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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 270 di mercoledì 23 luglio 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 10.

  ANNALISA PANNARALE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Balduzzi, Bonafede, Bonifazi, Michele Bordo, Cirielli, Dambruoso, Di Lello, Epifani, Fedriga, Ferranti, Fico, Giancarlo Giorgetti, Manciulli, Mannino, Mazziotti Di Celso, Miotto, Pes, Pisicchio, Portas, Rampelli, Schullian e Scotto sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,05).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 10,25.

  La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 10,25.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 26 giugno 2014, n. 92, recante disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché di modifiche al codice di procedura penale e alle disposizioni di attuazione, all'ordinamento del Corpo di polizia penitenziaria e all'ordinamento penitenziario, anche minorile (A.C. 2496-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2496-A: Conversione in legge del decreto-legge 26 giugno 2014, n. 92, recante disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché di modifiche al codice di procedura penale e alle disposizioni di attuazione, all'ordinamento del Corpo di polizia penitenziaria e all'ordinamento penitenziario, anche minorile.Pag. 2
  Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento Cirielli 1.201.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2496-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'Allegato A della seduta del 22 luglio 2014 – A.C. 2496-A) nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'Allegato A della seduta del 22 luglio 2014 – A.C. 2496-A). Ricordo che gli emendamenti presentati sono riferiti agli articoli del decreto-legge nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'Allegato A A.C. 2496-A).
  Passiamo ora alla votazione dell'emendamento Molteni 1.38.

  ERASMO PALAZZOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie Presidente, io intervengo sull'ordine dei lavori, perché è ormai da giorni che noi chiediamo che il Ministro degli affari esteri e il Governo vengano a riferire in Aula su quanto sta accadendo a Gaza in questo momento...

  PRESIDENTE. Onorevole Palazzotto, questi interventi sull'ordine dei lavori si fanno a fine seduta. L'abbiamo registrato ieri...

  ERASMO PALAZZOTTO. No...

  PRESIDENTE. Anche ieri sera ci sono stati degli interventi dei suoi colleghi in materia; la Presidenza ha risposto. Però, sono interventi che, se sono sull'ordine dei lavori, si fanno a fine seduta.

  ERASMO PALAZZOTTO. Ma è un intervento per chiedere, diciamo, una modifica dell'ordine dei lavori, non è un intervento solo per chiedere...

  PRESIDENTE. Sì, però si fa alla fine della seduta, onorevole Palazzotto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, sull'emendamento Molteni 1.38, l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Grazie Presidente, pensavo che intervenisse il collega Molteni, perché ho visto che ci teneva a presentarlo. Io credo che su questo decreto sia stato fatto un ottimo lavoro in Commissione, siano stati recepiti molti emendamenti, che arrivavano anche dall'opposizione, per migliorarne il testo e il lavoro è stato sicuramente proficuo.
  Ieri nel dibattito che c’è stato sugli emendamenti, ma ancora di più nella discussione sulle linee generali, c’è stata l'occasione di approfondire anche i temi sottolineati all'interno di questo emendamento e sia il relatore, nella sua precisa relazione, sia i colleghi che sono intervenuti, del Partito Democratico e non solo, hanno spiegato come il senso di questa proposta di modifica non sia utile per il miglioramento del testo. Quindi, noi riteniamo che il comma 1 vada lasciato così come è stato trattato e come è stato modificato dai lavori della Commissione e, quindi, anche le proposte del collega Molteni vadano respinte in tal senso.
  Peraltro, Presidente, io credo che questo sia un provvedimento utile nella sua interezza, sia utile nella sua complessità e sia frutto di un'attenzione che Governo e Parlamento stanno mettendo non solo per il recepimento di quelle che sono le indicazioni e le prescrizioni che ci fa l'Unione europea, per uniformare il trattamento dei detenuti a standard che siano omogenei, ma anche sono utili rispetto al percorso che in questo Paese si vuole fare perché la giustizia sia rispettosa dei dettami della Costituzione: da una parte le riforme per renderla più efficace e più celere, dall'altra parte le riforme per rendere i carceri luoghi di rieducazione e non semplicemente luoghi di punizione.
  Io penso che questa sia la scelta che noi abbiamo fatto e che facciamo anche all'interno di questo provvedimento e mi sembra, quindi, che possiamo votare contro questo emendamento, che non aiuta e non va nella direzione che indicavo.

Pag. 3

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, io non volevo intervenire, perché ovviamente l'emendamento del collega Molteni va chiaramente nell'ottica di riduzione del danno, nel momento in cui si ritiene di dare una «paghetta» ai detenuti per la detenzione in condizioni di sovraffollamento per colpa di Ministri e di responsabili, alti commissari per la realizzazione dei piani carcerari, che anziché pagare si godono il prezzo degli stipendi immeritatamente avuti in questi anni. Si ritiene invece di scaricare sulla collettività generale con questa cifra enorme che viene spesa, quando poi non si trovano soldi magari per dare l'aumento alle forze di polizia, per eliminare questo odioso blocco, non si trovano soldi per assumere i vincitori idonei dei concorsi delle forze di polizia, segnatamente della polizia penitenziaria, non si trovano soldi per gli esodati, non si trovano soldi per costruire nuove carceri, invece si trovano i soldi per darli ai delinquenti. Ma il dato vero è che, oltre questo aspetto, a fianco ai già ben quattro svuotacarceri che le maggioranze fintamente tecniche, invece esattamente a guida del PD, negli ultimi due anni hanno messo in campo, si propone sostanzialmente non soltanto un nuovo svuotacarceri, ma anche un nuovo sistema per frantumare la certezza della pena e per dare un nuovo sconto. Ovviamente però, dopo l'abile intervento anche per prendere tempo del collega Rosato, che ringrazio, non si può tacere che con questa norma si dà sostanzialmente, oltre che la paghetta ai delinquenti, il 10 per cento di sconto della pena. Ecco, l'emendamento del collega Molteni mira ad evitare che ci sia uno sconto così clamoroso e di fatto prevedendo, anziché un giorno ogni dieci, un giorno ogni 180, sostanzialmente di eliminare e annullare uno sconto della pena. Credo sia grave che noi continuiamo, peraltro nel silenzio assordante della stampa e dei mezzi di informazione, che ormai, come giustamente anche qualche collega del MoVimento 5 Stelle ha detto, si comportano da stampa di regime, perché silenziano ogni forma di opposizione, ogni forma di voce che non va nella direzione che Renzi auspica. Di fatto si sta mettendo in campo una politica incredibile sulla sicurezza e sbandierando principi di carattere generale anche condivisibili, come quello che certamente il carcere non deve essere un luogo degradante, ma dovrebbe essere un luogo di rieducazione, ma non si fa nulla per farlo diventare un luogo di rieducazione, non si mettono risorse per il reinserimento dei detenuti, per il lavoro in carcere, per migliorare lo stato delle carceri, per la manutenzione delle carceri, per l'assistenza sociale, per gli psicologi. Addirittura in questa legge si mette in campo il volontariato per assistere i magistrati di sorveglianza, quando invece ci vorrebbero persone che vanno a lavorare. Invece cosa si farà ? Si sfrutteranno magari i giovani psicologi che, pur di riuscire ad inserirsi nel mondo del lavoro, andranno a lavorare gratuitamente nelle carceri, in barba ad ogni norma sulla tutela dei lavoratori, e di fatto si scaricherà sulle vittime e sui cittadini il sistema dell'inefficienza dello Stato. Ieri si è parlato di responsabilità politica, sicuramente il centrodestra ce l'ha a pieno titolo e non è un caso che votano insieme a voi il provvedimento sia il Nuovo Centrodestra che Forza Italia, ma ci sono responsabilità giuridiche: i Ministri della giustizia che hanno sbagliato negli ultimi anni dovrebbero pagare loro il risarcimento all'Unione europea per questo imbroglio di Stato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, colleghi, soprattutto dell'opposizione, noi voteremo contro tutti gli emendamenti che cercano di neutralizzare lo sforzo modesto che il Governo sta facendo per rispettare la sentenza Torreggiani e la Costituzione italiana. Ora non possiamo eludere il problema: l'Italia è stata condannata perché il suo regime Pag. 4carcerario in modo sistemico – dice la sentenza della Corte europea dei diritti umani – tiene i detenuti in una condizione disumana. Nella stessa sentenza è ben spiegato cosa l'Italia deve fare. Innanzitutto l'Italia deve obbedire alla sentenza, la deve applicare perché deve rispettare le convenzioni e i trattati internazionali.
  In secondo luogo, deve rispettare la Costituzione italiana laddove è scritto, tra l'altro, che la pena non può essere contraria al senso di umanità. Nella sentenza Torreggiani noi abbiamo l'indicazione di due strade da percorrere: una strutturale e una immediata. Qual è quella strutturale ? È stato già ricordato da qualcuno, che insiste, tra l'altro, su questo aspetto di ulteriore inadempimento, cioè il piano carceri. Indubbiamente, il piano carceri, che fu varato nel 2010, allo stato attuale, pare che non abbia dato tutti i suoi frutti, e che tale piano debba andare in fondo qui non si discute. Tra l'altro, non so quali sono, allo stato attuale, i suoi frutti, considerato che il 31 dicembre 2014 sta per scadere l'incarico del commissario.
  Ora, riforme strutturali: altre riforme strutturali sono quelle che cercano di aggredire le cause del sovraffollamento carcerario, e non possiamo dimenticare che circa il 40 per cento, se non ricordo male, dei detenuti in Italia è in detenzione per custodia cautelare. Ieri questa Camera ne ha aggiunto un altro, che è il collega Galan. È chiaro ? Anzi, cosa dice la Corte ? Che questa è una situazione abnorme ! Ma non vi è bisogno della Corte europea, è il buonsenso che ci dice che il 40 per cento dei detenuti nelle carceri italiane come giudicabili è una mostruosità, è una mostruosità !
  E non lo dice soltanto un deputato anonimo come me: lo dice il primo presidente della Corte di cassazione, che, all'inaugurazione dell'anno giudiziario, ha ribadito che vi è un abuso della custodia cautelare. Egli dice chiaramente che i suoi colleghi abusano della custodia cautelare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) !
  Diciamo la verità, diciamo la verità ! Quest'Aula sembra inadeguata ai moniti che, addirittura, provengono dalla più alta carica della magistratura e noi ci affatichiamo a ricavare norme che sono la dimostrazione della subordinazione, se volete, del Parlamento a certa giurisprudenza. Ricordo quella frasetta laddove è scritto che il pericolo di fuga, il pericolo di reiterazione del reato, deve essere un pericolo concreto. Ma è mai possibile che il pericolo poteva essere astratto ? E noi facciamo la norma, facciamo la norma, e non diciamo mai la verità ! E la verità è che vi è un abuso per quanto riguarda la custodia cautelare, di questo aspetto, di questo strumento.

  PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, quanti minuti ho ? Non ne ho più ?

  PRESIDENTE. Ha un minuto.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Vuole dire che parlerò a rate, articolo per articolo. Allora mi fermo proprio qui per dire che questa è la prima impostazione della questione: il 40 per cento dei detenuti sono lì provvisoriamente e, probabilmente, ingiustificatamente. Chi ieri ha incrociato, tra la buvette e il Transatlantico, gli atti che hanno portato all'arresto di Galan avrà letto che è stata richiesta l'autorizzazione a procedere per reiterazione del reato, per la possibilità, per il pericolo di reiterazione del reato.
  Mi chiedo se, a distanza di anni, quando il governatore non era più tale, era possibile la reiterazione del reato. Questo indipendentemente dal fatto: l'autorizzazione è stata concessa, quindi ne possiamo discutere anche più liberamente. Ci vediamo al prossimo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

Pag. 5

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, inizio il mio intervento riprendendo le parole del collega Sannicandro. Francamente, il concetto di ubbidire all'Europa a me non piace e mi spiace che questo tipo di richiesta arrivi da un movimento che, invece, ha sempre fatto della disobbedienza, anche nei confronti dell'Europa, una propria caratteristica. Credo che si possa e si debba disubbidire a questo tipo di Europa, anche perché non si capisce, caro collega, perché noi dovremmo ubbidire all'Europa sulle carceri e non dovremmo, invece, ubbidire all'Europa su un altro tema, rispetto al quale l'Europa ci ha sanzionato, ha aperto una procedura, che è quello della responsabilità civile dei magistrati.
  Sulle carceri ubbidiamo, sulla responsabilità civile dei magistrati, invece, possiamo concederci la licenza di aspettare, fermo restando che il concetto di ubbidienza, di sottoposizione e di politica con il cappello in mano nei confronti dell'Europa, che è la politica di questo Governo e dei precedenti Governi di sinistra, è una politica che a noi, ovviamente, non piace e rispetto alla quale orgogliosamente rivendichiamo la nostra diversità all'interno di questo Parlamento, perché è bene far capire a chi ci ascolta, innanzitutto, di cosa stiamo parlando. Stiamo parlando dell'ennesimo, del quinto, decreto «svuota carceri», del quinto indulto mascherato. Ci sono forze politiche che sostengono la necessità, e io direi tutte le forze politiche, ad eccezione di una forza politica, di dover stanziare dei soldi per risarcire, dopo aver chiesto anche scusa, coloro i quali hanno commesso reati, con una paghetta, una mancetta. Noi l'abbiamo chiamato reddito di delinquenza, nei confronti di chi ha commesso dei reati e dall'altra parte, invece, c’è chi dice, e questa è la Lega Nord, che i pochi soldi che in questo Paese ci sono non devono essere destinati ai criminali e ai clandestini, ma devono essere destinati ai cittadini italiani che ne hanno bisogno, agli esodati, ai pensionati, ai cassintegrati, a quelle famiglie, a quei 10 milioni di cittadini italiani nostri connazionali che vivono sotto la soglia di povertà. A costoro noi dobbiamo dedicare attenzione, di costoro noi dobbiamo occuparci e preoccuparci. E, invece, assistiamo alla solita politica degli ultimi due anni: si dà attenzione, si fanno le riforme per i 60 mila criminali che stanno in carcere e si dimostra l'assoluto menefreghismo, invece, nei confronti dei 60 milioni di cittadini onesti che rispettano le regole, che stanno fuori dal carcere.
  Sentiamo spesso parlare di riforma della giustizia, riforma della giustizia che viene sempre semplicemente accennata, che viene sempre semplicemente declinata con i famosi 10-12 punti. Io credo che se si volesse, e se si fosse voluto, realmente fare anche una riforma della giustizia in questi due anni, non avremmo dovuto occuparci solo ed esclusivamente di carceri, perché in questi due anni il tema unico e principale in materia di giustizia di cui si è trattato è stato il tema delle carceri, è stato il tema del sovraffollamento, e ricordiamocelo che il tema del sovraffollamento è stato trattato grazie ai decreti emergenziali, grazie all'urgenza dei decreti, e non è certamente il modo emergenziale lo strumento per poter risolvere un problema che, invece, è un problema di natura strutturale. Questi tipi di decreti hanno fallito, cari colleghi di SEL, e il fallimento della certificazione è che ogni sei mesi dobbiamo, dovete, portare un decreto.

  PRESIDENTE. Concluda.

  NICOLA MOLTENI. Io inizio, signor Presidente, e poi concludo – lo riprenderò successivamente – sollecitando sin da subito il Governo su un tema. Ieri il Governo è intervenuto, ringraziamo il sottosegretario, però è stato evaso un tema che sarà, e lo anticipo, uno dei due temi che discuteremo abbondantemente, quello del piano carceri. Caro sottosegretario, noi vogliamo sapere, e se le risposte non arriveranno da lei, chiederemo la presenza del Ministro Orlando in Aula, i 500 milioni del piano carceri che fine hanno fatto e, soprattutto, se questi 500 milioni di euro, anziché finire per costruire delle carceri, sono finiti nelle tasche di qualcuno.

Pag. 6

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, questi denari, questi soldi dei cittadini onesti, dei contribuenti, dovrebbero, invece, essere destinati ad altro, dovrebbero servire, per esempio, a colmare il gap infrastrutturale che ci separa dall'Europa. Noi sappiamo benissimo che, mentre in Europa ogni 100 mila abitanti ci sono 127,7 detenuti, in Italia sono 112,6, pur avendo ogni 100 posti letto 146 detenuti. Questi numeri certificano il collasso del nostro sistema penitenziario, e uno Stato serio, uno Stato capace, uno Stato con una classe politica dirigente in grado di risolvere i problemi...

  PRESIDENTE. Concluda.

  DAVIDE CAPARINI. ...si occuperebbe di utilizzare le poche risorse disponibili per creare nuovi posti per i detenuti in modo tale da evitare altre situazioni emergenziali.
  Noi vogliamo sapere dal Governo dove sono finiti i 500 milioni del piano carceri.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, riprendendo l'intervento dell'onorevole collega Sannicandro, gentile Presidente, io vorrei capire qual è la ratio che può spingere ad avvalorare le sue tesi.
  Come si fa a sostenere che è perché c’è un abuso ? Se c’è un abuso va sanzionato il comportamento, da parte del magistrato, da parte della categoria dei magistrati, di abusare dell'istituto della carcerazione preventiva. Ma non si può abolire così, per decreto-legge, perché c’è un abuso ! Perché altrimenti continuiamo a non fare l'interesse dei cittadini e a non fare l'interesse della giustizia, se per decreto-legge si decide di non dare più la possibilità di avere la carcerazione preventiva. Non tutti i reati sono uguali, non tutti i reati sono urgenti, non tutti i reati possono essere reiterati, allora affrontiamoli con il criterio della soggettività, e non con quello della generalità, con cui sempre più spesso si sta parlando e si sta affrontando il tema della giustizia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caon. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, i soldi, gli otto euro al giorno, perché non riusciamo a dare i giusti servizi ai carcerati, ci sono e magari 20-30 milioni vengono destinati. Con quei 20-30 milioni sicuramente si può fare un carcere nuovo. Perché destinarli in un servizio che non riusciamo a dare, anziché costruire il servizio che dobbiamo dare ? È questa la vera domanda e quella che questo Governo dovrebbe risolvere.
  In più, queste carceri si potrebbero fare anche con gli stessi detenuti che abbiamo nelle altre carceri. Ripeto, se il carcere deve essere un istituto correttivo, a queste persone bisogna insegnare un lavoro e, per insegnare un lavoro, bisogna farle lavorare. Oltre a costruire inizialmente un carcere nuovo...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Caon.

  ROBERTO CAON. ...si danno dei detenuti per fare quelle opere, dentro quel carcere che si sta costruendo, a costo zero.

  PRESIDENTE. Grazie, non so se vi sono altri che intendono intervenire... ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, la cosa assurda è che bisogna intervenire con questo emendamento. Con questo provvedimento voi avete trovato delle risorse per i detenuti, e non riuscite a trovarle per tutti poliziotti che sono in servizio, in carenza di organico e anche per quanto riguarda i mezzi di dotazione. Pag. 7Dopo vi riempite la bocca che voi siete vicino alle forze della polizia, ma mi sembra proprio che non ci siate.
  Non riusciamo a capire tutti i fondi che c'erano per il piano carceri dove siano finiti, se sono stati utilizzati, se si stanno facendo queste ormai necessarie carceri nuove, magari con un sistema di sicurezza un po’ più basso.
  Alla fine voi continuate ad essere vicini ai delinquenti, a quelle persone che hanno le mani sporche di sangue, e non fate niente per le vittime dei reati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, anche io intervengo per sottolineare che questa disposizione è assolutamente assurda, in quanto non si riesce a capire da una parte che fine hanno fatto le risorse del piano carceri, per cosa sono state utilizzate e quali risultati si sono avuti. Infatti, come già ampiamente detto e discusso, il problema del sovraffollamento delle carceri, grazie a tutti i provvedimenti che sono stati presi da questo Governo e dal precedente, non ha avuto alcuna risoluzione. Quindi, ci troviamo ancora al punto di prima, nonostante che oggi siamo qui a trattare del quinto svuota carceri.
  Se a questo aggiungiamo anche la volontà di questo Esecutivo di concedere questa paghetta, come la chiamiamo noi, di otto euro a ciascun detenuto, siamo veramente arrivati all'assurdo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 1.38, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, Lavagno, Mucci, Rizzetto, Grande, Toninelli, Biasotti, Brunetta.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  412   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   22    
    Hanno votato no  390.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  I deputati Petitti, Piccione e Manfredi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cirielli 1.202.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, intervengo semplicemente per aggiungere che da parte nostra nessuno in questo caso intende assolvere il Governo dalle sue molteplici inadempienze, in questo e in altri campi. Questo deve essere pacifico. Anzi, aggiungo di più. Facendo l'opposizione in una certa maniera, si sta in un certo senso consentendo al Governo di essere assolto da un'altra faccenda, cioè da questa dichiarazione di fallimento. Infatti, questo provvedimento non è altro che una dichiarazione di fallimento. È chiaro ?
  Ciò premesso, cercano di correre ai ripari – questo è il punto –, non perché sono filo-delinquenti: non sono niente ! Questo è il vero problema. C’è una sentenza che deve essere rispettata, ci sono migliaia di procedimenti alla Corte di giustizia europea. Voglio ricordarvi che i primi sei ricorrenti, quelli della causa pilota Torreggiani, hanno avuto un risarcimento danni – se non ricordo male – di 100 mila euro in sei persone (da 10 a 20 mila euro a testa).Pag. 8
  All'epoca i procedimenti erano circa 3 mila e sono arrivati a 6-7 mila. Allora, il Governo si trova di fronte a questa situazione: mi faccio condannare o mi arrendo ? Questo è il punto. E allora, farsi condannare significa dire ai detenuti che vivono in condizioni disumane – non a tutti, così automaticamente, ma a chi vive in quelle condizioni – che devono fare causa, che si devono prendere un avvocato, che devono penare ancora per avere il risarcimento dei danni.
  È chiara la questione ? Io – e con me, credo, anche altri – non me la sento di dire ai cittadini detenuti, spesso ingiustamente, come gran parte di quelli che sono trattenuti per custodia cautelare, che devono continuare a vivere in quelle condizioni oppure, se sono vissuti in quelle condizioni, che devono fare causa, con un Governo che, invece, potrebbe benissimo arrendersi. Questo Governo si sta arrendendo e di questo io prendo atto, non dico che sono bravi, prendo atto che si stanno arrendendo.
  D'altra parte, è buon costume della pubblica amministrazione, quando c’è una causa pilota in genere, non soltanto in questo campo, ma anche in altri campi, che essa non attenda di essere condannata in tutti i processi. In Italia, per esempio, la cosiddetta causa pilota nel civile non esiste, se non giuridicamente parlando, perché la sentenza fa stato tra le parti: io posso vincere, però la mia sentenza non serve direttamente al mio compagno di banco, di officina o di campo, e via discorrendo.
  Pertanto, molto spesso, per motivi di cassa, gli enti previdenziali stessi resistono di fronte a 10 mila o 20 mila processi e questo è indegno, soprattutto quando sanno che sono perdenti. Ma lo fanno per procrastinare il pagamento dei debiti, per mantenere, per così dire, ancora in cassa i quattrini che dovrebbero dare invece ai derubati. È chiara la questione ?
  E allora, è giusto che la pubblica amministrazione, quando sa che è perdente, sollevi il cittadino dall'angoscia e dal patimento di fare un'ulteriore causa e si arrenda, perché noi siamo in uno Stato di diritto, lo Stato ha preso delle obbligazioni con i cittadini che sono sancite dalla Carta costituzionale, oltre che da quella europea e via dicendo, e quel contratto sociale dice che si possono tenere in carcere le persone per scontare una pena, ma la pena non deve essere disumana.
  Quindi, c’è un contratto sociale, al punto che, se questo contratto sociale non è rispettato, la Corte costituzionale non è arrivata a dirlo, ma ci arriverà, e in base ad una famosa sentenza del 2013 alcuni giudici hanno chiesto alla Corte di avere il potere di differire l'esecuzione della pena se nel carcere non c’è spazio, echeggiando quanto accade in altri Stati. Ma su questo dirò al prossimo emendamento.

  PRESIDENTE. Bene, sono circa 80 emendamenti, onorevole Sannicandro, quindi abbiamo certamente la possibilità di approfondire.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, ovviamente questo emendamento tende sempre a ridurre il danno dello sconto di pena ai delinquenti, ma, visto che ho sentito parlare di contratto sociale, volevo ricordare che il contratto sociale di cui parlava Rousseau prevedeva chiaramente che il cittadino rinunciava a farsi giustizia da solo ed affidava la potestà punitiva nelle mani dello Stato. Nel momento in cui lo Stato rinuncia alla sua potestà punitiva, perché dopo tre gradi di giudizio dà sconti generalizzati a tutti i delinquenti, che non finiscono più in galera, e dà magari un risarcimento in denaro al delinquente ed invece non aiuta a risarcire la vittima, che per lo più rimane insoddisfatta, perché i delinquenti non hanno quasi mai nulla di intestato a loro, allora è chiaro che questo contratto sociale va in frantumi.
  E, ritornando al concetto di cui prima si è parlato, anche chi parla è assolutamente contrario non tanto all'uso o all'abuso che la magistratura farebbe della custodia cautelare, quanto all'impianto normativo che consente questo abuso. Pag. 9L'attuale legge sulla custodia cautelare – e noi abbiamo presentato una proposta di legge per modificarla – è assolutamente incostituzionale, perché in uno Stato dove si finisce in galera solo dopo tre gradi di giudizio, con tutte le limitazioni che voi avete messo, si va in galera prima del processo, senza neanche prove.
  Allora la riforma vera sarebbe quella di ancorare la misura della custodia cautelare non al pericolo di fuga, ma al tentativo di fuga o alla fuga, non al pericolo di inquinamento delle prove, ma al tentativo di inquinamento delle prove e all'inquinamento delle prove, non al pericolo, presunto astrattamente, della reiterazione del reato, ma a concrete condotte di reiterazione del reato. Solo che su questo nostro emendamento anche Forza Italia – Il Popolo della libertà ha votato contro. E poi ci si lamenta quando le persone finiscono senza prove non condannate, ma addirittura in galera prima del processo, e rispetto a ciò nessuno ha il coraggio di fare niente.
  Noi invece siamo per non mettere le persone in galera senza processo, a meno che non ci sia l'evidenza della prova e per far rimanere in galera le persone che hanno tre gradi di giudizio. Invece queste maggioranze a guida PD, con il Governo Monti, con il Governo Letta e, adesso, con il Governo Renzi, hanno messo in campo 5 «svuota carceri», che non incidono sulla vergogna della custodia cautelare, ma incidono su persone che sono state condannate, riconosciute colpevoli con tre gradi di giudizio ed anche plurirecidivi, perché avete tolto di mezzo anche la possibilità di inasprire il sistema dell'esecuzione penale per coloro che violano sempre la fiducia che lo Stato dà loro.
  In definitiva voi siete dalla parte dei prepotenti, dalla parte dei violenti e condannate i cittadini che si sono affidati con il contratto sociale, di cui parlava Sannicandro, nelle mani dello Stato, ad essere preda di questi prepotenti e di questi violenti; ma Fratelli d'Italia dirà sempre la sua (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, credo che non sia né strumentale né tanto meno demagogico chiedere conto al Governo in merito ai 500 milioni di euro del piano carceri visto che il sottosegretario ieri ha citato, a mio avviso impropriamente, la legge n. 199 del 2010 che, a chi aveva ancora 12 mesi di carcere, dava la possibilità di scontarli ai domiciliari e, se il sottosegretario andasse a rivedersi gli atti di quella legge, vedrà benissimo che venne sostanzialmente smontata per l'opposizione da parte della Lega. Tant’è che quella legge non funzionò e non funzionò a tal punto che il Ministro della giustizia successivo – all'epoca Ministro della giustizia era il Ministro Angelino Alfano – ovvero il Ministro Severino, portò immediatamente da 12 a 18 gli ultimi mesi da poter scontare ai domiciliari. Quindi quando la Lega governava non vi sono mai state né misure indultive né atti di clemenza generalizzata tant’è che quella legge venne smontata inserendo tutta una serie di paletti proprio grazie all'attività emendativa della Lega. Però, il Governo Berlusconi, e mi auguro che su questo punto anche gli amici di Forza Italia possano convergere con noi, con l'allora Ministro dell'interno Roberto Maroni, Ministro della giustizia Angelino Alfano e Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, individuò la soluzione al problema del sovraffollamento, che già all'epoca si presentava. La soluzione qual era ? Non era l'indulto – l'ultimo indulto è del 2006 ed è targato Romano Prodi e Partito Democratico – non sono gli «svuota carceri», non sono le liberazioni anticipate speciali, non sono le depenalizzazioni, non sono le misure indultive, non è l'abbassamento delle pene per chi commette i reati di spaccio. Voi avete preso diecimila spacciatori, che dovrebbero restare in carcere, e li avete lasciati liberi. Individuammo, invece, una soluzione che è quella più logica, quella di maggior buonsenso se le condizioni all'interno delle carceri portano i Pag. 10detenuti a vivere in condizioni disumane mentre, ripeto, il detenuto è un essere umano e merita di scontare la pena ma merita di scontarla in condizioni umane. L'unica soluzione sostenibile e plausibile è quella di far scontare la pena ai detenuti in condizioni umane. Come lo si fa ? Migliorando le carceri che abbiamo. Tutti sanno che il nostro è il Paese con il maggior numero di carceri in Europa e tutti sanno che la stragrande maggioranza delle carceri del nostro Paese risalgono a molti anni fa, dunque la soluzione è quella di ammodernare, di ristrutturare non di costruire nuove carceri ma di ammodernare il sistema di edilizia carceraria del nostro Paese. Ebbene vennero stanziati 680 milioni di euro e di questi circa 200 milioni di euro vennero stralciati, rimasero 500 milioni di euro per due anni, e lascio fuori il Ministro Orlando che non c'entra assolutamente niente. Per due anni tanto il Ministro Severino tanto il Ministro Cancellieri continuarono a sostenere che dal piano carceri sarebbero derivate nuove celle, nuove strutture, nuove posizioni per i detenuti. L'unica cosa che noi abbiamo accertato è che su quel piano carceri, che ci portò a nominare un commissario straordinario a tempo per due anni proprio per avere delle procedure accelerate e per poter costruire le carceri, in base a quel piano carceri ad oggi non abbiamo alcun carcere in più ma abbiamo un'inchiesta penale grande come una casa aperta dalla procura di Roma. Allora chiedo, signor Presidente, non abbiamo avuto risposte in Commissione, non abbiamo avuto risposte rispetto alle sollecitazioni che abbiamo fatto settimane fa al Governo per venire in aula a riferire, avete inopinatamente cassato l'emendamento del collega Attaguile che chiedeva la costituzione di una Commissione di inchiesta sul fenomeno delle carceri: ci venga detto da un punto di vista politico – a me non interessa l'aspetto giudiziario: sarà la magistratura e la procura di Roma ad accertare le responsabilità – qualcuno ci dica che fine hanno fatto quei 500 milioni di euro del piano carceri !
  Dove sono finiti: se sono stati investiti e, se sono stati investiti, dove, oppure che fine hanno fatto. Presidente, ovviamente, la domanda è rivolta al sottosegretario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, è interessante vedere come, in questo momento di assoluta difficoltà economica, in questo momento di spending review, in questo momento di risparmi forzati, vengano coinvolti anche i carabinieri e la polizia. Ci sono diversi articoli in questi giorni che parlano anche di un coinvolgimento delle forze dell'ordine in questa opera di tagli. Quindi, da un lato, il Governo pensa ai tagli delle forze dell'ordine e, quindi, di fatto, compromette ancora di più quella che è la già triste situazione del problema sicurezza, dall'altro lato, vediamo lo stesso Governo e la stessa maggioranza che, imperterriti, proseguono nel voler approvare un provvedimento come questo che...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Borghesi.

  STEFANO BORGHESI. ...invece di stare dalla parte di chi combatte per i cittadini in favore della sicurezza, dà otto euro al giorno ai detenuti che hanno commesso i reati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, facendo due conti veloci, potremmo anche trovare una soluzione su questi 20 milioni che sono stati messi in conto per questo provvedimento, cercando di fare un po’ di chiarezza. Dato che si parla di 3 mila, 3.100 detenuti, e una persona, a ragion veduta, potrebbe tranquillamente, come qualsiasi altra persona, vivere in dieci metri quadri, parliamo di trenta metri quadri di servizio da utilizzare per i Pag. 11detenuti. Dato che il costo medio di costruzione per nuove costruzioni edilizie è circa 600 euro al metro quadro, senza fare tanti bandi internazionali, parliamo di circa 18 milioni.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  STEFANO ALLASIA. Con 18 milioni, avanzerebbero ancora 2 milioni rispetto a quello che il Governo spenderebbe con questo provvedimento e si risolverebbe definitivamente il problema almeno per 3 mila detenuti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, continuo a sottolineare come sia necessario un intervento strutturale, perché il deficit di posti è evidente, perché questa misura è assolutamente inefficace e, quindi, noi vogliamo sapere dal Governo quale è il suo orientamento sul piano carceri, alla luce delle recenti indagini della procura di Roma. È evidente che ciò che il prefetto Sinesio ha portato all'attenzione del Parlamento aveva più ombre che luci: un piano che prevedeva di recuperare 9 mila posti investendo 700 milioni. Siamo al di là e al di fuori di ogni logica economica: è questo che noi vogliamo capire ed è questo che il Parlamento e il Paese devono capire per poter, poi, deliberare in coscienza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morani. Ne ha facoltà.

  ALESSIA MORANI. Signor Presidente, siccome sto sentendo dai colleghi della Lega Nord chiedere conto circa il piano carceri, io vorrei riportare un po’, da un punto di vista temporale, la sequenza delle azioni da cui scaturisce anche l'emergenza carceraria.
  Sappiamo tutti, infatti, che la cosiddetta sentenza Torreggiani è stata pronunciata l'8 gennaio del 2013, però la causa Torreggiani è stata intentata nell'agosto del 2009. Siccome la Lega Nord ha avuto un Ministro della giustizia dal 2001 al 2006 – il Ministro Castelli – e un Viceministro delle infrastrutture – sempre Castelli – fino al 2011, io vorrei capire, in questi anni di governo della giustizia e delle infrastrutture della Lega Nord – visto che la causa viene intentata nel 2009 –, i loro Governi e, soprattutto, i loro Ministri, che cosa hanno fatto per affrontare l'emergenza dell'edilizia carceraria.
  Mi pare che – proprio perché la causa è stata intentata nel 2009 e noi, purtroppo, ci troviamo a dovere affrontare il fallimento di politiche decennali sulla sicurezza e l'incapacità di mettere in campo politiche di edilizia penitenziaria efficaci – questo Governo abbia il merito di aver evitato una condanna da parte della Corte europea per i diritti dell'uomo e, invece, chi ci ha preceduto dovrebbe fare un po’ di esame di coscienza prima di scaricare la responsabilità sugli altri.

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, chiedo di parlare per un richiamo agli articoli 23 e 24 del Regolamento, sul calendario. Noi chiediamo la sospensione dei lavori, lo abbiamo fatto già questa mattina, perché, come abbiamo chiesto in Conferenza dei presidenti di gruppo, chiediamo che il Governo venga a riferire in Aula rispetto ai fatti di Gaza (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Infatti, ad oggi abbiamo 651 morti, quattromila feriti, 29 soldati israeliani morti e 110 mila sfollati. Non è possibile che il Primo Ministro Matteo Renzi non senta il dovere, anche da Presidente del semestre europeo, di venire qui in Aula a fare un'informativa urgente. Per questo chiediamo la sospensione dei lavori...

  PRESIDENTE. Onorevole Scotto, le chiedo scusa, ci siamo intesi, la questione è stata già sollevata dall'onorevole Palazzotto Pag. 12in un momento sbagliato, esattamente come è accaduto adesso, ed è stata fatta anche ieri a fine seduta. Gli interventi sull'ordine dei lavori, poiché siamo in fase di esame di un decreto-legge, si fanno, se la Presidenza lo ritiene, magari, a fine della mattinata e non a fine della serata, però la sospensione... onorevole Palazzotto, eventualmente si chiede l'inserimento di un diverso punto all'ordine del giorno che va votato con una maggioranza particolare in Aula, ma anche prima la Presidenza ha spiegato che la richiesta è stata già formulata ieri sera e che la Presidenza si sta facendo carico di parlare con il Governo, cosa che è accaduta addirittura nella Conferenza dei presidenti di gruppo con il Ministro Boschi, per fare in modo che vi sia una risposta alla richiesta.
   La questione è stata già affrontata, è così (Commenti del deputato Franco Bordo), ci deve essere un accordo con il Governo, non è che possiamo prendere il Governo e legarlo; onorevole Scotto, sto spiegando che è da ieri pomeriggio che la questione è stata posta e arriverà una risposta. La possiamo risollecitare, ma non è che ogni dieci minuti riportiamo il dibattito in Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, rispondo alla collega Morani che il ministro Roberto Castelli dal 2001 al 2006 ha investito un miliardo di euro in strutture carcerarie che stiamo consegnando anche in questi giorni. Evidentemente non sono sufficienti ed è per questo che facciamo i richiami.
  Tuttavia, mi ricollego anche a quanto ha dichiarato ieri il presidente dell'ANCE, Paolo Buzzetti, che dipinge una situazione veramente drammatica del settore edilizio italiano. Siamo tornati ai livelli di investimento del 1967, quindi, un salto indietro di 47 anni, abbiamo perso, in sette anni, un milione di posti di lavoro nel settore dell'edilizia. Possiamo coniugare questo allarme per un settore vitale per la crescita del Paese con un'altra emergenza che è quella delle strutture carcerarie. Non vedo cosa si aspetti ad affrontare il problema per il verso giusto che è quello di dotare questo Paese delle strutture carcerarie congrue per il numero dei detenuti e non di adattare il numero dei detenuti alle strutture carcerarie esistenti che sono, evidentemente, insufficienti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, intervengo giusto per mettere un po’ i puntini sulle «i». Vorrei ricordare all'onorevole Morani che il viceministro delle infrastrutture non è che abbia chissà quale competenza per quanto riguarda le carceri. Quindi, intervengo almeno per chiarire un attimo i termini della questione; vorrei ricordare, anche, all'onorevole Morani che se la colpa è dei Ministri della giustizia, a parte che il Ministro Castelli avrà investito nelle carceri qualcosa come un miliardo di euro, c’è stato anche un altro Ministro della giustizia, che si chiama Alfano, che mi sembra che in questo momento sia un vostro alleato e nei confronti del quale, probabilmente, sarebbe anche il caso, onorevole Morani, da parte del PD, elevare le critiche che avete fatto nei confronti dell'incolpevole Ministro Castelli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Presidente, ha fatto bene l'onorevole Morani a richiamare il Ministro Castelli, perché con il piano carceri – basta andare su pianocarceri.it, non è un segreto – vedrà che a Biella c’è un'ala, che ho inaugurato io da presidente della provincia, con 200 posti nuovi. A Trapani, 200 posti; Siracusa, 200 posti; Voghera, altri 200; Piacenza, 200; Carinola, 200; Ariano Irpino, 200; Cagliari, 500; Reggio Calabria, 500; Sassari, 465. Questi sono i soldi spesi per migliorare la vivibilità e l'umanità delle carceri. Chiaro è Pag. 13che se per voi il risultato è quello di liberare le carceri in modo tale da dare soddisfazione non ai cittadini ma ai carcerati, vi do un'idea per il prossimo sesto «svuota carceri»: usate il metodo di Torino, che dice: adotta un clandestino. Adesso potrete fare: adotta un carcerato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Attaguile. Ne ha facoltà.

