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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 468 di venerdì 24 luglio 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 9,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amici, Businarolo, Antimo Cesaro, Costa, Dambruoso, Dellai, Ferranti, Gregorio Fontana, Giancarlo Giorgetti, Manciulli, Rampelli, Ravetto, Rosato, Rossomando, Scalfarotto, Scotto, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,40).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10.

  PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Colleghi, è in corso la Conferenza dei presidenti di gruppo, anzi si sta concludendo, quindi aspettiamo la conclusione della Conferenza dei presidenti di gruppo. Direi di sospendere e di riprendere alle ore 10,10. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 10,01, è ripresa alle 10,15.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, recante misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell'amministrazione giudiziaria (A.C. 3201-A/R).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3201-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, recante misure urgenti in materia fallimentare, Pag. 2civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell'amministrazione giudiziaria.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 3201-A/R)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3201-A/R). Ricordo che nella seduta del 23 luglio ha avuto inizio l'esame degli ordini del giorno e che è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno Toninelli n. 9/3201-AR/91.
  Avverto che gli ordini del giorno Tripiedi n. 9/3201-AR/92, Terzoni n. 9/3201-AR/93, Simone Valente n. 9/3201-AR/95, Vacca n. 9/3201-AR/96, Vallascas n. 9/3201-AR/97, Villarosa n. 9/3201-AR/98, Vignaroli n. 9/3201-AR/99, Zolezzi n. 9/3201-AR/100 e Tofalo n. 9/3201-AR/133 sono stati ritirati dai presentatori.
  Avverto, inoltre, che gli ordini del giorno Ottobre n. 9/3201-AR/118 e Plangger n. 9/3201-AR/119 sono stati ritirati dai presentatori.
  Dovremmo passare, dunque, all'ordine del giorno Vazio n. 9/3201-AR/94, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori o, insomma, anche per segnalare un accaduto che riguarda il Regolamento.
  Questa mattina si è riunita la Commissione giustizia per analizzare un provvedimento di delega del Governo e nel procedere alla discussione del provvedimento è stato impedito ad alcuni deputati di intervenire nel merito, per dichiarazione di voto, su uno degli emendamenti presentati in Commissione dalla Lega Nord e riferiti all'articolo 25.
  In secondo luogo, faccio presente che ai deputati che hanno richiesto di intervenire sul Regolamento, quindi per segnalare l'accaduto, cioè il fatto che il presidente non desse la parola ai deputati all'interno della Commissione, è stato impedito anche di intervenire sul Regolamento e questo contrariamente a qualsiasi norma esistente, perché, come tutti sappiamo, l'intervento sul Regolamento ha la precedenza sugli altri e credo che la Presidenza su questo mi possa dare assoluto conforto.
  Inoltre, siccome ci è stato impedito di richiedere la verifica sul voto di quell'emendamento, perché ci è stato impedito di parlare, si è proceduto alla votazione. Dopodiché, sull'ordine dei lavori il mio collega, Alfonso Bonafede, vicepresidente della Commissione giustizia, ha chiesto la verifica del voto su cui non è stato possibile procedere, perché la presidente, ancora una volta, ha tolto la seduta, ha sciolto la seduta, e non ci ha dato la possibilità di parlare.
  Allora, se non viene data la possibilità ai deputati di fare un intervento sul Regolamento e, quindi, magari di chiedere anche la verifica del numero legale, la verifica dei voti, l'appello nominale, se non viene fatto prima della votazione perché viene impedito dal presidente di turno, se non viene fatto dopo perché viene impedito dal presidente di turno, voi mi dovete spiegare, signori, quale democrazia è questa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Fatemi capire voi in che modo una forza di opposizione si può esprimere all'interno di una Commissione in un'aula parlamentare, perché altrimenti, Presidente, noi qui non abbiamo capito nulla. C’è qualcuno che sta facendo dei soprusi che non sono degni di una Repubblica parlamentare e spero che questi eventi non accadano mai più e vengano stigmatizzati e vorrei la risposta anche da parte della Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, come lei sa, normalmente tali questioni non vengono sollevate in questa fase dell'ordine del giorno, ma io l'ho fatta parlare perché lei solleva una questione, ovviamente dal suo punto di vista, di una certa gravità, della quale io prendo atto sulla Pag. 3base delle sue affermazioni. È chiaro che, come lei sa, quello che accade in Commissione è autonomo rispetto a quello che accade in Aula.
  Ovviamente, credo che sia giusto informare la Presidente di queste sue considerazioni e poi la Presidente, sentiti anche la presidente della Commissione e chi ritiene opportuno, poi probabilmente avrà modo di darle una risposta più efficace di quella che magari non le sto dando io in questo momento.
  Prendo atto, dunque, che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vazio n. 9/3201-AR/94, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Chiedo alla presentatrice se insista per la votazione dell'ordine del giorno Labriola n. 9/3201-AR/101, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  VINCENZA LABRIOLA. Grazie, Presidente. Vorrei cercare di fare cambiare il parere su questo ordine del giorno, anche perché consta di due parti.
  Una parte chiede di dar seguito agli impegni che già il Governo ha preso con il decreto n. 1 del 2015 e l'altra parte, forse un po’ più scomoda, prevede un'idea di quella che può essere l'Ilva di Taranto, ovvero la riconversione del polo siderurgico con lavorazioni a basso impatto ambientale. Chiederei e avrei gradito che il Governo avesse dato magari parere favorevole alla prima parte, mentre capisco l'imbarazzo di accettare la seconda parte. Comunque, insisto per la votazione, se il parere dovesse rimanere tale.

  PRESIDENTE. Non mi pare che il Governo sia intenzionato a cambiare il parere.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Labriola n. 9/3201-AR/101, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gribaudo, Folino, Paola Bragantini, Palma, Rampelli, Sarti, Caso, Giuliani, Martino, Scotto, Ottobre, Invernizzi, Pagano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  371   
   Votanti  360   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no  267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Allasia n. 9/3201-AR/102, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/3201-AR/102, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capezzone, Paola Bragantini, Scotto, Piccoli Nardelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  370   
   Votanti  369   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no  274    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Attaguile n. 9/3201-AR/103, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Attaguile n. 9/3201-AR/103, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 4

  Binetti, Palma, Greco, Fitzgerald Nissoli, Bonafede, Artini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  377   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  35    
    Hanno votato no  342    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/3201-AR/104, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/3201-AR/104, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni, Marzano, Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  377   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Busin n. 9/3201-AR/105, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busin n. 9/3201-AR/105, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Calabria, Ravetto, Villarosa, Fusilli, Paola Bragantini, Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  382   
   Votanti  309   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato   46    
    Hanno votato no  263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fedriga n. 9/3201-AR/106, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/3201-AR/106, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Melilli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  382   
   Votanti  367   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   33    
    Hanno votato no  334.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/3201-AR/107, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/3201-AR/107, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 5

  Montroni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  379   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  260.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Zaratti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Invernizzi n. 9/3201-AR/108, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marcolin n. 9/3201-AR/109, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcolin n. 9/3201-AR/109, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Meloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  317   
   Astenuti   68   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato   33    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Molteni n. 9/3201-AR/110, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molteni n. 9/3201-AR/110, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Greco, Fratoianni, Minnucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  315   
   Astenuti   70   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato   31    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/3201-AR/111, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rondini n. 9/3201-AR/112, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rondini n. 9/3201-AR/112, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cera, Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  381   
   Votanti  360   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato   32    
    Hanno votato no  328    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 6

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Simonetti n. 9/3201-AR/113, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/3201-AR/113, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basso, Montroni, Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  387   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   52    
    Hanno votato no  335    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che la presentatrice insiste per la votazione dell'ordine del giorno Saltamartini n. 9/3201-AR/114, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Saltamartini n. 9/3201-AR/114, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  386   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no  265    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Massimiliano Bernini ha segnalato di aver erroneamente votato contro, mentre avrebbe voluto votare a favore).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Grimoldi n. 9/3201-AR/115, Giancarlo Giorgetti n. 9/3201-AR/116 e Caparini n. 9/3201-AR/117, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
  Ricordo che i successivi due ordini del giorno, Ottobre n. 9/3201-AR/118 e Plangger n. 9/3201-AR/119, sono stati ritirati.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sannicandro n. 9/3201-AR/120, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Sannicandro n. 9/3201-AR/120, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giorgetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  385   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no  276    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marcon n. 9/3201-AR/121, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Paglia n. 9/3201-AR/122, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paglia n. 9/3201-AR/122, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 7

  Piepoli, Fioroni, Spadoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  391   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  288    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Saltamartini e Scuvera hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Rampelli n. 9/3201-AR/123, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente. Intervengo solo per sottolineare, richiedendo l'attenzione dei colleghi su questo ordine del giorno, ciò che si chiede attraverso gli impegni al Governo. Riguarda un argomento che un po’ tutti i gruppi e i partiti hanno trattato, teoricamente in maniera favorevole, cioè quello della impignorabilità della prima casa. Finora la pignorabilità di tutte le abitazioni, di tutti gli immobili ha fatto fiorire un autentico mercato nazionale e internazionale, che ovviamente prende alla gola le persone più fragili da un punto di vista sociale.
  L'impegno al Governo è a valutare l'adozione – quindi, è anche un impegno blando – delle necessarie modifiche normative, al fine di estendere questa impignorabilità della prima casa di proprietà, al ricorrere delle citate condizioni, a tutte le procedure di esecuzione immobiliare. Io penso che questo sarebbe un ottimo segnale da parte del Parlamento, che mette al riparo un bene intangibile rendendolo indisponibile. Infatti, la prima casa, per l'appunto, è un valore supremo, perché non è una ricchezza, offre la possibilità a una famiglia o a una persona di un ricovero sicuro e, in quanto tale, non può essere oggetto di speculazioni.
  Io mi auguro che ci sia un voto positivo da parte del Parlamento, da parte della Camera su questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rampelli n. 9/3201-AR/123, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Ferrari, Mazziotti Di Celso, Fabbri, Pisano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  386   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no  258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rubinato n. 9/3201-AR/124, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Turco n. 9/3201-AR/125, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Segoni n. 9/3201-AR/126, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Segoni n. 9/3201-AR/126, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 8

  Mazziotti Di Celso, Vacca, Massa, Albanella.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  389   
   Votanti  382   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Bechis n. 9/3201-AR/127, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.

  TANCREDI TURCO. Grazie, Presidente. In questo caso la riformulazione proposta dal Viceministro Costa va in qualche modo a stravolgere quello che è il testo dell'impegno. È una riformulazione che non ci soddisfa e non ci convince. Quindi, preferiamo che l'ordine del giorno sia messo ai voti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bechis n. 9/3201-AR/127, nel testo originario, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli... Greco... Rotta... Rampi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  387   
   Votanti  376   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Barbanti n. 9/3201-AR/128, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Martella n. 9/3201-AR/129, Burtone n. 9/3201-AR/130 e Boccuzzi n. 9/3201-AR/131 con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che la presentatrice insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bergamini n. 9/3201-AR/132, con il parere contrario del Governo. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bergamini n. 9/3201-AR/132, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto... Crippa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  393   
   Votanti  389   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Colleghi, poiché a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che le dichiarazioni di voto finale abbiano luogo a partire dalle ore 11, sospendo a questo punto la seduta che riprenderà a tale ora.

  La seduta, sospesa alle 10,40, è ripresa alle 11.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3201-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.

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  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, signori del Governo, il gruppo socialista voterà a favore di questo provvedimento pur con alcuni dubbi che tenterò poi di esplicitare durante il corso del mio intervento. Questo provvedimento, in buona sostanza, è formato su due assi, un asse che riguarda la riorganizzazione del sistema fallimentare e l'altro asse che riguarda il sistema delle imprese strategiche del nostro Paese. Io devo ringraziare, anche a nome dei colleghi del gruppo socialista, la Commissione e il presidente, che durante la discussione all'interno della stessa hanno migliorato questo provvedimento e hanno, anche, inserito elementi importanti, innovativi che ci pongono, appunto, nella possibilità di votare a favore dello stesso.
  Vedete, in questo provvedimento, si parla di una questione importante, in linea con quelli che sono stati gli interventi che il Governo ha portato avanti in questo scorcio di legislatura, per ridare fiato e quindi agganciarsi alla ripresa. Noi, ieri, abbiamo votato a favore della fiducia, perché siamo convinti che questo Paese possa agganciare la ripresa e che gli elementi che il Governo sta ponendo in essere possano portare questo Paese fuori dalle situazioni che abbiamo vissuto negli anni passati. Condividiamo le stesse dichiarazioni che qualche giorno fa il Presidente del Consiglio ha fatto alla sua assemblea del partito e che, quindi, sono ormai di dominio pubblico e che sono, d'altronde, le posizioni che abbiamo assunto noi in altre circostanze, e cioè di mettere mano a quelli che sono gli elevati indici di tassabilità in questo Paese, sia per ciò che riguarda il lavoro, sia per ciò che riguarda l'impresa, sia per ciò che riguarda, appunto, l'abbattimento del carico fiscale sui cittadini. Credo che siano fatti importanti che rilanciano la possibilità di sviluppo e di occupazione di questo Paese. In questo provvedimento, per esempio, vi sono interventi che riguardano il credito; il credito che deve riguardare, soprattutto, le piccole e medie imprese, tessuto economico importante del nostro Paese.
  Ma vi sono altri elementi importanti che riguardano questo provvedimento e mi riferisco, per esempio, ai lavoratori degli enti locali, come le province, duemila persone che verranno inserite nei ruoli della giustizia. Ma la cosa più importante, credo, su cui il gruppo socialista si è speso e che anche ieri la collega Locatelli ha esposto con grande puntualità, riguarda i tirocinanti, coloro i quali hanno lavorato all'interno dei tribunali senza essere visti; coloro i quali erano nelle condizioni di essere precari, sempre e comunque precari. Ebbene, in questo provvedimento si è inserita una norma che dà certezza; dà la certezza a questi precari di poter guardare con più interesse, con più fiducia, con più certezza al loro futuro.
  Credo che questo sia una norma importante ed essenziale per costruire anche quella condizione di ottimismo che c’è necessità di costruire in questo paese, per fare in modo che quelli che oggi guardano con estrema diffidenza al proprio futuro, ebbene, qui per loro c’è la possibilità di guardare con interesse al proprio futuro.
  Un altro elemento che voglio sottolineare sgombera il campo alla demagogia è la possibilità che si da al CSM di inviare in quelle realtà più tese per quanto concerne il riconoscimento internazionale dei migranti per avere rapidità e celerità nel dare risposte a quelli che soffrono nel non avere risposte per il loro futuro nel nostro paese. Ma c’è un punto, come dicevo prima, su cui abbiamo dei dubbi. L'abbiamo espresso in tempi passati e credo che sia giusto ripeterlo oggi. Però consentitemi, lo faccio io che certamente sono abbastanza distante da un punto di vista culturale e politico dal governatore Vendola e dall'onorevole Nicola Fratoianni, esprimo a nome mio personale – e sono convinto anche del mio gruppo – la solidarietà perché vivo in Puglia, perché so quello che è stato fatto, perché sono profondamente convinto che il rinvio a giudizio, sia dell'onorevole Fratoianni che dell'onorevole Vendola, sia un fatto ingiusto e sono profondamente convinto che nel Pag. 10processo ci sarà la possibilità sicuramente di dare giustizia a chi oggi giustizia non ce l'ha.
  Ritornando a quello che dicevo prima, in questo provvedimento c’è l'articolo 21 che noi abbiamo discusso in tempi passati ma che riguarda in buona sostanza il problema dell'ILVA. Vedete, noi dobbiamo affrontare con determinazione e convinzione questo problema, risolvendolo al più presto, non costruendo sistematicamente decreti su decreti. Quella gente, i cittadini di Taranto, hanno diritto di una certezza per la vita e per il lavoro. I cittadini di Taranto devono avere certezza che vi sia lo Stato e che non si possa sistematicamente guardare e quindi commemorare i morti che lì sul lavoro vi sono giorno dopo giorno. Noi abbiamo contestato lo scorso decreto in quanto in esso si diceva che nessuno ha responsabilità. No, ci devono essere delle responsabilità. Chi governa una struttura industriale così importante ci deve essere e ci devono essere delle responsabilità. Noi pensiamo che si possa modificarlo e si possa anche avviare quel processo di bonifica ambientale per dare – appunto, come dicevo prima – quella certezza di vita in quello stabilimento e in quella realtà cittadina. Chiediamo inoltre però che quello stabilimento deve ricominciare a costruire lavoro. Noi abbiamo perso in questi anni quote di mercato importanti, circa il 12,4 per cento del mercato... Mi dia qualche altro secondo, signor Presidente, so che lei è sempre molto...

