIPPA. Noi qui non vogliamo valutare l'opportunità ma sentiamo una necessità che è quella di pagare prioritariamente le imprese perché, altrimenti, non ce la fanno a pagare quelle tasse che continuate ad aumentare anno per anno e sulle quali oggi gli imprenditori non ce la fanno più a sopportare il peso di quello che voi continuate a utilizzare come un bancomat (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle). Oggi siamo davanti ad una situazione in cui il paese è in estrema difficoltà e la prima cosa dovrebbe essere quella di mantenere dei patti chiari...

  PRESIDENTE. Collega Sibilia, per favore.
  Prego, vada avanti, onorevole Crippa.

  DAVIDE CRIPPA. La questione credo che veramente debba essere di principio. Noi oggi siamo davanti ad una situazione incredibile dove le imprese hanno dei contratti con i fornitori, li devono rispettare e invece i contratti scritti con una legge dello Stato che prevede dei tempi certi, 30 giorni, alla peggio 60 giorni per essere pagati, non vengono rispettati.
  Caro sottosegretario Baretta, per me questa non è una opportunità o valutare la possibilità. Per me questa è una necessità perché noi chiediamo veramente che, se avete fatto delle norme, le dovete rispettare e dobbiamo soprattutto rispettare quegli imprenditori che, dal mattino alla sera, si spaccano la schiena nel nostro paese e per cui voi ogni volta cercate sempre di girare la faccia dall'altra parte e non pagare per quello che hanno fatto, mettendo in difficoltà loro e tutti i dipendenti a loro collegati (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crippa n. 9/3262/116, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazziotti Di Celso, Marchi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  470   
   Votanti  460   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  155    
    Hanno votato no  305.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Chimienti n. 9/3262/117, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/3262/117, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Dell'Orco, Tidei, Paris, Matarrese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  469   
   Votanti  459   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  353.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Tripiedi n. 9/3262/118, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Vorrebbe Pag. 66riascoltarla ? Il Governo può ripetere la riformulazione dell'ordine del giorno Tripiedi n. 9/3262/118 ?

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, premettere le parole: «a valutare l'opportunità di (...)».

  PRESIDENTE. Va bene, deputato Tripiedi ? Prego, mi dica prima se accetta o meno la riformulazione.

  DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, volevo fare la dichiarazione di voto...

  PRESIDENTE. Quindi chiede di metterlo in votazione ?

  DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, ho parlato con il sottosegretario per quanto riguarda il problema che c’è in provincia di Monza e Brianza sul dissesto finanziario della provincia. Si sta cercando di chiedere che in legge di stabilità venga data una soluzione, ma una riformulazione mi sembra un pochino vaga. Però, se non riusciamo ad andare oltre questa riformulazione, la accettiamo così com’è, però non chiediamo molto ma chiediamo semplicemente che venga data una soluzione per il grande problema che c’è in provincia.

  PRESIDENTE. Sta bene, mi pare si accetti la riformulazione e non si insiste per la votazione.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ciprini n. 9/3262/119, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/3262/119.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Binetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  469   
   Votanti  460   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  359.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Chiedo se si insista per la votazione dell'ordine del giorno Agostinelli n. 9/3262/120, accolto dal Governo come raccomandazione.

  LOREDANA LUPO. Signor Presidente, semplicemente per chiedere un chiarimento al Governo. All'interno di questo ordine del giorno noi chiedevamo semplicemente di valutare la possibilità di visionare il piano dei pagamenti e dei debiti certi, liquidi ed esigibili che ad ora non si conosce per quanto riguarda il CREA, che nasce dall'unione dell'INEA. Debiti questi che non sono stati mai chiariti se non attraverso un'audizione in Commissione, ma in via informale, dove il commissario ci ha detto che da 22 milioni di debiti si è passati a circa 50 milioni di debiti. Ribadisco, in via informale. Quindi, attualmente le Camere non sanno realmente qual è la problematica e qui si chiede semplicemente che il piano passi dalle Camere, nulla di più e nulla di meno. Quindi, non comprendiamo perché una raccomandazione anziché un parere favorevole per poter valutare realmente il problema, visto che stiamo parlando di un ente nazionale per la ricerca in agricoltura che è fondamentale, al quale abbiamo dato 50 milioni di debito, che non si conosce in realtà, gli abbiamo tagliato le sedi del 50 per cento, ridotto il contributo dello Stato, gli abbiamo chiesto una spending review con una riduzione del 10 per cento, noi chiediamo semplicemente di visionare. Quindi, se il Governo può darci una risposta. Grazie.

Pag. 67

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Presidente, come ha già compreso noi non siamo contrari in quanto già accogliamo l'ordine del giorno, sia pure come raccomandazione. Ci era sembrato che, dato l'argomento, poteva reggere la raccomandazione, ma poiché questo è lo spirito se il deputato insiste possiamo benissimo accogliere l'ordine del giorno, senza problemi.

  PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, prendo atto che la presentatrice non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Agostinelli n. 9/3262/120, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Alberti n. 9/3262/121, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alberti n. 9/3262/121.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris. Chi altro ? Sgambato, Vignaroli, Nicchi. Chi altro ? Castiello, che sta andando a votare. Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  471   
   Votanti  444   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Placido ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Prendo atto che la presentatrice insiste per la votazione dell'ordine del giorno Benedetti n. 9/3262/122, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Benedetti n. 9/3262/122.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris. Chi altro ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  429   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  304.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Placido ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Battelli n. 9/3262/123, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fraccaro n. 9/3262/124 e Fico n. 9/3262/125, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che la presentatrice accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lombardi n. 9/3262/126, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Castelli n. 9/3262/127, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caso n. 9/3262/128, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Pag. 68
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Artini n. 9/3262/129, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Artini n. 9/3262/129.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  468   
   Votanti  465   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Russo n. 9/3262/130, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che la presentatrice insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sandra Savino n. 9/3262/131, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sandra Savino n. 9/3262/131.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sibilia mi pare che non riesca a votare; ha provato a premere il pulsante ? Bene. Chi non riesce a votare ancora ? Abbiamo il collega lì, Lacquaniti. Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  465   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  165    
    Hanno votato no  300.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Palese n. 9/3262/132, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palese n. 9/3262/132.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Gadda, Dellai, Piccoli Nardelli, Tidei, Paris, Cani. Cani ancora non riesce a votare; adesso ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  472   
   Votanti  469   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  167    
    Hanno votato no  302.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Brunetta n. 9/3262/133 e Latronico n. 9/3262/134, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che la presentatrice non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Faenzi n. n. 9/3262/135, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Riccardo Gallo n. 9/3262/136, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lenzi n. 9/3262/137, con il parere favorevole del Governo.Pag. 69
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Marazziti n. 9/3262/138, Mariano n. 9/3262/139 e Carra n. 9/3262/140, con il parere favorevole del Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che la presentatrice non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bossa n. 9/3262/141, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Fragomeli n. 9/3262/142 e Marchetti n. 9/3262/143, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cinzia Maria Fontana n. 9/3262/144, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Paola Bragantini n. 9/3262/145, Marchi n. 9/3262/146, Fanucci n. 9/3262/147 e Boccadutri n. 9/3262/148, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Parrini n. 9/3262/149.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Melilli n. 9/3262/150, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Paris n. 9/3262/151 e Guerra n. 9/3262/152, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Terrosi n. 9/3262/153 e Nicoletti n. 9/3262/154, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Capozzolo n. 9/3262/155, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cani n. 9/3262/156, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Casati n. 9/3262/157, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Valeria Valente n. 9/3262/158, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che la presentatrice accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Miotto n. 9/3262/159, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ermini n. 9/3262/160, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Venittelli n. 9/3262/161, con il parere favorevole del Governo.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Albini n. 9/3262/162, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  TEA ALBINI. Signor Presidente, io chiederei che questo ordine del giorno, accogliendo la riformulazione fatta dal Governo, fosse messo in votazione, anche per dimostrare alla cittadinanza di Firenze, che in questo momento soffre davvero per il dramma che l'ha colpita il 1o agosto, il nubifragio che ha sconvolto gran parte della città, un segnale positivo da parte di tutta l'Aula e che questo ordine del giorno possa essere votato da tutti.

  PRESIDENTE. Quindi chiede di porlo in votazione così come riformulato dal Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, chiedo scusa, visto che in un primo Pag. 70momento era stato accolto come raccomandazione, posso ascoltare la riformulazione ?

  PRESIDENTE. Sì, se il Governo ci fa la cortesia di ripetere la riformulazione sull'ordine del giorno Albini n. 9/3262/162.

  GIANCLAUDIO BRESSA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, la riformulazione è la seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di...».

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Albini n. 9/3262/162, così come riformulato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Bossa, Paris, Fitzgerald Nissoli, Grassi, Nardi, Mazziotti Di Celso, Pastorelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  459   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  452    
    Hanno votato no  7.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Carrescia n. 9/3262/163.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Piso n. 9/3262/164, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Catanoso Genoese n. 9/3262/165, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Garofalo n. 9/3262/166, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che la presentatrice non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dieni n. 9/3262/167, con il parere favorevole del Governo.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3262)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà. Per favore colleghi, permettete di ascoltare il deputato Pastorelli. Grazie.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie, Signor Presidente. Signori rappresentanti del Governo e onorevoli colleghi, il decreto-legge che ci apprestiamo a convertire mette in campo un pacchetto di misure in materia di bilancio degli enti locali di cui da tempo noi socialisti avevamo sottolineato l'urgenza. La delicata fase economica nella quale ci troviamo richiede senz'altro...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Il tono della voce. Mi scusi, collega Pastorelli. Non è accettabile... per favore, il tono della voce. Prego.

  ORESTE PASTORELLI. ... maggiori spazi di manovra per i comuni al fine di far fronte a spese necessarie non rinviabili, sia in materia ambientale sia con riferimento ad infrastrutture di primaria importanza, quali ad esempio gli edifici scolastici.
  Le misure del decreto in questione hanno, dunque, un effetto decisivo sulla capacità dei comuni, specie quelli di piccole dimensioni, di curare l'interesse pubblico. In questo senso, la ridefinizione degli obiettivi del Patto di stabilità interno per gli anni 2015-2018 è un passaggio fondamentale. Non solo vanno nella stessa direzione, e devono perciò essere salutate Pag. 71con favore, quelle misure volte a sopperire alle carenze di liquidità dei comuni in alcuni periodi dell'anno, così come le misure riguardanti le modalità di utilizzo delle risorse del Fondo di solidarietà comunale. Solo attraverso questi strumenti i comuni potranno adempiere realmente ai propri compiti istituzionali, primo fra tutti quello della tutela e dello sviluppo del territorio. Mi preme poi sottolineare l'importanza di alcune misure che hanno trovato spazio in questa sede ma che sono strettamente connesse ai temi affrontati nel precedente decreto. In particolare, voglio sottoporre all'attenzione vostra e del Governo l'urgenza di chiarire al più presto che le posizioni lavorative e previdenziali del personale dipendente di società o di enti partecipati dalle province. Anche questi lavoratori hanno infatti diritto a risposte chiare e concrete nell'ambito del generale processo di ricollocazione dei dipendenti delle province. Su tale ultimo punto confido, dunque, che la risposta del Governo non si farà attendere, ponendosi un'evidente questione di parità di trattamento tra lavoratori. Le misure messe in campo oggi possono sicuramente essere migliorate ed estese a fattispecie del tutto analoghe, ma il precedente disegno di legge di conversione, rispetto al quale esprimo il voto favorevole della componente socialista, costituisce un aiuto concreto nei confronti dei comuni, specie quelli colpiti da calamità naturali. Occorre ora proseguire con convinzione sul percorso che abbiamo appena intrapreso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alfreider. Ne ha facoltà.

  DANIEL ALFREIDER. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Il dl «enti locali» apre potenzialmente le porte della ricostruzione de L'Aquila, a nostro avviso, anche alle imprese in odore di mafia. L'articolo 11, comma 1, prevede infatti che le imprese ed i professionisti che devono fare i lavori per la ricostruzione post-sisma, in Abruzzo, non avranno più bisogno di produrre la certificazione antimafia, ma potranno semplicemente limitarsi ad una autocertificazione. Chiaramente, con tale norma si sta di fatto cancellando la certificazione antimafia limitatamente alle sole aree colpite dal terremoto del 2009. Quindi, ci chiediamo se a fronte di una misura che magari ritenevate opportuna, perché non l'avete ampliata a tutto il territorio. Perché, di fatto, questa norma non è opportuna.
  E di certo non è un grande bel vedere, dato che, da quando è iniziata la ricostruzione, le inchieste della magistratura hanno portato a decine di arresti, che hanno chiamato in causa varie organizzazioni mafiose, non ultimo il clan dei Casalesi. E dire che poco più di un anno fa, il presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, parlando della ricostruzione all'Aquila, diceva e cito: «il problema mafia all'Aquila prima non esisteva, e se dopo il sisma ci sono state infiltrazioni lo si deve a scelte sbagliate nella fase di emergenza e nella ricostruzione, è qui che si è aperta la strada ai vari clan»; questo lo diceva un vostro esponente. Oggi, il Governo, con la complicità del Parlamento, per tutta risposta, decide di cancellare la certificazione antimafia in Abruzzo.
  Non pago di tale scelta, l'Esecutivo ha deciso di ridurre a carta straccia il codice civile, introducendo un comma, il numero 6, all'articolo 11, con cui cancella, addirittura, l'articolo 1656 del codice, anche questo limitatamente alle aree colpite dal sisma dell'Abruzzo. L'articolo 1656 del codice civile è quello che vieta il subappalto, che è uno dei classici strumenti con cui la criminalità organizzata si infiltra negli appalti.
  Grazie a quanto previsto da questo decreto, le imprese che lavorano alla ricostruzione Pag. 72delle aree colpite dal sisma del 2009, possono affidare subappalti senza necessità di alcuna autorizzazione preventiva da parte del committente fino ad un limite del 30 per cento. Questo, a nostro avviso, è grave. Questo, a nostro avviso, è pericoloso ed è un lasciapassare per organizzazioni di tipo criminale che possono infiltrarsi tranquillamente in una zona che già è delicata e già a rischio come quella della ricostruzione del sisma, per quanto riguarda l'Aquila. Di fatto, il Governo sta stendendo un tappeto rosso per le organizzazioni criminali. Per questo motivo, il gruppo di Alternativa Libera voterà contro questo provvedimento e anzi invita anche il Presidente Mattarella a non firmare il suddetto provvedimento che semplificherà la vita alle imprese anche a mafiose (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Nastri. Ne ha facoltà.