  ANGELO ATTAGUILE. Presidente, come ha detto il collega Molteni, noi abbiamo presentato come Lega Nord una proposta di legge per la costituzione di una Commissione di inchiesta proprio per le carceri italiane. L'abbiamo presentata il 4 dicembre, ed è importantissima, perché qua si parla di «svuota carceri» e non si verifica l'attuazione della ricostruzione e della ristrutturazione delle carceri. È un argomento molto delicato, che è stato ripreso dalla magistratura. È indagato addirittura un collaboratore dell'ex Ministro Carruba, ed è importantissimo. Qui parliamo di svuota carceri e non vediamo qual è la situazione nelle carceri italiane.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Presidente, anch'io intervengo per rispondere, visto che siamo stati chiamati in causa come gruppo Lega Nord, alla collega Morani e per chiedere cosa ha fatto il suo partito quando è stato al Governo. Quando noi eravamo al Governo, senza citare il già citato ex Ministro Castelli, nel 2010 avevamo previsto una spesa di 675 milioni di euro, e poi, nel 2012, quando al Governo non c'era magari il PD ma vi era un Governo sostenuto dal PD, quindi il PD ha votato, sono stati tolti 228 milioni di euro da quel plafond e il piano carceri è stato storpiato con la ristrutturazione. Poi si sono visti gli effetti, che si sono tradotti in una condanna definitiva da parte della Commissione europea.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Presidente, anch'io intervengo per ricordare all'onorevole Morani che forse dovrebbe fare uno sforzo di onestà intellettuale e riconoscere al Ministro Castelli il lavoro e l'impegno che ha profuso ricoprendo la carica di Ministro e i risultati che grazie a lui sono stati conseguiti. Diverso, invece, l'atteggiamento del PD, che oggi affronta il problema del sovraffollamento delle carceri non portando avanti, come invece noi abbiamo più volte chiesto, un piano carceri e quindi realizzando nuove strutture dove assicurare chi ha commesso un delitto e che quindi deve stare dietro le sbarre. Noi riteniamo che la giustizia debba poggiare anche su un presupposto, che è quello della certezza della pena, quindi della certezza della pena da scontare dietro le sbarre. Questo per la tranquillità della società, che si è data delle regole ben precise, ed è giusto che chi viola queste leggi, queste norme, stia dietro le sbarre a scontare la pena.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente, riguardo a quello che è stato detto dalla collega Morani, riguardo alle responsabilità che questo Governo non avrebbe, dobbiamo fare alcune specificazioni. Innanzitutto, riguardo alle responsabilità del passato, ricordo alla collega Morani che l'ultimo indulto è stato attuato da un Governo di centrosinistra, e da quell'indulto in poi non si è visto più nulla riguardo a soluzioni per il sovraffollamento delle carceri.
  Ma andando un po’ più vicini al presente, da un anno e mezzo non è stato fatto nulla di strutturale riguardo al sovraffollamento delle carceri, perché tutti gli interventi, anche quelli apprezzabili in tema strutturale, sono stati fatti in tema di riduzioni di pena, o depenalizzazioni di Pag. 14reati. Ciò non vuol dire mettere mano al problema delle carceri: ricordo ancora che noi avevamo sollevato diversi dubbi e perplessità sul Piano carceri del Governo. Nonostante questo, ci siamo ritrovati un Ministro della giustizia, che era il Ministro Cancellieri, che continuava a dire che giurando sul suo onore andava tutto bene. Non è che ogni volta che una delle mille correnti del PD prende il potere nel partito può scaricare le responsabilità che ci sono state fino al giorno prima: se il Ministro della giustizia, che era il Ministro Cancellieri, diceva certe cose e quelle cose si sono rivelate sbagliate, noi a chi dobbiamo chiedere conto ?
  Ma aggiungo: andiamo al presente. Ho sentito in quest'Aula, dopo che c'era stata la lettera del Presidente della Repubblica, che in qualche modo legittimava come extrema ratio la possibilità di un indulto: il Presidente della Repubblica come al solito interviene, e cerca anche di prendersi le responsabilità che dovrebbero essere della classe politica che è al Governo, ma aveva fatto questo atto di grande cortesia e legittimazione. Io ho sentito la collega Morani in quest'Aula dire che il Governo non voleva fare nessun indulto. È questa presa in giro che noi denunciamo, perché se si dice che non si vuole fare un indulto e però poi si dice che non è un indulto, ma ogni dieci giorni c’è la riduzione di un giorno di pena, allora vuol dire prendere in giro gli italiani e non fare le cose come andrebbero fatte, e cioè prendersi la responsabilità – davvero, le responsabilità – per i provvedimenti e per le non soluzioni, perché questa è chiaramente una non soluzione, per un problema grave che c’è, e che ancora continua ad essere non risolto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 1.202, con il parere contrario del relatore e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e con il parere contrario anche della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, vi pregherei di affrettarvi, abbiamo molti emendamenti da votare e, quindi, vi pregherei di rimanere in Aula perché è giusto che ci sia il tempo dovuto per gli interventi, ma aspettare che tutti rientrino mi sembra eccessivo. Quindi, mi accingo a chiudere la votazione. Placido, Dell'Aringa, Balduzzi, Terzoni. Abbiamo votato tutti ? Onorevole Luigi Gallo ha votato ?

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  447   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato   26    
    Hanno votato no  421.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 1.208.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, credo che avesse ragione quel collega della Lega, che sosteneva quanto sia importante insegnare ai detenuti della Repubblica, ai cittadini detenuti nei carceri della Repubblica, un lavoro. È abbastanza intuitivo come ciò sia un fatto decisivo, sia per il formale rispetto dell'articolo 27 della Costituzione, ma soprattutto per il fatto reale, concreto, materiale che attraverso questa via si ottengono straordinari risultati anche come abbattimento della recidiva, che dal punto di vista della sicurezza dei cittadini ha una certa rilevanza.
  Poi però mi sono interrogato su quale tipologia di lavoro sarebbe opportuno sviluppare, irrobustire, insegnare e credo che si potrebbe insegnare ai detenuti o almeno a una parte dei detenuti della Repubblica Pag. 15il mestiere di legislatore. Credo, infatti, che lo saprebbero far meglio di molti che hanno attraversato questa Aula, perché se andiamo a vedere la storia – qualcuno ricordava le responsabilità in questo caso della Lega Nord, ma anche di altre forze politiche, nella gestione del Dicastero di giustizia e in quello delle infrastrutture – e se poi andiamo a vedere i provvedimenti normativi che questa Aula e quei Governi hanno approvato, credo che in quei provvedimenti troviamo la radice delle condanne che abbiamo subito in sede europea e soprattutto della situazione che si è determinata nelle carceri.
  Perché tutto iniziò, c’è anche un prima, però tutto iniziò nel 2002 con quel geniale provvedimento che porta il nome di due grandi statisti, Bossi e Fini, che hanno segnato una parte della storia della Repubblica; però quella grandezza non si è poi riverberata nell'efficacia e nella bontà di quello e di altri provvedimenti. Poi abbiamo avuto la ex Cirielli sulla recidiva, poi, faccio un salto, abbiamo avuto l'introduzione del reato di clandestinità nel 2009. Che cosa è successo in mezzo ? Che il geniale legislatore, con questo combinato disposto dei provvedimenti, ha pensato bene nel 2006 di fare una profonda modifica del Testo unico sugli stupefacenti e da lì è nato il disastro, perché quella situazione, quelle cause hanno date precise, che sono l'effetto del combinato disposto dei provvedimenti che sono stati approvati.
  Vi faccio un esempio: i colleghi della Lega in diretta su Radio Padania hanno sviluppato l'idea per la quale ci sono 10 mila spacciatori che sarebbero in procinto di uscire e di stare in libertà, eccetera. Io ricordo loro che molti di quei 10 mila, migliaia, sono andati in galera perché voi avete modificato la legge e avete tramutato in reato quello che prima era la detenzione per uso personale e avete mandato in galera migliaia di ragazzi delle vostre valli, delle vostre zone (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), che non vi voteranno mai più, state sereni, che non vi voteranno mai più (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie)...

  PRESIDENTE. Colleghi, gentilmente. Grazie.

  DANIELE FARINA. Quindi, se entriamo nelle responsabilità, se vogliamo, come dire, piantare delle bandierine su questo provvedimento, cerchiamo di piantarle giuste, perché è vero che nessuno, neanche noi per carità, siamo assolti, però cercare di far sparire le proprie tracce, le proprie – ripeto – responsabilità a me non sembra buona cosa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, ovviamente c’è del giusto in quello che ho sentito dire. Effettivamente in Italia da tempo bisognerebbe fare una riforma che gradui le responsabilità dei detenuti e che avvii percorsi diversi a seconda delle responsabilità, ma mi sembra poco generoso, dal punto di vista dell'onestà intellettuale, dire che in Italia le carceri sono piene per via del reato di immigrazione clandestina. In Italia non si rimane in galera neanche dopo che si sono fatte dieci rapine o diversi omicidi. Io ricordo, come ricordano tutti, l'estate scorsa, un pluriomicida che aveva commesso più volte omicidi durante permessi premio: ne ha commesso un altro e tutti si stupivano di come fosse possibile che un pluriomicida, che aveva commesso omicidi anche durante i permessi premio, continuasse ad avere permessi. Evidentemente c’è qualcosa che non va.
  Ovviamente non mi attardo non sulla ex Cirielli, perché quella della recidiva è la Cirielli di cui rivendico con orgoglio la paternità, che punisce in maniera più severa i plurirecidivi e non solo, i benefici del sistema dell'ordinamento penitenziario, la riforma che nel 1974 ha voluto la Pag. 16Sinistra, con cui sono stati inseriti la detenzione domiciliare, l'affidamento in prova ai servizi sociali, i permessi; peraltro, una riforma che, in linea teorica, avrebbe anche una sua autorità se fosse accompagnata da una serie di programmi di qualità, di reinserimento, di lavoro, di recupero.
  Invece, tutto il sistema e l'impalcatura che avete messo in campo è semplicemente un'impalcatura che libera anticipatamente i delinquenti, senza dare loro un'ombra di percorso rieducativo che li possa portare al pentimento.
  Allora, è chiaro che non possiamo essere d'accordo, perché, se l'incapacità dello Stato di adempiere alla sua funzione punitiva si risolve semplicemente nel liberare in maniera anticipata i delinquenti, non si fa un buon servizio neanche ai delinquenti, che non capiscono che il loro comportamento è sbagliato, anzi pensano che lo Stato sia uno Stato di sciocchi, dove vale la pena essere delinquenti, rapinarli e fare quello che fanno.
  Allora, io credo che noi dovremmo mettere in campo un'azione non demagogica, come è stato fatto sinora, e cambiare veramente le regole: in galera devono andare i delinquenti, ci devono rimanere e devono lavorare – per quanto mi riguarda dovrebbero lavorare anche gratuitamente – per mettersi a disposizione di un percorso di recupero e dimostrare con i fatti di essere veramente pentiti e veramente di voler essere reintegrati.
  Inoltre, uno Stato serio deve pensare prima alle vittime e poi ai delinquenti. Certo, deve pensare anche ai delinquenti, ma prima alle vittime e poi ai delinquenti. Ecco perché noi facciamo ostruzionismo: non perché non capiamo le cause sociali della criminalità e non pensiamo che debbano essere superate, non perché non abbiamo studiato sociologia e criminologia e non crediamo al fatto che il carcere debba avere anche la funzione di rieducare il reo – anche –, perché deve avere anche la funzione di punire il delinquente, deve avere anche la funzione di difendere la società dai delinquenti e in alcuni casi, quando i delinquenti sono incalliti e commettono più volte atti gravi contro le persone, la chiave va buttata e queste persone vanno neutralizzate.
  Non è neanche vero che c’è un sovraffollamento per colpa di queste leggi, perché gli indulti e le amnistie li avete fatti anche prima. La verità – lo ha detto anche un collega della Lega Nord prima – è che in Italia ci sono molti meno posti per detenuti rispetto alla popolazione, perché lo Stato non vuole spendere soldi a media e lunga scadenza, ma li vuole spendere subito soltanto per cose che danno voti e oggi è costretto a spendere soldi per un risarcimento, che, alla fine, vedrete, non basterà neanche, perché continueranno a farci carceri. Se non assumiamo nuovi poliziotti, non apriamo le carceri e non spendiamo in servizi sociali, saremo sempre punto e da capo.

  PRESIDENTE. Onorevole Cirielli, il Presidente e la Presidenza stanno garantendo il massimo della libertà nel dibattito e nelle espressioni. Segnalo a tutti, semplicemente, che l'emendamento in questione dell'onorevole Ferraresi prevede che il provvedimento del magistrato di sorveglianza sia ricorribile per Cassazione. Ovviamente, mi rendo conto che le argomentazioni possono essere le più ampie e allargate a qualunque tipo di ragionamento politico. Tuttavia, la Presidenza inviterebbe quanto meno a cercare di tentare di attenersi all'oggetto dell'emendamento che è in discussione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Grazie Presidente, prima di arrivare all'oggetto del nostro emendamento, faccio presente, all'esimio collega Farina, che i voti degli spacciatori li lasciamo volentieri al suo partito, volentieri li lasciamo a lui. A noi non interessa il consenso da parte dei criminali (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie), da parte dei recidivi, da parte di tutti coloro che non vivono in modo onesto e rispettoso delle regole ! Quindi, non c’è alcun problema, collega Farina.Pag. 17
  Invece, mi piacerebbe sapere da lui, perché lo sento molto spesso intervenire per quanto riguarda anche il reato di clandestinità, se sia al corrente dei dati reali riguardo alle carcerazioni a seguito del reato di clandestinità, perché a me risulta, in base a dati del Ministero della giustizia, che sono state purtroppo – e questo lo diciamo con forza e con grandissimo rammarico – disattese quelle misure all'interno del pacchetto di sicurezza, che non hanno poi, purtroppo, lo ribadisco, portato ad alcun tipo di procedimento nei confronti di chi era soggiornante nel nostro Paese in modo illegale.
  Quindi, le misure dettate dal reato di clandestinità sono state utilizzate come aggravante in qualche caso, ma completamente disattese in quanto reato a sé stante. Quindi di clandestini in carcere perché clandestini – ripeto – purtroppo ce ne sono stati troppo pochi, visto che poi l'avete cancellato come reato. Ma torniamo al provvedimento – perché c’è tanto da dire al riguardo, cara collega Morani – perché qui c’è un prefetto, che sapete benissimo indagato per aver detto il falso in audizione in Commissione giustizia, che è venuto a dirci che, a fronte dei 700 milioni di euro che noi abbiamo accantonato e vi abbiamo lasciato come dotazione per il piano carceri, che poi sono stati ridotti a 470, si sarebbero potuti creare, erano in previsione, 9 mila posti, quindi un costo di 77 mila euro ogni detenuto.
  È evidente che quei dati – e su questo sta indagando oggi la procura di Roma – erano palesemente inficiati e palesemente falsi, tant’è vero che addirittura il prefetto Sinesio aveva inserito delle opere da realizzare con il piano carceri, alcune delle quali proprio lei prima ci esortava a citare, opere realizzate anche dal Ministero delle infrastrutture. Benissimo. Sinesio, proprio lui stesso, ha citato erroneamente i padiglioni di Modena, Terni, Santa Maria Capua Vetere, Livorno, Catanzaro e Nuoro, che sono stati realizzati da precedenti Governi, quelli precedenti a quelli da voi appoggiati e che erano stati poi surrettiziamente, in modo artato e in modo anche molto furbesco, riproposti da parte del prefetto Sinesio.
  Ciò a testimonianza del fatto che, da quando voi siete al Governo, si è assolutamente e incontrovertibilmente interrotto questo processo di realizzazione di nuovi posti e noi vi esortiamo oggi a passare da questa logica della gara d'appalto – che evidentemente su un profilo emergenziale anche si presta, si è prestata e purtroppo si presterà a infiltrazioni dal punto di vista della corruzione e della pessima gestione dei fondi pubblici –, a passare dalla logica del massimo ribasso – che purtroppo abbiamo visto comporta delle realizzazioni al di sotto degli standard, al di sotto delle aspettative, ma soprattutto dà anche adito a corruttela – ad una logica diversa, quella della ristrutturazione. Abbiamo visto che ci sono dei progetti, dei piani alternativi che potrebbero con minore investimento, 200 milioni di euro per esempio, arrivare addirittura alla creazione di 70 mila posti.
  Ma il problema, cara collega, non è cosa è stato fatto prima, perché noi quello che è stato fatto prima lo sappiamo e l'abbiamo di fronte agli occhi e sono nuovi padiglioni e nuove carceri. Noi vogliamo sapere cosa avete in mente di fare...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DAVIDE CAPARINI. ...quali sono le nuove opere, qual è il vostro piano carceri, dove sono finiti i soldi dei contribuenti che oggi ancora mancano all'appello.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Caparini, anche perché sono sicuro che al prossimo emendamento l'invito del Presidente sarò raccolto in pieno.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, io volevo intervenire ovviamente a titolo personale perché mi sento un po’ offeso dalle considerazioni del collega Farina, che non può continuare a dire che qui noi stiamo parlando a Radio Pag. 18Padania. Qui noi stiamo affrontando un argomento molto serio e caso mai le sue dichiarazioni sono più da comizio all'interno del centro sociale. Piuttosto che criticare le nostre argomentazioni, caro collega Farina, si ricordi che una delle prime persone delinquenti, che è stata liberata grazie a questo decreto-legge, è proprio uno spacciatore disgraziato che ha venduto una dose quasi letale di eroina ad una sedicenne, una studentessa sedicenne che è stata trovata in fin di vita da una sua compagna di classe nei bagni dell'istituto. Quindi, per cortesia, prima di parlare a vanvera, si informi lei su quali sono gli effetti diretti dell'applicazione di questo decreto-legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gitti. Ne ha facoltà.

  GREGORIO GITTI. Signor Presidente, intervengo solo per alleggerire un poco, se mi è consentito, i toni di questo dibattito, toni che giudico un po’ troppo pesanti.
  Vorrei ricordare, in particolare, le parole che ho ascoltato dall'onorevole Cirielli, che correttamente ricordava come il processo, le dinamiche del processo si articolano con riferimento ai delinquenti – è un termine che la legislazione processuale penale utilizza normalmente – e alle vittime. Ribadisco sommessamente che questo provvedimento si occupa soprattutto degli innocenti, perché ci sono anche condannati innocenti.
  Ricorderei che questo provvedimento nasce dalla cosiddetta «sentenza Torreggiani», che citava ampiamente un analogo caso del 2012, il caso Ananyev, con riferimento al sistema carcerario russo, che, singolarmente, viene paragonato, per sovraffollamento, a quello italiano. Consiglierei, dunque, a molti degli interventori di leggere anche la rappresentazione letteraria che Salamov fa di quel sistema. I racconti della Kolyma saranno certamente l'oggetto di un mio regalo personale all'onorevole Cirielli (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.208, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favore del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  450   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  344.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 1.42.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, questo emendamento, come i precedenti e come anche i successivi, ha una funzione che è quella di limitare drasticamente la portata di questo articolo 1. L'articolo 1 è, tanto per intenderci, l'articolo con cui – lo abbiamo detto e lo ripeteremo fino alla nausea – vengono stanziati gli otto euro al giorno per detenuto e il 10 per cento di sconto, il 10 per cento di abbuono, il bonus criminale, lo potremmo chiamare, nei confronti di chi è ancora in carcere. Ogni dieci giorni di carcere, un giorno di abbuono, come se fossimo al supermercato.
  Quindi, questo emendamento mira a mitigare la portata catastrofica di questo articolo. Portiamo sul tavolo un nuovo tema, che è strettamente collegato alla portata di questo decreto. Mi rifaccio a quanto i colleghi di SEL stanno ripetendo, non da giorni, ma ormai da mesi, circa le politiche di sicurezza che sono state opportunamente portate all'interno del Paese da parte del Governo di centrodestra, in Pag. 19modo particolare da parte della Lega; misure di sicurezza che stanno venendo e che vengono sistematicamente smantellate dai Governi di sinistra.
  Il tema è che ai detenuti, quindi a chi ha commesso reati, a chi si è macchiato di un crimine e di un illecito nei confronti della società, voi state garantendo benefici e regalando uno sconto da un lato, un bonus di otto euro dall'altro, la liberazione anticipata dall'altro lato, la depenalizzazione dall'altro lato, le misure alternative al carcere dall'altro lato.
  Quindi, state dando tutta una serie di incentivi, tutta una serie di agevolazioni, nei confronti di chi i reati li ha commessi e dall'altro lato leggiamo su fonti autorevoli, ma anche da fonti che non sono soltanto giornalistiche, ma anche di natura parlamentare, che voi state tagliando 1,5 miliardi di euro alla sicurezza. C’è una scelta politica precisa da parte del Governo e da parte del Partito Democratico, la scelta è quella di stare dalla parte dei criminali, di stare dalla parte dei detenuti, di stare dalla parte dei clandestini e vi disinteressate, invece, delle nostre forze dell'ordine. Mai un Governo ha tagliato così tante risorse alle forze dell'ordine: 1,5 miliardi di tagli alla sicurezza sono 1,5 miliardi di tagli che ricadono sulla testa dei cittadini comuni, di quei cittadini che quotidianamente vedono le proprie abitazioni visitate dai ladri, quei cittadini che quotidianamente vedono le proprie abitazioni visitate da delinquenti, quei cittadini che subiscono gli scippi, le rapine i borseggi, le estorsioni, quei reati che toccano il quotidiano vivere di ogni cittadino comune. Voi state smantellando quel minimo di sicurezza che è presente nel nostro Paese, preferite stare dalla parte dei delinquenti, anziché dalla parte del poliziotto. La Lega lo dice in maniera chiara: noi stiamo con le forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ! Noi stiamo con chi rischia la vita per garantire la sicurezza dei cittadini, voi vi preoccupate di quelli che stanno in carcere e ve ne «fottete», scusate il termine, di quelli che garantiscono la sicurezza dei cittadini italiani. Tagliate trecento commissariati di polizia, tagliate le risorse obbligate delle forze dell'ordine per esercitare la propria funzione di controllo del territorio in condizioni disumane. Sì, chi è nelle carceri probabilmente è in condizioni disumane, ma anche i poliziotti esercitano la loro funzione di controllo del territorio in condizioni disumane, non hanno le risorse, non hanno i mezzi, non hanno gli strumenti per controllare il territorio e, quindi, se bisogna scegliere se stare dalla parte del criminale o stare dalla parte delle forze dell'ordine, la Lega sceglie, tutta la vita, di stare dalla parte delle forze dell'ordine.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, egregi colleghi, a prescindere dal fatto che anche noi siamo ben attenti alle condizioni dei poliziotti, ma cerchiamo si stare all'argomento per favore, per una questione anche minima di onestà intellettuale. Il presentatore dell'emendamento che è stato proposto vuole sopprimere il risarcimento economico di 8 euro. Ora è inutile che ci giriamo intorno, io forse sono il più severo giudice di questo Governo in questa materia, perché mi sto rendendo conto ogni giorno che passa che è un Governo che va avanti per provvedimenti tampone, che non ha una visione organica, se è vero che siamo intervenuti su questa materia 5 o 6 volte in questi anni, ciò è la dimostrazione più autentica del fatto che questa materia va rivisitata tutta e abbiamo un imperativo che ci proviene dalla Corte costituzionale italiana, e dalla giurisprudenza europea, su come dobbiamo intervenire sul tutto in modo organico. Allora, da un lato ci è stato, non suggerito, quasi imposto di intervenire in modo strutturale. Che significa in modo strutturale ? Che ciò che è accaduto non debba più accadere, questo è il punto strutturale e che non è neanche tanto il fatto che i posti in carcere dovrebbero essere aumentati, perché faccio un discorso così grossolano: se la custodia Pag. 20cautelare fosse riportata all'uso, così come previsto dalla legge, immediatamente i posti in carcere aumenterebbero, perché si allenterebbe la pressione demografica all'interno delle carceri. Ora, misura strutturale è anche quella, come dice la giurisprudenza costituzionale e la giurisprudenza europea, di ridurre al minimo il ricorso alla misura cautelare.
  Come dice ancora la giurisprudenza, è liberarci anche di una concezione carcero-centrica e panpenalistica: non è possibile che qualunque illecito in Italia venga punito e sanzionato in forma penale e prevalentemente con la sanzione della detenzione.
  Il suggerimento che ci proviene da quei consessi è appunto di esaminare la possibilità, nell'ampio ventaglio esistente, di misure alternative. Devo dare atto che qui noi abbiamo affrontato in una legge delega questo problema – non lo nego, non lo nego – proprio perché bisogna abbandonare questa concezione carcero-centrica, così come bisogna abbandonare la concezione che la custodia cautelare si realizzi soltanto con il carcere.
  Quest'emendamento, invece, a cosa attiene ? A quelli che si chiamano i rimedi compensativi. Perché in questa legge – e lo dico come critica al Governo – mi pare che manchi qualunque accenno ai rimedi preventivi. Quali sono i rimedi preventivi ? Sono quelli che consentono al giudice di sorveglianza, o ad altro giudice, di evitare che una persona venga posta in carcere in condizioni disumane.
  Ho citato la sentenza della Corte costituzionale n. 279 del 2013. Quale argomento ha affrontato la Corte ? Molto semplicemente...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Sono alla conclusione. Dei giudici di sorveglianza dissero: poiché non c’è posto nelle carceri, io non posso mandare in carcere una persona che poi mi dovrà fare causa per le condizioni disumane in cui l'ho posta e chiedo di potere rinviare la pena. La Corte costituzionale dichiarò la questione non fondata. Perché la dichiarò non fondata ? Non tanto per timidezza, come pure si è scritto, ma perché il ventaglio delle possibilità sono molteplici e aveva timore, per così dire, di invadere la sfera di competenza del Parlamento italiano.
  Ma la verità è che il Parlamento italiano non si cimenta in questo campo, ripercorrendo sempre slogan e – mi dispiace dirlo – soltanto propaganda a ogni piè sospinto. Non è un modo di affrontare questa questione così seria.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, prendo questo tempo per ricordare ai parlamentari colleghi del Partito Democratico smemorati alcune dichiarazioni di un loro esponente, che commentava i risultati delle elezioni politiche del 2008. Diceva: bisogna riconoscere che la Lega è capace di ascoltare gli umori profondi di una parte significativa della popolazione, quella che vive nelle periferie delle città, negli alloggi di edilizia popolare, a contatto con fenomeni di piccola violenza quotidiana. Il distacco dei lavoratori da certa parte della sinistra è dovuto ad una politica di eccessivo giustificazionismo dei fenomeni di microcriminalità, visti come risultato di una società ineguale, invece che come frutto di una mancanza anche di responsabilità soggettiva. Queste cose si pagano. Dobbiamo rompere con alcuni tabù. Il tema della sicurezza è diventato centrale per la parte più debole del Paese.
  Ebbene così diceva Cesare Damiano, già Ministro del Governo Prodi.

  PRESIDENTE. Onorevole Rondini, deve concludere.

  MARCO RONDINI. Questa lezione ve la siete dimenticata. Saremmo curiosi...

  PRESIDENTE. Onorevole Rondini, ha finito il tempo e le devo anche dire che prima ho spiegato, per così dire, gentilmente Pag. 21il problema che sta di fronte alla Presidenza e mi rivolgo anche all'onorevole Molteni.
  Questo, peraltro, è un emendamento della Lega, non è che a titolo personale su un emendamento preciso si può intervenire con le dichiarazioni fatte alla stampa, perché non stiamo nel merito dell'emendamento. Altrimenti costringete la Presidenza ad essere, per così dire, più severa, cosa che non vorrebbe minimamente fare. Veniamoci incontro, gentilmente. Grazie, onorevole Rondini.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, intervengo perché credo che oramai l'iter di questo provvedimento andrà avanti, indipendentemente da quello che posso dire in questo momento. Ma voglio intervenire perché è giusto ci venga segnalato che le nostre carceri non funzionano bene e, quindi, bisogna migliorare.
  In questo provvedimento è previsto sia un risarcimento per un danno subito che uno sconto di pena. Però, è comunque un intervento tampone, temporaneo, non risolutivo. Infatti, è vero che i detenuti dovrebbero stare in uno spazio superiore ai 7 metri quadrati, però è vero anche che devono avere la possibilità magari di imparare un mestiere, la possibilità di vivere il momento del carcere in una maniera dignitosa. La dignità vale non solo per chi sta dentro il carcere, ma anche per chi ci lavora e per chi sta fuori.
  Io e i miei colleghi abbiamo visitato diversi istituti carcerari e volevo far sapere a una parte dell'Aula – magari qualcuno già lo sa – che in molti istituti non ci sono i soldi per la carta igienica, ad esempio. Quindi, la dignità non si misura solo con i metri quadrati, ma anche con i servizi che il carcere può dare allo stesso detenuto.
  Ci sono padiglioni, per esempio, nella mia regione che non sono utilizzati, nonostante siano nuovi, perché non c’è il personale della polizia penitenziaria. Il turn over non c’è più, il ricambio generazionale non c’è più: l'età media è sopra i quarant'anni. Quindi, se noi, come legislatori – questo lo dico anche al Governo, perché magari un po’ se ne deve far carico, magari deve andare a visitare anche quelle situazioni che non funzionano tanto bene –, se ci sono delle risorse, magari in un provvedimento del genere, dobbiamo sicuramente giustificare o comunque sistemare uno stato che non è più consono che debba andare avanti, ma dovremmo anche prevedere che, per il futuro, queste situazioni non si debbano più ripetere. Infatti, noi trasciniamo questo problema delle carceri da tanti anni e quello che ripetiamo e che diciamo è che non vediamo negli interventi che sono stati fatti, sia in questa legislatura che nelle precedenti, delle iniziative che possono andare a risolvere il problema in maniera strutturale.
  E questo io non mi stancherò di ripeterlo perché ho visto queste realtà in prima persona, non le conoscevo e invito anche il Governo a farlo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, io, per il suo tramite, questa mattina voglio fare pubblicamente – come si dice – outing. Voglio dire che sono culturalmente innamorato del collega Sannicandro. Infatti, le sue parole sono così paradossalmente incredibili che mi ricordano come, anche nei momenti di maggiore stanchezza, sia, invece, necessario impegnarsi nella politica e nella cosa pubblica per tenere alta la bandiera e alte le difese contro le aberrazioni mentali che l'onorevole Sannicandro massimamente esprime, nella logica di una sinistra che, sempre di più, si occupa di far scappare dalle galere i delinquenti che vi sono associati, sbattendosene totalmente dei diritti delle vittime e delle famiglie delle vittime.
  Poi in questo caso siamo addirittura allo sconto sullo sconto. Con i provvedimenti precedenti e con gli ultimi «svuota Pag. 22carceri» avete già previsto che ogni sei mesi di galera ci sia uno sconto di 75 giorni. Ma, non contenti di questo, aggiungete un ulteriore sconto di pena del 10 per cento – un giorno ogni dieci – con questo ulteriore provvedimento.
  Mi chiedo che cosa succederà quando la somma di tutti gli sconti dei provvedimenti che state facendo susseguire l'uno all'altro diverrà superiore alla pena che è stata inizialmente comminata. Come sarà il saldo attivo a favore del delinquente ? Per pareggiare il conto, dovranno costituirsi e andare in galera tutti gli italiani incensurati per un numero di giorni pari a quello che dovrebbe essere stato scontato maggiormente da parte dei delinquenti ? Oppure dovremmo chiedere alle vittime di autoinfliggersi ancora una percentuale del danno subito per pareggiare il conto del nocumento che è stato dato al delinquente che ha dovuto scontare in galera più giorni rispetto a quelli che la somma dei vostri sconti gli ha potuto comminare ?
  Voi siete assolutamente fuori di testa. Voi a questo aggiungete la paghetta: 8 euro al giorno, oltre agli sconti di pena, non perché in attesa di giudizio – e potrebbe addirittura avere un senso risarcitorio, atteso che buona parte di quelli che sono arrestati in attesa di giudizio si rivelano, alla fine del procedimento, non colpevoli – ma per quelli che hanno passato tre livelli di giudizio e sono stati dichiarati colpevoli con sentenza passata in giudicato.
  Allora, se questa, come dicevo ieri, Presidente, è l'aberrazione culturale della sinistra, di cui l'onorevole Sannicandro è massimo e raffinato interprete, e quindi non scandalizza che chi fa del proprio impegno politico come primo obiettivo quello di far uscire di galera i delinquenti, infischiandosene delle vittime e delle famiglie delle vittime, stupisce e stupisce ogni giorno di più che a varare questi provvedimenti, a contribuire alla stragrande maggioranza dei voti con i quali questi provvedimenti vengono approvati, a negare l'approvazione degli emendamenti almeno di parziale riduzione del danno che sono stati presentati, partecipino anche dei colleghi e delle colleghe che, insieme a noi, da tanti anni ed anche nell'ultima campagna elettorale che ci ha portato tutti quanti qui a rappresentare gli italiani, hanno battuto sulla loro credibilità di fronte al popolo italiano nella difesa delle vittime, delle famiglie delle vittime, del principio della certezza della pena, del principio della difesa e della tutela di chi è colpito dai delinquenti.
  E invece improvvisamente, per motivi che evidentemente non sono chiari, non vogliono essere chiari, certamente non stanno nel contenuto di questo provvedimento, improvvisamente quanti hanno carpito – altro che cercare di ricostruire il centrodestra ! – il voto degli elettori di centrodestra nel corso delle ultime elezioni, si dimenticano di essersi venduti come vessilliferi della certezza della pena, di essersi presentati come i paladini della certezza del diritto, di essersi affrancati come i difensori delle vittime e provvedono, insieme alla sinistra che vuole liberare delinquenti, a dare un ulteriore sconto di pena del 10 per cento, oltre a quelli che sono già stati determinati – e concludo, Presidente – con i precedenti provvedimenti di cui ho fatto menzione, con l'aggiunta, questa volta, della paghetta, rendendo per così dire sindacalmente in difetto quei genitori che domani dovranno contrattare...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Corsaro, grazie.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. ...con i propri figli la possibilità di non dar loro qualche denaro più, perché il bambino potrà dire: «Ma come, non mi dai la paghetta per comprare il gelato, quando lo Stato determina la possibilità che vengano dati dei soldi ai delinquenti ?»

  PRESIDENTE. La paghetta è diventata cospicua, ed anche i secondi, grazie. Mi ha chiesto di intervenire per un richiamo al Regolamento ex articolo 24 l'onorevole D'Ambrosio. Ovviamente, come ho fatto con i suoi colleghi, la prego di attenersi alla richiesta formale, grazie.

