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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 243 di mercoledì 11 giugno 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 9.

  ANNA ROSSOMANDO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Bonavitacola, Michele Bordo, Brescia, Dambruoso, Di Gioia, Ferrara, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Leva, Gianluca Pini, Realacci, Ricciatti, Speranza, Tabacci, Tofalo, Vargiu, Venittelli, Villecco Calipari e Vitelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,10).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo la seduta che riprenderà alle 9,30.

  La seduta, sospesa alle 9,10, è ripresa alle 9,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013-bis (A.C. 1864-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1864-A: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013-bis.
  Avverto che la Commissione ha ritirato l'emendamento 15.601.
  Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo approvato l'emendamento Oliverio 14.100.

(Esame articolo aggiuntivo 14.0101)

  PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all'articolo aggiuntivo Mongiello 14.0101, sul quale il relatore ed il rappresentante del Governo hanno subordinato il parere favorevole ad una riformulazione.
  Chiedo ai presentatori se accolgano la proposta di riformulazione avanzata.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, accogliamo la proposta di riformulazione.

Pag. 2

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Mongiello 14.0101, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Prego, onorevole Rosato, ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, pensavo mi avesse visto. Io credo che questa proposta emendativa sia particolarmente significativa, frutto del lavoro della Commissione Agricoltura, che arriva a portare in Aula un testo che prende atto della difficoltà dei produttori di olio di rappresentare e di difendere un bene che è tradizionalmente tipico della produzione italiana, quello dell'olio di oliva, e che utilizza uno strumento e delle salvaguardie per le confezioni che sono effettivamente di grande qualità.
  Penso che questo percorso, che è stato fatto dalla Commissione Agricoltura, peraltro con il consenso e con la collaborazione di tutti i gruppi politici, debba essere sottolineato come un fatto particolarmente significativo, che consentirà al nostro Paese di difendere in maniera importante un patrimonio che noi riteniamo essere tale non solo per i produttori di olio di oliva, ma anche per la difesa del made in Italy nel suo complesso.
  Presidente, io credo che su questa linea il Governo e il Parlamento debbano lavorare con grande intensità, nella consapevolezza che gli sforzi fatti a tutela delle nostre produzioni tipiche, locali, che sono produzioni di qualità, vanno in due direzioni: da una parte, quella di tutela e di difesa del consumatore, che sa cosa consuma, che ottiene un prodotto qualitativamente e dal punto di vista organolettico puro; dall'altra parte, difende la nostra economia. Nell'agricoltura di qualità c’è una grande prospettiva di sviluppo dei posti di lavoro.
  In particolare, poi, il lavoro della collega Mongiello su questo è stato un lavoro lungo, faticoso, che ha portato effettivamente a costruire un consenso delle categorie intorno ad una proposta che è innovativa sotto il profilo della metodologia utilizzata e che consente effettivamente al nostro Paese di mettere a disposizione dei produttori delle norme di tutela effettivamente efficaci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Mongiello 14.0101, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gianni Farina ? Folino ? Bossa ? Abrignani ? Stumpo ? Greco ? Cera ? Galperti ? Donati ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  306   
   Votanti  302   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  152   
    Hanno votato  294    
    Hanno votato no  8    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati D'Incecco, Manfredi, Capodicasa, Censore, Distaso e Monaco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 15 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).Pag. 3
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Gagnarli 15.101, Catanoso 15.103 e Pellegrino 15.104.
  La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 15.600. L'emendamento 15.601 della Commissione è stato ritirato.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Gagnarli 15.101, Catanoso 15.103 e Pellegrino 15.104.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gagnarli. Ne ha facoltà.

  CHIARA GAGNARLI. Signor Presidente, questo emendamento va ad intervenire sulla legge n. 157 del 1992, con l'obiettivo di abolire in Italia l'uso dei richiami vivi nella pratica venatoria. Preciso che non è un emendamento «caccia sì» o «caccia no», ma va soltanto a rafforzare quanto previsto nella legge in esame e va a chiudere definitivamente la procedura di infrazione aperta il 20 febbraio scorso, procedura di infrazione che è stata aperta dopo l'emendamento che invece propone il Governo su questo articolo, che non va a risolvere la procedura di infrazione.
  Infatti l'articolo 15, come proposto dal Governo, chiarisce soltanto che l'attività di cattura e cessione dei richiami vivi deve essere svolta secondo le modalità previste dall'articolo 19-bis della stessa legge n. 157, che disciplina le deroghe, come previsto anche dalla direttiva n. 147 del 2009, la cosiddetta «direttiva uccelli». Questa risposta del Governo è praticamente insufficiente, l'abbiamo detto più volte anche in discussione sulle linee generali ed anche nel Comitato dei nove, perché non andrà a chiudere la procedura di infrazione. Infatti, non possiamo affidarci alle deroghe per chiudere una procedura di infrazione, perché le deroghe non intervengono sulla cattura dei richiami.
  Allora, la Commissione europea, che ci chiede di abolire la cattura dei richiami per chiudere la procedura, ci ricorda che la deroga – e lo dovremmo ricordare quando l'applichiamo in Italia – è un provvedimento eccezionale e, quindi, deve essere adottata in base ad un'analisi precisa e puntuale dei presupposti e a condizioni rigide, cosa che non è avvenuta.
  Infatti, l'impiego delle reti e la cattura degli uccelli da utilizzare come richiami per più di quindici anni contraddice i fini e le ragioni dei poteri derogatori. Abbiamo anche la sentenza del TAR Lombardia del 16 luglio 2013. La deroga, inoltre, non può consentire una ripetizione periodica tanto infatti da essere diventato in Italia un regime di cattura permanente. Poi la Commissione europea ci ricorda che possiamo abolire l'uso o la cattura dei richiami vivi perché ci sono numerose soluzioni alternative all'uso dei richiami. Infatti, la caccia può avvenire senza l'uso dei richiami vivi come avviene in altri Stati membri e come avviene anche in alcune regioni italiane.
  Ricordo, infine, che, votando questo emendamento, oltre a chiudere la procedura di infrazione, ottenendo quindi lo scopo della legge europea, cosa che a volte ci sembra che in questo Parlamento viene dimenticata pur di mantenere un'altra linea, si va anche ad abolire una pratica crudele e anacronistica. Infatti, per chi non conosce la pratica dei richiami vivi, sono piccoli uccelli migratori che ogni anno vengono catturati, vengono tenuti al buio per mesi per sfalsare il loro ciclo annuale ai fini di farli cantare durante la stagione venatoria pensando che sia primavera. Spesso vengono usati anche ormoni. Pag. 4Vengono tenuti in gabbia tutta la vita e usati come esche per attirare i loro simili che verranno a loro volta uccisi. È davvero, quindi, una pratica inutile e crudele. Il nostro emendamento, quindi, che poi è anche quello che hanno presentato altri gruppi politici e che hanno sottoscritto alcuni colleghi, va a chiudere la procedura di infrazione, che è la cosa più importante per questa legge europea, ma va anche ad abolire una pratica che veramente non può essere più autorizzata in Italia e questo Parlamento dovrebbe prendere l'occasione per mettervi definitivamente fine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà per un minuto.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, colleghi, oggi abbiamo l'opportunità storica, approvando questo emendamento, di dire basta all'utilizzo dei richiami vivi durante l'attività venatoria, conseguendo una grande vittoria di civiltà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'utilizzo dei richiami vivi è una pratica violenta, barbara ed obsoleta che non tiene conto minimamente dei progressi che si sono conseguiti negli ultimi anni riguardo il benessere animale. L'emendamento Gagnarli ed altri è stato consegnato così simbolicamente a tutti i deputati durante una conferenza stampa svoltasi qui alla Camera da alcune associazioni ambientaliste ed animaliste. Tra queste, l'ENPA, la LAV, la LIPU e il WWF. E sempre queste associazioni osservano che l'articolo predisposto dal Governo è del tutto insufficiente nel suo scopo. L'articolo così com’è non vieta affatto la cattura e l'utilizzo dei richiami vivi, ma si limita semplicemente...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MASSIMILIANO BERNINI. ... a prevederli in deroga. Io chiedo, quindi, a tutti quanti, a tutti i presenti, di mettersi una mano sul cuore e sulla coscienza e di appoggiare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, per annunciare il nostro voto convintamente contrario a questo emendamento. Innanzitutto, non è vero che, con l'articolo 15, nella sua formulazione originaria...

  PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce, per favore.

  STEFANO BORGHESI. Grazie. Dicevo che non è vero che l'articolo 15, nella sua formulazione originaria, non va a sanare l'infrazione europea. Quindi, l'infrazione europea si sana con questo articolo senza bisogno di alcun emendamento. Ma l'emendamento in questione che, se approvato, abolirebbe la caccia da postazione fissa con i richiami vivi, è per noi una cosa assolutamente dannosa e nociva, anche perché ricordo che questo tipo di caccia ha una tradizione che dura da oltre cinque secoli. Grazie a questo tipo di caccia vi è anche un'opera di manutenzione e di cura dell'ambiente. E, poi, aspetto non secondario, in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, crea indotto e occupazione in diverse zone del nostro Paese. Non è assolutamente vero, quindi, come sostiene qualcuno, che la caccia da appostamento fisso sia presente solo in Italia, ma è presente anche in tanti altri Paesi europei come, ad esempio, la Francia e l'Olanda che vanno in deroga rispetto alla direttiva 2009/147/CE anche per la cattura o la caccia di specie protette...

  PRESIDENTE. Collega Businarolo...

  STEFANO BORGHESI. Se è possibile andare avanti...

Pag. 5

  PRESIDENTE. Prego, prego.

  STEFANO BORGHESI. E a dimostrazione di ciò, la caccia da appostamento fisso rispetta la direttiva europea n. 2009/147 /UE, in quanto le reti che vengono utilizzate in Italia, con particolari accorgimenti tecnici, rispondono al principio di selettività previsto dal comma 1, lettera c) dell'articolo 9. Questa attività è rigidamente controllata – così come previsto sempre nell'articolo 9, comma 1, lettera c) – e soprattutto le quantità catturate rispettano il limite delle piccole quantità prelevabili, anche qui come previsto dall'articolo 9 della direttiva in questione.
  Quindi, noi annunciamo convintamente il nostro voto contrario a questi identici emendamenti, in quanto riteniamo che, se venissero approvati, verrebbe cancellata quella che è una tradizione secolare e ci sarebbe un danno non indifferente per quanto riguarda l'occupazione e l'indotto che questo tipo di caccia produce all'interno dei nostri territori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Agostinelli, alla quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

  DONATELLA AGOSTINELLI. Signor Presidente, io vorrei attrarre l'attenzione di tutta l'Aula sull'emendamento che stiamo votando adesso, perché possiamo dare a chi ci ascolta una prova di grandissima civiltà; anzi, potremmo, se votiamo in modo opportuno.
  Dunque, vorrei spiegare l'emendamento: con questo emendamento si intende vietare tout court la cattura di uccelli a fini di richiamo, espungendo dal testo della legge n. 157 del 1992 qualsiasi riferimento a tale attività. Si tratta di una pratica barbara e cruenta, che va assolutamente vietata e che non può essere in nessun caso giustificata, qualsiasi sia il fine che con essa si intende perseguire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), persino se diretta a realizzare una delle finalità di cui all'articolo 9 della cosiddetta «direttiva uccelli».
  Per comprendere la ratio del divieto di utilizzo di uccelli a fine di richiamo, è sufficiente capire di cosa si tratta. L'uso di richiami vivi è una pratica venatoria consistente nella cattura di piccoli uccelli selvatici, poi usati come trappole...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  DONATELLA AGOSTINELLI. ...per attirare uccelli della stessa specie durante la stagione di caccia. Questi uccelli, una volta catturati, vengono tenuti al buio in gabbie piccolissime per sfalsare il loro ciclo annuale...

  PRESIDENTE. Collega, ha esaurito il tempo.

  DONATELLA AGOSTINELLI. ...in modo che, una volta all'aperto, cantino come se fosse primavera, richiamando i propri simili.
  Come se non bastasse...

  PRESIDENTE. La ringrazio.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Catania. Ne ha facoltà.

  MARIO CATANIA. Signor Presidente, un breve intervento a sostegno di questo emendamento che, come ha detto la collega Gagnarli, non è un voto pro o contro la caccia (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia, MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà), è semplicemente un voto diretto a superare una pratica, una attività nella caccia praticata in Italia, che non è più in sintonia con la sensibilità, con le esigenze, con il sentire comune del nostro tempo. È vero che si tratta di una pratica molto antica, ma è anche vero che noi dobbiamo avere la capacità di fare evolvere le attività, le pratiche e i costumi in sintonia con quella che è la sensibilità del nostro tempo. Oggi la pratica dei richiami vivi è una pratica inutilmente crudele e, come tale, a mio avviso, deve essere superata (Applausi dei Pag. 6deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia, MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, bisogna fare chiarezza sul fatto che questo emendamento, con l'attività venatoria, quindi con la caccia, non c'entra assolutamente nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Siamo nell'era moderna, siamo nell'era della tecnologia, ci sono alternative validissime all'utilizzo dei richiami vivi, quindi si vada verso un'altra direzione, anche perché in questo momento il Governo sta raschiando il barile per trovare gli 80 euro che ha promesso durante la campagna elettorale e adesso noi rischiamo di pagare multe verso l'Unione europea, quindi di andare in infrazione, per una pratica che è crudele e completamente inutile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Allora, l'appello che rivolgo alla maggioranza e ai colleghi del PD è di sostenere e di votare questi emendamenti, perché è importantissimo: diamo un segno di civiltà finalmente e superiamo, chiudiamo la procedura di infrazione aperta da parte dell'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Tacconi. Ne ha facoltà.

  ALESSIO TACCONI. Signor Presidente, io ho sottoscritto ieri questo emendamento e vorrei in questo momento invitare il rappresentante del Governo e tutta la maggioranza che sostiene questo Governo a ripensare...

  PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce, per favore.

  ALESSIO TACCONI. ...a riconsiderare il parere e, quindi, a fare in modo che questi identici emendamenti vengano approvati.
  Questa è una pratica indegna per chi la subisce e anche per chi la applica. Il fatto che si voglia in qualche maniera far cambiare verso a questo Paese viene anche dimostrato dalle piccole cose, viene anche dimostrato dalla volontà di proteggere i diritti degli animali. Quindi, al collega della Lega volevo solo ricordare che se una pratica è secolare non è detto che sia corretta, perché una pratica secolare era anche quella di fare il fuoco con le pietre. Se il genere umano non avesse voluto fare dei passi in avanti saremmo ancora lì a sfregare le pietre.
  Quindi, facciamo veramente un esame di coscienza, proviamo anche a pensare ai nostri amici animali: e questi emendamenti sono un chiaro segno che stiamo guardando anche a loro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Menech. Ne ha facoltà.

  ROGER DE MENECH. Signor Presidente, visto l'ultimo intervento, ribadiamo che la formulazione dell'articolo 15 – come l'ha formulato la Commissione – va proprio nel senso di mantenere la tradizione dentro un recinto di modernità rispetto all'attività venatoria e alla pratica della cattura dei richiami vivi. Infatti, richiamandoci all'articolo 19-bis, creiamo un recinto attorno alla stessa pratica, che consente, quindi, di controllare in maniera puntuale, tramite le regioni, le attività di cattura e inanellamento dei richiami vivi.
  Io ricordo a tutti che l'articolo 19-bis è un recepimento della direttiva europea rispetto alle pratiche di cattura e di inanellamento e di tutte le deroghe in campo venatorio. Ricordo a tutti che, sempre all'interno dell'articolo 19-bis, vi è uno stringente controllo da parte dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica. Cosa voglio dire ? Voglio dire applicare in maniera moderna una pratica tradizionale. Voglio dire che si può, oggi, affrontare Pag. 7tematiche anche molto delicate come questa in un'ottica di modernità e, quindi, rispettosa del benessere dell'animale, da una parte, ma anche consentendo a un pezzo del nostro mondo di continuare con un'attività tradizionale.
  Tanto è vero che, all'interno dell'articolo 19-bis, c’è tutta una serie di paletti riguardanti la stessa attività di cattura che mettono nelle condizioni l'ente che poi avrà il compito di controllare – segnatamente, le regioni e, poi, gli enti di area vasta –, di contingentare in maniera precisa e puntuale la stessa attività.
  Per questo, noi riteniamo che la formulazione dell'articolo 15 innanzitutto risponda pienamente a quello che ci chiede l'Europa, risponde pienamente alla capacità di mettere insieme la possibilità di mantenere una tradizione, da una parte, ma di farlo in maniera moderna. È per questo che respingiamo gli emendamenti in oggetto in discussione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Businarolo. Ne ha facoltà.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Signor Presidente, rispondo al segretario regionale del PD della regione Veneto che sono anni che paghiamo multe per la caccia in deroga all'Unione europea. Vogliamo continuare così (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Penso che sia opportuno iniziare a rientrare e a rientrare all'interno delle regole che ci dà anche l'Unione europea: perché questi richiami vivi sono uccellini, signori, sono uccellini che, una volta catturati, vengono tenuti al buio in gabbie piccolissime per sfalsare il loro ciclo annuale, in modo che, una volta all'aperto, cantino come se fosse primavera, richiamando i propri simili.
  Io ricordo che la caccia, la caccia in deroga, si svolge anche nelle proprietà private: quindi, a quelli che dicono che la caccia è un rito, è uno sport, eccetera, invito ad aprire i propri cancelli e invitare i cacciatori ad entrare. Tanto lo fanno anche se non c’è una recinzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per cercare di fare chiarezza. Innanzitutto, l'articolo, così come nel testo originario della legge, è frutto – è bene che tutti lo sappiano – di una posizione di accordo fra il mondo ambientalista, il mondo animalista e il mondo venatorio, quindi un punto di caduta di assoluto buon senso, anche perché regolamenta in maniera assolutamente innovativa la cattura e l'inanellamento. Sono regole che, ricordo, se vengono violate, comportano addirittura sanzioni penali e non solo amministrative. Quindi, c’è la massima tutela degli animali catturati.
  Vorrei evitare che all'interno di quest'Aula ci sia sempre un atteggiamento talebano quando si parla di animali, di caccia, di situazioni di tutela, e ricordare, ripeto, che questo articolo è frutto di un accordo – un accordo, quindi un punto di incontro – fra due posizioni assolutamente distanti; ed è il miglior accordo possibile che possiamo porre in votazione in questo momento.
  Poi, tutte le cose sono perfettibili, tutte le cose sono migliorabili. Se ci sarà modo, magari in un'altra sede, approfondiremo di più il discorso; però le cose fatte di corsa, come l'emendamento che è arrivato ieri sera, che non era chiaro quale portata potesse avere, magari le rimandiamo ad altra sede o le approfondiamo. Però, evitiamo di trattare le cose – ripeto – con atteggiamento talebano e ragioniamoci.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, come gruppo, noi ovviamente sosteniamo questo provvedimento, che è Pag. 8frutto di un equilibrio tra varie tendenze e varie esigenze, peraltro espresse dalle associazioni ambientaliste e venatorie.
  Più in generale, voglio dire che, pur non essendo un cacciatore, anzi, essendo un convinto animalista, sono dell'opinione che non soltanto la caccia rappresenti una vocazione secolare ma anche tradizionale di tutti i popoli. Per cui, credo che nell'andare avanti nella modernità bisogna saper cogliere quelle parti della società che in qualche maniera mantengono forte anche una coesione comunitaria e uno spiccato senso della nostra identità.
  D'altro canto, conosco molto bene il mondo dei cacciatori perché vivo in una provincia dove l'ambiente è molto importante e so bene come spesso i primi ambientalisti, le prime sentinelle della natura, sono proprio i cacciatori.
  Allora, io credo che da una parte sia giusto regolamentare, come tante volte è stato fatto, il tema; è giusto uniformare la legislazione sulla caccia in Italia, in toto, rispetto a quello che avviene nell'Unione europea, perché in Italia ci sono molte norme che restringono e limitano il diritto alla caccia assai più di quello che avviene nell'Unione europea. Credo che sia sbagliato fare facile demagogia sul mondo della caccia semplicemente pensando al dolore degli animali, perché altrimenti dovremmo essere tutti vegetariani e non dovremmo accettare in nessuna maniera la sperimentazione sanitaria sugli animali.
  Invece, cerchiamo, perché abbiamo una sensibilità diversa rispetto al passato, di disciplinare la vivisezione, di disciplinare la macellazione. Credo che l'equilibrio tra le varie esigenze, portato dalla nostra civiltà, debba sempre guidarci.
  Se poi si vuole fare politica demagogica su tutto, allora io dico che noi non ci stiamo, ci schieriamo dalla parte del diritto della caccia, del diritto dei cacciatori, purché ciò venga fatto nei limiti dell'osservanza delle norme che ci vengono anche indicate dall'Unione europea.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, io trovo l'analisi del Governo rispetto a questo emendamento, e anche l'analisi che hanno fatto parte dei gruppi qui presenti, anacronistica e culturalmente di un'ignoranza sesquipedale, nel senso che utilizzare ancora, al giorno d'oggi, i richiami vivi per la caccia penso sia veramente un arretramento culturale di un certo tipo.
  Mi rivolgo, nello specifico, visto che il Governo ha dato parere negativo rispetto a quanto appena detto, al Partito Democratico, che io ho visto più volte nelle piazze con gli animalisti per protestare contro questo uso, contro queste pratiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  E quindi molto spesso in seno – ed è evidente – al Partito Democratico la sensibilità in questo senso viene nettamente sorpassata da una bieca fede politica nei confronti di un Governo che anche in questo caso risulta essere assolutamente inadeguato rispetto a queste misure (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha esaurito il tempo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Lupo. Ne ha facoltà.

  LOREDANA LUPO. Signor Presidente, vorrei semplicemente porre all'attenzione di quest'Aula un concetto molto basilare, al di là della procedura di infrazione che è stata aperta in Europa, ovviamente, per le catture. Al di là del fatto che questo tema è totalmente scisso dal tema della caccia, vi prego di immaginare di stare chiusi dentro quella gabbia, con semplicemente una gamba spezzata, di morire lì dentro, di attirare i vostri stessi simili per farli uccidere: io vi chiedo per un attimo di immaginarvi le condizioni crudeli e di atrocità che vivono questi esseri viventi, come lo siamo noi. Quindi riflettete molto bene, perché questo è semplicemente un grado con cui si misura la civiltà di un Paese. Quindi, cortesemente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

Pag. 9

  PRESIDENTE. Ha esaurito il tempo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Paolo Bernini. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Signor Presidente, vorrei che per una volta provassimo a metterci nei panni di quelle piccole creature utilizzate in questa barbara pratica dei richiami vivi.

  PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce, per favore.

  PAOLO BERNINI. Ma se voi foste tenuti per una vita intera al buio, in un luogo spesso freddo e umido, con poca aria, luce e igiene, in anguste gabbie dove è impossibile muovervi, sapendo che un movimento di troppo potrebbe causarvi traumi e ferite ? La percezione del cambiamento di stagione e i ritmi del giorno sarebbero sconvolti e, se riusciste a sopravvivere, non sareste più in grado di vivere liberi.
  Ora, avete la possibilità di abolire questa pratica medievale: mettetevi una mano sul cuore e una sul tasto giusto, perché il progresso morale di una nazione si misura da come tratta gli animali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, desidero sottolineare, in risposta all'esponente del PD, che modernità non è costruire un recinto di regole dove comunque gli animali continuano a soffrire, ma è utilizzare la tecnologia per evitare di farlo, dal momento che lo consente e consente di ottenere gli stessi risultati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.

  ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, intervengo brevemente per replicare alla falsità detta dal collega Pini, che ha detto che questo articolo 15 della legge europea è il frutto dell'accordo tra cacciatori e ambientalisti, quando invece noi siamo stati bombardati in questi mesi da e-mail di ambientalisti che ci chiedevano di fare questo emendamento, proprio perché avevano visto che l'articolo 15 non risolveva questo problema; e chiedevano a gran voce di abolire questa pratica crudele e di uscire dalla procedura di infrazione in atto, che ci porterà a pagare grosse somme di denaro, ancora una volta a carico dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Signor Presidente, in coda ovviamente ai miei colleghi, che sono stati sollecitati anche loro dalle associazioni ambientaliste, noi qui abbiamo fatto una conferenza stampa. E mi dispiace che il gruppo parlamentare del Partito Democratico non abbia partecipato e non prenda seriamente in considerazione questi emendamenti, perché l'articolo che noi oggi stiamo andando a votare e gli emendamenti che sono stati presentati dai tre gruppi parlamentari (quindi, l'articolo dovrebbe essere cambiato) non riguarda solo le regole europee, che l'Italia purtroppo continua ad infrangere !
  L'Italia è il Paese che ha maggiori procedure di infrazione in Europa per quello che riguarda il tema ambientale. Tali emendamenti metterebbero in protezione gli uccelli migratori, ma diciamo pure la nostra civiltà. I richiami vivi... Chiedo, Presidente, un po’ di silenzio: io penso che sia indispensabile !

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, è ormai un'ora che faccio lo stesso richiamo. Vi prego di abbassare il tono della voce e di rispettare la collega che sta intervenendo.

  SERENA PELLEGRINO. I richiami vivi, Presidente, sono una delle pratiche più aberranti in circolazione. La cattura degli Pag. 10uccelli selvatici a fini di richiamo è, inoltre, vietata da una direttiva, sebbene l'Italia abbia continuato a svolgerla in barba alle regole del diritto sia europeo che internazionale, checché ne dicano i miei colleghi dirimpettai. Per questo l'Europa ci ha messo in mora e ci chiede di cambiare, giustamente, questa legge.
  L'articolo 15, predisposto dal Governo, non risolve assolutamente la situazione di contenzioso determinatasi, e questo è chiaro a tutti perché la Commissione europea a dicembre è stata informata di questo articolo, ha potuto analizzarlo e per tutta risposta ha trasformato la procedura Pilot in procedura di infrazione.
  Per questo noi oggi insieme ai colleghi presentiamo questo emendamento, che non solo risolverebbe del tutto il problema comunitario, che poi è lo scopo di questa legge europea – ce lo chiede l'Europa, diciamo pure –, ma porrebbe fine ad una attività, quella dei richiami vivi, che offende la civiltà, il retaggio di un passato che come per ogni tradizione violenta deve essere cancellato; ogni tradizione violenta.
  Un voto contro questo emendamento è un voto contro la natura, la civiltà e le regole europee; assumetevene la responsabilità e spiegate agli italiani che saremo condannati perché avete pensato di difendere l'indifendibile (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, innanzitutto vorrei solo ricordare in maniera, così, generale che il «ce lo chiede l'Europa» lo toglierei dal vocabolario perché le norme che noi decidiamo in Europa le decidiamo anche noi, quindi siamo noi che decidiamo le norme e siamo noi che le applichiamo; noi siamo parte dell'Unione europea che non è qualcosa di esterno, di terzo che ci impone di fare o di non fare.
  Questo emendamento è stato discusso in via informale, ed è stato ricordato, con le associazioni ambientaliste e dei cacciatori ed è stato discusso anche in via informale nella riunione «pacchetto ambiente» che il Governo ha tenuto con la Commissione europea dieci giorni fa. Ovviamente, essendo le riunioni pacchetto – lo ricordo per chiarezza dei colleghi – delle riunioni assolutamente informali, negoziali che vengono fatte dal Governo, e sono state intensificate moltissimo – lo vorrei sottolineare – da questo Governo, con la Commissione, sono delle riunioni informali in cui non ci sarà mai un «no» a priori o un «sì» a priori; però ci sembra, e siamo assolutamente molto più convinti dopo la riunione pacchetto, che questo emendamento serva a chiudere la procedura di infrazione per le ragioni che vi vorrei spiegare.
  Finora non si applicava la procedura delle deroghe di cui all'articolo 19-bis della legge del 1992. Con questo emendamento l'ISPRA concede le deroghe solo se sono rispettate le disposizioni europee, anche rispetto alle modalità di cattura, e coloro che sono intervenuti sanno bene che nella pratica è sempre stato così, in materie diverse dai richiami vivi ma in materia di caccia, per i rapporti tra Stato e regioni sotto il controllo dell'ISPRA. Il provvedimento regionale che si discosta dal parere dell'istituto scientifico è illegittimo e ci sono decine di sentenze della Corte Costituzionale che in passato hanno annullato le leggi regionali che non rispettano il parere dell'ISPRA. Noi adesso diamo all'ISPRA anche il potere di esprimere pareri nella materia che state discutendo.
  Io aggiungo per chiarezza che la Commissione dell'Unione europea, nel suo lavoro di controllo del rispetto del diritto europeo e cioè di quella norme che Governi e deputati europei anche eletti in Italia decidono insieme a livello europeo, non ci ha mai chiesto di vietare questa pratica in modo assoluto. Non ce l'ha mai chiesto. Si può fare, possiamo anche vietare in assoluto la caccia ma non potete fare né il divieto di caccia né questa Pag. 11discussione in sede di legge europea. Affrontatela in Parlamento sovrano nelle sedi competenti, nelle sedi di merito, nelle sedi delle Commissioni agricoltura e ambiente, non affrontatela con un provvedimento che vuole rispondere ad una emergenza, perché abbiamo la maglia nera di infrazioni.
  Il Governo Renzi ha ereditato – lo vorrei dire a vari colleghi che sono intervenuti facendo delle valutazioni sul lavoro del Governo – una situazione di infrazioni drammatica, in cui anziché diminuire sono continuate ad aumentare. Abbiamo trovato 114 infrazioni, adesso siamo già a 116. Questa legge europea, (ne vorremmo anche approvare più di una all'anno e, se questo provvedimento verrà rapidamente licenziato dalla Camera e rapidamente approvato dal Senato, sarà seguita da un ulteriore pacchetto 2014, proprio per diminuire in maniera drastica le infrazioni) vuole chiudere le infrazioni, non vuole risolvere tutte le questioni aperte all'interno della società italiana, che voi avete la possibilità di affrontare in altra sede.
  Quindi, io confermo che la posizione del Governo chiude la procedura di infrazione, confermo anche che potete certamente affrontare il tema in altro modo e fare le scelte in cui il Parlamento è sovrano, ma senza invocare il dialogo con la Commissione e la procedura di infrazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, io penso che il Governo ci debba dire con chiarezza se, quando l'Europa ci chiede di fare i sacrifici, allora lo slogan «ce lo chiede l'Europa» va bene (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle), quando l'Europa ci chiede l'austerità e il fiscal compact va bene e quando invece l'Europa ci chiede di applicare delle norme corrette in campo ambientale non va più bene (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle). Io penso che ci sia un po’ di confusione da parte del sottosegretario, lo voglio dire, e anche da parte del Governo nel suo insieme.
  Proprio ieri, in Commissione ambiente il Ministro Galletti ci è venuto a dire che l'Italia è all'avanguardia dal punto di vista della legislazione ambientale e che addirittura sia Obama sia gli altri Stati europei guardano con ammirazione la nostra legge ambientale, fermo restando che il sottosegretario oggi ci dice la verità, che l'Italia è maglia nera per le infrazioni in campo ambientale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Allora, io vorrei che il Governo si chiarisca da questo punto di vista; e guardate che la politica delle deroghe in campo ambientale e soprattutto in materia di caccia, caro sottosegretario, ha portato all'annullamento di tantissime leggi regionali da parte dei TAR di tutta Italia, e l'annullamento di questi provvedimenti che prevedevano delle deroghe è stato ribadito dal Consiglio di Stato in molteplici sentenze.
  Ora voi non potete pensare di risolvere questo problema di infrazione attraverso l'ennesima politica delle deroghe, anche perché ci troviamo di fronte a una questione che sembra banale ma è di fondamentale importanza per quanto riguarda la civiltà. Ogni anno 50 mila uccelli vengono catturati e messi in condizioni davvero disumane in piccole gabbie di pochi centimetri, dalle quali non usciranno mai. Li costringono a scambiare il corso naturale del tempo e delle stagioni. Allora, io penso che questa barbarie nel nostro Paese deve terminare e voi avete la responsabilità di farla terminare fin da oggi. Per questo noi vi chiediamo di essere una volta tanto coerenti con quello che dice il Presidente del Consiglio e di fare quello che ci dice l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, io invito anche la mia Commissione, Pag. 12visto il dibattito, a tener conto di una proposta di legge sul divieto di caccia non solo sul fondo chiuso, ma in materia di abolizione del diritto d'accesso al fondo altrui per l'esercizio della caccia. Serve una generale revisione delle norme relative alla caccia affinché non sia uno sport crudele ma abbia una funzione nella società rurale.
  I richiami vivi non servono a molto, che siano rispettate solo pratiche tradizionali di caccia, oggi utili solo in alcuni territori particolari, dove la fauna selvatica fa danni, vedi cinghiali e caprioli. L'emendamento non va a ledere equilibri e interessi, ai cacciatori non servono i richiami vivi. In agricoltura il procacciamento di cibo per necessità attraverso la caccia è superato; servono invece, soprattutto nei parchi – dove il problema per i cacciatori esiste –, pratiche tradizionali, incentivando soprattutto i cani pastore per proteggere il bestiame in allevamento. Gli indigeni di ogni luogo del mondo ci insegnano che la caccia non è sbagliata, ma va fatta con coscienza e solo se serve.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gagnarli. Ne ha facoltà per cinque minuti.

  CHIARA GAGNARLI. Signor Presidente, io concordo con il sottosegretario che ci ha detto di non entrare nel merito dell'emendamento e quindi di parlarne in Commissione agricoltura: sono perfettamente d'accordo, ne potremmo parlare in Commissione e cercare una soluzione lì, ma in realtà comunque non andremmo in questo momento a chiudere la procedura di infrazione. Questo lo avevo detto anche nell'ambito del Comitato dei nove; lui ci ha detto di non entrare nel merito, di parlarne in Commissione, ma allora lo potevamo fare ieri anche per quanto riguarda i succhi di frutta e lo potevamo fare per l'olio; eppure sui succhi di frutta, dato che l'emendamento era del PD, il parere era favorevole e non ha detto al PD di non entrare nel merito, mentre su questo emendamento ci chiede di non entrare nel merito. Allora, sulla legge europea entriamo sempre nel merito, non solo quando l'emendamento è dell'opposizione. Questa è la prima cosa.
  Poi, non è vero che con l'articolo 19-bis si andrà a chiudere la procedura di infrazione perché fa comunque riferimento alle deroghe, che è vero che sono restrittive, se applicate come dovrebbero essere applicate, come tutti auspichiamo. Abbiamo visto con la caccia in deroga che purtroppo negli anni non è stato così, ma questa è un'altra cosa.
  Per quanto riguarda i richiami vivi, ci dice l'Europa che la cattura è vietata. Io non mi invento niente: ho letto il documento ufficiale della Commissione europea che ha avviato contro di noi una procedura di infrazione. Basta leggere la legge.
  Se il sottosegretario poi magari ci dà un po’ di attenzione...

  PRESIDENTE. Sottosegretario Gozi. Prego.

  CHIARA GAGNARLI. La Commissione europea – come diceva il nostro collega –, quando ci pare, la ascoltiamo, quando non ci pare, facciamo finta di niente.
  Per quanto riguarda il discorso sulle leggi regionali, secondo me, è una scusa assurda che andiamo a intervenire, quando la procedura di infrazione interviene su una legge nazionale, che è la legge n. 157, quindi noi non andiamo a intervenire sulle leggi regionali, che poi si adegueranno a quello che decide questo Parlamento. Non è così ? Allora, questo vale anche per la legge europea, votata a luglio, che è andata a chiudere la procedura di infrazione sulla legge in deroga; allora anche in quel caso dovevamo intervenire.
  La Commissione europea ci ricorda che ci sono numerose e valide alternative alla cattura degli uccelli. Questo cosa significa ? Che ci sono numerose e valide alternative, oltre alla deroga. La deroga ci dice – ce lo ricorda anche la Commissione europea – che non siamo in grado di applicare le deroghe perché le deroghe sono provvedimenti eccezionali, e ce lo Pag. 13ricorda in un documento di venti pagine in cui ci ricorda tutte le sentenze del TAR e ci invita ad utilizzare i richiami a bocca; quindi, questo poteva essere un emendamento di mediazione.
  Non è vero che l'emendamento è stato concordato con le associazioni ambientaliste e venatorie. Questo forse valeva per l'emendamento che era stato presentato ieri sera, che in realtà non metteva d'accordo – come abbiamo detto prima – né gli ambientalisti, né le associazioni venatorie, perché creava ancora più confusione; quindi, forse valeva per quello, ma non vale per l'articolo del Governo, per l'articolo 15, che introduce soltanto le deroghe, che non piace agli ambientalisti e non piace agli animalisti. Non so quali associazioni ambientaliste avete sentito per concordare l'emendamento, ma noi le abbiamo sentite tutte e non piace a nessuna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Quindi, al limite, mi sarei aspettata che, anche se pure sono contro l'allevamento dei richiami vivi, la mediazione potesse essere quella. Come dice l'Europa, allora puntate sull'allevamento; ma è da vent'anni che sappiamo che le reti sono vietate per la cattura degli uccelli e in vent'anni l'Italia non ha fatto niente, non ha fatto niente perché non voleva, non perché non lo sapeva, immagino.
  Quindi, non è vero che questo emendamento andrà a risolvere la situazione; non è vero che c’è una mediazione tra gli ambientalisti e le associazioni venatorie. Io penso che gli ambientalisti si discosteranno dall'articolo 15, così come proposto dal Governo. L'hanno già fatto. Come dicevano i miei colleghi, sono arrivate e-mail da tutte le associazioni per modificare questo articolo perché non risolve niente.
  Quindi, io faccio un appello a tutti i colleghi che sono più sensibili all'argomento, ma anche a quelli che hanno un occhio ovviamente alla chiusura delle procedure di infrazione: questo articolo dal Governo non risolverà niente e peraltro è stato scritto prima dell'apertura della procedura di infrazione, quindi quando ancora non sapevamo neanche di essere stati sottoposti alla procedura di infrazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, mi rivolgo al collega, nonché ora sottosegretario, Gozi, con il quale ho avuto il piacere di parlare in seno al Consiglio d'Europa di sanzioni europee, al tempo in cui si parlava del piano carceri.
  Mi chiedo come fa oggi a chiederci di non entrare nel merito della questione, quando potremmo risolverla oggi, con un emendamento, e invece, sul piano carceri, non siete mai entrati nel merito, approvando una legge che, ad esempio, procrastinava tutto riportandoci di nuovo nel caos tra qualche anno. È questa la differenza tra fare una buona politica e non farla: abbiamo un'occasione per risolvere il problema e lo risolviamo.
  Poi, se il Governo vorrà portare una riforma completa della caccia, togliendo tutte queste anomalie che ci sono, in Commissione agricoltura, lo farà, ma oggi lei ha questo compito, di pensare alle leggi europee. Quindi, si può fare con una legge, con un emendamento: lo si faccia. Poi, è inutile che ci venga a parlare dell'Europa che non accetta, che non può entrare nel merito delle cose, quando, in realtà, è il Parlamento che deve esprimersi.

  PRESIDENTE. Ha esaurito il tempo.

  MANLIO DI STEFANO. Quindi, risolviamolo subito, lo possiamo fare, basta votare «sì» a questo emendamento. I richiami vivi sono una pratica che lei sa perfettamente non essere neanche degna di un Paese civile: risolviamolo e andiamo avanti; poi si torna anche in Commissione, ma intanto facciamo un passo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

Pag. 14

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, su questo argomento il gruppo di Forza Italia lascerà libertà di voto, perché abbiamo un problema formale in riferimento alle procedure di infrazione, in riferimento anche a quanto ci dice l'Europa e quant'altro, ma qui dentro si sta parlando e si stanno facendo i conti senza l'oste. La competenza dell'attuazione è competenza esclusiva delle regioni: è sufficiente che una regione, nel fare il calendario venatorio, riduca a quattro o cinque giorni la possibilità di caccia e il problema è quasi interamente risolto.
  Quindi, di che cosa stiamo a parlare per ore, ore e ore ? Le sensibilità sono diverse, vi è un piano formale che spetta esclusivamente alle regioni, anche in riferimento alle specie che riguardano questi aspetti. Quindi, dopo che ieri abbiamo sprecato 88 minuti per parlare delle aranciate (e non si capisce bene su che cosa, alla fine), penso che, nel rispetto e nella legittimità, ognuno possa esprimere le proprie opinioni, ma che ogni gruppo dica esattamente quello che è il merito e l'orientamento, senza sprecare tanto tempo, quando si sa perfettamente che le sensibilità sono diverse. Il piano formale qui è determinante: ciò che fanno le regioni in termini di leggi e in termini di calendario venatorio. Quindi, non mi sembra che vi sia altro da aggiungere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà, per un minuto.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, vorrei fare una domanda al sottosegretario: ma se non è il Parlamento italiano a decidere su questo tema, chi deve decidere ? Oggi siamo di fronte ad un bivio: con questo emendamento possiamo mettere una pietra tombale, e quindi chiudere la procedura di infrazione; altrimenti, la strada che vuole intraprendere il Governo è una strada buia, non sappiamo se la procedura di infrazione verrà chiusa (ma, in realtà, non sarà chiusa).
  Lei oggi si sta prendendo una grande responsabilità davanti a tutti gli italiani. Quindi, continui, se vuole andare avanti, per questa strada e se ne assuma anche la responsabilità, per cui, nel caso in cui la procedura di infrazione non venga chiusa, lei si deve dimettere dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché ha detto che questo articolo chiude la procedura di infrazione.

  PRESIDENTE. Ha esaurito il tempo.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Allora, davanti a tutti gli italiani e davanti a questo Parlamento, si impegni a dimettersi nel caso in cui la procedura non venga chiusa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor sottosegretario, le chiedo di lavarsene le mani, di fare finta di niente e rimettersi all'Assemblea, che credo sia più matura del Governo su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, ci lasci decidere in libertà, ci lasci decidere in libertà perché credo che la sensibilità su questo tema sia molto diffusa e ci sia, e quindi che, probabilmente, siamo più pronti del Governo ad affrontare il tema. Quindi, ci lasci la libertà di decidere, lasci decidere noi, per una volta, come Parlamento sovrano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, vorrei appoggiare la richiesta del collega De Rosa. Guardi, sottosegretario, mi sembra veramente anche un po’ ridicolo dover parlare di una pratica che giudico semplicemente tribale, e penso che una persona dotata di un minimo di ingegno e di un minimo di sensibilità e cultura dovrebbe condividere questa posizione. La Pag. 15collega ha spiegato bene che la legge nazionale, in qualche modo, poi vincola anche le leggi regionali.
  E poi, mi scusi, sottosegretario, ma in un Paese dove stiamo crollando veramente sotto un'illegalità e un'illiceità incredibile, mi vuole fare credere che noi andiamo a controllare la caccia in deroga ? Ma, mi perdoni, è semplicemente ridicolo ! Che quest'Aula voti e che si prenda la responsabilità, anziché pensare a tutto lo scibile della terra, invece di pensare a quello che stiamo facendo in questo momento, ora e adesso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, il tema è noto e controverso e penso che il richiamo al voto di coscienza sia la cosa più giusta.
  Ma io le ho chiesto la parola per fare un'annotazione di sistema e di metodo. Questo Parlamento nella scorsa legislatura non discusse neanche un minuto sulla legge europea imposta dal Governo a guida «trilateral commission», e che pregiudicava il destino degli italiani per chissà quanti anni sul fiscal compact; è già mezza mattinata che ci sbattiamo sul destino degli uccellini. È un problema serio che riguarda la credibilità di quello che facciamo. Cerchiamo, se possibile, di dargli un taglio e di ricordare a questo proposito i delitti passati sul destino degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, mi vedo costretto ad intervenire solo perché mi sento un attimo di dover specificare che, se oggi stiamo dedicando questo quarto d'ora, che abbiamo fatto perdere a qualche deputato, per specificare o per dare la nostra idea sui richiami vivi e non è stato fatto lo stesso quando è stato approvato un grande trattato come quello del fiscal compact, che è stato appena citato, o il Meccanismo europeo di stabilità, è solo perché, forse, oggi, grazie a qualcuno che è entrato in questo Parlamento per la prima volta nel 2013, si entra anche un po’ nel merito di quelle che sono le grandi questioni europee.
  Quindi, facciamo tesoro di quest'esperienza e facciamo tesoro anche del fatto che una discussione si è aperta. Quindi prendiamoci i meriti tutti, ma cerchiamo di entrare anche nel merito delle situazioni che poi andremo a risolvere anche in Europa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Gagnarli 15.101, Catanoso 15.103 e Pellegrino 15.104, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi è che non riesce a votare ? Capodicasa, Ragosta... chi altro non sta votando... Richetti, Gribaudo, Fantinati... chi altro non riesce a votare ? Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  377   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  149    
    Hanno votato no  228    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Amendola ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.600 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 16

  Melilli, Iannuzzi Tino, Gribaudo, Luigi Gallo, Piepoli, Ricciatti, Taricco, Capodicasa... chi non ha votato ancora ? Siamo al 15.600, presidente Pini, l'emendamento 15.600 della Commissione. Chi altro non ha votato ? Turco...velocemente ... ecco, ha votato. Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  402   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  401    
    Hanno votato no  1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15 nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Richetti, Archi, Ricciatti, Pilozzi, Vignali, Capodicasa, Paola Bragantini, Boccadutri, Archi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  308   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato  308    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato De Rosa ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi).

(Esame dell'articolo 16 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C.1864-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, mi può dire quali sono gli emendamenti segnalati perché io ho il fascicolo con tutti ?

  PRESIDENTE. Sì, glieli chiamo io: emendamento Borghesi 16.101 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 16.102 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 16.103 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 16.104 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 16.105 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 16.106 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 16.600 della Commissione ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere favorevole.

Pag. 17

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 16.101, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Baruffi, Piepoli, Argentin, Paola Bragantini, Di Lello, Capodicasa, Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  412   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   60    
    Hanno votato no  352    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 16.102, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Ricciatti, Galperti, Colletti, Porta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  415   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no  291    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 16.103, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Grassi, Di Lello, Cariello, Galperti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  413   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no  292    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 16.104, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Arlotti, Pilozzi, Tidei, Galperti, Locatelli, Amoddio, Di Lello, Alli, Manzi, Fitzgerald....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  385   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   25    
    Hanno votato no  360    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 16.105, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 18

  Grassi, Di Lello, Capodicasa, Pilozzi, Gandolfi, Russo, Saltamartini, Locatelli, Simone Valente, Carfagna, Oliaro.

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  417   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato   55    
    Hanno votato no  362.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 16.106, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Di Lello, Baruffi, Fitzgerald, Oliaro, Lombardi, Artini, Molteni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  422   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato   57    
    Hanno votato no  365.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.600 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Oliaro, Grassi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  418   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  411    
    Hanno votato no  7.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 16.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, il provvedimento è finalizzato alla realizzazione di un'infrastruttura nazionale per l'informazione territoriale e del monitoraggio ambientale, che consenta allo Stato italiano di partecipare all'infrastruttura per l'informazione territoriale della Comunità europea, di seguito Inspire, per gli scopi delle politiche ambientali e delle politiche o delle attività che possono avere ripercussioni sull'ambiente: questo è l'obiettivo di Inspire. Noi voteremo in modo contrario a questo articolo perché, se l'obiettivo di Inspire, di fatto, è quello di garantire l'informazione ambientale, non si capisce perché, ad esempio, – ed era uno degli obiettivi di alcuni nostri emendamenti presentati e anche di uno di quelli segnalati che è stato rigettato dalla maggioranza – i comuni dovrebbero nascondere ai cittadini dei dati ambientali da loro detenuti e, quindi, perché non vengono applicate di fatto la trasparenza e soprattutto la diffusione dei dati, che, in particolare nella materia ambientale, ricevono e raccolgono dai cittadini un'attenzione sempre maggiore. Vi è una necessità di fruizione di questi dati sempre maggiore.
  Teniamo in considerazione anche un fattore collaterale, legato alla spesa pubblica degli enti locali, che è la capacità di produrre e di replicare dei documenti che sono tutti a carico dell'amministrazione.Pag. 19
  Quindi adesso, se un cittadino o un gruppo di cittadini, un'associazione o un'organizzazione volesse accedere a dei dati, dovrebbe fare la richiesta al comune o alla provincia o alla regione, la quale deve produrre i dati. In questo modo noi, invece, avremmo tranquillamente una banca dati aperta a tutti, in cui, con gli strumenti già in dotazione, dall'agenda digitale alla legislazione vigente, è possibile anche vedere chi scarica questi dati e quindi avere un controllo comunque, da parte del pubblico, su chi cerca o ricerca eventuali dati. Così invece non è stato fatto, non è stato accolto nulla, quindi ci chiediamo che senso abbia andare al contrario rispetto alla direzione intrapresa dal nostro Paese, seguendo invece le indicazioni in Europa.

  PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Lega Nord e Autonomie ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza, come da prassi, concederà a tale gruppo un aumento dei tempi pari ad un terzo di quello originariamente stabilito.
  Passiamo ai voti.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori ? Sbrollini ? Grassi ? De Micheli ? Santelli ? Pisicchio ? Galperti ? Di Salvo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  394   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  378    
    Hanno votato no  16    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 17 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Borghesi 17.100 e 17.101.
  La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 17.600.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Borghesi 17.102, 17.103, 17.104, 17.105, 17.106, 17.107, 17.108, 17.109, 17.110, 17.111, 17.112, 17.113, 17.114 e 17.115.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.100, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno ? Di Salvo ? Grassi ? Manfredi ? Cariello ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  414   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  135    
    Hanno votato no  279    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 20

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.101, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti ? Grassi ? Palma ? Labriola ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  421   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato   53    
    Hanno votato no  368    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.600 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Grassi, Marchi, Fitzgerald Nissoli, Rampelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  351   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato  341    
    Hanno votato no  10.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.102, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gandolfi, Grassi, Gutgeld, Malpezzi, Pannarale...

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  428   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato   62    
    Hanno votato no  366.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.103, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Bosco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  427   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato   59    
    Hanno votato no  368.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 17.104, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, cortesemente, le chiedo di verificare che ogni deputato voti solo per se stesso perché c’è qualche deputato che in questo momento sta votando per due postazioni.

Pag. 21

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Faccia i nomi !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.104, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Gregori, Folino, Tartaglione, Dell'Aringa, Carrozza...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  432   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato   57    
    Hanno votato no  375.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.105, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Beni, Dell'Aringa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  432   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato   58    
    Hanno votato no  374.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.106, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Gandolfi, Gribaudo, chi altro non ha votato ? Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  433   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.107, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ancora ? Abrignani, Fanucci. Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  434   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato   59    
    Hanno votato no  375.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.108, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ancora ? Milanato, Manfredi, D'Ottavio, Manfredi ancora non riesce a votare. Chi altro non ha votato ? Sembra che abbiano votato tutti. Pagano. Pagano ha votato ? Ora sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 22
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  436   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.109, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Taricco, Kronbichler, chi altro non ha votato ? Fossati. Hanno votato tutti ? Matarrelli, Quaranta. Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  434   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.110, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vignali, Cristian Iannuzzi, Fitzgerald Nissoli, Giammanco, Carella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  435   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.111, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Colletti, Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  436   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato   60    
    Hanno votato no  376.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.112, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Rabino, Nicchi, Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  439   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato   59    
    Hanno votato no  380.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.113, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 23
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Cera, Paola Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  438   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato   61    
    Hanno votato no  377.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.114, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno, Luigi Gallo, Saltamartini, Tancredi, Cera, Rabino, Fratoianni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  441   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato   61    
    Hanno votato no  380.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.115, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Vignali.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  437   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 17.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, noi abbiamo cercato con questi emendamenti di migliorare ancora una volta l'articolo 17 del provvedimento, articolo che recepisce la direttiva in materia di valutazione di impatto ambientale. Tuttavia, nonostante siano stati bocciati tutti i nostri emendamenti segnalati, voteremo favorevolmente, perché riteniamo comunque che il testo sia migliorativo rispetto alla normativa esistente.
  Inoltre, annunciamo con soddisfazione che è passato in Commissione un nostro emendamento, che alleggerisce gli elaborati che devono presentare le imprese o gli enti al fine del riconoscimento della VIA, in materia identica a quanto avviene già per le opere private, come ad esempio per i casi di porti o aeroporti, ove si rende alquanto copioso e addirittura, dal nostro punto di vista, inutile presentare un progetto definitivo per l'intero piano. Infatti, la VIA riguarda le questioni su matrici ambientali e non servono tutti gli elaborati progettuali previsti dal codice degli appalti a quel livello progettuale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Benedetto, Dell'Aringa, Baruffi, Grassi, Cera, Crimi, Bossa.Pag. 24
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  425   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  421    
    Hanno votato no  4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 18 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli emendamenti, che sono Fabbri 18.100, Lorefice 18.2 e 18.3.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 18.100, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  386   
   Astenuti   46   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  38    
    Hanno votato no  348.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 18.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Rizzetto, Carfagna.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  390   
   Astenuti   45   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 18.3, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Covello, Monchiero, Bolognesi, Petrenga...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  382   
   Astenuti   54   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  277    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.Pag. 25
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Fedriga, Cera, Vignali...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  409   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  405    
    Hanno votato no  4    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 18.0200 del Governo.
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, il parere è favorevole.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ne raccomando l'approvazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18.0200 del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Galperti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  415   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  399    
    Hanno votato no  16    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 19 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli identici emendamenti 19.200 del Governo e Matarrese 19.101.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il parere del Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 19.200 del Governo e Matarrese 19.101, con parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Cera, Paolo Bernini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  401   
   Astenuti   38   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  338    
    Hanno votato no  63    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Lupo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario)

  Tutti gli altri emendamenti a questo articolo sono preclusi dalla votazione che abbiamo appena fatto.

Pag. 26

(Esame dell'articolo 20 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cera, Dall'Osso, Abrignani, Paola Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  435   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  434    
    Hanno votato no  1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 21 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Tartaglione, Paris...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  413   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  394    
    Hanno votato no  19.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Duranti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole)

(Esame dell'articolo 22 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, sugli emendamenti Borghesi 22.100, Fico 22.7 e Ricciatti 22.2 e 22.4 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il 22.100 non è segnalato. Il parere del Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, contrario su tutti gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Fico 22.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, il nostro emendamento prevede la possibilità di destinare al consumatore delle somme di denaro che sono state confiscate dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, nelle ipotesi di risarcimento dei danni subiti dal consumatore stesso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, nell'annunciare il voto favorevole da parte del gruppo della Lega sull'emendamento in esame, volevo, seppur tardivamente, segnalare il fatto che quest'Aula con il voto precedente ha sancito, proprio in un momento Pag. 27in cui la questione degli appalti è al centro del dibattito politico, un principio che riteniamo assolutamente pericoloso, e cioè che il concetto di avvalimento può essere in qualche modo traslato quando più ditte partecipano all'interno di bandi di gara, con il rischio che alla fine sostanzialmente vi sia la possibilità che chi vince la gara non abbia alcuno dei requisiti richiesti. Io non so se è stata una svista da parte del Governo, ripeto, ma il momento non è assolutamente propizio per creare confusione all'interno dei sistemi di bandi di gara.
  Qui poi, magari, avremo modo, successivamente all'esame degli articoli, di valutare la possibilità di chiarire questo inghippo, questo mezzo pasticcio, con l'approvazione di un ordine del giorno che vada in direzione esattamente contraria rispetto ai tristi casi di cronaca che si sono verificati in questi giorni. Perché così com’è scritto, a nostro avviso, crea ancor più confusione all'interno dei sistemi di bandi di gara.
  Se così non fosse, sicuramente ci sarà poi occasione da parte del Governo di dare un chiarimento; però per quello che ci risulta, ripeto, si è creata ulteriore confusione e magari in sede di esame al Senato potrà essere eventualmente aggiustato qualora effettivamente la nostra analisi risulti realistica.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fico 22.7, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Tartaglione, Parisi, Oliaro, Ascani, Tripiedi, Cardinale, Attaguile...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  393   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no  259    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 22.2, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Tartaglione, Palma, Fedriga, Zan...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  388   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  269    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 22.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marchi, Cera...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  328   
   Astenuti  101   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   56    
    Hanno votato no   272    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Massimiliano Bernini ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi).

Pag. 28

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Manfredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  424   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  389    
    Hanno votato no   35    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 23 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 23.2.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 23.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Manfredi ha votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  423   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato   71    
    Hanno votato no   352    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Stumpo, Tartaglione, Chaouki, Toninelli, Vignali...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  416   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  375    
    Hanno votato no   41    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 24 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 24.600. Sugli altri emendamenti, il parere è contrario. C’è il parere contrario anche della Commissione bilancio.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 29

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 24.600 della Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, prima di votare l'emendamento 24.600 della Commissione, che andrebbe a sopprimere tutto l'articolo, dal momento che sono stati presentati degli emendamenti da diversi gruppi politici, tra cui anche quelli di maggioranza, volevo dei chiarimenti da parte del Governo per esplicitare un po’ meglio il motivo che ha spinto poi la Commissione a proporre questo emendamento soppressivo di un articolo che tutti i gruppi politici avevano intenzione di emendare.
  Quindi, se è possibile avere delle delucidazioni in più e poi magari – se mi è concesso – vorrei intervenire nel merito dell'emendamento. Volevo solo capire se il Governo aveva intenzione di esplicitare.

  PRESIDENTE. Collega Sibilia, lei può intervenire per dichiarazione di voto su questo emendamento. Il Governo non mi pare che segnali di voler intervenire. Quindi, se lei vuole continuare il suo intervento, prego.

  CARLO SIBILIA. Sì, io in realtà lo continuo per il semplice fatto che non mi spiego come sia possibile sopprimere questo articolo, dal momento che anche gli altri partiti e gruppi politici avevano presentato un emendamento.
  Qual è la ratio dell'emendamento ? Noi vogliamo mettere chiarezza in una procedura di regolamentazione soprattutto del diritto d'autore su opere di design industriale. Sostanzialmente, succede che nel 2001 noi recepiamo la direttiva 98/71/CE, che introduce la possibilità di tutelare gli oggetti di design attraverso il diritto d'autore. Prima del recepimento di questa direttiva, esisteva solo il presupposto della cosiddetta scindibilità, che aveva sostanzialmente escluso gli oggetti in 3D dal diritto d'autore. Succede quindi che, negli anni, molte aziende fanno del loro core business proprio la riproduzione di questi articoli in 3D, quindi mobili famosi magari vengono riprodotti da queste aziende, che hanno trovato soprattutto nella zona toscana un grosso bacino di piccole aziende che si sono impegnate in questo settore.
  Questa normativa naturalmente stronca l'attività di queste piccole e medie imprese, lasciando soltanto ai grandi consorzi e alle grandi multinazionali la possibilità di riprodurre questo tipo di opere in 3D. Stiamo parlando naturalmente di oggetti di design d'autore industriale. Quindi, accade che il Governo si rende conto nel 2001 che questa direttiva può causare questo tipo di problemi e allora interviene a livello legislativo, chiarendo con l'articolo 239 del codice di proprietà industriale e agendo sempre con la ratio di continuare a far produrre questo tipo di opere a queste piccole e medie imprese.
  Accade che però il 19 aprile del 2004 questo tipo di tutele inserite nell'articolo 239 del codice di proprietà industriale decade, perché naturalmente finisce l'azione di questo tipo di questo dispositivo. Ora, esistono delle sentenze del tribunale di Firenze che danno ragione, attraverso l'interpretazione anche di alcune sentenze della Corte di giustizia europea, a questi piccoli imprenditori, e quindi danno loro la possibilità di continuare a produrre, mentre altre sentenze del tribunale di Milano invece danno loro torto e quindi mettono in una situazione di difficoltà anche giuridica queste aziende nell'operare, sostanzialmente. Quindi queste aziende hanno una difficoltà e all'improvviso, da un giorno all'altro, si trovano il loro business completamente in una situazione di illecito a causa di questa normativa.
  Quindi, siccome noi abbiamo recepito le richieste dei piccoli e medi imprenditori e di alcuni consorzi mobiliari della zona toscana, abbiamo proposto questo emendamento. Adesso, vorrei capire dal Governo Pag. 30qual è la tutela che questi piccoli consorzi e questi piccoli e medi imprenditori avranno, dal momento in cui noi sopprimiamo questo articolo. Quali saranno poi le azioni che il Governo farà per tutelare queste imprese, che fanno del loro core business la riproduzione del design industriale ? Dovranno chiudere, dovranno essere denunciate per quello che fanno, visto che questa normativa comporta questo, oppure ci saranno delle soluzioni proposte dal Governo ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cenni. Ne ha facoltà.

  SUSANNA CENNI. Signor Presidente, io intervengo condividendo buona parte delle considerazioni che il collega Sibilia ha testé espresso, però voglio anche apprezzare la scelta che la Commissione ha fatto nel proporre di cancellare questo articolo, l'ex 21, diventato 24.
  Perché dico questo ? Perché credo che – poiché in questi anni si è proceduto con una certa confusione su questa materia, producendo come effetto immediato nei confronti di centinaia e centinaia di piccole e medie imprese che lavorano in questo settore una grande incertezza, perché le norme venivano interpretate diversamente dal tribunale di Milano piuttosto che da quello di Firenze e per mille altre ragioni – quanto scritto precedentemente nella norma non risolveva alcun problema e introduceva effetti retroattivi, aggravando ulteriormente questa situazione.
  Quindi, credo che rimuovere questo testo sia cosa utile. Altrettanto francamente, però, va anche detto che questa scelta non risolve la questione, perché, altrimenti, non ci sarebbero stati gli emendamenti presentati dal gruppo del Partito Democratico, dal gruppo del MoVimento 5 Stelle, da SEL, da Forza Italia, che tentavano di fare un passo in avanti. Allora, questo passo in avanti – mi rivolgo al sottosegretario Gozi – deve essere compiuto.
  Mi sento di dire che qualche segnale c'era stato in questi mesi; c'era stato qualche segnale avanzato dalla stessa Ministra Guidi durante un'audizione nella Commissione competente. Vi era stata una disponibilità da parte dei dirigenti del Ministero dello sviluppo economico, che, però, si erano fermati proprio per quanto stava scritto nell'articolo 21 della legge europea. Allora, bene che questo articolo se ne vada: questo significa che scompare un'affermazione con cui si dice che non si possono fare proroghe e non si producono effetti retroattivi. Dopodiché, però, il Governo deve normare, perché la situazione va risolta.
  Abbiamo centinaia di imprese in difficoltà, abbiamo quasi 14 mila addetti in questo settore che hanno bisogno di continuare a lavorare e – lo sottolineo perché, qualche volta, negli anni, abbiamo sentito anche interpretazioni un po’ equivoche di questo settore – stiamo parlando di imprese che producono pezzi di arredamento che si ispirano ai classici, e che quindi non fanno dei falsi, per capirsi. Si ispirano ai classici, quindi a prodotti che non sono mai stati registrati e che non appartengono a qualcuno.
  Sono imprese che stanno sul mercato, che si misurano con la competitività che sono in grado di esprimere e che hanno tutta la loro produzione in questo Paese, non hanno mai delocalizzato un bel niente.
  Quindi, lo faremo anche con un ordine del giorno, ma vorrei sentire un impegno da parte del Governo, francamente, a risolvere definitivamente, in tempi molto brevi, questa situazione, anche con alcune indicazioni che abbiamo cercato di dare nei vari emendamenti.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti, perché, certamente, la materia è molto delicata. Innanzitutto, Pag. 31voglio ricordare perché c'era l'articolo 24: l'articolo 24 c'era perché il testo è stato presentato prima del 19 aprile, termine entro il quale, come sapete, scadeva la proroga; proroga che ci veniva contestata dalla Commissione europea in via informale e che poteva creare un'ulteriore infrazione, aggravando una situazione già di per sé molto delicata.
  Quindi, questo è il motivo per cui c'era l'articolo 24, questo è il motivo per cui abbiamo deciso di sopprimere l'articolo 24; soppressione che vuole venire incontro proprio a quelle esigenze del settore che tutti coloro che sono intervenuti hanno sottolineato e rispetto alle quali il Governo è assolutamente sensibile. È una questione assolutamente di diritto interno, che va giustamente affrontata nelle sedi adeguate di diritto interno.
  Mi sembra che vi sia anche un ordine del giorno del collega Parrini che impegna il Governo ad affrontare la questione e, certamente, se vi saranno altre richieste di ordini del giorno in questo senso, già preannunzio che vi è l'impegno politico del Governo ad affrontarla, ma ad affrontarla dal punto di vista propriamente del diritto interno, evitando – e attraverso questa azione lo evitiamo – di avere un ulteriore potenziale contenzioso con la Commissione europea.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.600 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zardini, Bossa, Tripiedi, Bechis, Impegno, Schirò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  346   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato  317    
    Hanno votato no  29    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 25 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 25.700 del Governo.

  PRESIDENTE. Immagino che il Governo sia favorevole.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sì, Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.700 del Governo, con il parere favorevole della Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gandolfi, Rizzetto, chi altro non ha votato ? Roccella sta andando a votare, Toninelli... hanno votato tutti ? Sembra di sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  353   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  352    
    Hanno votato no  1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 32

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, chi altro non ha votato ? Luigi Gallo ha votato... sembra che abbiano votato tutti ...adesso sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  423   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  419    
    Hanno votato no  4    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 26 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Avverto che è stata avanzata dal gruppo Forza Italia, a norma dell'articolo 51, comma 2, del Regolamento, richiesta di scrutinio segreto sugli emendamenti Gianluca Pini 26.110 e 26.107, nonché sulla votazione dell'articolo 26, in materia di azione risarcitoria in caso di violazione del diritto dell'Unione europea da parte di organi giurisdizionali.
  Al riguardo, osservo che l'articolo in esame incide sulla disciplina della responsabilità dei magistrati ai fini delle conseguenti azioni risarcitorie e sui relativi presupposti. Il contenuto di tale articolo è, quindi, direttamente riconducibile all'articolo 24 della Costituzione, richiamato dall'articolo 49 del Regolamento fra quelli in relazione ai quali è ammesso lo scrutinio segreto, con particolare riferimento alla disposizione di cui al quarto comma, ai sensi del quale «la legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari».
  Alla luce di tali elementi, lo scrutinio segreto è ammesso sull'emendamento Gianluca Pini 26.110, integralmente sostitutivo dell'articolo, il cui testo è analogo a quello dell'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 30.052 approvato a scrutinio segreto nella seduta del 2 febbraio 2012, proprio in occasione dell'esame della legge comunitaria, sull'emendamento Gianluca Pini 26.107, che incide sui presupposti dell'azione risarcitoria, nonché sulla votazione dell'articolo 26.
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Sono tutti segnalati, Presidente ?

  PRESIDENTE. Le richiamo quelli segnalati. Emendamento Gianluca Pini 26.110 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Luigi Di Maio 26.3 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Turco 26.4 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 26.102 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 26.107 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario.

Pag. 33

  PRESIDENTE. Emendamento Luigi Di Maio 26.2 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è contrario su tutti gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 26.110.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il firmatario Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, dopo poco più di due anni ci ritroviamo nuovamente a dibattere di una questione che nasce prima da una procedura di infrazione, poi proprio da una sentenza di condanna dell'Europa nei confronti dell'Italia per un meccanismo sostanzialmente troppo farraginoso, a tutela dei cittadini che subiscono dei danni dalla mala giustizia, che ci può stare.
  È un meccanismo farraginoso che ricordo prevede già la possibilità di ricorrere per dolo o colpa grave nei confronti di quei magistrati o dei giudici che, appunto per dolo o colpa grave, recano un danno ai cittadini. E questo è il punto di caduta che, effettivamente, poi ha generato l'articolo 26 che troviamo all'interno del testo della legge europea.
  Però c’è la possibilità, come c’è stata più di due anni fa, di andare oltre e di dare seguito a quel referendum che, più di vent'anni fa, questo Paese, in maniera assolutamente netta ed incontrovertibile, ha approvato, dando un segnale fortissimo che, senza andare assolutamente a ledere l'autonomia della magistratura, chiede che, comunque, chi sbaglia paghi, come in tutti i campi, come in tutti gli ambiti, come in tutte le professioni, a maggior ragione quelle professioni in cui un errore di carattere giudiziario può rovinare la vita ad una persona o a delle persone.
  Torno a ripetere e a sottolineare, onde evitare qualsiasi tipo di polemiche: qui non si vuole ledere e non si lede l'autonomia della magistratura in maniera assoluta, anzi questo, che è un emendamento sostitutivo dell'intero articolo, si estende non solo alla parte, limitatamente alla violazione del diritto comunitario, ma a tutte le violazioni compiute in maniera manifesta. Qual è una violazione del diritto manifesta ? Quando è chiaro che vi è una norma favorevole a un imputato e il magistrato e il giudice non ne tengono minimamente conto. Questa è la manifesta violazione del diritto, questo e solo questo caso.
  Allora, siccome il nostro ordinamento prevede che la responsabilità sia personale sul piano penale, lo deve essere anche in caso di manifesta violazione del diritto in danno di un cittadino. Io capisco che vi sia un ordine di scuderia per evitare quello che è successo due anni fa, ossia che il Governo vada sotto su un tema così delicato, però io continuo a fare appello, continuo a sperare che questo Paese possa essere un pochettino più moderno, un pochettino più rispettoso di quelli che sono i diritti di tutti i cittadini, che, loro malgrado, possono finire in mezzo ad una macchina giudiziaria che non è perfetta e, proprio perché non è perfetta, deve essere possibile per il cittadino chiedere un risarcimento senza passare attraverso tutti quei meccanismi farraginosi che ci sono ora e che hanno determinato, su 500 casi di risarcimento, solo quattro casi effettivi, e non a danno di chi ha sbagliato, ma a danno dello Stato, e quindi di tutti i contribuenti, che poi non si è assolutamente rivalso sulle persone che avevano sbagliato.
  Proprio noi politici, a cui continuamente viene chiesto di rispondere dei nostri errori, non possiamo non dare un segnale – ripeto – di trasparenza e di chiarezza nei confronti di tutti i cittadini, facendo capire che, laddove è manifesta la violazione, l'intenzione di sbagliare, magari per danneggiare un cittadino per tutta una serie di motivi che non stiamo qui a sindacare, deve essere possibile, sì, il risarcimento Pag. 34da parte dello Stato, ma deve essere possibile poi che sia la persona che ha sbagliato, il magistrato o il giudice, a rispondere dei propri errori. Ripeto: questa è un'estensione, rispetto a quello che devo ammettere è già un passo in avanti, e mi riferisco a ciò che è inserito, come articolo 26, nella legge europea, però è un'estensione che richiama il rispetto di quella che è stata la volontà popolare espressa in un referendum più di vent'anni fa e purtroppo è rimasta lettera morta, perché c’è un potere un po’ troppo pressante, anche all'interno di questo Parlamento, da parte di determinate corporazioni...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIANLUCA PINI. ...che in qualche modo, non si sa il perché, vogliono rimanere sopra la legge, giustificandosi con una lesione dell'indipendenza che, in realtà, non trova nessun riscontro nel testo che andiamo ad approvare, sia nella forma dell'articolo, sia nella forma più estesa, ma sicuramente più confacente a quelli che sono il pensiero e l’idem sentire di tutti i cittadini italiani nei confronti di chi compie errori, soprattutto in una materia delicata come quella della giustizia.
  Quindi, io vi chiedo, visto che il voto è segreto, veramente di votare in coscienza e di ripetere lo stesso tipo di voto che si è visto il 2 febbraio del 2012 in quest'Aula.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, parlo a titolo personale. Io non sono mai intervenuto in dissenso dal mio gruppo e ogni volta che il gruppo ha assunto delle decisioni, ancorché in contrasto con il mio pensiero e le mie idee, mi sono sempre uniformato ad esse. In questo caso non vi è stato, ovviamente, un dibattito nel gruppo, nel quale io avrei espresso il mio dissenso. Però, ritengo doveroso non trincerarmi dietro il voto segreto, signor Presidente; nella mia attività politica di tanti anni, ho raccolto le firme sul primo referendum a cui faceva riferimento il collega Pini.
  La legge che abbiamo, che regola la responsabilità civile dei magistrati in Italia, è una legge che è stata fatta per truffare il risultato di quel referendum, che, di fatto, in modo assolutamente labile, sancisce la responsabilità civile dei magistrati. Ho anche sottoscritto gli ultimi referendum, che, purtroppo, non hanno raccolto il numero di firme necessarie (in quel caso, sono convinto che la volontà del Paese sarebbe stata nel senso di fare in modo di uscire da questa ipocrisia, nel pieno rispetto ovviamente della magistratura e di quei tanti magistrati, la stragrande maggioranza, che operano correttamente), e ritengo che occorra, però, stabilire un principio – ho finito, signor Presidente – nei confronti di chi ha delle responsabilità che incidono sulla vita delle persone.
  Solo qualche settimana fa abbiamo letto la notizia, se non sbaglio su Il Messaggero, di una persona che è stata in galera per 15 anni per omonimia e poi è stata rimessa fuori con tante scuse. Io non ho intenzione di trincerarmi dietro il voto segreto e volevo annunciare che voterò a favore dell'emendamento dell'onorevole Pini (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, noi abbiamo chiesto il voto segreto, ma la nostra è una battaglia storica, in riferimento a quella che è stata la volontà espressa dai cittadini, che non è stata mai attuata nel nostro Paese. Non è possibile che ci siano zone franche nell'espletamento delle funzioni da parte dello Stato e la categoria dei magistrati, in questo tipo di situazione, indipendentemente dalla visione e dalle critiche che possono essere espresse, è una zona franca che non può continuare a rimanere in questa situazione. Pag. 35Qualsiasi tipo di professionista, nel momento in cui c’è qualche colpa grave, accertata e quant'altro, ne è responsabile personalmente.
  Quindi, noi riteniamo sia arrivato il momento che in questo Paese si possa mettere un punto fermo rispetto alla responsabilità nell'espletamento delle funzioni, in caso di violazione e di colpa grave, anche per i magistrati di ogni genere, di ogni tipo e di qualsiasi grado, dalla magistratura ordinaria a quella penale, a quella contabile. Rispetto a tutte le cose che noi sentiamo giornalmente, questo intervento deve essere a tutela dei cittadini. Quindi, noi riteniamo di confermare la nostra battaglia, che è una battaglia storica, perché è arrivato anche il momento che questo Parlamento diventi responsabile a difesa dei cittadini, non solo a parole e su altri argomenti, ma anche con i fatti, rispetto a questa problematica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vecchio. Ne ha facoltà.

  ANDREA VECCHIO. Signor Presidente, intervengo per fare mie tutte le parole del collega Giachetti, che voglio ringraziare per quello che ha detto, e voterò anch'io a favore di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
  Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 26.110, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Fiano, Gutgeld, Spessotto, Cassano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  367   
   Astenuti   65   
   Maggioranza  184   
    Voti favorevoli  187    
    Voti contrari  180.

  (La Camera approva – Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie – vedi votazioni).

  Quindi, tutti gli altri emendamenti all'articolo 26 a questo punto sono preclusi dalla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 26.110, anche la votazione dello stesso articolo.

(Esame dell'articolo 27 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 27.100 e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 27.600.

  PRESIDENTE. L'emendamento Borghesi 27.100 non era segnalato. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 27.600 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.Pag. 36
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiedo di liberare i banchi del Governo, per favore. Collega Morani: liberare i banchi del Governo, per favore.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  391   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  318    
    Hanno votato no   73.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, il tono della voce, per favore ! Malisani ? Magorno ? Ricciatti ? Palma ? Colletti ? Marco Di Stefano ? Galperti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  411   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  411.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 28...

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce, per favore ! Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, poco fa il Parlamento, con voto segreto, ha approvato un emendamento che è esattamente l'opposto di quello che era l'intendimento da parte del Governo e parte della maggioranza o la maggioranza. Quindi, noi le chiediamo se non debba procedersi a sospensione rispetto alla situazione del Comitato dei nove, affinché possa anche riunirsi e prendere atto in riferimento al provvedimento.

  PRESIDENTE. Io non ho ricevuto richieste in merito.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, com’è noto, questo è un provvedimento molto eterogeneo, con numerosi articoli, che parlano e pongono questioni molto diverse. Non c’è un collegamento diretto tra l'emendamento che abbiamo approvato ed i successivi che stiamo esaminando, quindi non vediamo nessuna necessità.
  Peraltro, il testo è stato approvato con voto segreto. Noi abbiamo sempre cercato di evitare questo tipo di votazioni perché è corretto che ci si assuma la responsabilità delle scelte che riguardano la legislazione e non nascondersi dietro un voto segreto su queste vicende. È un provvedimento che ha ancora un iter che deve approdare al Senato e, quindi, se il Senato riterrà, e noi riterremo, sicuramente di modificare quel testo, ci sarà la sede del Senato per modificare quel testo e andare incontro alle esigenze che il collega Palese dimostrava ritenendo che fosse giustamente, come lui diceva, contrario agli intendimenti di Governo e maggioranza, o almeno di un pezzo della maggioranza, su quel punto specifico.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, semplicemente per rammentare al collega Rosato che, quando il voto segreto è ammesso dalla Presidenza, è un voto in cui ciascun parlamentare può esprimere correttamente e puntualmente Pag. 37quello che è il suo avviso in ordine a determinati emendamenti e a determinate scelte, sicché un voto protetto dalla Costituzione e dal Regolamento non può essere surrettiziamente, neanche per ragioni politiche, indicato come strumento di legittima rappresentazione della volontà. Questo emendamento è stato votato dal Parlamento legittimamente e il Parlamento ne è padrone e ne è felicemente responsabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, innanzitutto vorrei associarmi a quanto richiesto dal deputato Palese, giacché anche dalla reazione che ha avuto il sottosegretario Gozi, si dimostra il problema rilevante che si è creato con questa votazione all'interno della maggioranza, ma soprattutto all'interno del PD, tant’è vero che la nostra astensione ha dimostrato palesemente l'ipocrisia del PD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) nella votazione in essere e, quindi, sono usciti fuori tutti i sassolini dalle scarpe che alcuni deputati del PD volevano togliersi in questo caso. Benvenuti in Parlamento ! (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non ho ricevuto nessuna richiesta per il Comitato dei nove.

(Esame dell'articolo 28 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Borghesi 28.100, 28.101, 28.102, 28.103, 28.104 e 28.105, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Borghesi 28.107. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Borghesi 28.108, 28.109, 28.110 e 28.111.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti..
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 28.100, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Colletti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  420   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no   327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nardi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 28.101, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Ottobre, Covello, Colletti, Beni, Simoni, Cariello...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 38
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  367   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   19    
    Hanno votato no   348.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 28.102, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ? Tinagli, Stumpo, Russo, Tancredi. Chi altro non ha votato ? Alzate le mani. Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  366   
   Astenuti   64   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   17    
    Hanno votato no  349.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 12)

  PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 28.103, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo colleghi ? Non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  410   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  300.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Coscia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 28.104, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Lo Monte, Vignali. Vignali ha votato. Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  404   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no  311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 28.105, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani. Abbiamo votato tutti ? Mi pare che non ci siano mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 39
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  365   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato   22    
    Hanno votato no  343.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 28.107, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abbiamo votato tutti ? Pilozzi, Paola Bragantini, Fossati. Fossati ha votato, Pilozzi ha votato, Bragantini ha votato, ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  364   
   Astenuti   71   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato  323    
    Hanno votato no  41.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 28.108, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 12,05)

  PRESIDENTE. Chi non ha votato ? Lodolini, Di Lello, Tancredi, aspettiamo il Presidente Giachetti, Fanucci. Chi non ha votato ancora ? Capodicasa. Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  366   
   Astenuti   67   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   32    
    Hanno votato no  334.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 28.109, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Albanella, Galperti, Tidei. Chi altro non ha votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  369   
   Astenuti   67   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   23    
    Hanno votato no  346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 28.110, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Tino Iannuzzi, Spessotto, Capodicasa. Chi altro non riesce a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  370   Pag. 40
   Astenuti   66   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato   24    
    Hanno votato no  346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 28.111, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni, Capodicasa, Piras. Chi altro non ha votato ? Giammanco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  432    
   Maggioranza  217    
    Hanno votato   82    
    Hanno votato no  350.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 28.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, noi avevamo addirittura chiesto la soppressione di questo articolo introdotto durante l'esame in Commissione, perché di fatto abroga, per una procedura pilota introdotta dall'Unione europea, la legge n. 8 del 2013, che reca norme di maggiore tutela della qualità delle produzioni italiane in riferimento ai prodotti in cuoio, pelle e pelliccia.
  Non condividiamo, pertanto, la sua abrogazione, che fa peraltro rivivere la legge del 1966, la quale non dovendo di fatto, all'epoca, affrontare gli attuali problemi di concorrenza anche sleale dei prodotti in cuoio, in pelle o in pelliccia – sleale da parte della Cina, in particolare –, risulta di fatto fortemente inadeguata a tutelare le nostre produzioni e, quindi, i nostri produttori, i nostri posti di lavoro e, soprattutto, una tradizione che è stata tramandata per secoli e che rappresenta un vero e proprio bacino fatto di distretti, di consorzi e di aziende, che raccoglie migliaia e migliaia di lavoratori con un fatturato di miliardi di euro.

  PRESIDENTE. La ringrazio. A questo punto, il gruppo della Lega Nord e Autonomie ha esaurito anche i tempi aggiuntivi, quindi concederò un minuto a collega quando chiederà di intervenire.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Alfreider. Chi altro non ha votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  429   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  337    
    Hanno votato no   92.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 29 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata, non segnalata (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Passiamo, pertanto, alla votazione dell'articolo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Malpezzi, Russo.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 41
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  408   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  406    
    Hanno votato no  2    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 30 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata, non segnalata (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Passiamo, pertanto, alla votazione dell'articolo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Turco, Malpezzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  381   
   Astenuti   46   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  380    
    Hanno votato no   1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 31 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento Borghesi 31.101.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, il parere sull'emendamento Borghesi 31.101 è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 31.101, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Kronbichler, Albanella.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  424   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  332    
    Hanno votato no  92    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e la deputata Nardi ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 42
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  420   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  417    
    Hanno votato no  3    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 32 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sul suo emendamento 32.600.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.600 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chimienti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  341   
   Astenuti   83   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato  340    
    Hanno votato no   1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Lo Monte, Magorno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  408   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  407    
    Hanno votato no   1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 33 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento Borghesi 33.100.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è contrario.

Pag. 43

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 33.100.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà, per un minuto.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, noi abbiamo chiesto la soppressione di questo articolo, perché questo articolo consente la vendita e il commercio di prodotti da pesca esercitata a fini scientifici, a meno che il Ministero dell'ambiente non ne disponga il divieto. Questo emendamento soppressivo è perché di fatto questo articolo non corrisponde a nessuna direttiva, quindi non ha nessun motivo di essere inserito in questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Parentela. Ne ha facoltà.

  PAOLO PARENTELA. Signor Presidente, questa proposta di modifica del Governo non ci trova favorevoli: si vuole consentire che il prodotto della pesca scientifica possa essere immesso nella rete di vendita anche se ottenuto in aree, periodi e con attrezzi vietati dalla vigente normativa comunitaria e nazionale. Inoltre, tale modifica potrebbe consentire di aggirare eventuali norme riguardanti la taglia minima del pescato commercializzabile. I rischi quali sono ? Ad esempio, il ripristino di alcune forme di pesca non più consentite o sottoposte a severi vincoli.
  La pesca speciale è stata in passato consentita dalle norme nazionali in deroga a quelle dell'Unione europea, prevedendo che determinati enti scientifici ne controllassero lo svolgimento monitorando l'entità e la natura delle catture, spesso solo in teoria stanti le difficoltà dei controlli reali. In tempi più recenti alcune forme di pesca sono state consentite al fine di mettere a punto attrezzi di cattura e tattiche di pesca meno impattanti di quelle in uso al momento; ma con questa modifica si andrebbe in contrasto con le norme di cui ai regolamenti dell'Unione europea n. 1967 del 2006, 1005 del 2008, 1224 del 2009. Abbiamo bisogno, chiedo quindi al Governo, di ulteriori contenziosi con l'Unione europea ? Noi non crediamo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 33 (in quanto l'emendamento 33.100 è soppressivo).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  387   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  306    
    Hanno votato no  81    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e la deputata Amoddio ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo al subemendamento Agostinelli 0.33.0500.1.
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, il parere è contrario al subemenendamento Agostinelli 0.33.0500.1.

  PRESIDENTE. E sull'articolo aggiuntivo 33.0500 del Governo ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Il parere è invece favorevole all'articolo aggiuntivo 33.0500 del Governo.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Pag. 44

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del subemendamento Agostinelli 0.33.0500.1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, all'inizio avevamo un parere favorevole: non capiamo perché ultimamente questo parere è cambiato, anche perché noi ci rifacciamo in questo caso alle norme generali sulla competenza. Questo è un emendamento che riguarda le successioni: per quanto riguarda le norme generali sulla competenza, normalmente tutte le cause che riguardano le successioni, i relativi procedimenti si incardinano nel tribunale del luogo di apertura della successione.
  Quindi vorremmo magari avere contezza, da parte di coloro che hanno dato parere negativo, sul perché di questo parere negativo, se dipende da questioni giuridiche od altro.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, per spiegare perché occorre intervenire modificando la parte relativa al certificato successorio europeo. Perché in questo modo risulta in contrasto con l'articolo 64 del regolamento UE n. 650 del 2012 e spiego perché. Perché il regolamento impone agli Stati membri di scegliere, di optare per una sola autorità nazionale che, nel caso dell'Italia, potrebbero essere i notai o i tribunali, che possa rilasciare tali certificati successori. Avendo l'Italia optato per i notai, non è possibile approvare il subemendamento in questione che attribuisce tale potestà anche alle cancellerie dei tribunali, altrimenti sarebbe in violazione dell'articolo 64 del regolamento che indica che ogni Stato membro deve indicare solo una tra le varie autorità aventi in teoria competenza in merito.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Questo è uno dei tipici casi in cui, purtroppo, manca il coordinamento a livello governativo nella redazione, anche, dei regolamenti europei perché forse il Governo italiano avrebbe dovuto far capire, nel momento della redazione del regolamento europeo, che il nostro codice e le nostre leggi differiscono da quelli degli altri Paesi europei.
  Questo dimostra in piccolo, per una questione ovviamente marginale, purtroppo, la poca competenza che hanno i Governi italiani quando vanno a discutere le materie a livello europeo, ovvero il fatto che non hanno nessun potere di influenzare la redazione di testi normativi europei, siano essi regolamenti che direttive e questo non può che farci dispiacere perché in questo caso riguarda una materia molto marginale ma purtroppo, e troppo spesso, riguarda materie molto, molto importanti soprattutto a livello economico.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Agostinelli 0.33.0500.1, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fossati, Lattuca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  397   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no  321    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 45

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo del Governo 33.0500, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Attorre, Oliaro, Bernini Paolo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  298   
   Astenuti  112   
   Maggioranza  150   
    Hanno votato  287    
    Hanno votato no  11    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto).

(Esame dell'articolo 34 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34, al quale non sono state presentate proposte emendative (vedi allegato A – A.C. 1864-A). Passiamo quindi ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Bragantini Paola...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  304   
   Astenuti  106   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato  303    
    Hanno votato no   1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 35 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 35.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86,comma 4-bis, del Regolamento), mentre esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 35.100.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 35.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Tartaglione, Misuraca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  350   
   Astenuti   68   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato  323    
    Hanno votato no  27    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Pag. 46

  Avverto che l'emendamento Gallinella 35.2 è precluso dalla votazione dell'emendamento 35.400 della Commissione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 35.100, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Abrignani, Palma, Mognato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  352   
   Astenuti   67   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato   65    
    Hanno votato no  287    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Tancredi, Simoni, Galperti, Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  352   
   Astenuti   65   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  340    
    Hanno votato no  12    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo ai due articoli aggiuntivi Villarosa 35.0200 e Pesco 35.0201. Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su entrambi.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Villarosa 35.0200. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, vorrei chiedere, se possibile, le motivazioni.

  PRESIDENTE. Il Governo non fa cenno di intervenire. Quindi se lei intende andare avanti con il suo intervento, prego.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Vado avanti con il mio intervento, perché voglio informare l'Aula di alcune cose che abbiamo scoperto da poco, di cui non eravamo a conoscenza, o per meglio dire, ne eravamo a conoscenza, conoscevamo la norma. La norma a cui mi riferisco è la legge n. 234 del 2012, ed è la legge che regola i rapporti fra l'Italia e l'Unione europea. In questa... Presidente, non sento...

  PRESIDENTE. Vi chiedo di abbassare il tono della voce. Prego, Villarosa.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Questa norma prevede alcune cose.
  Cari colleghi, vi vorrei far notare che, se voi domani voleste prendere visione di una procedura di infrazione, di un caso «EU pilot» e non doveste riuscire a trovarlo, vi informo che potete tranquillamente andare in Commissione politiche Pag. 47europee e ricercare il testo, però vi voglio anche informare che, nel caso in cui voleste portare questo testo fuori dalla Commissione politiche europee, anche voi parlamentari, anche voi, cari colleghi, non potete farlo. Ne eravate a conoscenza ? Infatti, da poco ci è capitato con il collega Pesco di andare a ricercare una procedura di preinfrazione, non di infrazione, ma di preinfrazione e la Commissione politiche europee ci ha vietato, quindi ha vietato a un parlamentare della Repubblica italiana di far uscire fuori questo testo, un testo che prevede una procedura di preinfrazione per l'Italia avviata dall'Europa.
  Ora, mi dovete spiegare come sia possibile che un Paese civile, un Paese libero, un Paese indipendente possa avere nel proprio ordinamento una norma che vieta la diffusione di documenti che dovrebbero essere trasparenti al 100 per cento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In un Paese la segretezza non dovrebbe esistere perché i casi sono tanti e li conoscete tutti: il DC-9 e ve ne potrei elencare milioni, ma in particolare mi piacerebbe ricordarvi la questione della Baia dei porci – qualcuno di voi se la ricorda ? – il piano dell'America, attuato mediante società segrete a Cuba. Ve lo ricordate ? Vi ricordate che, all'arrivo in aeroporto, vi erano tre aerei ? Vi ricordate che, davanti all'incalzare dei giornalisti, il primo pilota non riusciva a mentire e snocciolò la verità e Fidel Castro portò la questione all'ONU, accusando gli Stati Uniti di aver bombardato Cuba ? Perché vi ricordo questo avvenimento ? Perché vi vorrei rileggere e vorrei fare mie le parole che Kennedy espresse ai tempi sulla segretezza: signore e signori, la parola segretezza è ripugnante in una società libera e aperta e noi come popolo ci siamo opposti intrinsecamente e storicamente alle società segrete, ai giuramenti segreti e alle riunioni segrete. Siamo di fronte in tutto il mondo a una cospirazione monolitica e spietata basata soprattutto su mezzi segreti per espandere la sua sfera, soprattutto su mezzi segreti sull'infiltrazione anziché sull'invasione, sulla sovversione anziché sulle elezioni, sull'intimidazione anziché sulla libera scelta. È un sistema che ha reclutato ampie risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina affiatata, altamente efficiente, che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, operazioni economiche scientifiche e politiche. Le sue azioni non vengono diffuse, ma tenute segrete, i suoi errori non vengono messi in evidenza, ma vengono nascosti, i suoi dissidenti non sono elogiati ma ridotti al silenzio. Nessuna spesa viene contestata, nessun segreto viene rivelato. Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò che evitare le controversie fosse un crimine per ogni cittadino.

  PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce per favore.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Sto chiedendo il vostro aiuto nel difficilissimo compito di informare e allertare il popolo americano, convinto che, con il vostro aiuto, l'uomo diventerà ciò per cui è nato: un essere libero e indipendente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Io credo che...

  PRESIDENTE. Deve concludere

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. ...la possibilità per un parlamentare di poter far vedere ai propri cittadini e alle persone che l'hanno votato documenti fondamentali che riguardano il nostro Stato sia una cosa logica, quindi questo parere contrario del Governo e del relatore non mi fa far altro che pensare che ci sia qualcosa da nascondere all'interno di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  MICHELE BORDO, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, intanto mi permetterei di invitare l'onorevole Villarosa a scendere un Pag. 48po’ con i piedi per terra, a tornare alla normalità e a inquadrare la questione di cui stiamo parlando nella giusta direzione e a dare alla questione di cui stiamo parlando la giusta rilevanza.
  Non c’è nulla di segreto. Che cosa prevede la legge n. 234 del 2012 e, in modo specifico, l'articolo 14 ? Che il Governo possa raccomandare l'uso riservato delle informazioni e dei documenti trasmessi. Il che significa che i documenti, oggetto di procedura di infrazione o di casi EU Pilot, sono a disposizione della Commissione politiche dell'Unione europea. Perché non possono uscire ? Perché nei casi EU Pilot siamo di fronte al fatto che il Governo tratta con la Commissione europea e nella fase della trattativa è evidente che qualsiasi informazione che esce può determinarne l'esito negativo. Di fronte alla procedura di infrazione già avviata, noi siamo di fronte al fatto che, spesso, questi documenti contengono informazioni e dati sensibili che sono assolutamente riservati e che riguardano aziende, persone giuridiche e anche persone fisiche che evidentemente non possono diventare pubbliche.
  Voglio aggiungere che, rispetto alla normativa precedente, con l'introduzione della legge n. 234 del 2012, noi abbiamo fatto dei passi in avanti già significativi. Prima, per esempio, e proprio su iniziativa della Commissione politiche dell'Unione europea della Camera, non era consentita la trasmissione dei casi EU Pilot al Parlamento. Invece, con l'introduzione di questa legge adesso ciò è possibile. Per questo, io dico basta con la caccia alle streghe ogni volta e con la demagogia e il populismo per forza e in ogni circostanza. Torniamo ai fatti, diamo la giusta rilevanza alle questioni di cui stiamo parlando ed evitiamo di enfatizzare questioni che, evidentemente, meritano di essere ridimensionate rispetto alla rilevanza che hanno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Prataviera. Ne ha facoltà per un minuto.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie Presidente. Il presidente Bordo ha invitato il collega Villarosa a scendere a un livello più terreno. Io vorrei invitarlo a essere attinente quanto meno al testo e al contenuto di questi emendamenti, che sono condivisibili e supercondivisibili e che dovrebbero essere condivisi da tutti i parlamentari, perché dovrebbe essere nel nostro stesso interesse di rappresentanti del popolo di potere svolgere il nostro mandato e, quindi, avere copia degli incartamenti delle procedure EU Pilot. Non stiamo parlando di lettere riservate ma di lettere ufficiali sulle quali noi ci siamo espressi negli ultimi due giorni solo sulla base dei dossier degli uffici, perché, di fatto, non ci è permesso avere copia e siamo costretti, come quando andavamo alle elementari in biblioteca, a non portare fuori i libri per la paura che qualcosa si rovini.
  Non si può lavorare in questo modo e, quindi, noi appoggiamo una riforma e questi due emendamenti che vanno a riformare la legge n. 234 del 2012, proprio per permettere a tutti i parlamentari di questo emiciclo di fare quello che i cittadini hanno chiesto di fare, cioè i loro interessi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà per un minuto.

  LUIGI GALLO. Grazie Presidente. Mi dispiace delle parole del relatore, perché noi il problema l'abbiamo inquadrato benissimo. Anche nella precedente legge di delegazione europea noi avevamo un caso da studiare, un'infrazione sul tema del turismo. Ebbene, abbiamo fatto delle richieste ufficiali al Ministero e non abbiamo mai avuto accesso a quella documentazione per studiare nel dettaglio l'infrazione. Allora, di cosa stiamo parlando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Noi non abbiamo la possibilità di intervenire nel dettaglio e dobbiamo credere alle balle che raccontano il relatore o il Pag. 49sottosegretario e affidarci totalmente nelle mani dei leader. Questo è quello che pensate per l'Italia, perché pensate sempre che l'italiano debba affidarsi al salvatore della patria. Non crediamo che questo, invece, sia il metodo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Schirò. Ne ha facoltà.

