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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 276 di giovedì 31 luglio 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 9,35.

  RICCARDO FRACCARO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 29 luglio 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Balduzzi, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Boccia, Michele Bordo, Boschi, Bressa, Brunetta, Carinelli, Casero, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Uva, Dambruoso, De Girolamo, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Di Salvo, Epifani, Fava, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Giacomelli, Legnini, Leone, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Mannino, Mattiello, Meta, Miotto, Pes, Piepoli, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rughetti, Sani, Scalfarotto, Scotto, Sisto, Speranza, Tabacci, Velo, Vignali, Vito e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari (A.C. 2486-A/R) (ore 9,40).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2486-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari.
  Ricordo che nella seduta di ieri è stata approvata la questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel nuovo testo predisposto dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato all'Assemblea.
  Avverto che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2486-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2486-A/R).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, che, nel riprodurre il Pag. 2contenuto di proposte emendative dichiarate inammissibili nel corso dell'esame in sede referente, recano un contenuto estraneo rispetto alle materie trattate dal provvedimento: Fiorio n. 9/2486-AR/2, che prevede la possibilità per le amministrazioni provinciali di rinegoziare i mutui con la Cassa depositi e prestiti; Sbrollini n. 9/2486-AR/7, in materia di medicinali omeopatici; Tentori n. 9/2486-AR/17, relativo alle procedure relative all'autorizzazione e allo svolgimento dell'attività di pubblico spettacolo; Segoni n. 9/2486-AR/90, sul rimborso delle spese sostenute nelle missioni fuori sede per il personale esterno non strutturato delle università.
  La Presidenza non ritiene altresì ammissibili i seguenti ordini del giorno, che recano un contenuto estraneo rispetto alle materie recate dal provvedimento: Borghesi n. 9/2486-AR/34, concernente la soppressione del pubblico registro automobilistico; L'Abbate n. 9/2486-AR/52, relativo alla procedura di rilascio e di rinnovo delle diverse tipologie di patenti nautiche; Zaratti n. 9/2486-AR/133, concernente la disciplina pensionistica relativa ai lavori a convenzione nelle aziende sanitarie locali.
  La Presidenza non ritiene infine ammissibile l'ordine del giorno Caon n. 9/2486-AR/39 che, proponendo la sospensione del trattamento pensionistico a carico di chi assume incarichi presso organi costituzionali, si pone in contrasto con l'autonomia costituzionale di tali organi, che lo stesso provvedimento in esame riconosce.
  Ha chiesto di intervenire l'onorevole Polverini, per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/47. Ne avrebbe facoltà ma, non vedendola, si intende vi abbia rinunciato.
  L'onorevole Simonetti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/45.

  ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, illustro un ordine del giorno relativo ad un argomento che avrei voluto discutere in sede di esame delle proposte emendative, ma purtroppo la fiducia di ieri me ne ha tolto la possibilità. Mi riferisco all'articolo 28, come riformulato dal Governo in Commissione, che vuole ridurre di fatto i diritti annuali delle camere di commercio. Può esserne accettata la riduzione graduale, fino al 50 per cento del 2007, ovviamente con una riorganizzazione delle stesse, con un'unione territoriale di quelle limitrofe più piccole.
  È chiaro che, a mio avviso, diventa pericolosa l'eliminazione del diritto annuale. Pericolosa perché dietro a questo messaggio, che io considero diabolicamente geniale, si porta ad una nuova centralizzazione e a una depauperizzazione del territorio. Questo perché ? Perché gli enti camerali vivono di contributi privati che vengono spesi a livello territoriale sia per servizi sia per sviluppo delle piccole imprese. Infatti, le imprese iscritte sono rappresentate al 90 per cento dalle piccole imprese, le quali non hanno la forza per uno sviluppo dei propri prodotti se non attraverso gli enti camerali.
  Voi cosa volete fare ? Con l'applauso delle piccole imprese, delle imprese che si vedranno pertanto ridurre il contributo annuale del 50 per cento, quindi passeranno dalla media dei 120 euro ai 60 euro, toglierete loro però la possibilità di accedere ai 70 milioni che per tre anni le camere di commercio sarebbero obbligate a dare di fondi propri al fondo di garanzia centrale. Vedrete che svaniranno gli 85 milioni che il sistema camerale mette nei confidi, che, con il moltiplicatore 5, dà la possibilità alle imprese di accedere ad almeno 400 milioni di confidi.
  Questo rientra nella linea che da sempre il Governo Renzi sta portando avanti, quella della distruzione sistematica dei presidi territoriali: avete iniziato con le province, avete continuato la via di Monti dei tagli indiscriminati agli enti locali, quindi i comuni non hanno più la possibilità di svolgere i loro servizi essenziali. Volete togliere le competenze alle regioni attraverso la modifica del Titolo V, che adesso è in discussione al Senato. Volete togliere i presidi di sicurezza: la scorsa settimana avete cancellato almeno 300 presidi di sicurezza sui territori, verranno Pag. 3eliminate molte questure legate alla riorganizzazione del sistema delle province. Adesso andate a colpire il sistema economico: volete cancellare le camere di commercio per centralizzare lo sviluppo dei territori al MISE attraverso l'ICE; e questa è una politica delle autonomie al contrario. Da quando è in vita il Governo Renzi, tutte le politiche di difesa dei territori vengono scientificamente smantellate a favore di un neocentralismo romano, neocentralismo che vuol fare da contraltare ad un altro centralismo, che è quello europeo.
  Roma si trova di fronte al fatto compiuto di non poter più decidere dei propri bilanci, delle proprie politiche economiche, delle proprie politiche fiscali e finanziarie, perché le decide tutte Bruxelles. Allora, anziché lasciare liberi i territori, lasciare libere le regioni di potersi autogovernare, di poter arrivare ad una vera realizzazione di quelle euroregioni di territori confinanti con caratteristiche economiche e produttive omogenee, voi volete distruggere il territorio per riprendervi quell'altare che oramai la storia vi sta togliendo; ma lo state facendo distruggendo tutto ciò che è stato costruito di positivo. Fra questo, anche le camere di commercio, che ovviamente devono essere organizzate, devono tagliare le spese inutili, non devono essere centri clientelari, ma devono essere quei centri di sviluppo territoriali propri delle piccole realtà imprenditoriali che sono il tessuto economico soprattutto della Padania, e che verrebbero quindi messe in una situazione di impossibilità di svilupparsi senza dover essere succubi del cappello centrale del Ministero.
  Tra l'altro, tutti questi servizi dipendenti voi vorreste che vengano tenuti in capo alle camere di commercio; però il lavoro, quindi i servizi che questi producono, dovrebbero essere trasferiti al MISE che non ha il personale per svolgerli, quindi si immagina che voi farete una esternalizzazione di tutte queste competenze con un bando. Vediamo che Confindustria digitale, ramo organizzativo di Confindustria, appare già allettato da questo nuovo bando per la gestione dei registri delle imprese: non vorrei che qualche Ministro vicino a Confindustria presente nel Governo Renzi sia sul pezzo.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ROBERTO SIMONETTI. E poi c’è tutta la partita della tenuta dei registri. Per favore... il dato importante: le camere di commercio fungono anche da tutela legale nei confronti delle imprese serie. Con la globalizzazione dei mercati ci sono centinaia di imprese «mordi e fuggi» che nell'arco dell'anno aprono e chiudono, alla faccia della regolarità, alla faccia di tutti coloro che pagano regolarmente le tasse. Se saltasse il sistema di controllo dei registri, dal quale le forze dell'ordine, la Guardia di finanza attinge notizie importanti per le loro verifiche di legalità, salterebbe il sistema delle imprese corrette e avremmo quindi un mercato talmente libero che verrebbe distrutto dalla globalizzazione, così come si sta già facendo attraverso la contraffazione dei prodotti e la mancata difesa del made in Italy (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. L'onorevole Silvia Giordano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/76.

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, intervengo oramai da tempo, da giorni, sempre sullo stesso punto: sulla ricetta dematerializzata.
  Governo, le voglio un attimo illustrare come funziona da noi, in regione Campania, quando qualcuno deve recarsi dal medico di base per avere la ricetta. È già per noi una tragedia: scendi di casa, ti metti in macchina, vai nel traffico, vai dove sta il medico di base..., Presidente, per cortesia, vorrei avere l'attenzione del Governo, perché è un punto a cui tengo particolarmente, grazie.

  PRESIDENTE. Collega, chiedo scusa, onorevole Oliverio... prego, onorevole Oliverio, per favore.

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  SILVIA GIORDANO. Governo, grazie. Dicevo: si scende di casa, si arriva dove sta il medico e si perde circa mezz'ora per parcheggiare. Dopodiché iniziano file chilometriche, perché ci sono molte persone che si recano dal medico di base e si perde quasi tutta la mattinata, se non la giornata sana.
  Ora immaginate un disabile: il primo problema è già scendere di casa. Molto probabilmente è già prigioniero in casa, perché la maggior parte dei palazzi non hanno neanche la discesa pedonale, non ce l'hanno i marciapiedi; deve essere accompagnato da qualcuno perché puntualmente ci sono problemi di viabilità per arrivare già solo dal medico di base per richiedere la ricetta e lì, una volta arrivati dal medico, succedono le scene più folcloristiche, chiamiamole così, per non dire in altro modo, perché non c’è neanche l'adatto numero dei parcheggi per i disabili. È vero, non è un problema che bisogna affrontare in questo decreto, non è un problema del Governo, ma è sicuramente un problema presente in tantissime città e in tantissime regioni.
  Allora, noi quello che diciamo è: visto che, in questo decreto, la ratio che voi avete voluto darci è che bisogna agevolare e snellire la pubblica amministrazione e soprattutto, per quanto riguarda l'ambito sanitario, andare il più vicino possibile e mettersi dalla parte dei disabili per agevolarli, io vi chiedo di fare una semplice cosa che questo Parlamento ha deciso già quattro anni fa, visto che ha approvato la norma per la dematerializzazione delle ricette e che sono passati circa tre anni dal decreto del Ministro dell'economia delle finanze che indicava le modalità attuative. Ve l'ho proposto come emendamento e mi è stato dato il parere negativo sia dal Governo, sia dal relatore.
  Ma la cosa ancora più simpatica è che avevamo provato a fare un accordo su questo terribile e complicatissimo emendamento, per far attuare semplicemente – ripeto – la norma da voi approvata quattro anni fa, e all'improvviso, quando abbiamo ripreso questo emendamento, è stato nuovamente espresso parere contrario dal Governo e dal relatore senza neanche sapere il motivo. Forse perché noi prevedevamo una pena per le regioni che non si adeguavano. Ma è normale, considerato che abbiamo visto che in quattro anni, se non si prevede una pena, comunque le regioni non si adeguano, per cui a questo punto avevamo detto: perché non dare un qualcosa, qualche segno punitivo alle regioni che non si adeguano, visto che a pagarne le spese sono sempre i disabili e non si va incontro ai disabili ? Lo abbiamo fatto come emendamento, e adesso lo abbiamo presentato come ordine del giorno, a un articolo dove voi dite che bisogna un po’ più razionalizzare i tempi e che, quindi, la ricetta non viene fatta ogni mese, ma la stessa ricetta può valere per sei mesi, quando basta fare una ricetta dematerializzata. Ora, spiegatemi che problema c’è stato su quell'emendamento e, soprattutto, spero che vi siate – perdonatemi – rinsaviti su questo punto, visto che vi stiamo chiedendo di applicare una norma da voi scelta e da voi fatta. Spero che il parere su questo ordine del giorno non possa essere altro che positivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. L'onorevole Allasia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno 9/2486-AR/40.
  Chiedo ai colleghi che hanno intenzione di restare qui a parlare, magari con un tono della voce piuttosto alto, visto che ci sono diversi iscritti, se possono andare a parlare fuori. Colleghi, per favore. Prego, onorevole Allasia.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, l'ordine del giorno che mi appresto ad illustrare al Governo per cercare di sollecitarne l'approvazione è un ordine del giorno con un impegno e una valenza plurima per il futuro della governance degli enti locali.
  Entrando nella questione e nel merito dell'ordine del giorno, mi permetto di far valutare la disposizione di cui all'articolo 10 del provvedimento, in materia di abrogazione delle quote dei diritti di segreteria Pag. 5e del diritto di rogito spettante ai segretari comunali e provinciali, ritenuto che tale disposizione si inquadra in un'ottica di risparmio e di contenimento della spesa pubblica.
  La contingente situazione economica del Paese ha determinato in questi ultimi anni l'adozione di una serie di provvedimenti legislativi, alcuni dei quali anche di eccezionale portata, finalizzati a una rimodulazione della spesa pubblica, e io aggiungo ulteriormente, non potendolo inserire nell'ordine del giorno, a tagli e aumenti di tasse, perché è evidente che i tagli sono stati effettuati in questi ultimi anni da Governi non eletti. Da Monti, Letta e oggi Renzi, sono stati tutti tagli drastici agli enti locali con conseguenti aumenti di tasse ai cittadini.
  Uno dei mali più grandi del nostro Paese – prendendo l'ordine del giorno – è proprio quello che si diceva sulla spesa pubblica, che ha preso piede nei decenni scorsi in modo esagerato soprattutto in certe parti del Paese. Il presente provvedimento interviene su alcuni settori della spesa pubblica amministrativa, rivedendo i costi di funzionamento e gestione, al fine di consentire risparmi di spesa. Sulla base di quanto già disposto dal decreto-legge del 2010 in relazione all'Agenzia autonoma per la gestione dell'albo dei segretari comunali e provinciali, le cui funzioni vengono trasferite al Ministero dell'interno, è importante prevedere di rendere facoltativa, per i comuni e le province, la nomina del segretario, cosa che assolutamente si pone in contrasto con tutte le corporazioni già esistenti, incancrenendo il sistema ulteriormente con questa cosiddetta lobby.
  Tale disposizione è finalizzata a portare un risparmio di spesa per gli enti locali e, coerentemente con la strategia di liberalizzazione delle professioni, a permettere all'amministrazione di valutare secondo propri criteri discrezionali di avvalersi anche di altre categorie professionali, accrescendo, allo stesso modo, con un bagaglio culturale differenziato, lo standard di qualità nell'ambito lavorativo delle amministrazioni locali. Fin qua nulla toglie ed è assolutamente corretto l'impegno e la volontà del Governo su questo decreto, ma noi chiediamo che il Governo si impegni a valutare l'opportunità, nella fase di redazione di un disegno di legge governativo che riorganizzi in modo razionale la governance degli enti locali, di introdurre la facoltà per i comuni e le province di nominare o meno il proprio segretario. Questo perché occorre velocizzare e snellire la burocrazia dal basso.
  Già in precedenza l'illustre collega, di cui mi onora l'amicizia, l'onorevole Simonetti, ha eloquentemente relazionato sulle disposizioni di questo decreto e la volontà vostra di voler uccidere il locale per centralizzare sempre di più. E in tutti i decreti fino ad oggi adottati, dal precedente Governo Letta e oggi dal Governo Renzi, stiamo vedendo e valutando che c’è sempre la volontà di togliere potere agli enti locali, comuni e province – le avete già soffocate e le state uccidendo piano piano – e successivamente le regioni. Nelle settimane scorse si è discusso sul decreto turismo, il cosiddetto decreto Franceschini, e si è visto che la volontà di questo Governo è togliere competenze sempre più alle regioni per cercare poi di smantellarle successivamente. A questo noi ci opporremo perché abbiamo necessità di far funzionare quello che funziona realmente in questo Paese e si sta vedendo in queste giornate che non è il Governo, non è lo Stato, ma sono gli enti locali, sono i comuni, sono le regioni, che hanno necessità di sopravvivere in questo disastro che voi continuate a perpetrare con questi «decreti truffa» (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. L'onorevole Grillo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/80.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, Governo, nell'ultimo confronto televisivo via streaming che ha visto il Presidente Renzi e alcuni nostri deputati parlare di legge elettorale, ricordo che il Presidente Renzi in più di un'occasione disse: io non ho capito qual è la vostra idea della sanità, Pag. 6riferendosi alla riforma del Titolo V della Costituzione. Allora io ribalto la domanda al Presidente, al Governo e a tutti voi: qual è la vostra idea di sanità ? Perché io vi dico che l'idea di sanità del MoVimento 5 Stelle è un'idea di sanità pubblica, è un'idea di sanità in cui il diritto di accesso alle cure è equo e universale, una sanità meritocratica dove va avanti chi è capace, una sanità dove viene abbattuto il costo della corruzione che pesa per 6 miliardi l'anno, una sanità in cui la politica sia fuori dalle nomine dirigenziali (quindi basta a nomine politiche, nomine fiduciarie, come dite voi, nomine intuitu personae), una sanità che si fondi sulla prevenzione primaria. E, quindi, abbattimento dell'inquinamento: non soglie di inquinanti atmosferici, ma neanche una molecola di benzene nell'aria, nell'ambiente e nell'acqua.
  Questa è la sanità che vuole il MoVimento 5 Stelle. Una sanità con un processo telematizzato, dove il cittadino non deve fare file infinite per accedere a diritti essenziali primari e semplicissimi da ottenere. Una medicina territoriale. Abbiamo già presentato sia una proposta di legge per la nomina dei direttori generali sia una proposta di legge per ridurre i costi della sanità. Ma questo Governo è sordo e, infatti, il Presidente Renzi di sanità non va a parlare in televisione.
  E questa riforma della pubblica amministrazione è l'esempio più eclatante di qual è la sanità che voi volete veramente, che non è una sanità pubblica, equa e universale per tutti. Infatti, quando voi mandate in pensione quasi 7 mila medici e non prevedete un turnover, significa che voi state dando un colpo d'ascia alla sanità pubblica dietro il paravento delle parole «cambio generazionale». Ma, scusate, quale cambio generazionale c’è se mando in pensione medici e non ne assumo altri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Dovrebbe essere previsto un reato per l'uso distorto delle parole perché qui non cambia niente, qui vanno solo in pensione medici e non ne vengono assunti altri. E questa idea non è solamente del MoVimento 5 Stelle, ma è condivisa anche dalle altre parti politiche. Ed è di qualche giorno fa un comunicato della UIL medici di Catania, quindi, insomma, persone con cui voi avete a che fare, rappresentanti dei sindacati, comunicato che sostiene che state giocando con la salute dei cittadini. Quindi, non sono quei pazzi del MoVimento 5 Stelle a dirlo.
  E vi do un po’ di numeri: nella sola azienda ospedaliera Cannizzaro mancano 11 infermieri al pronto soccorso, 5 infermieri e 4 ausiliari nel pronto soccorso pediatrico, 5 medici a pieno regime in ecografia di pronto soccorso. E, ancora, un medico e 3 infermieri in chirurgia plastica, 3 medici a pieno regime in anestesia e rianimazione, 6 medici e 6 infermieri alla terapia intensiva neonatale, mentre in terapia intensiva respiratoria la pianta organica imporrebbe la presenza di 5 medici, 10 infermieri e 3 fisioterapisti in più; 4 medici e 4 infermieri in neurochirurgia, un tecnico in chirurgia toracica, un medico e 2 tecnici nel centro trasfusionale. Devo continuare ?
  Allora, guardate, la vostra politica è chiarissima: voi state facendo finta di voler mantenere in vita il sistema universale di accesso alle cure. Voi state sapientemente indebolendo la sanità pubblica senza toccare, invece, gli appalti di beni e di servizi che continuano ad essere manna dal cielo per i vostri amici e per le loro imprese, che vi assicurano anche tanti bei voti quando bisogna andare a votare. E state facendo preparare il sacco per tutti i project financing che già hanno visto la costruzione di diversi ospedali in regioni come il Veneto, la Toscana e adesso l'Abruzzo. E vi state preparando per tutto il resto dell'Italia, utilizzando società di consulenza a voi vicine perché credete che in questa maniera nessuno si possa accorgere del progetto che c’è dietro la vostra intenzione di distruggere l'accesso universale alle cure.
  Il MoVimento 5 Stelle si oppone a questa idea folle di non garantire il diritto di accesso alle cure per tutti i cittadini e vi ricorda che la sanità integrativa prevederebbe, come ha detto nel suo intervento la socia dell'istituto Bruno Leoni, pur non Pag. 7condividendo io ciò che ha detto qui nel convegno sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale, il fatto che se si vuole liberalizzare si deve defiscalizzare. Invece, siccome voi avete scambiato i cittadini italiani per schiavi che vanno solo vessati e non devono avere niente in cambio, continuate a fargli pagare con un sistema di tassazione servizi che non avranno mai. E questo è un atto di ipocrisia che non è accettabile da parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. L'onorevole Attaguile ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/44.

  ANGELO ATTAGUILE. Signor Presidente, la ringrazio per avermi concesso la parola per illustrare il mio ordine del giorno che riguarda la posta elettronica e la sua importanza.
  Come previsto dall'articolo 5, commi 1 e 2, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, a partire dal 30 giugno 2013, la PEC è obbligatoria anche per tutte le imprese costituite in forma individuale, oltre che per quelle societarie, e deve essere comunicata al registro delle imprese. Le società però, purtroppo, non possono utilizzare il servizio in forma gratuita, ma devono necessariamente avvalersi di portali informatici a pagamento che gestiscono le iscrizioni e le registrazioni. Quindi, riteniamo di impegnare il Governo a mettere in atto tutte le azioni necessarie, in un periodo di così grave crisi economica, al fine di agevolare le imprese nell'assolvimento del loro obbligo di dotarsi di un indirizzo di posta certificata, offrendo gratuitamente il servizio, così come accade per i singoli cittadini.
  Ritengo che sia un ordine del giorno importante affinché si possano agevolare le imprese in un tale periodo di crisi e incentivare l'economia.

  PRESIDENTE. L'onorevole Mantero ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/78.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Mantero. Colleghi, vi invito, poiché abbiamo ancora una ventina di iscritti, a parlare fuori, cosicché chi interviene può parlare tranquillamente. Colleghi, se liberiamo l'emiciclo, per favore...onorevole Pollastrini...

  MATTEO MANTERO. L'articolo 12 si pone un obiettivo interessante, ovvero quello di favorire l'inclusione sociale dei soggetti che hanno una forma di integrazione, di sostegno al reddito, favorendo attività di volontariato sia presso associazioni che siano in qualche modo convenzionate con i comuni sia direttamente presso i servizi sociali dei comuni. Si pone lo scopo di favorire questo processo istituendo un fondo per l'anno 2014-2015, che andrà a coprire le assicurazioni obbligatorie per questi soggetti da parte delle associazioni convenzionate con i comuni.
  L'inclusione sociale dei soggetti che hanno sostegno al reddito è molto importante perché ovviamente crea un circolo virtuoso e anche una sorta di senso di partecipazione all'attività della comunità da parte di questi soggetti e quindi, in qualche modo, non li fa sentire un peso, ma un aiuto per la società, ed è quello che chiediamo in questo ordine del giorno, cioè che, consideratane l'importanza, semplicemente si riferisca alle Commissioni competenti sull'esito di questi due anni di sperimentazione e, quindi, sul numero dei soggetti interessati, sulla tipologia di attività, su quali sono i comuni in cui è stata fatta, quanti sono i soldi che sono stati spesi, perché di fatto è istituito un fondo di 10 milioni di euro, 5 milioni per il 2014 e 5 milioni per il 2015, ma non abbiamo assolutamente idea se sia sufficiente o meno. Quindi, chiediamo semplicemente che, al fine di valutare questo progetto ed eventualmente prolungarlo se, come pensiamo, si rileverà utile, alla fine del biennio si venga a riferire nella Commissione competente in merito a quali sono stati i risultati.

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  PRESIDENTE. L'onorevole Matteo Bragantini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/30.

  MATTEO BRAGANTINI. Onorevole Presidente, onorevole sottosegretario, onorevoli colleghi, questo è un ordine del giorno molto semplice, un ordine del giorno che è stato già accolto da vari Governi più d'una volta, e cosa prevede ? Prevede una cosa molto logica e molto di buonsenso.
  In pratica, ci sono tantissime aziende partecipate dagli enti locali sul territorio che, a causa del fatto che nuove società pubbliche in moltissime province sono state – penso a quelle che gestiscono l'acqua – accorpate in un ente, creando una partecipata unica per tutta la provincia o uno o due consorzi dei vari che prima erano presenti – infatti negli anni ogni comune si era creato queste società – o altre aziende di trasporti, di rifiuti e via dicendo, non hanno più motivo di esistere perché il loro core business è già stato passato in un'altra società sempre a partecipazione pubblica. Ma queste società non vengono liquidate.
  Allora, qualcuno in malafede e, magari, certe volte, anche a ragione dice: non vengono chiuse semplicemente perché così, intanto, bisogna continuamente nominare un cda, avere un presidente e via dicendo. Ma la cosa più assurda è che molte volte queste società non vengono chiuse per un semplicissimo motivo: se venissero liquidate e, dunque, venissero sciolte, il patrimonio di queste società – che magari non è andato a confluire nella newco che va a gestire i servizi per mille motivi, perché se no sarebbe stato difficile fare queste nuove newco con i vari enti locali – ritornerebbe in capo agli enti locali e dunque ai comuni e alle province. Questo, probabilmente, anzi, sicuramente – siccome il patrimonio è stato creato negli anni, in venti, trenta, quarant'anni – andrebbe a creare una plusvalenza, perché tutto il patrimonio verrebbe rivalutato e, dunque, si creerebbe una plusvalenza in confronto a quello che c’è in bilancio. Dunque, gli enti locali dovrebbero pagare, per delle proprietà che sono già loro, anche se indirettamente attraverso delle società, delle tasse allo Stato e, dunque, dovrebbero utilizzare i pochi soldi che hanno nel loro bilancio per darli allo Stato, perché semplicemente hanno abolito, hanno liquidato una partecipata che non ha più senso di esistere.
  Dunque, noi chiediamo, veramente – ed è sempre stato accolto questo ordine del giorno – di valutare una norma transitoria per dire: se entro il 31 dicembre 2015 le società a partecipazione pubblica vengono liquidate, l'eventuale plusvalenza non viene tassata. Questo andrebbe, veramente, a fare una pulizia di tutti quegli enti, quelle partecipate che non hanno più senso di esistere, e tutti lo farebbero, perché sarebbe un vantaggio per gli enti locali. Mi si dice: bisogna fare una copertura; soprattutto la Ragioneria dice: bisogna fare una copertura di questa norma. È un ragionamento che non riesco a capire: perché fare una copertura di un'entrata che non è già iscritta a bilancio e che è solo potenziale, che non si realizzerà mai, perché nessun ente comunale, nessun ente locale andrà a chiudere una partecipata per dover sborsare dei soldi allo Stato ?
  Dunque, veramente, chiedo al Governo – se mi ascolta il sottosegretario – di accogliere questo ordine del giorno; più che accoglierlo – ho già detto che è già stato accolto tre o quattro volte –, chiedo di provare a pensare a una norma transitoria in modo da eliminare quelle 8 mila e più partecipate che ci sono sul territorio; così, veramente, andremmo a fare piazza pulita di quelle che non hanno più senso di esistere. Se dopo gli enti locali, vogliono ugualmente mantenere delle partecipate che non hanno senso di esistere solo perché servono per dare aiuto o un posticino agli amici degli amici, allora, quello sì, facciamo un'altra norma per valutarlo.
  Il mio ragionamento è che dovremmo veramente dare ampia disponibilità ai comuni e far decidere loro se conviene o non conviene avere delle partecipate che possono e che devono dare dei servizi più efficienti e con costi minori per i cittadini. Pag. 9Questo succede molto spesso perché – noi siamo per lo spoil system totale – anche in questo provvedimento non avete voluto accettare che io, sindaco, venga eletto e dunque decida chi sono i miei dirigenti in comune che devono amministrare la macchina pubblica; invece, ora, io, sindaco, mi trovo dei dirigenti che magari o non hanno voglia di lavorare o, semplicemente, sono di un'altra parte politica e vogliono farmi fare brutta figura: almeno datemi la possibilità di dare servizi, qualsiasi servizio degli enti locali, attraverso delle partecipate che possono essere più efficienti e più efficaci. Se dopo io, politico, sbaglio delle persone e metto delle persone solo perché sono amiche e non perché sono competenti, dopo cinque anni la gente mi voterà per dire: sì, sei stato un bravo sindaco, sei stato un bravo amministratore, ci hai dato dei servizi a un costo decente; ma non che un politico ogni cinque anni deve essere, giustamente, votato e valutato dai cittadini, mentre i dirigenti e funzionari pubblici rimangono lì sia che siano stati bravi sia che siano stati inefficienti e rimangano lì, a meno che non facciano veramente degli errori madornali, per tutta la vita in un posto pubblico che non si meritano e dove alcune volte fanno solo danni.
  Veramente invito il Governo a valutare con attenzione questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. L'onorevole Ciprini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/58. Non è in Aula.
  L'onorevole Busin ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/32.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, questo decreto utilizza risorse che dovrebbero provenire dalla cosiddetta spending review, che ha una storia abbastanza recente, ma importante, che comincia da un lavoro fatto dall'ex ministro Giarda, poi proseguito dal commissario Bondi, nominato dal Primo Ministro Monti, per proseguire poi con l'attuale, dottor Cottarelli, che ci sta lavorando.
  Attualmente però, a fronte delle coperture previste anche dall'attuale decreto, ancora nulla si sa di questa spending review, non si sa niente sulle cifre. Sì, quelle messe a bilancio le conosciamo, sono 4,5 miliardi, ma non si sa di preciso dove verranno presi questi soldi, non si sa di preciso l'entità di questi tagli e, per stessa ammissione di uno dei partecipanti a uno dei 25 tavoli istituiti da Cottarelli, sono stati consegnati al Ministero dell'economia e delle finanze, ancora a marzo di quest'anno, 25 documenti PDF, divisi ciascuno per area di intervento, nessuno dei quali è stato pubblicato sul sito appositamente dedicato dal Parlamento alla spending review. Si tratta ovviamente di documenti importantissimi, si tratta di un intervento fondamentale per la tenuta stessa del bilancio, visto che sono stati messi in bilancio, oltre ai 4,5 miliardi di quest'anno, altri 13 per l'anno prossimo: in tutto sono oltre 17 miliardi che dovrebbero derivare da questa spending review.
  Noi chiediamo, pur lasciando intatta la discrezionalità e l'autonomia decisionale del Governo, che dovrà decidere quale priorità dare a questi interventi indicati nella spending review predisposta da Cottarelli, quali interventi e quale entità dei tagli sono da attuare per ogni singolo capitolo di spesa. A prescindere da questa autonomia, questa prerogativa che ovviamente è lasciata al Governo in toto, noi chiediamo che questi documenti vengano resi noti, per rendere coscienti e consapevoli sia i deputati sia la parte politica che vuole farsi un'idea di quale sia l'entità dei tagli e di quali siano le aree maggiormente interessate da sprechi e quindi interessate dagli interventi del Governo, sia ancora per quei cittadini che volessero approfondire l'argomento per avere una consapevolezza completa di quale sia lo stato dell'inefficienza di questa pubblica amministrazione che – oramai è opinione diffusa e generalizzata di tutte le forze politiche – è pletorica, inefficiente e va riformata profondamente con interventi decisi e strutturali.
  Per cui, fatte queste premesse, noi chiediamo – come appunto rilevato da uno di questi componenti, da un economista, che è Riccardo Puglisi, qualche Pag. 10settimana fa – che questi documenti vengano resi noti e che il Governo ci comunichi quali sono le tempistiche e l'entità dell'intervento che intende adottare sulla base di questi importanti studi che, ripeto, sono stati commissionati dal dottor Cottarelli e consegnati, quindi sono dei lavori conclusi a marzo di quest'anno.

  PRESIDENTE. L'onorevole Lombardi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/118.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno noi impegniamo il Governo ad adottare le opportune iniziative, anche legislative, affinché siano espressamente specificati i dati che gli enti di cui all'articolo 17 del presente decreto sulla pubblica amministrazione sono tenuti ad inserire nel sistema informatico predisposto dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri e quale sia – sempre in questo ordine del giorno chiediamo di specificare – la banca dati in cui inserire i dati medesimi.
  Perché questo ordine del giorno ? Noi abbiamo già lavorato sull'articolo del 17 del decreto-legge che prevedeva, nella formulazione originaria, la creazione di un sistema informatico di acquisizione di dati relativi agli enti pubblici funzionale alla loro razionalizzazione. Poi parlando, tra l'altro, con i consulenti dell'ufficio della funzione pubblica, ci siamo resi conto che quello che avevano in mente era più che altro un censimento, quindi una fotografia statica di quella che era la situazione attualmente presente.
  A noi è sembrato francamente assurdo constatare che ad oggi il Governo, i Governi passati più o meno recentemente, non abbiano mai fatto una ricognizione degli enti pubblici e che non abbiano mai unificato le banche dati delle società partecipate, ciò che rende anche l'articolo 17 del presente decreto-legge del tutto inutile, perché qui si riproduce il contenuto di norme già esistenti, peraltro senza la stessa puntualità e senza che esse siano state mai applicate nel passato o attualmente nonostante esistano.
  Qui si parla solo di acquisizione di dati e proposte da parte del Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio e non si capisce di quali dati si parli, né si parla della pubblicità di questi. Al riguardo, solo un anno fa è stato introdotta una norma, l'articolo 22 del decreto legislativo n. 33 del 2013, che chiarisce nel dettaglio quali dati le pubbliche amministrazioni siano tenute a pubblicare.
  In relazione alla trasparenza sugli enti pubblici o di interesse pubblico attualmente, secondo questo articolo 22, ciascuna amministrazione ha l'obbligo di pubblicare sul proprio sito istituzionale alcune informazioni relative agli enti vigilati, in particolare i dati, che devono essere aggiornati annualmente, riguardano l'elenco degli enti pubblici, comunque denominati, istituiti, vigilati e finanziati dalle amministrazioni medesime, ovvero per i quali le amministrazioni abbiano il potere di nomina degli amministratori dell'ente, con l'elencazione delle funzioni attribuite e delle attività svolte in favore dell'amministrazione o delle attività di servizio pubblico affidate; riguarda pure l'elenco delle società di cui detiene direttamente quote di partecipazione anche minoritaria, ad eccezione delle società quotate, indicandone l'entità, con l'indicazione delle funzioni attribuite o delle attività svolte in favore dell'amministrazione o delle attività di servizio pubblico affidate; questi dati ex articolo 22 riguardano anche l'elenco degli enti di diritto privato, comunque denominati, in controllo dell'amministrazione, con l'indicazione delle funzioni attribuite e delle attività svolte in favore dell'amministrazione o delle attività di servizio pubblico affidate.
  Le informazioni da pubblicare per ciascun ente sono relative a ragione sociale, misura dell'eventuale partecipazione all'amministrazione, durata dell'impegno, onere complessivo a qualsiasi titolo gravante per l'anno sul bilancio dell'amministrazione, numero dei rappresentanti dell'amministrazione negli organi di governo, trattamento economico complessivo, risultati di bilancio degli ultimi tre esercizi Pag. 11finanziari. Sono altresì – o meglio, dovrebbero essere – pubblicati i dati relativi agli incarichi di amministratore dell'ente e il relativo trattamento economico complessivo. Lo stesso articolo 22 al comma 4 sanziona le amministrazioni inadempienti con il divieto per le stesse di erogare denaro nei confronti degli enti in relazione ai quali si ometta di pubblicare i dati richiesti dalla legge. Peccato che questo articolo 22, nonostante sia più di un anno che sia in vigore, non sia stato finora applicato e la maggior parte delle pubbliche amministrazioni sia inadempiente.
  Questo articolo 17 del decreto-legge, così come originariamente formulato e in parte come formulato anche adesso dopo l'accoglimento dell'emendamento a mia prima firma, è comunque incompleto nella elencazione dei dati, non recependo neanche in maniera esplicita i dati previsti dall'articolo 22 del decreto legislativo sulla trasparenza.
  Obiettivo, quindi, di questo ordine del giorno è di istituire in tempi brevi una banca dati nazionale in cui il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri inserisca tutti quei dati che le pubbliche amministrazioni, in base a norme già esistenti ma purtroppo disattese, sono tenute a pubblicare cadenzialmente.

