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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 244 di giovedì 12 giugno 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 8,30.

  PRESIDENTE. Invito l'onorevole Catalano a svolgere le funzioni di segretario e a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  IVAN CATALANO, Segretario f.f., legge il processo verbale della seduta dell'11 giugno 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Balduzzi, Michele Bordo, Caparini, Dambruoso, Di Lello, Epifani, Fico, Fontanelli, Gasbarra, Giancarlo Giorgetti, Manciulli, Picchi, Gianluca Pini, Pisicchio, Realacci e Speranza sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 12 maggio 2014, n. 74, recante misure urgenti in favore delle popolazioni dell'Emilia-Romagna colpite dal terremoto e dai successivi eventi alluvionali verificatisi tra il 17 ed il 19 gennaio 2014, nonché per assicurare l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali (A.C. 2365-A) (ore 8,40).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2365-A: Conversione in legge del decreto-legge 12 maggio 2014, n. 74, recante misure urgenti in favore delle popolazioni dell'Emilia-Romagna colpite dal terremoto e dai successivi eventi alluvionali verificatisi tra il 17 ed il 19 gennaio 2014, nonché per assicurare l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali.
  Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2365-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento che ci accingiamo a votare oggi è l'ultimo anello di una catena di decreti-legge che, sin dal 2012, si sono occupati delle conseguenze causate dal sisma che, nel maggio del 2012, colpì le regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Stiamo parlando di ben sette decreti, che hanno introdotto disposizioni per far fronte, sotto diversi Pag. 2profili, ai danni diretti e alle conseguenze indirette provocate da tali eventi calamitosi. Una concentrazione di interventi per garantire e consentire, soprattutto nella regione Emilia Romagna, la ricostruzione di quei territori flagellati anche dall'alluvione dello scorso gennaio.
  Ovviamente, per amor di patria, non vogliamo qui, oggi, innescare rivendicazioni che poggiano tutte sul medesimo denominatore rappresentato dall'emergenza, ma non possiamo, proprio per quel sentimento di unione fraterna e anteponendo il bene comune, non richiedere una medesima attenzione per tutte quelle situazioni di emergenza già dichiarata e che vivono ancora la loro fase emergenziale più acuta. Non vorremmo, cioè, che si fosse innalzata in questi ultimi mesi una nuova Linea Gustav sull'Appennino tosco-emiliano, lasciando indietro il resto dell'Italia.
  Il dubbio è legittimo se proviamo a snocciolare tutte quelle emergenze ancora in atto nel Paese. Qui giochiamo, signor Presidente, signor rappresentante del Governo, tutti nello stesso campionato e non ci sono emergenze di serie «A» e di serie «B», sia ben chiaro. È vero alcune catastrofi lasciano il segno e rimangono più impresse nella mente e l'Italia si è trovata spesso a dover affrontare situazioni difficili.
  Non c’è dubbio che la tragedia che ha colpito l'Emilia e alcuni comuni della Lombardia e del Veneto è stata di notevole proporzioni. Troppe vite perse e troppi danni subiti dall'economia locale e nazionale. Noi, ovviamente, non verremo meno ad un impegno morale nei confronti di queste popolazioni, ma chiediamo che analogo impegno venga profuso da tutti nei confronti di altre emergenze: in Sardegna, nelle Marche, nel Molise, nella Puglia, per non citare il caso più emblematico rappresentato da L'Aquila.
  Non possiamo lasciare soli quei ragazzi che all'insegna del motto «jammo annanze» non hanno abbandonato L'Aquila, le sue strade, le piazze, i sentimenti e gli amici persi in quella notte, come ha ricordato, anche, lo stesso Papa Francesco che ha parlato della tragedia del sisma dell'Aquila, a cinque anni da quella notte tremenda di aprile. Condividiamo i contenuti e le finalità del decreto-legge in esame, rimarcando, però, come già detto, che non esiste il terremoto del maggio 2012, ma più terremoti che hanno colpito altri territori, anche se in misura molto minore, e che a loro volta sono stati colpiti da altre calamità naturali in tempi diversi.
  Crediamo, quindi, opportuno che vengano riconosciuti i medesimi diritti e doveri a tutti gli enti che sono stati interessati da calamità, poiché in tutti questi territori si registrano le medesime esigenze di completamento delle attività di ricostruzione sia post sisma che post alluvione e di sostegno alla piena ripresa delle attività economiche.
  Noi voteremo convinti a favore di questo provvedimento peraltro arricchito e cambiato profondamente in corso di esame in Commissione con misure che impattano favorevolmente sulle imprese, sui lavoratori e sui cittadini, ma non mancheremo di richiedere analogo impegno per tutte quelle situazioni che ancora richiedono una presenza dello Stato e alle quali burocrazia e risorse limitate hanno finito per far mancare l'attivazione di quei provvedimenti che pure la legge aveva disposto a seguito di calamità naturali.
  Per concludere, signor Presidente, l'Italia è una e una sola.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente, onorevole rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, i territori dell'Emilia Romagna, dopo i ben noti eventi calamitosi degli ultimi 24 mesi, sono in ginocchio ed una risposta forte e decisa da parte delle istituzioni statali non poteva essere ulteriormente rimandata. Piuttosto, gli eventi che hanno interessato quelle zone ci hanno mostrato, ancora una volta, come la migliore strategia per limitare i danni derivanti da calamità naturali passi attraverso la cura e la tutela del territorio. Pag. 3Il dissesto idrogeologico che affligge l'Emilia Romagna ha infatti tragicamente aumentato le capacità distruttive dei fenomeni sismici verificatisi nel 2012 ed è per questo che non mi stancherò mai di far presente a quest'Aula che governare l'emergenza idrogeologica dei nostri territori vuol dire consentire una loro più rapida ripresa quando colpiti da eventi calamitosi, anche di tipo sismico. Rispetto a tali calamità le misure predisposte dal Governo con il decreto-legge n. 74, meritano l'appoggio del Parlamento, muovendosi su piani diversi, ma fra loro complementari, delineando un intervento di tipo coordinato che, da tempo, il sottoscritto così come tutta la componente socialista chiedeva in merito a queste vicende.
  Quello che ci accingiamo a votare è, dunque, un intervento di tipo emergenziale che guarda, però, in un'ottica di prevenzione alle esigenze di sistema di determinate zone. Ovviamente, molto deve essere fatto in termini di minore consumo del suolo e di valorizzazione di una agricoltura ecosostenibile, ma tali aspetti devono essere affrontati in prima persona dalle Camere. Il presente disegno di legge di conversione, rispetto al quale la componente socialista esprime un convinto voto favorevole, rappresenta una tappa fondamentale, la prima di una nuova strategia di governo del territorio nazionale ispirata alla prevenzione dei rischi idrogeologici e alla tutela dell'ambiente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. L'onorevole Grimoldi si è allontanato un attimo...

  PRESIDENTE. È una mattinata non di quelle perfette dal punto di vista della sincronia dei nostri...
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molea. Ne ha facoltà.

  BRUNO MOLEA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con questo intervento intendo esprimere il voto favorevole del gruppo di Scelta Civica su questo provvedimento. Il decreto-legge n. 74 del 2014 reca misure destinate ai comuni dell'Emilia Romagna colpiti da alcuni eventi atmosferici e misure per l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali. Questo decreto ha una sua più chiara ragion d'essere nella prioritaria necessità di garantire la continuità dell'attività di ricostruzione avviata a seguito del sisma del maggio 2012 in quegli specifici territori interessati successivamente anche dalla tromba d'aria del 3 maggio 2013 e dagli eventi alluvionali del gennaio 2014.
  La legge mette sul piatto risorse che potranno essere subito spese nel biennio 2014-2015 a favore dei soggetti privati che hanno subito dei danni. Non solo, il decreto destina contributi anche per interventi urgenti connessi alla messa in sicurezza idraulica per il ripristino di opere pubbliche. Possono essere concessi, inoltre, contributi anche per la ripresa delle normali condizioni di vita e di lavoro dei privati cittadini e per la ripresa dell'operatività delle attività economiche.
  Il decreto-legge 12 maggio 2014, n. 74 prevede anche la concessione di contributi per il ripristino di opere pubbliche o di interesse pubblico, beni culturali, strutture pubbliche adibite ad attività sociali, socio-sanitarie e socio-educative, sanitarie, ricreative, sportive e religiose, edifici di interesse storico e artistico.
  L'articolo 1 mira a garantire la continuità dell'attività di ricostruzione avviata a seguito del sisma del maggio 2012 e a coordinarla con gli interventi necessari per la ricostruzione, l'assistenza alle popolazioni, la ripresa economica nei territori dei comuni già colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012 e interessati anche dagli eventi alluvionali verificatesi il 17 e il 19 gennaio 2014 – e individuati dall'articolo 3 del decreto-legge n. 4 del 2014 – nonché dalla tromba d'aria del 3 maggio 2013, individuati appunto con delibera del Consiglio dei ministri del 9 maggio 2013 dichiarativa dello stato di emergenza in attuazione dell'ordinanza di protezione civile n. 83 del 2013.Pag. 4
  Al riguardo si prevede che il presidente della regione Emilia Romagna, commissario delegato ai sensi del decreto-legge 6 giugno 2012, è autorizzato ad operare per l'attuazione degli interventi e per la ricostruzione, l'assistenza alle popolazioni e la ripresa economica nei comuni indicati con i poteri di cui all'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225 e con le deroghe alle normative vigenti stabilite, appunto, con delibera del Consiglio dei ministri del 4 luglio 2012, poi individuate con i provvedimenti attuativi del decreto-legge n. 4 del 2014.
  I commi 3 e 4 dell'articolo 1 consentono al commissario di avvalersi dell'amministrazione regionale e di quelle locali nonché di delegare le funzioni attribuite con il presente decreto ai sindaci dei comuni interessati dagli eventi alluvionali verificatesi tra il 17 e il 19 gennaio del 2014 e al presidente della provincia di Modena nel cui corrispettivo territorio sono da effettuarsi gli interventi. L'articolo 2 è volto ad assicurare l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali per l'anno 2014. In particolare, si prevede la revoca e la riassegnazione a tale Fondo delle risorse disponibili iscritte nel bilancio della Presidenza del Consiglio dei ministri per la mancata attivazione degli interventi previsti da specifiche disposizioni legislative adottate in seguito a calamità naturali.
  Il decreto, durante l'esame in Commissione ambiente della Camera dei deputati, ha subito alcune modifiche che rafforzano l'azione di tutela e di prevenzione degli eventi calamitosi come quelli previsti appunto dal comma 5-bis per le aziende agricole dei comuni interessati vittime degli eventi alluvionali e calamitosi.
  La regione Emilia Romagna, nelle giornate del 17 e del 19 gennaio 2014, è stata colpita nel territorio di Modena da gravi eventi alluvionali tali da causare una grave situazione di pericolo per l'incolumità delle persone provocando l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni e l'ammontare dei danni, secondo una valutazione iniziale, pari a 400 milioni di euro, è principalmente connesso a danneggiamenti infrastrutturali verificatesi per le opere di difesa idrauliche nei riguardi degli edifici pubblici e privati, delle infrastrutture viarie e delle attività produttive.
  Il vitale tessuto produttivo dell'Emilia Romagna, che ha garantito occupazione e benessere e che costituisce il 2 per cento del prodotto interno lordo, è paralizzato per oltre il 50 per cento, con circa il 40 per cento delle strutture controllate dichiarate inagibili. È un dato inconfutabile, l'Italia è un Paese dove l'esposizione al rischio di calamità naturali è particolarmente elevato. Ogni qual volta si verifica in Italia un evento calamitoso riconducibile a cause naturali si riscopre la congenita fragilità del territorio nazionale. Il fenomeno rappresenta infatti un problema estremamente diffuso nel nostro Paese, che risulta infatti soggetto a rapidi e periodici processi che ne alterano il territorio e producono conseguenze spesso devastanti. Molto spesso si tratta di fenomeni connessi al defluire delle acque libere in superficie e nel sottosuolo, che causano l'alterazione dello stato di stabilità dei terreni e dei pendii o l'esondazione dei corsi d'acqua per rilevanti e repentini aumenti di portata. Gli effetti del dissesto incidono sulla perdita di vite umane e provocano evidenti alterazioni ambientali e dei territori che si ripercuotono su tutte le attività dell'uomo, con rilevanti danni per le comunità colpite. Il rischio idrogeologico nel nostro Paese è in gran parte imputabile all'azione dell'uomo, nella trasformazione ed edificazione dei territori. La densità della popolazione, la progressiva urbanizzazione, l'abbandono dei terreni montani, l'edificazione in aree a rischio, il disboscamento e la mancata o carente manutenzione dei corsi d'acqua e dei versanti o dei pendii a rischio di instabilità hanno sicuramente aggravato la situazione e messo ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio italiano, aumentandone l'esposizione ai rischi di dissesto idrogeologico. Lo Stato, le istituzioni, gli enti locali, la regione devono essere vicini alle imprese, alle famiglie, agli artigiani, agli agricoltori, a tutti coloro che Pag. 5hanno subito gravi danni consentendo, nelle varie attività, una rapida ripresa dell'attività produttiva e un rapido ritorno alla normale vita. Ribadisco perciò che Scelta Civica dichiara il voto favorevole sul testo in esame per confermare anche che questo Governo intende intervenire sull'ambiente e sul territorio a favore di quelle popolazioni messe in ginocchio dagli eventi calamitosi in maniera incisiva e determinante.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà. Però, colleghi, così mi sembra esagerato, obiettivamente. Sono costretto a dichiararlo decaduto. Onorevole Grimoldi, però non è possibile, abbia pazienza, è la terza volta. Prego.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, scusi. Il gruppo Lega Nord e Autonomie condivide le provvidenze disposte dal presente decreto-legge per i territori dell'Emilia duramente colpiti dal sisma del maggio del 2012 e successivamente devastati dalle alluvioni verificatesi nel mese di gennaio scorso e dalla tromba d'aria del 3 maggio 2013, alluvioni e avversità atmosferiche che hanno aggravato ulteriormente una situazione già fortemente critica per i residenti e per il contesto economico e produttivo della zona. La falla di tre chilometri dell'argine del fiume Secchia nella domenica 20 del 19 gennaio 2014 ha versato circa 13 milioni di metri cubi di acqua che hanno invaso vaste aree della pianura modenese, in particolare i comuni di Bastiglia, Bomporto e importanti zone dei comuni di Modena, San Prospero, Campo Santo, Medolla, San Felice sul Panaro e fino all'Emilia. Sono stati danneggiati fabbricati residenziali e, quello che per noi è molto importante e sul quale intervenire, anche fabbricati produttivi che danno lavoro a tanta gente, scorte vive e morte, macchine, attrezzature, strade poderali e canali di scolo, terreni. Solo per il comparto agricolo si contano 54 milioni di danni per 302 aziende agricole colpite, su un totale di 350 presenti nell'area alluvionata che hanno estensione di 6 mila 500 ettari. Lo scopo dell'articolo 1 del decreto-legge è quindi quello di autorizzare il presidente della regione Emilia Romagna, in qualità di commissario per la ricostruzione post terremoto, ad operare con gli stessi poteri di deroga riconosciuti per la costruzione post terremoto e anche per l'attuazione degli interventi per il ripristino e la ricostruzione, l'assistenza alle popolazioni e la ripresa economica nei territori dei comuni interessati dalle alluvioni del mese di gennaio e dalla tromba d'aria del mese di maggio.
  Il presidente della regione Emilia Romagna avrà quindi ampi poteri per quanto riguarda la misura dei contributi da erogare, la destinazione degli stessi e le modalità e i tempi della loro erogazione, disponendo di una somma di 210 milioni di euro da suddividersi in più anni e delegando altresì ai sindaci dei vari comuni compiti di controllo e coordinamento per la messa in sicurezza dei territori e dei fiumi e il ripristino di edifici pubblici ed indennizzi ai privati e alle imprese.
  Tuttavia, non possiamo non notare che il decreto reca provvidenze solo per i comuni alluvionati dell'Emilia Romagna, mentre le alluvioni dei primi mesi del 2014, hanno interessato anche altri territori – ci riferiamo per esempio al Veneto – e di qui la dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi atmosferici del 30 gennaio e del 18 febbraio 2014 nel territorio della regione Veneto, con delibera tra l'altro del Consiglio dei ministri del giorno 11 aprile 2014 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 102 del 5 maggio 2014.
  Anche in Veneto, tra l'altro, nella provincia di Rovigo, come in Lombardia, nella provincia di Mantova, si sono avuti ingenti danni a causa del sisma del 2012 e tante aziende sono state doppiamente colpite sia dal terremoto che dalle alluvioni o magari da ripetute alluvioni. Certo, la regione Emilia Romagna ha avuto il 92,3 per cento dei danni totali registrati dal sisma, mentre le regioni Lombardia e Veneto hanno avuto rispettivamente il 6,7 per cento dei danni per quanto concerne la Lombardia, Pag. 6e l'1 per cento dei danni per quanto concerne il Veneto, però noi non vorremmo che ci si dimenticasse dei danni di queste altre due regioni per dare certezza di intervento anche a queste realtà che sono state colpite. Non si capisce quindi perché il decreto interessa solo una parte della popolazione anche se particolarmente colpita con più eventi straordinari, ma comunque non l'unica.
  Quindi, bene il provvedimento ma ci interesserebbe intervenire anche sulle altre realtà quantomeno sfortunate perché colpite da più eventi.
  Un'altra questione che il nostro gruppo intende stigmatizzare è la copertura finanziaria utilizzata in questo provvedimento, sia per la parte dei 160 milioni individuati nella garanzia statale per i finanziamenti bancari agevolati, sia per la parte dei 50 milioni nella contabilità speciale del commissario delegato, che peraltro non si capisce bene a questo pronto se verranno poi recuperati o no.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 9)