  GEA SCHIRÒ. Presidente, per favore. Rispetto all'ultimo intervento passare da Fidel Castro a Solone sarà interessante per alcuni ma poco utile per la legge europea (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sì, capisco forse passando attraverso Topolino...
  Detto questo, quello che il presidente ha citato prima era il cuore e il senso dell'articolo 14 della legge n. 234 del 2012.
  Rimproverare un'istituzione, come è avvenuto durante tutto questo anno di legislazione, dire che non seguiamo le regole, domandando esplicitamente di violare le regole predisposte dalla legge n. 234 del 2012, è un controsenso. Quindi, la prego anche di disciplinare il senso degli interventi, Presidente.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. No, deputato Villarosa, ha già parlato. Lei non può parlare più.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, visto che il presidente della Commissione politiche dell'Unione europea diceva, per quanto riguarda le infrazioni (comunque, i documenti di cui parlava il collega Villarosa), che non possono essere diffuse perché vi sono dati sensibili, vorrei ricordare che, per dato sensibile, in genere, si intendere l'origine etnica, la convinzione religiosa, stati di salute o la vita sessuale. Ecco, se queste informazioni sono contenute in questi documenti (dubito dell'esistenza di queste informazioni), anche se fosse, questi dati si possono sempre oscurare, e quindi, poi, diffondere i documenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Le motivazioni che sono state date offendono l'intelligenza non solo mia, dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, ma di tutto il Parlamento. Riprendiamo un minimo di serietà in quello che si dice (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, vorrei fare una riflessione, perché oggi abbiamo parlato di numerose procedure di infrazione aperte e il sottosegretario ha confermato una maglia nera, in tal senso, per lo Stato italiano. Aprire la possibilità di visionare questi documenti a tutti i parlamentari, in modo tale che tutti possano prendere conoscenza delle reali infrazioni, per poter far sì che, nell'esame dei provvedimenti legislativi che arrivano, si inseriscano le modifiche necessarie per uscire da queste procedure di infrazione, credo sia un atto dovuto, anche perché, esemplifico, oggi siamo in procedura di infrazione su numerosi temi, specie quelli ambientali, come nel caso della questione dell'Ilva di Taranto.
  Pensare di secretare, di andare avanti a rendere poco chiari i procedimenti, ad esempio, sulle infrazioni aperte sull'Ilva di Taranto, è qualcosa che noi non ci possiamo permettere qui dentro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non essendoci altri interventi...

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Villarosa, lei non può intervenire, non può intervenire, punto.
  Pongo in votazione l'articolo aggiuntivo...

Pag. 50

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Su che tema, mi faccia capire.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, vorrei chiedere il voto segreto.

  PRESIDENTE. Vuole chiedere il voto segreto su questo articolo aggiuntivo ?

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Sì.

  PRESIDENTE. Abbiamo bisogno di un attimo. Dobbiamo sospendere per cinque minuti la seduta, che riprenderà alle ore 12,50.

  La seduta, sospesa alle 12,40, è ripresa alle 12,55.

  PRESIDENTE. Ricordo che siamo all'articolo aggiuntivo Villarosa 35.0200.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Villarosa 35.0200, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  No, un attimo, mi dicono che la richiesta di votazione segreta è stata ritirata, revoco quindi l'indizione della votazione.
  Passiamo dunque ai voti
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Villarosa 35.0200 con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli... chi non riesce a votare ? De Micheli... chi altro non riesce a votare ? Zaccagnini... c’è qualcun altro che non riesce a votare ? Roccella...Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  366   
   Votanti  337   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato   81    
    Hanno votato no  256    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Pesco 35.0201.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, sono veramente dispiaciuto da come è stato affrontato il tema prima sia dal relatore che dalla collega, che forse legge Topolino o io sono abituato a leggere Solone.
  Riguardo alla questione del relatore, il relatore poco fa ha parlato dell'articolo 14 e probabilmente non ha neanche letto la proposta emendativa. Questo modo di affrontare questi argomenti mi lascia imbarazzato, ma soprattutto dovrebbe lasciare imbarazzati i cittadini italiani che ci leggono perché, caro relatore, l'articolo 14, comma 6, è in questo emendamento, non in quello di prima; qua si parla di precontenzioso, nel comma 6 dell'articolo 4 di cui parlavamo prima si parla di documenti in generale, si parla di qualsiasi tipo di documento.
  Quindi qui stiamo parlando di precontenzioso e vi voglio fare riflettere su una questione. Vi faccio un esempio. Mi trovo a discutere con una associazione di categoria, con dei cittadini, con degli imprenditori che mi chiedono: ma visto che avete sempre dichiarato sui palchi e comunque durante le conferenze che siete a favore di questa norma, perché non la fate ? Io mi ritrovo magari a rispondere: mi scusi, guardi, abbiamo la procedura di preinfrazione, quindi dobbiamo aspettare un attimo, Pag. 51dobbiamo aspettare un po’ di tempo; l'azienda mi potrebbe rispondere: mi scusi ma mi fate vedere la procedura di preinfrazione ? E io che cosa gli rispondo ? Che un parlamentare della Repubblica italiana non può avere disponibili questi documenti ? Che la sovranità politica-monetaria è stata delegata all'Unione europea e se arrivano documenti qui solo il Governo ne può avere visione e li può diffondere ? Di che cosa stiamo parlando ? È un Paese libero questo ? È un Paese democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pesco 35.0201, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Binetti, D'Incà... chi altro non ha votato... sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  353   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato   80    
    Hanno votato no  273    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Avverto che, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, la Presidenza non ritiene ammissibile l'ordine del giorno Giorgia Meloni n. 9/1864-A/1, che, nel recare l'impegno al Governo a riformulare l'articolo 117 della Costituzione, in materia di esercizio della potestà legislativa dello Stato in rapporto all'ordinamento comunitario, reca un contenuto estraneo rispetto ai contenuti del provvedimento.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Giacobbe n. 9/1864-A/2, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole «con urgenza» con le seguenti: «con la massima sollecitudine possibile».
  Il Governo accetta gli ordini del giorno Borghi n. 9/1864-A/3 e Cenni n. 9/1864-A/4.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/1864-A/5.
  Il Governo accetta gli ordini del giorno Bergamini n. 9/1864-A/6, Prataviera n. 9/1864-A/7, Cariello n. 9/1864-A/8, Caon n. 9/1864-A/9 e Busin n. 9/1864-A/10.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Attaguile n. 9/1864-A/11.
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Marcolin n. 9/1864-A/12, mentre accetta l'ordine del giorno Guidesi n. 9/1864-A/13, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole «ad assumere» con le seguenti: «a valutare».
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1864-A/14, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/1864-A/15.
  Infine, il Governo accetta l'ordine del giorno Pannarale n. 9/1864-A/16.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giacobbe n. 9/1864-A/2, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del Pag. 52giorno Borghi n. 9/1864-A/3 e Cenni n. 9/1864-A/4, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/1864-A/5, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/1864-A/5, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Micheli, Borghi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  364   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato   48    
    Hanno votato no  316    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Bergamini n. 9/1864-A/6, Prataviera n. 9/1864-A/7, Cariello n. 9/1864-A/8, Caon n. 9/1864-A/9 e Busin n. 9/1864-A/10, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Attaguile n. 9/1864-A/11, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marcolin n. 9/1864-A/12, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/1864-A/13, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1864-A/14, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/1864-A/15, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, io mi auguro che il parere contrario del collega Gozi non sia dettato dal fatto che il Governo è andato sotto sull'emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati; mi passi la battuta, anche perché ricevere un parere negativo sui contenuti di questo ordine del giorno...
  L'ordine del giorno recita – le prendo due minuti per leggere, anche se i tempi sono sostanzialmente finiti – che l'articolo 21 della legge europea contiene disposizioni in materia di contratti pubblici e che, con l'applicazione dell'istituto dell'avvalimento, un operatore economico che partecipa ad una procedura di gara per l'affidamento di un appalto pubblico per il quale è richiesto il possesso di determinati requisiti (economico-finanziari o tecnico-organizzativi e anche reputazionali) può dichiarare di avvalersi dei requisiti di un altro operatore. Già questo, con quello che succede in questi giorni, non mi pare che sia una gran genialata.
  Nell'applicazione di questo articolo 21, di fatto, l'impresa che vince la gara potrebbe non avere gran parte dei requisiti tra quelli richiesti per la partecipazione all'appalto e ciò si ritiene alquanto rischioso – sottolineo, rischioso – ai fini della garanzia della trasparenza e della dimostrazione delle capacità dell'impresa. Quante volte abbiamo visto imprese vincere appalti e poi lasciare le opere a metà, perché in realtà non avevano le capacità proprie richieste all'interno dell'appalto. Rendiamoci conto di che cosa abbiamo votato e di che cosa avete votato all'articolo 21.Pag. 53
  E anche alla luce degli ultimi scandali emersi in materia di appalti, noi avevamo chiesto di valutare gli effetti applicativi dell'articolo 21, al fine di assumere le opportune iniziative, anche di carattere legislativo – non solo – volte a ristabilire i limiti all'utilizzo dell'istituto dell'avvalimento, per garantire la trasparenza della dimostrazione delle capacità delle imprese nelle procedure di gara per l'affidamento degli appalti pubblici. Sottolineo: appalti pubblici, soldi di tutti i cittadini.
  Se noi vogliamo continuare a vedere quello che abbiamo purtroppo visto nelle ultime settimane, continuiamo pure a fare delle norme così cialtronesche come quelle dell'articolo 21. Se, invece, vogliamo mettere mano in qualche modo a delle procedure che siano chiare, che facciano partecipare e vincere le gare ad aziende che hanno veramente i requisiti, almeno andiamo in questo senso.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, non c’è nulla di cialtronesco, c’è la serietà degli impegni della Repubblica italiana rispetto alle norme europee. Se lei, onorevole Pini, vuole che veniamo condannati una seconda volta dalla Corte di giustizia e che si apra un'altra procedura di infrazione, possiamo assolutamente accogliere il suo ordine del giorno, che è in palese contrasto con la direttiva appalti.
  Le ricordo la sentenza pregiudiziale della Corte di giustizia dell'Unione europea del 10 ottobre 2013. Le ricordo anche che, con la formulazione che esce della legge europea, restano fermi gli obblighi che tali imprese siano in possesso dei requisiti economici e finanziari e dei requisiti tecnico-organizzativi; e le ricordo anche che l'obiettivo della legge europea è di dare seguito alle sentenze di condanna della Corte di giustizia e di chiudere infrazioni, e non di strumentalizzare qualsiasi aspetto della legge europea per fini che vanno ben al di là e che non hanno nulla a che fare con l'oggetto di questa legge.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Ha un minuto.

  GIANLUCA PINI. Assolutamente. Se il collega Gozi avesse la bontà di leggere il dispositivo, vedrebbe che questo non è un ordine del giorno che va contro quello che chiede, tra le tante cose, l'Europa. Ma chiede solo di valutare gli effetti applicativi di questa norma, al fine di evitare che le gare vengano vinte da aziende che non hanno i requisiti, ma che sfruttano i requisiti di altre aziende in maniera collegata, che magari si sfilano durante la realizzazione dell'opera, lasciando così a metà l'opera, dopo aver speso soldi pubblici. Questo le chiediamo: di valutare – valutare, qui c’è scritto chiaramente – gli effetti applicativi di una norma che lascia troppi spazi grigi. Comunque, vi prendete voi la responsabilità di aprire altri varchi nella capacità di non finire le opere pubbliche, fatte con soldi pubblici.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/1864-A/15, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tacconi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  347   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato   46    
    Hanno votato no  301    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Pag. 54

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pannarale n. 9/1864-A/16, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, annunciando il voto favorevole della componente socialista ...

  PRESIDENTE. Colleghi, se vi allontanate dall'Aula fatelo a bassa voce.

  PIA ELDA LOCATELLI. ... su entrambi i provvedimenti (A.C. 1836-A e A.C. 1864-A), voglio sottolineare due aspetti: che ci stiamo avvalendo al meglio della legge n. 234 del 2012, una buona legge, che ha introdotto due provvedimenti diversi per adeguare il nostro ordinamento alla normativa europea, e che sono previsti ulteriori disegni di legge relativi al medesimo anno, nell'eventualità di ulteriore produzione legislativa da parte dell'Unione europea.
  Noi stiamo sfruttando appieno le potenzialità di questa legge, ma queste potenzialità sono in qualche modo vanificate dai tempi impiegati per approvare questi due provvedimenti: sono stati trasmessi alle Camere a fine novembre e li approviamo oggi, ieri e oggi, 11 e 10 giugno. Sei mesi sono troppi, sono troppi in sé, ma sono troppi perché la situazione italiana, in tema di recepimento e di adeguamento delle normative europee, è alquanto imbarazzante: questo è il miglior, o meglio il peggior modo per presentarci alla guida del semestre europeo. Stiamo investendo molto sulla Presidenza italiana del semestre, ma questi sforzi saranno vani se prima non recuperiamo credibilità.
  Mi è stato chiesto se mi piace tutto quello che fa l'Europa. Io ho risposto: «non sempre», ma questo è un altro discorso. Le norme, le direttive vanno recepite al meglio e possibilmente senza ritardo e vanno applicate, anche perché questo è il frutto dei nostri colleghi, dei nostri rappresentanti in Europa.
  Diversa invece – ed usiamo questa occasione per ricordarlo ai colleghi distratti, chiaramente – è la necessità di giocare un ruolo, come Parlamento, nella fase ascendente del processo legislativo, quando le norme sono in fase di formazione e in quella fase si può intervenire, come ha previsto il Trattato di Lisbona.
  Questi due provvedimenti spaziano in ambiti molto diversi e complessi e lo abbiamo visto: migrazione, finanza, ambiente e cose varie. Impossibile richiamarli tutti, io scelgo di richiamarne uno: richiamo il tema del diritto d'asilo e della protezione internazionale. Dobbiamo correggere l'impianto del testo unico sull'immigrazione, così come si è venuto formando dal 2002 ad oggi, per adeguare il diritto interno alle norme comunitarie, anche alla luce dell'interpretazione di alcune sentenze della Corte di giustizia europea.
  Noi, che siamo Paese ponte tra sponda nord e sud del Mediterraneo, spesso abbiamo chiamato in causa l'Unione europea e le abbiamo chiesto di non essere lasciati soli ad affrontare il dramma degli sbarchi. Proprio per queste chiamate in causa dell'Unione europea, noi non possiamo essere fuori dalla legge europea.
  Quindi, ben venga questo adeguamento, il meno tardi possibile. E ben venga pure la cultura europea, come ci ha ricordato il sottosegretario Gozi durante la discussione generale. Ma – e voglio sottolinearlo personalmente – noi dobbiamo essere buoni europei sempre e non a fasi alterne, e i socialisti voteranno a favore di questi due provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

Pag. 55

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, colleghi deputati e rappresentanti del Governo, intanto colgo l'occasione che mi è data dal tempo di questa dichiarazione di voto per eccepire in ordine all'inammissibilità dell'ordine del giorno a firma Meloni e degli altri deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, perché se non è questa la sede propria... oltretutto, il Governo aveva già predisposto un elegante e perentorio parere contrario, quindi non si era posto altri problemi, se non quello di entrare nel merito dell'ordine del giorno.
  Sollevo questa obiezione perché, ovviamente, al di là delle questioni regolamentari, c’è la parte politica che mi interessa sviluppare.
  L'ordine del giorno che avevamo presentato e che speravamo potesse essere recepito quanto meno dall'Aula, se non dal Governo, prevedeva una giusta collocazione della nostra nazione nell'ambito europeo, perché è inutile stare sempre qui a questuare nei confronti di Bruxelles e di Strasburgo.
  È inutile stare a lamentarsi di una scarsa capacità di integrazione e di incisione da parte dell'Italia quando poi nell'articolo 117 della Costituzione si cita un vincolismo esasperato in ordine, non ai principi dell'ordinamento europeo, ma anche alla legislazione secondaria, fino agli atti paramministrativi, fino ai regolamenti, fino alle delibere, che sono spesso verbalizzate in burocratese puro da Bruxelles e, quindi, tutto possono fuorché entrare nella logica nobile e solenne della Costituzione italiana.
  Quindi, il tentativo, anche citando il Trattato di Lisbona e i trattati dell'Unione europea, era quello di invitare il Governo a farsi parte diligente all'atto della revisione costituzionale già incardinata, non per escludere, ovviamente, ci mancherebbe, l'Italia dal contesto europeo, ma per meglio definire l'articolo 117 affinché non contrasti con l'articolo 1 e l'articolo 11 della Costituzione, che altro non significa se non cercare di coniugare il principio della sovranità nazionale, richiamato in questi due articoli della Costituzione, con l'ordinamento europeo, senza fare come al solito gli italiani che a chiacchiere recepiscono addirittura più del dovuto e poi disattendono nella prassi quotidiana la gran parte delle questioni che riguardano il rapporto con Bruxelles, a cominciare dalle opportunità che dall'Europa sarebbero potute essere intercettate nel corso dei decenni.
  La legge in esame è una legge che ha riformato la legge La Pergola e con essa il metodo di recepimento della normativa comunitaria nel nostro ordinamento; ha sostituito alla vecchia legge comunitaria la trasposizione in due diversi atti di legge delle disposizioni europee, il primo dei quali contenente quelle di diretta attuazione, e il secondo dei quali contenente quelle per cui bisogna conferire delega al Governo per l'adozione di appositi decreti legislativi e la previsione di autorizzazioni al Governo per il recepimento in via regolamentare.
  La legge n. 234 del 2012 ha, altresì, previsto che in caso di necessità si possa procedere all'emanazione in una seconda tornata di questi provvedimenti. La ratio di tale previsione era duplice: non solo quella di realizzare con maggiore speditezza il processo di recepimento delle norme comunitarie, ma anche e soprattutto quella di agire nel senso di evitare di incappare in procedimenti di messa in mora o addirittura di infrazione da parte dell'Unione europea per il ritardato o incompleto recepimento.
  Attualmente, come risulta dall'elenco trimestrale delle questioni precontenziose e contenziose con l'Unione europea, trasmesso al Parlamento dal Governo, le procedure di infrazione a carico dell'Italia sono 114, di cui 80 riguardano i casi di violazione del diritto dell'Unione europea e 34 attengono al mancato recepimento di direttive, una delle quali comporta già il pagamento di sanzioni.
  Alla facoltà di presentare quindi, con riferimento al medesimo anno, due volte le Pag. 56leggi europee si è fatto ricorso con la presentazione dei disegni di legge che stiamo oggi finendo di esaminare. Ufficialmente, la proposizione di questi due testi nasce dalla necessità di chiudere alcune situazioni di precontenzioso e contenzioso. Quello che è singolare, tuttavia, è che siamo more solito a giugno e oggi voteremo in prima lettura, si badi bene, un disegno di legge presentato alle Camere ben sette mesi fa, il 22 novembre 2013.
  Ora ci domandiamo: qual è il senso di approvare dei provvedimenti supplementari quando ormai, visto il tempo che ci è voluto sin qui per chiudere l'esame da parte di un solo ramo del Parlamento, si poteva aspettare l'emanazione dei disegni di legge europeo e di delegazione europea per l'anno 2014 ?
  Il sottosegretario Gozi, qui presente, ha recentemente dichiarato che il Governo starebbe lavorando a un pacchetto speciale «semestre europeo» per non iniziare la Presidenza italiana dell'Unione europea senza essere virtuosi rispetto alle sue normative. Ci domandiamo: ma quando il Governo pensa di farlo ? Perché il nostro turno di Presidenza comincia – la notizia è ufficiale – tra meno di un mese e, ovviamente, si fa della giusta ironia.
  Sembra, quindi, di tutta evidenza che non si riesca a correggere neanche all'avvio della nostra Presidenza di turno il malcostume tutto italiano di non riuscire a recepire nei tempi adeguati le disposizioni comunitarie. Ho detto nei tempi, ma, a nostro avviso, anche nei termini. Infatti, non si capisce come mai nell'affannosa corsa a tentare, come abbiamo visto invano, di essere sempre al passo con il diritto dell'Unione europea, non si incida, però, mai nei giusti modi sui contenuti delle norme adottate in ambito sovranazionale.
  Quante sono state e quante sono, infatti, le disposizioni adottate dall'Unione europea che, all'atto del recepimento – e, in particolare, anche prima di giungere all'attenzione del Parlamento nazionale –, hanno suscitato forti proteste da parte dei nostri concittadini, perché lesive della nostra economia, della nostra agricoltura, delle attività svolte dagli operatori nazionali nei più diversi settori del made in Italy ?
  In questa sede, citerò a titolo meramente esemplificativo un caso, quello dei lavoratori marittimi, sul quale abbiamo presentato anche un ordine del giorno, che è stato fortunatamente accolto dal Governo.
  In ambito europeo, nel 2008, è stata adottata la direttiva 2008/106/CE, che riguarda i requisiti minimi di formazione per la gente di mare, che rimanda alla Convenzione internazionale sugli standard di addestramento, abilitazione e tenuta della guardia per i marittimi per ciò che concerne i rinnovi dei certificati dei quali questi lavoratori devono essere in possesso per potersi imbarcare. La direttiva è stata attuata in Italia attraverso il decreto legislativo 7 luglio 2011, n. 136, che, tuttavia, stabilisce norme molto più restrittive per i rinnovi dei certificati rispetto a quanto previsto per gli altri Paesi europei, il che si traduce, di fatto, in una pesante discriminazione dei marittimi italiani rispetto a quelli di altri Paesi europei ed extraeuropei, con la conseguente ovvia perdita di competitività dei nostri lavoratori e di migliaia di posti di lavoro; inoltre, tale situazione costringe, di fatto, i lavoratori italiani del settore marittimo a richiedere la certificazione di abilitazione o rinnovo non più in Italia ma in altri Paesi. Ora, l'errore – chiamiamolo così – contenuto nel decreto legislativo di attuazione, non sappiamo da cosa sia dipeso, ma le conseguenze sono devastanti e fanno sì – e qui torniamo a quello che dicevo poco fa – che bisognerà nuovamente intervenire sulla normativa vigente, con un evidente aggravio di procedura e dispendio di tempo.
  E non vogliamo dimenticare di menzionare un altro tema in merito al quale la normativa comunitaria ha prodotto effetti disastrosi per l'Italia, vale a dire quello dell'immigrazione, trattato anche questa volta dai disegni di legge in esame. In particolare, gli articoli 7 e 8 della legge di delegazione europea intervengono in materia di asilo, di protezione sussidiaria Pag. 57e di protezione temporanea, e di procedure per il riconoscimento della protezione internazionale. Si continua, quindi, a conformare il nostro ordinamento – in teoria senza indugio – alle prescrizioni che ci vengono dall'Unione europea. Questo in spregio a qualunque indicazione che venga da questo Parlamento nel senso di intervenire a monte sulla legislazione comunitaria in materia di immigrazione, affinché gli Stati membri siano maggiormente coinvolti nella gestione degli ingenti flussi migratori che interessano, in primissimo luogo, proprio l'Italia.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  FABIO RAMPELLI. E invece niente di ciò si avvera, poi, in sede comunitaria, ma, anzi, ci troviamo a dover attuare indicazioni anche circa la capienza dei nostri centri di accoglienza – che dovrebbero diventare grandi come stadi, in realtà –, ma nessuno sforzo viene dall'ordinamento sovranazionale in merito alle richieste dell'Italia. Appena un mese fa, in occasione della votazione delle mozioni sull'immigrazione e sull'operazione Mare Nostrum, questa Assemblea ha impegnato il Governo – ripeto, per l'ennesima volta – ad ottenere un maggiore aiuto da parte dell'Unione su questi temi, a rivedere le procedure per le richieste di asilo, proprio quelle sulle quali ora, in base al citato articolo 7, dovremmo semplicemente compilare un testo unico.
  Dentro questo provvedimento c’è tutto e il contrario di tutto: è anche questa la ragione per la quale noi, cari colleghi, caro rappresentante del Governo, non ce la sentiamo di rischiare di penalizzare gli interessi italiani attraverso un mero e acritico voto contrario. Ma per la stessa ragione, proprio perché c’è tutto e il contrario di tutto, ricadono, dentro questo provvedimento, articoli, capi e principi che sono non condivisibili...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  FABIO RAMPELLI. ...a maggior ragione – concludo – alla luce del parere negativo dato sull'ordine del giorno relativamente alla riconfigurazione dell'articolo 117 della Costituzione, che entra perfettamente nella fattispecie di cui stiamo parlando, diversamente da quello che è stato deliberato dalla Presidenza.
  Quindi, per queste ragioni, Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale si asterrà su questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Schirò. Ne ha facoltà.

  GEA SCHIRÒ. Signor Presidente, per la seconda volta in questa legislatura ci apprestiamo ad approvare i due disegni di legge europea e di delegazione europea relativi al secondo semestre del 2013. L'esame dei due provvedimenti ha posto ancora una volta in evidenza numerosi profili critici degli strumenti per l'attuazione del diritto dell'Unione europea nel nostro ordinamento.
  Una prima serie di considerazioni attiene al ritardo culturale, prima ancora che politico, con cui nel nostro Paese sono considerati gli affari europei.
  L'esame dei due disegni di legge in XIV Commissione è stato avviato il 28 novembre 2013 e si è chiuso dopo ben quattro mesi, lo scorso 26 marzo: per l'avvio dell'esame in Aula abbiamo dovuto attendere due mesi e mezzo ! Ciò alla vigilia del semestre di Presidenza italiana.
  Una seconda criticità riguarda le procedure con le quali i due disegni di legge sono esaminati alla Camera. Ho già avuto modo, in più occasioni, di evidenziare l'esigenza di una profonda revisione delle norme del regolamento di cui l'esperienza recente ha evidenziato – scusate il gioco di parole – l'obsolescenza e l'inadeguatezza a fronte dell'esigenza di un intervento tempestivo ed efficace del Parlamento. Auspico che il testo di riforma in esame presso la Giunta per il Regolamento prospetti innovazioni coraggiose, anche accogliendo le proposte formulate dal nostro gruppo. Mi riferisco, ad esempio, al ricorso automatico alla sede deliberante o redigente per l'esame delle legge europea o Pag. 58di altri disegni di legge volti all'attuazione diretta di obblighi europei o attribuendo alla XIV Commissione una competenza referente piena per l'esame del disegno di legge di delegazione europea. Presidente...

  PRESIDENTE. Chiedo che siano liberati i banchi del Governo.

  GEA SCHIRÒ. Solo in questo modo potremmo evitare le complicazioni determinate dal sistema attuale, in cui una singola Commissione di settore può bloccare o rallentare l'iter, spesso per questioni che poco hanno a che fare con l'attuazione della normativa europea.
  Un terzo profilo critico, spesso trascurato nel dibattito parlamentare, attiene allo stretto legame tra la fase ascendente e quella discendente sia a livello governativo sia parlamentare. Se si interviene sistematicamente nella formazione della normativa europea si è più attrezzati per attuarla in modo tempestivo ed efficace e per eliminare alla fonte, nel negoziato, elementi di difficile recepimento nel nostro Paese. Purtroppo l'esperienza anche recente evidenzia forti carenze sotto questo profilo.
  Finora si sono impiegati diversi mesi per predisporre i decreti legislativi di recepimento delle direttive contenute nella legge di delegazione, denunciando implicitamente una evidente impreparazione delle amministrazioni competenti. Ciò dipende dalla mancata attuazione dell'articolo 20 della legge n. 234 del 2012, che prevede la creazione di nuclei di valutazione europea presso tutti gli organi statali. Questo vulnus provoca i rallentamenti che abbiamo già denunciato e la lentezza nella formulazione dei pareri di merito, che dovrebbero essere interlocutori con il lavoro della Commissione politiche dell'Unione Europea. In verità, con l'approvazione dell'articolo 16 ricordo che in parte si predispone l'avvio di ciò.
  Anche alla Camera non tutte le Commissioni parlamentari procedono ad esaminare sistematicamente e in una fase precoce i progetti di atti di maggiore rilevanza dell'Unione, che consentirebbe di giungere con piena consapevolezza alla fase di attuazione una volta approvati gli atti europei. Quindi la forma un po’ omnibus di questa legge europea attiene, più in generale, alla difficoltà del nostro Paese di conformarsi agli obblighi europei. Con l'approvazione dei due disegni di legge al nostro esame si chiuderebbero almeno nove delle 116 procedure di infrazione pendenti e dodici casi EU-Pilot, destinati altrimenti a trasformarsi in altrettante procedure di infrazione. Sarebbero inoltre recepiti o attuati circa trenta atti normativi o sentenze dell'Unione europea, la cui violazione comporterebbe quasi certamente l'avvio di infrazioni, e questo l'ha già ricordato il sottosegretario Gozi in molti dei suoi interventi.
  Non si può ignorare che, anche dopo l'attuazione definitiva dei due provvedimenti, il numero delle procedure di infrazione aperte rimane comunque superiore a cento, dato che, voglio sottolinearlo, è in buona misura non riconducibile all'attività legislativa del Parlamento ma ai ritardi dei Governi nell'esercizio delle deleghe conferite con le precedenti leggi di delegazione europea, all'inerzia delle amministrazioni ministeriali competenti dello Stato – anche perché manca l'istituto di cui sopra di attuazione delle normative europee – e delle regioni nella predisposizione di misure di attuazione di loro competenza e da violazioni commesse da enti territoriali, soprattutto in materia di appalti e ambiente.
  A fronte di queste violazioni il Parlamento non può utilizzare propriamente lo strumento legislativo. Dovremmo tuttavia valutare le potenzialità offerte dalla previsione di cui all'articolo 15 della legge n. 234 del 2012, che obbliga il Governo ad informare le Camere delle nuove procedure di infrazione avviate, indicando quali azioni intende assumere; e con questo si darebbe – con l'applicazione dell'articolo 15 – parziale soddisfazione della contestazione del collega Villarosa sulla fumosità dell'articolo 14.
  Queste informazioni consentirebbero alle Carnere, e in particolare alla Commissione politiche dell'Unione europea, di Pag. 59utilizzare in una fase precoce tutti gli strumenti conoscitivi, di indirizzo e controllo per accertare le responsabilità sottese all'avvio della procedura ed esortare i soggetti competenti a porre rapidamente in essere le misure necessarie per darvi soluzione. Occorre pertanto riflettere sulla opportunità di attivare questi strumenti in modo più sistematico.
  In ogni caso, la tempestiva approvazione e l'attuazione dei due provvedimenti oggi al nostro esame è un passaggio essenziale, sebbene non sufficiente, verso un più elevato livello di conformità del nostro ordinamento rispetto a quello europeo. Sottolineo che questa è una condizione imprescindibile per il prestigio del ruolo dell'Italia in Europa, soprattutto alla luce dell'imminente avvio del nostro semestre di Presidenza.
  Il nostro Paese inizierà il suo mandato in modo stabile e autorevole. Alcune delle nostre critiche sono invece un'incondizionata dichiarazione di fiducia nella vocazione europeista dell'Italia e di sostegno al percorso del semestre europeo che sarà serio, impegnativo e riformista.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, è passato quasi un anno dall'approvazione della legge europea e della legge di delegazione europea 2013, e a distanza appunto di un anno, siamo chiamati a valutare il bis delle leggi del 2013. Sicuramente una tempistica indegna della velocità con cui il nostro Premier sta pubblicizzando il Governo, facendo credere che il suo PD stia lavorando; ma tant’è.
  Ancora una volta, comunque, siamo chiamati a valutare un insieme di disposizioni che dobbiamo considerare come obblighi per appartenere all'Unione europea: un'Unione europea che non ci piace, basata non più sul principio di insieme di Stati che stanno assieme per non farsi la guerra, ma al contrario sembra fatta per evitare che la guerra venga fatta con i cannoni, usando invece le leve normative ed economiche per danneggiare le economie di altri Paesi, compreso il nostro, in modo da indebolirle e quindi aggredirle, sostituendo le aziende che nel frattempo sono morte con quelle dei Paesi che hanno saputo esercitare meglio la pratica della lobby.
  In questo documento, però, anche il Governo e la maggioranza hanno dato dimostrazione di saper lavorare – in maniera retorica, ovviamente – a beneficio del Paese. «Dobbiamo fare i compiti per casa: in questo modo possiamo chiedere all'Europa di accontentarci su quello che noi chiediamo all'Europa»: questo è il mantra che sentiamo oramai quotidianamente. Un ritornello che sembrerebbe quasi convincente, se non si concretizzasse poi in un fantastico paravento dietro cui nascondersi per portare a casa nulla da Bruxelles, o poco. Un esempio su tutti sono i continui sbarchi, già più di 50 mila dal 1o gennaio di quest'anno, a cui il Governo tramite il Ministro Alfano risponde con un altro mantra: «L'Europa non ci deve lasciar soli». A parte che a suon di mantra sembra, più che un Governo italiano, un Governo indiano; salvo poi dimenticarci (e ringrazio il Governo per l'attenzione) che siamo in Italia, e che dall'India dovremmo portare a casa due italiani che sono rimasti lì oramai da troppo tempo.
  Comunque, mentre il Governo ripete le stesse cose, dall'Europa fanno finta di non sentire, perché abbiamo pensato di andare a prendere tutti questi 50 mila disperati che sono arrivati fino adesso, ma clandestini, e gli altri che stanno per arrivare, e alloggiarli in hotel a tre o a quattro stelle. La risposta concreta che il Governo ha saputo mettere in atto è stata l'introduzione, nella legge di delegazione europea bis, dell'articolo 7, per ricevere dalle mani della maggioranza di questo Parlamento – ma non da noi, e ci tengo a sottolinearlo – una delega in bianco per emanare il Testo unico per il diritto di asilo.
  Questa è stata la risposta che il Governo ha saputo dare fino ad adesso alla questione e all'emergenza clandestini. Il Pag. 60diritto d'asilo, che è molto diverso dallo status di rifugiato perché il diritto di asilo è riservato allo straniero che nel suo Paese non gode degli stessi diritti nel nostro Paese, è un ottimo biglietto da visita; quindi, se alle navi che li prendono in mare, se agli hotel a tre o a quattro stelle che li ospitano, pagati dai contribuenti, e che vanno nel calderone della spesa pubblica, si aggiunge anche la possibilità di avere lo status di rifugiato – tutto a carico dello Stato, quindi dei cittadini – capiamo bene tutti che qui la colpa non è dell'Europa che non ci aiuta ma del Governo che non aiuta i cittadini onesti italiani che mantengono questo baraccone Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Ecco, perché quello dei «compiti per casa» è un paravento dietro cui nascondersi, sottosegretario Gozi.
  Per il resto dei provvedimenti contenuti in questi due disegni di legge, abbiamo l'obbligo di richiamare l'attenzione sul pot pourri di articoli che li compongono. Si passa dalla nuova disciplina europea in materia di agenzie di rating del credito, alla ragione sociale di imprese tra avvocati, alla marchiatura dei camini che voi avete votato per eliminare l'obbligo della marcatura UE, quindi di fatto aiutando i produttori cinesi di camini ad invaderci, non quelli italiani. Effettivamente mancavano solo gli imprenditori cinesi dei camini ad invaderci, tutti gli altri ci hanno già invaso.
  Queste norme passano dalla sicurezza nei luoghi di lavoro alla partecipazione del pubblico alla formazione dei piani non assoggettabili alla valutazione ambientale strategica (VAS) e così via, con articoli che apparentemente, messi uno accanto all'altro, non c'entrano nulla, se non con l'idea distorta di un'Europa che vuole decidere su tutto. Un'idea distorta non solo di una istituzione, quella europea, ma di una democrazia perché il popolo ormai è scollegato quasi completamente da tutte queste scelte, passano in sordina. Le subisce e ho come l'impressione che voi della maggioranza vi stiate autoconvincendo – effettivamente vi state proprio autoconvincendo – che, dopo il risultato elettorale del PD, la gente sia felice dell'Europa che state costruendo. Non è così, non è così e vi invitiamo a guardare in faccia la realtà.
  Non possiamo far subire ai nostri cittadini, o meglio ai nostri concittadini, scelte come, ad esempio, quella dell'articolo 1 della legge europea bis che concede a tutti i cittadini comunitari di ricevere la borsa di studio per il perfezionamento all'estero quando non siamo nemmeno in grado di garantirla agli studenti italiani; o alle norme che non aiutano le nostre aziende, come appunto i camini cinesi che ho richiamato prima, oppure quelli dell'articolo 28 che abroga la legge n. 8 del 2013 per l'utilizzo dei termini «cuoio», «pelle» e «pelliccia» perché farebbe di fatto fare un salto indietro di cinquant'anni ad una normativa, non tutelando le nostre imprese, ovviamente come tutti sappiamo o qualcuno fa finta di sapere, veramente in ginocchio, del made in Italy che sono già in questo modo aiutate a chiudere ancora prima la loro attività.
  Concludendo, non possiamo nemmeno accettare emendamenti slogan come quello a tutela del made in Italy proposto dal PD del 20 per cento di succo d'arancia minima contenuto nelle bevande analcoliche, quindi le aranciate, non i succhi di frutta, come avete cercato di propagandare voi. Solo quelle bevande prodotte e commercializzate in Italia, perché questo emendamento che voi avete votato, oltre a non garantire che le arance usate siano italiane, farà in modo che i produttori italiani di bevande, con i loro stabilimenti e i loro dipendenti, siano incentivati a chiudere, lasciando spazio alle bevande che vengono prodotte fuori dai confini nazionali e che possono continuare a essere vendute al 4, al 10, all'11, al 12 per cento, a quello che il produttore estero deciderà di voler vendere in Italia. Questa sarà lo specchio diretto.
  Manca completamente una simulazione degli effetti della legislazione europea nel nostro sistema economico e sociale e questo noi continuiamo a dirlo perché sembra che non si voglia minimamente studiare Pag. 61l'effetto che nel medio e breve termine si potrebbe avere con l'introduzione di queste regole.
  Ripeto, il paravento è: «ce lo chiede l'Europa». Per questi motivi, noi siamo sempre stati contrari a questa idea di Europa; ci siamo battuti e continueremo a batterci, e ciò si unisce al fatto che, in questo momento, noi non abbiamo comunque fatto i compiti a casa, come sostiene il sottosegretario e il Presidente del Governo Renzi; infatti, abbiamo ancora 116 infrazioni aperte, che non sono poche, alla data attuale, nonostante, su alcune, siano già stati emanati decreti legislativi di attuazione. Evidentemente qualcosa, sottosegretario, nel sistema non funziona e non lo state facendo funzionare, perché al Governo ci siete voi. È inutile che lei non mi guarda e mi indica semplicemente con il dito. Da tre anni al Governo ci siete voi.
  Il gruppo della Lega Nord voterà quindi convintamente contrario ad entrambi i disegni di legge, convinto che si debba lavorare molto e molto meglio per difendere gli interessi dei contribuenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, signor sottosegretario, colleghi, dopo quasi settant'anni, la mia città, Perugia, ha cambiato colore dell'amministrazione che la governa. La realtà cambia quindi, anche quella che sembra la più statica, basta volerlo. Con un po’ di ironia, auguro a tutti noi che il Parlamento impieghi meno tempo di Perugia nel modificare il proprio approccio all'Europa, soprattutto dopo che l'elettorato italiano, nelle recenti elezioni europee, ha fatto una decisa scelta europeista. È dall'inizio della legislatura che intervengo sulla materia e gli argomenti che mi trovo ad affrontare sono sempre gli stessi. È bene che chi vive nella contemporaneità segnali a questo Parlamento che un anno è un tempo lunghissimo, in cui altri Paesi compiono passi da giganti a velocità da formula uno. Cito per tutti il caso del Marocco che, in 4 anni, compierà riforme legislative e costituzionali per le quali noi ne abbiamo impiegati 50, che cresce del 3 per cento l'anno, ha il 9 per cento di disoccupazione e dove hanno dovuto recentemente regolarizzare 19 mila spagnoli, entrati illegalmente per lavorare. È importante che comprendiamo che non è più tollerabile che il nostro Paese abbia 116 procedure di infrazione pendenti nei confronti dell'Europa. Non e’ più compatibile con la velocità, che chiede la realtà, che la legge europea, che chiude 9 procedure di infrazione e che ne previene 36, sia approvata con questi tempi. I due disegni di legge che votiamo oggi sono stati trasmessi alle Camere il 22 novembre; l'iter in XIV Commissione è stato avviato tempestivamente il 28 novembre ma si è chiuso soltanto dopo circa 4 mesi lo scorso 26 marzo; per l'avvio dell'esame in Aula abbiamo dovuto attendere un ulteriore mese e, dopo l'esame, altri 40 giorni prima della sua approvazione. È chiaro, sottosegretario, che non attribuiamo ai provvedimenti europei la priorità che meritano, fatto che trova riscontro anche nella ritrosia e nel ritardo manifestati da molte commissioni ad esaminare progetti di atti dell'Unione europea, anche di notevole importanza economica per il nostro Paese. Ogni giorno di ritardo poi nell'avvio delle votazioni in Aula consente di introdurre nuovi emendamenti che, come avvenuto ieri mattina, rischiavano di ritardare ulteriormente l'approvazione delle due leggi. Tutto il contrario di quello che dovremmo fare, perché noi dobbiamo andare velocemente e a questo scopo è necessario che anche il Governo faccia la sua parte; l'esperienza dell'ultima legge di delegazione europea evidenzia come le amministrazioni competenti non siano in grado di predisporre in tempi rapidi i decreti legislativi di attuazione delle direttive: gli schemi di decreto sono stati trasmessi alle Camere per il parere parlamentare l'ultimo giorno utile, il 3 dicembre 2013, mentre la legge di delegazione era stata approvata in via definitiva il 31 luglio. Desidero anche evidenziare che un ulteriore segnale di scollamento Pag. 62tra Parlamento e Governo e di una certa approssimazione con cui sono trattati gli affari dell'Unione europea nel nostro Paese è costituito dalla mancanza di informazione alle Camere sulle priorità dell'Italia per il semestre di Presidenza, a 20 giorni dal suo avvio. Lacuna resa ancora più grave dal fatto che invece tali priorità sono già state illustrate ad altri soggetti fuori dai confini nazionali. Rilevo che, in particolare, secondo notizie riportate dal twitter della Rappresentanza permanente, da altri siti istituzionali e da numerose agenzie di stampa, il rappresentante permanente presso l'Unione europea, l'ambasciatore Sannino, avrebbe presentato a Bruxelles le priorità del semestre a vari soggetti, tra cui giornalisti, centri studi come lo European Policy Center.
  Non è certo singolare che il nostro rappresentante permanente illustri le priorità italiane ai soggetti interessati; è grave però che ciò avvenga senza che esse siano state presentate organicamente al Parlamento, cui sono state soltanto illustrate le linee generali della Presidenza in varie audizioni.
  Chiediamo dunque con urgenza che il Presidente del Consiglio riferisca alle Camere sulle priorità del semestre prima della loro formale presentazione a livello europeo.
  Infine, nell'annunciare la votazione favorevole di Scelta Civica ai due disegni di legge, chiediamo al Governo di avviare sin d'ora la preparazione dei decreti attuativi della legge di delega, rispettando i tempi europei e non quelli del secolo scorso (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alli. Ne ha facoltà.