  PRESIDENTE. Onorevole Di Gioia, ne ha 50 e poi deve chiudere.

  LELLO DI GIOIA. Il 12,4 per cento del sistema dell'acciaio che è importante a livello mondiale, ma è importante per il nostro paese.
  Per cui credo che queste norme che sono state inserite possono essere importanti ma devono essere modificate e costruite in modo migliore, come dicevo prima, per dare certezza di una città che ha sofferto...

  PRESIDENTE. Concluda.

  LELLO DI GIOIA. ... per dare certezza a quella città per avere il lavoro, ma soprattutto per avere la vita (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Grazie Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, Governo, come deputati delle Minoranze Linguistiche esprimiamo il nostro consenso al provvedimento in esame, il quale, in particolare in materia fallimentare, introduce alcune modifiche sostanziali: si incide sulla legge fallimentare, intervenendo in merito al concordato preventivo richiesto dalle imprese e si introducono dei correttivi all'utilizzo del concordato con continuità aziendale.
  Il Governo ha recepito una mia proposta attraverso un mio emendamento, con il quale chiedevo una correzione del concordato al fine di limitare l'uso distorto che in questi anni ne hanno fatto molte imprese, finendo per scaricare la loro crisi sui creditori.
  In Commissione è stato accettato di inserire l'obbligo per le imprese nella proposta di concordato, di garantire il pagamento di almeno il 20 per cento dei crediti chirografari, quale deterrenti contro gli abusi dello strumento concordatario.
  Il provvedimento in esame modifica la disciplina del concordato preventivo nella legge fallimentare, precisando i requisiti della proposta di concordato, gli obblighi del commissario giudiziario e le modalità di adesione alla proposta. Tuttavia, è per noi motivo di forte perplessità e rimane una questione prioritaria ed aperta, da affrontare, che in ordine agli appalti pubblici continui ad essere consentita la partecipazione alle gare di appalti all'impresa ammessa alla procedura di concordato preventivo. A tal riguardo ritengo sarebbe necessario ed opportuno precludere alle imprese ammesse al concordato la partecipazione alla gara d'appalto, in considerazione Pag. 11della natura fiduciaria che qualifica alcune tipologie di affidamento di appalti pubblici. Riteniamo importante intervenire ulteriormente sulla normativa vigente, al fine di evitare che le imprese ammesse al concordato preventivo possano partecipare alle gare d'appalto con la pubblica amministrazione, in primo luogo quelle che consentono la procedura ristretta con invito diretto da parte della stazione appaltante.
  In tal senso si era mossa la provincia autonoma di Trento, ma il TAR ha annullato parte della circolare con la sentenza n. 58 del 2014. È una posizione coerente con la volontà di evitare che il concordato preventivo possa essere utilizzato, come è avvenuto, con finalità differenti e strumentali, anche ai fini esclusivi di concorrenza, giacché la procedura vigente si è trasformata spesso in una condizione di concorrenza sleale a danno della maggioranza delle imprese sane ed oneste.
  Voteremo a favore della riforma rinnovando la volontà di operare a garanzia delle imprese, la cui competitività si è determinata da una reale e corretta concorsualità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Turco. Ne ha facoltà.

  TANCREDI TURCO. Grazie, Presidente. Alternativa Libera, dopo aver votato «no» alla fiducia, voterà nello specifico anche contro questo provvedimento. E questo perché questo decreto-legge, che reca misure urgenti in materia fallimentare, seppure contenga norme che, in un primo momento, possono essere considerate condivisibili, con l'inserimento del cosiddetto emendamento «salva Ilva», diventa francamente invotabile.
  Questo testo, in sede di esame in Commissione giustizia, ha visto l'inserimento dell'articolo 21-octies, che prevede che l'esercizio dell'attività d'impresa degli stabilimenti di interesse strategico-nazionale non sia impedito dal sequestro sui beni dell'impresa titolare dello stesso stabilimento, quando la misura cautelare sia stata adottata in relazione ad ipotesi di reato inerenti la sicurezza dei lavoratori e debba garantirsi il necessario bilanciamento tra la continuità dell'attività produttiva, la salvaguardia dell'occupazione, la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro.
  L'articolo proveniente dal decreto-legge n. 92 del 2015 costituisce l'ottavo decreto «salva Ilva», che è stato ritenuto utile a sorpassare la situazione venutasi a creare a seguito del disposto sequestro, da parte della magistratura, di un impianto dell'Ilva di Taranto, presso il quale, in un altoforno, è avvenuto un incidente che è costato la vita ad un giovane operaio.
  Con questa legge vi proponete di far continuare l'attività dell'Ilva di Taranto, uno stabilimento che ha provocato centinaia di morti e migliaia di malati e che, per questo motivo, è stato sequestrato dalla magistratura.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 11,15)

  TANCREDI TURCO. Dopo anni di commissariamento, che avrebbe dovuto risolvere i problemi relativi all'inquinamento ambientale, siamo ancora qui a parlare delle esalazioni venefiche prodotte da questo stabilimento, e il Parlamento si accinge a votare la legge che consentirà all'Ilva di continuare a intossicare il territorio. La salvaguardia dei posti di lavoro è sacrosanta, ma non le si può subordinare il diritto alla salute, è una follia. Volete sancire il diritto di un'impresa che uccide avvelenando i suoi lavoratori e i cittadini che abitano nelle vicinanze a non dover rispettare le leggi che valgono per tutte le altre aziende che si comportano correttamente. Volete consentire questo scempio, subordinandolo la presentazione di qualche generico foglio di carta che conterrà ancora solo chiacchiere. A questo punto, cancellate tutte le norme ambientali e vedrete come crescerà il PIL, se questo è il vostro obiettivo. Il numero dei morti e dei malati per inquinamento ambientale aumenterà esponenzialmente, ma tanto Pag. 12questo non sembra preoccuparvi più di tanto. Siete il Partito Democratico, quello che si stracciava le vesti quando Berlusconi si faceva le leggi ad personam, ed ora fate le leggi per salvare una precisa azienda che uccide chi ci lavora. Mettetevi una mano sulla coscienza e troviamo una diversa soluzione che sia compatibile con la vita umana.
  Ciò che traspare in modo più preoccupante dalla lettura del testo del decreto è poi la circostanza che sin dall'inizio questa norma appare un palese tentativo di aggirare il provvedimento giudiziario di sequestro. Tale scelta legislativa è idonea a presentare un netto contrasto con il principio di separazione dei poteri, legislativo e giudiziario, oltre ad offrire il fianco a censure di incostituzionalità relative alla disuguaglianza generata tra imprese di carattere strategico nazionale e tutte le altre facenti parte del tessuto economico del Paese. Permettere la prosecuzione dell'attività di impresa, nonostante sia stato disposto il sequestro di un impianto, svela un controsenso per il quale lo stesso impianto sequestrato, a seguito probabilmente di gravissimi incidenti, quale quello occorso all'Ilva di Taranto, viene riattivato successivamente alla predisposizione di un piano di intervento ed adeguamento alle condizioni di sicurezza, senza immaginare che, a distanza di soli 30 giorni, quell'impianto presenterà, in buona sostanza, le stesse, identiche caratteristiche di sicurezza che presentava al momento del verificarsi dell'incidente, quindi assolutamente carenti. Ci chiediamo se consentire un cosiffatto modo di agire sia davvero a favore della tutela della sicurezza e della dignità dei lavoratori.
  La norma, sotto un altro aspetto, indicando ipotesi di reato in materia di sicurezza dei lavoratori, non specifica se le ipotesi di reato alle quali sia consentita l'applicazione del piano siano ascrivibili a titolo di colpa o dolo. Pensiamo che consentire la prosecuzione dell'attività di impresa anche qualora l'ipotesi di reato abbia natura dolosa renda pressoché nulla la deterrenza dei precetti penali in materia di sicurezza sul lavoro e costituisca una scappatoia troppo facile per l'imprenditore, che verrebbe quindi disincentivato, sin dall'inizio, ad adottare le prescrizioni a tutela della sicurezza dei lavoratori previste dalla legge, se in un momento successivo, ad incidente avvenuto, avesse comunque la possibilità di correre ai ripari, con il piano previsto dal testo del decreto. Siamo di fronte alla realizzazione di un paradosso, per il quale anche in caso di volontaria omissione nell'apprestare le misure di sicurezza da parte dell'imprenditore – ossia l'imprenditore che dolosamente non si sia attenuto alla normativa in vigore – questo stesso troverà la possibilità di proseguire la propria attività senza subire gli effetti del sequestro. Si sarebbe potuto, e dovuto, almeno limitare la possibilità di prosecuzione dell'attività di impresa solo di fronte ad ipotesi di reato di colpa lieve – questo sì – escludendo, al contrario, i casi colpa grave e di dolo.
  Notiamo inoltre che il testo non prevede che vi sia un controllo dell'autorità procedente, di concerto con le altre istituzioni interessate. Il controllo, infatti, che viene pressoché demandato alle verifiche da parte dei vigili del fuoco, della ASL e dell'INAIL, lascia l'autorità giudiziaria che ha disposto il sequestro nel ruolo di mero spettatore di un piano che potrebbe anche non essere adeguato e non offrire sufficienti garanzie per il raggiungimento degli obiettivi di messa in sicurezza dell'impianto già sequestrato.
  Siamo sicuri che la magistratura svolgerà comunque un controllo, se non altro relativamente al comportamento degli indagati successivamente al sequestro...

  PRESIDENTE. Scusate, colleghi, è possibile abbassare il tono della voce ? Grazie. Prego.