  PAOLO GRIMOLDI. Peraltro, per quanto concerne la parte dei 160 milioni, occorre specificare chiaramente nel testo che si tratta della parte di competenza della regione Emilia Romagna per non incidere sulla parte spettante alle province di Mantova e Rovigo, anche esse appunto particolarmente colpite. Il nostro gruppo ha presentato appositi emendamenti per ampliare la portata del decreto appunto ai territori di Lombardia e Veneto.
  In Commissione VIII è stato svolto un lavoro molto proficuo – e io ringrazio sia il presidente di Commissione che il relatore – anche se, come sempre, in tempi abbastanza ridotti, che ha portato a miglioramenti importanti rispetto al testo del Governo. Sono stati approvati emendamenti che ampliano i benefici del decreto-legge anche ai territori delle province di Bologna e Modena colpiti dalle eccezionali avversità atmosferiche verificatesi il giorno 30 aprile 2014. Sono state previste agevolazioni per le aziende agricole danneggiate, è stata inserita la presentazione annuale al Parlamento da parte del presidente della regione Emilia Romagna di una relazione sullo stato di avanzamento dei lavori e sull'utilizzo delle risorse stanziate allo scopo di garantire certezze e controlli anche in relazione alle deroghe alle procedure ordinarie previste dal decreto-legge.
  L'articolo 2 del decreto-legge integra il Fondo delle emergenze nazionali con le risorse iscritte nel bilancio della Presidenza del Consiglio dei ministri che risultano ancora disponibili in relazione alla mancata attivazione degli interventi previsti da specifiche disposizioni legislative. Si tratta di disposizioni condivisibili, che tuttavia non riescono a incidere in maniera considerevole sul Fondo per le emergenze nazionali rispetto all'ammontare dei danni che ripetutamente subisce il nostro territorio.
  Pensiamo alle alluvioni degli ultimi mesi, delle quali abbiamo poi parlato in quest'Aula o su cui abbiamo votato mozioni, alcune delle quali, ricordo, che hanno portato anche a fatti di cronaca particolarmente drammatici, che abbiamo ricordato in quest'Aula e che attendono risposte concrete e tangibili per fare fronte alle emergenze e ai disastri ambientali che ha subito un po’ su tutto il territorio nazionale, sottolineo. Infatti, il nostro Paese è fortemente compromesso da fenomeni di dissesto idrogeologico che rendono ormai urgente e inderogabile attivare serie misure di contrasto alla rottura degli equilibri tra patrimonio naturale, antropizzazione e cambiamenti climatici nonché a fare fronte a problematiche complesse ed impellenti attraverso programmi pluriennali di interventi che vedano protagonisti gli enti periferici e territoriali competenti per legge. In sostanza, noi vorremmo che venisse fatta una riforma per cercare di bloccare questa antropizzazione eccessiva, di cui spesso abbiamo parlato, in relazione a questi eventi atmosferici.
  Vorremmo fare, poi, due considerazioni più di carattere squisitamente politico. Io Pag. 7ricordo cosa avvenne in quest'Aula, quando votammo il primo provvedimento per finanziare il post terremoto in Abruzzo. Come detto, la Lega ovviamente è favorevole a questo provvedimento. Non si può che essere favorevoli quando si interviene a sostegno di popolazioni colpite da eventi naturali particolari e, soprattutto, per una realtà produttiva come quella dell'Emilia-Romagna, realtà alla quale vanno, grosso modo, le briciole rispetto alle tasse che vengono pagate da quella regione. Ricordo che la regione Emilia-Romagna, tra imposte dirette e indirette, ogni anno paga 34,5 miliardi allo Stato centrale.
  Però, dicevo, sul terremoto dell'Abruzzo, quando abbiamo votato in quest'Aula, si sarebbe sperato che davanti a un evento eccezionale e drammatico come quello ci fosse un'Aula pressoché compatta, così come oggi. Invece, ci fu un voto contrario da parte di alcuni gruppi parlamentari e un Vicepresidente della Camera, l'onorevole Giachetti, ricordo che, in dissenso dal suo gruppo, invece votò a favore. Mi ricordo benissimo il suo intervento, in cui disse: «Io voto a favore perché, al di là delle posizioni politiche, quando si interviene d'urgenza per un post-terremoto non c’è tanto tempo per stare qui a fare finezze politiche; bisogna aiutare la popolazione». Io sottolineo questo e vorrei che in futuro, anche da parte di chi un domani potrebbe ricapitare all'opposizione, ci sia un comportamento più costruttivo rispetto al passato, che vada, a volte, al di là delle contrapposizioni politiche e dei dettagli dei provvedimenti, perché quando c’è da intervenire per realtà colpite da questi eventi particolari e drammatici bisognerebbe fare perdere il minore tempo possibile, esattamente come noi abbiamo cercato di fare in questi giorni con questo provvedimento. Quindi, la mia citazione sull'atteggiamento che fu del Partito Democratico è rafforzata dal fatto che una parte del Partito Democratico – appunto, mi ricordo bene l'onorevole Giachetti e qualcun altro – votò invece a favore, in dissenso dal gruppo, proprio per intervenire prontamente sul terremoto dell'Abruzzo.
  Detto questo, noi auspichiamo, tra l'altro, che come Commissione possano continuare i lavori per limitare il consumo del suolo, perché siamo convinti che serva una riforma importante e profonda per cercare di tutelare il nostro territorio e cambiare l'insieme delle regole che oggi spingono gli enti locali a finanziarsi con gli oneri di urbanizzazione, perché altrimenti saremo sempre qui a parlare, poi, di eventi atmosferici catastrofici come quelli che abbiamo registrato negli ultimi tempi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alli. Ne ha facoltà.

