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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 404 di mercoledì 8 aprile 2015

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9,35.

  RAFFAELLO VIGNALI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 1o aprile 2015.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Artini, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capezzone, Casero, Castiglione, Catania, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Alia, Dadone, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, De Menech, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Guerra, La Russa, Lorenzin, Losacco, Lotti, Madia, Manciulli, Mannino, Marazziti, Merlo, Meta, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Portas, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Sisto, Speranza, Tabacci, Valeria Valente, Vargiu, Velo, Vito e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 1o aprile 2015, il deputato Rudi Franco Marguerettaz, già iscritto al gruppo parlamentare Lega Nord e Autonomie, ha dichiarato di aderire alla componente politica Minoranze Linguistiche del gruppo parlamentare Misto.
  Il rappresentante di tale componente, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Modifica della denominazione e nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 1o aprile 2015, il presidente del gruppo parlamentare Lega Nord e Autonomie ha reso noto che, in data 31 marzo 2015, l'assemblea del gruppo ha modificato la denominazione del gruppo parlamentare in «Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini».Pag. 2
  Con la medesima lettera il presidente del gruppo ha reso noto che, in pari data, al vicepresidente Nicola Molteni sono state conferite le funzioni di vicepresidente vicario e che è stato altresì nominato vicepresidente il deputato Filippo Busin.

Annunzio della nomina di un Ministro.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato, in data 2 aprile 2015, la seguente lettera:
  «Onorevole Presidente, gentile Laura, informo la S.V. che il Presidente della Repubblica, con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta, ha nominato Ministro delle infrastrutture e dei trasporti il dottor Graziano Delrio, il quale cessa dalla carica di sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con le funzioni di Segretario del Consiglio medesimo.
Firmato: Matteo Renzi».

Discussione sulle linee generali della mozione Speranza, Dellai ed altri n. 1-00769, concernente iniziative in merito alla cosiddetta Carta di Milano, in relazione ad Expo 2015 (ore 9,40).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Speranza, Dellai ed altri n. 1-00769, concernente iniziative in merito alla cosiddetta Carta di Milano, in relazione ad Expo 2015 (Vedi l'allegato A – Mozioni).

  La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta del 31 marzo 2015.
  Avverto che sono state altresì presentate le mozioni Scotto ed altri n. 1-00776, Benedetti ed altri n. 1-00778 e Gelmini ed altri n. 1-00779 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalla mozione all'ordine del giorno, verranno svolte congiuntamente. I relativi testi sono in distribuzione.

(Discussione sulle linee generali)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
  È iscritta a parlare la deputata Susanna Cenni, che illustrerà anche la mozione Speranza, Dellai ed altri n. 1-00769, di cui è cofirmataria. Ne ha facoltà.

  SUSANNA CENNI. Grazie, Presidente. Colleghi, Ministro Martina, tutti oggi parlano di Expo, l'evento che dal 1o maggio aprirà i battenti a Milano, accogliendo visitatori da 147 Paesi del mondo. Tutti riconoscono oramai il coloratissimo marchio. Moltissimi hanno acquistato per tempo un biglietto di ingresso. In molti finalmente, ma non tutti, cominciano a parlare del valore più grande dell'esposizione universale che l'Italia accoglierà, il suo tema. «Nutrire il pianeta, energia per la vita» è un argomento straordinariamente rilevante per i Paesi ricchi, per l'occidente, per il nord del mondo, i loro record di abbondanza, di spreco, consumismo, obesità, così come per il sud del mondo, dove l'accesso al cibo, nonostante qualche timido passo avanti, e la sovranità alimentare sono ancora un obiettivo da raggiungere. Si muore ancora per fame.
  Nutrire il pianeta rappresenta la scommessa per la quale è giunto il tempo di un grande e vero cambio di paradigma: rendere il cibo, la sua produzione e la capacità di attribuirgli valore la chiave di volta per modificare le politiche per lo sviluppo, per intervenire a tutto tondo ed occuparsi di uguaglianza, crescita, ambiente, salute, cultura, futuro, democrazia.
  Qualcuno, credo il sindaco Pisapia, ha parlato per primo di una Kyoto del cibo. Da mesi la declinazione di questa scommessa ha assunto, grazie all'impegno del Ministro Martina, la denominazione di Carta di Milano. Il senso è il medesimo: fare in modo che da un evento così ambizioso, dal contributo di milioni di persone che visiteranno padiglioni di grande impatto, che si incontreranno, che Pag. 3dibatteranno attorno alle mille declinazioni della questione alimentare, si esca con un grande ed autentico salto di qualità. Una modificazione nelle politiche e, auspicabilmente, nei comportamenti di singoli, di imprese, di pubblico e di privato, di Governi nazionali e consessi internazionali. Ci riusciremo ? Avremo la forza di farlo come Paese ? Avremo la forza di reagire come mondo ? Per nutrire il pianeta servono prima di tutto consapevolezza e cambiamenti profondi. Lo affermo perché spesso ci soffermiamo sui numeri, che sono importanti, come quelli della popolazione mondiale che ha già superato i 7 miliardi e che si prevede superi i 9 miliardi entro il 2050, con conseguente necessario aumento di cibo a disposizione. La FAO stima una crescita del fabbisogno alimentare di circa il 70 per cento. Molto meno si parla dei numeri dello spreco alimentare: circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo commestibile sottratto alla sua funzione vitale, pari a un terzo della produzione globale di alimenti e quattro volte la quantità necessaria a nutrire le 925 milioni di persone al mondo a rischio di nutrizione. Ancora numeri: potremmo parlare di ciò che riguarda le conseguenze dei fenomeni climatici, spesso devastanti, della siccità, degli incendi; potremmo parlare delle loro ricadute sulle vite e sull'ambiente ed ancora delle speculazioni finanziarie esercitate proprio in virtù della scarsità o dell'abbondanza di riso, di grano, di mais. Oppure, ancora, della competizione non sostenibile e non accettabile eticamente fra utilizzo delle produzioni agricole per l'alimentazione e a fini energetici. Anche su tutto questo si stanno costituendo nuovi monopoli nel mondo; ne ha parlato in maniera splendida il presidente Prodi il 28 marzo a Firenze. Potrei continuare facendo cenno al tema delle sementi, dei fertilizzanti, dei pesticidi, il cui mercato è oggi quasi completamente nelle mani di non più di quattro multinazionali. Ancora numeri. O i crescenti fenomeni di moria delle api e i conseguenti problemi legati alla mancata impollinazione. Oppure, ancora, a quella folle corsa, al ritmo di otto metri quadri al secondo, ritmo con il quale cementifichiamo e rendiamo impermeabile e incoltivabile il suolo agricolo del nostro Paese.
  La Carta di Milano, la preparazione dei tavoli di lavoro e dei percorsi di studio, dei momenti pubblici di consultazione, quello del 7 febbraio a Milano e del 28 marzo a Firenze, dovranno condurre al varo di questa sfida: un patto sul cibo, un patto che produca davvero un cambiamento necessario per generare l'accesso al cibo per tutto il pianeta. Per nutrire il pianeta servono prima di tutto agricoltori che presidiano il territorio e che da questa attività ricavano un reddito dignitoso. È il primo ingrediente vero per un ritorno stabile delle nuove generazioni alla terra. Servono regole semplici, chiare, meno burocrazia. Per nutrire il pianeta serve un'alleanza forte, un'alleanza fra agricoltori e una ricerca sempre più capace di sostenerli in azione e individuare nuove pratiche finalizzate ad una maggiore resilienza ai mutamenti climatici. Servono strategie di contrasto, adeguate selezioni delle sementi, un uso adeguato dell'acqua, che non può più essere sprecata, e un uso oculato dei fertilizzanti privilegiando in assoluto pratiche biologiche. Un'alleanza forte che serva anche ad attrezzarci in maniera efficace per combattere nemici come quello che stiamo combattendo in questi giorni e in queste settimane in Puglia. So che il Ministro si recherà prossimamente proprio in Puglia dove si sta vivendo questo dramma della Xylella.
  Per nutrire il pianeta occorre investire sulle donne perché le donne sono meno del 5 per cento dei proprietari della terra nel nord Africa e ricevono appena il 5 per cento delle risorse rispetto agli uomini in quella parte del mondo, ma sono il 50 per cento della forza lavoro agricola nell'Africa subsahariana. Si stima che se avessero il medesimo accesso alle risorse agricole degli uomini, la produzione agricola aumenterebbe del 20-30 per cento e diminuirebbe di 100-150 milioni di unità la cifra di coloro che soffrono la fame. Ce lo ha ricordato molto bene, ancora sabato 28 marzo, Aung San Suu Kyi: non c’è Pag. 4parità di genere nelle case, nemmeno nella distribuzione di cibo, fra bambini e bambine in buona parte del mondo.
  E non sarà un caso se la sessione del WE-Women for Expo sarà chiusa da «Pechino +20», che farà il punto sulle battaglie per l'emancipazione e sulle nuove politiche per l'eguaglianza. L'istruzione, l'emancipazione, l'accesso al lavoro e al credito delle donne è fondamentale per l'evoluzione del mondo e anche per la battaglia sul cibo. Non basteranno, quindi, piccoli aggiustamenti, serviranno strategie condivise.
  Ovviamente, il Parlamento non inizia oggi il suo impegno sul tema: la Commissione agricoltura ha svolto un'accurata indagine conoscitiva, ha ascoltato le istituzioni, i molti soggetti della filiera agroalimentare, il Ministro stesso, le stesse rappresentanze FAO. In Commissione affari esteri è stata approvata, mesi fa, una risoluzione che impegna alla costruzione di un protocollo internazionale; un'ulteriore risoluzione impostata attraverso la chiave della sostenibilità che guarda alla Carta di Milano e ai possibili protocolli internazionali è adesso in discussione alla Commissione agricoltura e in prossima approvazione.
  Si tratta di approfondimenti, contributi di cui auspichiamo il Governo intenda avvalersi, arricchendo il testo nel perfezionamento del percorso che condurrà, il 28 aprile, al varo della Carta e, poi, ancora, negli incontri fra i Ministri dell'agricoltura degli Stati presenti all'Esposizione ed ancora per giungere alla sede dell'ONU e riempire di impegni concreti l'ottica dei nuovi Obiettivi del millennio.
  Certo, forse, il Parlamento ha perso un passaggio importante: quello delle riforme costituzionali. Sarebbe stato molto oculato aprire una discussione in quella fase – come il Ministro Martina ha più volte sollecitato – sull'inserimento del diritto al cibo in Costituzione. Io credo che sia stato un passaggio che ci siamo persi tutti quanti, di cui dobbiamo riconoscere aver vissuto una sconfitta, ma per il quale obiettivo credo possiamo ancora lavorare.
  Il gruppo del Partito Democratico ha, comunque, ritenuto che il rilievo della Carta di Milano, fortemente voluto dal Governo e dal Ministro Martina, meritasse anche un dibattito nel massimo consesso parlamentare, cioè nell'Aula, così come è già avvenuto con alcuni dei punti che, anche oggi, toccheremo e che riguardano il futuro dell'alimentazione, gli sprechi alimentari, gli OGM: mozioni su entrambi gli argomenti approvate con una larghissima condivisione. E lo abbiamo fatto presentando, oggi, una nostra mozione, utile a dare maggiore dignità al percorso intrapreso, ad avere un dibattito e a chiedere al Governo alcuni primi impegni, che ci auguriamo possano essere accolti.
  Sappiamo anche che alcune di queste richieste sono nelle nostre mani – quelle dei parlamentari –, come il tema del consumo del suolo agricolo all'esame delle Commissioni competenti da molto tempo o come la proposta di legge sull'agricoltura biologica. Così come si attende l'esame del Senato per le norme sull'agricoltura sociale e le norme a tutela della biodiversità agricola e alimentare, già approvate entrambe da questa Camera. Così come, ancora, sappiamo essere stati depositati testi in materia di sostegno all'agricoltura familiare e contadina da vari gruppi parlamentari, in sintonia con quanto sollecitato dal Parlamento europeo nel 2014, anno dedicato alla piccola agricoltura e all'agricoltura familiare: quella che nutre circa il 70 per cento del pianeta e che non sempre ha agevolmente accesso alle misure della PAC o dello sviluppo rurale, ma quella stessa agricoltura che consente di manutenere zone montane svantaggiate, dove, spesso, costituiscono l'unica attività economica.
  Sì, per nutrire il pianeta servono consapevolezza e cambiamenti profondi. La produzione di cibo, un'agricoltura praticata con tecniche e modalità sostenibili e durevoli, un minor utilizzo di acqua, la riduzione di sprechi lungo tutta la filiera, la protezione del suolo agricolo, la riduzione di CO2 in atmosfera, la protezione della biodiversità, gli interrogativi sugli standard occidentali del consumo di carne, Pag. 5sono i temi con i quali chi si occupa di agricoltura alzando lo sguardo più in alto e provando ad avere una visione del futuro si misura da anni, spesso anche un po’ in solitudine.
  Expo può essere l'occasione per andare oltre e per accrescere una consapevolezza diffusa di popoli e decisori politici, ma anche per investire di più in istruzione ed educazione alimentare in modo permanente. Anche così si lavora per dare giusto valore al cibo: imparando a riconoscere il sapore, certo, ma anche origine, cultura, fatica che stanno dietro agli alimenti. Expo può essere il passaggio utile a farci compiere passi più decisi, che tengano assieme coraggio e governance sul tema della sostenibilità del contrasto ai mutamenti climatici, perché i cambiamenti veri divengono reali solo quando si producono in tutta la filiera dei decisori, in tutta la filiera agricola, compresi i cittadini consumatori.
  Nessun ritardo sarebbe oggi più comprensibile, soprattutto nel momento in cui una nuova visione del cibo, una diversa disponibilità del consumatore, una maggiore consapevolezza del valore che sta dietro a produzioni che non inquinano, che contribuiscono alla salvaguardia del territorio, alla nostra salute e che sono anche fattori di maggiore competitività sono riconosciuti dal consumatore. È una sensibilità che fa porre molte domande sul modello di sviluppo che ci ha condotto dentro ad una lunga crisi, molto pesante.
  Se, come Wendell Berry, contadino e intellettuale del Kentucky, ci ha insegnato a dire, mangiare è un atto agricolo, dobbiamo sapere tutti quanti che i comportamenti quotidiani, anche alimentari, dell'umanità intera svolgeranno sempre di più una funzione fondamentale e avranno sempre delle conseguenze.
  E allora, anche con la mozione di oggi, con gli altri atti produrremo ancora nelle Commissioni, nel nostro lavoro di parlamentari, con il contributo che a vario titolo porteremo nei dibattiti, negli incontri, anche dentro il contenitore Expo, siamo a chiedere al nostro Governo un impegno, un impegno vero a lavorare per cambiarlo sul serio, questo paradigma dello sviluppo, esercitando un ruolo nei confronti del resto del mondo, visto che lì saranno tutti i riflettori e anche perché attraverso un nuovo modo di mettere al centro l'alimentazione del mondo si possano davvero definire nuovi orizzonti di crescita, nuove relazioni fra città e campagna, nuove relazioni fra gli individui e l'ambiente e nuove prospettive di pace, a partire dal Mediterraneo e, francamente, ci sembra un'assoluta priorità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Silvia Benedetti, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00778. Ne ha facoltà.

  SILVIA BENEDETTI. Grazie Presidente. Per vedere se Expo funziona non si può ragionare a compartimenti stagni, immaginando di indagare per frammenti e isolando una parte dell'insieme del contesto in cui si colloca. È innanzitutto il tema, così impegnativo, della manifestazione, io direi quasi altisonante, che ci impone di avere uno sguardo di insieme approfondito. Il tema è «Nutrire il pianeta. Energia per la vita», lo abbiamo detto un sacco di volte, ed è un mondo, perché è un mondo di mondi che include il suolo, l'acqua e l'aria come beni primari e comuni. Il lavoro degli agricoltori come fondamento insostituibile di crescita e sviluppo, l'equità nella distribuzione delle risorse e del cibo come principio impedente la tragedia della fame e anche le conseguenze che a catena tale tragedia comporta, compresa quella della guerra, spesso.
  Expo, quindi, è una grandissima opportunità, attualmente – grazie a voi – mancata, che ci chiama non solo a discutere, ma, attraverso la Carta di Milano, a prendere una posizione concreta, ad avanzare proposte in difesa della vita del pianeta e delle condizioni di riproduzione e sopravvivenza, avendo chiaro il nesso – il nesso – tra beni comuni, lavoro ed equità distributiva delle risorse. Ma se questo nesso si perde, capite bene che viene meno il Pag. 6senso stesso di questa manifestazione come grandissima opportunità di crescita e cambiamento.
  Come pensate che possano convivere nello stesso contesto la valorizzazione dell'opera dei contadini, di chi lavora la terra e produce il cibo, e gli interessi delle multinazionali dell'agro-business e dell'alimentazione, che, come sappiamo, sono causa – e non rimedio – del paradosso che vede sul nostro pianeta un miliardo di affamati e un miliardo di obesi ? Ve lo chiedo perché Expo per promuovere un'alimentazione sostenibile ed equa ha scelto come suoi sponsor colossi quali Coca Cola, McDonald's, Monsanto, quest'ultimo, ricordiamolo sempre, leader nella produzione di OGM nel mondo. È come pretendere di abbattere la casa del padrone con gli strumenti del padrone. Il rischio è che quella che poteva essere, appunto, una grande occasione per il bene del pianeta e di chi lo abita, si trasformi in un gigantesco business a vantaggio di pochi, e cioè nell'ennesima occasione di lucro per i privati che gestiscono miliardi o anche per chi arraffa appalti in maniera illegale.
  È inevitabile fare un collegamento con quella che è stata la cupola degli appalti, dove appunto sono state pilotate le gare per Expo e per la Città della salute, e per la quale questione sono stati fatti diversi arresti a partire dal maggio 2014. Ricordo anche che Società Expo 2015 ha affidato con trattativa privata 130 appalti per la comunicazione senza gara ad evidenza pubblica e ricordo anche l'enorme lavoro che si è dovuto fare per verificare un numero enorme di appalti, una sessantina.
  Quindi, alla faccia dell'accesso alle risorse di qualunque tipo. Vi sembra accettabile, credibile e sensato che la struttura espositiva in cui promuovere una politica di difesa del suolo, di valorizzazione e tutela del made in Italy – temi proprio di Expo – venga costruita cementificando un milione di metri quadri di suolo agricolo, invece che utilizzare quanto già presente ? Poteva essere utilizzata la fiera di Rho, potevano essere utilizzati altri spazi espositivi a Milano, poteva anche essere fatta la famosa Expo diffusa e sostenibile che avevano proposto, sulle orme del Salone del mobile a Milano. Quindi, qui non si parla di spreco solo alimentare, si parla anche di spreco di suolo e le due cose sono interconnesse, strettamente.
  L'impatto dell'enorme struttura espositiva, anche simbolicamente, sembra rappresentare la non volontà di affrontare il tema proposto; è uno schiaffo, lo ripeto, è uno schiaffo per chi, tutti i giorni, lotta contro il land grabbing, l'accaparramento di suolo, e per chi, tutti i giorni, cerca di ricavare la propria sussistenza da quel poco di terra che possiede. Non possiamo far finta di nulla di fronte a quel fenomeno di accaparramento di risorse, di suolo e di acqua da parte di multinazionali; ricordo anche che la cosa più inquietante è che questo è un fenomeno che un tempo era circoscritto alle aree più povere del mondo, invece, adesso, ha fatto irruzione anche nei Paesi europei dove, oggi, il 50 per cento della superficie agraria è nelle mani del 3 per cento dei grossi proprietari e la privatizzazione delle risorse idriche è in crescita ovunque. Tra l'altro, è inevitabile che io ne approfitti per ricordarvi che il popolo italiano si è democraticamente espresso con un referendum contro la privatizzazione dell'acqua. Si è espresso per l'acqua come bene comune e l'esito di quel referendum è tuttora ignorato, tuttora disatteso, perché come sapete gli enti locali continuano a privatizzare l'acqua.
  D'altra parte – e torniamo a Expo – continuiamo con i paradossi; c’è un ennesimo paradosso, perché questa manifestazione si svolge in un Paese in cui i cittadini hanno espresso la volontà di difesa dell'acqua pubblica e Expo sceglie come acqua ufficiale quella della Nestlé. L'acqua come merce, perfetto, come fonte di profitto per pubblicizzare Expo in tutto il mondo con un'apposita etichetta che accompagna centocinquanta milioni di bottiglie ovunque. Quindi alla faccia dell'accesso alle risorse per tutti.
  Non siamo i soli a mettere in evidenza le contraddizioni gravi che attraversano questa manifestazione, questa esposizione. Pag. 7Ci sono movimenti, associazioni, forze democratiche che si stanno mobilitando. Sono scesi in campo intellettuali e scienziati, è stata inviata anche una lettera al Premier Renzi affinché Expo non diventi la vetrina dell'ingiustizia, parte già bene su questo piano. Leggo una dichiarazione: Renzi ha sottoscritto la Carta di Milano, un protocollo mondiale sul cibo, la cui regia è stata affidata alla Fondazione Barilla, senza condivisione con i Governi e con le organizzazioni internazionali che si occupano di questi temi. Il protocollo è stato scritto, in sostanza, da un'industria privata – cosa mai successa – non parla di sovranità alimentare, di filiera corta, non dice nulla sugli OGM, tace sui sussidi dell'Unione europea alle grandi multinazionali che causano la distruzione dell'agricoltura nel sud del mondo e costringono, ogni anno, alla chiusura molte aziende agricole monofamiliari. Ricordo che il 70 per cento del cibo mondiale è prodotto da aziende di tipo familiare che qui non vengono minimamente considerate.
  Sono tante le denunce, quindi, e i punti di dissenso fondati che qui non ho tempo di illustrare nella loro completezza, come vedete di materiale ce n’è un sacco. L'Expo ci sarà e non sarà come noi del MoVimento 5 Stelle avremmo voluto che fosse e non solo noi, chiaramente. Mi chiedo se in questa cornice così compromessa alla radice ci sarà spazio perché la Carta di Milano possa seguire un suo percorso fruttuoso, perché non sia la classica foglia di fico, si fa spesso no ? Si maschera un provvedimento come se fosse dirimente, come se fosse finalmente una presa di posizione e, invece, è il solito provvedimento annacquato. Ebbene, spero che questa Carta di Milano non sia il solito provvedimento annacquato per dare una «ripitturata» all'immagine di Expo che, appunto, fino adesso non ci ha certo rappresentato bene. Spero che questo non serva per coprire il giro di miliardi di affari che ruota intorno a questo megaevento.
  Peraltro, vedo negli impegni della vostra mozione, un'altra cosa che mi ha fatto sorridere; c’è un impegno che dice: ad individuare le possibili modifiche, nell'ambito dell'Unione europea, alle direttive in materia di appalti pubblici, prevedendo misure premiali per le aziende biologiche nell'affidamento dei servizi di ristorazione nelle mense scolastiche.
  Questo è uno dei tanti esempi di materiale che il MoVimento 5 Stelle aveva già messo a disposizione, eventualmente, se si fosse voluto lavorare su queste cose, perché ricordo che abbiamo presentato una proposta di legge – l'Atto Camera n. 1223, per chi volesse andarsela a vedere –, depositata a giugno del 2013, dove all'articolo 3 appunto affrontiamo incentivi all'utilizzo dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta, a chilometro utile, dei prodotti provenienti da sistemi di garanzia partecipativa nei servizi di ristorazione collettiva affidati agli enti pubblici. Quindi, siete ancora in tempo, perché voglio dare un messaggio positivo, visto che si dice sempre che il MoVimento 5 Stelle dice di no a tutto. Bene, vi diamo un'opportunità. Quindi, siete ancora in tempo, perché abbiamo detto che Expo è una grande opportunità – mancata, al momento –, e vediamo se quello che è contenuto negli intenti del titolo di Expo non viene totalmente bruciato. Se volete, potete far ritirare gli sponsor delle multinazionali; se volete, potete fare pressione affinché, nell'ambito dell'Expo, l'agricoltura familiare sia il soggetto protagonista dell'evento, come è giusto che sia, e che gli stand espositivi destinati a questo settore cruciale vengano moltiplicati; così come, se volete, potete far sì che vengano riservati distinti padiglioni all'agricoltura biologica e di qualità e alla promozione di colture OGM-free. Insomma, se volete, siete ancora in tempo per restituire a questa manifestazione un carattere di opportunità vera per tutti e non solo un'occasione di lucro per alcuni. Se volete, potete ancora rendere credibile questa Carta di Milano: lavoriamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Adriano Zaccagnini, che illustrerà Pag. 8la mozione Scotto ed altri n. 1-00776, di cui è cofirmatario. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Buongiorno e grazie Presidente, Ministro, credo che prima di entrare nel merito della discussione della Carta di Milano non possiamo non considerare il contesto che Expo crea e in cui si svolge questo dibattito sul modello agricolo sostenibile per il pianeta. Expo, in particolare, in qualche maniera e non soltanto in qualche maniera ma in più occasioni, ha sfruttato la logica del grande evento, dello stato di eccezione, per mettere i suoi tentacoli in ogni angolo della metropoli, della società, con la speculazione edilizia e la corruzione. Questo è il contesto che abbiamo di fronte e su cui potremmo discutere molto, ma vorrei soffermarmi più su altri due elementi molto critici, prima di entrare nel merito dei punti. Il primo è la mistificazione, in qualche maniera, dell'idea di ecologia e di sostenibilità che anche in alcuni ambiti comunicativi di Expo si sta cercando di portare avanti, e anche quello dell'importanza dell'alimentazione sana. Expo, infatti, si colora di verde con la green economy ma spesso maschera l'ipocrisia di un approccio al tema tutto interno al modello economico neoliberista. È un evento che dovrebbe essere dedito alla natura, all'ecologia, che potrebbe favorire i piccoli contadini ed un rapporto diretto con la terra, che si basi sull'acquisto solidale, la vendita diretta «a chilometro zero» per la diffusione del biologico ad ampie fasce della popolazione, forse l'accesso per tutti al cibo; tuttavia, basta un'occhiata agli sponsor per notare che le aziende partner di Expo che partecipano all'evento sono di un certo tipo di industria alimentare – non da ultimo McDonald's –, della grande distribuzione, e che hanno investito sull'evento multinazionali che detengono il monopolio della mercificazione delle sementi e sulla gestione di quelle geneticamente modificate. C’è quindi un supporto vero e concreto alle politiche di sfruttamento intensivo dei terreni e il sostegno ad un'agricoltura di tipo industriale che segue le regole del mercato, schiacciando purtroppo attività dell'agricoltura rurale. Racconta appunto di un modello che non ha nulla a che fare con il ritorno alla terra; concetto chiave, tra l'altro, in qualche maniera, per recuperare soggetti socialmente attivi sul tema della terra. Quindi, questo è il primo dato: fanno parte di Expo Coca-Cola, McDonald's, Nestlé, ENI, ENEL, Pioneer, DuPont, Selex.
  L'altra questione su cui intendo soffermarmi brevemente è il laboratorio di sperimentazione di nuove politiche sul lavoro che Expo è. Da una parte, appunto, lo scopo di anticipare le legislazioni che riguardano in qualche maniera tutto il Paese con il Jobs Act, dall'altra quella di garantire un evento in cui la redistribuzione della ricchezza è assente o riservata solo a chi sta in cima alla piramide.
  Quindi, in Expo si è avuto lo stravolgimento del lavoro a tempo determinato, permettendone la somministrazione incontrollata ed il rinnovo del 100 per cento del personale utilizzabile da un contratto all'altro, si è abbassata la percentuale di assunzione dopo il periodo di apprendistato e si determinano condizioni di stage che poco hanno a che fare con l'ambito formativo e molto invece riguardano lo sfruttamento lavorativo. In ultimo, appunto, l'esercito di volontari ottenuto grazie ai suddetti accordi, che permettono ad aziende e datori di lavoro di servirsi di lavoro gratuito: all'inizio 18 mila cinquecento sul sito dell'Expo, poi fermi a 7 mila per carenza di candidature.
  Questo paradigma che crea l'Expo, questo grande evento, questo stato di eccezionalità sottrae ovviamente territorio, beni comuni, servizi, reddito per darli in pasto, come si può vedere grazie alle inchieste, ai grandi squali dell'edilizia e della finanza, mentre nel frattempo vi sono state varie aziende che hanno intascato mazzette.
  Lo scenario dell'Expo, purtroppo, ha fatto da copertura anche per questo tipo di operazioni, che è bene vengano alla luce; di questo contesto non vorremmo assolutamente parlare, ma quantomeno è doveroso farne menzione.Pag. 9
  Per entrare nel merito della Carta di Milano, che sarà la dichiarazione conclusiva dell'esposizione universale e verrà consegnata al Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, quale atto di indirizzo internazionale e quale contributo alle riflessioni che saranno svolte sul millennium goals a novembre 2015, è molto importante che essa sia sostenuta e redatta in maniera attiva dal Governo italiano, il quale deve avere un ruolo da protagonista nella creazione e nell'ideazione di un modello agroalimentare sostenibile per il pianeta. Questo percorso di riflessione globale, recependo più contributi possibili in maniera dialogante, deve porsi come obiettivo la sostenibilità. È fondamentale che essa sia al centro, e che tutti i punti della Carta tendano in qualche maniera verso questo obiettivo centrale. Credo che per iniziare a delineare i punti che abbiamo presentato è importantissimo partire dall'agricoltura familiare. L'obiettivo è quello di orientare radicalmente le politiche agricole a favore dall'agricoltura contadina familiare sia nel mondo sviluppato che nei Paesi in via di sviluppo, ponendo l'attenzione sull'importante ruolo che essa gioca nell'alleviare la fame e la povertà, nel rafforzare la sicurezza alimentare e la nutrizione, nel migliorare i mezzi di sussistenza e la gestione delle risorse naturali, nella protezione dell'ambiente e nel raggiungere uno sviluppo sostenibile, in particolare nelle zone rurali e marginali.
  Le piccole e medie aziende contadine rappresentano la spina dorsale economica e sociale europea, dove in media le aziende agricole sono di 14 ettari. Oltre il 69 per cento delle aziende agricole coltivano meno di 5 ettari e solo il 2,7 per cento possiede oltre 100 ettari. È questo un dato molto importante da cui partire. Un altro dato fondamentale è rappresentato dal fatto che in Europa e in Nord America si stima che i consumatori buttino via dai 95 ai 115 chilogrammi pro-capite di cibo all'anno. Lo spreco alimentare ha assunto e sta sempre più assumendo una dimensione mondiale, tanto che metà del cibo prodotto nel mondo non arriva mai ad essere consumato. Il problema dello spreco alimentare è da ritenersi connesso alle politiche economiche e di marketing, che negli ultimi anni hanno prodotto fattori e azioni comportamentali altamente distorsivi della realtà fattuale e delle conseguenze sull'alimentazione.
  Le politiche di marketing delle multinazionali e le normative sulla brevettazione dei prodotti agroalimentari hanno contribuito a generare comportamenti sociali tendenti a produrre sempre più spreco e scarto alimentare. I dati sullo spreco di cibo nei Paesi industrializzati ammontano a 222 milioni di tonnellate, ossia il corrispettivo della produzione alimentare disponibile nell'Africa subsahariana, che è di 230 milioni di tonnellate. Una parte della popolazione mondiale è ipernutrita ed è pari a quella denutrita o sottonutrita. Lo spreco alimentare in Italia ammonta a 6 milioni di tonnellate, pari ad un valore di 12,3 miliardi di euro, di cui 6,9 miliardi direttamente dai consumatori.
  Altro punto fondamentale da sottolineare è come il modello dell'agricoltura europea sia differente e vada salvaguardato nei confronti del modello statunitense. Per questo è molto importante che il percorso che porta a cercare dei nuovi trattati e dei nuovi accordi economici sia chiaro. L'obiettivo qual è ? Che l'armonizzazione degli standard non può essere certamente al ribasso, ma deve essere sempre, in qualche maniera, tendente ad un miglioramento e ad un allargamento dei diritti e della protezione dei consumatori.
  Quindi, nel confronto tra un modello di sviluppo agricolo europeo e statunitense, è chiaro che, nel contesto del TTIP ad esempio, dobbiamo cercare – se vogliamo perseguire gli intenti e i principi che verranno da questa Carta – delle trattative molto attente, molto prudenti ma soprattutto consapevoli di quello che è l'interesse degli statunitensi in questo campo. In particolare, basti citare la questione della mangimistica: il Ministro certamente ha sviluppato una progettualità su questo – il Piano proteico nazionale – dopo il divieto sugli OGM. Noi crediamo che l'Europa intera debba essere OGM free e che si Pag. 10debba perseguire questa strada affinché, veramente, si possa tornare a soddisfare almeno una parte del fabbisogno per gli allevamenti: soddisfarlo nel senso di produrlo qua, sul nostro territorio.
  Altro punto secondo me molto importante a livello globale è quello del diffondersi delle fitopatie e dei parassiti delle piante, senza dubbio rappresentato dai grandi flussi di merci che alimentano gli scambi commerciali: questi imballaggi, i mezzi di trasporto e il materiale vegetale trasportato si spostano da un continente all'altro, raggiungendo zone geografiche anche molto lontane dalla loro area reale di origine. Basta adesso citare la Xylella, ad esempio, ma ci sono stati altri casi come la Varroa e l’Aethina tumida, che hanno attaccato le api, o l'attacco al castagno da parte del Cinipide. Dobbiamo fare qualcosa di più, dobbiamo creare una regolamentazione internazionale, perché solo le regole all'interno della globalizzazione possono darci più garanzie e più sicurezza.
  Il fenomeno del «land grabbing», fenomeno spaventoso che assume dimensioni sempre più planetarie, dove le vittime principali sono gli abitanti dei Paesi più poveri del mondo, che vengono depauperati del loro sostentamento principale, che è la terra; investimenti a basso costo in terre del sud del mondo, dove si concentra circa il 40 per cento di tutte le fusioni e acquisizioni agricole: sono veramente dati spaventosi, se pensiamo poi alla durata delle concessioni, che è molto lunga, o agli accordi, che prevedono affitti risibili, dai 2 ai 10 dollari per ettaro, come in Sudan o in Etiopia. Questo fenomeno si sta espandendo anche in Europa, in Ucraina o nella nostra Sardegna.
  L'agricoltura italiana: in tutto questo noi abbiamo un ruolo fondamentale, ma dobbiamo innanzitutto rimettere a posto il nostro territorio; il suolo è una risorsa non rinnovabile e per questo è importante che la proposta sul consumo di suolo, presso le Commissioni competenti, vada avanti e che il Governo faccia la sua parte in questo.
  Altro punto fondamentale è quello che riguarda le monocolture, ossia il sacrificare vaste zone di territorio per la coltura di un'unica specie vegetale in maniera intensiva e standardizzata. È questa una delle principali cause della scomparsa di biodiversità. È necessario, qui, citare le foreste pluviali e tropicali, che vengono erose dalla continua importazione di prodotti derivanti, appunto, dal disboscamento illegale delle foreste: noi dobbiamo aggiornare la nostra legislazione in materia di importazione di legname, ma anche di pellame e, soprattutto, non accettare, come fanno anche altri Paesi europei, e criticare anche l'Olanda, la Germania e altri Paesi che importano grandi quantitativi di prodotti da disboscamento illegale.
  L'agricoltura intensiva, quindi, è l'attività che richiede più utilizzo di acqua in Europa: questo è un altro punto fondamentale: il grandissimo utilizzo di acqua.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ADRIANO ZACCAGNINI. I fertilizzanti chimici e i pesticidi penetrano il terreno, raggiungendo e inquinando le falde acquifere sotterranee. Non possiamo girare la testa di fronte a queste cose, perché non ne va soltanto della concentrazione elevata nei suoli e della mancata capacità, poi, di rigenerazione dei suoli stessi, ma sulla nostra stessa salute l'impatto è molto forte.
  Quindi, la disponibilità di acqua è un punto fondamentale, credo, da inserire, come anche quello umano, che riguarda la tratta degli esseri umani e lo sfruttamento del lavoro dei migranti, migranti che finiscono in circuiti di marginalità sociale e di illegalità, vittime di un sistema di sfruttamento sia a livello di manodopera sia sessuale. Andalusia, Grecia, Francia e Italia: sono tanti gli esempi. Ci sono i palestinesi nella valle del Giordano, i quali lavorano in condizioni disastrose. Il problema dello sfruttamento dei braccianti agricoli è di matrice globale ed ha un'urgenza fondamentale.
  Vado a concludere citando gli agrocombustibili, che non possono essere il modello che rende sostenibile l'agricoltura, Pag. 11pensando soltanto alle riserve d'acqua che necessitano. Poi ci sono le sementi. È importantissima la libertà di gestire i semi e la libertà dei coltivatori, che sono minacciate dai nuovi diritti di proprietà, dalle nuove tecnologie e, quindi, è importante, appunto, il principio del libero scambio dei semi.
  In ultimo, la questione degli allevamenti, che si espandono sul suolo terrestre e anche nei mari in maniera veramente preponderante, forte, e l'utilizzo massiccio di antibiotici che viene fatto. Quindi, anche qui una revisione del modello d'allevamento è comunque nelle cose. È necessario un dibattito, perché la terra è limitata, le risorse sono limitate e mi auguro che la Carta di Milano possa essere un passo in avanti per arrivare a dei risultati concordati fra i vari Governi e fra i vari Paesi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Rocco Palese, che illustrerà la mozione Gelmini ed altri n. 1-00779, di cui è cofirmatario. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, onorevoli colleghi, attraverso Expo 2015 il Paese e Milano stanno di fatto riprogettando la propria identità di Paese e di città dinamica, pronta ad affrontare le sfide del futuro ma anche a valorizzare la propria tradizione agricola, il che significa la terra, gli spazi verdi, come il Parco Sud, le cascine, i fiumi, i canali, per mettersi a disposizione del sistema Italia e per aiutare i Paesi in via di sviluppo.
  Ogni idea, ogni proposta legata ad Expo fin dalla candidatura di Milano sono state considerate strumento indispensabile per il successo dell'evento, a condizione di essere il frutto di un contributo corale, anzitutto dei cittadini e poi, naturalmente, delle istituzioni, Governo, regione Lombardia, comune di Milano, ma anche regioni e comuni di tutta Italia e, inoltre, Confindustria, camera di commercio, sindacati e, soprattutto, università e centri di ricerca.
  Il vero simbolo di Expo Milano 2015, per come l'Esposizione è stata concepita dagli ideatori, non è un monumento o, comunque, una realizzazione che rappresenti la grandezza di Milano e dell'Italia, ma una visione di futuro che identifichi Expo come progetto in divenire per un mondo nuovo, dove il cibo sia sufficiente e sicuro per tutti e dove la salute, insieme al cibo, sia un diritto inalienabile di ogni persona, soprattutto dei bambini e degli anziani.
  Il tema del diritto al cibo viene fatto proprio anche dalla Chiesa ed è stato oggetto, nei giorni scorsi, anche di una lettera dal titolo «Cibo che nutre. Per una vita sana e santa», scritta in vista di Expo 2015 dal ministro generale dei frati minori conventuali, fra’ Marco Tasca, agli oltre 4 mila frati dell'ordine in 63 Paesi dei cinque continenti, dove si sostiene, tra l'altro, che «parlare del cibo significa parlare dei grandi problemi che attanagliano e preoccupano l'umanità e spinge il nostro sguardo verso orizzonti più vasti e spesso trascurati. Quello dello spreco di cibo è uno degli scandali più drammatici del nostro tempo. Quello di non sprecare dovrebbe essere per noi francescani una sorta di comandamento, perché ogni spreco di cibo (acqua, energia, suolo) è spreco della creazione e rende la terra più povera e inospitale per le generazioni future». Questo è quanto si affermava in quel documento, molto importante e molto pertinente.
  Expo Milano 2015 è stato concepito e progettato con un'attenzione particolare all'eredità culturale, infrastrutturale, economica ed umana che sarà in grado di lasciare alle generazioni future. Tra queste priorità spicca una maggiore sensibilità collettiva alle tematiche inerenti al diritto ad un'alimentazione sana, sicura, sufficiente ed equilibrata, all'accesso all'acqua per tutti gli esseri umani del pianeta e consentire la costruzione di un contesto internazionale favorevole all'efficace risoluzione dei problemi inerenti all'alimentazione e al benessere.
  L'impatto sulle potenzialità turistiche di Milano, della Lombardia e del Paese, sarà elevato, sia nel breve periodo (ricettività dei visitatori), sia nel medio-lungo Pag. 12periodo, proprio grazie alla valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano, oltre che turistico, per la visibilità e la promozione dei monumenti e dei paesaggi naturali.
  Milano e l'Italia rappresenteranno, in virtù di Expo, e in una sorta di continuità ideale con il tema prescelto, un polo di eccellenza per la food safety, la food security, nonché, anche e soprattutto, per quello che riguarda tutta la filiera agroalimentare.
  Expo può costituire realmente un'occasione preziosa per affrontare il vasto tema della nutrizione del pianeta e dei rapporti con i Paesi in via di sviluppo, rappresentando un momento di incontro tra Paesi, culture, addetti ai lavori dei sistemi agroalimentari, tecnici e scienziati di tutto il mondo.
  In occasione dell'Esposizione universale, Expo Milano 2015, verrà siglato un patto sul cibo tra nazioni e cittadini, incentrato sulla prevenzione e sullo spreco di cibo e, in particolar modo, sull'educazione alimentare, con cui fronteggiare, da un lato, lo spreco e, dall'altro, impedire che diete non salutari distorcano le reali esigenze nutrizionali dell'organismo umano.
  Tra gli obiettivi di Expo 2015 c’è, infatti, quello di mettere a punto la Carta di Milano che dovrà contenere i nuovi diritti e doveri dell'umanità sul cibo, affinché gli Stati ed i cittadini possano assumersi le proprie responsabilità per garantire il diritto ad un cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti.
  La Carta di Milano può essere uno strumento in grado di offrire un'opportunità di riflessione sui temi dell'alimentazione e del cibo. Alla Carta di Milano hanno lavorato eminenti personalità del mondo della ricerca e dell'alimentazione e l'obiettivo deve essere quello di tradurre in concretezza il loro impegno, a livello del nostro Paese, ma anche nel quadro internazionale. Tutte le iniziative di principio hanno un significato indiscusso se vanno nella direzione auspicata del Patto per il cibo: valorizzazione delle peculiarità dei territori, equa distribuzione delle risorse, risparmio per evitare lo spreco.
  Anche l'industria agricola e agroalimentare, assieme ad una legittima propensione ad aumentare i consumi, deve basare la sua attività su un utilizzo razionale delle risorse. A questo scopo, i Paesi che aderiscono alla Carta di Milano devono impegnarsi alla definizione di un protocollo locale con le associazioni delle categorie interessate.
  Expo 2015 potrebbe, inoltre, essere un'importante occasione per sensibilizzare l'intero pianeta sull'impiego abominevole che alcune realtà locali fanno dei bambini nei Paesi caratterizzati da conflitti, approfittando spesso dello stato di indigenza nel quale vivono.
  Sostanzialmente, noi riteniamo che il Governo debba essere impegnato: a promuovere il made in Italy, sia attraverso un modello innovativo di rete territoriale (dato che Expo è già oggi un metodo di lavoro fondato su progetti che mettono in dialogo le eccellenze italiane con i protagonisti della vita economica, sociale, culturale delle aree del mondo coinvolte), sia con un impegno forte e concreto, soprattutto in ambito europeo, per proteggere e valorizzare il made in attraverso norme chiare e adeguate, assumendo ogni iniziativa utile in tal senso anche in sede di definizione dei contenuti della Carta di Milano; a promuovere il modello Expo 2015 nella solidarietà e nella cooperazione internazionale, valorizzando i progetti di sviluppo avviati in tutti i continenti, con decine di accordi stretti con le maggiori organizzazioni internazionali, come FAO, ONU, Millennium campaign, World food programme; a promuovere, anche nell'ambito degli impegni che saranno previsti dalla Carta di Milano, i migliori stili di vita con riferimento ai problemi dei Paesi sviluppati; ad adoperarsi, anche nell'ambito dei lavori concernenti l'elaborazione della Carta di Milano, affinché prosegua l'impegno nato con Expo Milano 2015 per il trasferimento tecnologico e di conoscenza ai Paesi in via di sviluppo con riferimento alle più recenti innovazioni, Pag. 13per garantire, a costi contenuti, un approvvigionamento più sicuro di cibo e acqua per la popolazione.
  Inoltre, il Governo dovrebbe: promuovere, ed è auspicabile, l'educazione alimentare, sollecitando educatori, famiglie e istituzioni a ricercare e mettere in pratica metodi didattici innovativi, e, soprattutto, valorizzare le istituzioni scolastiche, quale luogo di formazione di base accessibile a tutti che promuova l'inserimento nell'offerta formativa di percorsi educativi sulla nutrizione, sulla sicurezza alimentare e sull'utilizzo delle risorse alimentari del pianeta, facendo sì che l'educazione sia la strada maestra per lo sviluppo e tenendo conto che le modalità concrete con le quali realizzare progetti educativi ai diversi livelli, anche dopo Expo, necessitano certamente di significative risorse umane e finanziarie, ma costituiscono un investimento fondamentale perché Expo 2015 lasci un'eredità tangibile non solo a Milano ma anche a tutto il mondo; valorizzare tutto ciò anche dopo Expo, con particolare riguardo al contributo della città al sistema agroalimentare italiano e a tutte le sue manifestazioni ed eccellenze, per garantire continuità al progetto e al tema di Expo e far emergere a livello internazionale una città aperta al mondo e nel mondo, in grado di vincere le sfide del futuro.
  È altrettanto indispensabile coinvolgere sempre più in tutti i progetti futuri le realtà produttive agricole, alimentari, distributive dell'intero territorio di una regione, la Lombardia, che è la prima in Italia e una delle maggiori in Europa come peso economico assoluto del sistema agroalimentare, che esprime livelli di produttività tra i più elevati in ambito internazionale, che è una delle culle della moderna industria alimentare e della moderna distribuzione, che rappresenta un esempio di complessa e corretta gestione delle acque per gli usi agricoli, civili ed industriali, che possiede un capitale umano, università, centri di ricerca e imprese in grado di effettuare un efficace e corretto trasferimento tecnologico.
  Così come è altrettanto importante cercare di integrare quanto di positivo c’è in tutte le altre aree del Paese rispetto a quelle che sono tutte le positività e tutte le innovazioni che dovranno emergere, e che sicuramente emergeranno, nel contesto dell'intera manifestazione Expo 2015.
  La mozione, inoltre, impegna il Governo, in vista degli obiettivi della Carta di Milano, a promuovere una collaborazione con il mondo della ricerca, dell'industria agricola e agroalimentare per creare una precisa sensibilità sui temi del risparmio e dell'utilizzo razionale delle risorse alimentari, al fine di favorire non solo i cibi sani dei territori, ma anche la più accurata definizione dei format di vendita e l'utilizzo dei prodotti invenduti; a sostenere un impegno preciso all'interno delle Nazioni Unite e di tutte le organizzazioni internazionali affinché anche la Carta di Milano e i sei mesi di Expo diventino un'occasione planetaria per condannare lo sfruttamento che alcune realtà locali fanno dei minori in stato di indigenza.
  Comunque, signora Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, nonostante quanto di positivo c’è ed è stato programmato con questo investimento enorme, non solo dal punto di vista finanziario, ma anche del pensiero, delle culture e quant'altro, non saremmo corretti se non evidenziassimo al Governo una cosa abbastanza grave che nel nostro Paese rischia di vanificare tutto ciò. Mi riferisco a una situazione che, al momento, è soprattutto limitata alla Puglia, ma che potrebbe estendersi. È una situazione veramente incresciosa che ha già provocato la reazione da parte della Francia, ma anche di altri Paesi, nelle importazioni di alcune specie. Mi riferisco a questa infezione, a questa patologia vegetale, rispetto alla olivicoltura pugliese, la cosiddetta Xylella, in merito alla quale riteniamo che al momento in Europa il nostro Paese non sia stato adeguatamente difeso. Su questo ancora non vediamo altro, se non la nomina di un commissario senza poteri.
  Ministro, colgo l'occasione per dire che occorre una legge speciale. Non perdete altro tempo, si è perso già tanto tempo. Pag. 14Non facciamo gli stessi errori dell'Ilva, non facciamo gli stessi errori della Terra dei fuochi, dove dopo tanti anni, dopo che si sono consolidati i danni, si è ricorsi a una legge speciale. Lì ormai c’è una situazione incontrollata e incontrollabile. Il commissario non riesce ad attuare il piano, ci sono già azioni al TAR. Quindi, penso che il Governo, al di là della difesa che deve fare in Europa, in riferimento a questa azione, debba prendere in seria considerazione il fatto di fare una legge speciale con cui si decide e si attua quello che il Governo ritiene di fare, quello che gli scienziati ritengono di fare, per questa grave emergenza.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Prina. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PRINA. Grazie Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, signor Ministro, la Carta di Milano vuole essere un patto sul cibo da consegnare al pianeta per vincere la sfida alimentare globale. La sfida che assumiamo e che dobbiamo vincere deve essere l'assunzione di responsabilità degli Stati e dei cittadini di tutto il mondo per garantire il diritto ad un cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti. La Carta di Milano nasce da un percorso di ricerca tra le diverse culture globali sul tema di Expo 2015 «Nutrire il pianeta. Energia per la vita» avviato dal laboratorio Expo nel 2013 e proseguito fino al febbraio scorso a Milano nell'Expo delle idee.
  La versione finale della Carta sarà presentata al pubblico il 28 aprile e il 4 giugno poi, su iniziativa del Ministro Martina, sarà condivisa con i 147 Ministri dell'agricoltura dei Paesi che parteciperanno a Expo 2015. Il 16 ottobre questa Carta verrà consegnata al Segretario generale dell'ONU.
  La Carta rappresenta un percorso dal basso verso l'alto.
  I cittadini, la società civile e le imprese saranno i veri protagonisti; sottoscrivendola, assumeranno precisi impegni contro lo spreco alimentare e per l'alimentazione sostenibile, per il diritto alla nutrizione contro l'uso scorretto del suolo e delle risorse naturali e saranno loro a chiedere ai Governi ed ai Parlamenti di tutto il mondo di assumere ulteriori impegni giuridici e politici, puntualmente indicati dalla Carta. In questo senso, la Carta rappresenta un nuovo modello del tutto innovativo di protocollo per il cibo. Non sono i Governi ad imporre dall'alto gli impegni ma sono i cittadini, la società civile e le imprese ad impegnarsi in prima persona a chiedere ai Governi di raggiungere gli obiettivi del millennio. Sostenendo la Carta di Milano, il Governo italiano fa propria la sfida di un sistema alimentare globale sostenibile attraverso azioni mirate a combattere lo spreco del cibo, favorire l'agricoltura sostenibile e contrastare fame e obesità. Allora, l'agricoltura può diventare un'importante prospettiva di futuro per il nostro pianeta sul piano economico, ambientale, culturale e sociale solo se il cibo e produzione si mettono in stretta relazione, privilegiando le numerosi pratiche agricole ecosostenibili e favorendo l'agricoltura multifunzionale.
  Il cibo che si mangia, il modo in cui lo si produce, gli effetti sul nostro pianeta: questi sono i temi di Expo 2015 e su questi temi tutto il mondo è chiamato a dare un contributo. Tuttavia, l'attuale sistema alimentare globale ha tre grandi paradossi riguardo il cibo: un numero elevatissimo di persone non vi hanno accesso, un terzo della produzione del mondo alimenta gli animali e una quota crescente dei terreni agricoli produce biocarburanti per alimentare le auto. Inoltre, a fronte di quasi un miliardo di persone al mondo che patiscono la fame, circa un miliardo e mezzo soffre le conseguenze dell'eccesso di cibo. Ogni anno si registrano 36 milioni di decessi per assenza di cibo e 29 milioni di decessi per eccesso di cibo e, purtroppo, ogni anno, viene sprecato un terzo della produzione alimentare globale. Nei Paesi in via di sviluppo le perdite più significative si concentrano nella prima parte della filiera agroalimentare a causa dei limiti delle tecniche di coltivazione (raccolta, trasporti e conservazione). Nei paesi industriali, invece, la quota maggiore degli Pag. 15sprechi avviene nelle fasi finali della filiera agroalimentare: consumo domestico e ristorazione in particolare.
  Compito di Expo è fornire valide risposte alle domande: se la crescita esponenziale dell'accaparramento delle terre, se l'intensificazione dell'uso dei fertilizzanti e pesticidi, se l'introduzione di organismi geneticamente modificati siano gli strumenti migliori per sfamare il mondo oppure se sia nostro dovere rendere l'intera filiera del cibo, inclusi gli stili di vita alimentari, più efficienti e sostenibili. Assunto l'obiettivo di nutrire tutto il pianeta, l'acqua, quale bene comune, è destinata a diventare strategica quanto il petrolio, se non di più. Consapevoli che i produttori di cibo sono i maggiori consumatori di acqua potabile, diventa obbligo la priorità di ridurre l'impronta idrica degli alimenti. Consapevoli che la sicurezza e l'educazione alimentare sono importanti per il futuro, la dieta mediterranea, patrimonio culturale immateriale dell'Unesco, è un vero e proprio stile di vita che va valorizzato in tale contesto e le indicazioni geografiche Dop e Igp sono fondamentali per la tutela del made in Italy. Tuttavia le contraffazioni dei prodotti alimentari è una minaccia per la sicurezza dei consumatori e un danno per le imprese del settore; i prodotti italian sounding abbondano sui mercati internazionali, in particolare, sui prodotti di alta qualità. Infine, e purtroppo, dobbiamo constatare che il business dell'agromafia fattura in Italia parecchi miliardi di euro, offrendo alla criminalità organizzata denaro da riciclare.
  La Carta di Milano sia il luogo dell'assunzione di impegni, di buone pratiche e di modelli sostenibili della politica agricola, volti alla trasparenza.
  Signor Ministro, onorevoli colleghi, il Partito Democratico, con questa mozione, impegna il Governo ad assumere il diritto al cibo come diritto fondamentale, valutando l'opportunità di inserirlo nella Carta costituzionale e ad adoperarsi affinché la Carta di Milano sancisca un patto per il cibo che sia una reale assunzione di responsabilità da parte degli Stati per garantire il diritto a un cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti, prevedendo in particolare i seguenti impegni: individuare un meccanismo che dia ai Governi e ai sistemi agroalimentari il raggiungimento di risultati dichiarati in modo trasparente e che ogni singolo Paese li comunichi all'OCSE per essere monitorati e giudicati dai cittadini; contenere la riduzione del consumo di suolo, quale bene comune, in modo da limitarne l'impermeabilizzazione e incrementare le politiche alimentari, in modo da concentrare l'attenzione sulle funzioni ambientali ed agricole del suolo piuttosto che sugli usi urbanistici, per il contrasto al dissesto idrogeologico e per la produzione di cibo; incrementare le risorse per la ricerca scientifica in agricoltura, per migliorare la produttività agricola nell'ambito della biodiversità; predisporre politiche agricole a sostegno dell'agricoltura contadina familiare, dei modelli di aziende biologiche ed ecosostenibili; promuovere l'agricoltura urbana attraverso la creazione di orti urbani; implementare le esperienze di agricoltura sociale e multifunzionale rivolte ai giovani e alle donne, anche attraverso l'istituzione di banche dati nazionali delle terre incolte e abbandonate; promuovere azioni educative nella scuola sulla base di tre assi principali: dieta, qualità del cibo, spreco di cibo e salute; favorire lo sviluppo di accordi di filiera corta tra gli agricoltori, i produttori e i distributori; rendere il consumatore consapevole dello spreco e istituire la «settimana della dieta mediterranea», coinvolgendo le scuole; infine, modificare le direttive dell'Unione europea negli appalti pubblici, prevedendo misure premiali per le aziende biologiche nella ristorazione delle mense scolastiche.
  Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei concludere il mio intervento con la citazione non di qualche illustre intellettuale, ma con uno slogan della cultura più costruttiva, che ha accompagnato la fine del secolo scorso: pensare globalmente e agire localmente. Uno slogan metodologico, che è diventato il contenuto di un ideale ancora oggi attualissimo e presente nella Carta di Milano. La Carta di Milano, Pag. 16infatti, sarà l'eredità culturale di Expo 2015 e farà in modo che questa esposizione internazionale non sia solo una fiera che finisce il 30 ottobre, solo se i cittadini, le associazioni, i movimenti e le imprese della società civile, pensando ai suoi contenuti globali, sapranno agire e vigilare sulle buone pratiche locali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Avverto che è stata presentata la mozione Guidesi ed altri n. 1-00780 che verte su materia analoga a quella trattata dalla mozione all'ordine del giorno (Vedi l'allegato A – Mozioni). Il relativo testo è in distribuzione.
  Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.