  TANCREDI TURCO. ... nel senso di valutare se gli stessi si adoperino per limitare le conseguenze dannose del fatto reato ipotizzato, ma sarebbe comunque stato consigliabile esplicitare una forma di controllo congiunto da parte della magistratura procedente in accordo con gli Pag. 13altri enti e istituti già indicati quali soggetti titolati a porre in essere operativamente le verifiche di attuazione del piano. Per altro verso, non si comprende per quale motivo non si sia voluto prevedere un affiancamento anche dell'ARPA agli uffici e agli istituti incaricati della vigilanza sull'attuazione del piano, sebbene fra le finalità della norma si faccia esplicito riferimento alla salubrità dell'ambiente di lavoro. L'Agenzia regionale di protezione ambientale costituirebbe uno strumento altamente competente per garantire che le verifiche siano effettuate tenendo anche in considerazioni le normative ambientali, di modo da garantire un più ampio spettro di valutazione delle modalità di raggiungimento degli obiettivi prefissati nel piano. Con la previsione dell'affiancamento dell'ARPA all'ASL si sarebbe ottenuto un più approfondito esame delle condizioni previste dal piano di messa in sicurezza dell'impianto sequestrato.
  Un altro aspetto che non consideriamo positivamente è costituito dalle previsioni dell'articolo 16 in merito alla deducibilità delle svalutazioni e perdite su decreti di enti creditizi e finanziari e imprese di assicurazione. Questo articolo consente quindi a banche, istituti di credito e assicurazioni di effettuare le svalutazioni e le perdite su crediti vantati verso la clientela iscritti in bilancio a tale titolo e le perdite realizzate mediante cessione a titolo oneroso di detti crediti, rendendole deducibili integralmente nell'esercizio in cui sono rilevate in bilancio. Ciò sostanzialmente permette agli istituti di credito che detengono nei propri bilanci crediti in sofferenza o difficilmente esigibili di portare tali crediti in deduzione anno per anno, cioè alla fine di ciascun esercizio annuale, ottenendo così un forte abbattimento della propria base imponibile che si tradurrà in un altrettanto forte risparmio di imposizione fiscale. Per tutti questi motivi ma sostanzialmente per l'introduzione appunto in un decreto-legge che recava misure in materia fallimentare di un emendamento «salva Ilva» che non c'entra nulla, Alternativa Libera non se la sente e non può votare favorevolmente a questo provvedimento, non si può assumere la responsabilità di quell'emendamento «salva Ilva», per cui – concludo, Presidente – il voto, e lo ribadisco, non può che essere decisamente contrario (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, stamattina siamo ancora qui a – in qualche modo – finire di approvare questo ennesimo decreto-legge omnibus.
  Per arrivare fino a qui avete, come così spesso accade, dato fondo a tutti i vostri escamotage preferiti per forgiare un provvedimento contrario a qualsiasi norma, a qualsiasi tecnica legislativa e a qualsiasi criterio di banale buon senso. E così siete partiti con un decreto-legge che doveva riformare la materia fallimentare e migliorare l'efficienza del sistema giudiziario e ci avete però subito inserito una piccola previsione, un articolo appena, che con questi temi non ha nulla a che vedere. Sì, colleghi, esattamente la norma rispetto alla quale il Viceministro Morando ha – chissà come mai – espresso preoccupazione perché sarebbe stata considerata un regalo alle banche. Forse si è preoccupato perché è proprio questo di cui si tratta; anzi, senza il forse, di questo si tratta. E avete pensato bene di inserire una norma fiscale in un provvedimento che riguarda la giustizia, di modo che essa non fosse neanche esaminata dalla Commissione competente per materia ma stesse lì, affatto considerata, anzi, completamente ignorata dalla Commissione giustizia, che ha pensato bene di non fare neanche un'audizione sul tema. E ovviamente ha avuto l'ardire di gridare ai soliti facinorosi quando sono state presentate le pregiudiziali di costituzionalità per eterogeneità delle materie trattate dal decreto.
  E allora, già che ci sono, partirò proprio da qui, da questo ennesimo regalo Pag. 14alle banche che questo Governo sta facendo sotto gli sguardi consenzienti della sua maggioranza. Non vi è bastato regalare miliardi alle banche con la ricapitalizzazione della Banca d'Italia e non vi è bastato neanche lo sconto fiscale di diciassette miliardi fatto con la legge di stabilità di due anni fa.
  Avete pensato bene di prevedere l'ennesimo sconto e quindi l'ennesimo regalo. E così da ora e per sempre le banche potranno portare in detrazione i propri crediti deteriorati in un unico anno di imposta, invece dei cinque introdotti da Letta che a sua volta – è bene ricordarlo – aveva già operato una drammatica riduzione, considerato che il periodo precedentemente previsto era di diciotto anni.
  E non solo: si prevede che le passività possano essere detratte in un anno solo e si dà anche carattere permanente alla norma; vale a dire che non si prevede che tale possibilità operi per uno, due, tre, magari cinque anni d'imposta, ma si prevede che da ora in poi sarà così per sempre.
  E il regalo è ovviamente gratis; gratis perché a fronte di questo nuovo sconto fiscale che varrà – anche questo è bene ricordare – tra cinque e sette miliardi di euro, nessuna norma in questo provvedimento garantisce in alcun modo un maggiore impegno da parte degli istituti bancari nell'erogazione del credito a famiglie ed imprese per stimolare gli investimenti, la produttività, e con essi la ripresa economica.
  Onorevoli colleghi, lunedì scorso in chiusura della discussione generale su questo provvedimento il Viceministro Morando ci ha detto: «Qui si tratta di adeguare il regime fiscale italiano delle perdite sui crediti a quello europeo, niente di meno e niente di più», vale a dire che, anche questa volta, il pretesto del Governo per aiutare gli amici banchieri è la supposta necessità e urgenza di adeguarsi alle normative degli altri Paesi europei; ma vorremmo qui sommessamente ricordare che l'Italia ha una sua storia, una sua situazione di bilancio, una sua posizione debitoria di imprese e famiglie e non è possibile, né pensabile prescindere dalle tipicità italiane nell'emanare nuove normative.
  Abbiamo detto che questo decreto-legge è partito con un contenuto disomogeneo; ma evidentemente questo non vi bastava e quindi avete deciso, non appena siamo arrivati all'esame dell'Aula, di rimandarlo in Commissione per – così ci avete detto – recepire alcune indicazioni della Commissione bilancio; invece avete inserito tutto un nuovo pezzo, estraneo alla materia, tanto quanto lo sconto fiscale alle banche: il dissequestro dell'altoforno 2 delle acciaierie dell'Ilva.
  Ora, questo inserimento dell'ultima ora – o, anzi, dell'ultimo secondo – è incredibile sotto almeno due profili. Il primo, è l'aspetto di tecnica legislativa: voi avete depositato un decreto-legge, che è ora in fase di esame, o quantomeno dovrebbe esserlo, in questo stesso ramo del Parlamento, relativo all'Ilva, e che contiene una norma che è questa; ma poi pensate bene di stralciare la norma da quel provvedimento per metterla in questo; un orrore nel procedimento di formazione delle leggi e l'ennesimo schiaffo al rispetto della Costituzione. E lo avete fatto con un brevissimo ritorno in Commissione, al quale neanche è seguito un approfondito dibattito in Aula perché è stata posta la questione di fiducia.
  Il secondo profilo è il contenuto di questa norma: disponete che l'esercizio dell'attività di impresa negli stabilimenti di interesse strategico nazionale non sia impedito dal provvedimento di sequestro, quando lo stesso si riferisca ad ipotesi di reato inerenti la sicurezza dei lavoratori, senza considerare il fatto che per «salvare» la produzione all'Ilva si stabilisce una norma che pone la continuità d'impresa al di sopra della tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro. E lo farà in tutte le imprese di interesse strategico nazionale, perché voi lo sapete, cari colleghi, la legge vale erga omnes.
  Ma non solo: stabilite con questa norma che la continuità produttiva vale più della sicurezza dei lavoratori. Ma come ? E il bilanciamento degli interessi di Pag. 15cui tanto parlate ? State di fatto annullando anni e anni di conquiste dei lavoratori; conquiste per non rischiare la vita per il proprio posto di lavoro. E lo fate dopo il quinto – dico il quinto ! – morto all'Ilva, e dopo che questo povero ragazzo, di appena trentacinque anni, è deceduto in ospedale dopo giorni di terribile agonia per le ustioni arrecategli dall'altoforno, che ora rimettete tranquillamente in funzione ?
  E nel frattempo cosa fate ? Cosa avete fatto per risolvere la questione dell'Ilva ? Drammaticamente nulla, se non una sequenza di decreti-legge, l'ottavo dei quali è quello che ora state smembrando per infilarlo in questo provvedimento. Non avete fatto investimenti, se non di modestissima entità, e infatti insufficienti a garantire addirittura le prescrizioni in materia di autorizzazione integrata ambientale. Non sono stati recuperati i soldi dei Riva trafugati in Svizzera e sull'Ilva siamo ancora in alto mare.
  Onorevoli colleghi, il giudizio di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale su questo provvedimento è negativo, molto negativo.
  Per i motivi che ho detto sin qui, ma anche pure laddove abbiamo visto un briciolo di buona volontà di questo Esecutivo, avete lavorato male.
  Avete lavorato male sulla riforma del concordato preventivo, nella quale va operato un serio bilanciamento degli interessi in campo, tra aziende creditrici e aziende debitrici. E non c'era bisogno di infilare queste norme in un provvedimento d'urgenza, non fosse altro che per il fatto che c’è una commissione ministeriale che sta studiando proprio queste problematiche.
  Avete lavorato male sulle modifiche alle procedure esecutive; male perché avete dimenticato che buona parte dei debitori sono le nostre famiglie, famiglie che, in questo periodo di crisi, si stanno trovando – temporaneamente – nella condizione di non potere più adempiere alle obbligazioni finanziarie contratte e, soprattutto, di pagare le rate dei mutui.
  Avete lavorato male perché avete dimenticato che vanno inserite delle tutele di base nei confronti di queste persone, tutele quali l'impossibilità di farli espropriare della loro prima e unica casa di proprietà, la casa nella quale vivono, perché perdere la casa è un dramma e anche solo il rischio che possa accadere acuisce le tensioni sociali.
  Certo, è vero che i tempi per incassare i crediti, attraverso le procedure esecutive, sono lunghi, ma non possiamo dimenticare chi sono i debitori. Velocizzare il rientro dei crediti è intento lodevole, ma bisogna – lo ripeto – tutelare le persone. Abbiamo presentato un emendamento su questo, ma non è stato discusso perché avete posto la fiducia. Abbiamo presentato un ordine del giorno e ci avete dato un parere contrario (avete votato contro anche su questo). Ma non ci stupiamo. Sappiamo fin troppo bene che voi preferite soddisfare le banche, che speculano sulla pelle di chi ha perso il lavoro e non ce la fa a pagare il mutuo.
  È per tutti questi motivi, signor Presidente e onorevoli colleghi, che confermo il voto contrario del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piepoli. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, se parlate, potete abbassare il tono della voce ? Grazie.
  Prego, onorevole Piepoli.