  PAOLO ALLI. Signor Presidente, questi provvedimenti, che costituiscono il pacchetto, diciamo, delle leggi europee, sono evidentemente provvedimenti importanti, in quanto risolvono procedure di infrazione o bloccano la partenza di procedure di infrazione che sono uno dei problemi che il nostro Paese si trascina ormai da molti anni. Sono provvedimenti che toccano ambiti rilevanti: cito solo alcuni aspetti della legge di delegazione, cito il recepimento delle normative sulle agenzie di rating del credito, sui fondi di venture capital, importanti per il sistema della ricerca, sulla tutela dei consumatori, sulla risoluzione extragiudiziale delle controversie e vorrei spendere una parola particolare sul tema della protezione internazionale e della protezione temporanea su cui abbiamo sentito in questa Aula una certa confusione di termini, laddove questo tema, che è un tema molto specifico, è stato messo insieme al tema dell'immigrazione illegale e quant'altro.
  Sulla protezione internazionale e sulla protezione temporanea si è fatta una discussione interessante e importante che ha portato ad una soluzione ampiamente condivisa circa i criteri da inserire nel provvedimento, nella legge di delegazione, criteri che il Governo avrebbe dovuto rispettare nell'esercizio della delega: sono i famosi articoli 8 e 9, che sono poi stati cancellati perché la Commissione bilancio non ha avuto la possibilità di verificare le coperture e, in merito a ciò, mi si permetta di dire, era noto da mesi il problema e quindi siamo un po’ sorpresi che non ci sia stato da parte della Ragioneria dello Stato, dal Ministero dell'interno e dai funzionari preposti una risposta adeguata in tempi che, tutto sommato, lo permettevano.
  Noi poi abbiamo trasformato questi criteri in un ordine del giorno che è stato accolto dal Governo, quindi contiamo comunque che il Governo si impegni a tener conto di questi importanti criteri che nascevano da una discussione e da una condivisione anche con il mondo del volontariato che si occupa di questi temi.
  Per quanto riguarda la legge europea, anche se appunto queste leggi sono – come è già stato detto – un po’ un pot-pourri di diverse questioni, che vanno da alcune cose di grande rilevanza ad altre di minor peso, però certamente gli ambiti toccati sono importanti, la libera circolazione dei beni, delle persone e dei servizi, Pag. 63la materia tributaria, il lavoro, le politiche sociali, l'ambiente e la concorrenza. Quindi, questo ancora per sottolineare l'importanza di questi provvedimenti.
  Però occorre che ci poniamo delle domande, sostanzialmente una domanda: perché arriviamo qui a questo punto ? È già stato detto da qualche collega che mi ha preceduto. In fondo, queste leggi misurano in qualche modo la distanza che ancora esiste tra l'Italia e l'Europa per la loro frequenza, per la frequenza con la quale dobbiamo ricorrere ad esse, due volte nell'ambito del 2013, per i contenuti e per la quantità di materie affrontate.
  Significa che, in qualche modo, l'Italia non riesce a stare dietro alla produzione normativa europea, tardando così con i recepimenti e, quindi, dando luogo a quelle procedure di infrazione o di preinfrazione EU Pilot che, comunque, alla fine, creano certamente problemi a tutti.
  È auspicabile, quindi, che in futuro si sia sempre meno costretti a ricorrere a questo tipo di sanatorie, permettetemi il termine. Questo significherebbe che il Paese è in grado di recepire le direttive per tempo, limitando quindi infrazioni che sono costose per tempo e anche per costi economici allo Stato, ai cittadini e alle imprese. Ma qui si pone la questione che queste leggi diventano anche il veicolo di quella pratica italica, sconsigliata dalla stessa Unione europea ma anche da tutti i responsabili dotati di buon senso, che passa sotto il nome di gold-plating.
  Noi abbiamo avuto anche in questo caso alcune dimostrazioni di come aprire il dibattito sul recepimento di direttive, che dovrebbe essere una cosa naturale, porta poi ad andare oltre le richieste che la medesima Europa ci fa. Ricordo quello che è accaduto sul tema delle aranciate, dove colleghi del Nuovo Centrodestra hanno bene messo in evidenza che siamo andati molto oltre alle richieste che ci poneva la Commissione europea, arrivando a fare quello che noi riteniamo un danno per il sistema delle imprese italiane e non certamente un vantaggio per i nostri utenti. Poi la discussione è andata su altri aspetti, ma è una delle dimostrazioni che noi utilizziamo queste discussioni per andare molto oltre e con conseguenze che non sempre sono benefiche e positive. Talvolta lo possono essere, ma talaltra certamente no.
  Sul tema della caccia, gli emendamenti presentati erano un altro esempio chiaro di gold-plating. In questo caso, non sono passati. Io non sono contrario a che si dibatta su questi argomenti in quest'Aula. Mi domando, però, se sia giusto che questi dibattiti avvengano nell'ambito del recepimento di direttive che sono, in qualche modo, obbligate da parte del nostro Paese. Quindi, questa pratica del gold-plating è una pratica da stigmatizzare e, certamente, da evitare.
  Ma, allora, qual è la conclusione di questo ragionamento ? Cioè, da un lato, siamo in ritardo a recepire le normative; dall'altro lato, utilizziamo queste occasioni per cercare di farci del male, magari molto spesso. Quindi, qual è il problema ? Il problema è che la battaglia sui contenuti va spostata su Bruxelles, come già qualcuno ha detto negli interventi che mi hanno preceduto. Il tema è esattamente questo: presidiare la fase ascendente delle normative, che è un problema tipico e storico del nostro Paese. Noi non siamo presenti là dove si creano le direttive, là dove si discute alla radice ciascun tema nel proprio dettaglio. Quindi, dobbiamo essere più presenti, dobbiamo aumentare la capacità di lobbying istituzionale – chiamiamola così – del nostro Paese, anche perché – scusatemi e concludo con questa considerazione – non è che noi possiamo invocare l'Europa o condannare l'Europa a seconda della convenienza. Un giorno, l'Europa è nemica, l'altro giorno è distante dai cittadini, l'altro giorno, però, ci deve venire in soccorso, perché non ci può lasciare da soli. Ma l'Europa siamo noi, non è che sono altri. Quindi, se c’è questa distanza, che in qualche modo la stessa discussione di questi provvedimenti ci dimostra, vuol dire che noi dobbiamo impegnarci perché questa distanza si riduca.
  Io ho anche sentito criticare più volte il Presidente del Consiglio perché non ha Pag. 64ritenuto di nominare un Ministro per le politiche comunitarie. Io credo che, al di là di questa scelta specifica, occorre che tutti coloro che sono responsabili, dentro il Governo e dentro il Parlamento, delle varie materie si pongano il problema che ormai l'orizzonte di discussione non è più il nostro Paese ma è l'Europa, cioè il contesto nel quale siamo inseriti. Quindi, il problema di essere presenti a Bruxelles non si risolve se c’è o se non c’è il Ministro delle politiche comunitarie – permettetemi –, ma si risolve se tutti coloro, che hanno una competenza di Governo o politica, come in quest'Aula noi siamo chiamati a esercitare quotidianamente, diventano consapevoli del fatto che l'orizzonte della nostra azione è l'orizzonte europeo sempre di più e sempre meno quello ristretto italiano.
  Infatti, se non arriviamo a questo passaggio, che è un passaggio culturale, che richiede, poi, anche un investimento di tempo e di energie, se non facciamo questo passaggio culturale, saremo tutti i giorni a lamentarci dell'Europa nemica o a invocarla quando ne abbiamo bisogno. Questo è sbagliato, questo dice quanto noi ancora siamo lontani da una vera cultura europea (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, signor sottosegretario, colleghe e colleghi onorevoli, dopo otto mesi questa Camera si trova nuovamente a discutere della legge di delegazione europea e della legge europea, e, dinanzi a due leggi, sotto certi aspetti, molto complesse, data la tecnicità del diritto comunitario e data la tecnicità settoriale che queste ultime esaminano, come Sinistra Ecologia Libertà, avevamo deciso di tentare, insieme a voi, di discutere nel merito delle singole questioni, cercando, seppure in ottemperanza del diritto comunitario, di migliorare, con i nostri emendamenti, le questioni non più rinviabili contenute negli articoli e nelle direttive.
  Badate bene, colleghe e colleghi, che questo passaggio non è un banale esercizio burocratico che dobbiamo alla nostra rappresentanza all'Unione, ma un esercizio di cittadinanza europea, che ormai, quasi quotidianamente, ci rimprovera e ci bacchetta, data la triste consapevolezza, in realtà, che ci vede primeggiare in Europa come l'ultimo della classe, come un alunno indisciplinato e inadempiente.
  Il problema è che non usciamo da questa situazione con dei banali compiti di ripasso per casa, ma con la rivoluzione radicale dei nostri atteggiamenti nel produrre politiche europee. Facciamo i conti e risolviamo, per cortesia, l'increscioso primato che abbiamo nell'essere il Paese più lento nel recepimento delle direttive e nell'adeguamento della nostra legislazione con quella europea; stracciamoci di dosso questa maglia nera.
  È un onere che non possiamo più rimandare, a maggior ragione oggi, dato che il nostro semestre di Presidenza è praticamente alle porte e dobbiamo usarlo e saperlo interpretare nel migliore dei modi, per produrre risultati e per dare risposte. Credo che sia una convinzione trasversale, all'interno di quest'Aula, la necessità di un coordinamento per sopperire a quell'inerzia, a quei ritardi delle amministrazioni di settore che anche i miei colleghi hanno ricordato in sede di discussione sulle linee generali, individuando un'uscita attraverso uno sforzo culturale, culturale ed europeo, perché non possiamo, nel momento in cui le norme sono vigenti, violarle o non recepirle, e dobbiamo lavorare nella fase ascendente, cioè quando le norme vengono negoziate.
  Ma, per fare questo, bisogna avere la forza, non solo politica, per contrastare la negoziazione di norme che non ci piacciono, e per farlo dobbiamo dimostrare autorevolezza, e non subalternità. Con che credibilità possiamo presentarci ai Consigli europei e al semestre europeo se non ci presentassimo in regola con quelle norme in materia di asilo, quando siamo stati noi i primi ad invocare l'Europa davanti alla strage di Lampedusa (Applausi dei deputati Pag. 65del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), davanti ai numerosissimi sbarchi che hanno mostrato il nostro ventre fragile, le nostre politiche inadeguate, che hanno lacerato i diritti e la dignità delle persone ?
  E invece no, si è preferito non discuterne, cancellando, con la penna della Commissione bilancio, due articoli. Per questo motivo, il mio gruppo, Sinistra Ecologia Libertà, si è astenuto, non concedendo un voto favorevole che, invece, era nelle intenzioni, perché con i nostri emendamenti avremmo liberato il campo dalle varie tentazioni, arrivate da alcuni gruppi, di criteri e di principi direttivi molto incerti e molto vaghi.
  Nella delega al Governo per l'adozione di un testo unico delle disposizioni di attuazione della normativa dell'Unione europea in materia di protezione internazionale e di protezione temporanea in materia di asilo avremmo voluto prevedere ricorsi esenti da ogni tributo o tassa e il diritto di accesso al gratuito patrocinio da parte del ricorrente nel luogo in cui lo straniero dimora al momento della comunicazione della decisione.
  Avevamo chiesto che il personale preposto alla valutazione delle domande di asilo operasse in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione e che fossero adottate specifiche competenze in materia di tutela dei diritti umani, di diritto degli stranieri e di diritto di asilo; che si collaborasse con enti, pubblici o privati, italiani o europei, nella gestione di una banca dati costantemente aggiornata sull'effettiva situazione dei diritti umani negli Stati di origine, garantendo uniformità di interpretazione dei criteri per il riconoscimento della protezione internazionale. Avevamo chiesto di prevedere norme specifiche e misure organizzative, affinché ogni domanda di asilo, comunque manifestata, da qualsiasi straniero o apolide, fosse immediatamente verbalizzata dai competenti uffici della questura entro i termini previsti dalla direttiva. Vi è un articolo, colleghe e colleghi, che dobbiamo sempre tenere a mente e utilizzare come faro: è l'articolo 25 della Convenzione di Ginevra sullo status di rifugiato e sull'assistenza amministrativa. E, oltre alla Convenzione di Ginevra, siamo chiamati a dare attuazione al regolamento cosiddetto «Dublino III».
  Apriamo tavoli di coordinamento regionali e nazionali, arriviamo al superamento dei sistemi di CARA, perché – diciamocelo – è sotto gli occhi di tutti l'inadeguatezza del sovraffollamento di quelle megastrutture.
  Perché non istituire, invece, un servizio unico di accoglienza per il coordinamento, per la supervisione, per il monitoraggio ed il controllo del sistema di accoglienza ? Perché non predisporre delle linee guida al fine di garantire uniformità di trattamento in tutte le strutture ? Perché abbiamo deciso di non discutere di questi argomenti ? Perché non costruire delle politiche europee, ascoltando con religiosa attenzione chi vive e pratica le sofferenze altrui, cercando di guidare l'azione legislativa ascoltando l'UNHCR, il centro Astalli, le ASL, le ONG e tutte quelle associazioni che ci circondano e che ci ricordano in modo infaticabile le responsabilità che siamo chiamati qui e in altre sedi a praticare ? Cosa andremo a dire a tutte queste associazioni che abbiamo audito, che abbiamo ascoltato e a cui abbiamo fatto appello e abbiamo chiesto aiuto nel presentare emendamenti, fatti e sottoscritti non solo dal gruppo di Sinistra Ecologia Libertà ?
  Oltre alla predisposizione del testo unico, però, vi sono altre disposizioni, articolate e complesse, che prevedono sanzioni amministrative e penali per la violazione di norme del diritto, per le quali non sono necessarie disposizioni di recepimento nell'ordinamento nazionale, che disciplinano l'accesso all'attività degli enti creditizi ed assicurativi, nonché la relativa vigilanza prudenziale sotto l'egida della trasparenza.
  Vi sono altre disposizioni che regolano lo scambio di informazioni tra le autorità degli Stati dell'Unione europea ai fini dello svolgimento delle indagini penali. E sarebbe bene che l'informazione e l’intelligencePag. 66fossero scambiate anche con l'Europol e l'Eurojust, qualora vi fossero reati di loro competenza.
  Inoltre, ci sono altre importanti disposizioni, volte a garantire maggiore sicurezza nelle operazioni in mare, sia delle persone che dell'ambiente, e nel settore degli idrocarburi. Vi sono altre disposizioni che rendono più rapida la reazione contro le frodi all'IVA e che disciplinano istituti di risoluzione alternativa alle controversie dei consumatori ed altre ancora che rivedono la disciplina delle attività di supervisione degli enti pensionistici.
  Le direttive, infine: recepirle, applicarle correttamente le norme europee e adeguarvi la legislazione nazionale non significa solo essere promossi ed evitare al nostro Paese le note figuracce che facciamo in sede europea, perdendo quella credibilità che invece dovrebbe contraddistinguerci, ma significa anche costruire opportunità e distribuire possibilità e diritti. Scopriremo così che Bruxelles, quell'Europa che decliniamo sempre in terza persona singolare diventa sempre più una prima persona plurale: noi, noi Europa, noi europei, noi che scopriamo che l'Europa può diventare anche motore di sviluppo e madre di opportunità e non la solita matrigna, che abbiamo conosciuto e subito con le numerose aperture di procedure di infrazione. Ricordiamoci che, in caso di mancato recepimento di una direttiva entro il termine da essa previsto, la Commissione europea avvia una procedura di infrazione che può concludersi con l'immediata richiesta alla Corte di giustizia di condanna pecuniaria allo Stato inadempiente.
  Vedete, con questi burocratici richiami che ci vengono fatti, l'Europa diventa nell'immaginario collettivo un cancro dal quale liberarsi e non una risorsa e una via di uscita.
  Vogliamo riconoscere un merito a questa maggioranza, che è quello di avere inaugurato un buon processo virtuoso, presentando leggi europee nei tempi previsti e decidendo di ricorrervi per due volte in un anno, soprattutto in funzione del nostro semestre di Presidenza, che per noi ovviamente è un'assunzione di responsabilità rispetto agli errori dei Governi scorsi, che non erano riusciti ad approvare ben due leggi comunitarie annuali con conseguenti e gravi carichi di procedure di infrazione a carico dell'Italia.
  Da qui però, care colleghe e cari colleghi, bisogna ripartire e dobbiamo fare i conti con «114», un numero che dobbiamo ripeterci in maniera quasi quotidiana, cioè il numero di procedure di infrazione aperte a carico del nostro Paese. Deteniamo – spiace ma è doveroso ricordarlo – anche il record negativo in Europa per procedure di infrazione aperte e ciò non espone solo l'Italia al rischio di ingentissime condanne pecuniarie, ma mette in discussione l'immagine di partner serio ed affidabile.
  Vedete, colleghe e colleghi, non basta osservare con religioso rispetto i vincoli che ci vengono imposti dal fiscal compact per risultare credibili agli occhi degli altri partner e per vederci riconosciuta l'autorevolezza che proviamo a conquistarci a suon di incontri e di dichiarazioni internazionali.
  L'approvazione di questa legge, della legge europea, consentirà di chiudere 8 procedure di infrazione e di risolvere 12 casi di EU pilot. Per questo arriverà il voto favorevole del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà. Però, bisogna sapere che basta sfogliare la legge europea per notare che si interviene su situazioni soprattutto non più rinviabili.
  L'articolo 1 modifica una legge del 1989, peraltro incompatibile con il diritto comunitario, secondo la quale potevano essere ammessi a concorso per assegnazione di borse di studio o per corsi di perfezionamento all'estero solo i laureati di cittadinanza italiana, in violazione del diritto invece di circolare e soggiornare in altri Paesi membri e del principio di parità di trattamento tra cittadini di Stati membri e quelli dei Paesi terzi.
  Sapete, facciamo un po’ fatica a definire la mia generazione quella dei voli low cost e degli Erasmus, se poi pratichiamo leggi superate non solo politicamente ma soprattutto culturalmente, richiamando Pag. 67retaggi del passato, che sono datate e cancellate da una generazione che vive e pratica l'Europa ed i confini nazionali come una opportunità.
  Ci sono stati tanti articoli, e alcuni hanno visto anche l'aspetto propositivo di Sinistra Ecologia Libertà e dei nostri emendamenti, se pur tutti respinti, se pur nessun accolto. E, quindi, noi pensiamo che oggi abbiamo la possibilità di migliorare la nostra condizione in Europa, non possiamo non coglierla.
  Certo, avremmo voluto fare di più insieme a voi, avremmo voluto fare un passo più lungo, capace di portarci tutti insieme verso quell'Europa dei diritti e federale che Altiero Spinelli ci ha descritto nel suo progetto, che ci ha lasciato in eredità. Non abbiamo più tempo, colleghe e colleghi, o troviamo il coraggio di rispolverare quel sogno o ci assumeremo tutti la consapevolezza di un ritardo culturale che segnerà per sempre il nostro Paese rispetto all'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Savino. Ne ha facoltà.

  ELVIRA SAVINO. Gentile Presidente, colleghi, a conclusione dei lavori di Commissione e di Aula, il giudizio del gruppo Forza Italia su questi due importanti provvedimenti non può che essere critico, soprattutto riguardo all'introduzione nella legge di delegazione europea di disposizioni che dovevano essere invece il frutto di un serio e approfondito dibattito evidentemente non ideologico.
  Ricordo, intanto, che i due disegni di legge sono stati presentati in base alla legge n. 234 del 2012, che prevede che nel caso in cui, dopo l'approvazione della legge di delegazione europea, si presentino ulteriori esigenze di adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea, il Governo può presentare alle Camere un ulteriore disegno di legge per l'anno di riferimento.
  Questi due provvedimenti, dunque, avrebbero dovuto avere lo scopo di accelerare i tempi di recepimento e di adeguamento della legislazione italiana a quella europea prima che venissero emanate le successive leggi europee per il 2014.
  Se ripercorriamo l'iter però dei provvedimenti, vediamo che i tempi adottati fanno pensare a tutto fuorché all'urgenza: approvati dal Consiglio dei ministri l'8 novembre 2013, sono arrivati alla Camera il 28 novembre, l'esame in Commissione si è concluso il 25 marzo e adesso siamo all'11 giugno.
  Dunque, forse lo scopo era semplicemente quello di accelerare il conferimento della delega al Governo per il recepimento della nuova direttiva accoglienza, in materia di protezione internazionale e status di rifugiato, inserendo anche il tema del diritto d'asilo, nonché quello di modificare il testo unico sull'immigrazione. Ma noi non possiamo delegare il Governo, peraltro con una delega sostanzialmente in bianco, e quindi sicuramente incostituzionale, a disciplinare la materia della protezione internazionale e dell'asilo, che ha delle ripercussioni economiche e sociali pesantissime soprattutto per il nostro Paese.
  Paesi come l'Italia, che resta la frontiera geografica esterna dell'Unione europea più prossima alla sponda nordafricana, sono fortemente penalizzati. L'accoglienza verso chi cerca la nostra terra come speranza di un futuro migliore è sicuramente doverosa, ma se di Unione europea vogliamo parlare, è bene capire che i confini di Italia, come quelli di Grecia, Spagna e Bulgaria, non sono frontiere di singoli Stati, ma dell'Unione tutta. Questi Paesi sopportano un peso molto grande, ma sono solo un punto di entrata dal Nord dell'Africa e dal Medio Oriente.
  Occorre, innanzitutto, chiarire una volta per tutte a livello europeo se la lotta all'immigrazione clandestina è una questione che i Paesi europei intendono gestire a livello nazionale o comunitario. Se la questione va gestita a livello europeo, come si auspica, allora ai moniti di Bruxelles, ai continui solleciti che ci giungono Pag. 68dovranno accompagnarsi prove concrete di solidarietà da parte degli altri Paesi dell'Unione.
  Non può esserci solo una risposta nazionale, ma serve una risposta internazionale, per un'efficace progettazione comunitaria delle politiche migratorie, ed è necessario che tutti gli Stati membri siano davvero pronti ad assumersi un impegno concreto alla solidarietà e alla corresponsabilità nella gestione dei flussi migratori e delle loro conseguenze, che conosciamo e che a volte sono decisamente tragiche.
  Il 23 ottobre 2013 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulle politiche migratorie basata su tre punti: solidarietà e responsabilità fra gli Stati membri che devono condividere gli oneri migratori, accordi di cooperazione con i Paesi da cui partono i migranti e riallocazione dei richiedenti asilo nell'ambito dell'Unione europea. L'emergenza è, dunque, strutturale e non può gravare solo sull'Italia.
  Il Governo italiano, invece, sembra voglia semplicemente fare i compiti a casa per arrivare «preparato» a Bruxelles, probabilmente al semestre di Presidenza, e quindi usa la legge di delegazione europea per legiferare sul diritto di asilo garantito dalla nostra Costituzione, ma lo fa in modo arrogante, senza coinvolgere il Parlamento, con una legge delega i cui principi e criteri direttivi sono praticamente inesistenti.
  Con la legge europea 2013-bis, invece, il Governo cambia la legge sull'immigrazione e, come sempre, ne faranno le spese le comunità ospitanti e tutti i cittadini, sotto il profilo, che conosciamo bene, dell'ordine pubblico, della sicurezza e della salute.
  I profughi, dovremmo ricordarlo tutti, non sbarcano nel nostro Paese, ma sbarcano nel continente europeo. Esiste un diritto umanitario che ci impone evidentemente solidarietà e accoglienza verso coloro che cercano un futuro migliore nel nostro Paese, ma esiste anche il problema di un miglior coordinamento europeo, di una politica di accoglienza europea, che per ora è assente.
  Siamo di fronte a questi due provvedimenti che affrontano i problemi del diritto d'asilo e dell'immigrazione con superficialità, populismo e demagogia. Questo rappresenta, a nostro avviso, l'ennesimo fallimento della politica dei Governi di centrosinistra in materia di immigrazione e accoglienza e di tutta la politica dell'Unione europea su queste materie.
  Se a questo aggiungiamo il fatto che il 18 ottobre 2013 ha avuto inizio l'operazione Mare Nostrum, finalizzata a fronteggiare l'emergenza degli sbarchi dei clandestini sulle coste italiane, che non solo non ha risolto affatto l'emergenza, ma anzi l'ha acuita, che non ha costituito un deterrente per le organizzazioni criminali, che gestiscono i viaggi degli immigrati dalle coste dell'Africa settentrionale verso l'Italia, che, invece, ha fortemente incentivato la partenza dei migranti verso le nostre coste – i quali vengono evidentemente lasciati all'inizio del percorso, essendo gli scafisti certi che saranno raccolti –, favorendo, quindi, gli affari delle organizzazioni criminali che hanno aumentato enormemente i propri illeciti profitti, possiamo, dunque, toccare con mano la politica fallimentare del Governo in questa materia.
  D'altra parte, ci accorgiamo come in realtà poi l'atteggiamento del Governo su queste materie sia leggermente schizofrenico, nel senso che noi abbiamo, da una parte, il Governo che recepisce la direttiva 2013/33/UE, applicabile in tutti gli Stati membri ad eccezione di Regno Unito, Irlanda e Danimarca e che ha come obiettivo dichiarato di procedere con l'armonizzazione e il miglioramento delle condizioni di accoglienza, anche al fine di limitare i movimenti secondari dei richiedenti asilo all'interno dell'Unione europea; e, poi, dall'altra parte, lo stesso Governo, in primis il Ministro Alfano, ci spiega come in questo momento sia l'Europa a doversi fare carico del dramma dell'immigrazione e dei richiedenti asilo e come non possa essere solamente il Paese di prima accoglienza a farsene carico. Quindi, forse vi dovreste mettere un attimo d'accordo.Pag. 69
  I provvedimenti, comunque, non esauriscono la loro portata soltanto relativamente a questa materia. È vero che in Commissione abbiamo fatto un lungo e approfondito lavoro su varie questioni, come sempre la legge di delegazione europea ci impone. Voglio sottolineare che siamo particolarmente soddisfatti per l'approvazione dell'articolo 26, nella riformulazione proposta dall'onorevole Pini, che pone finalmente un punto all'annosa questione della responsabilità civile dei magistrati e dà un seguito all'esito di un referendum che è stato purtroppo a lungo disatteso. Una norma di grande civiltà che cancella alcune zone franche e di privilegio che ancora esistono nel nostro Paese, di cui fanno le spese i cittadini.
  Dunque, per i motivi che ho illustrato, annuncio l'astensione del gruppo di Forza Italia su questi provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, le leggi europee che abbiamo discusso in questi giorni riguardavano il recepimento di diverse direttive europee, tramite la delega al Governo, e l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Noi voteremo a favore di queste leggi, perché l'adozione di questi provvedimenti risolverà alcune delle diverse procedure di infrazione e ne eviterà delle altre, certamente molto poche.
  Noi siamo consapevoli che si poteva fare di più, ma in questo caso dobbiamo accontentarci, accontentarci di questo Governo, di quanto predisposto dalla maggioranza per diminuire almeno – almeno ! – la quantità di soldi pubblici necessari al pagamento delle sanzioni da parte dell'Unione europea.
  Allora, il nostro senso di responsabilità ci porta a votare a favore di questa legge, ma vogliamo rendere edotti i cittadini dell'attuale situazione, perché non basteranno queste leggi a bloccare le infrazioni tutt'ora in corso, i pagamenti delle sanzioni che lo Stato paga attualmente. Infatti, ci sono, comunque, 114 procedure di infrazione a carico dell'Italia, di cui 80 riguardano casi di violazione del diritto dell'Unione europea e 34, invece, riguardano il mancato recepimento di direttive.
  Con l'approvazione di questa legge europea saranno sanati solo 8 casi di procedure di infrazione e si eviterà anche l'apertura di 12 casi di infrazione, perché la legge tenderebbe ad eliminare i 12 casi EU Pilot di preinfrazione; e vale la pena precisare anche che la precedente legge europea aveva invece permesso di bloccare 19 procedure di infrazione.
  Ebbene, noi però non possiamo non denunciare che le due leggi sono state prorogate fino all'inverosimile, fino ad oggi, e che tanti dei miei colleghi del MoVimento 5 Stelle non hanno potuto essere in Aula – sono sospesi – e non hanno potuto dare un contributo alla discussione di queste importanti leggi europee. Leggi che sono arrivate così tardi, nonostante l'iniziale intenzione fosse quella di definirle al più presto, soprattutto vista la vicinanza del semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell'Unione europea, un semestre così importante per questo Governo, soprattutto alla luce dello spumeggiante risultato delle europee, che proprio la settimana scorsa lo stesso Governo non ha fornito alcuna spiegazione rispetto all'obbligo giuridico ed il dovere politico di presentare al Parlamento, entro e non oltre il 30 maggio 2014, una nota puntuale sul riparto delle risorse, per rendere finalmente noto a tutti come si spenderanno questi milioni di euro stanziati dalla legge di stabilità per le attività che porterà avanti il Governo durante tutto il semestre europeo di Presidenza. Non possiamo saperlo, nessuno lo sa e questa è l'ennesima riprova della mancanza di pianificazione di questo Governo ed anche dello svuotamento delle prerogative del Parlamento in relazione alle sue funzioni, che sono essenziali, cioè quelle di indirizzo e di controllo proprio sull'attività dell'Esecutivo.Pag. 70
  Per non parlare poi del fallimento della redazione dell'accordo di partenariato, da Trigilia fino ad oggi, con Delrio, di tutti i rilievi negativi che sono arrivati all'Italia per questo inadeguato accordo di partenariato.
  E come al solito qui dentro vi riempite la bocca di Europa e poi non si riescono neanche ad approvare in tempo in maniera dignitosa le leggi europee. Questa è la solita ipocrisia di Palazzo, che ormai abbiamo cominciato a capire e riconoscere.
  Per quanto riguarda i contenuti di queste leggi che abbiamo discusso, noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo dato diversi contributi, contributi che sono stati rimandati al mittente dal Governo, perché evidentemente non li ha ritenuti necessari, per esempio nell'ambito della partecipazione della cittadinanza, nell'elaborazione per istituire un'infrastruttura per l'informazione territoriale nell'Unione europea oppure per l'accesso ai cittadini, senza alcuna limitazione, per ogni tipo di informazione ambientale.
  Per non parlare poi degli emendamenti bocciati che avrebbero fermato altre figuracce in ambito europeo sui richiami vivi, mentre invece si è preferito approvare un emendamento spot sulle bevande di fantasia. Questo è il solito atteggiamento del Governo ormai da un anno a questa parte, che si chiami Letta o che si chiami Renzi.
  Sono stati fatti solamente piccoli passi con questa legge europea, per la quale per noi vale la pena votare a favore, ma sappiamo bene che l'Europa, l'idea originale di Unione europea, ci sta di fatto sfuggendo di mano per la vaghezza delle informazioni che abbiamo, per esempio sulle misure salva Stati, perché il popolo sovrano dell'Unione europea è messo ai margini di fatto, è vittima della speculazione bancaria, che è ben nota a Bruxelles, a Strasburgo e a Berlino soprattutto.
  Per quanto riguarda la legge di delegazione, ci sono e rimangono comunque dei grossi punti critici, in relazione ad esempio alla ripartizione di competenze in tema di controllo delle attività creditizie fra Bankitalia e Consob. Sarebbe opportuno invece, secondo noi, introdurre una separazione tra attività di raccolta del risparmio e attività di mero investimento.
  Poi, in tema di venture capital e di fondi europei per l'imprenditoria sociale, le competenze ed i poteri di vigilanza già previsti dai regolamenti in vigore dovranno essere attribuiti alla Banca d'Italia ed alla Consob in relazione alle loro competenze. Anche in questo caso vale il principio che questi soggetti controllori non offrono garanzie sul controllo delle attività creditizie svolte da privati aventi proprio la medesima natura di controllori. E l'aspetto inquietante è che sono mancate del tutto le norme sanzionatorie.
  E, poi, circa la delega al Governo per l'emanazione di un testo unico attuativo della normativa UE sulla protezione internazionale, abbiamo assistito all'ennesima impreparazione di un Governo che ci ha fatto trovare norme senza coperture economiche. Fate tutto voi da sempre. Voi introducete il pareggio di bilancio in Costituzione; voi non avete le coperture. Oppure, quando vi fa comodo, non rispettate le stesse regole che avete approvato.
  E, poi, rimangono altre perplessità per quanto riguarda il rilascio di autorizzazioni per lo svolgimento di attività privata di vigilanza e il contrasto alle evasioni fiscali legate alle residenze soltanto apparenti.
  Bisogna poi aggiungere altro, fuori dettaglio, per avere un quadro complessivo delle vicende per le quali questo Governo e questa maggioranza in questi mesi si sono resi diretti collaboratori della grande macchinazione dell'Europa finanziaria, speculativa, non elettiva e frutto di accordi che sono sempre stati nell'ombra, nascosti dalla distrazione di massa che oggi più che mai è attiva.
  Allora, signori del Governo e sodali, aderendo al progetto privato di un'Europa contro la dignità delle persone e dei lavoratori, state collaborando allo smantellamento di tutte le strutture pubbliche. Voi state collaborando allo smantellamento dello Stato sociale, dello Stato di diritto, dei diritti fondamentali ed inviolabili della Costituzione, a partire dalla salute e, dunque, Pag. 71dalla vita umana. State vendendo la mistica dei tagli necessari, del contenimento della spesa, del riassetto del servizio pubblico radiotelevisivo. Ma la verità è che la vostra menzogna nasce da un fatto ben preciso, ossia dal fatto che dovete raggranellare da ogni parte i 125 miliardi di euro che servono per il Meccanismo europeo di stabilità, che è un inganno mostruoso, che moltiplicherà gli utili delle banche che sono le vere responsabili del debito pubblico, e toglierà allo Stato i soldi per i servizi essenziali: ospedali, scuole, pensioni e la RAI, anche la RAI dei cittadini.
  Allora, signori del Governo e sodali di questo Governo, state lavorando celermente e sempre senza Parlamento, un Parlamento che ormai è ridotto ad optional. L'Europa delle finanze, per rimanere in tema di Mondiali che si avvicinano, deve segnare ancora molti altri goal come il Fondo di redenzione europeo, concepito come strumento di garanzia per la riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL al 60 per cento, secondo il piano diabolico del fiscal compact.
  La nostra idea di Europa è uno spazio di libertà. La nostra Unione europea è un'organizzazione sovranazionale di cittadini e a servizio dei cittadini. È chiaro che questa Europa ancora non esiste, purtroppo, ma con i nostri portavoce dentro al Parlamento europeo daremo il nostro contributo fattivo all'Europa dei popoli, perché il MoVimento 5 Stelle non è mai stato distruttivo; il MoVimento 5 Stelle ha semplicemente da sempre riconosciuto il deficit democratico di un sistema che sembra lontano dalla realtà quotidiana, ma che invece ci condiziona tantissimo in ogni nostra vicenda. Il nostro Paese, che è l'Italia, potrebbe avere secondo noi...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  DALILA NESCI. ...un ruolo più decisivo e più dignitoso in questa nuova dimensione europea, se solo ci fosse un Governo capace di dialogare con autorevolezza e soprattutto con proposte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Berlinghieri. Ne ha facoltà.

  MARINA BERLINGHIERI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, i disegni di legge oggi in esame sono volti a recepire le normative più recentemente adottate a livello di Unione europea e a chiudere svariate procedure di infrazione al diritto UE suscettibili di determinare sanzioni pecuniarie a carico del nostro Paese.
  Si tratta di due atti molto importanti che testimoniano la volontà del Governo di avvalersi al meglio della legge n. 234 del 2012, per accelerare il pieno e corretto recepimento delle normative europee e per far sì che i cittadini italiani possano vedere meglio tutelati i diritti e le garanzie che tali normative prevedono attraverso una possibile riduzione dell'elevato numero di procedure per infrazioni pendenti nei confronti del nostro Paese. Si tratta di un impegno che assume particolare importanza anche in vista dell'ormai imminente semestre di Presidenza dell'Unione europea, a cui il nostro Paese intende giungere con le carte in regola.
  Il Governo ha deciso di esercitare, per la prima volta, la facoltà di cui all'articolo 29 della legge n. 234 di presentare al Parlamento due ulteriori disegni di legge dopo l'approvazione delle leggi europea e di delegazione europea 2013, avvenuta nello scorso luglio.
  Con questo disegno di legge europea 2013 si chiudono otto procedure di infrazione e nove casi precontenziosi e si dà attuazione a due regolamenti UE, a una sentenza della Corte di giustizia e a una decisione EURATOM. Il nuovo disegno di legge di delegazione europea 2013 contiene la delega per il recepimento di quindici direttive nonché alcune deleghe al Governo per l'attuazione di atti dell'Unione europea. Oltre che per evitare di incorrere in processi sanzionatori, l'esigenza di velocizzare i tempi di adeguamento italiano alla normativa europea scaturisce anche dall'evoluzione estremamente rapida della politica europea e, non da ultimo, dalla scadenza ormai ravvicinatissima del semestre Pag. 72italiano di Presidenza. Proprio in riferimento a questo decisivo appuntamento, il Presidente del Consiglio e numerosi Ministri hanno più volte manifestato l'intenzione di porre con forza alcune questioni, tra cui il tema della disciplina del fenomeno migratorio, che grava in maniera particolarmente onerosa sulle spalle del nostro Paese, frontiera meridionale dell'Unione.
  Se da un lato un maggior coinvolgimento dell'Europa pare indilazionabile oltre che doveroso, dall'altro bisogna avere il coraggio di rilevare le gravi carenze che il nostro Paese ha continuato a denunciare e che hanno causato l'apertura di una serie di procedure di infrazione relativamente alla capacità e alle condizioni di accoglienza e alle modalità per la domanda di asilo. Sono sotto gli occhi di tutti le condizioni critiche in cui operano da più di sei mesi le nostre autorità e soprattutto gli enti locali sia delle regioni meridionali, dove l'impatto è più dirompente ed immediato, sia di quelle settentrionali, dove si canalizzano in un secondo momento i flussi migratori. Vorrei citare qui solo due esempi: gli sforzi enormi delle comunità siciliane e quelli altrettanto rilevanti dei comuni di Milano e di Brescia. In entrambi i casi solo la buona volontà e la sinergia tra autorità pubbliche e terzo settore e volontariato hanno garantito accoglienza dignitosa a decine di migliaia di persone ed evitato che la situazione degenerasse.
  È quindi chiaro che l'Unione europea debba assicurare un sostegno ben più cospicuo al nostro Paese, riconsiderando la disciplina dettata dal regolamento Dublino III sulla competenza ad esaminare le domande di asilo e utilizzando in maniera più flessibile lo strumento della protezione temporanea europea in caso di massiccio afflusso di sfollati. Siamo ben consapevoli di queste criticità e, proprio per questo motivo, sappiamo che la forza contrattuale del nostro Paese a Bruxelles è direttamente proporzionale prima di tutto alla nostra credibilità e alla capacità di rispettare l'ordinamento europeo.
  Come risulta evidente, anche in ragione di vecchi ritardi, ci troviamo di fronte a provvedimenti complessi che dobbiamo approvare rapidamente per superare le inadempienze e le violazioni degli obblighi comunitari e velocizzare il processo di adeguamento italiano alla normativa europea.
  Il raggiungimento di questo obiettivo risulta particolarmente rilevante anche ai fini del recupero da parte del nostro Paese di un ruolo da protagonista sulla scena europea, che ci renda capaci di dare una svolta di cambiamento all'Europa.
  Perché ciò sia possibile, dobbiamo però dimostrare di essere in grado di compiere una svolta anche sul versante del numero di procedure di infrazione, di contenzioso e precontenzioso, aperte dalla Commissione europea, liberandoci della poco onorevole qualifica di «maglia nera».
  Qualche passo significativo l'abbiamo compiuto: a dicembre 2011 risultavano aperte nei confronti dell'Italia 136 procedure di infrazione; a novembre 2013 erano scese a 104. Tuttavia il divario da colmare risulta a tutt'oggi cospicuo. Un record tutto italiano che ci pone saldamente in vetta alla classifica dei Paesi più bastonati dall'Unione europea.
  Sotto il profilo della risoluzione delle procedure di infrazione, va segnalata la particolare attenzione alle procedure giunte ad un livello avanzato ovvero allo stadio di deferimento dell'Italia alla Corte di giustizia UE, in quanto, a valle di quest'ultima fase, è imperativo eseguire la sentenza di condanna che espone l'Italia al rischio concreto di sanzioni pecuniarie: sanzioni che gravano sull'erario e, dunque, sui cittadini contribuenti.
  Il tema della chiusura delle procedure d'infrazione impone però una riflessione sul metodo con cui si affrontano le leggi europee di delegazione: talvolta si perde di vista la loro finalità e vengono utilizzate per inserire provvedimenti non del tutto coerenti con gli obiettivi della direttiva da recepire o delle sentenze di condanna da eseguire. Ne è un esempio quanto accaduto per l'articolo 26 con l'emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati.Pag. 73
  Come gruppo PD, siamo consapevoli che il nostro Paese ha bisogno di una riforma della giustizia, di una riforma tuttavia che non può essere fatta a colpi di emendamenti ma che necessita di una visione complessiva e coerente con il coinvolgimento di chi opera in questo settore e che miri a tutelare i diritti di ciascun cittadino e l'autonomia dei magistrati. In tal senso ci impegniamo affinché diventi una priorità dell'agenda di Governo e perché il provvedimento nel suo iter parlamentare venga cambiato. Utilizzare la legge europea per scopi che nulla hanno a che fare con il rapporto tra Unione europea ed Italia non fa altro che indebolire la nostra azione in Europa.
  Inutile, anzi ipocrita, continuare a parlare dell'importanza di ridurre le infrazioni, di dare seguito alle sentenze della Corte di giustizia, se ogni volta le iniziative che mirano a ridurre le infrazioni e, quindi, ad aumentare la nostra influenza e credibilità in Europa vengono strumentalizzate e prese in ostaggio per scopi che non hanno nulla a che fare con il ruolo che ci spetta sulla scena europea e che finalmente il Governo Renzi sta riconquistando.
  A questo proposito, ritengo doveroso menzionare l'importanza dell'approvazione degli articoli contenuti nella legge europea...

  PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce.

  MARINA BERLINGHIERI. ...volti a sanare le procedure di infrazione in materia ambientale. Le tematiche ambientali sono da sempre quelle più rilevanti in sede di recepimento della normativa europea e anche quelle in cui si concentra il numero più alto di infrazioni a carico dell'Italia.
  Per quanto riguarda la presente legge europea, rilevano in particolare le disposizioni volte a superare procedure di infrazione di EU Pilot, di precontenzioso su temi rilevanti come il danno ambientale, VIA, VAS, informazione sui piani territoriali, mentre, in quella di delega, è stata inserita un'ulteriore direttiva in materia di acque. Vanno ricordati i risultati positivi raggiunti durante questa legislatura, anche attraverso l'introduzione del reato ambientale, che completa l'aderenza alla normativa europea improntata al principio del «chi inquina paga».
  Gli obiettivi comunitari al 2030, proposti dalla Commissione nel Libro bianco, prevedono per gli Stati membri il 40 per cento di riduzione delle emissioni interne di CO2 e l'incremento, sia pure non vincolante, al 27 per cento delle rinnovabili.
  L'Unione europea potrà svolgere un ruolo decisivo nella trattativa internazionale che porterà alla Conferenza delle Nazioni Unite di Parigi nel 2015 se avrà definito obiettivi ambiziosi di riduzione dei gas serra e di spinta verso un'economia low carbon attraverso target legalmente vincolanti, che spingano anche lo sviluppo delle fonti rinnovabili e gli interventi di efficienza energetica a livello nazionale.
  Nel raggiungimento di questo ambizioso obiettivo, il ruolo del Governo italiano, proprio durante il semestre di Presidenza italiana che si apre a luglio, potrebbe essere fondamentale per raggiungere un accordo europeo più ambizioso di quello proposto dalla Commissione sugli obiettivi al 2030.
  Per concludere: avere inserito le due leggi europee in un momento cruciale per l'importanza degli appuntamenti europei – elezioni europee, semestre di Presidenza italiana dell'UE, cambio del Presidente della Commissione europea – è il modo migliore per testimoniare la nostra volontà di costruire un'Europa che mira a migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini europei.
  Approvare due disegni di legge che favoriscono il recepimento celere delle direttive europee su materie che incidono direttamente sulla qualità della vita, come la tutela dell'ambiente, la tutela dei consumatori, i diritti di cittadinanza, risponde senza dubbio a tale esigenza e, pertanto, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 74

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1864-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi, Dambruoso, Berlinghieri. Chi altro non ha votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013-bis» (A.C. 1864-A):

   Presenti  403   
   Votanti  373   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  357    
    Hanno votato no   16    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e, a partire dalle ore 16, con l'esame del decreto-legge recante misure urgenti in favore delle popolazioni colpite dal terremoto e dai successivi eventi alluvionali.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 14,35, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro della salute, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

(Iniziative di competenza per la regolarità dei servizi aeroportuali con riferimento ai problemi occupazionali derivanti dal fallimento della società di handling Ground Care – n. 3-00868)

  PRESIDENTE. L'onorevole Laffranco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00868 concernente iniziative di competenza per la regolarità dei servizi aeroportuali con riferimento ai problemi occupazionali derivanti dal fallimento della società di handling Ground Care (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  PIETRO LAFFRANCO. Signor Presidente, signor Ministro, come sa, a fine maggio la società Ground Care, che gestisce i servizi di assistenza terra degli importantissimi aeroporti di Fiumicino e Ciampino, è fallita. Questo ha creato un formidabile disservizio negli stessi aeroporti e ha generato la mobilità di oltre 900 occupati.Pag. 75
  Noi siamo estremamente preoccupati, anche alla luce dello scarso controllo esercitato dall'ENAC sulla vicenda. Ecco perché abbiamo presentato questa interrogazione urgente: per comprendere, intanto, come si intenda far fronte al problema relativo all'efficienza dei servizi, che devono necessariamente esserci in aeroporti fondamentali, come si intenda andare incontro al problema occupazionale dei 900 lavoratori che sono senza posto di lavoro e che cosa pensa di fare lei sulla vicenda dello scarso controllo esercitato dall'ENAC.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, rispondo all'interrogazione a risposta immediata dell'onorevole Laffranco e dei suoi colleghi evidenziando innanzitutto che l'Italia – mi preme dirlo con molta forza – è stato uno dei primi Paesi ad adottare nel 2007 un proprio regolamento in materia di handling basato sulla direttiva comunitaria.
  Attualmente, la Commissione europea sta lavorando per l'adozione di un nuovo regolamento ove sono previsti requisiti per il conseguimento dell'idoneità a svolgere servizi di handling in linea per lo più con quelli già adottati da ENAC. L'ENAC svolge questa attività di certificazione e sorveglianza sugli handler utilizzando propri team di ispettori, che nel 2013 hanno effettuato 1.192 ispezioni. Allo stato, l'apertura del mercato dell’handling, anche se caratterizzato da notevole frammentazione, si può considerare pienamente realizzata. Infatti, esistono 216 società di handling certificate.
  L'intero sistema risulta, quindi, caratterizzato da bassi livelli di redditività ed evidenzia una flessione in termini di giri d'affari causata dalla riduzione dei movimenti degli aeromobili per la sfavorevole congiuntura economica nonché dalla liberalizzazione del mercato e la conseguente competizione basata sul prezzo delle tariffe offerte. Molte aziende, purtroppo, hanno in corso procedure per la gestione di crisi aziendale e gli scenari occupazionali futuri appaiono fortemente critici.
  Per quanto riguarda la più specifica questione posta dagli interroganti, nell'aeroporto di Fiumicino è riconosciuto, in ragione del volume di traffico annuo, il libero accesso al mercato dei servizi di assistenza terra a tutti i prestatori di servizio in possesso dei prescritti requisiti di idoneità. A Fiumicino operano sei prestatori di servizio, tra cui anche Ground Care, società in possesso del certificato di idoneità, in scadenza il 10 dicembre 2014. Evidenzio in proposito che il personale dipendente della società è per la quasi totalità proveniente da AdR Handling, che è la società storica che ha operato sugli scali di Fiumicino e Ciampino. Dalle previste verifiche svolte dall'ENAC, le prestazioni della società sono state in linea con gli standard previsti dalla regolamentazione vigente, sia di natura tecnica sia relativamente alla qualità dei servizi resi. Purtroppo il grave dissesto e il conseguente fallimento della società stanno mettendo a repentaglio l'occupazione di circa 850 lavoratori, tutti con contratto a tempo indeterminato.
  Il MIT sta seguendo con il massimo impegno la questione già dal 2013. In particolare, ha incaricato un alto dirigente della direzione aeroportuale di Fiumicino a porre in essere ogni possibile azione per gestire la situazione di criticità e individuare le opportune soluzioni per salvaguardare il servizio, i posti di lavoro e la necessaria coesione sociale.
  Concludo, signor Presidente, dicendo che detto dirigente, insieme al curatore fallimentare ed AdR, sta lavorando per la soluzione. A giorni dovrebbe essere formalizzata una proposta concreta di acquisizione della società da parte di un altro operatore di handling con possibilità di assorbimento di buona parte del personale. Il rimanente personale dovrebbe essere in parte ricollocato presso gli altri handler di Fiumicino e in parte riprotetto con la cassa integrazione.

Pag. 76

  PRESIDENTE. L'onorevole Laffranco ha facoltà di replicare, per due minuti.

  PIETRO LAFFRANCO. Signor Presidente, signor Ministro, per un verso, mi sento di apprezzare il suo impegno relativo alla questione occupazionale, perché la notizia del possibile ricollocamento di una parte significativa del personale che ha perso il proprio posto di lavoro, in questi tempi, rappresenta una buona notizia e un impegno serio da parte sua e dell'intero Governo.
  Per altro verso, mi consenta però di dire che le tante ispezioni che ha prodotto l'ENAC e le certificazioni che ha rilasciato lasciano evidentemente più di un punto interrogativo, perché se questa società ha avuto una certificazione o non doveva averla o l'ha utilizzata male. In ogni caso, sta di fatto che spericolate operazioni da parte della dirigenza e un po’ di miopia anche da parte sindacale hanno generato troppe illusioni per i lavoratori, con i conseguenti danni sotto il profilo dei servizi.
  Ecco perché, se sul versante occupazionale ci sentiamo di dirci soddisfatti della sua risposta, sul versante dei controlli che l'ENAC doveva svolgere e dovrà svolgere, ci sentiamo assolutamente insoddisfatti e osserveremo quanto il Governo vorrà fare per migliorare questo sistema di controlli e di regolamentazione, che evidentemente non è stato assolutamente all'altezza.

(Problematiche riguardanti il conferimento degli incarichi di direzione di struttura complessa nelle aziende del servizio sanitario nazionale, anche alla luce delle modifiche introdotte in materia dal cosiddetto «decreto Balduzzi» – n. 3-00869)

  PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00869 concernente problematiche riguardanti il conferimento degli incarichi di direzione di struttura complessa nelle aziende del servizio sanitario nazionale, anche alla luce delle modifiche introdotte in materia dal cosiddetto «decreto Balduzzi» (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, signor Ministro le modalità molto discrezionali per la scelta dei primari introdotte con la legge Bindi del 1992 sono state uno dei principali veicoli con i quali la politica ha potuto mettere le mani sulla sanità. Sono, infatti, gli assessori regionali a nominare i direttori generali e sono i direttori generali a nominare i primari, come dicevo, con caratteristiche di modalità di selezione molto discrezionali.
  Il «decreto Balduzzi» del 2012, raccogliendo le diffuse preoccupazioni al riguardo, ha voluto cercare di mettere un elemento di guarigione all'interno del sistema. Risulta però agli interroganti che questo decreto non sia stato in gran parte applicato.
  Vorremmo da lei, appunto, i dati riguardanti l'applicazione del «decreto Balduzzi», se sia avvenuta in quante e quali regioni e se, in particolare, poi da qualche parte si sia invece continuato ad operare secondo la vecchia procedura.

