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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 227 di martedì 13 maggio 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 17.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 5 maggio 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amendola, Cicchitto, Fava, Grande, Marazziti, Picchi e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 2208-B) (ore 17,05).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 2208-B: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese.
  Ricordo che, nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (Per l'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo della Commissione identico a quello approvato dal Senato e per le proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo della Commissione identico a quello approvato dal Senato, vedi l'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 12 maggio 2014).

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 2208-B)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Signora Presidente, il gruppo socialista voterà la fiducia a questo Governo, la voterà perché è convinto che, oggi più che mai, vi sia bisogno di dare una spinta forte a quelli che sono i Pag. 2fondamentali della nostra economia. E, tutto sommato, questo Governo lo sta facendo: sta attuando iniziative importanti che abbiamo sottolineato più volte, sta costruendo quelle prospettive, in virtù anche di alcuni interventi migliorativi dell'economia, che consentiranno sicuramente nel prossimo futuro di uscire dalla crisi.
  Ma il problema che noi stiamo vivendo drammaticamente in questo Paese è il problema dell'occupazione, che ormai ha raggiunto livelli insostenibili: il 13 per cento quasi in questo anno di disoccupazione generale, oltre il 43 per cento di disoccupazione giovanile. E nelle realtà del Mezzogiorno d'Italia questa percentuale aumenta, costruendo condizioni di invivibilità e, soprattutto, non dando quella speranza ai tanti giovani e alle tante donne che sono in quell'area.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  LELLO DI GIOIA. Questo provvedimento, purtroppo, non ci convinceva quando è stato presentato qui alla Camera, pur tuttavia l'abbiamo votato, perché in Commissione ci sono stati margini migliorativi del provvedimento stesso, ma in Senato si è tornati indietro. Noi crediamo che la crescita e lo sviluppo siano le condizioni necessarie perché si possa avere occupazione, non certamente questi elementi che in questo provvedimento sono stati in buona sostanza sottolineati. Noi, per questo, voteremo convinti la fiducia, ma ci asterremo nel votare il provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, questo provvedimento assunto dal Governo per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese ha già avuto dal Centro Democratico un voto favorevole in prima lettura alla Camera. Come è stato già ricordato, il dato della disoccupazione è allarmante specie nel Mezzogiorno: da qui l'esigenza di un'iniziativa del Governo adeguata. In questo caso, si tratta di un atto di Governo positivo, che si inquadra in un processo riformatore quanto mai urgente e necessario.
  Al Senato è stata raggiunta, come era inevitabile, una mediazione equilibrata, un mix corretto tra flessibilità necessaria e ricerca di posti di lavoro stabili, però, come avevo avuto già occasione di dire l'altra volta qui alla Camera, si poteva già trovare questa mediazione, questa sintesi alla Camera.
  Avremmo evitato più voti di fiducia sul testo, essendo la maggioranza nel suo insieme assai convergente. Dall'esperienza emerge una condizione politica di cui tenere conto per il futuro. Chi come il Partito Democratico guida una coalizione assai composita, non può pretendere di giocare tutti i ruoli, di recitare tutte le parti. Chi guida deve fare sintesi e non esaltare la differenza, e questo vale anche per il presidente della Commissione lavoro, Damiano. È bene che Renzi e Verini si accollino questo problema, una volta può andare bene, ma è un esercizio logorante soprattutto se si vuole, come è necessario, portare avanti un processo riformatore complessivo.
   Quindi il voto è favorevole, la fiducia c’è, ma il Partito Democratico impari da questa lezione che non è un giochino che si può portare avanti all'infinito.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mauro Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Signora Presidente, rappresentanti del Governo, condividiamo gli obiettivi che il Governo ha definito con il decreto lavoro e apprezziamo l'intesa che al Senato ha consentito di affrontare, in modo positivo, gli aspetti più critici del testo, così com'era stato modificato dalla Camera. La questione di fiducia sul testo della Commissione, identico a quello già approvato dal Senato, è coerente con il valore strategico attribuito Pag. 3al provvedimento. Il decreto-legge crea le condizioni per reali politiche attive sul lavoro, perché garantisce le imprese con maggiore flessibilità in entrata e nella fase di formazione, mentre crea le condizioni per forme di protezione crescente dei lavoratori. Sono passi iniziali, occorre diminuire però drasticamente i livelli di burocrazia e sostenere anche con certezze normative la realtà delle imprese che devono poter operare per determinare maggiori e più diffuse opportunità di ingresso nel mercato del lavoro.
  Come autonomie riteniamo importante che, sulla base delle proposte da noi presentate alla Camera e al Senato, nel testo unificato, sia stata riconosciuta la facoltà per le province autonome di Trento e di Bolzano, realtà nelle quali è definito un sistema di alternanza scuola-lavoro, di prevedere specifiche modalità di utilizzo del contratto di apprendistato anche a tempo determinato per lo svolgimento di attività stagionali. La formazione in azienda è, a nostro giudizio, fondamentale perché attribuisce all'apprendistato una realtà dinamica con contratti stagionali a tempo determinato che abbiano valore ai fini del diploma professionale. È efficace essere intervenuti per correggere e ridurre gli obblighi ai fini di nuove assunzioni in apprendistato, con l'innalzamento della dimensione di impresa da 30 a 50 dipendenti oltre la quale sia previsto un obbligo di stabilizzazione e con la riduzione del 20 per cento della relativa quota di stabilizzazione.
  Nel complesso, l'accordo di maggioranza ha consentito di ridurre rigidità che sarebbero state in opposizione alle finalità strategiche cui è stata ispirata l'azione di Governo; in questa prospettiva consideriamo la riduzione di oneri e vincoli, in primo luogo per le piccole e medie imprese, in riferimento alla nuova disciplina del contratto a termine nella sua disciplina transitoria. Per questa ragione, come deputati della Südtiroler Volkspartei e del Partito Autonomista Trentino Tirolese, confermiamo la nostra fiducia nei confronti del Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gaetano Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Signora Presidente, a nome dei Popolari per l'Italia confermo il voto sulla questione di fiducia al Governo, voto di fiducia che si traduce anche in un consenso sul provvedimento. Un provvedimento che abbiamo già votato alla Camera e che ha trovato delle modifiche e delle rettifiche di sicuro bilanciamento al Senato e che qui torna. Siamo rammaricati per questo continuo bisogno di emergenza legata a continui voti di fiducia e questo, ci rendiamo conto, può anche «strozzare» il bisogno di un dibattito che esiste su un tema come quello che noi qui stiamo affrontando. Ci rendiamo, però, altresì, conto che dobbiamo «partire» sul tema del lavoro perché la fuoriuscita dalla crisi richiede la moltiplicazione, in senso letterale, degli sforzi, perché su questo tema ci sia una preoccupazione costante e non solo del Governo, delle forze politiche e delle forze sociali. Perché i dati più recenti della crisi dimostrano, innanzitutto, che vi siamo ancora dentro, che c’è una spaccatura territoriale che si approfondisce e che, in particolare, il Mezzogiorno rischia di scomparire dall'agenda stessa della visione e dell'orizzonte del lavoro, e non solo nella sua dimensione giovanile che, pure, è la punta sicuramente più dolorosa e più alta.
  Ecco perché noi pensiamo che questo provvedimento, con tutta la sua limitatezza, vada inserito in un affresco più generale che trova il suo perno nella delega, che è al Senato e tuttora giace, e che soprattutto ha bisogno di altre componenti che non possiamo sottacere. La prima è quella che dobbiamo provvedere ad un grande piano per l'istruzione tecnica e per l'apprendistato che siano degni di un Paese civile che si voglia misurare con i cambiamenti del XXI secolo. Non possiamo su questo vivere di rendita, perché questo vivere di rendita ci ha posti al fondo delle classifiche sul presente e sul futuro della qualità del lavoro e dell'istruzione. La seconda condizione, che mi pare Pag. 4altrettanto importante, è il senso del dialogo sociale, in particolare fra le parti sociali, tra sindacato e datori di lavoro, per una preoccupazione non solo sui destini collettivi ma anche per la preoccupazione che l'apprendistato fa emergere sino in fondo sul percorso di formazione continua all'interno delle imprese, perché la formazione non sia piuttosto un retaggio del passato ma sia in grado di misurarsi con l'innovazione e con le sfide culturali che questo comporta, anche dal punto di vista del lavoro. In ultimo, un riassetto del modo di essere del potere pubblico, non solo dello Stato ma delle sue articolazioni periferiche, perché il ruolo delle regioni, che anche con questo provvedimento viene esaltato, sia un ruolo non marginale e soprattutto non vischioso, non di «diritto al caos» ma strumento effettivo di sostegno promozionale a questa modernizzazione.
  In questo spirito, i Popolari per l'Italia, continuano la propria scommessa non solo sulla volontà ma sulla capacità del Governo Renzi di porre atti, di compiere scelte, di andare in maniera non solo veloce ma oculata e saggia in una materia che è sempre sub iudice, perché materia che richiede sempre un'innovazione, non solo culturale ma anche etica. Da questo punto di vista, ribadisco il voto favorevole dei Popolari.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guido Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, questa doveva essere la giornata in cui l'annunciata grande riforma del lavoro doveva vedere la luce e un dibattito propositivo, perché tanto si attendeva questa riforma quanto ce n'era l'esigenza. Purtroppo questa non è una riforma. È venuto fuori poco dalla trasformazione dell'attività comunicativa del Presidente del Consiglio, perché voi oggi portate in Aula, con un voto di fiducia, evitando anche il dibattito, una sistemazione, chiamiamola così, di una norma che avevate voi stessi approvato qualche anno fa, migliorandola, ma di certo non possiamo parlare di una riforma. Non possiamo parlare di quella riforma che aveva presentato il Presidente del Consiglio il quale, a parole, aveva annunciato una rivoluzione dei diritti del lavoro e della legislazione sul lavoro, paventando anche un sostegno alla crescita occupazionale, che, purtroppo sappiamo tutti, non c’è più; non c’è e non ci sarà, tanto che i dati ci confermano un aumento della disoccupazione.
  Noi non voteremo, ovviamente, la fiducia a questo Governo, e contestiamo principalmente il metodo con il quale Presidente del Consiglio utilizza il proprio attivismo, il proprio ruolo, per fare campagna elettorale, perché lui stesso aveva presentato un piano di riforme con uno scadenzario preciso che non è stato rispettato. Tra l'altro, sono riforme che non hanno contenuti da vere riforme. In più, dovevano essere riforme condivise da tutti, o perlomeno dibattute da tutti, invece il tutto si è trasformato in un dibattito del: «o si fa così o mi dimetto».
  L'unica riforma vera che c’è stata è quella che riguarda le province: che non ha riguardato di per se stesse le province, visto che sono rimaste, ma ha riguardato la democrazia, cioè la cancellazione del potere di eleggere da parte dei cittadini il proprio presidente della provincia; ma chi non è d'accordo con queste proposte viene definito un gufo, un tutore della casta, o addirittura un bugiardo, come è successo ai tecnici e ai funzionari del Senato.
  Non ci sono miglioramenti dal punto di vista economico, perché, conoscendo i dati, sappiamo che è in costante aumento il debito pubblico; ed è, continua ad essere in costante aumento la spesa pubblica, nonostante il più volte paventato piano di spending review, del quale ancora oggi non sappiamo quale sia effettivamente il contenuto e cosa si voglia fare, di quel piano, e quanti risparmi porti effettivamente quel piano. Non sappiamo neanche poi, oltre tutto, quante macchine effettivamente ha venduto il Presidente del Consiglio su e-Bay !
  Ma sono arrivati gli 80 euro per pochi, i mitici 80 euro per pochi: pare siano Pag. 5arrivati, come promessi dal Presidente del Consiglio. Ottanta euro che, se promessi da qualcun altro in piena campagna elettorale, voi del Partito Democratico, avreste gridato allo scandalo, denunciando una compravendita elettorale.
  E poi arriva la Tasi, nuova imposta sul patrimonio immobiliare: ritassate le abitazioni principali, per cui c’è un aumento dell'imposizione fiscale; ma non sappiamo ancora oggi la scadenza, per cui verrà rinviata ancora una volta, differentemente da quanto ci avevate promesso l'anno scorso, la scadenza dei bilanci comunali. Non sappiamo che fine farà la revisione del patto di stabilità dei bilanci dei comuni; ma soprattutto non sappiamo come verrà gestita quell'incredibile confusione che avete creato rispetto alla finanza locale.
  E poi passiamo al tema della giustizia e della sicurezza, dove ci avete dato dentro in questi mesi, riuscendo a creare uno stato di impunità per alcuni reati: addirittura depenalizzando il reato di spaccio, in ultimo. E poi in questi giorni è successo quello che, purtroppo, noi avevamo previsto che potesse succedere con l'operazione Mare nostrum: ci sono state vittime nel Mediterraneo, e noi vi avevamo detto che l'unico modo perché non ci fossero quelle vittime era quello dei respingimenti, utilizzare la Marina militare per fare i respingimenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). E invece oggi noi ci troviamo in una situazione dove quella operazione ci costa, ha rischi sanitari, ha purtroppo avuto vittime, e arrivano continuamente, quotidianamente clandestini, che neanche più i vostri centri di accoglienza riescono a gestire: addirittura ci sono proteste da parte di alcuni centri della Caritas.
  E allora la domanda è: se l'operazione Mare nostrum ha tutte queste negatività, perché l'avete voluta ? Per quale motivo, e quale interesse c’è dietro un'operazione di questo tipo ? E poi vorremmo risentire dal Ministro dell'interno magari un'informativa da parte sua, considerando il fatto che lui oggi dibatte insieme al Presidente del Consiglio su posizioni estremamente diverse con l'Unione europea, e l'Unione europea chiede allo Stato italiano: ma realmente voi cosa volete rispetto a questa situazione ?
  E ce lo chiediamo anche noi, perché nessuno lo sa ! Cosa vuole il Governo dall'Unione europea rispetto alla situazione dei migranti, come li chiamate voi, o dei clandestini, come li chiamiamo noi: perché oggi non c’è assolutamente una certezza di quello che volete. E allora continuiamo a farvi questa domanda: cosa c’è dietro realmente all'operazione Mare nostrum, visto che costa 9 milioni di euro al mese ?
  Voi consentite il continuo arrivo di questi disperati non dando modo a loro di avere un posto di lavoro perché posti di lavoro non ce ne sono neanche per noi, e tutta questa politica di indulto e nuova immigrazione, dati alla mano, ci dice che sono aumentati i reati, perlomeno quelli di microcriminalità. Questa è la vostra politica dell'annuncio, la politica dell'annuncio di Matteo Renzi che annuncia la montagna e partorisce il topolino, che è il decreto che oggi discutiamo sulla questione lavoro.
  Il Presidente del Consiglio ha una dote incredibile: riesce ad essere di destra e di sinistra a seconda dei momenti, anche di centro a volte; riesce a dire cose da cattolico e cose da ateo cercando l'emotività elettorale quasi ovunque e riesce addirittura ad assistere seduto e tranquillo ad una gara di calcio autorizzata da un tizio chiamato Genny ’a carogna.
  C’è stato elencato più volte il calendario delle riforme che avreste voluto fare: a febbraio le riforme costituzionali ed elettorali; a marzo la riforma del lavoro; ad aprile la riforma della pubblica amministrazione; a maggio la riforma del fisco ed ora stiamo aspettando i moduli precompilati per la dichiarazione dei redditi; la riforma del terzo settore, annunciata tra oggi e ieri; l'accorpamento delle motorizzazioni e ACI; spending review eccetera. La domanda è: quando finiranno gli annunci e finirà la fantasia dell'annuncio del Presidente del Consiglio cosa facciamo ? Torniamo a votare ? Ci diciamo che i gufi, i burocrati, i bugiardi non hanno consentito Pag. 6le riforme ? Ci diciamo questo ? E magari sarà il momento – quando ci diremo questo – della legge di stabilità perché magari mancherà qualche copertura.
  Chiudo dicendo che stamane il Presidente del Consiglio, di ritorno da una visita ad un istituto scolastico, ha parlato con un bambino extracomunitario e gli ha promesso la cittadinanza dopo il primo ciclo di studi. Ecco noi Presidente del Consiglio, anche se lei anche oggi non è in Aula, le vogliamo presentare un bambino lombardo molto sfortunato perché i suoi due genitori – lombardi anche essi – sono privi di lavoro. Magari prometterà qualcosa anche a loro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antimo Cesaro. Ne ha facoltà.

