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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 452 di mercoledì 1 luglio 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9,30.

  DAVIDE CAPARINI. Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Becattini, Bellanova, Bombassei, Dambruoso, Damiano, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Fedriga, Fico, Garavini, Giancarlo Giorgetti, Migliore, Pes, Pisicchio, Portas, Rigoni, Domenico Rossi, Sanga, Schullian e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,40).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,40 è ripresa alle 10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 21 maggio 2015, n. 65, recante disposizioni urgenti in materia di pensioni, di ammortizzatori sociali e di garanzie TFR (A.C. 3134-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3134-A: Conversione in legge del decreto-legge 21 maggio 2015, n. 65, recante disposizioni urgenti in materia di pensioni, di ammortizzatori sociali e di garanzie TFR.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 3134-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (vedi l'allegato A della seduta del 30 giugno 2015 – A.C. 3134-A), nel testo della Commissione (vedi l'allegato A della seduta del 30 giugno 2015 – A.C. 3134-A). Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame delle proposte emendative, fatta eccezione per l'emendamentoPag. 24.100 della Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 3134-A), che era stato accantonato in attesa dell'espressione del parere da parte della Commissione bilancio.
  Avverto in proposito che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri sull'emendamento 4.100 della Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 3134-A), che sono in distribuzione.
  Invito a questo punto i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'emendamento 4.100 della Commissione. Cominciamo dalla relatrice per la maggioranza. Ho interpretato che il parere è favorevole, anche se non si è acceso il microfono.

  ANNA GIACOBBE, Relatrice per la maggioranza. Sì, è favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Cominardi ?

  CLAUDIO COMINARDI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Onorevole Simonetti ?

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.100 della Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giacobbe. Ne ha facoltà.

  ANNA GIACOBBE. Grazie, Presidente. Vorrei brevemente illustrare il contenuto e la ragione dell'emendamento. Con quest'emendamento aggiungiamo un ulteriore tassello agli altri interventi di rifinanziamento di ammortizzatori sociali, contenuti nel decreto-legge e poi rafforzati dalle proposte emendative approvate in Commissione.
  Il rifinanziamento degli ammortizzatori e, in particolare, degli ammortizzatori in deroga e dei contratti di solidarietà è uno dei contenuti forti e importanti di questo provvedimento. Complessivamente vengono destinati a quegli strumenti di integrazione al reddito e di accompagnamento nelle situazioni di crisi 1 miliardo e 335 milioni di euro.
  Ricordo che noi stiamo definendo, con l'attuazione della delega lavoro, un nuovo quadro di ammortizzatori sociali, con regole diverse, spostando, per così dire, dal singolo luogo di lavoro alla condizione del lavoratore nel mercato la forza delle protezioni. È quindi non solo essenziale e importante che, in prospettiva, il quadro di tutele pur diverse – e più orientate alla ricerca di nuove opportunità di lavoro, nella stessa o in altre aziende, piuttosto che a un trattamento di tipo più assistenziale – non diminuisca la sua capacità di tutela del patrimonio professionale e umano dei lavoratori coinvolti, ma è anche essenziale che, nella transizione tra un vecchio e un nuovo sistema, la concreta condizione dei lavoratori interessati non sia dimenticata.
  L'emendamento 4.100 della Commissione è finalizzato, appunto, a finanziarie per una serie di situazioni il secondo anno degli accordi di crisi aziendale per cessazione di attività, accordi che prevedono, tramite l'intervento del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria, la possibilità di rioccupazione dei lavoratori sospesi dal lavoro. Quindi, questo provvedimento, che è noto soprattutto per il suo contenuto relativo alla perequazione automatica delle pensioni, in realtà, per così dire, dà uno spazio molto significativo alla tutela di lavoratori nelle situazioni di crisi e nella transizione, appunto, verso la possibilità di nuove occasioni di lavoro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 della Commissione, con il Pag. 3parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caparini, Cassano, Mannino, Carloni, Antezza, Fava, Ruocco, Mura, La Marca, Braga, Schullian.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  365   
   Votanti  361   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  361.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Pellegrino e Manfredi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3134-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3134-A).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto sono estranei per materia e, comunque, riproducono il contenuto di proposte emendative dichiarate inammissibili: Gebhard n. 9/3134-A/11, relativo all'estensione dei congedi per malattia al convivente more uxorio e ad altri soggetti conviventi; Cominardi n. 9/3134-A/23, volto a prevedere la soppressione di vitalizi dei parlamentari e dei consiglieri regionali.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Sull'ordine del giorno Airaudo n. 9/3134-A/1 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità di adoperarsi al fine di destinare (...)» e poi continua come previsto.
  Sull'ordine del giorno Melilla n. 9/3134-A/2 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare la possibilità di adoperarsi al fine di individuare un regime sperimentale che definisca modalità di erogazione del trattamento pensionistico più favorevole ai lavoratori del settore pubblico e privato che si dedicano alla cura e all'assistenza di familiari disabili gravi».

Su un lutto del deputato Gianni Melilla.

  PRESIDENTE. Colleghi, con l'occasione comunico che il collega Gianni Melilla è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3134-A.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 3134-A)

  PRESIDENTE. Onorevole sottosegretaria, passiamo all'ordine del giorno Placido n. 9/3134-A/3.

Pag. 4

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Sull'ordine del giorno Placido n. 9/3134-A/3 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità di adottare iniziative anche di carattere normativo al fine di favorire, mediante il coinvolgimento delle regioni il reinserimento lavorativo dei lavoratori ultra cinquantenni, eventualmente individuando specifici interventi a favore dei medesimi soggetti».
  Sull'ordine del giorno Franco Bordo n. 9/3134-A/4 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare la possibilità di individuare (...)» e segue come sul fascicolo.
  Sull'ordine del giorno Ferrara n. 9/3134-A/5 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «ad adoperarsi al fine di rendere disponibile la copertura finanziaria dei contratti di solidarietà di tipo B sottoscritti nel corso degli anni 2014 e 2015, con scadenza anche successiva, e a valutare l'opportunità di adoperarsi al fine di attribuire un carattere continuativo all'incremento del 10 per cento dell'ammontare del trattamento di integrazione salariale per i contratti di solidarietà di tipo A».
  Sull'ordine del giorno Paglia n. 9/3134-A/6 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare la possibilità di individuare un regime fiscale di maggior favore ai fini del conferimento del TFR in busta paga».
  Sull'ordine del giorno Scotto n. 9/3134-A/7 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare la possibilità di adoperarsi per adottare ulteriori iniziative a favore dei lavoratori cosiddetti esodati».
  Sull'ordine del giorno Burtone n. 9/3134-A/8 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità di promuovere idonee iniziative volte a chiarire il regime di applicazione della tassazione separata nei casi di erogazione di cui in premessa, eventualmente valutando la possibilità di applicare una modifica di tale regime».
  Sull'ordine del giorno Famiglietti n. 9/3134-A/9 il parere è favorevole.
  Sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/3134-A/10 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «ad adoperarsi al fine di valutare l'opportunità di modificare le attuali modalità di conferimento del TFR nei fondi pensione».
  Sull'ordine del giorno Allasia n. 9/3134-A/12 il parere è contrario.
  Sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/3134-A/13 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «ad adoperarsi al fine di compiere un'attenta analisi dei rischi derivanti da eventuali azioni giudiziarie contro l'attuazione del provvedimento».
  Sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/3134-A/14 il parere è contrario.
  Sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/3134-A/15 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «ad adottare appositi interventi normativi finalizzati a prevedere forme di flessibilità di pensionamento anche al fine di tutelare i cosiddetti lavoratori precoci».
  Sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/3134-A/16 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare la possibilità di adoperarsi per adottare ulteriori iniziative a favore dei lavoratori cosiddetti esodati».
  L'ordine del giorno Fedriga n. 9/3134-A/17 è accolto come raccomandazione.
  Sull'ordine del giorno Busin n. 9/3134-A/18 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità di adottare misure volte a prorogare la durata del regime sperimentale di accesso al trattamento pensionistico di anzianità mediante la cosiddetta opzione donna».
  Sull'ordine del giorno Molteni n. 9/3134-A/19 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «ad adottare appositi interventi normativi finalizzati a prevedere forme di flessibilità di pensionamento anche al fine di tutelare i cosiddetti lavoratori precoci».
  Sull'ordine del giorno Caparini n. 9/3134-A/20 il parere è contrario.
  Sull'ordine del giorno Saltamartini n. 9/3134-A/21 il parere è favorevole con Pag. 5la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità di dare positiva soluzione, eventualmente anche nel corso dell'approvazione della legge di stabilità 2016, alla vicenda dei lavoratori della scuola che, in assenza dell'entrata in vigore della riforma Fornero, avrebbero maturato, nel 2012, i requisiti utili all'accesso al trattamento pensionistico».
  Sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/3134-A/22 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «ad adoperarsi al fine di valutare la possibilità e l'opportunità di prevedere che la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici (...)» e segue.
  Sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/3134-A/24 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità di prevedere che i trattamenti pensionistici (...)» e segue.
  Sull'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/3134-A/25 il parere è favorevole purché la parte dispositiva sia riformulata nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di prevedere che i trattamenti pensionistici», e segue, come da testo.
  Sull'ordine del giorno Pili n. 9/3134-A/26 il parere è favorevole purché riformulato nel seguente modo: «ad adoperarsi al fine di approfondire la tematica di cui in premessa, eventualmente valutando di concerto con il Ministero dello sviluppo economico la possibilità di adottare interventi mirati alla salvaguardia dei lavoratori».
  Sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/3134-A/27 il parere è favorevole purché la parte dispositiva sia riformulata nel seguente modo: «a valutare l'opportunità nonché la possibilità di individuare», e segue come da testo.

  PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori accettano le riformulazioni e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Airaudo n. 9/3134-A/1, Melilla n. 9/3134-A/2, Placido n. 9/3134-A/3, Franco Bordo n. 9/3134-A/4, Ferrara n. 9/3134-A/5, Paglia n. 9/3134-A/6, Scotto n. 9/3134-A/7 e Burtone n. 9/3134-A/8 accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Famiglietti n. 9/3134-A/9, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che la presentatrice accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ciprini n. 9/3134-A/10, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Allasia n. 9/3134-A/12, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/3134-A/12, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Spadoni, Arlotti, Gasparini, Piepoli, Dambruoso, Polverini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  379   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  271.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Covello e Manfredi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Simonetti n. 9/3134-A/13, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/3134-A/14, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Passiamo dunque ai voti.Pag. 6
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/3134-A/14, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Carrozza, Tidei, Lombardi, Bonafede, Villarosa, Bueno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  406   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Covello e Manfredi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Gianluca Pini n. 9/3134-A/15, Borghesi n. 9/3134-A/16, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fedriga n. 9/3134-A/17, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Busin n. 19/3134-A/18, Molteni n. 19/3134-A/19, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 19/3134-A/20, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/3134-A/20, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Carloni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  397   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  271    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Covello e Manfredi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Saltamartini n. 9/3134-A/21, Tripiedi n. 9/3134-A/22, Chimienti n. 9/3134-A/24, Dall'Osso n. 9/3134-A/25, Pili n. 9/3134-A/26 e Carrescia n. 9/3134-A/27, accettati dal Governo, purché riformulati.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3134-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore di questo provvedimento perché riteniamo che in esso vi siano elementi importanti come per esempio la cassa integrazione in deroga anche per i lavoratori del settore della pesca, nonché gli interventi che riguardano i contratti di solidarietà in un momento di difficoltà di moltissime aziende, la specificazione del famoso TFR in busta paga, che è stato chiarito al di là ovviamente di quello che è stata la legge di stabilità che abbiamo approvato. Vi è anche una questione Pag. 7importante che riguarda la rivalutazione dei cosiddetti coefficienti dei montanti delle pensioni. Guardate, noi qualche tempo fa rischiavamo, in virtù dei cosiddetti coefficienti dei montanti, di poter rideterminare le valutazioni delle pensioni in negativo. Ebbene la Commissione, a cui ovviamente va il nostro ringraziamento, ha rideterminato la questione dei coefficienti per fare in modo che non si vada al di sotto dell'uno per cento, in virtù anche di quello che potrebbe essere il cosiddetto prodotto interno lordo negativo.
  Sono, quindi, elementi importanti che vanno valutati, al di là della sentenza della Corte, di cui parlerò ovviamente in seguito, e che pertanto ci pongono nella condizione di esprimere un parere favorevole su questo provvedimento, che ovviamente dovrà essere accompagnato successivamente con provvedimenti diversi, perché come abbiamo sempre detto e credo che la sottosegretaria ne dovrà prendere coscienza, abbiamo la necessità nel prossimo futuro di fare in modo che vi sia una chiarezza sulle pensioni. Non abbiamo la necessità di fare in modo che vi sia un conflitto generazionale tra coloro i quali oggi hanno la cosiddetta pensione con il sistema retributivo e coloro che andranno in pensione con il sistema contributivo. Vi è quindi un momento di chiarezza, una chiarezza che dovremo determinare in questa Aula per fare in modo che non vi sia questo conflitto generazionale.
  Ed è in virtù di questo che noi dobbiamo ragionare anche sull'operato del Governo in virtù della sentenza della Corte. Certo, tutti quanti avremmo preferito che vi fosse una corresponsione totale rispetto ai blocchi determinati negli anni 2011 e 2012, ma credo che questi blocchi, al di là di quello che poi è stato detto in quest'aula, sono stati votati sia dal centrodestra che dal centrosinistra e quindi credo che un minimo di responsabilità bisogna anche fare in modo di dire la verità ai cittadini italiani. Noi non li abbiamo votati, perché qui in aula non c'eravamo, ma in quel particolare momento della vita economica e sociale del paese si è ritenuto di fare che ci fosse un blocco delle indicizzazioni delle pensioni tre volte superiori al minimo.
  Oggi se avessimo determinato una condizione diverse da quello che il Governo ha definito una situazione avremmo di fronte a noi economica e finanziaria estremamente delicata. Guardate, semplicemente per il 2011, 2012 e 2013 un intervento di circa 17,5 miliardi di euro avrebbe portato l'indebitamento netto dal 2,6 per cento, che abbiamo quest'anno definito dal DEF, a circa il 3,7. Quindi si capiva e si capisce bene che avremmo determinato quelle condizioni per cui abbiamo discusso con l'Unione europea per avere anche delle elasticità e avremmo inserito nell'interno della discussione un problema riguardante anche il blocco delle accise. Credo quindi che queste questioni siano importanti per far in modo che la ripresa che stiamo andando a recuperare e quindi ad agganciare non fosse stata rideterminata in modo negativo da parte di quelli che erano gli indici negativi che si potevano determinare con un intervento diverso. Oltretutto credo che questo intervento vada nella direzione che la Corte aveva stabilito, cioè dare proporzionalità ed equità soprattutto per le pensioni più basse.
  Per questi motivi riteniamo che questo intervento è positivo e riteniamo anche, al di là di quello che poi si dice in modo strumentale, che questo non è un intervento semplicemente una tantum. La Commissione, in cuor suo, con un suo emendamento, ha rideterminato le questioni e quindi è un intervento che sistematicamente nel tempo verrà a essere ripetuto e garantirà le pensioni più basse. Queste sono delle considerazioni che noi facciamo per dire con chiarezza e con determinazione che questo provvedimento va nella direzione giusta e quindi il gruppo socialista voterà a favore. (Applausi dei deputati del gruppo Misto – Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

Pag. 8

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, colleghi, ci ritroviamo ancora una volta in aula per trattare il tema delle pensioni, tema che evidentemente non cesserà il suo iter nella giornata di oggi, ma che molto probabilmente andrà a essere valutato e valutabile in seno alla prossima legge di stabilità. Presidente, per come è stato scritto questo decreto-legge e come ci è stato enunciato all'epoca dal ministro Padoan noi avremmo anche potuto valutare un voto in termini di astensione, ma è del tutto chiaro che per l'ennesima volta, sottosegretario Bellanova, questo Governo non è riuscito a fare quello che noi ci aspettavamo nei confronti dei pensionati e vado a spiegarlo. Ora piuttosto che nulla è meglio qualcosina a qualcuno. Per dire la verità è del tutto chiaro che la colpa dei padri, in questo caso la colpa dello scellerato Governo ed esecutivo Monti (il peggior esecutivo della storia repubblicana, secondo il mio modestissimo modo di vedere le cose), è ricaduta evidentemente sui figli, ricaduta sul vostro Governo, attraverso la Consulta che oramai legifera in Italia e che indica una strada per poter...

  PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Rizzetto. Per favore, il Governo deve avere la possibilità di seguire. Prego, onorevole Rizzetto.

  WALTER RIZZETTO. La ringrazio, Presidente.
  Quindi, la Consulta, come prima detto, che ormai legifera al posto del Parlamento in Italia e che va indicarvi una strada in termini di rivalutazione rispetto alle pensioni tre volte la minima, c’è ben poco da dire.
  Come prima detto, è meglio poco a qualcuno che non nulla per tutti, ma per cortesia non chiamatelo bonus, perché se è vero che il Primo Ministro Renzi all'epoca della conferenza stampa disse che lui all'epoca del Governo Monti era a tappare le buche nella città di Firenze, probabilmente in questo caso avete ragione. Non è colpa vostra, ci avete messo una pezza, una pezza che di fatto, rispetto alla bilancia finanziaria attualmente in Italia, non poteva essere maggiore poiché, come ricordato dal Ministro dell'economia, se avessimo dovuto pagare tutto a tutti saremmo riusciti ad arrivare ad un rapporto deficit/PIL di circa il 3,6 per cento, ma noi voteremo in modo contrario a questo provvedimento poiché c’è stata per l'ennesima volta, Presidente, la possibilità di poter incidere nella carne viva di quello che stanno vivendo centinaia e centinaia di migliaia di pensionati attraverso delle proposte emendative che Alternativa Libera ha fatto in Commissione, ma che non sono state rese addirittura ammissibili in termini di proposte emendative, e vado a spiegarmi. Il Governo anche stamattina, la relatrice ha proposto un emendamento per quanto riguarda il trattamento della cassa integrazione, sono stati messi degli ulteriori denari, degli ulteriori soldi, quindi va benissimo, ci mancherebbe altro, è stato aumentato il fondo ad esempio per la pesca e va benissimo, abbiamo votato favorevolmente rispetto a questi passaggi, ma rispetto ad esempio a degli emendamenti in cui Alternativa Libera diceva e indicava al Governo una strada fondamentalmente per cercare di abrogare la manovra Fornero bene, questi emendamenti non sono stati resi nemmeno ammissibili né in Commissione né tantomeno in Aula.
  E le ricordo, sottosegretario, che l'emendamento a mia prima firma 1.051, con delega al Governo, diceva esattamente questo, diceva deleghiamo il Governo entro sei mesi dall'approvazione di questa proposta emendativa ad abrogare questa schifezza, ad abrogare la manovra Fornero, entro sei mesi e con i soldi che decidevate voi di poter mettere in questa riforma. Quindi, potevamo lavorare sei mesi approvando questo emendamento per abrogare la manovra Fornero. Non l'avete nemmeno reso ammissibile, avete reso ammissibili altri emendamenti che vengono dalla maggioranza.
  Ora, in Italia ci sono rispetto alle pensioni delle storture che sono assolutamente evidenti, ricordiamo ancora in questa sede e per l'ennesima volta che in Italia vige ancora una legge del 1974 che si chiama legge Mosca, che dà a circa 40 Pag. 9mila pensionati in Italia che non hanno versato nessun tipo di contributo, nemmeno figurativo, una pensione, a tutti coloro che facevano parte dell'alveo politico o dei sindacati negli anni passati e che sulla base di una mera autocertificazione del partito o del sindacato prendono – e ce ne sono di nuovo 40 mila in Italia – magari non tutti, ma la maggior parte di questi – dei soldi senza aver mai versato nulla. Andiamo a dirglielo alle persone che stanno fuori da qui, andiamo a dirglielo agli esodati, agli esuberati, ai licenziati, a coloro che vivono delle crisi aziendali forti e che probabilmente, grazie anche ad un sistema pensionistico evidentemente anacronistico rispetto a quanto stiamo vivendo in Europa e in Italia, farà in modo che i nostri giovani molto probabilmente, precariamente occupati in questo momento, non andranno a godere di una pensione quanto meno congrua. E mi meraviglio perché lo scorso anno, in seno alla legge di stabilità, avevamo proposto un emendamento ad esempio per abrogare la legge Mosca e anche Sinistra Ecologia Libertà ha votato contro l'abrogazione di questa vigente e altrettanto inopportuna legge.
  Abbiamo presentato rispetto ai trattamenti pensionistici anche una mozione che è agli atti e che nessuno vuole prendere in mano, questa mozione è molto semplice, parliamo tutti e ci riempiamo sempre molto la bocca e ci stracciano le vesti quando si parla di pensioni d'oro, pensioni d'argento. Bene, c’è una mozione presentata che va a rimodulare ad esempio le aliquote fiscali rispetto a pensioni sopra i 90 mila euro lordi l'anno e, attraverso la rimodulazione fiscale di queste aliquote, va a far beneficiare, con quel piccolo tesoretto che si andrebbe a verificare, le pensioni da uno a sei volte la minima.
  Quindi, ve la siete cavata, sottosegretario, con poco, perché una tantum è evidentemente poco rispetto ad un cosiddetto diritto quesito.
  Diritto quesito, tra l'altro, con riferimento al quale la Cassazione, con una sentenza del 2014 che vado a citare, dice: «in ambito pensionistico e relativamente ai diritti quesiti del pensionato, non possono essere incisi in peius per alcuna ragione i trattamenti in atto, se non in forza di una legge o di un atto avente forza di legge, il quale comunque deve essere ispirato a criteri di oggettiva ragionevolezza.» Cosa ci dice la Cassazione in questo senso ? Ci dice che basta legiferare in questo senso e il problema dei pensionati, degli esuberati, dei licenziati, di coloro che non vedranno effettivamente una pensione – come prima ho detto – congrua, con una legge può essere risolto.
  Ma c’è una volontà politica, in tutto questo, che io non vedo. Ci sono delle occasioni, sottosegretario, che noi stiamo continuando a perdere, al netto del fatto che ormai, all'interno del sistema pensionistico, e per quanto riguarda il dibattito che si sta svolgendo in questi mesi sulle pensioni, tutti vogliono metterci lo zampino: la maggioranza, la minoranza, le opposizioni e addirittura l'Inps, in questo caso, molto probabilmente, ci detterà una linea. Perché, se è vero che in Commissione lavoro abbiamo sette-otto proposte per quanto riguarda il riordino del sistema pensionistico, ecco, bene, bisogna prima fare i conti con la Ragioneria dello Stato e con l'Inps, ad oggi, in Italia, per portare avanti una battaglia di giustizia che dobbiamo necessariamente ad elettori e cittadini italiani.
  Tra l'altro, anche in termini di giurisprudenza, è molto probabile che eventuali ricorsi – ricordiamo che il tribunale di Milano, circa un mese fa, ha accolto il ricorso di un pensionato e ha obbligato e sta obbligando l'Inps a pagare tutta la rivalutazione delle pensioni – ma in termini di giurisprudenza è probabile che qualcuno rispolvererà dal cappello, dal cilindro, quello che successe nel 2008, quando ci fu questo macroprovvedimento che era lo scalone, fondamentalmente, che andava a decretare – e la Corte li dichiarò legittimi – gli stop agli incrementi fino a otto volte il minimo Inps di pensione. Questo è un caso che evidentemente farà giurisprudenza.

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  PRESIDENTE. Concluda.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, io mi avvio alla conclusione, dicendo che, purtroppo, l'Italia è il Paese dove chi sbaglia non paga mai. In questo caso, come, in seno all'audizione svolta qui alla Camera dei deputati con il Ministro Padoan, qualche deputato ricordò al Ministro Padoan: fate pagare chi ha sbagliato. In Italia chi sbaglia non paga mai. E allora io non pretendo, in questo caso, di andare a prendere per il colletto sia il senatore a vita Monti, sia l'ex Ministro Fornero, ma quanto meno, Presidente, prendiamoci le nostre responsabilità.
  In questo caso il pagamento nei confronti delle persone che stanno soffrendo fuori da questi Palazzi, significa legiferare assieme, farlo in modo serio, quanto meno per cercare, come da ordine del giorno della Lega prima presentato e da tutti votato, di abrogare la manovra Fornero e di cercare quanto meno un sistema pensionistico più equo, finanziariamente sostenibile e che dia una vittoria rispetto ad una battaglia di giustizia che tutto il Parlamento si aspetta (Applausi dei deputati del gruppo Misto Alternativa Libera).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capelli. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Grazie, Presidente. Colleghi, signori del Governo, intervengo brevemente sul provvedimento al nostro esame e per il quale anticipo il voto favorevole del gruppo Per l'Italia-Centro Democratico.
  Si tratta, come tutti ormai sanno e come è stato più volte detto nel corso del dibattito anche odierno, di un provvedimento varato con l'obiettivo primario di corrispondere alla sentenza n. 70 della Corte costituzionale, andando tempestivamente a risarcire i pensionati ingiustamente penalizzati.
  Va dato atto al Governo che non si è attesa la legge di stabilità per intervenire, liquidando dal 10 di agosto i rimborsi, sia pur parziali, ai pensionati. Il decreto interviene con equanimità, favorendo i redditi bassi con quella gradualità richiesta dalla Corte e introducendo, quindi, un po’ di giustizia sociale, compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica programmati dal Governo.
  Se l'intervento non fosse stato così concepito, avremmo dovuto riaprire un dossier che con i sacrifici degli italiani è stato faticosamente chiuso, mantenendo, cioè, i vincoli fissati dal Parlamento e valicati dalla Commissione europea.
  La soluzione del rimborso una tantum e limitare la platea degli aventi diritto permette di limitare l'impatto sull'equilibrio dei conti pubblici e, quindi, il rispetto del deficit all'interno del 2,6 per cento del prodotto interno lordo. Si rimborserà poco più, quindi, dell'11 per cento dell'ammontare potenziale, cioè circa 18 miliardi di euro che era l'ammontare potenziale, ma il deficit in quel caso sarebbe schizzato oltre il 3,5 per cento, con le conseguenze note e delle ripercussioni in campo europeo.
  È chiaro che un tema come questo ha aperto il fianco per l'ennesima volta allo strumentale dibattito tra chi ovviamente nell'opposizione propone di pagare tutto e subito scegliendo di parlare allo stomaco della gente più che alla regione, secondo un vecchio, vecchissimo, schema che parte, da una parte, da un falso assunto, cioè noi, quelli dell'opposizione, siamo con la gente e contro la politica dei potenti e dei compromessi politici, contro quei politici compromessi che sono al Governo, salvo andare poi al Governo loro stessi e recuperare un improvviso senso di responsabilità. Io mi chiedo quando decideremo di fare davvero politica, di riconquistare credibilità, di lavorare qui dentro per la gente e non soltanto per la denigrazione della parte avversa.
  Segnalo comunque, per tornare al tema, che questo decreto contiene anche altre misure importanti, come già detto, e preferisco ripeterlo, da alcuni colleghi che mi hanno preceduto, come quello riguardante il rifinanziamento di oltre un miliardo di euro degli ammortizzatori sociali per la cassa integrazione in deroga e i 70 Pag. 11milioni di euro per i contratti di solidarietà, portati a 220 dopo l'iter in Commissione. Quindi, 290 milioni in più sia per i contratti di solidarietà di tipo B – lo stanziamento iniziale era di 70 milioni – sia per quelli di tipo A, inizialmente non previsti dal decreto, che ora hanno una nuova dotazione di 150 milioni. Infine, i 5 milioni aggiuntivi per la cassa in deroga per il settore della pesca, per una manovra complessiva di un miliardo e 315 milioni aggiuntivi per gli ammortizzatori sociali. Per questo motivo e non attardandomi oltre, come detto, confermo il voto favorevole del nostro gruppo Per l'Italia – Centro Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia - Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, questo decreto-legge è composto da più parti, da sette articoli. È chiaro che, se fosse stato un disegno di legge, con una votazione separata articolo per articolo, noi avremmo votato favorevolmente agli articoli dal 2 al 7, proprio perché comunque trattano argomenti che non possono che essere condivisibili, come il rifinanziamento del Fondo sociale dell'occupazione e la formazione, gli ammortizzatori sociali in deroga, i contratti di solidarietà, il coefficiente sul montante contributivo, così come le procedure sul pagamento dell'INPS, e anche l'emendamento della Commissione è stato accolto favorevolmente dalla Lega Nord, che prevedeva maggiori fondi per gli accordi di crisi aziendale e della cessazione dell'attività. Il problema dove nasce per il voto contrario del nostro movimento a questo decreto-legge ? Nasce per l'articolo 1, per come voi avete affrontato la sentenza della Corte costituzionale, che dava dignità politica ed economica ad una situazione che, a seguito del decreto-legge «salva Italia» del 2011, aveva portato i pensionati italiani a non vedersi indicizzate le loro pensioni per gli anni 2011 e 2012. Noi lo avevamo detto e non avevamo votato quel provvedimento. La Corte costituzionale ha detto che è da ritenersi incostituzionale il comma 25 dell'articolo 24 del decreto-legge «salva Italia», che era propedeutico al risanamento dei conti pubblici, secondo una teoria che noi non condividiamo, che non abbiamo condiviso allora e non condividiamo oggi, che è quella di riuscire ad ottenere minori spese non andando a tagliare gli sprechi e andando a tagliare la spesa improduttiva, ma andando a tagliare, su vostra decisione, su vostra iniziativa, quelle spese che invece avrebbero creato volano all'economia, che erano appunto le indicizzazioni per le pensioni in essere.
  Noi, su questo provvedimento, abbiamo anche chiesto e voluto far votare l'Aula parlamentare in merito all'incostituzionalità, perché noi riteniamo, comunque, incostituzionale questo decreto-legge n. 65 del 2015. Infatti, noi vediamo leso il combinato disposto degli articoli 36, 38 e 3 della Costituzione, perché il mancato ripristino del meccanismo di rivalutazione ex lege n. 388 del 2000, violando il principio di proporzionalità tra pensione e retribuzione e quello di adeguatezza della prestazione previdenziale, altera i principi di uguaglianza e ragionevolezza, causando un'illogica discriminazione in danno della categoria dei pensionati.
  Infatti, voi all'articolo 1 prevedete sì un rimborso in funzione della sentenza, ma è un rimborso completamente parziale, un rimborso completamente riduttivo rispetto a quanto si prevedeva ante legge Fornero, in base, appunto, alla legge n. 388 del 2000, che dava delle quote percentuali nettamente maggiori rispetto a quelle che voi date, che sono veramente basse: 40, 20 e 10 per cento rispetto alle diverse fasce dalle tre alle sei volte al minimo di retribuzione mensile.
  Il problema che voi evidenziate è quello dello sforamento del rapporto deficit/PIL del 3 per cento; rapporto che ci viene imposto dalla Commissione europea, dai Trattati internazionali europei, dalla macroeconomia europea. Sono parametri che, però, furono scritti in altre epoche; Pag. 12furono scritti in periodi storici e economici completamente diversi rispetto a quelli attuali; furono scritti quando non vi era un controllo sostanziale della spesa pubblica e, soprattutto, non vi era una competizione economica mondiale come quella che si è creata negli ultimi anni attraverso la globalizzazione, che ha portato, addirittura, attraverso il fallimento, la bolla economica americana, alla crisi sostanziale, alla crisi economica, non più congiunturale, ma strutturale, che il territorio europeo e l'economia europea vive.
  Quindi, quei parametri sono, di fatto, obsoleti, bisognerebbe contestualizzarli, e contestualizzarli anche in un periodo storico-economico come quello attuale che vede un Paese dell'Unione europea, la Grecia, prossimo – probabilmente, è una delle possibili soluzioni alla crisi greca – all'uscita dall'euro. Comunque, a prescindere dall'esito del referendum di domenica, occorre mettere mano in sede europea alle politiche di austerità che stanno attanagliando il progresso economico dell'intero continente.
  Tutti gli Stati e tutte le economie europee retrocedono tranne una: quella tedesca, che, addirittura, fa un avanzo, è in surplus, e nessuno la sanziona. Tutti guardano, sostanzialmente, alla Grecia e, poi, guarderanno all'Italia. Il Presidente Renzi è venuto su questi banchi del Governo a dirci che il Paese Italia non è più sotto interrogatorio da parte della Commissione europea e non fa più parte degli alunni discoli della classe in cui la Merkel fa la professoressa; sostanzialmente, ci dice che, quindi, i conti sono a posto, che le riforme sono fatte, che l'Italia è strutturalmente e organizzativamente migliore.
  Ma, allora, dico: se, effettivamente, queste riforme che il Presidente Renzi millanta sono concrete, sono vere, sono costruttive, producono effetti positivi per l'economia, perché, allora, ritornare a chiudersi nell'austerità e all'interno dei parametri che ci vincolano e ci hanno vincolato alla mancata crescita, come quello del 3 per cento ?
  Se il Paese, secondo Renzi, effettivamente, è in grado di essere maggiormente competitivo, perché allora non è andato in Europa proprio in questa fase politico-economica in cui vi era la possibilità di insinuarsi all'interno del dibattito Grecia-Commissione europea ? Commissione europea che, tra l'altro, purtroppo, era rappresentata esclusivamente da due leader, un leader e mezzo, diciamo: dalla Merkel e da Hollande. Solo Germania e Francia, con l'ausilio della Francia, hanno determinato delle scelte che, molto probabilmente, avranno delle ripercussioni negative su tutto il continente e, soprattutto, sul nostro Paese.
  All'interno di questo dibattito l'Italia era stata completamente assente, è stata completamente assente, se non per qualche tweet o qualche telefonata che abbiamo letto sui giornali nazionali, che il Presidente del Consiglio ha fatto sia a Tsipras, sia alla Cancelliera tedesca e al Presidente francese.
  Io avrei preferito che il Paese si fosse inserito in questo dibattito per cercare innanzitutto una soluzione che non portasse a una crisi dagli scenari oscuri e imprevedibili; e successivamente mi sarei inserito in questo dibattito per far sì che questo Paese, l'Italia, avesse la possibilità di trovare delle soluzioni che andassero bene anche a lei. Quindi, il superamento, per esempio, del Patto di stabilità e crescita.
  Ricordo che nelle primarie lanciavano sempre degli slogan, quelli del Partito democratico, e Renzi è un mago degli slogan. Ha coniato il «patto di stupidità e crescita». Quando c’è da raccogliere voti, crea degli slogan che sono anche efficaci e si sono rivelati efficaci alle elezioni europee; poi, però, quando è seduto al tavolo del Governo, scodinzola come un cagnolino alla corte della Merkel e non ha più rivendicato appunto la stupidità di questo Patto di stabilità, anzi, addirittura qui, con questo provvedimento, ne rivendica la bontà, perché la spesa per i soldi che voi avete restituito ai pensionati va a colmare il gap che c’è fra il deficit previsto, 2,6 per cento, portandolo al 2,8, che è il limite massimo consentito per evitare la procedura di infrazione.Pag. 13
  Io avrei fatto esattamente il contrario: avrei dato il 100 per cento e sarei salito a Bruxelles per modificare quel parametro in modo tale da creare un volano di maggiore spesa, data appunto dalla maggiore liquidità che i pensionati avrebbero avuto nelle loro tasche, anche per poter riuscire a vivere in una maniera più decorosa.
  Un voto, quindi, convintamente contrario a questo provvedimento, non tanto per gli articoli dal 2 al 7, dei quali, come ho ricordato, rivendichiamo anche noi non dico la paternità, ma un commento positivo; ma il voto è contrario perché la mancata indicizzazione totale ai pensionati è di nuovo un colpo, non dico mortale, ma comunque offensivo, verso coloro che sono stati utilizzati, lavoratori e pensionati, soprattutto padani, per far quadrare i conti di questo Stato.
  Dovete tagliare le spese dei ministeri, invece di tagliare le pensioni agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antimo Cesaro. Ne ha facoltà.

  ANTIMO CESARO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il blocco delle rivalutazioni delle pensioni è uno dei temi più sentiti nella discussione sulla possibilità di tenuta dell'equilibrio della finanza pubblica. Un tema affrontato nella recente sentenza n. 70 del 2015 della Corte costituzionale e in merito al quale la Consulta, pur non escludendo la legittimità di interventi legislativi incidenti sui trattamenti pensionistici, ha però sollevato il problema del recupero della perdita di potere d'acquisto.
  Il decreto-legge 65 al nostro esame, pur scaturente da quella sentenza, presenta tuttavia un contenuto più ampio, non occupandosi solo di pensioni. In esso, infatti, sono rifluite varie questioni: dal rifinanziamento della cassa integrazione in deroga e dei contratti di solidarietà, alla correzione del coefficiente di rivalutazione del montante per le pensioni contributive; dalla revisione della disciplina dell'erogazione anticipata del TFR, al pagamento delle prestazioni erogate dall'INPS il primo del mese.
  Mi limiterò ad approfondire alcuni aspetti del provvedimento. Dunque, con la sentenza n. 70/2015, la Consulta ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del decreto-legge n. 201 del 2011 nella parte in cui disponeva il blocco della rivalutazione automatica delle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo INPS per gli anni 2012 e 2013.
  La Consulta ha evidenziato che «l'interesse dei pensionati – in particolar modo di quelli titolari di trattamenti previdenziali modesti – è teso alla conservazione del potere di acquisto, estrinsecazione del diritto a una prestazione previdenziale adeguata. Un diritto che appare irragionevolmente sacrificato nel nome – leggo testualmente dalle motivazioni – di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio».
  Voglio ribadire, ancora una volta, che le sentenze della Corte, pur discutibili, nel senso di essere oggetto di discussione, magari sul piano dottrinale, oltre che politico, devono essere, tuttavia, rispettate nella sostanza. Dunque, mi limiterò a far sommessamente notare che il decreto-legge n. 201 del 2011 fu rubricato come «Salva Italia» – scusate se è poco –, e fu varato, in emergenza, in un momento in cui il Paese, rischiando il default, metteva a rischio il pagamento di pensioni e stipendi.
  Uno scenario ellenico che ancora oggi ha i suoi fan. Vedo che domenica qualche leader politico nostalgico del disastro a cui non ha potuto assistere in Italia, si recherà in Grecia, magari per vedere qualche anziano in fila al bancomat; questo in Italia non è accaduto E fa specie vedere che chi fu responsabile politico di quel disastro e ebbe poi almeno il pudore, forse figlio di una cattiva coscienza, di votare quel provvedimento, si erge ora a paladino delle restituzioni integrali, all'insegna del motto populista «restituire tutto a tutti e subito». Il decreto-legge n. 65 risarcisce Pag. 14tempestivamente, ancorché parzialmente, i pensionati ingiustamente penalizzati. Tempestivamente, perché il Governo non ha atteso la legge di stabilità per intervenire. Parzialmente, perché non restituisce tutto a tutti, ma opera secondo il principio di gradualità, già evocato dalla Corte, combinandolo col rispetto degli obiettivi della finanza pubblica e col principio dell'equilibrio di bilancio, evitando, alla luce dall'articolo 81, di aprire una falla di oltre 16 miliardi nelle casse dello Stato. Una voragine che, tra l'altro, finiva per scaricare sulle generazioni future i costi di un sistema pensionistico certo non orientato al principio della solidarietà intergenerazionale.
  I correttivi adottati nel decreto intervengono a tutelare l'interesse dei pensionati titolari di trattamenti pensionistici modesti cui si applica, e solo ad essi, la rivalutazione graduale degli assegni pensionistici fino a sei volte il trattamento minimo INPS.
  Dunque, una garanzia di conservazione del potere di acquisto dei pensionati orientata alla gradualità, alla progressività e, più in generale, all'equità, nell'attuale scenario economico, secondo una logica redistributiva, che, certo, dà risposte più significative a chi più ha bisogno (Applausi della deputata Marialuisa Gnecchi).
  Il contenuto del testo che stiamo per approvare, dunque, ci convince, soprattutto perché riteniamo che ogni forma di intervento correttivo sul sistema previdenziale non possa prescindere dall'obiettivo di evitare di aggiungere elementi di iniquità nel rapporto tra generazioni.
  Proprio in considerazione di ciò, l'argomento pensioni non può più essere considerato un dogma indiscutibile. In un Paese in difficoltà, dove la visione del futuro dei giovani si fa di giorno in giorno più fosca, dove si operano blocchi stipendiali e innalzamento dell'età pensionabile, non sia considerato eretico chiedere qualche piccolo sacrificio ai pensionati più abbienti, titolari di assegni aurei e baby-pensionati, che hanno ampiamente beneficiato dei vantaggi del sistema retributivo.
  Anzi, il gruppo di Scelta Civica auspica che le risorse che si rendessero eventualmente disponibili siano usate soprattutto per provvedimenti a sostegno del futuro previdenziale dei giovani (e qui vedo, alla mia sinistra, molti giovani che non ascoltano in silenzio cose che potrebbero riguardarli assai da vicino) e, ancora, a favore di chi ha una pensione del tutto inadeguata ai contributi versati in una vita di lavoro.
  Mi riferisco, per intenderci a chi riceve dallo Stato un assegno inferiore ai 780 euro, che rappresenta la fatidica soglia di povertà. Altro che demagogia di restituire tutti a tutti e subito, l'ignoranza devo dire, non solo previdenziale, di questi Robin Hood al contrario (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia) ! A questo proposito, mi si consenta una breve riflessione a margine.
  La Corte ha rilevato che sui diritti acquisiti in materia di pensioni si può intervenire per ragioni di bilancio, anche in ossequio al novellato articolo 81 della Costituzione. Ora, poiché anche l'articolo 81 è subordinato ai principi fondamentali della Carta, a questa premessa fa seguito l'auspicio che la quadratura dei conti dello Stato, il principio dell'equilibrio del bilancio, non necessariamente debba imporsi come una spada di Damocle sui diritti sociali. E ciò in virtù di due considerazioni, una pratica e una teoretica.
  Considerazione pratica. Le pensioni medie annue ammontano a circa 20 mila euro per gli uomini e 14 mila euro per le donne. Solo poco più di 200 mila pensionati ha un reddito pensionistico superiore a 5 mila euro. Importi lordi, dati ISTAT. Ora, pur immaginando un futuribile e, per noi di Scelta Civica, auspicabile contributo di solidarietà sulle pensioni d'oro, ragionando in termini assoluti e generali, come si può pensare di continuare a tagliare le sole pensioni per ripianare i debiti dello Stato ?
  Considerazione teoretica. Non si può applicare una forma mentis economica ai diritti sociali. La politica economica dovrà necessariamente imporre altrove le sue durezze, magari nei 66 miliardi di spese Pag. 15generali del bilancio dello Stato o tagliando – è un punto di onore per Scelta Civica – le innumerevoli partecipate inutili.
  In più, non posso fare a meno di notare che due sentenze della Corte, a breve distanza di tempo, in un caso – quello di cui stiamo parlando, sul blocco della contingenza delle pensioni – ha previsto il rimborso degli arretrati; nell'altro – rinnovo del contratto del pubblico impiego – non lo ha previsto. Come si conciliano le due sentenze nei confronti del medesimo articolo 81 della Costituzione, eluso nel primo e considerato nel secondo caso ? E ancora e più in generale, la giuridicità costituzionale deve esercitarsi nei limiti dei vincoli della finanza pubblica ? Ne potrebbe discendere, se andassimo ad approfondire questi argomenti, un interessante dibattito sui confini della dimensione giuridica, di quella economica e di quella politica, su cui vale la pena riflettere.
  Ora, ritornando in conclusione al nostro disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 65 del 2015, lasciando irrisolte le questioni appena sollevate e ribadendo l'equità e la gradualità delle disposizioni contenute nel decreto-legge, queste sono in ossequio ai principi espressi dalla Corte. Le diverse e molteplici declinazioni di questi principi di equità e gradualità non possono essere evocate solo riguardo agli assegni pensionistici già in essere ma, a mio sommesso avviso, concernono il rispetto della dignità del lavoro, anche la dignità di quei giovani che, tentando di affacciarsi al mondo del lavoro, devono poter guardare con serenità al loro futuro (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia). Pure in ciò consiste l'affidamento del cittadino verso lo Stato.

  PRESIDENTE. Onorevole Antimo Cesaro, deve concludere, però, perché siamo ampiamente...

  ANTIMO CESARO. Sto per finire, Presidente. Non solo, dunque, un affidamento in un'ottica retrospettiva, come giustificazione teoretica di diritti acquisiti, ma altresì in un'ottica prospettica, per dare ai nostri giovani, magari con contratti precari e carriere interrotte, maggiori certezze sul loro futuro previdenziale (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Antimo Cesaro...

  ANTIMO CESARO. Per questo, Scelta Civica, voterà questo provvedimento senza demagogia (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Grazie Presidente. Confesso di non avere capito bene come si conciliano la prima e la seconda parte dell'intervento di Antimo Cesaro...

  PRESIDENTE. Collega con cui vi chiarite fuori dall'Aula, però.

