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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 231 di lunedì 19 maggio 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 16.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 13 maggio 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Bellanova, Biondelli, Bobba, Bocci, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brescia, Bressa, Brunetta, Caparini, Capezzone, Casero, Castiglione, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Ambrosio, Dambruoso, De Girolamo, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Fraccaro, Franceschini, Galan, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Legnini, Leone, Lorenzin, Lotti, Lupi, Giorgia Meloni, Merlo, Migliore, Mogherini, Orlando, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Pistelli, Portas, Ravetto, Realacci, Rossi, Rossomando, Rughetti, Sani, Scalfarotto, Sisto, Speranza, Tabacci, Taglialatela, Valeria Valente, Velo, Vito e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente settantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1413 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, recante misure urgenti per l'emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015 (Approvato dal Senato) (A.C. 2373) (ore 16,03).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2373: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, recante misure urgenti per l'emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015.
  Ricordo che, nella seduta del 16 maggio 2014, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (Per l'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato e per gli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge, vedi l'allegato A – A.C. 2373).

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 2373)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.Pag. 2
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Signora Presidente, illustre sottosegretario, onorevoli colleghi, i deputati e la deputata socialisti voteranno la fiducia. Lo faranno perché sostengono lo sforzo che sta portando avanti questo Governo per scuotere la nostra economia, stagnante o in recessione da troppi anni e, dunque, bisognosa di terapie d'urto. Rilanciare il settore delle costruzioni, tra i principali comparti in termini occupazionali, va senz'altro nella giusta direzione.
  Ma lo faranno anche perché è giusto, oltre che necessario, avviare un processo di redistribuzione del reddito, facendosi carico di chi è rimasto più indietro e questo provvedimento va nella giusta direzione: oltre 300 milioni in più per il sostegno ai canoni di locazione, modifiche in termini di equità alla legge n. 431 del 1998, incentivi ai comuni ad investire nell'edilizia popolare ed ulteriori risorse per i morosi incolpevoli.
  Ciò nonostante sono certo che al Governo non sfuggiranno due contraddizioni, contenute nel decreto-legge. La prima: nel mentre si discute doverosamente di ridurre al massimo il consumo del suolo, incentivando il recupero dei volumi esistenti ed il riutilizzo delle aree di sedime, alcun limite in questa direzione è previsto nel decreto-legge in oggetto. La seconda è l'impropria sede in cui è prevista la normativa riguardante l'Expo 2015, su cui temo – anzi, sono certo – si dovrà tornare ad intervenire nuovamente nelle prossime settimane.
  Certi che le nostre preoccupazioni troveranno ampia accoglienza da parte di questo Governo, preannuncio, dunque, il voto favorevole della delegazione socialista (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. L'onorevole Gigli mi pare non sia ancora presente, neanche l'onorevole Rondini. Avevo visto la deputata Piazzoni, che però...
  Sospendiamo cinque minuti la seduta, perché i colleghi che si sono iscritti a parlare non hanno preso tutti sul serio l'orario. Sospendo per cinque minuti la seduta.

  La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,10.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, la prego di accettare le mie scuse: mi era stato dato un ordine di presentazione un pochino diverso. Signor Presidente, onorevoli colleghi, quest'Aula torna ad affrontare oggi, dopo alcuni anni, la difficile e sempre attuale questione dell'emergenza abitativa. Si tratta di un decreto che avrebbe meritato certamente una più ampia discussione ed un esame più approfondito, ma per il quale, tuttavia, come Popolari per l'Italia, forza responsabile e conscia delle emergenze sociali ed economiche di questo nostro Paese, non possiamo non riconoscere l'esigenza di far presto.
  La risoluzione della questione abitativa, infatti, può rappresentare una svolta, non solo in grado di indirizzare lo sviluppo del nostro Paese e di aiutarlo nella ripresa economica, ma, più in generale, capace di migliorare la qualità delle condizioni di vita delle persone in un bisogno primario come quello dell'abitazione e per quanto riguarda anche la nostra capacità di essere una comunità solidale, in grado di alleggerire le disuguaglianze e correggere almeno le sperequazioni più vistose.
  Si tratta di un intervento di grande importanza in quanto esprime la volontà di recuperare un ruolo di indirizzo e di regolazione del mercato immobiliare finalizzato, tra l'altro, anche a favorire una ripresa dell'edilizia residenziale, dando priorità agli interventi a favore delle fasce più deboli e garantendo, tuttavia, il rispetto della legalità.
  La possibilità di poter disporre di un tetto è divenuta negli ultimi anni sempre più difficile, non solo per la crisi e per la disoccupazione crescente, ma anche per il Pag. 3continuo lievitare del costo degli affitti, per le grandi difficoltà che tutti incontrano nell'accedere ai mutui e per l'onerosità crescente degli interessi che colpiscono anche chi il lavoro, per fortuna, non l'ha perduto. A ciò si aggiungono l'insufficiente disponibilità di alloggi sociali da affittare o acquistare e la difficoltà per i comuni e le regioni ad eseguire le ristrutturazioni di immobili vecchi e fatiscenti. Basta venire in treno dall'aeroporto di Fiumicino per accorgersi dello sviluppo di situazioni di abusivismo, di abitazioni al limite della decenza, di vere baraccopoli, che non riguardano solo immigrati più o meno legali, e che non sarebbero comunque per questo più giustificabili.
  Salutiamo per questo con favore alcuni interventi che molto opportunamente questo decreto permette di realizzare, quali le norme a sostegno di chi è in difficoltà con il pagamento della pigione, in particolare per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, nonché a favore della morosità incolpevole, delle locazioni di alloggi di edilizia sociale, del riscatto a termine per l'acquisto di alloggi sociali da parte dei conduttori che li abitavano in locazione, anche attraverso la concessione di contributi per l'acquisto delle case popolari alienate.
  Il decreto contiene anche importanti norme finalizzate alla ristrutturazione di migliaia di appartamenti vuoti perché non abitabili: una misura essenziale, che pone l'avvio di una più razionale e giusta distribuzione degli appartamenti disponibili, senza incrementare il consumo del suolo.
  È impensabile, tuttavia, non intervenire con delle misure a sostegno delle famiglie, ultimo baluardo della tenuta sociale del Paese, ultimo vero ammortizzatore sociale. Le famiglie, in particolare quelle numerose, sono costrette a sacrifici sempre più duri e, spesso, sono caricate di spese crescenti, che rendono veramente difficile far quadrare i conti alla fine del mese. L'emergenza abitativa, infatti, grava in modo particolare sulle famiglie monoreddito con numerosi figli a carico, nelle quali il reddito pro capite familiare va a ridursi sensibilmente di fronte all'esigenza, d'altro canto, di uno spazio abitativo maggiore.
  Siamo fiduciosi che il Governo, nelle graduatorie per l'accesso alle agevolazioni, vorrà e saprà dare priorità, mediante i decreti attuativi previsti, alle famiglie numerose, che, specie se monoreddito, rappresentano forse il segmento sociale più fragile e, pertanto, più fortemente colpito anche sotto il versante abitativo da questa grave e perdurante crisi economica.
  Per altro verso questi problemi si coniugano, nel determinare l'emergenza abitativa, anche con l'onerosità dell'imposizione fiscale e con l'incertezza sul poter rientrare in possesso dell'immobile per il piccolo proprietario che, dopo averlo affittato, torna ad averne bisogno per venderlo o per cederlo ai propri figli.
  Ne consegue la sottrazione di immobili al mercato, con l'inevitabile e preoccupante fenomeno del dilagare degli affitti in nero. Apprezziamo, pertanto, in modo particolare, a questo riguardo, la tassazione con cedolare secca al 10 per cento per gli affitti sociali.
  Accanto a questo assistiamo con preoccupazione al diffondersi di occupazioni abusive e di situazioni di illegalità diffusa, fomentate, talora, per motivi politici, da gruppi antisistema con il pericolo di possibili esplosioni violente e, soprattutto, con la realtà di violenze a danno di chi, dai violenti, viene scavalcato nelle graduatorie per l'accesso alla casa.
  Apprezziamo dunque le misure volte a contrastare l'illegalità e, in particolare, il divieto per gli occupanti abusivi di entrare in graduatoria per i successivi cinque anni. Il rispetto della legalità, attraverso importanti misure dirette a contrastare l'occupazione abusiva degli alloggi, è un elemento di giustizia sociale del quale non possiamo non riconoscere l'urgenza. Avremmo, tuttavia, voluto che il contrasto all'illegalità, che è da subito operativo, potesse accompagnarsi alla contemporaneità degli interventi miranti ad incrementare il numero degli alloggi a disposizione per gli affitti sociali, interventi che, invece, rischiano di concretizzarsi solo quando molte famiglie, illuse dalle frange violente Pag. 4con il mito della facile occupazione degli immobili, saranno purtroppo finite sotto i ponti. In questo modo si corre il rischio di dare vita ad una nuova categoria di persone che, private della residenza, perderanno non solo la possibilità di allacciarsi alle utenze, ma rischieranno, anche, di non poter iscrivere i figli a scuola, di non avere diritto al medico di base e di non poter godere dei benefici stessi della social card, in una parola rischieranno di diventare socialmente invisibili. A queste possibilità, a questi rischi dovremmo trovare il modo di far fronte.
  Il ripristino della legalità deve essere elemento essenziale anche per riallacciare i fili del discorso in merito alla gestione, molto critica, dell'Expo 2015, un fatto che è oggetto delle cronache giudiziarie di questi giorni. Si tratta di un evento che potrebbe essere il volano di una rinascita del Paese e che, proprio per questo, non può scivolare in una nuova Tangentopoli atta a dilapidare fondamentali risorse che vanno, invece, investite per rilanciare la nostra economia in perenne affanno.
  L'Italia è un grande Paese; pochi giorni fa, discutendo con un amico, notavamo proprio come, nonostante tutto, fossimo ancora un grande Paese e saremmo forse uno dei più grandi se non fossimo frenati da tre palle al piede: l'evasione, certamente, il costo dell'energia, certamente, ma, anche, e soprattutto, la corruzione che fa lievitare i costi, insieme agli altri due fattori, e brucia risorse indispensabili per la crescita e lo sviluppo. La corruzione non è solo una grave ingiustizia, è un costo sociale che non possiamo proprio più permetterci. Si tratta, quindi, di dare nuovo slancio per la migliore riuscita dell'evento, importante, che avrà luogo a Milano, sicuri che l'impegno di questo Governo riuscirà a tenere lontani i troppi appetiti criminali da un evento di rilevanza internazionale e sul quale non possiamo permetterci ulteriori passi falsi. Dovremmo abituarci sempre più ad uscire dalla logica dell'emergenza e a lavorare nell'ambito, invece, della legalità, della certezza del diritto, della tutela delle fasce più deboli.
  Sulla base di queste considerazioni, che guardano a questo decreto-legge, soprattutto attraverso le sue numerose luci, pur consapevoli delle ombre che tuttavia permangono, dichiariamo con convinzione il nostro voto favorevole alla questione di fiducia posta su questo provvedimento; siamo certi, infatti, che malgrado queste piccole riserve che ci auguriamo il Governo, lo ripeto, vorrà tenere nella debita considerazione nei decreti attuativi, esso possa costituire un passo importante nella direzione del rilancio economico e nella direzione di una maggiore giustizia sociale, fattori che, entrambi, questo Paese davvero merita (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, il presente decreto-legge è stato emanato con lo scopo di risolvere una serie di problematiche legate all'edilizia residenziale, ma in realtà affronta una parte molto limitata dell'emergenza in atto nel mercato immobiliare.
  La crisi che ha colpito il settore delle costruzioni ha avuto effetti particolarmente gravi soprattutto nel comparto abitativo che tradizionalmente ha contribuito in maniera rilevante allo sviluppo dell'economia nazionale. Tuttavia, la domanda abitativa permane su livelli molto elevati mentre le condizioni del mercato immobiliare rendono l'accesso alla casa, mediante acquisto, sempre più difficile per diverse fasce di popolazione, soprattutto per carenza di un'offerta a prezzi compatibili rispetto al reddito.
  D'altra parte il mercato immobiliare risente dell'inasprimento delle tasse sulla casa e in generale sulla proprietà edilizia; gli ultimi Governi, a partire dal Governo Monti, il Governo Letta e l'ultimo Governo Renzi, hanno prodotto vere e proprie patrimoniali sulla proprietà edilizia: l'IMU, la Tasi, la Tari, la IUC. Sono queste tasse, infatti, che oggi bloccano gli investimenti Pag. 5sul mattone producendo l'arresto dell'economia nazionale.
  Oggi avere una casa è un costo, e non parliamo di cosa significa in termini di bilancio familiare una seconda casa, anche se spesso è ereditata dai genitori. Oggi, infatti, pochissimi investono sulla casa e questo provvedimento non è certo in grado di smuovere il mercato.
  Rispetto alle tantissime necessità e alle reali emergenze abitative del mercato immobiliare sono pochissime le risorse messe a disposizione. La quota emergente delle risorse messe a disposizione, pari a 500 milioni di euro, proviene dal Fondo revoche della «legge obiettivo». Infatti gli articoli 4 e 10 prevedono il finanziamento da tale Fondo di un piano di recupero e di manutenzione straordinaria degli alloggi ex IACP e l'incremento dell'offerta degli alloggi sociali.
  Il nostro gruppo è decisamente contrario a tale norma che, oltre a costituire violazione della sequenza autorizzativa dei documenti di programmazione economica previsti dal cosiddetto semestre europeo, in quanto vengono meno gli impegni assunti con l'allegato infrastrutture al Documento di economia e finanza, priva anche e soprattutto il Paese e i cittadini di infrastrutture strategiche (ferrovie, strade, porti e aeroporti) che da anni sono in attesa di finanziamento, magari anche con i progetti pronti e approvati e ora avevano quasi sperato di giungere alla meta proprio con il Fondo revoche.
  Certo, il nostro gruppo condivide l'incremento del Fondo nazionale per il sostegno agli affitti ma le modifiche apportate dal decreto-legge alla disciplina della gestione di tale Fondo non hanno tenuto conto di alcune nostre proposte emendative, neppure tra l'altro prese in considerazione in quanto i soliti tempi stretti, ai quali ci avete purtroppo abituati, hanno mortificato completamente il confronto parlamentare.
  Le nostre proposte emendative erano tese ad introdurre nuovi parametri per stabilire il beneficio dei contributi di sostegno all'affitto tra i quali, e soprattutto, la considerazione, come parametro essenziale per l'assegnazione dei contributi, degli anni di residenza delle famiglie nel territorio comunale. Troppo spesso, infatti, i soggetti stranieri con redditi bassi ricevono un contributo per la locazione dal comune mentre le famiglie italiane, da sempre abitanti nel territorio comunale e che da sempre versano le tasse, si vedono continuamente negato il contributo per la locazione.
  L'articolo 8, che prevede il riscatto dell'alloggio sociale dopo almeno sette anni, tiene soprattutto conto degli interessi dell'affittuario senza salvaguardare anche gli interessi del proprietario dell'immobile.
  Sarebbe invece opportuno individuare soluzioni alternative che sappiano risollevare il settore abitativo attraverso l'introduzione di una specifica normativa per regolamentare in modo chiaro tutte quelle fattispecie oggi presenti nella prassi immobiliare, promuovendo azioni volte a garantire trasparenza e sicurezza tra le parti per coloro i quali si avvalgono di tali formule.
  La riduzione dell'aliquota della cedolare secca prevista invece dall'articolo 9 costituisce una riforma parziale per noi in quanto interessa solo gli immobili a canone concordato tra i sindacati di categoria situati nei comuni ad alta tensione abitativa. Tale limitazione crea discriminazione tra i cittadini poiché non solo non tiene conto dei contratti a canone libero ma nemmeno interessa tutto il mercato delle locazioni a canone concordato.
  Sarebbe utile – o sarebbe stato utile – invece estendere almeno la norma a tutti gli immobili locati a canone concordato sul territorio nazionale e non solo nei comuni ad alta tensione abitativa, anche magari attuando modulazioni della cedolare secca secondo il numero degli immobili di proprietà del locatore, riconoscendo così, al regime fiscale sostitutivo agli effetti dell'Irpef, un ruolo propulsivo sul mercato e un valido strumento di emersione del sommerso.
  All'articolo 5, a seguito degli emendamenti approvati invece al Senato, non risulta chiara per noi la retroattività della norma che, per combattere l'occupazione Pag. 6abusiva di immobili, prevede che chiunque occupi abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l'allacciamento a pubblici servizi in relazione all'immobile medesimo, rendendo nulli gli atti emessi in violazione di tale divieto. Ciò va a scapito di tanti piccoli proprietari che già sono coinvolti in situazioni di occupazione abusiva del proprio immobile.
  Complessivamente, il provvedimento tutela e agevola soprattutto gli inquilini degli alloggi, non riconoscendo agevolazioni fiscali adeguate ai proprietari, nonostante la diffusione della piccola proprietà immobiliare nel nostro Paese e il ruolo importante che il piccolo proprietario immobiliare svolge per la società.
  Il testo del decreto in molte parti è confuso; è stato corretto molto nei suoi passaggi fondamentali al Senato, ma secondo noi resta un provvedimento parziale e non risolutivo per l'emergenza abitativa e l'emergenza immobiliare che attraversa il Paese.
  C’è anche, infine, da sottolineare che l'esame alla Camera del provvedimento è stato ridotto a pochissime ore, certamente non sufficienti ad affrontare le problematiche di un provvedimento complesso come questo.
  Per tutti questi motivi, il nostro gruppo, Lega Nord e Autonomie, voterà contro la conversione in legge del decreto-legge n. 47 del 2014, che ottenete grazie all'ennesima posizione della questione di fiducia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vargiu. Ne ha facoltà.