(Intervento del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina.

  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie, onorevole Presidente. Rubo pochi minuti, ma credo sia utile a contribuire all'avvio di questa discussione, intanto ringraziando il Parlamento e gli onorevoli deputati che hanno voluto aprire questo momento e porre la questione della Carta di Milano in questo consesso.
  Tengo molto a sviluppare pochi ragionamenti che in qualche modo possano contribuire al percorso di discussione che faremo e che farete in questi giorni e che mi auguro approderà, appunto, al voto della mozione e al contributo fondamentale che da quest'Aula può e deve arrivare verso la Carta di Milano. Intanto, io vorrei ricordare la scelta fondamentale che il Governo italiano ha fatto, promuovendo l'idea della Carta di Milano. Non stiamo parlando di un protocollo intergovernativo; non stiamo parlando, quindi, di un atto di mediazione e di relazione fra Governi. Stiamo parlando di uno strumento di cittadinanza globale che deve consentire ad Expo, per la prima volta nella storia dell'Esposizione universale, di connettersi in maniera molto forte e molto stretta con l'agenda internazionale che, soprattutto in quest'anno, nel 2015, si svilupperà e che porterà tutta la comunità internazionale a discutere, nell'autunno-inverno di quest'anno, proprio all'ONU dei prossimi Obiettivi del millennio. Questa è la scelta di fondo che noi abbiamo fatto: provare per la prima volta ad utilizzare positivamente la piattaforma di un'Esposizione universale per alzare il livello politico-istituzionale di questa occasione, connetterla all'agenda internazionale e contribuire allo sviluppo di alcune grandi tematiche che stanno in capo a quel titolo, «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita», per aiutare la comunità internazionale ad essere più chiara e più netta nei suoi impegni e nelle sue sfide, soprattutto sulla grande questione della sfida alimentare globale. Questa è la scelta fondamentale che abbiamo fatto. E lo abbiamo fatto con la condivisione e la consapevolezza da parte delle grandi agenzie internazionali che stanno lavorando da tempo sul tema. Cito la FAO per prima perché con la FAO abbiamo ideato e pensato a questa connessione tra l'Esposizione universale e i prossimi Obiettivi del millennio e non a caso immaginiamo che la Carta di Milano, che verrà presentata, come confermo, il 28 aprile a Milano, possa vivere nella discussione e nelle iniziative di tutto il semestre espositivo per essere poi formalmente presentata al Segretario generale delle Nazioni Unite il prossimo 16 ottobre quando proprio Ban Ki-moon visiterà Expo Milano 2015. Questo è il tracciato.
  Io vorrei che non semplificassimo e non banalizzassimo la portata di questa iniziativa perché è la prima volta che un'Esposizione universale prova a fare questo salto di qualità sul piano politico-istituzionale. Non c’è traccia di un'Esposizione universale recente che provi a connettersi in maniera così forte con l'agenda internazionale e soprattutto con la discussione che si svilupperà in ambito ONU. Vorrei che non si banalizzassero alcuni fatti nuovi che questa Esposizione, Pag. 17costruita, ideata e pensata in Italia, profila. Mi dispiace che non ci siano alcuni deputati, ma si sono dette alcune cose profondamente scorrette. Ad esempio, non si dice, e mi dispiace, che questa è la prima Esposizione universale che ingaggia ufficialmente e direttamente il mondo delle organizzazioni non governative e delle associazioni organizzate dalla società civile. È la prima volta che un'Esposizione universale aggrega oltre settanta grandi associazioni ONG e fa diventare queste realtà, non un di cui dell'esperienza espositiva, ma uno dei pilastri fondanti dell'esperienza espositiva stessa che vedremo a Milano. Si evocano imprese multinazionali, peraltro strattonandole, perché una parte di quelle che sono state evocate non ci sono nemmeno. Pertanto, non so dove sono state lette e riconosciute, ma si evocano le presenze delle grandi aziende multinazionali e non si dice che, ad esempio, questo è un tratto assolutamente innovativo dell'esperienza espositiva italiana, riconosciuto nel mondo.
  Si evocano grandi poteri che dovrebbero manovrare Expo e non si dice che, ad esempio, questa è la prima Esposizione universale che, per sua iniziativa, ha aperto un'operazione di raccolta delle buone pratiche, soprattutto legate – come veniva giustamente citato dall'onorevole Cenni, dall'onorevole Prina – all'agricoltura familiare e al grande tema della resilienza territoriale. C’è un grande laboratorio di raccolta delle buone pratiche globali, che sono state selezionate ed individuate e che verranno raccontate nei sei mesi di Expo in quei padiglioni. Io vi invito ad andare a vedere la potenza di quelle esperienze, perché lì c’è un pezzo evidente del lavoro che anche voi avete segnalato nei vostri interventi.
  Quello che voglio dire è che, veramente, io consiglio a tutti di non semplificare e banalizzare la portata dell'appuntamento che abbiamo di fronte. Certo, negli anni che abbiamo alle spalle ci sono stati limiti, problemi, li abbiamo vissuti, li abbiamo affrontati: anche questo fa parte delle cose fatte da questo Governo quando ha dovuto e voluto prendere in mano un dossier cruciale come quello di Expo, rimettendolo in carreggiata anche sul versante organizzativo. Ma quel che mi preme sottolineare è che la Carta di Milano nasce, cresce e si sviluppa per iniziativa del Governo, a cui afferiscono tutti i contributi pubblici e privati che in questi anni si sono sviluppati – tutti – dalle fondazioni private alle università, dall'esperienza, e vi ringrazio, dell'attività di questo Parlamento – e mi riferisco in particolare al lavoro della Commissione agricoltura, all'indagine conoscitiva, ad una serie di altre attività che sono state fatte – ad altri grandi atti istituzionali che sono stati compiuti fino a qui.
  L'indirizzo, l'idea, è quello di fare della Carta un grande atto di global citizenship riferita direttamente agli impegni di cittadini, istituzioni, imprese e associazioni: altro dato innovativo di questa esperienza. Si strattona, ad esempio, il tema della responsabilità dell'impresa: io non sono d'accordo. Io credo che un'Esposizione universale sia proprio questo: è la grande occasione di chiamare tutti ad una comune responsabilità. Si evocano scenari apocalittici a proposito della presenza di grandi imprese: ma per fortuna che ci sono, perché la sfida è guardarle negli occhi e ingaggiare le loro responsabilità accanto alle nostre. Guai a noi se non avessimo grandi soggetti, anche dell'impresa, chiamati, sfidati su alcuni punti che sono stati anche citati negli interventi che mi hanno preceduto. Ma guai a noi ! Ma noi pensiamo di risolvere la grande questione alimentare globale, parlando semplicemente con chi è d'accordo con noi ? Domando. Pensiamo di fare la differenza semplicemente raccontandoci tra noi cose che, magari, condividiamo ? O non è, forse, più utile e più sfidante utilizzare quella piattaforma per alzare il livello della sfida e chiamare in causa soggetti, anche molto diversi, anche molto distanti da noi ?
  Questa è la sfida di Expo e la Carta di Milano prova a misurarsi con questa ambizione: lo fa il Governo italiano, lo fa mettendo a disposizione questo lavoro, ovviamente, a partire dai 140 ed oltre Paesi aderenti; lo fa in un rapporto forte Pag. 18con le organizzazioni non governative e la società civile organizzata; lo fa in un rapporto sfidante con il mondo delle imprese, piccole e grandi; lo fa in un rapporto collaborativo con le associazioni, in particolare, del mondo agricolo, agroalimentare e ambientale; lo fa con la consapevolezza che questo possa essere un movimento innanzitutto di consapevolezza e di responsabilità, che chiama in causa, in primo luogo, il cittadino.
  Qui il tema – ripeto – non è un Governo con altri Governi, perché sono altre le vie in questo caso da seguire. E noi abbiamo tutta la nostra attenzione rivolta, in particolare, come ho detto, al percorso che porterà l'Italia, l'Europa, il mondo intero, alla discussione dell'autunno-inverno prossimo sui prossimi Obiettivi del millennio.
  La nostra prima responsabilità è fare sì che quei visitatori che attraverseranno quella piattaforma straordinaria di culture, di esperienze, diventino ambasciatori del diritto al cibo, siano consapevoli di quello che vedono, siano consapevoli delle sfide che dietro la questione alimentare globale si nascondono, con tutti gli elementi che sono stati detti anche qui questa mattina. Questa è la portata della nostra iniziativa.
  Devo anche dire che credo sia chiaro che abbiamo cercato di sviluppare in poco tempo un percorso molto aperto e partecipato, perfettibile, per l'amor di Dio, ma è la prima volta che un'Esposizione universale fa, ad esempio, un lavoro come quello che è stato fatto il 7 febbraio a Milano o il 28 marzo a Firenze e che continueremo anche nelle prossime settimane; è la prima volta che si chiamano a raccolta grandi personalità a discutere non di Expo, ma della grande questione alimentare globale: e qui voglio citare il contributo fondamentale che ci ha regalato Papa Francesco il 7 febbraio con quella grande riflessione sul diritto al cibo e sulla salvaguardia della terra. Abbiamo mobilitato grandi esperienze, ora dobbiamo chiudere. Il 28 aprile si presenterà la Carta, la sua prima versione, e la Carta diventerà uno strumento di mobilitazione e di iniziativa lungo tutti i sei mesi.
  È stato giustamente detto dell'appuntamento che avremo a giugno con tutti i Paesi partecipanti sul versante dei Ministeri dell'agricoltura, ma ce ne sono decine di appuntamenti che narreranno e rafforzeranno il lavoro che faremo sulla Carta.
  Naturalmente dentro la Carta ci sono ingaggi e impegni rivolti a quattro grandi percorsi: cittadini, imprese, istituzioni e associazioni. Non c’è alcun dubbio che ci sono alcune sfide che chiamano in causa direttamente anche il lavoro di questo Parlamento, è stato detto: nell'anno dell'Expo, completare il lavoro che il Parlamento sta facendo sulla legge per la tutela del suolo agricolo, completare il lavoro sulla legge per la biodiversità, fare grandi passi in avanti su altre questioni che voi conoscete meglio di me, e qui possiamo anche entrare nel merito di alcune grandi filiere agroalimentari nazionali che possono utilizzare la leva di Expo per fare un salto di qualità (dico del vino, per dirne una), affrontare alcune emergenze cruciali.
  Si è detto della questione olivicola, ma posso citare anche il grande tema lattiero-caseario, tutte partite che stiamo cercando di gestire nell'ottica proprio di utilizzare bene i sei mesi di Expo per dare una mano.
  Voglio anche dire – e ho finito – che noi non arriviamo qui senza avere irrobustito questo percorso anche attraverso alcuni atti, alcune scelte che io giudico cruciali. È un fatto che durante il semestre di Presidenza italiano questo Paese abbia rimesso in moto, ad esempio, un dialogo euromediterraneo, a partire dalla cooperazione agricola. Noi a Palermo nel novembre scorso abbiamo rimesso in pista il Forum per la cooperazione agricola euromediterranea che non si teneva da undici anni. È un fatto che, ad esempio, per iniziativa del MIUR, durante la Presidenza italiana, si sia impostato un progetto di cooperazione alla ricerca agricola unico Pag. 19come il progetto Prima, il primo progetto euromediterraneo per la ricerca agricola, un'altra grande leva potenziale.
  È un fatto che il semestre espositivo non verrà raccontato e vissuto solo per quello che vedremo fisicamente in quegli ambienti straordinari: il mondo intero si racconterà e ci racconterà la potenza di tecnologie, pratiche, produzioni dentro una complessità che io giudico un'opportunità, non un rischio; un'opportunità, perché noi dobbiamo anche capire che cosa succede in giro per il mondo, non alzare steccati senza aver compreso cosa stia accadendo qualche chilometro più in là dei nostri confini. Questa è la grande occasione che abbiamo.
  Poi vorrei anche dire che forse, se qualcuno avesse la voglia di approfondire un po’ meglio questa occasione, che ha certamente anche delle fatiche, non direbbe alcune cose, ad esempio non si può dire che il sito espositivo di Expo nasce su un milione di metri quadrati di terreno agricolo, perché vuol dire semplicemente non sapere dov’è questo sito espositivo e che cosa c'era prima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  FRANCESCO PRINA. Era un'area dimessa !

  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. È semplicemente un fatto imbarazzante, perché qualsiasi persona che conosce quel territorio sa che lì c'erano fabbriche e sa che lì si sono fatte bonifiche. Quindi, smettiamola di dipingere una situazione che non c’è, perché, francamente, questo è il peggior modo per rappresentare, non un Governo, ma un Paese, e io penso che l'Italia non abbia bisogno di questo, ha bisogno del contributo di tutti per alzare il livello della sfida di questa occasione, che non capiterà più nei prossimi anni, se non altro nei prossimi 100 anni. Forse ci dovrebbe far riflettere il fatto che prima di noi un'Esposizione universale è stata tenuta in Cina, a Shanghai, e dopo di noi verrà tenuta a Dubai; ciò a proposito di quanto le Esposizioni universali possono potenzialmente essere un volano per un Paese, per ridefinire la sua strategia, il suo tracciato, non sono la panacea di tutti i mali, ma un contributo significativo a identificare una strategia, una prospettiva.
  Il Governo è impegnato in questo, ha fatto, in 12 mesi, onestamente, quello che non si è fatto in sette anni di dossier Expo. Io rivendico totalmente questo lavoro, sui contenuti, sui livelli organizzativi, con la consapevolezza che all'ultimo miglio serve veramente l'ingaggio di un Paese intero e credo che la discussione che si può sviluppare attraverso la mozione che è stata presentata, anche in quest'Aula, aiuti e possa essere veramente un contributo significativo a fare di questa occasione, non una polemica tra fazioni politiche, ma una grande operazione Paese. Io vorrei che ciascuno con la sua autonomia, il suo pensiero guardasse all'occasione, guardasse alla possibilità che abbiamo. Ce ne sono tutte le condizioni e credo che la Carta di Milano, a tutti gli effetti, possa essere uno strumento utile per fare questo lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Il seguito della discussione è rinviato ad altra seduta.

Discussione sulle linee generali della mozione Spessotto ed altri n. 1-00531 concernente la realizzazione del corridoio di viabilità autostradale dorsale Civitavecchia-Orte-Mestre (ore 11).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Spessotto ed altri n. 1-00531 (Nuova formulazione), concernente la realizzazione del corridoio di viabilità autostradale dorsale Civitavecchia-Orte-Mestre (Vedi l'allegato A – Mozioni).

  La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
  Avverto che è stata altresì presentata la mozione Scotto ed altri n. 1-00777 che, vertendo su materia analoga a quella trattata Pag. 20dalla mozione all'ordine del giorno, verrà svolta congiuntamente. Il relativo testo è in distribuzione.

(Discussione sulle linee generali)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
  È iscritta a parlare la deputata Arianna Spessotto, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00531. Ne ha facoltà.

  ARIANNA SPESSOTTO. Grazie Presidente, colleghi, con questa mozione il MoVimento 5 Stelle chiede al Governo di abbandonare definitivamente lo scellerato progetto di realizzare la nuova autostrada Civitavecchia-Orte-Mestre, un'opera faraonica, nata più di dieci anni fa con la legge obiettivo, legge che, lo ricordo, è stata definita, proprio recentemente, dal presidente dell'Autorità anticorruzione Cantone come criminogena. È una definizione a cui non possiamo che associarci.
  Si tratta di un'opera assurda, che ha goduto in questi anni di un consenso politico bipartisan, a destra come a sinistra. È un'opera che vale un giro d'affari di oltre 10 miliardi di euro; attualmente è la più costosa tra le opere inserite nella legge obiettivo, e godrà di quasi 2 miliardi di euro di soldi pubblici, sotto forma di incentivi fiscali. Un'opera che sarebbe già stata bloccata dalla Corte dei conti, se il Governo Renzi, sì, proprio questo Governo del «cambia verso», non si fosse inventato un'apposita norma ad hoc per sbloccarla, norma che è stata inserita nel decreto «sblocca Italia», poi meglio ribattezzato «sfascia Italia», fiore all'occhiello della gestione Lupi.
  Per capire quanto sia devastante il progetto della Orte-Mestre è sufficiente citare alcuni numeri, a dir poco spaventosi: 396 chilometri di cemento attraverso i territori di cinque regioni, 11 province e 48 comuni, con un consumo di suolo stimato tra i 600 e i 700 ettari, di cui al 90 per cento agricoli. Un'opera che nel solo emiliano-veneto consumerà tre milioni trecentomila metri quadrati di suolo, senza contare i milioni di metri cubi di cemento pronti a crescere accanto al percorso dell'autostrada.
  Presidente, colleghi, permettetemi di ripercorrere molto brevemente la gloriosa storia di quest'opera, che l'ha portata agli onori della cronaca recente come esempio di corruzione e malaffare.
  Una storia oscura, fatta di intrecci tra volontà politiche e interessi economici-imprenditoriali, come purtroppo ultimamente siamo spesso abituati a vedere. La Orte-Mestre è finita al centro delle recenti indagini della magistratura fiorentina sulle grandi opere. Si è infatti scoperto, grazie alle intercettazioni, che per facilitare l'iter di approvazione del progetto di quest'opera fu lo stesso superdirigente del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Ercole Incalza, arrestato lo scorso 16 marzo, che per il tramite di alcuni parlamentari dello stesso partito dell'ex Ministro dei trasporti, Lupi, il Nuovo Centrodestra, presentava emendamenti ai provvedimenti in discussione alla Camera che miravano addirittura a modificare il codice degli appalti pur di rendere fattibile l'insostenibile progetto della nuova autostrada tra Orte e Mestre. Da quanto si apprende dalle indagini in corso, non solo Incalza avrebbe garantito un favorevole iter delle procedure amministrative relative al finanziamento dell'opera e dell'avvio dei lavori, ma avrebbe anche assicurato un trattamento di favore al consorzio proponente il project financing della nota autostrada. Ecco, quindi, che ancora una volta e anche in questo Governo, il Governo del rottamatore Renzi, come in quelli precedenti, l'interesse pubblico è stato impunemente calpestato dalla cricca affaristica delle grandi opere, mentre anche stavolta, come in tante altre che abbiamo già denunciato in passato, gruppi di potere esterni al Parlamento hanno fatto pressione su organi istituzionali e manovrato i lavori parlamentari per favorire gli interessi propri e dei loro amici. Ricordo ai qui presenti che la maggior parte delle azioni del consorzio di imprese che promuove la realizzazione dell'opera Pag. 21in esame è nelle mani di una società controllata dall'ex eurodeputato, finanziere e costruttore, Vito Bonsignore, una vecchia conoscenza dell'ex Ministro alle infrastrutture, Lupi, visto che è socio fondatore del suo stesso partito, il Nuovo Centrodestra, con alle spalle anche una condanna in via definitiva a due anni per concorso in tentata corruzione, abuso e turbativa d'asta, e attualmente indagato dalla procura di Firenze per induzione indebita proprio per l'affare Orte-Mestre. E come se non bastasse, di recente si sono aggiunti addirittura dei sospetti di infiltrazione criminale e massonica su alcuni componenti della commissione di impatto ambientale che valutò positivamente il progetto della nuova autostrada. Come si legge nell'interrogazione della collega Daga, infatti, tra i commissari della commissione di valutazione di impatto ambientale che approvarono il progetto della nuova autostrada tra Orte e Mestre, vi era anche tal Vincenzo Ruggero, citato nel 2008 dalla prefettura di Reggio Calabria nella relazione di accesso per la procedura di scioglimento del consiglio comunale di Gioia Tauro per infiltrazioni mafiose, come fortemente sospettato di essere asservito alla cosca Piromalli-Molè-Stillitano. Ma la Orte-Mestre ha saputo attrarre negli anni interessi affaristici molto trasversali e decisamente bipartisan. A contendersi il ricchissimo project financing sono stati dapprima l'Associazione Nuova Romea, presieduta niente di meno che da Pier Luigi Bersani, poi la NewCo Nuova Romea, composta anche da Mantovani Spa e Adria Infrastrutture, al centro attualmente dell'inchiesta Mose, e la Gefip Holding di Vito Bonsignore. D'altronde, il finanziamento delle opere con il truffaldino sistema del project financing è per il privato un investimento a rischio zero, ed è il metodo più utilizzato oggi per scavare buche nei conti dello Stato e per far pagare ai cittadini la differenza tra gli incassi percepiti e quelli preventivati dai concessionari. Ma nonostante il consenso bipartisan registrato dal 2001 ad oggi, solo nel 2013 e solo alcuni mesi dopo la nomina di Lupi a Ministro dei trasporti l'opera subì un'improvvisa accelerazione nel suo iter ottenendo il via libera dal CIPE al progetto preliminare. Ma da allora il piano di sostenibilità economica e finanziaria – che forse sarebbe meglio chiamare piano di insostenibilità economica e finanziaria – approvato a novembre 2013, è fermo alla Corte dei conti ed è secretato. Ma sapete perché il piano economico e finanziario della Orte-Mestre è segreto ? Perché il rischio d'impresa è a carico dei contribuenti, cioè dei cittadini, in quanto ricavi inferiori al previsto per il gestore comporteranno inevitabilmente l'impegno dello Stato, cioè dei cittadini, a pagare la differenza. E considerati gli attuali flussi di traffico e il numero di veicoli che vi transitano, in calo, come rilevato anche da alcuni autorevoli studi, i proventi del traffico sulla nuova autostrada Orte-Mestre, volutamente sovrastimato dalle imprese promotrici, non saranno mai sufficienti a ripagare l'opera e quindi i soldi, alla fine, dovranno metterli i cittadini, quei cittadini che hanno già contribuito alla costruzione della strada pubblica che si andrà a privatizzare e che dovranno anche sobbarcarsi l'onere dei pedaggi per poter transitare su questa nuova autostrada. La Orte-Mestre è sicuramente tra le opere più inutili, più devastanti e più pericolose che siano mai state concepite in Italia, perché, come si chiede in questa mozione e come da anni i cittadini e i comitati costituitisi nelle cinque regioni urlano a gran voce, con interventi molto più semplici, economici e necessari si potrebbe finalmente porre fine al vero problema delle arterie esistenti, cioè quello della sicurezza, che invece, con questo nuovo progetto, non verrà mai affrontato.
  Non dimentichiamo poi i danni che il nuovo tracciato autostradale provocherà a carico di zone agricole; si stima infatti che circa il 90 per cento del suolo che verrà consumato per la realizzazione di questa nuova autostrada sia attualmente adibito ad attività agricole, ma insieme ai campi e alle colture verranno devastate per sempre anche importanti zone di interesse paesaggistico-ambientale di valore incommensurabile. Penso alla riviera del Brenta, alla Pag. 22laguna di Venezia, al delta del Po, alle valli di Mezzano e di Comacchio, a quella del Tevere o al parco delle foreste casentinesi, tutte zone che verranno irrimediabilmente deturpate se non fermeremo subito la costruzione di questa autostrada inutile. Dobbiamo poi considerare che la realizzazione di questa mega-infrastruttura aumenterà a dismisura il già grave dissesto idrogeologico e farà crescere in maniera esponenziale i livelli di inquinamento atmosferico ed acustico.
  Per questo nella mozione in discussione oggi chiediamo anche che le risorse disponibili vengano investite in opere veramente utili e necessarie per il territorio, come la riqualificazione e la messa in sicurezza della rete stradale esistente, visto che secondo l'ANAS è la più pericolosa d'Italia, la sistemazione idraulica ed idrogeologica del territorio e l'implementazione di un sistema di trasporto pubblico locale puntuale ed efficiente.
  Penso sia chiaro ed evidente a tutti come questo tipo di opere siano utili e prioritarie solo ed esclusivamente per le grandi lobby del cemento e per quei politici che ne promuovono la costruzione, non certo per i cittadini che si ritroveranno a pagarne i costi per i prossimi cinquanta anni e ad avere sempre maggiori disagi.
  Le alternative a questa opera inutile e distruttiva esistono e sono quelle che molti amministratori locali e cittadini ci chiedono da anni. Ricordo che vi sono già diverse amministrazioni locali, soprattutto nel Veneto, che si sono impuntate e che hanno deliberato contro questa opera inutile.
  Ci è stato chiesto di fermare questa opera inutile anche recentemente, attraverso un bombardamento di mail nella nostra posta istituzionale, chiedendo di rispettare gli impegni che noi abbiamo inserito in questa mozione.
  Oggi siamo chiamati ad esprimerci in quest'Aula in qualità dei rappresentanti dei cittadini a difesa del vero interesse pubblico, interesse che sino ad oggi è stato calpestato da questo progetto, attraverso presunti scambi di favore e corruzione. È compito di tutti noi chiedere a gran voce un radicale cambio di rotta del Governo, che non deve più sottostare a questi ricatti. La Orte-Mestre è un mostro di cemento che se non fermeremo immediatamente divorerà i nostri territori ed i conti pubblici. Perciò, Presidente, colleghi, membri del Governo, quella che vi chiedo oggi è una seria riflessione sul tema di questa mozione, un vero è proprio esercizio di democrazia, perché non stiamo dicendo solo un «no» a questa ennesima grande opera inutile, ma ci stiamo facendo portavoce, cosa che la politica dovrebbe fare ogni giorno, delle richieste concrete di maggiore sicurezza, di tutela, di minor spreco di risorse pubbliche che ci arrivano direttamente dai e per i cittadini, e che hanno come unico obiettivo il perseguimento dell'interesse pubblico e la garanzia di massima trasparenza. Sono tantissimi i cittadini, i comitati, le associazioni, i movimenti che ce lo chiedono e che oggi ci stanno a guardare. Le istituzioni hanno il dovere di ascoltare i cittadini, questo per noi significa democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Serena Pellegrino, che illustrerà anche la mozione Scotto ed altri n. 1-00777, di cui è cofirmataria. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghi, le mozioni che stiamo discutendo oggi hanno come oggetto l'autostrada Civitavecchia-Orte-Mestre, e danno finalmente la possibilità al Parlamento di indicare al Governo un'azione che eserciti davvero uno strappo decisivo nei confronti di una inconcludente, devastante e corrotta politica infrastrutturale fin qui seguita dai Governi che si sono succeduti nel nostro Paese a partire dall'approvazione della sciagurata legge-obiettivo del Governo Berlusconi nel lontano 2001.
  La nostra mozione chiede chiaramente al Governo di bloccare il progetto e la realizzazione dell'autostrada Orte-Mestre, un inutile sfregio di cemento e asfalto. Un'autostrada lunga 400 chilometri, che Pag. 23attraversa cinque regioni, devasta campagne e paesi, dove l'impatto sul territorio e sull'ambiente è incommensurabile: 20 cavalcavia, 226 sottovie, 139 chilometri di ponti e viadotti, 64 chilometri di gallerie, 83 nuovi svincoli, 2 barriere di esazione e 16 aree di servizio.
  Presidente, sembra la descrizione di un'opera dove non esistono altre infrastrutture. Un'opera dal costo stimato intorno ai 9,8 miliardi di euro, un'opera che non ha alcuna valenza strategica come corridoio infrastrutturale e intermodale, un'opera non ricompresa tra le priorità della rete europea, un'opera che correrebbe in parallelo alle autostrade A1, A13 e A14, dove il flusso di traffico totale attuale e in previsione si attesta su livelli molto modesti.
  In compenso, siamo certi che questa presunta grande opera utile è solo per coloro che la costruiranno, perché genererà utili solo a loro. Se fosse realizzata, produrrebbe un elevatissimo impatto ambientale in termini di consumo di suolo, interferendo, purtroppo, con numerosissimi siti di importanza comunitaria, zone di protezione speciale, important bird areas; deturperebbe aree di rilevante pregio ambientale e culturale, luoghi che i nostri padri, nei secoli, hanno invece saputo valorizzare, donandoci paesaggi tra i più ammirati al mondo, come la riviera del Brenta, la laguna di Venezia, il delta del Po, le valli del Mezzano, la valle del Tevere, il parco delle foreste casentinesi; provocherebbe, oltre ai danni irreversibili al paesaggio e al patrimonio storico-archeologico, un ulteriore inquinamento atmosferico e acustico, e un sicuro incremento del rischio idro-geologico su un territorio che frana a ogni pioggia.
  Da Lunardi a Lupi, da Matteoli a Passera, passando per Di Pietro, il nostro patrimonio territoriale continua ad essere oggetto di inutili e devastanti progetti, di scempi senza precedenti di legalità e di finanze pubbliche, di corruttele e clientelismi. Sotto il feticcio delle grandi opere e delle presunte semplificazioni, abbiamo avuto decretazioni d'urgenza, deroghe, proroghe e commissariamenti. Si sono disarticolate le regole della corretta amministrazione pubblica, le garanzie della concorrenza, le valutazioni di impatto ambientale, le competenze delle amministrazioni locali. Il primo Programma delle infrastrutture strategiche, nato dalla legge obiettivo – famigerata, non mi stancherò di ripeterlo – costituisce, di fatto, una pesante ipoteca per lo sviluppo del Paese.
  È dimostrato che, sia il numero delle opere previste, che i loro costi complessivi, hanno continuato a lievitare, senza che ci sia stato alcun serio monitoraggio e controllo da parte del Governo sulla loro attuazione. Dalle 115 opere del dicembre 2001, per un costo complessivo di 125,8 miliardi di euro, siamo passati alle attuali 419 infrastrutture e 1.420 lotti, il tutto per un valore complessivo di oltre 383 miliardi di euro, con gli aggiornamenti opera per opera: cifra complessiva da maggiorare di ulteriori 8,5 miliardi di euro, se non fosse stato deciso un abbandono del ponte sullo Stretto di Messina, unica infrastruttura strategica su cui, ad oggi, sembrerebbe si sia avuto un ripensamento. Il dramma è che, a questa impressionante lievitazione dei costi, non corrisponde un altrettanto significativo risultato nella realizzazione delle opere.
  Nell'ottavo rapporto delle infrastrutture strategiche, elaborato dal Servizio studi della Camera dei deputati, si conferma che, dal 2001 all'ottobre 2013, sono state ultimate solo 43 opere, a fronte di un costo di 9,4 miliardi di euro, pari a un modestissimo 2,5 per cento del valore complessivo del Programma. Invece di individuare le vere priorità su scala nazionale per il progresso del Paese, il Programma delle infrastrutture strategiche si è andato configurando solo come l'ennesima operazione dissipatoria delle risorse economico-finanziarie e ambientali, finalizzata quasi esclusivamente a soddisfare gli appetiti dei grandi studi di progettazione, delle grandi aziende di costruzione e dei potentati clientelari locali.
  Non solo, purtroppo sono finalmente sotto gli occhi di tutti anche i risultati, non esaltanti e alle volte, ahinoi, ignobili. L'ultimo anno è, infatti, esplosa, con tutto il Pag. 24suo marciume, la bolla delle grandi opere: dalla ricostruzione di L'Aquila, all'Expo, al Mose, fino al passante ferroviario di Firenze. Altro che legge obiettivo, l'unica legge che imperversa nelle grandi opere è quella della cricca, delle clientele, della spartizione, della corruzione e della concussione. A quanto pare, visto ciò che sta emergendo dall'inchiesta partita da Firenze, perché dovrebbe essere esente da questo sistema anche la più grande opera infrastrutturale privata del secolo, l'autostrada Orte-Mestre ? Ma non è solo la promessa dell'ennesimo affidamento della direzione dei lavori al dominus Stefano Perotti, quello che ci scandalizza. Ciò che indigna è come questa cricca di privati – di privati ! – bene ammanigliata nel Ministero delle infrastrutture grazie all'opera di Incalza, determini anche l'azione del Governo. È tanto evidente, quanto imbarazzante, sentire l'intercettazione in cui Antonio Bargone, presidente della società promotrice dell'autostrada in project financing Orte-Mestre, chiede a Incalza di inserire quell'emendamento sulla Orte-Mestre in qualsiasi decreto compatibile di prossima approvazione.
  Ed è così, quindi, che nasce il comma 4 dell'articolo 2 dello «sblocca Italia», che permette a opere come la Orte-Mestre, un'autostrada privata, inutile, costosa e di grande impatto ambientale, di beneficiare di una defiscalizzazione di quasi 2 miliardi di euro, superando l'intervento della Corte dei conti che aveva bloccato l'iter di approvazione del progetto per avere riscontrato la non applicabilità delle defiscalizzazioni per le opere dichiarate di pubblica utilità prima del 2013.
  I favori a questa inutile opera non finiscono con i 2 miliardi di finanziamento pubblico indiretto dato dalla defiscalizzazione allo «sblocca Italia». Dobbiamo aggiungere anche la concessione cinquantennale con cui sarà affidata l'opera. E se poi, Presidente, come è certo, perché la storia ormai è conosciuta, il livello del traffico e dei relativi pedaggi saranno insufficienti per pagare gli investimenti, sarà lo Stato, i cittadini, utilizzando le finanze pubbliche che dovrebbero essere destinate ai servizi, a ripagare i privati concessionari della Orte-Mestre.
  Ma perché dico questo ? Proprio perché di recente abbiamo già dimostrato un caso simile, sottosegretario. A seguito di una mia interrogazione all'ex Ministro Lupi, il Ministro ha ammesso di avere istituito, nella legge di stabilità 2015, un Fondo da 300 milioni da destinarsi all'altra fallimentare autostrada privata, più comunemente conosciuta come Brebemi.
  Presidente, davvero basta, direi, con questo sistema bulimico di cemento, asfalto e corruzione. Non vogliamo più sentirci dire che siamo in crisi, che il debito cresce, che si devono fare tagli importanti alla spesa pubblica, alla scuola, alla sanità e ai servizi. Ma chi pensate di prendere più in giro !
  Sottosegretario, nell'allegato infrastrutture del Documento di economia e finanza leggiamo che il Ministro Delrio intende mettere un freno al faraonico e fallimentare elenco delle grandi opere e noi di questo ovviamente ci rallegriamo. Però, noi diciamo al Ministro che oggi è l'occasione per iniziare questo nuovo percorso, iniziare con la cancellazione del progetto della Orte-Mestre. E possiamo anche dare un suggerimento: di mettere in sicurezza la strada statale n. 309 «Romea», la superstrada E45, di riqualificare e potenziare le infrastrutture esistenti, sicuramente più funzionali e sostenibili sia dal punto di vista della spesa pubblica sia della sostenibilità ambientale.
  Ci liberi dalle forzature del famigerato «sblocca Italia» e dallo scandalo delle concessioni autostradali. Riparta dalle necessità vere dei territori, definisca come priorità l'intervento organico nei trasporti delle aree urbane, nel riequilibrio modale dalla strada alla ferrovia, in particolare per le merci, che non necessitano di inutili alte velocità.
  Chiediamo di chiudere, una volta per tutte, il programma delle cosiddette «infrastrutture strategiche» e di definire finalmente un piano nazionale e sostenibile della mobilità. Tutto questo lo chiede il Paese, lo chiedono i cittadini e ricordi, Pag. 25sottosegretario, e per lei al Ministro, che i cittadini sono avanti anni luce rispetto agli ultimi, vetusti e obsoleti programmi di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Alessandro Mazzoli. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO MAZZOLI. Signora Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, la discussione di oggi, sollecitata dalle mozioni Spessotto ed altri n. 1-00531 e Scotto ed altri n. 1-00777, va colta come un'occasione utile, per quanto parziale, per ragionare su un tema rilevante come quello del sistema infrastrutturale del Paese, sull'agenda delle priorità e sul modo con cui affrontare questa sfida.
  L'Italia ha uno straordinario bisogno di una dotazione infrastrutturale moderna, per ragioni storiche, per ragioni economiche e sociali, per ragioni territoriali. Infrastrutture materiali e immateriali, utili ed efficienti, sono tutt'uno con un Paese moderno e competitivo. Bisogna colmare i ritardi accumulati ricostruendo, innanzitutto, la sintonia fra la politica nazionale delle infrastrutture e le esigenze reali del Paese.
  Dotazione infrastrutturale moderna non significa soltanto opere innovative e tecnologicamente avanzate. Significa una politica pubblica moderna e trasparente che le concepisce. Significa una pubblica amministrazione in grado di accompagnare la fase di realizzazione delle opere, magari per accorciarne i tempi e non per allungarli.
  Significa soggetti privati strutturati e competitivi, che si mettono al servizio della crescita del Paese e su questa realizzano la loro stessa affermazione. Significa un'opinione pubblica che partecipa attraverso il ruolo autonomo delle comunità locali, facendo pesare la voce dei territori, ma anche superando la logica del «no» a tutto.
  Il confronto di oggi si svolge a poche settimane dall'emersione di inchieste giudiziarie che hanno investito i vertici della struttura tecnica di missione del Ministero delle infrastrutture. La magistratura, come sempre, deve fare il suo corso, accertando tutte le responsabilità nei tempi più brevi possibili. Seppure le indagini della magistratura non abbiano coinvolto la figura del Ministro, lo stesso onorevole Lupi, ha ritenuto di dover rassegnare le dimissioni, dando dimostrazione di responsabilità personale e politica e di rispetto verso le istituzioni. Quattro giorni fa il nuovo Ministro, Graziano Delrio, su proposta del Presidente del Consiglio Renzi, ha giurato nelle mani del Capo dello Stato; dunque, in tempi molto rapidi, il Ministero ha un nuovo titolare, al quale viene affidato un compito delicato e impegnativo, sia per sgombrare il campo da opacità sia per restituire efficacia ed efficienza alla struttura tecnica di missione e ai vertici operativi del Ministero, sia, ancora, per restituire al tema delle infrastrutture la centralità che merita, come priorità, per rimettere l'Italia sulla strada della crescita. Al Ministro Delrio va il nostro augurio sincero di buon lavoro.
  L'oggetto della discussione di oggi, e cioè la trasformazione in autostrada del tracciato Orte-Mestre, è parte non piccola della legge obiettivo. Soltanto pochi giorni fa il Servizio studi della Camera dei deputati, in collaborazione con il Cresme e con l'Autorità nazionale anticorruzione, ha presentato il nono rapporto sull'attuazione della legge obiettivo. Alcuni dati balzano all'attenzione per il loro significato. Per esempio, come è noto, la legge obiettivo è una legge del 2001: ebbene, nel 2015, il valore dei lavori ultimati è pari a circa 24 miliardi di euro, e cioè l'8,4 per cento del totale. Quello dei lavori in corso ammonta a oltre 44 miliardi di euro, pari al 15,6 per cento del totale. Le varianti in corso d'opera apportate ai progetti in corso hanno innalzato del 40 per cento i costi iniziali. In relazione alla distribuzione territoriale delle opere deliberate dal CIPE, nelle regioni del centro nord si concentrano opere per un valore pari al 75,5 per cento del totale, rispetto al 24 per cento del Mezzogiorno. E bisogna tenere presente che l'incremento della quota del Pag. 26centro nord è dovuta in parte significativa all'ingresso dell'autostrada Orte-Mestre nel deliberato del CIPE. Insomma, c’è di che riflettere sulla legge obiettivo.
  Il corridoio di viabilità autostradale dorsale Civitavecchia-Orte-Mestre comprende la realizzazione della E55, la riqualificazione della E45 e la realizzazione della trasversale Orte-Civitavecchia. In questa sede, su questo ultimo tratto, nessuno si è pronunciato. L'opera autostradale dovrebbe percorrere trasversalmente l'Italia centrale e nord orientale, partendo da Orte, in provincia di Viterbo, e proseguendo a nord verso Perugia e Ravenna, fino a Mestre, lungo un percorso di 396 chilometri, attraversando cinque regioni, come è stato ricordato: Lazio, Umbria, Toscana, Emilia Romagna e Veneto. Un ulteriore tratto è dedicato a connettere Orte e Civitavecchia. Il costo complessivo dell'opera è di 10 miliardi 65 milioni di euro e, secondo le norme già approvate, il progetto usufruirebbe di sconti fiscali pari ad un miliardo 870 milioni di euro, che sono fondamentali per garantire l'equilibrio economico-finanziario di un'opera finanziata da privati per l'intero costo e ai quali viene riconosciuto un periodo di concessione di quarantanove anni. Indubbiamente si tratta di un progetto ambizioso, che nel corso di questi anni ha suscitato interesse, curiosità e consenso, ma anche dubbi, perplessità e contrarietà. Una cosa però è certa: nessuno in coscienza può sostenere che la E45 può essere lasciata così com’è. Lo dico perché, al termine di questo confronto e con le decisioni del Governo, non può esserci un nulla di fatto e nessuna soluzione. Si è sostenuto anche di recente che i tempi di realizzazione per la Orte-Mestre sarebbero stati brevi, con la pubblicazione del bando internazionale entro l'aprile del 2014, con sei mesi di tempo per l'assegnazione e l'inizio dei lavori nel primo trimestre del 2015, per arrivare al completamento dell'opera nel 2021.
  Le cose, come è noto, non sono andate così, e da più parti sono stati sollevati dubbi sull'effettiva cantierabilità e finanziabilità, ai costi attuali, di questa opera. Molti avanzano dubbi sul suo valore effettivo in relazione al costo preventivato e, tra l'altro, l'opera in questione ha provocato la reazione di una parte significativa di opinione pubblica che preferirebbe un adeguamento della E45, piuttosto che la realizzazione di un'autostrada a pedaggio, che avrebbe pesanti ricadute ambientali e paesaggistiche in aree del Paese che vivono essenzialmente di turismo. Ora, di fronte a questi elementi, noi pensiamo che sia utile fare una riflessione approfondita sul progetto che oggi è in discussione qui, in Parlamento. Riflessione che senz'altro il Governo farà, vista l'attenzione che in questi giorni sta dedicando alla predisposizione dell'allegato infrastrutture. Com’è noto, l'allegato infrastrutture è parte essenziale e non secondaria del Documento di economia e finanza, e dalle notizie circolate in questi giorni il Governo è impegnato nella definizione delle priorità sia per quanto riguarda le grandi opere, sia per quanto riguarda le scelte, più in generale, in materia di infrastrutture. Pur ritenendo indispensabile il rafforzamento delle direttrici nord-sud del sistema infrastrutturale italiano, per le caratteristiche dell'opera, per l'enorme impegno economico e finanziario, sarebbe utile un'analisi accurata del rapporto costi-benefici, così come sarebbe utile la verifica della reale bancabilità di questa iniziativa.
  Ciò invece su cui non abbiamo dubbi è la necessità e l'urgenza del realizzare il completamento della trasversale Orte-Civitavecchia. I lavori della Orte-Civitavecchia iniziarono negli anni Settanta, ormai quarant'anni fa. Al tempo, dei settanta chilometri previsti, ne furono realizzati circa quaranta. Si è dovuto attendere il 2011 per inaugurare un ulteriore tratto di sette chilometri e sono ormai due anni che un ulteriore tratto di 6,6 chilometri, finanziato con fondi della regione, attende di essere appaltato. Se negli anni Settanta l'esigenza fu quella di creare un asse stradale di collegamento tra Civitavecchia e l'autostrada del Sole, oggi quella necessità e quell'intuizione sono rafforzate dallo sviluppo e dal ruolo che è venuto, via via, assumendo il porto di Civitavecchia, come Pag. 27uno dei principali porti crocieristici del Mediterraneo, che si appresta a sviluppare anche il settore dei container. A questo si aggiunga che sono già iniziati i lavori per la realizzazione del corridoio tirrenico, cioè dell'autostrada Civitavecchia-Livorno, che pur caratterizzandosi come un'infrastruttura di interesse nazionale, indubbiamente contribuirà a sostenere l'attività portuale di Civitavecchia. Una volta appaltati i sei chilometri e mezzo, mancheranno quindici chilometri per completare l'opera. In base al progetto definitivo del 2007, questo tratto costerebbe 763 milioni di euro, una cifra difficilmente sostenibile. In queste settimane è in via di ultimazione un nuovo progetto da parte di ANAS che ha l'obiettivo di abbattere fortemente i costi di realizzazione, dimezzandoli rispetto alle previsioni del 2007. Questo nuovo progetto sarà pronto entro aprile ed è indispensabile che nei prossimi mesi vi siano impegno e determinazione da parte del Governo e del Parlamento per portare a conclusione una delle opere incompiute del Paese.
  Signora Presidente, noi non abbiamo una visione preconcetta e precostituita di fronte al tema delle infrastrutture, neanche mettiamo in contrapposizione grandi opere o piccole opere, per schierarci con le une o con le altre. Un Paese come l'Italia ha bisogno di entrambe. Ciò che serve è un confronto di merito per capire, per selezionare e per scegliere. Questo è il compito della politica in autonomia e dopo avere ascoltato tutti. Quello che non possiamo fare è essere contemporaneamente il Paese delle grandi opere mancate e delle piccole opere incompiute, perché questa sarebbe la rappresentazione di un Paese in declino. Abbiamo, invece, bisogno di ridefinire una visione strategica del Paese dentro cui riscrivere le priorità sulle grandi opere e metterci alle spalle l'Italia delle incompiute. Come Partito Democratico affrontiamo questa discussione in modo aperto e nello stesso tempo forte e determinato, avendo fiducia nell'azione del Governo e, soprattutto, avendo a cuore il futuro e il destino del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Dell'Orco. Ne ha facoltà.