  GAETANO NASTRI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, con quella che abbiamo votato questa mattina, siamo a quota cinquanta fiducie, segno più inequivocabile di altri di come questo Governo, in particolar modo il suo Presidente del Consiglio, intendono il rapporto tra potere legislativo e potere esecutivo. Questo è anche ampiamente dimostrato dall'iter di questo provvedimento che in Senato ha subito modifiche rilevantissime, ma delle quali non si è neanche potuto discutere perché subito dopo avete chiesto la fiducia. Già, perché in Senato è stato inserito un emendamento, come se proprio fosse un piccolo inciso, che opera un piccolo, piccolo, piccolo taglio alla sanità, di appena 2,353 miliardi e questo proprio mentre il nuovo commissario alla spending review ha appena annunziato ulteriori tagli di 10 miliardi al Servizio sanitario nazionale.
  Ora, nonostante tutta la buona volontà che ci potremmo mettere, non possiamo certo accontentarci della difesa di questi tagli che ieri, in questa Aula, ha svolto il relatore. Troppo spesso abbiamo già sentito come i tagli non siano tagli, ma minori trasferimenti o mancati aumenti di risorse, come se il fatto che i soldi non siano sottratti al Servizio sanitario nazionale, ma bensì mai assegnati, facesse la differenza, o come se le misure di efficientamento e quelle di razionalizzazione degli acquisti di beni, servizi, dispositivi medici e farmaci, come ieri ci ha informato il relatore, con dovizia di dettagli e cifre, non volessero, pur sempre e comunque, dire banalmente solo la stessa identica cosa: ci saranno meno soldi per la sanità. E se anche non è escluso che in alcuni isolati casi le misure di razionalizzazione funzioneranno, sappiamo purtroppo, già ora, che in un Paese famoso per i disservizi e le inefficienze, note in altre molte realtà, non funzioneranno e si tramuteranno, inevitabilmente, in un danno per il cittadino. Abbiamo sentito sia ieri, che oggi, snocciolare da parte di più colleghi i dati relativi ai tempi di attesa per gli esami medici in Italia: in continuo aumento. E se proprio c’è una notizia che non vorremmo mai dare agli italiani, che sopportano il costante ed esponenziale aumento della tassazione, è proprio quella che non sappiamo dove finiscono i loro soldi e che, quindi, più loro ne versano all'erario, più lo Stato taglia i loro servizi. Questa è drammaticamente una costante di questo provvedimento, perché incide anche sul sistema degli enti locali, ma di questo parleremo più avanti, come parleremo più avanti della vera destinazione delle tasse che i cittadini pagano a questo Governo usurario. Ma torniamo alla sanità: negli ultimi anni la sanità in Italia ha già subito tagli per almeno 20 miliardi e se a questi sommiamo i 2,3 miliardi di ulteriori tagli operati dal provvedimento che state per approvare e i 10 miliardi annunciati dal commissario alla spending review, qualsiasi persona seria si dovrebbe porre il problema della sostenibilità di questi tagli e dell'enorme difficoltà nel riuscire a contemperare l'esigenza di garantire i livelli essenziali di assistenza con costi standard ed efficienti.
  Ma a voi non interessa. Come sempre, quello che interessa a voi è solo fare cassa Pag. 73e avere soldi da destinare ad altre misure che agevolino i vostri potenti amici, primi fra tutti le immancabili banche. E dopo questo provvedimento la difficile concretizzazione delle misure, che esso contiene, al pari di molti altri che lo hanno preceduto, e che lo pone nel magico mondo delle promesse di Renzi, ci saranno drammaticamente ulteriori tagli, perché quelli previsti si sono rivelati insufficienti e irrealizzabili.
  E veniamo all'altro grande tema, il vero oggetto di questo decreto-legge: la finanza locale. Come ci ha detto anche il relatore, infatti, questo provvedimento, la cui gestazione peraltro è stata sin dall'inizio complicata, è nato per affrontare una serie di questioni attinenti la finanza degli enti territoriali, che erano rimaste aperte dopo l'approvazione della legge di stabilità 2015, problematiche relative all'attuazione della riforma Delrio, che mettevano a rischio l'approvazione dei bilanci di previsione 2015 delle province e delle città metropolitane.
  La verità ormai palese è che la riforma Delrio si è rivelata un fallimento, si è rivelata una riforma di cui unico vero elemento di novità è stato togliere ai cittadini il diritto di scegliere e votare i propri rappresentanti. Ad oggi le province galleggiano inermi nel limbo della definizione delle competenze, non hanno fondi per svolgere alcuna attività, mantengono a stento se stesse e nel frattempo hanno prodotto un esubero di personale di circa 20 mila unità, rispetto alle quali si sta ponendo la drammatica questione della loro riconciliazione. Di fatto la soppressione delle province non è avvenuta e tanto meno si è risparmiato il famoso miliardo di euro che dalla loro soppressione avrebbe dovuto scaturire. Si è invece creato il caos istituzionale e organizzativo e le modifiche nel frattempo intervenute rispetto al complessivo progetto di riordino delle province, originariamente contenuto nella legge Delrio, rischiano di compromettere il già difficile iter di attuazione. Solo tre regioni hanno cercato di adottare leggi di recepimento della legge Delrio per potere sviluppare al loro interno la nuova impostazione e la nuova assegnazione e destinare le funzioni e la titolarità delle competenze ai comuni, alle aree vaste e alle regioni stesse.
  A proposito di funzioni non possiamo non citare il «capolavoro» – si fa per dire – di questo provvedimento e della supposta riorganizzazione della polizia provinciale. All'inizio il testo trasferiva la polizia provinciale interamente ai comuni, senza tenere affatto in considerazione che alle province rimangono delle funzioni prioritariamente in campo alla polizia ambientale, per le quali vi è assolutamente bisogno di una parte del personale dell'ex polizia provinciale. Poi, per fortuna, almeno su questo, si è intervenuti. Anche e soprattutto in considerazione del fatto che questa maggioranza ha appena approvato anche lo smantellamento del corpo forestale dello Stato, riesce davvero difficile capire chi dovrebbe fare la prevenzione e la repressione rispetto ai reati in campo ambientale.
  Ma torniamo alla finanza locale. Con questo provvedimento si realizza la solita serie di interventi a tampone della drammatica situazione in cui versano molti enti locali, soprattutto dopo il taglio di 5 miliardi operato a loro carico dalla legge di stabilità e che rischia di mandarne in default più di uno. Ecco quindi, da un lato, l'allentamento del Patto di stabilità per 100 milioni di euro e, dall'altro, la riduzione delle sanzioni per chi non ha rispettato il Patto di stabilità nello scorso anno, laddove soprattutto il secondo intervento è particolarmente grave, perché continua nel solco di una tradizione tutta italiana, che agevola le regioni inadempienti piuttosto che premiare quelle virtuose. Il Patto di stabilità è in entrato in vigore nel nostro Paese a partire dal 1o gennaio 1999 ed è stato sostanzialmente ignorato fino al 2008, quando si sono introdotte le sanzioni per il mancato rispetto dei vincoli.
  Onorevoli colleghi, a parte le gentile concessione che questo Governo pensa di fare agli enti locali, qui la questione è di sostanza ed è ben più importante, perché attiene alle strategie generali di finanza Pag. 74pubblica che si stanno seguendo con questo Governo e che mettono seriamente a rischio anche la sanità degli enti locali, perché le risorse derivano dal continuo aumento della tassazione che state imponendo ai cittadini.
  È proprio per questo motivo che voteremo contro questo provvedimento perché contestiamo il metodo e ancora di più contestiamo il merito e ci rifiutiamo di approvare l'ennesimo taglio alla sanità, l'ennesima beffa ai cittadini ai quali tentate di raccontare che non cambierà nulla. Voteremo anche contro questa ignobile politica del gioco delle tre carte, carta vince, carta perde, in cui prima si tagliano i fondi alla finanza locale e poi, quando gli enti territoriali sono ormai ridotti allo stremo, si fa un piccolo intervento di salvataggio in attesa della prossima legge di stabilità, che secondo quando dichiarato da membri di questa maggioranza dovrebbe risolvere le questioni di finanza degli enti locali a partire dal 2016. E già per questo noi siamo preoccupati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signor Presidente, ribadisco il giudizio politico favorevole del gruppo Per l'Italia-Centro Democratico al decreto-legge n. 78, riguardante disposizioni urgenti in materia di enti territoriali, con le osservazioni da me svolte questa mattina in occasione della dichiarazione di voto sulla questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. Questo doveva essere, in base agli annunci fatti l'anno scorso, un provvedimento che determinava un po’ una rivoluzione dal punto di vista dei bilanci degli enti locali, della fiscalità territoriale e quant'altro. Annunci che erano stati fatti l'anno scorso e che, invece, si sono tramutati, ancora una volta, nel nulla. Si tratta di un provvedimento tampone per andare a sopperire alle mancanze della legge di stabilità, ma soprattutto alla confusione normativa che è stata creata nei confronti degli enti locali e anche e soprattutto nei confronti dei cittadini con la confusione della tassazione locale.
  In questi ultimi giorni abbiamo sentito anche il Presidente del Consiglio indicare ai sindaci maggiore impegno. Noi vorremmo sostanzialmente capire se lo stesso Presidente del Consiglio, che ha fatto il sindaco fino a pochi anni fa, fino a poco tempo fa, non si renda effettivamente conto in quale situazione sono oggi gli amministratori locali, soprattutto quelli dei comuni più piccoli. Sono presi da un Patto di stabilità interno che, in tutta l'Unione europea, è l'unico caso di un Patto di stabilità interno per gli enti locali. C'era stato il tentativo di soluzione per i pagamenti alle aziende da parte della pubblica amministrazione. Ma a questa soluzione non si è arrivati in fondo e mancano i dati rispetto a quello che è stato e a quello che è mancato.
  In più, gli enti locali sono presi da una crisi economica che è diventata una crisi sociale, per cui i sindaci nei loro comuni hanno la fila di cittadini disoccupati ed anziani che proprio non ce la fanno a mettere insieme il pranzo con la cena. È una situazione difficile alla quale rispondere. Il Governo, però, ha annunciato, anche più volte, una spending review da parte dei Ministeri, della Presidenza del Consiglio. Invece, quella spending review la chiedete continuamente agli enti locali, che oggi non riescono e fanno veramente fatica a chiudere i bilanci. Chiedete loro di fare gli acquisti attraverso una centrale unica degli acquisti, ma sapete benissimo che ci sono anche situazioni in cui la fantasia degli amministratori locali ha provocato maggiore efficienza e dovrebbe essere presa da esempio.
  Ci sono i tagli alla sanità, che sono tagli lineari. Ancora una volta, non c’è un'applicazione di costi standard. Ma soprattutto, ancora una volta, non c’è un'applicazione Pag. 75rispetto a quelle regioni, come Lombardia e Veneto, che fanno della sanità un'efficienza sia dal punto di vista della spesa che dal punto di vista della qualità del servizio.
  Non c’è stata nessuna flessibilità rispetto agli investimenti nel Patto di stabilità, investimenti che poi provocano indotto, triplicano l'indotto, pertanto provocano anche gettito fiscale. C’è stata poca lungimiranza da parte vostra. E i sindaci sono in notevole difficoltà.
  Ma, ancora una volta, manca anche equità in questo provvedimento. Vi cito alcune cifre che voi avete investito attraverso questo provvedimento. Date 40 milioni di euro agli enti commissariati per mafia, con una richiesta di restituzione di questo prestito dal 2019 con un piano di trent'anni. Ci sono l'assunzione a tempo determinato nei comuni commissariati, la proroga dell'equilibrio di bilancio ai comuni dissestati, alle province, alle aree metropolitane, ma non ai comuni virtuosi, cioè quelli che hanno sempre rispettato i patti.
  C’è un'ulteriore riduzione dei trasferimenti: 100 milioni di euro nel 2015 per i comuni, quando già erano previsti 2 miliardi 600 milioni di euro, e 50 milioni di euro nel 2015 per le province, quando già erano previsti un miliardo 250 milioni di euro. I risparmi per le gare di Expo e la cifra destinata ad Expo al comune di Milano vengono tenuti dal comune di Milano. Chissà se ci fosse stata un'amministrazione diversa e non ci fossero state le elezioni comunali vicino: sarebbe successa la stessa cosa ? Vi sono acquisti senza la centrale unica fino a 40 mila euro per i comuni che superano i 10 mila abitanti. Qua manca una valutazione effettiva e noi continuiamo a chiedervela rispetto agli appalti a chilometro zero. Appalti e cantierizzazioni che possono essere controllati sicuramente di più nei comuni più piccoli, ma che soprattutto possono rispondere ad una qualità migliore rispetto al servizio. È una questione di normativa europea ? Sì, sicuramente, ma la Francia ci ha pensato e ha trovato il modo di scardinare quella normativa aiutando le aziende del territorio.
  C’è una conferma prevalente dell'IMU agricola nonostante gli annunci del Presidente del Consiglio, poiché anticipate la verifica per poi magari tagliare ulteriori trasferimenti rispetto alle compensazioni. La verifica, prevista al 30 settembre, viene fatta invece al 30 giugno. Ci sono 80 milioni di euro per le aree metropolitane: 50 milioni di euro sono destinati all'area metropolitana di Milano – e torniamo alle elezioni amministrative milanesi – e 30 milioni di euro per tutte le altre. Ci sono 200 milioni di euro per la Sicilia, con i soldi non richiesti per i pagamenti della pubblica amministrazione alle ditte. Si era detto, nel momento in cui era stato fatto il provvedimento dei pagamenti alla pubblica amministrazione, che coloro i quali non avessero provveduto a partecipare a quella soluzione, sarebbero stati penalizzati, non premiati, come la Sicilia, tappando ancora una volta il buco di bilancio di questa regione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). E, poi, il confronto è abbastanza imbarazzante: voi destinate una piccola mancia a una regione completamente efficiente, come il Veneto, che ha subito una grave calamità naturale, e destinate, invece, 200 milioni di euro, quasi venti volte tanto, alla regione Sicilia semplicemente per una mancanza amministrativa o per una pessima amministrazione da parte del governo della Sicilia. È decisamente poco equa questa situazione.
  Poi passiamo alle spese sanitarie. Perché non è stato preso in esame il principio delle regioni benchmark ? Perché non sono stati presi in esame i costi standard rispetto alle regioni effettivamente virtuose nel settore sanità ? Guardate, uno studio rispetto alla regione Lombardia ci dice che se tutti applicassero i metodi e i criteri della regione Lombardia, questo Paese risparmierebbe circa 20 miliardi di euro, una vera e propria spending review. E, invece, voi tappate ancora una volta il buco di bilancio della Sicilia.Pag. 76
  Ci sono 33 milioni e mezzo di euro destinati alla regione Lazio per il Giubileo. Qua, è vero, ci sono anche le assunzioni della pubblica sicurezza (carabinieri, poliziotti, vigili del fuoco e finanzieri) in vista del Giubileo, ma è altresì vero che allo stesso modo in altri provvedimenti cancellate 400 presidi di sicurezza e sono a rischio circa 20 mila agenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Per motivi sanitari, allo stesso modo, visto il grande afflusso del Giubileo, destinate altri soldi al Lazio e in più gli date modo di assumere personale, nonostante il Lazio, sempre per motivi sanitari, è soggetto al piano di rientro della sanità visto il debito fortissimo che ha e la scarsa efficienza. Ci sono 240 assunzioni per l'Agenzia italiana del farmaco, a proposito di spending review. E, poi, dopo il tanto atteso provvedimento sulle zone franche urbane, per coloro i quali hanno subito sui territori calamità naturali, leggasi terremoti o alluvioni, voi destinate incredibilmente per il terremoto del 2012 e l'alluvione del 2014, 20 milioni di euro nel 2015 e 20 milioni di euro nel 2016, ai soli comuni della regione Emilia Romagna. Ma io vorrei ricordarvi, come i nostri emendamenti vi hanno ricordato e come tanti ordini del giorno, che gli eventi del terremoto del 2012 non hanno coinvolto solo ed esclusivamente i comuni della regione Emilia, ma ci sono comuni della provincia di Mantova e comuni anche della regione Veneto.
  Perché questi comuni hanno meritato qualcosa in più degli altri ? Il Veneto vi ha richiesto 100 milioni. Voi gli date solo ed esclusivamente una mancia, ribadendo il fatto dei 200 milioni alla Sicilia, il grande progetto Pompei (collaborazioni fino a 900 mila euro) e l'ultimo articolo ci presenta la ciliegina sulla torta: la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili della regione Calabria. Siamo stati sfortunati noi in Emilia, in Lombardia e in Veneto a non avere i lavoratori socialmente utili probabilmente. Ma in tutto questo – concludo – ci mettiamo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio: Patto di stabilità da cancellare, lo cancelleremo; sarò il sindaco d'Italia; autonomia. Siamo in piena confusione totale: in più ci mettiamo i prefetti, gli enti governativi sul territorio, che superano completamente l'autonomia scelta democraticamente da parte dei sindaci. Parlo evidentemente della gestione dei finti profughi o, per meglio dire, dei clandestini. Questo è il fallimento della legge Delrio. La Corte dei conti ci aveva detto, quando è stata presentata quella legge, che avremmo speso di più. Oggi voi i soldi che destinate alle aree metropolitane confermano il fallimento di quella riforma come noi vi avevamo detto...