  ANTONIO PLACIDO. Infatti mi pare che la sottolineatura dell'ultima parte del collega, ovvero quella riguardante la tensione che evidenzia questa sentenza tra le necessità di risanamento della finanza pubblica e le necessità di garantire la tutela dei diritti costituzionalmente sanciti, sia il vero punto intorno a cui sarebbe il caso che si sviluppasse qui dentro la discussione.
  Non capisco come questo discorso possa poi tenersi in piedi con un voto favorevole, maturato sulla base dell'apologia che abbiamo ascoltato a proposito della manovra del 2011, il cosiddetto «salva Italia» che, per la verità, l'Italia non l'ha salvata, stante il fatto che, tra il 2011 e il 2013, la spesa pubblica in rapporto al PIL è cresciuta ulteriormente e non ha, a dire il vero, nemmeno realizzato una situazione sociale tale da consentirci – come mi pare l'onorevole Antimo Cesaro abbia fatto – di irridere con tanta sufficienza Pag. 16alla situazione dei pensionati greci, che sarebbero in fila davanti al Bancomat.
  Io non so quanti pensionati italiani fra quelli con trattamenti al minimo oggi sarebbero in fila davanti ad un bancomat in questo Paese, per la verità.
  Ma al di là di queste succinte considerazioni, io credo – lo ha già detto qualche altro collega prima di noi – che, se il provvedimento fosse stato distinto in articoli diversi, noi avremmo potuto condividere alcune delle scelte contenute in questo provvedimento, in particolare quelle relative ai cosiddetti contratti di solidarietà e agli ammortizzatori in deroga. E tuttavia la sostanza di questo provvedimento è concentrata, invece, nella parte che riguarda il tema a cui prima mi riferivo.
  Il provvedimento non è affatto, come il Governo in queste settimane si è affannato a sostenere, un bonus per i pensionati. È un parzialissimo rimborso, il 12 per cento circa, di quanto il Governo Monti ha sottratto ai pensionati dal 2011. La tegola caduta sulla testa del Governo per effetto della sentenza della Consulta, peraltro, disvela in maniera inquietante la rotta di collisione che oramai è aperta in tutta l'Europa per effetto del fiscal compact tra diritti costituzionalmente sanciti, in questo caso connessi al rapporto previdenziale – principi costituzionali che ci hanno indotto a presentare anche la questione pregiudiziale di costituzionalità rispetto alla proporzionalità e alla adeguatezza del trattamento di quiescenza con riferimento agli articoli 36 e 38 della Costituzione –, ed equilibri di bilancio.
  Così come in queste settimane matura una crescente insofferenza del Governo. Basti vedere le dichiarazioni piccate rilasciate dal Ministro Padoan a questo proposito, che hanno a che vedere – noi crediamo – anche e molto probabilmente con le pronunce a venire, quelle prossime, per cui è attesa l'opinione della Corte in relazione, per esempio, al blocco dei contratti dei pubblici dipendenti.
  La Corte ha emanato una sentenza con cui ha dichiarato costituzionalmente illegittimo il blocco per due anni dell'indicizzazione delle pensioni complessivamente superiori a tre volte il trattamento minimo INPS, ma il Governo non ha ritenuto di doverla rispettare. Questo è il dato, a nostro giudizio.
  Le sentenze della Corte, come è noto, hanno validità ex tunc, nel senso che le norme cancellate è come se non fossero mai esistite, con tutti gli effetti che da ciò derivano. La Corte non chiede, dunque, che gli arretrati siano corrisposti immediatamente, nel giorno successivo alla pubblicazione della sentenza, ma chiede che i pensionati abbiano quello che spetta loro. Per il futuro il Governo potrebbe, se lo volesse, modulare in maniera equilibrata le rivalutazioni delle pensioni, così come fu fatto dal Governo Amato nel 2000 con la legge n. 388. Per il passato, deve dare attuazione alla sentenza. Questo è il dato e su questo c’è poco da commentare.
  Il Governo, invece, per la prima volta, violando il principio di separazione dei poteri emana un decreto-legge che elude la sentenza della Corte e neutralizza gli effetti del contenuto della sentenza. È questo il principio grave, il precedente grave che si sta instaurando e che noi temiamo possa rappresentare anche un'avvisaglia preoccupante per il futuro. Su questo immaginiamo che questo Parlamento debba ripiegarsi e riflettere.
  La sentenza n. 70 ha scatenato un fuoco di sbarramento vero e proprio nei confronti della Consulta e un dibattito tra costituzionalisti e all'interno dell'opinione pubblica, più in generale, sulle modalità con cui si bilanciano esigenze connesse agli equilibri di bilancio ed esigenze che riguardano ineludibili principi di giustizia e di equità sociale.
  È in atto un tentativo chiaro di delegittimare la Corte al cospetto dell'opinione pubblica. Discutiamo di una fase nella quale – non è, per la verità, questo il Governo che ha instaurato questa prassi, la politica tradizionalmente è incline a fare cassa sui pensionati, si continua lungo la stessa falsariga – si colpiscono i soliti noti e, peraltro, in maniera indiscriminata. Quella di cui discutiamo oggi, insomma, è una vera e propria rapina a carico dei Pag. 17pensionati che ha degli effetti permanenti. L'altro elemento, infatti, su cui la Corte si è soffermata è che quando ci sono contingenze di carattere finanziario che impongono sacrifici bisogna che siano ben chiari gli obiettivi che si perseguono e bisogna che sia ben chiaro il limite temporale dei sacrifici richiesti.
  L'articolo 1 del decreto-legge n. 65 del 2015 prevede per i trattamenti pensionistici di importo complessivo superiore a tre volte il minimo INPS il riconoscimento di una minirivalutazione automatica; in pratica si restituisce ai pensionati soltanto il 12 per cento del maltolto. Vengono cioè restituiti nel 2015, per gli anni 2012-2015, al netto delle trattenute fiscali, 2,18 miliardi di euro su 17,6 miliardi di euro, il 12,4 per cento del dovuto, risparmiando ben 15,4 miliardi di euro per il 2015 a spese dei pensionati. Dal 2016 avrebbero dovuto essere versati 4,4 miliardi di euro netti e il Governo restituisce soltanto 489 milioni di euro, l'11,1 per cento del dovuto, risparmiando altri 3,9 miliardi di euro l'anno a decorrere dal 2016, sempre a spese dei pensionati e in maniera permanente.
  Noi, a differenza del collega che mi ha preceduto, non riteniamo che nel 2011 fosse inevitabile bloccare le pensioni; le alternative c'erano tutte, i dati della spesa 2011-2013, peraltro, hanno sconfessato questa teoria e si sarebbe potuto intervenire su voci di spesa come quelle dei consumi intermedi, dei trasferimenti alle imprese, considerando che è lì che si annida la maggior parte degli sprechi e delle inefficienze nell'utilizzo della spesa pubblica. In realtà, ormai lo sappiamo, lo comprova il rapporto sullo Stato sociale del 2015 dell'Università La Sapienza, l'erogazione delle pensioni migliora i conti pubblici; dopo le due principali riforme della previdenza, Amato e Dini, 1992 e 1995, la crescita della spesa pensionistica si è allineata a quella del PIL, il saldo tra entrate contributive e prestazioni previdenziali, al netto delle ritenute fiscali, ha superato il 2 per cento del PIL nel 2008. Attualmente il saldo è pari a circa 21 miliardi di euro l'anno. Dunque, ogni anno il sistema previdenziale pubblico contribuisce positivamente e in misura consistente a migliorare il bilancio pubblico, anche in considerazione del fatto che la percentuale di popolazione anziana che aumenta riduce la retribuzione media delle pensioni.

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Placido.

  ANTONIO PLACIDO. In conclusione, noi siamo convintamente contrari a questo provvedimento che è socialmente iniquo e inefficace in quanto deprime la domanda interna, rinunciando a redistribuire il reddito nella direzione dei ceti più deboli; il contrario esatto di ciò di cui l'Europa avrebbe bisogno, come i fatti greci di questi giorni comprovano ampiamente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pizzolante. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Grazie Presidente, questo è un Parlamento che ha troppo spesso la memoria corta, come tutto il Paese, a dir la verità. Noi stiamo parlando di provvedimenti e di un momento, quello del 2011, drammatico per il Paese; non era un normale momento di crisi, il Paese rischiava il fallimento, il default, ed era quello il momento in cui noi abbiamo fatto alcune scelte e votato alcuni provvedimenti.
  Ricordo che era in discussione la possibilità per il Paese di onorare i titoli di Stato e quindi i prestiti sul debito pubblico; era in discussione il pagamento delle pensioni – non solo l'indicizzazione delle pensioni, ma il pagamento delle pensioni ! – e il pagamento degli stipendi pubblici. Altri Paesi, in quel momento, fecero scelte molto più dure, molto più drastiche delle nostre: penso all'Irlanda, penso all'Inghilterra, penso alla Spagna e penso ad altri Paesi. Scelte molto dure, che noi non abbiamo fatto intervenendo sull'indicizzazione, non sulla riduzione delle pensioni, Pag. 18non sulla riduzione degli stipendi pubblici e non con i licenziamenti dei dipendenti pubblici. Cosa avrebbe fatto la Consulta oggi, se avessimo preso gli stessi provvedimenti di altri Paesi ? Avrebbe fatto saltare in aria il bilancio dello Stato ? Dico di più: cosa faremmo se oggi ci trovassimo di nuovo in una situazione di gravissima difficoltà, se ci trovassimo nelle condizioni in cui si trova la Grecia in queste ore, ad esempio ? Grazie agli interventi di quegli anni e grazie alle riforme di questi anni non siamo nelle condizioni della Grecia, ma, per fare un esercizio mentale, se ci dovessimo trovare di nuovo nelle stesse condizioni di crisi e di difficoltà, questo Parlamento non sarebbe titolato a fare delle scelte dure e drastiche per poter far fronte ad una situazione di emergenza e di difficoltà ? Dovremmo chiedere il permesso alla Consulta ? È questa l'idea di chi oggi è seduto ed è pancia a terra sul provvedimento della Consulta, che sono gli stessi che vanno ad applaudire Tsipras in Grecia ? È questa l'idea, che questo Parlamento non è in grado di decidere, in un momento di grande difficoltà e di emergenza, per scelte dure e drastiche ? È questa l'idea ? Noi non siamo d'accordo e pensiamo che il Parlamento deve decidere e rispondere al popolo. Deve decidere, per ragioni di finanza pubblica, di grave stato di crisi, di tenuta democratica, perché questo è il punto. Deve poter decidere, come noi abbiamo deciso. Da parte nostra, non c’è nessuna volontà masochistica. Chi è contento di fermare le indicizzazioni ? Chi è contento di bloccare i contratti ? Chi può essere contento di questo ? Non c’è nessuna volontà masochistica, però quelle scelte, insieme alle riforme che abbiamo fatto in questi anni, ci hanno permesso poi di uscire dal tunnel della crisi, di restituire gli 80 euro a dieci milioni di persone, di decidere la decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato – che sta facendo crescere di molto le assunzioni a tempo indeterminato, ridando stabilità al mondo del lavoro –, di togliere il peso dell'IRAP sul lavoro e oggi di restituire quasi 3 miliardi di euro ai pensionati di fascia media. Qualcuno ha detto, anche in questo Parlamento, che è un'operazione contro i più deboli: ma perché ci raccontiamo queste cose ? È evidente che il provvedimento fatto nel 2011 intanto non ha mai toccato – mai toccato ! – le pensioni sotto i 1.500 euro: stiamo parlando di 10 milioni di pensionati che non sono mai stati toccati da quel provvedimento; oggi, con questo provvedimento, restituiamo quanto possiamo a circa 4 milioni di pensionati che guadagnano dai 1.500 euro ai 3 mila euro. Potendo, avrei restituito di più a questa fascia media e potendo avrei restituito anche qualcosa a chi guadagna sopra i 3 mila euro, ma dobbiamo fare i conti con la finanza pubblica e dobbiamo pensare che non possiamo, con un provvedimento burocratico della Consulta, bloccare il processo delle riforme e nello stesso tempo sfondare il 3 per cento del rapporto deficit-PIL.
  Quindi, è grazie al coraggio di quelle scelte in quel momento durissimo e grazie al buon governo di questi due anni, se noi abbiamo potuto fare le riforme e oggi possiamo restituire qualcosa. Ed è grazie al buon governo di questi due anni e ai provvedimenti di allora se noi oggi possiamo immaginare di alleviare con i decreti fiscali la pressione fiscale, la pressione burocratica di questo Paese. Ed è grazie al buon governo di questi due anni se noi possiamo pensare di modificare la Fornero, non con le chiacchiere o con le adunanze pubbliche si può modificare la Fornero. Noi modificheremo la Fornero ad esempio andando a prevedere una flessibilità in uscita, un provvedimento sul quale stiamo lavorando, soltanto per il buon governo di questi anni, soltanto per le scelte anche dure che abbiamo fatto qualche anno fa.
  Ai pensionati dico che noi lavoriamo duramente per poter cambiare la Fornero e metterci nelle condizioni di creare una flessibilità in uscita, un anticipo dall'uscita dal lavoro, quindi un anticipo dell'andata in pensione, grazie a questi provvedimenti. Dico ancora che noi lo faremo nonostante il presidente dell'Inps. Noi non pensiamo che questa riforma delle pensioni, che Pag. 19siamo in grado di fare e che vogliamo fare, si debba fare a scapito dei diritti acquisiti dei pensionati, noi non possiamo pensare che si possano riformare le pensioni con il ricalcolo delle pensioni dando incertezza a 15 milioni di pensionati, questo noi non lo vogliamo fare, non possiamo farlo e non lo faremo (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC) e del gruppo del Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polverini. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Grazie, Presidente, grazie sottosegretario. Colleghi, siamo di nuovo qui per affrontare la sentenza della Corte costituzionale, la numero 70 del marzo scorso. La Corte costituzionale con quella sentenza dichiara l'illegittimità costituzionale appunto dell'articolo 24, comma 25, del decreto-legge del 6 dicembre del 2011, n. 201, che fu poi convertito con modificazioni dall'articolo 1, comma 1, della legge n. 214 del 22 dicembre 2011, nella parte in cui prevede, è stato già detto ma ci tengo a ripeterlo, che in considerazione della contingente situazione finanziaria la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall'articolo 34, comma 1, della legge del 23 dicembre 1998, la ormai famosa 448, è riconosciuta per gli anni 2012 e 2013 esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo sino a tre volte il trattamento minimo Inps nella misura del 100 per cento.
  È la Corte costituzionale stessa che indica nelle righe il percorso da seguire, che altro non è che quello di applicare il citato comma 1 dell'articolo 34 della legge n. 448, il quale prevede due cose. La prima, che il meccanismo di rivalutazione delle pensioni si applica ad ogni singolo beneficiario in funzione dell'importo complessivo dei trattamenti corrisposti a carico dell'assicurazione generale obbligatoria e delle relative gestioni per i lavoratori autonomi, nonché dei fondi sostitutivi, esclusivi ed esonerativi della medesima e dei fondi integrativi ed aggiuntivi. La seconda è che l'aumento della rivalutazione automatica viene attribuito su ciascun trattamento in misura proporzionale all'ammontare del trattamento da rivalutare rispetto all'ammontare complessivo.
  Ecco, l'Esecutivo avrebbe dovuto prendere atto di ciò e trovare nei meandri del bilancio, lo dicevo giorni fa in discussione generale, magari in quei 65 miliardi non ben definiti che ricorrono annualmente tra le spese generali, le risorse per assicurare la perequazione a tutti i pensionati, dico a tutti nessuno escluso ! Li avrebbe dovuti trovare per una questione di giustizia sociale, li avrebbe dovuti trovare perché proprio questo esecutivo, in cui il Partito Democratico è il partito di maggioranza relativa, è appunto quel partito che per anni ci ha sempre detto quotidianamente che le sentenze si applicano e non si interpretano.
  Beh, invece, questa volta, il Partito Democratico e il Governo Renzi stanno interpretando una sentenza – io dico – andando contro quello che la Corte costituzionale stessa ha più volte definito rispetto ai trattamenti previdenziali che si tratta di retribuzioni differite e pertanto hanno gli stessi diritti di indicizzazione delle retribuzioni. Il Partito Democratico, invece, decide di assegnare un bonus – anche il nome è quanto mai ambiguo – perché si tratta di una restituzione e non di qualcosa che viene elargito per grazia dal Governo Renzi, lasciando fuori oltre il 78 per cento dei pensionati.
  Qualcuno dice, ma dobbiamo farlo perché dobbiamo rimanere dentro i parametri del 3 per cento. Guardate, l'ho già detto e lo ripeto qui, ho visto una determinazione da parte del Presidente Renzi, quando per motivi squisitamente elettorali ha chiuso il ministro Padoan al Ministero dell'economia perché trovasse i famosi 10 miliardi per elargire un bonus che altro non era che una – come è stata definita e non soltanto da noi – marchetta elettorale che, per giunta, non ha assolutamente raggiunto gli scopi che in qualche modo il Presidente aveva promesso, cioè Pag. 20quella di rimettere in moto i consumi (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
  
Perché votiamo contro e non ci vogliamo sentir dire che premiamo i redditi più alti ? Perché avremmo votato a favore di questo provvedimento laddove il Governo Renzi, con il risparmio dei pensionati che hanno un reddito maggiore, magari avesse messo in pratica quella promessa elettorale, che poi non ha più mantenuto, di dare anche ai pensionati più poveri i famosi 80 euro. Ricordo il Presidente del Consiglio il giorno dopo il risultato delle elezioni europee dire ai pensionati che quella promessa che aveva fatto non più tardi di 24 ore prima non era in grado di mantenerla. Allora, non siamo noi che non vogliamo premiare i pensionati ma è il Governo Renzi che ancora una volta per motivi evidentemente a noi non comprensibili va contro anche una sentenza della Corte costituzionale. Allora, penso che questa sentenza produrrà sicuramente elementi di crescita ma saranno quelli dei tanti contenziosi che i pensionati metteranno in campo appena il primo pensionato di quel 12 per cento avrà ottenuto il suo rimborso. Questo è quello che sta facendo il Governo Renzi, attivare sicuramente dei contenziosi e probabilmente, laddove anche questo provvedimento venga impugnato, sicuramente una nuova bocciatura in futuro della Corte.
  Quindi, noi votiamo contro questo provvedimento perché l'articolo 1 non ci piace. Noi crediamo che andava restituito tutto a tutti e non ancora una volta selezionare ad personam le persone che avranno indietro ciò che gli è stato ingiustamente tolto. Ci dispiace votare contro questo provvedimento per quanto riguarda gli articoli successivi all'articolo 1 e lo dico ringraziando i colleghi della Commissione lavoro, il presidente della Commissione perché, siccome siamo consapevoli con i nostri provvedimenti di incidere pesantemente sulla vita delle persone, cerchiamo sempre di trovare delle soluzioni quanto più condivise possibili, per arrivare in quest'Aula e portare un provvedimento che possa essere votato da tutti. Devo anche dire che il minuzioso lavoro che facciamo in Commissione ha portato i provvedimenti della Commissione XI sempre ad essere votati, salvo un caso eccezionale, con un voto dell'Aula e non con un voto di fiducia.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 11,30)

  RENATA POLVERINI. Lo dico perché in questo provvedimento ci sono delle questioni importanti che avremmo voluto votare e che purtroppo vanno a confermare che la narrativa del premier di un paese che riprende in termini di economia, che riproduce posti di lavoro, è una narrativa che non coincide con la realtà che invece purtroppo viviamo.
  Perché se così fosse, il nostro Paese non avrebbe ancora oltre 3 milioni di disoccupati, non avrebbe 14 milioni di persone che non cercano più il lavoro e non avrebbe, tra questi 14 milioni, 9 milioni di donne che appunto rinunciano alla possibilità di lavorare. Un provvedimento messo in campo, come il «Jobs Act», che, alla fine della fiera, si tradurrà in pochi e mirati interventi volti a favorire soltanto la più ampia libertà di licenziamento e di demanzionamento e un maggiore controllo del dipendente, anche lì contro la legge, come ha evidenziato proprio all'interno delle sale del Parlamento italiano la scorsa settimana lo stesso Garante della privacy, Antonello Soru. Se il Paese descritto dal Premier fosse quello che lui ci indica, probabilmente non vi sarebbe stato bisogno di incrementare il Fondo sociale per l'occupazione e la formazione per finanziare gli ammortizzatori sociali in deroga (questo è chiaramente un provvedimento che avremmo voluto votare); non vi sarebbe stata la necessità di incrementare sempre il Fondo sociale per l'occupazione e la formazione per il finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per il settore della pesca; non vi sarebbe stato bisogno di finanziare il Fondo per i contratti di solidarietà, insomma, non Pag. 21avremmo avuto bisogno, in un provvedimento che doveva semplicemente attuare una sentenza della Corte, di mettere in campo risorse appunto per andare a dare un minimo di ossigeno a quelle imprese e a quei lavoratori che si trovano ancora pienamente dentro la crisi. Quindi, ci dispiace non poter votare questo provvedimento per gli articoli 2, 3, 4 e anche per gli emendamenti presentati dalla Commissione, ma votiamo convintamente contro perché crediamo invece che questo provvedimento non rispetti, come avrebbe dovuto fare, la sentenza della Corte, non restituisca ai pensionati il maltolto e, soprattutto, non affronti questioni che, invece, io mi auguro verranno affrontate di qui a breve e che riguardano ancora i tanti esodati presenti nel nostro Paese, i giovani che non percepiranno...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  RENATA POLVERINI. ...una pensione dignitosa e soprattutto il discorso della flessibilità in uscita, che potrebbe – sì – rimettere al centro la giustizia sociale per le nostre pensioni. Per tutto ciò, preannunzio il voto contrario del gruppo Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, in questi giorni stiamo discutendo un provvedimento che dovrebbe dare seguito alla sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco delle indicizzazioni che ha coinvolto circa 6 milioni di pensionati. Il Governo Renzi cosa fa ? Restituisce poco a pochi, facendo passare il maltolto per bonus e non dà nulla a molti. Il Presidente del Consiglio si giustifica, sostenendo che lui sta solo rimediando ad errori commessi da altri, ma gli altri chi ? Si riferirà per caso ai 26 membri del suo Governo che votarono l'infame legge Fornero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Si riferisce per caso a Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio; Marco Minniti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio; Maria Teresa Amici, sottosegretario per le riforme costituzionali; Paolo Gentiloni, Ministro degli esteri; Lapo Pistelli, Viceministro degli esteri; Benedetto Della Vedova, sottosegretario per gli affari esteri; Angelino Alfano, Ministro dell'interno: Bubbico Filippo, Viceministro dell'interno: Bocci Gianpiero, sottosegretario per l'interno; Andrea Orlando, Ministro della giustizia; Costa Enrico, Viceministro della giustizia; Roberta Pinotti, Ministra della difesa; Alfano Gioacchino, sottosegretario per la difesa; Casero Luigi, Viceministro dell'economia e delle finanze; Enrico Morando, Viceministro dell'economia e delle finanze; Pier Paolo Baretta, sottosegretario per l'economia e le finanze; Paola De Micheli, sottosegretaria per l'economia e le finanze; Antonello Giacomelli, sottosegretario per lo sviluppo economico; Gian Luca Galletti, Ministro dell'ambiente; Silvia Velo, sottosegretario per le politiche agricole; Biondelli Franca, sottosegretario per il lavoro; Bellanova Teresa, sottosegretario per il lavoro qui presente, lasciata – mi spiace – sola, ma c'erano i posti anche per gli altri membri del Governo, vedo. Bobba Luigi, sottosegretario per il lavoro; Toccafondi, appunto, Toccafondi Gabriele, sottosegretario per l'istruzione; Franceschini Dario, Ministro dei beni culturali e chiude questa allegra compagnia Beatrice Lorenzin, Ministro della salute.
  Ma non finisce qui. Ascoltate attentamente queste dichiarazioni: «La riforma Fornero è giusta, a parte gli esodati» (Ansa, 28 novembre 2012); «La riforma delle pensioni della Fornero è seria, quella del lavoro timida e inefficace. Bene sulle pensioni, maluccio sul lavoro» (Ansa, 29 novembre 2012); «La riforma Fornero andava bene, perderò qualche voto» – erano le primarie del 2013 – «ma lo dico. La riforma non era sbagliata ma va trovata una soluzione per gli esodati» (Ansa, 29 ottobre 2013). Queste sono le parole del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Quindi mi sa che, qua, qualcuno, l'errore Pag. 22non lo può addossare ad altri, ma guardarsi solo allo specchio: Governo compreso, ovviamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Era la fase della responsabilità nazionale di Governo, dell'unità nazionale per via della crisi economica. Mi ricordo benissimo la missiva della BCE, la lettera Trichet-Draghi, perché noi, i cervelli che esportiamo, purtroppo, a livello istituzionale sono i peggiori cervelli; mi ricordo benissimo di Draghi, quando era direttore del Ministero del tesoro durante la fase delle grandi privatizzazioni; mi ricordo benissimo quando era Governatore di Banca d'Italia, soprattutto quando era vicepresidente in Goldman Sachs, quando in Goldman Sachs speculava sui debiti sovrani, perché l'unica cosa che è rimasto di sovrano, in questo Paese, sono i debiti; noi non abbiamo sovranità monetaria, ma abbiamo i debiti sovrani: questo è il paradosso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Era evitabile ? Certo che era evitabile. E chi ce lo dimostra che era evitabile ? La Grecia. Ce lo dimostra Tsipras. Io ho sentito, pochi giorni fa, il discorso di Alexis Tsipras alla nazione e mi sono emozionato. Vorrei leggervi uno stralcio di questo discorso: «Greche e greci, in questo momento pesa su di noi una responsabilità storica davanti alle lotte e ai sacrifici del popolo greco per garantire la democrazia e la sovranità nazionale, una responsabilità davanti al futuro del nostro Paese. E questa responsabilità ci obbliga a rispondere all’ultimatum secondo la volontà sovrana del popolo greco. Poche ore fa si è tenuto il Consiglio dei ministri, al quale avevo proposto un referendum» – referendum ! – «perché sia il popolo greco sovrano a decidere. La mia proposta è stata accettata all'unanimità. (...) Ho già reso nota questa nostra decisione al Presidente francese, alla Cancelliera tedesca e al Presidente della Banca europea, e domani con una mia lettera chiederò ai leader dell'Unione Europea e delle istituzioni un prolungamento di pochi giorni del programma» di aiuti «per permettere al popolo greco di decidere libero da costrizioni e ricatti come è previsto dalla Costituzione del nostro Paese e dalla tradizione democratica dell'Europa. Greche e greci, a questo ultimatum ricattatorio, che ci propone di accettare una severa e umiliante austerity senza fine e senza prospettiva di ripresa sociale ed economica, vi chiedo di rispondere in modo sovrano e con fierezza, come insegna la storia dei greci. All'autoritarismo e al dispotismo dell’austerity persecutoria rispondiamo con democrazia, sangue freddo e determinazione (...)».
  Ecco, queste sono le risposte che un Governo serio dovrebbe dare a quella politica burocratica, tecnocratica, di non eletti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché ricordiamoci bene che la Troika è composta da rappresentanti che non rappresentano, se non altro, i poteri finanziari. E questa è una cosa vergognosa: dovremmo riprenderci la nostra sovranità ! Noi siamo vicini al popolo greco e per questa ragione andremo in grecia durante le ore in cui si voterà il referendum (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È una questione di dignità ! Hai voglia di andare a fare i «bulletti» a Bruxelles, quando invece qua si sono approvate tutte le richieste della Troika, a partire dalla precarizzazione del lavoro, le privatizzazioni, la riduzione delle tutele sociali, la riduzione della spesa sociale, sempre tutto il contrario !
  Poi, conosciamo bene anche Matteo Renzi, da dove viene. Quando fa queste cene da 1.000 euro non è che invita la povera gente, è ovvio che ci vanno i poteri finanziari. Lui con la sua Fondazione è riuscito a recuperare centinaia di migliaia di euro, ma finanziata, spesso, oltre che da fondazioni particolari, anche da poteri finanziari. Ricordiamo anche l'incontro con l'alta finanza, a partire da varie banche, quali Deutsche Bank, e anche istituti finanziari americani: è quello l’imprinting.
  Quindi, noi come MoVimento 5 Stelle abbiamo fatto delle proposte in Commissione. La sentenza diceva che bisognava restituire in un'unica soluzione, prima possibile, tutto a tutti, però richiamava Pag. 23un'altra sentenza precedente, che era quella che in sostanza si riferiva ad un importo della pensione abbastanza elevato, e cioè precedente al blocco delle indicizzazioni del Governo Prodi, fino a otto volte la minima. Quindi, noi abbiamo preso quella sentenza, l'abbiamo fatta nostra, siamo andati incontro alle esigenze di bilancio, incontro alle necessità di chi ha importi più ridotti delle pensioni, abbiamo detto in unica soluzione diamo il 100 per cento a chi ha pensioni sino a quattro volte la minima e da cinque a otto volte la minima vediamo di darlo in maniera dilazionata, ma lo diamo a tutti. Abbiamo fatto tante altre proposte: il tetto a 5.000 euro netti, perché non è possibile che oggi giorno abbiamo ancora pensionati che percepiscono 90 mila euro al mese, quando in questo Paese abbiamo 10 milioni di poveri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Queste sono le ragioni – credo che siano più che sufficienti – per cui il gruppo MoVimento 5 Stelle voterà convintamente contro il decreto-legge pensioni. Vorrei concludere dicendo che non avrei mai immaginato di invidiare il popolo greco. Io in questo momento invidio il popolo greco, perché dalla democrazia più antica del mondo sta rinascendo forse la democrazia, e per questo noi saremo là (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gnecchi. Ne ha facoltà.

  MARIALUISA GNECCHI. Presidente, io vorrei veramente invitare e invitarci tutti, Camera, Senato e Governo, a cercare insieme di risolvere i problemi e di correggere gli errori. Ci sono sicuramente errori nella manovra Fornero, ma vorrei veramente ricordare che è stata chiamata, non a caso, «salva Italia». Non è stata una riforma delle pensioni; sono stati risparmi del «salva Italia» e, siccome in quest'Aula, già nella discussione sulle linee generali e in molti interventi, sono state dette delle cose non precise, vorrei veramente invitare i colleghi, ovviamente mi rivolgo alla Presidente – ma lo ricordo a tutti –, che basta andare in archivio e farsi dare l'atto Camera 4829, da pagina 97 a pagina 100, ci sono i risparmi sulle pensioni di questa manovra, che è una manovra «salva Italia» per coprire il debito pubblico, non è una riforma delle pensioni.
  Le riforme e le correzioni di questa manovra le abbiamo fatte – come tutti sanno, in particolare i colleghi della Commissione lavoro – in Commissione lavoro. E anche sulle liste di proscrizione legate a chi ha votato quella manovra, vorrei anche dire che due terzi del gruppo PD attualmente in questa Camera non c'erano la scorsa legislatura. Due terzi potrebbe dire nello stesso modo che non l'hanno votata e invece noi tutti, compreso chi non c'era, ci rendiamo conto che era una manovra «salva Italia» (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  ROBERTO SIMONETTI. Chi se ne frega. Cosa c'entra ? Il Partito Democratico l'ha votata.

  PRESIDENTE. Collega Simonetti ! Collega Simonetti ! Lasci che la collega Gnecchi faccia il suo intervento. Collega Simonetti !

  MARIALUISA GNECCHI. Rispetto alle accuse di ieri tra il MoVimento 5 Stelle e la Lega...

  PRESIDENTE. Onorevole Gnecchi, si rivolga alla Presidenza.

  MARIALUISA GNECCHI. Rispetto alle accuse di Lega e MoVimento 5 Stelle che ieri si sono incrociate, diciamo e lo ridico: cerchiamo tutti insieme realmente di risolvere i problemi e di fare le correzioni dovute. Noi siamo convinti che il decreto-legge n. 65 del 2015 vada nella direzione giusta. Non a caso, il Governo Prodi aveva bloccato la perequazione solo sopra le pensioni otto volte il trattamento minimo e aveva anche previsto la quattordicesima per le pensioni basse.Pag. 24
  Vorrei veramente che rimanessimo ai dati veri sulle pensioni. Sono 16.393.369 i pensionati, e lo dico, ovviamente, da quest'altro documento fondamentale, presentato alla Camera a cura del comitato tecnico-scientifico di Itinerari Previdenziali con Brambilla; undici milioni di pensionati sono tra una e tre volte il trattamento minimo, quindi fino a 1.486 euro; 4 milioni e 631 sono tra tre e sei volte il trattamento minimo; quindi, solo un milione di pensionati è sopra le sei volte il trattamento minimo.
  E ci tengo, ovviamente, a sottolineare che è strano che vi siano stati degli emendamenti, in particolare della collega Meloni, che hanno proposto l'indicizzazione e la perequazione per tutte le pensioni, quindi anche per quelle 208 pensioni superiori a 50 volte il minimo, quindi oltre 24.771 euro al mese. È strano, è tutto strano, e quindi la cosa sulla quale vorrei veramente che ci concentrassimo è su quello che dobbiamo realmente correggere di quella manovra.
  Noi siamo arrivati anche alle sei salvaguardie grazie a due ordini del giorno, che sono stati approvati in quest'Aula durante la manovra «salva Italia», il 16 dicembre 2011, e sono gli ordini del giorno nn. 163 e 165, su cui Damiano ed io abbiamo cercato anche le firme di tutti gli altri partiti di maggioranza. Sono, ovviamente, gli ordini del giorno che hanno permesso nel «milleproroghe» di prevedere anche i famosi esodati, con le sei salvaguardie già approvate, e adesso, con la settima salvaguardia, vogliamo, ovviamente, risolvere le contraddizioni di quelle sei salvaguardie e andare avanti. Così come siamo riusciti a togliere le penalizzazioni per chi va in pensione prima dei 62 anni.
  Quindi, noi abbiamo la coscienza a posto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) di avere iniziato da subito a fare le correzioni che si dovevano fare alla manovra Fornero e assolutamente continuiamo a dire che era una manovra «salva Italia».
  E, sempre per rimanere ai fatti veri, non mi metto a dirvi nuovamente tutte le cose positive che ci sono in questo decreto-legge n. 65. Infatti, siccome non ci fidiamo reciprocamente delle cose che diciamo – e lo abbiamo visto sia nella discussione sulle linee generali che negli interventi anche in dichiarazione di voto adesso –, è di due paginette il riassunto delle cose migliorative che sono state fatte anche sul decreto-legge n. 65 in Commissione e anche con l'ultimo emendamento votato questa mattina. È evidente che noi siamo convinti che molto si possa migliorare, ma lo vogliamo fare insieme, Camera, Senato e Governo, perché bisogna farlo.
  Sono stata molto contenta, infatti, di sentire anche altri colleghi che si rendono conto che bisogna fare delle correzione reali, perché non si parla mai, per esempio, della pensione di vecchiaia delle donne o non si dice mai che il comma 7 di quell'articolo 24 della manovra «salva Italia» prevede che, se non si ha almeno una volta a mezzo l'assegno sociale, si vada in pensione a settant'anni.
  L'80 per cento delle donne, se non facciamo una modifica reale, andrà in pensione a settant'anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Rendiamoci conto delle cose che dobbiamo cambiare realmente e possiamo farlo solo se siamo tutti d'accordo e riusciamo a farlo (Commenti di deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini)...

  CRISTIAN INVERNIZZI. È lì la maggioranza !

  PRESIDENTE. Onorevole Invernizzi, onorevole Pini, lasciate concludere la collega Gnecchi.

  MARIALUISA GNECCHI. E, quindi, anche della sentenza non si può prendere solo quello che piace; della sentenza, per la quale siamo qui ad approvare le modifiche, dobbiamo anche tenere conto che dice esplicitamente che devono esserci i riequilibri, che bisogna tenere conto di chi ha di meno, facendo come è stato fatto anche questa volta, votando emendamenti Pag. 25che danno il 100 per cento a tutti, anche alle pensioni d'oro, mentre noi abbiamo previsto che anche sui vitalizi si faccia la somma rispetto alle pensioni.
  Bisogna assolutamente che ci rendiamo conto di quello che dobbiamo fare !
  Allora, io sono un'ammalata di pensioni, lo so, ma vi prego veramente di approfondire, di leggere realmente la situazione e di capire cosa si può fare, cosa non si può fare.
  Quindi, questo decreto, anche se viene da una sentenza, e non è venuto da un'iniziativa parlamentare è quantomeno una cosa giusta; non fa tutto quello che vorremmo, ma va nella direzione giusta, e anche rispetto alla sentenza va nella direzione giusta tener conto che ci deve essere sempre equilibrio, quello che non c’è stato con il «salva Italia». Lo dico, lo affermo, l'ho detto dal primo giorno, perché far aspettare la gente senza lavoro, senza ammortizzatori sociali e senza pensione, per sei o sette anni, in particolare le donne, e tutti gli altri, non era ammissibile, ma lo abbiamo votato per salvare l'Italia, e siamo convinti di aver contribuito a farlo e soffriamo nel vedere la Grecia in questa situazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E vogliamo andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà, per un minuto.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Sì, Presidente, grazie. Io ho sentito parole ambigue, e quindi vorrei ricordare al MoVimento 5 Stelle, che farà una passerella in Grecia per celebrare un Governo che oggi definisce serio, che in Europa, quando potevano scegliere Tsipras hanno scelto Farage, molto più vicino alle lobby della city di Londra, Cominardi. L'obiettivo di Farage, e quindi anche il vostro, forse inconsapevole, è quello della disgregazione europea, per questo andate in Grecia...

  PRESIDENTE. Onorevole Zaccagnini, si attenga al tema della dichiarazione di voto...

  ADRIANO ZACCAGNINI... quando potevate scegliere Podemos avete scelto i gruppi nazionalistici, alcuni dei quali con simpatie neonaziste. Avete scelto questi qui, o meglio, non ve li hanno fatti neanche scegliere. La Fornero è una riforma dell'austerity e la democrazia va rigenerata, rinascerà probabilmente con Tsipras e il popolo greco, ma voi potevate dare anche un contributo, voi 5 Stelle, ma è morto al vostro interno (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 3134-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3134-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3134-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Gebhard, Greco, Cardinale... ci siamo, no... Mantero, non so se ce la fa da lì... abbiamo votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:Pag. 26
   «Conversione in legge del decreto-legge 21 maggio 2015, n. 65, recante disposizioni urgenti in materia di pensioni, di ammortizzatori sociali e di garanzie TFR» (3134-A):

   Presenti  476   
   Votanti  474   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  310    
    Hanno votato no  164    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Le deputate Zampa e Tartaglia hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole; la deputata Mannino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1758 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2014 (Approvato dal Senato) (A.C. 3123) (ore 12).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, di delegazione europea 2014.
  Ricordo che nella seduta del 30 giugno 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali, svolta congiuntamente a quella relativa alle Relazioni consuntive sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per gli anni 2013 e 2014, e che i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e degli emendamenti presentati.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3123), che sono in distribuzione.
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili le seguenti proposte emendative, in quanto non rispondono al contenuto proprio del provvedimento ai sensi dell'articolo 30, comma 2, della legge n. 234 del 2012: Gianluca Pini 14.050, che prevede una delega al Governo in materia di riordino e revisione della legislazione relativa alle concessioni demaniali marittime; Gianluca Pini 17.050, che interviene in materia di trattamento con alcol etilico del pane speciale preconfezionato, modificando, peraltro, in modo frammentario e parziale disposizioni contenute in un atto normativo non avente forza di legge (si veda, al riguardo, il punto 5.2 della circolare del 10 gennaio 1997 del Presidente della Camera).

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3123).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore, che dovrebbe raggiungere il banco del Comitato dei nove, se lo fanno passare, ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore. Grazie, Presidente. Mi scusi, stavo scendendo, ma ero impedito, mi scusi davvero.
  Per quanto riguarda gli emendamenti all'articolo 1, come poi sarà per tutti gli altri emendamenti, il parere è contrario, perché, come ha già espresso il Governo nel corso della discussione sulle linee generali e come ha detto bene la maggioranza, c’è l'intenzione di approvare immediatamente, con il testo conforme uscito dal Senato, questa legge di delegazione europea per una serie di motivi. Perché comunque il contenzioso europeo ci «corre dietro», nel senso che nel frattempo Pag. 27si sono aperte tre nuove procedure, dobbiamo velocemente dare questa delega al Governo per chiudere alcuni contenziosi e per recepire alcune direttive. Dopodiché, in particolare, per gli emendamenti sull'articolo 1, il parere è negativo perché il Governo si è impegnato già a portare una nuova legge di delegazione nel secondo semestre, questo autunno, e quelle direttive che oggi all'articolo 1 molti colleghi intendono recepire, nell'Allegato B dell'atto in esame, potranno essere facilmente recepite con la nuova legge di delegazione, se ci sarà un accordo. Per questo motivo, in particolare sugli emendamenti sull'articolo 1, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Kronbichler 1.13
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Grazie, Presidente. Volevo soltanto dire che noi abbiamo proposto degli emendamenti tutti molto migliorativi e da accettare. Io, sin dall'inizio, devo dire che assisteremo ad una discussione molto fantasmagorica. Sul provvedimento che viene dal Senato, già in Commissione e ancora di più qua, so che c’è l'intento di non accettare nessun emendamento, viene blindato dal Senato e deve uscire dalla Camera blindato. Quindi, un Parlamento che, su indicazione o su comando del Governo, si presta a non entrare in nessun modo nel merito di qualche emendamento, ritengo sia un'umiliazione della nostra Assemblea e del Parlamento. Noi sosterremo adesso questi emendamenti in modo per niente ostruzionistico, dato che meritano per il loro contenuto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 1.13, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Giuliani, Ravetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  462   
   Votanti  385   
   Astenuti   77   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
  44    
    Hanno votato
no  341).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 1.15, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Gregori, Iacono, Greco, Colaninno, Invernizzi, Grillo... lassù non vedo chi è... sì, Fraccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  458   
   Votanti  384   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
  47    
    Hanno votato
no  337).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 1.14, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Gregori, Vico, Capone... Capone, tolga quello che c’è dentro al suo dispositivo e voti... ci sono altri ? Pastorelli...Pag. 28
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  464   
   Votanti  386   
   Astenuti   78   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
  48    
    Hanno votato
no  338).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 1.16, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colaninno, Gregori, Archi... sblocchiamo la postazione dell'onorevole Archi... Grillo ha votato... Fossati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  464   
   Votanti  387   
   Astenuti   77   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
  48    
    Hanno votato
no  339).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 1.17, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Bolognesi, Bellanova, Scevera, Di Lello, Fregolent... ci siamo ora ? Mi pare di sì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  471   
   Votanti  391   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
  49    
    Hanno votato
no  342).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 1.4, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Placido, Gregori... ci sono altri che non riescono a votare ? Non vedo mani alzate... sì di qua... non vedo Ciracì perché il collega è in piedi... grazie...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  474   
   Votanti  392   
   Astenuti   82   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  47    
    Hanno votato
no  345).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 1.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Lo Monte, Piepoli, Mongiello, Carloni, Latronico.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  475   
   Votanti  396   
   Astenuti   79   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
  48    
    Hanno votato
no  348).    

  (Il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Kronbichler 1.3.Pag. 29
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Alla fine di questa serie di emendamenti, volevo ricordare che con ogni respingimento di questi emendamenti abbiamo commesso un reato ambientale e un attentato alla nostra salute. Con questo, per esempio, volevamo l'introduzione delle misure di protezione contro l'immissione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali e ai prodotti vegetali e contro la diffusione nella Comunità di questi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 1.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Mazzoli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  480   
   Votanti  474   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  354).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Massimiliano Bernini 1.20.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento si intende recepire la direttiva 2015/254, che abroga la direttiva 93/5/CEE, che è obsoleta. Parliamo di questioni concernenti la cooperazione degli Stati membri nell'esame scientifico di questioni relative ai prodotti alimentari. Io penso sia un emendamento di assoluto buon senso. Quindi, invito l'Aula e invito i membri del Governo a una riflessione su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Massimiliano Bernini 1.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Lo Monte, Colaninno, Fanucci, Paola Bragantini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  478   
   Votanti  476   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  351).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 1.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Gadda, Rossomando.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  476   
   Votanti  407   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
  58    
    Hanno votato
no  349).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.19.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

Pag. 30

  DANIELE PESCO. Grazie Presidente, l'emendamento è molto semplice: chiediamo al Governo solo di fare uno sforzo, uno sforzo in più. Quando ci invia i decreti delegati gli chiediamo di provvedere a creare, ogni volta, uno schema riassuntivo nel quale ci faccia ben comprendere quali siano le innovazioni introdotte rispetto alla normativa precedente, per far vedere come vengono recepite le direttive europee. Questo schema a volte c’è, a volte non c’è, a volte è fatto veramente in modo molto semplicistico. Noi chiediamo un grado di approfondimento maggiore per far capire, non solo a noi che siamo qui a recepire i decreti delegati, ma anche a tutti i cittadini come questo Governo recepisce le direttive europee; si può fare sia per questo articolo, per questo decreto delegato, ma anche per tutti gli altri.
  Tra l'altro, ricordo che spesso, comunque, la Commissione europea indica proprio nella direttiva se ci sono gli elementi base per poter chiedere questo schema di raffronto. Secondo noi sarebbe un atto dovuto in ogni caso di recepimento di una direttiva europea.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.19, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Paolo Rossi, Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  480   
   Votanti  476   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  351).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza, Greco, Pistelli, Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  478   
   Votanti  375   
   Astenuti  103   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 350    
    Hanno votato
no   25).    

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3123), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Borghi, Vico, Gelmini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  472   
   Votanti  343   
   Astenuti  129   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
 342    
    Hanno votato
no   1).    

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3123), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.Pag. 31
  (Segue la votazione).

  Venittelli, Piepoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  468   
   Votanti  345   
   Astenuti  123   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
 344    
    Hanno votato
no   1).    

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3123).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. Lo so che li aveva anticipati, ma deve ripeterli, onorevole Tancredi.

  PAOLO TANCREDI, Relatore. Grazie Presidente, ci mancherebbe. I pareri, come ho già detto all'inizio, nell'espressione dei pareri all'articolo 1, sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, i pareri sono contrari.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 4.1.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 4.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Fedi, Sani, Calabria,
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  472   
   Votanti  462   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato
 135    
    Hanno votato
no  327).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 4.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Piepoli, Bolognesi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  464   
   Votanti  429   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  304).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 4.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Zardini, Pesco, Rampi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  466   
   Votanti  433   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 131    
    Hanno votato
no  302).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.Pag. 32
  (Segue la votazione).

  Sibilia, Vitelli, Cominelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  480   
   Votanti  392   
   Astenuti   88   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 315    
    Hanno votato
no  77).    

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3123).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore. Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 5.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, il parere del Governo è contrario su tutti gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 5.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Simoni, Centemero.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  479   
   Votanti  449   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 140    
    Hanno votato
no  309).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 5.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Covello, Rampi, Longo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  473   
   Votanti  443   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 136    
    Hanno votato
no  307).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Zaratti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  474   
   Votanti  391   
   Astenuti   83   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 380    
    Hanno votato
no   11).    

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3123).Pag. 33
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore. Esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 6.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 6.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sani, Lainati, Paola Bragantini, Cariello, Grillo, Dall'Osso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  478   
   Votanti  447   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 140    
    Hanno votato
no  307).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 6.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Greco, Nizzi, Abrignani, Monchiero.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  477   
   Votanti  441   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  344).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 6.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Bolognesi, Marazziti, Nizzi, Leva, Ruocco, Di Girolamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  484   
   Votanti  434   
   Astenuti   50   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
  79    
    Hanno votato
no  355).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 6.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Di Lello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  474   
   Votanti  421   
   Astenuti   53   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no  349).    

  (Il deputato Catanoso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 34

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 6.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marchi, Leva, Gadda, Fontanelli, Francesco Saverio Romano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  473   
   Votanti  438   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  349).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 6.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Quintarelli, Dall'Osso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  471   
   Votanti  439   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
  86    
    Hanno votato
no  353).    

  (Il deputato Marcon ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 6.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Lo Monte, Covello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  465   
   Votanti  415   
   Astenuti   50   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  69    
    Hanno votato
no  346).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 6.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Tartaglione, Patriarca, Fanucci, Zoggia. Fanucci, provi... Patriarca ancora non riesce, sblocchiamo. Mazziotti Di Celso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  478   
   Votanti  468   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato
 155    
    Hanno votato
no  313).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 6.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi ancora non riesce a votare, sblocchiamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 35

   (Presenti  481   
   Votanti  384   
   Astenuti   97   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no  312).    

  (Il deputato Busto ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 6.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Bolognesi, Capua. Bolognesi ancora non riesce, proviamo a sbloccare... Adesso è a posto. Capua ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione. Fraccaro, l'ho vista dopo.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  468   
   Votanti  432   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
  65    
    Hanno votato
no  367).    

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 6.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Bolognesi, Gigli, Caruso. Onorevole Caruso, provi a votare, tolga quello che c’è dentro e provi a votare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  483   
   Votanti  468   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato
  68    
    Hanno votato
no  400).    

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 6.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piccoli Nardelli, Greco, Pistelli, Verini. Pistelli, provi ora. Pellegrino, Petrenga, Marti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  478   
   Votanti  477   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato
  73    
    Hanno votato
no  404).    