  MICHELE DELL'ORCO. Grazie Presidente, il punto centrale che stiamo a discutere oggi è quello del progetto preliminare dell'autostrada Orte-Mestre. Perché noi siamo qua oggi ? Vorrei ricordarlo. Perché il MoVimento 5 Stelle, da oltre un anno, sta conducendo una battaglia per fermare questo mostro da dieci miliardi e, soprattutto, perché il MoVimento 5 Stelle è riuscito a far calendarizzare oggi in Aula questa mozione.
  Siamo contenti che sulla battaglia si sia accodata SEL, però – sentendo i membri della maggioranza, il PD, dire: abbiamo bisogno di una riflessione approfondita – io ricordo che voi siete al Governo da due anni. Io non so quanti anni ancora ci vorranno per riflettere bene sulla questione, per noi bisogna decidere adesso, è un'occasione; sento il Ministro Delrio che parla di rivedere appunto la legge obiettivo e tutte le infrastrutture presenti, bene questa è l'occasione giusta per intervenire con questa mozione.
  Però voglio venire incontro a quanti ancora pensano, forse ingenuamente o con uno schema mentale ancora da dopoguerra, che nel bene o nel male questo tipo di infrastrutture portino ancora lavoro. Allora giochiamo a ragionare al contrario e vediamo quali possano essere i motivi per dire «sì» allo scempio dell'Orte-Mestre. Manca forse una autostrada che colleghi esattamente Orte con Mestre ? Non proprio, infatti esiste già la superstrada E45 che collega il cuore dell'Umbria con Ravenna, mentre da Ravenna a Mestre esiste già la strada statale 309 Romea. Il progetto prevede infatti adeguamento della E45 trasformandola da superstrada ad autostrada a pagamento, mentre da Ravenna a Mestre non si prevede un adeguamento della Romea, che pure è tra le strade più pericolose d'Italia e ne avrebbe bisogno, si prevede invece un nuovo asse a quattro corsie completamente nuovo che viaggia parallelo alla Romea, con un consumo di suolo che sarebbe stimato in 3.300.000 metri quadrati di terreno, per la Pag. 28quasi totalità agricolo, ed il tracciato autostradale andrebbe ad interessare 11.000 ettari di siti di interesse comunitario (SIC), 5800 zone a protezione speciale (ZPS), e 8300 ettari di parchi regionali.
  Ma vado avanti con questo ragionamento. Ma allora sarà forse perché il percorso già esistente è veramente utile ma al collasso ? Forse l'asse esistente è completamente congestionato e non sostiene più adeguatamente i livelli di traffico ? Non proprio, perché stando a quanto riportato da associazioni e comitati, i dati del traffico commerciale che interessa ad esempio la Romea sarebbero crollati dal 2008 di circa il 30 per cento e registrerebbero attualmente livelli di traffico bassissimi, di circa 15-18 mila veicoli al giorno. Bisogna piuttosto riflettere sul fatto che nel periodo invernale, la circolazione è resa difficile dalle talvolta abbondanti nevicate e dalla presenza di ghiaccio. Inoltre, a causa del numero elevato di autotreni e altri mezzi pesanti che vi transitano e del ghiaccio nei mesi invernali e probabilmente della cattiva qualità dei materiali usati, il fondo stradale è spesso notevolmente dissestato e necessita di continui lavori di manutenzione che sovente richiedono la chiusura di parti di strada o di carreggiata. Sul business dell'asfalto della E45 ci sono già due fascicoli di inchiesta aperti dalla procura di Forlì e dalla procura di Arezzo che stanno passando al setaccio tutti gli appalti di lavori per 15 milioni di euro dal 2010 al 2014 con l'ipotesi accusatoria di truffa aggravata ai danni dello Stato e attentato alla sicurezza dei trasporti. Siamo proprio sicuri che trasformare una superstrada in autostrada possa risolvere tutto questo ? Nella mozione del MoVimento 5 Stelle che stiamo discutendo si chiede di fermare la nuova autostrada, ma di sistemare le strade già esistenti (E45 e Romea).
  Forse allora sarà che dobbiamo costruire quest'opera perché ce lo chiede l'Europa ? No, non è neppure questo il motivo: qualcuno per caso ricorda quando nel 2013 il Ministro Lupi aveva trionfalmente dichiarato che la Orte-Mestre era inserita nei corridoi europei Ten-T ? Ma la Commissione europea lo aveva clamorosamente smentito. E allora quale potrà mai essere il motivo per cui si vuole costruire questa lingua di asfalto di circa 400 chilometri che attraverserà ben cinque regioni, come è stato ricordato più volte ? Ce lo spiegano le intercettazioni dell'inchiesta Grandi Opere. Il primo fautore di questo mostro d'asfalto è Anas, titolare dell'opera, ed in particolare il suo presidente Piero Ciucci, ovvero colui che ha giustificato tranquillamente il suo doppio incarico e doppio compenso come presidente e direttore, colui che ritiene dovuta una buonuscita da 1 milione 800 mila euro, colui che non si scompone di fronte al crollo di un viadotto appena inaugurato sulla Agrigento-Palermo e neppure di fronte alla morte di un operaio nel crollo di un altro viadotto sulla Salerno-Reggio Calabria in un cantiere guarda caso affidato alla direzione dei lavori di Stefano Perotti.
  Per intenderci, Ciucci non risulta indagato in questa vicenda, ma gli uffici di ANAS sono stati perquisiti durante le indagini perché diversi appalti finiti in mano alla Spm Consulting di Stefano Perotti sono direttamente collegati all'ente che in teoria dovrebbe essere sorvegliato dal Ministero dei trasporti e uno di questi è proprio quello della Orte-Mestre.
  Perotti – ricordiamolo – è finito agli arresti insieme ad Ercole Incalza, potentissimo dirigente onnipotente del MIT. E non dimentichiamoci dell'amico dell'ex Ministro Lupi, Vito Bonsignore, ex eurodeputato, fondatore di NCD nonché proponente dell'infrastruttura, insieme all'ANAS, come rappresentante del consorzio di imprese guidato dalla Gefip Holding, società di Bonsignore stesso, nata a Torino nel 2003. Vito Bonsignore naturalmente è indagato dalla procura di Firenze e interessato, perché investitore, al progetto Orte-Mestre che transitava come al solito per gli uffici di un certo Incalza.
  Stando all'ordinanza firmata dal GIP, non solo Incalza avrebbe garantito un favorevole iter delle procedure amministrative relative al finanziamento dell'opera e all'avvio e allo svolgimento dei Pag. 29lavori, ma avrebbe anche assicurato un trattamento di favore al consorzio che propone il project financing dell'opera. Il tutto in cambio di una promessa, la promessa da parte della società consortile di affidare l'incarico di direzione dei lavori a Stefano Perotti, con il quale Incalza aveva instaurato un rapporto corruttivo.
  Nelle intercettazioni appare chiaro l'affaccendarsi di Ercole Incalza e di Vito Bonsignore, che arrivavano anche a controllare il Parlamento con la presentazione e l'approvazione di emendamenti per spianare la strada a quest'opera. Per semplificare, se ancora non fosse a tutti chiaro, sono i 10 miliardi di euro in ballo il motivo per cui quest'opera si deve fare a tutti i costi per voi, fondi che permettono ampissimo margine di manovra ai giochi sporchi.
  Bisogna, inoltre, considerare che quasi 2 miliardi di euro su 10, come ha ricordato anche la collega Spessotto, sono fondi pubblici concessi in defiscalizzazioni. L'assurda defiscalizzazione, dopo la bocciatura della Corte dei conti, è stata naturalmente confermata da Renzi e Lupi con il decreto «sblocca Italia». I restanti 8 miliardi dovrebbero essere privati; dico dovrebbero, perché in realtà c’è la truffa del project financing all'italiana, dove per i concessionari non c’è alcun rischio di impresa e, se si va in perdita, naturalmente ci pensa lo Stato con «aiutini» e aumenti di tariffe. E, guarda caso, puntualmente accade di andare in perdita grazie a contratti scritti già apposta per dimostrare cali di traffico. E poi con lo stesso sistema Incalza – e lo scandalo grandi opere ne è la conferma – abbiamo visto che il giochino consiste, nel corso della costruzione, nel gonfiare gli appalti per lavori extra e sfruttare (o rubare) altri soldi pubblici dei cittadini.
  Quindi, detto ciò, siamo proprio sicuri di voler andare incontro a questo copione già scritto ? Questo è il primo vero e proprio banco di prova del neo Ministro delle infrastrutture Delrio. Per noi è ora di fare pulizia a partire da quest'opera, questa grande opera inutile, e, già che ci sono, ne approfitto, dato che siamo qui in discussione sulle linee generali, per consigliare anche altri nomi su cui fare pulizia all'interno del Ministero. Penso a Signorini, il dirigente del Ministero, pappa e ciccia – potremmo dire – con Incalza, spalleggiato sugli incarichi per anni. Penso anche a Nencini, Viceministro dei trasporti, ricordiamolo. L'ex Ministro Lupi si è dimesso, lui, Nencini naturalmente non sapeva niente. Ricordiamo pure che è stato condannato a restituire al Parlamento europeo 456 mila euro.
  Dalle dichiarazioni pubbliche – che sinceramente non ho sentito in quest'Aula – di alcuni esponenti del PD pare che l'orientamento sia ormai quello di escludere la Orte-Mestre dalla lista delle opere strategiche, venendo incontro, quindi, alla richiesta che porta avanti il MoVimento 5 Stelle da oltre un anno. Bene, noi siamo felici se questo verrà fatto, però vogliamo vedere la prova.
  Quindi, chiediamo che questa settimana si concluda l'iter di queste mozioni che sono state presentate e che venga presa una posizione ufficiale e certa di contrarietà a quest'opera, questo mostro di cemento da 10 miliardi di euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Emanuele Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie Presidente, la nuova Romea Commerciale dovrà necessariamente essere realizzata: così continuano a dire e così hanno continuato a dire anche a me quando ero assessore alla viabilità della provincia di Venezia. E se deve essere realizzata, l'unica alternativa è quella presentata, tra l'altro con due varianti, quella A e quella B. Eppure, io continuo a pensare che si potrebbe o meglio che si dovrebbe ragionare di altre ipotesi meno impattanti e più funzionali. Parlo, ovviamente, nel tratto veneziano, in cui c’è una grandissima opposizione, in special modo nell'ipotesi dell'innesto a Roncoduro, con il passaggio della nuova autostrada a pochi metri da ville seicentesche, invadendo un territorio Pag. 30unico, quello della Riviera del Brenta, per la storia e per il suo paesaggio. Inoltre, resterà aperto anche il problema della sicurezza della strada statale n. 309 Romea nel tratto veneziano, strada che, per chi non lo sapesse, è la più pericolosa d'Italia.
  Ma, allora, la mia domanda è: perché continuare a costruire nuovi percorsi in quell'area quando si potrebbe tranquillamente ragionare di un raddoppio delle corsie, di una sistemazione degli incroci a raso, di utilizzare le infrastrutture già esistenti e da poco inaugurate, come la Strada dei Vivai, di continuare a garantire la funzionalità e l'operatività del porto e di tutte le aree produttive a nord-est e a nord-ovest dell'area in cui si vuole realizzare questa mega struttura ? Perché continuare a ragionare di una nuova infrastruttura non tenendo in considerazione anche le necessità del territorio, quello cavarzerano, quello di Chioggia, con una viabilità ad hoc e, quindi, iniziare da lì casomai l'autostrada e salvaguardare quello che è esistente ?
  E su tutto questo vale la pena anche far presente un accenno sulla totale e vera assenza della politica regionale su questo territorio, con il governatore Zaia che, di fatto, non ha mai voluto in tutti questi anni prendere una posizione chiara e precisa nei confronti della difesa di un territorio che vogliamo consegnare ai nostri figli, che vogliamo far crescere veramente e non con un'opera che, invece, andrà a distruggere quel territorio.

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.
  Il Governo ha fatto sapere per le vie brevi che si riserva di intervenire successivamente.
  Il seguito della discussione è rinviato, perciò, ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, alle ore 12, è previsto il seguito della discussione del disegno di legge recante delega al Governo per la riforma del Terzo settore. Tenuto conto del numero degli iscritti nella discussione sulle linee generali sulla mozione Scotto ed altri n. 1-00694, concernente iniziative in merito alla situazione occupazionale e produttiva del comparto aereo-aeroportuale, tale discussione è rinviata al termine delle votazioni.
  Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 12 con il seguito della discussione del disegno di legge recante delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 11,50, è ripresa alle 12.

Preavviso di votazioni elettroniche.

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 12,25. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 12,03 è ripresa alle 12,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale (A.C. 2617-A) e delle abbinate proposte di legge: Maestri ed altri; Bobba ed altri; Capone ed altri (A.C. 2071-2095-2791).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2617-A: Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio Pag. 31civile universale; e delle abbinate proposte di legge: Maestri ed altri; Bobba ed altri; Capone ed altri nn. 2071-2095-2791.
  Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 4.700, che è in distribuzione, e con riferimento al quale risulta alla Presidenza che i rappresentanti di tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.
  Avverto inoltre che la Commissione ha presentato gli emendamenti 5.700, 7.700, 8.700 e 8.701, che sono in distribuzione e con riferimento ai quali la scadenza per la presentazione di subemendamenti è fissata alle ore 14 di oggi.
  Avverto, altresì, che, prima dell'inizio della seduta, gli emendamenti Beni 3.400, 3.402, 3.403 e 4.304, Grillo 6.448 e Matarrelli 7.351 sono stati ritirati dai presentatori.
  Avverto che è in distribuzione la versione corretta dell'emendamento Lorefice 4.502.
  Ricordo che, nella seduta del 1o aprile 2015, è stato da ultimo respinto l'emendamento Grillo 2.403.

(Ripresa esame articolo 2 – A.C. 2617-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi allegato A – A.C. 2617-A).
  Passiamo quindi all'emendamento Monchiero 2.405.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente ! Mi rendo conto che il momento dell'ingresso in Aula non è il più propizio per illustrare un emendamento abbastanza impegnativo.

  PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di parlare più piano, di tacere se possono, altrimenti di parlare a voce bassa e consentire al collega Monchiero di esprimere il suo pensiero. Prego, onorevole.

  GIOVANNI MONCHIERO. Cercherò di essere molto conciso. Il mio pensiero, sostanzialmente, è questo. Se c’è un difetto conclamato della normativa vigente in questa materia, è la mancanza di chiarezza. È ovvio che una legge che intende riordinare la materia debba essere ispirata ad un surplus di chiarezza. Questo emendamento delega il Governo a identificare, quando emanerà i decreti delegati, diverse tipologie di enti del terzo settore.
  Questa richiesta si basa su questa ovvia constatazione: che cosa ha in comune un'associazione di volontariato che assiste gratuitamente i pazienti ricoverati in un ospedale o in una casa di riposo, a volte aiutandoli anche in funzioni di esigenze primarie della vita quotidiana, con una cooperativa di servizi che fattura centinaia di milioni di euro ? Ebbene, entrambe queste attività sono oggi disciplinate da un quadro normativo assolutamente analogo.
  Questa proposta chiede al Governo di inserire nei decreti delegati degli elementi di distinzione, di modo che si sappia che cosa è un'associazione di volontariato, cosa è una ONLUS e cosa è un'impresa sociale, tre entità di cui noi riconosciamo l'utilità sociale, che però vogliamo che siano disciplinate in un modo diverso.
  Per questo noi chiediamo al Ministro qui presente anche di rivedere, magari, il parere già espresso dal Governo in precedenza su questo emendamento e di valutare l'opportunità di una riflessione su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Intervengo a sostegno di questo emendamento, a cui peraltro vorrei apporre anche la mia firma, per una ragione molto concreta. La mancata distinzione fra le diverse forme che operano nel terzo settore, questa ambiguità, non è così innocente come potrebbe sembrare a prima vista.
  Non è soltanto una questione lessicale, perché, in realtà, quando poi si arriverà Pag. 32all'articolo 6, precisamente al comma 2 dell'articolo 6, si fa un'affermazione che risulta veramente ambigua per chi si è occupato di terzo settore tutta la vita e per tutti coloro che, di fatto, impegnano, nella propria partecipazione alle iniziative di terzo settore, una carica di entusiasmo, di valori, di competenze professionali, ma anche di passione etica e di spirito di servizio, direi, totalmente disinteressato. Il comma 2 dell'articolo 6 dirà poi che le cooperative sociali e i loro consorzi acquisiscono di diritto la qualifica di impresa sociale. Quindi, il non aver distinto adeguatamente nell'emendamento in questione comporterà, successivamente, dei passaggi di equiparazione in cui la natura stessa delle cooperative, la natura stessa di quelle che saranno le APS e così via, ne viene profondamente stravolta.
  Io vorrei che, su questo punto, colleghi, anche se mi rendo conto che, essendo il primo emendamento della mattinata, il livello di attenzione può essere, semplicemente, distratto dal ritorno dalle vacanze pasquali, davvero ci fosse attenzione a fronte dell'esigenza di questo provvedimento che peraltro è un disegno di legge delega al Governo di riordino del terzo settore. Se rinuncia a fare chiarezza, invece di contribuire, davvero, ad incentivare quella che rappresenta davvero una forza morale e trainante nel nostro Paese, finirà con il ridurla a un piccolo oggetto di mercato, magari un mercato a basso costo, un mercato in cui la pressione fiscale, per alcuni motivi, si riduce e viene aggirata, però con uno stravolgimento reale degli obiettivi e dei valori che comporta.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monchiero 2.405, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Autonomie – Lega dei popoli – Noi con Salvini e MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Prego i colleghi di prendere posto con una certa velocità... Crimì, Casellato, Massa... forza colleghi, è vero che è il primo voto della mattinata, però siamo qui da molte ore... Zardini, Carfagna, Gutgeld, Terzoni, Amato, Carrozza... colleghe, veloci... Nuti, D'Uva, Carrozza non riesce a votare... ecco ha votato... forza colleghi... Giorgis, Bonavitacola, Bargero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  390   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 147    
    Hanno votato
no  243).    

  (I deputati Monchiero e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fossati. Ne ha facoltà.

  FILIPPO FOSSATI. Grazie, Presidente. Questo articolo fissa i principi e i criteri direttivi generali che dovranno essere seguiti nella redazione dei decreti legislativi. Il valore – primo principio – della libera associazione delle persone è uno strumento di inveramento dei principi costituzionali, la partecipazione democratica della solidarietà e della sussidiarietà. Parliamo di una rete diffusissima, che ha forme, ambiti di iniziative e modalità diverse, ma che disegna un tessuto straordinario di mutuo aiuto, di sostegno ai più deboli, di produzione di buone relazioni e di formazione al confronto delle idee, alle responsabilità delle decisioni; insomma, la democrazia che ci piace così, diffusa, partecipata. Pag. 33Pensate che un giorno, se si fermasse questa rete, la rete del terzo settore, si fermerebbe l'Italia. E poi c’è la libertà, l'autonomia di questo mondo, di cui questo mondo è geloso, perché si è costruita nel tempo delle crisi, delle guerre; ha prodotto un Paese moderno e tuttora riproduce la società, perché per un'associazione, per un ente, per un soggetto del terzo settore che va in crisi ne nascono altri, informali, sotterranei, magari temporanei, ma che riempiono la vita, soprattutto la vita dei nostri giovani. E libertà e autonomia di questo mondo non hanno mai impedito un rapporto positivo e sussidiario con le istituzioni pubbliche, soprattutto con le istituzioni locali, grande particolarità italiana, questa, del nostro terzo settore, che va non solo salvaguardata ma sviluppata. E poi, il terzo settore spesso – non sempre – produce beni e servizi. Lo fa da secoli, sì, senza scopo di lucro; lo fa per redistribuire beni e servizi, salute, pane, se serve, voce a chi non ce l'ha; e crea su questa base lavoro, volontario e professionale, ma sempre qualificato, perché testato nella pratica. Si tratta di un valore, questo, che è cresciuto anche durante la crisi: il terzo settore è l'unico settore che ha il segno «più» anche sull'occupazione. Questo valore ha bisogno di essere curato; è un'attività economica e territoriale che deve essere promossa perché utile all'Italia e agli italiani. E poi viene la costruzione del welfare, il chi fa che cosa tra pubblico, privato e no profit; ma avviene appunto poi, perché, prima, viene la libertà di iniziativa economica del terzo settore e il sostegno alla sua crescita. Quarto punto dell'articolo: coordinare le tante leggi, perché chi sta sul campo (e sono milioni di persone) possa stare appunto sul campo e non passare il tempo fra pratiche burocratiche spesso in contrasto fra loro. Cerchiamo, quindi, con questo articolo e con la delega, le basi per rivolgerci a questo mondo con una nuova considerazione. Avremo successo ? La prova sarà il messaggio che daremo poi con i decreti legislativi e soprattutto all'associazionismo diffuso sul territorio, alle piccole fondazioni, alle piccole cooperative. Questa rete deve sapere che potrà continuare e migliorare la propria attività, che vi saranno condizioni fiscali di vantaggio estese, anche sulle limitate attività economiche necessarie per muoversi, per avere relazioni, per esistere, nuove regole agili che basino gli accordi con le istituzioni locali sulla valutazione dell'utilità sociale; che ci sarà, insomma, una nuova attenzione alla coerenza fra attività reale ed obiettivi statutari. Lo scopo non sarà quello di mettere anche in questo settore più ostacoli burocratici o più balzelli lineari; lo scopo vero sarà quello di valorizzare le buone cose che si fanno. Questo mondo attende chiarezza e gliela stiamo dando; ha chiesto nuovo sostegno e valorizzazione, stiamo ponendo le basi per farlo. Il nostro voto su questo articolo sarà favorevole, come sul resto del provvedimento; il Parlamento parteciperà e sosterrà il Governo quando e se farà passi decisi in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Grazie, Presidente, volevo soltanto comunicarle che prima non ero riuscita a votare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Sinistra Ecologia Libertà si astiene sul secondo articolo della legge delega. Lo fa perché già da questo articolo iniziano le ambiguità di questo provvedimento. Ambiguità che sono contenute nel punto b) del primo comma quando si «riconosce e si favorisce l'iniziativa economica privata» del terzo settore. Perché l'iniziativa economica privata e non l'iniziativa tout court ?
  Il punto b) del primo comma non va preso a sé stante, ma messo in relazione con l'articolo 6 di questo disegno di legge, l'articolo in cui si riconosce e si dà enfasi al ruolo delle imprese sociali. Un ruolo che porta il terzo settore sulla strada del Pag. 34mercato e del profitto. E non è un caso che la maggioranza abbia respinto gli emendamenti che chiedevano che venisse inserito il vincolo della non distribuzione degli utili, distribuzione degli utili che infatti nell'articolo 6 voi prevedete. E non tanto per le cooperative sociali, possibilità già prevista, ma anche per le nuove società di capitali e commerciali che, grazie ad una riverniciatura sociale e alla nuova definizione di impresa sociale, potranno erogare, secondo logiche di mercato, servizi anche nella formazione universitaria, nella sanità, nel turismo e in altri settori che sono tipicamente presidiati dall'intervento pubblico nel welfare. Niente di nuovo, succede già negli Stati Uniti, ricordo che in questa nazione vi sono università non-profit per accedere alle quali occorre sborsare rette da 30 mila dollari l'anno. Cosa hanno di sociale le università non-profit americane ? Niente !
  Ricordo che negli Stati Uniti vi sono ospedali non-profit che chiedono ai loro pazienti un'assicurazione privata, altrimenti neanche gli fanno varcare la soglia di ingresso ! Cosa hanno di sociale questi ospedali ? È questo il modello di impresa sociale e di non-profit che avete in mente ?
  Nel corso dell'esame dell'articolo 2 si è discusso molto sul principio di sussidiarietà. La sussidiarietà non è un mantra o un feticcio ideologico. Ci sono tante versioni della sussidiarietà. C’è quella affaristica e privatistica di enti, che usano il non-profit per avere agevolazioni e fare affari, in Italia come in altri paesi; e c’è la sussidiarietà dei tanti gruppi di base che offrono servizi e aiuto e nello stesso tempo denunciano le insufficienze e le assenze dei poteri pubblici.
  La sussidiarietà non è un feticcio ideologico. Non c’è un prima e un dopo, ma centrale è il bene comune e l'interesse generale: la sussidiarietà serve per raggiungere questo obiettivo e funziona solo se si attiva grazie ad un reciproco affiancamento tra cittadinanza attiva e Stato, secondo un principio di compenetrazione tra terzo settore e enti pubblici.
  A tutti coloro che si fanno oggi custodi della sussidiarietà, vorrei dire: ma perché non avete detto una parola di critica al titolo di questa legge delega ?
  Si chiama «riforma del terzo settore». E poi nel primo comma parlate di disciplinare il terzo settore. La relatrice Lenzi mercoledì scorso, rispondendo ad una collega del MoVimento 5 Stelle ha detto: «guardate che qui stiamo regolamentando tutto il terzo settore».
  Ma sembra possibile secondo voi, per legge, regolamentare, disciplinare, fare la riforma della Chiesa o del Sindacato ? Come si fa a fare l'elogio della sussidiarietà e poi dire che si vuole regolamentare un corpo sociale ? Altro che sussidiarietà, questo è statalismo neocorporativo !
  Il terzo settore è un corpo intermedio e non semplicemente una forma di impresa, come voi invece con questo provvedimento – e anche con questo articolo 2 – vorreste che fosse.
  Quello che si può regolare non è il terzo settore, sono solo i suoi rapporti con lo Stato e la pubblica amministrazione, nel rispetto che il terzo settore deve alla normativa esistente, da cui dipende anche la concessione di benefici e agevolazioni.
  Già in questo articolo 2 si iniziano a vedere le falle di questa legge delega: lo schiacciamento imprenditoriale e di mercato e la riduzione neocorporativa del terzo settore. Ed è per questo motivo che sull'articolo 2 Sinistra Ecologia e Libertà si astiene.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signora Presidente, noi voteremo favorevolmente su questo emendamento, però vorremmo che si cogliesse bene la portata positiva dell'emendamento e le contraddizioni che emergeranno successivamente.
  Votiamo a favore perché questo è l'emendamento che enuncia i principi a cui dovranno poi attenersi tutti i decreti che verranno emanati successivamente proprio dal Ministero o dal Governo. Qual Pag. 35è il punto su cui noi insistiamo con la maggiore chiarezza possibile ? È proprio lì dove si parla di esclusivo interesse, a prescindere da qualunque interesse lucrativo. L'interesse di questo articolo, su cui praticamente si centra tutto il disegno di legge, è un interesse di natura sociale, è un interesse di servizio, è la formulazione coraggiosa di un principio, ma è anche il riferimento altrettanto evidente al fatto che non ci sono scopi di lucro.
  Questo ce lo dobbiamo ricordare perché non si può con una mano affermare la dimensione positiva dell'intero disegno di legge e poi cercare in qualche modo di accantonare la ratio profonda di tutta la logica che muove il terzo settore e, quando arriveremo all'articolo 6, scadere in un impianto totalmente diverso.
  Noi vogliamo davvero il comma d) di questo articolo, che concerne la semplificazione della normativa vigente – e fin qui tutti quanti noi vorremmo che la semplificazione riguardasse l'intero corpo delle leggi del Paese – ma soprattutto la coerenza giuridica. Ora, a noi sembra che, tra l'articolo 2 e successivamente l'articolo 6, questa coerenza faccia in parte cilecca, però dove il principio e il valore sono annunciati concretamente è nell'articolo 2 e, per questo, noi l'articolo 2 lo voteremo convintamente senza esitazione. Però ricordiamoci che cosa abbiamo votato con questo articolo.
  Ricordiamocelo tra pochi minuti quando prenderemo in considerazione altri aspetti e altri parametri, perché noi ritorneremo sistematicamente su questo punto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Arlotti, Vico, Tidei, Marantelli, Sgambato, Berretta, Pagani, Berlinghieri, Duranti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  285   
   Astenuti  139   
   Maggioranza  143   
    Hanno votato
 268    
    Hanno votato
no   17).    

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 2617-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Rondini 3.203 e 3.205 e Binetti 3.405.
  La Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario sull'emendamento Albini 3.401. Il parere è contrario sugli emendamenti Mantero 3.238 e Di Vita 3.240.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza per la Lega Nord e Autonomie ad esprimere i pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 3.

  MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Signora Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 3.203 e 3.205 a mia prima firma.
  Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Binetti 3.405.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Albini 3.401.

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Rondini. Questo emendamento è appena stato ritirato.
  A questo punto passiamo a pagina 6 del fascicolo, all'emendamento Mantero 3.238.

Pag. 36

  MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento Mantero 3.238. Esprimo parere contrario sull'emendamento Di Vita 3.240.

  PRESIDENTE. Qual è il parere della relatrice di minoranza Grillo ?

  GIULIA GRILLO, Relatrice di minoranza. Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti Rondini 3.203 e 3.205 e Binetti 3.405. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Mantero 3.238 e Di Vita 3.240.

  PRESIDENTE. Qual è il parere della relatrice di minoranza Nicchi ?

  MARISA NICCHI, Relatrice di minoranza. Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti Rondini 3.203 e 3.205 e Binetti 3.405. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Mantero 3.238 ed esprimo parere favorevole sull'emendamento Di Vita 3.240.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 3.203.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 3.203, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie e con il parere contrario degli altri relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico. Non vedo mani alzate. Monaco, Carloni, che ha votato; Piccoli Nardelli. Ci siamo ? Brescia sta salendo, Dorina Bianchi sta salendo. Fanucci e Quintarelli; forza colleghi. Non vedo altre mani alzate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  431   
   Votanti  429   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
  18    
    Hanno votato
no  411).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 3.205, con il parere contrario della Commissione, del Governo, dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Amato, Giorgio Piccolo, Venittelli, Ventricelli. Ancora Amato, Paola Bragantini, Marantelli, Tidei. Marantelli e Tidei sono a posto. Mi pare che abbiano votato tutti...Carra...a posto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  435   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
  58    
    Hanno votato
no  377).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Binetti 3.405.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Grazie, Presidente. A proposito di coerenza e di semplificazione, compresa la coerenza logica e sistematica che abbiamo appena votato nell'articolo Pag. 37precedente, questo articolo – e sostanzialmente anche l'emendamento che io propongo – afferma: «prevedere obblighi di trasparenza e di informazione» – e la mia proposta è «anche verso terzi» – e aggiunge: «attraverso forme di pubblicità dei bilanci e degli altri atti fondamentali dell'ente».
  A questo punto, se lo prevede attraverso forme di pubblicità dei bilanci e degli altri atti fondamentali, non si capisce cosa ci stia a fare: «anche terzi», perché nel momento in cui io gli ho dato tutta la massima pubblicità, l'inciso: «verso terzi» risulta totalmente pleonastico. In ogni caso, poiché è un obiettivo di semplificazione e di coerenza lessicale, lo posso anche ritirare, perché non aggiunge nulla, ma sicuramente esprime ancora una volta una ambiguità nella formulazione della legge.

  PRESIDENTE. Quindi, mi sta dicendo che ritira il suo emendamento, onorevole Binetti ?

  PAOLA BINETTI. Sì, Presidente.

  PRESIDENTE. Quindi, l'emendamento Binetti 3.405 è stato ritirato e pertanto non passiamo ai voti. Passiamo, dunque, all'emendamento Mantero 3.238.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 3.238, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle, mentre la relatrice di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald Nissoli, Malisani, Gasparini, Galperti, Ventricelli, Pagani, Pastorino, Chimienti, Marzana...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  382   
   Astenuti   62   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  272).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 3.240, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Locatelli, Ventricelli, Cenni, Abrignani, Sarti, Colletti, Gigli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  447   
   Votanti  444   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 113    
    Hanno votato
no  331).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini, Grassi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  447   
   Votanti  360   
   Astenuti   87   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
 335    
    Hanno votato
no   25).    

Pag. 38

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 2617-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Rondini 4.500 e Binetti. 4.390, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Binetti 4.310.

  PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Beni 4. 311 è stato ritirato.

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Nicchi 4.313, se riformulato, rimarrebbero le parole: «e dei lavoratori».
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Di Vita 4.316 e Ruocco 4.320, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Nicchi 4.321.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Lorefice, 4.324, sugli identici emendamenti Rondini, 4.210 e Baroni 4.322, Lorefice 4.502, Grillo 4.325, Mantero 4.327 e Baroni, 4.328, e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 4.700.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Grillo 4.332, Di Vita 4.336, Marcon 4.337, Baroni 4.357 e Di Vita 4.338, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Grillo 4.340, perché la Commissione fa una proposta nel suo emendamento.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Mantero 4.341, Di Vita 4.344, Palmieri, 4.349, Mantero 4.350 e Cominardi 4.352, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Binetti 4.354.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Lorefice 4.355, Ruocco 4.358, Rondini 4.364 e 4.211, Nicchi 4.361, Alfreider 4.40 e Grillo 4.360.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Grillo 4.365, se riformulato nel modo seguente: «prevedere in quali casi l'Amministrazione all'atto della registrazione degli enti al registro unico di cui alla lettera i) acquisisce l'informazione o la certificazione antimafia».
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Grillo 4.373, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Grillo 4.372 se riformulato in questo modo: «standard di qualità».
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Binetti 4. 370, in quanto viene modificato quello precedente.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Grillo 4.374. e Nicchi 4.375.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Rondini 4.212, purché sia riformulato nel modo seguente: «anche a livello di regione o di provincia autonoma». La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Grillo 4.378, Baroni 4.380 e 4.377, Grillo 4.383 e Lorefice 4.382.

  PRESIDENTE. Onorevole Rondini ?

  MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Rondini 4.500 e Binetti 4.390. Esprimo parere contrario sull'emendamento Binetti 4.310. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Nicchi 4.313, Di Vita 4.316 e Ruocco 4.320. Esprimo parere contrario sull'emendamento Nicchi 4.321. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Lorefice 4.324, sugli identici emendamenti Rondini 4.210 e Baroni 4.322.

Pag. 39

  PRESIDENTE. Per l'emendamento Lorefice 4.502 è in distribuzione la versione corretta.

  MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Me lo può ripetere ?

  PRESIDENTE. Al comma 1, lettera d), dopo le parole: «fatto salvo quanto previsto dall'articolo 6, comma 1, lettera c)» aggiungere le seguenti: «prevedendo altresì forme di controllo sul reinvestimento effettivo degli utili». È solo un errore di stampa: invece della lettera d), deve intendersi la lettera c).

  MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Lorefice 4.502 (versione corretta), Grillo 4.325 e Mantero 4.327. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Baroni 4.328. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 4.700 della Commissione. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Grillo 4.332, Di Vita 4.336, Marcon 4.337 e Baroni 4.357. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Di Vita 4.338. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Grillo 4.340. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Mantero 4.341. Esprimo parere contrario sull'emendamento Di Vita 4.344. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Palmieri 4.349, Mantero 4.350, Cominardi 4.352 e Binetti 4.354. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Lorefice 4.355. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Ruocco 4.358, Rondini 4.364 e 4.211, Nicchi 4.361 e Alfreider 4.40. Esprimo parere contrario sull'emendamento Grillo 4.360. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Grillo 4.365. Esprimo parere contrario sull'emendamento Grillo 4.373. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Grillo 4.372.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Binetti 4.370 e Grillo 4.374, mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Nicchi 4.375. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Rondini 4.212, Grillo 4.378, Baroni 4.380 e 4.377 e Grillo 4.383, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Lorefice 4.382.

  PRESIDENTE. I pareri della relatrice di minoranza Grillo ?

  GIULIA GRILLO, Relatrice di minoranza. Grazie Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti Rondini 4.500 e Binetti 4.390 e 4.310, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Nicchi 4.313, Di Vita 4.316, Ruocco 4.320, Nicchi 4.321, Lorefice 4.324 e sugli identici emendamenti Rondini 4.210 e Baroni 4.322. Esprimo, altresì, parere favorevole sugli emendamenti Lorefice 4.502 (Versione corretta), Grillo 4.325, Mantero 4.327, Baroni 4.328, 4.700 della Commissione, Grillo 4.332, Di Vita 4.336, Marcon 4.337, Baroni 4.357, Di Vita 4.338, Grillo 4.340, Mantero 4.341, Di Vita 4.344, Palmieri 4.349, Mantero 4.350, Cominardi 4.352, Binetti 4.354, Lorefice 4.355 e Ruocco 4.358, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Rondini 4.364. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Rondini 4.211, Nicchi 4.361, Alfreider 4.40 e Grillo 4.360, 4.365, 4.373 e 4.372, mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Binetti 4.370. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grillo 4.374, Nicchi 4.375, Rondini 4.212, Grillo 4.378, Baroni 4.380 e 4.377, Grillo 4.383 e Lorefice 4.382.

  PRESIDENTE. I pareri della relatrice di minoranza Nicchi ?

  MARISA NICCHI, Relatrice di minoranza. Grazie Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti Rondini 4.500 e Binetti 4.390, mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Binetti 4.310. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Nicchi 4.313, mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Di Vita 4.316. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Ruocco 4.320.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Nicchi 4.321 e Lorefice 4.324 (a pagina 14), come anche sugli identici emendamenti Rondini 4.210 e Baroni 4.322. Esprimo altresì parere favorevole sugli emendamenti Lorefice 4.502 (versione corretta), Grillo 4.325, Mantero 4.327 (a Pag. 40pagina 16), Baroni 4.328, come anche sull'emendamento 4.700 della Commissione, mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Grillo 4.332.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti, a pagina 18, Di Vita 4.336, Marcon 4.337 e Baroni 4.357, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Di Vita 4.338.
  Sull'emendamento Grillo 4.340 mi rimetto all'Assemblea, mentre esprimo parere favorevole sui successivi emendamenti Mantero 4.341 e Di Vita 4.344 (a pagina 20).
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Palmieri 4.349 (a pagina 22), mentre esprimo parere favorevole sui successivi emendamenti Mantero 4.350, Cominardi 4.352, Binetti 4.354, Lorefice 4.355, Ruocco 4.358.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Rondini 4.364 (a pagina 26), mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Rondini 4.211.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Nicchi 4.361 (a pagina 27), mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Alfreider 4.40.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grillo 4.360 e 4.365 (a pagina 28), mentre mi rimetto all'Assemblea sugli emendamenti Grillo 4.373 (a pagina 29) e Grillo 4.372 ( a pagina 30).
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Binetti 4.370, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Grillo 4.374.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Nicchi 4.375. Presidente, sull'emendamento Rondini 4.212 c’è una proposta di riformulazione ?

  PRESIDENTE. Sì, c’è una proposta di riformulazione.

  MARISA NICCHI, Relatrice di minoranza. Esprimo, dunque, parere favorevole sull'emendamento Rondini 4.212, come riformulato. Esprimo altresì parere favorevole sui successivi emendamenti Grillo 4.378 (a pagina 32), Baroni 4.380 e 4.377, Grillo 4.383 e Lorefice 4.382.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice per la maggioranza.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 13,30)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 4.500, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo, della relatrice di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente, molto semplicemente per spiegare che con il nostro emendamento andavamo a sopprimere le parole «e alla revisione organica», riconducendo il provvedimento di delega nell'ambito del riordino del terzo settore, perché, secondo noi, comunque, parlare di revisione organica senza fissare principi e criteri certi comporterebbe, anzi, comporterà un eccesso di delega al Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento Rondini 4.500 e per sottolineare quanto quest'ultimo ha appena detto, cioè che una delle grandi pecche di questo disegno di legge è che la delega è estesissima e non meglio specificata. Per questo motivo, sarebbe opportuno, idoneo, giusto e di buonsenso votare a favore di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 41
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 4.500.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  430   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato   64    
    Hanno votato no  366.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Cimbro e Placido hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'emendamento Binetti 4.390 sul quale la Commissione, il Governo e le relatrici di minoranza dei gruppi SEL e MoVimento 5 Stelle hanno espresso un parere contrario, mentre il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie ha espresso un parere favorevole.

  PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Lo ritiro, Presidente.

  PRESIDENTE. Sta bene. Andiamo avanti e, a questo punto, passiamo all'emendamento Binetti 4.310.
  Prendo atto che la deputata Binetti ritira anche il suo emendamento 4.310.
  Allora, passiamo all'emendamento Nicchi 4.313 sul quale vi è una richiesta di riformulazione. Chiedo alla deputata Nicchi se accetti la riformulazione del suo emendamento 4.313.

  MARISA NICCHI. Accetto la riformulazione, seppure rimanga una formulazione ancora un po’ vaga. Infatti, qui si tratta di un tema molto importante che riguarda il rispetto dei diritti dei lavoratori che sono coinvolti nel terzo settore. Noi avremmo proposto una formulazione più stringente visto anche che è una delega e, quindi, il rischio è che sia una delega troppo generica.
  Tuttavia, è un passo in avanti perché finora in questo testo non si parlava di diritti dei lavoratori. Avremmo preferito una formulazione che qualificasse questi diritti, diritti salariali e normativi, previsti dai contratti collettivi, tanto per chiarire cosa significava «diritti normativi».
  Comunque, è un passo in avanti molto lieve rispetto a una grande lacuna di questo provvedimento che ha omesso di affrontare il tema del rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici in un settore che ha visto una crescita esponenziale del precariato e una contemporanea perdita di posti di lavoro stabilizzati nel pubblico, cioè in un settore che ha arricchito quella grande platea di lavoratori precari che gestiscono tanti servizi e tanta parte del welfare a basso costo prodotto da questa politica dei tagli che colpisce i lavoratori, che colpisce i diritti e che è un pezzo invece fondamentale nella visione e nell'impostazione che noi affrontiamo in questo provvedimento. Quindi, il nostro parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Colleghi, siccome la presentatrice ha accolto la proposta di riformulazione dell'emendamento Nicchi 4.313, tale proposta emendativa sarà posta in votazione dopo l'emendamento Di Vita 4.316, che ha una portata normativa più ampia di quella dell'emendamento riformulato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 4.316.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente, solo per ribadire il voto favorevole a Pag. 42questo emendamento e chiedere a tutta l'Assemblea, a tutti i parlamentari di leggerlo attentamente, visto che è un tema molto attuale, e di chiedere di conseguenza di votarlo favorevolmente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo.
  Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Con questo emendamento la collega Di Vita riprende un tema, quello del whistleblowing, per il quale il Movimento Cinque Stelle fin dall'inizio della legislatura ha fatto una battaglia. La mia collega Francesca Businarolo ha presentato anche una proposta di legge per applicare il modello del whistleblowing previsto dai decreti legislativi della legge n. 190 del 2012, la legge Severino, anche nel privato. Siccome il Terzo settore, ovviamente, non viene normato con i decreti delegati della legge n. 190, noi chiediamo con questo emendamento di inserire dei meccanismi di tutela per quei lavoratori che vogliono segnalare gli illeciti all'interno degli enti che operano nel Terzo settore e non dover subire ritorsioni da parte dei datori di lavoro. Vi preghiamo quindi di prendere in considerazione questo emendamento perché è un emendamento assolutamente di buon senso.

  PRESIDENTE. Ricordo i pareri: abbiamo il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole della Lega Nord, il Movimento Cinque Stelle, si rimette all'Assemblea... Cosa dice la relatrice di SEL ?

  MARISA NICCHI, Relatrice di minoranza. Cambio il parere, che diventa contrario.

  PRESIDENTE. Allora parere contrario di SEL.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente, questo emendamento è molto importante, perché va nel filone, nella scia di quello che ha già creato l'Autorità nazionale anticorruzione in materia di enti pubblici. Stiamo parlando di una figura importantissima, che è una figura che viene tutelata, ed è la figura che può denunciare dall'interno all'ente anticorruzione, non solo le irregolarità, ma proprio i veri e propri reati che si vengono a profilare all'interno della partita di giro – spesso – di soldi pubblici. Noi quindi chiediamo all'Assemblea, con grande sincerità e autenticità, di votare a favore di una figura che magari rischia di proprio normalmente, in questo caso verrebbe tutelata dallo Stato a favore della legalità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Come hanno detto i miei colleghi, questo emendamento serve per tutelare gli associati e i dipendenti e anche gli utilizzatori finali che riscontrassero illeciti all'interno di associazioni, cooperative e così via. Siccome è dall'interno, è da parte degli utenti che si possono riscontrare le violazioni, gli illeciti, le irregolarità e così via, viene fatto per tutelare quelle associazioni che sono invece virtuose e che questi illeciti non li commettono, perché sappiamo bene che le persone che più facilmente possono riscontrare queste violazioni sono proprio quelle che lavorano o usufruiscono dei servizi delle associazioni stesse. Non capisco quindi il parere contrario del Governo e della relatrice, in quanto si chiede semplicemente di tutelare le persone che vogliono segnalare illeciti. Chiedo alla relatrice Lenzi se può spiegarci il perché del parere contrario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Businarolo. Ne ha facoltà.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Grazie Presidente, io insisto sulla linea che hanno portato avanti i miei colleghi. È veramente Pag. 43importante inserire una modifica del genere all'interno di una riforma così importante. Il whistleblowing, stiamo parlando di questo, cioè di lavoratori che all'interno di un ente, di un'organizzazione, vengono a conoscenza di questioni illecite, di reati, e non hanno il coraggio, non hanno la forza di denunciare perché molto spesso sono perseguitati.
  Lo stesso presidente Cantone ha fatto di questa battaglia un suo punto fondamentale e lo sta portando avanti ovunque; ha fatto addirittura istituire, all'interno dell'ANAC, una sorta di raccolta dati, di raccolta delle informazioni anonime. Io penso che il Governo possa prendere spunto da questo emendamento del MoVimento 5 Stelle e raccogliere le informazioni di reati che possono avere ripercussioni economiche e sociali per tutti i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi, quindi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 4.316, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Autonomie – Lega dei popoli – Noi con Salvini e MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Lavagno, Brescia, Covello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  433   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no   332.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

In morte dell'onorevole Giovanni Berlinguer (ore 13,40).

