Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 260 di mercoledì 9 luglio 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 10.

  ANNA ROSSOMANDO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Balduzzi, Bindi, Boccia, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Catania, Costa, De Girolamo, Di Lello, Di Salvo, Epifani, Ferranti, Fico, Franceschini, Pisicchio, Portas, Realacci, Sanga, Speranza, Tabacci e Taglialatela sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,05).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle 10,30.

  La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 10,35.

Cessazione dal mandato parlamentare dei deputati Matteo Biffoni e Antonio Decaro.

  PRESIDENTE. Comunico, prima di passare al seguito del provvedimento, che, con lettere pervenute in data 30 giugno e 2 luglio 2014, i deputati Matteo Biffoni e Antonio Decaro hanno rassegnato alla Presidenza le proprie dimissioni da deputato, manifestando la volontà di optare, rispettivamente, per la carica di sindaco di Prato e per la carica di sindaco di Bari, alle quali sono stati eletti nelle recenti elezioni amministrative e incompatibili con il mandato parlamentare.
  Trattandosi di un caso di incompatibilità prevista dalla legge, la Camera prende atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di queste comunicazioni e della conseguente cessazione dei deputati Matteo Biffoni e Antonio Decaro dal mandato parlamentare.

Proclamazione di deputati subentranti.

  PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di due deputati, a seguito della presa d'atto, nella seduta odierna, delle dimissioni dal mandato parlamentare dei deputati Matteo Biffoni e Pag. 2Antonio Decaro, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato, nella seduta del 3 luglio 2014, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, che nella lista n. 8 – Partito Democratico nella XII circoscrizione Toscana, il candidato che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo di lista risulta essere Lorenzo Becattini; nella lista n. 13 – Partito Democratico nella XXI circoscrizione Puglia, il candidato che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo di lista risulta essere Federico Massa.
  Do atto alla Giunta di questi accertamenti e proclamo deputati, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XII circoscrizione Toscana Lorenzo Becattini, e per la XXI circoscrizione Puglia Federico Massa. S'intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo (A.C. 2426-A) (ore 10,37).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2426-A: Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2426-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che, nella seduta di ieri, sono stati accantonati gli emendamenti Allasia 1.70, 2.8 e 9.107, Palmieri 1.50, Battelli 1.102 (Nuova formulazione), De Rosa 2.16 e Piccoli Nardelli 5.102. Avverto che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 16.300, che è in distribuzione e con riferimento al quale risulta alla Presidenza che i rappresentanti di tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti. Risulta inoltre alla Presidenza che le Commissioni hanno elaborato una proposta di riformulazione dell'articolo aggiuntivo Mucci 11.015, di cui darà successivamente conto la relatrice e su cui si è già espressa la Commissione affari costituzionali. Tali pareri sono in distribuzione.
  Avverto inoltre che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo respinto l'emendamento Rampelli 10.86.
  Dobbiamo ora passare all'emendamento Prataviera 10.66 a pagina 3 del fascicolo.
  Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 10.66, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Fitzgerald, Lavagno, Di Benedetto, Argentin, Gribaudo, Prina, Bonomo, Paola Bragantini, Melilli, Cenni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  375   
   Votanti  357   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no  245.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 3Allasia 10.68, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiarelli, Folino, Carra, Dell'Aringa, Ragosta, Schirò Planeta, Manlio Di Stefano, Verini, Cimmino e Vecchio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  360   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato   47    
    Hanno votato no  313.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 10.100, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazzoli, D'Attorre, D'Agostino, Garofalo, Albanella, Spadoni, Marchi, chiedo scusa Corsaro, vedo quattro luci e tre persone ? No, perfetto, c'era lei davanti, perciò non vedevo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  398   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 10.67, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Mura, D'Agostino, Gelmini, Caon, Malisani, Cera, Locatelli, Marzana, Buttiglione, Bonaccorsi, Fanucci, Spessotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  365   
   Astenuti   45   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no  273.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 10.73, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone, Da Villa, Mucci, Busto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  368   
   Astenuti   49   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 4

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Taglialatela 10.102, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Murer, Toninelli, Nesci, Saltamartini, Mucci, Da Villa, Mazzola, Biasotti, Magorno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  372   
   Astenuti   48   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no  273.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 10.71, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Artini, Segoni, Chaouki, Baldassarre, Censore, Catanoso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  425   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  148    
    Hanno votato no  277    

  Passiamo all'emendamento Allasia 10.101, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Ha chiesto di parlare il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, è da ritirare, lo ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene. È ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Prodani 10.116.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prodani 10.116, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Censore, Galperti, Schirò, Pizzolante...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 10.120, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Lodolini, Gullo, Nesci, a Gullo stanno sistemando il dispositivo..., ecco ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  428   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  421    
    Hanno votato no    7.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 5

  (Il deputato Buttiglione ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mucci 10.111, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matarrelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  427   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  424    
    Hanno votato no    3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  A questo punto gli emendamenti Mucci 10.109 e 10.103 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento Mucci 10.111.
  Passiamo, quindi, alla votazione dell'emendamento Prataviera 10.74.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 10.74, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio)
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gutgeld, Ricciatti, Giachetti, Artini..,
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  430   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  303.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Cimbro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mucci 10.104 con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, a parte il fatto che avevamo capito che il parere fosse favorevole, ma magari ci siamo sbagliati, questo emendamento semplicemente voleva assicurarsi, dato che è stato introdotto nell'articolo anche un credito di imposta per l'acquisto di beni mobili e complementi di arredo, che in caso di cessione per finalità estranee all'esercizio di impresa non si potesse godere del credito di imposta. C’è stato già il dibattito in Commissione, pertanto per me direi che si può passare alla votazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mucci 10.104, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiarelli, Carra, Sbrollini, Mucci, Da Villa, Pagano, Mazzoli, Di Battista ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  436   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  154    
    Hanno votato no  282.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 10.75, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.Pag. 6
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gitti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  436   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no  314.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 10.76, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Mura, Bossa, Giachetti, Malisani, Magorno ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  437   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  340.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Prodani 10.117.
  Ha chiesto di parlare il deputato Prodani. Ne ha facoltà.

  ARIS PRODANI. Signor Presidente, volevo ritirarlo.

  PRESIDENTE. È ritirato.

  LARA RICCIATTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, mi scusi, io capisco che qui noi dobbiamo tutti guadagnare la giornata, però, onde evitare spiacevoli azioni, io suggerirei alla Presidenza di chiedere che venissero rimosse le tessere dove le colleghe ed i colleghi non sono presenti, onde evitare spiacevoli doppie votazioni, mettiamola così.

  PRESIDENTE. Se fosse più precisa riusciremmo anche a capire di quale caso si tratta.

  LARA RICCIATTI. Di fronte a noi.

  PRESIDENTE. Di fronte a lei: allora chiedo al Segretario di Presidenza di verificare la correttezza delle votazioni.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 10.69, con il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Costantino, Fossati, Artini ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  444   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 10.112, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Albini, Carloni, Malpezzi, Vaccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 7
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  445   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  440    
    Hanno votato no    5    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Rampi ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 10.105, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Magorno, Dell'Aringa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  443   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  440    
    Hanno votato no    3    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 10.106.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, siccome ieri avevo sentito un parere negativo, volevo capire la motivazione. Presidente ?

  PRESIDENTE. Sì, continui il suo intervento, poi, chiuso il suo intervento, vediamo se risponde il Governo o uno dei relatori.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Va bene. Con questo emendamento si vogliono raccogliere alcune richieste da parte degli operatori del settore, ovvero quelle di poter derogare ai limiti dei metri quadri imposti per alcune strutture ricettive alberghiere. Infatti, sembrano estremamente limitativi nei confronti di altre regioni italiane che hanno già, con leggi regionali, derogato a questa misura. In altre parole, si chiede la possibilità di poter aggiungere dei posti letto solo ed esclusivamente per i minori accompagnati dai genitori, quindi di poter mettere un letto ed evitare i famosi 8 metri quadri in più. Ripeto che, comunque, in tantissime regioni (sono circa otto) abbiamo già derogato con leggi regionali.
  Quindi, siamo in una situazione di concorrenza sleale. Chi potrà andare nelle regioni che hanno già deciso di derogare a questa legge, otterrà un prezzo più basso perché potrà avere il letto per il figlio nella stessa stanza d'albergo; chi, invece, sta in una regione che non ha derogato a questo aspetto, non potrà farlo e, quindi, i prezzi, capite bene, cari colleghi, lieviteranno un bel po’. Mi sembra, quindi, una misura ragionevole. Volevo sapere la motivazione per la quale sia il Governo che la maggioranza, hanno espresso parere negativo e magari se ritengono di poter cambiare questo parere.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, trattandosi di deroga e, quindi, di competenza delle regioni, abbiamo ritenuto che questa misura non fosse necessaria in una norma primaria, anche di dubbia legittimità costituzionale. Per questo motivo, abbiamo ritenuto di esprimere parere contrario sull'emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 8Villarosa 10.106, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lombardi, Bernini, Palazzotto, Chimienti, Giammanco, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  426   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no   323    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Abrignani 10.113.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, con il mio gruppo avevo presentato questo emendamento, come ho già detto in Commissione al Ministro, per sollevare il problema di un settore che riteniamo trascurato sia da questo decreto-legge sia, più in generale, dalle attività del Governo, che è il turismo congressuale. Un turismo che ha molta fortuna in Europa e noi riteniamo che anche l'Italia debba adeguarsi in questo senso.
  Pertanto, la richiesta di sgravi fiscali o incentivi in ordine al turismo congressuale è un segnale che noi abbiamo chiesto al Governo. Dopo aver parlato anche con il Ministro, adesso ritiriamo l'emendamento 10.113 da me presentato e presenteremo un ordine del giorno, ma riteniamo che l'attenzione al turismo congressuale sia un dovere di questo Governo.

  PRESIDENTE. Sta bene: l'emendamento Abrignani 10.113 è ritirato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Montroni 10.107, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  448   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  439    
    Hanno votato no   9.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Pastorelli ha segnalato che non è riuscito a votare e il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Costantino 10.151 e Abrignani 10.114.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, vista l'approvazione dell'emendamento Montroni 10.107, mi sembra di capire che siano assorbiti gli identici emendamenti Costantino 10.151 e Abrignani 10.114. Almeno così era avvenuto in Commissione. In ogni caso, ritengo assolutamente assorbente l'approvazione dell'emendamento Montroni 10.107 e pertanto, se non è assorbito, ritiro il mio emendamento 10.114.

  PRESIDENTE. No, per noi l'emendamento Abrignani 10.114 non è assorbito. In ogni caso è stato ritirato e, quindi, resta da votare solo l'emendamento Costantino 10.151.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 10.151, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.Pag. 9
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno... Capodicasa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  452   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  172    
    Hanno votato no  280.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 10.77, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno... Monchiero... Tidei... De Micheli....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  450   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  133    
    Hanno votato no  317    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 10.55, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ancora ? Galperti. Chi altro non ha votato ? Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  462   
   Votanti  459   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  132    
    Hanno votato no  327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 10.54, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Gutgeld, Ragosta. Chi altro non ha votato ? Sgambato. Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  452   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  163    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Vignali 10.108.
  Ha chiesto di parlare il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Signor Presidente, noi ritiriamo questo emendamento, anche se per noi la quota per gli arredi al fine della riqualificazione di un'offerta ricettiva è molto importante. Comunque siamo soddisfatti del fatto che, grazie a un nostro emendamento, sia stato introdotto proprio questo concetto degli arredi per il 10 per cento, anche se esiguo, durante il lavoro presso le Commissioni. Quindi, comunque, ritiro l'emendamento.

Pag. 10

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo all'emendamento Allasia 10.152.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Allasia 10.152 lo ritirano.
  Passiamo ora alla votazione dell'emendamento Mucci 10.115.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mucci 10.115, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazzoli. Chi non ha votato ? Sembra che abbiano votato tutti. Capozzolo. Chi non ha votato ancora ? Sembra che abbiano votato tutti. Ottobre. Ottobre ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  459   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  455    
    Hanno votato no    4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 10.56, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Carra, Tartaglione. Chi altro non ha votato ? Monchiero. Qualcun altro non ha votato ? Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  456   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  171    
    Hanno votato no   285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Abrignani 10.13 e Prataviera 10.78, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Cinzia Maria Fontana, Ragosta. Chi altro non ha votato ? Piepoli, Marco Di Stefano, ancora Cinzia Maria Fontana. Hanno votato tutti ? Sembra di sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  457   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no  372.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Crippa 10.016.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, non vorrei stupirmi, se stava ricordando i pareri e il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il parere è contrario.

  DAVIDE CRIPPA. Bene. Presidente, questo è un articolo aggiuntivo che, in qualche modo, poteva dare una risposta alla necessità energetica delle strutture ricettive. È l'unica parte, perché è vero che possono essere realizzate le opere di risparmio Pag. 11energetico anche con altri capitoli di spesa, però hanno delle coperture veramente marginali.
  Con questo articolo aggiuntivo andavamo a rendere possibile per le strutture ricettive di accedere al conto termico. Oggi – per chi non lo ricorda –, il conto termico è una possibilità di ricevere un rimborso in denaro da parte dello Stato per delle iniziative di efficientamento energetico; alcune sono già destinate al privato, altre squisitamente al pubblico, quindi, ad esempio, quelle relative alla riqualificazione dell'involucro degli edifici, che volgarmente chiamiamo «cappotti».
  Noi andavamo a dire che c’è uno stallo dovuto al fatto che il conto termico non ha avuto quelle aspettative di crescita e le risorse giacciono in un fondo, perché – lo ricordo a tutti –, il conto termico oggi è un prelievo in bolletta sul consumo del gas, quindi, non ha una voce di copertura delle spese generali dello Stato, ma è una spesa caricata sul consumatore; e oggi questo va a costituire un fondo.
  In realtà, il conto termico non è utilizzato dalla pubblica amministrazione per evidenti problematiche di bilancio interno: cioè, non potendo investire, non potendo realizzare delle opere, è ovvio che, poi, non possa neanche beneficiare del conseguente sgravio. Noi, in questo modo, proponevamo e davamo ampia disponibilità al Ministero di emanare un successivo decreto concernente le modalità. Non dicevamo che le strutture ricettive possono accedere agli stessi incentivi dati alla pubblica amministrazione, no; però, poiché le strutture ricettive hanno degli enormi consumi energetici dal punto di vista del condizionamento estivo e di quello invernale, quanto meno ci ponevamo il problema di dire: rendiamo possibile il loro accesso al conto termico da questo punto di vista. Quindi, il Ministero, poi, poteva giocare sulla cifra da stanziare e sulle modalità.
  Non capisco il parere contrario, ancora una volta: non è una questione di coperture, perché oggi, di per sé, questa voce è coperta con un prelievo forzato nella bolletta dei nostri consumatori. I consumatori sostanzialmente pagano un fondo che oggi giace dormiente, nel senso che una parte di questi fondi non è utilizzata, tant’è che il Viceministro De Vincenti si è espresso più volte nelle Commissioni con la necessità di rivedere i meccanismi che hanno portato al conto termico, perché c’è qualcosa che si è inceppato: presumibilmente, il fatto che i comuni non hanno un centesimo da poter spendere e, tanto meno, quindi, se non posso spendere, non potrò mai chiedere il rimborso di quello che ho speso o, meglio, l'indennizzo per la parte energetica.
  Era uno strumento che ritenevamo importante, continuamente cercheremo di modificare il conto termico laddove possibile, però era una risposta a quelle strutture ricettive, che, ancora oggi, trovo, nel nord d'Italia, avere vetri singoli in zone climatiche altamente fredde e prive, ad esempio, delle schermature solari o di efficienti sistemi di condizionamento al sud, laddove abbiamo ovviamente delle disparità climatiche evidenti.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DAVIDE CRIPPA. L'Italia è caratterizzata, da nord a sud, da questa disparità, per cui non pensiamo di efficientare dal punto di vista energetico nella medesima maniera. Noi proponevamo uno strumento ulteriore per le strutture ricettive: la possibilità di accedere al conto termico. Non volete farlo, ne prendiamo atto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benamati. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, intervengo molto brevemente perché questo è un argomento che abbiamo trattato in Commissione. Intervengo per motivare, anche, quello che sarà il parere e il voto contrario del mio gruppo. Lo dico perché, in questa fase, in Aula, abbiamo inserito i criteri dell'efficientamento energetico all'interno di quelli da considerare tra le azioni meritevoli di accesso al credito di imposta per le ristrutturazioni Pag. 12alberghiere. In questo caso, pur condividendo l'impostazione generale del collega Crippa, credo che l'apertura di questo tema specifico sul conto termico – che, lo ricordo, comunque sono soldi dei cittadini, perché sono prelievi sulle bollette, quindi non è che non ci sia copertura, si vanno a caricare le bollette di questi oneri – chiaramente fatto per una misura specifica come questa, in questo caso, al di fuori di un sistema quadro e anche rispetto ad altri settori produttivi, non avrebbe quel senso che credo che anche il collega Crippa volesse dargli. Per cui, pur apprezzandone lo spirito, l'impostazione e la finalità, non troviamo che questo sia il modo e il momento per inserire questo elemento, avendo visto, comunque, il tema dell'efficientamento energetico trovare un posizionamento all'interno di questo decreto-legge.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Crippa 10.016, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  449   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  173    
    Hanno votato no  276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 11.100, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, D'Attorre, Vaccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  422   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Terzoni 11.27, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Terzoni. Ne ha facoltà.

  PATRIZIA TERZONI. Signor Presidente, vorrei chiedere al Governo e alle relatrici di ripensare l'opinione che hanno su questo comma, per il semplice fatto che chiedo semplicemente di inserire, oltre alle destinazioni minori e al Sud Italia, le aree interne e marginali del nostro Paese. Questo perché ? Perché nella dicitura «destinazioni minori» queste non sono comprese, perché «destinazioni» significa che comunque sono dei posti che già sono, in parte, utilizzati per una questione turistica.
  Voglio ricordare al PD che hanno depositato una proposta di legge che è attualmente in discussione sia alla Commissione ambiente che alla Commissione bilancio che verte proprio sulla valorizzazione dei comuni al di sotto dei cinquemila abitanti, per tutti quei comuni che sono nelle aree interne e marginali del nostro Paese. Proprio all'interno di quella proposta di legge c’è lo stesso comma in cui si prevede che le aree dismesse pubbliche come, ad esempio, fari, case cantoniere o linee ferroviarie siano date proprio per essere concesse a giovani imprenditori, ad associazioni di volontariato e magari anche per l'utilizzo, per la vendita di prodotti tipici. Quindi, non riesco a capire perché non si aggiunga la dicitura di «aree interne e marginali» anche in questo decreto-legge anche per poi non andare in conflitto con la proposta di legge Pag. 13del PD stesso che è attualmente in discussione nelle Commissioni bilancio e ambiente.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, abbiamo avuto una veloce consultazione con la relatrice: io credo che si possa accogliere «aree interne», perché «aree marginali» è una definizione che è molto vaga, nel senso che non ha un riscontro preciso nel nostro ordinamento. Se vogliamo aggiungere «aree interne», l'emendamento così riformulato potrebbe essere accolto.

  PRESIDENTE. Quindi il Governo propone una riformulazione, da quanto ho capito. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'emendamento Terzoni 11.27. Prendo atto che il parere delle Commissioni sulla riformulazione è favorevole e immagino che anche il parere del Governo sia favorevole.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Terzoni 11.27, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Galperti, Fanucci, Ansaldi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  457   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato sì  447    
    Hanno votato no   10.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Bruno Bossio ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Capelli 11.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capelli. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Presidente, anche in questo caso io vorrei richiamare l'attenzione del Governo e delle Commissioni perché possano rivedere il loro parere. Si tratta praticamente di un tema molto importante per fissare anche un punto decisivo in materia di beni demaniali. Condividendo pienamente il senso dell'articolo e del comma, si chiede semplicemente che i beni vengano trasferiti alle regioni e alle province autonome che determineranno a loro volta, in via autonoma, appunto, l'uso e l'eventuale concessione dei terreni. Per esempio, nella formulazione mancano le ippovie o altre formulazioni e possibili attività complementari che possono essere istituite.
  Non ultimo, il tema riguarda anche l'eventuale riscossione di canoni, anche se vengono ceduti a titolo gratuito. In diverse regioni ci sono punti demaniali che possono essere utilizzati per lo sviluppo turistico ma con piena autonomia, secondo un piano di intervento e di sviluppo turistico che in alcuni casi è fortemente caratterizzato dall'offerta regionale. Ecco perché chiedo la possibilità di rivedere il parere o eventualmente motivarne il rigetto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capelli 11.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Gutgeld, Rotta, Spadoni, Amoddio.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 14
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  419   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato sì   32    
    Hanno votato no  387.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 11.13, con parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Mucci, Gadda, De Micheli, Malpezzi, Cariello, Bruno Bossio, Carlo Galli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  394   
   Astenuti   61   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato   19    
    Hanno votato no  375.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 11.61, con parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Monchiero, Prodani, Terzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  391   
   Astenuti   61   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   20    
    Hanno votato no  371.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lacquaniti 11.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lacquaniti. Ne ha facoltà.

  LUIGI LACQUANITI. Signor Presidente, questo e il prossimo emendamento riprendono il tema delle guide turistiche, che in più occasioni e con vari strumenti abbiamo già affrontato in questa legislatura: tema che poi si inserisce in quello più generale della formazione degli operatori del turismo, che è uno dei nodi per il rilancio del settore, come assodato dalle mozioni che in quest'Aula abbiamo affrontato e approvato in marzo.
  Gli emendamenti si pongono l'obiettivo di inserire questa materia in una prospettiva europea, per cui i cittadini dell'Unione possono esercitare questa professione nel pieno rispetto del Trattato dell'Unione e l'abilitazione ottenuta allo svolgimento dell'attività di guida turistica in uno degli Stati membri possa valere presso gli altri Paesi in regime di libera prestazione dei servizi, obiettivo che è particolarmente sentito dalle associazioni di categoria delle guide turistiche. Chiediamo al Governo di rivedere la propria posizione in merito.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, con questi emendamenti c’è un'incompatibilità con quello che è il quadro normativo comunitario. Abbiamo già affrontato il tema in modo approfondito in Commissione. La previsione è quella di lavorare ad una riforma che verrà presentata dal Governo nell'autunno, e la previsione è anche quella di fare dentro questa riforma un elenco dei siti culturali, che sono anche delle priorità per questo settore e per il nostro Paese; e anche di aprire un tavolo con le regioni per stabilire l'idoneità che verrà rilasciata rispetto alle professioni. Pag. 15Quindi, per ragioni di incompatibilità con la norma comunitaria, noi confermiamo il parere contrario.

  PRESIDENTE. Lacquaniti, non può intervenire, è già intervenuto.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 11.8, con parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pastorino, Palazzotto, Calabrò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  410   
   Astenuti   47   
   Maggioranza  206   
   Hanno votato  137    
    Hanno votato no  273.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Franceschini ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 11.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Matarrelli, Monchiero, Zardini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  406   
   Astenuti   46   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 11.34, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ?...Dell'Aringa, Monchiero, Ragosta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  454   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato   20    
    Hanno votato no  434.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario e il deputato Abrignani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Dovremmo ora passare all'articolo aggiuntivo Mucci 11.015 con riferimento al quale risulta alla Presidenza che le Commissioni abbiano proposto una nuova formulazione della quale però prego la relatrice di dare lettura. Chiedo, se possibile, di leggerla.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, la nuova formulazione interviene sui commi 3 e 4 e quindi do lettura di questi nuovi commi. Con riferimento al comma 3: «Al fine di agevolare la costituzione di società operanti nel settore turistico e della promozione turistica da parte di persone fisiche che non abbiano compiuto il quarantesimo anno di età all'atto della costituzione medesima, a decorrere dal 2015 gli atti necessari alla costituzione delle società a responsabilità limitata semplificata, di cui all'articolo 2463-bis del Codice civile, aventi quale oggetto sociale attività connesse al turismo e alla promozione turistica, Pag. 16sono esenti da imposta di registro, diritti erariali e tasse di concessione governativa».
  Con riferimento al comma 4: «Agli oneri derivanti dal presente articolo pari a 1,5 milioni di euro annui a decorrere dal 2015, si provvede mediante riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10 comma 5 del decreto-legge 29 novembre 2004 n. 287, convertito con modificazioni dalla legge 27 dicembre 2004 n. 307. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.»

  PRESIDENTE. Chiedo alla deputata Mucci se accetta la riformulazione del suo articolo aggiuntivo formulata dal relatore.

  MARA MUCCI. Sì, accetto. Posso dire due cose ?

  PRESIDENTE. Sì, tanto lo dobbiamo mettere in votazione e questa è la sua dichiarazione di voto sull'articolo aggiuntivo riformulato. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Questo emendamento si inserisce in un ampliamento specifico della normativa già esistente sulle start-up innovative ed è una misura che noi abbiamo chiesto e voluto per cui ringrazio anche per l'apertura il Governo e le relatrici anche per l'impegno che ci hanno dedicato, perché comunque è una opportunità che noi riteniamo importante per il turismo stesso e per valorizzare il binomio cultura-turismo dal punto di vista tecnologico.
  Si permette, infatti, con la copertura di 1,5 milioni di euro, l'apertura di circa 100 o 200 start-up innovative che permetteranno quindi a dei giovani sotto i quarant'anni di impegnarsi concretamente dal punto di vista del turismo per cui riusciranno a beneficiare di agevolazioni fiscali dal punto di vista dell'esenzione dalla imposta di registro, diritti erariali e tasse di concessione governative.
  Ripeto, per noi è una misura importante perché va a lavorare dal punto di vista del turismo, dal punto di vista tecnologico e permette quindi, attraverso dei servizi innovativi, applicazioni e servizi rivolti proprio alle imprese stesse, di valorizzare il turismo che comunque ne ha tanto bisogno ed è un settore su cui noi vogliamo assolutamente puntare perché leva per l'economia di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Sì, in ogni caso l'emendamento nella nuova formulazione dovrà comunque rimanere accantonato poiché su di esso la Commissione bilancio non ha ancora espresso il parere, quindi dobbiamo andare avanti.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 12.37, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ermini, Luigi Gallo, Spadoni, Costantino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  431   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  216   
   Hanno votato  106    
    Hanno votato no  325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmieri 12.19, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Milanato, Zardini, Fioroni, Malpezzi, Saltamartini, Stumpo...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 17
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  438   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato   60    
    Hanno votato no  378.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantino 12.101.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, noi in questo emendamento chiediamo di sopprimere il comma 1-bis. Ora, siccome so già che chiaramente questo emendamento verrà bocciato, intervengo comunque per chiedere al Governo di esprimersi su questo emendamento perché noi abbiamo chiesto la soppressione per una questione di mancato chiarimento, cioè noi non riusciamo a capire bene cosa dice la norma. All'articolo 12, in materia di procedimenti autorizzatori, durante l'esame in sede referente, sono stati inseriti nuovi contenuti. In particolare, è stato previsto che per garantire l'imparzialità e il buon andamento dei procedimenti autorizzatori in materia di beni culturali e paesaggistici, i pareri, nulla osta o gli altri atti di assenso comunque denominati, espressi dagli organi periferici del MIBACT, possono essere riesaminati, d'ufficio o su segnalazione di altre amministrazioni coinvolte nel procedimento, da apposite commissioni di garanzia per la tutela del patrimonio culturale, composte esclusivamente da personale appartenente ai ruoli dello stesso MIBACT. Le commissioni, da costituire a livello regionale o interregionale, saranno disciplinate con il nuovo regolamento di organizzazione del MIBACT. Il termine perentorio per il riesame della decisione è di dieci giorni dalla ricezione dell'atto.
  La procedura si applica anche nel caso di dissenso espresso in sede di conferenza dei servizi. Nelle more dell'approvazione del nuovo regolamento, il potere di riesame è attribuito ai comitati regionali di coordinamento, di cui all'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica n. 233 del 2007.
  In base alla disposizione citata, il Comitato regionale di coordinamento ha competenza intersettoriale ed esprime pareri obbligatoriamente in merito alle proposte di dichiarazione di interesse culturale o paesaggistico, aventi ad oggetto beni o aree suscettibili di tutela intersettoriale, nonché in merito alle proposte di prescrizione di tutela indiretta. Inoltre, a richiesta del direttore regionale, si esprime su ogni questione di carattere generale concernente la materia dei beni culturali. Il Comitato è presieduto dal direttore regionale ed è composto dai soprintendenti di settori operanti in ambito regionale quando si esprime sulle dichiarazioni di interesse culturale o paesaggistico, o sulle prescrizioni di tutela indiretta. La composizione è integrata con i responsabili di tutti gli uffici periferici operanti in ambito regionale quando si esprime su altre questioni. Quindi, la norma non specifica come si procederà nel caso in cui la commissione di garanzia formuli rilievi sull'atto adottato dall'organo periferico, in particolare, non specifica se la Commissione adotterà un atto sostitutivo ovvero se esporrà gli stessi rilievi all'organo periferico.
  A noi questa sembra una norma veramente confusionaria che può creare enormi problemi ed è per questo che ne abbiamo chiesto la soppressione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, chiedo di poter sottoscrivere questo emendamento in quanto la discussione in Commissione è stata particolarmente accesa sul tema, visto che credo che forse nemmeno i Governi Berlusconi potevano arrivare a tanto a mettere la mano del Governo sull'operato delle sovrintendenze.Pag. 18
  Noi non ci nascondiamo il fatto che la Soprintendenza debba essere in qualche modo riformata e debba essere riformato il sistema di controllo della stessa, ma, da qui, dall'oggi al domani, a dire che serve una nuova commissione di garanzia che in realtà è formata dagli stessi soggetti che devono essere in qualche modo valutati, ce ne vuole.
  Esemplifico: c’è un problema in una regione e c’è un ricorso da parte di una amministrazione pubblica contro un soprintendente che ha dato un parere magari contrario ad un'opera pubblica, in qualche modo, il ricorso fatto dalla pubblica amministrazione attiva questa commissione di garanzia, che sarebbe formata da dipendenti regionali del MIBAC e da soprintendenti regionali delle altre zone, che devono valutare l'operato del collega.
  Allora, io credo che se abbiamo un minimo di obiettività forse possiamo pensare che una volta salvo te, una volta salvi me e siamo tutti allegri e contenti, nel sistema che stiamo andando a creare, al di là del fatto che la Commissione Bilancio, visto che è tanto scrupolosa nell'individuare le procedure di infrazione europea, dovrebbe mettere un faro, perché stiamo creando una nuova commissione di garanzia, in cui questi funzionari devono muoversi dalla sede in cui sono ubicati e andare a valutare con delle tempistiche molto strette determinati provvedimenti su tutto il territorio regionale a parità di spesa.
  Già oggi mi sembra che la Soprintendenza faccia fatica ad uscire con macchine proprie e ottenere rimborsi eventualmente per le spese che sostiene, tant’è che spesso i soprintendenti danno le valutazioni sui fotomontaggi proposti dai proponenti e non escono direttamente, per una questione di copertura di spesa. Noi oggi diciamo che, in realtà, le spese bastano addirittura anche per poter fare questa commissione di garanzia.
  E poi, in qualche modo, stiamo creando una struttura nella quale il controllore è anche il controllato perché una volta io controllo te, una volta sei tu che controlli me, quindi in realtà non è che stiamo creando questo organo supremo di garanzia che possa in qualche modo eventualmente valutare l'operato della soprintendenza. Credo che poi ovviamente ci siano anche altri canali – e lo testimoniano anche gli arresti che ci sono stati in passato di soprintendenti – per poter arrivare a valutare l'operato di un soprintendente. Qualora però voi continuiate a perseguire questa strada, cioè di creare questa commissione di garanzia che valuti l'operato di un soprintendente, io ho delle perplessità nel capire dove volete andare.
  Se c’è un problema di onnipotenza, in alcuni casi è così, del soprintendente, forse questo non è lo strumento adatto, cioè adesso assolutamente stiamo creando una commissione di garanzia che possa mettere in discussione il parere del soprintendente, formata dagli altri soprintendenti della medesima regione, senza spesa.
  Alla fine della fiera qui stiamo creando e dicendo che il soprintendente da domani avrà un nuovo controllo, perché non ci piace come ha operato fino ad ieri e questa sostanzialmente sarà una rivincita per qualcuno sicuramente, ma per altri sarà una sconfitta. Cioè chi ha sempre fatto anche dell'attività seria di monitoraggio e di controllo dei propri territori da domani si troverà con un problema. Esemplifico: se una soprintendenza ha dato un parere negativo per l'installazione di un'antenna in un contesto paesaggistico di pregio, domani l'amministrazione pubblica, che magari aveva in qualche modo dato parere favorevole dal punto di vista urbanistico che in quella zona potesse essere realizzata un'antenna di emissione di onde elettromagnetiche, in quel caso l'amministrazione pubblica farà ricorso alla soprintendenza perché il proprio strumento urbanistico prevede che la Vodafone di turno possa mettere l'antenna in quel determinato contesto.
  Allora, nell'andare a sanare delle problematiche evidenti di onnipotenza di qualche soprintendente, stiamo sminuendo il lavoro fatto da tutti i soprintendenti sul territorio, e non è vero che sarà solo il pubblico a poter far ricorso. Sì, sarà il pubblico a far ricorso, ma forzato dal Pag. 19privato, perché altrimenti il privato aprirà un contenzioso con il comune che in quel caso allora dice: va bene, anziché evitare il contenzioso, io chiedo la commissione di garanzia. E questo organo sarà costretto a lavorare a tempi serrati oppure ci sarà il famoso silenzio assenso che porterà a un nulla di fatto. Allora, io credo che questo strumento sia veramente uno strumento sbagliato per agire e ahimè se l'avessero fatto i Governi di centrodestra avremmo gridato allo scandalo tutti insieme. In questo caso, l'ha fatto il Governo Renzi e allora va bene mettere un veto sulla soprintendenza. Credo che un minimo di ragionamento e di esame di coscienza, cari deputati del PD, ve lo dobbiate fare su questo tema.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, questo tema è stato discusso e affrontato in Commissione anche con un'utile rielaborazione, dopo il dibattito, dell'emendamento. Io devo ovviamente respingere questa lettura semplificata e sbagliata, secondo cui ci sarebbe un bavaglio alle soprintendenze. Questo è un tema che ha attraversato molto trasversalmente il dibattito – chiedo scusa se sottraggo qualche minuto di spiegazione alle votazioni – in una di quelle semplificazioni tutte italiane, secondo cui ci si dovrebbe schierare in due campi: o a favore o contro le soprintendenze, come se fosse possibile ridurre tutto ad un dibattito caricaturale per cui le soprintendenze sono il luogo sacro dove non si sbaglia mai o, altro campo e altra caricatura, le soprintendenze sono un ostacolo allo sviluppo. Le soprintendenze sono lo strumento che attua l'articolo 9 della Costituzione sulla tutela e ci sono naturalmente, come capita in tutti i campi, degli errori, dei comportamenti virtuosi e dei comportamenti meno virtuosi diffusi sul territorio nazionale. Dov’è la vera anomalia che questa norma cerca di correggere ? Che il parere del soprintendente, giusto o sbagliato che sia, oggi non è in alcun modo ricorribile o discutibile se non attraverso l'impugnazione davanti alla magistratura ordinaria, con tutto ciò che comporta in termini di aggravio di costi e di tempi. Non c’è alcuna possibilità gerarchica se non per la concessione del vincolo, con il ricorso ai comitati tecnico-scientifici del Ministero, ma rispetto ai singoli pareri delle soprintendenze non c’è alcun modo di discutere. Capite che, quando a qualsiasi livello e con tutta la buona volontà, si è di fronte ad un parere che non è possibile discutere, si apre la strada anche all'errore e in qualche caso qualche cosa di più. Allora, io credo che questa norma, in modo molto ragionevole, introduca, senza rallentare i tempi del percorso, dell'iter, perché qui siamo di fronte ad atti infraprocedimentali, la possibilità che, non su ricorso del cittadino, perché avremmo caricato evidentemente queste commissioni di garanzia di un lavoro non gestibile, ma d'ufficio o su richiesta delle amministrazioni interessate, quindi tendenzialmente dei comuni e delle regioni, entro dieci giorni, termine perentorio, una commissione interna al MiBAC – e quindi senza costi, come specificato nella norma – possa riesaminare quel parere. Una commissione a livello regionale tutta interna – e quindi non c’è nessun cedimento di sovranità – al Ministero, che provvisoriamente verrà fatta da questi comitati, ma poi nel DPCM che dovremmo fare entro il 15 luglio sarà chiarito da chi sono composte queste commissioni tutte interne, che riesamini il parere.
  Se la commissione collegialmente non decide, non riesamina quel parere, o non lo esamina nei dieci giorni, resta valido il parere del soprintendente. Quindi, c’è semplicemente una garanzia che non rallenta il procedimento, ma che consente, in qualche modo, che non vi sia uno dei pochi, rari casi in cui una decisione della pubblica amministrazione non è in alcun modo rivedibile, nemmeno con ricorso Pag. 20gerarchico, se non attraverso l'impugnazione davanti alla magistratura ordinaria.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Ministro, però non ha risposto sul fatto che il controllore sarà il controllato, nel senso che queste commissioni di garanzia è palese che siano fatte da una struttura regionale, come lei ci ha detto anche in Commissione, di cui fa parte il soprintendente che è controllato. Questo è una vergogna – credo – se veramente crediamo in uno strumento di controllo. Noi oggi stiamo dicendo che è come se, ad un certo punto, mettiamo l'operato di un soprintendente alla valutazione collegiale dei suoi colleghi che fanno il medesimo lavoro a parità di grado. Però il problema è che questo soprintendente, che oggi è, in qualche modo, messo in discussione, domani può essere quello che mette in discussione un altro. Secondo voi, non c’è un minimo di irrazionalità in questa norma ? Pensate veramente che un soprintendente, a quel punto, non possa andare a coprire un altro, dicendo: tu non vai a sindacare su quella questione, perché io non ho sindacato su quell'altra questione, l'altra volta ? Credo che se veramente volete mettere in piedi uno strumento di controllo dell'operato, questo sia uno strumento sbagliato. Poi lo strumento di controllo deve essere un altro, a nostro avviso, e non una commissione di garanzia che, in qualche modo, vada a limitare il potere stesso del singolo soprintendente. Inoltre, ahimè, il problema delle coperture rimane, perché credo che la soprintendenza oggi non abbia neanche i soldi per potere affrontare il problema e qui diciamo che, a parità di spesa, si possono fare visite ispettive sul sito. Voglio capire: come fanno a valutare l'impatto ? Andranno sul posto. Immaginate una regione abbastanza vasta come la Lombardia o il Piemonte; se bisogna andare da una parte alla altra, da Cuneo a Domodossola, chi paga la trasferta a parità di spesa ? La Commissione bilancio è sempre miope su quello che riguarda gli emendamenti governativi o del PD, però credo che, in qualche modo, delle risposte diverse devono essere date rispetto a quelle che ci ha fornito ora (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, intervengo per avallare quello che diceva il collega Crippa contrariamente a quanto detto dal Ministro: vogliamo o no analizzare realmente il problema delle soprintendenze, perché noi stiamo facendo una «sopri-soprintendenza» ? Cioè abbiamo creato uno strumento che doveva servire a garanzia del paesaggio e abbiamo una soprintendenza che ha, invece, i fondi costantemente ridotti, personale non sufficiente, regioni inadempienti per quanto riguarda i piani paesaggistici, e noi pensiamo di risolvere il problema, istituendo un'altra commissione con poteri superiori alla soprintendenza presente. Allora, io immagino un po’ il futuro, immagino dei soprintendenti che non daranno parere, come già succede, perché in Commissione ambiente il problema delle soprintendenze è stato esposto in questo modo: le soprintendenze non rispondono alle richieste di nulla osta. Quindi, secondo me, le spiegazioni date dal Ministro sono assolutamente non giustificabili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Ministro, l'ho ascoltata e il tema è reale, però la soluzione rischia veramente di creare una giungla, di riuscire a determinare sui territori una giungla senza più alcun tipo di controllo. L'idea di semplificare chiaramente è anche nostra, ma, in questo caso, la semplificazione rischia di creare dei danni enormi.Pag. 21
  Io vi prego veramente di riflettere su questo punto, perché si sta aprendo un precedente da cui è difficilissimo poi riuscire a tornare indietro.
  E ha ragione il collega, noi ci saremmo opposti. Mi rivolgo soprattutto al Partito Democratico: noi ci saremmo opposti davanti ad una norma, se fosse stata presentata così dal centrodestra, anche perché in passato altre volte è ritornato il tema della centralità e del ruolo delle sovrintendenze.
  Questo è il modo più sbagliato per affrontare questo tema. Stiamo proprio andando nella direzione completamente sbagliata ed il Governo sbaglia se decide di andare fino in fondo su questo articolo e non tenere conto di quello che l'opposizione, in questo momento, sta ponendo, che – sono convintissima – è pensiero anche di gran parte del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 12.101, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lattuca, Fossati, Matarrese, Boccia ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  440   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  138    
    Hanno votato no  302.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 12.33, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Brandolin, Nesci, Giammanco, Molea ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  418   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   52    
    Hanno votato no  366.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mannino 12.12.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, come diceva poco fa il Ministro, quando si parla di sovrintendenza sembra che ci si debba schierare a favore o contro le sovrintendenze. Io, da un Governo come questo, mi aspetterei invece, di entrare nel merito del ruolo delle sovrintendenze perché appunto, come dicevo prima, queste hanno il problema di mancanza di fondi, mancanza di personale di conseguenza e soprattutto mancanza di adempimenti normativi quali il piano paesaggistico, che dovrebbe essere la linea guida che regola amministratori locali, cittadini e professionisti su come orientare la progettazione e l'intervento sui territori.
  Nel momento in cui non si ha questo, si hanno delle sovrintendenze iperaffollate di procedimenti, che, se va bene, non si esprimono, perché non hanno il personale; se va male, si esprimono con un parere.
  E allora qui ci inventiamo una «sopri-sovrintendenza» che, nel momento in cui dovesse avvenire quel favoloso evento in cui le sovrintendenze si esprimono a favore o contro, questo parere può essere impugnato sostanzialmente da una commissione di garanzia; commissione di garanzia Pag. 22che quindi garantisce chi ? Non garantisce la sovrintendenza, che è l'ente pubblico.
  Allora, in qualche modo, come diceva anche Crippa prima, garantisce, per mezzo di un pubblico, l'interesse di un privato. E, allora, qui dovremmo prendere anche una posizione politica su questo. Ma non solo, proprio per collegarci all'emendamento che stiamo esaminando, esso cosa dice ? Lo leggo perché magari, a volte, gli emendamenti neanche vengono letti. Si dice che questa commissione che si istituisce potrà esprimersi solo per le richieste di autorizzazione paesaggistica presentate successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione di questo decreto-legge. Questa mi sembra una irrazionalità: abbiamo delle sovrintendenze bloccate, iper affollate, e, laddove avessero lavorato, abbiamo una commissione che può anche agire su pareri già espressi nelle date precedenti all'entrata in vigore. Mi sembra proprio un'assurdità. O vogliamo bloccare tutto, o vogliamo rivedere tutti i pareri. Che il Governo e la maggioranza si prendano la responsabilità di questo caos amministrativo, che si va a creare all'interno delle sovrintendenze in cui si troveranno i liberi professionisti, tanto cari a questo Governo, non sapendo come procedere. Io propongo, appunto, al Governo di ripensare il parere su questo emendamento, ma di ripensare anche proprio all'idea di questa commissione perché, come è stato ribadito più volte, creerà una confusione da cui è difficile tornare indietro e per la quale si avvieranno ricorsi a enti che già sono anche loro abbastanza ingarbugliati con le procedure e con le responsabilità, più o meno, dei territori. Chiedo, quindi, di votare favorevolmente questo emendamento che, quantomeno, vincola nel tempo l'attività di questa commissione, cioè all'indomani della legge di conversione di questo decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 12.12, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Guidesi, Balduzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  402   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  271.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mannino 12.15.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, anche questo ulteriore emendamento è molto semplice. Chiede di togliere dall'articolo 1-bis del subemendamento del Governo che istituisce questa commissione di garanzia qualche parola. Queste parole sono: «, nonché allo scopo di operare ulteriori semplificazioni procedimentali». In altre parole, noi stiamo approvando un provvedimento per espropriare la sovrintendenza dal proprio ruolo perché evidentemente c’è un problema. Quantomeno, però, una volta che abbiamo avviato questo iter assurdo, cerchiamo di non semplificarlo ulteriormente perché, se un domani dovesse succedere che anche la commissione, entro i dieci giorni, come diceva il Ministro, non si esprimesse e dovesse valere di nuovo quindi il nulla osta della sovrintendenza, allora devo immaginare, volendo a questo punto fare un processo alle intenzioni, che potrebbe intervenire un'ulteriore semplificazione dei procedimenti con qualche altro atto o con qualche altra procedura semplificativa. Quantomeno, quindi, fare un po’ di chiarezza per dire che questa commissione è l'ultima Pag. 23tappa di un procedimento autorizzativo per mezzo delle sovrintendenze e, quindi, che non ci saranno ulteriori semplificazioni.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 12.15, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Polverini, Di Staso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  390   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  116    
    Hanno votato no  274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Tripiedi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Piccoli Nardelli 12.102.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Piccoli Nardelli. Ne ha facoltà.

  FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Signor Presidente, desidero spiegare all'Aula le ragioni di questo emendamento che precisa come questo intervento sia stato un intervento di liberalizzazione su procedure che tendono a rendere note e ad aprire le riproduzioni dei beni culturali e a consentire anche al mondo dei beni culturali italiano di allinearsi con le regole che stanno oggi prevalendo in Europa. Tutto questo naturalmente va pesato e misurato anche con problemi specifici, che sono quelli relativi ai beni bibliografici e archivistici. Tutto quello che va bene e che possiamo accettare, e anzi favorire, a proposito di monumenti e di altri elementi relativi ai beni culturali si troverebbe a cozzare con problemi specifici relativi, invece, a temi inerenti alle biblioteche, agli archivi e a materiale di biblioteca e di archivio. Per questo abbiamo previsto e richiesto un'eccezione tenendo conto di tutte le esigenze di questo settore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piccoli Nardelli 12.102, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonifazi... Nesci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  425   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  420    
    Hanno votato no    5    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Liuzzi 12.100.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Liuzzi. Ne ha facoltà.

  MIRELLA LIUZZI. Signor Presidente, vorrei semplicemente spiegare la ratio di questo emendamento. Infatti semplicemente la disposizione come è scritta in questo momento, secondo il nostro parere, è antistorica in quanto parla di «divulgazione con qualsiasi mezzo delle immagini di beni culturali» in modo da non poter avere scopo di lucro. Ciò è giustissimo e noi siamo d'accordo su questo ma inserisce anche lo scopo di lucro «neanche Pag. 24indiretto» ed è questa la nostra perplessità. Infatti, portando un esempio, io vado in vacanza e pubblico su un sito Internet le foto delle mie vacanze dove c’è anche un bene culturale e lo metto sul sito Internet che ha una pubblicità: questo potrebbe essere uno scopo di lucro indiretto anche se non è la mia prima motivazione inserirlo. Per questa ragione, come sono stati giustamente modificati i commi di questo articolo in Commissione, chiediamo che questa modifica sia estesa anche a questa lettera perché in questo modo la normativa sarebbe coerente e sarebbe più semplice attuarla, mentre nell'attuale formulazione non potrebbe essere attuata se non in modo complicato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Liuzzi 12.100, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  429   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  158    
    Hanno votato no  271    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 12.31, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani. Chi altro non ha votato ? Piepoli, Monchiero, Lo Monte, Bonifazi, Bini, Vacca, Bini ancora non vota... ha votato. Chi altro non ha votato ? Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  332   
   Astenuti   96   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato   56    
    Hanno votato no  276    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 13-bis.100.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, questo emendamento noi possiamo considerarlo il «Piave» di tutto il provvedimento, per la Lega Nord, che sancisce realisticamente un confine tra il tutto ed effettivamente può essere preso in considerazione in quanto, essendo l'unico emendamento all'articolo 13-bis, questo fa ben capire le motivazioni per cui noi abbiamo già dichiarato, all'inizio, incostituzionale il provvedimento stesso, con un'azione parlamentare diretta. Vi era, infatti, la necessità di far capire all'Aula che questo provvedimento non aveva alcuna urgenza, mentre con urgenza è stato fatto, ed è stato fatto male, se poi i relatori si sono dovuti mettere quasi a riscriverlo in tutto il suo articolato, aggiungendo un ulteriore articolo.
  Noi non discriminiamo negativamente questo articolo, il 13-bis, perché lo vediamo di buon grado, ma vorremmo metterci un appunto, aggiungendo una parte al comma 3 e cercando di fare in modo che vi sia maggiore attenzione ai territori e agli enti locali, soprattutto per quanto riguarda le regioni. Perciò chiedo che sia messo in votazione questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benamati. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, l'intervento del collega e l'emendamento mi consentono, anche qui, di fare Pag. 25un po’ di cronistoria di quelli che sono stati i lavori nelle Commissioni riunite. Su questo provvedimento mi sento un po’ uno storico in questo momento della nostra attività. Si tratta di un articolo aggiuntivo che è stato inserito, proprio in quanto aggiuntivo, per porre all'interno del decreto-legge un tema che non era presente nella versione originale, ossia la gestione del rimborso delle tasse, specificatamente l'imposta sul valore aggiunto relativa ai turisti extracomunitari che visitano il nostro Paese e in genere le realtà europee, ma, in questo caso specifico, il nostro Paese.
  È chiaro che qui abbiamo un problema duplice dal punto di vista dell'efficienza di questo servizio che viene reso oggi da sistemi di privati, perché il 100 per cento dell'imposta deve essere resa e i turisti in genere hanno un rimborso che è anche di molto inferiore a questa cifra; e, d'altra parte, ci sono norme importanti di compatibilità comunitaria sul tema del rimborso.
  Quello che si è iniziato a discutere nelle Commissioni in una prima versione riguardava la possibilità di efficientare questo servizio verso il turista e il cittadino, quindi dando il massimo del ritorno e la massima efficienza di questo servizio, cercando di ottenere anche, diciamo così, un gettito per lo Stato.
  In questo senso, ci sono stati ovviamente degli approfondimenti – il collega Allasia li richiamava in precedenza – e si è arrivati ad una determinazione, che è quella dell'attuale articolo 13-bis, che vede, appunto, l'istituzione di un gruppo di lavoro sul tax free shopping all'interno del Ministero dell'economia e delle finanze. Si è arrivati a questa scelta dando a questo gruppo di lavoro la finalità e gli obiettivi di definire proposte e azioni immediatamente eseguibili, proprio al fine, come dicevo prima, di efficientare questo servizio importante per il cittadino turista – e, quindi, importante anche per il nostro Paese – e di dare, appunto, sulla base di questo, la possibilità di identificare anche quelli che possono essere i contorni finanziari di questa operazione.
  Il tempo che è stato dato a questo gruppo di lavoro è di cinque mesi, quindi, un tempo ragionevole per condurre un approfondimento di merito su un tema importante che, come dicevo prima, interseca molte delle normative comunitarie, anche delle situazioni in essere nazionali: pensiamo solo ai sistemi di rimborso, alla presenza dell'Agenzia delle dogane, oltre che, naturalmente, dei competenti uffici del Ministero; un gruppo di lavoro che opererà assolutamente senza compensi e rimborsi, quindi, verrà tutto condotto in economia all'interno del Ministero.
  Noi troviamo che da questo punto di vista, non essendo riusciti ad articolare, non potendo articolare in questa fase la versione definitiva della soluzione di questo problema – che, voglio ricordare, è importante per il nostro Paese –, questa soluzione sia stata una soluzione di alto profilo e molto utile.
  Ritengo anche – lo dico al collega Allasia – che, essendo passati da una soluzione identificativa di un modus operandi, che poteva fornire anche un gettito – per cui ci poteva anche essere una discussione su come impiegare queste risorse –, a una situazione nella quale noi passiamo ad un gruppo di lavoro per identificare queste soluzioni, l'emendamento, che stabilisce già una specifica attribuzione di eventuali risorse, non sia sbagliato in senso generale, ma sia quanto meno prematuro. Per questo, il nostro gruppo, ove il presentatore non intendesse ritirare l'emendamento, modificandolo in un ordine del giorno, non potrà votare a favore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, intervengo anch'io per parlare dell'introduzione di questo nuovo articolo 13-bis, che affronta, a mio parere, in parte quello che è uno dei problemi del nostro Paese, ossia l'attrattività di stranieri, soprattutto extraeuropei, in un momento in cui intercettare questo tipo di turismo è Pag. 26fondamentale per il nostro Paese. Per cui, anche noi riteniamo che sia assolutamente positivo – e, se avessimo dovuto votare, avremmo votato a favore di questo articolo –, perché ogni sforzo che il nostro Paese deve e può fare per il cosiddetto incoming, per quello che concerne il rivolgersi ad un turismo internazionale, ad un turismo extraeuropeo e non solo europeo, non può che essere un fatto positivo.
  Allora, proprio partendo dall'introduzione di questo articolo, che, in fondo, prevede soltanto un gruppo di lavoro sul tax free shopping, allargherei il problema a quello che, invece, è un problema di reperimento, di attrattività riguardo al turismo internazionale. Cioè, il nostro Paese, che è da sempre in cima al desiderio di tutti gli stranieri del mondo, stando anche a valutazioni, studi che sono stati fatti, scende al settimo, all'ottavo posto, non oltre, rispetto a quelle che sono, invece, le reali visite dei turisti stranieri nel nostro Paese.
  Noi dobbiamo partire, forse, da questo tavolo di lavoro che si occupa di un aspetto specifico riguardo al tax free shopping, che riguarda l'intermediazione finanziaria rispetto a turisti internazionali, per dire: creiamo altri tavoli per studiare come attrarre, come far arrivare nel nostro Paese i milioni di cinesi, i milioni di indiani che si muoveranno nei prossimi mesi.
  Pertanto, abbiamo guardato con favore a questo che riteniamo un momento, un'occasione, uno strumento positivo in relazione ad un rapporto più ampio che ci deve essere. Allora, proprio su questo, che deve essere un compito del Governo e un compito dello Stato, mi permetto di dire, anche da parte nostra, al collega Allasia che pensare, come è scritto nel suo emendamento, che le attività di promozione, le attività di sostegno del nostro Paese all'estero possano, ancora una volta, essere delegate alle regioni, è sicuramente qualcosa da evitare. In un momento in cui noi riconduciamo l'attività promozionale del nostro Paese, attraverso la revisione del Titolo V, allo Stato, pensare, come dice l'emendamento, di sostenere le attività promozionali dei territori svolte dalle regioni, ritengo sia sicuramente un errore.
  Noi dobbiamo riportare la nostra promozione al centro, per poter competere a livello internazionale con queste masse che si muovono tra l'Italia e gli altri Stati; non possono essere certo le regioni a muoversi su questi campi. Abbiamo visto, appunto, il fallimento che c’è stato e, secondo me, una delle motivazioni del minore ingresso dei turisti stranieri in Italia è dovuta al fatto che le nostre regioni – che si sono poi dotate di loro stand, di loro apposite sedi, di loro portali – competono fondamentalmente con la Francia, con la Spagna, con la Grecia e con altri grandi Paesi; invece, ritengo che tutto ciò debba essere svolto dal Governo e al centro. Per cui noi voteremo contro questo emendamento proprio perché riteniamo che l'attività promozionale del turismo debba essere svolta dallo Stato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 13-bis.100, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  419   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   15    
    Hanno votato no  404    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simone Valente 14.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.Pag. 27
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Tidei, Capua, Gadda...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  397   
   Astenuti   43   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  293    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 14.101, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Ermini, Albanella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  419   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no  283    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 14.102, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Ricciatti, De Micheli, Rotta, Pastorelli, Galperti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  449   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  158    
    Hanno votato no  291    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 15.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capelli, Roberta Agostini, Bonomo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  449   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  336    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giancarlo Giordano 15.3, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Paola Bragantini, Di Staso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  446   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  161    
    Hanno votato no    285    

Pag. 28

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Terzoni e Mannino hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole e il deputato Albanella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 15.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Placido, Palma, Rotta, Paola Bragantini, Galperti, Ruocco, Costantino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  449   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  158    
    Hanno votato no  291    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Alfreider 16.6, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Paola Bragantini, Rizzetto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  435   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato   24    
    Hanno votato no  411    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 16.31, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Tartaglione, Ginefra, Marazziti, Nizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  451   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no  311    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Coppola 16.107, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  450   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  438    
    Hanno votato no   12    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Montroni 16.100 e Tancredi 16.101.
  Ha chiesto di parlare il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento 16.101, anche se l'obiettivo è quello di estendere i servizi utilizzabili con una carta del turista anche Pag. 29ai servizi primari, cioè ai servizi integrati legati al turista: quindi la ricettività, i trasporti, l'accesso ai luoghi turistici di interesse, ma anche ai servizi logistici. Presenterò un ordine del giorno, un impegno al Governo, magari in futuri provvedimenti, riguardo alla possibilità di ampliare la potenzialità di questa carta del turista. Per adesso, ritiro il mio emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Montroni. Ne ha facoltà.

  DANIELE MONTRONI. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento 16.100.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 16.102, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nesci, Galperti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  444   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato   79    
    Hanno votato no  365    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Palmieri 16.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, intervengo solo per spiegare al Governo la ratio di questo emendamento e del successivo, sempre a firma mia e della collega Petrenga.
  Vede, Ministro, il vostro è un Governo che vuole andare di fretta. Giustamente, dal vostro punto di vista, volete andare di fretta. Però, data la complessità della trasformazione dell'ENIT, seppure affidata ad un commissario valente, ma impostata su una durata di soli sei mesi, noi abbiamo la preoccupazione che il tempo sia troppo poco.
  Quindi, costruttivamente, proponiamo di dare due mesi in più al commissario con questo emendamento e con il successivo a mia firma. Volevo, appunto, spiegare la ratio di questo emendamento e chiedere se il Governo e la maggioranza non vogliano, in extremis, cambiare idea. In caso contrario, preannunzio il ritiro di entrambi gli emendamenti, proprio perché l'intenzione è positiva, non è ostruzionistica.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, mi pare dovuta una risposta. Il timore, come sempre, è che, se si allunga il termine, lo si usa tutto; in realtà, sei mesi, lavorando intensamente, possono essere un termine sufficiente.

  PRESIDENTE. A questo punto, se non ci sono altri interventi, pongo in votazione...

  ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento.

  PRESIDENTE. Sta bene, è ritirato.

  ANTONIO PALMIERI. Anche il successivo a mia prima firma.

  PRESIDENTE. Anche il successivo è ritirato, benissimo.Pag. 30
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 16.28.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 16.28, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Vignaroli, Massimiliano Manfredi, Galli, Tidei, Magorno, Tiziana Ciprini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  448   
   Votanti  446   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  158    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Vignali 16.103.

  PAOLO TANCREDI. È ritirato.

  PRESIDENTE. Sta bene, è ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lacquaniti 16.2.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 16.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nesci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  445   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato   46    
    Hanno votato no  399.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 16.30.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, sull'articolo 16 non vi è un pregiudizio formale e politico, ma, più che altro, strutturale, e gli emendamenti riferiti a tale articolo sono esclusivamente per migliorare il consiglio di amministrazione, il neo-consiglio di amministrazione che si formerà in base alla trasformazione dell'ENIT.
  Nell'emendamento 16.30 noi chiediamo in pratica che, all'interno del consiglio, oltre il presidente e i membri nominati dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di cui uno su designazione della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, vi siano anche i rappresentanti delle regioni e dei comuni interessati.
  Oltre modo, nell'emendamento successivo – ma parlo direttamente in questo intervento, in modo tale da sviluppare meglio l'argomentazione su questo articolo e chiudere la questione su questo articolato – noi chiediamo che vi sia l'intesa con la Conferenza, e non solo di sentirla. Sono due emendamenti che sicuramente possono essere puramente formali, ma riteniamo che siano di interesse globale e da portare all'attenzione dell'Aula. Però, quello che vorrei anche capire sono le motivazioni per cui vi è stata una situazione in questo decreto in cui non ho avuto la percezione realistica delle cose.
  Infatti è un provvedimento, come vedete, seguito da due Commissioni (attività produttive e cultura) – e ringrazio il Ministro che lo ha seguito direttamente in prima persona, dal primo momento lui stesso, forse per diffidenza, non so, ma questo è un punto a favore, assolutamente da portare in evidenza, forse per sua cultura –, ma quello che mi stupisce è che durante l'esame di tutto il provvedimento, sia in Commissione sia durante le varie discussioni precedenti o direttamente in Aula, il presidente della Commissione cultura Pag. 31non l'ho visto. L'onorevole Galan non si è visto.
  Chi mi conosce assolutamente sa che non voglio porre una questione contro il vice presidente Ghizzoni che, per mia cultura e sensibilità, preferisco all'onorevole Galan, però c’è da fare questa valutazione politica: durante l'esame di tutto il provvedimento, di due presidenti uno è mancato. Poi quello che prevede il Regolamento lo sappiamo benissimo, però o è una questione politica da porre in evidenza in questa Aula oppure è solamente una questione di altra natura, che vorrei conoscere perché effettivamente se è malato o è influenzato vorrei saperlo, dato che è un illustre collega che conosciamo tutti. Vorrei portare, comunque, la questione all'attenzione e sapere dall'Ufficio di Presidenza quali sono le questioni reali.
  Comunque ritornando a piedi uniti sui due emendamenti, chiedo che sugli emendamenti 16.30 e 16.29 ci sia la votazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 16.30, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  450   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato   30    
    Hanno votato no  420.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 16.29.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, annuncio il voto contrario su questo emendamento e approfitto per dire che non mi sembra francamente il caso di scherzare sulla condizione del presidente Galan. Il nostro auspicio è quello che i prossimi provvedimenti della Commissione cultura abbiano il presidente Galan in pieno servizio, evidentemente. Però – lo dico con rispetto nei confronti del collega Allasia, ma con maggior rispetto nei confronti della persona Galan – credo che realmente su questi temi, sui quali in questa Aula saremo chiamati presto a confrontarci, non si possa scherzare.

  PRESIDENTE. Colleghi cerchiamo di stare nell'argomento della dichiarazione di voto così evitiamo di scatenare dibattiti.

  STEFANO ALLASIA. Chiedo di parlare per fatto personale.

  PRESIDENTE. A titolo personale la faccio intervenire al termine della seduta.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 16.29, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Grassi, Tinagli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  448   
   Votanti  446   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  328.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Schirò 16.16. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione proposta dal Governo.

  GEA SCHIRÒ. Signor Presidente, sì.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Schirò 16.16, come riformulato su Pag. 32richiesta del Governo, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Dieni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  450   
   Votanti  448   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  440    
    Hanno votato no   8.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Ricordo che sull'emendamento 16.300 delle Commissioni non è stato ancora acquisito il parere della Commissione bilancio, occorre quindi procedere all'accantonamento di tale proposta emendativa nonché degli emendamenti Tancredi 16.104, Cani 16.108, Taglialatela 16.56, Matarrelli 16.11 e Mucci 16.106, in quanto intervengono sul medesimo comma 10 dell'articolo 6.
  Passiamo quindi alle proposte emendative accantonate, sulle quali la Commissione bilancio ha già espresso il parere. Si tratta dei seguenti emendamenti: Allasia 1.70, 2.8 e 9.107, Palmieri 1.50, Battelli 1.102 (Nuova formulazione), De Rosa 2.16. Invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere su questi emendamenti.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Allasia 1.70 e 2.8.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento Allasia 9.107.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Palmieri 1.50, mentre esprimono parere favorevole sugli emendamenti Battelli 1.102 (Nuova formulazione) e De Rosa 2.16.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dai relatori.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.70, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Albanella, Crimì, Vallascas...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  439   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  160    
    Hanno votato no  279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Palmieri 1.50 lo ritirano. Passiamo alla votazione dell'emendamento Battelli 1.102 (Nuova formulazione). Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simone Valente. Ne ha facoltà.

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, per accettare la riformulazione e comunicare che finalmente siamo riusciti ad aggiungere una parte migliorativa a questo articolo, quindi d'ora in poi tutti i cittadini potranno, comodamente, da casa devolvere al sito o al bene culturale che scelgono, con la carta di credito.
  Quindi, questo è un passo importante che va nell'indirizzo della trasparenza, Pag. 33anche per avvicinare i cittadini ai beni culturali e alla cultura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Battelli 1.102 (Nuova formulazione), con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cova, Tacconi, Carnevali...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  443   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  439    
    Hanno votato no    4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Allasia 2.8.
  Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dalle Commissioni ed insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia, 2.8, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caon.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  444   
   Votanti  442   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  157    
    Hanno votato no   285    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vazio ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 2.16. con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  445   
   Votanti  443   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  432    
    Hanno votato no  11    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Chiedo adesso alla relatrice se l'emendamento Piccoli Nardelli 5.102 è ancora accantonato.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Sì, signor Presidente, è ancora accantonato.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Allasia 9.107, su cui c’è una proposta di riformulazione.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, il parere è favorevole su questo emendamento. Avevamo ritenuto prioritari sugli incentivi per il credito di imposta i servizi digitali, c’è anche il tema dei sistemi hardware, quindi, per una maggiore garanzia rispetto all'efficienza della misura, riteniamo possa essere accolto e quindi il nostro parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 34

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 9.107, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  430   
   Votanti  428   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  423    
    Hanno votato no   5.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Franceschini ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Questa era l'ultima votazione. Restano a questo punto accantonate le seguenti ulteriori proposte emendative: Piccoli Nardelli 5.102, Mucci 11.015, del quale le Commissioni hanno proposto una nuova formulazione, 16.300 delle Commissioni, unitamente agli emendamenti Tancredi 16.104, Cani 16.108, Taglialatela 16.56, Matarrelli 16.11, Mucci 16.106, incidenti, analogamente all'emendamento delle Commissioni, sul medesimo comma dell'articolo 6.
  Al fine di consentire alla Commissione bilancio di esprimere il parere su alcune di tali proposte emendative, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà a partire dalle ore 16. Sospendiamo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e il Ministro dello sviluppo economico.

(Iniziative per esentare le società sportive dilettantistiche dal pagamento dei diritti d'autore con riferimento all'utilizzo della cosiddetta musica d'ambiente – n. 3-00925)

  PRESIDENTE. L'onorevole Molea ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00925, concernente iniziative per esentare le società sportive dilettantistiche dal pagamento dei diritti d'autore con riferimento all'utilizzo della cosiddetta musica d'ambiente (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  BRUNO MOLEA. Signor Presidente, la presente interrogazione pone l'obiettivo sul diritto dovuto ai fonografici, ai sensi dell'articolo 73 della legge 22 aprile 1941, n. 633, che è abbinato al provvedimento sul diritto d'autore, che, come specificato dalla stessa legge, è dovuto da tutti coloro che utilizzano detto mezzo a scopo di lucro, ovvero da chi utilizza mezzi fonografici per far ascoltare la musica di sua scelta, al fine di produrre occasione di divertimento per aumentare la propria potenzialità di entrate.
  Nei casi in cui la musica viene utilizzata come aggiunta ambientale o ai servizi resi, per rendere più gradevole la permanenza nei locali dei clienti o del pubblico (quindi diffusione della musica in esercizi pubblici, commerciali, alberghi), la tariffa applicata, in generale, consiste in abbonamenti Pag. 35annuali o periodici. Anche le società sportive dilettantistiche hanno l'obbligo di corrispondere alla Società italiana degli autori ed editori (SIAE)...

  PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

  BRUNO MOLEA. ... il compenso connesso per le esecuzioni musicali dal vivo o a mezzo apparecchi, seppure con tariffe agevolate. La centralità dello sport...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

  BRUNO MOLEA. ... esplicitata nelle società sportive dilettantistiche si dimensiona ormai quale ammortizzatore sociale ed opportunità di inclusione. Purtroppo, le società sportive di base vivono una fase di grandissima difficoltà.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  BRUNO MOLEA. Chiedo al Ministro se non ritenga opportuno considerare la possibilità di assumere iniziative per l'esenzione totale dal pagamento del compenso previsto, appunto, in questi casi.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, l'onorevole Molea ricorda che la natura del diritto connesso al diritto d'autore ne individua una peculiare disciplina nel fatto che tutte le riproduzioni di brani musicali in locali pubblici siano regolamentate dalla legge e riconosce – lo dirò poi in una successiva risposta ad un altro question time – che il diritto d'autore è uno dei modi per garantire la libertà di creatività agli autori, irrinunciabile.
  È anche uno dei temi al centro del dibattito a livello europeo e sarà al centro anche della nostra attività nel semestre europeo, poiché si tratta di conciliare l'era digitale con la tutela del diritto d'autore. In questo caso, condivido lo spirito dell'interrogante, e la SIAE, del resto, già da tempo ha in corso negoziati con i rappresentanti dell'associazionismo sociale, che sono finalizzati a definire condizioni meno onerose, come è possibile in base all'articolo 15-bis della legge n. 633 del 1941.
  È del tutto evidente che un conto è la riproduzione di brani per uso commerciale, un'altra cosa è la riproduzione in luoghi no profit, quindi senza alcun intento commerciale, ma che, per accompagnamento delle attività, utilizzano brani. Quindi, in questo senso, stimolerò ulteriormente la SIAE affinché vi sia una disponibilità, la massima possibile nel rispetto delle normative vigenti, perché vi siano tariffe particolarmente agevolate per tutte quelle associazioni e società sportive dilettantistiche che non utilizzano la musica e i brani degli autori per fini di lucro.

  PRESIDENTE. L'onorevole Molea ha facoltà di replicare, per due minuti.

  BRUNO MOLEA. Signor Ministro, sono soddisfatto della risposta, perché da essa si evince la sensibilità da lei sottolineata nei confronti di questo popolo, il popolo degli sportivi, che rappresenta in Italia una popolazione di diversi milioni di cittadini, i quali si trovano troppo spesso caricati di tasse che rendono veramente difficoltosa la loro operatività. L'ultimo recepimento di una normativa europea, tra l'altro, ha introdotto un'ulteriore tassa sui fonografi.
  Quindi, tutto ciò che potrà essere fatto – voglio cogliere il suo intervento in questa direzione – per provare a intervenire nei confronti della SIAE, affinché, quanto meno, si possa ridurre ancora maggiormente rispetto ad oggi in termini di convenzione il valore da pagare in termini di SIAE, sarà sicuramente un aiuto importante, che andrà nella direzione di chi promuove gratuitamente lo sport per i cittadini del nostro Paese.

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(Iniziative per contemperare la piena fruizione dei siti archeologici di rilievo con l'esercizio dei diritti sindacali dei lavoratori ivi operanti – n. 3-00926)

  PRESIDENTE. L'onorevole Paolo Russo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Palese n. 3-00926 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), concernente iniziative per contemperare la piena fruizione dei siti archeologici di rilievo con l'esercizio dei diritti sindacali dei lavoratori ivi operanti, di cui è cofirmatario, per un minuto.

  PAOLO RUSSO. Signor Presidente, la vicenda del sito archeologico di Pompei oramai incarna in chiave critica il senso pieno delle difficoltà, dell'immobilismo e della vetustà del nostro Paese. Inimmaginabili potenzialità misconosciute o peggio sacrificate sull'altare di pastoie burocratiche, falsi luoghi comuni e arcaiche regole di tutele corporative e parziali. Comprendo, ovviamente, che bisogna tutelare i diritti dei lavoratori, spesso privi di una chiara strategia aziendale, ma, parimenti, il sito di Pompei, vera miniera di speranza, di riscatto e di sviluppo, deve pure essere tutelato nella sua pubblica fruibilità come servizio essenziale. Forse è giunto il momento...

  PRESIDENTE. Concluda.

  PAOLO RUSSO. ... di trovare una sede di confronto per sottoscrivere nuove modalità di relazioni sindacali che, pur difendendo il diritto del lavoratore, evitino danni così pesanti per l'intera economia regionale e nazionale. Mi dica, signor Ministro, come intende il Governo attivarsi su questo fronte.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, sono due le interrogazioni sullo stesso argomento, quindi non so se in base al tempo lei mi interromperà e dividerò in due la risposta, o se il tempo sarà sufficiente, nel caso, in una richiamerò l'altra.
  È evidente che ogni cosa che accade a Pompei, in questo momento, assume un significato negativo particolare, anche rispetto a cose che avvengono negli altri siti archeologici o negli altri istituti o luoghi della cultura, sia dal punto di vista degli eventi negativi che dal punto di vista delle relazioni sindacali. Tutti i riflettori sono accesi e tutto questo dovrebbe, a mio avviso, comportare un di più di senso di responsabilità da parte di tutte le parti coinvolte, nel senso che Pompei può essere, come noi vogliamo torni ad essere, una grande vetrina nel mondo della capacità italiana di interventi di restauro, di tutela dei siti archeologici, di promozione turistica o, viceversa, può diventare un esempio negativo, perché una cosa che avviene a Pompei fa il giro del mondo.
  Esattamente questo è avvenuto, comprensibilmente, quando una domenica mattina è stata convocata un'assemblea sindacale dalle 8,30 alle 10,30: questa assemblea ha comportato che un migliaio di turisti italiani e stranieri siano rimasti in fila ad aspettare l'apertura. La stessa cosa si è ripetuta, soltanto per un tempo minore, lunedì mattina, poi le trattative positive fra la soprintendenza e i sindacati hanno consentito che si fermasse questo fenomeno. Le assemblee sono equiparate, in base a tutte le norme attuali, alle regole che disciplinano lo svolgimento dei servizi pubblici essenziali.
  Ora io credo, e quindi per questo chiedevo eventualmente di dividere in due la risposta, e lo credo anche per formazione personale e politica, la strada sia quella sempre di cercare l'intesa, la concertazione, di costruire il dialogo, anche perché i siti, in particolare quello di Pompei, ma in generale i siti che sono di competenza del mio Ministero, subiscono da anni una serie di tagli alle risorse, una mancanza di turnover che si ripercuote a tutti i livelli, dai custodi alle professionalità Pag. 37più elevate, con una età media molto alta e con l'assenza dell'innesto di figure nuove. Questo in particolare vale anche su Pompei, anche se su Pompei abbiamo adottato una serie di misure straordinarie, in parte anche nel «decreto Bray» e nel decreto che stiamo discutendo in Aula che puntano non soltanto a finalizzare ...

  PRESIDENTE. Concluda.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo.. .. il completamento dei lavori rispetto ai termini fissati dall'Unione europea, ma puntano anche a risolvere i problemi di personale che dirò nella risposta successiva.
  Quindi, da questo punto di vista, perché non voglio essere omissivo rispetto alla risposta alla sua domanda, io credo sia giunto il momento, ed è una competenza parlamentare, di valutare se non aggiungere in modo esplicito i siti e i luoghi della cultura all'elenco dei servizi pubblici essenziali in cui è possibile applicare le norme che regolano, in alcuni casi estremi, anche la precettazione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Paolo Russo, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  PAOLO RUSSO. Signor Presidente, signor Ministro, certo le sue parole, le sue rassicurazioni sono importanti, ma pensare che ancora pochi giorni orsono, come lei ha rilevato, i nostri operatori turistici hanno scontato l'ennesima difficoltà nell'offrire un pacchetto culturale degno di questo nome, ovviamente ci amareggia. Vorremmo che Pompei diventasse un emblema, sì, ma in positivo, non più in negativo.
  Rimane la necessità, evidente, di consentire una fruibilità garantita, assicurata, senza stop e sorprese parasindacali. Pensare che centinaia di migliaia di visitatori siano costretti ad una visita a sorpresa, quasi al buio – addirittura alcune guide suggeriscono la verifica –, che centinaia di imprese subiscano lo stop and go che rende improbabile qualsivoglia seria programmazione, che migliaia sono, a regime, i posti di lavoro messi a repentaglio da una pratica stantia quanto violenta e distorsiva anche delle normali relazioni sindacali, insomma, Ministro, si faccia presto !
  Si faccia presto per rendere fruibile il sito di Pompei, si faccia presto per tradurre i principi e gli impegni, più volte assunti, in fatti. Si faccia presto per dare certezza alle imprese ed agli operatori. Si faccia presto per far sì che Pompei non sia il luogo dell'incapacità del Governo e dell'Italia, ma diventi il modello culturale del riscatto, della ripresa e del lavoro.

(Iniziative volte a estendere ai luoghi di cultura l'ambito di applicazione della normativa in materia di sciopero nei servizi pubblici essenziali – n. 3-00927)

  PRESIDENTE. L'onorevole Formisano ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-00927, come anticipato dal Ministro Franceschini, sul medesimo argomento, ovvero concernente iniziative volte ad estendere ai luoghi di cultura l'ambito di applicazione della normativa in materia di sciopero nei servizi pubblici essenziali (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per avere anticipato alcune risposte.
  Io parto un po’ da lontano. Nel 1776 il marchese de Sade, che aveva molti difetti ma che ignorante non era, inveiva contro gli italiani in questo modo – aveva fatto una visita a Pompei –: «Ma in quali mani si trovano, gran Dio ! Perché mai il cielo invia tali ricchezze a gente così poco in grado di apprezzarle ?». E si domandava: «Cosa direbbero questi maestri delle arti belle, se bucando lo spessore delle lave che li hanno inghiottiti potessero tornare alla luce e vedere i capolavori affidati a mani così ?» Questo era nel 1776.
  Ministro, lei è Ministro di un Governo che io con i colleghi sorreggo e sostengo. Pag. 38Noi vorremmo che questo non accadesse più nel 2014. Lei qualcosa ha accennato nella risposta all'onorevole Russo, che ha preceduto la mia interrogazione. Vorrei che fosse più esplicito, perché avrei da dire ancora mille altre cose, perché, per una cosa che capita, occorrono mesi, se non anni, per recuperare in credibilità internazionale.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, non riprendo le cose che ho detto nella risposta precedente. Aggiungo soltanto che noi stessi, però, non dobbiamo trasmettere al nostro Paese ed al mondo l'idea che Pompei sia un sito disastrato.
  Basta andarci. Io ho parlato anche direttamente con turisti che arrivano a Pompei, stimolati dall'immagine negativa che è stata data, e rimangono positivamente stupiti dal fatto che è un sito meraviglioso, con molti cantieri aperti, con problemi gestionali. Quello che noi dobbiamo sapere è che, anche una volta completati, con tutta la buona volontà e l'impegno che ci stiamo mettendo, con le risorse comunitarie, Pompei, che è 66 ettari e 1.500 domus, è un cantiere che resterà aperto permanentemente dal punto di vista della manutenzione e dei restauri.
  Detto questo, torno al discorso iniziale, poiché ogni cosa che viene fatta a Pompei assume questo significato amplificato, che può diventare molto negativo e poi ci vuole molto tempo a recuperarlo, perché un fatto negativo, come diceva lei, copre tanto lavoro positivo che stanno facendo tutti quelli che si occupano di Pompei, dal direttore generale dei lavori, al sovrintendente, ai lavoratori, al Ministero ed alla regione. Quindi, da questo punto di vista insisto: io credo che la strada maestra sia la strada delle relazioni sindacali. Incontrerò anche i leader nazionali delle organizzazioni sindacali, perché ho letto molte dichiarazioni positive un po’ da tutti loro di una disponibilità ad affrontare la specificità del settore dei beni culturali. Credo che sia possibile arrivare ad una soluzione, se i vertici sono d'accordo, che eviti delle tensioni locali.
  In ogni caso, penso – c’è anche un provvedimento, che è quello sulla pubblica amministrazione, che può essere la sede propria – che il Parlamento, naturalmente in un confronto con il Governo, possa affrontare questo tema come nei servizi pubblici essenziali, nei quali è possibile in alcuni casi straordinari arrivare alla precettazione. Meglio evitarlo, ma è possibile utilizzare questo strumento. Sono comprese le scuole, le università ed io credo sia incontestabile che siano servizi pubblici essenziali anche i luoghi della cultura (i musei, le biblioteche, gli archivi, i siti archeologici). È già oggi prevista la possibilità di una precettazione, ma soltanto per quanto riguarda la protezione ambientale, cioè la vigilanza sui beni culturali. Io penso che il Parlamento, d'intesa con il Governo, in un confronto con il Governo, possa affrontare questo tema per fare quello che universalmente viene nei fatti riconosciuto, e cioè che i musei e i luoghi della cultura e i siti archeologici sono servizi pubblici essenziali.

