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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 362 di mercoledì 14 gennaio 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9,30.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

Sul processo verbale (ore 9,37).

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni...

  CLAUDIO COMINARDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Cominardi, immagino che lei chieda di parlare per chiarire il proprio pensiero sull'intervento che ha svolto ieri. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Scusi il fiatone, ma ho dovuto fare tutto di fretta. Vorrei chiarire il mio pensiero, perché ieri, in merito alle critiche rivolte al Governo per il mancato intervento nel dibattito e nella discussione, avevo citato delle dichiarazioni rese in passato da Brunetta, in occasione della riforma della pubblica amministrazione, nelle quali si parlava di fannulloni nella pubblica amministrazione. Ma lo stesso Renzi, in un'altra occasione, parlava addirittura di Fantozzi. Io in realtà non è che volessi dare del Fantozzi ai rappresentanti del Governo, però quanto meno volevo fargli fare una riflessione. Questo volevo esplicitare, perché, insomma, Fantozzi ha anche una sua dignità.

  PRESIDENTE. Onorevole Cominardi, come sa, questa precisazione figurerà nel resoconto stenografico della giornata di oggi.
  Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amici, Bindi, Bobba, Boccia, Bonafede, Bratti, Brunetta, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, Dellai, Di Lello, Epifani, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Galati, Giancarlo Giorgetti, Gitti, Guerra, La Russa, Manciulli, Pes, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Sisto, Speranza, Tabacci, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,39).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante Pag. 2procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10,15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LAURA BOLDRINI

Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale: S. 1429 – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (A.C. 2613-A); e degli abbinati progetti di legge costituzionale: D'iniziativa popolare; D'iniziativa popolare; Vignali; Cirielli; Cirielli; Cirielli; Causi; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Giachetti; Scotto; Francesco Sanna; Peluffo ed altri; Lenzi; Lauricella ed altri; Bressa e De Menech; Caparini ed altri; Caparini ed altri; Vaccaro; Laffranco e Bianconi; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Giancarlo Giorgetti ed altri; Giancarlo Giorgetti ed altri; La Russa ed altri; Abrignani ed altri; Toninelli ed altri; Gianluca Pini; Laffranco e Bianconi; Ginefra ed altri; Giorgia Meloni ed altri; Migliore ed altri; D'iniziativa del Governo; Bonafede e Villarosa; Pierdomenico Martino; Brambilla; Giancarlo Giorgetti ed altri; Cirielli e Giorgia Meloni; Valiante; Quaranta ed altri; Lacquaniti ed altri; Civati ed altri; Bossi; Lauricella e Simoni; Dadone ed altri; Giorgis ed altri; La Russa ed altri; Rubinato ed altri; D'iniziativa del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna; Matteo Bragantini ed altri; Civati; Francesco Sanna ed altri (A.C. 8, 14, 21, 32, 33, 34, 148, 177, 178, 179, 180, 243, 247, 284, 329, 355, 357, 379, 398, 399, 466, 568, 579, 580, 581, 582, 757, 758, 839, 861, 939, 1002, 1259, 1273, 1319, 1439, 1543, 1660, 1706, 1748, 1925, 1953, 2051, 2147, 2221, 2227, 2293, 2329, 2338, 2378, 2402, 2423, 2441, 2458, 2462, 2499).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge costituzionale, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato, n. 2613-A: Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione; e degli abbinati progetti di legge costituzionale nn. 8, 14, 21, 32, 33, 34, 148, 177, 178, 179, 180, 243, 247, 284, 329, 355, 357, 379, 398, 399, 466, 568, 579, 580, 581, 582, 757, 758, 839, 861, 939, 1002, 1259, 1273, 1319, 1439, 1543, 1660, 1706, 1748, 1925, 1953, 2051, 2147, 2221, 2227, 2293, 2329, 2338, 2378, 2402, 2423, 2441, 2458, 2462, 2499.
  Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento Cozzolino 1.86.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo dunque l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.87, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle, della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Passiamo ai voti.Pag. 3
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.87.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mattiello, Cassano, Mongiello, Mauri, Matarrelli, Ricciatti, Fava, Valente, Zaccagnini, Carella, Stumpo, Ruocco, Chaouki, Rizzetto, Baroni, Dadone, Parrini, Buttiglione, Mucci, Bossi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  407   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no   311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Buttiglione ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.88, sul quale vi è il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Murer, Palmieri, Covello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  406   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  95    
    Hanno votato no  311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.89, sul quale vi è il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente, annuncio il voto contrario di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Presidente, la libertà di associazione sancita dall'articolo 18 della Costituzione costituisce un diritto fondamentale, è uno dei capisaldi della democrazia dello Stato. Quindi, questa sua natura, questa sua rilevanza ci porta a sostenere che nella legislazione ordinaria sulle materie che afferiscono a questo diritto il Senato, e anche il nuovo Senato, debba vedersi riconosciuta una funzione paritaria rispetto a quella della Camera.
  In questo caso particolare, però, non ci limitiamo soltanto a porre una questione di principio, che poi, a nostro avviso, è di estrema importanza, ma è rilevante anche un aspetto pratico: la legislazione in materia di associazionismo in gran parte, se non nella sua totalità, si richiama proprio a questo articolo della Costituzione.
  Nel nostro ordinamento, tale legislazione ampia è soggetta spesso a modifiche, perché l'associazionismo costituisce un fenomeno che si è molto sviluppato nel nostro Paese e del quale esistono forme diverse.
  Nell'ambito dell'articolo 18 della Costituzione rientra anche tutta l'ampia legislazione in tema di ordini e collegi professionali. In passato si era posta la questione se l'esistenza di associazioni obbligatorie, in cui l'adesione alle stesse costituisce un presupposto per l'esercizio di determinate attività o professioni, non ledesse la libertà di non aderire ad alcuna associazione sancita dallo stesso articolo 18.Pag. 4
  Si tratta, come vediamo, di un ampio settore normativo, che investe ed esercita effetti su tanta parte della società italiana.
  Anche in questo senso, dunque, riteniamo che sia doveroso prevedere un processo di formazione legislativa che consenta il massimo approfondimento dell'analisi e della ponderazione possibile, sia da un punto di vista tecnico, relativo alla valutazione dell'impatto che la nuova normativa può produrre sull'ordinamento esistente, sia da un punto di vista meramente politico.
  In questo senso, sempre nell'ambito delle materie che afferiscono all'articolo 18 della Costituzione, si possono citare le cosiddette ronde, ovvero quelle associazioni di cittadini che, in determinate zone del Paese, si sono costituite con finalità di coadiuvare le autorità nel mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico sul territorio. In questo senso, prevedere che il Senato in tale materia abbia gli stessi poteri della Camera nel processo di produzione normativa è quanto mai utile, sia per consentire una riflessione politica più ampia ed esaustiva, perché svolta da soggetti e da organi tra loro diversi, sia dal punto di vista della nuova natura del Senato quale Camera che rappresenta i territori, o almeno dovrebbe farlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.89.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Paola Bragantini, Marazziti, Dellai, Nicchi.  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  416   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no   319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.90, con il parere contrario della Commissione e del Governo e i pareri favorevoli dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Presidente, solo per segnalare come la scelta di questo emendamento di indicare l'articolo 19 della Costituzione tra quelli di competenza paritaria del Senato rispetto alla Camera è davvero singolare. Si tratta di una norma di grande rilievo concernente la libertà di religione.
  Allora, parliamoci chiaro: il Senato è un organo che in questa scelta di riforma riveste un ruolo primario o un ruolo comunque diverso rispetto alla Camera. È segno che questa norma riporta la figura del Senato nell'equivoco, nell'ambiguità e sia ben chiaro che, dove c’è ambiguità, non ci può essere Costituzione. La Costituzione è chiara, netta, precisa; laddove ci sono delle scelte che inducono a non essere così chiari nella portata della norma, non può essere certamente in linea con quello che è lo scopo che questa Camera in questo momento si propone.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.90.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brunetta, Tancredi, Bossa, Malpezzi, Paris, Taricco, Sarro, Folino, Giancarlo Giordano.Pag. 5
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  424   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  323.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.91, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente, buongiorno a lei e a tutte le colleghe e i colleghi.
  Intervengo per riprendere il ragionamento fatto ieri e per ridare un filo politico generale alla nostra discussione, ringraziando in questo caso i colleghi del MoVimento 5 Stelle, che presentano questo emendamento, come i precedenti e come i successivi, rispetto ai quali voteremo contro, ma con attenzione alla contraddizione politica che questo emendamento e questi emendamenti segnalano e mettono in luce, anche rispetto al testo base del Governo. Noi votiamo contro questi emendamenti, perché accrescerebbero le competenze del nuovo Senato. Tanti di noi hanno presentato emendamenti, invece, per la soppressione vera, profonda, secca del Senato. Riteniamo che questo Senato sia un monstrum assolutamente ambiguo dai confini incerti, che determinerà soltanto caos politico e, quindi, riterremo un errore, come fanno questi emendamenti, attribuire altre competenze. In questo caso, si tratta di competenze peraltro particolarmente sensibili: articolo 29 della Costituzione (vita, famiglia, temi etici, figurarsi...); articolo 32 (salute); articolo 21 (libertà di parola, libertà di espressione). Ma, colleghi, cosa c'entrano dei delegati regionali, scelti da altri politici, dai capibastone locali, che non sono stati eletti dai cittadini per questo, che sono stati eletti nei loro consigli regionali, in base a campagne elettorali su tutt'altro tema, magari sul trasporto pubblico locale o non so su quale altro tema che riguarda di volta in volta il Molise, il Friuli-Venezia Giulia, la Liguria o il Piemonte e che poi improvvisamente verrebbero a Roma in gita turistica o in gita scolastica a parlare di libertà di espressione, di temi etici, eccetera, aprendo un contenzioso con la Camera degli eletti – quelli sì – dal popolo, trasformandosi in una contro-Camera, in un contropotere ?
  Tutto ciò in un luogo, come dicevo ieri, per un verso, di talk show, di chiacchiera politica generale, e, per altro verso, di mercato delle vacche, di mercanteggiamento con il Governo avendo sempre come retropensiero la competenza che, sciaguratamente, anche il testo base del Governo lascia in condominio al nuovo Senato, cioè quella sulle leggi di bilancio e di spesa.
  Ergo, noi votiamo contro questo emendamento dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, ma, allo stesso modo, segnaliamo la gravità già della scelta del testo base del Governo e della maggioranza e, finché avremo tempo ed energia, non smetteremo di dire alla maggioranza: ripensateci. Avete, in questo caso giustamente, raccontato ai cittadini «vogliamo superare il bicameralismo perfetto»: predicate bene, ma, poi, razzolate male, perché lasciate in piedi un monstrum incerto, lasciate in piedi una cornice dentro la quale, poi, altri vogliono inserire altri poteri, altre competenze, perpetuando un'incertezza e un'ambiguità della quale, poi, dovrete rispondere ai cittadini. Per questo, votiamo contro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

Pag. 6

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie Presidente, in questo caso, proponiamo che il Senato sia chiamato a legiferare sulle tematiche che riguardano l'articolo 21 della Costituzione, quello relativo alla libertà di stampa, di opinione e di pensiero. Anche in questo caso, parliamo di un diritto e di una libertà che potremmo definire consustanziale della democrazia stessa, dal momento che non esiste di fatto democrazia senza libertà di stampa, di opinione, e viceversa.
  Un tema questo che oggi ha aumentato ancora di più la sua importanza anche rispetto solo a trent'anni fa, grazie alla nascita e alla diffusione di Internet. Ovviamente, la rete non è menzionata dalla Carta costituzionale ed è per questo che gran parte dei contenuti dei blog e dei siti Internet, che fanno opinione e informazione in rete, si richiamano in gran parte al disposto dell'articolo 21.
  Il legislatore, dunque, può trovarsi spesso nella condizione di dover legiferare su temi che attengono all'informazione, alla libertà di stampa, alla libertà di manifestare il proprio pensiero. In tutti questi casi, considerata la delicatezza dei diritti in ballo e considerato anche il diritto all'informazione da parte dei cittadini, sia come singoli che all'interno di un macroaggregato definito «opinione pubblica», riteniamo che la legislazione ordinaria in tal campo debba essere il frutto, come avviene ora, del lavoro congiunto, paritario, della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica: perché non vorremmo mai che fosse fatta alla Camera una legge contro la libertà di stampa che non possa essere corretta nell'altra Camera.
  Quindi, gli errori si possono correggere grazie al bicameralismo, si può ripensare eventualmente ad errori o censure che possono essere fatte sui giornali o anche semplicemente su Internet, perché non c’è una regolamentazione in merito. E la libertà di stampa è importante per poter far formare ai cittadini un'opinione corretta: ovviamente, se c’è una stampa che non riporta come sono veramente i fatti, le persone non si possono creare la propria opinione su quanto accade (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORDANO. Grazie Presidente, solo per annunciare il voto favorevole di Sinistra Ecologia Libertà su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, noi, ovviamente, voteremo a favore, ma, al di là del merito specifico, segnalo proprio il clima generale nel quale la Camera e le forze politiche si apprestano a votare stancamente una riforma epocale. Noi, come gruppo politico, ma anche per la nostra storia, siamo assolutamente convinti che fosse necessario un passo in avanti, la necessità di superare il bicameralismo perfetto, la necessità di dare, da una parte, risposte rapide a esigenze di Governo, ma, dall'altra, di garantire alle autonomie locali la possibilità di intervenire su temi diretti di interesse del territorio. Quindi, andava bene anche l'idea di una Camera delle regioni, di una Camera delle autonomie, che, però, per noi, ovviamente, dovesse essere espressione non della casta, non della politica in quanto eletti, ma, ovviamente, con una forma di democrazia diretta.
  Quindi, per noi la sovranità appartiene al popolo e le Camere, alte o basse che dir si voglia in termine tecnico, debbono essere espressione del popolo. Ovviamente, non ci sta bene, così come abbiamo più volte detto, che il Senato venga nominato sostanzialmente da altri eletti.
  Ma è la divisione dei poteri che appare sconcertante, nel senso che se, da un lato, riteniamo che è incredibile che temi etici, al di là di quale sia la posizione degli schieramenti, possano essere trattati dalla Camera delle autonomie, aggiungiamo, e nello spirito dell'emendamento ci sembra Pag. 7assolutamente condivisibile, l'idea che, invece, su temi particolari, che non siano economici, che non siano tecnici, sia giusto mantenere una piena competenza di entrambi i rami del Parlamento.
  Cioè, su temi di alto valore morale, etico, sui temi dei diritti fondamentali della Costituzione, sarebbe giusto che ci fosse ancora una legislatura concorrente e, quindi, la necessità di un bicameralismo perfetto.
  Per cui, da questo punto di vista, non possiamo che esprimere rammarico per la volontà in fretta e furia di raggiungere una riforma solo per poter dire ai giornali e ai mezzi d'informazione: «abbiamo fatto una riforma, abbiamo cambiato le cose». Peraltro, nel modo peggiore possibile, con patti vari, con ambiguità tra centrodestra e centrosinistra. E devo dire che proprio questi patti scellerati dimostrano oramai e purtroppo quanto poco significato questi termini nobili abbiano, centrodestra e centrosinistra, sinistra e destra, e quanto siano stati stracciati e ridotti a un cumulo di rovine dal Presidente del Consiglio, dalle forze eterogenee della maggioranza e dell'opposizione che lo sostengono.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, intervengo per dire che dovremmo abbandonare la locuzione «Senato, Camera delle autonomie», perché questo non risulta da nessuna parte, se non laddove è scritto semplicemente che il Senato rappresenta gli enti territoriali, le istituzioni territoriali.
  Poiché l'organo si definisce dalle sue funzioni, le sue funzioni sono praticamente descritte nell'articolo 10, dove è scritto che il nuovo Senato avrà competenza per modificare la Costituzione.
  Allora, un Senato di tale maniera, a cui è stata addossata tale grande responsabilità, sia pure su gambe striminzite come sono quelle del suo elettorato passivo, come mai questo Senato non potrebbe anche deliberare paritariamente con la Camera nella materia dei diritti fondamentali sanciti nella prima parte della Costituzione ? Questo per rispondere al relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente. Ho ascoltato con interesse ciò che ha detto il deputato Capezzone, prima. Lui si rivolgeva alla maggioranza. Però, mi chiedevo: a quale maggioranza ? Alla maggioranza PD-Forza Italia, cioè alla maggioranza in cui sono anche i suoi colleghi, a quella maggioranza che sta votando questa becera riforma costituzionale sotto l'insegna del Patto del Nazareno, che nessuno conosce, sottoscritto dal suo collega di partito Verdini, dal Presidente del Consiglio, Renzi, dal suo presidente di partito, Berlusconi, con il beneplacito di Giorgio Napolitano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? A questa maggioranza raccogliticcia lei si rivolge ? Allora si rivolga direttamente ai suoi colleghi di partito nelle sue vicinanze e cerchi di convincerli prima del voto, prima di entrare qui dentro, a questo punto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Mi ero iscritta comunque a parlare per annunciare il voto contrario di Forza Italia a questo emendamento, così come a quelli successivi, che snaturano la funzione del Senato così come viene delineata all'interno dell'articolo 1 di questa riforma, che appunto delinea un monocameralismo paritario superando, come Forza Italia ha da sempre sostenuto, il bicameralismo perfetto attualmente in vigore.

Pag. 8

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.91.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciracì, Gutgeld, Stumpo, Carra, Valente, Tancredi, Miotto, Bini, Gasparini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti   450   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato   114    
    Hanno votato no   336.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Paglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.92, con il parere contrario di Commissione e Governo, e favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario di Forza Italia per le ragioni che abbiamo già indicato prima.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Signora Presidente, signore e signori della Camera, io voterò contro questo emendamento, per una ragione particolare: come tutti hanno notato, nella richiesta degli emendatori è stato saltato l'articolo 22 della Costituzione. Allora, io non riesco a comprendere quale logica stringente possa governare questa richiesta che il Senato possa intervenire su tutti gli elementi fondanti della nostra democrazia saltando l'articolo 22 della Costituzione, per il quale non è previsto alcun emendamento. È una cosa molto modesta: trattasi soltanto del togliere la capacità giuridica, la cittadinanza o il nome per motivi politici. Chissà perché, forse è una mera dimenticanza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, un solo minuto per rivolgermi, per suo tramite, al collega Colletti, che con il garbo che sempre lo contraddistingue si è rivolto a me poco fa, e al quale rispondo con vera stima personale e senza alcuna animosità che egli ha colto esattamente il punto: cioè il mio obiettivo è quello di convincere prima, durante e dopo, fino all'ultimo minuto utile, tutte le persone che lei ha citato e tutte le altre, di maggioranza e di minoranza in questo Parlamento, di ogni appartenenza politica, cosiddette nazarene e cosiddette non nazarene: da SEL al Partito Democratico a Scelta Civica, da Per l'Italia al MoVimento 5 Stelle, a Forza Italia e ad ogni altro. Di cosa ? Che l'impianto di questa riforma non è convincente perché non realizza gli obiettivi che vengono dichiarati, che determinerebbe più caos e minore chiarezza. Per questo con tanti colleghi abbiamo presentato emendamenti liberali per il presidenzialismo, per la soppressione del Senato – e concludo, signora Presidente – per un tetto fiscale e un tetto di spesa. Nel mio piccolo, finché sarò in Parlamento, per quel che vale la mia piccola testimonianza personale, mi batto su questi obiettivi e su quelli che mi sono a cuore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciracì. Ne ha facoltà.

  NICOLA CIRACÌ. Presidente, ritengo che sia giusto chiarire che all'interno del mio gruppo – lo dico soprattutto ai colleghi grillini – non c’è nessuno che mi obbliga a fare qualcosa per forza. Questo Pag. 9credo che sia un principio di democrazia importante, rivolto a tutti quanti i parlamentari, e sia per Forza Italia una bella giornata quando viene data la possibilità a più persone all'interno del gruppo di esprimersi non in dissenso, perché non è questo il problema, ma cercando di contribuire insieme a tutte le altre forze politiche, visto che nei partiti noi ci crediamo ancora, a migliorare un testo che sicuramente è migliorabile.
  Noi siamo convinti che bisogna introdurre elementi migliorativi forti, dal tetto fiscale e di spesa, che è una battaglia che ci contraddistingue in maniera forte.
  Non abbiamo al nostro interno regimi, non siamo blog comandati, ma cerchiamo di chiedere a tutti quanti di discutere su una riforma costituzionale che non è per l'oggi ma è per i prossimi cinquant'anni probabilmente...

  PRESIDENTE. Concluda !

  NICOLA CIRACÌ. ... e di creare, soprattutto, le condizioni che tra due anni qualcuno non la cambi di nuovo, ma sia una Carta costituzionale vera, che valga per tutti quanti e che valga per tanto, tantissimo tempo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente. Io volevo semplicemente significare che ormai appare chiaro che come è vero che esiste una maggioranza nazarena è anche vero che esiste una minoranza che legittimamente all'interno di Forza Italia esprime, sotto questo profilo, il suo netto dissenso in un partito che fa fare anche questo, perché è un partito che non espelle quelli che la pensano in maniera diversa ma li fa esprimere (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
  Noi siamo contrari sia al Patto del Nazareno sia a questa riforma costituzionale e il nostro partito ce lo fa esprimere alla Camera, senza minimamente dire che non si può fare. Allora, qual è il partito del padrone ? Quello che butta fuori quelli che dissentono o quello che lascia parlare quelli che dissentono ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente. Io ritengo che tra pochi mesi e anche tra pochi giorni noi assisteremo alla votazione per l'elezione del Presidente della Repubblica, fatto che è molto legato alla questione delle democrazia e della Costituzione. Ebbene, questo Presidente verrà votato da questa maggioranza, da questa maggioranza parlamentare sostanzialmente, e la persona che verrà votata sarà in linea di continuità con questo tipo di forze che hanno retto l'Italia fino a questo momento.
  Questo nuovo Presidente della Repubblica dovrà rifarsi una verginità, perché verrà da un brodo di coltura pieno di batteri e, quindi, io credo che ci manderà finalmente tutti a casa e poi parleremo effettivamente di chi è libero o di chi non è libero.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Grazie Presidente. Anche io intervengo a titolo personale. Naturalmente ringrazio il mio capogruppo, che ci consente di arricchire questa discussione parlamentare sulla riforma della Carta fondamentale dello Stato. Quindi, non mi sembra un esercizio inutile.
  Questi emendamenti pongono una questione che è centrale e che poi rappresenta forse la contraddizione di fondo del disegno costituzionale. Restano le due Camere, l'una a suffragio universale, la Camera dei deputati; resta il Senato, che non è eletto direttamente. Questi emendamenti, rispettando questa sorta di nuovo bicameralismo, provano a spostare alcune competenze legislative in capo alla Camera.

Pag. 10

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  COSIMO LATRONICO. Finisco Presidente. Il tema è rilevante, perché fa risultare ancora di più la contraddizione. Nei prossimi interventi dirò di un tema di fondo che riguarda, nel suo complesso, la rappresentanza.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.92.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossi, Abrignani... Hanno votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti   456   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato   115    
    Hanno votato no   341.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Capozzolo e Covello hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario e il deputato Paglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, dalle comunicazioni che stanno giungendo dai mezzi di informazione risulta che il Presidente Napolitano alle 10,43 abbia rassegnato le dimissioni da Presidente della Repubblica. Le chiedo, quindi, a nome del gruppo della Lega, di convocare immediatamente una Conferenza dei presidenti di gruppo per decidere come proseguire i lavori e confrontarci, perché per portare avanti delle riforme costituzionali in assenza del Presidente della Repubblica credo che sia necessario e fondamentale un confronto tra i presidenti di gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Intanto dobbiamo aspettare la comunicazione, che mi venga consegnata la lettera, dopodiché informerò l'Aula del contenuto della lettera e convocheremo la Conferenza dei presidenti di gruppo.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, lei confida molto nella capacità delle poste italiane, ma noi non possiamo aspettare che la lettera faccia il suo corso. Credo che i tempi della politica non siano quelli delle poste e telegrafi italiani, per cui la invito in questo momento, se non a sospendere immediatamente, a prendere tutti i provvedimenti necessari per avere contezza della situazione, in modo da non far derivare da un fatto meccanico, ma da un evento politico, la sospensione dei lavori e la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

  PRESIDENTE. Deputato La Russa, lei sa che in questo caso non ci affidiamo alle poste. Lei conosce bene la pratica parlamentare e, comunque, le dimissioni devono essere formalmente comunicate. In questo momento io non ho in mano nulla e non mi affido alle agenzie di stampa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ANDREA CECCONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie Presidente, capisco che per prassi parlamentare e in base ai Regolamenti le dimissioni del Presidente della Repubblica debbano essere ufficialmente formalizzate; è anche vero che nei precedenti storici in cui ci sono Pag. 11state le dimissioni di un Presidente della Repubblica non vi era la capacità di diffusione delle informazioni che abbiamo oggi. Quindi, tutti in quest'Aula in questo momento sappiamo che il Presidente si è formalmente dimesso. Dunque, se vogliamo aspettare la lettera, allora chiedo, associandomi ai colleghi della Lega e di Fratelli d'Italia, che, nel momento in cui lei leggerà la lettera in quest'Aula, l'Aula venga sospesa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Adesso, comunque, direi di procedere per ordine. Intanto aspettiamo che il Segretario generale consegni questa lettera e poi ci regoleremo di conseguenza. Sicuramente sarete informati in tempo reale. Andiamo avanti.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 1.73, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie Presidente, io non so davvero perché stiamo continuando questi lavori su questi emendamenti e su questo testo, che è la dimostrazione che non solo questa classe politica non funziona, ma è la dimostrazione che vuole continuare a fare dei danni. Vediamo quello che succede in Liguria, dove è stata votata poco fa la partecipazione del comune di Genova alla conferenza di servizi per fare la Gronda, lavoro autostradale da 3 miliardi di euro, quando non ci sono i soldi per ripagare i danni dell'alluvione, che sono 300 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Per l'alluvione i soldi non ci sono, per fare la Gronda inutile, che non vuole nessuno, i soldi li abbiamo trovati con un voto trasversale, metà PD, metà Forza Italia. Riusciamo a portare le vergogne di Roma, a livello di metodo, a livello locale e, a loro volta, dovrebbero portare le loro vergogne in un Senato che diventa davvero un ibrido e diventa davvero inutile. Quindi, non solo non funziona, ma vogliamo continuare a peggiorare la situazione, a distruggere il nostro territorio, il nostro ambiente e la nostra società. Avete fallito. Basta ! Questo testo va stracciato e non so neanche se è riciclabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Presidente, è vero che non ci si affida alle poste, ma ci si affida al motociclista. Ora con Marino va chiusa ogni cosa.
  Non vorrei che il motociclista fosse fermato dai vigili, siccome vengono imputati di non fare il loro lavoro, e quindi, per eccesso di zelo, questa lettera non arrivasse mai. Come si dice dalle mie parti, «sto co’ frati e zappo l'orto», ma la cosa si sa e si poteva sospendere da subito questa seduta dell'Aula.
  Comunque, ultimissima cosa, volevo rispondere prima all'onorevole Sannicandro: invece di aumentare le competenze di questo Senato, si potrebbe fare un emendamento che gli toglie la revisione costituzionale. Forse sarebbe meglio utilizzare la sottrazione, anziché l'addizione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà a questo emendamento.

Pag. 12

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Onorevole Bianconi, abbiamo già spiegato che noi siamo, io almeno, per il bicameralismo perfetto. Chiaro ? Avendo loro deciso questa sorta di bicameralismo mostruoso, siccome il Senato comunque rimarrà, allora sarebbe opportuno che il bicameralismo fosse recuperato fin dove è possibile. Badate che bocciare quegli emendamenti dimostra una cosa molto semplice: che quella maggioranza non ritiene che la prima parte della Costituzione, diritti e libertà, debba essere presidiata, non so se mi spiego, perché il bicameralismo è un presidio di ponderatezza, di riflessione.
  La prima parte della Costituzione per loro è materia ordinaria. Non si rendono conto del collegamento diretto, strumentale, funzionale che vi è tra la prima e la seconda parte della Costituzione. La seconda parte è stata inventata non per difendere, addirittura, la prima parte – l'ho detto ieri –, ma per realizzare la prima parte della Costituzione, che poi è quello che manca in Italia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.73, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piccoli Nardelli, Lo Monte, Venittelli, Zoggia, Capelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  475   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no   355.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Rotta e Covello hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.94, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Presidente, per annunciare il voto contrario di Forza Italia, per le ragioni che abbiamo già indicato prima. Questi emendamenti sono tutti emendamenti che vanno nella stessa direzione, che vanno a snaturare quelle che sono le funzioni del Senato così come indicate nell'articolo 1 del disegno di legge di riforma costituzionale verso un monocameralismo paritario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente. Tra l'altro, volevo pregare i suoi bravissimi collaboratori, che sono sempre di un'efficienza e di una correttezza assoluta, di guardare anche da questo lato, perché mi ero iscritto prima della collega che è intervenuta un istante fa, ma la ringrazio per questo. Colgo l'occasione per ringraziare i suoi collaboratori e lei...

  PRESIDENTE. Ma noi abbiamo la collega iscritta su tutti gli emendamenti, comunque.

  DANIELE CAPEZZONE. Allora, guardiamo da questa parte, allora mi iscrivo anch'io su tutti gli emendamenti e alzerò la mano prima, in modo da intervenire prima, diciamo così. Anche perché, come Pag. 13dire, vi è anche chi vuole argomentare e non solo intervenire laconicamente per cinque secondi.

  PRESIDENTE. Noi abbiamo recepito le indicazioni del gruppo.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie a lei. Colgo l'occasione per intervenire nel merito e per ringraziarla ancora per la sua conduzione esemplare, e per ribadire il punto: anche in questo caso, con questo emendamento, si attribuirebbe al nuovo Senato una serie di poteri ulteriori addirittura in materia di estradizione. Voi figuratevi: su un tema sensibile, sull'estradizione di un cittadino, pensate alle vicende drammatiche di questi giorni in fatto di terrorismo, se ne occuperebbe chi ? Il famoso Senato dei delegati regionali in gita turistica a Roma; ragione per cui, votiamo contro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ciracì. Ne ha facoltà.

  NICOLA CIRACÌ. Presidente, per le stesse ragioni, malgrado noi abbiamo apprezzato la presentazione di questo emendamento, non crediamo assolutamente nella funzione senatoriale di controllo, proprio perché in uno Stato come quello italiano, in cui gli enti pubblici in generale e il nostro organo, hanno perso quella funzione specifica di controllo, andare a delegare al Senato, sarebbe un errore.
  Quindi, chiaramente, noi diamo un voto contrario, argomentandolo in questo modo, perché riteniamo che non spetti al Senato, visto che a questo punto non crediamo più nell'esistenza vera e propria del Senato, un argomento tanto importante come il controllo in generale.

  FRANCO BRUNO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCO BRUNO. Presidente, mi scusi, io non sono un esperto di Regolamento, ma come funziona ? Cioè un gruppo è contrario ad un emendamento e qualsiasi componente di quel gruppo può intervenire non in dissenso, ma dicendo che è contrario all'emendamento ?

  PRESIDENTE. Allora, il gruppo può esprimere la sua posizione, e poi ci sono gli interventi a titolo personale per esprimere la propria opinione. Un voto diverso, evidentemente, da quello del gruppo, e non sta a me certo sindacare, io non entro nel merito.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.94.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Lombardi, Crippa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti   488   
   Maggioranza  245   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  365    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.95, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.95, con il parere contrario Pag. 14della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Russo, Taricco, Malpezzi...

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
MARINA SERENI (ore 11,05)

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  489   
   Maggioranza  245   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  366).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.96.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, l'articolo 28 della Costituzione sancisce il principio della responsabilità dello Stato, degli enti pubblici e dei loro dipendenti quando violano, nell'esercizio delle proprie funzioni, i diritti dei cittadini. Anche in questo caso, come per l'emendamento precedente, il legislatore è chiamato a produrre norme di un certo rilievo, che in alcuni casi possono anche presentare qualche criticità, dal momento che una delle istituzioni di cui lo Stato si compone è chiamata a dettare norme che sanciscono eventuali responsabilità di altri organi dello stesso Stato.
  In questo senso, a nostro avviso, la piena applicazione del disposto costituzionale è garantita in maniera migliore se il legislatore è costituito paritariamente, come stiamo ribadendo ormai da ieri, dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica. Quindi, votate secondo coscienza, se ce l'avete.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.96, sul quale vi è il parere contrario di Commissione e Governo, e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mongiello, Oliverio, Piccolo Giorgio, Covello, Lavagno, Bragantini Paola... Lavagno ha votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  487   
   Votanti  486   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  244   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  362).    

  (Il deputato Distaso ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 1.97.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Grazie Presidente, l'articolo 55 definisce, insieme all'articolo 70, le materie su cui il Senato concorre paritariamente alla Camera dei deputati alla funzione legislativa. A seguito dell'esame del Senato è stato inserito nel testo tale previsione riguardo le materie di cui agli articoli 29 e 32, secondo comma, della Costituzione. Tali articoli sono concernenti il matrimonio e la famiglia e i trattamenti sanitari. L'emendamento propone l'inserimento tra le suddette materie anche di quelle relative all'articolo 30 della Costituzione, ossia il diritto di famiglia.
  Si ritiene che tutte le norme di rango primario che tocchino queste tematiche necessitino di una maggiore ponderazione, conseguibile attraverso il coinvolgimento del Senato. Il doppio esame consentirebbe Pag. 15di sottrarre le problematiche relative al diritto di famiglia ad una lettura esclusivamente politica, fatto che eviterebbe possibili derive scaturite dalle contingenze, anziché dall'interesse generale.
  Va inoltre ricordato che, a seguito dell'ampliamento delle materie su cui si prevede l'esame paritario del Senato a quelle relative al matrimonio, aprirebbe contraddittorio, nonché causa di potenziale contenzioso, non includere anche il diritto di famiglia. Per questo vi invito a votare favorevolmente quest'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Grazie Presidente, questa serie di emendamenti riapre da parte nostra il dibattito sulle funzioni e competenze che dovrebbe avere questo nuovo Senato. A nostro parere, così come è costruito, non avrebbe alcun senso, per cui tentiamo di ampliare le competenze quantomeno in materia concorrente tra la Camera e questo nuovo Senato, per riuscire a dare un bilanciamento effettivo dei poteri, ma a dare anche un senso a questo Senato. Infatti, così com’è costruito da questa riforma, non avrebbe alcun senso di esistere e di sussistere. Il motivo è chiaramente mettere di fronte la maggioranza ad una scelta sul tipo di Senato che si vuole: o un Senato di tipo tedesco o questa specie di Senato ibrido, che, così com’è concepito, non avrebbe alcun senso di esistere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario del gruppo di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Onorevole Presidente, il mio intervento è solo per esprimere la convinta solidarietà agli amici e colleghi di Forza Italia che stanno cercando di argomentare con i loro interventi una posizione su questa ipotesi di riforma della Costituzione.
  Infatti, a differenza di quanto l'amico collega Bianconi ha detto poc'anzi, rivendicando in una risposta al MoVimento 5 Stelle la totale e piena libertà di espressione lasciata ai colleghi di Forza Italia dal proprio gruppo, la circostanza che la collega Centemero a ogni emendamento prenda la parola per limitare da cinque ad un minuto la possibilità di parlare suona un po’ in contraddizione con quella rivendicata libertà a cui faceva riferimento il collega Bianconi, al quale, primo in mezzo agli altri, esprimo la mia amichevole e fraterna solidarietà (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Intervengo intanto per ringraziare l'onorevole Corsaro, che ci dà questo sentimento di solidarietà. Tutti noi parlamentari siamo senza vincolo di mandato, credo che anche la nuova Costituzione riproponga questo tema, quindi ci dobbiamo sentire liberi di esprimere il nostro punto di vista su materie sensibili come questa.
  Dicevo che questo falso monocameralismo si realizza non solo in questa attribuzione di competenze, che non si capisce bene dove arriverà nell'originare nuovi conflitti, ma anche nella formazione di questa nuova Camera del Senato. Quale sarà l'equilibrio politico nel futuro di questo Paese ? Sarà ancora contendibile la democrazia all'interno di questo Paese o c’è il rischio di una dominanza del partito prevalente ?
  Questo è il tema di fondo sul quale io credo che gli spiriti democratici debbano avere il coraggio di parlarsi. La rappresentanza e il Governo sono temi sensibili Pag. 16che non bisogna affrontare con superficialità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ciracì. Ne ha facoltà.

  NICOLA CIRACÌ. Voglio confermare questo indirizzo che stiamo dando al nostro ragionamento. Nel caso di specie ci sono argomenti, dall'organizzazione della giustizia alla pace, all'istruzione e all'ordinamento scolastico, che, a mio avviso, non possono essere relegati a un angolo delle competenze, ma devono essere, invece, competenze centrali.
  In questo tipo di ragionamento noi confermiamo che daremo il voto contrario perché non crediamo più a questa strutturazione del Senato, ma siamo favorevolmente colpiti dal fatto che quest'Aula voglia ancora fare un dibattito. Infatti, io ritengo che non sia accettabile da parte di nessun gruppo politico il voto di ufficio per appartenenza punto e basta, ma tutti quanti insieme dobbiamo fare un ragionamento per cercare di migliorare tutto quello che è migliorabile, al di là delle proprie appartenenze politiche. E non ci sottrarremo al dibattito su nessuno di questi emendamenti. Sarà un minuto, saranno cinque minuti, ma sicuramente il nostro pensiero deve essere una traccia che rimane. Infatti, sono convinto che qualcuno tra qualche mese dirà che probabilmente abbiamo sbagliato. Almeno questa piccola soddisfazione per poter dire: «Noi ve lo avevamo detto».

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie signora Presidente. Il gruppo di Area Popolare non si sottrae al dibattito – lo abbiamo dimostrato – con nessuno sui temi della riforma costituzionale. Vorremmo che il dibattito fosse, però, un dibattito non demagogico, ma un dibattito serio, un dibattito il quale tiene da conto la realtà che sta davanti a noi.
  Vorrei dire agli amici di SEL, per esempio, che io capisco e per certi aspetti potrei anche condividere la preferenza per un bicameralismo perfetto. Una volta che si è deciso, però, che l'impianto della riforma non è quello del bicameralismo perfetto, il tentare ad ogni costo di aumentare le competenze del Senato non è una buona scelta, perché un Senato in un sistema di bicameralismo imperfetto ha certi ruoli, se gli si dà un ruolo eccessivo non si ripristina l'equilibrio tipico del bicameralismo perfetto, ma si rende impossibile il funzionamento dell'altro modello istituzionale che è stato scelto.
  Fatta una scelta originaria di fondo, bisogna essere coerenti con questa scelta, dopo. E allora non si può riproporre continuamente un ampliamento delle competenze, che non è congruo con il sistema elettorale. Infatti, se si dà una legittimazione di secondo grado, non si può poi dare poteri che sono sostanzialmente così forti da presupporre e immaginare una legittimazione di primo grado, una legittimazione diretta da parte del corpo elettorale.
  Vogliamo confrontarci su questo ? Non è possibile che, una volta fatta una scelta di impianto, continuamente si propongano emendamenti i quali vogliono annullare quella scelta di impianto.
  Allora, è ovvio che in questo caso la maggioranza cosa può fare ? Semplicemente respingere gli emendamenti perché non le si offre nessun'altra alternativa, non le si offre un'interlocuzione. Come non è possibile demagogicamente dichiarare a posteriori la propria disponibilità a un modello tedesco che di fatto poi tutti gli emendamenti che vengono proposti contraddicono. O si entra nel gioco nel quale si vuole incidere sul provvedimento, cambiarlo – io sarei lieto se lo si facesse perché il provvedimento Dio solo sa se ha bisogno di essere migliorato e cambiato –, oppure si sta nella logica di chi vuole dare voce al proprio scontento. E se si usa la parola non per interloquire argomentativamente, ma per esprimere un sentimento, bene, ognuno esprime il sentimento proprio e chi ha fretta di arrivare a chiudere Pag. 17il provvedimento non esprime nessun sentimento e vota. Allora, questa è la situazione nella quale noi attualmente ci troviamo. Per questo motivo il gruppo di Area Popolare voterà contro questo emendamento e saremmo lieti di poter votare a favore di altri emendamenti, dentro una logica diversa, che, però, deve venire anche dall'opposizione. Noi vogliamo una maggioranza ragionevole, ma ci auguriamo anche un'opposizione ragionevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, per dichiarare il voto favorevole del gruppo di SEL su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, noi non stiamo accettando gli emendamenti del gruppo del MoVimento 5 Stelle perché vogliamo esprimere un particolare sentimento. Noi stiamo nella logica della maggioranza. La maggioranza ha deciso per il bicameralismo: c’è una Camera e c’è un Senato. Questo Senato ha delle competenze proprie, cioè esercita la funzione legislativa paritariamente su alcune materie, e su altre, invece, è una sorta di commensale nel procedimento legislativo. Noi stiamo semplicemente proponendo che le competenze paritarie siano ampliate. I colleghi Bianconi ed altri propongono addirittura di eliminarle, ma stiamo nella logica, noi, della proposta della maggioranza. Se il Senato ci deve essere, con delle competenze legislative piene, lo sia anche rispetto ad alcuni elementi della prima parte della Costituzione. Questo è il punto, caro onorevole Buttiglione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Altieri. Ne ha facoltà.

  TRIFONE ALTIERI. Grazie Presidente, solo per fare una riflessione rispetto al lavoro che stiamo facendo in questi giorni, attento e approfondito, come merita una riforma costituzionale. Stanno emergendo dagli emendamenti due posizioni che sono chiare, sulle quali si dovrebbe concentrare penso il dibattito, se, cioè, monocameralismo o bicameralismo. La soluzione di mezzo, permettetemi, un bicameralismo più corto o un monocameralismo rafforzato, quello proposto da questa riforma costituzionale, è chiaro che non risponde né a uno né all'altro concetto. Il momento è complesso e abbiamo necessità di scelte semplici. Sarebbe opportuno, o prevedere una riforma costituzionale di un foglio, dove si elimina il Senato, se è vero che si vuole eliminare il Senato, se è vero che si vuole dare più velocità all'azione politica...