  PRESIDENTE. L'onorevole Caparini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/38, che, però, non vedo in Aula, quindi s'intende che abbia rinunziato.
  L'onorevole Baroni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/79.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, a questo ordine del giorno teniamo particolarmente, lo illustro molto brevemente per far capire ai miei colleghi d'Aula la sua importanza. Parliamo del decreto legislativo n. 33 e del decreto legislativo n. 39. Il primo in materia di trasparenza delle pubbliche amministrazioni, a cui si devono adeguare con tutta una serie di norme tra cui la pubblicazione sul proprio sito Internet di tutta una serie di dati che fino a poco tempo fa venivano considerati sensibili e che ora invece fortunatamente consideriamo un bene comune, cioè la trasparenza in materia di soldi pubblici e in materia anche di nomine a carattere pubblico. Il secondo, il decreto legislativo n. 39, riguarda l'inconferibilità e l'incompatibilità di incarichi.
  Ebbene, questi due decreti legislativi sono quelli attuativi della legge n. 190, la cosiddetta legge anticorruzione, che probabilmente è stata una delle leggi volute dal Governo Monti, ma che è stata di fatto «azzoppata» nel momento della negoziazione con alcune parti politiche.
  Infatti, nella legge anticorruzione, come lei sa bene, Ministro Madia – scusi, Presidente, faccio finire il Ministro Madia di parlare – non abbiamo la reintroduzione del falso in bilancio, manca il reato di autoriciclaggio, non è stata ripristinata la prescrizione del reato entro i termini, prima che venisse, diciamo, accorciata, la cosiddetta prescrizione breve; per cui ci sono stati tutta una serie di accordi nel momento in cui è stata voluta questa legge che impedivano di fare una vera legge sull'anticorruzione, perché una legge sull'anticorruzione è una legge fondamentalmente sul conflitto di interessi.
  Ebbene, abbiamo visto che anche dopo che è stata approvata questa legge è stata «azzoppata» successivamente in altri decreti, per cui abbiamo l'Anac, l'Anticorruzione con Cantone che, di fatto, ha avuto delle promesse che sono state fatte dal Governo Renzi, ma evidentemente Renzi gioca su troppi tavoli ed è costretto a fare promesse autoescludentesi tra loro, mi pare, quindi, che il magistrato Cantone in questo momento sia rimasto con il cerino in mano: di fatto ha un ente che prevedeva prima del decreto «del fare» tutta una serie di prerogative per poter costringere alcuni senatori e alcuni deputati a lasciare doppi e tripli incarichi – ad esempio, consigliere comunale o sindaco e contemporaneamente deputato – adesso, però, non ha più questa facoltà.Pag. 12
  Quindi, rispetto a questo ordine del giorno, noi chiediamo la piena applicazione del decreto legislativo n. 33 in maniera di trasparenza, Ministro Madia. Sarebbe importante che lei ascoltasse: so che c’è un capannello vicino a lei...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa: se lasciamo libero il banco del Governo. Però, onorevole Baroni...

  MASSIMO ENRICO BARONI. ... in quanto alle 23, un'ora prima delle scadenza in Commissione affari costituzionali, è arrivato l'ennesimo emendamento da parte del relatore Fiano che ha ulteriormente indebolito la legge anticorruzione la quale si applica anche a tutti quegli ordini professionali: stiamo parlando di un 15 per cento del PIL, un volume d'affari che parla di 196 miliardi; solo dagli iscritti agli ordini professionali, Ministro, si ha un incasso pari a 600 milioni di euro che deriva appunto dalla sola tassa di iscrizione all'albo, che è obbligatoria per legge.
  Quindi, nel momento in cui parliamo di corruzione, noi parliamo di conflitti di interessi e sarebbe un elenco troppo lungo quello delle doppie, delle triple, delle quadruple e delle quintuple poltrone di chi siede ai vertici degli ordini professionali, in particolare di tipo sanitario e sappiamo bene di che cosa stiamo parlando. Ebbene, noi avevamo preparato questo ordine del giorno prima...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Baroni.

  MASSIMO ENRICO BARONI. ... prima che il relatore Fiano infilasse questo emendamento con il suo consenso. Questo emendamento permette di ricandidarsi a tutte quelle persone iscritte agli ordini professionali che sono andate in pensione. Quindi, complimenti per la gerontocrazia spinta che questo Governo sta portando avanti. Ne sentirete riparlare. Cerchi di vigilare Ministro Madia: non si distragga (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. L'onorevole Sarti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/57, ma non è in Aula, quindi, s'intende che abbia rinunciato.
  L'onorevole Grimoldi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/36.

  PAOLO GRIMOLDI. Grazie Presidente, con il mio ordine del giorno sono a richiedere che da parte del Governo ci sia un impegno a derogare sulla questione del turnover per le forze dell'ordine. Noi registriamo con apprezzamento gli sforzi fatti per combattere tutto quello che di illegale può essere connesso alle opere in vista dell'Expo di Milano, ma proprio per l'importanza di questo evento noi crediamo che sul comparto delle forze dell'ordine serva avere un minimo di elasticità. Se noi blocchiamo il turnover e non diamo al territorio, che sarà oggetto dell'evento internazionale dell'Expo, gli uomini, i mezzi e le risorse per controllare ogni ambito della legalità e della sicurezza, noi sicuramente commettiamo un errore e rendiamo vani gli sforzi compiuti per combattere tutto quello che di illegale finora abbiamo visto.
  Le porto anche un esempio, perché non parliamo solo di Polizia e di carabinieri; parliamo anche del Corpo dei vigili del fuoco. In tutte quante le cittadine della provincia di Milano e, più in generale, della Lombardia e del Nord, il Corpo dei vigili del fuoco, considerando questi soprattutto con riguardo ai permanenti del Corpo – e il capogruppo Rosato, che sta parlando con il Governo lo sa bene, perché fece il sottosegretario e conosce l'argomento –, si sa bene quanti sono i vigili del fuoco al Nord (parliamo dei permanenti), in città di pari popolazioni: per esempio, io sono di Monza e ci sono 44 vigili del fuoco permanenti. Nelle città del Sud, a parità di popolazione, ce ne sono 144. Allora, c’è un problema di presenza e di organico non sufficiente al Nord. Per quale motivo sinora la situazione si è riusciti comunque a gestirla ? Perché al Nord sono presenti i vigili del fuoco volontari, che non sono presenti nel centro-Pag. 13sud del Paese. Però, è ovvio che questa situazione diventa insostenibile in vista dell'Expo. Che cosa facciamo ? Rischiamo di non avere uomini sufficienti, laddove si terrà l'esposizione internazionale, perché c’è una ripartizione nazionale che penalizza le città del Nord ?
  Questo vale per gli uomini, ma vale anche per i mezzi. Chi si è occupato del tema sa benissimo che tutti i distaccamenti dei vigili del fuoco del centro-nord fanno un po’ la corte ai vigili del fuoco del Trentino, i quali hanno la disponibilità economica per cambiare i mezzi ogni cinque, dieci anni, a differenza, che so, dei distaccamenti della Lombardia, dove ci sono mezzi che hanno 35-40 anni. Quindi, quando i mezzi della regione Trentino, dei vigili del fuoco, in questo caso del Trentino che più che permanenti sono quasi esclusivamente volontari, vengono dismessi vengono, spesso e volentieri, regalati ai distaccamenti di altre regioni.
  Capite bene che per quanto riguarda l'Expo non possiamo fare un evento internazionale sperando che la generosità dei trentini vada a quei comuni e a quei distaccamenti limitrofi alla sede dell'esposizione internazionale. Noi dobbiamo cercare di mettere in campo le risorse per garantire il massimo della sicurezza, sia per quanto riguarda l'illegalità sia per la sicurezza vera e propria che, per esempio, il Corpo dei vigili del fuoco ovviamente è predisposto a guardare, a osservare e a tutelare. Quindi, noi chiediamo che venga fatta una deroga al blocco del turnover per Polizia, carabinieri e vigili del fuoco, proprio per dare la possibilità di intervenire con maggiore attenzione sull'esposizione internazionale.
  I dati, tra l'altro, sono lì a dimostrare che ormai le infiltrazioni della criminalità organizzata non sono un qualcosa che riguarda esclusivamente il Sud. Ne sappiamo qualcosa ormai in ogni provincia del Nord. Qualche tempo fa abbiamo visto anche riunioni, incontri della malavita organizzata in sedi paraistituzionali, in stabili di proprietà di amministrazioni comunali, filmati dalle forze dell'ordine. Quindi, è evidente che serve un'attenzione maggiore e proprio per la necessità di questa attenzione maggiore, contestuale all'Expo, non possiamo bloccare la presenza di forze dell'ordine, di Polizia, carabinieri e vigili del fuoco lì, nei territori più a rischio per questo tipo di illegalità e di mancanza di sicurezza.

  PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Colletti rinuncia ad illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/56.
  L'onorevole Guidesi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/46.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, ho presentato un ordine del giorno relativamente all'articolo 1-bis – il famoso articolo che riguarda «quota 96», per cui parte degli esodati della scuola –, perché durante la discussione in Commissione bilancio è avvenuta una cosa che non so se abbia mai avuto precedenti. Mi riferisco al fatto che la Commissione bilancio abbia dato parere favorevole a questo articolo e alla copertura di quest'articolo ed il Governo invece abbia dato parere contrario.
  Con il nostro ordine del giorno noi siamo ad impegnare il Governo affinché accerti e certifichi la capacità di copertura di quest'articolo, in maniera tale da non trovarsi di fronte in un prossimo futuro ad un'eventuale richiesta di ulteriori coperture, che potrebbero poi incidere su ennesimi tagli agli enti locali.
  Questo perché ? Perché, Presidente, la proposta emendativa con la quale è stato inserito l'articolo 1-bis, quello di «quota 96», è stata avanzata dalla Commissione bilancio, su garanzia del presidente della Commissione bilancio, che aveva garantito che la copertura ci fosse e che non ci sarebbero stati dei problemi, ma che soprattutto rispecchiava le stesse identiche coperture di tutto il resto del provvedimento, che è coperto, gran parte, attraverso il recupero di risorse dalla spending review.
  Credo che la cosa cada a pennello, come si suole dire, visto che ieri il commissario alla spending review ha denunciato – e la ritengo una denuncia abbastanza Pag. 14forte rispetto ai lavori di questa Camera e soprattutto della Commissione bilancio – l'improvvido utilizzo di circa un miliardo 600 milioni di risorse, che dovrebbero arrivare dalla spending review, già utilizzate, ma che ad oggi non ci sono e che nessuno di noi sa se ci saranno o non ci saranno. Ovvio che in un bilancio privatistico questo si tratterebbe di un cosiddetto falso in bilancio.
  Noi chiediamo, quindi, con questo ordine del giorno che si certifichi da parte del Governo la copertura, che si assicuri da parte del Governo la copertura, senza ulteriori richieste di copertura o di tagli.
  Colgo l'occasione anche perché noi, come gruppo, chiederemo l'intervento dell'ufficio di bilancio del Parlamento, il neo-costituito ufficio di bilancio del Parlamento, perché si chiarisca questa diatriba. Infatti siamo estremamente convinti – e l'avevamo detto dieci giorni fa in una dichiarazione rispetto ad un altro provvedimento – che quello che dice il dottor Cottarelli è assolutamente vero. Indi per cui, chiediamo un chiarimento – prima di arrivare ad un concreto rischio su tutto ciò che è stato coperto con le risorse che arriveranno dalla spending review, ma che ad oggi ancora non sono arrivate – se ciò che dice Cottarelli sia vero; il rischio è che quel miliardo e 600 milioni (almeno quel miliardo e 600 milioni !) debbano essere trovati in una manovra ad ottobre o quando e se ci sarà questa manovra.
  Per cui noi chiediamo chiarezza al Governo e lo facciamo attraverso un organo che è stato istituito proprio per questo motivo, perché un conto è comunicare bene ed un conto è fare le cose nella maniera giusta e fare le cose che non portino ulteriori rischi ai cittadini che pensiamo siano già abbastanza surclassati.

  PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Luigi Gallo rinuncia ad illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/53.
  L'onorevole Invernizzi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/31.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno noi chiediamo che il Governo attenzioni una situazione che potrebbe essere prodotta, visto alcuni effetti che il decreto-legge sicuramente, in qualche modo, comporterà. Ci riferiamo, ovviamente, all'aumento generalizzato del contributo unificato per l'iscrizione a ruolo nel processo civile, che viene previsto dal decreto-legge in esame per compensare alcune minori entrate derivanti da alcuni articoli dello stesso.
  Il problema è che la soglia minima viene portata a 43 euro, con il risultato, quindi, che nel ricorso per alcune tipologie di contenzioso con l'amministrazione pubblica, ad esempio, una contravvenzione di pochi euro, di poche decine di euro, diciamo 50 euro, in questo caso, l'entità del contributo equivale quasi alla cifra contestata. Gli effetti distorsivi insiti in un provvedimento di questo tipo sono, direi, autoevidenti: c’è il rischio che venga meno la possibilità per il cittadino di fare ricorso, soprattutto in questi momenti in cui sappiamo tutti la situazione finanziaria degli enti locali a che punto è arrivata.
  Sappiamo anche tutti che, forse, con l'arrivo della bella stagione, alcuni enti sono portati ad utilizzare alcuni strumenti proprio per fare cassa, non tanto, invece, come dovrebbe essere, ad esempio, per garantire la sicurezza stradale. Riteniamo, comunque, che questa sia una delle pochissime armi in mano al cittadino: se è vero, come è vero, che gli enti locali sono sicuramente bersagliati da tutta una serie di interventi finalizzati a garantirne sempre meno la possibilità di autosostentamento finanziario, se questo è vero per gli enti locali, a maggior ragione, è vero per i cittadini, che, quindi, anche di fronte, ripetiamo, ad effetti distorsivi dell'utilizzo di alcuni strumenti – basti citare l'autovelox – avevano la possibilità di fare ricorso. Ebbene, dopo questa previsione, tale possibilità viene fortemente incrinata, perché pagare 43 euro per fare ricorso, a fronte, ad esempio, di una sanzione di 50 euro, quanto meno, è sicuramente inutile.
  Chiediamo, pertanto, al Governo che, comunque, questa situazione venga monitorata e che, qualora vengano ravvisate delle distorsioni, venga tempestivamente Pag. 15rivista la disposizione in esame, perché – lo ripetiamo – è fondamentale capire che, se è vero che la situazione della finanza pubblica è sotto gli occhi di tutti e ci sarà occasione anche – anzi, sicuramente, ci sarà occasione – per tornare su un argomento di questo tipo affrontando tutta una serie di altri argomenti, che sicuramente a breve come Camera dei deputati saremo chiamati ad esaminare, dobbiamo ricordarci anche che, alla fine, il problema ricade interamente sulle spalle del già esasperato cittadino, del contribuente già in gravissime difficoltà.
  Pertanto, lo vedete, questo è un ordine del giorno sicuramente non ideologico, non ha nemmeno alcun fine ostruzionistico, ma riteniamo fondamentale, soprattutto in questi momenti, porre l'attenzione su ciò che potrebbe avvenire. Lo ripetiamo: il diritto al ricorso da parte del cittadino nei confronti di alcuni atti amministrativi, che, in alcuni casi, travalicano il normale rapporto che dovrebbe esserci tra Stato e cittadino, è un diritto sacrosanto, è un diritto che comunque deve essere garantito.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  CRISTIAN INVERNIZZI. In questo caso, le esigenze di cassa vengono dopo il diritto principale del cittadino, che è quello di poter resistere, quello di poter chiamare in causa l'amministrazione pubblica, qualora questa non dovesse comportarsi in un modo civile, in un modo necessariamente e principalmente di rispetto nei confronti dello stesso cittadino contribuente. Speriamo, pertanto, che su questo ordine del giorno il Governo possa dare parere positivo.

  PRESIDENTE. L'onorevole Lorefice ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/74.

  MARIALUCIA LOREFICE. Signor Presidente, all'interno del cosiddetto «decreto-legge pubblica amministrazione» è stato improvvisamente inserito un emendamento che propone di risolvere la lunga e tormentata vicenda delle vittime del sangue infetto e dei vaccini. Per chi ancora non conoscesse questa storia drammatica, si tratta di migliaia di persone che, tra gli anni Sessanta e Ottanta, si sono ammalate a causa di trasfusioni anche occasionali di sangue infetto, per aver fatto uso di emoderivati anch'essi infetti o per avere fatto dei vaccini che ne hanno irrimediabilmente compromesso la salute. La responsabilità di tutto ciò è certamente della negligenza dello Stato, mentre le singole responsabilità sono ancora da accertare e un processo in corso le stabilirà.
  Negli anni, le vittime hanno dovuto avviare procedimenti giudiziari nei confronti del Ministero, che forse, conscio delle sue colpe, propone ad un certo punto di risolvere la questione in via extragiudiziale, ovvero proponendo un accordo, una transazione, purché le vittime rinunciassero alle cause che avevano già avviato. Ma, ad un certo punto, oltre al danno, anche la beffa. Sì, perché oltre al fatto di essersi ammalati laddove avrebbero dovuto essere salvaguardati nella salute, sono stati presi anche in giro. Sono stati presi in giro dal Ministero della salute che, con la scusa di risolvere la vicenda con un equo risarcimento, riesce infatti a convincere le vittime a rinunciare ai procedimenti giudiziari già avviati; ad un certo punto, però, nel 2012, con un decreto, il cosiddetto «decreto moduli», esclude dalla transazione tantissime vittime, perché impone inspiegabilmente dei limiti di prescrizione non previsti dalla legge. Vengono prese in giro dal Governo che continua, appunto, a farlo, perché pretende di chiudere questa triste vicenda con 100 mila euro per le vittime del sangue infetto e con 20 mila euro per le vittime dei vaccini.
  E vengono prese in giro anche dal Partito Democratico, che, se da una parte critica gli indennizzi che sono troppo bassi, al momento di votare in Commissione affari costituzionali, boccia, insieme al Governo, i nostri subemendamenti, che chiedevano di aumentare le somme, toglievano i limiti di prescrizione e indicavano dove trovare le risorse, perché a noi risulta che dal 2008 ad oggi circa 2 Pag. 16miliardi di euro dovrebbero essere stati accantonati. Se così non fosse, il problema non sarebbe tanto la bugia che è stata detta a noi dai funzionari del Ministero, ma l'ennesima presa in giro nei confronti di coloro che hanno confidato in questo Governo e nella maggioranza, perché sono stati pugnalati da una maggioranza che per l'ennesima volta dimostra di avere altre priorità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Con questo ordine del giorno chiediamo un impegno ben preciso al Governo: eliminare, con il decreto-legge n. 90 del 24 giugno 2014, i limiti di prescrizione previsti dal citato «decreto moduli», in particolare all'articolo 5, comma 1, lettere a) e b), e comma 2. Infatti, il suddetto decreto ministeriale del 4 maggio 2012, all'articolo 5, introduce quelli che poco fa avevo appunto sottolineato fossero i limiti di prescrizione. Il primo, al comma 1, alla lettera a), prevede che i danneggiati ancora in vita possano fare domanda per accedere alle transazioni entro cinque anni dalla presentazione della domanda per l'indennizzo di cui alla legge n. 210 del 1992; il secondo, alla lettera b), prevede che gli eredi dei deceduti abbiano invece a disposizione dieci anni per fare domanda. In entrambi i casi, però, il termine è troppo breve, in quanto il diritto da tutelare è il diritto alla salute, alla vita, diritto troppo importante per farlo prescrivere in un tempo così breve. E nel nostro ordinamento sono previsti termini ben più lunghi, ad esempio dieci anni, per i diritti meno importanti. Il comma 2, invece, riguarda il limite temporale del 24 luglio del 1978, secondo il quale i soggetti che hanno subito l'evento trasfusionale dopo questa data possono presentare domanda per accedere alle transazioni. Questo termine prescrizionale è del tutto illogico e non fondato scientificamente, perché questa data si riferisce alla data di emanazione della circolare ministeriale n. 68, che aveva reso obbligatoria la ricerca dell'antigene dell'epatite B nel sangue e negli emoderivati.
  Il comma 2, in pratica, esclude dalla transazione coloro che si sono ammalati prima del 24 luglio 1978. Forse prima di quella data non si conosceva il test, ma la malattia la si conosceva; e già il fatto che alcune vittime hanno vinto cause mosse nei confronti del Ministero, testimonia il fatto che quella data non può essere considerata un discriminante.
  Quindi ci sono delle sentenze che parlano chiaro ! Noi vi invitiamo, Governo, ad esprimere parere favorevole a questo ordine del giorno: non fatelo per noi, ma fatelo per le vittime. Lo Stato non può essere un nemico: deve proteggere i malati che chiedono giustizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. L'onorevole Marcolin ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno 9/2486-AR/37.

  MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, con questo ordine del giorno noi vorremmo che il Governo si impegnasse a presentare una relazione sulla riorganizzazione dell'area tecnico-industriale della difesa: in ragione di una spending review, non si capisce come invece, derogando proprio a questa, questi arsenali di fatto non vengano smantellati, ma vengano anche implementati, vengano considerati come risorsa. Osservo come la Corte dei conti abbia resa nota l'avvenuta demilitarizzazione dell'Agenzia Industrie Difesa, senza che questa sia stata chiarita, perché è in discussione qui la capacità di mantenere un'efficienza di un parco di materiali, di armi, che è sottoposto ad usura, su teatri spesso difficili, come quello afgano o iracheno. Sottolineo quindi come il destino dell'area tecnico-industriale della difesa meriti effettivamente un dibattito più approfondito.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,51).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di Pag. 17preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

TESTO AGGIORNATO AL 01 OTTOBRE 2007

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2486-A/R)

  PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/162.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, come ho avuto modo di dire ieri sera nella dichiarazione di voto, una delle poche note stonate di questo provvedimento, peraltro molto pregevole, è l'elemento di discrezionalità che viene lasciato in capo ai direttori generali delle amministrazioni delle aziende sanitarie per quanto riguarda l'identificazione dei soggetti che dovrebbero essere collocati in pensione al raggiungimento dei requisiti previsti da questo provvedimento.
  Credo che l'elemento di discrezionalità, se da un lato sia in qualche modo parte integrante di una concezione cosiddetta aziendalistica del sistema sanitario, dall'altro lato tuttavia, per quello che è stata l'esperienza anche di questi anni, rischia di finire per produrre in una struttura i cui vertici sono comunque anch'essi inestricabilmente politicizzati, un ulteriore elemento di distorsione del sistema, perché rischia in buona sostanza di far sì che alla fine della carriera alcune persone verranno giudicate, più che sulla loro competenza e sulla loro qualità tecnico-scientifica, sul grado di fedeltà, per così dire, all'amministrazione. Di tutto il nostro Sistema sanitario ha bisogno, fuorché di incrementare una platea di laudatores o peggio ancora di servitori acritici, i quali, invece di fare il bene del sistema, finiranno per togliere l'elemento di contrappeso alle scelte di una direzione generale che avrebbe invece bisogno proprio delle critiche e di questi contrappesi.
  È per questo che il senso di questo ordine del giorno è proprio quello di ridurre questa possibilità di discrezionalità, o quantomeno fare in modo che i criteri in base ai quali viene decisa la sostituzione di una persona, la riorganizzazione del sistema che rende questo necessario, siano resi espliciti attraverso motivazioni scritte ed analiticamente presentate, affinché appunto i margini di eventuale privilegio o di eventuale favoritismo, e viceversa i margini invece di eventuale punizione che purtroppo potrebbero verificarsi e che andrebbero ad aggiungersi ai molti già prodottisi in passato, vengano ad essere ridotti.
  Io invito, pertanto, il Governo ad esprimere parere favorevole su questo ordine del giorno che, ripeto, pur rispettando l'impianto generale del sistema, vuole aumentarne la trasparenza per ridurre il livello di discrezionalità.

  PRESIDENTE. L'onorevole Dall'Osso ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/77.

  MATTEO DALL'OSSO. Signor Presidente, vorrei rivolgermi a lei, per rivolgermi a tutta l'Aula, non voglio sembrare maleducato verso nessuno, dico semplicemente: immaginatevi di andare in ospedale e di aver bisogno di una trasfusione di sangue. Poi si va a casa felici e sereni e la vostra vita viene, non dico spezzata, ma stravolta: il sangue era infetto. Dopo si accende la televisione e si vedono gli indagati, i condannati. Io ero bambino, Presidente, quando sentivo parlare di Poggiolini, a cui furono trovati dobloni d'oro in casa.
  Questo mio ordine del giorno, che veramente è condiviso da tutta l'Aula e quindi è per questo che chiedo di votarlo favorevolmente, chiede di dare maggiori fondi a chi è stato danneggiato, in particolare per i danneggiati da trasfusione di sangue infetto una cifra non inferiore a 200.000 euro, per i danneggiati da somministrazione di emoderivati infetti non inferiore a 300.000 mila euro, e non inferiore a 60.000 euro per i danneggiati da Pag. 18vaccinazioni obbligatorie. Quindi, è veramente un ordine del giorno che spero sia condiviso con tutti, perché veramente ero bambino quando sentivo che venivano trovati i dobloni d'oro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Aveva chiesto di intervenire l'onorevole Cirielli che, però, al momento, non sembra essere presente.
  A questo punto, avverto che l'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2486-AR/96 è stato ritirato dal presentatore.
  Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Catanoso Genoese n. 9/2486-AR/1.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Fiorio n. 9/2486-AR/2 è stato dichiarato inammissibile

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Di Gioia n. 9/2486-AR/3, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Tullo n. 9/2486-AR/4, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole «ad assumere» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di assumere».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Roberta Agostini n. 9/2486-AR/5 e Lenzi n. 9/2486-AR/6.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Sbrollini n. 9/2486-AR/7 è stato dichiarato inammissibile

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Berretta n. 9/2486-AR/8, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Piso n. 9/2486-AR/9.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Di Lello n. 9/2486-AR/10, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Faenzi n. 9/2486-AR/11 e Riccardo Gallo n. 9/2486-AR/12.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Iacono n. 9/2486-AR/13 mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Piccione n. 9/2486-AR/14.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Marazziti n. 9/2486-AR/15, a condizione che il dispositivo sia riformulato espungendo le parole «per almeno un anno» e aggiungendo, prima delle parole «prevedere a breve un precorso di stabilizzazione (...)», le parole «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Binetti n. 9/2486-AR/16.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Tentori n. 9/2486-AR/17 è stato dichiarato inammissibile

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Coccia n. 9/2486-AR/18, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Maestri n. 9/2486-AR/19.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Baruffi n. 9/2486-AR/20, a condizione che il dispositivo sia riformulato, aggiungendo le parole «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Bruno Bossio n. 9/2486-AR/21 e Censore n. 9/2486-AR/22; esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Bargero n. 9/2486-AR/23, Garofalo n. 9/2486-AR/24 e Scanu n. 9/2486-AR/25; esprime parere contrario sull'ordine del giorno Vezzali n. 9/2486-AR/26; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mazziotti Di Celso n. 9/2486-AR/27; accoglie Pag. 19come raccomandazione l'ordine del giorno Balduzzi n. 9/2486-AR/28; esprime parere contrario sull'ordine del giorno Tacconi n. 9/2486-AR/29; esprime parere favorevole con riformulazione sull'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/2486-AR/30, aggiungendo dopo la parola: «introdurre», le seguenti parole «compatibilmente con i vincoli di bilancio»; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2486-AR/31, ma solo l'impegno non le premesse; sull'ordine del giorno Busin n. 9/2486-AR/32 esprime parere favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo ad individuare le modalità attraverso le quali rendere noti»; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Rondini n. 9/2486-AR/33 con la riformulazione: «di valutare l'opportunità»; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Molteni n. 9/2486-AR/35 con la riformulazione: «di valutare l'opportunità»; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2486-AR/36 con la riformulazione: «di valutare l'opportunità»; esprime parere contrario sugli ordini del giorno Marcolin n. 9/2486-AR/37, Caparini n. 9/2486-AR/38 e Allasia n. 9/2486-AR/40; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2486-AR/41 con la riformulazione: «di valutare l'opportunità»; esprime parere contrario sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/2486-AR/42; sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/2486-AR/43 ci rimettiamo all'Assemblea; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Attaguile n. 9/2486-AR/44 con la riformulazione: «di valutare l'opportunità»; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Simonetti n. 9/2486-AR/45 con la riformulazione: «di valutare l'opportunità»; esprime parere contrario sugli ordini del giorno Guidesi n. 9/2486-AR/46 e Polverini n. 9/2486-AR/47; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Dorina Bianchi n. 9/2486-AR/48; accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Misuraca n. 9/2486-AR/49 e Tancredi n. 9/2486-AR/50; esprime parere contrario sugli ordini del giorno Leone n. 9/2486-AR/51, Luigi Gallo n. 9/2486-AR/53 e Mannino n. 9/2486-AR/54; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Bonafede n. 9/2486-AR/55 con la riformulazione: «di valutare l'opportunità»; esprime parere contrario sull'ordine del giorno Colletti n. 9/2486-AR/56; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Sarti n. 9/2486-AR/57; esprime parere contrario sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/2486-AR/58; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2486-AR/59 con la riformulazione: «di valutare l'opportunità»; sull'ordine del giorno Barbanti n. 9/2486-AR/60 esprime parere favorevole con la riformulazione che sopprime all'inizio dell'impegno le parole «anche di carattere normativo» e sopprime le lettere a), b) e c), quindi lasciamo solo la lettera d); esprime parere contrario sull'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2486-AR/61; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2486-AR/62 con la riformulazione: «valutare l'opportunità di», esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/2486-AR/63; esprime parere contrario sugli ordini del giorno Cominardi n. 9/2486-AR/64, Bechis n. 9/2486-AR/65, Marzana n. 9/2486-AR/66, Rostellato n. 9/2486-AR/67, Rizzetto n. 9/2486-AR/68 e Gallinella n. 9/2486-AR/69; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Del Grosso n. 9/2486-AR/70; esprime parere contrario sugli ordini del giorno Castelli n. 9/2486-AR/71, Caso n. 9/2486-AR/72, Di Vita n. 9/2486-AR/73 e Lorefice n. 9/2486-AR/74; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cecconi n. 9/2486-AR/75 con la riformulazione: «di valutare l'opportunità di» e dopo le parole: «Servizio sanitario nazionale» aggiungiamo le parole: «nel rispetto dei vincoli di bilancio».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2486-AR/76, a condizione che sia riformulato fermandoci alle parole: «dicembre 2015». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2486-AR/77, a condizione che sia riformulato Pag. 20aggiungendo le parole: «valutare l'opportunità di» e fermandoci alla parola: «27-bis».

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mantero n. 9/2486-AR/78, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Baroni n. 9/2486-AR/79, a condizione che sia riformulato aggiungendo le parole: «valutare l'opportunità di» ed eliminando il secondo impegno. Quindi, ci fermiamo alla parola: «incarichi». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Grillo n. 9/2486-AR/80, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2486-AR/81, a condizione che sia riformulato aggiungendo dopo la parola: «economica» le seguenti parole: «nel rispetto dei limiti di bilancio». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Micillo n. 9/2486-AR/82, a condizione che sia riformulato aggiungendo dopo la parola: «dirigenti» le seguenti parole: «a tempo indeterminato». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Sorial n. 9/2486-AR/83, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Cozzolino n. 9/2486-AR/84. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Battelli n. 9/2486-AR/85, a condizione che sia riformulato aggiungendo le parole: «valutare l'opportunità di», mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Simone Valente n. 9/2486-AR/86. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Brescia n. 9/2486-AR/87, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Vacca n. 9/2486-AR/88, a condizione che sia riformulato aggiungendo le parole: «valutare l'opportunità di». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno D'Uva n. 9/2486-AR/89.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Segoni n. 9/2486-AR/90 è inammissibile.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Villarosa n. 9/2486-AR/91 e Sibilia n. 9/2486-AR/92, mentre esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Nicola Bianchi n. 9/2486-AR/93 e Paolo Nicolò Romano n. 9/2486-AR/94. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2486-AR/95.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2486-AR/96 è ritirato.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2486-AR/97, mentre esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Busto n. 9/2486-AR/98 e Benedetti n. 9/2486-AR/99. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Vallascas n. 9/2486-AR/100, Toninelli n. 9/2486-AR/101, Cancelleri n. 9/2486-AR/102, Alberti n. 9/2486-AR/103 e Pisano n. 9/2486-AR/104. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pesco n. 9/2486-AR/105, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Spessotto n. 9/2486-AR/106. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ruocco n. 9/2486-AR/107, mentre esprime parere contrario sugli ordini del giorno Petraroli n. 9/2486-AR/108, D'Incà n. 9/2486-AR/109, Carinelli n. 9/2486-AR/110, Nuti n. 9/2486-AR/111 e Dieni n. 9/2486-AR/112. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ferraresi n. 9/2486-AR/113, mentre esprime parere contrario sugli ordini del giorno Colonnese n. 9/2486-AR/114, D'Ambrosio n. 9/2486-AR/115, Fraccaro n. 9/2486-AR/116 e Dadone n. 9/2486-AR/117. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Lombardi n. 9/2486-AR/118, mentre esprime parere contrario sugli ordini del giorno Businarolo n. 9/2486-AR/119 e Agostinelli n. 9/2486-AR/120. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pag. 21Turco n. 9/2486-AR/121, a condizione che sia riformulato aggiungendo le parole: «valutare l'opportunità di», mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Fitzgerald Nissoli n. 9/2486-AR/122. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Buttiglione n. 9/2486-AR/123, a condizione che sia riformulato eliminando le parole: «anche di tipo normativo», mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Scotto n. 9/2486-AR/124. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Ricciatti n. 9/2486-AR/125, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2486-AR/126, a condizione che sia riformulato aggiungendo, nei due periodi dell'impegno, le parole: «valutare l'opportunità di». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2486-AR/127, a condizione che sia riformulato aggiungendo, all'inizio dei due impegni, le parole: «valutare l'opportunità di» e «rispettando i vincoli di bilancio». Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Airaudo n. 9/2486-AR/128 e Placido n. 9/2486-AR/129, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Paglia n. 9/2486-AR/130, a condizione che sia riformulato aggiungendo le parole: «valutare l'opportunità di». Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Sannicandro n. 9/2486-AR/131 e Nicchi n. 9/2486-AR/132.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Zaratti n. 9/2486-AR/133 è inammissibile.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Fabbri n. 9/2486-AR/134 e Gnecchi n. 9/2486-AR/135, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Gregori n. 9/2486-AR/136. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Albanella n. 9/2486-AR/137, a condizione che sia riformulato aggiungendo le parole: «valutare l'opportunità di».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Ferranti n. 9/2486-AR/138 e Verini n. 9/2486-AR/139. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Rubinato n. 9/2486-AR/140 purché sia riformulato aggiungendo «a valutare l'opportunità di» in tutti gli inizi degli impegni. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bonaccorsi n. 9/2486-AR/141 purché sia riformulato aggiungendo nell'impegno «a valutare l'opportunità di».
   Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Migliore n. 9/2486-AR/142, Di Salvo n. 9/2486-AR/143 e Brunetta n. 9/2486-AR/144 purché siano riformulati aggiungendo «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Laffranco n. 9/2486-AR/145 e Abrignani n. 9/2486-AR/146.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Gelmini n. 9/2486-AR/147 purché sia riformulato aggiungendo in tutti gli impegni «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Latronico n. 9/2486-AR/148.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Chiarelli n. 9/2486-AR/149 e Russo n. 9/2486/AR/150 purché siano riformulati aggiungendo in tutti gli impegni «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Marotta n. 9/2486-AR/151 e Sandra Savino n. 9/2486-AR/152.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Palese n. 9/2496-AR/153 purché sia riformulato aggiungendo «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Palmieri n. 9/2486-AR/154.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Centemero n. 9/2486-AR/155 purché sia riformulato aggiungendo «a valutare l'opportunità di».Pag. 22
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Rampelli n. 9/2486-AR/156, La Russa n. 9/2486-AR/157 e Caruso n. 9/2486-AR/158.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Plangger n. 9/2486-AR/159 purché sia riformulato aggiungendo «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Bosco n. 9/2486-AR/160.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Sisto n. 9/2486-AR/161 purché sia riformulato aggiungendo «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Gigli n. 9/2486-AR/162 e Matarrese n. 9/2486-AR/163.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mariani n. 9/2486-AR/164. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Oliverio n. 9/2486-AR/165 purché sia riformulato in tutti gli impegni aggiungendo «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Arlotti n. 9/2486-AR/166 purché sia riformulato aggiungendo «a valutare l'opportunità di “ (...) ” compatibilmente con i vincoli di bilancio».
  Infine il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Cirielli n. 9/2486-AR/167.