  PRESIDENTE. L'onorevole Formisano ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ANIELLO FORMISANO. Signor Ministro, qualcosa in più lo ha detto ed io la ringrazio, ma a me preme sottolineare un aspetto, che è soprattutto culturale e politico: questo Governo deve decisamente dimostrare che non è vero, come ha detto qualche precedente Ministro, che con la cultura non si mangia, non è assolutamente vero. Con la cultura, oltre che fare cultura in re ipsa, si mangia anche. E se riusciamo a capire che questa può essere la chiave di volta dell'Italia, probabilmente riusciamo a non far succedere quel che è successo: le parlo di un'agenzia di turismo internazionale straordinariamente importante, che ha collocato il primo marchio Pag. 39Italia, nel 2013, al primo posto fra quelli desiderati dagli stranieri, al primo posto per il patrimonio culturale ed al primo posto per quel che riguarda la cucina. Poi, negli anni a seguire, queste posizioni sono lentamente arretrate.
  Quel che serve, Ministro – ma mi pare che lei qui, in qualche modo, ci abbia tranquillizzati –, è prendere coscienza che non stiamo parlando di una cosa che ci è venuta per caso. Il mondo potrebbe svegliarsi e dire: «Cari italiani, se non lo fate voi, siamo in condizioni di farlo noi meglio, se è un problema di risorse». Io non vorrei che si riducesse tutto, come in qualche momento è sembrato, ad un fatto di risorse. Occorre che il Governo, il Parlamento, i gruppi dirigenti complessivi capiscano che in questo settore, se investi, ricevi pure. Ma occorre che ci sia il salto di qualità culturale.
  Con la cultura si può anche vivere e si può anche vivere bene. Ringraziamo Dio che noi abbiamo alcune cose, altri ce le invidierebbero e ce le invidiano. Sta a noi fare sì che diventino non solo patrimonio dell'umanità, come l'UNESCO ha deciso, ma patrimonio vivente dell'umanità.

(Iniziative dirette a riformare la disciplina del compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi – n. 3-00928)

  PRESIDENTE. L'onorevole Ricciatti ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-00928, concernente iniziative dirette a riformare la disciplina del compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  LARA RICCIATTI. Signor Ministro, la nostra interrogazione verte sul decreto da lei firmato lo scorso 20 giugno, che dispone che siano versati tributi da chi distribuisce sul smartphone, tablet, pc, chiavette usb e molti altri dispositivi e supporti di registrazione, l'equo compenso che si applica per i dispositivi che contengono una memoria, per coprire la possibilità degli utenti di fare la cosiddetta «copia privata». Ovviamente, il pagamento del compenso grava su supporti ed apparecchi. Confindustria ha calcolato un aumento del 150 per cento rispetto al 2013, con un gettito pari a 157 milioni di euro.
  Con questo decreto si danneggerà solamente la vendita in Italia, però, perché si bypasseranno questi nuovi costi a carico degli acquirenti comprando dispositivi digitali in altri Paesi europei, magari utilizzando uno store on line.
  Chiediamo quindi che si riconsideri tutta la normativa sull'equo compenso per copia privata, a partire dalle tariffe già esistenti in Europa, invece di scaricare su produttori e consumatori, in maniera indiscriminata, la nuova tassa.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, mi dispiace dover contestare radicalmente le affermazioni appena sentite, perché la normativa è una normativa italiana che io devo applicare come Ministero, perché, se c’è una norma di legge che prevede, come era già prima del mio decreto, dal 2009, l'introduzione del pagamento della copia privata, io le norme devo applicarle, finché il Parlamento non le cambia.
  Aggiungo che la copia privata c’è in quasi tutti Paesi europei, soprattutto nei grandi Paesi europei, e soprattutto che non deve ricadere in alcun modo sul consumatore.
  Il riconoscimento del diritto d'autore – provavo a dirlo prima –, soprattutto nell'era digitale, è una cosa fondamentale da conservare, e va coniugato, in una legislazione che è sempre più difficile resti nazionale, il diritto di accesso libero dalla rete con il mantenimento del diritto degli autori di veder compensato il loro lavoro.
  Ora, sulla copia privata io ho semplicemente aggiornato le tariffe, sulla base di Pag. 40un lavoro che è durato mesi, tant’è vero che le tariffe dovevano essere aggiornate nel 2012, triennalmente. Ho trovato un lavoro istruito, l'ho completato, ho preso le tabelle fatte da un comitato tecnico-scientifico in cui sono presenti tutte le parti (le organizzazioni che sono rappresentate da Confindustria digitale, gli autori, tutte le parti possibili), ho ascoltato in più audizioni anche i consumatori ed alla fine ho adeguato le tariffe.
  Queste tariffe sono molto più basse di quelli di altri Paesi europei. Sono a carico dei produttori perché, a forza di dire «tassa sul telefonino» – lo dico per chi ci ascolta da casa – uno immagina che debba pagare una tassa sul telefonino. Non è così: qui semplicemente a carico dei produttori – non dei consumatori – è aumentata una norma che c'era già, che prevedeva un prelievo a carico dello Stato.
  Aggiungo: non c’è nessun rapporto con i prezzi, anche perché, come dovremmo sapere tutti, questo che ho in mano, per esempio, ma non voglio far pubblicità, è venduto a prezzo fisso. È venduto a prezzo fisso in ogni negozio. E il rapporto, che basta vedere, tra la quantità del prelievo per copie private e prezzo venduto al pubblico non c'entra nulla. E vi leggo questi dati: in Francia, il prelievo su uno smartphone 16 GB è di 8 euro, il doppio che da noi, ed è venduto a 709 euro; in Germania, è di 36 euro ed è venduto a 699 euro; in Italia, era di 0,90 centesimi di euro, prima dell'aggiornamento, e veniva venduto a 729 euro, cioè più degli altri due Paesi. Infatti, è evidente che le condizioni che determinano il prezzo sono quelle di mercato, di distribuzione, di concorrenza, non sicuramente il prelievo. Io penso che avere fatto in questa occasione un'operazione che tuteli il diritto degli autori a vedere riconosciuto l'unico strumento che hanno per garantire la libertà creativa, sia molto più importante che aver caricato, a carico dei produttori e non dei consumatori, un prelievo ulteriore.

  PRESIDENTE. L'onorevole Ricciatti ha facoltà di replicare.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, lei aveva assicurato, come ha detto anche adesso, che le nuove tariffe non si sarebbero tradotte in aumenti per il consumatore finale. Ma, ad esempio, secondo Altroconsumo non c’è alcuna garanzia che questo avvenga, anzi in vista ci sono anche tanti ricorsi al TAR. E diceva bene lei rispetto ai 0,90 centesimi di euro, però, attenzione, perché tra i dispositivi più colpiti ci saranno, appunto, smartphone, tablet e hard disk. E se in passato si pagava soltanto 0,90 centesimi di euro di equo compenso sui primi e nulla sui secondi, adesso i costi saranno di 3, 4, 4,90 e 5,20 euro, in base alla memoria. Sugli hard disk gli aumenti arriveranno fino a 30 euro, quasi il 30 per cento del costo prima del decreto-legge. Vede, signor Ministro, lei dice che alcuni smartphone hanno prezzo fisso. È vero al momento dell'uscita del nuovo prodotto, poi con l'ondeggiare della domanda rispetto all'offerta i prezzi cambiano. E siccome stiamo parlando di beni di consumo che utilizzano tutti, questa sarà di fatto una nuova tassa che andrà a colpire discriminatamente tutte le consumatrici e tutti i consumatori. Noi pensiamo che questo sia un provvedimento ingiustificato che non riflette le richieste dei consumatori ed il continuo aggiornarsi delle tecnologie. Guardi, signor Ministro, in altre occasioni lei ha perorato la causa dell'innovazione digitale che va inseguita, sostenuta e rilanciata. Crediamo, però, che questo provvedimento vada in direzione esattamente opposta a quello che lei ha predicato le volte scorse.

(Elementi in merito alle iniziative recentemente intraprese in materia di ingresso a monumenti, musei e altri luoghi di cultura e ulteriori interventi per il rilancio del settore – n. 3-00929)

  PRESIDENTE. L'onorevole Manzi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Piccoli Nardelli n. 3-00929, concernente elementi in merito alle iniziative recentemente intraprese in materia di ingresso a monumenti, musei e altri luoghi di cultura e Pag. 41ulteriori interventi per il rilancio del settore (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

  IRENE MANZI. Signor Presidente, onorevole Ministro, proprio in questi giorni quest'Aula si sta occupando della conversione in legge di un importante provvedimento che è il decreto cultura che introduce misure importanti, come l’art-bonus o il tax credit, a favore delle strutture ricettive. Proprio in concomitanza con questo provvedimento, un suo decreto ministeriale dello scorso giugno ha istituito la «Domenica al museo», oltre a prevedere altre misure estensive dell'apertura dell'orario dei musei il venerdì fino alle ore 22. Il 6 luglio scorso si è tenuta la prima delle domeniche al museo con risultati importanti e lusinghieri e presenze significative. Proprio per questo motivo, con la presente interrogazione le chiediamo quali sono, innanzitutto, e se ci sono, i primi dati ufficiali relativi alle presenze e con quali ulteriori provvedimenti il Ministero intende consolidare questi effetti positivi.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, mi permetta anche in questo caso, poiché c’è un'altra interrogazione dell'onorevole Dorina Bianchi, di dividere un po’ la risposta. La prima considerazione è che noi abbiamo un patrimonio museale solo dello Stato, tra musei, siti archeologici e monumenti aperti al pubblico, di 420 unità, oltre a tutti quelli di proprietà dei privati e dei comuni. Quindi, un patrimonio davvero straordinario su cui bisogna fare un investimento di tutela, di conservazione, ma anche di valorizzazione. Quindi, le norme che abbiamo cercato di introdurre, che sono i primi passi di un disegno che deve essere molto più ampio, partono proprio da questa considerazione. Bisogna valorizzare questi luoghi della cultura.
  Una norma che abbiamo introdotto prevede – sembra fin troppo ovvio – che ai musei statali venga trasferito, come io ho iniziato a fare dal mese scorso, trimestralmente l'esatto corrispondente dei biglietti venduti perché fino allo scorso anno ai musei, indipendentemente dal vendere 5 mila biglietti o diecimila biglietti a un singolo museo non arrivava nulla perché tutto andava a finire nel bilancio generale dello Stato, al Ministero dell'economia e delle finanze.
  In questo modo deresponsabilizzando e non mettendo in moto meccanismi virtuosi. In questo caso, in questo provvedimento abbiamo previsto una serie di cose che ci mettono in linea – io credo sia un primo passo – con le scelte europee. Abbiamo previsto «due notti dei musei» all'anno fisse. Abbiamo previsto che il venerdì i grandi musei, che cresceranno via via (per ora hanno aperto circa 45), siano aperti fino alle 22, orario frequente negli altri Paesi europei, e abbiamo previsto anche che l'ingresso resti gratuito fino a 18 anni e dai 18 ai 25 anni si paghi un biglietto ridotto, mentre sopra i 25 anni il biglietto venga pagato da tutti perché oggi le differenze di reddito non sono più legate come una volta a fattori anagrafici, ma sono legate, purtroppo, ad altri fattori.
  Questa misura è ampiamente compensata dal fatto che abbiamo introdotto, dalla prima domenica di luglio e sarà sempre così ogni prima domenica del mese, l'ingresso gratuito per tutti in tutti i musei. Questo ha avuto un successo veramente forte: sono stati 163 mila i visitatori nei luoghi della cultura dello Stato. C’è stato il più 65 per cento nei musei del polo fiorentino; sono state 34 mila le presenze al Colosseo e 4.300 a Castel Sant'Angelo. C’è stato un incremento dei visitatori a Palazzo Barberini e al Museo nazionale etrusco di Villa Giulia del 300 per cento rispetto al 2013. Pompei ha avuto 12 mila visitatori. Mi fermo con i numeri, poi li consegnerò. Questo dimostra che questa iniziativa è importante non soltanto per l'attrazione turistica, ma è importante per avvicinare ai musei le famiglie, per avvicinare ai musei le persone che magari hanno di fianco a casa un patrimonio Pag. 42straordinario che vengono a visitare da tutto il mondo ma che non hanno mai avuto occasione di visitare. Quindi, penso che l'abitudine al fatto che la prima domenica del mese sarà sempre gratuita avvicinerà ai musei molte persone che normalmente non li frequentano.

  PRESIDENTE. La ringrazio, Ministro Franceschini. Ovviamente la consegna avverrà direttamente nelle mani degli interroganti perché nel question time non possiamo lasciare agli atti nulla oltre quello che va in onda.
  L'onorevole Coscia, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.

  MARIA COSCIA. Signori Presidente, signor Ministro, i dati che lei ci ha portato sono sicuramente confortanti e indicano la direzione giusta delle scelte che sono state fatte fin qui. Quindi la ringrazio e siamo molto soddisfatti delle sue risposte. Volevo solo fare una breve considerazione per dire, rispetto alla sua ultima considerazione, che, oltre che essere un luogo importante per sostenere e rilanciare il turismo, i musei sono quei luoghi di riconoscimento di identità dei cittadini e delle cittadine del nostro Paese e soprattutto importanti luoghi di riferimento per i nostri ragazzi e i nostri giovani che hanno voglia ed anche la propensione a ricercare questi luoghi. Ma in vari momenti spesso questo non è possibile. Voglio solo segnalare che una delle iniziative più importanti che si fanno in tante realtà territoriali e che spero che anche a livello ministeriale si rilanci è «La scuola adotta un monumento» che è uno dei momenti in cui il rapporto tra le scuole e i nostri monumenti, a partire appunto dai musei, possono diventare un mezzo molto importante per trasmettere la cultura ai nostri ragazzi.

(Misure volte a sostenere e valorizzare l'attività delle biblioteche – n. 3-00930)

  PRESIDENTE. L'onorevole Piepoli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00930 concernente misure volte a sostenere e valorizzare l'attività delle biblioteche (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GAETANO PIEPOLI. Signori Presidente, signor Ministro, so che questa in un certo qual modo è un'interrogazione che ha un sapore retorico perché attiene anche ad una consapevolezza che lei ci ha già testimoniato in ordine all'emergenza biblioteche. Noi sappiamo che questo è un tema centrale per un Paese che voglia svolgere un ruolo culturale in Europa e sappiamo anche che la scarsità delle risorse ahimè incide con una serie di conseguenze all'interno della rete delle biblioteche. Vorrei solo qui ricordare riguardo alle biblioteche nazionali che noi siamo l'unico Paese che ne ha almeno sei, di cui due centrali, e quindi il rilancio diventa fondamentale se oggi vediamo le conseguenze quali la demotivazione del personale e le angustie dei locali, gli orari talvolta divergenti tra le diverse sedi e così via e, infine, la difficile attuazione di una razionale politica di acquisti.
  Noi per sopravvivere abbiamo bisogno di rilanciare questo settore e per questo vorremmo sapere le iniziative che il suo Ministero intende prendere al riguardo.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, io la ringrazio, davvero non mi pare retorica la domanda, anzi, mi dà l'opportunità di dire una cosa a cui tengo molto. Io ho calcato molto sulle potenzialità economiche del Ministero che guido e sono convinto che, nell'era della globalizzazione, un Paese che recupera trasversalmente, al di là dei colori o delle provenienze, il patrimonio enorme che abbiamo di storia, di bellezza, di cultura, Pag. 43fa un investimento economico sul proprio futuro e che la tutela e la valorizzazione non sono in alcun modo in contrasto.
  Però, avendo detto questo, ho bene anche la consapevolezza che ci sono settori, come le biblioteche o come gli archivi, che non potranno mai dare un contributo economico: può darsi che un grande museo gestito bene porti visitatori, come le mostre o i siti archeologici, ma le biblioteche hanno un valore in sé. Per questo, purtroppo, devo anche riconoscere che c’è stata una mortificazione di questo settore negli ultimi anni, in termini di personale, di risorse e di valorizzazione e credo che, nella penuria di risorse assegnate a questo Ministero, dopo dieci anni quasi ininterrotti di tagli alla cultura, interrotti dagli ultimi due Governi, si paghino queste conseguenze.
  Però non bisogna rassegnarsi a questo: bisogna che la tutela delle biblioteche e degli archivi diventi un settore centrale. Ricordo che quelle che abbiamo previsto anche nel decreto che stiamo trattando adesso sono misure che vanno anche a favore delle biblioteche, le quali, come, citavo, i musei e come gli altri istituti della cultura, potranno trattenersi gli introiti che sono in grado di produrre con l'affitto di sale, con la riproduzione a pagamento di documenti. Nell'articolo 1 del decreto-legge cosiddetto art-bonus è prevista la possibilità che le donazioni di privati non siano soltanto per monumenti, ma siano anche, per esempio, per le biblioteche e archivi. Quindi, un privato che dona a una biblioteca statale una somma per il mantenimento di quella biblioteca detrarrà il 65 per cento del credito d'imposta previsto. Abbiamo anche immaginato che gran parte di questi giovani, considerati con la norma dei «Mille giovani per la cultura» o con le nuove norme di mobilità che sono previste in questo decreto-legge, possa andare a rafforzare e a ringiovanire il personale delle biblioteche e degli archivi. Scusate se li metto insieme anche se non c'erano nell'interrogazione, ma sono due facce della stessa emergenza.
  Quindi, abbiamo in particolare previsto che, nella prima applicazione della norma Fondo «Mille giovani per la cultura», che porterà ad assumere 150 giovani, una parte rilevante di questi sia assegnata agli archivi e alle due biblioteche centrali.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Aggiungo che la grande sfida del futuro si chiama digitalizzazione: abbiamo la necessità di mettere risorse e personale in grado di gestire l'era della digitalizzazione, quindi, più giovane, perché questo straordinario patrimonio conservato nelle nostre biblioteche, a cui è interessato tutto il mondo – anche i grandi operatori della rete sono molto interessati –, sia utilizzato ai fini della diffusione della conoscenza e della conservazione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Piepoli ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GAETANO PIEPOLI. Signor Presidente, signor Ministro, mi reputo assolutamente soddisfatto: raccolgo questi impegni e vorrei, se mi consente, suggerire qualche piccolo strumento intermedio. Penso, per esempio, che andrebbe valorizzata molto di più un'indagine presso gli utenti delle biblioteche per avere sempre il monitoraggio dei punti deboli e dei punti forti dell'esperienza bibliotecaria. Secondo: possibilmente, unificare con un provvedimento l'apertura, l'accesso e anche i tempi di distribuzione, che spesso lasciano ancora a desiderare. La terza cosa è, credo, sottolineare che questa non è una politica di settore particolare, ma la necessaria retrovia perché il nostro Paese non si rassegni al declino; in mancanza di un'impossibile autarchia culturale, il nostro Paese recupera un ruolo in Europa, se la sua cultura viene messa in condizione di dialogare in posizione paritaria con le altre culture (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

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(Iniziative volte alla predisposizione di un sistema di controllo sull'operato delle soprintendenze, alla luce delle vicende che hanno interessato strutture del Piemonte e del Friuli Venezia Giulia – n. 3-00932)

  PRESIDENTE. L'onorevole Allasia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fedriga n. 3-00932, concernente iniziative volte alla predisposizione di un sistema di controllo sull'operato delle soprintendenze, alla luce delle vicende che hanno interessato strutture del Piemonte e del Friuli Venezia Giulia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, il tema riguarda le soprintendenze e l'abuso di potere che queste fanno nei confronti delle amministrazioni pubbliche e non solo.
  Volevamo sapere quali siano le conseguenze disciplinari che vuole prendere il suo Dicastero, soprattutto essendo loro diretti dipendenti, facendo due casi ben specifici: il primo caso sull'ex sovrintendente Francesco Pernice che è stato arrestato per aver utilizzato la cosa pubblica facendo un mercimonio assoluto e, l'altro caso, in Friuli Venezia Giulia sulla sovrintendente, architetto Maria Giulia Picchione, in relazione alla quale ci sono numerosi atti ispettivi sui suoi ritardi nell'inoltro dei pareri, sulla scorrettezza istituzionale, nonché sulla situazione abbastanza particolare dell'autonomia del Friuli Venezia Giulia, e ciò finisce per ledere le leggi vigenti.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, l'onorevole Allasia ricorda bene che abbiamo affrontato questo tema di carattere generale anche questa mattina. Qui è stato approvato un emendamento importante che prevede, in relazione ai pareri dei soprintendenti che oggi sono in qualche misura non discutibili e non ricorribili se non attraverso la procedura davanti all'autorità giudiziaria ordinaria o amministrativa, per la prima volta, un meccanismo interno al Ministero che consenta, su richiesta di un'altra amministrazione pubblica, un comune, una regione o d'ufficio da parte del Ministero di riesaminare, dentro il Ministero stesso, quel parere togliendo in questo modo questa eccezionalità ai pareri dei sovrintendenti che fino ad oggi non erano ridiscutibili, nemmeno per le vie gerarchiche del Ministero.
  Quindi, questo tema sono ben consapevole che esista; sono ben consapevole del fatto che non ci sia nulla di più sbagliato che semplificare dividendo il Paese in due tra chi è a favore e chi è contro le soprintendenze; è una cosa assurda e caricaturale, perché le soprintendenze non fanno altro che applicare l'articolo 9 della Costituzione che prevede il dovere di tutela; naturalmente ci sono comportamenti positivi e comportamenti negativi, ma io devo assolutamente respingere la sua affermazione secondo cui ci sarebbe abuso di potere. Ci sarà qualche caso isolato che va giustamente perseguito dall'autorità giudiziaria, ma le sovrintendenze svolgono la funzione loro assegnata dalla Costituzione.
  Ho anche una qualche difficoltà, ma non voglio essere omissivo, a rispondere ai due casi in oggetto, perché sono al centro di indagini giudiziarie, ma dico per la parte che mi rivolge, quindi senza entrare in nessun modo in una valutazione di merito che non ho titolo per fare e che non mi compete, che l'architetto Pernice, funzionario del Ministero presso il consorzio di Venaria Reale e che è stato accusato di corruzione e turbata libertà di incanti, è stato sospeso il 21 ottobre 2013 dal servizio e che il 19 novembre 2013 è stato avviato il procedimento disciplinare. All'esito del procedimento penale, se sarà di condanna o di assoluzione lo vedremo, se questo fosse di condanna, il procedimento disciplinare potrebbe concludersi Pag. 45anche con il licenziamento. Il 18 giugno scorso sono state chieste dal Ministero ulteriori notizie all'autorità giudiziaria sull'esito e sul percorso delle indagini. Per quello che riguarda la soprintendente Picchione, il Ministero ha protocollato questa mattina gli esiti della relazione ispettiva che si è appena conclusa; tali esiti verranno esaminati da tutti i profili, eventualmente anche disciplinari, e le decisioni conseguenti ovviamente verranno adottate con la massima urgenza e la massima trasparenza.

  PRESIDENTE. L'onorevole Allasia ha facoltà di replicare, per due minuti.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, innanzitutto ringrazio il rappresentante di Confindustria che ci ha raggiunto in Aula, ma indubbiamente sulla nostra posizione rimaniamo molto perplessi e sulla risposta....

  PRESIDENTE. Onorevole Allasia, si tratta del Ministro Federica Guidi, che è entrata in Aula in questo momento.

  STEFANO ALLASIA. Non è assolutamente stata mia intenzione...

  PRESIDENTE. Glielo dico per precisione, è entrata in Aula il Ministro Federica Guidi.

  STEFANO ALLASIA. In merito alla risposta, riteniamo che sia abbastanza d'ufficio, dato che gli atti ispettivi che raffiguravano le ipotesi nei due casi specifici della nostra interrogazione sono agli atti da diverso tempo; soprattutto nel caso torinese innumerevoli casi di abuso ci sono stati, sono stati segnalati in tempo nelle legislature e negli anni passati e non è mai stata presa, dal Ministro competente, una posizione. Purtroppo le situazioni si sono ripetute, soprattutto nel torinese, dove abbiamo, poi, visto vari disastri per noncuranza dello stesso sovrintendente dei lavori stessi; la magistratura, poi, ha riscontrato situazioni di abuso, come ritengo, di mercimonio della cosa pubblica, perciò riteniamo assolutamente insoddisfacente la risposta e continueremo ad attuare quello che si può fare a livello parlamentare con le nostre richieste e le nostre domande al Ministero stesso.

(Iniziative normative in ordine all'attività di guida turistica – n. 3-00933)

  PRESIDENTE. L'onorevole Taglialatela ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00933 concernente iniziative normative in ordine all'attività di guida turistica (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, colleghi, Ministro, in questi giorni stiamo affrontando il problema, in Aula, di come trasformare l'enorme patrimonio culturale italiano in un volano per l'economia. Ebbene, certamente la questione relativa alle guide turistiche è da questo punto di vista sintomatica: abbiamo una norma europea che ci obbliga ad un determinato tipo di azione. Stante la possibilità, attraverso determinazioni del Governo italiano, di stabilire quali siano i siti di particolare interesse attraverso i quali preservare la confusione che si è certamente ingenerata tra accompagnatori turistici e guide turistiche, tenendo conto che le seconde hanno certamente la capacità, forse soprattutto in Italia, di valorizzare il patrimonio, domando al Ministro e al Governo quali interventi, anche di natura normativa, saranno posti in essere per evitare che una norma europea, sbagliata, costringa l'Italia a confondere due professioni diverse, quella dell'accompagnatore turistico e quella della guida turistica.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

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  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, come l'interrogante sa, questa materia è una materia complicata perché ha competenze europee, competenze nazionali e competenze delle singole regioni. Il tema si pone, anche su questo confine, appunto, della differenza tra guida turistica e accompagnatore turistico. Si è rilevata sostanzialmente di difficile attuazione la normativa che è stata prevista nella legge europea del 2013, che ha previsto l'individuazione di un elenco di siti culturali in cui, in deroga alla liberalizzazione prevista dalle indicazioni europee, sarebbe possibile subordinare l'esercizio dell'attività di guida turistica ad una speciale abilitazione. Tale previsione, però, non definiva né quale fosse la speciale abilitazione né la procedura e la competente autorità per il rilascio. Per questo, nel «decreto art bonus», che spero approveremo immediatamente alla conclusione di questo question time, è prevista una proroga al 31 ottobre 2014, che ci consentirà, dentro la normativa attuale, di andare verso una individuazione dei criteri con cui, d'intesa con le regioni, dovranno essere indicati questi siti di particolare rilevanza per i quali sarà richiesta un'abilitazione specifica. Naturalmente io penso che l'Italia, per la ricchezza – ne abbiamo parlato anche prima – del suo patrimonio potrà avere un elenco largo di siti. Nel frattempo è importante che il Parlamento e il Governo, per quello che riguarda il confronto con il Parlamento ma anche il confronto con l'Unione europea, cerchino di costruire una normativa che consenta di stabilire con chiarezza la differenza tra accompagnatore turistico, che può andare nei diversi Paesi, e guida turistica, che invece conserva una professionalità particolare per determinati siti, che non si può sovrapporre con l'arrivo occasionale di un accompagnatore turistico nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. L'onorevole Taglialatela ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, Ministro, lei è un ottimista: immagina che entro ottobre si risolva un problema così specifico e grave, però nel frattempo non ha elencato nessuna ipotesi. Gliene posso suggerire qualcuna ? Patrimonio Unesco, per esempio. Si potrebbe incominciare a stabilire che tutti i siti Unesco ovviamente possano essere fatti rientrare nell'elenco di quei siti che hanno bisogno di particolari competenze. Ma laddove non dovesse essere sufficiente l'elencazione dei siti patrimonio Unesco, vi potrebbero essere quelli per i quali vi sono delle sovrintendenze specifiche. Ovviamente l'esempio di Pompei può essere replicato certamente laddove vi sono sovrintendenze che hanno questa specifica qualità in ragione della specificità dei luoghi che devono valorizzare e proteggere. Io penso che la risposta debba trovare una sua concretezza con delle ipotesi, e il fatto che siamo alla fine di luglio e che il termine entro il quale lei propone, nella sua legge di conversione del suddetto decreto, di arrivare è a ottobre, che è un termine molto stretto, comporta da parte sua l'esigenza di avventurarsi in ipotesi che oggi non ho ascoltato.
  La semplice preoccupazione non basta, vi è bisogno di un intervento specifico che faccia comprendere, tra l'altro in Europa, che la confusione che si va a ingenerare tra accompagnatore turistico e guida turistica, quella è un elemento nocivo nei confronti dell'enorme patrimonio culturale, e quindi economico, che rappresenta la nostra cultura in tutte le sue motivazioni, fasi, esternazioni e realtà. Quindi la prego Ministro di accennare, anche nel corso dell'approvazione della sua legge di conversione, non solamente alla proroga fino a ottobre...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MARCELLO TAGLIALATELA. ... ma anche a ipotesi specifiche per quello che riguarda i siti da inserire all'interno della deroga.

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(Misure per tutelare e promuovere il patrimonio artistico-culturale italiano, con particolare riferimento all'adeguamento dei musei agli standard internazionali – n. 3-00931)

  PRESIDENTE. Ministro, facciamo un passo indietro: il deputato Paolo Tancredi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Dorina Bianchi n. 3-00931 concernente misure per tutelare e promuovere il patrimonio artistico-culturale italiano, con particolare riferimento all'adeguamento dei musei agli standard internazionali (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), che ha sottoscritto in data odierna, per un minuto.

  PAOLO TANCREDI. Signor Presidente, chiedo scusa per il ritardo. Ministro, mi rendo conto che è una risposta valida sicuramente, noi la stiamo appoggiando fortemente, il decreto-legge di cui stiamo svolgendo i lavori in questo momento in Commissione e in Aula, in Parlamento; così come mi rendo conto che un limite al miglioramento qualitativo dell'offerta e alla maggiore appetibilità offerta dei nostri beni culturali è l'enorme patrimonio italiano che quindi è dispersivo e rispetto al quale le risorse per la tutela e la valorizzazione sono poche.
  Però è chiaro che, anche visto il suo ottimo inizio, c’è un problema di rendere più appetibili le nostre risorse e il nostro patrimonio culturale. Noi abbiamo anche proposto, nel corso della discussione del decreto-legge, ma non è stato possibile approvarlo, lo strumento della gestione in concessione e perciò a questo anche è rivolta nostra interrogazione.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Davvero io credo che la valorizzazione di questo straordinario patrimonio di musei e siti archeologici e monumenti che abbiamo in Italia sia una delle grandi sfide per portare a una crescita economica e a una uscita dalla crisi, a una crescita economica del nostro Paese, quindi. Penso anche, un'altra volta, che si debba fuggire da questa semplificazione assurda per cui la tutela e la valorizzazione sarebbero in contrasto. I nostri padri costituenti, nell'articolo 9, al secondo comma hanno previsto la tutela e la promozione della cultura al primo comma, che quindi stanno insieme. Un museo, un sito che fa una buona tutela è anche un museo che si valorizza e non si deve temere la valorizzazione, la sfida ad avere nuovi turisti e ad avere capacità attrattiva.
  Per questo, oltre alle cose previste nel decreto – che non riprendo, io dico solo i titoli – credo si debba fare una grossa scelta di andare verso poli museali integrati; e cosa intendo per integrati ? Che siano musei dello Stato, dei comuni, dei privati o della Chiesa, al turista non interessa nulla, vuole il più possibile una offerta integrata e noi abbiamo il dovere di integrare l'offerta, di mescolare dal punto di vista dei servizi, della promozione e della bigliettazione, senza una distinzione di proprietà.
  Secondo: serve una gestione più dinamica. Nel decreto-legge abbiamo previsto la possibilità di affiancare una figura manageriale che si affianchi alla competenza scientifica del soprintendente o del direttore del museo, ma che lavori dal punto di vista del marketing; e non c’è nulla di scandaloso nel parlare di marketing, perché il marketing non necessariamente contrasta con la tutela, anzi. E la possibilità prevista nel decreto di, attraverso procedure di selezione pubblica, andare a scegliere alcuni direttori dei grandi musei italiani con delle procedure di selezione fuori dal personale che è già nel Ministero, andando ad attingere a delle grandi esperienze internazionali, a cominciare da italiani, come l'attuale direttore del museo egizio di Torino, che è un giovane che ha lavorato diversi anni ad Amsterdam, che poi è tornato al museo egizio di Torino – che è una fondazione e l'ho potuto assumere Pag. 48con quella procedura – e sta innovando particolarmente quell'istituzione.
  Terzo: valorizzare l'autonomia dei musei. Quarto: lavorare molto sui servizi pubblici aggiuntivi: i bookshop e la bigliettazione. Da questo punto di vista, sia per introdurre trasparenza che per introdurre efficienza, in un settore in cui servizi soprattutto nei grandi musei sono da anni in deroga, il Ministero ha sottoscritto un accordo con la Consip, io l'ho comunicato pochi giorni fa al Ministro dell'economia secondo la procedura, per cui le procedure di affidamento dei servizi aggiuntivi all'esterno avverranno attraverso le procedure di una gara Consip, cosa che dovrebbe consentire più risparmio e più trasparenza.

  PRESIDENTE. L'onorevole Tancredi, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  PAOLO TANCREDI. Signor Presidente, Ministro, sono soddisfatto, sono anche felice che abbia citato il Museo egizio di Torino come esempio di buone pratiche, perché sicuramente è un modello per quanto riguarda tutti i temi messi in campo anche con questa interrogazione. Continuo a pensare che mettere in campo strumenti per il maggior coinvolgimento del privato sia una carta vincente rispetto a questi obiettivi, così come penso che, come lei ha giustamente detto, ci sia anche un problema, più che di norme nuove da mettere in campo, di approccio culturale da parte di tutti gli operatori, a cominciare dal Ministero, dagli enti locali, dalle sovrintendenze, che devono pensare alla possibilità della valorizzazione del nostro patrimonio con strumenti che oggi siano appetibili, anche con gli strumenti di comunicazione moderna e gli strumenti commerciali moderni. Anche a questo fine, ripeto e torno a ribadire che il coinvolgimento del privato darebbe un impulso molto forte a questo cambio di mentalità e a questo approccio nuovo, anche alla valorizzazione e commercializzazione delle nostre potenzialità legate ai beni artistici e culturali.

(Iniziative per il rilancio della produttività e della competitività del polo siderurgico di Terni e per il mantenimento dei livelli occupazionali – n. 3-00934)

  PRESIDENTE. L'onorevole Ciprini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00934, concernente iniziative per il rilancio della produttività e della competitività del polo siderurgico di Terni e per il mantenimento dei livelli occupazionali (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, alla vigilia della presentazione del nuovo piano industriale della Thyssen sulle acciaierie di Terni, si è verificato un evento inatteso. Il 3 luglio l'amministratore delegato di Asti si è dimesso, generando un forte allarme tra i lavoratori, che temono un possibile ridimensionamento del polo siderurgico, e tra le istituzioni locali e regionali, preoccupate per le prospettive future. Ricordo che nel maggio 2014, nel vertice di Bruxelles, è emersa l'intenzione della Thyssen di rimettere nuovamente sul mercato le acciaierie di Terni.
  Chiediamo al Governo se intenda aprire un tavolo urgente e immediato presso la Presidenza del Consiglio e che ruolo voglia svolgere in questa difficile fase di cambiamento, quali misure di tipo infrastrutturale, energetico, di ricerca e innovazione intenda adottare per dare una prospettiva futura all'impresa per garantire i livelli occupazionali. In sostanza, chiediamo al Governo se intende porsi come un interlocutore forte nei confronti dell'azienda, per evitare che quest'ultima diventi una semplice pedina nello scacchiere di un'economia globalizzata.

  PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  FEDERICA GUIDI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, come ha già ricordato l'onorevole interrogante, già il 4 giugno scorso si è svolto proprio Pag. 49presso Palazzo Chigi un incontro istituzionale relativo alla Ast, Acciai speciali di Terni, ThyssenKrupp, alla presenza, per il Governo, del sottosegretario Graziano Del Rio del Viceministro dello sviluppo economico Claudio De Vincenti.
  Il Ministero e il Governo stanno seguendo naturalmente con grande interesse l'evoluzione di questa azienda; l'incontro cui ha partecipato il CEO della Business area managers service, Limberg, era stato proprio chiesto, anche dalle istituzioni locali, per valutare insieme al Governo le iniziative utili per un percorso che sia in grado di garantire la competitività e le prospettive di sviluppo delle acciaierie ternane. Durante il colloquio è emerso che ThyssenKrupp comunque crede nelle potenzialità di Ast, Acciai speciali di Terni, e delle consociate e sta valutando con molta intensità tutte le soluzioni per il rilancio dell'azienda. Inoltre, ThyssenKrupp ha ribadito di essere al lavoro per presentare un piano industriale al massimo entro il mese di agosto (ma ragionevolmente crediamo che possa arrivare anche prima), che oggi non risulta ancora perfezionato ma che ci aspettiamo di poter ricevere in tempi molto brevi.
  Il Governo comunque da parte sua ha già in quell'ambito anche sottolineato di considerare strategica la salvaguardia del futuro produttivo e, naturalmente, occupazionale di Ast. L'azionista ThyssenKrupp riferirà nuovamente al Governo italiano e alle istituzioni territoriali il 17 luglio, quindi la prossima settimana, dove è già previsto un incontro, sempre presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, convocata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Del Rio, al quale naturalmente parteciperò anch'io, oltre al presidente della regione Umbria, al presidente della provincia di Terni e al sindaco di Terni.