  PRESIDENTE. Colleghi, adesso un momento di attenzione. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Scotto.
  Prego, ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, se penso a una figura come quella di Giovanni Berlinguer, la prima parola che mi viene in mente è innovazione, una delle tante parole abusate e manomesse il cui senso è stato via via smarrito. Una personalità di assoluto rigore intellettuale, le cui intuizioni sono state sempre al servizio di quei sogni grandi e collettivi capaci di muovere il mondo in un secolo grande e terribile come fu il Novecento. Scelse un campo – una parte della barricata, quella della difesa dei più deboli – attraversandolo senza timore e con grande libertà, privilegiando l'indagine sociale e scientifica alla retorica dell'appartenenza.
  Il suo assillo fu sempre quello di rendere inscindibile il nesso tra salute e lavoro, in anni in cui il lavoro non era altro che merce vile sotto lo scacco di un'idea di crescita illimitata. Ma furono anche gli anni in cui il club di Roma si interrogava sui limiti dello sviluppo e la grande questione ecologica usciva dai centri studi e irrompeva sulla scena pubblica fino a esplodere con il referendum sul nucleare nel 1987.
  Berlinguer fu uno degli artefici, insieme a Tina Anselmi, dell'istituzione del Servizio sanitario nazionale, della riforma psichiatrica, di una nuova legislazione sull'aborto. Scienziato umanista, militante del PCI, la sua passione politica lo ha accompagnato dai banchi di Montecitorio a Bruxelles, dalle aule della Sapienza al lavoro nell'Organizzazione mondiale della sanità.
  Conobbi Giovanni Berlinguer nel 2001, un tempo che mi appare molto lontano, nella battaglia che lo vide candidato alla segreteria dei Democratici di sinistra nel 2001; affrontò con mitezza e determinazione quella sfida per affermare un'idea di riformismo alternativa a quel pensiero Pag. 44unico che aveva contaminato anche la sinistra italiana, infatuatasi negli anni Novanta di una terza via che aveva spostato l'asse del socialismo europeo al centro, fino a farne precipitare una parte nel pantano iracheno. Fu un congresso vero, forse l'ultimo in cui un grande partito della sinistra si interrogava a fondo sulla sua identità e sulla sua natura. Uscivamo da un'esperienza di Governo, la prima della nostra storia, controversa e difficile; avevamo portato l'Italia nell'euro, ma non eravamo riusciti a delineare una prospettiva nuova per un Paese in cui le disuguaglianze tornavano a crescere.
  Nel frattempo si affacciavano sulla scena movimenti di una straordinaria forza morale: le bandiere della pace come i giovani altermondialisti.
  Berlinguer – e vado a concludere – in un discorso memorabile a Pesaro disse che quello di Genova era il primo movimento che non chiedeva nulla per sé. Oggi, anche alla luce delle sentenze di ieri, lo capiamo meglio. Vero ! Giovanni ci ha insegnato che l'impegno politico ha un senso, una forza, un fondamento morale ed etico, se non chiede nulla per sé ma riesce a offrire una prospettiva alle giovani generazioni, se recupera il principio della gratuità al servizio degli ultimi, se non finisce ostaggio delle oscillazioni di un sondaggio, se riesce a costruire pensieri lunghi che durano nel tempo. Addio, Giovanni Berlinguer (Applausi).

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare la deputata Barbara Pollastrini. Ne ha facoltà.

  BARBARA POLLASTRINI. Grazie, signora Presidente. Può accadere, care colleghe e cari colleghi, che un cognome evochi non solo la biografia di una persona ma un tempo storico e una vicenda collettiva. Nel nostro Paese, il cognome Berlinguer continua ad avere questo impatto: il padre Mario, avvocato repubblicano e antifascista, i cugini Sergio e Luigi, e poi, certo, l'immagine potente di Enrico.
  Oggi, a poche ore dall'abbraccio che gli hanno recato la sua famiglia amata e amici e conoscenti, in quest'Aula, onoriamo Giovanni Berlinguer. Giovanni Berlinguer è stato membro di questa Assemblea per oltre un decennio, e a me piace ricordarlo, nei pochissimi minuti, con le parole che egli stesso ha avuto modo di dire. Egli ricordava la sua famiglia (suo nonno, suo padre), l'impegno politico antifascista, l'affetto, il legame con suo fratello Enrico, e amava dire: «cosa avrei dovuto fare, tapparmi in casa ? Allora ho deciso di fare ciò che mi era più vicino: studiare». Amava la scienza, è diventato medico, poi appunto professore, senza mai abbandonare una passione che univa tutte queste discipline e queste materie, che era la grande passione per la politica.
  Ho deciso di farlo – aveva detto ironicamente in un libro-intervista, perché un altro grande della storia della sinistra, Aldo Tortorella, amava ricordare la nettezza, la cultura e la raffinatezza ma anche l'ironia di Giovanni Berlinguer, ironia con cui sapeva parlare di se stesso – perché tutti si occupano di struttura e io mi sono occupato di sovrastruttura. Si usava questo termine, all'epoca, appunto per indicare la scienza e la cultura.
  In poche parole, signora Presidente, è persino presuntuoso da parte mia – tanto più farlo a nome del gruppo del Partito Democratico – dire tutto quello che ci sarebbe da dire su una figura autorevole, prestigiosa e curiosa del futuro – è vero, lo diceva l'onorevole Scotto: un innovatore ! – come Giovanni Berlinguer.
  Mi faccia solo dire che egli è stato in quest'Aula nei giorni della tragedia di Aldo Moro; è stato poi consigliere comunale a Roma, è stato segretario del Lazio, è stato professore, scrittore. È stato tante cose e, come hanno scritto di lui ieri, non tante vite ma tutte queste cose in una vita.
  Allora, dovendo concludere, vorrei dire due parole: una è la mia riconoscenza, ma credo la riconoscenza in particolare di tante colleghe, perché, fra le altre cose, Giovanni Berlinguer è stato un grande amico delle donne. Un uomo che amava la laicità, una laicità dialogante.
  Si è avvicinato a materie cosiddette eticamente sensibili con quella cultura, Pag. 45quella laicità, quello spirito di dialogo che nasceva dal rispetto profondo che aveva della libertà e dell'autonomia delle donne. Un uomo così ci lascia molti insegnamenti, ma riempie di senso due termini, che forse oggi possono parlare più di altri ai giovani che si avvicinano alla politica: la parola esempio e la parola coerenza. Anche per questo al gruppo del Partito Democratico, seppure in tre minuti, e meriterebbe tanto di più, è piaciuto ricordare oggi e onorare in quest'Aula Giovanni Berlinguer (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Claudio Fava. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO FAVA. Grazie signora Presidente. Giovanni Berlinguer è vissuto a lungo, ma soprattutto è vissuto bene ed è una cosa bella da poter dire in questo momento. L'ho conosciuto quindici anni fa, in ritardo rispetto a molti altri colleghi. Vorrei il modo limpido, non superficiale, intenso, con cui ha saputo attraversare quest'ultimo tratto della sua vita, anche il coraggio e la generosità con cui si è sottoposto a sfide politiche importanti; sono state ricordate dal collega Scotto. Candidato alla segreteria di un grande partito, i Democratici di Sinistra, a 76 anni. Tra i promotori e sostenitori di quella bella sfida che rappresentò Sinistra Democratica. Eletto al Parlamento europeo per lasciare qualcosa di utile ed importante a quell'esperienza.
  Oggi, ricordandolo ai funerali, si diceva che mentre molti hanno bisogno della politica nell'ultima tratto della propria esistenza, la politica ha avuto bisogno di Giovanni Berlinguer. L'esperienza al Parlamento europeo che io e Pia Locatelli abbiamo condiviso con lui è stata importante perché portò il senso, il frutto e la sintesi di tutto un lavoro di ricerca attenta, non banale. Il modo in cui seppe spiegare a quel Parlamento che l'etica della ricerca scientifica sta innanzitutto nella libertà, nello sguardo laico, in uno sguardo che è capace di proporre più domande che risposte.
  Ecco, se dobbiamo immaginare un punto, una sintesi, della lunga vita di Giovanni Berlinguer è questa sua capacità di aver proposto più domande che cercato risposte, di avere messo molti dubbi davanti a sé, di avere espresso ed esercitato l'arte raffinata e la virtù della curiosità. In un tempo di maiuscole, in un tempo di punti esclamativi queste sono qualità preziose anche per la nostra politica.
  Vogliamo ricordarlo così, con questo senso di generosità, di umiltà con cui ha vissuto gli ultimi anni e che lo hanno reso, in quest'ultima stagione della sua vita non soltanto estremamente lucido, ma estremamente giovane, quella giovinezza che deriva dalla capacità di porsi sino alla fine le domande e lasciarle a chi resta. Con questo senso di gratitudine lo vogliamo salutare (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stefano Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Grazie Presidente. Giovanni Berlinguer era membro di una nota famiglia sarda di politici di razza. Medico e professore, all'inizio degli anni cinquanta divenne, insieme al fratello Enrico, una delle più note personalità del Partito Comunista Italiano. Nel 1965 e sino al 1969 è stato consigliere provinciale di Roma, viene eletto deputato alla Camera nel 1972, nel 1976 e nel 1979 nelle liste del PCI. Nel 1983 ottiene un seggio al Senato. Dopo la «svolta della Bolognina» aderisce prima al Partito Democratico della Sinistra e poi ai Democratici di Sinistra. Nei DS è esponente di primo piano della corrente «Per tornare a vincere», espressione della sinistra del partito guidata da Fabio Mussi, in opposizione alla linea centrista della corrente Fassino e laico-cattolica di Enrico Morando. Nell'autunno del 2001 è candidato dalla sua corrente, in forza della sua riconosciuta autorevolezza, a segretario dei DS, ma viene superato da Piero Fassino; Berlinguer mostra però una forza non indifferente raccogliendo il 34,1 per cento dei suffragi.
  Berlinguer contribuì comunque a mantenere sostanzialmente uniti i DS e a non Pag. 46provocare ricadute negative nell'alleanza di centrosinistra, fra cui la possibilità di una scissione a sinistra. Nel 2007, in seguito all'accelerazione del processo di scioglimento dei DS, lascia il partito ed aderisce a Sinistra Democratica di Fabio Mussi.
  Fino al maggio 2009, Giovanni Berlinguer è stato deputato al Parlamento europeo di Strasburgo, nel quale ha aderito al Partito socialista europeo. È l'eurodeputato più anziano e per questo è stato nominato Presidente del Parlamento. A Strasburgo, è membro della Commissione per la cultura e l'istruzione ed è membro sostituto della Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare.
  Personalità di primo piano della cultura italiana, ha contribuito con la sua attività di docente e con i suoi numerosi libri a diffondere la cultura scientifica in settori decisivi della società nazionale e all'analisi critica del sistema sanitario italiano.
  È stato anche presidente nel 2001 del Comitato Nazionale per la bioetica ed è stato relatore del primo progetto della Dichiarazione universale sulla bioetica dell'UNESCO nel 2005. Negli anni della sua presidenza egli ha impresso al Comitato Nazionale un notevole mutamento di strategia, un'apertura dei «pareri» a contributi non solo specialistici, e quindi a rapporti nuovi con pubblici più vasti di cittadini.
  Personalità di grande spessore culturale, espresse sempre posizioni di grande equilibrio e sobrietà. Giungano ai suoi familiari e al gruppo del Partito Democratico i sentimenti di cordoglio del gruppo Lega Nord e Autonomie (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pizzolante. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Grazie, Presidente. Anche noi salutiamo Giovanni Berlinguer ed esprimiamo sentimenti di cordoglio alla sua famiglia. Berlinguer – come hanno detto tanti qui – è stato un politico importante, un uomo della sinistra comunista italiana, membro di una famiglia importante, fondamentale della storia del Partito Comunista e della sinistra italiana, ma è stato soprattutto un medico, un uomo di studi, impegnato nell'università, nella scienza e ha portato dentro la politica il senso e il segno dell'impegno nella cultura, nell'università e nella scienza.
  Lui poi ha fatto politica – come ha detto più volte – perché, facendo parte della famiglia Berlinguer, non poteva non farla. «Cos'altro avrei dovuto mai fare» – disse una volta – «rimanere chiuso in casa» ? Non era possibile, ma, anche se fosse rimasto chiuso in casa, quella era la casa, piena di quell'impegno politico e di quella partecipazione alla vita politica del Paese.
  Io, nel mio piccolo, che sono stato contemporaneo della grande disfida a sinistra tra Berlinguer e Craxi – io stavo naturalmente dalla parte di Craxi – che è stata una guerra politica durissima e violentissima, che ha segnato secondo me negativamente tutta la storia successiva della sinistra italiana, comunque ricordo Giovanni Berlinguer come un uomo mite che, a quella disfida, non prese parte e sempre riuscì a pronunciare parole di moderazione, di buonsenso.
  Ecco, per me, giovane craxiano, Giovanni Berlinguer era il volto buono del berlinguerismo italiano. Lo voglio ricordare così, con simpatia e con affetto (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ringrazio gli intervenuti e mi unisco anche io al commosso ricordo dell'onorevole Giovanni Berlinguer, che è stato membro di questa Camera per tre legislature. Poi, è stato anche senatore ed è stato parlamentare europeo.
  Tengo a sottolineare le caratteristiche del politico rigoroso, del politico appassionato, dello scienziato, del medico che seppe anche dare lustro al nostro Paese. Fu molto noto all'estero e ho avuto modo di vederlo anche ieri, appunto, quando sono andata alla camera ardente: arrivavano le lettere da molti Paesi dell'America Pag. 47latina che lo ricordavano come una persona di politico e di medico che aveva dato un contributo ai sistemi sanitari di quei Paesi.
  Quindi, un uomo impegnato, un uomo di cultura, che ha saputo affrontare e anche anticipare temi fondamentali, che oggi sono al centro del dibattito politico e anche del dibattito culturale non solo nel nostro Paese ma a livello internazionale.
  Quindi, l'Italia e il Parlamento hanno perso con lui un importante testimone del confronto democratico degli ultimi decenni.
  Colleghi, adesso sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con il seguito dell'esame del disegno di legge sulla riforma del terzo settore.

  La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bellanova, Boccia, Michele Bordo, Brambilla, Bratti, Di Lello, Fedriga, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Giancarlo Giorgetti, Manciulli, Realacci, Sanga, Sani, Schullian, Speranza, Tabacci e Vargiu sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2617-A.

  PRESIDENTE. Avverto che gli emendamenti Alfreider 4.40 e 8.19 sono stati ritirati dal presentatore.
  Avverto, inoltre, che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-A), che sono in distribuzione.
  Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Di Vita 4.316.

(Ripresa esame dell'articolo 4 – A.C. 2617-A)

  PRESIDENTE. Passiamo, quindi, alla votazione dell'emendamento Nicchi 4.313, nella nuova formulazione proposta dalla relatrice per la maggioranza e accolta dalla presentatrice.
  Mi segnalano che alcuni colleghi stanno ancora scendendo dalle Commissioni.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Becattini. Ne ha facoltà.

  LORENZO BECATTINI. Presidente, l'emendamento che è stato presentato ha una sua rilevanza e riguarda il tema dei diritti dei lavoratori, che è considerato molto importante nella nostra realtà economica e produttiva in questo periodo. Quindi, con la sua portata e con la sua forza è sotto l'attenzione da parte di tutti noi, per poter assicurare anche con questo provvedimento, che viene formandosi anche attraverso un lavoro molto importante della XII Commissione, che lo ha esaminato con attenzione, con un contributo che è venuto anche da più parti e che lo ha arricchito nel corso di queste settimane.
  Infatti, rispetto alla presentazione originaria, oggi possiamo dire che lo strumento che approda in Aula è sicuramente uno strumento molto più forte, molto più ricco, che tiene conto di tante aspettative. Quindi, è giusto che quest'Aula gli dedichi tutta l'attenzione, soprattutto anche a queste particolarità che stanno prendendo forma anche riguardo al tema del lavoro. Noi sappiamo che il lavoro e soprattutto il tema del welfare potranno essere ben colti da tutti i nuovi strumenti che stanno prendendo forma con la legge delega che stiamo esaminando. Infatti, anche il tema Pag. 48dell'impresa sociale, che poi verrà esaminato all'articolo 6, contiene delle potenzialità interessanti da questo punto di vista, che, una volta che saranno attuate con i decreti che il Governo preparerà, sicuramente allargheranno il campo di operatività e la portata di questa figura, che esiste nel nostro ordinamento dal 2006.
  Quindi, tutto questo ragionamento che stiamo portando avanti ha una sua forza, una sua valenza e una sua portata anche storica, perché più volte è stato sottolineato come la riforma del terzo settore sarà, per la sua caratterizzazione, una delle riforme più importanti di questa legislatura. Devo dire che il contributo è venuto in maniera sistematica, completa e forte da parte di tutti i gruppi.
  Quindi, noi lo stiamo esaminando con tutta l'attenzione possibile e poi lo vedremo anche negli strumenti che andremo ad esaminare più avanti. Però è una regolazione interessante che innova anche, come avremo poi modo di vedere successivamente, in misura così rilevante, per tutti gli strumenti che sono stati posti in essere. Dunque, credo che il lavoro che stiamo portando avanti, esaminando questi emendamenti con tutta l'attenzione che il caso richiede, sia un apporto proficuo per tutto quello che dovremo fare e ci auguriamo che questa portata, poi, sarà colta nella sua complessità da tutto quel mondo dell'associazionismo, che guarda con grande attenzione a questo tema del terzo settore e a tutti gli strumenti che questo settore contiene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Chiedo ai colleghi di prendere posto, perché altrimenti ci mettiamo troppo a votare. Chiedo ai colleghi di avvicinarsi alle loro postazioni, anche con una certa rapidità. Forza colleghi, se andate ai vostri posti, pongo in votazione l'emendamento, perché siamo in fase di votazione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 4.313, nel testo riformulato dalla relatrice e con la riformulazione accolta dalla proponente, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Marroni, Montroni, Piepoli, Palmieri, Laffranco, Berretta, Borghi, Carrozza, Gigli, Carinelli, Malisani, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  328   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato
 328).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ruocco 4.320.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, le chiedo di verificare la convocazione di alcune Commissioni, perché mi giunge notizia che nella Commissione esteri sia in corso l'audizione di un Ministro kosovaro.

  PRESIDENTE. La Presidenza ha dato indicazione di sconvocare tutte le Commissioni, comunque adesso verifichiamo nello specifico.

  DAVIDE CRIPPA. Sì, però, Presidente, questa questione ogni volta si ripresenta al termine e all'inizio dell'orario di seduta. Pregherei la Presidente Boldrini di avere un minimo di serietà e di gestione di polso della situazione, perché se i presidenti di Commissione non intendono rispettare il Regolamento dell'Aula parlamentare lo dicano e a questo punto diventa, ovviamente, tutto possibile; se invece si cerca di andare incontro al rispetto del Regolamento, forse, bisognerebbe anche richiamare coloro i quali non intendono rispettare quella che è, teoricamente, la carta fondante all'interno di quest'Aula.

Pag. 49

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, la Presidente Boldrini e la Presidenza in generale hanno esplicitamente indicato ai presidenti di sconvocare le Commissioni. Ora stiamo verificando se anche la Commissione affari esteri si è adeguata a questa richiesta, che non era facoltativa, per essere chiari. In caso contrario la Presidenza interverrà sulla presidenza della Commissione affari esteri.
  Stiamo verificando, intanto credo che possiamo proseguire. Stiamo lavorando nella direzione da lei indicata.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruocco 4.320, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Taricco, Albanella, Malisani, Piccolo, Brescia, Martelli, Turco, Portas...
  Approfitto per dire che la Commissione affari esteri è stata sconvocata. Sono rimasti alcuni colleghi a chiacchierare, ma questo non glielo possiamo impedire, è una loro scelta. La Commissione è già stata sconvocata.
  Melilli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  373   
   Votanti  336   
   Astenuti   37   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato
 101    
    Hanno votato
no  235).    

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 4.321, su cui la Commissione e il Governo hanno formulato un invito al ritiro, sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord ha espresso parere contrario e sul quale le relatrici di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SEL hanno espresso parere favorevole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. Io voglio sottolineare che questo è un emendamento che è stato richiesto da numerose ONG che operano all'estero in progetti di cooperazione. Esse chiedono semplicemente che ci sia un coordinamento con la nuova disciplina che riguarda i contratti e le fattispecie di contratti di lavoro per tenere conto della peculiarità dei contratti proprio di coloro, lavoratori e lavoratrici, che vengono coinvolti nei progetti di cooperazione all'estero. È una specificità che le ONG chiedono sia valorizzata e riconosciuta e che altrimenti creerebbe un vuoto e una difficoltà per tanti lavoratori e tante lavoratrici che saranno impegnati nei progetti futuri.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento e per concordare pienamente con quanto detto poco fa dalla collega Nicchi e, quindi, per unire la nostra voce alla loro voce e chiedere al Ministro Poletti e al Governo di riconsiderare la situazione, anche appunto alla luce degli eventi e degli accadimenti che si sono succeduti in Commissione durante i lavori.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 4.321, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole delle Pag. 50relatrici di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Vico, Carrozza, Covello, Toninelli, Capodicasa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  383   
   Votanti  382   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  257).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 4.324, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Sani, Vico, Lainati, Cozzolino, Monaco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  393   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 150    
    Hanno votato
no  243).    

  (Le deputate Covello e Zampa hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Rondini 4.210 e Baroni 4.322, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino, Turco, Amoddio, Mantero, Valiante...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  360   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
 108    
    Hanno votato
no  252).    

  (La deputata Albanella ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 4.502 (Versione corretta), con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino, Carinelli, Taricco, Ciprini...
  Dichiaro chiusa la votazione. Mi scuso con gli onorevoli Piccoli Nardelli e Pagano, ma non li avevo visti.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  402   
   Votanti  397   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
 150    
    Hanno votato
no  247).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grillo 4.325.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

Pag. 51

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie Presidente, intervengo solo per dichiarare il nostro voto favorevole a questo emendamento Grillo 4.325. Vi chiediamo gentilmente di leggerlo e magari di votarcelo favorevolmente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Grazie Presidente, intervengo per illustrare brevemente questo emendamento. Poiché avete votato contro i nostri emendamenti per vietare la distribuzione degli utili per l'impresa sociale, chiediamo di dividere gli utili solamente per l'attività non istituzionale ovvero l'attività accessoria – perché l'impresa sociale può fare attività commerciale e attività non commerciale – e, quindi, di escludere dalla divisione degli utili proprio gli utili ottenuti dall'attività istituzionale, dalle attività connesse a quella istituzionale e dalle quote associative versate dai partecipanti ovvero tutta la parte dell'impresa in cui si fa effettivamente attività sociale. Questo per conservare il principio di non trasformare in un business l'assistenza e l'attività sociale dell'ente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente, intervengo a titolo personale per ribadire, come MoVimento 5 Stelle, il pericolo culturale di voler trasformare il terzo settore non solo in un settore che può fare profitto ma in un settore che viene fortemente vocazionato al profitto, perché questo è uno dei pericoli da cui il PD sembra non volersi guardare. Sembra che sia un'opportunità di crescita invece che un pericolo in materia di conflitti di interesse e di erogazioni di denari pubblici senza alcun tipo di controllo.
  Lo ribadiamo: per noi il fatto che le associazioni, le cooperative e tutti gli enti del terzo settore non abbiano una vocazione al profitto è una questione di principio e di politica di indirizzo del Paese.

  MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Signor Presidente, la Commissione esteri ha finito adesso. C’è stato un Ministro della Repubblica kosovara che ha parlato e ha risposto alle domande che la Commissione esteri gli aveva rivolto chiaramente in un'aula vuota della Commissione perché i miei colleghi erano già venuti qui. Io non sono riuscita a votare sino ad ora. Come Parlamento italiano abbiamo fatto una pessima figura, grazie a tutti (Applausi).

  PRESIDENTE. Onorevole Spadoni, la Commissione sarà stata pure convocata nelle regole, ma era chiarissimo al presidente della Commissione che l'ordine del giorno di oggi avrebbe previsto votazioni dalle ore 15. Quindi mi dispiace (Commenti)... Sì, è così. Mi dispiace ma questa incongruenza purtroppo non dipende dalla Presidenza né dalla Conferenza dei presidenti di gruppo che aveva stabilito molto chiaramente il calendario dei lavori di oggi.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 4.325, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino... Carfagna... Capodicasa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 52

   (Presenti e votanti  407   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  289).    

  (Le deputate Albanella e Iacono hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 4.327, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, provi a votare... Fitzgerald... Mura... Mantero... Adornato... Galperti... Ciracì... Cominardi... Simone Valente... Molea... Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  419   
   Votanti  411   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  296).    

  (La deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 4.328, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole delle relatrici di minoranza dei gruppi Movimento 5 Stelle e SEL, mentre si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald Nissoli... Simone Valente... Caruso... tolga quello che c’è dentro, guardi, onorevole, la sua postazione non è in blocco, semplicemente c’è dentro qualcosa che l'ha bloccata.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  419   
   Votanti  401   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  299).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.700 della Commissione, sul quale tutti i relatori e il Governo, ovviamente, hanno espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero... Cariello... Mantero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  423   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 419    
    Hanno votato
no    4).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grillo 4.332.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Grazie Presidente, per annunciare il voto favorevole a questo emendamento, in cui chiediamo di inserire un regime sanzionatorio anche pecuniario per la violazione degli obblighi di controllo interno, di rendicontazione e di trasparenza degli enti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Questo emendamento lo abbiamo fatto per completare quella Pag. 53parte dell'emendamento che era anche una nostra proposta che è stata recepita in Commissione, cioè quella di prevedere un regime sanzionatorio.
  Allora, visto che c’è anche il Ministro, ci tenevo a dire che gli obblighi di controllo interno, di rendicontazione, di trasparenza e di informazione, sui quali l'Italia è indietro rispetto al resto d'Europa, diciamolo, devono prevedere un regime sanzionatorio, ma anche economico, perché se le sanzioni sono solamente cancellare l'associazione dal registro, per me questa non è assolutamente una sanzione. Siccome la trasparenza e il controllo sono una priorità, noi vogliamo che ci sia anche una sanzione pecuniaria commisurata, evidentemente, alla tipologia di violazione che metterà in atto – se lo farà, noi ci auguriamo di no – questo ente del terzo settore e, quindi, chiediamo che ci sia anche la possibilità di prevedere una sanzione di tipo economico, oltre che altri tipi di sanzione come l'eventuale cancellazione dal registro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente, intervengo per sottolineare quello che è stato già detto dai miei colleghi. Questo è un punto su cui il MoVimento 5 Stelle, anche in Commissione, si è soffermato più volte ed è, appunto, quello delle regole chiare, del controllo e dell'eventuale sanzione nel momento in cui le regole non vengono rispettate. Il discorso è che questo, ovviamente, non basta; avremmo dovuto istituire un'autorità che controllasse, delle regole chiare, un regime sanzionatorio ben definito. Purtroppo, non c’è stata la volontà di farlo; è normale che questo non risolva tutti i problemi nel momento in cui non vengono rispettate le regole, ma, almeno, è di esempio per cercare di fare il più possibile per disincentivare il mancato rispetto delle norme e delle regole. E, quindi, dare una sanzione pecuniaria, a nostro avviso, visto che è un qualcosa di forte e abbastanza impegnativo anche per gli enti del terzo settore, potrebbe essere un qualcosa che potrebbe far evitare di non rispettare le regole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Presidente, siamo alle solite, Calimero, nel senso che questo emendamento rimette per l'ennesima volta il dito nella piaga di una delega troppo estesa, non circoscritta e non spiegata. Quindi, verrebbe da dire che nel regime sanzionatorio siano comprese naturalmente anche le sanzioni di natura economica, ma, in effetti, siccome voi tacete e noi non sappiamo che cosa ci volete mettere dentro – né la maggioranza ci dice qual è effettivamente il contenuto, né tanto meno lo scrive – noi voteremo questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 4.332, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie – Lega dei popoli – Noi con Salvini, con il parere favorevole della relatrice di minoranza del MoVimento 5 Stelle e sul quale la relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gasparini, Giorgio Piccolo, Pagani, Capodicasa, Rigoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  423   
   Votanti  405   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 133    
    Hanno votato
no  272).    

Pag. 54

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 4.336.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie Presidente, intervengo solo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle a questo emendamento che prevede, in pratica, l'obbligo, per gli enti che hanno delle dimensioni e dei rapporti economici superiori ai 40 mila euro, di applicare la normativa in materia di anticorruzione che è la legge n. 190 del 2012.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente, chiedo scusa a lei Presidente e anche all'Aula che sta digerendo in maniera un po’ assonnata, ma qui dobbiamo alzare un pochino i toni, perché è stata fatta un'accusa anche molto grave e molto importante da parte del commissario Orfini riferita a un consigliere regionale del Lazio che è stato soprannominato un colluso inconsapevole.
  Ecco, Presidente, attraverso lei chiediamo anche al Ministro di tutelarsi dalla possibilità di essere lui stesso un colluso inconsapevole, semplicemente facendo passare questo emendamento, dato che lo tutelerebbe in materia di trasparenza e di prevenzione della corruzione applicata all'ambito del terzo settore. È un concetto molto semplice ma, se lei non è un colluso inconsapevole, ci domandiamo per quale ragione non fa passare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 4.336, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e il parere favorevole delle relatrici di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SEL.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matarrelli, Massa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  417   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  312).    

  (Il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Marcon 4.337.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Presidente, intervengo per sottolineare l'importanza di questo emendamento, che fissa un tetto alle retribuzioni dei dirigenti dei soggetti del terzo settore, di norma non superiore a quattro volte la retribuzione più bassa. Non ci pare un tema di poco conto, visto che abbiamo assistito a situazioni che sicuramente hanno colpito un senso di giustizia e di disuguaglianza in un settore che, invece, ha delle caratteristiche e delle finalità eminentemente sociali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 4.337, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e il parere favorevole delle relatrici di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SEL.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gasparini, Arlotti, Cariello, Amato, Librandi.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 55
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  422   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 108    
    Hanno votato
no  314).    

  (La deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Baroni 4.357.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole su questo emendamento, che ora i miei colleghi Cominardi e Baroni vi convinceranno a votare convintamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, questo emendamento, come quello precedente a prima firma Nicchi, prevede una semplice forbice. In questo momento storico, in cui superdirigenti prendono oltre 200 mila euro e anche dirigenti e amministratori delegati di cooperative prendono centinaia di migliaia di euro autoassegnandosi lo stipendio, chiediamo una semplice misura di buonsenso, dato che il PD spesso fa grandi proclamazioni sul fatto che i ricchi diventano sempre più ricchi e che bisogna intervenire, anche perché – ricordo – non molto tempo fa qualcuno del PD diceva che non è un peccato tassare i più ricchi. Ecco, noi chiediamo semplicemente una perequazione, una misura di buonsenso, signor Ministro, e ci auguriamo che qualcuno possa accogliere questo appello (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, tutti sappiamo che mediamente i lavoratori delle cooperative vengono retribuiti meno degli altri lavoratori del settore privato, tra l'altro non hanno neanche gli stessi diritti che hanno i lavoratori normali, in quanto lo statuto dei lavoratori non viene minimamente considerato e contemplato. Quantomeno, visto che si parla di sociale e di terzo settore, vogliamo che vi sia un collegamento retributivo-salariale tra i dirigenti ed i lavoratori, cercando ovviamente di avere un'attenzione particolare per chi lavora sul serio e non per chi fa affari in questo settore. Vi chiedo, quindi, di votare a favore di questo emendamento, altrimenti devo confessare che avrei vergogna ad uscire di casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 4.357, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza per la Lega Nord e Autonomie, mentre il parere dei relatori di minoranza per il Movimento 5 Stelle e per Sinistra Ecologia e Libertà è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  429   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 106    
    Hanno votato
no  323).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 4.338.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Grazie Presidente. Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole a questo emendamento.

Pag. 56

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente. L'emendamento proposto sarebbe di buon senso in qualsiasi altra democrazia moderna. Esso vuole sollecitare la segnalazione da parte degli onesti dei casi di corruzione. È evidente che mentre noi cerchiamo di tutelare le persone oneste, che rappresentano un valore, dall'altra parte vi è l'interesse a tutelare chi ha l'ambizione di entrare in un'indagine per poi finire a fare il sottosegretario nel Governo Renzi. Tuttavia, questa non può essere un'esigenza da tutelare in questo Parlamento. E allora siccome in questo caso si sta dicendo di tutelare le persone che segnalano casi di corruzione io mi chiedo: chi, con un minimo di coscienza sociale, può votare contro questo emendamento ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente, in questo caso ci proviamo utilizzando un linguaggio consono e quindi ci mettiamo sulla scia delle dichiarazioni di intenti senza mettere vincoli in quanto potrebbero risultarvi scomodi. Aggiungiamo, quindi, anche questa dichiarazione di intenti, affinché l'indirizzo di questa delega vada semplicemente nella direzione di favorire la possibilità, da voi spesso segnalata, di incentivare la figura del segnalatore, una figura molto liquida in cui vi potreste tranquillamente riconoscere.
  Noi chiediamo che questa dichiarazione di intenti possa essere accolta dall'Assemblea in quanto è assolutamente nelle vostre corde.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 4.338, con parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza per Sinistra Ecologia e Libertà, con il parere favorevole del relatore di minoranza per il Movimento 5 Stelle, mentre il relatore di minoranza per la Lega Nord e Autonomie si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  432   
   Votanti  428   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
  93    
    Hanno votato
no  335).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grillo 4.340.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, solo per dire che ritiro questo emendamento perché, in realtà, è stato assorbito dal precedente emendamento della Commissione, il 4.700. Era un emendamento con il quale chiedevamo che il Governo definisse i criteri e le modalità per applicare il decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, soprattutto per la parte relativa alla rendicontazione dei bilanci, visto che, in questo momento, non esistono delle regole precise e visto che questo settore si interponeva appunto tra pubblico e privato.

  PRESIDENTE. Quindi, l'emendamento è ritirato.
  Passiamo all'emendamento Mantero 4.341.

  MARISA NICCHI, Relatrice di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI, Relatrice di minoranza. Signor Presidente, vorrei modificare il nostro parere in contrario.

Pag. 57

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 4.341, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà, il parere favorevole della relatrice di minoranza del MoVimento 5 Stelle, mentre il relatore di minoranza della Lega Nord si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Spadoni, Lavagno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  429   
   Votanti  418   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
  83    
    Hanno votato
no  335).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 4.344, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord, e con il parere favorevole delle relatrici di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cariello, Adornato, Centemero, Colaninno, Monaco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  432   
   Votanti  384   
   Astenuti   48   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  286).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Palmieri 4.349.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, anche a nome dei colleghi firmatari, chiediamo al Ministro di rivedere il parere e anche alla relatrice per la maggioranza, perché noi qui ci limitiamo a riproporre quello che, nell'audizione, i rappresentanti della Corte dei conti hanno chiesto alla Commissione, al Parlamento, e anche al Governo ovviamente, per avere un maggior dettaglio circa i controlli che vengono effettuati verso gli enti del terzo settore per accertare che effettivamente svolgono quello che si impegnano a fare. Per cui, in questo emendamento, come anche in altri emendamenti successivi precedenti, noi ci siamo limitati a riproporre all'Aula, alla maggioranza e al Governo pareri espressi o dalle Commissioni o, come in questo caso, da un punto di vista autorevole quale quello della Corte dei conti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice, onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Signor Presidente, io apprezzo lo sforzo anche costruttivo che è venuto dall'onorevole Palmieri e dai suoi emendamenti. Sul tema dei controlli, proprio recependo quello che era stato osservato non solo dalla Corte dei conti ma più autorevolmente dalla Corte dei conti, la Commissione, con un lavoro largamente condiviso, ha inserito un intero articolo che non c'era precedentemente, che è l'articolo 7, che è interamente dedicato al tema dei controlli, oltre ad aver inserito in più punti diverse modalità di controllo.
  Per quanto riguarda gli appalti, premesso che c’è naturalmente, per il lato anticorruzione, il ruolo dell'ANAC, che vale per questo settore come per gli altri, noi non abbiamo volutamente inserito un ulteriore passaggio, perché questa è una legge delega e, se devo delegare il Governo ad intervenire in materia di appalti, non mi accontento di una pagina; forse, ci vogliono un po'più di criteri.Pag. 58
  Peraltro, il tema stesso, che a mio parere merita di essere affrontato in toto e non con una legge delega, deve essere per forza affrontato da questo Parlamento in sede di recepimento delle direttive europee nn. 23 e 24 del 2014, nelle quali è inserita anche una parte che riguarda gli appalti nel settore socio-assistenziale. Quindi, in quella sede e in quell'occasione, senza delegare, affronteremo quell'argomento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signora Presidente, veramente noi vorremmo sottoscrivere questo emendamento, tutta la mia Commissione lo sottoscrive. Io ho capito il discorso della relatrice. In realtà, secondo noi, siccome già il Governo ha delegato a fare tante cose e anche un codice del terzo settore, se introduce un sistema di controlli, questo non significa che deve cambiare la normativa sugli appalti, ma secondo noi è più che dovuto, anzi è una parte proprio dovuta.
  L'articolo 7, se non ho capito male, non parla specificamente di controllo sugli appalti; l'ANAC non può fare tutto, sicuramente ci può lavorare, però – come sapete bene – l'ANAC funziona anche su segnalazione, quindi, se magari non arrivano le segnalazioni, non possiamo sempre aspettare di avere un danno e, siccome molti di questi lavori degli enti del terzo settore si fanno proprio con affidamenti anche diretti con le cooperative, secondo noi, il sistema dei controlli andava sicuramente rafforzato.
  Quindi, il MoVimento 5 Stelle insiste su questa materia e sottoscrive l'emendamento Palmieri 4.349.

  MARISA NICCHI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Signora Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Palmieri 4.349.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Signora Presidente, giusto per ricordare che è vero che, in Commissione, si sono fatti molti passi in avanti rispetto al testo originario che aveva provato a farci approvare il Governo riguardo alla materia dei controlli e della vigilanza. Peccato che noi del MoVimento 5 Stelle avevamo chiesto un'autorità ad hoc e non è stata accettata – è tutto in capo al Ministro del lavoro – e oltretutto avevamo chiesto anche di aumentare le risorse e non è stato accettato. Almeno, per quanto riguarda il controllo, stabiliamo bene i campi e soprattutto i punti che bisogna andare a controllare in modo più specifico perché purtroppo – non lo diciamo noi, ma la cronaca quotidiana – gli appalti devono essere controllati. Quindi, non solo voterò a favore di questo emendamento, ma lo sottoscrivo sempre più con convinzione perché quello che si è fatto in materia di controlli non è purtroppo abbastanza e sufficiente per dare un rimedio a quello che accade purtroppo quotidianamente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente, mi permetterà di notare e sottolineare il dato politico per cui lo stravolgimento ormai del siparietto messo in atto dal PD negli ultimi vent'anni è totale. Il PD oggi si trova a respingere un emendamento che è sottoscritto da Forza Italia in cui Forza Italia porta avanti la voce dei giudici della Corte dei conti. Qui siamo ormai ad un punto in cui il PD, che per tanto tempo ha criticato giustamente Forza Italia per un certo tipo di politica contraria alla giustizia, oggi invece si fa portatore di quella politica che criticava.
  Io dico che, visto che siamo nel buonsenso totale, la relatrice dovrebbe astenersi dal fare valutazioni sulla delega: qui Pag. 59non c’è niente che delega più o meno in maniera stringente; si dice al Governo di intervenire per garantire maggiore legalità in materia di appalti. Mi sembra il minimo, visto quello che si legge sui giornali quotidianamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MARCO RONDINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Signora Presidente, semplicemente per dire che sottoscrivo questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signora Presidente, non vorremmo dare lezioni su come si sta lontani dal conflitto di interessi, però stiamo cercando di dimostrare che questo emendamento, a prima firma di un deputato di Forza Italia è stato sottoscritto dal MoVimento 5 stelle e successivamente ha creato un circuito virtuoso e altre forze di opposizione hanno sottoscritto questo emendamento.
  Quindi, ci aspettiamo già circa duecento deputati che voteranno questo emendamento.
  Ci stiamo chiedendo, ora anche con la reverse psychology, se vi sia stato un trauma infantile relativamente a origini materne di tipo troppo controllanti; se, magari, vi curate e se, magari, accettate un minimo di controllo nelle disposizioni di legge che cercate di imporre al resto degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Io vorrei leggere un passo del parere espresso su questo provvedimento dalla X Commissione attività produttive. Nelle osservazioni c’è scritto: «Anche alla luce delle audizioni della Corte dei conti, valuti la Commissione di merito ogni utile approfondimento del sistema dei controlli, con particolare riguardo alle materie di appalti e rapporti di lavoro».
  Ai colleghi della X Commissione, che magari hanno un minimo di dignità, visto che tutto il parere, sia in termini di osservazioni sia di condizioni, è stato preso e buttato nel cestino da parte della relatrice, io chiedo formalmente di avere un sussulto di dignità. Mi rivolgo soprattutto al relatore della X Commissione: se ciò che ha scritto è corrispondente al vero, allora voti favorevolmente questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Io sono molto sorpreso della posizione del PD, soprattutto se la maggioranza e il Governo non dovessero esprimere una posizione favorevole e votare questo emendamento. Davanti agli episodi di corruzione dilagante all'interno del Paese – e del sistema delle coop non ne parliamo proprio – io penso che qui si stia facendo solo un aumento dei controlli, che è quello che dice Cantone nelle varie espressioni e nelle varie interviste e audizioni che svolge, spesso e ben volentieri, anche qui nelle nostre Commissioni.
  Mi chiedo: tutti i componenti della Commissione giustizia del PD dove sono adesso ? Si sono nascosti ? Che cosa hanno da dire rispetto a questo ? Oppure vengono a proporci solo l'inasprimento delle pene, con tutto ciò che riguarda la corruzione e con tutte le truffe relative agli appalti che si sono verificate all'interno del sistema delle cooperative rosse, e vengono, dunque, a offrirci solamente l'inasprimento delle pene, con l'obiettivo e con il loro sogno di farci approvare un giorno una norma con cui ci autoarrestiamo ?
  Bisogna creare le condizioni perché tali fenomeni non avvengano e questo è uno di quelli. Bisogna aumentare i controlli, i Pag. 60controlli preventivi sulla spesa pubblica e su tutto, e se fosse necessario – e secondo me è necessario – anche militarizzando i controlli. Solo così si combatte la corruzione.
  Quindi, io invito e ripeto che la cosa più importante di questa riforma...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Palese.

  ROCCO PALESE. ... è quella proprio di introdurre i controlli in merito a quello che si è visto continuamente nelle inchieste di questi giorni, ma anche nella vicenda di «Roma capitale» e così via e in quello che accade nei centri di accoglienza degli immigrati e quant'altro.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palese...

  ROCCO PALESE. Quindi, questi sono i controlli che ci vogliono, non le Commissioni di inchiesta e i pannicelli caldi che, spesso e ben volentieri, si introducono. Qui c’è la corruzione e il lato grigio più complesso del conflitto di interessi più grande della storia della Repubblica.

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, ha superato il suo tempo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. Mi lascia perplessa l'ambivalenza della relatrice per quanto riguarda lo strumento della delega. Va bene delegare al Governo la riforma del terzo settore, delle imprese sociali e del servizio civile, ma non va bene se diciamo al Governo che, per gli appalti che le imprese sociali e che le cooperative faranno con la pubblica amministrazione, vogliamo dei controlli. Questo mi sembra abbastanza strano.
  A questo punto, quindi, diciamo che praticamente l'unico gruppo che voterà contro, alla luce di tutti gli scandali che ci sono stati ultimamente, su un aumento dei controlli, per quanto riguarda gli appalti delle cooperative con la pubblica amministrazione, sarà il PD. Questo è necessario farlo notare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmieri 4.349, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cariello, Malisani, Colaninno, Dal Moro, Molea, Fassina.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  435   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 163    
    Hanno votato
no  272).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 4.350, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mantero, Giammanco, Colaninno, Berlinghieri...ci siamo, Colaninno ha votato, non vedo altre mani alzate...Parrini.

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  425   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  309).    

Pag. 61

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cominardi 4.352.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Per annunciare voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, questo emendamento è sulla falsariga dell'emendamento Baroni sulla proporzionalità salariale. Allora, noi sappiamo, come dicevo prima, la questione dei lavoratori delle cooperative che spesso non hanno diritto nemmeno alle ferie, quindi non hanno nemmeno la possibilità di avere una tredicesima, una retribuzione bassissima. Vogliamo solo inserire un principio di tipo anche solidaristico, che dovrebbe essere anche uno dei principi delle cooperative stesse. Mi domando le ragioni per le quali questo Parlamento non vuole votare un emendamento di buon senso come questo. Siccome ho l'occasione di avere qui di fronte a me l'ex presidente di Legacoop, vorrei una sua opinione in merito, vorrei capire quanti soldi si è fatto grazie alle cooperative (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), anche sulle spalle, sul sangue e sul sudore dei lavoratori tuttora sfruttati nelle vostre cooperative, perché sono vostre cooperative (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente, l'ennesimo emendamento del MoVimento 5 Stelle che chiede trasparenza, l'ennesima modalità con cui chiediamo di aderire a questa richiesta di trasparenza, e qui mi fermo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cominardi 4.352, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Amato, Brandolin, Carra...Cariello ha votato...Lo Monte, Duranti, Pilozzi, Duranti è a posto. Amato non riesce a votare...provi...non c’è niente nel dispositivo e quindi deve arrivare il tecnico...proviamo a sbloccare, vediamo...adesso è sbloccato. Non vedo altre mani alzate. Giampaolo Galli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  434   
   Votanti  433   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  317).    

  (La deputata Santerini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Binetti 4.354, su cui c’è un invito al ritiro della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Vorrei fare presente ai colleghi che questo emendamento, come è possibile vedere dal fascicolo, contiene una sola parola da aggiungere al testo, ma per capire il valore di questa parola, credo che sia interessante rileggere un attimo il passaggio del provvedimento in cui si inserisce, nell'articolo 4, primo comma, alla lettera b): individuare le attività solidaristiche di interesse generale che caratterizzano gli enti del terzo settore il cui svolgimento costituisce requisito per l'accesso Pag. 62alle agevolazioni previste dalla normativa e che sono soggette alle verifiche di cui alla lettera g).
  La lettera g) di fatto parla di specifiche modalità e criteri di verifica periodica dell'attività svolta. Bene, l'emendamento che io ho presentato semplicemente proponeva di aggiungere la parola trasparenza. C’è un invito al ritiro, però credo che veramente, come dire, sia come rinunciare all'ovvio, che è completare il comma in questione, invece di rimandarlo alla lettera successiva, che è la lettera g), per dire che l'attività di controllo deve rispondere al criterio della trasparenza. Più volte la parola trasparenza è risultata dagli interventi dei colleghi, soprattutto ovviamente dei colleghi dell'opposizione, perché la voce che si leva in questo Parlamento, nel dibattito del provvedimento, è quasi sempre e quasi esclusivamente la legge dell'opposizione e ben poco la legge della maggioranza, fatta salva qualche voce sporadica, come per esempio la mia in questo momento, perché ricordo che siamo della maggioranza, anche se tutti i nostri emendamenti sono stati cassati.
  Quello che mi interessa, però, è dire che fare riferimento a un valore come la trasparenza, come parola cerniera tra la lettera b) e la lettera g), in cui la lettera b) parla di controlli che rimandano però alla lettera g), senza semplicemente utilizzare quel collante evidente di ogni controllo, che è la trasparenza, sì, è vero, l'emendamento si può anche ritirare, però risulta buffo, risulta quasi, direi, come quelli che noi chiamiamo gli ostruzionismi persecutori; dico ciò perché non ci voleva molto a dire che l'intervento avrebbe guadagnato dal fatto che era già nella sede opportuna dove veniva formulata la richiesta il riferimento alla qualità della richiesta, che era la sua trasparenza. Comunque, io l'affido ai colleghi, soprattutto a quei colleghi che sono intervenuti ripetutamente per chiedere trasparenza e per chiedere trasparenza specificatamente in questo articolo, che parla di riordino e di revisione della disciplina e che parla specificamente del codice del terzo settore. Poi ognuno farà i suoi conti e ognuno farà le sue valutazioni.

  PRESIDENTE. Do la parola prima alla relatrice per la maggioranza, Lenzi, e poi alla relatrice di minoranza Grillo. Prego, onorevole Lenzi.

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Presidente, io sono un attimo in difficoltà perché a me risulta che l'emendamento Binetti 4.354 si riferisca alla lettera h) e la lettera h) dice: «disciplinare i limiti e gli obblighi di pubblicità relativi agli emolumenti, ai compensi e ai corrispettivi a qualsiasi titolo attribuiti ai componenti degli organi di amministrazione, ai dirigenti, nonché agli associati». Allora, l'emendamento proporrebbe di aggiungere, dopo la parola disciplinare: «nel pieno rispetto del principio di trasparenza». Personalmente posso anche cambiare parere in favorevole; ritenevo che l'obbligo di pubblicità fosse sufficiente, però se non è chiaro, aggiungiamo pure: «nel rispetto del principio di trasparenza».

