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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 301 di giovedì 2 ottobre 2014

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 15.

  GIOVANNI SANGA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 23 settembre 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Matteo Bragantini, Chaouki, Martella, Antonio Martino, Rigoni, Scagliusi, Tidei e Venittelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centodue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014.

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell'economia e delle finanze, in data 1o ottobre 2014, hanno trasmesso, ai sensi degli articoli 7, comma 2, lettera b), e 10-bis della legge 31 dicembre 2009, n. 196, e successive modificazioni, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis). Alla Nota sono allegate le relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali, previste dal predetto articolo 10-bis (Doc. LVII, n. 2-bis – Allegato I), nonché la relazione ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Doc. LVII, n. 2-bis – Allegato II).
  La Nota di aggiornamento e i relativi allegati sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e, per il parere, a tutte le altre Commissioni permanenti e alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.

  PRESIDENTE. Comunico che la Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro il deputato Florian Kronbichler, in sostituzione della deputata Donatella Duranti, dimissionaria.

Annunzio dell'elezione del presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.

  PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro ha proceduto nella seduta odierna all'elezione del proprio presidente.
  È risultato eletto il deputato Giuseppe Fioroni.

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Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 22 agosto 2014, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno (A.C. 2616-A) (ore 15,10).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2616-A: Conversione in legge del decreto-legge 22 agosto 2014, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno.
  Ricordo che, nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni (Per l'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni e per le proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni, vedi l'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 1o ottobre 2014).

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 2616-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche nel gruppo Misto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capelli. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, dunque, ancora una volta, ci troviamo ad esaminare, sotto la spada di Damocle del voto di fiducia, un provvedimento dai contenuti piuttosto eterogenei, in parte condivisibili, in parte meno, generosamente raccordati dal macro titolo «sicurezza», ma che, in realtà, spaziano dalla lotta alla violenza negli stadi ad una serie di misure doverose sull'immigrazione e sul riconoscimento della protezione internazionale ai rifugiati, che sarebbe stato sicuramente più utile e razionale discutere separatamente.
  La sensazione di trovarci di fronte ad un autobus, su cui è stato fatto salire un po’ di tutto, è poi aumentata dalla scelta, assunta nel corso dell'esame da parte delle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia, di utilizzare questo decreto per arrivare alla sperimentazione dell'utilizzo della pistola elettrica da parte della polizia di Stato. Anche questo è un tema che avrebbe meritato, a nostro avviso, un dibattito nel Paese e nel Parlamento, sicuramente più approfondito rispetto a quanto possiamo fare oggi.
  Voglio solo ricordare che, in altri Paesi, l'utilizzo della pistola elettrica da parte delle forze dell'ordine è stato a lungo discusso prima di essere approvato e segnalare un dato fornito in questi giorni da Amnesty International di 864 decessi provocati dall'utilizzo di queste armi dal 2001 ad oggi tra Canada e Stati Uniti.
  Mi auguro che ci si renda conto insomma che non stiamo parlando della regolamentazione della raccolta delle nocciole. Il nucleo centrale del decreto, comunque in votazione oggi, riguarda la lotta alla violenza negli stadi. Sono ancora fresche nella nostra memoria le immagini che ci hanno fatto vergognare di essere italiani e degli scontri verificatisi a Roma nell'occasione dell'ultima finale di Coppa Italia. Ogni forma di violenza, dentro o intorno alle manifestazioni sportive, merita la cosiddetta tolleranza zero e comunque l'estensione mirata delle misure del Daspo è condivisibile. Ho qualche dubbio invece sulla compartecipazione delle società sportive ai costi della sicurezza. Non parlo delle società professionistiche, o meglio anche di quelle inquadrate tra professionisti...

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  PRESIDENTE. Onorevole Capelli, concluda.

  ROBERTO CAPELLI. ...ma che stanno in piedi sorrette dalla passione.
  Non solo Juve, Milan, ma anche Latina, Astrea, Torres, Juve Stabia, solo per citarne alcune.
  Ha la nostra fiducia, Presidente...

  PRESIDENTE. Deve concludere ! Ha terminato il tempo.

  ROBERTO CAPELLI. Concludo, concludo.

  PRESIDENTE. Prego.

  ROBERTO CAPELLI. Ha la nostra fiducia, Presidente, perché confidiamo ancora che possano arrivare in quest'Aula quei provvedimenti strutturali che possono cambiare in meglio questo Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, la componente socialista voterà la fiducia al Governo su questo provvedimento, perché siamo profondamente convinti che vi è la necessità, come d'altronde si prevede all'interno del provvedimento, di azioni che vanno a contrastare quelli che sono fenomeni di violenza all'interno degli stadi.
  Però, noi pensiamo anche che sia necessario stigmatizzare con forza quello che è avvenuto durante la discussione di questo provvedimento da parte di alcune forze politiche, che hanno tentato di inserire nello stesso quegli elementi che andavano a reprimere il dissenso sociale.
  Signor Presidente, noi dobbiamo uscire dall'emergenza, dall'emergenza economica che si sta trasformando in emergenza sociale e non è pensabile che un grande Paese democratico possa fare in modo che l'emergenza sociale venga ad essere preventivamente repressa. Una grande democrazia si confronta con il dissenso sociale. Questo è il vero problema che noi dobbiamo affrontare: confrontarsi con il dissenso sociale, in un momento in cui vi è una grande crisi economica e su cui bisogna intervenire con chiari provvedimenti di riforme strutturali, che pongano in essere lo sviluppo e la ripresa dell'occupazione.
  In questo provvedimento vi è anche un altro aspetto importante, che noi riteniamo importante. Bisogna fare in modo che vengano isolati quei gruppi per poter determinare quelle condizioni affinché in questo Paese vi sia la possibilità – e vado alle conclusioni – di riconoscere lo stato di rifugiato e trasformare questo, il vecchio decreto, dato che, oggi, in questo decreto vi sono elementi di grande novità ed importanza; ciò significa avere una grande democrazia ma, soprattutto, un Paese civile in grado di potere recepire quei flussi che, in questo momento, stanno arrivando.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piazzoni. Ne ha facoltà.

  ILEANA CATHIA PIAZZONI. Signor Presidente, avremmo voluto che la vicenda parlamentare di questo provvedimento si fosse sviluppata in modo totalmente diverso rispetto a quanto accaduto nella giornata di ieri. Un decreto, come quello sul quale ci accingiamo a votare la fiducia, che interviene su questioni di estrema rilevanza, avrebbe meritato una discussione non solo più approfondita ma soprattutto di migliore livello.
  Invece, ancora una volta, la discussione è stata avvelenata da chi da anni coltiva ed alimenta sentimenti razzisti dall'interno delle istituzioni. Lo ha fatto, governando a lungo, regalando al Paese una delle peggiori legislazioni in materia di immigrazione, norme che, da un lato, hanno causato il deferimento e la condanna del nostro Paese di fronte ai consessi più alti dell'Unione europea e, dall'altro, hanno edificato un sistema non solo repressivo e lesivo dei più basilari diritti internazionalmente riconosciuti, ma anche inefficace e dai costi esorbitanti. Basti pensare a Pag. 4quanto ancora oggi spendiamo per tenere in piede l'inutile e disumano sistema dei centri di identificazione ed espulsione.
  Ormai, ogni intervento normativo che quest'Aula si accinge a votare in tema di immigrazione, ma non solo, viene usato come pretesto per polemizzare in merito ai costi e alle finalità dell'operazione Mare Nostrum, operazione scaturita quasi come un atto dovuto di fronte allo sgomento della tragedia di Lampedusa, di cui proprio domani ricorre il primo anniversario. Quel naufragio provocò 366 morti accertati e circa 20 dispersi. Sono numeri che lo pongono come la più grave catastrofe marittima nel Mediterraneo dall'inizio del XXI secolo.
  «La prima sensazione che ho provato in acqua è stata: non è possibile, quelle sono rocce non corpi», racconta Giovanni Di Gaetano, coordinatore del nucleo sommozzatori di Palermo. Invece, erano uomini, donne, bambini. «Ero incredulo, non potevo crederci. C'erano decine di corpi attorno alla barca e centinaia all'interno, ammassati anche negli spazi più angusti. Se non lo hai visto non puoi capire».
  Domani a Lampedusa ci saranno cerimonie di commemorazione e se la politica, se noi abbiamo una colpa è quella di non fare abbastanza, non di fare troppo, perché ancora troppi sono i morti ed inestimabile è la sofferenza. Ma Mare Nostrum dal suo avvio ha salvato la vita di più di 80 mila persone ed ha permesso l'arresto di più di 300 scafisti. Peccato che i colleghi della Lega Nord non abbiano preso parte la scorsa settimana alla delegazione di parlamentari con cui abbiamo visitato la nave San Giusto della Marina militare. Hanno perso una grande occasione, quella di sentirsi orgogliosi del nostro Paese e anche quella, molto preziosa per chi deve legiferare, di acquisire dati e informazioni reali. Basterebbe un piccolo approfondimento del resto per capire che, in assenza di Mare Nostrum, le navi della Marina non sarebbero certo parcheggiate in un porto, ma verrebbero utilizzate in esercitazioni militari di costo altrettanto elevato, ma con una piccola differenza: non salvare vite umane. L'odiosa propaganda, che racconta come in Italia agli immigrati venga dato tutto, casa, lavoro, hotel a quattro stelle, chi più ne ha più ne metta, suona davvero insultante per chi conosce l'effettiva realtà del significato di essere un migrante povero, italiano o straniero che sia, o un profugo di guerra. Come stridono le immagini costantemente evocate da ciarlatani con la fatica delle migliaia di operatori che, ogni giorno, aggiungono al loro dovere lavorativo un enorme «di più» in termini di disponibilità e di umanità, per rendere meno crudele la sorte di chi, dopo aver attraversato pericoli e fatiche di ogni genere, sbarca stremato sulle nostre coste con la speranza di un futuro migliore. Il nostro sistema di accoglienza è precario e non adatto – è vero – e finisce con l'alimentare malessere in chi sta dentro e in chi sta fuori, e questo per colpa di chi, in questi anni, ha pensato di affrontare il problema, straparlando di respingimenti e accordandosi con dittatori per la gestione di veri e propri campi di concentramento, roba che meriterebbe l'attenzione di un tribunale internazionale. Costruire un sistema di accoglienza adeguato, non basato sull'emergenza è indispensabile, perché i flussi migratori non passano da un portone con ponte levatoio che qualcuno può chiudere a comando. I flussi migratori fanno parte della storia del mondo e sempre più ne faranno parte nel mondo globalizzato, che piaccia a Salvini e a Le Pen o meno. È un problema che porta con sé anche opportunità certo, ma è una problematica gigantesca che deve essere affrontata seriamente, partendo dal rispetto dei diritti umani fondamentali, ma anche con la consapevolezza che occorre affrontare i grandi rischi che comporta per la coesione sociale. Quanto contenuto nel decreto in tema di protezione internazionale non è risolutivo, ma non ci troverete mai dalla parte di chi si rifugia nel motto «ci vuole ben altro» per non decidere sul qui ed ora. Il decreto rappresenta un passo in avanti, il minimo indispensabile finché il sistema non sarà messo nelle condizioni di uscire dall'emergenza. Da queste considerazioni, ma anche da altre, su aspetti più problematici del Pag. 5provvedimento, trarremo il nostro voto finale. Oggi, il nostro gruppo Libertà e Diritti-Socialisti europei sul voto di fiducia al Governo, un voto quindi che richiede una valutazione politica di insieme sull'azione del Governo, confermerà la propria apertura con un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, colleghi deputati, rappresentante del Governo, anche dai nostri banchi si leva il grido di indignazione relativamente all'ennesima procedura che ci vede impegnati nella ratifica di un decreto-legge. Lo abbiamo denunciato più volte; una volta mi pare che ci fosse una particolare sensibilità da parte del Capo dello Stato, al quale ancora una volta inviamo la nostra richiesta di intervento su questo Governo, come sui precedenti Governi, per limitare e soprattutto circoscrivere la decretazione d'urgenza a quei provvedimenti che davvero sono urgenti, per limitare e circoscrivere il decreto d'urgenza a materie che siano tra loro compatibili ed omogenee, esattamente l'opposto rispetto a quello che, in maniera reiterata, ci viene propinato dal Presidente del Consiglio Renzi in prima persona. Ma c’è qualcosa di peggiore che accade per attardarci ancora qualche minuto intorno alle procedure, che pure sono importanti in democrazia, perché il rispetto delle regole garantisce comunque anche un efficace intervento da parte delle istituzioni per risolvere i problemi che abbiamo sul tappeto.
  La maggioranza «trattiene» i decreti-legge in Senato o alla Camera per, di fatto, eliminare il bicameralismo. Quando un provvedimento arriva in uno dei due rami del Parlamento e rimane, in buona sostanza, per 50 giorni «parcheggiato» in una Commissione, come è accaduto con questo decreto, il cosiddetto «decreto-legge sugli stadi», soprattutto quando vengono approvati pochi articoli, una manciata, e un'altrettanta manciata di emendamenti, in un lasso di tempo assai ampio e con una rarefatta convocazione di Commissioni – addirittura, non sono state convocate neanche il giovedì mattina, tanta era la solerzia della Commissione, e quindi della maggioranza, che ha la principale responsabilità di un dibattito virtuoso tra le forze politiche intorno ai provvedimenti che emana il Governo – significa che il Parlamento si trova nelle condizioni di non poter svolgere il proprio lavoro.
  Quindi, il decreto, di fatto, ha poche ore a disposizione per essere convertito, dopo essere rimasto «parcheggiato» – in questo caso alla Camera, in altri casi è accaduto per il Senato – per, appunto, oltre 50 giorni. Su questo noi chiediamo, invece, un intervento della Presidente Boldrini.
  Lo abbiamo già detto nella Conferenza dei presidenti di gruppo, lo ribadiamo qui: questo sotterfugio, questa furbizia, almeno questa, che non dipende dal Governo, ma dai lavori parlamentari, deve trovare una cessazione immediata, affinché non venga mortificato il Parlamento, non vengano mortificate le forze politiche, che qui rappresentano i cittadini italiani, e affinché i provvedimenti siano realisticamente emendabili e migliorabili, soprattutto quando sono emendamenti indigeribili.
  Ricordo, perché lo ricordano i cittadini italiani meglio di chiunque altro, che noi ci siamo trovati qui a convertire in legge un decreto-legge che, da un lato, riprivatizzava – diciamo così, per capirci – la Banca d'Italia e la ricapitalizzava con 7,5 miliardi di euro, dall'altro, faceva finta di abrogare la tassa sulla prima casa.
  Due provvedimenti diametralmente opposti, che non erano componibili in una discussione serena, così come non sono componibili gli argomenti che vengono calati in questo decreto-legge. Non ci azzecca assolutamente nulla la violenza negli stadi con l'operazione Mare Nostrum, e quindi con gli ulteriori finanziamenti e stanziamenti di denaro per la gestione dell'accoglienza. Non c'entra nulla con Pag. 6l'ammodernamento delle strutture e i nuovi equipaggiamenti previsti per i vigili del fuoco e per la Polizia di Stato.
  Sono questioni diametralmente opposte; tanto opposte che, per esempio, sull'ultima questione trattata nel capo III del decreto, Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale voterebbe a favore; semmai, ci si può lamentare del fatto che i 350 milioni di euro circa, a valere da qui dal 2020, sono una cifra un po’ micragnosa, diciamo così, rispetto alle reali necessità delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco, ma, comunque, certamente non avremmo mai e poi mai fatto mancare il nostro sostegno al riguardo.
  Invece, sul capo II, tutta la filiera di articoli che intervengono sull'operazione Mare Nostrum e sulla sua gestione, siamo profondamente contrari, e quindi non saremo certo nelle condizioni di adottare una posizione positiva. Gli argomenti che ho ascoltato poco fa nell'intervento della collega che mi ha preceduto, sinceramente, sono abbastanza stucchevoli, perché visti e rivisti, ascoltati centinaia e migliaia di volte nel corso degli anni, mentre l'incapacità, o forse l'impossibilità di agire attraverso quegli argomenti, quell'impostazione culturale, quell'approccio, ha generato soltanto un aggravamento del tema dei flussi migratori.
  Noi siamo stati capaci di gestirli, garantendo l'immigrazione regolare, non bloccando l'immigrazione, ma garantendo l'immigrazione regolare. Quindi, la vera integrazione culturale tra cittadini stranieri e cittadini italiani è stata quando siamo stati artefici – lo hanno fatto Governi di centrodestra come Governi di centrosinistra – di accordi bilaterali e di una capacità di controllo delle frontiere che è una prerogativa costituzionale a cui stiamo rinunciando attraverso l'operazione Mare nostrum, a cui oltretutto, lo vorrei ricordare a tutti coloro i quali hanno a cuore non soltanto l'integrità dei propri confini, ma anche la solidarietà e la tutela della vita, dobbiamo aggiungere il dato sconfortante, se non addirittura sconcertante, dell'incremento esponenziale delle morti di questi uomini, di queste persone, di queste famiglie disperate che vengono richiamate da un'operazione che prevede, comunque, che se si riesce ad attraversare qualche miglio di mare, a partire dalle coste libiche, presto o tardi ci si imbatte nelle solide navi della Marina militare italiana o con i carghi mercantili che dalla Marina vengono intercettati ed inviati sul posto in azione di soccorso secondo una cattiva interpretazione del Codice della navigazione, che certo non prevedeva azioni di questo tipo quando è stato scritto e reso vigente.
  Quindi, non può essere questa la soluzione se è vero, come è vero, che nell'ultimo anno abbiamo avuto più del doppio di morti in mare accertati, perché poi ci sono i morti invisibili, i fantasmi, quelli che finiscono in fondo al mare Mediterraneo senza che nessuno abbia la possibilità neanche di censirli. Sono 20.000 e più i morti, dal 1988 ad oggi, sempre quelli accertati, quindi omettendo un numero che è stato calcolato approssimativamente pari al doppio di persone che, appunto, non hanno avuto neanche la possibilità di essere onorate nella loro ricerca disperata di futuro. Non è questa la soluzione, e non lo dice Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale attraverso la mia modesta persona, lo dicono persino le organizzazioni umanitarie. Quindi il fatto che non ci siano «rimbalzi» in alcune forze politiche qui in Parlamento, è agghiacciante, semplicemente agghiacciante. Fare azioni di prevenzione, di smistamento regolare, di intervento umanitario e, quindi, di salvaguardia della vita umana significa semmai, oltre che investire sulla cooperazione allo sviluppo, organizzare dei centri lì nel Nord Africa, che possano lì fare il censimento e la selezione di coloro i quali vogliono fare richiesta di asilo e si considerano rifugiati e, quindi, scappano dagli scenari di guerra dell'Africa e di altre zone del pianeta.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  FABIO RAMPELLI. Penso che questo significherebbe essere concreti, non fare demagogia, né tanto meno farla sulla pelle delle persone che assumono dei rischi Pag. 7incamminandosi dalla lontana Somalia, attraversando il deserto con carovane che lasciano il tempo che trovano, talvolta morendo già nella traversata del deserto prima ancora di avventurarsi sulle imbarcazioni guidate da scafisti spregiudicati sui cosiddetti barconi della morte. Io penso che ci sia ormai un'emergenza evidente e al di là dei voleri dell'Europa, che lasciano il tempo che trovano (ancora la Malmstrom non ci ha fatto capire cosa significherebbe mettere in campo il Frontex plus, non si sa quanti sarebbero i finanziamenti)...