Pag. 23

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, come diceva, richiamandomi all'articolo 24 del Regolamento, siccome qui in quest'Aula credo che la situazione relativa a quello che sta accadendo a Gaza sia un interesse comune e tutta l'Aula probabilmente è preoccupata per quello che sta accadendo, il MoVimento 5 Stelle vuole richiedere ufficialmente una Conferenza dei presidenti di gruppo su questo argomento, in maniera tale da poterlo calendarizzare all'interno dell'Aula, alla fine della seduta antimeridiana magari.
  Nel momento in cui non vi fosse la disponibilità del Ministro, io credo ed il MoVimento crede che un interlocutore comunque importante anche per questo argomento possa essere lo stesso Presidente del Consiglio. Quindi, da questo punto di vista, chiediamo di sollecitare lei ed anche la Presidente Boldrini, che tanto si sta prodigando ed è attenta a questo argomento, perché la situazione davvero, credo, richiede in questo momento un'urgenza ed una presa di posizione importante da parte del Parlamento italiano (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ho sentito ovviamente la sua richiesta, che trasferirò alla Presidente della Camera, tenendo conto, onorevole D'Ambrosio, che noi abbiamo, se non sbaglio, un Ufficio di Presidenza convocato ed ovviamente bisogna sentire anche la disponibilità degli altri presidenti di gruppo, per l'ora soprattutto. Però certamente io immediatamente trasferisco alla Presidente della Camera la sua richiesta, che poi è anche la richiesta che era stata avanzata dai colleghi di SEL.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Caon. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, io voglio entrare nel merito dell'emendamento. Caro sottosegretario Ferri, 8 euro ai carcerati sì o 8 euro ai carcerati no ? Questo è quello che si deve decidere in questo momento. Perciò, se voi vi prendete la responsabilità di dare 8 euro ai carcerati, è bene che le persone a casa sappiano che oggi, in questo momento, si va a votare e voi, questa maggioranza, date 8 euro a chi è in carcere.
  Detto questo, dobbiamo anche guardare ad un altro aspetto: voi siete per più immigrazione e meno carceri, più detenuti fuori cioè più gente da scarcerare e meno forze di polizia. Meno soldi e meno mezzi alle forze di polizia e più reati. Allora io dico: è esattamente il contrario di quello che il popolo si aspetta da voi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, mi sembra evidente la strumentalità di certe posizioni. Qui non possiamo dividerci tra chi sta dalla parte dei criminali e chi sta dalla parte delle forze dell'ordine. Siamo tutti dalla parte delle forze dell'ordine e della legge. Quindi, io ritengo che queste strumentalizzazioni vadano respinte al mittente. Vorrei unirmi, con questo mio intervento, allo sciopero della fame che in questo momento, da parecchi giorni, stanno conducendo la segretaria del Partito Radicale, Rita Bernardini, Marco Pannella, insieme a 200 cittadini italiani, i quali sono in sciopero della fame per sottoporre all'attenzione dell'opinione pubblica la condizione terribile in cui vivono i nostri 58.092 detenuti di cui 21.314 per reati collegati alla droga. Non ho alcuna paura a dire che questo sciopero della fame è sacrosanto, e condivido le loro ragioni (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, io godo di questo dibattito in cui viene messa in questione l'intera politica criminale dell'Italia negli ultimi dieci anni, forse anche di più. E condivido molte delle cose che sono state dette. Molti anni fa io mi sono permesso Pag. 24di dire che questo Paese ha una dimensione della criminalità per la quale avrebbe bisogno di 80 mila posti carcere. Ne ha soltanto 44 mila, poco meno della metà. Se noi avessimo in Italia una percentuale di delinquenti messi in galera come in Paesi simili al nostro, dovremmo averne circa 80 mila. Ne abbiamo 58 mila e non siamo in grado di tenerli in carcere in condizioni umane.
  Dato questo riconoscimento ai tanti interventi che ho sentito prima, ho però un dubbio che mi ha sollecitato una gentile collega, con una domanda che mi ha fatto un attimo fa. Ho l'impressione che la discussione sia diventata così ampia che nessuno più sa davvero come stiamo votando e su cosa stiamo decidendo. Non stiamo votando su una paghetta da dare ai 58 mila carcerati italiani. Stiamo votando su un risarcimento, che è cosa diversa da una paghetta, da dare a quanti tra di loro risultino essere stati detenuti in condizioni disumane, tali da configurare, secondo quello che è l'ordinamento internazionale, una vera e propria situazione di tortura. Per fortuna non tutti i 58 mila delle nostre carceri sono in queste condizioni.
  Temo però che ce sia più di qualcuno e che il numero di questi possa essere valutato nell'ordine di qualche migliaio. Ci sono 7 mila ricorsi alla Corte dei diritti umani di gente che dice di essere stata detenuta in condizioni disumane, che equivalgono a tortura; gente che dice – bisognerà andare a controllare se è vero o no – che è stata tenuta in tre metri quadrati. Immaginate cosa vuol dire essere detenuti in tre metri quadrati: c’è lo spazio per il letto e basta. Magari in celle più grandi ma dove invece di uno ce ne sono sette, otto, dieci, dodici e quindici. Senza la possibilità di accedere a servizi igienici: immaginate cosa vuol dire non avere la possibilità di accedere a servizi igienici in condizioni minime di riservatezza e di igiene ?
  È gente per la quale la Corte europea dei diritti umani dice che lo Stato italiano è tenuto a dare un risarcimento; gente sottoposta a tortura, non i 58 mila, non tutti quanti: solo quelli i quali si sono trovati a vivere in condizioni che equivalgono ad una tortura. Io non capisco la posizione dei colleghi che hanno fatto tanti discorsi così belli; la capisco come indicazione de iure condendo: costruiamo le carceri, bene; depenalizziamo, c’è tanto che dovremmo depenalizzare. Tutti dicono che siamo contro la pena del carcere, che dovrebbe essere l'ultima trincea di difesa della società e, invece, è l'unica che abbiamo e, ogni volta che vogliamo dare l'impressione che prendiamo sul serio un problema, ci mettiamo sopra una norma penale. Tutte cose giustissime, ma che hanno poco a che fare, non dico con l'emendamento, ma con il provvedimento che stiamo discutendo. A chi già ha subito una tortura, cosa gli diciamo ? Che non lo risarciamo perché domani costruiremo le carceri ? Mi pare difficile che lui possa esserne contento. E anche lo sconto di pena non è una diminuzione per tutti quanti: no, è limitato a coloro i quali verosimilmente immaginiamo che, se andassero in causa contro lo Stato italiano, lo Stato italiano perderebbe. Questo è il provvedimento che stiamo discutendo.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Allora, io credo che tutti quanti faremmo bene a tenerlo in testa, perché non è in questione se amiamo di più i delinquenti o di più i poliziotti: io sono figlio di un poliziotto e sono dalla parte dei poliziotti, ma non dimentico che i delinquenti sono esseri umani anche loro e che ci deve essere anche per loro rispetto della dignità umana ed una speranza. Se fossimo più aderenti al testo, forse, delibereremmo con maggiore consapevolezza e renderemmo un servizio migliore al popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 1.42, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.Pag. 25
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  410   
   Astenuti   45   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no    297.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cirielli 1.204.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, io credo che valga la pena intervenire, visto che questo è il primo di una serie di emendamenti che mirano...ce n’è di Forza Italia, ce n’è del MoVimento 5 Stelle...ce n’è di Fratelli d'Italia, scusate – mi scusino i colleghi –, ce n’è del MoVimento 5 Stelle e ce n’è, ovviamente, della Lega. Che cosa fa il tridente in questa occasione ? Il tridente intende ridurre la famosa paghetta da otto a cinque euro: cioè, non si contesta il merito di questo intervento, se ne riduce l'entità.
  Siccome abbiamo avuto modo di discutere del fatto che c’è già una franchigia di quindici giorni in questo nostro intendimento, in questo intendimento del Governo, e questa franchigia interviene su un numero amplissimo di detenuti, per il famoso sistema delle porte girevoli e per la tipologia dei reati che arrivano alle porte delle galere, otto euro sono circa trentacinque centesimi l'ora; scendiamo a venti centesimi l'ora. Questo è il prezzo dell'indennizzo che la Repubblica offrirebbe per venire incontro alle condanne in sede europea.
  Allora, vengono dette in continuazione cose inesatte: io citavo prima il reato di clandestinità, introdotto nel 2009 da un lungimirante Governo, e mi veniva risposto che i detenuti in quella condizione se ne sono visti ben pochi.
  Allora, vengono dette in continuazione cose inesatte, tra cui, citavo prima, il reato di clandestinità, introdotto nel 2009 da un lungimirante Governo e mi veniva risposto che detenuti in quella condizione se ne sono visti ben pochi. Ci si dimentica di dire, però, che è grazie alla Corte costituzionale che questo è accaduto, Corte costituzionale che ha disattivato, l'anno dopo, quella norma demenziale che collegava lo stato di clandestino a una aggravante di pena qualunque fosse il reato commesso fino a un terzo. Infatti, tornando al punto, voi colleghi della Lega, collega Caparini – credo che questo obiettava – continuo a mantenere l'idea che voi avete condotto negli anni la giustizia come la nave Concordia, ed è un anno e mezzo che noi cerchiamo di tirare fuori la nave Concordia, che voi avete portato sugli scogli, da quella posizione.
  Certo, il collega Rondini citava, citava questa capacità della Lega di ascoltare alcuni umori del Paese, in qualche modo la «pancia» del Paese, ma i provvedimenti che sono stati presi da quei Governi di cui avevate responsabilità di dicastero, hanno ottenuto gli effetti contrari, se il problema era la «pancia» del Paese e le sue turbolenze. Quei provvedimenti non hanno lenito le angosce dei quartieri popolari che subiscono direttamente alcuni aspetti della microcriminalità che voi avete creato, che voi avete incentivato, ma anzi hanno visto quei problemi salire da uno a uno e mezzo. Ovviamente questa è una cifra che non corrisponde al vero, ma corrisponde a una precisa idea, quella per cui negli ultimi dieci o dodici anni è stato fatto di tutto per rendere reato quello che non lo era e per aumentare in maniera indiscriminata ciò che già era punito come reato. Qualcuno, più sottile, la chiama una tendenza di qualche lustro al panpenalismo; Pag. 26io dico semplicemente che è stata una follia di cui, oggi, noi ci troviamo con fatica riparare i danni (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, apprezzo molto il collega Farina, che ho il piacere di avere, anche, nella Giunta per le autorizzazioni a procedere, così si chiamava almeno una volta, e l'ho ascoltato, quindi, con attenzione. E mi sono non sorpreso nel comprendere che la posizione, peraltro non nuova, legittima, di un'area culturale importante in Italia qual è la sinistra, è quella che se c’è troppa gente in carcere è perché il codice prevede troppi reati. Questa mi pare la logica del collega Farina: perché voi – saremmo noi – avete considerato reato di immigrazione clandestina, tra parentesi non ce ne è uno e non ce n’è stato uno in carcere per quel reato, perché voi avete considerato reato altri comportamenti ritenuti invece legittimi, perché voi mettete in carcere i derelitti e non, invece, le persone che lo meritano. In sostanza, seguendo questo concetto, il rimedio per il sovraffollamento delle carceri è quello di abolire reati. Certo, se aboliamo il reato di omicidio non avremo in carcere gli assassini, se aboliamo il reato di rapina, non avremo in carcere i rapinatori, se aboliamo il reato di furto, rimarrà tutto uguale, perché tanto per furto non va in carcere assolutamente nessuno.
  Allora, cari colleghi, caro collega Farina, caro Presidente, è inutile attaccarsi alla lettera dell'emendamento Cirielli 1.204, che riduce la cifra da 8 a 5 euro, è chiaro che è un espediente, è chiaro che, anzi, è una presa in giro da parte nostra nei confronti di chi pretende, davvero, di retribuire in qualche modo il detenuto, anziché sforzarsi di eliminare le cause del sovraffollamento.
  Noi una proposta di legge a firma Cirielli l'abbiamo fatta, quella di indicare in maniera tassativa i casi in cui è consentita la custodia cautelare, non un generico pericolo di fuga, per esempio, ma chi ha, concretamente, tentato la fuga, non un pericolo generico di reiterazione, ma elementi concreti che siano stati messi in atto per reiterare i reati.
  Su questo ci abbiamo provato e non abbiamo avuto tanta solidarietà, neanche nel centrodestra, devo dire. Adoperiamoci per non rispondere ai rimbrotti europei con qualcosa di ridicolo: 20 centesimi l'ora ! Ma che è ? Li contiamo a ore ? Non ho capito sinceramente come possiate pensare che questo sia il modo corretto di affrontare i problemi. Quando ero ragazzo, nella sede dell'allora movimento giovanile dell'MSI, arrivò un tipo che si offrì di dipingerci la sede gratis se l'avessimo lasciato dormire lì, cosa che facemmo. Dopo un po’, dopo un lungo periodo se ne andò e solo sei mesi dopo lo ritrovammo sui giornali perché si rifiutava di uscire dal carcere poiché arrivava l'inverno e non aveva dove andare a dormire. Evidentemente una volta si stava meglio in carcere che fuori. Se adesso quel signore sapesse che gli danno anche 8 euro, quello i reati si mette a commetterli tutti i giorni, per passare l'inverno al caldo con la paghetta assicurata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, innanzitutto intervengo per scusarmi se prima ho parlato non proprio in connessone ad un emendamento, ma purtroppo capita che c’è un'interlocuzione e quindi si può anche un po’ deragliare. Cercherò di non farlo. Nella vicenda specifica, è chiaro che la mia è una proposta strumentale, nell'ottica di riduzione del danno. Voi non volete garantire lo sblocco degli stipendi alle forze dell'ordine e poi trovate i soldi per i delinquenti, allora io cerco di farne avere meno. Ma il punto è un altro: vorrei capire – questo l'ha detto anche qualche collega di sinistra – dal sottosegretario, chi Pag. 27ha stabilito questa cifra. Chi ha stabilito la franchigia ? Avete parlato con l'Unione europea ? Non è che pagheremo questi soldi e poi ci faranno causa lo stesso ? Non è che questa ammissione di responsabilità che oggi stiamo facendo con questo provvedimento sarà la giusta pietra angolare su cui tutte le difese si batteranno per farci dare risarcimenti diversi ? Perché il punto è proprio lì: se stare in un carcere sovraffollato per colpa di funzionari corrotti, per colpa di ministri incompetenti, per colpa di maggioranze incapaci, è accaduto, il risarcimento può essere solo di 8 euro ? Se il sottosegretario mi spiega perché 8 euro e non 9 o non 20 o non 100 o non 5, posso anche ritirare l'emendamento tranquillamente.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  EDMONDO CIRIELLI. Altrimenti lo metto in votazione, per significare il nostro dissenso per questo spreco del denaro pubblico per colpa di una classe politica...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cirielli. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 1.204, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Gitti,
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  439   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato sì  59    
    Hanno votato no  380.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Molteni 1.46.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, con questo emendamento andiamo a ridurre da 8 euro a 6 euro l'indennità di rimborso nei confronti dei detenuti. È evidente – e lo dico al collega Farina – che la Lega è ovviamente contraria: l'abbiamo dimostrato, e continueremo a dimostrarlo durante il dibattito in Aula – a questo tipo di rimborso. È evidente che l'emendamento mira unicamente a mantenere vivo e acceso il dibattito, soprattutto per coloro i quali ci stanno ascoltando – e non credo che ci stiano ascoltando solo gli ascoltatori di Radio Padania, ma credo che ci siano anche altre radio libere, che mi auguro e spero mandino questo tipo di dibattito. Perché oggi sembra che la politica italiana sia interessata unicamente al tema delle riforme, importanti, al tema della legge elettorale, importante, e abbiamo l'impressione che nessun mezzo di comunicazione stia dando la dovuta attenzione a questo decreto-legge, che per noi rimane un decreto-legge dannoso e profondamente pericoloso.
  Pericoloso e dannoso soprattutto perché – e lo dico ai colleghi del Partito Democratico, e lo dico ai colleghi di SEL, ma anche agli altri colleghi, a tutti gli altri colleghi, eccezion fatta per gli amici di Fratelli d'Italia, che con noi stanno conducendo questa battaglia contro questo decreto-legge – se è vero che coloro i quali sono nelle carceri in alcuni casi si trovano in condizioni evidentemente di particolare difficoltà... Faceva bene il collega del MoVimento 5 Stelle prima a ricordare che la condizione di disumanità delle carceri non è dettata soltanto dallo spazio vitale, ma anche dalle condizioni vere e proprie, come la carenza di strutture, la carenza dei mezzi primari per poter condurre una vita quantomeno dignitosa all'interno delle carceri; però voglio far presente a chi insiste continuando a ripetere che c’è una condizione di disumanità, e quindi la necessità di aiuto e di assistenza nei confronti Pag. 28di chi sta in carcere, voglio far presente – e lo dico soprattutto agli amici di sinistra – che ci sono oggi in Italia... È la fotografia dei 10 milioni di cittadini italiani che vivono sotto la soglia di povertà: abbiamo in Italia tante famiglie, tante persone che vivono, pur libere, probabilmente nelle stesse condizioni di disagio e nelle stesse condizioni di difficoltà di chi è in carcere. A quelle persone noi vogliamo dare voce !
  A quelle persone noi riteniamo che, se serve un gesto di compensazione e di aiuto da parte dello Stato, a loro deve essere rivolto: ai 10 milioni di cittadini italiani che vivono sotto la soglia di povertà ! A quelle famiglie che non riescono più non ad arrivare alla quarta o alla terza settimana del mese, ma che non riescono neanche ad iniziare la settimana del mese ! A quegli esodati, a cui continuiamo a dare piccoli provvedimenti-tampone, ma oggi abbiamo ancora una platea di persone che non hanno reddito, reddito da lavoro e reddito da pensione. A quelle persone, nei confronti di quelle persone noi chiediamo e crediamo che un gesto di generosità... Un rimborso alle vittime, alle vittime dei reati ! Sono due anni che in questo Parlamento parliamo di carceri, guardando unicamente sul fronte di chi il reato l'ha commesso con atti indultivi. Non c’è stato un provvedimento da parte del Parlamento che ridesse un minimo di dignità a chi il reato l'ha subito, alla vittima o alle famiglie che hanno magari perso un caro.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  NICOLA MOLTENI. Ci sta ascoltando, probabilmente ci stanno ascoltando famiglie che hanno perso dei cari ! A queste persone voi che cosa dite ? Cosa state dicendo ? Il pensiero nostro va in via preliminare, anzi esclusiva alle vittime, che sono totalmente dimenticate dal Governo, dalla maggioranza e dal Partito Democratico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, sto davvero cercando di capire le motivazioni di questo provvedimento che ritengo una buffonata.

  PRESIDENTE. Se nel frattempo riesce a capire anche quelle dell'emendamento, il Presidente le sarà grato.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Sì sì, mi è ben chiaro che stiamo parlando di un emendamento... Per risponderle che sono sul pezzo, Presidente, mi è ben chiaro che stiamo trattando di un emendamento che cerca di ridurre da 8 a 6 euro giornalieri l'indennizzo per i delinquenti.
  Ho passato l'esame, possa proseguire ? Grazie, Presidente.

  PRESIDENTE. Prosegua.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Dicevo, mi è ben chiaro anche che noi stiamo affrontando un testo che è una buffonata. Allora, buffonata per buffonata, cerco di capire se c’è una sequenza logica e io rivolgo una domanda al Governo. Siccome voi state prevedendo una paghetta di indennizzo per i delinquenti che sono costretti nelle patrie galere in condizioni non agiate e siccome purtroppo è oramai cronaca abbastanza diffusa che tanti cittadini siano prima indagati e poi via via arrestati e sottoposti a custodia cautelare, magari da scontare per mezzo degli arresti domiciliari, e siccome è vezzo attuale che le indagini finiscano puntualmente tutte sui giornali, parola per parola, strumento per strumento, e siccome non è infrequente il caso, già manifestatosi in più occasioni, della persona che si vede trasposti sui giornali tutti gli effetti dell'indagine a suo danno, da cui magari traspaiono intercettazioni telefoniche che accertano l'esistenza di relazioni extraconiugali della persona, e siccome spesso avviene che alla persona di cui viene pubblicamente manifestata l'esistenza di relazione extraconiugale viene comminato l'arresto domiciliare, quindi costringendolo a convivere con il coniuge che ha appena appreso dalle intercettazioni telefoniche trasposte sulla Pag. 29pubblica piazza, tramite la stampa, di essere stato tradito, mi chiedo chi più di quel sottoposto a giudizio che viene mandato agli arresti domiciliari dopo che la stampa ne ha diffuso il proprio tradimento si trova in condizione di disagio. Quindi vi chiedo, signor Ministro, signor rappresentante del Governo, signor sottosegretario Ferri, ma, seguendo la vostra logica assurda, a questo poveretto che, per virtù della stampa, vede appalesato il proprio tradimento e che viene costretto a stare a casa sua convivendo con il coniuge, quanto dovreste dare al giorno di indennità ? Perché vede, se seguiamo la vostra logica, che è una logica ridicola, finiamo veramente per essere seppelliti da una risata. Se ne renda conto, signor sottosegretario ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, restando testardamente al merito della questione e non intendendo commentare le provocazioni dei colleghi, voglio sottolineare che in un certo senso il Governo è costretto a fare o a tentare di fare quello che ci sta proponendo. È inutile che ci giriamo intorno, qui c’è una sentenza pilota che ha già condannato all'esborso di 100 mila euro lo Stato italiano e ha detto: non decido sulle altre cause pendenti perché vi dò un anno di tempo per mettervi in regola. L'alternativa a questa legge è che dopo la causa pilota vengano emanate altrettante sentenze, 3 mila, 4 mila, 5 mila, con condanne di gran lunga superiori agli 8 euro che il Governo propone a titolo di risarcimento. Questo è il problema, questo è il problema. Ora, se critica va fatta al Governo è che l'impianto è modesto ed è – voglio usare una parola grossa – abbastanza non dico miserabile ma misero, perché lo sconto di pena previsto per chi è dentro in quelle condizioni di 1 giorno ogni 10, non è che è un bel dire, perché praticamente significa prendere atto ancora una volta che noi non siamo nelle condizioni di rispettare il dettato costituzionale. Ora a fronte di questo, noi che cosa proporremmo, che cosa dobbiamo proporre ? Che l'Italia appaia inadempiente sul piano internazionale, che è anche una bella questione questa perché non si può sottoscrivere i trattati, sottoscrivere le convenzioni, sottoscrivere la Costituzione che dice che siamo impegnati a rispettare i trattati internazionali e poi alla fine far finta di niente. Non possiamo invocare la legalità qua dentro quando qua dentro stesso sentiamo dire che non dobbiamo rispettare le sentenze della giustizia europea. Ma stiamo veramente scherzando ?
  Il problema è che a questa giurisprudenza bisogna sottostare per una questione morale, rispetto a coloro i quali vivono in quelle condizioni, per una questione di rispetto costituzionale e dei trattati internazionali e il Governo aggiunge che è anche per una questione di risparmio economico, perché quella è la verità. Stanno scappando avanti non essendo riusciti a convincere del tutto l'Unione europea che stanno riformando il sistema e così come hanno fatto i Governi precedenti affastellano decreti-legge uno dopo l'altro, che voi chiamate tra l'altro «svuotacarceri». Ma al di là dello «svuotacarceri» la progressione uno, due, tre, quattro, cinque, sei sta a dimostrare l'affanno con cui questo e i Governi precedenti stanno affrontando l'emergenza carceri. Ed allora non tiriamo in ballo cose che non esistono.
  Per quanto riguarda la cultura della Sinistra, allo stato attuale ci siamo ancora limitati semplicemente ad esporre la cultura a cui si ispirano le sentenze della Corte costituzionale italiana, della Cassazione italiana e della Corte di giustizia europea. Questo è tutto. Ora, non nego che ci siano altre concezioni: le vostre, le concezioni per le quali il carcere e la sanzione penale siano le uniche sanzioni concepibili, il fatto che nell'ambito della sanzione penale l'unica concezione possibile sia quella carceraria, è una cosa che ben sappiamo, ben conosciamo, che ha fatto il suo tempo. Voi siete ancora aggrappati a queste concezioni medioevali, ne abbiamo parlato tanto tempo fa in Pag. 30questa Aula, nessuno vi nega il diritto di dirlo, però la civiltà ha fatto dei notevoli passi avanti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, io intanto voglio ringraziare la Presidenza per il fatto che si è attivata presso il Governo per chiedere l'immediata comunicazione da parte del Governo stesso sui fatti di Palestina. Ma contemporaneamente le volevo dire, Presidente, che il nostro gruppo ha deciso di portare urgentemente una lettera al Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi, quindi il nostro gruppo andrà in delegazione in questo momento, per chiedere l'immediata presenza del Governo in questa Aula per riferire sulle vicende di Gaza.

  PRESIDENTE. Onorevole Zaratti, lei ovviamente non ha fatto una dichiarazione di voto a titolo personale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, ancora una volta mi trovo costretto a intervenire a titolo personale per racchiudere il senso di questo emendamento del collega Molteni. È vero, che siamo accusati, di fare ostruzionismo e siamo orgogliosi in questo momento di fare ostruzionismo anche dopo le dichiarazioni dell'onorevole collega Sannicandro il quale ha detto che la civiltà nel frattempo ha fatto notevoli passi avanti. Passi avanti così notevoli da pagare addirittura chi delinque per evitare di pagarli all'Europa. Qui siamo alla follia pura, siamo alla follia pura e mi rendo conto che se il collega Molteni al posto di scrivere un emendamento in cui si prevede una paga giornaliera anziché di 8 euro di 6 euro, avesse proposto di innalzarla a 10 euro, probabilmente SEL lo avrebbe votato. Ora qui di che cosa stiamo parlando ? Quali diritti stiamo difendendo ? Perché siamo in questa Aula ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caon. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, bisogna un po’ ogni tanto anche capire un po’ dove si vuole andare, perché io penso che chi parte o chi sta in viaggio per arrivare in Italia in questo momento nel canale di Sicilia venga qua con cuore anche rasserenato perché dice: «Io parto da un Paese dove la mia massima paga è di 150 euro al mese.
  Vado in un Paese dove, male che vada, vado in carcere, perché non riesco a introdurmi nella società, e mi riporto a casa 250 euro al mese». Ma, vi sembra una cosa normale ? Ma ci avete ragionato ? Avete mai sincronizzato queste cose ? Io parto dalla Tunisia, vengo in Italia, delinquo, vado in galera e porto a casa 250 euro. Ma vergognatevi !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 1.46, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Culotta. Onorevole Bianconi... Campana. Culotta ancora non riesce a votare... ha votato. Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  422   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato   55    
    Hanno votato no    367.

  La Camera respinge (Vedi – votazioni).

  (La deputata Berlinghieri ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 31

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 1.67, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Cassano, Ruocco. Ruocco ha votato. Centemero, Meloni, poi chiudo la votazione; quindi, pregherei di affrettarvi entrambe. Temo che l'onorevole Bragantini non ce la farà...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  439   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no    283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Di Lello 1.206 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Lello 1.206, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Berlinghieri, Matarrese, Pizzetto... ha votato. Ci siamo ? Hanno votato tutti ? Mi riferisco a quelli che sono in Aula.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  441   
   Votanti  434   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato   17    
    Hanno votato no    417.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Manfredi e Fossati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 1.71.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, noi stiamo facendo questa illustrazione, stiamo tentando di convincere i nostri colleghi di come questo provvedimento sia totalmente sbagliato, soprattutto per quanto riguarda l'indennizzo, questa paghetta che viene data ai detenuti. Proprio ieri, se non ricordo male, c'era il ricordo della strage successa in Norvegia di Breivik – mi scusino i colleghi che conoscono meglio il nome – cioè di quell'assassino, che è pazzo, che è andato prima con una bomba ad ammazzare dei cittadini inermi e dopo con dei fucili automatici è andato in un'isola dove c'era un campo politico di una forza di opposizione alle sue idee e ha ammazzato, se non ricordo male, novantatre-novantasette ragazzi inermi. Perché ricordo questo fatto ? Perché proprio qualche mese fa, Breivik, in carcere, ha cominciato o ha minacciato di fare lo sciopero della fame, perché la paghetta di 15 euro al giorno era troppo poco, a suo avviso, perché la PlayStation era di un modello vecchio e i giochi non erano aggiornati. Noi non vorremmo arrivare a questi eccessi.
  Io capisco tutto, io capisco che bisogna andare a sanare una possibile infrazione e dunque che ci sia la possibilità che qualche detenuto, che è stato in una cella un Pag. 32po’ troppo stretta, possa far causa allo Stato e dire: sono stato male, ho mangiato male, dovete darmi i soldi. Ma stiamo veramente arrivando all'eccesso. Siamo invasi da una marea di clandestini e non abbiamo neanche le risorse per rispedirli nei loro Paesi di origine oppure per fare dei campi, se sono veramente dei profughi e dei richiedenti asilo, ma lo sapremo quando saranno finite le procedure di richiesta di asilo se hanno diritto o meno di avere protezione internazionale. Non abbiamo neanche i soldi per fare dei campi attrezzati di accoglienza ai profughi nelle terre africane, dove c’è molto più spazio e il costo della manodopera è più basso e dunque ci costerebbe molto meno mantenerli in Africa, con tutte le tutele e con tutta la sicurezza anche loro, anche avendo la possibilità di poter attrezzare delle aree migliori, perché, appunto, avendo il costo di costruzione più basso, si possono costruire delle strutture moderne con bei servizi, dando lavoro alla manodopera locale, dunque fermando anche quell'invasione di clandestini...

  GIORGIO BRANDOLIN. Ma di cosa parli ? Non sai neanche di cosa parli !

  MATTEO BRAGANTINI. ...che vengono solo per motivi di lavoro, non sapendo o male informati, non sapendo che non c’è neanche lavoro qua in Italia...

  CRISTIAN INVERNIZZI. Ma cosa vuoi ?

  PRESIDENTE. Calma, colleghi, calma, colleghi... onorevole Invernizzi, onorevole Invernizzi, l'ho già richiamato. Non si preoccupi, l'ho già richiamato. Facciamo concludere l'onorevole Bragantini. Prego, onorevole Bragantini, concluda.

  MATTEO BRAGANTINI. Si vede che c’è qualcuno che si agita per concetti di buonsenso.
  Come dicevo, non abbiamo neanche questi soldi, non abbiamo neanche i soldi per i nostri disoccupati, per i nostri anziani che hanno dedicato la loro vita a rendere ricche queste terre, le nostre terre, le terre dei veneti, dei lombardi, dei siciliani, e adesso voi, i pochi soldi che ci sono, li date ai delinquenti. Ricordiamoci che se uno è in carcere, non è in carcere perché è stato sorteggiato a sorte, ma perché si è comportato male, non ha rispettato delle regole di convivenza civile. E dunque, per questo, noi lo riteniamo totalmente inaccettabile, totalmente illogico.
  Noi, come Lega, abbiamo la schiena dritta. Se veramente questi vincono, ed è l'Europa che ci impone di dargli i soldi, perché vincono e l'Europa ritiene che bisogna dare i soldi ai delinquenti e non alle vittime dei reati, che sia l'Europa che si prenda questa responsabilità. Noi non vogliamo prenderci la responsabilità di dare i pochi soldi che ci sono in questo Stato ai delinquenti e non alle vittime del reato o ai poliziotti che ogni giorno combattono sul territorio per difendere i cittadini onesti, i cittadini che lavorano, i cittadini che si comportano bene (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, non vorrei che, siccome sono rimasto solo per qualche minuto, lei si dimenticasse di me.

  PRESIDENTE. Assolutamente no, onorevole Farina.

  DANIELE FARINA. L'intervento che mi ha preceduto ha ripercorso una serie di luoghi comuni: quello di clandestinità contro lo status dei rifugiati. Forse varrebbe la pena di utilizzare maggior prudenza di questi tempi e di queste guerre di qua e di là del Mediterraneo. Ma oltre ad aver dato sfoggio di una notevole competenza di edilizia africana sui costi di produzione al metro quadro, che ci indurrebbero ad altro tipo di intervento, che è quello umanitario in quel cimitero liquido che è Pag. 33arrivato ad essere il Mediterraneo, devo dire che dimentica sempre un punto e prima di lui l'ha dimenticato il collega Molteni.
  Si citano sempre le vittime dei reati, ed è giusto ricordarle. Il collega Molteni si chiedeva: «che cosa direte voi a coloro che hanno subito un torto, a quelle persone, a quelle famiglie ?». Beh, direi loro di mettersi in coda, in coda in tanti davanti ad ogni sezione della Lega di questo Paese, per chiedere riparazione dei danni. Infatti, quelle leggi che citavo, la Bossi-Fini sull'immigrazione, la Fini-Giovanardi sulle droghe, la ex Cirielli sulla recidiva, il reato di clandestinità con le sue aggravanti per il fatto unico di essere clandestino e commettere un reato, sono leggi criminogene: parole che magari chi ci ascolta può trovare difficili, ma che, in realtà, sono semplicissime.
  Sono quelle leggi che, invece di contrastare i reati e il loro numero, di cercare di ridurne il numero, dichiarano al Paese che quello è l'obiettivo, la sicurezza dei cittadini, e, invece, fanno e hanno fatto l'esatto contrario, perché quelle leggi sono andate in contrasto, contro la sicurezza dei cittadini. Li hanno resi meno insicuri, fossero essi nei quartieri residenziali cosiddetti «bene», se esistono ancora, di qualche città e nelle profonde periferie, dove quel tipo di reati, che quelle leggi hanno moltiplicato, sono maggiormente sentiti.
  Questa vicenda è iniziata a Milano, nel 1999: una sequenza di omicidi, nove per la precisione, in quel mese di gennaio, dette la stura a questa idea che bisognava varare un pacchetto sicurezza dietro l'altro, che l'esercito per le strade avrebbe avuto effetti salvifici. I pacchetti sicurezza si sono rivelati fallimenti integrali e l'esercito nelle strade, tra l'altro, sottraeva risorse a quelle forze di polizia che qui tutti, a parole, difendono.
  Quei provvedimenti, quei pacchetti, quelle norme, hanno inaugurato una cultura che è arrivata, per fortuna, al suo epilogo, perché poi gli italiani i conti li fanno, e i conti sono la vita materiale, la sensazione di sicurezza, nei nostri quartieri, della nostra gente, delle nostre famiglie, come dite voi; e quella sensazione è nettamente andata in senso contrario.
  Quindi, si fanno i conti e si cercano strategie nuove, perché in ogni azienda, quando il management porta quell'azienda sull'orlo del fallimento, si cacciano via questi manager, si cacciano nel privato e un po’ anche nel pubblico. Qui, invece, il cattivo legislatore, quello che ha prodotto questi disastri, può tornare, qui sì, a legiferare negativamente, a commettere gli stessi errori.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 1.71, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  EMANUELE PRATAVIERA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Prataviera, tanto ce ne sono tanti altri.

  EMANUELE PRATAVIERA. No !

  PRESIDENTE. Onorevole Prataviera, innanzitutto «no» non esiste, perché io ho aperto la votazione.

  GIANLUCA PINI. Presidente !

  PRESIDENTE. Onorevole Pini, stia tranquillo. Io apro la votazione, se non mi viene chiesta la parola per tempo. Adesso la votazione è aperta, dopo affrontiamo il problema.

  EMANUELE PRATAVIERA. Avevo chiesto di parlare prima che aprisse la votazione !

  PRESIDENTE. Ciracì, Arlotti, Culotta, Rabino, Kronbichler, Massa... Abbiamo votato tutti ? Onorevole Manfredi, si affretti, Pag. 34gentilmente. Onorevole Marchi, se lei non si siede, non vedo se l'onorevole Manfredi ha votato.

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  433   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato   59    
    Hanno votato no  374.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Nicchi e Manfredi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo solo per aiutarla a dirimere quello che è successo pochi secondo fa. Sedendo qui, ed essendo il collega Prataviera proprio un paio di banchi sopra, posso confermarle, anche – ripeto – per un fatto di gestione corretta dell'Aula, che aveva chiesto la parola ben prima che lei aprisse la votazione; questo ad onor del vero. Mi auguro che anche chi la coadiuva nella difficile gestione dell'Aula possa, la prossima volta, rendersi conto di quello che è effettivamente successo.

  PRESIDENTE. Allora, chi coadiuva il Presidente, ad avviso del Presidente, dovrebbe avere un triplo monumento in ogni parte della Camera, perché siamo 630 e vedere 630 mani che si agitano, e vederle tutte contemporaneamente, non è semplice e credo che sia una delle occasioni ottime per ringraziare l'assistenza che viene data alla Presidenza (Applausi), che altrimenti starebbe molto peggio di quanto lei non lamenta in questo momento.
  Detto questo, come lei ha notato, onorevole Pini, e mi dispiace che lei abbia notato solo questo che può essere stato un momento in cui il Presidente ha aperto in concomitanza, non molto prima, il Presidente spesso e volentieri sollecita i firmatari, i primi firmatari, degli emendamenti ad intervenire. Quindi, si figuri se c’è un intento da parte del Presidente di non far parlare alcuno, lo fa in continuazione. In questo caso può darsi che sia stata una cosa contemporanea, però abbiamo altri 60 emendamenti, credo che l'onorevole Prataviera avrà tutta la possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero sugli altri emendamenti, che, peraltro, sono anche dello stesso tenore.
  Passiamo all'emendamento Dambruoso 1.76 sul quale la Commissione ha formulato un invito al ritiro, altrimenti parere contrario. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro.

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, ho già avuto modo di chiarire la finalità di questo emendamento. Sono soddisfatto della disponibilità data del Governo, infatti ho trasformato in ordine del giorno questo emendamento, per cui lo ritiro, chiaramente con la soddisfazione, da parte del nostro gruppo, di aver colto l'interessamento del Governo a impegnarsi, quanto meno, a valutare e a trattare questo aspetto che è fondamentale.
  Come magistrato mi è capitato di dover gestire la morte – letteralmente, la morte – per un malessere fisico causato da una notifica di un ordine di custodia cautelare a distanza di dieci anni. Ecco, riconoscere la liberazione anticipata, già maturata e sofferta nel corso del processo, mentre uno è in custodia cautelare, può diventare importante. Un po’ di maggiore attenzione da parte degli operatori della giustizia, in questo caso, serve davvero a salvare le vite. In questo senso ho colto la disponibilità del Governo, quindi ritiro il mio emendamento e ho depositato un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 1.75.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

Pag. 35

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo brevemente su questo emendamento. Con il comma 2, dell'articolo 1, viene prevista la possibilità di aiutare l'attività dei magistrati di sorveglianza, che sono oberati e che stanno esprimendo in questo momento forte contrarietà nei confronti di questo decreto-legge e nei confronti di tutti i decreti che stanno caricando i magistrati di sorveglianza di un carico e di una mole di lavoro che difficilmente riescono a svolgere. Voi andate a coadiuvare l'attività dei magistrati di sorveglianza attraverso non meglio specificati assistenti volontari individuali. Già in Commissione abbiamo chiesto abbondantemente che tipo di funzione questi soggetti andassero a svolgere, non siete stati in grado di spiegarlo ed è il motivo per cui abbiamo presentato l'emendamento.
  Detto ciò, Presidente, ovviamente mi interessa molto di più, invece, replicare al collega Farina, in modo particolare rivendicando – e lo facciamo con sommo orgoglio – tutte le misure di sicurezza che sono state adottate durante il Governo Berlusconi dal 2008 al 2011, tutte quelle misure che vanno nella direzione di garantire maggiore sicurezza ai cittadini: la legge Bossi-Fini, la legge Fini-Giovanardi sulle droghe, la legge ex Cirielli sulla recidiva, il pacchetto sicurezza dell'ex Ministro Maroni, tutti provvedimenti che vanno in una direzione che è quella di garantire sicurezza ai cittadini. E che quei provvedimenti garantivano sicurezza lo dicono i numeri, caro collega Farina.
  Negli ultimi due anni le rapine sono aumentate del 90 per cento; le rapine in strada sono aumentate del 75 per cento; i furti nelle abitazioni sono aumentati del 69 per cento; i borseggi sono aumentati del 48 per cento. Aumentano i reati, aumentano le denunce, aumenta il senso di insicurezza dei cittadini e tutto questo aumenta esattamente nel momento in cui da un lato, la politica, la sinistra, e dall'altro lato la Corte costituzionale e alcune magistrature hanno smontato i provvedimenti di sicurezza varati dalla Lega Nord e varati dai Governi di centrodestra.
  Voi, smantellando la Bossi-Fini e smantellando la Fini-Giovanardi sulle droghe, avete creato un principio, un principio tale per cui lo spacciatore, che dovrebbe e deve stare in carcere – e ai sensi delle nostre leggi in carcere ci andava –, oggi è in libertà. Se dobbiamo scegliere se avere lo spacciatore libero per strada o avere lo spacciatore in carcere, noi vogliamo che lo spacciatore stia in carcere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) e stia dietro alle sbarre per tutelare i nostri giovani e per tutelare la nostra società. Non abbiamo dubbi da che parte stare ! Non abbiamo dubbi su quale tipo di società noi vogliamo !
  Noi vogliamo la società in cui, chi commette il reato, se è previsto il carcere, la pena la deve scontare in carcere ! Noi vogliamo che, per chi commette i reati di particolare gravità sociale, questi reati vengano scontati all'interno delle carceri. Quindi lo rivendichiamo: rivendichiamo con estremo orgoglio le misure di sicurezza che sono state approvate e che voi state smantellando con conseguenze nefaste che oggi vengono scaricate sui cittadini.
  Oggi i cittadini sono meno sicuri, oggi la sicurezza dei cittadini e l'ordine pubblico nelle nostre strade viene messo a repentaglio per colpa vostra, per colpa della sinistra, per colpa del Governo, per colpa di quelle forze politiche che hanno più attenzione per i criminali e se ne fregano, invece, dei cittadini comuni che i reati li subiscono.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colleghi, mi spiace che un argomento così importante venga trascurato, perché non parla di favori a delinquenti.
  In realtà la presenza del magistrato di sorveglianza rappresenta una grande conquista di civiltà, perché ha iniziato un percorso di presenza forte della giustizia nelle carceri. Oggi, invece, il Governo, con una serie di provvedimenti, sta scaricando completamente ogni forma di responsabilità Pag. 36su quei pochi magistrati di sorveglianza. Ovviamente, se il magistrato di sorveglianza è oberato da esigenze e incombenze burocratiche, non può svolgere appieno quel ruolo invece sacrosanto, che dovrebbe svolgere, di garantire la presenza della giustizia e della legge all'interno del carcere, di seguire il percorso reale della vita. Vorrei che qualcuno di sinistra, magari dicesse anche lui che la presenza del magistrato di sorveglianza garantisce (Il deputato Melilla espone un cartello recante la scritta: «Gaza è sola»)...

  PRESIDENTE. Attenda un attimo, scusi, onorevole Cirielli. Onorevole Melilla, gentilmente, può togliere il cartello ? La ringrazio. Prego, onorevole Cirielli.

  EDMONDO CIRIELLI. ... la presenza del magistrato di sorveglianza impedisce che il carcere sia un luogo disumano e degradante.
  Allora, siamo di fronte ad un Governo che prevede una norma secondo cui ci devono essere dei volontari, non retribuiti, all'interno del carcere che aiutino il magistrato di sorveglianza ? Perché voi, oggi, gli aumentate il carico di lavoro. Veramente, altro che il fallimento di cui parlava l'onorevole Sannicandro, siamo di fronte ad una bancarotta fraudolenta ! Allora io credo che il Governo dovrebbe prevedere risorse per rendere il carcere un luogo più umano, un luogo di risocializzazione, un luogo dove gli operatori di giustizia, per primi i magistrati di sorveglianza, possano usufruire di collaboratori pagati, dando anche l'occasione a tanti giovani laureati in scienze sociali di potere dare un contributo reale a rendere la nostra società più civile.
  Invece, in questo provvedimento, ancora una volta, non si mette un euro per rendere il carcere migliore e funzionale alla rieducazione – quindi, a un reinserimento – e, quindi, per rendere meno pericolosi i delinquenti quando finiscono di scontare le pene.
  Invece, riducete le pene e pagate i delinquenti per una detenzione disumana che dipende dalla vostra incapacità, dalla vostra miopia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, visto che il collega Cirielli sollecitava alle sinistre la figura del magistrato di sorveglianza, credo che questo comma 2 dell'articolo 1, che, invece, i colleghi della Lega chiedono di sopprimere, sia un buon intervento legislativo. Non è un caso che risponda a quella logica che ho cercato di spiegare, per cui questo è complessivamente un buon provvedimento del Governo peggiorato dal Parlamento, da questa Camera. Tanto è vero che, per fortuna, non abbiamo messo mano a questo comma 2, che è rimasto tal quale. Quindi, sicuramente c’è un giudizio positivo e, quindi, non può che essere negativa l'idea di qualcuno che lo vuole sopprimere.
  Ma io penso che in questo caso si stiano confrontando visioni ideologiche – questo è chiaro – molto diverse, che però rispondono anche a una valutazione degli effetti che poi quelle ideologie producono nel concreto sul piano della legislazione. Da una parte, c’è il far west e, dall'altra parte, lo Stato di diritto. Quando io più volte cito i colleghi dell’«impiccalo più in alto» faccio riferimento esattamente a quello. Infatti, il collega Molteni giustamente diceva che lo spacciatore di droghe deve stare in galera. Io aggiungerei lo spacciatore di droghe pesanti, perché penso che quelle leggere dovrebbe essere lo Stato, la Repubblica italiana a regolamentarle, esattamente come in altri Stati del mondo si va via via facendo.
  Però, se è vero che lo spacciatore di droghe pesanti dovrebbe stare in galera, è anche vero che gli spacciatori di balle dovrebbero subire una qualche sanzione. Non gli auguro il carcere, ma stiamo andando verso un insieme di istituti sostitutivi. Infatti, va chiarito, colleghi della Lega, che anche il capitano Schettino era molto fiero della rotta presa dalla nave e che anche il capitano Schettino è tutt'oggi convinto che ha salvato molte vite, ma così non è nella realtà.Pag. 37
  Con quei provvedimenti che vengono orgogliosamente rivendicati si è fatto un gran danno: si sono moltiplicate le vittime dei reati e i reati ovviamente. Per questo io credo che i colleghi dovrebbero, invece, porsi una mano sulla coscienza e una mano sul portafoglio e rispondere in solido con lo Stato dei danni alle vittime dei reati. Questo forse sarebbe un ripensamento di quindici anni, di quattordici anni di follia, dicevo, panpenalistica, ma chiamiamola soltanto follia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, dopo le cavolate che ho appena sentito dal collega Daniele Farina, lo prego veramente di non accusarci più di strumentalizzazione, perché veramente sarebbe una cosa insopportabile dopo aver paragonato la nostra condotta a quella di Schettino.
  Direi un'ultima cosa. In considerazione del suo intervento di prima, quello su cui volevo intervenire, quando lui ha proposto di aprire le sedi della Lega Nord per accogliere tutti i delinquenti che noi avevamo mandato in galera perché spacciavano o perché li abbiamo condannati a una vita degradata in carcere, allora sulla stessa falsariga, sul suo stesso pensiero, io lo invito ad aprire tutte le sedi dell'ex Partito Comunista o del sedicente SEL, se ancora è rimasto in vita, per accogliere tutte quelle persone che, invece, dovranno riaccogliere a casa ai domiciliari magari un padre che maltrattava i figli o che maltrattava la moglie.

  PRESIDENTE. Onorevole Prataviera, a riparo della svista di prima le ho dato 8 secondi in più.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, intervengo solo per dire che l'ultimo delirio del collega Daniele Farina non può rimanere senza risposta e mi ha quasi convinto.
  Ci chiede di risarcire, noi, gli eventuali danni di quelli che sono stati associati alle patrie galere per effetto delle leggi giuste che abbiamo approvato negli anni passati.
  Sono quasi disposto a starci, onorevole Farina, a condizione che lei, personalmente lei, con il suo patrimonio presente e futuro, sia in grado di dare soddisfazione, reintegro ed indennizzo alle tante vittime dei drogati che lei tanto difende, che, per finanziarsi la dose, hanno scippato, hanno rapinato, hanno picchiato ed hanno creato dolore a tante, tante vittime, anche nella sua, nella mia, nella nostra città. E taccio, per carità di patria, ulteriori dettagli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, per la prima volta mi sono sentito associare ad uno spacciatore di droga pesante ed ho visto in questa associazione la volontà, quasi, di dire che, nei confronti della società, esponenti del centrodestra qui presenti e gli spacciatori di droga pesante hanno più o meno le stesse responsabilità.
  Io posso capire l'ideologia, posso capire che anche ascoltare non Radio Padania Libera, ma Radio Onda d'urto o frequentare gli ambienti da cui Radio Onda d'urto viene trasmessa possa portare anche a dire una cosa così, però veramente, onorevole Farina, io non so come veda lei lo spacciatore di droga pesante. Secondo me lo spacciatore di droga pesante è un delinquente, è un vergognoso esponente non della società, ma del peggio della società, che secondo me in carcere non dovrebbe solo restarci, ma possibilmente anche morirci.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

Pag. 38

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, se non sbaglio siamo all'emendamento Molteni 1.75, è giusto ?