  PRESIDENTE. Onorevole Lenzi, lei quindi mi dice che è disposta, ovviamente previa una consultazione rapida con il Comitato dei nove, a cambiare il parere ?

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Sì, però volevo capire se era questo l'emendamento, perché mi sembrava...

  PRESIDENTE. Sì, l'emendamento di cui stiamo parlando è esattamente questo.
  Prego, onorevole Grillo, poi facciamo il punto.

  GIULIA GRILLO, Relatrice di minoranza. Presidente, solo per dire che noi siamo ovviamente favorevoli affinché la relatrice cambi il proprio parere. Noi avevamo dato parere favorevole perché noi ovviamente ribadiamo che dove c’è necessità di trasparenza il MoVimento 5 Stelle combatte sempre. Ribadiamo che siamo uno dei Paesi in cui i terzi, cioè i cittadini, Pag. 63sono soggetti a scarsissima tutela sotto il profilo della trasparenza, quindi mi sembra che ogni occasione sia un'occasione buona per implementare la cultura della trasparenza nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, intendo l'intervento della relatrice per la maggioranza Lenzi come un parere del Comitato dei nove, considerando che gli altri relatori avevano tutti espresso parere favorevole.
  Prendo atto, inoltre, che il parere del Governo è conforme a quello della relatrice per la maggioranza.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Binetti 4.354, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino, Cariello, Pilozzi, Palese, Giampaolo Galli, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  438   
   Votanti  436   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 432    
    Hanno votato
no    4).    

  (La deputata Culotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lorefice 4.355.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Presidente, con questo emendamento chiediamo che gli enti del terzo settore che lavorano interamente, per un intero anno, con i finanziamenti pubblici, siano soggetti a tutta la normativa dell'anticorruzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente, io posso dirlo in inglese, in francese, il russo non lo conosco (forse Rocco Buttiglione potrebbe intervenire per una volta): credo che i tempi, il momento storico, è un momento in cui siete circondati, siete circondati ! Tutti vi chiedono la normativa anticorruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) anche in materia del terzo settore. La partita di giro di soldi pubblici che vanno ad imprese sociali, associazioni, oppure a cooperative, e poi ritornano ai politici, non può più essere. Anche i bambini di otto anni hanno capito come funziona questo meccanismo, è come se volete giocare a scacchi con la mossa del barbiere, però vostro figlio di otto anni ha capito e non riuscite più a vincere con la mossa del barbiere. Arrendetevi, cercate di ristrutturarvi e di reinventarvi. Fate passare questo emendamento che è chiaro, limpido e dà anche un anno di tempo agli enti del terzo settore per rientrare all'interno della norma anticorruzione. Quindi, non è nemmeno persecutoria, è una semplice norma di cui Cantone, fino all'altro giorno, ha auspicato l'esistenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente, io chiedo a qualche membro della maggioranza, o del Governo, di spiegare le motivazioni per cui si può dire di «no» ad un emendamento che chiede di estendere la normativa anticorruzione ad enti che, di fatto, lavorano per la pubblica amministrazione. Non lo chiedo perché è un'esigenza del MoVimento 5 Stelle, ma lo chiedo perché è doveroso nel momento Pag. 64storico che stiamo vivendo che almeno, se votate qualcosa di totalmente irragionevole che va a favore dei corrotti e dei corruttori, abbiate la faccia, se ancora ne rimangono brandelli, di giustificare la motivazione per cui ritenete di votare contrariamente a questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 4.355, con il parere contrario della Commissione, del Governo, con il parere favorevole delle relatrici di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà e sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  419   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 158    
    Hanno votato
no  261).    

  (Il deputato Placido ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruocco 4.358, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Gasparini, Locatelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  422   
   Votanti  413   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 108    
    Hanno votato
no  305).    

  (Il deputato Placido ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 4.364.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Noi crediamo che la previsione di un registro unico del terzo settore a livello nazionale sia un errore. Riteniamo che tutt'al più ha il fine di favorirne la piena conoscibilità in tutto il territorio nazionale. Oltre ad apparire in contrasto con il rispetto delle prerogative delle regioni ai sensi anche della disciplina costituzionale prevista dal Titolo V, non viene definita la natura giuridica dell'iscrizione e quale sia l'ambito soggettivo degli enti obbligati alla registrazione.
  L'emendamento che abbiamo presentato vuole stabilire il principio della registrazione in ambito regionale, anche considerata l'importanza della conoscenza diretta maturata dai governi di prossimità rispetto alle associazioni che operano nello stesso territorio.
  Inoltre, con questo emendamento prevediamo che vengano stabilite, attraverso un'intesa in sede di Conferenza unificata Stato-regioni, modalità di scambio di informazioni e comunicazioni fra tutte le regioni a livello nazionale, che riguardino le informazioni relative alle associazioni iscritte a livello regionale.
  Quindi, prevediamo, infine, che l'iscrizione a livello regionale sia obbligatoria per le associazioni del terzo settore che vogliano accedere alle agevolazioni che avete previsto ai sensi dell'articolo 9 della presente legge di delega.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 65
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 4.364, con il parere contrario della Commissione, del Governo e delle relatrici di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SEL e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Capua, Terrosi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  434   
   Votanti  425   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
  25    
    Hanno votato
no  400).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che ha votato a favore ma che avrebbe voluto votare contro).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 4.211.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Anche con questo emendamento cerchiamo di dare importanza alle regioni e alle province autonome. Noi riteniamo che comunque questa storia del registro unico nazionale per il terzo settore andrà a penalizzare le realtà del volontariato minori, cioè quelle più piccole, che sono un patrimonio che rischia di essere perso, stanti le nuove procedure e gli adempimenti burocratici che andate a prevedere, senza, tra l'altro, il coinvolgimento delle istituzioni più prossime a queste realtà, quali sono ad esempio, appunto, le regioni e le province autonome.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 4.211, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e del MoVimento 5 Stelle, mentre la relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà si è rimessa all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Galperti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  442   
   Votanti  376   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
  92    
    Hanno votato
no  284).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 4.361.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie Presidente, per annunciare il voto favorevole di SEL a questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie Presidente, l'emendamento va sulla linea della trasparenza, che è stata oggetto della nostra discussione ed è l'assillo da parte del nostro gruppo. Noi vogliamo che sia previsto, all'interno dei decreti attuativi, il massimo di controllo e verifica sull'attività degli enti del Terzo settore e sulle risorse impiegate in merito agli appalti e agli affidamenti. Per questo, chiediamo l'obbligo, e non semplicemente un favorire, la pubblicazione in forma telematica di queste somme.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

Pag. 66

  ANTONIO PALMIERI. Grazie Presidente, so che lei ha una certa difficoltà sulla destra, la capisco e, quindi, non gliene faccio una colpa.

  PRESIDENTE. Ognuno ha i suoi difetti.

  ANTONIO PALMIERI. Intervengo solo per aggiungere la nostra firma a questo emendamento perché, vivendo nell'era digitale e nell'era nella trasparenza, effettivamente garantire che attraverso il web siano disponibili questi dati ci sembra un'azione veramente, totalmente e assolutamente banale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 4.361, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  454   
   Votanti  453   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato
 170    
    Hanno votato
no  283).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grillo 4.360.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente, solo per ribadire il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle e invito tutti i parlamentari a votare a favore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Grazie Presidente, se mi dissolvono questo dubbio, che ho cercato di chiarire anche con gli altri colleghi: io ho presentato questo emendamento perché sembra che l'iscrizione al registro degli enti del Terzo settore che ricevono fondi europei avvenga solo per quelli che ricevono fondi europei per l'economia sociale.
  Il mio dubbio è questo, perché ci sono altre occasioni, come ad esempio gli enti di formazione, dove si ricevono anche fondi europei ma non rientrano nell'economia sociale. Se quegli enti saranno comunque iscritti al registro del Terzo settore, lo posso anche ritirare.

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Grazie Presidente, sì posso rassicurare che i fondi della formazione professionale sono veicolati dalle regioni e quindi, quando arrivano, arrivano dalle regioni e sono a tutti gli effetti fondi pubblici e rientrano in quelli per i quali sei obbligato ad iscriverti al registro. Abbiamo aggiunto quelli dell'economia sociale perché ci sono due regolamenti europei recenti, che peraltro la collega conosce bene, che invece fanno riferimento in generale al tema dell'economia sociale. In questo modo sono ricompresi entrambi.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Grillo 4.360 lo ritirano.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grillo 4.365 sul quale è stata proposta una riformulazione accettata dalla relatrice e, quindi, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e di tutti relatori di minoranza.Pag. 67
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Intervengo solo per dieci secondi perché su questo abbiamo fatto un lungo dibattito in Commissione. C’è stato detto che le amministrazioni pubbliche non potevano obbligatoriamente richiedere l'informativa o la certificazione antimafia a tutti gli enti del Terzo settore. Ci è sembrato opportuno introdurre e individuare – quindi, va bene anche la riformulazione della relatrice – quali occasioni sono quelle pertinenti per richiedere la certificazione antimafia. È chiaro poi che la pubblica amministrazione dovrà applicare quanto verrà sancito nei decreti delegati quindi siamo soddisfatti di questa riformulazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 4.365 nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani... Nizzi... Capua... Vargiu...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  445   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 442    
    Hanno votato
no    3).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grillo 4.373.

  MARISA NICCHI, Relatrice di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI, Relatrice di minoranza. Signor Presidente, intervengo per cambiare il parere in parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 4.373, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bruno Bossio... Albini... Cariello... Farina Gianni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  441   
   Votanti  432   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
  83    
    Hanno votato
no  349).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 4.372 nel testo riformulato, con il parere favorevole di Commissione, Governo, dei relatori di minoranza Lega Nord e Movimento 5 Stelle. Prendo atto che la relatrice SEL, che si era rimessa all'Assemblea, esprime ora parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli... Donati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  442   
   Votanti  441   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 438    
    Hanno votato
no    3).    

Pag. 68

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Binetti 4.370.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. L'emendamento fa riferimento alla lettera l), in cui si tratta di valorizzare il ruolo degli enti nella fase di programmazione a livello territoriale relativa al sistema integrato di interventi e servizi socio-assistenziali, alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico e ai criteri e alle modalità per l'affidamento agli enti dei servizi di interesse generale.
  La parola chiave che io volevo far introdurre con il mio emendamento, dopo il termine «qualità», dove si parla di requisiti minimi di qualità, era quello di «competenza». Si potrebbe pensare che il termine qualità sia un termine omnicomprensivo: nel termine qualità potremmo considerare incluso anche l'obiettivo competenza. Però dal momento in cui noi parliamo di un sistema integrato di interventi e di servizi socio-assistenziali, a me sembra che sottolineare con il termine qualità il termine della competenza significa sottrarlo a una logica puramente assistenziale per farne oggetto di un servizio carico di competenza professionale. Non si può pensare di intervenire soltanto con il buono spirito in quelli che sono servizi di tipo socio-assistenziale, è necessario che le persone che partecipano di questi servizi e che collaborano in questi servizi abbiano fatto un training speciale, un training, per l'appunto, che conferisca competenze adeguate, al punto da potergli affidare quello che è un bene di rango costituzionale come il bene della salute.
  Ora, mi piacerebbe davvero che non ci si arrestasse alla genericità del termine qualità, ma si assumesse il valore di competenza come un modo di sfaccettare la prima parola. È vero che potrebbe essere implicito, ma l'esplicitarlo darebbe ragione del fatto che, per esempio (parlo della regione Lazio, ma potrei citare molte altre regioni in cui c’è il blocco del turnover e quindi il blocco anche della possibilità da parte degli ospedali dell'assunzione di personale infermieristico, per fare un esempio come un altro) si ricorre a cooperative, si ricorre a realtà in cui il personale deve essere garantito sotto il profilo concreto e specifico della competenza. Qualcuno deve documentare che quella competenza c’è, perché è un servizio diretto. Questo era lo spirito dell'emendamento e comunque ancora una volta, proponendolo ai colleghi e riproponendo, semmai, all'attenzione del Ministro perché non lo assorba e lo schiacci semplicemente nella genericità di un termine, ma ne colga l'elemento di valore aggiuntivo e riproponendo quindi anche alla relatrice del disegno di legge, lo propongo all'Assemblea perché lo voti e si assuma la responsabilità di sapere se la competenza è un ingrediente essenziale o se la competenza può esser considerata un ingrediente di tipo puramente accessorio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Binetti 4.370, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Autonomie – Lega dei popoli – Noi con Salvini e Sinistra Ecologia Libertà e sul quale la relatrice di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vezzali, Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  435   
   Votanti  361   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  256).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 4.374, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della Pag. 69relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie – Lega dei popoli – Noi con Salvini.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giorgio Piccolo, Cariello, Altieri, Romele, D'Incà...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  443   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  341).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 4.375, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole delle relatrici di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà e sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie – Lega dei popoli – Noi con Salvini si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cariello, Carinelli, Lavagno, Malpezzi, Romano Andrea, Verini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  439   
   Votanti  386   
   Astenuti   53   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 103    
    Hanno votato
no  283).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 4.212 sul quale c’è una proposta di riformulazione del relatore di maggioranza. Prendo atto che la riformulazione è accolta dal proponente. Quindi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 4.212, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Petrenga, Causi, Alli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  440   
   Votanti  439   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 433    
    Hanno votato
no    6).    

  (Il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 4.378, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Bruno Bossio, Paola Bragantini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  443   
   Votanti  404   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 132    
    Hanno votato
no  272).    

  (Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 70

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Baroni 4.380.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Presidente, intervengo per preannunziare voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, l'emendamento lo leggo, a fini di chiarezza e trasparenza: «vietare l'erogazione da parte di enti di cui all'articolo 1, comma 1 e dell'articolo 6 della presente legge, di qualsiasi forma di finanziamento diretto o indiretto in favore di movimenti o partiti politici, di fondazioni e alle associazioni per le quali la composizione degli organi direttivi sia determinata in tutto o in parte da deliberazioni di partiti o movimenti politici». Diciamo che, relativamente agli scandali che vi portate dietro come un pesante fardello, questa potrebbe essere veramente un'opportunità per un'elegante via di fuga che non faccia arrabbiare gli italiani semplicemente votando questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Frusone. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Grazie, Presidente. Come ha appena spiegato il mio collega Baroni, questo emendamento è cristallino ! L'ha letto perché non c’è bisogno di spiegazioni. Semplicemente, per evitare di leggere ancora, tutti i giorni, su tutti i giornali, dello scandalo delle cooperative, dello scandalo delle fondazioni, del vino, del vino che sa di tappo, di soldi dati ai partiti e via dicendo, basterebbe semplicemente votare a favore di questo emendamento, perché a questo punto si elimina la possibilità, per gli enti del terzo settore, di dare soldi ai vari movimenti e ai partiti politici, perché abbiamo capito che è una partita di giro: il politico di turno dà i soldi, attraverso appalti e altre cose, ad enti del terzo settore, che poi, a loro volta, ridanno i soldi, attraverso fondazioni e mille escamotage che vi siete inventati, al politico di turno per pagare la campagna elettorale. Quindi, oggi possiamo dire «stop» a tutto questo; è molto semplice (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente, ci fa piacere il Ministro Poletti lì solo soletto. Ce lo ricordiamo nell'immaginario fotografato con Buzzi e non lì solo soletto a rappresentare il Governo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È così, e non vi scaldate ! Accusate noi perché un reggente di una famiglia di Ostia condivide un nostro post su Facebook e tacete di fronte a un Ministro che si fotografa con Buzzi: ipocriti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Non vogliamo più che le cooperative, che prendono quattrini dallo Stato, finanzino la politica ! Lei lo sa, Ministro Poletti: la cooperativa CPL Concordia, quella immischiata nello scandalo corruzione e camorra, quella dell'arresto del sindaco del PD – del sindaco del PD ! Del sindaco del PD ! Del sindaco del PD ! – ha dato 20 mila euro alla fondazione di D'Alema, ha finanziato la cena per Renzi – a proposito, il suo amico Buzzi, c'era o non c'era a quella cena con Renzi, Ministro ? –, ha dato 17 mila euro al PD di Orfini. Non vogliamo più che queste cooperative corrotte finanzino la politica ! Vediamo che cosa votate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Grazie, Presidente. Ministro, io penso che nessuno meglio di lei sappia – in quanto lei è stato Pag. 71fino a poco tempo fa presidente della Legacoop, cioè la lega che dà una garanzia e una rappresentanza a tutte le società cooperative italiane – quanto le cooperative sono legate alla politica.
  Le dirò di più, ieri sera ho avuto modo di parlare con il signor Lusetti, colui che è l'ha sostituita sulla poltrona su cui sedeva pochi mesi fa. È proprio su istanza del nuovo presidente della Legacoop che è stata avanzata una richiesta molto chiara, ribadita tra l'altro dallo stesso presidente anche in una recente intervista: stop ai finanziamenti delle cooperative a favore dei partiti.
  In questa Aula non vi è, ad eccezione del Movimento 5 Stelle, una forza politica che non abbia ricevuto soldi dalle società cooperative (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non vi è stata trasparenza nel flusso di denari che dalle cooperative sono passati alle fondazioni o direttamente ai partiti, di conseguenza se il presidente della Legacoop avanza una simile richiesta questa è l'occasione per dargli una mano, in quanto lui vi garantisce molti voti. Tutti sappiamo che sono dodici milioni i soci delle cooperative, date una mano al vostro amico Lusetti ed eliminate i finanziamenti da parte loro ai partiti politici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento, ma anche per motivare ulteriormente il voto favorevole. Il vero, atavico, conflitto di interessi che esiste tra risorse pubbliche e giunte regionali, giunte comunali, ASL e quanto rimasto delle giunte provinciali è quello tra risorse pubbliche e cooperative rosse. È inutile che lo nascondiamo, questo è il vero scandalo tra gli scandali del sistema. Occorre al riguardo fare un'integrazione, perché il divieto di raccogliere erogazioni da parte del sistema delle cooperative dovrebbe riguardare anche i candidati alle elezioni regionali e non soltanto i movimenti ed i partiti politici. Cerchiamo di indirizzare per bene ciò che le nuove generazioni ci chiedono e, soprattutto, ciò che ci chiede l'opinione pubblica.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 4.380, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre il parere dei relatori di minoranza è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  436   
   Votanti  432   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 161    
    Hanno votato
no  271).    

  (Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Baroni 4.377.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Intervengo per preannunciare il voto favorevole del Movimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente. Questo emendamento è molto simile al precedente, come ha detto giustamente il mio collega Frusone, si tratta di una partita di giro: l'ente pubblico finanzia la cooperativa o l'associazione del terzo settore e poi ci ritroviamo con questi Pag. 72soggetti che per rientrare nelle future benedizioni del politico di turno lo finanziano.
  Noi vi leviamo dall'imbarazzo consentendovi di votare a favore di questo emendamento, rinascete come una fenice dalle vostre stesse ceneri. Più di così non posso dire, se non usando un'altra immagine mitologica: cercate di abbassare le penne perché magari fa bene al paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie Presidente, intervengo per sottoscrivere anche questo emendamento. Nel mio intervento in sede di discussione ho fatto un lieve riferimento alla precedente occupazione del ministro, ma il tema riguarda soprattutto il Partito Democratico. È ora che questo partito compia veramente una svolta buona, troncando di netto questo legame che, evidentemente, non ha più ragione di esistere alla luce di quanto sta continuando ad emergere nel nostro paese.
  Come ho detto tre giorni fa, voi ci avete sempre rimproverati aspramente in merito al conflitto di interessi fatto salvo che c'era chi faceva i propri interessi senza alcun conflitto e stava dalla nostra parte. Quindi, da questo punto di vista, l'invito è veramente rivolto al Partito Democratico di assumere una posizione netta e intransigente su questo punto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 4.377, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Matarrelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  436   
   Votanti  433   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 161    
    Hanno votato
no  272).    

  (Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 4.383, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Carrozza, Latronico, Costantino, Giorgio Piccolo, Molteni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  427   
   Votanti  425   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 157    
    Hanno votato
no  268).    

  (Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Le deputate Pellegrino e Rubinato hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 4.382, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e con il parere favorevole delle relatrici di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà.Pag. 73
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Ravetto, De Mita...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  438   
   Votanti  427   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  317).    

  (Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Signor Presidente, preannunzio l'astensione di SEL sul voto relativo all'articolo 4 per tre motivi. Il primo motivo è che non ci sono in questo articolo indicazioni sufficienti volte a tutelare i diritti dei lavoratori. È vero che è stato approvato un emendamento, tra l'altro riformulato, presentato da SEL, ma non ci sono indicazioni precise relativamente al rispetto delle norme contrattuali e salariali dei lavoratori. Questo è un fatto grave perché sappiamo che, nel terzo settore, purtroppo, c’è un'area grigia fatta di lavoro precario, di lavoro nero in alcuni casi, di lavoro non regolamentato e il fatto che non ci sia alcuna indicazione precisa rispetto alle tutele normative e salariali, tutto questo ci lascia ovviamente molto scontenti e l'approvazione del nostro emendamento, pure riformulato, non è sufficiente a farci cambiare il giudizio. Secondo punto che ci induce ad astenerci su questo articolo è che, riguardo ai principi del funzionamento democratico elencati e indicati in questo articolo, ci sono molte falle. Ad esempio, non è indicato il principio della parità di genere; ad esempio, non è indicato il principio della rotazione e direi anche della gratuità delle cariche rappresentative; ad esempio, non è citato il principio della modalità di acquisizione e della perdita di qualifica di socio.
  Ad esempio, non è citato il principio della partecipazione diretta all'organizzazione degli utenti dei servizi nella vita delle organizzazioni.
  Terzo punto: in questo articolo si prevede già la possibilità di distribuire gli utili, rimandando il tutto poi al successivo articolo 6 che tratteremo in seguito ed è anche questo un aspetto negativo, che noi non possiamo valutare positivamente.
  Infine, c’è un ultimo punto che vorrei citare, che è questo: voi, alla lettera b), primo comma, dell'articolo 4, dite che lo svolgimento delle attività solidaristiche di interesse generale è requisito essenziale per l'accesso alle agevolazioni previste dalla normativa. Ma voi fate riferimento solo a questo comma e non agli altri commi. Quindi, mi chiedo perché è requisito essenziale solo quanto previsto alla lettera b) del comma primo e non è requisito essenziale anche quanto previsto dagli altri commi e dalle altre lettere.
  Quindi, per questi motivi, noi ci asteniamo su questo articolo: è un voto di astensione relativamente ai punti critici, come evidenziato, che riguardano i diritti dei lavoratori, il funzionamento democratico e la questione della distribuzione degli utili. Affronteremo in seguito all'articolo 6 in modo più approfondito cosa significa tutto questo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Cariello, Baroni, Lavagno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 74

   (Presenti  435   
   Votanti  337   
   Astenuti   98   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato
 272    
    Hanno votato
no   65).    

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 2617-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Signora Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Monchiero 5.409, Nicchi 5.405 e Grillo 5.408. Il parere è favorevole sull'emendamento 5.700 della Commissione.

  PRESIDENTE. Aspetti, c’è prima il subemendamento Rondini 0.5.700.1.

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Rondini 0.5.700.1, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 5.700.
  La Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario sull'emendamento Binetti 5.406. Il parere è contrario sull'emendamento Nicchi 5.402. La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Grillo 5.413, perché in realtà il suo contenuto è recepito nella riformulazione. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Cecconi 5.407 e Binetti 5.403 e 5.404, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Gigli 5.410.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza della Lega Nord ad esprimere i pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 5.

  MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Signora Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti Monchiero 5.409, Nicchi 5.405 e Grillo 5.408. Esprimo parere favorevole sul subemendamento a mia firma 0.5.700.1, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento 5.700 della Commissione. Il parere è favorevole sull'emendamento Binetti 5.406, mentre è contrario sull'emendamento Nicchi 5.402. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Grillo 5.413.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Cecconi 5.407. Il parere è favorevole sull'emendamento Binetti 5.403, mentre è contrario sull'emendamento Binetti 5.404.
  Infine, esprimo parere favorevole sull'emendamento Gigli 5.410.

  PRESIDENTE. Qual è il parere della relatrice di minoranza Grillo ?

  GIULIA GRILLO, Relatrice di minoranza. Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti Monchiero 5.409 e Nicchi 5.405. Il parere è favorevole sul mio emendamento 5.408, mentre è contrario sul subemendamento Rondini 0.5.700.1.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento 5.700 della Commissione. Il parere è contrario sugli emendamenti Binetti 5.406 e Nicchi 5.402.

  PRESIDENTE. Onorevole Grillo, qual è il parere sul suo emendamento 5.413 ?

  GIULIA GRILLO, Relatrice di minoranza. Lo ritiro, Presidente.

  PRESIDENTE. Sta bene. L'emendamento Grillo 5.413 è ritirato.

  GIULIA GRILLO, Relatrice di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Cecconi 5.407. Il parere è contrario sull'emendamento Binetti 5.403, mentre è favorevole sugli emendamenti Binetti 5.404 e Gigli 5.410.

  PRESIDENTE. Qual è il parere della relatrice di minoranza Nicchi ?

Pag. 75

  MARISA NICCHI, Relatrice di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti Monchiero 5.409 e Nicchi 5.405. Il parere è contrario sull'emendamento Grillo 5.408 e sul subemendamento Rondini 0.5.700.1.
  Mi rimetto all'Aula sull'emendamento 5.700 della Commissione. Il parere è contrario sull'emendamento Binetti 5.406. Esprimo parere favorevole sul mio emendamento 5.402. Il parere è contrario sugli emendamenti Cecconi 5.407, Binetti 5.403 e 5.404. Infine, mi rimetto all'Aula sull'emendamento Gigli 5.410.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Monchiero 5.409.
  Ha chiesto di parlare il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Presidente, lo ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 5.405.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Intervengo per preannunziare il voto favorevole di SEL su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Presidente, l'emendamento per noi è molto importante, perché vuole cogliere un punto contraddittorio, opaco, che noi vogliamo chiarire. Cioè, chiediamo che nella normativa che verrà rimandata ai decreti attuativi sia definita e disciplinata bene, con chiarezza, la partecipazione del volontario alle attività dell'ente, distinguendola da quella dei lavoratori dipendenti e da quella dei lavoratori volontari. È una distinzione che noi chiediamo con la massima trasparenza e chiarezza, per rompere una zona grigia di opacità che non fa bene certo a questo settore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 5.405, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie e della relatrice del gruppo MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole della relatrice di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Blazina, Bolognesi. Forza colleghi ! Capisco... Forza ! Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  386   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
  28    
    Hanno votato
no  358).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 5.408, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza dei gruppi della Lega Nord e di SEL e con il parere favorevole della relatrice di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vezzali, Carrozza, Roberta Agostini, Cenni, Alberti, Zaccagnini, Brescia...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 76
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  393   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  64    
    Hanno votato
no  329).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Rondini 0.5.700.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza dei gruppi SEL e MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gasparini, Giorgio Piccolo, Sottanelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  375   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  17    
    Hanno votato
no  358).    

  (La deputata Rotta e il deputato Cristian Iannuzzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.700 della Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Presidente, intervengo per preannunciare l'astensione di SEL su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie Presidente, il tema che noi stiamo affrontando riguarda la funzione dei centri di servizio per il volontariato che debbono svolgere servizi a favore delle organizzazioni di volontariato, in base a questo testo, allargandoli a tutti i soggetti del terzo settore. Noi ci asteniamo perché c’è un punto che ci rende perplessi: non si ritiene opportuno che, considerata la limitatezza delle risorse, queste vengano utilizzate diversamente, andando a sovrapporsi a quanto già, anche per legge, svolgono, per esempio, le fondazioni di origine bancaria, proprio nel sostegno a delle iniziative territoriali solidali. Con questa possibilità di intervento diretto si creerebbero delle sovrapposizioni e delle confusioni che riteniamo sbagliate.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.700 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e della relatrice di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle, con il parere contrario del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie, mentre la relatrice di minoranza del gruppo SEL si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Taricco, Rizzo, Vignaroli, Basilio, Corda...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  430   
   Votanti  408   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 384    
    Hanno votato
no   24).    

  (Il deputato Busto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  A questo punto, risultano preclusi gli emendamenti successivi Binetti 5.406, Nicchi 5.402 e Cecconi 5.407.Pag. 77
  Passiamo, quindi, alla votazione dell'emendamento Binetti 5.403.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Presidente, ci sono due aspetti di questo emendamento e di quello successivo, sempre a mia firma, che mi interessa mettere in evidenza. Il primo è questo: la necessità di avere non solo un sistema di osservatori nazionali, ma di avere un osservatorio nazionale, nel quale in qualche modo confluiscano, per la specificità delle diverse attività, sia che si tratti di APS sia che si tratti di iniziative di volontariato o di società di mutuo soccorso, che sono i tre aspetti presi in considerazione in questo articolo del provvedimento. È fondamentale che ci sia un osservatorio nazionale dal quale, in qualche modo, possano partire criteri e indicazioni, per quello che vale, e al quale soprattutto possano arrivare, secondo una dinamica piuttosto ascendente che non discendente, quelle che sono non solo relazioni, esigenze ed esperienze che provengono dalle diverse attività. Quindi, l'ipotesi è che il sistema degli osservatori, in qualche modo, confluisca in un osservatorio nazionale.
  Il punto successivo, peraltro, in modo da un punto di vista lessicale, da un punto di vista linguistico, perlomeno diciamo buffo, invece fa riferimento al fatto che... vorrei leggere esattamente quello che dice il provvedimento: previsione dei requisiti uniformi per i registri e per gli osservatori nazionali e regionali. Cioè il riferimento è, da un lato, alla necessità di una pluralità di osservatori nazionali, poi il riferimento a una pluralità di osservatori regionali, senza che in questo lavoro, ovviamente auspicato, di convergenza di criteri ci sia una realtà, un osservatorio nazionale, che, in qualche modo, si faccia garante sia nella formulazione dei criteri sia nella valutazione della coerenza dei criteri vissuti sia, anche e soprattutto – insisto – in quella che è la raccolta delle osservazioni.
  Noi avevamo in precedenza una sorta di authority di terzo settore, una realtà che in qualche modo svolgeva una funzione simile a quella che potrebbe avere un osservatorio, anche se i compiti dell’authority erano di gran lunga di più di quelli dell'osservatorio. Questo disegno di legge riconduce tutto l'ambito e tutte le problematiche del terzo settore all'interno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ma in qualche modo noi corriamo il rischio che ci sia una frammentazione di tutte queste realtà senza avere un punto di sintesi.
  Questo è l'obiettivo: garantire che davvero, nel variegato panorama di tutte le iniziative, ci possa essere un luogo, un punto, in cui tutto arriva e non semplicemente una pluralità di sistemi che potrebbero facilmente convertirsi poi anche in una forma di anarchia più o meno organizzata, più o meno coerente, sia tra i diversi sistemi nazionali sia, come è ancora più facile e più frequente, tra i diversi sistemi regionali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Binetti 5.403, con il parere contrario della Commissione, del Governo e delle relatrici di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Monaco, Stella Bianchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  419   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
  78    
    Hanno votato no  341).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Binetti 5.404, con il parere contrario della Commissione, del Governo, della relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e del relatore di minoranza della Pag. 78Lega Nord e con il parere favorevole della relatrice di minoranza del MoVimento 5 Stelle.

  PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole, il suo gruppo ha esaurito i tempi.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Buttiglione, lei è dello stesso gruppo, avete esaurito i tempi.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Presidente, l'onorevole Binetti ha ritirato il suo emendamento 5.404.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gigli 5.410, con il parere favorevole della Commissione, del Governo, della relatrice di minoranza del MoVimento 5 Stelle e del relatore di minoranza della Lega Nord e sul quale la relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Colaninno, Luciano Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  442   
   Votanti  440   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 417    
    Hanno votato
no   23).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini, Carloni, Giorgio Piccolo, Cariello, Carfagna, Spadoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  447   
   Votanti  313   
   Astenuti  134   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
 302    
    Hanno votato
no   11).    

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 2617-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Silvia Giordano 6.420, Binetti 6.405, Da Villa 6.423, Gigli 6.424 e 6.422, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Becattini 6. 400.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Bechis 6.406 e Silvia Giordano 6.45.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Bonomo 6.428 è stato ritirato.

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Nicchi 6.407 e Crippa 6.430, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, Pag. 79sull'emendamento Binetti 6.50. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Nicchi 6.4.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Bonomo 6.431. La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Nicchi 6.5 e Baroni 6.56. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Palmieri 6.416, altrimenti il parere è contrario. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Mantero 6.433, Palmieri 6.417, Gigli 6.432, Nicchi 6.409 e 6.415, Gigli 6.434, 6.435, 6.436, 6.438 e 6.437, Grillo 6.439, 6.440, 6.441, 6.442, 6.443, 6.444 e 6.445. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Binetti 6.410, altrimenti il parere è contrario. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Nicchi 6.8. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Monchiero 6.418, altrimenti il parere è contrario. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Nicchi 6.9 e 6.411, Binetti 6.412 e Silvia Giordano 6.446 e 6.447. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Becattini 6.401. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Grillo 6.73 e Silvia Giordano 6.74. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Monchiero 6.419, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Rondini ?

  MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Silvia Giordano 6.420, Binetti 6.405, Da Villa 6.423, Gigli 6.424 e 6.422 e Becattini 6.400. Esprimo parere contrario sull'emendamento Bechis 6.406. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Silvia Giordano 6.45 e Nicchi 6.407. Esprimo parere contrario sull'emendamento Crippa 6.430. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Binetti 6.50, Nicchi 6.4, Bonomo 6.431 e sugli identici emendamenti Nicchi 6.5 e Baroni 6.56. Esprimo parere contrario sull'emendamento Palmieri 6.416. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Mantero 6.433. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Palmieri 6.417 e Gigli 6.432. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Nicchi 6.409 e 6.415 e Gigli 6.434. Mi rimetto all'Aula sugli emendamenti Gigli 6.435 e 6.436. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Gigli 6.348 e 6.347, Grillo 6.439, 6.440, 6.441, 6.442, 6.443, 6.444 e 6.445, Binetti 6.410 e Nicchi 6.8. Esprimo parere contrario sull'emendamento Monchiero 6.418. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Nicchi 6.9 e 6.411, Binetti 6.412 e Silvia Giordano 6.446.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Silvia Giordano 6.447, Becattini 6.401, Grillo 6.73 e Silvia Giordano 6.74, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Monchiero 6.419.

  PRESIDENTE. Relatrice di minoranza Grillo ?

  GIULIA GRILLO, Relatrice di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti Silvia Giordano 6.420, Binetti 6.405, Da Villa 6.423 e Gigli 6.424 e 6.422, mentre esprimo parere contrario sugli emendamenti Becattini 6.400 e Bechis 6.406. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Silvia Giordano 6.45, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Nicchi 6.407. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Crippa 6.430, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Binetti 6.50. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Nicchi 6.4, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Bonomo 6.431. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Nicchi 6.5 e Baroni 6.56, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Palmieri 6.416. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Mantero 6.433, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Palmieri 6.417. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Gigli 6.432, Nicchi 6.409 e 6.415, Gigli 6.434, 6.435, 6.436, 6.438 e 6.437, Grillo 6.439, 6.440, 6.441, 6.442, 6.443, 6.444 e 6.445, Binetti 6.410 e Nicchi 6.8.

Pag. 80

  PRESIDENTE. L'emendamento Monchiero 6.418 è stato appena ritirato.

  GIULIA GRILLO, Relatrice di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Nicchi 6.9 e 6.411, Binetti 6.412, Silvia Giordano 6.446 e 6.447, Becattini 6.401, Grillo 6.73 e Silvia Giordano 6.74.

  PRESIDENTE. L'emendamento Monchiero 6.419 è stato ritirato.

  GIULIA GRILLO, Relatrice di minoranza. Presidente, possiamo fare nostro l'emendamento Monchiero 6.419 che è stato ritirato dai presentatori ?

  PRESIDENTE. Lo deve chiedere un delegato del gruppo, o Crippa, o Sibilia. Va bene, comunque, lo fate vostro. Quindi, il parere su questo ?

  GIULIA GRILLO, Relatrice di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Va bene. Relatrice di minoranza Nicchi ?

  MARISA NICCHI, Relatrice di minoranza. Presidente, mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Silvia Giordano 6.420, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Binetti 6.405. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Da Villa 6.423, Gigli 6.424 e 6.422 e Becattini 6.400, mentre esprimo parere contrario sugli emendamenti Bechis 6.406 e Silvia Giordano 6.45.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Nicchi 6.407, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Crippa 6.430. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Binetti 6.50 e Nicchi 6.4. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Bonomo 6.431. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti identici Nicchi 6.5 e Baroni 6.56. Esprimo parere contrario sull'emendamento Palmieri 6.416, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Mantero 6.433. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Palmieri 6.417. Esprimo parere contrario sull'emendamento Gigli 6.432, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Nicchi 6.409 e Nicchi 6.415. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Gigli 6.434, Gigli 6.435, Gigli 6.436, Gigli 6.438 e Gigli 6.437. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grillo 6.439, Grillo 6.440, Grillo 6.441, Grillo 6.442, Grillo 6.443, Grillo 6.444, Grillo 6.445, Binetti 6.410, Nicchi 6.8, Nicchi 6.9, Nicchi 6.411, Binetti 6.412, Silvia Giordano 6.446, Silvia Giordano 6.447, Becattini 6.401, Grillo 6.73 e Silvia Giordano 6.74. Esprimo, infine, parere contrario sull'emendamento Monchiero 6.419, fatto proprio dal MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice di maggioranza.

  PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, poiché ho finito i tempi e quindi non sono in grado di difendere gli emendamenti e non sono nemmeno in condizione di poterli illustrare, ringrazio tutti i colleghi dell'opposizione che hanno espresso parere positivo ai miei emendamenti e li ritiro perché mi manca ovviamente il parere positivo della maggioranza e, quindi, non c’è alcuna possibilità di farli passare e soprattutto, non potendoli illustrare, credo che bocciarli così alla cieca sia quanto di più antidemocratico ci sia.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Silvia Giordano 6.420.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Per invitare l'Aula a leggere con attenzione questo emendamento che adesso la mia collega Giordano spiegherà meglio di me.

Pag. 81

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale però vorrei un attimo chiarire questo emendamento. Si parla della definizione da dare all'espressione «impresa sociale» ed è una definizione che abbiamo preso praticamente in prestito dalla Commissione europea quando, in rappresentanza della Commissione affari sociali, siamo andati a Riga per fare un confronto con tutti gli altri rappresentanti degli Stati membri sulla definizione di impresa sociale. Nell'emendamento la definizione è abbastanza chiara: qualificazione di impresa sociale come operatore dell'economia sociale il cui obiettivo principale è quello di avere un'incidenza sociale piuttosto che ricavare profitto per i suoi proprietari o azionisti.
  Essa opera fornendo beni e servizi per il mercato in modo imprenditoriale e innovativo e impiega i propri profitti in primo luogo per perseguire obiettivi sociali. Non c’è molta differenza rispetto a quella attuale, ma si chiarisce un punto fondamentale, che è quello che si ha come obiettivo principale quello di avere un'incidenza sociale, invece che ricavare profitto per i soli proprietari o azionisti.

  PRESIDENTE. Chiede di parlare l'onorevole Gigli, ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente, sull'ordine dei lavori. Volevo annunciare che ritiro tutti gli emendamenti a primo nome Gigli, anche perché alcuni dei temi proposti sono stati effettivamente recepiti poi dalla Commissione rispetto al momento in cui erano stati presentati; mantengo solo gli emendamenti 6.424 e 6.432.

  PRESIDENTE. Aspetti, qual è il primo che mi ha detto ?

  GIAN LUIGI GIGLI. L'emendamento 6.424 a pagina 42 e manterrei anche il 6.432 a pagina 48, ritiro gli altri.

  PRESIDENTE. Va bene, grazie. Onorevole Grillo, prego.

  GIULIA GRILLO. Presidente, per fare nostro l'emendamento 6.432, se possibile.

  PRESIDENTE. Lo dovrebbe chiedere il delegato d'Aula. Prendo atto che il delegato lo chiede.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 6.420, parere contrario della Commissione e del Governo, favorevoli i relatori Lega Nord e Movimento 5 Stelle, si rimette all'Assemblea il relatore SEL.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato... Mantero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  431   
   Votanti  360   
   Astenuti   71   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  266).    

  (Le deputate Malpezzi e Giuditta Pini hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Da Villa 6.423.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, questo emendamento, il Da Villa 6.423, riprende il parere favorevole condizionato della X Commissione, più precisamente al punto 2, ovvero chiede alla Commissione di merito di reintrodurre all'articolo 6, comma 1, lettera a) il concetto di misurabilità degli impatti sociali positivi, anche in raccordo con le previsioni di cui all'articolo 7, poiché tale misurabilità risulta strutturalmente Pag. 82connessa alla definizione dei limiti di compatibilità, con svolgimento di attività commerciali diverse da quelle di utilità sociale.
  Questo era il punto, era la condizione del parere della X Commissione attività produttive. Io chiedo, quindi, anche al relatore Montroni se ci tiene a quello che ha scritto all'interno di questo parere, o altrimenti la prossima volta la Commissione, nonostante avesse un parere rinforzato, forse sarebbe meglio non lavorasse perché anche quando si raggiungono degli equilibri all'interno della Commissione con determinati punti inseriti all'interno di un parere, questi vengono presi e cestinati dalla Commissione (in questo caso) affari sociali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Da Villa 6.423, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colaninno, Dambruoso, De Mita, Ginoble, D'Incà...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  435   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 161    
    Hanno votato
no  274).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gigli 6.424.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente, questo è uno dei due emendamenti che abbiamo mantenuto all'articolo 6 e vorrei, prima di illustrarlo, che fosse chiaro che noi non siamo contro la filosofia generale di questo provvedimento né, tanto meno, contro il concetto di impresa sociale. Siamo favorevoli all'impresa sociale e siamo favorevoli, anche, alle misure di vantaggio che l'impresa sociale stessa può avere e che, tra l'altro, sono previste in questo stesso provvedimento, sia per quanto riguarda le agevolazioni per favorire gli investimenti, sia per quanto riguarda la possibilità di una raccolta di capitali attraverso portali telematici, sia per quanto riguarda il fondo rotativo per il finanziamento degli investimenti a condizioni agevolate, sia per quanto riguarda, infine, l'assegnazione di immobili non utilizzati o sottratti alla criminalità.
  Ciò detto, però, è chiaro che l'impresa sociale in quanto tale si giustifica e trovano giustificazione i vantaggi di cui gode se essa non si trasforma surrettiziamente in una concorrenza sleale dell'impresa tout court e se, come dire, l'aggettivazione di «sociale» trova realmente giustificazione, cioè se essa non diventa un pretesto per guadagni che possono anche diventare stratosferici. Tra le cause di scollamento, che osserviamo nella nostra società, tra questo tipo di imprese e il sentire comune vi è anche, certamente, lo iato enorme che si è creato tra chi dentro vi lavora e chi ne è titolare e chi le gestisce, il management, con situazioni, talora, appunto, di vero e proprio arricchimento con riferimento a chi gestisce delle autentiche holding sulle spalle, spesso, dei lavoratori.
  Ora questa situazione, visto quanto prevede il comma 2 di questo articolo 6, finirà per riguardare, per quanto riguarda la ripartizione degli utili, anche le cooperative sociali che di diritto acquisiscono la qualifica di imprese sociali. Noi avevamo immaginato una serie di correttivi che in parte sono stati anche recepiti durante il lavoro della Commissione – ed è questo uno dei motivi per cui abbiamo ritirato diversi emendamenti –, correttivi che riguardavano la definizione dell'area di attività di queste imprese, l'area geografica propria di attività di queste imprese, riguardavano la percentuale di soggetti svantaggiati impiegati come lavoratori in Pag. 83queste imprese, riguardavano il rapporto tra fatturato e dipendenti. Diciamo che alcuni correttivi sono stati inseriti, in particolare mi riferisco al comma 1, lettera d) dell'articolo 6, che prevede già che vi siano dei limiti in materia di remunerazione delle cariche sociali e di retribuzione dei titolari degli organismi dirigenti e alla lettera c) che prevede già la prevalente destinazione degli utili al conseguimento degli obiettivi sociali, ma quanto è il prevalente ? Il prevalente è, come dire, definito, appunto, dalla definizione di prevalenza che si trova all'articolo 2513 del codice civile, ma così messo rischia, nonostante tutto, di lasciare largo spazio agli utili.
  Nel caso appunto di holding vere e proprie, di imprese di grandi dimensioni, questo spazio può essere enorme e può finire per tradursi in una sorta di miniera d'oro intascata in condizioni – ripeto – di concorrenza, se volete, sleale, o comunque in condizione di vantaggio. Per questo, abbiamo proposto – perché questo non si verifichi, appunto – un'ipotesi di prevalenza un pochino più restrittiva: parliamo del 70 per cento degli utili da destinare al conseguimento degli obiettivi sociali. Non ci sembra una proposta assolutamente distruttiva; ci sembra una proposta di buonsenso; ci sembra una proposta che potrebbe mantenere, aiutare a mantenere, il carattere effettivamente sociale dell'impresa sociale. È qualcosa che a noi sta molto a cuore e che per questo chiediamo di mettere ai voti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Presidente, intervengo per preannunziare il voto favorevole su questo emendamento del collega Gigli, perché anche noi riteniamo importante vietare la distribuzione degli utili. Ci hanno accusato di pensare che l'impresa sociale non debba fare utili, ma noi pensiamo diversamente. L'impresa sociale deve fare utili, ma deve reinvestire quegli utili nelle finalità sociali per cui è stata creata. Diversamente, si creerà un'apertura nella quale si tenteranno di convogliare gli investitori e di trasformare quella che è l'assistenza e il disagio sociale in un business. Questa cosa è assolutamente da evitare, perché, altrimenti, ci ritroveremmo nelle condizioni per cui, come si tenta di privatizzare la sanità, si arriverà a privatizzare anche l'assistenza. Quindi, il far sì che l'impresa sociale, che svolge parallelamente allo Stato compiti importantissimi, continui a destinare non prevalentemente ma totalmente i propri utili per il suo scopo sociale è fondamentale. Quindi, voteremo questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Becattini. Ne ha facoltà.

  LORENZO BECATTINI. Grazie, Presidente, intervengo per sottolineare che questa preoccupazione, che è emersa dall'emendamento del collega Gigli, in realtà trova una sua risposta, scorrendo l'articolato delle norme, alla lettera c), dove appunto si fissa il termine della remunerazione del capitale sociale e della ripartizione degli utili da assoggettare intanto a condizioni e limiti massimi differenziabili anche in base alla forma giuridica adottata dall'impresa. Ma soprattutto, lo si lega a quanto già accade nel nostro ordinamento sulle cooperative a mutualità prevalente, dove è previsto che il tasso di remunerazione sia quello dei buoni fruttiferi postali aumentato al massimo di due punti e mezzo. In questo senso, la norma che viene prevista alla lettera c) probabilmente è più restrittiva dell'emendamento proposto, del quale peraltro si capisce il senso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORDANO. Grazie, Presidente, intervengo solo per preannunciare il voto favorevole del gruppo di SEL.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

Pag. 84

  GIULIO MARCON. Presidente, vorrei dire che voteremo a favore di questo emendamento, come proponiamo di votare a favore dei successivi emendamenti, tra i quali vi è un emendamento di SEL che propone di togliere il «prevalentemente». «Prevalentemente» è un concetto generico e indefinito, quindi può significare il 60, il 70, l'80 o il 90 per cento. Ci sembra invece opportuno ribadire il vincolo della non distribuzione degli utili, soprattutto perché parliamo di una forma di impresa, appunto l'impresa sociale, che sarà presente nei mercati sociali delle università, della sanità, del turismo, degli altri settori del welfare, e questo comporta una dinamica di privatizzazione alla quale noi vogliamo opporci. Quindi, riteniamo importante salvaguardare la finalità genuina del terzo settore, che è quella appunto di promuovere attività che hanno il loro fine nella solidarietà e la giustizia sociale, ed evitare questa trappola della distribuzione degli utili, che può semplicemente servire ad aprire nuovi mercati per le imprese. Questo noi non ci sentiamo di approvarlo e di sostenerlo, per cui voteremo a favore di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gigli 6.424, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matteo Bragantini, Di Battista...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  400   
   Astenuti   45   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 131    
    Hanno votato
no  269).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gigli 6.422, ritirato dal deputato Gigli e fatto proprio dal gruppo MoVimento 5 Stelle, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  443   
   Votanti  433   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 113    
    Hanno votato
no  320).    

  (Il deputato Matarrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Becattini 6.400, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza del gruppo della Lega Nord e di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere contrario della relatrice di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  441   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 382    
    Hanno votato
no   59).    

Pag. 85

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Bechis 6.406, su cui i pareri sono tutti contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bechis. Ne ha facoltà.