  PRESIDENTE. Invito i colleghi a prendere posto, procediamo alle votazioni.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, per preannunciare l'accoglimento delle riformulazioni proposte dal Governo su tutti gli ordini del giorno firmati dai componenti del gruppo Forza Italia-Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Palese, altrettanto per il deputato Rosato, a nome del suo gruppo. Questo aiuta e agevola molto.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Catanoso Genoese n. 9/2486-AR/1, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Catanoso Genoese n. 9/2486-AR/1, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi prendiamo posto, è la prima votazione della giornata, siamo certi che durerà abbastanza da permettere a tutti di prendere posto, ma poi andiamo per le spicce perché le votazioni sono molte. Onorevole Cassano, provi a votare, onorevole Cassano, la Presidenza non vede se poi lei riesce a votare... onorevole Parisi... è normale che non funzioni, onorevole Parisi... provi a votare. Palma, Polverini, ci sono colleghi che non riescono a votare ? Francesco Sanna, provi a votare, onorevole Sanna, non tocchi la tessera se no ricominciamo da capo, provi a votare... arriva il soccorso... Nizzi, Biasotti, Magorno, svelti... Colaninno, Carfagna, Stumpo, Matarrelli... C’è qualcuno che non riesce a votare ? Stumpo, Bergamini, Prestigiacomo, Fragomeli, Venittelli, La Marca, Fossati, Paglia, Mantero... un momento, se abbiamo notizia di colleghi che sono già usciti da casa aspettiamo... è fatta, ci sono colleghi che non riescono a votare ? Zaratti, vota l'onorevole Zaratti e chiudiamo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 23

  L'ordine del giorno Fiorio n. 9/2486-AR/2 è inammissibile.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Gioia n. 9/2486-AR/3, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tullo n. 9/2486-AR/4, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Roberta Agostini n. 9/2486-AR/5 e Lenzi n. 9/2486-AR/6, accettati dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Berretta n. 9/2486-AR/8, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Piso n. 9/2486-AR/9, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore ritira l'ordine del giorno Di Lello n. 9/2486-AR/10, non accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Faenzi n. 9/2486-AR/11 e Riccardo Gallo n. 9/2486-AR/12, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore ritira l'ordine del giorno Iacono n. 9/2486-AR/13, non accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Piccione n. 9/2486-AR/14, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marazziti n. 9/2486-AR/15, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Binetti n. 9/2486-AR/16, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Coccia n. 9/2486-AR/18, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore ritira l'ordine del giorno Maestri n. 9/2486-AR/19, non accettato dal Governo.
  Passiamo all'ordine del giorno Baruffi n. 9/2486-AR/20.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, sull'ordine del giorno Baruffi n. 9/2486-AR/20 il parere è sempre favorevole, ma vorrei cambiare la riformulazione. Togliamo: «valutare l'opportunità di», ma specifichiamo: «per la parte normativa» dopo «negoziali».

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Baruffi n. 9/2486-AR/20, accettato dal Governo, con la riformulazione testé illustrata. Prendo atto che i presentatori ritirano gli ordini del giorno Bruno Bossio n. 9/2486-AR/21 e Censore n. 9/2486-AR/22 non accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Bargero n. 9/2486-AR/23, Garofalo 9/2486-AR/24 e Scanu 9/2486-AR/25 accettati dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione e ritira l'ordine del giorno Vezzali n. 9/2486-AR/26, non accettato dal Governo.
  Vedo che c’è una concordia generale.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mazziotti Di Celso n. 9/2486-AR/27, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Balduzzi n. 9/2486-AR/28, accolto dal Governo come raccomandazione.Pag. 24
  Onorevole Tacconi, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/29.

  ALESSIO TACCONI. Signor Presidente, lo ritiro.

Testo sostituito con l'errata corrige del 01 OTTOBRE 2007   PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/2486-AR/30, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2486-AR/31, accolto dal Governo come raccomandazione, limitatamente al dispositivo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Busin n. 9/2486-AR/32, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rondini n. 9/2486-AR/33, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
  L'ordine del giorno Borghesi n. 9/2486-AR/34 è inammissibile.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Molteni  n. 9/2486-AR/35 e Grimoldi n. 9/2486-AR/36 accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marcolin n. 9/2486-AR/37, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcolin n. 9/2486-AR/37, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/2486-AR/30, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2486-AR/31, accolto dal Governo come raccomandazione, limitatamente al dispositivo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Busin n. 9/2486-AR/32, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rondini n. 9/2486-AR/33, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
  L'ordine del giorno Borghesi n. 9/2486-AR/34 è inammissibile.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Molteni  n. 9/2486-AR/35 e Grimoldi n. 9/2486-AR/36 accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marcolin n. 9/2486-AR/37, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcolin n. 9/2486-AR/37, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Testo sostituito con l'errata corrige del 01 OTTOBRE 2007   Carrescia, Carfagna, Carloni, Chiarelli... c’è qualche collega che non riesce a votare ? Hanno votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
   (Presenti  445   
   Votanti  443   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 154    
    Hanno votato
no  289).    

  (La deputata Lupo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e la deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
  Carrescia, Carfagna, Carloni, Chiarelli... c’è qualche collega che non riesce a votare ? Hanno votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  443   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 154    
    Hanno votato
no  289).    

  (La deputata Lupo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e la deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Testo sostituito con l'errata corrige del 01 OTTOBRE 2007   Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/2486-AR/38, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/2486-AR/38, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/2486-AR/38, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/2486-AR/38, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Testo sostituito con l'errata corrige del 01 OTTOBRE 2007   Carrescia provi a votare... Folino, Gribaudo, Mura, Vito... Rizzetto non riesce, ha votato. Luciano Agostini... Tinagli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
   (Presenti  441   
   Votanti  439   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 153    
    Hanno votato
no  286).    

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
  Carrescia provi a votare... Folino, Gribaudo, Mura, Vito... Rizzetto non riesce, ha votato. Luciano Agostini... Tinagli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  441   
   Votanti  439   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 153    
    Hanno votato
no  286).    

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Testo sostituito con l'errata corrige del 01 OTTOBRE 2007   L'ordine del giorno Caon n. 9/2486-AR/39 è inammissibile. Pag. 25
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Allasia n. 9/2486-AR/40, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/2486-AR/40, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  L'ordine del giorno Caon n. 9/2486-AR/39 è inammissibile. Pag. 25
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Allasia n. 9/2486-AR/40, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/2486-AR/40, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Testo sostituito con l'errata corrige del 01 OTTOBRE 2007   Folino, Tartaglione, Carrescia, Stumpo, Carloni... Luciano Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
   (Presenti  445   
   Votanti  443   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
  77    
    Hanno votato
no  366).    

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
  Folino, Tartaglione, Carrescia, Stumpo, Carloni... Luciano Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  443   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
  77    
    Hanno votato
no  366).    

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Testo sostituito con l'errata corrige del 01 OTTOBRE 2007   Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2486-AR/41, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Prataviera n. 9/2486-AR/42, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/2486-AR/42, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2486-AR/41, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Prataviera n. 9/2486-AR/42, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/2486-AR/42, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Testo sostituito con l'errata corrige del 01 OTTOBRE 2007   Brandolin, Placido...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
   (Presenti  442   
   Votanti  421   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  58    
    Hanno votato
no  363).    

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
  Brandolin, Placido...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  442   
   Votanti  421   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  58    
    Hanno votato
no  363).    

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Testo sostituito con l'errata corrige del 01 OTTOBRE 2007   Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fedriga n. 9/2486-AR/43, sul quale il Governo si è rimesso all'Aula.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/2486-AR/43, sul quale il Governo si è rimesso all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fedriga n. 9/2486-AR/43, sul quale il Governo si è rimesso all'Aula.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/2486-AR/43, sul quale il Governo si è rimesso all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Testo sostituito con l'errata corrige del 01 OTTOBRE 2007   Cicchitto, Boccuzzi, D'Attorre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
   (Presenti e votanti  451   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 156    
    Hanno votato
no  295).    

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
  Cicchitto, Boccuzzi, D'Attorre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  451   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 156    
    Hanno votato
no  295).    

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Testo sostituito con l'errata corrige del 01 OTTOBRE 2007   Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Attaguile n. 9/2486-AR/44 e Simonetti n. 9/2486-AR/45, riformulato, accolti dal Governo come raccomandazione. Onorevole Guidesi, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/46, non accettato dal Governo ?   Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Attaguile n. 9/2486-AR/44 accettato dal Governo, e Simonetti n. 9/2486-AR/45 accolto dal Governo come raccomandazione. Onorevole Guidesi, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/46, non accettato dal Governo ?

  GUIDO GUIDESI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 26

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, l'ordine del giorno da me firmato va a garanzia della copertura, rispetto all'articolo 1-bis, di «quota 96», sul quale la Commissione bilancio aveva lavorato tanto. L'invito che faccio alla maggioranza è di esprimersi coerentemente come ha fatto in Commissione bilancio, per cui votare favorevolmente al mio ordine del giorno. Credo che sia la scelta più coerente rispetto al lavoro fatto sul tema.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, premesso che sono mesi che, anche con un'interpellanza urgente, il gruppo di Forza Italia ha posto il problema riguardante la copertura di nuove spese di questa legislatura ma in particolare sui provvedimenti di questo Governo, perché la stragrande maggioranza della copertura di nuove spese avviene attraverso due percorsi: o con norme di salvaguardia, che rimangono inattuate e quant'altro, o peggio ancora cercando di ampliare quanto più è possibile il fondo sulla situazione della spending review, spending review che non è assolutamente attuata in nessuna parte, ne è testimone alla fine anche il commissario Cottarelli, con le dichiarazioni che ha reso l'altro giorno.
  Noi riteniamo che questo ordine del giorno vada approvato, perché per poter provvedere alla copertura di nuove spese non c’è mica solo il meccanismo del recupero dell'evasione fiscale, come è stato fatto dai Governi precedenti, o i tagli con la spending review oppure, peggio ancora, con le norme di salvaguardia, ma ci sono pure le variazioni di bilancio e io penso che nei vari capitoli in missioni che sono appostati nel bilancio dello Stato per 834 miliardi di euro, quindi non una cifra da poco, è tranquillamente possibile che vengano spostate alcune somme a copertura di queste nuove spese. Non si capisce perché mai non c’è nessun Ministero e nessun Ministro che sia disponibile a fare tutto quello che accade dappertutto e anche in qualsiasi possibile famiglia può accadere una cosa del genere.
  La giustificazione che ha dato il sottosegretario Legnini all'interno della Commissione bilancio è che siamo in una fase avanzata del corso dell'esercizio finanziario e i capitoli su cui sono stati assunti impegni o obbligazioni giuridicamente vincolanti potrebbero avere una capienza tale da non poter movimentare e fare nessun tipo di riduzione o quant'altro. Non è così, perché sappiamo tutti che ci sono tanti Ministeri che non spendono e non provvederanno a spendere entro la fine del corso dell'esercizio finanziario 2014.
  E poi teniamo in discussione già in I Commissione – il Consiglio dei ministri l'ha già licenziato e verrà qui in Aula tra non molto – il rendiconto dello Stato del 2013 e l'assestamento di bilancio per l'anno 2014. Quale migliore occasione o opportunità per apportare le modifiche ? Il Governo se ne faccia carico perché altrimenti, in quella occasione, alcune proposte emendative le faremo sicuramente noi. Comunque noi votiamo e voteremo a favore di questo ordine del giorno perché mi sembra anche giuridicamente e contabilmente corretto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castelli. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Signor Presidente, solo per mettere agli atti – perché purtroppo non l'abbiamo fatto prima – che quello di trovare una copertura di questo genere, oltre ad essere un argomento discusso nella Commissione bilancio, perché ha lasciato un po’ tutti a bocca aperta, è una di quelle coperture che ogni tanto alcuni gruppi, come il nostro, come la Lega usano a copertura di cose importanti, cioè cose che la politica vuole mettere a posto per cui magari ogni tanto il MEF non vuole trovare coperture. A noi però, siccome siamo opposizione, è successo che è stato espresso un parere negativo anche dallo stesso presidente di Commissione, che poi in realtà l'ha proposto lui stesso per primo come copertura, quindi forse è Pag. 27stato più coerente in questo caso il MEF che non il presidente della nostra Commissione, che più volte ha dato a noi, quando abbiamo presentato emendamenti con questa copertura, parere contrario.
  Questo solo per far capire che, da qui in avanti, bisogna modificare un attimo il modo di comportarsi con questa parola che tanto piace, ma che forse sta diventando un po’ vuota di significato, e bisogna riflettere, questa Aula deve riflettere su quanto se un'opposizione presenta una copertura di un certo tipo poi viene di fatto rimanipolata dallo stesso presidente di Commissione, che addirittura la propone. Questo è perché rimanga agli atti.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, l'ordine del giorno è formulato in modo provocatorio. Io capisco che la maggioranza debba votare contro questo ordine del giorno e disciplinatamente mi adeguerò. Faccio però sommessamente notare che, al di là della formulazione provocatoria, c’è un problema reale. Questo Governo ha enunciato una strategia per il rilancio, una strategia che prevede, se io ricordo bene, che con i risparmi ottenuti attraverso i tagli della spesa affidati alla commissione Cottarelli e con le privatizzazioni, delle quali siamo in attesa, si reperiranno risorse tali da rendere inutili una nuova manovra e consentire un significativo abbassamento delle tasse.
  Ora, noi vediamo che questo ammontare di risorse, per un lato, viene intaccato da provvedimenti assolutamente meritevoli, ma che non dovrebbero andare a intaccare esattamente queste poste e, in secondo luogo, non abbiano ancora capito, sulla base della relazione tecnica di Cottarelli, dove il Governo assume la responsabilità politica di tagliare e vediamo anche un ritardo e una non chiarezza sulle privatizzazioni. Questo credo sia un problema che noi della maggioranza dobbiamo riconoscere che abbiamo e dovremmo chiedere con forza al Governo di dare rapidamente indicazioni assumendo la corrispondente responsabilità politica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto a favore di questo ordine del giorno. L'ordine del giorno in oggetto è importante perché introduce una riflessione che noi dovremmo fare anche in futuro su come vengono date le coperture ai provvedimenti e alle misure, che vengono esaminate prima dalla Commissione bilancio che deve dare un parere nel merito e poi dall'Aula. In particolare, su «quota 96» è stato fatto con grande pasticcio.
  Quindi noi vogliamo evidenziare, con il voto a favore di questo ordine del giorno, la necessità di non trovarci più di fronte a queste situazioni; soprattutto sul voto che riguarda misure così importati a tutela dei lavoratori che devono andare in pensione, come nel caso di «quota 96» non possiamo permetterci di fare questi pasticci.
  Tra l'altro, l'ordine del giorno ci permette di introdurre un elemento di riflessione, come dicevo prima, anche su come sta procedendo la spending review di Cottarelli e come il Parlamento, purtroppo, non abbia ancora gli strumenti e gli elementi necessari per valutare le scelte che si stanno facendo. C’è un problema di trasparenza, c’è un problema di conoscenza di quello che sta succedendo. Parliamo di tanti miliardi di riduzioni che dovrebbero essere fatte nei prossimi mesi, nelle prossime settimane. Questo è un modo anche, diciamo, per spingere il Governo a portare al Parlamento, alla Camera dei deputati, tutti gli elementi necessari per fare chiarezza su come si stia procedendo e per evitare, appunto, i pasticci che abbiamo fatto con la copertura di questo provvedimento.
  Ecco perché Sinistra Ecologia Libertà voterà a favore di questo ordine del giorno.

Pag. 28

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/2486-AR/46, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Presidente Cicchitto, Chaouki. Ci sono colleghi che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  463   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato
 162    
    Hanno votato
no  301).    

  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Polverini n. 9/2486-AR/47, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Polverini n. 9/2486-AR/47, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  456   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 158    
    Hanno votato
no  298).    

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dorina Bianchi n. 9/2486-AR/48, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Misuraca n. 9/2486-AR/49 e Tancredi n. 9/2486-AR/50, accolti dal Governo come raccomandazione.
  L'ordine del giorno Leone n. n. 9/2486-AR/51 è ritirato.
  L'ordine del giorno L'Abbate n. n. 9/2486-AR/52 è inammissibile.
  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2486-AR/53, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2486-AR/53, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cicchitto, Locatelli, Culotta. Provi a votare, onorevole Culotta, non a sbloccarla, a votare. Provi a votare; vede che funziona.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  465   
   Votanti  448   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 156    
    Hanno votato
no  292).    

  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Mannino n. 9/2486-AR/54, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mannino n. 9/2486-AR/54, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cicchitto; sbloccatelo al presidente Cicchitto. Turco, Vezzali. Qualcuno non riesce a votare ? D'Alia; provi a votare... Ferrara.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 29
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  463   
   Votanti  445   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 146    
    Hanno votato
no  299).    

  Chiedo al presentatore, onorevole Bonafede, se accetti la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/55, accettato dal Governo, purché riformulato. Chiedo ai colleghi, anche del gruppo dell'onorevole Bonafede, se possono sedersi, così da permettere anche alla Presidenza di vedere.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, intervengo perché l'ordine del giorno ha lo scopo di fare tornare il Governo sui propri passi su questi provvedimenti in tema di giustizia amministrativa, che sono gli ennesimi interventi del Governo a gamba tesa sulla giustizia, perché ormai in Italia la giustizia viene trattata come carne da macello o come merce di scambio in patti all'interno del Nazareno o, come in questo caso, per radicare il potere del Presidente del Consiglio al livello delle amministrazioni locali.
  Per dare un'idea di quello che accade con questo provvedimento, diciamo semplicemente che la giustizia amministrativa è uno dei pochi rami della giustizia in Italia che funziona abbastanza bene, che funzionava abbastanza bene. C'era, però, un problema: ogni volta che una pubblica amministrazione emanava un provvedimento illegittimo, il cittadino poteva ricorrere contro la pubblica amministrazione e, in caso di illegittimità – e sottolineo «illegittimità» – dell'attività amministrativa, il TAR poteva intervenire per bloccare l'opera.
  Ora, per Matteo Renzi, il problema non è far sì che la pubblica amministrazione funzioni bene, facendo le cose per bene, facendo le cose meglio. No ! Il problema era che i cittadini ricorrevano al TAR ! Quindi, qual è la soluzione del problema ? È impedire ai cittadini di ricorrere al TAR e questo con una serie di provvedimenti allucinanti che scoraggiano il cittadino.
  Siamo in perfetta linea con quello che era l'orientamento del Ministro Cancellieri, che sembrava abbastanza lontano dalle idee di Renzi sulla giustizia e, invece, è identico. Ricordo ancora quando la Cancellieri si vantò del fatto che il contenzioso era diminuito perché erano state aumentate le spese di accesso alla giustizia. Siamo a questo, che ormai, per diminuire il contenzioso, facciamo sì che i cittadini non possano avere più diritto di difesa.
  Tra le varie sanzioni, tra le varie cauzioni, a cui sono sottoposti gli interventi dei cittadini in materie delicate come gli appalti, c’è, tra gli altri, per esempio, un provvedimento che chiede, all'avvocato del cittadino o dell'impresa che ricorre, di diminuire il numero di pagine del ricorso.
  Ora io non so se quest'Aula ha idea di cosa si stia parlando. Se avete mai visto un ricorso o una memoria che impugna la realizzazione di un inceneritore, per esempio, capirete che si tratta di atti necessariamente lunghi, di atti che devono approfondire questioni enormi, sia da un punto di vista di diritto nazionale che da un punto di vista internazionale. Impugnare un atto che porta alla realizzazione di un inceneritore vuol dire anche approfondire gli aspetti tecnici. Pensare che il Consiglio di Stato debba decidere quanto debba essere lungo l'atto di un avvocato, che interviene in materie così delicate, è totalmente folle.
  Allora, visto che ormai questo provvedimento è andato avanti, dal momento che è previsto un periodo di sperimentazione, chiedevamo al Ministro e al Governo di ridurre questo periodo di sperimentazione ad un anno, per capire immediatamente quali saranno i danni che porterà questo provvedimento. C’è stato negato.
  Noi insistiamo sull'ordine del giorno – ribadisco – perché la giustizia in Italia venga trattata come giustizia e non come merce di scambio né tantomeno come forma e strumento di radicamento del Pag. 30potere del Presidente del Consiglio a livello locale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Quindi, onorevole Bonafede, lei non accetta la riformulazione e insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bonafede n. 9/2486-AR/55, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Culotta, Carbone.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  468   
   Votanti  418   
   Astenuti    50   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  304).    

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Colletti n. 9/2486-AR/56, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno chiediamo al Governo, attraverso la votazione di questa Camera, di tornare sui propri passi sulla cosiddetta soppressione dei tribunali amministrativi regionali, delle sedi distaccate, operata dall'articolo 18, commi 1 e 2. Quella norma inserita dal Governo a rischio di incostituzionalità, evidentemente, era fatta da persone che non conoscevano come funzionano i TAR e, storicamente, a cosa servivano le sezioni distaccate dei tribunali amministrativi regionali, che, purtroppo, la competenza non è di questo Governo.
  La Commissione affari costituzionali ci ha messo una pezza, salvando cinque sedi su otto delle sedi distaccate, perché anche sedi di corte d'appello; ne rimangono fuori tre. Ora, il vero problema è che molti commissari, come anche il Governo, non conoscevano la storia di queste tre sedi distaccate: e qui parlo principalmente di due sedi distaccate, ovvero il TAR di Parma e il TAR di Pescara. Tali due TAR, oltre a far risparmiare lo Stato perché erano siti in un edificio dei rispettivi comuni, permettevano, grazie al loro alto grado di efficienza, di avere una giustizia amministrativa molto veloce.
  Per quanto riguarda la soppressione del TAR di Pescara, vi dovrebbe essere arrivata la richiesta da parte del sindaco di Pescara, eletto a maggio nelle liste del Partito Democratico, e la richiesta del presidente della giunta regionale della regione Abruzzo, eletto anch'esso nelle liste del Partito Democratico a maggio, di soprassedere, anche perché ciò avrebbe provocato, piuttosto che dei risparmi, dei costi.
  Con questo ordine del giorno, quindi, chiediamo che le sedi che prevedono, non dei costi giacché il ricavato del contributo unificato è superiore alle spese di gestione, una circoscrizione giudiziaria superiore a 700 mila abitanti siano salvate dal Governo. Per questo chiedo il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, intervengo per appoggiare la richiesta fatta adesso dal collega del MoVimento 5 Stelle. La soppressione della sezione distaccata del TAR di Pescara non ha alcun contenuto razionale, è assolutamente irragionevole, perché può creare ulteriori spese, non ridurre le spese. In questo senso, si sono mossi tutti gli ordini professionali, il comune di Pescara, la regione Abruzzo, che hanno chiesto – mi risulta – alla Ministra un incontro urgente che si dovrebbe Pag. 31fare nei prossimi giorni, proprio per cercare di scongiurare una scelta assolutamente irrazionale e ingiustificata.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colletti n. 9/2486-AR/56, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Bargero.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  465   
   Votanti  457   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 161    
    Hanno votato
no  296).    

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Sarti n. 9/2486-AR/57, accolto dal Governo come raccomandazione.

  ANDREA COLLETTI. Sì, Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, premetto che il Governo, con l'articolo 53 del decreto-legge, ha aumentato la tassa di accesso per la tutela dei propri diritti del 15 per cento. Un aumento incredibile delle tasse a carico dei cittadini ma soprattutto un aumento che va contro l'articolo 24 della Costituzione, giacché tutti dovrebbero essere liberi di poter accedere dinanzi ad un giudice terzo. Purtroppo l'accesso alla giustizia non è più un diritto costituzionalmente garantito in Italia. Negli ultimi dieci anni il contributo unificato è aumentato di «solo» il 700 per cento, per alcune categorie di procedimenti. Il 700 per cento ! Forse non ci rendiamo conto di che cifre stiamo parlando e forse non se ne rendono conto neanche i funzionari solerti del Ministero, che hanno trovato queste assurde coperture nel silenzio colpevole del Ministro Orlando.
  In realtà, la tassa – che viene chiamata in Italia «contributo», per prendere ancora più in giro i cittadini, ed è anche unificato, perché noi siamo un'unione di cittadini che vengono tassati per accedere alla giustizia – all'estero è prevista, ma in minima parte. In moltissimi Paesi addirittura vi è l'esenzione totale dalla tassa per l'accesso alla giustizia. In altri, come in Francia, è stata inserita una tassa di ben 35 euro, per iniziare un procedimento, che ha visto oltretutto le barricate da parte di giudici e avvocati. Qui, invece, per iniziare un procedimento potremmo arrivare a spendere 1.600 euro, e tutto questo ovviamente perché vogliamo favorire le imprese che devono, ad esempio, recuperare i propri crediti...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Colletti.

  ANDREA COLLETTI. ... che non solo hanno crediti insoluti ma devono pagare la tassa allo Stato, sorta di estorsore, per poter avere il permesso di riscuotere quel credito.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, noi voteremo a favore di questo ordine del giorno perché le motivazioni addotte dal presentatore sono più che condivisibili. Voglio richiamare l'attenzione di quest'Aula sul fatto che ormai, da parecchi anni, in modo silente, a poco a poco, si stanno allontanando i cittadini dall'esercizio del diritto alla giustizia. Faccio l'esempio di quanto è accaduto nel campo del processo del lavoro. Nel 1973, in adempimento del secondo comma dell'articolo Pag. 323 della Costituzione, che recita che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono l'effettiva eguaglianza dei cittadini, fu riformato il processo del lavoro, e la riforma fu realizzata su due principi di fondo. Da un lato la rapidità – semplifico perché il tempo è breve – e dall'altro la gratuità.
  Della rapidità si è persa ormai ogni traccia, perché specialmente nei tribunali del Sud una causa di lavoro che viene messa a ruolo oggi conoscerà la prima udienza fra tre-quattro anni; il che la dice lunga, ed è tutto in contrasto con quello che il codice invece stabilisce, cioè praticamente che la prima udienza si dovrebbe tenere di lì a pochi mesi, e che sarebbero anche vietati i rinvii ai mesi successivi, ma semplicemente sono possibili in alcuni casi al giorno feriale successivo.
  Ma poi c’è il problema della gratuità. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di carattere economico: di cui la previsione della gratuità. A poco a poco, anche in questo delicatissimo campo è stato introdotto il contributo unificato: per cui sostanzialmente tutti i lavoratori per poter chiedere giustizia devono pagare, tranne alcuni casi che sono indicati nella legislazione. È una sorta di eliminazione di questo diritto che sta avvenendo in silenzio, per via subdola, che è appunto quella dell'innalzamento del costo del contributo unificato. È stato già ricordato che in materia per esempio di appalti un contributo unificato per una causa relativa ad un appalto superiore ad un milione è di 6 mila euro: praticamente è un qualche cosa riservato esclusivamente ai ricchi. E così sta accadendo negli altri campi: sostanzialmente non c’è più area al di fuori dell'onerosità per l'accesso alla giustizia.
  Io capisco qual è la tattica che il Governo sta seguendo: cioè siccome c’è un'epidemia, in Italia abbiamo oltre 5 milioni di processi civili, tanto per rimanere soltanto al civile, allora che facciamo ? Per nascondere questa epidemia chiudiamo gli ospedali, così possiamo dire, come è stato ricordato, quello che diceva la Ministra Cancellieri, che il problema non esiste più. La verità è che avremmo bisogno di interventi ben diversi, e soprattutto di partire in queste riforme da un rispetto effettivo della Carta costituzionale.
  Questo decreto-legge n. 90 – che è un'aberrazione in sé, basta soltanto guardarne il peso delle pagine – procede ugualmente nella scia dei Governi precedenti; oltre ad altri aspetti di impoverimento della società italiana: voglio ricordare quanto viene stabilito contro i segretari comunali, contro i liberi professionisti degli enti pubblici, gli avvocati degli enti, dell'INAIL, dell'INPS, dell'Avvocatura dello Stato, e via discorrendo. Comunque è una logica che si tiene, è una logica perfetta, una logica secondo la quale i cittadini devono essere mantenuti sempre più lontani dai loro diritti. In questa logica il Governo Renzi si muove bene; d'altra parte, se sta facendo addirittura quello che sta facendo in materia di riforme istituzionali, figuriamoci che cosa non potrebbe fare in materia di esercizio di diritti basilari, sanità, istruzione, lavoro e via discorrendo. Ragion per cui noi su questo punto, su questo ordine del giorno voteremo a favore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sarti n. 9/2486-AR/57.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Fossati, Verini, Rotta, Gelmini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  475   
   Votanti  471   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato
 166    
    Hanno votato
no  305).    

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Pag. 33

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Ciprini n. n. 9/2486-AR/58, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, in Italia vi sono quattro forze dell'ordine: Polizia di Stato, Polizia penitenziaria, Arma dei carabinieri e Guardia di finanza. Il comparto sicurezza e difesa, nonostante alcune specificità legate al mantenimento dei requisiti psicofisici ed attitudinali necessari all'espletamento dei servizi, a seguito di alcuni interventi normativi è stato assoggettato ad un processo di quasi assimilazione o armonizzazione alle regole in vigore per la generalità dei pubblici dipendenti. Tuttavia, l'omologazione alla generalità del pubblico impiego non è stata accompagnata da una coerente e conseguente estensione anche dei diritti e delle garanzie di cui godono gli appartenenti agli altri comparti del pubblico impiego.
  I dipendenti del comparto sicurezza e difesa, infatti, soffrono la limitazione o l'inesistenza di alcuni diritti o istituti giuridici presenti nella generalità dei comparti, quali il diritto di sciopero, la piena contrattualizzazione del rapporto di lavoro, l'introduzione delle regole del part time, il diritto a non essere considerato in servizio permanente (quindi 24 ore su 24) oppure l'applicazione della legge n. 104 del 1992, che a loro non si applica, e così via. Appare, quindi, necessario l'avvio di un processo di riforma e razionalizzazione delle suddette Forze, che preveda la piena armonizzazione ed estensione al comparto sicurezza e difesa dei diritti e garanzie di cui godono gli appartenenti agli altri comparti del pubblico impiego.
  Singolare, poi, è anche la situazione italiana che prevede l'esistenza di ben quattro Forze di polizia, tanto che recentemente, da più parti, si sta affermando l'idea dell'accorpamento e dell'unificazione delle due principali Forze di polizia (Polizia di Stato e Carabinieri) sotto un unico Ministero e con un unico pronto intervento. Quindi, l'ipotesi di accorpamento delle Forze dell'ordine appare improcrastinabile anche in una logica di spending review.
  Con questo ordine del giorno, pertanto, si impegna il Governo a procedere alla progressiva armonizzazione ed estensione ai dipendenti del comparto sicurezza e difesa dei diritti e delle garanzie previsti per la generalità dei dipendenti del pubblico impiego, valutando anche la possibilità di sviluppare un progetto di fusione e riorganizzazione delle Forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/2486-AR/58, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  466   
   Votanti  463   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato
 160    
    Hanno votato
no  303).    

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Baldassarre n. 9/2486-AR/59 e Barbanti n. 9/2486-AR/60, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2486-AR/61, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 34giorno Liuzzi n. 9/2486-AR/61, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Saltamartini, Vignali, Businarolo, Di Maio, Benedetti, Dell'Orco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  473   
   Votanti  472   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato
 167    
    Hanno votato
no  305).    

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2486-AR/62, accolto dal Governo come raccomandazione, nel testo riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Chimienti n. 9/2486-AR/63, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cominardi n. 9/2486-AR/64, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/2486-AR/64, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cicchitto, Carrescia, Garofalo.. provi a votare onorevole Garofalo... chiedo ai colleghi che hanno dentro alla postazione per votare palline di carta o altri generi di cose: per cortesia, votate con le dita, così facciamo tutti prima, se no dobbiamo aspettare che vi si accende e che si sblocchi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  473   
   Votanti  472   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato
 152    
    Hanno votato
no  320).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bechis n. 9/2486-AR/65, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bechis n. 9/2486-AR/65, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ne ho altri tre contrari, sempre del MoVimento 5 Stelle, quindi, li pongo tutti in votazione, se ci sono dei ritiri, fatelo sapere alla Presidenza.
  Ci sono dei colleghi che non riescono a votare ? Chaouki, Galli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  472   
   Votanti  470   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato
  92    
    Hanno votato
no  378).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Marzana n. 9/2486-AR/66, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  MARIA MARZANA. Signor Presidente, intervengo prima di passare al voto dell'ordine del giorno successivo, che invece preferirei dire che cosa contiene. In pratica questo ordine del giorno mira a sostenere un concetto che è molto caro a quest'Aula, che è quello del rispetto dei diritti acquisiti, diritti che evidentemente voi volete mantenere per voi, ma non volete riconoscere a tutti i cittadini (Applausi Pag. 35dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Stiamo parlando del trattamento di fine servizio che si dovrebbe corrispondere al personale della scuola che ha maturato i diritti pensionistici nell'anno scolastico 2011-2012, secondo le norme antecedenti alla riforma Fornero e, quindi, dopo sei mesi e non dopo due anni. Invece, non accogliendo e votando in maniera sfavorevole a questo ordine del giorno, che cosa ammettiamo ? Che il Governo e questo Parlamento, dopo che ha commesso un errore, rimedia in ritardo e solo in parte, a conferma che certa classe politica continua ad essere autoreferenziale e a non rappresentare pienamente i cittadini e i loro diritti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marzana n. 9/2486-AR/66, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Carra, Gregori... provate a votare, a votare, non a sbloccarla, a votare... Manfredi, Lombardi... onorevole Manfredi provi a votare, provi a votare, abbia fiducia nella Presidenza, onorevole Manfredi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  464   
   Votanti  460   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato
 155    
    Hanno votato
no  305).    

  (Il deputato Tripiedi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo all'ordine del giorno Rostellato n. 9/2486-AR/67.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, io vorrei porre all'attenzione dei più distratti in quest'Aula che, dopo la Camera dei nominati, il Senato dei nominati, le province dei nominati, arriva di soppiatto, oscurata un po’ dai pessimi radar dell'informazione italiana, la pubblica amministrazione dei nominati. Perché io eviterei di analizzare questo decreto come uno spezzatino e mi concentrerei un po’ sull'impianto, sulle norme di sistema e le norme di sistema prevedono che i politici, i partiti, le cricche locali metteranno le mani sulla pubblica amministrazione, potendo decidere il 30 per cento dei dirigenti della pubblica amministrazione, il famoso spoil system di Renzi che gli permette di decidere il 30 per cento dei dirigenti della pubblica amministrazione. È un modo per affermare che il Presidente del Consiglio calpesta ancora una volta la Costituzione che afferma i principi meritocratici per accedere come dipendenti nelle istituzioni statali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Così avremo i dirigenti della pubblica amministrazione che non saranno al servizio dei cittadini, ma del politico di turno. Ma forse c’è da aggiungere, visto che sento un po’ di lamentele, che forse il motivo è perché non ho detto l'altra necessità di questa norma per il Presidente del Consiglio Renzi.
  Infatti, questa è la norma ad personam per salvare Renzi dalla condanna che ha ottenuto per quello che ha fatto da presidente della provincia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il fatto è che questa norma è una norma ad personam, forse più debole di quelle che siamo abituati a vedere. Naturalmente è chiaro che è una norma da criticare in maniera forte. Non è detto che le norme ad personam si criticano solo se riguardano un condannato o un pregiudicato, che si spinge ben oltre nell'andare contro legge, mentre abbiamo Renzi, che fa un'operazione semplicemente a danno dell'Erario, Pag. 36per cui noi dobbiamo considerare questa norma meno grave come norma ad personam.
  Allora, visto che voi siete contro i principi meritocratici e siete per il principio secondo cui la politica deve nominare tutto, io avrei una brillante idea da sottoporvi: aboliamo la scuola e l'università e creiamo una scuola fatta dai politici. I politici li mettiamo in cattedra e i cittadini imparano ad obbedire, ad esservi fedeli e prima o poi un posticino è assicurato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Questa norma del 30 per cento si unisce al cocktail esplosivo del demansionamento. Infatti, il demansionamento riduce e può eliminare del tutto le mansioni dei pubblici dipendenti. È la modalità preferita, che può essere strumentalmente usata per introdurre persone esterne, anche con pericolo di infiltrazione di criminalità organizzata, all'interno degli uffici pubblici, creando volutamente abnormi ritardi nell'assolvimento delle pratiche e dei carichi di lavoro, che magari servono ai cittadini o alla legalità, affidando così le mansioni agli esterni assunti con i criteri di cui sopra. Queste sono cose che accadono, accertate anche dalla magistratura in taluni casi, in altri no perché è difficile accertarle.
  Allora, questi elementi piegano la pubblica amministrazione non a un profilo di indipendenza e di professionalità, che garantisce i diritti del cittadino, ma a un profilo di obbedienza alla politica, che non garantisce i diritti dei cittadini. Voi continuate a pensare di riformare le istituzioni, invece di riformare i vostri partiti e le persone che candidate in ogni situazione, locale, nazionale ed europea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rostellato n. 9/2486-A/R/67, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  471   
   Votanti  452   
   Astenuti    19   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  361).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rizzetto n. 9/2486-A/R/68, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rizzetto n. n. 9/2486-A/R/68, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Cassano, Fanucci... Provi a votare, onorevole Fanucci... Di Lello, Tidei, Dellai.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  465   
   Votanti  464   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato
 104    
    Hanno votato
no  360).    