  PRESIDENTE. Concluda.

  TRIFONE ALTIERI. ... o, altrimenti, lasciare le cose come stanno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, per interloquire con l'onorevole Buttiglione e con i colleghi della maggioranza. Siete voi che state facendo questa riforma di quaranta articoli della Costituzione e ci dovete spiegare, perché non l'avete ancora fatto, a cosa serve questo Senato. Noi, vede onorevole Buttiglione, presentiamo emendamenti che apparentemente possono essere anche contraddittori perché siamo disponibili a ragionare su dei modelli anche diversi fra loro, ma che abbiano una coerenza. A noi va bene il Senato delle garanzie, se si sceglie una strada, e ci va bene anche il Senato sul modello tedesco, se si sceglie un'altra strada. Non ci va bene una roba che non rappresenta nulla. Infatti, lei ci deve spiegare, onorevole Buttiglione, che senso ha questo Senato che non ha un potere esclusivo. E le ricordo anche che non è affatto vero che i Senati che sono eletti in Pag. 18secondo grado non hanno poteri perché lei sa benissimo che il Senato tedesco ha dei poteri.
  Ad esempio, le faccio un solo esempio:...

  PRESIDENTE. Concluda, poi.

  STEFANO QUARANTA. ... sul diritto dell'Unione europea, se i Länder si sentono danneggiati dalle scelte prese possono addirittura avere potere di veto.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Quaranta. Onorevole Latronico, lei ha già parlato su questo emendamento, si è dimenticato perché è successo un po’ di minuti fa.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, intervengo per cogliere l'occasione per una riflessione, per un punto, in un minuto. Lasciamo perdere i singoli alberi, cioè i singoli emendamenti, e guardiamo l'insieme, guardiamo la foresta.
  Hanno ragione i colleghi che sono intervenuti poco fa, di diverse appartenenze politiche (il collega Altieri, il collega Quaranta), che dicono: «Ma ragioniamo su un modello classico»: quello che preferiamo noi, di monocameralismo vero e chiaro, oppure un modello che io non condivido, cioè il mantenimento dell'assetto attuale, oppure una mediazione che potrebbe vedere tanti positivi – io non ne sarei entusiasta – il Bundesrat, ma ragioniamo su un modello che abbia una sua classicità.
  Io temo invece e mi permetto di dirlo ai colleghi della maggioranza: leviamoci le casacche delle appartenenze. Stiamo cambiando la Costituzione, non accontentatevi di un bricolage insoddisfacente, sul quale saremo tutti giudicati tra qualche anno.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Capezzone.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signora Presidente, qui non c’è nessuna nostalgia per il bicameralismo perfetto. Vorrei prendere a prestito le parole di un grande costituzionalista, Gustavo Zagrebelsky, che si esprime in questo modo: «Lei è un nostalgico del bicameralismo perfetto ?», «Per nulla» dice Zagrebelsky «ma per mettere mano ad una riforma bisognerebbe chiarirsene il senso: qual è la vocazione di tutte le seconde Camere ? I Senati devono corrispondere ad un'esigenza di precauzione. La democrazia rappresentativa ha un difetto: divora risorse materiali e spirituali. È una vecchia storia alla quale non ci piace pensare. I Senati dovrebbero servire ai tempi lunghi. Dato che la democrazia rappresentativa pensa ai tempi brevi, i Senati dovrebbero servire ai tempi lunghi, dovrebbero essere conservatori di futuro» (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Melilla.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signora Presidente, a parte il disagio che effettivamente sto provando nel vedere come la collega Centemero, richiedendo l'intervento su tutti gli emendamenti, stia comprimendo la possibilità, per i suoi colleghi di partito, di fare degli interventi contrari al gruppo – e chiedo cortesemente alla Centemero di ritirare questa richiesta, perché francamente non se ne vede l'utilità e l'opportunità in un tema come le riforme costituzionali, che dovrebbero essere lasciate alla libertà dei singoli – volevo dire semplicemente ai colleghi che sono intervenuti e che parlano di modello, che forse è un termine scorretto, perché questo Senato, così concepito, non può essere considerato un modello, perché non esiste in un nessun'altra parte del mondo, Pag. 19cioè è un ibrido, un'innovazione che da più parti viene descritta in maniera negativa – ed io concordo con questa visione – ma che non può essere giudicato nella sua attuazione perché non esiste in nessuna parte del mondo, come la legge elettorale che stanno facendo...

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Fraccaro.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.97, sul quale vi è parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Di Lello, Cariello, Fraccaro, Saltamartini, Oliaro, Fitzgerald Nissoli, Damiano, Losacco, Boccadutri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  485   
   Maggioranza  243   

    Hanno votato  123    
    Hanno votato
no  362).    

  (I deputati Covello, Cimbro e Sanna hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 1.98.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, sono iscritta ad intervenire su questo emendamento. Annuncio il voto contrario di Forza Italia ricordando che, nonostante quanto è stato detto sia dall'onorevole Corsaro che da Fraccaro, che ringrazio dell'attenzione che mi hanno riservato, ciascuno ha poi la possibilità di intervenire a titolo personale. Nel mio intervento esprimo la posizione di Forza Italia che è una posizione che abbiamo espresso anche in Commissione dove c’è stato un amplissimo dibattito su tutto l'articolo 1 e su tutti quanti gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie signora Presidente, mi consenta di cominciare ringraziando l'onorevole Centemero perché io non parlo in genere dei problemi degli altri gruppi, ma era davvero difficile capire quale fosse la posizione di Forza Italia fino a quando l'onorevole Centemero non ha cominciato ad esprimerla con chiarezza. Dagli interventi che sentivo sembrava che Forza Italia fosse contro. Poi, invece, votava a favore. Adesso capiamo che Forza Italia è a favore. Grazie, è un chiarimento utile.
  Inoltre noi voteremo ovviamente contro questo emendamento per le ragioni che abbiamo già espresso più volte...

  PRESIDENTE. Onorevole Bianconi, un po’ più basso il volume, grazie (Commenti del deputato Bianconi). Ho ragione io per forza perché non avendo il microfono aperto non possiamo ascoltare tutti il suo intervento. Prego, onorevole Buttiglione... uno per volta parliamo tutti.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Uno per volta, onorevole Bianconi !
  Che senso ha questo Senato ? Che poteri ha ? Questo Senato, se qualcuno non lo avesse capito, ha il senso di raffreddare le deliberazioni della Camera dei deputati, sottoponendole ad un controllo successivo, un controllo che tiene conto in modo particolare delle esigenze del territorio: dare al territorio la possibilità di esprimersi e di fare valere i propri punti di vista, non avendo però l'ultima parola, e ovviamente il Senato lo fa soprattutto sui temi che riguardano il territorio. Non ha i poteri del Bundesrat ? Mi spiace, io glieli Pag. 20darei volentieri, però è anche vero che il Bundesrat appartiene ad un ordinamento federale, mentre quello italiano è ancora un ordinamento che non si capisce se è federale o non è federale. Tuttavia anche il Bundesrat alla fine non decide perché, quando non si mettono d'accordo, si fa una commissione fatta per due terzi da quelli del Bundestag e per un terzo da quelli del Bundesrat. Quindi, non che io tenga molto alle analogie con gli ordinamenti stranieri, perché l'ordinamento giusto per l'Italia è quello fatto sulla misura del popolo italiano, dei difetti e delle virtù proprie del popolo italiano, anche se da modelli esterni a volte si può imparare se li si studia con attenzione. Però attenti: diceva il professor Attis, che era il mio professore di latino e greco al liceo, che anche per copiare bisogna essere intelligenti. Allora cerchiamo qualche volta di copiare ma con intelligenza.
  Qualcuno interviene dicendo: noi vorremmo un modello coerente. Colleghi, onorevoli, sembra che siate disposti a votare qualunque modello tranne quello che ci viene proposto dalla Commissione e questo è difficile non vederlo come un atteggiamento ultimamente strumentale.
  Infine, mi giunge proprio adesso, signora Presidente, notizia del fatto che la Presidente della Camera sta ricevendo il Segretario generale del Quirinale che è venuto a consegnare la famosa lettera di dimissioni. A questo punto forse sarebbe opportuno magari fare rapidamente questo voto e sospendere i lavori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, il presidente Buttiglione sa con quanta attenzione e con quanto rispetto io segua i suoi ragionamenti anche quando, come in questo caso, non sono d'accordo con lui.
  Intanto, colgo l'occasione per dire che tanti di noi confermano il voto contrario su questo emendamento e su ogni emendamento che attribuisca altri e nuovi poteri al Senato, ma uso quaranta secondi per cogliere un ragionamento dal presidente Buttiglione che, da giorni, ci dice che occorre una Camera di raffreddamento. Sì, una Camera di raffreddamento, in un sistema che abbia una sua classicità di checks and balances, allora, in quel contesto sì. È per questo che noi chiedevamo una discussione su modelli classici, affrontando per davvero la forma di Stato e la forma di Governo: andiamo a Washington, andiamo a Parigi, andiamo a Londra, andiamo a Berlino...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DANIELE CAPEZZONE. ... altrimenti, signor Presidente, il mix tra la legge elettorale che si discute al Senato e questa riforma, altro che raffreddamento, presidente Buttiglione...

  PRESIDENTE. Grazie...

  DANIELE CAPEZZONE. ... è una dimensione atermica, in cui ci mettiamo al riparo da qualunque rischio democratico e, praticamente, le elezioni diventano, sia sul piano della legge elettorale, sia sul piano della riforma costituzionale, sempre meno rilevanti e influenti. Non mi pare una grande idea.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

  RICCARDO FRACCARO. Grazie, Presidente. Dagli interventi che ho ascoltato, sento la necessità di ribadire – perché, forse, non è stata chiara, forse è colpa nostra, non ci siamo espressi bene – un po’ la posizione del MoVimento 5 Stelle su questo Senato.
  In primo luogo, la posizione che abbiamo è la seguente: questo Senato non va toccato, perché questa Costituzione non va toccata. Ciò non perché il Parlamento non possa affrontare una riforma della Costituzione, ma perché questo Parlamento non dovrebbe toccare una riforma della Costituzione così importante e così cospicua, Pag. 21così ricca di trasformazioni, per non dire una riforma che mira sostanzialmente a distruggere l'impianto democratico di questo Paese. Perché ? Perché noi siamo in una situazione di totale emergenza costituzionale, siamo al di fuori della Costituzione, siamo in un momento, in una situazione particolarmente grave, come ci hanno detto gli studiosi, gli analisti, i costituzionalisti, i docenti, gli intellettuali, i cittadini italiani e anche la Corte costituzionale. Quindi, in questo momento, noi dovremmo fare, eventualmente, quello che non abbiamo fatto negli ultimi vent'anni, cioè, applicare la Costituzione, cercare tutti insieme, quanto meno, di attuarla.
  Cosa significa ? Significa, ad esempio, per comprendere meglio, leggere Calamandrei, il quale diceva e ci ricordava come la Costituzione sia solo in parte realtà: «In parte la Costituzione è ancora un programma, un'idea, una speranza, un impegno di lavoro da compiere». E allora: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana: quindi, dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare una scuola a tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo».
  Questo è il compito della Repubblica e mi chiedo: l'abbiamo attuata ? Abbiamo attuato questi principi, questi impegni che ci siamo presi in sede costituente ? A me sembra di no. Non abbiamo attuato quegli impegni, siamo un Parlamento incostituzionale o, meno, se non vogliamo, chi non ritiene questo deve prendere atto che, comunque, è un Parlamento che si trova in una situazione moralmente, eticamente incostituzionale.
  «L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro»: finché questo non corrisponderà alla realtà, noi non saremo degni di riformare la parte seconda di questa Costituzione, «perché fino a che non c’è questa possibilità per ogni uomo di lavorare e di studiare e di trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra Repubblica non si potrà chiamare fondata sul lavoro, ma non si potrà chiamare neanche democratica, perché una democrazia in cui non ci sia questa uguaglianza di fatto, in cui ci sia soltanto una uguaglianza di diritto, è una democrazia puramente formale».
  Ecco, Presidente, noi siamo in una democrazia puramente formale, come ci ricorda il compianto Calamandrei.
  Quindi, finché saremo in questa situazione di pura formalità di diritto e non di sostanza, non ci possiamo permettere di cambiare le regole, ma dobbiamo applicare le regole. Per esempio, noi proponiamo, in quest'Aula, a quest'Aula, per cercare di applicare quello che ci hanno chiesto i nostri padri costituenti, di portare avanti un reddito di cittadinanza, che esiste in tutta Europa, tranne che in Italia e in Grecia. Questa dovrebbe essere la priorità.
  Di fronte a questa nostra posizione, però, riconosciamo che dobbiamo cercare, come opposizione, di migliorare questo testo, e quindi dovremmo dire la nostra sulla composizione del Senato, così come concepito. La maggioranza vuole trasformare il Senato in un Senato delle autonomie ? Allora, mi chiedo: un Senato composto da sindaci e consiglieri eletti dalle forze politiche all'interno dei consiglieri regionali, senza vincolo di mandato, è un Senato che porta in questa Camera, così diversamente concepita, l'istanza dei territori ? No, è un dopolavoro. Porta le istanze delle forze politiche territoriali, delle dinamiche delle forze politiche territoriali, non della cittadinanza, non delle regioni.

  PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, concluda.

  RICCARDO FRACCARO. Questo è il modello del Bundesrat. Per questo noi diciamo che se proprio volete farlo, questo è il modello da seguire. Il pastrocchio che avete creato non raggiunge le finalità dichiarate ma ha altre finalità, che poi vi illustreremo meglio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

Pag. 22

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente. Ho chiesto la parola per scusarmi, in qualche modo, con il collega del MoVimento 5 Stelle, al quale dicevo con un certo orgoglio che il mio gruppo lasciava libertà di parola, mentre nel suo buttavano fuori quando vi era dissenso. Beh, ritiro questa affermazione, perché, come avete potuto vedere, stanno facendo ostruzionismo all'ostruzionismo; stanno trasformando un gruppo di opposizione, eletto per fare opposizione, in un gruppo non di maggioranza, ma servo della maggioranza, per interessi che ancora dobbiamo capire, in nome di un patto segreto che meriterebbe una commissione d'inchiesta e che cela interessi che non conosciamo (Applausi di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Allora, siccome le cose devono essere dette, io le dico. Ora attendo l'espulsione (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) !

  PRESIDENTE. Colleghi ! Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Latronico. Prego, ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Ora mi buttate fuori dal gruppo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Onorevole Bianconi ! Prego, deputato Latronico, lei ha la parola, cerchi di aiutare. Prego, a lei la parola, onorevole Latronico.

  COSIMO LATRONICO. Presidente, io non posso fare il servizio d'ordine in Aula.

  PRESIDENTE. Ancora meno io quando c’è una discussione interna a un gruppo, mi dispiace. Prego, lei ha la parola.

  COSIMO LATRONICO. Grazie, Presidente. Con l'aiuto dei colleghi, naturalmente, se possiamo recuperare un dialogo tra noi, credo che ci sia un tema che non è da sottovalutare da parte di nessuno, che è il tema della rappresentanza. Noi ci troviamo, Presidente, colleghi, di fronte a un rischio: i cittadini, nei prossimi anni, non eleggeranno più i senatori, non eleggeranno i presidenti delle città metropolitane, non eleggeranno i presidenti delle province, non eleggeranno i consiglieri provinciali. Questa è la modalità con cui noi riteniamo di replicare a quella grande frattura che c’è tra società e istituzioni ? Io credo che questa domanda meriti una riflessione e qualche risposta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. Il 28 marzo del 2014, quindi parlo di 292 giorni fa, non di vent'anni fa, il neonominato Presidente del Consiglio utilizzava un passaggio diretto sul telegiornale di Sky Tg 24 per annunciare...
  Chiedo scusa, Presidente: volevo chiedere se posso partecipare anch'io alla riunione di gruppo, all'assemblea del congresso di Forza Italia che si sta svolgendo, se ho la possibilità di parlare...

  PRESIDENTE. Allora, ha ragione. Colleghi, vi chiederei di sedere in maniera ordinata e di lasciare che il collega Corsaro svolga il suo intervento.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. Segno evidente che l'onorevole Bianconi ha centrato il bersaglio.
  Dicevo che il 28 marzo dello scorso anno, utilizzando la diretta di Sky Tg24 il neonominato Presidente del Consiglio anticipava agli italiani, in maniera sospetta nella fase di avvio della campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo, dal quale poi lo stesso Presidente del Consiglio avrebbe assunto una linfa vitale incontestabile, assicurò, dicevo, agli italiani che il lunedì successivo avrebbe presentato in Consiglio dei ministri un disegno di legge – sue parole testuali – per «l'abolizione del Senato e la revisione del funzionamento delle regioni».
  Ora, si può essere d'accordo o meno sul tema dell'abolizione del Senato: personalmente Pag. 23io sono convinto che i danni prodotti dal bicameralismo siano tali da pensare che, se una modifica della Costituzione debba essere fatta, si debba trattare di cancellare il Senato; ma è legittima evidentemente anche la posizione totalmente alternativa. Il fatto è che il Presidente del Consiglio ha utilizzato il tema, l'argomento e lo slogan dell'abolizione del Senato, sapendo che questo avrebbe positivamente incontrato la sensibilità degli italiani, per fare una campagna elettorale che gli ha consentito di conseguire un record storico – il 42 per cento dei consensi –, mai raggiunto da alcun partito della sinistra in Italia.
  È un fatto che quello fu il crinale, l'elemento differenziale che consentì agli italiani di credere che per davvero fosse arrivato da Firenze, calato dall'alto, il personaggio che poteva liberare l'Italia dai vincoli, modernizzare il nostro sistema, uccidere le maglie della burocrazia che avevano sin qui impedito all'Italia e agli italiani di esprimere il proprio merito, la propria capacità e, in questo, dare una spinta alla rinascita dell'economia.
  Ciò che invece accade è che stiamo parlando da due giorni di una serie di emendamenti che cercano di capire se nel Senato che rimane, nonostante Renzi abbia incassato il 42 per cento dei voti avendo giurato agli italiani che lo avrebbe abolito, questo argomento, piuttosto che quell'altro, debba essere inserito tra le competenze che i senatori, che continueranno ad esistere, ma che differentemente da quello che è successo fino ad oggi non saranno più scelti degli italiani, ma saranno scelti dai segretari dei partiti – e, guarda caso, il Presidente del Consiglio è un segretario del partito ! –, dovranno continuare ad occuparsi di questo argomento piuttosto che dell'altro.
  Ora, francamente verrebbe da dire che, nonostante le sue affermazioni delle ultime ore, il Presidente del Consiglio, più che un Charlie, sembra un ciarlatano, perché se denunci un impegno che ti consente di acquisire il voto degli italiani e poi lo disattendi in modo così palese, i casi sono due: o sei un buffone o sei qualcuno che si rende conto di dovere utilizzare qualsiasi strumento, anche l'accordo con il nemico acerrimo, che era stato descritto come il tenutario di tutti i mali dell'umanità, per finire a spallate ogni minima opposizione all'interno del tuo partito, che viene, si è consolidata e che si è conformata da decenni sulla logica di una formazione culturale, e trovi il modo di farti fare questa ignominiosa sponda, di cui siamo testimoni in queste ore, anche in questi secondi, dal tuo nemico storico, per tacitare a suon di numeri la forza di opposizione che potrebbe nascere all'interno del tuo stesso partito.
  Insomma, ciò di cui noi siamo testimoni è il totale trasformismo della sinistra, sulla scorta di un nuovo leader della sinistra, che non esita a fare patti con il suo nemico storico per far fuori quello che rimane di una storia culturale che ho sempre avversato, ma che non posso disconoscere abbia avuto una coerenza nel corso di questi ultimi ottant'anni di storia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Io voglio aggiungere, oltre alle motivazioni e alla spiegazione del collega Fraccaro, due osservazioni sulle dichiarazioni di ieri di Fiano, quando ha detto che questa riforma costituzionale è legittima. Io credo che, invece, oltre alle motivazioni appunto già espresse, sia illegittima per un aspetto fondamentale: questa riforma, questo processo costituente è scritto solo dalla maggioranza. All'interno di questa trasformazione della Costituzione, a nessuna forza di opposizione è stata garantita la possibilità di modificare il disegno del processo costituzionale: non un emendamento approvato al Senato, non alla Camera, se non in votazione segreta.
  Quindi, questo significa che è solo una parte del Paese che sta riscrivendo la Pag. 24Costituzione. Certo, è un processo che si deve naturalmente dichiarare illegittimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Luigi Gallo.
  Prendo atto che il deputato Allasia, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, vi ha rinunziato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie, Presidente. Cari colleghi, abbiamo sentito tutti, in quest'Aula, le parole dell'onorevole Bianconi. Ora, io credo che chi è in buona fede abbia notato come ci siamo sforzati, fin dall'inizio, di interloquire, di fare proposte, di ragionare su modelli. Da parte di nessuno di noi c’è un atteggiamento pregiudiziale contrario.
  Allora, io voglio chiedere, in particolare ai deputati del Partito Democratico, dato che c’è una disponibilità parlamentare e avete sentito tutti i gruppi che sono disponibili, con emendamenti puntuali, a ragionare su modelli, perché per riformare quaranta articoli della Costituzione, anziché interloquire con il Parlamento, avete scelto Forza Italia, anzi una parte di Forza Italia. E lo dico perché quaranta articoli della Costituzione non si possono modificare in questo modo, senza che ci sia stato ancora un deputato che ci abbia spiegato a cosa serve questo Senato, perché mi rifiuto di pensare che quaranta articoli della Costituzione si modifichino per avere una Camera di raffreddamento, come dice l'onorevole Buttiglione.
  Allora, fermiamoci. Stiamo parlando della nostra Costituzione. Che motivo c’è di chiudere questo dibattito in un patto con una parte di Forza Italia ? Lascio giudicare a voi se è la parte migliore (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, io credo che sia giunto il momento in cui il Presidente Renzi deve venire in quest'Aula e chiarire i suoi rapporti segreti con Berlusconi, perché tutta (Commenti)... È inutile che gridate, è inutile che gridate ! È inutile che gridate ! È inutile che protestate ! Non si è mai visto che una Camera venga gestita e guidata dall'esterno, tra l'altro in modo non trasparente ! E qualche collega ha avuto addirittura da risentirsi perché questo viene ricordato (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie) ! Ma è mai possibile ? Io non voglio usare le parole di Bianconi, ma mi rifaccio alla normalità, alla normalità.
  Oggi si apprende che nel patto del Nazareno c’è il Quirinale, domani si apprenderà che c'era l'Italicum, dopodomani si apprenderà che ci stava la norma «salva ladri» e altro ancora. Ora, noi non possiamo vagare nel buio ! Deve venire qui il Presidente del Consiglio e deve chiarire a noi e agli italiani qual è il patto che ha suggellato con Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. Gustavo Zagrebelsky, ordinario di diritto costituzionale e maestro di tanti costituzionalisti italiani, nonché Presidente della Corte costituzionale per molti anni, ha scritto recentemente delle cose che voglio prendere a prestito per rendere la nostra posizione anche più intelligibile.
  «L'insieme, sottolineo l'insieme, di questa riforma del Senato, mi pare configuri, come si usa dire, una fuoriuscita dalla Costituzione. C’è un disegno costituzionale che cova da lungo tempo e che, oggi, a differenza di allora, viene alla luce del Pag. 25sole. Gli oppositori di un tempo sono diventati sostenitori. Piuttosto che farne un pasticcio, sarebbe meglio abolirlo del tutto» il Senato. Questo non lo dico io, lo dice Zagrebelsky.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.98, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Nizzi, Rizzetto, Dell'Aringa, Catania, Amendola, Frusone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  476   
   Votanti  475   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  358).    

  (Il deputato Chaouki ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, intervengo solo per reiterare la richiesta fatta precedentemente di sospendere i lavori e convocare immediatamente una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, perché il Segretario generale del Quirinale è stato ricevuto e forse è ancora in questo momento nello studio della Presidente della Camera, per darle notizia ufficiale delle dimissioni del Presidente della Repubblica. Il Consiglio dei Ministri è già convocato alle 11,30. È un fatto nuovo che chiede evidentemente una ristrutturazione di tutto il calendario della Camera. Non credo che possiamo tranquillamente e serenamente proseguire i lavori in un momento in cui si impone una riflessione collegiale a livello di Conferenza dei presidenti di gruppo.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Posso anticipare, prima di dare la parola al deputato Crippa, che la Presidente Boldrini sta per scendere, quindi queste richieste che lei sta ascoltando ovviamente saranno prese in considerazione appena la Presidente scenderà e ci informerà formalmente dell'avvenuta consegna della lettera di dimissioni del Presidente Napolitano. Comunque, a lei la parola onorevole Crippa.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, noi vorremmo segnalare come la nostra richiesta, fatta dal capogruppo Cecconi, era quella di sospendere i lavori dell'Aula non appena la Presidente Boldrini avesse ricevuto la lettera ufficiale. A questo punto, ci sembrano ormai passati quasi quarantacinque minuti; dalle notizie di stampa, che apprendo da il Fatto Quotidiano, questa lettera è stata consegnata alle 11,15. Vorrei segnalare anche come, invece, al Senato la seduta dell'Assemblea sia stata sospesa e, quindi, richiediamo di sospendere, perché non è possibile ad oggi, adesso, in questo istante, andare avanti con le votazioni. Pertanto chiediamo la sospensione dei lavori dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La Presidente sta proprio scendendo. Io ovviamente penso che la vostra richiesta sia giusta. Credo che sia anche intenzione della Presidente semplicemente comunicare la novità formalizzata in queste ore, per poi sospendere la seduta. Tuttavia, possiamo fare una pausa tecnica di cinque minuti, in attesa che la Presidente scenda. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 11,55, è ripresa alle 11,58.

Pag. 26

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Annunzio delle dimissioni del Presidente della Repubblica.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Repubblica mi ha inviato in data odierna la seguente lettera: «Onorevole Presidente, le comunico che in data odierna ho rassegnato le mie dimissioni dalla carica di Presidente della Repubblica, da me assunta il 22 aprile 2013. Le trasmetto la copia dell'atto di dimissioni da me sottoscritto. Con i sensi della mia alta considerazione, Giorgio Napolitano».
  Do lettura anche dell'atto di dimissioni: «In data odierna rassegno le dimissioni dalla carica di Presidente della Repubblica, da me assunta il 22 aprile 2013. Dal Palazzo del Quirinale, 14 gennaio 2015. Firmato: Giorgio Napolitano» (Deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia, Sinistra Ecologia Libertà, Per l'Italia – Centro Democratico, Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale e Misto si levano in piedi – Applausi, cui si associano i membri del Governo – Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia, Per l'Italia – Centro Democratico e Misto).
  Colleghi, convocheremo la Conferenza dei presidenti di gruppo alle ore 12,30, in relazione ai conseguenti adempimenti. Sospendo la seduta, che riprenderà al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo.

  La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

(Chiarimenti e iniziative in ordine all'utilizzo delle risorse destinate alla bonifica del sito di interesse nazionale di Priolo, in provincia di Siracusa, e alla tutela della salute della popolazione – n. 3-01240)

  PRESIDENTE. L'onorevole Andrea Vecchio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01240, concernente chiarimenti e iniziative in ordine all'utilizzo delle risorse destinate alla bonifica del sito di interesse nazionale di Priolo, in provincia di Siracusa, e alla tutela della salute della popolazione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ANDREA VECCHIO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli in provincia di Siracusa si trova il più grande complesso petrolchimico d'Europa. Questo territorio è stato classificato come sito di interesse nazionale a causa dell'emergenza causata dall'inquinamento delle falde acquifere e della contaminazione delle coste. In queste località, infatti, l'incidenza dei tumori è altissima.
  Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare pro tempore aveva stipulato un contratto con le industrie responsabili dell'inquinamento che prevedeva il cofinanziamento di 770 milioni di euro da destinare alle bonifiche. Parte di questi fondi era di provenienza pubblica.
  Il 22 aprile 2014, in occasione della Giornata della Terra, è andata in onda su La7 un'inchiesta curata dal giornalista Antonio Condorelli, da cui si evinceva che la bonifica di Siracusa non è ancora iniziata.

  PRESIDENTE. Concluda.

Pag. 27

  ANDREA VECCHIO. L'inchiesta mostrava, inoltre, come nella penisola di Magnisi, il più importante sito protostorico e archeologico della Sicilia orientale, siano ancora presenti discariche a cielo aperto di pirite. Presidente, concludo perché l'interrogazione il Ministro l'ha già...

  PRESIDENTE. Concluda perché ha un minuto.

  ANDREA VECCHIO. ... e saprà cosa c’è scritto.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, signor Presidente. Ringrazio anche l'onorevole Vecchio per l'interrogazione, perché il SIN, sito di interesse nazionale, di Priolo, Augusta, Melilli è uno dei più problematici in Italia. Su di esso si sono stratificati sessant'anni di industria chimica e della raffinazione: da Moratti alla Liquichimica negli anni Cinquanta, alla Montedison, alla Esso, alla ERG fino all'odierna Lukoil. Almeno per la metà di questi sei decenni, l'attività delle varie industrie che si sono succedute nell'area si è svolta senza che all'epoca esistessero cogenti normative ambientali, con fenomeni gravi di inquinamento che sono purtroppo simili a tutti gli altri siti industriali storici del nostro Paese.
  Gli aspetti della complessa problematica della zona industriale siracusana sono molteplici e riguardano sia aspetti dell'inquinamento del terreno e delle acque che problematiche connesse alla salute della popolazione, e sono ben chiare al Governo.
  Venendo ai temi affrontati nell'interrogazione, ricordo che dei 774 milioni di euro previsti come fabbisogno finanziario nell'accordo di programma del 2008 solo una parte, 106,8 milioni di euro, era coperta con risorse immediatamente disponibili. La rimanente quota di 667,7 milioni era previsto venisse coperta con risorse programmatiche, quindi di successiva individuazione e reperimento.
  Tra le risorse immediatamente a disposizione, una parte, circa la metà, era riconducibile al Ministero dell'ambiente, mentre l'altra metà era a carico della regione siciliana. I fondi del Ministero dell'ambiente, circa 50 milioni di euro, sono stati a suo tempo trasferiti al commissario delegato per l'emergenza bonifiche in Sicilia e quindi oggi sono nella disponibilità della regione. Tre milioni e 700 mila euro sono stati impegnati per interventi già effettuati, mentre la parte restante è ancora disponibile.
  Inoltre, il Ministero ha successivamente destinato altre somme, circa 10 milioni, al SIN di Priolo. La regione ha dimezzato il finanziamento originario di 50 milioni portandolo a 25. Le risorse attualmente disponibili da utilizzare per la formalizzazione del nuovo accordo di programma quadro rafforzato, che si rende necessario data la differente disponibilità economica rispetto al passato, ammontano a complessivi 82 milioni di euro. Tale importo è stato quindi inserito nella bozza di accordo, rispetto al quale il Ministero dell'ambiente ha fornito le proprie proposte di integrazione sin dal 9 settembre 2014. Ad oggi, tuttavia, la regione siciliana non ha ancora implementato il testo dell'accordo con le proposte di integrazione avanzate dal Ministero dell'ambiente e dal Ministero dello sviluppo economico.
  Per quanto riguarda, infine, la presenza di ceneri di pirite segnalata nell'interrogazione, in particolare nell'area della penisola di Magnisi nel febbraio 2014, informo l'interrogante che l'attività di bonifica dell'area ha avuto già inizio il 24 giugno 2014.

  PRESIDENTE. L'onorevole Vecchio ha facoltà di replicare per due minuti.

  ANDREA VECCHIO. Signor Ministro io sono insoddisfatto della risposta, perché ? Lo dico in maniera brutale: la latitanza della regione siciliana non può essere concepita, non può essere permessa e, Pag. 28quindi, il Governo che ha gli strumenti e i poteri per mettere in mora la regione siciliana deve agire. Queste sono problematiche di carattere di salute per un'intera popolazione e noi non possiamo trascurarle nella maniera più assoluta. Dobbiamo farcene carico come Governo nazionale, spingendo anche la regione siciliana a intervenire perché la regione siciliana in questo momento è...

  PRESIDENTE. Grazie.

(Iniziative per la messa in sicurezza del sito, lo smaltimento dei rifiuti e la bonifica del deposito di rifiuti radioattivi nel comune di Statte (Taranto) – n. 3-01241)

  PRESIDENTE. L'onorevole Massa ha facoltà di illustrare per un minuto l'interrogazione Bratti n. 3-01241, concernente iniziative per la messa in sicurezza del sito, lo smaltimento dei rifiuti e la bonifica del deposito di rifiuti radioattivi nel comune di Statte (Taranto) (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  FEDERICO MASSA. Signor Ministro, pochissime parole, meno di un minuto, perché l'anomalia della situazione che noi abbiamo portato alla sua attenzione credo non meriti e non possa essere seriamente discussa. Siamo in presenza di un deposito anomalo di materiale in gran parte radioattivo, come è facilmente evincibile anche dall'origine industriale del materiale medesimo, e siamo in presenza di un deposito anomalo, ho detto, perché privo dei requisiti minimi a renderlo idoneo alla funzione. Cioè siamo in presenza di una situazione di rischio di inquinamento ambientale attuale e rilevante in un'area, quella della provincia di Taranto – siamo a pochi chilometri dall'Ilva – che indubbiamente merita, sotto questo profilo, particolare attenzione. Per cui noi riteniamo che l'intervento del Governo si ponga, questo sì, come indifferibile ed urgente.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Ringrazio gli onorevoli interroganti. In località Vocchiaro, nel comune di Statte, in provincia di Taranto, si trova un deposito temporaneo denominato Cemerad che ha operato nel campo della raccolta dei rifiuti radioattivi da applicazioni medico-industriali. La società di riferimento, la Cemerad Srl, è stata dichiarata fallita nel 2005 e da oltre dieci anni il deposito è sottoposto a provvedimento di sequestro preventivo con affidamento in custodia giudiziaria all'assessore dell'ecologia del comune di Statte.
  Ad aprile 2012 l'ISPRA ha effettuato un sopralluogo nel quale ha riscontrato che la situazione potesse costituire nel suo complesso un caso di applicazione delle disposizioni dell'articolo 126-bis del decreto legislativo n. 230 del 1995, in tema di interventi nelle esposizioni prolungate. L'ISPRA ha, poi, riferito di aver appreso dal comune di Statte che lo stesso aveva già acquisito un progetto esecutivo per la caratterizzazione dei rifiuti radioattivi presenti nel deposito per una spesa complessiva di circa un milione e mezzo di euro, la somma massima nella disponibilità del comune dedicabile al deposito.
  Tale operazione è, peraltro, ritenuta propedeutica ai necessari interventi destinati, in particolare, al trasferimento dei rifiuti in un deposito idoneo in vista del successivo smaltimento e alla bonifica dell'area nel suo complesso che comporterebbe, ricordo, una spesa complessiva valutata nell'ordine di 5 milioni di euro.
  Il Dipartimento della protezione civile per procedere alla messa in sicurezza, con una nota del mese di agosto dello stesso 2012, aveva precisato che l'attuazione degli interventi previsti dalla legge dovesse essere coordinata a livello locale dalla competente prefettura-ufficio territoriale del Governo, avvalendosi delle risorse economiche già stanziate dagli enti locali.
  Nell'informativa del 1o ottobre 2014 la prefettura di Taranto, che si è attivata tempestivamente coordinando gli interventi e formando periodicamente le istituzioni interessate, ha comunicato che nel Pag. 29capannone sono conservati 16.724 fusti di cui 3.334 contengono rifiuti radioattivi mentre nei rimanenti 13.380 sono contenuti rifiuti decaduti.
  Risulta, inoltre, essere in corso di predisposizione da parte del comando provinciale dei vigili del fuoco il piano di emergenza relativo a scenari incidentali riguardanti il deposito.
  Il 10 dicembre 2014 il prefetto di Taranto ha segnalato che il comune di Statte ha fatto pervenire una relazione con i quadri economici di due ipotesi alternative di intervento, quantificando in 5.125.000 euro i costi relativi all'ipotesi di caratterizzazione dei fusti in loco e successivo smaltimento dei rifiuti speciali non radioattivi ed in 9.024.600 euro quelli relativi all'allontanamento di tutti i fusti per la successiva caratterizzazione e avvisi allo smaltimento.
   Quest'ultima ipotesi, come segnala la prefettura, risulterebbe attuabile solo mediante il ricorso a procedura di urgenza. Nella circostanza il capo del Dipartimento della Protezione civile ha evidenziato che la soluzione definitiva del problema deve trovare opportuna copertura finanziaria nelle risorse ordinarie della regione Puglia e delle altre amministrazioni locali interessate.
  Il Ministero dell'ambiente è in contatto continuo con la prefettura di Taranto che, ricordo, è autorità competente per gli interventi di Protezione civile e segue con la massima attenzione tutto l'evolversi della vicenda, avendo come obiettivi prioritari la piena sicurezza ambientale dell'area e la salute dei cittadini.

  PRESIDENTE. L'onorevole Bratti ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, signor Ministro, dalla stessa sua risposta si evince come la burocrazia stia creando dei problemi direi non di poco conto, con riferimento a quel deposito, se così si può chiamare, visto che noi come Commissione di indagine sui rifiuti abbiamo fatto questo sopralluogo un mese fa, e di deposito non si tratta, ma di un magazzino mal tenuto e mal conservato, che contiene 16 mila fusti di cui una buona parte radioattivi.
  Non siamo neanche potuti entrare perché c’è radioattività, quindi ci hanno fatto vedere l'interno da lontano. Tutte le forze politiche sono preoccupate, tutte, anche se questo è un question time fatto dal Partito Democratico, chiedono a gran voce di risolvere un problema che rischia di diventare di una gravità assoluta.
  Siamo a 15 chilometri dall'Ilva, ci sono delle tensioni in quei luoghi noti; avere una situazione del genere io credo che sia un fatto che chiama la responsabilità in primis del Governo. Non ci può essere questo rimpallo che dura ormai da trent'anni, non si tratta più di un deposito temporaneo, siamo davvero davanti a una situazione di una gravità inaudita.
  Io mi sono permesso di scrivere direttamente al Presidente del Consiglio in qualità di presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Consideriamo questa una situazione da risolvere non in breve, in brevissimo tempo, perché non vorremmo poi trovarci in una situazione futura a dire «l'avevamo detto», ancora una volta. Quindi ci dichiariamo, ci dispiace dirlo, insoddisfatti, sebbene ci siano state date delle notizie utili.

(Chiarimenti in merito alla mancata proroga del blocco degli sfratti per finita locazione – n. 3-01242)

  PRESIDENTE. L'onorevole Nicchi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01242, concernente chiarimenti in merito alla mancata proroga del blocco degli sfratti per finita locazione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, l'emergenza abitativa nel nostro Paese è sempre più drammatica ed è acuita dalla crisi economica, la feroce crisi economica in atto. Lo hanno ricordato gli assessori Pag. 30dei comuni alle aree metropolitane – Milano, Roma, Napoli – ma noi crediamo che non riguardi solo queste aree. Ogni giorno in Italia ci sono 140 sfratti eseguiti con la forza pubblica, riguardano una famiglia su quattro, ma il decreto-legge «milleproroghe», Ministro, non prevede alcuna proroga del blocco degli sfratti scaduti a questo fine anno. Il 70 per cento delle famiglie che sono coinvolte da questi sfratti avrebbero quei requisiti di reddito e sociali che la legge prevede per avere la proroga: famiglie con reddito annuo lordo complessivo familiare inferiore a 27 mila euro, famiglie in cui ci sono bambini – chiudo – handicappati e invalidi. Chiediamo per quale motivo il Governo non ha previsto la proroga.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Nicchi e gli altri colleghi di SEL per aver posto – anche successivamente ci sarà un'altra interrogazione su questo tema – la questione della mancata proroga del blocco degli sfratti per finita locazione e riguardante solo alcune categorie, perché permette al Governo in maniera molto chiara di definire la sua posizione.
  Il disagio abitativo è un'emergenza in questo Paese e sul disagio abitativo il Governo ha posto nelle sue azioni una grande priorità. Il disagio abitativo è diverso dalla mancata proroga degli sfratti per finita locazione e solo per alcune categorie. La mancata proroga degli sfratti per finita locazione per alcune categorie – che, come conoscono bene la collega e tutti i colleghi deputati, è stata normata dal 2007 in questo modo perché la Corte costituzionale ha sancito per ben due volte che la proroga degli sfratti è uno strumento incostituzionale e allora il Parlamento ha fatto una proroga degli sfratti limitatamente ad alcune categorie – riguarda 2 mila casi, non a caso, stiamo discutendo anche nel 2014 del disagio abitativo. Riguarda, dunque, 2 mila casi specifici.
  Il Governo lo scorso anno aveva dato la proroga per questi casi proprio perché nel frattempo stavano entrando in vigore prima il «decreto casa» e poi la legge sul «Piano casa» nel maggio del 2014 per permettere finalmente, non di avere un alibi, ma di affrontare in maniera chiara e precisa il disagio abitativo. Come ? Non attraverso la proroga degli sfratti, perché non è quello lo strumento per affrontarlo: sono 130 mila nel 2013 le richieste di sfratto che sono avvenute nel nostro Paese. Noi calcoliamo che il disagio abitativo nel nostro Paese possa riguardare 200 mila famiglie. Noi dobbiamo – e l'abbiamo fatto – innanzitutto destinare risorse che possano effettivamente, dopo anni, affrontare il problema: 2 miliardi e 600 milioni sono le risorse che questo Governo ha messo a disposizione delle regioni e dei comuni per affrontare complessivamente il problema.
  Secondo aspetto: dobbiamo chiedere ai proprietari di casa e a coloro che posseggono case che sono sfitte di aiutarci a risolvere il disagio abitativo e di metterle in affitto. È evidente che una proroga degli sfratti inquinerebbe in questo momento un'azione che, nel solo 2014 e nel solo 2013, ha avuto un grande effetto. Aver messo l'aliquota al 10 per cento e prima al 15 per cento per chi dà in afflitto la propria casa a canone concordato, ha avuto – dati del Ministero dell'economia e delle finanze e dell'Agenzia delle entrate – un effetto clamoroso. Abbiamo avuto 200 mila persone e famiglie proprietarie di case, che hanno messo la loro casa in affitto, avendo dato in quella legge che il Parlamento ha approvato delle certezze: se metti la tua casa in affitto hai delle agevolazioni, paghi solo il 10 per cento come aliquota fissa delle tasse, ma hai una certezza: quando è finita la locazione, quando è scaduto il tuo contratto, rientrerai in possesso della tua casa.
  Quindi il disagio abitativo – e concludo, signor Presidente – è un tema che vogliamo affrontare e che dobbiamo continuare ad affrontare. Per quelle 2 mila Pag. 31famiglie siamo disponibili – lo abbiamo detto ai comuni – ad entrare nel merito, non attraverso uno strumento che non risolve il problema, ma eventualmente attraverso strumenti amministrativi, se servono delle risorse specifiche per quelle 2 mila famiglie. Individueremo le 2 mila famiglie, ma evitiamo di intervenire con provvedimenti – ed è un appello che faccio al Parlamento – che sono incostituzionali e che quindi non possono essere fatti. Peraltro, una proroga in questo caso avrebbe un effetto devastante contro le politiche innovative...