  PIERPAOLO VARGIU. Signor Presidente, colleghi e colleghe deputati, il gruppo Scelta Civica per l'Italia vota favorevolmente rispetto a questo provvedimento e si esprime, quindi, a favore della questione di fiducia che è stata posta dal Governo, nella consapevolezza che questo provvedimento, in particolar modo con le modifiche che sono intervenute al Senato, sicuramente dà risposte. Dà risposte che probabilmente qualcuno in quest'Aula considererà insufficienti – e forse lo sono in parte – iscrivendosi a quel partito che ormai è straordinariamente maggioritario all'interno del Paese e all'interno di quest'Aula, che è il partito dei «benaltristi», cioè il partito di coloro che sostengono che va benissimo quello che si sta facendo, ma non è assolutamente sufficiente, ben altro bisognerebbe fare per dare una risposta vera ai bisogni del Paese.
  Bene, io credo che ciascuno di noi, nella sua coscienza di eletto in questa Camera, di parlamentare della Repubblica, dovrebbe rifiutare l'adesione ed il tesseramento al partito dei «benaltristi», perché è l'unico partito che non serve a questo Paese.
  Questo è un Paese che è in recessione dal 2007, è un Paese in cui la provvista economica dello Stato è in riduzione, è un Paese che deve garantire i diritti di cittadinanza, come quelli che sono in parte presenti all'interno del provvedimento che oggi noi esaminiamo in Aula, che sono garantiti in condizione di difficoltà. Per cui a questo Paese serve un Parlamento con le maniche rimboccate, serve un Parlamento laborioso e serve un Parlamento che abbia voglia di fare, sapendo bene che quello che si fa è soltanto una parte di quello che oggi servirebbe al Paese; ma se non si fa neanche questa parte, si rischia di non iniziare mai il percorso sulla strada che porta al risanamento economico e sociale del nostro Paese.
  Io credo che in questo provvedimento, se si riesce ad avere questa come filosofia di riferimento, possono davvero trovare delle ipotesi di adesione sia coloro che si ispirano ad una politica che ha riferimento nel modo di vedere socialista di una società – socialista moderno, socialista europeo – sia coloro che, come me, hanno una visione, un angolo di visuale liberale dei problemi della società. Perché io credo che i temi, che sono presenti in maniera forte all'interno di questo provvedimento, della coesione sociale siano dei temi che interessano chiunque abbia a cuore le Pag. 7sorti complessive del Paese, indipendentemente dall'angolo di visuale da cui si vede la realtà del Paese stesso.
  Credo che ci siano tante cose importanti in questo provvedimento: provo a dirle non tanto analizzando i singoli commi, i singoli articoli, le singole misure – che pure il provvedimento in maniera puntuale prevede –, ma analizzando i grandi capitoli di ragionamento a cui il decreto si riferisce.
  Intanto, ribadire il valore sociale della casa. Ebbene, io credo che questa sia una cosa importante: ha valenze di tipo sociale, ha valenze di tipo culturale, ha anche valenze che ricadono sulla propensione al risparmio delle famiglie. Ma ribadire il valore sociale della casa è ricordare che, tra i diritti di cittadinanza fondamentali di ciascun individuo, c’è quello di avere un tetto al di sotto del quale riparare se stesso, al di sotto del quale riparare la propria famiglia. Allora, questo provvedimento pensa al tetto di chi non ha il tetto e pensa al tetto di chi non può permettersi neppure la locazione di un canone d'affitto, con cui mettersi un tetto sopra la testa.
  Queste non sono soltanto le povertà con le quali siamo abituati a confrontarci nella storia del nostro Paese, ma sono anche nuove povertà – sono state ricordate da altri interventi –, le povertà di chi ha perso il lavoro, le povertà delle vittime della violenza, le povertà, forse anche difficili da comprendere, di chi è impegnato quotidianamente nella lotta alla criminalità; sono le povertà dei separati, una nuova categoria di poveri che difficilmente riesce a gestire i propri sentimenti, i propri affetti e la propria vita quotidiana senza un intervento di garanzia da parte di un sistema che si ispira a regole di welfare che sono anche il termometro della civiltà di un Paese.
  Quindi, io credo che sia importante la garanzia del tetto, ma all'interno di questo provvedimento c’è ben di più: c’è anche il senso della garanzia della proprietà della casa, che è un senso assai importate in questo Paese, dove, a differenza di altri Paesi europei, l'idea della proprietà della casa di abitazione è sentita dalle famiglie come un elemento fondante della società e dell'impegno per cui ognuno dedica la propria esistenza a qualcosa.
  Viene ribadito il ruolo del social housing. Guardate, il social housing spesso in Italia ha avuto una funzione o ha assunto una funzione che è distorta, nel senso che alla fine gli istituti – che un tempo si definivano istituti autonomi di edilizia popolare, ma adesso si chiamano AREA in molte regioni italiane –, o meglio lo stesso privato che eventualmente investe all'interno del social housing, spesso è diventato un grande immobiliarista, spesso è diventato un detentore di ampi patrimoni immobiliari che non vengono ceduti.
  Dentro questo provvedimento c’è invece la vera filosofia del social housing, che è quella che tende a immettere nella proprietà chi sta in affitto all'interno della casa; c’è l'acconto prezzo, che è un elemento nuovo del ragionamento che sul social housing si sta facendo, c’è l'idea della rigenerazione dei contesti urbani e, quindi, del favorire l'intervento del social housing non attraverso il consumo di nuovo territorio, ma attraverso la riqualificazione di pezzi di città che altrimenti sono abbandonati e non sono destinati a quella che è la loro funzione primaria.
  C’è una parte interessante che è quella che favorisce il piccolo risparmio, perché poi il piccolo risparmio – non certo di chi possiede centinaia di abitazioni, ma di chi investe il risparmio della sua vita nell'acquisto di una casa, che magari deve poi dare in cessione a un figlio che non avrebbe altrimenti la possibilità di comperarla – è anche un motore del mercato dell'edilizia e l'edilizia è una di quelle attività imprenditoriali dell'economia che ha il più basso investimento per capitale per ciascun posto di lavoro creato. Quindi, far ripartire l'economia attraverso una ripartenza dell'edilizia con le ristrutturazioni, in primo luogo, ma anche con le riqualificazioni, con le nuove costruzioni, è qualche cosa che può contribuire a dare un po’ di ossigeno a questo Paese.
  L'idea della cedolare secca che negli affitti a canone concordato si abbassa è Pag. 8un'idea che finalmente guarda al piccolo risparmio, che finalmente guarda alla piccola proprietà edilizia, che in questi anni è stata duramente penalizzata da leggi che miravano a fare cassa, perché le esigenze del Paese erano quelle di avere cassa. L'idea di potere avere dei risparmi sull'Irpef per le ristrutturazioni è sempre un'idea che guarda al piccolo risparmio, che guarda al piccolo investimento in edilizia e che è un motore di ossigeno per un settore drammaticamente in difficoltà nel nostro Paese.
  Ultima considerazione: questo provvedimento dice anche una cosa sacrosanta, che è quella contenuta all'interno dell'articolo che riguarda le occupazioni abusive.
  Questo non può essere uno Stato di diritto se tollera che gli abusivi, dopo avere occupato un'abitazione che non gli appartiene, spesso sottraendola a bisognosi con pari bisogno rispetto a loro, possano avere l'allaccio dell'acqua e l'allaccio della luce, con una sorta di atteggiamento compassionevole peloso che alla fine, nel momento in cui non distingue nelle povertà, finisce per essere cieco anche nel difendere le povertà più vere.
  Allora, che ci sia un richiamo forte alla legalità, che deve essere principio ispiratore che guida non soltanto il legislatore ma l'intera attività di questo Paese, dal punto di vista di Scelta Civica, che è fortemente sensibile ai temi della legalità, ai temi del rispetto delle garanzie dello Stato di diritto, io credo sia un ulteriore elemento positivo che comporta, complessivamente, un giudizio senz'altro positivo su questo provvedimento, da cui discende il voto favorevole sulla questione di fiducia posta dal Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piso. Ne ha facoltà.