  PAOLO ALLI. Signor Presidente, i territori dei comuni interessati dagli eventi alluvionali del gennaio 2014 coincidono con parte dei territori colpiti dal sisma del maggio 2012, e il decreto-legge n. 74 del 2014 permette di garantire il coordinamento delle attività e degli interventi derivanti da entrambe le emergenze.
  Il provvedimento prende in considerazione anche i territori colpiti dalla tromba d'aria del maggio 2013, anch'essi coincidenti con quelli colpiti dal sisma, per i quali era stato dichiarato lo stato di emergenza senza, tuttavia, potere rinvenire specifiche risorse finanziarie. In Commissione, inoltre, sono state estese le disposizioni ad alcune frazioni della città di Modena, colpite dalla tromba d'aria il 3 maggio 2013, nonché alle aree delle province di Modena e Bologna, colpite dagli eccezionali eventi atmosferici del 30 aprile 2014.
  Stiamo parlando di territori duramente provati. Chi di noi ha avuto la possibilità di visitarli – a me è capitato, avendo avuto responsabilità nell'ambito dei comuni della provincia di Mantova colpiti dal sisma del 2012 – sa che stiamo parlando di territori abitati da popolazioni certamente non inclini alla lamentela, che si sono rimboccati le maniche per ricostruire, non sempre trovando risposte adeguate Pag. 8e tempestive. Ricordiamo gli imprenditori che hanno ricostruito le proprie aziende mettendo dentro questo le risorse delle proprie famiglie e i propri risparmi, anche aspettando e sulla fiducia che lo Stato venisse, poi, loro incontro.
  Allora, è giusto aiutare tutti, ma, a maggior ragione, popolazioni laboriose come queste, e ben vengano, quindi, interventi come quello che prevede la sospensione dei termini dei versamenti degli adempimenti tributari, nonché, per i soggetti colpiti, il diritto di chiedere alle banche la sospensione fino al 31 dicembre 2015, anziché 2014, delle rate dei mutui in essere.
  Sono importanti anche altre previsioni contenute in questo decreto, come quella che destina a favore delle aziende agricole colpite dalle varie calamità le provvidenze del Fondo di solidarietà nazionale per l'agricoltura, oppure la previsione che gli interventi di messa in sicurezza idraulica debbano rispettare le previsioni delle direttive comunitarie in materia di regimazione delle acque e di valutazione dei rischi di alluvioni.
  Così pure è di rilievo, sottolineiamo, la proroga ulteriore di un anno alla già prevista proroga biennale del termine di restituzione per i finanziamenti contratti a seguito del sisma del maggio 2012, l'esclusione di contributi, indennizzi e risarcimenti ricevuti dalla formazione del reddito imponibile ai fini delle imposte sul reddito e dell'IRAP, il finanziamento della cassa integrazione in deroga in favore delle imprese e dei lavoratori sospesi a seguito dell'alluvione del 2014, l'esclusione dal Patto di stabilità per i comuni interessati dagli eventi sismici e alluvionali delle risorse provenienti da erogazioni liberali da destinarsi alla ricostruzione.
  Per quello che riguarda l'articolo 2, sull'operatività del Fondo per le emergenze nazionali, costituito presso la Protezione civile, sottolineiamo la disposizione che prevede che vi affluiscano le risorse iscritte nel bilancio della Presidenza del Consiglio dei ministri che risultino ancora disponibili in relazione alla mancata attivazione degli interventi previsti da specifiche disposizioni legislative a seguito di calamità naturali; intervento, questo, molto importante, di razionalizzazione, richiesto anche dagli enti locali.
  Sono state, altresì, adottate ulteriori previsioni che rafforzano la possibilità e la modularità degli interventi in materia di emergenze e di protezione civile. Cito, in particolare, il rafforzamento del Fondo emergenze con ulteriori 100 milioni. Si tratta, quindi, di un provvedimento che si configura, in parte, come un atto di solidarietà dovuto e, dall'altra parte, come misura di rafforzamento finanziario e funzionale del Fondo emergenze nazionali.
  È un provvedimento che, però, non ci può far dimenticare e ignorare la complessità reale delle situazioni che si creano in queste emergenze; situazioni e difficoltà che non si possono risolvere solo con interventi finanziari, pur fondamentali e dovuti. Interventi che, comunque, a seguito di eventi realmente imprevedibili, dobbiamo saper rendere più tempestivi e più efficaci.
  Serve, inoltre, una maggiore capacità di prevenzione rispetto ad eventi quali l'esondazione del Secchia. E allora occorre interrogarsi sulla funzionalità di alcune istituzioni, quali l'AIPO, che hanno il compito di vigilare sulla qualità degli interventi di carattere preventivo. Un provvedimento, quello che ci apprestiamo a votare, che, d'altra parte, dimostra come il senso di responsabilità del Parlamento di fronte alle reali necessità del Paese possa portare a decisioni ampiamente condivise.
  Da questo punto di vista, mi sento di ringraziare la Commissione ambiente e, in particolare, il relatore Bratti, per la competenza e la passione che, come sempre, ha messo nel suo lavoro. Per queste ragioni, il gruppo del Nuovo Centrodestra voterà a favore del provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mottola. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante   GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Signor Presidente, colleghi, le conseguenze del sisma che ha colpito Pag. 9l'Emilia Romagna, il Veneto e la Lombardia nel maggio 2012 sono state affrontate sotto diversi profili in vari decreti-legge, tra i quali si segnalano il n. 74, il n. 83, il n. 95, il n. 174 del 2012 e il n. 43 e il n. 76 del 2013. Il provvedimento che ci accingiamo a esaminare in questa Assemblea contiene norme importanti, tra le quali quelle che dispongono che il presidente della regione Emilia Romagna, commissario delegato ai sensi del decreto-legge n. 74 del 2012, recante interventi urgenti per gli eventi sismici del maggio 2012, sia autorizzato ad operare per l'attuazione degli interventi per il ripristino e la ricostruzione, l'assistenza alle popolazioni e la ripresa economica nei territori dei comuni interessati dagli eventi alluvionali del gennaio 2014, nonché dalla tromba d'aria del maggio 2013.
  È senza dubbio un passo avanti notevole permettere la prosecuzione di politiche di intervento nell'ambito di territori straziati da eventi ambientali imprevedibili. Tuttavia, sono del parere che, nonostante gli interventi debbano riguardare i territori già colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012, si dovrebbero prendere in considerazione anche altre zone colpite dal terremoto, seppure in misura molto minore, site nelle regioni Lombardia, nella provincia di Mantova, e Veneto, nella provincia di Rovigo, colpite successivamente da ulteriori calamità naturali. Sono convinto, come altri miei colleghi che lo hanno sottolineato con veemenza durante l'esame in sede referente in Commissione Ambiente, che si sarebbe potuto riconoscere anche agli altri due presidenti delle regioni sopra citate le medesime attribuzioni concesse al presidente della regione Emilia Romagna, nella sua qualità di commissario delegato alla ricostruzione post terremoto, dal decreto-legge in esame. È indubbio che anche nei territori della provincia di Mantova, colpiti dal sisma del maggio 2012 e successivamente da altre calamità naturali, si registrano le medesime esigenze di completamento dell'attività di ricostruzione post sisma e di sostegno alla piena ripresa delle attività economiche, che sono alla base dell'emanazione del provvedimento d'urgenza in esame.
  Il presidente della regione Emilia Romagna, commissario delegato sia per gli eventi sismici del 2012 sia per gli eventi alluvionali del 2014 – eventi che hanno entrambi interessato il territorio della provincia di Modena – può utilizzare complessivamente 210 milioni di euro per il 2014 e il 2015, a valere sulle risorse della contabilità speciale di cui all'articolo 2, comma 6, del decreto-legge n. 74 del 2012, intestata allo stesso presidente della regione. Inoltre, è previsto per l'anno 2014, che le risorse iscritte nel bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che risultino ancora disponibili in relazione alla mancata attivazione degli interventi previsti, affluiscono al Fondo per le emergenze nazionali, revocando conseguentemente i predetti interventi.
  Eliminando i pareri emanati in sede consultiva, vorrei evidenziare in questa Assemblea che anche la Commissione parlamentare per le questioni regionali ha messo in luce l'esigenza di assicurare la stessa attenzione a tutte le situazioni di emergenza già dichiarata, nonché di garantire iniziative legislative che razionalizzino e uniformino le procedure per l'attivazione di interventi nazionali di assistenza alle popolazioni e di ricostruzione nei territori colpiti da eventi calamitosi, definendo al meglio il ruolo delle comunità territoriali per garantire il coordinamento dell'azione del Governo, delle regioni e degli enti locali.
  Purtroppo, gli unici emendamenti reputati ammissibili, tra quelli presentati nel corso dell'esame in sede referente in Commissione Ambiente, sono stati soltanto quelli riferiti comunque ai territori colpiti dal sisma del maggio 2012 e da successive avversità atmosferiche, tenendo anche conto degli orientamenti assunti nel corso dell'esame dei più recenti decreti-legge sulla materia, nonché gli emendamenti volti a dettare una disciplina generale del Fondo per le emergenze nazionali: un blando miglioramento del testo e soprattutto grazie all'accoglimento della nota Pag. 10depositata dal Governo, il 4 giugno scorso, relativa all'ammontare complessivo delle risorse disponibili per fronteggiare le emergenze dovute a calamità naturali. Nella suddetta nota, come sottolineato anche dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Sesa Amici, si prevede che il Ministro dell'economia e delle finanze ha qualificato le ulteriori risorse rese disponibili dal fatto che in alcuni casi per la realizzazione degli interventi diretti a fronteggiare i danni provocati dalle calamità naturali sono stati attivati mutui a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle ipotizzate al momento dello stanziamento delle risorse in questione.
  I predetti fondi, insieme ai 50 milioni di euro stanziati per il Fondo di emergenza del decreto-legge salva Roma 3, saranno presto utilizzati per emergenze da finanziare. Tuttavia, sono insufficienti, in quanto, data la limitatezza dello stanziamento iniziale per il Fondo di emergenza, si è dovuto utilizzare il Fondo di riserva del bilancio dello Stato, che occorre reintegrare. Attualmente il fabbisogno ulteriore ancora da finanziare per le emergenze già istruite o in corso di attuazione è di circa 80 milioni di euro.
  È stato, inoltre, aperto un tavolo con il Ministero dell'economia e delle finanze al fine, in primo luogo, di dare attuazione a una disposizione di due anni fa, secondo la quale doveva essere diversamente il Ministero a pagare per gli oneri relativi a mutui attivati per interventi per calamità naturali, previa ricognizione dei predetti mutui e individuazione delle relative riserve.
  Sarebbe stato senza dubbio ammirevole e soprattutto inaspettato ricomprendere nell'ambito dell'operatività del decreto-legge oggi all'esame di quest'Aula anche altre zone in situazione di emergenza ambientale diverse dall'Emilia-Romagna, altrettanto bisognose di aiuto, ma è pur sempre un inizio di incremento di attenzione al problema delle popolazioni colpite da terremoti e da eventi alluvionali. Per tale ragione, il gruppo parlamentare di Forza Italia, di cui faccio parte, ha deciso di votare a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Signor Presidente, colleghi, le conseguenze del sisma che ha colpito Pag. 9l'Emilia Romagna, il Veneto e la Lombardia nel maggio 2012 sono state affrontate sotto diversi profili in vari decreti-legge, tra i quali si segnalano il n. 74, il n. 83, il n. 95, il n. 174 del 2012 e il n. 43 e il n. 76 del 2013. Il provvedimento che ci accingiamo a esaminare in questa Assemblea contiene norme importanti, tra le quali quelle che dispongono che il presidente della regione Emilia Romagna, commissario delegato ai sensi del decreto-legge n. 74 del 2012, recante interventi urgenti per gli eventi sismici del maggio 2012, sia autorizzato ad operare per l'attuazione degli interventi per il ripristino e la ricostruzione, l'assistenza alle popolazioni e la ripresa economica nei territori dei comuni interessati dagli eventi alluvionali del gennaio 2014, nonché dalla tromba d'aria del maggio 2013.
  È senza dubbio un passo avanti notevole permettere la prosecuzione di politiche di intervento nell'ambito di territori straziati da eventi ambientali imprevedibili. Tuttavia, sono del parere che, nonostante gli interventi debbano riguardare i territori già colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012, si dovrebbero prendere in considerazione anche altre zone colpite dal terremoto, seppure in misura molto minore, site nelle regioni Lombardia, nella provincia di Mantova, e Veneto, nella provincia di Rovigo, colpite successivamente da ulteriori calamità naturali. Sono convinto, come altri miei colleghi che lo hanno sottolineato con veemenza durante l'esame in sede referente in Commissione Ambiente, che si sarebbe potuto riconoscere anche agli altri due presidenti delle regioni sopra citate le medesime attribuzioni concesse al presidente della regione Emilia Romagna, nella sua qualità di commissario delegato alla ricostruzione post terremoto, dal decreto-legge in esame. È indubbio che anche nei territori della provincia di Mantova, colpiti dal sisma del maggio 2012 e successivamente da altre calamità naturali, si registrano le medesime esigenze di completamento dell'attività di ricostruzione post sisma e di sostegno alla piena ripresa delle attività economiche, che sono alla base dell'emanazione del provvedimento d'urgenza in esame.
  Il presidente della regione Emilia Romagna, commissario delegato sia per gli eventi sismici del 2012 sia per gli eventi alluvionali del 2014 – eventi che hanno entrambi interessato il territorio della provincia di Modena – può utilizzare complessivamente 210 milioni di euro per il 2014 e il 2015, a valere sulle risorse della contabilità speciale di cui all'articolo 2, comma 6, del decreto-legge n. 74 del 2012, intestata allo stesso presidente della regione. Inoltre, è previsto per l'anno 2014, che le risorse iscritte nel bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che risultino ancora disponibili in relazione alla mancata attivazione degli interventi previsti, affluiscono al Fondo per le emergenze nazionali, revocando conseguentemente i predetti interventi.
  Esaminando i pareri emanati in sede consultiva, vorrei evidenziare in questa Assemblea che anche la Commissione parlamentare per le questioni regionali ha messo in luce l'esigenza di assicurare la stessa attenzione a tutte le situazioni di emergenza già dichiarata, nonché di garantire iniziative legislative che razionalizzino e uniformino le procedure per l'attivazione di interventi nazionali di assistenza alle popolazioni e di ricostruzione nei territori colpiti da eventi calamitosi, definendo al meglio il ruolo delle comunità territoriali per garantire il coordinamento dell'azione del Governo, delle regioni e degli enti locali.
  Purtroppo, gli unici emendamenti reputati ammissibili, tra quelli presentati nel corso dell'esame in sede referente in Commissione Ambiente, sono stati soltanto quelli riferiti comunque ai territori colpiti dal sisma del maggio 2012 e da successive avversità atmosferiche, tenendo anche conto degli orientamenti assunti nel corso dell'esame dei più recenti decreti-legge sulla materia, nonché gli emendamenti volti a dettare una disciplina generale del Fondo per le emergenze nazionali: un blando miglioramento del testo e soprattutto grazie all'accoglimento della nota Pag. 10depositata dal Governo, il 4 giugno scorso, relativa all'ammontare complessivo delle risorse disponibili per fronteggiare le emergenze dovute a calamità naturali. Nella suddetta nota, come sottolineato anche dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Sesa Amici, si prevede che il Ministro dell'economia e delle finanze ha qualificato le ulteriori risorse rese disponibili dal fatto che in alcuni casi per la realizzazione degli interventi diretti a fronteggiare i danni provocati dalle calamità naturali sono stati attivati mutui a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle ipotizzate al momento dello stanziamento delle risorse in questione.
  I predetti fondi, insieme ai 50 milioni di euro stanziati per il Fondo di emergenza del decreto-legge salva Roma 3, saranno presto utilizzati per emergenze da finanziare. Tuttavia, sono insufficienti, in quanto, data la limitatezza dello stanziamento iniziale per il Fondo di emergenza, si è dovuto utilizzare il Fondo di riserva del bilancio dello Stato, che occorre reintegrare. Attualmente il fabbisogno ulteriore ancora da finanziare per le emergenze già istruite o in corso di attuazione è di circa 80 milioni di euro.
  È stato, inoltre, aperto un tavolo con il Ministero dell'economia e delle finanze al fine, in primo luogo, di dare attuazione a una disposizione di due anni fa, secondo la quale doveva essere diversamente il Ministero a pagare per gli oneri relativi a mutui attivati per interventi per calamità naturali, previa ricognizione dei predetti mutui e individuazione delle relative riserve.
  Sarebbe stato senza dubbio ammirevole e soprattutto inaspettato ricomprendere nell'ambito dell'operatività del decreto-legge oggi all'esame di quest'Aula anche altre zone in situazione di emergenza ambientale diverse dall'Emilia-Romagna, altrettanto bisognose di aiuto, ma è pur sempre un inizio di incremento di attenzione al problema delle popolazioni colpite da terremoti e da eventi alluvionali. Per tale ragione, il gruppo parlamentare di Forza Italia, di cui faccio parte, ha deciso di votare a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,22).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto finale – A.C. 2365-A)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, sono contento di poter oggi discutere e soprattutto votare questo decreto, che interviene, fornendo una risposta vera all'emergenza che si è aperta nei comuni dell'Emilia-Romagna, che hanno dovuto affrontare, nell'ultimo anno, calamità naturali come alluvioni e trombe d'aria.
  Parliamo peraltro, in gran parte, degli stessi territori già colpiti dal sisma del 2012, di cui evidentemente ancora pesantemente si soffrono gli effetti.
  L'Emilia-Romagna e la provincia di Modena sono luoghi dove la parola «solidarietà» ha un valore vero e un valore antico, che informa di sé tutte le comunità e che fa parte di un modo di vivere e di vedere il mondo. Poi curiosamente, o forse nemmeno tanto, è così, nonostante la solidarietà, noi si sia più abituati a offrirla che a riceverla, per un'attitudine antica, anche qui, a risolvere in autonomia i nostri problemi, che poi significa orgoglio delle proprie capacità.
  Quando tuttavia si è colpiti in rapida successione da eventi come quello di cui parliamo non puoi farcela da solo. E allora è molto importante, per me, che questo Parlamento ancora una volta abbia la volontà e la capacità di intervenire per Pag. 11dare una risposta con risorse vere ed è importante anche che questo sia potuto avvenire in un quadro di vera – da riconoscere – collaborazione tra le diverse forze politiche di maggioranza ed opposizione, che ha permesso di migliorare sensibilmente il provvedimento, sia sul piano formale che sostanziale.
  Peccato che sia intervenuto sul finale un diktat incomprensibile, volto ad impedire un corretto ed agevole rinnovo, anche oltre il 2014, dei contratti a termine, su cui si basa tutta l'operatività dell'operazione. Per me rimane un diktat incomprensibile, così come rimane una maggioranza timorosa, cioè una brutta combinazione che, alla fine, fa male alla politica e mette anche in ombra i molti risultati ottenuti, peraltro con la solita abitudine, di cui dovremmo liberarci, per cui non si affronta un problema oggi per rimandarlo sempre a domani.
  Voglio ricordare comunque in particolare da subito, invece, la capacità che abbiamo avuto di risolvere un problema che stava angosciando tutte le imprese del cratere sismico e in questo caso «angoscia» non è un termine retorico. Mi riferisco a quella comunicazione per cui a tutti quei soggetti, che avevano ricevuto finanziamenti anche significativi per consentire non di ricostruire le proprie aziende, ma di pagare tasse e tributi, ebbene, a tutti questi soggetti le banche prestatrici, in accordo con Cassa depositi e prestiti, avevano richiesto di attivare la restituzione di quanto ricevuto entro il 30 giugno 2014, con preavviso di meno di 30 giorni. E ciò avveniva nonostante il Parlamento avesse approvato una norma che, nelle sue intenzioni, prorogava al 2015 l'inizio del rimborso, auspicando che, nel frattempo, si fossero concluse per tutti le pratiche di indennizzo, così da non creare problemi finanziari ad un sistema imprenditoriale importante, già in grado di rimettersi in piedi e contribuire alla ricchezza di questo Paese.
  Ora, con questo provvedimento, noi rimediamo a quell'errore: grazie all'impegno di tutti i gruppi parlamentari, consentiamo che i debitori si riapproprino di un diritto soggettivo a rimandare il rimborso fino al 30 giugno 2015. Però questo non ci deve impedire, in quest'aula, di parlare di responsabilità. Le nostre come legislatori, innanzitutto, perché tocca a noi, in prima istanza, essere assolutamente certi che le norme che approviamo siano in grado di produrre fino in fondo gli effetti desiderati; ma anche quelle, però, di chi dovrebbe verificare che vi sia un'effettiva rispondenza tra intenzioni del legislatore e risultato normativo, controllo che, in questo caso, forse, non era stato così accurato o privo di ambiguità, se è vero che oggi abbiamo dovuto trovare una copertura che qualche mese fa non era richiesta e la necessità di quella copertura è data proprio dal diverso effetto della legge.
  E infine – e su questo voglio fermarmi un momento – penso a Cassa depositi e prestiti ed al Governo, perché, fosse pure che in definitiva si formi la convinzione corretta che il testo di una legge sia in contraddizione con l'intenzione del legislatore – in questo caso secondo me contraddittoria non era – è possibile che una società pubblica si presti a firmare un addendo a una convenzione, sapendo, potendo intuire chiaramente l'effetto che questo produrrà sul sistema di imprese locali e lo faccia senza informare il Governo ? Dobbiamo pensare e accettare che funzioni così, che Cassa depositi e prestiti, anziché funzionare da garante dell'interesse pubblico nei confronti delle banche, agisca da soggetto interessato solo al controllo formale, incurante della volontà delle Camere, fosse anche male esposta ?
  O è vero, come si sussurra, che fosse proprio Cassa depositi e prestiti il primo soggetto a voler uscire rapidamente dalla situazione data ? Perché, se così fosse, bisognerebbe chiarire che tutti vogliono la stessa cosa, ma non è colpa di nessuno se sette imprese su dieci ancora non hanno ottenuto la liquidazione degli indennizzi, anche se intanto hanno fortunatamente ripreso a lavorare e anche a pagare le tasse. Mi sono soffermato su questa brutta pagina perché vorrei la prendessimo tutti come stimolo a lavorare meglio e diversamente, Pag. 12soprattutto dal lato dell'Esecutivo, che più del Parlamento è responsabile di eseguire l'applicazione delle leggi e di determinare il rapporto con i proprio strumenti come Cassa depositi e prestiti. Rimane almeno la soddisfazione di aver contribuito a rimediare in tempo, cosicché da oggi ci sarà chi lavorerà più serenamente.
  Mi piace anche ricordare il lavoro di SEL e la collaborazione dei relatori, che ci hanno consentito di introdurre alcune modifiche importanti al provvedimento. Fra queste, una che introduce il principio per cui i sindaci che siano delegati dal commissario ad operare in deroga alla legislazione vigente debbano comunque agire in modo da garantire la tracciabilità dei flussi finanziari relativi alle erogazioni e concessioni di fondi pubblici finalizzati alla ricostruzione, così come prevede peraltro la normativa antimafia. Non è una cosa da poco perché interviene comunque ad aumentare il tasso di trasparenza e verificabilità di processi che escono dalle procedure standard.
  Esigenze di trasparenza che hanno ispirato anche un'altra proposta recepita, con cui si prevede che i contributi per il ripristino di opere pubbliche o di interesse pubblico seguano un piano di individuazione delle priorità degli interventi e delle modalità di concessione dei contributi stessi. Non possiamo, infatti, dimenticare che, con questa legge, noi inseriamo i 210 milioni di euro stanziati per il 2014 e il 2015 all'interno della contabilità speciale prevista per il sisma 2012, ovviamente limitatamente alla parte Emilia-Romagna, come è stato chiarito anche in questo caso da un nostro emendamento.
  La gestione dei fondi seguirà quindi i percorsi della gestione commissariale con tutto quello che questo comporta in termini di deroghe. Nulla di male, dato che questo consente o dovrebbe consentire una maggiore celerità di stanziamenti e interventi. Tuttavia, è anche un problema che rimane aperto per l'Italia, che non riesce evidentemente ad uscire dalla logica degli stanziamenti ad hoc, dei commissari straordinari, di un apparato legislativo che è tanto complesso quanto derogato ogni volta che si deve affrontare un'emergenza vera. È possibile che si debba dare per scontato che questa sia la normalità su cui insistere, anche quando la cronaca, ormai quotidiana, ci segnala quanti guasti sia in grado di produrre ? È possibile che noi non si riesca ad individuare procedure tanto semplici e trasparenti e verificabili da essere adattabili alle emergenze che, ogni anno, puntualmente, colpiscono un Paese privato dalle sue classi dirigenti della cura che merita e si debba, invece, procedere ogni volta ad individuare super commissari che sostituiscono i commissari che sostituiscono la legge ? Questo non è il caso dell'Emilia-Romagna fortunatamente, ma un caso virtuoso non può servire a dimenticare un sistema negativo.
  Né possiamo dimenticare che, mentre oggi stanziamo risorse per la mia regione, lo stesso non avviene per il Veneto, pure colpito da un'alluvione nel 2014 nella provincia di Rovigo e pure in stato di emergenza nazionale dichiarato dal Consiglio dei ministri. Questo per la ragione, da noi sempre denunciata, che non si investe nella prevenzione, non si investe nella cura del territorio, si continua a privilegiare un sistema corruttivo e criminoso come quello delle grandi opere, anziché un piano di piccole opere che restituiscano al nostro ambiente sicurezza e bellezza.
  E, allo stesso tempo, non si finanzia seriamente il Fondo per le emergenze nazionali, così che possa esistere finalmente un diritto soggettivo al finanziamento per chi sia in stato di emergenza conclamato e non la necessità di contrattare ogni volta la concessione di risorse, terremoto per terremoto, alluvione per alluvione. Certo, è da accogliere come un passo importante la scelta che si fa con questo decreto-legge di finanziarlo almeno per 100 milioni di euro, come, peraltro, già previsto da due anni, ma non sfuggirà a nessuno che, mentre con l'articolo 1 stanziamo 210 milioni di euro per il solo caso dell'alluvione emiliana, all'articolo 2 sono appunto 100 milioni di euro per un fondo nazionale. La sproporzione al ribasso delle Pag. 13risorse è evidente, così come la loro evidente insufficienza, però almeno vogliamo cogliere il segnale politico. Capiamo, d'altronde, che attualmente le casse dello Stato non possono fare nulla di più dopo lo stress a cui il Governo le ha sottoposte – però di questo parleremo domani –, e soprattutto dopo che ogni ipotesi di uscita dalle logiche dell'austerità si scontra quotidianamente con scelte che vanno nella direzione di mantenerla ben salda al suo posto.
  Dobbiamo, però, sapere che avere a disposizione fondi sufficienti a fronteggiare le emergenze, evitando così il rischio che qualcuno possa essere escluso, non è un optional, o almeno non dovrebbe esserlo, ma è uno dei fondamenti della solidarietà nazionale, ovvero uno dei pilastri su cui si fonda una comunità che sappia di poter contare su se stessa. Questo significa che, se quello di oggi è da interpretare come un passo nella giusta direzione e non come un risultato acquisito, è da interpretare come un passo nella giusta direzione anche la decisione di stanziare risorse per la prevenzione, finanziando il sistema di allerta nazionale per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico, ma solo per il 2014 appunto, anche in questo caso come se un sistema di analisi non avesse bisogno di garanzie sulla continuità di quella scelta.
  Ad ogni modo, al di là dei limiti che sono sempre esistenti in ogni provvedimento e anche in questo non mancano, come ho avuto modo di dire, e di quei nodi irrisolti che sono centrali e che continuano a persistere, comunque invisibili evidentemente allo sguardo del Governo, questo decreto-legge merita complessivamente un giudizio positivo che, quindi, confermeremo con il voto di oggi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 9,30)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, il 21 giugno 2013 per la prima volta il Governo Letta, andando contro le sue promesse, decise di rompere il tabù del voto di fiducia sul decreto-legge emergenze ambientali. Questo conteneva anche misure nei confronti delle popolazioni terremotate di Abruzzo ed Emilia. Come ricordiamo, il MoVimento 5 Stelle iniziò l'ostruzionismo e fu pronto a lasciarlo nel caso in cui fosse stata trovata un'intesa abrogando le norme che nulla c'entravano con le emergenze ambientali in questione. Si trattava di tre emendamenti soppressivi che avrebbero espunto le norme estranee riguardanti turismo, camere di commercio e terre da scavo.
  Il 21 giugno 2013 l'Unità usciva con questo titolo: «Grillo contro i terremotati». Una vera e propria vergogna giornalistica, infatti, sarebbe stato spiegare ai cittadini che i decreti hanno requisiti di costituzionalità da rispettare per far capire il senso del duro scontro e delle poche richieste avanzate dal MoVimento 5 Stelle per migliorare il testo. Ma niente, si usarono armi meschine con il ricatto del voto unico per propaganda denigratoria. In tutto questo anno passato ho sentito che il MoVimento 5 Stelle non è propositivo: solo «no» e contestazione.
  Questo provvedimento, benché decisamente insufficiente, è il classico esempio di come, quando i decreti abbiano i requisiti di necessità, urgenza ed omogeneità e soprattutto non contengano porcherie o regali agli amici degli amici, trovino in sede di conversione la collaborazione, le proposte nonché il voto favorevole (pensate un po’) del MoVimento 5 Stelle. E questo non per cambi di linea politica post-elezioni ma per semplice buonsenso. Quel buonsenso che, se fosse stato applicato dal Governo anche alla gran parte dei tanti provvedimenti, non avrebbe incontrato barriere ma collaborazione e innovazione legislativa come in questo caso, dove le proposte del MoVimento 5 stelle sono entrate a far parte del testo finale.
  Come ho detto, il decreto-legge è necessario e specifico per un territorio che è stato martoriato da calamità naturali e Pag. 14sostanzialmente è lasciato solo non da ordinanze o decreti-legge dello Stato, tanti e forse troppi, ma dalle risorse che lo Stato non usa per recuperare un territorio che economicamente è tra quelli che trainano l'intero Paese. Ricordo due terremoti, l'alluvione e due, ben due, trombe d'aria. È riconosciuto unanimemente che la cifra di 210 milioni messa in decreto e prelevata dalla contabilità speciale del terremoto (quindi, voglio ricordare a tutti i colleghi, non nuove risorse, ricordiamolo bene) non sarà sufficiente. Per questo abbiamo chiesto somme maggiori o che sia Errani, come commissario straordinario, a decidere come e quante usarne per coprire tutti i danni, richiesta purtroppo bocciata.
  Che senso ha porre un tetto alle risorse per l'alluvione e la tromba d'aria quando queste provengono tutte dallo stesso portafoglio del terremoto e i comuni colpiti sono sostanzialmente gli stessi ? Tanto valeva che fosse il commissario a stabilire la ripartizione dei contributi, visto che scrive i provvedimenti attuativi. Sapete che gran parte dei cittadini e delle imprese colpite è stato costretto a mettere mano ai propri risparmi e lo ha fatto immediatamente, indebitandosi per far fronte alla riparazione dei danni e agli investimenti senza aspettare i tempi della burocrazia, oppure ha chiuso o delocalizzato. Così c’è il forte sospetto nei nostri territori che i ritardi, la burocrazia e i provvedimenti a spizzichi e bocconi fossero nelle intenzioni finalizzati proprio a questo: a vedere fin dove è possibile risparmiare risorse nella ricostruzione.
  Riconosciamo comunque l'importanza, nel decreto-legge, delle modifiche apportate in Commissione ambiente indispensabili per fornire risarcimenti e modalità d'attuazione. Tra i punti importanti ottenuti ci sono gli emendamenti che prevedono di evitare che interventi di messa in sicurezza idraulica si traducano in colate di cemento: quello del relatore per finanziare le reti di monitoraggio utili per prevedere eventi calamitosi e che riprende, tra l'altro, un impegno che avevamo messo in una nostra mozione che viene finalmente recepito, oltre a quello per evitare la ricostruzione in aree a rischio e, chiaramente, il Fondo per le emergenze e i provvedimenti per le aziende agricole. Si è ottenuta con la collaborazione della maggioranza la chiarezza sulle rate previste per i mutui delle imprese terremotate riguardanti la restituzione delle tasse, sospensione annuale – anche se noi l'avevamo chiesta di almeno due anni – che rappresenta una piccola e momentanea boccata di ossigeno per gli imprenditori.
  Altro importante passo avanti è stata l'esclusione per gli anni 2014 e 2015 dal Patto di stabilità interno delle spese sostenute dai comuni e delle donazioni ricevute nonché dell'allentamento dei vincoli per il personale che lavora sul territorio. Siamo ancora in attesa, invece, che sia proprio la fiscalità di vantaggio, come chiediamo da sempre, con il riconoscimento della zona franca urbana consentita dalla normativa europea per questi territori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Proposta purtroppo bocciata da questo Governo e, possiamo dire, occasione mancata dal Presidente del Consiglio Renzi, che, invece, in campagna elettorale, proprio in quei territori aveva aperto a questa soluzione, ma pur sempre in campagna elettorale eravamo !
  Che Stato è quello che oggi rifiuta sgravi fiscali a chi le tasse le ha sempre pagate, ma che ora non riesce a farlo perché ha perso clienti e con essi si è indebitato per far ripartire e lavorare la propria impresa ? Le zone franche urbane sono il modo più incisivo ed efficace per risarcire i danni del mondo del lavoro e per dare interessi e prospettive di nuovi investimenti. Ci avete sempre risposto che l'Unione europea non lo avrebbe consentito, mentre sappiamo tutti bene che ciò non è vero. Anche un suo strenuo oppositore come il commissario Errani pare si sia convinto, tanto che il suo PD, Presidente, ha fatto una proposta che poteva essere accettata anche dal MoVimento 5 Stelle, ma che, seppur ristretta, avete respinto comunque.
  Al comma 7, si prevedono parole che mai furono meglio spese: «procedure semplificate Pag. 15e armonizzazione dei comportamenti amministrativi anche in provvedimenti relativi al sisma del 20 e 29 maggio 2012». Dovrebbero essere il cuore del provvedimento, bastava un solo articolo con questa frase e la legge era già fatta. Se il commissario insiste con le fallimentari procedure, per esempio quelle del terremoto, allora un comma bis servirebbe per sostituirlo.
  Infatti, con l'ordinanza del 5 giugno, che disciplina i criteri, le modalità e i termini per la concessione dei contributi per alluvionati e tromba d'aria, prevede misure semplificate per i danni fino a 15 mila euro, ma si scorda di armonizzare il provvedimento con quello sul terremoto, dove i danni in classe A, ad ora, non percepiscono proprio nulla. Altro emendamento del MoVimento 5 Stelle, bocciato, infatti, prevedeva contributi anche alle case classificate in classe AeDES A: proposta trasformata in ordine del giorno, che ha ricevuto parere favorevole da parte del Governo, che spero intervenga in futuro per attuarla.
  Vittoria per noi importantissima e invece combattuta da dicembre, ricordiamolo, quella riguardante la sospensione dei mutui su case inagibili, anche se solo fino al dicembre 2015, senza oneri a carico del mutuatario: norma che purtroppo arriva in ritardo, in quanto i cittadini hanno appena pagato la sesta rata del mutuo. Sarà necessario monitorare il comportamento delle banche, ma per adesso siamo molto soddisfatti di questo inserimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio.