  ANTIMO CESARO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il testo su cui il Governo ha posto la questione di fiducia rappresenta la fase finale dell'iter travagliato di un decreto-legge che deve essere letto congiuntamente con il disegno di legge organico in discussione in Senato riguardante la materia più ampia del lavoro. Siamo alle battute finali di un testo che è cambiato in misura rilevante in termini migliorativi rispetto alla versione originaria presentata dal Governo, anche grazie all'apporto determinante di Scelta Civica. Questa è la ragione che sta alla base del preambolo al provvedimento che, come è stato evidenziato dal senatore Ichino, rappresenta il nesso funzionale tra il decreto oggi al nostro esame e il disegno di legge delega.
  L'esplicitazione di questo nesso tra il decreto e la riforma organica è necessaria anche per evitare che il contratto di lavoro a termine diventi il solo strumento a disposizione delle imprese per rispondere alla situazione di forte incertezza lavorativa. Tutto ciò è fondamentale in un momento in cui il tasso di disoccupazione giovanile nell'Unione europea ha raggiunto quota 23,4 per cento. In Italia il dato è del 42,4 per cento per la fascia di età tra i 15 e i 24 anni. Addirittura le rilevazioni peggiorano al sud raggiungendo, in alcune zone, quasi il dato drammatico del 50 per cento. Condividiamo, dunque, l'urgenza e la necessità delle misure atte a liberare il mercato del lavoro da rigidità inadeguata ai tempi e alla situazione ora descritta. Il preambolo del decreto-legge lavoro, che rappresenta un impegno della maggioranza che lo ha votato, è stato di fatto riscritto inserendo il principio del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.
  Le modifiche apportate al decreto, anche grazie all'apporto del gruppo di Scelta Civica, sono state orientate a ridimensionare i vincoli e l'eccessiva burocratizzazione del mercato del lavoro. Lo ripeto: ridimensionare i vincoli e l'eccessiva burocratizzazione del mercato del lavoro. I contratti a termine sono in tal senso diventati più semplici perché privati dell'obbligo di una motivazione, reiterabili attraverso i rinnovi, suscettibili di cinque proroghe nel triennio, sanzionabili quando in eccesso rispetto al vincolo del 20 per cento sull'intero organico aziendale con la sola pena pecuniaria.
  Un caso emblematico ed espressione di una realtà fortunatamente in crescita è quello del lavoro realizzato nell'ambito dei programmi di ricerca e di innovazione, infatti per gli enti di ricerca non valgono né il tetto del 20 per cento né il limite dei 36 mesi. Con una riformulazione viene stabilito che i contratti a termine dei ricercatori potranno essere prorogati oltre ai 36 mesi, purché legati a progetti di ricerca. Bene, su ricerca, innovazione e creatività noi siamo convinti si giochi il futuro del nostro Paese.
  I contratti di apprendistato, altro punto di forza del decreto, diventano più convenienti quando si riferiscono ai giovanissimi che vogliono conseguire un diploma o una qualifica. Essi sono nuovamente possibili anche nella dimensione del lavoro stagionale, incentivando quel sistema duale scuola-lavoro che tanto ha funzionato in altri Paesi d'Europa. I contratti di apprendistato diventano anche più liberi, Pag. 7perché il vincolo delle stabilizzazioni si applica solo nelle aziende sopra i 50 addetti, e più certi nei contenuti, perché le regioni devono dare il calendario dei corsi della formazione di base nei primi 45 giorni, riconoscendosi in sussidiarietà la capacità formativa dell'impresa.
  Nutriamo la speranza di scelte future più coraggiose, che ci permettano di realizzare, attraverso l'armonizzazione di regole più semplici e flessibili, una protezione più efficiente di quanti sono senza lavoro, favorendo soprattutto le politiche attive del lavoro. Nel decreto, come è stato evidenziato, mancano ancora molte cose, ma noi non ci iscriviamo al partito dei «benaltristi», per cui è sempre possibile fare ben altro. Intanto si fa quello che la finanza pubblica consente di fare nell'immediato per dare una risposta ai nostri giovani. Il decreto rappresenta tuttavia un passo importante verso la realizzazione di incentivi all'occupazione che potremo certamente vedere realizzati nel medio periodo.
  Con la riforma delineata nel disegno di legge delega, il cui esame è in corso al Senato, il Governo si propone di semplificare ulteriormente l'impianto della nostra legislazione in materia di lavoro, spesso scritta in maniera illeggibile, come sanno molti imprenditori, anche fra i colleghi nelle fila di Scelta Civica, e di modificarne il contenuto secondo il modello della flex security, oggetto delle raccomandazioni ripetutamente rivolte negli anni recenti dall'Unione europea agli Stati membri. Il disegno di legge delega mira dunque a rimuovere gli ostacoli che si frappongono all'incontro fra domanda e offerta di lavoro per produrre una shock positivo sul mercato attraverso un aumento sensibile del flusso delle assunzioni nelle aziende, ed è importante che le aziende possano avvalersi di un apparato normativo semplice, senza eccessi burocratici o sanzionatori, dal momento che le imprese stesse si trovano ad operare in condizioni di altrettanta straordinaria incertezza riguardo il futuro, anche a breve termine. In questo senso accogliamo con favore la semplificazione del nuovo documento unico di regolarità contributiva che, secondo quanto indicato nel decreto, consisterà nella verifica in tempo reale della posiziona contributiva dell'impresa. In questa prospettiva si colloca l'impegno del Governo, che si fa dunque carico in via d'urgenza dell'esigenza di consentire alle imprese lo sfruttamento di qualsiasi opportunità di aumento del volume produttivo e conseguentemente degli organici, intervenendo con effetto immediato sulla possibilità di utilizzare lo strumento del contratto a termine. Ma l'obiettivo della facilitazione dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro dovrà, come più volte ripetuto in sede di riforma organica, essere perseguito anche e soprattutto attraverso una facilitazione del contratto a tempo indeterminato, contratto a tempo indeterminato, che costituisce e deve continuare a costituire la forma normale del rapporto di lavoro.
  Solo così possiamo dare certezza e prospettive di lungo periodo ai nostri giovani, che oggi vivono con grande malinconia il loro futuro; un sentimento, la malinconia, non adeguato al sentire dei giovani di un grande Paese come il nostro. Il futuro, un tempo considerato una dimensione fruttifera, è oggi vissuto come un problema in un clima di incertezza dai nostri giovani.
  Con la consapevolezza che il testo uscito dal Senato – sintesi, è vero, di diverse sensibilità che per noi però rappresentano una ricchezza anche a sostegno dell'azione politica di questo Governo – rappresenti un compromesso di buon senso e sicuramente lo è per i parlamentari di Scelta Civica, che guardano alle imprese come entità positive che creano lavoro e considerano il capitale umano il più grande patrimonio aziendale, il gruppo di Scelta Civica darà il proprio voto favorevole alla questione di fiducia posta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pizzolante. Ne ha facoltà.