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 6.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Nizzi, Bolognesi, Beni, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  473   
   Votanti  472   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato
 137    
    Hanno votato
no  335).    

Pag. 36

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Dall'Osso, Vitelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  484   
   Votanti  344   
   Astenuti  140   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
 340    
    Hanno votato
no    4).    

  (I deputati Grillo e Tripiedi hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi).

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3123).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore. Signora Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, il parere del Governo è contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 7.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Sibilia, Lainati, Grillo, Dambruoso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  482   
   Votanti  446   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 141    
    Hanno votato
no  305).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 7.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Grillo, Tidei, Magorno, Lauricella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  478   
   Votanti  398   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
  95    
    Hanno votato
no  303).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 7.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno, Vitelli, Calabrò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 37

   (Presenti  484   
   Votanti  459   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato
 147    
    Hanno votato
no  312).    

  (Il deputato Kronbichler ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 7.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Questo articolo è sul sistema di garanzia dei depositi. In Italia, già nel 2011 era stata recepita una direttiva che ci obbligava a mettere un limite a 100 mila euro e questo limite viene ribadito anche in quest'altra direttiva. In pratica i conti correnti dei risparmiatori hanno già un vincolo nella garanzia, non potranno essere rimborsati in caso di default dell'istituto bancario, se non per una cifra inferiore oppure pari a 100 mila euro. Secondo noi questa è una cosa assolutamente vergognosa, che non sarebbe assolutamente da fare.
  Di sistemi di garanzia se ne possono creare altri, si possono integrare, si possono trovare altri sistemi per garantire i conti correnti, ma certo, secondo noi, la cifra di 100 mila euro non va bene, anche perché, se stabiliamo che 100 mila euro debba essere il limite, è facile che questo limite, un domani, possa essere abbassato e quindi la garanzia, magari, tra un po’ sarà pari a 50 mila euro, a 40 mila euro, a 30 mila euro. Che cosa vogliamo fare, una garanzia veramente infinitesimale ? Secondo noi, è totalmente sbagliato.
  Ma in questa direttiva qualche spazio di miglioramento ai vari Stati membri veniva lasciato; ad esempio, per quanto riguarda i conti cointestati, la direttiva europea dice che gli Stati membri possono prevedere che anche per i conti cointestati il massimo rimborsabile sia pari a 100 mila euro, però questa è un'opzione: gli Stati membri «possono», «possono». E cosa viene scritto nella legge delega ? Viene scritto che al massimo il totale rimborsabile, anche nei conti cointestati, sarà di 100 mila euro. Quindi, abbiamo spazi per migliorare una direttiva che comunque non ci piace e invece cosa andiamo a fare ? Andiamo anche a precluderci di poterla migliorare, anzi andiamo contro le possibilità che ci vengono offerte.
  Quindi, anche nei conti cointestati, al massimo, il totale rimborsabile sarà di 100 mila euro, non perché ce lo chiede la direttiva europea, ma perché lo ha voluto la maggioranza, il PD e il Governo, con questa legge delega. E, secondo noi, questa è una cosa vergognosa, vergognosa. Grazie, Governo, grazie PD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco, 7.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Covello, D'Agostino, Rotta, Catalano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  478   
   Votanti  472   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato
 160    
    Hanno votato
no  312).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 7.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Guardi, il concetto è lo stesso di prima, non è molto difficile: basterebbe modificare Pag. 38questo articolo, questo comma della legge delega, aggiungendo la parolina «non», per dire che anche nei conti cointestati, il massimo non può essere 100 mila euro, ma anzi, ogni intestatario, che ha depositato più di 100 mila euro, può ricevere una somma maggiore di 100 mila euro, come è giusto che sia in un Paese civile, dove la gente ha fiducia, per quanto ne possa ancora avere, nelle banche e, quindi, se deposita dei soldi, si trova nella condizione di poter ricevere questi soldi. E invece no, perché viene istituita questa garanzia che va a limitare la possibilità di ricevere i propri soldi indietro. Quindi, aggiungendo la parola «non», garantiamo a tutti gli intestatari di conti di ricevere una cifra superiore a 100 mila euro.
  Non è molto difficile: basta modificare la legge delega. La modifichiamo qui, poi la modificheranno al Senato e la legge delega può tranquillamente andare al Governo. Cosa ci vuole ? Siamo così in grave ritardo. Sicuramente, se volessimo, entro l'estate, questa cosa si potrebbe fare. Quindi, ci basta solo aggiungere una parolina, la parola «non» a questo comma, per riuscire a creare e a garantire più giustizia a chi in banca i soldi riesce ancora a depositarli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Questo per dire a chi più volte durante la...

  PRESIDENTE. Onorevole Villarosa, cambi microfono perché c’è un rumore...

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Questo per far capire a tutta l'Assemblea che le nostre preoccupazioni hanno delle basi e le basi sono all'interno di questo emendamento che il mio collega Pesco vuole modificare.
  Oggi, il limite soglia è di 100 mila euro. Andate all'interno del sito della Bundesbank, andate all'interno del sito della Bank of England e vi renderete conto che le discussioni che ci sono all'interno di questi istituti parlano di portare il limite soglia a 30 mila euro e voi state dicendo che questa è un'operazione che non verrà fatta. Ma oggi in Italia il limite dei conti cointestati, Presidente, non è di 100 mila euro, ma è di 50.000 euro.
  Quindi, l'Aula deve sapere che, bocciando questo emendamento, sta già portando il limite perché le banche possano effettuare un prelievo forzoso sui vostri conti correnti, sui conti correnti dei vostri elettori, già da una somma di 50 mila euro, perché il conto è cointestato e vale 100 mila euro, ma sono due persone che hanno all'interno l'intestazione di quel conto. Quindi, bocciate questo emendamento, ma prendetevi le vostre responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 7.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gasparini, Ottobre, Terzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  473   
   Votanti  471   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato
 161    
    Hanno votato
no  310).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Essendo giunti alle ore 12,45, orario per il quale l'ordine del giorno prevede la votazione delle dimissioni del deputato Lapo Pistelli, sospendiamo l'esame del disegno di legge di delegazione europea 2014, che riprenderà nella parte pomeridiana Pag. 39della seduta, dopo la conclusione dell'informativa urgente del Governo sugli sviluppi della situazione del debito della Grecia.

Dimissioni del deputato Lapo Pistelli (ore 12,45).

  PRESIDENTE. Comunico che in data 29 giugno 2015 è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera del deputato Lapo Pistelli:
  «Cara Presidente,
  Le scrivo per rassegnare le mie dimissioni dalla Camera dei deputati che lei, così garbatamente, presiede e rappresenta.
  Il 15 giugno ho lasciato la mia posizione di Viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dopo averne parlato con il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica che, tre giorni dopo, ha firmato il relativo decreto di accettazione.
  Dopo molti anni di impegno politico, numerosi mandati nelle istituzioni locali, nazionali ed europee, la maggior parte dei quali spesi qui, a Montecitorio; dopo – non le nascondo – una lunga riflessione personale e familiare sul compimento di un ciclo politico, ho deciso di iniziare prossimamente una nuova fase della mia esperienza professionale, coerente con gli interessi e le competenze maturate sin dai tempi dell'università, e compatibile con il dettato della legge n. 215 del 2004, secondo il parere prodotto dall'Autorità garante per la concorrenza e il mercato in data 10 giugno.
  Desidero ringraziare Lei e lo straordinario personale della Camera che ho conosciuto nei quindici anni di mia elezione, e salutare tutti i colleghi di questa legislatura con i quali abbiamo condiviso dibattiti intensi e decisioni difficili, ma anche l'approvazione, in uno spirito di amplissima condivisione, della legge di riforma della cooperazione, ora bene instradata nella sua fase di implementazione.
  Un saluto speciale – comprensibilmente – agli amici del PD, il partito alla cui creazione ho anch'io personalmente contribuito nella lunghissima transizione italiana degli ultimi due decenni, e che oggi porta le maggiori responsabilità di Governo del Paese.
  A Lei, cara Presidente, e a tutti gli amici deputati, invio un abbraccio affettuoso e un augurio di buon lavoro.
  firmato: Lapo Pistelli».

  Avverto che, ai sensi dell'articolo 49, comma 1, del Regolamento, la votazione sulle dimissioni del deputato Lapo Pistelli avrà luogo a scrutinio segreto mediante procedimento elettronico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lapo Pistelli. Ne ha facoltà. Chiedo ai colleghi di tenere basso il volume della voce. Prego, onorevole Pistelli.

  LAPO PISTELLI. Grazie Presidente, la lettera che lei ha letto già dice molto, se non tutto, però, dato che nei giorni immediatamente successivi all'intervista che ho rilasciato, con la quale annunciavo le mie intenzioni di dimettermi prima dal Governo e poi dal Parlamento, vi è stata qualche misurata voce polemica, volevo dirlo con parole mie, cercando di vedere se le parole riescono ad essere, cosa difficile nel dibattito italiano, lette per quello che dicono e non essere interpretate.
  Io ho alle spalle un lunghissimo percorso politico-istituzionale: dieci anni nelle istituzioni locali e diciannove tra Parlamento italiano e Parlamento europeo. Sono entrato qui nel 1996 con il primo Governo Prodi, ho avuto una straordinaria fortuna, perché ho iniziato nei banchi di un consiglio di circoscrizione e ho concluso la mia esperienza nei banchi dell'Esecutivo del mio Paese.
  Ho passato la metà del mio tempo in maggioranza e la metà del mio tempo in opposizione e appartengo a quella generazione che ha lavorato su ettolitri di colla per manifesti, ha montato e smontato stand nelle feste estive – è un'altra generazione, mi rendo conto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) – e che si è guidata migliaia di chilometri nelle campagne elettorali per sé e per gli amici.Pag. 40
  Viene un momento – lo dico semplicemente – nel quale ci si interroga e ci si chiede se il proprio ciclo personale – non sto parlando degli altri, parlo di me stesso – sia giunto al suo termine, punto. Questo è il tema ! In un discorso molto conosciuto e molto cliccato sulla rete, quello le cui ultime quattro parole sono: «stay hungry, stay foolish», Steve Jobs, parlando ai neolaureati dell'Università di Stanford, che è un'università nella quale ho avuto il privilegio di insegnare per qualche anno, racconta molto bene, a partire dalla sua straordinaria vita, come alcune circostanze possano forzare o spingere a dei cambiamenti, o, comunque, a farsi la domanda se sia il tempo di continuare a fare quello che si è fatto fino ad allora o cominciare a fare altro.
  Potrei citare un altro noto filosofo contemporaneo, Tom Hanks di Forrest Gump, per dire, magari, «sono un po’ stanchino». Ecco, vorrei essere ascoltato con questo tipo di spirito e nient'altro. Vado fiero che, nei miei 19 anni di attività parlamentare, nazionale ed europea, non una volta, tutti gli atti che ho compiuto, tutti politicamente opinabili, siano però stati giudicati come affetti da mancanza di trasparenza o per qualche profilo di opacità. Ne vado fiero, perché non è mai successo in 19 anni, ma, dato che so che la coscienza è un fatto individuale e che gli Stati di diritto vivono delle norme e dei loro ordinamenti, ho fatto analizzare e scrutinare la mia attività dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato prima di adottare qualsiasi decisione.
  Non è stato, dunque, quello reso dall'Autorità, un atto formale, ma uno scrutinio che mi ponesse al totale riparo da ogni ipotesi di possibile conflitto di interessi. E, per dirla tutta, dato che talvolta la comunicazione semplifica, si è parlato di una posizione di vicepresidente dell'ENI che non esiste, semplicemente, da 25 anni. Nel linguaggio delle multinazionali, il senior vice president è una funzione manageriale privata, non è una funzione da consiglio di amministrazione o altre cose a cui si è fatto riferimento.
  Per queste ragioni, prego veramente e sinceramente i colleghi di prendere atto di questa mia volontà e di votare favorevolmente a queste dimissioni. Desidero ringraziare la Presidenza della Camera, il personale tutto, che ho avuto modo di conoscere in varie Commissioni e che trovo, come in tutti gli organi costituzionali, di straordinario livello professionale.
  Vorrei ringraziare i colleghi deputati per le moltissime espressioni di affetto, di stima, di solidarietà e di incoraggiamento che mi hanno mandato in queste due settimane, e, in modo particolare, quei molti colleghi di opposizione, alla Camera e al Senato, che mi hanno scritto privatamente cose molto belle, talvolta diverse da quello che le loro leadership hanno espresso in pubblico, e spero che questo possa produrre un qualche cambiamento di atteggiamento.
  Concludo, rivolgendo a tutti voi un augurio di buon lavoro, perché c’è veramente molto lavoro da fare ancora in politica e nel nostro Paese, e inviando, se mi è possibile, un abbraccio collettivo. Grazie e in alto i cuori (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia-Centro Democratico) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Daniele Del Grosso. Ne ha facoltà.

  DANIELE DEL GROSSO. Grazie, Presidente. Vede, Pistelli, noi abbiamo ascoltato il suo discorso, che riguarda le sue dismissioni, ma, in realtà, quello che lei ha appena detto, purtroppo, sono solo chiacchiere (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Sono solo chiacchiere semplicemente perché...

  PRESIDENTE. Colleghi ! Colleghi ! Colleghi, lasciate concludere l'onorevole Del Grosso !

  DANIELE DEL GROSSO. ... voi, voi di maggioranza, avete trasformato il Parlamento italiano in un ufficio di collocamento Pag. 41di lusso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Quanto andrà a guadagnare all'ENI ? Questo bisogna chiedersi ! E deve dirlo davanti ai cittadini quanto andrà guadagnare, perché il Parlamento, oggi, grazie a voi, è soltanto un ufficio di collocamento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Sicuramente, si sarà trattato, poi, in realtà, di uno scambio...

  PRESIDENTE. Colleghi !

  DANIELE DEL GROSSO. ... equo, di uno scambio equo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

  PRESIDENTE. Colleghi, lasciate parlare l'onorevole Del Grosso !

  DANIELE DEL GROSSO. ... e vi dico per quale motivo. Lei, in passato, ha dato lavoro a Renzi come portaborse; oggi, Renzi, probabilmente, la ricambia per questa cortesia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Forse, questa è la verità di tutto questo percorso politico, prima di arrivare a fare il vicepresidente senior dell'ENI. Questa, probabilmente, è la verità ! Poi, vi è il parere dell'Antitrust, che si è espressa in sole 24 ore ! Un ufficio che funziona con un'efficienza unica: in 24 ore si dà una risposta su un argomento sensibilissimo, sul conflitto di interessi.
  Ricordiamoci che Renzi ha detto di risolvere il conflitto di interessi in 100 giorni, cosa mai avvenuta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Mai avvenuta ! E non è nemmeno la prima volta che questo accade. Guardate qualche tempo fa la stessa cosa è accaduta al Viceministro Marta Dassù, quindi significa che la Farnesina si occupa bene anche di collocare i propri Viceministri – questa è la verità signori, non è altro – la Marta Dassù è andata a finire nel consiglio d'amministrazione di Finmeccanica, ma è solo un esempio, guardate Befera, ci sono esempi a non finire, è una cosa pazzesca !
  Per quanto riguarda l’antitrust, è stato un parere così veloce, in ventiquattr'ore, che secondo me non è stata nemmeno letto la richiesta, si è detto semplicemente: guardate, la Farnesina non si occupa di idrocarburi, di idrocarburi se ne occupa l'ENI, la Farnesina si occupa di geopolitica. Questo, e mi scuso Presidente, sapete che cosa vuol dire ? Vuol dire che è come se una prostituta venisse stuprata e il fatto non è dichiarato stupro semplicemente perché quella era zoccola già prima ! (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Ma è un qualcosa di assurdo ! È assurdo, ma questo sta accadendo.
  Noi voteremo in modo contrario a queste dimissioni perché vogliamo che Lapo Pistelli rispetti il suo mandato elettorale e l'impegno che ha preso con il suo elettorato. Deve rimanere qui a finire il suo mandato e a portare avanti il suo programma. Questo non è un attacco personale, è un attacco a questo sistema che è diventato una vera schifezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Grazie signora Presidente. Raramente ho l'abitudine di intervenire e di motivare il mio voto quando un deputato nella sua libertà assoluta sceglie di sottoporre all'Aula le sue dimissioni, un gesto che ovviamente rispetto. Tuttavia l'interrogativo vero che solleva questa scelta dell'onorevole Lapo Pistelli, Viceministro alla cooperazione con cui abbiamo sempre dialogato perché ha una dote rara, quella di saper ascoltare e di saper interloquire con le opposizioni, è che quella scelta di assumere un ruolo di rilievo alla direzione dell'ENI, avrebbe meritato ben altra discussione e io credo sia sbagliato derubricarla esclusivamente ad un puro fatto individuale, perché interroga la qualità della nostra politica estera, interroga la direzione di marcia della nostra politica energetica, interroga un terreno scivoloso che è quello del rapporto tra politica ed economia, che non dovrebbe Pag. 42mai assumere forme di commistione così strette e talvolta così clamoroso. Cari colleghi, per questo io voterò «no», perché penso che un passaggio così immediato e così repentino dalla funzione di Viceministro, che ha giurato sulla Costituzione, a manager dell'ENI, costituisca un precedente che rischia di cambiare la natura della governance del nostro paese, così come invece c’è in altri paesi europei, e non credo che sia un modello che noi dobbiamo provare a perseguire. Credo che questa scelta apra però oggettivamente la strada a conflitti di interesse al di là della legge, e credo quindi che sia sbagliato quello che è accaduto con questa scelta.
  Quando la politica perde il dono della chiarezza rischia sempre di morire, talvolta per mano di coloro che vogliono difendere le istituzioni e la politica, talvolta anche per mano di quelli che in qualche modo, attraverso le scelte sbagliate della politica, puntano a distruggerle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Squeri. Ne ha facoltà.

  LUCA SQUERI. Grazie, Presidente. Senza voler mancare di rispetto a questa decisione dell'onorevole Pistelli, però non posso non intervenire. Mio padre venne chiamato da Mattei per collaborare con lui e tra l'altro Mattei cercava i suoi più stretti collaboratori tra chi fece parte della Resistenza cattolica. Io chiedo a Pistelli: è stato chiamato dall'ENI o è stato mandato da Renzi ? Perché la differenza è sostanziale(Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Troppo spesso noi vediamo e riscontriamo che le aziende, o gli enti di controllo statale, adesso vengono riempite da cittadini di Firenze. Che logica c’è ? C’è una logica di competenza, c’è una logica di particolare cultura che Firenze dà in termini di manager e di gestione aziendale o c’è un'altra logica ? Non può non essere palesato questo, anche ricordando, per esempio, quello che è successe all'onorevole Giorgetti, che quando annunciò di voler andare a fare un'esperienza manageriale fu preso di mira dalla sinistra e dai media che hanno fatto sì che poi rinunciasse. Per cui, anch'io, non posso non esprimere, non solo perplessità, ma anche un giudizio negativo, su questo modo di fare, anche se poi non posso dire di arrivare a votare contro, perché comunque è una scelta personale. Ma dal punto di vista politico ed istituzionale è assolutamente da criticare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Alternativa Libera esprimerà, e lo preannunziamo, un voto negativo rispetto alle dimissioni del deputato Pistelli. Secondo noi, Presidente, i deputati devono portare a termine il proprio mandato e devono sicuramente non incorrere in nessun tipo di problema rispetto alle dimissioni, rispetto a quanto, dopo, questi deputati potrebbero andare a fare in seno a delle società. Ricordiamo che questo Parlamento, Presidente, aveva già esaminato il caso – lo ricordo – del deputato Giorgetti. Il deputato Giorgetti, all'epoca, da guardiano sarebbe passato a giocatore, dimettendosi dal suo ruolo di parlamentare ed andando a ricoprire un ruolo presso la società Lottomatica. All'epoca il deputato Giorgetti chiuse questa parentesi, rinunciò effettivamente a questo passaggio e alle stesse dimissioni visto anche il clamore che suscitò quel tipo di preventivata scelta. Quindi, noi voteremo convintamente «no» alle dimissioni del deputato.
  Prima ho ascoltato con attenzione gli interventi che si sono susseguiti in Aula e ho sentito parlare di ufficio di collocamento. Ebbene dico e mi rivolgo, nello specifico, a coloro che parlano del Parlamento come ufficio di collocamento, che qui all'interno delle istituzioni, c’è un gruppo politico che circa da due anni applica l'ufficio di collocamento nei confronti dei propri collaboratori (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alternativa Libera, Partito Democratico e Scelta Civica Pag. 43per l'Italia) e nei confronti delle persone che anche, nello specifico, ieri sera, evidentemente grazie ad un diktat dall'alto, e quindi grazie ad un ufficio di collocamento da qualche parte, hanno continuato con questo percorso (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Collega !

  WALTER RIZZETTO. Quindi, il primo e vero ufficio di collocamento dovrebbe essere, quanto meno, scalfito all'interno delle istituzioni, per poi, dopo, giustamente, attaccare – giustamente lo rinnovo – coloro che vogliono fare questo tipo di scelte. Però, circa i primi uffici di collocamento, probabilmente uno dovrebbe guardarsi un attimo allo specchio, prima di fare pessime figure anche in Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alternativa Libera, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bueno. Ne ha facoltà.

  RENATA BUENO. Grazie, Presidente. Voglio iniziare soprattutto esprimendo la mia tristezza nel vedere la mancanza dei rispetto di alcuni colleghi nel non rispettare la storia di Lapo Pistelli (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia). Per chi di noi ha lavorato nel settore degli affari esteri, e per me che ho avuto sempre rapporti con il Ministero e nella Commissione esteri, abbiamo potuto conoscere la sapienza e la dedizione di Lapo Pistelli. Lui, davvero, ha contribuito molto per l'Italia e per gli italiani all'estero. Vorrei a nome mio, e a nome degli italiani all'estero, lamentare con tristezza l'uscita di Lapo Pistelli dal Governo italiano.
  L'Italia perde sicuramente una persona che ha collaborato molto e che mancherà per il momento che passa l'Italia e soprattutto per le internazionalizzazioni che ha fatto e su cui ha lavorato tanto.
  Grazie a Lapo e tanti auguri per il prossimo futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Grazie Presidente, grazie Lapo, per le parole che hai espresso anche qui, in quest'Aula, con il tuo caratteristico stile di schiettezza e di chiarezza, quello stile che ti ha accompagnato in tanti anni di vita politica e che ci ha visto e ti ha visto con tanti di noi, come ricordavi, accanto, in macchina, per tanti chilometri, attaccando manifesti o facendo tante iniziative.
  Penso che con grande rispetto il nostro gruppo parlamentare ti saluta con tristezza in questa tua scelta personale, rispettandola e riconoscendo, invece (Commenti del deputato Bianconi)...

  PRESIDENTE. Onorevole Bianconi...

  ETTORE ROSATO. ... non solo la legittimità della scelta – che è stata affermata anche da chi, come l'Agcm è preposta a fare queste valutazioni – ma anche la scelta di un grande player nazionale e internazionale, come l'ENI, che ha scelto una persona di cui sono riconosciute da tutti le capacità professionali, una persona con cui lavorare per andare a fare nel mondo le cose che servono anche all'Italia. Infatti anche l'ENI, da questo punto di vista, è un pezzo del nostro Paese che porta economia e sviluppo.
  Lapo, ti salutiamo poi anche ricordando le cose importanti che sono state fatte in questa legislatura e in quest'Aula, con l'acutezza anche della capacità di dialogo che viene riconosciuta non solo dalla maggioranza, ma anche dall'opposizione. Abbiamo fatto cose veramente importanti, come la legge sulla cooperazione internazionale – che dopo tanti anni in cui l'abbiamo desiderata finalmente è arrivata in porto – ma anche le mille iniziative che hanno consentito politiche istituzionali in questi anni e di tessere rapporti politici importanti in giro per il mondo. Io che ho avuto la fortuna anche personale di farne un pezzo con te, penso al recupero dei rapporti in anni difficili con l'Iran, oppure Pag. 44al rapporto stretto e molto forte con il partito democratico americano, ancor prima dell'elezione di Obama.
  Ecco, io penso che quando si lascia questo Parlamento bisognerebbe sempre – vale per ognuno di voi quando arriverà il momento – fare il resoconto delle cose che si sono fatte e delle cose che si sono lasciate indietro. Penso che tu lo possa fare con orgoglio, guardando le cose costruite e sapendo che lasci nei tuoi amici e nei tuoi colleghi che hai qui un gran buon ricordo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
  Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'accettazione delle dimissioni del deputato Lapo Pistelli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza, Garofani, Malpezzi, Lo Monte... sì, aspettiamo i colleghi che erano fuori... Lo Monte non riesce... Zardini... Tancredi... ci sono persone che non riescono a votare ? Sì, Dadone...
  Ci siamo ora ? Bene, non vedo altri mani alzate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  443   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Voti favorevoli  287    
    Voti contrari  156    

  La Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) (Vedi votazioni).

Proclamazione di un deputato subentrante.

  PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito dell'accettazione delle dimissioni dal mandato parlamentare del deputato Lapo Pistelli, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del testo unico delle leggi per la elezione della Camera dei deputati, che il candidato che, nell'ordine progressivo della lista n. 15 – Partito Democratico nella XI Circoscrizione Emilia Romagna, segue immediatamente l'ultimo degli eletti risulta essere Andrea Maestri.
  Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XI Circoscrizione Emilia Romagna, Andrea Maestri.
  S'intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2453 (ore 13,09).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di una proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
  Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la XI Commissione permanente (Lavoro) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
   ALBANELLA ed altri: «Modifiche agli articoli 1 e 3 della legge 5 gennaio 1953, n. 4, in materia di consegna dei prospetti di paga ai lavoratori» (2453).

  La Commissione ha elaborato un nuovo testo.
  Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
  (Così rimane stabilito).

  Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15.

Pag. 45

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della giustizia e il Ministro dell'economia delle finanze.

(Iniziative normative in materia di sequestro cautelare in relazione all'ipotesi in cui tale misura comporti il blocco della produzione industriale, alla luce del recente sequestro preventivo di alcune aree del cantiere Fincantieri di Monfalcone (Gorizia) – n. 3-01577)

  PRESIDENTE. L'onorevole Fedriga ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01577, concernente iniziative normative in materia di sequestro cautelare in relazione all'ipotesi in cui tale misura comporti il blocco della produzione industriale, alla luce del recente sequestro preventivo di alcune aree del cantiere Fincantieri di Monfalcone (Gorizia) (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente, due giorni fa, a Monfalcone, nel cantiere di Fincantieri, il nucleo operativo ecologico di Udine, per attuare il provvedimento emesso dal tribunale penale di Gorizia, ha disposto il sequestro preventivo di alcune aree dello stesso cantiere di Monfalcone, destinate alla selezione e allo stoccaggio dei residui di lavorazione, aree che sono indispensabili per il prosieguo delle attività dello stesso cantiere.
  La società si è trovata, quindi, immediatamente costretta a sospendere qualsiasi tipo di attività e ad impedire agli stessi lavoratori di svolgere la loro attività.
  Ricordo che Fincantieri occupa circa 5 mila addetti e il volume di affari che riversa sul territorio nazionale è di circa 1,5 miliardi di euro, soltanto nel Friuli Venezia Giulia si parla di 300 milioni di euro.
  Chiedo, quindi, al Governo e al Ministro, se non intendano mettere in atto misure necessarie anche per impedire sequestri preventivi che sono sproporzionati rispetto alla reale situazione venutasi a creare.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, onorevole Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, onorevoli deputati, in merito ai fatti del cantiere di Monfalcone, che sono oggetto della richiesta degli onorevoli interroganti, e per quanto di competenza, si precisa che la vicenda è ancora oggetto in esame da parte dell'autorità giudiziaria e non si sono ancora esaurite le fasi processuali previste dalla legge. Il sequestro risulta disposto per il reato di gestione dei rifiuti non autorizzata, punita dall'articolo 256 del testo unico in materia ambientale. Si rileva di avere acquisito informazioni dalla procura di Gorizia, la quale ha riferito come il provvedimento di sequestro sia stato emesso a seguito del pronunciamento della Corte di cassazione. Risulta come, in realtà, il sequestro riguardi le aree ed il capannone dove vengono depositati gli scarti delle lavorazioni del cantiere di Monfalcone. La procura competente sostiene che «il disposto sequestro non comporti necessariamente il blocco delle attività dell'intero cantiere, ma – prosegue la procura stessa – comporta viceversa una diversa gestione dei rifiuti prodotti al suo interno da parte di ciascun singolo produttore». Appare opportuno ricordare che il sequestro cautelare ha il preciso fine di acquisire le prove e di evitare che le conseguenze del reato siano aggravate e protratte ovvero impedire che siano commessi altri reati. Si precisa, peraltro, che la predetta decisione può essere sottoposta al vaglio dell'autorità giudiziaria con gli strumenti impugnatori previsti dalla legge Pag. 46nell'ambito dei quali potrà essere ulteriormente rivalutata, secondo anche uno dei criteri che lei ha richiamato, cioè quello della proporzionalità rispetto alle finalità previste. Per quanto attiene alla richiesta ispettiva degli interroganti, relativa agli strumenti normativi, si rileva la sensibilità politica rispetto alla tutela dell'occupazione aziendale in presenza di provvedimenti della magistratura, che si è già espressa con il decreto-legge n. 207 del 2012 che ha dettato i criteri per intervenire in casi analoghi.
  Nel caso in questione, il Governo ha sin dal primo istante seguito con la massima attenzione la vicenda. Vorrei, infatti, ricordare come tale provvedimento è stato attuato in data 29 giugno e già per oggi è stata convocata una riunione presso il Ministero dello sviluppo economico che prevede la presenza dei Ministeri interessati, del presidente della regione Friuli Venezia Giulia e dei vertici di Fincantieri.
  Il Governo segue, dunque, con la massima attenzione il caso anche alla luce della sua rilevanza economica, sociale e dei potenziali effetti negativi dall'occupazione su uno dei settori produttivi ritenuti strategici per il Paese, e sta valutando di assumere ogni iniziativa idonea per scongiurare il protrarsi della chiusura del sito produttivo.

  PRESIDENTE. L'onorevole Fedriga ha facoltà di replicare.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Mi auguravo di sentire oggi una risposta certa da parte del Governo. Capisco le competenze limitate del Ministero della giustizia e del Ministro della giustizia, però serve una posizione univoca e forte. È inaccettabile che in questo Paese, per un estremismo fondamentalista ambientalista che non difende l'ambiente e colpisce le nostre realtà produttive e colpisce i nostri lavoratori, vengano messi a rischio migliaia di posti di lavoro. Come possiamo pensare che qualcuno venga ad investire in Italia, che si creino nuovi posti di lavoro, che si combatta la disoccupazione, che cresca il PIL nel Paese quando ci sono questo tipo di situazioni che solo inaccettabili – sono inaccettabili – per il nostro Paese ?
  Non posso accettare la spiegazione da parte della magistratura inquirente che dice che l'attività può continuare perché, se non viviamo in un mondo al contrario, è l'imprenditore che ha le capacità per dire se la sua realtà produttiva è in grado di produrre quando gli viene sequestrata una parte dell'impianto produttivo stesso. È chiaro che possono fare ricorso ma, secondo voi, un'impresa così importante deve bloccare le sue produzioni in attesa di un ricorso per un provvedimento assolutamente sproporzionato, che va a colpire direttamente il nostro tessuto produttivo ?
  Su questo mi auguro, perché non è nostra intenzione fare polemica a vuoto, che ci sia unità di intenti, ma anche un intervento immediato. Dobbiamo dare un segnale alle nostre realtà produttive, che garantiscono lavoro e stipendio alle nostre famiglie, che il Paese li difende, e quando la magistratura prende provvedimenti ingiusti non solo bisogna bloccare quel provvedimento, ma è necessario far capire a quella magistratura che non si può agire al di sopra di qualsiasi regola, al di sopra di qualsiasi proporzionalità all'interno del territorio nazionale, altrimenti si ripeteranno casi Ilva e casi Fincantieri di Monfalcone a non finire e sicuramente non verrà un investitore in più nel nostro Paese, anzi se ne andranno.

(Iniziative di competenza per l'applicazione del principio di territorialità della pena e per la presenza del Garante dei detenuti in tutte le regioni italiane – n. 3-01578)

  PRESIDENTE. L'onorevole Pinna ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01578 concernente iniziative di competenza per l'applicazione del principio di territorialità della pena e per la presenza del Garante dei detenuti in tutte le regioni italiane (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

  PAOLA PINNA. Grazie, Presidente. Ministro, nelle recenti ispezioni che ho compiuto Pag. 47nei penitenziari sardi ho visto le difficoltà che gli addetti ai lavori e i detenuti affrontano ogni giorno, legate anche al peggioramento delle condizioni di sicurezza percepite nel passaggio dalle vecchie alle nuove carceri e alla mancanza di attività lavorative all'interno delle case circondariali. Ma il problema più pressante in Sardegna è che sono sempre più i detenuti provenienti da altre regioni che si trovano impossibilitati a ricevere visite dei propri familiari per problemi legati agli spostamenti, pur avendone diritto. Specularmente a chi ha in Sardegna i propri parenti solo raramente e dopo varie insistenze viene concesso il trasferimento sull'isola. Come ricordato da lei in diverse occasioni va attribuito alla pena il carattere rieducativo affidatole dai padri costituenti, rispettando diritti e dignità dei condannati. Le domando pertanto quali siano le iniziative di questa amministrazione per garantire il rispetto del principio di territorialità della pena, esigenza particolarmente sentita dai ristretti e dai loro familiari.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, onorevole Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Rispondo all'onorevole Pinna precisando che le disposizioni della circolare del 26 febbraio 2014 già orientano ed uniformano l'operato dell'amministrazione penitenziaria in tema di trasferimenti dei detenuti e principio di territorialità. L'indirizzo dettato esclude dai trasferimenti alcune categorie di soggetti tra cui i detenuti che effettuano colloqui, quelli che frequentano corsi professionali o che svolgono attività lavorativa stabile.
  Quanto alla situazione segnalata, il competente dipartimento riferisce che negli istituti della regione Sardegna ad oggi non sussiste un problema di sovraffollamento. Infatti a fronte dei 2.343 posti disponibili i detenuti presenti sono 1.933, compresi quelli in alta sicurezza e senza fissa dimora, per i quali, com’è noto, il principio di territorialità non può trovare applicazione. Alcune delle nuove strutture ubicate in Sardegna sono state dedicate al contenimento dei detenuti ascritti al circuito di alta sicurezza e che si è deciso di destinare al predetto circuito le cause di reclusione di Oristano e Tempio Pausania.
  Quanto detto non comporta certo una sottovalutazione della problematica sollevata. Infatti essa troverà uno spazio importante nell'ambito degli approfondimenti degli stati generali dell'esecuzione della pena.
  In merito alle specifiche iniziative auspicate e volte ad agevolare la possibilità per il carcerato del contatto con le persone a lui care, comunico che è in elaborazione un progetto per implementare lo sviluppo delle videoconferenze e dotare gli istituti penitenziari di una capacità di banda telematica in grado di sostenere tali collegamenti senza pregiudicare gli altri servizi telematici degli istituti.
  Attualmente, peraltro, ci sono alcuni istituti penitenziari italiani che già utilizzano moderni programmi per le comunicazioni via Internet. L'impegno che ho richiesto ai miei uffici è di implementare l'uso di tali strumenti su scala nazionale, indicando come priorità quella di assicurarne la diffusione in quegli istituti nei quali il principio di territorialità può risultare maggiormente compresso. Anche in ambito lavorativo l'impegno del Ministero è in chiave propulsiva; attualmente lavorazioni gestite da terzi all'interno degli istituti penitenziari sono presenti su quasi tutto il territorio nazionale, coinvolgendo più di 140 tra imprese e cooperative presenti in 59 penitenziari e, con il coinvolgimento di altre istituzioni e Ministeri, stiamo verificando la fattibilità di ulteriori prospettive progettuali.
  Quanto alla nomina del Garante dei detenuti in tutte le regioni italiane continuerò la mia opera di stimolo in tal senso, evidenziando che si tratta di una competenza propria delle autonomie locali. Ricordo, peraltro, che l'11 marzo scorso ho firmato il regolamento di attuazione della struttura e della composizione dell'ufficio del Garante nazionale dei detenuti, entrato in vigore il 15 aprile scorso.

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  PRESIDENTE. L'onorevole Pinna ha facoltà di replicare, per due minuti.

  PAOLA PINNA. Grazie Presidente, grazie Ministro; non posso che esprimere la mia soddisfazione per la sua risposta, in quanto vedo che sono state, comunque, accolte anche quelle che sono le mie raccomandazioni. Vorrei che ci fosse una maggiore attenzione in Sardegna per le attività lavorative all'interno delle carceri, magari anche attraverso delle unità pilota, in quanto, purtroppo, in Sardegna gli istituti di pena risentono della situazione economica particolarmente critica sul territorio sardo e nonostante gli incentivi alle aziende nessuno, fino ad ora, si sente di intraprendere delle attività all'interno del carcere anche attraverso, magari, delle filiali. Le poche cooperative che ci hanno provato sono andate in perdita, quindi, forse servirebbe un sostegno maggiore da parte dello Stato quando il privato non riesce, da solo, a soddisfare questo tipo di esigenza.
  Per quanto riguarda il Garante dei detenuti so che, purtroppo, abbiamo il limite delle competenze regionali, per questo sto riscontrando vari problemi anche nella riforma della pubblica amministrazione data la condizione di specialità della regione Sardegna. Magari, cerchiamo di sensibilizzare queste regioni ad adeguarsi, almeno, alle riforme che sono ritenute ottimali per correre tutti verso la stessa direzione e alla stessa velocità.

(Misure a favore della prosecuzione dei tirocini formativi presso gli uffici giudiziari – n. 3-01579)

  PRESIDENTE. L'onorevole Fauttilli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01579 concernente misure a favore della prosecuzione dei tirocini formativi presso gli uffici giudiziari (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  FEDERICO FAUTTILLI. Grazie Presidente, Ministro, si tratta di operatori che il Ministero della giustizia ha formato in vista del processo telematico e dell'informatizzazione degli uffici giudiziari e che da cinque anni, ormai, con il loro lavoro, contribuiscono allo smaltimento dell'arretrato degli uffici, lavorando accanto ai magistrati e ora, purtroppo, rischiano di essere lasciati nuovamente a casa dopo che sono stati spesi soldi pubblici per la loro formazione. Solo nella regione Lazio sono oltre 450 i lavoratori interessati, oltre la metà dei quali provenienti dai bacini della provincia di Roma, Frosinone e Latina, territori, specialmente quelli delle province, in evidente e perdurante crisi occupazionale.
  La nostra interrogazione, quindi, è per sapere quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di dare una soluzione alla situazione descritta per garantire, sicuramente, certezza a questi lavoratori che rischiano di uscire nuovamente dal mercato del lavoro, ma anche per dare continuità all'attività degli uffici giudiziari, dove questi lavoratori hanno dimostrato di aver acquisito un ruolo importante, se non fondamentale, a causa delle note carenze di organico degli uffici stessi.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Grazie Presidente, in riferimento alla questione posta dall'onorevole interrogante in merito alle iniziative inerenti i cosiddetti tirocinanti che dal 2010 al 30 aprile 2015 hanno svolto stage formativi presso gli uffici giudiziari, evidenzio come il tema, già oggetto di risposta ad analogo atto ispettivo del settembre scorso, sia sempre stato all'attenzione del mio Dicastero che ha, di volta in volta, finanziato i progetti formativi presso gli uffici giudiziari, utilizzando le risorse disponibili iscritte in bilancio secondo le proroghe e gli incrementi previsti dalle leggi di stabilità.
  Nell'imminenza della scadenza normativa di tali percorsi formativi si sono reperite le risorse necessarie al completamento Pag. 49dei progetti avviati, utilizzando le risorse del Fondo unico giustizia, che hanno consentito lo svolgimento di percorsi programmati fino al 30 aprile scorso per circa 2.600 tirocinanti, proroga inserita nel cosiddetto «decreto milleproroghe». Va comunque precisato come tali tirocini non fossero destinati necessariamente a confluire in percorsi per l'accesso all'impiego presso il Ministero della giustizia. Infatti, merita ricordare come i tirocini in argomento non possono essere tradotti in rapporti a tempo indeterminato, per la costituzione dei quali è necessario il rispetto del procedimento «assunzionario» per il pubblico impiego, cioè un pubblico concorso previsto dalla legge. Sotto questo profilo va peraltro ricordato come la legge di stabilità 2015 precluda al Ministero della giustizia di procedere ad assunzioni a tempo indeterminato sino al 31 dicembre 2016. Preme ricordare come sia comunque intendimento di questa amministrazione assicurare l'adozione di un intervento utile al fine di non disperdere il prezioso bagaglio di professionalità acquisito dai tirocinanti presso gli uffici giudiziari, verificando in primo luogo, nell'ambito del proprio bilancio, la sussistenza delle occorrenti risorse finanziarie da destinare. Peraltro, l'attuazione dell'articolo 50 del decreto-legge n. 90 del 2014, come è noto, prevede la collocazione di tali tirocinanti nelle strutture organizzative dell'ufficio per il processo, con criteri selettivi che verranno certamente valutati. Si sottolinea, altresì, come siano in corso iniziative, da parte delle regioni – cito il caso della Campania –, nelle quali l'esperienza di tali tirocinanti è stata valorizzata con modalità che sono all'attenzione di questo Ministero, per verificare, nell'ambito di un confronto con tutte le regioni interessate e con la Conferenza, le azioni opportune per l'estensione di tale modello.

  PRESIDENTE. L'onorevole Fauttilli ha facoltà di replicare.

  FEDERICO FAUTTILLI. Grazie, Presidente. Ministro, io la ringrazio per l'attenzione e per quanto ci ha appena detto, in modo anche abbastanza chiaro e preciso, però la nostra preoccupazione permane tutta, visto il contenuto della sua risposta. Quindi, ci permettiamo di insistere, affinché con i prossimi provvedimenti finanziari che il Governo andrà ad adottare il problema che gli abbiamo posto venga definitivamente risolto, tenuto conto, come già abbiamo ricordato, che risolvere il problema occupazionale significa anche risolvere parte del problema della funzionalità degli uffici giudiziari, visto che, dal 2013, proprio a seguito della loro utilità attestata dall'amministrazione giudiziaria di tutta Italia, questi tirocinanti sono passati direttamente alle dipendenze del Ministero della giustizia ed inseriti nel ciclo lavorativo, affiancando a tutti gli effetti il personale del Ministero della giustizia.

(Misure per sopperire alle gravi carenze di organico presso le direzioni distrettuali antimafia di Bologna, Brescia e Catanzaro e per garantire uno spazio attrezzato ed idoneo per lo svolgimento del cosiddetto processo Aemilia – n. 3-01580)

  PRESIDENTE. L'onorevole Giulia Sarti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Ferraresi n. 3-01580 concernente misure per sopperire alle gravi carenze di organico presso le direzioni distrettuali antimafia di Bologna, Brescia e Catanzaro e per garantire uno spazio attrezzato ed idoneo per lo svolgimento del cosiddetto processo Aemilia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

  GIULIA SARTI. Grazie, Presidente. Ministro Orlando, a fine gennaio di quest'anno è stata condotta la più grande operazione contro la ’ndrangheta in Emilia Romagna, denominata appunto Aemilia, operazione che ha coinvolto ovviamente anche altre regioni, tra cui Veneto, Piemonte, Calabria e Sicilia. In questi giorni sono stati notificati gli avvisi di fine indagine e ne emerge un quadro drammatico, perché sono ben 224 le persone Pag. 50indagate. La ’ndrangheta, secondo le tesi della procura, è operante dal 2004 e continua ancora oggi ad operare nel territorio della nostra regione: intimidisce, estorce, condiziona l'economia dei nostri territori, gode dell'appoggio di imprenditori, di giornalisti, di forze dell'ordine, di politici locali, e cito, solo per fare un esempio, il consigliere comunale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani, a cui è contestato il concorso esterno in associazione mafiosa; ha tentato di condizionare i voti in diverse tornate elettorali amministrative e ha preso appalti pubblici perfino nella ricostruzione dopo il terremoto del 2012. Allora, è emerso un problema, perché non vi è un'aula adatta per celebrare l'udienza preliminare. Ministro, chiediamo se questo problema è stato risolto e cosa intende fare questo Governo per sopperire alle numerose carenze di organico, sia di queste DDA che hanno condotto questa importante e corposa operazione sia in tantissime altre procure e tribunali d'Italia.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Sulla questione posta dagli onorevoli interroganti in merito alle specifiche esigenze rappresentate dal procuratore della Repubblica e dal presidente del Tribunale di Bologna per la celebrazione dell'udienza preliminare nel procedimento del cosiddetto processo Aemilia, rappresento che alle note trasmesse dai predetti è seguita nell'immediato un'intensa attività dei competenti uffici di questo dicastero, finalizzata alla pronta risoluzione delle criticità prospettate. In particolare la direzione generale delle risorse materiali ha non solo inviato una tempestiva nota di risposta alle richieste scritte degli uffici bolognesi, ma ha altresì avviato un'immediata e diretta interlocuzione con gli stessi in ordine all'individuazione dei locali più adeguati alla celebrazione del processo e alle connesse esigenze di sicurezza. Ancor più la predetta direzione generale ha svolto, recependo sul punto la specifica richiesta del presidente del tribunale, diversi sopralluoghi finalizzati proprio alla concreta verifica delle soluzioni possibili. Ai fini delle valutazioni competenti è stato richiesto poi l'ausilio di personale tecnico specializzato in carico tanto al DAP che al provveditorato regionale dell'Emilia Romagna, comunicando tali iniziative ai capi degli uffici interessati. Saranno pertanto oggetto di tempestiva adozione tutti i provvedimenti necessari alla migliore celebrazione di un processo che per gravità delle imputazioni e numero delle parti processuali richiede senz'altro la predisposizione di adeguate misure organizzative. La pronta attivazione da parte del Ministero credo fughi ogni preoccupazione formulata dagli onorevoli interroganti e assicuro che la situazione continuità ad essere costantemente monitorata sino al raggiungimento di un'adeguata soluzione.
  Quanto all'ulteriore richiesta si fa presente come la scopertura relativa al personale amministrativo presso il Tribunale di Bologna è di poco superiore alla media nazionale e che le esigenze urgenti come quella di specie potranno essere affrontate adottando provvedimenti di applicazione e di distacco di unità aggiuntive disposti dal procuratore generale e dal presidente della Corte d'appello.
  Va ulteriormente specificato come la fase di fissazione dell'udienza preliminare potrà essere senz'altro agevolata dall'utilizzo del sistema telematico delle notificazioni penali, ormai in vigore sin dal dicembre 2014. Quanto infine alle capacità del sistema di garantire il trasferimento al Ministero della giustizia degli oneri di funzionamento degli uffici giudiziari ricordo come siano stati avviati molteplici interventi, tra cui l'adozione del decreto interministeriale per l'individuazione dei costi standard delle spese di funzionamento degli uffici e la predisposizione del regolamento di attuazione sulle misure organizzative relative al passaggio di competenza nella gestione di dette spese dai comuni al Ministero.
  Aggiungo, rispetto alle parole della onorevole Sarti, come sia già in fase di conclusione una mobilità di 1031 unità del Pag. 51personale amministrativo dalle province al Ministero della giustizia che ci consentirà di affrontare i vuoti di organico e nel nuovo decreto licenziato nel penultimo Consiglio dei ministri è prevista una ulteriore mobilità di 2000 persone sempre dalle province verso il Ministero della giustizia.