  PRESIDENTE. Ministro, concluda.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. ...e finalmente concrete che il Governo ha fatto su questo tema che sta a cuore a tutti, a qualsiasi schieramento rappresentato in questo Parlamento.

  PRESIDENTE. L'onorevole Nicchi ha facoltà di replicare per due minuti.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, Ministro, noi abbiamo visto che il Fondo per la morosità incolpevole che lei ha finanziato riguarda delle risorse che saranno spalmate fino al 2020. Questo non ci permette di affrontare in termini immediati un problema che ha un'urgenza, un'urgenza sociale perché noi vogliamo togliere qualsiasi possibilità a che famiglie con bambini, con anziani e con persone malate possano vivere un trauma sociale così pesante. Le cifre di cui parla sono irrisorie, sono spalmate nel corso degli anni e noi ribadiamo qui la volontà e l'appello che i comuni fanno per un intervento immediato.
  Vediamo che lei ha proposto delle soluzioni. Vedremo. Noi oggi ribadiamo che è nelle nostre mani una possibilità: usiamo il «milleproroghe» intanto per allontanare per queste famiglie questo trauma, in modo tale da intervenire in modo civile.
  Lei afferma che il problema riguarderebbe circa 2 mila famiglie, poche famiglie.
  Noi consideriamo questo dato assolutamente sottostimato e non veritiero, come dicono le associazioni degli inquilini. Soprattutto, riguarda uno strato della società, di 2 mila famiglia, molto, estremamente bisognose.
  Ma anche ammettendo che lei abbia ragione e che sia solo questa fascia di popolazione, le chiediamo: perché ci dobbiamo accanire ? Intanto mettiamole al sicuro, facciamo un'azione che immediatamente possa metterle al sicuro. Invece, il Governo continua con la scaricabarile, lo scaricabarile di vessare continuamente i comuni e questa è l'ultima vessazione che il Governo Renzi fa sui comuni, facendo la voce grossa con i più deboli mentre è molto più difficile alzarla con i grandi patrimoni immobiliari vuoti, con le aree private dismesse e abbandonate per pura speculazione.
  È vero: le proroghe noi non le vorremmo, perché rappresentano il fallimento delle politiche degli ultimi venti anni. Sono le famiglie sfrattate in primo luogo a non volere le proroghe.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MARISA NICCHI. E noi vorremmo quello che è un diritto: una casa.

(Iniziative volte a fronteggiare l'emergenza abitativa in relazione alla mancata proroga del blocco degli sfratti per finita locazione – n. 3-01243)

  PRESIDENTE. L'onorevole Dorina Bianchi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01243, concernente iniziative volte a fronteggiare l'emergenza abitativa in relazione alla mancata proroga del blocco degli sfratti per finita locazione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

  DORINA BIANCHI. Grazie Presidente. Ministro, il Governo ha scelto consapevolmente di non fare un'ulteriore proroga degli sfratti dopo tanti anni che queste Pag. 32proroghe venivano reiterate, ma scegliendo di affrontare la questione dell'emergenza abitativa con il piano casa.
  Noi siamo convinti che il Governo abbia la necessità e anche la sensibilità per affrontare quello che sicuramente è anche un problema sociale. Per questo le chiediamo di illustrarci quali soluzioni alternative il Governo ha previsto per quelle famiglie colpite da un disagio che riguarda indubbiamente un diritto primario di ogni famiglia.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Presidente, ringrazio lei e anche l'onorevole Dorina Bianchi e il gruppo del Nuovo Centrodestra perché mi permette di proseguire nella risposta, che nel tempo limitato che è a disposizione per la natura del question-time, avevo iniziato a dare ai colleghi del gruppo parlamentare Sinistra Ecologia Libertà. Il tema è reale ed è un tema che va affrontato con forza, con responsabilità e con risultati immediati.
  Ricordo, perché lei fa questa domanda, che nel piano casa è entrato, non sulla carta ma immediatamente a disposizione per la prima volta dopo anni, il rifinanziamento del Fondo degli affitti, che è esattamente lo strumento, che era diventato a zero, che è dato ai comuni per intervenire esattamente nell'agevolazione e nell'aiuto verso chi non riesce ad avere una casa o verso chi, appunto, si trova nelle condizioni suddette.
  Tra l'altro, il Parlamento stesso – non dobbiamo dimenticarci di queste cose – ha voluto una modifica di quel Fondo degli affitti: 200 milioni di euro, di cui 100 milioni già erogati ai comuni e 100 milioni che saranno erogati ai comuni entro il 21 gennaio, nella Conferenza Stato-regioni. Ricordo che questo Fondo può essere esattamente usato dai comuni per risolvere quei 2 mila casi, cioè per risolvere il problema di quelle 2 mila famiglie – che fosse anche una va risolto – che si trovano in situazioni, previste dalla legge, dalla vecchia legge che prevedeva, appunto, la non possibilità a procedere alla sfratto, proprio perché si potesse dare certezza al proprietario di casa ma, contemporaneamente, dare un aiuto concreto a quelle famiglie che si trovano in quelle condizioni.
  L'altro Fondo che abbiamo istituito è di 266 milioni di euro ed è per la morosità incolpevole. 35 milioni di euro sono già stati distribuiti ai comuni, mentre le altre risorse sono pronte nella distribuzione ai comuni. La morosità incolpevole è un altro problema enorme, che non riguarda la polemica di questi giorni sulla mancata proroga degli sfratti. Ricordo che la mancata proroga degli sfratti riguarda solo quelli per finita locazione e solo per alcune categorie. Ricordo che il 92 per cento degli sfratti, che oggi vengono effettuati o richiesti, riguarda la morosità, cioè la mancata corresponsione dell'affitto rispetto al canone dovuto.
  Per questo è importante intervenire con questi strumenti: 266 milioni di euro per la morosità incolpevole. È la prima volta che viene istituito questo fondo e che viene distribuito alle regioni, che – ricordo qui in Parlamento – devono rapidamente distribuirlo ai comuni. Il terzo intervento è quello dell'alloggio di edilizia popolare e degli interventi che noi abbiamo voluto. Erano anni che non si davano risorse perché si ristrutturassero gli alloggi di edilizia popolare che sono sfitti e che non possono essere dati in affitto per le loro condizioni: 400 milioni di euro a disposizione delle regioni per procedere in quella direzione. Non è sufficiente e dobbiamo fare ancora di più, ma non è pensabile che ci possa essere un provvedimento piccolo che fa tornare indietro nella politica della risoluzione dell'emergenza abitativa, che credo debba stare a cuore a tutti noi, a tutto il Parlamento, compreso il Governo.

  PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  VINCENZO GAROFALO. Presidente, signor Ministro, io l'ho ascoltata attentamente, Pag. 33ho ascoltato anche la risposta alla precedente interrogazione del question time dei colleghi di SEL e credo che lei sia stato abbastanza esplicito nel dire che questo problema, quello dell'emergenza abitativa, non è un problema che può essere aggirato, come è avvenuto ormai per troppi anni, e tra l'altro anche male dal 2007 in avanti, visti i rilievi della Corte costituzionale, ma è un problema che va affrontato. E va riconosciuto a lei signor Ministro, ma anche all'intero Governo, perché ho letto le dichiarazioni fatte non solo da lei, ma anche da altri rappresentanti del Governo e di qualche regione, secondo cui l'unico modo serio per affrontarlo è creare un sistema strutturalmente forte, mettendoci dei soldi. Non si può nascondere che il Governo ha deciso di investire sull'emergenza abitativa, rimpinguando fondi già esistenti, dando dopo tanti anni dei soldi agli istituti di case popolari o al mondo dell'edilizia residenziale pubblica, come genericamente è meglio dire, ma soprattutto affrontando il tema alla radice. La soluzione non può essere quella di utilizzare un bene privato per risolvere un problema che è a carico dello Stato, cioè lo Stato deve funzionare e il funzionamento va richiesto ai comuni e alle regioni, che devono rapidamente attivare tutte le risorse messe a disposizione. Ed è su questo che io le chiedo, signor Ministro, a lei e all'intero Ministero, di vigilare e sollecitare affinché questo avvenga, perché la posizione dell'ANCI mi ha lasciato un pochino sorpreso. L'ANCI prima avrebbe dovuto chiedere – e credo l'abbia fatto – risorse per risolvere il problema. Le ha ottenute e, a questo punto, sia rapido il sollecito per metterle in campo, affinché la soluzione sia veramente, una volta per tutte, trovata, perché anche negli anni precedenti, con le proroghe, abbiamo visto su tutte le televisioni le proteste di tante famiglie rimaste fuori dalle case perché evidentemente il sistema pubblico non ha funzionato. Con quanto messo in campo dal Governo, io credo che ci voglia ancora un grande rapporto gestito dal Ministero, affinché funzionino gli strumenti messi a disposizione.

(Chiarimenti e iniziative in ordine al crollo del viadotto di Scorciavacche sulla strada statale 121 Palermo-Agrigento – n. 3-01244)

  PRESIDENTE. L'onorevole Prestigiacomo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01244, concernente chiarimenti e iniziative in ordine al crollo del viadotto di Scorciavacche sulla strada statale 121 Palermo-Agrigento (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Presidente, Ministro, come sa il giorno di capodanno è crollata ad Agrigento una carreggiata del viadotto Scorciavacche 2, inaugurato appena il 23 dicembre scorso. Doveva essere consegnato nel marzo del 2015 ma, caso forse più unico che raro, i lavori sono stati ultimati e consegnati con tre mesi di anticipo. Un circuito simbolico davvero virtuoso e vincente: presidente della regione del PD, Governo nazionale del PD, opere realizzate dalle autorevolissime Coop rosse, fino a poco tempo fa presiedute dal Ministro Poletti, Ministro del PD, un segnale veramente di un'Italia che cambia, che cambia verso. Ma la Sicilia di Crocetta, ahimè, non cambia verso. Quello di capodanno è il quarto viadotto crollato in poco tempo in Sicilia. Il Presidente del Consiglio Renzi sembra spesso governare via twitter e ha scritto che i responsabili pagheranno tutto. Vedremo. Finora a pagare sono stati soltanto i siciliani. Ministro, ci dica cosa intende fare seriamente il Governo per evitare che ci sia questo continuo crollare di infrastrutture, questo danno di immagine gigantesco, e soprattutto questi imbarazzanti e tragici crolli di infrastrutture e di viadotti in Sicilia.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Presidente, ringrazio l'onorevole Prestigiacomo per avere Pag. 34posto all'attenzione del Governo anche questa questione, che la stessa onorevole Prestigiacomo ha descritto in tutta la sua gravità. Purtroppo, a volte, la realtà rischia di superare qualsiasi immaginazione, però non possiamo solo fermarci all'indignazione: dobbiamo certamente intervenire, e intervenire rapidamente, perché non solo si accertino le responsabilità – chi è responsabile, ovviamente, deve pagare, deve ripristinare i danni che sono stati subiti, sia quelli oggettivi che anche quelli in termini di immagine –, ma perché queste cose non accadano, proprio nel momento in cui il Governo è impegnato in uno sforzo di realizzazione delle infrastrutture del nostro Paese che è enorme, stanziando risorse che possano essere effettivamente spese.
  Infatti, di infrastrutture ne abbiamo bisogno, e, in particolare, la regione Sicilia, come tutto il resto d'Italia, ma ancora di più la regione Sicilia, ovviamente, ne ha bisogno. Per quanto riguarda l'individuazione dei responsabili, ieri l'ANAS ha chiesto la rimozione del direttore lavori da parte del consorzio. È un primo provvedimento, ma è un primo provvedimento che dice che la strada che vogliamo percorrere è quella di verificare puntualmente le responsabilità, e chi ha delle responsabilità, ovviamente, ne deve rispondere.
  Nel merito, come è corretto che sia, innanzitutto mi preme sottolineare che in questo caso, rispetto agli altri – non è una consolazione, ma è una precisazione – non si tratta di un cedimento strutturale del viadotto Scorciavacche 2, né deve essere posto in relazione ai problemi strutturali che hanno riguardato, negli ultimi anni, altri viadotti appartenenti alla rete stradale siciliana di competenza ANAS.
  Il cedimento è avvenuto in un tratto di rilevato stradale posto immediatamente a tergo della spalla del viadotto. Sebbene il tratto stradale fosse stato aperto al traffico, in via provvisoria, il giorno 23 dicembre 2014, il cedimento del rilevato è avvenuto nei primi giorni, come ha sottolineato l'onorevole Prestigiacomo, del gennaio 2015, in un momento in cui, grazie a Dio, la circolazione stradale – voglio sottolineare – era stata già interdetta dall'ANAS. Non è una consolazione: è certamente, però, un'assunzione di responsabilità, per cui, avendo individuato un potenziale difetto nella realizzazione dell'opera, la circolazione è stata interdetta. Pertanto, non si sono verificate situazioni di reale pericolo per gli utenti della strada.
  La circolazione stradale a valle della chiusura del tratto è stata comunque garantita dalla deviazione. Sono state costituite due commissioni, una parte dell'ANAS, una da parte del Ministero, e sono in corso le indagini da parte della magistratura; alla conclusione, sarà mia premura informare circa il futuro sviluppo delle indagini ministeriali. Le responsabilità amministrative saranno prontamente registrate e perseguite, nella piena consapevolezza della serietà delle problematiche sollevate dall'episodio oggetto dell'interrogazione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Stefania Prestigiacomo ha facoltà di replicare per due minuti.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Insomma, Ministro, speriamo che le numerose inchieste avviate ci diano, di qui a qualche anno, spiegazioni sulle cause di questi crolli, e forse, magari, alla fine qualcuno pagherà. La ringrazio solo di una cosa, di avere detto, all'inizio della sua risposta, che non abbiamo certo bisogno di manifestare ulteriore indignazione. Le assicuro che i siciliani ne hanno avuta fin troppa, in questi anni, di indignazione. Quello che serve, in questo momento, sono risposte concrete e misure concrete, e francamente, fino a questo momento, non ne abbiamo viste.
  Ministro, se, nel caso di Agrigento, si concluderà, alla fine, dicendo che vi è stato un cedimento del terreno, questo non è possibile che sia accaduto negli altri crolli: quattro crolli in quattro anni segnalano, evidentemente, la presenza di un problema. Il problema è che le opere pubbliche vengono progettate male, vengono realizzate male.Pag. 35
  Chi le realizza, evidentemente, non fa fino in fondo il suo dovere e chi dovrebbe controllarle, e poi collaudarle, ha chiuso un occhio o, magari, tutti e due, o per inadeguatezza o, magari, per altre ragioni.
  Noi ci auguriamo che l'intervento del Governo nazionale rispetto a questa situazione sia un intervento serio, sia un intervento che faccia piena luce.
  Mi creda non possiamo più tollerare che i soldi pubblici vengano sperperati in questo modo, perché di soldi dei contribuenti si tratta, soldi spesi male, soldi alla fine spesi due volte per realizzare le medesime infrastrutture.
  Non posso dichiararmi pienamente soddisfatta, Ministro, ma mi auguro che lei prenda davvero spunto da queste mie parole, per essere un po’ più energico con le sue iniziative rispetto a quello che accade nella mia terra, la Sicilia.

(Iniziative, anche normative, volte ad agevolare il rapporto dei lavoratori autonomi con le pubbliche amministrazioni, nonché a migliorarne il relativo regime previdenziale, assistenziale e fiscale – n. 3-01245)

  PRESIDENTE. L'onorevole Ciprini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01245, concernente iniziative, anche normative, volte ad agevolare il rapporto dei lavoratori autonomi con le pubbliche amministrazioni, nonché a migliorarne il relativo regime previdenziale, assistenziale e fiscale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  TIZIANA CIPRINI. Ministro, c’è in Italia una categoria di lavoratori abbandonati da tutti: gli autonomi, il popolo delle partite IVA, i professionisti con le fatture. Nonostante i tanti proclami, quello che questo Governo di professionisti del pressappochismo è riuscito a fare per i lavoratori autonomi è un disastro senza precedenti. Con la legge di stabilità la pressione fiscale contributiva sulle partite IVA è diventata insostenibile per una categoria che racchiude anche moltissimi giovani precari. La nuova fiscalità, prontamente rinnegata da Renzi, è una punizione durissima per i giovani che vogliono darsi da fare e intraprendere un'attività in proprio. A novembre c’è stato un boom di nuove partite IVA, aperte da chi vuole restare nel vecchio regime ed evitare il nuovo. Questo la dice lunga sul livello di fiducia posto dai cittadini nei confronti del Governo Renzi. Con le recenti norme un giovane professionista che avvia la sua attività nel 2015, a parità di reddito, si troverà a pagare più del doppio delle tasse del coetaneo che ha iniziato prima del 31 dicembre 2014. Tra le storture: la soglia di fatturato è dimezzata da 30 mila a 15 mila euro, una cifra da fame, triplicata la cedolare secca e un sistema di calcolo di costi iniquo che favorisce le false partita IVA.
  Ministro, mi attendo da lei risposte chiare sul da farsi, con soluzioni concrete e tempi certi.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, onorevole Ciprini, per la sua interpellanza. Il tema che ci viene proposto è apparso evidente a seguito dell'approvazione della legge stabilita, quindi è un tema che abbiamo all'ordine del giorno. In relazione all'intervento normativo che è stato qui posto all'ordine del giorno, il Ministero dell'economia e delle finanze, che è competente per materia su questo tema, ci ha dato alcune specifiche che fanno riferimento alla volontà, nella stesura di quel testo, della fissazione di limiti differenziati di accesso per le diverse attività esercitate. Quindi, per alcune si è mantenuto, e per altre c’è stato un incremento, del limite relativo agli acquisti, che è stato modificato, rispetto ai beni strumentali, ed è stato elevato da 15 mila a 20 mila euro (fa riferimento al costo dei beni alla chiusura dell'esercizio), sebbene innovando rispetto al previgente regime fiscale di vantaggio è escluso esplicitamente che concorra alla formazione del limite il costo degli immobili.Pag. 36
  C’è poi stato un cambiamento che riguarda il regime forfettario che può trovare applicazione anche a coloro che compiono operazioni, comprese extra-UE, prima escluse da questo regime. L'accesso al regime forfettario non è subordinato al requisito della novità dell'attività intrapresa e, dunque, non rileva come causa ostativa lo svolgimento di una precedente attività nel triennio precedente l'ingresso nel regime.
  Quindi, nonostante l'intervento normativo in questione contenga alcune novità vantaggiose per le categorie interessate, il Governo, nel prendere atto che interventi previsti dalla di legge stabilità, così come appena illustrati, possono incidere negativamente su alcune categorie di lavoratori autonomi, in particolare i giovani professionisti freelance, nei cui confronti invece si sarebbe voluto intervenire favorevolmente, ha deciso, come è già stato pubblicamente dichiarato dal Presidente del Consiglio, di intervenire rapidamente attraverso l'adozione di un testo correttivo. In questo ambito, per quanto concerne l'impatto fiscale, sarà il competente Ministero dell'economia e delle finanze a predisporre le opportune modifiche.
  Per quanto riguarda gli aspetti previdenziali, di tutela, di stretta competenza del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, confermo il mio impegno ad adottare i necessari interventi e posso anticipare la mia intenzione d'incontrare, nei prossimi giorni, le associazioni che rappresentano le figure professionali interessate da questo provvedimento, per analizzare la situazione e raccoglierne le opinioni e le indicazioni che ci consentano di superare i profili critici che sono emersi.
  Quindi siamo intenzionati ad intervenire immediatamente a modificare la situazione che si è determinata in un senso diverso da quello che il Governo avrebbe voluto.

  PRESIDENTE. L'onorevole Ciprini ha facoltà di replicare, per due minuti.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Ministro del lavoro, che Stato è quello che prende a calci proprio i professionisti (medici, architetti, avvocati, ingegneri, psicologi, informatici, consulenti, formatori creativi freelance), che li lascia senza copertura assistenziale o per malattia, maternità e congedi parentali, che nel job act si dimentica degli autonomi, escludendoli dalla copertura degli ammortizzatori sociali e che non ha dato loro nemmeno gli 80 euro, poco più della paghetta mensile che si riserva ad un bambino, che li considera come tappabuchi INPS, costringendoli a versare ancora di più, ma non per avere pensioni dignitose, ma per coprire i buchi di bilancio causati da altre gestioni previdenziali, che spinge i professionisti alla grande fuga dall'Italia verso i paradisi fiscali, costringendoli a spostare fittiziamente le proprie residenze e ad alimentare un nuovo fenomeno, il dumping professionale, esattamente come è avvenuto con le aziende ?
  Che Stato è quello che, invece di annullare le disparità di trattamento tra lavoratori, le aumenta, discriminando tra lavoratori dipendenti ed autonomi, che di fronte ad un tasso di disoccupazione giovanile record (44 per cento e una perdita di un milione di posti di lavoro dal 2007) inibisce lo spirito d'iniziativa dei giovani di mettersi in proprio, giovani fregati per mano di un giovane come loro, il Premier Renzi ?
  E questo sarebbe il Governo che capisce il mondo del lavoro fluido di oggi e che ascolta i giovani ? Renzi è sempre pronto a tendere la mano, la manina o la «manona» all'amico Berlusconi, per salvarlo dalle condanne giudiziarie, e alle multinazionali, dispensando licenziamenti facili, ma rinnega, invece, la mano al popolo delle partite IVA.
  La proposta del MoVimento 5 Stelle era molto chiara e vantaggiosa per i giovani precari, spesso costretti dal mercato ad aprire una partita IVA: 5 per cento di aliquota per i primi cinque anni e, poi, il 15 per cento per sempre, con un tetto di fatturato per tutti fino a 40 mila euro e 30 mila euro di spese annue a forfait.
  Ebbene, esprimo, quindi, forti preoccupazioni per le norme varate da questo Pag. 37Governo, che rischiano di produrre effetti ulteriormente recessivi e depressivi dell'economia. Inoltre esprimo forte preoccupazione anche per i pasticci normativi combinati da questo Governo, che vara leggi e un mese dopo fa ammissione di colpa e retromarce, costringendo sempre il Parlamento ad operare per la riduzione del danno.

(Intendimenti circa l'attivazione di un tavolo tecnico a tutela dei livelli occupazionali della società Getek Ict Srl di Crotone – n. 3-01246)

  PRESIDENTE. L'onorevole Fauttilli ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Dellai ed altri n. 3-01246, concernente intendimenti circa l'attivazione di un tavolo tecnico a tutela dei livelli occupazionali della società Getek Ict Srl di Crotone (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  FEDERICO FAUTTILLI. Signor Presidente, Ministro, il problema che le poniamo con quest'interrogazione riguarda purtroppo la grave crisi occupazionale in cui versa la provincia di Crotone, crisi più grave che in altre aree del Paese.
  In particolare riguarda la vicenda dei lavoratori della Getek Ict Srl. Sono 73 lavoratori di questa società di Crotone, facente parte del consorzio Poste Link di Poste Italiane Spa, attualmente in mobilità e prossimi alla disoccupazione. Questi lavoratori hanno svolto un delicato servizio di contact center per il numero verde INPS/INAIL e la loro professionalità è stata riconosciuta dagli stessi enti per cui hanno lavorato.
  Nel settembre del 2010 la nuova gara per il servizio di contact center INPS/INAIL è stata aggiudicata alla società Transcom ma, a differenza degli operatori degli altri siti, i lavoratori non sono stati inseriti nella nuova commessa.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Fauttilli.

  FEDERICO FAUTTILLI. Quindi noi le chiediamo se non ritiene opportuno promuovere un tavolo tecnico con le parti interessate – e questo urgentemente – al fine di trovare una soluzione alla vicenda, che si trascina ormai credo da troppo tempo.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente, grazie onorevole Fauttilli, naturalmente il tema di Getek Ict è presente al nostro Ministero da tempo, perché ha le caratteristiche che sono state qui rappresentate. In effetti stiamo parlando di un'azienda che nell'estate del 2005 faceva parte di un raggruppamento temporaneo di imprese, capitanato da Poste italiane, che si era aggiudicato una gara ad evidenza pubblica bandita da INPS, in proprio e quale mandatario di INAIL, per la gestione del contact center integrato per il rilascio di informazioni ai cittadini in materia di previdenza e assistenza.
  A partire da questa aggiudicazione Getek ha svolto, quindi, in via esclusiva presso la sede di Crotone l'attività di contact center fino al 25 settembre 2010, data in cui ha cessato la sua attività conseguentemente all'aggiudicazione dell'appalto da parte di un nuovo gruppo di imprese, la Transcom Worldwide Spa, che è subentrata alla commessa. A seguito della cessazione dell'attività da parte di Getek sono state dapprima avviate una serie di iniziative finalizzate al reimpiego dei lavoratori nella medesima attività, purtroppo senza esito. In seguito, si è fatto ricorso agli ammortizzatori sociali e successivamente alle procedure di mobilità.
  Detto questo, l'INPS, espressamente interpellata sulla questione, ha precisato di non aver potuto inserire nel bando della gara d'appalto, poi vinta da Transcom Worldwide Spa, alcuna prescrizione che potesse garantire la continuità dei rapporti degli operatori Getek già addetti al servizio per non violare le disposizioni di legge in materia di contratti pubblici di trasparenza Pag. 38e correttezza. L'istituto, dunque, nel precisare che la sua azione non può che assumere una connotazione esortativa e di richiesta, ha assicurato il proprio impegno a farsi parte attiva con la Transcom Worldwide Spa per consentire il reimpiego presso la stessa dei settantatre lavoratori in questione.
  Da ultimo, nel ribadire l'attenzione rivolta dal nostro Ministero, che rappresento, nella vicenda occupazionale dei lavoratori della Getek, tenuto anche conto che, per quanto abbiamo potuto verificare, tutti gli strumenti di tutela dei lavoratori a nostra disposizione sono stati fino ad ora attivati, posso assicurare che il Governo nelle sue diverse articolazioni procederà ad un'ulteriore e puntuale verifica sul piano tecnico della possibilità di svolgere ulteriori azioni finalizzate ad affrontare e risolvere la situazione che ci è stata qui rappresentata.

  PRESIDENTE. L'onorevole Fauttilli ha facoltà di replicare, per due minuti.

  FEDERICO FAUTTILLI. Signor Presidente, Ministro, io la ringrazio, però lei comprende che è difficile ritenersi soddisfatti, almeno fino a quando la soluzione non verrà data. Noi prendiamo atto del suo impegno che sicuramente è un impegno che vuole arrivare a soluzione per questi settantatre lavoratori. Noi teniamo a sottolineare il fatto che qui si tratta di lavoratori capifamiglia, monoreddito, con figli a carico. Significa, quindi, una situazione estremamente drammatica per queste famiglie. Pertanto, riteniamo che la soluzione debba essere trovata. La sua risposta, quindi, è sicuramente una risposta positiva, però, ecco, vorremmo che anche il risultato a questo impegno fosse altrettanto positivo.

(Chiarimenti in merito ai costi del programma «Garanzia giovani» e iniziative, anche in ambito europeo, circa nuove strategie per il rilancio dell'occupazione giovanile – n. 3-01247)

  PRESIDENTE. L'onorevole Prataviera ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01247, concernente chiarimenti in merito ai costi del programma «Garanzia giovani» e iniziative, anche in ambito europeo, circa nuove strategie per il rilancio dell'occupazione giovanile (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie Presidente, grazie signor Ministro, la Youth Guarantee, meglio conosciuta in Italia come «Garanzia Giovani» è, appunto, uno strumento per cercare di dare risposta ai NEET. I NEET sono quei giovani tra i 15 e i 29 anni di età (questa è la definizione classica), che in Italia sono 1,27 milioni, che non studiano, non lavorano e nemmeno cercano di studiare o cercano un lavoro. Per cercare di dare una soluzione a questo problema, il Consiglio europeo nel 2013 ha istituito appunto la Youth Guarantee, che è stata recepita anche dall'Italia, a cui sono stati assegnati 1,5 miliardi di euro. Secondo quanto è stato rilevato da una ricerca di «Impresa Lavoro», hanno aderito a questa campagna 250 mila giovani fino ad oggi, di cui, però, solo 59 mila sono stati effettivamente presi in carico. Quindi, facendo i cosiddetti conti della serva, sono stati assegnati ad ognuno di questi richiedenti circa 26 mila euro, a fronte della metà delle domande però invece rispetto alle richieste che sono state effettivamente prese in carico. Chiediamo, quindi, al Ministro quali iniziative intende mettere in atto per cercare di rimediare a questa disastrosa situazione intrapresa dal Governo.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole per l'interrogazione che mi consente di fare rapidamente un punto sulla situazione del programma «Garanzia Giovani» che ha come obiettivo quello dell'occupabilità e dell'attivazione Pag. 39dei giovani che non studiano e non lavorano. In primo luogo, mi corre l'obbligo di ricordare come l'Italia sia, dopo la Francia, il secondo Paese che in Europa ha visto approvare il proprio piano nazionale per la «Garanzia Giovani» e, quindi, abbiamo, come Paese, avviato questo percorso tra i primi in Europa.
  Il secondo dato sul quale credo sia doveroso intervenire – anche perché comprendo che la ricerca del centro studi «Impresa Lavoro» è datata ottobre, quindi ha un «invecchiamento» fisiologico – è quello, che credo sia giusto ricordare, che ad oggi lo stato di attuazione del programma conta 366 mila giovani che si sono registrati, 128 mila che sono stati presi in carico dai centri per l'impiego e dai privati accreditati e che il 39 per cento dei giovani registrati è stato preso in carico.
  Vorrei anche correggere un dato che riguarda il costo per ognuno di questi giovani, perché è del tutto evidente che, se si fa questo calcolo il giorno dopo che il programma è partito, il primo giovane che è entrato nel programma è costato un miliardo e mezzo: se andremo, alla fine, a guardare ciò che almeno i programmi regionali prevedono e cioè che questo intervento superi interventi per 400 mila, anzi sopra i 500 mila giovani, il costo medio per ogni giovane raggiunto dal progetto dovrebbe essere intorno ai 3 mila euro. Quindi questo è per avere una puntuale fotografia della situazione.
  Detto questo, nell'interrogazione c'era una richiesta specifica, che fa riferimento al programma di pubblicità, chiamiamolo così, di comunicazione e di informazione che è stato presentato all'interno delle sale cinematografiche italiane, quindi voglio dare questa risposta. La campagna di comunicazione è costata 145 mila euro, quindi questo è il costo riferito a questa campagna di comunicazione.
  Voglio anche dire che noi non accettiamo l'osservazione secondo cui questo programma sarebbe una montagna che ha partorito un costoso topolino, ma non diciamo neanche che siamo pienamente soddisfatti di quanto è stato realizzato fino ad ora, tant’è che il Governo, il Ministero, insieme alle regioni, ha avviato quella che noi abbiamo definito una «fase 2» del progetto, che punta a cambiare una serie di situazioni e a fare in modo, in particolare attraverso l'attivazione dei rapporti con scuole, sistemi di impresa e sistemi di comunicazione con i giovani, di migliorare le performance dello stesso progetto.

  PRESIDENTE. L'onorevole Prataviera ha facoltà di replicare, per due minuti.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la franchezza con la quale ha risposto a questa interrogazione. È chiaro che il tema è molto delicato e merita il massimo rispetto, ma nel momento in cui siamo di fronte ad una platea di circa 2 milioni e mezzo di potenziali aderenti a questa iniziativa, seppur lodevole, è chiaro che non ha partorito – noi lo continuiamo a ribadire – un risultato apprezzabile ed il fatto che siamo stati tra i primi probabilmente non ha comunque giovato a contribuire al sistema Paese.
  Ci sono alcune considerazioni che però bisogna fare: nel momento in cui la Germania, con la sua Cancelliera Merkel, ha fatto per la disoccupazione molto meglio di Hitler addirittura, il vostro Governo ed il PD, che governa da molti anni, dai tempi di Monti, in questo Paese ha fatto l'esatto opposto: ha avuto l'effetto quasi di una bomba atomica.
  Però, per non essere troppo generici o vaghi o addirittura essere accusati ideologia, vorremmo fare una critica e qui ci terrei, signor Ministro: lei sapeva perfettamente che, così come era stata disegnata, «Garanzia Giovani» non avrebbe prodotto risultati. In primo luogo perché deve fare i conti e si deve scontrare con le pubbliche amministrazioni a livello periferico e soprattutto quelle regioni e quelle province in cui il sistema lavoro e le politiche di supporto del lavoro non funzionano. Continuare ad investire un miliardo e mezzo di euro, che sono frutto di tasse dei cittadini e delle imprese di questo Paese, Pag. 40per continuare su questa strada non è assolutamente la medicina giusta.
  Noi, Ministro, come abbiamo già fatto in altre occasioni anche in Commissione – in cui purtroppo non abbiamo ancora avuto modo di vederla partecipe – abbiamo già fatto presente la necessità di iniziare a commissariare quelle amministrazioni che non lavorano, iniziare a dare maggiori risorse, invece, a quelle amministrazioni che lavorano, che guarda caso sono al nord e che guarda caso, guardando proprio i dati invece aggiornati al 31 dicembre, registrano il 70 per cento delle domande sia da parte dei Neet sia da parte delle offerte di lavoro. Dare maggiori risorse a quelle realtà (Veneto e Lombardia, ad esempio) in cui c’è già un risultato favorevole, potrebbe mettere in competizione subito quei territori e farli ripartire.
  Noi le chiediamo seriamente di iniziare a passare dalle promesse ai fatti. Lo spot a cui facevo riferimento nella nostra interrogazione l'ho visto personalmente al cinema durante la pausa natalizia e le posso garantire che i commenti che arrivavano dai ragazzi che erano con me in quella sala erano tutti molto molto critici. Vi invitiamo ad uscire da un perenne stato di spot elettorale in cui il Governo si ritrova, a prendere atto e coscienza che la famiglia, che i problemi delle famiglie sono diversi da quelli degli spot elettorali del Mulino Bianco ed iniziare a fare sul serio per risolvere i problemi. E soprattutto a non sprecare ulteriori miliardi di euro.

  PRESIDENTE. Onorevole Prataviera, io non ho seguito il filo del suo ragionamento, ma qualunque accostamento della Cancelliera Merkel a Hitler lo trovo censurabile in quest'Aula.

(Intendimenti del Governo in merito alla modifica della disciplina relativa alla pensione integrativa di dirigenti e dipendenti sindacali – n. 3-01248)

  PRESIDENTE. L'onorevole Giorgia Meloni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rampelli n. 3-01248 concernente intendimenti del Governo in merito alla modifica della disciplina relativa alla pensione integrativa di dirigenti e dipendenti sindacali (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) di cui è cofirmataria, per un minuto.

  GIORGIA MELONI. Signor Presidente, il gruppo Fratelli d'Italia torna oggi, Ministro, su una questione che ci sta molto a cuore che è quella, per così dire, di talune allegre pensioni che continuano ad essere erogate in Italia nonostante chi lavora oggi potrebbe non avere mai una pensione decente. Nello specifico, qualche mese fa, ha fatto molto discutere sulla stampa il fatto che il segretario generale del secondo sindacato italiano, Raffaele Bonanni, sia andato in pensione con una pensione lorda che superava gli 8.500 euro al mese e al di là del fatto che chiaramente facesse molto riflettere il fatto che chi dice di difendere, di voler stare dalla parte dei più deboli, dei lavoratori, degli operai poi percepisca una retribuzione lorda annua di 336 mila euro e una pensione come quella che ho appena citato. Al di là di questo, rimane il tema di una normativa, che è il decreto legislativo n. 564 del 1996, che consente ai dirigenti del sindacato in aspettativa o distaccati di avere una pensione integrativa calcolata sostanzialmente sulla media delle ultimissime retribuzioni e per la quale basta sostanzialmente fare il dirigente sindacale per un mese. Siamo qui per chiedervi che cosa intendete fare per mettere fine a questo ulteriore privilegio inspiegabile.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, grazie onorevole Meloni, per questa interrogazione. Ci viene chiesto di far conoscere quali iniziative intenda assumere il Governo in ordine alla questione della disciplina in materia di pensioni dei dirigenti sindacali introdotta dal decreto legislativo n. 564. Al riguardo sappiamo Pag. 41che i commi 5 e 6 dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 564 attribuiscono alle organizzazioni sindacali la facoltà di versare una contribuzione aggiuntiva in favore dei lavoratori in aspettativa o in distacco sindacale da calcolare sulla differenza tra le somme corrisposte ai lavoratori collocati in aspettativa o in distacco per lo sviluppo dell'attività sindacale e la retribuzione di riferimento prevista dai contratti collettivi di categoria sulla cui base viene effettuato l'accredito o il versamento contributivo. Il versamento di questo contributo, che costituisce una contribuzione aggiuntiva – ricordo – ha natura puramente facoltativa e necessita di un'apposita autorizzazione da parte dell'INPS. Il versamento, peraltro, può essere effettuato esclusivamente in coincidenza dei periodi in cui il lavoratore si trova in aspettativa o in distacco sindacale. La finalità di questa contribuzione, per tornare all'origine di questa scelta, è quella di evitare che i lavoratori in aspettativa o in distacco sindacale possano essere pregiudicati nella loro posizione previdenziale dallo svolgimento dell'attività sindacale. Questo in quanto, ai sensi del comma 4 dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 564, le retribuzioni da prendere come riferimento per l'accredito e il versamento dei contributi in caso di aspettativa sindacale non retribuita sono solo le retribuzioni base previste dai contratti collettivi e non comprendono emolumenti aggiuntivi collegati all'effettiva prestazione lavorativa. Voglio precisare ancora che i soggetti in favore dei quali viene effettuato il versamento della contribuzione aggiuntiva riceveranno non due ma un'unica prestazione pensionistica determinata con i metodi di calcolo previsti dalla normativa vigente all'atto del pensionamento.
  Con specifico riferimento al caso segnalato dagli interroganti parrebbe che la sindacalista in parola sia andata in pensione nel 2011, quindi verosimilmente prima dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011 di riforma del sistema pensionistico e, dunque, con un trattamento pensionistico calcolato presumibilmente per intero con il metodo retributivo che è basato, com’è noto, sulla media delle retribuzioni degli ultimi anni di lavoro. La qual cosa spiegherebbe l'elevato importo del trattamento che le è stato riconosciuto.
  Il fenomeno delle cosiddette superpensioni risente, quindi, infatti, dell'intreccio tra il meccanismo della contribuzione aggiuntiva e il sistema di calcolo retributivo. Conseguentemente, a quest'ultimo proposito, tengo a precisare che, dalla riforma delle pensioni del 2011, a decorrere dal 1o gennaio 2012, questo fenomeno non può più verificarsi, in quanto l'ammontare dei trattamenti pensionistici non è più determinato sulla media delle ultime retribuzioni percepite, bensì sul valore dei contributi effettivamente versati nel corso dell'intera vita lavorativa.

  PRESIDENTE. L'onorevole Giorgia Meloni, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIORGIA MELONI. Grazie Presidente, il Ministro Poletti cita una serie di riferimenti normativi che, però, purtroppo, tradiscono il fatto che la risposta alla domanda formulata dal gruppo di Fratelli d'Italia sia: «non intendiamo fare assolutamente nulla». E questa non è una novità, perché, come si sa, il gruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale era già intervenuto sul tema delle cosiddette pensioni d'oro, cioè di quelle degenerazioni derivanti dal sistema retributivo, che consentono a persone di prendere pensioni, erogate oggi, che sono assolutamente scollegate dai contributi che sono stati versati, a fronte di coloro che andranno in pensione con il sistema contributivo che, invece, purtroppo, non vedranno neanche la totalità, il 100 per cento di quello che hanno versato.
  Questo è il motivo per il quale, diverse volte, abbiamo chiesto ciò, come accade per il provvedimento n. 564 che rientra in questo schema, Ministro Poletti: se io ho diritto ad un'integrazione pensionistica, calcolata sulle ultimissime retribuzioni, e se, grazie a una norma di questo tipo, guarda caso, numerosi dirigenti sindacali, Pag. 42fino ai segretari delle organizzazioni sindacali, fanno lievitare i loro compensi per poter calcolare la loro integrazione pensionistica sulla base di quegli ultimi compensi, ebbene, c’è, diciamo così, una leggerissima disparità rispetto a chi andrà in pensione con il sistema contributivo. Perché questo prevede la norma del 1996, inserita pienamente in un contesto nel quale si andava in pensione, di media, con l'80 per cento delle ultime retribuzioni.
  Quindi, il tema qual è ? Il tema – e insisto sulle proposte, perché cerchiamo sempre di essere anche concreti – è, in primo luogo, fare una norma che consenta di combattere le distorsioni del sistema retributivo, calcolando sopra una determinata soglia, con sistema contributivo, anche le pensioni erogate attualmente, perché non può esserci una così ampia discrasia tra quello che ho versato e quello che prendo di pensione a fronte del sistema contributivo, e, in secondo luogo, abolire le norme che consentono ad alcune caste, ad alcune categorie privilegiate di avere più degli altri.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIORGIA MELONI. Purtroppo, mi sarei aspettata dal sindacato, dai sindacalisti e dai dirigenti sindacali una proposta di questo tipo, perché, quando si dice di voler stare dalla parte dei più deboli, lo si deve anche dimostrare nel quotidiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15.