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  SERGIO PIZZOLANTE. Signor Presidente, rappresentante del Governo, io voglio ricordare qual è e qual è stato lo spirito di questo decreto e perché siamo arrivati a questo decreto: questo è un intervento eccezionale in un momento eccezionale. La disoccupazione è andata oltre il 13 per cento e la disoccupazione giovanile oltre il 40 per cento. È un tasso di disoccupazione oltre il quale nessun Paese può reggere: mette a rischio ogni possibilità di coesione sociale, ogni ammortizzatore sociale può non tenere più: quelli economici per ristrettezze di bilancio, ma anche quelli naturali e quelli familiari. È un provvedimento mirato anche ad accompagnare le possibilità di crescita economica anche in occasione dell'appuntamento dell'Expo, che può e deve essere vissuto come un motore della ripresa.
  Colgo l'occasione per dire che i fatti giudiziari di questi giorni non devono farci fare nessun passo indietro, come ha detto Grillo in queste ore. L'Expo è una grande occasione per l'Italia e così deve essere. Ma, tornando al decreto, era per noi fondamentale smontare la «legge Fornero», non per pregiudizio, ma per senso di lealtà. La «Fornero» non ha funzionato, le rigidità burocratiche ed ideologiche su contratti a termine e apprendistato hanno prodotto meno contratti a termine, meno contratti di apprendistato e più disoccupazione. Questa è la realtà.
  Si dice: non si crea occupazione con decreto o per legge – ed in parte è vero – però abbiamo visto con la «legge Fornero» che si può distruggere occupazione per decreto. C’è chi dice che ci sono troppe forme contrattuali: è vero, ma ai retorici della precarietà dico che il contratto a termine, così com’è stato pensato con questo decreto, e il contratto di apprendistato sono buoni contratti e questa legge la si è concepita così anche per rendere più competitivi questi buoni contratti con altre forme contrattuali più deboli e più facili all'abuso. Penso ai contratti di partita IVA, penso ad altre forme contrattuali più deboli. È rendendo più forti e più competitivi i contratti buoni che si marginalizzano i contratti cattivi. Sono contratti tesi a creare migliore occupazione e meno precarietà: questa è la realtà. Certo, occorre andare avanti; è necessario accompagnare la flessibilità con forme di protezione sociale più efficaci, con strumenti di ricollocazione al lavoro più robusti. Occorre una politica attiva di sostegno al passaggio da un posto di lavoro a tempo determinato a un posto di lavoro a tempo indeterminato, da un posto di lavoro ad un altro posto di lavoro.
  Marco Biagi diceva: «Il primo obiettivo deve essere portare i giovani in fabbrica, nei luoghi di lavoro». Poi, una società e un sistema imprenditoriale che ha bisogno di flessibilità per competere, perché deve essere chiaro che senza capacità di competere non c’è impresa e, quindi, non ci può essere lavoro. La flessibilità, però, non può essere pagata solo dai giovani. La flessibilità è un bene per tutti, di cui tutti però si debbono fare carico e non soltanto i giovani. Questa è la sfida di un moderno riformismo. Noi siamo per le riforme e per questo non consentiremo che culture morte frenino culture vive. È sul lavoro che si misura la portata riformatrice del Governo e quella di leader che vogliono davvero essere innovativi. Noi non possiamo consentire il prevalere della retorica delle tutele delle garanzie formalistiche, del preconcetto punitivo anti-impresa, la cultura dell'obbligo, dei posti di lavoro ipergarantiti in assenza di lavoro, il contratto a tempo indeterminato a prescindere, una variabile indipendente delle dinamiche d'impresa, della dinamiche lavorative. Culture morte, fuori dal tempo, che producono disoccupazione, lavoro nero e, queste sì, più precarietà.
  Qualche giorno fa abbiamo dato al Governo una fiducia condizionata alle modifiche, che poi abbiamo rimandato al Senato. Le modifiche ci sono state ed oggi il Governo avrà la nostra fiducia piena. Sulle sanzioni abbiamo stabilito che le aziende che superano il 20 per cento dei contratti a termine devono essere sanzionate economicamente. Sulla formazione abbiamo stabilito che può essere sia pubblica sia privata. Sull'obbligo della trasformazione Pag. 9dei contratti di apprendistato in contratti a tempo indeterminato abbiamo alzato il tetto a 50 dipendenti, perché se un imprenditore è obbligato ad assumere un apprendista a tempo indeterminato, a prescindere dal percorso formativo e di apprendistato, non assumerà gli apprendisti, non utilizzerà il contratto di apprendistato e, quindi, avremo meno occupazione per i giovani.
  In questa nostra battaglia siamo stati soli. Non ci ha seguito Forza Italia, che in Commissione lavoro ha votato spesso per le modifiche peggiorative imposte dalla CGIL e dalla sinistra del Partito Democratico e ci stupisce che adesso, che abbiamo modificato in meglio quel decreto e abbiamo seguito le indicazioni da parte delle associazioni di categoria delle piccole e medie imprese, Forza Italia vota contro. Sulle proposte peggiorative ha votato a favore, sulle proposte e sulle soluzioni migliorative vota contro. È il segno della «schizofrenia politica» di Forza Italia in questi tempi. E non ci ha seguito il MoVimento 5 Stelle, che su questo provvedimento si è diviso ed è prevalsa una cultura di estrema sinistra. Grillo dice: «Noi non siamo né destra né sinistra. Noi siamo un'altra cosa», ma in realtà dietro quella cosa si nasconde una cultura di estrema sinistra come quella sul lavoro.
  Siamo, quindi, soddisfatti del risultato raggiunto e siamo soddisfatti dei cambiamenti al Senato. Si è tornati verso il testo originario, si è tornati verso Marco Biagi e ci siamo allontanati dalla «legge Fornero».