  VINCENZO PISO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo parlamentare del Nuovo Centrodestra voterà a favore della questione di fiducia posta dal Governo sul decreto-legge recante misure urgenti per l'emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per l'Expo 2015.
  È un provvedimento che riteniamo efficace ed equilibrato rispetto ad una problematica complessa che, in particolare negli ultimi anni ed anche a causa di una crisi economica pesante, si è costantemente aggravata diventando, specie nelle aree metropolitane, l'emergenza forse più significativa.
  Desidero ricordare che in tale contesto la difficile situazione che sta attraversando l'Italia non ha colpito solamente chi non ha avuto o non ha la possibilità di acquisire un immobile, ma anche quanti, pur disponendo di un reddito, non sono in grado di fare più fronte al mutuo o al canone di affitto. È all'intera platea di quanti sono investiti da tali necessità, dunque, che il decreto si rivolge.
  Già nel corso della discussione sulle linee generali abbiamo rilevato e valutato positivamente i punti principali del provvedimento. Vanno comunque rammentate alcune delle misure più significative in esso contenute, misure che, seppure non esaustive rispetto alla complessità del fenomeno, certamente consentono di affrontarlo in termini di sicura efficacia e di risolverne numerosi aspetti.
  Ricordiamo, perciò, sinteticamente le principali norme: il Fondo affitti e il Fondo per la morosità incolpevole; la riduzione della cedolare secca al 10 per cento; le misure che consentono la vendita agli inquilini degli alloggi di proprietà degli istituti autonomi case popolari, IACP o con altra denominazione in alcuni comuni come, ad esempio, qui a Roma. È anche necessario aggiungere che con il ricavato delle citate alienazioni verrà finanziato un programma straordinario di manutenzione degli alloggi esistenti, con un relativo adeguamento impiantistico, energetico ed antisismico.
  Nel decreto sono anche previste misure a garanzia del principio di legalità. Esiste, infatti, un diffuso fenomeno illecito che riguarda l'occupazione abusiva di appartamenti, e proprio su tale terreno vengono adottate misure idonee a scoraggiarlo ed a contrastarlo. Roma, per esempio, è una Pag. 9città che vive in maniera molto pesante questo tipo di situazione e, oltretutto, negli ultimi tempi la procura della Repubblica è intervenuta con una serie di indagini e di rinvii a giudizio, che hanno fatto emergere una situazione poco edificante rispetto anche a chi con questi fenomeni intrattiene rapporti politici costanti nel tempo. Noi troppo spesso dimentichiamo alcuni passaggi che hanno segnato in maniera negativa la vita politica a livello locale e l'hanno condizionata pesantemente anche a livello nazionale. Infatti, in virtù di questo provvedimento, chiunque occuperà abusivamente un immobile, al di là delle motivazioni addotte per giustificare tale azione, non potrà chiedere la residenza, l'allacciamento ai pubblici servizi e, inoltre, non potrà iscriversi alla lista per l'aggiudicazione di case popolari per almeno cinque anni.
  Ho sentito colleghi che, proprio su questa parte specifica del provvedimento in questione, hanno posto alcune riserve, perché questo tipo di intervento può apparire troppo duro e troppo, come dire, punitivo. La verità è che noi siamo costretti a intervenire in una situazione che per decenni è andata nella direzione della illegalità, penalizzando le persone che magari avevano diritto a questo tipo di alloggi e favorendo le persone più violente, quelle che si imponevano all'interno di queste strutture con violenza e prevaricando.
  Ma abbiamo visto oltretutto alimentare e crescere un vero e proprio, come dire, racket dell'alloggio abusivo, che sinceramente noi vorremmo vedere nelle nostre grandi aree metropolitane scomparire completamente. Per cui ci rendiamo conto della ruvidità dell'intervento, però riteniamo che, comunque sia, da una parte bisogna assolutamente intervenire e cercare di iniziare un'opera di risanamento che è fondamentale, costringendo anche gli enti locali a fornire una mappatura di questi alloggi e da chi effettivamente sono talvolta, anzi direi spesso, senza alcun titolo occupati o fruiti.
  Non possiamo poi dimenticare che il nostro Paese ha un grande appuntamento alle porte, l'Expo 2015, e questo è un avvenimento di carattere internazionale direttamente connesso a parte delle speranze di rilancio socio-economico dell'Italia. Recenti, preoccupanti vicende hanno persino spinto qualcuno a chiederne la cancellazione. Non vogliamo qui, come dire, sottovalutare ciò che starebbe emergendo dalle vicende legate appunto all'Expo, corruzione, mazzette e quant'altro, ma noi riteniamo che di fronte ad una seppur difficile situazione oggi ritornare indietro sarebbe pura follia. Non sfugge a nessuno l'enorme danno che una tale decisione, ovvero la cancellazione dell'evento, ci arrecherebbe, né occorre spendere molte parole su tale assurdità legata alla logica del tanto peggio, tanto meglio. Per questo riteniamo che il Presidente del Consiglio abbia fatto assolutamente bene a rilanciare su questo tema.
  Per limitarci alla sfera economica, ricordiamo che, in caso di cancellazione dell'evento, le perdite stimate ammonterebbero ad oltre 10 miliardi di euro. Sul piano dell'immagine e della credibilità del nostro Paese, poi, si tratterebbe di una vera e propria catastrofe, perché è facilmente immaginabile quello che vorrebbe dire fare un tale passo all'indietro. Il Presidente del Consiglio e l'Esecutivo intendono invece rilanciare, impegnandosi a garantire il successo di un così importante evento in un sicuro quadro di legalità e fornendo tutte le risorse necessarie per renderlo possibile.
  Il provvedimento per affrontare il problema dell'emergenza casa, dunque, rappresenta uno dei punti più rilevanti dell'azione di Governo svolta fino adesso, perché fronteggiare una tale delicata e complessa emergenza e riconoscere ai cittadini un diritto fondamentale spesso negato rappresenta un dovere cui non ci si può e non ci si deve sottrarre, ed è questo il motivo per il quale sono state definite ed assunte le misure alle quali ho accennato.
  Questo decreto, insieme al bonus IRPEF, alla riduzione dell'IRAP e a significative misure in cantiere, costituisce una testimonianza concreta di quella volontà di fare, di rispondere concretamente alle esigenze del Paese, di iniziare a rilanciare Pag. 10lo sviluppo, che questo Esecutivo ha assunto come principale scopo della sua missione. Qui nessuno pensa di avere la bacchetta magica, nessuno pensa di poter risolvere problemi che hanno sedimentato per decenni dall'oggi al domani. Noi però pensiamo che questo Governo può e deve essere un Governo di svolta. Per tale motivo il Nuovo Centrodestra esprime il suo voto favorevole sulla questione di fiducia posta dal Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Piazzoni. Ne ha facoltà.