  PRESIDENTE. Non sbaglia.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Perché voglio stare sempre al tema.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Sannicandro, lei è sempre gradito alla Presidenza.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Non vorrei collaborare a «svolazzare», come stiamo facendo oggi, da tutte le parti. Sopprimere il comma 2: se ho capito bene, il comma 2 sarebbe quello in cui si stabilisce che il giudice di sorveglianza possa avvalersi di assistenti volontari. Ora io credo che, se vogliamo dare effettività a questa pur modesta misura chiamiamola riformatrice, sarebbe bene, data l'eccezionalità del momento, perché si tratta di impedire che migliaia di cause si facciano, pertanto si prevede che si possa ricorrere al giudice per avere il ristoro della situazione pregiudizievole che si vive...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Sannicandro. Prego.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Allora, se volessimo dare effettività a questo spirito, allo spirito che anima questa legge, sarebbe bene proporre non il volontariato, ma che ci fossero delle assunzioni a tempo determinato almeno, perché gli uffici giudiziari possano smaltire quello che si dovrebbe prevedere come un lavoro straordinario che si profila.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 1.75, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco ? Ferrara ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  453   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato   24    
    Hanno votato no  429    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Zardini e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Ferraresi 2.1, Molteni 2.2 e Cirielli 2.200.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, noi stiamo cercando di porre riparo ad una situazione difficile, critica, sanzionata dalla giustizia europea. Ogni volta si cerca di tirare in ballo qui, da parte di qualcuno, la sinistra responsabile di questo sfascio. Ora io non voglio ripercorrere la storia, come è già stato fatto dalla collega Morani, di chi ha gestito l'importante Dicastero perché altrimenti parteciperei ad un tentativo di rissa che si vuole suscitare qua dentro. Però una cosa voglio dirla da persona che qui non c'era: ma non è che, ad un certo punto, sono stati i marziani a creare questo problema ? L'avrà pur creato qualcheduno e allora cerchiamo di essere più modesti e di affrontare il problema per quello che è.
  Noi abbiamo migliaia e migliaia di cittadini o con condanne definitive oppure in attesa di giudizio che si trovano a vivere nel carcere una condizione disumana. Questo è certificato e noi siamo obbligati a dare una soluzione al problema. E dobbiamo essere rigorosi e severi con questo Governo perché il problema lo sta fronteggiando, come è stato detto, con dei tamponi e non in modo radicale e organico. Pag. 39Gli innumerevoli, devo dire a questo punto, provvedimenti che si stanno adottando dimostrano che si agisce alla giornata e questo non è degno di un Governo che vuole apparire come riformatore. Ora qui non si può dire che in attesa delle riforme strutturali, in attesa dell'attuazione del piano carceri, noi non facciamo nulla. È come se ad un certo punto, in attesa di portare in ospedale un incidentato investito su una strada, in attesa di far questo, non gli facciamo neanche un tampone. Perché questo in soldoni è il problema che abbiamo davanti. In attesa delle riforme strutturali la Corte di giustizia europea ci chiede di intervenire con provvedimenti preventivi e provvedimenti anche satisfattivi. Stiamo in questa logica ma ci stiamo però in modo molto ma molto modesto e adottando strumentazioni che non sono del tutto adeguate allo scopo. Servono soltanto ad evitare che migliaia e migliaia di cause vadano in porto e che lo Stato italiano venga sanzionato con l'esborso di centinaia di migliaia di euro. Questa è tutta la questione. Ora evocare tutte le problematiche credo che sia molto, ma molto fuori posto. Noi siamo dell'opinione che il Governo sta facendo in questo caso quello che può fare o, meglio, fa molto meno di quello che potrebbe fare ma, come ho già detto, ad un infortunato si porta soccorso anche se in attesa dell'autoambulanza che lo porti in ospedale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, questa è una norma transitoria che ha una funzione precisa che è quella di estendere il più possibile la platea dei soggetti che possono esercitare l'azione di reclamo ai fini della possibilità di potersi vedere riconosciuto il rimborso. Ci sono due principi folli, a mio avviso, in questo articolo 2 ed è il motivo per il quale presentiamo l'emendamento soppressivo dell'intero articolo.
  La prima follia è quella che viene consentito a chi è già uscito dal carcere e, quindi, ha già scontato la pena e quindi ha già beneficiato di tutta una serie di benefici come, ad esempio, la liberazione anticipata normale e la liberazione anticipata speciale (quella dei 45 trasformati a 75 giorni) e quindi ha già avuto tutta una serie di benefici, tutta una serie di premi, tutta una serie di bonus, anche a chi è uscito dal carcere viene consentito, entro sei mesi dall'entrata in vigore del decreto-legge, di poter presentare la domanda per il rimborso degli 8 euro.
  L'altra follia, a mio avviso ancora più grave, è che la possibilità di presentare la domanda ex articolo 35 per vedersi riconosciuto il rimborso degli 8 euro viene concessa anche a coloro che hanno già presentato la stessa domanda presso la Corte europea dei diritti dell'uomo e quest'ultima l'ha dichiarata irricevibile, quindi inammissibile e, pertanto, senza che sia stato riscontrato il grado di disumanità e di trattamento disumano all'interno delle carceri, viene comunque consentita la possibilità di poter avanzare la richiesta presso una giurisdizione italiana per potersi vedere riconosciuto il famoso bonus di 8 euro.
  All'interno di una norma e all'interno di un principio – quello degli otto euro – già sbagliato e deprecabile di per sé, si applica e si introduce questa norma transitoria, che estende ulteriormente i diritti di coloro i quali hanno comunque commesso dei reati e hanno comunque beneficiato di tutta una serie di benefici che il sistema penitenziario, il sistema penale del nostro Paese già prevede a carico dei detenuti; citavo prima la liberazione anticipata speciale. Ma qualcuno si rende conto che precedentemente abbiamo votato un provvedimento in cui si dice a chi ha commesso un reato che, per ogni anno di carcere, può fare sette mesi in carcere e cinque mesi gli vengono abbuonati ?
  Allora, delle misure clemenziali, ingiuste ed ingiustificate, nei confronti di chi si è macchiato di reati, anche particolarmente gravi, sono già previste all'interno del nostro codice; dei premi e dei vantaggi ingiustificati, immeritati e immeritevoli, nei confronti di chi ha commesso reati Pag. 40sono già previsti, ad esempio, per mezzo della legge Gozzini: estendere ulteriormente la platea di chi può beneficiare di questi otto euro credo che sia una vergogna al cubo. Lo ripeto: sarebbe carino, sarebbe interessante che, da parte del Partito Democratico, una volta ogni tanto, ci fosse un'attenzione, non dico particolare, ma almeno minima nei confronti di chi i reati li subisce.
  Voglio far presente, lo dico pubblicamente, che c’è una proposta di legge della Lega depositata in Commissione giustizia, che ormai pende da illo tempore, in cui chiediamo, ad esempio, che coloro i quali vengono condannati per reati di particolare gravità sociale non possano accedere al beneficio del rito abbreviato, ovvero beneficiare dello sconto di pena di un terzo. Questa sarebbe una norma di giustizia nei confronti di chi i reati li subisce e sarebbe una norma di giustizia nei confronti delle famiglie di coloro i quali i reati li subiscono. Ovviamente, c’è il doppio binario da parte di questo Governo e di questa maggioranza, ovvero quello di dare attenzione unica ed esclusiva ai criminali e disinteressarsi, invece, di una proposta di legge di buon senso, che il Partito Democratico continua a ritenere irricevibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, vuole che indichi l'emendamento su cui stiamo discutendo ?

  PRESIDENTE. No, sono convinto che lei lo abbia approfondito.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie. Signor Presidente, qui siamo veramente al paradosso nell'abominio, perché l'articolo 2, che questi identici emendamenti si prefiggono di abrogare, istituisce addirittura il rimborso postumo, la paghetta postuma.
  Per far capire il livello di aberrazione di cui stiamo parlando, è come se, nella redazione della legge finanziaria, si introducesse una norma che consente la defiscalizzazione e, quindi, il vantaggio tributario per il cittadino che ha fatto un determinato tipo di investimento o che deve fare – rectius – un determinato tipo di investimento e, automaticamente, e si prevedesse che il beneficio fiscale, che, evidentemente, per la conservazione degli equilibri finanziari dello Stato avrebbe senso e vigore solo dal momento dell'approvazione in poi, venisse riconosciuto a tutti quelli che quell'investimento – la modifica di un impianto elettrico, la sostituzione degli infissi, qualunque tipo di spesa di ristrutturazione che, da un momento in poi, vedrebbe riconosciuto il vantaggio della defiscalizzazione –, quell'intervento, lo hanno fatto nel corso di anni passati.
  È di tutta evidenza, che una norma di questo genere non avrebbe i piedi per camminare; una norma di questo genere sarebbe considerata irricevibile dall'ufficio di presidenza di qualunque Commissione bilancio, rendendone impossibile anche solo la discussione in sede di valutazione, in Commissione e in Aula, della norma finanziaria all'interno della quale quell'emendamento venisse proposto.
  Qui, invece, nel silenzio generale dell'azionista di maggioranza di questo Governo, da cui ancora non abbiamo avuto parola su questo provvedimento da ieri ad oggi, nel silenzio generale del Partito Democratico, si dice addirittura che la paghetta ha effetto retroattivo per tutti quelli che, non si sa da quanto tempo, si ricordano, avendo scontato una pena in carcere, di aver avuto, chissà con quale forma di dimostrabilità della loro asserzione, una condizione giudicata scarsamente compatibile con i crismi della comodità.
  Una volta di più voglio rivolgermi ai colleghi del centrodestra, voglio rivolgermi ai colleghi e agli amici di Forza Italia per dire che se una cosa del genere – non è un caso – viene difesa strenuamente in quest'Aula non da tutta la maggioranza, ma solo ed esclusivamente dagli interventi difensivi da parte del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà, che pure della maggioranza, da un punto di vista di ortodossia Pag. 41numerica non dovrebbe fare parte, ebbene, allora dovreste farvi qualche domanda. Dovreste chiedervi come mai un provvedimento di questo genere nasce e viene difeso da chi si è formato politicamente nell’humus di alcune parole d'ordine che, insomma, sono quelle della proprietà che è un furto, sono quelle che uccidere l'avversario politico non era un reato in una determinata stagione, sono quelle per cui l'esproprio è proletario, sono quelle per cui quando si fa un delitto e magari ci scappa il morto (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), va bene, bisogna chiedersi perché il delinquente è stato posto nelle condizioni di arrivare a quel punto, non chiedersi in quale modo lo Stato debba risarcire la famiglia della vittima o in quale modo lo Stato debba impedire la ripetizione di quell'evento.
  Allora, mi chiedo se per davvero, gli amici che insieme a me sono in quest'Aula perché hanno ottenuto il voto di una vasta parte del popolo italiano che crede prima di tutto alla certezza della pena, alla giustizia del diritto, al riconoscimento della tutela della vittima e della famiglia della vittima, possono sommare ancora il loro voto agli epigoni di quella cultura per cui è diritto di ognuno compiere qualunque nefandezza, non è mai dovere di nessuno rispondere a delle regole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, tornando al merito delle proposte emendative, qui non solo retribuiamo i criminali, non solo non abbiamo la certezza che le misure che stiamo adottando, che state adottando, saranno risolutive ai fini della contestazione europea, ma addirittura andiamo oltre, andate oltre, ovvero consentite a chi è già soccombente rispetto alla Corte europea, per quanto riguarda eventuali risarcimenti, di poter accedere ai risarcimenti nel nostro Paese. Questo la dice lunga sullo stato di confusione in cui, oggi, versa questa maggioranza.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, è vero che poi si tace e si cerca di non alimentare un dibattito che molte volte non porta a un risultato concreto, però io credo che continuare a ripetere questioni fuori tema non dia una buona informazione. Qui è come se ci si volesse dimenticare che c’è una condanna dell'Italia, che certamente non ha guadagnato questa maggioranza, ma forse è il frutto del passato, perché la prima condanna è del 2009 ed è diventata irrevocabile nel 2013; quindi, evidentemente, c’è stato un percorso dell'Italia che è stato oggetto di valutazione. Allora, io parto solo da un dato storico: c’è una condanna che va eseguita, questa condanna prevede e richiede dei rimedi risarcitori. Questo articolo 2 che si vuole sopprimere, questa disposizione transitoria cerca di porre un freno alle migliaia di ricorsi che la Corte europea ha congelato, in attesa che l'Italia adottasse questo provvedimento e, quindi, prevedesse dei rimedi risarcitori, indennizzatori interni.
  Quindi tutto questo tende a questa finalità, che è la finalità proprio di riportare per i ricorsi all'interno della giurisdizione italiana, cercare di valutare il merito e quindi di evitare anche milioni di euro da dover sborsare da parte dell'Italia, quei milioni che, se si risparmiano da una parte perché c’è una valutazione più adeguata e diretta e anche più veloce, potranno essere dirottati anche a tutte quelle necessità di lavoro, di recupero, di sviluppo sociale e di sviluppo economico che noi tutti vogliamo. Quindi, credo che queste siano poche cose ben argomentate anche nella relazione a questo decreto. Poi, c’è chi viene qui a chiedere perché si dà questa possibilità anche a coloro che hanno presentato il ricorso. Perché ? Perché nel frattempo la Corte europea ha congelato la questione in attesa che noi ci mettiamo in regola, e se non ci mettiamo in regola ci saranno altre Pag. 42infrazioni. Io credo che ciò sia compito non solo della maggioranza, ma di tutto il Parlamento, perché è l'Italia, non la maggioranza. Credo che il silenzio molte volte non paghi, quindi un minimo di chiarimento, dal punto di vista istituzionale, per il ruolo che in questo momento ricopro, mi sento di darlo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Presidente, con il nostro emendamento cerchiamo di impedire l'ampliamento della platea di coloro i quali domani potranno chiedere, in virtù del vostro provvedimento, un risarcimento. Reiterate, con questo provvedimento, in particolare con questa parte del provvedimento, quell'atteggiamento negativo che era stato stigmatizzato dall'onorevole Damiano con le dichiarazioni che citavo prima. Domani i bipedi che si sono macchiati di gravi reati che voi avete depenalizzato potranno chiedere un risarcimento allo Stato. Noi invece crediamo che il risarcimento debba essere dovuto alle vittime di quei reati, che in uno Stato di diritto debba essere garantita la certezza della pena e che coloro i quali si macchiano anche di gravi reati rimangano dietro le sbarre.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferraresi 2.1, Molteni 2.2 e Cirielli 2.200, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Melilli, Dambruoso, Iacono, Artini, Speranza, Stumpo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  432   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato sì  107    
    Hanno votato no  325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Casati e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare e il deputato Zardini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Molteni 2.3.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento formulato dal relatore per la maggioranza.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, lo votiamo.

  PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, intervengo solo per chiarire che questa disposizione transitoria contenuta nell'articolo 2, contrariamente a quanto si fa intendere qui, non è una norma a favore di coloro i quali hanno subito un pregiudizio, ma nei limiti in cui lo spiegherò, è una norma contro.
  Mi spiego. Se questa norma non ci fosse, un cittadino detenuto che ha subito un trattamento inumano può fare causa, lamentando che la sua situazione, se è ancora detenuto, o la situazione in cui viveva quando era detenuto, ed oggi non lo è più, è tale da consentirgli un ristoro. Può andare indietro di quanto tempo ? Qui si apre il problema della esperibilità nel tempo dell'azione giudiziaria: un anno ? due anni ? tre anni ? cinque anni ? dieci anni ? La prescrizione, praticamente. Qui sfugge che sta scritto che coloro i quali lamentano di essere stati costretti in una situazione di violazione dell'articolo 3 della Convenzione dei diritti umani possono agire a pena di decadenza entro sei mesi ! Il che significa che non può fare più Pag. 43la letterina alla controparte, la bella raccomandata per interrompere i termini prescrizionali: deve per forza entro sei mesi agire in giudizio – agire in questo caso in giudizio nel senso in cui qui è stabilito –, altrimenti perde il diritto.
  E non è neanche vero che si consente di agire a tutti coloro i quali hanno già proposto azione presso la giustizia europea, perché dice qui «qualora non sia pervenuta una decisione sulla ricevibilità da parte della predetta Corte». Quindi se c’è stata già una decisione, praticamente è preclusiva; se la decisione non c’è, allora si tratta di trasportare nel foro interno ciò che prima stava nel foro esterno, perché l'Europa ci dice: non scaricate su di noi i problemi vostri !
  Questo è accaduto già con la legge Pinto. Perché abbiamo una legge, che si chiama Pinto dal proponente, una legge italiana ? Perché prima della legge Pinto per il diniego di giustizia, nel senso che nel processo la sentenza arrivava dopo dieci anni, si agiva in sede europea ! E ad un certo punto fu detto: fatevi la legge per conto vostro, perché noi non vi sopportiamo più ! Da qui nasce la legge Pinto; e da qui nasce questa norma, che stiamo facendo oggi. A pena, ripeto, di decadenza, non più a termini di prescrizione: è una frasetta che è stata inserita, ma che ha un significato pesante !
  È stata già utilizzata ampiamente dai Governi italiani, specialmente contro i pensionati, contro i lavoratori. Prima un lavoratore che riceveva una pensione sbagliata, un pensionato, poteva agire in giudizio nell'ambito di dieci anni. Tre anni fa hanno fatto una leggina in cui hanno scritto che puoi agire nell'arco di tre anni a pena di decadenza, si badi bene ! E lo stesso è stato fatto per la disoccupazione, per la maternità e per tutte le altre prestazioni temporanee, dove il termine è stato ricondotto a poco a poco da cinque anni a un anno: non è più prescrizionale ma è un termine decadenziale, cioè o ti metti l'avvocato oppure sei finito per sempre. Soprattutto è una cosa grave per quanto riguarda le pensioni: se tu ricevi una pensione sbagliata, prima avevi dieci anni di tempo per agire in giudizio, o meglio per decidere di andare in giudizio; oggi invece non lo puoi fare più, ti devi mettere per forza l'avvocato. Questa norma sta nella stessa logica ! Quindi stiamo attenti prima di dire che è una norma a favore di tutti indiscriminatamente, e che agevola l'esercizio del diritto da parte dei detenuti.

  PRESIDENTE. Onorevole Palese !
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 2.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nel frattempo, poiché alcuni colleghi sono venuti a chiedere informazioni sull'andamento dei nostri lavori, sono lieto di informarvi che proseguiremo nelle votazioni fino alle ore 14, che poi sospenderemo e riprenderemo, dopo il question time, alle 16 con le votazioni sul medesimo provvedimento.
  Russo, Chaouki, Gianni Farina...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  423   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no    322.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Zardini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e i deputati Argentin e Oliverio hanno segnalato che non sono riusciti a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 2.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

Pag. 44

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, io seguo il ragionamento che ha fatto il collega Sannicandro e tento di ragionare all'interno dell'Aula con il relatore di maggioranza, con il Governo e con i colleghi per capire che cosa sta accadendo e cosa potrebbe accadere. Allora, il dato di partenza è che noi abbiamo depositato presso la Corte europea dei diritti dell'uomo 7 mila ricorsi. Stando al ragionamento fatto dal Governo con questo decreto, si dice che i 7 mila ricorsi vengono sterilizzati nel momento in cui il Governo italiano decide di applicare una procedura interna compensativa, e sono gli 8 euro. Andando a guardare la relazione che accompagna il decreto, noi vediamo che dei 7 mila ricorsi che sono stati presentati e che sono sterilizzati e accantonati, noi ne portiamo sostanzialmente in pancia, nell'ordinamento italiano, 3.500. Di questi 3.500 ci viene detto: una parte di questi 3.500 ricorsi vengono «pagati» con il 10 per cento – ogni dieci giorni uno di sconto – e sono circa 400, numero assolutamente approssimativo e discrezionale presentato dal Governo. Ne rimangono 3.100, quei 3.100 li compensiamo con il rimborso degli 8 euro. Calcolato su 540 giorni – e io francamente non ho ancora capito i 540 giorni da dove escono – il problema, collega Sannicandro, è che ne rimangono altri 3.500, stante quelli attualmente pendenti e con la possibilità che nel frattempo altri ricorsi possano essere azionati presso la Corte europea dei diritti dell'uomo e altri ricorsi con l'articolo 2 della norma transitoria, potrebbero essere attivati presso l'ordinamento interno. Allora io chiedo, rispetto agli altri 3.500 ricorsi già pendenti, non ancora esaminati, probabilmente ammissibili e ricevibili da parte della Corte europea, che noi ci dovremmo portare in pancia, rispetto a questi 3.500 ricorsi che non sono stati portati con la procedura interna all'interno dell'ordinamento italiano, cosa succede ? Dovremo pagare anche questi per non creare un rapporto di disuguaglianza e ingiustizia rispetto ai 3.500 che stiamo pagando, oppure no ?
  E rispetto ad altri possibili ricorsi che la norma transitoria consente – perché, caro collega Sannicandro, il comma 2 dell'articolo 2 dice che i detenuti e gli internati che abbiano già presentato ricorso alla Corte europea possono presentare domanda ai sensi dell'articolo 35, quindi portandoli internamente al sistema giurisdizionale italiano – quindi, coloro che hanno già fatto ricorso, lo possono fare anche nel nostro ordinamento – e anche nel caso non sia intervenuta una decisione sulla ricevibilità del ricorso da parte della predetta Corte, ecco che quelli che hanno già fatto ricorso presso l'Europa, il cui ricorso è stato dichiarato inammissibile o irricevibile – e quindi anche nel caso sia stata data una valutazione di non congruità rispetto alla disumanità riscontrata o non riscontrata – lo possono presentare all'interno del nostro ordinamento. Io credo che debba essere fatta chiarezza, non solo su quelli che vengono pagati ma soprattutto su quelli che non sono ancora stati pagati, che potenzialmente potrebbero essere pagati e che porterebbero lo Stato italiano e quindi i cittadini italiani, a un esborso ulteriore di 20 euro, tant’è che, Presidente...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  NICOLA MOLTENI. Poi concludo e non parlo più...

  PRESIDENTE. Assolutamente, onorevole Molteni, perché non dovrebbe parlare più ? Ha solo 50 secondi adesso, ma ci sono altri 60 emendamenti per cinque minuti, abbiamo davanti a noi un'autostrada di tempo !

  NICOLA MOLTENI. Era uno scampanellio preventivo, visto che stiamo parlando di carcerazione preventiva. Quindi io credo che basterebbe andare a leggersi il parere della Commissione bilancio e la relazione introduttiva al parere della Commissione bilancio, per vedere che si confermano i nostri dubbi. Quindi, vorrei che i miei dubbi diventassero i dubbi della Presidente, del relatore, del Governo e magari di tutta l'Aula.

Pag. 45

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Molteni. Vediamo intanto se sono i dubbi del collega Daniele Farina che ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto dopo di lei. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, collega Molteni, io credo che il Governo, cioè non il Governo ma la maggioranza parlamentare, i dubbi li abbia già colti tutti, e quindi non capisco neanche questo infervorarsi. Noi ci infervoriamo ma non capisco perché il suo partito ed altri hanno questa reazione di fronte a questo provvedimento, perché io continuo a dire che un buon provvedimento del Governo è diventato un cattivo, un mediocre provvedimento parlamentare. Quando arriveremo agli emendamenti all'articolo 8, in cui ce n’è anche uno a firma mia e del collega Sannicandro, si capirà il perché. Semplicemente perché noi chiediamo umilmente a questa Aula, proponiamo insomma che si torni al testo del Governo e non a quella validato dalla Commissione, perché quello validato dalla Commissione è il frutto del solito accordo tra maggioranza e opposizioni per il quale il provvedimento che sarebbe esteso erga omnes con il magistrato eventualmente a decidere se applicarlo o meno ad alcune categorie di reati, viene trasformato in un'altra cosa. Si prende l'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, quello del 1975, lo si applica per intero e poi vi si aggiunge anche dell'altro dando tassatività a ciò che forse sarebbe meglio rimanesse nella facoltà, nella potestà del magistrato.
  Perché poi si dice, se questa è la via del ragionamento, e si fanno ragionamenti come quello ascoltato poco fa, secondo cui si rimarrebbe nella fattispecie della liberazione anticipata speciale (che non è in questo provvedimento, se qualcuno non ci fosse arrivato, ma era nel precedente decreto), con lo stesso procedimento si prende l'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario e non si da più al magistrato la discrezionalità. Altro accordo fra maggioranza e opposizione.
  Liberazione anticipata speciale: la si continua a ricordare, dimenticando però che la liberazione anticipata nel numero di 90 giorni esiste già e quindi semmai parlavamo di 30 giorni aggiuntivi ogni sei mesi. Ma perché esiste la liberazione anticipata ? Perché nel 1975 e poi nel 1986 con Gozzini, la situazione nelle carceri aveva quelle caratteristiche che anche dal punto di vista dell'immaginario collettivo tutti ricordiamo, almeno quelli che hanno studiato un poco o l'hanno vissuta, per avere più anni, con quei detenuti arrampicati sulle carceri del Paese a «stegolare»: questo è stato il motivo per cui si è introdotta la liberazione anticipata speciale, per, in qualche modo, riportare l'ordine pubblico nelle carceri. È un dispositivo, quello che fu introdotto allora, altro che una norma di legge, un vero e proprio dispositivo.
  Perché mi accaloro ? Perché credo di essere uno dei pochi che conosce sia il carcere sia la tortura, certo, reati di lotte, ma non è che il carcere e la tortura cambiano perché sono applicati a diciamo altre tipologie di reati o alle lotte sociali. Quindi mi scaldo quando sento le cose false e quando si prendono con leggerezza alcune tematiche.
  Al collega Prataviera dico: si legga bene il verbale, perché io ho detto che sono le vittime del reato che dovrebbero fare la coda davanti alle sedi della Lega, non gli autori del reato, ho semplicemente detto questo.
  Sul resto Presidente, quando arriveremo all'articolo 8 penso che si capirà quale è il perché del fatto che Sinistra Ecologia Libertà stavolta non ha assolutamente intenzione di permettere che si faccia un accordo, che lo si porti in Commissione e, come se fosse niente, si ripresentano tutti gli emendamenti in Aula, si fa lo show per Radio Padania e avanti così. E allora andiamo avanti fino in fondo, altro che diretta televisiva (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 2.8, con il parere contrario Pag. 46della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Sannicandro, le chiedo di aiutare il Presidente, nel senso che il Presidente ha avuto prima modo di chiedere di togliere dei cartelli a dei suoi colleghi in cui c'era una scritta piena. Adesso ne è rimasto uno solo, con la scritta «sòla» sullo scranno del suo capogruppo. Poi, quando inquadrano non è carino. Quindi, se lei lo leva... ecco, perfetto. Hanno votato tutti ? Ci siamo, colleghi ? Nizzi non riesce a votare; ha votato. Onorevole Magorno, è riuscito; Gallinella quasi. Carloni, Piazzoni. Ci siamo tutti ? Direi di sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  390   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no    295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Molteni 2.10 e Cirielli 2.202, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Agostino, Magorno, Gribaudo. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  388   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no    292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Carnevali e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 2.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cimmino ha votato. Hanno votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  392   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no    296.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 2.18.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, siamo ormai agli emendamenti conclusivi riferiti all'articolo 1 e all'articolo 2 che rappresentano, insieme all'articolo 8, la parte peggiore di questo decreto, arrivando a trarre delle conclusioni rispetto al dibattito parlamentare. Poi vi sono altri articoli, Pag. 47fino all'articolo 8 che sarà poi oggetto di ulteriore scontro con i colleghi – scontro politico, ovviamente – che sostengono invece la bontà di questo articolo.
  Credo che sia opportuno trarre delle conclusioni, ovviamente con riferimento all'emendamento con cui andiamo a sopprimere il comma 4. Quindi, è evidente che noi vogliamo scardinare questo articolo 2; l'abbiamo fatto con l'articolo 1 e arriviamo a trarre delle conclusioni rispetto a questa prima parte del decreto che per noi rappresenta la parte peggiore e che ci ha portato, appunto, a definire questo decreto come il peggior decreto «svuota carceri» che sia stato approvato in questi ultimi due anni.
  Io credo che sia per il rispetto, non solo verso quelle persone che ci ascoltano su Radio Padania – e ovviamente ringrazio il collega Daniele Farina, che continua a fare pubblicità gratuita a Radio Padania e lo invito a continuare con questa pubblicità – ma anche per rispetto di quei cittadini che anche su altre radio, o per televisione, stanno seguendo questo dibattito e tramite sms e tramite i vari strumenti di comunicazione ci invitano a proseguire in questa battaglia.
  È una battaglia di giustizia, soprattutto nei confronti di chi, all'esito della approvazione di questo decreto, non avrà la fortuna, non avrà il beneficio di poter godere degli 8 euro al giorno per un anno e mezzo. Oggi ci sono tanti disoccupati, ci sono tanti cassintegrati, ci sono tanti esodati che ci stanno scrivendo e che non capiscono il motivo per cui il Governo, che dovrebbe aiutare i deboli, che dovrebbe aiutare i bisognosi, che dovrebbe aiutare quei dieci milioni di cittadini che vivono sotto la soglia di povertà, anziché avere un'attenzione per tali problemi, dia questi 8 euro, che sono 240 euro al mese. Ci sono tanti pensionati che ci stanno scrivendo, che prendono 420 euro di pensione o ci sono tanti invalidi civili che prendono un accompagnamento addirittura inferiore rispetto ai 240 euro al mese che voi state garantendo ai criminali. Ci sono tutti questi cittadini italiani che voi non rappresentate, che oggi voi non state rappresentando, che oggi voi non state tutelando, che oggi voi non state salvaguardando, che si chiedono il motivo per cui il Governo e la maggioranza, la sinistra, e in parte anche la destra, ad eccezion fatta ovviamente della Lega e di Fratelli d'Italia, continuano a reiterare questa volontà di difendere i criminali, continuano con questo atteggiamento politico di difesa, di aiuto e di sostegno nei confronti di chi si è macchiato di reati anche particolarmente gravi ed odiosi nei confronti della società. Noi a queste persone abbiamo risposto con un'opposizione ai limiti dell'ostruzionismo, nel rispetto delle regole, nel rispetto della democrazia parlamentare, democrazia parlamentare che ormai sta andando a farsi benedire, facendo quanto è nella nostra capacità. Noi siamo in diciotto e in diciotto abbiamo detto quello e abbiamo sostenuto quei valori che la gente italiana, che i 60 milioni di cittadini italiani che non sono in carcere oggi, vorrebbero farsi dire dal Governo, ma che il Governo non dice, perché pensa invece ai 60 mila criminali che in carcere stanno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 2.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sandra Savino, Tidei, Garofani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  382   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no    287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 48

  Colleghi, se siete d'accordo, mancano due voti per concludere l'articolo 2. Se non vi sono richieste di intervento, potremmo chiudere l'articolo 2, così riprendiamo alle 16 con l'articolo 3.
  Se non vi sono obiezioni – mi pare di no – indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 2.19, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Franco Bordo, D'Agostino, Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  382   
   Votanti  380   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no    287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 2.23, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Agostino, Magorno, Culotta, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  386   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   21    
    Hanno votato no    365.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Come preannunziato, sospendo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16, dopo lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, che avrà luogo dalle ore 15.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 22 luglio 2014, il presidente del gruppo parlamentare Lega Nord e Autonomie ha reso noto che in data 16 luglio 2014 il deputato Roberto Simonetti è stato eletto tesoriere del gruppo in sostituzione del deputato Nicola Molteni, dimissionario.

  La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della difesa, il Ministro della giustizia e il Ministro dell'interno.

(Problematiche riguardanti il personale civile del Comando NATO di Lago Patria (Napoli) – n. 3-00962)

  PRESIDENTE. Il deputato Taglialatela ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00962, concernente problematiche riguardanti il personale civile del Pag. 49Comando NATO di Lago Patria (Napoli) (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, la base NATO di Napoli è stata recentemente spostata e il problema relativo ai dipendenti civili, ed è un problema che non riguarda solo la base NATO di Napoli, non è ancora stato risolto. Vi è una possibilità, entro il 1o di settembre, per effetto di un accordo raggiunto tra i Paesi aderenti alla NATO e tutte le nazioni che ospitano le basi, di un accordo, affinché il costo del personale, per quello che riguarda soprattutto le attività di manutenzione degli impianti, venga diviso al 50 per cento. Ciò eviterebbe il licenziamento di circa 90 dipendenti...

  PRESIDENTE. Concluda.

  MARCELLO TAGLIALATELA. ...che, ovviamente, hanno acquisito nel corso del tempo una notevolissima esperienza professionale, dato che hanno almeno dieci anni di esperienza specifica lavorativa nel settore.
  Quindi, chiedo al Ministro cosa il Governo intenda fare, entro il 1o di settembre, per utilizzare l'accordo che consentirebbe, con un risparmio del 50 per cento, le attività in questione.

  PRESIDENTE. La Ministra della difesa, Pinotti, ha facoltà di rispondere.

  ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa. Signor Presidente, la questione riguardante il personale civile italiano impiegato presso la base NATO di Lago Patria a Napoli è ben nota, ed è all'attenzione mia personale, del Dicastero e del Governo. Infatti, contestualmente alla riforma che ha determinato il futuro assetto della struttura di Comando dell'Alleanza, è stata definita una nuova politica che mira a ridurre i costi, trasferendo parte di essi alle nazioni ospitanti. In tale quadro, la programmazione, richiamata nell'atto, è stata elaborata dalla NATO nell'ambito delle misure di contenimento della spesa e prevede che lo Stato ospitante si faccia carico dell'onere della manutenzione delle basi ovvero, in alternativa, di una percentuale del costo del personale impiegato in funzioni di supporto.
  In particolare, la proposta per Lago Patria riguarda i 62 lavoratori, cui fa riferimento l'interrogante, assunti localmente dalla NATO e prevede la possibilità di continuare a svolgere le attività di manutenzione, utilizzando gli stessi lavoratori, ma con un rimborso dei costi da parte del nostro Paese. Per questi dipendenti si era paventato il rischio di licenziamento, come lei aveva detto. Pur trattandosi di personale non dipendente, per scongiurare tale eventualità, su mia espressa sollecitazione, la Difesa, pur nelle ristrettezze di bilancio e benché si tratti di rapporto di lavoro estraneo all'amministrazione, sta ponendo in essere ogni azione a tutela dei lavoratori interessati. Nell'immediato la Difesa intende farsi carico di una percentuale opportunamente ridotta a seguito della rinegoziazione già intrapresa degli oneri di contribuzione dei citati lavoratori al fine di salvaguardarne la posizione lavorativa. Quindi, se ne esclude il licenziamento adesso e li stiamo salvaguardando, in fase transitoria, mettendo nostre risorse. Vi saranno, poi, così modi e tempi per procedere nella ricerca di una definitiva soluzione della problematica, anche promuovendo, se necessario e possibile, la riattualizzazione della legge n. 98 del 1971 recante «Provvidenze per il personale dipendente da organismi militari operanti nel territorio nazionale nell'ambito della Comunità atlantica» nell'ambito della legge di stabilità per il 2015 o in un altro veicolo legislativo.

  PRESIDENTE. Il deputato Taglialatela ha facoltà di replicare.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Ministro, accolgo con soddisfazione le sue parole e le trovo rassicuranti circa l'immediato intervento del Governo per scongiurare che ci siano altri 62 licenziati, quindi senza lavoro. Mi permetto di sottolineare Pag. 50che in altre nazioni europee che ospitano basi NATO questo accordo è già stato raggiunto, cioè la ripartizione del 50 per cento delle spese tra la nazione ospitante e la NATO. Quindi, si tratta, sostanzialmente, di fare in modo che il Governo acceleri nel percorso che ha già intrapreso verso la decisione di accogliere quello che – lo ripeto – in altre nazioni europee che ospitano basi NATO è già stato deciso.
  Del resto, si tratta di personale di alta specializzazione. Sono 62 lavoratori, ma il personale civile della base NATO di Napoli era circa di 100 unità. Alcune al momento non sono ancora state raggiunte da alcun tipo di comunicazione, ma è evidente che la soluzione relativa ai primi 62 sarà un'ottima notizia, anche a dimostrazione del fatto che l'Italia non vuole stare un passo indietro rispetto alle altre nazioni europee che ospitano basi NATO e che hanno già trovato un accordo per la ripartizione dei costi.

(Iniziative, anche presso gli altri Paesi della NATO, volte a sospendere la cooperazione militare con Israele – n. 3-00963)

  PRESIDENTE. Il deputato Carlo Sibilia ha facoltà di illustrare per un minuto l'interrogazione Manlio Di Stefano n. 3-00963, concernente iniziative, anche presso gli altri Paesi della NATO, volte a sospendere la cooperazione militare con Israele (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, signor Ministro, da giorni si assiste ad un’escalation militare e all'occupazione israeliana dei territori palestinesi, che purtroppo ha già causato la morte di oltre 600 palestinesi – secondo le stime, un terzo sono donne e bambini – e 15 militari israeliani.
  È noto che il nostro Paese è il maggior esportatore dell'Unione europea di sistemi militari e di armi leggere verso Israele. In percentuale, oltre il 41 per cento degli armamenti regolarmente esportati dall'Europa verso Israele sono italiani, in deroga a quanto prevede la nostra legge n. 185 del 1990, che ci proibisce di fare accordi militari con un Paese che o è implicato in conflitti o che viola i diritti umani.
  A nostro parere, il fatto che l'Italia venda sistemi d'arma a una delle due parti in conflitto è una situazione che non può essere tollerata. Vogliamo chiedere se non ritenga urgente, con il fine di far recedere Israele dal proseguire la sanguinosa offensiva nella Striscia di Gaza, sospendere la cooperazione militare da e con Israele e proporre tale immediata sospensione anche agli altri Paesi della NATO, al fine di contribuire allo stop al conflitto.

  PRESIDENTE. La Ministra della difesa, Pinotti, ha facoltà di rispondere.

  ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa. Signor Presidente, rispondo per conto della mia collega Federica Mogherini, Ministro degli affari esteri, perché questa è materia di sua competenza, ma, essendo lei all'estero, sono io qui a rispondere sulla base delle sue determinazioni.
  L'Italia è da sempre sensibile alle esigenze di sicurezza di Israele, tanto più nell'attuale instabile quadro geopolitico regionale, caratterizzato da forti convulsioni, che mettono drammaticamente a rischio la stabilità dei Paesi confinanti. È, peraltro, chiaro che il soddisfacimento duraturo di tali esigenze potrà essere raggiunto da Israele solo se quest'ultima riuscirà a trovare una pace giusta con i palestinesi, basata sulla soluzione dei due Stati. Ciò potrà aprire un percorso di cooperazione tra Israele e mondo arabo, con correlati benefici per lo sviluppo socioeconomico e per la stabilità della regione.
  Nel corso della sua recente missione in Medio Oriente, il Ministro Mogherini ha lanciato un forte appello alle parti coinvolte nel conflitto a cessare immediatamente le ostilità, insistendo con gli attori regionali e internazionali incontrati sulla necessità di addivenire in tempi rapidi a un cessate il fuoco e alla ripresa del processo di pace o, almeno, a una tregua umanitaria immediata e di propiziare un significativo, maggiore accesso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.Pag. 51
  L'attuale sforzo diplomatico internazionale, volto ad assicurare la cessazione delle ostilità a Gaza, ruota attorno all'Egitto. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha confermato al Presidente egiziano al-Sisi il proprio impegno come Presidente di turno dell'Unione europea per favorire ogni iniziativa utile alla pace in Medio Oriente e il pieno sostegno al piano egiziano di cessate il fuoco.
  Le conclusioni del Consiglio affari esteri dell'Unione europea del 22 luglio, alla cui definizione il Governo italiano ha attivamente contribuito, manifestano il forte impegno dell'Unione europea ad un'iniziativa politica per rilanciare i negoziati di pace interrotti, oltre a contenere un richiamo ad entrambe le parti per un cessate il fuoco immediato che ponga fine alle ostilità, con la ferma condanna dei lanci di razzi e il richiamo dell'imperativo umanitario dell'esigenza che le operazioni israeliane siano proporzionali e rispettose del diritto umanitario. Le conclusioni guardano anche al di là di Gaza, sollecitando ad affrontare le cause profonde dell’escalation militare sia nella Striscia sia in un orizzonte più ampio, invitando le parti a riprendere i negoziati per la soluzione dei due Stati.
  In questo contesto, vorrei chiarire che l'Italia non fornisce ad Israele sistemi d'arma di natura offensiva. Da un punto di vista più generale, vorrei ricordare che l'Italia nel rilascio delle autorizzazioni alle esportazioni di armamenti applica rigorosamente gli 8 criteri sanciti dalla posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio europeo dell'8 dicembre 2008, norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia militare, che comportano l'effettuazione di approfonditi riscontri in merito alla situazione interna e regionale dei Paesi verso i quali le operazioni devono essere condotte, l'eventuale impatto delle esportazioni e dei transiti di tecnologia e delle attrezzature militari sui Paesi destinatari e sulle regioni circostanti, l'utilizzo finale del materiale, l'eventuale rischio di sviamenti o cessioni a terzi dello stesso, il rispetto della pace internazionale e dei diritti umani da parte dei Governi destinatari.
  Oltre alla normativa europea, sul piano più generale l'Italia applica pienamente gli embarghi e le altre misure internazionali di carattere restrittivo adottate a livello delle Nazioni Unite. Mi scuso, ma per conto di altri ho dovuto leggere tutto il testo.