  PRESIDENTE. L'onorevole Ciprini ha facoltà di replicare, per due minuti.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, ci teniamo a ribadire al Governo che serve un intervento immediato del Presidente del Consiglio, perché temiamo che quando arriverà il 17 sarà già troppo tardi, quando il piano industriale verrà portato alla luce sarà troppo tardi, perché dovremo solo sederci a un tavolo dove ci si chiederà di approvare scelte già prese.
  Ricordiamo che la strategicità del polo industriale ternano non può essere messa in discussione. Il Governo quindi deve uscire dalla passività e decidere quale visione mettere in campo per il futuro dell'industria italiana.
  Il polo siderurgico ternano ricopre un ruolo strategico nel panorama nazionale ed europeo nella produzione di acciai speciali e Ast produce il 15 per cento del PIL umbro, occupando fra manodopera e indotto circa 5 mila lavoratori, e costituisce un pilastro economico per l'intera regione Umbria e per il centro Italia. Un'eventuale e probabile ridimensionamento o svendita della acciaierie provocherebbe un crack lavorativo senza precedenti, non solo in tutta la provincia di Terni ma anche in tutta l'Umbria, e farebbe perdere all'Italia un pezzo di industria che la rendeva competitiva e forte sul mercato internazionale.
  Ricordiamo che Terni ha già pagato, perdendo una fondamentale lavorazione come quella del magnetico, da cui ha avuto origine una vera e propria operazione di svuotamento, di fronte alla promessa mai mantenuta di nuovi posti di lavoro attraverso il patto di territorio, di investimenti da parte del Governo e della regione. L'assenza della politica quindi lascia ormai un silenzio assordante e l'intera regione Umbria non può più vedersi trascinare verso un punto di non ritorno.
  Desta inoltre molta preoccupazione – e questo lo vogliamo dire – la nomina a nuovo amministratore delegato di Ast di Lucia Morsello, la cui fama è quella di essere una «tagliatrice di teste», che interviene quando ormai non c’è più niente da fare.
  Pertanto, l'Umbria e i lavoratori di Ast chiedono certezze immediate e non rimandi.

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  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16 con il seguito della discussione del decreto-legge recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo.
  La seduta riprenderà alle ore 16,05 per consentire ai colleghi di tornare dalle Commissioni.

  La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Balduzzi, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, D'Ambrosio, Dambruoso, Epifani, Fico, Franceschini, Pes, Speranza, Tabacci e Taglialatela sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2426-A (ore 16,05).

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2426-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che risultano accantonate le seguenti proposte emendative: Piccoli Nardelli 5.102; Mucci 11.015, del quale le Commissioni hanno proposto una nuova formulazione, già accolta dalla presentatrice; Tancredi 16.104; Cani 16.108; Taglialatela 16.56; Matarrelli 16.11; 16.300 delle Commissioni; Mucci 16.106.
  Risulta alla Presidenza che le Commissioni abbiano predisposto una proposta di riformulazione dell'emendamento Piccoli Nardelli 5.102, che è in distribuzione e di cui invito la relatrice a dare lettura.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Grazie Presidente. La proposta di riformulazione dell'emendamento Piccoli Nardelli 5.102 è la seguente: Dopo il comma 1, aggiungere il seguente: 1-bis. Le Agenzie fiscali possono ricorrere alla transazione fiscale di cui all'articolo 182-ter del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, anche nei confronti delle fondazioni lirico-sinfoniche che abbiano presentato i piani di risanamento definitivi ai sensi dell'articolo 11 del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112, corredati di tutti gli atti indicati dal comma 2 del citato articolo, e in particolare del referto del collegio dei revisori dei conti, e nel rispetto di quanto previsto dal comma 1, lettere a), g) e g-bis) della medesima disposizione, ove tale transazione risulti necessaria ai fini della realizzazione dei predetti piani di risanamento. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Piccoli Nardelli 5.102 accolgono la riformulazione proposta dalle Commissioni.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Arturo Scotto ha reso noto che l'assemblea del gruppo parlamentare Sinistra Ecologia Libertà ha proceduto in data 8 luglio alla sua elezione a presidente del gruppo in sostituzione del deputato Nicola Fratoianni, dimissionario.
  Comunico inoltre che, con la medesima lettera, il presidente del gruppo parlamentare Sinistra Ecologia Libertà ha reso noto Pag. 51che sono stati nominati vicepresidente la deputata Annalisa Pannarale, segretario il deputato Filiberto Zaratti e tesoriere il deputato Giovanni Paglia.
  Alla deputata Annalisa Pannarale è stato, inoltre, affidato l'esercizio dei poteri attribuiti in caso di assenza o impedimento del presidente, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento della Camera.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2426-A (ore 16,10).

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2426-A)

  PRESIDENTE. Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il parere sulla nuova formulazione delle proposte emendative Piccoli Nardelli 5.102 e Mucci 11.015, nonché sull'emendamento 16.300 delle Commissioni.
  In particolare, la V Commissione (Bilancio) ha subordinato il parere favorevole all'articolo aggiuntivo Mucci 11.015 (Nuova formulazione) ad una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.
  Al fine di recepire tale condizione, le Commissioni hanno presentato il subemendamento 0.11.015.1, che è in distribuzione.
  Tale parere, cioè quello della V Commissione (Bilancio), è in distribuzione. (Vedi l'Allegato A-A.C. 2426)
  Passiamo, quindi, all'emendamento Piccoli Nardelli 5.102, nella riformulazione proposta dalle Commissioni e accolta dalla presentatrice.
  Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.

  IRENE MANZI. Signor Presidente, a nome anche degli altri colleghi di Commissione, esprimo la nostra soddisfazione per l'accoglimento di questo emendamento, che intende ulteriormente venire incontro al piano di risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche e, soprattutto, intende sostenere quelle più virtuose che hanno già presentato i piani di risanamento previsti ai sensi del precedente «decreto cultura», il decreto Bray. Penso che, in questo modo, diamo un ulteriore contributo a coloro che si sono impegnati sulla via del risanamento, dando un chiaro segnale sia a sostegno della cultura che a sostegno di queste eccellenze del nostro Paese.
  Continua chiaramente la nostra attenzione rispetto alle fondazioni lirico-sinfoniche nel percorso successivo del risanamento. L'emendamento, tra l'altro, è anche abbastanza articolato nella sua redazione e delinea un quadro complessivo quanto più omogeneo e quanto più ampio su questo tema.
  Quindi, colgo con favore tutto questo e, anzi, ringrazio la Commissione bilancio per aver tenuto conto di questo e aver dato parere favorevole alla riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Colleghi, stiamo per votare. Diciamo che questa è anche un'ottima occasione per abbassare il tono della voce.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Signor Presidente, è giusto ovviamente salvare, quando si tratta di enti che erogano anche servizi culturali, ben venga. Sarebbe molto bello e molto giusto nei confronti dei cittadini, che in questo momento devono pagare altri 300 milioni a queste fondazioni, capire chi le ha ridotte così, una volta tanto, e finalmente far scontare le responsabilità a chi Pag. 52poi vive sulle spalle, come al solito, di tanta gente perbene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piccoli Nardelli 5.102 (Nuova formulazione), con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Folino, Mura, Castelli, Ciprini, Argentin, Mannino, Fioroni, Misiani, Molteni, Lattuca, Santerini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  375   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  375    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo ora al subemendamento 0.11.015.1 delle Commissioni, volto a recepire la condizione della V Commissione (Bilancio) formulata in relazione all'articolo aggiuntivo Mucci 11.015 (Nuova formulazione).
  Chiedo il parere del Governo anche su questo subemendamento delle Commissioni. Sottosegretario Barracciu, ci dà il parere sul subemendamento delle Commissioni che recepisce la condizione della Commissione bilancio ? Il parere delle Commissioni è favorevole.

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Parere conforme.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.11.015.1 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pastorelli, Garofalo, Costantino...ci siamo, colleghi ? Abbiamo votato tutti ? Onorevole Rosato, acceleri, per favore, sia cortese.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  396   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  395    
    Hanno votato no  1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo, quindi, all'articolo aggiuntivo Mucci 11.015 (Nuova formulazione), nel testo modificato dal subemendamento testé approvato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Mucci 11.015 (Nuova formulazione), nel testo subemendato con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dadone, Locatelli, Busto, Dambruoso, Boccia, Spadoni, Silvia Giordano...onorevole Spadoni, il procedimento è complicato. Onorevole Spadoni, che facciamo ? Andiamo a recuperare la tessera, rapidamente. Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  418   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  418.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Colleghi, attenzione perché passiamo ora agli emendamenti accantonati riferiti Pag. 53all'articolo 16. Su tutti gli emendamenti è stato già espresso il parere contrario da parte dei relatori e del Governo, mi rimane solo l'esigenza del parere da parte del Governo sull'emendamento 16.300 delle Commissioni. Se è possibile fornirlo.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dai relatori.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Tancredi 16.104.

  PAOLO TANCREDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Signor Presidente, lo ritiro perché è assorbito dal testo dell'emendamento 16.300 delle Commissioni che, evidentemente, risponde alle stesse esigenze che sono quelle, insieme al personale, di trasferire anche i contratti e i servizi di Promuovi Italia a Italia Lavoro e Invitalia.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Cani 16.108.

  EMANUELE CANI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE CANI. Signor Presidente, anche io lo ritiro, perché assorbito dall'emendamento 16.300 delle Commissioni.

  PRESIDENTE. Onorevole Taglialatela, per caso, anche il suo emendamento 16.56 viene ritirato ?

  MARCELLO TAGLIALATELA. Sì, Signor Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Matarrelli 16.11.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matarrelli 16.11, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Di Lello, Colletti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  421   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.300 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Manlio Di Stefano, Colletti, Ragosta, Cani, Fraccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  418   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  415    
    Hanno votato no  3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mucci 16.106, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Colletti, Prodani, Di Lello, Capua, Fitzgerald Nissoli, Gribaudo...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 54
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  402   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2426-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2426-A).
  Avverto che l'ordine del giorno Malisani n. 9/2426-A/29 è stato ritirato dalla presentatrice. Avverto altresì che è in distribuzione la nuova versione dell'ordine del giorno Petrenga n. 9/2426-A/20.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Signor Presidente, in relazione all'ordine del giorno Tofalo n. 9/2426-A/1...

  PRESIDENTE. Un attimo solo, signor sottosegretario. Credo che gliene siano stati dati, or ora, di nuovi, che forse lei non ha fatto in tempo a vedere. Ecco questo volevo dire. Grazie, sottosegretario.

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Signor Presidente, il Governo accoglie l'ordine del giorno Tofalo n. 9/2426-A/1, a condizione che venga riformulato con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di riallocare le funzioni attualmente svolte dalla difesa presso alcuni locali della Reggia di Caserta in altre idonee infrastrutture della difesa insistenti sul territorio del comune di Caserta, quali, a titolo ad esempio, gli attuali locali sede della Scuola specialisti dell'Aeronautica militare, antistanti la Reggia stessa, ovvero i locali già sede del centro militare di medicina legale attualmente non utilizzati ancorché bisognevoli di interventi manutentivi.».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Ventricelli n. 9/2426-A/2.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Albini n. 9/2426-A/3, a condizione che venga così riformulato. Eliminando le parole da «cogliendo...» fino a «...determinati», la riformulazione è questa: «impegna il Governo a censire luoghi e città che saranno interessati ai già illustrati procedimenti».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Dallai n. 9/2426-A/4.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Cenni n. 9/2426-A/5, con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di assumere iniziative finalizzate al riconoscimento delle Associazioni nazionali delle Città d'Identità, quali associazioni costituite allo scopo di svolgere attività di promozione e valorizzazione dei territori e dei relativi prodotti culturali, ambientali ed enogastronomici».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Moscatt n. 9/2426-A/6.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Fontanelli n. 9/2426-A/7, con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità, nei limiti delle compatibilità finanziare, di adottare ogni utile iniziativa...» e poi tutto uguale.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Mazzoli n. 9/2426-A/8, con le seguenti modifiche. Considerato che il Governo condivide le finalità dell'ordine del giorno, le modifiche sono la soppressione del primo impegno e la seguente riformulazione del secondo impegno: «a valutare la possibilità di promuovere modifiche alla Pag. 55legge n. 77 del 2006, recante misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico ed ambientale, inseriti nella lista del patrimonio mondiale posti sotto la tutela dell'UNESCO, al fine di ricomprendere nell'ambito di applicazione di tale legge anche il patrimonio culturale immateriale».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Santerini n. 9/2426-A/9, purché così riformulato: «a valutare la possibilità, nei limiti delle compatibilità finanziarie, di intraprendere ogni possibile» e poi è uguale.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Sberna n. 9/2426-A/10.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Braga n. 9/2426-A/11, purché così riformulato: «impegna il Governo ad inserire, fra le priorità, la realizzazione dei progetti di mobilità» e via dicendo.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Terrosi n. 9/2426-A/12, ma con alcune modifiche: in particolare la soppressione, nel terzo comma, dove si dice «da istituire presso lo stesso Ministero» e via dicendo, la cancellazione che va dalla parola «presieduto» a «i componenti sono designati», cancellato. E ancora, la cancellazione, dopo il 2007 da «la partecipazione» fino a «finanza pubblica». Mi sono spiegata ?

  PRESIDENTE. Perfettamente.

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Di Lello n. 9/2426-A/13. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Manzi n. 9/2426-A/14. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Catalano n. 9/2426-A/15, purché con la seguente modifica: «impegna il Governo a valutare la possibilità di realizzare». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Iacono n. 9/2426-A/16 purché con una leggera modifica: nella prima parte, ad un certo punto, dopo «complessivo in materia», va via dalla parola «con» sino a «2014».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Donati n. 9/2426-A/17, purché con la seguente modifica: «impegna il Governo a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di bilancio, di intervenire per estendere».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Marco Di Maio n. 9/2426-A/18, purché con la seguente modifica: «impegna il Governo a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di bilancio, di intervenire per estendere».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Palmieri n. 9/2426-A/19.

  PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno Petrenga n. 9/2426-A/20, signora sottosegretario, il parere lo dà sulla nuova formulazione, che non ha nulla di diverso se non, all'ultima riga, la parola «35 anni» diventa «40 anni».

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Petrenga n. 9/2426-A/20 purché, dopo le parole «mobilità turistica» si aggiungano le parole «a valutare la possibilità di».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Lainati n. 9/2426-A/21, purché così riformulato: «impegna il Governo a valutare l'opportunità, senza alcuna varianza di finanza pubblica, a prevedere iniziative».
  Il Governo non accoglie l'ordine del giorno Squeri n. 9/2426-A/22.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Russo n. 9/2426-A/23.
  Il Governo non accoglie l'ordine del giorno Antonio Martino n. 9/2426-A/24
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Oliverio n. 9/2426-A/25, purché con le seguenti modifiche: «dalla parola» impegna il Governo «cancellare dalla parola» entro «alle parole» decreto-legge «e scrivere» impegna il Governo ad istituire sollecitamente, presso il Ministero dei beni «e via dicendo».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Gigli n. 9/2426-A/26, purché con la seguente modifica: »a valutare la possibilità di adottare ogni utile iniziativa«.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Schirò n. 9/2426-A/27, con l'aggiunta: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di individuare».Pag. 56
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Cimbro n. 9/2426-A/28.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno Malisani n. 9/2426-A/29 è ritirato.

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Binetti n. 9/2426-A/30.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Abrignani n. 9/2426-A/31, purché con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità di proporre agli enti locali».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Taglialatela n. 9/2426-A/32, purché con la seguente riformulazione: «impegna il Governo ad emanare le opportune disposizioni attuative della norma, informandone tempestivamente le competenti commissioni parlamentari».

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Che problema c’è, onorevole Palese ?

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, le chiedo scusa, ma nessuno di noi ha le copie. A partire dal trentaduesimo ordine del giorno in poi noi non abbiamo le copie, non abbiamo niente.

  PRESIDENTE. Credo che siano in distribuzione, onorevole Palese.

  ROCCO PALESE. No, in distribuzione non ci sono. Finora non sono state per niente distribuite.

  PRESIDENTE. Tanto siamo in fase di espressione dei pareri. Ovviamente, prima di metterli ai voti...

Testo sostituito con errata corrige volante   ROCCO PALESE. Si arriva all'ordine del giorno Abrignani n. 9/2426-A/31.   ROCCO PALESE. Si arriva all'ordine del giorno Polidori n. 9/2426-A/31.

  PRESIDENTE. Stiamo dando i pareri per ora, onorevole Palese. Ovviamente, non voteremo e non faremo dichiarazioni prima che tutti abbiano a disposizione gli ordini del giorno. Tenga conto, onorevole Palese, che un certo numero sono stati presentati proprio all'ultimo momento, quindi questa è la ragione per la quale non sono in distribuzione. Ma, sicuramente, prima che iniziamo le votazioni, saranno nelle vostre mani. Scusi, signor sottosegretario, continui.

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mura n. 9/2426-A/33, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Vargiu n. 9/2426-A/34, a condizione che sia riformulato con una leggera modifica: «impegna il Governo a valutare l'opportunità». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Galgano n. 9/2426-A/35, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Molea n. 9/2426-A/36, a condizione che sia riformulato con una leggera modifica: «impegna il Governo a promuovere l'applicazione dei buoni vacanza per favorirne una reale diffusione». Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Vezzali n. 9/2426-A/37, Rigoni n. 9/2426-A/38, Bossa n. 9/2426-A/39, Arlotti n. 9/2426-A/40 e Ascani n. 9/2426-A/41, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Tentori n. 9/2426-A/42. L'ordine del giorno Lodolini n. 9/2426-A/43 è di competenza del MIUR più che del Mibact.

  PRESIDENTE. Purtroppo, però, noi dobbiamo dare il parere lo stesso.

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Allora il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Lodolini n. 9/2426-A/43. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mariani n. 9/2426-A/44, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Tullo n. 9/2426-A/45, a condizione che sia riformulato con una leggera modifica: dopo le parole: «un regime normativo agevolato», si cancellano le parole: Pag. 57«che preveda l'esclusione del pagamento del diritto d'autore». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Carocci n. 9/2426-A/46, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Maestri n. 9/2426-A/47, a condizione che sia così riformulato: «a valutare lo stanziamento di adeguate risorse».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Rampi n. 9/2426-A/48, Mariano n. 9/2426-A/49 e Coccia n. 9/2426-A/50, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Villarosa n. 9/242-A/51, a condizione che sia riformulato con una leggera modifica: «impegna il Governo a valutare la possibilità». Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Vallascas n. 9/2426-A/52 e Mucci n. 9/2426-A/53, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Rondini n. 9/2426-A/54.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Molteni n. 9/2426-A/55, a condizione che sia riformulato con una leggera modifica: «impegna il Governo a valutare la possibilità». Quindi, vengono eliminate le parole: «ad adoperarsi con la massima tempestività». Inoltre, dopo le parole: «provincia di Como,» al posto della parola: «dando» sono inserite le seguenti: «di dare». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Caparini n. 9/2426-A/56, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/2426-A/57, a condizione che sia così riformulato: «impegna a valutare la possibilità». Inoltre, dopo le parole: «turistico-alberghiero», inserire le seguenti: «di destinare».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/2426-A/58, a condizione che sia riformulato con una leggera modifica: «impegna il Governo a valutare la possibilità di adottare misure affinché l'applicazione», eccetera. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/2426-A/59, a condizione che sia riformulato cancellando tutti i «considerando» e modificando l'impegno nel modo seguente: «impegna il Governo ad intervenire affinché nel nuovo regolamento di organizzazione del Mibact sia indicato chiaramente che le apposite commissioni di garanzia siano costituite da personale di pari grado e pari competenze».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2426-A/60, a condizione che sia riformulato con una leggera modifica: «impegna il Governo ad adottare ogni opportuna iniziativa» e vanno eliminate le parole da: «anche» a: «economica». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2426-A/61, a condizione che sia così riformulato l'impegno al Governo: prima delle parole: «istituzione di una fondazione», inserire la parola: «eventuale». Quindi, anche con eventuale istituzione di una fondazione.
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno D'Uva n. 9/2426-A/62; Artini n. 9/2426-A/63; Narduolo n. 9/2426-A/64 e Rocchi n. 9/2426-A/65.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Garavini n. 9/2426-A/66 purché sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare la possibilità di interpretare».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Pes n. 9/2426-A/67.
  Il Governo non accoglie l'ordine del giorno Alberti n. 9/2426-A/68 per estraneità di materia...

  PRESIDENTE. Questo lo stabiliamo noi, comunque il parere è contrario.

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Il Governo non accoglie l'ordine del giorno Crippa n. 9/2426-A/69.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Rabino n. 9/2426-A/70, purché sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere».
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno Palese n. 9/2426-A/71 e Malisani n. 9/2426-A/72.
  Un attimo perché l'ordine del giorno Taranto n. 9/2426-A/73 non me lo ritrovo...

Pag. 58

  PRESIDENTE. Probabilmente sono gli ordini del giorno nuovi e potrebbero essere quelli che aveva visto il Ministro.
  Signor Ministro, onorevole Franceschini... onorevole Garavini... onorevole Franceschini, gli ordini del giorno che lei ha visto... sono quelli che aveva il Ministro, signor sottosegretario.

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Sì, trovati. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Taranto n. 9/2426-A/73.
  Il Governo non accetta l'ordine del giorno Chimienti n. 9/2426-A/74.
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Balduzzi n. 9/2426-A/75, purché sia leggermente riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di considerare».
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Costantino n. 9/2426-A/76, purché sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di rimuovere».
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno Piccoli Nardelli n. 9/2426-A/77, Benamati n. 9/2426-A/78 e Ghizzoni n. 9/2426-A/79.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Prodani n. 9/2426-A/80, purché sia leggermente riformulato, nel modo seguente: «impegna il Governo a verificare la possibilità di salvaguardare».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Totaro n. 9/2426-A/81.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Cirielli n. 9/2426-A/82, purché sia leggermente riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di favorire, nel rispetto degli articoli» e dopo le parole «a promuovere» deve essere soppresso «l'ingresso» e continua: «a promuovere la collaborazione di privati».
  Il Governo non accetta gli ordini del giorno Nastri n. 9/2426-A/83 e La Russa n. 9/2426-A/84.
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Maietta n. 9/2426-A/85, purché sia leggermente riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a individuare misure opportune a sostenere, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, e tutelare» eccetera.
  Il Governo non accetta l'ordine del giorno Rampelli n. 9/2426-A/86.

  PRESIDENTE. La ringrazio, signora sottosegretario, ottimo debutto.
  Chiedo all'onorevole Rosato se, per caso, c’è la formula magica che ci propone ogni tanto oppure no.

  ETTORE ROSATO. Sì, signor Presidente, accogliamo le riformulazioni proposte dal Governo. Se ci sono casi specifici, verranno segnalati, ma non chiediamo la votazione degli ordini del giorno.

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, avete risolto il problema dei fascicoli ?

  ROCCO PALESE. Sì, signor Presidente, abbiamo risolto il problema perché ci sono stati consegnati poi a tempo di record quelli successivi all'ordine del giorno Abrignani n. 9/2426-A/31 e, per il gruppo di Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, tutte le riformulazioni sono accettate e non si chiede il voto per quelli con espressione di accoglimento.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Tofalo n. 9/2426-A/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
  L'onorevole Luigi Gallo mi segnala che la riformulazione è accolta e, quindi, non c’è dichiarazione di voto, onorevole Artini.

  MASSIMO ARTINI. Presidente, accogliamo la riformulazione e l'intento di questo ordine del giorno nasce successivamente a una visita fatta direttamente nella parte della Scuola specialisti dell'Aeronautica di Caserta...

  PRESIDENTE. Onorevole Artini, se lei accetta la riformulazione, non posso darle la parola, perché la dichiarazione di voto, una volta che è accettata...la pregherei dunque di essere fulmineo nella spiegazione...

Pag. 59

  MASSIMO ARTINI. Che ci sia alla base del Ministro Franceschini la volontà di dare un senso a quello spostamento, perché altrimenti non avrebbe motivo di spendere soldi per trasferire la scuola in quel luogo.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ventricelli n. 9/2426-A/2, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Albini n. 9/2426-A/3, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Dallai n. 9/2426-A/4, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cenni n. 9/2426-A/5, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Moscatt n. 9/2426-A/6, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Fontanelli n. 9/2426-A/7 e Mazzoli n. 9/2426-A/8, sui quali vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulati.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Santerini n. 9/2426-A/9, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  MILENA SANTERINI. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione.

Testo sostituito con errata corrige volante   PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sberna n. 9/2426-A/10, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Braga n. 9/2426-A/11 e Terrosi n. 9/2426-A/12, sui quali vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Di Lello n. 9/2426-A/13 e Manzi n. 9/2426-A/14, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Catalano n. 9/2426-A/15, Iacono n. 9/2426-A/16, Donati n. 9/2426-A/17 e Marco Di Maio n. 9/2426-A/18, sui quali vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Palmieri n. 9/2426-A/19, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Petrenga n. 9/2426-A/20 (Nuova formulazione) e Lainati n. 9/2426-A/21, sui quali vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Squeri n. 9/2426-A/22, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Squeri n. 9/2426-A/22, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sberna n. 9/2426-A/10, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Braga n. 9/2426-A/11 e Terrosi n. 9/2426-A/12, sui quali vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Di Lello n. 9/2426-A/13 e Manzi n. 9/2426-A/14, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Catalano n. 9/2426-A/15, Iacono n. 9/2426-A/16, Donati n. 9/2426-A/17 e Marco Di Maio n. 9/2426-A/18, sui quali vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Palmieri n. 9/2426-A/19, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Petrenga n. 9/2426-A/20 (Nuova formulazione) e Lainati n. 9/2426-A/21, sui quali vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Squeri n. 9/2426-A/22, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Squeri n. 9/2426-A/22, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Testo sostituito con errata corrige volante   Ci siamo, colleghi ? Piepoli, Boccia, De Micheli, Rampi, Ciracì, Gelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  440   
   Votanti  337   
   Astenuti  103   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato   54    
    Hanno votato no   283.    

Pag. 60
  Ci siamo, colleghi ? Piepoli, Boccia, De Micheli, Rampi, Ciracì, Gelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  337   
   Astenuti  103   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato   54    
    Hanno votato no   283.    

Pag. 60

Testo sostituito con errata corrige volante   La Camera respinge (Vedi votazioni).   La Camera respinge (Vedi votazioni).

Testo sostituito con errata corrige volante   Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Russo n. 9/2426-A/23, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Antonio Martino n. 9/2426-A/24, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Antonio Martino n. 9/2426-A/24, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Russo n. 9/2426-A/23, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Antonio Martino n. 9/2426-A/24, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Antonio Martino n. 9/2426-A/24, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Testo sostituito con errata corrige volante   Arlotti, Fregolent, Schirò, Saltamartini, Albanella, Romele.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  443   
   Votanti  441   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no   285.
  Arlotti, Fregolent, Schirò, Saltamartini, Albanella, Romele.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  441   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no   285.

Testo sostituito con errata corrige volante   La Camera respinge (Vedi votazioni).   La Camera respinge (Vedi votazioni).

Testo sostituito con errata corrige volante   Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Oliverio n. 9/2426-A/25, Gigli n. 9/2426-A/26 e Schirò n. 9/2426-A/27, sui quali vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Cimbro n. 9/2426-A/28 e Binetti n. 9/2426-A/30, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Abrignani n. 9/2426-A/31, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Taglialatela n. 9/2426-A/32, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Oliverio n. 9/2426-A/25, Gigli n. 9/2426-A/26 e Schirò n. 9/2426-A/27, sui quali vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Cimbro n. 9/2426-A/28 e Binetti n. 9/2426-A/30, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Polidori n. 9/2426-A/31, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Taglialatela n. 9/2426-A/32, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, non accolgo la proposta di riformulazione e vorrei spiegarne anche il motivo, mi appello al Ministro. Nell'ordine del giorno, le parole che sono cancellate sono «per l'espressione di un parere». La relazione è relativa ad un parere che le Commissioni parlamentari competenti dovrebbero dare circa l'utilizzo dei 3 milioni di euro che, in maniera certamente positiva, questo disegno di legge distribuisce a progetti presentati da enti locali a favore di interventi per le periferie.
  Io, francamente, non riesco a capire perché debba essere cancellata l'espressione prevista e, cioè, che le competenti Commissioni esprimano un parere sulle modalità attraverso le quali i soldi che sono previsti in questo provvedimento verranno distribuiti. Veramente non riesco a comprendere il motivo: chiedo al Ministro eventualmente di riconsiderare il testo dell'ordine del giorno; in caso contrario, chiedo che l'Aula si esprima, tenendo conto che le Commissioni competenti – immagino che sarà la Commissione cultura – vengono private della possibilità di esprimersi con un parere.

  PRESIDENTE. Non mi pare che ci siano possibilità di rivedere la riformulazione, quindi, a questo punto, poiché non accetta la riformulazione, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Taglialatela n. 9/2426-A/32, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mantero, Currò, Sorial...Pag. 61
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  448   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  163    
    Hanno votato no  285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mura n. 9/2426-A/33, accolto dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vargiu n. 9/2426-A/34, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Galgano n. 9/2426-A/35, accolto dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Molea n. 9/2426-A/36, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Vezzali n. 9/2426-A/37, Rigoni n. 9/2426-A/38, Bossa n. 9/2426-A/39, Arlotti n. 9/2426-A/40 e Ascani n. 9/2426-A/41, accolti dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tentori n. 9/2426-A/42, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Lodolini n. 9/2426-A/43 e Mariani n. 9/2426-A/44, accolti dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tullo n. 9/2426-A/45, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore ritira l'ordine del giorno Carocci n. 9/2426-A/46, non accolto dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Maestri n. 9/2426-A/47, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Rampi n. 9/2426-A/48, Mariano n. 9/2426-A/49 e Coccia n. 9/2426-A/50, accolti dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Villarosa n. 9/2426-A/51, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Vallascas n. 9/2426-A/52 e Mucci n. 9/2426-A/53, accolti dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rondini n. 9/2426-A/54, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Molteni n. 9/2426-A/55, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/2426-A/56, accolto dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Simonetti n. 9/2426-A/57, Prataviera n. 9/2426-A/58, Luigi Di Maio n. 9/2426-A/59 e Di Benedetto n. 9/2426-A/60, accolti dal Governo, purché riformulati.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2426-A/61, accolto dal Governo, purché riformulato.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, accogliamo la riformulazione, invitando semplicemente il Ministro a continuare il lavoro che stava svolgendo l'ex Ministro Bray nel coinvolgimento delle associazioni territoriali per rendere vivo questo bene acquisito dal Ministero.

  PRESIDENTE. Bene, allora è accolta la riformulazione e non si insiste per la votazione.Pag. 62
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno D'Uva n. 9/2426-A/62, Artini n. 9/2426-A/63, Narduolo n. 9/2426-A/64, Rocchi n. 9/2426-A/65, accolti dal Governo. Ordine del giorno Garavini n. 9/2426-A/66 accolto nel testo riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pes n. 9 /2426-A/67, accolto dal Governo.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Alberti n. 9/2426-A/68, sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Onorevole Crippa, lo mettiamo in votazione, fa una dichiarazione di voto ?

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, solo per capire, prima c’è l'ordine del giorno Alberti n. 9/2426-A/68 e poi l'ordine del giorno Crippa n. 9/2426-A/69 ?

  PRESIDENTE. Ho visto lei che si alzava ed ho pensato che volesse parlare. Siamo all'ordine del giorno Alberti n. 9/2426-A/68 su cui c’è un parere contrario. Va bene, quindi lo mettiamo in votazione direttamente, mi pare di capire.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alberti n. 9/2426-A/68, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Fanucci, Gribaudo, Terzoni, Vitelli, Cani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  432   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  143    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  Ora è il suo momento, onorevole Crippa. Ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto sul suo ordine del giorno n. 9/2426-A/69.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, questo ordine del giorno, come quello precedente, solleva un tema di attualità, che è su tutti i giornali da qualche mese: quello dell'obbligo del POS, a partire da questo mese, per le spese superiori a 30 euro. Noi segnaliamo la perplessità, visto che pochi minuti fa, in Commissione attività produttive, il sottosegretario Vicari, in risposta ad un'interrogazione presentata da un collega del PD, onorevole Fragomeli, in qualche modo ha esplicitato che il Ministero si è reso parte attiva per sensibilizzare il sistema bancario affinché, in attesa del citato provvedimento, non fossero applicate, neppure indirettamente, commissioni al venditore, nonché per individuare criteri certi e non penalizzanti per la categoria nella determinazione di nuove commissioni da definire valorizzando il numero e la frequenza delle transazioni.
  Qui ovviamente stiamo parlando di un campo ristretto, che era quello dei distributori di carburante, l'obbligo, però, ahimè, ricade anche su tutte le imprese, comprese anche quelle piccole imprese turistiche o ricettive, quindi per il noleggio bici piuttosto che qualsiasi attività, anche di rivendita alimentare in zone turistiche.
  Noi chiediamo che il Governo si faccia parte diligente nell'apprendere che ci sono delle necessità di dare delle risposte a una serie di categorie le quali oggi si trovano l'obbligo di avere il POS disponibile, pronti se il consumatore lo richiede.
  Premesso che ancora si può pagare in contanti, quindi, in realtà, non è una questione di evasione o di come il PD ama chiamarla, visto l'intervento di ieri del collega Causi in Commissione finanze, ma credo che dobbiamo porci dei problemi. Ci sono delle realtà che non sono raggiungibili dal punto di vista della connessione della rete, perché abbiamo un problema netto che è quello per cui alcune realtà produttive non possono accedere alla rete telefonica per avere il POS.Pag. 63
  Altre dovranno pagare l'installazione di questo dispositivo, anche i professionisti, i quali, fino ad oggi, possono essere pagati anche con mezzi di rintracciabilità certa, quali, ad esempio, il bonifico bancario. Credo si dica ad un professionista: mettiti nel cassetto il POS, perché l'importante è che lo tieni lì, non si mai che qualcuno si svegli e te lo chieda.
  Obiettivamente è un problema che dobbiamo affrontare e chiedevo al Governo un impegno in questo senso, partendo ovviamente dalle imprese turistiche. L'ordine del giorno precedente è stato bocciato ed era molto più ampio (riguardava sia professionisti che tutte le imprese), demandando al sistema bancario di accollarsi in qualche modo l'onere dell'installazione del POS, perché alla fine, se ho un conto business, qualcuno mi deve dare anche il dispositivo del POS. Infatti, se è una disposizione di legge, apro un conto business e la banca mi deve dare il POS, perché vi è una norma di legge. Credo che su questo tema dobbiamo fare chiarezza e speravo che il Governo in qualche modo aprisse almeno ad un dialogo in tal senso. Altrimenti dovremmo dare all'esterno di quest'Aula l'impressione che qua dentro nulla è rilevante rispetto alle segnalazioni che arrivano perennemente su questo tema.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crippa n. 9/2426-A/69, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fauttilli, Ragosta, Fanucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  395   
   Astenuti   50   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no  273.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rabino n. 9/2426-A/70, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Va bene per i seguenti ordini del giorno accolti dal Governo: Palese n. 9/2426-A/71, Malisani n. 9/2426-A/72 e Taranto n. 9/2426-A/73.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Chimienti n. 9/2426-A/74, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/2426-A/74, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Capua, Rosato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  444   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  139    
    Hanno votato no  305    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Balduzzi n. 9/2426-A/75 accolto dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Costantino n. 9/2426-A/76, accolto dal Governo, purché riformulato.
  L'ordine del giorno Piccoli Nardelli n. 9/2426-A/77 è accolto.
  L'ordine del giorno Benamati n. 9/2426-A/78 è accolto.

Pag. 64

  IGNAZIO ABRIGNANI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Abrignani, l'ordine del giorno è stato accolto, dunque è un po’ complicato darle la parola. Quindi, pure lei ci fa un «saluto» fulmineo.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Soltanto se il Ministro mi ascolta, perché abbiamo voluto, anche con i colleghi del Partito Democratico, segnalare l'opportunità di fare entrare nell'agenda di questo Governo – soprattutto nel semestre europeo – il problema delle concessioni demaniali e degli stabilimenti balneari. È il momento, riteniamo, per affrontare e risolvere il problema insieme al MEF che dovrebbe costituire un tavolo. Ci auguriamo che, appunto, il Ministro si faccia promotore, al di là dell'accoglimento, affinché entri nell'agenda del Governo.

  PRESIDENTE. L'augurio sarà senz'altro ben riposto.
  L'ordine del giorno Ghizzoni n. 9/2426-A/79 è accolto.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Prodani n. 9/2426-A/80, accolto dal Governo, purché riformulato.
  L'ordine del giorno Totaro n. 9/2426-A/81 è accolto.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cirielli n. 9/2426-A/82, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nastri n. 9/2426-A/83, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nastri n. 9/2426-A/83, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rosato, Gregori, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  374   
   Astenuti   67   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  92    
    Hanno votato no  282.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e i deputati Tripiedi, Ciprini, Cominardi, Bechis e Chimienti hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno La Russa n. 9/2426-A/84, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Russa n. 9/2426-A/84, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Di Lello, Gasparini, Abrignani, Speranza...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  424   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  53    
    Hanno votato no  371.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Maietta n. 9/2426-A/85, accolto dal Governo, purché riformulato.Pag. 65
  Onorevole Rampelli, invece, il parere è contrario sul suo ordine del giorno n. 9/2426-A/86...

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, il non accoglimento di questo e di altri ordini del giorno si somma ad una nostra valutazione sostanziale di rammarico per un provvedimento che avrebbe potuto avere più coraggio rispetto agli obiettivi per cui era nato. Ciò nondimeno, signor Presidente, intendiamo, nel rinunciare a porre in votazione questo ordine del giorno, sfruttare il tempo che sarebbe stato della votazione per dire che comunque abbiamo apprezzato questa settimana nei lavori d'Aula la presenza costante, puntuale e dentro l'argomento del Ministro Franceschini, sia pure nella diversità dei convincimenti e degli obiettivi che ci siamo posti. Questo suona particolarmente a merito del Ministro Franceschini ove si faccia, già solo volgendo lo sguardo alla scorsa settimana, un paragone con l'assordante assenza per tutta la settimana da quest'Aula del Ministro del lavoro, che non ha ritenuto di essere presente neanche un secondo nel momento in cui si discuteva per l'ennesima volta del tema degli esodati. È evidente, signor Presidente, che sensibilità e capacità politica non si comprano né al mercato, né sugli scaffali delle cooperative.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione. Quindi, onorevole Bianconi, non le posso dare la parola perché non c’è l'oggetto del contendere. Eventualmente, in un'altra occasione. Ha spiegato perché non lo ritirava lei ? Grazie, onorevole Bianconi, so che lei comprende il Presidente. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2426-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bueno. Ne ha facoltà. Onorevole Bueno, attenda un attimo. Colleghi, siamo nella fase delle dichiarazioni di voto, c’è un po’ di tempo, chi non è interessato esca, ma fate in modo che chi interviene in Aula lo possa fare nel migliore dei modi. Diversamente, sono costretto a interrompere i relatori per garantire il silenzio nell'Aula. Prego, onorevole Bueno.

  RENATA BUENO. Signor Presidente, vorrei dichiarare il mio voto favorevole al decreto sulla cultura del Governo Renzi, giusto perché ieri abbiamo già detto che è stata inserita in questo testo l'idea di una legge che esiste già in Brasile che si chiama Rouanet. Certo che oggi non è un giorno adatto per parlare delle esperienze brasiliane, ma (Applausi)... grazie, grazie della solidarietà.

  PRESIDENTE. A chi prima e a chi dopo, onorevole Bueno.