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Titti Di Salvo. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Grazie Presidente. Mi sarei aspettata, per un decreto che ha avuto tre passaggi nelle Camere e tre voti di fiducia, una presenza del Governo – francamente sottosegretario, con tutto il rispetto nei suoi confronti – più numerosa. Non interessa al Governo. Poi lei naturalmente «riporterà» – la Presidente della Camera è sempre vigile sulle cose che in quest'Aula vengono discusse –, ma veramente, dopo un decreto che viene passato tre volte nelle Aule del Parlamento della Repubblica, con un voto di fiducia chiesto per tenere al riparo il decreto dalla propria maggioranza, non vedo nessun interesse ad ascoltare le ragioni dell'opposizione. È proprio un errore.
  Probabilmente, certo, ci si aspettava che fosse osservato il copione: la maggioranza voterà a favore, l'opposizione voterà contro.
  Io avrei voluto però che il Governo ascoltasse perché noi votiamo contro e votiamo contro per tre ragioni. Vede, noi contestiamo radicalmente la tesi contenuta nel decreto. Qualcuno al Senato, anche alla Camera con parole diverse, ma qualcuno al Senato l'ha detta in modo sintetico e ha detto che il decreto va proprio bene perché incentiverà la propensione ad assumere delle aziende. Allora, quindi, questo vuol dire che, quando si toglie la causale, la motivazione, per assumere le persone e si dice che il contratto a tempo determinato è l'unica forma di assunzione, questo fa aumentare le assunzioni ? Stiamo dicendo questo ? Perché se il decreto si chiama peraltro anche in modo analogo, cioè cambiando la gerarchia delle forme di assunzione non più la normalità del tempo indeterminato, come dice l'Europa, come dice la legislazione italiana, ma invertendo quest'ordine, invertendo la gerarchia di quest'ordine, aumenterà come d'incanto l'occupazione ?
  Il decreto fa un'altra cosa, che voi sapete, che sa chi l'ha fatto, lo sa con piacere e lo apprezza l'onorevole Pizzolante, l'ha rivendicato prima. Non soltanto dice che per assumere bisogna ridurre le tutele, le libertà, aumentare la precarietà; dice un'altra cosa, dice che la precarietà diventa la condizione ineluttabile in questa fase, lunga, della crisi italiana, ma la precarietà vuol dire all'esterno del Parlamento, per le persone, per i giovani, per le ragazze... che è la loro condizione naturale. Cioè noi diciamo a loro che la precarietà è la loro condizione naturale e facciamo un decreto d'urgenza, per definizione, per dire a loro che la precarietà Pag. 10è la loro condizione naturale. Eppure l'OCSE dice un'altra cosa: dice che la precarietà abbassa la produttività di un sistema, abbassa la produttività delle imprese. Forse per aumentare l'occupazione bisogna cambiare la legge Fornero, avrebbe un effetto immediato cambiare la legge Fornero e l'età pensionabile, farebbe subito aumentare l'occupazione, questo sì, quella sarebbe una cosa molto seria.
  Ma insomma in quest'Aula è stato rivendicato da una parte della maggioranza che il decreto è migliorato perché è stato cambiato rispetto al testo originale. Poi al Senato un'altra parte della maggioranza l'ha cambiato e ha detto che migliorava perché si ritornava al testo originale. Insomma su un tema, che è come si esce dalla crisi e come si crea lavoro, la maggioranza mette tre volte la fiducia e manco viene qua ad ascoltare che cosa l'opposizione, in questo caso Sinistra Ecologia e Libertà, ha da dire sull'argomento. Io trovo che sia di scarsa sensibilità istituzionale questo comportamento (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle), che sia proprio sbagliato.
  Ma c’è una seconda ragione, un secondo repertorio di argomenti: ma insomma al Senato c’è una legge delega che dovrebbe riordinare il mercato del lavoro completamente, con il passo lento della legge delega e poi alla Camera c’è un decreto d'urgenza, che modifica una parte di quel contesto e poi magari succederà che le due cose non stanno insieme. Ma perché prima non decidere di fare una semplificazione ? Onorevole Pizzolante, io voglio semplificarlo il mercato del lavoro e per questo voglio abrogare le quarantasei forme con le quali si assumono le persone (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Questo è semplificare il mercato del lavoro, non invertire né la gerarchia dell'ordine dei contratti di lavoro né il senso, il contesto logico: prima si fa un prezzo e poi si parla del tutto. E quindi c’è una contraddizione logica assoluta.
  Ma c’è una terza motivazione: il decreto, dicevo, dà un messaggio al Paese e dice alle persone che la precarietà è la condizione naturale. Dice una cosa in più il decreto. Sta dicendo, sta dando ragione, sta risolvendo l'obiettivo che dal 2001 viene perseguito. È dal 2001 che la classe imprenditoriale più retriva insegue l'obiettivo, e sostiene che è molto importante togliere la causale per avviare i contratti a termine. Dal 2001 ci si sta provando. Lo fa un Governo che ha come Presidente del Consiglio il segretario del Partito Democratico. Io penso che questo sia un problema. Forse è per questo che non viene ascoltata questa discussione. È un problema, o no ? Si ascolta quella parte delle imprese, le si «materializza», le si fa vivere qui, gli si dà ragione.
  Si legittima un punto di vista imprenditoriale, gli si dà ascolto, si dice che sulla precarietà, sì, effettivamente, dal 2001, avevate ragione, era così che bisognava fare, ma si sa che in questo modo non si creerà un posto di lavoro in più. Però si cancella, per converso, il punto di vista del lavoro, che non c’è più, viene cancellato. Viene cancellato il punto di vista del lavoro nella sua rappresentanza collettiva.
  Francamente, il fatto di dire che il sindacato deve cambiare, va rinnovato. Per carità, il fallimento di questo Paese è il fallimento di un'intera classe dirigente, tutti hanno problemi, ma utilizzare questa dichiarazione, di per sé persino banale – tutti devono cambiare, tutti devono migliorarsi – per cancellare la legittimità della rappresentanza collettiva del lavoro e cancellare, rendere invisibile, il sindacato. ... Come lo si rende invisibile ? Non si interloquisce con il sindacato, non si discute con chi rappresenta il lavoro di come cambiare il lavoro; lo si fece già con le pensioni, con i risultati che sappiamo sugli esodati. Cancellare la rappresentanza collettiva del lavoro: mentre si dà corpo e si dà ragione al punto di vista della parte retriva delle imprese (non di tutte le imprese, della parte retriva), si cancella quello collettivo del lavoro, e con esso il sindacato. E si cancella, insieme ad esso, l'ascolto, il lavoro, il corpo, la materialità di quelle donne che vanno fasciate a lavorare in fabbrica, degli operai dell'Agrati, Pag. 11di quelli della Lucchini, di quelli della Golden Lady, dell'Irisbus, di quelle tante ragazze che non riescono a lavorare, di quelle che devono sottostare ai caporali, perché la precarietà è il messaggio positivo che si vuole lanciare.
  Si cancellano gli impiegati del pubblico impiego, si cancellano gli insegnanti, si cancella il punto di vista del lavoro, e, contemporaneamente, si propone un'idea di Paese che, francamente, faccio fatica a considerare risolta con un decreto che del lavoro parla soltanto per dire che per lavorare bisogna rinunciare a diritti fondamentali. Ma le imprese, le più intelligenti, chiedono altro. Noi abbiamo proposto, dall'inizio di questa legislatura, che, per creare lavoro, bisogna fare investimenti pubblici, che stimolano anche investimenti privati, per prendersi cura del Paese. Così si può creare lavoro, solo così si può creare lavoro, e lavoro buono: prendendosi cura del Paese.
  Ma di una cosa il Governo e i colleghi del Parlamento possono stare sicuri: noi non lasceremo soli quei lavoratori e quelle lavoratrici. Quei lavoratori e quelle lavoratrici, che voi rendete invisibili, noi non li lasceremo soli, perché per noi il lavoro è il mattone su cui fondare la ricostruzione della Repubblica, per noi il lavoro invisibile è la nostra rappresentanza, e noi li vogliamo rappresentare anche in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà – I deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà indossano maschere bianche ed espongono cartelli recanti la scritta: «LAVORO INVISIBILE»).

  PRESIDENTE. Colleghi, togliete quelle maschere ! Per favore, colleghi, togliete le maschere ! Intervengano i commessi, intervengano i commessi (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente) ! Togliete le maschere dal volto, per favore ! Procediamo con i nostri lavori.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mottola. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Signor Presidente, è innegabile e sotto gli occhi di tutti che oggi, in quest'Aula, si consuma l'ennesimo attentato alla democrazia con l'approvazione della terza fiducia ad un testo che torna dal Senato completamente stravolto rispetto al suo impianto originario e che, soprattutto, non apporterà alcun giovamento al reale e gravissimo problema di questo Paese: la grande piaga della disoccupazione.
  Ci accingiamo a votare un provvedimento che avrebbe dovuto creare posti di lavoro e che, invece, risulta essere soltanto un pasticcio, ma, d'altronde, si sa, ciò che si fa con la fretta, molte volte si fa male, e la fretta, anche stavolta, ha la sua vittima eccellente: la pelle degli italiani, di quegli italiani che, al di là delle percentuali e dei numeri, combattono quotidianamente per arrivare a fine mese e ai quali questo Governo sta, di fatto, voltando le spalle.
  E chi ci rimette, quindi ? Ovviamente prima di tutto quei disoccupati esclusi dal mondo del lavoro, a cui nemmeno il famoso decreto IRPEF ha pensato, visto che le misure incideranno esclusivamente...

  PRESIDENTE. Scusate, per favore colleghi un po’ di attenzione. Si fa fatica a seguire. Prego, deputato Mottola.