  PRESIDENTE. L'onorevole Ferraresi ha facoltà di replicare.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie Ministro per la non risposta. Infatti noi chiedevamo quali iniziative intenda intraprendere il Ministero, mentre lei ha risposto che intende intraprendere delle iniziative. Benissimo, vorremmo sapere quali ! Dopo il 416-ter, che non punisce chi fa scambio elettorale politico-mafioso e dopo la vostra legge anti-corruzione che ammazza i processi sul falso in bilancio e non punisce chi falsifica i bilanci, ora, dopo più di tre mesi, perché non stiamo parlando di questi ultimi giorni ma di aprile, lei non riesce ancora ad individuare, non dico una soluzione, ma un'ipotesi su un processo che è stato definito forse uno dei più importanti per il nord e per la ’ndrangheta. I giudici hanno fatto un lavoro buono, celere, con 160 arresti e 224 indagati. I reati sono gravi: mafia, usura, estorsione, reati ambientali, ancora più gravi perché rivolti contro persone terremotate che sono ancora fuori dalla propria casa.
  Il problema è anche un problema di attuazione rispetto alle norme che voi approvate, perché il presidente Scutellari dice che ai primi di settembre non sanno se riusciranno a garantire le attività del tribunale, in quanto anche se le spese sono state accollate al Ministero, effettivamente non c’è ancora un impianto attuativo e organizzativo. Inoltre, da tempo i tribunali di Modena e di Reggio, epicentro non solo del terremoto, ma anche delle attività della ’ndrangheta e della camorra, fanno richiesta di personale qualificato e non personale delle province. È giusto che ci si dia una mano, ma abbiamo bisogno di persone che sappiamo quello che vanno a fare e che abbiano studiato per quello.
  Il problema della legalità, però, forse, non interessa l'Emilia-Romagna e anche i politici emiliano-romagnoli della maggioranza credono che la mafia in Emilia-Romagna non esista, credono sia un problema che c’è solo altrove. Infatti, non si giustifica questo silenzio e questa superficialità con cui viene affrontato il problema.
  Signor Ministro, credo che lei ha fatto tanti decreti, ha fatto tante leggi, ma sia importante fare un po’ meno leggi e cercare di utilizzare il suo tempo per trovare le risorse per il personale e per le strutture, altrimenti questa sarebbe l'ennesima vergogna del Ministero della giustizia, l'ennesima vergogna del Governo Renzi, l'ennesima vergogna di questo paese, ministro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative in materia di semplificazione fiscale volte all'unificazione degli adempimenti e dei modelli fiscali, nonché ad una riorganizzazione del calendario fiscale e del sistema impositivo, anche con riferimento alla presentazione del modello 770 semplificato – n. 3-01581)

  PRESIDENTE. L'onorevole Mucci ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01581, concernente iniziative in materia di semplificazione fiscale volte all'unificazione degli adempimenti e dei modelli fiscali, nonché ad una riorganizzazione del calendario fiscale e del sistema impositivo, anche con riferimento alla presentazione del modello 770 semplificato (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, Ministro, parliamo di semplificazione degli adempimenti fiscali. Nonostante l'introduzione della certificazione unica con scadenza 9 marzo 2015, si apprende attraverso l'audizione del 14 gennaio scorso dal direttore Rossella Orlandi che per quanto riguarda gli adempimenti fiscali si ritiene inopportuna l'eliminazione del 770 semplificato. Secondo l'Associazione nazionale Pag. 52commercialisti l'introduzione del modello di comunicazione unica, il cui numero di dati contenuti è senza dubbio ampliato, non solo rende di fatto superfluo l'obbligo di presentazione del 770 semplificato, ma soprattutto introduce adempimenti nuovi con scadenze eccessivamente ravvicinate. Inoltre, sottolineiamo il fatto che i dati contenuti nella dichiarazione del 770 semplificato sono già in possesso dell'amministrazione finanziaria, che quindi interpella il contribuente inutilmente. Denunciamo inoltre l'inadeguatezza – e concludo – dell'attuale termine del 31 luglio 2015, scadenze troppo ravvicinate e troppe imposizioni che rendono quindi poco semplice la vita delle imprese e dei contribuenti.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, con riferimento alla richiesta di soppressione dell'obbligo di presentazione del modello 770 semplificato, la legge 11 marzo 2014, recante delega in materia fiscale, prevede espressamente una generale revisione delle funzioni svolte dai sostituti d'imposta nell'ottica della semplificazione degli adempimenti. Per il primo anno di avvio sperimentale del progetto di predisposizione della dichiarazione precompilata e di trasmissione delle certificazioni uniche, si è ritenuto opportuno non intervenire con modifiche sostanziali sugli adempimenti già in essere, che avrebbero potuto determinare ricadute negative su un processo già molto articolato e complesso. Tale impostazione risulta peraltro in linea con le esigenze tecniche manifestate dalle principali associazioni di categoria, ordini professionali e società di software, con cui è in corso un costante confronto. È emerso infatti che per l'anno in corso risulta più agevole per i sostituti di imposta trasmettere all'Agenzia delle entrate una copia delle certificazioni lasciando inalterato l'adempimento della presentazione del modello 770 semplificato nei termini ordinariamente previsti rispetto all'ipotesi di modificare in modo sostanziale la struttura del suddetto modello con la conseguente necessità di effettuare adeguamenti dei software di compilazione e di controllo.
  Per quanto riguarda la richiesta di spostare la scadenza per la presentazione del 770 a un termine non anteriore al 30 settembre noto che né l'ordine dei dottori commercialisti, né quello dei consulenti del lavoro e né altre associazioni di categoria hanno avanzato richiesta di proroga della scadenza in questione. Ricordo che la data del 30 settembre costituisce il termine per la trasmissione dalla dichiarazione dei redditi, dell'IVA e dell'IRAP e pertanto un differimento a detta data porrebbe arrecare ulteriori appesantimenti al carico di lavoro di operatori del settore, generando una elevata concentrazione dei dati all'interno dei canali di trasmissione utilizzati per la prestazione delle dichiarazioni fiscali. Inoltre, potrebbero insorgere problemi in sede di predisposizione da parte dell'Agenzia delle entrate della dichiarazione dei redditi precompilata, posto che alcuni dei dati da inserire in tale dichiarazione sono conoscibili dall'amministrazione finanziaria proprio mediante una estrazione delle informazioni contenute nei modelli dei sostituti di imposta, come quelli relativi ai conguagli derivanti dall'assistenza fiscale. Pertanto non si ravvisano ragioni tecniche valide per il differimento della scadenza di presentazione del modello 770/2015.

  PRESIDENTE. L'onorevole Mucci ha facoltà di replicare.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, grazie Ministro, le ragioni tecniche valide per rivedere le scadenze delle imposizioni credo siano sotto gli occhi di tutti e soprattutto di chi lavora in questo settore in termini di fisco. I cittadini da tempo infatti attendono una vera e propria riforma fiscale. La prossima emanazione di sei decreti legislativi in attuazione della legge delega sul fisco dimostra quanto sia necessario che la produzione normativa Pag. 53assicuri le più elementari esigenze di sintesi, semplicità, chiarezza nonché semplificazione. A 27 anni dall'entrata in vigore del Testo unico delle imposte sui redditi è stata modificato quest'ultimo ben 776 volte, in media un ritocco ogni 13 giorni. Questa è una motivazione sufficiente per capire che evidentemente ci sono dei problemi di fondo ed evidentemente, se queste associazioni si lamentano e si lamentano in prima battuta con noi parlamentari, è perché hanno bisogno di semplificazione perché questa consente alle imprese stesse di essere sicuramente più competitive e credo che la competitività delle nostre imprese sia uno degli obiettivi primari ad oggi in questa grave crisi economica. La legge ordinaria in materia di fisco inoltre è un evento assai raro perché, Ministro, è necessario evidenziare che il settore fiscale è per lo più disciplinato da decreti legislativi e decreti-legge, quindi di origine e di input governativo, anche dopo l'entrata in vigore dello Statuto del contribuente. Detto questo quindi è indubbio che in prima battuta vorremmo sapere cosa intendete fare in materia di semplificazione, perché credo sia noto a tutti, lo viviamo tutti quanti giornalmente, le imprese, su di esse in primis, in prima battuta, che tutte queste esigenze fiscali, queste imposizioni fiscali e queste innumerevoli scadenze altro non fanno che togliere respiro e togliere quindi dall'obiettivo primario, che è quello di fare impresa, le imprese stesse.

(Intendimenti per la riapertura in sede europea di un tavolo di confronto con il Governo greco improntato agli obiettivi dello sviluppo e della crescita – n. 3-01582)

  PRESIDENTE. L'onorevole Scotto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01582, concernente intendimenti per la riapertura in sede europea di un tavolo di confronto con il Governo greco improntato agli obiettivi dello sviluppo e della crescita (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, Matteo Renzi sostiene che domenica prossima i greci voteranno tra euro e dracma. Non pensiamo sia così. Le domando, secondo lei, signor Ministro, se un popolo dopo cinque anni di sacrifici, di politica dell'austerità, abbia o meno il diritto di riprendere la parola di fronte a piani che continuano sulla stessa linea di politica economica e che prevedono quattro punti di PIL annui di correzione, che in Italia equivarrebbero a 70 miliardi di tagli l'anno. Allora la scelta è tra Europa sociale e Europa sociale, la scelta è tra un altro modello di investimenti e di Europa che punta dritto a una questione: se si può immaginare una Conferenza europea sul debito, che serve innanzitutto ai Paesi del sud.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, alcune osservazioni su un tema complesso, comunque ringrazio l'onorevole per aver sollevato questo tema. Comincio col dire che il mandato dell'Eurogruppo, che è in riunione permanente, compreso oggi pomeriggio, è sempre stato quello di trovare un accordo basato sul ritorno ad una crescita sostenibile per la Grecia, l'uscita della Grecia dall'Euro non è mai stata un'opzione. Questa posizione è stata fermamente ribadita anche dai Capi di Stato e di Governo nel corso dell'Eurosummit del 22 giugno scorso e ancora una volta durante il Consiglio europeo di giovedì e venerdì scorsi. Il dialogo con le autorità greche purtroppo è cominciato in ritardo, si è perso moltissimo tempo in gran parte perché da parte delle autorità greche non sono pervenute proposte operative concrete e né c’è stata partecipazione agli inevitabili tavoli tecnici. Malgrado questa perdita di tempo che ci porta oggi a una situazione evidentemente di tempo ridottissimo, su molte questioni sono stati compiuti importanti passi avanti specie nel corso delle intense trattative delle ultime settimane. Le istituzioni europee hanno esercitato la flessibilità annunciata Pag. 54all'inizio di questo periodo di trattative e questo emerge chiaramente dal confronto fra le posizioni iniziali del Governo greco e quelle del documento che era pronto per essere discusso dall'Eurogruppo lo scorso 27 giugno e che in teoria dovrebbe essere oggetto del referendum.
  Dico in teoria perché nel frattempo gli accordi stanno evolvendo.
  In questo processo gli obiettivi di avanzo primario, per esempio, richiesti per l'anno in corso e per i prossimi anni, sono stati significativamente rivisti al ribasso, anche tenendo conto del deterioramento delle condizioni di partenza.
  Sulla questione dell'IVA, che è molto controversa sui media e sulla distanza tra le posizioni negoziali delle istituzioni e quelle delle autorità greche si era decisamente ridotta. Per quanto riguarda le pensioni, non si tratta di tagliare qui o tagliare lì, ma si tratta di riconoscere – su questo c’è una visione condivisa – che il sistema pensionistico in Grecia, non solo è molto frammentato, ma è allo stato insostenibile e quindi necessita di interventi di razionalizzazione.
  Sul piano delle politiche di bilancio, le proposte greche si concentrano su interventi dal lato delle entrate, mentre quelle delle istituzioni dal lato delle spese e, come tutti sanno, questo significa che le prime sono potenzialmente più dannose per la crescita delle seconde.
  In conclusione, l'Italia ha mantenuto in tutto questo negoziato una posizione di grande apertura, sottolineando la necessità di continuare a portare avanti il dialogo in un quadro in cui le priorità della politica europea e nazionale siano la crescita e l'occupazione, come del resto ha ribadito nel corso del semestre di Presidenza dell'Unione.

  PRESIDENTE. Il presidente Arturo Scotto ha facoltà di replicare.

  ARTURO SCOTTO. Grazie, signor Presidente. Grazie, signor Ministro. A noi, non convince l'impostazione della sua risposta, prima ancora che il merito della risposta. Sembra quasi che la Grecia sia una controparte e che abbia una colpa storica, quella di aver aperto una contraddizione dentro un blocco ideologico che nel corso degli ultimi anni è riuscito a dispensare soltanto delle verità assolute inappellabili.
   Purtroppo, invece, i dati dicono altro: dicono di un Paese stremato dalla crisi, di un Paese che ha un livello di consumi che è sceso del 33 per cento in cinque anni, una disoccupazione che è passata dal 9 al 25, un debito pubblico che è esploso da 107 a 70, nonostante i tagli e l'austerity e un quarto del prodotto interno lordo che è saltato.
  Se questo è, a me sembra un po’ incredibile che l'Italia non si metta alla testa di una battaglia per riaprire la questione Grecia e la questione dell'Europa fondata sul pareggio di bilancio e sull'austerità, anche perché, signor Ministro, se la Grecia dovesse saltare, il rischio vero è che tutta l'Eurozona vivrebbe una sorta di infezione generalizzata. Il nostro Paese, che magari è riuscito a dispensare un po’ di buoni sentimenti, come ha detto l'economista Jean Paul Fitoussi, rischierebbe poi di vedere a sua volta qualcuno che gli chiede di fare ulteriori compiti a casa.
  E allora proviamo a trovare un accordo, un negoziato vero, che rispetti il principio per il popolo greco ad avere una vita dignitosa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

(Valutazioni sugli sviluppi della situazione relativa al debito della Grecia – n. 3-01583)

  PRESIDENTE. L'onorevole Marina Berlinghieri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rosato n. 3-01583, concernente valutazioni sugli sviluppi della situazione relativa al debito della Grecia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

  MARINA BERLINGHIERI. Signor Presidente, signor Ministro, l'inattesa decisione del Governo greco di indire un Pag. 55referendum sul piano proposto da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale ha segnato l'interruzione del negoziato in corso dallo scorso febbraio, i cui contenuti finali prevedevano l'impegno della Grecia ad approvare un piano di riforme a fronte di un nuovo programma di aiuti finanziari.
  Tale rottura è stata sancita nell'Eurogruppo di sabato scorso, che ha unanimemente respinto la richiesta greca di prorogare il programma di aiuti, in scadenza il 30 giugno 2015, almeno fino alla data del referendum.
  I Ministri dell'Eurogruppo hanno ribadito che gli Stati membri intendono utilizzare tutti gli strumenti disponibili per preservare l'integrità e la stabilità dell'Eurozona, ai quali vanno aggiunte le misure messe in campo dalla Banca centrale europea, che ha comunque deciso di mantenere la fornitura di liquidità di emergenza per le banche elleniche, e la volontà da parte di tutte le istituzioni europee di continuare a cercare una soluzione positiva e concordata.
  Il Governo italiano ha sin qui svolto un'azione tesa a favorire un esito positivo del negoziato e scongiurare qualsiasi ipotesi di uscita della Grecia dall'euro, i cui effetti rischiano di essere imprevedibili.
  A lei, signor Ministro, chiediamo quali siano le valutazioni sugli sviluppi di questa crisi greca.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Presidente, voglio innanzitutto ricordare che il negoziato sulla Grecia non si è mai interrotto, nonostante la chiusura del secondo programma di assistenza finanziaria, che è avvenuta ieri. Le istituzioni europee e l'Eurogruppo, che si riunisce in teleconferenza più tardi questo pomeriggio, stanno continuando a lavorare per trovare una soluzione.
  Vorrei ribadire, non è stato detto qui – ma spesso si è sentito dire nei media –, che non è mai stato dato alcun ultimatum ai greci, né dall'Eurogruppo né dalle istituzioni europee. L'unico obiettivo è stato quello di trovare un accordo bilanciato e orientato alla crescita prima della scadenza del secondo programma di assistenza, scadenza che è avvenuta ieri.
  Non solo: l'Eurogruppo del 20 febbraio, che aveva accordato alla Grecia l'estensione di quattro mesi del programma, aveva riconosciuto la necessità di applicare margini di flessibilità rispetto agli impegni presi (ne ho parlato nel precedente intervento).
  Le trattative, che sono andate avanti con fatica, si sono, però, interrotte a seguito della decisione unilaterale del Governo greco di indire un referendum per il prossimo 5 luglio e la sua raccomandazione di votare contro le ultime proposte avanzate dalle istituzioni. Ieri il Governo greco ha inviato una richiesta per un nuovo programma di assistenza finanziaria, finanziato dall'European Stability Mechanism. La richiesta includeva anche un'estensione del programma in scadenza e interventi sul debito. L'estensione del programma non era più tecnicamente realizzabile.
  A norma del trattato istitutivo dell'ESM, l'Eurogruppo dovrà ora valutare la richiesta di un nuovo programma, che dovrà basarsi su una nuova valutazione del fabbisogno finanziario alla luce dell'ulteriore deterioramento della situazione economica e finanziaria del Paese.
  Il Governo greco ha trasmesso stamattina la lista di riforme che si impegna a portare avanti. Questa lista si fonda sull'ultima base negoziale. La decisione dell'Eurogruppo, che sta di nuovo per riunirsi in teleconferenza, non può prescindere da alcuni presupposti che riguardano l'impegno politico, da parte del Governo greco, a sostenere un corso di azione ritenuto, fino a pochi giorni fa, inattuabile e la posizione rispetto al referendum.
  Ribadisco che l'Italia mantiene una posizione volta ad una soluzione condivisa, inclusiva e orientata alla crescita, e farà di tutto per fare valere questa posizione nel corso dei negoziati.

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  PRESIDENTE. L'onorevole Causi, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  MARCO CAUSI. Grazie, Presidente. La ringraziamo per questa risposta, signor Ministro, perché deve essere chiaro a tutti che se l'accordo si fa è una situazione win-win sia per l'Europa sia per la Grecia. Se invece, sciaguratamente, l'accordo non dovesse farsi entriamo in una situazione lose-lose, in cui perde la Grecia ma perde anche l'Europa.
  Noi siamo di fronte a un paradosso, che non devo certo ricordare a lei: la Grecia è stata assistita finanziariamente, a carico del contribuente europeo, per 330 miliardi di euro. È stato il più grande salvataggio della storia. Il più grande salvataggio prima di questo è stato quello dell'Argentina, che è costato 100 miliardi (e la Grecia è molto più piccola dell'Argentina).
  Quindi, non è affatto vero che l'Europa non abbia aiutato questo Paese partner. Il problema è che, però, paradossalmente l'Europa non ha avuto, in cambio di questo aiuto, un accordo politico, perché negli anni che vanno dal 2010 al 2012 l'Europa poi, in cambio di questo aiuto, chiedeva politiche profondamente sbagliate, politiche di austerity e recessive che hanno impedito di ripristinare la crescita.
  A me sembra – e le parole del Governo italiano oggi ce lo testimoniano – che la nuova Commissione, grazie anche alla spinta, in particolare, del Governo italiano e del Governo francese, abbia cambiato la posizione negoziale dell'Europa rispetto a quella della Commissione Barroso. Questo è positivo e noi invitiamo e sollecitiamo il Governo italiano ad andare avanti così.
  Non bastano obiettivi meramente fiscali. La Grecia esce da questo dramma se ritorna a crescere, ma per tornare a crescere ci vogliono anni e ci vogliono profonde riforme: riforme della giustizia, riforme del fisco, riforme profonde, che impiegano anni ad essere attuate.
  Quindi, non bastano obiettivi fiscali a breve termine, ma occorrono riforme e occorre – e questo lo voglio dire agli amici italiani del Governo di Syriza – un Governo che sappia fare le riforme e che abbia uno spirito riformista, cosa che, invece, nei primi mesi di governo il Governo di Syriza mi sembra sia stato un po’ troppo debole, un po’ troppo lento sulle riforme da attuare.
  Dunque, spingiamo molto sulle riforme e meno sugli obiettivi fiscali.

(Chiarimenti in ordine al prospettato cambio dei vertici della Cassa depositi e prestiti, alle modifiche statutarie ipotizzate e alle correlate garanzie per i risparmiatori – n. 3-01584)

  PRESIDENTE. L'onorevole Giammanco ha facoltà di illustrare l'interrogazione Brunetta e Giammanco n. 3-01584, concernente chiarimenti in ordine al prospettato cambio dei vertici della Cassa depositi e prestiti, alle modifiche statutarie ipotizzate e alle correlate garanzie per i risparmiatori (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

  GABRIELLA GIAMMANCO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, il mandato dei vertici di Cassa depositi e prestiti scade nel 2016, ma è nota la volontà del Premier Renzi di procedere a un incomprensibile rinnovo anticipato del board, in spregio all'inevitabile esborso di buonuscite milionarie, tutte a carico degli italiani. Le motivazioni di questa operazione sono del tutto sconosciute, per cui le chiedo di chiarire al Parlamento quali ragioni giustificherebbero questo ulteriore onere a carico dei contribuenti.
  Le chiedo, inoltre, se è vero che si procederà alla cancellazione della clausola etica dello statuto della Cassa per consentire la nomina di Fabio Gallia, attualmente amministratore delegato della BNL, già rinviato a giudizio per l'inchiesta di Trani sui derivati, perché, se così fosse, sarebbe scandaloso e imbarazzante per lei e per il Governo tutto giustificare tale decisione, anche perché confermerebbe che, ancora Pag. 57una volta, per questo Governo, le leggi per gli amici si interpretano e financo si cambiano.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Come gli onorevoli sanno, nel dicembre 2003 la Cassa depositi e prestiti è stata trasformata in società per azioni. Il Governo ha proceduto contestualmente ad un allargamento della platea azionaria, cedendo il 30 per cento del capitale sociale a 65 fondazioni bancarie. Questo processo di privatizzazione è stato uno degli elementi fondamentali per il riconoscimento di CDP quale market unit, come tale non ricompresa nel perimetro del settore pubblico allargato, svolgendo attività di mercato secondo i criteri utilizzati da Eurostat.
  Negli anni successivi, l'evoluzione normativa ha ampliato in modo significativo il perimetro delle attività perseguibili da CDP. Di volta in volta, lo statuto di Cassa è stato costantemente adeguato, avendo, tuttavia, sempre come principio inderogabile il perseguimento del sostegno strategico alla crescita del Paese, il mantenimento della società al di fuori del perimetro della pubblica amministrazione e, non ultimo, il corretto ed economico utilizzo dei fondi rivenienti dai risparmi postali, come noto garantiti dallo Stato.
  Negli anni più recenti, CDP ha contribuito alla creazione o ha essa stessa costituito fondi e strumenti societari finalizzati alla crescita e allo sviluppo delle piccole e medie imprese, alla realizzazione di investimenti in società di rilevante interesse nazionale, di livelli occupazionali, di entità di fatturato ovvero di ricadute per il sistema economico del Paese. In tutte queste operazioni, l'obiettivo era e rimane quello del rafforzamento dell'industria nazionale in termini di crescita e di rafforzamento sui mercati.
  In tale contesto, il Ministero e le fondazioni, nella consapevolezza che i suddetti obiettivi dovessero essere perseguiti in coerenza con una mission di CDP orientata all'economicità gestionale, nel corso delle assemblee hanno ribadito che, nelle modalità di utilizzo dei fondi derivanti dal risparmio postale, il management di CDP fosse tenuto ad adottare adeguate risk policy, considerata la particolare natura del risparmio postale medesimo.
  Voglio ribadire, anche in questa sede, che questa logica di mantenimento del ruolo di CDP come operatore di mercato rimane invariata oggi e lo sarà anche in una prospettiva futura. Come recentemente riconosciuto dal Presidente del Consiglio dei ministri, gli attuali vertici di Cassa depositi e prestiti hanno, in questi ultimi cinque anni, rafforzato ulteriormente il ruolo del gruppo CDP, conseguendo rilevanti risultati nel supporto all'economia del Paese, al contempo assicurando agli azionisti consistenti dividendi.
  La Cassa si è affermata, inoltre, quale una delle maggiori istituzioni finanziarie pubbliche internazionali. Nei giorni scorsi, il presidente di CDP, Bassanini, ha pronunciato la disponibilità a rassegnare le proprie dimissioni dalla carica, al fine di consentire agli azionisti di impostare una nuova fase di sviluppo di Cassa, anche accompagnandola ad un eventuale rinnovo del consiglio di amministrazione in via anticipata di un solo anno rispetto alla naturale scadenza del mandato. Ci tengo a precisare che, in ogni modo, un eventuale rinnovo del consiglio di amministrazione sarà realizzato senza che ciò possa comportare oneri aggiuntivi in capo a CDP.

  PRESIDENTE. L'onorevole Giammanco ha facoltà di replicare.

  GABRIELLA GIAMMANCO. Grazie Presidente. Io ringrazio il signor Ministro della risposta, che comunque sinceramente ho trovato del tutto insoddisfacente, una sorta di non risposta. Infatti, se i vertici sono qualificati, mi chiedo perché cambiarli. Quindi le nostre preoccupazioni restano e sono convinta che siano più che fondate, dal momento che ad oggi ci risulta che il CdA della Cassa depositi e Pag. 58prestiti abbia già convocato l'assemblea straordinaria ordinaria per metà luglio, per procedere alle modifiche statutarie, che – ripeto – trovo infondate e anche scandalose per certi versi, e all'adozione di generiche decisioni sugli amministratori. È una formula volutamente ambigua dietro cui si celerebbe la volontà di rinnovare i vertici.
  Sarebbe la prima volta nella storia recente della Cassa depositi e prestiti, ovvero da quando è stata trasformata in Spa, come ha detto il Ministro, che un Governo impone un ricambio anticipato del board, confermando una vera e propria corsa all'occupazione capillare dei posti di potere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente), a esclusivo uso e consumo degli amici del Premier Renzi, a cui, purtroppo, ahimè, il Presidente del Consiglio non ha il buon senso di porre un limite.
  Vede Ministro, se l'avessimo fatto noi con il Governo Berlusconi, avreste sollevato le piazze (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente), avreste chiamato le piazze alla sommossa popolare. I nostri timori nascono anche dal fatto che a quest'Esecutivo manca una chiara e credibile strategia di politica industriale. E, quindi, assumendo il controllo dell'immensa liquidità della Cassa, il Governo potrebbe sperperarla in operazioni dagli esiti del tutto incerti. A tale proposito ricordo le perplessità e la conseguente frenata degli attuali vertici della Cassa sul possibile coinvolgimento, appunto, della stessa Cassa depositi e prestiti nel progetto governativo per la banda larga.
  Inoltre, occorre fare chiarezza sul rischio che la Cassa possa configurarsi come agenzia pubblica, secondo i parametri Eurostat, facendo impattare così i suoi bilanci sui conti pubblici italiani. Il nostro debito si appesantirebbe nella migliore delle ipotesi di circa 100 miliardi, un cataclisma finanziario che non ci possiamo davvero permettere, se consideriamo che nel solo 2014, con il Governo Renzi, il nostro debito è aumentato di quasi 88 miliardi. Ci sembra già abbastanza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

(Iniziative per la riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sulle famiglie, con particolare riferimento alla tassazione sulla casa a carico delle famiglie – n. 3-01585)

  PRESIDENTE. L'onorevole Tancredi ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Tancredi e Dorina Bianchi n. 3-01585, concernente iniziative per la riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sulle famiglie, con particolare riferimento alla tassazione sulla casa a carico delle famiglie (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  PAOLO TANCREDI. Grazie Presidente. Ministro, il livello insostenibile della pressione fiscale in Italia è ben noto e, tra l'altro, è stato messo in luce autorevolmente dalla Corte dei conti pochi giorni fa e da numerosi e convergenti studi.
  Riteniamo che una tale pressione sia ancora più penalizzante nel momento in cui il Paese è impegnato a riagganciare una ripresa che come vediamo c’è, ma è una ripresa ancora debole e più debole che nel resto della zona euro.
  Nel DEF di recente approvazione si postulava – lei si ricorderà, Ministro, senz'altro – che la ripresa, oltre che dall’export – che per fortuna sta andando molto bene nonostante la crisi russa –, sarebbe stata sostenuta anche e soprattutto da fattori quali la domanda interna e i consumi interni in particolare. Nel DEF era un caposaldo del presupposto alla ripresa. Però, come evidenziano anche le ultime statistiche, questi consumi non salgono.
  Noi pensiamo che una delle principali ragioni sia la tassazione sulle famiglie soprattutto, che causa questa stagnazione dei consumi. Da qui, la nostra interrogazione, anche alla luce del fatto che nella Pag. 59risoluzione al DEF il Governo si era impegnato al riordino dell'imposizione locale con l'obiettivo della semplificazione ma anche di una sua riduzione.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie Presidente. I dati sulla fiscalità immobiliare evidenziano un ammontare di prelievo ricorrente sul patrimonio immobiliare in linea con quello dei principali Paesi europei.
  In Italia il gettito delle imposte ricorrenti sulla proprietà passa dallo 0,6 del PIL nel 2010 all'1,5 nel 2012. Nello stesso anno si rileva un'incidenza sul PIL più elevata dell'imposta immobiliare in Francia e nel Regno Unito. Nell'analisi del gettito non è ricompreso quello derivante dalla Tari, in quanto il tributo deve coprire integralmente i costi supportati dall'ente per l'erogazione dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, sostituendo nell'intero territorio nazionale tutti gli altri sistemi impositivi per il pagamento del corrispettivo per il servizio di raccolta e smaltimento (quindi Tarsu, TIA e Tares).
  Il Governo si è impegnato a riformare la tassazione immobiliare con l'introduzione della local tax, che sarà definita con la prossima legge di stabilità.
  In tale sede sarà possibile rivedere l'impianto complessivo della tassazione immobiliare di tipo patrimoniale, apportando le modifiche necessarie a correggere gli aspetti di maggiore criticità, anche con riferimento all'aspetto della semplificazione per i contribuenti.
  Circa la strategia finalizzata alla riduzione della pressione fiscale su imprese e famiglie, è nelle intenzioni del Governo neutralizzare gli incrementi delle aliquote IVA e delle accise previste dalla legge di stabilità per il 2015. Inoltre, tra gli obiettivi del Governo vi è quello di ridurre il prelievo su famiglie e imprese in continuità con l'azione già intrapresa in sede di legge di stabilità per il 2015 (stabilizzazione del bonus 80 euro e riduzione dell'IRAP sul costo del lavoro) compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica.
  Occorre rimarcare una volta di più gli effetti connessi al bonus 80 euro sulla pressione fiscale. L'intervento del Governo è stato formulato in modo semplice: un bonus di 80 euro che riduce le ritenute IRPEF e aumenta il reddito disponibile. Gli effetti finanziari di tale misura, pur comportando una minore pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente, sono registrati, ai fini di contabilità nazionale, tra le spese dell'amministrazione pubblica nelle categorie delle prestazioni sociali. Ne deriva una pressione fiscale al netto del bonus chiaramente inferiore a quella contabile.
  Infine, con riferimento alle future iniziative, ricordo, in relazione agli articoli 3 e 4 della legge delega fiscale del marzo 2014, alcune iniziative in questo senso. L'articolo 1 di tale provvedimento prevede un'operazione di revisione delle spese fiscali con indicazione, nella nota di aggiornamento del DEF, di indirizzi programmatici in materia di riduzione, eliminazione e riforma di tali spese fiscali. Tali indirizzi saranno attuati dalla legge di stabilità e le conseguenti maggiori entrate saranno attribuite al fondo per la riduzione della pressione fiscale. L'articolo 2 del medesimo decreto prevede l'attribuzione al fondo anche delle maggiori entrate che possono essere ascritte su base permanente ai risultati dell'attività di contrasto all'evasione fiscale e contributiva, nonché al miglioramento dell'adempimento spontaneo, al netto di quelle necessarie al mantenimento degli equilibri di bilancio.

  PRESIDENTE. L'onorevole Tancredi ha facoltà di replicare.

  PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. È ben noto a noi che il dato sulla pressione fiscale è drogato dalla contabilizzazione del bonus 80 euro, che è una riduzione fiscale, ma viene contabilizzata come spesa. Tra l'altro, le segnalo Pag. 60anche che l'Ufficio parlamentare di bilancio mette in luce come, dal 2014, nel dato della pressione fiscale entrano anche i contributi per le energie rinnovabili, che sono in bolletta, la componente A3 della bolletta. Sono 16 miliardi di euro, quindi un punto di PIL. Anche questo è un drogaggio di quel dato della pressione fiscale.
  Comunque, per quanto riguarda quello che avevamo chiesto, io mi ritengo parzialmente soddisfatto, perché naturalmente aspettiamo di lavorare insieme e di vedere le misure che ci saranno nella legge di stabilità in tema di semplificazione, di imposizione locale e soprattutto sulla casa. Vede, Ministro, è vero che probabilmente noi abbiamo un'imposizione sugli immobili che è abbastanza allineata con i Paesi del nord Europa. Però, è vero anche che c’è stato uno scalone molto forte in anni in cui c'era una forte crisi del mercato immobiliare. Quindi, i proprietari di case, che in Italia sono particolarmente numerosi, si sono visti deprezzata la propria casa nel valore immobiliare e caricati di tasse molto alte all'improvviso. Infatti, come ha anche evidenziato lei, tra il 2011 e il 2012 c’è stato uno scalone molto forte anche rispetto all'imposizione sulla prima casa.
  Noi riteniamo soprattutto che questo sia un fattore di forte depressione verso i consumi. Infatti, è un elemento di forte sfiducia delle famiglie che, vedendo gravato il proprio patrimonio, che – ripeto – per moltissime di esse è rappresentato dalla casa di proprietà, ritengono di dover contrarre di molto i consumi. Perciò riteniamo che la semplificazione e il riordino della tassazione complessiva sulla casa siano una misura favorevole anche alla crescita e alla ripresa del Paese.

(Chiarimenti in ordine alla vendita all'INAIL di alcuni palazzi storici di proprietà della società Eur spa – n. 3-01586)

  PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01586, concernente chiarimenti in ordine alla vendita all'INAIL di alcuni palazzi storici di proprietà della società Eur spa (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  FABIO RAMPELLI. Ministro, ci risiamo. Qualche genio del suo Ministero, probabilmente anche lei in prima persona, ha convinto l'Eur Spa, società al 100 per cento pubblica in attivo, cosa più unica che rara, alla procedura di concordato fallimentare. Il tribunale fallimentare concede, nell'aprile scorso, la sua risposta affermativa. A questo punto si è pronti per il suo suicidio assistito.
  Ricordo che l'unica sofferenza di questa società pubblica è legata alle banche, con cui sono stati stipulati mutui per finanziare un nuovo centro congressi avveniristico – la «nuvola» – progettato dal signor Fuksas e voluto dai sindaci del Partito Democratico Rutelli e Veltroni.
  A questo punto, non si trova niente di meglio da fare che...

  PRESIDENTE. La invito a concludere...

  FABIO RAMPELLI. ... nel piano di ristrutturazione, prevedere la geniale vendita degli immobili che producono ricchezza.
  Le domande sono: perché si è voluto favorire la proposta dell'INAIL, istituto noto, chiedendo solo ad esso che presentasse l'offerta vincolante e svantaggiosa per l'Eur spa ?
  Cosa c’è – glielo dicevo qualche mese fa e glielo ripeto – dietro questa operazione ?

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rampelli.
  Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere per tre minuti. Prego.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Premetto all'inizio che la gestione della procedura di vendita degli immobili e le valutazioni in merito alla vantaggiosità delle offerte presentate rientra nella competenza degli amministratori della società, che hanno operato Pag. 61in totale autonomia gestionale, avuto riguardo agli obiettivi del piano di ristrutturazione dei debiti presentato lo scorso 25 giugno al tribunale di Roma.
  Nel quadro della predisposizione del piano di ristrutturazione aziendale, in data 11 marzo 2015, la società ha avviato una procedura di dismissione di alcune proprietà immobiliari facenti parte del proprio patrimonio, tramite la pubblicazione sul sito di un bando finalizzato a raccogliere l'interesse di potenziali investitori verso la procedura di dismissione immobiliare.
  Successivamente alla pubblicazione dell'invito a manifestare interesse, la società, con il supporto di un advisor finanziario, ha provveduto a sollecitare l'interesse del mercato contattando oltre cinquanta operatori nazionali ed internazionali specializzati del settore real estate, ed ha ricevuto, entro il termine previsto, manifestazioni di interesse da ventitré dei soggetti contattati, ai quali è stato peraltro consentito l'avvio dell'attività di due diligence.
  Alla luce delle offerte non vincolanti ricevute e dall'analisi delle stesse effettuata da Eur spa, con il supporto dei suoi consulenti advisor, in data 5 maggio 2015 il CDA della società ha ritenuto l'offerta, non vincolante ricevuta da INAIL, preferibile rispetto alle altre, deliberando la sospensione della procedura nei confronti degli ulteriori soggetti offerenti, al fine di esplorare la possibilità di perfezionare l'operazione prospettata con INAIL.
  L'offerta non vincolante ricevuta da INAIL è stata ritenuta preferibile rispetto alle altre, in quanto, complessivamente, soddisfaceva il requisito del piano di ristrutturazione di reperire circa 300 milioni di euro per coprire il fabbisogno finanziario necessario a rimborsare i debiti esistenti ed a completare i lavori del nuovo centro congressi. Inoltre, a parità di perimetro di immobili, l'offerta INAIL appariva la migliore. In data 8 maggio 2015, Eur ha pertanto invitato INAIL a presentare un'offerta vincolante entro il 22 maggio 2015, e comunicato agli altri partecipanti alla procedura la sospensione della stessa.
  In data 20 maggio 2015, INAIL ha presentato un'offerta vincolante ed irrevocabile all'acquisto, entro il 31 dicembre 2015, degli immobili del perimetro INAIL, confermando l'importo offerto di euro 297,5 milioni. L'offerta vincolante risulta condizionata unicamente alla preventiva omologa, da parte del tribunale di Roma, dell'accordo di ristrutturazione dei debiti, ai sensi dell'articolo 182-bis del decreto 16 marzo 1942, che Eur ha sottoposto al medesimo tribunale il 25 giugno 2015.

  PRESIDENTE. Grazie. L'onorevole Rampelli ha facoltà di replicare per due minuti.

  FABIO RAMPELLI. Altra risposta burocratica di una lunga, interminabile serie e altro silenzio, che non fa che alimentare i nostri dubbi. Andremo fino in fondo su questa vicenda, caro Ministro Padoan: io glielo preannuncio. Intanto, voi dovete rispondere dell'articolo 2 della legge n. 304 del 1999, articolo che dice in maniera molto chiara che il MEF, cioè il Ministero che lei guida, esercita i diritti dell'azionista (in questo caso, lo Stato, che ha il 90 per cento, tramite il MEF, della proprietà) secondo le direttive del Presidente del Consiglio.
  Quindi, tutte queste manfrine, questi rimandi, questi tentativi di coinvolgere soggetti terzi, questo desiderio di non essere chiari, si spengono anche di fronte ad una responsabilità che è oggettiva e che voi dovete certificare. Fateci vedere in che modo il Presidente del Consiglio Renzi ha dato mandato ad una società pubblica in attivo di dismettere il proprio patrimonio fino al punto da cedere all'INAIL quattro immobili di pregio, che fruttavano 16 milioni di euro l'anno ! L'INAIL si ripaga questa spesa in soli 18 anni !
  In più, come mai la valutazione che è stata fatta e che è stata accolta dalla società pubblica Eur spa, su vostra indicazione, a nostro giudizio, prevede un prezzo di 1.700 euro al metro quadro per Pag. 62edifici di questa importanza, di questa rilevanza storica, di questo pregio monumentale ? Come mai ? Stiamo parlando di musei, di palazzi all'interno dei quali ci sono degli affreschi e dei mosaici che sono parte integrante della propria ricchezza. Come mai vengono stimati ad un prezzo che non va bene nemmeno per la più sperduta periferia della più sperduta provincia italiana ? Come mai viene accantonata la proposta della PDB (un’holding all'interno della quale esiste Belmond, che ha una parte delle azioni e che è una grande catena che opera nel settore alberghiero con oltre 1,5 miliardi di copertura di patrimonio immobiliare) che ha offerto 80 milioni di euro per l'acquisto di quella schifezza che è l'albergo, rispetto alla Nuvola di Fuksas ovvero del nuovo centro congressi ? Come mai avete fatto questi pasticci ? Come mai costringete l'Eur a pagare 40 milioni di penale per la rescissione dei mutui, per la loro estinzione. Noi vogliamo sapere la verità !

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15, con lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sugli sviluppi della situazione del debito della Grecia.