  La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,20.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Bindi, Brunetta, Antimo Cesaro, Cirielli, Dambruoso, Damiano, Dellai, Di Lello, Epifani, Fedriga, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Lauricella, Losacco, Manciulli, Pes, Pisicchio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Sisto, Speranza, Tabacci, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di supplenza nelle funzioni di Presidente del Senato.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato mi ha inviato, in data odierna, la seguente lettera:
  «Gentile Presidente, in relazione all'assunzione dell'esercizio delle funzioni di Presidente della Repubblica, ai sensi dell'articolo 86, primo comma, della Costituzione, a seguito delle dimissioni rassegnate dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in data 14 gennaio 2015, mi pregio di comunicarLe che, ai sensi dell'articolo 9, comma 2, del Regolamento del Senato e in conformità della designazione effettuata il 28 marzo 2013, la Vice Presidente Valeria Fedeli eserciterà le funzioni di Presidente del Senato tutta la durata della supplenza. L'occasione mi è gradita per inviarLe i miei più cordiali saluti.
Firmato: Pietro Grasso».

Annunzio della convocazione del Parlamento in seduta comune.

  PRESIDENTE. Comunico che, a norma dell'articolo 86, secondo comma, della Costituzione, ho convocato la Camera dei Pag. 43deputati e il Senato della Repubblica in seduta comune, con la partecipazione dei delegati regionali, per giovedì 29 gennaio 2015, alle ore 15, per procedere alla elezione del Presidente della Repubblica.

Si riprende la discussione del disegno di legge costituzionale n. 2613-A.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Dieni 1.98.
  Dobbiamo quindi passare all'emendamento Dieni 1.71, a pagina 56 del fascicolo.

  MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Presidente, noi riteniamo, non che non si debba lavorare in queste due settimane con il Presidente della Repubblica vicario, il Presidente del Senato, ma, anche se non è vietato, per un argomento così importante, come la riforma costituzionale, la sensibilità istituzionale e soprattutto la sensibilità politica richiederebbero che si sospendessero i lavori per quanto riguarda questa riforma e andare avanti con altri provvedimenti, alcuni dei quali sono già pronti e altri in fase di «studio e in lavorazione» nelle Commissioni in queste due settimane. Tenendo presente anche un altro piccolo particolare: noi, come I Commissione, dobbiamo lavorare nei prossimi giorni e già è stato fissato per martedì 20 il termine di scadenza degli emendamenti su un decreto importante come il «milleproroghe». Dunque, riteniamo si tratti veramente di una scorrettezza istituzionale che non accettiamo da parte di questa maggioranza. Non penso che 15 giorni facciano la differenza, anche perché, oltretutto, in questi giorni, oltre a poter lavorare in Parlamento e in Commissione su altri provvedimenti, dovremmo anche riunirci e parlare, come gruppi, partiti e anche movimenti, per individuare, il prima possibile, una figura istituzionale che possa andare a ricoprire un ruolo così importante e sia garante della Costituzione come il Presidente della Repubblica. Dunque, chiedo veramente alla maggioranza e soprattutto a lei, Presidente, di poter rivedere i lavori dell'Aula per non compiere questa scorrettezza, a mio avviso, istituzionale, anzi una mancanza di sensibilità istituzionale, non scorrettezza, e soprattutto poter continuare a lavorare su altri provvedimenti e non sulle riforme.
  Ricordiamoci che il Presidente della Repubblica è il garante della Costituzione; cambiare la Costituzione in mancanza del Presidente della Repubblica ufficiale – ovviamente c’è la figura, perché non si può lasciare una carica così importante senza nessuno che la ricopra, dunque c’è il Presidente del Senato – sarebbe veramente, a nostro avviso, sbagliato. Un ultimo particolare: il Presidente del Senato è stato il Presidente che, su questa riforma, ha già fatto delle forzature regolamentari per farla approvare ancora in modo più veloce. Dunque, per tutti questi motivi, le chiediamo di poter rivedere la posizione.

  PRESIDENTE. Onorevole Bragantini, io l'ho lasciata terminare per garbo perché lei sa che questo è stato oggetto di discussione nella Conferenza dei presidenti di gruppo, la quale Conferenza, con parere maggioritario, ha deciso di continuare con il calendario dei lavori. Detto questo, la Presidenza si è anche resa disponibile a venire incontro alle richieste dei gruppi, specialmente di opposizione, per organizzare eventualmente dei loro incontri per discutere sulle importanti questioni, specialmente l'elezione del Capo dello Stato, sempre auspicando che, qui, in Aula, si mantenga il clima di collaborazione che ha reso possibile portarci avanti con i lavori.
  Quindi, su questo adesso non darò più la parola, perché ciò è stato oggetto già deciso in Conferenza dei presidenti di gruppo per cui vorrei continuare con i Pag. 44nostri lavori e ripeto non darò la parola su questo tema...

  DANILO TONINELLI. Uno per gruppo !

  PRESIDENTE. Onorevole Toninelli, questa è stata una questione già decisa in Conferenza dei presidenti di gruppo, largamente dibattuta in sede di Conferenza. C’è stata una sospensione, una Conferenza dei presidenti di gruppo, c’è stato un intervento sull'ordine dei lavori, ho detto che questa è una questione chiusa, vi prego di collaborare e di andare avanti.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Dia la parola a Toninelli !

  PRESIDENTE. Decido io quello che faccio, se non le dispiace sto presiedendo io, quindi la prego di rispettare la Presidenza. Io ho già detto che, su questo tema, su questo argomento, non riapro il dibattito; dunque, invito i colleghi ad entrare nel merito dell'emendamento Dieni 1.71, sul quale vi è il parere contrario di Commissione e Governo ed il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Allora, ha chiesto la parola la deputata Centemero sull'emendamento, stiamo parlando dell'emendamento Dieni 1.71 (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Deputata Centemero, un secondo, c’è un richiamo al Regolamento. Prego deputato Crippa. Non sull'ordine dei lavori perché abbiamo già parlato di questo. Prego.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, riferito sempre al ruolo della Presidenza, articolo 8, io credo che la questione posta sia diversa da quella discussa in Conferenza dei presidenti di gruppo...

  PRESIDENTE. È esattamente la stessa, la prego di non insistere, è esattamente la stessa questione.

  DAVIDE CRIPPA. Non parlerò delle riforme costituzionali.

  PRESIDENTE. Lei non era presente alla Conferenza dei presidenti di gruppo.

  DAVIDE CRIPPA. Io ero in Capigruppo...

  PRESIDENTE. Si lasci dire che questa è la questione che è emersa e che è stata dibattuta, quindi o lei fa un richiamo al Regolamento oppure io non posso darle la parola. Qual è l'articolo del Regolamento ?

  DAVIDE CRIPPA. L'articolo 8 sul ruolo del Presidente. Lei, in questo caso, sta interpretando quanto posto anche dal collega Bragantini come riferito alle riforme costituzionali. Io invece tengo a sollecitare che aver messo sul piatto della bilancia il fatto che il «milleproroghe» non avrebbe dei tempi congrui per poter essere discusso dalla I Commissione è un'altra argomentazione, ben diversa da quella che è stata posta all'interno del Conferenza dei presidenti di gruppo. Il «milleproroghe» in questo caso si troverebbe a discutere nelle pause dell'Aula...

  PRESIDENTE. Deputato Crippa non è questa la sede. Del calendario abbiamo già discusso in Conferenza dei presidenti di gruppo, dunque lei sta utilizzando impropriamente il suo intervento che non è un richiamo al Regolamento e le tolgo la parola.
  Allora, siamo all'emendamento Dieni 1.71. Prego, deputata Centemero, aveva chiesto la parola.

  ELENA CENTEMERO. Presidente, posso intervenire sull'emendamento ?

  PRESIDENTE. Prego.

  ELENA CENTEMERO. Intervengo sull'emendamento Dieni 1.71 per dichiarare il voto contrario di Forza Italia e per motivarlo così come per il successivo perché si fa riferimento all'attribuzione al Senato di quelle che sono delle competenze che Pag. 45riguardano l'articolo 33 e il successivo 34 della Costituzione che sono relative al tema dell'istruzione.
  Io vorrei sottolineare e indicare come ritengo di particolare importanza, già come si vede poi nell'articolo 31 della stessa legge di riforma costituzionale, che è andata a modificare le competenze di Stato e regioni in tema di istruzione, indicando in modo chiaro come sulla normativa che riguarda le norme generali dell'istruzione, fatta salva l'autonomia scolastica ovviamente, si faccia riferimento alla Camera dei deputati come l'organo che è appunto deputato a emanare legislazione e regolamenti in questa direzione. È già stata apportata una modifica alla lettera n) in questo senso e dall'altra parte ritengo che l'istruzione debba essere una materia di competenza statale e non regionale, vista la funzione che il Senato assume all'interno di questa riforma come rappresentanza degli organi territoriali, regionali e appunto locali e non sia questa la funzione che le compete, tant’è vero che sempre nell'articolo 31 c’è un riferimento a ciò che compete specificamente alle regioni in tema di istruzione e di formazione professionale che riguarda proprio il fornire i servizi in questo ambito, andando addirittura a chiarire e a semplificare quella che è la normativa del Titolo V che, in tema di istruzione e competenze statali e regionali, fino a questo momento è stata particolarmente confusa. Quindi, ritengo anche abbastanza grave che, in questo emendamento, venga attribuita al Senato una competenza in ambito legislativo che, in realtà, non ha a che fare con quella che era la funzione del Senato che noi stiamo andando a delineare all'interno di questa riforma.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, preannunzio il voto favorevole della Lega Nord e Autonomie su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, ero indeciso se intervenire, ma ascoltando le posizioni espresse dall'onorevole Centemero per Forza Italia rimaniamo assolutamente basiti dal cambio di posizione repentino, evidentemente per la capacità persuasiva estrema di Renzi durante il Patto del Nazareno, di Forza Italia, che aveva votato con noi la riforma della devolution che prevedeva il passaggio delle competenze dell'istruzione proprio alle regioni, che valorizzavano quell'istruzione locale che noi riteniamo fondamentale anche per garantire un buon insegnamento ai nostri alunni. Prendo atto che oggi Forza Italia, con l'onorevole Centemero, ritiene gravissimo che questa competenza sia anche delle regioni. Ne prendiamo atto; diciamo che non è una festa verso la coerenza a cui Forza Italia viene assolutamente meno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, stiamo trattando questo emendamento e una serie di emendamenti del MoVimento 5 Stelle che cercano di ampliare le funzioni del Senato perché abbiamo ripetuto in tante occasioni, oggi e negli scorsi giorni, dell'inutilità di questo Senato formato dal Governo, fatto di consiglieri che prendono il treno dalla loro regione, arrivano a Roma, hanno pochi minuti, poche ore, pochi giorni per informarsi e formare una decisione sulle loro competenze e poi debbono tornare a casa per tornare a fare il lavoro di consiglieri regionali. Stiamo cercando di ampliare queste competenze per rendere il Senato un organo effettivamente partecipe alla funzione legislativa e questo tentativo di migliorare una riforma pessima del Governo, una riforma costituzionale, sta avvenendo in un momento in cui il garante Pag. 46della Costituzione, il vero garante della Costituzione che dovrebbe essere il Presidente della Repubblica non c’è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Presidente, tutto questo sta avvenendo e ci terrete in Aula oggi e per i prossimi 15 giorni, fino al giorno prima della prima convocazione per la prima votazione del Presidente della Repubblica per uno scopo chiaro; voi non ci volete far confrontare, voi non volete che il Parlamento e i cittadini e i deputati, che rappresentano i cittadini, condividano un nome serio, onesto, competente e indipendente perché voi volete scegliere al buio, in una stanza buia, come quella del patto del Nazareno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) un nome e farlo calare un istante prima dello scrutinio segreto sui vostri cellulari con un sms. Voi siete una istituzione antidemocratica e il Governo porta avanti un'istituzione antidemocratica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie Presidente, intervengo anch'io per dire che esprimiamo parere favorevole su questo emendamento. Sono ormai un po’ di giorni che discutiamo di questa riforma, ma non abbiamo ancora capito esattamente cosa voglia dire monocameralismo partecipato, nel senso che la mia impressione è che significhi che la Camera decide e il Senato partecipa. Partecipa a che cosa ? Io mi permetto di dare un suggerimento, anche per un problema di costi, che in quest'Aula è molto sentito. D'ora in avanti, i senatori facciamoli riunire sopra perché, come pubblico, andrebbero benissimo, basta usare gli spalti che ci sono sopra quest'Aula e possiamo fare il monocameralismo partecipato. Aggiungo anch'io, con la pacatezza che credo di aver sempre avuto in questo dibattito, che noi stiamo discutendo di una riforma importante della Costituzione che divide questo Parlamento. Non siamo d'accordo e purtroppo, fino adesso, non siamo neanche quasi riusciti a comunicare tra di noi. Immagino che ognuno di noi abbia delle buone ragioni, ma purtroppo, fino adesso, il dibattito è stato deludente da questo punto di vista.
  Ora, per l'elezione di un Presidente della Repubblica, ci vorrebbe, colleghi deputati, il massimo della concordia, il massimo del clima unitario. Per quale ragione volete costringerci a dilaniarci nei prossimi giorni in un dibattito che sarà distruttivo in questa Camera, quando dobbiamo scegliere insieme il Presidente della Repubblica ? Io rispetto le decisioni e il mio giudizio è un giudizio politico. Sto chiedendo ai colleghi del Partito Democratico e di Forza Italia perché dobbiamo andare ad una scelta così importante per le Camere dilaniandoci nei giorni che la precedono. Perché ? Non possiamo prenderci dieci giorni per ragionare insieme sul Presidente della Repubblica e poi riprendere la discussione sulle riforme ? Qual è il problema ? Spiegatecelo per favore, che qualcuno si alzi e mi spieghi perché, alla vigilia dell'elezione del Presidente della Repubblica, dobbiamo dilaniarci in quest'Aula sulle riforme costituzionali (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente, nel corso della discussione sulle riforme costituzionali in oggetto, spesso abbiamo assistito a delle votazioni, da parte soprattutto di Forza Italia, paradossali per la storia ed anche per il programma politico di Forza Italia, tanto che il collega Fedriga si è detto scandalizzato per il voto che è stato annunciato in questo stesso momento.
  Ma è proprio questo il problema: stiamo assistendo a dei voti che non sono la reale espressione della volontà politica di una forza, come appunto Forza Italia. Perché ? Perché siamo di fronte ad un ricatto parlamentare. Glielo spiego bene e Pag. 47chiaramente qual è questo ricatto, Presidente. Questo ricatto è la nomina del Presidente della Repubblica. Il Partito Democratico sta dicendo a Forza Italia: se ci voti le riforme, noi votiamo il Presidente della Repubblica che garantisce l'agibilità politica di Silvio Berlusconi, il lasciapassare per tornare alla vita politica di Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è un ricatto che lei, Presidente, nascondendosi dietro il voto del Partito Democratico e della maggioranza che sostiene questo Parlamento, sta avallando. Lei sta avallando il Patto del Nazzareno. Noi vogliamo scegliere il Presidente della Repubblica senza sottostare a questo ricatto. È chiedere troppo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di attenervi ai tempi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Grazie Presidente, in ordine alle funzioni del Senato e alle modalità con cui il futuro Senato sarà selezionato, stiamo ragionando ormai da diverse ore. Noi – ricordo – abbiamo deciso di sostenere tutti gli emendamenti affinché si possa innescare un processo di destabilizzazione a prescindere dal merito. Su alcuni siamo perfettamente concordi, su altri siamo più perplessi, ma riteniamo che qualunque elemento possa indurre quest'Assemblea a rivedere questa riforma nel suo impianto complessivo possa essere utile e funzionale.
  Voglio però dire, anche dopo aver ascoltato i colleghi che al riguardo si sono comunque espressi in questa discussione su questo emendamento, che ritengo anch'io incredibile quello che sta accadendo. Non c’è nessuna urgenza per dover per forza forzare i tempi e magari modificare anche il clima con il quale, nel rispetto dei ruoli, si sta svolgendo questo dibattito in quest'Aula, in maniera molto civile. Forse l'unico rammarico potrebbe esser rappresentato dal fatto che ci saremmo aspettati e ci aspettiamo una discussione ancora più profonda e cioè più appropriata rispetto alla materia che stiamo trattando. Ora, Presidente, lei sa – non voglio riaprire un discorso, ma voglio ragionare in maniera molto serena e tranquilla con lei, nella consapevolezza della stima e del rispetto dell'istituzione che rappresenta – che però nella Conferenza dei presidenti di gruppo non c’è neanche un verbale che viene stilato.
  Ci dovrà essere un momento e un luogo, visto che stamattina non è stato possibile, nel quale ogni gruppo parlamentare possa lasciare agli atti della Repubblica italiana, nel momento in cui il Presidente della Repubblica si dimette e c’è una sostanziale vacatio, pur in presenza di una supplenza, in cui potere comunque dire ciò che si pensa. Io penso che questo vada comunque garantito a tutti i gruppi parlamentari, nessuno escluso.
  Quindi, è vero che la Conferenza dei presidenti di gruppo ha affrontato questo problema, ha fatto delle proposte, le ha, in buona sostanza, elaborate e, quindi, ha deciso, a maggioranza, di andare a confermare il calendario che si era data prima che il Capo dello Stato si dimettesse. Però, è anche vero che appunto attraverso la Conferenza dei presidenti di gruppo si può parlare soltanto alla stampa. Non è possibile che non ci sia qui un momento in cui ogni gruppo parlamentare dica la sua in relazione all'importante notizia. Non c’è questa notizia, perché per questa Camera a oggi non è successo nulla. Non solo non è successo nulla nel dibattito di queste ore, ma non è successo nulla anche perché viene confermato il calendario, come se nulla fosse accaduto.
  Io penso che sia davvero incredibile e pretestuosa questa forzatura e mi viene il dubbio, che ho manifestato anche nella Conferenza dei presidenti di gruppo, che questa forzatura sottenda a un principio che è comunque inquietante in quanto tale, perché non è un fatto formale ma è un fatto sostanziale, è un fatto politico. Si vuole tentare di fare passare la lettura delle riforme costituzionali nella Camera dei deputati prima della elezione del prossimo Pag. 48Capo dello Stato, come a dirgli, chiunque egli sia, che non ha titolo neanche per fare l'arbitro neutrale e, quindi, il garante della Costituzione, come la Costituzione stessa gli garantisce. Cioè, è un tentativo di indebolimento a priori della figura che sostituirà tra qualche giorno il Capo dello Stato.
  Penso che se così fosse non sarebbe davvero accettabile e penso che il Partito Democratico e Forza Italia, i principali artefici del Patto del Nazareno, debbano capire che a tutto c’è un limite e che, di fronte alle dimissioni del Capo dello Stato, sia indispensabile rivedere il proprio calendario. Non accade nulla rispetto a tutte le procedure e al programma che ci siamo dati. Non ci sono variazioni sostanziali e, quindi, sinceramente non varrebbe la pena mettersi qui a fare un ostruzionismo becero, che non è stato fatto fino adesso, e, quindi, a incattivire il clima, esattamente in un momento in cui avremmo bisogno del massimo della serenità, senza potere avere neanche uno spazio per riflettere. Lei ce lo ha garantito ma, Presidente – e concludo –, noi la ringraziamo per questa sensibilità, però noi non ci possiamo affidare alle sensibilità individuali. Se al posto della Presidente Boldrini ci fosse un'altra persona, insensibile alle esigenze manifestate dai gruppi politici, noi come faremmo a riunire i vari gruppi e a riunire i partiti per avere una giusta partecipazione democratica rispetto alle scelte per l'elezione del futuro Capo dello Stato ? Noi non ci possiamo accontentare di questo. Lo dico non tanto a lei, che ha dimostrato, appunto, ampia sensibilità, ma lo dico al Governo, che invece caparbiamente è andato su una linea incomprensibile, e lo dico alle forze che lo sostengono, perché a mio giudizio questo calendario va assolutamente rivisto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente. Voglio ricordare che uno dei capisaldi della riforma costituzionale del 2005-2006, votata dalla Lega Nord e dall'allora centrodestra, prevedeva il trasferimento su alcune materie, su tre materie in modo particolare, della competenza concorrente tra Stato e regioni alla competenza esclusiva delle regioni. Di queste tre materie una era la sanità, l'altra la polizia locale, la terza era l'istruzione e la scuola. Su questo materia, sulla materia dell'istruzione, vi poteva essere, a modifica dell'articolo 117, così come modificato nel 2001 dalla sinistra con la riforma del Titolo V, una competenza e una partecipazione diretta da parte delle regioni per potere disciplinare questo ambito.
  L'emendamento di oggi va esattamente in quella direzione, ovvero di dare alle regioni la possibilità di potere dire la propria su questo tema. Vedere oggi l'atteggiamento degli amici, ex colleghi all'epoca, di Forza Italia, nel momento in cui viene tradito lo spirito di questa riforma, credo che non faccia bene alla dignità e alla coerenza di questa forza politica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Io sono allibito dalla posizione espressa dall'onorevole Centemero, più che altro proprio per una questione di coerenza che dovrebbe contraddistinguere Forza Italia, almeno nella mia regione di origine, che è il Veneto, in cui ha supportato in pieno la richiesta non solo di autonomia ma anche di indipendenza del consiglio regionale, di cui fa parte anche Forza Italia, che si è espressa a favore, e anche NCD ha espresso la totale condivisione in termini di autonomia. E quando si parla di autonomia si parla addirittura e ovviamente dell'autonomia scolastica. Quindi io credo e spero che i colleghi del Veneto di Forza Italia, e mi aspetterei per coerenza anche quelli di NCD appunto, possano ravvedersi e votare in maniera difforme da quanto è stato indicato dall'onorevole Centemero.

  PRESIDENTE. La ringrazio anche per la precisione sui tempi. Ha chiesto di Pag. 49parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, intervengo a titolo personale per associarmi in tutto e per tutto al richiamo fatto poco fa dall'onorevole Quaranta. Io ho opinioni molto diverse da quelle dell'onorevole Quaranta e l'onorevole Quaranta da me, ma io pregherei davvero i colleghi della maggioranza, per il richiamo allo spirito unitario che deve avere la riforma della Costituzione, di evitare avvelenamenti. Stiamo cambiando la Costituzione, colleghi. Ve lo ricordate quel meraviglioso discorso di Benedetto Croce nel marzo del 1947 concluso con le parole: veni creator spiritus ? Quello è lo spirito di un'Assemblea costituente. Scusatemi, consentitemi di dirlo, in quella Assemblea c'erano giganti da De Gasperi a Togliatti, a Croce, a Einaudi, a Saragat, a Terracini a Calamandrei; erano giganti, diversamente da noi, consentitemi, me incluso ovviamente, eppure si presero tempo. Qui volete correre e addirittura incastrare la riforma prima dell'elezione del Capo dello Stato, rischiando di avvelenare tutto. Fate del male alle riforme costituzionali e al processo politico delle prossime settimane.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Grazie Presidente, faccio riferimento a lei ma appellandomi in maniera franca e trasparente ai colleghi del gruppo di Forza Italia, poiché il lavoro che ci ha contraddistinto durante i Governi di centrodestra partivano da un patto, un patto trasparente, a differenza di quello di cui stiamo discutendo oggi, che si basava su un programma elettorale. In quel programma elettorale la Lega ha sempre chiesto di inserire il federalismo legislativo e fiscale. Oggi scopriamo che la posizione dello stesso partito nostro alleato a suo tempo, che ha condiviso con noi il programma elettorale, che lo ha fatto votare dai propri elettori, ha cambiato idea. Allora, io mi appello ai colleghi di Forza Italia perché spieghino in quest'Aula per quale motivo hanno cambiato idea.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Leggo l'articolo 32 della Costituzione, che viene citato all'interno dell'emendamento 1.71. «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti». L'emendamento va colpire, però, il secondo comma: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
  Ora mi chiedo se sia così disdicevole se su questa materia così importante chiediamo il parere anche del Senato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

  NICOLA FRATOIANNI. Signora Presidente, come sa, noi abbiamo dato un giudizio molto duro su questa riforma; la consideriamo una riforma pasticciata, a cominciare dalle funzioni incomprensibili di un Senato di cui, in questo contesto, non si riconosce la ragione, motivo per cui sosteniamo questo emendamento. Ma il motivo per cui questa riforma è pasticciata ha a che fare anche con il modo in cui è stata gestita, una riforma i cui tempi sono stati imposti in un crescere di pressioni, a cominciare dalla discussione dell'estate scorsa in Senato, dove con il «canguro» – ve lo ricordate ? – è stato saltato l'ostruzionismo di molti gruppi di opposizione. Ebbene, qui alla Camera abbiamo fatto un'altra scelta. Potevamo farne una diversa: se un gruppo come il nostro di sette senatori aveva presentato al Senato seimila emendamenti, avremmo potuto presentarne come minimo 30 mila soltanto Pag. 50noi di SEL. Abbiamo fatto, invece, con le altre opposizione una scelta diversa, quella di provare a discutere nel merito.
  Oggi succede, però, un fatto grave. Voglio dire al Governo, alla Ministra Boschi, che oggi in Conferenza dei presidenti di gruppo ha espresso nuovamente questa posizione, alla maggioranza, che scegliere di non dare, neanche con un po’ di buonsenso, risposta alle opposizioni, che chiedevano solo di posticipare di qualche giorno la discussione, per creare un clima adeguato alla ricerca...

  PRESIDENTE. Concluda.

  NICOLA FRATOIANNI. ... di un Capo dello Stato – concludo –, è un errore grave, di cui la maggioranza e il Governo si assumono tutta la responsabilità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Grazie, Presidente. Noi voteremo questo emendamento, perché pensiamo che si stia consumando un pasticcio, anche rispetto alla questione richiamata prima dal collega Quaranta, ma facciamo un richiamo, davvero molto pacato, ma altrettanto fermo, alla responsabilità.
  E la responsabilità non può albergare solamente nella testa dei colleghi dell'opposizione, che possono scegliere o non scegliere la strada di acutizzare i toni, ma dovrebbe albergare anche nella testa di chi ha la responsabilità di dirigere il Governo del Paese e di dettare i tempi dei lavori parlamentari.
  In questo caso, di fronte a una domanda secca, quella di evitare, in una fase di vacatio, di votare su una riforma così importante, sono il Governo di questo Paese e la Ministra Boschi, che non vedo, che stanno facendo ostruzionismo di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Francesco Saverio Romano. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Presidente, non capita tutti i giorni che si dimetta il Presidente della Repubblica, così come non capita tutti i giorni che il Parlamento venga chiamato a riformare la Costituzione. Ritengo che non sia soltanto una questione politica, e cioè riformare la Costituzione in assenza del garante dell'unità nazionale, in assenza del garante, del primo garante, della Costituzione, ma sia anche una prassi, che, inaugurata oggi, potrebbe lasciare aperta una finestra dove domani può entrarci di tutto, a maggior ragione quando una Camera oggi è chiamata a deliberare sulla soppressione dell'altra Camera del Parlamento.
  E, allora, dico un po’ di buonsenso: nella maggioranza, tra le file della maggioranza, vi sono autorevoli costituzionalisti. Noi non possiamo permettere che, per una premura inspiegata e inspiegabile, oggi apriamo una ferita che verrebbe difficile poi rimarginare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Grazie, signora Presidente. Mi rivolgo ai signori rappresentanti del Governo, ai colleghi dei partiti di maggioranza: forse non ci siamo accorti, non vi siete accorti, che non si è dimesso il presidente di una bocciofila. La bocciofila del mio comune, del mio quartiere, quando il presidente si è dimesso, si è radunata per ragionare e trovare la soluzione della sua rappresentanza.
  Qui volete far finta di nulla ! Ma quale Paese, quale Stato al mondo fa queste cose ? Il Parlamento va avanti come se nulla fosse successo ! Ma non esiste che la revisione della Costituzione possa andare avanti, in questo modo, con l'assenza del Presidente della Repubblica ! Vi state assumendo una responsabilità gravissima e vi terremo qui inchiodati su questo punto. State esacerbando il clima nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Presidente, detto onestamente, provo un profondissimo disagio a continuare nell'esame degli emendamenti di questa riforma con lo spirito, soprattutto, dei costituenti, a cui qualcuno prima accennava. Ma quale spirito dei costituenti ? Qui manca proprio il buonsenso: si sta stravolgendo la Carta costituzionale, quando il Presidente della Repubblica si è dimesso circa 6 ore fa, quello che dovrebbe – perché questo non lo è stato – essere il sommo garante della Carta costituzionale. Manca persino il Ministro Boschi, che latita dall'inizio dell'esame di questo provvedimento.
  Le opposizioni non sono per nulla ascoltate, tentano di discutere nel merito degli emendamenti, di affrontare qualsiasi genere di questione, con grandissimo senso di responsabilità, quello a cui tutti ci appellate. Gli unici che non sono per nulla responsabili, in questo caso, sono, non solo la maggioranza, ma anche lei, Presidente Boldrini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie Presidente, gli articoli dall'83 al 91 della Costituzione che state cercando di modificare si occupano del Presidente della Repubblica. In particolare, ci sono due passaggi, onorevole Presidente, che la invito a tenere in considerazione nella valutazione delle sue scelte. Due passaggi che dicono l'uno che in caso di vacanza del Presidente della Repubblica, come lei ha correttamente fatto, le Camere devono essere convocate entro 15 giorni per la rielezione di un nuovo Presidente della Repubblica. Il secondo, è la parte in cui si dice che il Presidente della Repubblica può mandare dei messaggi alle Camere.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Ora, onorevole Presidente, non le sfuggirà come il Presidente Napolitano ha fatto spesso ricorso, anche per sollecitare il Parlamento a modificare delle cose che stavano prendendo un corso non istituzionalmente compatibile, ad interventi di richiamo alle Camere.

  ROBERTO GIACHETTI. Una volta !

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Pensare di fare una modifica della Carta più importante, di cui lo stesso Presidente della Repubblica deve essere garante, nella impossibilità del Presidente della Repubblica di espletare il suo diritto di dare un indirizzo alle Camere, nel momento in cui stanno svolgendo questa opera di modifica, è una cosa che è politicamente assolutamente improvvida.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Concludo, onorevole Presidente, giusto perché lei ci invita correttamente sempre nell'esercizio della sua funzione a rivolgersi direttamente a lei, io direttamente a lei sottopongo l'analisi di questa valutazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. La ringrazio Presidente, io vorrei parlare, a nome del gruppo del Partito Democratico, sul merito dell'emendamento che stiamo osservando, non mi sfugge però, ovviamente, che gran parte del contenuto degli interventi che ho ascoltato fino adesso dei colleghi che sono intervenuti sul punto, hanno riguardato anche il tema politico chiave della giornata di oggi, la necessità proposta da chi è intervenuto che il nostro dibattito si fermi, termini. Io penso che noi avremo tutto il tempo di svolgere insieme, collettivamente, la funzione a cui ci chiama la Costituzione per l'elezione del Presidente della Repubblica nella giornata in cui saremo da questo chiamati, la giornata che la Presidente Pag. 52ci ha annunciato, convocata dal Presidente per il 29 gennaio, e che sarebbe invece sbagliato non proseguire il dialogo che si è creato prima nella Commissione affari costituzionali, e adesso nell'Aula, sul merito delle questioni inerenti gli articoli che portano modifiche alla Costituzione vigente, perché noi qui salvaguardiamo quella funzione legislativa parlamentare che molti degli autorevoli colleghi che mi hanno preceduto oggi su questo emendamento rivendicano e cioè che anche la nuova Costituzione riformata mantenga integra la funzione legislativa parlamentare.
  Anche noi facendo questo dibattito – arriverò adesso subito al merito dell'emendamento che stiamo discutendo – vogliamo mantenere integra questa funzione e manterremo integra anche l'altra funzione costituzionale rilevante, quella dell'elezione del Presidente della Repubblica quando saremo convocati.
  Sul merito di questo emendamento, Presidente, io capisco, ed è evidente, che sia lecito pensare di riportare ad un fattore paritario le funzioni e le materie inerenti l'attività legislativa delle due Camere, ma nel modello che noi proponiamo al Paese, e al Parlamento, un modello che vedrà una Camera non più eletta direttamente, una Camera di rappresentanza degli enti istituzionali, è coerente che le funzioni siano diverse e che, per esempio, ciò che è indicato agli articoli 29 e 32 non sia patrocinato dalla funzione legislativa da entrambe le Camere con un modello paritario. Sarebbe sbagliato, incoerente con il modello che noi proponiamo al Parlamento e al Paese. Noi proponiamo due Camere diverse per modalità elettiva dei membri, per le funzioni legislative di quelle due Camere, per il ruolo del processo legislativo.
  È quindi coerente – come nel testo che abbiamo proposto – che le due Camere abbiano articoli della Costituzione a cui riferirsi, per la possibilità legislativa di prima istanza, diversi.
  Per questo esprimiamo un parere contrario, ma coerente con il disegno che abbiamo portato al giudizio di quest'Aula, all'emendamento che è stato proposto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Presidente, sappiamo bene che nella vita, nel caso in cui decidiamo di avere una determinata serie di appuntamenti, possiamo modificarli, nel caso in cui si verifichi un evento eccezionale e straordinario. Ora, in questa circostanza l'evento eccezionale e straordinario c’è, perché non è una cosa ordinaria che un Presidente della Repubblica si dimetta.
  Lei, è vero, ha convocato la Conferenza dei presidenti di gruppo e, quindi, in merito ha deciso, però sentendo la posizione prevalente della maggioranza. In questo caso le opposizioni non sono state tutelate, perché noi non vediamo in che modo e in che maniera possiamo esprimerci e come possiamo essere appunto tutelati, se lei non decide di distanziarsi da quella che è la posizione politica di uno o due partiti di questa nazione. Quindi, l'unica cosa, a nostro avviso, da fare era sospendere, sospendere in attesa di eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, e poi riprendere in maniera più serena l'esame delle riforme.

  PRESIDENTE. Io mi attengo al Regolamento e al fatto che non vi sono impedimenti costituzionali e legislativi in merito, deputata Dieni.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, io credo che sia una scelta irresponsabile quella di proseguire, una scelta divisiva, che spacca il Parlamento alla vigilia dell'elezione del Presidente della Repubblica.
  Dal dibattito sul merito si sta passando alla radicalizzazione e non ci si dovrà stupire poi dell’escalation delle posizioni ostruzionistiche. State facendo saltare quel Pag. 53confronto democratico fondamentale in una fase così delicata. È questo quello di cui abbiamo bisogno ? È veramente questo ? Ma, d'altronde, questa è la riforma costituzionale del patto del Nazareno, che indebolisce il potere legislativo e che crea, con la legge elettorale, un Parlamento nominato di ratificatori delle decisioni dell'Esecutivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Presidente, io chiedo alla maggioranza di rispondere alle domande che sono state poste, e non solo dai miei colleghi, ma anche dagli altri colleghi di opposizione. In particolare, c’è bisogno che vi assumiate la responsabilità di definire in quest'Aula la vostra posizione. Non si tratta, quindi, come diceva l'onorevole Fiano, di continuare a parlare nel merito delle proposte emendative punto e basta, andando avanti come se niente fosse, ma di rispondere alle tante questioni. Infatti, soprattutto, noi vogliamo sapere come fate a ritenere che la scelta del Presidente della Repubblica non potrà essere viziata da ricatti sulle riforme costituzionali. A questo dovete rispondere ! Non si tratta di impedimenti normativi, Presidente, si tratta di opportunità politica e di equilibri politici ! Sarà una scelta viziata quella che ci sarà tra quindici giorni, visto che stiamo discutendo queste riforme. Interrompiamo e poi eleggiamo il Presidente. Si fa prima una cosa e poi l'altra, non tutto insieme...

  PRESIDENTE. Concluda, deputata Sarti.

  GIULIA SARTI. ... con il patto del Nazareno vigente ! Stiamo scherzando ?

  PRESIDENTE. Deputata Sarti, come sa, le considerazioni politiche esulano dalla Presidenza, che si attiene a quelle tecniche.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare, per richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, mi richiamo al Regolamento e all'articolo 86 della Costituzione. Lo faccio perché, Presidente, sta avvenendo, purtroppo...

  PRESIDENTE. Scusi, però, se è un richiamo al Regolamento, sennò, deputato Fedriga...

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, è un richiamo all'articolo 86, che regola le convocazioni di questa Camera, quindi, è un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Sì, ma adesso, come dicevo...

  MASSIMILIANO FEDRIGA. No, Presidente, guardi...

  PRESIDENTE. Sia cortese, se è un richiamo al Regolamento, io le do la parola, altrimenti no.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, è un richiamo al Regolamento che riguarda gli articoli del Capo VII del Regolamento, «Delle sedute dell'Assemblea, delle Commissioni e del Parlamento a Camere riunite», che si ricollegano all'articolo 86 della Costituzione. Così è più chiaro.
  Presidente, non vuole essere un intervento ostruzionistico, ma proprio una preoccupazione perché sta avvenendo proprio quello che ci eravamo augurati non avvenisse durante la Conferenza dei presidenti di gruppo, ovvero il clima, anche in vista dell'elezione del Capo dello Stato, sta diventando teso e difficile, cosa che non serve al Paese e non serve alla scelta della principale istituzione di garanzia di questo Paese.
  È vero che lei non ha la possibilità di andare a stravolgere il calendario se non ci sono i numeri previsti dal Regolamento stesso. La invito, però, a riflettere che lei Pag. 54una possibilità ce l'ha, ovvero quella prevista dall'articolo 86 della Costituzione. Infatti, è lei che deve convocare entro quindici giorni le sedute per l'elezione del Capo dello Stato. La inviterei, quindi, Presidente, a fare una riflessione e ad anticipare rispetto alla seduta del 29 gennaio. Infatti, nessuno dice che deve essere il 29 gennaio, ma potrebbe essere anche convocata domani per l'elezione del Capo dello Stato, così dopo da procedere, secondo anche i tempi...

  MARIANO RABINO. Le regioni devono eleggere i loro rappresentanti !

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Le regioni si convocano domani, e dopodomani si fa. Adesso non troviamo queste scuse. Presidente, quindi, proprio per andare nella direzione anche auspicata dalla maggioranza, che voleva tempi rapidi per l'approvazione delle riforme, in questo modo si raggiungerebbero entrambi gli obiettivi togliendo fortunatamente dall'ambito di questa difficoltà politica presente sulle riforme l'elezione del Presidente della Repubblica. Credo che sarebbe una scelta di grande responsabilità, che dovrebbero condividere anche i membri della maggioranza perché, se così non fosse, la preoccupazione è che quanto ha appena affermato la mia collega del MoVimento 5 Stelle possa trovare terreno fertile di credibilità. Infatti, se non si vuole a tutti i costi anticipare l'elezione del Presidente della Repubblica alla votazione delle riforme costituzionali, allora qualcuno avrebbe ben da pensare che c’è qualcosa da nascondere e che qualche merce di scambio ci sia (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie Presidente, a parte che ho sentito parlare di dialogo dal collega Fiano, e qui mi sembra di aver sentito solamente un monologo sulle riforme costituzionali, monologo di quello che vuole il PD e la maggioranza, senza ascoltare quello che vogliono e vorrebbero le opposizioni, le faccio presente, però, che in questo caso veramente il suo ruolo è fondamentale. Lei potrebbe rimanere invischiata in questi pensieri, che esponeva la mia collega Sarti, di accordi sul Presidente della Repubblica in base al patto del Nazareno e in base alle riforme costituzionali. Allora, visto che sono momenti storici, forse bisogna fermarsi un attimo, riflettere, pensare al fatto che non si risponde alle persone che sono oggi qui dentro, ma si dovrà rispondere, probabilmente, né a me, né a lei, ma a qualcosa che cadrà sulla testa anche dei nostri figli. Allora, forse sarebbe il caso di fermare tutto, rifletterci ed evitare che anche la sua figura venga compromessa per una scelta della maggioranza che, però, può essere fermata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Presidente, intervengo sull'articolo 23 del Regolamento. Io, che penso che sia una scelta sbagliata e per certi aspetti pericolosa perché divisiva, non penso che bisogna fare appello a lei. Vorrei che fosse chiaro. La responsabilità della scelta di non produrre lo slittamento delle riforme costituzionali e di immaginare una diversa calendarizzazione, che si poteva fare e si doveva fare, è innanzitutto in capo al Governo e ai partiti della maggioranza che hanno scelto di tirare dritto. Io credo che bisogna dire con molta forza che questa scelta rischia di compromettere, non una figura istituzionale, ma il corretto funzionamento del dibattito e della dialettica tra i partiti in un passaggio delicatissimo che riguarda l'elezione del Capo dello Stato. Per questo, invito i colleghi, innanzitutto del Partito Democratico, a riflettere attentamente. Ci sono costi e ci sono benefici. I costi sono chiari: avremo un dibattito sulle riforme che non Pag. 55volete neanche voi perché sarà un dibattito tutto stiracchiato sull'attualità politica. Ma i benefici sarebbero ben altri. Sarebbero quelli di poter arrivare all'elezione del Capo dello Stato in un clima diverso.

  PRESIDENTE. Onorevole Scotto, mi scusi ma lei sta parlando di nuovo dell'ordine dei lavori, per favore.