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Gallinella n. 9/2486-A/R/69, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, questo ordine del giorno l'ho scritto e presentato praticamente perché su richiesta di 2.924 precari della giustizia – perché riguarda loro – avevamo presentato un emendamento al decreto-legge che non è stato accolto. Allora, ci hanno chiesto di presentarlo anche come ordine del giorno, chiedendo la volontà al Governo Pag. 37di valutare la possibilità di poter stabilizzare queste persone che hanno dei contratti e che vengono annualmente riconfermate. E visto che lavorano nelle cancellerie dei tribunali e si occupano di tutte le operazioni di contorno che assistono la macchina della giustizia, che è comunque oberata di lavoro, chiedevano un po’ di certezza per il futuro. Ecco, quindi, chiedo se c’è un ripensamento, anche magari tramite una riformulazione, per dare conforto anche a queste persone, nella speranza che in qualche modo si sentano un po’ vicini al Governo. Tutto qui, insomma. L'ho ripresentato e chiedo se c’è la possibilità di accoglierlo, anche con una formula un po’ diversa. Tutto qui. Era solo un impegno a valutare, insomma, non ci sembrava così gravoso per il Governo e non capisco perché ci sia il parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gallinella n. 9/2486-AR/69, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Carra...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  468   
   Votanti  467   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  343).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Del Grosso n. 9/2486-AR/70, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Castelli n. 9/2486-AR/71, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Castelli n. 9/2486-AR/71, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Sorial, Da Villa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  461   
   Votanti  427   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
  88    
    Hanno votato
no  339).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Caso n. 9/2486-AR/72, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, giusto un attimo per capire e per spiegarvi bene questo ordine del giorno. In regione Campania la situazione, soprattutto per quanto riguarda l'ossigeno, è veramente tragica e ve lo posso dire perché lo sto provando sulla mia pelle. Ho una madre che ha bisogno dell'ossigeno per vivere ormai da anni e abbiamo trovato questa situazione quanto mai ridicola perché ogni volta che abbiamo bisogno della prescrizione per l'ossigeno, abbiamo bisogno di ritornare alla ASL e di affrontare tutto un iter burocratico a dir poco estenuante e difficilissimo. Nella mia famiglia si può andare avanti grazie a tre figli e due persone che ci aiutano dall'esterno, ma una persona sola non l'avrebbe mai potuto fare. Ma la cosa più bella è che quando arriviamo alla ASL, ci dicono che la prescrizione non la possiamo chiedere prima dell'ultimo giorno di scadenza della vecchia prescrizione perché, altrimenti, non la possono rinnovare. Bene, l'ultima volta Pag. 38siamo andati proprio l'ultimo giorno, così come ci avevano detto, e proprio perché all'improvviso dovevano fare questo passaggio dal cartaceo all'informatico, alla ricetta telematizzata praticamente, si è interrotto tutto. Presidente, mi scusi, ma vorrei che questo venga sentito. Ministro Madia, Governo, l'ultimo giorno hanno avuto il coraggio di dirci che, a causa di questo passaggio, non era possibile fare la prescrizione perché non sapevano usare il sistema informatico. Siamo dovuti stare due settimane senza ossigeno – e stiamo parlando di ossigeno – e abbiamo dovuto prenderlo privatamente con dei costi assurdi. State togliendo il diritto a respirare. Ora io voglio capire. Capisco che è un problema regionale, ma la regione Campania ne ha tantissimi grazie a voi di questi problemi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), soprattutto grazie alla riforma del Titolo V che voi avete appoggiato. E, adesso, ci state chiedendo cosa noi abbiamo in mente per la sanità ? Scusate, ma di questo vi dovete veramente vergognare. Questo è un ordine del giorno e purtroppo sappiamo tutti cosa vuol dire un ordine giorno, ma su questa cosa avete il coraggio di dare il parere contrario. Bene, complimenti veramente, complimenti vivissimi, continuate a fare le battaglie di forma e di bandiera sui disabili e poi ne parliamo sul fatto pratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Complimenti, complimenti e buoni tavoli a tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Vorrei cambiare il parere del Governo ed esprimere parere favorevole sull'ordine del giorno Caso n. 9/2486-AR/72.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caso n. 9/2486-AR/72, accettato dal Governo.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Lorefice n. 9/2486-AR/74, non accettato dal Governo.

  MARIALUCIA LOREFICE. Su questo ordine del giorno che riguarda il sangue infetto il Governo ha espresso parere contrario...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Lorefice. Dobbiamo prima passare all'ordine del giorno Di Vita n. 9/2486-AR/73, non accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Vita n. 9/2486-AR/73, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso... Mongiello... Capua...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  464   
   Votanti  462   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  360).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Lorefice n. 9/2486-AR/74, non accettato dal Governo.

  MARIALUCIA LOREFICE. Signor Presidente, come stavo dicendo questo ordine del giorno che già ho illustrato poco fa, riguarda la questione delle vittime del sangue infetto e quello che avevamo chiesto era di togliere i limiti di prescrizione perché il diritto alla salute e alla vita non può essere soggetto ad alcun tipo di prescrizione. Questo è uno Stato colpevole, è uno Stato assente e che ha assunto un atteggiamento inaccettabile nei confronti Pag. 39di queste persone che sono state private della loro dignità e sono vittime di un isolamento che è sociale e lavorativo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ora sono sicura che tutti i partiti che sono qui dentro voteranno contrario a questo ordine del giorno, gli stessi partiti che con queste persone si sono sempre dimostrati molto responsabili. Quindi, voglio vedere con quale faccia avranno il coraggio di interfacciarsi con queste persone che chiederanno delle spiegazioni. Tutto ciò è vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione... revoco l'indizione della votazione. Invito i colleghi a segnalare prima di voler intervenire.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.

  ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, mi rivolgo al Ministro perché sia l'ordine del giorno Lorefice n. 9/2486-AR/74 sia gli altri tre che seguono credo che non possono non avere parere favorevole. Conoscendo la sensibilità del Ministro e del Governo mi sembrerebbe un grandissimo errore dal punto di vista culturale ma soprattutto sanitario.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, anche per questo ordine del giorno Lorefice n. 9/2486-AR/74 cambio il parere del Governo in parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cecconi n. 9/2486-AR/75, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2486-AR/76, accettato dal Governo, purché riformulato.

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, giusto per capire. L'ordine del giorno n. 9/2486-AR/76 da me presentato viene accettato solo nella parte in cui impegna il Governo ad applicare una norma che doveva applicare quattro anni fa. Giusto ? Quindi mi state dicendo che l'ordine del giorno...

  PRESIDENTE. Onorevole Giordano, giacché lei non ha moltissimo tempo e il Ministro chiede di parlare, la invito a conservare il tempo. Sentiamo il Ministro e poi semmai le do di nuovo la parola.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, al fine di guadagnare tempo, il Governo cambia il parere su tutti gli ordini del giorno sullo stesso tema eliminando le riformulazioni che aveva proposto ed esprimendo parere favorevole su essi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ministro, dovrebbe darci anche i numeri degli ordini del giorno su cui il Governo modifica il parere in modo che evitiamo di chiamarli e di votare inutilmente.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Andiamo passo passo e io cambio il parere. Quindi il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2486-AR/76.

  PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2486-AR/77, accettato dal Governo, purché riformulato.Pag. 40
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mantero n. 9/2486-AR/78, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Baroni n. 9/2486-AR/79, accettato dal Governo, purché riformulato.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, intervengo in quanto la riformulazione prevede anche lo storno di una parte e «a valutare l'opportunità di» che non mi accontenta assolutamente. L'articolo 6 del decreto-legge prevede il divieto di incarichi dirigenziali apicali o di vertice a soggetti collocati in pensione, Ministro Madia. Tale previsione aveva l'auspicio di fare largo ai giovani, come è lei, e, soprattutto, aveva l'ambizione di porre un freno al solito riciclo di cariche e incarichi al vertice delle amministrazioni pubbliche e degli enti da queste controllati. Poteva, finalmente, schiodare i soliti gerontocrati, unici veri responsabili della mancata crescita di questo Paese e della messa al palo di qualsiasi processo di sviluppo, semplificazione e modernizzazione.
  L'altro ieri notte, alle 23 per l'esattezza, in un vero e proprio blitz Fiano ha fatto approvare un emendamento a questo articolo 6 che prevede «l'eccezione», Ministro Madia; il divieto di incarichi apicali e negli organi di Governo ai pensionati, con questo emendamento, non si applica alle giunte degli enti territoriali e, udite, udite, neanche agli ordini professionali. Gli ordini professionali non sono esattamente dei circoli bocciofili di quartiere, ma sono lobby potentissime, almeno quelle sanitarie, Ministro, legate a filo diretto con le casse di previdenza. Hanno un volume d'affari che vale, con il sommerso, il 15 per cento del PIL, 196 miliardi di euro, hanno incassi annuali da 600 milioni di euro derivanti dalla tassa di iscrizione all'albo, obbligatoria per legge, senza poi contare gli introiti derivanti da altri servizi o distratti da fondazioni, corsi di formazione, assicurazioni. Sono fiumi di soldi gestiti fuori da ogni regola pubblica e fuori da ogni controllo; sono riusciti a mettere all'angolo persino la Corte dei conti e i revisori dei conti interni sono eletti fra di loro; immaginatevi infermieri o medici che fanno i revisori dei conti interni, complimenti !
  Ricordo il senatore Andrea Mandelli, mister 17 poltrone, il senatore D'Ambrosio Lettieri, mister 8 poltrone, il senatore Amedeo Bianco, mister 7 poltrone, la senatrice Annalisa Silvestro, mister 3 poltrone; cosa è successo ? Quando sono andati fuori legge dopo la promulgazione del decreto-legge n. 39 del 2013, con il decreto cosiddetto del fare è stata fatta una sanatoria, non si applica per gli incarichi in corso di tutte queste persone, ma se lei volesse, Ministro Madia, non potrebbe diventare contemporaneamente presidente di un ordine professionale e fare il Ministro o fare il deputato, questo lei lo sa, le è precluso. Quindi, lei sta difendendo della gerontocrazia.
  Noi stiamo dicendo che gli ordini professionali praticamente si rifiutano di dare attuazione alle norme sulla trasparenza e sulla corruzione, osteggiandone l'applicazione in ogni modo, tentando di intervenire nelle Aule del Parlamento con emendamenti ad personam, o pagando profumatamente pareri pro veritate a noti costituzionalisti che chiedono, però, sommessamente, di non diffonderli a mezzo stampa, solo ad uso interno per lei, Ministro. La senatrice Annalisa Silvestro, presidente dell'IPASVI, proprio in questi giorni si è resa protagonista di uno scandalo terrificante, frutto del suo imperante conflitto di interessi. Una povera infermiera che ha osato chiedere a lei più trasparenza è stata colpita da un'indagine disciplinare.
  Come MoVimento 5 Stelle abbiamo chiesto alla senatrice di chiarire, al Ministro Lorenzin di vigilare e al presidente Renzi di intervenire affinché gli ordini professionali della salute si adeguino immediatamente alla trasparenza e all'anticorruzione. Abbiamo chiesto come sia possibile che una senatrice della Repubblica sia anche presidente, con precise deleghe gestionali, di un ente pubblico non economico, che si occupi in Parlamento di Pag. 41obbligo assicurativo per i professionisti della sanità e nel contempo sieda, anche, nel consiglio di amministrazione di una associazione (tale Promesa) che, apparentemente senza fini di lucro, in realtà sembra svolgere attività di intermediazione per un broker assicurativo. Com’è possibile che la stessa senatrice promuova presso i suoi scritti polizze assicurative senza espletare gare pubbliche e, nel contempo, sieda al tavolo tecnico del Ministro della salute, ove si discute con le compagnie assicurative sui requisiti minimi delle polizze per le professioni sanitarie ? Com’è possibile che la stessa senatrice sieda anche al Consiglio superiore di sanità ? Dalla dichiarazione dei redditi della senatrice, non compatibile con il suo ruolo pubblico di dipendente di una ASL, emerge un reddito; la senatrice percepiva senz'altro due redditi provenienti da due pubbliche amministrazioni diverse, la ASL e l'ente pubblico non economico che presiedeva. Abbiamo chiesto alla senatrice se in costanza della sua carica di senatrice continui a percepire anche il reddito di presidente di un ente pubblico non economico.
  Nessuna risposta, Ministro Madia. A questo punto chiediamo anche l'intervento del dottor Cantone e delle autorità competenti. Con l'emendamento notturno e furtivo di ieri si vuole consentire a queste persone di continuare a mantenere questo privilegio osceno, anche quando sono o saranno pensionati, finché morte non li separi da quegli ordini professionali che la maggior parte di loro governano da almeno 20 anni in pieno conflitto di interesse. Basta con queste lobby, con questi disgustosi privilegi.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Per questo io chiedo di votare positivamente questo ordine del giorno perché tutela prossime, mi scusi il termine Presidente, porcate di prossimi ordini del giorno perché questa legge comunque va difesa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Con il rispetto che si deve alle opinioni espresse, onorevole Baroni, di solito, per una questione di eleganza istituzionale, si evita di sindacare sui componenti dell'altro ramo del Parlamento. Comunque lo poniamo in votazione perché lei non accetta la riformulazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baroni n. 9/2486-AR/79, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole De Micheli, onorevole Zoggia è riuscito a votare..., c’è qualche collega che non riesce a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  473   
   Votanti  465   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  350).    

  (I deputati De Micheli e Aiello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Chiedo di parlare sull'ordine del giorno Grillo n. 9/2486-AR/80.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, vorrei cambiare il parere del Governo e accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione, purché riformulato aggiungendo «a valutare l'opportunità di» e «compatibilmente con i vincoli di bilancio».

Pag. 42

  PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Grillo n. 9/2486-AR/80, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la sensibilità dimostrata rispetto all'argomento sanità. Sottolineo che il numero dei medici che andrà in pensione, Ministro, è molto alto, si valuta nel numero di circa 7 mila medici. Io le dico che ci sono i nostri territori che sono fortemente sofferenti e in grandissima carenza di organico e interi reparti che chiudono perché non abbiamo i medici. L'impatto di questo prepensionamento potrebbe essere devastante quindi, Ministro, la ringraziamo di aver accolto questi ordini del giorno e la preghiamo anche di renderli attuativi il più velocemente possibile.

  PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2486-AR/81, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Onorevole Micillo, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/82, accettato dal Governo, purché riformulato ?

  SALVATORE MICILLO. Signor Presidente, nell'articolo 97 della Costituzione si prevede che: «I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione. Nell'ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari. Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge».
  Noi vorremmo, tramite questo ordine del giorno, adottare provvedimenti finalizzati ad assicurare che tutti i dirigenti delle pubbliche amministrazioni siano selezionati tramite procedura concorsuale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Micillo n. 9/2486-AR/82, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Tartaglione, Ventricelli, Gallo Luigi, Palese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  474   
   Votanti  472   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato
 137    
    Hanno votato
no  335).    

  (Il deputato Ermini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sorial n. 9/2486-AR/83, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cozzolino n. 9/2486-AR/84, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cozzolino n. 9/2486-AR/84, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bordo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  467   
   Votanti  445   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  343).    

Pag. 43

  (Il deputato Richetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Battelli n. 9/2486-AR/85, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Simone Valente n. 9/2486-AR/86, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Brescia n. 9/2486-AR/87, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brescia n. 9/2486-AR/87, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  468   
   Votanti  467   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato
 142    
    Hanno votato
no  325).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Vacca n. 9/2486-AR/88, accettato dal Governo, purché riformulato.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, chiedo al Governo di rivedere un attimo la proposta di riformulazione perché qua si tratta di adeguare la normativa che risale al 1980 sulle situazioni di incompatibilità tra cariche elettive, come quelle dei parlamentari, o nomine di Ministro, dalla partecipazione in commissioni concorsuali. Noi abbiamo sollevato allo scorso Governo un problema relativo alla presenza di un Ministro, Trigilia, in una Commissione dell'abilitazione scientifica nazionale. Ci sembra incompatibile la presenza di un Ministro o di un parlamentare in una Commissione concorsuale o nella commissione dell'abilitazione scientifica nazionale, anche se la nomina è avvenuta prima. Quindi la legge del 1980 prevede le incompatibilità ma ovviamente è calibrata sulla situazione normativa del 1980 e non sull'attuale situazione. Quindi chiedo al Ministro di rivedere la riformulazione e di accettare eventualmente l'ordine del giorno così com’è.

  PRESIDENTE. Non mi sembra che il Governo intenda prendere la parola. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca n. 9/2486-AR/88, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  471   
   Votanti  470   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato
 127    
    Hanno votato
no  343).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno D'Uva n. 9/2486-AR/89, accolto dal Governo come raccomandazione. Ricordo che l'ordine del giorno Segoni n. 9/2486-AR/90 è inammissibile. Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Villarosa n. 9/2486-AR/91, non accettato dal Governo.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, potrei sapere dal Ministro la motivazione del parere contrario ?

Pag. 44

  PRESIDENTE. Ministro, ordine del giorno Villarosa n. 9/2486-AR/91, se intende intervenire, non è obbligatorio ovviamente.
  Onorevole Villarosa, lo poniamo in votazione o intende intervenire ? Prego, onorevole Villarosa.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, rimango sbalordito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sulla norma su cui vorrei intervenire metto dei puntini sulle «i». Attualmente è possibile che chi viene assunto in Consob poi per i successivi quattro anni non possa ricoprire cariche nelle società che sono vigilate da Consob stessa. Con questo ordine del giorno, caro Presidente, non con un emendamento ma con un ordine del giorno, chiedevo che oltre ai quattro anni successivi all'incarico fossero vietate le assunzioni di incarico per chi nei quattro anni precedenti avesse ricoperto cariche all'interno di società che poi dovevano essere vigilate da Consob.

  PRESIDENTE. Onorevole Villarosa, mi perdoni se la interrompo, anche per farle conservare il tempo: giacché il Ministro ha comunicato adesso alla Presidenza che intende intervenire, lascerei parlare il Ministro, se lei crede, così poi eventualmente se dovesse accettare il suo ordine del giorno, evitiamo un dibattito che sarebbe assolutamente superfluo. Diversamente le restituisco la parola.
  Ha chiesto di parlare il Ministro Madia. Ne ha facoltà.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, confermo il parere contrario su questo ordine del giorno perché sul tema abbiamo fatto una discussione in Commissione e siamo arrivati ad un punto che noi riteniamo il punto giusto e soddisfacente, che è quello dell'articolo che riguarda il tema e che abbiamo registrato in questo decreto-legge.
  Per cui, non posso che confermare il parere contrario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, mi dispiace sapere dal Ministro che non ha fatto questa riunione nella Commissione competente, ovvero la Commissione finanze, perché sarebbe stato il caso di venire in Commissione finanze e chiedere magari alla Commissione quali potevano essere i rischi.
  Non so se lei sa, facendo parte anche di un Ministero che fa parte anche di un'altra Commissione, che ci sono circa un centinaio di banche dichiarate probabili tangentiste che hanno venduto ai nostri comuni e alle nostre ragioni si parla di circa un miliardo 200 milioni di titoli tossici, caro Ministro. Più e più volte, anche con il collega Pesco e altri colleghi di Commissione, abbiamo chiesto chi aveva vigilato. Aveva vigilato bene Banca d'Italia ? Aveva vigilato bene Consob ? Sapete cosa c’è stato risposto ? Che il tema è inammissibile, che noi qui dentro non possiamo neanche chiedere se le norme che mettiamo nella nostra legislazione sulla vigilanza poi vengono rispettate. Non abbiamo nessun diritto.
  Caro Ministro, io le chiedo cortesemente di aprire gli occhi, perché i cittadini si sono stancati di credere che l'evasione venga fatta dallo scontrino della piccola bottega. La vera evasione ed elusione viene fatta tramite le banche, le transazioni finanziarie, le triangolazioni societarie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ormai le informazioni su Internet, sulla rete girano e le indagini della guardia di finanza sono sempre maggiori. Quindi potete far credere anche questo ai cittadini, ma voi lo sapete e gli stessi cittadini lo sanno.
  Quindi, prendetevi questa responsabilità: non accettate neanche un ordine del giorno su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

Pag. 45

Testo sostituito con errata corrige volante   LUIGI GALLO. Signor Presidente, io credo che l'ordine del giorno del collega Villarosa sia stato anche abbastanza «leggero», perché attualmente noi abbiamo un Renato Maviglia che lavora in Consob e un Roberto Maviglia, il fratello, che invece è nella KPMG e fa il revisore dei conti. Quindi, forse si dovrebbe allargare addirittura la norma anche alle parentele, e non solo alle persone che sono all'interno della Consob, perché poi dopo soggetti del genere fanno la revisione dei conti a una società come la società Deiulemar che ha un crack finanziario e disperde 700 milioni di euro dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).   LUIGI GALLO. Signor Presidente, io credo che l'ordine del giorno del collega Villarosa sia stato anche abbastanza «leggero», perché attualmente noi abbiamo un Renato Maviglia che lavora in Consob e un Roberto Maviglia, il fratello, che invece è nella Deiulemar e fa il revisore dei conti. Quindi, forse si dovrebbe allargare addirittura la norma anche alle parentele, e non solo alle persone che sono all'interno della Consob, perché poi dopo soggetti del genere fanno la revisione dei conti a una società come la società Deiulemar che ha un crack finanziario e disperde 700 milioni di euro dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Villarosa n. 9/2486-AR/91, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Di Lello, De Mita, Gutgeld, Romano, Schirò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  478   
   Votanti  477   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato
 129    
    Hanno votato
no  348).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sibilia n. 9/2486-AR/92, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sibilia n. 9/2486-AR/92, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti   472   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  349).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Nicola Bianchi n. 9/2486-AR/93 e Paolo Nicolò Romano n. 9/2486-AR/94, accettati dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2486-AR/95, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2486-AR/95, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, stiamo al posto, per favore; mancano ancora settanta ordini del giorno. Quindi... Culotta, provi a votare. Rossi, Micillo, provi a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  479   
   Votanti  459   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato
 107    
    Hanno votato
no  352).    

  (Il deputato Dell'Orco ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  L'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2486-AR/96 è ritirato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2486-AR/97, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.Pag. 46
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2486-AR/97, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Cicchitto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  461   
   Votanti  427   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
  86    
    Hanno votato
no  341).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Busto n. 9/2486-AR/98 e Benedetti n. 9/2486-AR/99, accettati dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vallascas n. 9/2486-AR/100, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vallascas n. 9/2486-AR/100, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Qualcuno non riesce... Lavagno, Molea, Cicchitto. Molea non riesce... onorevole Carloni, provi a votare. Però, togliete le palline se vi bloccano il sistema.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  471   
   Votanti  469   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  352).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Toninelli n. 9/2486-AR/101, non accettato dal Governo.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, questo ordine del giorno riprende un emendamento bocciato in Commissione. È un emendamento che riguarda un argomento molto critico per la pubblica amministrazione, forse tra i più critici, ovverosia che le pubbliche amministrazioni e i dirigenti delle pubbliche amministrazioni troppo spesso disattendono le norme di legge, tra cui la legge n. 241 del 1990, che disciplina, anche bene, determinati passaggi.
  Nel caso di specie, si tratta della norma relativa agli obblighi, che la legge di conversione che andremo a votare impone, di pubblicità nella trasmissione dei dati ai fini della ricognizione degli enti pubblici e dell'unificazione delle banche dati delle società partecipate. Sappiamo perfettamente come non siamo oggi in grado, come il Ministero non sia oggi in grado di quantificare effettivamente il numero delle società partecipate, che ci costano miliardi di euro.
  Io ho inserito, in questo ordine del giorno, come conseguenza del mancato rispetto, da parte della pubblica amministrazione, di questo obbligo di indicazione delle società partecipate, la nullità di diritto degli atti relativi ai dati non trasmessi. Questo, a nostro parere, è l'unico deterrente che obbligherebbe i dirigenti delle pubbliche amministrazioni ad attenersi alle disposizioni di leggi che disciplinano le attività che devono svolgere.
  Un'altra conseguenza fondamentale, che noi riteniamo potere apportare con questo ordine del giorno, è quella della limitazione dei ricorsi ai giudizi amministrativi. Immaginate, infatti, un privato cittadino che si vede leso un diritto a causa di un atto della pubblica amministrazione in violazione delle disposizioni di Pag. 47legge. Oggi l'unica attività che può svolgere è un ricorso di fronte al giudice amministrativo. Ebbene, con la nullità di diritto di quest'atto, il cittadino, il privato cittadino, potrebbe fare a meno di ricorrere al giudice amministrativo. Purtroppo, abbiamo notato come il Governo non abbia dimostrato coraggio e abbia dichiarato parere contrario a questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Toninelli n. 9/2486-AR/101, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Hanno votato tutti ? Onorevole Cicchitto... provi a votare, presidente Cicchitto... Cassano, Culotta... onorevole Culotta, provi a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  470   
   Votanti  469   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  347).    

  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Cancelleri n. 9/2486-AR/102, non accettato dal Governo, insiste per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cancelleri n. 9/2486-AR/102, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Bragantini, Rizzetto, Locatelli... onorevole Locatelli, provi a votare...provi... esperisca un tentativo, di voto, non di sblocco... metta la mano... voti... vede ? Ecco !
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti   466   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  356).    

  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Alberti n. 9/2486-AR/103, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alberti n. 9/2486-AR/103, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciprini... qualcuno non riesce a votare ? Fanucci... provi a votare, onorevole Fanucci... provi a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti   466   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  341).    

  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Pisano n. 9/2486-AR/104, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pisano n. 9/2486-AR/104, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Invito i colleghi a provare a votare, prima di chiedere di sbloccare la postazione. Piccoli Nardelli, Malisani...Pag. 48
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti   467   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  342).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Pesco n. 9/2486-AR/105, accolto dal Governo come raccomandazione.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, mi scuso, però il contributo unificato è una cosa molto importante per chi intende difendersi in tribunale.

  PRESIDENTE. Non deve scusarsi, lei ha diritto di intervenire.

  DANIELE PESCO. Noi siamo dell'opinione che non si possa più ricorrere all'aumento del contributo unificato, in quanto è un diritto costituzionale quello di difendersi, quello di adire a vie legali nel caso in cui ad una persona vengano lesi i propri diritti.
  Quindi, siamo dell'opinione che veramente il contributo unificato non debba essere più alzato, ma, anzi, ridotto. Con questo ordine del giorno chiediamo solo che venga messo un freno ai continui aumenti di questa tassa. Forse è una tassa molto facile da recuperare, però è una tassa che incide molto sui diritti dei cittadini. Quindi, chiedo che l'ordine del giorno sia posto in votazione, perché penso che tutta quest'Aula debba veramente pensarci due volte su ulteriori aumenti di questa tassa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, intervengo velocemente, per accordarmi anche io a questa richiesta. Infatti, già oggi, la legge non è uguale per tutti, perché, come sappiamo bene, chi può permettersi determinati avvocati, può fare determinate spese e può avere una spesa migliore...

  PRESIDENTE. Onorevole Villarosa...

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. ... rispetto ad altri che non possono permetterselo. Quindi, riflettiamoci bene.

  PRESIDENTE. Grazie.
  Prendo, dunque, atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pesco n. 9/2486-AR/105.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pesco n. 9/2486-AR/105, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cicchitto, Fanucci, Lombardi. Provi a votare, onorevole Lombardi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  465   
   Votanti  464   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato
 129    
    Hanno votato
no  335).    

  (Il deputato Cassano ha segnalato di non essere riuscito a esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/2486-AR/106, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ruocco n. 9/2486-AR/107, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Petraroli n. 9/2486-AR/108, sul quale vi è il parere contrario del Governo.Pag. 49
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Petraroli n. 9/2486-AR/108, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cicchitto, Greco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti   465   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  340).    

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno D'Incà n. 9/2486-AR/109, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  FEDERICO D'INCÀ. Signor Presidente, mi spiace che il Ministro non sia presente in Aula in questo momento, perché era particolarmente importante questo ordine del giorno, ma chiederò l'attenzione al sottosegretario. In pratica, nel comma 3 dell'articolo 25, vi è una modifica della disciplina della sosta dei veicoli di persone disabili, per cui si obbliga i concessionari di aree destinate a parcheggio a pagamento di destinarne, giustamente, una quota a sosta gratuita per i veicoli, oltre agli spazi già dedicati...

  PRESIDENTE. Onorevole D'Incà, se posso interromperla, siccome il sottosegretario chiede di intervenire, se intende, io poi le do la parola lo stesso...

  FEDERICO D'INCÀ. Va bene.

  PRESIDENTE. Così risparmiamo tempo. Prego, sottosegretario.

  ANGELO RUGHETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, solo per dire che il Governo cambia parere: il parere è favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. A questo punto, onorevole D'Incà, procediamo ?

  FEDERICO D'INCÀ. Signor Presidente, lo ringrazio molto. Grazie mille.

  PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che il parere sull'ordine del giorno D'Incà n. 9/2486-AR/109 è diventato favorevole e che i presentatori non insistono per la votazione.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Carinelli n. 9/2486-AR/110, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carinelli n. 9/2486-AR/110, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pellegrino, Abrignani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti   462   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato
 129    
    Hanno votato
no  333).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nuti n. 9/2486-AR/111, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bordo, Locatelli, Grillo, Nicchi.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 50
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  453   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato
 119    
    Hanno votato
no  334).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dieni n. 9/2486-AR/112, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  458   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  340).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole mentre il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ferraresi n. 9/2486-AR/113, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Colonnese n. 9/2486-AR/114, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Signor Presidente, intervengo velocemente. Secondo me, su questo ordine del giorno il Governo dovrebbe esprimere parere positivo. Infatti, se stiamo andando verso la digitalizzazione del processo e tutti gli atti processuali sono da depositare in via digitale, non capisco perché il contributo unificato non possa essere pagato con altri strumenti che non siano per forza quelli cartacei. Presidente, già faccio un intervento veloce, che almeno ci sia l'attenzione del Governo.

  PRESIDENTE. Prego.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Ciò solo perché vorrei che il Governo si prendesse l'impegno di rendere obbligatorio il pagamento informatizzato del contributo unificato. Non chiedo altro. Se stiamo andando verso la digitalizzazione del processo, mi sembra anche dovuto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ANGELO RUGHETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, possiamo accoglierlo come raccomandazione, altrimenti il parere resta negativo.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Colonnese n. 9/2486-AR/114, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/2486-AR/115, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saltamartini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  461   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  340).    

  (La deputata Bargero ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 51giorno Fraccaro n. 9/2486-AR/116, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dieni, Piras.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  469   
   Votanti  451   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
  88    
    Hanno votato
no  363).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dadone n. 9/2486-AR/117, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  462   
   Votanti  441   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  339).    

  (La deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lombardi n. 9/2486-AR/118, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Ricordo che l'ordine del giorno Businarolo n. 9/2486-AR/119 è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2486-AR/120, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  454   
   Votanti  441   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
  95    
    Hanno votato
no  346).    

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Turco n. 9/2486-AR/121, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fitzgerald Nissoli n. 9/2486-AR/122, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Buttiglione n. 9/2486-AR/123, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Scotto n. 9/2486-AR/124, accettato dal Governo.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Ricciatti n. 9/2486-AR/125, non accettato dal Governo.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, spiace che non sia presente la signora Ministra in Aula, perché prima delle modifiche apportate in sede referente all'articolo 28, quindi in materia di riduzione del diritto annuale dovuto alle camere di commercio a carico delle imprese, nella sua versione iniziale si prevedeva il dimezzamento dell'importo del diritto annuale dovuto dalle imprese alle camere di commercio: ovvero la principale fonte di finanziamento per il sistema camerale, costituendo circa il 70 per cento delle entrate. Durante l'esame del provvedimento in sede referente, ma anche e soprattutto in sede consultiva presso la X Commissione, è emerso che la misura del Pag. 52diritto annuale è determinata dal Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentite l'Unioncamere e le organizzazioni di categoria, sulla base del fabbisogno necessario per l'espletamento dei servizi che il sistema camerale è tenuto a fornire, detratta una quota calcolata in base ad un obiettivo annuale di efficienza del sistema.
  Dall'analisi sviluppata da Unioncamere dei dati relativi al diritto annuale effettivamente riscosso nel 2013, risulta che il risparmio medio nominale per ciascuna impresa pagante risulterebbe – stante l'attuale formulazione dell'articolo 28 – pari a 94 euro ed il risparmio medio effettivo pari a 63 euro. Secondo l'analisi d'impatto effettuata da Unioncamere, la riduzione del 50 per cento del diritto annuale si tradurrebbe complessivamente in minori entrate per oltre 400 milioni di euro, determinando per 48 camere di commercio una situazione di non compiuta sostenibilità dei costi del personale e di funzionamento, e per le altre 57 camere una disponibilità complessiva di risorse per attività promozionali di 145 milioni di euro, a fronte dei circa 500 investiti a sostegno dei territori nel 2013.
  Vede, signora Ministro, elaborazioni sui bilanci camerali del 2012 indicano in circa 416 milioni di euro le risorse dedicate alle prime otto aree d'intervento promozionale del sistema camerale: finanza ed accesso al credito delle piccole e medie imprese; internazionalizzazione; servizi per il turismo e per i beni culturali; sviluppo locale, promozione del territorio, commercio e servizi; innovazione, trasferimento tecnologico e proprietà industriale; qualificazione e promozione delle filiere; formazione, orientamento, alternanza, università; lavoro e servizi per l'imprenditorialità. E cioè in circa l'80 per cento del totale di interventi promozionali per quasi 515 milioni di euro, con effetti moltiplicativi stimati in oltre 2 miliardi di euro.
  Il diritto annuale costituisce un'entrata di scopo attraverso la cui definizione e finalizzazione per via legislativa si assicura la dotazione finanziaria necessaria all'espletamento delle funzioni demandate al sistema camerale.
  Con questo ordine del giorno, signora Ministra, noi avremmo voluto impegnare il Governo a valutare con particolare attenzione gli effetti applicativi derivanti dalla norma in questione sotto il profilo occupazionale, della riduzione del sostegno al sistema infrastrutturale locale (porti e aeroporti, sistema fieristico, autostrade, banda larga) e della riduzione di interventi a sostegno del sistema turistico-culturale (già oggetto di scarsi investimenti, peraltro); e infine, della riduzione di microinterventi spesso vitali per mantenere attivo il sistema produttivo locale nei contesti di dimensioni più contenute.
  In questo ordine del giorno – e per questo non capiamo perché il parere contrario – avevamo chiesto di valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa tesa ad affrontare la questione relativa alla riduzione del diritto annuale dovuto alle camere di commercio a carico delle imprese, superando la logica del mero taglio lineare al fine di adottare una soluzione di tipo selettivo che risponda al tipo di presenza e di azione che serva per sostenere il tessuto produttivo territoriale; vincolando altresì gli enti camerali a indirizzare parte delle risorse verso specifiche direttrici, come ad esempio l'innovazione tecnologica, la nuova occupazione, la digitalizzazione dei processi, la green economy, il made in Italy, e opportunamente individuate attraverso peraltro il coinvolgimento di tavoli territoriali interistituzionali. E avremmo voluto porre in essere ogni atto di competenza volto a scongiurare il rischio che l'abbattimento dei diritti camerali previsto dal provvedimento in esame, se non accompagnato da un serio progetto di razionalizzazione e di rilancio del sistema camerale stesso, piuttosto che rappresentare una riforma, costituisca solo ed esclusivamente l'avvio di un inevitabile indebolimento del sistema economico locale e nazionale. Peccato che nemmeno con un ordine del giorno si possa Pag. 53per una volta provare a tendere l'orecchio verso i territori (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, Ministro, anche noi ci chiediamo, visto che questa è anche una battaglia del MoVimento 5 Stelle, per quale motivo lei non voglia accogliere questo ordine del giorno. Diciamo che nel testo che viene approvato alla Camera, che però a noi risulta, comunque, insufficiente, si chiede di valutare e di rimodulare, a fronte di un taglio, che ravvisiamo lineare, agli apporti alle camere di commercio, anche la visione delle stesse nell'organizzazione e nella struttura delle camere di commercio, sia nel numero che nella loro organizzazione.
  Per quale motivo ? È indubbio che le camere di commercio svolgano un lavoro importante a supporto delle imprese. In questo ordine del giorno, in particolare, si dice di valutare gli effetti applicativi della norma stessa. È chiaro che, se io faccio un taglio orizzontale di apporto alle camere di commercio, avrò un risultato che non sarà in termini qualitativi, perché vado a danneggiare anche le camere di commercio che lavorano bene. Quindi, sul territorio io ho situazioni che non sono sempre allo stesso livello: ci sono camere di commercio che lavorano bene, che hanno bilanci in attivo, che fanno operazioni di leva per le imprese a livello di tessuto imprenditoriale e di coesione anche con il lavoro della pubblica amministrazione, e che quindi danno un apporto positivo al mercato stesso, e camere di commercio che lavorano, invece, peggio. Io sto dando un taglio, invece, che è orizzontale, lineare, non sto andando a premiare chi lavora bene, ma lo danneggio.
  Ricordiamo che questo ordine del giorno dice anche giustamente di andare verso una specifica direttrice ovvero quella di sostenimento del made in Italy e della digitalizzazione dei processi, ad esempio. Dà un indirizzo, non capiamo per quale motivo...