  ILEANA CATHIA PIAZZONI. Signor Presidente, signori del Governo, lasciatemi esprimere innanzitutto il profondo rammarico che questo decreto e il suo iter ci hanno suscitato. Tra tanti decreti d'urgenza fatti su temi per cui l'urgenza non c'era, in questo caso siamo davvero dinanzi ad una questione esplosiva. Avevamo accolto con favore la proposta di procedere rapidamente ad un provvedimento che rispondesse alla drammatica emergenza abitativa del nostro Paese ed eravamo pronti a dare la massima collaborazione perché si producessero atti che davvero potessero invertire la rotta.
  Noi non puntiamo al tanto peggio, tanto meglio, noi siamo seriamente e sinceramente preoccupati per lo stato del Paese e pensiamo che l'unico modo per evitare l'avvento dei tempi bui sia quello di dare risposte concrete. Sappiamo che in Italia non si fanno politiche per la casa da trent'anni e ci vorrà tempo per invertire la tendenza, ma proprio per tutte queste ragioni siamo profondamente delusi dall'indisponibilità al dialogo, al confronto, all'ascolto.
  Indisponibilità che ha prodotto un provvedimento parziale, che nel suo complesso non potrà dare risposte all'emergenza e che anzi, nel breve periodo, rischia di aggravare la situazione; provo a spiegare perché. La casa sembra essere la vera spina nel fianco per i sacerdoti delle infallibili leggi del libero mercato, intanto perché la grande crisi globale che stiamo ancora vivendo è scaturita proprio da un errore nelle previsioni della gestione dei titoli emessi a copertura dei mutui subprime e poi perché la casa appare non rispettare le classiche leggi della domanda e dell'offerta. In Italia ci sono circa 2 milioni 700 mila case vuote. Nonostante questa sovrabbondanza di alloggi i prezzi non scendono, non al punto di risolvere la questione, perché molto dipende dalla possibilità di accesso al credito e uno degli aspetti della crisi è proprio la stretta del credito. Questo decreto-legge prova timidamente a inserire misure per fare incontrare la domanda con l'offerta, ma lo fa essenzialmente cercando di rendere i proprietari più sicuri di poter disporre dei propri immobili, non considerando che questo potrà forse aumentare la disponibilità di case in affitto, ma non produrrà automaticamente una discesa dei prezzi. La stessa riduzione della cedolare secca per gli affitti a canone concordato, che pure vediamo con favore, rischia di agire solo sul lato dell'emersione del nero, ma senza una profonda revisione degli accordi comunali sul canone concordato il rischio è che un esborso tanto cospicuo per le casse dello Stato non si risolva in una diminuzione dei canoni di affitto.
  La verità, signori del Governo, è che l'idea di usare il patrimonio edilizio abitativo di proprietà privata come via maestra per tentare di risolvere il problema dell'emergenza casa è sbagliata. Senza un intervento straordinario sull'edilizia residenziale pubblica non risolveremo mai il drammatico bisogno abitativo dei meno abbienti, come del resto la vicenda dei mutui subprime ha pienamente dimostrato.
  A proposito d'integrazione europea, l'Italia si attesta tra le ultime posizioni a livello di edilizia residenziale pubblica in Europa, segnando quota 4 per cento, a fronte di una media comunitaria del 20 per cento. Apprezziamo che dopo tanto tempo in questo piano casa ci sia uno stanziamento destinato al recupero di migliaia di immobili di residenza pubblica disponibili, ma non utilizzabili, perché bisognosi di interventi di ristrutturazione. Pag. 11Ma contemporaneamente il decreto-legge punta a favorire la vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e si calcola che si dovranno vendere ben sette immobili per poter ricavare risorse necessarie a renderne disponibile nuovamente uno solo.
  La riduzione dell'offerta abitativa pubblica è andata avanti negli anni, a fronte del drammatico aumento della domanda generato dalla perdita del potere di acquisto delle famiglie. Famiglie monoreddito, lavoratori precari, famiglie monogenitoriali, giovani, anziani, fasce di popolazione per cui la disponibilità o meno di un'abitazione fa la differenza tra la possibilità di una vita dignitosa e la povertà estrema.
  Vedete, tanti anni fa sembrava finalmente acquisita la necessità di politiche integrate e in particolare sul fronte delle politiche sociali veniva certificato che quelle abitative non potevano essere disgiunte da quelle educative. Ma ancora oggi, nel 2014, il tema dell'emergenza abitativa non è considerato materia degli affari sociali. Succede così che laddove il mercato non risolve, e lo Stato neppure, la società trova vie alternative. Il fenomeno delle occupazioni, antichissimo ma di recente scoperta da parte dell'informazione nostrana, è la risposta inevitabile a questo stato di cose, di diversa natura, perché è ben diversa la situazione dell'occupazione di case popolari in attesa di assegnazione rispetto all'occupazione di stabili fatiscenti abbandonati da anni. La norma inserita in questo decreto-legge, invece, non fa distinzione alcuna e prevede il divieto di concessione e di residenza ai servizi essenziali a chi occupa, finendo per coinvolgere anche coloro che si trovano ad essere occupanti sine titulo per cause di forza maggiore, come gli inquilini sotto sfratto.
  Questa norma è profondamente sbagliata perché il diritto soggettivo alla residenza, ossia ad essere iscritti nelle liste anagrafiche tenute dai comuni, non si può negare, come ben sa chiunque si occupi dei senza fissa dimora. Anche chi dorme per strada ha diritto alla residenza, per cui nei casi estremi ne viene creata una fittizia, perché senza residenza non si può votare, non ci si può curare, non si può ricevere una pensione, usufruire del welfare, non si può lavorare, non sia ha il diritto al gratuito patrocinio e quindi alla difesa. Tutto questo riguarda ovviamente anche i minori, la cui residenza dipende direttamente da quella dei genitori che, quindi, avrebbero difficoltà per l'iscrizione scolastica. E tutto ciò a fronte del fatto che la concessione della residenza non sana affatto l'illecito, in quanto gli occupanti senza titolo possano essere sfrattati o sgomberati indipendentemente dal fatto che risultino residenti ufficialmente o meno.
  Questa norma viene spacciata per una misura di contenimento delle occupazioni, ma, come tutti i divieti di ciò che vietabile non è, come l'istinto alla sopravvivenza, rischia di non avere altro effetto che rendere ancora più disperata la vita di disperati, rendendoli ancora più vulnerabili agli occhi di chi volesse lucrare sulle loro disgrazie.
  Vede, vedete, signori del Governo, se in questo decreto non fosse stata contenuta questa norma, il nostro voto avrebbe potuto essere diverso, nonostante l'assenza di tante, troppe cose, a cominciare dalla tematica delle dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali, su cui pure era stata approvata una mozione in quest'Aula e per cui inizialmente al Senato era stato accettato un emendamento di Sinistra Ecologia Libertà, poi bocciato per le solite ragioni di copertura. Nonostante ciò, quei timidi rifinanziamenti dei fondi per gli affitti e le morosità incolpevoli, l'inserimento della norma di salvaguardia degli inquilini che avevano aderito alla normativa sull'emersione dei contratti di locazione in nero, dichiarata incostituzionale per eccesso di delega e per cui avevamo chiesto fortemente una soluzione, quello stanziamento per il recupero degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, potevano farci esprimere in modo quanto meno possibilista.
  Ma questa norma anti-occupazioni – come viene chiamata – fa trasparire una demagogia inaccettabile, e non perché Pag. 12siamo in qualche modo possibilisti rispetto alle situazioni di illegalità, come faceva intendere tra le righe, nel suo intervento, l'onorevole Piso. A me piacerebbe moltissimo che si potesse mettere fine, una volta per tutte, alla necessità di occupare stabili fatiscenti, ma questo avviene attraverso l'eliminazione di quelle liste di attesa per gli alloggi pubblici di fronte alle quali tutti sanno che non hanno alcuna speranza di poter ricevere un sostegno dallo Stato. Date, diamo ai sindaci strumenti e risorse adatte a rispondere veramente, concretamente al problema e dopo, solo dopo, ragioniamo di come intervenire sulle occupazioni. Infatti, fino ad allora quella faccia feroce porterà solo a creare altri invisibili e altra linfa a chi sulla povertà e sulla disperazione sta costruendo le fondamenta di un progetto antidemocratico.
  In ultimo, voglio portare alla vostra attenzione una questione che, se non risolta, rischia di rendere nulli anche i timidi effetti dei fondi. Se urgenza c’è, ed è riconosciuta dal fatto che si è proceduto tramite decreto, bisogna che gli effetti del piano non siano trasposti in tempi remoti, perché mentre la norma anti-occupazione è già in vigore, le risorse stanziate rischiano di prendere la solita strada di tempi infiniti per poter essere messe a disposizione di chi ne ha urgente bisogno. Anche solo per questo sarebbe stato fondamentale estendere il blocco degli sfratti alle morosità incolpevoli.
  Il nostro «no» alla fiducia posta sul decreto casa è lo stesso «no» che saremo costretti a dire domattina a chi, sfrattato e senza reddito, ci chiederà se possiamo fare qualcosa per lui (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Vella. Ne ha facoltà.