  PRESIDENTE. Il deputato Manlio Di Stefano ha facoltà di replicare.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente e Ministro, dire che non siamo d'accordo è poco. Noi non stiamo qui a parlare di cosa l'Italia fa nel rispetto di quali leggi dell'Unione europea, noi abbiamo fatto una domanda chiara e certa: ci sono, ad oggi, oltre 600, quasi 700 vittime palestinesi ed una ventina di vittime israeliane. Voi, vendendo armi ad Israele, avete queste vittime sulla coscienza.
  Allora la domanda è: avete o no preventivato di interrompere le commesse militari con Israele ? Avete o no considerato che se 470 milioni di euro, anziché in armi, li avessimo investiti in cooperazione ed in vero peace building, probabilmente oggi non saremmo qui a contare i cadaveri ? Se fosse questa la linea del Governo, probabilmente oggi ci sarebbe davvero un tavolo di trattativa in Medioriente. Invece ci troviamo di fronte al semplice conteggio delle vittime.
  Allora il Governo si prenda la responsabilità, una volta tanto, visto che la politica estera italiana è scomparsa, di prendere una posizione chiara e netta, perché sentirci dire che dobbiamo soltanto riservarci di puntare al diritto alla difesa di Israele, oggi come oggi è ridicolo. È la stessa motivazione che si dà da vent'anni a questa parte e che ha portato oggi ad una totale situazione di completo disordine sociale.
  Allora prendiamo, prendete atto delle vostre responsabilità. Noi incontrammo anche, diciamo, il segretario di Letta, al quale dicemmo noi stessi che non era più Pag. 52il caso di vendere armi ad Israele, che dovevamo cambiare strategia come Paese.
  Allora io credo che gli italiani oggi non vogliano sporcarsi le mani di sangue, come sta facendo questo Governo, ed è per questo che vi chiediamo ancora una volta di interrompere la compravendita militare con Israele, perché la nostra legge, la n. 185 del 1990, è abbastanza chiara. Parlate della legge italiana, parlate del rispetto dei nostri regolamenti, prima ancora di pontificare su quelli degli altri.
  Quindi prendetevi una responsabilità e le stesse cose le diremo, anziché tramite lei, direttamente alla Mogherini, in faccia, martedì prossimo.

(Iniziative a favore del personale militare al fine di un ritorno alle ordinarie dinamiche retributive – n. 3-00964)

  PRESIDENTE. Il deputato D'Arienzo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Scanu n. 3-00964, concernente iniziative a favore del personale militare al fine di un ritorno alle ordinarie dinamiche retributive (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  VINCENZO D'ARIENZO. Signor Presidente, gentile Ministro, lei sa bene da quanti anni sul comparto militare e sul personale militare incidano il blocco contrattuale, il blocco triennale, la proroga per il 2014. Di fatto quelle scelte, che erano ragionate per motivi economici – il Paese era in difficoltà per il comparto militare, in ragione delle progressioni di carriera, degli impegni, delle specificità, delle varie attribuzioni che ci sono – sono andate ben oltre, al di là del congelamento del trattamento economico, con situazioni anche paradossali, che sono note, come quella di impedire la maturazione di alcuni istituti che sono connessi alla valorizzazione dell'anzianità di servizio, nonché alle maggiori responsabilità che, nel corso della progressione di carriera, si assumono.
  La settimana scorsa, in quest'Aula, sono state approvate delle mozioni, tre, di cui una del Partito Democratico, nell'ambito della quale il Governo si impegna a valutare, in occasione della prossima legge di stabilità, come fare in modo di recuperare i trattamenti economici connessi con impiego e funzioni, in particolare, che sono stati danneggiati dal blocco. La domanda attuale, alla luce poi del ...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  VINCENZO D'ARIENZO. ...dibattito che c’è stato in quest'Aula – e vado alla domanda – è se attualmente vi siano azioni aggiuntive ed ulteriori impegni che il Governo sta portando avanti, al fine di assicurare al personale del comparto militare quanto prima e comunque entro l'autunno del 2014, un ritorno alle normali dinamiche di retribuzione.

  PRESIDENTE. La Ministra della difesa, Roberta Pinotti, ha facoltà di rispondere.

  ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa. Signor Presidente, la discussione delle mozioni di cui vi è cenno nell'interrogazione in esame ha costituito certamente un'occasione utile per un confronto sulle diverse posizioni espresse dai vari gruppi parlamentari attraverso la presentazione di singoli atti in materia di progressione di carriera ed automatismi retributivi per il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico. È emersa in quella sede la volontà condivisa di affrontare con incisività la questione del trattamento stipendiale del personale in argomento, pur dovendo necessariamente tener conto dei vincoli di bilancio imposti e dell'esiguità delle risorse a disposizione.
  Pertanto, in piena concordanza con la volontà politica emersa in Parlamento ed in linea con quanto da me espresso durante la presentazione delle linee programmatiche del mio Dicastero, mi sto fattivamente adoperando per l'auspicato sblocco stipendiale, consapevole che esso colpisce fortemente il personale del comparto sicurezza e difesa, verificando la possibilità di un suo anticipo rispetto alla sua attuale scadenza di fine anno. In Pag. 53quell'occasione ebbi modo di rimarcare quanto indispensabile sia venire incontro, almeno in parte, alle specifiche esigenze del personale del comparto difesa e sicurezza con interventi mirati su alcuni istituti e meccanismi retributivi che attenuino gli effetti del blocco stipendiale. Infatti, il comparto presenta profili di specificità che amplificano gli effetti del blocco stesso. In primo luogo, il personale, nella prospettiva di una progressione gerarchica, consegue retribuzioni che sono inizialmente basse in relazione alla delicatezza dei compiti assolti, ma aumenteranno nel tempo. Se, tuttavia, l'aumento non si verifica, il trattamento economico permane insufficiente e inadeguato.
  Sotto un secondo profilo, la struttura gerarchica comporta necessariamente, e anche a prescindere dall'incarico, l'assunzione di responsabilità maggiori al conseguimento di un grado più elevato, responsabilità che in situazioni di blocco non vengono retribuite. Ancora: viene mortificata la meritocrazia dato che il personale più meritevole consegue avanzamenti più veloci, ma non compensati economicamente laddove i meno meritevoli, per il solo fatto di essere arrivati ai medesimi gradi prima dell'inizio del blocco, vengono retribuiti in misura superiore. Infine, la previsione di un'età ordinamentale per il collocamento in quiescenza comporta, in un regime di pensioni contributive, rilevanti svantaggi economici che risultano oltremodo aumentati se anche i contributi versati sono stati congelati dal blocco. Una criticità ancora maggiore se collegata al mancato avvio della previdenza complementare per il comparto difesa e sicurezza con effetti negativi che, quindi, non si esauriscono negli anni del blocco, ma che si ripercuoteranno anche sul trattamento pensionistico. Una situazione insostenibile che va affrontata con il pieno concorso anche della rappresentanza militare.
  Pertanto, coerentemente agli obiettivi da me prefissati all'inizio del mio mandato, sto lavorando, insieme agli altri Ministri interessati (interno, economia e finanze, giustizia, qui presente, politiche agricole, alimentari e forestali), alla ricerca di risorse disponibili all'interno dei bilanci dei nostri Dicasteri che siano effettivamente impiegabili per l'anticipazione dello sblocco sin dal prossimo autunno.

  PRESIDENTE. Il deputato Scanu ha facoltà di replicare. Ha due minuti, chiedo il rispetto dei tempi, grazie.

  GIAN PIERO SCANU. Signor Presidente, signora Ministra, innanzitutto noi firmatari di questa interrogazione la ringraziamo per la serietà delle risposte che ha voluto offrire alla nostra attenzione e ci dichiariamo ampiamente soddisfatti per le cose che lei ha appena comunicato a questo Parlamento. Ci è risultato, infatti, assolutamente evidente, non soltanto il dato rappresentato dalla piena conoscenza e competenza della materia da parte sua, ma anche l'altrettanto intelligibile volontà da parte sua, e ci auguriamo dell'intero Governo, di porre fine ad una situazione che per noi è assolutamente vergognosa. Il comparto difesa e sicurezza, a nostro giudizio, rappresenta l'eccellenza della pubblica amministrazione e al danno che questo blocco ha determinato da tempo si è aggiunta la beffa, tant’è che in luogo della specificità di cui quel comparto è portatore, questo tipo di differenziazione i 500 mila lavoratori l'hanno vissuta e la stanno vivendo con il segno negativo.
  Quindi, nel ringraziarla, la esortiamo a rappresentare la determinazione e la convinzione dell'intero gruppo parlamentare del Partito Democratico anche nei confronti dei suoi colleghi, soprattutto dell'economia e delle finanze, in maniera tale che sappiano trovare nell'ambito delle rispettive amministrazioni le giuste modalità per reperire i finanziamenti necessari.

(Problematiche riguardanti il finanziamento della missione Mare Nostrum – n. 3-00965)

  PRESIDENTE. L'onorevole Ravetto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00965, concernente problematiche riguardanti Pag. 54il finanziamento della missione Mare Nostrum (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

  LAURA RAVETTO. Signor Presidente, Ministro, premesso che ci risulta perlomeno anomalo che un'operazione delicata come Mare Nostrum sia stata avviata con una mera delibera del Consiglio dei ministri del 14 ottobre 2013 e non sia stata oggetto di un'apposita previsione normativa, tenuto conto che il finanziamento di quest'operazione ad oggi grava totalmente sui bilanci dei Ministeri dell'interno e della difesa – anche qui senza una previsione ad hoc se non in sede di disegno di legge di assestamento assegnato in sede referente alla Commissione bilancio –, tenuto conto che il Ministro pro tempore della difesa dell'epoca aveva quantificato i costi dell'operazione in un milione di euro al mese e oggi, in realtà, sono accertati circa 9 milioni e fino a 10-14 milioni considerando i costi del personale e dei mezzi, tenuto conto che abbiamo avuto delle indiscrezioni di stampa nelle quali l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati ha parlato di 2,7 milioni di siriani in arrivo sulle nostre coste, siamo a chiederle se – come ci risulta anche qui da indiscrezioni – il Governo ha intenzione o meno di emanare un provvedimento di rifinanziamento e, se sì, quali saranno queste fonti di finanziamento e quale sarà l'iter parlamentare del provvedimento, se passerà o no dall'Aula.

  PRESIDENTE. La Ministra della difesa, Roberta Pinotti, ha facoltà di rispondere.

  ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa. Signor Presidente, l'operazione Mare Nostrum, come lei ha detto, onorevole Ravetto, è stata avviata il 18 ottobre 2013, a seguito del tragico naufragio in cui nelle acque di Lampedusa persero la vita 366 migranti.
  Fu allora previsto il dispiegamento di un dispositivo navale, in grado di operare contestualmente sia in attività di assistenza umanitaria che di sicurezza marittima con lo scopo di fronteggiare lo stato di emergenza dovuto all'eccezionale flusso di migranti nel Mediterraneo centromeridionale.
  L'operazione, determinante per il contrasto in mare al traffico illecito di essere umani, consente inoltre di intervenire in alto mare sulle cosiddette «navi madri» per le successive azioni da parte della competente autorità giudiziaria.
  Grazie alla professionalità e all'impegno delle nostre Forze armate, delle forze di Polizia e dei volontari che operano giornalmente, vengono soccorsi in mare centinaia di migranti. In particolare la Marina militare, dall'avvio dell'operazione alla prima decade di luglio, ha soccorso 55.341 migranti, di cui 6.771 minori, mentre contestualmente sono stati denunciati alle autorità giudiziarie e tratti in stato di arresto i trafficanti di morte.
  Gli oneri di quest'operazione, quantificati in circa 9,3 milioni di euro al mese, di cui 7 per il funzionamento e la manutenzione dei mezzi e i rimanenti per gli oneri relativi alle indennità del personale, sono stati finora sostenuti in toto dall'amministrazione della difesa sui capitoli del bilancio ordinario. Si tratta ovviamente di cifre medie, che tengono conto del maggiore o minore flusso di migranti, legate quindi alle condizioni meteorologiche ed al numero di assetti navali e aerei che conseguentemente è necessario impiegare di volta in volta.
  Tale onere, che evidentemente non può essere più sostenuto dal solo Dicastero, nelle more dell'adozione delle iniziative dell'Unione europea già richieste e sollecitate, non sarà inserito nel decreto-legge di proroga delle missioni internazionali per il secondo semestre in corso, ma è incluso nel disegno di legge di assestamento per l'anno 2014 (atto Camera n. 2542), con un finanziamento per la difesa di 60 milioni di euro a copertura delle sole spese di funzionamento sostenute a partire dall'inizio dell'anno e previste per il prossimo periodo estivo.

  PRESIDENTE. La deputata Ravetto ha facoltà di replicare.

Pag. 55

  LAURA RAVETTO. Signor Presidente, io ringrazio il Ministro per la risposta, risposta diretta e concreta, però ho alcune osservazioni.
  Ci chiediamo come quest'ipotesi di rifinanziamento si concili con le dichiarazioni dello stesso Ministro Pinotti il 7 maggio scorso o del Ministro Alfano in più occasioni, dove hanno dichiarato che l'operazione Mare Nostrum è un'operazione a termine e che l'Italia non può sostenere a lungo.
  D'altro canto mi permetto anche di segnalare che, quando ho avuto modo di incontrare il Commissario Malmström, è stato riferito che da un certo punto di vista l'Europa sarebbe disponibile a coprire parte dei costi, soprattutto i costi extra sostenuti dall'Italia. Ma, ha dichiarato il Commissario, che non ha ancora ricevuto la checklist da parte del Governo italiano, ovvero l'indicazione di questi costi.
  Allora io mi chiedo, prima di emanare provvedimenti, che necessariamente graveranno, sì sul bilancio della difesa, ma soprattutto sui contribuenti italiani, se non sarebbe il caso di avviare questo percorso con la Commissione.

(Iniziative per favorire l'utilizzo di misure alternative al carcere per i detenuti tossicodipendenti – n. 3-00966)

  PRESIDENTE. Il deputato Pagano ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-00966, concernente iniziative per favorire l'utilizzo di misure alternative al carcere per i detenuti tossicodipendenti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, signor Ministro, sappiamo bene che il tema del giorno è la percentuale altissima di tossicodipendenti nelle carceri. Sappiamo bene che il problema del sovraffollamento è uno dei problemi dell'Italia tutta. Eppure, all'interno di tutto questo, le soluzioni ci sono. A legislazione vigente, già oggi, siamo nelle condizioni di poter risolvere in maniera concreta il problema.
  Premesso che nessuna persona può essere incarcerata per un problema legato ad una malattia, che è curabile, perché tale è la tossicodipendenza, i percorsi alternativi al carcere ci sono. La legge dice – articolo 89 del provvedimento sulla custodia cautelare – che già oggi, durante il processo per direttissima, le persone tossicodipendenti che hanno commesso reato possono non entrare in carcere, ovviamente, se fanno delle scelte ben precise.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ALESSANDRO PAGANO. La stessa cosa succede anche nel caso in cui si è in attesa di giudizio e nel caso, addirittura, di condanna definitiva – articolo 94 –, con affidamento provvisorio da parte del magistrato di sorveglianza. In Italia esistono 664 Sert e ci sono mille comunità terapeutiche che sono nelle condizioni di risolvere il problema, eppure, nonostante tutto, l'indirizzo in generale della società tutta non va verso questa direzione. Avremmo piacere di sentire il suo parere.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, il vigente ordinamento appresta una particolare tutela del soggetto tossicodipendente autore di reato, mirando a favorirne il recupero attraverso misure alternative alla detenzione, nella convinzione che solo un programma terapeutico personalizzato possa prevenire efficacemente la ricaduta del reato. In tale direzione, si inquadrano i più recenti interventi normativi d'iniziativa governativa, diretti a ridurre l'accesso al carcere dei soggetti tossicodipendenti, facilitandone le condizioni di ammissione all'affidamento in prova al servizio sociale.
  Tali interventi, succedutesi dal 2011 in poi, hanno, da un lato, accentuato la Pag. 56natura residuale della misura cautelare in carcere e, dall'altro, ridefinito il trattamento sanzionatorio in materia di stupefacenti, consentendo di limitare il ricorso alla misura di massimo rigore.
  Più di recente, inoltre, con il decreto-legge del 20 marzo 2014, n. 36, la pena per il fatto di lieve entità è stata significativamente ridotta, così rendendo inapplicabile la misura della custodia cautelare in carcere. L'entità della pena consente, altresì, di richiedere la sospensione del processo con messa alla prova, ai sensi della legge n. 67 del 2014. Infine, la legge di conversione del citato decreto-legge n. 36 ha ripristinato la possibilità per il giudice del merito, a determinate condizioni, di applicare, in luogo della pena detentiva, la pena del lavoro di pubblica utilità al tossicodipendente, non soltanto per il reato di spaccio di lieve entità, ma anche per reati diversi connessi alla condizione di tossicodipendente.
  A seguito dei predetti interventi normativi, si stanno producendo significativi effetti positivi anche sul sovraffollamento degli istituti penitenziari, registrandosi, alla data del 21 luglio 2014, circa 55 mila detenuti. I dati statistici consentono di osservare già risultati positivi, con una tendenza in crescita dei casi di affidamento in prova terapeutico per i tossicodipendenti nel periodo gennaio-giugno 2014 da 3.330 a 3.418. Al 30 giugno scorso, risultano ammessi all'affidamento in prova in casi particolari 987 condannati tossico-alcoldipendenti allo stato di libertà e 2.018 allo stato di detenzione. Numero 366 risultano ammessi in misura provvisoria.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Segnalo che tale problematica è stata, sin dall'inizio del mio mandato, tra le priorità della mia linea di Governo. Infatti, al fine di incrementare l'accesso alle misure alternative e favorire il reinserimento delle persone detenute, con particolare attenzione ai tossicodipendenti che necessitano di speciali percorsi riabilitativi, ho personalmente stipulato, da maggio ad oggi, ben otto protocolli d'intesa con le regioni Lombardia, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Umbria, Puglia e Sicilia ed altri sono in previsione di stipula nei prossimi mesi. La finalità principale di tali protocolli è quella di consentire un aumento dei posti disponibili in comunità. I posti già individuati ad oggi, sulla base di questi protocolli, sono nel numero di 680.

  PRESIDENTE. Il deputato Pagano ha facoltà di replicare.

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, signor Ministro, prendo atto di questo, sapevamo, infatti, che era questa la tendenza, d'altronde le leggi andavano proprio in questa direzione e, quindi, bene ha fatto il Governo a muoversi di conseguenza. Però, ritengo possibile l'emanazione di ulteriori iniziative, intanto per sfruttare maggiormente quelle che sono le opportunità stabilite dalla legge. Ci sono le esperienze del tribunale di Milano sul processo per direttissima che, secondo il parere di tutti i tecnici, non vengono adeguatamente replicate in un contesto nazionale. O, ancora, l'articolo 89, a proposito degli arresti domiciliari, prevede che già persone in attesa di giudizio possono uscire con percorsi alternativi. E anche qui, forse, ci vorrebbe un'accelerazione.
  Ma il dato che, secondo il nostro parere, va maggiormente rimarcato riguarda proprio le responsabilità delle regioni, che sono enormi. Sarebbe utile imporre limiti temporali per l'espletamento delle procedure di valutazione, che sono uno dei problemi. Non può essere che le ASL, o le ASP che dir si voglia, con i loro ritardi arrechino danni economici allo Stato notevolissimi o, addirittura, questo è l'elemento principale, danni antropologici a coloro che, evidentemente, potrebbero essere recuperati se indirizzati di volta in volta presso trattamenti ambulatoriali o trattamenti residenziali presso comunità di recupero o semiresidenziali. Ognuna di queste soluzioni consentirebbe risparmi nell'ordine di migliaia di euro per ogni Pag. 57tossicodipendente, ogni anno, rispetto alle spese che, invece, attualmente si sostengono per poterli tenere nei penitenziari. Da qui, l'esigenza anche di chiedere, ovviamente sono sicuro che questo accadrà, che ci sia un'ulteriore possibilità di confronto con le regioni e le ASL al fine di dare obiettivi ai direttori generali.

  PRESIDENTE. Deputato Pagano, concluda.

  ALESSANDRO PAGANO. Mi avvio alla conclusione; il sistema è facilissimo perché i direttori generali se hanno gli obiettivi li fanno rispettare. Per cui, riuscire a mettere nei loro contratti, attraverso, ovviamente, le regioni, questo tipo di dinamiche, questo tipo di obiettivi, ovviamente, sarebbe una soluzione che andrebbe incontro al problema che abbiamo sollevato.

(Iniziative volte ad aumentare nel periodo estivo il numero di agenti di polizia da destinare al litorale veneziano e, in particolar modo, a Jesolo – n. 3-00967)

  PRESIDENTE. Il deputato Causin ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00967, concernente iniziative volte ad aumentare nel periodo estivo il numero di agenti di polizia da destinare al litorale veneziano e, in particolar modo, a Jesolo (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ANDREA CAUSIN. Signor Presidente, onorevole Ministro, negli ultimi mesi la città di Jesolo e anche altre città della costa litoranea della provincia di Venezia sono state teatro di gravi episodi di criminalità diffusa legati ai fenomeni dell'abusivismo, dello spaccio, dei furti e di altri reati che hanno avuto il culmine, in questi giorni, nell'aggressione delle forze dell'ordine. Secondo il piano degli aggregati per l'estate 2014 sono state assegnate alla provincia di Venezia soltanto 22 unità, un numero molto inferiore ad altre località turistiche di altre regioni. Alla luce di quanto esposto, chiedo quali misure si intendano porre in essere, in particolar modo per Jesolo che solo nel 2005 ha avuto più di cinque milioni di presenze turistiche.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, il Ministero dell'interno presta la massima attenzione alle maggiori esigenze di uomini, mezzi e servizi che nel periodo estivo caratterizzano i presidi di Polizia situati nelle località turistiche più frequentate. Si tratta di un'attenzione riferita, ovviamente, a tutto il territorio nazionale e, in tale ambito, anche al commissariato di pubblica sicurezza di Jesolo e alle articolazioni di forze di Polizia in provincia di Venezia, oggetto dell'interrogazione del collega Andrea Causin.
  Effettivamente, anche ad Jesolo e nelle altre località balneari della provincia di Venezia è fortemente sentita in estate l'esigenze di servizi di ordine e sicurezza pubblica aggiuntivi a quelli ordinari, finalizzati, soprattutto, a contrastare la commissione di reati contro il patrimonio da parte della criminalità autoctona e straniera richiamata proprio lì dal massiccio afflusso di turisti. A tal fine, il Ministero dell'interno ha disposto, con riferimento alla provincia di Venezia, l'impiego scaglionato di 144 unità di rinforzo, di cui 32 della polizia di Stato, 8 della Guardia di finanza e 104 dell'Arma dei carabinieri. Per quest'anno la forza aggiuntiva sarà superiore di 39 unità rispetto a quella utilizzata lo scorso anno. Tale sforzo organizzativo ha consentito la predisposizione di un piano coordinato di controllo del territorio con l'attivazione di servizi straordinari che vedono il coinvolgimento, per gli aspetti di competenza, della Polizia provinciale e delle Polizie dei comuni interessati. Questa strategia di intervento sta portando ad importanti e significativi risultati, specie nell'ambito del contrasto dell'abusivismo commerciale. È stato possibile, infatti, agire sulla cosiddetta filiera del falso con il sequestro di migliaia di Pag. 58pezzi contraffatti che vengono smerciati soprattutto da stranieri lungo il litorale.
  Non sono mancati, peraltro, proprio in questo settore – come segnala anche oggi la stampa – episodi di intolleranza e di reazione violenta da parte dei venditori abusivi che si sono visti colpiti da misure ablative della loro merce. Anche questo, in qualche modo, è un segnale dell'efficacia del dispositivo che del resto ha riscosso l'apprezzamento dei sindaci nelle realtà locali coinvolte nell'ambito di apposite riunioni tecniche con i responsabili delle forze di Polizia. È stata condivisa la strategia proposta dal prefetto, volta ad individuare le criticità proprie di ciascun territorio allo scopo di predisporre mirati ed efficaci interventi sia preventivi che repressivi.
  Si tratta, in altre parole, di replicare quella linea di ampia e sinergica collaborazione alla base delle politiche integrate di sicurezza urbana anche nei contesti turistici che nel periodo estivo registrano un significativo incremento delle presenze, raggiungendo livelli non dissimili dalle più affollate città del nostro Paese.

  PRESIDENTE. Il deputato Andrea Causin ha facoltà di replicare.

  ANDREA CAUSIN. Presidente, ringrazio il signor Ministro per la risposta, che conferma l'impegno del Ministero dell'interno su una questione che è particolarmente delicata e anche strategica. Il Veneto è la prima regione turistica d'Italia con oltre 24 milioni di presenze e il turismo rappresenta uno dei principali settori dell'economia della regione e anche del Paese.
  La recrudescenza di reati di questo tipo rischia di compromettere quello che è uno dei biglietti da visita del Paese. Credo che non bisogna abbassare la guardia e l'impegno che è stato profuso in questi mesi e in questi giorni da parte del Ministero va assolutamente in questa direzione. I fenomeni di criminalità stanno aumentando e quindi, oltre chiaramente all'interrogazione, sono contento di riscontrare questo tipo di impegno. Però, sono anche a richiedere che la guardia non venga abbassata e che si continui ad avere la massima attenzione nel coordinamento delle forze dell'ordine e anche nel rinforzo degli organici esistenti per località di mare che durante i periodi invernali sono di poche decine di migliaia di persone ma che durante il periodo estivo diventano delle città di centinaia di migliaia di persone con i rischi e anche le problematiche connesse. Quindi, sono a ringraziarla e auspico che nella sua risposta ci sia poi anche l'impegno nel futuro di porre la massima attenzione a queste località.

(Iniziative in relazione alla vicenda della trascrizione in Italia dell'atto di nascita del figlio, concepito in Spagna con fecondazione assistita, di due cittadine italiane sposate in quel Paese – n. 3-00968)

  PRESIDENTE. Il deputato Zan ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00968 concernente iniziative in relazione alla vicenda della trascrizione in Italia dell'atto di nascita del figlio, concepito in Spagna con fecondazione assistita, di due cittadine italiane sposate in quel Paese (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ALESSANDRO ZAN. Presidente, Ministro Alfano, due cittadine italiane, regolarmente sposate a Valencia e ivi residenti, hanno richiesto la trascrizione in Italia dell'atto di nascita del figlio, che, per lo ius sanguinis, è cittadino italiano. Concepito in Spagna con fecondazione assistita, è nato a Valencia nel marzo del 2013. La direzione anagrafe del comune di Roma ha deciso autonomamente di scrivere quale genitore del piccolo solo una delle due madri. Si pensi che, in caso di controllo da parte delle autorità, il secondo genitore non può dimostrare di essere tale e per lo stesso motivo non può esercitare la potestà genitoriale in ambiti fondamentali per il benessere e lo sviluppo del bambino, come, ad esempio, la scuola e l'ospedale. In caso di separazione o divorzio tra le due madri, inoltre, non potrebbe essere garantito il diritto del bambino agli Pag. 59alimenti così come il diritto a vedere entrambi i genitori. Chiedo al Ministro allora quali iniziative intenda assumere per tutelare l'interesse primario del bambino nonché il diritto fondamentale alla potestà genitoriale di entrambe le madri, come prevede l'ordinamento comunitario.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il collega interrogante pone alla mia attenzione il caso delicatissimo verificatosi a Roma nello scorso mese di febbraio, allorquando l'ufficiale dello stato civile del comune capitolino, su richiesta di due cittadine italiane regolarmente sposate in Spagna, ha provveduto alla trascrizione parziale dell'atto di nascita del figlio di una delle due, omettendo i dati del padre. Alla base dell'omissione è stata posta come motivazione l'impossibilità di indicare nell'apposito registro una persona di sesso femminile in corrispondenza dei dati riferiti alla figura paterna. Il collega lamenta come tale comportamento possa comportare pregiudizio per lo stesso minore, risultandone menomati, per effetto della situazione descritta, i suoi interessi primari quali, ad esempio, quello di vedere riconosciute entrambe le figure genitoriali nonché l'esercizio del diritto di libera circolazione secondo l'ordinamento comunitario. Chiede pertanto quale iniziative di tutela il Ministro interrogato, cioè il Ministro dell'interno, intenda assumere al riguardo. La risposta che intendo fornire da Ministro vigilante non può che riguardare la correttezza dell'operato dell'ufficiale di stato civile e se in tale condotta siano riscontrabili vizi o difformità di comportamento rispetto alla normativa vigente. Da questo punto di vista non si può che osservare come nel caso di specie, a fronte della difficoltà di dare applicazione alle disposizioni vigenti, si sia optato per una trascrizione solo parziale dell'atto di nascita in cui è stato indicato il nominativo di una sola delle due figure genitoriali e, quindi, l'ufficiale dello stato civile ha operato correttamente applicando le leggi vigenti in Italia.
  Sta di fatto che la Commissione europea, che aveva avviato un caso pilota proprio per la vicenda segnalata, ritenendo che potesse arrecarsi un vulnus al diritto di libera circolazione del minore, ha essa stessa suggerito la soluzione della parziale trascrizione dell'atto di stato civile.
  È anche da sottolineare che, al tempo in cui la Commissione apriva il caso e suggeriva la soluzione, il comune di Roma si era già autonomamente conformato procedendo appunto nella stessa direzione indicata dall'organo sovranazionale che, presone atto, il 25 giugno ha archiviato il caso così riconoscendo l'insussistenza di una lesione al diritto di libera circolazione.
  La particolare delicatezza della questione, che attinge la sfera dei diritti civili e involge profili etici oltre che giuridici, trascende le competenze di un singolo ministero e per questa stessa ragione ritengo doveroso quanto opportuno che non vengano affrontate queste e altre questioni nella ristrettezza dei tempi imposti dallo strumento ispettivo.

  PRESIDENTE. L'onorevole Zan ha facoltà di replicare.

  ALESSANDRO ZAN. Ringrazio il Ministro ma le devo dire che non sono del tutto soddisfatto. Io non so, Ministro, se vi rendete conto che state negando il diritto a un bambino di avere una famiglia così come ce l'aveva nel Paese in cui viveva precedentemente, in questo caso specifico la Spagna.
  Ricordo che, poco tempo fa, il presidente del tribunale dei minori di Napoli disse che la nostra giurisdizione non può in alcun modo negare i diritti e le tutele di un minore perché la famiglia, Ministro Alfano, non è solo quella che noi chiamiamo oggi «tradizionale». Oggi in Italia esistono tanti tipi di famiglie, tra cui quelle omosessuali, molte delle quali hanno figli che oggi non sono tutelati e non sono tutelati ormai solo nel nostro Paese.Pag. 60
  Voglio chiederle, Ministro Alfano: ma l'Italia che oggi presiede il semestre europeo non si vergogna, almeno un po’, a non avere ancora una legislazione che tuteli i figli delle coppie omosessuali e le coppie stesse ? Guardi che le coppie omosessuali sono famiglie esattamente come tutte le altre, adempiono ai doveri comuni, pagano la tasse e, in quanto tali, devono avere gli stessi diritti. Dopo l'impegno che ha assunto il Premier Matteo Renzi ad approvare in tempi brevi una legge che estenda gli stessi diritti delle coppie sposate alle coppie omosessuali, io devo dire che accolgo in qualche modo positivamente le aperture che ci sono state da parte sua, Ministro Alfano, sulle unioni civili; questo è un Paese assolutamente incivile oggi, perché una parte importante dei suoi cittadini sono considerati cittadini di serie B; e ciò solo perché hanno un orientamento sessuale diverso dagli altri ? Mi dica lei qual è l'origine giuridica per cui queste persone non possono costruire un progetto di vita, non possono farsi una famiglia e non possono accudire e allevare serenamente i propri figli.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  ALESSANDRO ZAN. Allora io le dico, Ministro Alfano, che è tempo oggi di passare finalmente dalle parole ai fatti.

(Iniziative per lo sviluppo di politiche di integrazione, rilancio sociale e sicurezza nell'area di Castel Volturno (Caserta) – n. 3-00969)

  PRESIDENTE. L'onorevole Ciccio Ferrara ha facoltà di illustrare l'interrogazione Scotto n. 3-00969, concernente iniziative per lo sviluppo di politiche di integrazione, rilancio sociale e sicurezza nell'area di Castel Volturno (Caserta) (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  FRANCESCO detto CICCIO FERRARA. Signor Presidente, signor Ministro, nei giorni scorsi a Castel Volturno due vigilantes hanno sparato contro due cittadini ghanesi determinando forti reazione di piazza. Castel Volturno si caratterizza per la forte presenza di cittadini stranieri che compongono quasi la metà della popolazione residente. L'incrocio di culture così varie tra loro è chiaramente complesso da gestire.
  Già nel 2008 un altro episodio di violenza brutale costò la vita a sei migranti ghanesi uccisi per ordine della camorra locale e dei Casalesi che vollero così dimostrare il loro controllo totale di quell'area.
  In un contesto così complesso lo Stato si è dimostrato del tutto assente ed ha di fatto abbandonato a se stesso quel territorio e l'amministrazione comunale.
  Chiediamo al Governo quali misure intenda mettere in campo per rispondere all'emergenza sociale venutasi a creare a Castel Volturno, valutando l'istituzione di un posto fisso di polizia e la presenza di mediatori culturali su un territorio così multietnico.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, la situazione di degrado che vi è, come esito della conflittualità socio-ambientale che connota la vasta area del casertano, e specificatamente di Castel Volturno, è da tempo all'attenzione del Ministero dell'interno ben prima che venisse il 13 luglio ad accadere ciò che il collega ha riferito.
  La riunione con i vertici nazionali delle Forze di polizia e con i sindaci di Castel Volturno e Mondragone, che ho presieduto tre giorni dopo l'accaduto e che anticipa un Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica in programma a Caserta, ha messo a punto una strategia che delinea il superamento di un modello di intervento incentrato solo sulla fase repressiva.
  L'area casertana, interessata dai preoccupanti fenomeni descritti, richiede infatti l'attivazione di misure di sostegno alle Pag. 61collettività locali in grado di favorire una vera e propria rigenerazione territoriale che rafforzi e dia stabilità anche agli interventi tecnici di sicurezza che non sono mancati e che proseguiranno.
  Voglio ricordare che, nell'immediatezza dei fatti, è stato disposto l'invio di adeguati rinforzi della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri tratti dai rispettivi reparti mobili con l'impiego complessivo di 40 unità aggiuntive equamente distribuite tra le due forze di polizia a competenza generale. L'area di intervento individuata nella frazione di Pescopagano, ritenuta quella più critica anche dagli stessi interroganti, è presidiata altresì da otto equipaggi del reparto prevenzione e crimine della Polizia di Stato e nove dell'Arma dei carabinieri, con un ulteriore apporto di 48 unità complessive destinate all'incremento dei servizi di controllo sul territorio.
  Nella provincia di Caserta rimane poi attivo il dispositivo di strade sicure, anche finalizzato al contrasto dei roghi di rifiuti, collocandosi la zona, com’è noto, nell'epicentro della terra dei fuochi, ed in quest'ambito opera un contingente di 300 militari delle Forze armate.
  Ulteriori misure, che tengano conto anche delle esigenze e delle aspettative di un potenziamento dei dispositivi di sicurezza non esclusivamente legati all'emergenza, potranno essere decise ad esito della prossima riunione del Comitato nazionale a cui ho fatto riferimento in premessa.
  Tornando agli interventi di rilancio del territorio, ascrivo particolare importanza ad un progetto da inserire nel PON legalità che punta al miglioramento della qualità dei servizi resi dalla pubblica amministrazione locale, la cui nota fragilità richiede adeguate misure di assistenza tecnica e supporto, e alla promozione di iniziative di integrazione e coesione sociale. I comuni interessati a tale progettualità sono in particolare quelli di Castel Volturno e Mondragone. La finalità del progetto è simbolicamente racchiusa nella sua denominazione «Generare futuro», evocativa di una speranza di riscatto e di rinascita civile che credo rappresenti la giusta cura per questo come per altri territori che vivono situazioni analoghe.

  PRESIDENTE. Il deputato Ferrara ha facoltà di replicare.

  FRANCESCO detto CICCIO FERRARA. Signor Presidente, io apprezzo le dichiarazioni del Ministro e le cose che in queste ore si stanno producendo in quell'area. Mi permetto, però, di avere qualche perplessità perché sento ancora che c’è solo ed esclusivamente un approccio dal punto di vista della presenza militare in quell'area.
  Quell'area, proprio per le ragioni di cui adesso il Ministro parlava, è un'area complessa sia per la sua collocazione, perché si trova appunto in una terra difficile come la terra dei fuochi, ma anche per la questione sociale che c’è lì. Oltretutto, le forze dell'ordine che sono presenti e stazionano lì, su quel territorio, sono quelle che sono, concretamente poche, sia per quanto riguarda i carabinieri sia per quanto riguarda la polizia, per non parlare della polizia municipale, che ha solo una presenza di 15 persone.
  Tuttavia, noi pensiamo che in quella realtà vi sia bisogno di una politica forte, che dia la possibilità di ripubblicizzare – se così si può dire – il tema di quell'area, facendola diventare un territorio in cui vale la pena vivere, senza avere la preoccupazione di viverci.
  La crisi del clan dei Casalesi ha creato un ulteriore vuoto di potere, come se in un luogo dove lo Stato si era ritirato da anni dalle sue funzioni anche l'anti-Stato, che deteneva nei fatti il monopolio della forza, fosse venuto meno e con esso anche il capillare controllo del territorio.
  Per Castel Volturno noi pensiamo che sia giunta l'ora del riscatto e ciò può avvenire soltanto se la politica e lo Stato riprendono il loro protagonismo, legando politiche di integrazione e prevenzione ad interventi strutturali capaci di migliorare la vita dei cittadini. La bonifica dei Regi Lagni ed alte opere possono contribuire ad avviare uno sviluppo serio di quell'area (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

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(Misure volte a garantire l'ordine pubblico nella città di Milano e iniziative di competenza per favorire lo svolgimento delle indagini sull'aggressione avvenuta nel 2011 ai danni di Carmine Maurizio Festa – n. 3-00970)

  PRESIDENTE. Il deputato De Mita ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00970, concernente misure volte a garantire l'ordine pubblico nella città di Milano e iniziative di competenza per favorire lo svolgimento delle indagini sull'aggressione avvenuta nel 2011 ai danni di Carmine Maurizio Festa (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GIUSEPPE DE MITA. Signor Presidente, signor Ministro, nell'agosto del 2011, un ragazzo, Carmine Festa, ha subito una violenta e immotivata aggressione, che ne ha messo a rischio seriamente la vita e comunque ha lasciato tracce profonde nella sua vita personale.
  A marzo di quest'anno, il quotidiano la Repubblica ha pubblicato, anche con un certo risalto sulla pagina nazionale, una lettera di questo ragazzo, il quale più che formulare una denuncia ha espresso, direi, una voce di smarrimento, una sorta di senso di abbandono nei confronti delle istituzioni perché lo svolgimento delle indagini, effettuato con qualche incertezza e qualche incompletezza, ha portato il pubblico ministero a una richiesta di archiviazione alla quale è stata formulata opposizione.
  Ora, ritengo, signor Ministro, che questa questione vada ben al di là del fatto specifico perché la stessa lettera, più che denunciare questioni legate a una singola vicenda, pone una questione di ordine generale per come le istituzioni si muovono di fronte a una questione di sicurezza e, in alcuni casi, di vita dei cittadini del nostro Paese.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, come ha ricordato lo stesso onorevole De Mita, il 28 agosto del 2011, in viale Gorizia a Milano, Carmine Maurizio Festa e un suo amico sono stati avvicinati da tre sconosciuti che, dopo averli accusati di aver molestato una loro conoscente, li hanno aggrediti provocando loro delle ferite al collo mediante l'uso di frammenti di bottiglia.
  Le attività investigative svolte dall'Arma dei carabinieri con l'ausilio dei RIS di Parma sono risultate particolarmente complesse in quanto non si è ancora riusciti ad identificare la persona che, secondo la dichiarazione resa dalle stesse vittime, sarebbe stata presente sul posto e avrebbe filmato l'accaduto. Inoltre, la ricostruzione dell'aggressione è stata resa difficile dalla scarsa qualità dei filmati che sono tratti dalle telecamere di videosorveglianza e a disposizione degli organi investigativi.
  Va anche detto che, ad eccezione della persona che avrebbe ripreso il fatto, purtroppo non ci sarebbero stati altri testimoni e lo stesso soccorritore sarebbe giunto sul posto ad aggressione avvenuta.
  Dagli approfondimenti ancora in corso da parte degli organi di polizia e della magistratura inquirente, nel cui merito ovviamente non posso entrare, potranno venire altri sviluppi che siano utili all'identificazione degli autori dell'evento delittuoso e alla definitiva conclusione delle indagini in riferimento ad un fatto la cui importante gravità è stata già ben descritta dall'onorevole De Mita.
   In merito alle iniziative assunte per garantire adeguati livelli di sicurezza nella città di Milano, preciso che il dispositivo delle forze di polizia preposto al controllo del territorio del capoluogo si avvale di 4 mila 976 unità della Polizia di Stato, 1.556 militari dell'Arma dei carabinieri e 1.155 finanzieri.
  Inoltre, per il secondo semestre di quest'anno, il prefetto di Milano ha a disposizione un contingente di 468 militari delle Forze armate utilizzate nell'ambito dell'operazione «strade sicure», sia per la vigilanza a siti e obiettivi sensibili, sia anche per le attività di perlustrazione e di Pag. 63pattugliamento che vengono svolte da squadre miste in ausilio alle forze di polizia.
  Su un piano più generale, l'episodio di Milano, come altri analoghi che si consumano nelle piccole e grandi città, merita una riflessione per l'apparente indifferenza rilevata anche dall'onorevole De Mita, che ne avrebbe accompagnato la commissione.
  È per questo motivo che, nell'ambito di una nuova strategia della sicurezza urbana, abbiamo messo a punto modalità dirette a stimolare una collaborazione attiva dei cittadini, per esempio, prevedendo che possano con un semplice SMS contattare le forze di polizia per segnalare i fatti che richiedano il loro immediato intervento.
  L'auspicio è che anche queste iniziative di coinvolgimento possano rivelarsi effettivamente utili e devo dire che l'esperienza di Roma, finora positiva, sembra incoraggiare queste previsioni.