  GAETANO PIEPOLI. Grazie, Presidente. A nome del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico noi confermiamo il voto favorevole su questo provvedimento. Lo facciamo cercando di avere consapevolezza di un doppio livello che il provvedimento stesso richiama. Il primo è quello delle norme che esso introduce. La gestione, da parte del diritto, della crisi dell'impresa inevitabilmente pone problemi di progressivi aggiustamenti e questo già a partire dagli anni Settanta, da quando la recessione ha fatto esplodere, all'interno dell'Occidente industrializzato, una molteplicità di gravi crisi aziendali. Quindi, nell'Unione europea i diversi ordinamenti Pag. 16si sono attrezzati, con strumenti progressivamente affinati, per cui non ci stupisce anche la precarietà delle scelte e anche il fatto che questi strumenti qui individuati, a proposito del concordato, debbano poi coordinarsi con il frutto dei lavori della commissione istituita presso il Ministero della giustizia.
  E, d'altronde, noi sappiamo che oggi la crisi, paradossalmente, può essere l'incubatore perché si esca rinnovati, sia sul versante delle regole e, quindi, dell'ordinamento giuridico, sia sul versante dei processi economici. Perché noi dobbiamo battere quella oramai autorevole, riconosciuta e apparente incompatibilità tra processi economici e meccanismi di governo dei processi medesimi, soprattutto quando in campo vi è la crisi dell'impresa, perché si dice che «i giudici sanno poco dell'economia e l'economia vuol sapere poco dei giudici».
  E allora, invece, noi siamo qui chiamati a trovare meccanismi che non ci rendano ininfluenti su questi processi. Qui ci troviamo di fronte a norme che certamente hanno introdotto una serie di novità: penso, in particolare, alle diverse dinamiche nel concordato; penso, in particolare, ai nuovi accordi e penso, in particolare, anche alla strumentazione che oggi ha cercato, in questo provvedimento, di accompagnare il rinnovamento dell'organizzazione della macchina della giustizia.
  Ma noi sappiamo che, al di là di questo, c’è un tema di fondo. Il tema di fondo è che la crisi dell'impresa – è vero – ci pone sempre l'interrogativo del nostro rapporto rispetto a un'identica connotazione che si chiama tempo. Noi abbiamo sempre più la consapevolezza che non possiamo intervenire tardi, allorché la decomposizione dell'organismo produttivo si è già realizzata e quando, ahimè, si tratta di procedere solo a finalità liquidatorie. Ma questo richiede di anticipare, sempre più, la capacità di intervenire sul primo momento della crisi dell'impresa e noi speriamo che, soprattutto da questa commissione, si introducano elementi per nuovi meccanismi di governo delle dimensioni prodromiche della crisi medesima.
  Ma vorrei anche dire che non è vero quello che qui è stato detto, che cioè il provvedimento esce così come è entrato, perché in Commissione noi abbiamo fatto un lavoro – parlo soprattutto della Commissione giustizia – e soprattutto – e qui lo diciamo, perché non sia semplicemente una velleitaria speranza, ma perché sia una certezza – abbiamo fatto un buon lavoro di riscontro con coloro che in prima persona sono sulla frontiera della gestione della crisi, parlo cioè della magistratura. E abbiamo soprattutto riscontrato un singolare affidamento della magistratura rispetto alla nostra capacità di legislatori e, dunque, la necessità di fare entrambi un salto culturale. E qui vorrei sottolineare che questa è la vera grande sfida, un salto culturale del legislatore che non si accontenta semplicemente di rinviare a domande grezze e di moltiplicare le domande, abbassando la sua capacità tecnica, ma nello stesso tempo cerca di rendersi conto della complessità di organizzare questi medesimi strumenti. E qui, da questo punto di vista, io credo che questa apertura di credito segni anche una fase nuova di dialogo tra potere legislativo e chi deve interpretare. Qui richiamo, perché lo facciamo nostro fino in fondo, l'insieme delle riflessioni che il nuovo Avvocato generale presso la Corte di cassazione l'altro giorno, su Il Sole 24 Ore, ha fatto proprio su questa sfida culturale, di una nuova capacità culturale del magistrato di rendersi conto della complessità quando interviene sui processi economici, ma di questa nuova sfida culturale anche per il legislatore perché non abbassi gli orizzonti della sua capacità aggirandosi nella inconcludenza delle prese di posizioni di principio, come ahimè anche in questa occasione ci è capitato di fare. Dunque, abbiamo di fronte a noi una prospettiva di lavoro che non dobbiamo lasciare cadere, ma che dobbiamo nella solidarietà costruire, perché la crisi delle imprese è soprattutto, alla fine della fiera, una crisi anche del sistema istituzionale e politico, perché qui si tratta di non lasciare cadere le risorse, che sono risorse organizzative, risorse umane, risorse economiche, Pag. 17e soprattutto non possono essere lasciate sole a se stesse, assolutamente in nome di una «politichetta» domestica (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia - Centro Democratico e di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Grazie Presidente, annuncio sin da subito il voto contrario da parte del gruppo della Lega su questo decreto, che, come è stato più volte ribadito nel corso del dibattito, è un decreto estremamente confuso, è un decreto estremamente caotico, è un decreto pasticciato, che rappresenta evidentemente lo stato confusionale in cui versano il Governo e la maggioranza. È un decreto che parla anche di fallimento, e mi sembra che possa rappresentare perfettamente la cartina al tornasole del fallimento di questo Governo, del fallimento di questo Governo sulle politiche di sviluppo e di rilancio del sistema economico del nostro Paese e sulle politiche di gestione del sistema giudiziario del nostro Paese. Io credo che questo decreto sia l'ennesima occasione persa, perché con questo decreto non si risolve, non si migliora e non si affronta soprattutto in maniera organica e sistematica un problema enorme, un problema evidente, che è il problema della profonda ed evidente crisi economica che affronta il nostro Paese, di numerose aziende che vanno in sofferenza e in difficoltà economica, che le porta spesso e volentieri purtroppo – e i numeri da quel punto di vista sono drammatici – a procedure fallimentari o a procedure di natura concorsuale. Io credo innanzitutto che le modalità con cui si affronta questo decreto siano modalità profondamente sbagliate. È un decreto che viene incardinato in Commissione giustizia, ma che non viene seguito dal Ministero della giustizia, tant’è che è il principale protagonista di questo decreto è stato il Viceministro Morando. È un decreto che parla di procedure fallimentari, che interviene sulle procedure fallimentari, e faccio presente che negli ultimi quattro anni le procedure fallimentari nel nostro Paese sono state cambiate tre volte, esattamente nel momento in cui c’è una commissione ministeriale che è stata creata appositamente per studiare e trovare delle soluzioni migliorative su questo tipo di procedure.
  Viene fatto questo decreto esattamente nel momento in cui la Commissione giustizia ha incardinato al proprio interno un dibattito sulle modifiche del codice di procedura penale e sulle normative in materia di procedure esecutive. Questa è la dimostrazione che non vi è una visione organica, non vi è una visione strutturale, non vi è una visione sistematica da parte del Governo e della maggioranza del Partito Democratico per affrontare aspetti tanto delicati del sistema economico e giudiziario del nostro Paese.
  Credo che in materie come queste – e questa sollecitazione ci viene dagli operatori del diritto – vi sia un principio che per noi è fondamentale, che è il principio della certezza del diritto: norme chiare, norme facilmente interpretabili, norme che vanno a regime in modo tale da rendere più semplice e più chiaro il procedimento di svolgimento dei sistemi fallimentari. E, invece, qui si fa esattamente il contrario: tutte modifiche che si sommano, si accumulano, che risultano anche attualmente difficilmente interpretabili e capibili; chi si trova a praticare sul campo questo tipo di ordinamento, l'ordinamento fallimentare, trova estremamente difficile capire e comprendere le modifiche stesse.
  Sono modifiche che arrivano dettate e, probabilmente, scritte sotto dettatura da parte di chi potrebbe trovare giovamento dall'approvazione di questo decreto, e mi riferisco, in modo particolare, a Confindustria, da un lato, e alle banche, dall'altro lato, perché, come è già stato abbondantemente detto, da questo decreto non arriveranno benefici al sistema economico del Paese o aiuti ad affrontare meglio la crisi da parte delle imprese del nostro Paese, in modo particolare le piccole e medie imprese, che rappresentano il tessuto economico e sociale che per anni ha Pag. 18mantenuto in piedi questo Paese e che anche oggi, tra mille difficoltà, tenta di creare economia e sviluppo. Questo decreto va, invece, soprattutto a beneficio delle grandi imprese e dei grandi istituti bancari, che trarranno, per l'ennesima volta e nuovamente, beneficio, sconti e regalie da parte di questo Governo.
  Vi è poi la parte sull'Ilva, che può essere condivisibile sotto il punto di vista del merito, ma non sotto quello del metodo. E, poi, caricate sopra questo decreto tutta una serie di aspetti. Cito, ad esempio – e mi dovete spiegare cosa c'entra con la finalità di questo decreto – la proroga del commissario straordinario per la messa in sicurezza del tribunale di giustizia di Palermo. Cosa c'entra ? Parlate di TAR: avete abolito i TAR e vi siete accorti che non potevate arrivare, nelle scadenze previste, alla soppressione di alcuni TAR, ad esempio il TAR di Parma o il TAR di Pescara; abrogate i TAR abrogati, e quindi correggete in corsa una norma che avete approvato poche settimane fa.
  Prevedete la possibilità, che condividiamo, di poter immettere nel sistema giustizia 2 mila dipendenti delle amministrazioni pubbliche, delle amministrazioni provinciali, senza, però, risolvere il problema di tutti i dipendenti delle amministrazioni provinciali e senza risolvere il problema delle province. Introducete qualche norma e mettete qualche milione di euro sul processo telematico. Affrontate assolutamente senza sistematicità e senza dargli un futuro la questione dei precari della giustizia, dei tirocinanti, di cui abbiamo abbondantemente parlato in Commissione: 400 euro al mese non è uno stipendio, ma è uno stipendio da fame.
  Affrontate il problema, anche qui in maniera non organica, della magistratura onoraria, sul trattenimento in servizio dei magistrati onorari, ma vi rifiutate, bocciando un ordine del giorno della Lega, di affrontare in maniera sistematica e precisa il problema della magistratura onoraria, che oggi è il sistema che tiene in piedi il sistema giustizia. Affrontate il problema del rapporto tra Stato ed enti locali nella gestione e nella manutenzione dei tribunali che vanno in soppressione.
  Affrontate il problema, su sollecitazione del Consiglio superiore della magistratura, del trattenimento in organico, per ancora un anno, di circa 100 magistrati apicali, semplicemente perché – ce lo diciamo: nessuno lo dice, lo dice la Lega – il CSM, che ha un evidente problema di sistema correntizio al proprio interno, non riesce a fare entro il termine pattuito, cioè entro il 31 dicembre 2015, le nomine.
  Il Consiglio superiore della magistratura, che ancora è invaso da un evidente problema correntizio, che non fa il bene della magistratura, non fa il bene, soprattutto, della giustizia, che non riesce a mettersi d'accordo sulle nomine. Quindi, avete bisogno di trattenere in servizio, ancora per un anno, figure apicali nel sistema giudiziario proprio per dare il tempo al CSM e, in modo particolare, alle correnti del CSM, di poter trovare la quadra sulle future nomine.
  Soprattutto, vendete come un grande successo, a nostro avviso invece è un grande danno, la possibilità di poter potenziare, attraverso l'applicazione fino a 20 magistrati, di quei tribunali, in modo particolare in Sicilia, in cui insistono le commissioni territoriali che analizzano le domande sugli status di rifugiato politico. Questa è la dimostrazione di come il sistema di gestione dell'immigrazione nel nostro Paese sia completamente saltata, di come la gestione della post accoglienza, e quindi della gestione delle domande d'asilo, sfugge completamente a qualsiasi logica e a qualsiasi controllo. Sfugge a qualsiasi logica e a qualsiasi controllo proprio perché il numero delle domande, il numero degli sbarchi, il numero delle accoglienze e il numero delle domande d'asilo, in modo particolare il numero delle domande di asilo rigettate, è aumentato in maniera sistematica. Basti pensare, ad esempio, che nel tribunale di Milano, nel 2013, vennero presentati circa 20 ricorsi di impugnazione e dinieghi sullo status di asilo, passati poi a 630 nel 2014, mentre si ipotizza per il 2015 di arrivare Pag. 19a 3.500 impugnazioni sui dinieghi delle domande d'asilo e il 90 per cento di queste domande vengono, poi, respinte. Perché ci opponiamo ? Perché nel momento in cui voi ritenete più opportuno e prevalente che un tribunale si debba occupare della gestione delle domande di asilo sul fenomeno dell'immigrazione, è evidente che questi magistrati che voi applicate a gestire questo fenomeno dovranno abbandonare la gestione del contenzioso in corso. Quindi, avremo un sistema giudiziario che ha già tempi irragionevoli e particolarmente lunghi e subirà un ulteriore rallentamento.

  PRESIDENTE. Concluda.