  PAOLO VELLA. Signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, quando ottenne la fiducia, l'ex Presidente del Consiglio Letta dichiarò che avrebbe riesumato la centralità del Parlamento e, dunque, la legge in luogo del decreto. Ed invece, dopo aver firmato 25 decreti in dieci mesi, con le etichette tanto entusiasmanti «fare Italia», «destinazione Italia», senza peraltro provvedere all'emanazione degli indispensabili provvedimenti attuativi, fece le valigie per una crisi extraparlamentare, non senza aver chiesto ben 12 volte la fiducia al Parlamento.
  Appena nominato, il nuovo Governo Renzi, nel tentativo di lasciare intendere che con il suo insediamento l'immagine al Paese del suo Esecutivo sarebbe stata nuova e diversa, decise per la decadenza del famigerato decreto «salva Roma bis», diventato nel frattempo un fritto misto, a causa dell'infornata di norme più disparate e clientelari, battendosi in ritirata. Peccato, tuttavia, che alle roboanti premesse del giovane Presidente del Consiglio non seguano fatti concreti ed impegni presi con gli italiani. Così come in altre occasioni, anche con questo voto di fiducia ha dimostrato come predichi bene, ma razzoli altrettanto male. Con il voto chiesto dal suo Ministro Maria Elena Boschi, venerdì scorso, e che oggi ci apprestiamo ad esprimere, siamo giunti, infatti, a 9 voti di fiducia richiesti dal suo Governo, che tanto rivoluzionario, come egli dice, non sembra essere, con una media di 3 voti al mese. Non c’è che dire, al Premier Renzi la parola fiducia piace molto, soprattutto nella declinazione in cui gli italiani devono aver fiducia nelle sue capacità di salvatore dell'Italia, unico in grado – a suo dire – di salvare il Paese dalla catastrofe.
  Fino ad oggi, infatti, la quasi totalità dei provvedimenti approvati dal Governo sono diventati legge grazie ad un voto di fiducia. L'ultimo, oggi, è quello chiesto sul decreto-legge casa, ma prima di questo pomeriggio, come ho avuto modo di evidenziare in precedenza, ce ne sono state già otto di fiducie. Ricordo che il Governo Renzi ha cominciato il 12 marzo, circa due settimane dopo l'insediamento, con il decreto-legge che prolungava le missioni internazionali. Poi sono arrivati il disegno di legge Delrio sulle province, il cosiddetto «salva Roma ter» e il decreto-legge lavoro, che per essere approvato ha avuto bisogno di ben tre fiducie. Due fiducie anche per il testo sulla droga e il conto è completo.Pag. 13
  Insomma, non proprio un percorso straordinario, che la dice lunga sui problemi che il Premier ha nel tenere insieme la sua maggioranza e soprattutto il suo partito che, a quanto pare, non ha affatto fiducia nel suo segretario. Ciò che è accaduto venerdì scorso in Aula, infatti, dovrebbe seriamente far riflettere il Presidente Renzi, il Governo e soprattutto la sua maggioranza, sulla tenuta dell'Esecutivo e specialmente sugli impegni a parole presi con gli italiani. Per ben tre volte, infatti, la mancanza del numero legale in Assemblea, verificatasi la scorsa settimana, innegabilmente a causa del numero dei banchi vuoti della sua maggioranza, ampia, che evidentemente non riesce a tenere a bada, probabilmente per motivi ormai noti di lotte all'ultimo sangue e correnti interne al PD, ha costretto ancora una volta questo Governo di sinistra-centro a chiedere la nona fiducia.
  Una fiducia richiesta per un provvedimento di urgenza tanto atteso da famiglie, imprese e operatori del settore immobiliare, peraltro deludendo un po’ tutti, quanto deprecabile nel merito e nel metodo con cui la Camera dei deputati ha potuto esaminare il testo. Se al Senato, infatti, il decreto-legge è stato fermo per quarantacinque giorni, l'altro ramo del Parlamento, ovvero la nostra Assemblea legislativa, ha potuto esprimere una valutazione delle norme contenute nel testo neanche in settantadue ore. Un imbarazzo direi autentico, che chiama in causa direttamente anche la Presidenza della Camera, che avrebbe dovuto quantomeno stigmatizzare il comportamento del Governo e di Palazzo Madama nell'organizzazione dei lavori parlamentari delle due Assemblee. Non è possibile, infatti, concederci poche ore per approfondire una materia così complessa qual è l'urbanistica, il settore dell'edilizia e delle costruzioni, l'impatto sul tessuto socio-economico delle cui norme, come in precedenza riportavo, era così aspettato ed invocato.
  Un decreto-legge che, peraltro, in conseguenza della confusione venutasi a determinare nel corso della sua prima lettura, evidenzia la totale incapacità da parte dell'Esecutivo di sinistra-centro nel comprendere come siano necessarie ben altre misure urgenti e strutturali per far fronte alla crisi del comparto immobiliare, che in questi anni ha visto la perdita di oltre 750 mila posti di lavoro, la chiusura di migliaia di imprese e il crollo delle compravendite. Un provvedimento proposto dalla sinistra che, a distanza di cinque anni da quando il Governo Berlusconi, nel 2009, aveva previsto una serie di efficaci misure con interventi di ampliamento della volumetria e ristrutturazione della propria abitazione, con una reale semplificazione delle procedure burocratiche finalizzata a rilanciare fortemente il settore dell'edilizia privata, si presenta in modo disordinato, troppo timido, che delude l'intera filiera immobiliare che, invece, attendeva un vero piano casa in grado di rilanciare il mercato anziché indirizzare l'attenzione solo all'edilizia residenziale pubblica.
  L'impianto complessivo di questo decreto-legge assomiglia fortemente all'immagine che dà di sé il Presidente del Consiglio: una sembianza di puro illusionismo, una facciata da rottamatore che lancia slogan e lezioni su come ammodernare il sistema Paese, e soprattutto dettando tempi di attuazione delle riforme, peraltro già ampiamente sconfessati. Così come il presente decreto-legge, che non risolverà l'emergenza abitativa, le cui norme rappresentano un provvedimento tampone rispetto ad una questione molto complessa che riguarda un bisogno così importante come quello dell'abitazione, che coinvolge attualmente circa 4 milioni di concittadini, come confermato anche dalle risorse messe in campo così esigue, lo stesso impianto complessivo della sua politica economica e sociale, Presidente Renzi, si sta rivelando un bluff.
  Gli indicatori economici della scorsa settimana, forniti dall'ISTAT, che rilevano una contrazione del PIL pari a -0,1 per cento sul primo trimestre, chiamano infatti questo Governo ad un triste ritorno alla realtà. Se non cambia il trend, i conti politici ben presto risulteranno a rischio e sarà più che probabile una prossima correzione Pag. 14attraverso una manovra correttiva ed un ulteriore innalzamento della pressione fiscale.
  All'euforia eccessiva che sprigiona quotidianamente il Premier Renzi sui giornali e nelle televisioni agli italiani, si contrappone infatti la dura realtà dei deludenti numeri economici che confermano quanto sia tutt'altro che superata la crisi economica, ed in particolare quanto sia lenta la ripresa della domanda interna. I ritardi relativi all'attuazione dei provvedimenti attuativi dei Governi Monti e Letta, la cui lentezza prosegue anche a causa di questo Governo per la mancanza di coperture finanziarie adeguate, così come peraltro confermato da Il Sole 24 Ore lo scorso sabato, che costa almeno 5 miliardi in termini di PIL, rappresentano infatti la cartina di tornasole di questo modo di presentarsi del Governo Renzi al Paese. Un aspetto di pura apparenza, la cui rappresentazione della produzione legislativa approvata da questo Esecutivo di sinistra-centro tende a convincere il Paese di aver migliorato la situazione economica delle famiglie e delle imprese, ma nella realtà lo slancio e la passione che indica questo Presidente del Consiglio vengono stoppati dalla realtà dei numeri e, soprattutto, dall'effettività della crisi di liquidità e dall'assenza dei necessari provvedimenti di attuazione, indispensabili per rianimare la crescita.
  Pertanto, concludo il mio intervento dichiarando il voto contrario del gruppo di Forza Italia alla fiducia nei riguardi di questo Governo, la cui azione sin qui è stata ampiamente deludente.
  Non siamo disfattisti, siamo convinti in realtà che un diverso approccio iniziale, che il Presidente del Consiglio Renzi avrebbe dovuto adottare nei riguardi sia del Paese, nel merito e nel metodo dei provvedimenti sin qui intrapresi, sia delle stesse istituzioni parlamentari, come dimostra l'inaccettabile condotta del suo Esecutivo di scarsa considerazione nei confronti della Camera dei deputati nel concedere un tempo a disposizione per l'esame di questo decreto-legge per l'emergenza abitativa praticamente inesistente, avrebbe consentito uno spirito di collaborazione e di dialogo maggiormente proficuo tra maggioranza ed opposizione. Evidentemente, però, i modi generici e sbrigativi con cui egli presenta i decreti-legge al Parlamento e la tenuta della sua maggioranza che scricchiola fortemente, come abbiamo avuto modo di constatare, nonché l'epilogo con cui questo decreto-legge sarà definitivamente convertito attraverso l'ennesimo voto di fiducia, dimostrano come nel complesso questo Governo sarà ben presto chiamato ad un duro ritorno alla realtà sia nelle piazza sia domenica prossima, quando si accorgerà dei risultati insoddisfacenti che gli italiani gli attribuiranno nelle urne (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Signor Presidente, ci viene chiesta la fiducia su questo decreto recante misure urgenti per l'emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015. A parte l'ultimo argomento, l'onnipresente Expo, che, come il prezzemolo, ce lo ritroviamo sempre tra i piedi ad ogni decreto a succhiare ogni volta milioni dopo milioni, il 90 per cento di questo provvedimento tratta di casa, quel bene che è basilare nella cultura italiana, tanto che il diritto all'abitare è ribadito come diritto fondamentale della persona da sentenze della Corte Costituzionale e della Corte europea dei diritti dell'uomo. Tanto che, alla fine, il mattone ed il cemento sono la colonna portante dell'economia italiana, da cui tutt'ora è fortemente dipendente.
  In questo decreto, casa da abitare e casa da costruire sono ancora concetti molto intrecciati, ad uso e consumo dei soliti amici costruttori. I problemi della casa e dell'abitare infatti vengono affrontati, ma non risolti a nostro modo di vedere. Piuttosto, vengono usati come pretesti per far partire speculazioni a favore dei soliti costruttori bipartisan, così il problema viene aggravato in tutta la sua Pag. 15drammatica dimensione sociale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Siamo davanti ad una vera e propria macelleria sociale, questo è un decreto dotato di una violenza inaudita, ha toni più che drammatici, direi che ha dei toni horror.
  E, allora, parlando di macelleria, di horror, e di casa, non posso non far riferimento alla mitica trilogia di film horror «La Casa», filmata, dagli anni Ottanta fino a inizi anni Novanta, da un giovane ma promettente Sam Raimi. Una trilogia che ruota intorno al ritrovamento da parte del protagonista, Ash, di un libro – forse, il decreto ? – il «Necronomicon», scritto con sangue umano che – parole del film – tratta di tutte quelle forze oscure che regnano negli infimi recessi della natura umana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma, forse, è appropriato anche per questo decreto.
  Credete che stia esagerando ? Ma lo avete letto questo decreto ? È un testo molto pericoloso. Ad esempio, all'articolo 5, la lotta all'occupazione abusiva di immobili viene gestita con la forza bruta, senza proporre soluzioni concrete, tranne una serie di vere e proprie angherie: per esempio, vietare l'allaccio a beni essenziali come l'acqua, viene negata la possibilità di partecipare a bandi per l'assegnazione di alloggi popolari. Qui si rischia grosso.