  PRESIDENTE. Concluda.

  FABIO RAMPELLI. Concludo Presidente, sto a nove minuti e mezzo nel mio conteggio.

  PRESIDENTE. Ha conteggiato male, perché vale il conteggio della Presidenza, onorevole Rampelli: ha superato i dieci minuti.

  FABIO RAMPELLI. Allora mi avvio a concludere e la ringrazio, comunque, del suo cortese avviso. Dicevo che l'unica informazione che ci arriva dall'Europa è che non saranno coperte neanche lontanamente le spese di Mare nostrum, cioè non ci si avvicineranno nemmeno le operazioni di Frontex plus. Questo è ciò che penso su questo secondo capoverso e ometto i commenti – li faremo in dichiarazione di voto sul provvedimento finale – rispetto al primo capo, quello che riguarda la violenza sugli stadi. Questi, comunque, sono gli argomenti principali per i quali annunciamo il nostro voto contrario alla fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il decreto-legge 22 agosto 2014, n. 119, benché costituisca l'ennesimo esempio di un uso, forse, disinvolto della decretazione d'urgenza, si occupa di diversi problemi che risultano di grande attualità per il nostro Paese. Si tratta di norme che, se pur di diversa specie, se attuate con continuità, e supportate con altre azioni normative nel prossimo futuro, possono contribuire a migliorare l'efficienza di taluni aspetti della vita quotidiana degli italiani.
  Per questa ragione il gruppo Per l'Italia voterà a favore della questione di fiducia apposta dal Governo. A fronte del rischio della non conversione, la richiesta della fiducia, strumento che va peraltro usato con equilibrio, appare come una misura necessaria.
  Il provvedimento interessa in particolare due settori della vita sociale di grande rilevanza. Interessa lo sport, che noi consideriamo una dimensione importante della socialità prima ancora che un terreno di competizione agonistica con valenze anche economiche. E vogliamo che questa dimensione possa svolgersi, anche nei momenti più importanti, con serenità e in piena legalità, in modo che persone e famiglie possano partecipare a qualsiasi evento senza timore di essere coinvolti o essere spettatori di violenze e di disordini.
  Interessa poi il tema dei cittadini stranieri richiedenti asilo, un fenomeno tipico del nostro tempo, che noi vogliamo venga gestito in ambito nazionale ed europeo con umanità, equità, efficienza e sicurezza per tutti: profughi, cittadini italiani e operatori.
  Voteremo dunque la fiducia, nella convinzione che le norme del decreto possano aiutare il raggiungimento di questi obiettivi. In particolare, il presente provvedimento interviene in modo diretto potenziando gli strumenti di prevenzione e di contrasto dei fenomeni di illegalità connessi agli eventi sportivi, un'azione quanto mai indispensabile oggi, dopo i tristi episodi di cronaca che ci raccontano per l'ennesima volta non di successi sportivi, ma di episodi di violenza assoluta. Si tratta di valutare con attenzione quanto accade sia negli stadi sia attorno agli eventi sportivi, per intervenire e punire efficacemente chi partecipa a queste manifestazioni Pag. 8con l'intento di aggredire l'altro, come movente di odio verso il prossimo. È una violenza alla quale ad oggi, con diversi strumenti e con un inasprimento delle misure di sicurezza, non siamo ancora riusciti a dare una risposta definitiva.
  Lo sport tutto è uno strumento di inclusione sociale, le manifestazioni sportive sono prima di tutto una festa della comunità, dove certamente c’è chi vince e chi perde, ma dove a perdere non può essere lo Stato. Episodi come gli scontri con le forze dell'ordine, discriminazioni razziali, atti di violenza ingiustificati nei confronti di fazioni sportive opposte devono essere debellati dal mondo sportivo italiano, e gli stadi, le palestre e i luoghi dello sport devono tornare ad essere uno spazio per tutti, dove scommettere sulle giovani generazioni e dove poter ritrovare una coesione sociale che in passato, in Italia, è nata anche grazie a manifestazioni sportive memorabili. In particolare l'articolo 2 si propone di intervenire sulla disciplina, contenuta nell'articolo 6 della legge n. 401 del 1989, relativa al divieto di accedere ai luoghi dove si svolgono le competizioni sportive, irrogato dal questore. Tale misura, conosciuta ai più con il nome di Daspo, è per un verso una garanzia per tutti coloro che, recandosi alle manifestazioni sportive, possono contare sul fatto che chi è stato identificato come violento ed ha operato al di fuori di quanto previsto come condotta tollerata non sia ammesso a presenziare a tali eventi.
  Il provvedimento al nostro esame, inoltre, contiene importanti disposizioni in materia di protezione internazionale dei richiedenti asilo, oltre che per l'ammodernamento dei mezzi della Polizia di Stato e dei vigili del fuoco.
  Si tratta di importanti disposizioni alla luce delle note vicende che stanno caratterizzando le regioni che trovano sbocco nel Mediterraneo e non solo. Infatti, in questi mesi stiamo assistendo ad una crescita molto forte dell'instabilità politica delle regioni meridionali ed orientali del Mediterraneo. Questa grave condizione sta generando, ovviamente, una sensibile crescita del numero di richiedenti asilo, che era già salito ai suoi picchi massimi nella prima metà di quest'anno. Del resto, tra gli Stati membri dell'accordo di Schengen, l'Italia affronta il peso maggiore del flusso di immigrati irregolari. I numeri parlano da soli, dal momento che, a partire da metà agosto 2014, più di 100 mila africani hanno attraversato il Mediterraneo verso l'Italia e tutti sappiamo in che condizioni. Si tratta di un nuovo record, secondo i dati del The Economist, dopo quello toccato durante la primavera araba nel 2011, con circa 60 mila persone arrivate durante l'intero anno. Di conseguenza, si registra un carico di lavoro aumentato sui nostri uffici, in particolare per quanto concerne le attività del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Se, infatti, già nel 2013 l'UNHCR ha segnalato un aumento di circa il 30 per cento di domande di asilo politico in Europa, bisogna altresì notare come ci sia stato un fortissimo incremento netto soprattutto in Italia nel terzo trimestre del 2014. Nei soli primi cinque mesi del 2014 si è registrato un aumento del 19 per cento delle richieste di asilo e tra marzo e maggio si è avuto un ritmo impressionante: si è passati dalle circa 100 domande al mese di media negli ultimi vent'anni a quasi 2000 domande in soli tre mesi.
  È divenuto, peraltro, prioritario aumentare i servizi territoriali resi e, in linea con questa esigenza, si pone l'articolo 5 di questo provvedimento, che aumenta le commissioni territoriali da 10 a 20, elevando inoltre a 30 il numero delle sezioni composte da membri supplenti.
  All'articolo 6 si mettono, infatti, sul tavolo ulteriori 50 milioni al fine di ampliare le strutture del sistema di protezione finalizzato all'accoglienza dei richiedenti asilo. Contestualmente, al fine di fronteggiare l'eccezionale afflusso di persone sul nostro territorio, viene creato un nuovo fondo nello stato di previsione del Ministero dell'interno, cui si destinano 62 milioni e 700 mila euro per il 2014.
  In un momento di gravissime difficoltà economiche non possiamo, quindi, dimenticare Pag. 9la nostra missione, che non è semplicemente quella di portaerei nel Mediterraneo, bensì, più propriamente, quella di braccio teso a chi fugge dall'orrore della guerra e dai tanti crimini contro l'umanità, che tristemente sempre più spesso inondano il nostro immaginario collettivo. Sono azioni che mirano ad aiutare, ad includere e a soccorrere chi si trova in una chiara situazione di pericolo, è una responsabilità certamente non solo italiana, ma – va ricordato – rimane comunque anche una nostra responsabilità. Nel frattempo, riteniamo opportuno incrementare adeguate collaborazioni con i Paesi dell'altra sponda del Mediterraneo per favorire lo sviluppo e la democrazia, combattendo insieme l'illegalità e lavorando per un Mediterraneo sostenibile e, quindi, di pace tra i popoli.
  Per questi motivi, come ho già detto, voteremo a favore della fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, la Lega Nord ovviamente voterà convintamente «no» alla fiducia a questo Governo. Ormai non so a che numero di fiducie siamo arrivati: qui, ogni due, tre settimane votiamo la fiducia ad un Governo che si è insediato da qualche mese e che probabilmente, anzi sicuramente ha già battuto il record delle fiducie chieste al Parlamento.
  Oggi si vota la fiducia su un provvedimento che dovrebbe riguardare, che deve riguardare, da una parte, il contrasto alla violenza negli stadi e, dall'altra, nuove norme per rendere più efficiente la macchina dell'accoglienza il Italia; il tutto ovviamente compreso nel medesimo decreto-legge. Quindi, si tratta di un decreto-legge che si occupa di due cose che ovviamente non hanno nulla a che fare tra loro, che, però, noi ci troviamo a dover affrontare, ancora una volta, con lo strumento della decretazione d'urgenza. È quasi stucchevole e, sinceramente, come esponente dell'opposizione comincio anche io ad essere annoiato dai soliti discorsi – che sicuramente sono veri – secondo i quali i decreti d'urgenza dovrebbero essere omogenei, dovrebbero effettivamente andare ad affrontare una questione, come dice lo stesso termine, d'urgenza e non dovrebbero essere, invece, utilizzati – come vengono utilizzati da questa maggioranza e da questo Governo –, da una parte, per impedire un normale svolgimento dei lavori parlamentari, così come dovrebbe avvenire in tutte le democrazie – ma qui ormai non succede più – e, dall'altra, probabilmente per sveltire e anche per evitare che vi sia all'interno delle stesse maggioranze – chiamiamole così, non si sa più quali sono – che sostengono questo Governo la possibilità di esprimersi in modo difforme. Quindi, sposando comunque quanto detto prima dai colleghi di minoranza, eviterò di ribadire come ovviamente un utilizzo così esasperato della decretazione d'urgenza dovrebbe magari vedere un intervento da parte sia del Presidente della Camera che del Presidente della Repubblica.
  Ma per entrare nel merito, di cosa stiamo parlando ? Parliamo di violenza negli stadi e si usa un decreto d'urgenza. Io faccio un esempio semplice. Guardo un Paese che tutti noi conosciamo, l'Inghilterra, che ha affrontato il problema della violenza negli stadi ormai da decenni. Affrontò questo problema dopo – ce lo ricordiamo tutti, anche perché la questione riguardò i cittadini italiani e i tifosi di una squadra italiana – la tragedia dell'Heysel. L'Inghilterra affrontò questo problema sicuramente non come il Governo Renzi sta affrontando il problema oggi, cioè inventandosi più o meno un decreto-legge, in cui infila dentro anche l'immigrazione, in cui si parla di allargamento di qualche strumento repressivo – mi riferisco al Daspo – e poi vediamo cosa succede. No, l'Inghilterra affrontò il problema prendendo il toro per le corna; affrontò il problema guardando la situazione nel suo complesso e, quindi, si preoccupò anche della situazione degli stadi, si preoccupò anche strutturalmente Pag. 10della situazione degli stadi, cosa che con questo decreto-legge non si fa e che prima o poi, però, sicuramente ci tornerà addosso.
  Noi non possiamo continuare ad affrontare i problemi come questi fingendo che tre o quattro articoli buttati così in mezzo ai decreti omnibus effettivamente i problemi li risolvano. No, non succederà e, quindi, ci troveremo ancora, sicuramente anche nel corso di questa legislatura, a dover affrontare il problema della violenza negli stadi. Magari, come ormai è diventata consuetudine, capiterà che ci alzeremo in piedi, faremo un minuto di silenzio pensando ancora alle vittime che ci sono state, ci piangeremo un attimo addosso e poi ci siederemo e magari arriverà un altro decreto omnibus che butta dentro altri due o tre articoli che non risolveranno ancora nulla. Qui c’è la tendenza ad andare avanti affrontando le questioni veramente urgenti e veramente preoccupanti in questo modo scandaloso – lo ripeto: scandaloso – perché non risolve il problema e lo sapete voi prima di me (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  Diceva Italo Calvino che viviamo purtroppo in un Paese in cui si verificano sempre le cause e mai gli effetti e questa è la conferma di quello che sta avvenendo anche oggi. Infatti, al di là della violenza negli stadi, con questo decreto-legge ci occupiamo ancora una volta di immigrazione. È un altro tema sul quale sarebbe il caso di impegnarsi in una franca discussione, magari anche in un ampio dibattito parlamentare; sarebbe un problema da affrontare veramente con un intervento strutturale che, tendenzialmente, se non può risolvere il problema perché, come ho sentito prima, siamo di fronte a dei movimenti epocali e tutto quanto di conseguenza, però potrebbe sicuramente portare le nostre comunità a vivere questa situazione in un modo diverso da quanto sta avvenendo adesso. E faccio l'esempio, colleghi, di quello che è avvenuto la settimana scorsa proprio qui a Roma. So che a qualcuno qua dentro, in quest'Aula, può dar fastidio il fatto che io ricordi gli assalti agli autobus di linea che si sono verificati qui recentemente, però lo ricordo e lo sottolineo perché ciò che è avvenuto a Roma sta avvenendo anche in tantissime altre realtà del nostro Stato. Il problema dell'immigrazione è un problema vero, cocente ed è un problema, colleghi, che non si risolve invocando il Tribunale penale internazionale a venire in Italia, magari a punire le dichiarazioni fatte dalla Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Io so che qualcuno della sinistra quando dal punto di vista politico non riesce a vincere spera sempre che arrivi la magistratura. Sul caso dell'immigrazione io sono convinto che il Tribunale penale internazionale non verrà a giudicare le nostre opinioni che sono, secondo noi, opinioni corrette, sono opinioni che ribadiremo in tutte le possibili e immaginabili occasioni, a partire dalle manifestazioni di piazza, perché a noi della Lega Nord piace ancora ricordare che al di fuori di quest'Aula esiste un popolo e a noi piace andarlo a incontrare in piazza. Quindi, il 18 ottobre, cari colleghi della sinistra che non vedete l'ora che i leghisti vengano puniti dal punto di vista del diritto internazionale, noi saremo in piazza a ribadire con forza che la politica di contrasto all'immigrazione clandestina fatta da questo Governo è sbagliata, è inutile ed è qualcosa che, come tutti ormai possono vedere, sta aggravando i problemi sociali, che non si affrontano con due o tre articoli all'interno di un decreto, tra l'altro, permettetemi di dire, assolutamente marginale, come quello che noi oggi stiamo analizzando.
  L'operazione Mare Nostrum, di cui voi continuate a vantarvi, non soltanto non ha impedito l'immigrazione clandestina e i fenomeni di violenza legati a questa – il caso di Roma la settimana scorsa lo conferma –, ma non ha nemmeno impedito i morti nel canale di Sicilia. Ce ne sono stati a migliaia anche con l'operazione Mare Nostrum. Ed è un'operazione che l'Europa non vede l'ora che finisca in quanto ha già ribadito in tutte le possibili sedi che verrà sostituita da qualcosa di diverso e da Pag. 11qualcosa che secondo noi invece sarà molto più opportuno. Le navi militari, cari colleghi di sinistra, non devono essere utilizzate solo per le esercitazioni oppure per organizzare ogni tanto qualche gita (andiamo a vedere com’è la nave militare). Secondo noi la nave militare, così come dice l'Europa, deve essere schierata a difesa dei confini nazionali (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) e deve impedire che questi vengano considerati solo esclusivamente come delle semplici porte agevoli da cui entrare, uscire e passare come meglio si ritiene.
  Noi speriamo – le informazioni ci vengono dall'Europa e da questo punto di vista ci fanno in qualche modo sorridere – che Frontex Plus abbia il compito: 1) di presidiare i confini e, quindi, di impedire che venga fatta tranquillamente un'invasione come abbiamo visto in questi mesi e 2) che questi barconi, che vengono utilizzati, vengano presi e distrutti perché, se non lo sapete, ancora oggi avviene che i barconi vengono utilizzati più volte per continuare a trafficare carne umana. Quindi, voi che siete le anime belle vi dimenticate, invece, di dire queste cose.
  In conclusione, signor sottosegretario, siamo convinti che tanto sul problema della violenza negli stadi ci rivedremo a breve perché Genny a’ carogna, tutto quello che è avvenuto non è una questione – e lei lo sa – che verrà risolta tranquillamente con questo decreto-legge e sul fenomeno dell'immigrazione – concludo, Presidente – auspichiamo di poterci veramente una volta affrontare in modo franco e chiaro all'interno di quest'aula parlamentare. Perché non è con l'operazione Mare Nostrum che si salvano le vite umane. Non è con l'operazione Mare Nostrum che si risolvono i problemi africani e non è con l'operazione mare nostrum che si va nella direzione dei nostri cittadini. I nostri cittadini, i nostri comuni grazie alle vostre operazioni stanno soffrendo. Quindi noi della Lega Nord e Autonomie votiamo «no» alla fiducia a questo Governo e votiamo «no» a questo decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Saluto gli alunni e i docenti dell'Istituto comprensivo statale di Corropoli-Colonnella-Controguerra, di Corropoli (Teramo), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, questo Governo si è caratterizzato, come abbiamo detto più volte per le continue decretazioni d'urgenza e le conseguenti fiducie. Dico «conseguenti» perché ormai in maniera metodologica questo Esecutivo ripropone sempre lo stesso schema: costruisce pacchetti di provvedimenti contenenti all'interno le disposizioni più diverse; priva della discussione il Parlamento; non permette di utilizzare gli strumenti per modificare i decreti e, in nome di una finta urgenza, annienta o tenta di annientare il senso che per molti di noi che stanno qui ha ancora il fare politica. Questa volta è il turno della violenza negli stadi e della protezione internazionale. D'altronde, sottosegretario, come non vedere lo stretto legame che intercorre tra un tifoso violento e un richiedente asilo ? È già, siamo veramente dei folli a non cogliere le numerose analogie tra questi due soggetti. Ma, si sa, noi della sinistra siamo così, siamo arretrati, siamo ideologici, ci attacchiamo a tutto. Ce lo diceva anche qualcun altro. Speriamo di non sentire utilizzare su di noi altre categorie di berlusconiana memoria come, ad esempio, l'odio: sentimento che, ahinoi, invece cresce e si diffonde davvero in questo Paese o aumenta insieme al disagio sociale, alla povertà e alla regressione culturale e a tutto questo si risponde solo con provvedimenti securitari come questo per cui ci state chiedendo la fiducia. Si aumentano le pene, si incide pesantemente sui diritti, sulla libertà dei cittadini e sulle garanzie individuali. Ci sarebbe piaciuto parlare, nell'affrontare questi mondi, dell'inserimento del reato di tortura, di pene davvero alternative alla detenzione, di nuove carceri ma non di quelle da costruire: di quelle che abbiamo creato ad Pag. 12hoc per intere categorie di persone. Penso ai migranti, ai centri di identificazione ed espulsione, ai minori stranieri nati in Italia, alle catene della precarietà e della disoccupazione giovanile. Ma ci arriveremo dopo, visto che questi argomenti non sono stati accorpati con un ragionamento profondo e con una visione all'interno dello stesso decreto. Non ci sono misure di prevenzione, anzi sono tutte norme che aumenteranno scontri sociali e alimenteranno tensioni. Lo dico non solo al Ministro Alfano che chiaramente non è qui in Aula, ma anche al sottosegretario Delrio, anche lui non presente, che non è così che si faranno ritornare le famiglie allo stadio. Un decreto ancora una volta senza una discussione che ci permetta di ragionare sulle politiche migratorie, sull'impegno in termini di accoglienza, sulla cooperazione con l'Europa e sulla libera circolazione delle persone. Domani sarà il 3 ottobre, anniversario della più grande ecatombe del Mediterraneo. L'anno scorso persero la vita 366 migranti che cercavano con speranza e fiducia di scappare la guerra.
  Bisogna istituire la Giornata nazionale per la memoria dei migranti vittime del mare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà): la proposta di legge è stata accantonata per un anno intero; oggi torna in Parlamento e ci auguriamo che questo Governo non la trasformi nell'ennesima operazione mediatica per aggirare con la retorica il tema ben più spinoso dell'accoglienza e del futuro multiculturale di questo Paese, anche perché a questo abbiamo già assistito.
  Non dimentico le tante parole spese sulle seconde generazioni durante le primarie da Matteo Renzi. E, allora, vorrei dire al Presidente del Consiglio che, accanto a Marta e a Giuseppe, ci sono anche Ahmed e Jasmine e sono italiani quanto quei ragazzi condannati dalla precarietà, a cui si sta spiegando che, togliendo diritti ai loro padri, avranno un posto di lavoro.
  E, poi, ci sono Luana, Cornelia, le storie che ci ha raccontato proprio ieri un bravo giornalista, che si chiama Antonello Mangano. Ci ha detto che in Sicilia, a Vittoria, in provincia di Ragusa, le donne rumene che lavorano nelle serre, oltre ad essere sfruttate nel lavoro agricolo, per continuare ad avere un tetto sulla testa e del cibo da dare ai propri figli, devono offrirsi carnalmente al proprio padrone. Si devono fare violentare come e quando pare a loro e, siccome mettere un preservativo è cosa fastidiosa, meglio portarle a Modica ad abortire: tanto mica sono – come piace dire alla Lega – le nostre donne ! Sono donne rumene, possono essere utilizzate come carne fresca da offrire ad amici e parenti (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie)...