  RENATA BUENO. Quindi dobbiamo dire che questa è una legge che funziona molto bene, ormai da vent'anni in Brasile abbiamo lanciato veramente la cultura e abbiamo dato tante opportunità ai giovani, a coloro che volevano iniziare una carriera artistica e culturale, soprattutto tanti progetti, anche della cultura italiana, sono stati finanziati con la Rouanet in Brasile. Alla legge abbiamo lavorato per un anno, alla trascrizione per la base legale d'Italia e l'abbiamo presentata al Ministero della cultura in Brasile, alla Ministra Marta Suplicy; anche qui, al Ministero dei beni e delle attività culturali in Italia e abbiamo fatto una presentazione insieme a colleghi parlamentari brasiliani qui alla Camera...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Bueno. Innanzitutto, onorevole Pes, se gentilmente libera i banchi del Governo. Seconda questione, Pag. 66colleghi, prego tutti coloro che non sono interessati di uscire dall'Aula, ma di fare in modo che chi parla lo possa fare in una condizione accettabile, per lo meno. Prego, onorevole Bueno.

  RENATA BUENO. Un progetto quindi a cui abbiamo lavorato insieme ai colleghi del PD Umberto D'Ottavio e Laura Coccia, abbiamo fatto questa presentazione in una conferenza stampa qui alla Camera e abbiamo avuto successo; l'accoglienza anche dell'idea da parte del Ministro Franceschini, che aveva già scritto un bellissimo articolo che trattava proprio di questo contenuto, la creazione di una commissione e la possibilità di valutare i progetti culturali e soprattutto che questi possano venire finanziati da privati...

  PRESIDENTE. Onorevole Palese !

  RENATA BUENO. ... in condizioni favorevoli, dando sempre ottime opportunità ai nuovi progetti culturali, soprattutto per l'Italia che ha un patrimonio artistico e culturale immenso da sostenere. È un voto favorevole il nostro, ringrazio il Governo di questa accoglienza e soprattutto voglio dire che con questo lavoro abbiamo raggiunto un successo per il popolo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, nel corso della legislatura, nelle motivazioni del nostro voto di fiducia al Governo, abbiamo indicato nel settore del turismo un asset strategico indispensabile per la competitività del nostro sistema economico e produttivo. Abbiamo un grande gap da colmare in termini di investimenti sulle tecnologie innovative che possono cambiare e accelerare l'economia del nostro Paese, come per esempio gli investimenti nella digitalizzazione soprattutto nelle reti a fibra ottica. L'introduzione di crediti di imposta a favore degli esercizi ricettivi, che investono nella digitalizzazione e nella edilizia, sono misure rilevanti che condividiamo.
  A tale proposito, vorrei sottolineare l'importanza decisiva di definire al più presto i relativi decreti attuativi, anche quelli del decreto-legge «destinazione Italia», affinché i nostri provvedimenti possano produrre immediati risultati in un contesto di forte evoluzione come quello del turismo.
  Infine, vorrei che riflettessimo insieme su due punti: il nostro sistema turistico è, ad oggi, purtroppo penalizzato fortemente da vincoli burocratici e fiscali estranei ad una logica di mercato.
  Abbiamo proposto due questioni rilevanti sotto questo profilo: l'abolizione del tetto dei mille euro per i pagamenti in contanti, che sottraggono al nostro Paese quote di mercato incredibili e suscitano assoluta perplessità da parte dei turisti stranieri che si orientano così verso altri Paesi e, non meno importante, abbiamo sostenuto di poter rendere detraibili le spese sostenute dai cittadini nel settore del turismo, proprio per ridare opportunità di sviluppo al settore.
  Non è stato possibile inserire tali proposte nel provvedimento perché giudicate estranee per materia rispetto ai contenuti...

  PRESIDENTE. Onorevole Ottobre, le chiedo scusa. Colleghi, io sono costretto a sospendere la seduta con quello che comporta anche per l'andamento dei nostri lavori. Io devo garantire a tutti gli oratori di avere la possibilità di parlare, quindi o si abbassa il tono della voce e preferibilmente si esce, o io sospendo la seduta.
  Prego, onorevole Ottobre.

  MAURO OTTOBRE. Grazie, Presidente. Non è stato possibile inserire tali proposte nel provvedimento perché giudicate estranee per materia rispetto ai contenuti più stringenti del decreto. Ciò richiederà – e lo chiediamo – un impegno del Governo e delle Camere in modo tale che tali proposte possano essere valutate in altro provvedimento.Pag. 67
  Anche nella prospettiva di ulteriori misure che possiamo sostenere nel settore del turismo, che è dunque il cuore e un grande potenziale per l'economia italiana, annuncio il voto favorevole dei deputati del Südtiroler Volkspartei e del PAT.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lacquaniti. Ne ha facoltà.

  LUIGI LACQUANITI. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghe e colleghi, per capire cosa rappresenta per questo Paese la cultura, possiamo porre mente a quanto avvenuto domenica al Sacrario militare di Redipuglia, nell'ambito degli eventi programmati per il centenario della Grande guerra. L'omaggio riconoscente e commosso al sacrificio di tanti – sono parole del Capo dello Stato – alle prove umili ed eroiche di senso del dovere e dell'onore nazionale che furono date da una moltitudine di persone semplici, di contadini poveri divenuti soldati. Signor Presidente, quest'Aula avrà modo di onorare a tempo debito quei contadini poveri divenuti soldati, ma quello che mi importa oggi sottolineare è che, per questa importante celebrazione, non ci affidiamo alle tradizionali parate militari, ma al maestro Riccardo Muti, che dirige in un luogo così evocativo il Requiem di Giuseppe Verdi. Dunque, attorno alla parola «cultura» e a tutto quello che essa rappresenta, si scrive l'autobiografia di una Nazione che nella cultura dunque può e deve trovare la maggiore risorsa per il proprio riscatto.
  Nella congerie di decreti-legge su cui fin troppe volte i Governi hanno indugiato per una facile scorciatoia dei lavori parlamentari nel varo di provvedimenti omnibus, anche laddove diventava difficile rinvenire le condizioni costituzionali di necessità e urgenza, questo decreto-legge fa eccezione perché esso davvero risponde a un'emergenza ineludibile, quella relativa al rilancio del turismo in un Paese che ne possiede risorse e potenzialità pressoché inesauribili e che invece troppo spesso ha lasciato questo comparto della nostra economia abbandonato a se stesso. Dunque, necessità e urgenza qui sono reali. Il nostro peccato originale è stato considerare monumenti e cultura, circonfusi da un'aura di sacralità, pietre morte spesso abbandonate a se stesse. Oggi possono tornare ad essere pietre vive capaci di rivitalizzare la nostra economia e, come tali, anche oggetto di interventi di restauro e promozione turistica.
  Convertendo questo decreto-legge guardiamo con occhi nuovi alla cultura. Mettiamo la parola «fine» alla concezione decadente per cui la cultura, le bellezze paesaggistiche, i complessi monumentali, in una parola «il bello», non possono servire al rilancio del turismo e della nostra economia, quello che con grande volgarità qualcuno rese nell'espressione «con la cultura non si mangia». Tutt'altro !
  Innanzitutto, il riconoscimento del mecenatismo, grazie allo strumento del credito d'imposta del 65 per cento in favore di persone fisiche e giuridiche che effettuano erogazioni liberali. Mecenati, non semplici sponsor. Poi, gli strumenti atti al recupero e al rilancio dei siti di Pompei e della Reggia di Caserta. E ancora, nel Paese che si è particolarmente distinto in campo cinematografico, i benefici fiscali assegnati per la produzione cinematografica e audiovisiva e per attrarre investimenti esteri in Italia e per il recupero delle sale storiche, un provvedimento atteso da molto tempo. E, ancora, le detrazioni concesse a imprese turistiche e a strutture ricettive per la digitalizzazione, l'arredo, la ristrutturazione e l'abbattimento delle barriere architettoniche. Sono tutte misure che possono creare migliaia di nuovi posti di lavoro per un settore che già vanta più di un milione di lavoratori.
  Voglio ricordare pure l'emendamento, a mia prima firma, grazie al quale potranno essere affidati a imprese e cooperative costituite da lavoratori, con età prevalente fino a 40 anni, immobili pubblici non più utilizzati, come vecchie case cantoniere, stazioni ferroviarie chiuse, fari, fortificazioni in disuso, per promuovere percorsi Pag. 68turistici pedonali e ciclabili. In questo modo al recupero di immobili pubblici in stato di abbandono, voluto dal Governo con il provvedimento in esame, viene associato uno strumento più adeguato per la creazione di nuovi posti di lavoro a favore di una più estesa classe d'età, a cui è pure concesso l'accesso al finanziamento all'imprenditorialità giovanile, previsto dal decreto-legge «destinazione Italia».
  Forse gli strumenti che ci apprestiamo ad adottare non sono sufficienti al pieno rilancio di cultura e turismo e credo che questa sia una considerazione anche del Governo, se è vero che a questo provvedimento seguirà un più organico disegno di legge in materia. Di più si poteva fare quanto alle somme stanziate per le fondazioni lirico-sinfoniche oppure quanto alla detraibilità delle spese di promozione turistica o ancora in tema di guide turistiche. Tuttavia, la componente Libertà e Diritti-Socialisti europei riconosce, nelle misure che saranno varate, opportunità imperdibili per la tutela del nostro patrimonio artistico e culturale, per il rilancio della nostra economia, per la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro. Libertà e Diritti-Socialisti europei non farà mancare il proprio voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Taglialatela. Ne ha facoltà.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, un'occasione mancata per ottenere risultati ancora più significativi in quella che giustamente il Ministro aveva immaginato, all'atto dell'accettazione della carica per la responsabilità del Dicastero, il più importante Ministero economico...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Taglialatela. Onorevole Piccoli Nardelli, lei e i colleghi che state parlando potete continuare la conferenza fuori. Grazie. Gentilmente, anche nei settori di fronte a me. Grazie. Prego, onorevole Taglialatela.

  MARCELLO TAGLIALATELA. ... il più importante Ministero economico di questo Governo.
  Certo, le scuse ci sono: la difficoltà nel trovare coperture economiche e la difficoltà di fare anche scelte coraggiose, aggiungo. Non solo la quantità e la qualità degli emendamenti presentati e bocciati, che puntavano tutti ad aumentare la capacità di attirare investimenti da parte di privati e di coinvolgere i privati nell'ambito della valorizzazione e della protezione dei beni culturali, ma anche gli ordini del giorno non approvati, che volevano coinvolgere ancora di più il Governo e il Parlamento nelle scelte che certamente interessano l'unico settore italiano che non teme concorrenza né in Europa né all'estero.
  L'economia della cultura, l'economia del paesaggio, l'economia dei beni archeologici, l'economia dei musei, è certamente sottosviluppata.
  Ed è sottosviluppata per regole vecchie, per ipocrisie vecchie e attuali e anche per un egoismo che riguarda la struttura dei provveditorati, che certamente non aiutano a risolvere le questioni. Il nostro sarà un voto di astensione, perché riteniamo che ogni intervento che abbia la cultura al centro dell'obiettivo debba essere valutato in maniera positiva, ma non ce la sentiamo di esprimere un voto positivo sull'intero provvedimento, proprio per le occasioni mancate. E certamente siccome la cultura rimane uno dei principali strumenti per la crescita economica, civile e sociale del nostro Paese, ci saranno ulteriori occasioni per verificare se anche le poche cose che sono state accettate troveranno un immediato e concreto riscontro nell'azione del Governo. Quindi, il gruppo Fratelli d'Italia annuncia un voto di astensione al provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Schirò. Ne ha facoltà.

  GEA SCHIRÒ. Signor Presidente, signor Ministro, il merito di questo decreto è quello di cercare di superare la dicotomia Pag. 69suscitata, da un lato, dall'esigenza di tutela del patrimonio artistico-culturale e, dall'altro, dalla necessaria valorizzazione turistica dello stesso. Una prima osservazione sarebbe quella che la valorizzazione di un bene, pratica che attiene all'industria turistica, dovrebbe essere strettamente legata sia alla sua storia sia al suo valore assoluto, ma soprattutto alla sua contestualizzazione, altrimenti si hanno fenomeni come quello di localizzare in sole tre province italiane il 60 per cento del flusso turistico internazionale che arriva in Italia, con la conseguente marginalizzazione degli itinerari turistici di tutti gli altri territori, pure loro ricchi di attrattive storico-culturali. La metà dei viaggiatori in Italia frequenta solo otto dei 424 musei statali e solo il 10 per cento dei siti culturali registra il 75 per cento dei visitatori. Cioè una ricchezza diventa un segmento residuale perché è mancata una visione complessiva dell'organizzazione e della tutela organizzate dinamicamente, così da potere diventare forze propulsive dei territori. Questo accade certamente per colpa di un notevole ritardo imprenditoriale italiano, poco intraprendente ma non adeguatamente supportato dalle organizzazioni statali. Pensiamo allo strapotere acquisito nel mondo del nuovo industrialismo dalle grandi OTA – online travel agencies, nessuna delle quali è italiana. Queste realtà pongono i piccoli e medi imprenditori del settore, cioè la realtà italiana, in una posizione così debole da potersi tradurre soltanto in un aumento delle commissioni richieste. Quindi, signor Ministro, con questo che è il primo passo verso una riformulazione della visione dell'industria turistica in Italia, le domandiamo anche l'istituzione di una OTA nazionale, aperta alla partecipazione dei privati e che sappia gestire i servizi incoming.
  Un ulteriore aiuto può venire dall'istituzione, gestita dal laboratorio per il turismo digitale, di cui lei è uno dei fondatori, di una piattaforma che sappia valutare la web reputation dei diversi luoghi, siti o percorsi, così da organizzare e riorganizzare l'offerta turistica. È per questo che la ringrazio per aver accolto il nostro emendamento che sollecitava proprio questa scelta. Lo studio dei cosiddetti big data permette di capire come le policy abbiano gli effetti desiderati, ad esempio come estendere il turismo nei dintorni delle città d'arte e come studiarne i flussi; a questo punto ricordo anche l'emendamento 16.7 del collega Coppola, che parla di turismo virtuale, che sembra un argomento esoterico, ma si tratta proprio degli strumenti che permettono lo studio dei flussi.
  A sua volta, per essere chiara, cito da uno studio del politecnico di Milano che sta lavorando appunto sulla web reputation, manca uno strumento per posizionare o riposizionare l'immagine di una destinazione, sia essa una singola meta o un intero Paese. Aggiungiamo che, oltre a questi metodi di analisi, la digitalizzazione omogenea di un Paese permette di superare le disomogeneità territoriali, economiche e infrastrutturali che finora sono state artefici del gap economico del nostro Paese, trasformandole nelle peculiarità del cosiddetto terroir, unificate e veicolate dalla comunicazione e dalla enfatizzazione di questi limiti, che potrebbero diventare attraenti poli turistici.
  In generale, il gap tecnologico riguarda non solo la commercializzazione, ma l'insieme della fruizione, scusate la parola, del nostro patrimonio artistico e culturale. La mancanza di risorse, poche competenze e la scarsità di infrastrutture tecnologiche non impediscono, però, che, qualora le politiche di innovazione siano assunte come prioritarie, sia possibile fare qualche passo avanti, e l'Agenda digitale del Veneto, il documento programmatico 2013-2015, ne è una dimostrazione, così come tanti altri esempi di previsione e uso dei fondi europei virtuosi e già operativi, dal centro di Bari al progetto Tarì a Caserta.
  Complimenti a questo decreto anche per avere avviato il percorso della regolamentazione delle professioni turistiche, finora lacunosa e delegata alle leggi regionali. Domandiamo con forza l'istituzione di ulteriori indirizzi statali. Dico questo perché le politiche di formazione professionale sono limitate a corsi regionali e Pag. 70sono pochi gli esempi di formazione universitaria qualificata, come quelli della Bocconi, della LUISS, di Ca’ Foscari e di Pollenzo.
  Altrimenti esistono pochissimi sbocchi formativi e pochissimi percorsi definiti. Abbiamo una forte competizione europea. Dobbiamo quindi incoraggiare...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

  GEA SCHIRÒ. ... tutte le possibilità offerte dai piani di formazione, a cominciare dal più accessibile e interessante per i nostri giovani, l'Erasmus 2014-2020.
  Caro Ministro, abbiamo apprezzato moltissimo l'introduzione dell’art-bonus, il punto più innovatore del provvedimento, anche se, sommessamente, come si dice in Parlamento, oso domandare la possibilità di introdurre, in futuro, ormai, il credito di imposta anche per coloro che conferiscano un bene artistico privato a un concessionario pubblico. Questo mutuo soccorso potrebbe essere un'utile agevolazione nel pagamento delle tasse di successione...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Schirò. Colleghi del MoVimento 5 Stelle, è la terza volta ! Devo pregare anche voi, come ho fatto con gli altri, di fare gentilmente parlare serenamente i nostri oratori. Grazie a tutti. Prego, onorevole Schirò.

  GEA SCHIRÒ. ... o altri debiti fiscali, anche se in Italia manca la storica presenza di un arts council. Siamo consapevoli dei limiti di copertura e dello sforzo che stiamo facendo in questo particolare momento, ma sarebbe utile avere un osservatore continuo ministeriale che sia pronto per le proposte adeguate nella prima finestra possibile.
  Ricordo anche che in Spagna gli incentivi e le donazioni sono applicabili, tra gli altri, anche all'istituto Cervantes e all'istituto Ramon Llull, il primo omologo del nostro Dante Alighieri, il secondo è, addirittura, un'istituzione dipendente dalla comunità autonoma della Catalogna e delle isole Baleari.
  Bisogna inoltre dire che non esistono soltanto i beni artistici, ma anche archivi importantissimi e luoghi patrimonio dell'umanità, e il pensiero, confesso, corre subito alla Villa Rotonda del Palladio a Vicenza.
  Per concludere, il percorso virtuoso iniziato in questa legislatura con il decreto «Valore Cultura» e che sta passando per il «decreto Franceschini» deve continuare, superando definitivamente le tensioni tra tutela e valorizzazione, senza dimenticare che dobbiamo uscire dalla prassi dei provvedimenti emergenziali, che mortificano la vitale ordinaria manutenzione, che è la linfa, soprattutto, dei siti archeologici.
  La tutela del patrimonio storico-culturale, con la pianificazione turistica e la valorizzazione del territorio, del paesaggio e dell'agricoltura, rappresentano un asse attorno a cui ruota l'identità culturale e dinamica di un Paese, diventa cultura contemporanea...

  PRESIDENTE. Onorevole Prataviera, grazie. Prego, onorevole Schirò.

  GEA SCHIRÒ. ... attraverso la comunicazione integrata, la creatività e il coinvolgimento e il lavoro di tanti giovani, fuori di qualsiasi passatismo e di una sterile autoreferenzialità (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, questa è una dichiarazione di voto su un decreto che reca nel titolo: la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo.
  A nostro avviso, è un titolo che non coincide molto con il testo, perché se andiamo a vedere quando si parla nell'articolato della tutela del patrimonio, rileviamo appunto che l'unica cosa che c’è di tutela del patrimonio sono il grande progetto Pompei oppure la riorganizzazione delle stanze della Reggia di Caserta. Per il nord, ovviamente, quando si parla di un Pag. 71intervento pubblico non c’è mai nulla. A Venaria, come ci ha sempre ricordato il collega Allasia, i cittadini piemontesi si sono dovuti prodigare affinché la reggia venisse posta all'onore del mondo, invece qua è lo Stato, ovviamente, che deve sempre intervenire con la solita urgenza che contraddistingue una parte di questo Paese, tanto che l'UNESCO è sul punto di togliere questo sito dalla lista dei patrimoni dell'umanità e addirittura l'Unione europea vuole togliere i finanziamenti per i ritardi cronici, soprattutto per quanto riguarda Pompei, nella ricostruzione e nell'utilizzo di tutti questi fondi che fortunatamente ci sono, ma che ovviamente, purtroppo, non vengono utilizzati.
  Questa è una domanda che bisognerebbe porci per dare delle risposte che non sono quelle di nominare un nuovo commissario che deve riorganizzare e riprendere in mano una situazione vecchia di molti anni. Un direttore generale, tra l'altro a Pompei, che, a nostro avviso, avrà un potere troppo forte. È troppo potente il mandato che viene dato, attraverso questa legge, al direttore generale, tanto che potrà derogare all'articolo 48 del codice dei contratti, potrà revocare, a suo piacimento, i responsabili unici dei procedimenti, potrà lui stesso approvare i progetti, potrà lui stesso, senza passare da un bando, dare in licitazione privata, in procedura negoziata, dei contratti sia per servizi, che per forniture, fino ad un importo di quasi due milioni di euro, senza passare da un bando, senza passare da una supervisione dell'Autorità nazionale anticorruzione.
  Non vogliamo criticare la figura, che è stata nominata dal Governo, del generale dei carabinieri, però è chiaro che in situazioni così particolari, come sono quelle del sud, dare un potere così in mano ad una sola persona ci pare veramente troppo.
  E questo va di pari passo con la nomina di un altro commissario, quello per la Reggia di Caserta per la riassegnazione dei locali che si dice sia a costo zero. Io trovo particolare che sia a costo zero questo allontanamento dalla struttura, che vede alloggiati anche il Ministero della difesa, i ROS, i NAS, l'Ente turismo regionale, una sede distaccata dell'università. Immagino che se verranno distolte da questi spazi questa realtà, che non sono realtà private, ma sono pezzi di Stato anch'esse, sono altre istituzioni, ci saranno ovviamente dei costi per il trasloco, per nuovi fitti, per la nuova logistica; quindi, un costo per lo Stato questo spostamento ovviamente avrà e qui nel testo non ne troviamo la copertura.
  Diciamo che è, comunque, un'idea intelligente, quella di utilizzare in maniera proficua gli spazi, tanto che noi nella scorsa legislatura, a firma dell'onorevole Comaroli, presentammo una proposta di legge, passata in Commissione, e forse anche già in un ramo del Parlamento, nella quale si invitava il Governo, il demanio, a riutilizzare in maniera intelligente tutti i suoi spazi in modo tale da abbassare i costi dei fitti passivi, perché ci sono molti Ministeri, molte strutture pubbliche in cui vi è un dipendente ogni 27 metri quadrati, quando nel privato gli uffici sono molto, molto più razionalizzati. Quindi, queste esperienze estendiamole anche ad altre strutture dello Stato, in modo tale da avere un risparmio nella spesa.
  Tutto ciò attiene alla tutela del patrimonio culturale che riguarda solo Pompei e Caserta, quindi una tutela molto regionalizzata, molto parziale, con delle latitudini ben precise.
  Quando si parla, invece, dello sviluppo della cultura, si parla essenzialmente di coprire i buchi delle fondazioni lirico-sinfoniche, perché è questo il core-business del decreto in merito allo sviluppo della cultura. Qui, però, siamo di nuovo alle solite, siamo di nuovo a Pantalone che deve versare dei fondi per riuscire a stabilizzare dei buchi di bilancio che non si riescono a stabilizzare, tanto che nel decreto-legge si prevede un ulteriore finanziamento di 50 milioni per il fondo rotativo.
  Mi è stato risposto in Commissione che non è ovviamente una regalia, perché un fondo rotativo presuppone un rientro. Ho Pag. 72capito, ma un rientro trentennale per me è una regalia. Infatti, se io posso avere dei fondi da restituire in trent'anni e poi vi è la certezza che ogni biennio o ogni triennio c’è un rimpinguamento di questi capitoli, di fatto questa è una non restituzione di fondi dello Stato.
  Però voglio dire: va bene, ce n'era bisogno. Ma dovevate proprio utilizzare una copertura che serviva da volano per il rilancio del territorio, soprattutto degli enti locali e delle realtà più prossime ai cittadini, che è quella della liquidità alle regioni per pagare i debiti certi, liquidi ed esigibili ? Non c'era un'altra copertura ? Non potevate prendere dalla spending review, in modo tale da assicurare comunque questi 50 milioni agli imprenditori, che già hanno lavorato per lo Stato e che si trovano a dovere fallire perché lo Stato non li paga, ma utilizza i loro soldi per pagare i buchi delle fondazioni lirico-sinfoniche ? Questo è veramente un controsenso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ! Questo è un controsenso ! Se poi andiamo a vedere dove sono queste fondazioni lirico-sinfoniche, vediamo che sono quelle di Palermo, di Bari, di Napoli, di Roma e via discorrendo.
  Questa era la parte di «ombra», quella che ci vede estremamente contrari. Se esaminiamo la parte più a nostro favore, quella che vediamo più di buon occhio, quella parte che viene considerata la «luce» di questo provvedimento...

  PRESIDENTE. Per questa parte le sono rimasti tre minuti, onorevole Simonetti.

  ROBERTO SIMONETTI. In tre minuti riesco a dire molte cose. Si tratta del credito d'imposta per il rilancio turistico. Quindi, bene questo credito d'imposta per la digitalizzazione delle imprese e bene il credito d'imposta per la riqualificazione delle strutture turistico-alberghiere. Bene l'inserimento anche dell'acquisto e della sostituzione dei mobili all'interno di questa struttura, che va di pari passo con l'iniziativa che la Lega Nord assunse la scorsa legislatura di inserire l'acquisto dei mobili nel credito d'imposta per l'allora 36 per cento.
  Purtroppo questi sono capitoli ad esaurimento, quindi speriamo che non ci sia il click day per l'utilizzo di queste coperture, che ci sia una visione globale, anche nella verticale di tutto lo Stato, e che non vi sia un click day dedicato squisitamente ad una certa parte, che ovviamente riesce sempre a prendere i finanziamenti pubblici.
  Va bene e la ringrazio di avere accolto l'ordine del giorno che impegna il Governo a valutare l'opportunità di destinare una quota del 10 per cento di queste somme per le strutture situate nelle zone di montagna, che sono nelle situazioni più disagiate e sono le realtà imprenditoriali che lottano quotidianamente per riuscire a mantenere dei presidi, che non sono solo turistici, ma sono anche dei presidi veri di tutela del territorio montano e di tutela di tutte quelle realtà che danno un valore aggiunto sia al turismo sia ai territori.
  Ecco, quindi, il nostro voto di astensione su questo provvedimento, proprio per le ultime parti che ho enunciato. Non c’è stato con questo decreto-legge – che è definito un «decreto turismo» – un vero impegno per il rilancio del settore turistico del Paese, che dovrebbe essere uno dei volani pregnanti dell'attività e del PIL del Paese, che essendo il Paese del sole dovrebbe attirare e dovrebbe lavorare molto, ma molto di più, sul settore turismo.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ROBERTO SIMONETTI. Quindi, ringrazio il Presidente per avere ricordato che il mio tempo è finito e ribadisco...

  PRESIDENTE. No, ha ancora 50 secondi. L'avviso era ad un minuto.

  ROBERTO SIMONETTI. Va bene, comunque chiudo in anticipo per l'economia dei lavori.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Simonetti, le saranno grati sicuramente i colleghi.Pag. 73
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, signor Ministro, questo decreto-legge non ha tentato di rispondere solo a delle emergenze che sono aperte nel mondo della cultura e che, purtroppo, anche noi riconosciamo; ma contiene in sé qualcosa di più e cioè l'ambizione di ammodernare un sistema che continua a mostrare le sue fragilità e le sue debolezze.
  Proprio perché Sinistra Ecologia Libertà fa sua la necessità di quest'ambizione, abbiamo voluto raccogliere la sfida, nonostante lo strumento del decreto non ci sembri il più opportuno. Con questo spirito costruttivo abbiamo lavorato in Commissione, con il desiderio reale di potere dire «sì» a questo provvedimento, a partire dall'innovazione dell’art-bonus, proposta centrale del decreto, che riguarda il credito d'imposta del 65 per cento per le donazioni a favore di interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici.
  È importante che in tante sedi, Ministro Franceschini, lei abbia sottolineato che non si tratta di sponsorizzazioni, ma di privati che vogliono donare al pubblico. Proprio per questo abbiamo fatto di tutto per prevedere un sistema di garanzia, per evitare che il mecenatismo si trasformasse in altro. Norme cautelari per evitare che ci fossero speculazioni sul nostro patrimonio artistico e culturale.
  Era importante, inoltre, per noi che ogni euro investito dai privati andasse a toccare gran parte del comparto culturale, che si allargasse la platea di un settore fortemente in crisi, con la consapevolezza che il mecenatismo da solo non basta se non si prevede un quadro sistematico ed organico che preveda anche la costituzione di un fondo per quei beni culturali che, lontano dalla fama di opere immortali, costituiscono l'ossatura del nostro patrimonio.
  Per questo avevamo immaginato una percentuale che su ogni donazione creasse fondi in aiuto di beni culturali minori che hanno bisogno di interventi tempestivi. Purtroppo, anche questa proposta è stata respinta quando è chiaro che il Mibact dovrà attivarsi per fare in modo che beni e aree della periferia italiana, che, evidentemente, non possono godere della stessa attrattività culturale e turistica dei monumenti, per esempio, della capitale, debbano avere lo stesso trattamento economico in termini fissi di donazione, in un'ottica di solidarietà ed evitando qualsiasi tipo di sperequazione.
  Abbiamo ribadito che il mecenatismo ha bisogno di trasparenza, che il Mibact ha bisogno di diventare una casa di vetro. Per questo avevamo chiesto una documentazione conoscitiva e una relazione semestrale analitica sull'utilizzazione delle risorse derivanti dalle erogazioni liberali effettuate. Ma anche questa richiesta è rimasta inattesa.
  E, allora, passiamo alle urgenze. Nel decreto-legge sono previste misure che accelerano il «grande progetto Pompei», una norma delicata che crea non pochi problemi. L'introduzione di misure di semplificazione delle procedure di gara sotto la spinta di un'emergenza permanente rischia di aggirare in maniera altrettanto permanente la normativa attraverso provvedimenti ad hoc e corsie preferenziali cucite su misura per le figure di nomina politica. È stato precluso un nostro emendamento che puntava ad evitare confusioni tra controllori e controllati. Il responsabile del procedimento non avrebbe potuto egli stesso procedere anche alla verifica del progetto con una semplice attestazione di rispondenza degli elaborati progettuali. Ma anche questa è rimasta lettera morta.
  Andiamo avanti. L'articolo riguardo le fondazioni lirico-sinfoniche. Abbiamo riconosciuto al Governo l'investimento economico per risanare le fondazioni, ma la logica del fare, che, però, nella pratica è la logica del fare le cose a metà, ha prevalso anche in questa situazione. Il punto è dimostrare di fare qualcosa e di sminuire ciò che rimane fuori dal provvedimento. Peccato, però, che questa volta quello che Pag. 74rimane fuori sono le persone in carne ed ossa. Ce ne siamo fatti carico noi delle condizioni di quello che voi definite «eventuale personale in esubero delle fondazioni lirico-sinfoniche» che, in deroga alla riforma Fornero e rientrando nel quinquennio antecedente alla maturazione dell'anzianità massima contributiva di quarant'anni, potrà essere esonerato dal servizio con retribuzione pari al 50 per cento di quella complessivamente goduta, elevabile al 70 per cento se durante tale periodo si svolge servizio esclusivo e continuativo di volontariato documentabile. Gli eccedenti saranno assunti dalla società Ales Spa. Ma che cos’è la Ales Spa ? Non possiamo che definirla come hanno fatto in questi giorni i sindacati: un carrozzone sociale di esuberi. E ci spacciate questa soluzione per un ammortizzatore sociale.
  La verità è che il decreto-legge porterà a licenziamenti con ipotetica e dubbia garanzia di riassunzione. Un ulteriore attacco ai diritti dei lavoratori e un paradosso senza precedenti: da una parte, si stanziano 50 milioni di euro in più per risanare le fondazioni liriche, mentre, dall'altra, le condizioni che il decreto-legge pone porteranno alla liquidazione dei lavoratori che l'hanno tenuta in vita con tanti sacrifici.
  I lavoratori della cultura sono considerati in questo Paese dei lavoratori di quarta categoria. Non hanno quasi mai una posizione contrattuale certa. Lo sguardo che abbiamo usato per emendare questo decreto-legge è il loro, circa due milioni di uomini e donne sempre più in difficoltà e con un evidente taglio dei loro diritti.
  E a questo quadro voi aggiungete un altro po’ di precarietà invece di preferire un lavoro di qualità, facendo ricorso ai tantissimi professionisti disoccupati e non del tutto riconosciuti, aggiungerei, si fa finta di arruolare partite IVA, specializzati e dottorati come stagisti senza destino. Gli articoli 7 e 8, prima che fossero completamente riscritti, grazie anche al nostro lavoro in Commissione, sono l'esempio della scarsa attenzione del Governo ai lavoratori della cultura del nostro Paese. Invece che reclutare i professionisti qualificati ed esperti attraverso rigorose procedure di selezione serie e mirate, l'idea era quella di creare, presso tutti gli enti pubblici, una molteplicità di elenchi nominativi di giovani precari per fare fronte a presunte esigenze temporanee. Fortunatamente parliamo di un pericolo scampato grazie anche al lavoro dell'opposizione.
  Ed è su questo che voglio concludere, signor Ministro, proprio sul ruolo dell'opposizione. Abbiamo emendato questo decreto-legge in maniera costruttiva, individuando strumenti di garanzia che crediamo sia il caso di attivare e tentando di modificare gli articoli che rischiano di peggiorare i diritti e le condizioni di lavoro dei professionisti della cultura. Non ce ne avete dato la possibilità. Ed è con amarezza che ci asteniamo su questo provvedimento. Non tutto è stato frutto di vincoli. Non ci si può appellare sempre alla Commissione bilancio. Ci sono scelte che attengono alla volontà politica, come sull'articolo 12, in cui avete deciso di svilire e mortificare il ruolo delle soprintendenze, e non per una questione di semplificazione, perché in realtà, fatta così, può portare solo all'imbarbarimento del nostro patrimonio artistico-culturale. Non è responsabile e risulterà controproducente. Lo so: c’è la tendenza a leggere il tutto attraverso un 41 per cento e a considerare le minoranze come zavorra. State addirittura varando una legge elettorale in grado di eliminare questo fastidio. Magari, colleghi della maggioranza, noi che, insieme al Teatro Valle occupato di Roma, continueremo a sostenere «come è triste la prudenza», vi diciamo che qui la tristezza viene nei confronti dei lavoratori, nei confronti di questo Parlamento svilito, nei confronti delle relazioni politiche, nei confronti della dignità che questo decreto avrebbe dovuto contenere. Noi continueremo a svolgere il nostro ruolo. A voi chiediamo meno arroganza e più ascolto. La rottamazione di un partito non può essere la rottamazione di un Parlamento. Tenere conto della minoranza significa tenere conto di un pezzo del Paese. Se invece avete deciso di rispondere solo ad Pag. 75una parte, allora in bocca al lupo. Di abbagli in questo Paese ne abbiamo già avuti abbastanza, risparmiateci l'ennesimo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molea. Ne ha facoltà.

  BRUNO MOLEA. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, con questo mio intervento...

  PRESIDENTE. Onorevole Molea, prima di iniziare penso che sarà utile se il suo telefonino che sta squillando...no ? Allora, c’è un'interferenza, forse di qualcuno che sta vicino. Controllare i telefoni.

  BRUNO MOLEA. Con questo mio intervento intendo dichiarare il voto favorevole di Scelta Civica sul provvedimento in esame. Il decreto art bonus, che arriva in Aula dopo un lungo, ma proficuo lavoro in Commissione, rappresenta una vera e propria rivoluzione per ciò che riguarda il rapporto tra pubblico e privato nell'ambito della cultura e introduce in maniera concreta ed operativa un mezzo per coloro che intendono sostenere il patrimonio culturale nazionale con donazioni liberali. Sarà infatti detraibile il 65 per cento delle erogazioni in favore di opere di restauro o di manutenzione di musei, di beni culturali, di siti archeologici, biblioteche, archivi, teatri pubblici e di fondazioni lirico-sinfoniche.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Molea. Onorevole Zolezzi, onorevole De Lorenzis, colleghi, c’è un collega che sta parlando a dieci centimetri da voi...