  La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,15.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Bellanova, Michele Bordo, Bratti, Catania, Cirielli, D'Alia, Dambruoso, Damiano, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Fedriga, Gregorio Fontana, Fontanelli, Gozi, Manciulli, Pes, Pisicchio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga, Sani, Schullian, Scotto e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Informativa urgente del Governo sugli sviluppi della situazione del debito della Grecia (ore 16,17).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sugli sviluppi della situazione del debito della Grecia.
  Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Ministro dell'economia e delle finanze)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie Presidente, buonasera, vorrei scusarmi in anticipo con gli onorevoli deputati se, alle 17,15, sarò costretto a lasciare l'Aula per poter partecipare alla teleconferenza dell'Eurogruppo prevista per le 17,30.
  Onorevoli deputati, il negoziato sulla Grecia non si è mai interrotto. Nonostante la chiusura del secondo programma di assistenza finanziaria avvenuta ieri, le istituzioni europee e l'Eurogruppo stanno continuando a lavorare per trovare una soluzione che rimetta rapidamente la Grecia sulla strada della crescita. Si è perso purtroppo molto tempo prima che le autorità greche facessero proposte concrete e si potessero avviare tavoli tecnici indispensabili Pag. 63a finalizzare accordi. Il mandato dell'Eurogruppo è sempre stato quello di trovare un accordo e l'uscita della Grecia dall'euro non è mai stata un'opzione. Questa posizione è stata fermamente ribadita anche dai Capi di Stato e Governo nel corso dell'Euro Summit del 22 giugno scorso. L'unico obiettivo del negoziato è stato quello di trovare un accordo bilanciato e orientato alla crescita prima della scadenza del secondo programma di assistenza finanziaria che scadeva ieri, un accordo che tenesse conto del recente deterioramento della situazione economica nel Paese, del nuovo contesto politico e di alcune proposte alternative presentate dal Governo di Atene. L'Eurogruppo del 20 febbraio, che aveva accordato alla Grecia l'estensione di quattro mesi del programma, aveva riconosciuto la necessità di applicare margini di flessibilità rispetto agli impegni presi dal precedente Governo. Le istanze politiche della nuova compagine governativa erano state riconosciute come elemento rilevante per valutare l'adempimento della condizionalità che accompagnava il programma. Al tempo stesso era stata riaffermata la necessità di garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche e di portare avanti le riforme necessarie a modernizzare e rilanciare l'economia. La crescita della Grecia non dipende da una ipotetica svalutazione della moneta: dipende dalla fiducia, dal credito, dalla rimozione degli ostacoli strutturali, dalla ricostruzione delle istituzioni. Su molte questioni sono stati compiuti importanti passi avanti, specie nel corso delle intense trattative di queste ultime settimane. Le istituzioni europee hanno esercitato la flessibilità annunciata e questo emerge chiaramente se si valuta la distanza tra le posizioni del 20 febbraio e quelle del documento pronto per essere discusso dall'Eurogruppo lo scorso 27 giugno. In particolare gli obiettivi di avanzo primario richiesti per l'anno in corso e per i prossimi anni sono stati rivisti al ribasso in misura significativa, anche tenendo conto del deterioramento delle condizioni di partenza. Sulla questione dell'IVA la distanza tra le posizioni negoziali delle istituzioni e quelle delle autorità greche si era decisamente accorciata. Sul fronte delle pensioni vi è condivisione che il sistema pensionistico in Grecia è molto frammentato e allo stato dei fatti insostenibile. Sul piano della politica di bilancio le proposte greche concentravano gli interventi dal lato delle entrate, le istituzioni più sul lato delle spese. Le prime, com’è noto, sono potenzialmente più dannose per la crescita delle seconde.
  In un'economia in cui la capacità contributiva è fortemente compromessa sotto molti punti di vista, è necessario valutare accuratamente l'efficacia delle misure e gli interventi sul fronte delle spese che possono rivelarsi necessari. Un accordo sulle misure proposte dalle istituzioni avrebbe, oltre che permesso di far fronte alle esigenze finanziarie dell'estate, reso meno complicato il negoziato per un ulteriore programma di sostegno finanziario. Si stava infatti formando un consenso ampio sulla necessità di fornire alla Grecia ulteriori risorse per far fronte alle necessità dei prossimi anni e sostenere le riforme e le iniziative a favore della crescita, di cui ha immenso bisogno il Paese. Nell'ambito del negoziato di un terzo programma, un ulteriore riscadenzamento del debito, con ricadute positive sulla sostenibilità, sarebbe concretamente possibile. Bisogna anche ricordare che la Commissione stava lavorando ad un pacchetto di sostegno alla crescita e agli investimenti del valore di circa 35 miliardi di euro. È quindi evidente che, oltre a chiedere serietà nella gestione di bilancio, erano mobilitate risorse per promuovere la crescita e gli investimenti, quindi tutt'altro che austerità.
  Le trattative si sono interrotte a seguito della decisione del Governo greco di indire un referendum per il prossimo 5 luglio e la sua raccomandazione di votare contro le ultime proposte avanzate dalle istituzioni. Il programma è quindi scaduto il 30 giugno insieme a tutti gli accordi di sostegno finanziario. Ieri il Governo greco ha inviato una richiesta per un nuovo programma di assistenza finanziato dall’European stability mechanism; la richiesta Pag. 64includeva anche un'estensione del programma in scadenza e interventi sul debito. L'estensione del programma non era più tecnicamente realizzabile.
  A norma del Trattato istitutivo dell'ESM, l'Eurogruppo dovrà ora valutare la richiesta di un nuovo programma, che dovrà basarsi su una nuova valutazione del fabbisogno finanziario dello Stato greco, alla luce dell'ulteriore deterioramento della situazione economica del Paese. Il Governo greco ha trasmesso stamattina la lista delle riforme che si impegna a portare avanti nel corso del programma. La decisione dell'Eurogruppo, che sta di nuovo per riunirsi, non può prescindere da alcuni presupposti che servono a verificare il reale impegno politico da parte del Governo greco a sostenere un corso d'azione ritenuto fino a pochi giorni fa inattuabile e la posizione rispetto al referendum.
  L'Italia ha sempre sostenuto, nel corso del negoziato, una posizione di apertura, sottolineando la necessità di continuare a portare avanti il dialogo con Atene. L'importanza che noi attribuiamo alla crescita è nota ed è ben presente anche nelle nostre posizioni nell'ambito dell'Eurogruppo. Valutiamo quindi positivamente la riapertura del dialogo, che intendiamo condurre in maniera costruttiva.
  La Banca centrale europea, nel frattempo, ha deciso di non interrompere il canale di liquidità alle banche greche. Si tratta di un ulteriore importante segnale dell'impegno di tutte le istituzioni europee per una soluzione concordata e positiva. Riguardo a possibili rischi di contagio per l'Italia e gli altri Paesi dell'Eurozona, ricordiamo che la Banca centrale europea ha a disposizione tutti gli strumenti necessari a fronteggiare una possibile forte volatilità e le possibili tensioni sui mercati finanziari. Le istituzioni europee, a cominciare dall'unione bancaria, sono ora più solide, come anche la nostra economia e quella dell'area euro in generale. Il principale canale di contagio della crisi degli anni passati era costituito soprattutto dalle banche: grazie all'unione bancaria è stato rafforzato il funzionamento del settore, che ora non è più un veicolo di contagio. Le reazioni dei mercati, ad oggi, non indicano alcuna presenza evidente di segni di contagio.
  Per quanto riguarda l'implicazione di finanza pubblica di un eventuale default greco sui crediti concessi dall'Italia, occorre ricordare che questi sono già contabilizzati e inclusi nello stock di debito. Il contributo italiano al primo programma per la Grecia, nel 2010-2011, è avvenuto tramite un prestito bilaterale di 10,2 miliardi di euro. Alla luce dei vari emendamenti intervenuti negli anni ai termini del prestito, si è ritenuto opportuno adottare una linea prudenziale, non inserendo nelle previsioni ufficiali di bilancio gli interessi attivi previsti sul prestito in questione. I primi rimborsi in conto capitale sono invece previsti a partire da giugno 2020 e pertanto non rientrano nell'orizzonte temporale del bilancio pluriennale.
  Il contributo italiano al secondo programma della Grecia è avvenuto attraverso la concessione di garanzie sui titoli emessi dal cosiddetto Fondo salva-Stati (EFSF), le garanzie sono contabilizzate sotto la linea e pertanto non contribuiscono alla formazione del fabbisogno, ma vengono direttamente contabilizzate come aumento di debito. Il contributo italiano si può dedurre in base ad una chiave di ripartizione che prevede per l'Italia una quota di 25,7 miliardi di euro. Sul debito contratto con l'EFSF la Grecia ha ottenuto, con l'accordo del novembre del 2012, un periodo di estensione delle scadenze pari a 15 anni, la scadenza media del debito è ora pari a 32,4 anni, e una grazia sui pagamenti per interessi per 10 anni. In caso di mancati pagamenti da parte della Grecia, eventuali perdite a carico dell'Italia si determinerebbero solo se l'EFSF non fosse in grado di rifinanziarsi alla scadenza delle proprie emissioni utilizzate per finanziare i prestiti alla Grecia. L'EFSF è una istituzione finanziaria con un rating elevato che riesce ad emettere con rendimenti molto contenuti. Nel corso delle ultime settimane le tensioni collegate alla crisi greca non hanno comportato conseguenze degne di nota sui rendimenti dei Pag. 65titoli EFSF. L'ipotesi di incapacità da parte di questa istituzione di rifinanziarsi sul mercato sembra decisamente remota. Un eventuale terzo programma di assistenza finanziaria non avrebbe implicazioni di finanza pubblica in quanto sarebbe finanziato da ESM, che avendo un capitale proprio non necessita di garanzie. L'Italia ha contribuito al capitale di ESM con circa 14 miliardi già tutti versati.
  Non temiamo ripercussioni di ampia portata sulla nostra economia, l'esposizione del settore bancario rispetto alla Grecia è molto limitata, inferiore ad un miliardo di euro. La ripresa economica, il consolidamento delle finanze pubbliche e il processo di riforma in atto sostengono la capacità di assorbimento di possibili shock legati all'impatto della crisi greca. La solidità dei fondamentali e la credibilità delle riforme ci mettono al riparo dai rischi del passato, che si scaricavano su un ampliamento degli spread sui nostri titoli di Stato.
  Infine, la crisi greca interviene in un momento in cui le istituzioni europee e i Paesi membri dell'area dell'euro sono coinvolti in un importante esercizio di analisi e proposta di rafforzamento dell'Unione economica e monetaria. Il rapporto dei 5 Presidenti, pubblicato di recente, offre uno spunto importante in questo processo. A fronte di questa crisi, ma indipendentemente dalla sua conclusione, questo processo deve accelerare e produrre in tempi rapidi soluzioni che rafforzino la resilienza dell'area dell'euro. Tali soluzioni non possono limitarsi a contemplare strumenti e processi per consolidare i meccanismi di sorveglianza o di sanzione esistenti. Il sistema delle regole deve essere accompagnato da strumenti di condivisione dei rischi e di stabilizzazione nei confronti di shock. Solo in questo modo riusciremo a testimoniare la nostra determinazione a rafforzare l'Unione monetaria.
  In conclusione, il Governo continua a lavorare attivamente per un accordo positivo e inclusivo. Non ha mai smesso di farlo, pur rifuggendo ad una esposizione mediatica, spesso controproducente nel corso dei negoziati. L'azione del Governo è ispirata dalla necessità e dallo sforzo di ricostruire la fiducia in Europa e sull'Europa, nella convinzione che soluzioni condivise siano le migliori possibili per tutte le parti coinvolte in un contesto in cui sia data priorità alla crescita e all'occupazione, come l'Italia ha sostenuto a partire dalla sua Presidenza dell'Unione europea (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

(Interventi)

  PRESIDENTE. La ringrazio Ministro Padoan. Passiamo ora agli interventi dei rappresentanti dei gruppi. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Boccia. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO BOCCIA. Grazie, Presidente. Grazie ministro Padoan per aver chiarito i passaggi cruciali e delicati che insieme stiamo vivendo in queste ore. Per alcuni la fotografia di queste ore è stata in qualche modo sintetizzata dalla metafora dei tempi supplementari. Ora, noi due, ma anche tanti altri nostri colleghi appassionati di calcio sanno che non c’è metafora peggiore che richiamare quella dei supplementari per questa vicenda, perché alla fine dei supplementari qualcuno vince e qualcuno perde.
  In questo caso, si vince e si perde insieme e in ogni caso, che si vinca o si perda, noi abbiamo il dovere di andare avanti, semplicemente perché la casa comune europea che abbiamo ereditato non è figlia di qualche matrioska burocratico-amministrativa nata in uno scantinato. È figlia del più grande processo di pacificazione del nostro continente che ha 65 anni di storia e non possiamo dimenticarlo sull'altare di fisiologici slogan elettorali per i tempi di propaganda elettorale (Applausi dei deputati dei gruppi del Partito Democratico e di Scelta Civica per l'Italia). Abbiamo il dovere di dirci le cose come stanno, anche quelle scomode, anche quelle che non ci piacciono, anche quelle che richiamano ognuno di noi alle proprie responsabilità.Pag. 66
  Tante culture d'origine in spazi così stretti: questa è l'Europa. Che ci piaccia o no, questa è l'Europa, che noi amiamo e che abbiamo ricevuto in eredità da Spinelli, De Gasperi, Segni, per citare alcuni italiani; Jean Monnet, fino a Mitterrand e Kohl. Culture diverse in spazi stretti in un mondo dominato da continenti che sono paesi. Gli Stati Uniti, la Cina, l'India, la Russia, il Brasile, 3 miliardi e 300 milioni di persone e se ci aggiungiamo il Giappone, l'Indonesia e la Corea arriviamo a 4 miliardi di persone. Ma noi davvero vogliamo discutere di tutto questo, di 6, 7, 8 uomini che sulla terra e nel mondo possono decidere il destino di quattro miliardi di persone, discutendo del possibile ritorno alla dracma o alla lira ? Lo dico a chi non crede più nell'euro: noi non solo ci crediamo nell'euro, ma investiamo tutta la nostra credibilità politica e il nostro sogno collettivo per far sì che l'euro continui ad essere il punto di riferimento di quel percorso politico.
  L'Italia è chiamata dalla storia non a fare la Grecia o la Germania. L'Italia è chiamata a fare l'Italia che fa l'Europa. Noi in questo derby presunto tra Atene e Berlino ci schieriamo semplicemente con l'Europa ed è il tema al quale oggi Padoan ci richiama in qualche modo con la sua informativa. Si dice che l'Italia è meno europeista. Ma io penso che un'Italia responsabile e lungimirante non possa assecondare la pancia di nessuno, né dentro, né fuori dal Paese e un Paese lungimirante ha il dovere in quest'Aula di ricordare un percorso che è iniziato nell'ottobre del 2009 con il Governo Papandreu che rivela i numeri fasulli certificati dall'Europa fin lì, passando per il maggio 2010 e lo ricordo anche a molti colleghi. Il debito greco è stato tagliato – tagliato ! cancellato ! – di 110 miliardi di euro nel 2012 ed è stato pagato dai risparmiatori: ci sono italiani che hanno sottoscritto obbligazioni greche e hanno visto sui loro conti correnti avere il taglio del 50 per cento. È già accaduto. Quello che non era accaduto, tra il febbraio 2012, anno del secondo pacchetto, il marzo 2012, anno in cui gli investitori accettano le perdite del 50 per cento, e la vittoria di Tsipras, è che tutto questo finisse sul tavolo della politica europea. L'Italia su quel tavolo ci ha messo la propria credibilità e lo ha fatto con un approccio italiano dicendo che la storia degli ultimi 10 anni è stata anche sbagliata in molti passaggi e dicendo con chiarezza che la nostra è una proposta che va oltre: è la proposta che contesta il meno 15 per cento di investimenti pubblici che ci sono stati in questi anni, che investe sul piano Juncker e rilancia gli investimenti pubblici che possono essere l'unica strada che ci unisce e ci riunisce.
  In questi giorni, signora Presidente, sono stato molto impressionato, da uomo di numeri e di mercati, nel vedere quanto fosse stato indifferente il mercato rispetto alle scelte che sono state fatte tra il venerdì prima della scelta e il lunedì. Il rapporto euro-dollaro non solo non è peggiorato, ma l'euro si è rafforzato e questo dovrebbe farci riflettere e preoccuparci quando con la demagogia spicciola pensiamo di risolvere i problemi del mondo, un mondo che non affronta i problemi, e ho chiuso signora Presidente, sull'onda dell'emotività, ma costruendo una casa comune nella quale ognuno risponde delle proprie responsabilità. Sulle pensioni – lo ha ridetto Padoan lo ribadisco anche io – la distanza era lievissima: andare in pensione a 67 anni nel 2022 anziché nel 2025, francamente io non trovo che sia un motivo per far saltare il tavolo.
  Ho concluso davvero, signora Presidente, la ringrazio. Un giorno, passato alla storia come molti di noi sanno, Kennedy disse: siamo tutti berlinesi. Oggi il PD e il Governo italiano lavorano per far sì che un giorno non lontano, spero vicino, a Berlino come ad Atene si dica semplicemente e con convinzione: siamo tutti europei (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signora Presidente, Ministro Padoan, io di Pag. 67lei non mi fido, non riesco proprio a fidarmi perché lei era al Fondo...

  PRESIDENTE. Deputato Villarosa, mi scusi, ma quel microfono non funziona, se magari passa davanti. Colleghi, per favore. Ecco, grazie, usi quello, vediamo se funziona.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Sì, anche prima, infatti. Grazie Presidente. Ministro Padoan, come le dicevo, io di lei non mi fido, non riesco proprio a fidarmi, perché lei era al Fondo monetario internazionale, lo stesso Fondo monetario che tiene sotto scacco la Grecia oggi. Lei era consigliere di Amato, lo stesso che prelevò forzosamente come un ladro di notte i soldi degli italiani dai loro conti correnti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e le cose, guardate colleghi, non sono scollegate perché, guarda caso, è stato proprio il Fondo monetario internazionale a chiedere all'Europa di dotarsi del sistema di bail in, il prelievo forzoso sui conti correnti. Lo dica, volete prosciugare i nostri conti correnti ? Perché lo documenta un paper del giugno 2013 firmato Christine Lagarde, Fondo monetario internazionale. Cosa significa ? Significa che Paesi come l'Italia, con un debito pubblico al 135 per cento del PIL, una crescita zero e un'inflazione anch'essa vicina allo zero non potrebbe che essere nel mirino del Fondo monetario internazionale, insieme ad altri Paesi come Spagna, Grecia e Portogallo, che secondo questo documento dovranno essere i primi a sperimentare le misure di esproprio del risparmio. Ma quando ce lo volevate dire ? Ma soprattutto lei è la terza volta, Ministro, in due anni che dichiara ai giornali che la crisi è finita, che la recessione è alle spalle – queste sono parole sue, Ministro – ma forse lei non cammina probabilmente in mezzo alle persone, ai pensionati, ai disabili, alle mamme costrette a lavorare con figli piccolissimi, perché sennò certe fesserie non le avrebbe mai raccontate agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), anche perché parlo di fesserie – e mi lasci passare il termine – perché sono state smentite, sono state smentite nel 2014 e sono state smentite nel 2015. Ma poi lei quando mai si è interessato della vicenda greca ? Lei non è solo il Ministro dell'economia, ma anche un componente del CISR, il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, ed è l'unico, l'unico che non si è mai presentato al COPASIR, ha qualcosa da nascondere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Voi non camminate tra la gente, voi ci volate sopra, la crisi non vi tocca e si vede, infatti cosa avete risposto ai cittadini greci ? Vorrei ricordarlo, i cittadini greci non c'entrano niente se qualche amministratore indegno ha falsificato i bilanci, questo dobbiamo ricordarlo. Voi alla Grecia avete mandato un ultimatum, freddamente. Tsipras ai greci disse: dopo cinque mesi di trattative molto dure i nostri partner hanno consegnato una proposta di ultimatum indirizzata alla Repubblica e al popolo greco, un ultimatum che è contrario e non rispetta i principi costitutivi e i valori dell'Europa. Un ultimatum, Ministro, ma era davvero l'unica cosa da fare o per caso, visto che lei ha lavorato al Fondo monetario internazionale dobbiamo raccontarla tutta ? Perché i cittadini devono sapere. Se avesse voluto, il Fondo avrebbe potuto concedere rinvii sui pagamenti secondo una clausola prevista dal suo statuto che prevede la possibilità di dilazioni di cinque anni, ma non solo, con una votazione del 70 per cento di maggioranza si poteva andare anche oltre, quindi le soluzioni c'erano, è che non gliele avete volute dare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Il Fondo monetario, l'Europa, l'Europa dei prelievi forzosi, degli aiuti esclusivi alle banche, del blocco delle arance e degli accordi con il Marocco per far importare le arance in Italia ai francesi, mandando al macero quelle italiane. Questa è l'Europa ?
  In Italia grazie all'Europa la disoccupazione continua a crescere, il debito pubblico pure, gli interessi che paghiamo sul debito pubblico pure, i nostri titoli da poco valgono junk, quasi junk, quasi spazzatura. La Grecia il giorno prima del Pag. 68default era BBB+, due punti sopra l'Italia di oggi che è BBB-. Il rapporto debito/PIL della Grecia era 129 per cento, il nostro debito/PIL di oggi è 135 per cento. Diteglielo agli italiani, con voi, con questo Governo, la prossima è l'Italia.
  Noi vi vogliamo fuori da questo Parlamento, questo luogo per cambiare ha bisogno di una sola qualità, l'onestà, e voi non ce l'avete. Sono tante le persone al Governo che non riescono a ottenere la mia fiducia, ad esempio la famiglia Guidi ha un'importante azienda energetica, la Ducati Energia, e la figlia diventa Ministro e si occupa di che cosa ? Di energia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e in più riceve dallo Stato, mediante Cassa depositi e prestiti, 8 milioni di euro per dare il 15 per cento a chi ? Alla Simest di Cassa depositi e prestiti, pubblica, guarda un può. E chi avete messo a capo di Cassa depositi e prestiti ? Costamagna.
  Ma chi è Costamagna ? Ci possiamo fidare di Costamagna o ha lavorato anche lui per Goldman Sachs ? Ha lavorato anche lui per Goldman Sachs (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Continuiamo: lavorò per Goldman Sachs anche Romano Prodi, Tononi, Monti, Letta e Mario Draghi. Avete ricostruito il rebus, colleghi ? Goldman Sachs, politica, euro, Europa. Falsifichiamo i bilanci, compriamo i derivati da chi ? Da Goldman Sachs che, nonostante fosse a conoscenza del rischio Grecia, valutò positivamente il rating della Grecia; sapeva che poi la Grecia sarebbe arrivata a questi risultati, però valutò positivamente; doveva vendere dei derivati, cosa avreste fatto voi ?
  Nel 2001, gli ellenici si affidarono proprio a Goldman Sachs per rientrare nei limiti imposti da Bruxelles per l'eurozona e Christoforos Sardelis, ex responsabile dell'agenzia pubblica ellenica del debito pubblico, dichiarò: «L'intesa del nostro Paese con Goldman è stata una storia molto sexy tra due peccatori». Che schifo, colleghi, che schifo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Un'altra cosa che dovete raccontare ai cittadini italiani, caro Ministro, è che, mentre dite di non riuscire a trovare 10 miliardi per i nostri pensionati, abbiamo scoperto che ci sono ben 40 miliardi di euro di perdita potenziale a causa dei contratti derivati italiani che voi avete contratto, e che non c’è nessuna copertura sugli stessi. Dove li trovate questi 40 miliardi, se non ne trovate dieci per i pensionati ? Dove li trovate ? Perché non dite ai cittadini dove li volete trovare ? C’è una cospirazione delle banche e del mercato finanziario che hanno abusato del loro potere saccheggiando i più poveri. Il popolo ha pagato il salvataggio delle banche.

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Sto concludendo, Presidente. La Grecia fa bene ad uscire, Tsipras fa bene a chiedere ai greci; quello del referendum è un principio giusto, che porta in alto lo spirito della democrazia. Presidente, in tutto questo periodo di trattative c’è stato chiesto di applicare gli accordi di memorandum presi dai Governi precedenti, malgrado il fatto che questi stessi siano stati condannati in modo categorico dal popolo greco alle ultime elezioni...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. ... ma neanche per un momento abbiamo pensato di soccombere e di tradire la vostra fiducia.
  Presidente, queste parole sono il futuro; voi il passato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Renato Brunetta. Ne ha facoltà.

  RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, signor Ministro, professor Padoan, io sono molto preoccupato e molto amareggiato. Sono amareggiato perché, alcune ore fa, al Parlamento tedesco è andato a riferire sul tema Grecia la cancellerà tedesca Angela Merkel e, al di là della mia stima che lei conosce nei suoi confronti, io pensavo che anche il Parlamento italiano Pag. 69potesse meritare la presenza del Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale). Ha mandato il suo Ministro dell'economia e delle finanze e, mi consenta, professor Padoan, ha mandato un tecnico che ci ha fatto una relazione tecnica. Ma non è la tecnica la cosa di cui abbiamo bisogno, professor Padoan. Non è di una ricostruzione storica, ancorché parziale, che abbiamo bisogno oggi, in questo Parlamento, nel nostro Paese. Abbiamo bisogno di una risposta di verità, di una risposta politica, professor Padoan e la risposta politica non è venuta dalle sue cartelle dattiloscritte. Doveva venire dal Presidente del Consiglio. Avremmo chiesto al Presidente del Consiglio: «Cosa hai fatto in questi mesi, in questo anno e mezzo per evitare il disastro a cui ci stiamo avvicinando ? Cosa hai fatto ? Qual è stato il tuo ruolo ? Come hai posizionato il tuo Paese, l'Italia ? Cosa hai fatto durante il semestre europeo per evitare quello che purtroppo sta succedendo» ? E cosa sta succedendo, professor Padoan ? Lei lo sa benissimo, come me e meglio di me: sta fallendo l'Europa, sta fallendo il nostro sogno, il suo sogno, il mio sogno, il sogno della stragrande maggioranza degli italiani. Sta fallendo perché, da un certo punto in avanti, nonostante le difficoltà – e la data la situo nel 2003 – ha finito per prevalere un'Europa egoistica ed egoista, quella che io chiamo un'Europa a trazione tedesca, in cui ha finito per prevalere la logica dei conti, dei bilanci, delle convergenze, rispetto alla logica politica della libertà, della democrazia, della solidarietà e della crescita.
  Era questa l'Europa che voleva lei, signor Ministro, che volevo io, che volevano gli italiani. Quell'Europa che ha salvato la Germania alla fine della Seconda guerra mondiale, non chiedendo le riparazioni, come fu fatto, invece, dopo la Prima guerra mondiale. Keynes ci ricorda, con il suo splendido libro, Le conseguenze economiche della pace, che quell'atteggiamento egoistico di quell'Europa fu all'origine dell'avvento di Hitler e della fine della Repubblica di Weimar. Noi volevamo un'altra Europa, quell'Europa che fu generosa con la Germania, quell'Europa che fu ancora generosa con la Germania quando consentì che il marco fosse cambiato uno a uno con il marco della Germania dell'Est.
  Io volevo quell'Europa, e me la sono vista sfilare dalle mani negli ultimi dieci, dodici anni. Come ? Con una sorta di imbuto, di deriva tecnocratica che ha visto trasformare il Trattato di Maastricht da uno strumento di convergenza a uno strumento di dominio, dominio che voleva perfezionare Juncker, nell'ultimo Consiglio, con il cosiddetto «piano dei cinque presidenti».
  No, signor Ministro, no signor Presidente del Consiglio ! Senza Europa politica, senza il sogno di un'Europa politica mai più cessione di sovranità da parte dell'Italia all'Europa tedesca, all'Europa dei burocrati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) e questo della Grecia è il test decisivo per questa lotta di libertà. Tutto mi distingue da Tsipras, tutto, ma Tsipras, in questo momento, rappresenta la risposta di libertà al dominio tedesco sull'Europa.
  No, signor Presidente del Consiglio, no, signor Ministro dell'economia e delle finanze, noi non ci staremo mai ! Noi vogliamo un'altra Europa. Un'altra Europa è possibile, e questo lo dico io, ma non è l'Europa di Angela Merkel, non è l'Europa dei burocrati, non è l'Europa dei tecnocrati: è l'Europa della politica, della libertà e della democrazia.
  Per questa ragione, signor Ministro, le chiedo di usare la sua scienza, di usare la sua coscienza, perché nell'Eurogruppo in teleconferenza...

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  RENATO BRUNETTA. Assolutamente sì. In teleconferenza tra pochi minuti, dicevo, lei affermi il sogno dell'Italia, il sogno europeo dell'Italia e non si perda in inutili, inaccettabili condizionamenti nei confronti della libertà di tutti noi (Applausi Pag. 70dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maurizio Lupi. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, è possibile abbassare il tono della voce ? Prego.

  MAURIZIO LUPI. Grazie, signora Presidente. Credo che l'enfasi e la passione dell'ex Ministro, nonché presidente oggi del gruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, abbia colpito un po’ tutti. Da un punto di vista politico vorremmo capire, tutti insieme in quest'Aula, se la posizione del gruppo che rappresenta è quella che ci ha esposto oggi il capogruppo Renato Brunetta, per Forza Italia, o quella che abbiamo letto oggi, da parte del vicepresidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, in cui ha detto che il suo cuore non sembra battere per Tsipras (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC) e di deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti del deputato Brunetta).
  Ma indipendentemente da questo, signor Ministro, mi sembra, visti gli ultimi due interventi, che il Governo abbia espresso una posizione che in quest'Aula noi condividiamo. Sì all'accordo, ovviamente trattando fino all'ultimo momento, perché non c’è solo in gioco il destino della Grecia o di quelle famiglie. Questo lo ricordo agli amici del MoVimento 5 Stelle: loro vogliono il futuro, ma io mi auguro che il futuro non siano quelle immagine drammatiche di famiglie che fanno la coda al bancomat per prelevare al massimo 60 euro o di quelle famiglie che oggi vedono a rischio il futuro loro, dei propri figli e delle imprese che vedono a rischio..., mi scusi non sto dicendo cose...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  MAURIZIO LUPI. ... la possibilità di pensare che ci possa essere un futuro, e un futuro in un'Europa – e su questo ha ragione Renato Brunetta – che tutti noi abbiamo voluto e con passione abbiamo cercato di costruire in questi anni. Credo che due siano gli insegnamenti, molto sintetici, che quello che è accaduto in Grecia in questi giorni ci dà. Il primo: è evidente – ha ragione il presidente Boccia – che l'Unione europea, l'Europa, è fondata, innanzitutto, non su un patto tra burocrati, ma su un grande patto politico, fatto tra i diversi Paesi, che, proprio perché vogliono un'Europa che dia un'opportunità per tutti gli Stati uniti d'Europa, si sono dati delle regole.
  E le regole sono la declinazione di questo patto politico, le regole si rispettano, oppure si cambiano, e si cambiano insieme. Ci sono delle regole che ci siamo dati come Paesi aderenti all'Europa e che, in questo Parlamento, in discussioni, non abbiamo condiviso e diciamo che bisogna cambiare. Per esempio, il Patto di Dublino sull'immigrazione piuttosto che le grandi discussioni che ci sono state, da un anno a questa parte, del passare dall'austerità e dal rigore alla crescita.
  Bene, si lavora proprio perché si crede nell'Europa e si vuole che l'Europa non sia dei burocrati, ma delle opportunità, perché queste regole si possano cambiare. Ma, nel momento in cui queste regole ci sono, la possibilità di una coesione politica è anche nell'aiutarci a rispettare le regole che si danno. Solidarietà: forse, se c’è una cosa su cui ha sbagliato l'Europa o alcuni Paesi dell'Europa, è stato nel 2009, quando la crisi greca è scoppiata.
  Allora la parola solidarietà, con le dimensioni che aveva quella crisi greca nel 2009, poteva essere la solidarietà che diventava una responsabilità politica dell'Europa, che si assumeva i comuni bisogni e le comuni difficoltà dei Paesi. Non si scelse quella strada e oggi siamo di fronte, ovviamente, alle situazioni a cui siamo di fronte, però la solidarietà e anche l'aiuto si esercitano nel rispetto delle regole.
  Non è spiegabile a un cittadino italiano, che va in pensione a 67 anni, che deve contribuire a pagare il debito pubblico greco per un cittadino che va in pensione a 61 anni o a 55 anni con il 90 per cento dello stipendio. Non è spiegabile che l'incidenza della spesa previdenziale greca nel Pag. 712009 era del 12 per cento, nel 2012 è stata del 17 per cento e, se oggi non si interviene, sarà del 25 per cento. Non perché ci vogliamo interessare delle politiche della Grecia, ma perché, se siamo in un'Europa, in un'Europa delle opportunità e in un'Europa anche delle regole comuni, ovviamente le opportunità e le regole devono essere per tutti; altrimenti, si creano cittadini di serie A e cittadini di serie B.
  E quante volte ci siamo battuti in quest'Aula perché l'Italia potesse vedere rispettate le proprie regole come gli altri. Infine, la seconda lezione, e concludo, è molto semplice e, forse, è una lezione per tutti noi che facciamo politica e che siamo qui a rappresentare i cittadini italiani. Che cos’è accaduto politicamente ? Che Tsipras ha conquistato la volontà degli elettori e il potere democraticamente, facendo discorsi e promesse che tutti sapevano essere irrealizzabili.
  Le ha fatte con grande enfasi, ha preso democraticamente il consenso dei propri cittadini, ma, quando poi vai a governare, quando ti assumi la responsabilità e ti viene data la responsabilità del Governo, è evidente ed è stato evidente a tutti che quelle promesse, quella demagogia, quell'enfasi che ha creato consenso, sono andate contro non l'interesse politico di Tsipras, ma l'interesse politico, l'interesse del bene comune dei cittadini greci.
  Allora, la lezione che dobbiamo imparare da questa cosa è che, con responsabilità, nelle diversità reciproche di idee, i cambiamo l'Europa, non cambiamo l'Europa, gli usciamo dall'euro, i no euro, le promesse demagogiche, i Podemos, i 5 Stelle, le diverse leghe, ovviamente possono anche conquistare momentaneamente il consenso dei cittadini, ma, se la politica ha la responsabilità del bene dei cittadini, è evidente che poi tutto questo si ritorce contro quell'interesse. Quelle famiglie, quelle code ai bancomat, quel disastro umano ed economico...

  PRESIDENTE. Concluda.

  MAURIZIO LUPI. ...sono esattamente la conseguenza – ho concluso – di una politica demagogica e populista, che si può avere se i cittadini la votano, ma non può avere una responsabilità e una dignità politica nell'Europa e nell'Italia del futuro che vogliamo costruire (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente. Signor Ministro, onorevoli colleghi, la posizione che il Governo italiano ha adottato e sta adottando è evidentemente – come è stato illustrato prima da altri colleghi – quella corretta. È quella di cercare di mantenere aperto il dialogo, di arrivare insieme agli altri partner europei ad una soluzione e, al tempo stesso, di pretendere il rispetto delle regole. Questo è essenziale proprio per proteggere l'Europa, perché è evidente che, se si creasse un precedente per il quale gli impegni assunti non vent'anni, ma pochissimi anni fa, non vengono rispettati, non si potrebbe creare nessun progetto europeo.
  È anche giusta la critica all'austerità degli anni passati. È giustissimo dire che l'Europa è diventata più egoista e che c’è stata un'influenza forte dei tedeschi. L'onorevole Brunetta l'ha ricondotta al 2003. Io posso anche concordare. Segnalo che quello che lui oggi ha detto che il suo partito non accetterà, è stato accettato per otto anni (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia). Infatti, tra il 2003 e il 2011, gran parte di quel periodo l'Italia era rappresentata dal suo partito. Oggi sembra che questo non sia mai accaduto. Così come sembra non sia mai accaduto che le riforme, che oggi si chiedono alla Grecia di fare e che evidentemente andavano fatte – lo stesso Berlusconi lo ha detto mille volte – (pensioni, lavoro e via dicendo), non furono fatte. Furono fatte di gran corsa nel 2011, per evitare di finire ai bancomat, dove sono oggi i greci. Quindi la storia che si è verificata negli ultimi anni viene riletta in un modo francamente stupefacente.
  Dal punto di vista della Grecia va ricordato – alcuni articoli lo hanno ricordato Pag. 72recentemente – che la Grecia, negli anni tra il 1995 il 2009, è cresciuta enormemente a spese dell'Europa. Quel debito è stato accumulato avendo una crescita di reddito totalmente fittizia, che oggi è tornata indietro, crescita di reddito che noi non abbiamo neanche avuto grazie ai Governi di centrodestra e di centrosinistra di quegli anni, che ci hanno dato crescita zero, anche quando l'euro consentiva di crescere.
  La Grecia è cresciuta a spese degli altri Paesi. Siamo arrivati a questo livello di crisi, non per colpa di Tsipras – non si può di dire che sia stata colpa sua, lui almeno lo ha ereditato il debito a differenza di chi oggi parla –, e poi si è arrivati ad una situazione drammatica con un populista, che ha promesso cose che non poteva promettere (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia) e che ha dimostrato di avere lo stesso concetto del diritto internazionale di chi ha appena parlato poco fa, dicendo: in fondo, il trattato e gli accordi li avevano fatti altri Governi, io cambio.
  Tutte le Costituzioni del mondo, inclusa la nostra, non funzionano così. Quando si fa un trattato internazionale, lo si rispetta o si esce e lo si denuncia. Lui non ha fatto questo, ha detto: affido la decisione ai greci, cioè me ne libero e la scarico su qualcun altro (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia). Questa non è responsabilità, non è democrazia. La nostra Costituzione giustamente non affida ai cittadini la risposta sul mi riduco le tasse o aumento la spesa a mio favore. Infatti in nessun sistema è possibile avere una decisione su questo tipo di aspetti. Nei Paesi dove questo è avvenuto, negli Stati dove si è consentita la democrazia diretta sui bilanci, sappiamo perfettamente come è andata. E lo sanno anche i colleghi del MoVimento 5 Stelle, con cui abbiamo discusso moltissime volte.
  Quindi credo che l'approccio che è stato seguito dal Governo in questa fase sia quello corretto. È giusto continuare a negoziare, non c’è stato un ultimatum. L'ultimatum è stato fissare un referendum domenica prossima, perché il negoziato poteva andare avanti ed era chiaro che sarebbe andato avanti. Ma si è scelto di uscire con una via facile. In questo senso credo che sia assolutamente giusto continuare a discutere e che il Ministro fin da oggi lavori per arrivare ad un'Europa diversa, con meno austerity, con più investimenti, con più crescita, ma anche con rispetto delle regole (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Signora Presidente, gentile Ministro, colleghi e colleghe, il Governo italiano si sta facendo complice imbarazzato e disciplinato di una linea sbagliata verso la Grecia, di una possibile crisi dell'euro e della persecuzione sociale ed economica di un intero popolo, di scelte che rispondono più all'obbedienza ideologica ai dogmi liberisti che al buon senso di una politica autenticamente riformatrice ed europeista.
  In Grecia non c'era e non c’è altra possibilità che un compromesso fondato sulla rinegoziazione del debito e sulla possibilità per il Paese di riprendere a crescere e a combattere la povertà. Schaeuble ha detto «no» anche alle controproposte presentate alcune ore fa da Tsipras.
  Si continua a dire «no» a ogni mediazione. Noi chiediamo al Governo italiano di cambiare le sue posizioni, di sostenere le ragioni dell'accordo.
  Si volevano e si vogliono imporre alla Grecia delle misure draconiane: si vuole togliere l'assegno di solidarietà per le pensioni più basse; si vuole quasi raddoppiare l'IVA sul cibo; si vuole una legge sui licenziamenti di massa; si vogliono salvare i profitti delle grandi imprese, impedendo di tassare gli extra profitti sopra i 500 mila euro; si vogliono far pagare i prezzi della crisi ancora una volta ai cittadini e ai lavoratori.
  Con rara ipocrisia è stato proposto alla Grecia di ridurre la spesa militare di 200 milioni di euro. Tsipras ha detto di sì e ne taglierà 600. Ma poco tempo fa voi avete Pag. 73costretto la Grecia a spendere 4 miliardi di euro per comprare i sommergibili tedeschi U214 della Merkel. Questa è solo ipocrisia.
  Renzi ha detto che il referendum del 5 luglio non è un derby tra Tsipras e Commissione europea, ma tra l'euro e la dracma. No, è un derby tra chi vuole le politiche di austerità e chi vuole contrastarle, è un derby tra chi vuole l'Europa della finanza e chi vuole l'Europa sociale, è un derby tra chi vuole far dominare i tecnocrati e chi vuole far decidere i cittadini. Noi quel derby lo vogliamo giocare, ma nella squadra dei cittadini e della democrazia. Voi lo giocate nella squadra dei finanzieri e dei mercati.
  Voi dite che le regole vanno rispettate. Siamo d'accordo. Ma perché non fate rispettare le regole alla Francia, che sfora il PIL al 4,1 per cento ? Perché non fate rispettare le regole alla Germania che sfora da anni di 2 punti l'avanzo della bilancia commerciale ? Perché non fate rispettare le regole a quel paradiso fiscale – una manna anche per i nostri evasori – che si chiama Lussemburgo, di cui Juncker è stato Premier per tanti anni ? Perché i potenti le regole le possono sempre disattendere e i poveri, se non le rispettano, sono mandati all'inferno (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ?
  La politica economica europea è fallimentare. In sette anni di crisi e di politiche di austerità il debito pubblico dell'eurozona è passato dal 65 al 95 per cento del PIL. La disoccupazione è aumentata di 5 punti. I poveri sono arrivati a 40 milioni. Vi spaventano i 330 miliardi di euro di debito della Grecia, ma non vi siete stracciati le vesti più di tanto per i 280 milioni di euro persi dai risparmiatori ieri l'altro per il crollo delle borse per il mancato accordo con la Grecia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Ricordo che l'Europa, tra i soldi che ci ha messo e quelli che ha perso per la conseguenza delle sanzioni, ha speso in questi tre anni più per l'Ucraina che per la Grecia. Ma a voi importa più l'Ucraina, perché dovete metterci la NATO, o la Grecia, che è la culla dell'Europa, della democrazia e della civiltà di questo continente ? Ma è possibile questa miopia ?
  Vede, onorevole Boccia, i soldi prestati e i soldi restituiti, attraverso gli interventi di salvataggio dell'Europa e del Fondo monetario, sono stati prestati in questi anni non per risollevare il Paese, ma per permettere di pagare i creditori: soldi prestati per fare un favore alle banche francesi e tedesche e non ai cittadini greci.
  Voi volete farci credere che l'accordo con la Grecia non si fa perché non vi siete messi d'accordo sull'IVA, sul cibo o sulla tassazione dei profitti delle imprese. Non è vero. L'accordo non si fa perché voi non volete che ci sia un precedente vittorioso contro le politiche di austerità. Voi non volete che la sovranità e la democrazia di chi si oppone a quelle politiche possa prevalere.
  Vedrete che in questi mesi il piano Juncker non andrà da nessuna parte e, anche se avesse successo, aumenterà gli squilibri regionali. E nel frattempo non avete messo in campo politiche fiscali ed economiche comuni. Non avete predisposto un piano di investimenti pubblici. Non avete mutualizzato il debito. Non avete emesso gli eurobond per finanziare la ripresa di questo continente.
  Noi vi contestiamo non in nome dell'isolazionismo, noi vi contestiamo in nome dell'Europa, della democrazia e dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Voi agite per accontentare i mercati e la finanza e siete in preda ai vostri fantasmi, che vi hanno guidato in sette anni. Così non si va da nessuna parte, così distruggete la Grecia, ma distruggerete anche l'Europa. Renzi fa finta di criticare l'austerità, ma, arrivati al dunque, ne sostiene le scelte come un soldatino. A Tsipras avrà regalato forse una cravatta, ma alla Merkel ha ceduto tutto il vestito. Ripensateci, cambiate posizione, siate dalla parte dei cittadini e dell'Europa e non della Merkel.
  Chiudo, forse qualsiasi sia il risultato del prossimo 5 luglio – e potrebbe vincere anche il «sì» per il terrore della gente di fronte al panorama ignoto del default – la barca di Atene potrebbe affondare. Ma Pag. 74guardate che anche il Titanic di Bruxelles sta rapidamente facendo avvicinare l'Europa al punto di collisione. E, mentre ci stiamo avvicinando anche noi all'iceberg che potrebbe farci inabissare, voi, i vostri Tusk, i vostri Schäuble, i vostri Dijsselbloem continuate a fare nella vostra cambusa i conticini sui vostri taccuini con la partita doppia. Voi non fate più politica economica. Voi pensate di costruire l'Europa sul dare e avere di qualche ragioniere.
  Cari colleghi, è ora di cambiare i capitani del Titanic prima che sia troppo tardi. È ora di cambiare equipaggio. È ora di cambiare la rotta. Viva l'Europa ! Viva la democrazia ! Viva il popolo greco (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Marcon.
  Ha chiesto di parlare il deputato Giancarlo Giorgetti. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORGETTI. Grazie. Signor Ministro, io penso che, al di là dell'attualità, questa è l'occasione per fare una riflessione critica. Una riflessione critica su come siamo arrivati qui, su come siamo arrivati creare delle regole non fatte attraverso il consenso popolare, ma ignorando il consenso popolare, e che oggi si traducono in misure contro il consenso e contro i popoli.
  Noi queste cose non le diciamo da adesso. In quest'Aula, la Lega Nord è stata coerentemente contro l'ingresso dell'Italia nell'euro, per motivazioni economiche. È stata coerentemente contro, ed è stata l'unica forza politica che ha votato contro il fiscal compact.
  Oggi, in quest'Aula, sentiamo tanti accenni critici di chi ha contribuito, in modo storicamente determinante, a che queste regole venissero introdotte per tutti i Paesi, per la Grecia come pure per l'Italia. Queste regole significano semplicemente una cosa: il primato della finanza sulla politica, il primato delle banche sulla democrazia. E il dibattito che oggi stiamo facendo, di fronte a quello che succede in Grecia, in realtà si può semplicemente semplificare esattamente in questo.
  Il referendum invocato da Tsipras – un referendum che, onestamente, sarebbe stato molto meglio fare nel momento dell'ingresso, perché i referendum si fanno nel momento dell'ingresso, non di fronte all'incubo del default – pone di fronte al popolo una scelta: che prezzo ha la libertà, che prezzo ha la sovranità ? Se qualcuno ha – diciamo così – la volontà di correre il rischio, oppure, di fronte ai bancomat chiusi ed alle banche chiuse, è disposto a cedere la propria sovranità e la propria libertà.
  Vede, Ministro Padon, anche nella sua relazione – che ho apprezzato sotto il profilo tecnico –, dietro cosa c’è ? Lei ha detto: abbiamo salvato il sistema bancario, in particolare il sistema bancario italiano. È vero. Ma quelle regole che noi abbiamo in qualche modo recepito ed alle quali abbiamo aderito, in che cosa si sono tradotte nell'economia reale ? Nel razionamento del credito ! Le banche si sono salvate, ma i piccoli imprenditori si sono suicidati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei popoli – Noi con Salvini) ! Questo è quello che non va bene !
  E, diciamocelo anche onestamente: l'ha detto anche, tra le righe, il Presidente del Consiglio Renzi ieri nella megaintervista – peraltro, psichedelica per altri versi – sul Sole 24 Ore, laddove ha riconosciuto che il merito fondamentale della messa in sicurezza di questo Paese non è tanto di queste Istituzioni democratiche e politiche, ma della nuova politica intelligente del Banca centrale europea. Per fortuna che oggi c’è Draghi, che è il Governatore della Banca centrale europea e ci mette in sicurezza ! Contano molto di più – riconosciamocelo ! – Draghi e le nuove politiche della Banca centrale europea rispetto a qualsiasi tipo di politica e di manovra economica che può fare questo Paese !
  La risposta, in modo confuso e disordinato, dei popoli in tutta Europa qual è ? Un po’ dappertutto, vincono forze politiche che, diciamo così, mutuando il concetto marxiano che la proprietà privata è Pag. 75un furto, adesso sostengono che essere creditori è una sorta di reato: quindi, i debiti si possono non pagare. È un concetto che vale in termini sia di economia pubblica che di economia privata. È una deriva pericolosa, però ci si è arrivati esattamente per il tipo di politica che in Europa si è voluta fare.
  E badate bene che anche questo attribuire costantemente la responsabilità alla signora Merkel e ai tedeschi, che è un modo per, diciamo così, risolverla rapidamente – tanto i tedeschi sono i cattivi per definizione, e la parte dei cattivi la fanno molto bene, e la stanno facendo anche in queste ore...

  PRESIDENTE. Concluda !

  GIANCARLO GIORGETTI. Ma il bilancio finale di quello che sta accadendo in Grecia oggi, quale sarà ? Sarà che, in un caso o nell'altro, con il default, e quindi con l'espulsione della Grecia dalla zona euro, piuttosto che la sua sottomissione in ginocchio, gli unici, veri vincitori saranno la signora Angela Merkel e la Germania, e da questa crisi si uscirà con un'Europa più tedesca, non meno tedesca !
  Ci illudiamo tutti quanti che da questa situazione di crisi possa venire fuori un'Europa più flessibile. No ! Vedranno riconosciuta la propria buona ragione, la propria impostazione e la propria filosofia di vita la signora Merkel ed i tedeschi; filosofia di vita che semplicemente si sostanzia in ciò da cui sono partito all'inizio: il primato dell'economia e della finanza sulla politica, ma è inevitabile nel momento in cui la scelta fondamentale, sin dall'inizio, è stata quella di escludere e limitare la possibilità del popolo di intervenire nelle scelte che lo riguardano (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente, vorrei ringraziare anche il signor ministro, che è appena uscito, per l'informativa precisa che ci ha reso e soprattutto per gli sforzi che il Governo italiano sta compiendo per evitare che si determini l'uscita della Grecia dall'euro e dall'Europa. L'uscita della Grecia sarebbe un grave colpo per l'Europa non solo perché ci costringerebbe ad un viaggio nelle terre incognite dell'economia, non solo perché espone l'Italia a possibili aumenti dello spread e al rischio di speculazioni e ci impedirebbe di recuperare un credito di circa 36 miliardi; sarebbe un grave colpo perché l'Europa senza la Grecia non avrebbe senso né a livello geografico né a livello culturale ed identitario.
  Nella prospettiva storica, un'Europa senza Atene sarebbe come un'Europa senza Roma. Semplicemente non sarebbe più Europa. Sarebbe un grave colpo perché non si può restare indifferenti di fronte all'avanzare della miseria ed alla disperazione di un popolo, proponendo, come rimedio ai suoi mali ed ai suoi vizi antichi, solamente una cura dell’austerity che, peraltro, si è dimostrata in grado solo di peggiorare la situazione, abbattendo i consumi e facendo scendere il PIL; soprattutto, sarebbe un grave colpo perché andrebbe in fumo l'idea stessa di Europa che la mia generazione ha sognato. Avremmo messo nero su bianco che l'Europa di oggi non è più quella di De Gasperi, di Adenauer, di Schuman, di Spaak, di Monet; non solidarietà, non guida politica ma predominio della finanza, grettezza ragionieristica, guida tecnocratica, deficit democratico. Abbiamo doverosamente salvato le banche e non riusciamo a salvare la Grecia, non l'abbiamo salvata neanche nel 2009 all'inizio della deriva quando sarebbe bastato molto meno, tenendo conto che sarebbe bastata la perdita di ieri delle borse per pagare largamente il debito greco. Amputando la carta europea sul suo versante mediterraneo, avvalleremo di fatto una gestione egemonica tedesca dell'Europa, rischiando di essere noi stessi la prossima vittima sul fronte meridionale di questa guerra senza cannoni. Infatti, malgrado gli sforzi di risanamento messi in atto da una grande potenza manifatturiera Pag. 76tecnologicamente avanzata come resta l'Italia, il nostro paese registra un ristagno del PIL da troppi anni e una disoccupazione allarmante; è vero, noi siamo ben più avanti della Grecia sul cammino delle riforme strutturali e per noi si intravedono all'orizzonte timidi segni di ripresa favoriti dal deprezzamento dell'euro, dal calo del costo del petrolio e dal quantitative easing avviato dalla BCE di Mario Draghi. Anche noi, tuttavia, non siamo immuni da possibili conseguenze negative: rischiamo che quanto sta accadendo al di là dell'Adriatico alimenti anche da noi il vento dei populismi e della demagogia. La Grecia ha le sue colpe, certo, nessuno, né la Grecia né noi, può sognare di vivere al di sopra delle sue possibilità; la Grecia deve fare i compiti a casa, certamente. I suoi governanti non possono continuare a tirare la corda, rendendosi inaffidabili nella trattativa, per fortuna, ancora in corso. Il Governo greco dovrebbe impegnarsi a serie riforme in grado di ridurre la spesa pubblica improduttiva, rendere sostenibile l'insostenibile sistema previdenziale greco, quello sanitario e l'intera economia, certamente, ma gli obiettivi dovrebbero essere anch'essi sostenibili affinché la cura non uccida il malato e, affinché i compiti possano essere sostenibili, il pagamento dovrebbe essere agganciato alla ripresa per evitare che, affondando l'economia, non ci sia neanche la possibilità di pagare.
  La proposta di sostituire il debito greco con nuovi bond all'odierno basso tasso di interesse, prevedendone la restituzione totale quando la crescita sarà divenuta stabile in Grecia, è stata rigettata forse troppo frettolosamente dai teorici del rigore ad ogni costo e lo stesso vale per la proposta di scambiare i titoli in circolazione con nuovi bond indicizzati al PIL con obbligazioni perpetue.
  Non si tratta – è bene ripeterlo – di cancellare i debiti della Grecia ma di mettere il debitore in condizione di onorarli e di associare il creditore al destino del debitore nel comune interesse a far crescere l'economia. Se infatti Atene non viene liberata dal peso degli interessi, come potrà finanziare tali iniziative da consentire un nuovo sviluppo e la produzione di ricchezza necessaria per onorare il suo debito ? Le nubi all'orizzonte sono fosche ma vogliamo continuare a sperare che una soluzione sia ancora possibile. Vogliamo sperare che il buonsenso prevalga e che l'Europa possa uscire da una crisi che rischia di avviare un processo di disgregazione pericoloso anche per il bene della pace, il più prezioso tra quelli trasmessici dall'Europa dei fondatori. Vogliamo sperare che quanto annunziato oggi dal Financial Times corrisponda al vero e che l'accordo sia dietro l'angolo. Apprezziamo gli sforzi che il Governo italiano sta facendo per raggiungere questi accordi e l'indicazione che, tra austerity e irresponsabilità, sia possibile una terza via. Concordiamo tuttavia con il Presidente Renzi nel ritenere che il referendum è stato sì una scelta azzardata ma che non compete né a noi né ad altri sostituirsi al popolo greco nelle scelte da compiere. Allo stesso modo riteniamo del tutto fuori luogo quella sorta di improprio pellegrinaggio ad Atene che vedrà domenica prossima la partecipazione di diversi esponenti politici italiani. A noi competerebbe semmai un segnale di disponibilità nella direzione di una ristrutturazione del debito. Tale ristrutturazione non è una bestemmia: è stata fatta in Europa anche dopo la guerra, come è stato ricordato, e a beneficiarne allora fu proprio la Germania (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giorgia Meloni. Ne ha facoltà.