  ARTURO SCOTTO. La scelta sta in mano a voi: provate a praticarla (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Uva. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Grazie Presidente. Ragionavo tra me e me e pensavo: chissà un giorno come si ricorderanno di questo periodo storico gli italiani, quando leggeranno la storia d'Italia sui libri di storia ? Penseranno probabilmente e parleranno di una terza Repubblica, di un Governo Monti, di un Governo Monti-bis e di un governo Monti-ter. Si ricorderanno di un'Assemblea con una percentuale altissima di neo eletti – chiaramente i 5 Stelle lo sono al cento per cento, ma ci sono tantissimi neoeletti anche nella maggioranza – e si ricorderanno di quanta sicumera c’è stata per creare una riforma della Costituzione in questo modo, in questo stato.
  Ora dico: fanno un confronto tra l'Assemblea costituente, la prima, e quella di oggi. E diranno: «Ma come è possibile ? Come si sono permessi di cambiare quello che hanno fatto i nostri padri fondatori ?».
  Quindi, io la ringrazio e spero che queste cose possano andare in un modo migliore, soprattutto in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Il collega Fiano continua a ripetere che si stanno contrapponendo due visioni del Senato.
  La verità non è soltanto di una contrapposizione formale: questi emendamenti dimostrano che siamo in tutt'altra direzione. Si sta proponendo che il Senato, poiché avrà anche una funzione legislativa paritaria, possa legiferare anche sulla prima parte della Costituzione. Se ciò si respinge, è evidente che si pone la prima parte della Costituzione alla mercé del partito unico, del partito della nazione, e questo è incostituzionale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pannarale. Ne ha facoltà.

  ANNALISA PANNARALE. Grazie Presidente. In genere chi ha i numeri più corposi in un'Aula dovrebbe anche mostrare il massimo della responsabilità. Oggi la maggioranza di quest'Aula e la Ministra Boschi si sono assunti la grave irresponsabilità di aver chiuso qualunque possibile disponibilità a quella che è stata una richiesta tutta politica delle opposizioni, perché sappiamo bene come sul piano procedurale non ci fossero problemi, ma sul piano politico sappiamo tutte e tutti, in quest'Aula, che non si può procedere ad uno stravolgimento della Costituzione a colpi di maggioranza e non si può procedere all'elezione del Capo dello Stato con un clima ed in una dimensione così conflittuale.
  Allora, è proprio la maggioranza, oggi più che mai, che ci deve spiegare non come si fa l'opposizione, perché lo sappiamo bene, ma ci deve spiegare come si restituisce al Parlamento una funzione legislativa che è stata usurpata (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Brescia. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Anch'io, Presidente, non posso fare a meno che evidenziare Pag. 56il fatto che si continui con questa discussione sulle riforme costituzionali per ordine della maggioranza e questo fatto, con il suo avallo, Presidente Boldrini, è l'ennesima dimostrazione che siamo in una dittatura governativa e che lei, purtroppo, devo constatare che non è che una mera esecutrice della volontà del Partito Democratico, che puntualmente le viene consegnata come un diktat, e lei esegue.
  Lei può prendere una decisione diversa per favorire un clima che dovrebbe essere quello delle riforme costituzionali, che è assolutamente diverso da quello che si sta costituendo e che, a mio avviso, andrà di volta in volta, col passare del tempo, sempre peggiorando.
  Quindi meglio fermarsi ora prima che sia troppo tardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie Presidente, per suo tramite, vorrei chiedere il confronto col deputato Fiano, in quanto lo schema di questa riforma, almeno per come è stata illustrata, introduce un monocameralismo, pur lasciando – almeno noi abbiamo capito così – in vita il Senato.
  Con questo emendamento Dieni 1.71 andiamo ad introdurre maggiori competenze al Senato, perché anche nella riforma Senato e Camera hanno competenze sovrapposte e, quindi, si mantiene un bicameralismo. La nostra critica in questa serie di emendamenti che abbiamo proposto, anche quelli a mia prima firma, era di capire che funzione deve avere il Senato perché, se si tratta di un monocameralismo, non fategli fare niente, piuttosto ampliate i poteri della Conferenza Stato-regioni: avreste risparmiato di più e la riforma sarebbe stata quanto meno un po’ più lineare.

  PRESIDENTE. Conclusi gli interventi, dichiaro aperta... Borghesi, cortesemente se mi fa un cenno prima. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Mi dispiace, Presidente, ma mi ero già iscritto tempo fa probabilmente c’è stato...

  PRESIDENTE. Va bene.

  STEFANO BORGHESI. Volevo entrare un po’ più nel merito di questo emendamento che stiamo andando a discutere in quanto non credo che siamo qui tutti a giocare. Stiamo riformando la Costituzione e, quindi, ritengo che le competenze sull'istruzione siano un argomento assolutamente serio. Sottolineo il fatto che non riesco veramente a capire un gruppo come Forza Italia, che da sempre si era battuto anche con noi, anche quando era al Governo, per il decentramento e il federalismo soprattutto per competenze delicate ed importanti come quelle dell'istruzione, che oggi di punto in bianco cambia completamente e radicalmente idea. Io questo non riesco a capirlo e vorrei che i colleghi di Forza Italia ce lo spiegassero e lo spiegassero soprattutto ai tanti amministratori locali che da sempre portano avanti insieme a noi queste battaglie e che lo spiegassero soprattutto anche ai loro elettori...

  PRESIDENTE. Concluda.

  STEFANO BORGHESI... perché a noi questa posizione risulta assolutamente incomprensibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caon. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAON. Grazie Presidente, in verità questo giorno lo aspettavo dal 1994, esattamente da quando il primo Governo Berlusconi è stato mandato a casa esattamente dalla Lega. Lo sa perché ? Perché abbiamo visto prima il tradimento di Casini, poi abbiamo visto il tradimento di Fini, oggi abbiamo visto il tradimento di Pag. 57Forza Italia e questa è la verità ! E tutti gli elettori di Forza Italia e del centrodestra hanno sempre votato pensando che quel programma fosse un programma condiviso, in realtà era una farsa portata avanti da Forza Italia e le riforme non sono mai state fatte perché c’è sempre stato un centrodestra che ha tradito il programma firmato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie Presidente, il merito di questo emendamento, come quello di tanti altri che sono stati discussi e che discuteremo, dimostra una disponibilità a provare ad affrontare diversi tipi di modifiche a un disegno di legge costituzionale che non ci ha convinto fin dal principio. Ma il problema di questa discussione risiede nel metodo che il Partito Democratico e la maggioranza hanno deciso di imporre a questa discussione. E il metodo è quello di una riforma che è immodificabile così come l'ha proposta il Governo e il metodo è quello di una discussione contingentata che non tiene neanche conto del momento in cui si sta verificando. E allora noi vi chiediamo di assumervi la responsabilità di avere creato e di stare per creare un clima in cui sarà difficile continuare la discussione anche sull'elezione del Presidente della Repubblica e vi chiediamo ancora una volta di tornare indietro sui vostri passi (Applausi dei deputati del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vacca. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Grazie Presidente. Volevo leggere alcune belle parole che qualcuno ha pronunciato quasi due anni fa: «Scrolliamoci di dosso ogni indugio nel dare piena dignità alla nostra istituzione che saprà riprendersi la centralità e la responsabilità del proprio ruolo» (sottolineo: centralità e responsabilità del proprio ruolo). «Facciamo di questa Camera la casa della buona politica. Rendiamo il Parlamento ed il nostro lavoro trasparenti». Queste parole, Presidente, le ha pronunciate lei. Forse probabilmente se le ricorderà. E parliamo di centralità del Parlamento ? Io la invito a non aggrapparsi a qualche numero perché la realtà è questa: il Parlamento è spaccato in due, esattamente spaccato in due. Anche i partiti che supportano il PD sono spaccati in due come Forza Italia. Quindi non ci sono i numeri perché la maggioranza voglia una cosa.
  Lei è l'ago della bilancia, lei adesso ha la responsabilità di portare avanti, di perpetrare una situazione eccezionale che è palesemente – palesemente – irragionevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Di Benedetto. Ne ha facoltà.

  CHIARA DI BENEDETTO. Presidente Boldrini, lei poc'anzi ha affermato di attenersi in maniera puntuale al Regolamento della Camera e perciò di poter continuare con i voti sulla riforma costituzionale. Ci saremmo aspettati lo stesso rispetto puntuale del Regolamento della Camera anche in occasione delle votazioni sul provvedimento «IMU-Bankitalia», quando la Presidente ha applicato la «ghigliottina», che non esiste all'interno del Regolamento della Camera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  In ogni caso, non si tratta qui di rispetto o meno del Regolamento, a mio parere, ma più – come diceva prima la collega Sarti – di opportunità politica: la stessa opportunità che manca nel far votare una riforma costituzionale a un Parlamento eletto in maniera illegittima; la stessa opportunità che manca nel votare una riforma costituzionale senza colui che dovrebbe garantire la Costituzione. Quindi, questa è una responsabilità che lei in questo momento si sta prendendo e la Pag. 58ringrazieremo anche noi, anche questa volta, per questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.

  PIETRO LAFFRANCO. Grazie Presidente, nell'esprimere preoccupazione per una decisione che per me non è affatto sorprendente da parte della maggioranza, e del PD segnatamente, di andare avanti nell'esame delle riforme costituzionali, nonostante si sia in assenza, anzi, in una situazione di vacanza del ruolo di Presidente della Repubblica, io sono preoccupato perché questa situazione non ci consente di discutere serenamente della questione di merito più importante e, cioè, del fallimento autentico di questa riforma nella sua parte fondamentale, cioè il superamento del bicameralismo perfetto...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  PIETRO LAFFRANCO. ...che la procedura di formazione delle leggi previste in questa riforma – svilupperò il ragionamento negli interventi successivi –, ovviamente, non produce, perché produrrà una procedura legislativa farraginosa, complessa, con forte contenzioso dinanzi alla Corte costituzionale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente. Non entro nella questione per la quale i miei colleghi del gruppo della Lega si sono appellati al gruppo di Forza Italia, perché, forse, alla mia veneranda età di quarant'anni, dal gruppo di Forza Italia ne ho viste tante, nel centrodestra abbiamo visto raggiri pindarici. E non faccio citazioni estemporanee, essendo io uno noto per non ricordarsi cosa ha mangiato a pranzo, perciò difficilmente potrei citare esponenti politici che hanno fatto dichiarazioni decenni fa, ma indubbiamente faccio appello al buonsenso, alla popolazione di quest'Aula, ai deputati per sostenere questo emendamento, che riteniamo assolutamente fattibile per il buon esito della riforma stessa, perché ognuno deve sapere chi fa cosa e con questo emendamento, con questa riforma, nessuno sa più cosa si può fare domani.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Grazie Presidente. Io non starò qui a pietire delle spiegazioni, non farò più appelli né al Governo né a questa maggioranza nel chiedere delle spiegazioni su questa riforma, su cui evidentemente non ci sono risposte, perché non si sa che pesci prendere, visto che si sa bene qual è il modello da non individuare, ma non si è in grado di spiegare qual è, invece, il modello di questa riforma.
  E non chiederò neanche spiegazioni rispetto allo slittamento che è stato chiesto di questa discussione, anche davanti alle dimissioni del Presidente della Repubblica, perché la risposta ce l'ha già data Matteo Renzi all'inizio di quest'anno. La risposta è il ritmo, perché questo Governo deve dimostrare che deve andare avanti con le riforme e non guarda in faccia a niente e a nessuno; non guarda in faccia neanche alla Carta costituzionale che regola la democrazia di questo Paese. Ma, guardate bene: il ritmo lo sappiamo usare anche noi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO GIACHETTI. La ringrazio, signora Presidente. Parlo a norma dell'articolo 8, che anche altri colleghi hanno richiamato. Signora Presidente, lei sa, e sa l'Aula, che quando ho avuto delle perplessità sulla conduzione, da parte sua, dell'Aula, Pag. 59non ho mancato di prendere la parola in quest'Aula, sapendo anche qual è il mio delicato ruolo di Vicepresidente, e di dirle quello che pensavo. Il dibattito che si sta sviluppando, che ingiustamente e in modo assolutamente inadeguato sta scaricando sulla sua persona una responsabilità che è tutta interna alle forze politiche, mi spinge a dirle che in questa occasione – e non parlo solo a titolo personale ma parlo a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico – noi apprezziamo il grandissimo equilibrio e la grande saggezza con la quale lei sta conducendo questo momento delicato dell'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Scelta Civica per l'Italia), anche proprio nel rigoroso rispetto dell'articolo 8, che attribuisce al Presidente una discrezionalità nella valutazione del rispetto del Regolamento. Infatti, nonostante lei avesse, ovviamente e giustamente, chiuso il dibattito dopo l'intervento dell'onorevole Bragantini, perché le questioni della Conferenza dei presidenti di gruppo si erano lì concluse, sta dando la parola, ancorché a titolo personale, a molti colleghi che chiaramente si discostano dal tema dell'emendamento, perché in questo momento probabilmente ciò a noi non fa piacere, come gruppo di maggioranza, come maggiore gruppo di maggioranza, ma lei ritiene che probabilmente in quest'Aula sia giusto che si manifesti un'espressione che diversamente – lo diceva il collega Rampelli –, probabilmente, sarebbe rimasta confinata. Ciò utilizzando uno strumento che è regolamentare, cioè l'intervento a titolo personale, ma che è border line rispetto al tema che il Regolamento prevede, che è quello dell'attinenza della materia.
  Io vorrei dirle semplicemente, Presidente, che noi lo apprezziamo molto, perché è una forma di grande equilibrio, che sicuramente è in linea con l'equilibrio che lei ha avuto anche nella Conferenza dei presidenti di gruppo per le competenze che sono sue. Tutte le altre forze politiche, quelle di maggioranza, che non si sono sottratte a questo, perché siamo intervenuti in Conferenza dei presidenti di gruppo e abbiamo detto quello che pensavamo, e quelle di opposizione, debbono prendersi le loro responsabilità e non scaricarle addosso a lei, che in questo momento è una figura non di arbitro ma terza, e lo sta dimostrando in tutta la sua efficacia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Giachetti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signora Presidente, evidentemente anche noi pensiamo che la responsabilità sia esattamente in capo alle forze politiche. La responsabilità rispetto al metodo che è stato utilizzato fino ad adesso, noi pensiamo che sia completamente in capo alla maggioranza. Io faccio un appello, faccio un appello alle forze della maggioranza, in particolare ai colleghi e alle colleghe del PD, in questo senso: chiedo ai deputati e alle deputate del PD di intervenire nei confronti del Governo, di intervenire nei confronti del Presidente del Consiglio Renzi, che ha dettato fino ad adesso l'agenda dei lavori del Parlamento, della Camera e del Senato, e che intende continuare a farlo e che, nonostante si atteggi a colui il quale ha aperto una grande stagione costituente in questo nostro Paese, invece sta calpestando la Costituzione ed il suo spirito più autentico. Quindi, credo che si debba assumere tutte le sue responsabilità; penso che il Presidente Renzi debba venire in Aula e dirci finalmente se ha deciso di dettare l'agenda e di esautorare il Parlamento, così che le opposizioni potranno assumere le loro decisioni (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Anch'io mi associo all'appello fatto ora Pag. 60dall'onorevole Duranti, anche se io mi accontenterei che venisse la Ministra Boschi a dirci cosa ne pensa di quello che sta succedendo in quest'Aula. Quello che sta succedendo in quest'Aula è una forzatura enorme, terribile, perché su un provvedimento così importante come la riforma della Costituzione assistiamo a una forzatura gravissima da parte del Governo, da parte di questa maggioranza, che appunto avvelenisce il clima e porta questa Camera a non discutere serenamente una riforma che è così decisiva per il nostro Paese. Avremmo bisogno della concordia maggiore possibile, avremmo bisogno di una discussione serena, invece siamo costretti a fare questo dibattito in condizioni assai gravi. Quindi, noi chiediamo che il Governo venga con la Ministra Boschi – il Governo è presente, naturalmente, ma venga la Ministra Boschi – a interloquire con questa Camera per capire come continuare questa discussione, come sospendere il dibattito sulla riforma costituzionale, per permettere di eleggere nel modo più sereno possibile il nuovo Presidente della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie Presidente. Io ho capito, e non condivido però, le tesi dell'onorevole Fiano in riferimento all'emendamento, perché all'epoca non votò la devolution; non capisco invece la posizione di Forza Italia perché all'epoca votò la devolution e oggi invece ha cambiato linea. Soprattutto non la capisco la posizione di Forza Italia dopo aver subito l'onta di vedere il Cavaliere disarcionato dalla Presidenza del Consiglio, sostituito con Monti; dopo aver subito l'umiliazione di non essere stato capace di far cadere il Governo Letta con la nascita dell'NCD; e soprattutto a valle appunto di questa riforma costituzionale, che prelude a un voto di un Presidente della Repubblica, a mio avviso, che sarà la sintesi dell'antiberlusconismo così da mettere la ciliegina sulla torta di questo Patto del Nazareno che sarà l'epilogo del berlusconismo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie Presidente. Io credo che in questa Aula si stia, in questo momento, consumando una pratica di riforma della Costituzione per responsabilità della maggioranza che ci dice pienamente che cos’è il contenuto di questa riforma. Una riforma che punta sulla supremazia della maggioranza, una logica di comando del Governo, agita in assenza, visto che non abbiamo nemmeno il Ministro Boschi, a seguire il nostro confronto. Quindi, tutto non fa sperare bene rispetto ad una scadenza, come quella dell'elezione del Presidente della Repubblica, che avrebbe bisogno di ben altro. Avrebbe bisogno di uno spirito unitario, di uno spirito costruttivo come quello che chiede appunto la nostra Costituzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolo Bernini. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Grazie Presidente, sarà già stato detto ma lo ripeto volentieri. Nel 2013 la J.P. Morgan ha prodotto un report in cui critica aspramente i sistemi politici dei Paesi europei del Sud e in particolare le loro Costituzioni. All'interno del documento troviamo questo passaggio importante: «I sistemi politici del Sud sono nati in seguito alle dittature e sono rimasti segnati da quella esperienza. Tendono a mostrare una forte influenza socialista, che riflette la forza politica che i partiti di sinistra hanno guadagnato dopo la sconfitta del fascismo. I sistemi politici nell'Europa meridionale hanno di solito le seguenti caratteristiche: leadership debole, Stati centrali deboli rispetto alle regioni, la tutela costituzionale dei lavoratori (...) il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi. (...) Vi è una crescente consapevolezza della portata di questo problema, Pag. 61sia nel centro che nella periferia dell'Europa». J.P. Morgan è uno dei colossi bancari statunitensi che ha un fatturato superiore a quello di diverse nazioni ed è uno dei creatori di questa crisi economica. In poche parole i diritti guadagnati e l'antifascismo rappresentano un problema per le riforme strutturali che la banca d'affari si augura. Da questo si evince che l'antifascismo all'interno del PD è stato sostituito dal servilismo alle banche d'affari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Piras. Ne ha facoltà.

  MICHELE PIRAS. Presidente, io mi voglio associare a quanto detto poc'anzi dal vicepresidente Giachetti, ivi comprese le considerazioni che ha fatto sulla conduzione dell'Aula da parte sua. Però vorrei ricordare che solamente cinque ore fa, in questa Aula, si è alzata una lunga standing ovation in favore del Presidente Napolitano e dell'operato dei suoi 9 anni e non solamente dalla maggioranza. Ricordo all'Aula, al PD, alla maggioranza che uno dei richiami più frequenti in questi 9 anni da parte del Presidente Napolitano è stato quello a stemperare i toni del dibattito politico.
  Ecco io credo che la maggioranza in questo momento, venendo meno a una richiesta che credo sia semplicemente di buonsenso da parte delle opposizioni, stia rinnegando quel messaggio, stia ponendo le basi per un dibattito affatto sereno sulle riforme costituzionali e sull'elezione del Presidente della Repubblica e se questa operazione, se questo diniego, se questo rifiuto si fa in ragione del fatto che si guadagnerebbero due settimane oppure un mese io non capisco per quale ragione il gioco valga la candela.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Distaso. Ne ha facoltà.

  ANTONIO DISTASO. Signor Presidente, rifacendomi anche all'intervento dell'ultimo collega che mi ha preceduto, sia pure da fronti completamente diversi, non posso che condividerne l'impostazione. Noi stiamo per affrontare, stiamo affrontando in questi giorni e ci accingiamo a continuare a farlo un punto fondamentale di questo percorso, cioè le riforme costituzionali, mentre il Senato si occupa di riforma della legge elettorale e questo già non è un discorso di coerenza a mio modo di vedere, perché la riforma elettorale dovrebbe sempre seguire le riforme costituzionali e non viceversa. È vero che il Presidente della Repubblica nel momento in cui è stato rieletto per il secondo mandato... ho già finito, Presidente, o posso continuare ?

  PRESIDENTE. Ha dieci secondi, per favore onorevole, se può affrettarsi, grazie.

  ANTONIO DISTASO. Dicevo, il Presidente della Repubblica quando è stato rieletto ha manifestato l'auspicio a fare in fretta le riforme, ma questa non è una gara di velocità e le riforme costituzionali non sono le uniche riforme di cui ha bisogno il Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, io l'apprezzo per un altro motivo, lei in questo momento ha capito che lo sfogatoio è il modo di tenere in qualche maniera aperto un dialogo. Io chiedo alla maggioranza, agli amici della maggioranza, se non vale la pena cercare un momento di ulteriore riflessione perché quelli che stiamo per fare sono due passaggi importanti della nostra Repubblica e del nostro tempo. Io credo che riflettendo un attimino su quello che stiamo votando, non riusciremo certamente a bloccare i costituenti che si stanno rivoltando nella tomba rispetto a quello che stiamo facendo e anche per trovare un ulteriore momento di riflessione sulle cose che andremo a fare perché io auspico, oltre ad una Costituzione Pag. 62che sia giusta per tutti, anche un Presidente che venga valorizzato dalla scelta di tutti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lattuca. Ne ha facoltà.

  ENZO LATTUCA. Signor Presidente, intervengo a titolo personale perché da quel che ho capito questo gruppo di emendamenti che stiamo discutendo da ieri sera si concentra sul bicameralismo paritario e mette in discussione una scelta che per il Partito Democratico è ormai un dato scontato e che unisce tutti i parlamentari del Partito Democratico. Il bicameralismo paritario va superato non solo perché rappresenta una duplicazione di quella che è la sede parlamentare, ma perché quasi paradossalmente ha rappresentato anche e soprattutto in questi ultimi anni un dimezzamento di quella che può essere la voce forte e decisa dal Parlamento nei confronti del Governo ma anche di fronte all'iter legislativo.
  Nel merito, l'emendamento che, capisco, non appassiona i più, è volto ad escludere che per le materie attinenti agli articoli 29 e 32 della Costituzione ci sia una deliberazione paritaria delle due Camere. Lo dico con grande chiarezza, se in questi anni il nostro Paese è rimasto indietro rispetto ai diritti sociali e civili è stato anche a causa di un bicameralismo che spesso ha frenato quelle che erano le riforme civili e sociali che venivano approvate in uno dei due rami del Parlamento.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.71, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Russo, Greco, Piepoli, Bruno Bossio, Fanucci, Tartaglione, Famiglietti, Lavagno, Bordo, Braga, De Rosa, Busto. Allora, chi altro deve votare ? Che c’è ? Prestigiacomo, sta arrivando la tessera. Savino. Il deputato che sta salendo, Pastorelli. Sandra Savino non riesce ancora a votare; ha votato. Saltamartini, Toninelli, veloce. Saltamartini non riesce ancora a votare; ha votato. Fabrizio Di Stefano, Santelli, Bianconi. Allora, siamo in votazione... Bianconi ha votato ? Ha votato. Prego, Magorno, si affretti. D'Ottavio ha già votato; d'accordo. Sta salendo Giammanco; forza colleghe. Biancofiore e Santanchè, prego. Ecco, hanno votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  496   
   Maggioranza  249   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  370.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 1.72, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il voto contrario di Forza Italia su questo emendamento, che fa riferimento al ripristino, nell'ambito delle funzioni che vengono assegnate al Senato, di quelle previste dall'articolo 29, dall'articolo 32 e dall'articolo 34 della Costituzione e mi soffermerò, come ho fatto in precedenza, su quest'ultimo, che riguarda, ovviamente come prima, le norme relative all'istruzione.
  Vorrei dire che forse sarebbe opportuno che alcuni componenti di questa Camera approfondissero un po’ le loro conoscenze, quando parliamo di trasferimenti di competenze legislative dello Stato Pag. 63e delle regioni. Voglio ricordare che proprio nell'articolo 31 di questo provvedimento di riforma, là dove si parla delle competenze statali e delle competenze regionali nel campo dell'istruzione e della formazione professionale, si fa un riferimento molto chiaro a quelle che sono le norme generali, la normativa generale, che ovviamente deve garantire livelli di istruzione uguali in tutto lo Stato.
  Voglio ricordare che proprio alcune di quelle forze politiche, che sono intervenute prima, hanno – e lo dico in fatto di coerenza – votato molti dei provvedimenti, che sono stati proposti sia dal Ministro Moratti sia dal Ministro Gelmini, che hanno riguardato proprio la normativa generale sull'istruzione che riguarda, appunto, gli ordinamenti generali che devono essere garantiti all'interno di uno Stato. Abbiamo introdotto, anche grazie al Ministro Gelmini, delle quote di flessibilità che fanno sì che i territori esprimano la loro vocazione, ma probabilmente alcuni non hanno letto molto bene quanto dice la riforma. In questa riforma viene chiarito molto bene che quando si parla di trasferimento di competenze si parla di trasferimento di servizi e i servizi in questa riforma, i servizi dell'istruzione, della formazione professionale, sono di competenza regionale. Quando parliamo di servizi parliamo, ad esempio, del dimensionamento delle scuole. Possiamo anche parlare dei docenti, possiamo parlare dell'offerta formativa e vorrei ricordare, sempre per chi conosce la normativa scolastica, che l'offerta formativa, appunto, viene determinata dalle singole istituzioni scolastiche.
  Quindi, in questa direzione andiamo proprio verso quel trasferimento di competenze, nel senso di servizi concreti per gli studenti, verso il territorio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento proponiamo di inserire tra le materie di competenza del Senato anche quelle relative all'articolo 34 della Costituzione, ossia la scuola e il diritto allo studio.
  Riteniamo, infatti, che le norme di rango primario che toccano queste tematiche necessitino di una maggiore ponderazione, conseguibile soltanto attraverso il coinvolgimento anche del Senato. Il doppio esame consentirebbe di sottrarre le problematiche relative alla scuola e al diritto allo studio a una lettura esclusivamente politica, fatto che eviterebbe possibili derive scaturite dalle contingenze economiche o elettorali, anziché dall'interesse generale. Va inoltre ricordato che, specie per le questioni relative al mondo della scuola, risulta indispensabile il concorso paritario nell'iter legislativo da parte del Senato, dato che su di essi si estende parzialmente la competenza legislativa regionale prevista nel novellato Titolo V.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Presidente, approfitto dell'occasione di poter interloquire con l'onorevole Lattuca, che come è noto stimo come collega e con cui abbiamo discusso spesso anche in Commissione affari costituzionali. Caro collega, a noi è molto chiaro quali sono le competenze che non volete dare al Senato. Mi viene più difficile capire, invece, quelle che volete dare al Senato. Io non ho ancora capito dall'inizio di questa discussione a cosa serve un Senato nuovo, che voi ci state proponendo, ma che non ha nessuna funzione esclusiva. Mi pare che ci sia qualcosa di contraddittorio in questo. Perché proponete qualcosa che non c'era, che non esisteva, a cui però non volete dare nessuna funzione ? Ci volete spiegare questo meccanismo, oppure no ? In quanto alle parole, che io ho molto apprezzato, del Vicepresidente Giachetti, io mi associo ad esse. Vorrei anche dire, però, al Vicepresidente Giachetti che, se è davvero così preoccupato per il fatto che lei, Presidente, rischia di diventare il parafulmine, è sufficiente che alzi il telefono e faccia una Pag. 64telefonata al Presidente Matteo Renzi (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle). Sono convinto che, con questa telefonata, metterà lei, Presidente, nelle condizioni di vivere più serenamente le prossime giornate. Comunque, grazie Presidente per il lavoro che sta facendo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vacca. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Grazie Presidente, mi avrebbe fatto piacere avere più di un minuto a disposizione per discutere con la collega Centemero di questo emendamento e della riforma dell'articolo 34 della Costituzione. Il problema, vede Presidente, è che, proprio a causa di questa fretta, con la quale noi stiamo stravolgendo la nostra Costituzione, a causa di un capriccio dei due nuovi padri costituenti, papà Silvio e figlioccio Matteo, noi, in Commissione cultura, abbiamo discusso di queste riforme come se si trattasse di un decreto qualsiasi, in due ore ritagliate tra un decreto e un altro. Non si può. Noi abbiamo sollevato il problema già in Commissione e riteniamo che sia assolutamente indecente che si discuta di queste cose in questo modo e che si discuta di riforma della Costituzione nei ritagli di tempo, come se si trattasse di un qualsiasi provvedimento fatto d'urgenza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giordano. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORDANO. Signora Presidente, io intervengo non tanto nel merito – voteremo a favore di questo emendamento – perché almeno qualcuno si occupi della scuola e ci metta un occhio in più, vista la condizione sia del Ministro che del Ministero, mettiamola così, ma voteremo a favore di questo emendamento per segnalare, ancora una volta, come dire, la condizione di mortificazione continua in cui si stanno svolgendo i lavori di questa Camera, la mortificazione del patto del Nazareno, patto indicibile, e ora la mortificazione di non poter avere nemmeno una sospensione nella vacanza dell'arbitro della Costituzione e delle regole. Questo sta distraendo quest'Aula da un lavoro serio, quello che dovrebbe affrontare nel merito delle riforme e ci sta costringendo a chiedere di ripensare ad una scelta sbagliata, suggerendovi che questa scelta sbagliata porterà ad un passaggio importante per tutto il Parlamento in un clima sbagliato. Però il suggerimento sembra non arrivare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente, preannunzio il voto favorevole della Lega Nord su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. Ovviamente, noi deputati di Sinistra Ecologia Libertà non abbiamo bisogno di confermarle anche in questa occasione l'apprezzamento per le doti di equilibrio e di imparzialità con cui conduce l'Assemblea. L'approccio alla riforma del Senato dovrebbe rispondere ad una duplice esigenza: la prima di rappresentanza politica e generale, ora in crisi verticale nel Paese; la seconda di una rappresentanza territoriale capace di esprimere al livello più alto i mondi vitali della geografia istituzionale e sociale italiana.
  Solo l'elezione diretta dei senatori può rappresentare questa esigenza, e infatti negli ordinamenti federali degli Stati Uniti e della Svizzera è previsto esattamente che i senatori vengano eletti direttamente dai cittadini. Invece, qui si vorrebbero eleggere i 100 senatori da parte di poche centinaia di consiglieri regionali e la maggior parte dei deputati dai segretari dei partiti che nomineranno i 100 capilista parlamentari. Pag. 65Questo è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. È sempre più chiaro dove tende questo Governo, e, ovviamente, la visione non si limita a questa legislatura, ma va oltre, perché i tempi della politica sono anche tempi lunghi. Per il momento, si tratta di ristrutturare la seconda parte della Costituzione, per avere un potere assoluto, e, quando questo potere assoluto sarà raggiunto con la legge elettorale di cui si sta parlando al Senato, si avrà mano libera per non avere interferenze nel discutere delle leggi relative all'articolo 13 della Costituzione (avete votato contro), e cioè quello relativo all'inviolabilità della persona umana, all'articolo 14, inviolabilità del domicilio, all'articolo 15, segretezza della corrispondenza, all'articolo 16, libertà di circolazione sul territorio, e così via.
  Infatti, il disegno – ripeto – non si limita ai tempi di questa legislatura, ma sono tempi lunghi; lo hanno dimostrato i nemici della Costituzione, che hanno saputo attendere per ben 30 anni (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. Per non lasciare che le parole un po’ troppo furbette del collega Giachetti restino senza risposta, vorrei dire che non solo noi stessi non indirizziamo nei suoi confronti alcuna forma di contestazione riguardo alla regolarità di quello che sta avvenendo, e anzi credo sia giusto riconoscere la disponibilità che lei stessa sta rilasciando all'Aula per intervenire sugli emendamenti, ma, in realtà, non astraendosi da valutazioni di strettissima attualità politica.
  Voglio dire al collega Giachetti, la cui proverbiale esperienza suona in questo caso a suo detrimento, perché è evidente che ha parlato per cercare di prenderci in giro, che non ci sfugge in alcun istante il tema che la responsabilità dello scempio politico che si sta compiendo è tutta da ascriversi al Partito Democratico e, credo di poter dire, alla parte maggioritaria di Forza Italia.
  E, per dare una risposta anche alle parole espresse dal collega Fiano, che, come è suo costume, ha mistificato la realtà, quando ha detto che quest'Aula avrebbe avuto con tranquillità il tempo di occuparsi dell'indicazione del prossimo Presidente della Repubblica, quando sarà convocata secondo l'indirizzo scelto dal Presidente della Camera, vorrei dire che, anche in questo caso, la presa in giro va rimandata al mittente.
  Qui il tema non è di chiedersi se ci vengono concessi quindici giorni perché ciascuno di noi li utilizzi compiutamente ed integralmente all'interno dei propri gruppi politici per decidere quale sarà la prossima espressione di voto; non prendiamoci in giro. Il tema è ben altro. Il tema, come ho cercato di dire anche nell'intervento precedente, onorevole Presidente, è che noi stiamo forzatamente procedendo nella modifica della Carta costituzionale nel momento in cui la massima espressione di tutela della Carta che regolamenta la convivenza degli italiani è nell'impossibilità, non essendo il ruolo in questo momento funzionalmente esistente, di svolgere il proprio compito e di, eventualmente, richiamare le Camere, ove nell'esercizio della propria funzione legislativa le Camere facessero ricorso a qualche scelta poco incline agli indirizzi di carattere istituzionale e costituzionale stesso.
  L'ormai senatore Napolitano quando era Presidente, ci ha abituati, invero, in particolare in quella fase della stagione politica in cui la sua Presidenza della Repubblica coincideva con l'esistenza di un Governo di centrodestra, a leggere con estrema attenzione tutti gli atti parlamentari e a rimandarne indietro parecchi.

Pag. 66

  PRESIDENTE. Concluda.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. In particolare, a rimandare, a rigettare, la possibilità che i Governi facessero ricorso al sistema della decretazione d'urgenza ove non venissero ravvisati quei requisiti di emergenza ed urgenza che, invece, guarda caso, lo stesso Presidente Napolitano si è spesso dimenticato di rilevare sui decreti presentati dall'attuale Governo.
  Allora il tema vero è che se – concludo Presidente – con il Governo di centrodestra, e con la maggioranza parlamentare di centrodestra, avessimo deciso di forzare la mano e di portare a casa una riforma costituzionale in assenza del Presidente della Repubblica, ci avreste detto, se avete ancora un minimo di sincerità verso voi stessi, che stavamo facendo un colpo di mano, ci avreste dato di fascisti. Voi non meritate nemmeno quell'epiteto, siete solo dei pagliacci (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Presidente, prendo la parola perché non voglio lasciar correre un'affermazione fatta dall'onorevole Lattuca, la quale ha sostenuto che il superamento del bicameralismo perfetto aprirebbe una nuova fase di diritti civili. Voglio ricordare a quest'Aula, e all'onorevole, che con il bicameralismo perfetto è stata approvata la legge n. 180, una nuova riforma del diritto di famiglia, il divorzio, la legge n. 194 e tante altre leggi di diritti di libertà e sociali. Se oggi non siamo in una fase di espansione dei diritti civili e di libertà, come sarebbe auspicabile e come ci richiede una società moderna, è per responsabilità politica da ricercare nelle ambiguità, nelle ambivalenze del partito di maggioranza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, ritorno al merito dell'emendamento, perché credo che sia un emendamento fondamentale questo. Noi con questo emendamento chiediamo che i temi della formazione, della scuola, dell'istruzione, siano temi di competenza di dibattito del nuovo Senato e questo lo diciamo proprio alla luce del fatto che la scuola e l'istruzione – seguo il ragionamento che ha fatto la collega Centemero, arrivando a una conclusione diversa – sono materia di competenza concorrente ovvero lo Stato fa la normativa di cornice e le regioni fanno quella di dettaglio. A maggior ragione, proprio perché oggi le regioni disciplinano in materia di istruzione, il nuovo Senato regionale deve e può necessariamente intervenire e discutere in materia di scuola. Credo che sia una banalità che non può sfuggire a quest'Aula. Se sfugge, probabilmente, è il sintomo di una schizofrenia di questo riforma che non merita, evidentemente, di essere approvata e di essere sostenuta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Signora Presidente, ho sentito in questo pomeriggio delle cose piuttosto originali in tema di Carta costituzionale. Capisco: le dimissioni del Presidente Napolitano sono state come un fulmine a ciel sereno, non erano aspettate, non erano per nulla previste, quindi, io capisco che molte persone si siano trovate in qualche imbarazzo. Tuttavia, dire, come ho sentito ripetutamente dire, che non c’è un garante della Costituzione, perché non c’è il Presidente della Repubblica, significa offendere il ruolo del senatore Grasso, che oggi ha piene funzioni come Presidente della Repubblica, compresa quella di sciogliere le Camere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Altieri. Ne ha facoltà.

  TRIFONE ALTIERI. Signor Presidente, intervengo per dire che voterò contro Pag. 67questo emendamento, perché convinto che sia il tempo di procedere ad una riflessione sul superamento del bicameralismo. Colgo l'occasione per ringraziare il collega del Partito Democratico, che è intervenuto sul precedente emendamento e che ha richiamato questo principio, che però non fa il paio con la creazione di un bicameralismo un po’ naïf, come viene fuori da questa riforma, dove non lo si supera: ci sarà ancora un'altra Camera, che però non viene eletta dal popolo, che però non ha poteri, ma che serve a compensare non si capisce cosa. Quindi, se bisogna superare il bicameralismo, questa riforma ha bisogno di una sola pagina, di un solo articolo, che è quello di eliminare il Senato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Signora Presidente, siamo davvero un Parlamento fatto e costituito di paradossi, perché modifichiamo la Costituzione in assenza del suo garante, del Presidente della Repubblica, e accusano lei – non che la cosa, signora Presidente, mi stupisca perché da parte di alcuni è quasi all'ordine del giorno attaccare la Presidente della Camera – rispetto a delle scelte sulle quali lei non ha alcun potere decisionale, perché sono delle scelte scellerate che stanno facendo questa maggioranza e questo Governo.
  Rispetto a ciò, allora, mi piacerebbe sentire in maniera un po’ più univoca un appello che, invece, voglio rivolgere al signor sottosegretario e cioè quello di provare a contattare le sue colleghe ed i suoi colleghi del Governo, provare a suggerire alla Ministra Boschi che, fino a prova contraria, ancora sono due le Camere presenti in questo Parlamento. Sarebbe bene che provasse a lasciare il Senato, magari, smettendo anche di offendere questo dibattito e le posizioni delle opposizioni e della minoranza, cercando di venire alla Camera e cercando di farsi vedere un pochino e di provare, magari, ad ascoltare i valori aggiunti, le proposte e le critiche che le minoranze stanno facendo, penso, con grande responsabilità e con grande spirito propositivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, vorrei ricordare all'avvocato Longo, che è l'avvocato del padre di questa riforma, che i poteri del Presidente della Repubblica sono differenti dai poteri del sostituto del Presidente della Repubblica. Infatti il potere e le funzioni sono ben diverse tecnicamente, caro avvocato, e, se glielo dice un semplice operaio con la terza media lei si dovrebbe solo vergognare e si dovrebbe vergognare questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che sta portando avanti una legge vergognosa, una legge non ordinaria, ma una legge straordinaria ! Si sta parlando della Costituzione, non delle porcherie, come il Job Act, che avete portato avanti fino ad oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! E vi dovete vergognare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Siete la vergogna della Repubblica italiana !

  PRESIDENTE. Concluda.

  DAVIDE TRIPIEDI. Oggi si apre una triste storia della nostra Repubblica, cara Presidente, e lei è complice di questo macello !

  PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Tripiedi,...

  DAVIDE TRIPIEDI. Si vergogni anche lei, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. ... ci penserò.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, soltanto per dire dell'incoerenza che regna all'interno di un partito come Forza Italia Pag. 68che sta approvando questa misura. L'onorevole Centemero ci ha detto che le competenze delle regioni sull'istruzione rimarranno esattamente come abbiamo fatto noi con le riforme Gelmini e quant'altro, quando, invece, toglie al Senato, che è quell'organo preposto ad avere al suo interno i rappresentanti delle regioni, qualsiasi tipo di competenza sull'istruzione. È come un mostro bifronte in cui le due teste non parlano fra di loro perché non avrebbe senso. E sorprende veramente, e lo dico con dispiacere, questa posizione da parte del gruppo di Forza Italia che, scevro da qualsiasi tipo di ragionamento critico, vuole approvare in modo supino qualsiasi decisione presa da Renzi e dal Partito Democratico. Rimaniamo assolutamente basiti, come credo la gran parte degli elettori che si riconoscevano nel centrodestra.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Airaudo. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Grazie Presidente, approfitto dell'occasione, attraverso la sua persona, per interloquire con l'onorevole Giachetti che fa bene a riconoscere i suoi meriti nella gestione di questo dibattito, ma dovrebbe anche assumersi le sue responsabilità, in quanto rappresentante autorevole del gruppo di maggioranza, da toglierla da questo imbarazzo e da questa garanzia. Si tratta di sospendere per quindici giorni questa discussione. Peraltro, mi permetto anche di dire, in modo un po’ critico rispetto ad altri colleghi, che non è vero che il Governo non c’è. Perché invocate Renzi e la Boschi ? C’è il sottosegretario Scalfarotto. Ci risponda, sottosegretario, si assuma una responsabilità, governi e sottragga una discussione di questo tipo e consenta un clima sereno. Fate il vostro mestiere, di maggioranza e di Governo, altrimenti lasciateci.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Incà. Ne ha facoltà.