  ELEONORA BECHIS. Signor Presidente, con questo emendamento vorrei far presente che c’è già la volontà di introdurre l'impresa sociale all'articolo 9, comma 1, lettera f). Nell'emendamento esplicito la parola «innovativa» per dare un indirizzo alla delega verso dei parametri che sono assimilabili a realtà già esistenti, evitando così storture nei confronti delle normative rispetto alla concorrenza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bechis 6.406 con il parere contrario della Commissione e del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marco Di Maio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  441   
   Votanti  403   
   Astenuti   38   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
  14    
    Hanno votato
no  389).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 6.45 con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà ed il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi della Lega Nord e del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti... Cariello... Malisani... Carloni... Moscatt... stiamo votando molto lentamente, chiederei ai colleghi di stare il più possibile presso i loro posti... Carloni ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  439   
   Votanti  430   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
  85    
    Hanno votato
no  345).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 6.407 con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza del gruppo del MoVimento 5 Stelle e il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi della Lega Nord e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  422   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  299).    

  (La deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 6.430 con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà ed il parere favorevole della relatrice di minoranza del gruppo del MoVimento 5 Stelle.Pag. 86
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato... sblocchiamo la postazione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  427   
   Votanti  384   
   Astenuti   43   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
  80    
    Hanno votato
no  304).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 6.4 con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carfagna... Cariello... Simone Valente... Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione... Non l'ho vista, onorevole Cozzolino !
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  443   
   Votanti  439   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  339).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bonomo 6.431 con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo della Lega Nord ed il parere contrario della relatrice di minoranza del gruppo del MoVimento 5 Stelle mentre la relatrice di minoranza del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino... Lorefice... Grande... Mazzoli... Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  458   
   Votanti  433   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 333    
    Hanno votato
no  100).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Nicchi 6.5 e Baroni 6.56, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giachetti, Garavini, Covello. Ci siamo ? No, Giachetti non c’è. Bruno Bossio, Pilozzi. Togliete... non Giachetti, che non ha mai dispositivi dentro la postazione. C’è qualcun altro, oltre a Giachetti, che non riesce a votare ? Onorevole Piepoli, si sbrighi. Comunque, lei ha votato, onorevole Piepoli ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  460   
   Votanti  451   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  334).    

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Palmieri 6.416.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Palmieri. Ne ha facoltà.

Pag. 87

  ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Questo emendamento ha la funzione di sottolineare un aspetto positivo che, seppur timidamente, in questo articolo il Governo e la maggioranza delineano sotto il versante prettamente culturale, cioè la possibilità che finanza sociale non sia un ossimoro, ma sia un concetto declinabile oggi nella contemporanea realtà delle imprese del terzo settore.
  È un approccio culturalmente molto importante e molto rilevante, temperato, però, dalla timidezza che è contenuta, appunto, nella lettera c) di questo articolo che stiamo esaminando. Però, da questo punto di vista per questo motivo vi abbiamo proposto di togliere l'aggettivo «sociale» e di lasciare puramente «capitale», proprio a indicare, in modo esplicito e come un fatto positivo, il fatto che si venga ad allargare il concetto di finanza e, di conseguenza, ad allargare il concetto stesso di profitto, che non consiste più solamente nel fare denaro in qualsiasi modo purché esso avvenga, ma consiste nel farlo investendo in attività che hanno un potente e positivo impatto sociale.
  Per questo motivo non raccolgo l'invito della relatrice. Dunque, manteniamo l'emendamento e confidiamo in un vostro cambio di parere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmieri 6.416, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  454   
   Votanti  453   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato
  50    
    Hanno votato
no  403).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantero 6.433.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente. Intervengo per preannunziare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. Qui siamo ancora sul tentativo di vietare la distribuzione degli utili per quanto riguarda l'impresa sociale, perché se cadrà il divieto della distribuzione degli utili e si amplieranno gli ambiti di competenza, come state cercando di fare con questa legge delega, si attuerà, in pratica, quello che hanno riscontrato sia la Corte dei conti sia l'Antitrust, ovvero il fatto che secondo la Corte dei conti l'impresa sociale non dovrebbe addirittura più rientrare nel terzo settore, per il quale è confermato il divieto di lucro soggettivo, e si correrebbe il rischio di infrazione delle regole comunitarie per quanto riguarda la libertà di concorrenza e il divieto di aiuti di Stato. Secondo l'Antitrust, invece, permettere all'impresa sociale di agire sul mercato e di fare utili la porrebbe in concorrenza con l'impresa tradizionale.
  Quindi, di fatto, stiamo creando una concorrenza sleale dell'impresa sociale sull'impresa tradizionale ed, inoltre, stiamo aprendo l'associazionismo e l'assistenza al mercato. Quindi, di fatto, stiamo trasformando in un business...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mantero ha esaurito il suo tempo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 6.433 con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 88
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Fraccaro, Nuti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  455   
   Votanti  454   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  331).    

  (Il deputato Marantelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  L'emendamento Palmieri 6.417 è stato ritirato. Passiamo alla votazione dell'emendamento Gigli 6.432. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, io vorrei riprendere il ragionamento dal punto in cui l'avevamo lasciato poc'anzi con l'onorevole Becattini. Ebbene, io stesso avevo richiamato quello che era previsto dalla lettera c), comma 1, dell'articolo 6 e, tuttavia, avevo ritenuto di specificare meglio in che cosa consistesse il «prevalente». L'onorevole Becattini pur condividendo la preoccupazione ha voluto, se non ho capito male, dirci che tutto sommato la remunerazione prevista attraverso la percentuale dei buoni fruttiferi del Tesoro sarebbe addirittura inferiore. Allora, qui, facciamo un'altra prova. Se effettivamente è così e se non ci sono davvero margini enormi di guadagno per qualcuno, allora proviamo ad immaginare un tetto assoluto e lo immaginiamo come un tetto nella misura di 12 volte la retribuzione del dipendente.
  Che vuol dire questo ? Vuol dire che chi investe in questa impresa sociale, se lo fa davvero per motivi sociali e non lo fa per portare a casa enormi guadagni, potrebbe già essere contento di trovare il suo investimento remunerato con una cifra che è, ripeto, non superiore a 12 volte la retribuzione del suo dipendente. Se volete, è l'altra faccia della stessa medaglia. Se davvero questi buoni del Tesoro rendono meno allora dovreste essere tutti contenti che prevediamo qualche forma di remunerazione in più. Ma se così non è, ci sembra che questo paletto sia equo e sia, al tempo stesso, un paletto solidale.
  Perché questa moltiplicazione per 12 ? Avremmo potuto farla per 9, per 15; abbiamo pensato alla remunerazione per 12 ricordando un precedente che dovrebbe farci riflettere. Si tratta di quello che era lo stipendio del senatore del Regno Valletta quando era amministratore delegato della Fiat di altri tempi. La Fiat padronale e il senatore Valletta guadagnava come amministratore delegato 12 volte lo stipendio del suo operaio.
  Allora, crediamo che anche per chi investe nell'impresa sociale, se davvero di impresa sociale si tratta, un utile pari a dodici volte il salario dell'operaio possa essere un utile considerevole e ragguardevole. Se poi le motivazioni sono altre, se poi sono quelle di fare comunque utili in qualunque modo, bene allora certamente questo ragionamento non terrebbe. Ma ci auguriamo che così non sia negli intendimenti di chi ha promosso questa legge e del Governo stesso. Proponiamo, quindi, di votare questo emendamento, sapendo bene che costituisce, se volete, una piccola affermazione di principio, una bandiera, ma può essere una bandiera estremamente utile per ricondurre nel loro alveo originario, per ricondurre ai loro fini ispiratori, quelle che, secondo me, dovrebbero essere le imprese sociali, se tali vogliono rimanere.

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Presidente, io capisco il ragionamento chiarissimo che ha fatto adesso l'onorevole Gigli, che, quindi, ha ricordato Olivetti e il rapporto tra lo stipendio Pag. 89dell'amministratore delegato e la retribuzione del dipendente. Il problema è che questo emendamento non si riferisce a questa ipotesi, che è prevista alla lettera d) dell'articolo 6, ma si riferisce al riparto degli utili. Allora, non è logico collegare il riparto degli utili ad un multiplo dello stipendio di un dipendente, perché io posso avere un anno in cui l'impresa sociale ha un utile di 10 mila euro, il dipendente magari prende mille euro moltiplicato per dodici e addirittura potrebbe distribuire tutti gli utili. Posso trovarmi, invece, ad avere un'impresa sociale che è più grossa, che quell'anno ha un utile di 100 mila euro e questo riparto sarebbe per lei molto piccolo. Cioè, non è un criterio adoperato normalmente quello di ripartire gli utili tenendo conto dello stipendio dei dipendenti. Piuttosto è un criterio che si adopera quando si vuole porre un tetto agli stipendi del direttore generale, o del manager eccetera. Ipotesi che qui è prevista, non facendo però numeri, alla lettera successiva. Quindi, il motivo della contrarietà è dovuto alla difficoltà di accettare un criterio così poco usuale rispetto all'ipotesi prevista.

  MARISA NICCHI, Relatrice di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI, Relatrice di minoranza. Presidente, dall'intervento dell'onorevole Gigli io traggo un parere favorevole, anche perché la buona citazione di Olivetti ci sembra appropriata. Naturalmente, è un tema che farà discutere, ma noi crediamo che intanto questa applicazione vada presa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gigli 6.432, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole della relatrice di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  436   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  321).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 6.409, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giorgio Piccolo, Bolognesi, Gasparini, Fossati, Lavagno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  403   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  286).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 6.415, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza...
  Revoco l'indizione della votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pannarale. Ne ha facoltà.

Pag. 90

  ANNALISA PANNARALE. Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole di Sinistra Ecologia Libertà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Presidente, l'emendamento, lo sottolineo, è un emendamento suggerito dall'Antitrust. Credo che debba essere ribadito nel suo valore, proprio perché, nel momento in cui si disegna diversamente la disciplina dell'impresa sociale, questo deve avvenire all'interno delle regole dell'Antitrust, per evitare quelle situazioni di concorrenza sleale che metterebbero in discussione la natura stessa e le finalità di queste imprese.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 6.415, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Brescia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  446   
   Votanti  402   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  282).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grillo 6.439.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Presidente, prima di tutto vorrei dire che da qualche minuto sono un po’ indispettita, perché so che non ci verrà dato l'aumento di un terzo del tempo che ci spetterebbe e questo perché c’è il famoso accordo di votare domani entro mezzogiorno. Vorrei fare notare che oggi abbiamo iniziato i lavori dell'Aula a mezzogiorno, e non perché l'ha chiesto il MoVimento 5 Stelle, e che oggi l'Aula alle 19,30 si bloccherà per consentire l'assemblea di un gruppo parlamentare. Quindi, non penso che 15 minuti di dibattito democratico possano influire su un accordo politico di un'ora.

  PRESIDENTE. Onorevole Grillo, l'informazione che lei ha appena dato non è corretta, perché la Presidenza ha dichiarato al suo gruppo la disponibilità a dare tempi aggiuntivi, ricordando che nella Conferenza dei presidenti di gruppo era stato fatto un accordo per chiudere domani alle ore 12. Quindi, la Presidenza concede il tempo aggiuntivo, se tutti rispettiamo l'accordo che domani a mezzogiorno si conclude il provvedimento.

  GIULIA GRILLO. Noi possiamo stare anche fino a mezzanotte qua, non abbiamo problemi.

  PRESIDENTE. No, il tempo è contingentato, onorevole Grillo, non ce la facciamo a stare qui fino a mezzanotte, perché finiamo molto prima.

  GIULIA GRILLO. A noi, per arrivare entro domani a mezzogiorno, basta semplicemente usare il tempo prima e comunque sono contenta dell'informazione che ha dato. Questi emendamenti a mia prima firma (6.439, 6.440, 6,441 e 6.442, e ne ho ritirati tre) sono importanti perché si occupano delle imprese sociali, e quindi anche delle cooperative sociali e dei consorzi delle cooperative sociali.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 18,20)

  GIULIA GRILLO. Ci occupiamo di questo, a differenza di quello che sostengono alcuni policy maker che si trovano fuori da questo Parlamento e che trovano il tempo Pag. 91di scrivere contro una visione del MoVimento 5 Stelle che vuole tutelare i diritti e vuole tutelare soprattutto il fatto che lo Stato mantenga i servizi pubblici nelle sue mani e non li deleghi a terzi, visto che siamo noi, nel Parlamento, a fare le leggi e non i policy maker che sono qui fuori. Noi chiediamo con questo emendamento che le imprese che vogliono fare utili non li facciano nel momento in cui vogliono operare con i servizi pubblici essenziali, con i servizi pubblici assistenziali, con i servizi pubblici sociosanitari e con servizi pubblici sociali.
  Perché lo diciamo ? Perché, come ho detto l'altra volta, se io devo fare un utile, a parità di risorsa economica, su quel servizio sociale o sanitario che devo andare a fornire, allora, delle due l'una, o fornisco un minore servizio o il servizio mi costa di più. Infatti, l'utile non è che si produce dal nulla, l'utile significa che lo Stato ti dà i soldi e tu ci stai guadagnando.
  Allora, non solo lo Stato vuole progressivamente abdicare al suo ruolo primario, non solo continua l'ipocrisia tutta italiana per cui il cittadino continua a pagare le tasse però poi deve essere lo Stato che deve decidere a quale privato deve andare il servizio, a differenza di tutti i Paesi dove i servizi sono privatizzati e dove il cittadino non paga le tasse e si paga il suo servizio privatizzato. Invece qui siamo furbi, perché diciamo: no, te lo faccio io il servizio, però poi scelgo il privato e il privato è quello che mi ha oliato, perché quasi mai il privato è il migliore che c’è sul mercato. Diciamoci questa verità.
  Allora, siccome noi questa cosa non la vogliamo accettare, abbiamo presentato tutta questa serie di emendamenti, che io prego tutti i colleghi di leggere, perché poi quando andiamo nelle prefetture a fare gli incontri con i cittadini e si presentano i colleghi del PD con le mani giunte, allora le mani giunte no, perché voi li avete votati questi emendamenti. Questi emendamenti porteranno ad un aumento dei costi dei servizi sociali, sociosanitari e assistenziali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E siccome si sta preparando un taglio di circa 2 miliardi e mezzo di euro su questi, allora io sul tema voglio che si faccia un dibattito e si accetti la visione del PD, che è una visione che vuole smantellare lo Stato sociale e privatizzare, come dicono i policy maker che ci criticano e vogliono fare una privatizzazione regolata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora nel prossimo programma elettorale scrivete che volete fare una privatizzazione regolata per la gestione di beni e servizi di interesse generale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pannarale. Ne ha facoltà.

  ANNALISA PANNARALE. Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il voto a favore di SEL.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beni. Ne ha facoltà.

  PAOLO BENI. Grazie, Presidente. Su questo punto in particolare io capisco che ogni lettura del testo della legge è legittima, ma mi sembra che la lettura che si sta dando da parte della collega che è intervenuta prima è un po’ tendenziosa. Leggere nel ruolo che disegniamo per l'impresa sociale in questo articolo 6 la lunga mano del mercato, che inquinerebbe l'autenticità del volontariato per andare all'assalto del sistema di welfare e privatizzare il sistema e peggiorare la qualità del sistema, io penso che sia un po’ azzardato.
  Allora, forse dovremmo chiarirci un attimo su una cosa. Stiamo parlando di attività economica, di attività di impresa ? Sì. Però stiamo parlando di un'attività di impresa che non ha principalmente la finalità di lucro e che produce servizi di utilità sociale. Non solo, ma all'articolo 2 abbiamo detto che lo fa per elevare i diritti civili e sociali della popolazione.Pag. 92
  Allora tutto questo c'entra qualcosa con il sistema di welfare ? Sicuramente sì, perché in quell'ambito andiamo ad operare. Tutto questo vuol dire dismettere il sistema pubblico di welfare ? No. Questo è il problema. Chi lo ha detto ? Non è la nostra idea, non è l'idea del Partito Democratico, non è l'idea di questo Governo quella di un terzo settore supplente delle responsabilità pubbliche, ma casomai di un terzo settore che è attore attivo della progettazione e della gestione partecipata dei servizi, dentro un sistema in cui la regia, l'indirizzo e il controllo sono saldamente in mano pubblica, quel sistema descritto dalla legge n. 328 sulle politiche sociali.
  Il terzo settore ci sta dentro con le sue diverse vocazioni: quella volontaristica, quella associativa, anche con la vocazione imprenditoriale, ma dentro quel disegno condiviso e saldamente sottoposto al governo pubblico. Io non capisco perché non si possa concepire che può esserci un privato che agisce nella sfera pubblica non per interesse di profitto esclusivo, non per interesse privato, ma in nome dell'interesse generale della comunità sociale. Perché si deve dare per scontato che l'intervento del terzo settore nel campo dei servizi di pubblica utilità debba peggiorare la qualità ?
  Anzi, io penso che se il terzo settore mette in campo tutte le sue energie partecipative, tutte le sinergie e la sua vocazione a fare il bene comune e l'interesse della comunità e se lo Stato non abdica, ma esercita fino in fondo il suo ruolo di regia pubblica a garanzia dell'universalismo dei diritti, i servizi, con il valore aggiunto del contributo del terzo settore, possano elevarsi di qualità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie Presidente, qui non stiamo parlando della presenza delle organizzazioni di volontariato o di associazioni di promozione sociale nell'ambito dei servizi socio-sanitario o in altri ambiti relativi al welfare; qui stiamo parlando di società di capitali, di società commerciali che potranno distribuire gli utili, potranno vedere remunerato il capitale investito e che interverranno in settori importanti come quello dell'università, della sanità, del turismo e in altri settori nevralgici del welfare. Quindi, stiamo parlando di un processo che porta alla privatizzazione del welfare. Ecco perché noi voteremo a favore di questo emendamento e voteremo a favore degli emendamenti successivi. Il problema non è il terzo settore nell'ambito del welfare; il problema è la presenza di imprese commerciali che faranno affari sul welfare e lucreranno sui mercati sociali. Questo non è possibile. Noi dobbiamo salvaguardare l'impianto pubblico del welfare, ovviamente con la collaborazione delle organizzazioni del terzo settore, che hanno un ruolo importante, ma non affidandoci a società profit che vogliono solamente fare affari sulle spalle della gente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà. Chiedo ai colleghi dietro l'onorevole Crippa se possono prendere posto.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, io rimango piacevolmente stupito dai colleghi del PD che finalmente hanno il coraggio di ammettere che all'interno di questa visione di riforma c’è la necessità di dare spazio a chi vuole fare utili nell'ambito della sanità perché, di fatto, anche non recepire le segnalazioni dell'Antitrust, vuol dire questo, ossia vuol dire non accorgersi che si stanno creando delle imprese sociali che vanno in concorrenza con delle imprese reali e di tipo tradizionale che si occupano, come oggetto dell'attività, di assistenza sociale o sanitaria. È una questione diversa. Qui si sta cercando di fare un «mischione», un calderone tra attività di volontariato e imprese sociali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La volete finire ? Dovete tenerle Pag. 93distinte queste due questioni ! Non mischiate profitto privato con volontariato perché questa per me è una bestemmia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente, io solo una cortesia chiedo ai colleghi: almeno di ascoltarci, perché questo è un dibattito che è stato già svolto nel corso dell'esame dell'articolo 2 quando abbiamo detto chiaramente che noi non vediamo allucinante l'idea che l'impresa privata e, di conseguenza, sociale operi nel pubblico, ma che venga del tutto delegata dallo Stato a fare un qualcosa che deve fare lo Stato.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 18,30)

  SILVIA GIORDANO. Infatti, al posto di chiedere l'elevazione per la tutela dei diritti, avevamo chiesto che le associazioni del terzo settore contribuissero ad affiancare lo Stato a elevare i diritti. È stato bocciato. E, soprattutto, circa il profitto, non è che noi vediamo le imprese come soggetti che vogliono creare profitto, ma l'avete messa voi così questa definizione, in questa riforma, tanto che la Corte dei Conti, che ha detto ? Che con questa riforma l'impresa sociale nel terzo settore non c'entra assolutamente nulla. E non siamo noi, ma l'avete cambiata voi questa definizione. Per cortesia, almeno non ci fate ripetere le stesse cose. Se siete contrari, ammettetelo e andate avanti, ma non dite che noi diciamo altre cose, per cortesia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie Presidente, semplicemente per dire la verità durante questo dibattito, o meglio voi Governo dovete dire la verità: siete incapaci. Semplicemente. Perché ? Perché non siete capaci, come avete detto voi stessi, di garantire ciò che garantisce il privato. Io vorrei ricordare che il privato è fatto di uomini, così come il pubblico è fatto di uomini. Quindi, gli stessi uomini che nel privato riuscirebbero a far funzionare i servizi sociali, lo potrebbero fare con il pubblico. Quindi, siete semplicemente degli incapaci e dovete ammetterlo. Ed essendo incapaci, io vi dico: andatevene a casa e fate venire un Governo che è capace di mettere di nuovo il sociale al centro della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORDANO. Grazie, Presidente. Solo per dire che a me, invece, sembrano capacissimi di fare quello che si sono messi in testa di fare: lo hanno fatto nella sanità, si tenterà di farlo nella scuola, ora tocca al terzo settore. Ci sono privati virtuosi, lo sappiamo, ma è chiaro che il fine ultimo del privato, l'avventura di un'impresa è quella del profitto, di riuscire e questo deforma – lo voglio dire al collega del PD che sul terzo settore ne sa sicuramente più di me – la stessa natura dell'impresa sociale. La deforma per spinta naturale e lo fa con un progetto politico in mente e questo tradisce la cifra culturale delle politiche che voi del PD state mettendo in campo negli ultimi anni in ogni settore strategico dello Stato. Ripeto, in ogni settore strategico dello Stato, l'ingresso del privato diventa decisivo per farlo funzionare. Questa per me è una sconfitta culturale a cui dovrete rispondere (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

Pag. 94

  MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. In pratica quello che ci state dicendo è che lo Stato non è efficiente e quindi non è più in grado di mantenere il welfare e, di conseguenza, chiede aiuto a imprese private, per quanto abbiano finalità sociale, di garantire quello che lo Stato non è più in grado di garantire e per far sì che queste imprese private lo facciano, permette loro di fare utili in modo da attirare capitale dagli investitori privati. Se lo Stato non è efficiente, invece che permettere ai privati di lucrare sul welfare, rendiamo lo Stato efficiente iniziando dalla testa e non dalla coda ovvero da una legge anticorruzione vera e da una legge vera sul conflitto di interessi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Era per completare un ragionamento che il mio gruppo stava portando avanti provando ad aggiungere anche un altro argomento. In realtà qui, se vogliamo dirci la verità per quella che è, il tema non è nemmeno quello né morale né di altro rispetto all'impresa. L'impresa sociale in questo caso farà i suoi interessi e non è nemmeno vero che sia lo Stato a non saper fare quello che sarebbe uno dei suoi mestieri fondamentali cioè elargire servizi. Il problema vero è che se in questo Paese si continua a comprimere la spesa pubblica, in particolar modo quella degli enti locali, e si comprime e si comprime e si comprime e si pretende di lasciare in qualche modo inalterato a livello quantitativo il servizio c’è solo una via da percorrere: primo, quella di ridurre la qualità del servizio ma, secondo, soprattutto quella di colpire il costo laddove è più facile aggredirlo cioè il costo del lavoro. In poche parole voi trasferite all'impresa sociale pezzi di servizi pubblici esclusivamente per creare in questo Paese un'ulteriore classe di lavoratori più poveri cioè fate pagare ai lavoratori un altro pezzo... .

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Come abbiamo detto fino adesso, delle due l'una, signor Presidente, o fai socialità o fai impresa. In questo momento, al Policlinico Umberto I, una cooperativa ha al suo interno 700 infermieri che lavorano per il Policlinico Umberto I e ora vogliamo permettere a questa stessa cooperativa di fare utili e di lucrare all'interno di un servizio pubblico che deroga dalla sua attività essenziale ossia servire il Paese. Vogliamo terziarizzare questo tipo di operazione ? Non credo, pertanto dobbiamo escludere immediatamente qualsiasi tipo di utile da parte dell'impresa sociale in materia sanitaria.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 6.439, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi... Matteo Bragantini... Nesci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  442   
   Votanti  434   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  324).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 6.440, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa... Carnevali...Pag. 95
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  419   
   Votanti  414   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
 104    
    Hanno votato
no  310).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 6.441, parere contrario di Commissione e Governo e favorevole di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mauri non riesce a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  434   
   Votanti  430   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  315).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 6.442, parere contrario di Commissione e Governo e favorevole di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald... Rigoni... Fossati... Rizzetto... Rossi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  441   
   Votanti  435   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  323).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 6.443, parere contrario di Commissione e Governo e favorevole di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione...
  Era stato ritirato, scusate, revoco la votazione. Anche i due successivi, a me non è stato mai detto, però prendo nota ! Quindi anche gli emendamenti Grillo 6.444 e Grillo 6.445 sono stati ritirati. Arriviamo a pagina 54.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 6.8, parere contrario di Commissione e Governo e favorevole di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  435   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  321).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 6.9, parere contrario di Commissione e Governo e favorevole di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  439   
   Votanti  437   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
  47    
    Hanno votato
no  390).    

Pag. 96

  (La deputata Terzoni ha segnalato che ha votato a favore, ma avrebbe voluto votare contro. La deputata Vezzali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 6.411, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Mita, Verini, Fraccaro, Segoni, Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  438   
   Votanti  432   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 106    
    Hanno votato
no  326).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. La deputata Vezzali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 6.446, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione...
  Revoco l'indizione della votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Grazie Presidente, intervengo per ribadire il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente, intervengo giusto per sottolineare che adesso, con questa riforma, è possibile che facciano parte delle cariche sociali anche amministratori di altre imprese private o comunque soggetti della pubblica amministrazione. Noi eravamo già contrari di concetto a questa innovazione; almeno qui chiediamo che le imprese private e le amministrazioni pubbliche debbano rappresentare la minoranza nella governance dell'impresa sociale, almeno per mantenere un certo equilibrio tra le cariche sociali e far sì che, comunque, siano prioritari i soci e non le cariche sociali rappresentate da persone esterne.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 6.446, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Albanella, Altieri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  436   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  319).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 6.447, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carfagna, Luigi Gallo, Toninelli, Fregolent, Dieni...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 97
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  437   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  321).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Becattini 6.401, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  440   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 420    
    Hanno votato
no   20).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 6.73, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Marantelli... date una camomilla a Giachetti... Palese, Gandolfi, Pagani, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  438   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 158    
    Hanno votato
no  280).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 6.74, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  440   
   Votanti  402   
   Astenuti   38   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  281).    

  Avverto che l'emendamento Monchiero 6.419, che era stato fatto proprio dal gruppo MoVimento 5 Stelle, è precluso dalla precedente votazione dell'emendamento Bonomo 6.431; è precluso perché è stato approvato precedentemente l'emendamento Bonomo 6.431, che ha soppresso il comma 2.
  Passiamo alla votazione dell'articolo 6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie Presidente, Sinistra Ecologia Libertà voterà contro l'articolo 6 di questa legge delega. Questo è l'articolo centrale di questa legge delega; è un articolo ambiguo e pericoloso, che rischia di snaturare la funzione sociale e democratica del terzo settore, di alimentare le dinamiche privatistiche e affaristiche, di svendere e smantellare il sistema di welfare in settori importanti come quello della sanità e dell'istruzione. Con questo articolo, molto di più che con la legge n. 155 del 2006, il Governo apre il terzo settore alle società commerciali e di capitali, prevedete che si possano distribuire utili e remunerare il capitale investito, magari per chi fa affari con i servizi privatizzati della sanità e dell'università. Così non si difendono i diritti sociali dei cittadini ma si difendono i mercati sociali delle imprese; così si trasformano i cittadini Pag. 98in clienti, i diritti in bisogni, i servizi in consumi, il welfare in mercato. Il movimento sindacale, nel secondo dopoguerra, grazie alle sue lotte, aveva demercificato i servizi del welfare, voi ne fate nuovamente una merce, anche utilizzando l'impresa sociale. Dite che non è detto che ciò che è pubblico debba essere statale: io sono d'accordo, ma il rischio è che quello che non è statale diventi semplicemente privato, magari con una bella riverniciatura di sociale. Noi vogliamo un terzo settore capace di misurarsi con l'economia, con la capacità di intrapresa sociale, ma siamo contro un terzo settore subalterno al mercato, costretto all'isomorfismo con l'impresa profit. Un terzo settore come quello delle imprese sociali, dove voi fate sedere nei consigli di amministrazione anche i rappresentanti della pubblica amministrazione e delle imprese profit, non è un ibrido, è un mostro. Noi voteremo contro questo articolo. In un articolo sull'impresa sociale non compare mai la parola «solidarietà», non compare mai la parola «giustizia sociale», non compare mai la parola «eguaglianza», non compare mai la parola «diritti»; nell'articolo 6 compare solamente l'espressione «impatti sociali positivi». Una sinistra che si scorda la parola «solidarietà», che si scorda la parola «diritti», che si scorda la parola «uguaglianza» e si accontenta degli «impatti sociali positivi» è una sinistra subalterna al mercantilismo umanitario e che disperde i suoi valori e la sua storia; per questo noi voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Presidente, noi ci siamo astenuti sugli altri articoli, mentre su questo voteremo contro per i motivi che già ha espresso molto bene il deputato Marcon. Vorrei far notare gli attacchi che abbiamo ricevuto per le nostre posizioni su questa riforma del terzo settore, che ci sono venuti proprio da grandi realtà – economicamente, intendo dire – del terzo settore, i cui soci fondatori sono anche fondazioni bancarie, grossi gruppi editoriali. Non ci sembra un caso che questo sia avvenuto.
  Allora, noi vogliamo invece – visto che comunque il MoVimento 5 Stelle, tra l'altro, nasce proprio dall'associazionismo, perché quasi tutti noi abbiamo questa storia, veniamo tutti dal volontariato – un terzo settore che sia veramente un terzo settore, ossia una via di mezzo tra l'impresa privata e il pubblico e vorremmo soprattutto che non si pensasse di fare profitto con i servizi dei cittadini, perché, in un mercato che si asciuga sempre di più e sempre con minori risorse, al cittadino rimangono solo i bisogni essenziali. Allora, il mercato pensa di cominciare ad aggredire i bisogni essenziali: sarò tendenziosa, ma veramente mi sembra che la politica vada in quella direzione in tutti i Paesi, soprattutto nei paesi dell'Unione europea che erano quelli che avevano i sistemi pubblici migliori; qualcuno dice che siamo tendenziosi, ma, secondo noi, si tratta invece di essere gli ultimi dei Mohicani, gli ultimi che vogliono continuare a difendere con forza il principio che non si monetizza tutto. Non è possibile monetizzare tutto, avete voluto anche monetizzare l'acqua, l'avete fatta diventare un prodotto di mercato, lo stesso per l'energia, noi non vogliamo che i bisogni dei cittadini diventino prodotti di mercato. Questo è un punto politico su cui il MoVimento 5 Stelle non fa un solo passo indietro e tutti i grandi professori del mondo possono venire da noi, che scrivono per conto di queste mega associazioni supermegafinanziati e non ci fanno un baffo perché qui dentro nel Parlamento ci siamo noi e non ci sono loro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, intervengo sull'articolo perché al riguardo, visto che avete votato contro numerosi Pag. 99emendamenti, mi preme ricordare un articolo oggi del Fatto Quotidiano: Piacenza, guerra tra le coop per l'appalto sulla gestione dei servizi agli anziani. Stiamo parlando di 40 milioni di euro dati a una cooperativa per la quale, si scopre ad un certo punto, che, ahimè – e qui non avete accettato l'emendamento – il consigliere del PD, Stefano Borotti, in realtà sostanzialmente è direttore di una delle cooperative che prende l'appalto o si contende l'appalto. Adesso ho capito perché prima avete rifiutato un emendamento che in qualche modo vietava alla politica di entrare all'interno di queste realtà: perché evidentemente vi piace cercare queste commistioni e il conflitto di interesse voi non lo immaginate nemmeno, visto che siete dentro e con le mani in pasta quotidianamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, non ho capito la gestione dei tempi.

  PRESIDENTE. Poi dopo ve la spiego, adesso abbiamo parlato con il vostro gruppo, poi ve la spiego, faccio un punto generale.

  PAOLA BINETTI. Grazie, comunque io voglio intervenire in dichiarazione di voto perché mi è sembrato di aver sentito, riferite a questo articolo, alcune cose condivisibili ma altre francamente non condivisibili rispetto al rapporto tra pubblico e privato. Voglio soltanto sottolineare che l'alveo nel quale nasce il terzo settore, la miriade delle iniziative, che scaturiscono, di volontariato, di attività di promozione sociale, perfino le imprese sociali su cui pure io ho una serie di perplessità nell'ambito di questo disegno di legge, le stesse cooperative di mutuo soccorso nascono tutte da una sensibilità dei privati, nascono tutte dal principio di solidarietà diffuso nel nostro Paese; sono espressione di quel valore che noi chiamiamo sussidiarietà e soprattutto sussidiarietà orizzontale, quella che si vive attraverso una collaborazione non voglio dire tra pari, ma tra realtà – sociali, culturali e anche umane – che si sostengono mutuamente proprio per far fronte a quegli obiettivi, a quei problemi e a quelle dinamiche a cui lo Stato non giunge. Lo Stato, rispetto a questo tipo di iniziative, se arriva e quando arriva, arriva sempre in seconda battuta; non è mai il primo che prende l'iniziativa, perché non ha quella duttilità e quella flessibilità che gli permette quella creatività sociale che è propria delle persone che vivono una relazione di prossimità con i bisogni della gente.
  Cito per esempio taluni riferimenti storici. Vorrei citare storicamente la nascita degli ospedali ma la cosiddetta legge Crispi, quella che intervenne a suo tempo per creare una sorta di embrione di ciò che poi sarebbe stato il Sistema sanitario nazionale, lo fece, incamerando i beni ecclesiastici. Quando la famosa legge n. 229 del 1999 – era allora Ministro della salute l'onorevole Bindi – che istituisce gli hospice e che in qualche modo offro loro delle facilitazioni ...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

  PAOLA BINETTI. ... lo fa quando gli hospice c'erano già ma erano nati da iniziative private; erano nati non per scopo di lucro ma dall'iniziativa di gente che metteva del proprio, che investiva risorse per andare incontro alle necessità degli altri senza aspettava di lucrare dall'investimento. Perciò devo dire anche che mi è dispiaciuto di non poter essere intervenuta in altri passaggi di questo dibattito quando il «privato» è stato segnalato come il soggetto speculante. Il «privato» può anche essere un certo soggetto speculante ma lo Stato non lo è da meno, vedasi in tal senso quanto succede nella dinamica del gioco d'azzardo. Ma è soprattutto il privato...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole !

  PAOLA BINETTI. ... il soggetto che dà, che si impegna, che si mette in gioco: mi Pag. 100sembra che da tutto questo dibattito ciò emerga ben poco e me ne dispiace molto perché questa è l'anima del volontariato (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Binetti. Poiché la collega sapeva, come è nella realtà, che il suo gruppo aveva esaurito i tempi previsti dal contingentamento, essendone stata fatta richiesta, la Presidenza ha concesso al gruppo Area Popolare, che aveva già esaurito i tempi previsti, un aumento dei tempi pari ad un terzo di quelli originariamente stabiliti, pari a circa 8 minuti. Altrettanto faremo per i gruppi che lo richiederanno, fermo restando – e voglio che sia chiaro – che, per quanto riguarda la Presidenza, tutto ciò avviene all'interno dei tempi stabiliti in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo con l'impegno a concludere domani entro le ore 12 l'esame del provvedimento.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente, l'appassionato intervento dell'onorevole Binetti mi ha un po’ rincuorato perché questa maggioranza mi stava facendo tenerezza perché non sono in grado di difendere un punto contenuto in questo articolo; un punto dirimente, ovvero l'applicazione del principio di sussidiarietà secondo il quale pubblico è il servizio, non chi lo eroga. Mi fate veramente tenerezza, lo dico con affetto, perché non difendete uno dei pochi punti culturalmente interessanti e positivi di questa norma come il fatto di allargare, come già ho detto prima, il concetto di finanza, di investimento nell'attività del terzo settore, di valorizzare peraltro esperienze di questo tipo che sussistono già, fermo restando che – ha ragione il collega Crippa e noi abbiamo votato in questo senso nel corso dell'esame dell'articolo precedente – tutte le commistioni di interessi, tutti gli interessi che si fanno senza conflitto non possono che vederci contro. Ma, a parte ciò, ricordo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che loro, dal loro punto di vista, si sono fatti giustamente un vanto di aver dato parte dei loro emolumenti a favore del microcredito: allora cos’è il microcredito se non un esempio di finanza sociale ? Cos’è la banca popolare etica o banca etica – chiamatela come volete – che nel nostro Paese è attiva dallo scorso millennio, dalla fine degli anni del Novecento, se non un esempio di finanza sociale ? Cosa sono tutte le iniziative in questo senso che ci sono nel mondo, a partire da quella che Yunus ha messo in piedi nel Bangladesh e che non a caso gli valse una biografia che in italiano è intitolata Il banchiere dei poveri ? Da questo punto di vista, affermando la nostra solidarietà nei confronti di questa timida maggioranza, annuncio che il mio gruppo si asterrà su questo articolo proprio perché la timidezza di questa maggioranza ci impedisce di andare oltre nel nostro apprezzamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Della Valle. Ne ha facoltà.

  IVAN DELLA VALLE. Grazie, Presidente, collegandomi all'intervento del collega Crippa circa la collusione tra queste cooperative e la politica ed il fatto di aver bocciato questo emendamento che avrebbe risolto il problema, voglio dire quanto è successo nel comune di Torino dove vi erano sostanzialmente cinque cooperative che lavoravano nel sociale e prendevano milioni di euro dal comune. Una di queste, la cooperativa Solidarietà, la dovreste conoscere bene. Infatti, di chi era, quando siamo andati a verificare come mai questa cooperativa si aggiudicava tutti gli appalti ?
  Era proprio della moglie del deputato Mimmo Lucà, del PD. Quel deputato che telefonava allo ’ndranghetista De Masi per chiedere di votare Fassino alle primarie del PD.
  Quindi, siamo sempre lì: collusione tra cooperative, politici del PD e mafia. Siamo sempre nello stesso giro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 101

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6...

  EDOARDO PATRIARCA. Presidente, avevo chiesto di parlare.

  PRESIDENTE. Anche voi siete abbastanza veloci ! Revoco l'indizione della votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Patriarca. Ne ha facoltà.

  EDOARDO PATRIARCA. Chiedo scusa, Presidente.
  Il mio intervento era soltanto per rispondere cortesemente al collega Palmieri. Non ci vergogniamo affatto. Questo testo è un testo del Partito Democratico su cui abbiamo lavorato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Crediamo nella sussidiarietà, crediamo nella solidarietà, crediamo nell'allargamento dello spazio pubblico. Non crediamo per nulla che il welfare venga privatizzato. Crediamo che lo spazio debba essere popolato da più soggetti e che ancora una volta la politica, il governo locale e il Governo centrale abbiano il dovere di tutelare i diritti, di salvaguardare l'universalismo delle prestazioni, di garantire la qualità.
  Quindi, come dire, siamo contenti e felici di andare avanti su questa strada. Crediamo fermamente nell'articolo 118 della Costituzione che abbiamo citato, tra l'altro, anche in questo disegno di legge ripetutamente, in cui si dice chiaramente che lo Stato, le regioni e gli enti territoriali favoriscono la libera iniziativa dei cittadini singoli e associati.
  Quindi, orgogliosamente questo articolo è anche voluto e desiderato dal Partito Democratico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente, vorrei fare un inciso dopo l'intervento del collega del Partito Democratico. A noi appare che questo testo non sia del Partito Democratico, ma che è stato fatto dalle cooperative che finanziano il Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e che, alla luce del loro finanziamento, poi ricevono, come scambio, questo testo, per fare i loro affari, sulla pelle dei cittadini e sulla pelle delle casse dello Stato.
  È una sorta di – posso dire legalmente – una corruzione elettorale, ma a norma di legge, purtroppo, perché la legge la fa il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, che si sbraccia nonostante Carbone cerchi di impedirle di essere veduta. Murer, Cozzolino, Sorial. Cozzolino ha votato, Sorial è a posto, anche Murer penso che abbia votato. Non vedo altre mani... Sgambato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  418   
   Votanti  372   
   Astenuti   46   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
 260    
    Hanno votato
no  112).    

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 2617-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 102

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Baroni 7.300, Lombardi 7.360, Lorefice 7.302, Rondini 7.8, Nicchi 7.325, Rondini 7.7 e 7.5, Silvia Giordano 7.304, Grillo 7.320, Silvia Giordano 7.321, Grillo 7.332 e Di Vita 7.333.
  La Commissione esprime parere contrario sui subemendamenti Baroni 0.7.700.1, Silvia Giordano 0.7.700.2 e Rondini 0.7.700.3. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 7.700.
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Baroni 7.335.

  PRESIDENTE. L'emendamento Di Vita 7.340 non è segnalato.

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Silvia Giordano 7.341, Rondini 7.12, e Ciprini 7.350, mentre il parere è favorevole sugli emendamenti Beni 7.400 e 7.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

  PRESIDENTE. Invito ora il relatore di minoranza, Rondini, ad esprimere il parere sulle proposte emendative presentate all'articolo 7.

  MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Presidente, il parere è favorevole sugli emendamenti Baroni 7.300, Lombardi 7.360, Lorefice 7.302, Rondini 7.8, mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Nicchi 7.325. Il parere è favorevole sulle proposte emendative Rondini 7.7 e 7.5, mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Silvia Giordano 7.304.
  Il parere è favorevole sulle proposte emendative Grillo 7.320, Silvia Giordano 7.321, Grillo 7.332, Di Vita 7.333, Baroni 0.7.700.1, Silvia Giordano 0.7.700.2 e Rondini 0.7.700.3, mentre è contrario sull'emendamento 7.700 della Commissione.
  Il parere è favorevole sugli emendamenti Baroni 7.335, Silvia Giordano 7.341, Rondini 7.12, Ciprini 7.350, mentre è contrario sull'emendamento Beni 7.400. Il parere è favorevole sull'emendamento 7.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

  PRESIDENTE. Invito ora la relatrice di minoranza, Grillo, ad esprimere il parere sulle proposte emendative presentate all'articolo 7.

  GIULIA GRILLO, Relatrice di minoranza. Presidente, il parere è favorevole sugli emendamenti Baroni 7.300, Lombardi 7.360 e Lorefice 7.302, mentre è contrario sull'emendamento Rondini 7.8 e mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Nicchi 7.325.
  Il parere è contrario sulle proposte emendative Rondini 7.7 e 7.5, mentre è favorevole sugli emendamenti Silvia Giordano 7.304, Grillo 7.320, Silvia Giordano 7.321, Grillo 7.332, Di Vita 7.333, Baroni 0.7.700.1, Silvia Giordano 0.7.700.2 e Rondini 0.7.700.3, mentre è contrario sull'emendamento 7.700 della Commissione.
  Il parere è favorevole sugli emendamenti Baroni 7.335, Silvia Giordano 7.341, Rondini 7.12, Ciprini 7.350, mentre è contrario sull'emendamento Beni 7.400. Il parere è contrario sull'emendamento 7.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

  PRESIDENTE. Invito ora la relatrice di minoranza, Nicchi, ad esprimere il parere sulle proposte emendative presentate all'articolo 7.

  MARISA NICCHI, Relatrice di minoranza. Presidente, il parere è favorevole sugli emendamenti Baroni 7.300, Lombardi 7.360 e Lorefice 7.302, mentre è contrario sull'emendamento Rondini 7.8. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Nicchi 7.325. Il parere è contrario sull'emendamento Rondini 7.7, mentre è favorevole sugli emendamenti Rondini 7.5, Silvia Giordano 7.304, Grillo 7.320, Silvia Giordano 7.321 e Grillo 7.332. Il parere è contrario sull'emendamento Di Vita 7.333. Il parere è favorevole sui subemendamenti Baroni 0.7.700.1 e Silvia Giordano Pag. 1030.7.700.2, mentre è contrario sul subemendamento Rondini 0.7.700.3. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 7.700 della Commissione. Il parere è favorevole sugli emendamenti Baroni 7.335, Silvia Giordano 7.341, Rondini 7.12, Ciprini 7.350, Beni 7.400 e 7.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 7.300, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino, Sorial, La Marca, Giancarlo Giordano, Pinna...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  395   
   Votanti  353   
   Astenuti   42   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
 108    
    Hanno votato
no  245).    

  (La deputata Zampa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lombardi 7.360, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente, questo in realtà è un emendamento semplicissimo. Intervengo per chiedere una spiegazione sia alla relatrice che al Governo, e spero di avere la giusta attenzione. Qui, infatti, visto che avete bocciato ogni nostra proposta di maggiore controllo, sia nell'autorità sia nel dare maggiori finanziamenti al Ministero del lavoro, che deve controllare, vi stiamo chiedendo almeno che, tra le funzioni, ci sia anche quella di carattere ispettivo, perché purtroppo – continuiamo a dirlo – la cronaca ci fa diffidare di tutta questa bontà nei confronti del terzo settore. Posso capire o dal Governo o dalla relatrice perché non c’è questa funzione all'interno di questo controllo che dovrà poi fare il Ministero del lavoro ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 7.360, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Simonetti, Costantino, Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  365   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  253).    

Pag. 104

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 7.302, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brescia, Fraccaro, Gigli, Fanucci, Centemero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  408   
   Votanti  367   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
 108    
    Hanno votato
no  259).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 7.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie Presidente, con questo emendamento, e con anche gli altri due a mia prima firma che seguono, sottolineiamo l'irragionevolezza di coinvolgere l'Agenzia delle entrate in un non ben definito controllo sulle attività che operano nel terzo settore. Noi riteniamo che sia importante mantenere distinta la funzione dell'Agenzia delle entrate da chi dovrebbe, invece, operare un controllo sugli attori del terzo settore. Nella seduta del 3 marzo, la stessa relatrice, in Commissione ha ammesso: come il Ministero non abbia forze e risorse per garantire un controllo efficace sugli enti del terzo settore. La soluzione che andate approvando è per noi aberrante, date in pasto le associazioni del terzo settore all'Agenzia delle entrate, quella che mette in croce, vale la pena ricordarlo, un cittadino per un'evasione magari di pochi centesimi, e si lascia contestualmente scappare evasioni e frodi per milioni di euro. Il risultato per noi sarà quello di mortificare l'azione di quelle associazioni di volontariato che si vedranno magari bussare la propria porta da qualche agente dell'Agenzie delle entrate e che si troveranno magari oppresse da controlli burocratici e formali con una cascata di multe conseguenti. Noi avevamo proposto anche degli strumenti alternativi, magari valeva la pena di avvalersi della presenza sul territorio delle regioni e impiegare al meglio le capacità e le conoscenze dei centri dei servizi per il volontariato. Quindi, quella soluzione che voi avete trovato, secondo noi, è inaccettabile e cerchiamo di porvi rimedio attraverso questi tre emendamenti, a mia prima firma, che sono il 7.8, il 7.7 e il 7.5.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 7.8, con il parere contrario della Commissione, del Governo e delle relatrici di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palazzotto, Marti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  409   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
  45    
    Hanno votato
no  364).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 7.325.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di SEL a questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

Pag. 105

  MARISA NICCHI. Presidente, l'emendamento fa riferimento a un tema molto delicato, che è quello della funzione di vigilanza, di monitoraggio e di controllo, che noi, nell'emendamento, proponiamo di mettere in capo ad un'agenzia, ad una autorità indipendente, imparziale, che garantisca una terzietà rispetto a una funzione così delicata e ce lo ricordano i tanti avvenimenti di malcostume, di illegalità che hanno coinvolto questo settore e che noi pensiamo riguardino una parte e non certamente il complesso di un mondo che noi conosciamo nei suoi valori sociali, nelle sue funzioni.
  Ma voglio ricordare che il nostro Presidente del Consiglio, quando ha presentato le linee guida che hanno aperto questa discussione, aveva promesso un’authority, aveva promesso questa primula rossa, perché poi è scomparsa senza alcun motivo, forse, certamente per ragioni di economicità. Poi si è parlato di una struttura di missione. Oggi siamo arrivati al fatto che la funzione è stata portata all'interno del Ministero del lavoro. Possiamo dire che la montagna ha partorito un topolino.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 7.325, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole della relatrice di minoranza di SEL e sul quale i relatori di minoranza della Lega Nord e del MoVimento 5 Stelle si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino, Airaudo, Fabbri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  320   
   Astenuti   95   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato
  25    
    Hanno votato
no  295).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 7.7, con il parere contrario della Commissione, del Governo e delle relatrici di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SEL e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Gigli, Fitzgerald, Capelli, Vazio, Gregorio Fontana.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  412   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
  47    
    Hanno votato
no  365).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 7.5, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza del MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e di SEL.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cariello, Giammanco, Giuditta Pini, Bruno Bossio, Tidei.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  422   
   Votanti  421   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  76    
    Hanno votato
no  345).    