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti per aver posto all'attenzione una tematica di massima attualità.
  L'articolo 4 del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, recante «Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute», modifica ed integra l'articolo 15 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, al fine di introdurre meccanismi di selezione oggettiva del personale sanitario e privilegiare il merito e la trasparenza.
  In particolare, la norma prevede che la selezione sia effettuata da una commissione Pag. 77composta dal direttore sanitario e da tre direttori di struttura complessa nella medesima disciplina dell'incarico da conferire, individuati tramite sorteggio da un elenco nazionale nominativo costituito dall'insieme degli elenchi regionali dei direttori di struttura complessa appartenenti ai ruoli regionali del Servizio sanitario nazionale.
  A tal fine, il 13 marzo 2013 la Conferenza delle regioni e delle province autonome ha approvato un documento di linee guida recante criteri generali per l'applicazione dell'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012. Detto documento, oltre a dettare le linee di criteri per le procedure per il conferimento degli incarichi, sottolinea l'opportunità di individuare un unico soggetto che renda disponibile l'elenco nazionale. Al riguardo, la Conferenza delle regioni e delle province autonome ha proposto di individuare nel Ministero della salute il soggetto responsabile della tenuta dell'elenco.
  Pertanto, il Ministero della salute ha tempestivamente assicurato la propria disponibilità a gestire l'elenco e, d'accordo con le regioni, sono state predisposte le procedure per la comunicazione dei dati e l'aggiornamento dei singoli elenchi regionali.
  In data 26 settembre 2013, è stato sancito il relativo accordo Stato-regioni che, all'articolo 1, comma 2, disciplina l'elenco sopra richiamato come insieme degli elenchi regionali dei direttori di struttura complessa. L'elenco provvisorio è a disposizione delle regioni per permettere l'accesso alle aziende al fine di consentire l'avvio delle procedure concorsuali.
  Il nuovo sistema informatico, per garantire lo scambio delle informazioni tra le regioni e il Ministero, sarà disponibile a partire dal prossimo 30 giugno 2014: da quella data le regioni provvederanno direttamente ad alimentare l'elenco aggiornandolo almeno due volte l'anno.
  Le regioni stanno già svolgendo le procedure per il conferimento degli incarichi nel rispetto dell'articolo 15, comma 7-bis, del decreto-legge 30 dicembre, infatti in questi mesi hanno continuato a far pervenire gli elenchi aggiornati. Come però molti di voi sanno, io sto anche ragionando sulla predisposizione di un'integrazione normativa per una selezione più meritocratica per quanto riguarda un albo nazionale dei direttori generali sanitari e anche su questa disciplina ci sarà nelle prossime settimane sicuramente occasione di confronto con l'intero Governo e il Parlamento.

  PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio soprattutto per la sua franchezza. Prendo atto del fatto che di fatto siamo ancora a «carissimo amico», come si dice a Roma, e, pur lodando la sua buona volontà per quanto riguarda anche una moralizzazione delle modalità di selezione dei direttori generali, sta di fatto che ancora oggi appunto i primari continuano ad essere nominati secondo la vecchia normativa. Questo è tristissimo, io vorrei lanciare un grido di allarme da questo punto di vista perché questo Paese è stanco, prostrato dal livello di corruzione ormai raggiunto dalla pubblica amministrazione. Se i casi Mose o Expo o i casi di Genova sono sotto gli occhi di tutti, anche questo aspetto che riguarda la gestione della sanità certamente contribuisce non poco al malaffare, contribuisce non poco a creare una classe di fedeli più che di professionisti, di cortigiani piuttosto che di elementi critici del sistema. Allora, se non rompiamo d'urgenza questa porta – io la ringrazio fin d'ora di quello che lei potrà e vorrà fare – c’è il rischio che qualche altro bubbone presto o tardi scoppierà e con esso la protesta, la disaffezione verso la politica e la crisi delle istituzioni stesse. La sanità occupa oltre la metà della spesa delle regioni e lei comprende quindi quanti siano i margini che possono essere anche recuperati dal punto di vista della finanza pubblica con una gestione migliore, alla quale i medici, nella governance delle Pag. 78strutture sanitarie, non possono non contribuire secondo quelli che lei ha definito criteri meritocratici.

(Misure a favore dei malati di maculopatia e a salvaguardia del Servizio sanitario nazionale con riferimento alla vicenda della commercializzazione dei farmaci Lucentis e Avastin – n. 3-00870)

  PRESIDENTE. L'onorevole Dorina Bianchi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00870, concernente misure a favore dei malati di maculopatia e a salvaguardia del Servizio sanitario nazionale con riferimento alla vicenda della commercializzazione dei farmaci Lucentis e Avastin (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto. Avverto che in data odierna i deputati Calabrò e Roccella hanno sottoscritto l'interrogazione.

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, signor Ministro, nelle ultime settimane c’è stata molta attenzione su una vicenda di cui già noi come gruppo del Nuovo Centrodestra avevamo parlato proprio in quest'Aula in un altro question time l'11 febbraio 2014 e questa vicenda riguarda i farmaci che curano la maculopatia, malattia degenerativa della retina, in particolare i due farmaci Avastin e Lucentis, al centro delle polemiche per un presunto cartello volto a favorire l'utilizzo di Lucentis, dal costo maggiore. Noi dobbiamo riconoscere al Ministero della sanità e quindi anche al signor Ministro di essere stato particolarmente sensibile e di aver agito immediatamente anche sollecitando l'Antitrust richiedendo il risarcimento danni da parte del Ministero della salute. Con grande soddisfazione ieri l'AIFA si è pronunciata su questi due farmaci, dando ragione...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

  DORINA BIANCHI. ... a quelle che erano le ragioni che noi avevamo proposto nel precedente question time. Quindi vorrei, alla luce degli ultimi sviluppi, chiedere al Ministro quali ulteriori iniziative intende portare avanti sia...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Bianchi.

  DORINA BIANCHI. ... per il diritto della salute sia a sostegno e garanzia del Sistema sanitario nazionale.

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante per aver nuovamente posto l'attenzione sulla vicenda Avastin-Lucentis, su cui ho già riferito qualche settimana fa in quest'Aula. La nuova disciplina legislativa sui farmaci off label introdotta con l'articolo 3 del decreto-legge n. 36 del 2014, come modificato dalla legge di conversione n. 79 del 2014, consente, anche in presenza di altra alternativa terapeutica nell'ambito dei medicinali autorizzati, la possibilità di inserire nell'elenco della legge n. 648 del 1996 a carico del Servizio sanitario nazionale i medicinali che possono essere utilizzati per un'indicazione terapeutica diversa da quella autorizzata, purché tale indicazione sia nota e conforme a ricerche condotte nell'ambito della comunità medico-scientifica nazionale e internazionale secondo parametri di economicità e appropriatezza.
  Nel rispetto della norma citata, la commissione tecnico-scientifica, cioè il CTS dell'Aifa, nel corso della seduta del 9 giugno scorso, si è espressa a favore dell'inserimento di Avastin nell'elenco dei farmaci erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale, ai sensi della legge n. 648 del 1996 per il trattamento della degenerazione maculare legata all'età, cioè la MD. La decisione della CTS dell'Aifa è stata presa alla luce delle richieste avanzate dalle regioni Veneto ed Emilia Romagna per l'inserimento di bevacizumab nella lista della legge n. 648 del Pag. 791996 per la degenerazione maculare legata all'età, tenuto conto del parere del Consiglio superiore di sanità, sezione V, reso noto nella seduta del 15 aprile 2014.
  La CTS ha accolto quindi la richiesta per l'utilizzo del farmaco nell'indicazione non registrata individuando all'unanimità una serie di condizioni indispensabili a tutela della salute dei pazienti. Il confezionamento in monodose del farmaco bevacizumab per l'uso intravitreale dovrà essere effettuato, per garantirne la sterilità, esclusivamente dalle farmacie ospedaliere in possesso dei requisiti necessari, nel rispetto delle norme di buona preparazione. La somministrazione di bevacizumab per uso intravitreale dovrà essere riservata a centri oculistici ad alta specializzazione presso ospedali pubblici individuati dalle regioni. La somministrazione del farmaco potrà avvenire solo previa sottoscrizione da parte del paziente del consenso informato, che contenga le motivazioni scientifiche accompagnate ad adeguate informazioni sull'esistenza di alternative terapeutiche approvate, se pure ad un costo più elevato a carico del servizio sanitario, l'attivazione di un registro di monitoraggio a cui sia allegata la scheda di segnalazione delle reazioni avverse.

  PRESIDENTE. L'onorevole Dorina Bianchi ha facoltà di replicare per due minuti.

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, noi ci riteniamo soddisfatti per la sua risposta, soprattutto nel passaggio in cui lei parla di appropriatezza ed economicità perché credo che sia necessario dare la giusta attenzione con dei farmaci appropriati, naturalmente con la possibilità del minor costo. Appropriatezza perché sicuramente c’è una serie di condizioni – come lei ha detto – indispensabili alla tutela della salute dei pazienti, ma anche economicità, che significa, secondo l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, che si è quantificato il danno a carico del Servizio sanitario nazionale, che è di circa 540 milioni di euro per il 2013 e di 615 milioni di euro per il 2014, quindi, penso che in questo senso il Ministero abbia fatto una cosa importante per i pazienti e anche per il Sistema sanitario nazionale.

(Iniziative per il mantenimento dei livelli occupazionali dei trasportatori associati del consorzio Lts di Taranto, alla luce della notevole riduzione della commessa a favore di tale consorzio da parte della raffineria ENI di Taranto – n. 3-00871)

  PRESIDENTE. L'onorevole Duranti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00871, concernente iniziative per il mantenimento dei livelli occupazionali dei trasportatori associati del consorzio Lts di Taranto, alla luce della notevole riduzione della commessa a favore di tale consorzio da parte della raffineria ENI di Taranto, per un minuto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, con l'interrogazione di cui sono prima firmataria voglio porre all'attenzione sua, signor Ministro, e dell'intero Governo la vertenza che ha impegnato per dieci giorni i trasportatori del consorzio Lts di Taranto contro l'ENI.
  Ho appreso da articoli di stampa e da contatti con il territorio che è stato raggiunto un accordo tra le parti che sbloccherebbe la situazione in riferimento al taglio previsto all'affidamento del lavoro. Resta però forte una preoccupazione, la preoccupazione per la tenuta dei livelli occupazionali. Quindi le chiediamo, signor Ministro, intanto se lei è a conoscenza dei fatti oggetto della nostra interrogazione, quali iniziative intenda intraprendere e che tipo di impegno intenda assumere nell'ambito della vicenda relativa alla raffineria di Taranto al fine di scongiurare il rischio del mancato mantenimento degli attuali livelli occupazionali, anche considerate le difficoltà economiche e sociali in cui versa il territorio jonico.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

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  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, gli onorevoli interroganti con il presente atto parlamentare richiamano l'attenzione sulla vicenda occupazionale degli autotrasporti del consorzio Lts di Taranto. Il consorzio, che svolge per conto di ENI Spa il servizio di trasporto di carburanti della raffineria ENI di Taranto, ha registrato un dimezzamento delle commesse in favore delle società GA e BT a seguito del nuovo piano di riorganizzazione presentato per il 2014 da ENI.
  Ne è conseguita una forte reazione da parte degli appartenenti al consorzio, che si sono spinti fino al punto di bloccare l'uscita dei rifornimenti dalla raffineria.
  Al fine di risolvere la questione, il prefetto di Taranto ha aperto un tavolo di consultazione, nell'ambito del quale lo scorso 9 giugno le parti sociali hanno siglato un'intesa con ENI per la ripresa della distribuzione dei carburanti prodotti dalla raffineria di Taranto. L'accordo, in particolare, prevede che il consorzio LTS si occuperà della distribuzione, in Puglia e in Basilicata, dei carburanti e combustibili che, da soli, costituiscono il 50 per cento dei volumi in uscita dalla base di Taranto; che le società GA e BT rinuncino ai maggiori volumi assegnati da ENI Spa con il predetto piano di riorganizzazione; che ENI Spa, su richiesta delle ditte appaltatrici, autorizzi gli incrementi del subappalto dal 30 al 50 per cento; che le società GA e BT si impegnino ad utilizzare imprese locali per le quote di lavoro che concederanno in subappalto. Nell'ambito del medesimo accordo il consorzio LTS ha dichiarato l'immediata cessazione dello stato di agitazione, garantendo la ripresa delle normali attività di trasporto dalla base logistica di Taranto.
  Posso comunque affermare che la situazione rappresentata dall'onorevole interrogante, con il presente atto parlamentare, è all'attenzione del nostro Ministero, che si tiene in collegamento con gli organi territoriali del Governo, che quindi continuerà a monitorare gli sviluppi della vicenda perché i contenuti dell'accordo vengano puntualmente rispettati.

  PRESIDENTE. L'onorevole Duranti ha facoltà di replicare, per due minuti.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, mi scusi, signor Ministro, davvero sono allibita dalla sua risposta. Mi ha ricordato che cosa è accaduto in questi giorni. Mi sembrava che lei stesse rileggendo il testo della nostra interrogazione. Le ragioni della vertenza e la vicenda complessivamente le conosciamo. Sappiamo, appunto, anche che è stato raggiunto un accordo. Io le chiedevo un'altra cosa: le chiedevo che tipo di impegni intende assumere lei, perché sul territorio ci sono forti preoccupazioni che, nonostante l'accordo raggiunto, ci possa essere una riduzione dei livelli occupazionali. Io chiedevo a lei, signor Ministro, qui in quest'Aula di assumere un impegno preciso, perché nel caso in cui dovessero ridursi i livelli occupazionali il Governo penso che debba intervenire. Io volevo sapere in che modo lei intende intervenire.
  Capisco che state monitorando la situazione – ci mancherebbe altro –, visto che peraltro il prefetto di Taranto si è fatto carico, diciamo così, di tenere insieme le parti e di farle incontrare. Il punto non è monitorare la situazione, il punto è che il Governo deve assumere un impegno preciso rispetto al rischio del mancato mantenimento dei livelli occupazionali e lo dico anche perché – e lo vorrei ricordare, attraverso di lei, al Presidente Renzi – oggi ai vertici dell'ENI c’è la signora Emma Marcegaglia. È stato un incarico fortemente voluto dal Presidente Renzi e, quindi, io credo che il Governo, a maggior ragione, dovrebbe assumersi la responsabilità perché i vertici dell'ENI mantengano le promesse rispetto ai livelli occupazionali e alla tutela dei livelli occupazionali su quel territorio.

(Intendimenti del Governo per la soluzione della «questione esodati», con particolare riferimento ai lavori del tavolo tecnico recentemente costituito – n. 3-00872)

  PRESIDENTE. L'onorevole Fedriga ha facoltà di illustrare la sua interrogazione Pag. 81n. 3-00872 concernente intendimenti del Governo per la soluzione della «questione esodati», con particolare riferimento ai lavori del tavolo tecnico recentemente costituito (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, Ministro, sa meglio di me la drammatica situazione che stanno vivendo e rischiano di vivere decina di migliaia, centinaia di migliaia di persone. A seguito della riforma delle pensioni «Fornero», che io mi vanto, come gruppo parlamentare della Lega Nord, di non avere votato e, anzi, di avere votato contro, si sono creati casi emergenziali che rischiano di portare delle persone all'emarginazione sociale, a gravi crisi familiari e che, purtroppo, sia con il Governo Letta e tantomeno con il Governo Renzi, non si sono affrontati in modo strutturale e complessivo.
  Lei, dopo l'incardinamento della proposta di legge, del testo unificato n. 224, sulle salvaguardie, ha voluto convocare un tavolo, il 7 maggio, per il quale non abbiamo avuto ancora un prosieguo dei lavori e una risposta sui suoi intendimenti. Le chiediamo, quindi, quali siano i suoi intendimenti per andare ad affrontare questa situazione e la prego: l'unica cosa è che non mi dica «vogliamo risolvere la questione». Mi dica come, perché è quello che noi stiamo cercando e centinaia di migliaia di persone stanno aspettando.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, io vorrei sottolineare innanzitutto che il Governo sta seguendo con la massima attenzione la problematica in questione e che, a questo proposito, stiamo lavorando ad una serie di opzioni normative, alternative fra loro, al fine di trovare una soluzione al problema degli esodati. In particolare, vorrei ricordare come il giorno 7 maggio si è riunito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali il tavolo di confronto istituzionale tra Governo, rappresentanti delle Commissioni lavoro della Camera e del Senato e INPS, al fine di esaminare la condizione di particolari categorie di lavoratori che potrebbero essere destinatari di ulteriori misure di salvaguardia a seguito della riforma pensionistica del 2011.
  Successivamente a questi incontri, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha immediatamente avviato un'istruttoria, che è attualmente in corso, che è volta a definire in maniera puntuale ed esaustiva le varie fattispecie e la loro consistenza numerica, a partire dalle proposte contenute nell'attuale testo del disegno di legge, dovendo tenere conto, nel contempo, anche della sostenibilità dal punto di vista finanziario rispetto agli attuali vincoli di bilancio. Insieme a questo, sono all'esame del mio Ministero ipotesi, per così dire, strutturali per cercare di far fronte ai vari problemi conseguenti all'applicazione dell'ultima riforma pensionistica, tutte accomunate, queste ipotesi, dal fatto di prevedere la possibilità di conseguire in via anticipata, a determinate condizioni, un trattamento economico modulato in ragione della scadenza naturale del pensionamento. In particolare, l'attenzione è rivolta alle situazioni di disoccupazione involontaria di soggetti che sono prossimi al pensionamento, ma che per la loro età faticano a ricollocarsi nel mondo del lavoro, nonché alle persone che, per motivi personali o familiari, intendono uscire anzitempo dal circuito lavorativo. Per entrambe queste categorie si tratta di verificare se siano sostenibili, nell'attuale quadro economico, misure di accompagnamento all'età pensionabile o di anticipazione del trattamento pensionistico che tengano ovviamente conto dell'entità del beneficio riconosciuto.
  In questo contesto, si stanno valutando anche ipotesi riconducibili al cosiddetto modello APA, in diverse variabili sia normative che di tipo economico, e quindi l'impatto economico che queste diverse variabili possono avere dal punto di vista Pag. 82economico. Questo è lo stato della situazione in riferimento alla domanda pervenutaci.

  PRESIDENTE. L'onorevole Fedriga ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, Ministro, mi auguro che il secondo passaggio che ha fatto, ovvero quello che riguarda l'APA, l'accompagnamento alla pensione anticipata, non riguardi i cosiddetti esodati. Quello non deve toccare chi aveva firmato un accordo, quell'accordo è stato tradito per scelte di un Governo e di una maggioranza – e devo dire anche del suo partito, il Partito Democratico – e non possono essere penalizzati per accedere ad un diritto che avevano e hanno.
  Per quanto riguarda le salvaguardie, le ricordo che il 23 giugno andrà in Aula il testo unificato delle proposte di legge n. 224 ed abbinate. Su quello – oltretutto sono il primo firmatario di quel testo – la Lega non mollerà. La Lega chiederà che l'Aula si esprima e che il Governo si esprima. Quest'anno voi spenderete per l'immigrazione clandestina in totale, con costi diretti e indiretti, più di 10 miliardi di euro. E sentire lei che oggi mi dice che, per nostri cittadini che hanno contribuito al benessere di questo Paese e hanno pagato onestamente e in modo trasparente le tasse e i contributi per andare in pensione, il problema principale è quello delle risorse, noi non ci stiamo.
  Noi non possiamo accettare che chi viene illegalmente nel nostro Paese prenda 1.300 euro al mese e che queste persone invece vengano abbandonate a loro stesse. Per quanto riguarda, dunque, questa questione, le chiediamo di dare il suo benestare – e del Governo ovviamente – per approvare la proposta di legge n. 224. In secondo luogo, se vuole rivedere il sistema previdenziale, siamo d'accordissimo, ma l'unico modo per farlo è abrogare la nefasta riforma delle pensioni Fornero, che non solamente ha colpito questi soggetti, ma ha colpito le imprese, aumentando i costi della produzione. Avete spostato il costo della previdenza dal pubblico al privato.

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, la prego di concludere.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. E dunque io spero – vado a concludere, Presidente, e la ringrazio per il tempo – che ci sarà un senso di responsabilità di questo Governo e che le promesse di Renzi adesso finalmente raggiungano qualche fatto.

(Iniziative per l'attuazione della sentenza della Corte di giustizia europea relativa al rispetto del principio di non discriminazione con riguardo al calcolo dell'anzianità contributiva per i rapporti di lavoro a tempo parziale di tipo verticale – n. 3-00873)

  PRESIDENTE. L'onorevole Gebhard ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00873, concernente iniziative per l'attuazione della sentenza della Corte di giustizia europea relativa al rispetto del principio di non discriminazione con riguardo al calcolo dell'anzianità contributiva per i rapporti di lavoro a tempo parziale di tipo verticale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  RENATE GEBHARD. Signor Presidente, egregio Ministro, la Corte di giustizia europea, con la sentenza del 10 giugno 2010, ha stabilito che la normativa italiana sul part time verticale ciclico, di recepimento della normativa comunitaria, viola il divieto di discriminazione imposto dall'Europa, in quanto i lavoratori a tempo parziale di tipo verticale ciclico non si vedono conteggiati i periodi non lavorati dal calcolo dell'anzianità contributiva necessaria per acquisire il diritto alla pensione, essendo in tal modo discriminati sia rispetto ai lavoratori a tempo pieno sia rispetto ai lavoratori che hanno optato per il part time tradizionale di tipo orizzontale.
  Vorrei sapere se il Ministro intenda intervenire, e in quale modo, per adeguare la normativa italiana alla sentenza della Corte di giustizia europea.

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  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, gli onorevoli interroganti, con il presente atto, richiamano l'attenzione sull'ingiustificata disparità di trattamento che sussisterebbe nel calcolo dell'anzianità contributiva utile per l'accesso al pensionamento per i lavoratori assunti con contratto part time orizzontale e part time verticale ciclico. Al riguardo, faccio presente che la normativa vigente in materia prevede che il numero dei contributi settimanali da accreditare ai lavoratori dipendenti nel corso all'anno solare ai fini della prestazione pensionistica a carico dell'INPS è pari a quello delle settimane dell'anno stesso, sempre che risulti erogata una retribuzione non inferiore al 40 per cento dell'importo del trattamento minimo mensile di pensione. Tale disciplina trova applicazione per ogni tipologia di rapporto di lavoro subordinato, ivi compreso il lavoro part time, caratterizzato, nella sua declinazione di tipo verticale e misto, dall'assenza di retribuzione in alcuni periodi dell'anno. Ne consegue, quindi, che una diversa ripartizione dell'orario di lavoro nei contratti part time orizzontale, verticale o misto, ovviamente concordata tra le parti, influenza anche i requisiti temporali richiesti ai fini dell'ottenimento del trattamento pensionistico.
  La rilevanza della questione evidenziata nel presente atto parlamentare è ben nota agli uffici dell'amministrazione che rappresento, sebbene la sua soluzione non sembri prescindere da uno specifico intervento normativo, per il quale occorre reperire la necessaria copertura finanziaria. Faccio, comunque, presente che una parziale soluzione della vicenda, a legislazione vigente, è già prevista, in quanto, ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 564 del 1996, i lavoratori assunti con contratto part time verticale o ciclico possono essere autorizzati alla prosecuzione volontaria. Tale istituto, in particolare, prevede la possibilità di coprire, per i lavoratori assunti con contratto part time verticale o ciclico, ai fini contributivi, i periodi durante i quali non viene effettuata l'attività lavorativa.
  Considerata, comunque, la rilevanza della questione posta dall'interrogante, è intenzione del Ministero verificare se sussistano margini per favorire una sua soluzione, anche attraverso interventi di carattere amministrativo.

  PRESIDENTE. L'onorevole Gebhard ha facoltà di replicare, per due minuti.

  RENATE GEBHARD. Signor Ministro, mi ritengo parzialmente soddisfatta della risposta e spero davvero che presto si trovi una soluzione idonea a rimuovere questa discriminazione ingiusta, nonostante i problemi di copertura.

(Interventi per la messa in sicurezza delle coste pugliesi interessate da rilevanti fenomeni di erosione e dal crollo delle falesie – n. 3-00874)

  PRESIDENTE. L'onorevole Matarrese ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00874, concernente interventi per la messa in sicurezza delle coste pugliesi interessate da rilevanti fenomeni di erosione e dal crollo delle falesie (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  SALVATORE MATARRESE. Signor Presidente, Ministro, onorevoli colleghi, la Puglia, ancora una volta, è oggetto di un fenomeno di dissesto geologico, direi in questo caso: l'erosione di larghe fasce della costa ionico-salentina, nonché del Gargano, che ha causato la chiusura di ampi tratti di coste destinati al turismo, la chiusura di spiagge, e quindi grosse implicazioni sul settore turistico, che è una delle attività predominanti di quelle zone, ma della Puglia in generale.
  Quel che è particolare è che la regione Puglia ha circoscritto queste zone nel piano di assetto idrogeologico e ancora oggi non vi sono stati interventi concreti di Pag. 84risanamento. È una situazione che si protrae da tempo, tanto che anche la procura di Lecce ha aperto un fascicolo a carico di ignoti su questa situazione, proprio perché è evidente l'incapacità dello Stato di porvi rimedio nei vari livelli di competenza.
  I sindaci lamentano di non poter disporre delle risorse in cassa per problemi con il Patto di stabilità, il Governo credo che debba intervenire, in maniera risolutiva, impegnando le somme che nella legge di stabilità del 2014 abbiamo appostato sul dissesto idrogeologico, ma affrontare soprattutto la problematica dei vari passaggi che di fatto impediscono...

  PRESIDENTE. Concluda.

  SALVATORE MATARRESE. ...la reazione immediata sui territori e quando vengono inficiate la sicurezza e l'economia di un territorio è urgente che il Ministro, e quindi il Governo, assumano degli impegni.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, la problematica rappresentata dall'onorevole Matarrese è all'attenzione del Governo già del mese di agosto 2012. Infatti, la prefettura di Lecce, d'intesa con la capitaneria di porto di Gallipoli, la regione Puglia e l'autorità di bacino, ha invitato tutti i comuni costieri del comparto marittimo di Gallipoli a segnalare l'esistenza di criticità dal punto di vista idrico-geomorfologico lungo la costa, comunicando eventuali provvedimenti, quali ordinanze d'interdizione e pericolosità, che sono stati adottati al fine di emanare le conseguenti ordinanze d'interdizione al mare per la sicurezza della navigazione e della balneazione.
  Lo scorso 18 marzo, stante l'approssimarsi della stagione estiva e del conseguente incremento dell'affluenza dei turisti lungo le coste, i comuni interessati sono stati sensibilizzati per intensificare la collaborazione con gli uffici marittimi. Sopralluoghi sono stati svolti anche da parte dell'autorità di bacino, che ha individuato i tratti costieri maggiormente esposti e a rischio. La capitaneria di porto di Gallipoli ha comunicato che per l'emissione dei provvedimenti interdittivi è stata presa come riferimento la perimetrazione classificata PG2 e PG3 dei tratti costieri nei quali nel recente passato si erano verificati alcuni crolli. Sono state quindi previste limitazioni della balneazione, e alle attività nautiche in genere, per in totale di circa 46 chilometri degli oltre 300 chilometri di costa della provincia di Lecce.
  Per quanto riguarda gli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico in Puglia è utile rammentare che nel 2010 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha sottoscritto con la regione Puglia un accordo di programma per il finanziamento di 84 progetti, di cui 5 ricadenti nell'ambito nei comuni della provincia di Lecce, per un importo complessivo di oltre 194 milioni di euro, di cui oltre 36 milioni statali, interamente erogati sulla contabilità speciale del comitato delegato.
  Per quanto attiene il discorso normativo della legge di stabilità di cui si fa cenno nell'interrogazione che dava la possibilità di riprogrammare gli accordi di programma già stipulati nel 2010, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nel febbraio scorso ha invitato le regioni a segnalare eventuali nuove criticità. La regione Puglia nel rispondere a tale invito sostanzialmente ha riconfermato gli interventi già sottoscritti nell'accordo di programma 2010.
  Da ultimo va ricordato che la legge di stabilità pone a disposizione nel periodo 2014-2020 quasi 55 miliardi di euro per la programmazione di interventi strutturali, di cui una parte per la mitigazione del rischio idrogeologico. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha richiesto alle regioni di segnalare eventuali nuovi criticità. Al riguardo, la regione Puglia ha iscritto 99 interventi, di cui 9 nella provincia di Lecce e tra questi uno solo per la stabilità nella falesia in Pag. 85località Torre dell'Orso per un importo di due milioni di euro.

  PRESIDENTE. L'onorevole Matarrese ha facoltà di replicare, per due minuti.

  SALVATORE MATARRESE. Signor Presidente, signor Ministro mi ritengo soddisfatto della sua risposta e colgo l'occasione per dirle che le medesime problematiche si stanno verificando a nord della Puglia, quindi nel Gargano e la invito davvero ad un impegno personale, conoscendo la sua attenzione sui problemi, a rendersi conto che dal 2010 e dal 2012, siamo al 2014, questo sistema, estremamente articolato, di competenze tra regioni, Stato, Protezione civile, Consiglio dei ministri, Ministero dell'economia delle finanze, autorità di bacino, di fatto rende il nostro sforzo parlamentare inefficace al fine di risolvere quei problemi reali di sicurezza dei cittadini e di continuità dell'iniziativa economica, soprattutto in questi momenti di crisi. Su questo davvero ci vuole un impegno personale del Ministro e del Ministero, perché le regioni se intralciano e non fanno spendere 55 miliardi, utili per l'economia e per i cittadini, è un dovere che noi ci attiviamo fortissimamente su questo, perché i cittadini ci chiedono questo. Ed è davvero inammissibile chi ci sia tanta disponibilità di risorse e tanta incapacità di mettere in essere quelle azioni conseguenti che hanno l'urgenza e la necessità del momento per far fronte al lavoro, alla sicurezza, all'occupazione di settori produttivi che sono in grave crisi.
  Sono contento della risposta, molto scontento di come questo Paese, malgrado i nostri sforzi e i nostri impegni, non riesca a dare risposta né ai cittadini né alla crisi del momento.

(Chiarimenti sui vincoli ambientali e sui parametri logistici alla base dell'individuazione del sito italiano di smantellamento del relitto della Costa Concordia – n. 3-00875)

  PRESIDENTE. L'onorevole Sani ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Dallai n. 3-00875, concernente chiarimenti sui vincoli ambientali e sui parametri logistici alla base dell'individuazione del sito italiano di smantellamento del relitto della Costa Concordia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  LUCA SANI. Signor Presidente, il Consiglio dei ministri, con delibera dell'11 marzo 2013, ha definito il relitto della Costa Concordia un rifiuto, nel rispetto del regolamento (CE) n. 1013/2006. Si è letto che Costa Crociere avrebbe individuato in Genova il porto per lo smaltimento del relitto e questo sta generando preoccupazioni, perché per un rifiuto di tale portata non si osserva il cosiddetto parametro della vicinanza. Il tragitto che interessa lo spostamento della Costa Concordia è un lungo tratto di mare ad altissimo pregio ambientale, data la prossimità anche dell'area protetta cosiddetta «santuario dei cetacei».
  Quindi, si chiede al Governo di chiarire a quali vincoli ambientali e normativi debba sottostare lo smaltimento di questo enorme rifiuto, perché pensiamo che altrimenti si potrebbero causare altre emergenze ambientali più gravi del relitto che, ad oggi, la Concordia rappresenta.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, sul quesito formulato dagli onorevoli interroganti si osserva quanto segue.
  L'individuazione del sito per lo smaltimento del relitto della Concordia è di competenza della società Costa Crociere Spa. La procedura per l'esame e l'approvazione del progetto per il trasferimento della Concordia sono stati definiti dal Consiglio dei ministri con la delibera adottata nella seduta del 16 maggio 2014, con Pag. 86la quale si è stabilito che per l'esame e l'approvazione del progetto per il trasferimento del relitto presso un porto idoneo, individuato per il successivo smaltimento, che sarà operato dalla Costa Crociere, nonché per l'esame e il rilascio dei pareri, visti, concessioni e nulla osta, previsti a normativa vigente per il progetto stesso, si provveda con le procedure previste dall'articolo 1 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 aprile 2012.
  La conferenza di servizi decisoria prevista dalla citata procedura si deve svolgere entro il 16 giugno 2014. Il commissario delegato nell'esercizio delle funzioni attribuite, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3998, riferisce l'esito della conferenza di servizi decisoria con apposita comunicazione al Consiglio dei ministri e provvede, con proprie ordinanze, all'adozione delle eventuali ulteriori misure necessarie per assicurare l'esatta esecuzione del progetto e delle relative prescrizioni formulate dalla conferenza di servizi decisoria, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
  Al riguardo si precisa che la conferenza di servizi istruttoria è stata convocata in data 9 giugno 2014 per l'avvio della predetta procedura. Nel corso di tale seduta è emersa l'esigenza, unanimemente condivisa da tutte le amministrazioni convocate, di disporre di un tempo maggiore per un compiuto approfondimento della complessa e articolata proposta progettuale presentata da Costa Crociere. A tal fine sono state avviate le procedure finali per addivenire ad una proroga del termine per lo svolgimento della conferenza di servizi decisoria di ulteriori dieci giorni, quindi al 26 giugno prossimo. Per il giorno 16 giugno è convocata un'ulteriore riunione della conferenza di servizi istruttoria per proseguire nell'esame avviato.
  Nel rispetto del principio di precauzione, che, come è noto, informa l'ordinamento comunitario e, conseguentemente, quello nazionale nella valutazione delle azioni da intraprendere in scenari che possono contemplare possibili riflessi sulle matrici ambientali, le soluzioni prospettate nella proposta progettuale presentata da Costa Crociere sono in corso di esame da parte delle amministrazioni convocate nella conferenza di servizi, al fine della definizione delle connesse prescrizioni. In tale contesto, tutti i diversi aspetti considerati, da quelli logistici a quelli sopra richiamati, relativi alla capacità dei soggetti privati individuati per attività di smantellamento, e, non ultimi, quelli definitori, concorrono, nel rispetto del richiamato principio di precauzione, alla formazione della determinazione della conferenza di servizi, i cui esiti saranno comunicati al Consiglio dei ministri.
  Solo all'esito della predetta conferenza si avrà, dunque, dispiegato con chiarezza, vuoi il quadro definitorio giuridico, vuoi quello progettuale e operativo, e potrà darsi corso alle opportune azioni per rimuovere in condizioni in piena sicurezza ambientale la Costa Concordia.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Un secondo solo... Per quanto più specificamente riguarda il profilo diretto della tutela ambientale, considerata con attenzione la delicatezza del tema degli inquinanti presenti a bordo, le strutture del mio Dicastero stanno valutando, sotto il profilo tecnico, le ottimali prescrizioni da osservare, condizioni per un parere favorevole con particolare riferimento agli idrocarburi. Il Ministero sta valutando, tra l'altro, alcune prescrizioni relative proprio al tema degli impianti. Non appena il relitto si allontanerà a traino dal luogo del sinistro sarà necessario un immeditato avvio delle operazioni di bonifica delle opere di cantiere realizzate per rimuovere la nave dal Giglio.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro, solo per sua informazione sono 45 i secondi, e non uno.
  L'onorevole Dallai ha facoltà di replicare.

Pag. 87

  LUIGI DALLAI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta e le informazioni che ha voluto illustrarci e questo ci fa ritenere sostanzialmente soddisfatti. Inevitabilmente, la discussione relativa alla rimozione ed allo smantellamento del relitto si è incentrata sul sito di destinazione. In realtà la fase istruttoria, quella che stiamo affrontando adesso, è particolarmente rilevante, perché dobbiamo sostanzialmente specificare tutte le problematiche ambientali legate alla fase di trasporto. Infatti la nave, essendo destinata a demolizione, come tale soddisfa la definizione di rifiuto. Essendo un rifiuto, secondo anche il regolamento comunitario n. 1013 del 2006, questo deve essere trasportato nel luogo tendenzialmente più vicino, possibilmente atto allo smaltimento, e come tale il trasporto deve sottostare a tutte le possibili regolamentazioni di tutela ambientale che appunto mettano in sicurezza il trasporto stesso.

(Chiarimenti in merito all'effettiva adozione del decreto di compatibilità ambientale sul progetto Mose – n. 3-00876)

  PRESIDENTE. L'onorevole Da Villa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00876, concernente chiarimenti in merito all'effettiva adozione del decreto di compatibilità ambientale sul progetto Mose, per un minuto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MARCO DA VILLA. Signor Presidente, i recenti fatti di cronaca giudiziaria che hanno coinvolto la realizzazione delle dighe mobili del Mose di Venezia sembrano non essere l'unico episodio oscuro che riguarda la più grande opera pubblica italiana. I reati di corruzione, concussione, riciclaggio, falsa fatturazione, turbativa d'asta si sono sviluppati in un humus di confusione e connivenze che coinvolge tutti i livelli istituzionali.
  La domanda che il MoVimento 5 Stelle si pone è: le istituzioni, i Governi di destra e di sinistra hanno fatto tutto il possibile per evitare questa situazione ? In particolare chiediamo al Ministro se e quando i Governi italiani di destra e di sinistra abbiano formulato espressamente il decreto di compatibilità ambientale, ritenuto necessario da una sentenza del TAR Veneto del 2002 e da una deliberazione del Governo Amato del 2001 per avviare e proseguire i lavori del Mose.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, nel 1997 il progetto Mose è stato sottoposto alla valutazione di impatto ambientale statale. Tale procedura si è conclusa, come ricordavano gli interroganti, con l'emanazione del pertinente decreto interministeriale ambiente e beni culturali del 24 dicembre 1998, il quale ha espresso giudizio di compatibilità ambientale negativo sulla base del conforme parere reso dalla commissione VIA.
  Il predetto decreto è stato successivamente annullato dal TAR Veneto per vizi formali e sostanziali, a seguito del ricorso proposto da regione, Ascom e titolari valli di pesca. Nel merito delle valutazioni espresse in sede VIA, peraltro, il cosiddetto Comitatone, nell'ambito delle proprie funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo dell'attuazione di tutti gli interventi di salvaguardia di Venezia e della sua laguna, tra i quali il principale è rappresentato appunto dal Mose, ritiene di avviare un approfondimento per il tramite del magistrato delle acque.
  Nel luglio 2000, preso atto del perdurare della divergenza sull'avvio di una fase progettuale esecutiva tra il giudizio del Ministero dell'ambiente e dell'allora Ministro dei lavori pubblici quale proponente, si ricorda, dell'opera, viene deciso che la questione fosse rimessa al Consiglio dei Ministri. Questo, dal canto suo, nella seduta del 15 marzo 2001, ritiene di deliberare e prescrivere il passaggio alla definitiva progettazione esecutiva del sistema Mose dopo un ulteriore stadio progettuale, Pag. 88rimandando le pertinenti valutazioni al solo Comitatone, escludendo in tal modo l'effettuazione di una nuova VIA.
  Nell'aprile 2003 il Comitatone decide all'unanimità il passaggio dagli esecutivi alla realizzazione dell'opera. La commissione di salvaguardia prevista dalla legislazione speciale per Venezia, presieduta dal presidente della regione Veneto e con la partecipazione dei rappresentanti di tutti gli enti e le istituzioni competenti, il 20 gennaio 2004 esprime parere favorevole al sistema Mose.
  È da rilevare che per talune opere complementari al progetto, quali richieste dal Comitatone, si sono svolte da parte della regione Veneto diverse procedure di VIA, conclusesi nel novembre 2002 e gennaio 2005 con parere ambientalmente positivo. Sul punto è opportuno segnalare che, in tali occasioni, i competenti uffici di questo Ministero avevano formalmente rilevato il non corretto rispetto della normativa in materia di VIA, ritenendo fosse necessaria, per l'ovvio collegamento con il progetto originale, la VIA statale.
  Concludo richiamando l'accordo di programma sottoscritto il 21 giugno 2013 tra il Ministro dell'ambiente pro tempore, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e il presidente della regione Veneto, in base al quale sono state regolamentate le procedure e i diversi ambiti di competenza volti a ricondurre al Ministero dell'ambiente, che opera per il tramite della commissione VIA-VAS, le competenze in materia di controllo e vigilanza sulla corretta attuazione dell'opera, come peraltro prescritto nella legge obiettivo, che si protrae nel corso della realizzazione e nel primo anno di esercizio nonché il monitoraggio degli impianti ambientalmente significativi provocati dal complesso di opere e interventi che verranno realizzati in laguna.

  PRESIDENTE. L'onorevole Da Villa ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MARCO DA VILLA. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta, che conferma il fatto che non c’è questo decreto. In pratica si è lasciato il compito di studiare e pianificare la politica di salvaguardia della laguna di Venezia ad un consorzio privato, che sapeva costruire nient'altro che dighe di cemento e cassoni di metallo e quello ha costruito.
  Non siamo soddisfatti, Ministro, perché si sta raccontando l'ennesima favola ai cittadini italiani. La favola è che il problema sono i ladri che vanno mandati via a calci e che lo Stato è più forte dei ladri. La verità è che nessun Governo si è preoccupato dell'esistenza del decreto di compatibilità ambientale. Se questi sono ladri, chi ha tenuto il sacco sono i Governi di destra e di sinistra, per omissione, inerzia, incapacità o chissà per quale altro motivo, che speriamo possa accertare la magistratura. I complici dei ladri sono stati i Governi Berlusconi e il Governo Prodi del 2006, complici di un'opera di fatto abusiva che ha drenato denaro pubblico sottratto alla sanità, alla scuola, alle imprese sane.
  Ciò che è drammatico è che l'attuale Governo sta ripercorrendo la medesima strada: per risolvere il problema del passaggio delle grandi navi nella laguna di Venezia, da più di un anno il Ministro Lupi si è intestardito nel voler considerare come unica soluzione praticabile lo scavo di un devastante e costoso canale che taglia in due la laguna, senza tenere minimamente conto dei progetti alternativi che salverebbero ambiente e occupazione. Sempre la solita storia: tra tante opzioni, ogni volta si sceglie quella a maggior costo, a maggiore impatto sul territorio, a più complessa manutenzione, con tutte le caratteristiche ideali per incorrere in ritardi mostruosi, che faranno invocare stati di emergenza con cui ottenere i poteri speciali, servendosi dei quali saccheggiare il Paese nel più completo arbitrio. Per non parlare dell'opacità nella realizzazione di altre opere come la superstrada pedemontana veneta, e chiudo.
  Voi raccontate favole agli italiani. La verità invece è che per voi occorre che tutto cambi affinché tutto rimanga com’è.

Pag. 89

(Iniziative di competenza in relazione al ricollocamento del personale dei disciolti consorzi di bacino della Campania e delle società ad essi collegate – n. 3-00877)

  PRESIDENTE. L'onorevole Taglialatela ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00877, concernente iniziative di competenza in relazione al ricollocamento del personale dei disciolti consorzi di bacino della Campania e delle società ad essi collegate (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, Ministro, la vicenda dei lavoratori dei consorzi di bacino della Campania è già arrivata agli onori della cronaca e so che ci sono stati più volte incontri e riunioni sull'argomento.
  Nello specifico, il Governo ha accolto un ordine del giorno a firma di diversi parlamentari, compresa la mia, con il quale si esprimeva un parere favorevole alla possibilità che la regione Campania utilizzasse somme nella sua disponibilità nell'ambito del Fondo per lo sviluppo e la coesione per consentire il riassorbimento lavorativo di questi lavoratori dipendenti. Mi chiedo cosa il Governo intenda fare per garantire che queste migliaia di persone possano nel giro di qualche tempo essere ricollocate da un punto di vista lavorativo e soprattutto percepire gli stipendi che non vengono garantiti loro da moltissimi mesi.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIAN LUCA GALLETTI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, la questione sollevata dagli interroganti investe competenze locali, in particolare la sorte del personale dipendente dei consorzi di bacino e delle società da essi partecipate già licenziato e collocato in mobilità.
  Il consiglio regionale della Campania ha approvato la legge regionale n. 5 del 2014, concernente il riordino del servizio gestione rifiuti urbani e assimilati in Campania, che ha delineato un nuovo assetto di governance nel servizio di gestione dei rifiuti urbani prevedendone l'esercizio in forma obbligatoriamente aggregata da parte dei comuni attraverso le conferenze d'ambito. Lo schema della nuova impostazione prevede che in ogni ambito territoriale ottimale, i cosiddetti ATO, per assicurare un'efficiente gestione e soprattutto per i servizi di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti, si possa definire un'articolazione dei servizi in aree omogenee denominata sistemi territoriali operativi.
  In questo nuovo scenario, la legge n. 5 del 2014 ha previsto anche la risoluzione della problematica dei lavoratori dei consorzi. Infatti, l'articolo 13, rubricato «Personale dei consorzi di bacino», prevede che, fino al completo reimpiego delle unità di personale dei consorzi di bacino, è vietato procedere a nuove assunzioni per lo svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti.
  Le unità di personale dei consorzi di bacino già dipendenti alla data del 31 dicembre 2008, eventualmente in eccedenza per ragioni funzionali o finanziarie, oppure all'esito di processi di riorganizzazione, oppure licenziati e che abbiano vinto le controverse giudiziarie per impugnativa del licenziamento, vengono assegnate e trasferite agli affidatari dei servizi comunali di gestione dei rifiuti, anche se svolti in economia mediante amministrazione diretta, dando priorità al personale assunto alla data del 31 dicembre 2001.
  Il personale citato viene utilmente impiegato per l'assolvimento dei compiti di vigilanza ambientale e di prevenzione del fenomeno di abbandono incontrollato dei rifiuti, di controllo della qualità del servizio di gestione degli impianti a supporto del ciclo, con particolare riferimento ai centri di raccolta, agli impianti di valorizzazione delle diverse frazioni merceologiche e di trattamento della frazione organica.Pag. 90
  Al personale dipendente dai consorzi di bacino e dalle società da essi partecipate, anche se già licenziato e collocato in mobilità, si applica la disposizione che prevede, fermo restando la risoluzione del rapporto di lavoro, la possibilità di passaggio diretto ed immediato al nuovo gestore del servizio integrato dei rifiuti, con la salvaguardia delle condizioni contrattuali collettive e individuali in atto.
  Può, quindi, concludersi che, con la disposizione citata, sono salvaguardati i lavoratori dei consorzi di bacino e delle società da essi partecipate e delle società provinciali, attraverso l'utilizzo di una serie di attività fondamentali come la vigilanza ambientale, il controllo e la prevenzione dell'abbandono dei rifiuti e dei roghi, come pure la gestione post operativa dei siti di stoccaggio e delle discariche.

  PRESIDENTE. L'onorevole Taglialatela ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, signor Ministro, lei non ha risposto alla mia domanda. La domanda è legata al seguente fatto: se il Governo nazionale, avendo dato un parere favorevole a un ordine del giorno in quest'Aula per consentire alla regione Campania di utilizzare somme già nella sua disponibilità nell'ambito del Fondo per lo sviluppo e la coesione, possa utilizzare quelle somme che garantiscano il reimpiego lavorativo dei dipendenti dei consorzi, soprattutto da un punto di vista formativo.
  C’è un ordine del giorno approvato dall'Aula, con il parere favorevole del Governo, che è rimasto fino a questo momento lettera morta: non si tratta di chiedere soldi al Governo, ma la regione Campania ha bisogno di un'autorizzazione che completi il ciclo virtuoso determinato dall'approvazione della legge alla quale lei ha fatto riferimento. Quella legge, se non c’è la possibilità di dare un avvio immediato alla situazione occupazionale e retributiva, rimarrà lettera morta.
  Quindi, la prego, a prescindere dalla risposta che le hanno formulato i suoi uffici, si legga anche l'ordine del giorno approvato da quest'Aula nel gennaio di quest'anno, che fa specificamente riferimento alla possibilità che la regione Campania utilizzi somme nella sua disponibilità, anche in ragione delle emergenze ambientali. Lei fa bene a ricordare quale sia la necessità di poter dare immediatamente riscontro ad una serie di attività che siano di controllo, monitoraggio, ma anche, ovviamente, di bonifica. Per fare ciò le leggi servono, ma, insieme alle leggi, servono ovviamente le disponibilità economiche, che questo Governo deve autorizzare nell'ambito di disponibilità che già sono in capo alla regione Campania.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MARCELLO TAGLIALATELA. La prego, Ministro, sull'argomento specifico dia una risposta nei fatti, a prescindere da quella formale che ha dato quest'oggi in Aula.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,10 con l'esame del disegno di legge recante misure urgenti in favore delle popolazioni colpite dal terremoto e dai successivi eventi alluvionali.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Michele Bordo, Caparini, Dambruoso, De Girolamo, Dellai, Di Lello, Gregorio Fontana, Fraccaro, Giancarlo Giorgetti, Gozi, la Russa, Antonio Martino, Gianluca Pini, Pag. 91Pisicchio, Ricciatti, Speranza, e Tabacci, sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 12 maggio 2014, n. 74, recante misure urgenti in favore delle popolazioni dell'Emilia-Romagna colpite dal terremoto e dai successivi eventi alluvionali verificatisi tra il 17 ed il 19 gennaio 2014, nonché per assicurare l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali (A.C. 2365-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2365-A: Conversione in legge del decreto-legge 12 maggio 2014, n. 74, recante misure urgenti in favore delle popolazioni dell'Emilia-Romagna colpite dal terremoto e dai successivi eventi alluvionali verificatisi tra il 17 ed il 19 gennaio 2014, nonché per assicurare l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2365-A)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che il presidente del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che la VIII Commissione (Ambiente) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, deputato Alessandro Bratti.