  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. ...su chi un lavoro ce lo ha già. I dati ormai li conosciamo: abbiamo una disoccupazione con un tasso del 13 per cento per quanto riguarda tutti i lavoratori, tasso che supera abbondantemente il 42 per cento per l'occupazione giovanile. E siamo tutti consapevoli che in alcune realtà del Paese, e in particolare nel Mezzogiorno d'Italia, questo indice supera abbondantemente in molte realtà produttive il 50 per cento.
  Ma vorrei porre l'attenzione anche su altri dati, quelli diffusi pochi giorni fa da Unioncamere, che mettono in evidenza la significativa voglia di imprenditorialità degli under 35 italiani. Il fatto che in piena crisi siano aumentate del 10,48 per cento le imprese guidate da un giovane testimonia Pag. 12l'intenzione di continuare a scommettere sulle proprie idee. Per questi giovani, per la parte del Paese che non si arrende, per la parte del Paese che da sempre Forza Italia ha sostenuto e sosterrà, in pieno spirito liberista, che fa questo Governo ? Avvalla un testo dedicato al lavoro con approccio nettamente ideologico, impermeabile da ogni forma di riformismo, mostrando un atteggiamento dirigistico, impositivo e sanzionatorio verso l'impresa, con un testo pilotato dai sindacati.
  Eppure, il testo approdato in quest'Aula nella sua versione originaria era un buon elaborato. Ne avevamo apprezzato i contenuti al punto di rinunciare a batterci per emendamenti migliorativi, che pure erano possibili. E, invece, è successo ciò che accade sempre nelle stanze della sinistra: il condizionamento della CGIL, con il supporto della sinistra sindacale del PD ha condizionato l'esito finale di un provvedimento che tutti attendevano come salvifico e che ora, invece, non avrà certo gli effetti sperati.
  Quando è giunto in terza lettura alle Camere, completamente stravolto, Forza Italia, con grande senso di responsabilità, ha tentato di migliorare il testo proponendo emendamenti migliorativi, con la consapevolezza che fosse necessario dare un contributo che evidentemente la maggioranza, ormai troppo autoreferenziale, aveva già deciso di non prendere in esame. Un atteggiamento inaccettabile dal punto di vista del rapporto tra le istituzioni e per la dignità stessa dei parlamentari.
  Ed ora il Governo è costretto a porre la terza fiducia su quello che solo nominalmente resta lo stesso provvedimento, modificandone i contenuti dopo la prima fiducia alla Camera il 23 aprile e la seconda su un testo cambiato il 7 maggio al Senato. Ma questa volta non solo la versione su cui il Governo ha posto la fiducia peggiora addirittura la disciplina previgente al decreto stesso, ma accade che il Governo si nasconda dietro un'effimera giustificazione, affidata alle parole del Ministro Poletti, per il quale è stato necessario porre la fiducia per evitare discussioni improduttive. Ebbene, vogliamo ricordare al Ministro, che oggi però non è venuto in Aula, lo spirito di questo Parlamento, lo spirito che anima il nostro gruppo politico: quello del dialogo, del confronto, del discutere insieme. Questo atteggiamento è inaccettabile e avvilente. Questo Governo svilisce il lavoro dei tecnici del Senato, irride i lavori della Camera, non dialoga con le istituzioni. Tutto questo è inaccettabile per la dignità di questo Paese.
  Abbiamo già visto il decreto sull'occupazione giovanile del Ministro Giovannini arrivare qui blindato perché il Senato ha rallentato i tempi per evitare che questa Camera potesse intervenire. Abbiamo visto il provvedimento sulle dimissioni in bianco naufragare in quest'Aula del Parlamento. Se lei crede che qui si facciano solo inutili e improduttive discussioni, ha sbagliato; qui si cerca nonostante tutto di difendere il bene dei cittadini, senza prendere decisioni in solitaria, ma con la piena sintonia delle istituzioni.
  Viene forse da pensare, però, che le discussioni improduttive siano forse da riferire a quella parte di maggioranza riottosa al provvedimento che tanto scalpitava per il bene dei lavoratori e che ora è stata definitivamente imbrigliata dalla fiducia, di fatto, dunque, piegata e genuflessa alle altre minori forze politiche che compongono questa maggioranza e che hanno «dettato» il testo in Commissione al Senato.
  La fretta del Premier è svelata, dunque: fretta per accaparrarsi nomine e poltrone e non per salvare, come ama dire lui, questo Paese. È fin troppo evidente come il lavoro sia divenuto un argomento di politiche di sistema, ma tema centrale per le campagne elettorali. Il parziale smontaggio del decreto Poletti realizzato in Commissione è un tributo pagato al voto del 25 maggio e al regolamento di conti all'interno del Partito Democratico.
  Il lavoro non si crea per decreto, ma un decreto sbagliato può sicuramente impedire di creare tutto il lavoro possibile e sarebbe essenziale per un Paese che ha raggiunto drammatici livelli di disoccupazione, soprattutto giovanile.Pag. 13
  Ringrazieranno forse coloro che ritengono sia la legge e non le libertà di mercato a creare occupazione. Le nostre previsioni sono l'esatto contrario: avremmo purtroppo maggiore disoccupazione e nuovi esodi. Quanti imprenditori saranno costretti a licenziare perché non in grado di sostenere questa nuova sorta di imponibile di manodopera ? Possibile che l'esperienza del passato non abbia insegnato nulla ? Speriamo, ma lo dubito, di essere smentiti, lo speriamo per i tanti ragazzi e per le tante ragazze che aspettano un segnale da questo Parlamento. Solo il futuro ci riserva risposte, probabilmente già dal vaglio elettorale del 25 maggio.
  Noi restiamo sempre più convinti che non saranno le intenzioni di una norma, quanto il suo impatto a determinare le scelte delle imprese e a decretare se una forma contrattuale sia più o meno rispondente alle loro specifiche esigenze di gestione delle risorse umane. Ma ora possiamo solo ribadire con forza la nostra totale contrarietà ad un provvedimento logorante ed insieme la nostra incondizionata vicinanza agli imprenditori, ancora una volta lasciati soli da chi crede che il lavoro si crei per norme e ora pure sanzionati se assumono giovani. Al danno la beffa. E allora votiamo «no», perché questo non è il decreto lavoro, non rappresenta l'occasione per dare al Paese un vero segnale di cambiamento, non serve a dare quella spinta necessaria al Paese per rimettere in moto l'economia, creare sviluppo, far ripartire i consumi e aiutare quel milione di famiglie che vive senza un reddito da lavoro a rimettersi al passo con gli altri.
  Questo decreto è semplicemente un pasticcio, un pasticcio codardo e servo di un padrone, ma noi non saremo complici di tutto questo, non ci assumeremmo la responsabilità di dare la fiducia per un provvedimento totalmente improduttivo. Lo facciamo ancora una volta per rispetto delle imprese, per rispetto dei lavoratori, per rispetto del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Brescia. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Presidente, questa è la decima volta che il Governo Renzi chiede la fiducia, la terza volta solo su questo decreto. Ora proviamo a spiegare agli italiani che cosa significa tutto questo, cosa significa abusare della decretazione d'urgenza e cosa significa abusare della posizione della questione di fiducia. Secondo la nostra Costituzione, il potere legislativo è del Parlamento, mentre quello esecutivo è del Governo. Quindi è il Parlamento che fa le leggi e il Governo le fa applicare.
  In Italia invece, da diversi anni, si utilizzano i decreti, che dovrebbero essere adottati solo in caso di urgenza, quindi per calamità naturali o simili, per fare qualsiasi cosa, delegittimando così il Parlamento, che non può svolgere la sua funzione.
  Oltre a questa stortura se ne adopera un'altra, forse ancora più grave: nel bel mezzo della discussione parlamentare, il Governo pone la questione di fiducia, togliendo a deputati e senatori la facoltà di discutere il provvedimento in esame. Questa modalità rappresenta una delle più importanti derive antidemocratiche che il nostro Paese sta subendo per mano dei partiti. L'abuso della decretazione d'urgenza e la posizione della questione di fiducia sistematiche significano l'accentramento del potere democratico nelle mani di pochi. Tutto questo fa parte a pieno titolo del Piano di rinascita democratica della P2 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): era una parte essenziale del programma piduista e consisteva in un assorbimento degli apparati democratici della società italiana dentro le spire di un autoritarismo legale.
  Ora voi ci chiedete, a fronte di tutto questo, la fiducia. La state chiedendo a noi, il MoVimento 5 Stelle, e ai 9 milioni di voti di italiani che rappresentiamo. Vediamo chi sono questi italiani. Sono i lavoratori e i disoccupati, ai quali state regalando questo ennesimo scempio, un Pag. 14decreto che rende ancora più difficile la vita dei precari e ne aumenta il numero. Ed io penso a che cosa significhi per tutti i giovani italiani o comunque tutti i lavoratori italiani precari, che non possono progettare e programmare la loro vita a distanza di 2,3 mesi, 6 mesi, un anno quando va bene. A loro voi state chiedendo la fiducia su questo decreto. La state chiedendo agli imprenditori, alle PMI, alle microimprese, a cui non siete stati neanche capaci di togliere l'IRAP, una tassa odiata per la quale noi abbiamo depositato un disegno di legge circa un anno fa. A queste stesse PMI noi abbiamo anche destinato parte dei nostri stipendi, che alimentano un fondo di garanzia per i loro investimenti. Non solo: abbiamo anche dato la possibilità a quegli imprenditori che vantano dei crediti nei confronti dello Stato di compensarli non pagando le cartelle esattoriali di Equitalia. Equitalia, questo ente immorale di cui abbiamo già chiesto l'abolizione. State chiedendo la fiducia agli esodati, che voi stessi avete creato e ai quali voi stessi non riuscite a trovare una soluzione.
  Tutte queste persone che non hanno una risposta dalla politica che li ha creati. E voi gli chiedete la fiducia. State chiedendo la fiducia ai pensionati, a quei pensionati che sopravvivono con 490 euro al mese, sapendo che dei loro concittadini arrivano a percepire fino a 20-30 mila euro al mese. Un'ingiustizia sociale alla quale potevate porre rimedio a dicembre dell'anno scorso, mentre si discuteva la legge di stabilità, grazie ad un vostro emendamento che, però, avete ritirato, cancellato, per volere di un lobbista, tale Luigi Tivelli, che noi abbiamo finalmente cacciato dal Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  La fiducia la state chiedendo anche alle famiglie, i cui figli sono costretti a frequentare scuole fatiscenti e pericolose, che andrebbero abbattute e ricostruite. Lo ricordo, su 40 mila istituti in Italia, 10 mila andrebbero abbattuti e ricostruiti e per fare questo ci vogliono fondi ingenti. Su questo tema, invece, voi avete fatto ancora una volta solo annunci, gite del mercoledì, mentre noi abbiamo istituito l'8 per mille per l'edilizia scolastica.
  Dovremmo, quindi, dare la fiducia a un Governo composto da incapaci e bugiardi, che vede tra le sue fila alcuni tra i Ministri presenti nell'ei fu Governo Letta. Uno su tutti, quell'Angelino Alfano, Ministro dell'interno, che si è dimostrato totalmente inadeguato a svolgere questo compito in più occasioni, dal caso Shalabayeva, ai fatti della finale di Coppa Italia in cui lo Stato si è rivelato del tutto assente e ha permesso che un capo ultrà decidesse sotto gli occhi del Presidente del Consiglio e del Presidente del Senato che sono rimasti a guardare la partita come se nulla fosse. Quello stesso Alfano che oggi, di fronte a una tragedia come quella di Lampedusa, che non può più considerarsi un'emergenza, ma una drammatica situazione strutturale del nostro Paese, non riesce a trovare soluzioni, e che cosa fa ? Cerca di rovesciare la responsabilità sull'Unione europea. Unione europea che, attraverso il Commissario europeo per gli affari interni, Malmstrom, aveva offerto disponibilità e pieno supporto all'Italia nel gestire il problema dei flussi migratori. Alfano non è stato nemmeno capace di dare indicazioni precise sul tipo di supporto di cui l'Italia aveva bisogno. A queste persone noi dovremmo dare la fiducia.
  Siete un Governo che è l'espressione di quei partiti intrisi di corruzione. Anche se avete messo in scena questa pagliacciata della divisione tra Forza Italia e NCD, questa legislatura è nata con la massima vergogna dell'accordo tra PD e PdL, cioè con il condannato Berlusconi, padre fondatore del partito, insieme al padrino Dell'Utri, recentemente condannato per concorso esterno in associazione mafiosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Con loro siete stati addirittura in grado di abbassare le pene per i politici che si macchiano del reato di scambio elettorale politico-mafioso, a conferma del fatto che siete parte dello stesso sistema. I condannati, però, non si trovano soltanto nel partito di Berlusconi, si trovano anche nel Pag. 15Partito cosiddetto Democratico, che vede militare tra le sue fila gente come Francantonio Genovese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), uno che è stato capace di rubare più di 6 milioni di euro alla formazione dei giovani siciliani. Ma non vi vergognate ?
  Ed emanazione dei vostri partiti sono anche i responsabili dell'ultimo scandalo degli scandali, quei Frigerio e Greganti che sono stati arrestati e ritenuti referenti politici della cupola degli appalti. Questo siete. Ovviamente, non siete tutti così, ma avallate in qualche modo questo sistema perché noi non possiamo credere che una persona onesta possa stare nello stesso partito che si macchia di questi crimini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In questo modo siete tutti responsabili. Noi stiamo dalla parte dei cittadini onesti, mentre voi non avete mai fatto quell’update morale. Per questo, il MoVimento 5 Stelle e tutti i cittadini che rappresenta non voteranno la fiducia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gnecchi. Ne ha facoltà.

  MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, partirò con il mio intervento richiamando una dichiarazione del Ministro Poletti di oggi a margine di un convegno sulla «Garanzia giovani», perché, non a caso, vale la pena di ricordare che oggi l'intergruppo dei giovani parlamentari, con la nostra collega Ascani che lo coordina, ha fatto una splendida iniziativa alla quale ha partecipato il Ministro.
  Il Ministro, a margine di questo convegno, ha dichiarato: «Non è vero che il decreto lavoro aumenti la precarietà. Sottolineo che con questa norma, che consente contratti a termine per tre anni, è possibile che l'impresa rinnovi allo stesso lavoratore fino a 36 mesi il contratto. Non è questo che precarizza». A margine, quindi, dell'iniziativa sulla «Garanzia giovani», il Ministro ha ribadito: «A dodici mesi monitoreremo il processo e pubblicheremo i risultati: se i numeri ci daranno torto, prenderemo atto di aver preso una strada non giusta». E ha aggiunto: «Io credo che alla fine i numeri ci daranno ragione, perché questo è un modo per rendere più stabile tale opzione e per dire alle imprese: potete assumere senza preoccupazione e non avete alcuna ragione per usare impropriamente contratti come partite IVA o di collaborazione per mascherare un rapporto di lavoro».
  Quindi, questo ci teniamo veramente a sottolinearlo: nel 2013 sono state aperte 527 mila nuove partite IVA, di cui tre quarti a persone fisiche e noi riteniamo che molte di queste partite IVA siano «spintanee» – noi le chiamiamo così, non «spontanee» – e rispetto a queste sono sicuramente meglio i contratti a tempo determinato. Vale anche la pena di ricordare che rispetto alle partite IVA aperte come persone fisiche, ben il 49 per cento delle aperture è dovuto a giovani fino a 35 anni: riteniamo, quindi, che questo sia molto grave e dobbiamo assolutamente intervenire.
  Ma, soprattutto, del Ministro Poletti ci piace questa sua convinzione sul monitoraggio: lo abbiamo rafforzato nella discussione alla Camera e vediamo che è la sua impostazione anche per quanto riguarda monitoraggio e valutazione rispetto alla «Garanzia giovani». Infatti, anche sulla «Garanzia giovani», si impegna nella valutazione del processo di implementazione dei piani regionali, monitoraggio dei servizi erogati e dei beneficiari degli interventi, valutazione d'impatto degli interventi, valutazione d'impatto in ottica comparativa e comunitaria. Quindi, perché continuiamo a sottolineare anche l'importanza della «Garanzia giovani» ? Perché vale la pena di dire che è iniziata il 1o maggio, che le convenzioni firmate con le regioni sono ad oggi tredici e, quindi, vogliamo che anche le altre regioni provvedano velocemente, perché l'emergenza della disoccupazione giovanile è una reale emergenza e dobbiamo assolutamente intervenire.
  È quindi per questo, ovviamente, che noi pensiamo che anche questa sperimentazione Pag. 16possa essere utile e vogliamo vedere il monitoraggio. Siamo veramente convinti che se anche la Ministra Fornero avesse avuto questa impostazione sul monitoraggio, probabilmente, sei mesi dopo il provvedimento «salva Italia» avrebbe modificato, di sua spontanea volontà, la manovra contro le pensioni.
  Quindi, voglio anche sottolineare che, in alcune parti, il testo del decreto-legge n. 34 risulta migliorato, anche nel passaggio in Senato, come nel caso della formazione per gli apprendisti. Restano confermate le proroghe dei contratti a termine, che da otto passano a cinque, e che sono complessivamente cinque, al massimo, i rinnovi e le proroghe nei 36 mesi. E questa è una modifica che abbiamo fatto alla Camera, che è stata confermata anche in Senato, e che oggi rivotiamo.
  Resta il diritto di precedenza, che verrà richiamato in forma scritta nel contratto di assunzione a termine, e la norma, che prevede il congedo di maternità, concorre a determinare il medesimo diritto; è stato previsto, anche, il diritto di precedenza per le donne in gravidanza anche per il contratto a termine, e anche questo ci sembra assolutamente importante. Certo, noi avremmo voluto e avremmo potuto cercare di riuscire ad agganciare questo provvedimento con la delega che si sta discutendo in Senato, ma è l'impegno che assumiamo per quando la delega arriverà alla Camera. Per noi ribadire che l'articolo 1 della nostra Costituzione sostiene che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro è quello che crediamo, che continuiamo a credere e che vogliamo continuare a ribadire.
  Quindi, per tutta la Commissione lavoro della Camera e per tutto il Partito Democratico è veramente fondamentale che per i giovani, per i disoccupati, per chi ha perso il lavoro si attivino tutte le sperimentazioni possibili, e questa è una sperimentazione, e crediamo fondamentalmente nella volontà del monitoraggio.
  Al collega Pizzolante che ha dichiarato in Aula, oggi, alle 17,40, in sede di dichiarazione di voto sulla questione di fiducia, che l'obiettivo per il Nuovo Centrodestra era smontare la riforma del lavoro Fornero, spero che con lo stesso entusiasmo vogliano smontare la manovra contro le pensioni della Ministra Fornero al nostro fianco e qualora anche ci superassero, saremmo solo contenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
  Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 18,50, la seduta sarà sospesa fino a tale ora.
  Adesso, però, procediamo all'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale comincerà la chiama.
  (Segue il sorteggio).

  La chiama avrà inizio dalla deputata Rubinato.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,17).

  ELIO VITO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Signora Presidente, intervengo proprio sull'ordine dei lavori e parlo naturalmente a nome del mio gruppo, su mandato del presidente Brunetta che ha già preannunciato e presentato una interpellanza urgente. Io sono certo, signora Presidente, che su quanto sto per dire a nome del mio gruppo ci sarà e ci sia la piena condivisione sua e di tutti i gruppi di questa Camera. Perché quella che è in discussione è esattamente la sovranità nazionale del nostro Paese e il principio che gli elettori scelgono liberamente i Parlamenti e i Governi e che non ci possono essere ingerenze su questo principio fondamentale della nostra democrazia da parte di altri soggetti e che, se si fossero registrate queste gravissime ingerenze, il Parlamento unanime ha il dovere di intervenire per accertarle, naturalmente insieme Pag. 17agli altri organismi, come la magistratura, alle quali competono, e testimoniare come la difesa della volontà popolare, la difesa del principio democratico per il quale i Governi sono espressione della fiducia del Parlamento e del voto popolare è, a tutti noi, a cuore.
  Mi riferisco, lo avrà inteso, alle importanti dichiarazioni rese pubbliche oggi dall'allora Ministro del Tesoro degli Stati Uniti, Timothy Geithner, che ha fatto riferimento a tentativi, contatti che ha avuto. La traduzione del termine americano «officials» è strana; ma noi non crediamo che a un Ministro del Tesoro possano rivolgersi dei semplici ed oscuri burocrati – come sta sembrando in queste ore – per far cadere il Governo liberamente eletto dagli italiani e che godeva della piena fiducia del nostro Parlamento.
  Su queste dichiarazioni noi chiediamo, naturalmente, Presidente, che si faccia piena luce e chiarezza, attraverso la costituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta; per questo intervengo sull'ordine dei lavori e domani il presidente Brunetta presenterà un'apposita proposta di legge. Chiederemo la corsia d'urgenza e chiederemo che venga immediatamente calendarizzata in I Commissione (Affari costituzionali) e che giunga rapidamente in Aula per essere approvata. Naturalmente abbiamo anche già chiesto con un'interpellanza, alla quale facevo riferimento, che il Governo Renzi venga a riferire per le informazioni attualmente a sua disposizione.
  Ma quello che mi auguro e che chiedo, ripeto, è che rispetto a questa gravissima questione ci possa essere un'unanimità di interventi a sostegno del principio fondamentale della nostra democrazia. Se fosse accaduto, Presidente, che queste dichiarazioni minavano la legittimità di un Governo di sinistra, noi avremmo presentato esattamente gli stessi documenti di sindacato ispettivo e la stessa proposta di istituire una Commissione parlamentare d'inchiesta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente). Questo è il punto. Non si può pensare che solo perché riguardava un Governo, che legittimamente l'opposizione avversava, il Governo Berlusconi, sia stato possibile eventualmente mettere in atto delle manovre al di fuori di quelle contese, dalla volontà popolare e dalle logiche parlamentari per farlo cadere. Quindi, su questo, Presidente, io raccolgo il suo impegno affinché si possa dare vita a questi strumenti parlamentari per fare luce e affinché possiamo ascoltare le parole sue e di tutti i gruppi per sostenere la nostra richiesta di chiarezza e di allarme per le dichiarazioni che sono state rese pubbliche oggi dall'allora Ministro del Tesoro degli Stati Uniti d'America (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Vito. Appena sarà formulata questa proposta verrà assegnata in Commissione e poi in Capigruppo verrà calendarizzata. Quindi, sarà poi inserita nel calendario come da richiesta del gruppo.
  Sospendo la seduta fino alle 18,50, come stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.

  La seduta, sospesa alle 18,20, è ripresa alle 18,50.

Si riprende la discussione.

(Votazione della questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 2208-B)

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2208-B: Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese.
  Passiamo alla votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico Pag. 18a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
  Avverto che, in considerazione dell'elevato numero di richieste di anticipazione del voto, variamente motivate in relazione ad esigenze di natura istituzionale o a motivi personali, la Presidenza, come preannunciato ai gruppi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, accoglierà un numero di richieste fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo.
  Faccio presente che i gruppi hanno già fatto pervenire alla Presidenza le relative indicazioni.
  Ricordo che, prima della sospensione della seduta, la Presidenza ha già provveduto ad estrarre a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.
  La chiama avrà inizio dalla deputata Simonetta Rubinato.
  Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

  (Segue la chiama).

  PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia:

   Presenti e votanti  492   
   Maggioranza  247   
    Hanno risposto  333    
    Hanno risposto no  159.

  (La Camera approva – Vedi votazioni).

  Si intendono così respinte tutte le proposte emendative presentate.

  Hanno risposto sì:

  Adornato Ferdinando
  Agostini Luciano
  Agostini Roberta
  Albanella Luisella
  Albini Tea
  Alfano Gioacchino
  Alfreider Daniel
  Alli Paolo
  Amato Maria
  Amici Sesa
  Amoddio Sofia
  Antezza Maria
  Anzaldi Michele
  Argentin Ileana
  Arlotti Tiziano
  Ascani Anna
  Balduzzi Renato
  Bargero Cristina
  Baruffi Davide
  Basso Lorenzo
  Battaglia Demetrio
  Bazoli Alfredo
  Bellanova Teresa
  Benamati Gianluca
  Beni Paolo
  Berlinghieri Marina
  Bernardo Maurizio
  Berretta Giuseppe
  Bersani Pier Luigi
  Bianchi Dorina
  Bianchi Mariastella
  Bindi Rosy
  Binetti Paola
  Bini Caterina
  Biondelli Franca
  Blazina Tamara
  Bobba Luigi
  Bocci Gianpiero
  Boccia Francesco
  Boccuzzi Antonio
  Bolognesi Paolo
  Bombassei Alberto
  Bonaccorsi Lorenza
  Bonavitacola Fulvio
  Bonifazi Francesco
  Bonomo Francesca
  Bordo Michele
  Borghi Enrico
  Boschi Maria Elena
  Bosco Antonino
  Bossa Luisa
  Braga Chiara
  Bragantini Paola
  Brandolin GiorgioPag. 19
  Bratti Alessandro
  Bray Massimo
  Bressa Gianclaudio
  Bruno Franco
  Bruno Bossio Vincenza
  Burtone Giovanni Mario Salvino
  Buttiglione Rocco
  Calabrò Raffaele
  Campana Micaela
  Cani Emanuele
  Capodicasa Angelo
  Capone Salvatore
  Capozzolo Sabrina
  Capua Ilaria
  Carbone Ernesto
  Cardinale Daniela
  Carella Renzo
  Carnevali Elena
  Carocci Mara
  Carra Marco
  Carrescia Piergiorgio
  Carrozza Maria Chiara
  Casati Ezio Primo
  Casero Luigi
  Cassano Franco
  Castricone Antonio
  Catania Mario
  Causi Marco
  Causin Andrea
  Cenni Susanna
  Censore Bruno
  Cesaro Antimo
  Chaouki Khalid
  Cimbro Eleonora
  Cimmino Luciano
  Civati Giuseppe
  Coccia Laura
  Colaninno Matteo
  Coppola Paolo
  Coscia Maria
  Cova Paolo
  Covello Stefania
  Crimì Filippo
  Crivellari Diego
  Culotta Magda
  Cuperlo Giovanni
  D'Agostino Angelo Antonio
  Dallai Luigi
  Dal Moro Gian Pietro
  Dambruoso Stefano
  Damiano Cesare
  D'Arienzo Vincenzo
  D'Attorre Alfredo
  De Girolamo Nunzia
  Del Basso De Caro Umberto
  Dellai Lorenzo
  Dell'Aringa Carlo
  De Maria Andrea
  De Menech Roger
  De Micheli Paola
  Di Gioia Lello
  Di Lello Marco
  Di Maio Marco
  D'Incecco Vittoria
  Di Stefano Marco
  Donati Marco
  D'Ottavio Umberto
  Epifani Ettore Guglielmo
  Ermini David
  Fabbri Marilena
  Famiglietti Luigi
  Fanucci Edoardo
  Farina Gianni
  Fassina Stefano
  Fedi Marco
  Ferranti Donatella
  Ferrari Alan
  Ferro Andrea
  Fiano Emanuele
  Fiorio Massimo
  Fioroni Giuseppe
  Fitzgerald Nissoli Fucsia
  Folino Vincenzo
  Fontana Cinzia Maria
  Fontanelli Paolo
  Formisano Aniello
  Fossati Filippo
  Fragomeli Gian Mario
  Franceschini Dario
  Fregolent Silvia
  Gadda Maria Chiara
  Galgano Adriana
  Galli Carlo
  Galli Giampaolo
  Galperti Guido
  Gandolfi Paolo
  Garavini Laura
  Garofalo Vincenzo
  Garofani Francesco Saverio
  Gasparini Daniela Matilde Maria
  Gebhard Renate
  Gelli Federico
  Genovese Francantonio
  Gentiloni Silveri PaoloPag. 20
  Ghizzoni Manuela
  Giachetti Roberto
  Giacobbe Anna
  Giacomelli Antonello
  Gigli Gian Luigi
  Ginato Federico
  Ginefra Dario
  Ginoble Tommaso
  Giorgis Andrea
  Gitti Gregorio
  Giuliani Fabrizia
  Giulietti Giampiero
  Gnecchi Marialuisa
  Grassi Gero
  Greco Maria Gaetana
  Gregori Monica
  Gribaudo Chiara
  Guerini Giuseppe
  Guerini Lorenzo
  Guerra Mauro
  Gullo Maria Tindara
  Gutgeld Itzhak Yoram
  Iacono Maria
  Iannuzzi Tino
  Impegno Leonardo
  Incerti Antonella
  Iori Vanna
  Laforgia Francesco
  La Marca Francesca
  Lattuca Enzo
  Lauricella Giuseppe
  Legnini Giovanni
  Lenzi Donata
  Leva Danilo
  Locatelli Pia Elda
  Lodolini Emanuele
  Lorenzin Beatrice
  Losacco Alberto
  Lotti Luca
  Madia Maria Anna
  Maestri Patrizia
  Magorno Ernesto
  Malisani Gianna
  Malpezzi Simona Flavia
  Manciulli Andrea
  Manzi Irene
  Marantelli Daniele
  Marchetti Marco
  Marchi Maino
  Marguerettaz Rudi Franco
  Mariani Raffaella
  Mariano Elisa
  Marrocu Siro
  Marroni Umberto
  Martella Andrea
  Martelli Giovanna
  Martino Pierdomenico
  Marzano Michela
  Mattiello Davide
  Mauri Matteo
  Mazziotti Di Celso Andrea
  Mazzoli Alessandro
  Melilli Fabio
  Meloni Marco
  Meta Michele Pompeo
  Miccoli Marco
  Miotto Anna Margherita
  Misiani Antonio
  Misuraca Dore
  Mognato Michele
  Molea Bruno
  Monaco Francesco
  Mongiello Colomba
  Montroni Daniele
  Morani Alessia
  Morassut Roberto
  Moretti Alessandra
  Moretto Sara
  Moscatt Antonino
  Mura Romina
  Murer Delia
  Naccarato Alessandro
  Narduolo Giulia
  Nicoletti Michele
  Oliaro Roberta
  Oliverio Nicodemo Nazzareno
  Orfini Matteo
  Orlando Andrea
  Ottobre Mauro
  Pagani Alberto
  Pagano Alessandro
  Palma Giovanna
  Paris Valentina
  Parrini Dario
  Pastorelli Oreste
  Pastorino Luca
  Patriarca Edoardo
  Pelillo Michele
  Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
  Pes Caterina
  Petitti Emma
  Petrini Paolo
  Piccione Teresa
  Piccoli Nardelli FlaviaPag. 21
  Piccolo Giorgio
  Piccolo Salvatore
  Piepoli Gaetano
  Pini Giuditta
  Pisicchio Pino
  Pizzolante Sergio
  Plangger Albrecht
  Pollastrini Barbara
  Porta Fabio
  Portas Giacomo Antonio
  Preziosi Ernesto
  Quartapelle Procopio Lia
  Rabino Mariano
  Rampi Roberto
  Realacci Ermete
  Ribaudo Francesco
  Richetti Matteo
  Rigoni Andrea
  Roccella Eugenia
  Rocchi Maria Grazia
  Romano Andrea
  Rosato Ettore
  Rossomando Anna
  Rostan Michela
  Rotta Alessia
  Rubinato Simonetta
  Rughetti Angelo
  Saltamartini Barbara
  Sammarco Gianfranco
  Sanga Giovanni
  Sani Luca
  Sanna Francesco
  Santerini Milena
  Sberna Mario
  Sbrollini Daniela
  Scanu Gian Piero
  Schirò Gea
  Scopelliti Rosanna
  Scuvera Chiara
  Senaldi Angelo
  Simoni Elisa
  Speranza Roberto
  Stumpo Nicola
  Tabacci Bruno
  Tancredi Paolo
  Taranto Luigi
  Taricco Mino
  Tartaglione Assunta
  Tentori Veronica
  Terrosi Alessandra
  Tidei Marietta
  Tinagli Irene
  Tullo Mario
  Vaccaro Guglielmo
  Valente Valeria
  Valiante Simone
  Vargiu Pierpaolo
  Vazio Franco
  Vecchio Andrea
  Velo Silvia
  Venittelli Laura
  Ventricelli Liliana
  Verini Walter
  Vignali Raffaello
  Villecco Calipari Rosa Maria
  Vitelli Paolo
  Zampa Sandra
  Zanin Giorgio
  Zappulla Giuseppe
  Zardini Diego
  Zoggia Davide

  Hanno risposto no:

  Abrignani Ignazio
  Airaudo Giorgio
  Attaguile Angelo
  Baldassarre Marco
  Baldelli Simone
  Barbanti Sebastiano
  Baroni Massimo Enrico
  Battelli Sergio
  Bernini Massimiliano
  Bernini Paolo
  Bianchi Nicola
  Biancofiore Michaela
  Bianconi Maurizio
  Biasotti Sandro
  Boccadutri Sergio
  Bordo Franco
  Borghesi Stefano
  Bossi Umberto
  Bragantini Matteo
  Brescia Giuseppe
  Brugnerotto Marco
  Brunetta Renato
  Businarolo Francesca
  Calabria Annagrazia
  Cancelleri Azzurra Pia Maria
  Caon Roberto
  Caparini Davide
  Carfagna Maria Rosaria
  Carinelli Paola
  Caso VincenzoPag. 22
  Castelli Laura
  Castiello Giuseppina
  Catalano Ivan
  Cecconi Andrea
  Cesaro Luigi
  Ciprini Tiziana
  Colletti Andrea
  Colonnese Vega
  Corda Emanuela
  Corsaro Massimo Enrico
  Cozzolino Emanuele
  Crimi Rocco
  Crippa Davide
  Currò Tommaso
  Dadone Fabiana
  Daga Federica
  D'Alessandro Luca
  Dall'Osso Matteo
  Da Villa Marco
  Del Grosso Daniele
  De Lorenzis Diego
  Dieni Federica
  Di Salvo Titti
  Di Stefano Fabrizio
  Duranti Donatella
  D'Uva Francesco
  Fantinati Mattia
  Farina Daniele
  Fedriga Massimiliano
  Ferrara Ciccio
  Ferraresi Vittorio
  Fico Roberto
  Fontana Gregorio
  Fraccaro Riccardo
  Fratoianni Nicola
  Frusone Luca
  Furnari Alessandro
  Gagnarli Chiara
  Galan Giancarlo
  Gallo Luigi
  Giacomoni Sestino
  Giammanco Gabriella
  Giordano Silvia
  Giorgetti Giancarlo
  Grimoldi Paolo
  Guidesi Guido
  Iannuzzi Cristian
  Invernizzi Cristian
  Kronbichler Florian
  Labriola Vincenza
  Lacquaniti Luigi
  Laffranco Pietro
  Lainati Giorgio
  Lavagno Fabio
  Liuzzi Mirella
  Lombardi Roberta
  Lorefice Marialucia
  Lupo Loredana
  Mannino Claudia
  Mantero Matteo
  Marcolin Marco
  Marcon Giulio
  Marotta Antonio
  Martino Antonio
  Marzana Maria
  Matarrelli Toni
  Melilla Generoso
  Merlo Ricardo Antonio
  Micillo Salvatore
  Molteni Nicola
  Mottola Giovanni Carlo Francesco
  Mucci Mara
  Nardi Martina
  Nicchi Marisa
  Nuti Riccardo
  Palazzotto Erasmo
  Palese Rocco
  Palmieri Antonio
  Palmizio Elio Massimo
  Pannarale Annalisa
  Parentela Paolo
  Parisi Massimo
  Pellegrino Serena
  Pesco Daniele
  Petrenga Giovanna
  Piazzoni Ileana Cathia
  Pilozzi Nazzareno
  Pinna Paola
  Piras Michele
  Pisano Girolamo
  Placido Antonio
  Polidori Catia
  Prataviera Emanuele
  Prestigiacomo Stefania
  Prodani Aris
  Quaranta Stefano
  Ragosta Michele
  Rampelli Fabio
  Ravetto Laura
  Ricciatti Lara
  Rizzetto Walter
  Romano Francesco Saverio
  Romano Paolo Nicolò
  Rondini MarcoPag. 23
  Rostellato Gessica
  Rotondi Gianfranco
  Ruocco Carla
  Sannicandro Arcangelo
  Sarro Carlo
  Scotto Arturo
  Segoni Samuele
  Sorial Girgis Giorgio
  Spadoni Maria Edera
  Spessotto Arianna
  Squeri Luca
  Tacconi Alessio
  Tofalo Angelo
  Toninelli Danilo
  Tripiedi Davide
  Vacca Gianluca
  Valente Simone
  Valentini Valentino
  Vella Paolo
  Vignaroli Stefano
  Villarosa Alessio
  Vito Elio
  Zaccagnini Adriano
  Zaratti Filiberto
  Zolezzi Alberto

  Sono in missione:

  Alfano Angelino
  Amendola Vincenzo
  Baretta Pier Paolo
  Bechis Eleonora
  Borletti Dell'Acqua Ilaria Carla Anna
  Brambilla Michela Vittoria
  Busin Filippo
  Capezzone Daniele
  Caruso Mario
  Castiglione Giuseppe
  Centemero Elena
  Cicchitto Fabrizio
  Cirielli Edmondo
  Cominelli Miriam
  Costa Enrico
  D'Ambrosio Giuseppe
  Fava Claudio
  Gasbarra Enrico
  Gozi Sandro
  Grande Marta
  La Russa Ignazio
  Leone Antonio
  Lupi Maurizio
  Marazziti Mario
  Matarrese Salvatore
  Meloni Giorgia
  Migliore Gennaro
  Mogherini Federica
  Picchi Guglielmo
  Pili Mauro
  Pini Gianluca
  Pistelli Lapo
  Rossi Domenico
  Sanna Giovanna
  Scalfarotto Ivan
  Schullian Manfred
  Sereni Marina
  Sisto Francesco Paolo
  Taglialatela Marcello
  Vallascas Andrea
  Zan Alessandro
  Zanetti Enrico