  FEDERICO D'INCÀ. Grazie Presidente, voglio soltanto rispondere all'onorevole Fedriga che ha svolto un intervento precedente. Dopo le sue parole, sarà impossibile vedere un'alleanza tra Forza Italia e la Lega alle prossime elezioni regionali come in Veneto. Mi auguro, quindi, che non siano soltanto parole al vento quelle dette fino ad oggi dall'onorevole Fedriga e dalla Lega, ma che vi sia una continuazione dell'affermazione anche alle prossime regionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, per dire all'onorevole Fedriga, con la stima e l'attenzione che lui sa esserci da parte mia e da parte di tanti noi, che ci sono tanti di noi, tanti parlamentari di Forza Italia, che hanno firmato emendamenti e che sperano di offrire anche agli altri colleghi di Forza Italia, in un clima rispettoso, un'alternativa rispetto a una scelta politica che riteniamo sbagliata. E in modo positivo offriamo questo contributo nel merito dei singoli emendamenti, ma anche rispetto all'impianto complessivo di una riforma che non è la nostra riforma e non è la riforma liberale. Per questo, in tanti abbiamo presentato emendamenti per il presidenzialismo, per l'abolizione secca del Senato, per un tetto fiscale di spesa in Costituzione, per superare i vincoli europei. Se ci sarà un no, no, no, no su tutto questo, io non vedo come anche i colleghi del nostro centrodestra potranno dire che queste sono le virgolette «nostre» riforme. Signora Presidente, grazie, vado a chiudere.

  PRESIDENTE. Sì, concluda.

  DANIELE CAPEZZONE. Credo che in tanti, anche dai banchi di Forza Italia, per Forza Italia, anche quando riteniamo che Forza Italia stia in questa fase commettendo un grave errore politico, vogliamo offrire...

Pag. 69

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Capezzone.

  DANIELE CAPEZZONE. ... un'alternativa politica al nostro centrodestra.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Marzana. Ne ha facoltà.

  MARIA MARZANA. Grazie Presidente, ci tenevo ad intervenire su questo emendamento visto che dopo che abbiamo assistito a delle truffe semantiche – mi viene da pensare ai rimborsi elettorali – adesso stiamo assistendo allo svuotamento di significato delle parole visto che il testo di legge dice che il Parlamento si comporrà, sia della Camera, che del Senato, ma di fatto il Senato viene svuotato della funzione legislativa, di controllo e di indirizzo del Governo. E adesso arriviamo addirittura ad una contraddizione visto che in materia di istruzione il Senato, che dovrà rappresentare le esigenze territoriali, è tagliato fuori dalle decisioni.
  E come se non bastasse, basta già tornare un attimino indietro nel tempo alla legge di stabilità e vedere come siano stati tagliati 200 milioni alle regioni per assegnarli alle scuole paritarie.
  Quindi lo stralcio della Costituzione è iniziato da tempo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.

  PIETRO LAFFRANCO. Presidente, per completare il ragionamento di prima: in realtà la collega dice una cosa giusta ed una un po’ meno.
  Il Senato è svuotato di funzioni, ma al Senato sono attribuite delle funzioni che in realtà non semplificano il procedimento legislativo, perché il vero cuore della riforma – cosa che tentavo di dire negli striminziti 60 secondi di prima – sarebbe dovuto essere il superamento del bicameralismo perfetto.
  In luogo di questo, però, la riforma in salsa renziana ci partorisce un nuovo procedimento legislativo che, avendo una serie di variabili piuttosto complicate, diventa non soltanto farraginoso, ma foriero di una serie di contenziosi esattamente quanto quelli che si sono verificati con l'inefficace riforma del Titolo V della Costituzione partorita, con solo 5 voti di scarto, dall'allora Partito Democratico della Sinistra diversi anni or sono e che oggi tutti si premurano di voler cambiare.
  Ecco che dunque c’è l'assoluta necessità di riflettere con grande serenità su questa riforma, ma non mi pare che siamo nelle condizioni di farlo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Mi ricollego a quanto stavo dicendo, perché ormai parliamo come i poeti di strada: voi sapete che ci sono dei poeti di strada che prendono un euro per esporre una poesia per un minuto, 2 euro per 2 minuti e via discorrendo e noi così dovremo fare qui, cioè ci siamo ridotti a parlare della Costituzione come poeti di strada.
  Allora, stavo parlando prima e stavo ricordando gli articoli della Costituzione le cui leggi di attuazione non potranno essere prese in considerazione dal Senato se non come osservatore.
  È stato già ricordato: noi non abbiamo abolito il bicameralismo, abbiamo fatto un bicameralismo a geometrie variabili, cioè per alcune questioni il bicameralismo è perfetto, per altre è opinabile, nel senso che sarà rimesso agli umori ed alle considerazioni di questi pendolari del diritto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marazziti. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Grazie Presidente, molto brevemente: nel merito tutti quanti abbiamo ascoltato che il problema è se eleggere direttamente o non eleggere Pag. 70direttamente il Senato e tutte queste cose che giustamente andiamo ripetendo in queste ore e in queste giornate. Ripeto e ricordo a tutti noi che non esiste il sistema perfetto e che Paesi come Belgio, Spagna, Francia, Germania ed altri hanno dei sistemi indiretti, quindi non mi sento colpevole ad andare ad approvare questa riforma.
  Poi siccome si dicono molte imprecisioni ne lasciamo passare tante, ma tramite lei sarebbe bene che mi rivolgessi anche alla collega del MoVimento 5 Stelle che è intervenuta in maniera così accorata parlando del cosiddetto peccato grave di 200 milioni tolti alle regioni per le scuole paritarie: vorrei che fosse agli atti che è stata una decisione molto saggia nella legge di stabilità, perché qualora le scuole paritarie non ci fossero più in Italia, il costo aggiuntivo per la collettività italiana, per i cittadini italiani, per la scuola pubblica sarebbe di 6 miliardi.
  Pertanto sarebbe utile che questo fosse agli atti e che potesse essere una forma di nuova notizia e nuovo materiale per pensare anche per i colleghi di altri gruppi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Anch'io volevo integrare un po’ le argomentazioni rispetto alla questione scuola pubblica.
  Effettivamente un discorso importante si può fare rispetto alla regione Lombardia, per esempio, visto che recentemente, in legge di stabilità, si è deciso..., chiedo l'attenzione, se è possibile, della Presidenza.
  Voglio recuperare anche il tempo se possibile... l'ho vista distratta...

  PRESIDENTE. Prego, prego, continui.

  CLAUDIO COMINARDI. Stavo dicendo che, per quanto riguarda la scuola pubblica, vorrei ricordare un fatto di cronaca molto importate, perché proprio pochi giorni fa dei ragazzini hanno rischiato la vita perché sono caduti dei calcinacci in una classe in provincia di Milano. Pensate bene che nella legge di stabilità sono stati stanziati oltre 300 milioni di euro per un'autostrada, la più cara d'Italia, quella che è già stata interessata da alcune indagini perché c'erano delle tangenti che giravano e che riguardavano il presidente del consiglio della regione Lombardia per dei rifiuti tossici che venivano messi sotto il fondo stradale e non solo: è un'autostrada che, oltre ad essere la più cara d'Italia, è anche quella senza alcun tipo di servizi perché tutte le gare di appalto per le stazioni di servizio sono venute meno. Quindi soldi per un'autostrada che non serve a un tubo ci sono, per la scuola dove i ragazzi rischiano di morirci dentro non ci sono mai...

  PRESIDENTE. Concluda.

  CLAUDIO COMINARDI. ... e forse è buona cosa ricordare anche questo fatto ai colleghi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie Presidente, non so quanti membri del Partito Democratico, presenti oggi in quest'Aula, c'erano il 16 novembre 2005 quando quest'Aula votò la riforma costituzionale relativa alla seconda parte della Costituzione promossa dal Governo di centrodestra. Allora il presidente del gruppo parlamentare dei Democratici di Sinistra chiuse l'intervento in questo modo: «Personalmente resto convinto che le riforme costituzionali, quelle elettorali e le modifiche dei Regolamenti parlamentari debbano essere sempre decise insieme. Le regole si decidono insieme e quando si sbaglia, si sbaglia. Quando si decide da soli si sbaglia sia quando si è al Governo sia quando si è all'opposizione. Non si può cambiare tanto profondamente una Costituzione impedendo il confronto su di essa. Non si può fare di una riforma profonda della Costituzione un patto, un accordo politico che Pag. 71tiene insieme un Governo e una maggioranza quali che esse siano». Io mi associo alle parole dell'allora presidente del gruppo parlamentare dei Democratici di sinistra contro il Governo Berlusconi e purtroppo questa volta dobbiamo farlo contro di voi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bernini. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Grazie Presidente, per prima cosa questo Parlamento non ha alcuna legittimità a legiferare sulla Costituzione essendo composto da nominati. In base ad una legge elettorale, il «porcellum», ritenuta incostituzionale alla Consulta. Seconda cosa, da tempo il Parlamento è esautorato dai propri compiti. Si governa tramite decreti-legge relegati al solo compito di votare la fiducia; i disegni di legge sono rarissimi e il potere legislativo è di fatto nelle mani dell'Esecutivo. Se il bicameralismo perfetto fosse attuato come si deve senza questa dittatura della maggioranza, non ci sarebbe bisogno di cambiare la Costituzione, anche perché abbiamo riforme molto importanti da fare, invece che far rivoltare i nostri costituenti nella tomba (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Grazie Presidente, qui devo registrare che non è che stato tradito solo il ruolo e umiliato il Parlamento in questo importante dibattito che riguarda la Carta costituzionale, ma è stato anche tradito un lungo percorso al quale il nostro partito ha contribuito e che fa del federalismo l'obiettivo fondamentale della sua stessa esistenza. Questo percorso è stato completamente tradito e soprattutto tradito – questo ci fa particolarmente male – dai nostri alleati storici che ci hanno supportato e adesso capiamo in modo poco sincero, in questo percorso. Il tema della scuola è un tema che è assolutamente prioritario per uno Stato che abbia una vaga idea di federalismo ed è soprattutto necessario in un Paese come l'Italia che ha così tante diversità culturali e radici storiche così diverse. Ricordiamo anche...

  PRESIDENTE. No, deputato Busin, deve concludere.

  FILIPPO BUSIN. ... che attraverso la scuola è stato perpetrato un potere di... Mi ha fatto perdere il filo...

  PRESIDENTE. Sì, però la devo interrompere. La ringrazio, deputato Busin.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Sì, Presidente, l'articolo 8 che parla dei poteri del Presidente, del ruolo della Presidente in questo caso, non scrive che deve ascoltare i discorsi politici dei colleghi.
  Ogni tanto, qualcuno in mezzo a noi e, da ultimo, il collega del MoVimento 5 Stelle, richiama la sua attenzione, ma mai costoro richiamano l'attenzione, invece, dell'onorevole Scalfarotto, che è l'interlocutore vero, non è la Presidente l'interlocutore (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). È chiara la questione ? La Presidente deve garantire l'andamento dei lavori e deve stare attenta non a quello che si dice politicamente parlando, ma a quello che si fa che potrebbe disturbare il regolare andamento dei lavori. Questa è la questione.
  Quindi, io credo che bisogna smetterla ogni volta di investire la Presidenza di un ruolo che non ha: certo, la Presidente ascolta, ma, poi, deve badare anche a dirigere i lavori. È chiaro ? Quindi, invito i colleghi ad interloquire col Governo, anche perché vedo che il sottosegretario Scalfarotto non vede l'ora di intervenire e di interloquire con noi, sta fremendo, Pag. 72come voi potete notare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. La ringrazio, anche perché la Presidenza deve seguire anche altre cose nello stesso momento in cui ci sono gli interventi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie Presidente, riprendendo anche quello che ha detto il collega Sannicandro vorrei dire: collega, probabilmente, il sottosegretario nemmeno capisce quello che stiamo dicendo, perché è lontano anni luce dalla sua visione dello Stato, troppo centralista per poter comprendere una discussione che, invece, dovrebbe andare a delegare quella che è una Camera rappresentativa delle autonomie territoriali anche in tema di istruzione; tema sempre più fondamentale nel progresso, se vogliamo, di questo Paese, ma che volete continuare a gestire a livello centrale.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  EMANUELE PRATAVIERA. Andare incontro ad una rappresentanza delle autonomie, del potere dell'istruzione è fondamentale per dare una prospettiva alle giovani generazioni diversa e, quindi, a diverse difficoltà e problematiche che compongono questo Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, a mio avviso, il sottosegretario non freme per intervenire nella discussione, ma è sbigottito quanto noi sul tradimento popolare di Forza Italia dopo le elezioni del 2013: con voli pindarici, passa dal centrodestra al centrosinistra. Trovo, alle volte, dispiace dirlo, più coerente SEL, che ha lasciato la coalizione del centrosinistra per mantenere una rotta elettorale in cui si sono confrontati e hanno cercato di raffrontarsi con un programma elettorale, con un programma politico. Non trovo da nessuna parte che, nell'elezione nel 2013, in cui la Lega era facente parte di una coalizione con Forza Italia, si doveva discutere di una riforma costituzionale, annullando totalmente il potere delle regioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caon. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAON. Grazie Presidente, adesso mi accorgo veramente del perché questo Governo non ha nominato un vicepresidente del Consiglio: in realtà, il vicepresidente del Consiglio si chiama Silvio Berlusconi in questo Governo. Adesso ci accorgiamo, quando è il momento di votare le riforme, che tutte le riforme federaliste che, in qualche maniera, noi avevamo portato avanti insieme a Forza Italia, purtroppo, cadono tutte di un colpo e, da un partito di centrodestra, vediamo veramente un partito che è diventato di sinistra-destra, anzi, di sinistra-centro, anzi, di sinistra-sinistra. Vuol dire che Berlusconi oggi non è più del centrodestra, ma è del centrosinistra (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Grazie Presidente, io volevo sottolineare che capisco che Forza Italia in questo momento sia un po’ nel caos, e lo abbiamo visto anche qualche ora fa, però si cambiano completamente le proprie posizioni politiche; si taglia la faccia indirettamente, penso all'ex presidente della Commissione cultura della passata legislatura e alle proposte di legge che faceva in materia di scuola; si delegittima oggi l'assessore alla scuola della regione Lombardia, dello stesso partito della Centemero, che dice e fa cose assolutamente diverse rispetto a come si è Pag. 73espressa l'onorevole Centemero oggi: le stesse battaglie dell'onorevole Centemero come militante, come tesserata di Forza Italia. È della mia stessa provincia: è una quindicina d'anni che ci racconta sulla scuola determinate cose, oggi in Aula ne fanno altre.
  Io capisco che c’è un patto da onorare di carattere un po’ segreto, un po’ occulto, perché, alla fine, a parte i due interessati, tutti gli altri non ne sanno nulla, però cambiare completamente opinione e screditare la propria battaglia politica degli ultimi vent'anni ci lascia veramente perplessi, più che noi, immagino i loro elettori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Il tema dell'istruzione, che si lega a quello della formazione professionale, attualmente è un tema di competenza regionale, che molte volte, soprattutto nelle regioni del nord, viene delegato ai territori, alle province, e faccio l'esempio della regione Piemonte. Questo è un dato positivo, e le spiego anche perché, Presidente. Infatti, la formazione professionale, quindi l'istruzione, deve essere collegata ai territori, sia per una questione di identità sia anche per una questione di finalità, perché se la formazione professionale viene gestita dal centro, dalla burocrazia centrale, non andrà a definire delle politiche attive per il lavoro tali per cui si creeranno posti di lavoro per le nuove competenze di chi seguirà i corsi, perché i corsi non saranno sintonizzati con le richieste delle imprese, delle industrie, delle aziende, dell'imprenditoria. Quindi, andare a togliere una competenza alle regioni di questo tipo significa andare a creare problemi di futura occupazione ai territori. Quindi, è per questo che la previsione della revisione costituzionale della devoluzione, che prevedeva la competenza esclusiva delle regioni in tema di istruzione, era un dato positivo per lo sviluppo del Paese. Questo significa che non si può capire il perché Forza Italia abbia cambiato opinione così palesemente su un tema fondamentale per lo sviluppo del territorio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Intervengo per ribadire che materie come la scuola, l'istruzione e la formazione debbano essere più che mai legate al territorio e quindi debbano essere più che mai gestite in senso federale, in senso decentrato. Quindi noi siamo assolutamente favorevoli, vista la coerenza delle nostre battaglie politiche, a questo emendamento. Prendiamo atto con rammarico che Forza Italia ha cambiato radicalmente la sua posizione su una materia assolutamente fondamentale e delicata come quella appunto della formazione, dell'istruzione e della scuola. Non riusciamo ancora a comprendere il perché di questo repentino cambiamento. Ne prendiamo atto, ne prendano atto anche gli elettori di Forza Italia. La Lega, comunque, voterà a favore su questo emendamento, in quanto riteniamo che competenze così debbano essere gestite dal Senato regionale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Sono un po’ confuso: stiamo votando una modifica costituzionale che toglie alle regioni le competenze che riguardano la scuola e l'istruzione ? Vale a dire: le regioni perdono le competenze che oggi hanno in materia di scuola e di istruzione ? Ho sentito questo e mi sono subito preoccupato e ho detto: no ! Noi di Area Popolare voteremo a favore di questo emendamento, che restituisce queste competenze alle regioni. Noi siamo a favore delle autonomie locali, come facciamo a votare un emendamento che toglie alle regioni questo ? Poi mi sono riletto il testo e il testo non dice affatto questo, ma un'altra cosa: le competenze delle regioni Pag. 74rimangono esattamente quelle di prima ma l'interlocutore delle regioni a livello parlamentare è la Camera dei deputati e non il Senato. Si può essere d'accordo o non d'accordo, ma in politica c’è un limite al diritto all'esagerazione. Esiste un diritto all'esagerazione sindacale: 300 mila persone a piazza San Giovanni vengono normalmente moltiplicate per dieci e i giornali parlano di 3 milioni di persone; ma non parlano di 5 milioni di persone. Anche in politica c’è il diritto all'esagerazione, però vorrei invitare i colleghi a non abusare di questo diritto, perché di ogni diritto si può abusare. Anche in questo caso, un minimo di preoccupazione di rimanere dentro i limiti del lecito sarebbe opportuna. Sento poi una distinzione, un tipo di attacco che francamente non riesco proprio da accettare.
  Quando si parla di scuola non si deve mai distinguere tra la scuola di Stato e altre forme di scuola pubblica che rendono un servizio pubblico a costi minori di quelli della scuola di Stato facendo risparmiare allo Stato un sacco di soldi a spese di cittadini che pagano due volte, una volta le rette e una volta le tasse per la scuola di Stato. I soldi dati alla scuola paritaria sono soldi per un servizio pubblico che non coprono i costi di quel servizio. Questo attacco acrimonioso e violento che sento da parte di alcuni colleghi, veramente è inaccettabile, riflettete, cerchiamo di ragionare sui fatti, abbandoniamo questa antica pretesa ideologica che corrisponde a una idea di scuola di Stato che è antidemocratica: la scuola di Stato come una scuola nella quale lo Stato forma il suo cittadino e per il quale lo Stato è anche una chiesa e che vive della religione dello Stato che viene insegnata nella scuola di Stato. Non è un modo di pensare democratico, non lo trovate nella gran parte dei Paesi democratici con una eccezione e vi lascio indovinare quale è.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie signora Presidente, voteremo a favore di questo emendamento che è l'ennesimo esempio di come tutte le opposizioni stanno in maniera assolutamente responsabile provando a dimostrarvi che attraverso la demolizione dell'architettura della seconda parte della Costituzione farete appassire le libertà e i diritti sanciti nella prima parte della Costituzione ed è per questo che vi abbiamo chiesto, e continuiamo a chiedervi, di fermarvi. Per questo vi chiediamo di cogliere l'occasione e l'opportunità politica di fermarvi perché pensiamo appunto che questo sia un momento straordinariamente importante per il Paese, per il suo presente e per il suo futuro. Noi continuiamo a sentire le voci del nostro passato all'interno della nostra Costituzione, vi chiediamo di provare ad ascoltare almeno quelle molto più modeste che sono le nostre e vi chiediamo quindi di fermarvi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ciprini. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Presidente, intervengo per denunciare, secondo me, un fatto grave che sta avvenendo oggi in Aula e cioè il fatto che si continui a votare le riforme costituzionali in assenza del Presidente della Repubblica. Faccio anch'io appello agli esponenti della maggioranza affinché telefonino a Renzi per spiegargli che il fatto che il Presidente supplente sostituisca in toto i poteri e le funzioni del Presidente della Repubblica è un fatto assai dibattuto in dottrina ma non c’è una certezza ex lege. Quindi, onde evitare pericolosi precedenti e rischi di golpe costituzionali e istituzionali, sarebbe opportuno sospendere la seduta seduta stante e riprendere la votazione delle riforme dopo l'elezione del Presidente la Repubblica proprio per non essere chiamati in correità dalla storia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pannarale. Ne ha facoltà.

  ANNALISA PANNARALE. Grazie Presidente, è possibile tramite lei chiedere Pag. 75l'attenzione dell'Aula e della maggioranza ? Sarà che sono alla prima legislatura ma mi aspetterei una certa attenzione sulle riforme costituzionali; sarà che sono alla prima legislatura e mai avrei immaginato di arrivare in questo luogo e di assistere alla scrittura di una nuova Costituzione; sarà che sono alla prima legislatura e mai avrei pensato che questo dovesse coincidere con la mera ratifica di un atto imposto dall'Esecutivo. Io vi guardo, guardo la maggioranza e non mi rassegno, non capisco e continuo a chiedervi: questa è la vostra riforma, cosa pensate di questa riforma ? Oppure: ce la fate ad ammettere che questo è nient'altro che un atto di rovesciamento della forma di questo Stato e di questo Governo imposto dall'Esecutivo ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie Presidente, vede noi riteniamo che su una materia importante, che tocca la scuola e la formazione, quello che doveva essere il Senato delle autonomie doveva essere un interlocutore per le regioni, invece naturalmente questa riforma disattende completamente quello che doveva essere il Senato delle autonomie. Non ci meraviglia la posizione invece dei collegi ed ex alleati di Forza Italia in quanto noi riteniamo che arrivi a seguito di un percorso che li ha portati prima a sostenere il Governo Monti, poi a sostenere il Governo Letta, poi a cancellare il reato di immigrazione clandestina.
  Quindi, noi riteniamo che sia in perfetta coerenza con la nuova linea dei colleghi, ex alleati di Forza Italia, quello che oggi fanno anche in Aula, bocciando emendamenti di buonsenso che vanno nella direzione di un maggior potere rispetto a quello che dovrebbe essere un Senato delle autonomie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Signor Presidente, l'onorevole Buttiglione è un deputato di lungo corso, è un intellettuale autorevole; non può non aver compreso che tutti quanti qui sappiamo che stiamo discutendo di una cosa che non è la sottrazione di competenze in materia di istruzione alle regioni. Tutti quanti abbiamo compreso che la discussione verte su un altro tema: come mai quella che viene concepita dentro questa ipotesi di riforma come Camera delle autonomie debba vedersi sottratta la competenza normativa in ordine a un tema cruciale che resta di competenza delle regioni. Trovo tuttavia singolare, Presidente, che la sensibilità costituzionale di una parte di questa maggioranza si risvegli, ahimè, soltanto nel momento in cui si discute di scuole paritarie, in un Paese e in un momento nel quale la scuola pubblica cade a pezzi – è stato ricordato – e, probabilmente, questo qualcosa centra con la discussione che facciamo sulla riforma della Costituzione e sul futuro di questa nazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, anch'io, per rispondere all'onorevole Buttiglione che con ilarità ci diceva di aver avuto paura di scoprire di stare votando contro un emendamento che toglie competenze alle regioni, ma, onorevole Buttiglione, il tema è sempre lo stesso: la coerenza di questo modello che ci viene proposto nella riforma, perché, se di competenza delle regioni stiamo parlando, che rimangono effettivamente, non si riesce a capire perché a un Senato, che verrà composto da consiglieri regionali e dovrà rappresentare esattamente quelle istituzioni regionali, non viene data la possibilità di avere una competenza in merito. Allora, come vedete, è inutile che ci giriamo intorno: il problema non è individuare qual è la funzione che dovrà avere la Camera dei deputati, il problema è che non si riesce a capire cosa è questo Senato Pag. 76e che ancora questa maggioranza e questo Governo non è stata in grado di spiegarcelo e il motivo per cui non riescono a spiegarlo è che non esiste, non sta in piedi. Questo modello non esiste in Europa, è un ibrido che non ha né capo né coda.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, io vorrei solo rispondere al collega, che prima ha sostenuto che lo stanziamento di 200 milioni per le scuole paritarie in legge di stabilità sia appunto una scelta saggia, dicendo che, a nostro avviso, non lo è; non lo è affatto perché, nel momento attuale, in Italia, c’è un'emergenza improrogabile e questa emergenza si chiama scuola pubblica statale. Un'altra cosa: mentre noi siamo qui da tre giorni appunto a modificare, come se nulla fosse, la Costituzione, fuori da questo Palazzo si sta tenendo un presidio permanente di precari della scuola, docenti e personale ATA (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), persone di quaranta e cinquant'anni con famiglia, ancora senza un lavoro stabile, che sono costretti appunto, per sperare di vedere tutelati i loro diritti costituzionalmente garantiti, a stare ore e ore fuori al freddo oppure a ricorrere ai tribunali. Io credo che questo sia inaccettabile e che queste sarebbero le priorità che questo Parlamento dovrebbe affrontare, non quelle che, nostro malgrado, ci troviamo oggi a discutere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lattuca. Ne ha facoltà.

  ENZO LATTUCA. Signor Presidente, intervengo sullo stesso argomento dell'emendamento precedente, tornando a sottolineare come tutto il Partito Democratico ritenga opportuno procedere, in particolare proprio su questi temi, temi che si riferiscono anche ai diritti, a diritti importanti, al superamento del bicameralismo paritario.
  Ho avuto modo di dire, già in precedenza, che diverse leggi, anche in questa legislatura, si sono arenate proprio per il mal funzionamento di questo bicameralismo, proprio per il fatto che il Senato ha scelto di non far andare avanti il procedimento legislativo che, alla Camera, si era svolto con speditezza e concretezza, portando fino in fondo quello che era il risultato di una deliberazione. Noi abbiamo gioito insieme; lo abbiamo fatto anche trasversalmente, tra maggioranza e minoranze, e non siamo poi riusciti a vedere il frutto o meglio a restituire ai cittadini il frutto del nostro lavoro proprio perché, al Senato, non si è dato seguito al lavoro della Camera su temi importanti. Ricordo, tra tutte, la legge sul divorzio breve, che abbiamo approvato in quest'aula qualche mese fa. Ora mi permetto, Presidente, attraverso di lei, di dare un consiglio ai colleghi che, legittimamente, osteggiano questa riforma, che non vogliono contribuire, in questo senso, all'approvazione di questa riforma. Ci sono tanti emendamenti e tanti articoli: gli articoli sono 40 e gli emendamenti più di mille. Con grande sincerità, se vogliamo davvero rendere onore alla Costituzione di oggi e a quella di domani, se vogliamo rendere onore alla discussione in quest'aula sulla riforma della Costituzione, io ritengo che ci siano articoli, soprattutto, emendamenti molto più interessanti di questi e forse anche condivisibili nel merito, a differenza di questo, che è impresentabile, ed è stato presentato esclusivamente per ripristinare quella previsione che era stata inserita al Senato attraverso un voto segreto; la previsione che, appunto, concede al Senato pari poteri rispetto a quelli della Camera sulle materie, di cui agli articoli 29, 32 ed altri.
  Mi rivolgo, attraverso lei, in particolar modo ai colleghi che hanno a cuore l'evoluzione della normativa del nostro paese in tema di diritti civili: scegliete altri emendamenti per svolgere la vostra battaglia, legittima ripeto, nei confronti di questa riforma; non fatelo su questi emendamenti che fanno torto alle tesi che avete Pag. 77peraltro sempre sostenuto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie Presidente, le motivazioni del collega Lattuca sono assolutamente aberranti perché non se la può prendere con la Costituzione, se le stesse forze politiche che sono alla Camera poi non votano o affossano i provvedimenti al Senato. Ci sono leggi, come il lodo Alfano, che sono state approvate in pochissimi giorni e, quindi non è un problema di bicameralismo; è un problema che noi dovremmo fare meno leggi e fatte meglio, soprattutto essere coerenti e meno ipocriti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente, quanto tempo ho a disposizione ?

  PRESIDENTE. Un minuto, lei interviene a titolo personale.

  GIAN LUIGI GIGLI. Allora, interverrò di nuovo anche sul successivo emendamento. A titolo personale, rispondo intanto, per l'ennesima volta, visto che non sono stati sufficienti gli interventi degli onorevoli Marazziti e Buttiglione, ai colleghi del Movimento 5 stelle. Dire oggi che l'emendamento, del quale peraltro sono responsabile, che riporta la competenza del MIUR, anche con riferimento ai fondi per le scuole paritarie, e sottrae i fondi alla scuola pubblica, è un'assoluta bugia; gli alunni delle scuole paritarie costano 470 euro cadauno contro i seimila delle scuole pubbliche. Se le scuole paritarie chiudessero, il costo per lo Stato sarebbe superiore. Oggi la differenza di questo costo se l'assumono le famiglie. Quindi, non è solo un principio di libertà di educazione, ma è un principio anche di risparmio effettivo per le casse pubbliche.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.72, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, affrettatevi. Capelli. Allora, ci siamo ? I colleghi che stanno scendendo... Zan. Ecco, ha votato. Va bene. Chi altro deve votare ? A me sembra che abbiano votato tutti.

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  473   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no  361.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Colleghi, prima di procedere all'esame del prossimo emendamento, vorrei comunicare che la Presidenza ha accettato la richiesta avanzata da alcuni gruppi, in Conferenza dei presidenti di gruppo, di concludere i nostri lavori un po’ prima, per dare la possibilità ai gruppi di incontrarsi, anche a seguito dell'annuncio che è stato fatto oggi delle dimissioni del Capo dello Stato. Quindi, noi concluderemo i nostri lavori alle ore 20,30 anziché alle ore 21,30.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 1.75.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.

  MARIASTELLA GELMINI. Grazie, Presidente. Chiedo di intervenire per dichiarare il voto contrario di Forza Italia su Pag. 78questo emendamento per una ragione molto semplice. Noi da sempre siamo per il superamento del bicameralismo perfetto e siamo per un ammodernamento delle istituzioni. Devo dire che la vocazione riformista Forza Italia non la scopre oggi. Pur essendo opposizione, la coerenza ci impone di dare..., mi pare che il lavoro quotidiano del presidente del gruppo, Renato Brunetta, non lasci alcun margine di dubbio circa l'opposizione di Forza Italia sui temi del lavoro, su come il Governo affronta il tema della pressione fiscale, su come non ha riformato la pubblica amministrazione.
  Noi, però, pensiamo che le regole si debbano scrivere insieme e se fosse dipeso da Forza Italia o, meglio, se il Partito Democratico avesse dimostrato la stessa responsabilità che oggi Forza Italia sta dimostrando probabilmente riforme migliori di queste e più coraggiose sarebbero già state approvate dal Parlamento nel 2005. Invece, in preda ad un antiberlusconismo strisciante, questo Paese ha perso dieci anni. Io capisco che dopo il trattamento riservato al Presidente Berlusconi si aspettassero da parte nostra l'iscrizione al partito dei no. Ma noi abbiamo sufficiente maturità e, soprattutto, consapevolezza delle condizioni in cui versa il Paese per volere dare orgogliosamente un contributo nella riscrittura delle regole del gioco e nella riforma delle istituzioni.
  Ecco perché io mi auguro, nonostante questa non sia una riforma perfetta e abbia molte criticità, che insieme in quest'Aula, anche con i colleghi che appartengono al gruppo di Forza Italia e che legittimamente hanno espresso maggiori criticità e, devo dire, con tutti i gruppi, che si possa migliorare questa riforma. Ma condannare il Paese all'immobilismo, senza tenere conto che spesso il meglio è nemico del bene, io credo che non sarebbe la ricetta giusta.
  Ecco perché mi rivolgo ai colleghi della Lega, che hanno accusato Forza Italia di alto tradimento, e dico loro che siamo noi sorpresi in quanto, proprio perché insieme in passato abbiamo concorso a riformare l'architettura dello Stato, oggi noi ci aspettavamo la stessa disponibilità a migliorare il testo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
  Se poi c’è un problema nel proseguire le alleanze in Lombardia e in Veneto, nel senso che non si può stare in maggioranza con una forza come Forza Italia, lo dicano chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Se Maroni e Zaia devono andare a casa perché i voti di Forza Italia non servono più, basta dirlo. È chiaro che le alleanze sono sempre legate ad una reciproca disponibilità, ad una condivisione del programma e certamente non siamo disponibili, cari colleghi della Lega, a farci insultare in quest'Aula. Per una volta do ragione al collega del MoVimento 5 Stelle: se non ci sono le condizioni per proseguire le alleanze, è meglio che ognuno vada per la sua strada (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.
  Colleghi, io vi pregherei di attenervi quanto più possibile all'emendamento. Lo so che è complicato, ma faccio affidamento sulla vostra disponibilità e il vostro buonsenso.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente, solo per preannunziare il voto favorevole della Lega Nord su questo emendamento e per ricordare a qualcuno che, a livello locale, Forza Italia ha già cominciato a fare alleanze con il Partito Democratico. Basta guardare le ultime elezioni provinciali (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie Presidente, nel mentre non posso non Pag. 79rilevare come le parole della collega Gelmini di pochi istanti fa certifichino ciò che agli occhi degli italiani, per le scelte incomprensibili di Forza Italia e di Berlusconi, si è verificato, cioè la totale estinzione per autocombustione del centrodestra in Italia, credo sia mio dovere per par condicio dare una replica, dopo averlo fatto a quelle che ho definito le furbate del collega Giachetti e le mistificazioni del collega Fiano, anche alla finta ingenuità del collega onorevole avvocato Longo. Sostenere, infatti, che avrei offeso il Presidente del Senato Grasso per avere detto che modificare la Costituzione nell'intervallo temporale in cui il Presidente del Senato sostituisce le funzioni del Presidente della Repubblica e, quindi, di fatto intervenire sulla Costituzione nel momento in cui il Presidente della Repubblica non è in carica e non può, quindi, fare gli eventuali richiami alle Camere, è qualche cosa di assolutamente poco credibile.
  Tutto ho fatto meno che avere mancato di rispetto al Presidente del Senato, e se poi per ventura il senatore Grasso si fosse offeso per le mie parole, cercherei di farmene una ragione. Quello che invece è assolutamente curioso rilevare è che cercare di sostenere che il Presidente del Senato pro tempore e facente funzioni, il ruolo e il compito di Capo dello Stato possa realisticamente intervenire nel corso dei quindici giorni di vacatio per correggere le scelte del Parlamento è qualche cosa realisticamente, onorevole Presidente, che forse può valere nel momento in cui si sostiene una tesi in una arringa difensiva all'interno di un'aula giudiziaria, nella quale, come si sa, la forma prevale sulla sostanza, ma qui siamo in un'aula parlamentare e in un'aula parlamentare la politica è fatta di concretezza, è fatta di sensibilità, è fatta di opportunità.
  Io sarei in quel caso sì offensivo nei confronti del Presidente Grasso, se immaginassi che, nel corso dei 15 giorni di surroga delle funzioni del Capo dello Stato, egli si prendesse addirittura la briga di intervenire, quand'anche ve ne fosse l'opportunità o la necessità, sulla decisione di questo o di quel ramo del Parlamento. Concludo, onorevole Presidente: bisogna sempre stare attenti al contesto nel quale ci si esprime. Anche io sono un professionista e anche io, fuori dallo svolgimento del mio ruolo politico, come è giusto che sia, cerco sempre di fare gli interessi del mio committente, del mio cliente, di chi paga le mie parcelle.
  Qui facciamo politica e chi ci paga è il popolo italiano, e non dobbiamo dimenticare il rispetto che ciascuno di noi deve, sempre e comunque, a chi non solo ci ha eletto, ci ha mandato qui, ma chiede da noi una corretta rappresentanza. Sono convinto che, con una maggiore consuetudine alla pratica politica, alla quale il collega Longo si sta avvicinando in modo apprezzabile proprio adesso che, da deputato eletto dagli elettori di destra, sta appoggiando un Governo di sinistra, anche lui non potrà che concordare con quanto ho detto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Presidente, preannunzio il voto favorevole del mio gruppo su questo emendamento, ma non mi posso sottrarre da una considerazione molto breve, che, però, credo sia giusto fare, anche alla luce delle dichiarazioni dell'onorevole Gelmini e delle dichiarazioni – mi scuso se la farò un po’ più lunga – del Presidente Berlusconi di qualche ora fa: «Il patto del Nazareno è un debito pagato alla nostra coerenza».
  Ora, io sto ascoltando le parole dei colleghi e so che qui dentro si sta discutendo sì degli emendamenti, delle riforme, ma si stanno mandando anche dei messaggi, e dei messaggi molto chiari, tra i contraenti del patto. Questi messaggi sono destinati esclusivamente a questa riforma o sono destinati a qualcosa che verrà dopo ?
  Se sono destinati a qualcosa che verrà dopo, è evidente che la posizione che le opposizioni hanno espresso ha un suo fondamento e una sua forza. Vorremmo Pag. 80che si apra il dibattito qui, ora, rispetto a queste questioni; altrimenti, e concludo davvero, saremo costretti ad ascoltare continuamente messaggi lanciati in maniera tranchant dentro un dibattito che rischia di essere piatto. Noi vorremmo un dibattito vivo, e, per essere vivo, deve essere un dibattito fondato sulla verità (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Anche io volevo dichiarare il nostro voto favorevole, ma sono rimasto molto colpito dall'intervento dell'onorevole Gelmini. Infatti, in questi giorni ne abbiamo davvero sentite di tutti i colori: l'onorevole Sanna, del Partito Democratico, ci ha detto che non ci sono state le condizioni politiche per fare la riforma che avrebbero voluto loro; l'onorevole Buttiglione ci ha detto che, certo, questo Senato non gli piace tanto, ma si è dovuto accettare così; questa mattina abbiamo creduto che una parte di Forza Italia non fosse d'accordo su questa riforma, dopo l'intervento dell'onorevole Bianconi; oggi, anzi ora, la Gelmini ci dice che si sarebbero potute fare riforme migliori di questa e che questa riforma ha molte criticità.
  Mi pare, Presidente, che siamo in una fase costituente che, però, non ha né padri né madri costituenti. Vorrei sapere a chi piace questa riforma ! Vi è qualcuno, in quest'Aula, che si può alzare e ci può spiegare perché stiamo votando questa riforma ? E, se fra di loro, che dovrebbero votarla, non sono d'accordo, possiamo fermarci dieci giorni, così eleggiamo il Presidente della Repubblica e loro, nel frattempo, si mettono d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente, utilizzerò il minuto a mia disposizione per dire con chiarezza che la Lega non svende il patto con gli elettori fatto nel 2013, per votare un qualcosa che è totalmente contrario a quanto gli stessi elettori del centrodestra, che avevano dato il loro voto a noi e anche a Forza Italia, ci avevano chiesto. Un voto che andava verso il federalismo e l'autonomia, non una riforma costituzionale accentratrice che toglie poteri ad un'autonomia responsabile che dovrebbe dare servizi al cittadino. Guardi, dico con chiarezza all'onorevole Gelmini, che le sue minacce se le può tenere per sé, non cadiamo in questo gioco (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Il problema vero è che queste minacce non le sta rivolgendo alla Lega, che ha la forza elettorale (devo dire, dagli ultimi sondaggi, anche più alta di quella di Forza Italia) per dare risposte ai cittadini. Queste minacce le sta facendo a quegli elettori che si erano fidati di una promessa oggi tradita e noi con i traditori le alleanze non le facciamo, se questa è la scelta che la Gelmini oggi ha raccontato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.
  Colleghi, per favore, è possibile avere un po’ di attenzione ?