  ALESSANDRO BRATTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'VIII Commissione propone all'Assemblea l'approvazione del provvedimento in esame che reca, come è stato ricordato, misure urgenti in favore delle popolazioni dell'Emilia-Romagna colpite dal terremoto nel maggio 2012 e più di recente le gravi calamità atmosferiche quali tromba d'aria ed alluvione. Il decreto consente inoltre di attuare importanti e urgenti interventi di messa in sicurezza idraulica di questi territorio colpito per assicurare una piena operatività delle infrastrutture idrauliche prima della prossima stagione autunnale nonché il ripristino di ulteriori opere pubbliche, sociali, sanitarie, religiose, sportive e di interesse storico-artistico danneggiate appunto dall'alluvione del gennaio 2014 e dalla tromba d'aria del 3 maggio 2013. Il decreto restituisce infine – ultimo ma non meno importante – forse uno dei punti più qualificanti di questo provvedimento legislativo, piena operatività per l'anno in corso al Fondo per le emergenze nazionali, previsto dalla legge 225 del 1992, in materia di protezione civile, ponendo le condizioni per dare una pronta risposta a tutte le situazioni di emergenza, e purtroppo in Italia sono numerose, che hanno interessato negli ultimi periodi tutte le aree del nostro Paese. Nel rinviare per quanto concerne un'analisi puntuale delle disposizioni del provvedimento alla relazione svolta presso l'VIII Commissione, ritengo comunque opportuno soffermarmi sulle principali modifiche che la stessa Commissione ha introdotto in sede di esame degli emendamenti. Si tratta infatti di modifiche significative che come indicherò più avanti hanno toccato e dato risposta a questioni importanti fra le quali indico solo per citarne alcune quella diretta alla messa a punto nell'ambito di applicazione del decreto, alla migliore definizione e delimitazione dei poteri del commissario delegato e delle risorse messe a sua disposizione compreso – lo voglio dire per la trasparenza – anche l'obbligo di relazione annuale al Parlamento sulle attività svolte e sulle risorse impiegate quelle relative all'introduzione di benefici a favore dei cittadini e delle imprese Pag. 92danneggiate dagli eventi calamitosi e quelle relative alla sospensione dei pagamenti dei finanziamenti agevolati; quelle dirette al rafforzamento del Fondo per le emergenze nazionali e quelle poste fattivamente a sostegno del buon funzionamento della rete di allertamento nazionale per il rischio meteo-idrogeologico-idraulico, battaglia storica che vede dopo diversi anni una risposta concreta in questo provvedimento.
  Voglio inoltre sottolineare che tali modifiche, in molti casi sensibilmente migliorative del testo originario emanato dal Governo, sono il frutto positivo di un metodo di lavoro che, devo dire, ha sempre caratterizzato l'attività istruttoria svolta nella nostra Commissione, improntato ad un clima di sostanziale condivisione da parte dei gruppi, sia di maggioranza che di opposizione, della necessità e urgenza di approvare rapidamente, per quanto possibile, e di migliorare un provvedimento particolarmente atteso dai cittadini, dalle famiglie, dalle imprese di un territorio già profondamente ferito dal terremoto del 2012. Con riferimento al terremoto del 2012 – e lo faccio non solo perché sono emiliano – volevo anche dare alcuni dati dello stato dell'arte. Ricordo che l'area colpita è un'area che realizza il 2 per cento del PIL italiano; 19 mila famiglie sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni; sono stati danneggiati 45 mila edifici residenziali, 13 mila immobili adibiti ad attività economiche e oltre 1.500 edifici pubblici e strutture socio-sanitarie.
  Ebbene, a due anni di distanza dal terremoto possiamo dire, in base anche a dati riportati sul sito web (tra l'altro, è un procedimento per la trasparenza assolutamente dovuto da parte, in questo caso, della regione Emilia Romagna), che ad oggi, per dare alcuni dati, ben sette famiglie su dieci sono tornate a casa; i lavoratori ancora in cassa integrazione sono 215 rispetto ai 40 mila iniziali; 595 mila tonnellate di macerie sono state rimosse; c’è stata l'apertura di 1.764 cantieri, di cui 1.562 già chiusi. Complessivamente, oltre 4 miliardi di euro sono stati impegnati per la ricostruzione dei territori e per la ripresa e il rilancio dell'economia.
  Infine, il presidente della regione, nonché commissario straordinario, ha assicurato lo scorso mese di maggio che il terremoto costerà quello che era stato previsto costasse e i tempi della ricostruzione – così cita il presidente – non saranno più lunghi rispetto a quelli di altri casi che in passato hanno dato buoni risultati finali. È chiaro che molti problemi rimangono ancora da risolvere in parte; con questo decreto noi cerchiamo di dare una risposta ad alcuni di questi problemi. Ora vorrei esaminare puntualmente alcune questioni; innanzitutto, l'ambito di applicazione: i territori. In tal senso, segnalo anzitutto che la Commissione è intervenuta migliorando significativamente il comma 1 dell'articolo 1, che definisce l'ambito territoriale di applicazione del complesso delle misure dirette a garantire la continuità dell'attività di ricostruzione e a coordinarla con gli interventi necessari per la ricostruzione stessa, l'assistenza alla popolazione e, appunto, come dicevo prima, la ripresa economica dei territori, di quelle aree che, lo ricordo, sono state colpite dal terremoto e successivamente sono state interessate da altre calamità naturali, perché questo è un po’ anche il filo conduttore di tutto il decreto o almeno dell'articolo 1.
  La modifica approvata stabilisce, infatti, che queste misure si applicano anche ai comuni emiliani che sono stati interessati dagli eventi alluvionali del 17-19 gennaio 2014 – perché purtroppo, mentre si stava chiudendo il decreto che riguardava la tromba d'aria del 2013 è appunto capitata la tromba d'aria del 2014 – e ai comuni anche della provincia di Modena colpiti dalla tromba d'aria del 3 maggio 2013, comprese alcune frazioni della città stessa di Modena che non erano state ricomprese.
  In merito ai poteri del commissario delegato, segnalo che il comma 3 dello stesso articolo, anch'esso modificato nell'esame in Commissione, consente al commissario di avvalersi, per l'attività di ricostruzione, Pag. 93oltre che dall'amministrazione della regione Emilia Romagna anche delle amministrazioni locali e del personale assunto attraverso i contratti di lavoro flessibile a seguito dell'emergenza post-terremoto del 2012, fermo restando – questo è importante – che l'utilizzo di lavoratori o delle convenzioni in essere con alcuni organismi deve avvenire ovviamente nei limiti delle risorse già disponibili a tal fine, quindi – questo è importante – senza alcun onere finanziario aggiuntivo ed eventualmente, appunto, solo prorogando i rapporti contrattuali in essere.
  Anche in questo caso la modifica apportata dalla Commissione è importante e positiva, giacché consente al commissario di continuare ad avvalersi di tutte quelle strutture e persone per dare risposte adeguate e tempestive: si tratta di circa 2.400 professionisti che operano nella costruzione e 1.600 imprese esecutrici di lavori, cercando anche di far fronte a tutte le pratiche edilizie negli uffici comunali e all'aumento del livello di complessità e di responsabilità connesso al loro espletamento.
  Le risorse finanziarie. Quanto alle disposizioni contenute nel comma 5 dell'articolo 1 del decreto-legge, ricordo che esse consentono al presidente della regione, nella sua veste di commissario delegato, di destinare complessivamente 210 milioni di euro per gli anni 2014 e 2015. Questo ammontare ha tre finalità principali: la prima è quella del ristoro dei danni subiti dai soggetti privati a causa, appunto, degli eventi alluvionali del gennaio 2014 e dalle successive trombe d'aria; la seconda è quella della realizzazione dei più urgenti interventi connessi al programma – questo è molto importante – di messa in sicurezza idraulica dei territori connessi ai fiumi che hanno generato l'alluvione; la terza, infine, è quella legata alla realizzazione degli interventi indispensabili per la ripresa delle attività economiche e delle normali condizioni di vita e di lavoro, ivi compresi i contributi per l'autonoma sistemazione dei nuclei familiari la cui abitazione principale è stata dichiarata inagibile, nonché anche i contributi per il ripristino di opere pubbliche importanti.
  Anche in questo caso, attraverso un lavoro che è stato fatto in Commissione, è stato specificato che l'importo indicato potrà essere utilizzato, con separata evidenza contabile, a valere esclusivamente sulle risorse della contabilità speciale istituita per la ricostruzione del sisma 2012 ed intestata al Presidente della regione Emilia-Romagna. Quindi stiamo parlando di poste finanziarie che sono nel budget della contabilità speciale della regione Emilia-Romagna.
  In merito ai benefici per le imprese agricole, in sede di esame sempre in Commissione, abbiamo inserito il comma 5-bis, il quale dispone che alle aziende agricole, che ricadono nei territori dei comuni interessati da questi eventi, si applichino quegli stessi benefici previsti, a titolo di interventi compensativi per favorire la ripresa dell'attività produttiva appunto nelle zone colpite da eventi calamitosi eccezionali, che ricordo vanno ben oltre al danno immediato sul raccolto. Qui si tratta di danni definitivi alla produzione totale perché intere colture sono state completamente devastate.
  Fra gli interventi da realizzare, come ho appena detto, a cura del commissario, in coordinamento con il commissario all'emergenza idrogeologica e con gli altri soggetti istituzionalmente competenti, figurano quelli necessari per la messa in sicurezza del territorio. Al riguardo, il comma 6 attribuisce al commissario delegato il compito di individuare i progetti cantierabili e le risorse necessarie per il loro finanziamento. Inoltre, anche accogliendo una osservazione assolutamente pertinente di colleghi dell'opposizione, nel comma 6-bis, abbiamo introdotto nel corso dell'esame che gli interventi prioritari siano quelli di messa in sicurezza idraulica e che devono essere ovviamente in linea con gli obiettivi delle direttive europee 2000/60/CE e con la c.d. direttiva alluvioni.
  Quanto al comma 7 dell'articolo 1, segnalo rapidamente che esso demanda ad appositi provvedimenti del commissario Pag. 94delegato: la determinazione, sulla base dei danni effettivamente verificatisi, di priorità, modalità e percentuali entro le quali possono essere concessi contributi necessari per la ripresa delle attività economiche e delle normali condizioni di vita; l'individuazione dei requisiti soggettivi e oggettivi (appunto per la concessione dei contributi) e le modalità di asseverazione dei danni subiti, anche prevedendo procedure semplificate per i danni di importo inferiore alla soglia determinata dal commissario; l'estensione di tali procedure, ai fini dell'armonizzazione dei comportamenti amministrativi, compresi quelli relativi all'erogazione dei contributi (anche questa era una richiesta che è venuta in Commissione), anche ai provvedimenti futuri relativi al sisma del maggio 2012.
  In quarto luogo, l'autorizzazione di contributi per l'autonoma sistemazione dei nuclei familiari la cui abitazione principale, in conseguenza dei recenti eventi alluvionali, è stata dichiarata inagibile, fermo il rispetto della disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato. Il comma 8 inoltre prevede che il commissario delegato autorizzi, sempre nel limite delle risorse disponibili, la concessione di contributi per il ripristino di opere pubbliche o di interesse pubblico. Nel corso dell'esame tra l'altro è stato opportunamente precisato che la concessione di questi contributi, i quali possono essere destinati al ripristino di diverse strutture pubbliche, dovrà essere autorizzata dal commissario delegato solo previa individuazione delle priorità degli interventi e delle modalità per la concessione dei contributi stessi. Sulla copertura finanziaria dei 210 milioni di euro ho già riferito prima.
  In merito alla disciplina in materia di infortuni sul lavoro, la prima di queste norme ha inserito nel testo del provvedimento il comma 9-bis, che prevede per le imprese operanti nei territori interessati dagli eventi sismici che non si tenga conto degli eventi infortunistici verificatisi in concomitanza dei medesimi eventi. Anche questo è stato oggetto di una richiesta e di un lavoro fatto in Commissione.
  In merito alla sospensione dei pagamenti e dei finanziamenti agevolati, questo era uno dei provvedimenti che a noi interessava di più, anche perché ne abbiamo discusso più volte in altri provvedimenti che riguardavano il terremoto.
  Il successivo comma 9-ter, anch'esso inserito appunto nel corso dell'esame in Commissione, consente una volta per tutte ai soggetti che hanno contratto i finanziamenti agevolati per provvedere al pagamento dei tributi, dei contributi e dei premi sospesi dovuti dal 1o dicembre 2012 al 15 novembre 2013, la possibilità di richiedere la sospensione del pagamento dovuto per la restituzione del debito per quota capitale per un periodo non superiore a 12 mesi. Si tratta anche in questo caso di un miglioramento, come ho detto prima, molto significativo rispetto al testo originario del decreto-legge, che dà un giusto riconoscimento alle famiglie, alle imprese, ai commercianti, ai professionisti colpiti dal terremoto che, voglio ricordare, non hanno mai di fatto smesso di pagare i tributi nei confronti dello Stato.
  In merito alla relazione al Parlamento e proroga dei termini per immobili adibiti ad abitazione principale, in sede di Commissione abbiamo inserito altri due commi: il primo prevede opportunamente che il presidente della regione, nella sua qualità di commissario, trasmetta ogni anno – lo dicevo prima – al Parlamento una relazione sullo stato di avanzamento dei lavori; il secondo proroga invece di un anno i termini per adibire un immobile – anche questa è una cosa molto importante – ad abitazione principale al fine di consentire ai cittadini che non lo hanno potuto fare a causa del terremoto di poter beneficiare delle agevolazioni sull'imposta di registro e delle detrazioni Irpef conseguenti.
  Un altro emendamento che noi consideriamo molto importante è quello che riguarda l'esclusione dal reddito imponibile dei contributi, degli indennizzi e dei risarcimenti, cosa che, anche questa, non era chiara.
  In merito al sostegno al reddito, l'articolo 1-bis, anch'esso introdotto nel corso Pag. 95dell'esame in Commissione, dispone poi che al finanziamento della cassa integrazione in deroga a favore delle imprese e dei lavoratori sospesi a seguito dell'alluvione del gennaio 2014 concorrano le specifiche risorse già destinate per il terremoto, a tutela del reddito per alcune categorie di lavoratori.
  In merito al Fondo per le emergenze nazionali, questo – ripeto – è un altro capitolo che riteniamo molto importante. È stato fatto un positivo lavoro dalla Commissione, in collaborazione ovviamente con il Governo e la Protezione civile, diretto ad assicurare l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali. Al riguardo osservo, infatti, che nel corso dell'esame in Commissione sono state approvati diversi emendamenti che garantiscono il completo finanziamento di tutte le emergenze che si sono verificate nel 2014, che riguardano diverse regioni del nostro Paese, dando in tal modo risposta alle esigenze indifferibili di tantissime comunità. In particolare, nel corso dell'esame in sede referente, è stato previsto che nel Fondo per le emergenze nazionali confluiscano anche le risorse inutilizzate provenienti dal Fondo per la ricostruzione e la messa in sicurezza nei territori colpiti da eventi emergenziali pregressi istituiti dall'articolo 1, comma 346, della legge di stabilità per il 2014.
  È stato inoltre inserito il comma 1-ter, che destina al Fondo per le emergenze nazionali risorse aggiuntive per complessivi 100 milioni di euro. Ricordo che, sin dall'inizio, noi come Commissione avevamo chiesto al Governo di quantificare il quid del Fondo, in quanto nel decreto inizialmente non era presente. Il Governo ha accolto le nostre richieste e oggi siamo in grado di dare una risposta positiva.
  Inoltre – ed è anche questo, secondo me, un fatto molto importante per le regioni – è stato inserito il comma 1-quinquies, che consente l'utilizzo delle somme iscritte nei bilanci delle regioni provenienti dall'accertamento delle economie derivanti dalla completa attuazione dei piani di interventi urgenti connessi con eventi calamitosi verificatisi fino all'anno 2002. Quindi, di fatto, quei soldi che non sono stati spesi per vari motivi per tutte queste calamità possono essere reimpiegati su eventi straordinari.
  Per quanto concerne il sistema di allertamento nazionale – ho quasi concluso, signora Presidente –, è stata introdotta un'ulteriore disposizione, a mio avviso molto significativa – lo ripeto, come ho detto in premessa, in quanto è una delle battaglie storiche che abbiamo fatto anche come Commissione ambiente –, diretta ad aumentare il livello complessivo di efficienza e di operatività del Sistema nazionale di protezione civile. La norma in questione, contenuta in questo comma, assicura infatti la destinazione di adeguate risorse – 6 milioni di euro annui – alle attività relative alla gestione, alla manutenzione e allo sviluppo delle reti di osservazione idrometereologica al suolo e della rete dei radar utilizzati dai centri funzionali regionali operanti nel Sistema nazionale di allertamento, che è parte integrante, se non fondamentale, del Sistema nazionale di Protezione civile. Per intenderci, sono quelle reti che danno il cosiddetto early warning quando ci sono le prime avvisaglie dei mezzi straordinari.
  Prima di concludere la mia relazione, signora Presidente, ricordo che le Commissioni di settore ed il Comitato per la legislazione hanno espresso parere favorevole sul provvedimento.
  Concludo, signora Presidente, ponendo nuovamente l'accento e sottolineando positivamente il fatto che i lavori in Commissione sono stati improntati ad un clima di dialogo costruttivo e cooperativo fra tutti i gruppi parlamentari, che ringrazio, e che ciò ha consentito, da un lato, di svolgere con celerità l'esame del provvedimento e, dall'altro, di migliorarne il testo in più punti. Questo è dovuto anche ad una collaborazione molto fattiva con il Governo: ci tengo a precisarlo. Il mio auspicio è che lo stesso clima e lo stesso metodo di lavoro si ripropongano anche nello svolgimento dei lavori dell'Assemblea di oggi (Applausi).

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  PRESIDENTE. Ha facoltà ora di intervenire il relatore di minoranza, deputato Grimoldi.

  PAOLO GRIMOLDI, Relatore di minoranza. Presidente, dico subito che, avendo condiviso gli emendamenti in Commissione e condividendo il testo, sul quale non si può ovviamente essere contrari, per una realtà, quella dell'Emilia, che paga tra imposte dirette e indirette quasi 35 miliardi di euro ogni anno e per la quale stanziamo giustamente e doverosamente dei soldi per l'emergenza del terremoto, consegnerò la relazione di minoranza e aggiungo a voce solo una cosa, che è stata – penso – la preoccupazione non solo del mio gruppo, ma anche, dagli emendamenti presentati, un po’ di tutti i gruppi.
  Per quello che riguarda il terremoto dell'Emilia, circa il 6,7 per cento del territorio terremotato durante quel sisma è nella provincia di Mantova, che Emilia non è, e l'1 per cento è nella provincia di Rovigo, che anche questa Emilia-Romagna non è. La preoccupazione dei gruppi di minoranza è quella di dare risposte anche alle popolazioni di Rovigo e di Mantova colpite dal medesimo sisma in questo provvedimento, che a volte non è di facile lettura, venendo nominato come commissario il presidente della regione Emilia-Romagna. Parimenti, quella anche di garantire l'accesso alle risorse anche a tutte quelle altre realtà che, oltre che in Emilia, con l'alluvione prima e con la tromba d'aria poi, sono state colpite da eventi meteorologici particolari, che le cronache degli ultimi mesi ci raccontano e che tutti quanti abbiamo poi analizzato, discusso e approfondito, a volte anche con fatti di cronaca terribili, in quest'Aula e, quindi, avere la certezza di dare risposte anche alle altre realtà del Paese che hanno subito eventi di questo tipo.
  Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo, sottosegretaria Sesa Amici.

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, io mi associo molto al giudizio espresso nell'intervento del relatore per la maggioranza, onorevole Bratti, così come nell'intervento del collega Grimoldi, teso a significare un lavoro concreto ma molto importante svolto in Commissione su un decreto-legge che si presentava, per la sua natura, molto stringente rispetto ad alcune condizioni particolari che si erano rilevate non solo a seguito del sisma del 2012 nella regione Emilia-Romagna, ma anche, come avviene in una situazione, come dire, quasi di cattiva sorte, per cui erano stati gli stessi territori che in modo successivo erano stati colpiti sia da una tromba d'aria sia da un'alluvione. Quindi, il decreto nasceva da questa esigenza, di dare una risposta immediata a questi tre eventi drammatici, mettendo a punto una disciplina di semplificazione e di risposta immediata ad alcune situazioni. Da una parte, per cui era necessario trovare soluzione in sede di Commissione a uno dei punti che viene sempre denunciato e che è stato denunciato anche nel corso di alcuni lavori in Aula, in mozioni sul dissesto idrogeologico in altre regioni colpite dagli stessi eventi, cioè che il Governo doveva provare a fare una riflessione sul fondo per le emergenze per avere una legge-quadro e per uscire, quindi, anche dalle singole emergenze e costituire un fondo dal quale anche alle altre regioni sia data la possibilità di attingere, e riavviare una riflessione più a lungo raggio.
  Lo sforzo del decreto – e lo ricordavano entrambi i relatori – è stato quello di avere individuato nell'articolo 2 un elemento di un Fondo che sebbene attualmente, come sappiamo, non è del tutto sufficiente è già un dato significativo ed importante. Si tratta di avere individuato, per mutui pregressi non attivati sullo stato di emergenza di altre situazioni, un fondo di 100 milioni di euro dal quale sarà Pag. 97possibile dare attuazione a tutte quelle altre situazioni in cui è stata già stabilita la parte relativa all'emergenza.
  Per ultimo, il clima che si è respirato in quella Commissione e che aveva determinato anche l'intervento su alcuni aspetti importanti, io credo che vada molto sottolineato perché è la dimostrazione che, di fronte a situazioni nelle quali è necessario dare delle risposte concrete, è possibile avere un metodo di lavoro che permetta la realizzazione di alcuni obiettivi. La disponibilità mostrata in questo non solo dal Governo, ma anche da tutte le strutture che hanno contribuito all'individuazione di fondi e di risorse mi porta oggi a dire che l'intervento del collega Grimoldi e le proposte emendative, anche quelle che noi abbiamo rimesso insieme come Commissione e, quindi, quasi a testimonianza di una coralità di impegno e di necessità, serviranno, nel prosieguo della discussione non solo di questo argomento ma delle situazioni che dovremo affrontare attivando fortemente il fondo di cui all'articolo 2, di 100 milioni, ad avere una griglia di priorità.
  Mi permetto di dire una cosa che credo vada sottolineata in quest'Aula, dopo tanti anni che sono trascorsi dal 1999, cioè da quando non veniva più rifinanziato il Fondo di protezione civile delle regioni. Io credo che, nelle discussioni che noi abbiamo fatto spesso in quest'Aula sui temi dell'emergenza, avere un'idea di protezione civile regionale, con un impegno nella prevenzione e un'attenzione rispetto ad alcune situazioni, ci permette di affrontare il nodo della protezione civile e della ricostruzione nelle fasi successive agli eventi calamitosi con un atteggiamento molto più positivo, considerando nella ricostruzione la trasparenza ma anche avendo strutture che siano – quelle degli enti locali – chiamate ad una maggiore responsabilità, in termini di efficienza, ma anche di efficacia degli interventi. Questo ci permette forse di guardare con maggiore serenità ad un'idea più seria e più responsabile di protezione civile e molto meno emergenziale.
  Per questo anche io mi associo ai ringraziamenti per il lavoro svolto in Commissione, a iniziare dal presidente, da tutti i commissari e, soprattutto, per questa collaborazione molto concreta che si è avuta fra i gruppi di maggioranza e di opposizione (Applausi).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ghizzoni. Ne ha facoltà.

  MANUELA GHIZZONI. Signora Presidente, come è stato detto da chi mi ha preceduto, questo decreto viene ricordato nella vulgata come il «decreto alluvione Modena». Questa è una cosa solo parzialmente vera, per quanto abbiamo già potuto sentire in quest'Aula. È vero che il primo articolo, come ha ben descritto il relatore Bratti, si occupa specificatamente del sostegno alle popolazioni, che – lo voglio ricordare, perché davvero si tratta di una coincidenza straordinaria – in ventiquattro mesi sono state colpite prima dal terremoto, poi da una tromba d'aria, poi da un'alluvione e, infine, da un'altra tromba d'aria, in un'area, come dire, poco estesa.
  E quindi, se il primo articolo si dedica a questo intervento, il Governo di fronte ad una situazione eccezionale ha dato una risposta assolutamente tempestiva, molto concreta e molto positiva, perché ha avuto la consapevolezza che, insomma, davanti a una realtà eccezionale, bisogna dare una risposta eccezionale; è vero però che il secondo articolo – è stato ricordato – si dedica invece ad altro. Rimango un attimo però sul primo articolo, poi interverranno altri colleghi, per dire che le risorse che vengono destinate alle popolazioni modenesi, cioè i 210 milioni di cui parlava il relatore Bratti, sono risorse molto importanti: sono vere, aggiuntive si dice tecnicamente, sono risorse molto importanti e che servono a queste popolazioni per tornare alla normalità.
  Sono stati ovviamente mesi molto duri quelli che in modo particolare hanno vissuto le popolazioni dei due comuni più colpiti, Bastiglia e Bomporto – cito sono loro, sono altri anche i comuni coinvolti, Pag. 98ma cito solo loro per brevità –, però per questi comuni finalmente si incomincia, diciamo, a vedere la luce alla fine del tunnel, grazie alle disposizioni contenute in questo decreto-legge, che il commissario delegato, il presidente della regione Vasco Errani, ha già tradotto in ordinanze, che consentono di erogare i primi contributi necessari per il ritorno alle normali condizioni di vita e di lavoro. E una testimonianza di questo mutato scenario, di questo mutato contesto – lo voglio ricordare, perché io credo che sia importante – sono gli applausi tributati ai due sindaci di Bastiglia e di Bomporto all'assemblea cittadina convocata per spiegare i meccanismi di rimborso, cioè le ordinanze regionali.
  È ovvio, noi siamo consapevoli che non tutto è risolto, ma siamo anche consapevoli che forse abbiamo svoltato verso la fase della ripresa e soprattutto siamo consapevoli che non abbiamo lasciato indietro nessuno.
  Dicevo, il primo articolo è quindi dedicato all'emergenza modenese – qualcuno lo spiegherà meglio nel dettaglio – ma voglio invece venire al contenuto dell'articolo 2, perché appunto questo decreto ha un respiro molto più ampio. Lo diceva Sesa Amici, che ha concluso con un riferimento alla necessità di passare dall'emergenza invece a sistemi di protezione civile strutturati. Peraltro io credo – lo ha ricordato con orgoglio il relatore Bratti – che il lavoro di Commissione, peraltro unanime, abbia molto migliorato il testo originario, già di per sé buono e positivo.
  Quindi, piena operatività del fondo per le emergenze. È stato giusto a suo tempo istituire un fondo per fare fronte alle situazioni di emergenza determinate da calamità naturali e al fine di chiudere con la lunga e incresciosa epoca dell'affannosa e non sempre fruttuosa ricerca delle risorse necessarie. Però, perché questo funzioni, deve avere naturalmente una propria disponibilità finanziaria e il decreto disponeva, nel testo originario, quindi, la revoca e la riassegnazione al fondo di risorse che erano già state destinate alle calamità naturali, ma che, diciamo, erano in stand by. E così vengono rimesse e viene data una reale operatività al fondo. Parliamo di una cifra consistente, si tratta di 100 milioni, che così possono essere messi a disposizione di quelle emergenze che la Protezione civile ha già istruito favorevolmente.
  Presidente, le chiedo allora anticipatamente – poiché sono stata avvertita solo ora che il mio intervento non sarà dei dieci minuti previsti, ma molto meno – di poter consegnare il testo perché sia pubblicato in calce al resoconto.

  PRESIDENTE. La Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti.

  MANUELA GHIZZONI. A questo punto faccio riferimento solo per titoli alle altre due questioni che avrei voluto sottolineare, ma mi premeva valorizzare il decreto nella sua completezza, che guarda ad una emergenza locale e anche ad un tema nazionale.
  Se avessi avuto il tempo – ma le mie parole saranno scritte nel resoconto, perché consegnerò il testo –, avrei voluto parlare di due questioni che ci hanno accompagnato in questa vicenda: l'una, diciamo, risolta almeno parzialmente; l'altra la accantoniamo, dico così.
  La prima riguarda una vicenda che ha coinvolto tutte le zone terremotate dal sisma del 2012, lo ricordava Grimoldi, che ha coinvolto Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Noi qui approviamo un nuovo emendamento, poiché nel decreto n. 4, relativamente alla proroga dei mutui che le imprese danneggiate dal sisma avevano potuto accendere per far fronte alle tasse – perché, rispetto ad altre situazioni terremotate, non vi è stata una misura, una, di sollievo fiscale, se non la possibilità di accendere un mutuo –, l'intenzione del legislatore era quella di prorogare di 24 mesi la possibilità di cominciare a restituire il mutuo. Questa intenzione, diciamo così, è stata travisata dall'accordo tra ABI e Cassa depositi e prestiti, ma noi non abbiamo cambiato opinione, perché le imprese sono quelle danneggiate, che hanno Pag. 99dovuto ricostruire i capannoni, che hanno dovuto mettere risorse proprie anche per mantenere la produttività e i posti di lavoro; naturalmente esse, poiché da otto mesi pagano già le tasse, si trovano a fare fronte, con difficoltà, a questo mutuo. Quindi, abbiamo ottenuto, con una condivisione tra le forze politiche, di rinviare di 12 mesi, a domanda, la possibilità di pagare la prima rata per il mutuo.
  L'altra questione a cui accenno, e credo di stare ancora nei miei quattro minuti, è un tema a noi caro (lo abbiamo proposto, anche come Partito Democratico, all'attenzione del Governo già l'anno scorso), quello della fiscalità di vantaggio, delle zone franche urbane. Noi abbiamo deciso, per la discussione in Aula, di non ripresentare un emendamento, perché vogliamo e riteniamo che, di fronte a un buon decreto, si debba lavorare insieme per convertirlo velocemente in legge, ma, di fronte ad un atteggiamento diverso assunto in un contesto analogo come quello de L'Aquila, vorremmo che il Governo, in un tavolo tecnico, valutasse attentamente le nostre richieste, che non sono richieste di parte, ma sono le richieste, ritengo, di quel territorio e di tutte le forze politiche.
  Concludo con una nota positiva (vi ha fatto cenno, velocemente, il relatore), ed è positiva perché è l'inclusione nelle norme a favore degli alluvionati terremotati, quindi una categoria di persone particolarmente sfortunate della provincia modenese, anche di quelli che sono stati danneggiati dalla tromba d'aria e dalla grandine. Sono le stesse imprese agricole che a gennaio hanno dovuto affrontare gli effetti dell'alluvione e oggi hanno dovuto affrontare gli effetti di una grandinata eccezionale per estensione e durata. È una prima risposta, è positiva, ed è, quindi, in ragione di questi buoni motivi che chiediamo una veloce conversione in legge del decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Mottola. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Signor Presidente, sottosegretario, onorevoli colleghi, il provvedimento che ci accingiamo ad esaminare riguarda territori già colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012. Tuttavia, si deve tenere presente che tale terremoto non ha colpito solo territori della regione Emilia-Romagna, ma anche, sia pure in misura molto minore, della regione Lombardia, nella provincia di Mantova, e della regione Veneto, nella provincia di Rovigo, a loro volta interessati da ulteriori calamità naturali, successivamente.
  Quindi, le medesime attribuzioni concesse dal decreto-legge in esame al presidente della regione Emilia-Romagna, nella sua qualità di commissario delegato alla ricostruzione post-terremoto, andrebbero riconosciute anche agli altri due presidenti di regione. Anche nei territori della provincia di Mantova, infatti, colpiti dal sisma del maggio del 2012 e, successivamente, da altre calamità naturali, si registrano le medesime esigenze di completamento dell'attività di ricostruzione post-sisma e di sostegno alla piena ripresa delle attività economiche che sono alla base dell'emanazione del provvedimento d'urgenza in esame.
  Il presidente della regione Emilia-Romagna, commissario delegato sia per gli eventi sismici del 2012 sia per gli eventi alluvionali del 2014 (eventi che hanno entrambi interessato il territorio della provincia di Modena), può utilizzare complessivamente 210 milioni di euro, per gli anni 2014 e 2015, a valere sulle risorse della contabilità speciale di cui all'articolo 2, comma 6, del decreto-legge n. 74 del 2012, intestata allo stesso presidente della regione.
  Inoltre è previsto, per l'anno 2014, che le risorse iscritte nel bilancio della Presidenza del Consiglio dei ministri, che risultino ancora disponibili in relazione alla mancata attivazione degli interventi previsti, affluiscano al Fondo per le emergenze nazionali revocando, conseguentemente, i predetti interventi.
  Esaminando i pareri emanati in sede consultiva, anche la Commissione parlamentare per le questioni regionali ha sottolineato l'esigenza di assicurare la stessa Pag. 100attenzione a tutte le situazioni di emergenza già dichiarata, nonché di iniziative legislative che razionalizzino e uniformino le procedure per l'attivazione di interventi nazionali di assistenza alle popolazioni e di ricostruzione nei territori colpiti da eventi calamitosi, definendo al meglio il ruolo delle autonomie territoriali per garantire il coordinamento dell'azione del Governo, delle regioni e degli enti locali. Sono stati presentati alcuni emendamenti nel corso dell'esame in sede referente e si sono reputati ammissibili solo quelli riferiti comunque ai territori colpiti dal sisma del maggio 2012 e da successive avversità atmosferiche, tenendo anche conto degli orientamenti assunti nel corso dell'esame dei più recenti decreti-legge sulla materia, nonché gli emendamenti volti a dettare una disciplina generale del Fondo per le emergenze nazionali.
  La nota depositata dal Governo il 4 giugno scorso è relativa all'ammontare complessivo delle risorse disponibili per fronteggiare le emergenze dovute a calamità naturali. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Sesa ha precisato che il Ministero dell'economia e delle finanze ha quantificato le ulteriori risorse rese disponibili dal fatto che, in alcuni casi, per la realizzazione degli interventi diretti a fronteggiare i danni provocati da calamità naturali, sono stati attivati mutui a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle ipotizzate al momento dello stanziamento delle risorse in questione. Secondo la nota governativa, le disposizioni di cui all'articolo 2 del provvedimento che stiamo esaminando riguardano, come da dati forniti dal Dipartimento della protezione civile, 6 interventi mai attivati, con un recupero di 45,6 milioni di euro. I predetti fondi, insieme ai 50 milioni di euro stanziati per il Fondo emergenze dal decreto-legge «salva Roma 3», saranno presto riutilizzati per le emergenze da finanziare; tuttavia sono insufficienti in quanto, data la limitatezza dello stanziamento iniziale per il Fondo emergenze, si è dovuto utilizzare il fondo di riserva del bilancio dello Stato che occorre reintegrare (attualmente il fabbisogno ulteriore, ancora da finanziare, per emergenze già istruite o in corso di istruzione è di circa 80 milioni di euro).
  È stato, inoltre, aperto un tavolo con il Ministero dell'economia e delle finanze al fine in primo luogo di dare attuazione ad una disposizione di due anni fa secondo la quale doveva essere direttamente il Ministero dell'economia e delle finanze a pagare gli oneri relativi a mutui attivati per interventi per calamità naturali, previa ricognizione dei predetti mutui e individuazione delle relative risorse. Il Dipartimento ha effettuato questa predetta ricognizione, i dati sono quindi all'esame della Ragioneria generale dello Stato, contestualmente e sono state evidenziate alcune economie di stanziamento derivanti dall'effettiva attivazione di mutui a condizioni più vantaggiose rispetto a quanto preventivato ovvero ad un ritardo nei tempi di attivazione. Si tratta di economie ulteriori rispetto alle disponibilità di cui all'articolo 2, ad esempio nel bilancio della Presidenza vi è un importo giacente, riportato dal 2013, di 137,3 milioni di euro, derivante dalla differenza tra risorse stanziate e fabbisogno effettivo per mutui attivati. È stato, dunque, in tal senso modificato l'articolo 2 del provvedimento in esame oggi prevedendo ulteriori risorse finanziarie.
  Il provvedimento che stiamo esaminando, quindi, ha alcune lacune, sia per l'entità delle cifre predisposte, sia per non interessare ancora in maniera sufficiente altre zone colpite dalle calamità naturali. Comunque non possiamo esimerci dall'incoraggiare il provvedimento e farlo attuare nella maniera più veloce possibile.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sarò volutamente breve perché credo che questo intervento legislativo ha una particolare valenza, proprio perché necessita del voto, ed ha una sua importanza perché consente la continuità delle azioni che questo Governo ha avviato nella ricostruzione dell'Emilia Pag. 101Romagna inficiata da tre eventi calamitosi di particolare intensità che dal 2012 al 2014 hanno causato danni ingenti non solo al territorio, ma alle famiglie, alle imprese e all’ attività produttiva. È sicuramente un segnale di attenzione che questo Governo, che questo Parlamento, rivolgono a questa regione che, come si diceva prima, è una regione che contribuisce molto al PIL della nostra nazione, ma non vuole essere un discrimine verso altri territori. Anzi l'auspicio è che si abbia, di converso, la stessa attenzione su altre situazioni che investono altri territori, meno potenti dal punto di vista economico e dell'insediamento abitativo come vorrei ricordare la situazione de L'Aquila che è ancora una situazione difficile per questo Paese o di altre regioni del Mezzogiorno.
  La valenza di questo documento e di questo provvedimento legislativo è proprio nel senso di dare forza e sostanza al Fondo nazionale per le emergenze, di stanziare delle risorse certe (210 milioni di euro, di cui 160 da spendere nel 2014 e 50 nel 2015) e dare, quindi, certezza alla risoluzione dei problemi che sono in corso.
  Ma è anche stata importante l'attività in sede di Commissione, dove abbiamo potuto intervenire sulla attività del commissario, che è un po’ il dominus della partita sugli interventi che vengono fatti dalla regione, sia per la sua attività di valutare i caratteri di urgenza e la cantierabilità dei progetti sia per l'obbligo, che abbiamo posto, di rendicontazione della spesa e per l'importanza nei tempi, negli adempimenti e nelle cose che devono essere fatte e rese pubbliche ed evidenti ai cittadini.
  Siamo anche intervenuti affinché i contributi che vengono erogati siano nel rispetto delle norme comunitarie in materia di aiuti di Stato, evitando la sovracompensazione tra contributi assicurativi e contributi dello Stato. Abbiamo, quindi, in sostanza meglio definito quelli che sono gli aspetti procedurali legati alla figura del commissario.
  È, quindi, un provvedimento importante, che dà risposte a un territorio importante per questo Paese. L'auspicio è che questa importanza sia riconosciuta anche per altri territori. Quindi, chiediamo, come Scelta Civica, la conversione in legge di questo importante decreto-legge, che pone continuità a una risoluzione che sta andando avanti in un territorio particolarmente importante.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Sergio Pizzolante. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Signora Presidente, in prossimità dell'evento atmosferico che ha prodotto il disastro dell'alluvione, in quest'Aula abbiamo detto tutti, con grande determinazione, che il Governo Renzi doveva dare una dimostrazione di discontinuità rispetto agli interventi di precedenti Governi su eventi atmosferici di questa portata. Io ho fatto riferimento più volte alla questione del «nevone» della Romagna e delle Marche, ma ci sono altre alluvioni, altri terremoti, compreso il terremoto di qualche anno fa in Emilia Romagna, e abbiamo detto tutti che era necessario questa volta, anche su questo, dare un segno forte di discontinuità: un intervento reale a sostegno delle famiglie, a sostegno delle imprese. E mettevamo in evidenza come l'alluvione, unita al terremoto di due anni prima, aveva creato una situazione davvero difficile, davvero grave per le famiglie e per le imprese dell'Emilia Romagna, ma anche di territori confinanti con l'Emilia Romagna.
  E più volte abbiamo detto che, oltre alla necessità di una risposta sul piano sociale, sul piano della solidarietà, che va comunque garantita, fosse necessario intervenire a sostegno del reddito delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese, perché quello è un pezzo di Italia con un'altissima intensità imprenditoriale e non intervenire avrebbe dato un contributo negativo al fenomeno recessivo, alla crisi troppo lunga che noi stiamo sopportando da troppi anni.
  E abbiamo detto che un intervento serio, concreto sulla sospensione dei mutui, Pag. 102sulla sospensione degli adempimenti burocratici e fiscali, sulla sospensione dei pagamenti fiscali, sui contributi per la ricostruzione, sui contributi per il sostegno al reddito, oltre al giusto valore – ripeto – sociale, di solidarietà, avrebbe avuto e avrà un effetto importante anche sulla ripresa economica di quel territorio. Ma quel territorio rappresenta un pezzo importante del prodotto interno lordo del Paese.
  Quindi, quello che stiamo facendo in tanti settori per riaccendere la propensione ad investire, la propensione a crescere per superare la crisi lo stiamo facendo in diversi settori. Lo abbiamo fatto sull'edilizia e sulle abitazioni in generale.
  Lo faremo nei prossimi giorni sul turismo e sulla cultura e abbiamo sottolineato come fosse importante farlo anche, in aggiunta alle questioni di carattere sociale, per un fatto economico, per un fatto di ripresa economica, anche per i territori colpiti dagli eventi atmosferici.
  Mi sembra, dal lavoro fatto dal Governo e dal lavoro fatto in Commissione, che si possa dire che questo è un intervento concreto, reale, che rappresenti davvero la svolta che abbiamo chiesto nei mesi precedenti e quindi per questo noi siamo soddisfatti del lavoro fatto sia dal Governo sia all'interno della Commissione per tutti gli interventi, puntuali, molto seri, sia per la ricostruzione delle case, delle imprese e del territorio pubblico, sia anche per gli interventi fatti sugli strumenti di prevenzione. Infatti bisogna intervenire anche affinché quello che è successo riguardo alla manutenzione del territorio e degli argini dei fiumi possa non succedere più in prospettiva.
  Apprezziamo molto anche il lavoro fatto per il sostegno alle attività della protezione civile, per le nuove strumentazioni per la protezione civile, per le risorse concrete sia nazionali, governative, che regionali che sono state messe a disposizione di quel territorio e di quella regione. Quindi possiamo dire – e concludo – che l'auspicio fatto da tutti in quest'Aula di una svolta e di un provvedimento che non arrivasse soltanto in superficie rispetto ai problemi enormi che eventi di quel tipo hanno creato, ecco questa svolta c’è stata, questo cambio di passo c’è stato e la reazione che si sta avendo sul territorio da parte dei sindaci e da parte delle popolazioni dimostra che forse questa volta abbiamo centrato l'obiettivo.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Signora Presidente, una piccola premessa, alcuni cenni storici, diciamo così: circa un anno fa (un anno fa praticamente esatto) ci fu una serie di mozioni in Aula sul dissesto idrogeologico ed il MoVimento 5 Stelle presentò la n. 114. Questo mi premeva specificarlo per sottolineare che i Governi che da allora si sono succeduti non hanno fatto molto, hanno fatto poco o nulla per la prevenzione, come del resto tutti i Governi che abbiamo avuto negli ultimi anni.
  Proprio la mancanza di prevenzione, a nostro modo di vedere, è la principale causa di queste emergenze che si susseguono. L'anno appena trascorso è stato particolarmente drammatico ed è testimoniato anche dai rapporti ufficiali della Camera, tramite tutta una serie di mozioni su questioni locali, in ambito molto localistico, che si sono succedute di pari passo con il verificarsi degli eventi calamitosi. Per esempio la mozione sulla Sardegna, la mozione sull'alluvione in Veneto ed Emilia-Romagna, quella sul terremoto in Campania, un'altra, ad aprile scorso, incentrata più sul patto di stabilità.
  In tutti questi atti, il MoVimento 5 Stelle ha sempre provato a far trasparire la propria visione del modo con cui si doveva risolvere il problema, cioè puntando sempre sull'ambito nazionale invece che localistico e soprattutto sulla prevenzione invece che sull'eterno inseguimento dell'emergenza. Ci siamo anche portati avanti con il lavoro, diciamo così: su questo tema abbiamo presentato diversi atti. Per esempio alcune proposte di legge: la n. 1233, a prima firma Segoni, che propone di svincolare dal patto di stabilità Pag. 103interno tutte le spese che gli enti territoriali investono in sicurezza ed in termini di rischio idrogeologico (è attualmente in discussione in Commissione bilancio). Poi c’è, sempre del MoVimento 5 Stelle, la n. 1578, a prima firma Segoni e ribattezzata informalmente «geobonus», che prevede di istituire dei bonus fiscali, un po’ come l'ecobonus, però per quegli interventi effettuati da privati che mettono in sicurezza il territorio e prevengono future calamità.
  Oppure la proposta di legge n. 2209 a prima firma Terzoni, incardinata in Commissione ambiente, che è attratta dall'ingegneria naturalistica perché vorremmo evitare che, con la scusa di intervenire sul dissesto idrogeologico, si creassero distese immense di cemento che, poi, magari, non risolvono il problema ma che localmente lo vanno a spostare. E quindi si propone di prendere come prima opzione, se possibile, se fattibile, un'opzione che va verso l'ingegneria naturalistica (quindi l'impiego di pietrame, materiale legnoso) generando in questo modo anche più posti di lavoro.
  Abbiamo presentato anche alcune risoluzioni, soprattutto per quanto riguarda tematiche relative al rischio sismico come, ad esempio, abbiamo avuto un ruolo nella risoluzione in Commissione che poi ha dato vita all’ecobonus, esteso anche all'efficientamento sismico e una risoluzione, sempre in Commissione ambiente, che istituisce una pubblicità progresso per istruire la popolazione sui comportamenti corretti da tenere in caso di terremoti.
  Ora, dopo questa disamina di quello che è il recente passato, veniamo al presente, a questo decreto-legge. Dobbiamo rilevare che stranamente per la prima volta ci siamo trovati a lavorare bene in Commissione su un decreto-legge del Governo. Questo era già successo con proposte di legge di iniziativa parlamentare, ma per quanto riguarda decreti-legge e, quindi, provvedimenti di iniziativa del Governo, non era mai successo. Forse è dovuto al fatto che quando si parla di sciagure, di calamità ed eventi nefasti, probabilmente il popolo italiano tende a fare quadrato e a mettere da parte le divisioni.
  Comunque rileviamo che in questo decreto-legge, rispetto alla nostra visione, sostanzialmente manca soltanto il discorso della prevenzione, anche se effettivamente non era questo il caso. Ci auguriamo però che venga preso in considerazione quanto prima.
  L'impostazione del decreto-legge è abbastanza precisa e rigorosa. Sostanzialmente si compone di due articoli principali: il primo che si focalizza sull'emergenza di alcuni territori dell'Emilia Romagna che hanno subito una serie impressionante di eventi calamitosi (un terremoto, un'alluvione che ha comportato anche rotte arginali e ben due trombe d'aria in momenti distinti) e, quindi, si interviene economicamente con degli aiuti alle popolazioni.
  Inoltre all'articolo 2 rileviamo con piacere che si istituisce un Fondo nazionale per le emergenze e questo solleva anche il Governo e il Parlamento dal dover sempre inseguire continuamente le emergenze e andare sempre a cercare fondi in maniera più o meno casuale all'indomani di ogni sciagura. Adesso è stato istituito questo Fondo nazionale da cui si spera di poter attingere per meno calamità possibili. Però in ogni caso, per ogni evenienza, il Fondo esiste. Senz'altro è un piccolo passo.
  Nel decreto-legge c’è molto di nostro, c’è molto del MoVimento 5 Stelle. Ad esempio per quanto riguarda il succitato Fondo nazionale delle emergenze, va rilevato che nella prima stesura che era approdata in Commissione, il Fondo era istituito ma era poco più di una scatola vuota. Non erano ben quantificati i fondi che vi erano dentro. Noi avevamo subito presentato degli emendamenti per andare a reperire fondi e inserirli in questo Fondo. L'emendamento non è stato completamente accolto. Tuttavia rileviamo che la Commissione e il Governo sono andati in questa direzione, andando a reperire circa 100 milioni di euro da inserire all'interno di questo Fondo.Pag. 104
  Inoltre in alcuni emendamenti in Commissione abbiamo specificato che gli interventi di messa in sicurezza idraulica fossero conformi alle più recenti direttive CEE in materia di alluvioni, sperando che si possa evitare che interventi di messa in sicurezza idraulica non si traducano in colate di cemento che tamponano il problema localmente spostandolo però più a valle o più a monte. Altri emendamenti sono andati nel senso di snellire la erogazione dei contributi alla popolazione.
  Alcuni emendamenti hanno assicurato che i fondi per l'Emilia Romagna fossero presi dalla contabilità dell'Emilia Romagna e non da quella attribuita a Veneto e Lombardia. Poi, ad esempio, un altro emendamento – che, in realtà, è del relatore, però lo sentiamo molto nostro – è quello per finanziare le reti di monitoraggio della Protezione civile, che sono utili per fare previsioni e per prevedere in anticipo gli eventi calamitosi. Questo refrain lo facciamo nostro, perché riprende un emendamento che avevamo messo in una nostra mozione – la n. 1-00114 che ho citato in precedenza –, che adesso, possiamo dire finalmente, è stata recepita per quanto riguarda questo impegno.
  Poi, vi è tutta una serie di emendamenti che sono stati ritirati dal MoVimento 5 Stelle e ripresentati al Comitato dei nove per essere assorbiti in altri emendamenti di Commissione: per esempio, alcuni per la sospensione e altri ammortizzatori per chi paga rate dei mutui su case che sono inagibili a causa del sisma; oppure, uno che specifica meglio alcune interpretazioni in maniera più favorevole per chi ha contratto finanziamenti a seguito del sisma; altri in cui si precisa che gli interventi vanno svincolati dal Patto di stabilità; oppure, è stato il MoVimento 5 Stelle a segnalare la presenza di un fondo ISMEA, che già è stato istituito con fondi stanziati, ma manca sostanzialmente il decreto attuativo. Credo che ci sia l'impegno, a seguito di un nostro ordine del giorno, di andare celermente a sbloccare questi fondi, finalmente, per le aziende agricole colpite da queste calamità, grazie, appunto, alla predisposizione celere di un decreto attuativo.
  Inoltre, rumors di corridoio mi dicono che verrà accettato in Aula un nostro emendamento mirato ad evitare che ci sia una ricostruzione nelle aree a rischio, se prima non vengono messe in sicurezza le aree a rischio. Questo perché, ovviamente, sarebbe inutile dare fondi per le ricostruzioni di edifici che, poi, magari, tra qualche anno, finiscono sott'acqua un'altra volta. Questo, magari, non viene percepito direttamente come un aiuto alla popolazione, però vorremmo sottolineare che la messa in sicurezza, anche se è meno spendibile da un punto di vista elettorale, è forse uno degli aiuti alla popolazione più grandi e prioritari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Baruffi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE BARUFFI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come è stato sottolineato negli interventi precedenti, il provvedimento in esame è molto importante, perché, da un lato, dà risposta alle emergenze ambientali che si sono accumulate nel corso degli ultimi due anni, in particolare sul territorio dell'Emilia, ma non solo; e, dall'altro lato, invece, tenta di dare una risposta strutturale, andando a rifinanziare il Fondo per le emergenze nazionali, all'articolo 2, con risorse nuove, aggiuntive, che vengono reperite per dare risposte anche ad altre emergenze che giacciono in questo momento sul tavolo della Presidenza del Consiglio e che debbono trovare, appunto, adeguate risposte.
  Sul primo fronte, all'articolo 1, si provvede a riconoscere non solo questa tragica combinazione, che ha messo insieme quattro eventi calamitosi nel giro di 24 mesi, ma anche a fornire quelle risposte che, già nei mesi scorsi, avevamo indicato come prioritarie, anche d'intesa con il Governo, in sede di conversione del decreto-legge n. 4 del 2014.
  Il testo del decreto, già positivo, licenziato dal Governo, è stato ulteriormente Pag. 105arricchito, migliorato, perfezionato dalla Commissione ambiente. Adesso sta lavorando la Commissione bilancio e io credo che, con quanto faremo anche in Aula nelle prossime ore, potremo dire di aver compiuto un lavoro molto positivo, come è riconosciuto anche dagli altri colleghi, non solo di maggioranza.
  Bene, anzitutto, aver tenuto insieme questi eventi per quanto riguarda l'articolo 1, a cui si è aggiunta, nel mese di aprile – il 30 di aprile – la tromba d'aria. Questo consente di mettere a disposizione del territorio quegli strumenti che daranno delle risposte integrate, ed è la prima cosa che avevamo chiesto al Governo. Poi le risorse, anche qui, sempre per l'Emilia: 210 milioni come risorse aggiuntive che si sono rese disponibili non a discapito del Fondo di cui all'articolo 2 e, quindi, non a discapito di altre emergenze, di altre necessarie ricostruzioni, ma rinvenendo, appunto delle economie di spesa da minori interessi passivi sul debito contratto per la ricostruzione dell'Emilia.
  Quindi è un segnale positivo per l'Emilia ma anche, io credo, di rassicurazione per il resto dei territori. Le risorse che sono sull'articolo 2 debbono andare alle altre emergenze che stanno aspettando. Sono risorse che possono andare immediatamente a rispondere ai bisogni che abbiamo indicato e che hanno indicato i sindaci non più tardi di tre settimane fa al Presidente del Consiglio dei ministri, quando è venuto in visita a Modena e in particolare a Medella. Per contributi ai danni subiti dai privati, alle abitazioni, alle attività economiche etc., sono già attive le prime ordinanze dei commissari, a Ragni, per la ripresa stessa delle attività economiche – ci tornerò tra poco – per il ripristino delle opere pubbliche nel territorio e per i primi interventi di messa in sicurezza del nodo idraulico modenese: i progetti ci sono, le risorse adesso possono essere impegnate e possono partire finalmente i lavori. Queste risorse sono necessarie e sufficienti per questi quattro capitoli che ho indicato: danni al patrimonio pubblico e privato, sono stati infatti puntualmente censiti e gli interventi sul nodo idraulico sono da tempo programmati, come dicevo. Con questo decreto, così come modificato dalla Commissione ambiente, arrivano altre risposte puntuali, ma molto importanti, che i sindaci del territorio avevano avuto modo di rappresentare insieme alle associazioni economiche nel corso di queste settimane e degli ultimi mesi. Le voglio riprendere brevemente: alcune di queste sono già risolte nel passaggio della Commissione ambiente, altre io credo potranno essere perfezionate nel passaggio d'aula. In particolare, è stato ricordato anche dal collega Segoni, i mutui per i pagamenti delle imposte: il testo aveva generato confusione, andiamo a risolverla provando a metterci dalla parte di chi è più in difficoltà e di chi non ha ancor ricevuto i contributi per la ricostruzione. Quindi andiamo incontro alle imprese in un momento di particolare difficoltà. Proviamo anche a sospendere i mutui per gli edifici danneggiati: un altro provvedimento importante, certo a richiesta. Solo una minoranza ormai delle persone coinvolte ha questa necessità, ma credo che sia una cosa importante. Io credo che questo lo dovremmo inserire. Così come, e ve lo ha ricordato anche il collega Segoni, c’è il riconoscimento per i danni alle coltivazioni, ma anche alle produzioni, agli impianti arborei. Sono stornati gli indennizzi, pubblici e privati, dagli imponibili dei tributi, e quindi facciamo anche qui tesoro di un'altra lezione che avevamo già imparato con il sisma. E poi risorse per gli ammortizzatori sociali e un'attenzione particolare ai premi assicurativi INAIL. Su questo non voglio perdere tempo, ma purtroppo in concomitanza con il terremoto e a causa del terremoto ci sono stati diversi incidenti sul lavoro, in alcuni casi anche mortali, nelle aziende che in via generale avevano rispettato la legge, e io credo, giacché proprio con risorse INAIL abbiamo anche sostenuto la loro messa a norma, il loro adeguamento sismico, sarebbe paradossale oggi, a fronte del giusto indennizzo a quelle persone, a quei lavoratori o ai loro familiari, dall'altro però andare a penalizzare le aziende stesse. C’è un emendamento che risolve anche questa Pag. 106questione. Ancora: allentamento dei vicoli del Patto di stabilità per poter cantierare e pagare le opere che andiamo a sostenere dal punto di vista finanziario, le opere pubbliche intendo dire naturalmente. Allentamento dei vicoli sulle spese di personale, e mi riferisco sia a quel personale che era stata assunto a tempo determinato, con forme contrattuali diverse, per far fronte a lavori della procedura, cioè a quella della ricostruzione, dell'emergenza prima e della ricostruzione dopo; ma anche quel personale dipendente che non ha potuto – come dire, essere valorizzato e sostituito nelle piante organiche di quei comuni che ben altre preoccupazioni avevano nel 2012 e nel 2013 e quindi si vedrebbero oggi doppiamente penalizzate. Si pongono fuori, proviamo a porre fuori, con un altro emendamento, anche dal Patto di stabilità, le risorse che vengono spese dai comuni, raccolte attraverso donazioni ed erogazioni liberali: ci troveremmo nel paradosso di non poter utilizzare le risorse che i cittadini e le imprese donano a queste comunità perché vincolate anch'esse dal Patto di stabilità. Non vengono registrate nelle entrate, ma verrebbero registrate nelle spese. Quindi un pacchetto di provvedimenti grandi e piccoli che consente di dare quelle risposte che attendono i nostri territori. Un po’ di fiducia ad una comunità stremata dalla crisi e poi insieme da questi eventi eccezionali che si sono accumulati. Concludo: tutto bene quindi, abbiamo risolto tutto ? No, noi sappiamo bene che il più è davanti a noi, purtroppo, perché la ricostruzione è una cosa complicata ed anche lenta, più di quanto non immaginassimo.
  La nostra preoccupazione va in particolare alle condizioni delle imprese, del lavoro. Non è scontato che tutti si rialzino dopo il terremoto, l'alluvione o le trombe d'aria e non è scontato che tutti quelli che hanno provato a rialzarsi alla fine non si arrendano, non tornino a cadere. Per questa ragione abbiamo chiesto di rinviare il pagamento delle imposte; non di non pagare le imposte, ma di rinviare il pagamento delle imposte, e l'emendamento cui facevo riferimento prima sui mutui ha questo obiettivo. Per questa ragione abbiamo chiesto di sostenere gli investimenti delle imprese, per la ricostruzione da un lato per la messa a norma dall'altro, ma anche per l'innovazione. Per questa ragione avevamo per l'ennesima volta presentato una proposta – lo ricordava la collega Ghizzoni prima – per l'istituzione di zone franche urbane piuttosto circoscritte ai centri storici, laddove insistono quelle attività, quelle microattività – noi abbiamo detto sotto i cinque dipendenti –, con un basso reddito d'impresa, che sono però il tessuto connettivo delle nostre città, cioè il terziario, l'artigianato di servizio, il commercio.
  Su questo io credo che si evidenzi la difficoltà di sistema che abbiamo, cioè l'assenza di una norma quadro che consenta di utilizzare uno strumento di questo genere oggi consentito anche dalla normativa europea per sostenere la ripresa delle nostre comunità. Si sente questa assenza e quindi io chiedo così (l'ho fatto per quattro volte nel corso dell'ultimo anno): al Governo indico una priorità, quella di una legge quadro per la gestione delle emergenze e delle ricostruzioni. Ce n’è bisogno per tutte le comunità che sono colpite e per quelle che inevitabilmente purtroppo saranno colpite in un Paese fragile come il nostro. Non possiamo rincorrere sempre le emergenze, non possiamo ripartire tutte le volte da zero nella ricostruzione della normativa. Noi vogliamo mettere a disposizione anche l'apparato normativo che purtroppo abbiamo costruito in questi anni a territori che potranno anche imparare dai nostri errori e non ricommetterli. Ma per fare questo occorre una legge che accompagni queste comunità e questi territori. È la richiesta – mi pare – più utile che si possa assumere. Un pezzo di risposta c’è – dicevo – nell'articolo 2, che prevede un Fondo nazionale per le emergenze; deve essere adeguatamente finanziato. Servono risorse e regole buone: questo sarà il nostro impegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 107