Pag. 106

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 7.304, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole delle relatrici di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà e sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald Nissoli, Mauri, Zardini, Colaninno, Cariello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  411   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  301).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 7.320, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Gadda, Tartaglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  410   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  299).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Silvia Giordano 7.321.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente, purtroppo so che i tempi sono stretti, ma questo piccolo iter lo voglio un attimo fare per quanto riguarda la vigilanza e il controllo. Vedete, questo è stato veramente il paradosso nella Commissione affari sociali perché, va bene che all'inizio non era praticamente previsto e almeno è stato inserito, però è anche vero che è stato inserito quasi come se fosse un contentino. Infatti, prima abbiamo chiesto in tutti i modi un'autorità indipendente del terzo settore che si occupasse solo ed unicamente di questo. C’è stato un momento di pausa, di tentennamento per cercare di capire come fare e, poi, all'improvviso pensavamo che il problema fosse che non dovesse essere di nomina politica o che comunque dovesse avere particolari funzioni piuttosto che altre, ma il risultato è stato che, in realtà, il problema era proprio l'autorità del terzo settore. Quindi, è stata tolta automaticamente e non c’è più stata l'autorità del terzo settore. Va bene, noi comunque vogliamo il controllo e cerchiamo di trovare una quadra per far sì che questo controllo avvenga. Non c’è l'autorità ? Non è un problema, cerchiamo di fare in qualche altro modo, cerchiamo di far rientrare in questa vigilanza e controllo anche altri organi che potrebbero aiutare sempre a tenere sotto controllo una situazione che sta chiaramente andando allo sbaraglio totale. Quindi, aggiungiamo l'ANAC, ma, no, l'avete bocciato. Aggiungiamo la Corte dei conti, ma, no, l'avete bocciata. Cerchiamo di coinvolgere il locale e il regionale per dare una mano al Ministero del lavoro e delle politiche sociali per cercare di controllare il meglio possibile tutto ciò che riguarda il terzo settore, ma anche questo è stato bocciato, proprio poco fa con un emendamento a prima firma Lorefice. Abbiamo cercato di fare di tutto, ma nulla, tutto rimane solo ed unicamente a capo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Peccato, però, che iso-risorse. Stiamo chiedendo semplicemente di permettere di fare il proprio lavoro al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, quel lavoro che voi adesso gli state dando. Cerchiamo Pag. 107almeno di far fare questo lavoro che, secondo noi, come continuiamo a dire, doveva essere svolto da un'autorità, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali con le risorse adeguate, altrimenti è inutile.
  Mi spiegate, per cortesia, ma qui veramente lo dovete dire, com’è possibile fare un controllo ? Voi dite che questo controllo c’è stato e l'avete detto anche bocciando altri emendamenti prima e dicendo: il controllo ? Non c’è problema, lo prevediamo all'articolo 7. Bene, come lo prevedete ? È impossibile, non si può fare in questo modo. E, allora, per favore, spiegateci il perché tutte quelle grandi associazioni o quella parte del terzo settore che all'interno ha anche soci delle fondazioni bancarie vi hanno suggerito questa riforma e voi avete preso tutto di quelle proposte. Guarda caso, però, solo il controllo no. Eppure, le altre associazioni sembrano essere d'accordo. Spiegateci, non solo perché non lo state inserendo e non lo state disciplinando in un modo serio, ma soprattutto come secondo voi il Ministero del lavoro e delle politiche sociali da solo, senza risorse aggiuntive, dovrebbe riuscire a controllare questo marasma del terzo settore. Detto questo, se ce lo spiegate per bene e ci fate capire che questo controllo avverrà, noi incominceremo a tacere. Per cortesia, però, spiegatecelo. Penso che almeno questo sia dovuto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie Presidente, per aggiungere la firma e annunciare il voto favorevole su questo emendamento perché mette il dito nella piaga in un altro dei punti deboli di questo disegno di legge delega, cioè che è una delega sostanzialmente non finanziata. Nel caso specifico, attribuendo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali un surplus di lavoro, e nonostante, appunto, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, come dice la definizione sociale, siano abituati a lavorare, è evidente che non gli si può chiedere l'impossibile.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 7.321, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Librandi... Peluffo... Tullo... Marantelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  408   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 141    
    Hanno votato
no  267).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 7.332, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino... Ottobre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  404   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 147    
    Hanno votato
no  257).    

  (I deputati Pellegrino e Placido hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 7.333.Pag. 108
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Intervengo solo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Presidente, solo questo perché questo è il terzo emendamento di quelli segnalati ma ce ne sono altri che abbiamo presentato sulla segnalazione interna e sulla protezione dei segnalatori all'interno delle aziende private. Visto che il PD non ci vuole sentire su questo aspetto, lo informiamo che il MoVimento 5 Stelle ha un sito che è segnalazionicinquestelle.it. Fatele a noi le segnalazioni a questo punto. L'ha fatto anche Transparency International. Dal momento che non lo vogliono fare gli altri, meno male che esiste il MoVimento 5 Stelle che tutela anche i segnalatori anonimi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 7.333, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e il parere favorevole del dei relatori di minoranza della Lega Nord Autonomie e dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione... Simone Valente... Molteni... Grassi... Vignaroli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  417   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  319).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Baroni 0.7.700.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Guerini Giuseppe... Bruno Bossio... Monchiero... Taricco... Vico... Sbrollini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  375   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  265).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Silvia Giordano 0.7.700.2, parere contrario di Commissione e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni... Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  414   
   Votanti  376   
   Astenuti   38   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  265).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Rondini 0.7.700.3, parere contrario di Commissione e Governo, favorevole dei relatori di minoranza Lega nord e Movimento Pag. 1095 Stelle, contrario della relatrice SEL.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent... Pilozzi... Brescia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  373   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  284).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.700 della Commissione, parere favorevole di Commissione, Governo e relatrice SEL, contrario dei relatori MoVimento 5 Stelle e Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Cariello ha votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  407   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 308    
    Hanno votato
no   99).    

  Essendo preclusi gli emendamenti Baroni 7.335, Silvia Giordano 7.341 e Rondini 7.12, andiamo a pagina 67 all'emendamento Ciprini 7.350.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 7.350, parere contrario di Commissione e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent... Colaninno sta votando... Impegno... Marco Di Maio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  416   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  296).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beni 7.400, parere favorevole di Commissione, Governo e relatrice SEL, contrario dei relatori MoVimento 5 Stelle e Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  407   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 302    
    Hanno votato
no  105).    

  (I deputati Terzoni e Busto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.600 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento, parere favorevole di Commissione, Governo, del relatore Lega Nord e relatrice SEL, contrario il MoVimento 5 Stelle.
  Prendo atto che la relatrice Nicchi di SEL intende cambiare parere, che è contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 110

  Ventricelli... Locatelli... Alli... Buttiglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  411   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 296    
    Hanno votato
no  115).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  419   
   Votanti  387   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 271    
    Hanno votato
no  116).    

  (La deputata Schirò ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 2617-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-A).
  Avverto che gli emendamenti Piccione 8.401, Zanin 8.405, 8.408, 8.417, 8.418 e 8.419, Bonomo 8.402, 8.400, 8.414, 9.416 e Beni 9.404 sono stati ritirati dai presentatori.
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Silvia Giordano 8.27, Mantero 8.101 e sui subemendamenti Mantero 0.8.700.1 e Rondini 0.8.700.2, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 8.700 della Commissione.
  La Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario sull'emendamento Mantero 8.404. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Marcon 8.409 e 8.7, Rondini 8.1 e 8.2, Baroni 8.44 e Rondini 8.3.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 8.701 della Commissione, mentre esprime parere contrario sugli identici emendamenti Rondini 8.4 e Mantero 8.45 e sull'emendamento Rondini 8.5.
  La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Bonomo 8.416 e Zanin 8.420, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Rondini 8.214 e 8.213, Mantero 8.46 e Piras 8.422.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza della Lega nord e Autonomie-Lega dei popoli – Noi con Salvini ad esprimere il parere.

  MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Silvia Giordano 8.27 il parere è favorevole, mentre il parere è contrario sull'emendamento Mantero 8.101.
  Il parere è favorevole sui subemendamenti Mantero 0.8.700.1 e Rondini 0.8.700.2. Il parere è contrario sull'emendamento 8.700 della Commissione.
  Sull'emendamento Mantero 8.404 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Marcon 8.409 e 8.7 il parere è contrario. Sugli emendamenti Rondini 8.1 e 8.2 il parere è favorevole. Sull'emendamento Baroni 8.44 ci rimettiamo all'Assemblea. Sull'emendamento Rondini 8.3 il parere è favorevole. Sull'emendamento 8.701 della Commissione il parere è contrario. Sugli identici emendamenti Rondini 8.4 e Mantero 8.45 e sugli emendamenti Rondini 8.5 e Bonomo 8.416 il parere è favorevole. Sull'emendamento Pag. 111Zanin 8.420 ci rimettiamo all'Assemblea. Sugli emendamenti Rondini 8.214 e 8.213, Mantero 8.46 e Piras 8.422 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo all'onorevole Grillo.

  GIULIA GRILLO, Relatrice di minoranza. Presidente, sugli emendamenti Silvia Giordano 8.27 e Mantero 8.101 e sul subemendamento Mantero 0.8.700.1 il parere è favorevole. Sul subemendamento Rondini 0.8.700.2 e sull'emendamento 8.700 della Commissione il parere è contrario. Sugli emendamenti Mantero 8.404, Marcon 8.409 e 8.7, Rondini 8.1 e 8.2, Baroni 8.44 e Rondini 8.3 il parere è favorevole. Sull'emendamento 8.701 della Commissione il parere è contrario. Sugli identici emendamenti Rondini 8.4 e Mantero 8.45 il parere è favorevole. Sull'emendamento Rondini 8.5 il parere è contrario. Sull'emendamento Bonomo 8.416 ci rimettiamo all'Assemblea. Sull'emendamento Zanin 8.420 il parere è favorevole. Sull'emendamento Rondini 8.214 ci rimettiamo all'Assemblea. Sull'emendamento Rondini 8.213 il parere è contrario. Sull'emendamento Mantero 8.46 il parere è favorevole. Sull'emendamento Piras 8.422 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Nicchi?

  MARISA NICCHI, Relatrice di minoranza. Presidente, sugli emendamenti Silvia Giordano 8.27 e Mantero 8.101, sui subemendamenti Mantero 0.8.700.1 e Rondini 0.8.700.2 e sull'emendamento 8.700 della Commissione il parere è contrario. Sugli emendamenti Mantero 8.404, Marcon 8.409, Marcon 8.7 e Rondini 8.1 il parere è favorevole.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Rondini 8.2, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Baroni 8.44; esprimo parere contrario sull'emendamento Rondini 8.3 e favorevole sull'emendamento 8.701 della Commissione. Mi rimetto all'Aula sugli identici emendamenti Rondini 8.4 e Mantero 8.45, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Rondini 8.5. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Bonomo 8.416 e Zanin 8.420, mentre mi rimetto all'Aula sull'emendamento Rondini 8.214. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Rondini 8.213 e Mantero 8.46, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Piras 8.422.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Silvia Giordano 8.27.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, è un emendamento soppressivo di tutto l'articolo semplicemente perché noi pensiamo che il servizio civile non debba essere qui disciplinato nel terzo settore perché ha problematiche diverse; ha bisogno di soluzioni diverse e non solo non è adatto alle modalità con cui si cerca di riformare, ossia la delega, ma non è proprio adatto l'ambito in cui viene inserito. Quindi, continuiamo a ribadire ciò che abbiamo ribadito in Commissione e anche in discussione sulle linee generali, anche con riferimento agli emendamenti presentati, dicendo che bisogna togliere il servizio civile da questa riforma e cercare in modo serio di disciplinarlo in altro modo senza dare una delega al Governo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 8.27, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole dei relatori di minoranza di Lega Nord e MoVimento 5 Stelle.Pag. 112
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Sberna, Luigi Agostini, Ginoble, Cariello, Tidei, Occhiuto, Ferraresi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  393   
   Votanti  383   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
  84    
    Hanno votato
no  299).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 8.101, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e con il parere favorevole della relatrice di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giuseppe Guerini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  384   
   Votanti  377   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no  305).    

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione del subemendamento Mantero 0.8.700.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, colleghi, noi voteremo contro i subemendamenti presentati; il collega Marcon interverrà sull'emendamento della Commissione. Voteremo contro perché il testo dell'articolo 8 trasmesso dalla Commissione è abbastanza chiaro in quanto stabilisce che con il decreto legislativo ivi citato si riforma il servizio civile nazionale ai sensi dell'articolo 1 della legge 6 marzo 2001, n. 64, che contiene tutti i principi e le finalità che poi sono riportati nel medesimo testo. Però, il testo della Commissione viene a sua volta emendato, anzi viene maltrattato ! Se vedete, il testo dell'articolo 8 trasmesso dalla Commissione recava, «nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi», e alla lettera a), vi era una duplicazione dello stesso citato articolo 1 – rubricato: principi e finalità – della legge n. 64, e quindi erano ricompresi tutti i motivi, i principi e le finalità. Con l'emendamento della Commissione invece si stabilisce di cassare il riferimento alla Costituzione e di cassare il principio relativo alla difesa non armata della patria; si sostituisce infatti questo principio chiaro con il compito di difendere i valori fondativi della patria: io non so in quale testo giuridico possiamo ritrovare i principi fondativi della patria. Infatti, se uno dicesse: della Costituzione italiana, avrei pur potuto capire in quanto abbiamo principi giuridici fondamentali all'interno della stessa Costituzione – dall'articolo 1 all'articolo 12, la Costituzione reca i Principi fondamentali – ma così non è perché si cassa il riferimento esplicito, la citazione degli articoli 52, primo comma, e 11 della Costituzione per sostituirli con la difesa dei valori fondativi della patria. È quindi evidente che si tratta di un testo che, introdotto in una legge delega, è proprio carente perché la legge delega deve fissare dei principi chiari a cui bisogna poi dare attuazione. Comunque, devo terminare l'intervento perché il tempo a mia disposizione è esaurito (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice per la maggioranza, deputata Lenzi. Ne ha facoltà.

Pag. 113

  DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Come correttamente ha ricordato l'onorevole Sannicandro, rimane nell'alinea il riferimento alla legge n. 64 sul servizio civile e quindi i settori sono ivi chiaramente individuati. Quale era l'obiettivo che si è voluto raggiungere con questo lavoro svolto in Commissione ? Quello di tenere insieme la storia del servizio civile, quindi l'aspetto di un contraltare al servizio militare (quando allora la leva era obbligatoria, come sicuramente ricorderà l'onorevole Sannicandro), affermandosi il valore della non violenza (peraltro in questa sede contenuto in altri emendamenti come quello del deputato Zanin), e quello di una evoluzione dello stesso servizio civile nel senso di non essere più considerato come un contraltare ad una leva obbligatoria, che non c’è più: si tratta infatti sempre più, come ricorda la sentenza del 2004 della Corte costituzionale, di mettere a disposizione della patria il proprio tempo, le proprie capacità, la propria personalità. Questo abbiamo tentato di fare; tuttavia, capisco che il tenere insieme il riferimento all'articolo 52 e all'articolo 11 della Costituzione (che stabilisce per il nostro paese il divieto di intervenire in guerra) con il tentativo di sintetizzare, evitando l'elenco, tutte le attività in tre punti, può sempre andare incontro a qualche osservazione circa una migliore definizione: ma il nostro obiettivo era quello. In realtà, l'articolo 8, lettera a), così come licenziato dalla Commissione, faceva già questo sforzo ma lo faceva attraverso una versione più lunga; con l'emendamento si è tentato di semplificare in modo tale da raccogliere questi due concetti, il valore di un intervento, che è alternativo all'intervento militare armato, e, nello stesso tempo, il senso del servizio civile oggi, un servizio civile che si rivolge alla comunità.
  Faccio un'osservazione da madre, più che da parlamentare. Io non credo che sia giusto dire ai nostri 50 mila giovani che manderemo in servizio civile quest'anno che il loro impegno a fianco di un disabile gravemente malato o di tutela ambientale è solo difesa non armata. Dobbiamo dirgli che ci sono entrambi gli aspetti: quello che ha la valenza di un intervento comunque che fa riferimento all'articolo 52 della Costituzione e quello che è un servizio civile, quindi una messa a disposizione di dodici mesi del proprio tempo a servizio di tutti. La volontà era quella di raggiungere una sintesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marcon. Quindi, lei interviene sempre su questo subemendamento, sebbene il suo collega Sannicandro ha annunciato un suo intervento successivo. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Presidente, siccome i subemendamenti sono collegati io devo fare un ragionamento di carattere complessivo.
  Le chiacchiere stanno a zero. Nel testo iniziale della Commissione c'era il principio della difesa non armata. Ora il principio della difesa non armata non c’è più. Questo è il punto fondamentale e non si può scappare da questa contraddizione. Prima c'era la difesa non armata, oggi non c’è più la difesa non armata (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !
  L'articolo che analizzeremo dopo è scritto male, perché si fa riferimento alla cittadinanza attiva, all'inclusione sociale e alla solidarietà. E l'ambiente ? E la tutela del patrimonio paesaggistico ? E la cultura ? Cioè, i ragazzi che svolgeranno questo servizio in questi settore non sono compresi in questo subemendamento.
  In terzo luogo, si fa riferimento – e cito testualmente – ai «valori fondativi della patria». Diteci in quali articoli della Costituzione possiamo trovare i valori fondativi della patria (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Potevate scrivere «Costituzione», potevate scrivere «Repubblica» e andava bene. Ma della patria quali sono i valori fondativi ? Dove li troviamo scritti ? È un articolo, un subemendamento scritto male, che noi rifiutiamo. Per cui voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

Pag. 114

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Mantero 0.8.700.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle e con il parere contrario della relatrice del gruppo Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico. Ci siamo ? Ribaudo. Mi pare che ci siamo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  378   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  92    
    Hanno votato
no  286).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Rondini 0.8.700.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie e con il parere contrario dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Senaldi. Non vedo se riuscite a votare. Senaldi, provi a votare. Tolga quello che c’è dentro la postazione; tolga tutto e provi a votare. Non abbiamo altre mani alzate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  381   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
  45    
    Hanno votato
no  336).    

  (Il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.700 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, Paola Bragantini. Ci siamo colleghi ? Sorial e Alli. Sorial è a posto, Alli è a posto. Stella Bianchi e Garofani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  391   
   Votanti  361   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
 241    
    Hanno votato
no  120).    

  (Il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Risultano così preclusi gli emendamenti Mantero 8.404 e i successivi che però sono stati ritirati. Passiamo, quindi, alla votazione dell'emendamento Marcon 8.409. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie Presidente, questo emendamento riguarda i corpi civili di pace, cioè riguarda un'esperienza che purtroppo non è ancora partita non per responsabilità di questo Parlamento ma del Governo che da un anno e mezzo non adotta il decreto attuativo. Esperienza che è stata introdotta con la legge di stabilità, ormai approvata un anno e mezzo fa, che introduceva una sperimentazione di tre anni per 500 ragazzi e ragazze per i corpi civili di pace.
  Ripeto, questa esperienza non è ancora partita, noi attendiamo che questo decreto veda finalmente la luce. Che cosa proponiamo Pag. 115con questo emendamento ? Noi proponiamo sostanzialmente che questa esperienza dei corpi civili di pace possa essere inclusa in questa legge delega e, quindi, impegnare il Governo alla stabilizzazione di questa esperienza.
  A noi preoccupano due cose. La prima è che in un anno e mezzo non è stato fatto il decreto attuativo, molto semplice tra l'altro; come dire, il Governo ci mette meno tempo a stravolgere la nostra Costituzione che a fare un decreto attuativo di una pagina e mezza e ciò costituisce un dato indicativo molto preoccupante.
  La seconda cosa che ci preoccupa è che non si è voluto introdurre in questo testo di legge delega un'indicazione specifica per stabilizzare i corpi civili di pace. Siccome manca un anno e mezzo alla fine di questa sperimentazione e non vediamo altre finestre legislative, temiamo che nelle intenzioni del Governo ci sia la volontà di non far proseguire questa esperienza. Noi chiediamo con questo emendamento di inserire nel testo la previsione della stabilizzazione e la normativa dei corpi civili di pace e dare seguito a questa esperienza. È una proposta che raccoglie la sensibilità e l'appoggio di tante organizzazioni laiche e cattoliche impegnate su queste temi come l'associazione Papa Giovanni XXIII e Caritas e tante altre. Quindi, sarebbe un segno negativo che la Camera dei deputati respingesse questo emendamento perché significherebbe, dopo un anno e mezzo di attesa, non dare il via libera ad una stabilizzazione di questa esperienza.
  Noi chiediamo alla Camera di votare a favore di questo emendamento, di dare seguito all'esperienza dei corpi civili di pace e di inserirla nella legge delega in modo tale da dare il tempo al Governo, nei prossimi dodici mesi, di dare stabilità e le norme che servono a questa esperienza per continuare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Sinistra Ecologia Libertà ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento, essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà anche a tale gruppo un aumento dei tempi pari ad un terzo di quello originariamente stabilito, anche per SEL circa 8 minuti, nell'ambito dell'accordo condiviso dalla Capigruppo per la chiusura dei lavori domani alle ore 12.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 8.409 con il parere contrario di Commissione, Governo e relatore di minoranza della Lega Nord, favorevole delle due relatrici di minoranza MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Vacca, Segoni, Brescia.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  373   
   Votanti  343   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  241).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Marcon 8.7. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Presidente, intervengo per ricordare che questo emendamento prevede la possibilità per tutti gli stranieri residenti in Italia, che abbiano un permesso unico di soggiorno, di poter svolgere il servizio civile, un'esperienza di servizio civile, come d'altronde è stato già in qualche modo previsto da sentenze e da provvedimenti che si sono susseguiti nel corso di questi mesi. Noi chiediamo che questa possibilità vada inserita già adesso nella legge delega. Sappiamo che si sta aspettando una sentenza della Corte costituzionale, probabilmente per il mese di maggio, però crediamo che sia, come posso dire, un po’ ponziopilatesco non inserire questa possibilità in attesa di questa sentenza. Crediamo sia giusto prevedere, sin Pag. 116da adesso, questa possibilità, per cui chiediamo di votare questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 8.7, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole delle relatrici di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ottavio, Gasparini, Marroni, Carloni, Paola Bragantini, Carfagna...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  385   
   Votanti  353   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
  95    
    Hanno votato
no  258).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 8.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Albanella, Montroni, Roberta Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  382   
   Votanti  379   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  274).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 8.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie e della relatrice di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Giuseppe Guerini, Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  372   
   Votanti  347   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato
  80    
    Hanno votato
no  267).    

  (Il deputato Nizzi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Non ho visto Nizzi e Simone Valente, me ne scuso.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 8.44, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie si rimette all'Assemblea, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 117

   (Presenti  386   
   Votanti  338   
   Astenuti   48   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato
  88    
    Hanno votato
no  250).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 8.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Intervengo semplicemente per far presente ai colleghi che questo è un emendamento che è stato consigliato dalla Conferenza delle regioni e che va nella direzione di riconoscere alle regioni, come è proprio scritto, la potestà di poter organizzare dei servizi civili sul proprio territorio. Non accogliere un'istanza di questo tipo, che fa tesoro delle esperienze che in alcune regioni si sono fatte, vuol dire dare uno schiaffo alla buona volontà e alla capacità di alcune regioni di riuscire ad organizzarsi. Vale la pena di ricordare che le regioni che hanno portato avanti questo tipo di esperienza sono la Toscana, le Marche, il Veneto, l'Emilia Romagna, la Liguria, la Lombardia e le province autonome di Trento e Bolzano. Torno a dire che questo emendamento, sebbene vada nella direzione delle istanze che il nostro movimento ha sempre portato avanti, quindi nella direzione del decentramento del potere e di un maggior potere nei riguardi delle regioni, va anche nella direzione voluta fortemente dalle regioni che sicuramente se già faticavano ad apprezzare il provvedimento in generale, in questo caso, ed in particolare sulla questione del servizio civile, rimarranno – per usare un eufemismo – leggermente contrariate. Soprattutto quelle regioni che sono amministrate, tra l'altro, dalla parte politica che oggi esprime il Governo questo Paese. C’è uno scollamento, probabilmente, tra la realtà locale e la realtà territoriale dalla quale qualcuno si dimentica quando arriva a Roma. D'altro canto, purtroppo, dobbiamo registrare il fatto che non è la prima volta che il signor Renzi si dimentica di essere stato, ad esempio, magari sindaco di Firenze. Quindi, chiedo da parte dei colleghi un atto di buonsenso, anche da parte dei colleghi del PD, che hanno magari amici, colleghi o persone con le quali hanno condiviso un percorso che oggi amministrano in quelle realtà, come l'Emilia Romagna, la Toscana o le Marche, che si sentiranno dire da questo persone: ma che cosa avete combinato, cosa avete combinato a Roma ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 8.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole della relatrice di minoranza del MoVimento 5 Stelle e del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sarti, Monchiero, Tidei, Caruso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  384   
   Votanti  380   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  264).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.701 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere Pag. 118contrario della relatrice di minoranza del MoVimento 5 Stelle e del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  383   
   Votanti  382   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 292    
    Hanno votato
no   90).    

  (Il deputato Massimiliano Bernini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Rondini 8.4 e Mantero 8.45, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e del MoVimento 5 Stelle e sul quale la relatrice di SEL si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Paglia.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  383   
   Votanti  363   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  240).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 8.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Noi riteniamo che si abbia il dovere di imparare dalle esperienze negative. Il servizio civile nazionale è stato nel passato un luogo di sprechi e di cattiva gestione delle risorse pubbliche. Se facciamo una ricerca sugli atti di sindacato ispettivo della scorsa legislatura, potremmo trovare decine di documenti su questi problemi. Le cause di questi sprechi, secondo noi, sono da ricondurre a due principali fattori. Innanzitutto, la mancata responsabilizzazione degli enti di servizio civile, che spesso chiedevano volontari in servizio civile senza porsi alcun limite, tanto alla fine pagava lo Stato. A ciò, secondo noi, si può porre rimedio solo prevedendo un cofinanziamento reale e non virtuale al servizio civile da parte degli enti, sull'esempio di quanto già è avvenuto e avviene in regione Lombardia da tre anni. L'altra questione è la mancata definizione di standard definiti, come ad esempio quello di prevedere che le risorse destinate al servizio civile fossero suddivise sui territori sulla base del numero dei giovani residenti sul territorio. Queste nostre osservazioni sono diventate poi l'oggetto dell'emendamento 8.5, che andiamo a votare adesso, e dell'emendamento 8.4, che abbiamo appena votato e sul quale mi sarebbe piaciuto che i colleghi prestassero una maggiore attenzione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 8.5, con il parere contrario della Commissione, del Governo e delle relatrici di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SEL e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matarrelli, Vico, Nizzi, Sorial.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 119

   (Presenti  384   
   Votanti  378   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  45    
    Hanno votato
no  333).    

  (Il deputato Petraroli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bonomo 8.416, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza della Lega Nord e di SEL e sul quale la relatrice di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  383   
   Votanti  311   
   Astenuti   72   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato
 302    
    Hanno votato
no    9).    

  (Il deputato Vazio ha segnalato di aver erroneamente votato contro e che avrebbe invece voluto votare a favore).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zanin 8.420, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e delle relatrici di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SEL.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanin. Ne ha facoltà.

  GIORGIO ZANIN. Grazie, Presidente. Intervengo solo per una puntualizzazione relativa alla computazione che è prevista a pagina 79 del fascicolo. La scrittura «non violenza» in modo staccato non corrisponde alla proposta del mio emendamento, poiché la scrittura originaria è «nonviolenza» tutto attaccato.
  Si tratta di un concetto positivo che risale alla tradizione italica che evidentemente ha visto in Aldo Capitini «mettere i puntini sulle i». E io credo che in questo contesto ci stia in pieno perché si tratta di un articolo che si rifà proprio al servizio civile, che ha come sua matrice la legge n. 772 del 1972, la quale richiama il principio dell'obiezione di coscienza.

  PRESIDENTE. Non so se c’è una motivazione per la quale è stato scritto così o se è un errore di forma. Se i relatori sono d'accordo, penso si possa accogliere questa correzione. Grazie all'onorevole Zanin. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zanin 8.420, nel testo corretto, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e delle relatrici di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà e sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Taricco, Brescia, Centemero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  378   
   Votanti  353   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
 352    
    Hanno votato
no    1).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 8.214, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e sul quale le relatrici di minoranza del Pag. 120MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà si sono rimesse all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  371   
   Votanti  282   
   Astenuti   89   
   Maggioranza  142   
    Hanno votato
  46    
    Hanno votato
no  236).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 8.213, sul quale la Commissione, il Governo e le relatrici di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà hanno espresso parere contrario e sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie ha espresso parere favorevole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Presidente, trenta secondi semplicemente per far notare ai colleghi il nostro emendamento con il quale chiediamo che al servizio civile universale di Renzi possano accedere solo i cittadini italiani. Noi riteniamo che la partecipazione anche a un'attività importante come quella svolta dal servizio civile debba essere riservata ai cittadini italiani e preclusa eventualmente agli stranieri perché crediamo che la partecipazione a questo servizio civile debba essere garantita alla fine di un percorso. Se uno straniero ha intenzione di integrarsi, non è sicuramente attraverso l'inclusione nel servizio civile che può avvenire questa integrazione e, quindi, debba avvenire a seguito di un percorso che lo straniero ha compiuto e, cioè, prima diventa cittadino italiano, prima affronta l'iter per diventare cittadino italiano e, poi, può accedere tranquillamente al servizio civile e, quindi, garantirsi una maggiore inclusione all'interno di quella che è la nostra società e la nostra comunità. Al contrario, invece, come al solito, secondo noi aprire le porte del servizio civile ai cittadini stranieri è non solo dannoso, ma è anche particolarmente pericoloso in un momento come quello che stiamo vivendo oggi. Pericoloso per le tensioni sociali che può scatenare, con magari il cittadino italiano che si vede superare dall'immigrato nel poter accedere al servizio civile. Quindi, riteniamo, e lo ribadiamo, che il servizio civile possa essere riservato allo straniero solo a seguito di un percorso che lo ha portato alla cittadinanza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 8.213.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Sarti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  373   
   Votanti  364   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
  18    
    Hanno votato
no  346).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 8.46, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza di Sinistra Economia Libertà e il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord Autonomie e del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco... Gasparini... Locatelli... Centemero... Simone Valente... Gasparini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 121

   (Presenti  376   
   Votanti  373   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  284).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piras 8.422, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  371   
   Votanti  369   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
  61    
    Hanno votato
no  308).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo 8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Molto brevemente noi all'inizio pensavamo di votare a favore di questo articolo. Purtroppo, dopo la discussione di questo pomeriggio e anche dopo l'emendamento presentato dalla Commissione, ci asterremo. Ci asteniamo perché è stato fatto un cambiamento per noi molto grave: è stato tolto dalla parte dei principi relativi al servizio civile il riferimento alla difesa non armata; è stato inserito un riferimento ai valori della patria che per noi non ha alcun senso. Ci sembra da questo punto di vista che ci sia un tradimento rispetto alle aspettative e anche alle richieste che venivano dalle associazioni pacifiste e dalle organizzazione che sono impegnate da tanti anni sul servizio civile e che vedono quest'ultimo come una forma di difesa non armata. Riteniamo questo un grave errore anche dal punto di vista della scrittura di quell'emendamento che è molto deficitaria. Fin qui il primo motivo. Il secondo motivo è che è stata bocciata ogni ipotesi di stabilizzazione dei corpi civili di pace, nonostante vi fosse una norma di un anno e mezzo fa per la sperimentazione di questa esperienza. Il terzo motivo – l'ho detto anche prima – non vi è alcuna previsione rispetto alla possibilità per i cittadini stranieri con permesso di soggiorno di svolgere il servizio civile e poi c’è un ultimo motivo che sono i soldi. In realtà si parla di servizio civile universale ma a sproposito perché nella legge di stabilità relativamente al 2016 ci sono 116 milioni di euro. Con 116 milioni di euro a malapena si fa fare il servizio civile a 20-25 mila persone. Quindi l'ipotesi di far fare a 100 mila persone il servizio civile con quei fondi non sta in piedi. Quindi fare una riforma di questo tipo con queste risorse che basteranno a far fare un servizio civile a 25 mila persone ci sembra estremamente contraddittorio. Vorrei ricordare che con l'esperienza precedente del servizio civile ben altre erano le risorse che erano state stanziate. Con il Governo Prodi quasi 300 milioni di euro erano stati stanziati per il servizio civile. Ricordo che nel 2007 erano stati fatti ben sei bandi per i ragazzi e le ragazze del servizio civile e noi in 14 mesi questo è il primo bando pubblicato dal Governo Renzi. Per tutti questi motivi, per il deficit relativamente alla definizione di principio del servizio civile, per l'assenza di risorse, per la mancanza di stabilizzazione dei corpi civili di pace, Sinistra Ecologia Libertà non voterà a favore di questo articolo ma si asterrà (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. Intervengo brevemente per annunciare Pag. 122e motivare il nostro voto contrario a questo articolo...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Mantero, colleghi per favore fate un po’ di silenzio perché è veramente troppo forte il brusio.

  MATTEO MANTERO. Per annunciare il nostro voto contrario a questo articolo per il quale avevamo anche presentato un emendamento soppressivo, magistralmente illustrato dalla mia collega. Voteremo contro perché non riteniamo che la delega al terzo settore sia il luogo giusto in cui riformare anche il servizio civile, perché il servizio civile si collega con il terzo settore solo in parte, infatti molti dei volontari sono volontari della pubblica amministrazione e non di associazioni del terzo settore.
  Perché lo chiamate il servizio civile universale, quando poi la parte di fondi che è destinata è limitata: avete annunciato 100 mila giovani e per il 2015 ce ne saranno solo 47 mila, ma non grazie ai vostri fondi, ma grazie ai fondi delle regioni, ai fondi europei e ai fondi del Progetto giovani; per gli anni successivi arriveremo appena, forse, a 27 mila, quindi mancate di 70 mila giovani rispetto a quelli che avete annunciato.
  Abbiamo aperte due procedure di infrazione della Corte europea relative a diverse direttive proprio per la circolazione dei cittadini nella comunità europea e per i cittadini di Paesi terzi aventi asilo nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore... anche i suoi colleghi...

  MATTEO MANTERO. Non c’è problema. Nonostante questa riforma non siete neanche riusciti ad andare incontro, a risolvere queste procedure di infrazione. Riteniamo che il numero di fondi che avete destinato è limitato, continuate a lasciare il servizio civile legato agli articoli 11 e 52 della Costituzione, quindi al concetto obsoleto di difesa non armata, che era valido quando il servizio civile era alternativo al servizio di leva obbligatorio. Noi abbiamo presentato un emendamento in cui facciamo riferimento, invece, agli articoli 2 e 4, secondo comma, della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Grazie, i miei colleghi vogliono andare a casa ma li terrò qui ancora un po’.
  Soprattutto riteniamo che, siccome sono state presentate anche da diversi colleghi delle proposte di legge sulla riforma del servizio civile, sarebbe stato adeguato, per una volta, sfruttare le prerogative del Parlamento e prendersi la responsabilità di riformare il servizio civile attraverso una legge di natura parlamentare e non tramite una delega (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, se c’è qualcuno che non riesce a votare io in questo condizioni non riesco a vederlo, quindi fatevi sentire... Sgambato... Nuti... Vignaroli...Sorial... Mazziotti Di Celso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  362   
   Votanti  319   
   Astenuti   43   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato
 238    
    Hanno votato
no   81).    

  Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà anche a tale gruppo, nell'ambito delle intese per la conclusione dei lavori entro domani alle ore 12, un aumento dei tempi pari ad un terzo di quello originariamente stabilito.Pag. 123
  Come preannunciato, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9.
  Sospendiamo brevemente la seduta, che riprenderà con la discussione sulle linee generali delle mozioni concernenti iniziative in merito alla situazione occupazionale e produttiva del comparto aereo-aeroportuale, che non è stato possibile svolgere nella parte antimeridiana della seduta.
  Sospendo la seduta per cinque minuti.

  La seduta, sospesa alle 20,40, è ripresa alle 20,50.

Discussione sulle linee generali della mozione Scotto ed altri n. 1-00694 concernente iniziative in merito alla situazione occupazionale e produttiva del comparto aereo-aeroportuale.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Scotto ed altri n. 1-00694 (Nuova formulazione), concernente iniziative in merito alla situazione occupazionale e produttiva del comparto aereo-aeroportuale (Vedi l'allegato A – Mozioni).

  La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
  Avverto che sono state altresì presentate le mozioni Cominardi ed altri n. 1-00774, Garofalo ed altri n. 1-00775 e Catalano ed altri n. 1-00781 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalla mozione all'ordine del giorno, verranno svolte congiuntamente. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A – Mozioni).

(Discussione sulle linee generali)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
  È iscritto a parlare il deputato Zaratti, che illustrerà anche la mozione Scotto ed altri n. 1-00694 (Nuova formulazione), di cui è cofirmatario.
  Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signora Presidente, sono molte le fonti istituzionali, politiche e d'informazione che rappresentano il trasporto aereo italiano come un settore in cui i licenziamenti, la mobilità, la cassa integrazione, i contratti di solidarietà, i tagli salariali, il peggioramento delle condizioni di lavoro, il deterioramento delle condizioni di salute e sicurezza in cui operano gli addetti e il dilagare della precarietà nella categoria sono gli effetti di una crisi generale che strangola il comparto, determinando ineluttabili conseguenze sui lavoratori.
  Noi pensiamo che le cose non stiano esattamente in questi termini, perché il comparto aeroportuale e il suo indotto, in questo Paese, sono tutt'altro che in crisi. Dal 2008 al 2013, negli anni in cui la crisi ha attanagliato il comparto industriale del nostro Paese, in Italia il numero dei passeggeri legato al trasporto aereo è aumentato del 10,3 per cento, mentre il traffico merci del 16,6 per cento. Nonostante la lieve contrazione del traffico merci e passeggeri registrata nel 2012 sul 2011 e nel 2013 sul 2012 (complessivamente di poco meno del 3 per cento) la crescita complessiva nei 5 anni indicati è stata imponente, anche a fronte della decrescita generalizzata del sistema industriale del Paese.
  Nel 2014 i dati di crescita in Italia del trasporto aereo e del traffico merci sono più che eccellenti: rispettivamente +4,5 per cento e +5,1 per cento rispetto all'anno precedente e ciò non può essere solo ascritto al forte sviluppo del traffico low-cost. Importanti e qualificati studi di settore segnalano che sono in crescita esponenziale i passeggeri sulle tratte intercontinentali e a lungo raggio, ovvero in un segmento di mercato ove, per il momento, la concorrenza delle compagnie low-cost è meno presente che sul medio o corto raggio.Pag. 124
  A questa inequivocabile situazione di crescita del comparto fa da contraltare una situazione drammatica per il lavoro e per l'intera categoria. Circa 15 mila lavoratori del computo aeroportuale sono attualmente toccati a vario titolo e intensità da cassa integrazione, mobilità e contratti di solidarietà. Stiamo parlando di circa il 25 per cento della forza lavoro del comparto aeroportuale interessata dagli ammortizzatori sociali e dal Fondo speciale del trasporto aereo istituito nel 2005 e convertito dalla legge Fornero, comunque finalizzato ad incrementare il reddito, fino all'80 per cento di quello percepito in attività, del personale interessato dagli ammortizzatori sociali.
  Altrettanto pesanti le ricadute sull'indotto del settore, peraltro sprovvisto di un adeguato censimento in grado di rendere evidente la vera mattanza che i lavoratori di tale ambito produttivo (pulizie, esercizi commerciali, e così via) stanno subendo dal punto di vista occupazionale, dei salari, dei diritti e delle garanzie di tutela della salute e di aumento della precarietà.
  Numerose sono le vertenze ancora in essere, molte delle quali riguardano il sistema aeroportuale romano (in totale 41 mila dipendenti) e quello milanese che rappresentano, rispettivamente, il polo industriale dell'Italia centro meridionale e quello dell'Italia settentrionale. 1634 sono i lavoratori della Meridiana minacciati da un licenziamento di massa che potrebbe essere nei numeri complessivi meno drammatico, solo nel caso in cui le maestranze accettassero pesantissimi tagli economici e normativi. In realtà la compagnia in questione sembra puntare al trasferimento di quote di attività, com’è oggetto d'indagine ormai anche della procura, in direzione di un'altra compagnia, pur di applicare condizioni contrattuali e normative assolutamente peggiorative.
  Ottocentosettantuno sono i lavoratori della Groundcare di Fiumicino e Ciampino che stanno rischiando il posto di lavoro a seguito del fallimentare passaggio di mano dalla Flightcare alla Groundcare del principale operatore di handling del sistema aeroportuale romano, conseguenza diretta dei processi di liberalizzazione e privatizzazione di ADR.
  Rilevate le attività dalla multinazionale spagnola, mentre apriva la liquidazione su analoghe attività negli aeroporti milanesi, la Groundcare, dopo soli pochi mesi, avviava il concordato preventivo e dopo circa un anno, a maggio 2014, dichiarava il fallimento anche negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino. Intervenuto il curatore fallimentare, oggi siamo all'epilogo di una vicenda che grida vendetta e le cui responsabilità sono ascrivibili anche al ruolo svolto dall'ENAC e dal Governo. Al momento, stando a quanto dichiara il curatore fallimentare, ci sarebbe solo la proposta di acquisizione delle attività da parte della GH Italia, intenzionata però ad assumere, applicando un importante taglio salariale (fino al 25 per cento) e peggioramento normativo, solo per 522 dipendenti. Al momento gli inviti al Ministro del lavoro, alla regione Lazio ed ai comuni di Roma e Fiumicino affinché intervengano sul tribunale fallimentare per determinare le condizioni per un allungamento dei tempi dell'esercizio provvisorio di Groundcare, necessario all'apertura di un confronto sul mercato dell’handling negli aeroporti romani e più in generale del comparto al fine di tutelare l'occupazione nel martoriato settore, sembrano essere caduti nel vuoto, nonostante la vertenza stia per chiudersi con un epilogo drammatico per centinaia di lavoratori. Duemiladuecentocinquantuno sono gli esuberi del fallimento dell'Alitalia privatizzata: una gabella insostenibile ed ingiustificabile, pagata sull'altare del passaggio di CAI dalle mani della cordata di «prenditori» italiani agli arabi-anglosassoni di Etihad, senza contare l'ulteriore taglio salariale e normativo che si abbatterà su chi è rimasto in servizio. Tutto ciò è inaccettabile se si considera che solo nel mese di maggio 2014, mentre Etihad entrava in Alitalia e venivano annunciati imminenti sacrifici, ivi compresi gli esuberi, in nome dell'interesse generale, in Alitalia erano presenti in servizio oltre 1.600 lavoratori precari, concentrati nei settori di terra operativi Pag. 125(scalo, carico-scarico bagagli, rampa, eccetera), necessari per far fronte all'atavico sotto organico esistente nella ex compagnia di bandiera italiana. Ma non solo: mentre i «fuggitivi prenditori italiani», in attesa di sbarcare da Alitalia-Cai, pur di favorire l'investimento di Etihad, consegnavano le lettere di licenziamento ad oltre 1.600 dipendenti, in una stanza attigua, alcuni rappresentanti della illuminata dirigenza si accingevano ad assumere 200 lavoratori a tempo determinato.
  Ma la desertificazione delle attività di terra della ex compagnia di bandiera prosegue nei giorni successivi con le esternalizzazioni delle attività. L'attività informatica dell'Alitalia viene spezzata in due grandi tronconi (attività applicative ed attività operative) pur di favorirne la dismissione. Da subito Alitalia procede con la cessione ad IBM di circa 80 lavoratori inseriti per il momento nelle liste di mobilità e minacciati da un licenziamento che tutti sanno che non potrà concretizzarsi senza un grave pregiudizio dell'attività dei sistemi della compagnia, ma brandito pur di evitare che cresca l'opposizione dei lavoratori a cui lo spettro della disoccupazione farà digerire un pesante peggioramento delle condizioni di lavoro nel passaggio delle attività. L'altro grande spezzone dell'informatica Alitalia, circa 200 dipendenti, sarà invece al momento mantenuto nella compagnia per essere poi ceduto in un secondo momento.
  Oltre 500 lavoratori della Sea Handling sono stati agevolati all'uscita dalla società di gestione degli aeroporti milanesi e, di fatto, sostituiti da lavoratori interinali e precari, nel passaggio delle attività dalla citata azienda ad Airport Handling, la neonata impresa, sorta a fronte del fallimento pilotato della prima in seguito alle multe dell'UE, inflitte per il presunto passaggio di denaro dalla Sea alla stessa Sea Handling.
  Moltissime altre sarebbero le vertenze da raccontare e da descrivere che investono il comparto aereo, aeroportuale e dell'indotto. Tutte evidenziano l'enorme contraddizione esistente tra lo sviluppo del mercato e le ricadute sul mondo del lavoro e pongono l'urgenza di un'azione diretta in grado di imporre una riorganizzazione del settore. Si dovrebbe valutare l'opportunità di introdurre delle regole realmente esigibili a tutela dei lavoratori, prima fra tutte una reale e concreta clausola sociale – perché quella esistente è di fatto disapplicata dalle aziende – con cui garantire nel passaggio di attività da un operatore all'altro. Nell'ambito della liberalizzazione del mercato del trasporto aereo italiano, i lavoratori seguono il lavoro senza dover pagare ogni volta un insostenibile prezzo in termini occupazionali salariali e dei diritti. Paradossale appare pure che, in tale contesto, la spesa pubblica sia concentrata al solo fine di assicurare un sistema di ammortizzatori sociali al personale che viene espulso dalla produzione; un investimento pubblico a perdere, sperperato al solo fine di finanziare la ristrutturazione delle imprese del comparto, pronte ad espellere la forza lavoro più garantita da rimpiazzare con personale a basso costo.
  Altro che protezione dei lavoratori. Si investe denaro pubblico per evitare l'esplosione di un dissenso sociale la cui deflagrazione è solo rinviata. Ora le nuove regole del Jobs Act consentiranno alle compagnie e alle società che operano nel settore aereo-aeroportuale-indotto di avere sgravi fiscali facendo ricorso a nuovo personale a tutele crescenti e licenziabile senza vincoli, fino a 36 mesi. Il bacino di persone licenziato da così poco tempo diventerà di fatto un'ottima fonte di sgravi fiscali e di manodopera ricattabile a cui attingere. Di fatto quello che oggi stava già avvenendo con la sperimentazione dei contratti di ricollocazione: un armamentario di regole finalizzato a finanziare le aziende interinali che ricollocano i lavoratori espulsi con contratti precari e sottopagati a svolgere le stesse mansioni esercitate prima del licenziamento. La mozione che chiediamo all'Aula di approvare intende allora impegnare il Governo a porre in essere ogni iniziativa, anche normativa, tesa ad affrontare in modo efficace la gravissima crisi occupazionale che sta interessando l'intero comparto aereo, aeroportuale Pag. 126e dell'indotto, di cui i casi Alitalia, Meridiana, Groundcare, Sea-handling e Argol rappresentano soltanto alcuni dei più eclatanti, anche considerata l'enorme contraddizione esistente con lo sviluppo del mercato del trasporto aereo italiano. In particolare, si chiede al Governo di consentire una moratoria dell'esercizio provvisorio e della licenza di Groundcare in attesa della definizione del sistema aeroportuale romano; di adoperarsi affinché la vertenza Meridiana si risolva con la possibile garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali ad oggi esistenti, al fine di impedire che si disperdano forze lavoro qualificate come quelle operanti nella suddetta compagnia nel quadro della necessità di avviare urgentemente un tavolo di confronto con il Governo sulla questione sarda, basilare per la messa in campo di un necessario e quanto mai urgente piano per la rinascita economica e sociale della Sardegna che, secondo gli ultimi dati diffusi dall'Inps, conta circa 350.000 persone al di sotto della soglia di povertà relativa e 138.588 pensionati in situazione di povertà assoluta, considerato pure che, secondo i dati ISTAT, in Sardegna ci sono 119.000 disoccupati e 130.000 sfiduciati e ammonterebbe a circa 16.000 il numero dei lavoratori in mobilità; di avviare un'indagine conoscitiva sulla situazione produttiva e occupazionale del comparto aeroportuale italiano, con specifico riferimento ai temi dell'emergenza e della condizione di precarietà che caratterizza il personale operante in tale settore; di farsi promotore di ogni iniziativa di competenza tesa all'accertamento della presenza di eventuali irregolarità sotto il profilo della sicurezza e della tutela igienico-sanitaria dei lavoratori operanti nel comparto aeroportuale, nonché a svolgere le verifiche di competenza sugli appalti con specifico riguardo a quanto esposto in premessa; di salvaguardare e rilanciare il patrimonio industriale del trasporto aereo italiano in considerazione delle grandi potenzialità e delle prospettive che l'intero settore del trasporto e del turismo offrono al nostro Paese, promuovendo con sollecitudine un piano di sviluppo nazionale per il reimpiego e la valorizzazione dei lavoratori del comparto in possesso del know-how e di risorse estromesse dal ciclo produttivo sin dal 2008; di porre in essere ogni atto di competenza finalizzato a chiarire i tempi e le modalità attraverso le quali il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e l'ENAC intendano definire i criteri di selezione.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Cominardi, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00774. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, il processo di deregulation, l'avvento delle compagnie low cost e dell'alta velocità, le stringenti normative europee hanno accentuato, nel corso degli ultimi anni, le criticità insite nel nostro sistema aeroportuale, determinando una serie di aspre conflittualità, che inevitabilmente si sono riverberate sui lavoratori del comparto del trasporto aereo. A ciò si aggiungono le scarse misure di controllo, di verifica e soprattutto di programmazione delle politiche economiche del settore del trasporto aereo italiano che, nel corso di una decina d'anni, ha visto il susseguirsi di ben quattro piani nazionali, di cui l'ultimo ancora in corso di approvazione. I predetti fattori hanno ampliato l'instabilità del sistema, alimentando in modo esponenziale la ricerca della sopravvivenza economica delle aziende attraverso un sistema industriale non più sano e una rincorsa spasmodica alla riduzione dei costi, determinando – come in precedenza affermato – ripercussioni disastrose sull'occupazione ed in particolare sul mantenimento dei posti di lavoro.
  La crisi economica internazionale ha sicuramente contribuito ad aggravare il mercato italiano del trasporto aereo, a causa della forte competizione e difesa dei mercati e delle aziende dei Paesi europei più forti a discapito di quelli meno ricchi e meno strutturati nel settore. Anche gli eventi terroristici di carattere internazionale hanno sicuramente influito negativamente su una situazione già grave, sebbene Pag. 127tali eventi possano essere ascritti esclusivamente come fattori contingenti e non fondamentali. Difatti, appare paradossale che, nonostante i dati rappresentino una realtà in contrazione, il traffico aereo passeggeri degli aeroporti italiani abbia avuto dal 2008 ad oggi uno sviluppo consistente, costituendo di conseguenza uno dei settori economici e di servizi che incamera profitti. Nel primo trimestre del 2015, il traffico sullo scalo romano, gestito da Adr del gruppo Atlantia, è salito dell'8,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, confermando le attese della società di un trend in crescita per l'intero anno. La nostra mozione intende porre all'attenzione del Governo la gravissima crisi occupazionale che sta interessando l'intero comparto aereo e aeroportuale di cui i casi Alitalia, Meridiana, Groundcare, Sea-handling e Argol rappresentano solo alcuni di quelli più eclatanti. Tutte le aziende del settore, ed Alitalia in primo luogo, sono sempre state legate intimamente al mondo politico ed istituzionale, che anziché produrre un processo virtuoso di mantenimento del «pubblico» e dello Stato in un settore strategico per il nostro paese, ha promosso un sistema instabile: la prevista ristrutturazione determinerà, per la predetta società, esuberi strutturali pari a 2.250. Tale ristrutturazione, prevista all'interno di un organico piano industriale, ha richiesto un investimento di Etihad pari a 1,25 miliardi da qui al 2018, sacrificando, in nome dell'interesse generale, oltre 1.600 lavoratori precari, concentrati nei settori di terra operativi (scalo, carico-scarico bagagli, rampa, e altro), pur tuttavia procedendo all'assunzione di 200 lavoratori a tempo determinato. Tali licenziamenti continuano ad avere ripercussioni negative sulle attività di terra della ex-compagnia nazionale, costretta a esternalizzare dette attività. L'attività informatica dell'Alitalia viene spezzata in due grandi tronconi (attività applicative ed attività operative) pur di favorirne la dismissione. La cessione ad IBM determina il licenziamento di circa 70 lavoratori inseriti nelle liste degli esuberi. L'altro grande spezzone dell'informatica di circa 200 dipendenti, sarà invece mantenuto integro, nelle more di una successiva cessione. Relativamente alle restanti attività di manutenzione degli aeromobili della compagnia, al momento concentrate nella divisione tecnica di Alitalia (ormai meno di 2.000 dipendenti contro gli oltre 5.000 degli inizi degli anni 2000) e in AMS (Alitalia Maintenance Systems), una società partecipata, AZ servizi, che si occupa della revisione dei motori, creata nel 2008 ed ormai in liquidazione, si profila la reinternalizzazione dei 200 operai delle manutenzioni licenziati a novembre 2014, da impiegare nelle attività di manutenzione pesante degli aeromobili, ceduta da CAI alla israeliana BEDEC, e gestita da Atitech. Il Gruppo Meridiana, di proprietà del fondo Akfed, è stata ciclicamente salvata da continue iniezioni di capitale. Ciononostante, nel 2013 il numero medio dei dipendenti del gruppo Meridiana era pari a 1.694 addetti di cui 1.011 personale di terra e 683 personale di volo, con una riduzione complessiva di 403 unità rispetto al 2012 mediante utilizzo della procedura CIGS (Cassa integrazione straordinaria). Nel corso del 2014 la situazione di crisi di Meridiana SpA si è ulteriormente aggravata, spingendo i vertici della società ad annunciare un piano di ristrutturazione che prevede la messa in mobilità di 1.634 dipendenti, «in esubero strutturale», di cui 1.478 dipendenti del settore del trasporto aereo (262 piloti, 896 assistenti di volo e 320 dipendenti personale di terra) e 156 dipendenti di Meridiana maintenance, che cura i servizi di manutenzione; nel contempo, è stata avviata la sostituzione della flotta che prevede l'acquisto di 20 aerei Boeing entro la fine del 2015. Di fatto i numeri del piano di ristrutturazione prefigurano un sostanziale ridimensionamento della seconda compagnia di trasporto aereo nazionale, il cui futuro si prospetta del tutto incerto e senza obiettivi industriali credibili: quella che doveva essere un'operazione di salvataggio dell'azienda si configura invece come una vera e propria operazione di dumping. Il licenziamento di 450 lavoratori della società Groundcare, la principale società di Pag. 128handling aeroportuale di Fiumicino, è davvero emblematico. Secondo quanto diffuso dai media, tra il 30 e il 31 dicembre 2014, sarebbero stati chiamati in massa a firmare le liberatorie per la rinuncia al mancato preavviso e per non presentare ricorso opponendosi al licenziamento stesso.
  Detto licenziamento sarebbe stato recapitato successivamente al 1o gennaio 2015, in modo da penalizzare il lavoratore nell'accesso alla mobilità che, come è noto, dal 1o gennaio 2015 ha subito una drastica riduzione per effetto dell'entrata in vigore della «legge Fornero».
  La società Argol ha licenziato 76 lavoratori dopo vent'anni di attività di contratti di appalto della compagnia Alitalia, contratti che la compagnia aeroportuale ha deciso di non rinnovare, con tutti gli effetti che si possono immaginare per i lavoratori addetti alla movimentazione del materiale aeronautico negli hangar di Fiumicino, che nel 2012 sono stati sostituiti con personale più precario e a più basso costo.
  Altrettanto sconcertante appare la vicenda di 500 lavoratori di Sea Handling, agevolati all'uscita dalla società di gestione degli aeroporti milanesi – Linate e Malpensa – e di fatto sostituiti da lavoratori interinali e precari, nel passaggio delle attività dalla citata azienda ad Airport Handling, la neonata impresa sorta a fronte del fallimento pilotato della prima a seguito alle sanzioni dell'Unione europea inflitte, appunto, per il presunto passaggio di denaro dalla Sea alla stessa Sea Handling, che la controlla. La Sea, a sua volta, è posseduta al 54 per cento dal comune di Milano e al 44 per cento da una serie di altri azionisti minori, sia pubblici sia privati.
  Alla luce di quanto espresso, riteniamo indispensabile l'attuazione delle seguenti misure da parte del Governo: ad avviare un'indagine conoscitiva sulla situazione produttiva e occupazionale del comparto aeroportuale, in modo tale da farsi garante di una soluzione che tenga conto della salvaguardia dei posti di lavoro, della dignità umana dei lavoratori coinvolti e delle rispettive famiglie, di cui i casi Alitalia, Meridiana, Groundcare, Sea Handling e Argol rappresentano solo alcuni di quelli più eclatanti e oggetto di numerose vertenze da parte dei lavoratori; ad adottare tutte le possibili iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, a livello nazionale ed europeo, affinché forme di deregulation, come quella attuata dalla compagnia di proprietà dell'Aga Khan, che ha acquistato la Air Italy per trasferirvi tutta la forza lavoro allo scopo di risparmiare, siano vietate; ad adottare misure volte ad impedire il ripetersi di operazioni quali quella verificatasi tra Meridiana Fly e Air Italy, al fine di evitare che i lavoratori si trovino costretti ad accettare contrattazioni al ribasso per non essere licenziati.
  Conseguentemente, chiediamo al Governo di riferire in Parlamento sullo stato della vertenza Meridiana, con particolare riguardo al piano di ristrutturazione e di riorganizzazione aziendale e al futuro occupazionale dei dipendenti interessati; a porre in essere ogni iniziativa di vigilanza e di ispezione da parte delle autorità gerarchiche competenti, per verificare la presenza di eventuali irregolarità sotto il profilo della sicurezza e della tutela igienico-sanitaria dei lavoratori operanti nel comparto aeroportuale, nonché a svolgere le verifiche di competenza sugli appalti, con specifico riferimento a quanto espresso in precedenza; a porre in essere misure che consentano di verificare eventuali abusi di personale tecnico del comparto aereo, che pur usufruendo dell'istituto dell'ammortizzatore sociale, offre la prestazione professionale a compagnie che hanno sede all'estero (questo per quello che riguarda lo scandalo dei piloti in cassa integrazione che utilizzavano questo fondo e lavoravano per compagnie estere, giusto per inciso).
  Chiediamo, inoltre, di approvare al più presto un piano nazionale aeroporti in grado di rispondere alle reali esigenze di mobilità, tale da favorire la definizione dei piani industriali necessari al rilancio delle società di gestione aeroportuali e una rapida approvazione dei contratti di programma da parte dell'ENAC, mettendo in atto le condizioni per la ripresa dell'intero settore e facendosi promotore di una soluzione che salvaguardi gli attuali livelli Pag. 129occupazionali; a valutare i benefici contrattuali ed occupazionali del settore trasporto aereo che scaturirebbero dall'approvazione del contratto di settore da parte delle associazioni datoriali di categoria e dei sindacati confederali, considerando che tale contratto di settore procede in direzione opposta alla politica governativa che, invece, punta ad una definizione dei contratti aziendali più flessibili e variabili, a seconda delle diverse esigenze aziendali; a porre in essere ogni atto di competenza finalizzato a chiarire i tempi e le modalità attraverso le quali il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e l'ENAC intendono definire i criteri di selezione della platea dei lavoratori licenziati da cui le aziende dovranno attingere per le future assunzioni e per l'attivazione dei contratti di ricollocazione, così come definiti dalla legislazione vigente e avviati, in forma sperimentale, nel comparto del trasporto aereo.
  Alla luce della comunicazione della Commissione europea sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree (2014/C 99/03), impegniamo il Governo a valutare l'opportunità di impiegare i fondi del Fondo speciale trasporto aereo per garantire il mantenimento del livello occupazionale, lo sviluppo e la ripresa del sistema aeroportuale anziché il mero sostegno al reddito, anche considerati i risultati finora conseguiti.
  Ed infine, in conseguenza di quanto sopra detto valutare quale sia l'effettivo utilizzo da parte dell'INPS delle somme derivanti dall'applicazione dell'addizionale comunale sui biglietti dei passeggeri di cui agli articoli 4, comma 75, e 2, comma 47, della legge Fornero.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Catalano, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00781. Ne ha facoltà.