  VITTORIO FERRARESI. No, no, scusi...

  PRESIDENTE. Ah, le chiedo scusa.

  VITTORIO FERRARESI. Colleghi e cittadini, il lavoro dell'opposizione questa volta ha portato a casa diversi risultati. Certo, tutto ciò non è ancora sufficiente, non possiamo dirci completamente soddisfatti, ma continueremo a lavorare per tutto quello che il nostro territorio ha diritto ad ottenere. Lotteremo per il ritorno alla normalità dei territori colpiti dalle emergenze. Imprese e lavoratori sono stati lasciati indietro da uno Stato troppo spesso assente. Il MoVimento 5 Stelle è partecipazione dei cittadini alle scelte, è proposte e collaborazione, ma non quelle degli accordi segreti di Palazzo o degli inciuci, è quella delle idee e dei contenuti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  È per questo, Presidente, che dopo l'approvazione della nostra mozione sul dissesto idrogeologico e di quella sugli alluvionati, che, purtroppo, non ho potuto discutere grazie all'espulsione imposta dal Presidente Boldrini, sono qui ad annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle al «decreto Emilia», in attesa – speriamo non vana – di una normativa che possa affrontare una volta per tutte, a livello nazionale, il problema delle emergenze dovute alle calamità naturali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. La ringrazio e mi scusi ancora per prima, è stato un equivoco.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mariani. Ne ha facoltà.

  RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, signora sottosegretario, il provvedimento che abbiamo contribuito a modificare riguarda in primis la predisposizione di ulteriori misure a favore delle popolazioni dell'Emilia-Romagna colpite dal terremoto del 2012 e dalle successive calamità naturali, ma anche misure utili a garantire l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali per il 2014.
  Noi del gruppo del Partito Democratico attribuiamo un significato molto forte al lavoro compiuto dal Governo e dal Parlamento, sia sul piano dei contenuti, che del metodo. Si sono, infatti, definite ulteriori condizioni, cioè le norme necessarie a dare continuità alla ricostruzione post-sisma, a definire interventi e risorse, 210 milioni di euro per i danni causati dalle successive calamità, con l'obiettivo di permettere Pag. 16al commissario delegato dal Governo, il presidente Errani, il coordinamento di tutti gli interventi necessari alla ricostruzione ed alla ripresa economica dei territori in tempi certi ed inequivocabili, ed inoltre ad attuare interventi di messa in sicurezza idraulica, di ripristino delle infrastrutture danneggiate dall'alluvione del 2014 e dalle trombe d'aria che si sono succedute.
  Dalla collaborazione dimostrata anche dai gruppi di opposizione è risultata evidente la volontà di rispondere molto responsabilmente alla domanda di attenzione e di ancora maggiore efficacia che ci è stata posta con grande dignità dalle istituzioni locali colpite, dalle migliaia e migliaia – perché questi sono i numeri – di cittadini e di imprese danneggiate in ciò che di più prezioso possedevano.
  A due anni dal primo disastroso evento sismico che ha colpito l'Emilia-Romagna, possiamo affermare che davvero i risultati sono sotto gli occhi di tutti e che in Parlamento non vi sono dubbi circa l'evoluzione positiva del faticoso, ma molto netto, percorso di ricostruzione, nel rispetto dei tempi previsti e nell'efficienza della macchina commissariale, impegnata a fronteggiare, insieme agli effetti delle calamità ripetute, anche l'opprimente mole di adempimenti burocratici.

  PRESIDENTE. Attenda un attimo, onorevole Mariani. Colleghi, gentilmente, è l'ultimo intervento: se potete perlomeno abbassare leggermente il tono della voce, consentiamo anche all'onorevole Mariani di parlare con un minimo di possibilità reale di essere ascoltata. Grazie.

  RAFFAELLA MARIANI. Molti i bisogni, tante le richieste legittime di imprese e cittadini: non sempre si è trattato di individuare risorse, ma anche di affrontare adempimenti, come scadenze fiscali, slittamenti o sospensioni di procedure amministrative, rapporti con il sistema bancario, disciplina in materia di infortuni.
  Chi ha vissuto gli effetti di un disastro naturale sul proprio territorio conosce molto bene la domanda rivolta alle istituzioni: vicinanza, chiarezza, certezza degli investimenti e dei tempi, trasparenza ed equità tra cittadini ed istituzioni di territori diversi. Aiutare le comunità a ritrovare fiducia e speranza nella ripresa è il nostro assillo e lo vogliamo per tutte le aree colpite del nostro Paese.
  Proprio a questo proposito, è stato molto importante il rifinanziamento del Fondo per le emergenze nazionali, all'articolo 2, che definisce l'operatività e le risorse – 100 milioni per il 2014 – utili alla copertura delle ultime emergenze, che la Protezione civile ha già riconosciuto e per le quali occorreva dare un segnale tangibile e rapido. Molte regioni rilevano oggi un segnale positivo: Toscana, Veneto, Puglia, Liguria, Marche, cito soltanto Senigallia ed Osimo, che vedranno risarciti i primi progetti di ricostruzione. Ed anche un importante rifinanziamento del sistema di allertamento nazionale per il rischio meteo e per l'allertamento idrogeologico: un netto segnale, un tassello in più al sistema di prevenzione.
  Colleghi, poter condividere con tutti i gruppi la concreta ricostituzione di un Fondo che, seppur costituito nel 1992 con la legge n. 225, era stato messo in secondo piano, oltre che dalle evidenti e ridotte capacità finanziarie dello Stato, da egoismi localistici e da disomogenee scelte dei Governi che si sono succeduti, aiuterà tutti noi nella ricerca di regole comuni più semplici, trasparenti ed incontestabili, che vorremmo presto condividere con il Governo riguardo ad una legge quadro di riordino della Protezione civile. Occorre, ma penso ne siamo tutti convinti, che vi siano risorse...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Mariani. Colleghi, non riesce a sentire la Presidenza !

  RAFFAELLA MARIANI. Occorre, ma penso ne siamo tutti convinti, che vi siano risorse, norme, attenzioni uguali per tutti i cittadini del nostro fragile Paese. Di fatto, un riordino della normativa di emergenza sarà un segnale molto chiaro per tutto il Paese. Molte volte, in quest'Aula, cittadini Pag. 17di regioni differenti hanno richiesto un'attenzione particolare in questa direzione.
  A partire da grandi tragedie, ci è capitato di sentire una forte sintonia con i cittadini, laddove abbiamo saputo dimostrare loro onestamente i nostri limiti, ma anche il nostro impegno responsabile e la caparbietà di voler essere al loro fianco. Così è accaduto per l'Emilia-Romagna; ci auguriamo che in questa direzione vada anche la ricostruzione di territori duramente colpiti: penso a L'Aquila, penso alla Sardegna, penso alle regioni che ancora devono vedere positivamente un segnale di speranza.
  Abbiamo fatto un piccolo passo, ne dobbiamo fare ancora altri, ma facciamo e facciamoli rapidamente: questo è l'appello che mi sento di rivolgere oggi a quest'Aula. Anche nel ribadire convintamente il nostro voto positivo a questo provvedimento e nel ringraziare tutti coloro, a partire dal relatore Bratti, che hanno voluto con determinazione confrontarsi con il Governo, mi auguro che saremo presto in grado di dare quel segnale definitivo che i cittadini attendono nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Mariani, anche per la fatica di parlare in queste condizioni.
  Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Correzioni di forma – A.C. 2365-A)

  ALESSANDRO BRATTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO BRATTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, propongo, a nome del Comitato dei nove, le seguenti correzioni di forma:
  Al titolo del decreto-legge, le parole: «colpite dal terremoto e dai successivi eventi alluvionali verificatisi tra il 17 ed il 19 gennaio 2014» sono sostituite dalle seguenti: «colpite dal terremoto del 20 e del 29 maggio 2012 e da successivi eventi alluvionali ed eccezionali avversità atmosferiche».
  L'altra correzione è la seguente: al comma 9-sexies dell'articolo 1 del decreto-legge, le parole: «del reddito imponibile» sono sostituite dalle seguenti: «della base imponibile».
  Queste sono, signor Presidente, le due correzioni formali che noi proponiamo. Approfitto, se me lo consente, di pochi secondi per ringraziare tutti i gruppi parlamentari per il proficuo lavoro che abbiamo fatto in Commissione. Ovviamente, ringrazio anche il Governo per la collaborazione, ma credo che anche dalle dichiarazioni di voto si possa evincere che si può collaborare in maniera fattiva per cercare di migliorare sempre di più i provvedimenti quando c’è buona volontà da parte di tutti.

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, le correzioni di forma proposte dal relatore si intendono approvate.
  (Così rimane stabilito).

(Coordinamento formale – A.C. 2365-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2365-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno Pag. 18di legge di conversione n.  2365-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, Spadoni, Boccuzzi, Bergamini, Carra, Riccardo Gallo, Di Stefano, Artini, Romano, Folino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Conversione in legge del decreto-legge 12 maggio 2014, n. 74, recante misure urgenti in favore delle popolazioni dell'Emilia-Romagna colpite dal terremoto e dai successivi eventi alluvionali verificatesi tra il 17 ed il 19 gennaio 2014, nonché per assicurare l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali» (2365-A):

   Presenti  399   
   Votanti  398   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  398    

  La Camera approva (Applausi – Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Sull'ordine dei lavori e inversione dell'ordine del giorno (ore 9,50).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, le volevo chiedere, volevo proporre all'Aula, dopo aver sentito i colleghi degli altri gruppi, di rinviare ad altra seduta il seguito della discussione delle due mozioni che sono iscritte al punto 3 e al punto 4 dell'ordine del giorno, e anticipare le ratifiche inserite al punto 5 dell'ordine del giorno, due ratifiche internazionali importanti di cui abbiamo già trattato e svolto la discussione generale; e poi il punto 2, vale a dire il disegno di legge recante disposizioni concernenti partecipazione a Banche multilaterali di sviluppo per l'America latina e i Caraibi.

  PRESIDENTE. Verifico se c’è effettivamente questo accordo: mi pare di sì, non vedo obiezioni alla proposta dell'onorevole Rosato.
  Allora, mi sembra di capire, onorevole Rosato, che la proposta sia nel senso di rinviare ad altra seduta il seguito dell'esame delle mozioni in materia di vittime dell'amianto e di semplificazione normativa e amministrativa, e di passare ora all'esame del seguito della discussione dei disegni di legge di ratifica Atto Camera 2083-A e Atto Camera 2280 e, successivamente, al seguito della discussione del provvedimento in materia di Banche multilaterali.
  Non essendoci obiezioni, questa proposta si intende accolta dall'Assemblea.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interno tra i rappresentanti dei Governi degli Stati membri dell'Unione europea, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento degli aiuti dell'Unione europea forniti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 in applicazione dell'Accordo di partenariato ACP-UE e all'assegnazione di assistenza finanziaria ai Paesi e territori d'oltremare cui si applicano le disposizioni della parte quarta del trattato sul funzionamento dell'UE, fatto a Lussemburgo e a Bruxelles, rispettivamente il 24 giugno e il 26 giugno 2013 (A.C. 2083-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2083-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interno tra i rappresentanti dei Governi degli Stati membri dell'Unione europea, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento degli aiuti dell'Unione europea forniti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo Pag. 192014-2020 in applicazione dell'Accordo di partenariato ACP-UE e all'assegnazione di assistenza finanziaria ai Paesi e territori d'oltremare cui si applicano le disposizioni della parte quarta del trattato sul funzionamento dell'UE, fatto a Lussemburgo e a Bruxelles, rispettivamente il 24 giugno e il 26 giugno 2013.
  Ricordo che nella seduta del 9 giugno 2014 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
  Avverto che la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere sul testo del provvedimento, che è distribuito in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 2083-A).

(Esame degli articoli – A.C. 2083-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 2083-A).
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 2083-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carocci, Amici, Alli, Mongello, Silvia Giordano, Parisi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  388   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  316    
    Hanno votato no   72.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Argentin e Mattiello hanno segnalato che non sono riusciti a votare).

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 2083-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Giuditta Pini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  390   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  319    
    Hanno votato no    71.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Argentin e Mattiello hanno segnalato che non sono riusciti a votare).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 2083-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Giammanco, Fratoianni, Guidesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  394   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  321    
    Hanno votato no  73.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 20

  (I deputati Bossa e Mattiello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 2083-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Molteni, Martino, Ottobre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  397   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  324    
    Hanno votato no  73    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Mattiello e Pellegrino hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2083-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, rinuncio.

  PRESIDENTE. Molto bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il disegno di legge in esame è finalizzato a garantire il sostegno finanziario dell'Italia a due importanti banche multilaterali: la Banca di sviluppo dei Caraibi e la Banca Interamericana di Sviluppo Bis. La prima è un'istituzione finanziaria regionale istituita da un accordo del 1969... scusi...

  PRESIDENTE. Onorevole Fitzgerald, noi stiamo facendo le dichiarazione di voto sull'atto Camera 2083-A, che è la ratifica dell'accordo interno tra i rappresentanti dei Governi degli Stati membri della Unione europea sull'applicazione dell'Accordo di partenariato ACP-UE. Che facciamo ?

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Mi scusi signor Presidente, onorevoli colleghi il disegno di legge al nostro esame recante ratifica ed esecuzione dell'Accordo interno tra i rappresentanti dei Governi degli Stati membri dell'Unione europea, in applicazione dell'Accordo di partenariato ACP-UE e dell'assegnazione di assistenza finanziaria ai Paesi e territori d'oltremare, fatto a Lussemburgo il 24 giugno 2013, è teso a dare continuità agli interventi di partenariato dell'Unione europea con i Paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, i cosiddetti ACP.
  Ci troviamo di fronte ad uno strumento di cooperazione importante per quanto riguarda soprattutto i nostri rapporti con l'Africa dove l'Unione europea continua ad essere il maggiore attore economico e politico in Africa subsahariana.
  E nonostante la crescente penetrazione cinese e la presenza degli USA, si registra ancora un dato preminente a favore dell'Europa per quanto concerne gli investimenti e il commercio anche grazie ai legami storici, ancora vitali, anche se trasformati nel tempo.
  Si tratta di un provvedimento necessario, quello al nostro esame, se vogliamo essere a pieno titolo parte di un progetto europeo di attenzione alla realtà internazionale che ci interessa per le possibili ricadute nella vita economica e politica del nostro Paese. Infatti, promuovendo lo sviluppo economico, culturale e sociale nei Pag. 21Paesi ACP si promuove anche la pace e la stabilità con conseguenze anche negli sviluppi dei commerci internazionali.
  Il nostro gruppo, convinto dell'importanza della cooperazione europea allo sviluppo e del ruolo che l'Italia può giocare con la cooperazione delegata, vista la nostra consolidata esperienza anche sul campo, vota a favore del provvedimento. La cooperazione è uno strumento di pace e noi ne abbiamo sempre più bisogno, di fronte al riaccendersi dei focolai di guerra in varie parti del mondo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcolin. Ne ha facoltà.

  MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'accordo europeo che di fatto rifinanzia fino al 2020 la politica comunitaria di aiuti allo sviluppo nell'area cosiddetta ACP, in cui sono raggruppati i beneficiari africani, caraibici ed oceanici della cooperazione dell'Unione europea, riveste secondo noi grande importanza. Da anni sosteniamo infatti che una seria politica di controllo dei flussi migratori debba associarsi all'impegno a riscattare il Terzo mondo dalla situazione di povertà ed arretratezza in cui ancora in larga parte si trova. Va peraltro segnalato che in qualche area si iniziano a notare dei segni importanti di ripresa. L'Africa, ad esempio, ha risentito meno degli altri continenti della recessione internazionale che ha colpito proprio l'America e l'Europa. Non è quindi lontano il giorno in cui l'Unione europea con questi Paesi, oggi percettori di aiuti, potrà stringere anche rapporti collaborativi di altra natura, come del resto fanno già i cinesi, che tuttavia dispongono di ben altre risorse e non debbono gestire la loro economia con una moneta amministrata dall'estero.
  Nel frattempo, comunque, non sarebbe inutile che il nostro Governo si battesse nelle sedi europee più opportune affinché questo principio di condivisione della cooperazione nei confronti delle aree meno fortunate di questo pianeta e di alcune zone legate da rapporti di tipo coloniale con le vecchie madrepatrie europee trovi applicazione anche nella gestione dei flussi migratori illegali diretti verso il nostro Paese, la Grecia e la Spagna. Abbiamo infatti bisogno di un sostegno nel dissuadere i network criminali che contrabbandano esseri umani lungo le incerte rotte transmediterranee ed altresì di una più forte cooperazione e solidarietà intraeuropea nell'accoglimento dei profughi e dei rifugiati, che giungono in numeri crescenti verso di noi.
  Diremo quindi sì al Protocollo aggiuntivo, ma precisando che vogliamo un impegno più forte del Governo anche sul piano della lotta comune all'immigrazione clandestina e della gestione dell'asilo da concedere a chi effettivamente è perseguitato o fugge dalla guerra.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la cooperazione tra l'Unione europea e i Paesi di Africa, Caraibi e Pacifico, istituzionalizzata dalla prima Convenzione di Yaoundé (1963) è attualmente realizzata nel quadro dell'Accordo di Cotonou, firmato il 23 giugno 2000. L'intento dell'Accordo è quello di promuovere lo sviluppo economico, sociale e culturale dei Paesi e di contribuire alla pace, alla sicurezza, all'eliminazione della povertà, di favorire un clima politico stabile e democratico, di assicurare uno sviluppo sostenibile e la graduale integrazione degli Stati nelle economie mondiali, accordando un trattamento specifico ai Paesi meno avanzati. Tutti obiettivi importanti che è bene che l'Europa realizzi in modo coordinato e anche obiettivi che cominciano ad avere dei risultati, dal momento che l'Africa in questi anni è il continente che ha avuto il tasso di sviluppo più alto. L'Accordo inoltre recepisce le raccomandazioni espresse nelle Conclusioni del Consiglio dell'Unione europea «Potenziare l'impatto della politica di sviluppo dell'Unione europea: un programma di cambiamento», adottate il 14 maggio 2012.Pag. 22
  Considerando quindi la peculiare rilevanza che riveste, per l'aiuto pubblico allo sviluppo, la cooperazione in ambito multilaterale e segnatamente europeo, più volte evidenziata anche nel corso delle sedute della Commissione dedicate a questi temi, dichiaro il voto favorevole del gruppo parlamentare di Scelta Civica per l'Italia sul provvedimento in esame.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alli. Ne ha facoltà.

  PAOLO ALLI. Signor Presidente, solo per dichiarare in modo molto sintetico il voto favorevole del Nuovo Centro destra su un provvedimento importante per le ragioni che sono state ampiamente illustrate nella discussione generale e sulle quali noi siamo completamente d'accordo. Per cui, mi limito a questa dichiarazione di voto molto semplice.