  PRESIDENTE. Concluda, collega.

  GUIDO GUIDESI. Concludo dicendovi che pare sia in procinto di essere proposto da una direzione del Partito Democratico, che più che altro sembra il Consiglio dei ministri, un progetto per quanto riguarda il Sud. Vi invito, invito il Governo a fare un giro anche per i territori del Nord: vi accorgerete anche lì delle tante aziende vuote, dei tanti capannoni vuoti, delle tante aziende che hanno chiuso. Io sono lombardo e sono francamente stanco di destinare sempre tutti gli anni, 54 miliardi di euro in più all'anno a quelle regioni che sprecano e basta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Librandi. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO LIBRANDI. Signor Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, l'approvazione parlamentare del decreto-legge enti territoriali arriva in un momento particolare per la vita di questa legislatura. Siamo giunti a metà di quel percorso intrapreso nel marzo 2013 con il quale ci siamo impegnati davanti agli elettori a riportare l'Italia su un percorso di crescita economica, di stabilità politica e di sostenibilità finanziaria. Coerentemente a quell'impegno abbiamo prima partecipato alla formazione di un Governo di larghe intese e dal 2014 abbiamo accettato Pag. 77la proposta del segretario del Partito Democratico di costituire un Esecutivo a trazione più politica. Per Scelta Civica le ragioni di sostegno al Governo Renzi sono le stesse per cui abbiamo scelto di impegnarci in politica: innovare profondamente il Paese, superare l'assetto corporativo che condiziona l'economia e la società italiana, liberare le energie più vive del Paese, modernizzare le istituzioni repubblicane. A noi pare invece che troppo spesso le critiche rivolte al Governo da una certa componente di sinistra del partito del Presidente del Consiglio siano critiche proprio alle spinte riformiste e innovatrici. Sono quindi per noi posizioni irricevibili. Noi sosteniamo questo Governo con le nostre specificità e offrendo le tante competenze individuali dei nostri esponenti, evidenziando le misure che non ci convincono e difendendo gli interventi che consideriamo importanti per la crescita e il rilancio dell'Italia. Ma mai – vogliamo essere chiari – mai useremo il Governo per un regolamento di conti politici e partitici perché questo significa non avere cultura di Governo. Proprio perché abbiamo cultura di Governo anche oggi abbiamo rinnovato la fiducia all'Esecutivo: letteralmente abbiamo fiducia che questo Governo possa continuare ad essere una leva positiva di cambiamento per l'Italia. Non nascondiamo alcuna obiezione al decreto-legge enti territoriali. In primis per Scelta Civica questo decreto-legge non risolve ma rimanda un problema cruciale: l'eccesso di proprietà pubblica nell'economia privata. In particolare, mi riferisco alle partecipazioni delle amministrazioni territoriali in società non strettamente collegate alle proprie finalità istituzionali. Noi crediamo che la politica debba avere il coraggio di fare una scelta netta contro la persistenza di questo capitalismo municipale, utile a dare qualche poltrona ma certamente non ad erogare servizi essenziali per i cittadini e i contribuenti.
  Nel decreto-legge si esonerano dall'obbligo di scioglimento di queste partecipate entro il 2015 quegli enti che procedano a piani di razionalizzazione. Capiamo la logica, non condividiamo il principio; pensiamo, invece, che queste società vadano sciolte senza eccezioni, proprio perché estranee alle funzioni di quegli enti e, dunque, non strumentali all'erogazione di servizi pubblici. Diciamo di più, è giunto il tempo che questa legislatura affronti, in modo serio e coraggioso, il tema più generale dell'eccesso di Stato e politica nei servizi pubblici locali, occorre più concorrenza e più competenza, non tessere di partito nei consigli di amministrazione.
  Ci sono, invece, molte misure che condividiamo; il decreto-legge non riduce la spesa pubblica, ma la riqualifica e in alcuni casi la irrobustisce, così leggiamo le misure che sostengono gli enti locali e ne favoriscono investimenti ed esigenze straordinarie, in primis i 530 milioni di euro ai comuni come compensazione delle riduzioni già disposte dell'IMU e della Tasi. Ancora, ricordo le risorse stanziate alla regione Sicilia o alla realtà delle regioni alluvionate e terremotate in Veneto, Emilia Romagna e Sardegna, i 30 milioni di euro concessi a comuni e città metropolitane per il sostegno degli alunni con disabilità, l'aumento da 70 a 90 milioni di euro del contributo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali agli oneri di funzionamento dei servizi per l'impiego nelle regioni. Da ultimo, ricordo gli interventi per l'ammodernamento della governance del sito archeologico di Pompei, oggetto, purtroppo, nelle ultime settimane, di un imbarazzo planetario per il nostro Paese.
  In materia sanitaria noi crediamo che nel testo del disegno di legge siano contemperate bene le diverse esigenze: il risparmio di spesa, la tutela del paziente e lo stimolo al mercato farmaceutico a investire e fornire il meglio dei propri prodotti ai pazienti italiani. È bene essere chiari sulla polemica esplosa sui supposti tagli alla sanità che alcuni esponenti di opposizione hanno evidentemente scelto come tema da ombrellone, non si tratta di tagli, ma di minore aumenti di spesa per 2,35 miliardi di euro ampiamente concordati con le regioni. Le obiezioni sui supposti regali alle multinazionali sono strumentali e prive di argomentazioni logiche; Pag. 78il potenziamento dell'Aifa ha l'obiettivo di valorizzare, con maggiore personale e competenze, un'Agenzia che sempre più rappresenta una stanza di compensazione di tutti gli stakeholder del mercato farmaceutico e sanitario.
  Sulla questione dei dirigenti delle agenzie fiscali, Scelta Civica si è battuta, a volte da sola, per salvaguardare la trasparenza delle procedure concorsuali. Il compromesso raggiunto per noi è un successo politico, abbiamo bloccato ed evitato un'incomprensibile sanatoria, abbiamo salvaguardato il principio fondante della trasparenza e del merito nella selezione del pubblico impiego.
  Il punto più caratterizzante è la nuova disciplina del Patto di stabilità interno; si tratta di interventi che hanno come finalità l'ampliamento dei margini di operatività finanziaria e gestionale degli enti locali e territoriali, per consentire loro maggiori investimenti, soprattutto in materia di tutela del territorio e di erogazione dei servizi essenziali. Con misure di questo tipo si innesca un meccanismo virtuoso in cui ai comuni più efficienti è concesso di investire di più, per stimolare l'economia territoriale e promuovere la crescita. Un punto che Scelta Civica intende sottolineare è lo sblocco delle assunzioni da parte dei comuni per il personale di nidi e scuole per l'infanzia.
  Annunciando il voto favorevole di Scelta Civica a questo provvedimento, sia consentita una riflessione conclusiva. Nei prossimi mesi ci troveremo sempre di più ad occuparci di enti locali, ben oltre i tecnicismi, e ne parleremo sempre di più riguardo a due temi cruciali per la vita del Paese: le tasse e la sicurezza. Sulle tasse è di pochi giorni fa la stima della Corte dei conti sull'aumento del 22 per cento subito dalla tassazione locale negli ultimi tre anni, al Nord come al Sud, nei grandi centri come nei piccoli. I comuni hanno pagato una quota molto consistente degli sforzi di risanamento finanziario e sono stati, spesso, costretti ad aumentare tasse e tariffe per far fronte alle proprie esigenze. Questa dinamica ha finito per alimentare sfiducia e disincanto nei cittadini nei confronti delle promesse di taglio delle tasse. C’è bisogno ed è necessario che questo non avvenga più, che sia lo Stato a farsi carico della riduzione della spesa e non costringa i comuni a fare da poliziotto cattivo, ad aumentare cioè la pressione fiscale per mantenere lo stesso livello dei servizi pubblici. Noi auspichiamo che l'impegno assunto dal Premier Renzi sull'abbattimento della tassazione immobiliare sia onorato senza gravare sugli enti locali.
  Sulla sicurezza i sindaci e i comuni dovranno avere gli strumenti e le risorse necessarie per tutelare al meglio la sicurezza del territorio e delle comunità locali.
  Da questo punto di vista, il decreto-legge di oggi contiene molti elementi positivi: risorse, strumenti normativi come l'estensione del piano «Strade sicure», ma molto di più va fatto affinché cittadini ed amministratori non si sentano abbandonati e privi di istituzioni forti, capaci di proteggere l'incolumità e la vita quotidiana degli italiani. Con questi auspici, ribadisco il voto favorevole di Scelta Civica (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie, signor Presidente. L'inganno del Governo del «cambiamo verso» non ha più veli: è il Governo che perpetua la più logora pratica dei decreti omnibus imposti con il voto di fiducia. In questo decreto-legge c’è tutto, ma non c’è quello che serve agli enti locali, a cui servirebbe – come ha scritto e ripetuto l'ANCI – di affrontare il superamento del Patto di stabilità, quel Patto che ha messo in ginocchio i comuni, mentre abbiamo letto la relazione della Corte dei conti, una relazione che ha parlato di quel meccanismo distorsivo che ha costretto i comuni, a cui sono stati tagliati, tra il 2010 ed il 2014, 8 miliardi di euro, a compensare i tagli con più tasse, pagate pesantemente dai cittadini. La relazione della Corte dei conti è un autorevole atto di accusa contro le politiche dell'austerità di Pag. 79tutti i Governi, compreso il Governo Renzi. Nel decreto-legge ci sono molte criticità – l'elenco potrebbe essere lungo – e alcune saltano agli occhi. La prima: la non risoluzione dei problemi seri del day after del decreto Delrio. Siamo ben lontani dal trionfalismo del famoso tweet: «ora abbiamo cancellato le province; tremila politici in meno». Pura propaganda, che ha voluto confondere il malcostume politico, come quello del già presidente della provincia di Firenze, Matteo Renzi, che non badò a spese, con i soldi pubblici, per propiziare il proprio lancio politico con i servizi che le province assicuravano, servizi mandati avanti da migliaia di lavoratori e di lavoratrici.
  Nel decreto non c’è alcun spirito di riforma, non c’è un disegno di riorganizzazione delle funzioni concertate con i livelli istituzionali. Si varano provvedimenti tampone per evitare il peggio, per evitare che funzioni come la polizia provinciale, l'edilizia scolastica o i centri per l'impiego chiudano, chiudano definitivamente lasciando a casa tutto il personale e privando i cittadini di servizi importanti. I servizi per l'impiego sono stati colpiti e ancora non c’è una chiarezza, una chiarezza delle risorse e di prospettiva, come vorrebbero le regioni. Per fortuna è prevista la proroga dei contratti a tempo determinato, ma quel personale precario rimarrà ancora in una bolla di incertezza per il proprio futuro, con ripercussioni negative sulla qualità dei servizi e delle politiche attive per il lavoro. Ma la scelta grave, Presidente, che produrrà danni incalcolabili, introdotta in modo surrettizio, in modo che voleva occultare, è il taglio al Fondo sanitario nazionale, imposto alle regione nello scorso luglio e con le regioni – devo dire – che poco hanno lottato rispetto a questo poderoso taglio. In questa vicenda, la propaganda del Governo gioca molto sulla manipolazione delle parole e dei loro significati: con parole più rassicuranti come «risparmio», «efficientamento del sistema» – orribili ! –, mancati aumenti, si nasconde la dura realtà dei tagli lineari. Ancora, ancora tagli lineari !
  Si tratta di tagli al finanziamento a partire dal 2015 di 2 miliardi e 352 milioni che si sommano ai 31 miliardi degli anni precedenti e che falcidieranno drammaticamente servizi ai cittadini e impediranno di rinnovare il contratto di lavoratori e lavoratrici.
  È una ricetta perdente, dannosa, non si colpisce solo un diritto, ma si colpisce anche un pezzo qualificato di sviluppo economico e di buona occupazione. Vogliamo ricordare che l'Italia spende per la salute pubblica molto meno della media dei grandi Paesi europei e dunque il problema nella sanità non è spendere meno, ma è magari spendere di più e sicuramente meglio. Spendere meglio azzerando sprechi, diseconomie, ruberie e questo vuol dire scelte impegnative che non si vogliono fare, comportamenti politici integerrimi che non lascino spazio a clientelismi, comportamenti imparziali di fronte a spinte corporative, a pressioni delle case farmaceutiche. Il contrario di ciò che è avvenuto in Commissione al Senato con i due emendamenti sulla spesa farmaceutica imbucati all'ultimo minuto. Ma su questo non vi è una azione mirata del Governo, non c’è una spending review per i diritti e la moralità, con i tempi giusti, non i tempi dei tweet, con il coinvolgimento degli operatori, con le analisi e le verifiche trasparenti dei processi di spesa. Modalità che il Governo ignora perché vive di giorno di propaganda ingannevole e di notte di tagli reali ai posti letto, alle assunzioni, ai rimborsi per prestazioni e servizi che peggioreranno la condizione del lavoro esternalizzato insieme alla qualità dei servizi. Spendere meglio per rendere appropriate le prestazioni sanitarie, senza scaricarle con viltà come fa il decreto, sui pazienti, sui medici, che si metteranno in difensiva e che in questo modo pregiudicheranno la salute di molti cittadini.
  E qui vorremmo aprire anche un capitolo su come con una sfida riformatrice si possa spendere meglio per dare le prestazioni che oggi mancano a milioni di persone, per la prevenzione, per l'educazione sanitaria, per nuovi servizi sociosanitari Pag. 80nel territorio che accompagnino la riduzione dei giorni di ricovero, per fronteggiare la diffusione di malattie croniche, per l'abbattimento di liste di attesa la cui lunghezza spinge verso il privato, per nuovi servizi per la salute mentale, per le dipendenze, per i consultori materno-infantili. L'attuale taglio è dannoso anche perché interviene a metà dell'esercizio finanziario in corso, ma si inserisce in un contesto foriero di tempesta. Per il futuro si aggira il fantasma di dieci miliardi di risparmio, che l'attuale Commissario alla revisione della spesa vuole ricavare nella sanità. Ancora ? Ancora cosiddetti risparmi, che in verità sono tagli. Una cifra pazzesca ! Un proposito inquietante che solo degli irresponsabili con la pancia piena possono pensare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). La ministra Lorenzin, rispondendo ad una nostra interrogazione ha assicurato che i risparmi rimarranno nel Sistema sanitario. Alle rassicurazioni della ministra Lorenzin noi non abbocchiamo ! Ma non è lei il problema, lei è un esponente del centrodestra. Non è lei il problema principale, il problema serio è l'orientamento del PD, del partito di maggioranza di Governo, che a Roma e nelle regioni, nei fatti condiziona la tutela della salute ai vincoli di bilancio e cancella l'universalità del diritto.
  La scelta del Governo è chiara, è la privatizzazione attraverso l'impoverimento dei finanziamenti pubblici, la svalorizzazione del lavoro, che nella sanità è la risorsa fondamentale. È il sistema dei ticket, degli incentivi al settore che si dice integrativo, ma a cui si ricorre sempre più per i livelli essenziali di assistenza. Chi ha meno si accontenterà di ciò che rimane nel sistema pubblico, chi ha di più si affiderà alle sirene della assicurazioni. Sirene, perché le assicurazioni hanno il profitto come priorità e non la garanzia delle cure, soprattutto quando queste sono costose e continuative ! Di fatto siamo di fronte all'allontanamento dal Servizio sanitario pubblico di milioni di persone, di nuove disuguaglianze di salute sul piano sociale e territoriale.
  La rinascita del Mezzogiorno, abbandonato dalle politiche del Governo come ha documentato la ricerca dello Svimez, può ripartire dal diritto della salute che è anche una filiera di lavoro. Noi aderiamo all'appello degli operatori perché pensiamo che il diritto alla salute sia fondamentale e in un mondo di precarietà assoluta almeno la sicurezza di essere curati deve rimanere. Questo decreto-legge, in realtà, è il frutto velenoso del patto di stabilità, il circolo vizioso. La battaglia vera era quella per cambiare verso ma Renzi non l'ha fatto. Batte i tacchi davanti alla Troika e alla Germania. Noi vorremmo un rilancio degli investimenti pubblici mirati. Lo sta facendo la Germania, lo sta facendo Obama, non lo fa il Governo Renzi, mancando alla sua promessa di cambiamento. Noi voteremo «no», «no» e «no» e continueremo a lottare fuori del Parlamento perché pensiamo...