  PRESIDENTE. Colleghi, avete fatto il vostro intervento senza che nessuno avesse disturbato. La collega Costantino non sta insultando nessuno: sta esprimendo la sua opinione. Vi prego di lasciare che continui il suo intervento. Grazie.

  NICOLA MOLTENI. Non abbiamo mai definito così le donne !

  GIANCARLO GIORGETTI. C’è un limite, però !

  CELESTE COSTANTINO. Sicuramente a queste donne piace, anzi (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie)...

  PRESIDENTE. Onorevole Molteni, la prego di consentire...onorevole Giorgetti, vi prego: avete detto in quest'Aula molte cose, sta parlando una collega, dovete lasciarla parlare.

  GIANCARLO GIORGETTI. Non c’è un limite !

  PRESIDENTE. Il limite lo stabilisce la Presidenza, non lei, onorevole Giorgetti. Il limite lo stabilisco io e quando sono qui. Grazie. Prego, onorevole Costantino.

  GIANCARLO GIORGETTI. Bravo !

  CELESTE COSTANTINO. ...anzi, se ne approfittano anche un po’, magari, nei confronti dei nostri connazionali. E, però, Pag. 13guardate: loro non saranno le vostre donne, ma questi signori che le sfruttano sono i nostri uomini, sono i nostri mariti, i vostri padri, i vostri fratelli (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Questo si consuma nella campagna...

  PRESIDENTE. Colleghi...

  GIANCARLO GIORGETTI. Non può insultare !

  PRESIDENTE. Onorevole Giorgetti, non mi costringa a richiamarla all'ordine. Lei deve consentire all'onorevole Costantino di parlare liberamente come fate tutti voi qui dentro, e il mio compito è di lasciare che qui dentro si parli liberamente ! E non siete voi a stabilire quali sono i limiti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ! Quindi, vi richiamo all'ordine e vi prego di consentire all'onorevole Costantino di intervenire. Basta ! Prego, onorevole Costantino.

  PAOLO GRIMOLDI. Se frequenta stupratori sono affari suoi !

  PRESIDENTE. Onorevole Prataviera, la richiamo all'ordine.

  EMANUELE PRATAVIERA. Che c'entro io ?

  PRESIDENTE. Ha ragione, chiedo scusa.

  CELESTE COSTANTINO. Questo si consuma nella campagna, e tanto altro si consuma nel deserto e nel mare.
  L'Italia non sta facendo nulla per combattere la tratta di esseri umani, per riformare radicalmente il diritto d'asilo, per far cambiare le regole ingiuste di Dublino. L'Italia non sta facendo nulla per aprire corridoi umanitari o creare presidi territoriali con l'Unione europea e le organizzazioni umanitarie. Il Papa ha detto: «Questo rappresenta l'Olocausto del nostro tempo, una strage silenziosa che pesa sulla coscienza di tutti». Il 3 ottobre, come ci ha intimato la sindaca di Lampedusa, non bisogna stare in silenzio, ma urlare.
  Abbiamo provato a parlare prima di urlare, abbiamo cercato di restituire maggiore indipendenza e imparzialità alle commissioni che hanno un ruolo fondamentale nelle decisioni sulla protezione internazionale; abbiamo fornito loro maggiori garanzie sui procedimenti, sulle fonti di prova utilizzate sugli elementi di valutazione adottati. Ma non basta, ovviamente. Non basta alla luce di quello che sta accadendo nel nostro Paese: il ritorno galoppante del razzismo, quello peggiore, quello più sottile, ma culturalmente devastante, che inizia spesso con: «io non sono razzista però...». Ne abbiamo avuto una dimostrazione nelle scorse settimane a Roma, dove siamo in pieno allarme sociale: gli assalti ai bus, le aggressioni agli immigrati le ronde e la giustizia «fai da te» degli abitanti – la solidarietà al rovescio – e i rifugiati rinchiusi nei centri d'accoglienza perché rischiano i pestaggi. Ci sono tante zone calde in città, ma nessuno allarga il campo.
  Mentre il Ministro Alfano parla di decoro urbano, nessuno cerca di capire da dove arrivano gli interminabili flussi di sostanze stupefacenti, prima origine del controllo del territorio e delle comunità dei migranti da parte della criminalità organizzata a Roma. La droga non cresce sugli alberi delle periferie, esiste una rete criminale fatta di corruzioni, collusioni e zone grigie che coinvolge – anche e soprattutto – i salotti buoni: si chiamano mafie, e il loro profitto fa parte ufficialmente del PIL del nostro Paese. Roma ne è la capitale, le mafie sfruttano i vuoti, la concessione di diritti fondamentali che dovrebbero essere garantiti dalle istituzioni diventano preziosa merce di scambio. Questi sono i poteri forti, caro signor Presidente del Consiglio Matteo Renzi, altro che le barzellette sul sindacato, è con loro che prolifera il welfare delle mafie. E grande responsabilità, davanti a tutto questo, ce l'ha la politica.
  Serve immediatamente un grande piano di politiche di inclusione sociale e di welfare, serve un piano per l'occupazione, Pag. 14un reddito minimo garantito, investimenti in settori strategici per il Paese. Insomma, di tanto potremmo discutere se solo ce ne deste l'opportunità, altro che gufi. Ma, invece, avete deciso di svuotarlo del tutto questo Parlamento e la discussione farla in altri luoghi, negli show televisivi, nello streaming delle vostre direzioni nazionali, sui giornali e sui discorsi alla nazione su YouTube.
  Concludo, signor Presidente, rivolgendomi sempre a Matteo Renzi: è vero che noi di Sinistra Ecologia Libertà a volte siamo dei sognatori ed è vero che ci battiamo per quell'essenziale che non è visibile agli occhi, ma proprio per questo non abbiamo mai pensato ad una condizione comoda in cui non sporcarci le mani, proprio per questo non ci tiriamo indietro davanti alle nostre responsabilità. Cambiare le condizioni di vita delle persone è il segno che in questo momento deve mettere in campo la politica: diminuire le disuguaglianze, offrire opportunità, non rincorrere solo il falso mito del merito, perché, signor Presidente, c’è anche chi, sinceramente, non ce la fa e non può e non deve soccombere perché non riesce ad arrivare primo.
  Per tutti questi motivi vi diciamo «no», per tutti questi motivi non ci ritroviamo dalla stessa parte e per questo non avete la nostra fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Onorevole Prataviera, le chiedo scusa, l'avevo confusa con l'onorevole Grimoldi. Per questo il richiamo non era nei suoi confronti, ma nei confronti dell'onorevole Grimoldi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dambruoso. Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, il decreto-legge all'esame dell'Aula reca un calibrato insieme di misure urgenti...

  PRESIDENTE. Onorevole Dambruoso, attenda, perché c’è un problema con il microfono. C’è un rumore di sottofondo che continua a disturbare. Gentilmente, potrebbe provare a spostarsi di un banco ? Grazie.