  PRESIDENTE. L'onorevole Scotto rinuncia ad intervenire.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, per annunciare il voto favorevole di Forza Italia ci rimettiamo all'intervento che in discussione generale ha fatto il nostro collega Picchi.
  Quindi, Forza Italia vota a favore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, guardi io capisco magari che si tratta di un trattato di ratifica, che generalmente questo Parlamento sappiamo che non vede tra le proprie priorità e infatti in questa sede sono già stati ratificati accordi del tipo del fiscal compact del «Meccanismo europeo di stabilità»...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Sibilia. La ringrazio, senatore Della Vedova.

  CARLO SIBILIA. Quindi, come le dicevo, io capisco che c’è un po’ di fretta e questo accordo non è tra le nostre priorità, però cerchiamo di spiegare che, come Stato italiano, noi stiamo contribuendo a un Fondo per finanziare questo accordo di partenariato dell'Unione europea, che non è la Commissione europea, perché questo Fondo che noi stiamo istituendo e stiamo finanziando non è un Fondo che sta all'interno del bilancio dell'Unione europea, ma è sostanzialmente un Fondo intergovernativo, quindi costituito dagli Stati che si associano e creano questo Fondo di ben 30 miliardi di euro, 30 miliardi di euro dal 2014 al 2020. L'Italia, per questo scherzetto sta finanziando tre miliardi di euro, cioè il 12 per cento di questo Fondo, 3,8 miliardi di euro. Noi ci permettiamo il lusso, in una situazione economica a dir poco disastrosa, di finanziare lo sviluppo dei Paesi africani, caraibici e del Pacifico per il valore di 3 miliardi e 800 milioni per sei anni. Questo significa una spesa media di 500 milioni di euro all'anno per sei anni. Allora, se vogliamo trattare questo accordo con questa superficialità, a me va anche bene, però bisogna spiegarlo ai cittadini. Noi questa responsabilità non ce la prendiamo e vogliamo soprattutto dire che è chiaro che ci viene proposto questo accordo – ripetiamo intergovernativo e quindi non ce lo chiede l'Europa – che viene venduto come un finanziamento per la lotta alla fame, per la lotta alla povertà, per rendere universale l'educazione primaria, l'uguaglianza di genere, ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute materna, combattere AIDS e malaria, per l'assicurazione di sostenibilità ambientale, tutti bellissimi manifesti contenuti negli obiettivi del millennio poste 2015, ma tutti obiettivi francamente falliti.
  Perché cosa succede con questo fondo ? Che noi andiamo semplicemente a finanziare un modello di sviluppo che non è un modello di sviluppo sostenibile e che può esser sostenuto perché in realtà chi poi andrà a beneficiare di questo Fondo sono le grande multinazionali, come ENI, l'ABP, la Veolia e c’è scritto all'interno degli accordi di partenariato del 1975 – perché Pag. 23è da lì che parte questo modello di sviluppo e questo tipo di fondi – che dal 1975 l'allora Comunità europea si accordava con i Paesi ACP per instaurare un nuovo ordine economico mondiale. Questo in realtà è il vero obiettivo. Quindi noi andremo con ogni probabilità a finanziare l'agricoltura, ma quale tipo di agricoltura ? L'agricoltura locale ? Assolutamente no, non saranno i produttori locali a beneficiarne, cioè i produttori africani, i produttori caraibi, i produttori del Pacifico, ma saranno le grandi multinazionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Quindi, faremo agricoltura massificata. Intensificheremo la produzione di pesticidi e tutto questo naturalmente noi non ci sentiamo di condividerlo. Poi, vogliamo anche aggiungere che all'interno delle nostre spese, della nostra finanziaria, quindi nelle spese di bilancio, non c’è questa voce. Questa voce non c’è ! Quindi, dove li prendiamo questi 500 milioni di euro all'anno ? Soprattutto, non c’è un programma di finanziamento. Cioè, nell'Accordo noi non troviamo nessun genere di voce di spesa, di capitolo di bilancio, di articolo, che ci dica in che modo viene finanziato questo Fondo. Tre miliardi e 800 milioni di euro ! Signori, queste cifre, questi numeri, chiedono giustizia. Ma è possibile che noi non siamo riusciti, un attimo fa, a votare un provvedimento e a dare nuovi finanziamenti ai terremotati in Emilia, alle alluvioni in Sardegna ? Ci dimentichiamo sempre delle emergenze locali, degli imprenditori, che oggi hanno una difficoltà incredibile ad arrivare a fine mese, e noi oggi andiamo a finanziare 3,8 miliardi per 6 anni. Questo, per esempio, è lo stesso ammontare del Fondo che è destinato alle piccole e medie imprese italiane, Fondo al quale solo i deputati del MoVimento 5 Stelle contribuiscono per aiutare le piccole e medie imprese italiane (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora, noi contestiamo non il fine, che sarebbe magari anche nobile, ma contestiamo il modo con cui ci vengono proposte questo tipo di ratifiche. Noi non abbiamo avuto la possibilità – e lo sappiamo tutti – di intervenire, perché nelle ratifiche non si può intervenire, perché ci sono delle persone senza mandato del popolo italiano che fanno un accordo fra Stati, che passa sopra le teste dei cittadini e sopra le teste del Parlamento. Questo modo di fare è antidemocratico e il MoVimento 5 Stelle interverrà in questo senso con una proposta di legge e spero che sia di necessità condivisa da tutte le forze politiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colleghi, onestamente come gruppo noi condividiamo molto di quello che è stato appena accennato dal collega del MoVimento 5 Stelle. Oggettivamente manca completamente la politica estera, da parte dell'Italia, in questo importante impegno finanziario. Noi condividiamo le finalità. Sicuramente un mondo più giusto, un mondo più equo e lo sviluppo dei Paesi d'oltremare rappresentano anche un'occasione non soltanto di sviluppo economico per l'Italia, ma possono rappresentare soprattutto l'occasione di una grande coesione mondiale che garantisca pace e sicurezza. Ma tutti gli altri Paesi dell'Unione europea svolgono, tramite questo intervento, una profonda azione di politica estera, che significa anche le cose che ho detto: significa maggiore sviluppo, maggiore economia. Allora, andiamo ad impegnare un bilancio così consistente per la creazione di un Fondo dove l'Italia praticamente non esiste. Non esiste con i suoi funzionari in Europa che non garantiscono alla fine, per colpa di un'assenza della politica, una reale azione coordinata con il Ministero degli affari esteri e con la politica nazionale che ci consenta di trarre un legittimo beneficio e vantaggio e anche un riconoscimento, una gratitudine da parte di questi Paesi per un'azione finanziaria così importante che svolge l'Italia.
  Peraltro, non ci dimentichiamo che siamo in un momento in cui non riusciamo Pag. 24a pensare ai nostri precari, in cui ci sono i blocchi degli stipendi. Renzi parla addirittura di licenziare i dipendenti pubblici. Non siamo in grado di garantire un'assistenza sociale adeguata ai disabili, ai malati. Abbiamo un'emergenza stranieri che ci porta a spendere cifre incredibili e poi ci permettiamo il lusso di impegnare cifre così consistenti senza una chiara direzione di interesse da parte dell'Italia. Purtroppo, manca la politica estera, così come poi diremo per la partecipazione alle banche multilaterali di sviluppo dell'America latina, ma manca per colpa del Parlamento ed ecco perché oggi noi affermiamo queste cose.
  Noi alla fine ci asterremo su questo provvedimento, perché riteniamo che il fine ultimo sia nobile da parte dell'Unione europea e che non sia colpa dell'Unione europea per così come è fatta, ma sia colpa soprattutto di un'azione inconsistente degli ultimi Governi dell'Italia.
  E d'altro canto, poiché siamo un partito nazionalista, speriamo che il Presidente del Consiglio, che si appresta ad assumere la Presidenza semestrale dell'Unione europea, sia in grado di invertire la rotta. Non credo che ne sarà capace, perché è tutto chiacchiere, tutto parole – come si diceva, tanto fumo e niente arrosto, – però, nel mio cuore, spero che, invece, mi sbagli e che questa mia capacità di previsione sia erronea, e che, invece, il Presidente del Consiglio sappia invertire la rotta.
  D'altro canto, è poco serio – mi riferisco a chi vuole votare contro – nel momento in cui il Presidente del Consiglio dell'Italia assume la guida dell'Unione europea – dal punto di vista, ovviamente, formale, ma che può essere di sostanza, se siamo capaci di dare una nuova direzione – non dargli, poi, la fiducia, facendo mancare l'appoggio finanziario dell'Italia a un programma così importante di sviluppo d'oltremare.
  Quindi, riteniamo assolutamente che ci voglia una correzione, che il Ministero degli affari esteri e il Ministero delle politiche comunitarie siano capaci di controllare bene qual è la direzione di questi fondi, la trasparenza e, soprattutto, una reale capacità di garantire un rapporto importante bilaterale con i Paesi d'oltremare che sono fruitori di questi aiuti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartapelle. Ne ha facoltà.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Signor Presidente, evidentemente, con la dichiarazione di voto, il MoVimento 5 Stelle ha voluto mettere il primo mattone dell'accordo in Europa con Nigel Farage e non è per niente che vi è una concordanza tra quello che dicono i colleghi del MoVimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia. Nella realtà dei fatti, pensiamo che questo sia un accordo importante, per il quale voteremo a favore, perché è un accordo che testimonia, ancora una volta, l'impegno dell'Italia per la cooperazione internazionale con tutti i paesi ACP, anche in sede multilaterale.
  È un Accordo importante perché renderà stabili i nostri contributi al Fondo europeo di sviluppo e perché è un accordo in linea con tutti gli impegni che abbiamo preso in sede multilaterale sul tema dell'efficacia degli aiuti; tema sul quale i colleghi del MoVimento 5 Stelle, in Commissione, si rendono molto sensibili, ma, nella realtà dei fatti, poi, probabilmente, pesano di più le alleanze europee (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 2083-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

Pag. 25

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2083-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2083-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Calabria, Mazziotti Di Celso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interno tra i rappresentanti dei Governi degli Stati membri dell'Unione europea, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento degli aiuti dell'Unione europea forniti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 in applicazione dell'Accordo di partenariato ACP-UE e all'assegnazione di assistenza finanziaria ai Paesi e territori d'oltremare cui si applicano le disposizioni della parte quarta del trattato sul funzionamento dell'UE, fatto a Lussemburgo e a Bruxelles, rispettivamente il 24 giugno e il 26 giugno 2013» (2083-A):

   Presenti  434   
   Votanti  420   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  326    
    Hanno votato no   94.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1315 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla creazione del blocco funzionale dello spazio aereo Blue Med tra la Repubblica italiana, la Repubblica di Cipro, la Repubblica ellenica e la Repubblica di Malta, fatto a Limassol il 12 ottobre 2012 (Approvato dal Senato) (A.C. 2280) (ore 10,20).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla creazione del blocco funzionale dello spazio aereo Blue Med tra la Repubblica italiana, la Repubblica di Cipro, la Repubblica ellenica e la Repubblica di Malta, fatto a Limassol il 12 ottobre 2012.
  Ricordo che nella seduta del 9 giugno 2014 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 2280)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
  Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 2280).
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 2280), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Fantinati...Fantinati ha votato... abbiamo votato tutti colleghi ? No, Fitzgerald Nissoli non ha votato... Bene, Fitzgerald Nissoli ha votato... onorevole Quintarelli... non riesce, Quintarelli ? Forse c’è bisogno di un tecnico che dia una mano all'onorevole Quintarelli nel settore centrale...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  436   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  433    
    Hanno votato no   3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 26

  (I deputati Manfredi e Marantelli hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 2280), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marchi, Righetti, Rabino, Capone, Paola Bragantini, Russo, Mura, Frusone, Ferraresi, Sarti... Frusone non riesce a votare... è riuscito ? Sì. Aspettiamo l'onorevole Sarti... Verini... Verini ha votato... abbiamo votato tutti colleghi ? Sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  439   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  438    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Manfredi e Marantelli hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 2280), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Leva, Tartaglione, Paola Bragantini, Marti... Paola Bragantini ha votato... Luigi Gallo ha votato... hanno votato tutti mi pare a questo punto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  445   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  442    
    Hanno votato no   3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Manfredi, Marantelli, Duranti e Argentin hanno segnalato di non essere riusciti a votare favorevolmente e il deputato Caon ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 2280), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Luciano Agostini, Sorial, Impegno, Bonafede, Colletti, Businarolo, Dall'Osso, Ghizzoni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  450   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  447    
    Hanno votato no    3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Manfredi e Marantelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame di un ordine del giorno – A.C. 2280)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A – A.C. 2280).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare l'ordine del giorno presentato, Pag. 27invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'ordine del giorno Catalano n. 9/2280/1.

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo lo accoglie come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Catalano n. 9/2280/1, accolto dal Governo come raccomandazione.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2280)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'Accordo al nostro esame è teso alla creazione di un blocco funzionale dello spazio aereo tra quattro Stati membri dell'Unione europea appartenenti all'area mediterranea, gruppo in cui l'Italia ha assunto un ruolo di leadership.
  Tale blocco funzionale va nella direzione di una maggiore integrazione logistica all'interno dell'Unione europea in grado di contribuire ad un effettivo coordinamento degli spazi aerei dei Paesi aderenti allo spazio aereo Blue Med con un impatto positivo riguardo alla sicurezza, le capacità, la riduzione dei costi e l'efficacia nei casi di emergenza.
  La cooperazione che si porrà in essere con questo Accordo contribuirà ad una razionalizzazione dell'organizzazione dello spazio aereo e della fornitura dei servizi inerenti.
  L'Accordo prevede il coordinamento e la cooperazione tra l'aviazione civile e militare nell'uso dello spazio aereo, salvaguardando gli irrinunciabili diritti alla sicurezza e alla difesa degli Stati partecipanti e la completa ed esclusiva sovranità di ciascuno Stato membro sul proprio spazio aereo.
  All'interno del blocco funzionale Blue Med, gli Stati membri facilitano la fornitura dei servizi di traffico aereo, di comunicazione, navigazione e sorveglianza, meteorologici e di informazioni aeronautiche, sforzandosi di raggiungere la massima armonizzazione delle loro politiche tariffarie nazionali per il traffico nello spazio aereo interessato.
  Il Consiglio di governo Blue Med, il quale non ha alcuna personalità giuridica internazionale, adotterà le decisioni all'unanimità per la migliore applicazione dell'Accordo al quale si riferisce la legge di ratifica al nostro esame. Inoltre, il Consiglio determinerà i costi comuni dell'istituzione del blocco funzionale, che sono ripartiti collettivamente.
  Il blocco funzionale dello spazio aereo può essere allargato, così permettendo l'adesione all'Accordo di ciascuno Stato il cui spazio aereo sia adiacente a quello del FAB (Functional Airspace Block) Blue Med, la quale è subordinata alla discrezione del Consiglio di governo.
  Per converso è concessa ad ogni Stato membro la possibilità di recedere dall'Accordo o di sospendere l'applicazione dell'Accordo per motivi di ordine pubblico nazionale, sicurezza, difesa e in caso di conflitti e tensioni internazionali.
  Signor Presidente, il nostro gruppo ha una chiara visione europeista e, pertanto, guarda con favore a tutti gli strumenti che vanno nella prospettiva di una maggiore integrazione.
  Questo Accordo lo fa. L'armonizzazione dello spazio aereo europeo è un aspetto importante del processo di integrazione dell'UE, infatti, nonostante le frontiere terrestri siano state abbattute, restano ancora le frontiere nello spazio aereo che l'istituzione del cielo unico europeo vuole abbattere.
  Siamo convinti che sia doveroso, oltre che necessario, porre fine alla frammentazione dello spazio aereo dell'Unione europea aumentandone l'efficacia, l'efficienza e la sicurezza.Pag. 28
  Purtroppo l'Italia è in ritardo nella ratifica di questo strumento importante per operare in questa direzione con l'istituzione dei blocchi funzionati di spazio aereo regionali, essenziali per aumentare la capacità e dimezzare i costi di gestione dello spazio aereo europeo. Infatti, le inefficienze dovute alla frammentazione di tale spazio aereo europeo comportano ogni anno costi straordinari per alcuni miliardi di euro, compreso l'aumento del consumo di carburante e l'allungamento dei chilometri percorsi, mentre gli USA riescono a controllare uno spazio aereo analogo con traffico superiore e costi dimezzati.
  Con la creazione di un cielo unico europeo e il consolidamento dei servizi aerei, i FAB, avviati in parallelo sul territorio dell'Unione, comporteranno una riduzione dell'impatto ambientale dell'aviazione e del costo dei voli nell'ordine di diversi miliardi di euro annui, in parallelo con altri progetti di integrazione regionali in atto all'interno dell'Unione Europea.
  Inoltre, la cooperazione all'interno del blocco funzionale Blue Med risponde in modo concreto alle esigenze per la sicurezza di ciascuno Stato membro.
  Voglio sottolineare, in un contesto dove siamo chiamati a razionalizzare, che quest'Accordo va nel senso di un miglioramento dei servizi senza comportare oneri aggiuntivi per lo Stato, in quanto i costi sono coperti dalle risorse già destinate ad ENAC ed ENAV.
  Infine, ritengo che dobbiamo pervenire ad una rapida ratifica dell'Accordo in questione, non solo per i motivi di cooperazione e di razionalizzazione già menzionati ma anche per evitare, come ha ben ricordato il sottosegretario Giro durante l'esame del provvedimento in Commissione esteri, le conseguenze della procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea per i nostri ritardi.
  Con la ratifica dell'Italia permetteremo l'operatività di Blue Med e tale FAB si aggiungerà agli altri in essere nell'UE per la creazione di un effettivo cielo unico europeo, con tutti i vantaggi per le persone, per la ricerca e per l'ambiente che questo comporta.
  Dunque, il gruppo Per l'Italia vota con convinzione la ratifica di questo Accordo (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcolin. Ne ha facoltà.

  MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, il nostro Paese, Cipro, Malta e la Grecia sono Stati membri dell'Unione Europea che il 12 ottobre 2012 hanno raggiunto un accordo per dar vita ad un blocco funzionale dello spazio aereo denominato Blue Med.
  Si tratta di un'intesa a quattro, quindi, che pare avere una natura eminentemente tecnica, essendo orientato a razionalizzare la gestione ed il controllo del traffico aereo, sottoponendoli a standard e procedure comuni, in vista anche dello stabilimento di nuove rotte.
  Non può tuttavia essere taciuta la circostanza che l'area di cui si parla si trova alle frontiere sud-orientali dell'Unione Europea, in una zona dove purtroppo non mancano gli elementi di tensione, dal conflitto civile siriano alle dispute che coinvolgono anche la Turchia e riguardano lo sfruttamento economico delle risorse energetiche situate sotto i fondali a largo dell'Isola di Cipro.
  Il Blue Med sarebbe altresì un passaggio obbligato del lungo processo che dovrebbe condurre all'integrazione completa dei cieli europei, un fatto che in verità ritenevamo erroneamente già acquisito da tempo.
  Non pone eccezionali problemi di compatibilità politica. Per questo motivo, come Lega Nord non abbiamo alcuna vera obiezione alla sua approvazione, anche se sarebbe opportuno che eventuali passi in avanti di questo progetto venissero formalizzati in futuro utilizzando la più flessibile forma del memorandum of understanding (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

Pag. 29

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rabino. Ne ha facoltà.