  NICOLA MOLTENI. Detto in parole povere, avremmo magistrati che anziché occuparsi dei contenziosi che riguardano il popolo italiano, i cittadini italiani e gli imprenditori italiani, si occuperanno di gestire le domande di asilo degli immigrati e dei clandestini che nel 90 per cento dei casi si confermeranno tali.
  È un decreto-legge, Presidente, che non risolve il problema della giustizia, che non affronta i veri problemi e i veri nodi legati alla giustizia. La giustizia continua ad essere un malato grave di questo Paese, che continuate ad affrontare con l'aspirina e non con i provvedimenti idonei a ridare dignità al nostro sistema giudiziario. Non affrontate il problema economico, non affrontate il problema giudiziario, continueremo ad avere processi estremamente lunghi, continueremo ad avere una irragionevole durata dei processi, continueremo ad avere 9 milioni di processi pendenti e tutto questo in barba agli interessi dei cittadini del nostro Paese. Continuate a fare gli interessi di altri e non gli interessi del nostro Paese, per cui la Lega voterà contro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Constato l'assenza del deputato Dambruoso che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto.
  Proseguiamo, Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Chi abbia la voglia, o abbia avuto il desiderio, di leggere, di approfondire, questo decreto nei giorni scorsi, nelle settimane scorse, nel pochissimo tempo che è stato dato alla Commissione giustizia per discuterlo, si sarebbe trovato davanti a una specie di crescendo wagneriano in cui si parte da presupposti e da proposte persino condivisibili sotto alcuni aspetti, per arrivare progressivamente, di peggioramento in peggioramento, fino alla norma introdotta con un emendamento, all'ultimo momento, cioè la norma sull'Ilva, che è una norma che ritengo, poi spiegherò il perché, completamente estranea sia all'ordinamento giuridico costituzionale italiano, ma arriverei a dire persino all'ordinamento etico che in un Paese dovrebbe semplicemente esistere ed essere condiviso da tutti. Perché dico che si parte da norme quasi condivisibili ? Perché si parte da un'ipotesi di riforma di quello che è l'istituto del concordato preventivo. Il concordato preventivo, per chi abbia visto come ha funzionato in questi anni della crisi, laddove è stato di fatto introdotto, comunque profondamente riformato al punto di funzionare come lo conosciamo, è quello strumento attraverso cui sono state gestite in questo Paese molto crisi aziendali o molte presunte pre crisi aziendali. È stato quella cosa che, in qualche modo, ha sostituito il fallimento. Si è cercato attraverso questo meccanismo di venire incontro alle imprese nel momento più profondo della crisi per evitare che momenti di difficoltà con la liquidità, dei momenti di difficoltà con le attività, diventassero immediatamente cessazione delle attività, con tutto quello che questo comporta sul piano economico e occupazionale. Ha avuto un risultato sotto questo profilo ? Forse sì, certamente però ha avuto anche molti problemi.
  Il problema più vasto è che, attraverso questo sistema, molte imprese hanno di fatto preferito privilegiare la tutela del Pag. 20patrimonio dell'imprenditore rispetto alla prosecuzione dell'attività di impresa, anche in modo abbastanza surrettizio. Quello che si è visto è che con il concordato preventivo non si va mai – almeno lo si fa molto di rado – a soddisfare i creditori. Non soddisfare i creditori, come sa chiunque in questo Paese abbia una qualche consuetudine con l'attività imprenditoriale, significa spesso che dalla crisi di un'impresa ne nascono dieci. Infatti, se un'impresa non paga i fornitori, i fornitori cominciano ad avere seri problemi.
  Quindi, da questo punto di vista, io credo che le misure che sono state introdotte... Anche se si tratterà poi di verificarne la ricaduta pratica, perché io credo che questo dibattito sia in qualche modo viziato da un certo eccesso di attenzione sulla giurisdizione, mentre, invece, avrebbe bisogno di essere portato molto di più sul campo pratico delle conseguenze sul sistema economico italiano. Però, la finanza interinale, le offerte concorrenti, il minimo di 20 per cento di soddisfazione dei creditori per attivare la procedura, persino il vincolo per tutti gli istituti di adeguarsi al 75 per cento di eventuale accordo tra i creditori maggiori hanno un qualche elemento positivo.
  Su questo faccio un inciso, perché è entrato molto nel dibattito. Bisogna stare attenti, non è detto che sia una misura che tutela le grandi banche. Anzi, spesso può persino capitare, soprattutto quando si ha a che fare con le piccole imprese, che a detenere la maggior parte dei crediti finanziari verso quell'impresa siano piccoli istituti e siano, invece, magari grandi banche, con grandi bilanci e altri tipi di sensibilità, a rifiutare l'accordo, perché non hanno particolare interesse nella sopravvivenza dell'impresa o nella ristrutturazione di quel credito.
  Quindi, da questo punto di vista e fino a qui, eravamo all'interno di un dibattito che si poteva serenamente condurre, magari non in dieci giorni. Poi, man mano che andiamo avanti, la situazione si complica. Infatti, c’è tutta la riforma, o almeno una parziale riforma, di tutte le procedure di esecuzione in questo Paese. E qui le cose si fanno un po’ più complicate. Infatti, se l'intenzione del Governo è quella di rendere più facili le esecuzioni mobiliari e immobiliari o, quanto meno, più veloci – diceva ieri il Governatore della Banca d'Italia che, grazie a questo provvedimento, per esempio, le esecuzioni immobiliari passeranno da una media di quattro anni a una media di tre anni –, l'intenzione è quella di far crescere il valore di questi crediti, cioè di renderli più facilmente commerciabili.
  Però, cosa fa sì questo ? Questo va visto anche dall'altro punto di vista, va visto dal punto di vista di chi, per esempio, ha una casa e con questo provvedimento sarà più facile e più veloce espropriargliela e potenzialmente metterlo in mezzo a una strada, perché questo è il mercato degli immobili in Italia. Noi crediamo e crediamo sempre che, rispetto al diritto sacrosanto di un creditore – nel caso, di una banca – di rientrare in possesso dei propri crediti, quando si tratta di prima casa, per esempio, debba sempre, sempre, sempre, fino in fondo prevalere il diritto di una famiglia a mantenere un tetto. Infatti, non ci può essere nessun diritto al recupero di un credito che prevale sul diritto umano fondamentale di avere un tetto per se stessi e per la propria famiglia.
  Poi andiamo avanti e arriviamo al tema della deducibilità dei crediti delle banche. È stato detto che è un regalo alle banche. Il Governo dice di no. Io credo che sia un regalo alle banche, se non un regalo, un favore, se non un favore, un termine di vantaggio. Questo è assolutamente innegabile. È un termine di vantaggio perché facilita la politica di bilancio, in quanto mette le banche, nei prossimi anni, nelle condizioni di poter decidere, attraverso quella discrezionalità che rimane sempre nella possibilità di mettere o non mettere a perdita un credito, di metterlo nell'anno «x» o nell'anno «y». Permette di spalmare potenzialmente queste perdite negli anni fiscalmente più vantaggiosi, quindi, sostanzialmente di pagare meno tasse. Se guardiamo quanti sono i crediti presumibilmente accumulati in perdita da parte Pag. 21delle banche italiane, questo fa sì che per molti anni – io temo – gli istituti di questo Paese smetteranno di versare IRAS e IRAP in Italia, o quasi.
  Sarebbe stato positivo accogliere un nostro emendamento che almeno limitava a cinque anni questa possibilità. Infatti, si sarebbe trattato di riconoscere che c’è un momento contingente in cui c’è una massa enorme di crediti da smaltire nel tempo più rapido possibile, anche per provare a far ripartire quel famoso credito alle imprese. Ma non può diventare una regola generale.
  C’è un tema che il Parlamento credo debba sapere: per le banche le perdite fanno parte della normale e consuetudinaria attività di impresa, le sconti già nel prezzo del credito, perché scommetti sul rischio. Le imprese bancarie e assicurative guadagnano o perdono sul rischio. È la loro attività principale e fondamentale, è quello su cui guadagnano. Se tu scommetti sul rischio, anche il fatto di avere alcune sofferenze fa parte del rischio, anche perché c’è chi già le paga all'interno del tasso di interesse.
  Siamo passati da diciotto anni a cinque e ora ad uno. Questo produrrà un risultato in termini di maggior credito per l'economia reale ?
  Noi abbiamo dei dubbi. Ma soprattutto abbiamo molti dubbi rispetto alle previsioni del Ministero dell'economia e delle finanze per cui questa misura sarà a costo zero dal punto di vista fiscale e credo anche di aver spiegato perché. Non ci convincono le tabelle che sono state presentate. Non è in alcun modo oggi possibile determinare quale sarà l'effetto nei prossimi anni. Qualcuno parla di tre miliardi di minori entrate: può essere che sia così. Il tema vero, però, è che sicuramente non è una misura sufficiente.
  Infine l'Ilva: l'Ilva è una pagina nera nell'ordinamento giurisdizionale italiano e nella storia di questo Parlamento. All'Ilva c’è stato un morto, un lavoratore morto. In seguito a questo la magistratura ha stabilito che quello stabilimento non avesse in una sua componente le condizioni di sicurezza minime per poter lavorare e ha messo i sigilli. Lo ha fatto la magistratura e non è sindacabile perché fa parte dei principi fondamentali dello Stato di diritto il fatto che non sia sindacabile dalla politica la decisione di un magistrato su un tema sensibile come la sicurezza dei lavoratori. Qui si va per decreto-legge, quindi il Governo, prima ancora che il Parlamento, per decreto toglie i sigilli retroattivamente – ripeto: retroattivamente – e lo fa in uno stabilimento che già otto decreti precedenti avevano di fatto dichiarato estraneo alle regole comuni di questo Paese. Vale a dire che noi andiamo a stabilire che l'Ilva di fatto è una extrariserva rispetto all'Italia, non è più in Italia, è da un'altra parte e lì le regole comuni di sicurezza ambientale e di sicurezza dei lavoratori non valgono. È possibile questo cioè che questo Parlamento non si renda conto del corto circuito che si innesca quando un Governo legifera contro una decisione della magistratura e, di fatto, al suo posto con effetto retroattivo e non si rende conto che questo, almeno dal mio punto di vista, è sicuramente contrario all'articolo 41 della Costituzione ? Infatti la libertà d'impresa è libera ma solo ed esclusivamente laddove non pregiudichi il diritto fondamentale alla salute e alla sicurezza di chi lavora. È questo il primo elemento ma anche dal punto di vista procedurale, ho dei dubbi sul fatto che una cosa di questo genere sia costituzionale perché l'irretroattività delle norme è un principio fondamentale da un punto di vista giuridico. Allora è questo che viene chiesto a questo Parlamento di approvare e concludo: un provvedimento che contiene molta materia sul concordato preventivo che avrà forse un qualche tipo di impatto; una cosa molto significativa sulla deducibilità per le banche dei crediti che di fatto raffigura un favore senza contropartita certa che si fa al sistema bancario e, infine, una violazione aperta dei principi costituzionali. Stiamo votando questo. Voi capite, credo, che in nome di qualunque principio politico ma anche di qualcosa che va oltre la politica e che si chiama dignità rispetto a quello che si sta Pag. 22facendo il nostro voto non può che essere contrario (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dambruoso. Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO. Grazie Presidente, la ringrazio per consentirmi il recupero del mio turno perché lo avevo colpevolmente saltato e la ringrazio. Signora Presidente, il testo in esame chiaramente introduce, come abbiamo già sentito da significativi interventi che mi hanno preceduto, modifiche al codice civile, al codice di procedura civile e alla legge fallimentare al fine quindi di razionalizzare le procedure di recupero dei crediti favorendo la più rapida ed efficace soddisfazione dei creditori in particolare bancari attraverso strumenti di velocizzazione e semplificazione delle procedure esecutive e fallimentari, misure quindi volte a salvaguardare il valore delle imprese in crisi, l'aumento della flessibilità delle ristrutturazioni extragiudiziali e dell'efficienza delle vendite fallimentari. Il pacchetto di norme altresì, come anche altri hanno già commentato, nell'alveo del processo di riforma e di riorganizzazione del Ministero della giustizia, introduce nuovi interventi strategici tesi al recupero di efficienza e di funzionalità delle strutture giudiziarie centrali e periferiche nonché il potenziamento dei relativi servizi. Quindi due grandi temi che noi abbiamo seguito con attenzione come partito e come gruppo di Scelta Civica che ci hanno visto molto attivi sia nel nostro sorgere sia nel corso della nostra campagna elettorale. Impresa, reddito, lavoro e dall'altro lato giustizia, miglioramento della giustizia per consentire proprio a quel reddito, a quel lavoro e a quell'impresa di funzionare con profili ottimali.
  Ebbene, sono sempre più frequenti le notizie riguardanti imprenditori in difficoltà, incapaci di porre rimedio alle conseguenze di tali crisi, che affrontano con gesti inconsulti ed estremi la propria situazione. Abbiamo ritenuto, quindi, che fosse necessario intervenire con misure efficaci, finalizzate proprio alla tutela del tessuto economico e sociale.
  Vado anche a sottolineare che ci ha colto con particolare propensione alla riflessione sul dibattito il rilievo della disposizione introdotta dalla Commissione giustizia secondo cui l'esercizio dell'attività di impresa degli stabilimenti di interesse strategico nazionale non deve essere impedito dal sequestro sui beni dell'impresa titolare dello stabilimento, quando una misura cautelare sia stata adottata in relazione ad ipotesi di reati inerenti la sicurezza dei dipendenti, per esempio, e ciò proprio al fine di garantire il necessario bilanciamento tra la continuità dell'attività produttiva, la salvaguardia dell'occupazione, la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Salvaguardia dell'occupazione e salute dell'ambiente sono temi che anche qui alla Camera abbiamo ritenuto, di recente, importanti proprio per la gestione, anche, del nostro palazzo.
  L'intervento normativo costituisce l'ampliamento di quanto già disposto dal decreto-legge n. 207 del 2012 per gli stabilimenti di interesse strategico nazionale e, in particolare, per l'Ilva di Taranto, su cui la Corte costituzionale ha già stabilito, con la sentenza del 2013, la possibilità di un intervento del legislatore sulla continuità produttiva compatibile con i provvedimenti cautelari. La giusta azione penale nei confronti di chi ha provocato danni all'ambiente e alla salute dei cittadini deve essere, quindi, compatibile con l'attività di impresa. La norma approvata non prevede un automatico proseguimento dell'attività, ma impone la presentazione di un piano che tuteli la salute, la sicurezza e la continuità dell'azienda.
  Ritengo, comunque, che le misure sull'efficienza della giustizia siano particolarmente importanti e che valga la pena soffermarsi anche su di esse; come operatori del settore, sappiamo benissimo che forse contano di più le risorse dell'organizzazione che non riforme processuali e sostanziali, ma vado a segnalare in particolare quella che ha riguardato il trattenimento in servizio dei magistrati ordinari, Pag. 23contabili e onorari; ricordo la novità in materia di processo civile telematico – un importante obiettivo raggiunto da questo Governo e da questa legislatura – il processo amministrativo telematico, il processo contabile telematico, la riorganizzazione del TAR, gli incentivi fiscali per gli arbitrati e per la negoziazione assistita e tutte le misure finalizzate anche alla riqualificazione del personale dell'amministrazione giudiziaria.
  Al fine di gestire l'emergenza derivante proprio dal massiccio fenomeno migratorio e dal conseguente elevato numero di procedimenti connessi alle richieste di protezione internazionale, in Commissione giustizia abbiamo, anche, con una certa urgenza, introdotto una disposizione che consentirà al CSM di procedere immediatamente all'applicazione di 20 magistrati presso gli uffici giudiziari in cui vi sia rilevante contenzioso per le richieste di asilo politico, attribuendo alcuni incentivi anche di natura economica a coloro che manifestano disponibilità allo spostamento extradistrettuale. Abbiamo direttamente, in sede di Commissione d'inchiesta sui centri per immigrati, trovato riscontro che una velocizzazione del riconoscimento della protezione in termini di diritto di asilo consentirà un risparmio davvero superiore rispetto a quello che si sta cercando di programmare con le selezioni sempre più forti del flusso migratorio. Velocizzare quel tipo di procedure consentirà allo Stato di spendere molto meno, pagare un magistrato in più consentirà allo Stato di risparmiare un'ingente quantità di denaro, proprio grazie a quella velocizzazione, perché eviterà il mantenimento inutile, presso i vari centri di accoglienza, di migranti solo in attesa del riscontro giudiziario.
  È estremamente importante anche la disposizione sui tirocinanti della giustizia che forniscono un contributo non di poco conto per l'attività amministrativa dei nostri tribunali. Ad essi viene riconosciuto un ulteriore completamento del tirocinio di formazione di 12 mesi. Ma al di là di queste tecnicalità, anche il trasferimento, questo è un punto di vista economico rilevante, di duemila unità di personale proveniente dalle province nei tribunali ci consentirà di aumentare l'efficienza del nostro sistema giustizia e garantirà una maggiore serenità a lavoratori che, ad oggi, vedono un destino abbastanza incerto, non tanto in riferimento al mantenimento della loro occupazione, ma soprattutto in riferimento alle funzioni che andranno a svolgere all'interno di un altro ente pubblico.
  Il nostro gruppo non ha fatto venir meno il proprio apporto costruttivo attraverso la presentazione di svariate proposte emendative, alcune delle quali sono state recepite nel testo in esame.
  Mi riferisco in particolare a quelle modifiche della disciplina in materia di offerte e proposte concorrenti, all'allungamento da 6 a 9 mesi del termine necessario per l'omologazione del concordato preventivo, all'intervento sulla normativa in tema di curatore fallimentare (si è escluso, per esempio, che possa svolgere l'incarico di curatore colui che ha in qualsiasi tempo concorso a cagionare il dissesto eliminando ogni riferimento temporale), alla previsione dell'applicazione delle disposizioni sulla concorrenza nel concordato anche ai procedimenti introdotti anteriormente all'entrata in vigore del decreto.
  Per tutte queste ragioni Scelta Civica è convinta sostenitrice della bontà di questo provvedimento, per cui dichiaro con convinzione il proprio voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo di Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Grazie Presidente, il gruppo parlamentare di Area Popolare voterà a favore del decreto-legge oggi in esame. Si tratta di un provvedimento che detta una serie di misure in materia fallimentare, ma anche civile e processuale civile, ma anche di natura organizzativa e devo dire che già durante il dibattito che si svolse in quest'Aula, Pag. 24quando il signor ministro della giustizia ebbe modo di rendicontare al Parlamento sul trascorso anno giudiziario, avemmo modo di precisare nella nostra relazione che uno dei nodi su cui bisognava intervenire in tempi rapidi e stretti era proprio legato alla materia fallimentare. Avevamo dati (che possiamo oggi ulteriormente confermare) che dimostravano che c’è un vero e proprio blocco economico di beni materiali, immateriali e patrimoniali che realizzavano svantaggi nei confronti della comunità, e tutto ciò nell'ordine di stime che variano tra i 17 e i 45 miliardi. L'indefinitezza dell'ammontare stesso è una conferma che certamente su questa materia bisognava intervenire perché forse troppi vantaggi giravano attorno alle curatele e forse troppo pochi erano i ritorni economici nei confronti del paese e in particolare di quegli imprenditori che erano entrati in stato di crisi e che forse venivano eccessivamente penalizzati da una serie di leggi superate dai tempi.
  Mi pare di poter dire che l'intervento a cui abbiamo assistito con immediatezza – ripeto a pochi mesi dalla relazione e dall'osservazione che avevamo fatto – è la prova concreta che questo bisogno era avvertito e quindi giudico il risultato più che positivo. Si è scelta, fra l'altro, la strada del decreto-legge proprio a conferma che bisognava intervenire con tempestività anche per aiutare il sistema economico, e il sistema giustizia con interventi nuovi. La crisi economica e sociale di cui patisce il Paese non è soltanto una crisi da eccesso di imposte pagate, non è soltanto un eccesso di lungaggini burocratiche che purtroppo tutti noi subiamo, ma è frutto anche di leggi che sono obsolete e mi pare di poter dire che proprio in campo fallimentare siamo di fronte a tutto questo.
  La legge però non ci lascia pienamente soddisfatti, dobbiamo essere anche concreti. Il fatto stesso che questo provvedimento segni anche misure in materie civile e di processo civile significa che il tema non è stato affrontato di petto come forse era meritevole. Però noi cogliamo sempre i lati positivi e il fatto stesso che sia stato scalfito, finalmente, un sistema legislativo ancorato a logiche da anni Cinquanta, la dice lunga sul fatto che perlomeno si sono mosse le acque. Le audizioni ci hanno spiegato che si poteva fare di più, però il dato finalmente vede un orizzonte di tipo diverso.
  Sempre entrando nel merito e nei pochissimi minuti a disposizione, valutiamo che il nostro Paese è fortemente e negativamente condizionato anche dalla giustizia civile. L'arretrato, ne abbiamo parlato anche altre volte, crea disincentivi all'investimento e sempre tutti noi parliamo di disincentivi da parte di Paesi esteri che vorrebbero investire in Italia ma che sono scoraggiati. È arrivato il momento di invertire il paradigma. Oggi più degli stranieri sono già gli italiani stessi che non possono e non vogliono più investire in Italia perché investire in Italia è assurdo stante le difficoltà viste le scelte culturali e politiche a svantaggio degli imprenditori. Questo è un elemento che deve fare riflettere perché noi viviamo di partite IVA. Se noi pensiamo che il PIL possa soltanto venire fuori da una economia statale o parastatale siamo destinati a diventare, da qui a qualche anno, una Bulgaria qualsiasi, con il massimo rispetto per quel Paese. Se invece vogliamo avere forti le nostre caratteristiche del sistema politico ed economico e sociale che hanno fatto grande il nostro Paese, è chiaro che dobbiamo intervenire con nuove scelte legislative.
  Anche in questo caso, in questa legge, non cogliamo quella svolta radicale che avremmo voluto, però, certamente, anche in campo civile, anche qui, abbiano avvertito dei miglioramenti.
  La riforma di oggi, quindi, come dicevo, va in questa direzione: un'inversione di marcia, ma non radicale. Da questo punto di vista, c’è già una tendenza che era già manifestata: la legge n. 132 del 2014, per esempio, recante «misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell'arretrato in materia di processo civile», prevedeva il trasferimento in sede arbitrale dei procedimenti civili pendenti, e oggi, con il provvedimento Pag. 25che stiamo affrontando, continuiamo ad andare avanti in questa direzione.
  Il decreto-legge in questione introduce anche l'uso di misure idonee a facilitare il reperimento di risorse finanziarie da parte degli imprenditori in crisi, migliora l'efficienza e le procedure di esecuzione forzata, attraverso l'ammodernamento delle forme di pubblicità e anche di vendita; è interessante anche l'iniziativa del portale pubblico nazionale, che consente di mettere sul mercato – lo dico tra virgolette – beni che sono stati oggetto della curatela non più in un contesto localistico o poco più, ma anche in un contesto internazionale e questo certamente favorirà una maggiore efficienza; tutto ciò senza per questo avere perso di mira la pubblicizzazione attraverso i mass media locali, che penso siano anche elementi di attenzione verso l'economia stessa e verso le fonti di informazione locali, a cui attribuiamo grande importanza.
  Vengono introdotte anche misure che consentono effetti economici e sociali positivi e devo dire che, da questo punto di vista, il giudizio complessivo rimane positivo, per quanto ci siano delle criticità, come avevo osservato poc'anzi.
  Il provvedimento, inoltre, introduce miglioramenti sulle procedure concorsuali in senso lato, anche sulle esecutive, misure fiscali che, certamente, porteranno vantaggi, in riferimento soprattutto al processo telematico. Il provvedimento introduce misure che realizzano anche esercizi di attività di impresa dove non verrà impedito il sequestro dei beni dell'impresa titolare dello stabilimento, quanto la misura cautelare stessa è adottata in relazione a ipotesi di reato che riguardano la sicurezza dei lavoratori e garantisce il bilanciamento tra la continuità produttiva precedente e la salvaguardia, l'occupazione, la salute, la sicurezza e i posti di lavoro. Quindi, una visione certamente non conservatrice, ma attenta e bilanciata rispetto agli interessi complessivi. Il riferimento all'Ilva non è casuale.
  La Corte costituzionale ha già chiarito la possibilità di un intervento legislativo circa la continuità produttiva, compatibile con i provvedimenti cautelari, e anche in questo siamo coesi e coerenti col ragionamento complessivo, e la prosecuzione dell'attività, comunque, in generale, in correlazione al Piano, ci fa dire che la tutela dei lavoratori verrà assolutamente garantita nonostante i provvedimenti di sequestro.
  Ribadiamo, quindi, il voto favorevole al decreto-legge e, da questo punto di vista, ci auguriamo, in futuro, una maggiore intraprendenza e un maggiore coraggio con riferimento ai provvedimenti amministrativi e legislativi che – vi posso assicurare – saranno necessari da qui a qualche tempo, perché chi immagina che tutte queste leggi possano essere bastevoli rispetto ai bisogni complessivi di un Paese in crisi come il nostro, evidentemente non ha ben chiaro il momento che stiamo attraversando.
  Nel dare un giudizio positivo, Presidente, la ringrazio e concludo il mio intervento (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, come è stato già annunciato dalla mia parte politica, questo complesso decreto-legge sarà oggetto di una valutazione di merito, in quanto alcune delle disposizioni in esso contenute presentano aspetti interessanti che considereremo senza pregiudizi nei confronti di questo Governo a cui fermamente ci opponiamo.
  Questo perché, quando sono in discussione disposizioni che possono essere utili per l'economia del nostro Paese, per noi prevale su ogni altra considerazione l'interesse dei cittadini ed in particolare, la necessità di favorire la ripresa delle attività economiche. In concreto, non saremo mai, noi di Forza Italia, il partito del «tanto peggio, tanto meglio», come invece fa sempre la sinistra quando è all'opposizione.
  A questo proposito e per questo motivo, vogliamo ricordare che non abbiamo presentato Pag. 26una pregiudiziale di costituzionalità, in quanto non volevamo e non vogliamo ostacolare la conversione di questo decreto-legge, in parte utile, ma chiaramente non in linea con l'articolo 77 della Costituzione.
  Noi ci opponiamo a questo Governo per ragioni politiche, che risultano quanto mai rafforzate a seguito delle conclamata ininfluenza del Governo in ambito europeo specie sul tema dell'immigrazione, nonché dagli annunci elettoralistici di sgravi fiscali consistenti, che noi potremmo anche condividere in linea di principio, ma, ad oggi, non sappiamo note le coperture credibili. Ma se il Governo adotta un decreto-legge che, pur criticabile sotto il profilo costituzionale in ordine alla mancanza assoluta dei requisiti di cui all'articolo 77 della Costituzione, può avere effetti positivi sull'economia, noi, per senso di responsabilità non contrasteremo la sua approvazione in Parlamento.
  Misure positive, contenute nel decreto-legge, sono, ad esempio, quelle dirette a rendere più veloci e trasparenti le procedure fallimentari al fine di salvaguardare contestualmente sia la continuità aziendale e quindi l'occupazione, nonché gli interessi dei creditori. Interessante è la possibilità per il debitore di richiedere l'accesso a limitati finanziamenti prededucibili necessari a sostenere l'attività aziendale nel periodo in cui si predispone la richiesta del vero e proprio finanziamento interinale. Questa è una misura che da tempo i curatori chiedono e che sicuramente aiuta l'azienda nelle difficoltà in cui ritrova all'inizio a poter ritornare sul mercato in maniera ottimale. Da sottolineare che anche le altre misure in materia fallimentare contenute nel decreto-legge sono utili e questo vale soprattutto per i nuovi requisiti previsti per la nomina del curatore fallimentare di cui viene garantita una maggiore qualificazione e indipendenza e una conclamata trasparenza.
  Una norma positiva, è anche quella che modifica in modo sostanziale la deducibilità ai fini dell'Ires e dell'IRAP delle svalutazioni e perdite su crediti delle banche e delle assicurazioni. In pratica, dall'attuale deducibilità spalmata in cinque anni si passa alla deducibilità in un singolo esercizio. Da tale norma le banche e le assicurazioni trarranno un notevole beneficio che le pone in condizioni simili alle banche ed assicurazioni degli altri Paesi dell'Unione europea, che già avevano questa norma. Questi benefici che comportano un onere, sia pure transitorio, per le casse dello Stato saranno utili per l'economia del Paese se non saranno utilizzati solo per migliorare i bilanci di banche ed assicurazioni, ma anche e soprattutto – ci auguriamo – per dare maggior impulso alle attività economiche nel caso delle banche e per praticare tariffe in linea con le medie europee per quanto riguarda le assicurazioni.
  Ora è evidente che questi benefici di carattere fiscale per banche ed assicurazioni possono giustificarsi se queste imprese finalmente sosterranno la ripresa economica che ancora latita sia per l'insufficiente volume di crediti erogati all'economia, sia e soprattutto per la totale inadeguatezza delle politiche economiche e finanziarie del Governo e, mi permetto di aggiungere, per la mancanza assoluta di un piano industriale. Da tempo noi invochiamo, ed abbiamo presentato anche agli emendamenti in materia, un Fondo di garanzia nazionale; ciò, essendo oggi l'accesso al credito uno dei principali problemi del nostro Paese, per consentire, a chi è titolare di un progetto valido e riconosciuto, attraverso l'aiuto dello Stato, di ottenere quel credito che serve a sviluppare la sua impresa. Questo vale soprattutto per la piccola e media impresa che rappresenta – lo ricordo – l'ossatura di questo Paese.
  Una norma che invece giudichiamo ingiusta e discriminatoria nei confronti degli altri dipendenti pubblici è la proroga del trattenimento in servizio dei magistrati ordinari. In pratica i magistrati ordinari, che già hanno età di pensionamento più elevate rispetto alla generalità dei pubblici dipendenti e che dovrebbero essere collocati in quiescenza nel corso del 2015, saranno collocati a riposo il 31 dicembre 2016; questo per dare tempo al CSM di Pag. 27assegnare gli incarichi direttivi e semidirettivi che si renderanno vacanti quest'anno e nel prossimo anno a causa del pensionamento dei magistrati che li ricoprono. Ma tale beneficio accordato ai magistrati, che evidentemente tengono molto a conservare anche in età avanzata i loro privilegi e il loro potere, non è assolutamente giustificato. I tempi infiniti con cui il CSM assegna gli incarichi direttivi e semidirettivi sono una patologica conseguenza della degenerazione correntizia del Consiglio Superiore dove la spartizione delle nomine è frutto di trattative laboriose e indecenti tra i vari gruppi di potere.
  Trattative che nulla hanno a che vedere con l'indipendenza della magistratura, né tanto meno con l'interesse dei cittadini ad avere un servizio di giustizia celere ed efficiente ed al passo con i nostri tempi. Da rilevare che nel corso dell'esame in Commissione giustizia in sede referente il privilegio del trattenimento in servizio, oltre i limiti di età previsti dalla legge, è stato esteso, con motivazioni direi pretestuose, anche ai magistrati contabili e ai magistrati onorari.
  Una norma opportuna, contenuta in un altro decreto-legge, è stata inserita in questo provvedimento con l'obiettivo di accelerarne l'approvazione definitiva; mi riferisco alla norma contenuta nell'articolo 21-octies diretta ad evitare il blocco produttivo di stabilimenti strategici per effetto di provvedimenti di sequestro da parte della magistratura; il riferimento è in particolare allo stabilimento Ilva di Taranto dove, in presenza di un piano per misure immediate dirette a migliorare la sicurezza dei luoghi di lavoro, non deve essere interrotta con il sequestro un'attività produttiva fondamentale per l'economia del Paese e la tutela dei livelli occupazionali.
  Si contrasta in questo modo la tendenza pericolosa della magistratura di travalicare dai suoi compiti e funzioni. Già tanti danni ha fatto la magistratura militante alle istituzioni democratiche, non deve farli anche alle attività produttive e all'occupazione. Sia chiaro che la circostanza fortuita che alcune norme contenute nel decreto-legge n. 83 del 2015 possono avere effetti positivi sull'economia del Paese, ripeto, non cambia affatto il nostro giudizio complessivo sull'azione del Governo.
  I dati che evidenziano le difficoltà perduranti dell'economia confermano la fondatezza delle nostre critiche; il Governo, anche nell'occasione della crisi greca, si è dimostrato sostanzialmente assente, svolgendo il ruolo del convitato di pietra e si è comunque appiattito sulle posizioni della Germania. È inoltre del tutto inescusabile la piatta acquiescenza alle sanzioni contro la Russia di Putin (Applausi del deputato Brunetta), che tanti danni stanno provocando alle nostre aziende esportatrici, mentre paradossalmente proprie le nazioni che più spingono per il mantenimento e l'inasprimento delle sanzioni contro la Russia fanno affari d'oro con Putin ed i suoi oligarchi. Non a caso, infatti, mentre la nostra Saipem ha visto cancellato il contratto con i russi per il metanodotto che doveva attraversare il Mar Nero, la Shell e la British Petroleum hanno visto confermata la realizzazione del metanodotto che attraverserà il Mar Baltico e paradossalmente la stampa britannica accusa il nostro Paese di essere troppo morbido con Putin a causa dei nostri interessi commerciali, una situazione, direi, assolutamente paradossale.
  Signor Presidente, onorevoli colleghi, in conclusione, come già ho sottolineato con chiarezza essendo la nostra opposizione al Governo di natura politica ma non aprioristica, di fronte, come in questo caso, ad un decreto-legge che presenta luci ed ombre ma che può essere utile per il nostro Paese, non ci opporremo alla sua conversione in legge. Le norme di accelerazione del processo esecutivo, le norme di maggior trasparenza nel diritto fallimentare, la norma sull'Ilva introdotta successivamente, contraddittoria ma che, nel rispetto assoluto della sicurezza dei lavoratori, non ci può vedere contro l'impresa a favore di una magistratura invasiva. Queste sono norme che pur non ritenendole sufficienti ci portano a non opporci in maniera forte Pag. 28al decreto e ci portano ad un voto interlocutorio. Per questo, signor Presidente, dichiaro il voto di astensione di Forza Italia su questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente, questo è il momento in cui in una democrazia normale io dovrei fare un discorso pieno di argomentazioni e contenuti sulla legge che stiamo approvando, dovrei motivare le ragioni del nostro «no» su quella legge, dovrei poter far capire all'Aula perché il MoVimento 5 Stelle pensa che quella è una legge sbagliata. Presidente, non posso farlo perché qui manca la premessa, questa non è una legge, non è una legge se, quando parliamo di legge, parliamo di tutti quei concetti e valori che vengono insegnati ad uno studente che studia giurisprudenza. Non può essere una legge. Non può essere una legge nemmeno per il modo in cui si è arrivati, con norme inserite all'ultimo minuto all'interno di un decreto-legge in una Camera che è costretta a lavorare di notte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché la maggioranza teme il giudizio dei cittadini; in una Camera che lavora di notte, Presidente, anche per sua responsabilità.
  Questa Camera è ridotta ormai ad essere lo zerbino del Governo Renzi e questo non va bene (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle) perché il suo posto è a garanzia non del MoVimento 5 Stelle o dei deputati, ma dei cittadini, prima che di qualsiasi altro deputato della Repubblica e, soprattutto, prima che di qualsiasi Presidente del Consiglio.
  Presidente, quando penso al concetto di legge, io penso alla frase che diceva Giorgio La Pira: «La legge scritta vale ai miei occhi solo se essa non è uno strumento di oppressione e di fame». È una frase bellissima, Presidente, perché è priva di qualsiasi riferimento ai cavilli. Lei legge questa frase e non ha in mente nessuna delle parole, dei commi o di tutti i centinaia di cavilli che questo Governo continua ad utilizzare per aggirare e stralciare nei fatti la Costituzione.
  Ed è questo quello che dovremmo recuperare. Ma cosa pensate ? Che io venga qui ora a fare una valutazione e un esame – così com’è stato fatto – sugli articoli di una legge allucinante ? Presidente, se uno studente all'università portasse gli argomenti che sono contenuti in questa legge all'esame universitario verrebbe buttato fuori a calci: è una legge, quella che in un Paese che è in profonda crisi, in cui i cittadini fanno fatica ad arrivare a fine mese, fa l'ennesimo regalo di 7 miliardi all'anno alle banche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? È una legge ? A quelle banche, Presidente, che, da un lato, strozzano i cittadini, e, dall'altro, tirano le fila di un teatro di marionette, che si chiama Governo Renzi, ogni giorno. È una legge, quella che stabilisce che – se c’è un provvedimento del magistrato, perché c’è un rischio all'interno di un'azienda per la sicurezza e la salute dei cittadini, un provvedimento di sequestro dell'azienda, perché il magistrato accerta che c’è un rischio per la salute – l'impresa deve andare avanti a tutti i costi ? È una legge questa, Presidente ?
  Qualcuno qui pensa di dare lezioni di civiltà, ogni tanto lo noto nei talk-show, ai cinesi. Si parla dei cinesi come di un popolo che non conosce i diritti dei lavoratori: i cinesi forse, anzi sicuramente, queste cose le fanno, ma non avrebbero mai l'ardore di scriverle in una legge. Voi, siete peggio dei cinesi, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa non è una legge, Presidente, ma una barbarie lobbista, che è fatta sulla pelle e la salute dei cittadini.
  Campbell scriveva: «Credo che la persona che accetta un lavoro allo scopo di sopravvivere, in altre parole per il denaro, faccia di se stesso uno schiavo». Pensate, lui pensava che, se un lavoratore lavora solo per sopravvivere, diventa schiavo. Ma voi siete andati oltre perché il lavoratore Pag. 29che fa un lavoro per sopravvivere rischiate anche di ammazzarlo perché, se un magistrato interviene, voi dite che quel provvedimento non ha nessun effetto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Presidente, io ho provato a prendere questa legge e a valutarne la compatibilità, nel mio piccolo, con la Costituzione. Ho contato circa una trentina o una quarantina di articoli della Costituzione violati, Presidente. Non c’è nemmeno il tempo per elencarli, ma indicherò alcuni principi. È violato il principio per cui il diritto alla salute dei cittadini è inviolabile, perché con questa legge il Parlamento si sta arrogando il diritto di avere una licenza di uccidere. È violato ogni articolo della Costituzione che contenga in sé il principio di uguaglianza, perché state stabilendo che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B: i cittadini di serie A sono le banche, quando sono creditori, rispetto a tutti gli altri creditori. Con questo provvedimento state stabilendo che le banche possono fare di tutto ogni volta che avanzano un credito, anche espropriare beni a terzi in maniera indiscriminata e senza che ci sia un provvedimento del giudice a giustificarlo.
  State dicendo che ci sono esseri umani di serie A ed esseri umani di serie B (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quelli di serie A sono quelli che speculano; quelli di serie B sono quelli che lavorano, quegli operai riguardo ai quali, se il giudice ha valutato che c’è un rischio per la loro vita, quella vita ha meno importanza. Vi rendete conto di dove questo Parlamento sta arrivando ?
  Io, Presidente, ieri, parlando con i cittadini – tra l'altro suggerisco ogni tanto di farlo, perché sarebbe un'esperienza importante nella vostra vita: i cittadini sono quelli che camminano per le strade e ogni tanto li incontrate – ho incontrato, Presidente, una mamma di quattro figli e, parlando di politica, mi chiedeva e mi diceva che lei si ricordava sempre la frase che spesso noi ripetiamo: «Che pianeta stiamo lasciando ai nostri figli». Lei mi diceva che, invece, pensava ad un'altra frase, che va oltre questo: «Che figli lasciamo a questo pianeta. Qual è l'esempio e l'educazione che diamo ai nostri figli ? Qual è il messaggio che questo Parlamento sta dando alle nuove generazioni ?».
  E lì, Presidente, a un certo mi sono venuti alla mente gli ultimi dieci giorni di questo Parlamento e ho pensato che noi continuiamo a parlare di leggi ma non ci accorgiamo che la peggiore colpa di questo Governo è il massacro che sta facendo dei valori a danno delle nuove generazioni. Quali sono le nuove generazioni che vogliamo lasciare a questo pianeta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  E allora, Presidente, ho pensato che ogni opposizione deve lottare prima di tutto per questo, per evitare che questa classe politica possa forgiare le nuove generazioni a propria immagine e somiglianza, perché, Presidente, io non voglio una generazione capace di pugnalare alle spalle una persona – pensando soltanto agli ultimi dieci giorni – e poi fargli un applauso con la standing ovation, come è accaduto ieri. Per inciso, Presidente, il discorso di Rosato di ieri è una rara sintesi di cinismo e di ipocrisia, un raro esempio di totale assenza di decoro, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Noi non vogliamo una generazione di persone capaci di votare «no» al commissariamento di una comunità come quella de «Il Forteto», in cui i bambini venivano maltrattati e violentati, soltanto perché la mozione l'ha presentata un'opposizione, Presidente, perché questo va oltre ogni malvagità umana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E per andare al provvedimento di oggi, non vogliamo una generazione che pensi che la produttività e il denaro siano al centro della politica. Noi non possiamo desiderare questo futuro e tante volte noi abbiamo accusato i partiti e anche singoli politici di essere ladri, Presidente, ma la prima cosa di cui sono ladri oggi – e fa capo a un elenco lunghissimo, peraltro – è il futuro delle nuove generazioni. Quello che io ho capito, perché con questi ultimi Pag. 30dieci giorni è stata superata una soglia di tolleranza, è che quello che dobbiamo fare è, prima di tutto, impedire a questa gente, a questi partiti, a questi politicanti, a questi lobbisti, spesso intrecciati con i criminali, di rubare il futuro delle nuove generazioni, perché il mondo che questo Paese merita, il futuro che merita è un altro e sicuramente non è quello che pensa questa gente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Alessia Morani. Ne ha facoltà.