  Questo Governo, che fa una bandiera del disagio sociale e, nel suo nome, cerca di comprarsi, alla modica cifra di 80 euro, i voti, a chi non ha casa, a chi non ha lavoro, a chi elettoralmente non è terreno fertile, perché da tempo ha perso qualsiasi fiducia nei partiti, questo Governo li sbatte fuori di casa. Le persone che non hanno accesso all'abitare vengono invitate ad andare sotto i ponti, ma, forse, il Governo, che ci chiede la fiducia oggi, non è a conoscenza del fatto che sotto i ponti è già tutto occupato e non c’è più posto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Un'altra citazione dal film «La Casa»: qualsiasi cosa abbiate riportato in vita con questo libro – il decreto, forse – vi perseguiterà per sempre. E badate che non sto facendo appello alla vostra coscienza o al senso di carità, che tanto non so se ne avete: faccio appello al vostro desiderio di tranquillità, sicurezza e pace sociale. Queste persone che mettete sulla strada sono persone che, magari, vivono ai margini e non avete contezza della loro realtà, ma vi assicuro che sono tanti, sono un tantinello arrabbiati e, una volta che gli avrete tolto anche il tetto sulla testa, non rimarrà loro molto da perdere. Con questo «decreto necronomicon» li state trasformando in un'armata delle tenebre. E qual è il vostro piano per affrontarli ? Qual è la vostra soluzione ? Sembra che non abbiate altro in mente che fare come si dice nella trilogia «La Casa»: l'unico modo per fermarli è fare a pezzi il loro corpo. E, quindi, in questo decreto horror splatter, il problema dell'abitare viene trasformato da problema sociale a problema di ordine pubblico. Aspettatevi grossi problemi e le forze dell'ordine costantemente occupate a sedare con la violenza le naturali esigenze di una parte della società che il Governo sta fingendo che non esista.
  Altra perla di questo decreto. È vero sì che il decreto, al primo articolo, stanzia dei fondi per morosi incolpevoli e fondi per affitti: a parte che ci sembrano assolutamente insufficienti alla dimensione del problema, ma la cosa grave è che, già all'articolo 2, questi fondi sono preda di costruttori, che accederanno, fra l'altro, anche al patrimonio pubblico in svendita, che, a norma dell'articolo 10, potranno portare avanti tutte le loro belle speculazioni su tutta questa materia prima che gli viene fornita.
  L'ultimo argomento, poi, trattato nel decreto è Expo. Come nella trilogia che più volte ho citato, «La Casa», l'ultimo episodio dall’horror si sposta più sul tema del grottesco. Infatti, ad oggi, per Expo sono stati spesi circa 15 miliardi di euro. Dopo che la magistratura ha portato alla luce le infiltrazioni della malavita organizzata, episodi di corruzione di politici, storie di un diffuso sistema basato sulle mazzette la soluzione su cui ci viene chiesta la fiducia, in questo decreto, per risolvere il problema di Expo è dare altri soldi – 25 Pag. 16milioni di euro – e semplificare ulteriormente. Così la macchina verrà ulteriormente alimentata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Veramente grottesco.
  Adesso sappiamo forse perché ci sono alcuni temi su cui il MoVimento 5 Stelle riesce a dialogare con questa maggioranza e a portare avanti anche risultati importanti – per esempio, ricordo la legge sui reati ambientali –, però rileviamo che ci sono dei settori, come questo dell'Expo, in cui – è proprio il caso di dirlo – si sbatte contro dei muri di cemento. Come mai ? Sarà mica perché le tangenti ormai sono già state pagate e riscosse e, allora, i lavori devono andare avanti a tutti i costi, perché se i lavori si fermano qualcuno va a finire dentro ad un pilone di cemento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Recentemente, in questa perfida campagna elettorale ci è stato detto che il MoVimento 5 Stelle è votato da disperati.
  Forse è vero, abbiamo perso la speranza, in effetti, che questa classe politica ci possa governare onestamente e per il bene comune di tutti. Ma poi, quale fiducia dovremmo dare a chi stanzia ancora milioni di euro per buttarli in un pozzo senza fondo che li inghiotte senza ricadute positive ? Leggevo, oggi, su il Fatto Quotidiano un dossier in cui si fa un paragone impietoso tra Milano e Smirne, la città turca a cui abbiamo soffiato la sede di Expo del 2015. I turchi, a Smirne, pur senza Expo sono riusciti a rimodernare e a sviluppare l'intera città, potenziando tutto, porto, aeroporto, hanno costruito decine di chilometri di metropolitana, trasporti pubblici – questi sconosciuti in Italia ! – e noi, a Milano, siamo ancora in situazioni drammatiche, con cantieri che sventrano una città paralizzata su cui banchettano gli sciacalli degli appalti pubblici. State cercando di toglierci anche la dignità di essere italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Sono arrivato alla conclusione; so che quest'Aula vota secondo gli ordini di partito; come nel film «La casa» dove, appunto, le vostre mani, che premono pulsanti, sono possedute e non agiscono secondo la vostra volontà. Non arrivo a chiedervi di fare come Ash, il protagonista, che arriva ad automutilarsi con una motosega per riacquistare il pieno controllo di ciò che fa, so già che voi voterete la fiducia e l'approvazione di questo decreto horror, ma siamo arrivati alla fine della trilogia. Non tanto la trilogia dei film «La casa», ma la trilogia che abbiamo vissuto recentemente sulla nostra pelle dove si sono succeduti Monti, Letta e Renzi, ben tre Governi non eletti dal popolo ! Questo però è l'ultimo atto, si avvicinano i titoli di coda; domenica gli italiani brandiranno un'arma più potente della bomba atomica: una matita che vota il MoVimento e, da lunedì, la musica cambia, si vedrà un altro film, un film a lieto fine, finalmente, e uno in cui l'onestà andrà di moda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il fuoco mediatico di queste ore che tutto distoglie rischia di non far comprendere le cose concrete e innovative contenute all'interno di questo decreto-legge. Allora, noi vorremmo sottolinearne quello che, dal nostro punto di vista, è il punto chiave e che cioè, per la prima volta dopo tanti, troppi anni, almeno quindici, torniamo finalmente ad avere delle politiche pubbliche sul tema della casa, sul tema del diritto all'abitazione, sul tema degli stanziamenti di nuovi interventi. Era dal 1998, dalla fine della logica dei Fondi Gescal che non si ritornava ad immaginare un ruolo e un governo del settore.
  Sono sostanzialmente tre i punti di rilievo, di merito rispetto a questa affermazione. Innanzitutto si rifinanzia il Fondo a sostegno degli affitti e il Fondo per la morosità incolpevole e, quindi, in conseguenza di ciò diventa permanente il sostegno alle famiglie; quindi, le regioni e i comuni potranno programmare, incentivare soluzioni abitative sostenibili. In secondo luogo, vengono stanziati con questo Pag. 17decreto-legge oltre 500 milioni di euro per quest'anno con l'obbligo di utilizzarli subito per ristrutturare migliaia di alloggi pubblici vuoti. Quindi, questa è una concreta risposta che porterà all'assegnazione a chi ne ha bisogno rispetto all'emergenza abitativa. In terzo luogo si interviene sul tema delle vendite degli appartamenti pubblici, fornendo, innanzitutto, una serie di garanzie: le garanzie che la cessione avverrà solo agli inquilini, le garanzie che tutti i profitti verranno spesi per una nuova edilizia sociale, quindi, alimentando anche positivamente il gettito e non per fare cassa e non per trasferire in spesa corrente i ricavi delle alienazioni. Ulteriore cosa concreta, che evidentemente è sfuggita a chi ha appena parlato in quest'Aula, è previsto lo stanziamento di 100 milioni di euro per abbattere di un punto percentuale i mutui che verranno accesi dalle famiglie con queste finalità. Anche questo è un elemento molto concreto che impatta direttamente nella vita quotidiana dei nostri concittadini.
  A ciò si aggiunga anche l'abbattimento della cedolare secca dal 15 al 10 per cento per chi affitta a canone concordato, dando dimostrazione che quando si parla di casa non si parla e non si pensa solo ai proprietari, ma si pensa anche alle famiglie in affitto, con uno strumento incentivante sotto il profilo fiscale per rendere conveniente la locazione e per invitare i proprietari a non lasciare sfitti gli appartamenti.
  Ma il decreto non è reticente, signor Presidente, e si occupa di abusivismo e allora su questo non si possono scegliere mezze misure. Noi riaffermiamo un principio di legalità e di giustizia perché non è vero che hanno più diritti quelli che lanciano le molotov o sprangano la Polizia. E chi occupa abusivamente un fabbricato toglie un diritto al legittimo proprietario, se è un appartamento privato, o, se è nel pubblico, passa davanti alle liste d'attesa e chi ha i diritti si vede scavalcato da chi non rispetta le regole. Su questo non possono esserci margini di ambiguità perché – lo dico al collega che ha appena parlato – noi siamo stati eletti in Parlamento per difendere i diritti dei poveri che non hanno voce, non quelli dei prepotenti che ne hanno fin troppa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !
  Questo decreto prevede interventi per realizzare alloggi sociali con il contributo di aziende e cooperative di privati, mettendo a disposizione anche degli enti locali incentivi per rendere conveniente investire senza consumo di suolo, promuovendo il riuso, ricostruzioni e ristrutturazioni per maggiore efficienza e risparmio energetico. Noi vorremmo lanciare un messaggio oggi a chi è senza casa e che per questi motivi può essere indotto a ritenere che in questa Aula siamo tutti uguali. No, in questa Aula non siamo tutti uguali: qui dentro c’è chi cerca di dare risposte concrete e chi ha scelto la strada dell'urlo e, quindi, voi sapete che noi cerchiamo, quotidianamente e faticosamente, di venire incontro alle difficoltà di chi vive questi momenti di drammatica circostanza.
  E non siamo reticenti, signor Presidente, neppure su Expo, innanzitutto smitizzando le cifre di fantasia che sono state fornite da chi ha parlato prima di me. Non siamo reticenti perché occorre separare il grano dal loglio. Chi ha sbagliato deve pagare, ma questo non deve diventare la giustificazione per arrestare tutto perché se noi arrestassimo la realizzazione di una infrastruttura di questa natura significherebbe arrendersi all'idea che l'Italia non ce la può fare, arrendersi all'idea che il malcostume è inestirpabile, arrendersi all'idea che vince chi ritiene che la funzione pubblica sia una funzione che può essere inquinata. Non fare l’ Expo direbbe al mondo che l'Italia è in ginocchio, è incapace di reagire.
  Signor Presidente, signori del Governo, l'Expo è una grande questione nazionale e chi crede che l'Expo sia un nuovo ’92, chi teme che l'Expo sia un nuovo ’92, chi spera che l'Expo sia un nuovo ’92, ebbene si sbagliano tutti. Non solo perché sono diverse le condizioni storiche, oggettive e anche generazionali della classe dirigente, ma il 1992 rappresentava la fine di un Pag. 18ciclo. Il 2015 con l'Expo per noi è l'inizio di un ciclo con l'Italia che rialza finalmente la testa.
  Ma ci crediamo tutti che l'Italia deve e può farcela ? Perché l'Expo è una vetrina mondiale su cui saremo misurati e allora ognuno sceglie come stare in questa storia. Noi abbiamo scelto di stare dalla parte dell'Italia. Noi ne sventoliamo con orgoglio la bandiera e ne cantiamo con commozione l'inno, voi avete scelto di puntare sul fallimento del Paese, sulla sua spaccatura e addirittura state dalla parte di chi l'inno lo fischia.
  Voi avete scelto di inneggiare alla cupezza delle manette, all'esaltazione della ghigliottina mediatica come strumento di sopraffazione, all'insulto inaccettabile, signor Presidente, come oggi è accaduto nei confronti del Presidente del Consiglio al quale addirittura augurare la «lupara bianca». Una logica degradante ! Noi, invece, abbiamo scelto di stare dalla parte della libertà e della giustizia e intendiamo sbloccare le migliori energie del Paese per ricostruire un'idea di futuro ed evitare che il morto afferri il vivo. Voi vi siete arresi all'idea che l'Italia non ce la può fare, noi lottiamo ogni giorno per l'Italia che ce la farà.
  È per questo motivo che questo decreto è un piccolo pezzo di un percorso molto più complessivo che ci spinge a riconfermare la fiducia a questo Esecutivo, nella consapevolezza che alla rabbia noi vogliamo sostituire la speranza, all'urlo il discorso, all'invettiva il ragionamento, all'insulto il dialogo e allo sfascio la proposta.
  Per qualcuno in quest'Aula, signor Presidente, il modello da seguire è un napoletano di nome «Genny la carogna», per noi è un partenopeo di nome Giorgio Napolitano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  È per questi motivi, signori del Governo, che vi diciamo di andare avanti e vi esprimeremo, come democratici, convintamente la nostra fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
  Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 18, la seduta sarà sospesa fino a tale ora.
  Procediamo all'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale comincerà la chiama.
  (Segue il sorteggio).