  MARIANO RABINO. Signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, l'urgenza dell'approvazione del disegno di legge di autorizzazione alla ratifica, già approvato dal Senato il 3 aprile scorso, inerente l'Accordo sulla creazione del blocco funzionale dello spazio aereo Blue Med tra la Repubblica italiana, la Repubblica di Cipro, la Repubblica ellenica e la Repubblica di Malta, scaturisce anche dall'esigenza di evitare le conseguenze della procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea, dal momento che tutti gli altri Paesi interessati hanno già provveduto in tal senso.
  Non entro nel merito dell'Accordo, ma voglio ricordare solo che il Blue Med, promosso e coordinato dall'Ente nazionale di assistenza al volo, con il finanziamento della Commissione europea, mira dunque a facilitare il raggiungimento di livelli ottimali di capacità, efficienza e prestazione dei servizi alla navigazione nello spazio aereo riferibile ai Paesi firmatari. Da ciò, ne deriverebbe un effettivo miglioramento degli attuali livelli di sicurezza. Nella prospettiva di un miglioramento e di una progressiva armonizzazione della gestione del traffico aereo europeo, così come promossa dalla legislazione del Cielo unico europeo, la fase di definizione propedeutica all'implementazione del blocco funzionale di spazio aereo, intrapresa il 31 maggio 2012 e coordinata dall'ENAV, ha prodotto una serie di risultati di rilievo, che hanno fornito l'evidenza dei benefici che potranno derivare dall'implementazione del Blue Med.
  Il testo precisa, inoltre, come i requisiti di sovranità, sicurezza e difesa nazionale degli Stati continueranno ad esistere e a valere. Inoltre, gli impegni che gli Stati sono chiamati ad assumersi in termini di cooperazione e di attivazione di misure applicative riguardano, fra gli altri, l'organizzazione dello spazio aereo, la gestione del traffico, la cooperazione fra civili e militari, la supervisione normativa, la navigazione e la sorveglianza, le informazioni aeronautiche e la meteorologia. Occorre, per concludere, ricordare e ribadire che il nostro Paese, nonostante sia stato il primo ad assumere la leadership dell'iniziativa, è ora l'ultimo a completare gli atti propedeutici alla realizzazione dello spazio comune. L'iniziativa è del 2008. Noi l'abbiamo promossa e l'abbiamo guidata e, poi, tra i contraenti di questa cooperazione rafforzata, siamo gli ultimi a procedere con gli strumenti di opportuna verifica.
  Per questi motivi, oltre ad annunciare il voto favorevole di Scelta Civica all'approvazione del disegno di legge di ratifica in esame, auspichiamo una celere approvazione del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, l'Accordo in esame fissa le condizioni per avviare, all'interno dell'Unione europea, una cooperazione rafforzata tra Italia, Malta, Grecia e Cipro per la creazione di un blocco funzionale di spazio aereo, il Cielo unico europeo. Cerca di garantire livelli ottimali di capacità, efficienza e gestione congiunta dei programmi tra i Paesi. E questi programmi provano a fare sistema, a partire dagli scambi tecnologici, dagli studi comuni e dalle ricerche. Per l'Italia sarà l'ENAC a supervisionare gli accordi. E questi impegni tra gli Stati serviranno a garantire una corretta cooperazione tra civili e militari, navigazione e sorveglianza e anche sul terreno della dimensione aeronautica e meteorologica. Questi impegni saranno rispettati se noi decideremo di ratificare questo Accordo, visto che, come sappiamo, da tempo siamo in procedura di infrazione a causa della mancata ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

Pag. 30

  PAOLO TANCREDI. Signor Presidente, l'Accordo che stiamo per approvare trae origine dal regolamento UE n. 550/2004 e successive modifiche che riguarda, come è stato ampiamente detto, la fornitura di servizi di navigazione aerea nel Cielo unico europeo. In particolare, secondo l'articolo 9-bis di detto regolamento, è dedicato alla costruzione di blocchi funzionali, cioè di accordi regionali per blocchi funzionali di spazio aereo. Il blocco funzionale che riguarda il nostro Paese è quello del Mediterraneo, Blue Med, a cui partecipano anche la Repubblica di Cipro, la Repubblica ellenica e la Repubblica di Malta. E voglio ricordare che sono coinvolti come osservatori anche Paesi extra Unione europea come l'Egitto, la Tunisia, l'Albania e la Giordania. Gli obiettivi sono chiari. Il percorso di questo Accordo è parallelo, anzi è successivo, ahimè, perché è l'ultimo, ad altre diverse iniziative regionali che si stanno completando per poi arrivare, appunto, all'obiettivo del Cielo unico europeo.
  I vantaggi di tali obiettivi sono banali cioè quelli del miglioramento dei servizi aerei, del risparmio dei costi, della maggiore efficienza e maggiore sicurezza nel controllo degli spazi aerei. È chiaro che protagonisti per l'Italia saranno ENAV e ENAC nei comitati tecnici, comitati fornitori di servizi di navigazione. Per tutti questi motivi il voto del Nuovo Centrodestra sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, per preannunciare il voto favorevole di Forza Italia alla ratifica in esame, A.C. 2280. Nel merito del provvedimento ci riportiamo totalmente a quanto poi illustrato e sostenuto dal collega Picchi durante la discussione sulle linee generali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Signor Presidente, il gruppo del MoVimento 5 Stelle fondamentalmente è a favore di questo Accordo sulla creazione del blocco funzionale dello spazio aereo Blue Med tra la Repubblica italiana, la Repubblica di Cipro, la Repubblica Ellenica e la Repubblica di Malta. Questo perché incrementerà la sicurezza e armonizzerà la gestione del traffico aereo europeo e, inoltre, bloccherà anche la procedura di infrazione della Commissione europea proprio per la mancata ratifica dell'Accordo, di cui si è già parlato in quest'aula precedentemente. Questo Accordo viene promosso proprio anche dall'ENAV e il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha richiesto in Commissione audizioni con i rappresentanti ENAV anche per capire di che tipo di ratifica stiamo parlando. E, se da una parte, siamo d'accordo con il fatto che la ratifica di questo Accordo aumenterà il valore dell'ENAV e che, quindi, è chiaramente qualcosa di positivo, speriamo vivamente però che non ci sia un processo di privatizzazione di un patrimonio pubblico quale l'ENAV e, quindi, una svendita proprio del patrimonio pubblico. Abbiamo audito in Commissione, sempre su nostra richiesta, Massimo Gardini, amministratore unico, che ha di fatto confermato questa ottica di privatizzazione. Quindi siamo d'accordo chiaramente nel contenuto di questa ratifica perché, come dicevo, incrementerà la sicurezza. Speriamo vivamente che non ci sia l'ennesima svendita pubblica dell'ENAV (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chaouki. Ne ha facoltà.

  KHALID CHAOUKI. Signor Presidente, intervengo per esprimere il nostro voto favorevole a questa ratifica. Questo Accordo, Blue Med, secondo noi, favorisce finalmente una gestione integrata degli spazi di volo tra i Paesi quali l'Italia, la Grecia, Malta e Cipro e questo sicuramente garantisce più sicurezza, anche maggiore efficienza, come è stato anche Pag. 31ricordato da altri colleghi. La nota che potrei aggiungere è che in questo quadro è previsto anche il coinvolgimento di altri Paesi seppur in forme di partnership o di osservatori: sono i Paesi della sponda mediterranea dall'Albania all'Egitto, alla Tunisia, al Libano e, quindi, crediamo che questo possa aiutare sempre più ad una dimensione più regionale nella gestione di una realtà, come quella dello spazio aereo, che sicuramente è una realtà delicata. C’è un equilibrio, secondo noi importante, rispetto a quella che è ovviamente l'autonomia nazionale ma una gestione regionale sicuramente in questa fase può aiutare anche ad avvicinare meglio il know how, può aiutare ad avvicinare meglio anche le varie competenze, soprattutto in termini di sicurezza dei voli nello spazio regionale. Pensiamo che sia una ratifica importante e pertanto ribadiamo il nostro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2280)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2280, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi vi pregherei di affrettarvi perché abbiamo ancora dei punti all'ordine del giorno in programma e dobbiamo, come sapete, poi interrompere per allestire l'Aula per la votazione del Parlamento in seduta comune, quindi abbiamo davvero i minuti contati. Quindi, se hanno votato tutti... prego, onorevole Di Girolamo, Bossa, Bonifazi, Rostan, Centemero, Parentela. Ci siamo, colleghi ? Non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   S. 1315 – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla creazione del blocco funzionale dello spazio aereo Blue Med tra la Repubblica italiana, la Repubblica di Cipro, la Repubblica ellenica e la Repubblica di Malta, fatto a Limassol il 12 ottobre 2012» (Approvato dal Senato) (2280):

   Presenti e votanti  411   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  410    
    Hanno votato no    1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Zampa e Iacono e Airaudo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni concernenti partecipazione a Banche multilaterali di sviluppo per l'America latina e i Caraibi (A.C. 2079-A) (ore 10,45).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2079-A: Disposizioni concernenti partecipazione a Banche multilaterali di sviluppo per l'America latina e i Caraibi.
  Ricordo che, nella seduta del 9 giugno 2014, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 2079-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2079-A).
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 2079-A).Pag. 32
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  A tal fine il gruppo MoVimento 5 Stelle è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1 e sui due articoli aggiuntivi.

  PAOLO GENTILONI SILVERI, Relatore. Signor Presidente, sull'emendamento Sibilia 1.1 la Commissione esprime parere contrario; sull'emendamento Sibilia 1.2 la Commissione esprime parere contrario...

  PRESIDENTE. L'emendamento Sibilia 1.2 non è segnalato, onorevole Gentiloni Silveri. Glieli dico io quali sono quelli segnalati... tutti gli altri sono segnalati, tranne l'emendamento Sibilia 1.2.

  PAOLO GENTILONI SILVERI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Sibilia 1.3, 1.4, 1.5 e 1.6; la Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Sibilia 1.7; la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Sibilia 1.8, 1.9 e 1.10; la Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Sibilia 1.50.

  PRESIDENTE. Sì, mi dica anche il parere sugli articoli aggiuntivi.

  PAOLO GENTILONI SILVERI, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sugli articoli aggiuntivi Amendola 1.050 e 1.051.

  PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ?

  ENRICO ZANETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, tranne per l'articolo aggiuntivo Amendola 1.051, sul quale il Governo si rimette all'Aula.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sibilia 1.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, intervengo giusto per richiamare un po’ l'attenzione dell'Aula e per cercare di capire cosa stiamo facendo e su cosa stiamo votando.
  Questo provvedimento reca: disposizioni concernenti partecipazione a Banche multilaterali di sviluppo per l'America latina e i Carabi. Dunque, in questo caso, il Parlamento può decidere – perché di fatto, in questo momento, non stiamo parlando di una ratifica, ma parliamo di un vero e proprio disegno di legge – se regalare 40 milioni di euro a due banche: una è la CDB, ossia la Banca di sviluppo dei Carabi, e un'altra è l'IDB, ossia la Banca interamericana di sviluppo. Quindi, in questo momento noi abbiamo la possibilità di prendere questa decisione.
  Come detto, il MoVimento 5 Stelle non è contrario a prescindere a questo tipo di operazioni, che, magari, in un'ottica diversa rispetto alla parola «sviluppo», possono avere anche un senso. Quando si cerca di dare un finanziamento ad un Paese, anche se lo si fa attraverso una banca, magari, alle volte, può essere anche una cosa positiva. Il problema che noi sottoponiamo all'Aula è che non va fatto in maniera non critica e non ragionata.
  Con questo emendamento, noi chiediamo di fare una cosa molto semplice, cioè di ridurre questo finanziamento al solo primo anno, diciamo, di limitarci al primo anno di finanziamento: quindi, non vogliamo fare quelli che dicono «soppressione tout court» (questo lo faremo rispetto a quelli seguenti). Dunque, chiediamo Pag. 33un ridimensionamento del finanziamento, limitandoci soltanto ad un anno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 1.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo colleghi ? Alfreider, Spessotto, Chiarelli. Vi prego, colleghi, di affrettarvi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  431   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Airaudo ha segnalato di non essere riuscito a esprimere voto contrario e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sibilia 1.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, dunque ero stato preveggente, perché avevo già illustrato questo emendamento che, in realtà, andiamo a discutere ora, perché il precedente, appunto, chiedeva la soppressione totale della ricapitalizzazione di queste due banche.
  Ricordiamo ai colleghi che stiamo ricapitalizzando due banche – una si chiama CEB e una IEB –, che vanno a finanziare, nella loro mission, lo sviluppo dei Paesi caraibici e interamericani. Dunque, visto che il primo emendamento è stato bocciato, cioè non è stata accolta la possibilità di bloccare questo finanziamento, allora andiamo a ragionare.
  Ragioniamo sul fatto che, con riferimento a questo finanziamento di oltre 40 milioni di euro – stiamo parlando di oltre 56 milioni di dollari statunitensi –, arriviamo alla richiesta in questo emendamento di finanziare solo il 2015 e di rendicontarne le spese, per capire, poi, nel 2016 se questo finanziamento ha portato effettivamente a dei progetti positivi e, quindi, ha dato lo sviluppo che noi andavamo a cercare, quello che era l'obiettivo che avevamo. Quindi, la sostanza è questa.
  A questo punto, poiché non ci è stata accordata la possibilità di bloccare questo finanziamento, cerchiamo almeno di entrare nel merito: cioè, andiamo a finanziare il primo anno, vediamo cosa accade in quei territori, se effettivamente l'obiettivo è raggiunto; se l'obiettivo non è raggiunto, ci blocchiamo e capiamo se proseguire nel 2016 con il finanziamento e nel 2017 con lo stesso finanziamento.
  Ricordiamo ai colleghi che si tratta di una ricapitalizzazione di due banche, è sempre quello il ragionamento. Noi già siamo presenti, come Italia, all'interno di queste banche di sviluppo, quindi, già ci siamo: stiamo semplicemente aumentando la quota di capitale. In che modo ? Acquistando le quote di Paesi Bassi e Venezuela. Chiediamoci, cari colleghi: se i Paesi Bassi e il Venezuela decidono di uscire da questo tipo di partecipazione, un motivo ci sarà e, quindi, evidentemente, potrebbe anche essere un motivo che non ha un'effettiva contropartita da questo punto di vista.
  Io vi invito a riflettere; come prima abbiamo regalato, per sei anni, 3,8 miliardi di euro per lo sviluppo ai Paesi africani, caraibici e del Pacifico, vi invito a pensare, anche, alle difficoltà delle piccole e medie imprese italiane che sono quelle più vessate. Ricordiamocelo, ogni volta che andiamo a fare cooperazione allo sviluppo all'estero e siamo anche pieni di scandali del genere.Pag. 34
  Quindi, mi raccomando, leggete almeno l'emendamento prima di votare, con consapevolezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli.
  Vorrei semplicemente informare l'Aula, dopodiché ognuno, ovviamente, è libero di fare quello che ritiene – lo dico all'onorevole Cirielli e all'onorevole Scotto che hanno chiesto la parola – che noi alle 11,40 dobbiamo sospendere i lavori perché dobbiamo allestire l'Aula per la seduta comune. Quindi, è del tutto evidente che, se non concludiamo entro le 11,40, inevitabilmente, slittiamo a dopo la seduta comune. Si sappia, poi, ognuno ovviamente è libero...
  Prego, onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, la ringrazio per l'appello, cercherò di essere sintetico, ma è un tema molto delicato, si tratta di tanti soldi dati ad una banca, dove sono segnalate una serie di criticità, soprattutto legate alla trasparenza. Purtroppo, tante volte parliamo per ore senza costrutto e il nostro gruppo non è mai abituato a fare ostruzionismo. Peraltro, non siamo contrari di principio a questo provvedimento, men che meno alla partecipazione finanziaria a banche che si occupano dello sviluppo dell'America latina così come di altre parti del mondo.
  Il problema vero, che è stato segnalato anche dai nostri colleghi del MoVimento 5 Stelle, ma che è avvertito anche un po’ da tutti i gruppi parlamentari – ci sono degli emendamenti importanti del PD, ma insomma ho visto che anche in Commissione SEL e tutti esprimono forti perplessità – verte, prima di tutto, sul fatto che la partecipazione a queste banche viene decisa in maniera finanziaria, fredda, meccanica dal Ministero dell'economia e delle finanze, senza alcun controllo da parte del Ministero degli affari esteri, senza la cooperazione. Questa, per la verità è una battaglia portata avanti da altri partiti, con forza, rispetto alla quale, pur condividendone l'ispirazione di fondo, abbiamo espresso perplessità, nel senso che noi dobbiamo collegare la cooperazione allo sviluppo, e non lo diciamo noi, lo dice la legge n. 49 del 1987; l'articolo 1, sancisce, infatti, il principio secondo cui la cooperazione allo sviluppo è parte integrante e qualificante della politica estera dell'Italia, e lo leggo proprio per non sbagliare.
  Allora, mi sembra assurdo che quest'Aula, senza un dibattito adeguato, per la verità un dibattito c’è stato in Commissione, vada ad approvare una partecipazione finanziaria di soldi in una banca dove non sappiamo quello che accade, non abbiamo una rendicontazione, non abbiamo nessun ritorno di politica estera, che possa avvenire così.
  Tuttavia, ho presentato un ordine del giorno, che spero sia accolto dal Governo così risparmiamo anche i tempi, che indica proprio questo percorso. La partecipazione a banche di sviluppo deve essere parte integrante della cooperazione e, soprattutto, deve avvenire sotto il rigido controllo del Ministero degli affari esteri. Poi, i tecnicismi finanziari possono essere affidati anche al Ministero dell'economia e delle finanze, ma se, invece, anche in quello che è l'elemento principe della politica, la politica estera, noi facciamo sì che siano le banche, che siano i tecnici, che siano le finanze a decidere le sorti di una nazione, allora non capisco veramente la sinistra, o quella che ancora dice di chiamarsi sinistra, dove vuole andare a parare.
  Allora io, ovviamente, ho chiesto il permesso di firmare alcuni emendamenti che ritengo assolutamente utili da parte del PD e della maggioranza, ho presentato un ordine del giorno, onestamente condividiamo molti degli emendamenti presentati dal MoVimento 5 Stelle e che voteremo; non votiamo contro il provvedimento, ma ci asterremo nel complesso, perché secondo noi è arrivato il momento che si dica basta a questa politica di tirare fuori i soldi senza avere in cambio chiare risposte che facciano capire, di questi tempi, ai cittadini come viene impiegato il denaro pubblico.

Pag. 35

  PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Scotto rinuncia al suo intervento.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 1.3, con il parere contrario del relatore, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Gadda, Fassina, Roberta Agostini, Vitelli, Sottanelli...
  Dichiaro chiusa la votazione. Onorevole Chiarelli, ovviamente come può immaginare non è che io l'abbia vista e ho chiuso, quindi... Va bene, la prossima... Intanto ne prendono atto gli stenografi.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  429   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no   333.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Chiarelli e Argentin hanno segnalato di non essere riusciti a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sibilia 1.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, veramente voglio dire anche due parole sulla questione dei tempi: io capisco che ci sono dei tempi, e lei fa benissimo a ricordarlo continuamente...

  PRESIDENTE. No, ma questo non deve minimamente, ovviamente... È solo per sapere che andiamo al pomeriggio, tutto qui.