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo – A.C. 2365-A)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore di minoranza, deputato Grimoldi.

  PAOLO GRIMOLDI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, rinuncio.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore per la maggioranza, deputato Bratti.

  ALESSANDRO BRATTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, rinuncio, perché tutti gli interventi sono stati molto in linea con l'intervento iniziale.

  PRESIDENTE. Prendo atto che anche il rappresentante del Governo rinuncia alla replica.
  Adesso dovremmo passare al seguito dell'esame del provvedimento, tuttavia non è stato ancora espresso il parere da parte della Commissione bilancio. Quindi, presidente Realacci, direi di sospendere per una ventina di minuti.

  ERMETE REALACCI, Presidente dell'VIII Commissione. Signor Presidente, purtroppo noi non siamo in grado di fornire gli esatti termini della sospensione, perché immagino che una volta che sarà arrivato il parere della Commissione bilancio noi avremo bisogno di riunire il Comitato dei nove per un quarto d'ora, venti minuti.

  PRESIDENTE. Sta bene. Attestiamoci sui venti minuti, per il momento. D'accordo ?

  ERMETE REALACCI, Presidente dell'VIII Commissione. Presidente, va bene.

  PRESIDENTE. Sospendo la seduta per venti minuti, vale a dire che ci vediamo alle 17.55.

  La seduta, sospesa alle 17,30, è ripresa alle 18,45.

  PRESIDENTE. Colleghi, la seduta è ripresa, ma poiché siamo in attesa di avere i pareri dalla Commissione bilancio, credo che dovremo rinviare la seduta fino alle 19,10 almeno. Quindi (Commenti), mi dispiace, ma se non abbiamo i pareri...

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, noi responsabilmente siamo del parere che si può anche differire alle 19,15 la ripresa dei lavori, ma prendo la parola per un altro motivo.
  Noi ci troviamo oggi in queste condizioni come Aula per due motivi: in primo luogo, quello di aver rinviato quasi in maniera immotivata la discussione generale di questo provvedimento ad altra data, per motivi che noi non conosciamo, rispetto a quanto già stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo come calendario; in secondo luogo, perché ormai – questo è il motivo principale per cui sono intervenuto – penso che debba essere assunta qualche iniziativa da parte della Presidenza in riferimento ai lavori della Commissione. Fino a ieri a quest'ora, rispetto al testo in discussione – come parere, come sede consultiva – alla Commissione bilancio non c'erano rilievi e il lavoro era stato fatto anche dagli uffici preposti alla Commissione bilancio, d'intesa con il Governo, in riferimento ai pareri. Però ieri sera, sul tardi, la Commissione di merito – per carità, legittimamente – ha provveduto ed è intervenuta con una serie enorme di modifiche che hanno comportato tutti questi ritardi da parte della Commissione bilancio.
  Ora, sia per questo motivo, sia anche in riferimento a quello che è accaduto ieri sulle interferenze e sulle interpretazioni Pag. 108delle valutazioni dei pareri da parte della Commissione bilancio sul provvedimento, penso che qualche iniziativa vada assunta per far sì che le Commissioni almeno ventiquattro ore prima trasmettano tutti gli emendamenti e quant'altro alla Commissione bilancio in sede consultiva, perché altrimenti noi andremo incontro chissà quante volte a questo tipo di interventi di sospensione che sono ormai diventati sempre più frequenti. Quindi noi ribadiamo la nostra disponibilità al differimento, però volevo informarla – vedo che è già informata – dettagliatamente su tutto.

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, la ringrazio. Non devo ricordare a lei, che è un parlamentare di lunga esperienza, che sulla base dell'attuale Regolamento le Commissioni fino all'ultimo possono presentare gli emendamenti. Lei mi insegna che questo è il Regolamento, per questo io tengo molto alla riforma del nostro Regolamento perché anche questo aspetto dovrebbe essere regolamentato diversamente. Convengo con lei.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Presidente, solo per sottolinearle, come avevo già fatto in Conferenza dei presidenti di gruppo, che la mia non era una richiesta peregrina, quella di capire come saremmo andati avanti, perché abbiamo perso di fatto, alla fine, tre ore e mezza, che abbiamo letteralmente buttato e in cui si potevano fare tranquillamente delle ratifiche, che erano assolutamente già pronte, non c'erano emendamenti, non c'era nulla. Quindi, chiedo con lei di valutare la prossima volta, quando si sa che ci sono tutta una serie di scadenze però sui provvedimenti più delicati non è ancora pronto il testo del provvedimento, di inserire queste cose, anche perché sono ratifiche nel caso specifico che aspettano da anni, sono ratifiche importanti, ma che comunque avrebbero portato via pochissimo tempo. Quindi, semplicemente per farle presente che la prossima volta si può serenamente definire all'interno della Conferenza dei presidente di gruppo e non lasciare ai segretari d'Aula la definizione di un calendario che era assolutamente fumoso.

  PRESIDENTE. D'accordo, deputato Pini.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Presidente, io prendo la parola perché le considerazioni che faceva il collega Palese sono assolutamente ragionevoli, come anche le prime osservazioni che faceva il collega Pini, rispetto al fatto che, avendo saputo, è chiaro che avendo saputo... noi abbiamo avuto l'impegno da parte della Commissione bilancio che, onestamente, in tempi rapidissimi ha lavorato per esprimere il parere, del Comitato dei nove e della Commissione ambiente.
  Intervengo semplicemente per questo, accogliendo la sua richiesta di rinviare fino alle 19,10 o alle 19,15, come suggerito, dicendo che su questo provvedimento c’è stato uno sforzo vero, serio di tutti i gruppi parlamentari e che – se consentono che oggi con rapidità noi esaminiamo questo decreto, seppure con i ritardi di cui siamo testimoni – c’è una vera collaborazione di maggioranza e opposizione rispetto a un decreto che affronta un problema serissimo, che è quello delle calamità naturali, che propone delle soluzioni che sono state condivise con tutti i gruppi. Quindi, io penso che questo ritardo vada comunque inserito in un contesto di grande spirito di leale collaborazione tra tutti i gruppi, e penso sia giusto sottolineare in particolare la collaborazione che in questo caso specifico, in maniera molto seria, sta dando l'opposizione.

  ANDREA VECCHIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 109

  ANDREA VECCHIO. Signora Presidente, io vorrei prendere la parola per manifestare il mio accordo con quanto sostenuto dai colleghi di entrambe le parti. Ne voglio approfittare per dare atto a lei della sua sensibilità. Ha raccolto la mia istanza, la mia preghiera di ieri per spingere i lavori della Giunta per la riforma del Regolamento. Le voglio dare atto di questa sensibilità e la voglio ringraziare, ma contemporaneamente le voglio rivolgere una preghiera a che questa Giunta, al massimo in due settimane, concluda i lavori e li concluda in maniera positiva, e di questo la ringrazio.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Anch'io mi auguro di poter convocare la Giunta per il Regolamento nel giro di due settimane.
  A questo punto, colleghi, riaggiorniamoci alle 19,15.
  Sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 18,55, è ripresa alle 19,25.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 2365-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 2365-A), nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 2365-A).
  Avverto che le proposte emendative presentate si intendono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 2365-A).
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 2365-A).
  In particolare, il parere della V Commissione (Bilancio) reca alcune condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. La V Commissione (Bilancio) ha inoltre subordinato il parere favorevole sull'emendamento 1.502 della Commissione ad una condizione, anch'essa volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione.
  Al fine di recepire tale ultima condizione, la Commissione ha presentato il subemendamento 0.1.502.1, che è in distribuzione.
  Avverto che la Commissione ha ritirato gli emendamenti 1.500, 1.503, 1.504, 2.500, 2.503 e 2.504. Il subemendamento Ferraresi 0.1.500.1, che è in distribuzione, deve pertanto intendersi decaduto.
  Se nessuno chiede di intervenire sugli emendamenti, invito i relatori ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  ALESSANDRO BRATTI, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Grimoldi 1.100 e 1.101.
  La Commissione invita i presentatori al ritiro dell'emendamento Gianluca Pini 1.102, con presentazione, eventualmente, di un ordine del giorno (chiederei all'onorevole Gianluca Pini di farlo).
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Gianluca Pini 1.103 e Grimoldi 1.104 e 1.105.
  La Commissione chiede di accantonare l'emendamento 1.700 (ex articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), perché dobbiamo fare alcune verifiche con il Governo (l'articolo a bilancio, per intenderci).
  La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.506, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Zan 1.14, Ferraresi 1.19 e Dell'Orco 1.3.
  La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti 1.701 e 1.702, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.501.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Ferraresi 1.120 e 1.37 nonché sull'emendamento Guidesi 1.122.Pag. 110
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Ferraresi 1.121.
  Credo che l'emendamento 1.500 della Commissione sia stato ritirato.
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Ferraresi 1.40...

  PRESIDENTE. Aspetti. Non le risulta che ci sia l'emendamento 1.500 della Commissione ? Anche questo è ritirato ?

  ALESSANDRO BRATTI, Relatore per la maggioranza. L'emendamento 1.500 della Commissione è precluso dall'emendamento Ferraresi 1.121.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Segoni 1.123, con la seguente riformulazione: «il ripristino e la relativa concessione dei contributi deve essere subordinata all'esistenza di un piano per la messa in sicurezza idraulica dell'opera».
  La Commissione esprime contrario sugli emendamenti Zan 1.44, 1.45 e 1.46, raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.1.502.1, nonché del suo emendamento 1.502. L'emendamento 1.503 della Commissione è ritirato.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Grimoldi 1.124 e Zan 1.55. L'emendamento 1.504 della Commissione è ritirato. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 1.703, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, esprime parere contrario sugli emendamenti Tinagli 1.126 e Segoni 1.125, esprime parere favorevole sull'emendamento 1.704, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.505, esprime parere contrario sull'emendamento Paglia 1.02.
  La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.501, esprime parere contrario sugli emendamenti Grimoldi 2.8 e 2.3, Gianluca Pini 2.6 e Fedriga 2.7. Gli emendamenti 2.500 e 2.503 della Commissione sono ritirati. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 2.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. L'emendamento 2.504 della Commissione è ritirato. La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti 2.701 e 2.702, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, ed esprime parere contrario sull'emendamento Segoni 2.4.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza ad esprimere il parere.

  PAOLO GRIMOLDI, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grimoldi 1.100 e 1.101, Gianluca Pini 1.102 e 1.103, Grimoldi 1.104 e 1.105. Esprimo parere contrario sull'emendamento 1.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 1.506 della Commissione. Sull'emendamento Zan 1.14 mi rimetto all'Assemblea. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Ferraresi 1.19 e Dell'Orco 1.3. Sugli emendamenti 1.701 e 1.702, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento, mi rimetto all'Assemblea. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 1.501 della Commissione, Ferraresi 1.120 e 1.37, Guidesi 1.122 e Ferraresi 1.121. L'emendamento 1.500 della Commissione è ritirato. Sull'emendamento Ferraresi 1.40 mi rimetto all'Assemblea. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Segoni 1.123, Zan 1.44, 1.45 e 1.46.
  Poi, dovrebbe esserci un subemendamento di cui non ho il numero, credo lo 0.1.502.1

  PRESIDENTE. È della Commissione.

  PAOLO GRIMOLDI, Relatore di minoranza. Esatto. Mi rimetto all'Assemblea. Il parere sull'emendamento 1.502 della Commissione è favorevole, così come sull'emendamento 1.503 della Commissione.

  PRESIDENTE. È ritirato.

  PAOLO GRIMOLDI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sugli emendamenti Pag. 111Grimoldi 1.124 e Zan 1.55. Il parere è favorevole sull'emendamento 1.504 della Commissione.

  PRESIDENTE. È ritirato.

  PAOLO GRIMOLDI, Relatore di minoranza. Sull'emendamento 1.703, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, mi rimetto all'Assemblea; il parere è contrario sull'emendamento Tinagli 1.126; sull'emendamento Segoni 1.125 mi rimetto all'Assemblea e sull'emendamento 1.704, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, mi rimetto all'Assemblea.
  Il parere è favorevole sull'emendamento 1.505 della Commissione, mentre sull'emendamento Paglia 1.02 mi rimetto all'Assemblea. Poi, sull'articolo 2, il parere è favorevole sugli emendamenti 2.501 della Commissione, Grimoldi 2.8 e 2.3, Gianluca Pini 2.6 e Fedriga 2.7. Il parere è favorevole sull'emendamento 2.500 della Commissione.

  PRESIDENTE. È ritirato.

  PAOLO GRIMOLDI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sull'emendamento 2.503 della Commissione.

  PRESIDENTE. È ritirato.

  PAOLO GRIMOLDI, Relatore di minoranza. Sull'emendamento 2.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, mi rimetto all'Assemblea. L'emendamento 2.504 della Commissione è ritirato, sugli emendamenti 2.701 e 2.702, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, mi rimetto all'Assemblea, mentre il parere è favorevole sull'emendamento Segoni 2.4.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Grimoldi 1.100.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.100, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Incà...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  383   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato   71    
    Hanno votato no  312    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.101, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Simoni, Fontanelli, Nesci, Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  383   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  48    
    Hanno votato no  335    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Pag. 112

  Passiamo all'emendamento Gianluca Pini 1.102, sul quale la Commissione ha formulato un invito al ritiro, per trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.

  PRESIDENTE. Lo ritira ?

  GIANLUCA PINI. Sì, chiaramente sulla base del parere favorevole su un ordine del giorno di contenuto analogo.

  PRESIDENTE. Quindi, non lo votiamo ?

  GIANLUCA PINI. No.

  PRESIDENTE. Bene, allora andiamo avanti.
  Passiamo all'emendamento Gianluca Pini 1.103.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 1.103, con il parere contrario della Commissione, del Governo, della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Capodicasa, Nesci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  390   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  54    
    Hanno votato no  336    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.104, con il parere contrario della Commissione, del Governo, della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  389   
   Votanti  388   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  45    
    Hanno votato no  343    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.105, con il parere contrario della Commissione, del Governo, della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Rostellato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  399   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  46    
    Hanno votato no  353    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Pag. 113

  Ricordo che l'emendamento 1.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, è stato accantonato.
  Passiamo all'emendamento 1.506 della Commissione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.506 della Commissione, con il parere favorevole della stessa, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Locatelli, Zardini, Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  395   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  363    
    Hanno votato no  32    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zan 1.14, con il parere contrario della Commissione, del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Balduzzi, Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  382   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  255    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 1.19, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, sarò molto veloce. Spiego questo emendamento, Ferraresi 1.19, e l'emendamento Dell'Orco 1.3 in un'unica occasione. Il primo vuole superare il limite dei 210 milioni di euro posti a disposizione del commissario per affrontare i risarcimenti e questo decreto. Il secondo aumenta le risorse da 210 a 410 milioni di euro.
  Sappiamo tutti che la cifra di 210 milioni di euro è frutto di una contrattazione, ma è una cifra assolutamente insufficiente. È stata definita insufficiente in maniera unanime. Quindi, nel primo caso noi togliamo questo limite, lasciamo la facoltà a Errani di pronunciarsi sulle risorse che devono essere utilizzate per questa ennesima emergenza. Con l'altro, invece, aumentiamo le risorse da 210 a 410 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.19, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Cani, Monchiero, Turco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  400   Pag. 114
   Astenuti    2   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  93    
    Hanno votato no  307    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dell'Orco 1.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Crippa, Amoddio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  400   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  76    
    Hanno votato no  324    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.701 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), con il parere favorevole della Commissione e del Governo e su cui il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  393   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  365    
    Hanno votato no  28    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.702 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), con il parere favorevole di Commissione e Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli ? Paola Bragantini ? Costantino ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  401   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  378    
    Hanno votato no  23    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e la deputata Fregolent ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.501 della Commissione, con il parere favorevole di Commissione, Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti ? Locatelli ? Giulietti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 115
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  403   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  400    
    Hanno votato no  3    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 1.120.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signora Presidente, questo emendamento, come il successivo – farò anche qui un intervento unico – prevede l'istituzione di una zona franca urbana nei territori appunto colpiti da terremoto ed alluvione. È una richiesta che viene dal territorio, è una richiesta che viene dagli imprenditori, dai commercianti, dai piccoli artigiani, che chiaramente non ce la fanno più: molte imprese hanno chiuso o hanno delocalizzato. È un territorio colpito – ricordiamolo – da due trombe d'aria, da due terremoti e da un'alluvione, quindi è un territorio appunto devastato dalle calamità naturali.
  Noi chiediamo appunto una sorta di agevolazione fiscale per questi territori e per gli imprenditori, in modo che questa zona possa ripartire ed essere, come è sempre stata, uno dei traini principali dell'economia di questo Paese.
  Lo stesso Presidente del Consiglio Renzi, in visita alle zone terremotate, seppur in campagna elettorale, aveva aperto a questo tipo di provvedimento. Noi lo sosteniamo da quando siamo qui dentro e quindi vorrei veramente che ci fosse un impegno concreto da parte del Governo a pensare ad una zona franca urbana su questi territori. In questo caso noi chiediamo l'approvazione di questo emendamento appunto per far ripartire le zone terremotate ed i loro imprenditori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.120, con il parere contrario di Commissione, Governo e di V Commissione, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma ? Paola Bragantini ? Costantino ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  357   
   Astenuti   43   
   Maggioranza  179   
   Hanno votato  111    
    Hanno votato no  246    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.37, con il parere contrario di Commissione, Governo e di V Commissione, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capodicasa ? Dall'Osso ? Lavagno ? Duranti ? Grillo ? Boccia ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  375   Pag. 116
   Astenuti   30   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  281    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Guidesi 1.122, sul quale la Commissione, il Governo e la V Commissione (Bilancio) hanno espresso parere contrario e il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, l'emendamento riguarda anche in questo caso l'istituzione e la richiesta di una zona franca per quei comuni che hanno subito le calamità naturali. Io, oltre a confermare le promesse del Presidente del Consiglio quando ha visitato quei territori, vorrei anche sottolineare che questo emendamento arriva anche da una risoluzione approvata all'unanimità nel consiglio regionale dell'Emilia-Romagna.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi 1.122, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald Nissoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  306   
   Astenuti   99   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato  24    
    Hanno votato no  282    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare, mentre la deputata Lupo ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 1.121, sul quale la Commissione, il Governo e il relatore di minoranza hanno espresso parere favorevole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, questo emendamento tratta della sospensione dei mutui su case inagibili. È chiaro, è ovvio ...., scusi Presidente, vorrei un po’ di silenzio perché...

  PRESIDENTE. Proceda pure.

  VITTORIO FERRARESI. Una volta che viene accettato un emendamento almeno ! Siamo molto felici del parere favorevole espresso su questo emendamento che prevede la sospensione del pagamento di mutui su case inagibili ovvero case in cui i cittadini non possono rientrare, non possono vivere, e quindi prendiamo con favore e assoluta felicità il parere favorevole da parte di Governo e Commissione. Un grosso risultato, è un risultato dei cittadini, dell'Emilia-Romagna, dei comitati e di tutti i parlamentari dei gruppi che hanno collaborato a questo successo. È una battaglia che va avanti veramente da quasi un anno e quindi non possiamo che essere felici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 117Ferraresi 1.121, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione... Capodicasa....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  402   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  400    
    Hanno votato no  2    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.40, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gandolfi, Galperti, Rizzetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  384   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no  275    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Segoni 1.123, su cui vi è una richiesta di riformulazione. Prendo atto che il deputato Segoni accetta la riformulazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 1.123, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Boccia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  396   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  392    
    Hanno votato no  4    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zan 1.44, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Pilozzi, Tancredi, Patriarca, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  398   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  272    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Pag. 118

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zan 1.45, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  401   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  45    
    Hanno votato no  356    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zan 1.46, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  397   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  45    
    Hanno votato no  352    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.502.1 della Commissione, con il parere favorevole del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Dell'Aringa, Marzano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  397   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  199    
    Hanno votato  397    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.502 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Tacconi, Rampi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  397   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  397    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.124, con il parere contrario Pag. 119di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio) e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  394   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  98    
    Hanno votato no  296    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zan 1.55, con il parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio) e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Abrignani, Ventricelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  400    
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  282    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.703 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il relatore di minoranza che si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giachetti, Mannino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  378   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  372    
    Hanno votato no  6    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare; la deputata Rotta ha segnalato di aver erroneamente votato contro, mentre avrebbe voluto votare a favore).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Tinagli 1.126, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molea. Ne ha facoltà.

  BRUNO MOLEA. Signora Presidente, intervengo solo per spiegare la ratio di questo emendamento: si voleva soltanto rendere ancora più accessibili, più evidenti e trasparenti i dati relativi ai finanziamenti e alle persone che li avevano ricevuti o gli enti; si voleva soltanto dare la possibilità, anziché andare a cercare i dati – non tutti, peraltro, presenti all'interno del sito della regione –, di avere, insieme alla relazione che il presidente deve trasmettere, anche una relazione che fosse dettagliata delle metodologie e delle quantità e dei soggetti che avevano percepito i finanziamenti in seguito ai noti eventi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 120
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tinagli 1.126.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Murer, Gutgeld
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  392   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  269    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 1.125, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il relatore di minoranza che si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Sarti, Dambruoso, Amendola.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  367   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  95    
    Hanno votato no  272    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare; il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.704 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il relatore di minoranza che si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Donati.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  391   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  386    
    Hanno votato no  5    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.505 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Abrignani, Donati, Scotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  389   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  389    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Paglia 1.02, con il parere contrario Pag. 121della Commissione, del Governo, della V Commissione (Bilancio), e con il relatore di minoranza che si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni, Alli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  373   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  32    
    Hanno votato no  341    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.501 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Molteni, Rampelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  392   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  390    
    Hanno votato no  2    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 2.8, con il parere contrario della Commissione, del Governo, della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura, Tartaglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  394   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  25    
    Hanno votato no  369    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 2.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo, della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abrignani, Costantino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  392   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   21    
    Hanno votato no  371    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Gianluca Pini 2.6 lo ritirano.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 2.7, con il parere contrario Pag. 122della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basso, Braga...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  392   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  24    
    Hanno votato no  368    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.700 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), con il parere favorevole della Commissione e dal Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Molteni, Paola Bragantini, Piras, Albini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  375   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  374    
    Hanno votato no  1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.701 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Kronbichler, Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  389   
   Votanti  372   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  371    
    Hanno votato no  1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.702 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Albanella, Dell'Aringa, Malisani, Lo Monte, Mongiello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  368   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato  367    
    Hanno votato no  1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Pag. 123

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 2.4, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mognato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  385   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  97    
    Hanno votato no  288    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento. Qual è il parere del Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, questo emendamento, che accoglie una condizione posta dalla Commissione bilancio, non risolve un tema che pure era stato sollevato, non solo dallo stesso commissario delegato dell'Emilia-Romagna, ma soprattutto dal sentimento e dalla consapevolezza dell'intera Commissione riguardo alla possibilità di una proroga estesa fino al 2015 dei contratti in essere delle persone impegnate nel lavoro di ricostruzione, sia per quanto riguarda la parte del terremoto, ma anche per la questione dell'alluvione.
  Il tema non è riuscito a trovare una soluzione in questo momento, ma io tengo, nell'esprimere parere favorevole su questo emendamento, essendo ovviamente una delle condizioni a norma dell'articolo 81, a dar conto all'intera Aula dell'impegno sostanziale che il Governo assume in questa sede affinché la soluzione, che oggi non siamo stati in grado di trovare nelle condizioni date, venga trovata e messa nel primo provvedimento utile proprio per dare una risposta di merito, sapendo che la possibilità di contratti in essere permette di intervenire sulle risorse già stanziate e che quindi si può trovare una soluzione che vada anche oltre il 2015.
  Questo è l'impegno con il quale esprimo anche il parere favorevole sull'emendamento, sulla condizione posta dalla Commissione bilancio.

  PRESIDENTE. Qual è il parere della Commissione ?

  ALESSANDRO BRATTI, Relatore per la maggioranza. Presidente, come ho detto nella relazione di apertura, questo è stato un provvedimento importante, come si è visto dalle votazioni e dalla rapidità con cui siamo arrivati alla discussione degli articoli. Questo percorso ha testimoniato insomma come ci sia stato un lavoro approfondito e ampiamente condiviso.
  È evidente che questo aspetto per cui abbiamo chiesto l'accantonamento, quello relativo alla proroga del personale, tra l'altro a risorse invariate di spesa, è un tema che mette una macchia al momento sull'attuale decreto, perché è evidente che oggi ci sono quasi 400 persone che stanno lavorando nella regione Emilia-Romagna riguardo al terremoto e quello che si chiedeva e si chiede nel decreto, perché abbiamo votato in altri articoli questa situazione, è anche di impiegare questo personale per l'alluvione e per la tromba d'aria.
  Allora, a situazione invariata e accogliendo l'emendamento che recepisce le condizioni poste dalla Commissione bilancio, si arriva fino al 31 dicembre 2014.
  Le risorse ci sono, e questo sicuramente è positivo, però è evidente che non ci sono i tempi fisiologici per poter fare nuovi concorsi, per cui questo personale ha necessità di rimanere operativo anche dopo il 2014.
  Quindi, ho capito che c’è un dispositivo legislativo molto rigido, che c’è bisogno di Pag. 124mettere mano a questo dispositivo e, quindi, accolgo le dichiarazioni del Governo. Però, è evidente che l'impegno deve essere molto, molto forte, perché se non riusciamo a mettere mano, da qui alla fine dell'anno, a questa questione vorrà dire che una parte fondamentale di questo decreto risulterà, di fatto, inefficiente.
  Nulla toglie a tutte le altre cose che abbiamo detto e abbiamo discusso e che sono state sottolineate dai colleghi sulla positività del decreto nella sua complessità. Ma non c’è dubbio che questa situazione, causa una serie di rigidità normative, qualche problema lo provoca e, quindi, accolgo con favore questo impegno forte del Governo. Ma davvero credo che ci sia l'impegno da parte delle forze politiche – di maggioranza in primis, ma anche delle altre – di sollecitare poi il prima possibile il Governo sul primo provvedimento utile per cercare di risolvere questa situazione che, ripeto, non comporta un euro in più di spesa per lo Stato.

  PRESIDENTE. Quindi, il parere è favorevole. D'accordo ?

  ALESSANDRO BRATTI, Relatore per la maggioranza. Sì, signora Presidente.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Presidente, credo che l'onorevole Bratti abbia spiegato molto bene a quest'Aula come stanno le cose. In altre parole, ha fatto un ottimo intervento con tutte le ragioni per cui si dovrebbe votare contro questo emendamento.
  Io ho il massimo rispetto per la Commissione bilancio, però credo che davanti ad un parere ci si possa anche, diciamo, ribellare e fare diversamente, perché un parere è un parere. Il parere della Commissione ambiente era che si potesse andare avanti così; il parere della regione Emilia-Romagna, credo, era che si potesse andare avanti così; il mio parere personale, che vale molto poco, è che si potesse andare avanti così. Noi mettiamo seriamente a rischio non tanto e non solo la possibilità di intervenire correttamente sull'emergenza alluvioni, ma anche quella pregressa...

  PRESIDENTE. Scusate, colleghi, un po’ di attenzione, per favore ! Prego.

  GIOVANNI PAGLIA. Credo che stiano capendo, almeno chi ha seguito il provvedimento capisce. Noi rischiamo di bloccare tutta l'operatività connessa al sisma e connessa alle alluvioni. Noi scopriamo in corso d'opera – e questa è una cosa su cui questo Parlamento dovrebbe riflettere – che anche quando ci sono le coperture, anche quando esistono, anche quando sono liquide, esisterebbero delle norme, in questo Paese, che impediscono non le assunzioni, ma le proroghe di contratti vitali in essere.
  Allora, io chiedo a quest'Aula di farsi carico delle sue responsabilità, di respingere questo emendamento e di dire, una volta per tutte, alla Commissione bilancio che, appunto, i suoi sono pareri e come tali vanno trattati (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Presidente, noi, invece, siamo convinti esattamente del contrario, cioè che bisogna fare una verifica puntuale. Ha fatto bene la Commissione bilancio a porre questo problema, perché se si parla di 800 unità che debbono essere prorogate, sono state prese e assunte giustamente. È necessario per l'emergenza ? Bene, che sia per l'emergenza. Ma l'emergenza mica è infinita. Qui si parla di proroghe a vita e sicuramente poi cominceranno a dire che bisogna stabilizzarli, che bisogna prenderli a tempo indeterminato e così via.
  Se servono e quanti servono lo vogliamo sapere, il Parlamento lo deve sapere, perché mica possiamo parlare in tutte le piazze di meritocrazia e di tutte queste cose indipendentemente da tutto. Pag. 125Facessero i concorsi, facessero una ricognizione puntuale per quello che serve per l'emergenza e per quello che non serve per l'emergenza. Dopodiché, vediamo se effettivamente deve essere fatta la proroga per il 2014, 2015, 2016 e 2017. Non è che possiamo inventarci Cottarelli – per metterlo poi chiaramente in naftalina nel frattempo, perché non si capisce dove è sparito – per la spending review e per fare i provvedimenti che questo Parlamento ha approvato con 7 mila esuberi e quant'altro, parlare delle mobilità nel frattempo, con tutti questi annunci e controannunci, e poi venire qui dentro e dire che noi dobbiamo fare queste proroghe a vita e che non si sa quando e come. Per le alluvioni e per il terremoto sì, ma limitatamente a quelli.
  Poi la regione Emilia-Romagna, come tutte le regioni e come tutte le pubbliche amministrazioni, solo in presenza di posti vacanti, coperture finanziarie, fabbisogni, espletamento delle mobilità e quant'altro, cose che il Governo annuncia continuamente, ma mai fa; allora, forse possiamo parlare di questo. Quindi, va bene la proroga per il 2014, una ricognizione di tutto anche in riferimento all'emergenza che io mi auguro che non sia eterna, salvo che non abbiano cognizione che alluvioni, emergenze eccetera in Emilia Romagna siano eterne e allora, a questo punto, anche noi saremmo d'accordo, ma per il momento noi voteremo convintamente rispetto a quello, sollecitando il Governo a farci questo quadro generale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, io vorrei dire al collega che ha appena parlato di stare tranquillo che non è l'emergenza rifiuti a Napoli, quindi i fondi sono purtroppo limitati e assolutamente circoscritti. Detto questo io sono d'accordo con il collega Paglia...

  ROCCO PALESE. Non c'entriamo niente noi con i rifiuti di Napoli !

  PRESIDENTE. Si esprima sul merito. Per favore, andiamo al merito, prego. Deputato Palese... Allora, andiamo sul merito, prego.

  PAOLO GRIMOLDI. Vengono stanziati dei soldi per il terremoto dell'Emilia Romagna. Questi soldi vengono stanziati per una regione che, oltre ad avere avuto il terremoto, ha avuto l'alluvione e ha avuto anche una tromba d'aria. Poi la collega Ghizzoni dice che sono state due, addirittura.
  Dove non sono d'accordo con Bratti è sulle parole, nel senso che Bratti dice: con questo emendamento della Commissione bilancio c’è una macchia. Noi possiamo dire che con questo emendamento della Commissione bilancio invece cade la ragion d'essere del decreto: se noi diamo dei soldi per intervenire in una situazione di particolare emergenza, più unica che rara, ma non possiamo più fare le proroghe per gli eventi straordinari particolarmente sfortunati che ci sono stati in quella realtà, evidentemente per quale motivo noi siamo qui a fare questo decreto e ad aver trovato queste risorse per intervenire in questa realtà ? Noi ovviamente siamo assolutamente contrari a questo emendamento della Commissione bilancio, perché se no quello che è importante dire a tutta l'Aula è che noi su questo provvedimento in Commissione abbiamo trovato una sintonia assoluta, siamo intervenuti su una realtà che ne aveva bisogno e siamo riusciti a migliorare il testo. Se però arriva questo emendamento della Commissione bilancio, tutto il lavoro fatto evidentemente è inutile, perché il decreto non può mettere a disposizione i soldi da spendere per gli eventi catastrofici che si sono verificati nella realtà dell'Emilia Romagna.

  PRESIDENTE. Quindi a questo punto, passiamo al voto. Onorevole Grimoldi, qual è il suo parere sull'emendamento che recepisce le condizioni poste dalla Commissione bilancio ? Pronunci il suo parere.

Pag. 126

  PAOLO GRIMOLDI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il mio parere è contrario all'emendamento della Commissione bilancio e per difendere il provvedimento.

  PRESIDENTE. Va bene, è contrario, d'accordo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.700 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) con il parere favorevole della Commissione e del Governo e contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Melilla, Lavagno, Albanella, Palma, Simoni, Misuraca, Balduzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  373   
   Votanti  372   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  255    
    Hanno votato no  117    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2365-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2365-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo, la sottosegretaria Amici, ad esprimere il parere.

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere è favorevole sull'ordine del giorno Vargiu n. 9/2365-A/1, purché riformulato nel senso di prevedere nel dispositivo, dopo le parole: «immediatamente corso alla», la parola: «recente».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cominelli n. 9/2365-A/2, purché il dispositivo venga riformulato nel seguente modo: «a valutare la possibilità di inserire il comune di Cignano di Offlaga, purché ne sia stato dichiarato lo stato di emergenza (...).

  PRESIDENTE. Scusate, colleghi, devo sapere i pareri. Se voi gridate, non riesco a sentire i pareri. Per favore ! Proceda pure, sottosegretario.

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2365-A/3, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Burtone n. 9/2365-A/4, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a riconosce la proroga anche per i quattro comuni della provincia di Matera (...) purché ne sia stato dichiarato lo stato di emergenza».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/2365-A/5, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2365-A/6, purché il dispositivo venga riformulato nel senso di sopprimere le parole: «anche di carattere legislativo».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Gianluca Pini n. 9/2365-A/7, L'Abbate n. 9/2365-A/8 e Ferraresi n. 9/2365-A/9, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2365-A/10. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del Pag. 127giorno Piccone n. 9/2365-A/11 e Zolezzi n. 9/2365-A/12, mentre esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Segoni n. 9/2365-A/13, Terzoni n. 9/2365-A/14 e Mariani n. 9/2365-A/15.

  PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Vargiu n. 9/2365-A/1, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  PIERPAOLO VARGIU. Accetto la riformulazione.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cominelli n. 9/2365-A/2, sul quale vi è il parere favore del Governo, purché riformulato.
  Onorevole Luigi Gallo, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. n. 9/2365-A/3, accolto dal Governo come raccomandazione ?

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, siamo un attimo a un caso di contraddizione, dove il Governo non è d'accordo con il Governo stesso. Infatti, in Commissione cultura il sottosegretario Barracciu ha detto che le priorità di intervento sui beni culturali sarebbero definite dal Ministero, e quindi non sarebbero demandate al commissario. Siccome l'ordine del giorno chiede proprio questo, mi chiedo come mai non venga accettato, ma sia solo accolto come raccomandazione.

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ho accolto come raccomandazione questo ordine del giorno non aprendo una contraddizione, perché così è già nella legge. Non è che si mette la questione in capo al MIBACT. Il MIBACT può decidere, insieme al commissario delegato, gli elementi con i quali si determinano gli interventi.
  In ordine a questo giudizio nel dispositivo, «non diventino illimitati», quasi a segnalare che i poteri del commissario vadano fuori un contesto di legge, qualora venga tolto questo elemento e in rapporto con le soprintendenze, credo che ci manteniamo sui profili della legge. A quel punto, con questa riformulazione, l'ordine del giorno si può accogliere in modo favorevole.

  PRESIDENTE. Deputato Gallo, insiste per la votazione ?

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, accetto la riformulazione, non l'accoglimento come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Burtone n. 9/2365-A/4, sul quale vi è il parere favore del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/2365-A/5, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/2365-A/5 con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Patriarca, Monchiero, Crippa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  355   
   Votanti  354   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato  21    
    Hanno votato no  333    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 128

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2365-A/6, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Gianluca Pini n. 9/2365-A/7, L'Abbate n. 9/2365-A/8 e Ferraresi n. 9/2365-A/9 sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2365-A/10, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2365-A/10 con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliverio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  353   
   Votanti  320   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  73    
    Hanno votato no  247    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Piccone n. 9/2365-A/11 e Zolezzi n. 9/2365-A/12, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Segoni n. 9/2365-A/13, Terzoni n. 9/2365-A/14 e Mariani n. 9/2365-A/15 sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
  Si è così concluso l'esame degli ordini del giorno.
  Secondo le intese intercorse tra i rappresentanti dei gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento. Sempre secondo le intese intercorse tra i gruppi, lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale avrà luogo nella seduta di domani, a partire dalle ore 8,30, con votazioni non prima delle ore 9,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 20,46).