  BRUNO MOLEA. Oltre a favorire fortemente, in maniera incisiva, l'impegno del privato nella tutela e conservazione del nostro patrimonio artistico. Il decreto-legge non trascura opere come Pompei e la Reggia di Caserta, per le quali si potrà agire con poteri commissariali per superare le situazioni di degrado e di stallo istituzionale che da troppi anni non permettono di considerare tali siti per quello che sono, ossia patrimonio dell'umanità. Nel decreto un posto di primo piano è occupato dal turismo con norme che favoriscono la progettualità e l'intraprendenza di quei giovani che intendono impegnarsi in questo settore.
  Si prevede, infatti, per incentivare proprio l'imprenditorialità nel campo culturale, un piano di assunzione straordinaria di giovani sotto i trent'anni nei luoghi della cultura e di dare in concessione gratuita stazioni ferroviarie o marittime, i fari, le case cantoniere che sono in disuso.
  Grazie a questo provvedimento, le maxiproduzioni americane troveranno fiscalmente più conveniente portare i propri set in Italia. Sono previsti benefici fiscali per la produzione cinematografica e audiovisiva, finalizzati, in particolare, alla crescita del settore, anche attraverso l'attuazione di investimenti esteri in Italia. Non solo durante l'esame, ma in sede referente è stata anche prevista la concessione di un credito d'imposta per gli anni 2015 e 2016 nella misura del 30 per cento dei costi sostenuti per il restauro e l'adeguamento strutturale e tecnologico delle sale cinematografiche.
  Per favorire la nascita di nuove iniziative turistiche, il decreto semplifica le procedure amministrative di apertura delle attività ricettive e introduce la possibilità di realizzare circuiti di accoglienza e sistemi di ospitalità diffusa, recuperando immobili pubblici a potenziale vocazione turistica e non utilizzati a scopi istituzionali, come caselli, stazioni ferroviarie o marittime, caserme e fari.
  Con questo decreto, si torna, dunque, ad investire e a credere nella cultura come motore per le strategie e lo sviluppo del nostro Paese. La cultura sviluppa saperi e competenze, produce benessere e ricchezza economica, favorisce altresì l'innovazione e l'inclusione sociale. Investire in servizi culturali rende le nostre città più vivibili e le trasforma in poli di attrazione di un turismo di qualità, senza dimenticare che i destinatari dell'intervento pubblico Pag. 76sono i cittadini, i nostri figli e i territori che possono esprimere vitalità.
  L'Italia ha il maggiore, il più ambito e il più importante patrimonio al mondo di opere d'arte, di archeologia, di beni architettonici, di una cultura che dura da millenni. Questo patrimonio è anche un valore economico che comporta un grande impegno per la sua conservazione. L'Italia deve oggi far fronte ad una sfida non semplice: quella di ritrovare la via della crescita. Questa è una sfida che richiede atti di coraggio e di visione, ingredienti che mancano da troppo tempo nelle linee della politica economica nazionale. Se vogliamo davvero ritornare a crescere, dobbiamo pensare ad un'ottica di medio, lungo periodo in cui lo sviluppo passi obbligatoriamente attraverso la valorizzazione delle culture dei saperi, puntando sulla capacità di guidare il cambiamento. Abbiamo bisogno di politiche lungimiranti, di tutela e di valorizzazione del nostro territorio, della nostra arte e del nostro sapere.
  Arte e monumenti non sono solo poli di attrazione, ma possono diventare un bacino importante per la creazione di posti di lavoro e, quindi, di crescita e di sviluppo economico. L'investimento di risorse nel patrimonio culturale produce, innanzitutto, un ritorno immediato e continuo in ambito sociale, con un innalzamento del livello di civiltà e conseguenti benefici in ogni settore della vita quotidiana e, secondariamente, ma non per questo con minore evidenza, comporta spesso un sensibile vantaggio a livello puramente economico.
  È stato molte volte ribadito che il più sicuro potenziale economico di una buona parte del Paese è costituito dal complesso dei beni culturali, integrati in molti casi in un ambiente rurale e marino particolarmente favorevole. Pertanto, è necessario, in primo luogo, operare sul paesaggio, mantenendo e valorizzando le caratteristiche peculiari che costituiscono elemento di attrazione di risorse, che, è bene ricordarlo, sono, a differenza di altre, situazioni inesauribili.
  Credo che la cultura e il turismo siano temi cruciali per il futuro del nostro Paese e che il nostro patrimonio culturale sia la leva fondamentale per la ripresa dell'Italia. Dobbiamo recuperare il rispetto del nostro patrimonio, valorizzare il personale attraverso la formazione, puntare sull'innovazione tecnologica e sulla capacità di fare sistema. Se è vero che l'Italia è al primo posto nel mondo per patrimonio culturale, deve tornare ad esserlo anche nella capacità di attrarre il turismo.
  Se il nostro Paese sarà in grado di recuperare la competitività persa e sfruttare le opportunità di indotto del turismo mondiale, che cresce mediamente del 10 per cento l'anno, nel 2016, il turismo potrà raggiungere almeno l'11,9 per cento del PIL, creando così 900 mila nuovi posti di lavoro. Tale indotto apre grandi potenzialità per l'Italia e per il nostro Mezzogiorno, che ha sofferto più di altre aree il declino del settore turistico. Ogni Paese, soprattutto in tempi di crisi come lo è il nostro, deve capire e puntare su ciò in cui è più forte.
  L'Italia, perciò, deve puntare e scommettere sul suo patrimonio artistico, storico e culturale che ci viene invidiato da tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pizzolante. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Signor Presidente, noi sosteniamo con convinzione, signor Ministro, il suo tentativo di far diventare il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo davvero il Ministero italiano del petrolio, come lei ebbe modo di dire, brillantemente, nel momento del suo insediamento.
  Questo è un decreto trivella, per rimanere in argomento, è un fatto molto importante, un punto di partenza, di ripartenza del settore turistico rilevante. Voglio ringraziare il Ministro per aver voluto e saputo proporre e imporre questo provvedimento; so che non è stato facile. Questo è un provvedimento che interviene sulla cultura e sulla valorizzazione del patrimonio culturale con l’art bonus, il Pag. 77credito di imposta per le donazioni e per gli atti di mecenatismo a favore delle opere pubbliche, e nel settore del turismo interviene con incentivi di riqualificazione alberghiera, incentivi per gli investimenti sulla digitalizzazione, per l'attività promozionale e commerciale delle strutture turistiche, interviene su Pompei, interviene sulla Reggia di Caserta e su tante altre cose insieme. Fatto importante, inoltre, istituisce per la prima volta un Fondo per il turismo; tutte cose positive. Noi, come Nuovo Centrodestra, abbiamo ampliato gli interventi a favore della digitalizzazione delle agenzie di viaggio, dei tour operator, degli arredi, perché la riqualificazione turistica è soprattutto arredi, nuovi arredi, sull'attività ordinaria e straordinaria di manutenzione, sull'introduzione dei condo-hotel nel provvedimento che ci sarà per la riclassificazione turistica, fatto molto importante perché i condo-hotel possono essere un motore, al di là degli incentivi, di riqualificazione e di investimento. Tutte cose utili e necessarie, bisogna però essere consapevoli che questo deve essere vissuto come un punto di partenza.
  Abbiamo posizionato, in un deserto di iniziative con valore strategico, alcune trivelle, appunto, sopra un patrimonio di giacimenti ambientali, culturali, artistici, professionali e imprenditoriali che non hanno pari al mondo, ma molto c’è ancora da fare. Ho fiducia nella strada che lei ha aperto; percorrendola, però, c’è la possibilità di produrre risultati cento volte, mille volte più grandi; e non è solo un problema di risorse economiche, c’è un problema di risorse – e poi dirò qualcosa – c’è un problema di cultura, di mentalità nell'approccio con il turismo e con i beni culturali. Sulla valorizzazione dei beni culturali e turistici è necessario aprire all'investimento e alle gestioni private. Questo è un passo successivo, fondamentale.
  Lei ha appena argomentato i limiti economici imposti a questo decreto, ma si può aprire all'investimento e alle gestioni private anche senza incentivi. Lo Stato incassa di più, le strutture pubbliche si riqualificano, nascono più imprese e posti di lavoro. Capisco che bisogna superare i tabù, ma ci sono dei modelli che possono rappresentare un punto di riferimento e di mediazione fra le diverse culture che ci sono in questo Parlamento; la invito, a tal proposito, a vedere – ma questo è solo un esempio – il modello delle fondazioni brasiliane.
  Per quanto riguarda il tema del reperimento delle risorse, nella riforma del sistema delle concessioni demaniali, come è previsto nel mio progetto di legge, ma che era anche la proposta del precedente Governo ed è il progetto sul quale sta lavorando il MEF in questi giorni, se si concede il diritto di superficie per le aree dove vivono gli stabilimenti balneari, questo può comportare un introito per lo Stato di 1 o 2 miliardi di euro che possano essere, in parte, destinati ad un Fondo di garanzia per gli investimenti nella riqualificazione turistica. Inoltre, con questo provvedimento non stiamo intervenendo sugli strumenti, sui siti... Presidente, chiedo un po’ di silenzio, perché è impossibile parlare...

  PRESIDENTE. Onorevole Pizzolante, ovviamente, teniamo conto che, comunque, abbiamo situazioni anche peggiori...

  SERGIO PIZZOLANTE. Però, è qui vicino.

  PRESIDENTE. Pregherei i colleghi che stanno in particolare vicino al collega Pizzolante di abbassare il tono della voce.

  SERGIO PIZZOLANTE. Dicevo che noi stiamo intervenendo sugli strumenti, sui siti, sulle strutture alberghiere, sulla digitalizzazione, ma il turismo non è più soltanto luogo, sito, destinazione. Se il turismo vuole essere considerata un'industria deve cominciare a pensarsi come tale, e un'industria, qualunque industria, comincia innanzitutto da innovazione e ricerca.
  Ora, in Italia il turismo, che negli ultimi lustri è diventato verosimilmente l'industria a maggior tasso di innovazione che ci sia al mondo, non ha nemmeno codificato Pag. 78il concetto di innovazione che lo riguarda, tant’è vero che quando si finanzia o si agevola l'innovazione si pensa solo al web o alla riqualificazione energetica; tutte cose giuste; in realtà noi sappiamo bene che l'innovazione tecnologica, che pure c’è ed è importante, è solo minoritaria e direi anche secondaria, cioè dire dopo l'innovazione di prodotto e dei sistemi di accoglienza. È come è fatto il prodotto e come si aggrega che fa la differenza. Il fatto è che il turista non compra più la spiaggia, il sito archeologico o l'opera d'arte, ma compra l'esperienza della spiaggia, l'esperienza del sito archeologico, l'esperienza dell'opera d'arte. E questo noi non lo sappiamo fare o lo facciamo peggio degli altri, per questo perdiamo quote di mercato internazionale.
  Per imparare a farlo bene bisognerebbe intanto fare come i francesi, che al Ministero, ma anche nei comuni turistici più importanti, hanno istituito uffici di ricerca e sviluppo che incentivano gli imprenditori ad investire sull'innovazione. Bisogna definire il concetto e il campo di applicazione dell'innovazione nel settore turistico, che almeno in questo è differente da tutti gli altri settori industriali, e occorre individuare misure di sostegno alla trasformazione ed all'adeguamento del prodotto turistico in senso esperienziale e di sostegno a nuove forme di organizzazione sistemica che mettano insieme network tematici o vocazionali a livello nazionale, network distrettuali, network di attrazione e di accoglienza. Non c’è in Italia, tanto per fare un esempio, un solo museo che oltre a vendere se stesso, venda il territorio circostante, il territorio che gli sta attorno, perché il prodotto turistico non può vendersi da solo, a meno che non sia Disneyland, ma è il modo col quale noi aggreghiamo...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Pizzolante. I colleghi che sono intorno all'onorevole Marzana non possono uscire e fare questa conversazione fuori ? Un po’ di rispetto anche per chi parla.

  SERGIO PIZZOLANTE. Ed è il modo con il quale si aggregano le offerte turistiche del territorio, diversi segmenti dell'offerta turistica del territorio, che fa la differenza: come io costruisco i distretti, come aggrego appunto un sistema di imprese. Questa è l'innovazione, questo è lavorare sul prodotto, sull'innovazione del prodotto, che fa la differenza e che, per esempio, mette in condizioni la Francia di avere 90 milioni di turisti, e noi poco meno della metà, nonostante la Francia non abbia il nostro stesso patrimonio ambientale e culturale.
  Naturalmente io sono consapevole che per ragionare in questi termini, ragionare in termini di innovazione, ragionare in termini di prodotto o di aggregazione di prodotto, di distretti, di sistemi di impresa, è necessario intervenire sulla questione delle competenze. Noi abbiamo perso molto tempo e abbiamo perso molte posizioni nel mondo quando abbiamo trasferito tutte le competenze del turismo alle regioni. Si sta discutendo al Senato, poi verrà alla Camera, la riforma del Titolo V: quella dovrà essere un'occasione, l'occasione, per riportare al centro alcune funzioni, alcune responsabilità, alcune competenze, che riguardano appunto la commercializzazione, la promozione, ma anche l'innovazione e il turismo, che si deve vivere come industria, e al centro dei processi industriali c’è l'innovazione e la ricerca.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, il Ministro ha imparato in Commissione che io definisco la nostra una opposizione duttile ma vigile. È un modo ironico e autoironico per significare però che noi facciamo opposizione guardando la proposta e non il proponente e che la filosofia del «tanto peggio, tanto meglio», che è stato perennemente messo di traverso durante gli anni dei Governi Berlusconi, totalmente non ci appartiene.
  Allora, questa opposizione duttile ma vigile apprezza le misure di incentivo fiscale che sono contenute in questo decreto-legge, Pag. 79vale a dire, come è già stato ricordato, l’art bonus, gli incentivi fiscali per la digitalizzazione e per la ristrutturazione degli alberghi. E li apprezziamo perché sono nella nostra linea, sono nella nostra filosofia, nel nostro modo di concepire il rapporto fra lo Stato e i cittadini, sono misure cioè di sussidiarietà fiscale che stanno per noi dentro una storia che io le ricordo sommessamente. Cioè a dire con precisione: noi abbiamo cominciato nel 2002 inserendo nella Legge obiettivo il dato del 3 per cento delle spese per infrastrutture da dedicare ai beni culturali, poi portato al 5 per cento nel 2005. Siamo quelli che, sempre nel 2005, con la legge cosiddetta «più dai meno versi», consentivano e consentono di detrarre 70 mila euro dall'imponibile per coloro che donano alle ONLUS e agli enti del terzo settore, buona parte dei quali sono enti di natura culturale. Siamo quelli che hanno messo il 5 per mille nella dichiarazione dei redditi, sempre nel 2005 e sempre a beneficio di questo tipo di entità del terzo settore. Siamo quelli che hanno imposto nel 2008 il tax credit e il tax shelter che voi riproponete in questo decreto.
  Questo lo dico perché io credo sia giusto e doveroso da parte nostra spazzare via una visione caricaturale che voi, quando eravate all'opposizione nei nostri anni di Governo, avete imposto nell'opinione pubblica e cioè il fatto che noi si sia della gente che disprezza la cultura, della gente che non ha a cuore né la storia né la memoria di questo Paese. Proprio per questo io ieri le ho ricordato nel mio intervento il trattamento perfido che subì il Ministro Bondi in occasione dei primi crolli di Pompei, che si sono succeduti durante tutti i mandati dei successori di Bondi e verso i quali non è stato fatto nessun tipo di aggressione mediatica e politica. Questo lo dico perché in questo decreto-legge non c’è nessun passo da gigante, c’è un tentativo, che come dicevo noi apprezziamo, del quale valuteremo gli esiti e che mobilita tuttavia risorse limitate come ricordavo ieri, in modo scazonte – che non è una parolaccia ma che riguarda un modo della lirica greca – cioè a dire zoppicante perché qui vengono dati un anno cinque milioni, un anno dieci, non si capisce in base a quale criterio.
  Il nostro auspicio è che questa misura però abbia successo e per questo, da opposizione duttile, abbiamo lavorato per migliorare il provvedimento, per esempio per quanto riguarda le misure sulla Reggia di Caserta, le misure per la digitalizzazione, le misure per i commercianti nelle aree di pregio culturale del nostro Paese, compresa l'approvazione dell'ordine del giorno della nostra collega Polidori, le misure per i giovani che vogliono lavorare, che intraprendono il settore culturale.
  Allora annuncio che su questo provvedimento voteremo una astensione di incoraggiamento, perché ci auguriamo che lei soprattutto, Ministro, con le persone che collaborano, con i sottosegretari, abbiate la forza, primo, di fare i decreti attuativi nei tempi previsti e di non aggiungere i decreti attuativi di questo provvedimento ai quasi 900 che ancora giacciono come eredità dei Governi precedenti, specie degli ultimi tre; che abbiate la forza poi di seguire i progetti che indicate in questo provvedimento, punto per punto per portarli a termine e noi da opposizione duttile ma vigile, vigileremo su questo.
  Ho sentito il collega Pizzolante, il cugino Pizzolante di Ncd, dire che questo è un provvedimento trivella. Ecco io mi auguro che, visto che noi interisti abbiamo avuto in squadra un giocatore che si chiamava Trivela che, come ricorderete, costò parecchie decine di milioni ed ebbe un esito non molto positivo nella nostra squadra, ecco che questo provvedimento non faccia la stessa fine e che da trivella diventi una Trivela. Allora da questo punto di vista, e vado a chiudere Presidente, come ho detto, siamo una opposizione vigile.
  Mi consenta un fuori sacco, Ministro. Io spendo un minuto per parlare dell'iniquo compenso, cioè tra nove-dieci giorni entrerà in vigore una norma che lei ha voluto che aumenta in modo esponenziale la tassazione su tutti gli strumenti della modernità. Allora da questo punto di vista, beninteso che nessuno ha niente contro la Pag. 80SIAE e contro gli autori che hanno tutto il diritto di avere riconosciuti i loro legittimi compensi, però non si può che essere contro la sua scelta di applicare la legge – questo va benissimo – ma scegliendo di aumentare in questo modo davvero esponenziale, come dicevo poc'anzi, i tributi connessi al punto tale che nel totale dei Paesi dell'Unione europea, che sono circa la metà dei 27, che applicano l'equo compenso, è previsto che il gettito da qui in avanti sarà di 600 milioni. Di questi 600 milioni, 150 saranno in quota Italia, cioè un quarto della tassazione complessiva di 15 Paesi che applicano l'equo compenso sarà pagata dagli italiani, perché io credo onestamente che sia utopistico pensare che colpire i produttori in un modo o nell'altro non significhi arrivare a far ricadere sulle spalle dei consumatori queste misure. Quindi, come già le dissi in Commissione in un'interrogazione su questo tema, non posso che ribadire la nostra contrarietà rispetto a questo compenso che appunto, fatto in questa forma, non ha niente di equo ma tutto di iniquo.
  Chiudo realmente, Presidente. È stata in passato attribuita un'infelice battuta a un nostro Ministro dell'economia, non si è mai capito se realmente l'abbia pronunciata, però ci tengo a dire in chiusura che con la cultura non solo si mangia, ma si alimenta la storia, la memoria e l'appartenenza di un popolo, non solo del nostro popolo – con particolare riguardo per i giovani, che non sanno cos’è il trimetro giambico scazonte, figuriamoci se sanno di tante bellezze del nostro Paese, ma noi abbiamo il dovere di aiutarli a conoscerle – ma anche rispetto ai tanti nuovi italiani che ci sono nel nostro Paese e che sempre più stanno tra di noi e che devono diventare italiani anche sotto questo aspetto. Quindi per questo noi abbiamo lavorato con voi e, come ho detto, da opposizione duttile ma vigile, cioè realmente responsabile, confermo il nostro voto di astensione e confermo che seguiremo il suo lavoro, il vostro lavoro con il dovuto rispetto, ma senza fare nessun tipo di sconti (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, come lei sa, questo decreto-legge era atteso da tempo come risposta alla necessità di misure di tutela per il patrimonio culturale ed in particolar modo come misura di rilancio del turismo, settore mai oggetto di una vera e significativa politica economica. Cultura e turismo sono uniti da un legame indissolubile ma entrambi vengono bistrattati dalle scelte strategiche e politiche, tanto che addirittura nel 2010 l'allora Ministro dell'economia Tremonti esordì con l'ormai famosa quanto infondata asserzione: «con la cultura non si mangia». Noi ce lo ricordiamo bene, questa frase in sé racchiude quanto di più falso ruoti attorno al binomio cultura e turismo, che in Commissione attività produttive il MoVimento 5 Stelle, con diversi atti e con una mozione votata all'unanimità in Aula, ha voluto sempre valorizzare.
  La valenza nonché la diretta espressione degli investimenti fatti proprio nel comparto cultura si ripercuotono sull'economia della nazione e si declinano nell'intero concetto di turismo. Il motivo per cui questa sinergia debba essere rafforzata è semplice: il turista culturale che soggiorna in Italia è certamente più propenso a spendere, lasciando interamente i soldi sul nostro territorio rispetto a quello che arriva per motivi non legati alla cultura. I dati ci danno ragione: 52 euro al giorno per l'alloggio in media e 85 per spese extra, contro i 47 per l'alloggio ed i 75 per spese extra di chi viene per ragioni non culturali. Questo è un rapporto di Symbola e Unioncamere.
  I passi fatti in questo decreto sono dunque certamente un inizio, Ministro, ma non sono sufficienti se non accompagnati da una attenta valutazione degli effetti che queste norme hanno sul sistema e da un continuo investimento in termini di risorse Pag. 81e di idee, di studi e di investimenti che non sono attualmente previsti in modo stabile per questo Paese. Ritengo che sia imprescindibile che a valle del processo di normazione sia previsto un attento e puntuale sistema di monitoraggio degli effetti delle norme stesse, anche in considerazione del fatto che la decretazione d'urgenza ormai è diventata una prassi di legiferazione standard di questo e dei precedenti Governi. Alla politica da più di un anno chiediamo innanzitutto una revisione organica delle leggi e soprattutto delle competenze, in particolare per il turismo.
  Rimarchiamo infatti come è necessario, nell'ambito della riforma del Titolo V, un riconoscimento allo Stato centrale e interventi normativi a garanzia di un'unità di indirizzo e di linee guida, nell'ottica di definire, ad esempio, l'omogeneità dell'offerta turistica e ricettiva in tutto il territorio nazionale, stabilire una maggiore incisività nell'approccio oltre i confini nazionali, anche grazie alla digitalizzazione – e qui uno sforzo è stato fatto in questo decreto –, e delegare alle regioni interventi di strategia e sviluppo territoriale, seguendo però le indicazioni a livello centrale.
  Anche nell'ambito di questo decreto, abbiamo percepito difficoltà di manovra dettate proprio da un preoccupante conflitto di competenze tra i diversi livelli istituzionali che limita fortemente la competitività nazionale. Il nostro approccio però su questo tema e su questo testo è stato estremamente costruttivo – lo ribadiamo – e a nostro avviso ha contribuito a migliorare in maniera sostanziale il provvedimento.
  Dei 769 emendamenti presentati, 209 nascono dallo studio e dall'impegno del nostro gruppo; ci rammarichiamo però del fatto che molti di questi non abbiano superato il vaglio di ammissibilità. Ministro – lei lo sa bene –, i nostri emendamenti non avevano un fine ostruzionistico e i criteri, forse, che avete adottato erano stringenti, e a volte sono stati rigettati emendamenti che però probabilmente dovevano passare e, di fatto, sono stati poi riformulati dalle relatrici degli emendamenti che hanno inglobato le nostre proposte.
  Ci teniamo però a sottolineare che, a fronte di una nostra disponibilità nell'ottica della semplificazione normativa – perché anche questo lei ha chiesto, Ministro, e noi l'abbiamo accettato –, non mancherà da parte nostra un continuo monitoraggio dello stato di avanzamento dei lavori. È stata messa tanta carne al fuoco e noi siamo un po’ preoccupati del probabile ingessamento che potrebbe derivare anche dal fatto che le competenze del turismo si sono di recente spostate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri al MIBACT; quindi, in conseguenza di questo, è stata necessaria una riorganizzazione che è tuttora in corso. Per cui, noi non vorremmo che ci fosse, a fronte di questo, un ingessamento dal punto di vista dei decreti attuativi che anche per questo provvedimento necessitano.
  In particolar modo, io vorrei citare alcuni degli emendamenti che sono passati e delle nostre proposte approvate in seno a questo provvedimento: la classificazione alberghiera omogenea su tutto il territorio nazionale, con un occhio particolare e vigile sulla progettazione universale, ovvero dalla parte dei portatori di handicap e quindi delle persone che hanno più bisogno di una accessibilità e di un occhio attento da questo punto di vista; l'efficientamento energetico, perché anche in questo provvedimento si parla di riqualificazione delle strutture ricettive e quindi noi abbiamo voluto mettere l'attenzione e anche un faro su questa problematica; i distretti turistici estesi su tutto il territorio nazionale, rilanciando la sinergia importante che deve crearsi tra imprese, turismo e territorio nell'ottica di una semplificazione – questa è un'altra buona cosa introdotta –; il potenziamento del portale Italia.it, per il quale, ricordiamo – e anche il sottosegretario Barracciu in un'interpellanza urgente ce l'ha detto –, sono stati spesi 95 milioni di euro, con risultati pessimi; noi avevamo fatto un emendamento che dava delle indicazioni specifiche all'ENIT, al commissario per l'ENIT, Pag. 82che però è stato rigettato perché anche qui c'era lo spettro dell'ingessamento delle norme.
   Le nostre proposte però vorremmo che fossero comunque tenute in considerazione, e noi ci teniamo a ribadire che le abbiamo fatte proprio perché siamo voluti entrare nel dettaglio delle problematiche. Vi è poi un'estensione della durata delle concessioni dei beni pubblici da nove anni per altri nove anni nel caso in cui vengano fatti investimenti grossi da parte di giovani, e anche qui si è messo in discussione l'operato dei giovani in modo comunque positivo. In fondo, questo è un altro bellissimo risultato da due milioni di euro per le start-up inerenti al turismo; quindi, nuove imprese che nasceranno, oltre 100 imprese che potranno lavorare all'interno del settore turistico facendo delle proposte sempre nell'ottica di aiutare quella sinergia che deve crearsi tra cultura e turismo, quindi sempre mettendo comunque in campo l'innovazione, la tecnologia e la digitalizzazione, però nell'ottica di un risultato di partecipazione e di maggiore fruizione di quello che il nostro territorio può dare.
  Abbiamo poi sollevato il tema del tax refund, con cui avevamo stimato un'entrata di circa 100 milioni di euro l'anno destinati alla promozione del turismo – volevamo che andassero lì – e al MIBACT, andando ad incidere sui margini di guadagno delle società che effettuano un rimborso IVA e che attualmente trattengono commissioni troppo elevate. La nostra vittoria è testimoniata dal fatto che abbiamo ottenuto un impegno delle Commissioni competenti a risolvere questa situazione che si è venuta a creare.
  Nel complesso, il provvedimento contiene alcune zone di luce con potenziale elevato, ma anche alcune zone d'ombra.
  Penso all'articolo 1 sull’art-bonus, zona di luce, misura che in sé apprezziamo, ma che non è sufficiente per due motivi: da una parte, per la limitatezza delle risorse investite, della platea a cui si riferisce e degli investimenti ammessi al credito; dall'altra parte, perché non rappresenta una misura di sistema e di ampio respiro. Senza un tetto massimo, piuttosto, per quanto riguarda il credito d'imposta, sembra una misura che va a sostituire la detrazione fiscale che utilizzano, invece, altri Paesi come, ad esempio, la Francia. È un sistema, quindi, che appare anomalo.
  Insieme a questo articolo, abbiamo ottenuto che i finanziamenti delle collettività si potessero attivare direttamente tramite un portale nazionale gestito all'interno del MIBACT, rivolto a semplificare al meglio le microdonazioni e a rendere trasparente e tracciabile l'intero flusso finanziario a favore del nostro patrimonio artistico.
  Non vorremo, però, che l’art bonus diventi un palliativo per lo Stato, che potrebbe venire meno agli obblighi dell'articolo 9 della Costituzione. Ci chiediamo costantemente per quale motivo l'Italia è in fondo a tutte le classifiche che riguardano gli investimenti in cultura. Siamo, infatti, all'ultimo posto in Europa. Per sostenere il nostro immenso patrimonio di beni culturali spendiamo appena l'1,1 per cento delle risorse pubbliche, a fronte del 2,2 per cento della media europea, senza scomodare i primi in classifica, come Estonia e Lettonia, che mettono da parte almeno quattro, cinque volte quello che noi investiamo. È emblematico, infatti, e da questo deriva lo stato in cui versa Pompei e che voi vorreste risolvere con questo provvedimento. L'articolo è stato riscritto, in gran parte accogliendo le nostre proposte per abrogare le deroghe rovinose al codice degli appalti. Resta, però, il nodo relativo alle scarse risorse per la manutenzione ordinaria del sito e l'eccessivo accentramento di potere nelle mani del commissario nominato per la gestione del sito.

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  MARA MUCCI. Concludo, Presidente, lasciando a quest'Aula un'immagine che tutti conosciamo bene, ovvero il braccio di ferro tra il David di Michelangelo e il Guerriero di terracotta cinese. Io vorrei ribadire che noi siamo e dobbiamo essere il David di Michelangelo, che rappresenta in sé il matrimonio perfetto tra cultura e Pag. 83bellezza. Noi dobbiamo valorizzare quell'immagine d'Italia, però facendo in modo che la nostra eredità non diventi, ancora una volta, il nostro limite, come è stato negli ultimi vent'anni con la mancanza di investimenti che c’è stata nel comparto culturale e turistico da parte dei Governi. Ci auguriamo che il Governo resti attento alle iniziative parlamentari, che non mancano e che impegnano il Governo stesso.
  Ci rammarichiamo, ad esempio, della vicenda in seno alle questione delle guide turistiche. Noi chiedevamo di sanare l'erronea applicazione della «direttiva servizi» in luogo della più corretta «direttiva delle professioni». C’è stato un impegno preso dal Governo, che si è contraddetto, il 17 aprile scorso e che si impegnava, appunto, a sanare questa gravissima situazione. Troviamo assurdo che la questione legata alle guide turistiche, che è l'interfaccia di accesso ai nostri beni e alla nostra cultura, non venga risolta.
  La società, Ministro, è complessa. La cultura e la conoscenza hanno un compito che va al di là della ricchezza monetaria e della produzione di ricchezza monetaria, ma che lasciano all'utente qualcosa in più e di più importante, che sono le idee. La classe dirigente deve lavorare in funzione di questo cambiamento di prospettiva, investendo in modo strutturale su cultura e turismo, e farlo, possibilmente, senza bandiere e tutti dalla stessa parte, come è avvenuto spesso in questo decreto.
  Quindi, concludo dicendo che ci asterremo sul provvedimento proprio...

  PRESIDENTE. Onorevole Mucci, il tempo è finito da un po’. Ci dica cosa fate e poi concluda.

  MARA MUCCI. Ci asteniamo sul provvedimento proprio per il neo di Pompei, che le ho detto, e per altre problematiche aperte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piccoli Nardelli. Ne ha facoltà.

  FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Signor Presidente, Ministro, colleghi, la conversione in legge del decreto-legge n. 83 del 31 maggio 2014 sta per concludersi. Il decreto affronta i temi della cultura e del turismo come leve fondamentali per la crescita e come elementi di sviluppo dell'economia del Paese.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Piccoli Nardelli. Gentilmente, possiamo consentire all'ultimo oratore di parlare come hanno fatto gli altri, dato che se lo merita ? Grazie.

  FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Grazie, Presidente. Come sappiamo, interviene con disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo, introducendo importanti novità per quanto riguarda il mondo dei beni culturali e la sua fruizione, intervenendo per semplificare e rendere effettive molte delle disposizioni del decreto sul valore della cultura, approvato in quest'Aula nell'ottobre scorso, e proponendo una serie di interventi attesi da troppi anni dal settore del turismo. Lo fa soprattutto introducendo una serie di norme coraggiose per favorire il mecenatismo culturale, offrendo uno strumento concreto ed operativo per sostenere il nostro patrimonio culturale sofferente per carenza di risorse.
  Chi lavora nel mondo della cultura sa che per anni si è tentato invano di ottenere forme di defiscalizzazione serie, capaci di coinvolgere direttamente i cittadini in una forma virtuosa di cittadinanza attiva, che faccia sentire propri i luoghi della cultura di cui parla il decreto, le biblioteche, i musei, gli archivi, i complessi monumentali che sono il tessuto del patrimonio culturale diffuso di cui è fatto il nostro Paese.
  Allo stesso modo, il provvedimento interviene anticipando il percorso di riforma del Titolo V della Costituzione per dare risposte al settore del turismo, che ha visto invecchiare la propria offerta, vissuta troppo spesso come una rendita di posizione, consapevole ormai che la ricchezza Pag. 84straordinaria del nostro patrimonio storico-naturalistico non basta più a reggere da solo la vocazione turistica del Paese. Per questo propone di riunificare le competenze frammentate in un'attività organica di valorizzazione, di indirizzo e di coordinamento delle politiche di promozione turistica dell'Italia.
  Non intendo entrare nello specifico di misure che sono state ampiamente illustrate ed esaminate in questi giorni di dibattito parlamentare. Ricordo solo che gli articoli 1, 7, 8 e 12 operano su nuove proposte per i beni culturali: l’art bonus di cui abbiamo parlato e che connota tutto il provvedimento, ma anche un piano annuale per un grande progetto su cui impegnare risorse sufficienti a realizzarlo e progetti di attività di valorizzazione delle periferie urbane e riapertura di luoghi della cultura chiusi al pubblico grazie a giovani professionisti dei beni culturali assunti con contratto a tempo determinato, ai sensi della «legge Madia-Ghizzoni» sulle professioni del settore, da poco approvata dal Parlamento.
  Gli articoli 2, 3, 5, 6, 14 e 15 sono invece strettamente legati e in continuità con i provvedimenti approvati ad ottobre. Significano Pompei, la Reggia di Caserta, le fondazioni lirico-sinfoniche, di cui vediamo i primi piani di risanamento arrivare in porto e che rifinanziamo significativamente, e il cinema sia per la parte relativa alla produzione sia introducendo il recupero delle sale cinematografiche storiche, con la riorganizzazione e, infine, la riassegnazione di personale al Ministero dei beni e delle attività culturali.
  E, infine, ci sono gli articoli 4, 9, 10, 11, 13 e 16 dedicati al turismo: interventi che riconoscono un credito di imposta significativo per promuovere la digitalizzazione delle strutture ricettive e la loro riqualificazione, mobilità turistica, nuove forme di turismo con specializzazioni ed offerte diversificate, che ci allineano a quelle dei Paesi stranieri, offrendo possibilità a cooperative formate da giovani che vogliono investire nel settore.
  E poi semplificazioni, riconoscimento di standard condivisi, tourist card, interventi per trasformare l'ENIT in un ente pubblico economico. Tutti interventi che danno il senso di una strategia per il turismo centrale per l'intero sistema Paese, arrivando anche ad affrontare temi delicati, come quello dell'articolo 4, in cui si incrociano le esigenze del decoro dei grandi centri storici monumentali delle nostre città e le esigenze del commercio nelle aree pubbliche, riconoscendo la necessità di una seria programmazione e di una valutazione corretta e congiunta tra sindaci e sovrintendenti, che tenga conto delle richieste complessive.
  Il senso del provvedimento è molto chiaro, la struttura del decreto lega insieme due importanti realtà sociali ed economiche del Paese: la cultura ed il turismo, in coerenza con quanto previsto dal nuovo statuto del Ministero dei beni e delle attività culturali. Due settori che hanno una dimensione economica evidentissima e che possono crescere in maniera significativa in termini di prodotto interno lordo, di occupati e di imprese coinvolte, tanto più importanti nelle more della crisi che il Paese sta attraversando.
  I gravi effetti della crisi finanziaria che ha colpito le economie europee hanno costretto i Governi e le istituzioni a rivedere i propri obiettivi di spesa e a ripensare molte delle politiche dei propri Paesi. Il decreto non porta nuove imposte o accise di alcun genere: è stato finanziato per intero con risorse a valere sui fondi di investimento del Ministero dell'economia e delle finanze. È un aspetto che va sottolineato, perché il sostegno e la valorizzazione di cultura e turismo non sottraggono finanziamenti ad altri settori, ma utilizzano la leva fiscale.
  Il provvedimento ripensa meccanismi che regolano donazioni e contributi di privati e di aziende, mettendo in azione, dicevamo, la leva della fiscalità di vantaggio e modificando il trattamento riservato ai contributi e alle donazioni di privati e di enti. Siamo tutti consapevoli che la società ha bisogno di cultura e richiede più educazione, più conoscenza e più investimenti per la ricerca e per la valorizzazione del proprio capitale di cultura, di Pag. 85arte e di ambiente. Che di simili disposizioni vi sia necessità e urgenza è certo.
  Il decreto, che oggi arriva al voto finale, è stato sensibilmente arricchito nel lavoro parlamentare da parte delle Commissioni riunite cultura e attività produttive, che hanno lavorato in grande sintonia e con aiuto reciproco; desidero darne atto alle relatrici. Il Governo non ha presentato emendamenti di modifica in corso d'opera e ha lasciato che fossero i parlamentari ad intervenire sul testo, nella convinzione che il dibattito e la collaborazione con tutti gli attori coinvolti – maggioranza, opposizione, Ministro, rappresentanti dei beni culturali e del turismo – lo avrebbero proficuamente arricchito. E mi sembra di poter dire che così è stato.
  La quantità degli emendamenti presentati e molti degli ordini del giorno dovranno fungere da promemoria per il Governo e per il Ministero, ma anche per questo Parlamento, per le questioni che non si sono potute risolvere. Ne cito solo una per tutte: la richiesta, che dalla gran parte del mondo legato alla cultura si leva, per estendere lo sgravio fiscale agli enti privati senza scopo di lucro, ma che attivamente operano sul fronte del rilancio e della tutela dei beni culturali privati, seppur di interesse pubblico, resta per ora un auspicio, che troverà risposta in un intervento futuro, se sapremo far bene fruttare gli anni di monitoraggio previsti per l’art bonus.
  Concludo, Presidente: serve, ne siamo consapevoli, un progetto di largo respiro, che veda il rapporto pubblico-privato in un ambito di collaborazione vera, che non sia sostitutiva dell'intervento pubblico, ma sia fondata sulla condivisione e la complementarietà. E servono misure di sistema...

  PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

  FLAVIA PICCOLI NARDELLI. ... capaci di sostenere le imprese del turismo e di gettare le basi per una nuova politica industriale del settore: con la nuova legge quadro sul turismo, che è in preparazione, e con la riforma del Titolo V, saranno in grado di rendere di nuovo competitivo il nostro Paese a livello internazionale.
  Nell'esprimere il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico in merito al disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, ribadisco la convinzione del nostro voto, consapevoli di trovarci di fronte ad una strategia complessiva di interventi, ad un discorso sistemico che coniuga cultura e turismo, superando la frammentazione e favorendo l'interconnessione tra i due settori.
  Siamo consapevoli che oggi si declina un disegno organico che corrisponde pienamente alle nuove competenze attribuite al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con una visione di lungo periodo...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Piccoli.

  FLAVIA PICCOLI NARDELLI. ... di cui questo provvedimento si pone come una significativa tappa intermedia tra i provvedimenti presi con il decreto «valore cultura» e nella legge di stabilità dello scorso anno e quelli che sappiamo essere oggi in preparazione da parte del Ministero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, condivido in pieno l'intervento dell'amico e collega Antonio Palmieri, che ha annunciato l'astensione, per così dire, di incoraggiamento su questo provvedimento da parte del gruppo di Forza Italia. Voglio aggiungere un'altra motivazione, che mi convince rispetto a questa astensione benevola, e una considerazione d'insieme su questo provvedimento.
  Abbiamo votato circa 200 emendamenti, abbiamo, secondo me, Presidente Giachetti, segnato in questo percorso una bella pagina di confronto parlamentare e questo confronto parlamentare è stato Pag. 86possibile, certamente, per la materia che si presta ad una convergenza, per il clima che, evidentemente, si è creato nelle due Commissioni, per il lavoro che i relatori hanno svolto, per l'attenzione e il rispetto che il Ministro Franceschini ha dimostrato con la sua presenza in quest'Aula, rispondendo in maniera chiara e puntuale alle obiezioni, peraltro non strumentali, che sono state fatte presenti nel corso del dibattito, per il buonsenso dimostrato dalla maggioranza e per la responsabilità dimostrata dai gruppi di opposizione.
  Allora, giacché, Presidente, troppe volte si vedono delle pagine dal colore dubbio in questa Assemblea sulle quali ci dilunghiamo in tante considerazioni, penso che quando si scrive una bella pagina sia giusto darcene atto e sottolinearlo con un certo orgoglio (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, io la infioretterò meno del collega Baldelli, che è principe di buone maniere. È già da ieri che lo volevo dire, me ne è mancata l'occasione e colgo questa occasione al volo. La prima riforma da fare sarebbe quella dell'esempio e il Ministro Franceschini, che io conosco appena francamente, oggi ce lo ha dato; non è che do credito a un amico, non ho rapporti. Ci ha dato l'esempio di qual è il corretto rapporto tra Parlamento e Governo: si sta qui, si sopportano 200 emendamenti, puntualmente si risponde (Applausi), si fa e si difende il provvedimento, condivisibile o no, e si fa vedere che questo Paese è molto meno sciagurato di quello che vogliono figurare quanti pensano che, a forza di riforme, si cambi. La prima riforma è in noi stessi, rispettiamo il ruolo proprio e degli altri, come ha fatto il Ministro oggi, e gliene do volentieri atto.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Correzioni di forma – A.C. 2426-A)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per una proposta di correzione di forma, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, il presidente della Commissione attività produttive, onorevole Epifani. Ne ha facoltà. Avevo capito che era per un breve ringraziamento, invece è per una correzione di forma...