  PRESIDENTE. Il deputato De Mita ha facoltà di replicare.

  GIUSEPPE DE MITA. Signor Presidente, signor Ministro, probabilmente mai come questa volta non riesco a collocare nei termini della soddisfazione o della insoddisfazione la mia opinione rispetto alla sua risposta perché – come ella stessa ha sottolineato – essendo in corso un'indagine della magistratura, quella è la sede più propria nella quale dare risposta alla questione specifica, anche se in quest'Aula vorrei sottolineare a lei in particolare che, nell'atto di opposizione all'istanza di archiviazione, sono messi in evidenza una quantità di elementi che potrebbero portare o avrebbero potuto portare all'individuazione dei responsabili.
  Io in ogni caso, le chiederei in qualche modo irritualmente di presiedere alla questione.
  Però, vorrei essere chiaro su un punto: qui non è messa in discussione la negligenza o la diligenza delle autorità di polizia giudiziaria che hanno presieduto alle indagini, ma una condizione un po’ più rischiosa, perché il complesso di tutta la vicenda, per come si è svolta e per come sono andate avanti le indagini dopo, dà una certa sensazione di assuefazione e di rassegnazione alla fatalità e questo anche da parte delle istituzioni e delle forze preposte a esperire le indagini.
  Direi che quando si determina questa condizione noi siamo in uno stato di enorme fragilità nel rapporto tra istituzioni e cittadini. Per cui la questione va al di là del caso specifico e le chiedo di accompagnare anche ai provvedimenti, che lei ha indicato, questa ulteriore attenzione nella garanzia della sicurezza delle persone.

(Intendimenti del Governo in merito al blocco del turn over del personale delle forze dell'ordine – n. 3-00971)

  PRESIDENTE. Il deputato Simonetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00971, concernente intendimenti del Governo in merito al blocco del turnover del personale delle forze dell'ordine, per un minuto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie Presidente, Governo, secondo indiscrezioni di stampa, il Governo si sta attrezzando per un blocco del turnover del 55 per cento del personale delle forze dell'ordine tagliando, appunto, al settore della sicurezza 1,5 miliardi di euro.
  Il mancato turnover significherà 80 mila effettivi sul territorio in meno, quindi meno presenza di forze dell'ordine sul territorio, divisi tra 35 mila poliziotti, 30 mila carabinieri, 15 mila finanzieri. Centottanta persone al giorno in meno che riusciranno a tutelare il territorio, mentre arrivano migliaia di immigrati al giorno, e non riusciranno, neanche a livello numerico, a parificare questo obbrobrio di iniziativa. Un depotenziamento anche delle questure, si legge sulla stampa, che vi state apprestando a fare a favore delle prefetture, gli ultimi enti inutili di questo Stato centrale di stampo napoleonico.Pag. 64
  Noi speriamo che questo non sia vero e attendiamo lumi da parte del Ministro.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, gli interroganti chiedono conferma circa le notizie diffuse recentemente dalla stampa in merito al fatto che, anche per il prossimo anno, alle forze di polizia sarebbe riservata una disciplina sulle coperture delle vacanze di organico non diversa da quella vigente per il 2014.
  Come è noto, l'ultima legge di stabilità prevede che il turnover per il comparto sicurezza e difesa potrà essere coperto, per l'anno in corso, fino al 55 per cento dei posti vacanti. È la prima volta, dopo tantissimi anni, che il turnover supera il suo blocco: cioè, il turnover è il 55 e il blocco il 45 per cento. Negli anni passati era al contrario: era più il blocco che il turnover. Questo è un risultato che si è raggiunto nell'ultima legge di stabilità (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).
  Una ricostruzione che registri fedelmente l'andamento del ciclo della spesa, per uno dei settori istituzionali più delicati e sensibili, non potrebbe, inoltre, non rilevare come solo da quest'anno si sia finalmente invertita la direzione di marcia, facendo sì che il saldo finale tra uscite ed entrate del personale delle forze di polizia tornasse anch'esso attivo.
  Quanto alle attività di razionalizzazione degli apparati, ho più volte affermato che nessuno degli interventi di miglioramento della qualità della spesa sottrarrà risorse, né umane né strumentali, alla sicurezza del territorio e delle nostre comunità, perché in strada non ci sarà un solo agente, un solo uomo in meno.
  Le misure ipotizzate, infatti, saranno mirate ad incidere sulle inefficienze dispersive concernenti quelle realtà che, anche sulla scorta dei pareri acquisiti dalle autorità provinciali di pubblica sicurezza, risultino dislocate non razionalmente sul territorio e ciò potrà comportare il recupero di risorse da destinare ad impieghi più produttivi. Gli interventi organizzativi verranno, dunque, a corrispondere ad una concreta e approfondita analisi di efficienza, senza procedere affatto, come si paventa, a tagli indiscriminati che farebbero torto ad ogni logica di sostenibilità.
  Riguardo all'incidenza negativa che le riduzioni degli anni scorsi avrebbero prodotto sull'andamento della delittuosità generale, informo che, dal raffronto tra i dati relativi ai primi cinque mesi del 2013 e del 2014, riferiti a tutto il territorio nazionale, emerge una tendenziale diminuzione del numero dei reati. I reati sono tutti in calo: quelli contro la persona e il patrimonio, come gli omicidi e i reati predatori e, in particolare, le rapine, le estorsioni e i furti. Si tratta di risultati – e concludo, Presidente – che sono la testimonianza tangibile di una sostanziale tenuta delle attività di contrasto al crimine che possono dirsi addirittura migliorate, secondo una già citata rilevazione statistica.

  PRESIDENTE. Il deputato Simonetti ha facoltà di replicare.

  ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, mi pare che il Ministro viva molto all'interno del Palazzo e poco sul territorio. Probabilmente, non frequenta i commissariati locali, le questure e i comandi dei carabinieri, perché basta andare sul territorio per capire che non hanno la possibilità di controllare appunto la delinquenza perché non ci sono mezzi, i mezzi non hanno la benzina, i mezzi non hanno le persone per poter essere utilizzati. Tutte queste politiche vostre, molto buoniste, indultive, sono tutte politiche che hanno prodotto degli indulti mascherati e non solo, anche delle amnistie mascherate. Il reato di immigrazione clandestina che avete cancellato è il simbolo di questa vostra volontà di distruggere lo Stato di diritto. Sono in aumento invece, secondo i nostri dati, che sono dati certi, quelli relativi ai reati di allarme sociale maggiore, quali gli scippi, i borseggi, i furti per strada e i furti nelle case, che sono, tra Pag. 65l'altro, svolti in maggioranza da persone immigrate. Tra l'altro, voi vi apprestate in quest'Aula, tra dieci minuti, a votare l'ennesima schifezza contro la legalità, che è la regalia di 8 euro per i carcerati. Voi regalerete 8 euro al giorno per i carcerati, mentre i pensionati non riescono ad arrivare alla fine del mese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie): 240 euro per i carcerati. È chiaro che noi sappiamo da che parte stare, Presidente: noi stiamo dalla parte delle vittime (mostra di indossare una maglietta recante la scritta: «Io sto con le vittime»)...

  PRESIDENTE. Non ostenti ! Non ostenti, per favore.

  ROBERTO SIMONETTI. Noi stiamo dalla parte delle vittime, non stiamo dalla parte dei clandestini, dalla parte degli scafisti, dalla parte dei carcerati. Noi stiamo dalla parte della gente onesta che lavora e sopratutto dalla parte della polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e di tutti i corpi di polizia e di sicurezza. Quindi, la invitiamo, oltre a darle una risposta nettamente negativa alla sua risposta, anche a dimettersi Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,05, con il seguito della discussione del decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.

  La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,10.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Balduzzi, Bonafede, Michele Bordo, Brunetta, Cirielli, Covello, Dambruoso, De Girolamo, Dellai, Di Salvo, Epifani, Ferranti, Fico, Galati, Guerra, Lauricella, Madia, Merlo, Pes, Portas, Rampelli, Ravetto, Sanga, Sani, Speranza, Taglialatela, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2496-A.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2496-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato da ultimo respinto l'emendamento Molteni 2.23.
  Passiamo ora all'emendamento Molteni 3.1, sul quale il relatore e il Governo hanno formulato un invito al ritiro.
  Chiedo al deputato Molteni se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore. Non lo vedo in Aula, ma non credo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, ci aspettavamo che il collega Molteni ci illustrasse questo emendamento, che vuole sopprimere l'articolo 3, che noi riteniamo, invece, sia parte integrante del provvedimento e sia essenziale per costruire quella struttura che il Governo, e poi il lavoro della Commissione e della maggioranza, hanno realizzato, in cui il ruolo del tribunale di sorveglianza e del magistrato di sorveglianza è ben definito e chiarito, e contribuisce a trasformare, in maniera sempre più evidente, il carcere in un luogo di recupero, in un luogo dove le condizioni Pag. 66consentano ai detenuti di attraversare la fase della punizione, ma anche la fase del recupero per il loro reinserimento all'interno della società.
  Credo – lo dicevo nel mio intervento di inizio mattinata – che il lavoro che la Commissione ha svolto su questo punto sia stato un lavoro molto equilibrato, teso in maniera evidente a recepire, sì, le indicazioni che arrivano in maniera forte dall'Unione europea, ma anche a tenere conto del fatto che la situazione carceraria del nostro Paese non può essere una giustificazione per non far sì che il sistema giudiziario sia efficace nella fase di giudizio, ma anche nella fase di punizione e di repressione dei reati, anche con l'esecuzione della condanna.
  A me sembra che quindi andare a cassare questo articolo del provvedimento non sia una scelta funzionale rispetto agli obiettivi che il decreto ha fissato, ma non è neanche una scelta funzionale rispetto all'equilibrio complessivo che questo provvedimento, questo decreto, ha costruito. Invito, quindi, a votare contro l'emendamento soppressivo e a procedere con l'approvazione, rapidamente, di questo decreto, che, nel suo complesso, è un decreto utile al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 3.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Ravetto, Marzano, Colonnese, Galperti, Zan, Di Benedetto, Manfredi, Oliaro, Dorina Bianchi, Albanella, Mura, Liuzzi, Pastorelli, Capodicasa, Nissoli, Pizzolante, D'Alessandro, Cristian Iannuzzi, Da Villa, Bergamini, Corsaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  347   
   Votanti  345   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato   16    
    Hanno votato no    329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Piccione, Censore, Carlo Galli, Zampa e Airaudo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 4.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favore del relatore di minoranza.
  Ricordo che l'emendamento Cirielli 4.200 è stato ritirato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo di sopprimere l'articolo 4. L'articolo 4 va indirettamente, anzi anche direttamente, a toccare la seconda vergogna. Il relatore mi guarda e sa benissimo che rappresenta un'indubbia vergogna che è quella dei braccialetti elettronici.

  DAVID ERMINI. Relatore per la maggioranza. Ma come ti sei vestito ?

  PRESIDENTE. Prego, andiamo avanti.

  NICOLA MOLTENI. Sì ho la maglietta: io sto con le vittime (mostra di indossare una maglietta recante la scritta: «Io sto con le vittime»).

  PRESIDENTE. No, collega Molteni, guardi...

  NICOLA MOLTENI. Siccome il relatore mi chiedeva e sorrideva della maglietta, volevo far vedere qual era il contenuto della maglietta.

Pag. 67

  PRESIDENTE. Se lei la ostenta, io le devo togliere la parola, altrimenti possiamo andare avanti.

  NICOLA MOLTENI. Presidente chiedo scusa. L'emendamento va a sopprimere l'articolo 4 che richiama la seconda vergogna, la seconda indecenza sul tema delle carceri. La prima è il piano carceri, i 500 milioni di euro che sono stati stanziati, che non sono stati spesi e che non sappiamo che fine abbiano fatto, su cui è stata aperta un'inchiesta penale per la contestazione di gravissimi reati nei confronti del commissario straordinario delle carceri e per alcuni funzionari che dovevano occuparsi del piano carceri. Tra l'altro, sul piano carceri rimaniamo ancora in attesa da parte del Governo. Abbiamo visto prima presente il Ministro Orlando, ci auguriamo che partecipi poi al dibattito parlamentare, perché chiederemo direttamente a lui in merito ai 500 milioni del piano carceri che fine hanno fatto.
  La seconda vergogna, e mi auguro che su questo tema il Parlamento possa interrogarsi e dibattere, è quella dei braccialetti elettronici. Senza stare a farla troppo lunga, noi abbiamo una convenzione illegittima in essere con Telecom, convenzione di 10 milioni all'anno, rinnovata e prorogata un paio d'anni fa, per i braccialetti elettronici. Noi abbiamo oggi in uso e in dotazione 2 mila braccialetti elettronici, di cui, tra l'altro, nemmeno sappiamo la funzionalità e l'efficacia, non sappiamo se questi braccialetti funzionano, qualche dubbio lo abbiamo. Sta di fatto che voi avete previsto in una norma, inserita in un decreto precedente, l'obbligatorietà dell'utilizzo dei braccialetti elettronici nel momento in cui veniva e viene disposta la misura dei domiciliari in sostituzione della custodia cautelare in carcere.
  Bene, qual è l'inconveniente che ci troviamo a dover affrontare e che soprattutto vi trovate a dover affrontare e al quale vi trovate a porre rimedio con questo decreto-legge ? È che, per magia, vi accorgete, dopo aver reso obbligatorio l'utilizzo del braccialetto elettronico, che i 2 mila braccialetti, che sono oggi in utilizzo, sono finiti. Sono finiti e, quindi, il magistrato, che dispone la sostituzione della misura cautelare in carcere con i domiciliari, dovendo disporre l'utilizzo del braccialetto elettronico, non lo può fare. Non lo può fare per il semplice motivo per cui i braccialetti elettronici sono terminati.
  Quindi, Presidente, io credo che sia, sarà e deve essere cosa buona e giusta levarsi di mezzo questo articolo. Credo che sia cosa buona e giusta da parte della maggioranza e da parte del Governo fare pubblica ammenda dell'errore commesso nell'aver stabilito l'obbligatorietà dell'utilizzo del braccialetto elettronico.
  Tra l'altro, vogliamo ricordare che, sulla convenzione illegittima e illegale, contestata, che deve essere modificata con Telecom, abbiamo avuto modo – il sottosegretario mi guarda – già di contestare alcuni conflitti particolari che vi erano con l'ex Ministro della giustizia, il Ministro Cancellieri. Io credo che debba essere fatta chiarezza: 2 mila braccialetti elettronici per una convenzione di 10 milioni di euro all'anno, quasi 100 milioni di euro per gli anni della convenzione, e trovarsi oggi senza la possibilità di avere gli stessi braccialetti elettronici perché sono terminati.
  La cosa migliore da fare è quella di approvare l'emendamento della Lega che toglie e che cancella questa ennesima vergogna, di cui voi neppure vi vergognate.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 4.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carnevali, Gregori, Tripiedi, Bargero, Peluffo, Airaudo.Pag. 68
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  378   
   Votanti  268   
   Astenuti  110   
   Maggioranza  135   
    Hanno votato   19    
    Hanno votato no    249.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 4.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, abbiamo capito che sarà non un confronto, ma un monologo. Però, credo che sia giusto e sia doveroso portare all'attenzione del Parlamento l'inadeguatezza dell'articolo 4, soprattutto laddove – ed è il motivo per cui noi chiediamo di sopprimere il comma 1 dell'articolo 4 – si prevede che, nel momento e nell'ipotesi in cui vengono disposti, in sostituzione della custodia cautelare in carcere, gli arresti domiciliari, l'esecuzione degli arresti domiciliari di chi oggi è in carcere venga fatta presso il domicilio senza alcun tipo di accompagnamento, salvo poi – è evidente – nel comma 2 prevedere l'accompagnamento solo laddove vengono rilevate, da parte del direttore del carcere o da parte del magistrato di sorveglianza, particolari esigenze.
  Cosa fate voi ? Ribaltate il principio: rendete il non accompagnamento come la regola principale e, invece, prevedete l'accompagnamento solo come subordinato rispetto alla regola principale. Noi temiamo, lo temiamo noi, ma lo temono anche gli operatori delle forze di polizia penitenziaria, alle quali ovviamente rivolgiamo un plauso per il lavoro straordinario che compiono ogni giorno per garantire la sicurezza e l'operatività delle carceri....

  PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce, per favore. Prego, onorevole Molteni.

  NICOLA MOLTENI. Dicevo, Presidente, che rinnovo il mio e il nostro plauso, il plauso della Lega alle forze di polizia penitenziaria per la capacità con cui riescono ad adempiere a compiti e a incombenze estremamente gravi nonostante, da un lato, la carenza di organico, che tra l'altro voi nell'articolo successivo pensate di compensare con 200 agenti in più.
  Siamo di fronte ad una scopertura di 5 mila agenti della polizia penitenziaria e pensate di poter risolvere il problema della carenza di organico con semplicemente due agenti.
  Quindi, rivolgendo agli agenti della polizia penitenziaria, che ci stanno probabilmente ascoltando, un applauso per il lavoro che svolgono in condizioni di estrema difficoltà, riteniamo che determinare l'accompagnamento di chi è in carcere presso il proprio domicilio senza l'ausilio e senza il supporto delle forze di polizia possa determinare un grave rischio per la sicurezza e per l'incolumità dei cittadini ed è il motivo per cui noi chiediamo di sopprimere il comma 1 dell'articolo 4: proprio per evitare che si possano creare sul territorio nuovi motivi di insicurezza per i nostri cittadini.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 4.3, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Catania, Liuzzi, Roberta Agostini, Scagliusi, Turco, Bargero, Raciti, Spessotto, Locatelli, Petrenga ?Pag. 69
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  332   
   Astenuti   84   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no    314    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 4.201, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Giorgetti, Bossa, Rostellato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  341   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no    323    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 4.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, mi chiedo il motivo per cui nessuno, all'interno di questo Parlamento, sia interessato a capire il motivo per cui noi stiamo spendendo ormai da anni 100 milioni di euro; stiamo regalando a Telecom 100 milioni di euro per il non funzionamento di pochi braccialetti, vicenda che rappresenta uno scandalo e che in un Parlamento normale porterebbe i parlamentari a chiedere conto al Governo, mi chiedo il motivo per cui ci sia il disinteresse più totale. Siamo di fronte, Presidente, a 2 scandali vergognosi: 500 milioni di euro per il piano carceri che non vengono spesi e che non si sa che fine abbiano fatto ed una convenzione da 90 milioni di euro per dei braccialetti elettronici che non funzionano, che sono poco più di 2 mila, ed oggi ci viene detto che quei 100 milioni di euro non sono sufficienti per avere un numero di braccialetti elettronici sufficienti per poter adempiere alla propria funzione.
  Parliamo tanto di lotta agli sprechi, parliamo tanto di lotta alla spesa pubblica improduttiva. Stiamo parlando di 500 milioni di euro da un lato, stiamo parlando di 100 milioni di euro di una convenzione dall'altro lato.
  Soldi che non vengono e non sono stati adeguatamente spesi nell'interesse dei cittadini e all'interno di questo Parlamento si fa finta di nulla. Presidente, io richiamo l'attenzione di quelle forze politiche che fanno della lotta agli sprechi e della lotta e del contrasto al cattivo utilizzo del denaro pubblico il loro obiettivo e li invito a seguirmi e a seguire la Lega in questa battaglia di giustizia, in questa battaglia di equità. Qualcuno del Governo ci dica. Chiedo al sottosegretario. Era prima presente in Aula per il question time il Ministro Orlando. Diteci che fine hanno fatto questi soldi. Non è possibile, in un momento di crisi e di difficoltà come questa, avviare una spending review che va a colpire solo e unicamente alcuni comparti, ad esempio il comparto della sicurezza. Abbiamo appena tenuto una conferenza stampa per denunciare la vergogna dei tagli e della spending review del commissario Cottarelli che vanno unicamente in una direzione, quella di tagliare le risorse alle forze dell'ordine. E abbiamo centinaia di migliaia di euro che non vengono spesi o, se vengono spesi, vengono spesi male e nessuno ha il coraggio di renderne conto in questo Parlamento.
  Con questo emendamento noi chiediamo una cosa semplicissima, ossia che nel momento in cui il magistrato di sorveglianza dispone la sostituzione della misura Pag. 70cautelare in carcere con gli arresti domiciliari e i braccialetti elettronici non sono a disposizione, il magistrato di sorveglianza e il direttore del carcere, non possano, ma debbano obbligatoriamente e automaticamente trattenere il detenuto all'interno del carcere. Voi, con questo articolato, date la discrezionalità e continuate a caricare il magistrato di potere discrezionale, può fare quello che vuole, decidere per conto proprio. Io, invece, credo occorra mettere dei paletti chiari: se non c’è il braccialetto elettronico e disponi la sostituzione della misura dal carcere ai domiciliari, il detenuto lo tieni all'interno del carcere sino a quando non vai a recuperare il braccialetto. Anche questa è una norma di giustizia, ma soprattutto è una norma che mira a garantire la sicurezza dei cittadini, quella sicurezza che, tra l'altro, non è mai stata pronunciata nelle relazioni per il voto di fiducia da parte degli ultimi tre Presidenti del Consiglio; quella sicurezza che ormai, come è evidente a tutti, rimane un valore e un principio caro solo e unicamente alla Lega.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, io non so se in quest'Aula ci sia qualcuno in grado di rispondere all'esortazione avanzata dal collega Molteni che giustamente ci interrogava e interrogava il Governo principalmente per sapere come mai, oltre a non avere notizie dei 500 milioni di euro che erano stati destinati per l'edilizia carceraria, nessuno sia in grado di dirci che fine abbiano fatto gli altri 100 milioni di euro stanziati per conferire alla Telecom il mandato di vendere i cosiddetti braccialetti elettronici. Davvero non so se qualcuno in quest'Aula e, soprattutto, se il rappresentante del Governo voglia, più che sappia, dare la risposta a questa domanda del collega Molteni. Dico solo che nel dubbio, per non saper né leggere né scrivere, come si dice comunemente, probabilmente è il caso di approvare questo emendamento presentato dal collega Molteni per prendere questo comma e «cancellierarlo»...ops !...per cancellarlo, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, solo per motivare le ragioni del voto contrario del MoVimento 5 Stelle all'emendamento Molteni. Abbiamo ottenuto la soppressione di questa previsione in Commissione. È per un semplice motivo: noi riteniamo che tutte le deduzioni fatte dal collega Molteni siano assolutamente corrette. C’è stato uno scandalo, che è quello dell'appalto, appunto, a Telecom Italia dei dispositivi di controllo a distanza, i cosiddetti braccialetti elettronici, scandalo che è stato l'oggetto di numerosi articoli dei giornali e dell'attenzione dell'opinione pubblica, perché circa dodici di questi braccialetti ci costavano 9 milioni di euro.
  Successivamente il numero di questi braccialetti è aumentato. C’è stata un'utilizzazione che è arrivata fino ai duemila braccialetti disponibili, ma non si può superare questo numero. Il motivo è dovuto al fatto che questo appalto è stato impugnato e, quindi, siamo ancora nell'incertezza di sapere se è legittimo o meno e, in attesa di questa decisione e di una nuova procedura d'appalto per i cosiddetti bracciali elettronici, si dovrà attendere ancora molto tempo, un anno. Quindi è inutile ed e profondamente ipocrita legiferare prima di avere una certezza in merito...

  PRESIDENTE. Liberare il banco del Governo per favore, deputato Molteni.

  VITTORIO FERRARESI. È ipocrita perché prima si dovrebbero reperire gli strumenti adatti e atti a questo controllo elettronico, sapere che i numeri ci sono, sapere che i magistrati e le forze dell'ordine li potranno utilizzare e poi legiferare in materia. In questo anno si è legiferato in materia di braccialetti elettronici senza Pag. 71averli a disposizione. Questo è un modo di legiferare assurdo ed ipocrita. Ecco perché noi non vogliamo assolutamente che ci sia alcuna norma che si riferisca ai braccialetti elettronici prima di avere la certezza che questa vergogna venga superata e ci sia la certezza di utilizzare questo tipo di strumento. Ecco perché voteremo no, pur condividendo assolutamente tutte le critiche che sono state fatte su questi mezzi dal collega Molteni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 4.4, con il parere contrario della Commissione, del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua... Agostinelli... Sgambato... Iori... Gribaudo... Vacca... Ciracì... Pisano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  410   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   19    
    Hanno votato no    391.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 4.202, con il parere contrario della Commissione, del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino... Gregori... Cassano... Lavagno... Piccoli Nardelli... Brandolin... Paolo Romano... Rosato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  453   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato   21    
    Hanno votato no    432    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Ferraresi 5.1, Molteni 5.2 e Cirielli 5.200.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, l'articolo 5 è l'articolo con il quale si decide di mantenere le procedure fino al compimento del 25o anno di età nei confronti dei minorenni che sono in carceri minorili. Oggi noi sappiamo che il minorenne che commette un reato finisce nel carcere minorile e lì rimane, secondo le procedure previste per il carcere minorile e, quindi, con delle procedure sicuramente più affievolite rispetto al carcere ordinario, fino all'età di 21 anni, dopodiché viene trasferito all'interno del carcere ordinario.
  Voi oggi, con questo articolo – con l'articolo 5 – allungate di quattro anni, fino al compimento del venticinquesimo anno d'età, la possibilità, per il minorenne che ha commesso reati, che magari ha commesso reati anche di particolare gravità sociale, di trattenerlo all'interno di queste strutture affievolite: quattro anni in più rispetto alla previsione di legge che è oggi in vigore. Francamente, i numeri che Pag. 72ci sono stati forniti sono numeri che non giustificano questo tipo di procedura.
  E pensare che, da parte del Governo, il problema del sovraffollamento delle carceri, in questi anni, è stato affrontato solo e unicamente attraverso decreti emergenziali che non hanno prodotto risultati, tant’è che il decreto successivo a quello precedente non è nulla di più che la certificazione del fallimento del decreto precedente. Infatti, come abbiamo già detto, il problema del sovraffollamento non lo possiamo affrontare in maniera emergenziale attraverso dei provvedimenti tampone, come giustamente ricordava prima anche il collega Sannicandro, ma attraverso provvedimenti organici e strutturali, ad esempio, costruendo nuove carceri; e potremmo farlo se sapessimo che fine hanno fatto i 500 milioni di euro, di cui il Governo non vuole dirci assolutamente nulla.
  Io non capisco il motivo per cui il Governo non ci debba dire, al netto dell'inchiesta penale che pende sul proprio cammino, il motivo politico. Questa è una risposta politica che noi chiediamo. Ci sono stati due Ministri – il Ministro Cancellieri e il Ministro Severino –, che tutte le volte in cui abbiamo affrontato il problema del sovraffollamento, venivano in Aula o in Commissione – anzi, più in Commissione che in Aula, perché in Aula non abbiamo mai visto i due Ministri – a dirci che erano pronte per essere consegnate nuove carceri, che erano pronte per essere ristrutturate nuove carceri. Dopo di che, scopriamo da un'inchiesta penale che le carceri non sono state consegnate, che, probabilmente, nella gestione di quei fondi, visto che è stata aperta un'inchiesta, vi sono state delle irregolarità e degli illeciti.
  Quindi, io credo che il Ministro Orlando sia esente – lo dico senza alcun problema – da ogni responsabilità sulla gestione del piano carceri; tra l'altro, correttamente, ha avviato lui stesso una procedura amministrativa per verificare cosa è successo su quel maledetto piano carceri. Io non capisco il motivo di imbarazzo, da parte del Governo, da parte della maggioranza, da parte della responsabile della giustizia del PD, da parte del relatore, nel dirci che cosa è successo. Credo che questo Parlamento abbia il diritto di sapere quei 500 milioni di euro che fine hanno fatto; 500 milioni di euro di cui il Ministro Orlando non è responsabile, non ha alcuna responsabilità. E credo che sia interesse suo, visto che oggi si trova a gestire questa vicenda, fare chiarezza, e lo sta facendo con la procedura interna che ha avviato; e c’è un'inchiesta penale.
  Mettere a conoscenza il Parlamento da un punto di vista politico di cosa è accaduto su quel famigerato – viste le conseguenze e gli effetti che ha prodotto – piano carceri credo che sia, nell'applicazione del principio della trasparenza, assolutamente interesse di chiunque, per non pensare che ci possa essere una corresponsabilità da parte dell'attuale Governo. L'attuale Governo non c'entra nulla con quel piano carceri.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  NICOLA MOLTENI. Allora, perché non ci devono essere la trasparenza, la lealtà e la correttezza di dire al Parlamento che cosa è successo, se effettivamente, politicamente, ci sono delle inadempienze o ci sono stati atteggiamenti inadeguati dei Ministri che precedentemente hanno gestito questo piano carceri ? Credo che sia nell'interesse di tutti, visto che il Ministro Orlando – lo ripeto per la centesima volta – responsabilità non ne ha.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, questi identici emendamenti sono parte del solito tridente: soppressivi, identici del MoVimento 5 Stelle, Lega, Fratelli d'Italia. È un tridente che si ripete su quasi tutti gli articoli di questo provvedimento, che converte in legge il decreto-legge in esame.
  Il collega Molteni mi ha fatto venire in mente e suscitato una certa curiosità, perché, da più parti, viene ribadita, visti Pag. 73anche i recenti scandali, la necessità di conoscere l'esito, la destinazione, il buon fine di quei 500 milioni che componevano il piano carceri, successivamente un po’ ridotti.
  Quei 500 milioni di euro erano inseriti in una finanziaria del 2010; mi è venuto in mente, e ringrazio il collega Molteni per avermi rinfrescato la memoria, che nel decreto-legge cosiddetto milleproroghe, di pochi mesi prima, del 2010, era stata, di fatto, svuotata la Cassa delle ammende. Allora, però, io sono un po’ rimasto indietro e, di quei 150 milioni di euro che conteneva la Cassa delle ammende, un centinaio avevano avuto una destinazione che era sostanzialmente la costruzione di nuove carceri. Ora, la Cassa delle ammende, se non ricordo male, sempre, ma sicuramente il Ministro potrà correggermi e aggiornarmi, è un ente con personalità giuridica che ha sede presso il DAP e si incentiva dei proventi ricavati dai manufatti dei detenuti, della vendita dei corpi di reato, delle cauzioni, di averi non reclamati da chi esce dal carcere e magari anche da chi muore, aggiungo io, così, maliziosamente. Allora, siccome non ho più notizie di quella vicenda, ma anche quei 100 milioni di euro andavano a comporre i fondi del piano carceri, forse sarebbe utile un qualche aggiornamento anche a chi non segue, magari, specificamente e continuamente questa materia.
  Anche perché, e questo però lo devo dire al collega Molteni, in relazione a quel movimento di denaro dalla Cassa delle ammende verso le carceri – visto che quei soldi, fra parentesi, dovrebbero essere destinati, in conformità con l'articolo 27 della Costituzione, al reinserimento dei detenuti, al loro avviamento lavorativo – se l'ultimo Governo di cui lei, onorevole Molteni, ha costituito la maggioranza, invece che destinare quei soldi a quegli scopi per cui la Cassa delle ammende dovrebbe esistere, ha rapinato i detenuti per avviarli a nuove celle, e a nuove carceri, io penso che questo sia un qualche cosa che contrasta largamente con molte delle cose affermate e dette in queste ore. Se però non fosse così, sono lieto di essere smentito.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, questo articolo di cui noi chiediamo la soppressione è veramente incomprensibile, anzi, la comprensibilità ce l'ha nel fatto che qui, ovviamente, come ho già ricordato in precedenza, non si parla di misure cautelari in sé, ma si parla di usare le misure cautelari per svuotare le carceri, di modificare i provvedimenti sulle misure cautelari per svuotare le carceri. Questo ne è un esempio lampante, praticamente noi portiamo dai 21 anni – che già è una deroga, perché il provvedimento è per i minorenni, da 18 a 21 c’è la deroga – ai 25 anni la norma sull'esecuzione delle misure cautelari nei confronti dei minorenni; innalziamo l'età prevista fino a 25 anni.
  Volevo ricordare al collega Farina che, ovviamente, questo tridente è molto diversificato perché noi portiamo, nel rispetto anche delle ragioni degli altri due gruppi, delle ragioni anche tecnico-giuridiche differenti. Nello specifico è ovvio che, anzitutto, occorrerebbe, per esigenze di razionalità interna al sistema, operare lo stesso intervento ogni qualvolta la legge dia rilevanza ai 21 anni al fine dell'applicazione del procedimento minorile. È chiaro che nell'ordinamento ci sono numerose fattispecie che rimandano a questa deroga, da 18 a 21 anni; non si può intervenire solo ed esclusivamente per una fattispecie arrivando fino ai 25. Si dovrebbe intervenire su tutte le fattispecie per innalzare da 21 a 25, se mai. E quindi io opererò lo stesso intervento ogni qualvolta la legge dia rilevanza, appunto, ai 21 anni ai fini dell'applicazione del procedimento minorile o di altri speciali benefici.
  Inoltre, chiaramente, la legge esige di essere minimamente razionale. Se il problema del sovraffollamento non verrà risolto, diremo che anche un trentacinquenne Pag. 74non è ancora adulto per liberare le carceri ? E quindi occorrerà modificare ulteriormente la previsione ? È questo che vogliamo fare ? Perché questa è la ratio di questo provvedimento, unicamente questa. Allora è ovvio che, per esempio, per la sospensione condizionale della pena c’è un'età, che è quella stabilita dei 21 anni, e non si capisce perché ci sia questo innalzamento da 21 a 25. I principi educativi che sorreggono la materia chiaramente non esistono più, perché già questa è una deroga.
  Quindi non si capisce veramente – o almeno, si capisce – la ratio della norma, ovvero quella di liberare ulteriori persone, senza capire che da 21 a 25 anni ci sono quattro anni che fanno veramente la differenza. Siamo quindi di fronte ad una norma assolutamente irrazionale, con una ratio assolutamente sbagliata. Noi voteremo contro, cioè voteremo a favore dell'emendamento soppressivo di questo articolo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Presidente, più che rapina ai detenuti, caro collega Farina, mi sembra un recupero del maltolto, quello che abbiamo fatto nel precedente Governo, ultimo di centrodestra in questo Paese ed ultimo ad avere avuto realmente a cuore le sorti della sicurezza nel nostro Paese. Rimane un fatto, che è fondamentale: noi ad oggi non siamo ancora in grado di capire cosa intenda fare il Governo per quanto riguarda il piano carceri, ovvero se voglia passare dalla logica puramente emergenziale degli appalti al massimo ribasso, che ha portato a tutto ciò che abbiamo purtroppo letto e che è all'attenzione della procura di Roma, a quella ben più lungimirante e sicuramente più efficiente ed economica di migliorare le strutture esistenti che, si stima, con 200 milioni di euro consentirebbe di risolvere il problema realizzando 70 mila nuovi posti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, noi abbiamo presentato questo emendamento soppressivo perché riteniamo che il Governo non agisca certamente per finalità morali, che potrebbero essere, seppur malintese, quelle di prevedere un trattamento di favore nei confronti dei giovani criminali – perché ovviamente di questo parliamo –, ma, quello in esame, è un provvedimento che mira semplicemente in via statistica a sfoltire le carceri. Purtroppo le statistiche insegnano che l'incidenza dei reati, soprattutto nella fascia di età tra i 21 e i 25 anni, è molto elevata. Quindi, si pensa, con questo provvedimento, senza comprenderne fino in fondo le conseguenze, che si possa in maniera automatica mettere in condizione il magistrato di non intervenire con durezza nei confronti di alcuni reati di particolare gravità, più che di allarme sociale, perché rapine, tentati omicidi, pestaggi e atti di violenza da parte di tante bande nel nord Italia, soprattutto di stranieri giovanissimi che perseguitano altri giovani, hanno reso praticamente le nostre città del nord assolutamente invivibili.
  Il punto di fondo è proprio questo: in questa fascia di età, tra i 21 e i 25 anni ci sono centinaia di bande di teppisti e di delinquenti stranieri, segnatamente di origine sudamericana, soprattutto nel nord Italia, che stanno imperversando e che già oggi, con le leggi che voi avete fatto, sono impunite.
  In realtà, in maniera assolutamente infingarda, si vuole evitare di fare quello che uno Stato serio dovrebbe fare; faccio riferimento, a tal proposito, al famoso contratto sociale per il quale i cittadini rinunciano a farsi giustizia da sé e affidano allo Stato la propria sicurezza e la propria libertà. E lo Stato che cosa fa, come sta facendo in questo momento questo Governo a guida PD ? Semplicemente perché non vuole tirare fuori soldi per fare nuove carceri, perché non vuole tirare fuori soldi per assumere tanti giovani Pag. 75che hanno anche superato come idonei i concorsi per la Polizia penitenziaria, perché non vuole spendere soldi per l'assistenza sociale, perché non vuole spendere soldi per le forze dell'ordine, cosa fa ? Tana libera tutti e, quindi, si comincia in via statistica ad intervenire dove si pensa di poter sfoltire maggiormente. E la fascia di età dai 21 ai 25 anni, purtroppo, soprattutto per colpa di un'immigrazione clandestina e selvaggia voluta dalla sinistra in questi anni, ci mette in grave difficoltà e non ci può consentire assolutamente di abbassare la guardia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente, per il suo tramite vorrei richiedere al sottosegretario Ferri una risposta ai quesiti posti dal mio collega Ferraresi, ovvero quali sono le reali motivazioni di questo articolo, se quest'articolo è fatto esclusivamente per non fare entrare nel computo dei detenuti normali le persone tra i 21 e i 25 anni.
  Quindi, sono consapevole che il sottosegretario Ferri ha sempre risposto esaurientemente anche se in disaccordo con noi a tutte le rimostranze che gli abbiamo posto. Chiedo una nuova valutazione per far capire meglio all'Aula le valutazioni del Governo che hanno portato alla scrittura di tale articolo.

  DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, molto velocemente perché mi accorgo che molti o non hanno sentito la discussione generale o non hanno letto la relazione. Allora semplicemente per spiegare in tre parole questo articolo. L'articolo 5 è sostanzialmente un articolo di buonsenso ed è anche dovuto a quello che è ormai il lavoro che si svolge nei tribunali per i minorenni.
  È vero che, si dice nel testo, si passa dal ventunesimo anno di età al venticinquesimo anno di età, ed è anche vero che normalmente si fa riferimento nel nostro ordinamento alla deroga da 18 a 21 anni (si pensi alla sospensione condizionale o alla cessazione degli effetti per il perdono giudiziale). Però, è anche vero che qui si tratta sostanzialmente di una deroga di buonsenso ed, infatti, la parte di testo che la Commissione ha aggiunto dà proprio questa indicazione, cioè si dice: fino al venticinquesimo anno di età, sempre che, per quanti abbiano già compiuto il ventunesimo anno, non ricorrano particolari ragioni di sicurezza valutate dal giudice competente.
  Quindi si dice: il giudice ha la possibilità – qualora vi siano requisiti di sicurezza riguardanti naturalmente la sicurezza generale ed anche la pericolosità per lo stesso soggetto – di valutare di non applicare la norma. In più, c’è una norma di buonsenso che invece va a favore dell'appena maggiorenne perché si dice: tenuto conto altresì delle finalità rieducative. Cosa vuol dire questo ? Che se un soggetto non può stare in carcere o comunque dovrebbe stare in carcere ed ha superato il ventunesimo anno di età ma il giudice, attraverso anche i servizi sociali che ha con sé, valuta che la permanenza in carcere sia negativa e al tempo stesso non ponga in difficoltà la sicurezza pubblica, a questo punto il giudice può scegliere. Quindi, ampia discrezionalità al magistrato in questo caso del tribunale, che si avvarrà naturalmente dei mezzi che ha a disposizione. Mi sembra una norma di assoluto buonsenso che non scandalizza nessuno. Dopodiché, ricordo ancora a me stesso, che qui alcuni interventi hanno parlato dell'articolo 5, altri hanno parlato dell'universo mondo, però, qui si sta parlando di questa norma che ritengo sia da approvare senza nessun tipo di problema.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti identici Ferraresi 5.1, Molteni 5.2 e Cirielli 5.200, con il parere contrario di Pag. 76Commissione e Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi è che non riesce a votare ? Colletti, Dadone, Spadoni, Vacca, Piras, Dadone ancora non ha votato. Ecco adesso ha votato. Chi altro non riesce a votare ? Palmizio...Letta...provi a votare, forse la scheda non è abilitata...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  454   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no    343    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 5.201, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ferraresi, Ciracì, Stumpo, Cassano, Simoni, Antimo Cesaro, Di Salvo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  451   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no  339.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Morani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 6.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, l'articolo 6 riguarda gli agenti di Polizia penitenziaria, un Corpo che non smetteremo mai ovviamente di ringraziare per l'efficienza e per la disponibilità con cui esercita in situazione di estrema difficoltà le proprie funzioni all'interno del carcere. Spesso e volentieri quando si parla delle forze dell'ordine ci si dimentica del Corpo di polizia penitenziaria, ma credo che vada rivolto loro un plauso importante per la serietà e la dedizione con cui svolgono la loro attività all'interno delle carceri, anche loro in condizioni di difficoltà, forse, quasi anche loro, disumane. Con questo decreto, attraverso un meccanismo di alchimie all'interno della pubblica amministrazione, voi andate a recuperare – e la cosa è assolutamente dignitosa – 200 agenti in più per supportare la carenza di organico all'interno della Polizia penitenziaria.
  Il problema qual è, Presidente ? Che i 200 agenti in più, meglio 200 che niente, non rappresentano un livello di incremento dell'organico della Polizia penitenziaria sufficiente a consentire agli agenti medesimi di poter svolgere al meglio la propria funzione, delicata, importante, rischiosa.
  Spesso e volentieri leggiamo fatti di cronaca che vedono gli agenti della Polizia penitenziaria subire anche atti di violenza all'interno delle carceri stesse ed è il motivo per cui agli uomini e alle donne della Polizia penitenziaria rivolgiamo il nostro plauso, laddove però la carenza di organico del Corpo di polizia penitenziaria ammonta a migliaia di unità in più; si calcola che all'incirca le carenze di organico ammontino a circa 4-5 mila agenti. Questo è il motivo per cui noi presentiamo questo emendamento, che, tra l'altro, potrebbe tranquillamente essere riformulato e rivisto, se ci fosse la disponibilità, se ci fosse stata: dubito che all'interno dell'Aula il Governo, la maggioranza e il relatore possano fare un passo indietro, ma se ci fosse veramente stata la volontà da parte Pag. 77del Governo di dare un segnale molto più importante e significativo dei 200 agenti...le briciole che vengono date agli agenti della Polizia penitenziaria, considerato che trovate i soldi per tutto, trovate i soldi per i detenuti, trovate i soldi per i clandestini.
  Abbiamo appena letto che c’è una agenzia che dice che, per l'operazione Mare Nostrum verranno stanziati altri 60 milioni di euro. Vergognatevi, vergognatevi ! Stanziate altri 60 milioni di euro per i clandestini e non trovate...