  PRESIDENTE. Concluda.

  MARISA NICCHI. Che il cambiamento all'insegna dei diritti e del diritto alla salute e del lavoro sia possibile (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà che espongono cartelli recanti la scritta «No ai tagli alla sanità» sui quali operano dei tagli facendo uso di forbici).

  PRESIDENTE. Per favore, abbassate questi cartelli. Chiedo ai commessi di intervenire (gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente). Colleghi, abbassate i cartelli. Attenzione con queste forbici alle mani dei commessi, ne abbiamo bisogno...
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piso. Ne ha facoltà.

  VINCENZO PISO. Signor Presidente, il provvedimento in esame riveste grande importanza nel quadro dell'attività di Governo volto a rendere più efficiente il funzionamento della macchina amministrativa degli enti territoriali e rispetto alla razionalizzazione della spesa pubblica. Una certa eterogeneità delle norme è dovuta Pag. 81al fatto che al suo interno sono state ricomprese le misure adottate con altri due decreti-legge, ma è innegabile che il requisito della necessità ed urgenza in base al quale la Costituzione consente al Governo di adottare misure immediatamente operative sia stato ampiamente rispettato. Non a caso, il lavoro delle Commissioni del Senato si è svolto in un clima di ampia collaborazione e ha introdotto modifiche e implementazioni significative in molti casi condivise da tutti i gruppi e che ha portato alla votazione degli emendamenti più significativi all'unanimità.
  Il provvedimento recepisce le due intese sancite nella Conferenza Stato-città ed autonomie locali del 19 febbraio scorso e nella Conferenza Stato-regioni del 26 febbraio scorso sulla rideterminazione degli obiettivi del patto di stabilità interno per gli atti 2015-2018. I comuni in merito a questo provvedimento hanno espresso un giudizio positivo sottolineando che il provvedimento segna un salto di qualità nell'attenzione del Governo e consente il miglioramento del quadro normativo e finanziario entro cui i comuni sono chiamati ad operare. Gli enti locali hanno auspicato la prosecuzione del dialogo e del metodo utilizzato per arrivare nei prossimi mesi al superamento effettivo del patto di stabilità, all'adeguamento delle risorse proprie per le città metropolitane e all'impostazione della nuova local tax.
  In tale ambito, il testo licenziato dal Senato persegue i seguenti obiettivi prioritari, attesi, necessari ed urgenti. Programmare l'attività finanziaria per l'anno in corso e predisporre in tempi rapidi il bilancio di esercizio per l'anno 2015, prevedere l'attribuzione di spazi finanziari e l'anticipazione di risorse in favore degli enti locali in attesa della definizione del fondo di solidarietà comunale e dei versamenti delle imposte locali, consentire la riduzione delle sanzioni per gli enti che non hanno rispettato il patto di stabilità nel 2014 dal 3 al 2 per cento, liberando risorse per quasi 60 milioni di euro. Consentire la possibilità per gli enti in dissesto di prevedere un piano di rientro in quattro anni in luogo dei precedenti tre. Assegnare ulteriori risorse ai comuni anche al fine di consentire spese per specifiche finalità come la bonifica dell'amianto dagli edifici scolastici. Proseguire negli interventi di pagamento dei debiti pregressi di regioni ed enti locali maturati nei confronti delle imprese, in particolare l'articolo 8 incrementa di 2 miliardi le risorse per l'anno 2015 per i pagamenti da parte delle regioni dei debiti scaduti nel 2014 o fuori bilancio e di 850 milioni risorse per i pagamenti da parte degli enti locali delle medesime tipologie di debiti. Attribuire ai comuni un contributo di 530 milioni per il 2015 come ristoro alle norme di fiscalità immobiliare contenute nella legge di stabilità 2015 con riferimento ai limiti massimi posti alle aliquote di imposta e dalla introduzione di detrazione sull'abitazione principale.
  Consentire a città metropolitane, province e comuni la rinegoziazione dei mutui e la rimodulazione dei piani pluriennali di equilibrio, per il 2015 le risorse derivanti dallo spazio di negoziazione sono utilizzabili senza vincoli di destinazione. Concedere la possibilità di trasmettere alla Presidenza del Consiglio dei ministri, entro il 10 settembre, il valore degli spazi finanziari di cui necessitano per le spese relative agli eventi calamitosi e per la bonifica dei siti contaminati. Consentire l'eliminazione dell'obbligo di versare allo Stato il 10 per cento dei ricavi dalle vendite immobiliari, in analogia a quanto previsto per i comuni. Prevedere misure finalizzate alla sostenibilità dell'avvio a regime dell'organizzazione contabile tra Stato ed enti decentrati, che consenta non solo di essere dal punto di vista contabile pienamente all'interno delle regole europee ma anche di razionalizzare la gestione delle risorse disponibili in un quadro dove le poste contabili sono finalmente allocate e valutate in maniera uniforme. Attribuire un'anticipazione di liquidità a favore degli enti locali che risultino commissariati in conseguenza a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso, al fine di garantire il rispetto dei tempi di pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili da parte degli enti commissariati nel limite Pag. 82massimo di 40 milioni di euro per il 2015. Consentire la non applicazione di sanzioni e interessi in caso di versamento della prima rata dell'IMU sui terreni agricoli entro il termine del 30 ottobre 2015. Consentire una minore rigidità relativamente a disposizioni che disciplinino il turnover negli enti locali, consentendo di utilizzare anche i residui ancora disponibili delle quote percentuali delle facoltà funzionali riferite al triennio precedente. Infine, favorire il funzionamento dell'anagrafe nazionale della popolazione residente e l'avvio della carta di identità elettronica. Insomma, non crediamo propriamente poche cose. Alcune importanti decisioni riguardano i piccoli comuni e anche questo dà il senso del miglioramento dei rapporti fra Stato ed enti decentrati. Lo sblocco dei 29 milioni rimasti dalla distribuzione del fondo di solidarietà comunale 2014 che l'ANCI stessa ha chiesto fossero distribuiti fra i 2.400 comuni sotto i 10 mila abitanti. Tali risorse verranno date a quelli maggiormente penalizzati nel reparto ossia ai comuni che hanno subito una penalizzazione maggiore del 3 per cento. L'impegno del Governo sull'obbligo di utilizzo delle centrali uniche di committenza per le quali c’è una scadenza imminente, il 30 settembre, che vale per i comuni che avevano una deroga per gli acquisti fino a 40 mila euro. I piccoli comuni avevano più volte chiesto di essere qualificati comuni più grandi, il Governo si è impegnato a far sì che, qualora dal 30 settembre ci fosse una proroga per i comuni grandi, quest'ultima sarà estesa a tutti i comuni, semmai introducendo per i comuni più piccoli una soglia di 20 mila euro. Quanto alla trasformazione delle province e l'avvio delle città metropolitane, preso atto del ritardo di questi processi dovuto anche ai ritardi con cui le regioni stanno adottando gli atti di loro competenza, il decreto n. 78 addotta alcune importanti decisioni. Per le città metropolitane si è definito il 2015 come un anno straordinario, prevedendo la redazione del bilancio solo per l'anno 2015 e non la redazione del bilancio pluriennale previsto dalle regole di finanza pubblica e prevedendo in parallelo lo spostamento della data dell'approvazione dei bilanci al 30 settembre, come concordato in Conferenza Stato-città. Sempre per le città metropolitane e le province, si è consentita la possibilità di utilizzare l'avanzo di gestione già in fase di bilancio di previsione. Si è disposto il transito del personale della polizia provinciale, che non entrerà esclusivamente ai ruoli della polizia municipale, come previsto dall'articolo originario, ma che verrà riallocata dalle leggi regionali nell'ambito dei processi di riordino delle funzioni provinciali e di avvio delle città metropolitane. Quindi gli enti di area vasta e le città metropolitane individueranno il personale di polizia provinciale necessario per l'esercizio delle loro funzioni fondamentali. Qui sono state sollevate perplessità, non prive di fondamento, relative al depotenziamento delle attività di controllo ambientale precedentemente esercitate dalla polizia provinciale. Se si considera che la delega per la pubblica amministrazione sopprime il Corpo forestale – cosa sulla quale personalmente non sono d'accordo, è un vulnus che io spero si possa in qualche modo riparare – che esercitava anche analoghe funzioni, in effetti si corre il rischio di depotenziare il controllo ambientale. Sul punto è necessario ritornare. Disporre la disapplicazione al solo fine della ricollocazione del personale delle province conseguente al loro riordino dettato dalla legge n. 56 del 2014 della sanzione del divieto di procedere ad assunzione di personale a qualsiasi titolo, questo ovviamente per permettere questa ricollocazione del personale.
  Questa sanzione è prevista dalla normativa vigente per le pubbliche amministrazioni che non rispettino l'indicatore dei tempi medi nei pagamenti o per gli enti territoriali che non rispettino il Patto di stabilità interno.
  Quanto agli interventi in favore delle regioni, l'articolo 9 riduce a 1.720 milioni di euro l'ammontare complessivo massimo del concorso delle regioni a statuto ordinario al contenimento dei saldi di finanza pubblica. Si interviene, poi, in merito alla ristrutturazione di parte del debito delle Pag. 83regioni, al fine di ridurre l'onere che gli enti devono destinare al servizio di tale debito, ed è previsto un contributo, da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, fino a un importo massimo complessivo di circa 540 milioni di euro.
  Arrivando poi al discorso sulla sanità, l'articolo 9-bis e i successivi articoli recepiscono l'intesa Stato-regioni del 2 luglio 2015. Qui è stato detto che le regioni non hanno fatto abbastanza resistenza rispetto a questo taglio, ma evidentemente le regioni stesse si rendono conto della insostenibilità della situazione che si era venuta a determinare. Vi è, dunque, la razionalizzazione della spesa per beni e servizi, dispositivi medici e farmaci, la riduzione delle prestazioni inappropriate di assistenza specialistica ambulatoriale, la rideterminazione dei fondi di contrattazione integrativa per il personale dipendente, il potenziamento del monitoraggio su beni e servizi, compresi i dispositivi medici, da parte di Consip e Autorità nazionale anticorruzione, una maggiore tempestività dei pagamenti in ambito sanitario, il potenziamento delle misure di sorveglianza dei livelli di controllo di profilassi internazionali del Ministero della salute, con riferimento ai crescenti flussi migratori in corso nell'area mediterranea, ivi compreso un contributo in favore della regione Lazio finalizzato all'attuazione del programma straordinario per il Giubileo 2015-2016.
  Oltre a questo, il provvedimento prevede anche una disposizione per le assunzioni straordinarie delle forze di polizia...

  PRESIDENTE. Collega, è trenta secondi oltre il termine.

  VINCENZO PISO. Concludo. E del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, dicevo. In particolare, si tratta di oltre mille unità per la polizia di Stato, altrettante per l'Arma dei carabinieri, 400 per il Corpo della guardia di finanza e 250 unità per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

  PRESIDENTE. Concluda per favore.

  VINCENZO PISO. Semplicemente per dire che abbiamo perplessità rispetto alla norma relativamente alla definizione di produttore di rifiuti, raccolta e deposito temporaneo nel codice dell'ambiente, perché riteniamo...

  PRESIDENTE. Collega...