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Mucci, chiedo scusa, mi spiace interrompere il suo appassionato intervento, ma giacché c’è la volontà del Ministro di intervenire, se lei fosse d'accordo, io le darei la parola nel caso in cui poi lei intendesse continuare la dichiarazione di voto; invece, in caso del cambiamento del parere, magari non sarà necessario. Prego, Ministro.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. In armonia con gli altri ordini del giorno sullo stesso tema, io vorrei cambiare il parere del Governo e accoglierlo come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Ricciatti non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/125, accolto dal Governo come raccomandazione, e che l'onorevole Mucci non intende più continuare il suo intervento.
  Signor Ministro, se ci indica anche quali sono gli altri ordini del giorno sullo stesso tema che vengono assorbiti con la stessa riformulazione.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. No, ma non è la stessa riformulazione.

  PRESIDENTE. O quelli che vengono accolti come raccomandazione.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. È semplicemente lo stesso oggetto, che sono le camere di commercio, alcuni li abbiamo già votati e altri sono successivi.

  PRESIDENTE. Ce li segnala lei, allora, a questo punto.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione.Pag. 54Ci sono già i pareri, che sono quelli che ho dato prima. Quindi, confermo i pareri espressi precedentemente.

  PRESIDENTE. Va bene. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2486-AR/126, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2486-AR/127, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Passiamo all'ordine del giorno Airaudo n. 9/2486-AR/128, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Airaudo. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, noi chiediamo con questo ordine del giorno di porre rimedio alle intenzioni del Governo. Se davvero il Governo vuole mettere mano, iniziare a mettere mano alla riforma della pubblica amministrazione, al di là dei forti dubbi che la mia parte, che noi abbiamo, rispetto alla ripubblicizzazione del rapporto di lavoro nel settore pubblico, dopo che dal 1993 si era andati verso la privatizzazione di questo rapporto, quindi si torna indietro rispetto ad un lungo e faticoso lavoro che spesso è stato rallentato, a noi pare che anche le modifiche che sono state accolte con emendamenti nel lavoro della Commissione. ... Presidente, il Ministro forse vuole dire qualcosa.

  PRESIDENTE. Prego, Ministro, intende intervenire ?

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Sì, ma successivamente all'onorevole Airaudo.

  PRESIDENTE. Onorevole Airaudo, lei ha terminato il suo intervento ?

  GIORGIO AIRAUDO. No, non l'ho terminato, avevo visto il Ministro e pensavo in un'attenzione che sarebbe stata...

  PRESIDENTE. Il Ministro ha fatto presente alla Presidenza che intende intervenire, ma successivamente. Prego, onorevole Airaudo.

  GIORGIO AIRAUDO. Noi chiediamo attraverso questo ordine del giorno che il Governo si impegni a consultare e a coinvolgere le organizzazioni sindacali in tutti gli interventi, anche di tipo regolamentare o normativo, che verranno adottati in base alle disposizioni di questo decreto-legge in materia di pubblico impiego e organizzazione della pubblica amministrazione. Non si riforma il pubblico impiego contro o senza i lavoratori. E la rappresentanza sindacale è del lavoro, delle lavoratrici e dei lavoratori, non del sindacato, ed è lì che noi pensiamo che vadano coinvolti. Si coinvolge con i rappresentanti dei lavoratori, non contro i rappresentanti dei lavoratori. Chiediamo attenzione.

  PRESIDENTE. Prego, Ministro Madia.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, posso cambiare il parere del Governo in parere favorevole, ma senza accogliere le premesse e con la seguente riformulazione nell'impegno: «di valutare l'opportunità».

  PRESIDENTE. Onorevole Airaudo ?

  GIORGIO AIRAUDO. No, mi dispiace, chiedo che venga messo ai voti.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Airaudo n. 9/2486-AR/128, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 55

  Grimoldi, Molteni, Saltamartini, Culotta, Scotto, Romano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  452   
   Votanti  449   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 109    
    Hanno votato
no  340).    

  (Il deputato Cani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Placido n. 9/2486-AR/129, con il parere contrario del Governo.

  ANTONIO PLACIDO. Signor Presidente, l'ordine del giorno chiede di riconsiderare le disposizioni di tipo previdenziale che riguardano i lavoratori esposti all'amianto, immaginando che si possa introdurre un regime agevolativo a vantaggio di questi lavoratori e, in particolare, che li si possa esentare dalle penalizzazioni previste dal comma 10 dell'articolo 24 della legge in vigore. Riguarda in particolare la situazione dei lavoratori – ripeto – esposti all'amianto che abbiano maturato un'anzianità contributiva di quarantatré e quarantadue anni, rispettivamente per gli uomini e le donne. Non capiamo bene la ragione dell'atteggiamento del Governo, tanto più che si tratta di un auspicio e che nel corso della discussione sul provvedimento a più riprese e da più parti il tema è stato sollevato.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, cambiamo il parere in favorevole.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Placido n. 9/2486-AR/129, accolto dal Governo.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Paglia n. 9/2486-AR/130, accettato dal Governo, purché riformulato.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, noi con questo ordine del giorno chiediamo, come abbiamo già chiesto più volte in passato, che le deroghe alla possibilità di assumere personale nei servizi socio-assistenziali ed educativi dei comuni, attualmente previste se le assunzioni vengono fatte all'interno di istituzioni, fondazioni, centri speciali e così via, vengano estese anche per le assunzioni fatte direttamente dagli enti. Abbiamo sempre ritenuto che sia una questione di buon senso e che vada anche nella direzione, che questo Parlamento ha sempre condiviso, di eliminare progressivamente gli enti cosiddetti inutili o gli enti sovrapposti o gli enti frapposti. Finora devo dire che dal Governo ad analogo ordine del giorno era sempre stata data valutazione negativa, senza che fosse nemmeno espressa alcuna motivazione nel merito. Quindi, io accolgo positivamente almeno un'inversione di tendenza, il fatto che venga accolto come raccomandazione. Se poi il Ministro in un impeto di volontà riformatrice volesse fare un ulteriore passo in avanti, ve ne saremmo grati.

  PRESIDENTE. Ministro Madia, conferma il parere ?

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Sì, Signor Presidente.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Paglia n. 9/2486-AR/130, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Sannicandro n. 9/2486-AR/131, non accettato dal Governo.

Pag. 56

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signora Ministro, io la invito a rivedere la sua posizione, perché con questo ordine del giorno noi non chiediamo puramente e semplicemente di mantenere in vita la sezione distaccata del TAR di Parma, come sarebbe anche giustificato, data la virtuosità di questa sezione distaccata. Noi chiediamo semplicemente di impegnare il Governo a verificare gli effetti della soppressione. Noi chiediamo cioè che il Governo rifletta, come sarebbe doveroso dopo l'approvazione di ogni legge, su quali siano gli effetti che questa produce, ciò appunto al fine di poter ripristinare la sezione distaccata del TAR di Parma. Quindi, nulla di straordinario, ma, se mi consente, esprimo anche l'invito a fare sostanzialmente il proprio dovere, ossia quello di verificare cosa succede ed eventualmente porre rimedio se c’è stata qualche superficialità nel proporre la soppressione del TAR di Parma.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sannicandro n. 9/2486-AR/131, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Ottobre, Saltamartini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  457   
   Votanti  456   
   Astenuti  1   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 130    
    Hanno votato
no  326).    

  Passiamo all'ordine del giorno Nicchi n. 9/2486-AR/132, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Vorrei cambiare il parere sia sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/2486-AR/132 che sull'ordine del giorno Zaratti n. 9/2486-AR/133 e accoglierli come raccomandazione con riformulazione...

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno Zaratti n. 9/2486-AR/133 è inammissibile.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Allora, solo l'ordine del giorno Nicchi n. 9/2486-AR/132, con la riformulazione «a valutare l'opportunità di» in ogni impegno.

  PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Nicchi n. 9/2486-AR/132 accolto dal Governo come raccomandazione purché riformulato.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, noi pensiamo invece che questo ordine del giorno vada approvato. Naturalmente apprezziamo il passo in avanti del Ministro, però si tratta di porre fine ad un paradosso in modo definitivo, quello di affrontare la condizione di lavoro di chi da un decennio assicura dei servizi fondamentali, quelli legati alle politiche...

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, il Governo accoglie l'ordine del giorno, ma con la riformulazione di «a valutare l'opportunità di» su ogni impegno.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del Pag. 57giorno Nicchi n. 9/2486-AR/132 su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fabbri n. 9/2486-AR/134, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gnecchi n. 9/2486-AR/135, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gregori n. 9/2486-AR/136, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Albanella n. 9/2486-AR/137, accolto dal Governo come raccomandazione, nel testo riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ferranti n. 9/2486-AR/138, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Verini n. 9/2486-AR/139, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rubinato n. 9/2486-AR/140, riformulato, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bonaccorsi n. 9/2486-AR/141, riformulato, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Migliore n. 9/2486-AR/142, riformulato, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Salvo n. 9/2486-AR/143, riformulato, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che – come da indicazione dell'ottimo onorevole Palese – il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Brunetta n. 9/2486-AR/144, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Passiamo all'ordine del giorno Laffranco n. 9/2486-AR/145, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, questo ordine del giorno è uno di quelli sul tema, come dicevo prima, delle camere di commercio, quindi, come per gli altri, vorrei accoglierlo come raccomandazione con la riformulazione «a valutare l'opportunità di» in ogni impegno.

  PRESIDENTE. Onorevole Laffranco, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/145, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato ? Ci dia un segno.

  PIETRO LAFFRANCO. Il segno è semplice: non ho capito. Si accoglie come raccomandazione o il Governo ha espresso parere favorevole con la riformulazione di modificarlo in «a valutare l'opportunità di» ?

  PRESIDENTE. È accolto come raccomandazione con la riformulazione «a valutare l'opportunità di».

  PIETRO LAFFRANCO. Allora non accetto, Presidente, e le spiego anche perché non accetto. Perché tutte le parole che abbiamo ascoltato dal Ministro e dal Presidente del Consiglio sulla riforma delle camere di commercio stanno all'interno di questo ordine del giorno. Allora, bisogna che ci si decida: si fa il taglio dei diritti camerali perché una mattina ci si sveglia o si individua un progetto di riforma delle camere di commercio ? O l'uno o l'altro. Pag. 58Quindi, la raccomandazione con l'impegno «a valutare l'opportunità di» significa smentire le proprie opinioni.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, significa trattare il tema come abbiamo trattato gli ordini del giorno sullo stesso tema e dire che, siccome il riordino delle camere di commercio è un punto del disegno di legge già calendarizzato in Senato, la discussione si farà in quella sede.

  PRESIDENTE. Onorevole Laffranco ?

  PIETRO LAFFRANCO. Ministro, la ringrazio, ma non è stata affatto convincente. In altre parole, qui ci sono cose che lei e il Presidente Renzi avete detto a più riprese, o le confermate o le smentite. Quindi, votiamo l'ordine del giorno e bocciatelo. Non è quello il problema, è il suo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Laffranco n. 9/2486-AR/145, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giachetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  454   
   Votanti  360   
   Astenuti   94   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
  88    
    Hanno votato
no  272).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad astenersi).

  Onorevole Abrignani, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2486-AR/146, su cui vi è il parere contrario del Governo ?

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, siccome prima non le ho ascoltate, volevo capire le motivazioni di questo parere contrario. Mi sembra che fosse un'indicazione su quella che è una prospettiva di questa Autorità che di fatto esplica poi la propria attività. Comunque, volevo sentire se il Ministro poteva motivare il parere contrario, poi dopo magari prendo la mia decisione.

  PRESIDENTE. Se il Governo non intende intervenire, resta il parere contrario. Passiamo ai voti.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Lo ritiro.

  PRESIDENTE. Lo ritira, perfetto. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gelmini n. 9/2486-AR/147, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore ritira l'ordine del giorno Latronico n. 9/2486-AR/148, su cui vi era il parere contrario del Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Chiarelli n. 9/2486-AR/149 e Russo n. 9/2486-AR/150, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori ritirano gli ordini del giorno Marotta n. 9/2486-AR/151 e Sandra Savino n. 9/2486-AR/152, sui quali vi era il parere contrario del Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Palese n. 9/2486-AR/153, accettato dal Governo, purché riformulato.Pag. 59
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Palmieri n. 9/2486-AR/154, su cui vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Centemero n. 9/2486-AR/155, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rampelli n. 9/2486-AR/156, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rampelli n. 9/2486-AR/156, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Terzoni, Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  459   
   Votanti  458   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato
  47    
    Hanno votato
no  411).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Russa n. 9/2486-AR/157, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cera, D'Agostino, Battaglia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  456   
   Votanti  455   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
 160    
    Hanno votato
no  295).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che l'ordine del giorno Caruso n. 9/2486-AR/158 è ritirato.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Plangger n. 9/2486-AR/159, accettato dal Governo, purché riformulato.
  L'ordine del giorno Bosco n. 9/2486- AR/160 è ritirato.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Sisto n. 9/2486-AR/161, accettato dal Governo, purché riformulato.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, soltanto per ringraziare il Governo per il parere favorevole all'emendamento da me sottoscritto con il collega Rosato...

  PRESIDENTE. È un ordine del giorno...

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Ho sbagliato, signor Presidente, era per vedere se lei stava attento ! Apprezzo quindi il suo livello di attenzione. Esprimo il mio compiacimento per questo ordine del giorno relativo all'Agenzia delle dogane e dei monopoli volto a colmare le acclarate carenze del personale nella terza area funzionale.

  PRESIDENTE. La Presidenza la ringrazia.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Gigli n. 9/2486-AR/162, non accettato dal Governo. È difficile interpretare il segno fine a se stesso...

  GIAN LUIGI GIGLI. Questa mattina il Ministro ha più volte, con buon senso, devo dire, modificato il suo parere su diversi ordini del giorno presentati dalle opposizioni. Mi auguro che voglia in questo caso riformulare il suo parere anche su un ordine del giorno presentato da un gruppo che pure ha sostenuto convintamente questo provvedimento.Pag. 60
  Tale ordine del giorno si muove proprio nello spirito di questo provvedimento perché uno degli orientamenti, a mio avviso caratterizzanti, credo che sia l'introduzione di elementi di trasparenza nella pubblica amministrazione. Purtroppo trasparenza e discrezionalità non sempre vanno d'accordo e non sono solo io a pensarlo: mi è capitato sotto mano questa mattina l'editoriale di Maurizio Ferrera su Il Corriere della Sera. Gliene leggo solo un passo: «Il collocamento a riposo discrezionale rischia di diventare merce di scambio tra amministrazione e dipendenti in barba a genuine logiche organizzative e meritocratiche». Nel presentare ieri l'ordine del giorno non avevo letto questo editoriale.

  PRESIDENTE. Se è di oggi era difficile che potesse averlo letto !

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, la motivazione del parere contrario era semplicemente che ci sembrava ultroneo; perché è esattamente quello che abbiamo specificato nel testo di legge, e quindi, a questo punto, il Governo esprime parere favorevole, anche se continuo a considerarlo ultroneo.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gigli n. 9/2486-AR/162, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Matarrese n. 9/2486-AR/163, non accettato dal Governo.

  SALVATORE MATARRESE. Signor Presidente, l'ordine del giorno che proponiamo, signor Ministro, ha come obiettivo quello di rendere sicuramente efficace il controllo dell'ANAC. Riteniamo che, con una soglia bassa pari al dieci per cento, di fatto l'ANAC sarà interessata da un'enorme quantità di varianti che hanno come effetto quello di bloccare, in attesa dell'approvazione di questo ordine di controllo sovraordinato, tutte le opere che ne sono interessate. Poiché noi in quest'Aula più volte abbiamo affrontato il problema della difficoltà di realizzare in questo Paese le opere pubbliche, stiamo ponendo in essere un articolo che va ad allungare ulteriormente i tempi di approvazione e introduce un altro elemento di valutazione all'interno del contratto di appalto e, quindi, chiederei che, almeno nella definizione dei tempi di intervento di questo ente sulle varianti, ci sia un accoglimento dell'ordine del giorno perché, all'interno di un contratto d'appalto, è inammissibile lasciare a un soggetto terzo una valutazione in maniera indeterminata, la cui incidenza è un danno per la collettività perché allunga a dismisura i tempi di esecuzione delle opere, a tutto svantaggio della collettività. Chiedo almeno l'accoglimento parziale della definizione di un tempo di pronunciamento sulle varianti da parte dell'ANAC, compatibile con l'esecuzione dei lavori, nell'interesse dell'opera.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Matarrese n. 9/2486-AR/163, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiedo ai colleghi di rimanere al posto visto che stiamo concludendo gli ordini del giorno... Vignali... ci sono colleghi che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  440   
   Votanti  424   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
  26    
    Hanno votato
no  398).    

Pag. 61

  (La deputata Terzoni ha segnalato che ha espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario e la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mariani n. 9/2486-AR/164, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Oliverio n. 9/2486-AR/165, riformulato, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Arlotti n. 9/2486-AR/166, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Passiamo all'ordine del giorno Cirielli n. 9/2486-AR/167, con il parere contrario del Governo.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, il Governo può accogliere questo ordine del giorno come raccomandazione con la riformulazione: «valutare l'opportunità di».

  PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Cirielli n. 9/2486-AR/167, accolto dal Governo come raccomandazione, perché riformulato.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor presidente, non insisto per la votazione e accetto la riformulazione, grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, anche per la voce squillante.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
  Mi pare che vi sia un'intesa tra i gruppi nel senso di sospendere per mezz'ora la seduta anche per consentire alle Commissioni e ai Comitati dei nove di riunirsi.
  A questo punto, sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 14,10 per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale, a cui seguirà la votazione finale.

  La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 14,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Balduzzi, Michele Bordo, Catania, Cicchitto, Cirielli, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Di Salvo, Epifani, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Guerra, Pannarale, Pes, Portas, Ravetto, Realacci, Sisto, Tabacci, Vignali e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza, che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2486-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signor Presidente, signor Ministro, ho visto che il tempo assegnato è così lungo che non lo potrò utilizzare fino in fondo. Vorrei dichiarare Pag. 62il voto favorevole sul decreto-legge, però devo sforzarmi di tenere distinto il ruolo politico da quello istituzionale, che mi vede in questo momento presidente della Commissione parlamentare per la semplificazione.
  Come rappresentante politico di una componente che fa parte della maggioranza di Governo, dichiaro il voto favorevole della componente Centro Democratico sul decreto, che cerca di affrontare una serie di questioni che hanno un valore non tanto economico quanto simbolico, perché tentano o hanno tentato di intaccare taluni privilegi e interessi particolari. Come presidente della Commissione bicamerale per la semplificazione, signor Ministro, devo però esprimere un rimpianto e una preoccupazione. Il rimpianto per ciò che questo decreto avrebbe potuto essere grazie agli emendamenti che cercavano di dare sostanza alla semplificazione, annunciata nel titolo del decreto ma ridotta poi a ben poca cosa nell'articolato.
  In altri termini, il decreto fa riferimento al tema della semplificazione, che non ha alcun protagonismo all'interno dell'articolato. Questi emendamenti, a mia prima firma e sottoscritti da numerosi deputati di tutti i gruppi, affrontavano alcune questioni generali della semplificazione, a partire da un tema cruciale come il silenzio-assenso tra amministrazioni statali nel caso, per esempio, debba essere acquisito un concerto. Erano emendamenti pienamente congruenti con lo spirito del provvedimento e le finalità enunciate nel titolo e nel preambolo ma poi non perseguite, eppure sono stati dichiarati inammissibili, mentre sono stati poi ammessi al voto e approvati articoli aggiuntivi che francamente poco hanno a che vedere con la materia originaria del decreto e che ne hanno ampliato in maniera considerevole i contenuti.
  E qui vengo alla preoccupazione con la quale accompagno il mio voto favorevole, preoccupazione già espressa nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva approvato all'unanimità dalla Commissione che presiedo, per un modo di legiferare torrenziale e bulimico che aggiunge complicazioni anche laddove l'intento sarebbe quello di semplificare.
  Questo decreto, nel testo che stiamo approvando, aggiunge al già corposo e illeggibile libro delle leggi più di 70 pagine contenenti 68 nuovi articoli, che a loro volta prevedono numerosi decreti attuativi, alimentando una catena di norme e di sicure inattuazioni sempre più insostenibile e che, proprio per questo, produrrà, statene certi, modificazioni e correzioni in tempi molto brevi. Faccio un solo esempio: l'articolo 3, che persegue il meritorio obiettivo di semplificare le norme sul turnover, occupa sette pagine dello stampato, con una disciplina che muta di anno in anno nel periodo 2014-2017, per entrare a regime soltanto a decorrere dal 2018. Ma fino ad allora chissà quante volte verrà cambiata.
  Nonostante queste considerazioni, signor Ministro, che vogliono anche essere uno sprone a cambiare radicalmente modo di legiferare, ribadisco il mio voto favorevole su un provvedimento che contiene comunque importanti innovazioni e che mi auguro possa preludere ad un diverso approccio verso la pubblica amministrazione, che necessita di un complessivo ripensamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lello Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Signora Presidente, signora Ministro, questo provvedimento lo riteniamo importante pur con le sue difficoltà, con le grandi contraddizioni che vi possono essere, per il semplice motivo che si è avuta la capacità di affrontare e quindi di portare avanti con determinazione la riforma della pubblica amministrazione. Riforma che noi riteniamo indispensabile in un Paese civile, in un Paese che si vuole immettere in un circuito di riforme e, quindi, di conseguenza aggrappare la crescita, che ci auguriamo possa essere vicina anche se i dati economici stanno a dimostrare diversamente; ha bisogno Pag. 63appunto di grandi riforme e, tra le grandi riforme, la riforma della pubblica amministrazione.
  Pensavamo, come giustamente si diceva anche prima, che vi fossero delle condizioni per semplificare e per fare in modo che vi fossero elementi più oggettivamente chiaribili e, di conseguenza, dare alla pubblica amministrazione quel senso di vicinanza ai cittadini. Questo, purtroppo, mi pare non sia stato completamente compreso.
  Vi sono però elementi importanti, essenziali, che abbiamo già sottolineato nella discussione di ieri sera nel momento in cui la componente socialista del gruppo Misto ha dato la fiducia al Governo, che riteniamo importanti, come, per esempio, la modifica del turnover, la possibilità di cominciare a discutere – o per fare in modo che venga ad essere immesso – del famoso dato del «96». Insomma, fare in modo che all'interno di un sistema economico-sociale, soprattutto in questo momento e soprattutto in un'area fortemente devastata da un punto di vista sociale ed economico – basta vedere i dati della Svimez ieri sera – si capisca la drammaticità che si sta vivendo. Basta pensare alla perdita del prodotto interno lordo negli ultimi anni e, negli ultimi sei anni, del 13 per cento. Basta, quindi, capire il disagio che in quell'area si vive.
  Elementi di novità che danno la possibilità ai giovani di poter rientrare nella pubblica amministrazione e, quindi, fare in modo che il livello qualitativo e quantitativo all'interno della pubblica amministrazione nel Mezzogiorno d'Italia possa aumentare affinché vi siano meno sprechi, più certezze e più professionalità.
  Affrontare, appunto, questo nuovo mondo: il mondo della telematica, il mondo dell'informatica, fare in modo che il gap tecnologico, economico e sociale tra il centro, il sud e il nord venga ad essere sostanzialmente pian piano recuperato. Abbiamo questa necessità, questa forza di poter intervenire e dobbiamo intervenire per fare in modo, appunto, che vi siano delle differenze colmabili.
  Vi è anche un altro aspetto che noi riteniamo estremamente significativo. Inserire in questo decreto la questione di poter dare più poteri alla cosiddetta Autorità anticorruzione riteniamo sia essenziale, perché questo Paese ha bisogno di avere più certezze di diritti, ha bisogno di avere certezza della legalità e la legalità passa attraverso un sistema di riordino degli appalti, passa attraverso un sistema di riordino della vita economica e sociale di questo Paese.
  Crediamo, quindi, che la pubblica amministrazione possa incidere fortemente nel rilancio economico del Paese ed è giusto che sia così, ed è giusto che si affrontino temi e problematiche che vanno nella direzione di inquadrare il sistema nel suo insieme.
  Vi sono poi ulteriori articoli, 54 mi pare, abbastanza eccessivi e il disegno di legge che è fermo al Senato, che dovrà essere comunque discusso.
  Noi socialisti saremo qui a discutere con voi, a ragionare con voi, a fare in modo che tutto quello che riguarderà la pubblica amministrazione, per ammodernarla, per renderla più efficiente, ci troverà d'accordo, perché riteniamo che ciò sia un volano importante per l'economia del nostro Paese.
  Per questo riteniamo di dare un voto favorevole, come abbiamo fatto ieri per la fiducia al Governo, per stimolare il Governo a fare meglio ma anche per fare in modo che questo Governo continui nella sua iniziativa di riforme, affiancando alle riforme strutturali, come quella della pubblica amministrazione, alle riforme costituzionali, alle riforme istituzionali, ulteriori riforme che oggi vedono la necessità di essere affrontate e sono le riforme del fisco e della giustizia. In buona sostanza dobbiamo dare certezza a un Paese che oggi certezza non ha e con queste riforme io credo che possiamo darla (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) e Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED)).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, signora Ministro, condividiamo gran parte delle scelte che sono contenute nel provvedimento e che hanno quale obiettivo una riforma della pubblica amministrazione con una sua più efficiente organizzazione, introducendo una nuova disciplina per la mobilità e del turnover. Riteniamo opportuno che il Governo definisca le linee guida in materia di semplificazione amministrativa, giudichiamo necessarie le misure di snellimento del processo amministrativo.
  Una pubblica amministrazione nella quale non siano più ammissibili posizioni incontrovertibili e dove, al contrario, c’è una priorità: l'adozione di criteri di merito e di responsabilità in radicale discontinuità con il sistema vigente. È una priorità che condividiamo. La nuova disciplina della mobilità corrisponde ad una valutazione efficace dell'offerta di servizi e del rapporto fra pubblica amministrazione e territorio. Non meno importante, a nostro giudizio, sono le disposizioni introdotte in merito al processo amministrativo telematico, in particolare le misure volte ad accelerare i giudizi amministrativi in materia di appalti pubblici sulla base dei principi di efficienza e trasparenza.
  Abbiamo presentato un ordine del giorno che il Governo ha accolto con il quale si chiede al Governo di prevedere nel prossimo provvedimento utile la possibilità per i comuni, indipendentemente dalla loro dimensione, di derogare all'articolo 33, comma 3-bis, del decreto legislativo n. 163 del 2006, al fine di consentire loro di acquisire autonomamente le ordinarie provviste per la prestazione di servizi di fornitura e approvvigionamento ai propri uffici, qualora si tratti di piccoli acquisti inferiori a 5 mila euro, anche al di fuori delle procedure telematiche.
  Il decreto rinvia per i comuni l'entrata in vigore delle disposizioni di cui al comma 3-bis dell'articolo 33 del codice di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, come modificato dal presente decreto: entrano in vigore il primo gennaio 2015 quanto all'acquisizione di beni e servizi e il primo luglio 2015 quanto all'acquisizione di lavori.
  Si introduce così una fase transitoria che è positiva, è necessario tuttavia un confronto proficuo per modificare la normativa a regime, perché altrimenti si riproporranno i nuovi problemi determinati da una riforma del Codice dei contratti pubblici, che per i piccoli comuni giudichiamo troppo centralista, mentre occorre garantire celerità, efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa. Il sistema centrale di committenza va bene per procedure complesse, mentre occorre preservare la professionalità dei segretari comunali sulle questioni di amministrazione ordinaria. Occorre procedere nella prospettiva di ulteriori semplificazioni che consentano ai cittadini, alle imprese e alle organizzazioni di settore di avere un sistema Paese efficiente, dinamico, con norme certe e una riduzione strutturale degli oneri burocratici.
  Per queste ragioni, a nome del Südtiroler Volkspartei e PATT, diamo un voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signora Presidente, onorevole Ministra, colleghi, che la pubblica amministrazione italiana necessiti di una profonda ristrutturazione e che necessiti di un'imponente opera di ammodernamento in maniera da consentirle di rispondere con efficienza ed efficacia alle tante sfide che abbiamo di fronte, è un dato di fatto difficilmente contestabile. Quindi, noi riteniamo importante la scelta del Governo di dare priorità ad un tema strategico come la riforma della pubblica amministrazione, che ovviamente non può trovare tutte le soluzioni necessarie in un decreto-legge. Resta quindi di fondamentale importanza anche il percorso della legge delega, incardinata in Parlamento, che dovrà contribuire a migliorare l'azione Pag. 65della pubblica amministrazione e la percezione che i cittadini hanno di essa.
  Oggi infatti avere una struttura burocratica pubblica, in grado di supportare i cittadini e le imprese nella fruizione ed erogazione dei servizi essenziali è condizione necessaria oltre che per dotarsi di uno strumento moderno ed efficace anche per costruire, una volta per tutte, le condizioni per uscire dalle pastoie di una crisi che dopo sei anni ancora morde la pelle viva dei cittadini italiani.
   Per queste elementari ragioni, non possiamo non cogliere la positività di uno sforzo compiuto da questo Governo e dalla Ministra Madia, volto a introdurre elementi di novità importanti nella pubblica amministrazione italiana: la riduzione e dunque la semplificazione delle strutture burocratiche e dei costi connessi e il ricambio generazionale in settori chiave come la scuola; un ricambio volto soprattutto alle figure apicali, divenute nel corso degli anni una specie protetta impossibile da sostituire con giovani dinamici e preparati obbligati a svolgere una infinita gavetta.
  La semplificazione di regole previdenziali obsolete, il rafforzamento delle iniziative contro la corruzione sono alcune delle importanti previsioni di questa legge, che abbiamo contribuito fattivamente ad introdurre.
  Ovviamente, non ci sfugge che sul ricambio generazionale si poteva e si deve fare di più. Abbiamo iniziato a scalfire dei totem finora intoccabili e abbiamo assistito fino all'ultimo minuto utile di lavoro in Commissione a pressioni lobbistiche assurde, tese ad arginare la possibilità per i giovani di assurgere a incarichi sinora ritenuti appannaggio di intoccabili baronie; ed è in questa ottica che leggiamo alcune assurde prescrizioni della Ragioneria e bene ha fatto il Governo a tenere il punto e bene il Parlamento a ribadire la propria autonomia e la propria competenza sull'indirizzo politico del Paese.
  Sinceramente non comprendiamo neanche la presa di posizione del commissario alla spending review che, anziché preoccuparsi dei propri risultati tenta di delegittimare il lavoro lungo del Parlamento, criticando velatamente la scelta su «quota 96», che per gli insegnanti è uno dei punti più qualificanti di questo provvedimento, così come modificato in Commissione.
  A tal proposito, invitiamo il Governo a pensare a un commissario ai risparmi, anziché ai tagli, un commissario che non si preoccupi delle scelte politiche del Parlamento, ma ci spieghi come mai i risparmi della legge Fornero, quantificati all'epoca dall'ex Ministro in 23 miliardi, in realtà, secondo i dati INPS, ammontano a 90 miliardi, spropositate somme derivate dalla più grande tassa mai vista sui lavoratori di questo Paese.
  E invece, ci si preoccupa dei 400 milioni di «quota 96» e dei denari necessari a coprire il superamento delle penalizzazioni contributive, che questo decreto finalmente attua, anche se solo fino al 2017. Qui dobbiamo fare di più e mi sia consentito un sorriso per tutti quei colleghi che in Europa attaccano la Merkel e i tedeschi come custodi dei santuari del pareggio di bilancio e qui dentro divengono dei cerberi attentissimi alla natura delle coperture, anche quando con esse si cerca di andare incontro ai lavoratori penalizzati di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED)).
  E vengo al secondo elemento di positività, a nostro avviso: il Governo ha manifestato nei fatti la disponibilità a modificare un testo di riforma che era migliorabile sotto tanti aspetti. Come componente di Libertà e Diritti abbiamo dunque potuto contribuire fattivamente al miglioramento del decreto-legge durante il lungo lavoro svolto in Commissione affari costituzionali e mi sia consentito in tal senso di ringraziare la Ministra Madia, il sottosegretario Rughetti e il relatore Fiano per la disponibilità al dialogo e per l'apertura alle migliorie dimostrate in Commissione.
  Il risultato è un provvedimento di riforma della pubblica amministrazione che, da un lato, introduce forti elementi di modernizzazione e di rinnovamento e, dall'altro, pone concreto rimedio alle storture, Pag. 66come già detto, di provvedimenti come la legge Fornero, dando risposte concrete al problema dei lavoratori penalizzati. E poi l'assunzione di mille lavoratori nel Corpo dei vigili del fuoco, il potenziamento delle forze di Polizia, il rispetto e la tutela dei lavoratori delle camere di commercio, vera ricchezza di quelle strutture che il Governo intende riformare e noi crediamo sia giusto farlo.
  Ma la necessaria riorganizzazione del sistema camerale e dei suoi innumerevoli enti e organismi controllati dovrà avvenire salvaguardando i lavoratori, veri protagonisti ogni giorno di attività e funzioni molto importanti per lo sviluppo delle nostre imprese.
  Ovviamente, alcuni nodi da sciogliere restano: sui precari delle province, sulla mobilità, sul rafforzamento delle norme di controllo e sul ridimensionamento della discrezionalità delle procedure negoziali per gli appalti pubblici.
  Ma per concludere, signor Presidente, siamo certamente consapevoli che resta molto lavoro da fare per migliorare la nostra pubblica amministrazione e per metterla al passo con i tempi. L'auspicio è che esso avvenga sempre nel rispetto, nella tutela e nella valorizzazione dei lavoratori, attraverso il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e che nella legge delega il Governo tenga conto delle risultanze della discussione parlamentare e che mantenga questa disponibilità a discutere nel merito delle questioni, trovando in noi, in questo modo, sempre un gruppo disponibile a discutere e a confrontarsi.
  Per le ragioni illustrate, preannunzio il voto favorevole della componente politica del gruppo Misto Libertà e Diritti al testo in votazione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Grazie Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, oggi per l'ennesima volta ci si chiede di approvare un decreto-legge frutto dell'iperattività normativa del Governo, da un lato, e della sistematica compressione del ruolo del Parlamento e dei diritti delle opposizioni, dall'altro. Ma noi non voteremo a favore di questo provvedimento, perché non ne condividiamo l'utilità, non ne capiamo il senso e perché non capiamo quali saranno i vantaggi per i cittadini che derivano dalla sua entrata in vigore.
  Non ci sembra che questo decreto dia alcune delle risposte di cui il Paese ha oggi così urgentemente bisogno. La realtà è che le emergenze che andrebbero affrontate, affrontate con determinazione, sono ben altre. Innanzitutto, la crisi economica e produttiva. Quello che vorremmo davvero vedere, nell'operato di questo Governo, sono proposte concrete per rilanciare la crescita, diminuire le tasse, abbattere il debito pubblico e la spesa improduttiva, creare nuovi posti di lavoro e, al contempo, individuare le misure necessarie per favorire il ricollocamento lavorativo di chi ora è senza impiego. Vorremmo poter vedere una strategia per dare delle prospettive ai giovani, per evitare che siano costretti a lasciare l'Italia. Vorremmo che si smettesse di sostenere solo le banche, assicurando, invece, il credito alle imprese e alle famiglie. Vorremmo che finalmente la cultura e il turismo fossero utilizzati come volano di crescita e ricchezza e non solo per biechi interessi di nicchia. Vorremmo vedere un impegno concreto in Europa, per ridiscutere i trattati europei, per combattere gli effetti distorsivi dell'euro e per ottenere una gestione condivisa dell'emergenza immigrazione, che non può gravare esclusivamente sulle spalle dell'Italia solo a causa della sua collocazione geografica.
  C’è bisogno di misure in materia sociale, che siano volte ad eliminare i privilegi, ad abbattere le disuguaglianze generazionali, che possano frenare l'aumento della povertà, che sostengano le famiglie e incentivino la natalità, che rendano scuole e università un fattore essenziale per la crescita di talenti e lo sviluppo della ricerca. C’è bisogno di una riforma Pag. 67della giustizia seria, concreta ed organica, volta a garantire la certezza della pena, rendendo più sicura e più giusta la nostra società, che sia anche efficace nel combattere la corruzione e di un'altrettanto seria riforma della pubblica amministrazione.
  Nulla di tutto ciò abbiamo trovato in questo provvedimento, un provvedimento come sempre disorganico, che sotto il titolo «semplificazione e trasparenza amministrativa» interviene nelle materie più disparate. Innanzitutto, per il lavoro nella pubblica amministrazione, rispetto al quale, a fronte di proclami governativi che inneggiano a una grande riforma, troviamo modifiche di dettaglio, in gran parte neanche in grado di garantire il risultato promesso, come quella per il cosiddetto ricambio generazionale, solo per citare un esempio, che continuerà a lasciare vuoti le migliaia di posti che mancano nella pubblica amministrazione e che non prevede alcuna tutela per quei giovani che già prestano, a vario titolo, attività di supporto alle stesse amministrazioni.
  In secondo luogo, per l'organizzazione della pubblica amministrazione in nome della quale si interviene sulle autorità indipendenti, con norme che ne penalizzano l'operatività e la professionalità. Si interviene nelle scuole di formazione e specializzazione addirittura sopprimendole, senza che ne siano chiari i motivi, posto che di risparmi di spesa non se ne parla neanche, considerata la doverosa ricollocazione lavorativa del personale e considerato che molte di esse erano già a carico specificatamente dei ministeri interessati.
  Per non parlare della soppressione delle sezioni distaccate dei tribunali amministrativi, organi importantissimi proprio nella lotta alla corruzione negli appalti, che questo Governo tanto dice di volere mettere in atto e che comporterà danni incalcolabili agli utenti a causa dell'allungamento dei tempi connesso al trasferimento della cause nonché ai lavoratori che saranno costretti a trasferirsi.
  E tutto questo per risparmiare quanto ? Eventuali risparmi potranno essere verificati solo a consuntivo, ci dice la relazione tecnica. E a proposito di risparmi questo provvedimento reca anche l'aumento delle facoltà assunzionali degli enti locali e noi ci domandiamo se questo possa davvero essere compatibile con le esigenze di contenimento della spesa, che deve animare non solo l'amministrazione centrale dello Stato, ma anche tutte le sue articolazioni periferiche.
  E infine vi sono le norme sul processo amministrativo e quelle sul processo civile telematico: disposizioni che intervengono a modifica di norme approvate nell'arco degli ultimi tre-quattro anni, oggetto di continui aggiustamenti successivi, in perfetta antitesi con la necessità della certezza del diritto. Norme, come quelle sul processo civile telematico, che sono poste al di fuori del codice di procedura, realizzando una giungla di provvedimenti cui bisogna fare riferimento durante i procedimenti. E infine tutto questo condito da continui rinvii, regolamenti e decreti attuativi. Ce ne sono centinaia ancora pendenti, alcuni addirittura risalgono all'epoca del Governo Monti. Le competenti strutture non riescono ad evaderli perché sovraccaricate le norme rimangono di fatto inattuate.
  Onorevoli colleghi, purtroppo questo non è solo un provvedimento rispetto al quale non vi è stato lo spazio per una compiuta riflessione del Parlamento, ma è anche un provvedimento che manca di una visione di insieme ab initio, in cui è assente una linea guida che consenta di collegare i diversi interventi, una linea guida per realizzare una riforma organica. E questo provvedimento – e questo è il nodo centrale – non migliorerà i servizi ai cittadini, visto che non incide affatto su questo aspetto, che pure dovrebbe avere una valenza assolutamente centrale nell'operato di governo di uno Stato. Perché questo non è un provvedimento che abbatte il mostro della nostra burocrazia, ma anzi lo lascia del tutto intatto.
  Ed è ecco perché Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale non può votare a favore di questo provvedimento, perché a noi piace occuparci dei problemi concreti delle persone. Non ci interessano finte Pag. 68riforme che nella realtà comportano nel migliore dei casi qualche piccolo aggiustamento di norme già esistenti. A noi interessa riformare davvero lo Stato e migliorare la qualità di vita dei cittadini e per questo continueremo a sfornare le nostre decine di proposte concrete, come l'introduzione del tetto alle tasse in Costituzione, la possibilità di scaricare tutto dalla dichiarazione dei redditi, l'abbattimento del tasso di usura e le norme per limitare lo strapotere finanziario, l'applicazione del tetto ai compensi pubblici, la revoca delle pensioni d'oro per aumentare quelle minime e di invalidità, la revoca dei vitalizi, il legare gli stipendi dei parlamentari, consiglieri regionali e burocrati di Stato all'andamento dell'economia italiana, il sostegno della natalità con misure fiscali come il quoziente familiare ed il «terzo figlio fiscale», la ricerca di strumenti di conciliazione lavoro-famiglia e per la difesa dell'unicità della famiglia tradizionale, la lotta al gioco d'azzardo patologico e la diffusione incontrollata delle slot machine, l'introduzione del principio di equità tra le generazioni in Costituzione, la responsabilità civile dei magistrati e il risarcimento delle vittime dei reati commessi a seguito di provvedimenti di indulto e amnistia, l'introduzione del reato di omicidio colposo stradale, l'impignorabilità della prima casa, la separazione tra banche commerciali e banche d'affari, la riforma di Equitalia, la tutela del made in Italy e della produzione agroalimentare italiana, la rivisitazione dei trattati europei e lo scioglimento del concordato relativo all'Eurozona, il coinvolgimento dell'UE nell'emergenza immigrazione, affinché si faccia carico dei costi della gestione dell'accoglienza.
  Questi sono gli obiettivi che ci poniamo e per i quali ci batteremo dentro e fuori il Parlamento ed è per questo che non possiamo sostenere le inconcludenti politiche di questo Esecutivo e voteremo contro questo ennesimo ed inutile decreto-legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Alia. Ne ha facoltà.