  GIORGIA MELONI. Grazie, Presidente. Colleghi, anche oggi in quest'aula abbiamo assistito nel dibattito a questo gioco di parole con il quale si vorrebbero, da una parte, accusare i cosiddetti irresponsabili antieuropeisti e dall'altra, invece, difendere i responsabili europeisti di questo Parlamento. Abbiamo una lettura abbastanza difforme di che cosa significhi amare l'Europa perché, secondo noi, secondo Fratelli d'Italia, gli antieuropeisti non sono quelli che chiedono un'Europa Pag. 77in mano agli europei ma sono quelli che hanno trasformato le istituzioni europee in un consiglio di amministrazione di usurai cioè esattamente quello a cui noi assistiamo ogni giorno e questa crisi greca, Presidente, purtroppo lo dimostra, se ve ne fosse bisogno, ancora una volta di più. Nel 1981 la Grecia è entrata nella Comunità Economica Europea, nonostante la sua economia fosse molto debole, per volontà degli altri Stati membri che volevano aiutarla nel suo processo di democratizzazione dopo la caduta del regime dei colonnelli del 1974 perché allora decideva la politica. Oggi la politica non mette becco su quello che sta accadendo e noi affrontiamo la crisi greca non come si converrebbe con una riunione straordinaria del Consiglio europeo, cioè con i Capi di stato e di Governo che affrontano un problema di geopolitica prima ancora che un problema economico, ma con una banale riunione dell'Eurogruppo cioè di un tavolo che normalmente è preparatorio nelle riunioni nelle istituzioni europee formato dai ministri che hanno unicamente delle competenze di carattere economico perché a noi tutto quello che interessa è quello che hanno da dire i creditori. Eppure devo segnalare, perché non l'ho sentito dire da nessuno in quest'aula, che il problema del rischio di default greco è prima di tutto un problema geopolitico dell'Europa. Se domani la Grecia uscisse dall'euro e, conseguentemente, uscisse dalle istituzioni europee, questo potrebbe modificare gli assetti geopolitici del continente ? Potrebbe, ad esempio, accadere l'ipotesi di un avvicinamento tra la Grecia e la Russia: sono due nazioni tra l'altro molto vicine anche culturalmente, sono entrambi cristiani ortodossi. Avrete notato oggi che il Governo russo dice: siamo pronti ad intervenire nelle infrastrutture greche. Non vi sarà sfuggita la solidarietà dimostrata dalla Cina alla Grecia. Segnalo ai colleghi che forse non lo sanno che il principale porto della Grecia è stato praticamente comprato dalla Cina ed è sotto il controllo cinese. Voglio dire: tali questioni che modificano sensibilmente gli assetti geopolitici del continente e del mondo intero a chi interessano ? All'Eurogruppo ? O dovrebbero interessare ai Capi di Stato europei ? Ma non interessano ai Capi di Stati europei perché l'Europa non esiste, perché non esiste un'Europa politica. Esistono gli interessi di un consiglio di amministrazione di usurai che decide in nome e per conto di tutti e anche qui viene Padoan a rispondere: viene e se ne va.
  Non viene il Presidente del Consiglio. Poi, simbolicamente, varrebbe la pena di segnalare che, mentre noi parliamo di questo tema nel Parlamento italiano, Renzi, tanto per cambiare, è a fare l'inchino alla Merkel, che ormai gliene ha fatti talmente tanti che neanche Schettino è così capace di inchinarsi a una nazione straniera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e del deputato Brunetta). Allora, vedete come questo non interessa a nessuno e non interessa al Governo italiano. Sono rimasta un po’ colpita perché è venuto il Ministro Padoan e – vogliamo dirci la verità ? – non ci ha detto niente che non sapessimo già. Non ci ha detto niente che non si potesse ampiamente oggi leggere sui quotidiani, cioè non ci ha detto niente che ci dovrebbe dire qualcuno che conosce questa trattativa. Sapete perché ? Temo che sia perché il Governo italiano non ne sappia assolutamente nulla. Anche questo è un altro tema, perché l'assenza assordante del Governo italiano in tutta la vicenda greca purtroppo pesa, purtroppo è imbarazzante. Forse non è imbarazzante per il Presidente del Consiglio, che ormai è abituato abbastanza a farsi prendere a pesci in faccia, ma certo è imbarazzante per il popolo italiano, che è considerato una delle principali nazioni dell'Unione europea quando si tratta di mettere i soldi ma poi viene allo stesso tempo considerato una specie di micro-Stato quando c’è da prendere le decisioni, perché le ragioni per le quali l'Italia è esposta verso la Grecia sono anche da ricercare nel fatto che in questi anni qualche soldo nei cosiddetti fondi di salvataggio lo abbiamo investito. Anche su questo, colleghi, apro e chiudo una parentesi. Noi siamo praticamente una delle principali nazioni contributrici Pag. 78del Fondo salva-Stati: 14 miliardi di euro versiamo a un fondo che serve a salvare le nazioni in difficoltà. Certo, la domanda abbastanza banale del come mai abbiamo versato miliardi e miliardi di euro a un Fondo che serviva a salvare le nazioni in difficoltà nello stesso momento in cui si diceva che l'Italia era sull'orlo del default qualcuno la dovrebbe fare, ma anche questo non interessa a nessuno.
  Allora voglio dire solamente una cosa, Presidente, e concludo. Mi sarei aspettata dal Ministro dell'economia, visto che dobbiamo trattare i temi economici, che ci dicesse quali sono i rischi che l'Italia corre, perché è vero che la Grecia ha un PIL che conta il 2 per cento e che non si rischia più di tanto, ma è certo che, secondo molti analisti, il rischio del panico dovuto a un effetto default dall'uscita dalla Grecia dell'euro e quindi di una tempesta finanziaria è un rischio importante. Che cosa potrebbe accadere in questo caso ? Potrebbe accadere un aumento dello spread, un aumento dei tassi di interesse sul debito pubblico, un aumento dei tassi d'interesse sui prestiti e i mutui. Allora, arrivo alla proposta e concludo: in caso di default chiederemo al Governo un decreto-legge urgente per dare la possibilità alle famiglie e alle imprese italiane che hanno prestiti e mutui in corso di poter optare immediatamente, a prescindere da quanto viene previsto dal contratto, per il passaggio a un tasso di interesse fisso alle condizioni presenti ad oggi, cioè proviamo a parlare, visto che non si può parlare di politica, almeno degli interessi degli italiani in economia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sebastiano Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Grazie, Presidente. L'Europa è a un bivio o, per usare le parole del presidente Boccia, siamo ai calci di rigore. Sostanzialmente, da un lato abbiamo la possibilità di andare avanti in maniera ancora più forte del passato, dall'altro abbiamo l'opportunità di tornare circa 60 anni indietro, ai nazionalismi, dipende dalle scelte che verranno fatte queste prossime ore, che sicuramente dovranno essere in forte discontinuità con il passato e soprattutto dovranno cercare di rendere compatibile la legittimazione popolare con le politiche dell'Eurozona. In questo senso, la Grecia sta facendo una vera e propria battaglia per la democrazia. Le politiche di austerity sono fallite; non lo dico io, lo dicono alcuni premi Nobel dell'economia: Piketty, Krugman, Stiglitz, e lo ha detto anche il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, poco fa. Lo dicono i freddi numeri: a fronte di un surplus fantastico per la Grecia, del 5 per cento, abbiamo una caduta del PIL pro capite di oltre il 23 per cento. Insomma o l'Unione europea, l'Europa, diventa l'unione dei popoli e quindi ritrova i principi di solidarietà – che era quello che dicevano i padri costituenti, che non significa lassismo contabile ma, anzi, regole più eque e realistiche che mettano l'uomo al centro – oppure non ha senso di esistere. Non dobbiamo fermarci ai freddi numeri, che poco fa il Ministro ha anche raccontato, ma dobbiamo badare a quella che è la dignità dell'uomo, perché ditemi se è dignitoso per un uomo vivere con 120 euro a settimana o non avere la possibilità di curarsi – non ci sono più le medicine in Grecia – piuttosto che consentire di vendere ai supermercati cibi scaduti o, per ultimo, vedersi licenziato il 25 per cento della forza lavoro pubblica nell'arco di cinque anni.
  L'anno scorso in questa Camera si tenne la Conferenza interparlamentare sul Fiscal Compact, il rappresentante greco ci disse che se anche la Grecia tornava a macinare l'economia come ai bei tempi ci sarebbero voluti 18 anni per colmare il gap che si era venuto a creare in un solo anno di austerity. Dobbiamo chiederci tutti ora se questa è l'Europa che vogliamo e che ci serve, perché, vedete, oggi è la Grecia, ma domani potrebbe toccare a noi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.

Pag. 79

  LELLO DI GIOIA. Signora Presidente, noi pensiamo fortemente che vi sia la necessità di un'Europa ampia e quindi è giusto che si discuta della Grecia e dei problemi che oggi ha, e credo anche che sia giusto ricordare in questa Aula quello che è accaduto qualche anno fa, e mi riferisco al 2011, quando i parlamentari dovettero votare provvedimenti estremamente difficili per la nostra economia e per il nostro Stato sociale. In quella circostanza si votò anche il cosiddetto pareggio di bilancio all'interno del nostro quadro costituzionale. Ora è opportuno non rivendicare semplicemente quello che tutti rivendichiamo con forza: la cosiddetta Europa politica, per carità ne siamo profondamente convinti, e siamo profondamente convinti come socialisti che bisogna continuare a discutere affinché si trovi una soluzione per la Grecia, una soluzione che non sia semplicemente quella di grande austerità per questo Paese, ma una soluzione che dia la possibilità di intervenire per fare in modo che questo Paese possa incominciare ad affrontare i problemi della crescita e dello sviluppo. Problemi della crescita e dello sviluppo che dobbiamo affrontare anche in Europa. Ecco, questa è l'Europa che noi vogliamo e chiediamo al Presidente del Consiglio di fare in modo che l'Europa sia una Europa della crescita, una Europa dello sviluppo, una Europa della solidarietà.

  PRESIDENTE. Con questo intervento si è esaurita l'informativa urgente del Governo.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3123.

(Ripresa esame dell'articolo 7 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame della legge di delegazione europea 2014. Eravamo giunti all'esame dell'emendamento Pesco 7.6, avendo nella seduta antimeridiana respinto per ultimo l'emendamento Pesco 7.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. In questo passaggio della delega che noi vorremmo andare a modificare viene stabilito che le eventuali posizioni passive di un correntista verso la banca possano essere compensate dall'eventuale risarcimento che può ottenere dal Fondo di garanzia dei depositi. Questa previsione potrebbe anche stare bene a noi, ma il fatto è che spesso gli istituti bancari non si comportano troppo bene verso i correntisti, spesso attuano quei sistemi riassunti nel cosiddetto anatocismo, che ha creato veramente tanti e tantissimi problemi ai correntisti.
  Quindi, noi chiediamo che prima debbono essere assolutamente verificate eventuali posizioni di anatocismo e dopo, eventualmente, si potrà fare la compensazione, ma prima ridiamo ai correntisti ciò che è stato ingiustamente tolto, poi la compensazione (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 7.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, siamo in votazione, affrettatevi per favore. Arlotti, Russo. Stanno defluendo i colleghi, prego, siamo in votazione. Siamo in votazione, emendamento Pesco 7.6, i pareri sono contrari. C’è la deputata davanti qui che ha votato. Chi altro ? La Marca. Deputato De Girolamo, forza colleghi. Gadda, Cenni, Schullian, Sanga, ha votato ? Forza Schullian, sta arrivando al posto, prego. Mi pare che ci siamo, Sanga ha votato ? Schullian. Fitzgerald Nissoli, Binetti, Dellai, Fusilli, Vezzali, D'Incecco, Fitzgerald Nissoli, Pastorino, Quintarelli, Micillo. Diamo ai colleghi la possibilità di votare, forza. Totaro, Pin, Rabino. Hanno votato tutti ?Pag. 80
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  407   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  141    
    Hanno votato no  266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 7.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signora Presidente, qui veramente secondo noi siamo, siete allo sbando totale, in quanto al posto di tutelare gli interessi dei cittadini e dei correntisti qua si sta facendo veramente l'opposto e mi riferisco al fatto che la direttiva europea offre degli spazi diciamo migliorativi, quindi si sta parlando di sistemi di garanzia dei conti correnti e il legislatore europeo ha proprio scritto che gli Stati membri possono limitare il tempo nel quale un correntista può chiedere il rimborso nel caso in cui non gli sia stato riconosciuto. Gli Stati membri possono, non sono obbligati, possono. Secondo noi la limitazione del tempo in questo caso è una penalizzazione per il correntista, il quale dovrebbe avere a disposizione un tempo molto ampio per poter essere risarcito. In realtà in questa delega che viene data al Governo di recepimento di questa direttiva si scrive proprio tra i criteri di recepimento di limitare il periodo entro il quale i depositanti i cui depositi non siano stati rimborsati o riconosciuti dai sistemi di garanzia dei depositi possono reclamare il rimborso dei loro depositi. Quindi stiamo proprio dicendo al Governo: Governo, limita il tempo entro il quale un correntista può chiedere il risarcimento. Ma ci rendiamo conto ? Dovrebbe essere infinito questo tempo, infinito. Noi in un altro emendamento l'abbiamo posto a dieci anni. Ma che vuol dire limitare ? Lo limiterete a un anno, un mese, cinque giorni, cinque ore ? A quanto lo volete limitare questo tempo ? È una cosa vergognosa, Presidente, vergognosa. Il legislatore europeo ci dà la possibilità di migliorare questa direttiva, si sta facendo totalmente l'opposto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Signor Presidente, solo per far sapere all'Aula che in base all'attuale legislazione italiana, il decreto legislativo n. 385 del 1993, questo tempo oggi in Italia è venti giorni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, anch'io voglio far sapere qualcosa all'Aula, che gli Stati devono mettere delle misure all'interno che non siano ostative rispetto alla direttiva, quindi quello che ha detto il collega Causi è assolutamente falso, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 7.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mongiello, Dell'Aringa, Palese, Caso, Fanucci, Vitelli, Villarosa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  412   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  138    
    Hanno votato no  274.    

Pag. 81

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 7.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signora Presidente, il collega Causi ci ha ricordato che l'attuale normativa prevede venti giorni per chiedere il risarcimento nel caso in cui un correntista non venga risarcito a causa di un default della banca, ebbene chiedo al collega Causi: ma non sarebbe il caso di modificare questa normativa che se è stata introdotta, l'abbiamo introdotta sempre a causa di una legge di recepimento di una direttiva europea ? Non sarebbe il caso di modificarla ? Ebbene noi abbiamo posto quanto meno dieci anni, nel senso che lasciamo quanto meno al correntista tutto il tempo necessario quindi almeno dieci anni per chiedere di poter essere risarcito da questo sistema di garanzia dei conti correnti, che poi si chiama Fondo interbancario, perché secondo noi appunto 20 giorni è una quantità di tempo veramente irrisoria.
  Bisogna offrire garanzie ai correntisti, garanzie ai risparmiatori e garanzie a tutti i cittadini e non continuare ad operare in questo modo a favore solo di banca, tecnocrazia e chi più ne ha, più ne metta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Vorrei far sapere all'Assemblea che noi stiamo votando qualcosa che non potrà essere cambiato, perché la maggioranza ci ha già detto che questo testo è blindato. Noi siamo qui a presentare degli emendamenti: ce n’è uno, l'emendamento Pesco 7.6, che addirittura cerca di mettere al riparo i correntisti da usura e anatocismo. Noi probabilmente avremo degli emendamenti così importanti per la salvaguardia sia del risparmio, sia della vita dei cittadini italiani e, per il fatto che il Governo e le amministrazioni hanno ritardato un anno – e ribadisco un anno – per approvare questa legge non possiamo modificarla.
  Presidente, potrebbe prendere una posizione anche lei ? Non si può arrivare ad introdurre un principio come quello del prelievo forzoso sui conti correnti – anche sul suo controcorrente e su qualsiasi conto corrente – e non poter avere la possibilità di modificare neanche una virgola. Ma allora che stiamo qui a fare ? Ce ne possiamo andare tutti quanti a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Presidente, soltanto per una questione di logica: stiamo parlando di una banca che sta fallendo, una banca che è messa in amministrazione controllata. Io il mio deposito me lo vado a ritirare subito. Altro che tra dieci anni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente, solo per segnalare un fatto: voi tutti sapete che abbiamo migliaia di società che avrebbero dovuto essere liquidate da tempo e che invece non si riesce a liquidare. Sapete perché non si riesce a liquidare una società in Italia ? Perché, siccome esistono tempi molto lunghi per far valere i propri crediti verso la società, la società deve rimanere aperta fin quando l'ultimo credito non sia stato soddisfatto. Diamo dieci anni ai creditori della banca, ai correntisti della banca per presentare la loro domanda di risarcimento e siamo sicuri che una procedura di liquidazione di una banca fallita non durerà meno di vent'anni. Sono sicuro che questa non è l'intenzione di chi ha proposto l'emendamento.

Pag. 82

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 7.8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Palese, Calabria...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  422   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no  282.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 7.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signora Presidente, in questo caso abbiamo proprio preso una parte della direttiva, che prevedeva che sempre gli Stati membri possono chiedere che questo Fondo di garanzia e questo sistema di garanzia tuteli anche i prodotti pensionistici.
  L'espressione utilizzata dalla direttiva non ci piaceva tantissimo perché diceva che questi strumenti pensionistici potevano essere coperti solo se offrivano una copertura globale per tutti i prodotti e le situazioni rilevanti sotto questo profilo. È una esplicitazione estesa, che secondo noi lascia dei dubbi. Però, per non andare contro la direttiva e comunque per recepire qualcosa che comunque poteva andare a favore delle persone che hanno fatto degli investimenti per garantirsi un certo futuro, abbiamo preso questa parte della direttiva e l'abbiamo inserita qui e abbiamo chiesto di preservare anche chi ha fatto degli investimenti riferiti alla propria pensione.
  Quindi, ci sembra una cosa assolutamente normale ricomprendere anche questa previsione in questa delega. Purtroppo però, ci si dice che non può essere accettata nessuna modifica perché bisogna correre e noi per questo siamo veramente dispiaciuti.
  Però, questa cosa, di cui chiediamo l'inserimento, ci sembra una cosa veramente normale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Il collega Causi prima ha detto una cosa giusta e, cioè, che se io, correntista, vedo che la mia banca va in crisi, prendo i soldi e vado via. Però, in primo luogo, io correntista devo essere a conoscenza del rischio della banca, devo avere anche le competenze per potere leggere un bilancio e oggi le competenze, per capire se una banca è in crisi, i correntisti non le hanno. Questo è il primo punto.
  Vengo poi al punto secondo. Vorrei ricordare all'Aula che su banche popolari – quindi lo avete già fatto e non potete dire: «non lo faremo», perché lo avete già fatto – voi avete limitato il recesso per i soci della banca, nel momento in cui li obbligavate ad avere non più azioni di una società cooperativa ma azioni di una società per azioni. Avete detto: «Quelle azioni voi le tenete finché non ci sarà tutto il processo di trasformazione».
  Quindi, questa storia, che uno potrà prendere i soldi e portarseli nel momento in cui c’è una crisi, è inutile che la raccontate, perché è una favola. Potete fare una legge per vietare tutto ciò, così come avete fatto con le banche popolari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 7.7, su cui i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.Pag. 83
  (Segue la votazione).

  Hanno votato tutti i colleghi ? No, Dellai; ecco, ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  427   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  144    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 7.4, su cui i pareri sono contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Secondo me questo è l'emendamento più importante perché bisogna partire dall'inizio, da quando una persona porta i soldi in banca. Se una persona porta i soldi in banca, penso che quella persona li possa ritirare quando vuole, li possa ritirare integralmente quando vuole e non debba aspettarsi, da un momento all'altro, che la banca salti e non veda, appunto, reintegrato il proprio conto corrente.
  Ebbene, noi abbiamo pensato a degli strumenti di garanzia ulteriori rispetto a quelli previsti dalla nostra normativa e da questa direttiva in recepimento. Che cosa vuol dire «ulteriori» ? Se adesso abbiamo dei sistemi di garanzia che coprono solo fino a 100 mila euro, perché non crearne altri ? Perché non crearne altri, altre assicurazioni ? Siamo obbligati a fare assicurazioni su tutto (sull'auto, in prima persona). Ebbene, perché le banche non si devono assicurare per assicurare, appunto, a tutti i correntisti di essere remunerati, risarciti nel momento in cui una banca debba fallire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Perché i correntisti devono essere trattati come degli azionisti o come dei banchieri, che devono partecipare alle perdite ?
  Noi siamo veramente contrari a queste cose. Quindi, chiediamo che il Governo si impegni veramente a studiare, attuare, installare, creare, nuovi sistemi di garanzia integrativi, che coprano anche oltre i 100 mila euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Grazie, Presidente. Intervengo giusto per dire una cosa sui sistemi di garanzia, benché l'intendimento di garantire interamente i depositi possa essere anche una cosa buona. Questi sistemi di garanzia, fatti con delle assicurazioni esterne, ingrassano soltanto le lobby assicuratrici, mentre se sono fatti con dei sistemi interni occorre ricordare che questi sistemi sono di solito pagati dalle banche a scapito di tutti i clienti e, in ultima istanza, per quelli dello Stato dai contribuenti.
  Quindi, sinceramente rifondere persone sostanzialmente anche benestanti – perché se è un conto corrente da 200, 300 mila euro diciamo che tanto male non sto – con i soldi dei contribuenti, anche quelli più poveri, non mi sembra una cosa del tutto corretta. Per questo voteremo contrario.

  PAOLO TANCREDI, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI, Relatore. La ringrazio, Presidente. Intervengo da relatore perché voglio chiarire alcune cose, perché c’è stata anche un po’ di confusione e si sono confusi gli azionisti delle banche popolari con i depositanti.
  Ma la nostra normativa già oggi prevede tutto quello che c’è qui. Inoltre, voglio dire, per chiarezza, che l'articolo 7 Pag. 84e il recepimento della direttiva 2014/49/UE mettono al sicuro i depositanti su un paio di questioni importanti. La prima cosa è che costringe il fondo di garanzia ad essere liquido, cioè le banche a versare almeno fino all'1 per cento dei depositi garantiti; cosa che in Italia, fino adesso, non c’è. Le banche, cioè, intervengono nel momento della liquidazione coatta.
  Seconda cosa, altra cosa molto importante di questo recepimento, che va a tutela dei depositanti rispetto ai sistemi di garanzia dei depositi, è la responsabilità della vigilanza, che prima era molto molto debole e che oggi, invece, viene rafforzata dalla direttiva. Quindi, credo che il recepimento della direttiva 2014/49/UE, che si attua con l'articolo 7, vada in direzione di garanzie più forti per i depositanti bancari.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 7.4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Lainati, Pellegrino, Airaudo, Stumpo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  414   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 7.5, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Presidente, il concetto non è molto diverso da quello dell'emendamento precedente: prima chiedevamo un sistema di garanzia integrale, qui chiediamo un sistema di garanzia anche per i conti sopra i 100 mila euro, poiché non capiamo perché un cittadino che ha più di 100 mila euro debba essere trattato in modo diverso da uno che ne ha meno, in questo caso. Secondo noi, già questa norma ci sembra veramente incostituzionale, ma parliamo di altro.
  Parliamo delle banche: forse ci dimentichiamo che le banche, comunque, spesso sono delle Spa, sono delle società per affari, sono società che dividono utili. Quindi, è giusto che una banca divida utili senza garantire a tutti i correntisti la sicurezza di poter avere restituiti i propri soldi ? È possibile che dividano utili anche se non garantiscono a tutti questa sicurezza ? Secondo noi no ! Prima bisogna garantire a tutti la sicurezza di poter depositare in banca dei soldi ed avere la garanzia di poterli prelevare in modo integrale, e poi si dividono gli utili.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 7.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gutgeld, Fanucci, Fraccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  417   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 7.1, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 85
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Anche in questo caso, Presidente, è un emendamento sulla procedura. Chiediamo solo al Governo di restituirci un decreto delegato completo con uno schema che ci faccia capire, parte per parte, punto per punto, dove viene modificata la normativa per recepire la direttiva europea. È uno schema che può semplificare la vita non solo a noi, ma a tutti i cittadini, per capire come vengono recepite le direttive.
  Il legislatore europeo lo ha anche indicato nella direttiva, dicendo che gli Stati membri, in questo caso, possono chiedere questo schema di recepimento. Non capisco perché non si possa chiedere al Governo di farlo.
  Spesso ci arrivano dei decreti delegati in Commissione di cui non si capisce nulla. Con questo schema si potrebbe veramente riuscire a capire qualcosa in più. Quindi, veramente, vi preghiamo di farlo. Anche magari senza l'approvazione di questo emendamento, chiedo veramente al Governo di fornirci un documento che possa chiarificare, senza alcun dubbio, come queste direttive vengano recepite.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Grazie Presidente. Per rispondere all'ultima richiesta del collega vorrei dire che il servizio studi della Camera nel suo dossier ha messo in evidenza molto bene, con molta attenzione, la normativa vigente in Italia e le novità introdotte sia dalla direttiva 2014/49/UE, di cui all'articolo 7, sia dalla successiva direttiva 2014/59/UE, di cui all'articolo 8. Ci sono dei riquadri e degli approfondimenti molto opportuni sulla normativa vigente e su quello che andrà ad introdurre la nuova normativa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 7,1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo, Tidei... ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  418   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Impegno, Minnucci... ci siamo ? Hanno votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  352   
   Astenuti   89   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  284    
    Hanno votato no   68.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Rubinato ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto votare a favore. Il deputato Massimiliano Bernini ha segnalato di aver erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro. La deputata Galgano ha segnalato che non è riuscita a votare a favore).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3123).Pag. 86
  Nessuno chiedendo di parlare sull'articolo 8 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore. Presidente, anche sull'articolo 8, per i motivi ben noti, il parere su tutti gli emendamenti è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, il parere del Governo è contrario su tutte le proposte emendative all'articolo 8.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Villarosa 8.9 e Occhiuto 8.19.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Grazie Presidente. Intervengo ora per illustrare l'emendamento soppressivo che abbiamo inteso firmare, evidenziando che il gruppo di Forza Italia ha limitato le sue proposte emendative semplicemente all'articolo 8.
  L'articolo 8 è l'articolo più controverso di questo disegno di legge di delegazione, perché è l'articolo che, recependo una direttiva dell'Unione europea, inserisce nel nostro ordinamento la possibilità per le banche di provvedere a prelievi forzosi sui depositi superiori a 100 mila euro, ovvero quelli non coperti dal Fondo interbancario. Abbiamo limitato le nostre proposte emendative a questo articolo che riteniamo una profonda ingiustizia, un articolo odioso per i cittadini, per gli italiani.
  Ieri, durante la discussione sulle linee generali, abbiamo evidenziato l'assurdità di questa norma e lo abbiamo fatto portando un esempio: è come se in un negozio, per esempio in una panetteria, si trovassero ad un certo punto quattro, cinque italiani e qualcuno dicesse loro, a questi clienti: «Siccome questo negozio, questa panetteria sta fallendo, è in crisi, pagate voi i debiti del panettiere, pagate voi i debiti del negoziante». I soldi dei risparmiatori non sono soldi dello Stato né soldi che le banche possono usare in casi di crisi. Infatti, i depositanti sono semplicemente dei clienti delle banche che non possono in alcun modo, che non dovrebbero essere in alcun modo chiamati a rispondere delle crisi o del pericolo di default delle banche.
  A nostro giudizio, peraltro, questo articolo è in contrasto anche con l'articolo 47 della Costituzione, che tutela il risparmio e tutela i diritti dei risparmiatori. Ora, se il Governo ha la bontà di ascoltarmi per un attimo...

  PRESIDENTE. Possiamo liberare i banchi del Governo, per favore ?

  ROBERTO OCCHIUTO. ...io vorrei chiedere al sottosegretario Gozi e al Governo di valutare la possibilità di un ulteriore approfondimento di questo aspetto.
  La direttiva dell'Unione europea che andiamo a recepire, peraltro, produrrà effetti dal 1o gennaio 2016 e il Governo ci ha già detto che vuole presentare un prossimo disegno di legge che si occuperà di recepire altre direttive. Chiediamo al Governo se non convenga con noi sull'opportunità di stralciare questo articolo e di discuterlo, dopo averlo approfondito, nel prossimo provvedimento che redigerà.
  Ripeto, noi ci siamo limitati soltanto a produrre emendamenti a questo articolo. È evidente che condizioniamo la nostra decisione di voto sulla legge di delegazione all'atteggiamento che il Governo avrà in proposito. Vorrei segnalare che abbiamo votato alcuni articoli di questa legge (l'articolo 1 e l'articolo 2) e ne voteremo altri, ma crediamo che questo articolo, che proprio l'articolo 8 sia dirimente per stabilire se questa legge è una buona legge o è una cattiva legge, che rischia di allontanare ancora di più i cittadini dall'Europa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

Pag. 87

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente. Intervengo sul complesso degli emendamenti all'articolo 8...

  PRESIDENTE. Però, io ho già chiesto i pareri, dunque sul complesso degli emendamenti bisognava intervenire prima.

  DANIELE CAPEZZONE. Veramente ho alzato la mano prima che lei chiedesse i pareri, signora Presidente.

  PRESIDENTE. Se così è stato, mi scuso, perché mi hanno segnalato il suo intervento dopo che i pareri erano già stati dati.

  DANIELE CAPEZZONE. Mi perdoni, signora Presidente. Lei sa quanto io la rispetti, ma cosa deve fare un deputato, oltre che segnalarsi prima che lei chieda il parere al relatore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) ? Deve forse fare un salto con una liana e dirigersi verso la Presidenza ? Lei sa che io non lo faccio perché ho rispetto di questa Presidenza e anche della ginnastica, che non si fa nelle Aule parlamentari. Prendo atto, dunque, che mi viene negata la possibilità di intervenire su questo.

  PRESIDENTE. Onorevole Capezzone, a me dispiace di questo inconveniente. Non credo che sia utile neanche fare uno spirito su questo. Mi sono scusata se ciò è accaduto. Normalmente sono gli assistenti parlamentari che aiutano nell'evidenziare chi vuole intervenire. A me è stato evidenziato nel momento che erano finiti gli interventi per i pareri. Quindi, lei sa meglio di me, perché ha una lunga esperienza parlamentare, che sul complesso ora non si può intervenire.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villarosa. Ne ha facoltà (Commenti del deputato Bianconi). C’è il deputato Villarosa, poi le do la parola, deputato Bianconi. Prego, deputato Villarosa.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, ho cinque minuti sul mio emendamento, vero ? Bene, Presidente, questo emendamento ha un significato molto semplice: soppressione.
  Il bail-in è una procedura che, se introduciamo in Italia come principio, ricordiamoci, cari colleghi, che non ce la leviamo più di sopra ! Cioè, noi oggi stiamo partendo con un limite che è di 100 mila euro – ma voi sapete bene che, se il conto è cointestato, in poche parole sarebbero 50 mila euro ! E noi, in poche parole, trasformiamo un depositante, che dovrebbe essere protetto da un articolo del codice civile, Presidente, l'articolo 1834.... Perché l'articolo 1834 parla di deposito sotto forma di danaro – che già in sé ha un vizio secondo me giuridico, ma che ormai, negli anni, è stato accettato un po’ da tutti –, ed è quello che il deposito, nel momento in cui si parla di somma di danaro, diventa proprietà.
  A differenza del classico deposito, che deve essere custodito e restituito nella stessa forma allo scadere dell'eventuale contratto, la banca ne diventa proprietaria. Quindi, noi cosa facciamo ? Mettiamo nel nostro conto corrente 50 mila euro. La banca può prendere quasi la totalità di questi 50 mila euro, in base alla riserva frazionaria, che in Italia è circa dall'1,8 al 3 per cento in base alla tipologia di deposito. Può utilizzare quei soldi. Può guadagnarci. Li prende praticamente allo 0 per cento, perché non ci dà niente in cambio. Quei soldi che noi depositiamo non ricevono un interesse attivo in cambio, ok... ?
  È assurdo che ci sia così poco interesse per un argomento del genere...

  PRESIDENTE. Proceda, deputato Villarosa.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. È triste. No, no, io procedo, però è veramente triste, perché, Presidente, per la prima volta nella storia qualcuno potrà rubare qualcosa che è di mia proprietà ! Potrà rubare qualcosa che, invece, doveva custodire ! Non è mai successo nella storia, ma Pag. 88oggi la banca chiede a me, depositante, di diventare suo socio. Quindi, io divento suo socio, ma divento suo socio solo nel momento in cui la banca perde. Cioè, noi stiamo introducendo questo principio in Italia (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) ! Cioè, tu mi fai diventare socio, ma solo quando devo pagare !
  Ma allora, perché non mi fai diventare socio anche quando distribuisci utili straordinari ? Perché poi è questo il concetto principale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Tu banca non vai sempre in perdita: tu banca guadagni ! Ci sono amministratori che addirittura, dopo scandali bancari – Unicredit, MPS –, hanno preso buonuscite milionarie, nonostante avessero affossato totalmente la propria banca ! Arrivano a darci dei tassi sui prestiti e sulle cessioni del quinto, sui prestiti personali, sulle carte di credito che arrivano, Presidente, al 18 per cento ! Che arrivano al 22 per cento ! Il limite di usura sulle revolving è il 22 per cento, ma ci sono revolving al 21,99 per cento !
  Queste banche hanno la possibilità di dedurre gli interessi passivi fino al 96 per cento ! Il Viceministro Morando, poco tempo fa, ha dato la possibilità di defiscalizzare i crediti in sofferenza non più in cinque anni, ma in un anno: un costo di 2 miliardi e 600 milioni di euro per lo Stato, che abbiamo sempre quando si parla di banche ! Quindi, queste banche che prendono i nostri soldi, ce li danno a tassi altissimi, hanno guadagni impressionanti, buonuscite, provvigioni, comprano derivati, creano i subprime, creano i credit default swap, distruggono un intero mondo – non Paese, mondo...

  PRESIDENTE. La invito a concludere !

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. ... nel momento in cui vanno in crisi, io devo partecipare alle loro crisi ?
  Presidente, noi stiamo introducendo questo concetto in Italia ! Su un deposito che l'articolo 1834 del codice civile dice che deve essere restituito nella stessa specie monetaria ! Il codice civile dice questa cosa e noi stiamo dicendo «no»: se la banca perde, non verrà restituito ! Verrà restituita solo una parte, finché non ripianiamo le perdite delle banche !
  Dovevamo parlarne ogni giorno, Presidente, di questa cosa: ogni giorno ! Il Governo non ha fatto un comunicato stampa dal 2012 ad oggi, neanche un comunicato stampa ! Prendetevi questa responsabilità: noi MoVimento 5 Stelle non ce la prendiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  MAURIZIO BIANCONI. Presidente, chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Il deputato Capezzone ha alzato la mano in tempo: non è stato visto. Lei chiede scusa, ma il deputato Capezzone non parla ! Allora, siccome qui non è che ci sono atti irrevocabili, tutto si può revocare. Siccome anche in diritto amministrativo c’è il principio dell'autotutela, che quando l'ente sbaglia, si autocorregge, io non vedo cosa osti al fatto che all'onorevole Capezzone – che aveva alzato la mano in tempo e che aveva chiesto giustamente la parola – sia data la possibilità di svolgere il suo intervento !
  Anche perché veramente voglio dire, ci tolgono i soldi, ci tolgono ogni cosa, almeno il diritto di parlare lasciatecelo, perché se togliete anche questo e si fa una cosa di questa importanza in cinque minuti perché i padroni vogliono così, almeno lasciatoci sfogare, non dite che non si può neanche parlare.

  PRESIDENTE. Allora, il deputato Capezzone ha tutto il diritto di parlare a titolo personale, ce l'ha certo, può parlare come da Regolamento (commenti del deputato Bianconi), deputato Bianconi, però non mi metto a fare un contraddittorio con lei, abbia pazienza, la prego, lasciamo stare...

Pag. 89

  MAURIZIO BIANCONI. Lei mi piglia in giro !

  PRESIDENTE. Deputato Bianconi, la richiamo all'ordine (Commenti del deputato Bianconi) ! Deputato Bianconi, si contenga ! La richiamo all'ordine.

  MAURIZIO BIANCONI. Lei mi prende in giro !

  PRESIDENTE. Deputato Bianconi, questo comportamento è inaccettabile (Commenti del deputato Bianconi) ! Lasci quest'Aula ! Lasci quest'Aula ! Lei non può esprimersi in questo modo ! Si attenga alle regole !

  MAURIZIO BIANCONI. Lei non mi prende in giro !

  PRESIDENTE. Allora, può lasciare quest'Aula, deputato Bianconi ? La ringrazio.

  MAURIZIO BIANCONI. Lei non mi prende in giro !

  PRESIDENTE. Io non prendo in giro nessuno, applico le regole e le regole sono le stesse per tutti e lei non può esprimersi in questo modo. Utilizzi una modalità civile.

  MAURIZIO BIANCONI. Lei non mi prende in giro !

  PRESIDENTE. Io non prendo in giro nessuno, la prego deputato.

  MAURIZIO BIANCONI. Lei è una scorretta !

  PRESIDENTE. Va bene, allora continuiamo i nostri lavori. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Signora Presidente, naturalmente spendo una parola anch'io e spezzo una lancia affinché l'onorevole Capezzone, presidente della Commissione finanze, possa intervenire dopo di me. Vorrei chiarire bene di cosa stiamo parlando. Stiamo parlando del cosiddetto meccanismo del bail in. Come molti sanno, da quando nel 2008-2009 è scoppiata la crisi finanziaria quasi tutti, in realtà tutti i grandi salvataggi delle banche, escluso Lehman Brothers che è stata fatta fallire, sono stati coperti con soldi dei contribuenti, con soldi pubblici. In Germania hanno speso quasi 200 miliardi per salvare le loro banche, nel Regno Unito circa 80 miliardi, anche in Francia 70-80 miliardi, quelli che abbiamo speso meno di tutti siamo stati noi italiani, che abbiamo soltanto avuto il problema sul Monte dei Paschi senza dovere però ripianare la perdita, abbiamo fatto una obbligazione, tra l'altro a caro prezzo, che è stata restituita, anzi lo Stato ci ha guadagnato. Sapete tutti, perché ne abbiamo tanto discusso, che questa pratica, e tra l'altro il salvataggio a carico delle pubbliche finanze degli istituti bancari in crisi è stata una delle componenti che poi ha fatto spostare la crisi ai debiti sovrani, perché tutti questi paesi, Germania, Francia, Regno Unito e Spagna, hanno aumentato il loro debito pubblico per salvare le loro banche. E questo ha creato problemi a chi ce lo aveva già alto, come noi, perché c’è stata più concorrenza nel piazzare poi i titoli pubblici. Intorno a questa questione c’è stato un accalorato dibattito. A me stupisce sentire oggi in quest'Aula, perché io in quest'Aula l'ho sentito, Presidente, da parte di persone che adesso qui si oppongono al bail in, cioè al fatto che quando una banca fallisce, fallisce non solo a carico delle pubbliche finanze, sento questa critica da parte di chi negli anni passati ha sempre invece criticato i salvataggi bancari a carico del contribuente, a carico dello Stato. Quindi delle due l'una: o siamo per il modello in cui quando la banca fallisce interviene sempre lo Stato, ma è quello che tantissimi anche dei nostri oppositori hanno predicato negli anni passati, oppure la direttiva europea concordata l'anno scorso introduce un meccanismo di fallimento bancario in cui non soffre soltanto lo Stato, il contribuente, ma Pag. 90soffrono anche gli azionisti e degli obbligazionisti, e anche i depositanti sopra i 100 mila euro, come in qualsiasi, peraltro, procedimento di liquidazione coatta o di fallimento bancario che già esiste nella legislazione italiana sulla base di una legge del 1983.
  Ci sono state banche fallite in Italia in cui hanno sofferto gli azionisti, gli obbligazionisti e anche i depositanti sopra i centomila euro perché, come sappiamo, noi abbiamo in Italia (e resterà anche in Europa) un sistema di garanzia dei depositi fino a centomila euro. Anzi, aggiungo una osservazione a quelle che giustamente il relatore Tancredi poco fa ricordava: il nuovo sistema di garanzia dei depositi europeo è mutualizzato. Verrà pagato da tutti gli istituti bancari europei con fondi che vanno in un fondo mutualistico e quindi, in qualche modo, è un istituto di mutualizzazione del rischio ed è forse il primo istituto macrofinanziario di mutualizzazione del rischio e speriamo che non sia l'ultimo perché noi dovremmo a poco a poco costruire altri istituti di mutualizzazione del rischio, ad esempio, del rischio dei debiti sovrani in Europa. Infine, Presidente, mi faccia dire una cosa. Io non voglio fare a quest'Aula, a quest'ora, la lezione sul moltiplicatore dei depositi, però una persona che mette in banca dei soldi sa benissimo che quei soldi non restano lì fermi perché, se li volesse lì fermi, se li terrebbe a casa. La banca quei soldi li movimenta, li fa girare. C’è il sistema della riserva obbligatoria. La banca moderna, il sistema creditizio moderno moltiplica i depositi sulla base del coefficiente di riserva obbligatoria per creare gli impieghi. Quindi, quei soldi non devono stare lì fermi perché, se i soldi stessero lì fermi, quella non sarebbe una banca, sarebbe un deposito in cui tenere fermi i soldi. Invece, l'attività creditizia moderna prende i depositi, li moltiplica, li presta alle imprese, crea un circuito del credito che è regolato dal coefficiente di riserva obbligatoria e dagli altri sistemi sempre più complessi, forse anche troppo complessi di regolazione che ci stiamo inventando in Europa. Scusatemi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Ringraziamo anche il collega Causi per la lezione di economia che ci ha fatto. Lo sappiamo benissimo come funzionano le banche e sappiamo benissimo che le banche funzionano male, troppo male per i cittadini, troppo male (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e questa direttiva va in questo senso e quindi noi dobbiamo cambiare, dobbiamo cercare di cambiare. Partiamo, ad esempio, dalla separazione bancaria. Ebbene, creiamo delle banche che offrano una sicurezza maggiore per i cittadini. In quelle banche i cittadini possono portare i loro soldi con tranquillità senza rischiare che poi eventuali eccedenze sopra i centomila euro possano essere toccate. Che poi qui stiamo facendo passare un principio ed è la cosa più importante: attualmente l'asticella è ferma a centomila euro ma chi ci dice che, in futuro, questa asticella non verrà abbassata ? Ce lo può garantire lei, professor Causi, che questa asticella non verrà mai abbassata ? Ebbene noi dobbiamo essere contro il principio: il bail-in non ci piace e noi dobbiamo rifiutarlo. Se l'Europa ci obbliga ad accettare certe cose, noi dobbiamo dire «no», dobbiamo dire «no» a testa alta. A testa alta, professor Causi. Ebbene, Presidente, il bail-in veramente è una disposizione sconvolgente in quanto va contro la nostra Costituzione che all'articolo 47 prevede che la Repubblica tuteli il risparmio in tutte le sue forme il che vuol dire anche sopra i centomila euro o sopra qualsiasi altra eccedenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

Pag. 91

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie, Presidente. «Sono sicuro che l'euro ci obbligherà a introdurre un nuovo assetto di strumenti di politica economica. È politicamente impossibile proporre ciò ora ma un giorno ci sarà una crisi e nuovi strumenti saranno creati»: questo è quello che dichiarò Romano Prodi il 5 dicembre 2001 al Financial Times (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Già 14 anni fa. Sono questi gli strumenti, il nuovo assetto di strumenti economici che volete introdurre ? È questo che volete fare con una crisi che già sapevate che doveva arrivare, una crisi dovuta all'euro ? Mettere le mani nei risparmi dei cittadini ? Se le banche vogliono giocare alla roulette, portando soldi, facendo pura speculazione finanziaria, siano loro a rimetterci con le loro tasche e non i cittadini italiani con i propri risparmi: questo è assurdo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Allora dividiamo le banche e facciamo le banche commerciali, aiutiamo le banche commerciali e non le banche che speculano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Grazie, Presidente. Colleghi, vorrei mettere ordine nel discorso perché mi sembra proprio di non aver sentito bene fino in fondo.
  Qui si sta parlando di una banca a cui io impresa, io cittadino, vado a dare tutti i risparmi in custodia; dopo di che questa banca fa come pare a lei, senza alcun controllo, specula con i miei risparmi e succede qualcosa sulla base del quale questa banca fallisce, qualcosa di imponderabile, perché non c’è limite al rischio cui un correntista va incontro, dopodiché si applicano due metodologie: o il bail-out, vale a dire che i soldi ce li deve rimettere lo Stato, o il bail-in, vale a dire che ce li deve rimettere direttamente il correntista. Vorrei sapere da quest'Aula sulla base di quale principio logico, a questo punto, una banca dovrebbe lavorare bene ! Qual è l'incentivo che diamo alle banche per lavorare adeguatamente con i nostri denari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ?