  VINCENZO PISO. ... che la perplessità consista nel fatto che l'estensione di questa norma è tale che vi possono essere incluse anche le stazioni appaltanti per le attività condotte, appunto, dagli appaltatori.
  Per questo, per tutto quello che noi abbiamo finora qui esposto, Area Popolare esprime un giudizio positivo, seppure con alcuni rilievi critici, rispetto a questo provvedimento e diamo il nostro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, il gruppo di Forza Italia voterà contro la conversione di questo decreto-legge. Voterà contro per una serie di considerazioni che, in un intervento di oltre trenta minuti che abbiamo svolto nel corso della discussione sulle linee generali ieri, abbiamo ampiamente dimostrato e che ora su alcuni punti noi ritorniamo. Non vi è nessuna esigenza, allo stato attuale delle cose, perché il Governo procedesse attraverso un decreto-legge. Sarebbe stato corretto un decreto-legge sulla finanza locale e sugli enti territoriali, così come nel passato era stato fatto più volte, se il tutto fosse stato varato nel mese di gennaio, cioè all'inizio dell'esercizio finanziario. Così avrebbe avuto un senso.
  Siamo contro perché il decreto-legge è totalmente anticostituzionale, avendo la Corte costituzionale più volte ripetutamente sancito, anche di recente, che i decreti-legge omnibus – e quindi con materie eterogenee rispetto all'oggetto di cui trattano – sono chiaramente classificati come anticostituzionali.Pag. 84
  Penso, però, che l'aspetto più importante e più determinante, all'interno del merito di quello che si è discusso, debba essere concentrato in riferimento agli enti territoriali. Ebbene, che cosa prevede questo decreto per gli enti territoriali ? Dà un ulteriore colpo alla confusione e alla differenziazione all'interno della pubblica amministrazione e degli enti pubblici all'interno del nostro Paese.
  Il Governo e la maggioranza di sinistra non erano per niente contenti del danno che già è stato fatto dal punto di vista dell'attuazione delle modifiche del titolo V della Costituzione; non era per niente sufficiente tutto quello che è stato determinato con il decentramento amministrativo e con il contenzioso tra lo Stato e le regioni, tra le regioni e lo Stato e viceversa e tra tutti gli enti territoriali e le regioni e le regioni e lo Stato e quant'altro, ma ha introdotto altre distorsioni, quindi non solo la rottura dell'unità legislativa, non solo la rottura dell'unità amministrativa all'interno del Paese, ma tante altre differenziazioni. Per anni abbiamo assistito alla barzelletta del secolo e noi pretendiamo rispetto in Europa. Noi dobbiamo conquistarcelo il rispetto in Europa attraverso il riordino della finanza pubblica e attraverso il rispetto del 3 per cento e non basta quello. Infatti, nel momento in cui noi adottiamo nell'ordinamento il Patto di stabilità a partire dalla legge di stabilità del 1999, poi fino al 2008 non è stato mai applicato da nessun comune, da nessuna provincia e quasi da nessuna regione, ed è stato scoperto quando ? Nel 2008, quando sono state introdotte le sanzioni. Ma anche qui abbiamo ulteriori distorsioni, perché classifichiamo alcuni comuni che lo debbono rispettare, altri in base agli abitanti che non lo devono rispettare, cioè cambiamo e disarticoliamo sempre di più il sistema delle autonomie. Ma si è aggiunta una chicca che mancava, perché, se c'era una cosa che per il momento ha tenuto, anche con gravissime anomalie, erano le date di determinazione del bilancio di previsione entro cui gli enti locali dovevano adottare l'atto del bilancio di previsione. Ebbene, noi avevamo assistito anni fa ad una anomalia incredibile, cioè che, per il bilancio di previsione, la data per gli enti territoriali, per i comuni in particolare, fu prorogata fino alla fine di novembre e diventò un conto consuntivo più che un bilancio di previsione. Ma non si era mai assistito a quello che il Governo ha varato giorni fa, cioè che cosa ? Noi abbiamo una data che è fissata al 30 settembre per le aree metropolitane e per le ex province divenute ora aree vaste, poi abbiamo per tutto il resto dei comuni del sistema il 30 luglio, ma, siccome era troppo poca questa differenza, il Governo, per completare l'opera, ha introdotto una ulteriore anomalia e cioè tutti i comuni della regione siciliana possono presentare il bilancio di previsione avendo come data ultima di scadenza il 30 settembre. Quindi, abbiamo completato l'opera in riferimento a questo, ma, al di là di tutte queste anomalie, che sono state abbastanza segnalate, penso che l'altro elemento su cui bisogna tornare è che il Governo ha perso un'ulteriore occasione per cercare di tentare, ma solo di tentare, di porre riparo al disastro della riforma Delrio, della cosiddetta riforma delle province. E anche qui, invece di avere e di attuare il risparmio che era stato concordato con l'Unione europea di un miliardo di euro di diminuzione dei costi attraverso la soppressione delle province, cosa che per via costituzionale non è ancora avvenuta, che cosa ci è successo ? Non si ha notizia di questo risparmio, ma, peggio ancora, c’è una confusione all'interno della gestione delle ex province che, dal punto di vista finanziario, è diventata preoccupante e paurosa per i conti pubblici del nostro Paese. Altro che risparmio di un miliardo di euro, noi abbiamo invece una confusione che, dal punto di vista contabile, definire raccapricciante è pericolosissimo; è veramente già una grande vena di ottimismo una cosa del genere. Che cosa sta succedendo ? Noi non abbiamo solo il problema del personale che è tutto da collocare, ventimila persone, che un giorno sì e un giorno no vanno a quel Ministero; un giorno sì e un giorno no c’è la mobilità d'ufficio; un giorno sì e un giorno no Pag. 85vanno da una parte o dall'altra, ma il decreto e i criteri da concordare con le regioni e con le autonomie locali e con le province il Governo quando li fa ? Perché quello è il punto fermo su cui poi bisogna costruire tutte le ipotesi, le ipotesi di mobilità volontaria o d'ufficio o quel che sia per i ventimila. Finora inadempiente su questa situazione è il Governo.
  E le Regioni che non hanno ancora recepito la legge Delrio, per quanto riguarda la ripartizione delle funzioni all'interno stesso della propria regione, tra comuni e ex province e regioni, adottano come pretesto esattamente questa inadempienza da parte del Governo, ossia che il decreto non viene varato e, quindi, loro non possono procedere rispetto all'attuazione. Anche qui bisogna cercare di avere un coordinamento, bisogna fissare dei tempi. Troppo debole è il fatto di scaricare di nuovo nei confronti delle regioni le eventuali sanzioni e penalità. Se non fate la legge di recepimento, allora vuol dire che il personale della provincia stessa, che non viene collocato, resta a carico delle casse delle singole regioni che non attuano la legge Delrio. Così non è possibile andare avanti. Scaricare sempre e tutte le inadempienze del Governo, non solo dal punto di vista dei tagli contabili, che poi devono aumentare le tasse locali, ma anche e soprattutto in riferimento a quello che riguarda questo aspetto abbastanza inquietante della stessa attuazione. Il Governo è reo di non far attuare la sua stessa legge folle di riforma delle province perché non c’è il decreto che fissa i criteri e sancisce le modalità di collocazione dei 20 mila in esubero rispetto alla situazione delle province. Anche qui si interviene in maniera distorsiva, perché alle aree metropolitane viene attribuita invece la possibilità di procedere ad alcune agevolazioni e ad alcuni investimenti. E non è un caso, perché è una scelta politica. Quindi, dove c’è la volontà politica di incidere, lo si fa, dove invece non c’è alcun tipo di volontà, si lascia marcire tutto quello che c’è di cattiva gestione all'interno di questo. Ma il disastro noi l'avremo, caro Presidente, nel momento in cui le ex province e le aree vaste saranno costrette ad approvare i consuntivi della gestione finanziaria del 2015, quando, per responsabilità del Governo, lo stesso non fa l'unica cosa che dovrebbe fare, ossia istituire le gestioni liquidatorie e separare le due gestioni, tra le nuove aree vaste, quindi le nuove province, e ciò che è stato delle ex province. Allora, noi avremo i bilanci delle province che andranno in dissesto finanziario e per coprire il dissesto finanziario dovranno per forza procedere, così come prevede il testo unico per i comuni dissestati, con le risorse che sono a carico dello Stato. Per non parlare della sanità e per non parlare del Mezzogiorno; signor Presidente, il tempo è esaurito, ma è come sparare sulla Croce rossa con riferimento alla situazione della sanità. Se c'era uno scempio da fare, questo decreto lo prevede, perché non si incide, cercando di recuperare sugli sprechi e sulla corruzione dei beni e servizi, ma, invece, si preferisce fare riferimento alle prestazioni, cercando di dire che devono essere appropriate. E ci mancherebbe pure che non debbano essere appropriate le prestazioni all'interno della sanità. E anche sulla situazione del Mezzogiorno, questo decreto-legge viene spacciato come un'anticipazione della legge di stabilità. Bene: il Mezzogiorno continua ad essere dissestato, ignorato e vilipendiato da questo Governo. Perché se questo decreto è una anticipazione della legge di stabilità, per il Mezzogiorno ancora una volta non si prevede proprio nulla.

  PRESIDENTE. La ringrazio collega Palese.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Castelli. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Si, grazie Presidente. Ormai sono due anni che, dentro questo posto assurdo, abbiamo capito quanto sia inutile stare a dirvi certe cose, quanto sia deleterio essere un cittadino eletto dalla Repubblica italiana obbligato a lavorare in soli due giorni su un decreto che ne meriterebbe almeno dieci. Ci siamo resi conto di quanto questo Governo giochi Pag. 86con la Costituzione. E sa come ce ne siamo accorti, oltre che esercitando la nostra onestà intellettuale che voi chiaramente avete perso da tempo... ?

  PRESIDENTE. Collega per favore si rivolga alla Presidenza.

  LAURA CASTELLI. Ce ne siamo accorti perché, andando per strada ad incontrare i cittadini, se lei racconta cosa succede in queste ore, quindi racconta che c’è il decreto del Governo, non c’è una proposta di legge, c’è la fiducia, non c’è la discussione costruttiva in Aula di emendamenti, che ci sono i tagli della sanità e che c’è il continuo giocare sulle vite dei cittadini, allora sentirà un solo commento a tutto questo. Il commento è: «dittatura». È dittatura quando il sottosegretario Baretta, ieri in aula, diceva: «alla sanità non abbiamo fatto tagli, semplicemente non abbiamo fatto le erogazioni previste». È dittatura quando non spiegate chiaramente che l'Europa vi ha chiesto, come ha chiesto ai paesi del sud Europa, di adattarsi al sistema privatistico.
  E voi lo sapete perché state mettendo a punto il piano finanziario più pericoloso che sia mai stato portato avanti da questo Paese, nella storia di questa Repubblica: privatizzare a tutti i costi, sapendo che non servirà a migliorare i conti pubblici. Voi divorate ogni cosa anche quando riuscite a risparmiare, usate per voi il risparmio o per i vostri piccoli e grandi interessi. Sono anni che si parla di spending review e non si parla mai delle cose belle che volete farci con questo risparmio. Rispondete sempre: abbattere il debito pubblico. Per noi questa è follia, è come buttarli dalla finestra. Mai una volta che vi venga voglia di risparmiare soldi per aumentare i fondi delle non autosufficienze o per permettere ad un malato di epatite di curarsi o che vi venga in mente di restituire i soldi che avete rubato agli enti locali, perché voi li rubate i soldi agli enti locali; i cittadini pagano le tasse e voi ne restituite la metà al comune. È importante, invece, ribadire che questi tagli ci sono, eccome, nonostante le parole di Baretta, negli ultimi sette anni per un totale di 40 miliardi, con l'inevitabile e conseguente aumento della pressione fiscale per i cittadini, per le regioni, con flessioni soprattutto delle spese di investimento. Lo dice la Corte dei conti – sì perché noi amiamo citare la Corte dei conti – riportando i dati della relazione sugli andamenti della finanza territoriale del 20 di luglio del 2015, poco fa: di relativa efficacia appaiono le misure previste nel decreto, la forbice tra risorse correnti e fabbisogno per l'esercizio delle funzioni fondamentali, allo stato delle cose, tende ad una profonda divaricazione, difficilmente sostenibile per l'intero comparto, e postula l'adozione di interventi necessari a garantire servizi di primaria importanza. La Corte dice che questo decreto non fa altro che mettere in ginocchio i cittadini italiani.
  Prendere per i fondelli gli italiani noi abbiamo sempre pensato dovesse quasi essere reato e abbiamo scoperto che esiste una sanzione all'abuso della credulità popolare e voi ne avete veramente abusato di credulità popolare. Raccontate a noi cittadini delle grandi bugie e abusate della credulità che questo popolo ha ancora per «un pelo», tanto così, nei vostri confronti. Ma gli italiani hanno capito benissimo che il vostro piano è più grande di quello che cercate di raccontare e avete dovuto comandare anche l'informazione perché noi cittadini non sapessimo che voi, per esempio a Ginevra, nel segreto delle stanze della diplomazia, insieme a ventiquattro potenze mondiali, vi siete accordati per ridisegnare le regole all'interno del mercato dei servizi e lo sapete tutti quanti che i servizi sono il cuore dell'economia dei Paesi come l'Italia. L'accordo si chiama Tisa e sapete perché non ne parla nessuno ? Perché lo avete secretato per cinque anni dalla sua approvazione. E di che parla questo Trattato ? Liberalizzazione dei servizi chiave, lavoro, sanità, ricerca scientifica, banche, finanze e trasporti. Ed eccoci qui, questo decreto ricalca perfettamente le volontà di questo Trattato. Tirando le fila, il film che noi italiani stiamo vedendo è questo: un Paese che si Pag. 87dice democratico, con un Presidente del Consiglio un po’ colluso con i poteri forti, che invece di seguire il programma elettorale del suo partito, quello con cui non è stato eletto, adopera una politica che risponde ad un Dio maggiore e addirittura il Giappone ha mostrato delle riserve verso le vostre scelte politiche.
  Ma io quello che non ho capito è: perché ce l'avete tanto con la sanità ? Sembra un'operazione di sterminio di massa la vostra. Lentamente, per colpa delle vostre scelte interessate, ci fate ammalare prima e poi ci chiedete di sposare la sanità privata. Ricordo benissimo, come se fosse oggi, e se lo ricorderà benissimo anche il presidente Boccia, la sera che in Commissione bilancio si faceva l'indagine conoscitiva sulla sanità. Io e i miei colleghi ci arrabbiammo moltissimo e, in definitiva, chiedevamo al vostro partito, al Partito Democratico, di dichiarare chiaramente se questa indagine conoscitiva sarebbe servita a mettere la sanità nelle mani delle assicurazioni private e delle case farmaceutiche, più ancora di quanto voi abbiate già fatto. E le vostre reazioni furono una levata di scudi «ma no», «ma che cosa dite», «siete malpensanti», «siete prevenuti». Bene, oggi è il giorno della resa dei conti, noi ve l'avevamo detto e voi dovreste chiedere scusa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per voi la sanità è un concetto reddituale.
  Io sono rimasta sconcertata nel vedere scritto nero su bianco che per la legge i prezzi dei farmaci che lo Stato deve pagare alle case farmaceutiche devono essere commisurati al PIL. Al PIL ! Voi siete pazzi, e ci risiamo ! Ci risiamo con il diritto umano che viene calpestato e sottomesso dal potere della finanza. E, guardate, l'unica cosa che noi italiani ci chiediamo, dopo l'indignazione, la rabbia e la rassegnazione, è: ma in tutto questo dov’è Mattarella ? Dov’è il Presidente della Repubblica ? Dov’è la tutela del diritto costituzionale ? Dov’è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ? Non si può dire «Mattarella» ? Dov’è (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ?