  GIANPIERO D'ALIA. Signora Presidente, signora Ministro, il gruppo parlamentare Per l'Italia voterà a favore delle misure che il Governo ha proposto in materia di pubblica amministrazione. Si tratta infatti di un altro passo avanti che va nella giusta direzione, perché questo decreto non ha sicuramente la pretesa di affrontare e risolvere tutti i problemi che riguardano il settore pubblico, però interviene con efficacia su alcune questioni centrali.
  La prima fra tutte è quella che riguarda il cosiddetto ricambio generazionale. I dati di riferimento sul tema del numero e della qualità dei lavoratori pubblici ci dicono che solo il 10 per cento dei dipendenti pubblici sono al di sotto dei 35 anni di età e che il processo di contrazione del numero dei lavoratori pubblici nell'ultimo decennio ha riguardato circa 500 mila persone.
  Noi oggi abbiamo un numero di lavoratori nel settore pubblico che è assolutamente nella media europea, ma tutto questo non ha prodotto un risultato positivo dal punto di vista della produttività delle pubbliche amministrazioni. Ci ha consentito di stare in linea dal punto di vista dei conti pubblici, perché tutte le manovre che sono state fatte in materia di pubblica amministrazione sono state fatte per obbedire ad una logica, diciamo così, contabile, di allineamento di parametri e standard del bilancio dello Stato.
  Oggi ci troviamo di fronte alla necessità, invece, di intervenire attraverso processi di riorganizzazione efficiente del settore pubblico, e la prima questione è il ricambio generazionale. Tale questione è centrale nelle politiche del Governo, e noi per questo siamo favorevoli a questo provvedimento, perché, solo attraverso un'immissione in servizio di giovani che sono «nativi digitali» e che hanno una cultura diversa della tutela dell'interesse pubblico, noi riusciamo a fare quelle riforme che sulla carta, da venti anni, vengono fatte, ma che non trovano mai pratica ed efficiente attuazione.
  Penso che lo sforzo del Governo sia assolutamente apprezzabile e credo che, Pag. 69da questo punto di vista, sia importante avere accelerato il cosiddetto esodo anticipato e avere introdotto regole previdenziali valide per tutti, in tutti i settori delle amministrazioni, anche e soprattutto quelle che sono sempre state considerate, da questo punto di vista, un tabù. Infatti, credo che solo attraverso interventi e misure di questa natura noi riusciremo a far cambiare cultura e mentalità ad amministrazioni che ancora oggi sono assolutamente autoreferenziali, non dialogano informaticamente, non riescono a condividere informazioni e dati, e quindi allungano, aggravano, rendono inefficienti procedimenti amministrativi che, invece, sono essenziali per il sistema delle imprese e dei cittadini.
  Penso che queste misure, combinate con quelle che riguardano la riorganizzazione del sistema e il potenziamento della Scuola nazionale dell'amministrazione, insieme a quelle che riguardano l'introduzione del concorso unico, insieme a quelle che riguardano l'introduzione di procedure selettive per i contrattisti a termine, insieme a quelle che codificano un principio sacrosanto per cui vincitori e idonei di concorso, cioè gli unici che si sono sottoposti a procedure selettive trasparenti, devono trovare ingresso nella pubblica amministrazione, senza che questa bandisca concorsi che, poi, non potranno trovare, diciamo così, un loro compimento, il combinato disposto di tutte queste misure fornisce al Governo strumenti efficaci, che consentiranno, nell'arco di qualche mese, ma penso anche nel breve e nel lungo periodo, di riqualificare e riorganizzare il sistema delle nostre pubbliche amministrazioni.
  Certo, ci muoviamo nell'ambito di limiti, ad esempio quello del turnover. I limiti del turnover sono limiti che nella legge di stabilità e per il prossimo triennio consentono margini di manovra molto limitati. Per questo sono anche apprezzabili quelle misure che rendono più flessibile l'utilizzo della spesa per il personale, proprio per consentire, comunque, all'amministrazione di individuare quelle professionalità che servono ad aumentare i livelli di produttività del settore.
  Ora, penso che come questo, cioè come il tema del ricambio generazionale, ve ne siano tanti altri nel provvedimento che sono apprezzabili. Ne cito un altro per tutti, che riguarda, ad esempio, la costruzione di una vera e propria Autorità nazionale anticorruzione, che abbia una missione precisa, che abbia poteri di intervento molto forti, che sia nella condizione di attuare la normativa vigente in materia di trasparenza e in materia di incompatibilità e di inconferibilità; norme che sono state, peraltro, in questo provvedimento, ulteriormente migliorate e precisate in tanti settori, anche con riferimento, ad esempio, all'impossibilità per chi va in pensione di poter poi rientrare nell'ambito del circuito della pubblica amministrazione attraverso rapporti fittizi di consulenza. Quindi, questo complesso di norme consente di dare attuazione piena alla legge n. 190 del 2012 e ai decreti attuativi.
  Abbiamo particolarmente apprezzato, a tale riguardo, ad esempio, quella disposizione che estende l'obbligo della trasparenza anche alle società controllate e partecipate dallo Stato e dagli enti pubblici, perché questo è un tema che occorre affrontare, già lo si è fatto negli ultimi tempi, in maniera determinata, e riguarda tutte le società, perché è un settore collegato alla pubblica amministrazione, è un settore che utilizza risorse dei contribuenti, ma che non ha regole di trasparenza, come ci sono nell'ambito delle altre pubbliche amministrazioni. Allora il tema, ad esempio, per una concessionaria dello Stato come la RAI non è sapere quanto guadagna Floris, ma è sapere: quanti dirigenti ha la RAI ? Che contratti hanno ? Che cosa fanno ? Quali gare vengono effettuate ? Quali fornitori ? La possibilità di avere accesso per la Rai, ma per tutte le società, a questo tipo di informazioni, io credo che sia fondamentale perché la trasparenza serve ad accorciare i tempi dei procedimenti e a rendere più virtuoso l'uso delle risorse dei contribuenti. Io Pag. 70penso che, da questo punto di vista, questo provvedimento abbia fatto una serie di passi avanti estremamente importanti.
  E poi ancora, penso anche sul tema delle relazioni sindacali il testo del decreto proposto dalla Ministro Madia sia importante, non solo e non tanto per una sacrosanta misura di riduzione del monte dei permessi e dei distacchi sindacali, ma perché il tema che noi dobbiamo affrontare è che nel nostro Paese le relazioni sindacali nel settore pubblico sono ferme da anni. Sono ferme da anni perché l'organizzazione delle relazioni sindacali è fatta in maniera tale che se non si parla della parte economica del contratto, non si parlerà mai dei doveri dei lavoratori pubblici. Io credo che questo vada rivisto. Da questo punto di vista, ad esempio, noi avevamo proposto una norma che consentisse di sbloccare l'accordo quadro che credo sia il passaggio preliminare per riaprire una discussione sul contratto nel settore pubblico, perché la riduzione delle aree dei comparti nella contrattazione collettiva è stata tale da indurre il sindacato a non vedersi rappresentato nel nuovo contesto, nel nuovo sistema delle aree e dei contratti, e a bloccare questa discussione. Credo che su questo tema il Governo debba togliere l'alibi al sindacato e lo debba fare costringendolo ad individuare un percorso di discussione che prescinda anche, almeno nella fase iniziale, dalla discussione sulle risorse economiche che, come è noto, non sono proprio di grande disponibilità. Questa è una discussione che dovrà andare avanti, così come sul settore della trasparenza, dove, ad esempio, noi avevamo proposto una norma che consentisse di mettere on-line l'elenco di tutti i dirigenti sindacali che usufruiscono di permessi e distacchi. Penso che sia una norma sacrosanta, perché è a tutela degli iscritti al sindacato, ma anche dei cittadini. Noi riproporremo questa battaglia, perché credo che sia utile ed importante in un momento in cui dal decreto legislativo n. 29 del 1993 in poi...