  PAOLO TANCREDI, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI, Relatore. Grazie, Presidente. Nel rispetto naturalmente delle opinioni di tutti, quello che è bene chiarire è che il meccanismo dei 100 mila euro e della garanzia dei conti correnti sotto i 100 mila euro è vigente in Italia da più di vent'anni. È nel Testo unico bancario, molto chiaramente, e, ahimè, sono già fallite delle banche e, ahimè, sono già state prelevate somme sui depositi sopra i 100 mila euro. Quindi, rispetto le opinioni di tutti però non si può dire che stiamo introducendo questa cosa, perché nell'ordinamento italiano, come d'altronde è ben spiegato nel dettaglio preparato dal Servizio studi e messo a disposizione di tutti noi, questa cosa c’è già. Anzi, le devo dire che, grazie all'introduzione della direttiva n. 2014/49/UE, di cui all'articolo precedente, l'articolo 7, c’è una tutela verso i depositanti ancora maggiore, perché si introducono quei meccanismi sulle società di garanzia dei depositi che, fino ad oggi, non c'erano e che, quindi, tutelano la banca da fallimenti improvvisi. Da questo punto di vista non credo che si possa contraddire questa che è una realtà su tabula.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Presidente, banche, banche, banche, banche, banche, quando si parla di banche vi esaltate e mettete in forza tutto quello che potete fare per difenderle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Se aveste difeso così le piccole e medie imprese non ci sarebbe stata una piccola e media Pag. 92impresa che falliva in Italia, ma purtroppo vi preoccupate solo dei fallimenti delle banche e ore ci spieghiamo anche perché, il 7 agosto 2014, quando abbiamo presentato al ministro Padoan la proposta qui in Aula di evitare qualsiasi prelievo forzoso il Ministro Padoan ci ha guardato storto e non l'ha nemmeno accettata, perché per voi sono sempre più importanti le banche rispetto ai cittadini. Fate schifo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. È possibile evitare di usare questa espressioni, deputato Sorial ?
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, signora Presidente. Io ho grande stima – ho avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo – del collega Causi, però ogni tanto il collega Causi compie l'errore di rivolgersi ad una platea terrena come se parlasse all'Iperuranio, perché, quando il collega Causi dice che non c’è problema, perché stiamo parlando dell'eventualità che una banca stia fallendo, e se so che la mia banca sta fallendo prendo i soldi prima che me li tirino via loro, dimentica che viviamo in un mondo in cui la sera prima – la sera prima, signora Presidente ! – del più grande crack finanziario, da cui è poi è emersa quella crisi internazionale dalla quale ancora non siamo usciti, Lehman Brothers era quotata dalle principali agenzie di rating internazionali con la tripla «A». Allora, se i grandi investitori internazionali non sono stati in grado, otto ore prima, di sapere che la più grande banca di investimenti stava per fallire, come può la mitica signora Maria di Voghera immaginare che, di qui ai prossimi tre mesi o tre anni, la banca nella quale ha sapientemente e giudiziosamente accantonato i propri risparmi lungo il corso di una vita può essere messa in condizione di sottrarle i propri soldi per andare a copertura di quella banca ?
  E, allora, un consiglio solo, onorevole Presidente: siccome questo Parlamento ha avuto più volte la dimostrazione di essere a legittimità limitata, perché troppo spesso è avvenuto e sta avvenendo che le norme, che vengono approvate con una certa fretta da questo Parlamento, poi vengono puntualmente bacchettate e cancellate da qualche altro ordine dello Stato e riferendomi esplicitamente alla circostanza che, nel corso delle settimane passate, la Corte ha per esempio delegato la validità delle normative che questa Aula si era voluta dare in materia di limitazione delle cosiddette pensioni d'oro, in materia di blocco all'incremento degli stipendi pubblici, in materia di blocco all'adeguamento automatico delle pensioni, vi siete premurati di verificare che la Corte domani (e il domani succederà tra qualche anno, quando poi sul Governo si rivarranno tutti i numeri accumulati della mancata applicazione di quello che avrebbe dovuto essere una corretta interpretazione di legge) ci dirà che stiamo facendo un sopruso ai danni dei correntisti, dicendogli che le loro banche gli possono portare via i quattrini dall'oggi all'indomani ?
  E concludo, se come dice il relatore Tancredi questa norma fosse davvero ultronea perché già prevista dalla normativa, sarebbe una cosa semplicissima, perché basterebbe espungere dal provvedimento in discussione questo argomento già trattato dalla normativa in vigore (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Per richiamare l'attenzione dei colleghi su questa norma, più che altro per far riflettere come non sia per nulla giustificabile un voto da parte vostra che accondiscende al fatto che chi è correntista possa, senza aver alcun tipo di controllo sull'istituto bancario al quale ha affidato i propri risparmi e quindi anche senza poter partecipare all'utile che quell'istituto creditizio produce, può invece vedere perso in una sola notte tutti i Pag. 93propri risparmi e concorrere al fallimento dell'istituto. Questa è una responsabilità molto importante che voi vi state assumendo e, soprattutto, non è giustificabile, come ha fatto il collega onorevole Tancredi, sostenere che è già previsto nel nostro ordinamento italiano. Non lo è ! Non lo è di fatto perché è su base volontaria e affermare questo è tra l'altro in contrasto con la realtà oggettiva perché significherebbe non adottare questa decisione europea. Questa è una responsabilità grave che voi vi state assumendo, soprattutto per la discrasia di non poter andare a verificare i conti della banca, le performance della banca e soprattutto non poter accedere agli utili, ma invece essere obbligati per legge a compartecipare alle perdite dell'istituto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Stiamo discutendo di questa misura denominata bail-in, che sembra quasi una parola genovese che ci viene in mente per quanto sia stupida come applicazione. In pratica, quando una banca è in difficoltà va a prendere i soldi all'interno di un conto corrente di una persona che ha messo lì questi soldi come un deposito. Allora, per quale motivo questa stessa persona che mette i soldi all'interno di una banca non può partecipare agli utili di questa banca ? (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle) Il motivo qual è ? È molto semplice, perché questa è la vostra visione del mondo bancario, la stessa che avete applicato con il Monte dei Paschi di Siena, la vostra Banca, caro PD ! La vostra banca, quella che ha avuto la più grande ricapitalizzazione della storia di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle) ! Avete bruciato 15 miliardi di euro dei piccoli azionisti, che ancora se li piangono e 3 miliardi ve li ha dati questo Stato ! Il motivo qual è per cui voi state difendendo strenuamente queste banche ? Difendete il falso in bilancio, gente che avete protetto come Mussari, gente che avete messo all'organismo bancario nazionale a difendere le banche, gente che non sapeva fare neanche un bonifico per sua stessa ammissione !
  Se questo meccanismo già esiste, per quale motivo non sopprimiamo questo articolo ? C’è già ! Se non sto dicendo nulla di nuovo, votate a favore della soppressione di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signora Presidente, intervengo anche io per esortare i colleghi a votare per la soppressione di questo articolo perché è ovvio che voi siete qui in qualche modo per difendere le banche. Perché avere dei lobbisti da incontrare nelle sale, da fare accomodare in questi edifici, quando in realtà è molto più facile avere gli emissari di quei poteri forti direttamente in Aula ?
  Bene, Presidente, è ingiusto non soltanto questo provvedimento, ma anche il fatto che dei semplici cittadini che oggi sono qui mentre si discute questo provvedimento sono informati di quello che questo provvedimento avrà come conseguenze, mentre gli altri italiani, 60 milioni di italiani, di piccoli risparmiatori, che sono già alla canna del gas, di queste informazioni non hanno nulla e questo è scandaloso ed è una vostra colpa, non responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Villarosa 8.9 e Occhiuto 8.19, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 94

  Tidei. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  406   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  253.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 8.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, svolgerò a tappe, nei tre interventi relativi ai tre emendamenti che ho presentato, il ragionamento che intendevo svolgere prima e, ovviamente, comincio con il chiedere il voto favorevole a questo emendamento.
  Ma desidero utilizzare due minuti, signora Presidente e sono sicuro che lei non me ne vorrà per raccontare a lei chi sia Maurizio Bianconi e cos’è quella libertà di parola per la quale qualcuno, come è accaduto poco fa, può appassionarsi così tanto. Vede, signora Presidente, lei sa forse il rispetto che io ho per questa istituzione e per chi la presiede. Ecco, la passione che Maurizio Bianconi ha per la libertà, per la libertà di parola e per la libertà delle idee, è qualcosa, signora Presidente, che io mi permetto di augurare a Lei e a me di conservare per i prossimi 50 anni. Desidero, signora Presidente, raccontare a lei e a tanti colleghi che forse non lo sanno – forse a lui non farà neppure piacere – un episodio della vita di Maurizio Bianconi che risale agli anni in cui forse non ero nemmeno nato. Maurizio Bianconi era membro del consiglio provinciale di Arezzo, alcuni ritenevano che il «fascista» Bianconi non potesse avere diritto di parola e qualcuno ritenne che il «fascista» Bianconi dovesse essere preso di peso e gettato da una finestra. Maurizio Bianconi trascorse 9 mesi della sua vita in ospedale, qualcuno di questi lottando tra la vita e la morte.
  Allora vede, signora Presidente, tanti di noi – io sono tra questi per ragioni anagrafiche – non abbiamo dovuto sopportare queste prove. Accade, però, che qualcuno con i suoi splendidi 70 anni e con questa meravigliosa storia, che farebbe l'onore di ognuna e ognuno di noi (fascisti, comunisti, democristiani o radicali e liberali, come me), quando viene tolta la possibilità di parola e quando una Presidente della Camera, che rispettiamo, dice a un deputato «tranquillo puoi comunque parlare in dissenso», confondendo la briciola di intervento di un minuto con un ragionamento che si può fare, accade che qualcuno che ha passione per la libertà reagisca così.
  Signora Presidente, io auguro a lei, a me e a tutti i colleghi fascisti, comunisti, radicali, liberali, eccetera di avere a settant'anni la metà della passione che ha questo vecchio leone che lei ha sbagliato ad espellere dall'Aula, signora Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non vuole intervenire sul suo ? Pensavo fosse una dichiarazione di voto sul suo emendamento. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 8.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzana, Locatelli, D'Incà, Moretto, Morani, Di Lello, Carfagna...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  407   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  145    
    Hanno votato no  262.    

Pag. 95

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 8.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  390   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  132    
    Hanno votato no  258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Rotta e il deputato Catalano hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 8.57.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, quindi i pareri del Governo e della maggioranza sono contrari ad escludere i depositanti dalla procedura di bail in, quindi voi siete contrari a mantenere comunque la struttura del bail in però escludendo i depositanti che, secondo la Costituzione, secondo il Testo unico bancario e secondo il codice civile dovrebbero avere per intero restituito il loro deposito. Noi con questo emendamento stiamo semplicemente chiedendo che il depositante venga escluso dalla procedura di bail in. Ma voi sapete chi curerà questa procedura di bail in ? Perché magari dobbiamo informare anche la Presidenza, i cittadini, gli altri colleghi dell'Aula. La procedura verrà curata da un'autorità di risoluzione, questa autorità di risoluzione ancora oggi non si capisce per quante parti sarà pubblica e per quante parti sarà privata. Ma non solo, cosa potrà fare questa autorità di risoluzione privata ? L'autorità di risoluzione privata in circostanze eccezionali può escludere integralmente o parzialmente talune passività, quindi noi stiamo dando la possibilità a un'autorità di risoluzione privata di decidere se quella passività va bene, quella non va bene, quella va bene, quella così così, quella a metà, cioè noi abbiamo, Presidente, un sistema bancario che ha un'autorità che lo controlla che è proprietà delle stesse banche che deve controllare e su questo non ci sono dubbi.
  Spesso e volentieri in quest'aula cosa si è detto, Presidente, prendendo in giro i cittadini italiani che noi non dovremmo prendere in giro ? Spesso e volentieri si è detto che se anche queste banche private hanno la proprietà delle azioni della banca centrale che le deve controllare, queste banche private non avrebbero nessun potere. Lo sa, Presidente, dove sta la fregatura ? Sta all'interno dello statuto di Banca d'Italia, perché all'interno dello statuto di Banca d'Italia, si viene a sapere che il consiglio superiore di Banca d'Italia, quindi un organo principale di Banca d'Italia, è nominato nella quasi totalità delle banche private azionarie e indica al presidente del Consiglio chi deve essere il Governatore della Banca d'Italia. Quindi, questi azionisti privati di una banca pubblica e di interesse pubblico, gli azionisti privati della nostra banca che li dovrebbe controllare, possono decidere chi è il Governatore della Banca d'Italia. Ma non solo, possono anche decidere, leggetevi lo statuto, cari colleghi, che stipendio deve avere il Governatore della Banca d'Italia, che è ben superiore, molto, molto più alto del limite che per legge deve essere paragonato al giudice della Corte di cassazione. Quindi, ricapitolando, noi abbiamo già un sistema che fa acqua da tutte le parti perché il controllore controlla il controllato ma ormai in Italia questa cosa sembra la normalità.
  Le banche private che decidono il Governatore e che stipendio devono avere lui, il direttore generale e i vicedirettori generali Pag. 96che sono più alti di 495 mila euro l'anno. 495 mila euro l'anno lo stipendio del Governatore di Banca d'Italia che poi cosa dovrà fare, creerà un'autorità di risoluzione formata da Banca d'Italia, che abbiamo capito come è formata, più un altro ente privato, che potrà decidere se alcune passività vanno bene e alcune passività vanno male.
  Dico, non c’è niente da dire, Presidente. Non c’è niente da dire.

  PRESIDENTE. Se ha finito il suo intervento, allora c’è qualcun altro che deve parlare ?

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, l'unica cosa da dire è che state prendendo in giro i cittadini italiani. Questa è l'unica cosa.

  PRESIDENTE. Va bene, la ringrazio. Allora, non so a chi lei si stia riferendo ed in ogni caso è affar suo. (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, ha chiesto di intervenire il deputato Occhiuto, prego.

  ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, signora Presidente. Intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia a questo emendamento perché nella sostanza vuol produrre gli stessi effetti del nostro emendamento abrogativo dell'articolo 8 escludendo in questo caso non tanto i depositanti dalla chiusura del bail in quindi dando la possibilità del prelievo forzoso. Ne approfitto però anche per segnalare all'Aula anche un effetto indiretto che questa procedura, il prelievo forzoso sui depositi oltre 100 mila euro, potrebbe produrre sul sistema bancario. Allora, quando sarà operativa questa legge, potrebbe accadere che i depositanti con depositi superiori a 100 mila euro siano indotti a scegliere la banca che ha il coefficiente di patrimonializzazione più alto, il core tier più alto, a danno invece delle banche che sono in una condizione di maggiore difficoltà e che quindi per effetto di questo provvedimento potrebbero aggravare le loro difficoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 18,45)

  ROBERTO OCCHIUTO. Ora, noi stiamo rischiando di produrre degli effetti esattamente opposti rispetto a quelli che la direttiva dovrebbe produrre stabilizzando appunto il sistema bancario. Allora, attenzione perché liquidare in maniera così leggera un provvedimento che può produrre effetti così importanti sul sistema bancario può essere pericoloso non per i depositanti ma per il complesso del sistema bancario italiano.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Occhiuto. Ha chiesto di intervenire il presidente Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, Presidente. Ho sentito dire, ancora una volta, che noi avremmo fatto grandi regali alle banche, dando loro titolarità nella proprietà delle azioni della Banca d'Italia, e che adesso potrebbero anche nominare il governatore della banca.
  Casualmente, mi trovavo sotto mano lo statuto della Banca d'Italia, che all'articolo 18 recita letteralmente: «La nomina del Governatore, il rinnovo del suo mandato e la revoca nei casi previsti dall'articolo 14.2 dello statuto del SEBC, sono disposti con decreto del Presidente della Repubblica...

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Su indicazione ?

  ROCCO BUTTIGLIONE. ...su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore». E non volete neanche sentire il suo parere ? Dà il suo parere, ma non decide.
  Ho sentito, poi, anche che molti si domandavano: perché in caso di default – di dissesto, pardon – di una banca i depositanti sono chiamati a pagare, mentre non ricevono i profitti della banca, non ricevono i dividendi della banca ? Il correntista legalmente è un creditore della banca. Quando la banca va a fondo, tutti Pag. 97i creditori – non solo i correntisti, tutti i creditori – sono chiamati a subire una perdita, per il banale motivo che non c’è più nessuno che gli possa dare i loro soldi. Chi glieli dà ? Lo Stato assicura fino a 100 mila euro, e va bene. Dobbiamo assicurare anche oltre i 100 mila euro ? Se Agnelli – Elkann adesso – ha un deposito di 30 milioni di euro in una banca, noi dovremmo assicurare anche i 30 milioni di Agnelli ? Non vi pare un po’ esagerato ? È in contrasto con la preoccupazione di difendere i poveri (Applausi del deputato Tancredi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Presidente, è vero che con questo pacchetto di direttive ma anche con il precedente, cioè con le direttive cosiddette «CRD4», i cui decreti legislativi sono stati approvati da questo Parlamento non più tardi di qualche settimana fa, si sta realizzando un forte aumento dei poteri dell'Autorità di vigilanza. Mi stupisce che sia considerato in modo negativo il fatto che l'Autorità di vigilanza abbia più potere. Per esempio – e lo sanno i colleghi della Commissione finanze, perché l'abbiamo esaminato in sede di parere parlamentare –, con queste nuove regolamentazioni europee la Banca d'Italia in Italia ha molti più poteri per intervenire anche sui board delle banche, per intervenire con sanzioni, multe e penalità che possono anche prevedere la sostituzione dei consigli d'amministrazione, una cosa peraltro che non avveniva in passato. In passato, di fronte a crisi bancarie o a banche male gestite in Italia, la Banca d'Italia aveva soltanto la moral suasion per fare cambiare il consiglio d'amministrazione.
  In più c’è un secondo punto: ci saranno non solo un'Autorità di vigilanza italiana ma un'Autorità di vigilanza europea e, quindi, un meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie di cui faranno parte tutte quante le banche centrali, coordinate dalla Banca centrale europea. Quindi, stiamo parlando dell'unione bancaria, stiamo parlando della costruzione dell'unione bancaria. Quindi, questo garantisce molto di più i creditori della banche e i depositanti delle banche.
  Sapete anche che in questo processo stiamo aumentando tutti quanti i coefficienti per evitare che le banche assumano troppi rischi patrimoniali. Qui in Italia stiamo parlando soprattutto di banche commerciali e non di banche di investimento.
  Infine, Presidente, mi lasci dire che io sono molto contento di sapere che in questo Parlamento e nel gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle ci siano tante persone che hanno così tanti amici con un deposito di conto corrente superiore ai 100 mila euro. Sono soddisfatto e contento per loro (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). È probabile, visto che è molto inusuale tenere su un conto corrente di deposito più di 100 mila euro, che essi, preoccupati dalla crisi greca, abbiano liquidato tutti i titoli e si siano tenuti, in questi giorni, in posizioni liquide e forse stanno facendo bene.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Presidente, sono veramente stupefatto non solo dalla direttiva che stiamo recependo, ma anche dalle cose che ha appena detto il professor Causi. In pratica, ci sta accusando di avere amici che hanno più di 100 mila euro e noi stiamo facendo questa battaglia per tutelare i nostri amici ? Ma il professor Causi veramente che cosa sta dicendo ? Ma che cosa sta dicendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Noi siamo contro il principio, siamo contro il principio ! Adesso, come ho detto prima, viene fissata un'asticella a 100 mila euro e domani sarà molto facile abbassare questa asticella a importi molto più bassi. E poi la legge è incostituzionale, non esiste che certi risparmiatori siano seguiti in un certo modo e, invece, altri in un altro. È incostituzionale ! La Costituzione, ve lo ricordo, dice che la Repubblica deve tutelare Pag. 98il risparmio in tutte le sue forme, tutte le sue forme, e io non ho amici che hanno più di 100 mila euro in banca. Grazie, professor Causi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Grazie. Anche questa volta, vediamo sempre le realtà dall'altro punto di vista, perché qualcuno ha detto: «no, perché se la banca fallisce, chiaramente, essendo io correntista-creditore della banca, a quel punto arrivederci e grazie, il mio credito svanisce nel nulla».
  Quindi, ricapitolando: se io sono un'impresa che ha un debito nei confronti della banca e la mia impresa fallisce, io mi piango la mia impresa e tutti i miei guai (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); se, però, sono creditore della banca e la banca fallisce, arraffa tutto quello che deve arraffare e arrivederci e grazie. È questa l'unione bancaria che stiamo creando ? Grazie, ma di questa Europa ce ne facciamo veramente poco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dall'Osso; prendo atto che vi rinunzia.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Presidente, anche perché viene strano essere accusati di essere amici di quelli che hanno più di 100 mila euro in banca. Innanzitutto, è difficile, tagliandosi lo stipendio, differentemente da quello che fate voi, avere più di 100 mila euro in banca. Chiaramente, con questi soldi andiamo a dare dei finanziamenti a delle piccole e medie imprese. Ci sono tante piccole e medie imprese, caro deputato del Partito Democratico, che hanno più di 100 mila euro in banca; quindi, quelle sì che sono amiche e noi anche quelle piccole e medie imprese vogliamo tutelare.
  Non soltanto Carlo De Benedetti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che è l'unico imprenditore che voi conoscete, che andate a tutelare con il Monte dei Paschi di Siena, al quale avete regalato migliaia e milioni di euro per sollevare in piedi un'azienda come Sorgenia, che era un'azienda fallita.
  Vogliamo parlare di questo ? Di come è difficile per le piccole imprese arrivare ad avere del credito e, invece, voi a De Benedetti, con il Monte dei Paschi di Siena, gli date tutti i soldi che vuole ? Parliamo di questo, caro Causi, oppure no ? Parliamo di chi vi finanzia le campagne elettorali ? Parliamo di questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Invito i colleghi a rivolgersi alla Presidenza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Per ribadire che qui non è una questione di difendere o meno persone che si conoscono o non si conoscono con depositi in banca superiori ai 100 mila, onorevole Causi. Questa è una battaglia di principio, come è stato testé ricordato, in cui vi sono due pesi e due misure per cittadini che hanno o non hanno soglie di risparmio sopra o sotto i 100 mila euro.
  In secondo luogo, qui noi abbiamo il compito e il dovere morale di denunciare quello che è, in realtà, un pezzettino del progetto di revisione della finanza, quantomeno europea, in cui non deve essere ammesso che nel sistema bancario vi siano i correntisti con più di 100 mila euro in conto, con il fine di spingerli il più possibile a investire nella finanza, di non avere risparmi liquidi, magari per poterli reinvestire, in un momento di difficoltà economica, come adesso, nell'impresa che ha fatto generare quei risparmi; quello che ha fatto stare, bene o male, a galla il Pag. 99nostro tessuto economico produttivo, fatto di piccoli imprenditori che, negli anni, hanno fatto le formiche, hanno risparmiato e che ora si stanno mangiando tutto.
  E voi vorreste, anche con questa norma, fare in modo che tutto ciò non sia più possibile e porre tutto sotto il controllo diretto della finanza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti; prendo atto che vi rinunzia.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Maio; prendo atto che vi rinunzia.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 8.57, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gribaudo, Borghesi, Segoni, Bordo, Mantero, Busto, Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  409   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 153    
    Hanno votato
no  256).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 8.51.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signor Presidente Baldelli, intervengo davvero molto brevemente: in tre minuti una piccola riflessione di merito. Mi rivolgo al rappresentante del Governo, al sottosegretario Gozi, alle colleghe ed ai colleghi di ogni appartenenza politica. In Commissione finanze sanno che, pure essendo io un rappresentante della minoranza dell'opposizione – anzi, vorrei dire, proprio essendo io un rappresentante della minoranza dell'opposizione –, tento e cerco sempre di avere un approccio non fazioso, ma un approccio fattuale, sapendo che chi è oggi al Governo può essere domani opposizione e chi è oggi opposizione, se ha testa sulle spalle, deve comportarsi come se fosse al Governo e come se avesse responsabilità di Governo, perché gridare è facile.
  Però io vorrei svolgere un ragionamento che va al di là di questo specifico momento. In primo luogo, che Europa vogliamo ? In secondo luogo, che cosa vogliamo fare noi in Italia, maggioranza e opposizione, per cercare di ridurre la distanza della politica rispetto ai cittadini ? Signori, usciamo da qui per fermare il disprezzo, che monta, della gente nei confronti della politica e che oggi colpirà voi al Governo, con una velocità molto maggiore di quella che potevate immaginare alcuni mesi fa, e che domani potrebbe colpire altri, quelli che magari oggi agitano le piazze. Allora, fermiamoci un momento: cuore caldo, ma testa fredda.
  In primo luogo, che Europa vogliamo ? Abbiamo sentito prima un dibattito, in cui ciascuno ha espresso le sue ragioni. Ci sono quelli che legittimamente difendono sempre e comunque l'Europa; ci sono altri che altrettanto legittimamente criticano sempre l'Europa; ci sono altri – io mi pongo umilmente in questa terza categoria – che hanno grandi ideali europeisti, ma sono fortemente critici di quest'Europa e delle attuali regole.
  Ma, difensori di quest'Europa, signor sottosegretario – sa quanto io la rispetti –, signori della maggioranza, come potete non porvi il problema – purtroppo, sia chiaro, non se lo sono posti anche altri Governi di altro segno politico in altro momento – di una direttiva così importante, nella fase ascendente, della quale non si è mai discusso ? Parliamoci chiaro ! Si tratta di un'Europa in cui le procedure sono costantemente a-democratiche (alfa privativa), ovvero calano e arrivano queste cose. Poi logicamente io capisco il sottosegretario Pag. 100che dice: ragazzi, questa roba va approvata, parere contrario o parere contrario. Ma vogliamo ragionare un momento su quello che rischia di compromettersi per sempre nel rapporto tra la speranza europea e i cittadini, ogni volta che i cittadini sono chiamati a votare ? Vedremo la Grecia. Io non sono per nessuna ragione un fan di Tsipras e non lo divento oggi d'occasione, come fanno altri. Me ne guardo bene: quel palco di Tsipras, sarà per così dire, talmente pieno, che rischia di danneggiare pure le idee di Tsipras, quindi lasciamo perdere. Ma parlo anche per chi ha opinioni come le vostre. Significa non comprendere che direttive come questa, non discusse, minano il rapporto tra cittadino e Europa.
  E vengo al secondo aspetto: per l'Italia è devastante; in quest'Aula, maggioranza e opposizione, favorevoli e contrari in modo mescolato. Abbiamo discusso per mesi dell'Italicum, chi era favorevole e chi era contrario. Abbiamo discusso per mesi di dove andava posta la soglia di sbarramento, se il premio doveva essere alla coalizione o al partito e altre cose del genere che interessano agli abitanti del Palazzo. Dopodiché arriva una cosa che riguarda le banche, i conti correnti, i risparmi dei cittadini e la liquidiamo in un pomeriggio ! Questo vale per noi, ma vale per l'agenda mediatica. Lo dico con orgoglio a noi che siamo anche migliori di una certa agenda mediatica, perché pure quella ha preferito quattro mesi di Italicum piuttosto che le banche.
  Quando poi, Dio non voglia, tra un anno, due anni, tre anni, scoppiasse una bomba di questo tipo, un fallimento bancario, allora avremmo gli stessi editorialisti, che hanno taciuto, che farebbero la morale. Ma anche noi stessi, che abbiamo taciuto per mesi e che parliamo solo oggi frettolosamente, dovremo a quel punto fare autocritica.
  Allora, io ho presentato tre emendamenti – e chiudo – volontariamente minimali, perché so che il problema è complesso. Io sono contrario a questo bail-in e alla possibilità che siano travolti i cittadini e, da liberale, sono anche contrario ai vecchi bail-out, in cui a pagare è lo Stato e sono, comunque, quindi, i cittadini a pagare.
  So che le soluzioni sono complesse, ma almeno occorre, numero uno – l'emendamento che avete prima bocciato –, provare il più possibile a tutelare i cittadini, numero due – l'emendamento che va ora al voto –, obbligare la Banca d'Italia a riferirci prima delle situazioni critiche e dei provvedimenti che prende e che possano impattare sui cittadini, numero tre – l'emendamento più importante, che verrà dopo e chiudo davvero, signor Presidente, in venti secondi –, fare una grande campagna di informazione ai cittadini. Quanti soldi i Governi di destra e di sinistra hanno buttato per le pubblicità progresso ? Quanti soldi buttiamo per il servizio pubblico della RAI, per programmi che parlano di ricette e non, invece, per informare i cittadini di queste cose ?
  Discutiamone – e chiudo –, perché, altrimenti, potrete dire a qualcuno che è un populista...

  PRESIDENTE. La ringrazio.

  DANIELE CAPEZZONE. ...ma peggio dei populisti ci sono solo gli europeisti ciechi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Noi voteremo favorevolmente, perché almeno informare l'Aula o la Commissione competente di quello che accade in queste operazioni di bail-in credo sia il minimo.
  Ma intervengo principalmente per dire due cose. La prima: smettiamola di dire che il limite è 100 mila euro, perché sui conti cointestati – ve lo ripeto – è di 50 mila euro. E vi chiedo di non venirci a dire che, essendo un conto cointestato, si possono dividere i conti. Ma perché i cittadini dovrebbero essere obbligati a dividere i conti, se probabilmente, mettendo 100 mila euro, possono ottenere quel minimo Pag. 101di interesse che la banca di solito non dà ? Quindi, parliamoci chiaro, già oggi il limite è di 50 mila euro. Investor Compensation Fund in Bundesbank sta già ragionando, come vi ho detto, di portarlo a 30 mila euro.
  Buttiglione, collega... è uscito, non c’è, ma, Presidente, se per...

  PRESIDENTE. C’è, c’è, onorevole Villarosa. Non è visibile da lì, ma c’è.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Per il collega indicare il nome del governatore della Banca d'Italia al Presidente del Consiglio – la informo che il nome indicato è sempre stato accettato – e poter decidere lo stipendio del governatore – questo non lo ha ripetuto, però –, del direttore e dei vicedirettori per lei probabilmente non sarà conflitto di interessi, ma lei era qui e questo Paese è dov’è anche per colpa sua e per questo modo di ragionare, caro collega (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Villarosa, il dibattito è stato molto sereno, però ricordo ai colleghi di rivolgersi alla Presidenza, altrimenti diventa un dibattito a due.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Presidente, innanzitutto, per quello che ha detto il mio amico presidente Capezzone, è vero, probabilmente a volte affrettiamo il recepimento di normative europee, che ci arrivano un po’ anche con l'angoscia e il rincorrersi dei contenziosi. Però nostra responsabilità – dico all'amico Capezzone – spesso è anche quella di non guardare assolutamente i provvedimenti in fase ascendente. Noi li ignoriamo spesso. Lo dico per primo, ma spesso è un vizio di questo Parlamento.
  Dopodiché non mi piace ripetermi, però, visto che sono stato accusato di aver detto un'inesattezza, devo leggere una parte dell'articolo 96-bis del decreto legislativo n. 385 del 1993, cioè il Testo unico in materia bancaria. All'articolo 96-bis si dice: «I sistemi di garanzia effettuano i rimborsi nei casi di liquidazione coatta amministrativa delle banche autorizzate in Italia». Al comma 5 dello stesso articolo del Testo unico bancario si dice: «Il limite di rimborso per ciascun depositante è pari a 100 mila euro. La Banca d'Italia aggiorna tale limite» – quindi, la possibilità che venga aggiornato c’è anche oggi nel testo vigente – «per adeguarlo alle eventuali variazioni apportate dalla Commissione europea in funzione del tasso di inflazione».
  Dopodiché, c’è anche la norma dei venti giorni che aveva già letto Causi. Insomma, chi vuole, magari può leggerlo e vedere che non tutte, ma parecchie norme contenute nella direttiva sono oggi già incardinate pienamente nel nostro ordinamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbanti, con la preghiera, però, per chi intende intervenire, di prenotarsi un po’ prima dell'indizione della votazione. Prego. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Ha ragione Presidente, mi scusi, ma volevo essere sicuro di quello che stavo per dire. Ho sentito dire del livello di copertura dei conti cointestati. Bene, leggo quanto c’è scritto sul fondo di garanzia di tutela dei depositi (quindi, fonte ufficiale): nel caso di deposito cointestato, il fondo interbancario di tutela dei depositanti concede la garanzia di 100 mila euro per ciascun depositante, ovviamente a condizione che i depositanti titolari del conto cointestato non possiedano altri conti correnti presso lo stesso istituto. Quindi, se il conto cointestato ammonta a 100 mila euro ed i cointestatari sono due, a ciascun cointestatario spettano 50 mila euro. Se il conto cointestato ammonta a 300 mila euro, ed i cointestatari sono sempre due, a ciascun cointestatario spettano 100 mila euro. Quindi, il limite, ripeto, è 100 mila euro per ogni cointestatario. Grazie.

Pag. 102

  PRESIDENTE. La ringrazio.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, onorevole Presidente. Io spero di non annoiare troppo l'Aula, ma, avendo casualmente conseguito la laurea in economia e commercio, discutendo una tesi in materia di liquidazione coatta amministrativa, mi corre l'obbligo di correggere parzialmente l'informazione un po’ maliziosamente errata che ci ha trasmesso il relatore Tancredi. Perché, la liquidazione coatta amministrativa, istituto previsto dal regio decreto del 1936, che ha istituito la norma bancaria, si occupa di tutelare, almeno in minima forma, il correntista in caso di fallimento completo della banca, e dice sostanzialmente che, quando la banca fallisce e non ha la possibilità di risarcire in alcun modo i propri correntisti, la Banca d'Italia interviene e rifonde il correntista che si è trovato improvvisamente privo di ogni avere fino al limite di 100 mila euro.
  Quindi, è un'operazione di disponibilità positiva e propositiva da parte della Banca d'Italia a tutela del correntista. Qui, nella norma che voi state applicando in ossequio alle disposizioni comunitarie, il rapporto è totalmente invertito ! Qui stiamo dicendo che il correntista ab origine è chiamato a partecipare, per tutto ciò che eccede i 100 mila euro a copertura dei danni che ha fatto la banca ! Cioè, è il rapporto totalmente contrario !
  Mettere insieme una norma di tutela dei beni del correntista prevista...

  PRESIDENTE. Grazie, concluda !

  MASSIMO ENRICO CORSARO. ... dall'istituzione della liquidazione coatta amministrativa con la porcata voluta dall'Europa per andare a coprire, con i beni dei singoli, gli interessi delle banche è veramente il massimo del sopruso ed il massimo della truffa culturale...

  PRESIDENTE. La ringrazio !

  MASSIMO ENRICO CORSARO. ... che state cercando di perpetrare in quest'Aula (Applausi di deputati del gruppo Misto) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 8.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Santanchè, Marchi, Latronico, Borghesi, Fucci, Molteni, Ciracì, Segoni, Vignali, Culotta, Bragantini...Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  405   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 154    
    Hanno votato
no  251).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Laffranco 8.53.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Laffranco. Ne ha facoltà.

  PIETRO LAFFRANCO. Sì, Presidente. Pur stigmatizzando l'atteggiamento del Governo, che, di fatto, ha dato parere negativo su tutti gli emendamenti, e senza entrare nel merito di questo emendamento, io intendo ritirarlo, verificando la possibilità di presentare un ordine del giorno affinché, almeno nei decreti attuativi della delega, si trovi qualche soluzione.
  Diciamo una sorta di formula della riduzione del danno su una vicenda particolarmente, diciamo delicata, anche per i contenuti della discussione che abbiamo ascoltato. Quindi, vorrei capire se esistono possibilità in questo senso.

Pag. 103

  PRESIDENTE. La ringrazio. Il Governo intende intervenire su questo ? Onorevole Laffranco, lei intende ritirarlo, quindi lo considero ritirato, perfetto.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 8.58.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà. Chiedo ai colleghi di prendere posto, per cortesia.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Poco fa, anche con il relatore, mi stavo confrontando sul fatto se esiste o non esiste, poi mi è venuta in mente una cosa, me ne ero dimenticato. Mi sono ricordato dell'audizione di Visco, dell'audizione del Governatore della Banca d'Italia, quindi chi meglio di lui ci può levare questo dubbio ? Visco, ha sottolineato durante l'audizione che questo nuovo meccanismo rappresenta un ulteriore ed essenziale tassello nel processo di costruzione dell'unione bancaria. Alla luce delle nuove norme europee, nuove norme europee, sulla gestione della crisi le banche dovranno adottare un approccio nei confronti della clientela coerente con il cambiamento fondamentale apportando nuove regole che non consentano d'ora in poi il salvataggio di una banca – d'ora in poi, Presidente –: ce lo sta dicendo Visco, è una normativa che noi stiamo introducendo ora. Quindi, non facciamo finta di pensare che questa normativa sia già valida e attuata in Italia: non è così, ce lo dice il Governatore della Banca d'Italia. Egli dice che non si consente d'ora in poi il salvataggio di una banca senza un sacrificio significativo da parte dei suoi creditori. Quindi, come dice anche l'articolo, secondo Visco i clienti andranno pienamente informati del fatto che potrebbero dover contribuire al risanamento di una banca. Abbiamo risolto il mistero ? Lo ha detto anche Visco, quindi più di questo non so cosa dirvi.
  Tornando all'emendamento e tornando al fatto che i clienti dovrebbero essere ben informati che dovranno d'ora in poi contribuire a risanare i conti di queste banche che hanno fatto quello che tutti quanti sappiamo, vorrei ricordare che i 60 mila miliardi che ci sono alle Cayman secondo voi sono arrivati con le valigette degli spalloni, o sono arrivate tramite transazioni finanziarie o bancarie ? Quindi, con il nostro emendamento cos’è che chiediamo ? Una cosa molto semplice: chiediamo alla Banca d'Italia di creare degli indici visto che i clienti dovranno iniziare a capire se la banca è solida o meno, come diceva prima il collega Causi per potersene anche andare. Creiamo degli strumenti – chiamiamoli for dummies, come si usa ora – più semplici da poter capire anche se uno non ha studiato finanza, matematica finanziaria o una qualsiasi branca dell'economia, in modo tale che questi clienti almeno possano sapere quando la propria banca è a rischio e potrà prendergli soldi all'interno del conto corrente. Bocciate anche questo emendamento che serve solo ad informare il cliente di questa nuova schifosa procedura che state introducendo e..., boh, non so dove sono arrivato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Sì, grazie Presidente. Io intervengo su questo emendamento, ma voglio riferirmi a quanto affermato prima dal relatore Tancredi, quando leggendoci l'articolo del Testo unico bancario ci descriveva ciò che succede nel caso di liquidazione coatta delle banche. La liquidazione coatta, di fatto, è una procedura connessa al fallimento della banca e allora è pacifico che in quel caso corrano dei rischi i depositi non garantiti dal Fondo interbancario, quindi i depositi superiori a 100 mila euro. Il problema è che il bail-in rischia di poter essere operante anche prima della liquidazione coatta, non è scritto da nessuna parte che si debba provvedere al prelievo forzoso solo in caso di liquidazione coatta. Vorrei ricordare che nella scorsa legislatura si fece un decreto, il cosiddetto «salva banche», e fu fatto in una condizione di pre crisi del sistema bancario.Pag. 104
  In quel caso fu lo Stato a stabilire con una propria garanzia la possibilità di patrimonializzare le banche. Era una forma di bail out. Ora, siccome la direttiva che andiamo a recepire rende quasi impossibile il ricorso al bail out, nel senso che rende possibile il ricorso allo Stato, il salvataggio da parte dello Stato soltanto in ultima istanza, la nostra preoccupazione è che si vada ad inserire una norma, quella sul prelievo forzoso, che possa operare anche prima del fallimento delle banche, anche in una condizione di precrisi della banca e quindi possa coinvolgere più facilmente, con maggiore frequenza, i depositi dei cittadini mettendoli a rischio di prelievo forzoso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 8.58, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  389   
   Votanti  385   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
 152    
    Hanno votato
no  233).    

  (La deputata Covello e la deputata Argentin hanno segnalato che non sono riuscite a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 8.59, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Intervengo semplicemente per spiegare che anche in questo emendamento si tratta della richiesta di prospetti informativi sempre al fine di informare i clienti, almeno per farli rendere conto di quello a cui vanno incontro. Semplicemente per spiegarlo, Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 8.59, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti... Tartaglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  391   
   Votanti  387   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 149    
    Hanno votato
no  238).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 8.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Questo è un emendamento molto molto importante. Vi chiedo un secondo di attenzione. Praticamente prima del bail in appunto c'era il bail out.

  PRESIDENTE. Onorevole Villarosa, mi perdoni. Mi aggiungo al suo minuto di attenzione e chiedo invece un po’ di silenzio perché forse è anche più comodo per tutti: chi vuole sentire ha più facilità. Prego.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie. Ho detto: se prima c'era il bail outPag. 105probabilmente qualche banca l'abbiamo salvata con il bail out. Non c'era bisogno di ragionarci più di tanto, già basta pensare a Monte dei Paschi di Siena. Ebbene, Presidente, che cosa accadrà ai Monti bond ? Perché i Monti bond sono quegli strumenti che ci hanno permesso di salvare Monte dei Paschi di Siena. Ora quegli strumenti, quei fondi che noi come Stato, come contribuenti che voi dite di voler tutelare – quindi dite di far pagare i correntisti e non i contribuenti – quei titoli dei contribuenti, quindi dello Stato, nel caso in cui Monte dei Paschi dovesse andare nuovamente in crisi e dovessimo iniziare una procedura di bail in, quei titoli che lo Stato ha già utilizzato per salvare la banca verranno colpiti ? Su questo vorrei un intervento del Governo, un intervento del relatore che rassicuri i contribuenti dicendo che quei titoli che già sono serviti per salvare una banca non verranno utilizzati per salvarla nuovamente da un'eventuale crisi. Sarei pronto anche a ritirarlo nel momento in cui qualcuno qua dentro si prendesse la responsabilità di dire che effettivamente quei titoli non verranno toccati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Intervengo semplicemente per corroborare l'intervento del mio collega e chiedere al Governo di rassicurare non noi del MoVimento 5 Stelle ma gli italiani perché è con i soldi degli italiani che noi stiamo salvando banche private collegate con il pubblico attraverso rapporti con partiti, in particolare con il partito del Governo.
  Siccome non vorremmo che gli italiani tutti vedessero utilizzati i propri soldi per salvare la banca di un partito, il Partito Democratico, chiedo al Governo di rassicurarci e di rassicurare gli italiani in questo senso. Un intervento del Governo, che si alza in piedi ed esprime semplicemente la sua posizione, una posizione rassicurante, permetterebbe a noi di ritirare il nostro emendamento, di rassicurare l'opinione pubblica e anche i cittadini a casa. Non credo che sia difficile prendere il microfono ed emettere qualche fiato, qualche parola di rassicurazione nei confronti dei cittadini. È quello che dovreste fare come Governo: parlare e spiegare come stanno le cose ai cittadini. L'accusa del mio collega è gravissima, sottosegretario. È gravissima e credo che lei abbia il dovere morale, etico e politico di intervenire per rispondergli a tono e rispondere, attraverso il mio collega...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fraccaro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Anch'io mi associo naturalmente alle richieste fatte dal mio collega, perché credo che sia normale da parte dei cittadini, in questo momento, avere delle preoccupazioni. C’è chi ha già utilizzato parte dei suoi risparmi per salvare delle banche. Io ho ricordato già, in un intervento precedente, che il Monte dei Paschi di Siena è oggi una la banca che avuto la più grande ricapitalizzazione della storia d'Italia: siamo arrivati ad un totale di circa 15 miliardi di euro. Quindi, se già sono stati utilizzati i Tremonti bond – che sono stati restituiti – e i Monti bond, per salvare questa banca, vorrei capire se ciò succederà ancora, se c’è ancora questo rischio. Ci sono tanti piccoli azionisti che hanno perso migliaia di euro, tanti risparmi in questi investimenti: rassicurate almeno loro. Almeno loro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie, Presidente. Credo che gli italiani abbiano il diritto di avere una risposta da parte del Governo, perché fu introdotta l'IMU sulla prima casa per salvare il Monte dei Paschi Pag. 106di Siena: 4 miliardi di euro di tasse dei cittadini italiani per salvare il Monte dei Paschi di Siena (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Adesso, in seguito ai Monti bond, cosa facciamo con questa direttiva ? Il Governo deve dare una risposta e rassicurare 60 milioni di italiani, dire che non saranno toccati di nuovo questi soldi, perché altrimenti siamo sempre a prendere dalle tasche dei cittadini per salvare affaristi e banchieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Intervengo solo per chiedere al Governo di pronunciarsi su questo argomento, perché non si può restare in silenzio davanti all'intervento di tanti colleghi. Il tema posto dal collega Villarosa merita una risposta, merita un'assunzione di responsabilità, e sono certo che il sottosegretario ci darà questa risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 8.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pini, Borghesi, Massa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  391   
   Votanti  389   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 147    
    Hanno votato
no  242).    

  (Il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 8.2, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, con questo emendamento chiediamo semplicemente di tornare alla normalità, ovvero che le banche creino strumenti, comprino prodotti assicurativi, creino e mettano a disposizione delle garanzie: facciano qualsiasi cosa fa ogni singolo cittadino. Ci sono dei cittadini che per prendere in affitto una casa a Roma devono avere una fideiussione bancaria, lo sa Presidente ?
  Quindi una banca se vuole utilizzare i miei soldi, investirli rischiando, deve fare una cosa semplicissima: ex ante provvedere con dei fondi alla copertura di una eventuale crisi, questa è la normalità, Presidente ! Anche perché in questa Aula noi siamo stati presi in giro più volte sulla questione bad bank. Un altro favore alle banche, infatti, lo si vuole fare attraverso la costituzione di una bad bank che raccolga tutte le sofferenze, quindi tutti i prestiti che le banche hanno erogato e non hanno avuto indietro. Quando è iniziata la discussione sulla bad bank voi ci siete venuti a dire: guardate, noi dobbiamo fare questa bad bank perché ci sono 180 miliardi di crediti in sofferenza per colpa di famiglie e piccole imprese. Voi siete venuti a dirci questo perché volevate convincerci pensando che sostenendo che erano state le famiglie e le piccole imprese a non ripagare i prestiti noi saremmo stati d'accordo all'istituzione di una bad bank. Il problema qual è Presidente ? È che abbiamo chiamato l'Istat e abbiamo fatto un'analisi dei crediti in sofferenza. Presidente sa a quanto ammonta mediamente la quasi totalità di questi crediti in sofferenza ? Ad un milione di euro ciascuno ! Quindi secondo lei una famiglia prende un prestito di un milione di euro ? Una piccola impresa chiede un prestito di un milione di euro ? Questi prestiti erano Pag. 107senza garanzie, perché le banche hanno dato prestiti agli amici più e più volte senza garanzie e ci sono inchieste in merito ! E ora senza queste garanzie che non hanno dato si trovano con 180 miliardi di euro di sofferenze, di cui la metà sono delle grandi banche. E noi dopo tutto questo vogliamo dare questa possibilità alle banche dopo una crisi, quindi dopo che hanno favorito gli amici e le grandi aziende senza avere garanzie, mentre invece alle piccole imprese non ne hanno dati; infatti lo abbiamo dovuto creare noi il microcredito, perché le persone e le microimprese quando vanno in banca si sentono richiedere continuamente delle garanzie. Perché non chiedevano le garanzie a coloro ai quali prestavano un milione, due milioni o cinque milioni di euro ?
  Quindi abbiamo questo sistema bancario malato, che gioca solo ed esclusivamente nella finanza, e da dieci anni noi siamo qui a dire che occorre introdurre una legge per fare arrivare i crediti alle piccole e medie imprese perché in dieci anni abbiamo dato circa 2.500 miliardi alle banche, che poi però non li hanno girati alle piccole imprese. Quindi noi questo sistema bancario, che funziona così, ma che conoscete tutti, noi dobbiamo ancora tutelarlo e aiutarlo con degli strumenti post-crisi ? No, Presidente ! Come tutte le persone normali paghino una assicurazione, mettano una garanzia su ogni impegno che prendono, così che nel momento in cui qualcuno non paga c’è a disposizione una garanzia che però pagano loro e non i depositanti e i titolari di azioni !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 8.2, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni, Molisani... provi a votare... Arriva il tecnico. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  380   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 134    
    Hanno votato
no  246).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 8.12, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Cinzia Fontana, Tartaglione, Villecco Calipari, Borghi, Tidei... Colleghi però, votiamo con le dita, sennò facciamo notte.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  398   
   Votanti  331   
   Astenuti   67   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato
  62    
    Hanno votato
no  269).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 8.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Parisi, Fanucci, Arlotti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  389   
   Votanti  386   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato sì  126    
    Hanno votato no  260).
    