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente, esco per un momento dal dibattito sull'elezione della regione Veneto che forse possiamo rinviare di qualche giorno. Vorrei, invece, rispondere ad alcuni interventi che ci sono stati, prendendo lo spunto dall'emendamento sul quale noi voteremo contro, perché riteniamo nel merito che introdurre le materie relative alla libertà economica e all'iniziativa economica tra le competenze del Senato delle autonomie sia sbagliato, trattandosi tutte le materie di concorrenza di materie tipicamente statali (anche la riforma Pag. 81del Titolo V sta contribuendo a modificare questi aspetti, introducendo la promozione della concorrenza tra le materie di competenza esclusiva statale). Vorrei rispondere all'onorevole Quaranta, il quale dice abbiamo sentito varie persone intervenire, dicendo: questo non mi piace tanto, questo lo avremmo preferito in un altro modo, questo poteva essere diverso. È vero, perché è il frutto del dibattito parlamentare. Se ci fosse una maggioranza fatta di 400 parlamentari alla Camera e di 200 parlamentari del Senato, che ha un testo specifico ideale per tutti, pronto per essere approvato, credo che saremo tutti felici, ma anche abbastanza perplessi su come funziona il dibattito parlamentare. La realtà è che sono state fatte una serie di modifiche per fare dei compromessi e degli accordi con partiti, forze politiche e singole parti di partito per modificare degli aspetti della riforma e penso alla presenza dei presidenti di regione tra i membri del Senato, era una cosa sulla quale noi di Scelta Civica eravamo d'accordo, anzi avremmo voluto la rappresentanza dei governi come nel Bundesrat. Non si è potuto approvare quel tipo di norma, perché una parte politica specifica è contraria e perché non c'era il consenso, su questo riforma, delle altre parti politiche. Quindi non prendiamoci in giro, non è che se avessimo fatto il Bundesrat, poi la riforma sarebbe passata con l'allegro voto del MoVimento 5 Stelle e di SEL, avrebbero votato contro lo stesso. Noi pensiamo che in questo modo si superi un certo tipo di bicameralismo e si modifichi la Costituzione in senso positivo. Ognuno di noi ha l'idea su come poteva essere modificata ancora meglio, sicuramente, dalla minoranza del PD, alla maggioranza del PD a Forza Italia. Tutti avevano delle idee, tutti hanno degli emendamenti che sono stati respinti. Questo non toglie che si possa poi, alla fine, decidere di votare positivamente sull'impianto complessivo che esce da questo. Voi non siete d'accordo, ma non c’è nulla di anomalo nel fatto che si dica che questa parte non mi piace tanto, che quella poteva essere meglio, perché è il normale risultato del dibattito parlamentare che c’è stato (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, quello che ha detto l'onorevole Gelmini è ben noto, lo sappiamo tutti: ormai il PD si è convertito alle tesi del centrodestra. Questo è pacifico per quanto riguarda la riforma costituzionale, non è il caso di stare a disquisire di questo, però rimane sempre una zona d'ombra, egregia onorevole Gelmini, lei ci deve dire, quando manifesta uno scontento, cos'altro avrebbe voluto, e per comprendere, cosa non vi è stato dato e viceversa.
  Non basta dire che questo è il compromesso possibile, come dice Buttiglione o come ha detto il mio predecessore poc'anzi. Questa è una banalità ! Politicamente parlando i cittadini, che hanno votato voi e che hanno votato loro, hanno il diritto di sapere cosa avete chiesto, dove avete ceduto, dove avete resistito, sia voi che gli altri. Questa è la trasparenza ! E noi, a tutt'oggi, non lo abbiamo mai saputo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Grazie Presidente, solo per ribadire il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle a quest'emendamento e per dire che non ci sorprendono i voti contrari di Forza Italia a questi emendamenti. In fondo Forza Italia è responsabile del declino di tutti i settori di questo Paese, in primis il settore della giustizia, con decine e decine di leggi ad personam e ad personas, che sono state approvate durante i loro Governi. L'unica opera che non gli era uscita era proprio lo smantellamento della Costituzione e ci stanno riuscendo oggi grazie a Renzi.

Pag. 82

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, mi preme rispondere – e continuare la risposta – al collega Sannicandro. Cosa prevede ? Be’, collega, prevede, prima di tutto, forse, la futura grazia del futuro Presidente della Repubblica per Silvio Berlusconi, quella che viene chiamata agibilità politica. In secondo luogo prevede, a quanto pare, quella carota, come è stata soprannominata, che era il famoso articolo 19-bis del decreto fiscale, ovvero la norma che avrebbe salvato Berlusconi dalla sua condanna. O prevede anche quell'emendamento che ha presentato oggi l'Esecutivo, in cui si riprende totalmente il falso bilancio voluto dal Governo Berlusconi, quell'emendamento che depenalizzava il falso in bilancio, che è stato presentato oggi in Commissione giustizia al Senato dal Governo e, quindi, dal Ministro Orlando.
  Questo per dimostrare che non c’è alcuna differenza, deputato Sannicandro, tra quello che fa Forza Italia e quello che fa il Partito Democratico. Non c’è nessuna differenza e questo lo avreste dovuto capire voi, da lungo tempo, da prima che vi alleaste con loro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.

  PIETRO LAFFRANCO. Signor Presidente, in quasi chiusura di giornata, ricapitolerei: stiamo votando le riforme costituzionali in una situazione di vacanza del Presidente della Repubblica supremo garante della Costituzione; il superamento del bicameralismo perfetto in realtà non è affatto superamento; questa riforma non mi pare venga condivisa praticamente da nessuno; Renzi ne fa un punto di principio e quello che è peggio è che il mio centrodestra, invece di trovare un punto di sintesi su un fatto così saliente come le riforme costituzionali, trova dei punti di estrema divisione e criticità. Il che non è affatto di buon auspicio per l'elezione del Presidente della Repubblica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie Presidente, vorrei rispondere al deputato Colletti per dire che qui a noi non interessa quale sia il pensiero di un singolo deputato del MoVimento 5 Stelle sul contenuto del patto del Nazareno. Anche noi possiamo bene immaginarlo. Quello che noi vogliamo qui, mentre stiamo discutendo in questo modo surreale la riforma della nostra Carta costituzionale, è che il contenuto di quel patto venga reso pubblico e venga reso pubblico in quest'Aula dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. È indecente che la discussione sulla riforma della Carta costituzionale si faccia sotto ricatto di un patto fatto nelle segrete stanze del Nazareno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, credo che sia arrivato il momento di cominciare ad indicare e descrivere i responsabili di questa riforma che, oltre al Partito Democratico, sono anche Scelta Civica – quello che rimane di Scelta Civica –, Popolari Per l'Italia e Nuovo Centrodestra, ovvero Area Popolare.
  Ma, in particolare, mi vorrei soffermare un attimo su NCD, sul fatto scandaloso che questa forza di Governo abbia preso il 39 per cento in Sicilia. Forse è passata un po’ sotto tono questa considerazione perché io credo che solo i mafiosi possono prendere il 39 per cento in quelle zone d'Italia. Quindi, il PD con chi sta facendo questa riforma ? Con chi la sta facendo ? Con liberisti, mafiosi e piduisti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

Pag. 83

  CELESTE COSTANTINO. Grazie Presidente, io intervengo, invece, sollecitata dall'intervento dell'onorevole Mazziotti Di Celso perché, vede, onorevole, io sono convinta del fatto che la politica sia frutto spesso di compromessi, però penso anche che alcune risposte, nel momento in cui si dice «no», bisogna poterle dare. Allora, io le vorrei chiedere, se voi volevate presidenti di regione dentro il Senato, se qualcuno vi ha risposto e vi ha detto perché non ci potevano stare. Infatti, noi queste domande le abbiamo provate a fare e non dentro un dibattito parlamentare, perché il dibattito parlamentare a cui fa riferimento lei purtroppo non c’è stato. Se sta facendo riferimento alla Commissione affari costituzionali, non c’è stato nessun emendamento che è passato e i pochi emendamenti che sono passati, che vediamo oggi all'interno di questo fascicolo che discuteremo, per modo di dire, in quest'Aula, vengono rimessi in discussione, vengono riportati all'origine del testo che ci è stato consegnato al Senato. E lo vedremo, perché quello sui senatori a vita, per esempio, per intenderci, che era stato modificato in Commissione, viene riproposto, attraverso un emendamento dell'onorevole Rosato...

  PRESIDENTE. Concluda.

  CELESTE COSTANTINO. ... esattamente com'era nel testo originario. Quindi, di quale discussione parlamentare sta parlando, caro onorevole Mazziotti Di Celso ?

  PRESIDENTE. Chiedeva di intervenire il deputato D'Ambrosio, ma era intervenuto sul complesso degli emendamenti e questo emendamento è a sua firma: dunque, non può intervenire. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pizzolante. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Grazie Presidente, noi abbiamo ascoltato questo incredibile e vergognoso intervento dell'ex grillino vestito di rosso che adesso siede nei banchi di SEL, secondo il quale noi avremmo preso il 39 per cento dei voti in Sicilia. Magari avessimo preso il 39 per cento, purtroppo abbiamo preso molto di meno e ce ne dispiace. Ma pensare che un eventuale 39 per cento possa essere il voto dei mafiosi – e io ricordo che a Palermo ha vinto Orlando con una percentuale molto, molto più alta – è un'affermazione vergognosa e stupida e io sono veramente rammaricato, Presidente, che lei non abbia avuto modo di interrompere e di dire qualcosa su un'affermazione di questo tipo, sui voti NCD mafiosi in Sicilia. È una cosa assolutamente inaccettabile. Io le chiedo di prendere posizione su questa dichiarazione e prendere anche dei provvedimenti. E chiedo anche agli amici di SEL, che sono persone e colleghi con i quali ci siamo sempre confrontati in maniera corretta e seria in questi anni, di prendere le distanze da un'affermazione così stupida come quella dell'ex grillino vestito di rosso (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie signora Presidente, molto brevemente, mi consenta di ringraziare la collega Gelmini per le parole gentili che ha rivolto a noi esponenti, anche di Forza Italia, che, invece, ci stiamo battendo contro questa impostazione per migliorarla profondamente. La ringrazio per questo. Se, però, la collega Gelmini accetta due piccoli suggerimenti politici non richiesti, mi permetto, primo, di suggerirle di non definire, tra virgolette, «nostre» delle riforme che, non solo non sono le nostre, ma capovolgono l'impostazione liberale e rischiano di precludere al centrodestra, semmai vincesse alla Camera, di avere una maggioranza anche al Senato.
  E soprattutto mi permetto di suggerire una piccola revisione sulla strategia non molto raffinata degli ultimi mesi, che ha portato il mio partito – lo dico con dolore – prima a fare sei mesi di donazione di sangue a favore di Renzi, poi tre mesi di donazione di sangue a favore di Salvini ed Pag. 84ora, per par condicio e per non fare torto a nessuno, donazione di sangue congiunta sia a Renzi sia a Salvini. Il risultato è che siamo...

  PRESIDENTE. Concluda.

  DANIELE CAPEZZONE. ... abbiamo proprio concluso, nel senso che siamo a quella quota Martinazzoli, temo, che ci renderà e renderà il centrodestra poco utile sia per l'alternativa, sia per l'intesa.

  PRESIDENTE. Onorevole Capezzone, grazie.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie a lei.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

  NICOLA FRATOIANNI. Solo pochi secondi, signora Presidente, per dire che credo che il collega Zaccagnini, nel suo intervento, abbia usato parole che non vanno usate, sbagliate.
  Per questo, a nome del mio gruppo, mi scuso con i colleghi del Nuovo Centrodestra e credo che sia anche il frutto dell'esacerbazione di un clima che si sta sviluppando, come purtroppo avevamo previsto. Sono incidenti che succedono, credo che si possa chiudere qui (Applausi).

  PRESIDENTE. Sì, io invito tutti i colleghi ad esprimersi in un modo consono e senza offendere altri colleghi in quest'Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, il mio era soltanto un intervento sull'ordine dei lavori in difesa non del Nuovo Centrodestra, ma dei siciliani: se il 39 per cento dei siciliani fosse mafioso sarebbe una cosa assolutamente impensabile ed intollerabile, ma accettiamo le scuse fatte dal capogruppo del MoVimento 5 Stelle (Commenti).

  PRESIDENTE. Allora, c’è stata confusione evidentemente: date la parola al deputato Buttiglione. Prego, deputato.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Mi correggo: non era il MoVimento 5 Stelle. Che gruppo era ? SEL: allora accetto le scuse del capogruppo di SEL (Commenti).

  PRESIDENTE. Va bene, va bene. Colleghi, per favore ! Colleghi, per favore ! È possibile rimanere calmi e continuare i lavori ? C’è il collega Gigli che ha chiesto la parola: con questa confusione non è possibile intervenire, per favore ! Non è possibile intervenire !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente, intervengo a nome del gruppo su questo emendamento, che è l'ennesimo, anche se non l'ultimo, di una serie di emendamenti che utilizzano, a mio avviso strumentalmente, la materia degli articoli 29 e 32 della Costituzione per ridisegnare le competenze del Senato anche attorno ad altre materie, ad altri articoli della Costituzione.
  Voglio ricordare che la previsione di un concorso paritario del Senato nelle materie riguardanti gli articoli 29 e 32 della Costituzione era stata soppressa, in sede di esame in Commissione, in sede referente, appunto, presso la I Commissione della Camera ed era stata soppressa anche con il concorso del nostro gruppo, l'approvazione del nostro gruppo, nella convinzione, forse ingenua, che si volesse fare un'opera di maquillage, cioè riportare alcune materie, che indubbiamente non avevano a che fare con le questioni regionali, come quelle riguardanti la famiglia ed il matrimonio e come quelle riguardanti i trattamenti sanitari obbligatori, al di fuori, appunto, di una Camera come quella che si andava configurando per il Senato, che voleva essere una Camera delle autonomie territoriali.
  Ora rimango invece un poco stupito nell'ascoltare non uno ma una serie di interventi da parte di colleghi del PD nei quali si invitano i deputati del MoVimento Pag. 855 Stelle a non fare il gioco che stanno facendo, gioco sul quale, ripeto, noi non siamo per niente d'accordo perché lo riteniamo un gioco strumentale. Tali interventi invitano a non farlo, affermando, tuttavia, che, in questo modo, sarà possibile per il futuro far procedere più speditamente il tema dei cosiddetti diritti civili nell'unica Camera che si andrà di fatto ad occupare di queste materie. Voglio dire, con molta chiarezza, a nome del gruppo, che, se questo è l'intento dei colleghi del PD, noi ci prendiamo solennemente l'impegno in questa sede, pur votando contro – ripeto – questi emendamenti usati in modo strumentale, di riaprire il discorso in occasione della successiva lettura al Senato e della prossima alla Camera. Quindi, noi lavoreremo per il futuro per reintrodurre le materie riguardanti la famiglia e il matrimonio e riguardanti i trattamenti sanitari obbligatori nell'ambito della competenza di tutte e due le Camere così come era originariamente previsto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.75, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capezzone... Gregori... Lo Monte... Fauttilli... Vitelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  469   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  351    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Verini e Vazio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 1.76 con il parere contrario della Commissione e del Governo e i pareri favorevoli dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, l'emendamento propone l'inserimento tra le suddette materie, cioè quelle di competenza del Senato, anche quelle relative all'articolo 53 della Costituzione ossia al sistema tributario. Riteniamo, infatti, che queste tematiche, per l'importanza che rivestono, necessitino di una maggiore ponderazione conseguibile soltanto attraverso il coinvolgimento del Senato. Il doppio esame, infatti, consentirebbe di sottrarre queste problematiche, quelle appunto relative al sistema tributario, ad una lettura esclusivamente politica come potrebbe essere quella appunto della Camera in seguito a questa riforma e, inoltre, ricordiamo che, specie per le questioni relative ai titoli e relative ai tributi, anche tenuto conto dei principi di federalismo fiscale sanciti dal Titolo V, risulta indispensabile il concorso paritario dell'iter legislativo da parte dello stesso Senato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, non interverrò per illustrare la motivazione per cui Forza Italia dichiara il proprio voto contrario perché abbiamo già illustrato in precedenza con riferimento a tutti gli emendamenti che hanno riguardato l'ampliamento delle funzioni del Senato così come delineato dall'articolo 1.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

Pag. 86

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. Preannunzio il voto favorevole della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, approfitto di questo emendamento, che va nello stesso senso dei precedenti, per precisare ulteriormente il pensiero che avevo cercato di sviluppare in occasione dell'esame del precedente. Ritorno, quindi, al tema dei cosiddetti diritti civili, che si vorrebbe appunto fare in modo di far progredire, per quanto riguarda il futuro, attraverso l'azione di una sola Camera. Bene, io credo che, su questo tema, mentre tutti forse siamo d'accordo sul tema dei diritti umani, su quello dei diritti cosiddetti civili ci sono opinioni largamente differenziate, ed alcuni di questi diritti per qualcuno possono addirittura essere definiti come diritti incivili o diritti comunque che non tengono conto di tutti gli altri diritti umani. Allora, è proprio per questo che ritengo opportuno che, per il futuro, non possa accadere di nuovo, per il combinato disposto di una legge ipermaggioritaria e di un monocameralismo su questi temi, che minoranze politiche, che corrispondono però a maggioranze numeriche in Parlamento, possano, a colpi appunto di maggioranza, trovarsi in dissonanza o comunque forzare la mano rispetto a quello che è invece il sentire generale del Paese, che dovrebbe essere eventualmente più attentamente considerato. Ripeto: per questo lavoreremo, perché, per il futuro, queste materie possano essere riportate nell'ambito della competenza di tutte e due le Camere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Non a titolo personale.

  PRESIDENTE. No, del gruppo.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, chiarisco subito che devo ringraziare, ma proprio di cuore, il collega Gigli, che ha espresso molto bene le ragioni per le quali sono stati presentati tutti questi emendamenti, che vogliono mettere tutti i diritti civili, sociali e umani al riparo da quella sciagurata eventualità di cui lui parlava. Però, mi appello al senso di responsabilità e di coerenza sua e del suo gruppo: non è che, quando riteniamo un diritto particolarmente vicino alla sua cultura, lei dice: io mi batterò, non proprio adesso ma anche al Senato, perché sia riportata questa competenza all'attività paritaria tra Camera e Senato. Noi, da questa mattina, stiamo dicendo esattamente questo, inascoltati ! E noi, invece, l'abbiamo ascoltata con molta diligenza e con molta condivisione, perché, cari colleghi, questo è il punto, l'ha detto bene l'onorevole Gigli. Non pensate che sarete sempre in maggioranza ! È caduto pure l'Impero romano, figuriamoci se non può cadere questo Governo ! È chiaro, questo è il punto. Non pensate che sarete sempre in maggioranza. La prossima legislatura potrebbe esserci un panorama del tutto diverso e vi troverete quindi a fare i conti con quello che state facendo adesso ! La prima parte della Costituzione deve stare tutta in mano al bicameralismo e lasciamo tutto il resto, invece, come avete voluto fare, all'eventualità dell'intervento del Senato non come protagonista ma semplicemente come osservatore o fornitore di pareri ! Questa è la questione ! Questo lede il patto del Nazareno ? Allora, se lede il patto del Nazareno, ce lo volete spiegare quanto è stretto questo patto, quanto è esteso, quanto è profondo, fin dove e cosa arriva a coprire ? Ce lo dovete spiegare al più presto, prima che la discussione vada più avanti, perché non è possibile avere qui una Camera di 630 deputati che invece vengono diretti da un patto esterno ! I patti si possono fare, ma si facciano qui alla luce del sole, come sta appunto facendo l'onorevole Gigli con il suo intervento, che sta dicendo chiaramente come la pensa, con la sua cultura, con il suo senso di responsabilità, e lo sta offrendo a Pag. 87tutti, quindi si capirà da dove è partito il suo partito e dove arriva, e così si comprenderà da dove gli altri saranno partiti e dove vorranno arrivare. Allora, faccio un plauso all'onestà e alla chiarezza dell'onorevole Gigli (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Grazie Presidente, io vorrei tornare sulla vicenda e sulla questione della mancanza, dell'assenza del Presidente della Repubblica. È un grave errore, signor rappresentante del Governo, che ci sia questa mancanza di volontà di poter appunto ascoltare il Paese perché abbiamo in questo momento bisogno, come grandi elettori, di ascoltare il Paese. Io sono stato eletto in quattro province: Lodi, Pavia, Mantova, Cremona. Vorrei avere anche l'opportunità di andare nei collegi elettorali e di confrontarmi, non solo di stare inchiodato, visto che non c’è una scadenza necessaria e immediata sulla questione delle riforme perché avete voi la fregola di chiudere nel giro di pochi giorni.
  I miei elettori, i nostri cittadini ci chiedono di poterci confrontare: partecipazione, perché vogliamo portare la voce dei cittadini dentro le urne per l'elezione del Capo dello Stato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zan. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO ZAN. Grazie Presidente. Io invece respingo con forza le dichiarazioni del collega Gigli che, strumentalmente, confonde un articolo della Costituzione, come l'articolo 29, con una norma invece ordinaria, una legge ordinaria come dovrebbe essere quella sui diritti civili. Dico al collega Gigli, tramite lei, Presidente, che approvare i diritti e riconoscere i diritti delle minoranze in questo Paese non significa non essere in sintonia con il Paese stesso ma significa migliorare la democrazia di questo Paese e rendere migliore il nostro Paese.
  L'articolo 29 della Costituzione recita che la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio e molti costituzionalisti ritengono che questo articolo non sia affatto in contraddizione con l'approvazione dei diritti civili. Io dico al collega Gigli: ma se siamo tutti favorevoli al superamento del bicameralismo paritario per rendere le nostre istituzioni più funzionanti e migliori, questo deve valere per tutte le leggi e deve valere anche per i diritti civili che, come legge ordinaria, possono essere approvate anche da una sola Camera, nonostante, io personalmente, ma penso anche tutto il Partito Democratico, auspichi che una legge sui diritti civili venga approvata finalmente in questa legislatura, anche nel dibattito dove ci sarà il collega Gigli che potrà darci il suo contributo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Grazie. In vita mia non ho mai visto tanta mancanza di coraggio. Parlando anche fuori dall'Aula, questa riforma non piace proprio a nessuno. State votando qualcosa di orripilante e lo sapete benissimo. State distruggendo una parte del Paese che poi lascerete in eredità ai nostri figli sempre più sfasciata, che vi chiederanno conto e ragione di quello che state facendo qui oggi e lo sapete benissimo perché lo avete detto più volte nelle Commissioni fuori da questa Aula. Per favore, una volta tanto, tirate fuori un po’ di coraggio e votate come la testa vi dice realmente, non seguite come al solito la paura e la viltà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Presidente, io vorrei intervenire per sottolineare la grandezza Pag. 88di Giorgio Napolitano, questo ex Presidente della Repubblica, proprio perché è ex, adesso lo possiamo nominare in questa Aula finalmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che è riuscito a trasformare la democrazia italiana in una democrazia di secondo livello, se facciamo caso a quali sono le due istituzioni che, finora, abbiamo toccato: le province, di secondo livello, e il Senato, democrazia di secondo livello. Ecco, il Partito Democratico, grazie a Giorgio Napolitano e al suo lungo lavorio è diventato...

  PRESIDENTE. Non stiamo qui a giudicare l'operato del Presidente della Repubblica. Lei sa bene che questo...

  RICCARDO FRACCARO. Presidente, non è più Presidente della Repubblica.

  PRESIDENTE. Sì, ma lei si riferisce al tempo in cui lo è stato (Commenti).

  RICCARDO FRACCARO. Presidente, questa è una innovazione.

  PRESIDENTE. Per favore, onorevole Fraccaro, continui senza entrare nel merito dell'operato del Presidente Napolitano.

  RICCARDO FRACCARO. Non è più Presidente.
  Ha trasformato il Partito Democratico, che è diventato il partito della democrazia di secondo livello che, sintetizzando, è P2, cioè il partito di Licio Gelli, un'opera meravigliosa, complimenti a questo meraviglioso Presidente della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Allora, lei non può esprimersi in questo modo, le ho già detto che non ci si può esprimere sull'operato del Presidente della Repubblica. C’è l'articolo della Costituzione, l'articolo 90, che tutti voi conoscete. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

  NICOLA FRATOIANNI. Signora Presidente, ho scoperto nella discussione in quest'Aula una cosa che francamente non avevo capito e cioè ho scoperto che in questo Paese siamo al Medioevo dei diritti civili per colpa del bicameralismo. Pensate un po’, colleghi e colleghe, io, un po’ ingenuamente, ero convinto che fossimo al Medioevo dei diritti civili perché le forze politiche non sono state capaci in tutti questi anni di fare qualche passo avanti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 19,35)

  NICOLA FRATOIANNI. Allora, lo dico con molto rispetto all'onorevole Zan per suo tramite, Presidente: vede, onorevole Zan, fino a quando lei sedeva, fra l'altro qua vicino, nei banchi dell'opposizione poteva auspicare che ci fosse una buona legge sui diritti civili, oggi che siede legittimamente nei banchi della maggioranza lei lo può fare. Noi la aspettiamo una buona legge, siamo pronti a votarla con il bicameralismo o con il monocameralismo. Cerchiamo di non raccontare a quest'Aula e a questo Paese che l'incapacità di questo come degli altri Governi di fare qualche passo avanti nella direzione della civiltà è colpa del bicameralismo che voi state smontando con una pessima riforma. Questo è davvero inaccettabile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piras. Ne ha facoltà.

  MICHELE PIRAS. Signor Presidente, questa riforma svuota sostanzialmente il sistema politico italiano e il sistema di tenuta dello Stato dei suoi contrappesi. Questo sistema politico svuota il Senato, supera il bicameralismo perfetto e dall'altra parte risolve tutto il tema delle materie concorrenti attraverso una clausola di supremazia a favore dello Stato e in più è in discussione al Senato una riforma elettorale che dà il premio di maggioranza, il 55 per cento dei seggi, ad un unico partito Pag. 89che dovesse raggiungere il 40 per cento. Allora, io do un'informazione all'onorevole Zan e all'onorevole Gigli, che se quel partito sarà il partito dell'onorevole Gigli, non ci sarà nessun avanzamento da noi condiviso sui diritti civili, se sarà il partito dell'onorevole Zan, probabilmente questo avanzamento ci sarà. Nell'uno e nell'altro caso non ci sarà nessuno che potrà fare, con forza e con la forza di un contrappeso, una battaglia opposta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, mi scusi ma qui stiamo raggiungendo veramente il paradossale. Un rappresentante del PD che viene a parlare di diritti civili definendoli come diritti minoritari, quando nei diritti civili non c’è assolutamente nulla di minoritario. Ma ancora, Presidente, mi scusi, la cosa più scandalosa che sta avvenendo in quest'Aula è che ancora una volta si usano i diritti civili per o fare i battibecchi fra i vari partiti o ancora peggio fare un'insulsa campagna elettorale per dire che si farà qualcosa quando non l'avete mai fatta sui diritti civili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Siete venuti qui in Aula a portare una legge a vostra prima firma contro l'omofobia che noi abbiamo anche firmato e abbiamo chiesto di appoggiarla. Abbiamo chiesto al PD di votarla e lo stesso PD primo firmatario si è rifiutato per accordi squallidi politici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Basta usare i diritti civili. E, Scalfarotto, mi riferisco a lei...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giordano. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, ultimo tassello del patto del Nazareno: al Senato è stato presentato un emendamento al disegno di legge a prima firma Grasso, l'attuale Presidente della Repubblica pro tempore che in pratica restituisce il falso in bilancio, depenalizzato da Forza Italia, come l'avevano depenalizzato appunto i forzisti per dare modo, appunto, a tante imprese di creare fondi neri e corrompere uomini politici. Questo è il patto del Nazareno che oltretutto voi state sottoscrivendo con un uomo che oggi ha avuto la conferma della proibizione di espatriare...

  PRESIDENTE. Onorevole Di Battista, si rivolga alla Presidenza.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Cioè, l'uomo che sta cambiando la Costituzione e che sta dettando le riforme non può neanche lasciare il Paese. Ai colleghi di Forza Italia: ribellatevi prima che Berlusconi distrugga per i suoi interessi il vostro goloso partito fondato da Dell'Utri, ribellatevi prima che sia troppo tardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Airaudo. Ne ha facoltà. Invito i colleghi a rivolgersi alla Presidenza e, per quanto possibile, anche ad attenersi al testo degli emendamenti.

  GIORGIO AIRAUDO. Grazie Presidente, è assai curioso scoprire in quest'aula che il bicameralismo dev'essere superato per far andare velocemente ciò che serve al patto del Nazareno. Invece, voi in questi mesi avete rinviato tutto quello che serviva davvero ai cittadini; avete lasciato soli i lavoratori e le lavoratrici di quota 96, avete lasciato soli i ferrovieri e lasciate sole le persone che soffrono, ma quel che serve a voi a tenere in piedi questo Governo deve correre ed anche superare il bicameralismo. I contenuti sono superati dal vostro rapporto di potere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

Pag. 90

  ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, tramite lei rispondo all'onorevole Pizzolante per rettificare la mia ruvidezza. Credo di aver errato nel correlare genericamente consenso a voto mafioso, ma il 39 per cento preso a Mineo da NCD ha battuto ogni record. NCD nel comune di Mineo dove è presente il più grande centro per immigrati ha ottenuto oltre il 39 per cento delle preferenze alle europee, tutto presente in un articolo de Il Sole 24 Ore del 28 dicembre 2014 che ricostruisce la storia del CARA di Mineo relativa all'inchiesta di mafia capitale. Quindi, semmai mi scuso per aver generalizzato e non aver specificato alcuni elementi, e vi faccio i complimenti per le preferenze che avete preso e le riforme costituzionali che state votando.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Zaccagnini, ricordo che stiamo parlando di altro.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie Presidente, l'emendamento parla di dare competenza anche al nuovo Senato sull'articolo 29 della Costituzione che testualmente recita: «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio». Se ieri si è arrivati a far intervenire la presidente Bindi su un tema importante come quello che è appunto la dichiarazione di guerra in funzione del fatto che la sola Camera avrebbe attualmente la possibilità di dichiarare guerra ad un altro Stato per i numeri di una semplice maggioranza, di un semplice partito, anche nel toccare i temi etici, come quelli della famiglia, del diritto naturale, è chiaro che ad una semplice maggioranza diventa difficile poter concedere la possibilità di poter toccare questi temi. Ecco perché è bene, se esiste un Senato, che questo ne abbia la facoltà. Ricordo che proprio l'altra settimana un comune al nord, il comune di Torino, ha registrato all'anagrafe un bambino con due mamme. Quindi, mi sembra che ci sia molto da pensarci prima di...

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Grazie, signor Presidente. Parte di quest'aula sta discutendo e un'altra parte sta respingendo degli emendamenti che affrontano il tema relativo alle competenze che dovrà avere il Senato. Per suo tramite, signor Presidente, vorrei rivolgere una semplice domanda al signor sottosegretario. Sarò ingenua, non avrò studiato, sarò tonta, ma io non ho capito, signor Presidente. Io vorrei avere una spiegazione; la maggioranza, il Governo, spiegassero a me e a chi non ha capito come me quali competenze dovrà avere questo nuovo Senato. Anche perché, noi profani e ignari del contenuto del patto del Nazareno rischiamo di essere declassati a parlamentari di serie B perché ci accingiamo a discutere di una riforma della quale non conosciamo quella che in politica economica si chiama la mano invisibile. Io penso che anche all'interno di questo Parlamento ci sia una mano invisibile e sarebbe bene che almeno qualcuno si degnasse di spiegare a tutti su cosa realmente, realisticamente stiamo discutendo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Grazie Presidente, non vorrei che qualcuno ci scambiasse per dei replicanti che si limitano a dire le stesse cose in modo abbastanza stanco e ripetitivo perché se replicanti siamo, siamo come quelli di quel bel film Blade runner che ad un certo punto esprimevano dei sentimenti e si ribellarono allo stregone informatico che li aveva programmati.
  Quindi, in questi nostri interventi chiedo ai deputati del Partito Democratico di cogliere un senso di disagio, di amarezza, che soprattutto noi di Sinistra Ecologia Libertà proviamo, perché noi pensiamo sinceramente, come dice un grande giurista, Gustavo Zagrebelsky, che l'insieme Pag. 91di questa proposta, che voi avanzate, ci fa fuoriuscire dalla Costituzione e noi obbediamo a questo sentimento di difesa della Costituzione. Vi prego di cogliere questo disagio che noi avvertiamo, che però ci fa essere combattivi e forti nel contrastare questa proposta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore se prendete posto... Prego.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Cito le parole di Calamandrei: «Per fare funzionare un Parlamento bisogna essere in due: una maggioranza e un'opposizione. Ma non nel senso gastronomico in cui quel ghiottone, che fu Iarro, soleva dire che «per mangiare un tacchino bisogna essere in due: io e il tacchino». Questa ricetta da buongustaio non vale per il Parlamento, dove la maggioranza non deve essere un ventricolo pronto a trangugiare l'opposizione, né un pugno per strangolarla, né un piede per schiacciarla come si schiaccia un tafano sotto il tallone.
  La maggioranza, affinché il Parlamento funzioni a dovere, bisogna che sia libera intesa di uomini pensanti, tenuti insieme da ragionate convinzioni, non solo tolleranti ma desiderosi di discussioni e pronti a rifare alla fine di ogni giorno il loro esame di coscienza, per verificare se le ragioni sulle quali fino a ieri si sono trovati d'accordo continuino a resistere di fronte alle confutazioni degli oppositori.
  Se la maggioranza si crede infallibile solo perché ha per sé l'argomento schiacciante del numero...

  PRESIDENTE. Concluda.

  EMANUELE COZZOLINO. ... e pensa che basti l'aritmetica a darle il diritto di seppellire l'opposizione sotto la pietra tombale del voto (...)».
  Quindi, invito a riflettere e mi appello alle vostre coscienze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Io voglio spiegare ai miei colleghi e anche ai cittadini il perché in questo Parlamento anche parlare di diritti civili sia diventata una barzelletta e ogni volta ogni proposta viene poi smentita nei fatti. Ci sono proposte che partono dal PD e non vengono votate, proposte che partono da altre aree politiche e che non vengono votate.
  Basta guardare l'ordine degli interventi in Aula di oggi. Io mi confondo, sinceramente. Vedo deputati, che sono entrati votando e schierandosi con i principi di SEL, che parlano dalle file del PD; quelli che sono entrati con noi che parlano dalle file di SEL. Se questa è la logica politica che vi ha spinti qui dentro, capisco anche come è che poi votiate contro i vostri stessi principi. Se non rispettate più quello che è il vincolo dei cittadini qui dentro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), figuratevi quello che è il rispetto delle decisioni di quest'Aula parlamentare.
  Questo è il paradosso di questa politica, dove uno viene votato con un'idea, arriva qui dentro e la cambia da un giorno all'altro. La risposta sta esattamente in quello che abbiamo visto fino ad oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà. Chiedo anche ai colleghi di liberare l'emiciclo, se possibile. Prego, onorevole Molteni.

  NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente. I motivi che portano la Lega Nord a opporsi all'entrata in vigore di questa riforma sono ovviamente molteplici. Ve ne è uno che più di ogni altro giustifica il nostro comportamento e la nostra contrarietà. Questa riforma va esattamente nella direzione opposta rispetto alla riforma che Pag. 92noi facemmo nel 2005 e nel 2006, riforma della Costituzione improntata sul principio della devoluzione, ovvero del trasferimento e del potenziamento di competenze dallo Stato alle regioni, nell'affermazione di quel principio, il principio del federalismo istituzionale o del principio di sussidiarietà, principio che oggi viene fortemente negato.
  Presidente, noi rimaniamo legati e coerenti a quel principio e a quella riforma. Vorremmo che anche chi all'epoca fece con noi quel percorso rimanesse fedele e coerente a un principio che oggi sta ovviamente negando, alla luce anche delle parole che sono state pronunciate, a mio avviso in modo inopportuno, negli interventi precedenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.76, con il parere...

  EMANUELE PRATAVIERA. Presidente, avevo chiesto di parlare.

  PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà. Onorevole Prataviera, ci siamo dati delle regole in questa Assemblea. Quindi, una volta che deve parlare lo chieda prima. Prego.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, la ringrazio. È fondamentale appoggiare questo emendamento, oltre che per dare piena titolarità al principio di sussidiarietà, anche e soprattutto perché sarebbe incoerente non dare la possibilità, nel caso in cui ovviamente vinca, come ovviamente vincerà, un solo partito le elezioni, su temi così importanti, invece che ad una sola Camera, anche all'altro ramo del Parlamento, quello del Senato – che tra l'altro rappresenta le autonomie – di esprimersi sul tema. Per noi è fondamentale e soprattutto, oltre che essere una questione di coerenza, è una questione che tocca i valori, valori che non possono essere messi in discussione o usati solamente nel momento della campagna elettorale e poi, nel momento in cui ci ritroviamo a fare le scelte, essere dimenticati, come sta facendo una parte di nostri colleghi in questo momento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caon. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, io penso che, se una riforma deve essere fatta, deve essere fatta in modo, diciamo così, conveniente per il nostro Paese. Questa è una riforma di marketing perché qualcuno vuol far vedere che fa le riforme, ma in realtà è una riforma che porterà solo dei gravi problemi. Guardi, oggi chi detta legge in Europa è un Paese che si chiama Germania. La Germania ha un federalismo compiuto e penso che, invece di fare tutte queste baggianate che sta facendo esattamente il Governo Renzi, basti solo che prenda esempio da quel grande federalismo che sta portando avanti la Germania, che con quel federalismo è riuscita a ritornare grande in Europa e anche nel mondo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo per ribadire l'assoluto parere favorevole su questo emendamento da parte della Lega, che riguarda la modifica del testo uscito dalla Commissione in cui si continua a togliere poteri alle regioni. In questo emendamento, come nei precedenti, si ribadisce un concetto, soprattutto introducendo l'articolo 41 sulla libertà d'impresa privata. Perciò riteniamo che ci sia necessità di fare chiarezza, perché tanto si sta parlando, dopo le manovre finanziarie ed economiche di questo Governo, che hanno cercato malamente di dare sollievo alle imprese, cosa in cui non stanno riuscendo, neanche con gli 80 euro mensili ai lavoratori. Noi riteniamo che ci Pag. 93sia la volontà di modificare ulteriormente questo testo approvando questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, intanto vista la difficile fase della discussione e anche l'orario, la pregherei prima di mettere in votazione l'emendamento di segnalare che non ci sono altri iscritti a parlare, in modo tale che, se qualcuno si è attardato, possiamo iscriverci a parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Palazzotto, la discussione e le dichiarazioni di voto su questo emendamento vanno avanti da almeno una buona mezz'ora, quindi non è che la Presidenza sta a chiamare chi deve svegliarsi per intervenire. La Presidenza, quando finiscono gli interventi, apre la votazione. Prego.

  ERASMO PALAZZOTTO. Capisco la necessità, ma almeno questo piccolo spazio ce lo potreste lasciare. Sul merito dell'emendamento volevo ricordare a questa Aula che avere un sistema di maggiori garanzie su temi fondamentali come i temi etici, come le questioni che riguardano i diritti civili, è qualcosa che va nella direzione di avere un sistema di contrappesi democratici e di evitare che, su questioni che riguardano la vita delle persone, possa essere affidato tutto ad un solo partito, che, con il combinato disposto di questa riforma costituzionale e della legge elettorale che state discutendo in contemporanea al Senato, potrà decidere con il 35-40 per cento della vita di milioni di persone.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore se prendiamo posto e liberiamo l'emiciclo, grazie.

  MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, molto velocemente volevo consigliarla...

  PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Bragantini, onorevole Melilla, colleghi, per favore, onorevole Stumpo, se liberiamo l'emiciclo, per favore. Prego, onorevole Bragantini.

  MATTEO BRAGANTINI. Non è che uno deve svegliarsi per chiedere la parola, perché è un termine a mio avviso non consono a molti colleghi e per la dignità di tutti noi. Soprattutto, si chiede la parola in qualsiasi momento del dibattito anche poco prima delle votazione perché...

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bragantini, non quando è aperta la votazione.

  MATTEO BRAGANTINI. Non è aperta la votazione.

  PRESIDENTE. Era stata aperta.

  MATTEO BRAGANTINI. ... perché, normalmente, quando vi è il dibattito, uno potrebbe sentire un collega che sta argomentando e vorrebbe replicare o argomentare in maniera differente o aggiuntiva a quell'intervento. Per questo, certe volte...

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bragantini, questo è chiaro a tutti; diversamente, intervenire a votazione aperta significa svegliarsi tardi rispetto alle iscrizioni a parlare.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Solo per sottolineare l'inadeguatezza, a nostro giudizio, di questa riforma che voi volete approvare, in quanto non va nella direzione da noi auspicata. Purtroppo, questa è una riforma che accentra più poteri allo Stato centrale, è una riforma Pag. 94che va contro ogni federalismo, e quindi non può assolutamente trovare, così com’è oggi, il nostro consenso.
  Inoltre, una riforma di questo genere non andrà assolutamente a creare dei benefici ai nostri cittadini, che, in questo momento, sono assai provati dalla crisi, così come alle nostre imprese. Quindi, una nuova Costituzione, così come voi la volete modificare, non andrà assolutamente a creare alcun vantaggio, ma, al contrario, creerà sempre più problemi e creerà sempre più caos a livello istituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà. Chiedo ai colleghi dietro all'onorevole De Lorenzis se possono prendere posto.

  DIEGO DE LORENZIS. Presidente, prendo la parola perché vorrei che in quest'Aula risuonassero delle parole che per me sono molto importanti. Non so se posso citarle, perché, forse, come ha detto la Presidente Boldrini, l'articolo 90 della Costituzione me lo potrebbe impedire, ma voglio recitarle lo stesso, perché credo che sia importante ricordarle all'Aula: «Da noi deve partire l'esempio di attaccamento agli istituti democratici e, soprattutto, l'esempio di onestà e di rettitudine, perché il popolo italiano ha sete di onestà. Su questo punto dobbiamo essere intransigenti prima verso noi stessi, se vogliamo poi esserlo verso gli altri. Non dimentichiamo, onorevoli colleghi, che la corruzione è nemica della libertà».
  Così recitava il Presidente Pertini. E, allora, vorrei incitare, con questo intervento, una presa di coscienza da parte delle persone che, magari, sono oneste, ma sono vincolate, purtroppo, da meccanismi veramente squallidi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.76, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci sono colleghi che non riescono a votare ? Lombardi, Piepoli, Molea, Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  474   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  353).    

  ERASMO PALAZZOTTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, visto che la discussione media su ogni emendamento è durata circa un'ora e un quarto e che noi abbiamo, come orario di sospensione, previsto le ore 20,30, chiederei, se vi è il consenso anche degli altri gruppi, che si possa anticipare la sospensione.

  PRESIDENTE. La ringrazio, la Presidenza ha già annunziato che le votazioni saranno sospese alle ore 20,30, e quindi, evidentemente, se ci sarà...

  ERASMO PALAZZOTTO. Rischiamo di fare le 21,30 !