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, il decreto-legge all'esame dell'Aula reca un calibrato insieme di misure urgenti, che rispondono all'esigenza unitaria di fornire risposte immediate ed efficaci a fenomeni collegati: la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, la gestione delle domande dei richiedenti lo status di protezione internazionale, così come il funzionamento operativo delle strutture del Ministero dell'interno.
  Il provvedimento affronta, in primo luogo, le problematiche relative alle questioni di illegalità e di violenza connesse allo svolgimento di competizioni sportive, già emerse in termini drammatici nel corso di alcune partite di calcio dello scorso campionato: ricordiamo tutti gli esiti tragici della finale di coppa Italia che culminarono nella morte di un tifoso e negli scontri e disordini all'interno dello stadio Olimpico di Roma.
  L'aumento degli episodi di violenza in occasione di manifestazioni sportive e dei conseguenti arresti ha portato nell'ultima stagione calcistica ad un incremento del 14,57 per cento dell'impiego delle forze dell'ordine, con un esborso complessivo di 25 milioni di euro. Non si può, d'altronde, non rilevare che il gioco del calcio, con 1.362.406 tesserati della FIGC – calciatori, tecnici, forza arbitrale e dirigenti – rappresenta lo sport più praticato in Italia; nel corso di ogni stagione sportiva sono 605.323 le partite ufficiali disputate tra le serie professionistiche ed i campionati dilettantistici. Occorre, quindi, una risposta ancora più ferma e decisa da parte dello Stato a chi utilizza lo stadio come luogo per dare sfogo alla propria violenza.
  Si tratta di disposizioni funzionali all'ineludibile necessità di procedere ad un adeguamento del quadro normativo sanzionatorio, che mirano soprattutto a rafforzare il sistema delle misure di prevenzione e di repressione volte a superare il Pag. 15ripetersi di gravi atti di violenza in occasione di manifestazioni sportive che dovevano essere necessariamente adottate prima dell'inizio del campionato di calcio, nonché di reati finalizzati ad alterare o condizionare l'esito delle stesse.
  Vanno in questa direzione le disposizioni concernenti il reato di frode sportiva, di cui si inaspriscono le pene edittali: l'entità delle sanzioni penali attualmente previste si è rivelata inadeguata rispetto alla gravità dei fatti accaduti. Il reato in esame ha conosciuto una sensibile recrudescenza che ha prodotto riflessi gravi e di varia natura, tra cui la stessa regolarità dei campionati di calcio. Importanti sono, inoltre, le norme che mirano a rafforzare il divieto di accedere ai luoghi nei quali si svolgono competizioni sportive, ricomprese nel cosiddetto Daspo, ai soggetti colpiti da tale provvedimento: vengono ampliate le ipotesi di reato alle quali si applica e, nello stesso tempo, si introduce la possibilità di disporre, con decreto del Ministro dell'interno, quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, la chiusura del settore ospiti degli impianti sportivi in cui si svolgano partite considerate a rischio-violenza e di vietare la vendita dei biglietti di accesso allo stadio ai tifosi che risultino residenti nella provincia della squadra ospite.
  Degne di rilievo le disposizioni che estendono il campo di applicazione delle misure di prevenzione disciplinate dal codice antimafia alle persone che, per il loro comportamento, si possono ritenere dedite alla commissione di reati che mettono in pericolo l'ordine e la sicurezza pubblica, ovvero l'incolumità delle persone in occasione o a causa dello svolgimento di manifestazioni sportive, oltre ad aumentare la durata del Daspo, quando il provvedimento sia motivato dalla reiterata violazione del regolamento d'uso degli stadi. Era giusto intervenire sia in via preventiva che in via repressiva per restituire quella tranquillità necessaria a coloro che assistono alle competizioni sportive, isolando, pertanto, le frange di tifosi più violenti che si recano allo stadio con il solo scopo di alimentare fenomeni di illegalità, che devono essere contrastati con la massima fermezza.
  Durante i lavori in Commissione abbiamo provato ad estendere l'ambito di applicazione di queste norme – che tanto potranno fare per prevenire gli episodi di violenza nelle manifestazioni sportive – anche alle ipotesi di reati commessi nel corso di manifestazioni pubbliche. Lo strumento del decreto-legge non ha consentito di affrontare in questa sede la nostra proposta, ma l'auspicio è che al più presto il Governo adotti iniziative altrettanto efficaci per evitare disordini durante cortei o manifestazioni di piazza, in cui spesso l'azione di pochi facinorosi mina il diritto di manifestare che appartiene a tutti. Il nostro pensiero non può non andare oggi ai fatti che sono accaduti a Napoli in occasione di un importante incontro, dove la BCE, con il Presidente italiano, Draghi, decideva delle sorti non solo dei manifestanti ma di tutti i cittadini italiani per quanto riguarda le disponibilità economiche del nostro Paese.
  Tornando al testo in esame, finalmente si prevede la destinazione di una quota degli introiti complessivi derivanti dalla vendita dei titoli di accesso agli eventi sportivi per finanziare i costi sostenuti per il mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico, ed in particolare per la copertura delle ore di straordinario e dell'indennità delle forze dell'ordine, nonché la destinazione al comparto sicurezza delle autovetture di proprietà di altre amministrazioni pubbliche statali dismesse o da dismettere. Bene, per più di dieci giorni, proprio qui davanti a Montecitorio, decine di poliziotti hanno manifestato per il blocco dei loro stipendi, bloccati da più di dieci anni: chiedevano un adeguamento salariale di 20 euro al mese, per dare sostanza e sostegno alle loro famiglie. Tutto questo accadeva soltanto a un metro di distanza da questo Palazzo: siamo rimasti sostanzialmente insensibili, anche perché le rassicurazioni pervenute dal Ministro dell'interno non hanno ancora trovato una risposta soddisfacente.Pag. 16
  Il decreto, ancora, intercetta interventi significativi volti a proseguire nella strada della riqualificazione degli impianti, della segmentazione dei settori e dell'abbattimento delle barriere, che rappresentano un obiettivo essenziale per rendere più accoglienti e sicuri gli stadi e più competitivo il nostro calcio a livello internazionale. L'attuale situazione dell'impiantistica italiana, ed in particolare degli stadi di calcio, rappresenta sicuramente il vulnus principale del sistema, a differenza di Paesi come l'Inghilterra e la Germania. Altro tema rilevante è rappresentato dalla lotta alla contraffazione: tale punto si inserisce nella direzione di aiutare le società sportive a salvaguardare i propri investimenti in termini di proprietà intellettuale e tutela dei marchi.
  Sono queste strategie da perseguire tutti insieme, nell'ottica di un fronte comune a favore della legalità. Ed è per questo motivo che sarebbe altrettanto importante intervenire presso le società calcistiche, affinché si impegnino senza indugio a recidere qualsiasi legame con i violenti di professione inseriti nelle tifoserie.
  Il secondo nucleo di norme riguarda invece interventi di finanziamento innanzitutto al sistema di accoglienza dei richiedenti lo status di protezione internazionale. Questo tipo di interventi è necessario per garantire la piena attuazione delle iniziative approntate dal Governo, a seguito dei flussi migratori determinatasi in conseguenza delle situazioni di crisi che interessano alcuni Paesi del Mediterraneo. Dal primo gennaio ad oggi sono sbarcati migliaia e migliaia di migranti sulle nostre coste. L'aumento esponenziale delle domande di protezione internazionale degli ultimi mesi (passate da circa 23 mila di tutto il 2013 alle 38 mila registrate solo in questi primi sei mesi del 2014) rende, infatti, urgente e indifferibile l'introduzione di meccanismi idonei ad accelerare il procedimento, pur continuando ad assicurare i livelli di garanzia previsti dalla legislazione vigente. Nella prima metà di quest'anno il numero di persone in cerca di asilo nei Paesi industrializzati è salito a tal punto che le richieste rischiano di essere le più numerose degli ultimi venti anni: è quanto emerge peraltro dall'ultimo rapporto dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite.
  Ancora inascoltate sono state le richieste non solo del nostro partito ma della maggior parte dei membri anche dei partiti della maggioranza che hanno sollecitato una collocazione e una costruzione, strutturazione degli uffici dell'Unione europea, non soltanto dell'Italia, proprio sulle coste dei Paesi maggiormente interessati all'invio o comunque alla trasmissione, al trasporto dei «barconi della morte» così come purtroppo stiamo quasi quotidianamente vedendo in televisione.
  L'enorme flusso di migranti sta creando difficoltà, sia per quanto riguarda la gestione degli sbarchi, sia per quanto riguarda l'accoglienza, con un sovraffollamento dei centri e un sovraccarico di lavoro che produce un conseguente allungamento dei tempi di analisi delle domande dei richiedenti asilo.
  Ecco questo tipo di analisi deve essere fatto sul loro territorio prima ancora che loro possono avere la possibilità di essere organizzati e sfruttati dalle organizzazioni criminali che in loco si arricchiscono sulle loro povere teste.
  Infine, devo dire che alla luce delle osservazioni fin qui svolte, e di quelle che non ho letto ma che depositerò, Scelta Civica conferma la fiducia al Governo su questo importante provvedimento, considerando la necessità e l'urgenza di risposte efficaci nel campo della sicurezza e dell'accoglienza da adottarsi immediatamente e senza ritardi, proprio per superare quelle difficoltà che l'Esecutivo ritiene di non poter differire (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
  Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misuraca. Pag. 17Ne ha facoltà. Colleghi, si sta riempiendo l'Aula e pregherei di abbassare un pochino il tono della voce in maniera che tutti possano parlare con la serenità necessaria.