  PRESIDENTE. Per favore, colleghi.

  LAURA CASTELLI. Date una risposta agli italiani (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Per favore.

  LAURA CASTELLI. Io Presidente, come molti di noi, come tutti noi, non credo che voi non vi rendiate conto del danno sociale che state facendo. Siete dei falliti: cancellate le province e gestite i dipendenti come carne da macello. Sapete cosa significa per il mio amico Franco di cinquant'anni restare sospeso senza stipendi e indennizzi per oltre sette mesi, senza lo straccio di uno stipendio e senza sapere se lavorerà ancora o no ? E tutto questo mentre i sindacati lo prendono sonoramente in giro: non vi preoccupate, non ti preoccupare, si risolve tutto.
  Ma quando la finirete di trattare la vita della gente come se fosse cosa vostra ? Quando ? Continuate a lavarvi la coscienza di alcuni importanti problemi con testi di legge che non risolvono definitivamente le cose. Ma sarà un continuo rimando. Le regioni e i comuni, per voi, sui testi di legge indicheranno, faranno, decideranno. E questa non è la vostra volontà di attuare il sistema federalista e di delega che tanto andate cantando. È semplicemente la vostra volontà di lavarvene le mani. Ma sappiate che il principio di sussidiarietà esiste ancora, perché fortunatamente non lo avete cancellato dalla Costituzione, e lo Stato è obbligato a aiutare gli enti locali, soprattutto se lo meritano, concetto molto lontano da voi, chiaramente.
  Per concludere, Presidente, un Parlamento che decide scientemente di non concentrare il proprio lavoro su 10 milioni di poveri è uno Stato assassino, che si sta macchiando di crimini che vede bene in faccia e come un terrorista pensa siano fatti per il bene dei popoli. Noi cittadini non vogliamo terroristi, vogliamo gente Pag. 88onesta. Per cui andate a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Paris. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante   VALENTINA PARIS. Grazie Presidente. La militanza nel Partito Democratico insegna ad avere molto rispetto delle opinioni altrui e io sto cercando di comprendere le preoccupazioni sottolineate dai colleghi dei gruppi che mi hanno preceduto.
  Tuttavia, mi chiedo come si faccia a votare contro ad un decreto le cui ragioni di urgenza stanno in larga parte degli interventi che mi hanno preceduto, cioè nell'esigenza degli enti locali di potere chiudere i propri bilanci per potere dare e continuare a garantire i servizi ai cittadini italiani. Non so come si faccia a votare contro ad un decreto che prevede un fondo di 30 miliardi per i disabili sensoriali. Non so come si faccia a votare contro a un decreto che prevede altri 90 milioni per i servizi per l'impiego e che, soprattutto, consente contratti a tempo determinato fino a dicembre 2016, per continuare a garantire ai cittadini italiani di usufruire di quei servizi che i centri per l'impiego oggi offrono.
  Mi chiedo ancora come si faccia a votare contro a un decreto che si assume una responsabilità non irrilevante, cioè quella di consentire a città metropolitane e aree vaste di comporre i propri bilanci annuali e non più triennali. Non è una scelta semplice e non è una scelta indolore. È una scelta che Governo e Parlamento prendono e assumono con responsabilità, perché siamo consapevoli del fatto che, se abbiamo prodotto delle norme che modificano l'assetto istituzionale di questo Paese, allora dobbiamo essere conseguenti e avere un ordinamento che abbia congruenza con le nostre scelte di finanza pubblica.
  Aggiungo a tutto questo – e sono tante le ragioni per cui bisognerebbe continuare a votare a favore di questo decreto e non contro – che il Patto di stabilità è una delle questioni di cui più si è discusso, per le quali si diceva che questo partito, questo Governo e questo Parlamento fossero remissivi rispetto alle imposizioni dell'Europa. Ebbene questo è un decreto che allenta il Patto di stabilità interno agli enti locali. Lo ricordo perché così ogni tanto riproviamo a dire anche un po’ di verità. Ma soprattutto mi chiedo come si faccia a votare contro a un decreto che recepisce in primo luogo gli accordi assunti in Conferenza Stato-città a febbraio e poi a luglio gli accordi assunti in Conferenza Stato-regioni in ultimo a luglio e, soprattutto, tutte le indicazioni di una mozione parlamentare discussa in questo ramo del Parlamento.
  Infatti, caro Presidente, lo dico a lei, di numeri ne abbiamo sentiti tanti, ma nessuno ha ricordato che una mozione discussa ad aprile in questo Parlamento chiedeva la rideterminazione degli obiettivi del Patto di stabilità, la riduzione dei sistemi di sanzione per chi avesse sforato il Patto, un fondo compensativo per quei comuni che avevano ricevuto minore gettito da IMU e TASI, una gradualità e una flessibilità per l'avvio dell'armonizzazione contabile dei bilanci. E, per farci capire dai cittadini, armonizzazione significa che dal 2015 in poi, con uno sforzo enorme fatto dai nostri amministratori locali, ci sarà la possibilità per i cittadini italiani di capire quali sono le spese certe, le entrate certe e i soldi reali che girano nelle casse dei comuni italiani. Questo ovviamente agevolerà il lavoro di tutti noi. Si chiedevano, sempre nella mozione, modalità straordinarie per la redazione e l'approvazione dei bilanci 2015, in particolare per città metropolitane e aree vaste.
  Incredibile, Presidente: questo decreto-legge è prova provata di una positiva dialettica tra Governo ed enti territoriali, ma anche e soprattutto tra Esecutivo e Legislativo. Infatti, sa, Presidente, noi qui siamo chiamati a legiferare e non a generare inutile panico tra i cittadini raccontando un po’ di numeri a casaccio. Il nostro dovere qui, ora e in tutto l'arco della legislatura è quello di continuare a ricordare che il Partito Democratico e Pag. 89questo Governo, insieme ai suoi alleati, sono impegnati in uno sforzo riformatore molto serio e molto importante, che ovviamente riguarda l'ottimo risultato ottenuto, in ultimo, sulla riforma della pubblica amministrazione, ma riguarda ovviamente e soprattutto la riforma costituzionale.
  Noi stiamo provando a ridisegnare l'architettura istituzionale di questo Paese e stiamo provando a farlo, Presidente, tenendo presenti due cose, cioè che il pubblico, sia esso la scuola, sia esso la sanità, sia esso ovviamente tutti i servizi che devono essere rivolti al cittadino, è patrimonio che il Partito Democratico e il centrosinistra hanno storicamente difeso sia quando erano nei Governi nazionali che quando governavano nelle regioni. Continueremo a farlo e non smetteremo solo perché c’è stato anche malgoverno e abbiamo assunto impegni con l'Europa – questi sì positivi – di rivedere la nostra spesa pubblica.
  Quel principio per cui il pubblico è garanzia di equità e di diritti per tutti è patrimonio della cultura del Partito Democratico. Non lo regaliamo a chi continua ovviamente ad alimentare paure e insicurezze nei cittadini italiani. E lo stiamo facendo, Presidente, con una consapevolezza, cioè che in questo Parlamento di preoccupazioni, di allarmismi, di sciacallaggio sulla condizione reale delle amministrazioni e del Paese ne è stato fatto troppo.
  È vero, stiamo convertendo un decreto-legge che deve riorganizzare e risistemare alcuni dei punti di criticità dell'ultima legge di stabilità. Ma quella è stata la prima legge di stabilità – lo ricordo a me stessa e a lei, Presidente, per ricordarlo anche a tutta l'Aula – in cui un Governo si è assunto la responsabilità di fare scelte espansive, per cui abbiamo stanziato fondi significativi per detassare lavoro e imprese. Lo dico ai colleghi che si preoccupavano del fatto che...
  VALENTINA PARIS. Grazie Presidente. La militanza nel Partito Democratico insegna ad avere molto rispetto delle opinioni altrui e io sto cercando di comprendere le preoccupazioni sottolineate dai colleghi dei gruppi che mi hanno preceduto.
  Tuttavia, mi chiedo come si faccia a votare contro ad un decreto le cui ragioni di urgenza stanno in larga parte degli interventi che mi hanno preceduto, cioè nell'esigenza degli enti locali di potere chiudere i propri bilanci per potere dare e continuare a garantire i servizi ai cittadini italiani. Non so come si faccia a votare contro ad un decreto che prevede un fondo di 30 milioni per i disabili sensoriali. Non so come si faccia a votare contro a un decreto che prevede altri 90 milioni per i servizi per l'impiego e che, soprattutto, consente contratti a tempo determinato fino a dicembre 2016, per continuare a garantire ai cittadini italiani di usufruire di quei servizi che i centri per l'impiego oggi offrono.
  Mi chiedo ancora come si faccia a votare contro a un decreto che si assume una responsabilità non irrilevante, cioè quella di consentire a città metropolitane e aree vaste di comporre i propri bilanci annuali e non più triennali. Non è una scelta semplice e non è una scelta indolore. È una scelta che Governo e Parlamento prendono e assumono con responsabilità, perché siamo consapevoli del fatto che, se abbiamo prodotto delle norme che modificano l'assetto istituzionale di questo Paese, allora dobbiamo essere conseguenti e avere un ordinamento che abbia congruenza con le nostre scelte di finanza pubblica.
  Aggiungo a tutto questo – e sono tante le ragioni per cui bisognerebbe continuare a votare a favore di questo decreto e non contro – che il Patto di stabilità è una delle questioni di cui più si è discusso, per le quali si diceva che questo partito, questo Governo e questo Parlamento fossero remissivi rispetto alle imposizioni dell'Europa. Ebbene questo è un decreto che allenta il Patto di stabilità interno agli enti locali. Lo ricordo perché così ogni tanto riproviamo a dire anche un po’ di verità. Ma soprattutto mi chiedo come si faccia a votare contro a un decreto che recepisce in primo luogo gli accordi assunti in Conferenza Stato-città a febbraio e poi a luglio gli accordi assunti in Conferenza Stato-regioni in ultimo a luglio e, soprattutto, tutte le indicazioni di una mozione parlamentare discussa in questo ramo del Parlamento.
  Infatti, caro Presidente, lo dico a lei, di numeri ne abbiamo sentiti tanti, ma nessuno ha ricordato che una mozione discussa ad aprile in questo Parlamento chiedeva la rideterminazione degli obiettivi del Patto di stabilità, la riduzione dei sistemi di sanzione per chi avesse sforato il Patto, un fondo compensativo per quei comuni che avevano ricevuto minore gettito da IMU e TASI, una gradualità e una flessibilità per l'avvio dell'armonizzazione contabile dei bilanci. E, per farci capire dai cittadini, armonizzazione significa che dal 2015 in poi, con uno sforzo enorme fatto dai nostri amministratori locali, ci sarà la possibilità per i cittadini italiani di capire quali sono le spese certe, le entrate certe e i soldi reali che girano nelle casse dei comuni italiani. Questo ovviamente agevolerà il lavoro di tutti noi. Si chiedevano, sempre nella mozione, modalità straordinarie per la redazione e l'approvazione dei bilanci 2015, in particolare per città metropolitane e aree vaste.
  Incredibile, Presidente: questo decreto-legge è prova provata di una positiva dialettica tra Governo ed enti territoriali, ma anche e soprattutto tra Esecutivo e Legislativo. Infatti, sa, Presidente, noi qui siamo chiamati a legiferare e non a generare inutile panico tra i cittadini raccontando un po’ di numeri a casaccio. Il nostro dovere qui, ora e in tutto l'arco della legislatura è quello di continuare a ricordare che il Partito Democratico e Pag. 89questo Governo, insieme ai suoi alleati, sono impegnati in uno sforzo riformatore molto serio e molto importante, che ovviamente riguarda l'ottimo risultato ottenuto, in ultimo, sulla riforma della pubblica amministrazione, ma riguarda ovviamente e soprattutto la riforma costituzionale.
  Noi stiamo provando a ridisegnare l'architettura istituzionale di questo Paese e stiamo provando a farlo, Presidente, tenendo presenti due cose, cioè che il pubblico, sia esso la scuola, sia esso la sanità, sia esso ovviamente tutti i servizi che devono essere rivolti al cittadino, è patrimonio che il Partito Democratico e il centrosinistra hanno storicamente difeso sia quando erano nei Governi nazionali che quando governavano nelle regioni. Continueremo a farlo e non smetteremo solo perché c’è stato anche malgoverno e abbiamo assunto impegni con l'Europa – questi sì positivi – di rivedere la nostra spesa pubblica.
  Quel principio per cui il pubblico è garanzia di equità e di diritti per tutti è patrimonio della cultura del Partito Democratico. Non lo regaliamo a chi continua ovviamente ad alimentare paure e insicurezze nei cittadini italiani. E lo stiamo facendo, Presidente, con una consapevolezza, cioè che in questo Parlamento di preoccupazioni, di allarmismi, di sciacallaggio sulla condizione reale delle amministrazioni e del Paese ne è stato fatto troppo.
  È vero, stiamo convertendo un decreto-legge che deve riorganizzare e risistemare alcuni dei punti di criticità dell'ultima legge di stabilità. Ma quella è stata la prima legge di stabilità – lo ricordo a me stessa e a lei, Presidente, per ricordarlo anche a tutta l'Aula – in cui un Governo si è assunto la responsabilità di fare scelte espansive, per cui abbiamo stanziato fondi significativi per detassare lavoro e imprese. Lo dico ai colleghi che si preoccupavano del fatto che...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa se la interrompo, però a questo punto non la sento neanche più. Per favore, abbassate il tono della voce. Prego, collega Paris.

  VALENTINA PARIS. Vado avanti ricordando – e riprendo da questo punto – che questa è stata la prima legge di stabilità in cui ci siamo assunti la responsabilità di detassare lavoro e imprese, perché ritenevamo che, data la condizione di grave crisi, questo Paese dovesse ripartire. E quelle erano le scelte che strategicamente ci consentivano di alleggerire il peso del lavoro e appunto dell'attività delle nostre imprese.
  È evidente, Presidente, che quella ha poi portato con sé ovviamente dure scelte da fare nei confronti di tutto il comparto degli enti locali. Quelle scelte ovviamente hanno riguardato anche la richiesta di taglio fatta in legge di stabilità alle regioni riguardo al comparto sanità. La sanità oggi non subisce un nuovo taglio. Per favore, almeno la verità. Poi ognuno può interpretarla come crede. Ma noi stiamo ragionando del fatto che in un accordo siglato tra Stato e regioni ci stiamo ponendo il problema che non ci sono aumenti per le spese sanitarie, che – per carità – sono sicuramente necessari, ma ci stiamo organizzando e stiamo lavorando con le regioni – perché larga parte della competenza è ovviamente in capo alle regioni – per avere servizi che siano più efficaci e che soprattutto riducano gli sprechi.
  Io capisco che il fatto di trovarsi di fronte ad un Governo che ha le idee chiare, ma soprattutto ha la consapevolezza delle difficoltà entro le quali agiamo, può creare stupore in tanti colleghi che, quindi, ne raccontano di ogni. Ma c’è un dato, Presidente, solo per dare qualche risposta.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Per favore, il tono della voce ! Grazie.