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIANPIERO D'ALIA. ... il sistema delle relazioni e la pseudoprivatizzazione del settore pubblico e del rapporto di pubblico impiego ha fatto solo dei guasti. Siamo, cioè, soddisfatti di un percorso che sta proseguendo, abbiamo la necessità che questo percorso, però, si completi con interventi strutturali, ad esempio in tema di riforma costituzionale, perché il sistema delle funzioni amministrative, così come sono organizzate tra Stato, regioni e autonomie locali, non funziona. Riteniamo che sia necessario, da questo punto di vista, e anche su altre questioni, che si prosegua sulla strada intrapresa e per queste ragioni il nostro voto è favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cristian Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signora Presidente, signora Ministro, il decreto-legge che oggi siamo chiamati a votare consta di 54 articoli ed è, stando alla definizione data dal Governo, la prima gamba sulla quale si regge il più complessivo disegno di riorganizzazione della pubblica amministrazione che dovrà trovare compimento con la legge delega. Lei, signora Ministro, e il Presidente del Consiglio Renzi, avete definito questi atti per quanto riguarda la pubblica amministrazione come una rivoluzione copernicana in quest'ambito. Diciamo che, stando a quello che abbiamo visto finora, siamo ancora ben lontani da questa rivoluzione copernicana e guardiamo, non dico con fiducia, perché ovviamente la fiducia in questo Governo non c’è, ma con attesa trepidante a quella che sarà la legge delega dove, per stessa ammissione del sottosegretario Rughetti, dovrà essere portato a compimento questo progetto di riforma.
  La legge delega dovrà essere proprio lo strumento principale per rendere la pubblica amministrazione più efficiente.
  Lei ha affermato che questa è una rivoluzione copernicana. Sicuramente qualche passo avanti c’è stato – non è Pag. 71neanche così difficile, visto lo stato in cui versa la pubblica amministrazione nello Stato italiano –, però sono sopravvenuti, signora Ministro, dei dati politicamente più rilevanti – mi riferisco ovviamente alla giornata di ieri –, che hanno posto sicuramente un po’ in secondo piano quello che avrebbe dovuto essere il dato politico principale, ossia l'ennesima posizione della fiducia su un decreto-legge.
  Mi riferisco – così entriamo anche nel merito del decreto-legge – alle dichiarazioni fatte dal commissario Cottarelli, dichiarazioni che sembrano in qualche modo passate, soprattutto da parte del Governo, in secondo piano, ma che invece sono assolutamente essenziali. Gabellare una riforma come qualcosa di assolutamente innovativo e poi trovarsi di fronte ad un'affermazione come quella del commissario Cottarelli, secondo il quale la stragrande maggioranza delle riforme che in questo momento sono state fatte sono finanziate con tagli alla spesa, che vanno a finanziare altre spese e non il taglio delle tasse, è una cosa sulla quale bisognerebbe riflettere ed è una cosa sulla quale il Governo dovrebbe sicuramente riferire.
  Infatti e mi riferisco ovviamente alla norma che ha sistemato la situazione dei «quota 96», la Lega Nord – ci mancherebbe ! – vede ogni colpo inferto alla pessima, disgustosa e, speriamo il prima possibile, distrutta riforma Fornero, con buon occhio, per cui tutto ciò che va nel verso di un attacco a questa riforma è sicuramente ben visto da noi. Però, sistemare 4 mila lavoratori del comparto scuola, finanziando questa sistemazione dal punto di vista pensionistico dicendo che, sì, intanto noi copriamo 4 mila posizioni, basandoci sui risultati che la spending rewiev porterà a casa, non è il passo che tutti noi ci aspettavamo per dare un nuovo verso soprattutto alla pubblica amministrazione.
  Affermare questo – mi riferisco soprattutto alla maggioranza – sostanzialmente significa o una cosa o l'altra. Sulla riforma Fornero, noi della Lega lo abbiamo sempre detto: non è vero probabilmente che mancano le coperture, ma manca la volontà politica di affrontarla. Ieri, la maggioranza – e mi auguro che se ne sia accorto soprattutto il Partito Democratico –, per bocca di un suo autorevole esponente come il presidente della Commissione bilancio, ha dimostrato che, se c’è la volontà politica di affrontare la riforma Fornero, forse i fondi si trovano. Delle due l'una: o i fondi ci sono e, quindi, la riforma Fornero può essere affrontata, oppure i fondi non ci sono e, a questo punto, il Governo, secondo me, ha un problema nei confronti della propria maggioranza, che auspichiamo, ovviamente, soprattutto per voi, possa essere risolto.
  Infatti – e su questo non abbiamo intenzione di recedere – va benissimo che «quota 96» sia stata sistemata, ma vi ricordiamo ancora che, oltre a questi lavoratori del comparto scuola, ve ne sono altre decine, centinaia di migliaia di persone che, purtroppo, non hanno un lavoro, che purtroppo non hanno una pensione e che, in questi due anni di riforma Fornero, si sono sentiti continuamente dire, soprattutto da voi che siete alla maggioranza fin da allora, che non c'erano i fondi per risolvere la questione.
  Siccome ritengo che in Italia non ci siano lavoratori e cittadini di serie A e di serie B, ma soprattutto ritengo che i lavoratori siano tutti di serie A, visto che avete dimostrato anche di andare contro la Ragioneria generale dello Stato, vi chiediamo di dare una risposta anche alla questione degli altri esodati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  Vi è poi, onorevole Ministro, tutta un'altra serie di rilievi, basandoci sui quali noi non possiamo dare voto favorevole a questo decreto-legge. Semplicemente, a titolo puramente esemplificativo, perché non vi è tempo per discutere tutto il decreto-legge, citiamo l'articolo 28, quello sulle unioni camerali.
  Non abbiamo poi capito per quale sorte, per quale spirito, per quale furia iconoclastica il Ministro, il Presidente del consiglio voglia appunto abolire le camere di commercio, perché vi informo che – non so in altre parti dell'Italia, ma parliamo Pag. 72della Lombardia – le camere di commercio hanno un'importantissima funzione e svolgono, in modo egregio, il loro lavoro, tant’è vero che la settimana scorsa il Premier è andato ad inaugurare bellamente un'autostrada (mi riferisco alla BreBeMi), elogiandone anche i tempi di costruzione e quanto di conseguenza. Ebbene, è un'autostrada che nasce e si sviluppa proprio su impulso sopratutto delle camere di commercio delle tre province interessate: Milano, Bergamo e Brescia.
  Vi è uno studio della CGIA di Mestre secondo il quale il risparmio medio che con questo decreto voi garantite alle imprese sarebbe, per ogni singola impresa, di 5,2 euro al mese, a fronte di 400 milioni di investimenti in meno per l'economia dei territori in voci fondamentali quali export, credito, turismo, innovazione e formazione.
  Oltre a questo, con questa riforma vi è il rischio di porre appunto 2.500 posti di lavoro in una situazione quanto meno di instabilità e, sempre stando a quanto dice la CGIA di Mestre, vi è un probabile aggravio di 167 milioni di euro per le casse dello Stato.
  Questo è un altro modo con il quale sono ormai abituati a convivere, un modo, che ha, soprattutto, il Premier Renzi, di intervenire nelle cose: a gamba tesa, senza magari valutare bene quali possano essere le conseguenze dannose, ripeto, per situazioni virtuose come quelle che sono state poste in essere da alcune camere di commercio (soprattutto, mi riferisco alla realtà che conosco bene, in Lombardia).
  E questo è soltanto uno dei motivi per i quali noi non possiamo votare a favore.
  E sempre a titolo esemplificativo: va benissimo la sistemazione o meglio l'incremento di 1.030 unità per quanto riguarda i vigili del fuoco. Peccato che però questi vengano coperti con la riduzione degli stanziamenti per il personale volontario dei vigili del fuoco, quindi ci troviamo sostanzialmente di fronte ad un gioco delle tre carte, perché il servizio che i volontari dei vigili del fuoco offrono è il medesimo rispetto a quello che offrono i dipendenti, quelli che vengono assunti nei vigili del fuoco. Ma capite che in questo modo si sistemano alcune situazioni lavorative, ma il servizio nei confronti del cittadino, se va bene, rimane sostanzialmente uguale.
  Oppure, altro esempio per il quale noi non possiamo essere d'accordo con questo decreto: ci riferiamo al turn over. In questo caso, però non è colpa del Governo, è colpa della Commissione: per quanto riguarda il turn over nella pubblica amministrazione, in Commissione è stato aggiunto un emendamento, secondo il quale i limiti assunzionali previsti – e concludo – per determinate fattispecie lavorative non devono trovare applicazione con riferimento ai lavori socialmente utili, ai lavori di pubblica utilità ed ai cantieri del lavoro, nel caso in cui il costo del personale sia coperto da specifici finanziamenti aggiuntivi. Il che ci fa pensare – questo è l'ultimo rilievo – che la piaga dei lavori socialmente utili e dei lavoratori di pubblica utilità sarà destinata a crescere. Soltanto quest'ultimo rilievo fa capire che, probabilmente, alla base di questo decreto non vi è la voglia di efficientare la pubblica amministrazione, ma, soprattutto, visto quest'ultimo rilievo, la voglia di perpetuare nel tempo situazioni clientelari, situazioni parassitarie che non hanno ragione di esistere.
  Per tutti questi motivi e sperando ovviamente che la legge delega porti qualcosa di meglio, la Lega Nord voterà «no» (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Saluto il gruppo scout di Pordenone, che sta assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Signora Presidente, noi voteremo, come gruppo di Sinistra Ecologia Libertà, contro questo provvedimento.
  E non perché esso non contenga, disseminati qui e là, anche degli interventi correttivi, in relazione soprattutto ad alcune materie – mi riferisco in modo Pag. 73particolare a quella previdenziale –, di precedenti e grandi abbagli presi dai Governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Mi riferisco, in particolare, agli interventi del Governo Monti in materia pensionistica. Voteremo contro perché non ci convince – ed uso un eufemismo – l'impianto complessivo del ragionamento del Governo. In primo luogo, si dice «riforma» in questo strano momento storico nel quale il lessico e le parole sembrano avere subito un'inversione di senso e si immagina l'atto salvifico di un uomo solo al comando. Le riforme, che questo Paese, in un altro momento storico, ha vissuto, sono state in genere il prodotto di processi, anche molto complessi, e in ogni caso il prodotto di pazienti e per qualche verso conflittuali fasi di concertazione sociale con gli utenti, con i lavoratori dei settori investiti dai provvedimenti di cosiddetta riforma. In questa occasione, invece, noi ci troviamo al cospetto di un atto che evita accuratamente, non soltanto di aprire un confronto su un tema che il Paese avverte acutamente (la necessità di riformare la pubblica amministrazione), ma finanche di discutere con quelle organizzazioni sindacali che vengono espunte pressoché sistematicamente da ogni ruolo e da ogni funzione dentro questo provvedimento. È stata necessaria l'insistenza delle organizzazioni sindacali che abbiamo audito in Commissione in queste settimane; è stato necessario il lavoro, in qualche caso oscuro, per esempio dei nostri colleghi dell'XI Commissione, per ripristinare la presenza delle organizzazioni sindacali nel testo. Sembrava che il testo fosse stato sottoposto ad una procedura di correzione automatica al computer; erano stati esclusi tutti i riferimenti a passaggi di intesa o di concertazione con le organizzazioni sindacali. E non stiamo discutendo, badate, dei vertici delle organizzazioni sindacali, ma stiamo discutendo dei delegati che operano sul luogo di lavoro; stiamo discutendo delle rappresentanze di base dei lavoratori del pubblico impiego. Quei lavoratori che vengono additati al pubblico ludibrio come scansafatiche e fannulloni e ai quali, per cinque anni, si infligge una sospensione del rinnovo contrattuale, fatto del quale nessuno ovviamente trova l'occasione per discutere.
  Siamo in presenza di un provvedimento che ci infligge la sedicesima fiducia in cinque mesi. Siamo in presenza di un provvedimento che si presentava come una grande operazione di sblocco del turnover nel pubblico impiego, di ringiovanimento, di svecchiamento e che, invece, produrrà un topolino, come la montagna del proverbio. Produrrà un topolino perché l'unico provvedimento vero che questo decreto-legge prevede è il divieto di trattenimento in servizio che, in corso di esame del provvedimento, ha peraltro subito un ridimensionamento significativo, visto che le categorie forti (professori universitari, dirigenti medici e magistrati) sono riuscite a sfuggire anche al divieto di trattenimento in servizio. Pertanto, i 15 mila posti di cui si favoleggiava all'inizio si ridurranno, nella migliore delle ipotesi, a pochissime centinaia.
  C’è poi la materia, che completa da questo punto di vista il quadro, dando fino in fondo il segno e la misura dell'orientamento di questo provvedimento, che riguarda i permessi, le aspettative e i distacchi sindacali. Anche qui, un atteggiamento, a nostro giudizio, intollerabile che catalizza e scaglia contro le organizzazioni sindacali un senso comune di destra che pure è diffuso in un Paese come il nostro, sottoposto ad una crisi sociale devastante in un momento come questo.
  Si sottraggono, anche qui con poche limitazioni intervenute nel corso dell'esame del provvedimento, al controllo delle organizzazioni sindacali di base materie che sono di natura contrattuale e che, quindi, non possono essere sottratte alla disponibilità dei lavoratori e si alimenta in maniera neanche tanto sotterranea l'idea subdola che, in fondo, l'organizzazione sindacale di base non abbia a che fare con l'esercizio di una libertà costituzionalmente sancita, che è la libertà di organizzazione sindacale, ma sia questione da sottoporre a controllo perché oramai diventata materia utilizzata da maneggioni, imbroglioni, scansafatiche, Pag. 74nullafacenti annidati come sempre nel pubblico impiego. Noi abbiamo la sensazione che la risultante di questo provvedimento, al netto delle questioni di natura previdenziale su cui per un minuto interverrò, sia pesantemente di destra. Noi abbiamo la sensazione che le politiche del lavoro dentro questo Governo siano appaltate in maniera sistematica alla destra e che il presidente della Commissione del Senato, Sacconi, non abbia mai avuto tanta voce in capitolo come in questo momento, neppure quando era Ministro del Governo Berlusconi. A proposito poi di «quota 96», questione lungamente e ripetutamente trattata in Commissione e in Aula da tutte quante le parti politiche e sottratta dal Governo nell'unica occasione in cui se ne discuteva in maniera appropriata, ossia allorquando, due settimane fa, discutemmo del provvedimento di salvaguardia per gli esodati, noi ripetiamo le nostre valutazioni. Siamo ovviamente convinti che questo sia un atto di giustizia, che si dovesse riparare ad un torto inflitto agli insegnanti. Siamo altrettanto convinti che la maniera raffazzonata, disordinata con cui questo Governo opera abbia finito per dare una soluzione che probabilmente creerà ai destinatari di questo provvedimento più problemi di quanti non ne risolva apparentemente oggi. Il provvedimento si presta a rilievi di ordine costituzionale come tutti quanti i colleghi sanno. Il provvedimento, essendo stato assunto nei confronti di alcuni dei «puniti» dalla Fornero e non di tutti quanti – penso in particolare ai macchinisti – è destinato a suscitare ulteriori guerre tra poveri, fatto del quale assolutamente non avremmo avvertito il bisogno. Per tutto questo insieme di ragioni il nostro giudizio è seccamente negativo, e il nostro voto sarà sicuramente negativo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, signor Ministro, un importante studioso tedesco della pubblica amministrazione, Otto Mayer, commentava, tra fine Ottocento e inizio Novecento, che, mentre il diritto costituzionale era soggetto ad essere travolto dal passare del tempo, quello amministrativo aveva la caratteristica di essere stabile. Noi oggi constatiamo per contro che Costituzione e amministrazione, diritto costituzionale e diritto amministrativo sono entrambi in forte cambiamento. Di questo cambiamento il provvedimento in esame è certamente un esempio, ancorché iniziale. E dopo oltre un mese di lavoro in Commissione, il decreto-legge n. 90 giunge in quest'aula significativamente modificato. Non è stato stravolto poiché molte disposizioni originarie sono rimaste tali e neppure alterato poiché le modifiche intervenute hanno mantenuto le finalità e i principi che il Governo ha impresso a questo atto d'urgenza. Quello che ci accingiamo a convertire in legge è un decreto-legge migliorato nelle soluzioni politiche e affinato o quasi sempre affinato in quelle tecniche grazie ad una proficua attività referente della I Commissione e un'altrettanto proficua attività consultiva delle altre Commissioni e non voglio dimenticare, perché va segnalato, il ruolo e la disponibilità sia del Governo sia del relatore. Sul risultato di questo lavoro, vorrei fare alcune sottolineature. La prima sottolineatura è che, come avevamo già detto a suo tempo in sede di questioni pregiudiziali, è un provvedimento ampio e articolato ma è in grado di coordinare per finalità omogenee iniziative e interventi tra loro coerenti.
  Non è perciò un puzzle di blandi ritocchi e aggiustamenti, come si legge nella relazione di minoranza; non è neppure, però, una riforma organica e integrale delle norme sulla PA e sul sistema della giustizia, quale sembra echeggiare nella stessa relazione illustrativa, che il Governo non ha voluto, non avrebbe potuto adottare in ragione della scelta di uno strumento, quello del decreto-legge, che per definizione non è in grado di operare riforme organiche. C’è una sentenza recente, dello scorso anno, della Corte costituzionale Pag. 75che ha chiarito questa inadeguatezza del decreto-legge a veicolare riforme organiche e di sistema.
  Piuttosto, questo decreto-legge, distribuito in parecchie pagine di Gazzetta Ufficiale, segnala ancora una volta le anomalie strutturali del nostro sistema di produzione normativa – lo richiamava ieri sera il collega Mazziotti Di Celso –, le quali devono essere corrette e risolte mettendo in grado questo Parlamento di legiferare meglio e di differenziare i tempi di lavoro nei casi di urgenza, riducendo anche al minimo la tensione tra la prassi e il modello costituzionale. D'altra parte sappiamo che, all'interno della revisione costituzionale che si sta discutendo in Senato, c’è una norma che modifica profondamente proprio l'articolo 77 sui decreti-legge.
  La seconda sottolineatura, Presidente, Ministro, attiene a un principio che dà senso al decreto nel suo complesso e nelle sue parti ed è la ricerca di equilibrio nel rapporto tra «la» pubblica amministrazione e «le» pubbliche amministrazioni, cioè, la ricerca costante di punti di bilanciamento tra le esigenze di trattare in modo uniforme i vari comparti della pubblica amministrazione, eliminando zone di privilegi indebiti o antistorici e promuovendo uno status più equo delle diverse organizzazioni dei lavoratori che vi operano e, dall'altra parte, l'esigenza di riconoscere le peculiarità e le differenze tra di essi, quando, cioè, è necessario in ragione, appunto, della specificità e delle cause del loro essere distinte. C’è la pubblica amministrazione, ma ci sono soprattutto le pubbliche amministrazioni.
  Su questo binario di una differenziazione equa e ragionevole, la Commissione ha proceduto su molte questioni controverse. Faccio cinque esempi. Il primo: le norme sul trattenimento in servizio e sulla risoluzione anticipata dei rapporti di lavoro, sulle quali si è raggiunta una mediazione soddisfacente tra le finalità del ricambio generazionale, da una parte, e le esigenze di alcuni comparti – quello sanitario, quello universitario, quello scolastico – di non subire nell'immediato carenze di organico o emorragie di professionalità, magari anche per scelte opache o immotivate, invece ora doverosamente da motivarsi.
  La seconda situazione, analogamente, riguarda la ristrutturazione della retribuzione aggiuntiva degli avvocati dello Stato, degli onorari professionali degli avvocati dello Stato, e le norme sull'efficienza produttiva degli stabilimenti militari e degli arsenali.
  Un terzo esempio è un esempio di ponderazione migliore, proprio di soluzioni più sagge per quanto riguarda la riduzione delle sezioni distaccate dei tribunali amministrativi regionali: da una soppressione indiscriminata a un taglio selettivo delle realtà meno produttive, anche se il criterio – quello della corrispondenza o meno con le sedi di corte d'appello – non aiuta ad esplicitare i criteri di efficienza che possono, invece, riconoscersi alla base della modifica dell'originario articolo del decreto. Noi, come Scelta Civica, abbiamo anche segnalato la problematicità per quanto riguarda la sezione distaccata di Pescara.
  La stessa cosa può dirsi per la riorganizzazione della spesa delle Autorità indipendenti, verso le quali la nuova formulazione usa una maggiore cautela per promuovere maggiore responsabilità e autonomia nell'attuazione di obiettivi di efficienza, ai quali, in ultima analisi, anche le singole Autorità non potranno sottrarsi.
  Infine, come esempio, la modifica della riduzione dei diritti camerali, dei diritti annuali che le imprese versano alla camera di commercio, che, oltre ad introdurre un principio di gradualità nella riduzione stessa e renderla, quindi, sostenibile con l'intervento su altre fonti di finanziamento, ha anche mostrato attenzione verso un processo di autonoma riorganizzazione che le camere di commercio stesse hanno avviato rispetto al loro assetto territoriale.
  Infine, come esempio, la modifica della riduzione dei diritti camerali, dei diritti annuali che le imprese versano alla camera di commercio, che, oltre ad introdurre un principio di gradualità nella riduzione stessa e renderla, quindi, sostenibile con l'intervento su altre fonti di finanziamento, ha anche mostrato attenzione verso un processo di autonoma riorganizzazione che le camere di commercio stesse hanno avviato rispetto al loro assetto territoriale.
  Tra gli aspetti positivi delle modifiche intervenute in Commissione, vorrei anche segnalare la costante premura che le semplificazioni non si traducano in una carenza di tutela per le esigenze e i diritti Pag. 76sottesi agli istituti interessati. In questa direzione, voglio sottolineare positivamente il mantenimento del potere di verifica delle regioni sulle autorizzazioni a realizzare nuove strutture sanitarie e socio-sanitarie, auspicato anche in sede consultiva dalla Commissione bicamerale per le questioni regionali e oggetto di emendamento di Scelta Civica. L'aver soppresso tale previsione del decreto-legge è coerente anche con quel principio di trasparenza cui fa riferimento il titolo del decreto, che è ravvisabile anche in altre disposizioni, quelle sull'Expo, quelle sull'anticorruzione.
  Così pure vanno nel senso della semplificazione anche alcune norme sul processo amministrativo e sul processo civile: il primo, nella prospettiva di ridurne l'abuso per finalità dilatorie, il secondo, nell'ottica di rendere effettive le norme sulla procedura telematica che, negli anni, hanno stentato a decollare.
  L'esame in Commissione, però, Ministro, Presidente, non ha soltanto mostrato e conosciuto luci; in particolare, Scelta Civica sottolinea con vivo rammarico la presenza di norme intruse, ad esempio nell'articolo sul ricambio generazionale, entrate nella disposizione senza nesso con la rubrica stessa oltre che altamente problematiche nel merito. Norme particolarmente censurabili e problematiche, Ministro, sottosegretario – mi stavo rivolgendo a voi, quindi è bene che mi ascoltiate, anche solo per fair play –, perché contenute all'interno di un provvedimento che ha per oggetto la semplificazione amministrativa, perché la semplificazione amministrativa va di pari passo con la semplificazione legislativa.
  La strada per un'amministrazione amica, e mi avvio a concludere, Presidente, facile e paritaria, è dunque ancora lunga, ma siamo consapevoli che il decreto-legge n. 90 ne costituisca un momento importante; si è fatto un Recht vergeht, il diritto amministrativo in qualche modo passa ed evolve, potremmo dire oggi parafrasando e correggendo a distanza la formula di Otto Mayer, e confidiamo che questa evoluzione del diritto amministrativo aiuti il nostro Paese a riprendersi, anche favorito da scelte coerenti per quanto riguarda il mercato del lavoro, per quanto riguarda la procedura per nuove infrastrutture.
  È per queste ragioni, signora Presidente, Ministro, sottosegretario, che il gruppo di Scelta Civica esprime il proprio convinto sostegno e il voto favorevole alla conversione del decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Presidente, Italia semplice: è con questo hashtag che vogliamo iniziare il cambiamento della pubblica amministrazione. Oggi votiamo un provvedimento molto atteso che include anche importanti norme per contrastare il fenomeno della corruzione.
  In questi mesi, l'attenzione del Paese si è focalizzata su questo provvedimento; mass media, sindacati, categorie, associazioni, lobby, dipendenti, cittadini e imprese hanno seguito il confronto che si è sviluppato. È significativo che, dopo vent'anni di riforme, si senta ancora oggi, di più, il bisogno di avere una riforma della pubblica amministrazione che, come diceva uno slogan degli anni Novanta, costi meno e funzioni meglio. Non si tratta di andare dietro demagogie o di attivare nuove cacce alle streghe tipo quella dei fannulloni, ma di consegnare un'amministrazione semplice, veloce, efficace, che faccia risparmiare tempo e soldi a imprese e cittadini; e per sciogliere quei nodi burocratici che contribuiscono a impedire alla nostra economia di crescere.
  Abbiamo iniziato con il decreto-legge n. 66 del 2014, con misure per una amministrazione sobria, abbiamo proseguito con il decreto-legge n. 90 del 2014, un provvedimento che fornisce strumenti di semplificazione della gestione, cioè turnover, mobilità, compensi, e di semplificazione amministrativa, trasparenza e correttezza delle procedure nei lavori pubblici.
  Oggi stiamo iniziando il primo fondamentale tassello nel grande mosaico della Pag. 77riforma della pubblica amministrazione. Il decreto-legge n. 90 è un pezzo di un mosaico, un decreto di riorganizzazione e razionalizzazione della pubblica amministrazione e, al contempo, viene varato un secondo tassello, un disegno di legge delega con un progetto di Repubblica semplice, prevedendo norme in materia di semplificazione amministrativa, disposizioni per ridefinire l'amministrazione centrale dello Stato, principi di delega per una dirigenza pubblica realmente manageriale, principi in materia di lavoro pubblico e di razionalizzazione delle società partecipate. Occorrerà, pertanto, lavorare poi ai decreti legislativi sui tanti principi di delega in esso contenuti.
  Il terzo tassello è costituito dalla riforma costituzionale. La pubblica amministrazione è l'interfaccia delle istituzioni e, quindi, più semplificheremo le nostre istituzioni è più facile sarà semplificare la pubblica amministrazione.
  E la riforma costituzionale non riguarda soltanto il Senato, quello che poi è più presente nei giornali e nelle televisioni, ma riguarda in particolare la distribuzione delle competenze tra Stato, regioni ed enti locali. Questa riforma vogliamo sia importante, rivoluzionaria, anche sul piano dell'approccio culturale. Non si tratta solo di prevedere norme di taglio della spesa, ma anche strumenti per razionalizzare e migliorare dal basso la pubblica amministrazione. Come ? Anche attraverso una buona gestione.
  Il nostro convincimento è che le norme possano dare strumenti utili di flessibilità, come l'uscita anticipata dei lavoratori, la semplificazione delle norme sulle assunzioni, le norme sulla mobilità e l'esigibilità della prestazione, sulla gestione delle eccedenze di personale, ma non possono sostituire la buona gestione di cui abbiamo bisogno a tutti i livelli di Governo.
  Spero che in futuro non si parli più di macchina burocratica elefantiaca. E do atto al Governo di aver dimostrato apertura anche nei confronti di quelle che erano le esigenze del Parlamento e delle proposte che in Commissione affari costituzionali abbiamo portato. Voglio rivendicare da parte nostra di essere stati determinanti e determinati anche per trasformare i tweet poi in concretezza di fatti.
  Per questo, anche se lo dirò in maniera molto veloce, perché in questi giorni altri sono intervenuti sui vari punti che abbiamo portato a casa, voglio dire che abbiamo evitato tagli drastici per le Camere di commercio, cerniera fondamentale tra il settore pubblico e le imprese, e per i segretari comunali, presidio di legalità soprattutto dei piccoli comuni. Il tetto dei compensi è stato previsto anche per i compensi giudiziari degli avvocati della pubblica amministrazione, eliminando alcune rigidità ed eccessi contenuti nel testo originario del decreto. Sono state salvate le sezioni distaccate dei TAR delle città capoluogo con sedi di corti d'appello. Abbiamo, quindi, chiarito e semplificato per la prima volta realmente le disposizioni sulla mobilità per il personale, consentendo al datore di lavoro pubblico di spostare i dipendenti dove servono senza più vincoli contrattuali e normativi. Abbiamo aiutato gli enti locali, riducendo per essi i vincoli in materia di assunzione di personale, soprattutto con riferimento al conto consolidato con le società partecipate; è prevista l'abolizione del tetto per i contratti di lavoro flessibile per gli LSU e i cantieri delle scuole, qualora vengano finanziati attraverso fondi aggiuntivi per gli enti che rispettano la riduzione della spesa.
  Abbiamo, infine, differenziato le possibilità di assunzione in base al diverso rapporto spesa per il personale-spesa corrente, quindi in base alla virtuosità degli enti. Il principio che chi è virtuoso possa spendere meglio credo che sia un principio importante che viene introdotto in questo decreto.
  Inoltre, le norme sui permessi e i distacchi sindacali consentiranno un maggiore impiego di personale e l'avvicinamento del settore pubblico a quello privato. Infine, è stato importante evitare il conferimento di cariche e incarichi e l'accumulo di compensi pubblici per i soggetti in quiescenza. Anche questo consentirà di aprire spazi ai giovani, di realizzare un Pag. 78turnover vero che contribuisca sia alla riduzione della disoccupazione giovanile sia ad una vera modernizzazione del settore della pubblica amministrazione.
  Importante, infine, con l'accorpamento dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture e Anac, il ridisegno delle competenze in materia di appalti, trasparenza e corruzione e valutazione del personale. Dopo tanto parlare di riforma delle autorità indipendenti ne viene soppressa una e si procede ad una razionalizzazione dei costi di funzionamento delle partecipate con sinergie che, in futuro e per altre amministrazioni pubbliche, non dovrebbero essere più imposte per legge ma attuate secondo la corretta gestione di un buon padre di famiglia.
  Altre disposizioni riguardano i moduli standard per le imprese, per migliorare il rapporto tra pubblica amministrazione e imprese su tutto il territorio nazionale, così come importante è stato estendere l'obbligo di trasparenza anche ai soggetti privati controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni, augurandoci di potere estendere ad essi anche altre norme per favorirne la razionalizzazione.
  Altra vittoria significativa è quella di «quota 96». Abbiamo sanato un'ingiustizia, 4 mila insegnanti della scuola potranno andare in pensione e liberare altrettanti posti per i giovani. Un risultato che parte da una risoluzione di Barbara Saltamartini – e voglio ringraziarla – votata però da tutto il Parlamento all'unanimità e voglio ringraziare anche il Ministro Madia che, in questa occasione, ha rispettato questo impegno. Non abbiamo condiviso però, se posso fare un appunto soprattutto al Governo, il poco coraggio mostrato per quanto la riguarda la ristrutturazione delle società partecipate, che porterebbe consistenti risparmi per la spesa pubblica.
  Il dato che oggi abbiamo è che sono oltre 7.700 le aziende nella quali le amministrazioni locali detengono una quota, e che generano oltre 22 miliardi di oneri a carico dei contribuenti. Tra queste, come riscontrato dal Centro studi di Confindustria, ben sei aziende su dieci non erogano servizi pubblici. Solo da queste potremmo risparmiare circa 13 miliardi.
  Si capisce, quindi, come sulle società partecipate e più in generale sulle municipalizzate occorra più coraggio e determinazione. Anche da qui passa quella svolta, quel «cambia verso» da più parti twittato e che noi vogliamo contribuire a realizzare.
  Nel ringraziare, quindi, non soltanto il Governo ma anche il presidente della Commissione Sisto e il relatore Fiano, esprimo il voto favorevole del Nuovo Centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, mi corre l'obbligo, per doverosità, non soltanto di riconoscimento dell'impegno ma per effettività del risultato, di dire grazie al Governo, al Ministro Madia, al sottosegretario Rughetti che hanno mostrato sensibilità nei confronti di un dibattito che in Commissione è stato assolutamente in linea con quella che è stata la capacità di Emanuele Fiano di essere un relatore equilibrato nell'ambito del provvedimento.
  Ma, dopo il ringraziamento alle persone, la politica perché è evidente che l'impegno dei singoli non toglie i contenuti di un provvedimento che aveva il suo mantra in tre parole, e dico aveva non casualmente: semplificazione, trasparenza amministrativa, efficienza degli uffici giudiziari. Tre parole, tre temi che poi nello svolgimento non hanno certamente mostrato la capacità di rispondere coerentemente ai propositi. Luci ed ombre, più ombre che luci.
  Innanzitutto c’è da prendere atto che il decreto-legge diventa in questo Parlamento uno strumento ad incastro variabile con una utilizzazione dell'articolo 77 assolutamente intollerabile. Se si riflette un attimo, perché noi dobbiamo essere capaci non di micro-riflessioni ma di macro-Pag. 79riflessioni sul sistema utilizzato nella gestione di questi provvedimenti, abbiamo i decreti-legge nn. 90 e 91 che si inseguono e si rincorrono con modifiche che avvengono per le ragioni più svariate, più diverse, politiche, di copertura, di modifiche, di passaggi con una incapacità di controllo da parte delle Camere dei contenuti che sostanzialmente consente, con questi decreti-legge omnibus di infilare di tutto e di più, come dire, nei loculi più riposti della pubblica amministrazione e della politica. Questo è un metodo intollerabile e mi meraviglia molto come il Presidente della Repubblica abbia potuto sottoscrivere, nonostante i suoi proclami, decreti-legge che nulla hanno di coerente né di allineato con l'articolo 77 della Costituzione.
  Il metodo prima del merito. Se noi utilizziamo un metodo sbagliato è evidente che il merito conseguentemente metterà il Parlamento in grande difficoltà. Questo inseguirsi di fibrillazioni sugli emendamenti sui decreti-legge è intollerabile e fa di un Parlamento una sorta di gran bazar degli interessi di ciascuno che in qualche modo collide proprio con i propositi di questo Governo che nelle parole semplificazione, trasparenza amministrativa ed efficienza degli uffici giudiziari vede come risultato finale soltanto un vuoto simulacro.
  Io credo che su questo bisogna riflettere, basta con i decreti-legge omnibus che, a mio avviso, offendono la Costituzione e anche il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) ! Ma vi è un'altra insidia che io vi segnalo, ed è l'utilizzo delle riforme costituzionali. Tutta l'attenzione della politica è concentrata su quello che accade in Senato, sui «canguri», sulle ghigliottine, sul dibattito, sul Governo che va sotto con voto segreto o meno, e vi è una distrazione di fondo su questi provvedimenti che sono i veri provvedimenti della politica.
  Mentre da una parte si discute di un Senato, elettivo, paraelettivo, ultraelettivo, «preterelettivo», qui si discute di pesanti violazioni di parametri costituzionali che passano quasi in sott'ordine. Io vi segnalo l'articolo 11 di questo provvedimento, in cui si consente – se l'avesse fatto qualsiasi altro Governo sarebbero saltate le Aule – di assumere a tempo determinato con una selezione pubblica, contro l'articolo 97 della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) ! Io vi prego di riflettere pesantemente su questo provvedimento. Con un ultimo comma che consente al sindaco di turno di portare il meccanico – con tutto il rispetto per i meccanici – che è sotto casa sua e di pagarlo come un dirigente, senza titoli ! Ma quale trasparenza ! Ma quale meritocrazia ! Di che cosa stiamo parlando (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) ! Io vorrei vedere la sollevazione culturale e politica su questi provvedimenti, vedo invece una disponibilità a recepire questi passaggi come se fosse una sorta di patologia fisiologica, un prezzo da pagare nell'ambito di un decreto perché, essendo decreto, impedisce la riflessione.
  Vedete, qualche volta, il bicameralismo non è proprio inutile. Qualche volta, quando vi è un eccesso di decreti, io credo che il bicameralismo in qualche modo torni all'interno di ciascuno come camera di riflessione, di decompressione di determinate realtà, ma si può discutere di soppressione di TAR con decreti-legge ? Noi abbiamo discusso un mare di tempo, sentendo i territori, i sindaci, prima di mappare la geografia giudiziaria. Abbiamo eliminato dei TAR – ma questo è il problema proprio di fondo – con decreti-legge come se fossero delle caselle da barrare della Settimana Enigmistica. Questo è un metodo inaccettabile se vogliamo essere seri e ragionare secondo un parametro metodologico corretto. Io credo che da questo punto di vista i decreti ad incastro, con la distrazione diversivo-bellico delle riforme costituzionali, vadano presi nella debita considerazione. Noi siamo stati costruttivi, abbiamo svolto un'opposizione costruttiva e in Commissione certamente il rapporto maggioranza-opposizione è stato prolifico. Abbiamo posto una serie di paletti che con ragionevolezza Pag. 80sono stati valutati, ma vi chiedo – e lo chiedo con grande chiarezza – è mai possibile un così clamoroso mutamento di rotta fra il potere centrale e il potere delle periferie ?
  Ecco le zone d'ombra che sono in questo provvedimento, una sorta di obliterazione dei poteri centrali in favore della massima discrezionalità, qualche volta arbitrio, dei poteri periferici. Una restrizione delle amministrazioni statali, una libertà per gli enti locali. Io credo che da questo punto di vista non vi sfuggirà che vi è stato una sorta di accanimento terapeutico in personam contro determinate categorie, e mi riferisco ai dirigenti della pubblica amministrazione, ai segretari comunali.
  Vedete, un altro fenomeno metodologico è l'abrasione, l'abrogazione, l'eliminazione, altro che semplificazione. Se semplificare vuol dire eliminare le difese del cittadino nei confronti dello Stato, io non si sto ! Noi abbiamo eliminato, stiamo per eliminare i segretari comunali, che sono i garanti della legalità/legittimità nelle pubbliche amministrazioni locali. Qual è il disegno di fondo ? Che fra lo Stato-re e il cittadino-suddito non vi devono essere ostacoli, lo Stato deve poter dire al cittadino di eseguire quelli che sono i suoi comandi. Io credo che questo non è quello che la Costituzione ha voluto. Quando si attaccano i TAR, quando si attaccano le camere di commercio, io sono abituato a ragionare sulla soppressione di enti inutili o dannosi o sul miglioramento di enti che non funzionano, non ho mai visto la soppressione di enti che funzionano, mai !
  Pure le camere di commercio che, nei confronti delle imprese, svolgono un ruolo indubbiamente importante – numeri e dati alla mano – vengono date già in agonia inevitabile, inarrestabile.
  Ecco, questi sono i provvedimenti su cui bisogna riflettere profondamente per una politica che sia rispettosa – come diceva Aldo Moro – del cittadino che è il padrone dello Stato e non lo Stato il padrone del cittadino. È esattamente il contrario.
  Se questi sono i presupposti di questo provvedimento, che dire del ricambio generazionale con il semplice trattenimento in servizio o la parziale abolizione del trattenimento in servizio ? Ottimo il provvedimento di «quota 96» con qualche problema di copertura, grande lavoro di Forza Italia grazie anche al Ministro e al sottosegretario, nel calibro dei provvedimenti relativi ai professori universitari, ai medici e alla modulazione progressiva di questa fuoriuscita, che consente oggi di dare a questo provvedimento su questo settore certamente un carattere sistematico più interessante.
  Allora, se questi, Presidente, sono i passaggi fondamentali di questo provvedimento, è chiaro che Forza Italia non è favorevole e voterà contro. Se le ragioni metodologiche prevalgono su quelle di merito e se qualche luce non può essere capace di fugare le enormi ombre che ci sono su queste scelte, che vanno lette in joint venture con il decreto-legge n. 91. Qui non c’è un provvedimento diverso dall'altro, ma sono i provvedimenti del Governo che vanno verso una direzione, a mio avviso, inaccettabile.
   Allora, «no» al doppio binario, «no» ai ruoli a prescindere dal titolo di studio, «no» all'abolizione del trattenimento in servizio, «no» alle società controllate che vengono aperte all'esterno, in barba alla gratuità di quelli che erano i dipendenti pubblici. Quale spending review ? Quale spending review ? «No» alla mobilità volontaria del lavoro così come è modulata, «no» alle categorie colpite direttamente. Io credo – e ho finito, Presidente e la ringrazio per la pazienza – che, al di là dell’«eccidio» del Formez, che viene immediatamente giustiziato senza nessuna possibilità di appello, non si possa che chiudere questo intervento con un auspicio, che l'articolo 32, così come disegnato per limitare i poteri del commissario anticorruzione sia da una persona assolutamente capace come Raffaele Cantone interpretato nel migliore dei modi perché, se io debbo appellarmi all'esperienza interpretativa di espressioni come «rilevanti anomalie o comunque situazioni sintomatiche di condotte illecite» dico: «poveri noi». Chi scrive queste norme dovrebbe Pag. 81prima conoscere come si scrivono le norme e poi scriverle, ma credo che Raffaele Cantone sarà capace di superare anche queste antinomie logiche e lessicali di basilare semantica giuridica. Allora, io credo che si possa dire che il provvedimento ha ricevuto una grande collaborazione e un grande lavoro. La Commissione è stata – direi – adempiente, ma questo non esime Forza Italia da esprimere un forte dissenso sull'impianto del provvedimento, sul metodo e sulla utilizzazione del decreto-legge, nella speranza che questa possa essere davvero l'ultima spiaggia per l'utilizzo di questi strumenti che sono rapidi, ma – come sempre – il presto può essere un grandissimo, forse il peggior nemico del bene e noi teniamo più al bene che al presto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, vorremmo con questo intervento esplicitare le considerazioni di merito e di metodo che ci hanno portato a decidere di esprimere voto contrario al provvedimento.
  Partendo dal metodo, tutte le disposizioni introdotte sono definite urgenti, tant’è che è stato scelto lo strumento del decreto-legge anziché la legge ordinaria. Ora, è fuori dubbio che oggi – nel contesto della crisi economica più feroce dal dopoguerra – la modernizzazione, l'efficienza delle amministrazioni pubbliche e la semplificazione burocratica siano una centralità cruciale, tuttavia, siamo di fronte all'ennesimo decreto-legge privo dei requisiti richiesti dalla Costituzione. Manca tutto ciò che la Consulta va ripetendo come un mantra ormai da mesi: straordinarietà, necessità e urgenza. Straordinarietà, necessità e urgenza, straordinarietà, necessità e urgenza, forse ripetendolo in qualche orecchio entrerà.
  Poi si affrontano le materie più disparate: giustizia, amministrazione e lavoro, tutto in un unico calderone al contrario del principio costituzionale dell'omogeneità di materia trattata, ribadito, anche questo, in una consolidata giurisprudenza costituzionale, tanto citata nelle premesse dei provvedimenti quanto poi disattesa nelle norme effettive. Ancora una volta, quindi, l'uso che questo Governo fa della decretazione d'urgenza è del tutto improprio, oltre che sfrontato rispetto agli ultimi moniti dei giudici costituzionali, che solo pochi mesi fa hanno stigmatizzato nuovamente l'abuso di questo strumento normativo.
  Venendo, invece, al merito del decreto, non ci sembra di essere al cospetto di una legge organica in grado di estirpare la selva di disposizioni che si aggrovigliano in questa materia e che agli occhi dei cittadini rendono lo Stato non un amico sicuro e autorevole, ma una creatura ambigua, irragionevole, lontana, come scriveva nel 1979 – e sembra ieri – l'allora Ministro per la funzione pubblica, Massimo Severo Giannini, nel suo rapporto sui principali problemi dell'amministrazione dello Stato. La riforma dell'amministrazione pubblica è una vexata quaestio, un proposito tanto ambizioso quanto utopistico nel quadro giuridico del nostro Paese, dove da sempre si inseguono i tentativi del legislatore di mettere ordine nel caos che regna sovrano. Resettare e ripartire. Partendo quindi dal già citato rapporto Giannini del 1979, la pubblica amministrazione è stata oggetto di velleità di cambiamento e di disegni riformatori.
  Negli anni Novanta c’è stata la «riforma Bassanini», primo tentativo organico di innovare la struttura dello Stato, fino all'approvazione del nuovo Titolo V della Costituzione, che avrebbe dovuto completare questo processo ma che tuttavia ha portato a un federalismo incompiuto e non ben congegnato, che ha generato sovrapposizioni e conflitti di competenze tra Stato, regioni ed enti locali, sprechi di risorse, un esasperato contenzioso ed ha contribuito ad incrementare la spesa pubblica. Il risultato di tutto questo è stata la bassa qualità media delle prestazioni e dei servizi delle amministrazioni Pag. 82pubbliche, l'alto livello dei costi burocratici imposti alle famiglie e alle imprese e il declino della competitività italiana nei mercati internazionali.
  Ora, entrando strettamente nel merito del decreto-legge in esame scopriamo, tanto per ritornare al discorso della vastità della materia, che è composto di 54 articoli relativi a pubblico impiego, organizzazione delle amministrazioni pubbliche, trasparenza, correttezza e anticorruzione in materia di appalti pubblici, in particolare riguardo a Expo 2015, ma anche articoli relativi a processo amministrativo e a processo civile telematico.
  In più, tra le pieghe del provvedimento spuntano anche modifiche alla neonata legge di abolizione delle province. Ma, del resto, come non cambiare una legge approvata appena due mesi fa che sembrava essere, diciamo, la rivoluzione copernicana nell'organizzazione degli enti locali ? Si approva, infatti, un emendamento come quello che modifica il sistema elettorale per i nuovi consigli provinciali, attualmente previsto dalla «legge Delrio», e lo si modifica in un modo, come dire, a nostro avviso, sospetto. Considerando che gli elettori dei consigli provinciali saranno solo i consiglieri comunali dei comuni di quella provincia, la modifica introdotta dall'emendamento sembra – e dico «sembra» per cortesia istituzionale – fatta apposta per avvantaggiare un partito, uno a caso, come il PD, che ha molti consiglieri comunali, a discapito di partiti o di movimenti che magari ne hanno meno, come, un altro partito a caso, il MoVimento 5 Stelle, un altro movimento a caso.
  Cosa si deve dedurre ? Che cosa è legittimo sospettare ? Che forse anche quel provvedimento dai nobili intenti, come quello in esame, sia stato strumentalizzato per inserirsi nel più ampio disegno che questa maggioranza vuole portare a termine, cioè quello di giocare e vincere la sua partita ad asso pigliatutto ? Si tratta di un decreto complementare rispetto al progetto di legge elettorale, al disegno delle province non elettive e a quello di riforma incostituzionale, finalizzati ad annientare qualsivoglia forma di opposizione ? Il sospetto, dicevamo, è legittimo.
  In più, se si considera anche l'articolo 11 di questo decreto, in materia di incarichi dirigenziali nelle regioni e negli enti locali, il sospetto diventa quasi una certezza, perché la longa manus della politica penetra ancora di più nelle stanze dell'amministrazione.
  L'articolo 11, infatti, modificando il testo unico degli enti locali, aumenta dal 10 al 30 per cento dei posti della pianta organica la quota massima di incarichi dirigenziali che gli enti locali possono conferire mediante contratti a tempo determinato di tipo fiduciario. Cioè cresce, anzi triplica, il numero dei dirigenti pubblici che dovranno rispondere ad un padrone. Per bilanciare questa ingerenza, si prevede che i dirigenti siano nominati a seguito di una non meglio precisata selezione pubblica, ma quali siano i criteri oggettivi di questa selezione non c’è dato sapere.
  Ovviamente, noi non possiamo che essere contrari a misure di questo genere. Infatti, abbiamo presentato da poco una proposta di legge che va nella direzione opposta, cioè eliminare l'istituto dello spoil system per riequilibrare, nel rapporto tra politica e amministrazione, gli elementi della capacità e della fiducia, il primo dei quali è eccessivamente sacrificato al secondo. Il nostro obiettivo è ristabilire il primato del merito tecnico sulla specifica appartenenza politica, invertendo l'ormai decennale tendenza al clientelismo e al campanilismo e affermando la cultura dell'impegno e della valutazione. Cioè, noi vogliamo sviluppare, al massimo grado, i principi, sanciti nell'articolo 97 della Costituzione, di legalità, di buon andamento, di imparzialità e il principio del pubblico concorso. Ma, soprattutto, il nostro intento è salvaguardare il principio di separazione tra politica ed amministrazione.
  La distinzione funzionale dei compiti tra organi politici e burocratici e cioè tra l'azione di governo e l'azione dell'amministrazione, la quale, nell'attuazione dell'indirizzo politico della maggioranza, è Pag. 83vincolata, invece, ad agire senza distinzioni di parti politiche e dunque al «servizio esclusivo della Nazione», come affermato nell'articolo 98 della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Contro il disegno di deprimere in modo implacabile il lavoro pubblico, il MoVimento 5 Stelle ha presentato numerosi emendamenti per sbloccare la retribuzione dei dipendenti, tutti però bocciati dalla «saggia» maggioranza. Inoltre, anche lì dove l'intenzione del Governo – in materia di turn over nella pubblica amministrazione – era buona, la stima dei posti che dovrebbero liberarsi per i giovani sembra gonfiata artatamente: 15 mila posti fino al 2018 sostiene il Governo, ma ad oggi l'unico dato certo purtroppo è che il numero dei dipendenti trattenuti in servizio è già stato ridotto da qualche anno, ma questo non ha determinato l'ingresso di giovani nel pubblico impiego. E si rischia invece – notizia di oggi – nell'immediatezza dell'applicazione di questo frettoloso decreto, di sacrificare professionalità acquisite che servono per garantire i servizi pubblici essenziali ai cittadini, come oggi il caso del primario del centro trapianti di Genova che, colpito da questo decreto, dovrà andarsene a casa e con lui per legge chiudere anche il centro trapianti.
  Certo, qualcosa di positivo è stato fatto e, devo dire, anche in questo caso grazie alla lunga battaglia che il MoVimento porta avanti da tempo e che in realtà in Commissione è stata recepita: finalmente lo scorrimento delle graduatorie della polizia è un fatto concreto. Il riconoscimento di un diritto che era stato «scippato» dall'attuale maggioranza, che era anche l'allora maggioranza, il diritto alle pensioni degli insegnanti noti come quota 96.
  Non solo, grazie ad un nostro emendamento – assorbito in uno della maggioranza, ma l'idea era nostra, ma l'idea buona noi la regaliamo, non abbiamo problemi – siamo riusciti a sottrarre all'obbligo di trasferimento per la mobilità obbligatoria, quindi in sede lontana dalla propria, i genitori di bambini piccoli e i famigliari di soggetti disabili, la cui quotidianità ci sembra già abbastanza complicata da non essere ulteriormente aggravata dalla fatica di una mobilità obbligatoria.
  Ciò che però più mortifica chi, come noi, vorrebbe tutelare i diritti guadagnati dai lavoratori in decenni di lotte, è la legittimazione del demansionamento, che significa che in base alla disciplina privatistica, il lavoratore può essere adibito solo a mansioni equivalenti o superiori a quelle per le quali è stato assunto; con questo decreto si apre un pericolosissimo varco invece verso la cancellazione della dignità del dipendente pubblico in disponibilità che, pur di non finire licenziato, si vedrà costretto a dover scegliere «spintaneamente» una qualifica inferiore rispetto a quella per la quale è stato assunto. Quanto poi ad altri emendamenti che non sono stati accolti, ci sono gli emendamenti che tutelavano il diritto alla difesa.
  La copertura finanziaria di questo decreto deriva dall'aumento del contributo unificato. Che significa ? Che se io voglio ricorrere in giudizio per tutelare un mio diritto da oggi dovrò pagare molto per poter accedere alla giustizia e, quindi, dovrò pensarci mille volte prima di poter far valere un mio diritto.
  Quanto ai poteri attribuiti al Presidente dell'ANAC e al prefetto, si tratta di poteri solo nominali e non pienamente effettivi. All'articolo 32, per esempio, in presenza di imprese per le quali sia lecito sospettare di attività corruttive o infiltrazioni malavitose, i poteri del presidente dell'ANAC ci sembrano veramente minimali.
  Noi avremmo dovuto occuparci in questo decreto, a nostro avviso, di digitalizzazione delle amministrazioni e dei servizi, della effettiva semplificazione dei procedimenti, della riduzione dei costi burocratici, della gestione meritocratica delle risorse umane, di responsabilizzare la dirigenza per i risultati conseguiti. A quanti obietteranno che lo scopo del provvedimento in discussione è proprio questo, noi rispondiamo che sarebbe questo se le norme in esso contenute prevedessero un adeguato sistema di controlli e sanzioni, Pag. 84ma ahimè non è così; il rischio è che ciò che c’è di buono in questo decreto rimanga solo una dichiarazione di intenti e di belle speranze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giorgis. Ne ha facoltà.

  ANDREA GIORGIS. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Ministro, nel 1993, Douglass North, fu insignito del premio Nobel per l'economia per aver dimostrato l'influenza delle istituzioni politiche democratiche sulla crescita e sullo sviluppo economico. Contrariamente a ciò che si riteneva e che qualcuno continua purtroppo a ritenere, Douglass North, dimostrò che svalutare il ruolo e l'azione della sfera pubblica e, in particolare, svalutare l'attività della pubblica amministrazione, non determina alcuna crescita ed alcun miglioramento della condizione dei cittadini.
  Attraverso un'accurata analisi storica e comparatistica, la scuola neoistituzionalista mise in evidenza come lo sviluppo e la crescita dei sistemi sociali siano fortemente influenzati dal contesto istituzionale e dalla presenza di un'amministrazione pubblica efficiente, capace di erogare servizi di qualità e di garantire certezza delle transazioni. I Paesi, insomma, crescono e si sviluppano maggiormente se dispongono di istituzioni e di un'amministrazione che siano in grado di ridurre l'incertezza dei rapporti, e quindi dei costi di transazione, e, al tempo stesso, siano in grado di assicurare ad ogni individuo i presupposti materiali e culturali per il pieno sviluppo della propria persona e l'effettiva partecipazione all'organizzazione economica, politica e sociale.
  In questa direzione muove la riforma che stiamo discutendo: migliorare la qualità dell'azione della pubblica amministrazione e, in tal modo, contribuire al superamento della crisi ed al superamento delle disuguaglianze sempre più marcate che si sono venute consolidando. Questo è il senso e l'obiettivo delle norme che favoriscono il ricambio generazionale, attraverso, ad esempio, l'abolizione del trattenimento in servizio, attraverso l'estensione anche agli insegnanti di «quota 96» del diritto alla pensione, o ancora attraverso la rimozione delle penalizzazioni a carico di coloro che maturano la pensione di anzianità prima dei 62 anni.
  Questo è il senso e l'obiettivo delle norme che disciplinano la mobilità tra le diverse articolazioni della pubblica amministrazione, in modo da garantire continuità e migliore erogazione dei servizi. Questo è il senso delle norme che allentano il blocco del turnover, superano il cosiddetto limite capitario ed aumentano la possibilità di ricollocazione del personale in esubero.
  Questo è il senso delle norme che escludono dai limiti assunzionali i lavori socialmente utili e i lavori di pubblica utilità, delle norme sullo scorrimento delle graduatorie nel comparto sicurezza, delle norme che prevedono un incremento della dotazione organica del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, delle norme che ridisciplinano e meglio circoscrivono il collocamento fuori ruolo dei magistrati e degli avvocati dello Stato.
  Questo è, altresì, il senso delle norme che affidano all'Autorità nazionale anticorruzione compiti di vigilanza, prevenzione e supervisione. Un recente studio della Banca mondiale, condotto su un ampio numero di Paesi, evidenzia quanto la diffusione della corruzione e della percezione della corruzione riducano la disponibilità delle imprese ad investire, e quanto sia dunque importante prevenire e contrastare ogni pratica corruttiva.
  Questo è, inoltre, il senso delle norme che riformano la procedura per l'abilitazione scientifica nazionale ai ruoli di professore universitario, delle norme che vietano alle pubbliche amministrazioni di chiedere ai cittadini informazioni già presenti nell'anagrafe nazionale, delle norme che fissano condizioni per un decentramento virtuoso delle sedi delle authority, delle norme che provvedono ad introdurre significative semplificazioni per le imprese, per i cittadini e, in particolare, per i Pag. 85disabili e i malati cronici, delle norme volte a snellire e velocizzare il processo amministrativo, contrastando la proliferazione delle controversie e dando attuazione al cosiddetto processo telematico, delle norme che razionalizzano le sezioni distaccate dei TAR, delle norme sugli orari di apertura al pubblico delle cancellerie dei tribunali e delle corti d'appello, sui tirocini formativi per i giovani laureati presso gli uffici giudiziari e l'Avvocatura dello Stato, che potranno così accedere al concorso in magistratura senza dover conseguire il diploma presso una scuola di specializzazione.
  Questo, insomma, è il senso e lo scopo degli articoli che compongono il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 90. Come ha più volte sottolineato il Ministro Madia, si tratta solo di un primo passo: molte sono le questioni che non è stato possibile affrontare e che dovranno essere oggetto di successivi interventi normativi. Penso, per fare solo qualche esempio, alla stabilizzazione di alcune figure di precari nelle università e nelle province, allo sblocco definitivo del turnover o alla migliore attuazione e composizione del principio di onnicomprensività con il riconoscimento di incentivi ai pubblici dipendenti.
  Del resto, la fonte del decreto-legge è una fonte strutturalmente inadeguata a realizzare complessive e organiche riforme. Queste, però, arriveranno, e, come ha annunciato il Ministro, arriveranno presto e in una forma giuridica più adatta a conseguire l'obiettivo di una profonda riorganizzazione dell'intera amministrazione pubblica improntata alla sua valorizzazione, e dunque all'equità e all'efficientamento della sua struttura e della sua azione.
  Come ha detto bene ieri l'onorevole Richetti, si tratta, infatti, di riformare la pubblica amministrazione non per sminuirne il ruolo, ma al contrario, per restituire ad essa, e alle persone attraverso le quali opera, dignità e pregio sociale. Un primo passo, dunque. Un primo passo tuttavia importante per il merito e anche per il metodo.
  Parte significativa del contenuto dell'atto che stiamo per approvare è il prodotto dell'attività parlamentare e del costruttivo e proficuo confronto che si è svolto in Commissione tra i diversi gruppi parlamentari e tra i gruppi parlamentari e il Governo. Un confronto proficuo e costruttivo, che conferma da un lato quanto altresì evidenziato dalla scuola neoistituzionalista, per ritornare a Douglass North, e dai recenti studi sui giochi cooperativi. Le istituzioni e i gruppi sociali operano al meglio se tra i consociati prevalgono atteggiamenti cooperativi rispetto ad atteggiamenti competitivi e conflittuali. E le norme che abbiamo delineato sono apprezzabili anche perché, oltre a rendere più efficiente l'azione amministrativa, tendono a ridurre il conflitto con i cittadini e tra i cittadini, e a promuovere, quindi, cooperazione e coesione sociale.
  Ma il confronto che si è svolto nelle Commissioni conferma anche che il Parlamento, e la forma di Governo parlamentare, se prevale la cooperazione, e se alla forza degli argomenti viene riservato uno spazio, possono corrispondere, e in maniera efficace, alla domanda di governo di cambiamento nel verso di una più efficiente e più giusta distribuzione dei ruoli e dei beni sociali. Le modalità attraverso le quali si è svolto il confronto parlamentare, da questo punto di vista, sono un esempio anche per le altre riforme di cui il nostro Paese necessita e che fra breve, mi auguro, questa Camera sarà chiamata a discutere e ad approvare. Per queste ragioni, ringrazio in maniera non formale il Ministro Madia, il sottosegretario Mughetti, i loro competenti e sempre disponibili collaboratori, insieme agli uffici della Camera e naturalmente al relatore Emanuele Fiano e per queste stesse ragioni annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Pag. 86

(Coordinamento formale – A.C. 2486-A/R)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

  Prego i colleghi di prendere posto, così non teniamo troppo a lungo aperta la votazione, se ognuno torna nella sua postazione di voto.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2486-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 2486-A/R, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Di Battista, Dambruoso, Baldassarre, Ferraresi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari» (2486-A/R)

   Presenti  420   
   Votanti  418   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  286    
    Hanno votato no  132    

  La Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Vedi votazioni).

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 16,05).

  PIA ELDA LOCATELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, colleghi e colleghe, domani 1o agosto entra in vigore la Convenzione di Istanbul, la Convenzione sulla prevenzione e sulla lotta alla violenza e alla violenza domestica. Sono orgogliosa di ricordare che l'Italia ha svolto un ruolo importante in questo percorso per l'entrata in vigore della Convenzione, essendo stati noi il primo Paese europeo a ratificarla.
  Non casualmente quella ratifica è stata la prima legge approvata da questo Parlamento, che vanta la più alta percentuale di donne nella storia del nostro Paese...