  DORE MISURACA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, il gruppo parlamentare del Nuovo Centrodestra voterà a favore della fiducia posta dal Governo sul decreto-legge concernente la violenza negli stadi, la protezione internazionale nonché volto ad assicurare la funzionalità del Ministero dell'Interno.
  Un provvedimento complesso determinato dall'esigenza di rispondere, con efficacia ed immediatezza, a fenomeni che si richiamano alla tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e diretto, in primo luogo, a contrastare la violenza nel corso di manifestazione sportive, soprattutto negli stadi di calcio.
  Con questo decreto si mira soprattutto ad introdurre strumenti efficaci, a disposizione della magistratura e delle forze dell'ordine, per consentire di assicurare l'isolamento delle tifoserie più violente. Il provvedimento contiene, a tal proposito, misure introdotte durante il dibattito nelle Commissioni riunite I e II e prevedono che una quota tra l'1 ed il 3 per cento degli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti delle partite venga destinata a finanziare i costi sostenuti per la sicurezza e l'ordine pubblico, con particolare riferimento ai costi degli straordinari e delle indennità delle forze dell'ordine. I criteri, i termini, le percentuali e le modalità per il versamento da parte delle società di tali somme saranno definiti con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'interno, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, da adottare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione.
  Vanno anche nella direzione auspicata dal Nuovo Centrodestra, ad esempio, le misure efficaci e rigorose come il Daspo ovvero il divieto di accedere alle manifestazioni sportive a quanti sono ritenuti pericolosi per 1'ordine e la sicurezza pubblica.
  In particolare, il Daspo può essere emesso nei confronti di soggetti che risultino denunciati o condannati, anche con sentenza non definitiva, negli ultimi cinque anni, per una serie di reati specificatamente indicati ovvero per aver preso parte attiva ad episodi di violenza su persone o cose in occasione di manifestazioni sportive o che nelle medesime circostanze abbiano inneggiato o indotto alla violenza. Il provvedimento, inoltre, ha aumentato la durata del divieto in relazione ai recidivi ed a coloro che assumono la direzione di episodi di violenza di gruppo.
  Le Commissioni riunite hanno specificato che la condotta, sia singola che di gruppo, che giustifica la misura del divieto, deve essere evidentemente finalizzata alla partecipazione attiva ad episodi di violenza. Il decreto-legge interviene, altresì, estendendo l'ambito di applicazione della contravvenzione prevista per la violazione del divieto di striscioni e cartelli incitanti alla violenza e del divieto per le società sportive di corrispondere una serie di benefici a determinate categorie di soggetti, nonché del divieto di vendita o distribuzione dei titoli di accesso agli impianti.
  In buona sostanza, le norme che sono state inserite nel decreto hanno una loro ben definita ragione e tendono non solo a reprimere un fenomeno inaccettabile ma anche a favorire l'accesso sicuro del pubblico alle manifestazioni sportive. In sostanza, con il decreto si cerca di creare una forte barriera di prevenzione e di contrasto alle manifestazioni di violenza nel mondo sportivo. Le misure adottate, in ogni modo, non esauriscono l'impegno del Governo su questo tema, perché alta deve restare la guardia e massima l'attenzione rispetto ad un fenomeno in continua evoluzione.
  Una parte significativa di questo provvedimento riguarda anche le misure urgenti relative alla gestione dei flussi dei richiedenti lo status di protezione internazionale. Il tema è complesso, delicato, investe l'Europa in generale ed il nostro Pag. 18Paese in particolare. L'Italia, per prima, è intervenuta affrontando questa questione con coraggio, con rilevanti investimenti di risorse ed un senso di umanità internazionalmente riconosciuti. Possiamo ben dire che, a fronte di un fenomeno epocale come quello dell'immigrazione, siamo stati i primi – e, per ora, forse i soli – ad agire privilegiando il senso dell'umanità rispetto all'egoismo dettato dalle nostre esigenze interne.
  Su questo punto numerose sono state le valutazioni, tutte legittime. Meno nobili risultano, al contrario, alcune critiche, spesso accuse, spesso anche gli insulti avanzati per mere speculazioni politiche. La vera differenza tra noi e gli altri, tra chi accusa ed offende e chi cerca invece di risolvere il problema sta nella volontà precisa di risolvere il tema, e noi durante il semestre di Presidenza italiana faremo schierare l'Europa a presidio della frontiera mediterranea.
  Ed è proprio su quest'ultimo punto, relativo alla frontiera mediterranea, che passiamo a valutazioni specifiche, sul quale il decreto interviene. Noi abbiamo chiesto in più circostanze, e con forza, che l'Europa si impegni per affrontare la questione, che si faccia carico di un problema che non riguarda solo noi ma tutti i Paesi del vecchio continente e i suoi stessi principi ispiratori. Per avere maggiore potere contrattuale, per poter affrontare con sicurezza questo grande tema, dobbiamo avere le carte in regola, tutte le carte in regola.
  Dobbiamo, infatti, superare problemi che le varie procedure di infrazione sollevate dall'Europa hanno posto in evidenza, come il mancato recepimento delle direttive dei rimpatri, di accoglienza e di alcune altre significative procedure. Ed è proprio su questi punti che il decreto in questione interviene, eliminando cioè una serie di azioni ritenute non in linea con le direttive europee e mettendo a regime misure che consentano di rendere più veloci e spedite le procedure, conformando l'accoglienza a criteri standardizzati. Un sistema che ci consente non solo di poter intervenire in Europa con tutte le carte in regola per pretendere un impegno diretto dell'Unione europea sulla questione, ma che rispetta ed è conseguente alla convinzione, più volte confermata da questo Governo, che ad un fenomeno di tale portata e complessità non si risponde con misure emergenziali ma con misure strutturali.
  L'approvazione di questo decreto ci consentirà, appunto, di avere le carte in regola e, nel momento in cui si stabiliranno i criteri di attuazione di Frontex Plus, di poter intervenire al tavolo di lavoro con tutta la nostra forza e la sicurezza che ci deriva dalla straordinaria attività svolta e dalla certezza delle regole che ci siamo dati.
  E qui diciamo con assoluta contezza e con forza che il potenziamento delle commissioni, che vengono raddoppiate da dieci a venti, consentirà a quelle commissioni che dovranno dire «sì» o «no» al diritto di asilo, cioè se dovremo rimpatriare alcuni ai quali avremo detto di «no».
  Come fa la Lega a non capire che il potenziare le commissioni e le misure che abbiamo previsto in questo decreto rendono più snelle le procedure, rendono certezza all'applicazione delle regole e dei tempi e rendono certamente più sicuro il nostro Paese.
  Il decreto – e mi avvio a concludere – contiene inoltre, alcune disposizioni per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno stanziando risorse per l'ammodernamento dei mezzi a disposizione della Polizia di Stato e dei vigili del fuoco.
  In particolare, vengono stanziate risorse economiche per l'acquisto di automezzi e di equipaggiamenti, anche speciali, nonché per interventi di manutenzione straordinaria e adattamento di strutture ed impianti della Polizia di Stato.
  Con un emendamento in sede referente si stabilisce, inoltre, che potrà essere avviata la sperimentazione della pistola elettrica per lo svolgimento dei compiti istituzionali dell'amministrazione di pubblica sicurezza.
  Noi del Nuovo Centrodestra votiamo convintamente la fiducia ad un provvedimento che affronta questioni che reclamano Pag. 19un intervento immediato e non più rinviabile da parte del Governo e che, così come sono state concepite, riteniamo possano risultare idonee ad affrontare fenomeni e temi la cui complessità non sfugge certamente a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chiarelli. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Signor Presidente, colleghi, ancora una volta, siamo chiamati ad esprimere, o meno, il voto di fiducia. Ancora una volta, riteniamo che si sia violato l'articolo 77 della Costituzione, in quanto non vi sono i presupposti d'urgenza, così come l'articolo 77 della Costituzione cita e che a quest'Aula vorrei ricordare: «Quando, in casi straordinari di necessità e d'urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno successivo (...)» e così via. È da tanto che non sento un intervento del Presidente della Repubblica in ordine al richiamo di questa decretazione d'urgenza.
  Noi riteniamo che non vi siano i presupposti e neanche i criteri. I criteri per la decretazione d'urgenza: il decreto deve rispettare i criteri di attinenza e di omogeneità. A me non sembra che questo decreto racchiuda entrambe queste caratteristiche. È sufficiente leggere il titolo del decreto, che parla di «Disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno».
  Per quanto riguarda il provvedimento cosiddetto sugli stadi, c’è qualche norma sinceramente che non potrà trovare attuazione e qualche norma che sicuramente sarà incostituzionale. Non si può pensare, infatti, che il Daspo di gruppo si possa dare indistintamente a tutti coloro che si trovino nelle vicinanze di chi si è reso responsabile di un determinato gesto, così come è successo per quel pullman di tifosi che, provenendo da Bari, hanno ricevuto tutti il Daspo che – ripeto – da oggi giustamente non è più prevedibile, come lo era qualche tempo fa, fino ad un anno perché oggi il Daspo può arrivare fino a tre anni.
  Però vorrei dire a questa Assemblea: immaginate se tutti i tifosi viaggiavano su alcuni treni, su alcuni vagoni, in quel caso, tutti indistintamente, anche i passeggeri che si trovavano casualmente su quella tratta e in quel vagone potevano essere colpiti da quel provvedimento.
  Vorrei anche ricordare che la responsabilità penale è una responsabilità personale e non può essere né può essere estesa a una responsabilità collettiva.
  Poi vi è, diciamo, la sperimentazione della pistola elettrica Taser, su cui mi auguro che il Governo non cincischi e che provveda effettivamente a metterla in uso e a sperimentarla, così come avviene in altri Paesi d'Europa in cui ha portato anche dei benefici.
  Di questo e solo di questo si occupa oggi il «decreto stadi». Poi, troviamo inaspettatamente, all'interno del «decreto stadi», un provvedimento, sul quale si chiede la fiducia, che è collegato solo ed esclusivamente a quell'altro decreto-legge, che è stato votato anni fa e che continua a subire molte critiche giuste, a nostro parere, relativo all'operazione Mare Nostrum.
  Quindi, io vorrei capire, vorrei comprendere: qual è la relazione che c’è o che ci può essere fra il «decreto stadi» e quello sui flussi migratori ? Qual è il criterio di attinenza e di omogeneità ? Qual è l'urgenza che l'articolo 77 della Costituzione ci obbliga ad osservare ? Riteniamo nessuna.
  Però, come dicevo prima, tra un Daspo e un altro, tra un Daspo e una Taser vi sono 120 milioni di euro che servono per rifinanziare, di fatto, Mare Nostrum. Ciò da una statistica che, chissà perché, non è mai in linea – quello che noi leggiamo sui giornali – con i dati dei Ministeri. Io ritengo che i dati dei Ministeri non siano aggiornati, perché loro parlano di 20 mila Pag. 20profughi quando, in realtà, sono 70 mila. Per assisterli abbiamo speso oltre 600 milioni di euro, con previsioni allarmanti sul fatto che con questo ritmo entro l'inverno si supereranno i 120 mila sbarchi e il budget sfiorerà il miliardo di euro. Il Ministero dell'interno stanzia 30 euro al giorno per dare alloggio e vitto a ogni persona. Solo per questi 50 mila oggi servono 45 milioni di euro al mese. Anche i fondi a disposizione della Marina peraltro sono esauriti.
  È di tutta evidenza che anche nel caso del fenomeno della migrazione il Governo non è riuscito ad ottenere alcuna considerazione da parte della Comunità europea. Oggi che l'Italia ha la Presidenza dell'Unione e vanta un proprio esponente in un ruolo determinante, come quello degli affari esteri, ci attenderemmo un livello diverso di considerazione. Del resto, siamo sempre in attesa di una soluzione definitiva e positiva del caso dei nostri due marò.
  Mentre non si riescono a trovare risorse per sbloccare i contratti delle forze di Polizia, mentre nello stesso decreto si limita a poche località il provvedimento relativo all'esclusione dal Patto di stabilità della spesa per la pressione migratoria, si continua a spendere denaro pubblico per una missione che, lungi dal risolvere il problema di questa gente, che solo in parte fugge dalle guerre, produce disagi, aumenta il rischio di introdurre nel nostro Paese esponenti dell'estremismo islamico, aumenta le difficoltà per quanti, italiani, vivono situazioni di grandi difficoltà a causa della mancanza di lavoro e dell'emergenza abitativa. E non si può neanche sottacere il rischio sanitario. Nonostante si sia tentato in ogni modo di tranquillizzare l'opinione pubblica, in realtà si sono registrati casi di scabbia e di tubercolosi, che hanno interessato i nostri militari.
  Continuare a finanziare Mare Nostrum significa alimentare il mercato di uomini e donne, disperdere risorse, creare disagio sociale, aiutare il terrorismo a diffondersi in Europa e illudere questa gente che, invece, la si condanna ad un futuro incerto e la si espone ai rischi delle lunghe traversate sui barconi della morte. Che senso ha accogliere centinaia di migliaia di migranti non essendo in condizione di garantire loro una sistemazione dignitosa, un lavoro, una casa ? Non dico qui che dovremmo occuparci in modo prioritario delle sofferenze dei nostri concittadini, per evitare le solite contestazioni di stampo pseudo-ideologico.
  Ma riflettere su questo dato è sempre utile: trenta euro ai migranti va bene, e ai nostri disoccupati ? È evidente che, ancora una volta, ci troviamo di fronte ad un provvedimento che non potrà avere la fiducia di Forza Italia, un provvedimento che si limita a soli pochissimi articoli per quello che era stata la sua necessità, ossia di porre rimedio ad atti vandalici o a gravi episodi che si verificano negli stadi, e tutto fa piuttosto che approfondire questa norma, in maniera seria e coerente, rimarcando il problema di quanto innanzi detto, ossia che la responsabilità è una responsabilità penale e non può essere una responsabilità collettiva; invece, si parla di tutt'altro. Non un euro alle forze di polizia, a coloro che ci difendono tutti i giorni, a cui va il nostro plauso e il nostro ringraziamento per quanto quotidianamente fanno per tutti noi e per la sicurezza. Sulla base di questi presupposti, non sussistendo i presupposti previsti nell'articolo 77, non sussistendo i criteri di omogeneità e di attinenza, il gruppo di Forza Italia voterà contro questo provvedimento, non darà la fiducia per questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, abbiamo votato l'ultima fiducia il 31 luglio, adesso ci risiamo. Vogliamo ricordarci a cosa serve la questione di fiducia ? Ricordiamolo ai cittadini che, secondo il diritto, l'Esecutivo pone la questione di fiducia su un disegno di legge, qualificando Pag. 21tale disegno come fondamentale per la propria azione politica. Nella prassi, il Governo impedisce il dibattito parlamentare e, quindi, impedisce al Parlamento il miglioramento delle leggi. Berlusconi tra il 2001 e il 2006, totalizzava cinquanta fiducie in cinquantacinque mesi, quasi una questione di fiducia al mese. Nel corso del suo quarto mandato, da maggio 2008 a novembre 2011, raggiunse il suo record personale con cinquantatre voti di fiducia, vale a dire 1,26 voti di fiducia al mese. E arriviamo a Matteo Renzi: dall'inizio del suo mandato, da febbraio ad oggi, ha chiesto diciannove volte la fiducia, praticamente 2,7 voti di fiducia al mese. È proprio il caso di dirlo: l'allievo ha già superato il maestro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ovviamente, inutile dire che, allora, il PD si stracciava le vesti; ora, invece, sembrano convinti e vogliono convincerci che sia arrivato il nuovo salvatore della patria, ma fatemi capire cosa pensate ? Cosa vi aspettate ? Davvero il discorsetto sulla fiducia, su quanto sia importante il decreto sugli stadi per l'attività del Governo ? Quello che pensiamo sul provvedimento lo diremo in dichiarazione di voto, io faccio questo discorso sulla fiducia perché lo devo agli italiani ed il mio ruolo lo richiede, ma voglio che sia chiaro, che stiamo assistendo ad una grande presa per i fondelli, l'ennesima. Ecco cosa avete fatto negli ultimi vent'anni, avete fatto finta, finta di parlare, finta di litigare. Da quando il MoVimento 5 Stelle è entrato in Parlamento, la pacchia è finita, il teatrino è crollato e adesso il sistema si è compattato e non può più fingere. È già una conquista. I cittadini sanno e non assistono più passivamente alla commedia inscenata nei talk show. Si sono stancati di fare entrare nelle loro case fiumi di parole vuote. I cittadini adesso cambiano finalmente canale. E allora smettetela con questa presa in giro. La fiducia non riguarda il Governo Renzi, ma il sistema Renzi. È evidente a tutti che questo Governo, oggi, chiede la fiducia ad una maggioranza, nella consapevolezza che, domani, magari sul massacro dell'articolo 18, avrà bisogno di un'altra maggioranza. Luigi Zanda, capogruppo PD in Senato, e Denis Verdini, che non ha bisogno di presentazione, ma diciamo il braccio destro di Berlusconi, si sono espressi e assieme si sono trovati d'accordo il 99,8 per cento delle volte. Daniela Santanché in 371 volte ha votato come il Ministro Maria Elena Boschi, praticamente il coronamento del partito unico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E allora cosa è cambiato ? Ci chiedete la fiducia su che cosa ? Cosa è cambiato dall'ultima fiducia ad ora ? Il Governo non ha fatto nulla, ma nel mondo reale, quello in cui le famiglie non arrivano non più alla fine del mese, ma a metà del mese, qualcosa è accaduto.
  L'ISTAT chiarisce che l'economia continua ad arretrare, i debiti della pubblica amministrazione non sono stati pagati, la Merkel ha ribadito che dobbiamo tutti continuare a sacrificarci per stare dietro alla Germania e Renzi, al posto di cogliere al volo la richiesta della Francia di non farsi strozzare nell'interesse dei cittadini, ha garantito che continueremo ad obbedire alla Germania.
  Renzi ha dichiarato che, per la riforma del lavoro, non dobbiamo partire da chi non ha il lavoro, per migliorare la sua qualità di vita. No, dobbiamo peggiorare la qualità di chi ha già il lavoro, così saranno tutti uguali. Pensate che ideona ! Renzi ha chiarito che il blocco degli stipendi coinvolgerà tutti, anche le forze di polizia, che garantiscono la sicurezza di tutti noi. Tutti ? Il blocco degli stipendi riguarda tutti, tranne i parlamentari. Tagliatevi voi lo stipendio, una volta per tutte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Sono convinto che tanti giovani sarebbero pronti a lottare per il loro Paese e, se gli dici che il Paese è economicamente in ginocchio, loro saranno disposti a farsi in quattro per farlo rialzare, ma non accetteranno mai di lottare per un Paese ingiusto, in cui i ladri e i furbi la fanno sempre franca. I giovani non stanno scappando da un Paese povero: stanno scappando Pag. 22da un Paese ingiusto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Nel frattempo, il sistema Renzi continua ad ignorare l'unica proposta che è già una realtà in tutta Europa e che potrebbe risollevare le sorti e le vite dei cittadini italiani, garantendo un reddito a chi è più in difficoltà, cioè il reddito di cittadinanza. E, allora, di cosa stiamo parlando ? Qui il Governo non chiede un atto di fiducia: chiede un atto di fede ai sudditi seduti in Parlamento, e dunque a tutti tranne che a noi. La Camera dei deputati è immobile...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Bonafede. Onorevole Bianconi !

  MAURIZIO BIANCONI. Lei ha ragione, chiedo scusa.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. La Camera dei deputati è immobile: si dovrebbe lavorare nelle Commissioni con lo stimolo e l'orgoglio di andare, poi, in Aula e portare la voce dei cittadini, e invece si lavora nelle Commissioni con la rassegnazione di entrare qui, in quest'Aula, e attendere che, da un momento all'altro, il Ministro Boschi entri da quella porta per dire che il Governo ha posto la fiducia. Basta !
  Non parliamo, poi, del Parlamento in seduta comune nel sistema Renzi: le due Camere si dovrebbero riunire per compiere scelte illuminate. Immagino che fosse questa l'idea che aveva ispirato i padri della Costituzione. Chissà se avrebbero mai immaginato che quella intuizione, quella luce, si sarebbe spenta, per dare vita allo spettacolo indecente a cui abbiamo assistito per l'elezione del CSM e della Corte costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Una sfilata di burattini, che entrano con il «pizzino» in una cabina per eseguire la volontà di due persone...

  PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, come vede, sto seguendo attentamente il suo intervento. La parola «burattini», rivolta ai suoi colleghi, non gliela posso consentire; quindi, la pregherei di usare un altro termine. La ringrazio (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ALESSIA MORANI. Anche la parola «pizzino» !

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente, se mi sospende il tempo, per favore, la parola «burattini» implica un giudizio politico, che non saprei come sostituire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. No...

  ALFONSO BONAFEDE. Quindi, se lei mi vuole suggerire un altro termine, sarò disponibile a seguire il suo consiglio.

  PRESIDENTE. No...Lo trovi lei, non è mio compito quello di suggerirglielo, onorevole. Il mio compito è solo quello di mantenere il rispetto tra tutti noi.

  ALFONSO BONAFEDE. Benissimo. ... con il «pizzino» in una cabina per eseguire la volontà di due persone: uno è il Presidente del Consiglio, mai eletto da nessuno; l'altro, un condannato per frode fiscale, buttato fuori dal Parlamento. Ho sentito il Ministro Boschi, più volte, ripetere il mantra che le regole si fanno tutti insieme. E no ! Il Governo ha il dovere di scegliere i propri interlocutori. Se una persona è stata eletta, in quel momento è un possibile interlocutore, ma, se quella persona, poi, viene condannata e, per legge, espulsa dal Parlamento, allora non è più un possibile interlocutore; soprattutto, non lo è e non può esserlo se si tratta di stravolgere la Costituzione; non è e non deve esserlo se si tratta di individuare due giudici della Corte costituzionale.
  E qualcuno dice: «Berlusconi ha fatto l'accordo con Renzi, voi del MoVimento 5 Stelle no. È normale che Berlusconi ottenga un nome alla Corte». Gravemente falso ! È già allucinante che un condannato, buttato fuori dal Parlamento, possa toccare la Costituzione. Perché consegnargli anche la Corte costituzionale (Applausi Pag. 23dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Ma, soprattutto, la Corte costituzionale non è di Renzi e nemmeno del PD. Renzi e Berlusconi l'hanno inserita nel Patto del Nazareno ? Non potevano farlo ! Se lo hanno fatto, si dovrebbero solo vergognare.
  Quando Berlusconi cercava di politicizzare la Corte costituzionale, il PD si stracciava le vesti. Ora, invece, sembrano convinti che sia arrivato il salvatore della patria. Per non parlare, poi, del CSM: ma lo avete letto l'articolo 104 della Costituzione, che sancisce l'indipendenza della magistratura dagli altri poteri, esecutivo e legislativo, per inciso, quando avete piazzato cinque parlamentari e un sottosegretario dell'Esecutivo all'interno del CSM (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Nemmeno Berlusconi, nelle sue più rosee aspettative, avrebbe mai pensato di mettere le mani su Corte costituzionale, CSM, responsabilità civile dei magistrati, con totale blocco del pacchetto anticorruzione e sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Non se lo sarebbe mai sognato e, infatti, non c'era mai riuscito in vent'anni. Ora ci sta riuscendo, mentre gioca a carte con gli anziani a Cesano Boscone.