  La chiama avrà inizio dal deputato Sorial. La seduta è sospesa fino alle ore 18.

  La seduta, sospesa alle 17,20, è ripresa alle 18.

(Votazione della questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 2373)

  PRESIDENTE. Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
  Avverto che, in considerazione dell'elevato numero di richieste di anticipazione del voto, variamente motivate in relazione ad esigenze di natura istituzionale o a motivi personali, la Presidenza, come preannunciato ai gruppi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, accoglierà un numero di richieste fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo.
  Faccio presente che i gruppi hanno già fatto pervenire alla Presidenza le relative indicazioni.
  Ricordo che, prima della sospensione della seduta, la Presidenza ha già provveduto ad estrarre a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.
  La chiama avrà inizio dal deputato Sorial.Pag. 19
  Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

  (Segue la chiama).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

   Presenti e votanti  434   
   Maggioranza  218   
    Hanno risposto  324    
    Hanno risposto no  110.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Si intendono così respinte tutte le proposte emendative presentate.

  Hanno risposto sì:

  Adornato Ferdinando
  Agostini Luciano
  Agostini Roberta
  Albanella Luisella
  Albini Tea
  Alfano Angelino
  Alfano Gioacchino
  Alfreider Daniel
  Alli Paolo
  Amato Maria
  Amendola Vincenzo
  Amici Sesa
  Amoddio Sofia
  Antezza Maria
  Anzaldi Michele
  Argentin Ileana
  Arlotti Tiziano
  Ascani Anna
  Balduzzi Renato
  Baretta Pier Paolo
  Bargero Cristina
  Baruffi Davide
  Basso Lorenzo
  Bazoli Alfredo
  Bellanova Teresa
  Benamati Gianluca
  Beni Paolo
  Berlinghieri Marina
  Bernardo Maurizio
  Berretta Giuseppe
  Bianchi Dorina
  Bianchi Mariastella
  Binetti Paola
  Bini Caterina
  Biondelli Franca
  Blazina Tamara
  Bobba Luigi
  Boccia Francesco
  Boccuzzi Antonio
  Bolognesi Paolo
  Bonaccorsi Lorenza
  Bonavitacola Fulvio
  Bonifazi Francesco
  Bonomo Francesca
  Bordo Michele
  Borghi Enrico
  Boschi Maria Elena
  Bosco Antonino
  Bossa Luisa
  Braga Chiara
  Bragantini Paola
  Brandolin Giorgio
  Bratti Alessandro
  Bray Massimo
  Bressa Gianclaudio
  Bruno Franco
  Bruno Bossio Vincenza
  Bueno Renata
  Burtone Giovanni Mario Salvino
  Buttiglione Rocco
  Calabrò Raffaele
  Campana Micaela
  Cani Emanuele
  Capelli Roberto
  Capodicasa Angelo
  Capone Salvatore
  Capozzolo Sabrina
  Capua Ilaria
  Carbone Ernesto
  Cardinale Daniela
  Carella Renzo
  Carnevali Elena
  Carocci Mara
  Carra Marco
  Carrescia Piergiorgio
  Carrozza Maria Chiara
  Caruso MarioPag. 20
  Casero Luigi
  Cassano Franco
  Catania Mario
  Causi Marco
  Causin Andrea
  Cenni Susanna
  Censore Bruno
  Cesaro Antimo
  Chaouki Khalid
  Cimbro Eleonora
  Cimmino Luciano
  Coccia Laura
  Colaninno Matteo
  Cominelli Miriam
  Coppola Paolo
  Coscia Maria
  Cova Paolo
  Covello Stefania
  Crimì Filippo
  Crivellari Diego
  Culotta Magda
  Cuperlo Giovanni
  D'Agostino Angelo Antonio
  Dallai Luigi
  Dal Moro Gian Pietro
  Dambruoso Stefano
  Damiano Cesare
  D'Arienzo Vincenzo
  D'Attorre Alfredo
  De Girolamo Nunzia
  Del Basso De Caro Umberto
  Dellai Lorenzo
  Dell'Aringa Carlo
  De Maria Andrea
  De Menech Roger
  De Micheli Paola
  Di Lello Marco
  Di Maio Marco
  D'Incecco Vittoria
  Di Stefano Marco
  Donati Marco
  D'Ottavio Umberto
  Epifani Ettore Guglielmo
  Ermini David
  Fabbri Marilena
  Famiglietti Luigi
  Fanucci Edoardo
  Farina Gianni
  Fassina Stefano
  Fauttilli Federico
  Fedi Marco
  Ferranti Donatella
  Ferrari Alan
  Ferro Andrea
  Fiano Emanuele
  Fiorio Massimo
  Fioroni Giuseppe
  Fitzgerald Nissoli Fucsia
  Folino Vincenzo
  Fontana Cinzia Maria
  Fontanelli Paolo
  Formisano Aniello
  Fossati Filippo
  Fragomeli Gian Mario
  Fregolent Silvia
  Gadda Maria Chiara
  Galgano Adriana
  Galli Giampaolo
  Galperti Guido
  Gandolfi Paolo
  Garavini Laura
  Garofalo Vincenzo
  Garofani Francesco Saverio
  Gasbarra Enrico
  Gasparini Daniela Matilde Maria
  Gebhard Renate
  Gelli Federico
  Gentiloni Silveri Paolo
  Ghizzoni Manuela
  Giachetti Roberto
  Giacobbe Anna
  Gigli Gian Luigi
  Ginato Federico
  Ginefra Dario
  Ginoble Tommaso
  Giorgis Andrea
  Giuliani Fabrizia
  Giulietti Giampiero
  Gnecchi Marialuisa
  Grassi Gero
  Greco Maria Gaetana
  Gregori Monica
  Gribaudo Chiara
  Guerini Giuseppe
  Guerra Mauro
  Gullo Maria Tindara
  Gutgeld Itzhak Yoram
  Iacono Maria
  Iannuzzi Tino
  Incerti Antonella
  Iori Vanna
  Laforgia FrancescoPag. 21
  La Marca Francesca
  Lattuca Enzo
  Legnini Giovanni
  Lenzi Donata
  Leone Antonio
  Letta Enrico
  Leva Danilo
  Locatelli Pia Elda
  Lodolini Emanuele
  Losacco Alberto
  Lupi Maurizio
  Madia Maria Anna
  Maestri Patrizia
  Malisani Gianna
  Malpezzi Simona Flavia
  Manciulli Andrea
  Manfredi Massimiliano
  Manzi Irene
  Marantelli Daniele
  Marazziti Mario
  Marchetti Marco
  Marchi Maino
  Marguerettaz Rudi Franco
  Mariani Raffaella
  Mariano Elisa
  Marrocu Siro
  Marroni Umberto
  Martella Andrea
  Martelli Giovanna
  Martino Pierdomenico
  Marzano Michela
  Matarrese Salvatore
  Mattiello Davide
  Mauri Matteo
  Mazziotti Di Celso Andrea
  Mazzoli Alessandro
  Melilli Fabio
  Meloni Marco
  Meta Michele Pompeo
  Miccoli Marco
  Miotto Anna Margherita
  Misiani Antonio
  Misuraca Dore
  Mognato Michele
  Molea Bruno
  Monaco Francesco
  Mongiello Colomba
  Montroni Daniele
  Morani Alessia
  Morassut Roberto
  Moretti Alessandra
  Moretto Sara
  Moscatt Antonino
  Mura Romina
  Murer Delia
  Naccarato Alessandro
  Narduolo Giulia
  Nicoletti Michele
  Oliaro Roberta
  Oliverio Nicodemo Nazzareno
  Orfini Matteo
  Orlando Andrea
  Pagani Alberto
  Paris Valentina
  Parrini Dario
  Pastorelli Oreste
  Patriarca Edoardo
  Pelillo Michele
  Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
  Petitti Emma
  Petrini Paolo
  Piccione Teresa
  Piccoli Nardelli Flavia
  Piccolo Giorgio
  Piccolo Salvatore
  Piepoli Gaetano
  Pini Giuditta
  Piso Vincenzo
  Pizzolante Sergio
  Plangger Albrecht
  Pollastrini Barbara
  Porta Fabio
  Preziosi Ernesto
  Quartapelle Procopio Lia
  Quintarelli Giuseppe Stefano
  Rabino Mariano
  Rampi Roberto
  Realacci Ermete
  Ribaudo Francesco
  Richetti Matteo
  Rigoni Andrea
  Roccella Eugenia
  Rocchi Maria Grazia
  Romano Andrea
  Rosato Ettore
  Rossi Domenico
  Rossomando Anna
  Rostan Michela
  Rotta Alessia
  Rubinato Simonetta
  Saltamartini Barbara
  Sammarco GianfrancoPag. 22
  Sanga Giovanni
  Sani Luca
  Sanna Francesco
  Sanna Giovanna
  Santerini Milena
  Sberna Mario
  Sbrollini Daniela
  Scalfarotto Ivan
  Scanu Gian Piero
  Schirò Gea
  Schullian Manfred
  Scopelliti Rosanna
  Scuvera Chiara
  Senaldi Angelo
  Simoni Elisa
  Speranza Roberto
  Stumpo Nicola
  Tabacci Bruno
  Tancredi Paolo
  Taranto Luigi
  Taricco Mino
  Tentori Veronica
  Terrosi Alessandra
  Tidei Marietta
  Tinagli Irene
  Tullo Mario
  Vaccaro Guglielmo
  Valente Valeria
  Valiante Simone
  Vargiu Pierpaolo
  Vazio Franco
  Vecchio Andrea
  Velo Silvia
  Venittelli Laura
  Ventricelli Liliana
  Verini Walter
  Vignali Raffaello
  Villecco Calipari Rosa Maria
  Vitelli Paolo
  Zampa Sandra
  Zanin Giorgio
  Zardini Diego
  Zoggia Davide