Pag. 108

  (Il deputato Villarosa ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole. La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 8.10
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, noi siamo favorevoli a questi emendamenti perché vanno a inasprire le pene per chi lavora in queste amministrazioni bancarie e si comporta in modo contrario alle norme. Quindi, dove si prevedono sanzioni amministrative in certi casi è giusto prevedere anche delle sanzioni penali ed è giusto anche aumentare le stesse sanzioni amministrative e penali, laddove ci sono. Questo perché attualmente nel mondo bancario si sono verificati veramente troppi casi in cui la gestione della moneta e della finanza è stata portata avanti con troppa compiacenza. Spesso del fenomeno dei fidi facili se ne è presa conoscenza tramite i giornali e anche i giornali ne hanno parlato forse un po’ troppo poco. Ebbene, quando si parla di fidi facili vuol dire soldi prestati sapendo che quei soldi non torneranno più nelle casse delle banche. Bisogna sapere che questa è una cosa che va contro tutti i cittadini perché la riserva e le risorse economiche di una banca sono risorse che potrebbero andare a tutti i cittadini. Nel momento in cui vi è una privazione e quindi si è certi che quelle risorse economiche non torneranno nelle casse delle banche, ebbene, la privazione è di tutti i cittadini. Quindi, ci vuole maggiore responsabilità nel mondo bancario e quindi noi siamo favorevoli a queste innovazioni.

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 8.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, Pastorelli, Marcon, Brescia.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  394   
   Votanti  392   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato sì  128    
    Hanno votato no  264).
    

  Avverto che l'emendamento Laffranco 8.54 è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 8.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Invito i colleghi a rimanere al posto. Busto, Bernini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  394   
   Votanti  392   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato sì  126    
    Hanno votato no  266).
    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 8.14.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, con questi emendamenti del collega Busin si vuole creare una misura deterrente verso le banche che utilizzano i propri fondi in maniera pericolosa, speculativa. Il concetto che a me non riesce a entrare in testa è il perché una persona che ruba una mela va in carcere e una Pag. 109banca che ruba milioni di euro deve pagare 30 mila euro di multa ? Io questa cosa non la riesco a capire (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle) ! Cioè, se uno ruba, ruba. Punto. Quindi, voi vi state mettendo contro a degli aumenti di sanzione su cui, tra le altre cose, il collega Busin non ha neanche esagerato. Da 30 a 40 mila, da 30 a 50 mila, ma in più il concetto che dovrebbe entrare, se volete mettere una sanzione amministrativa, è che dovete mettere una sanzione amministrativa che vale in percentuale sul fatturato.
  Perché sennò la banca continuerà a fare quello che ha fatto fino ad ora, cioè investire in fondi speculativi e a mettere a rischio le riserve di tutti i cittadini italiani. Quindi spiegatemi per quale motivo una banca che ruba milioni di euro deve pagare 30 mila euro di multa e una persona che ruba uno spazzolino, una mela, 2 euro, deve finire in carcere. Spiegatemelo perché io non riesco a capirlo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, chiaramente per avvalorare la richiesta di voto favorevole anche da parte degli altri gruppi politici, perché facciamo un caso banale, prendo ad esempio il caso di Sorgenia, che ha accumulato in dieci anni – sarebbe l'ex azienda di Debenedetti – un debito pari a 1,8 miliardi di euro. Questo debito accumulato in dieci anni per 1,8 miliardi di euro viene garantito continuamente dalle banche e una di questa era proprio Monte dei Paschi che, continuamente, elargiva soldi, quindi chiaramente era un pozzo senza fondo, senza mai chiedere 100 lire indietro. Allora questo evidentemente è qualcosa di speculativo che va punito. Io penso che gli emendamenti che vogliono aumentare le pene pecuniarie a chi fa questo tipo di attività debbano essere accettati, quindi ci sembra un emendamento di buonsenso e voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 8.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo, Arlotti, Borghesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  397   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
 129    
    Hanno votato
no  268).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 8.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Quaranta, Cecconi, Vargiu...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  397   
   Votanti  395   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 131    
    Hanno votato
no  264).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 8.15.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, ho un minuto ?

Pag. 110

  PRESIDENTE. Lei è al primo intervento, quindi cinque minuti. Poi, se si vuol contenere, è sua facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. No, no, mi sarebbe bastato Presidente, perché volevo dire a tutti: bentornata Unità. Come mai ? Bentornata Unità, cosa vi dice ? Colleghi, l'Unità, il giornale del PD, ha un debito con le banche di 100 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), lo sapete ? Ma lo sapete che Report ha trovato all'interno di un bilancio – perché prima erano DS, poi PDS, c’è il solito camaleontismo – hanno trovato un documento, Presidente, all'interno di una nota del bilancio, non ricordo l'anno, 2004 o 2003, non ricordo l'anno preciso, in cui si chiedeva un intervento normativo da parte della politica per spostare i debiti del giornale sulla Presidenza del Consiglio ? In una nota del bilancio. Spostare il debito accumulato attraverso un intervento normativo in carico alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ma lo sapete questi 100 milioni in carico a chi sono oggi ? Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai cittadini italiani. Abbiamo fatto un'interrogazione sul caso, abbiamo ottenuto risposte ridicole, ridicole.
  Quindi, nonostante l'Unità prendesse 4 milioni di finanziamento pubblico annuo, andava poi in rosso di cinque milioni di euro ogni anno, signor Presidente. Nonostante questo, le banche continuavano a finanziare, quando invece chiedono alle piccole e medie imprese garanzie e non gli danno neanche 5 mila euro.

  PRESIDENTE. Onorevole Villarosa, mi perdoni l'interruzione. Il Movimento 5 Stelle ha esaurito il tempo a sua disposizione previsto dal contingentamento (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Onorevoli colleghi, non è una questione sulla quale pronunciarsi in questa maniera ! Concederò al suo gruppo il terzo aggiuntivo e quindi il seguito del suo intervento sarà a valere su questo tempo aggiuntivo.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. La ringrazio signor Presidente. Quindi, l'Unità prendeva 4 milioni di euro dei cittadini e andava in rosso di cinque milioni di euro. Andava in rosso e non venivano prestate garanzie; nonostante questo debito crescesse, le banche continuavano ad elargire fondi mentre alle piccole e medie imprese non danno una lira, così che gli imprenditori si suicidano. Su questo non si scherza signor Presidente. Ebbene, alla fine dei giochi, le banche hanno chiesto soldi alla Presidenza del consiglio dei ministri e quindi ai cittadini italiani. Ed io, con i miei depositi, i cittadini italiani con i loro depositi dovrebbero salvare queste banche ? Non solo, queste banche che hanno salvato un giornale di un partito che qui è in maggioranza e che presenta e vota favorevolmente su questo provvedimento. Siamo in presenza di un conflitto di interessi al cento per cento ! ((Applausi dei deputati del gruppo 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà..

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, credo che non si sia sottolineato con forza la filiera dei committenti di queste leggi. Vede, noi abbiamo una legge di delega al Governo per il recepimento delle direttive europee, che quindi sono formulate a livello europeo. Quindi dovremmo avere politici di questi stessi partiti che controllano i portatori di interesse in Europa, perché queste sono leggi fatte su commissione delle multinazionali, delle banche e delle multinazionali del giorno d'azzardo.
  In questo momento su cosa chiede di essere rassicurato il mio collega Fraccaro ? Su sulla posizione del Governo ? Quando quest'ultima è assolutamente lampante, è una posizione «azzerbinata» alle multinazionali e alle banche, da sempre, perché i miei colleghi del Partito Democratico e del Nuovo Centrodestra non sono in grado di creare proposte alternative a queste politiche vessatorie nei confronti dei cittadini.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 111
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 8.15, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge(Vedi votazioni).

   (Presenti  394   
   Votanti  390   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 146    
    Hanno votato
no  244).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 8.16
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  393   
   Votanti  391   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 145    
    Hanno votato
no  246).    

  Ricordo che gli emendamenti Laffranco 8.55 e 8.56 sono stati ritirati.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 8.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Rabino, di corsa, che non è un unico cognome, come Mazziotti Di Celso; è «Rabino faccia di corsa». Vitelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  391   
   Votanti  367   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  245).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 8.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Incecco, Paola Bragantini. Provi a votare, onorevole Bragantini. Provi ! Vede...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  389   
   Votanti  362   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  244).    

  (La deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 8.6, su cui c’è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, questo emendamento parla dei contributi ex ante, perché i meccanismi di risoluzione della crisi prevedono, appunto, un meccanismo ex ante, che interviene e che viene creato prima di una crisi, e poi gli interventi ex post. Allora, che cosa si prevede ? Si prevede che in questo fondo vada l'1 per cento del totale dei depositi. Ci sono già tantissimi economisti che Pag. 112stanno dicendo: «Ma con una crisi vera, quella di cui voi avete paura, con l'1 per cento dei depositi cosa fate ?».
  Quindi, con questo emendamento noi chiediamo di alzare questo limite. Noi chiediamo di alzarlo al 30 per cento, però un collega qualsiasi in Aula ci dia un'altra percentuale, che non sia naturalmente l'1 per cento, perché ci arrivate anche voi a capire che non sarà sufficiente per potere coprire una crisi, e noi siamo disposti a preparare anche un ordine del giorno successivamente.
  Però, dite qualcosa, perché non avete detto niente da quando abbiamo iniziato, cioè sono stati pochissimi gli interventi.

  PAOLO TANCREDI. Presidente...

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Ecco, abbiamo un intervento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto la parola l'onorevole Tancredi, ma prima c’è l'onorevole Buttiglione. Mi dispiace, onorevole Tancredi.
  Dunque, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Amici miei, voi vi lamentate sempre che le banche non fanno credito alle piccole imprese. Avete idea cosa vuol dire obbligare le banche ad accantonare il 30 per cento dei depositi in funzione di garanzia ? Vuol dire che non faranno credito più a nessuno, né alle grandi né alle piccole imprese.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Invece ora ?

  ROCCO BUTTIGLIONE. Invece ora faranno credito il 30 per cento in meno di quello che fanno ora. Immaginatevi quale sarebbe il destino del Paese. Cercate di pensare qualche volta prima di parlare (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC) e di deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Presidente, voglio dire all'onorevole Villarosa che proprio questo 1 per cento di deposito per l'Italia costituisce un'innovazione introdotta dalla direttiva, perché prima non c'era la liquidità disponibile da parte delle banche partecipanti al fondo di garanzia. Cioè, che succedeva ? Nel momento in cui si arrivava alla liquidazione coatta, le banche a quel punto dovevano intervenire per quota parte. La direttiva impone l'1 per cento – attenzione, Presidente – sul monte totale dei depositi di tutte le banche del Paese. Quindi, si tratta di una cifra rilevante, che coprirebbe importanti fallimenti e liquidazioni bancarie. Io credo che questa sia un'innovazione.
  Villarosa dice: «Facciamo di più». È chiaro che quello che ha detto il collega Buttiglione è sacrosanto: più liquidità togliamo dalla disponibilità delle banche, meno esse possono intervenire sul credito. Quindi, credo che l'1 per cento, invece, sia una misura buona e, comunque, è una novità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Qualcuno ci dice che dovremmo pensare un po’ di più. Ebbene, io consiglio a costui, invece, di studiare un pochino di più la matematica delle scuole elementari, perché, per quanto riguarda il credito concesso, il 30 per cento in più o in meno dell'attuale, cioè dello zero, fa sempre zero, tanto per dirla tutta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E ancora: per definizione stessa di media aritmetica, l'1 per cento del totale di tutte le banche corrisponde all'1 per cento di ogni banca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 113
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 8.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Marti, Gitti, Sberna, Civati, Rosato, Borghesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  387   
   Votanti  370   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
  85    
    Hanno votato
no  285).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 8.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  371   
   Votanti  355   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
  78    
    Hanno votato
no  277).    

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 8.17.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, Presidente. Solo per dire che ho fatto un breve corso di matematica elementare: i prestiti oggi sono circa 1.500 miliardi e il 30 per cento fa 450 miliardi in meno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 8.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gelmini, Fucci, Lo Monte, Capelli, Arlotti, Zoggia, Donati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  387   
   Votanti  371   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  261).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 8.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  386   
   Votanti  369   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  252).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 8.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 114

  Palese, Molteni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  384   
   Votanti  381   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  264).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 8.1, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento è la stessa cosa che abbiamo chiesto per l'articolo 7: sappiamo benissimo che i nostri uffici, gli uffici della Camera, ci aiutano a decifrare quello che viene scritto nei decreti e nelle direttive, ma saremmo contenti se il Governo facesse uno sforzo per far capire a tutti i cittadini il modo con il quale recepisce le direttive europee.
  Quindi, anche in questo caso, noi chiediamo che venga fatto uno sforzo in questo senso, e quindi venga fatto uno schema veramente facilmente comprensibile e chiarificatore di tutte le norme che vengono modificate per il recepimento di questa direttiva, che, comunque, noi non condividiamo e sulla quale, appunto, chiediamo ancora il massimo sforzo possibile per riuscire a non recepirla.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Grazie Presidente. Io sono sicura, Presidente, che queste regole di trasparenza sicuramente verranno votate all'unanimità. Infatti, se è vero quello che è stato detto finora in quest'Aula dal Partito Democratico, ovvero che tutte queste banche operano in maniera così mirabile e che i contribuenti – o a questo punto correntisti che dir si voglia – possono stare al sicuro, perché non andare a spiegarglielo subito, attraverso i media, attraverso gli uffici appositi ? Perché non operare a questo punto in totale trasparenza ? Ecco, questa sarà la riprova se tutto quello che è stato detto in quest'Aula è reale oppure è frutto di una mera discussione parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 8,1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Piccione, Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  383   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no  249    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Con una preghiera colleghi: se rimaniamo al posto, se ci sono votazioni una dietro l'altra, evitiamo di aspettare quelli che tornano al posto dal bar.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  383   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  248    
    Hanno votato no  135.    

Pag. 115

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A – A.C. 3123), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abbiamo votato tutti ? Gregori, Fusilli, Tidei, Bergamini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  338   
   Astenuti   45   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato  316    
    Hanno votato no   22.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A – A.C. 3123), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cardinale... l'onorevole Cardinale è riuscita ? Provi a votare, non estragga la tessera, sennò si deve riattivare daccapo. Se ha la pallina la tolga e provi a votare, sennò adesso le mando il tecnico. Può il tecnico andare dall'onorevole Cardinale ? Perfetto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  270   
   Astenuti  113   
   Maggioranza  136   
    Hanno votato  267    
    Hanno votato no   3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Coscia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A – A.C. 3123), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abbiamo quasi terminato... Colletti... altri che non riescono ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  266   
   Astenuti  110   
   Maggioranza  134   
    Hanno votato  266.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 12 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A – A.C. 3123), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 116

  Bolognesi, Gelmini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  246   
   Astenuti  130   
   Maggioranza  124   
    Hanno votato  244    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 13 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A – A.C. 3123), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  380   
   Votanti  308   
   Astenuti   72   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato
 305    
    Hanno votato
no    3).    

  (Il deputato Zaratti ha segnalato che non è riuscito a votare).

  A questo punto interrompiamo l'esame del provvedimento e lo riprendiamo domani mattina, a partire dalle ore 9,30.

Convalida di deputati (ore 20).

  PRESIDENTE. Invito l'onorevole segretario a dare lettura della proposta di convalida di deputati deliberata dalla Giunta delle elezioni. Prego, onorevole Caparini.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario. Legge:
   Comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 25 giugno 2015, ha verificato non essere contestabili le elezioni dei seguenti deputati nelle Circoscrizioni sul territorio nazionale e, concorrendo negli eletti le qualità richieste dalla legge, ha deliberato di proporne la convalida:
    I CIRCOSCRIZIONE – PIEMONTE 1
  Airaudo Giorgio, Alfano Angelino, Allasia Stefano, Bechis Eleonora, Boccuzzi Antonio, Bonomo Francesca, Bragantini Paola, Calabria Annagrazia, Capezzone Daniele, Castelli Laura, Chimienti Silvia, Costantino Celeste, Damiano Cesare, Della Valle Ivan, D'Ottavio Umberto, Fregolent Silvia, Giorgis Andrea, Mattiello Davide, Monchiero Giovanni, Patriarca Edoardo, Portas Giacomo Antonio, Rossomando Anna, Vitelli Paolo;
    II CIRCOSCRIZIONE – PIEMONTE 2
  Archi Bruno, Bargero Cristina, Benamati Gianluca, Biondelli Franca, Bobba Luigi, Bonifazi Francesco, Borghi Enrico, Busto Mirko, Costa Enrico, Crippa Davide, Dadone Fabiana, Falcone Giovanni, Fiorio Massimo, Gribaudo Chiara, Lavagno Fabio, Nastri Gaetano, Piccoli Nardelli Flavia, Rabino Mariano, Romano Paolo Nicolò, Simonetti Roberto, Taricco Mino, Vito Elio;
    III CIRCOSCRIZIONE – LOMBARDIA 1
  Bernardo Maurizio, Bersani Pier Luigi, Borletti Dell'Acqua Ilaria Carla Anna, Carbone Ernesto, Carinelli Paola, Casati Ezio Primo, Casero Luigi, Caso Vincenzo, Centemero Elena, Cimbro Eleonora, Civati Giuseppe, Corsaro Massimo Enrico, Cova Pag. 117Paolo, Dambruoso Stefano, De Rosa Massimo Felice, Di Stefano Manlio, Farina Daniele, Fava Claudio, Fiano Emanuele, Galli Giampaolo, Gasparini Daniela Matilde Maria, Giuliani Fabrizia, Grimoldi Paolo, Laforgia Francesco, Librandi Gianfranco, Locatelli Pia Elda, Lupi Maurizio, Malpezzi Simona Flavia, Marzano Michela, Mauri Matteo, Monaco Francesco, Peluffo Vinicio Giuseppe Guido, Pesco Daniele, Pollastrini Barbara, Prina Francesco, Quartapelle Procopio Lia, Rampi Roberto, Rondini Marco, Squeri Luca, Tripiedi Davide;
    IV CIRCOSCRIZIONE – LOMBARDIA 2
  Alberti Ferdinando, Angelucci Antonio, Basilio Tatiana, Bazoli Alfredo, Berlinghieri Marina, Bombassei Alberto, Borghesi Stefano, Bossi Umberto, Braga Chiara, Caparini Davide, Carnevali Elena, Catalano Ivan, Cominardi Claudio, Cominelli Miriam, Dell'Aringa Carlo, Di Salvo Titti, Fontana Gregorio, Fragomeli Gian Mario, Gadda Maria Chiara, Galperti Guido, Gelmini Mariastella, Giorgetti Giancarlo, Gitti Gregorio, Gozi Sandro, Guerini Giuseppe, Guerra Mauro, Invernizzi Cristian, Lacquaniti Luigi, Marantelli Daniele, Misiani Antonio, Molteni Nicola, Palmieri Antonio, Petraroli Cosimo, Preziosi Ernesto, Ravetto Laura, Realacci Ermete, Romele Giuseppe, Rossi Paolo, Sanga Giovanni, Santerini Milena, Sberna Mario, Senaldi Angelo, Sorial Girgis Giorgio, Tentori Veronica, Vignali Raffaello;
    V CIRCOSCRIZIONE – LOMBARDIA 3
  Alli Paolo, Bordo Franco, Carra Marco, Colaninno Matteo, Ferrari Alan, Fontana Cinzia Maria, Garnero Santanchè Daniela, Guerini Lorenzo, Guidesi Guido, Martelli Giovanna, Mazziotti Di Celso Andrea, Meloni Giorgia, Scuvera Chiara, Toninelli Danilo, Villecco Calipari Rosa Maria, Zolezzi Alberto;
    VI CIRCOSCRIZIONE – TRENTINO-ALTO ADIGE
  Alfreider Daniel, Biancofiore Michaela, Bressa Gianclaudio, Dellai Lorenzo, Fraccaro Riccardo, Gebhard Renate, Gnecchi Marialuisa, Kronbichler Florian, Nicoletti Michele, Ottobre Mauro, Plangger Albrecht, Schullian Manfred;
    VII CIRCOSCRIZIONE – VENETO 1
  Benedetti Silvia, Bragantini Matteo, Brugnerotto Marco, Busin Filippo, Businarolo Francesca, Camani Vanessa, Caon Roberto, Capua Ilaria, Catania Mario, Crimi’ Filippo, Crivellari Diego, Dal Moro Gian Pietro, D'Arienzo Vincenzo, Fantinati Mattia, Galan Giancarlo, Ginato Federico, Giorgetti Alberto, Longo Piero, Milanato Lorena, Miotto Anna Margherita, Naccarato Alessandro, Narduolo Giulia, Polidori Catia, Quintarelli Giuseppe Stefano, Rostellato Gessica, Rotta Alessia, Sbrollini Daniela, Turco Tancredi, Zan Alessandro, Zardini Diego, Zoggia Davide;
    VIII CIRCOSCRIZIONE – VENETO 2
  Baretta Pier Paolo, Brunetta Renato, Casellato Floriana, Causin Andrea, Cozzolino Emanuele, Da Villa Marco, De Menech Roger, D'Incà Federico, Marcolin Marco, Marcon Giulio, Martella Andrea, Mognato Michele, Moretto Sara, Murer Delia, Pastorelli Oreste, Prataviera Emanuele, Rubinato Simonetta, Spessotto Arianna, Valentini Valentino, Zanetti Enrico;
    IX CIRCOSCRIZIONE – FRIULI VENEZIA GIULIA
  Blazina Tamara, Brandolin Giorgio, Coppola Paolo, Fedriga Massimiliano, Gigli Gian Luigi, Malisani Gianna, Pellegrino Serena, Prodani Aris, Rizzetto Walter, Rosato Ettore, Savino Sandra, Zanin Giorgio;
    X CIRCOSCRIZIONE – LIGURIA
  Basso Lorenzo, Battelli Sergio, Biasotti Sandro, Carocci Mara, Giacobbe Anna, Lainati Giorgio, Mantero Matteo, Mariani Raffaella, Meloni Marco, Oliaro Roberta, Pag. 118Orlando Andrea, Pastorino Luca, Quaranta Stefano, Tullo Mario, Valente Simone, Vazio Franco;
    XI CIRCOSCRIZIONE – EMILIA ROMAGNA
  Anzaldi Michele, Arlotti Tiziano, Baruffi Davide, Bergamini Deborah, Bergonzi Marco, Bernini Paolo, Boldrini Paola, Bolognesi Paolo, Brambilla Michela Vittoria, Bratti Alessandro, Dall'Osso Matteo, De Maria Andrea, De Micheli Paola, Dell'Orco Michele, Di Maio Marco, Fabbri Marilena, Ferrara Francesco detto Ciccio, Ferraresi Vittorio, Franceschini Dario, Galli Carlo, Gandolfi Paolo, Ghizzoni Manuela, Incerti Antonella, Iori Vanna, Lattuca Enzo, Lenzi Donata, Maestri Patrizia, Marchi Maino, Molea Bruno, Montroni Daniele, Mottola Giovanni Carlo Francesco, Mucci Mara, Pagani Alberto, Paglia Giovanni, Palmizio Elio Massimo, Pini Gianluca, Pini Giuditta, Pizzolante Sergio, Richetti Matteo, Romanini Giuseppe, Sarti Giulia, Spadoni Maria Edera, Tinagli Irene, Zampa Sandra;
    XII CIRCOSCRIZIONE – TOSCANA
  Albini Tea, Artini Massimo, Baldassarre Marco, Becattini Lorenzo, Beni Paolo, Bianconi Maurizio, Bini Caterina, Bonafede Alfonso, Boschi Maria Elena, Carrozza Maria Chiara, Cenni Susanna, Dallai Luigi, Donati Marco, Ermini David, Faenzi Monica, Fanucci Edoardo, Fontanelli Paolo, Fossati Filippo, Gagnarli Chiara, Gelli Federico, Giacomelli Antonello, Lotti Luca, Manciulli Andrea, Martinelli Marco, Nardi Martina, Nesi Edoardo, Nicchi Marisa, Parisi Massimo, Parrini Dario, Rigoni Andrea, Rocchi Maria Grazia, Romano Andrea, Sani Luca, Segoni Samuele, Simoni Elisa, Tabacci Bruno, Totaro Achille, Velo Silvia;
    XIII CIRCOSCRIZIONE – UMBRIA
  Ascani Anna, Bocci Gianpiero, Ciprini Tiziana, Galgano Adriana, Gallinella Filippo, Giulietti Giampiero, Laffranco Pietro, Sereni Marina, Verini Walter;
    XIV CIRCOSCRIZIONE – MARCHE
  Abrignani Ignazio, Agostinelli Donatella, Agostini Luciano, Baldelli Simone, Bianchi Stella, Carrescia Piergiorgio, Cecconi Andrea, Letta Enrico, Lodolini Emanuele, Manzi Irene, Marchetti Marco, Morani Alessia, Petrini Paolo, Ricciatti Lara, Terzoni Patrizia, Vezzali Maria Valentina;
    XV CIRCOSCRIZIONE – LAZIO 1
  Argentin Ileana, Baroni Massimo Enrico, Binetti Paola, Boccadutri Sergio, Bonaccorsi Lorenza, Campana Micaela, Carella Renzo, Cicchitto Fabrizio, Coscia Maria, Cuperlo Giovanni, Daga Federica, Di Battista Alessandro, Di Stefano Marco, Fassina Stefano, Ferro Andrea, Garofani Francesco Saverio, Gentiloni Silveri Paolo, Giachetti Roberto, Giacomoni Sestino, Grande Marta, Gregori Monica, Lombardi Roberta, Lorenzin Beatrice, Madia Maria Anna, Marazziti Mario, Marroni Umberto, Meta Michele Pompeo, Miccoli Marco, Minnucci Emiliano, Morassut Roberto, Orfini Matteo, Piazzoni Ileana Cathia, Polverini Renata, Rampelli Fabio, Roccella Eugenia, Rossi Domenico, Ruocco Carla, Sammarco Gianfranco, Tidei Marietta, Vignaroli Stefano, Zaccagnini Adriano, Zaratti Filiberto;
    XVI CIRCOSCRIZIONE – LAZIO 2
  Amici Sesa, Bernini Massimiliano, Crimi Rocco, Fauttilli Federico, Ferranti Donatella, Fioroni Giuseppe, Frusone Luca, Iannuzzi Cristian, Maietta Pasquale, Martino Pierdomenico, Mazzoli Alessandro, Melilli Fabio, Pilozzi Nazzareno, Piso Vincenzo, Saltamartini Barbara, Terrosi Alessandra;
    XVII CIRCOSCRIZIONE – ABRUZZO
  Amato Maria, Castricone Antonio, Colletti Andrea, Del Grosso Daniele, Di Stefano Fabrizio, D'Incecco Vittoria, Fusilli Gianluca, Ginoble Tommaso, Gutgeld Itzhak Yoram, Melilla Gianni, Piccone Filippo, Sottanelli Giulio Cesare, Tancredi Paolo, Vacca Gianluca;Pag. 119
    XVIII CIRCOSCRIZIONE – MOLISE
  Leva Danilo, Venittelli Laura;
    XIX CIRCOSCRIZIONE – CAMPANIA 1
  Agostini Roberta, Alfano Gioacchino, Bossa Luisa, Buttiglione Rocco, Calabro’ Raffaele, Carloni Anna Maria, Castiello Giuseppina, Cesaro Luigi, Cimmino Luciano, Colonnese Vega, Di Lello Marco, Di Maio Luigi, Epifani Ettore Guglielmo, Fico Roberto, Formisano Aniello, Gallo Luigi, Impegno Leonardo, Manfredi Massimiliano, Marotta Antonio, Micillo Salvatore, Migliore Gennaro, Palma Giovanna, Piccolo Giorgio, Piccolo Salvatore, Rostan Michela, Rotondi Gianfranco, Russo Paolo, Scotto Arturo, Taglialatela Marcello, Tartaglione Assunta, Vaccaro Guglielmo, Valente Valeria;
    XX CIRCOSCRIZIONE – CAMPANIA 2
  Amendola Vincenzo, Attaguile Angelo, Bonavitacola Fulvio, Capozzolo Sabrina, Carfagna Maria Rosaria, Cesaro Antimo, Chaouki Khalid, Cirielli Edmondo, Coccia Laura, D'Agostino Angelo Antonio, D'Alessandro Luca, De Girolamo Nunzia, De Mita Giuseppe, Del Basso De Caro Umberto, Famiglietti Luigi, Giordano Giancarlo, Giordano Silvia, Iannuzzi Tino, Paris Valentina, Petrenga Giovanna, Pisano Girolamo, Ragosta Michele, Rughetti Angelo, Sarro Carlo, Sgambato Camilla, Sibilia Carlo, Tofalo Angelo, Valiante Simone;
    XXI CIRCOSCRIZIONE – PUGLIA
  Altieri Trifone, Bellanova Teresa, Boccia Francesco, Bordo Michele, Brescia Giuseppe, Capone Salvatore, Cariello Francesco, Cassano Franco, Cera Angelo, Chiarelli Gianfranco Giovanni, Ciracì Nicola, D'Ambrosio Giuseppe, De Lorenzis Diego, Distaso Antonio, Duranti Donatella, Fratoianni Nicola, Fucci Benedetto Francesco, Furnari Alessandro, Ginefra Dario, Grassi Gero, La Russa Ignazio, L'Abbate Giuseppe, Labriola Vincenza, Losacco Alberto, Mariano Elisa, Marti Roberto, Massa Federico, Matarrelli Toni, Matarrese Salvatore, Mongiello Colomba, Palese Rocco, Pannarale Annalisa, Pelillo Michele, Piepoli Gaetano, Pisicchio Pino, Sannicandro Arcangelo, Savino Elvira, Scagliusi Emanuele, Scalfarotto Ivan, Sisto Francesco Paolo, Ventricelli Liliana, Vico Ludovico;
    XXII CIRCOSCRIZIONE – BASILICATA
  Antezza Maria, Folino Vincenzo, Latronico Cosimo, Liuzzi Mirella, Placido Antonio, Speranza Roberto;
    XXIII CIRCOSCRIZIONE – CALABRIA
  Aiello Ferdinando, Barbanti Sebastiano, Battaglia Demetrio, Bianchi Dorina, Bindi Rosy, Bruno Franco, Bruno Bossio Vincenza, Censore Bruno, Covello Stefania, D'Attorre Alfredo, Dieni Federica, Galati Giuseppe, Magorno Ernesto, Nesci Dalila, Occhiuto Roberto, Oliverio Nicodemo Nazzareno, Parentela Paolo, Santelli Jole, Scopelliti Rosanna, Stumpo Nicola;
    XXIV CIRCOSCRIZIONE – SICILIA 1
  Adornato Ferdinando, Bosco Antonino, Cancelleri Azzurra Pia Maria, Capodicasa Angelo, Cardinale Daniela, Causi Marco, Culotta Magda, Di Benedetto Chiara, Di Vita Giulia, Faraone Davide, Gallo Riccardo, Giammanco Gabriella, Iacono Maria, Lupo Loredana, Mannino Claudia, Misuraca Dore, Moscatt Antonino, Nuti Riccardo, Pagano Alessandro, Palazzotto Erasmo, Piccione Teresa, Ribaudo Francesco, Romano Francesco Saverio, Schirò Gea, Taranto Luigi;
    XXV CIRCOSCRIZIONE – SICILIA 2
  Albanella Luisella, Amoddio Sofia, Berretta Giuseppe, Boldrini Laura, Burtone Giovanni Mario Salvino, Castiglione Giuseppe, Catanoso Genoese Francesco detto Basilio Catanoso, Currò Tommaso, D'Alia Gianpiero, D'Uva Francesco, Garofalo Vincenzo, Genovese Francantonio, Greco Maria Pag. 120Gaetana, Grillo Giulia, Gullo Maria Tindara, Lauricella Giuseppe, Lo Monte Carmelo, Lorefice Marialucia, Martino Antonio, Marzana Maria, Minardo Antonino, Prestigiacomo Stefania, Raciti Fausto, Rizzo Gianluca, Vecchio Andrea, Villarosa Alessio, Zappulla Giuseppe;
    XXVI CIRCOSCRIZIONE – SARDEGNA
  Bianchi Nicola, Cani Emanuele, Capelli Roberto, Corda Emanuela, Di Gioia Lello, Marrocu Siro, Mura Romina, Nizzi Settimo, Pes Caterina, Pili Mauro, Pinna Paola, Piras Michele, Sanna Francesco, Sanna Giovanna, Scanu Gian Piero, Vallascas Andrea, Vargiu Pierpaolo, Vella Paolo.

  PRESIDENTE. Do atto alla Giunta di questa proposta e dichiaro convalidate le suddette elezioni, anche se sarebbe stato bello ascoltarle di nuovo, ma apprezziamo la sintesi.

Modifica nella composizione di un gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Comunico che il deputato Andrea Maestri, proclamato in data odierna, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto.

Sull'ordine dei lavori (ore 20,20).

  LUIGI DI MAIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI DI MAIO. Grazie, Presidente. Intervengo solo per aggiornare questo ramo del Parlamento su quello che sta accadendo in Campania proprio in queste ore. Tutti sapete ormai che, da oltre un mese, la Campania non ha un governo regionale e non ha un consiglio regionale. Ci sono due palazzi in totale autogestione. Capisco anche che i cittadini campani non se ne siano accorti perché quello di prima era un ectoplasma e questo è comprensibile. Ieri abbiamo depositato un ricorso al TAR, chiedendo che venissero indette subito nuove elezioni, condannando la pubblica amministrazione, perché ? Perché il DPCM di Matteo Renzi aveva sospeso De Luca, almeno noi credevamo fosse così. Invece, il TAR ha respinto il nostro ricorso, dicendo che, per loro, De Luca non è ancora sospeso in quanto il consiglio regionale non si è ancora riunito per prenderne atto. Vale a dire, Presidente, che, se il consiglio regionale si riunisce, prende atto che non c’è il presidente della regione perché è sospeso e bisogna andare a nuove elezioni. Se non si riunisce, in ogni caso De Luca non può nominare la giunta e, in ogni caso, noi non abbiamo un presidente della regione perché, in questo momento, non è sospeso e quindi non può fare il ricorso al giudice ordinario per farsi sospendere la sospensione. Noi siamo in un paradosso giuridico in cui ci ha portato il Partito Democratico e, per il bene dei cittadini campani (diecimila persone che non prendono lo stipendio da 30 mesi, cassa integrazione in deroga e un mucchio di vertenze sui trasporti con un mucchio di licenziamenti), voi dovreste subito portare la regione Campania a votare. Quando abbiamo iniziato questa legislatura ci avete fatto una testa così perché, per due mesi, non c'era il Governo e il Paese stava crollando. Adesso, la regione Campania da un mese non ha il Governo e voi non dite una parola. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Presidente Di Maio, queste sue affermazioni ovviamente restano agli atti come considerazioni di natura politica ma è evidente che la Presidenza non ha alcun potere di intervento al riguardo.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie, Presidente. Anche nel mio caso sono costretto Pag. 121a parlare delle elezioni nella regione Puglia e quindi, ancora una volta, mi devo rivolgere ai colleghi del Partito Democratico perché, proprio oggi, il collega Del Grosso parlava di come il PD sia diventato un ufficio di collocamento, qui e in ogni regione nella quale governa. Allora, Presidente, volevo comunicare a quest'Aula che il nostro presidente della regione Puglia, il governatore Emiliano, appena diventato presidente, subito ci ha deliziati e ci ha fatto capire quale sarà l'andazzo, diciamo così, la logica della sua legislatura in Puglia.
  La prima nomina è stata per la sua compagna, che è diventata addetto stampa personale. La seconda nomina di Emiliano, Presidente, quando ancora non ha nominato una giunta, quando ancora non è stato fatto niente per tutte le emergenze che abbiamo in Puglia, è stata per Titti De Simone. Chi è Titti De Simone ? È una quarantacinquenne di Palermo – che quindi conosce benissimo i problemi della Puglia –, già stata per due volte deputata del PD, in realtà in quota Rifondazione Comunista, e già stata assessore di Emiliano al comune di Bari. Improvvisamente, da Rifondazione Comunista viene fulminata sulla via di Damasco e diventa renziana, e quindi, da renziana, adesso viene nominata. Ma nominata, Presidente, per fare che cosa ? Nominata dal presidente Emiliano per i rapporti con la propria giunta. Cioè, il presidente Emiliano ha bisogno di un consulente per i rapporti con la propria giunta. Ma c’è di più, Presidente, e concludo: nomina ancora Giovanni Procacci, già senatore del PD anch'egli per due mandati. Lo nomina per fare che cosa ? Come consulente per i rapporti, in questo caso, con il consiglio regionale. Cioè, Emiliano nomina due consulenti, uno per i rapporti con il suo consiglio regionale e l'altro per i rapporti con la sua giunta, a spese di chi ? Dei cittadini pugliesi, dei cittadini italiani, che dovranno pagare queste consulenze. Allora, Presidente, ancora una volta rafforzo ciò che affermava il nostro presidente Di Maio: il PD dovrebbe semplicemente vergognarsi di quello che rappresenta in questo momento a livello nazionale e di quello che rappresenta nelle regioni nelle quali governa.

  PRESIDENTE. Ovviamente anche per quanto da lei affermato vale la stessa risposta che ho dato precedentemente al collega Di Maio, nel senso che la Presidenza non ha potere di intervento e questa è una sessione senza il Governo e senza alcun contraddittorio al riguardo, su temi peraltro di natura locale, che non sono di competenza, almeno in questa formula, di questa Camera.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani ricordando che domani, giovedì 2 luglio, è convocata, alle ore 15, la riunione del Parlamento in seduta comune, per l'elezione di tre giudici della Corte costituzionale.
  Ricordo, altresì, che, per il primo di essi, si tratta del ventiquattresimo scrutinio, per il quale è prevista la maggioranza di tre quinti dei componenti, mentre, per il secondo e per il terzo giudice, si tratta rispettivamente del terzo e del primo scrutinio, per i quali è prevista la maggioranza dei due terzi dei componenti. La chiama avrà inizio dai senatori.

  Giovedì 2 luglio 2015, alle 9,30:

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge e dei documenti:
   S. 1758 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2014 (Approvato dal Senato) (C. 3123).
  — Relatore: Tancredi.

   Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2013 (Doc. LXXXVII, n. 2).
  — Relatore: Bergonzi.

Pag. 122

   Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2014 (Doc. LXXXVII, n. 3).
  — Relatore: Bergonzi.

  2. – Seguito della discussione delle mozioni Colletti ed altri n. 1-00921, Sberna ed altri n. 1-00924, Binetti e Dorina Bianchi n. 1-00926, Rondini ed altri n. 1-00927, Bazoli ed altri n. 1-00928 e Palese n. 1-00930 concernenti iniziative volte a sospendere le procedure di espropriazione relative ad immobili adibiti ad abitazione principale.

  La seduta termina alle 20,25.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3134-A – em. 4.100 365 361 4 181 361 76 Appr.
2 Nom. odg 9/3134-A/12 398 379 19 190 108 271 73 Resp.
3 Nom. odg 9/3134-A/14 409 406 3 204 134 272 73 Resp.
4 Nom. odg 9/3134-A/20 402 397 5 199 126 271 73 Resp.
5 Nom. Ddl 3134-A – voto finale 476 474 2 238 310 164 63 Appr.
6 Nom. Ddl 3123 – em. 1.13 462 385 77 193 44 341 63 Resp.
7 Nom. em. 1.15 458 384 74 193 47 337 63 Resp.
8 Nom. em. 1.14 464 386 78 194 48 338 63 Resp.
9 Nom. em. 1.16 464 387 77 194 48 339 63 Resp.
10 Nom. em. 1.17 471 391 80 196 49 342 63 Resp.
11 Nom. em. 1.4 474 392 82 197 47 345 62 Resp.
12 Nom. em. 1.18 475 396 79 199 48 348 62 Resp.
13 Nom. em. 1.3 480 474 6 238 120 354 60 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.20 478 476 2 239 125 351 60 Resp.
15 Nom. em. 1.6 476 407 69 204 58 349 60 Resp.
16 Nom. em. 1.19 480 476 4 239 125 351 59 Resp.
17 Nom. Articolo 1 478 375 103 188 350 25 59 Appr.
18 Nom. Articolo 2 472 343 129 172 342 1 59 Appr.
19 Nom. Articolo 3 468 345 123 173 344 1 59 Appr.
20 Nom. em. 4.1 472 462 10 232 135 327 59 Resp.
21 Nom. em. 4.2 464 429 35 215 125 304 59 Resp.
22 Nom. em. 4.3 466 433 33 217 131 302 59 Resp.
23 Nom. Articolo 4 480 392 88 197 315 77 59 Appr.
24 Nom. em. 5.2 479 449 30 225 140 309 58 Resp.
25 Nom. em. 5.1 473 443 30 222 136 307 58 Resp.
26 Nom. Articolo 5 474 391 83 196 380 11 58 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 6.10 478 447 31 224 140 307 58 Resp.
28 Nom. em. 6.6 477 441 36 221 97 344 58 Resp.
29 Nom. em. 6.7 484 434 50 218 79 355 58 Resp.
30 Nom. em. 6.4 474 421 53 211 72 349 58 Resp.
31 Nom. em. 6.5 473 438 35 220 89 349 58 Resp.
32 Nom. em. 6.9 471 439 32 220 86 353 58 Resp.
33 Nom. em. 6.8 465 415 50 208 69 346 58 Resp.
34 Nom. em. 6.12 478 468 10 235 155 313 58 Resp.
35 Nom. em. 6.13 481 384 97 193 72 312 58 Resp.
36 Nom. em. 6.14 468 432 36 217 65 367 58 Resp.
37 Nom. em. 6.15 483 468 15 235 68 400 58 Resp.
38 Nom. em. 6.16 478 477 1 239 73 404 58 Resp.
39 Nom. em. 6.17 473 472 1 237 137 335 58 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. Articolo 6 484 344 140 173 340 4 58 Appr.
41 Nom. em. 7.11 482 446 36 224 141 305 58 Resp.
42 Nom. em. 7.10 478 398 80 200 95 303 58 Resp.
43 Nom. em. 7.12 484 459 25 230 147 312 58 Resp.
44 Nom. em. 7.2 478 472 6 237 160 312 58 Resp.
45 Nom. em. 7.3 473 471 2 236 161 310 58 Resp.
46 Segr Dimissioni On. Lapo Pistelli 444 443 1 222 287 156 58 Appr.
47 Nom. em. 7.6 409 407 2 204 141 266 79 Resp.
48 Nom. em. 7.9 414 412 2 207 138 274 78 Resp.
49 Nom. em. 7.8 430 422 8 212 140 282 76 Resp.
50 Nom. em. 7.7 428 427 1 214 144 283 76 Resp.
51 Nom. em. 7.4 435 414 21 208 126 288 74 Resp.
52 Nom. em. 7.5 439 417 22 209 129 288 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 7.1 438 418 20 210 129 289 72 Resp.
54 Nom. articolo 7 441 352 89 177 284 68 71 Appr.
55 Nom. em. 8.9, 8.19 409 406 3 204 153 253 72 Resp.
56 Nom. em. 8.50 409 407 2 204 145 262 71 Resp.
57 Nom. em. 8.18 410 390 20 196 132 258 71 Resp.
58 Nom. em. 8.57 413 409 4 205 153 256 70 Resp.
59 Nom. em. 8.51 407 405 2 203 154 251 71 Resp.
60 Nom. em. 8.58 389 385 4 193 152 233 71 Resp.
61 Nom. em. 8.59 391 387 4 194 149 238 71 Resp.
62 Nom. em. 8.3 391 389 2 195 147 242 70 Resp.
63 Nom. em. 8.2 399 380 19 191 134 246 70 Resp.
64 Nom. em. 8.12 398 331 67 166 62 269 69 Resp.
65 Nom. em. 8.11 389 386 3 194 126 260 70 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 8.10 394 392 2 197 128 264 69 Resp.
67 Nom. em. 8.13 394 392 2 197 126 266 69 Resp.
68 Nom. em. 8.14 399 397 2 199 129 268 70 Resp.
69 Nom. em. 8.60 397 395 2 198 131 264 70 Resp.
70 Nom. em. 8.15 394 390 4 196 146 244 69 Resp.
71 Nom. em. 8.16 393 391 2 196 145 246 69 Resp.
72 Nom. em. 8.4 391 367 24 184 122 245 69 Resp.
73 Nom. em. 8.5 389 362 27 182 118 244 69 Resp.
74 Nom. em. 8.6 387 370 17 186 85 285 70 Resp.
75 Nom. em. 8.8 371 355 16 178 78 277 70 Resp.
76 Nom. em. 8.17 387 371 16 186 110 261 70 Resp.
77 Nom. em. 8.7 386 369 17 185 117 252 70 Resp.
78 Nom. em. 8.52 384 381 3 191 117 264 70 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 85)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 8.1 385 383 2 192 134 249 69 Resp.
80 Nom. articolo 8 385 383 2 192 248 135 69 Appr.
81 Nom. articolo 9 383 338 45 170 316 22 69 Appr.
82 Nom. articolo 10 383 270 113 136 267 3 69 Appr.
83 Nom. articolo 11 376 266 110 134 266 69 Appr.
84 Nom. articolo 12 376 246 130 124 244 2 69 Appr.
85 Nom. articolo 13 380 308 72 155 305 3 69 Appr.