  ALESSIA MORANI. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, un grande economista del secolo scorso, John Keynes, disse: «Gli imprenditori sono mossi da spiriti animali». In effetti, è l'istinto che li guida, la voglia di fare, di misurarsi con gli altri, di produrre. La spinta che li anima, però, non è univoca: c’è sì il desiderio di benessere e di profitto, ma anche dell'affermazione di sé e la stessa componente innovativa e creativa caratterizza colui che è il primo attore sulla scena dell'impresa. E c’è anche la volontà di contribuire allo sviluppo sociale ed economico della propria comunità, della comunità intera.
  Qualche giorno fa, il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha scritto una lettera a Il Corriere della Sera, invocando un maggior equilibrio tra regole della giustizia e leggi dell'impresa. Credo che un Governo che ha a cuore il rilancio economico del Paese, un partito di centrosinistra che ha promosso il Jobs Act, una riforma che vale 150 mila posti di lavoro nei suoi soli primi 5 mesi di vita e che ha arrestato quel male del nostro tempo, che è la precarietà, con il contratto a tutele crescenti, un PD che ha iniziato ad abbassare le tasse con la legge di stabilità e che, per la prima volta, propone una rivoluzione fiscale vera, che vale 50 miliardi di euro in 5 anni, non può sottrarsi a questa richiesta, perché è una visione che sentiamo nostra, tutta nostra.
  Questa è la nostra sfida. Diceva Enrico Berlinguer: «Se vuoi la pace, prepara la pace». Ecco, io credo che i muri che ancora rendono distanti e spesso pongono in conflitto le categorie sociali, quell'immagine stereotipata che vuole il padrone nemico del bene pubblico e il lavoratore vittima del sistema, vadano abbattuti e cancellati. Stiamo tutti dalla stessa parte, la crisi ci ha messo tutti dalla stessa parte: oggi imprenditori e lavoratori hanno un destino comune. Al posto di queste barriere, occorre creare un clima favorevole al progresso e al benessere del Paese: è compito della politica fare le migliori regole che consentano a chi produce lavoro di vedersi semplificata la vita. È quello che abbiamo fatto con il lavoro in Commissione giustizia sul «decreto fallimenti», un decreto importante ed equilibrato che ora va approvato in fretta per un motivo molto semplice: l'economia non ha i tempi della politica, troppo grande è stata la moria di aziende ed ora che la ripresa si affaccia è il momento di spingere sull'acceleratore. Proprio perché non siamo quelli che si accontentano degli zero virgola di PIL, ma vogliamo un'Italia che torni a correre, diciamo che non c’è tempo da perdere, che abbiamo l'urgenza di provvedere. Questo decreto è uno strumento che in poche parole dà fiato alle imprese e intende liberarle dalla burocrazia, operando un primo intervento di bilanciamento di interessi tra due mondi spesso in conflitto: la giustizia e l'impresa. Anche attraverso questo provvedimento, infatti, l'Italia si affaccia sul suo futuro: quello di un Paese finalmente moderno, dove l'attività d'impresa è sostenuta e il lavoro tutelato, ben coscienti che se non c’è impresa, non c’è lavoro. Abbiamo migliorato la legge fallimentare, consentendo facilitazioni per l'accesso al credito da parte dell'impresa che abbia chiesto il concordato preventivo, sbloccando così i crediti incagliati e riattivando il flusso di risorse alle imprese. Sappiamo bene come oggi i procedimenti fallimentari siano letali per le piccole imprese, ed è per questo motivo che Pag. 31crediamo in un intervento che darà un concreto sostegno alle piccole società in crisi.
  L'altra parte importante del decreto è l'insieme degli interventi per rendere più efficiente il processo civile, che oggi, nonostante i miglioramenti fatti – voglio ricordare che è stata la stessa Bankitalia a rilevare che la riforma della giustizia vale a regime un punto di PIL – ancora non ha gli standard che desideriamo. E qui voglio soffermarmi sulle critiche dell'opposizione: come si fa a non capire che se la giustizia diventa più efficiente la vitalità del nostro tessuto produttivo ne ha tutto da guadagnare ? Alle imprese, così come agli investitori, compresi quelli esteri che vogliamo tornare ad attrarre, occorre una giustizia certa e rapida. Non possiamo continuare ad essere percepiti come il Paese dove è impossibile fare investimenti a causa della burocrazia e dell'ingolfamento cronico dei nostri tribunali. Bisogna avere il coraggio e la responsabilità di cambiare, e dobbiamo farlo ora, guardando anche a ciò che sta accadendo in altri Paesi europei. Il nostro Paese deve ingranare con decisione la marcia della ripresa. In questo senso va il percorso delle riforme intrapreso dal Governo e il prossimo taglio delle tasse. Tornando alla giustizia civile, siamo intervenuti su alcuni nodi del processo esecutivo, rendendolo più efficiente e rapido. Abbiamo investito, proprio come farebbe un'azienda in crisi per rilanciarsi, stanziando risorse per la organizzazione del sistema giudiziario, che cammina sulle gambe dei suoi operatori: 45 milioni di euro per il completamento del processo civile telematico; 2.000 trasferimenti dall'amministrazione delle province a quella della giustizia; 8 milioni di euro per i tirocinanti della giustizia e 25 milioni per la riqualificazione del personale. Ma non ci fermiamo qui: c’è il capitolo della formazione, di cruciale importanza per una giustizia moderna, calata nel contemporaneo. Occorre, ad esempio, creare una sensibilità economica anche nei giudici e, come ha sostenuto il Ministro Orlando, puntare sulla loro specializzazione.
  Infine l'Ilva, per cui si è reso necessario intervenire a fronte del solito immobilismo, che è il principale vizio di chi ha governato in questo Paese e che è il desiderio di qualche forza politica di opposizione. Senza Ilva non c’è bonifica, senza lavoro e senza bonifica non ci sarà benessere per Taranto e per l'Italia.
  Noi non siamo il partito che propone di scegliere tra il diritto al lavoro e quello alla salute, perché crediamo che siano entrambi diritti inalienabili, perché devono essere entrambi tutelati. Ecco perché è importante che l'Ilva viva: per garantire salute e lavoro ai cittadini di Taranto e perché non vogliamo rinunciare a un polo industriale importante e strategico per il sud, per il nostro Paese e per l'Europa. Cari colleghi dell'opposizione, in questi mesi vi abbiamo sentito inveire, ad esempio, contro l'Expo, distruggere con le vostre parole il lavoro e l'investimento di un Paese che ha l'occasione di diventare vetrina mondiale. Sarebbe stato, a vostro dire, uno dei più grandi fallimenti italiani; invece, è un successo oltre ogni previsione.
  La sfida l'abbiamo vinta, e questo perché il nostro atteggiamento di fronte a decisioni complesse non è disfattista, ma costruttivo. Il Paese ha bisogno di soluzioni, non di narratori di problemi, non di professionisti del disfattismo. E, mentre voi vorreste, oggi, mandare a casa i lavoratori dell'Ilva, opponendovi a questo decreto, noi oggi stiamo risolvendo un'altra crisi aziendale, quella della Whirlpool, grazie a un accordo che in queste ore si sta firmando a Palazzo Chigi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Ed è con questo spirito costruttivo che stiamo cercando di cambiare il volto del Paese, riforma dopo riforma, con la nostra responsabilità ed il nostro coraggio; ed è per questo, signora Presidente, che preannunzio il voto favorevole e convinto del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, Pag. 32la deputata Vincenza Labriola. Ne ha facoltà.