  Hanno risposto no:

  Abrignani Ignazio
  Aiello Ferdinando
  Alberti Dino
  Archi Bruno
  Bechis Eleonora
  Bernini Massimiliano
  Bianchi Nicola
  Biancofiore Michaela
  Bianconi Maurizio
  Brescia Giuseppe
  Businarolo Francesca
  Busto Mirko
  Cancelleri Azzurra Pia Maria
  Cariello Francesco
  Catalano Ivan
  Cecconi Andrea
  Chimienti Silvia
  Ciprini Tiziana
  Colletti Andrea
  Cominardi Claudio
  Corda Emanuela
  Cozzolino Emanuele
  Crimi Rocco
  Crippa Davide
  Dadone Fabiana
  Daga Federica
  D'Alessandro Luca
  Dall'Osso Matteo
  Da Villa Marco
  Del Grosso Daniele
  De Rosa Massimo Felice
  Di Battista Alessandro
  D'Incà Federico
  Di Salvo Titti
  Di Stefano Fabrizio
  Di Stefano Manlio
  D'Uva Francesco
  Fantinati Mattia
  Farina Daniele
  Fava Claudio
  Ferrara Ciccio
  Ferraresi Vittorio
  Fico Roberto
  Furnari Alessandro
  Gagnarli Chiara
  Gallo Luigi
  Giacomoni Sestino
  Giammanco Gabriella
  Grande Marta
  Grillo Giulia
  Grimoldi Paolo
  Iannuzzi CristianPag. 23
  Kronbichler Florian
  L'Abbate Giuseppe
  Lacquaniti Luigi
  Lainati Giorgio
  Lavagno Fabio
  Lombardi Roberta
  Lupo Loredana
  Mannino Claudia
  Marcolin Marco
  Marcon Giulio
  Martino Antonio
  Marzana Maria
  Matarrelli Toni
  Melilla Generoso
  Micillo Salvatore
  Mottola Giovanni Carlo Francesco
  Mucci Mara
  Nardi Martina
  Palese Rocco
  Palmieri Antonio
  Pannarale Annalisa
  Pellegrino Serena
  Petraroli Cosimo
  Petrenga Giovanna
  Piazzoni Ileana Cathia
  Picchi Guglielmo
  Pilozzi Nazzareno
  Pinna Paola
  Piras Michele
  Pisano Girolamo
  Placido Antonio
  Prataviera Emanuele
  Prestigiacomo Stefania
  Prodani Aris
  Quaranta Stefano
  Ravetto Laura
  Rizzetto Walter
  Romano Paolo Nicolò
  Rondini Marco
  Rostellato Gessica
  Rotondi Gianfranco
  Scagliusi Emanuele
  Sibilia Carlo
  Spessotto Arianna
  Squeri Luca
  Tofalo Angelo
  Toninelli Danilo
  Tripiedi Davide
  Turco Tancredi
  Valentini Valentino
  Vallascas Andrea
  Vella Paolo
  Villarosa Alessio
  Vito Elio
  Zaccagnini Adriano
  Zan Alessandro
  Zaratti Filiberto
  Zolezzi Alberto

  Sono in missione:

  Baldelli Simone
  Bocci Gianpiero
  Borletti Dell'Acqua Ilaria Carla Anna
  Brunetta Renato
  Caparini Davide
  Capezzone Daniele
  Castiglione Giuseppe
  Cicchitto Fabrizio
  Cirielli Edmondo
  Costa Enrico
  D'Ambrosio Giuseppe
  Di Gioia Lello
  Fontana Gregorio
  Fraccaro Riccardo
  Franceschini Dario
  Galan Giancarlo
  Giacomelli Antonello
  Giorgetti Giancarlo
  Gozi Sandro
  Lorenzin Beatrice
  Lotti Luca
  Meloni Giorgia
  Merlo Ricardo Antonio
  Migliore Gennaro
  Mogherini Federica
  Pes Caterina
  Pini Gianluca
  Pisicchio Pino
  Pistelli Lapo
  Portas Giacomo Antonio
  Ricciatti Lara
  Rughetti Angelo
  Sereni Marina
  Sisto Francesco Paolo
  Taglialatela Marcello
  Zanetti Enrico

Pag. 24

  PRESIDENTE. Come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti gruppo, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, 20 maggio, a partire dalle ore 9 con l'esame degli ordini del giorno. Seguiranno, alle ore 12,30, le dichiarazioni di voto finale con ripresa televisiva diretta, cui seguirà la votazione finale.

Su un lutto del deputato Sestino Giacomoni.

  PRESIDENTE. Comunico che il collega Sestino Giacomoni è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 19,50).

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, le elezioni europee rischiano di farci distrarre dalle tragedie che proprio un popolo profondamente europeo, anche se non ancora inserito nell'Unione europea, sta patendo in questi giorni. Parlo della terribile alluvione che ha investito la Serbia in pieno, lambendo anche i territori della Bosnia e della Croazia. Da più di 120 anni, questa terra che pure ne ha subite tante, mai aveva subito un simile flagello. I morti sono decine e i dispersi centinaia.
  Mi consenta di esprimere, signor Presidente, la commozione per le vittime e la solidarietà verso questo popolo indomito. Lo faccio a nome di Forza Italia, ma so che questo sentimento è condiviso da tutta l'Aula. L'Italia è il primo partner commerciale della Serbia, sia quanto a import sia per export. Ma siamo i primi anche nel senso della fraternità e nell'amicizia di cultura e di sensibilità. Dunque, il mio è un invito non solo al Governo, ma a tutti i cittadini perché aiutino il popolo serbo in questo momento di grande difficoltà. Mi faccio tramite con affetto dell'appello lanciato dall'ambasciatore della Serbia in Italia, la dottoressa Ana Hrustanovic. Si possono portare all'ambasciata di Roma e ai consolati serbi di Milano e Trieste tutti i tipi di donazioni, medicinali, indumenti e prodotti per disinfezione.
  Dico queste cose non solo perché restino nei libri della Camera, ma perché i mass media che seguono i lavori parlamentari si facciano eco di questa richiesta di solidarietà e di amicizia.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Palese, la Presidenza si associa alle sue considerazioni.

  ALBERTO ZOLEZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signora Presidente, intervengo per sollecitare la risposta alla mia interrogazione n. 4-04869 in cui sostanzialmente chiedo che il Ministero dell'interno risponda per l'eventuale commissariamento del comune di Viadana, in provincia di Mantova. Un comune con una giunta del PD in cui l'assessore Tipaldi è stato intercettato e nelle intercettazioni si vede che tra due ’ndranghetisti riconosciuti e poi condannati si diceva: Viadana è nostra, riconoscendo un'infiltrazione molto importante della criminalità organizzata in questo comune. Intercettazione datata, a cui è succeduto poi un altro fatto importante: lo stesso assessore Tipaldi accompagnò in ospedale una persona ferita da arma da fuoco senza mai spiegare i fatti, e questo avvenne nel 2011, e solo adesso, dopo diversi anni, il procuratore di Mantova ha aperto un'inchiesta su questo fatto. Sono fatti gravissimi, la giunta ormai è una giunta fantasma, una giunta del PD per la quale si dovrebbe assolutamente Pag. 25procedere per scioglierla e per restituire un minimo di legalità a questa terra così isolata e così raggiungibile. La criminalità di queste zone, la criminalità del movimento terra è legata anche agli arresti dell'Expo quindi, in vista, appunto, anche del semestre di Presidenza europeo, l'Italia deve togliersi queste macchie e queste ombre dall'amministrazione.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente, vorrei sollecitare la risposta a una interrogazione in riferimento a otto persone che in poche settimane sono decedute dentro l'ospedale civile di Pescara. Decedute a seguito di un'infezione da stafilococco e da coxiella. Tutte queste persone, e altre quattordici che sono state infette, erano ricoverate presso il reparto di neurochirurgia. Già da qualche mese ho presentato al Ministro Lorenzin un'interrogazione, interrogazione su cui ancora non ho avuto nessuna risposta.
  Chiedevo che il Ministero facesse un'ispezione presso questo ospedale, ma ancora non si sa nulla. C’è da dire che attualmente la giunta regionale abruzzese è retta dal centrodestra, lo stesso partito del Ministro Lorenzin. Allora che facciamo ? Aspettiamo le elezioni per presentare un'ispezione ? Aspettiamo le elezioni ? È questo che devono aspettarsi i familiari delle vittime di questa infezione ?

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Martedì 20 maggio 2014, alle 9:

  Seguito della discussione del disegno di legge:
   S. 1413 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, recante misure urgenti per l'emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015 (Approvato dal Senato) (C. 2373).
  — Relatore: Mariani.

  La seduta termina alle 19,55.

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