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea e aggiornamento del programma.

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, si è convenuto che martedì 24 giugno, dalle ore 9,30, avranno luogo le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno e sulle linee programmatiche del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea (la relativa organizzazione dei tempi, pari a 5 ore complessive, è pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna).
  Nella mattina di lunedì 16 giugno avrà luogo la discussione sulle linee generali della Relazione sulle prospettive di riforma del sistema di gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Doc. XXIII, n. 1), in sostituzione della discussione sulle linee generali della proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, n. 28 – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle vicende, le cause e le responsabilità, anche internazionali, che hanno portato, nell'autunno 2011, alle dimissioni del quarto Governo Berlusconi, il cui esame – su richiesta della Commissione – è stato rinviato e potrà essere inserito nel calendario di luglio.
  Il seguito dell'esame della Relazione avverrà nel corso della settimana, dopo le mozioni già previste.
  In calce al resoconto stenografico della seduta odierna sarà altresì pubblicata l'organizzazione Pag. 129dei tempi della mozione Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00495 concernente l'applicazione di misure relative alla sicurezza e alla protezione sociale di cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente (ore 20,48).

  PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VIII Commissione (Ambiente):

  S. 1479 – “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 maggio 2014, n. 73, recante misure urgenti di proroga di Commissari per il completamento di opere pubbliche (Approvato dal Senato) (2447) – Parere delle Commissioni I, V, IX, X e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

  Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione di cui all'articolo 16-bis del Regolamento.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.

  PRESIDENTE. La Presidente della Camera ha chiamato la deputata Raffaella Mariani a far parte, quale componente effettiva, della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti, in sostituzione del deputato Angelo Rughetti, entrato a far parte del Governo.

Annunzio della convocazione del Parlamento in seduta comune.

  PRESIDENTE. Ricordo che domani, giovedì 12 giugno, alle ore 12 avrà luogo la seduta del Parlamento in seduta comune per la votazione per l'elezione di due giudici della Corte costituzionale. La chiama avrà inizio dai senatori.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 20,50).

  SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Signor Presidente, sembrerebbe – dico sembrerebbe perché le notizie arrivano dalla stampa e sono state pubblicate ieri – che quest'anno il gruppo neonazista Hammerskin abbia deciso di organizzare il concerto neonazista – quindi di una serie di forze neonaziste provenienti anche da tutta Europa – nella zona della Martesana. La Martesana è una zona a est di Milano. In modo preciso si sarebbero dati appuntamento all'uscita del comune di Carugate, tra Carugate, Brugherio e Cernusco.
  Ci tengo a sottolineare proprio la toponomastica dei luoghi, perché i sindaci si sono immediatamente allertati, hanno preso contatto con la questura e c’è una forte mobilitazione da parte dei cittadini.
  Uso sempre il condizionale, perché chiaramente loro sono liberi di organizzare i concerti all'interno di strutture private, se dei privati glielo concedono. Questo concerto sarebbe organizzato per raccogliere fondi per Alba Dorata greca e sappiamo benissimo che cosa intendiamo: un movimento estremamente pericolo.
  Detto questo, c’è questa grande mobilitazione in questi giorni in questi comuni. Infatti, se io ho usato il condizionale, Pag. 130giustamente, proprio perché non abbiamo prove che questo si verificherà, c’è una grande certezza: noi in Martesana non li vogliamo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà) !

  NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo per annunciare che nella mattinata, insieme al collega Caparini e al collega Bragantini, abbiamo partecipato a una manifestazione organizzata di fronte a Montecitorio dal SAP, il sindacato autonomo di polizia. Manifestazione, con annessa conferenza stampa, organizzata per svelare il falso comunicativo fatto dalla TV di Stato con riferimento al famoso congresso, che fu tenuto a Rimini dal sindacato autonomo della polizia, circa un mese fa, a seguito del quale si scatenò, nel dibattito dell'opinione pubblica del nostro Paese, una dura contestazione nei confronti di un presunto applauso che gli agenti di polizia fecero.
  Dalle immagini poi si verificò che l'applauso non vi fu nei confronti dei poliziotti che, in teoria, avrebbero causato la morte del giovane Aldrovandi. Oggi il SAP ha manifestato e ha chiaramente dimostrato come il servizio mandato in onda dalla TV di Stato rappresenta un palese falso. Infatti, gli applausi che la TV di Stato mandò in onda non erano riferiti al momento contestato, ma erano, invece, riferiti a un momento diverso.
  Siccome io ed il collega Caparini abbiamo depositato due interrogazioni parlamentari, una in Commissione di vigilanza RAI e l'altra al Ministro Alfano – proprio perché, in occasione di quei fatti, il Ministro Alfano, senza nemmeno verificare i fatti, decise di condannare dei suoi uomini – noi, depositando l'interrogazione, chiediamo tre cose: da un lato che vengano accertate le responsabilità...

  PRESIDENTE. Ha esaurito il tempo, onorevole Molteni.

  NICOLA MOLTENI. Concludo: che vengano accertate le responsabilità di quanto accaduto; che chi ha sbagliato paghi per l'errore commesso e, soprattutto, da parte del Ministro Alfano, che venga ridata la dignità, quella dignità che è stata ingiustamente tolta ai nostri agenti di Polizia.
  Quindi con questo intervento...

  PRESIDENTE. Onorevole Molteni, mi aiuti però.

  NICOLA MOLTENI. ...rinnoviamo la nostra solidarietà e la nostra vicinanza al SAP.

  DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, i fatti: i fatti sono che, durante il congresso del SAP, a fronte di un video che è stato trasmesso alla presenza di tutti i componenti l'assemblea, un video de Il fatto quotidiano in cui Spagnulo veniva indicato come l'emblema dello stato di assoluto abbandono in cui versano le forze dell'ordine e la Polizia in questo Paese, e quindi preso ad esempio della frustrazione di chi oggi lavora, serve l'intera collettività e non si vede minimamente riconosciuta la qualità del suo lavoro ed anche si vede addirittura umiliato, come è successo in questo caso, di fronte all'applauso tributato alle parole, comunque composte, di questo servitore della collettività, la RAI, il servizio pubblico, ha utilizzato questo applauso per deviare assolutamente l'informazione, spostandolo in un altro momento, in un'altra fase dell'assemblea del SAP, fase che era assolutamente privata e quindi alla quale neanche hanno potuto partecipare le telecamere. Ha utilizzato quell'applauso per sottolineare un qualcosa che non è assolutamente avvenuto, quindi creando un falso storico, creando disinformazione, mettendo nella condizione sia gli operatori di Polizia, ma ancor più coloro che questa informazione l'hanno recepita, quindi la più alta carica dello Stato e non solo, il Ministro dell'interno... Pag. 131Tutto il mondo dell'informazione è stato condizionato da una notizia data dalla RAI, che avrebbe dovuto essere autorevole, ma invece era falsa, totalmente infondata, totalmente costruita, artatamente costruita per gettare...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

  DAVIDE CAPARINI. ...fango sulle forze di polizia. Ovviamente questa informazione ha condizionato poi tutto il dibattito successivo, facendo passare le Forze dell'ordine per quello che non sono assolutamente, ma imputando loro anche qualcosa che non è assolutamente avvenuto. La cosa grave, e qui concludo...

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  DAVIDE CAPARINI. ...è che successivamente, di fronte alla prova provata, con documentazione video, che ciò che era stato contestato non era assolutamente avvenuto, l'informazione pubblica non ha mosso un dito. Nessuno ha avuto l'accortezza, la decenza...

  PRESIDENTE. Onorevole Caparini, non mi metta in difficoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Adesso concludo, questo però è l'unico spazio...

  PRESIDENTE. Mi rendo conto, onorevole Caparini.

  DAVIDE CAPARINI. ...in 30 giorni, in cui sono stati trattati veramente nel modo peggiore possibile coloro che lavorano per difendere la sicurezza in questo Paese, è l'unico spazio che abbiamo per poter denunciare l'accaduto e chiedere che finalmente la RAI faccia il suo mestiere...

  PRESIDENTE. Adesso però deve concludere davvero.

  DAVIDE CAPARINI. ...cioè faccia il mestiere di servizio pubblico e ripristini la verità (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  MAURO OTTOBRE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, cari colleghi e care colleghe, io per festeggiare il giorno della Repubblica sono andato nello stato della Florida, in carcere, a trovare il nostro concittadino Chico Forti. Io chiedo con tutta umiltà un aiuto di questo Parlamento, perché tra breve tempo noi discuteremo una mozione, che è stata fermata bene o male da tutti i gruppi parlamentari. Ebbene, sembrerà strano, ma questa mozione è molto importante per Chico Forti. Proprio l'altro giorno il più importante avvocato degli Stati Uniti d'America, Joe Tacopina, che è anche tra l'altro il vicepresidente della Roma Calcio, ha accettato di difendere Chico Forti, perché è pienamente convinto, al cento per cento, della sua non colpevolezza.
  Se andiamo anche a leggere la sentenza della corte di Chico Forti, essa dice chiaramente: questa corte, signor Forti, non ha le prove che lei abbia commesso il delitto e da questo è iniziata tutta la sua odissea. Sono quattordici anni che questo nostro concittadino che è ancora un cittadino italiano, che non è cittadino degli Stati Uniti d'America, deve subire una ingiusta condanna. Cosa può fare la politica ? Be’, ho scoperto che la politica può fare tanto, specialmente questo Parlamento può fare davvero tanto. Ricordiamoci che nello Stato della Florida da questo carcere durissimo non si esce neanche da morti perché hanno fatto un cimitero all'interno con condanne di quattrocento-cinqurcento anni. Quindi dobbiamo fare tutto quello che è in nostra facoltà per cercare di affiancare questo nostro concittadino il quale mi ha detto proprio di mandarvi un messaggio: ci ringrazia tutti perché se lui ancora ha la speranza di battere e combattere questa grande ingiustizia lo deve anche grazie a noi che lo sosteniamo con il nostro lavoro.

  ANGELO CERA. Chiedo di parlare.

Pag. 132

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà, onorevole Cera, che con la sua capacità di sintesi sicuramente ci aiuterà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, da una relazione dell'assistente sociale, a proposito dei due bambini di Battipaglia, si legge che il giorno 18 marzo, in seguito ad uno scambio di battute con il figlio maggiore, in occasione dell'unico incontro protetto della settimana, il figlio maggiore ha dichiarato che considera la sua psicologa come una madre, rifiutandosi di relazionarsi così con la madre vera.
  Il fratello maggiore ha affermato quindi, Presidente, che una psicologa può sostituire sua madre. Ci rendiamo conto fino a che punto di sofferenza e confusione è stato portato questo bambino ? Dopo un anno e tre mesi di casa-famiglia, di isolamento dagli affetti familiari, senza ragioni che possono giustificare questa inutile sofferenza, questi sono gli aberranti risultati. Questo bambino rischia di essere danneggiato nella sua identità. Gli è stato forzatamente, inutilmente e in maniera innaturale imposta la figura della psicologa in sostituzione della figura materna. Ed oggi questo bambino non è più in grado di distinguere i diversi ruoli. Questa perdita di identità familiare è un danno gravissimo compiuto nei confronti del minore. Una segregazione biblica e senza motivi validi che i due fratellini stanno vivendo come una ingiusta punizione. È inaccettabile che le istituzioni che dovrebbero proteggere i bambini diventino esse stesse luogo di tortura e di punizione portando danni evidenti che oggi possiamo misurare.

  PRESIDENTE. Onorevole Cera, concluda.

  ANGELO CERA. Presidente, ho finito. Nessuno psicologo può sostituire un genitore né tanto meno una madre e se un bambino è arrivato a pronunciare e soprattutto a credere a tali menzogne significa che su di lui è stato compiuto davvero un lavaggio di cervello. Significa che l'isolamento in casa-famiglia – ripeto – senza motivo e giustificazioni finisce per far perdere orientamento, identità e serenità ai due bambini. Restituite, lo Stato restituisca questi due bambini alla madre e definitivamente si chiuda un capitolo veramente buio della storia sociale italiana.

  PATRIZIA MAESTRI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PATRIZIA MAESTRI. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta del Ministro dello sviluppo economico alla mia interrogazione presentata nel mese di aprile che riguarda la situazione del gruppo bancario nazionale Intesa Sanpaolo, gruppo che dal 2010 ha acquisito le quote di Banca Monte Parma arrivando ultimamente all'acquisizione del 100 per cento della stessa banca e che nel processo di integrazione e razionalizzazione, in cui sono stati coinvolti circa seicento lavoratori per tre province, ha ultimamente aperto un percorso che comporta il licenziamento di cinquanta persone o, in alternativa, una serie di misure che riducono salario e diritti.
  Tutto questo senza prendere in considerazione interventi alternativi proposti dal sindacato come concessioni di part-time o altri. Chiedo, pertanto, una risposta in tempi brevi che affronti un problema occupazionale estremamente rilevante per il territorio parmense.

  CHIARA BRAGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CHIARA BRAGA. Signor Presidente, non posso fare a meno di intervenire a titolo personale perché resti agli atti di quest'Aula una doverosa precisazione riguardo all'intervento dei colleghi Molteni e Caparini che mi hanno preceduto sulla verità dei fatti. Gli agenti di polizia di Ferrara, che hanno evocato i due colleghi, non avrebbero causato la morte di Federico Aldrovandi, ma lo hanno ucciso, come è stato accertato da sentenza definitiva. E Pag. 133credo che sia giusto che agli atti di quest'Aula resti questa doverosa precisazione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

  MARIASTELLA BIANCHI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIASTELLA BIANCHI. Signor Presidente, faccio riferimento anch'io a quanto detto dai colleghi della Lega Nord, onorevoli Molteni e Caparini. Mi dispiace che non siano ancora in Aula. Intanto, ovviamente le smentite possono arrivare in qualunque momento. Certo che dal 29 aprile ad oggi, magari poteva essere qualche giorno prima. Poteva essere anticipata questa necessità di rispettare la verità da parte del SAP. C’è ancora in rete un'intervista che il presidente del SAP, Gianni Tonelli, appena eletto, ha rilasciato il 30 aprile al TG LA7. Il presidente appena eletto del SAP, Gianni Tonelli, non smentisce gli applausi, dice che sono durati solo un minuto, che si sono svolti nel corso di una sessione privata e non nel corso del congresso, e tiene a sottolineare che gli applausi non erano contro il dolore di una madre, né contro un evento che definisce infausto, ma erano per affermare un desiderio di verità. Dunque, il neoeletto presidente del SAP – non abbiamo dubbi sulla sua presenza il giorno del congresso che lo ha eletto in sala – il giorno dopo, alle telecamere del TG LA7, dice queste cose che ho appena ricordato: non smentisce gli applausi, non erano contro il dolore, ma per chiedere la verità. Segnalo a lei, Presidente, e all'Aula che questa richiesta di verità si rivolge contro una condanna passata in giudicato ed è sinceramente abbastanza sorprendente che il neopresidente di un sindacato di polizia chieda verità contro una sentenza passata in giudicato.

  MARA MUCCI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, ci associamo assolutamente alla precisazione fatta dall'onorevole Braga e dalla collega Bianchi. Io, però, intervengo per sollecitare una risposta all'interrogazione, la n. 5-01474. Anche questo è un caso che definirei importante dal punto di vista umano perché tratta di una ragazzina, Nadia Sbitri, residente in Italia dall'età di un anno. È dal 2009 che è in attesa della cittadinanza italiana. Questa ragazza è stata anche selezionata per partecipare ai mondiali di hockey e pattinaggio che, però, sono già passati e, quindi, li ha persi. Pertanto, è importante che si risponda a questa interrogazione in merito a questo grave ritardo per la concessione della cittadinanza. Per noi è importante, quindi, e vorremmo avere una risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 12 giugno 2014, alle 8,30:

  (ore 8,30, con votazioni non prima delle ore 9,30).

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
  Conversione in legge del decreto-legge 12 maggio 2014, n. 74, recante misure urgenti in favore delle popolazioni dell'Emilia-Romagna colpite dal terremoto e dai successivi eventi alluvionali verificatisi tra il 17 ed il 19 gennaio 2014, nonché per assicurare l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali (C. 2365-A).
  — Relatori: Bratti, per la maggioranza; Grimoldi, di minoranza.

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  2. – Seguito della discussione del disegno di legge:
  Disposizioni concernenti partecipazione a Banche multilaterali di sviluppo per l'America latina e i Caraibi (C. 2079-A).
  — Relatore: Gentiloni Silveri.

  3. – Seguito della discussione delle mozioni Migliore ed altri n. 1-00440, Bargero ed altri n. 1-00200, Grande ed altri n. 1-00286, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00484, De Mita ed altri n. 1-00485, Palese ed altri n. 1-00486, Fedriga ed altri n. 1-00488, Taglialatela ed altri n. 1-00492 e Balduzzi ed altri n. 1-00494 concernenti iniziative a favore delle vittime dell'amianto.

  4. – Seguito della discussione delle mozioni Tabacci, Taricco, Palese, Lavagno, Dorina Bianchi, Monchiero, De Mita ed altri n. 1-00265, Cozzolino ed altri n. 1-00487, Prataviera ed altri n. 1-00491 e Balduzzi ed altri n. 1-00493 in materia di semplificazione normativa e amministrativa.

  5. – Seguito della discussione dei disegni di legge:
  Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interno tra i rappresentanti dei Governi degli Stati membri dell'Unione europea, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento degli aiuti dell'Unione europea forniti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 in applicazione dell'Accordo di partenariato ACP-UE e all'assegnazione di assistenza finanziaria ai Paesi e territori d'oltremare cui si applicano le disposizioni della parte quarta del trattato sul funzionamento dell'UE, fatto a Lussemburgo e a Bruxelles, rispettivamente il 24 giugno e il 26 giugno 2013 (C. 2083-A).
  — Relatore: Amendola.

  S. 1315 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla creazione del blocco funzionale dello spazio aereo Blue Med tra la Repubblica italiana, la Repubblica di Cipro, la Repubblica ellenica e la Repubblica di Malta, fatto a Limassol il 12 ottobre 2012 (Approvato dal Senato) (C. 2280).
  — Relatore: Alli.

  La seduta termina alle 21,10.

TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE DI MINORANZA DEL DEPUTATO PAOLO GRIMOLDI IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 2365-A

  PAOLO GRIMOLDI, Relatore di minoranza. Signor Presidente ! Il Gruppo della Lega Nord e Autonomie condivide le provvidenze disposte dal presente decreto-legge per i territori emiliani duramente colpiti dal sisma del maggio 2012 e successivamente devastati dalle alluvioni verificatesi nel mese di gennaio scorso e dalla tromba d'aria del 3 maggio 2013; alluvioni e avversità atmosferiche che hanno aggravato ulteriormente una situazione già fortemente critica per i residenti e per il contesto economico e produttivo della zona.
  La falla di ben 3 km dell'argine del fiume Secchia, nella domenica del 19 gennaio 2014, ha versato circa 13 milioni di metri cubi d'acqua, che hanno invaso vaste aree della pianura modenese e in particolare, i comuni di Bastiglia e Bomporto e importanti zone dei comuni di Modena, San Prospero, Camposanto, Medolla, San Felice sul Panaro e Finale Emilia. Sono stati danneggiati fabbricati residenziali e produttivi, scorte vive e morte, macchine e attrezzature, strade poderali e canali di scolo, terreni. Solo per il comparto agricoltura si contano 54 milioni di danni per 302 aziende agricole colpite, su un totale di 350 presenti nell'area alluvionata che ha un'estensione di 6.500 ettari.
  Lo scopo dell'articolo 1 del decreto-legge è quindi quello di autorizzare il Pag. 135Presidente della Regione Emilia-Romagna, in qualità di commissario per la ricostruzione posterremoto, ad operare con gli stessi poteri di deroga riconosciuti per la ricostruzione posterremoto anche per l'attuazione degli interventi per il ripristino e la ricostruzione, l'assistenza alle popolazioni e la ripresa economica nei territori dei comuni interessati dalle alluvioni del mese di gennaio e dalla tromba d'aria di maggio.
  Il Presidente della Regione Emilia Romagna avrà quindi ampi poteri per quanto riguarda la misura dei contributi da erogare, la destinazione degli stessi, le modalità e i tempi della loro erogazione, disponendo di una somma di 210 milioni di Euro da suddividersi in due anni e delegando altresì ai Sindaci dei vari Comuni compiti di controllo e coordinamento per la messa in sicurezza del territorio e dei fiumi, il ripristino di edifici pubblici e gli indennizzi ai privati e le imprese.
  Tuttavia, non possiamo non notare che il decreto reca provvidenze solo per i comuni alluvionati dell'Emilia Romagna, mentre le alluvioni dei primi mesi del 2014 hanno interessato anche i territori del Veneto (di cui alla dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi atmosferici verificatisi tra il 30 gennaio ed il 18 febbraio 2014 nel territorio della Regione Veneto deliberata dal Consiglio dei ministri il giorno 11 aprile 2014 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.102 del 5 maggio 2014).
  Anche il Veneto nella provincia di Rovigo, come anche la Lombardia nella provincia di Mantova, hanno avuto danni ingenti dal sisma del maggio 2012, e tante aziende sono state doppiamente colpite sia da terremoto che da alluvioni o magari da ripetute alluvioni. Certo, l'Emilia Romagna ha avuto il 92,3 per cento dei danni sul totale registrati, ma anche le Regioni Lombardia e Veneto, hanno avuto anche esse danni ingenti (6,7 per cento Lombardia e 1 per cento Veneto sul totale dei danni);
  Non si capisce quindi perché il decreto interessa solo una parte della popolazione colpita e non estende i benefici anche per questi territori, come ad esempio in ordine alle deroghe permesse al Commissario per operare in somma urgenza.
  Un'altra questione che il nostro gruppo intende stigmatizzare è che la copertura finanziaria utilizzata per l'Emilia Romagna, sia per la parte dei 160 milioni individuati nella garanzia statale per i finanziamenti bancari agevolati, sia per la parte dei 50 milioni già disponibili nella contabilità speciale del commissario delegato, non rappresenta una nuova autorizzazione di spesa da parte del Governo ma comporta l'utilizzo di risorse già previste per la ricostruzione dei territori colpiti dal terremoto, che vengono impiegate anche per i danni causati dalle recenti avversità atmosferiche.
  Peraltro, per quanto concerne la parte dei 160 milioni, occorre specificare chiaramente nel testo che si tratta della parte di competenza della regione Emilia Romagna, per non incidere sulla parte spettante alle altre due regioni Lombardia e Veneto.
  Il nostro gruppo ha presentato appositi emendamenti per ampliare la portata del decreto-legge anche ai territori della Lombardia e Veneto colpiti dal terremoto del 20 e 29 maggio 2012 e dalle alluvioni dei mesi scorsi, e anche al territorio della provincia di Ravenna, duramente colpito dalla «bomba d'acqua» che ha investito il faentino, creando frane e allagamenti che hanno messo in ginocchio residenti e attività.
  In Commissione VIII è stato svolto un lavoro proficuo, anche se in tempi ridottissimi, che ha apportato miglioramenti importanti rispetto al testo del Governo, anche con l'approvazione di emendamenti presentati dal nostro gruppo.
  Sono stati approvati emendamenti che ampliano i benefici del decreto-legge anche ai territori delle provincie di Bologna e Modena colpiti dalle eccezionali avversità atmosferiche verificatesi il giorno 30 aprile 2014, sono state previste agevolazioni per le aziende agricole danneggiate, è stata inserita la presentazione annuale al Parlamento da parte del Presidente della Regione Emilia Romagna di una relazione Pag. 136sullo stato di avanzamento dei lavori e sull'utilizzo delle risorse stanziate, allo scopo di garantire certezza e controlli, anche in relazione alle deroghe alle procedure ordinarie previste dal decreto-legge.
  L'articolo 2 del decreto-legge integra il Fondo per le emergenze nazionali con le risorse iscritte nel bilancio della Presidenza del Consiglio dei ministri che risultano ancora disponibili, in relazione alla mancata attivazione degli interventi previsti da specifiche disposizioni legislative a seguito di calamità naturali.
  In Commissione VIII sono stati approvati emendamenti che ampliano le risorse a disposizione del Fondo per le emergenze nazionali attraverso le risorse autorizzate e non utilizzate per calamità pregresse. Inoltre, con emendamento del Governo è stato previsto:
  La semplificazione della gestione dei finanziamenti per calamità accelerando l'applicazione di una norma già esistente che assegna al Ministero dell'economia il pagamento dei mutui e alla Presidenza del Consiglio dei ministri gli interventi finanziari diretti, anche per permettere una più esatta e trasparente configurazione del bilancio della protezione civile che oggi è gravato da oneri di natura meramente finanziaria;
  L'assegnazione di 100 milioni di euro al Fondo per le emergenze nazionali a valere sui proventi per interessi derivanti dalla sottoscrizione di specifici strumenti finanziari di cui al Decreto-Legge 95/2012 (rafforzamento del settore bancario), non necessari al pagamento degli interessi passivi da corrispondere sui relativi titoli del debito pubblico;
  La velocizzazione dell'operatività del Fondo emergenze nazionali permettendo di assumere impegni per calamità naturali senza il vincolo attualmente esistente dell'assunzione trimestrale degli impegni sui capitoli di bilancio dello Stato.
  Si tratta di disposizioni condivisibili che tuttavia non riescono a incidere in maniera considerevole sul Fondo per le emergenze nazionali, rispetto all'ammontare dei danni che ripetutamente subisce il nostro territorio.
  Infatti, il nostro Paese è fortemente compromesso da fenomeni di dissesto idrogeologico che rendono ormai urgente ed inderogabile attivare serie misure di contrasto alla rottura degli equilibri tra patrimonio naturale, antropizzazione e cambiamenti climatici, e fare fronte a problematiche complesse ed impellenti attraverso programmi pluriennali di interventi, che vedono protagonisti gli enti periferici e territoriali competenti per legge.
  Il nostro gruppo auspica, quindi, di vedere in futuro sempre meno decreti-legge che combattono emergenze da frane e alluvioni verificatisi lungo il territorio nazionale e più interventi legislativi strutturali e strategie politiche rivolte maggiormente alla prevenzione, alla cura del territorio, all'adozione di pratiche di vigilanza attiva e di manutenzione costante del suolo, che siano in grado di mantenere in uno stato di concreta sicurezza le aree più sensibili dal punto di vista di rischio idrogeologico, evitando disastri e alluvioni simili a questi cui si riferisce il presente decreto-legge.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DELLA DEPUTATA EMANUELA GHIZZONI IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 2365-A

  MANUELA GHIZZONI. Grazie, Signor Presidente.
  Il decreto che stiamo esaminando viene sinteticamente definito come il decreto Alluvione Modena.
  Ma questa definizione è corretta a metà, lo ricordava Grimoldi perché solo il primo articolo è interamente dedicato agli interventi in favore delle popolazioni modenesi che nel giro di 24 mesi sono state colpite da un terremoto rovinoso, da una tromba d'aria, poi da un'imponente alluvione e infine da un'altra tromba d'aria: una coincidenza straordinaria di eventi Pag. 137calamitosi, abbattutisi su un'area relativamente circoscritta, mai verificatasi prima nella storia repubblicana, di fronte alla quale il Governo ha dato una risposta tempestiva, positiva e concreta, nella consapevolezza – non scontata – che lo Stato debba assumere misure straordinarie di fronte a situazioni eccezionali.
  Bene, molto bene, quindi, i 210 milioni di risorse vere destinate al ritorno alla normalità per le comunità che hanno subito prima i danni del terremoto e poi quelli dell'alluvione. Sono stati mesi molto duri, quelli vissuti dalle comunità di Bastiglia e Bomporto per citare i due comuni più colpiti: ma ora comincia a vedersi la luce alla fine del tunnel, grazie alle disposizioni di questo decreto, che ha già permesso al commissario delegato, cioè il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, di assumere le ordinanze per erogare i contributi necessari per il ritorno alle normali condizioni di vita e di lavoro. Una testimonianza di questo mutato contesto sono gli applausi tributati ai sindaci di Bomporto e Bastiglia all'assemblea cittadina convocata, la settimana scorsa, per illustrare le ordinanze regionali:
  Non tutto è risolto, ne siamo consapevoli, ma potremmo dire che abbiamo svoltato verso la fase della ripresa e soprattutto, ci si è concretamente impegnati per non lasciare indietro nessuno.
  Dicevo, che se il primo articolo è dedicato agli eventi modenesi – e nel merito delle disposizioni qui contenute si soffermeranno altri colleghi – è altresì vero che il secondo riguarda l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali.
  Il decreto, quindi, ha un respiro ben più ampio rispetto alla denominazione corrente e soprattutto è in grado – e ancor di più lo è dopo l'approvazione di alcuni emendamenti richiamati dal relatore – di rendere più efficiente il nostro sistema di prevenzione e di protezione civile.
  È stato opportuno e giusto istituire a suo tempo un fondo unico in cui trovare immediatamente le risorse per fare fronte a situazioni di emergenza determinate da calamità naturali o connesse con l'attività dell'uomo, per chiudere con la lunga epoca della affannosa e non sempre fruttuosa ricerca delle risorse necessarie. Perché la cosa funzioni però, quel fondo deve avere sempre una adeguata disponibilità finanziaria: è con questo proposito che si è previsto, in particolare, la revoca e la rassegnazione al Fondo stesso di risorse già destinate ad affrontare calamità naturali ma che non sono state utilizzate: in altre parole si tratta di rimettere in circolo risorse che sono in standby e che in questo modo vanno a rimpinguare il Fondo.
  Risorse che, grazie al lavoro di commissione, come ricordava il relatore, sommano a 100 milioni, che così possono essere assegnate per affrontare la prima fase di quelle emergenze che la protezione civile ha già istruito favorevolmente, come l'alluvione di Senigallia, per citare l'ultimo esempio nefasto.
  La proficua interlocuzione tra le forze politiche presenti in Commissione – che hanno lavorato con spirito unitario – ed il Governo ha portato poi alla approvazione di altri emendamenti che consentono, ad esempio, il finanziamento delle reti di monitoraggio per la prevenzione, cioè i diversi sistemi di allerta che avranno una maggiore operatività per dare il primo allarme, consentendo così di salvare vite umane. Ancora, la Commissione si è espressa. favorevolmente a due nuove norme tese al rifinanziamento, con 50 milioni, del fondo regionale per affrontare le emergenze e il recupero, regione per regione, delle risorse non spese per reinvestirle a favore di nuove situazioni emergenziali.
  L'articolo 2 del decreto in parola, grazie a questo attento lavoro emendamentivo, esce rafforzato, a reale vantaggio dei territori e delle popolazioni locali coinvolte da eventi calamitosi.
  Da modenese, posso testimoniare per esperienza diretta dell'impatto benefico dell'efficacia degli interventi durante un'emergenza non solo per salvare persone e cose ma per cementare il senso di appartenenza ad una comunità nazionale. È nella fase della fragilità e della paura che misuriamo con particolare inusitata Pag. 138sensibilità il nostro sentirci parte di uno Stato in base alla sua capacita di dispiegare concretamente interventi di solidarietà nazionale.
  Purtroppo il nostro Paese patisce ancora dell'assenza di una legge nazionale sulle emergenze e sulla ricostruzione successiva a catastrofi: tale assenza, c me ho già avuto modo di dire in questa stessa aula qualche mese fa, determina un ingiustificato contraccolpo sui diritti dei cittadini colpiti da rovinose calamità naturali: nella stessa identica sorte di avere perso tutto o quasi tutto, ebbene, i cittadini non godono – alla luce dei fatti – degli stessi livelli di tutela e di ristoro, che dipendono dalle mutevoli scelte politiche, dai cambi di governo, dalle diverse valutazioni degli organismi tecnici, come la Ragioneria dello Stato. Ed è alla rappresentazione di alcuni esempi di questa asimmetria che vorrei dedicare la seconda parte del mio intervento. Esempi tratti dall'esperienza diretta dall'emergenza e dalla ricostruzione del terremoto del maggio 2012, che ha travolto le province di Modena, Reggio Emilia, Bologna, Ferrara, Mantova e Rovigo.
  Farò due esempi, entrambi connessi al delicato tema della fiscalità. Al netto di quanto dispone la normativa europea, è un fatto che nei confronti di territori terremotati sono state applicate, nel tempo, normative sempre più restrittive e poco solidaristiche, fino al sisma del maggio 2012, in occasione del quale, oltre alla consueta sospensione fiscale di sei mesi, nulla è stato disposto, Credo di non sbagliarmi nel dire che ai terremotati di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto nessuna agevolazione fiscale è stata disposta, nonostante le pressanti e costanti richieste dei rappresentanti territoriali e nazionali, se non la possibilità – per le imprese danneggiate – di accedere un mutuo per provvedere al pagamento dei tributi, dei contributi e dei premi sospesi nel periodo giugno 2012 – dicembre 2013. Stiamo parlando delle imprese che hanno avuto il capannone danneggiato o distrutto e patito pesanti danni diretti al reddito e sono le stesse imprese che hanno anticipato le risorse per ripristinare l'attività produttiva e per garantire i livelli occupazionali. È evidente che in questo contesto molte aziende che da 8 mesi hanno ricominciato a versare le imposte e i contributi, non sono ancora in grado ora di ripagare le rate del mutuo. Ecco perché, nel precedente decreto-legge n. 4 fu approvato con il concorso di tutte le forze politiche un emendamento che nelle intenzioni del legislatore prorogava di due anni la restituzione del mutuo. È cronaca di questi giorni che tale intenzione sia stata travisata dall'accordo tra ABI e CdP che ha interpretato la norma come una rimodulazione del piano di ammortamento dal 1o di luglio. Come legislatori non abbiamo cambiato opinione pertanto abbiamo lavorato unanimemente in Commissione referente per una nuova norma che prevede la concessione, a domanda, della proroga di 12 mesi per pagare la prima rata e per dare quindi un reale sollievo alle imprese che oltre al terremoto devono affrontare le insidie della burocrazia. Con questa norma, interveniamo per la quinta volta sull'argomento: è facile capire che così non si può più procedere ed è altrettanto facile capire che stiamo pagando – a caro prezzo – l'assenza di una normativa nazionale, che ci renda davvero tutti uguali davanti alle avversità.
  C’è poi un'altra questione cui vorrei accennare e riguarda l'ipotesi, da tempo perseguita, di istituire una zona franca urbana in alcuni circoscritti territori colpiti dal sisma del 2012. La proposta non è estemporanea, ma è stata mutuata dall'esperienza dell'Aquila, avviata con decreto ministeriale del settembre 2012, cioè 3 anni dopo il sisma che colpì l'Abruzzo e tre mesi dopo quello emiliano, veneto, lombardo.
  Riprendersi dagli effetti di un terremoto devastante non è facile, perché le onde del sisma rompono le strutture materiali insieme a quelle filiere invisibili – produttive e sociali – che tengono insieme una comunità. Ecco perché la ricostruzione è opera lenta e non si conclude con la sola riedificazione degli edifici. Ed ecco perché come PD avevamo presentato per Pag. 139la discussione in commissione un emendamento sulla costituzione di zone franche urbane a favore delle micro imprese con sede nei centri storici dei comuni più colpiti dal sisma: una misura per dare respiro al commercio, al terziario e all'artigianato che fa faticosamente impresa dopo il terremoto e al contempo tiene vivo il centro storico, cioè la porzione urbana più rappresentativa e simbolica di una comunità. L'esito a questa nostra proposta è stato negativo. Aggiungo, per ora. Perché se rinunciamo a discuterne in questa sede per consentire una rapidissima approvazione del decreto, riteniamo altresì che sia doveroso nei confronti dei terremotati del sisma del 2012 spiegare le ragioni del diniego che invece non ci fu per analoghe situazioni altrettanto doveroso sia istituire un tavolo tecnico che ponderi attentamente la proposta. Ma non voglio chiudere con una nota negativa poiché ritengo, come ho spiegato che questo decreto sia molto buono, poiché contiene norme positive ed efficaci. Come l'inclusione, tra le disposizioni previste per gli alluvionati modenesi, dei danneggiati dalla tromba d'aria e dalla straordinaria grandinata, per estensione e per intensità, che il 30 aprile ha chirurgicamente colpito la stessa identica area travolta dalla rotta del Secchia di gennaio scorso. Si tratta di eventi climatici eccezionali, che hanno determinato la perdita di produzione degli impianti arborei (frutteti e vigneti) nonché danni urgenti: alle stesse strutture di difesa. In questa area la produzione cerealicola e frutticola (pere e vite, in particolare lambrusco) è stata compromessa con perdite stimate dal 30 al 50%, mentre le aree destinate a seminativi sono ancora oggi impraticabilità a causa del ristagno e del sedimento lasciato dall'alluvione. Le imprese agricole quindi devono far fronte alle spese necessarie per il ripristino dei danni subiti ma non possono contare sulle entrate che mancheranno per la distruzione del raccolto futuro. Una situazione drammatica per le imprese agricole, alla quale si dà una prima risposta positiva con le disposizioni contenute in questo decreto che, per rispetto di chi vive già ora i disagi prodotti da calamità naturali e per tutela dell'intera popolazione italiana, riteniamo debba essere velocemente convertito in legge.

Pag. 140

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLE COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 26 E 27 GIUGNO E SULLE LINEE PROGRAMMATICHE DEL SEMESTRE DI PRESIDENZA ITALIANA DEL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA

Tempo complessivo per la discussione e per le dichiarazioni di voto: 5 ore.

Governo 45 minuti
Interventi a titolo personale 15 minuti (con il limite massimo di 4 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 2 ore e 20 minuti (per la discussione) 1 ora e 40 minuti (per le dichiarazioni di voto)
 Partito Democratico 42 minuti 10 minuti
 MoVimento 5 Stelle 19 minuti 10 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 14 minuti 10 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 11 minuti 10 minuti
 Nuovo Centrodestra 10 minuti 10 minuti
 Scelta civica per l'Italia 10 minuti 10 minuti
 Lega Nord e Autonomie 9 minuti 10 minuti
 Per l'Italia 9 minuti 10 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza
 nazionale
8 minuti 10 minuti
 Misto: 8 minuti 10 minuti
  Centro Democratico 2 minuti 3 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti 2 minuti
Pag. 141

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA MOZIONE N. 1-00495

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 142

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1864-A - articolo agg. 14.0101 306 302 4 152 294 8 84 Appr.
2 Nom. em.15.101, 103, 104 385 377 8 189 149 228 79 Resp.
3 Nom. em. 15.600 405 402 3 202 401 1 79 Appr.
4 Nom. articolo 15 413 308 105 155 308 79 Appr.
5 Nom. em. 16.101 415 412 3 207 60 352 79 Resp.
6 Nom. em. 16.102 420 415 5 208 124 291 79 Resp.
7 Nom. em. 16.103 418 413 5 207 121 292 79 Resp.
8 Nom. em. 16.104 421 385 36 193 25 360 79 Resp.
9 Nom. em. 16.105 423 417 6 209 55 362 79 Resp.
10 Nom. em. 16.106 425 422 3 212 57 365 79 Resp.
11 Nom. em. 16.600 420 418 2 210 411 7 79 Appr.
12 Nom. articolo 16 423 394 29 198 378 16 79 Appr.
13 Nom. em. 17.100 416 414 2 208 135 279 79 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 17.101 425 421 4 211 53 368 79 Resp.
15 Nom. em. 17.600 424 351 73 176 341 10 79 Appr.
16 Nom. em. 17.102 431 428 3 215 62 366 79 Resp.
17 Nom. em. 17.103 430 427 3 214 59 368 79 Resp.
18 Nom. em. 17.104 435 432 3 217 57 375 79 Resp.
19 Nom. em. 17.105 435 432 3 217 58 374 79 Resp.
20 Nom. em. 17.106 434 433 1 217 125 308 79 Resp.
21 Nom. em. 17.107 435 434 1 218 59 375 79 Resp.
22 Nom. em. 17.108 437 436 1 219 127 309 79 Resp.
23 Nom. em. 17.109 436 434 2 218 126 308 79 Resp.
24 Nom. em. 17.110 437 435 2 218 125 310 79 Resp.
25 Nom. em. 17.111 438 436 2 219 60 376 79 Resp.
26 Nom. em. 17.112 440 439 1 220 59 380 79 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 17.113 439 438 1 220 61 377 79 Resp.
28 Nom. em. 17.114 442 441 1 221 61 380 79 Resp.
29 Nom. em. 17.115 438 437 1 219 126 311 79 Resp.
30 Nom. articolo 17 427 425 2 213 421 4 79 Appr.
31 Nom. em. 18.100 432 386 46 194 38 348 79 Resp.
32 Nom. em. 18.2 435 390 45 196 107 283 79 Resp.
33 Nom. em. 18.3 436 382 54 192 105 277 79 Resp.
34 Nom. articolo 18 437 409 28 205 405 4 79 Appr.
35 Nom. articolo agg. 18.0200 442 415 27 208 399 16 79 Appr.
36 Nom. em. 19.200, 19.101 439 401 38 201 338 63 79 Appr.
37 Nom. articolo 20 437 435 2 218 434 1 79 Appr.
38 Nom. articolo 21 436 413 23 207 394 19 79 Appr.
39 Nom. em. 22.7 426 393 33 197 134 259 79 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 22.2 423 388 35 195 119 269 79 Resp.
41 Nom. em. 22.4 429 328 101 165 56 272 79 Resp.
42 Nom. articolo 22 429 424 5 213 389 35 79 Appr.
43 Nom. em. 23.2 427 423 4 212 71 352 79 Resp.
44 Nom. articolo 23 430 416 14 209 375 41 79 Appr.
45 Nom. em. 24.600 415 346 69 174 317 29 76 Appr.
46 Nom. em. 25.700 422 353 69 177 352 1 76 Appr.
47 Nom. articolo 25 425 423 2 212 419 4 76 Appr.
48 Segr em. 26.110 432 367 65 184 187 180 76 Appr.
49 Nom. em. 27.600 435 391 44 196 318 73 76 Appr.
50 Nom. articolo 27 431 411 20 206 411 76 Appr.
51 Nom. em. 28.100 424 420 4 211 93 327 76 Resp.
52 Nom. em. 28.101 433 367 66 184 19 348 76 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 28.102 430 366 64 184 17 349 76 Resp.
54 Nom. em. 28.103 417 410 7 206 110 300 77 Resp.
55 Nom. em. 28.104 437 404 33 203 93 311 77 Resp.
56 Nom. em. 28.105 434 365 69 183 22 343 77 Resp.
57 Nom. em. 28.107 435 364 71 183 323 41 77 Appr.
58 Nom. em. 28.108 433 366 67 184 32 334 76 Resp.
59 Nom. em. 28.109 436 369 67 185 23 346 76 Resp.
60 Nom. em. 28.110 436 370 66 186 24 346 76 Resp.
61 Nom. em. 28.111 432 432 217 82 350 76 Resp.
62 Nom. articolo 28 429 429 215 337 92 76 Appr.
63 Nom. articolo 29 424 408 16 205 406 2 76 Appr.
64 Nom. articolo 30 427 381 46 191 380 1 76 Appr.
65 Nom. em. 31.101 424 424 213 332 92 76 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. articolo 31 420 420 211 417 3 76 Appr.
67 Nom. em. 32.600 424 341 83 171 340 1 76 Appr.
68 Nom. articolo 32 422 408 14 205 407 1 76 Appr.
69 Nom. mantenimento articolo 33 418 387 31 194 306 81 75 Appr.
70 Nom. subem. 0.33.0500.1 414 397 17 199 76 321 75 Resp.
71 Nom. articolo agg. 33.0500 410 298 112 150 287 11 75 Appr.
72 Nom. articolo 34 410 304 106 153 303 1 75 Appr.
73 Nom. em. 35.400 418 350 68 176 323 27 75 Appr.
74 Nom. em. 35.100 419 352 67 177 65 287 75 Resp.
75 Nom. articolo 35 417 352 65 177 340 12 75 Appr.
76 Nom. articolo agg. 35.0200 366 337 29 169 81 256 75 Resp.
77 Nom. articolo agg. 35.0201 387 353 34 177 80 273 75 Resp.
78 Nom. odg 9/1864-A/5 386 364 22 183 48 316 75 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. odg 9/1864-A/15 386 347 39 174 46 301 75 Resp.
80 Nom. Ddl 1864-A - voto finale 403 373 30 187 357 16 73 Appr.
81 Nom. Ddl 2365-A - em. 1.100 385 383 2 192 71 312 78 Resp.
82 Nom. em. 1.101 384 383 1 192 48 335 77 Resp.
83 Nom. em. 1.103 391 390 1 196 54 336 77 Resp.
84 Nom. em. 1.104 389 388 1 195 45 343 77 Resp.
85 Nom. em. 1.105 400 399 1 200 46 353 77 Resp.
86 Nom. em. 1.506 397 395 2 198 363 32 77 Appr.
87 Nom. em. 1.14 402 382 20 192 127 255 77 Resp.
88 Nom. em. 1.19 402 400 2 201 93 307 77 Resp.
89 Nom. em. 1.3 401 400 1 201 76 324 77 Resp.
90 Nom. em. 1.701 397 393 4 197 365 28 77 Appr.
91 Nom. em. 1.702 403 401 2 201 378 23 77 Appr.
INDICE ELENCO N. 8 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. em. 1.501 404 403 1 202 400 3 77 Appr.
93 Nom. em. 1.120 400 357 43 179 111 246 77 Resp.
94 Nom. em. 1.37 405 375 30 188 94 281 77 Resp.
95 Nom. em. 1.122 405 306 99 154 24 282 77 Resp.
96 Nom. em. 1.121 405 402 3 202 400 2 77 Appr.
97 Nom. em. 1.40 403 384 19 193 109 275 77 Resp.
98 Nom. em. 1.123 rif. 397 396 1 199 392 4 77 Appr.
99 Nom. em. 1.44 400 398 2 200 126 272 77 Resp.
100 Nom. em. 1.45 402 401 1 201 45 356 77 Resp.
101 Nom. em. 1.46 398 397 1 199 45 352 77 Resp.
102 Nom. subem. 0.1.502.1 400 397 3 199 397 77 Appr.
103 Nom. em. 1.502 398 397 1 199 397 77 Appr.
104 Nom. em. 1.124 396 394 2 198 98 296 77 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. em. 1.55 400 400 201 118 282 77 Resp.
106 Nom. em. 1.703 396 378 18 190 372 6 77 Appr.
107 Nom. em. 1.126 393 392 1 197 123 269 78 Resp.
108 Nom. em. 1.125 391 367 24 184 95 272 77 Resp.
109 Nom. em. 1.704 392 391 1 196 386 5 77 Appr.
110 Nom. em. 1.505 391 389 2 195 389 77 Appr.
111 Nom. articolo agg. 1.02 393 373 20 187 32 341 77 Resp.
112 Nom. em. 2.501 395 392 3 197 390 2 77 Appr.
113 Nom. em. 2.8 396 394 2 198 25 369 77 Resp.
114 Nom. em. 2.3 392 392 197 21 371 77 Resp.
115 Nom. em. 2.7 393 392 1 197 24 368 77 Resp.
116 Nom. em. 2.700 393 375 18 188 374 1 77 Appr.
117 Nom. em. 2.701 389 372 17 187 371 1 77 Appr.
INDICE ELENCO N. 10 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 122)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nom. em. 2.702 385 368 17 185 367 1 77 Appr.
119 Nom. em. 2.4 388 385 3 193 97 288 77 Resp.
120 Nom. em. 1.700 373 372 1 187 255 117 77 Appr.
121 Nom. odg 9/2365-A/5 355 354 1 178 21 333 77 Resp.
122 Nom. odg 9/2365-A/10 353 320 33 161 73 247 77 Resp.