  VALENTINA PARIS. I consiglieri provinciali sono stati effettivamente aboliti. È chiaro che lì tutti abbiamo pagato amaramente il prezzo di una demagogia fatta sulla classe dirigente e sul valore della politica, cosa che, Presidente, mi auguro lei avrà la capacità e la forza di ricordare a tanti nostri colleghi che oggi di quella demagogia continuano a far tesoro, ahimè.Pag. 90
  Un'altra delle questioni che è stata posta: in questo decreto-legge ci sono delle zone franche urbane, in particolare in Emilia Romagna. Solo perché io faccio parte di coloro che ritengono che c’è differenza tra destra e sinistra, il presidente della regione Emilia Romagna si è fatto carico di avviare ovviamente tutti i tavoli e tutte le procedure che consentivano alle zone che avevano subito il terremoto di essere poi considerate anche zone franche. La regione Lombardia, che non mi sembra sia a guida centrosinistra, ovviamente non ha avviato queste procedure. Quello che, invece, ha fatto questo Governo nazionale è garantire 250 milioni di euro per Mantova, area lombarda colpita dal terremoto, e, ovviamente, l'estensione della sospensione dell'IMU per tutte le case inagibili.
  Io concludo, Presidente, ritenendo necessario, non solo un ringraziamento ai colleghi che al Senato hanno lavorato con grande zelo e soprattutto con capacità di ascoltare le istanze reali che determinavano l'urgenza di questo provvedimento, ma concludo ringraziando gli amministratori locali, gli 8.057 sindaci. Forse, sì, su questo potremmo ragionare e forse sono un po’ troppi e dovremmo cominciare a rivedere anche l'organizzazione delle nostre autonomie territoriali. Quei sindaci, quegli amministratori io li ringrazio (e mi consentirà di ringraziare soprattutto quelli del Partito Democratico) perché loro, sì, stanno efficacemente affrontando e sostenendo un processo riformatore importante. È un processo che ha determinato qualche incertezza nel governo del territorio, ma il Partito Democratico, con il voto favorevole a questo decreto-legge, conferma la necessità di procedere nel solco di queste riforme riscrivendo un patto tra Governo e autonomie nella nuova cornice di impegni che abbiamo assunto in Europa, ma soprattutto con l'obiettivo più alto di dare ai cittadini strumenti reali per valutare chi amministra bene e si assume la responsabilità di governare e chi fa solo chiacchiere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3262)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 3262, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Palma, Sgambato, Lorenzo Guerini, Marco Di Maio, Galgano, Invernizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   S. 1977 – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di enti territoriali» (Approvato dal Senato) (3262):

   Presenti e votanti   424   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  295    
    Hanno votato no   129.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld e la deputata D'Incecco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 303-760-903-1019-1020-B (ore 20).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa. Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la XIII Commissione (Agricoltura) Pag. 91ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
   alla XIII Commissione (Agricoltura):

  S. 1568 – Fiorio ed altri; Russo e Faenzi; Franco Bordo e Palazzotto; Zaccagnini ed altri; Schullian ed altri: «Disposizioni in materia di agricoltura sociale» (approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato) (303-760-903-1019-102-B).

  Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.
  (Così rimane stabilito).

Sull'ordine dei lavori (ore 20,03).

  PRESIDENTE. Avverto che in calce al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicato lo schema recante l'organizzazione dei tempi della discussione sulle linee generali della proposta di legge A.C. 2607 ed abbinate, recante: Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale e coordinamento della protezione civile.

  FLORIANA CASELLATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Chiedo di prestare un po’ di attenzione se si è interessati, altrimenti si può lasciare in silenzio l'aula.

  FLORIANA CASELLATO. Grazie, Presidente. Signor Presidente, intervengo in sintonia con quanto sta accadendo alla Camera dei deputati e al Senato dove, a fine seduta, molti di noi, anzi molte di noi, stanno portando l'attenzione sulla questione relativa al diritto delle donne di questo Paese di utilizzare la cosiddetta «opzione donna» per andare in pensione maturando i diritti entro il 31 dicembre 2015. È una situazione annosa e anche scandalosa, aggiungo io. Quello che vogliamo ottenere con questa iniziativa è consentire alle lavoratrici che maturano i 57 anni (58 per le autonome) e i 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2015 di accedere alla pensione optando per il sistema di calcolo contributivo. Il comitato opzione donna (per fortuna che esiste) ha presentato una class action pubblica nei confronti dell'INPS e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per contrastare gli effetti negativi legati all'applicazione della normativa di cui all'articolo 1, comma 9, della legge n. 243 del 2004, legge Maroni, confermata dalla legge n. 214 del 2011, la cosiddetta legge Fornero. Per concludere, Presidente, ricordo che l'applicazione delle due circolari INPS dopo l'emanazione della legge Fornero esclude pertanto un'ampia platea di lavoratrici dall'accesso alla pensione. Con questi nostri interventi sollecitiamo un intervento del Ministero del lavoro per una tempestiva risoluzione delle problematiche relative a «opzione donna» e auspichiamo che l'INPS riveda le indicazioni fornite mantenendo la data di maturazione del diritto al 31 dicembre 2015, riconoscendo a migliaia di lavoratrici...

  PRESIDENTE. Collega, concluda.

  FLORIANA CASELLATO. ... la pienezza del loro diritto e della loro dignità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  GIOVANNA SANNA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Per favore alle spalle della collega se potete...

  GIOVANNA SANNA. Signor Presidente, intervengo anch'io per richiamare l'attenzione sulla cosiddetta «opzione donna» e per sollecitare un intervento risolutivo del Governo in materia al fine di dare compiuta attuazione a quanto previsto dall'articolo 1, comma 9, della legge n. 243 del 2004. Tale norma riconosce in via sperimentale fino al 31 dicembre 2015 il diritto all'accesso al trattamento pensionistico per Pag. 92le donne che abbiano conseguito un'anzianità contributiva di almeno 35 anni e un'età di almeno 57 anni, se lavoratrici dipendenti, e di 58 anni, se lavoratrici autonome, le quali optino per le regole del sistema contributivo.
  Questa facoltà, confermata dall'articolo 24, comma 14, della legge Fornero, viene tuttavia vanificata per effetto delle circolari INPS nn. 35 e 37 del 2012 che hanno aggravato tale procedimento, stabilendo l'applicazione di due ulteriori requisiti anche per questa fattispecie sperimentale e cioè l'incremento di età dovuto alle speranze di vita e il sistema precedente delle finestre mobili che dilazionava la liquidazione della pensione di 12 mesi per i dipendenti e di 18 mesi per gli autonomi. Siamo in presenza, anche in questo caso, di circolari e di atti amministrativi che debordando dalla loro natura finiscono per svuotare e modificare nella sostanza precise norme legislative.
  Segnalo, Presidente, che pressoché tutti i comitati provinciali dell'INPS hanno approvato appositi ordini del giorno a sostegno e a difesa dell’«opzione donna», tra cui quello di Sassari, in data 27 febbraio 2015, che conclude invitando l'INPS a rivedere l'orientamento espresso con le circolari in questione e invitando gli organi...

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIOVANNA SANNA. Mi avvio a concludere, Presidente, facendo mio questo invito e auspicando che in tal senso, in modo risolutivo, possa esprimersi una comune volontà della Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  MIRIAM COMINELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MIRIAM COMINELLI. Grazie Presidente, il mio intervento si unisce a quello delle colleghe e dei colleghi che negli scorsi giorni sono intervenuti per sollecitare l'attenzione e l'azione del Governo riguardo al tema della cosiddetta «opzione donna». Spesso quando vengono trattati temi come quello pensionistico risulta difficile riuscire a far comprendere quelle che sono le conseguenze e le ricadute di determinate scelte a una platea che vada oltre gli addetti ai lavori e i diretti interessati. È importante, invece, far capire cosa c’è oltre i numeri, quando si pongono temi come quello di oggi di «opzione donna». La richiesta è chiara: l'intervento del Governo per il superamento delle due circolari INPS che limitano il periodo della sperimentazione che permette alle donne di andare in pensione con i 35 anni di contributi e i 57 anni di età per le dipendenti e i 58 per le autonome. È una richiesta che si unisce a quella portata avanti da diversi comitati regionali e provinciali INPS, da una class action e da due risoluzioni approvate da Camera e Senato.
  Riuscire ad ottenere quanto chiesto vorrebbe dire raggiungere degli obiettivi estremamente importanti, non solo, appunto, per gli addetti ai lavori e i diretti interessati, vorrebbe dire liberare dei posti di lavoro per i giovani, sia nel privato che nel pubblico, con una ricaduta di grande portata in termini di nuove competenze, innovazione, energia e creatività. Nella pubblica amministrazione significherebbe potere effettuare importanti e proficue riorganizzazioni, poter ridurre i posti da dirigente e, magari, introdurre più funzionari e quadri, con importanti ricadute su produttività e risparmi; vorrebbe dire perseguire degli obiettivi di risparmio concreti, stimati, per 22 anni, in 1.175 milioni di risorse, e andare avanti nell'evoluzione dello strumento pensionistico verso la flessibilità in uscita e il sistema contributivo, ma soprattutto vorrebbe dire ripristinare la giustizia per quelle donne che hanno firmato dei contratti di mobilità e che non sono più nelle condizioni previste di possibilità di pensionamento.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MIRIAM COMINELLI. Quindi, visto che le risorse ci sono, perché non proseguire Pag. 93con la sperimentazione e anche magari estenderla ai colleghi uomini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  SIMONE VALENTE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONE VALENTE. Grazie Presidente, intervengo per portare all'interno di quest'Aula la voce di alcuni cittadini che dal 1o agosto sono in presidio a Bussana, frazione di Sanremo, un presidio per dire «no» al lotto 6 della discarica Collette Ozotto; «no» a una nuova devastazione ambientale. Infatti, lo sbancamento di una collina per trasformarla in una discarica rappresenta una triste perdita di territorio in una zona che ha già pagato nel tempo un prezzo pesantissimo, dovuto alla cattiva gestione dei rifiuti. Un presidio iniziato per reagire a un immobilismo, a un silenzio vergognoso delle istituzioni e della politica, la stessa politica che in quelle zone, come in moltissime altre zone della Liguria, ha sotterrato le proprie responsabilità insieme ai rifiuti. Eppure c’è da dire che il consiglio comunale di Sanremo si è espresso più volte contro la realizzazione del lotto 6, ma ora dopo l'avvio dei lavori il sindaco si è chiuso in un silenzio assordante.
  Un presidio per affermare che non si possono continuare a prendere decisioni sulla testa dei cittadini, perché prima o poi quei cittadini si ribelleranno, in maniera pacifica, ma si ribelleranno. Allora, Presidente, vogliamo fare un appello a tutti i cittadini liguri: dobbiamo reagire e non aver paura. In quei luoghi ho incontrato persone che sacrificano il proprio tempo libero, ricevono minacce, subiscono atti intimidatori, si muovono in zone ad altissima infiltrazione mafiosa solo per difendere il proprio territorio e la salute di tutti i cittadini. Eppure queste persone sono sempre lì, a lottare in prima fila. Allora unitevi, cittadini liguri, contro le ingiustizie, contro la mala politica, contro il malaffare, contro le discariche, unite al presidio contro il lotto 6 e non permettete in alcun modo che vi portino via il futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  RENATE GEBHARD. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RENATE GEBHARD. Grazie, Presidente. Colgo anch'io l'occasione per riportare l'attenzione dell'Aula sulla cosiddetta «opzione donna». Il diritto delle donne alla pensione è un diritto essenziale, che non deve e non può essere precluso da decisioni e interpretazioni restrittive, come appaiano le circolari n. 35 e 37, adottate dall'INPS nel 2012, in ordine all'applicazione della legge relativa a tale materia. Da più parti, in primo luogo in Parlamento e in quest'Aula, da molte colleghe già intervenute è stato richiesto al Governo di intervenire con urgenza e con equità, al fine di riconoscere effettivamente il diritto alla pensione secondo quanto previsto dalla legge n. 243 del 2014. Negare alle donne questa facoltà non ha alcuna motivazione valida, nemmeno quella relativa alla copertura finanziaria e, al contrario, apre un contenzioso nei confronti delle decisioni assunte dall'INPS, che sono in palese contraddizione con quanto previsto dalla legge. Come presidente delle donne SVP e come parlamentare donna, il mio appello è al Governo per una revisione urgente essenziale di tale questione. Nel Paese vi è un'attesa che viene interpretata come ingiusta da parte di migliaia di donne, oggi poste di fronte a interpretazioni restrittive che equivalgono a negare un diritto riconosciuto sotto il profilo legislativo e che avrebbe conseguenze positive in termini di flessibilità e opportunità per l'intero sistema pensionistico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  MASSIMILIANO BERNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 94

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Nell'Italia del 2015 succede anche questo: una donna pugliese, bracciante agricola nelle campagne di Andria, muore e viene sepolta il giorno dopo, ma senza autopsia e con il nulla osta del magistrato di turno. La vicenda viene alla luce dopo un altro fatto altrettanto triste – ne abbiamo dato purtroppo notizia qualche giorno fa –, quella del cittadino sudanese che ha perso la vita a Nardò in condizioni analoghe. Paola lavorava sotto i tendoni per diradare gli acini e fare più belli i grappoli di uva da tavola, scartando i chicchi piccoli che impediscono agli altri di crescere; un lavoro duro a cui non corrisponde una paga adeguata, visto che l'acinellatura è tra i lavori pagati meno in agricoltura: 27-30 euro a giornata. Cambiano le storie familiari, le origini, il colore della pelle, ma non cambia il sistema di sfruttamento che genera profitti altissimi da un lato e morte e profonde frustrazioni dall'altro. La donna sarebbe deceduta la mattina del 13 luglio, il fatto è stato denunciato ieri dal segretario della FLAI-CGIL locale. Come per il caso di Mohamed, anche per Paola abbiamo depositato un'interrogazione ai Ministri competenti, affinché venga fatta massima chiarezza sul triste evento. Ma ci chiediamo una cosa: di quanti morti abbiamo bisogno in agricoltura affinché il Governo prenda atto di una situazione di neo-schiavismo non più sopportabile ? Che si intervenga nella fase dei controlli e se necessario in fase normativa, ma si faccia presto, perché l'agroalimentare italiano è sempre più macchiato di sangue (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MIRKO BUSTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MIRKO BUSTO. Grazie, Presidente. Voglio semplicemente rendere noto a quest'Aula che, secondo il decreto legislativo n. 45 del 2014, entro il 31 dicembre 2014, doveva essere definito, presentato, il programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi.
  Ad oggi non si ha traccia di questo programma nazionale e quello che invece sappiamo al comma 3 dell'articolo 7 del suddetto decreto è che il programma doveva essere trasmesso alla Commissione europea entro 30 giorni dalla sua approvazione e comunque con il termine ultimo del 23 agosto 2015, quindi tra pochi giorni.
  Nel comma 4 ricordiamo anche che si prevede una necessaria occasione di effettiva partecipazione da parte del pubblico ai processi decisionali concernenti la gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi, mediante pubblicazione sui propri siti web istituzionali dello schema del programma nazionale. Ad oggi nulla è stato fatto e nulla si sa. Occorre anche ricordare che nella ridente Saluggia, cittadina vicino a Vercelli, in cui io risiedo, continuano a rimanere oltre il 90 per cento dell'inventario radiologico italiano in una situazione di mancata sicurezza, in una zona dove già nel 2000 si è sfiorata quella che Rubbia ha definito una catastrofe planetaria. Quindi, oltre ai ritardi della Carta Cnapi ricordiamoci che siete inadempienti anche per il programma nazionale per le scorie nucleari.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 5 agosto 2015, alle 9,30:

  (ore 9,30 e ore 16)

  1. – Seguito della discussione congiunta dei documenti:
   Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2014 (Doc. VIII, n. 5).
   Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2015 (Doc. VIII, n. 6).