  PRESIDENTE. Onorevole Locatelli, mi scusi. Colleghi, so che state tutti uscendo, come è lecito che facciate, vi chiedo se lo potete fare un po’ più silenziosamente, così almeno ascoltiamo gli interventi di fine seduta. Prego, onorevole Locatelli.

  PIA ELDA LOCATELLI. La ratifica di giugno è stata seguita, ad ottobre, dalla legge contro il femminicidio, che ne è il fondamentale corollario. Peccato che questi provvedimenti non siano ancora accompagnati dagli strumenti indispensabili per renderli efficaci. La legge contro il femminicidio prevede lo stanziamento di fondi – pochi, ahimè ! – ed il piano antiviolenza. Ma i fondi non sono ancora disponibili e il piano, ci è stato detto, entrerà in vigore il prossimo autunno.
  Nel frattempo, anche se l'attenzione dei media, si è spostata altrove, i femminicidi e le violenze contro le donne continuano: 12 donne muoiono ogni giorno in Europa, 134 in Italia nel 2013. All'allora Governo Letta ricordammo che una legge da sola non basta e, comunque, una legge bisogna applicarla in tutte le sue parti. Questo non è stato ancora fatto. Perché ? Pag. 87
  In tante, dentro e fuori quest'Aula, siamo convinte che ciò sia dovuto al fatto che nel Governo non c’è nessuno che si occupi a tempo pieno, continuativamente, con l'attenzione dovuta delle politiche di genere, delle politiche di pari opportunità, della lotta alla violenza. Per questo, anche a nome di tutta la delegazione socialista, sollecito ancora una volta il Presidente del Consiglio a ripristinare il Ministero delle pari opportunità o, almeno, a nominare una figura all'interno della Presidenza del Consiglio che ne assuma le deleghe. Facciamolo presto, anzi facciamolo ora (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, intervengo per ricordare al Parlamento che da oltre un mese la segretaria del Partito Radicale Rita Bernardini, Marco Pannella – tra l'altro, in condizioni di salute assai gravi – e 200 cittadini sono in sciopero della fame per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla grave situazione che vivono i detenuti italiani. È di qualche giorno fa l'ennesimo suicidio in un istituto di pena italiano. È necessario prendere consapevolezza della necessità di un intervento di clemenza, di amnistia e di indulto per affrontare in maniera efficace e seria la gravissima condizione dei detenuti, che continuano ad essere cittadini anche se sono in carcere (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  ROBERTO OCCHIUTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, io vorrei sollecitare l'Aula per il tramite della Presidenza ad intervenire presso il Governo affinché nomini al più presto il commissario per la sanità in Calabria.
  Come lei sa, Presidente, la regione Calabria è commissariata per il governo della sanità da qualche anno e da qualche mese, dopo le dimissioni del commissario ad acta Scopelliti, la sanità calabrese non ha governo. Non c’è alcun controllo sulla qualità della spesa. Soprattutto non c’è controllo sulla soddisfazione dei livelli essenziali di assistenza, quindi sui bisogni essenziali della salute per i calabresi.
  Ritengo intollerabile questo ritardo. Ritengo singolare che in tutta Italia non esista un tecnico con caratteristiche curriculari tali da poter rivestire questo incarico.
  Riterrei grave se le ragioni di questo ritardo consistessero non nella difficoltà di scegliere tra i curricula, ma piuttosto nella difficoltà di scegliere una personalità compiacente alle articolazioni calabresi della maggioranza di Governo.
  Per questo vorrei sollecitare l'Aula ad intervenire presso il Governo, affinché sia chiaro anche al Presidente Renzi che la Calabria non ha tanto bisogno di cabine di regia per affrontare i suoi problemi, ma piuttosto ha bisogno di un briciolo di attenzione, affinché i cittadini calabresi, che oggi rischiano di morire nei pronto soccorso della Calabria, abbiano gli stessi diritti dei cittadini delle altre regioni.

  FABIO PORTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FABIO PORTA. Onorevole Presidente ed onorevoli colleghi, intervengo anche a nome del mio gruppo per richiamare l'attenzione della Presidenza e della nostra Assemblea su quanto è accaduto, o meglio su quanto sta accadendo in queste ore a seguito del cosiddetto default tecnico dello Stato argentino, un default sui generis, ed è questa la cosa che suscita la mia e la preoccupazione di tanti.
  Ricordo a quest'Aula che sono oltre 100 i deputati ed i senatori che hanno sottoscritto, negli scorsi giorni, un appello in Pag. 88questo senso, perché sarebbe causato non dal mancato pagamento del debito da parte di uno Stato sovrano, in questo caso l'Argentina, ma dalla decisione di un giudice che, a seguito del ricorso dei detentori di appena il 2 per cento dei titoli argentini – titoli, per inciso, rastrellati a prezzi stracciati sul mercato speculativo – ha bloccato la decisione, già concordata con il 92 per cento dei creditori, di onorare il debito.
  Tutto ciò, ripeto, è grave e preoccupante e non solo per le drammatiche conseguenze che questo default tecnico potrebbe avere su una già grave situazione debitoria e sulla gestione della ristrutturazione del debito e quindi anche sulle fragili condizioni economiche di un Paese a noi vicino, anche in virtù di una grande popolazione italiana lì residente.
  Quanto è successo, colleghi, rivela e denuncia la gravissima assenza di regole e norme certe che regolino i mercati finanziari a livello internazionale.
  È arrivato il momento di superare il caos normativo esistente e di lavorare per introdurre regole certe, rispettate da tutti. Una riflessione in questo senso era stata avviata anni fa all'interno del Fondo monetario internazionale. Noi siamo convinti che un impegno in questa direzione non sia più differibile.
  Concludo, Presidente, ricordando che, tra pochi giorni, il nostro Ministro degli esteri Federica Mogherini sarà proprio a Buenos Aires. Sono certo che anche in quella sede lei non mancherà di trasmettere, come ha fatto il Presidente del Consiglio Renzi pochi giorni fa, scrivendo alla presidente Cristina de Kirchner, la solidarietà italiana al popolo argentino, impegnato in questa fase difficile, dalla quale ancora una volta, ne siamo certi, saprà uscire con la tenacia e determinazione che storicamente ha contraddistinto questa nazione, a noi tanto cara (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PAOLO BERNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Signora Presidente e colleghi, in data 22 luglio il MoVimento 5 Stelle ha depositato una mozione per chiedere che il Governo italiano si impegni a non vendere più armi allo Stato di Israele. Considerando la gravità della situazione nella striscia di Gaza, che non ci permette, come rappresentanti del popolo italiano, né come cittadini di uno Stato che ripudia la guerra, di girarci dall'altra parte, abbiamo il dovere di far sentire la nostra voce e rispondere a questa situazione di emergenza, che si protrae da anni.
  Ad oggi si contano più di mille morti tra gli abitanti della striscia di Gaza, la maggior parte sono bambini, a fronte di circa 60 militari israeliani uccisi negli scontri.
  Credo sia di estrema importanza, come rappresentanti del popolo italiano, al fine di non essere complici di questo massacro e di futuri scenari simili, fermare la vendita di armi allo Stato di Israele, armi che vengono usate contro civili palestinesi e contro strutture delle organizzazioni internazionali, come le scuole ONU colpite in questi giorni.
  Chiediamo, quindi, a tutte e a tutti i componenti del Parlamento italiano ed alla Presidenza che al più presto venga inserito nei lavori d'Aula della prossima settimana questo atto, per fermare la vendita di armi italiane allo Stato di Israele e chiedo alla maggioranza, soprattutto al Partito Democratico, al quale ho consegnato il documento, di farlo proprio e di discuterlo prima della chiusura estiva dei lavori.
  Qui non si tratta di stare dalla parte dei sionisti o di Hamas, ma si parla della nostra complicità in questo conflitto. Non possiamo indignarci di ciò che sta accadendo a Gaza se poi gli strumenti che portano morte e dolore sono made in Italy (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Collega, bisogna chiudere.

  PAOLO BERNINI. Come diceva Martin Luther King, non è grave il clamore chiassoso Pag. 89dei violenti, bensì il silenzio spaventoso delle persone oneste. Aggiungo la frase di Vittorio Arrigoni: stay human, restiamo umani (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).

  PAOLO BOLOGNESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO BOLOGNESI. Signor Presidente, il Comitato dei nove della Commissione giustizia ha approvato a larghissima maggioranza il testo per l'Aula che introduce il reato di depistaggio e inquinamento processuale con aggravanti se questo reato viene condotto, per esempio, per stragi, insurrezione armata contro lo Stato, attentato alla Costituzione, gravi reati di mafia. L'Assemblea è ora in grado al più presto di votare il provvedimento, anche nella prossima settimana volendo. Sarebbe una risposta molto attesa dalle associazioni delle vittime del terrorismo e votare questo provvedimento rappresenterebbe sicuramente un obbligo morale e civile, una risposta alle coscienze e alla memoria del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  MATTEO MANTERO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, abbiamo appena approvato il decreto-legge sulla pubblica amministrazione e già ci sono le prime conseguenze che, ovviamente, sono negative. A Genova vi è un centro trapianti di midollo osseo che è un'eccellenza in tutta Italia, dove vengono operate ogni anno più di 100 persone sui 1.300 trapianti che sono fatti in Italia. A settembre probabilmente questo centro dovrà chiudere perché, in conseguenza del decreto-legge che abbiamo appena convertito, il primario di questo reparto, a soli 65 anni di età, dovrà andare in pensione. Queste sono le conseguenze di decreti che sono utilizzati come spot. Allora, se noi vogliamo un vero ricambio generazionale, questo va fatto, garantendo l'assunzione di nuovi medici e facendo attenzione che siano pensionati quelli che non sono indispensabili. Si rischia, come al solito, che le conseguenze di questi spot elettorali, di questi decreti fatti in maniera irresponsabile cadano sulle spalle dei cittadini. Volevo comunicare, quindi, tramite lei al Presidente Renzi che, per il futuro, stia attento quando usa il Governo per i suoi spot perché è irresponsabile e criminoso agire in questa maniera e permettere che vi siano persone che non potranno più operarsi o privare città come Genova di reparti importanti come questo semplicemente per non aver curato a sufficienza i decreti sui quali bisogna lavorare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ANIELLO FORMISANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per chiedere alla Presidenza di sollecitare il Governo a fornire risposte a due interrogazioni vertenti sullo stesso oggetto, che è la gestione dell'ENAV in una fase particolare, che sono abbastanza antiche. La prima è la n. 4/00086 del 25 marzo 2013 e la seconda è la n. 4/02797 del 4 dicembre 2013. Ringrazio la Presidenza per l'intervento di sollecito che farà sul Governo.

  FEDERICO D'INCÀ. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FEDERICO D'INCÀ. Signor Presidente, colleghi, voglio portare all'attenzione di questa Assemblea un grave problema che, nel corso degli anni, contribuirà pesantemente all'aumento del nostro debito pubblico: il project financing. Con la legge n. 443 del 21 dicembre 2001, cosiddetta legge obiettivo, si stabiliva il piano delle infrastrutture strategiche con il quale si Pag. 90identificano ben 390 opere di interesse nazionale per un costo totale di 374 miliardi di euro, il cui strumento principale per la realizzazione è il cosiddetto project financing. Tale strumento, anche in considerazione della ristrettezza dei fondi pubblici, avrebbe dovuto coinvolgere, nella realizzazione delle opere pubbliche, il capitale dei privati con anche l'assunzione dei rischi inerenti alla remunerabilità delle operazioni finanziarie da parte dei privati stessi.
  Ma, nei fatti, la concreta attuazione ha avuto risultati molto insoddisfacenti tanto da delineare uno scenario sconfortante. Già, nell'indagine del 2005 sullo stato di attuazione della legge obiettivo della Corte dei conti e l'analisi della Banca d'Italia del 2009, così come un rapporto della stessa Presidenza del Consiglio dei ministri del 2013 evidenziano un'alta mortalità del project financing. Questo tipo di finanziamento non consente alcun effettivo risparmio per la finanza pubblica in quanto dovranno essere previsti esborsi futuri da parte dell'operatore pubblico a favore del privato, arrivando alla conclusione che i progetti in partenariato pubblico-privato sono più costosi dei progetti tradizionali di investimento pubblico.
  Allora, mi chiedo se, alla luce di queste considerazioni, non sia finalmente giunto il momento di fare chiarezza, data la drammatica situazione in cui versa la spesa pubblica, circa l'opportunità di un complessivo ripensamento del largo, indiscriminato utilizzo degli strumenti di finanza soprattutto nel Veneto, tanto cari all'ex presidente del Veneto, Giancarlo Galan. Facciamo chiarezza sul project financing. Abbiamo bisogno di valutazioni preliminari supportate da studi di fattibilità con un'analisi dei rischi di redditività delle iniziative. Altrimenti questi strumenti saranno solo un enorme e nuovo debito sulle spalle delle nuove generazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MAURO PILI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURO PILI. Signor Presidente, intervengo per segnalare alla Presidente e, quindi, chiedere l'intervento del Ministro in Aula perché renda comunicazioni rispetto a una conferenza stampa che si è tenuta stamani in Sardegna tra l'amministratore delegato della Tirrenia e l'assessore regionale ai trasporti. In questa esilarante conferenza stampa è stato affrontato il tema della revisione della convenzione tra la Tirrenia, valutata e approvata da questo Parlamento nel 2012, e la stessa regione per definire tre questioni fondamentali: il dimezzamento delle frequenze da Cagliari verso il continente, la cancellazione del porto di Arbatax e la definizione dei costi, ancora elevatissimi, per il trasporto merci e passeggeri e la differenziazione gravissima tra residenti e non residenti, come se l'Autostrada del sole fosse costellata di caselli differenziati tra residenti e non residenti e ognuno di questi con tariffe differenziate.
  È un fatto assolutamente grave, è gravissimo perché non si tiene conto del fatto che la Sardegna fa ancora parte dello Stato italiano e, quindi, quanto alla continuità territoriale, si tratta della continuità di due territori che dovevano essere messi in condizioni di servire la continuità territoriale. È un accordo capestro, una truffa ai danni dello Stato che va assolutamente perseguita. Perché truffa ? Perché questa mattina, nella conferenza stampa, si è detto che la Tirrenia ha perdite per 28 milioni di euro e che questi tagli ai servizi serviranno per compensare le perdite della Tirrenia. Questo è un reato che va perseguito e che va possibilmente bloccato dalla parte politica che deve firmare questo provvedimento, e quindi il Ministro Lupi. Si tratta di distrazione di fondi pubblici. Per questo motivo, chiedo che il Governo venga a riferire in Aula e blocchi questo scellerato accordo tra la regione, la Tirrenia e lo Stato.

  FILIPPO GALLINELLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 91

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, dopo aver sollecitato per iscritto alcune interrogazioni che da un po’ di tempo giacciono ferme, provo a farlo anche in Aula. Sono le interrogazioni a risposta in Commissione nn. 5-02395 e 5-01436 e le interrogazioni a risposta scritta n. 4-03671, n. 4-04859, n. 4-03499 e n. 4-02959.

  MASSIMILIANO BERNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, ha destato scalpore e sgomento nella mia provincia di Viterbo la notizia, apparsa alcuni giorni fa sugli organi di stampa locale, riguardante lo sversamento di liquami nocivi nel fiume Treja che, oltre ad essere un importante affluente del fiume Tevere, attraversa il parco regionale Valle del Treja. Questa area fluviale, grazie alla sua bellezza e all'unicità dei paesaggi, specie nel periodo estivo, è meta abituale di molti turisti abitanti nel comprensorio. Lungo le sue sponde, da sempre hanno luogo numerose iniziative folcloristiche e goliardiche, come la famosa Treja Cup, organizzata dal comune di Civita Castellana. Come riportano le fonti locali, lo sversamento è avvenuto con certezza nei giorni 10 e 11 giugno, poco più di un mese fa, ed ha determinato l'immediata moria di migliaia di pesci lungo un buon tratto di questo fiume.
  Il Corpo forestale dello Stato, al quale va riconosciuto il merito di essersi subito attivato, quattro giorni dopo individuava i responsabili dello sversamento, denunciandoli per inquinamento ambientale e smaltimento illecito di liquami zootecnici. Purtroppo, però, il danno è stato fatto e la natura impiegherà, probabilmente, decenni per ristabilire l'equilibrio originario. Nel frattempo, questo sversamento ha inflitto un grave colpo alle attività turistico-ambientali e tradizionali, come la succitata Treja Cup, che quest'anno non avrà luogo per i possibili rischi alla salute dovuti all'inquinamento delle acque.
  Per queste ragioni, Presidente, ho depositato un'interrogazione a risposta scritta per sollecitare il Ministro dell'ambiente a prendere atto di questa situazione e a provvedere al monitoraggio lungo il corso del Treja di tutte quelle attività umane che possano provocare, accidentalmente o volontariamente, simili disastri ambientali. Chiedo, quindi, al Governo, tramite lei, Presidente, di sollecitare la risposta al mio atto di sindacato ispettivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, da recenti, odierne, notizie di stampa, si apprende che la disoccupazione giovanile ha toccato un nuovo record, il 43,7 per cento. L'ISTAT oggi ci dà questo dato, nel senso che, se noi usciamo da questi palazzi, prendiamo dieci giovani tra i 16 e i 29 anni, quasi la metà di queste persone è disoccupata. Questo si sta trasformando in una vera e propria piaga sociale.
  Quindi, noi chiediamo, Presidente, tramite lei, che il Ministro del lavoro ed anche il Primo Ministro, Renzi, vengano in quest'Aula a comunicarci le loro decisioni rispetto al mondo del lavoro. Presidente, sono tre mesi che non sento parlare il Primo Ministro Renzi di lavoro né del problema occupazione: lo sento parlare di Senato, lo sento parlare di legge elettorale, ma non lo sento parlare di lavoro. Gli ultimi due decreti – ovvero, il decreto dello scorso anno, il decreto Giovannini, e il decreto di quest'anno, il decreto Poletti – non hanno creato occupazione.
  Quindi, Presidente, si faccia cortesemente nostro tramite nell'invitare il Ministro Giuliano Poletti a venire a riferire urgentemente rispetto a questo problema, che sta diventando veramente una guerra sociale per coloro che hanno meno di 29 anni, o in quest'Aula o nella Commissione competente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 92

  VITTORIO FERRARESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, le chiedo se può sollecitare la risposta all'interrogazione n. 4-04563, presentata giovedì 17 aprile 2014, a mia prima firma e a firma dei colleghi Zolezzi e Dell'Orco, riguardante la tematica delle tubature in amianto che si sono rotte successivamente al terremoto di maggio 2012 che ha colpito Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.
  Queste tubature, chiaramente, erano vecchie tubature in amianto, che si sono rotte e hanno liberato delle fibre d'amianto nelle condotte idriche. Riguardano, in special modo, il comune di Carpi, ma anche i comuni di Cavezzo e di Finale Emilia.
  Questo problema è stato preso in considerazione, per esempio, dal sindaco di Carpi: le ipotesi sono quelle di sostituire le tubature o di mettere un formulato nelle condotte idriche che possa risolvere il problema. A tutt'oggi, però, non abbiamo sicurezze per i cittadini, per la salute di queste persone da parte delle autorità, delle istituzioni e, quindi, chiediamo al Ministro di fare luce: se il Ministro della salute intenda attivarsi presso l'Istituto superiore di sanità per approfondire le questioni evidenziate in premessa nell'interrogazione, al fine di valutare se l'immissione di un formulato a base di fosfato monosodico alimentato da zinco nell'acqua, per trattare e contenere le fibre di amianto, presenti dei rischi sotto il profilo della tutela della salute dei cittadini. Una volta completato questo accertamento, chiaramente, chiediamo di riferire se potrà essere effettuato o meno ed eventualmente valutare anche, grazie agli aggiornamenti che sono stati fatti in questi giorni, eventuali controindicazioni o eventuali altre soluzioni.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  VITTORIO FERRARESI. Volevo anche ricordare la situazione dei lavoratori colpiti dopo aver trattato l'amianto, che, a tutt'oggi, continuano a lavorare, non essendo andati in pensione, ma non ricevono alcun sussidio, alcun indennizzo da parte dell'INAIL. Quindi, continuano a lavorare in condizioni non dignitose, perché hanno delle malattie gravi, ma non ricevono aiuto da parte dell'INAIL con nessun indennizzo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ROBERTO FICO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO FICO. Signora Presidente, sollecito la risposta all'interrogazione a risposta scritta n. 4-02098, concernente la salvaguardia dell'incolumità della popolazione della frazione di Erchie, comune di Maiori, esposta al rischio di frane ed esondazioni che la stessa Autorità di bacino competente ha riconosciuto essere un pericolo grave e contingente.
  Sollecito, inoltre, la risposta all'interrogazione a risposta scritta n. 4-03216, concernente gli interventi di ristrutturazione dell'area portuale di Marina Lobra, Massa Lubrense, tenuto conto della loro pericolosità e incompatibilità con le esigenze di tutela paesistica ed ambientale del sito.
  Sollecito, infine, la risposta all'interrogazione a risposta scritta n. 4-03962, concernente i gravi ritardi accumulati per la realizzazione del cimitero di Santa Maria la Carità, che per le ragioni esposte nell'interrogazione rischiano di pregiudicare gravemente l'equilibrio finanziario del comune (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  TATIANA BASILIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TATIANA BASILIO. Signora Presidente, mi rivolgo soprattutto alla Presidente Laura Boldrini, nonostante in questo momento non sia presente in Aula, conoscendo la comune sensibilità ed attenzione Pag. 93alla violenza di genere, per chiedere un suo autorevole intervento nei confronti del Governo.
  Mi riferisco a due casi di violenza sessuale, uno nei confronti di una minore e l'altro nei confronti di una donna incinta al sesto mese, avvenuti nella città di Vicenza. Un militare statunitense di 22 anni, di stanza nella caserma Del Din, Gerelle Lamarcus Gray, è indagato per violenza sessuale e sequestro nei confronti di una ragazza minorenne residente a Schio, nella provincia di Vicenza. Secondo quanto denunciato dalla ragazza ai carabinieri, la vittima avrebbe conosciuto il giovane militare in un discoclub della zona e l'uomo, ubriaco, l'avrebbe obbligata a seguirlo in un vicolo buio dove l'avrebbe violentata. Sempre lo stesso individuo, questa volta in compagnia del commilitone Edil McCough, di 21 anni, ha nei giorni scorsi convinto una ragazza rumena di trent'anni, incinta di sei mesi, a salire a bordo della loro auto e qui avrebbero abusato di lei e l'avrebbero picchiata.
  Il sindaco di Vicenza, Achille Variati, ha scritto al Ministro della giustizia Orlando per chiedere che non venisse concesso ai due militari statunitensi lo status di extraterritorialità previsto dall'articolo 7, comma 3, lettera c), della Convenzione sullo status delle truppe NATO nei Paesi alleati. In troppi casi, infatti, Presidente, si sono sottratti militari statunitensi alla giurisdizione italiana. Clamoroso – voglio ricordarlo a tutta l'Aula e ai presenti – è stato quello della strage della funivia del Cermis e il rischio che si ripeta questa sottrazione appare quanto mai concreto, visto che le autorità USA hanno già chiesto di voler processare loro, negli Stati Uniti, i due militari accusati di questa violenza sessuale. Tutto questo, signora Presidente, è davvero umiliante.
  Viene da domandarsi, quindi, di quale alleanza si tratti tra Paesi pari, che dovrebbero essere pari, quella che consente a militari statunitensi di macchiarsi di ogni delitto in Italia e di non essere perseguiti dalla legge.
  Per questo, chiedo alla Presidente Boldrini di intercedere affinché possa portare un suo autorevole intervento al Ministro della giustizia per scongiurare una ennesima sottrazione di giurisdizione, che rappresenterebbe un'offesa per tutte le donne italiane e, in questo caso, voglio ricordare, di tutto il mondo, che non vengono rispettate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Basilio, abbiamo provveduto immediatamente ad informare la Presidente di questa sua richiesta. Mi sembra, per la verità, di ricordare che il Ministro Orlando si sia già pronunciato in materia, ma comunque è una sollecitazione che, certamente, è da raccogliere.

  SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Signora Presidente, «Roma, 29 luglio – Chiediamo al Governo di nominare al più presto un Ministro per le pari opportunità. Per sollecitare l'Esecutivo ad adottare questa misura e sbloccare così una situazione di stallo totale (...) abbiamo deciso di pubblicare una petizione sul sito change.org».
  Questa è una comunicazione che abbiamo fatto noi alla stampa e di cui voi conoscete benissimo il contenuto, perché la collega che se ne è occupata, Giulia Di Vita, ha mandato una mail a tutti i deputati, affinché questo problema, questo gravissimo problema, venga risolto il prima possibile, grazie all'unione di tutte le forze politiche.
  L'unico problema però è che qui – e non smetterò mai di meravigliarmi per questo – a nessuno importa realmente di risolvere i problemi, ma solo di mettere la bandierina politica su chi fa annunci e spot elettorali, perché le stesse persone che oggi, adesso, a fine seduta hanno dichiarato di voler ripristinare questo Ministero, in realtà non hanno neanche minimamente firmato la petizione e oggi hanno fatto questo annuncio.
  Allora, quello che io voglio dire è che a noi del MoVimento 5 Stelle non interessa Pag. 94nulla di chi è il merito se viene ripristinato questo Ministero. L'importante è che si faccia, che si faccia il prima possibile e soprattutto che, la prossima volta, agli annunci si preferiscano i fatti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Presidente, volevo sollecitare la risposta ad una mia interrogazione, la n. 4-04884, che parla dello IAL. Da organi di stampa apprendiamo che lo IAL non paga i contributi ai lavoratori. Cos’è lo IAL ? Innovazione, apprendimento, lavoro: è stata creato dalla CISL, quel sindacato che dovrebbe tutelare i lavoratori e, invece, oggi non gli paga né lo stipendio né il TFR, Presidente. Quindi, noi vogliamo dare una risposta ai lavoratori dello IAL, per sapere almeno che fine faranno: se percepiranno il TFR o no. Quindi, chiedo gentilmente a lei, Presidente, di sollecitare vivamente questa risposta, perché questi lavoratori non ne possono più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di agosto 2014 e conseguente aggiornamento del programma (ore 16,30).

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo che si è appena svolta, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di agosto 2014:

  Lunedì 4, martedì 5, mercoledì 6, giovedì 7 e venerdì 8 agosto (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nelle giornate successive) (con votazioni)

  Da lunedì 4 agosto, alle ore 11 (con votazioni non prima delle ore 18):

  Esame del disegno di legge n. 2568 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, recante disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea (Approvato dal Senato – scadenza: 23 agosto 2014).

  Da mercoledì 6 agosto:

  Eventuale seguito e conclusione dell'esame del disegno di legge n. 2568 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, recante disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea (Approvato dal Senato – scadenza: 23 agosto 2014).

  Esame del disegno di legge n. 2541 – Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013 e del disegno di legge n. 2542 – Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2014.

  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 559 – Introduzione nel codice penale del reato di depistaggio e inquinamento processuale.

  Seguito dell'esame delle mozioni Ottobre, Giachetti, Fabrizio Di Stefano, Leone, Kronbichler, Marcolin, Dellai, Corsaro, Pisicchio, Di Lello, Bruno ed altri n. 1-00291 e Corda ed altri n. 1-00406 concernenti iniziative a tutela del cittadino italiano Enrico Forti, condannato e detenuto negli Stati Uniti.

Pag. 95

  Esame delle mozioni Marcon ed altri n. 1-00424 e Gianluca Pini ed altri n. 1-00563 concernenti la partecipazione italiana al programma di realizzazione e acquisto degli aerei Joint Strike Fighter-F35.

  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 360 ed abbinati – Disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli, in esecuzione della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo 7 gennaio 2014.

  Esame delle mozioni:
   Brambilla ed altri n. 1-00460 e Gagnarli ed altri n. 1-00559 concernenti iniziative, nell'ambito del semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea, per la tutela dei diritti degli animali;
   Gallinella ed altri n. 1-00160 e Prataviera ed altri n. 1-00360 concernenti iniziative per la riforma dei criteri di formazione del bilancio comunitario, con particolare riferimento al meccanismo del cosiddetto «sconto inglese».

  Giovedì 7 agosto, orientativamente alle ore 13, avrà luogo l'esame della domanda di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni e comunicazioni nei confronti del deputato Genovese (Doc. IV, n. 7).

  Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).
  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 1o agosto 2014, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 16,35.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Ddl n. 2541 – Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per il 2013 e Ddl n. 2542 – Assestamento del bilancio dello stato per il 2014

Tempo complessivo: 13 ore e 30 minuti, di cui:
• discussione generale congiunta: 7 ore e 30 minuti;
• seguito dell'esame: 6 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 15 minuti 15 minuti
Governo 15 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 16 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 58 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 34 minuti 4 ore e 12 minuti
 Partito Democratico 53 minuti 1 ora e 2 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti 39 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
32 minuti 30 minuti
 Nuovo Centrodestra 32 minuti 18 minuti
 Scelta civica per l'Italia 32 minuti 18 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 31 minuti 18 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti 17 minuti
 Per l'Italia 31 minuti 17 minuti
 Fratelli d'Italia –
 Alleanza Nazionale
30 minuti 14 minuti
 Misto: 31 minuti 19 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti
  europei (LED)
10 minuti 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti 4 minuti
  Centro Democratico 5 minuti 3 minuti Pag. 97
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 5 minuti 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 5 minuti 3 minuti

Pdl n. 559 – Reato di depistaggio e inquinamento processuale

Seguito dell'esame: 7 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 9 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 56 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 24 minuti
 MoVimento 5 Stelle 39 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
31 minuti
 Nuovo Centrodestra 22 minuti
 Scelta civica per l'Italia 22 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Lega Nord e Autonomie 20 minuti
 Per l'Italia 19 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 17 minuti
 Misto: 21 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 8 minuti
  Centro Democratico 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti
Pag. 98

Mozioni n. 1-00291 e abb. – Tutela del cittadino italiano Enrico Forti

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
MoVimento 5 Stelle 35 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
27 minuti
Nuovo Centrodestra 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 19 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia 17 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 28 luglio 2014.

Mozioni n. 1-00424 e abb. – Programma di realizzazione e acquisto degli aerei Joint Strike Fighter-F35

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti Pag. 99
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
MoVimento 5 Stelle 35 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
27 minuti
Nuovo Centrodestra 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 19 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia 17 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Pdl n. 360 e abb. – Attribuzione del cognome ai figli

Seguito dell'esame: 6 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) Pag. 100
Gruppi 4 ore e 7 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 9 minuti
MoVimento 5 Stelle 33 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
26 minuti
Nuovo Centrodestra 18 minuti
Scelta civica per l'Italia 18 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 18 minuti
 Lega Nord e Autonomie 17 minuti
Per l'Italia 16 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 17 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 5 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

Mozioni n. 1-00460 e abb. – Tutela dei diritti degli animali

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
MoVimento 5 Stelle 35 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
27 minuti Pag. 101
Nuovo Centrodestra 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 19 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia 17 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Mozioni n. 1-00160 e abb. – Riforma dei criteri di formazione del bilancio comunitario sul cosiddetto «sconto inglese»

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
MoVimento 5 Stelle 35 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
27 minuti
Nuovo Centrodestra 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 19 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti Pag. 102
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia 17 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Doc. IV, n. 7 - domanda di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni nei confronti del deputato Genovese

Tempo complessivo: 2 ore e 30 minuti.

Relatore 15 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 21 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ore e 44 minuti
 Partito Democratico 29 minuti
MoVimento 5 Stelle 13 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
11 minuti
Nuovo Centrodestra 7 minuti
Scelta civica per l'Italia 7 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 7 minuti
 Lega Nord e Autonomie 7 minuti
Per l'Italia 7 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 6 minuti Pag. 103
 Misto: 10 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti
Pag. 104

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2486-A/R - odg 9/1 440 439 1 220 56 383 74 Resp.
2 Nom. odg 9/2486-A/R/37 445 443 2 222 154 289 72 Resp.
3 Nom. odg 9/2486-A/R/38 441 439 2 220 153 286 71 Resp.
4 Nom. odg 9/2486-A/R/40 445 443 2 222 77 366 70 Resp.
5 Nom. odg 9/2486-A/R/42 442 421 21 211 58 363 71 Resp.
6 Nom. odg 9/2486-A/R/43 451 451 226 156 295 69 Resp.
7 Nom. odg 9/2486-A/R/46 463 463 232 162 301 68 Resp.
8 Nom. odg 9/2486-A/R/47 456 456 229 158 298 68 Resp.
9 Nom. odg 9/2486-A/R/53 465 448 17 225 156 292 68 Resp.
10 Nom. odg 9/2486-A/R/54 463 445 18 223 146 299 68 Resp.
11 Nom. odg 9/2486-A/R/55 468 418 50 210 114 304 68 Resp.
12 Nom. odg 9/2486-A/R/56 465 457 8 229 161 296 67 Resp.
13 Nom. odg 9/2486-A/R/57 475 471 4 236 166 305 65 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/2486-A/R/58 466 463 3 232 160 303 65 Resp.
15 Nom. odg 9/2486-A/R/61 473 472 1 237 167 305 64 Resp.
16 Nom. odg 9/2486-A/R/64 473 472 1 237 152 320 64 Resp.
17 Nom. odg 9/2486-A/R/65 472 470 2 236 92 378 64 Resp.
18 Nom. odg 9/2486-A/R/66 464 460 4 231 155 305 64 Resp.
19 Nom. odg 9/2486-A/R/67 471 452 19 227 91 361 64 Resp.
20 Nom. odg 9/2486-A/R/68 465 464 1 233 104 360 64 Resp.
21 Nom. odg 9/2486-A/R/69 468 467 1 234 124 343 64 Resp.
22 Nom. odg 9/2486-A/R/71 461 427 34 214 88 339 64 Resp.
23 Nom. odg 9/2486-A/R/73 464 462 2 232 102 360 64 Resp.
24 Nom. odg 9/2486-A/R/79 473 465 8 233 115 350 64 Resp.
25 Nom. odg 9/2486-A/R/82 474 472 2 237 137 335 64 Resp.
26 Nom. odg 9/2486-A/R/84 467 445 22 223 102 343 64 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/2486-A/R/87 468 467 1 234 142 325 64 Resp.
28 Nom. odg 9/2486-A/R/88 471 470 1 236 127 343 64 Resp.
29 Nom. odg 9/2486-A/R/91 478 477 1 239 129 348 64 Resp.
30 Nom. odg 9/2486-A/R/92 472 472 237 123 349 64 Resp.
31 Nom. odg 9/2486-A/R/95 479 459 20 230 107 352 64 Resp.
32 Nom. odg 9/2486-A/R/97 461 427 34 214 86 341 64 Resp.
33 Nom. odg 9/2486-A/R/100 471 469 2 235 117 352 64 Resp.
34 Nom. odg 9/2486-A/R/101 470 469 1 235 122 347 64 Resp.
35 Nom. odg 9/2486-A/R/102 466 466 234 110 356 64 Resp.
36 Nom. odg 9/2486-A/R/103 466 466 234 125 341 63 Resp.
37 Nom. odg 9/2486-A/R/104 467 467 234 125 342 63 Resp.
38 Nom. odg 9/2486-A/R/105 465 464 1 233 129 335 63 Resp.
39 Nom. odg 9/2486-A/R/108 465 465 233 125 340 63 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/2486-A/R/110 462 462 232 129 333 63 Resp.
41 Nom. odg 9/2486-A/R/111 453 453 227 119 334 63 Resp.
42 Nom. odg 9/2486-A/R/112 458 458 230 118 340 63 Resp.
43 Nom. odg 9/2486-A/R/115 461 461 231 121 340 63 Resp.
44 Nom. odg 9/2486-A/R/116 469 451 18 226 88 363 63 Resp.
45 Nom. odg 9/2486-A/R/117 462 441 21 221 102 339 63 Resp.
46 Nom. odg 9/2486-A/R/120 454 441 13 221 95 346 64 Resp.
47 Nom. odg 9/2486-A/R/128 452 449 3 225 109 340 63 Resp.
48 Nom. odg 9/2486-A/R/131 457 456 1 229 130 326 62 Resp.
49 Nom. odg 9/2486-A/R/145 454 360 94 181 88 272 62 Resp.
50 Nom. odg 9/2486-A/R/156 459 458 1 230 47 411 62 Resp.
51 Nom. odg 9/2486-A/R/157 456 455 1 228 160 295 62 Resp.
52 Nom. odg 9/2486-A/R/163 440 424 16 213 26 398 62 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 53)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. Ddl 2486-A/R - voto finale 420 418 2 210 286 132 69 Appr.