  CARLO SIBILIA. Questo è chiaro, assolutamente. Io lo voglio semplicemente ricordare, perché secondo me resta comunque importante fare una discussione seria su questi provvedimenti, che va al di là del tempo. Anche perché si parla di concetti, forse, dei quali difficilmente si tratta all'interno del Parlamento, cioè dello sviluppo: il nostro modello di sviluppo quale deve essere ? Perché noi pensiamo, e attraverso questo provvedimento è chiaro che la maggioranza di Governo... Questo è semplicemente un prosieguo di quelli che sono stati atti firmati nel 1988, quando Andreotti, Ministro degli esteri, decise di entrare all'interno di queste banche caraibiche, ovviamente finanziandole per miliardi di lire all'epoca, e ci sono costate tantissimo francamente.
  Forse allora aveva un senso, però evidentemente c'era un certo tipo di modello di sviluppo: noi andiamo lì, finanziamo delle banche, quindi entriamo all'interno del sistema monetario, il meccanismo finanziario, e andiamo a costruire cemento, nuovi edifici, nuove strade, monoculture agricole. Questo è il modello che noi abbiamo esportato. Forse oggi ci dobbiamo rendere conto che ciò non è più sostenibile !
  Quindi è chiaro che per me ha un grande valore, per il MoVimento 5 Stelle ovviamente tutto, ha un grande valore riconsiderare questo concetto. Ed è per questo che, all'interno dei nostri emendamenti, oltre che dal punto di vista strettamente finanziario, vogliamo anche ragionare del merito, cioè su cosa andiamo a fare con questi finanziamenti.
  Mi fa riflettere quello che diceva prima l'onorevole Cirielli: noi possiamo incidere, questo Parlamento può incidere su questo provvedimento, perché in realtà non si tratta di una ratifica, non è il Ministero dell'economia e delle finanze a decidere. Capisco che sia precostituito, questo disegno di legge, perché è stato presentato proprio dal Governo, quindi è lo stesso allora Ministro Saccomanni che ha scritto questo tipo di disegno di legge. Però, noi abbiamo il dovere, penso fondamentale, di dover imporre la legislazione, cioè di far capire al Governo qual è il nostro indirizzo.Pag. 36
  Quindi, io invito ad avere un atteggiamento più costruttivo, nel senso che, se ci stiamo rendendo conto che non è il momento di finanziare il nono aumento di capitale di queste banche di sviluppo, allora facciamo uno sforzo insieme ed evitiamolo, perché con gli emendamenti, con le modifiche proposte questa cosa si può fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Quindi, vi ringrazio e vi invito a prendere visione degli emendamenti, ancora una volta, e a capire cosa stiamo cercando di fare. Noi voteremo ovviamente a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 1.4, con il parere contrario del Governo, del relatore e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  428   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no   331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sibilia 1.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, come dicevo, in ordine a queste banche di sviluppo – quindi la CDB, la Banca caraibica multilaterale di sviluppo e la IDB, la Banca interamericana di sviluppo – noi siamo entrati nella Banca caraibica di sviluppo il 17 maggio del 1988 con la legge n. 198, mentre nell'IDB siamo entrati, anche più tardi, con l'esborso di circa 12,5 miliardi di dollari e ne abbiamo sborsati subito 2,8. Ora chiaramente alcuni degli obiettivi di queste banche sono quelli di finanziare – ad esempio quando ci sono delle grandi tragedie, pensiamo al terremoto di Haiti – la ricostruzione, come è successo per esempio già con il terremoto del 2010 di Haiti, e nel 2012, quindi due anni fa, i governatori si sono accordati per dare 245 milioni di dollari al Governo di Haiti.
  Chiaramente il fine, al nostro Parlamento, può anche nobilitarlo; il problema è che cosa succede. Andiamo un attimo nel merito di cosa accade lì e cosa noi non possiamo più controllare. Vi racconto un attimo un progetto che viene finanziato con questi soldi. Noto come «Progetto 400 per 100» o «400 in 100» in riferimento alla promessa di Martelly, che era il Presidente di Haiti, di costruire 400 abitazioni in 100 giorni, questo è uno dei progetti che è stato finanziato con 30 milioni di euro dalla Banca di sviluppo interamericana ed è stato inaugurato il 27 febbraio 2012.
  L'area dispone di 3 chilometri di strade asfaltate, sistema idrico, sistema elettrico, lampioni, una piazza e anche un campo da basket. Ma cosa si scopre quando andiamo ad indagare ? Che non tutti i residenti di tale complesso sono vittime del famoso terremoto, bensì molti sono anche dipendenti della pubblica amministrazione; quindi, si configura quasi, come dire, un tipo di aiuto clientelare fatto dal Presidente di Haiti nei confronti dei dipendenti della pubblica amministrazione.
  Inoltre, non solo noi abbiamo finanziato con 30 milioni di euro questo progetto ma succede che cosa ? Che per queste case che vengono costruite viene addirittura richiesto il mutuo a chi ci va ad abitare all'interno. Quindi, non sono gratuite ma il mutuo dura cinque anni e dovrebbe costare tra i 39 e i 46 dollari al mese che ovviamente non è una cifra simbolica, ma un signor stipendio per una persona che lavora ad Haiti.
  Naturalmente all'interno delle clausole del contratto si trova anche una clausola che stabilisce che il mancato pagamento per tre mesi consecutivi comporta una Pag. 37penale del 5 per cento ogni mese non pagato e potrebbe anche portare allo sfratto.
  Quindi, rendiamoci conto di quello che finanziamo: finanziamo un complesso di case che il Governo di Haiti costruisce grazie ai nostri soldi che poi vende di fatto ai terremotati di Haiti. Quindi non stiamo facendo nessun favore, abbiamo solo costruito un sistema di sviluppo che non è sostenibile; poi naturalmente questi cittadini si indebiteranno e dovranno nuovamente andare da queste banche per foraggiarli.
  Quindi, capiamo bene dove vanno a finire questi soldi che noi oggi stiamo dando a queste banche. Ripeto: noi stiamo regalando oltre 41 milioni di euro a queste banche di sviluppo e questo emendamento vuole sopprimere questo tipo di operazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 1.5, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ne approfitto per informare i colleghi che hanno chiesto la possibilità di intervenire a fine seduta che è del tutto evidente che, purtroppo, ciò non sarà possibile per le ragioni che vi ho spiegato. Quindi il fine seduta, essendo che il provvedimento slitterà realisticamente al pomeriggio, si farà alla fine della seduta pomeridiana. Purtroppo i tempi sono quelli che sono.
  Abbiamo votato ? Giuditta Pini, Capelli, Lavagno... colleghi vi prego di restare in Aula...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  424   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  328.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 1.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Malisani, Giuditta Pini, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  424   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato   90    
    Hanno votato no  334.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Sibilia 1.7 su cui vi è un invito al ritiro.
  Prendo atto che il presentatore non lo ritira.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 1.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiarelli, Zardini, Valiante, Dall'Osso, Locatelli, Vitelli, Gelmini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  446   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no  347.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 38

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 1.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Leva, Di Stefano, Rizzetto, Barbanti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  441   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no  348.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 1.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Rizzetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  444   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  347.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 1.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Brandolin, Venittelli, Giorgetti, Russo, Galperti, Lattuca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  443   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Fiorio ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sibilia 1.50, sul quale c’è un invito al ritiro.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, io intervengo giusto per illustrare quest'ultimo emendamento a mia firma e del MoVimento 5 Stelle. Diciamo questo, che «ciascuna operazione di cooperazione e integrazione economica prevista dalla presente legge deve essere rendicontata in maniera dettagliata e garantire la razionalizzazione e trasparenza della spesa nella gestione degli interventi, sulla base di criteri di efficacia, economicità, coerenza, unitarietà e trasparenza».
  Queste sono le parole contenute all'interno di questo emendamento, cioè diciamo che, quando viene scelto un progetto di cooperazione tramite questi soldi che destiniamo a queste banche per l'aumento di capitale vengano utilizzati questo tipo di criteri.
  Io invito a una riflessione l'Aula e leggo alcune righe della proposta emendativa 1.051 del PD, secondo cui: «le modalità di tale partecipazione, nel rispetto dell'autonomia degli organismi internazionali, devono ispirarsi a criteri di efficacia, economicità, unitarietà e trasparenza nelle spese di gestione e di intervento». Quindi, io non vedo grandissime differenze – poi magari me le spiegheranno, non ci sono problemi – però sappiate insomma che quando un emendamento è simile a un altro ci si Pag. 39aspetta che la distinzione e il criterio di scelta non sia politico o di colore, ma nel merito del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, solo perché ha ragione perfettamente il collega Sibilia: non si capisce per quale motivo non si è deciso di sostenere questa proposta emendativa e si pensa di farne un'altra sostanzialmente uguale.
  Noi, siccome abbiamo già annunciato il sostegno a quello del PD, ovviamente sosteniamo convintamente e ringraziamo i colleghi per aver presentato questa proposta emendativa, che mi sembra proprio così platealmente condivisibile che diventa davvero inconcepibile un voto diverso da parte dell'Aula e un parere diverso da parte del Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, per annunciare il voto favorevole su questa proposta emendativa da parte di Forza Italia perché nella sostanza è un po’ differente rispetto a quella proposta dal PD ed è molto più completa e molto più esplicita.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.

  VINCENZO AMENDOLA. Signor Presidente, io ci metto 30 secondi per chiarire due cose molto semplici. La prima, cari colleghi, la nostra proposta emendativa, firmata anche da altre forze politiche, l'abbiamo discussa e votata in Commissione e mi sarei aspettato di fare una lunga e larga convergenza anche con le opposizioni in quella sede e non trovare altri emendamenti in Aula.
  Però, il tema non è solo procedurale, ma anche di sostanza – glielo dico, Presidente, per farmene interprete con l'onorevole Palese – dove c’è scritto in questa proposta emendativa: «nel rispetto dell'autonomia degli organismi internazionali». Non sono uguali – è evidente –, sono uguali le finalità di trasparenza, economicità e contabilità e infatti il Governo si rimette all'Aula e questa era l'ispirazione che portavamo in Commissione, ma non hanno la stessa formulazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 1.50, con il parere contrario del relatore e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garofalo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  468   
   Votanti  459   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Fiorio ha segnalato di non essere riuscito a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  439   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  342    
    Hanno votato no   97.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 40

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Amendola 1.050, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi; ha votato. Hanno votato tutti ? No. Di Lello, Spadoni, De Lorenzis, Palma, Vitelli, Dell'Aringa, Galperti. Io non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  469   
   Votanti  353   
   Astenuti  116   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  348    
    Hanno votato no    5.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Albanella ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole mentre ha espresso voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Amendola 1.051.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, intervengo soltanto per esprimere il parere favorevole su questa proposta emendativa da parte del gruppo del MoVimento 5 Stelle perché, per quanto ci riguarda, ripercorre le stesse finalità. Quindi, sicuramente voteremo a favore, esattamente perché ci siamo espressi nello stesso modo sul mio emendamento 1.50.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Amendola 1.051, con il parere favorevole della Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura, Culotta, Saltamartini, Locatelli, Fava, Spadoni, Albanella, Marzana. Fava ancora non riesce a votare; c’è lì il tecnico. Non si arrenda, onorevole Fava. Hanno votato tutti, mi pare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  465   
   Votanti  462   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato  461    
    Hanno votato no    1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Petraroli ha segnalato di non essere riuscito a esprimere voto favorevole).

(Esame di un ordine del giorno – A.C. 2079-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A – A.C. 2079-A).
  Qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno Cirielli n. 9/2079-A/1 ?

  ENRICO ZANETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo propone la seguente riformulazione: sostituire le parole «impegna il Governo affinché gli» con le seguenti: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di una gestione degli». Con questa riformulazione il Governo esprime parere favorevole, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cirielli n. 9/2079-A/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
  È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno.

Pag. 41

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2079-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà. Ovviamente, colleghi, veramente prego tutti di essere sintetici perché, al di là di tutto, noi abbiamo un problema, che tra venti minuti dovremo sospendere la seduta per allestire l'Aula per la seduta comune del Parlamento. Prego.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, io intervengo perché ho già rinunciato due volte e vorrei, almeno in questo caso, precisare alcune cose.
  Questo disegno di legge, sulla nostra partecipazione a due banche multilaterali dell'area latino-americana e caraibica, ci impegna finanziariamente per poco meno di 60 milioni di dollari e per due banche che sono nate per obiettivi secondo noi significativi, perché la Banca di sviluppo dei Caraibi è nata per ridurre la povertà nella regione caraibica e la Banca interamericana di sviluppo, la BID, che è la più grande istituzione di sviluppo multilaterale, è stata fondata per contribuire allo sviluppo economico e sociale – sottolineo sociale – dei Paesi dell'America latina.
  Abbiamo discusso a lungo in Commissione, se ne è discusso in Aula e sono emerse perplessità e anche ostilità che per noi non sono comprensibili. Si è chiesto se avesse senso, vista la situazione della finanza pubblica, confermare questi impegni; se la partecipazione a banche fosse una modalità opportuna di cooperazione allo sviluppo; se fosse garantita la trasparenza; insomma, tante domande. Noi diciamo questo: premesso che queste politiche rappresentano la proiezione del nostro Paese all'estero e che l'America latina è regione di primaria importanza per la politica estera italiana, sotto il profilo culturale e delle relazioni economiche, a noi pare di potere rispondere che è giusto, oltre che vantaggioso, confermare l'interesse del nostro Paese allo sviluppo economico di queste regioni.
  Intanto, se vogliamo essere credibili sul piano internazionale, dobbiamo fare valere il principio di continuità nella politica estera. Gli impegni negli organismi internazionali e multilaterali non possono essere soggetti a cambiamenti a seconda della congiuntura. Inoltre, c’è una ricaduta positiva indiretta sull'economia italiana, come in generale la cooperazione alla sviluppo provoca, ma anche un effetto diretto, ossia la possibilità, per imprese nazionali, di partecipare a gare d'appalto finanziate da prestiti erogati da queste istituzioni bancarie.
  Nell'ultimo triennio le nostre imprese si sono giovate di investimenti finanziati dalla BID per circa 91 milioni di dollari americani. Infine, riteniamo giusta questa partecipazione perché conferma il principio di coerenza tra le diverse politiche, estera, di cooperazione, ma anche economica...

  PRESIDENTE. Concluda.

  PIA ELDA LOCATELLI. ... come prevede l'articolo 4 della legge in discussione, la legge per la cooperazione. Per tutte queste ragioni, riteniamo di votare favorevolmente a questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald. Ne ha facoltà. Prego anche lei riguardo ai tempi.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signor Presidente, visti i tempi ristretti, rinuncio ad intervenire e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcolin. Ne ha facoltà.

  MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, noi ci rifacciamo agli interventi già svolti e annunciamo il voto di astensione.

Pag. 42

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bernardo. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BERNARDO. Signor Presidente, intervengo brevemente per esprimere voto favorevole, anche per quello che riguarda lo sviluppo che possono avere in quell'area dell'America Latina gli investimenti italiani e per quello che riguarda l'interscambio per miliardi di euro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, ovviamente non svolgerò un intervento lungo per le esigenze che lei ha posto, però due cose le voglio dire, anche per chiarezza rispetto alla discussione che abbiamo fatto oggi.
  Non vi è alcun dubbio che la partecipazione alle banche multilaterali di sviluppo, ma in assoluto a tutte le istituzioni multilaterali, pone la necessità di rafforzare gli elementi di trasparenza, di attenzione a cosa si fa, a come si portano avanti i progetti.
  E non vi è dubbio che, rispetto all'impegno su queste due banche, la Banca di sviluppo dei Caraibi e la Banca interamericana di sviluppo, vi è bisogno di fare un lavoro molto più approfondito. Tuttavia, ho avvertito un certo distacco culturale rispetto ad alcune dichiarazioni che ho ascoltato, quasi si volesse dire «fermate il mondo, voglio scendere». Invece, l'Italia deve svolgere la propria funzione dentro un'area che sta avendo uno sviluppo economico impetuoso, sta provando a ridurre gli elementi di povertà drammatica che l'hanno attraversata e dove l'Italia ha una vocazione naturale in rapporto con l'America Latina.
  Per questo, credo che sia giusto votare questo disegno di legge. Bisogna provare, ovviamente, su questo terreno, a garantire trasparenza e a istituzionalizzare, come abbiamo fatto con un emendamento, la Conferenza Italia-America Latina (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, intervengo per annunziare il voto a favore del gruppo di Forza Italia sul provvedimento in discussione.

  PRESIDENTE. Non ho iscritti a parlare per il gruppo del MoVimento 5 Stelle, però, avendo qui di fronte a me l'immagine dell'onorevole Sibilia, pronto ad intervenire, deduco che sarà lui ad intervenire. Prego.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, sono pronto e userò tutto il tempo a mia disposizione.
  Cari colleghi, con questo provvedimento stiamo aderendo al nono aumento di capitale di due banche di sviluppo: una caraibica, con sede alle Barbados, e l'altra denominata Banca interamericana di sviluppo. Aumento che ci costa circa 41 milioni di euro. Ci abbiamo provato in tutti i modi, con i nostri emendamenti, ma non siamo riusciti a bloccare questo tipo di operazione.
  Lo scopo di questi soldi, ammesso che vengano usati in maniera corretta e che le banche dimentichino, per un attimo, di esistere per creare debiti che non potranno mai essere ripagati dai cittadini – ma questo è un altro capitolo della storia –, sarebbe quello di contribuire alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile dei Paesi membri della regione caraibica e di promuovere la cooperazione economica e l'integrazione regionale, con particolare attenzione agli Stati meno sviluppati.
  Ma cosa vuole dire ? Sottosviluppati rispetto a cosa ? Rispetto a quale modello di società ? Cos’è lo sviluppo ? Il nostro sviluppo ? Cosa significa oggi la parola «sviluppo» ? Avete visto, vi girate intorno e cosa vediamo tutti i giorni ? Cemento, plastica, automobili, nuovi edifici, benzina, petrolio, inceneritori, immondizia, malattie...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, abbassiamo il tono della voce, grazie.