  2. – Deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei Pag. 95deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dalla Corte di Cassazione - sezioni unite civili, di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 137 del 2015.

  3. – Discussione delle mozioni Cozzolino ed altri n. 1-00962, Busin ed altri n. 1-00957, Marcon ed altri n. 1-00969, Martella ed altri n. 1-00970, Causin e Dorina Bianchi n. 1-00971, Segoni ed altri n. 1-00972 e Brunetta ed altri n. 1-00973 concernenti iniziative in favore delle popolazioni del Veneto colpite da calamità naturali l'8 luglio 2015.

  (ore 15)

  4. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  (al termine delle votazioni)

  5. – Discussione sulle linee generali del testo unificato delle proposte di legge:
   BRAGA ed altri; SEGONI ed altri; ZARATTI e PELLEGRINO: Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale della protezione civile (C. 2607-2972-3099-A).
  — Relatori: Mariani, per la maggioranza; Grimoldi, di minoranza.

  La seduta termina alle 20,15.

CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO BRUNO MOLEA IN SEDE DI DICHIARAZIONE DI VOTO SULLA QUESTIONE DI FIDUCIA SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 3262

  BRUNO MOLEA. Con riferimento alle ulteriori disposizioni in materia di personale, è stata definita una soluzione ponte per i funzionari incaricati delle Agenzie fiscali: saranno 578 alle Entrate e 117 alle Dogane e ai Monopoli le posizioni organizzative che saranno remunerate con l'85 per cento del trattamento economico dirigenziale in attesa che vengano banditi i concorsi da espletare entro il 31 dicembre 2016.
  Nello specifico, si prevede che le agenzie fiscali possano annullare i concorsi per dirigente banditi, ma non ancora conclusi, e indire, per un corrispondente numero di posti, nuovi concorsi per soli esami da concludere entro il 31 dicembre 2016, con una riserva di posti non superiore al 30 per cento di quelli banditi al personale già dipendente delle Agenzie fiscali. Fino all'assunzione dei vincitori dei concorsi per la dirigenza, e comunque non oltre il 31 dicembre 2016, i dirigenti delle stessa agenzie possono delegare con criteri oggettivi e trasparenti le funzioni relative agli uffici a funzionari della terza area con almeno cinque anni di esperienza nell'area stessa, cui saranno attribuite posizioni organizzative (circa 700), ma solo temporaneamente e fino alla conclusione del concorso.
  Le risorse connesse al risparmio di spesa previsto sino all'espletamento dei concorsi banditi per la copertura dei posti dirigenziali vacanti sono utilizzate per finanziare le posizioni organizzative temporaneamente istituite, fermo restando che non meno del 15 per cento del risparmio stesso deve comunque essere destinato ad economia di bilancio.
  Tale soluzione dovrebbe mettere fine alle difficoltà createsi nelle agenzie fiscali dopo la sentenza n. 37/2015 della Consulta dello scorso marzo che ha dichiarato illegittime le norme sugli incarichi di funzionari in ruoli dirigenziali senza passare attraverso un concorso. Questa sentenza ha comportato la decadenza di oltre 1.000 funzionari «reggenti» (866 nell'Agenzia delle Entrate), lasciando senza responsabile più di due terzi degli uffici e rallentando l'attività delle Agenzie, soprattutto per quanto concerne gli accertamenti e l'erogazione dei rimborsi.
  Sulla questione dei dirigenti delle Agenzie fiscali Scelta Civica si è battuta per salvaguardare la trasparenza delle procedure concorsuali e anche delle nomine transitorie nei prossimi mesi, fino al completamento Pag. 96delle procedure concorsuali. Per noi di Scelta Civica infatti la trasparenza delle selezioni nel pubblico impiego va di pari passo con la riduzione della pressione fiscale sulle aziende private come priorità per cambiare volto al Paese.
  La norma che è stata approvata come emendamento del Governo è frutto di un compromesso che grazie alla nostra azione salvaguarda adeguatamente queste esigenze di trasparenza e costituisce comunque un risultato politico straordinario per Scelta Civica, posto che altre forze di maggioranza hanno spinto fortemente per vere proprie sanatorie inaccettabili, che grazie alla nostra azione sono state bloccate.
  Un secondo intervento in materia di personale è volto a prorogare fino al 31 dicembre 2015 l'impiego di personale militare appartenente alle Forze Armate per compiti di vigilanza a siti e obiettivi sensibili, impiego previsto inizialmente dal decreto-legge n. 78 del 2009 e da ultimo prorogato fino al 30 giugno 2015 dal decreto-legge n. 7 del 2015. Tale proroga è contenuta nell'articolo 5-bis, che riproduce il testo dell'articolo 1 del decreto-legge 1o luglio 2015, n. 85 in tema di sicurezza e controllo del territorio.
  Il provvedimento dispone inoltre l'assunzione di 2.500 agenti per far fronte alle esigenze del Giubileo. Nel dettaglio, si autorizza, in deroga alle procedure di reclutamento vigenti, l'assunzione straordinaria di personale nella Polizia di Stato (1.050 unità), nell'Arma dei carabinieri (1.050 unità) e nella Guardia di finanza (400 unità), per ciascuno degli anni 2015 e 2016. La disposizione è finalizzata all'incremento dei servizi di prevenzione e di controllo del territorio, di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, anche in relazione all'imminente inizio del Giubileo.
Sempre in vista del Giubileo è previsto un contributo volontario per i pellegrini di 50 euro per accedere alle eventuali prestazioni sanitarie senza costi aggiuntivi.
  Sono previste fino al 2018 circa 241 assunzioni all'Agenzia italiana del farmaco.
  Nel decreto-legge in discussione numerose sono le norme indirizzate ai territori colpiti da calamità naturali. Nello specifico è presente un pacchetto di misure per agevolare la ricostruzione dell'Aquila e degli altri territori abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile 2009, la proroga fino al 2016 dello stato di emergenza nei comuni emiliani colpiti dal terremoto del 20 e 29 maggio 2012, l'istituzione di una zona franca in quei territori con una serie di bonus fiscali per le mini imprese attive in vari settori all'interno della zona, uno sconto al patto di stabilità per tre comuni veneti colpiti dal tornado nello scorso luglio, l'istituzione di una zona franca anche per la Sardegna nord orientale colpita dagli eventi alluvionali del 18 e 19 novembre 2013. Sono state infine inserite disposizioni relative al sito archeologico di Pompei, con le quali, da un lato, viene fissata in ventiquattro mesi, in luogo dei dodici attualmente previsti, la durata massima degli incarichi di collaborazione che possono essere conferiti ai componenti della segreteria tecnica di progettazione entro il limite di spesa di 900 mila euro annui, dall'altro, si prevede che lo svolgimento delle funzioni del direttore generale di progetto è assicurato fino al 31 gennaio 2019, nel limite di spesa di 100 mila euro annui. Infine, con la predetta disposizione si stabilisce che dal 1o gennaio 2016 il direttore generale di progetto e le relative competenze confluiscono nella Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia, che assume la denominazione di «Soprintendenza Pompei».

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO DANIEL ALFREIDER SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 3262

  DANIEL ALFREIDER. Condividiamo pienamente che il provvedimento di riforma degli enti territoriali richiami e si colleghi alla legge Delrio, che ha ridefinito confini e competenze dell'amministrazione locale senza modificare il Titolo V della Pag. 97Costituzione. La riforma al nostro esame consentirà alle amministrazioni locali stabilità in ordine al bilancio annuale e dunque al patto di stabilità per il 2015 e in relazione alle scelte strategiche della prossima legge di stabilità. Vi è un concorso responsabile di tutti i livelli territoriali, dagli enti di area vasta ai territori più piccoli, al rispetto di criteri di organizzazione e di efficienza nella gestione della spesa e dei servizi.
  Non abbiamo condiviso gli attacchi relativi ai presunti tagli alla spesa sanitaria, giacché piuttosto nel provvedimento si configura un processo di razionalizzazione della spesa sulla base della recente intesa in sede di Conferenza Stato-regioni.
  Come autonomie speciali siamo a pieno titolo nel processo di riforma e di ammodernamento, sulla base dei nostri statuti, delle rinnovate competenze senza oneri per lo Stato e dell'intesa intervenuta con il governo al fine di ridurre e prevenire i conflitti di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale.
  Vi è una visione dinamica della nostra autonomia che richiede costanti scelte innovative in ordine alla evoluzione socioeconomica dei nostri territori, secondo criteri e scelte che possono essere un riferimento per il Paese a livello nazionale. In questa prospettiva, come ha ribadito il Presidente della Provincia autonoma di Bolzano Kompatscher, «l'obiettivo è quello di arrivare all'aggiornamento dello Statuto in linea con il percorso della nuova riforma costituzionale» mantenendo fermo il sistema pattizio con l'intesa Stato-Provincia.
  Riteniamo sarebbe stato opportuno prevedere nel testo del governo, giacché è comunque un obbligo previsto in base alle norme statutarie, ciò che come SVP avevamo proposto allo scopo di assicurare il rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 33 del decreto del Presidente della Repubblica 574 del 1988 e cioè prevedere, nel reclutamento del personale dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, una riserva di posti per i candidati che abbiano adeguata conoscenza della lingua italiana e di quella tedesca.
  Ciò tuttavia è indubbio che nel testo di riforma esigenze degli enti territoriali e salvaguardia degli interessi generali del Paese abbiano trovato una realistica ed efficace forma di sintesi.
  Come autonomie l'obiettivo rimane il rafforzamento del modello di convivenza e di governo e l'ampliamento, dunque, dell'autonomia. Un modello cui il Presidente del Consiglio e il suo governo si sono richiamati.

Pag. 98

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 2607 ED ABBINATE – SISTEMA NAZIONALE E COORDINAMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE

Discussione generale: 7 ore e 30 minuti

Relatore di maggioranza 15 minuti
Relatore di minoranza 10 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 9 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 26 minuti
 Partito Democratico 43 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 33 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 31 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 31 minuti
 Scelta civica per l'Italia 31 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 31 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 31 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti
 Misto: 31 minuti
  Alternativa Libera 13 minuti
  Minoranze Linguistiche 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 6 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 5 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3262 – odg 9/6 434 423 11 212 147 276 78 Resp.
2 Nom. odg 9/3262/8 445 436 9 219 100 336 77 Resp.
3 Nom. odg 9/3262/9 452 422 30 212 127 295 76 Resp.
4 Nom. odg 9/3262/11 451 423 28 212 108 315 76 Resp.
5 Nom. odg 9/3262/13 448 436 12 219 115 321 76 Resp.
6 Nom. odg 9/3262/20 459 451 8 226 136 315 76 Resp.
7 Nom. odg 9/3262/24 459 450 9 226 135 315 75 Resp.
8 Nom. odg 9/3262/25 456 446 10 224 131 315 74 Resp.
9 Nom. odg 9/3262/33 460 378 82 190 83 295 74 Resp.
10 Nom. odg 9/3262/36 454 436 18 219 148 288 74 Resp.
11 Nom. odg 9/3262/37 464 461 3 231 171 290 74 Resp.
12 Nom. odg 9/3262/50 460 439 21 220 109 330 74 Resp.
13 Nom. odg 9/3262/52 463 461 2 231 124 337 74 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/3262/53 468 437 31 219 81 356 74 Resp.
15 Nom. odg 9/3262/54 471 466 5 234 157 309 74 Resp.
16 Nom. odg 9/3262/56 473 469 4 235 84 385 74 Resp.
17 Nom. odg 9/3262/59 473 470 3 236 104 366 74 Resp.
18 Nom. odg 9/3262/67 476 475 1 238 159 316 74 Resp.
19 Nom. odg 9/3262/79 479 477 2 239 171 306 74 Resp.
20 Nom. odg 9/3262/81 471 452 19 227 151 301 74 Resp.
21 Nom. odg 9/3262/84 471 451 20 226 140 311 72 Resp.
22 Nom. odg 9/3262/87 480 478 2 240 159 319 73 Resp.
23 Nom. odg 9/3262/91 479 478 1 240 108 370 71 Resp.
24 Nom. odg 9/3262/92 468 465 3 233 103 362 71 Resp.
25 Nom. odg 9/3262/93 466 463 3 232 145 318 71 Resp.
26 Nom. odg 9/3262/101 476 474 2 238 105 369 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/3262/102 478 475 3 238 139 336 71 Resp.
28 Nom. odg 9/3262/103 I p. 474 472 2 237 164 308 71 Resp.
29 Nom. odg 9/3262/103 II p. 474 471 3 236 160 311 71 Resp.
30 Nom. odg 9/3262/104 481 477 4 239 162 315 71 Resp.
31 Nom. odg 9/3262/105 457 456 1 229 129 327 72 Resp.
32 Nom. odg 9/3262/106 462 460 2 231 135 325 71 Resp.
33 Nom. odg 9/3262/107 458 456 2 229 153 303 71 Resp.
34 Nom. odg 9/3262/108 462 452 10 227 92 360 71 Resp.
35 Nom. odg 9/3262/109 452 438 14 220 121 317 71 Resp.
36 Nom. odg 9/3262/110 458 434 24 218 75 359 71 Resp.
37 Nom. odg 9/3262/111 452 442 10 222 153 289 72 Resp.
38 Nom. odg 9/3262/116 470 460 10 231 155 305 70 Resp.
39 Nom. odg 9/3262/117 469 459 10 230 106 353 70 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 47)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/3262/119 469 460 9 231 101 359 69 Resp.
41 Nom. odg 9/3262/121 471 444 27 223 118 326 69 Resp.
42 Nom. odg 9/3262/122 460 429 31 215 125 304 70 Resp.
43 Nom. odg 9/3262/129 468 465 3 233 156 309 69 Resp.
44 Nom. odg 9/3262/131 466 465 1 233 165 300 69 Resp.
45 Nom. odg 9/3262/132 472 469 3 235 167 302 69 Resp.
46 Nom. odg 9/3262/162 rif. 461 459 2 230 452 7 69 Appr.
47 Nom. Ddl 3262 – voto finale 424 424 213 295 129 64 Appr.