  IVAN CATALANO. Grazie Presidente, per handling si intende l'insieme dei servizi svolti in aeroporto finalizzati a fornire assistenza a terra a terzi, vettori, utenti dell'aeroporto. Rientrano in tale insieme tutti i servizi necessari all'aeromobile dal momento in cui atterra a quello in cui riparte. Si tratta di un'attività particolarmente intensiva di lavoro: il costo del fattore lavoro raggiunge il 65-80 per cento dei costi totali.
  Un tempo svolta in regime di monopolio, tale attività è stata parzialmente liberalizzata dalla direttiva comunitaria n. 67 del 1996, che ha introdotto la libera concorrenza dei servizi di assistenza a terra, ha previsto un elenco dettagliato dei servizi da garantire negli aeroporti comunitari ed ha ammesso la possibilità per le compagnie aeree di prestare il servizio in autoproduzione (self handling).
  In Italia, per svolgere l'attività di handling è necessario acquisire la relativa certificazione da parte dell'ENAC, che vi provvede in conformità con la verifica del rispetto dei requisiti di cui all'articolo 13 del decreto legislativo n. 18 del 1999, emanato in esecuzione della citata direttiva.
  Il settore vive un momento di innegabile difficoltà. La vicenda di SEA handling – oggi Airport handling – e della relativa procedura di infrazione comunitaria è conseguenza di tali difficoltà. Anche a voler contestare la natura di aiuto di Stato dei relativi versamenti, non possiamo ignorare che tra il 2002 e il 2010 la SEA ha dovuto sostenere i bilanci in bilico di SEA handling con iniezioni di liquidità per ben oltre 360 milioni di euro.
  Fra le cause dell'attuale crisi del servizio di handling possono individuarsi, secondo il professor Oliviero Baccelli dell'Università Bocconi, il calo dei volumi movimentati e il fatto che «l'uscita delle società di gestione degli aeroporti da questo settore ne ha determinato una frammentazione, con tante aziende di assistenza a terra che tendono a seguire poche compagnie aeree». Ora, la pluralità delle imprese di handling (14 nei soli due scali romani) non è di per sé un fatto negativo ed anzi evidenzia un positivo sviluppo della concorrenza e del mercato dei relativi servizi, purché si garantisca che tutte le imprese presenti sul mercato siano in grado di lavorare in condizioni di efficienza, sicurezza ed eque condizioni di lavoro.Pag. 130
  La Commissione europea, a seguito degli studi dalla stessa svolti in preparazione alla riforma della normativa europea sui servizi di assistenza a terra, ha accertato che il livello di qualità del servizio di handling si riverbera su tutti i portatori di interesse del sistema aeroportuale, ed è quindi suscettibile di danneggiarlo nel suo insieme. Sempre la Commissione europea ha sottolineato la forza del legame intercorrente tra il livello di formazione del personale e il livello di qualità e di sicurezza dei servizi di handling.
  L'attuale assetto del settore è, da questi punti di vista, insoddisfacente. Ci si trova davanti un panorama frammentato, con numerose imprese, e condizioni di lavoro assai disomogenee. Nelle pieghe di tale situazione, e in particolare in quelle realtà dove si verificano casi di subappalti a cascata, si annidano forme di sfruttamento e oggettive minacce alla sicurezza.
  Un discorso a parte meriterebbe la questione dell'abuso della forma cooperativa, fenomeno proprio non solo della logistica aeroportuale, ma dell'intera filiera della logistica nazionale. La cooperativa è un nobile istituto mutualistíco e solidaristico. È quindi tanto più inaccettabile la diffusione di cooperative create per eludere le normative fiscali e lavoristiche. Finte cooperative, che aprono, chiudono e riaprono ciclicamente secondo le più varie necessità; dove vengono quotidianamente calpestati i diritti dei supposti soci, generalmente reclutati fra gli immigrati e i più poveri dei nostri cittadini. A fronte della perdurante infiltrazione criminale non possiamo consentire spazi di opacità nel sistema logistico nazionale.
  Ho dunque presentato una mozione che chiede di intervenire sia in sede europea che in sede nazionale, anche tramite i propri poteri di iniziativa, al fine di introdurre specifiche regole per il subappalto dei servizi di handling, tali da garantire la sicurezza e l'efficienza non solo del servizio di ground handling, ma dell'intero sistema aeroportuale. In particolare, deve essere vietato, nell'ambito dei servizi di handling, la possibilità di ricorrere al subappalto a cascata, ossia l'affidamento di lavorazioni di competenza del subappaltatore ad altra impresa in sub-affidamento. Piuttosto che limitare a valle il numero di imprese, con improprie limitazioni alla concorrenza, è opportuno agire con forza a monte, prevedendo requisiti ben più stringenti di quelli in vigore per la concessione da parte dell'ENAC della certificazione necessaria allo svolgimento di attività di handling. Si deve intervenire ugualmente al fine di prevedere dei periodi obbligatori di addestramento dei lavoratori da parte delle imprese di handling.
  Da ultimo, dobbiamo essere coscienti che si parla ormai di un mercato comune europeo, di un sistema strettamente interdipendente. Nessuno Stato, da solo, può davvero illudersi di poter governare il settore. Per questo ritengo che il Governo debba sostenere gli sforzi della Commissione europea finalizzati all'emanazione di una nuova normativa uniforme del settore, ispirata a maggior concorrenza, maggiore efficienza, maggiore sicurezza, maggiori garanzie di stabilità e formazione della forza lavoro. Tale normativa dovrà avere la forma di un regolamento, e quindi di un atto direttamente applicabile in tutti i Paesi membri.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Giorgio Brandolin. Ne ha facoltà.

  GIORGIO BRANDOLIN. Grazie, Presidente. La discussione sulle linee generali della mozione Scotto ed altri offre un'utile occasione per fare il punto sulla situazione occupazionale e soprattutto produttiva del comparto aereo-aeroportuale. Quanto affermato nella mozione stessa è in parte opinabile. Infatti, in questa si afferma, tra l'altro, che: «sotto il profilo meramente commerciale il comparto aereo-aeroportuale ed il relativo indotto sembrerebbero essere tutt'altro che in crisi». Non è così. È giusto ricordare come il quadro del mercato del trasporto aereo è molto diverso da quello che si prevedeva all'inizio degli anni 2000, quando sono stati fatti importanti investimenti in infrastrutture e in aeromobili, e anche consistenti programmi Pag. 131di assunzione di lavoratori in tutto il comparto aereo-aeroportuale.
  I dati dell'ultimo rapporto ENAC disponibile, che analizza i dati del trasporto aereo relativi all'anno 2013, ci segnalano questioni importanti da considerare: se da una parte si può affermare che il 2013 sia stato un anno positivo per il trasporto aereo mondiale, con una crescita del traffico passeggeri del 5 per cento rispetto al 2012, e del settore cargo dell'1 per cento, il rapporto ENAC italiano conferma, anche per il 2013, la crisi del trasporto aereo in Italia, con una diminuzione del numero dei passeggeri trasportati dell'1,7 per cento, per un totale di 144 milioni di passeggeri.
  Vi è poi da considerare – questo è importante – che una flessione più significativa, meno 5,6 per cento, si registra nel numero dei movimenti, con i quali le compagnie hanno razionalizzato il load factor dei propri voli, che indica la percentuale dei posti effettivamente occupati rispetto a quelli disponibili sul velivolo. In questo quadro, per quanto riguarda il numero dei passeggeri trasportati – ripeto poco più di 144 milioni – l'Italia si colloca al quinto posto in Europa dopo Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna e, se si considera invece il numero di passeggeri trasportati dalle compagnie aeree europee, l'Alitalia si colloca al nono posto, preceduta nell'ordine da Ryanair, Air France-KLM, Lufthansa, British Airways and Iberia, Easyjet, Turkish Airlines, Air Berlin e SAS. Questo per dare alcuni macro dati del settore.
  Per quanto riguarda poi le infrastrutture, nel 2013, l'aeroporto di Fiumicino, il primo scalo italiano, ha avuto una riduzione del numero dei passeggeri sullo scalo intercontinentale del 2,12 per cento, che significa 802 mila passeggeri in meno. Malpensa ha registrato un calo del 3 per cento, quasi 550 mila persone trasportate in meno. Linate ha perso il 2 per cento, con 192 mila passeggeri in meno.
  Per quanto attiene invece ai vettori, la crisi ha continuato a colpire anche Alitalia – il primo vettore del Paese – che ha accusato la contrazione più ampia del mercato: in un anno l'ex compagnia di bandiera ha perso 1,4 milioni di passeggeri, fermandosi a 23,9 milioni, riducendo il vantaggio su Ryanair a poco meno di un milione, con una tendenza che, se non si inverte, quest'anno potrebbe portare allo storico sorpasso tra Ryanair e Alitalia.
  È importante notare che, a fronte di questi 1,4 milioni di passeggeri persi da Alitalia, 1,2 milioni sono stati acquisiti da Ryanair e Easyjet, che, come sappiamo, viaggiano con costi ben diversi. Da non dimenticare, inoltre, che tratte importanti come la Fiumicino-Linate o Fiumicino-Malpensa risentono in misura significativa della concorrenza dei treni ad alta velocità tra Roma e Milano. In questi ultimi anni, sui conti dei vettori hanno pesato molti importanti fattori, tra cui il costo del carburante: non dimentichiamo la straordinaria escalation del prezzo del petrolio tra il 2003 e il 2011, con il valore del greggio che nel 2008-2009 tocca il massimo storico di quasi 150 dollari al barile. Solo tra la fine del 2014 e l'inizio di quest'anno abbiamo potuto beneficiare di un effettivo crollo del prezzo del petrolio, dovuto a cause note, tra cui il calo della domanda e l'aumento della produzione di petrolio non convenzionale. Ma i vettori hanno risentito di altri importanti e rilevanti problemi: il calo della domanda dovuto a una diminuzione della propensione del singolo al consumo, oltre a eventi contingenti, come la persistente crisi politica nei Paesi del Mar Rosso e del Medio Oriente, che finiscono per incidere negativamente sull'intero settore della navigazione aerea e non solo sugli specifici bacini di traffico direttamente interessati. Non dimentichiamo poi anche l'effetto negativo dell'incremento delle tariffe aeroportuali e di navigazione aerea sulla domanda di trasporto.
  È evidente come questi dati, che si sommano a quelli degli anni precedenti, caratterizzati dalla più profonda e lunga crisi economico-finanziaria dal dopoguerra, hanno avuto pesanti ricadute sulla tenuta del sistema imprenditoriale del settore del trasporto aereo e, soprattutto, sui livelli quindi occupazionali, con l'apertura di molte vertenze e tavoli di crisi riportate Pag. 132anche nella mozione di cui stiamo parlando. Nella mozione Scotto, Airaudo e altri, si afferma, tra l'altro, che è paradossale, leggo virgolettato: «che in tale contesto la spesa pubblica sia concentrata al solo fine di assicurare un sistema di ammortizzatori sociali al personale espulso dalla produzione»; questo viene definito «un investimento pubblico a perdere, sperperato anche per finanziare la ristrutturazione delle imprese del comparto che espellono forza lavoro precedentemente più garantita al fine di sostituirla con personale precario e a basso costo, quasi a voler investire denaro pubblico per evitare l'esplosione di un dissenso sociale la cui deflagrazione, senza i dovuti interventi, potrà essere solo rinviata». Ma attenzione, il sostegno ai lavoratori del comparto non è stato assicurato solo a carico della spesa pubblica, come ben si sa. Come è noto, per la gestione di tali situazioni, dal 2004 opera il Fondo speciale per il trasporto aereo, istituito con la legge n. 291 del 2004 e alimentato da un contributo sulle retribuzioni a carico dei datori di lavoro pari allo 0,375 per cento e dei lavoratori pari allo 0,125 per cento, nonché dall'addizionale comunale sui diritti di imbarco, che ricordo essere di tre euro a biglietto, per ciascun biglietto di trasporto aereo acquistato da qualsiasi passeggero. In base a tale legge, il Fondo interviene in caso di crisi di aziende del settore del trasporto aereo, per erogare specifici trattamenti a favore di lavoratori interessati da riduzioni dell'orario di lavoro, da sospensioni temporanee dell'attività lavorativa o da processi di mobilità, nonché per finanziare programmi formativi di riconversione o riqualificazione sia nei confronti del personale di volo (piloti e assistenti di volo), con una mensilità che sfiora i 5, 6, 7 mila euro, e anche più, al mese, sia del personale di terra, per un totale di circa 150.000 potenziali beneficiari.
  È importante sottolineare che l'intervento del Fondo integra i trattamenti di mobilità, cassa integrazione e guadagni straordinaria, cassa integrazione in deroga e solidarietà, garantendo il raggiungimento dell'80 per cento della retribuzione comunicata dall'azienda all'INPS al momento della richiesta del trattamento integrativo, fino ad un massimo di 7 anni.
  Nell'agosto e nel dicembre del 2014, a fronte delle crisi riportate nella mozione, sono stati raggiunti, per importanti crisi del settore, ad esempio Meridiana, accordi a livello governativo con le parti sociali, che prevedono un'estensione della durata della prestazione di ulteriori due anni, fino ad un massimo di 9 anni. In questi due anni aggiuntivi il Fondo dovrebbe sostenere l'intero carico relativo all'80 per cento della retribuzione di riferimento, nonché l'onere della cosiddetta contribuzione correlata, ovvero i contributi previdenziali, pari circa al 30 per cento della retribuzione che il lavoratore percepiva prima della cessazione del rapporto di lavoro. Attualmente, considerate le entrate previste per il 2015, il Fondo ha una disponibilità di cassa di circa 47 milioni di euro al netto delle somme già impegnate a seguito di delibere assunte.
  Tra le vertenze più difficili e gravose – è giusto ricordarle – dal punto di vista occupazionale si segnala, ovviamente, quella del gruppo Alitalia che si è conclusa con la stipula dell'accordo quadro, firmato presso il Ministero dello sviluppo economico, il 12 luglio 2014, che ha comportato, comunque, esuberi pari a 1.635 unità. La vertenza si è avviata a conclusione anche per l'ingresso di Etihad Airways nel capitale sociale della compagnia. Tra le molte situazioni ancora da risolvere, il caso Meridiana è quello che desta maggiori preoccupazioni per gli oltre 1.000 lavoratori che rischiano di essere messi fuori produzione, nonostante il pronto avvio di un tavolo di confronto in sede ministeriale (domani mi risulta ci sarà un'ulteriore riunione tra Governo, sindacati e impresa).
  Il prossimo 13 aprile, è stato programmato lo sciopero di tutti i lavoratori degli Handlers e delle compagnie aeree straniere aderenti, e non, a Fairo, indetto dalla Filt-CGIL, Fit-CISL, UIL trasporti e UGL trasporti, per denunciare i ritardi e l'indisponibilità delle associazioni datoriali a ricercare le condizioni per una rapida soluzione della vertenza contrattuale aperta ormai da Pag. 133anni, ma da tempo si lavora in modo proficuo per dotare l'industria del trasporto aereo di un unico contratto nazionale. Molti sono i fattori esogeni ed endogeni che possono cambiare il quadro di riferimento in cui operano anche le imprese del trasporto aereo, con prospettive di ripresa che, solo pochi mesi addietro, apparivano impensabili e che potrebbero invertire le tendenze sin qui registrate ed attenuare i fattori di difficoltà gestionale e di tensione occupazionale.
  Sul fronte esterno, sicuramente il crollo del prezzo del petrolio, il deprezzamento dell'euro sulla divisa statunitense e il consolidamento della ripresa americana, che da un lato riducono drasticamente i costi energetici, dall'altro rendono le tariffe europee e nazionali più concorrenziali sul mercato globale e possono attivare nuovi flussi di traffico verso il nostro Paese e nuovo lavoro.
  Sul piano nazionale, le misure per il sostegno dei consumi, la riforma del mercato del lavoro, finalizzata, tra l'altro, a un sistema di ammortizzatori sociali più inclusivo e al superamento delle forme contrattuali più precarizzanti, le misure di incentivazione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato e l'esclusione del costo del lavoro dalla base di calcolo dell'IRAP, costituiscono, secondo me, un contesto normativo di cui potranno avvalersi tutte le imprese, anche quelle del comparto aereo, per recuperare competitività e per riprendere ad investire e assumere.
  Ricordato tutto questo, credo sia importante sottolineare come il Governo stia operando per dare una soluzione strutturale, e non solo ogni volta emergenziale, ai problemi del comparto aereo-aeroportuale e del relativo indotto, e, in modo particolare, alle questioni che riguardano il personale e, in generale, tutti i lavoratori del settore.
  A tale proposito è doveroso ricordare come il Governo abbia licenziato il Piano nazionale degli aeroporti, adottato dalla Presidenza del Consiglio alla fine del 2014. Il 19 febbraio scorso è stata raggiunta l'intesa in Conferenza Stato-regioni. Questo piano sarà ora sottoposto all'esame, per il parere, delle competenti Commissioni parlamentari prima della definitiva deliberazione del Consiglio dei Ministri.
  Il varo del Piano nazionale degli aeroporti da parte del Governo, è stato valutato in modo molto positivo dal mercato internazionale, in particolare dagli investitori, perché per la prima volta l'Italia si è dotata di un quadro di riferimento strategico che consente di avere certezze in merito ad alcune priorità, e, in particolare, indica in modo chiaro gli aeroporti fondamentali, di interesse nazionale e di interesse strategico e individua gli investimenti necessari a tali aeroporti per una adeguata dotazione infrastrutturale. Il Piano nazionale determina, inoltre, la strategia degli investimenti dello Stato nelle infrastrutture di collegamento degli scali.
  Per superare perdite, sprechi e inefficienze il Piano individua dieci bacini di traffico omogeneo, determinati in base al criterio della distanza massima di due ore di percorso in auto da un aeroporto di particolare rilevanza strategica. Questi dieci sono: nord-ovest, nord-est, centro nord, centro Italia, Campania, Mediterraneo, Adriatico, Calabria, Sicilia occidentale, Sicilia orientale e Sardegna. In questi bacini sono stati individuati tre aeroporti strategici intercontinentali (Roma, Milano, Venezia), nove aeroporti strategici inseriti nel core network europeo. Inoltre, in alcuni di questi bacini sono stati individuati gli aeroporti considerati di interesse nazionale, a condizione che questi abbiano una specializzazione dello scalo e una sua riconoscibile vocazione funzionale al sistema all'interno del bacino di utenza e la dimostrazione che l'aeroporto, tramite un piano industriale corredato da un piano economico-finanziario, è in grado di raggiungere l'equilibrio economico-finanziario anche tendenziale e adeguati indici di solvibilità patrimoniale, almeno su un triennio.
  Infine, la qualifica di aeroporti di interesse nazionale – questo è importante in particolare per la Sardegna, la Sicilia e il Meridione – è attribuita anche a quegli scali che garantiscono la continuità territoriale di regioni periferiche e aree in via di sviluppo o particolarmente disagiate, qualora non sussistano altre modalità di Pag. 134trasporto, in particolare ferroviario, adeguate a garantire la cosiddetta continuità.
  Il Piano nazionale degli aeroporti – e finisco, Presidente – è quindi finalmente lo strumento di programmazione e sviluppo di cui il nostro Paese aveva bisogno.
  C’è poi il caso Alitalia. È importante ricordare come il via libera dell'Unione europea ha permesso il closing definitivo tra i due soci italiani Alitalia ed Etihad con un investimento e un piano industriale di 1 miliardo e 700 milioni di euro. Quindi, l'azienda, che ha 14 mila dipendenti, ne aveva in esubero 5 mila, poi ridotti a 2.125. Tutte cose che sappiamo.
  La compagnia Meridiana, come noto, non era a rischio di chiusura, come inserito nella mozione di cui parliamo, ma ha evidenziato un serio problema di esuberi per i quali, finita la cassa integrazione, si chiede la mobilità. Tali condizioni e prospettive non potranno non essere tenute nella dovuta considerazione ai fini della definizione e dell'auspicata soluzione delle diverse vertenze ancora aperte, alcune delle quali descritte nelle mozioni in discussione (Alitalia, Meridiana, Ground Care, SEA Handling).
  Per quanto detto, annuncio la presentazione di una mozione da parte del gruppo del Partito Democratico, con impegni precisi e puntuali per il Governo, su importanti questioni che riguardano la situazione occupazionale e produttiva del comparto aeroportuale, riferite, però, all'interno di una soluzione strutturale e non solo e continuamente emergenziale.

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni. Prendo atto che il Governo si riserva di intervenire successivamente. Il seguito della discussione è rinviato ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori (ore 21,35).

  PAOLO BERNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Grazie Presidente, oggi, dopo trentacinque anni, la corte d'appello di Palermo ha messo la parola fine sul caso dell'aereo DC9 dell'Itavia, conosciuto da tutti come la strage di Ustica. Nella sentenza viene ricostruito quello che avvenne il 27 giugno 1980 nei cieli del basso Tirreno. Vengono confermati i risarcimenti alle famiglie delle vittime e viene stabilito che l'abbattimento avvenne a causa di un missile e, quindi, venne abbattuto da un altro aereo che intersecò la sua rotta, uccidendo ottantuno persone, e non da una bomba esplosa a bordo o da un cedimento strutturale. Un atto di guerra non dichiarato ad opera di un missile non identificato è stata la causa di questa tragedia. La sentenza non ha portato a galla il movente e neanche il colpevole, anche se un'ipotesi c’è e viene da una fonte autorevole che a quei tempi era Presidente del Consiglio. Nel 2007 il Presidente della Repubblica emerito Francesco Cossiga parlò di un missile che era stato lanciato da un aereo decollato da una portaerei francese per colpire un velivolo in cui viaggiava il leader libico Gheddafi. Dopo trentacinque anni Gheddafi non c’è più, ucciso dalle stesse autorità francesi che secondo Cossiga cercarono di ucciderlo nel giugno del 1980. A causa degli interessi strategici ed economici di questo Stato europeo, non solo, come dice Cossiga, hanno perso la vita ottantuno cittadini innocenti, ma è stato messo a ferro e fuoco uno Stato sovrano, senza nessuna dichiarazione di guerra, solo per poter controllare le sue fonti energetiche e avere l'esclusiva dello sfruttamento.
  Francia, Stati Uniti e Italia sono colpevoli del caos che continua a imperversare in Libia. Invece di utilizzare i soldi pubblici per bombardare all'estero, sarebbe più utile investire nella sicurezza dei cittadini italiani, per evitare che avvengano nuove stragi come quella di Ustica e soprattutto per arrivare a mettere la parola fine a questa vicenda, dando un volto e un perché a tutto questo dolore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CLAUDIO COMINARDI. Chiedo di parlare.

Pag. 135

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, ieri si sono svolti i funerali di Rinaldo Franzoni. Rinaldo Franzoni era un lavoratore, un artigiano, di 62 anni di età, che è morto cadendo da un'impalcatura a Carpenedolo, nella provincia di Brescia. Ma la cosa che mi lascia un po’ sconcertato è il fatto che è l'ennesima morte sul lavoro. Siamo già in infrazione per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro. Ma la cosa ancora peggiore è che queste morti possono anche vedersi un po’ come morti di Stato in parte, nel senso che, dopo la riforma Fornero, vi è stato l'innalzamento dell'età pensionabile senza nemmeno aver tenuto conto della qualità della vita, soprattutto in determinati settori, dove il fattore di rischio è molto più elevato e gli sforzi sono molto più grandi. Ciò è evidente perché ci sono degli studi che dimostrano che, per esempio nell'edilizia, si vive molto meno rispetto a molti altri settori. Pensiamo a un dirigente di banca, mettendolo a confronto. E non è logico che vadano in pensione alla stessa età. E queste persone continuano a morire tutti i giorni.
  Per questa ragione, mi piacerebbe ci fosse maggiore attenzione da questo Parlamento, anche perché c’è stata la possibilità tempo fa di inserire pure la categoria degli edili tra i lavoratori usuranti. Si era trovato un fondo di un miliardo e mezzo di euro; l'aveva trovato il collega Davide Tripiedi. E cosa ha fatto il Governo durante la legge di stabilità ? Anziché dare questa opportunità in più, in quanto c'erano i soldi, perché i soldi ci sono, cosa ha fatto ? Ha svuotato quel fondo per destinarlo chissà a cosa e a chi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie Presidente, io stringo tra le mani un avviso di conclusione delle indagini da parte della procura della Repubblica presso il tribunale di Milano e questo avviso di conclusione riguarda il caso Monte dei Paschi di Siena.
  Infatti si accusano, secondo la procura, l'allora presidente Giuseppe Mussari, il DG Antonio Vigni, il capo dell'area finanza Gianluca Baldassarri e la stessa banca Monte dei Paschi nonché la Nomura International Bank di aver occultato perdite per 308 milioni di euro. L'accusa è di falso in bilancio e aggiotaggio sui conti del 2009 rispetto al derivato Alexandria. In breve, secondo i PM milanesi, questi personaggi avrebbero utilizzato un'operazione di finanziamento da 3 miliardi in BTP al 2034 che però in realtà era un credit default swaps cioè un derivato di copertura contro il fallimento dello stato italiano venduto da MPS a Nomura a prezzi scontatissimi. MPS iscrisse però non la sostanza economica ma semplicemente l'operazione con i singoli contratti che la componevano e quello che voglio sottolineare con questo intervento è che ancora oggi all'interno dei bilanci del Monte dei Paschi Siena non viene contabilizzata l'operazione come derivato ma ancora viene inserita come un titolo di Stato quindi contro ogni regola della vigilanza nonostante sia già stato denunciato da Bankitalia, Consob e tutte le autorità competenti. Ci chiediamo se adesso che arriverà l'assemblea e ci sarà un nuovo aumento di capitale, una nuova richiesta di soldi ai soci, hanno già bruciato 4 miliardi di euro di Monti bond, 5 miliardi dell'ultimo aumento di capitale e si chiederanno altri 5 miliardi di aumento di capitale, quindi il più grande aumento di capitale della storia d'Italia e viene bruciato così con i soldi dei cittadini.
  Mi chiedo quanto tempo dobbiamo aspettare ancora per sentire due parole da Draghi, da Padoan sull’affaire Monte dei Paschi di Siena, un affaire targato PD che ha bruciato miliardi di euro dei contribuenti italiani.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Pag. 136

  Giovedì 9 aprile 2015, ore 9:

  (ore 9 e ore 16)

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale (C. 2617-A).
   e delle abbinate proposte di legge: MAESTRI ed altri; BOBBA ed altri; CAPONE ed altri (C. 2071-2095-2791).
  — Relatori: Lenzi, per la maggioranza; Rondini, Grillo e Nicchi, di minoranza.

  2. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   S. 10-362-388-395-849-874 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: MANCONI ed altri; CASSON ed altri; BARANI; DE PETRIS e DE CRISTOFARO; BUCCARELLA ed altri; TORRISI: Introduzione del delitto di tortura nell'ordinamento italiano (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (C. 2168-A).
   e delle abbinate proposte di legge: PISICCHIO; BRESSA ed altri; MIGLIORE ed altri; GOZI ed altri; MARAZZITI ed altri; DANIELE FARINA ed altri (C. 189-276-588-979-1499-2769).
  — Relatori: Vazio, per la maggioranza; Ferraresi, di minoranza.

  3. – Seguito della discussione delle mozioni De Girolamo ed altri n. 1-00653, Scotto ed altri n. 1-00680, Famiglietti ed altri n. 1-00685, Cariello ed altri n. 1-00688, Palese ed altri n. 1-00689, Di Lello ed altri n. 1-00764, Matarrese ed altri n. 1-00765, Labriola ed altri n. 1-00766 e Barbanti ed altri n. 1-00770 concernenti interventi a favore del Mezzogiorno.

  4. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   MOLEA ed altri: Disposizioni per favorire l'integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l'ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva (C. 1949-A).
  — Relatrice: Blazina.

  5. – Seguito della discussione delle mozioni Speranza, Dellai ed altri n. 1-00769, Scotto ed altri n. 1-00776, Benedetti ed altri n. 1-00778, Gelmini ed altri n. 1-00779, Guidesi ed altri n. 1-00780 e De Girolamo ed altri n. 1-00782 concernenti iniziative in merito alla cosiddetta Carta di Milano, in relazione ad Expo 2015.

  6. – Seguito della discussione delle mozioni Spessotto ed altri n. 1-00531 e Scotto ed altri n. 1-00777 concernenti la realizzazione del corridoio di viabilità autostradale dorsale Civitavecchia-Orte-Mestre.

  7. – Seguito della discussione delle mozioni Scotto ed altri n. 1-00694, Cominardi ed altri n. 1-00774, Garofalo ed altri n. 1-00775 e Catalano ed altri n. 1-00781 concernenti iniziative in merito alla situazione occupazionale e produttiva del comparto aereo-aeroportuale.

  (ore 15)

  8. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 21,45.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2617-A – em. 2.405 399 390 9 196 147 243 72 Resp.
2 Nom. articolo 2 424 285 139 143 268 17 71 Appr.
3 Nom. em. 3.203 431 429 2 215 18 411 71 Resp.
4 Nom. em. 3.205 437 435 2 218 58 377 70 Resp.
5 Nom. em. 3.238 444 382 62 192 110 272 70 Resp.
6 Nom. em. 3.240 447 444 3 223 113 331 70 Resp.
7 Nom. articolo 3 447 360 87 181 335 25 70 Appr.
8 Nom. em. 4.500 433 430 3 216 64 366 70 Resp.
9 Nom. em. 4.316 436 433 3 217 101 332 70 Resp.
10 Nom. em. 4.313 rif. 328 328 165 328 85 Appr.
11 Nom. em. 4.320 373 336 37 169 101 235 85 Resp.
12 Nom. em. 4.321 383 382 1 192 125 257 84 Resp.
13 Nom. em. 4.324 393 393 197 150 243 84 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 4.210, 4.322 401 360 41 181 108 252 83 Resp.
15 Nom. em. 4.502 402 397 5 199 150 247 82 Resp.
16 Nom. em. 4.325 407 407 204 118 289 81 Resp.
17 Nom. em. 4.327 419 411 8 206 115 296 81 Resp.
18 Nom. em. 4.328 419 401 18 201 102 299 81 Resp.
19 Nom. em. 4.700 423 423 212 419 4 81 Appr.
20 Nom. em. 4.332 423 405 18 203 133 272 80 Resp.
21 Nom. em. 4.336 417 417 209 105 312 80 Resp.
22 Nom. em. 4.337 422 422 212 108 314 79 Resp.
23 Nom. em. 4.357 429 429 215 106 323 79 Resp.
24 Nom. em. 4.338 432 428 4 215 93 335 78 Resp.
25 Nom. em. 4.341 429 418 11 210 83 335 78 Resp.
26 Nom. em. 4.344 432 384 48 193 98 286 78 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 4.349 435 435 218 163 272 76 Resp.
28 Nom. em. 4.350 426 425 1 213 116 309 76 Resp.
29 Nom. em. 4.352 434 433 1 217 116 317 76 Resp.
30 Nom. em. 4.354 438 436 2 219 432 4 76 Appr.
31 Nom. em. 4.355 428 419 9 210 158 261 76 Resp.
32 Nom. em. 4.358 422 413 9 207 108 305 76 Resp.
33 Nom. em. 4.364 434 425 9 213 25 400 76 Resp.
34 Nom. em. 4.211 442 376 66 189 92 284 76 Resp.
35 Nom. em. 4.361 454 453 1 227 170 283 76 Resp.
36 Nom. em. 4.365 rif. 445 445 223 442 3 75 Appr.
37 Nom. em. 4.373 441 432 9 217 83 349 75 Resp.
38 Nom. em. 4.372 rif. 442 441 1 221 438 3 75 Appr.
39 Nom. em. 4.370 435 361 74 181 105 256 75 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 4.374 444 443 1 222 102 341 75 Resp.
41 Nom. em. 4.375 439 386 53 194 103 283 75 Resp.
42 Nom. em. 4.212 rif. 440 439 1 220 433 6 75 Appr.
43 Nom. em. 4.378 443 404 39 203 132 272 75 Resp.
44 Nom. em. 4.380 436 432 4 217 161 271 75 Resp.
45 Nom. em. 4.377 436 433 3 217 161 272 75 Resp.
46 Nom. em. 4.383 427 425 2 213 157 268 75 Resp.
47 Nom. em. 4.382 438 427 11 214 110 317 75 Resp.
48 Nom. articolo 4 435 337 98 169 272 65 75 Appr.
49 Nom. em. 5.405 386 386 194 28 358 74 Resp.
50 Nom. em. 5.408 399 393 6 197 64 329 74 Resp.
51 Nom. subem. 0.5.700.1 407 375 32 188 17 358 74 Resp.
52 Nom. em. 5.700 430 408 22 205 384 24 74 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 5.403 428 419 9 210 78 341 74 Resp.
54 Nom. em. 5.410 442 440 2 221 417 23 74 Appr.
55 Nom. articolo 5 447 313 134 157 302 11 74 Appr.
56 Nom. em. 6.420 431 360 71 181 94 266 74 Resp.
57 Nom. em. 6.423 437 435 2 218 161 274 74 Resp.
58 Nom. em. 6.424 445 400 45 201 131 269 74 Resp.
59 Nom. em. 6.422 443 433 10 217 113 320 74 Resp.
60 Nom. em. 6.400 444 441 3 221 382 59 74 Appr.
61 Nom. em. 6.406 441 403 38 202 14 389 74 Resp.
62 Nom. em. 6.45 439 430 9 216 85 345 74 Resp.
63 Nom. em. 6.407 425 422 3 212 123 299 74 Resp.
64 Nom. em. 6.430 427 384 43 193 80 304 74 Resp.
65 Nom. em. 6.4 443 439 4 220 100 339 74 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 6.431 458 433 25 217 333 100 74 Appr.
67 Nom. em. 6.5, 6.56 460 451 9 226 117 334 74 Resp.
68 Nom. em. 6.416 454 453 1 227 50 403 74 Resp.
69 Nom. em. 6.433 455 454 1 228 123 331 74 Resp.
70 Nom. em. 6.432 437 436 1 219 115 321 74 Resp.
71 Nom. em. 6.409 437 403 34 202 117 286 74 Resp.
72 Nom. em. 6.415 446 402 44 202 120 282 74 Resp.
73 Nom. em. 6.439 442 434 8 218 110 324 74 Resp.
74 Nom. em. 6.440 419 414 5 208 104 310 74 Resp.
75 Nom. em. 6.441 434 430 4 216 115 315 74 Resp.
76 Nom. em. 6.442 441 435 6 218 112 323 74 Resp.
77 Nom. em. 6.8 435 435 218 114 321 74 Resp.
78 Nom. em. 6.9 439 437 2 219 47 390 74 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 6.411 438 432 6 217 106 326 74 Resp.
80 Nom. em. 6.446 437 436 1 219 117 319 74 Resp.
81 Nom. em. 6.447 437 437 219 116 321 74 Resp.
82 Nom. em. 6.401 440 440 221 420 20 74 Appr.
83 Nom. em. 6.73 438 438 220 158 280 74 Resp.
84 Nom. em. 6.74 440 402 38 202 121 281 74 Resp.
85 Nom. articolo 6 418 372 46 187 260 112 74 Appr.
86 Nom. em. 7.300 395 353 42 177 108 245 74 Resp.
87 Nom. em. 7.360 406 365 41 183 112 253 74 Resp.
88 Nom. em. 7.302 408 367 41 184 108 259 74 Resp.
89 Nom. em. 7.8 417 409 8 205 45 364 74 Resp.
90 Nom. em. 7.325 415 320 95 161 25 295 74 Resp.
91 Nom. em. 7.7 415 412 3 207 47 365 74 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. em. 7.5 422 421 1 211 76 345 74 Resp.
93 Nom. em. 7.304 420 411 9 206 110 301 74 Resp.
94 Nom. em. 7.320 410 410 206 111 299 74 Resp.
95 Nom. em. 7.321 408 408 205 141 267 74 Resp.
96 Nom. em. 7.332 404 404 203 147 257 75 Resp.
97 Nom. em. 7.333 417 417 209 98 319 74 Resp.
98 Nom. subem. 0.7.700.1 406 375 31 188 110 265 74 Resp.
99 Nom. subem. 0.7.700.2 414 376 38 189 111 265 74 Resp.
100 Nom. subem. 0.7.700.3 412 373 39 187 89 284 74 Resp.
101 Nom. em. 7.700 417 407 10 204 308 99 74 Appr.
102 Nom. em. 7.350 417 416 1 209 120 296 74 Resp.
103 Nom. em. 7.400 417 407 10 204 302 105 74 Appr.
104 Nom. em. 7.600 420 411 9 206 296 115 74 Appr.


INDICE ELENCO N. 9 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. articolo 7 419 387 32 194 271 116 74 Appr.
106 Nom. em. 8.27 393 383 10 192 84 299 74 Resp.
107 Nom. em. 8.101 384 377 7 189 72 305 74 Resp.
108 Nom. subem. 0.8.700.1 378 378 190 92 286 74 Resp.
109 Nom. subem. 0.8.700.2 381 381 191 45 336 74 Resp.
110 Nom. em. 8.700 391 361 30 181 241 120 74 Appr.
111 Nom. em. 8.409 373 343 30 172 102 241 74 Resp.
112 Nom. em. 8.7 385 353 32 177 95 258 74 Resp.
113 Nom. em. 8.1 382 379 3 190 105 274 74 Resp.
114 Nom. em. 8.2 372 347 25 174 80 267 74 Resp.
115 Nom. em. 8.44 386 338 48 170 88 250 74 Resp.
116 Nom. em. 8.3 384 380 4 191 116 264 74 Resp.
117 Nom. em. 8.701 383 382 1 192 292 90 74 Appr.
INDICE ELENCO N. 10 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 126)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nom. em. 8.4, 8.45 383 363 20 182 123 240 74 Resp.
119 Nom. em. 8.5 384 378 6 190 45 333 74 Resp.
120 Nom. em. 8.416 383 311 72 156 302 9 74 Appr.
121 Nom. em. 8.420 378 353 25 177 352 1 74 Appr.
122 Nom. em. 8.214 371 282 89 142 46 236 74 Resp.
123 Nom. em. 8.213 373 364 9 183 18 346 74 Resp.
124 Nom. em. 8.46 376 373 3 187 89 284 74 Resp.
125 Nom. em. 8.422 371 369 2 185 61 308 74 Resp.
126 Nom. articolo 8 362 319 43 160 238 81 74 Appr.