  PRESIDENTE. Ho capito, non è che apriamo un dibattito al riguardo, altrimenti facciamo mezz'ora di dibattito su questo.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 1.77, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 95
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Grazie Presidente, vorrei intervenire in parte su questo emendamento, andando trasversalmente anche a ricordare un qualcosa che, nelle ultime ore, effettivamente ha interessato la Camera dei deputati, proprio per il normale svolgersi dell'attività del Parlamento. Presidente, lei ricorda e ricorda a tutti, come noi tutti ricordiamo tra l'altro, che, sulla base dell'articolo 86 della Costituzione, il Presidente supplente ha, di fatto, pieni poteri e svolge le funzioni del Presidente della Repubblica, essendo però un supplente. Il problema, tuttavia, sollevato anche da costituzionalisti di un certo rango, non è tanto quello sulle funzioni e sui poteri del Presidente supplente, quanto sul carattere di inopportunità rispetto a questo passaggio che la Costituzione prevede, considerato che si stanno votando importanti riforme costituzionali. Le riforme, quindi, si stanno votando in assenza del garante titolare della Costituzione, ma in presenza di un supplente che non ha limitazioni, come prima accennato, di poteri, ma che è – lo ripeto, Presidente – un garante depotenziato. Poniamo l'esempio, e vorrei che l'Esecutivo in questo passaggio ponesse una discreta attenzione, perché stiamo votando le riforme costituzionali, che qualche passaggio di questa riforma fosse contraria alla Costituzione. Ora, il Presidente supplente, Grasso, cosa farebbe ? Potrebbe inviare, come nelle sue funzioni, un messaggio alle Camere ? Sarebbe un messaggio inopportuno che sicuramente non è titolato a fare. Quindi, si crea un vulnus in questa genesi, in questo iter, che ci può portare dalle due, alle tre, alle quattro settimane di vacatio. Su questo frangente esistono due scuole di pensiero. Documentandosi, si capisce subito che esistono due scuole di pensiero e, dunque, due dottrine. La prima dottrina, tra l'altro, sostenuta dal giurista Leopoldo Elia, che afferma che il Presidente supplente ha tutte le funzioni e tutti i poteri del Presidente dimissionario. La seconda dottrina, non meno importante, che dice, invece, che ci sono delle forti limitazioni sull'operato del Presidente supplente. Vi è poi una questione altrettanto interessante ed è la questione che la Costituzione stessa reca: la prova dei quindici giorni. Noi sappiamo che abbiamo quindici giorni di fatto per poterci mettere d'accordo su di un nome. Questi quindici giorni, previsti dalla Costituzione, sono utili per due motivi. Il primo motivo, è per dare la possibilità ai consigli regionali di poter nominare i propri rappresentanti. Il secondo motivo è, però, sicuramente importante, ed è quello di poter far convogliare tutte le idee politiche attualmente presenti in questo emiciclo affinché si riesca ad eleggere un Presidente non alla quarta votazione, ma, come previsto dalla Costituzione, alla prima votazione, perché ci sono quindici giorni di tempo affinché le forze politiche qui presenti si mettano d'accordo su un nome ampiamente condiviso, come l'Italia potrebbe e dovrebbe meritare.
  Tra l'altro, il Presidente Grasso delega, da oggi ai prossimi quindici, venti, venticinque, trenta giorni, la Presidenza del Senato ai Vicepresidenti. Oltretutto, voi mi insegnate, il Presidente Grasso è il presidente della Giunta per il Regolamento e anche in questo caso va a delegare ai suoi vice, perché, evidentemente, è in altre faccende affaccendato. Si migliora quindi, come il dice il Primo Ministro Renzi, la Costituzione, come vorrebbe fare. Qualora si migliorasse la Costituzione, cosa che non credo, Presidente, si dovrebbe migliorare quando il garante della stessa è presente ed è presente in modo vigile. Rifletta, Presidente, rifletta il Governo e rifletta la maggioranza. Presidente, io la invito a porre questo quesito direttamente alla Presidente Boldrini, perché si creerebbe un precedente spiacevole, che sicuramente all'Italia in questo momento non serve (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

Pag. 96

  ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, intervengo per preannunziare il voto contrario di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, intervengo per preannunziare il voto favorevole della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, concluderò quanto avevo cominciato prima – non mi ha lasciato finire, perché avevo un minuto solo –, ossia il discorso di Calamandrei: «se la maggioranza si crede infallibile solo perché ha per sé l'argomento schiacciante del numero e pensa che basti l'aritmetica a darle il diritto di seppellire l'opposizione sotto la pietra tombale del voto, con accompagnamento funebre di ululati, questa non è più una maggioranza parlamentare, ma si avvia a diventare una pia congregazione, se non addirittura una società corale, del tipo di quella che durante il fatidico ventennio dava i suoi concerti nell'Aula di Montecitorio». Questo erano i Padri costituenti, Calamandrei.
  Per entrare nel merito dell'emendamento che aggiunge la competenza dell'articolo 54 a questo nuovo Senato abolito, lo leggo, per ricordare a questa'Aula che cosa riporta: tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore...

  PRESIDENTE. Concluda.

  EMANUELE COZZOLINO. ... prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge. Quindi, rispettate questa Costituzione che state calpestando.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, vorrei mettere in fila le questioni. Prima questione: la Presidenza della Camera non ha influenza nella prosecuzione di questa discussione. Smettiamo per onestà di metterla in mezzo. Seconda questione: il Presidente Grasso sostituisce il Presidente della Repubblica, quindi ne ha tutte le funzioni e tutti i poteri. Terza questione: quello che dice l'onorevole Rizzetto del periodo dei quindici giorni per mettersi d'accordo e via dicendo è una motivazione, ma non ha pregnanza giuridica. Quarta questione: il fatto che dobbiamo fare un Presidente della Repubblica tutti insieme suggerirebbe...

  PRESIDENTE. Deve avviarsi alla conclusione, onorevole Bianconi.

  MAURIZIO BIANCONI. Mi faccia finire il ragionamento – è una frase –, suggerirebbe, nell'intelligenza delle regole e delle norme, che non si insistesse su un conflitto maggioranza-opposizione nel momento in cui si va a modificare la Costituzione. Quindi, è assolutamente improvvida questa cosa; è tremendamente un segnale di una volontà totalitaria preoccupante.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, ormai stiamo replicando le ben note questioni, ma giustamente, come diceva l'onorevole Bianconi, al di là del merito, non si affronta una riscrittura intera, praticamente, della Costituzione italiana in questo modo. Non è possibile che vi sia una proposta del Governo blindata, rispetto alla quale non è possibile alcuna modifica e non è possibile alcun dibattito libero.
  Che ci sia bisogno di un dibattito libero e che ci siano delle preoccupazioni lo Pag. 97abbiamo verificato mezz'ora fa, quando l'onorevole Gigli ha temuto che un domani ci potesse essere una maggioranza totalitaria, contraria ai suoi principi, che potesse legiferare senza contrappesi. Questa è la situazione.
  È anche la nostra preoccupazione e lo stiamo dicendo da parecchi giorni. Se si fosse voluto realizzare un monocameralismo, lo si poteva fare tranquillamente, attrezzandosi, però, anche per rispettare il principio dei pesi e dei contrappesi. Non è che non si poteva fare ! Ma questo è un pasticcio, cioè noi abbiamo il bicameralismo e non è il bicameralismo delle autonomie solo perché in un certo articolo, incidentalmente, sta scritto che il Senato rappresenta le istituzioni.
  Perché, con riferimento all'articolo 10, se non ricordo male, dove sono elencate le funzioni, si scopre che il Senato ha competenza differenziata su tutto, cioè su alcune questioni ha competenza paritaria, su tutte le altre ha competenza eventuale. Una competenza eventuale, però, subordinata comunque alla volontà finale della Camera. È chiaro. Allora, poi la domanda che bisogna porsi, quando si affronta questa legge o altre leggi, è: cui prodest ? A cosa serve una cosa di questo genere ? Abbiamo ascoltato del ciarpame dialettico per velocizzare, per ridimensionare, ossia argomenti che non si tengono in piedi. L'unico argomento vero è che si vogliono Parlamenti deboli per avere Esecutivi forti e in questo c’è una logica costituzionale e risponde ad una logica anche economico-sociale. Questo è l'unico argomento vero che qui non viene affrontato. Ma poi vedremo che anche la Camera dei deputati è subordinata al Parlamento. C’è un articolo, che è sfuggito forse a qualcuno, in cui è scritto che, su alcune materie l'iniziativa legislativa spetta solo al Governo. Poi lo vedrete. Nella foga di dare tutto al Governo si è scritto. Noi siamo abituati a dire che l'iniziativa legislativa spetta a ogni singolo deputato, a ogni singolo senatore, 500 mila, le regioni, eccetera, eccetera. Ma c’è un articolo in cui è scritto che, su alcune questioni, la proposta può venire solo dal Governo. Immaginate un po’ in che logica ci stiamo muovendo. Ma veramente non si può fare una pausa di riflessione ? Non è che se questa riforma si fa, visto che avete la maggioranza per farla, e la facciamo un po’ meglio, si disgusta qualcuno. Questa è tutta la faccenda. Io ripeto che non posso fare altro che ribadire che una pausa di riflessione, tra l'altro in questo particolare momento, non sarebbe sbagliata. D'altronde, abbiamo tanto da fare, vi sono tanti progetti di legge che aspettano di essere discussi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, io sono consapevole dei miei limiti e so di non spiegarmi in modo molto chiaro, però ho tentato più volte di spiegare il perché di questa normativa. Oggi un provvedimento va dalla Camera al Senato. Viene modificato al Senato, torna alla Camera; viene modificato di nuovo alla Camera, torna di nuovo al Senato. Tendenzialmente, questo può durare all'infinito. Cosa prescrive, invece, questa riforma ? Un provvedimento va dalla Camera al Senato, il Senato lo può modificare, torna alla Camera e il discorso lì si chiude per tutta una serie di materie. È un modo per accelerare e semplificare il processo normativo. Per tutta un'altra serie di materie, invece, il provvedimento va al Senato solo se il Senato lo richiama e, quindi, si può immaginare che un Senato che ha soltanto cento membri abbia difficoltà a richiamare tutti i provvedimenti della Camera. Richiamerà quei provvedimenti nei quali ritiene che esiste una motivazione forte, sperabilmente quelli che più incidono sul sistema delle autonomie che è chiamato in modo particolare a rappresentare. La finalità ? La finalità è avere un Parlamento che reagisce in modo più rapido. Se non sapessi che una buona parte di quest'Aula è visceralmente contraria al linguaggio della produzione, direi per incrementare la produttività del lavoro legislativo e, quindi, essere in grado di rispondere alle attese del Paese in termini Pag. 98più rapidi ed immediati. Si può condividere questa logica, si può non condividerla, non è, però, giusto falsarla perché, se la si falsa, non scatta un dialogo vero. Questa è la logica, questa è la ragione. Poi, non si condivide questa ragione ? Liberissimi. Si critica questa ragione ? Lo si faccia. Ma voglio citare San Tommaso D'Aquino. Voi tutti sapete che io sono bigotto e, quindi, mi perdonerete questa citazione (Commenti del deputato Bianconi). E me ne vanto, onorevole Bianconi, come mi vanto della presenza della mia parrocchia. Con i gesuiti purtroppo non ho avuto molto a che fare, qualcuno l'ho conosciuto. Una volta anche un certo Jorge Mario Bergoglio. Diceva San Tommaso D'Aquino che non ci si devono fingere degli avversari facili per poterli sbaragliare facilmente. Bisogna prendere gli avversari nella loro forza reale perché la vittoria ottenuta contro un avversario fittizio è anch'essa una vittoria fittizia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, ormai sembra diventato un dialogo con l'onorevole Buttiglione, mi dispiace, però interviene sempre prima di me e quindi, necessariamente, poi io mi sento nelle condizioni di dover interloquire.
  Se fosse così facile il sistema, così come l'ha raccontato, mi verrebbe da lanciare una provocazione e dirle: «Allora perché non votare a favore di questi emendamenti ?», perché se il parere del Senato è semplicemente consultivo e c’è questo meccanismo così fluido e così rapido, allora lo si può allargare anche alle materie che vengono sottoscritte all'interno di questi emendamenti.
  Ma sappiamo bene che le cose non stanno esattamente così ed infatti è per questo motivo che noi voteremo a favore di questo emendamento, perché la ratio – l'abbiamo spiegata più volte – è quella di dare effettivamente dei poteri che invece questo Senato, così come viene raccontato, non ha.
  E l'ultima cosa la vorrei dire ringraziando l'onorevole Rizzetto dello sforzo con cui ha cercato di spiegare una cosa elementare, talmente elementare che tutti in questo Parlamento sanno e conoscono, ma che stanno facendo finta di non sapere, cioè che il Presidente della Repubblica in questo momento è dimissionario e noi stiamo, con un atto di forza, discutendo questa riforma costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Signor Presidente, oggi l'onorevole Scotto ricordava una frase di Piero Calamandrei, che invitava il Governo a non essere presente quando il Parlamento discute della Costituzione. E questo richiamo, che è un richiamo di rivendicazione dell'autonomia del Parlamento, è importante ricordarlo ancora perché il vizio di questa riforma è proprio questo: è una riforma che parte dal Governo, viene fatta in nome del Governo, Governo che impone al Parlamento, attraverso la maggioranza che sostiene il Governo, decisioni che sono fatte in nome, appunto, della governabilità e non della rappresentanza.
  Noi pensiamo che vada ribaltata questa impostazione e vada in qualche modo ribadita l'esigenza che la riforma che noi stiamo discutendo assuma fino in fondo il punto di vista del Parlamento, della democrazia parlamentare, della rappresentanza e dei contrappesi, contrappesi che in questa riforma non ci sono.
  Concludo dicendo che gli emendamenti che stiamo discutendo e che riguardano maggiori ruoli per il Senato servono a dare maggiore dignità a questa riforma.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, sempre per suo tramite – non me ne vorrà Pag. 99il signor sottosegretario, che peraltro ringrazio per assistere in maniera paziente e peraltro attenta ai nostri interventi – vorrei però domandare e cercare di capire perché il Governo, in maniera più partecipata ed in maniera più numerosa, si ostina a non voler essere presente qua in quest'aula, cercando un'interlocuzione, perché vede, al di là della presenza a noi piacerebbe anche avere un'interlocuzione col Governo e con le forze di maggioranza.
  Infatti nel corso di questo dibattito poi siamo tutti dotati di meccanismi che ci permettono anche di navigare su Internet e mi è capitato di vedere la diretta del simpatico sketch che Silvio Berlusconi ha fatto questo pomeriggio. Berlusconi dice una cosa che a mio parere è molto grave: dice che il patto del Nazareno è un debito pagato alla sua coerenza.
  Allora signor Presidente e signora maggioranza, noi vogliamo sapere: e per Matteo Renzi il debito in che cosa consiste ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, monocameralismo o bicameralismo: nei mesi scorsi Stefano Rodotà fece delle valutazioni molto critiche, che conferma anche adesso, su questo impianto di riforma costituzionale.
  Da parte di qualche sprovveduto si obiettò che nel 1985 Stefano Rodotà presentò una proposta di legge che appunto voleva il monocameralismo.
  E lo si accusò di avere una visione strumentale nella opposizione all'attuale progetto di bicameralismo attenuato perché noi non siamo in presenza di un monocameralismo. Rodotà rispose con delle parole che io prendo a prestito. Certo lui voleva una Camera ma una Camera che esaltava la centralità del Parlamento contro i tentativi che allora erano molto forti nel 1985 di spostare l'equilibrio a favore dell'Esecutivo e allora c'era la proporzionale, c'era un Regolamento molto benevolo nei confronti dell'opposizione. Oggi, invece, quale è il contesto in cui avviene questa riforma ?

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Melilla. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, noi siamo al termine di questa lunga giornata estremamente impegnativa che, anche da un punto di vista emotivo, ha segnato molti di noi. Io vorrei dire questo e lo dico al Governo, al Governo residuo e alla maggioranza. Al termine di questo emendamento finiranno i lavori. C’è ancora il tempo per evitare che ci sia una reciproca frustrazione: la frustrazione di chi, utilizzando tutti gli strumenti che sono nelle mani di una opposizione già contingentata, prova a spostare quanto più in avanti possibile l'esito della riforma e la frustrazione della maggioranza che vede una difficoltà ad andare avanti. Abbiamo fatto solo quattro emendamenti. Riflettete e ragioniamo di un compromesso più avanzato per evitare che queste riforme siano esclusivamente un braccio di ferro che non serve al Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, in questo dibattito noi abbiamo ascoltato da ultimo dall'onorevole Buttiglione l'idea che questa riforma serve ad aumentare la produttività legislativa del Parlamento. Dagli atti anche del Comitato per la legislazione scopriamo che questo Parlamento ha una media di circa 150-160 leggi ogni anno, cioè la media di una legge ogni due giorni. Noi in questa legislatura abbiamo approvato quasi sei decreti al mese abbiamo cioè un problema inverso, un'iperproduttività normativa che è dovuta anche dallo spostamento del potere legislativo verso il Governo. Allora, invece, vediamo dentro questo progetto di riforma un'altra necessità nascosta che sta dentro i meandri del patto del Nazareno: quella di indebolire le istituzioni democratiche e la rappresentanza così com’è stato fatto con le province, come verrà fatto oggi con Pag. 100il Parlamento e come si continua a fare in ogni luogo in cui questo Governo mette mano.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, lei non avrà certamente notato né doveva farlo che io non ho votato per tutta la giornata, pur essendo spesso in aula e non mi sono seduto al banco dei nove perché per me è surreale oggi proseguire i lavori mentre non c’è il Presidente della Repubblica e siamo in una fase in cui discutere non dico di qualunque legge ma della riforma costituzionale appare veramente fuori da ogni logica. Però chi invece è rimasto in aula, benché non abbia seguito il mio esempio di astenersi, ha fatto di meglio, devo riconoscerlo. Sono stati più geniali di me. L'onorevole Gigli ha parlato di come riconoscere la paternità (semplifico). L'onorevole Sannicandro è quello che ha cercato di stare di più sul tema (lo riconosco). L'onorevole Zaccagnini ha letto diversi compitini ben scritti, preparati anche più semplici, leggendoli sempre, litigando con NCD per i voti esagerati – e ha ragione – che ha avuto in una parte della Sicilia. L'onorevole Buttiglione ha rivendicato il valore di essere non cattolico, non credente ma bigotto e con questo ci ha chiarito alcune cose della sua personalità perché i bigotti non sono i credenti ma sono quelli che si fermano all'aspetto esteriore della fede senza andare poi nei valori, come esattamente stiamo facendo con questa legge che dovrebbe essere la Carta costituzionale.
  C’è stata poi una vicenda assolutamente inedita: la lite in pubblico della Gelmini con la Lega; sono volati gli stracci. Ma ieri, d'altronde, erano volati gli stracci all'interno di Forza Italia, tra un suo esponente che si sentiva maltrattato e la relatrice, perché non gli lasciava il tempo. In tutto ciò, il presidente della Commissione si tiene giustamente la mano sulla fronte, perché capisco che ne ha ben donde, ed ha tutta la mia solidarietà al riguardo. Mi sembra che questo intervento, per quanto assolutamente modesto e insufficiente, sia però la degna conclusione di una giornata di questo Parlamento che, non è che avesse molto da fare, stava solo riscrivendo, dopo molti decenni, la nostra Carta costituzionale. Buon lavoro, colleghi !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. Io mi riallaccio alla discussione che c’è stata precedentemente, proprio anche da altri colleghi, sul fatto che noi vogliamo allargare, vogliamo aggiungere una norma nel processo appunto bicamerale, e ci chiediamo, visto che il Senato dovrebbe essere un qualcosa di fluido, per quale arcano motivo questo non può essere aggiunto. Tra l'altro, sarebbe interessante..., il Governo non mi sente ?

  PRESIDENTE. Colleghi, abbassiamo questo brusio.

  MARIA EDERA SPADONI. Dicevo che, tra l'altro, sarebbe anche interessante sapere proprio dal sottosegretario Scalfarotto, che è rimasto silente in questa giornata, la ratio tale per cui c’è un processo bicamerale per determinate norme, come per esempio il referendum, le riforme costituzionale o le riforme della legge elettorale, e invece per altre non c’è, cioè, qual è stata la ratio tale per cui il Governo ha deciso di porre determinate norme ed altre no. Questo magari sarebbe interessante saperlo, quindi direi che si potrebbe tranquillamente riaprire il dibattito e vedere di capire nello specifico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Grazie, Presidente. Innanzitutto mi associo a tutti coloro che ravvisano delle anomalie nel prosieguo di quest'esame: parlare di riforme costituzionali in un momento in cui Pag. 101non abbiamo un Presidente della Repubblica è un po’ come, per usare un parallelismo sportivo, giocare una partita a pallone senza l'arbitro: ognuno può essere legittimato a fare quello che vuole. Per cui, secondo me, era quantomeno doveroso aspettare la nuova elezione. Per quanto riguarda, invece, l'emendamento, in un Senato che viene di fatto già svuotato di qualunque potere – quindi rischiamo di trovarvi delle persone che vengono soltanto pagate e che gestiscono un potere per giunta abbastanza limitato –, si viene anche a togliere quelle che sono le prerogative dell'esame di tutte le norme di rango primario che riguardano anche l'articolo 54 della Costituzione. E in un Senato così fatto, eliminare appunto un riferimento all'articolo 54, cioè il dovere di adempiere le funzioni, per i pubblici funzionari, con disciplina e onore, prestando giuramento, è facile capire che si potrebbe essere abbastanza delusi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vallascas. Ne ha facoltà.

  ANDREA VALLASCAS. Grazie, Presidente. Renzi ha fretta, né a tanta, forse troppa. I sondaggi ci dicono che oggi il calo dei consensi è stato del 13 per cento. Domani o dopo potrebbe essere peggio. Stiamo assistendo a un vero e proprio cambio di direzione, cioè gli italiani guardano ormai in un'altra direzione: già oltre Renzi. Forse molti dei cittadini che, in buona fede, su di lui avevano riposto fiducia, a fronte di indicatori economici che denotano la disastrosa situazione dell'economia italiana, realizzano che oltre una retorica petulante, fatta di citazioni ginnasiali sospese tra Omero e X-Factor, non c’è decisamente nulla. Lo dimostra la débacle del semestre europeo Doveva essere uno dei banchi di prova e così è stato: nessun risultato ! L’austerity è lì dove l'avevamo lasciata e nessun allentamento dei vincoli di bilancio. In una sala quasi deserta, Renzi recita il suo ultimo show da Presidente di turno.

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, intervengo per dire che avevamo concordato di ultimare i nostri lavori alle 20,30, e ci siamo.

  PRESIDENTE. Non è proprio un richiamo al Regolamento. Onorevole Melilla lei è di lungo corso e sa bene che non è possibile disgiungere le dichiarazioni di voto dal voto ed è evidente che essendo adesso le 20,30 noi terminiamo le dichiarazioni di voto e chiudiamo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dell'Orco. Ne ha facoltà.

  MICHELE DELL'ORCO. Grazie, che dire ? Intanto ringrazio il Governo finalmente di essere qua, e ringrazio Scalfarotto di essere presente anche perché poi ci accaniamo sempre contro di lei secondo me. Anche i miei colleghi esagerano un può, infatti secondo me ci si potrebbe mettere una sagoma con una sua foto lì, che tanto è uguale. Comunque visto che sono le 20,30 io rinuncio al resto dell'intervento e andiamocene a casa (Applausi).

  PRESIDENTE. Io ho altri tre iscritti a parlare per un minuto e volevo capire. Io ho l'onorevole Massimiliano Bernini che rinuncia, rinuncia anche l'onorevole Pesco e l'onorevole Valente. Perfetto. Allora poniamo l'emendamento in votazione ?

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su che cosa ? Prego. No, l'onorevole Valente non rinuncia ? Non ho capito. Potete parlarvi prima allora. Onorevole Sibilia su che cosa ?

  CARLO SIBILIA. Sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Prego, le do la priorità.

Pag. 102

  CARLO SIBILIA. Per semplicità. La questione della tempistica era stata correttamente posta dai deputati di SEL alle ore 20 perché infatti si erano chiesti 30 minuti di anticipo sull'orario di chiusura perché prevedibilmente avremmo trascorso più tempo per discutere questi emendamenti. Quindi, naturalmente, il tempo è slittato perché è chiaro che c’è stata una discussione leggermente più accesa, molte persone volevano dire la propria, del resto stiamo pur sempre discutendo delle riforme costituzionali e, quindi, è anche naturale che ogni deputato si senta in dovere di voler dire la propria. Ricordiamolo sempre che comunque siamo all'interno di una discussione abbastanza anomala come più volte già abbiamo stigmatizzato all'interno di questa discussione e quindi sostanzialmente volevo sensibilizzare la Presidenza: anche in futuro, quando un gruppo fa un tipo di valutazione, non è semplicemente di natura ostruzionistica ma è anche per far bene quello che vuole dire all'interno della discussione.

  PRESIDENTE. Lei dice cose di buonsenso. È di tutta evidenza che se l'onorevole Palazzotto mi avesse posto la questione della sospensione cinque minuti prima delle 20,30 io avrei sospeso. Ma avendomela posta mezz'ora prima io non potevo aprire un dibattito sul sospendere o non sospendere. Vorrei capire se gli iscritti intendono intervenire ancora oppure no. Allora prendo atto che l'onorevole Pesco rinuncia, che l'onorevole Valente rinuncia e che l'onorevole Cariello rinuncia.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.77, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci sono colleghi che non riescono a votare ? Vi chiedo scusa ma in questo dovete aiutarmi perché siete tutti in piedi e quindi io non vedo. Onorevoli Fusilli, Malpezzi, Magorno, Coppola...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  431   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
 113    
    Hanno votato
no  318).

  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 20,35).

  MINO TARICCO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MINO TARICCO. Signor Presidente, colleghi, si è spento il 26 dicembre, a Mondovì, l'onorevole Pierluigi Gasco, in provincia di Cuneo. Era nato a Mondovì il 27 novembre 1921, laureato in chimica e farmacia, farmacista, ed è stato, tra i diversi incarichi, primo cittadino a Mondovì dal 1988 al 1990, e deputato nelle fila della Democrazia Cristiana dal 1963 al 1968 e poi ancora dal 1972 al 1979. È stato vicepresidente della provincia e amministratore del comprensorio monregalese. Presidente «galantuomo» per oltre trent'anni dell'ANMIC, sezione di Cuneo, l'associazione ente morale nata nel 1956 a difesa e tutela dei mutilati ed invalidi civili, che vide proprio a Cuneo una delle prime sezioni ad avere una sede provinciale, grazie al suo interessamento, e che ne fu poi presidente onorario. Figura di riferimento per Mondovì e per tutto il monregalese, è stato un amministratore molto legato al suo territorio, quel «Dumse n'andi» che l'onorevole Pierluigi Gasco pronunciò in un discorso a inizio del suo mandato da sindaco, con cui chiamò a raccolta tutte le forze della città e del territorio ad una sorta di riscossa civica, Pag. 103ne rappresenta lo spirito e la voglia di fare. Quando l'ho conosciuto come giovane amministratore era evidente in lui il suo straordinario legame al presente e al futuro del suo territorio. È rimasto, anche con il passare degli anni, fino all'ultimo al servizio della sua città. Uomo di profonda cultura ed appassionato di storia locale e di libri antichi, fu tra i fondatori del Centro studi monregalesi e del Rotary territoriale. Alla moglie Rita e ai due figli, Andrea e Paolo, ai suoi amati nipoti, va in questo momento il nostro pensiero.

  FRANCO BORDO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, se è possibile uscire in silenzio, grazie.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, per evidenziare alla Presidenza che il tribunale di Cremona, dopo aver gestito l'accorpamento a seguito del tribunale di Crema, si è trovato ovviamente una mole di lavoro importante. In questa fase, in questo contesto però dobbiamo anche, come ho denunciato nell'interrogazione avanzata il 12 novembre, registrare che i 14 dipendenti del tribunale appunto di Cremona hanno avuto una risposta affermativa alla richiesta di trasferimento e in questi giorni stanno iniziando appunto i trasferimenti. Abbiamo una situazione paradossale in cui agenti di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria sono costretti a svolgere mansioni amministrative non di loro competenza. Chiedo alla Presidenza di sollecitare il Governo a dare una risposta immediata alla mia interrogazione, che appunto chiede cosa il Governo voglia fare per ottemperare a questa situazione di emergenza.

  PRESIDENTE. Onorevole Bordo, la Presidenza segnalerà al Governo la sua richiesta.

  ROBERTO OCCHIUTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, io intervengo per segnalare all'Aula e al Governo, per il tramite della Presidenza, ciò che sta accadendo nelle ultime settimane nel porto di Corigliano in Calabria, dove il 10 gennaio è sbarcata una nave, la nave Gregoretti, con più di 500 immigrati. Solo qualche giorno prima, il 2 gennaio, un altro sbarco di un'altra nave, la nave Ezadeen, aveva portato a Corigliano altri 370 immigrati. Questa nave è ancora nel porto di Corigliano e aspetta di essere rottamata. Fermi restanti i doveri di accoglienza e solidarietà, è evidente che le popolazioni del luogo, i comuni e le istituzioni del luogo non possono far fronte da soli a questi sbarchi e vorrei segnalare ancora che ci sono tanti bambini non accompagnati che meritano di essere assistiti e le strutture ricettive della zona sono alquanto carenti. È un'opera che si sta svolgendo solo per l'attività meritoria delle associazioni, io vorrei che la Presidenza dell'Aula stimolasse il Governo a intervenire. Per inciso dico che questo è un porto che stava recuperando la sua vocazione turistica, diventando destinazione di navi da crociera. Io lo dico per inciso, ma le popolazioni del luogo è evidente che non considerano questo un inciso perché si tratta invece di snaturale la vocazione del porto stesso. Inviterei la Presidenza ad intervenire presso il Governo per evitare che Corigliano diventi un'altra Lampedusa e che il Governo se ne accorga quando è troppo tardi.

  PRESIDENTE. La ringrazio per il suo intervento, onorevole Occhiuto. Quanto da lei affermato resta ovviamente agli atti dell'Aula. Per il sollecito al Governo, io la invito a procedere magari con un atto di sindacato ispettivo, che è la forma più congrua.

  ANGELO TOFALO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANGELO TOFALO. Grazie, Presidente. Nel sollecitare tutte le interrogazioni a mia firma e, in particolare, quella relativa al Pag. 104GAL del Cilento, quella della BTP Tecno, ex Alcatel, di Battipaglia e quella relativa alle concessioni balneari, dove parliamo di oltre 30 mila piccole e medie imprese distrutte da questo Governo, voglio segnalare un episodio, a mio avviso, grave, che è accaduto sabato scorso. Protagonista ne è stato il deputato e magistrato, nonché questore anziano, Stefano Dambruoso, che, intervenendo in diretta in una trasmissione televisiva, dove andava a commentare i tragici eventi del Charlie Hebdo, diceva che i servizi segreti italiani possono non rispettare il codice e possono non rispettare la legge.
  In qualità di membro e capogruppo al Copasir del MoVimento 5 Stelle, vorrei che questa cosa restasse agli atti e vorrei che fossero presi provvedimenti, perché la cosa è gravissima. Già la nostra Repubblica è macchiata dagli episodi di Gladio e dei servizi deviati e fare queste gravi affermazioni in diretta televisiva credo sia qualcosa assolutamente da evitare. Chi si esprime e parla del settore dell’intelligence – lo sa bene l'autorità delegata Minniti e lo sa bene il nostro bravissimo ambasciatore Massolo – deve pesare ogni parola.
  Per cui vorrei che questa cosa venga messa agli atti di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Tofalo, la Presidenza prende atto delle sue affermazioni, ma il collega Dambruoso non è presente. Quindi, è evidente che queste sono sue affermazioni e sue convinzioni. Io non posso, come Presidenza, intervenire su questo.

  PATRIZIA TERZONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PATRIZIA TERZONI. Grazie, Presidente. Anche io svolgo questo intervento per sollecitare la risposta a due interrogazioni a mia prima firma, che sono la n. 3-01142, di novembre, e la n. 3-00953, di luglio 2014. Sono entrambe interrogazioni molto attuali ed urgenti, perché riguardano principalmente quattro territori: Fabriano, Comunanza, Teverola e Carinaro. Infatti, ricordo che, a luglio 2014, la Indesit è stata venduta alla Whirlpool, una multinazionale americana, con grande soddisfazione del Premier Renzi, tant’è che ha reso una dichiarazione, Renzi appunto, in cui definiva questa operazione un'operazione fantastica, avendo lui stesso parlato con gli americani.
  Il problema qual è, però ? Che dopo ancora tutti questi mesi nessuno di noi sa che cosa lo ha reso così felice di questa operazione. E, infatti, in questa interrogazione chiediamo, appunto, del piano industriale che lo ha convinto della bontà di questa operazione.
  Perché adesso è ritornata attuale ? Perché proprio pochi giorni fa, sono arrivate le lettere di mobilità per venti dirigenti. È vero: venti sono pochi numeri, poche persone, pochi elettori e pochi voti. Ma, dietro questi venti dirigenti, ci sono migliaia di dipendenti, tra impiegati ed operai, nonché tutto l'indotto, ed onestamente è importante e significativa la mobilità di venti dirigenti perché dietro ad un'azienda, la testa di un'azienda, la sua mente, è fatta dalla dirigenza e non vorremmo che questo fosse solo l'inizio di una lunga serie.
  Ora questi operai, questi dipendenti, miei concittadini, perché anche io sono di Fabriano, hanno il diritto di sapere che cosa ne sarà del loro futuro e la Presidenza ha il dovere di fare rispettare questo loro diritto.
  Quindi, io chiedo e ribadisco di rispondere il più celermente possibile a queste interrogazioni.

  PRESIDENTE. Onorevole Terzoni, la Presidenza conosce la vicenda, essendo poi anche direttamente interessata. Ma ovviamente, così come per le altre interrogazioni, la Presidenza si farà parte diligente, evidenziando al Governo il sollecito che è stato svolto in questo momento da lei.

  LUIGI GALLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 105

  LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Come stamattina abbiamo fatto in Commissione, come gruppo del MoVimento 5 Stelle della Commissione cultura, segnalando alla presidenza un'anomalia, lo faccio adesso con lei e con la Presidenza qui in Aula. Noi del MoVimento 5 Stelle della Commissione cultura non riusciamo a calendarizzare in Commissione le interrogazioni che consideriamo prioritarie, perché il Ministero si dice sempre non pronto e calendarizza le interrogazioni, scegliendo quelle che preferisce.
  Ora il Parlamento è già svilito perché non legifera, ha poco tempo per legiferare e ridurre addirittura gli atti di sindacato ispettivo alla scelta e alla volontà del Governo è veramente ridicolo. Inoltre, sottolineiamo che il Ministero dei beni culturali, così come il Ministero dell'istruzione, non ha mai risposto a nessuna interrogazione scritta, quanto meno del gruppo del MoVimento 5 Stelle. Non so per tutti gli altri gruppi. Quindi, sollecito questi due Ministeri a rispettare la volontà di priorità delle interrogazioni del gruppo del MoVimento 5 Stelle segnalate e a rispondere anche alle interrogazioni scritte, che sono attualmente zero dall'inizio della legislatura per il Ministero dei beni culturali e per il Ministero dell'istruzione.

  PRESIDENTE. La ringrazio. La Presidenza prende atto delle sue osservazioni. Ovviamente, la programmazione del sindacato ispettivo in Commissione attiene alla Commissione, all'ufficio di presidenza della Commissione, dove immagino che abbiate già fatto pervenire le vostre esigenze.

  PAOLO PARENTELA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Vi inviterei alla sintesi, ci sono almeno altri tre iscritti. Ne ha facoltà.

  PAOLO PARENTELA. Signor Presidente, 1.800 senza futuro, sono i lavoratori di Infocontact che domani protesteranno in piazza Prefettura a Catanzaro, nella mia città, e stanno per arricchire le file dei disoccupati calabresi. Mi ero già interessato alla vicenda, depositando, nel mese di luglio dell'anno scorso, un'interrogazione parlamentare, alla quale vorrei appunto sollecitare una risposta, che è la n. 4-05621, per chiedere al Ministro Poletti di assecondare le richieste dei lavoratori, aprendo un tavolo di crisi che potesse salvare l'azienda. La Calabria è agli ultimi posti per il tasso di disoccupazione che, nel caso dei giovani, raggiunge percentuali da capogiro. I call center hanno rappresentato, per anni, un nuovo modo di sfruttare la disperazione dei calabresi, costretti dalla mancanza di lavoro a rifugiarsi dietro le cuffie per garantire un reddito alle proprie famiglie. Oggi molte aziende telefoniche esternalizzano il servizio per cercare costi inferiori all'estero. I risultati sono inevitabili e sono disoccupazione dilagante ed assistenzialismo sfrenato. L'Italia e la Calabria non possono permettersi la perdita di altri posti di lavoro. C’è bisogno di donare speranza ai 1.800 lavoratori di Infocontact e a tutti coloro i quali presto prenderanno il loro posto. Il Governo corra immediatamente ai ripari !

  CHIARA GAGNARLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CHIARA GAGNARLI. Signor Presidente, intervengo solo per chiedere che, ai sensi del comma 2 dell'articolo 134 del Regolamento, venga posta all'ordine del giorno delle prossime sedute della Commissione assegnataria l'interrogazione n. 4-05628.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, vorrei in qualche modo far sapere a questa Aula che negli scorsi mesi, in queste settimane e in questi giorni, ancora episodi di violenza di malavita organizzata continuano a colpire tutto il foggiano e, negli ultimi giorni, nello specifico San Severo. Perché parlo di San Severo ? Perché l'assessore alla legalità di San Severo è un certo Michele Emiliano. Pag. 106Chi è Michele Emiliano ? È il candidato del centrosinistra alle regionali in Puglia. Siccome noi del MoVimento 5 Stelle non vorremmo che, in qualche modo, la malavita organizzata, che in Puglia in questo periodo sta dando, guarda caso prima delle elezioni, fortissimi segnali in tutte le province, possa condizionare il risultato delle regionali, siamo qui, Presidente, ad invitare i prossimi candidati alle regionali, per il centrosinistra Emiliano, per il centrodestra Giorgino, Schittulli, chiunque sarà, a fare una cosa semplice, come abbiamo chiesto già in regione: pubblicare i dati di tutti i finanziatori, affinché i cittadini possano realmente sapere da dove prendono i soldi della loro campagna elettorale, e facendo, inoltre, un patto con i cittadini, dicendo che, se non sono onesti da questo punto di vista, e cioè se i cittadini dovessero scoprire che ci sono dei finanziamenti che non sono stati dichiarati, vi sarà l'immediata decadenza da qualsiasi carica regionale. Questo, Presidente, lo dico perché lo farà anche il MoVimento 5 Stelle. Approfitto di questa occasione per augurare – oggi sono appena usciti i risultati anche in Puglia dei nostri candidati alle regionali – ai nostri candidati un buon lavoro in Puglia e per dire agli altri partiti politici che questa volta ci saremo anche noi. Quindi, preparatevi, perché in regione Puglia ci saremo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 15 gennaio 2015, alle 10:

  Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale:
   S. 1429 – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (C. 2613-A).
   e degli abbinati progetti di legge costituzionale: D'INIZIATIVA POPOLARE; D'INIZIATIVA POPOLARE; VIGNALI; CIRIELLI; CIRIELLI; CIRIELLI; CAUSI; PISICCHIO; PISICCHIO; PISICCHIO; PISICCHIO; GIACHETTI; SCOTTO; FRANCESCO SANNA; PELUFFO ed altri; LENZI; LAURICELLA ed altri; BRESSA e DE MENECH; CAPARINI ed altri; CAPARINI ed altri; VACCARO; LAFFRANCO e BIANCONI; PALMIZIO; PALMIZIO; PALMIZIO; PALMIZIO; GIANCARLO GIORGETTI ed altri; GIANCARLO GIORGETTI ed altri; LA RUSSA ed altri; ABRIGNANI ed altri; TONINELLI ed altri; GIANLUCA PINI; LAFFRANCO e BIANCONI; GINEFRA ed altri; GIORGIA MELONI ed altri; MIGLIORE ed altri; D'INIZIATIVA DEL GOVERNO; BONAFEDE e VILLAROSA; PIERDOMENICO MARTINO; BRAMBILLA; GIANCARLO GIORGETTI ed altri; CIRIELLI e GIORGIA MELONI; VALIANTE; QUARANTA ed altri; LACQUANITI ed altri; CIVATI ed altri; BOSSI; LAURICELLA e SIMONI; DADONE ed altri; GIORGIS ed altri; LA RUSSA ed altri; RUBINATO ed altri; D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL'EMILIA-ROMAGNA; MATTEO BRAGANTINI ed altri; CIVATI; FRANCESCO SANNA ed altri (C. 8-14-21-32-33-34-148-177-178-179-180-243-247-284-329-355-357-379-398-399-466-568-579-580-581-582-757-758-839-861-939-1002-1259-1273-1319-1439-1543-1660-1706-1748-1925-1953-2051-2147-2221-2227-2293-2329-2338-2378-2402-2423-2441-2458-2462-2499).
  – Relatori: Fiano e Sisto, per la maggioranza; Toninelli, Matteo Bragantini e Quaranta, di minoranza.

  La seduta termina alle 20,50.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl cost. 2613-A e abb. – em. 1.87 410 407 3 204 96 311 67 Resp.
2 Nom. em. 1.88 409 406 3 204 95 311 67 Resp.
3 Nom. em. 1.89 419 416 3 209 97 319 66 Resp.
4 Nom. em. 1.90 427 424 3 213 101 323 63 Resp.
5 Nom. em. 1.91 450 450 226 114 336 61 Resp.
6 Nom. em. 1.92 456 456 229 115 341 59 Resp.
7 Nom. em. 1.73 475 475 238 120 355 58 Resp.
8 Nom. em. 1.94 488 488 245 123 365 57 Resp.
9 Nom. em. 1.95 489 489 245 123 366 57 Resp.
10 Nom. em. 1.96 487 486 1 244 124 362 57 Resp.
11 Nom. em. 1.97 485 485 243 123 362 56 Resp.
12 Nom. em. 1.98 476 475 1 238 117 358 54 Resp.
13 Nom. em. 1.71 496 496 249 126 370 60 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 17)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.72 473 473 237 112 361 58 Resp.
15 Nom. em. 1.75 469 469 235 118 351 58 Resp.
16 Nom. em. 1.76 474 474 238 121 353 58 Resp.
17 Nom. em. 1.77 431 431 216 113 318 58 Resp.