  VINCENZA LABRIOLA. Grazie, signora Presidente, onorevoli colleghi, il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare riferimento al caso Ilva, non può essere affrontato sull'onda dell'emozione suscitata dall'ennesimo incidente. Il contrasto creato con il potere giudiziario e l'inevitabile rimessa da parte del GIP degli atti alla Consulta non giova alla causa di chi in Ilva lavora e di chi spera che Ilva possa continuare ad essere un polo, sia pur non l'unico, per lo sviluppo di Taranto e dell'area circostante. Non è giusto e non giova creare una contrapposizione tra quelli che sono due principi fondamentali: il diritto al lavoro e il diritto a lavorare in sicurezza. I binomi come quello Ilva o salubrità ambientale, Ilva o salute dei cittadini, se messi in contrapposizione, possono contribuire a creare situazioni in cui Taranto e l'Ilva versano ormai da più di 15 anni.
  Negli atti parlamentari da me presentati ho cercato di offrire spunti che evidenziano l'idea mia, ma non solo, di quale futuro bisognerebbe approntare per Taranto: non più solo Ilva, ma un'economia in cui si punti sulle peculiarità territoriali, sulla posizione strategica del Mezzogiorno, impegni presi...

  PRESIDENTE. Concluda, deputata.

  VINCENZA LABRIOLA. ... come il citato accordo sullo sviluppo turistico ed economico. Mi avvio alla conclusione. Insomma, futuro e progresso, questo serve; serve non rimanere legati al passato, ma far vivere Taranto nel XXI secolo, parte integrante d'Italia e d'Europa. Per questo, dichiaro il mio voto contrario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. Il collega Totaro ha già espresso i motivi della nostra contrarietà a questo provvedimento, ma a me piace sottolineare di nuovo, a un'Aula, in questo momento, forse disattenta, ma almeno piena, che il massimo della negatività lo abbiamo registrato quando la maggioranza ha votato contro un nostro ordine del giorno che cercava di far valutare la possibilità di estendere l'impignorabilità della prima casa di proprietà al ricorrere di determinate condizioni.
  Questo Parlamento, cioè, questa maggioranza, che sta votando una legge come quella che le opposizioni hanno appena descritto, la stessa maggioranza boccia un semplice ordine del giorno che chiede che chi possiede una casa di proprietà, unica casa, sia esente dalla possibilità che le banche gliela pignorino o, comunque, che sia pignorata. Credo che non vi sia bisogno di altri commenti.