  ETTORE GUGLIELMO EPIFANI. Presidente della X Commissione. Signor Presidente, è per tutte e due le cose, così ne approfitto.
  Si tratta di due correzioni di forma verificate con gli uffici e naturalmente anche verificate con tutti i gruppi parlamentari delle due Commissioni. La prima riguarda l'articolo 9, al comma 1, primo periodo, sopprimere le parole da «con la prima quota» fino a: «non prima del 1o gennaio 2015»; al comma 3, dopo le parole «decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986», aggiungere: «, e successive modificazioni,»; al comma 3, ultimo periodo, dopo le parole « Direttore della medesima agenzia», aggiungere: «La prima quota del credito di imposta relativo alle spese effettuate nel periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto è utilizzabile non prima del 1o gennaio 2015».
  La seconda correzione formale riguarda l'articolo 16, al comma 2, dopo le parole «nella rete internet», sono aggiunte le seguenti: «attraverso il potenziamento e lo sviluppo del portale Italia.it». Conseguentemente, al medesimo articolo, al comma 7, la lettera f-bis) è soppressa.
  Passo adesso a ringraziare, prima del voto – ci tenevo a farlo – innanzitutto tutti i colleghi delle due Commissioni, le due relatrici, gli uffici, le altre Commissioni e la Commissione bilancio, del lavoro che hanno svolto insieme a noi.
  Questo lavoro, come è stato affermato nell'ambito della discussione che è appena terminata, lo abbiamo fatto riaffermando il ruolo del Parlamento, la sua centralità, ascoltando tutte le opinioni, trovando le soluzioni ai problemi aperti. Pag. 87
  Per questo ringrazio in maniera non formale anche le minoranze per il contributo e la correttezza che hanno avuto nello svolgimento dei nostri lavori e del nostro dibattito. Fatto sta che con 700 proposte emendative presentate in Commissione, 200 proposte emendative discusse e votate in quest'Aula, noi, nel giro di due giorni e poco più, siamo arrivati alla soglia dell'approvazione di una legge senza mettere il voto di fiducia.
  Naturalmente questo è stato dovuto – e voglio fare un ringraziamento preciso – al lavoro, alla presenza, alla capacità, alla determinazione del Governo, attraverso il Ministro Franceschini ed i suoi sottosegretari. Si deve al Ministro Franceschini se oggi segniamo una svolta importante nelle politiche culturali e del turismo del nostro Paese. Perché l'importanza di quello che stiamo per approvare sta esattamente qui: invertiamo una tendenza al degrado e all'abbandono, riprendiamo per mano la risorsa fondamentale che ha il nostro Paese e, soprattutto, gli diamo quella centralità della quale avvertiamo tutti il bisogno.
  Non a caso un decreto che verte molto sui problemi di Pompei fa di Pompei insieme il simbolo del degrado, che non possiamo più sopportare, e la volontà del cambiamento che a partire da Pompei deve riguardare l'insieme delle istituzioni culturali del nostro Paese.
  Naturalmente abbiamo fatto delle scelte difficili e abbiamo dovuto dire tanti «no». Lo abbiamo fatto sapendo che le risorse erano e sono quelle possibili, ma anche nella convinzione che il cambiamento che oggi stabiliamo ci metterà in condizione di includere nel futuro quello che oggi non siamo stati in condizione di includere.
  E con l’art-bonus siamo riusciti a trovare un modello di tipo europeo di cooperazione tra pubblico e privato, in grado di favorire investimenti, di offrire occasioni di lavoro e di portare l'identità dei nostri beni culturali e del nostro turismo nel nostro futuro.
  Grazie per il lavoro fatto (Applausi).

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, le correzioni di forma proposte si intendono approvate.
  (Così rimane stabilito).

(Coordinamento formale – A.C. 2426-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende altresì autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2426-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 2426-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiarelli, Nesci, Amoddio... abbiamo votato tutti ? Oliverio... Nesci non riesce a votare... Terzoni... Ci siamo ? Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo» (2426-A):

   Presenti  444   
   Votanti  285   
   Astenuti  159   
   Maggioranza  143   
    Hanno votato  285    

  (La Camera approva – Applausi – Vedi votazioni).

Pag. 88

Seguito della discussione della proposta di legge: Causi e Misiani: Modifica all'articolo 11-quaterdecies del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, in materia di disciplina del prestito vitalizio ipotecario (A.C. 1752-A) (ore 18,45).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 1752-A, di iniziativa dei deputati Causi e Misiani: Modifica all'articolo 11-quaterdecies del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, in materia di disciplina del prestito vitalizio ipotecario.
  Ricordo che nella seduta del 7 luglio 2014 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 1752-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico della proposta di legge nel testo della Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 1752-A) e degli emendamenti ad esso presentati, (Vedi l'allegato A – A.C. 1752-A). Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 1752-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO PETRINI, Relatore. Signor Presidente, se me lo consente, le dico quali sono gli emendamenti con parere favorevole, mentre su tutti gli altri c’è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Perfetto.

  PAOLO PETRINI, Relatore. Allora, la Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Melilli 1.36, Barbanti 1.15 e Marco Di Maio 1.35.

  PRESIDENTE. Perfetto. Si intende che sui restanti emendamenti vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Il Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Sta bene, grazie. Passiamo all'emendamento Pesco 1.1. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, se il Governo ci dà la motivazione.

  PRESIDENTE. No, il Governo deve esprimere un parere, onorevole Pesco. L'ha espresso e adesso andiamo avanti. Prego, onorevole Pesco, ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, noi con questo emendamento chiediamo in pratica di abrogare l'intera norma che sta per essere approvata in quest'Aula. In pratica, siamo contrari al prestito vitalizio perché non crediamo che la nostra società, l'attuale società, abbia bisogno di questo contributo, un contributo che non farà altro che accrescere una società costruita sul debito. Sì, perché siamo abituati a pensare al fatto che una giovane coppia, una famiglia, debba indebitarsi per comprarsi una nuova casa. E già questo, pur essendo abituati a pensarlo, se ci ragioniamo un attimo, forse capiamo che sia una cosa quasi ingiusta perché una famiglia normale, con un lavoro normale, dovrebbe forse riuscire anche ad acquistare la casa con il risparmio. Purtroppo, questo da noi non avviene. Ma non basta questo, no, l'indebitamento delle famiglie deve andare oltre secondo quest'Aula parlamentare e spingersi anche per mantenere...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Pesco, scusi. Colleghi, abbiamo ancora un po’ di tempo da andare avanti e così non è Pag. 89possibile. Mi riferisco anche ai colleghi dell'onorevole Pesco che sta cercando di parlare mentre svolgiamo delle assemblee.

  DANIELE PESCO. Difatti l'indebitamento in questo provvedimento di legge in pratica viene rafforzato e utilizzato per consentire alle persone anziane di mantenersi in vita. Sì, in pratica si sta facendo questo: con il prestito vitalizio si dà l'opportunità a una persona proprietaria di un immobile di indebitarsi per continuare a sopravvivere, per vivere. Ma noi viviamo in una società che dovrebbe riuscire a dare i mezzi a tutti per riuscire a sopravvivere, senza bisogno di indebitarsi, impegnando probabilmente l'unico bene fondamentale di una famiglia, l'unico bene reale, ovvero la casa. Questo si sta facendo, purtroppo, si sta ricorrendo al debito anche per sopravvivere quando, invece, gli strumenti sociali dovrebbero essere ben altri. Molti si sono chiesti: ma questo è un favore per i cittadini o un favore per gli istituti bancari ? Ecco, una risposta a questo purtroppo non riusciamo ancora a darla perché effettivamente i cittadini che hanno bisogno di uno strumento del genere purtroppo ci sono, però la soluzione non è questa. La soluzione non è dare la possibilità di indebitarsi nuovamente, dopo avere magari trascorso trent'anni per pagarsi un'abitazione, per poter sopravvivere. No, gli strumenti dovrebbero essere altri. Ebbene, Presidente, noi siamo contro questo provvedimento e pensiamo che i cittadini debbano essere aiutati in altro modo, senza dover per forza ricorrere all'indebitamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà per un minuto.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, noi ci siamo già visti in discussione sulle linee generali per la questione in oggetto e le ho spiegato la motivazione vera e propria, ma vorrei spiegare ai colleghi che oggi la possibilità di fare un finanziamento esiste e come. Esiste la cessione del quinto, esiste la delega di pagamento, esiste il prestito personale, esistono le carte di credito revolving, esistono i mutui di liquidità, esistono i mutui di ristrutturazione, esistono i mutui di acquisto prima casa. Potrei continuare all'infinito. Il collega Pesco diceva chiaramente che quello su cui noi dobbiamo concentrarci è che Paese vogliamo: vogliamo un Paese che ha già possibilità di indebitarsi, che sì è già indebitato fino alla fine e vuole continuare ad indebitarsi ? Perché lo possiamo anche fare però, prima, dobbiamo creare un sistema di welfare serio, semplicemente questo. Quindi creiamo un sistema di welfare che permette ai cittadini...

  PRESIDENTE. Concluda.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Va bene, continuo dopo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Peluffo... Pastorelli... Casero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  394   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  94    
    Hanno votato no  300    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberti. Ne ha facoltà.

Pag. 90

  FERDINANDO ALBERTI. Signor Presidente, anche questo emendamento è sulla falsariga di quello precedente, con la differenza che con questo emendamento andiamo a cancellare, vogliamo abrogare direttamente il testo della norma contenuto nel decreto-legge originario.
  Condivido tutto quanto detto dai miei colleghi in precedenza ma vorrei anche darvi due numeri perché, dal 2008 al 2013, è raddoppiato il numero di over 50 disoccupati: dal 3,1 per cento siamo passati al 6,2 per cento e le statistiche dicono che il 62 per cento di questi disoccupati è in cerca di una nuova occupazione da più di un anno. Il reinserimento effettivo richiede mediamente 27 mesi. Il trend è sicuramente in peggioramento e, per questo motivo e per tutti gli altri che esporremo nei prossimi interventi, riteniamo questo strumento pericoloso. Infatti dovete considerare una persona anziana (tra l'altro ora abbiamo appena sentito che il Governo ha espresso parere favorevole anche sull'emendamento per portare la soglia da 65 anni a 60) quindi una persona anziana che, con la crisi economica che stiamo vivendo in questi anni dove si è mangiato fuori tutto – lasciatemi passare il termine – si è mangiato fuori tutto avrà anche la possibilità, con questo strumento, di mangiarsi fuori anche la casa. Quindi, per questo motivo, ripeto, noi siamo contrari a questa proposta di legge e voteremo contro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, vi prego di rimanere in Aula perché non è pensabile che noi perdiamo due o tre minuti a voto aspettando che tutti rientrino. Diversamente si rinuncia a votare.
  Lombardi... Amendola...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  400   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  89    
    Hanno votato no  311    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Marcon e Oliverio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.40.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, cosa vogliamo fare con questo emendamento ? Vogliamo realmente creare le condizioni secondo le quali questo prestito, questa modalità è arrivata qui in Parlamento. Perché facciamo un breve sunto di quello che è successo: è arrivato il Presidente del Consiglio ha parlato di tantissime proposte, di lavoro, occupazione, welfare, di tantissime proposte assolutamente valide, del taglio degli F-35, e via dicendo. Dopo di che, il PD, dopo neanche un paio di mesi, presenta la sua prima proposta di legge: e la sua prima proposta di legge è il prestito vitalizio ipotecario. Abbiamo urgenza in questo Paese del prestito vitalizio ipotecario, non di un reddito di cittadinanza: abbiamo urgenza del prestito vitalizio ipotecario. Allora noi cosa abbiamo detto ? Abbiamo detto: ma da chi arriva questa richiesta ? Dall'ABI, Associazione bancaria italiana. Dall'ABI, con alcune associazioni dei consumatori: non tutte, alcune, perché è facile dire che tutte le associazioni dei consumatori sono a favore. Non tutte.
  Allora, diciamo quello che accadrà, perché non ho alcuna paura di dire quello che secondo me accadrà. Secondo me, accadrà questo. Persone già in difficoltà, Pag. 91ad oggi, non possono richiedere ulteriori finanziamenti, perché è previsto da un decreto del Presidente della Repubblica del 1950, che ancora non è stato cambiato: il n. 180, Presidente, che regola, appunto, cessione ed altri prodotti. Ebbene, là, in quel decreto del Presidente della Repubblica, si dice chiaramente che una persona più della metà del proprio stipendio non può garantirlo per un finanziamento, non può utilizzarlo, perché è giusto che sia così. Non possiamo arrivare ad una situazione in cui – e ci siamo lo stesso, perché le banche se ne sono altamente fregate in questi anni – una persona percepisce mille euro e paga 800 euro di rata. Perché, caro Presidente, c’è anche questo.
  Allora, questo emendamento nasce perché ? Nasce, perché, se è vero quello che dite, questo è un finanziamento che viene messo in campo non per favorire le banche: forse, nessuno lo sa, ma questo prestito esiste dal 2006, non è che è uscito oggi, è stato inserito all'interno di un decreto, all'articolo 10-quattordicies, del comma 12, il solito modo di fare le leggi. Quindi, questo prestito esisteva, solo che non era conveniente, ma lo sapete per chi ? Per le banche. Non era conveniente per le banche, perché non dava le giuste garanzie alle banche. E, allora, qui ci volete far credere che questo prestito è per i cittadini: questo prestito è per le banche, non è per i cittadini, e questo è molto chiaro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se un mercato è florido, se un mercato è valido, le banche ci entrano; se un mercato non è interessante, le banche non ci entrano. Le banche non fanno beneficenza a nessuno.
  Quindi, questo emendamento dice chiaramente: va bene, volete questo prestito perché aiuterà i cittadini ? Ma allora facciamo che abbia dei tassi questo prestito che veramente aiutino i cittadini. E abbiamo stabilito che l'interesse semplice deve essere pari al tasso effettivo medio globale rilevato da Banca d'Italia. Niente di che, mentre qua si vuole legalizzare, come sta già facendo anche in altri decreti, l'anatocismo, ovvero il pagamento degli interessi sugli interessi. Quindi, sappiate che con questo emendamento, probabilmente, il prestito vitalizio verrà utilizzato, se verrà utilizzato, ma per degli scopi validi e non per aprire un mercato alle banche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, intervengo perché pongo un problema a me stesso, all'Aula e al mio gruppo, perché evidentemente rispetto all'anatocismo credo ci siano poche persone di buona volontà favorevoli all'interno di quest'Aula – la riprova ce l'avremo quando si tratterà di discutere il reinserimento come norma generale – e tuttavia, per quanto mi è dato di sapere, poco, uno dei pochi casi in cui l'anatocismo può avere un senso contrattuale è esattamente quello di prestiti come questi, cioè prestiti in cui si fa tutta capitalizzazione perché nel contratto, cioè in un accordo fra le parti e non per legge, viene prevista questa possibilità. Allora, la domanda che io mi pongo, che pongo al collega del MoVimento 5 Stelle e all'Aula è se noi crediamo che questo tipo di provvedimento apra una possibilità e vogliamo che apra una possibilità reale o se vogliamo che sia del tutto teorica. Perché se pensiamo che sia uno strumento utile, maledetto, ma utile, allora necessariamente si deve aprire un mercato. Il problema è esattamente questo: si deve aprire un mercato, cioè si devono trovare le condizioni perché qualcuno sia disposto a prestare soldi a chi ne ha bisogno dietro la corresponsione di un bene. Non è un buon segnale, ne parleremo anche dopo, nel finale, non è un buon segnale che un Paese abbia bisogno di strumenti come questo, è un pessimo segnale, tuttavia una possibilità in più data ai cittadini, dal mio punto di vista, è positiva.
  Ora, vale per questo come per altri emendamenti successivi, approvarli non significa fare un buon servizio, significa, di fatto, affossare la possibilità che questo provvedimento determini le conseguenze Pag. 92che devono essere insite al suo interno. Dato che noi crediamo, con tutte le difficoltà del momento presente in questo Paese, che anche uno strumento come questo, evidentemente, possa avere un'utilità, anche perché è l'alternativa reale a quella pratica oscena, veramente oscena, della cessione della nuda proprietà, che si presta a malversazione di ogni genere.
  Quindi, dato che noi voteremo a favore del provvedimento, lo dico adesso, e lo potrei ripetere, rispetto a questo emendamento voteremo contro come altri, non perché il principio moralmente sia discutibile – chi vuol far pagare più interessi ? – il principio però di effettività ci costringe a dare un giudizio, e a darlo negativo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.40, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Epifani, Michele Bordo, Dambruoso, Carloni, Molea...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  404   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  94    
    Hanno votato no  310    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbanti 1.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, con l'emendamento di prima chiedevamo che venisse, quantomeno, imposto un tasso per questo strumento, che vediamo alquanto pericoloso in quanto viene utilizzato, appunto, l'anatocismo. Con questo emendamento, invece, chiediamo che venga abolito, almeno per questo strumento, l'anatocismo, in quanto già il codice civile ci dice che l'anatocismo non può essere usato, se non in casi molto, molto particolari.
  In realtà, qui stiamo creando uno strumento basato su questo, ma non è esclusivamente basato su questo, è ancora più grave, perché se pensiamo ad una famiglia che ha bisogno di liquidità e per questa liquidità decide di impegnare la propria casa, logicamente non la impegna per due soldi, ma la impegna per una cifra abbastanza ingente. Ora, con i tassi che corrono oggi giorno sul mercato, pensiamo a dei tassi intorno al 5 o magari al 6 per cento, una cifra in dieci anni, con la capitalizzazione degli interessi, raddoppia.
  La capitalizzazione degli interessi, lo ricordo a tutti, è stata abolita da quest'Aula qualche mese fa, nella legge di stabilità. Invece, grazie a un decreto di qualche giorno fa è stata ripristinata, ovvero si potrà utilizzare l'anatocismo, perché sarà il CICR a decidere come farlo. Ebbene, questo è il primo strumento con il quale già si va avanti e si decide che l'anatocismo è funzionale e può essere per questo strumento utilizzato. Noi siamo contrari, perché sappiamo benissimo che chi si troverà a ripagare il debito del prestito vitalizio ipotecario – mi riferisco agli eredi, perché saranno poi loro a dover ripagare questo debito – si troverà a dover ripagare delle cifre abnormi. Abnormi ! Assurde ! Quasi raddoppiate ! E tutto dipenderà logicamente dalla possibilità di vita del richiedente. Quindi, noi siamo contrari all'anatocismo, ma soprattutto siamo contrari all'anatocismo in questo strumento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

Pag. 93

  MARCO CAUSI. Presidente, intervengo solo per ricordare che una delle modifiche più rilevanti che si fanno rispetto alle norme previgenti è appunto la possibilità per questi prestiti di restituire gli interessi nel corso degli anni. Non è un mutuo, quindi non si deve estinguere il rateo, ma rispetto alle norme del 2005 si introduce qui la facoltà di restituire gli interessi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbanti 1.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Guerini, Locatelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  411   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  282    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Melilli 1.36, sul quale vi è il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, volevo riprendere il discorso che facevo prima. Ho detto che è un mercato che serve alle banche, serve alle società finanziarie, a chi lavora in questo settore, non per aprire un mercato, ma per far lavorare chi sta sotto i capi e per creare utile per le banche. Guardate che emendamento abbiamo qua ! Guardate che emendamento abbiamo, così almeno non lo dico io ma lo vedete chiaramente. Mi riferisco all'emendamento Melilli 1.36 e all'emendamento Paglia 1.30. L'emendamento Melilli 1.36 cosa dice ? Dice che mentre inizialmente il prestito lo poteva chiedere chi aveva almeno 65 anni addirittura ora scendiamo ai 60 anni. È arrivato qualcuno a dirci che accedere al mercato a sessant'anni è più facile perché la speranza di vita in Italia non è così elevata ? Allora è meglio aprire a questo target di clientele e facciamo anche i sessantenni ? Dov’è la bontà del provvedimento ? Dov’è la volontà di voler aiutare i cittadini ? Che non c’è ce lo dice in primo luogo l'emendamento Melilli 1.36, ma la seconda motivazione è l'emendamento che verrà dopo, del collega Paglia, che effettivamente ha un senso, che però è stato dichiarato dai relatori... non ascolta nessuno laggiù, ai banchi interessati.

  PRESIDENTE. Lei pensi al Presidente, che la sta seguendo attentamente.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Non parlavo a lei. Giusto, Presidente, ha ragione. Mi scusi. Cosa dice l'emendamento successivo ? Dice semplicemente che caso mai un novantenne, avesse degli eredi di settant'anni – corretto ? – allora bisognerebbe dare la possibilità anche all'erede, al figlio dell'erede principale...

  PRESIDENTE. Onorevole Bernardo, sta parlando il collega a tre metri da lei. Prego.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Ebbene, è stato dato parere contrario, vi è stato un parere contrario da parte del relatore. È da qui, Presidente, che si capisce il mercato delle banche. È da qui ! È da qui, perché vuol dire che c’è qualcuno che è interessato ai nostri asset immobiliari !
  Non c’è niente da dire perché sennò quale è la motivazione del non dare la possibilità al figlio dell'erede di acquisire l'immobile una volta scaduto il prestito vitalizio, una volta morto il reale proprietario dell'immobile ? Quindi, caro Presidente, ci possiamo dire quello che vogliamo, Pag. 94ma qua non si fa del bene ai cittadini, ma si sta semplicemente, e nuovamente, aiutando le banche.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Anche a me, come a tutto il Movimento, incuriosisce molto questo emendamento. In pratica viene abbassata l'età da 65 anni a 60 anni, ma mi viene da pensare ad una cosa molto semplice: immaginiamo una persona che ha un debito verso la banca, magari neanche troppo elevato, ebbene a questo punto potrà essere proposto a questa persona «ma sì, dai, impegna la tua casa, cosa sono 15-20 mila euro. Non ti preoccupare, facciamo l'ipoteca sulla tua casa, ci penseranno i tuoi eredi quando morirai». Grazie, non aggiungo nient'altro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà. Se ho capito bene, vuole intervenire su questo emendamento, non sul suo.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, interverrò anche sul mio, non poniamo limiti alla provvidenza. È per dire che è stata detta una cosa che non mi trova molto d'accordo. Sempre per interloquire, io non credo che le banche francamente, normalmente, abbiano un grandissimo interesse agli asset immobiliari, hanno più interesse alla liquidità. Tant’è che le banche, l'immobile surrettiziamente acquisito attraverso questa legge, poi lo vendono, cioè stiamo parlando esattamente di questo: che lo vendono immediatamente e cercano di farlo rendere molto rapidamente. Ciò perché dell’asset immobiliare nulla si fanno, ecco questo non le rende né più nobili né più simpatiche né più moralmente ineccepibili, le rende banche, soggetti interessati a gestire liquidità e non immobili.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilli. Ne ha facoltà.

  FABIO MELILLI. Signor Presidente, io comprendo la visione apocalittica del mondo, insomma, quando si spiegano le norme della maggioranza. Noi abbiamo qualche sensazione, invece, che questa norma sia una norma molto utile e che liberi risorse non soltanto in caso di difficoltà economiche delle famiglie, ma anche per scelte di libertà delle famiglie.
  Voi sapete che il patrimonio immobiliare italiano è il più alto d'Europa e non è detto che questo sempre sia un bene e quindi semplicemente, Presidente, volevo ricordare al collega del MoVimento 5 Stelle che non ci suggeriscono le banche gli emendamenti, ma ce li suggerisce l'intelligenza e crediamo che dare la possibilità ad una famiglia, un po’ più giovane insomma, di avere a disposizione una scelta, una scelta economica ed avere la libertà di disporre dei propri beni nel modo più complesso rispetto alla propria vita, sia un fatto positivo.
  Quindi volevo semplicemente tranquillizzarlo. Non riesco a capire dove ci incontra quando parliamo con le banche, parliamo mediamente con le persone, con i cittadini che ci hanno dato il voto, capisco che è difficile comprenderlo però assicuro al collega del MoVimento 5 Stelle che è così.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Melilli 1.36, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nesci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  409   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  316    
    Hanno votato no  93    

Pag. 95

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Marazziti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e la deputata Mannino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Paglia 1.30.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, per provare a convincere la maggioranza che non mi sembra convinta. In realtà lo ha già illustrato l'onorevole Villarosa con le parole che furono mie qualche ora fa. Io ponevo semplicemente una questione di buonsenso: l'unica ragione, credo, che può portare gli eredi a riacquisire un bene così ipotecato è quello affettivo, perché credo che anche gli eredi mediamente, al di là degli affetti, tengano di più ai liquidi che agli immobili.
  Quindi l'affettività qualche volta scavalca le generazioni. Non è scontato che, appunto, il famoso figlio settantenne del novantenne appena defunto sia interessato ad acquistare la casa che fu del padre; potrebbero essere i nipoti del defunto.
  Quindi, noi semplicemente vorremmo introdurre all'interno del provvedimento con questo emendamento la possibilità per l'erede di secondo grado, a richiesta, qualora ci sia un diniego da parte dell'erede di primo grado, di subentrare riacquistando l'immobile. Ci sembra anche qui una possibilità in più che viene data, che dal punto di vista della possibilità di chiudere un contratto all'inizio fra l'istituto di credito e la persona che voglia accedere a questo tipo di finanziamento non interviene a modificare le condizioni di base, non modifica il rischio. Apre una possibilità in più, ripeto, a tutela degli affetti che qualche volta sono legati ai luoghi. Quindi, chiederei alla maggioranza di cambiare la sua opinione e, se il relatore non lo farà, voterò contro.

  PAOLO PETRINI, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Ci aspettiamo delle novità.

  PAOLO PETRINI, Relatore. Signor Presidente, no. Molto brevemente, noi crediamo che, piuttosto che una modifica della norma, l'obiettivo, che pure viene perseguito dall'onorevole Paglia, possa essere meglio raggiunto attraverso un accordo degli eredi, perché complicare la norma andando a individuare eredi imprecisati anche nel numero, non solo perché i figli possono essere di più, ma soprattutto i nipoti possono essere numerosi, e quindi l'accordo tra i diversi nipoti su quale nipote riscatterà poi quell'immobile... insomma, ci vorrebbe un'altra legge solo per normare questo aspetto. Crediamo invece che ci siano oggi tutti gli strumenti per poter comunque addivenire a questo obiettivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, solo per rispondere al collega invitandolo magari, la prossima volta, a leggere il dossier della Camera e i provvedimenti, prima di parlare. Questa proposta è arrivata dall'ABI, Associazione bancaria italiana, quindi è arrivata dalle banche. È scritto nel dossier e lei studi per favore, la prossima volta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Parli con me, onorevole Villarosa.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 1.30, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pesco, Nesci, Palma, Tartaglione, Paola Bragantini, Fitzgerald Nissoli, Nicchi, Terzoni...Pag. 96
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  404   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  274    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Richetti e Oliverio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nesci, Turco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  408   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  306    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà. Scusi onorevole Pesco, onorevole Paglia, mi aiuta ? Grazie. Prego, onorevole Pesco.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, questo strumento si chiama prestito vitalizio ipotecario, quindi tra i parametri fondamentali c’è la vita del richiedente. Però, noi ci siamo fatti una domanda: visto che comunque è esteso alle persone non troppo anziane, 65 anni, e anzi adesso con l'approvazione dell'emendamento precedente è arrivato a sessant'anni, ci chiediamo quindi perché queste persone, che sono comunque tutto sommato abbastanza giovani, non hanno la possibilità in qualche modo di reintegrare il capitale che hanno chiesto in prestito ? Basterebbe inserire nel contratto un'opzione con la quale queste persone possono reintegrare il capitale, magari in dieci anni, perché no, poi tanto la patata bollente rimane comunque agli eredi.
  In questo modo si dà la possibilità a chi richiede questo capitale in prestito di poterlo ripagare piano piano nel tempo. Non penso sia una proposta assurda; penso comunque che sia condivisibile per andare a migliorare questo strumento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Giammanco, piacere di rivederla qui... Locatelli, Palazzotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  408   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no  284    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbanti 1.15, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 97

  Tartaglione, Richetti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  400   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  394    
    Hanno votato no  6    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.31.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, entriamo nel vivo di questo provvedimento e andiamo ad analizzarne praticamente il lato più delicato, ovvero la banca, una volta avvenuta la morte del richiedente del prestito vitalizio, dà tempo un anno agli eredi per poter vendere l'immobile.
  Superato questo anno, la banca – così è scritto – vende l'immobile, diventa praticamente proprietaria dell'immobile, lo vende lei. Mai in nessun testo normativo si è vista una cosa del genere, per la quale il possessore di un'ipoteca può decidere cosa fare di un immobile o di un bene non suo; in questo caso si tratta di un bene ipotecato e la banca può decidere di venderlo.
   Ora, viene lasciato un anno di tempo agli eredi per poter autonomamente ripagare il debito o vendere l'immobile, ma – badate bene – venderlo con l'accordo dell'istituto erogante. Quindi, noi chiediamo che questo periodo di tempo di solo un anno venga quantomeno esteso a cinque anni per dare la possibilità agli eredi di vendere in modo congruo il proprio immobile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.31, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mi pare che, votato l'onorevole Boccia, hanno votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  397   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  92    
    Hanno votato no  305    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.16.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberti. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Signor Presidente, questo emendamento è come quello di prima. Forse, prima magari abbiamo esagerato un po’, forse cinque anni effettivamente sono un po’ troppi. Con questo emendamento, chiediamo due anni.
  Ci sembra il minimo, il minimo, visto anche come sta andando l'economia. Noi continuiamo a ritirare fuori la crisi economica. Secondo noi non ne usciremo molto presto. La situazione dei cinquantenni, degli over 60, sarà sempre più critica, non solo quella dei giovani. Io sono giovane e, quindi, dovrei fare i miei interessi; però dovrò diventare anziano anche io e quindi tra qualche anno, quando avremo un'Italia, purtroppo, sempre peggio, se andiamo avanti così, mi ritroverò, ci ritroveremo, cinquantenni e sessantenni, veramente a non avere più nulla di che vivere.
  Allora, se proprio dobbiamo portare a termine questa proposta di legge e farla diventare legge, vi chiediamo almeno di aumentare i 12 mesi a 24 mesi. Ci sembra un tempo umano per potere valutare e per potere almeno riuscire a vendere la casa di famiglia e potere racimolare quei pochi Pag. 98soldi – quei pochi ? –, quella somma enorme, secondo noi, da potere restituire alla banca e all'istituto di credito.
  Quindi, vi chiedo di mettervi una mano sul cuore e di votare almeno questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mi pare che ci siamo...no ! Onorevole Dambruoso, onorevole Fregolent. Monchiero. Dambruoso non riesce ancora a votare. Ok, allora anche Dambruoso ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  397   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no  276    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.32.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, entro nel vivo anche io, anche se sarebbe il caso. Le volevo dire che con questo emendamento si vuole fare una semplice cosa. Con questo provvedimento abbiamo due concetti molto pericolosi. Uno stiamo cercando di evitarlo con questo emendamento, perché noi con questo emendamento...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Villarosa. I colleghi della Lega Nord, che infastidiscono i colleghi del MoVimento 5 Stelle, consentano al collega Villarosa di parlare. Sì, lei, onorevole Invernizzi, l'ho vista !
  Prego, onorevole Villarosa.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Stavo dicendo che con questo emendamento stiamo cercando di eliminare il secondo obbrobrio di questa proposta di legge, perché vorrei ricordare a tutti che viviamo in Italia un paradosso. Il paradosso riguarda gli emendamenti di prima sull'anatocismo, ovvero quella situazione in cui si fanno pagare gli interessi sugli interessi, naturalmente in maniera inconsapevole; cioè, il cliente è inconsapevole del pagamento di una somma indebita, perché non è prevista. Quindi, secondo me, il paradosso dove sta ? Sta nel fatto che, se io oggi rubo una mela, vado nel penale; se io oggi rubo gli interessi, rubo soldi, sono nel civile, anzi oggi non sono neanche nel civile. Questo, se non è un paradosso, io non so veramente come poterlo chiamare !
  Il secondo paradosso che sta in questo provvedimento, e che noi con l'emendamento Pesco 1.32 vorremmo eliminare, è che oggi stiamo introducendo questo nuovo concetto: nel momento in cui il finanziato muore, la banca venderà immediatamente, senza passare da un giudice e per nessuna procedura prevista per legge. Oggi si potrà immediatamente vendere l'immobile. Io credo che noi stiamo inserendo (Commenti)... immediatamente, sì, certo, dopo un anno, dopo che sono trascorsi i 12 mesi previsti, che noi vorremmo allungare almeno a 24, si potrà immediatamente vendere l'immobile.
  Quindi, noi stiamo introducendo un concetto nel nostro codice mai, mai esistito. Questo Parlamento, questa Camera si vuole prendere questa responsabilità ? Se la prenda ! Noi voteremo a favore, per eliminarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 99Pesco 1.32, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  385   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  86    
    Hanno votato no  299    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Capodicasa e Marazziti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.33.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, in pratica vorremmo cercare di evitare questo mostro giuridico che state costruendo in quest'Aula, ovvero il dare la possibilità ad un possessore di un'ipoteca di vendere direttamente l'immobile. Ecco, la vendita secondo noi ci potrebbe anche stare, ma manca un elemento fondamentale, ovvero il parere del proprietario. Stiamo dando la possibilità di vendere un immobile al possessore di un'ipoteca senza il parere del proprietario. E questa è veramente una cosa scandalosa. Quindi, bastava l'inserimento di due parole o di qualche parola in più: previo il parere del proprietario, del finanziato. Tutto qua, tutto qua (Commenti) !

  PRESIDENTE. Collega ! Collega ! Stia calmo.

  DANIELE PESCO. Sento che l'emendamento non è apprezzato. Forse c’è proprio la volontà di dare lo strapotere agli istituti bancari di vendere gli immobili senza neanche il parere di chi li eredita. Grazie Presidente, non ho nient'altro da aggiungere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.33, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  366   
   Votanti  362   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  261    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Ricciatti, Zardini, Carnevali, Incerti, Fadda e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario, la deputata Ciprini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e il deputato Marazziti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.18.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberti. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Signor Presidente, la vendita dell'immobile da parte del finanziatore o della banca proprio non ci piace. Lo abbiamo detto, lo ribadiremo e lo ribadiamo: è qualcosa che non esiste attualmente nella normativa del codice civile in Italia e, quindi, stiamo cercando in tutti i modi di opporci alla vendita diretta da parte della banca. Quindi, anche questo emendamento chiede almeno di poter inoltrare da parte del finanziatore, prima di vendere l'immobile, agli eredi la richiesta di vendita dell'immobile stesso. Pag. 100Quindi, è un altro emendamento che va contro la vendita diretta dell'immobile da parte di un istituto finanziario che non ha la proprietà dell'immobile, ma ha solamente un'ipoteca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, semplicemente per ribadire questo concetto, facciamo un esempio: io allo scadere – non parlo di morire – del finanziamento non mi trovo...

  PRESIDENTE. Onorevole Causi, gentilmente, la prego di liberare il banco del Governo. Prego, onorevole Villarosa.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. ... anzi dopo undici mesi, quindi quasi alla scadenza dei dodici mesi entro i quali poi la banca potrà vendere l'immobile, io scopro che – immagino, suppongo, perché ho analizzato bene le carte – la banca mi abbia fatto un tasso usura (Commenti). E non è mai capitato a voi che fate «uuh», ma dove vivete, scusatemi ?

  PRESIDENTE. Sempre con il Presidente, onorevole Villarosa, parli con il Presidente.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Lo so, ha ragione, ha ragione, Presidente.

  PRESIDENTE. Io qui rappresento tutti, onorevole Villarosa, si sfoghi, però le sono rimasti quindici secondi...

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Ho conosciuto persone che hanno subito usura e non credo che sia il modo di trattare un argomento del genere facendo «uuh». Le chiedo scusa, però (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... Quindi, ci troviamo in una situazione in cui il finanziato pensa, a un mese dalla scadenza, di poter aver subito l'usura. La casa se la vendono. Come fa a ritornare proprietario della casa ? Cause, contro cause, cioè noi stiamo introducendo – ripeto – nel codice civile un concetto assurdo.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Approvatelo ! Approvatelo ! Ve lo chiedo veramente con il cuore, fuori da ogni discorso. Approvate questo emendamento !

  PRESIDENTE. Onorevole Causi, c’è prima l'onorevole Paglia, se lei mi consente. Seguo un ordine, tendenzialmente. Prego, onorevole Paglia.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, intervengo solo per sottolineare, visto che noi voteremo contro questo emendamento, come abbiamo votato contro quelli precedenti, che, però, un punto di realtà bisogna che lo condividiamo. Se quella casa è in quella condizione, è perché vi è una persona che, nel pieno delle sue facoltà e nel pieno della sua libertà di agire, cioè il proprietario di quel bene, l'ha messa in quella condizione.
  Il bene è mio, non dei miei eredi, è mio. Io ne dispongo e decido che si può ipotecare, ed eventualmente anche cedere, vendere e altro, in cambio di denaro che viene a me. Poi, capisco che qualcuno pensi che gli eredi siano più importanti del povero padre ormai anziano, che, magari, di quel denaro vuole disporre per qualsiasi ragione, però così non è. Quindi, non stiamo parlando di una cosa che accade per fantasia divina: stiamo parlando di una cosa che accade per un contratto tra le parti, con un soggetto che si presuppone libero di intendere e di volere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Signor Presidente, nel fare mie tutte le parole appena pronunciate dall'onorevole Paglia, voglio anche ricordare, con riferimento al fenomeno dell'usura, che, semmai, questo provvedimento Pag. 101è un'arma contro l'usura, perché attiva possibili finanziamenti creditizi a soggetti che oggi non sono «bancabili», e che quindi, se oggi vanno in banca, non ottengono mutui.
  Quindi, respingo, caro Presidente, alcune cose che ho sentito poco fa in Aula, perché la minore restrizione del credito e l'apertura, quindi, di possibile credito alle persone anziane è uno strumento contro l'usura e contro il mercato creditizio illegale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Onorevole Villarosa, non posso darle la parola, perché è già intervenuto.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Zardini, Artini, Piccoli Nardelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  396   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  91    
    Hanno votato no  305    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Marazziti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbanti 1.19.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, sostanzialmente, cosa chiediamo con questo emendamento ? La norma, attualmente, prevede che, nel momento in cui bisogna mettere sul mercato l'immobile, la sua valutazione sia fatta attraverso un perito che viene nominato dal finanziatore, e quindi, in questo caso, dalla banca.
  Ora, ci sembra di buonsenso che il perito venga nominato almeno con l'accordo tra le parti, sia, da un lato, per tutelare, ovviamente, il consumatore, il cliente, in questo caso anche l'erede, sia, dall'altro lato, per evitare eventuali ricorsi o lungaggini, anche burocratiche, che possono essere perpetrate dal cliente stesso, che potrebbe vedere nella stima fatta da un perito, ovviamente, di una sola parte una stima un po’ troppo al ribasso, fatto salvo, poi, che sappiamo che all'interno della norma vi è anche la clausola per la quale il debito residuo non può essere superiore al valore della casa. Ma è anche vero che più alto è il valore di riscatto della casa e più, ovviamente, l'erede ha speranza di tenersi qualcosa in tasca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, mi scusi, ma non potevo non rispondere.
  Le mie orecchie hanno dovuto sentire: «questo provvedimento è contro l'usura». Un provvedimento che permette di svendere la propria casa ad una persona che sarebbe andata dall'usuraio perché ? Perché non siete riusciti a garantirgli una pensione minima valida per poterlo fare vivere dignitosamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti del deputato Carella) !

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Onorevole Carella, onorevole Carella, la richiamo.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Quindi, «questo provvedimento è contro l'usura», non un reddito certo di cittadinanza impignorabile, che rimanga alla Pag. 102persona, che gli permetta di vivere dignitosamente. Quello è lo strumento contro l'usura, non il prestito vitalizio ipotecario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbanti 1.19, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

  Dall'Osso, Matteo Bragantini, Gigli...