  PRESIDENTE. Mi scusi di nuovo Bonafede. Dovete lasciare libero il Governo, stiamo svolgendo il dibattito sulla fiducia.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente. Dicevo che ora ci sta riuscendo, mentre gioca a carte con gli anziani a Cesano Boscone. Curiosa la vita, non si deve nemmeno impegnare, pensa a tutto il Presidente del Consiglio, Renzi.
  Oggi il PD non si straccia più le vesti, e non per nobili ragioni, e nemmeno perché abbiamo trovato un salvatore della patria. Fino a gennaio, qui dentro erano tutti bersaniani e lettiani, poi, quando qualcuno ha sentito la parolina magica e cioè che Renzi parlava di 2018, a differenza di Letta che parlava di 2015, sono diventati tutti renziani. Qualcuno abbia un sussulto di dignità qui dentro, e la smetta di alimentare quella miseria, non solo politica, ma anche umana, di cui il sistema Renzi si ciba quotidianamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Naccarato. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO NACCARATO. Signor Presidente, colleghi, il Partito Democratico voterà la fiducia al Governo, perché il decreto in esame introduce misure utili per migliorare la sicurezza dei cittadini e per affrontare l'emergenza umanitaria di profughi che hanno diritto alla protezione internazionale e lo fa in maniera concreta, aumentando le risorse e i mezzi per le Forze dell'ordine e per i comuni impegnati nell'accoglienza. Il provvedimento approvato dal Governo affronta i due fenomeni con un insieme organico e calibrato di norme. Il primo fenomeno è il ripetersi di gravi episodi di violenza in occasione delle partite di calcio, dentro e fuori dagli impianti, che rende necessario e urgente procedere a un adeguamento, e a un inasprimento, del quadro sanzionatorio e degli strumenti di prevenzione. Bisogna partire dal dato oggettivo, che negli ultimi anni, le violenze negli stadi sono in diminuzione netta dopo gli interventi varati nel 2007, in seguito all'omicidio dell'ispettore di polizia Filippo Raciti, durante gli scontri in occasione della partita di calcio tra Catania e Palermo. Quel drammatico episodio, e le conseguenti indagini, hanno fatto emergere, con evidenza, i rapporti tra alcune tifoserie, società e la criminalità organizzata, e hanno aumentato l'attenzione delle istituzioni verso il fenomeno. Allora, Governo e Parlamento vararono misure importanti che si sono rivelate efficaci: l'arresto in fragranza differita, un generale inasprimento del Daspo e dal 2009 la tessera del tifoso. I risultati di tali interventi hanno determinato un calo della violenza in occasione delle manifestazioni, e solo nell'ultimo anno, dopo continui dati positivi, c’è stato un leggero peggioramento. Risulta evidente, allora, che è necessario Pag. 24proseguire un percorso per realizzare impianti più moderni dotati di maggiori requisiti per assicurare il divertimento in condizioni di sicurezza. In parallelo, è necessario unire ad un maggiore rigore repressivo il coinvolgimento delle società anche dal punto di vista economico e il confronto con i tifosi, per responsabilizzarli e coinvolgerli nella prevenzione della violenza.
  Per queste ragioni, il decreto prevede l'estensione dell'ambito di applicazione dell'arresto in fragranza differita durante o in occasione di manifestazioni sportive, aumenta le pene per il reato di frode in competizioni sportive, introduce il divieto per le società di corrispondere agevolazioni e contributi o di distribuire titoli d'accesso a soggetti condannati per la contraffazione e la vendita abusiva degli stessi titoli e a soggetti destinatari di Daspo. Inoltre, il decreto dispone l'ampliamento delle ipotesi del reato di violazione del divieto di introdurre negli stadi striscioni, o immagini, incitanti alla violenza, e la possibilità per il Ministro dell'interno, in caso di gravi pericoli per l'ordine pubblico, di chiudere il settore ospiti degli stadi. Infine, la norma inasprisce la disciplina del Daspo, aumentandone la durata per i recidivi ed estendendola anche per le condotte di gruppo in Italia e all'estero finalizzate, in modo evidente, alla partecipazione attiva a episodi di violenza, di minaccia o d'intimidazione, tali da creare turbativa per l'ordine pubblico.
  Nel corso dell'esame nelle Commissioni I (Affari costituzionali) e II (Giustizia), il testo è stato migliorato con l'introduzione di novità molto importanti, maturate alla luce delle audizioni e del confronto tra i vari gruppi. Questo dimostra, a differenza di quanto sostenuto da alcuni gruppi in occasione delle dichiarazioni di voto, l'utilità del lavoro delle Commissioni parlamentari, che possono svolgere una funzione fondamentale nel processo di formazione delle leggi.
  Le Commissioni hanno previsto – e questa è una vera e propria rivoluzione attesa da anni e presente in tutti i principali Paesi dell'Unione europea – che una quota, tra l'1 per cento e il 3 per cento, degli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti delle partite, sia destinata a finanziare i costi sostenuti per la sicurezza e l'ordine pubblico, con particolare riferimento ai costi degli straordinari e delle indennità di ordine pubblico per le forze dell'ordine. Questa novità è stata fortemente voluta dal Partito Democratico, introdotta in Commissione grazie alla nostra attività e difesa con forza dal Governo nei giorni successivi.
  In pratica, non saranno più i cittadini ma le società a pagare i costi straordinari (circa 25 milioni di euro) per la sicurezza durante le manifestazioni sportive e questa novità – al di là delle polemiche eccessive e sinceramente stonate di alcuni presidenti di società che avremmo voluto vedere così reattivi anche nelle campagne contro il razzismo e la violenza negli stadi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) – introduce finalmente il principio del contributo economico delle squadre di calcio ai costi della sicurezza e si colloca in un percorso di maggiore responsabilizzazione e coinvolgimento delle società e dei tifosi.
  Solo così, secondo noi, è possibile prevenire e contrastare, in modo efficace, la violenza. Infatti, servono maggiori investimenti delle società negli impianti, per renderli più agevoli e sicuri; serve il dialogo con i tifosi, per coinvolgerli nelle decisioni e costruire, insieme alle istituzioni e alle società, percorsi per diffondere la cultura dello sport e del divertimento e per isolare i tifosi violenti, che strumentalizzano il calcio con finalità criminali; infine, servono strumenti e mezzi giuridici e materiali per consentire alle forze di polizia ed all'autorità giudiziaria di prevenire e reprimere, in modo efficace, i reati e i comportamenti pericolosi per la pubblica sicurezza.
  Il secondo fenomeno affrontato dal decreto è costituito dalla crescita dei flussi migratori, causati anche dalle crisi internazionali in atto, provenienti dai Paesi del bacino del Mediterraneo e dall'aumento delle domande di protezione internazionale, che sono cresciute del 139 per cento Pag. 25in sei anni. Le richieste di protezione internazionale, dall'inizio dell'anno ad oggi, sono state circa 38 mila rispetto alle 26.600 domande presentate in tutto il 2013.
  Proprio un anno fa, il 3 ottobre, come hanno già ricordato diversi colleghi, morirono 366 persone nel tentativo di arrivare a Lampedusa per fuggire dalle guerre e dalla fame. Il nostro Paese è sottoposto ad una prova difficilissima ed abbiamo il dovere, tutti, di impedire il ripetersi di simili tragedie e di accogliere i profughi nel rispetto dei principi fondamentali dei diritti delle persone e per ragioni umanitari e di solidarietà tra esseri umani. In questa situazione, è evidente il sovraccarico di lavoro, a cui sono sottoposte le autorità amministrative che esaminano le domande di asilo, con il conseguente allungamento dei tempi di definizione del procedimento e la saturazione delle strutture di accoglienza. Per questo, serve adeguare la capacità recettiva del sistema di accoglienza e, nello stesso tempo, assicurare l'accelerazione delle domande di asilo, senza incidere sulle garanzie procedurali per i richiedenti fissate al livello europeo.
  La questione va affrontata senza demagogia e senza alimentare per calcolo elettorale le peggiori pulsioni razziste contro gli stranieri. Per rispondere a quest'emergenza, non servono i proclami di alcune forze politiche, che non risolvono i problemi, mentre il decreto velocizza l'esame delle domande, potenziando il numero e rendendo più efficiente il funzionamento delle commissioni territoriali competenti ad esaminare le richieste, e sostiene economicamente i comuni maggiori, impegnati nell'accoglienza. Inoltre, per fronteggiare l'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale e le esigenze connesse al rimpatrio degli stranieri verso i Paesi di origine o di provenienza, viene istituito un nuovo fondo nello stato di previsione del Ministero dell'interno, con uno stanziamento di 62,7 milioni di euro.
  Infine, il provvedimento aumenta le risorse alle forze di polizia, con uno stanziamento di 8 milioni per il 2014, di 36 milioni per il 2015 e di 44 milioni dal 2016 al 2021, assicurando i fondi per salvaguardare le capacità operative della Polizia di Stato e dei vigili del fuoco, mediante l'ammodernamento dei relativi mezzi ed equipaggiamenti, anche speciali, quali caschi e giubbotti antiproiettile, e per gli interventi di manutenzione straordinaria e adattamento di strutture ed impianti.
  Anche in questo caso, quindi, si tratta di interventi concreti, fortemente voluti dal Partito Democratico, non le chiacchiere a cui ci hanno abituato in questi mesi e in questi anni i Governi precedenti di centrodestra, che facevano demagogia sul punto, ma poi vedevamo solo i tagli nei confronti delle Forze dell'ordine.
  Inoltre, un emendamento delle Commissioni avvia la sperimentazione della pistola elettrica per lo svolgimento dei compiti istituzionali delle Forze dell'ordine, nel rispetto della salute e dell'incolumità pubblica e secondo il principio di precauzione. La pistola elettrica, insieme alle maggiori risorse per i mezzi e gli strumenti, serve a migliorare la sicurezza e l'efficienza delle Forze di polizia, che spesso lavorano in condizioni di emergenza, a rischio della propria incolumità fisica.
  In conclusione il Partito Democratico voterà la fiducia con convinzione, perché il decreto-legge migliora la sicurezza dei cittadini, interviene con misure efficaci, coinvolgendo società e tifosi per prevenire e contrastare la violenza negli stadi, affronta l'emergenza profughi e aumenta le risorse e i mezzi per le Forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
  Procediamo all'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale comincerà la chiama. La chiama inizierà dal collega Pastorino.
  Colleghi, vorrei un minimo di attenzione perché vi spiego cosa accadrà. La Presidenza sarà tassativa: voteranno in Pag. 26anticipo esclusivamente coloro che sono stati indicati dai gruppi nella quota del 3 per cento. Poiché ho già avuto colleghi che sono venuti a chiedermi di fare qualcosa in più, la Presidenza non farà qualcosa in più. Suggerisco ai delegati d'Aula, alla luce dell'estrazione del nome, di verificare se nella lista che è stata data si vogliono fare dei cambiamenti, perché magari è stato inserito qualcuno il cui cognome inizia con la lettera «p», il quale sarebbe comunque uno dei primi votanti e si potrebbe inserire un altro al posto di quello. Spero di essere stato chiaro. Vedo, onorevole Sibilia, che lei mi conferma che va bene così.
  Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 16,55, la seduta sarà sospesa fino a tale ora.

  La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 16,55.

  PRESIDENTE. Visto che ci sono più colleghi, ribadisco che voteranno in anticipo solo coloro che sono stati indicati dai gruppi e, ovviamente, i membri del Governo.

(Votazione della questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 2616-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
  Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 22 agosto 2014, n. 119, nel testo delle Commissioni, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
  Avverto che, in considerazione dell'elevato numero di richieste di anticipazione del voto, variamente motivate in relazione a esigenze di natura istituzionale o a motivi personali, la Presidenza, come preannunciato ai gruppi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, accoglierà un numero di richieste fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo. Faccio presente che i gruppi hanno già fatto pervenire alla Presidenza le relative indicazioni. Ricordo che prima della sospensione della seduta la Presidenza ha già provveduto ad estrarre a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama. La chiama avrà inizio dall'onorevole Pastorino.
  Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
  Ecco, magari prego coloro che sanno che votano in anticipo di farsi trovare vicino ai banchi.
  (Segue la votazione).

  Pregherei i colleghi di lasciare libero il corridoio per votare, per favore. Grazie, così facciamo anche prima.
  (Segue la chiama – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  Onorevole Molteni, la ringrazio per la collaborazione che lei offre alla Presidenza al fine di essere più rapidi e ci stiamo attrezzando anche per questo. La ringrazio molto !
  (Segue la chiama).

  Scusate, colleghi, devo tornare a chiedervi di sgomberare l'emiciclo nella parte davanti, perché le persone non riescono ad arrivare a votare. Parlate, se possibile, un metro indietro, grazie.
  (Segue la chiama).

  Ne approfitto per chiedere ai colleghi di guardare il tabellone, in maniera che quelli che vengono dopo non debbano aspettare che gli altri si accorgano di essere chiamati.
  (Segue la chiama).

  Onorevole Faraone lei ha votato no ? Quindi possiamo lasciare sgombro lo spazio per poter far votare gli altri ? La ringrazio, molto gentile.
  (Segue la chiama).

Pag. 27

  Ne approfittiamo per salutare i rappresentanti del gruppo della Protezione civile ARCI Nazionale, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  (Segue la chiama).

  Rinnovo l'invito a non stazionare davanti a dove si vota in maniera che i colleghi possono raggiungere facilmente i banchi. Grazie.
  (Segue la chiama).

  Saluto gli studenti e i professori dell'Istituto comprensivo statale «L. Settembrini», di Nova Siri scalo, in provincia di Matera, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  (Segue la chiama).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  Comunico il risultato della votazione dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

   Presenti  500   
   Votanti  491   
   Astenuti  9   
   Maggioranza  246   
    Hanno risposto  323    
    Hanno risposto no  168.

  La Camera approva.

  Si intendono così respinte tutte le proposte emendative presentate.