Pag. 43

  CARLO SIBILIA. ... tumori, povertà, sofferenza e catastrofi naturali all'ordine del giorno. E il giro continua, come se tutto fosse sempre andato così e tutto debba sempre andare così, come se fossimo impotenti.
  Ma invece non è così. Noi abbiamo un potere, abbiamo messaggi positivi da dare, una cultura da cambiare, dei concetti da mettere in discussione.
  Sviluppo non significa dare più case, più strade e più cemento, che verranno percorse da più auto, che consumeranno più benzina, che trasporteranno più merci. Non significa avere l'ultimo modello di telefonino, non significa comprare quello nuovo due mesi dopo perché quello che avevi è già diventato vecchio. Non significa avere sullo scaffale del supermercato l'insalata nel banco frigo già lavata e tagliata da consumarsi «preferibilmente entro». Non significa avere l'acqua in un contenitore di plastica, a sua volta contenuto in un contenitore di plastica, che a sua volta è stato imballato in un foglio di plastica. Questo non è sviluppo. Questa è follia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  A cosa ci ha portato questo modello oggi ? Facciamo una prova. Andiamo al supermercato e proviamo a comprare qualsiasi cosa prodotta nel giro di 50 chilometri da dove viviamo. Cosa riusciremo a comprare ? Probabilmente niente. Ma alla fine una cosa la troveremo. Troveremo quel panetto di burro. Anzi ne troveremo due. E scopriremo che, magicamente, quello prodotto in Germania costa meno di quello che fanno lì, a pochi chilometri da casa tua o da quello stesso supermercato dove fai la spesa.
  Ma come è possibile ? Come è possibile che quel burro costi meno, anche se viene dalla Germania ? È economia di scala ? È sviluppo ? No, e il trucco è presto svelato, perché quello lì lo fa la multinazionale che ha sedi in tutto il mondo, dove fa arrivare il latte che acquista da tre continenti diversi tutte le mattine, che paga un'ora di lavoro in un Paese del sud-est asiatico, la metà di quella che pagherebbe nel suo Paese, perché è l'unica multinazionale che riesce ad avere sgravi fiscali perché, guarda caso, è l'unica che riesce a stare in certi parametri stabiliti dal regolamento 2014/03/124 CE, perché magari ha la sede legale in qualche paradiso fiscale, oppure non direttamente in un paradiso fiscale, ma in un Paese che per effetto di qualche trattato crea un vantaggio tramite una doppia imposizione o triangolazione finanziaria.
  Per non parlare dei vantaggi che questa multinazionale riesce ad ottenere dai vari trattati commerciali. Noi ne contiamo più o meno dodici in tutto il mondo e comprendiamo il TTIP o TAFTA, il Trattato transoceanico tra Europa e Stati Uniti, che in questi mesi è in discussione alla Commissione europea e che, se approvato, distruggerà per sempre il commercio delle PMI locali favorendo solo le multinazionali. E non fa niente se quel regolamento lo ha scritto proprio uno dei dipendenti di quella multinazionale, pagato per stare a Bruxelles ed avere contatti diretti con tutte le Commissioni al Parlamento europeo e organizzare cene con i membri e i funzionari della Commissione europea.
  Volete un esempio dell'efficienza del modello di sviluppo che stiamo perseguendo ? Gli Stati Uniti, nel 2011, hanno importato 365 mila tonnellate di patate e ne hanno esportate 324 mila; hanno importato 70 mila tonnellate di zucchero e ne hanno esportate 83 mila; hanno importato 953 mila tonnellate di carne e ne hanno esportate 899 mila. Il Regno Unito lo stesso, ha importato 114 mila tonnellate di latte e ne ha esportate 119 mila. Insomma, i Paesi del G7 sono quelli che importano di più e sono quelli che esportano di più. I Paesi più pazzi sono i primi sette del G7.
  Il Fondo monetario internazionale (FMI), nel 2000, ha attestato che maggiori sono le nostre esportazioni, maggiore è la quantità di CO2 prodotta. Perché accade ? Perché abbiamo al centro del nostro sistema il profitto. Se metti al centro il profitto, puoi giustificare tutto. Puoi giustificare la prostituzione, i sicari a 5 euro, lo spaccio di droghe, il contrabbando di alcool e sigarette. Tra l'altro l'Eurostat, Pag. 44cioè l'ISTAT dell'Unione europea, metterà questi fattori nel calcolo del PIL dal 3 ottobre 2014 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), cioè più droga uguale più crescita, più prostituzione uguale più crescita. Il profitto giustifica anche la produzione di moneta appaltata alle banche private che te la vendono anche con gli interessi, producendola «in nero». Pertanto il PIL è un dato inutilizzabile per considerare lo stato di qualità e benessere di un Paese.
  Bisogna perciò riconsiderare cose che diamo per garantite. Il libero mercato non viene mai messo in discussione. Ma il mercato non è neanche libero, è truccato. Infatti il Worldwatch Institute segnala che le sovvenzioni globali per produzione di petrolio, gas e carbone ammontano tra i 775 miliardi di dollari e i mille miliardi di dollari nel 2012. Al contrario, si è scoperto che le sovvenzioni per le energie rinnovabili ammontano a 66 miliardi di dollari. Più recentemente, nel 2013, il Fondo monetario internazionale ha trovato che i sussidi ai combustibili fossili nel mondo – compreso il sussidio nascosto di costi ambientali ignorati – hanno rappresentato un incredibile 1.900 miliardi di dollari di sovvenzione. Sussidi diretti e occulti per i combustibili fossili riducono il costo del trasporto di merci su lunghe distanze, sostenendo in tal modo l'espansione del commercio mondiale.
  Esistevano posti nel mondo nei quali non esisteva la disoccupazione, non esisteva la fame e non esisteva la moneta. Forse avevano meno comodità, consumavano meno energia, ma, sicuramente, erano più felici. Chiedete ai vostri nonni se è questo il mondo per cui hanno lavorato.
  Allora, bisogna fare delle cose, farle subito. Bisogna riportare le multinazionali sotto il controllo democratico. Bisogna tassare di più le multinazionali e sovvenzionare i piccoli produttori locali. Bisogna valorizzare la produzione locale e l'autoproduzione sempre locale. Uno studio dell'Institute for Local Self-Reliance del settembre 2003 testimonia che 100 dollari spesi in una grande catena restituiscono soltanto 13 dollari all'economia locale, mentre 100 dollari spesi nell'economia locale restituiscono 45 dollari alla stessa economia locale, perché pagano personale locale, tasse locali, pubblicità locale e finanziano l'economia reale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Molte banche oggi sono diventate too big to fail, troppo grandi per fallire. Altrimenti sarebbero fallite. Invece, gli Stati, con i soldi pubblici, le hanno salvate. E questo stiamo facendo in questo provvedimento. Nella crisi del 2008 le banche locali hanno dimostrato di essere banche effettivamente più stabili della grandi banche multinazionali.
  Produrre cibo locale: questa è un'altra cosa che dobbiamo fare ed è per questo che il MoVimento 5 Stelle presenta proposte di legge per il chilometro 0 e il chilometro utile. Questo sarebbe il vero traino dell'economia italiana: valorizzare il mercato locale nel quale la gente torna a parlarsi, a scambiarsi informazioni e a fidarsi finalmente l'uno dell'altro.
  Insomma, se questo è il nostro metodo di sviluppo di questi anni, non diamo 41 milioni di euro alle banche caraibiche per fagli costruire cemento e cibi di plastica. Facciamoli restare poveri, nel nostro concetto di povertà: poveri di PIL ma ricchi, ricchi e felici della propria vita. Votiamo contro e salviamoli da una condanna certa. Pensateci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, intervengo veramente in maniera telegrafica. L'argomento meriterebbe molto, ma abbiamo già discusso e, quindi, voglio soltanto spiegare che noi ci asterremo sul provvedimento, perché condividiamo assolutamente le finalità. Certamente non possiamo fermare la partecipazione dell'Italia a questi processi così importanti; solo ne contestiamo la metodologia, ne contestiamo anche la burocraticità. Siamo contro le tecnocrazie e siamo preoccupati che le multinazionali si stanno Pag. 45impadronendo un po’ di tutto quello che accade, anche delle politiche positive che sono rappresentate dalla partecipazione alle banche multilaterali di sviluppo.
  Speriamo che questo dibattito e anche gli emendamenti approvati spingano il Governo a cambiare rotta e a far sì che la politica estera del Ministero degli esteri possa verificare quello che viene fatto nell'interesse della sicurezza, dello sviluppo e secondo gli interessi del popolo italiano.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porta. Ne ha facoltà. Ovviamente, onorevole Porta, anche per lei c’è la raccomandazione della Presidenza.

  FABIO PORTA. Signor Presidente, il mio intervento sarà ovviamente breve e sarà tanto breve quanto convinto. Questo perché il provvedimento in esame – e ha fatto bene l'onorevole Sibilia nei suoi ripetuti interventi a richiamarci anche all'attenzione e alla riflessione – non è una semplice ratifica, ma è la conferma di una linea strategica estremamente importante per il nostro Paese: la linea di sostenere uno sviluppo economico nei Paesi dell'America latina e dei Caraibi, uno sviluppo integrato e uno sviluppo che ha anche un ritorno diretto e indiretto per quanto riguarda le nostre imprese. In questo momento tutti sappiamo quanto ne abbiamo bisogno.
  Voglio soltanto darvi questo dato, che è stato giustamente richiamato dal relatore Gentiloni nel suo intervento: nell'ultimo triennio le nostre imprese, le imprese italiane, si sono giovate di investimenti finanziati dalla Banca interamericana di sviluppo per circa 91 milioni di dollari americani.
  Io credo che noi dovremmo addirittura aumentare la presenza nelle banche multilaterali di sviluppo. Dovremmo, per esempio, pagare la nostra quota di adesione alla Corporación Andina de Fomento, in questo momento la più grande banca di sviluppo del Sud America, alla quale l'Italia ha aderito senza ancora finanziarla.
  La seconda riflessione – e concludo, Presidente – è relativa al fatto che noi abbiamo introdotto in questo provvedimento due importantissimi emendamenti, che mi sembra vengano anche incontro ad alcune riflessioni fatte dall'opposizione e dallo stesso MoVimento 5 Stelle.
  Il primo: inseriamo questa ratifica nel quadro di una politica strategica di cooperazione internazionale, dove la Conferenza biennale Italia-America latina diventa uno strumento permanente di cooperazione. Quindi, questi interventi finanziari non sono estemporanei o sganciati da un approccio di cooperazione, dalle linee che lo stesso Ministero degli esteri sta seguendo, ma ne sono parte integrante.
  Il secondo: con l'altro emendamento abbiamo raccolto totalmente quell'invito alla trasparenza, all'efficacia ed anche alla necessità di un resoconto annuale di queste spese, come ci veniva chiesto appunto da parte dell'opposizione. Credo che così questa ratifica sia ancora più forte. Proietta l'Italia verso una regione del mondo dove abbiamo grande interesse, dove vive la più grande comunità di italiani e di italodiscendenti fuori dall'Italia.
  Con queste parole, annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 2079-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2079-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.Pag. 46
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2079-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Artini ? Barbanti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Disposizioni concernenti partecipazione a Banche multilaterali di sviluppo per l'America latina e i Caraibi» (2079-A):

   Presenti  437   
   Votanti  411   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  317    
    Hanno votato no   94    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Le deputate Bossa e Valeria Valente hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole).

  Ai colleghi che sono iscritti per gli interventi a fine seduta: colleghi, io non avrei il tempo di darvi la parola e purtroppo, essendo poi la seduta che segue del Parlamento in seduta comune, se ne riparlerebbe domani, che c’è seduta. Posso darla solo se, anziché due minuti, tutti i colleghi che sono iscritti e che sono quattro, stanno in un minuto ciascuno.

Sull'ordine dei lavori (ore 11,39).

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, fra il 7 e il 14 giugno del 1914, cioè cento anni fa, dalle Marche alla Romagna vi fu una grande insurrezione popolare conosciuta come «settimana rossa» contro la politica del Governo Giolitti ed il militarismo nazionalista, che infiammava l'Italia alla vigilia della Prima guerra mondiale.
  Vorrei ricordare le giovani vittime di quella manifestazione, che si svolse ad Ancona il 7 giugno del 1914: Antonio Casaccia di 24 anni, Nello Budini di 17 anni, Attilio Gianbrignoni di 22 anni, assassinati dai militari del Governo Giolitti per le loro idee repubblicane, anarchiche e socialiste (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  LUISELLA ALBANELLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUISELLA ALBANELLA. Signor Presidente, siamo venuti a conoscenza che questo sabato, a Catania, si terrà un corteo razzista e xenofobo organizzato da Forza Nuova, dal titolo «Fermiamo gli invasori». Una manifestazione oscena, che istiga all'odio razziale contro gli immigrati, che sfuggono, come ben sappiamo, da guerre e miseria. Associazioni, sindacati e cittadini sono indignati per il fatto che la questura l'abbia inspiegabilmente autorizzata. È vero che in Sicilia, nel nostro territorio, esiste una vera e propria emergenza immigrati, che va risolta dal nostro Governo ma ancor di più dall'Europa. Non sono questi i metodi e non si risolvono così i problemi, con il rischio di soffocare il senso dell'accoglienza, alimentando l'odio razziale.
  Chiedo al Presidente della Camera di intervenire nei confronti della questura di Catania per far sospendere la manifestazione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).

  LUCA FRUSONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Signor Presidente, in queste ore ci giungono drammatiche notizie dall'Iraq. L'ISIS ha ormai occupato la città di Mosul e quella di Tikrit. I jihadisti Pag. 47sono ormai alle porte di Samarra, a 125 chilometri a nord della capitale. Inoltre, ricordo che la Turchia ha chiesto una riunione di emergenza della NATO che si è tenuta ieri sera a livello di ambasciatori, dopo che l'ISIS ha rapito almeno 49 cittadini turchi, incluso il console di Mosul. Non sfugge a nessuno, quindi, che l'attuale situazione in quel Paese è figlia diretta anche delle scelte compiute in quest'Aula nelle legislature scorse e che hanno portato l'Italia, insieme agli altri Paesi occidentali, a scatenare prima la guerra e poi l'occupazione dell'Iraq.
  Noi chiediamo, quindi, anche per l'imminente Presidenza che l'Italia avrà dell'Unione europea, che il Governo venga in Aula, o in subordine in Commissione, a riferire al Parlamento quale sia la situazione e quali iniziative intende assumere. Non vorremmo trovarci per la terza volta in meno di ventiquattro anni in una guerra in Iraq.

  MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, io volevo chiedere l'intervento, se possibile, della Presidenza della Camera perché ci fosse quantomeno un richiamo al Presidente del Consiglio. Infatti, egli non può dire che non può essere fermato dal veto di qualche politico perché lui è attento al voto dei cittadini, così come ha dichiarato in relazione all'espulsione dalla I Commissione del Senato di Mineo, Mauro e in fondo anche del senatore Chiti. La cosa è esattamente contraria: Mineo, Mauro e Chiti sono lì per il voto dei cittadini e lui, invece, è lì per il veto di qualche politico. Mi sembra che le sciocchezze di questo signore abbiano passato il segno.

  PRESIDENTE. Ricordo che è convocato alle ore 12 il Parlamento in seduta comune per l'elezione di due giudici della Corte costituzionale. La chiama avrà inizio dai senatori.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 13 giugno 2014, alle 9,30:

  Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
   S. 1465 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, recante misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale. Deleghe al Governo per il completamento della revisione della struttura del bilancio dello Stato, per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, nonché per l'adozione di un testo unico in materia di contabilità di Stato e di tesoreria (Approvato dal Senato) (C. 2433)
  – Relatori: Fauttilli, per la V Commissione; Petrini, per la VI Commissione.

  La seduta termina alle 11,45.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO FUCSIA FITZGERALD NISSOLI SUL DISEGNO DI LEGGE N. 2079-A.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il disegno di legge in esame è finalizzato a garantire il sostegno finanziario dell'Italia a due importanti banche multilaterali: la Banca di sviluppo dei Caraibi e Banca interamericana di sviluppo (BIS).
  La prima è un'istituzione finanziaria regionale istituita da un accordo del 1969. Attualmente la Banca è costituita da 26 Paesi membri, di cui 21 regionali. L'Italia è stata ammessa in qualità di membro regionale il 2 novembre 1988. La seconda è una banca multilaterale di sviluppo che è fortemente impegnata nel sostenere i Paesi del Sudamerica alla quale l'Italia ha aderito con la legge 13 aprile 1977, n. 191.Pag. 48
  Negli ultimi anni si è realizzato il più forte incremento di capitale nella storia della Banca BIS con lo scopo di fornire un ingente sostegno finanziario ad Haiti. L'Italia è fortemente impegnata nel sostenere la Banca. In particolare, con il disegno di legge in esame aumenta la propria quota nel capitale della BIS all'1,965 per cento.
  Con la sottoscrizione di azioni alle due Banche di sviluppo, l'Italia conferma il proprio impegno allo sviluppo economico globale e il proprio interesse alla internazionalizzazione, in linea con gli obiettivi di sviluppo del Millennio che prevedono, tra l'altro l'eliminazione della povertà e l'implementazione di una partnership globale per lo sviluppo con l'intenzione di diminuire il divario tra il Nord ed il Sud del mondo e l'accesso all'innovazione tecnologica.
  Onorevoli colleghi, noi riteniamo che la partecipazione al finanziamento di questi due strumenti di sviluppo possa essere considerata parte integrante del nostro impegno per il raggiungimento degli obiettivi del Millennio, che riflettono un consenso globale davvero notevole.
  Peraltro, l'adesione alle attività di queste istituzioni finanziarie non contrasta con le competenze delle regioni e degli enti locali e non vi è incompatibilità con l'ordinamento dell'Unione europea.
  Le ricadute sull'economia italiana derivanti dalle disposizioni del provvedimento in esame sono correlate sia all'effetto indiretto di stimolo al commercio mondiale, sia all'effetto diretto della possibile partecipazione di imprese nazionali alle gare d'appalto finanziate con i prestiti erogati dalle due istituzioni bancarie. Ritengo tuttavia che, se vi fosse una maggiore informazione diretta verso le imprese italiane sulle opportunità di collaborazione con questi organismi, l'impatto positivo sulla nostra economia potrebbe essere ancora maggiore andando ad aumentare le commesse già aggiudicate dalle imprese italiane che per il triennio passato, nel caso della BIS, sono state pari ad un ammontare di circa 91 milioni di dollari.
  La mancata adozione della legge in esame, peraltro, risulta difficilmente sostenibile in quanto darebbe luogo ad una violazione degli impegni presi dall'Italia in sede internazionale. Inoltre, è necessario provvedere alla tempestiva approvazione del provvedimento in esame al fine di garantire la continuità dell'impegno assunto dagli ultimi tre Esecutivi in favore dell'America Latina.
  Signor Presidente, il Gruppo per l'Italia, convinto dell'importanza che tali strutture possano svolgere per una proficua politica di cooperazione con i Caraibi e l'America Latina, sosterrà la partecipazione italiana alle banche multilaterali di sviluppo votando a favore di questo provvedimento.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2365-A – voto finale 399 398 1 200 398 71 Appr.
2 Nom. Ddl 2083-A – articolo 1 392 388 4 195 316 72 72 Appr.
3 Nom. articolo 2 394 390 4 196 319 71 72 Appr.
4 Nom. articolo 3 399 394 5 198 321 73 72 Appr.
5 Nom. articolo 4 402 397 5 199 324 73 72 Appr.
6 Nom. Dll 2083-A – voto finale 434 420 14 211 326 94 69 Appr.
7 Nom. Ddl 2280 – articolo 1 436 436 219 433 3 69 Appr.
8 Nom. articolo 2 439 439 220 438 1 68 Appr.
9 Nom. articolo 3 445 445 223 442 3 68 Appr.
10 Nom. articolo 4 450 450 226 447 3 68 Appr.
11 Nom. Ddl 2280 – voto finale 411 411 206 410 1 66 Appr.
12 Nom. Ddl 2079-A – em. 1.1 446 431 15 216 100 331 65 Resp.
13 Nom. em. 1.3 447 429 18 215 96 333 65 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 25)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.4 444 428 16 215 97 331 65 Resp.
15 Nom. em. 1.5 440 424 16 213 96 328 65 Resp.
16 Nom. em. 1.6 444 424 20 213 90 334 65 Resp.
17 Nom. em. 1.7 460 446 14 224 99 347 65 Resp.
18 Nom. em. 1.8 461 441 20 221 93 348 65 Resp.
19 Nom. em. 1.9 458 444 14 223 97 347 65 Resp.
20 Nom. em. 1.10 459 443 16 222 97 346 63 Resp.
21 Nom. em. 1.50 468 459 9 230 151 308 63 Resp.
22 Nom. articolo 1 467 439 28 220 342 97 63 Appr.
23 Nom. articolo agg. 1.050 469 353 116 177 348 5 63 Appr.
24 Nom. articolo agg. 1.051 465 462 3 232 461 1 63 Appr.
25 Nom. Ddl 2079-A – voto finale 437 411 26 206 317 94 63 Appr.