  PRESIDENTE. Concluda.

  IGNAZIO LA RUSSA. Credo che l'avversità a questo provvedimento trovi in ciò ampia e accresciuta spiegazione.

(Coordinamento formale – A.C. 3201-A/R)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3201-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3201-A/R, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 33

  Berlinghieri, Pastorelli, Lupi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Conversione in legge del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, recante misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell'amministrazione giudiziaria» (A.C. 3201-A/R):

   Presenti  387   
   Votanti  375   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  263    
    Hanno votato no  112    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Paola Bragantini e Pagani hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto favorevole).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 12,50)

Sull'ordine dei lavori.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie Presidente, intervengo soltanto per segnalare un disguido tecnico sulla votazione degli ordini del giorno Invernizzi n. 9/3201-AR/108, Marcolin n. 9/3201-AR/109 e Molteni n. 9/3201-AR/110, sui quali il parere del MoVimento 5 Stelle risulta contrario. Poi, qualcuno, magari, ha avuto dei problemi nella votazione, però il volere politico del gruppo MoVimento 5 Stelle, su questi ordini del giorno, è contrario.

  PRESIDENTE. Rimane agli atti.

  WALTER VERINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  WALTER VERINI. Grazie, Presidente. Ho preso la parola per esprimere solidarietà e vicinanza al deputato del Partito Democratico Emanuele Fiano (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà) che anche ieri è stato oggetto di vergognosi attacchi di sapore antisemita. È accaduto a Milano nel corso della presentazione di una manifestazione contro la presenza di Israele all'Expo, una manifestazione di per sé settaria, estremista, dentro la quale si percepiscono, chiaramente, segni di odio antisraeliano e antiebraico, con il pretesto di difendere la causa palestinese. Ma è solo un pretesto, perché non è così, non è con queste manifestazioni che si persegue l'unica strada veramente possibile, quella cioè di una pace duratura che garantisca insieme il diritto all'esistenza e alla sicurezza dello Stato di Israele e il diritto alla vita dello Stato palestinese, come limpidamente ha ribadito davanti alla Knesset, proprio l'altro giorno, il nostro Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Emanuele Fiano è un personalità coerente e coraggiosa che tiene vivi questi valori e che porta con sé, anche nella sua biografia familiare, i segni drammatici e le ferite incancellabili dell'odio antisemita e dello sterminio della Shoah. E per il suo percorso, merita solidarietà, così come merita solidarietà la Brigata ebraica, anch'essa fatto oggetto di dileggio e di attacchi, come accaduto lo scorso 25 aprile, quando, con orgoglio lo ricordo, i nostri colleghi democratici milanesi, con le proprie bandiere, sono sfilati al corteo assieme alla Brigata ebraica che merita onore e riconoscenza per il ruolo svolto contro il nazifascismo, per la liberazione di Milano (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà). Io credo che esprimere solidarietà a Fiano, esprimere solidarietà alla Brigata ebraica, respingere questi attacchi, così come abbiamo respinto nei giorni scorsi quelli di chi invocava l'olio di ricino nei confronti di un servitore dello Stato, come il prefetto Gabrielli, non vuol dire solo non dimenticare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), non vuol dire tenere Pag. 34viva la memoria, vuol dire anche tenere alta la guardia, perché cattivi maestri, instillazione di odio e di cultura del nemico possono produrre guasti e ferite irreparabili alle persone e alla nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Congratulazioni) !

  PIA ELDA LOCATELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, Presidente. Domenica 19 luglio Giacomo Brodolini avrebbe compiuto 95 anni e non possiamo non ricordare questa figura di grande riformista, socialista, antifascista e partigiano. Aderì al Partito d'Azione e, quando questo partito si sciolse nel 1947, con Riccardo Lombardi, Francesco De Martino ed Emilio Lussu, confluì nel Partito Socialista Italiano. Fu deputato, segretario nazionale del sindacato edili della CGIL e poi segretario aggiunto di Di Vittorio.
  Giacomo Brodolini viene ricordato soprattutto per l'attività di Ministro del lavoro, incarico che gli venne attribuito nel dicembre 1968 e che ricoprì per un lasso di tempo breve, fino alla morte avvenuta nel luglio 1969: sette mesi nei quali, già colpito da grave malattia, Giacomo Brodolini seppe lasciare un segno indelebile.
  Da Ministro introdusse riforme fondamentali: il superamento delle gabbie salariali, la ristrutturazione del sistema previdenziale e l'elaborazione dello Statuto dei lavoratori. Quest'ultimo provvedimento, cui concorse un altro insigne socialista Gino Giugni, verrà approvato dopo la sua morte, nel 1970, con il voto favorevole dei partiti di Governo e l'astensione del Partito Comunista Italiano.
  Ho voluto ricordarlo nella settimana del suo compleanno per tenere viva la sua memoria e quella della stagione delle riforme che vide protagonisti i socialisti, riforme che modernizzarono il Paese. Oggi, che il cammino delle riforme è nuovamente avviato, avremmo bisogno più che mai dei consigli e della lungimiranza di quegli uomini e quelle donne che fecero ripartire l'Italia. Auguri Giacomo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  CHIARA GRIBAUDO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CHIARA GRIBAUDO. Grazie, Presidente. Come lei sa, come parlamentari della Commissione lavoro, stiamo conducendo, anche in Aula, la nostra battaglia per far sì che venga rispettato un diritto, quello delle donne alla pensione.
  Come lei sa, nel sistema previdenziale ci sono contraddizioni e ci sono ancora ingiustizie grandi e piccole, alcune naturalmente di facile soluzione, altre certamente sono più complicate. Ma l'opzione donna, in questo caso, a noi sembra esattamente uno dei problemi, uno dei temi che si possono risolvere facilmente. In questo senso, porto qui la voce anche del comitato regionale dell'INPS del Piemonte, che con un proprio ordine del giorno ha richiesto e ha osservato che l'Istituto, con le circolari n. 35 e n. 37 del 2012, ha interpretato in senso restrittivo l'applicazione proprio della legge che riguarda la questione della pensione delle donne e ha chiesto al Governo di intervenire nei confronti dell'INPS per modificare le circolari.
  Ha chiesto, inoltre, che vi sia un intervento del Ministero del lavoro ed ha auspicato che l'INPS riveda le indicazioni fornite, riconoscendo a migliaia di lavoratrici la pienezza del loro diritto e della loro dignità.
  Il Ministro e l'Istituto hanno dichiarato, anche in sedi formali, la volontà di risolvere la questione. Il Ministro dell'economia ha posto un problema di copertura, ma il provvedimento che ha previsto l'opzione donna aveva una propria copertura, che è stata usata solo in parte.
  Inoltre, il calcolo contributivo su tutta la vita lavorativa, previsto per chi utilizzi l'opzione donna, consente nel tempo un Pag. 35risparmio consistente di gran lunga superiore alla maggiore spesa che sarebbe necessaria per i primi anni, spesa, peraltro, largamente coperta, come dicevo.
  È necessario e del tutto possibile che la questione venga rapidamente risolta, sanando un'ingiustizia. Si eviterebbe un contenzioso, si agevolerebbe una forma di flessibilità di uscita dal lavoro, che – non dimentichiamolo – scarica i propri costi solo sulle interessate...

  PRESIDENTE. Concluda.

  CHIARA GRIBAUDO. Si libererebbero posti di lavoro per i più giovani e, quindi, si ridurrebbe nettamente la spesa previdenziale. Per questo auspichiamo una risoluzione tempestiva della questione, che riguarda molte donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea e aggiornamento del programma (ore 12,57).

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che l'esame della proposta di legge n. 1129 – Modifiche agli articoli 438 e 442 del codice di procedura penale. Inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo, già previsto dal calendario dei lavori a partire da lunedì 27 luglio, è differito a mercoledì 29 luglio.
  Si è altresì stabilito che il seguito dell'esame delle mozioni già previste nel calendario dei lavori per la settimana in corso Locatelli, Zampa, Bergamini, Binetti, Galgano, Gigli, Spadoni, Nicchi, Gebhard, Giorgia Meloni, Bechis ed altri n. 1-00553 e Rondini ed altri n. 1-00945 concernenti iniziative in ambito internazionale in relazione al fenomeno dei matrimoni precoci e forzati di minori e Pellegrino ed altri n. 1-00815, Stella Bianchi ed altri n. 1-00941, Busto ed altri n. 1-00951, Palese ed altri n. 1-00953, Matarrese ed altri n. 1-00954 e Segoni ed altri n. 1-00955 concernenti iniziative per contrastare i cambiamenti climatici avrà luogo a partire da martedì 28 luglio, dopo il disegno di legge n. 2798 e abbinate – Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all'ordinamento penitenziario per l'effettività rieducativa della pena e prima del seguito della discussione dei disegni di legge di ratifica.
  L'informativa urgente del Governo sulla posizione assunta nell'ambito dell'Eurogruppo del 12 luglio scorso con riguardo alla situazione economico-finanziaria della Grecia e sugli intendimenti in merito alla ristrutturazione del debito sovrano avrà luogo nella giornata di mercoledì 29 luglio, alle ore 16,15.
  L'esame del disegno di legge n. 3249 – Conversione in legge del decreto-legge 8 luglio 2015, n. 99, recante disposizioni urgenti per la partecipazione di personale militare all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale denominata EUNAVFOR MED (approvato dal Senato – scadenza: 6 settembre 2015) avrà luogo a partire da giovedì 30 luglio, con priorità rispetto agli altri argomenti.
  L'organizzazione dei tempi per l'esame dei disegni di legge di ratifica nn. 3055, 3027, 1924 e 3131 sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 2798 e abbinate sarà definita dopo la conclusione dell'esame in sede referente.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Lunedì 27 luglio 2015, alle 11:

  1. – Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
   Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento Pag. 36delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all'ordinamento penitenziario per l'effettività rieducativa della pena (C. 2798-A).
  e delle abbinate proposte di legge: FERRANTI ed altri; FERRANTI ed altri; FERRANTI ed altri; CAPARINI ed altri; FRATOIANNI e DANIELE FARINA; DI LELLO; ERMINI ed altri; GULLO; GULLO; BRUNO BOSSIO ed altri (C. 370-372-373-408-1285-1604-1957-1966-1967-3091).
  — Relatori: Ferranti, per la maggioranza; Ferraresi, di minoranza.

  2. – Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:
   S. 1335 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di libero scambio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra, con Allegati, fatto a Bruxelles il 6 ottobre 2010 (Approvato dal Senato) (C. 3055).
  — Relatore: Amendola.
   Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Moldova, dall'altra, fatto a Bruxelles il 27 giugno 2014 (C. 3027-A).
  — Relatore: Rabino.
   Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Federazione russa sul riconoscimento reciproco dei titoli di studio rilasciati nella Repubblica italiana e nella Federazione russa, fatto a Roma il 3 dicembre 2009 (C. 1924-A).
  — Relatore: Amendola.
   Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra, fatto a Bruxelles il 27 giugno 2014 (C. 3131-A).
  — Relatore: Rabino.

  La seduta termina alle 13.

ERRATA CORRIGE

  Nel resoconto stenografico della seduta del 23 luglio 2015:

  - a pagina Votazioni III, votazione nominale n. 55 nella colonna oggetto, il numero «9/3201-A/R/55» si intende sostituito dal seguente «9/3201-A/R/60».

Pag. 37

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEL DDL N. 2798 E ABB. E DEI DDL DI RATIFICA NN. 3055, 3027, 1924, 3131

Ddl n. 2798 e abb. – Durata ragionevole dei processi

Discussione generale: 8 ore e 30 minuti.

Relatore di maggioranza 30 minuti
Relatore di minoranza 15 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 21 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 54 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 1 minuto
 MoVimento 5 Stelle 36 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 35 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 33 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 32 minuti
 Scelta civica per l'Italia 32 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 31 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 31 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 31 minuti
 Misto: 32 minuti
  Alternativa Libera 13 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
6 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 5 minuti
Pag. 38

Ddl di ratifica nn. 3055, 3027, 1924, 3131

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 17 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 23 minuti
 Partito Democratico 18 minuti
 MoVimento 5 Stelle 12 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 10 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 7 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 6 minuti
 Scelta civica per l'Italia 6 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 5 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 6 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 5 minuti
 Misto: 8 minuti
  Alternativa Libera 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3201-A/R – odg n. 101 371 360 11 181 93 267 75 Resp.
2 Nom. odg 9/3201-A/R/102 370 369 1 185 95 274 75 Resp.
3 Nom. odg 9/3201-A/R/103 377 377 189 35 342 75 Resp.
4 Nom. odg 9/3201-A/R/104 377 377 189 103 274 75 Resp.
5 Nom. odg 9/3201-A/R/105 382 309 73 155 46 263 75 Resp.
6 Nom. odg 9/3201-A/R/106 382 367 15 184 33 334 75 Resp.
7 Nom. odg 9/3201-A/R/107 379 379 190 119 260 75 Resp.
8 Nom. odg 9/3201-A/R/109 385 317 68 159 33 284 74 Resp.
9 Nom. odg 9/3201-A/R/110 385 315 70 158 31 284 74 Resp.
10 Nom. odg 9/3201-A/R/112 381 360 21 181 32 328 74 Resp.
11 Nom. odg 9/3201-A/R/113 387 387 194 52 335 74 Resp.
12 Nom. odg 9/3201-A/R/114 387 386 1 194 121 265 74 Resp.
13 Nom. odg 9/3201-A/R/120 390 385 5 193 109 276 73 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 19)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/3201-A/R/122 391 391 196 103 288 73 Resp.
15 Nom. odg 9/3201-A/R/123 386 386 194 128 258 73 Resp.
16 Nom. odg 9/3201-A/R/126 389 382 7 192 110 272 73 Resp.
17 Nom. odg 9/3201-A/R/127 387 376 11 189 95 281 72 Resp.
18 Nom. odg 9/3201-A/R/132 393 389 4 195 127 262 72 Resp.
19 Nom. Ddl 3201-A/R – voto finale 387 375 12 188 263 112 65 Appr.