  Hanno risposto sì:
  Agostini Luciano
  Agostini Roberta
  Aiello Ferdinando
  Albanella Luisella
  Albini Tea
  Alfano Angelino
  Alfano Gioacchino
  Amato Maria
  Amendola Vincenzo
  Amici Sesa
  Amoddio Sofia
  Antezza Maria
  Anzaldi Michele
  Argentin Ileana
  Arlotti Tiziano
  Ascani Anna
  Bargero Cristina
  Baruffi Davide
  Basso Lorenzo
  Battaglia Demetrio
  Bazoli Alfredo
  Becattini Lorenzo
  Bellanova Teresa
  Benamati Gianluca
  Beni Paolo
  Berlinghieri Marina
  Bernardo Maurizio
  Berretta Giuseppe
  Bianchi Dorina
  Bianchi Mariastella
  Binetti Paola
  Bini Caterina
  Biondelli Franca
  Blazina Tamara
  Bobba Luigi
  Boccadutri Sergio
  Boccia Francesco
  Boccuzzi Antonio
  Bolognesi Paolo
  Bonaccorsi Lorenza
  Bonavitacola Fulvio
  Bonifazi Francesco
  Bonomo Francesca
  Bordo Michele
  Borghi Enrico
  Boschi Maria Elena
  Bosco Antonino
  Braga Chiara
  Bragantini Paola
  Brandolin Giorgio
  Bratti Alessandro
  Bressa Gianclaudio
  Bruno Franco
  Bruno Bossio Vincenza
  Bueno Renata
  Burtone Giovanni Mario Salvino
  Buttiglione Rocco
  Calabrò Raffaele
  Camani Vanessa
  Campana MicaelaPag. 28
  Cani Emanuele
  Capelli Roberto
  Capodicasa Angelo
  Capone Salvatore
  Capozzolo Sabrina
  Capua Ilaria
  Carbone Ernesto
  Cardinale Daniela
  Carella Renzo
  Carloni Anna Maria
  Carnevali Elena
  Carocci Mara
  Carra Marco
  Carrescia Piergiorgio
  Caruso Mario
  Casati Ezio Primo
  Casellato Floriana
  Casero Luigi
  Cassano Franco
  Castricone Antonio
  Causi Marco
  Cenni Susanna
  Cesaro Antimo
  Cimbro Eleonora
  Cimmino Luciano
  Civati Giuseppe
  Coccia Laura
  Colaninno Matteo
  Cominelli Miriam
  Coppola Paolo
  Coscia Maria
  Costa Enrico
  Cova Paolo
  Covello Stefania
  Crimì Filippo
  Crivellari Diego
  Culotta Magda
  Cuperlo Giovanni
  D'Agostino Angelo Antonio
  D'Alia Gianpiero
  Dallai Luigi
  Dal Moro Gian Pietro
  Dambruoso Stefano
  Damiano Cesare
  D'Arienzo Vincenzo
  D'Attorre Alfredo
  De Girolamo Nunzia
  Del Basso De Caro Umberto
  Dell'Aringa Carlo
  De Maria Andrea
  De Micheli Paola
  De Mita Giuseppe
  Di Gioia Lello
  Di Lello Marco
  Di Maio Marco
  D'Incecco Vittoria
  Di Stefano Marco
  Donati Marco
  D'Ottavio Umberto
  Ermini David
  Fabbri Marilena
  Falcone Giovanni
  Famiglietti Luigi
  Fanucci Edoardo
  Faraone Davide
  Farina Gianni
  Fassina Stefano
  Fauttilli Federico
  Fedi Marco
  Ferranti Donatella
  Ferrari Alan
  Ferro Andrea
  Fiano Emanuele
  Fiorio Massimo
  Fioroni Giuseppe
  Fitzgerald Nissoli Fucsia
  Folino Vincenzo
  Fontana Cinzia Maria
  Fontanelli Paolo
  Formisano Aniello
  Fossati Filippo
  Fragomeli Gian Mario
  Fregolent Silvia
  Gadda Maria Chiara
  Galgano Adriana
  Galli Carlo
  Galperti Guido
  Gandolfi Paolo
  Garavini Laura
  Garofalo Vincenzo
  Garofani Francesco Saverio
  Gasparini Daniela Matilde Maria
  Gebhard Renate
  Gelli Federico
  Gentiloni Silveri Paolo
  Ghizzoni Manuela
  Giacobbe Anna
  Ginato Federico
  Giorgis Andrea
  Giuliani Fabrizia
  Giulietti Giampiero
  Gnecchi Marialuisa
  Grassi Gero
  Greco Maria GaetanaPag. 29
  Gregori Monica
  Gribaudo Chiara
  Guerini Giuseppe
  Guerini Lorenzo
  Guerra Mauro
  Gullo Maria Tindara
  Gutgeld Itzhak Yoram
  Iacono Maria
  Iannuzzi Tino
  Impegno Leonardo
  Incerti Antonella
  Iori Vanna
  Laforgia Francesco
  La Marca Francesca
  Lattuca Enzo
  Lauricella Giuseppe
  Lenzi Donata
  Librandi Gianfranco
  Lodolini Emanuele
  Losacco Alberto
  Lotti Luca
  Lupi Maurizio
  Madia Maria Anna
  Maestri Patrizia
  Magorno Ernesto
  Malisani Gianna
  Malpezzi Simona Flavia
  Manfredi Massimiliano
  Manzi Irene
  Marantelli Daniele
  Marchetti Marco
  Marchi Maino
  Mariani Raffaella
  Mariano Elisa
  Marroni Umberto
  Martella Andrea
  Martelli Giovanna
  Martino Pierdomenico
  Massa Federico
  Matarrese Salvatore
  Mattiello Davide
  Mauri Matteo
  Mazziotti Di Celso Andrea
  Mazzoli Alessandro
  Melilli Fabio
  Meloni Marco
  Meta Michele Pompeo
  Miccoli Marco
  Minnucci Emiliano
  Miotto Anna Margherita
  Misiani Antonio
  Misuraca Dore
  Mognato Michele
  Monaco Francesco
  Monchiero Giovanni
  Mongiello Colomba
  Montroni Daniele
  Morani Alessia
  Morassut Roberto
  Moretto Sara
  Moscatt Antonino
  Mura Romina
  Murer Delia
  Naccarato Alessandro
  Narduolo Giulia
  Nesi Edoardo
  Nicoletti Michele
  Oliaro Roberta
  Oliverio Nicodemo Nazzareno
  Orfini Matteo
  Orlando Andrea
  Pagani Alberto
  Palma Giovanna
  Paris Valentina
  Pastorelli Oreste
  Pastorino Luca
  Patriarca Edoardo
  Pelillo Michele
  Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
  Petitti Emma
  Petrini Paolo
  Piccione Teresa
  Piccoli Nardelli Flavia
  Piccolo Giorgio
  Piccolo Salvatore
  Piccone Filippo
  Piepoli Gaetano
  Pini Giuditta
  Pisicchio Pino
  Pizzolante Sergio
  Pollastrini Barbara
  Porta Fabio
  Portas Giacomo Antonio
  Prina Francesco
  Quartapelle Procopio Lia
  Rabino Mariano
  Raciti Fausto
  Ragosta Michele
  Rampi Roberto
  Realacci Ermete
  Ribaudo Francesco
  Richetti Matteo
  Roccella Eugenia
  Rocchi Maria GraziaPag. 30
  Romanini Giuseppe
  Rosato Ettore
  Rossi Domenico
  Rossi Paolo
  Rossomando Anna
  Rostan Michela
  Rotta Alessia
  Rubinato Simonetta
  Rughetti Angelo
  Saltamartini Barbara
  Sammarco Gianfranco
  Sanga Giovanni
  Sani Luca
  Sanna Francesco
  Sanna Giovanna
  Santerini Milena
  Sberna Mario
  Sbrollini Daniela
  Scalfarotto Ivan
  Scanu Gian Piero
  Schirò Gea
  Scopelliti Rosanna
  Scuvera Chiara
  Senaldi Angelo
  Sereni Marina
  Sgambato Camilla
  Simoni Elisa
  Sottanelli Giulio Cesare
  Speranza Roberto
  Stumpo Nicola
  Tabacci Bruno
  Tancredi Paolo
  Taranto Luigi
  Taricco Mino
  Tartaglione Assunta
  Tentori Veronica
  Terrosi Alessandra
  Tinagli Irene
  Tullo Mario
  Valente Valeria
  Valiante Simone
  Vargiu Pierpaolo
  Vazio Franco
  Velo Silvia
  Venittelli Laura
  Ventricelli Liliana
  Verini Walter
  Vezzali Maria Valentina
  Vignali Raffaello
  Villecco Calipari Rosa Maria
  Zampa Sandra
  Zanin Giorgio
  Zappulla Giuseppe
  Zardini Diego
  Zoggia Davide

  Hanno risposto no:
  Abrignani Ignazio
  Agostinelli Donatella
  Alberti Dino
  Allasia Stefano
  Altieri Trifone
  Archi Bruno
  Baldassarre Marco
  Baldelli Simone
  Barbanti Sebastiano
  Baroni Massimo Enrico
  Basilio Tatiana
  Battelli Sergio
  Bechis Eleonora
  Bergamini Deborah
  Bernini Massimiliano
  Bernini Paolo
  Bianchi Nicola
  Biancofiore Michaela
  Bianconi Maurizio
  Bonafede Alfonso
  Borghesi Stefano
  Bossi Umberto
  Brescia Giuseppe
  Brugnerotto Marco
  Brunetta Renato
  Busin Filippo
  Businarolo Francesca
  Busto Mirko
  Calabria Annagrazia
  Cancelleri Azzurra Pia Maria
  Caon Roberto
  Capezzone Daniele
  Carfagna Maria Rosaria
  Cariello Francesco
  Caso Vincenzo
  Castelli Laura
  Castiello Giuseppina
  Chiarelli Gianfranco Giovanni
  Chimienti Silvia
  Ciprini Tiziana
  Ciracì Nicola
  Cominardi Claudio
  Corda Emanuela
  Corsaro Massimo Enrico
  Costantino Celeste
  Cozzolino EmanuelePag. 31
  Crippa Davide
  Currò Tommaso
  Dadone Fabiana
  Daga Federica
  Dall'Osso Matteo
  D'Ambrosio Giuseppe
  Da Villa Marco
  Del Grosso Daniele
  Della Valle Ivan
  Dell'Orco Michele
  De Rosa Massimo Felice
  Di Battista Alessandro
  Di Benedetto Chiara
  Dieni Federica
  Di Maio Luigi
  D'Incà Federico
  Distaso Antonio
  Di Vita Giulia
  Duranti Donatella
  D'Uva Francesco
  Faenzi Monica
  Fantinati Mattia
  Farina Daniele
  Fedriga Massimiliano
  Ferrara Ciccio
  Ferraresi Vittorio
  Fico Roberto
  Fontana Gregorio
  Fraccaro Riccardo
  Furnari Alessandro
  Gagnarli Chiara
  Galati Giuseppe
  Gallinella Filippo
  Gallo Luigi
  Gelmini Mariastella
  Giordano Giancarlo
  Giordano Silvia
  Giorgetti Alberto
  Grande Marta
  Grillo Giulia
  Grimoldi Paolo
  Iannuzzi Cristian
  Invernizzi Cristian
  Kronbichler Florian
  L'Abbate Giuseppe
  Laffranco Pietro
  Lainati Giorgio
  Latronico Cosimo
  Liuzzi Mirella
  Longo Piero
  Lorefice Marialucia
  Lupo Loredana
  Mannino Claudia
  Mantero Matteo
  Marcolin Marco
  Martinelli Marco
  Marzana Maria
  Melilla Generoso
  Merlo Ricardo Antonio
  Micillo Salvatore
  Molteni Nicola
  Mottola Giovanni Carlo Francesco
  Nastri Gaetano
  Nesci Dalila
  Nizzi Settimo
  Nuti Riccardo
  Occhiuto Roberto
  Palazzotto Erasmo
  Palese Rocco
  Palmieri Antonio
  Palmizio Elio Massimo
  Pannarale Annalisa
  Parentela Paolo
  Parisi Massimo
  Pesco Daniele
  Petraroli Cosimo
  Petrenga Giovanna
  Pili Mauro
  Pini Gianluca
  Pinna Paola
  Placido Antonio
  Polverini Renata
  Prataviera Emanuele
  Prestigiacomo Stefania
  Prodani Aris
  Quaranta Stefano
  Rampelli Fabio
  Ravetto Laura
  Rizzo Gianluca
  Romano Francesco Saverio
  Romano Paolo Nicolò
  Romele Giuseppe
  Rondini Marco
  Rostellato Gessica
  Ruocco Carla
  Russo Paolo
  Sarti Giulia
  Savino Elvira
  Savino Sandra
  Scotto Arturo
  Sibilia Carlo
  Simonetti Roberto
  Sisto Francesco Paolo
  Sorial Girgis GiorgioPag. 32
  Spessotto Arianna
  Squeri Luca
  Terzoni Patrizia
  Tofalo Angelo
  Toninelli Danilo
  Totaro Achille
  Tripiedi Davide
  Turco Tancredi
  Vacca Gianluca
  Valente Simone
  Vallascas Andrea
  Vella Paolo
  Vignaroli Stefano
  Villarosa Alessio
  Vito Elio
  Zaccagnini Adriano
  Zaratti Filiberto
  Zolezzi Alberto

  Si sono astenuti:
  Di Salvo Titti
  Fava Claudio
  Labriola Vincenza
  Lacquaniti Luigi
  Lavagno Fabio
  Migliore Gennaro
  Nardi Martina
  Piazzoni Ileana Cathia
  Pilozzi Nazzareno

  Sono in missione:
  Alfreider Daniel
  Alli Paolo
  Baretta Pier Paolo
  Bindi Rosy
  Bocci Gianpiero
  Borletti Dell'Acqua Buitoni
  Ilaria Carla Anna
  Bragantini Matteo
  Brambilla Michela Vittoria
  Caparini Davide
  Carinelli Paola
  Castiglione Giuseppe
  Catania Mario
  Causin Andrea
  Censore Bruno
  Centemero Elena
  Chaouki Khalid
  Cicchitto Fabrizio
  Cirielli Edmondo
  Colonnese Vega
  Dellai Lorenzo
  Di Stefano Manlio
  Epifani Ettore Guglielmo
  Franceschini Dario
  Frusone Luca
  Giachetti Roberto
  Giacomelli Antonello
  Giammanco Gabriella
  Giorgetti Giancarlo
  Gozi Sandro
  La Russa Ignazio
  Lorenzin Beatrice
  Manciulli Andrea
  Martino Antonio
  Mogherini Federica
  Molea Bruno
  Mucci Mara
  Pes Caterina
  Pistelli Lapo
  Rigoni Andrea
  Scagliusi Emanuele
  Schullian Manfred
  Spadoni Maria Edera
  Taglialatela Marcello
  Tidei Marietta
  Valentini Valentino
  Zanetti Enrico

  PRESIDENTE. Avverto che consistendo il disegno di legge di un solo articolo non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2616-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2616-A).
  L'onorevole Baroni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2616-A/134.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, rinuncio.

  PRESIDENTE. Non mi pare che vi siano altri che intendano illustrare gli ordini del giorno.

Pag. 33

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente...

  PRESIDENTE. Onorevole Nuti, lei intende illustrare un ordine del giorno ? Lei ci può dire il numero dell'ordine del giorno che intende illustrare ? È il suo ordine del giorno n. 9/2616-A/60 ?

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, non ho qui il fascicolo degli ordini del giorno, purtroppo. Riguarda la...

  PRESIDENTE. A sua firma vi è l'ordine del giorno n. 9/2616-A/60. Presumo che intenda illustrare questo ordine del giorno, onorevole Nuti.

  RICCARDO NUTI. Sì, è uno solo comunque. Non ci possiamo sbagliare.

  PRESIDENTE. Dunque, l'onorevole Nuti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno 9/2616-A/60.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, come dicevo poc'anzi l'ordine del giorno riguarda l'utilizzo della pistola elettrica Taser. A prescindere dall'efficacia delle pistole Taser, le forze di polizia stanno oggi vivendo una situazione tragica, per la cronica carenza di risorse che rischia di pregiudicare l'azione stessa delle forze di polizia. Blocco degli stipendi, mezzi obsoleti, manutenzione a singhiozzo, strutture fatiscenti, carenze di uomini, sono solo alcuni degli effetti delle scellerate politiche che negli ultimi anni hanno caratterizzato l'agire dei Governi di qualsiasi colore nei confronti dei corpi di polizia.
  Ci appare, quindi, inappropriato, così come detto durante la discussione sulle linee generali, destinare importanti risorse a sperimentazioni che, quanto meno, possono essere definite di dubbia utilità. Questa sperimentazione, cioè quella della pistola elettrica Taser, riporta alla mente quelle già fin troppo tristemente famose dei braccialetti elettronici, passati alla storia come un inutile e mastodontico investimento.
  Nel merito dell'utilizzo delle pistole Taser, solo pochi giorni fa Amnesty International...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Nuti. Onorevole La Russa, mi fa la cortesia perché stanno intervenendo dei colleghi...

  IGNAZIO LA RUSSA. Avevo qualcosa di importante da dire.

  PRESIDENTE. Lo so, però il sottosegretario Costa è bene che ascolti.
  Prego, onorevole Nuti.

  RICCARDO NUTI. Solo pochi giorni fa Amnesty International ha pubblicato un comunicato stampa con il quale ha ricordato come questi strumenti, la cui caratteristica principale dovrebbe essere quella di essere non letali, abbiano già ucciso, nel solo Nord America, 864 persone, nel 90 per cento dei casi disarmate. Nel comunicato stampa si legge che gli studi medici a disposizione sono concordi nel ritenere che l'uso della Taser abbia avuto conseguenze mortali su soggetti con disturbi cardiaci o le cui funzioni, nel momento in cui erano stati colpiti dalla Taser, erano compromesse da alcool o droga o, ancora, che erano sotto sforzo.
  Il comunicato stampa prosegue dicendo che un altro fattore di preoccupazione è la facilità con cui la Taser può rilasciare scariche multiple, che possono danneggiare, anche irreversibilmente, il cuore o il sistema respiratorio.
  Quindi, è fondamentale, come ha dichiarato Amnesty International, che le forze di polizia siano adeguatamente formate, prima che siano dotate di questo tipo di arma, e sarebbe necessario effettuare a priori uno studio specifico sui rischi di violazione dei diritti umani.
  Amnesty conclude dichiarando, in maniera preoccupante, che anche se venissero soddisfatte queste richieste il rischio di violazione dei diritti umani non verrebbe affatto azzerato.
  Dunque, quest'Aula si appresta a varare una norma che metterà inutilmente, e soprattutto involontariamente da parte Pag. 34di chi la impugna, a rischio la vita di migliaia di persone, distrarrà importanti risorse da fini molto più importanti e urgenti per l'intero comparto sicurezza e, infine, non darà alcuna certezza, sulla scorta di quanto accadde per i braccialetti elettronici, sui reali benefici che potrebbe apportare.
  Quest'ordine del giorno, quindi, ha il mero e semplice obiettivo di rendere effettiva la funzione di controllo parlamentare in merito all'azione dell'Esecutivo, con particolare riguardo ai costi, alle forniture e alle modalità di assegnazione e di utilizzo di questi strumenti. Questo lo ribadiamo con forza, in quanto si tratta di un tipo di arma che, se utilizzata in maniera inopportuna, anziché facilitare i compiti delle forze di polizia, potrebbe comprometterli fino a trasformarsi, come ricordato da Amnesty International, in strumento di morte accidentale e violazione dei diritti umani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Si sono così conclusi gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.
  Secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di martedì 7 ottobre, intorno alle ore 10, dopo lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo in ordine alla ridefinizione della quota di cofinanziamento italiano ai fondi europei per la programmazione 2014-2020, che è anticipata alle ore 9.
  Sempre secondo tali intese, le dichiarazioni di voto finale sul provvedimento avranno luogo con ripresa televisiva diretta nella stessa giornata di martedì 7 ottobre, a partire dalle 19,30, alle quali seguirà quindi la votazione finale.