  PRESIDENTE. Molteni, si rivolga alla Presidenza !

  NICOLA MOLTENI. ... qualche centinaia di euro in più per gli agenti della polizia penitenziaria. Vergognatevi ! Si vergogni il Governo ! Si vergogni il Governo ! Anziché difendere le nostre forze dell'ordine, anziché difendere gli agenti... Oggi c’è stata la protesta da parte della Polizia di Stato, che non ha più voglia di fare da cameriere agli immigrati sulle navi della Marina militare. Un po’ più di attenzione agli agenti delle forze dell'ordine, ai nostri poliziotti e alla polizia penitenziaria, un po'più di considerazione, un po’ più di interesse alla polizia e un po’ meno di interesse ai clandestini e ai criminali credo che sia cosa buona e giusta.
  È evidente: chi vota contro questo emendamento, vota contro la polizia, vota contro la polizia penitenziaria, vota contro la sicurezza; non ci sono scuse e non ci sono giustificazioni. Questo emendamento è strutturato in modo tale da dare più soldi, più risorse e più agenti alla polizia penitenziaria. La Lega lo propone, la Lega lo mette in gioco e vediamo chi lo voterà e chi, invece, per l'ennesima volta, a parole, difende la polizia penitenziaria e le nostre forze dell'ordine e nei fatti invece volta le spalle, li tradisce e li pugnala.
  (Commenti del deputato Chaouki).

  NICOLA MOLTENI. Fottiti !

  PRESIDENTE. Colleghi, colleghi ! Collega Chaouki !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colleghi, innanzitutto noi vogliamo ringraziare sia il collega Molteni, sia il collega Ferraresi, che hanno presentato due emendamenti importanti che condividiamo e che vorrei anche sottoscrivere.
  Noi avevamo presentato un ordine del giorno sul tema perché ritenevamo che quella potesse essere una strada più condivisibile complessivamente da parte di tutta la maggioranza, anche perché ha ragione il collega Molteni: oggettivamente, sembra veramente incredibile che questo Parlamento possa, da un lato, tendere la mano ai delinquenti e ai criminali per risarcirli per il fatto che si trovano in carcere in una condizione disagevole, certamente per colpa di coloro che hanno fatto i Ministri negli ultimi anni, ma è altrettanto incredibile che non si pensi ai problemi dei poliziotti della polizia penitenziaria, che vivono gli stessi disagi, perché anche loro vivono il carcere esattamente con la stessa drammaticità con cui lo possono vivere i delinquenti che si trovano (ovviamente in maniera diversa rispetto ai poliziotti), per colpa loro, in quella condizione di privazione della libertà. Tanto è vero che, purtroppo, non soltanto si moltiplicano i casi di grave disagio familiare – ci sono tante separazioni –, ma anche i casi di suicidi di poliziotti della polizia penitenziaria purtroppo negli ultimi anni sono aumentati.
  Allora, da una parte, migliori condizioni economiche e, quindi, l'invito a sbloccare tutte le limitazioni finanziarie e stipendiali che vi sono per colpa di questo Governo, che ha prorogato per tutto il 2014 il blocco triennale previsto, senza nessuna compensazione che invece vi era in passato; dall'altra, il rinnovo del contratto e, soprattutto, l'aumento del personale, attingendo ovviamente alle tante graduatorie in cui vi sono tantissimi giovani che hanno già svolto tre o quattro anni di servizio come volontari delle Forze armate e sono risultati idonei non vincitori; e ciò non perché non siano bravi, ma perché Pag. 78voi, sempre il PD, con il Governo Monti, avete ridotto le missioni per la spending review. Quindi, avendo ridotto i posti assegnati alla polizia penitenziaria, moltissimi giovani che ritenevano di poter accedere – così come gli era stato promesso – a un concorso con le forze di polizia, sfruttati come precari in Afghanistan e Iraq, tornano in Italia e noi li mandiamo a casa a fare i disoccupati.
   Allora, bene l'emendamento di Molteni, bene l'emendamento di Ferraresi; credo che sia giusto che il Governo risponda con dignità.
  Volevo concludere dicendo che incredibilmente in questo articolo 6, oltre a non fare nulla per la polizia penitenziaria, le date minore formazione perché riducete il tempo dei corsi.
  I corsi sono fondamentali per dare loro professionalità e sicurezza in un delicato servizio, che è quello in carcere. Ma, addirittura, andate persino a colpire le lavoratrici madri, cioè le donne madri che magari fanno tre mesi, così come è previsto per ogni altra lavoratrice, e che saranno costrette a perdere quell'anno di corso e a ripeterlo.
  Allora, io credo che ciò sia incredibile e vorrei proprio capire chi è, in questo Governo, quello scienziato che ha messo queste norme che contrastano anche con gli interessi dei lavoratori, persino con quelli delle donne madri che si trovano a svolgere servizio con la polizia penitenziaria.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Grazie Presidente, riteniamo assolutamente sconveniente e negativo tutto questo provvedimento, ma soprattutto questa particolare disposizione che, a nostro modo di vedere, grida ancora più vendetta.
  In questo provvedimento, vorrei ricordarlo, vengono trovati i fondi per dare 8 euro ai detenuti, ma al contempo non si pensa, oltre ai problemi della nostra gente, neanche ai problemi delle forze dell'ordine e, in particolare, a quelli della polizia penitenziaria. Oltre a non pensarci, chi è lì, a lavorare per la tutela anche dell'ordine e della sicurezza nelle carceri, viene addirittura penalizzato. Quindi, questo è assolutamente inaccettabile, è assolutamente vergognoso e riteniamo che un provvedimento come questo non debba mai essere approvato da questa Camera.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, l'operazione contabile a cui siamo di fronte è evidente. Siamo di fronte a un esborso – e questo lo ha dichiarato il Ministro dell'economia e delle finanze, non più tardi della settimana scorsa proprio in Parlamento – di oltre un miliardo di euro e al rifinanziamento, poco fa annunciato. Da una parte, siamo di fronte a questo continuo esborso; dall'altra, si taglia oltre un miliardo e mezzo di risorse alla sicurezza, agli operatori e alle forze dell'ordine, in quanto le previsioni – e queste sono state anche ampiamente documentate da tutti i sindacati di categoria – passeranno dalle 260 mila unità di oggi alle quasi 80 mila del 2020.
  Quindi, sono queste le cifre e mi stupisco di non sentire, come al solito, Fiano pontificare sui forti investimenti fatti da questo Governo sulla sicurezza, in quanto ancora una volta abbiamo la testimonianza di ulteriori tagli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piras. Ne ha facoltà.

  MICHELE PIRAS. Grazie Presidente, intervengo per ricordare che il decreto-legge n. 78 del 2010, per chi non lo dovesse ricordare e ne vedo molti in quest'Aula, trattava del blocco stipendiale e della contrattazione per i lavoratori delle Forze armate, delle forze di pubblica sicurezza e del soccorso pubblico. Quel provvedimento – l'anno di nascita lo denuncia – è un provvedimento del Governo Pag. 79Berlusconi, ovvero di un Governo sostenuto dalle medesime forze politiche che oggi sentiamo sbraitare ogni tre per due in quest'Aula contro i provvedimenti che stiamo assumendo.
  Io capisco il gioco delle parti, capisco il mutare delle fasi politiche, capisco la necessità di parlare ai propri riferimenti nel territorio o a quelli che rimangono, però penso anche che dovrebbe essere qualcun altro a vergognarsi per quello che ha fatto, per le condizioni nelle quali ha ridotto i lavoratori di questi settori nel 2010, prestando il consenso a questi provvedimenti, e che dovrebbe vergognarsi per la demagogia e il populismo che stiamo subendo da due giorni in quest'Aula e che quest'Aula e questo Paese non meritano.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Presidente, anche io intervengo, per dovere di cronaca, in questo che sembra più uno spettacolo ad uso e consumo degli ascoltatori di Radio Padania e per riaffermare, quindi, un principio di verità a chi ci ascolta da casa.
  Sono vere le cose che diceva il mio collega Piras.
  Ricordo che in quel periodo Ministro dell'interno era un tale Roberto Maroni, autorevole esponente della Lega Nord, così come Maroni era il Ministro dell'interno che ha emesso il decreto per l'emergenza Nord Africa, che è costata agli italiani un miliardo e 300 milioni di euro e che non sono finiti, come spesso viene detto dai colleghi della Lega Nord, nelle tasche degli immigrati, ma sono finiti nelle tasche, per esempio, di imprenditori amici, come il signor Pizzarotti, che nulla ha a che vedere con il sindaco di Parma, ma che è un imprenditore che oggi è il proprietario della struttura del CARA di Mineo.
  Allora, non si può permettere – e concludo – di avere due pesi e due misure e di fare una speculazione doppia, cioè si specula sulla pelle degli immigrati e si specula poi politicamente attaccandoli.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ERASMO PALAZZOTTO. Si mandano le persone in galera con la legge che criminalizza chi usa le sostanze stupefacenti e poi si fanno le speculazioni politiche per Radio Padania in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, sono sempre belle le tematiche utilizzate da SEL, purtroppo siamo qui a votare se aumentare l'organico di polizia penitenziaria nelle carceri o meno, quindi a questo ci dovremmo attenere, anche se comunque alcune deduzioni sono giuste.
  Innanzitutto, in premessa, visto che non sono riuscito a parlare sull'articolo precedente, volevo ricordare come le fantasie utilizzate dal collega Ermini per sostenere l'articolo 5 siano veramente incredibili, cioè praticamente si dice «facciamo una deroga però il giudice può valutare». Come al solito lo Stato, il Parlamento, il Governo, delegano al giudice un'ampia discrezionalità e gli pongono sulle spalle una responsabilità che assolutamente non si dovrebbe prendere. Questa è la responsabilità che viene posta sul giudice che dovrebbe prendersi invece la politica, perché è sempre facile poi criticare l'operato del giudice quando magari concede la possibilità di questa misura ad un ventiquattrenne o a un venticinquenne che poi commette reato, e poi l'opinione pubblica se la prende con il giudice, oppure non gliela concede e allora il giudice in questo caso è un forcaiolo.
  Questa responsabilità, invece, se la dovrebbero prendere i politici e in questo caso, collega Ermini, questa deroga allora potrebbe essere fatta anche per i trentenni. Perché l'avete ampliata di quattro anni ? Allora possiamo dire che questa valutazione discrezionale la possiamo fare anche per le persone che hanno trent'anni ? È questo che state dicendo, Pag. 80visto che c’è questa valutazione ? Questo è incredibile, questo è veramente incredibile, cioè con la ratio di volere mettere fuori le persone, voi fate un ampliamento che è ingiustificato e irrazionale anche sotto il punto di vista del sistema giuridico.
  Per quanto riguarda questo emendamento, è ovvio che il MoVimento 5 Stelle voterà a favore. La situazione dei penitenziari è chiaramente grave e anche quella delle famiglie e degli stessi poliziotti penitenziari è grave. Ci riserviamo comunque l'intervento sul nostro emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, giusto per essere precisi, la radio si chiama Radio Padania libera, per cui lo ripeto Radio Padania libera, se volete citarla almeno datele la dignità appunto...

  PRESIDENTE. Direi che possiamo andare avanti.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Scusi, perché interrompe me e non interrompe loro ?

  PRESIDENTE. Sull'emendamento.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Sull'emendamento io sto seguendo il filo del discorso e seguo quello che sta facendo SEL, che non mi sembra abbia parlato dell'emendamento, ma più in generale stia mettendo in discussione quello che hanno fatto la maggioranza e il Governo di ormai tre anni fa.
  Vorrei ricordare a SEL che oggi c’è una maggioranza in cui c’è il PD, c’è il Nuovo Centrodestra, qualche centrista eccetera, e che è inutile che voi adesso cercate di fare una battaglia contro la Lega Nord per cercare di uscire probabilmente da un particolare momento di difficoltà politica. Noi siamo opposizione, magari se ve lo ricordaste ogni tanto anche voi, e noi stiamo facendo una battaglia oggi contro il Governo che c’è oggi e le cui politiche hanno dei riflessi oggi nei confronti della società.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, deputato Invernizzi.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Concludo. Tutto ciò che è stato, a me spiace, ma ormai è stato. Abbiamo governato anche noi, probabilmente ci ritorneremo e, quando ci ritorneremo, sarà bello confrontarsi con voi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Attaguile. Ne ha facoltà.

  ANGELO ATTAGUILE. Signor Presidente, prendo la parola provocato dal collega deputato Palazzotto. Non ho capito cosa vuole intendere dicendo che la Lega fa affari con i costruttori del nord. Noi siamo puliti, trasparenti e chiari. È inutile che a Caltagirone organizzi la manifestazione contro Salvini perché viene a visitare il CARA di Mineo. Il CARA di Mineo è contro ogni tipo di legge. È illegale.
  Il CARA di Mineo costa un sacco di soldi ai cittadini italiani. Quindi, bisogna dare anche una trasparenza su come viene gestito il CARA di Mineo, perché in quest'ultimo vi sono degli impiegati che i comuni danno...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  ANGELO ATTAGUILE. ...e cercano, praticamente, di coinvolgere i sindaci e strumentalizzare anche gli immigrati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 81
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Gadda, Magorno, Cariello, Toninelli, Massa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  451   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no    298    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Lello 6.200, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Arlotti, Monchiero, Gadda, Cassano, Albanella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  442   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato   80    
    Hanno votato no    362    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Lello 6.202, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Dell'Aringa, Folino, Luigi Gallo, Turco, Matarrelli, L'Abbate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  447   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no    373    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Coscia, Piccoli Nardelli e Gianluca Pini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ferraresi 6.0200.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo chiede una cosa molto semplice, ovvero, al fine di incrementare l'efficienza delle carceri e l'amministrazione penitenziaria, alla luce di questo deficit di organizzazione, noi chiediamo che si proceda con ulteriori assunzioni di personale di polizia penitenziaria nella misura di mille unità.
  La situazione nelle carceri è drammatica: è drammatica per il sovraffollamento, ma è drammatica non solo per i detenuti, perché gli agenti di polizia penitenziaria, gli educatori – con cui abbiamo anche chiesto un aumento degli educatori stessi nella misura di 500 unità, richiesta che è stata dichiarata inammissibile – e tutto il personale che ruota attorno al carcere soffrono assolutamente di una carenza vergognosa.
  Questa carenza cosa crea ? Crea situazioni per cui ci troviamo degli agenti di polizia penitenziaria che tentano il suicidio Pag. 82oppure che si suicidano, famiglie costrette a stare lontano dai propri cari, che, per esigenze, chiaramente, anche economiche, devono rimanere lontani chilometri e chilometri, centinaia di chilometri, dalle proprie famiglie.
  Ci ritroviamo con la polizia penitenziaria in una proporzione assolutamente assurda rispetto, chiaramente, ai detenuti delle carceri in questione. E tutto questo, è chiaro, non è una cosa diversa rispetto a quello che stiamo trattando, perché i diritti dei detenuti corrispondono anche alla qualità del servizio offerto dagli agenti di polizia penitenziaria. Gli stessi agenti di polizia penitenziaria, per svolgere in modo efficace il loro lavoro, in modo qualitativamente buono, devono essere messi in condizione di farlo e, per essere messi in condizione di farlo, devono essere in un numero sufficiente per garantire un servizio quantitativamente e qualitativamente buono, se non ottimo, perché si tratta di diritti fondamentali delle persone. Noi abbiamo numerosi concorsi che sono stati banditi; tanti ragazzi che sono stati ritenuti idonei, quindi sono già pronti a prendere il servizio, chiaramente dopo una necessaria formazione, ma sono pronti, aspettano che venga cambiata, intanto, la normativa che impone un turn over del 50 per cento e, in secondo luogo, di prendere attività lavorativa presso le carceri per aiutare anche i colleghi. Io non capisco questo parere negativo, perché, come è stato detto, si vuole intervenire sui diritti dei detenuti, ma lo si fa sempre nel modo sbagliato con dei tamponi, mentre queste mille unità potrebbero veramente aiutare la situazione delle carceri e aiutare, in modo strutturale, il superamento del sovraffollamento carcerario stesso. Si razionalizza invece, si taglia anche sui corsi della polizia penitenziaria, è tutto un taglio, un taglio ai diritti, un taglio alla qualità della vita nelle carceri. Addirittura, c’è stato detto in Commissione che potremo fare tutto ciò quando saremo al Governo. Io mi auguro, chiaramente, che i cittadini capiscano che un'alternativa è possibile con il MoVimento 5 Stelle, che sicuramente risolverebbe questo problema del sovraffollamento carcerario in altra maniera, con un piano carceri che miri alla ristrutturazione delle carceri esistenti e dei padiglioni chiusi, che miri a dare risorse alla polizia penitenziaria, agli educatori, al personale dell'amministrazione del Dipartimento amministrazione penitenziaria e ad una modifica normativa, sicuramente, sulla materia degli stupefacenti. In questo modo, noi potremo dare risorse a questi operatori, potremmo dare un lavoro a questi ragazzi, potremo migliorare in modo strutturale e deciso, sicuramente, il problema di un sovraffollamento carcerario una volta per tutte. Questa che vi prendete è una responsabilità, la responsabilità di votare contro l'assunzione di mille unità di polizia penitenziaria, qui non avete alcuna scusa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, intervengo ancora una volta per ringraziare per questo emendamento, per il dibattito che si avvia, per, ovviamente, chiedere di sottoscriverlo, perché ritengo che veramente sia incredibile come uno Stato possa sfruttare dei giovani, mandarli a rischiare la vita in Iraq, in Afghanistan, per poi farli tornare qui e dirgli: tu non sei idoneo, perché nel frattempo abbiamo ridotto i soldi stanziati per le forze di polizia; sebbene tu abbia tutte le idoneità sotto il profilo culturale, giuridicamente non puoi entrare nella polizia penitenziaria, che poi, invece è in gravissima difficoltà per gestire l'emergenza carceri che affrontiamo. Quindi, ovviamente, dobbiamo assolutamente ampliare la possibilità di assumere poliziotti penitenziari, proprio per l'emergenza carceri e anche per dare una legittima possibilità a coloro che hanno servito la patria.
  Aggiungo anche, per chiarezza, perché mi rendo conto che qui, per demagogia o per ignoranza, si dicono tante sciocchezze, che, per esempio, il contratto della polizia Pag. 83penitenziaria è fermo dal 2006. Se può esserci responsabilità di coloro che, dal 2006 al 2011, non lo hanno rinnovato, come mai dal 2012 ad oggi, i tre Governi non lo hanno fatto ? E se avessero sbagliato quei Governi precedenti, perché ben tre Governi che criticavano chi non ha fatto quel rinnovo, ad oggi, non lo hanno rinnovato ? È questo un aspetto. L'altro aspetto che voglio dire è sul famoso e famigerato, condivido, «decreto di Tremonti», che personalmente io non ho votato e ho fatto di più: come presidente della Commissione difesa, ho fatto approvare, grazie anche ai colleghi dell'opposizione, ma devo immaginare e pensare che allora, quindi, lo facevano strumentalmente, un ordine del giorno che impediva, in ogni caso, la proroga oltre il 2013 del blocco degli stipendi.
  E invece adesso, che siete maggioranza, l'avete prorogato al 2014.
  Che c'entra Tremonti, che pure ha tantissime colpe, col fatto che voi avete prorogato al 2014 ? E nella mozione, che da poco avete approvato, non escludete di estenderlo al 2015. Questo è il dato di fondo rispetto al quale oggi ci troviamo a riflettere.
  E allora, rispetto a quella vicenda, voglio anche aggiungere che, grazie al Ministro Maroni, che è stato citato in causa, ma allo stesso Ministro La Russa, rispetto al provvedimento erga omnes di Tremonti su tutta la pubblica amministrazione, è stata trovata una misura una tantum che, fintanto che c’è stato quel Governo, ha coperto al cento per cento quel taglio dei blocchi stipendiali.
  Quando poi sono arrivati Monti, Letta ed adesso Renzi, con Monti e Letta siamo scesi sotto il 30 di compensazione per quel blocco stipendiale e col Governo Renzi non s’è ancora stanziato un euro.
  Allora, rispetto a questo, ci si deve confrontare, perché, altrimenti, diventa veramente demagogia politica sulle spalle e sulla pelle delle persone, in questo caso dei poliziotti penitenziari.
  Ma siccome oggi, come ha detto qualcuno, non stiamo chiacchierando a vuoto, votiamo concretamente, vediamo chi vota a favore degli idonei non vincitori per il concorso in polizia penitenziaria.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno. Ne ha facoltà.

  FRANCO BRUNO. Signor Presidente, sia questo emendamento sia gli articoli seguenti sia altri emendamenti tutto sommato riguardano una questione che esiste: «incrementare l'efficienza delle carceri», inizia così questo emendamento. Gli altri articoli riguarderanno il tema della gestione dei programmi dell'edilizia penitenziaria, gli altri ancora alcune deroghe al regime del personale penitenziario. In fondo, la questione che si affronta è tutto sommato simile.
  Ma c’è un problema e c’è una questione di fondo su cui io invito i colleghi a riflettere. Il problema è che noi, nel nostro ordinamento penitenziario, fra le arretratezze che abbiamo, ne abbiamo anche una culturale, che riguarda la gestione della detenzione.
  Noi gestiamo la detenzione, nel nostro Paese, con un sistema che prevede l'individualizzazione del trattamento. La sicurezza è garantita in uno schema «uomo a un uomo». Questo non è più possibile. Pensare di rincorrere le questioni della sicurezza e della detenzione con uno schema cosiddetto uomo a uomo, con la popolazione carceraria che aumenta e quindi pensando di costruire sempre nuove carceri ed assumere sempre nuovo personale è oggettivamente da folli. Qui si tratta, invece, di fare uno sforzo culturale e politico per cambiare profondamente questa impostazione, la filosofia di questo schema.
  Si tratta, in sostanza, di pensare di investire in tecnologie della sicurezza, nella stessa progettazione, nell'architettura, nella costruzione e nell'amministrazione delle carceri.
  Si tratta profondamente di cambiare la mentalità dei nostri dipartimenti che sono preposti a questo schema.
  Si tratta di fare uno sforzo che è indispensabile, altrimenti continueremo ad Pag. 84assistere per sempre a questo balletto dell'opposizione o degli oppositori che chiedono più personale e della maggioranza che, nelle ristrettezze economiche in cui si trova, sarà di fatto costretta a dire di no.
  Il problema è un problema oggettivo ed è un problema che, se non si affronta e non si affronta per tempo, anche in questo farà avere dei grossi ritardi al nostro Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale la collega Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Signor Presidente, qui non si capisce come mai tutte le volte, davanti ai problemi presenti in questo Paese, invece di tentare di risolverli, si cerchi sempre di acuirli, di incentivarli o magari di crearne di nuovi. Abbiamo, da una parte, dei giovani volenterosi, che non vedono l'ora di entrare a far parte della polizia penitenziaria e quindi di continuare a servire questo paese; dall'altra parte, delle carenze di organico enormi all'interno della polizia penitenziaria, nelle nostre carceri, che hanno bisogno di aiuto.
  C’è un emendamento che cerca, appunto, di dare una piccola soluzione e di tentare un miglioramento di questa situazione, cercando di assumere mille unità operative di polizia penitenziaria all'interno delle carceri, e il Governo e la politica cosa fanno ? Tagliano e bocciano questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché tanto è questo che succederà tra poco. Allora, non è possibile che tutte le volte ci sia questo atteggiamento perché le coperture finanziarie ci sono. Vogliamo almeno una risposta e vogliamo capire che motivi ci sono per vietare a questo Paese una cosa del genere, per vietare che questo emendamento venga accolto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, unicamente per chiedere di poter aggiungere la mia firma sull'articolo aggiuntivo Ferraresi 6.0200.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ferraresi 6.0200, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald Nissoli, Tartaglione, Murer, Piras, Tancredi, D'Incecco, Moscatt...
  Dichiaro chiusa la votazione. Presidente Giachetti, purtroppo...
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  449   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  170    
    Hanno votato no    279    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 6-bis.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Fantinati, Fossati, Vacca, Vignali...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  445   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  143    
    Hanno votato no    302    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 85

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 7.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazzoli, Capua, Di Benedetto, Gregori, Dall'Osso, Zanin, Palma, Fucci, Carloni, Simoni, Colaninno, Amendola, Martella, Carella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  458   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato   22    
    Hanno votato no    436    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Ferraresi 8.1, Molteni 8.2 e Cirielli 8.201, sui quali vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, sono 48 ore che stiamo aspettando l'articolo 8 ! Signor Presidente, con l'articolo 8 voi state applicando quello che, non la Lega o, meglio, non solo la Lega ma moltissimi operatori del diritto – quegli operatori del diritto che spesso e volentieri qui voi celebrate a volte anche giustamente e mi riferisco in particolare ai magistrati – che hanno definito questo articolo 8 – mi dispiace ripeterlo – un vero e proprio indulto mascherato, un indultino, un'amnistia mascherata, comunque un provvedimento, un articolato, rispetto al quale io so che nessuno è interessato. Tuttavia, credo che per rispetto non nei miei confronti, assolutamente, o nei confronti dei colleghi della Lega e dei colleghi parlamentari che hanno presentato l'emendamento soppressivo dell'articolo 8, ma soprattutto per rispetto nei confronti di quelle persone che hanno subito reati estremamente gravi...Infatti, in questo momento, grazie al fatto che questo decreto-legge è in vigore ed è in vigore così com’è formulato, in questo preciso istante ci sono centinaia, migliaia di delinquenti e di criminali che hanno commesso reati come lo stalking (articolo 612-bis del codice penale su cui ci ricordiamo il dibattito in quest'aula per alzare le pene, per tutelare chi subiva i reati di stalking); ci sono soggetti che hanno commesso il reato di stalking e che hanno commesso il reato di maltrattamento in famiglia; ci sono migliaia di criminali che hanno commesso furti negli appartamenti, ci sono migliaia di criminali che hanno commesso rapine, ci sono migliaia di criminali che hanno commesso reati di particolare allarme sociale, reati gravissimi, che stanno per essere rimessi in libertà. In questo momento, migliaia di criminali escono dal carcere e vanno, se va bene, ai domiciliari e, se non va bene perché magari un domicilio certo non ce l'hanno, vengono rimessi in libertà.
  Signor Presidente, io credo sia veramente un crimine mantenere in vigore questo decreto-legge anche con le correzioni che sono state apportate; anche qualora le stesse dovessero essere recepite e, quindi, il decreto-legge modificato, fino ad allora, il decreto-legge rimane nella sua portata iniziale così come approvato e uscito dal Consiglio dei ministri. E quindi, ripeto, per rispetto nei confronti delle vittime, per rispetto nei confronti dei familiari di quelle vittime che hanno subito reati, mantenere in vigore questo decreto-legge e mantenere in vigore l'articolo 8 del decreto «svuota carceri» è un insulto, un'offesa, un'infamia soprattutto nei confronti delle vittime ed è per questo che chiedo uno scatto di orgoglio, una dimostrazione di sensibilità, un attaccamento al principio della sicurezza, un riconoscimento del valore della certezza della pena: il motivo per cui tutti i parlamentari di buonsenso che poi dovranno andare sui territori a specificare e a spiegare perché con il loro voto vengono rimessi in libertà Pag. 86i criminali ed è il motivo per cui la Lega chiede e insisterà e continuerà a chiedere: c’è la cronaca giudiziaria che abbonda, ci sono magistrati in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata che sono venuti anche in Commissione da noi a chiederci la cortesia di levare dalle scatole questo articolo che è un articolo infame, che è una follia, che è una sciagura: toglietelo ! (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Mettetevi la mano sulla coscienza non solo quando guardate alla sorte dei criminali, mettetevi una mano sulla coscienza quando con il vostro voto rimette in libertà migliaia di criminali, migliaia di delinquenti.
  La Lega non lo può permettere ed è il motivo per cui chiediamo con questi identici emendamenti di sopprimere, di cancellare, di radere al suolo questa vergogna, questa schifezza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, intervengo su questo ennesimo tridente soppressivo: MoVimento 5 Stelle, Fratelli d'Italia, Lega Nord. Io vorrei che lei, Presidente, testimoniasse al collega Molteni che è vero che c’è l'articolo 68 della Costituzione, ma nell'intervento che lui ha fatto ha commesso un reato o, almeno, ha tentato di commettere un reato. Il reato in questione è quello previsto dall'articolo 643 del codice penale: è la circonvenzione di incapace. Il tentativo, infatti, è quello di far credere agli italiani una cosa che non esiste, perché nulla di tutto quello che ha detto si realizza in base a questo articolo 8.
  Tanto è vero che noi ritenevamo migliore la formulazione del Governo e cerchiamo di reintrodurre la formulazione del Governo al posto delle limitazioni ulteriori che vengono poste nell'articolato dal lavoro della nostra Commissione giustizia della Camera. Infatti, gli operatori del diritto che cita il collega Molteni sono gli stessi che dovrebbero valutare, qualora all'esito del giudizio la pena erogata fosse fino a tre anni, se la custodia cautelare in carcere possa addivenire ad una custodia cautelare domiciliare. In altri termini, noi poniamo un obbligo, ma, alla fine, la valutazione prognostica è quella del magistrato, è quella dell'operatore del diritto. Quindi, non riesco a capire qual è la pericolosità di questo. Tanto è vero che non è uscito affatto nessuno, neppure a decreto vigente, e sono tutte balle quelle che vengono raccontate.
  Poi, noi abbiamo fatto anche del nostro, perché, come sempre accade – e questo è il tema vero –, al fine di evitare qualche frizione d'Aula e di comunicazione alla stampa, che pure non sembra evitata perché, nonostante il peggioramento apportato della Commissione giustizia, sentiamo cose straordinarie come quelle che testé abbiamo udito, noi abbiamo aggiunto una qualche limitazione, la solita peraltro: ovvero, che questo articolo 8 non vale, che questa prognosi del magistrato sull'esito del giudizio non dia conseguenze se i reati sono quelli previsti all'articolo 4-bis del provvedimento sull'ordinamento penitenziario. Cosa comprende l'articolo 4-bis ? Comprende un po’ tutto, perché, negli anni, il legislatore ci ha infilato dentro, dal 1975 ad oggi, praticamente metà del codice penale e, forse, anche di più.
  Io mi chiedo, poi, e citerò qualcuno dei reati esclusi dall'articolo 4-bis: ma per i reati di mafia, per l'omicidio, per la rapina, per i reati di terrorismo, per la violenza sui minori, per gli atti sessuali sui minori, mi spiegate qual è il magistrato che fa una prognosi all'esito del giudizio inferiore ai tre anni e che, quindi, manda ai domiciliari un condannato ipotetico (perché presunto è ancora) ? Io penso nessuno. Non esistono questi magistrati e, se il collega Molteni ne conosce qualcuno, me lo presenti, perché io non ne conosco.
  Ma siccome ciò non bastava, siccome non era abbastanza restrittivo questo articolo 4-bis, abbiamo deciso che si poteva fare anche un po’ di propaganda – propaganda pura, però – e, allora, a parte, abbiamo introdotto alcune fattispecie di Pag. 87reato che vanno escluse, in cui, in ipotesi, si potrebbe dare una sentenza entro i tre anni e, quindi, il magistrato potrebbe decidere per gli arresti domiciliari invece che per la custodia cautelare in carcere: i maltrattamenti in famiglia, benissimo; gli atti persecutori – benissimo –, che escludiamo esplicitamente, ma peraltro, lo stalking è già escluso dal 4-bis; poi, ci mettiamo il furto in abitazione e l'incendio boschivo, benissimo. Io mi chiedo perché, a questo punto, non l'abigeato e quegli altri quattro o cinque articoli del codice penale che non sono entrati per sfortuna loro, per disgrazia, per dimenticanza.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DANIELE FARINA. Quindi, questo è un articolo che il Governo ha costruito – e ho concluso –, secondo me, con lungimiranza, lasciando al magistrato la discrezionalità e che la Camera dei deputati, come già è successo per la custodia cautelare speciale, ha completamente svuotato.
  Quindi non sono soppressivi questi tre identici emendamenti che sono proposti, la soppressione l'abbiamo già fatta in Commissione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, prendo spunto anche dall'intervento del collega Farina che, pur non condividendo io spesso quello che dice, questa volta dice sostanzialmente qualcosa che ha un fondamento. Il punto, però, su cui poi ci troviamo in disaccordo è che proprio per l'inutilità di questa norma è inutile mantenerla in piedi, perché, vede, Presidente, vedete, colleghi, il tema della custodia cautelare che viene affrontato in maniera maldestra dal Governo e, aggiungo, a questo punto, anche dalla Commissione è un tema assai delicato, rispetto al quale bisognerebbe creare sempre maggiore tassatività di intervento da parte dell'accusa.
  Mi spiego: sebbene abbia un senso che il giudice, nell'applicare la pena, la impartisca in maniera individualizzata e, quindi, non gli si dia una stretta rigidità nell'applicare la pena, il PM nel momento in cui va a togliere la libertà ad una persona, prima del processo e senza prove, ma soltanto sulla base di un'esigenza di pericolo, deve avere delle statuizioni tanto più rigide; quindi, non bisognerebbe, certamente, affidarsi a un giudizio prognostico, ma solo alla pena edittale. Invece la gravità di questa norma è che viene lasciata ad un giudizio prognostico della pubblica accusa la possibilità o meno di privare una persona della libertà personale prima del processo. Allora, questo è il punto, voi lasciate in mano a un pubblico ministero tale possibilità, sulla base di un giudizio prognostico. Attenzione, onorevole Farina, nel giudizio prognostico si tiene conto del patteggiamento, dei riti abbreviati; altro che tre anni, la rapina c'entra e abbondantemente, così come tanti altri reati che possono avere pene edittali anche di sei o sette anni, ma in concreto prevedere pene anche inferiori ai tre anni, come è la logica e come avviene sempre; le posso garantire che ci sono centinaia, migliaia di processi per rapina che finiscono con pene inferiori a tre anni.
  Ma il punto è questo: può sulla base di un giudizio prognostico la pubblica accusa decidere, per Cirielli, di privarlo della libertà e, per Farina, invece, di lasciarlo in libertà, magari per lo stesso reato, con la stessa pena edittale ? Questo è il mostro giuridico di questa norma che, in più, invece, consente, per esempio, per il reato di furto in abitazione, per lo scippo, sempre, di prevedere questo giudizio prognostico, perché stia tranquillo che per il furto in abitazione, per lo scippo, con il patteggiamento, con i riti abbreviati, con le circostanze attenuanti siamo sempre sotto i tre anni. Quindi, è giusto dire che nel caso di furto aggravato siamo di fronte a un indulto permanente, per effetto del quale sarà ben difficile per il PM, in un giudizio prognostico, dire che la pena è superiore a tre anni.Pag. 88
  Ecco perché anche la magistratura si è ribellata a questa norma che, da una parte, le dà un potere spropositato contrario alla Costituzione, perché le consente di privare della libertà personale un cittadino o uno straniero – perché in questo caso veramente non fa alcuna differenza – soltanto su un giudizio prognostico, eludendo completamente il principio di tassatività. D'altro canto, invece, persino nei casi di flagranza di reato, non sarà possibile neanche arrestare e mettere in custodia cautelare una persona che viene colta in flagranza di reato di scippo, che a volte è un reato assai violento, o di furto in abitazione, che è uno dei reati che devastano psicologicamente i cittadini.
  Per questo noi voteremo contro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, questa è un'offesa al buon senso e alla logica. Prima il collega Farina chiedeva se c'erano dei magistrati che si fossero stupiti della demenza di chi ha fatto questo tipo di provvedimento.
  Il procuratore dei minori del tribunale di Brescia, Avezzù, sostiene che lo stalking e i maltrattamenti finiranno al vento, perché questo decreto, dal primo minuto in cui è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ha iniziato a produrre i suoi effetti. E i suoi effetti sono devastanti, perché ad oggi voi potete metterci tutte le pezze che volete ma la situazione è questa. Ad oggi la situazione è che chi si macchia di questi tipi di reati non può essere soggetto a custodia cautelare perché il magistrato non ha alcun tipo di discrezionalità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Presidente, è ovvio che questa norma pericolosissima è stata migliorata in Commissione, è vero, ma assolutamente va soppressa. La storia nasce con la proposta di legge sulle misure cautelari Atto Camera n. 631, a prima firma Ferranti, che appunto prevedeva una norma molto simile e che è stata affossata in maniera unitaria dalla Commissione giustizia, con la volontà di presentarne una nuova in cui venisse soppressa una previsione della stessa. Successivamente è arrivato il Ministero della giustizia, con il Ministro Orlando, che ha con questo decreto superato la proposta Atto Camera n. 631, a prima firma Ferranti. Il problema è che comunque ha lasciato la previsione che il giudice, con una prognosi, possa non dare la misura cautelare carceraria quando prevede che sia irrogata una pena non superiore ai tre anni.
  Intanto noi dobbiamo dire al collega Farina che sia per la liberazione anticipata speciale sia per questo decreto il problema è proprio che il Governo adotta decreti che entrano in vigore subito, quindi tutte le modifiche che vengono fatte in Commissione giustizia, sia per questo provvedimento sia per il provvedimento sulla liberazione anticipata speciale, hanno efficacia immediata. In questo modo sono usciti, sì, i mafiosi, in quei due mesi, l'abbiamo già detto: più di 20 e più di 400 per gli anni precedenti hanno beneficiato di quella misura. Inoltre, sono usciti i soggetti di cui al presente provvedimento. Non è vero che non è uscito nessuno, perché le cronache dei giornali locali – locali, non nazionali – hanno riportato i casi di decine e decine se non centinaia di persone che sono uscite. Questi sono i fatti.
  Entrando nel merito, è chiaro che il provvedimento in questione parte da un presupposto, ossia il carcere è sovraffollato e noi chiediamo al giudice l'applicazione cautelare, di fare una prognosi con gli atti che ha, addirittura sul quantum di pena da irrogare ed escludere una misura, di cui ricorrerebbero pure i presupposti, che egli considererebbe proporzionata, idonea ed adeguata. Allora, innanzitutto la norma si regge su una prognosi, chiaramente, che essendo allo stato degli atti non Pag. 89ancorata a ormeggi sicuri il giudice non dovrebbe assolutamente fare. In secondo luogo, ci sono chiaramente degli elementi che possono sorgere successivamente. Mi riferisco al quadro probatorio, mi riferisco a procedimenti che magari non si conoscono ma che stanno andando avanti. Quindi, potrebbe essere capovolta totalmente in una fase successiva del procedimento. Ed è per questo che giuridicamente è assolutamente un mostro e quindi va soppressa questa previsione.
  La prognosi di sospensione condizionale ha già meno problemi perché si possono controllare i presupposti del beneficio alla luce della pena da applicare. Qui, invece, il giudice cautelare deve sostanzialmente elaborare una previsione di pena in un momento molto anteriore rispetto a quello in cui si hanno tutti gli elementi per farlo, quindi non dovrebbe farlo usando dei criteri che, è inutile nascondercelo, si nutrono di una forte componente soggettiva in fase applicativa. Infatti, si scarica ancora una volta la responsabilità se dare questa misura cautelare carceraria o meno al giudice. È quindi una responsabilità che la politica non si prende ma lascia ulteriormente al giudice, anche davanti all'opinione pubblica. È per questo che noi critichiamo questo provvedimento. Noi eravamo favorevoli ad un emendamento che a novembre era passato in Commissione giustizia; ce ne siamo resi conto e se ne sono rese conto tutte le più alte cariche della magistratura di questo Paese, ma il Governo, in modo assolutamente irresponsabile, ha continuato su questa strada. Noi ce ne siamo resi conto. A novembre, in Commissione giustizia, quando avevamo presentato l'emendamento, avevo detto: riflettiamoci perché questa prognosi è assolutamente sbagliata in questo momento; riflettiamoci tutti insieme. Non sono stato ascoltato ed è stato commesso un errore, quindi si persevera con questo errore. Questa previsione è assolutamente un obbrobrio giuridico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Signor Presidente, spero che si sia capito che il motivo per cui ce l'abbiamo tanto con questo articolo 8 sta proprio nella valutazione prognostica perché noi per fortuna, come diceva il mio collega Ferraresi, adesso abbiamo escluso moltissimi casi per non applicare questa norma ma è il principio che per noi risulta totalmente sbagliato perché non appartiene ad un sistema garantista di tipo accusatorio come il nostro. Con questo articolo 8 il giudice per le indagini preliminari va ad esprimere un convincimento su una fase processuale che è futura e di cui è incompetente. Quindi, nel momento in cui arriva a tale pronuncia gli sarebbero preclusi poi tutti i futuri provvedimenti in materia di riti speciali su cui pure il GIP è competente proprio perché vengono meno i caratteri di terzietà e imparzialità. Quindi da lì in poi dovrebbe occuparsene un altro GIP provocando così enormi ritardi all'interno di quel procedimento.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  GIULIA SARTI. Pensiamo poi all'imputato che potrebbe usare quella pronuncia del GIP durante la fase dibattimentale a suo favore perché appunto c’è già un convincimento espresso sulla fase conclusiva del procedimento. È una stortura ed è incredibile che questa stortura non sia stata capita dalla maggioranza e dal Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Semplicemente per richiamare la vostra attenzione sul perché il Parlamento è arrivato a questo tipo di norme. Noi qui ci stiamo beccando come i capponi di Renzo, però nessuno si chiede perché mai il Parlamento Pag. 90si sta da tempo arrovellando, affaticando ad approvare norme che pongano un limite ad una cosa che dovete avere il coraggio di dire, all'abuso della custodia cautelare. Questo è il punto. Perché se si rispettasse l'articolo 274 del codice di procedura penale che stabilisce con chiarezza quali sono le condizioni per poter applicare la misura cautelare, tutte queste norme non avrebbero alcuna utilità, non le avremmo mai pensate. Questo è il punto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, devo dire che quando i colleghi dell'opposizione ragionano, non ragionano neanche tanto male. Qui noi abbiamo una disposizione la quale, per un verso, dà una autonomia eccessiva al magistrato e, per un altro verso, gliela riduce in modo eccessivo. Perché, per un verso, noi gli diamo una possibilità di decidere sulla base di una valutazione totalmente soggettiva, e per un altro verso escludiamo dall'ambito di questa valutazione soggettiva elementi importanti come quello della pericolosità.
  Tuttavia io non voterò questo emendamento perché se si vota questo emendamento cade per intero una possibilità, che invece è importante, per limitare la custodia cautelare, che in Italia è largamente utilizzata, troppo largamente utilizzata. Credo invece che vada votato uno degli emendamenti successivi nei quali voi proponete, invece, criteri più definiti e di reintrodurre il criterio della pericolosità, cioè il dovere da parte del giudice di valutare la pericolosità del reo, e anche la recidiva, il fatto che il reo non si sia reso colpevole di reati analoghi, in tempi ravvicinati.
  Vorrei invitare i colleghi della maggioranza a riflettere su questo problema perché questa volta l'onorevole Cirielli, ma anche altri onorevoli dell'opposizione, hanno posto una questione non demagogica ma reale che merita una riflessione e forse anche un gesto che venga incontro alle legittime preoccupazioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI. Rinuncio all'intervento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferraresi 8.1, Molteni 8.2 e Cirielli 8.201, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sorial, D'Uva, Ruocco, Oliverio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  416   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  209   
   Hanno votato  105    
    Hanno votato no  311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Richetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Ferraresi 8.3 e Molteni 8.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, per quanto riguarda questo famigerato, perché si tratta di famigerato, articolo 8 e per quanto i colleghi della maggioranza si stiano sforzando, della maggioranza allargata, perché qui, diciamo, si va ben oltre ai canonici e classici numeri della maggioranza, ci sono tante forze politiche che, in un modo del tutto incomprensibile almeno al sottoscritto, stanno sostenendo queste misure che introducono ulteriore Pag. 91insicurezza e indeterminatezza in un sistema giudiziario che già di per sé è un vero e proprio colabrodo.
  Stiamo parlando di una misura, quella della custodia cautelare, che al di là del giudizio prognostico che lascia più ombre che luci, ha già sortito – questo è il punto del mio intervento ed è il punto anche del nostro emendamento – i suoi effetti; quindi, l'unica pezza che questa maggioranza allargata potrebbe realizzare è quella di farlo decadere, perché solo in questo modo verrebbero a mancare gli effetti.
  Ho citato anche prima un procuratore, quello del tribunale minorile di Brescia, che, allarmata, ha sottolineato come con queste misure tutto ciò che in questi anni tanti colleghi e soprattutto le tante colleghe che sono intervenute, per esempio a tutela e difesa dei diritti delle donne per quanto riguarda l'introduzione dei reati di stalking, che sono delle conquiste di civiltà e del diritto del nostro Paese, ecco tutto quel lavoro sarà stato vanificato, voi l'avete vanificato con questo provvedimento, perché sia stalking che maltrattamenti finiranno al vento.
  Non c’è più la discrezionalità che prima aveva il magistrato, quindi queste disposizioni sono palesemente in contrasto con quelle che solo un anno fa voi stessi avete votato. È un dato di fatto, io vi cito un esempio: se un padre di famiglia si macchia dell'orrendo reato di violenza domiciliare, il giudice con queste disposizioni, quelle che attualmente sono in vigore, cosa fa ? Ovviamente non ha discrezionalità, quindi, lo deve consegnare ai domiciliari, luogo dove si è consumato il delitto contestato. L'alternativa allora qual è da parte del magistrato ? È quella di spostare i minori, creando danno su danno. Questo è quello che voi e le vostre menti garantiste sono riuscite a partorire.
  E non tiene il ragionamento che voi fate: abbiamo fatto degli emendamenti per determinati reati ostativi e quindi violenze, rapine, furti aggravati e quant'altro oggi sono al di fuori della cerchia di applicabilità dei limiti sulla custodia cautelare, perché così non è.
  Poi alcune fattispecie di reato – e ci sono i nostri emendamenti – le misureremo una ad una sui nostri emendamenti per capire fino a dove potete arrivare senza alcun tipo di vergogna nell'escludere le misure di custodia cautelare, quindi questa è la prima occasione di tanti emendamenti che la Lega Nord ha presentato per poter creare un minimo, ripristinare un minimo di giustizia e dare un minimo di manovrabilità ai magistrati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, per attirare l'attenzione del collega Farina, usando un termine a lui caro, dirò che questo decreto è stupefacente. È stupefacente perché, con questo articolo 8, voi affrontate, sì, l'unico vero tema che dovrebbe essere affrontato in termini di sovrappopolazione carceraria, che è l'abuso della custodia cautelare, della carcerazione preventiva.
  Quindi, questo articolo 8 avrebbe potuto rappresentare un elemento di dignità all'interno di un testo che, nel suo dettato più esteso, dal nostro punto di vista, di dignità non ne ha alcuna. Invece, siete riusciti a fare il capolavoro di trattare l'unico argomento che andava preso in considerazione nel modo più assurdo, non cioè andando puntualmente a individuare le fattispecie giuridiche nella trattazione delle quali non può essere fatto ricorso all'uso e all'abuso della custodia cautelare, non andando a determinare, a buon uso e consumo del magistrato indagante, quelli che possono essere i casi nei quali riconoscere l'opportunità di ricorrere alla custodia cautelare e quelli che invece non possono essere abbinati a questo provvedimento, di fatto diminuendo in modo sostanziale l'eccesso di popolazione carceraria costituita da detenuti in attesa di giudizio, ma affrontate il tema nella totale e assoluta aleatorietà, inserendo una volta di più nel procedimento di diritto un elemento totalmente discrezionale che – va detto e va ribadito – viene affidato alla Pag. 92cura ed alla valutazione predittiva dell'unica categoria che sa, di fronte a qualunque scelta, di non dover corrispondere mai il conto e la ragione dei propri errori perché, nonostante più volte si sia accarezzato questo tema e nonostante più volte molte delle forze politiche che oggi stanno facendo finta di dimenticarselo, hanno cercato di porre il tema della responsabilità civile dei giudici come tema centrale e iniziale di ogni riforma della giustizia, noi diciamo che questa categoria, che rimane l'unica alla quale non si può chiedere conto e ragione degli errori, in misura totalmente discrezionale, senza che ci sia alcuna valutazione oggettiva in punta di diritto, predetermina in corso di giudizio se ci sono o non ci sono le condizioni per sottoporre l'indagato alla custodia cautelare; talché, può esserci il caso di specie in cui il giudice che deve rispondere solo ad una sua valutazione oggettiva la sbaglia completamente, rinuncia ad associare alle patrie galere una persona di cui in via successiva si determina l'effettiva pericolosità sociale e magari questo scappa o reitera un reato.
  Ma il responsabile della scelta, che non ha un criterio oggettivo al quale attenersi ma che decide solo e soltanto sulla base della propria sensazione, non potrà mai essere chiamato a rispondere del danno che avrà procurato lasciando in libertà persona che, con un'applicazione puntuale e oggettiva della legge, magari avrebbe dovuto essere, in quel caso sì, associata alle patrie galere.
  Insomma, anche nell'ultima curva, anche nell'ultima possibilità di dare dignità all'ennesimo provvedimento vergognoso, che fa scappare i delinquenti e che li rende addirittura retribuiti, siete stati fedeli alla vostra incapacità di trattare il tema di giustizia con il primo prerequisito della garanzia per le vittime.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferraresi 8.3 e Molteni 8.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi è che non riesce a votare ? Catania. Chi altro non riesce a votare ? Sembra che abbiano votato tutti... no; Chiarelli sta andando a votare. Chi altro non riesce a votare ? Marti, Nizzi. Sembra che ce l'abbiano fatta... no... Vignaroli, la aspettiamo e poi chiudiamo la votazione. Baruffi ce l'ha fatta; Vignaroli sta andando a votare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  440   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  221   
   Hanno votato  144    
    Hanno votato no  296.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Daniele Farina 8.200.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Presidente, in realtà diciamo che la discussione su questo emendamento l'abbiamo già fatta. Ricordo soltanto ai colleghi che questo emendamento mira a ripristinare il testo originario del decreto, quello voluto dal Governo e che noi giudichiamo assolutamente migliore rispetto a quello approvato dalla Commissione giustizia della Camera, che non ha operato, scusate il gioco, miglioramenti ma, assolutamente, a nostro avviso, peggioramenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