   Presenti e votanti  388    
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no  281    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Marazziti ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbanti 1.20.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, anche in questo caso chiederei, con particolare attenzione al relatore, se può prendere in considerazione questo emendamento, soprattutto per la sua tecnicità. La norma attualmente dice che l'appartamento, l'immobile in questo caso, va venduto nell'arco di 12 mesi, dopodiché scatta un sistema di asta. Abbiamo cercato di trovare un parametro che tenesse conto anche di quello che è l'andamento del mercato immobiliare, proprio per evitare poi la creazione di distorsioni all'interno delle vendite. Attualmente, 12 mesi rischiano di essere un periodo troppo corto, vista anche la congiuntura economica; allora, abbiamo elaborato questo emendamento che estende il periodo a 18 mesi, quindi non tantissimo, semplicemente prendendo i tempi medi di vendita di un immobile che sono stati stimati da Nomisma. Ovviamente, non solo questo garantisce un adeguato tempo per la vendita dell'immobile, ma riesce ad assicurarci una coerenza anche con quella che è la normativa in termini di successione, per cui riesce a darci un buffer in più oltre quello che dice.
  Per cui, chiederei davvero al relatore cosa ne pensa di questa piccolissima variazione, molto, molto tecnica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbanti 1.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Nesci, Sorial, Marazziti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  382   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  267    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbanti 1.21.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, anche in questo caso volevo far notare un tecnicismo abbastanza pericoloso per il rischio sistemico che potrebbe comportare l'applicazione massiccia di questa forma tecnica sugli impieghi. Viene stabilito dalla norma che, qualora la casa, l'immobile in questo caso, non riesca ad essere venduto nei tempi concordati, si Pag. 103innesca un sistema di asta al ribasso per il quale ogni anno l'immobile viene deprezzato del 15 per cento. Se – con l'esclusione degli ultimi tre, quattro anni in cui abbiamo visto l'andamento che ha avuto il mercato del mattone – ipotizziamo un normale periodo di crescita economica in cui i prezzi delle case salgono, se consideriamo anche un tasso di inflazione normale, ebbene abbattere un prezzo dell'immobile del 15 per cento diventa un abbattimento abbastanza rilevante.

  PRESIDENTE. Onorevole Vaccaro, i saluti magari li rinviamo a dopo, grazie. Prego, onorevole Barbanti.

  SEBASTIANO BARBANTI. Come dicevo, abbiamo il 15 per cento del taglio sull'asta, più la normale crescita dei prezzi, più l'inflazione: ci troveremmo addirittura, in alcuni casi, a deprezzare un immobile in un anno, tout court, del 20 per cento, in maniera esponenzialmente progressiva.
  Allora, ci chiediamo e vi chiediamo: ovviamente il rischio qual è ? Quello di trovare una moltitudine di immobili in vendita con un sistema di aste del genere, che potrebbe provocare un abbattimento generalizzato dei prezzi degli immobili, una cosa che non penso un'economia stabile auspichi, soprattutto l'Italia, che ha sempre visto nel mattone un po’ il rifugio dei risparmi.
  In questo caso noi abbiamo individuato, in questo primo emendamento – poi nel successivo il valore aumenta un po’ di più –, una decurtazione del sistema d'asta nell'ordine del 5 per cento annuo – e del 10 per cento annuo nel successivo emendamento –, che evidentemente è un po’ più consono rispetto a quello che ci siamo anche detti prima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Avverto, colleghi del MoVimento 5 Stelle, che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. La Presidenza dà per scontato che ci sarà una richiesta di ampliamento, come accade di consueto, e quindi vi informo che vi sto per concedere un terzo aggiuntivo, che equivale a nove minuti: tenetene conto per i diversi emendamenti che avete ancora da illustrare.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, se consente l'onorevole Sannicandro, l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, parlerò anche per bocca dell'onorevole Sannicandro.
  Il 15 per cento è già inferiore a quello che prevedono le aste giudiziarie. Io opporrei questo tema, e cioè che con il 5 per cento – forse anche il 10 – si rischia di tenere il bene invenduto per molti anni. Il rischio è che, rimanendo invenduto per molti anni, il bene progressivamente si depauperi e perda di valore.
  Quindi invito a riflettere su questo, che rischia di essere controproducente: per non volere andare a ribassi più accelerati, rischio in realtà di fare sì che il bene continui a valere sempre di meno, di anno in anno, fino a quando lo venderò necessariamente ad un prezzo ridottissimo per non averlo voluto ribassare in tempo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbanti 1.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Carnevali...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  382   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no  293    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 104

  (Il deputato Lodolini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbanti 1.22.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, l'emendamento del 5 per cento è stato bocciato, e ora c’è quello del 10 per cento. Quindi, anziché svalutare l'immobile del 15 per cento, chiediamo di svalutarlo del 10 per cento. Qui avete la possibilità di dimostrare all'Aula che effettivamente questo provvedimento viene più dalle associazioni dei consumatori che dalle associazioni delle banche.
  Questo emendamento chiarirebbe a tutti quanti la cosa, perché al 15 per cento di svalutazione è molto appetibile il mercato e al 10 per cento già lo diventa un po’ di meno. Però riusciremmo ad aiutare sia il finanziato che gli eredi. Quindi, potete dimostrarlo con questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbanti 1.22, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Non vedo mani alzate... Piepoli, Giammanco, Santerini... onorevole Giammanco, si guardi intorno, non è tutto a posto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  381   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  97    
    Hanno votato no  284    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.23.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, in pratica noi vorremmo andare a sopprimere una parte della norma dove viene dato un mandato al Governo di normare, sia il regolamento che deve essere utilizzato per l'offerta di questo prodotto, ovvero il prestito vitalizio sia le regole riferite ai modi di riduzione del valore dell'immobile. Cosa vuol dire ? Mi spiego meglio.
  In pratica, la banca potrà entrare in possesso dell'immobile, non solo a fine vita, ma anche quando l'immobile ha una particolare riduzione del valore. Ebbene, prendiamo un caso limite in cui magari una persona non riesce a fare la manutenzione del proprio immobile. Potrebbe essere anche richiesto dalla banca di vendere l'immobile solo perché lui non riesce a fare la manutenzione e, quindi, il valore scende. Veramente siamo fuori da ogni limite.
  Quindi, visto che il Governo in questo provvedimento non è intervenuto così tanto, non ha cercato di modificarlo, non ha cercato quantomeno di ridurre il rischio che questo diventi veramente uno strumento dannoso per la società, ebbene noi non ci fidiamo e chiediamo, quindi, che il Governo non intervenga ulteriormente a modificare questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.23, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Crippa, Grassi, Luigi Gallo, Russo, Gandolfi, Zardini...Pag. 105
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  382   
   Votanti  381   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  85    
    Hanno votato no  296    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marco Di Maio 1.35, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Galperti, Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  378   
   Votanti  296   
   Astenuti   82   
   Maggioranza  149   
    Hanno votato  282    
    Hanno votato no  14    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Romanini che segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, la deputata Mannino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto e avrebbe voluto astenersi e il deputato Gadda ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbanti 1.34.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, Viceministro, relatore, l'emendamento in questione ritengo sia a tutela della stabilità del sistema finanziario poiché, in poche parole, cerca di assimilare questa forma tecnica sostanzialmente alla disciplina dei grandi rischi. Ovverosia, poniamo una percentuale massima al patrimonio di vigilanza oltre il quale questa forma tecnica per ogni banca non può essere utilizzata. Questo perché, come abbiamo detto prima, compito delle banche è quello di gestire la liquidità, non gli immobili. Immobili che hanno un riflesso negativo, sia sulla liquidità, sia sull'operatività della banca, sia sul patrimonio stesso di vigilanza. E potrebbero avere anche un riflesso negativo, poi, sul sistema economico generale, per quanto ci dicevamo prima.
  Allora, essendo a tutti gli effetti un rischio, ci sembra anche abbastanza corretto, mutuando quelle che sono un po’ alcune normative riguardo ad alcuni dettami per quanto riguarda Basilea soprattutto sulla concentrazione dei rischi, trattarli in una maniera un po’ più specifica e tecnica, limitando l'utilizzo – ovviamente attraverso una delega a Banca d'Italia, sentito il CICR – nello stabilire quale è la percentuale massima in relazione al patrimonio di vigilanza che le banche possono mettere a disposizione per questa specifica forma tecnica. Ciò eviterebbe la particolare concentrazione e l'ingessamento in questo caso del portafoglio relativo alla tutela del sistema finanziario in generale e ovviamente anche dei consumatori.
  Volevo sapere cosa ne pensino di questa fattispecie il Viceministro o il relatore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, noi riteniamo, insieme a tante altre considerazioni che sono state fatte dai colleghi, che trattasi di un provvedimento straordinario. Questo provvedimento straordinario si innesca su una modifica, una implementazione, un'integrazione di una norma già esistente, ma si tratta comunque di un provvedimento appunto Pag. 106straordinario che avrà pure le caratteristiche di tentare di innescare, dal punto di vista commerciale, anche il mercato immobiliare, ma vorrei sottolineare che lo scopo, l'obiettivo preciso che si pone il provvedimento in esame è, in presenza di situazioni straordinarie dal punto di vista economico e finanziario della crisi, che non sto qui a ripetere, tentare di dare una risposta a chi, secondo la propria esclusiva volontà, vuol procedere in base a quello che si è determinato in questo provvedimento con alcune regole che sono state inserite e quant'altro.
  Per evitare che cosa ? Per evitare: in primo luogo che persone che hanno questa specifica idea, secondo la propria libertà, e la volontà di instaurare questo tipo di rapporto con gli istituti di credito eventualmente disponibili a procedere a questo genere di operazione, davanti ad una situazione di povertà, di difficoltà e quant'altro dovuta alla crisi o alla perdita di lavoro ed altro, non possono poter disporre di liquidità; in secondo luogo che queste persone finiscano nell'usura, nel mercato illegale e, peggio ancora, anche da parte degli istituti finanziari di credito e quant'altro finiscano poi per avere sequestri, pignoramenti e quant'altro. Lo scopo è questo.
  Certamente non è la cosa migliore del mondo, ma debbono essere determinate queste situazioni. In particolare, noi abbiamo votato qualche emendamento proposto dal MoVimento 5 Stelle e voteremo anche a favore di questo, perché è giusto pure che la Banca d'Italia, nel rispetto dei vincoli, nel rispetto di tutta una serie di situazioni, compresa Basilea 2, Basilea 3, ed altre, comunque abbia la possibilità di determinazione di un limite massimo di rischio in riferimento a quello che stabiliscono, e questo secondo anche tutte le procedure che attualmente sono in essere da parte della vigilanza della Banca d'Italia nei confronti degli istituti finanziari.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbanti 1.34, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli... Bragantini... Ginoble... Chimienti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  379   
   Votanti  378   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  253    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Avverto che, consistendo la proposta di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame di un ordine del giorno – A.C. 1752-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A – A.C. 1752-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare l'ordine del giorno che è in distribuzione, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'ordine del giorno Marazziti n. 9/1752-A/1, unico presentato... il Presidente palesemente sta prendendo tempo. Onorevole Viceministro, lei capisce bene che se io annuncio all'Assemblea che sospendiamo i lavori per dieci minuti per l'esame di un solo ordine del giorno, io a lei passiamo ad un livello di impopolarità che nei prossimi quarantacinque anni nessuno avrà mai la possibilità di verificare.
  L'onorevole Marazziti, per consentire che sia decifrato l'ordine del giorno, ha facoltà di prendere la parola per illustrare Pag. 107brevemente il suo ordine del giorno n. 9/1752-A/1. Prego, onorevole Marazziti.

  MARIO MARAZZITI. Signor Presidente, grazie, anche ai colleghi dell'attenzione. Questo ordine del giorno è legato ad un solo fatto: questo provvedimento è un provvedimento chiaramente sociale per trovare risorse per anziani in difficoltà proprietari di casa, ma senza un reddito sufficiente. Abbiamo l'articolo 1, comma 12-quater, dove si stabilisce una serie di norme, per cui le banche possono, alla morte del contrattore del debito, recuperare il debito vendendo la casa, eventualmente agli eredi aventi diritto.
  Il testo così com’è non è chiarissimo nel rispetto del coniuge superstite, nel caso in cui non siano in comunione dei beni: quindi, muore un coniuge e, entro un anno, va venduto il bene, se fosse strettissima l'interpretazione di questo articolo. Quindi, ad un fatto terribile, subentrerebbe un altro fatto di impoverimento.
  Siccome tutto il provvedimento è a favore degli anziani, è a favore della possibilità di avere un reddito dignitoso, c’è un ordine del giorno che chiede al Governo di inserire le normative che chiariscono il fatto che questo dispositivo entra in vigore, nel caso in cui siamo di fronte ad una separazione dei beni, alla morte anche del coniuge. Quindi, io credo che sia una cosa che va nella stessa direzione, che sia assolutamente coerente con lo spirito di questo provvedimento e che tolga ogni ombra.

  PRESIDENTE. Chissà se, nel frattempo, il Viceministro sarà in grado di illuminarci sul parere rispetto a questo ordine del giorno.

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, l'ordine del giorno deve essere riformulato, perché chiaramente entra in un aspetto specifico della cointestazione del bene e, chiaramente, con un ordine del giorno non è possibile modificare una norma. Quindi, possiamo accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione e come un impegno del Governo ad intervenire con le future modifiche legislative per risolvere questo problema, che è quello della cointestazione. Quindi, c’è un parere favorevole, modificando l'ordine del giorno nel senso di impegnare il Governo a valutare l'opportunità di intervenire su questo tema specifico che è stato scritto.

  PRESIDENTE. Onorevole Casero, non vorrei complicare la situazione: nell'ordine del giorno c’è già scritto «a valutare ulteriori possibili iniziative». Nell'ordine del giorno già c’è la dizione «a valutare ulteriori possibili iniziative», quindi, sostanzialmente, viene accolto come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marazziti n. 9/1752-A/1, accolto dal Governo come raccomandazione.
  È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.
  Secondo le intese intercorse, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà con le dichiarazioni di voto finale nella seduta di domani, a partire dalle ore 9.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea e aggiornamento del programma (ore 20,05).

  PRESIDENTE. Comunico che a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo i lavori dell'Assemblea per le prossime due settimane sono stati così rimodulati.
  Immagino, onorevole Palmieri, che lei sia particolarmente interessato all'argomento... allora mi segua:

   Lunedì 14 luglio (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna)

   Discussione sulle linee generali delle mozioni:
   Binetti ed altri n. 1-00309, Santerini ed altri n. 1-00512 e Quartapelle Procopio ed altri n. 1-00326 in materia di adozioni internazionali;Pag. 108
   La Russa ed altri n. 1-00441 in materia di progressioni di carriera e automatismi retributivi per il personale del comparto difesa-sicurezza e soccorso pubblico;

   Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 2498 – Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo (Approvato dal Senato – ove concluso dalla Commissione);
   proposta di legge n. 360 e abbinate – Disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli, in esecuzione della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo 7 gennaio 2014 (ove concluso dalla Commissione);
   disegno di legge n. 2272 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Niger in materia di sicurezza, fatto a Niamey il 9 febbraio 2010 (Approvato dal Senato);
   proposta di legge n. 1092 – Istituzione del «Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno» e disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell'archivio storico della Fondazione Di Vagno, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921.

   Discussione sulle linee generali della mozione Speranza ed altri n. 1-00357 concernente iniziative per la promozione dell'occupazione femminile.

   Martedì 15 (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 16 e giovedì 17 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 18 luglio) (con votazioni)

   Seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

   Seguito dell'esame delle mozioni:
   Binetti ed altri n. 1-00309, Santerini ed altri n. 1-00512 e Quartapelle Procopio ed altri n. 1-00326 in materia di adozioni internazionali;
   La Russa ed altri n. 1-00441 in materia di progressioni di carriera e automatismi retributivi per il personale del comparto difesa-sicurezza e soccorso pubblico.

   Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 2498 – Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo (approvato dal Senato – ove concluso dalla Commissione);
   proposta di legge n. 360 e abbinate – Disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli, in esecuzione della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo 7 gennaio 2014 (ove concluso dalla Commissione);
   disegno di legge n. 2272 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Niger in materia di sicurezza, fatto a Niamey il 9 febbraio 2010 (Approvato dal Senato);
   proposta di legge n. 1092 – Istituzione del «Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno» e disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell'archivio storico della Fondazione Di Vagno, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921.

   Seguito dell'esame della mozione Speranza ed altri n. 1-00357 concernente iniziative per la promozione dell'occupazione femminile.

   Martedì 15 luglio, alle ore 17, avrà luogo l'esame della domanda di autorizzazione ad eseguire la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti del deputato Galan (Doc. IV, n. 8).

   Nella mattina di mercoledì 16 luglio avranno luogo la deliberazione in merito Pag. 109alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte Costituzionale dal Tribunale ordinario di Torre Annunziata, di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 150 del 2014 e la deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte Costituzionale dalla Corte di Appello di Bologna – Sezione seconda civile, di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 161 del 2014.

  Lunedì 21 luglio (antimeridiana)

  Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2496 – Conversione in legge del decreto-legge 26 giugno 2014, n. 92, recante disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché di modifiche al codice di procedura penale e alle disposizioni di attuazione, all'ordinamento del Corpo di polizia penitenziaria e all'ordinamento penitenziario, anche minorile (da inviare al Senato – scadenza: 26 agosto 2014).

  Discussione sulle linee generali della mozione Ginefra ed altri n. 1-00134 concernente iniziative per il prolungamento del corridoio Baltico-Adriatico e per l'ammodernamento della linea ferroviaria sulla dorsale adriatica.

   Lunedì 21 luglio (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna).

  Discussione congiunta del conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2013 (Doc. VIII, n. 3) e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2014 (Doc. VIII, n. 4).

   Martedì 22, mercoledì 23 e giovedì 24 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 25 luglio) (con votazioni).

   Esame del disegno di legge n. 2486 – Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari (da inviare al Senato – scadenza: 23 agosto 2014).

   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2496 – Conversione in legge del decreto-legge 26 giugno 2014, n. 92, recante disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché di modifiche al codice di procedura penale e alle disposizioni di attuazione, all'ordinamento del Corpo di polizia penitenziaria e all'ordinamento penitenziario, anche minorile (da inviare al Senato – scadenza: 26 agosto 2014).

   Seguito dell'esame della mozione Ginefra ed altri n. 1-00134 concernente iniziative per il prolungamento del corridoio Baltico-Adriatico e per l'ammodernamento della linea ferroviaria sulla dorsale adriatica.

   Nella seduta di giovedì 24 luglio avrà luogo il seguito dell'esame congiunto del conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2013 (Doc. VIII, n. 3) e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2014 (Doc. VIII, n. 4).

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

Pag. 110

  Lo svolgimento di interpellanze urgenti avrà luogo il venerdì (dalle ore 9).

  Lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni avrà luogo, di norma, il martedì mattina.
  L'organizzazione dei tempi della proposta di legge n. 360 e abb., del disegno di legge di ratifica n. 2272, della proposta di legge n. 1092, della mozione n. 1-00357, del Doc. IV, n. 8 e della mozione n. 1-00134 sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Per quanto riguarda la discussione del disegno di legge n. 2498, l'eventuale organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base dei testi che verranno licenziati dalle Commissioni di merito.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Sull'ordine dei lavori (ore 20,10).

  ANTONIO PALMIERI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Mi pare di capire che lei voglia intervenire su quest'ultimo punto, onorevole Palmieri, prego, ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, volevo caldamente e dal profondo del mio cuore ringraziarla per l'attenzione che ha dedicato alla mia persona e, di conseguenza, anche alla possibilità di organizzare i miei impegni politici e anche familiari in ragione del calendario che lei ha testé illustrato. Quindi, anche a nome dei colleghi del mio gruppo, la ringrazio, perché l'attenzione nei miei confronti la cogliamo come un'attenzione particolare nei confronti dell'intero gruppo di Forza Italia.

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, purtroppo intervengo per informare l'Aula di una tragedia che è successa oggi: a Tagliacozzo, in provincia de L'Aquila è esplosa una fabbrica pirotecnica.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore...

  GIANNI MELILLA. Sono già state accertate tre vittime, ma ci sono vari dispersi e feriti molto gravi.
  Questa tragedia segue quell'altra che è successa l'anno scorso a Città Sant'Angelo. Anche in quel caso ci furono cinque morti, di cui un vigile del fuoco che, nelle operazioni di soccorso, purtroppo ha perso la vita. Penso, a nome di tutti i parlamentari, di esprimere il cordoglio per questa tragedia, di partecipare il nostro dolore alle famiglie delle vittime di questi lavoratori e unire a questi sentimenti di cordoglio anche un impegno forte del Parlamento affinché si possa fare tutto il possibile per evitare che andare al lavoro non sia come andare in guerra, che non si debba morire sul posto di lavoro, e soprattutto interrogarsi sulla necessità di questi luoghi, purtroppo anche di morte, che sono le fabbriche di fuochi pirotecnici. Tutti noi siamo ammirati quando vediamo questi spettacoli, soprattutto nei paesi del Mezzogiorno, però dobbiamo pensare che dietro questi spettacoli c’è una realtà in cui purtroppo si muore anche.

  ROBERTO FICO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO FICO. Signor Presidente, oggi a Napoli è deceduto un ragazzo di 14 anni colpito, qualche giorno fa, dai calcinacci di un palazzo mentre camminava per strada, un palazzo proprio al centro di Napoli, tra via Toledo e la Galleria Umberto, un luogo centralissimo. Sembra che prima di essere colpito egli abbia spostato e spinto i ragazzi che erano vicino a lui per scansarli dai calcinacci.
  Ora la magistratura farà il suo corso e magari ci saranno dei colpevoli, però volevo dire semplicemente che mi sembra così ingiusto che sia morto questo ragazzo, in questo modo, nel centro di una città Pag. 111come Napoli. Credo che non ci sia una legge che possa dare senso a tutto questo o riuscire a proteggere solamente queste persone che vivono normalmente nelle città.
  Credo che questa morte sia colpa un po’ di tutti quanti, di un sistema intero che si è lasciato andare. Rispecchia un po’ quello che siamo oggi: abbandonati, abbandonati tutti, a partire proprio dalla nostra anima. Così come i palazzi sono distrutti e cadono a pezzi in molti comuni, io credo che abbiamo perso il senso di comunità, di dignità, il senso della bellezza, il senso di scambiarci sicurezza, reddito, lavoro condivisione. Abbiamo perso tutto questo, abbiamo perso un sentimento, abbiamo perso l'anima. Penso che anche questo Parlamento e tantissimi comuni hanno perso quell'anima che spinge alla nobilitazione di vita diversa.
  Credo che questo io abbia e abbiamo letto tutti in questa morte, che non mi sembra assolutamente giusta. Quindi, mi volevo e ci volevamo stringere tutti vicino alla famiglia di questo ragazzo. Siamo proprio affranti. Non è giusto che sia successa una cosa del genere. Non voglio neanche dire che non succederà più, ma voglio dire che dobbiamo cambiare. Qui non si tratta più di vincere, perdere, combattere, ma si tratta di cambiare. Dobbiamo essere tutti insieme il cambiamento in questa Italia, se no non andiamo avanti (Applausi).

  PRESIDENTE. Non me ne vorranno l'onorevole Pesco e l'onorevole Grillo, do prima la parola all'onorevole Leonardo Impegno, che ha chiesto di intervenire sul medesimo argomento. Prego, onorevole Impegno.

  LEONARDO IMPEGNO. Signor Presidente, Salvatore aveva 14 anni, come è stato ricordato dal collega Fico. Una morte ingiusta e, devo dire la verità, non so se imprevedibile. Morto perché un pezzo di cornicione della Galleria Umberto I di Napoli gli è cascato sulla testa. La magistratura adesso farà tutte le indagini necessarie ma già oggi, sui giornali, c’è il dibattito sul rimpallo delle responsabilità – che di per sé è ingiusto e aggiungerei vergognoso – tra il condominio, chi aveva il compito di curare le facciate e il comune di Napoli.
  È una morte ingiusta ma non imprevedibile. Oggi però, ha fatto bene il collega Fico a ricordarlo in questa Aula e lo vogliamo fare anche noi e lo voglio fare anch'io, perché era un ragazzo di 14 anni che – si dice dalle cronache – ha provato a salvare anche altri passanti, li ha spinti e, spingendo gli altri, non è riuscito a salvare se stesso.
  Le responsabilità, spero, verranno individuate il prima possibile ma oggi è il giorno del cordoglio, delle condoglianze e credo che l'intero Parlamento si debba stringere intorno alla famiglia di Salvatore sperando che casi del genere non capitino più.
  Spero che la Presidenza, e ne sono sicuro, farà pervenire alla famiglia i sentimenti del più profondo cordoglio da parte dell'intera Camera dei deputati (Applausi).

  PRESIDENTE. Ovviamente, lo dico all'onorevole Fico e lo dico all'onorevole Impegno, la Presidenza si associa alle considerazioni e anche alle condoglianze che sono state rivolte nei confronti della famiglia.

  DANIELE PESCO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, intervengo perché ieri mattina, molto presto – dall'1 alle 6 – a Milano sono scesi ben 60 millimetri di pioggia. Ciò ha comportato che, come succede spesso, il fiume Seveso sia esondato. Questo purtroppo succede molto spesso e noi vogliamo fare qualcosa, vogliamo innanzitutto lanciare una preghiera al Ministro dell'interno affinché intervenga, magari tramite proprio il prefetto, perché è il prefetto la persona che innanzitutto deve coordinare l'emergenza.Pag. 112
  Siamo sicuri, e ne siamo quasi certi, che quanto successo ieri mattina possa ripetersi nelle prossime settimane. E questo è molto grave. Purtroppo, attualmente non c’è una soluzione immediata per risolvere questo problema; ieri le strade si sono allagate, non sono successi gravissimi incidenti, è successo di notte e se fosse successo di giorno, probabilmente con maggior traffico, sarebbero potuti succedere maggiori incidenti.
  Noi, come soprattutto i cittadini di quelle zone, mi riferisco alla zona Bicocca e al quartiere Isola che sono stati appunto allagati, abbiamo paura che questo possa ripetersi.
  Insomma, il problema che sta a monte è un problema molto importante: è quello della cementificazione. Purtroppo queste aree di Milano sono state cementificate senza pensare ai danni riferiti all'assetto idrogeologico. In Parlamento, attualmente in Commissione, c’è proprio una proposta di legge sul consumo di suolo che purtroppo è ferma in Commissione e non riesce ad andare avanti e dove si cerca di regolamentare questa materia.
  La mia preghiera è questa verso la Presidenza affinché intervenga con il Ministro dell'interno affinché preghi il prefetto di coordinare in modo migliore l'emergenza rispetto a quanto avvenuto la mattina scorsa.

  GIULIA GRILLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, questo intervento lo faccio in seguito ad una notizia di stampa che affermerebbe la partecipazione del Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, e del Ministro del lavoro, Poletti, ad un convegno sul welfare organizzato da Unipol e Censis.
  Apprendiamo che il Ministro della salute Lorenzin valuta la possibilità di una sanità integrativa con le assicurazioni da avviare in autunno dell'anno prossimo. Questo intervento lo facciamo per due motivi, Presidente.
  Le assicurazioni nel campo della sanità si pongono in una maniera piuttosto contrastante. Vede, da una parte, non vogliono assicurare più gli ospedali perché non reputano conveniente assicurare gli ospedali per poter poi risarcire i danni derivati dalla malasanità derivante a sua volta da una mala gestione, derivante a sua volta da una nomina politica di chi dovrebbe assicurare una corretta gestione della sanità. Però, escono dalla porta e rientrano dalla finestra perché le assicurazioni, è chiaro, non ci devono perdere, devono solo guadagnare; e, quindi, arrivano e si inchinano dicendo: «abbiamo tutto pronto, abbiamo la sanità integrativa pronta». Presidente, scusi, cosa vuol dire sanità integrativa ?
  Mi perdoni, non può passare il concetto del diritto alla salute come un diritto concesso attraverso l'ausilio, o peggio ancora, l'obbligo di un'assicurazione. Faccio rilevare in questa sede che il Ministero della salute paga l'affitto in via del Tritone n. 18 alle Assicurazioni Generali Spa per un ammontare di 3 milioni di euro, per il quale l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, ha chiesto anche al demanio un nuovo edificio presso cui alloggiare. Quindi, abbiamo un Ministero della salute, mi perdoni, che paga l'assicurazione per affittare un locale, se va al convegno dell'assicurazione per cedere il concetto di un diritto all'assicurazione ? Chiedo che il Presidente Renzi rettificati la dichiarazione del Ministro Lorenzin (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani ricordando che nella seduta di domani, giovedì 10 luglio, è convocato alle ore 13,30 il Parlamento in seduta comune per procedere alle votazioni per l'elezione di due giudici della Corte costituzionale e di otto componenti il Consiglio superiore della magistratura. La chiama avrà inizio dai senatori.

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  Giovedì 10 luglio 2014, alle 9:

  1. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   CAUSI e MISIANI: Modifica all'articolo 11-quaterdecies del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, in materia di disciplina del prestito vitalizio ipotecario. (C. 1752-A)
  — Relatore: Petrini.

  2. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   CANCELLERI ed altri: Soppressione della società Equitalia Spa e trasferimento delle funzioni in materia di riscossione all'Agenzia delle entrate, nonché determinazione del limite massimo degli oneri a carico dei contribuenti nei procedimenti di riscossione. (C. 2299-A)
  — Relatori: Pelillo, per la maggioranza; Cancelleri, di minoranza.

  3. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
   FIORIO ed altri; RUSSO e FAENZI; FRANCO BORDO e PALAZZOTTO; ZACCAGNINI ed altri; SCHULLIAN ed altri: Disposizioni in materia di agricoltura sociale. (C. 303-760-903-1019-1020-A)
  — Relatore: Covello.

  4. – Seguito della discussione delle mozioni Bergamini ed altri n. 1-00524, Fratoianni ed altri n. 1-00525, Fantinati ed altri n. 1-00526, Fitzgerald Nissoli ed altri n. 1-00527, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00528, Senaldi ed altri n. 1-00529, Rampelli ed altri n. 1-00530 e Allasia ed altri n. 1-00532 concernenti iniziative per la tutela del made in Italy.

  La seduta termina alle 20,25.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Pdl n. 360 e abb. – Attribuzione del cognome ai figli

Discussione generale: 7 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti
 Partito Democratico 32 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 30 minuti
 Nuovo Centrodestra 30 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti
 Per l'Italia 30 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti
 Misto: 30 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 12 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti
  Centro Democratico 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
4 minuti
Pag. 115

Ddl di ratifica n. 2272 – Italia-Niger in materia di sicurezza

Tempo complessivo: 2 ore.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 15 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 25 minuti
 Partito Democratico 19 minuti
 MoVimento 5 Stelle 12 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 9 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 6 minuti
 Nuovo Centrodestra 6 minuti
 Scelta civica per l'Italia 6 minuti
 Lega Nord e Autonomie 6 minuti
 Per l'Italia 6 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 5 minuti
 Misto: 10 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti
Pag. 116

Pdl n. 1092 – Istituzione del «Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno»

Tempo complessivo: 12 ore, di cui:

• discussione generale: 7 ore;
• seguito dell'esame: 5 ore.

Discussione generale  Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 15 minuti
Governo 20 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 45 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti 3 ore e 15 minuti
 Partito Democratico 32 minuti 55 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti 26 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
30 minuti 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 30 minuti 14 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti 14 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti 14 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti 13 minuti
 Per l'Italia 30 minuti 13 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza
 Nazionale
30 minuti 11 minuti
 Misto: 30 minuti 14 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti
  europei (LED)
12 minuti 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti 3 minuti
  Centro Democratico 4 minuti 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 4 minuti 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 4 minuti 2 minuti
Pag. 117

Mozione n. 1-00357 – Iniziative per la promozione dell'occupazione femminile

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 35 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Doc. IV, n. 8 – Domanda di autorizzazione ad eseguire la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti del deputato Galan

Tempo complessivo: 3 ore.

Relatore 15 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti Pag. 118
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 27 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 2 ore e 8 minuti
 Partito Democratico 37 minuti
 MoVimento 5 Stelle 17 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 13 minuti
 Nuovo Centrodestra 9 minuti
 Scelta civica per l'Italia 9 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 9 minuti
 Lega Nord e Autonomie 8 minuti
 Per l'Italia 8 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 7 minuti
 Misto: 11 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 3 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti

Mozione n. 1-00134 – Prolungamento del corridoio Baltico-Adriatico

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti Pag. 119
 MoVimento 5 Stelle 35 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2426-A – em. 10.66 375 357 18 179 112 245 74 Resp.
2 Nom. em. 10.68 385 360 25 181 47 313 74 Resp.
3 Nom. em. 10.100 400 398 2 200 111 287 73 Resp.
4 Nom. em. 10.67 410 365 45 183 92 273 72 Resp.
5 Nom. em. 10.73 417 368 49 185 94 274 71 Resp.
6 Nom. em. 10.102 420 372 48 187 99 273 71 Resp.
7 Nom. em. 10.71 429 425 4 213 148 277 70 Resp.
8 Nom. em. 10.116 433 430 3 216 119 311 70 Resp.
9 Nom. em. 10.120 432 428 4 215 421 7 70 Appr.
10 Nom. em. 10.111 429 427 2 214 424 3 70 Appr.
11 Nom. em. 10.74 434 430 4 216 127 303 70 Resp.
12 Nom. em. 10.104 439 436 3 219 154 282 70 Resp.
13 Nom. em. 10.75 439 436 3 219 122 314 70 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 10.76 441 437 4 219 97 340 70 Resp.
15 Nom. em. 10.69 447 444 3 223 118 326 70 Resp.
16 Nom. em. 10.112 446 445 1 223 440 5 70 Appr.
17 Nom. em. 10.105 445 443 2 222 440 3 70 Appr.
18 Nom. em. 10.106 448 426 22 214 103 323 70 Resp.
19 Nom. em. 10.107 448 448 225 439 9 70 Appr.
20 Nom. em. 10.151 456 452 4 227 172 280 70 Resp.
21 Nom. em. 10.77 453 450 3 226 133 317 69 Resp.
22 Nom. em. 10.55 462 459 3 230 132 327 69 Resp.
23 Nom. em. 10.54 456 452 4 227 163 289 69 Resp.
24 Nom. em. 10.115 460 459 1 230 455 4 69 Appr.
25 Nom. em. 10.56 459 456 3 229 171 285 69 Resp.
26 Nom. em. 10.13, 10.78 458 457 1 229 85 372 69 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo agg. 10.016 452 449 3 225 173 276 69 Resp.
28 Nom. em. 11.100 456 422 34 212 136 286 69 Resp.
29 Nom. em. 11.27 rif. 459 457 2 229 447 10 69 Appr.
30 Nom. em. 11.5 453 419 34 210 32 387 69 Resp.
31 Nom. em. 11.13 455 394 61 198 19 375 69 Resp.
32 Nom. em. 11.61 452 391 61 196 20 371 69 Resp.
33 Nom. em. 11.8 457 410 47 206 137 273 69 Resp.
34 Nom. em. 11.7 452 406 46 204 129 277 69 Resp.
35 Nom. em. 11.34 455 454 1 228 20 434 69 Resp.
36 Nom. em. 12.37 453 431 22 216 106 325 69 Resp.
37 Nom. em. 12.19 458 438 20 220 60 378 69 Resp.
38 Nom. em. 12.101 443 440 3 221 138 302 67 Resp.
39 Nom. em. 12.33 439 418 21 210 52 366 67 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 12.12 436 402 34 202 131 271 67 Resp.
41 Nom. em. 12.15 425 390 35 196 116 274 67 Resp.
42 Nom. em. 12.102 429 425 4 213 420 5 67 Appr.
43 Nom. em. 12.100 431 429 2 215 158 271 67 Resp.
44 Nom. em. 12.31 428 332 96 167 56 276 67 Resp.
45 Nom. em. 13-bis. 100 435 419 16 210 15 404 67 Resp.
46 Nom. em. 14.1 440 397 43 199 104 293 67 Resp.
47 Nom. em. 14.101 438 419 19 210 136 283 67 Resp.
48 Nom. em. 14.102 452 449 3 225 158 291 67 Resp.
49 Nom. em. 15.1 452 449 3 225 113 336 67 Resp.
50 Nom. em. 15.3 449 446 3 224 161 285 67 Resp.
51 Nom. em. 15.2 452 449 3 225 158 291 67 Resp.
52 Nom. em. 16.6 454 435 19 218 24 411 67 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 16.31 453 451 2 226 140 311 67 Resp.
54 Nom. em. 16.107 451 450 1 226 438 12 67 Appr.
55 Nom. em. 16.102 445 444 1 223 79 365 67 Resp.
56 Nom. em. 16.28 448 446 2 224 158 288 67 Resp.
57 Nom. em. 16.2 445 445 223 46 399 67 Resp.
58 Nom. em. 16.30 450 450 226 30 420 67 Resp.
59 Nom. em. 16.29 448 446 2 224 118 328 67 Resp.
60 Nom. em. 16.16 rif. 450 448 2 225 440 8 67 Appr.
61 Nom. em. 1.70 441 439 2 220 160 279 67 Resp.
62 Nom. em. 1.102 n.f. 444 443 1 222 439 4 67 Appr.
63 Nom. em. 2.8 444 442 2 222 157 285 67 Resp.
64 Nom. em. 2.16 445 443 2 222 432 11 67 Appr.
65 Nom. em. 9.107 430 428 2 215 423 5 67 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 5.102 n.f. 376 375 1 188 375 75 Appr.
67 Nom. subem. 0.11.015.1 397 396 1 199 395 1 75 Appr.
68 Nom. articolo agg. 11.015 419 418 1 210 418 74 Appr.
69 Nom. em. 16.11 426 421 5 211 130 291 74 Resp.
70 Nom. em. 16.300 420 418 2 210 415 3 74 Appr.
71 Nom. em. 16.106 427 402 25 202 125 277 74 Resp.
72 Nom. odg 9/2426-A/22 440 337 103 169 54 283 72 Resp.
73 Nom. odg 9/2426-A/24 443 441 2 221 156 285 72 Resp.
74 Nom. odg 9/2426-A/32 448 448 225 163 285 71 Resp.
75 Nom. odg 9/2426-A/68 455 432 23 217 143 289 71 Resp.
76 Nom. odg 9/2426-A/69 445 395 50 198 122 273 71 Resp.
77 Nom. odg 9/2426-A/74 446 444 2 223 139 305 71 Resp.
78 Nom. odg 9/2426-A/83 441 374 67 188 92 282 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. odg 9/2426-A/84 448 424 24 213 53 371 70 Resp.
80 Nom. Ddl 2426-A – voto finale 444 285 159 143 285 69 Appr.
81 Nom. Pdl 1752-A – em. 1.1 396 394 2 198 94 300 69 Resp.
82 Nom. em. 1.2 401 400 1 201 89 311 68 Resp.
83 Nom. em. 1.40 421 404 17 203 94 310 68 Resp.
84 Nom. em. 1.4 412 411 1 206 129 282 68 Resp.
85 Nom. em. 1.36 410 409 1 205 316 93 68 Appr.
86 Nom. em. 1.30 406 404 2 203 130 274 68 Resp.
87 Nom. em. 1.7 409 408 1 205 102 306 68 Resp.
88 Nom. em. 1.10 408 408 205 124 284 68 Resp.
89 Nom. em. 1.15 401 400 1 201 394 6 68 Appr.
90 Nom. em. 1.31 399 397 2 199 92 305 68 Resp.
91 Nom. em. 1.16 400 397 3 199 121 276 68 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 101)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. em. 1.32 387 385 2 193 86 299 68 Resp.
93 Nom. em. 1.33 366 362 4 182 101 261 69 Resp.
94 Nom. em. 1.18 397 396 1 199 91 305 69 Resp.
95 Nom. em. 1.19 388 388 195 107 281 69 Resp.
96 Nom. em. 1.20 384 382 2 192 115 267 69 Resp.
97 Nom. em. 1.21 383 382 1 192 89 293 69 Resp.
98 Nom. em. 1.22 384 381 3 191 97 284 69 Resp.
99 Nom. em. 1.23 382 381 1 191 85 296 69 Resp.
100 Nom. em. 1.35 378 296 82 149 282 14 69 Appr.
101 Nom. em. 1.34 379 378 1 190 125 253 69 Resp.