Sui lavori dell'Assemblea (ore 18,20).

  PRESIDENTE. Avverto che, con lettera trasmessa in data odierna, il Presidente della Commissione ambiente ha rappresentato l'esigenza che l'inizio dell'esame in Assemblea del disegno di legge n. 2093, recante disposizioni in materia ambientale, collegato alla legge di stabilità 2014, previsto per domani, venerdì 3 ottobre, sia rinviato ad altra data, subordinatamente alla trasmissione del parere da parte della Commissione bilancio. L'esame del disegno di legge n. 2093 non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno della seduta di domani.

Modifica nella composizione della Giunta per le autorizzazioni.

  PRESIDENTE. Comunico che la Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Giunta per le autorizzazioni la deputata Francesca Businarolo in sostituzione del deputato Vincenzo Caso, dimissionario.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

  PRESIDENTE. Comunico che la Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza l'onorevole Roberta Lombardi, in sostituzione dell'onorevole Silvia Giordano, dimissionaria.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,22).

  PRESIDENTE. E per chiudere nel giusto modo, adesso abbiamo una richiesta di intervento di fine seduta e do la parola all'onorevole Francesco D'Uva.

  FRANCESCO D'UVA. Signor Presidente, prendo la parola per far sapere all'Aula e fare anche una richiesta al Governo riguardo ai sospetti incendi, inspiegabili incendi, della frazione di Canneto di Caronia, in provincia di Messina. Quest'estate io sono stato lì e ho potuto vedere questi incendi, i resti perlomeno. Chi non li ha visti potrebbe pensare che possono essere di natura dolosa, ma non Pag. 35è assolutamente così. Ci sono asciugamani bruciati, dove il metallo diventa chiaramente incandescente si brucia quello che è attorno al metallo, che quindi si scioglie, prende fuoco e si genera una vera e propria sindrome, una paura degli abitanti della zona, che hanno fatto uscire tutti i mobili, li hanno messi fuori, hanno gli estintori, vivono veramente molto male questa situazione. Questa situazione si è manifestata nel 2004, dieci anni fa e stranamente sta riprendendo adesso. Ci sono tante spiegazioni, però non ce n’è nessuna ufficiale.
  Faccio questo intervento per chiedere al Ministero di impegnarsi maggiormente – e concludo, Presidente – per fare luce sulla natura di questi incendi e anche per non abbandonare questi cittadini che si sentono abbandonati dallo Stato, che noi qui siamo chiamati a rappresentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 3 ottobre 2014, alle 10:

  Svolgimento di una interpellanza urgente.

  La seduta termina alle 18,25.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO STEFANO DAMBRUOSO SULLA QUESTIONE DI FIDUCIA – ARTICOLO UNICO – N. 2616-A

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, Rappresentanti del Governo, il decreto legge all'esame dell'Aula reca un calibrato insieme di misure urgenti, che rispondono all'esigenza unitaria di fornire risposte immediate ed efficaci a fenomeni collegati: la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, la gestione delle domande dei richiedenti lo status di protezione internazionale, il funzionamento operativo delle strutture del Ministero dell'Interno.
  Il provvedimento affronta, in primo luogo, le problematiche relative alle questioni di illegalità e di violenza connesse allo svolgimento di competizioni sportive, già emerse in termini drammatici nel corso di alcune partite di calcio dello scorso campionato: ricordiamo tutti gli esiti tragici della finale di coppa Italia che culminarono nella morte di un tifoso e negli scontri e disordini all'interno dello stadio Olimpico di Roma.
  L'aumento degli episodi di violenza in occasione di manifestazioni sportive e dei conseguenti arresti ha portato nell'ultima stagione calcistica ad un incremento del 14,57 per cento dell'impiego delle Forze dell'ordine, con un esborso complessivo di 25 milioni di euro. Non si può, d'altronde, non rilevare che il gioco del calcio, con 1.362.406 tesserati della FIGC (calciatori, tecnici, forza arbitrale e dirigenti) rappresenta lo sport più praticato in Italia; nel corso di ogni stagione sportiva sono 605.323 le partite ufficiali disputate tra le serie professionistiche ed i campionati dilettantistici. Occorre, quindi, una risposta ancora più ferma e decisa da parte dello Stato a chi utilizza lo stadio come luogo per dare sfogo alla propria violenza.
  Si tratta di disposizioni funzionali all'ineludibile necessità di procedere ad un adeguamento del quadro normativo sanzionatorio, che mirano soprattutto a rafforzare il sistema delle misure di prevenzione e di repressione volte a superare il ripetersi di gravi atti di violenza in occasione di manifestazioni sportive (che dovevano essere necessariamente adottate prima dell'inizio del campionato di calcio), nonché di reati finalizzati ad alterare o condizionare l'esito delle stesse.
  Vanno in questa direzione le disposizioni concernenti il reato di frode sportiva di cui si inaspriscono le pene edittali: l'entità delle sanzioni penali attualmente previste si è rivelata inadeguata rispetto alla gravità dei fatti accaduti. Il reato in Pag. 36esame ha conosciuto una sensibile recrudescenza che ha prodotto riflessi gravi e di varia natura, tra cui la stessa regolarità dei campionati di calcio.
  Importanti sono, inoltre, le norme che mirano a rafforzare il divieto di accedere a luoghi nei quali si svolgono competizioni sportive, ricomprese nel cosiddetto DASPO, ai soggetti colpiti da tale provvedimento: vengono ampliate le ipotesi di reato alle quali si applica e, nello stesso tempo, si introduce la possibilità di disporre, con decreto del Ministro dell'interno, quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, la chiusura del settore ospiti degli impianti sportivi in cui si svolgano partite considerate a rischio – violenza e di vietare la vendita dei biglietti di accesso allo stadio ai tifosi che risultino residenti nella provincia della squadra ospite.
  Degne di rilievo le disposizioni che estendono il campo di applicazione delle misure di prevenzione disciplinate dal Codice antimafia alle persone che, per il loro comportamento, si possono ritenere dedite alla commissione di reati che mettono in pericolo l'ordine e la sicurezza pubblica, ovvero l'incolumità delle persone in occasione o a causa dello svolgimento di manifestazioni sportive, oltre ad aumentare la durata del DASPO, quando il provvedimento sia motivato dalla reiterata violazione del regolamento d'uso degli stadi. Era giusto intervenire sia in via preventiva che in via repressiva per restituire quella tranquillità necessaria a coloro che assistono alle competizioni sportive, isolando, pertanto, le frange di tifosi più violenti, che si recano allo stadio con il solo scopo di alimentare fenomeni di illegalità che devono essere contrastati con la massima fermezza.
  Durante i lavori in Commissione abbiamo provato ad estendere l’ ambito di applicazione di queste norme – che tanto potranno fare per prevenire gli episodi di violenza nelle manifestazioni sportive – anche alle ipotesi di reati commessi nel corso di manifestazioni pubbliche. Lo strumento del decreto legge non ha consentito di affrontare in questa sede la nostra proposta, ma l'auspicio è che al più presto il Governo adotti iniziative altrettanto efficaci per evitare disordini durante cortei o manifestazioni di piazza, in cui spesso l’ azione di pochi facinorosi mina il diritto di manifestare dei più. Il nostro pensiero oggi va a Napoli e al difficile compito che le Forze dell'ordine sono chiamate ad assolvere per garantire la sicurezza dei manifestanti e l'ordine pubblico in condizioni oggettivamente difficili.
  Tornando al testo in esame, finalmente si prevede la destinazione di una quota degli introiti complessivi derivanti dalla vendita dei titoli di accesso agli eventi sportivi, per finanziare i costi sostenuti per il mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico ed in particolare per la copertura delle ore di straordinario e dell'indennità delle Forze dell'ordine, nonché la destinazione al comparto sicurezza delle autovetture di proprietà di altre amministrazioni pubbliche statali dismesse o da dismettere. Inoltre durante l'esame in Commissione è stata introdotta la sperimentazione da parte delle Forze dell'ordine della pistola elettrica Taser, già in dotazione alle polizie di tutta Europa.
  Il decreto, ancora, intercetta interventi significativi volti a proseguire nella strada della riqualificazione degli impianti, della segmentazione dei settori e dell'abbattimento delle barriere, che rappresentano un obiettivo essenziale per rendere più accoglienti e sicuri gli stadi e più competitivo il nostro calcio a livello internazionale. L'attuale situazione dell'impiantistica italiana, ed in particolare degli stadi di calcio, rappresenta sicuramente il vulnus principale del sistema, a differenza di Paesi come l'Inghilterra e la Germania.
  Altro tema rilevante è rappresentato dalla lotta alla contraffazione: tale punto si inserisce nella direzione di aiutare le società sportive a salvaguardare i propri investimenti in termini di proprietà intellettuale e tutela dei marchi.
  Sono queste strategie da perseguire tutti insieme, nell'ottica di un fronte comune a favore della legalità. Per questo motivo sarebbe altrettanto importante intervenire presso le società calcistiche, affinché Pag. 37si impegnino senza indugio a recidere qualsiasi legame con i violenti di professione inseriti nelle tifoserie.
  Il secondo nucleo di norme riguarda gli interventi di finanziamento innanzitutto al sistema di accoglienza dei richiedenti lo status di protezione internazionale. Questo tipo di interventi è necessario per garantire la piena attuazione delle iniziative approntate dal Governo, a seguito dei flussi migratori determinatasi in conseguenza delle situazioni di crisi che interessano alcuni Paesi del bacino del Mediterraneo.
  Dal primo gennaio ad oggi sono sbarcati in Italia 125.876 migranti, di cui 9.820 minori non accompagnati: questo il dato fornito dal capo del Dipartimento per le libertà civili e immigrazione del Viminale, Mario Morcone, nel corso dell'audizione svoltasi in Commissione Giustizia. Il numero dei rifugiati (il cui riconoscimento è entrato nel nostro ordinamento con l'adesione alla Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951) ci colloca al sesto posto in Europa, dopo Germania, Francia, Regno Unito, Svezia e Olanda.
  L'aumento esponenziale delle domande di protezione internazionale degli ultimi mesi (passate dalle circa 23 mila di tutto il 2013 alle 38 mila registrate finora nel 2014) rende, infatti, urgente e indifferibile l'introduzione di meccanismi idonei ad accelerare il procedimento, pur continuando ad assicurare i livelli di garanzia previsti dalla legislazione vigente. Nella prima metà di quest'anno il numero di persone in cerca di asilo nei paesi industrializzati è salito a tal punto che le richieste rischiano di essere le più numerose degli ultimi venti anni: è quanto emerge dall'ultimo rapporto dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, pubblicato qualche giorno fa.
  L'enorme flusso di migranti sta creando difficoltà, sia per quanto riguarda la gestione degli sbarchi, sia per quanto riguarda l'accoglienza, con un sovraffollamento dei centri e un sovraccarico di lavoro che produce un conseguente allungamento dei tempi di analisi delle domande dei richiedenti asilo. L'incremento delle istanze non può ritenersi un fatto occasionale, bensì rileva una progressiva e ormai strutturale mutazione delle cause storiche del fenomeno migratorio, non più riconducibile prevalentemente alla spinta della povertà e alla prospettiva di una vita migliore, ma piuttosto alla instabilità politica dei Paesi di provenienza.
  A tal riguardo, è stabilita l'istituzione di un apposito fondo nello stato di previsione del Ministero dell'Interno per fare fronte ai maggiori oneri connessi all'eccezionale flusso migratorio che si sta verificando verso il nostro territorio nazionale (sono stati reperiti attraverso le regioni 19.400 posti, con un costo di 247 milioni l'anno). Infatti, la crescita dei flussi migratori e il già citato aumento esponenziale delle domande di protezione internazionale registrato negli ultimi mesi hanno richiesto un impegno ancora maggiore anche per accelerare l'esame delle stesse domande, potenziando gli organismi competenti ed introducendo meccanismi di flessibilità nel procedimento.
  Per costruire un sistema che risponda, in regime ordinario, alle pressanti esigenze dettate dal fenomeno migratorio, occorre certamente adeguare la capacità recettiva del sistema di accoglienza ma, nello stesso tempo, assicurare la velocizzazione delle istanze di asilo (senza naturalmente incidere sulle garanzie procedurali per i richiedenti), fissate a livello europeo prima ancora che nazionale. Nello specifico, sono aumentate le commissioni territoriali (complessivamente aumentate a venti) ed è stabilito l'ampliamento delle sezioni che possono essere attivate all'occorrenza, in modo da assicurare un sistema più efficace e flessibile.
  Attraverso due emendamenti del collega Balduzzi, è stata favorita, nel periodo coincidente con i flussi straordinari che giustificano l'istituzione delle sezioni, una azione più efficace delle medesime, prevedendo che i rispettivi presidenti, a discrezione dell'Amministrazione, possano esercitare le funzioni in via esclusiva; inoltre, si è perseguita una maggiore specializzazione del personale assegnato alle Commissioni, stabilendo l'obbligo per il Pag. 38Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno di attivare corsi di formazione concernenti la materia della protezione internazionale e dei diritti umani, nonché le competenze e le tecniche funzionali allo svolgimento dei colloqui e alla ricerca di informazioni sui paesi di origine dei richiedenti. Al fine di favorire una pianificazione ed esecuzione dei corsi rispondenti ai fabbisogni formativi specifici nella materia de qua, è previsto che gli stessi siano organizzati in collaborazione con l'ACNUR.
  Dalla fine degli anni Novanta, l'Unione europea si è impegnata nella creazione di un Sistema europeo comune di asilo (CEAS) finalizzato a garantire un approccio comune degli Stati membri in materia di asilo ed elevati standard di protezione per i rifugiati.
  Degna di apprezzamento, infine, la norma che autorizza l'utilizzo di risorse già stanziate per le urgenti esigenze di ammodernamento del parco veicolare della Polizia di Stato e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché dell'equipaggiamento, anche speciale, e delle strutture e impianti della Polizia di Stato necessarie per l'espletamento dei relativi compiti istituzionali.
  In particolare, il parco veicolare della Polizia di Stato e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco risulta caratterizzato da elevata età media di esercizio che, in più casi, ha oltrepassato il normale limite di vita operativa, anche tenuto conto della elevatissima percorrenza chilometrica.
  In questa sede, mi pare doveroso sottolineare il valore dei risultati raggiunti da donne e uomini in divisa che rappresentano lo Stato: risultati di cui si può essere fieri ed orgogliosi, raggiunti nel campo della sicurezza e del soccorso pubblico, nella lotta alla criminalità organizzata e nella gestione dell'ordine pubblico.
  Alla luce delle osservazioni fin qui svolte, Scelta Civica conferma la fiducia al Governo su questo importante provvedimento, considerando la necessità e l'urgenza di risposte efficaci nel campo della sicurezza e dell'accoglienza da adottarsi immediatamente e senza ritardi, proprio per superare quelle difficoltà che l'Esecutivo ritiene di non poter differire nel tempo.