Pag. 93

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, noi voteremo contro, però volevo chiarire che questo emendamento ha una logica. Non c’è dubbio che oggi, per effetto della legge Simeone, una persona che ha una pena inferiore a tre anni non va in carcere, una pena con sentenza passata in giudicato. Per cui, oggettivamente sembra ed è assurdo che una persona, che verrà condannata a una pena per la quale non va in carcere, poi possa essere incarcerata addirittura senza processo. Cioè, uno che viene condannato con tre gradi di giudizio a tre anni non va in carcere e, invece, senza processo va in carcere.
  Quindi, la cosa apparirebbe assolutamente logica e astrattamente è condivisibile. Dove è che noi non ci possiamo stare ? Torniamo al principio di stretta legalità e di tassatività. Non può essere un giudizio prognostico dell'accusa a determinare...

  ALESSIA MORANI. Ancora ? Ma non è così !

  EDMONDO CIRIELLI. ... la decisione pregiudiziale di chi va in carcere o di chi non va in carcere, sulla base di un principio che per noi assolutamente contrasta con la Costituzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, intervengo per esprimere il voto contrario della Lega Nord su questo emendamento che, se approvato, sarebbe una sciagura ma non cambierebbe gli effetti e gli esiti che in questo momento il decreto sta producendo. Perché ? Perché con l'emendamento Daniele Farina 8.200, che lui ritiene migliorativo rispetto al testo approvato dalla Commissione, torneremmo al testo approvato dal Governo, testo approvato dal Governo che in questo preciso istante è ancora in vigore.
  Pertanto, in questo preciso momento – ed è il motivo per cui noi ripetiamo ostinatamente e insistentemente che questo è un decreto follia – in questo preciso istante, adesso, mentre io parlo e mentre il collega Farina parla, ci sono migliaia di criminali che hanno fatto istanza di scarcerazione, che stanno portando i magistrati di sorveglianza oberati di lavoro ad accettare le richieste di scarcerazione e a rimettere in libertà, laddove non c’è un domicilio certo o ai domiciliari chi ha un domicilio certo, migliaia di criminali.
  L'ipocrisia di fondo, Presidente, però sta in un'altra fattispecie. Quale ? Per un anno e mezzo ci è stato detto che bisognava intervenire con un disegno di legge per riformare e migliorare il sistema della carcerazione preventiva. Bene, assolutamente condivisibile il principio. Abbiamo discusso più volte, due volte all'interno dell'Aula, di un disegno di legge sulle misure cautelari, per incapacità della maggioranza quel decreto si è bloccato; si è bloccato, tra l'altro, proprio su questa norma, di cui oggi stiamo discutendo e c’è sempre stato detto che la modifica della struttura del procedimento delle misure cautelari e, quindi, della carcerazione preventiva andava fatta per ridare dignità al meccanismo della carcerazione preventiva, che non può essere un anticipo di sentenza – e sono d'accordo – e quindi il disegno di legge sulle misure cautelari era una misura organica per riformare il meccanismo delle misure cautelari, negando in maniera ipocrita che invece il disegno di legge sulla carcerazione preventiva veniva legato al problema del sovraffollamento e, quindi, al meccanismo, al principio di svuotare le carceri.
  E la conferma dell'ipocrisia di chi sosteneva che il disegno di legge sulla carcerazione preventiva andava nella direzione di creare una nuova struttura sulla carcerazione preventiva, evitando gli abusi e prevedendo invece un utilizzo normale di quel meccanismo, lo troviamo nel fatto che il disegno di legge si è bloccato, ma l'unica norma all'interno di quel disegno di legge che va a toccare il problema delle carceri e va a deflettere il problema del sovraffollamento è esattamente l'articolo 8, che voi inserite all'interno di questo decreto, in modo tale che viene svelata Pag. 94l'ipocrisia che stava alla base del vostro ragionamento. A voi non interessa assolutamente riformare il meccanismo della carcerazione preventiva per evitarne gli abusi e per evitare che la carcerazione preventiva si traduca in una vera e propria anticipazione di condanna, ma il vostro obiettivo era quello previsto in questo decreto, ovvero continuare a perorare il meccanismo della risoluzione del problema del sovraffollamento delle carceri non con degli strumenti organici, non con degli strumenti strutturali, ma sempre attraverso il solito vergognoso, meschino, infame indulto mascherato.
  Ed è il motivo per cui noi ci opponiamo a questa tecnica normativa. Avete estrapolato da un disegno di legge che è stato più volte discusso alla Camera e al Senato, prendete l'emendamento che vi fa comodo, prendete la parte di quel disegno di legge che vi fa comodo, mettendo i piedi in testa al dibattito parlamentare. Perché il disegno di legge su cui discutere c'era ed è il disegno di legge che avete affossato per l'incapacità vostra di gestire il principio della doppia conforme, come vi è stato più volte ribadito dalla ANM, dai magistrati di sorveglianza, da tutti quegli esperti di diritto che abbiamo audito in Commissione e per convenienza prendete la parte che vi interessava di quel disegno di legge e, calpestando il dibattito parlamentare, lo inserite con forza e con prepotenza all'interno di questo decreto e chiedete che questo decreto venga convertito. Noi non ci stiamo, non accettiamo e il contenuto e il merito e la tecnica legislativa che state utilizzando, per cui ripeto quanto vergognoso, infame e meschino sia questo articolo.

  DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, non volevo intervenire se non magari alla conclusione di questo dibattito, ma penso che poi alla fine tutto abbia un limite, quindi due parole bisogna che le dica anche adesso, innanzitutto sul fatto che noi estrapoliamo e ci facciamo le norme che ci interessano. Ma io credo che non siamo noi che in questo Parlamento abbiamo fatto delle norme che ci interessavano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi abbiamo fatto delle norme perché ci interessano sotto l'aspetto della politica giudiziaria.
  Non l'abbiamo fatto noi l'aumento dei mesi della possibile conversione da tre mesi a sei mesi, e chi se lo ricorda se lo ricorda, perché poi, un giorno, parleremo anche di questo, parlando delle norme fatte per chi aveva degli interessi. Ma alcune cose bisogna dirle, le dico al collega Cirielli: non possiamo continuare a dire che il giudizio prognostico lo fa l'accusa, perché il giudizio prognostico lo fa il giudice; non lo fa il pubblico ministero, perché l'ordinanza di custodia cautelare la emette il giudice, e non la emette il pubblico ministero.
  Il pubblico ministero fa semplicemente la richiesta. Quindi, continuare a dire che il giudizio prognostico è in mano all'accusa è una cosa non vera, o, perlomeno, era vera prima del 1989, ma, siccome qualche norma è cambiata, compresa l'ex Cirielli – finalmente ho scoperto chi era Cirielli, perché ho sempre letto «ex Cirielli», adesso ho capito –, dal 1989 vi è stato un passaggio e abbiamo deciso che siamo passati ad un sistema accusatorio, e non più inquisitorio.
  Quindi, in questo caso, l'emissione dell'ordinanza di custodia è del giudice per le indagini preliminari, e non dell'accusa. Ho sentito dire che qualcuno ci rimprovera perché abbiamo dato la possibilità, anzi, il compito al giudice. Ci è stato detto: «voi mettete sulle spalle del giudice la responsabilità di scegliere». E certo, è il suo lavoro ! A chi la dobbiamo dare la responsabilità di scegliere ? Anzi, tante volte siamo tacciati di dargliene troppa di responsabilità; noi limitiamo, invece, secondo alcuni criteri.
  Ha ragione il collega Farina, quando dice che in Commissione abbiamo ristretto questa possibilità. L'abbiamo ristretta, è Pag. 95vero: non so se sia giusto o sbagliato, noi l'abbiamo ristretta consapevolmente. L'abbiamo ristretta perché abbiamo ritenuto che sia stato un gesto di responsabilità restringere la possibilità dell'utilizzo di questa norma, che, però, è una norma assolutamente di buonsenso.
  E poi, alcune imprecisioni, perché qui, è vero, siamo in diretta radiofonica, non so chi ci sente, però, insomma, che siano i tribunali di sorveglianza, Molteni, in questo momento, a dover decidere sull'applicazione di questa norma, non è vero. Siamo in fase di custodia cautelare: sono i GIP che decidono, e i GIP possono tranquillamente motivare che il loro giudizio prognostico sarà superiore a tre anni.

  NICOLA MOLTENI. Non accade così, però !

  DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Ma è così !

  PRESIDENTE. Collega Molteni, non cominciate a fare dibattiti.

  DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Non faccio un dibattito. Non nego, non nego – facciamo i dibattiti seri, perlomeno, in Parlamento – che vi siano state delle condanne in primo grado inferiori a tre anni per cui, adesso, si possa presentare istanza per gli arresti domiciliari: si può fare.

  NICOLA MOLTENI. Non è vero, non è vero !

  PRESIDENTE. Collega Molteni, per favore ! Dopo interverrà il deputato Caparini.

  DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. È vero. Poi ne discuteremo, magari, in un'altra sede, con più calma, in un convegno.

  PRESIDENTE. Deputato Ermini, si rivolga alla Presidenza.

  DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Una volta emesso il decreto, una volta emanato il decreto, entrato in vigore il decreto, chi aveva una condanna superiore a tre anni ed era in custodia cautelare in carcere ha chiesto di poter essere messo agli arresti domiciliari o di modificare la sua misura, anche quelli che non avevano domicilio, tant’è che noi abbiamo corretto questa norma, inserendo che chi non ha il domicilio certo non può beneficiare di questa norma.
  Abbiamo escluso, naturalmente, altri reati, come è stato detto; quindi, cerchiamo di dire le cose come stanno. Se vogliamo fare un dibattito serio, lo facciamo serio, su punti argomentati, ma chi fa continuamente delle sparate, dei comizi, non è nemmeno degno di stare qui dentro. Sentirci dire continuamente «infami», «vergognatevi», va tutto bene, dite quello che vi pare, però, quando uno ha la ragione, quando uno sente di avere gli argomenti, evita anche di andare oltre e di offendere continuamente. Ci diciamo, tecnicamente, le cose come stanno: ci sarà chi ha ragione o chi ha torto, ma manteniamo un dibattito degno di un'Aula parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno. Ne ha facoltà.

  FRANCO BRUNO. Signor Presidente, devo dire che cercavo le parole per spiegare perché sono favorevole all'emendamento, ma, per alcuni versi, difficilmente ne potrei trovare migliori di quelle del collega che mi ha preceduto, perché la questione, proprio per le argomentazioni dette, esiste. Noi, in qualche modo, forziamo anche il ruolo della magistratura nelle varie fasi del procedimento, tenendo conto di un principio: laddove, nel giudizio prognostico, si valuti che non ci sarà successivamente la detenzione, sostanzialmente, non utilizziamo la misura della custodia cautelare, che, di fatto, diventa una sorta di pena aggiuntiva, uno strumento di indagine, chiamiamola come vogliamo.Pag. 96
  Non si capisce, allora, perché ridurla. Ridurla oggettivamente, secondo me, è un po’ cedere a quel: «vergogna, non si fa !». Ed è sbagliato cedere sul piano dei principi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caparini. Ne ha facoltà per un minuto.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, vorrei capire dal Governo, visto che il collega Ermini nel suo confuso intervento è stato anche piuttosto impreciso, se nel caso di carcerazione preventiva, un carcerato preventivamente, per un reato al di sotto dei tre anni, quindi si parla di stalking, di maltrattamento, di furto, si parla di questi tipi (Commenti)... Oggi, oggi, non con le vostre pezze che avete tentato di mettere...

  PRESIDENTE. Colleghi, collega Caparini...

  DAVIDE CAPARINI. Un carcerato può o non può fare la richiesta di scarcerazione ? La risposta è: sì, in base al vostro provvedimento può fare la richiesta di scarcerazione. E non c’è, ad oggi, alcun tipo di previsione di discrezionalità al di sotto dei tre anni. Questo è il dato di fatto e questo è quello che voi avete portato in Consiglio dei ministri.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, sono contento che, finalmente, il collega Ermini abbia conosciuto il deputato Cirielli, famoso per la sua legge ex Cirielli, ma vorrei presentare al collega Ermini un illustre personaggio, ancora più illustre, il quale ha portato avanti la depenalizzazione del falso in bilancio, il quale ha portato avanti la legge ex Cirielli, il quale ha portato avanti un lodo che ha preso il suo nome, si chiama «lodo Alfano». Ebbene, a questo illustre personaggio, il PD ha dato un bel premio e l'ha fatto Ministro dell'interno dell'attuale Governo e Ministro anche nel precedente Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, magari, non possiamo stare qui ad accusare quelli dell'altra parte, perché ormai siete la stessa cosa voi due, semplicemente questo.
  Per quanto, invece, riguarda la questione dell'articolo 8, faccio, altresì, presente che qualora un PM voglia richiedere una custodia cautelare in carcere, con la nuova norma, ovviamente, non richiederà più la custodia cautelare in carcere, se si renderà conto che il giudice in questo caso valuterà che l'imputato possa avere una sentenza inferiore a tre anni. Va da sé questo atteggiamento che sarà dei PM (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, quindi, è una falsa ipotesi quella che ci è stata detta dal collega Ermini, in questo caso.
  La verità è che la norma che era stata scritta malissimo dal Governo, che era stata scritta male e valutata male anche dal Parlamento (dove si era creata una doppia conforme ed è per questo motivo che questa norma era stata affossata dal Parlamento stesso per non portarla avanti), è stata inserita in questo decreto-legge semplicemente per dare un effetto «svuota carceri» a questo provvedimento, solo perché ce lo chiede l'Europa di dare un effetto «svuota carceri» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tant’è vero che con questa norma molti imputati, anzi molti indagati per reati contro la pubblica amministrazione, non andranno più in carcere attraverso la custodia cautelare, tant’è vero che molti l'hanno definita come una norma «salva Galan» e di questo ce ne aveva parlato anche il deputato La Russa nella Giunta per le autorizzazioni per cui volevano aspettare una nuova pronuncia da parte del GIP sulla custodia cautelare. Tant’è vero che per peculato non si andrà più in carcere in custodia cautelare, per corruzione per atti di ufficio non si andrà più in carcere, perché sebbene per la corruzione la pena minima sia di quattro anni, Pag. 97con le attenuanti la pena scende sotto i tre anni in realtà e, quindi, rientra in questa fattispecie.
  Con questo articolo la maggior parte delle persone che, guarda caso, sono funzionari pubblici, politici che vengano corrotti o che fanno traffico di influenze illecite, non andranno semplicemente più in carcere. Quindi, questa norma, in realtà, ha due finalità: una lo «svuota carceri», la seconda quella di aiutare i politici corrotti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina 8.200, con il parere contrario di Commissione, Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Matarrelli, Lo Monte, Bargero, Tripiedi, Ginoble, Bini, Antimo Cesaro, Cimmino, Mazziotti Di Celso ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  435   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  27    
    Hanno votato no  408.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 8.12.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, questo emendamento del collega Molteni sostanzialmente ripropone il problema di un'analisi sulla pericolosità delle persone, che è sicuramente auspicabile per limitare l'impatto di questa norma. Ma ovviamente ricadremmo in una soggettività che noi non possiamo accettare e voglio anche aggiungere che oggettivamente mi sembra assurdo che, in questo provvedimento, si portino avanti, in maniera confusa e formalmente sbagliata, ragionamenti che non reggono neanche sul piano sostanziale: mi riferisco alle valutazioni, di tipo del tutto demagogiche, messe in campo da un collega; per la prima volta io sento parlare del suo cognome e non me lo ricordo neanche, si chiama Ermino o Ermini (Applausi polemici dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lui oggi conosce il mio cognome. Ma le garantisco che, a differenza sua, che è un nominato, io sono vent'anni che vengo eletto da migliaia di persone e sono un rappresentante...

  PRESIDENTE. Collega, è il caso di rivolgersi alla Presidenza e di parlare sull'emendamento.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente però lei, quando le persone vengono citate impropriamente, senza parlare minimamente dell'emendamento, dovrebbe intervenire.
  E, comunque: perché non cambiate la legge sulla prescrizione Cirielli ?
  Io ho avuto il coraggio di ribellarmi a quell'imbroglio di Forza Italia e non mi volevano ricandidare. Perché voi, in dieci anni, non la cambiate ? Perché ne volete approfittare, così come hanno fatto Penati e tanti altri del PD.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, indubbiamente le osservazioni dell'onorevole Cirielli io personalmente in parte le condivido: mi riferisco a quanto ha messo in risalto, in relazione alla modifica dell'articolo 8 di questo disegno di legge. Perché le condivido ? Perché sto ponendo una domanda da parecchio tempo e la rinnovo: perché siamo arrivati a tanto ? Perché non ci poniamo questa domanda e non tentiamo di dare una risposta, anziché, con molta facilità, aggredire il testo, per evidenziarne con puntiglio Pag. 98eventuali limiti ed eventuali contraddizioni ? È tutta la legge che ha limiti, ha contraddizioni ed ha omissioni. Purtroppo, siccome qui ha prevalso un atteggiamento che io non nego e che mi fa un pochino anche senso, per quanto è strumentale, poiché è prevalso questo, una riflessione adeguata non si è potuta fare.
  E, allora, a futura memoria, e a me stesso, innanzitutto, rileggo quali sono, per il nostro codice di procedura penale, le condizioni per poter sottoporre una persona a misura cautelare.
  Esse sono disposte quando sussistono specifiche ed inderogabili esigenze – supero le parti che non interessano – in relazione a situazioni di concreto ed attuale pericolo per l'acquisizione o la genuinità della prova, fondate su circostanze di fatto espressamente indicate nel provvedimento a pena di nullità. Supero, per motivi di sintesi, il resto.
  Ancora: quando l'imputato si è dato alla fuga o sussiste concreto pericolo che egli si dia alla fuga. Ancora, lettera c): quando per specifiche modalità e circostanze del fatto e per la personalità della persona sottoposta alle indagini o dell'imputato, desunta da comportamenti o atti concreti o dai suoi precedenti penali, sussiste il concreto pericolo che questo commetta gravi delitti, eccetera, eccetera. In altre parole, se questa norma, soprattutto con le ulteriori delimitazioni che sono state introdotte l'anno scorso con il decreto-legge n. 78 del 2013, fosse ben governata, faremmo noi oggi questo dibattito ? Questa è la questione.
  Altrimenti, eluderemo il problema e non faremo altro che accapigliarci sempre tra di noi. Ho parlato dei capponi di Renzo, ma forse è meglio dire che in quest'Aula, a tal proposito, stiamo diventando i capponi di Renzi. Infatti, è indubitabile che noi, con un atteggiamento se volete prudente, diplomatico, talvolta anche ipocrita, quale problema ci siamo posti, almeno dall'anno scorso, da quando io sto qui ed ho potuto ascoltare e testimoniare direttamente ? Ci siamo posti il problema di come evitare l'abuso della custodia cautelare. Questo è il vero problema.
  Per affrontarlo bene, però, bisogna cominciare ad evocarlo così come lo sto dicendo io, altrimenti gireremo sempre intorno al problema e tutto andrà, come mi pare si dica a Roma, in caciara e tutto andrà in strumentalizzazioni politiche, il che è grave in una materia di questa natura. Infatti, qui parliamo adesso, non dei delinquenti, ma parliamo dei cittadini a cui potrebbe capitare di esseri sottoposti ad indagini.
  Quindi, la custodia cautelare, come sappiamo bene, anzi come dovremmo sapere, è uno strumento che aiuta le indagini per le cose che ho detto, non può essere confuso, sempre lo strumento della custodia cautelare, con la pena che va inflitta con sentenza definitiva. Ci sono i definitivi e ci sono i giudicabili. Con la custodia cautelare noi stiamo nella sfera dei giudicabili, dei cittadini, cioè, che incappano in un'indagine giudiziaria.
  Allora, dovremmo avere un sussulto di dignità come Parlamento e dire che noi dobbiamo agire, per quanto è possibile, affinché la separatezza dei poteri e il rispetto della legalità siano un dovere per tutti. E se mi consente velocemente un'ultima chiosa...

  PRESIDENTE. Ha cinque secondi.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Cinque secondi. È evidente che qui ci sono poi culture differenti: noi siamo ancorati ancora all'idea che è meglio un delinquente fuori che non un innocente in galera. Ci sono altri che pensano il contrario, ma, dopodiché, non ci possiamo fare niente di più.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.Pag. 99
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Campana, Gigli, Businarolo, Saltamartini, Carnevali, Piccione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  406   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Airaudo e Marcon hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Artini, Della Valle, Alberto Giorgetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  415   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  302.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Airaudo e Marcon hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  A questo punto, essendo giunte le 18,45 interrompiamo l'esame del provvedimento per consentire l'installazione delle cabine di voto. Come preannunciato, il seguito dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 10.

Sui lavori dell'Assemblea (ore 18,45)

  PRESIDENTE. Per quanto riguarda il prosieguo dei nostri lavori, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, essi saranno rimodulati come segue.
  Domani, giovedì 24 luglio, a partire dalle ore 10, avrà luogo il seguito dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia carceraria. Alle ore 12,30 avranno luogo, con ripresa televisiva diretta, le dichiarazioni di voto finale, cui seguirà, intorno alle ore 14, la votazione finale.
  Successivamente, sempre nella seduta di domani, sarà iscritto all'ordine del giorno il seguito dell'esame del bilancio interno e, quindi, quello della mozione sul corridoio Baltico-Adriatico.
  Venerdì 25 luglio, alle ore 9,30, si svolgeranno interpellanze urgenti.
  La discussione sulle linee generali del disegno di legge di conversione del decreto-legge pubblica amministrazione, su richiesta della Commissione referente, sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di lunedì 28 luglio, con priorità rispetto agli altri argomenti già previsti. Il seguito dell'esame avrà luogo, sempre con priorità rispetto agli ulteriori argomenti già previsti (progetto di legge sul depistaggio, mozione sulle iniziative a tutela di Enrico Forti e mozione sulla partecipazione italiana al programma F-35), a partire dalla mattina di martedì 29 luglio.
  Sempre nella seduta di martedì 29, alle ore 10, avrà luogo l'informativa urgente del Governo sugli sviluppi della situazione nella striscia di Gaza.
  Nella prossima settimana, non sarà possibile procedere all'esame dei disegni di legge di rendiconto e assestamento, che il Governo ha trasmesso alla Camera il 17 luglio scorso. Poiché la Commissione bilancio ne sta tuttora svolgendo l'esame, ne potrà essere valutato l'inserimento in calendario Pag. 100a partire dal prossimo mese di agosto.
  Per quanto riguarda gli interventi di fine seduta, dal momento che abbiamo urgenza di montare le cabine per il seggio elettorale, concederò non più di un minuto ad intervento e non consentirò altri interventi rispetto a quelli dei colleghi che sono già iscritti, che sono quattro.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 18,50).

  PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà per un minuto.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, francamente a me dispiace che si tratti di un minuto solo. Comunque volevo soltanto richiamare l'attenzione dell'Aula sul fatto che oggi è un anno che in Piazza Montecitorio c’è la tenda dei ragazzi, dei fratelli Biviano affetti da distrofia muscolare progressiva. In questo angolo loro ci hanno chiesto un miglioramento sostanziale delle condizioni di salute ma non soltanto sotto il profilo sanitario ma anche sotto il profilo sociale. E la sensazione che loro hanno avuto è che noi siamo stati piuttosto indifferenti ai loro bisogni. Allora credo che loro siano un indicatore molto efficace di quella che è la sensibilità della politica nei confronti del Paese e credo che meriterebbero maggiore attenzione da parte di tutti noi anche attraverso la possibilità di esprimere un disagio che è un disagio reale, concreto e facilmente verificabile da parte di tutti.

  ANTONIO BOCCUZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà per un minuto.

  ANTONIO BOCCUZZI. Signor Presidente, intervengo perché a Torino da questa mattina i lavoratori della De Tomaso hanno iniziato un presidio permanente sotto l'assessorato al lavoro della regione Piemonte. Vorrei ricordare due urgenze,la firma del Ministro Padoan nel decreto sulla cassa integrazione in deroga, sul quale per altro ci hanno confermato ci sia già la bollatura della Ragioneria di Stato, e la convocazione di un tavolo che coinvolga i Ministeri dello sviluppo economico e del lavoro. Ieri è stato lanciato l'allarme per l'ennesima volta dal sindacato che ha manifestato qui davanti. Un grido di dolore che riguarda migliaia di lavoratori e potrebbe, se non venisse colto in tutta la sua drammaticità, creare altre decine di migliaia di esodati. Oggi io sono convinto abbiamo la possibilità di rilanciare questo Paese ma non possiamo permettere che, accanto alle politiche attive, vengano dimenticati coloro che oggi hanno la necessità di un supporto economico. Come dicevo, rischiamo nuovi esodati, nuovi condannati, nuovi disperati. Quella disperazione la vediamo nei loro occhi, la ascoltiamo nel loro grido disperato come è capitato al sottoscritto....

  PRESIDENTE. Ha esaurito il tempo.

  ANTONIO BOCCUZZI. ... e al collega D'Ottavio venerdì scorso al tavolo regionale con i lavoratori De Tomaso. Non si può più rimandare, è il momento di andare oltre l'ascolto. È tempo di dare risposte e farlo immediatamente. Ci sono priorità. Questa è una priorità.

  ILARIA CAPUA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ILARIA CAPUA. Signor Presidente, nell'aereo abbattuto la scorsa settimana in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur, vi erano 298 passeggeri oltre a cento ricercatori diretti ad una conferenza sull'HIV in Australia. Oltre al lutto delle famiglie e dei parenti, la morte di un numero così Pag. 101elevato di scienziati rappresenta un colpo durissimo alla ricerca scientifica nel campo dell'HIV.
  Chiedo al Governo di impegnarsi con forza affinché si faccia chiarezza su questa strage, nel rispetto del dolore delle famiglie e anche degli scienziati che hanno dedicato la loro vita alla sofferenza altrui (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  MARIA MARZANA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA MARZANA. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta alla mia interrogazione a risposta scritta, la n. 4/03913, depositata il 10 marzo 2014. Riguarda l'annullamento e la ripetizione delle operazioni elettorali per il rinnovo dell'Assemblea regionale siciliana del 28 ottobre 2012 disposta dal Consiglio di giustizia amministrativa e fissata per il 5 ottobre in alcune sezioni dei comune di Pachino e Rosolini per presunte condotte illegittime.
  Nonostante sia stata emessa una sentenza, la vicenda presenta tuttora delle anomalie irrisolte, come la sparizione dei plichi elettorali dal Palazzo di giustizia di Siracusa e il mancato accertamento delle responsabilità delle condotte illecite. Voglio precisare pure che il comune di Rosolini è commissariato sempre per irregolarità nelle procedure elettorali, questa volta riscontrate durante il rinnovo dell'amministrazione comunale.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MARIA MARZANA. Ecco perché chiedo al Ministero dell'interno di intervenire urgentemente per predisporre un rinforzo dei controlli ed ogni mezzo per evitare che condotte illegittime, quali la compravendita di voti, il fenomeno della cosiddetta scheda ballerina, possano verificarsi. Chiedo, inoltre, che si assicuri una nuova composizione dei seggi in cui si voterà...

  PRESIDENTE. Ha esaurito il tempo.

  MARIA MARZANA. ... e una presenza massiccia delle forze dell'ordine – concludo –, al fine di garantire la regolarità delle consultazioni ed evitare distorsioni del risultato elettorale e dell'esercizio della democrazia.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 24 luglio 2014, alle 10:

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 26 giugno 2014, n. 92, recante disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché di modifiche al codice di procedura penale e alle disposizioni di attuazione, all'ordinamento del Corpo di polizia penitenziaria e all'ordinamento penitenziario, anche minorile (C. 2496-A).
  – Relatori: Ermini, per la maggioranza; Molteni, di minoranza.

  2. – Seguito della discussione congiunta dei documenti:
   Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2013 (Doc. VIII, n. 3). Pag. 102
   Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2014 (Doc. VIII, n. 4).

  3. – Seguito della discussione delle mozioni Ginefra, Palese, Leone, Matarrese, Fratoianni, Cera, Pisicchio ed altri n. 1-00134 e De Lorenzis ed altri n. 1-00552 concernenti iniziative per il prolungamento del corridoio Baltico-Adriatico e per l'ammodernamento della linea ferroviaria sulla dorsale adriatica.

  La seduta termina alle 18,55.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2496-A - em. 1.38 414 412 2 207 22 390 67 Resp.
2 Nom. em. 1.202 449 447 2 224 26 421 65 Resp.
3 Nom. em. 1.208 453 450 3 226 106 344 64 Resp.
4 Nom. em. 1.42 455 410 45 206 113 297 63 Resp.
5 Nom. em. 1.204 450 439 11 220 59 380 63 Resp.
6 Nom. em. 1.46 430 422 8 212 55 367 62 Resp.
7 Nom. em. 1.67 440 439 1 220 156 283 63 Resp.
8 Nom. em. 1.206 441 434 7 218 17 417 63 Resp.
9 Nom. em. 1.71 441 433 8 217 59 374 63 Resp.
10 Nom. em. 1.75 455 453 2 227 24 429 63 Resp.
11 Nom. em. 2.1, 2.2, 2.200 435 432 3 217 107 325 63 Resp.
12 Nom. em. 2.3 426 423 3 212 101 322 62 Resp.
13 Nom. em. 2.8 393 390 3 196 95 295 63 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.10, 2.202 391 388 3 195 96 292 63 Resp.
15 Nom. em. 2.17 395 392 3 197 96 296 63 Resp.
16 Nom. em. 2.18 384 382 2 192 95 287 63 Resp.
17 Nom. em. 2.19 382 380 2 191 93 287 63 Resp.
18 Nom. em. 2.23 388 386 2 194 21 365 63 Resp.
19 Nom. em. 3.1 347 345 2 173 16 329 79 Resp.
20 Nom. em. 4.1 378 268 110 135 19 249 79 Resp.
21 Nom. em. 4.3 416 332 84 167 18 314 77 Resp.
22 Nom. em. 4.201 426 341 85 171 18 323 76 Resp.
23 Nom. em. 4.4 451 410 41 206 19 391 73 Resp.
24 Nom. em. 4.202 457 453 4 227 21 432 73 Resp.
25 Nom. em. 5.1, 5.2, 5.200 455 454 1 228 111 343 73 Resp.
26 Nom. em. 5.201 452 451 1 226 112 339 74 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 37)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 6.2 452 451 1 226 153 298 73 Resp.
28 Nom. em. 6.200 444 442 2 222 80 362 73 Resp.
29 Nom. em. 6.202 449 447 2 224 74 373 73 Resp.
30 Nom. articolo agg. 6.0200 449 449 225 170 279 73 Resp.
31 Nom. em. 6-bis.200 445 445 223 143 302 73 Resp.
32 Nom. em. 7.1 459 458 1 230 22 436 72 Resp.
33 Nom. em. 8.1, 8.2, 8.201 447 416 31 209 105 311 72 Resp.
34 Nom. em. 8.3, 8.4 443 440 3 221 144 296 71 Resp.
35 Nom. em. 8.200 442 435 7 218 27 408 71 Resp.
36 Nom. em. 8.12 434 406 28 204 108 298 70 Resp.
37 Nom. em. 8.11 441 415 26 208 113 302 70 Resp.