  PRESIDENTE. A questo punto, colleghi, dovremmo passare all'esame degli ordini del giorno, ma, data l'ora, chiederei ai rappresentanti dei gruppi come intendano procedere, anche perché la prosecuzione notturna della seduta è prevista solo come eventuale. Quindi, vorrei avere un parere dai gruppi se continuare o sospendere fino a domani.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Brescia. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Presidente, noi abbiamo intenzione di continuare i lavori, perché, dato che il PD ha presentato 40 ordini del giorno per farsi auto-ostruzionismo su questo decreto, su cui hanno posto tre fiducie, con la chiara intenzione di lavorare il più possibile per far scalare la votazione sulla questione Genovese, allora noi vogliamo dimostrare che per noi non vi è alcun problema a continuare i lavori questa sera. Se volete, potete metterci anche una fiume, gli ordini del giorno li finiamo questa notte e domani mattina votiamo per la procedura dell'arresto di Genovese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Signor Presidente, noi, francamente, non comprendiamo Pag. 24la motivazione di questa richiesta. Normalmente, quando si ha una collocazione come la nostra, si sceglie di avere la possibilità di discutere il più approfonditamente possibile del provvedimento in oggetto. Peraltro, noi qui abbiamo, per l'ennesima volta, subito l'imposizione del voto di fiducia in presenza di un provvedimento che, a nostro giudizio, torna pesantemente peggiorato dal Senato e non avremo la possibilità in alcun modo di emendarlo. Ragione per la quale noi abbiamo interesse, come gruppo dell'opposizione, a svolgere una discussione che recuperi i temi che erano al centro degli emendamenti attraverso il ricorso alla discussione degli ordini del giorno. Non penso che da parte dell'opposizione, in ordine a questo provvedimento, vi sia alcuna ragione per la quale rendere più agevole il compito della maggioranza.
  Non conosciamo la fondatezza delle ragioni esposte un minuto fa dal collega del MoVimento 5 Stelle. Francamente, riteniamo che, se il problema fosse di quella natura, i gruppi della maggioranza avrebbero altre possibilità di fare slittare l'arrivo in Aula di quella discussione, e dunque, obiettivamente, non comprendendo le motivazioni della richiesta, siamo contrari ad accoglierla.

  PRESIDENTE. Quindi, è per rinviare a domani. Ha chiesto di parlare il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, capisco la richiesta dei 5 Stelle, però è altrettanto vero che noi abbiamo un calendario che prevede anche la votazione su Genovese. Se la maggioranza, effettivamente, volesse farla slittare, basterebbe proporre domani un'inversione dell'ordine del giorno cambiando il calendario che abbiamo questa settimana; hanno i numeri per farlo.
  Non me la sento personalmente, invece, di far filare tutto liscio rispetto ad un decreto lavoro, con il quale il Governo Renzi continua a andare in tutte le piazze a dire che sta risolvendo la piaga del lavoro e mette zero lire per affrontare il 42,7 per cento di disoccupazione giovanile.
  Per noi il lavoro è la priorità nel Paese e chiediamo che ci siano tempi adeguati per cercare di approfondire il tema e, anche negli ordini del giorno, fare le nostre battaglie. Capiamo che non possiamo modificare il testo, però per lo meno vorremmo che l'opinione pubblica, non a mezzanotte, sappia come si sta comportando questo Governo nei confronti dei lavoratori e dei disoccupati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signora Presidente, questo è un provvedimento che ha rappresentato, se è possibile, il peggiore schiaffo alla Camera dei deputati, e lo dico approfittando del fatto che sia proprio lei, signora Presidente, a condurre l'Aula in questo momento. Infatti, tutti ricorderanno come l'avvio dell’iter parlamentare di questo decreto sia stato rappresentato dalla posizione della questione di fiducia alla Camera dei deputati, ovvero l'impossibilità per i deputati di discutere nel merito il contenuto di questo provvedimento nel momento stesso in cui il Governo già aveva, per bocca del Presidente del Consiglio, dichiarato la propria determinazione di cambiare quel testo. Il che significa che per impedire alla Camera di entrare nel merito, il Governo poneva la fiducia – quindi, la massima espressione di affidabilità tra il Parlamento e il Governo – su un testo che il Governo già in quel momento non riconosceva più. Episodio questo di gravità estrema per la credibilità dei rapporti istituzionali tra l'Esecutivo e il Parlamento: tema sul quale invito lei, signora Presidente, a proporre delle ulteriori valutazioni, perché non abbia a ripetersi un episodio di questo genere.
  Ora questo decreto torna con un'ulteriore posizione di voto di fiducia, senza, quindi, che la Camera abbia la possibilità, come si dice in gergo, di «toccare palla», in nessun momento della discussione, su un tema così delicato. Francamente la valutazione del gruppo di Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale è che fare l'ulteriore Pag. 25regalo di far approvare nottetempo questo provvedimento alla maggioranza e al suo Governo sia addirittura esagerato. Quindi, mi associo alle richieste dei gruppi che prima di me hanno segnalato l'opportunità di dedicare la giornata di domani ad una seria discussione almeno sugli ordini del giorno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, io penso che non si può liquidare in maniera semplicistica se siamo d'accordo o meno nel proseguire i lavori questa sera sul decreto. È anche un'occasione per intervenire di nuovo su un'anomalia incredibile. Noi siamo in presenza di un Governo che fa decreti a iosa; non solo, con l'aggravante adesso che si accavalla una serie enorme di voti di fiducia.
  Davanti a una situazione, a un'anomalia di questo genere, si aggiungono pure i decreti che sono in scadenza – infatti, sta per arrivare quello dell'emergenza abitativa, che scade il 27; questo che è in corso scade il 19; poi c’è quello relativo agli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) che scade il 31 maggio; poi arriva quello sulla scuola che scade il 4 giugno e così via – e fiducie e fiducie e fiducie, in un contesto in cui siamo in presenza della vigenza di un Regolamento semplicemente assurdo, allucinante.
  Oggi noi siamo stati fermi e non c’è la possibilità di intervenire. Soprattutto è questo il motivo dell'intervento che adesso sto facendo, al fine di sollecitare la Giunta per il Regolamento a procedere alla proposta di modifica. Non so che cosa noi possiamo fare perché si possa modificare il Regolamento per cercare almeno di ottimizzare i tempi, in un contesto in cui questa organizzazione vede la continua presenza di decreti-legge e di voti di fiducia. All'epoca in cui il Regolamento è stato adottato, pensato, approvato non c'era una massa continua di decreti-legge così come adesso. Quindi, va rivisto immediatamente.
  In riferimento poi al proseguimento o meno dei lavori, noi di Forza Italia riteniamo che va bene se si continua, se si fa la seduta fiume o se si sospende, visto che c’è una maggioranza...

  PRESIDENTE. Sì, le chiedevo, appunto, una sua opinione: se continuare o andare a domani mattina.

  ROCCO PALESE. Proprio in riferimento alla situazione del Regolamento, che va modificato per dare un segnale, siamo qui e siamo anche pagati per stare qui, quindi noi siamo del parere che si continui (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signora Presidente, è una strana situazione, perché il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha presentato oltre 80 ordini del giorno, cioè uno per ogni deputato. Nel gruppo del PD, come avviene su ogni decreto – invito a verificare le statistiche – un deputato su dieci ha presentato un ordine del giorno, perché i nostri deputati generalmente sono interessati al merito delle cose che discutono e, quindi, presentano ordini del giorno, emendamenti e partecipano alla discussione.
  Questa sera si sta discutendo se andare avanti in una discussione rispetto ad un presunto disinteresse del gruppo del Partito Democratico a finire rapidamente i lavori di quest'Aula che prevedono, tra le altre cose, anche una richiesta di autorizzazione a procedere all'arresto di un deputato. Noi siamo per finire i lavori di questi decreti all'ordine del giorno – questo, quelli che devono arrivare, il decreto sugli OPG, compresa l'autorizzazione a procedere – in questa settimana, Presidente, come noi abbiamo chiesto più volte in Conferenza dei presidenti di gruppo, peraltro avevamo chiesto anche la deroga alle 24 ore, cosa che il MoVimento 5 Stelle non ha concesso. Noi siamo per chiudere il più rapidamente possibile i lavori di questa settimana.Pag. 26
  Altro è fare forzature inutili. Avevamo deciso, in Conferenza dei presidenti di gruppo, di mettere un'eventuale discussione notturna se ce n'era la necessità. Non ravvediamo la necessità, perché abbiamo scoperto che i colleghi del MoVimento 5 Stelle non faranno ostruzionismo (questo è lo stesso decreto su cui alzavano le catene l'altra volta). Ci fa piacere, ringraziamo e incassiamo questo consenso sul provvedimento, vuol dire che lo approveremo più rapidamente. Se il provvedimento ha una condivisione così ampia, dato che i colleghi del MoVimento 5 Stelle non faranno ostruzionismo, vuol dire che domani lo approveremo, cominciando i lavori domani mattina e chiediamo che vengano iniziati abbastanza presto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rabino. Ne ha facoltà.

  MARIANO RABINO. Signora Presidente, io non sono un deputato dalla lunga esperienza parlamentare, ma se non ricordo male tutte le volte che si arriva a votare la fiducia a quest'ora è prassi che poi i lavori vengano sospesi, anche perché i colleghi si sono organizzati per partecipare alla prima ed alla seconda chiama sulla base di una supposizione di organizzazione dei lavori parlamentari a cominciare dalla mattinata successiva. Questa è una prima considerazione.
  La seconda: avendo affrontato il voto di fiducia, per ragioni oggettive non abbiamo avuto il tempo di discutere nel merito. Ci sono tantissimi ordini del giorno: discutiamoli lucidamente e con piena contezza domani mattina, alla ripresa dei lavori.

  PRESIDENTE. Allora, c'era qualche altro gruppo che ancora non si è espresso ? No.
  Mi pare quindi che i rappresentanti della maggior parte dei gruppi si siano espressi per interrompere e rimandare a domani.
  Quindi, il seguito dell'esame del provvedimento a questo punto è rinviato alla seduta di domani, a partire dalle ore 9,30.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di proposte di legge.

  PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, delle seguenti proposte di legge, delle quali la sottoindicata Commissione, cui erano state assegnate in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:

  alla XII Commissione (Affari sociali):
   Binetti: «Disposizioni in materia di donazione del corpo post mortem e di utilizzo dei cadaveri a fini di studio, di ricerca scientifica e di formazione» (100);
   Grassi ed altri: «Disposizioni in materia di donazione del corpo post mortem a fini di studio e di ricerca scientifica» (702);
   Dorina Bianchi: «Disposizioni in materia di utilizzo del cadavere per scopi di studio, di ricerca e di formazione» (1250).

  (La Commissione ha elaborato un testo unificato).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 14 maggio 2014, alle 9,30:

  (ore 9,30 e al termine del punto 6)

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire Pag. 27il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (C. 2208-B).
  — Relatori: Dell'Aringa, per la maggioranza; Fedriga, di minoranza.

  2. – Discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione ad eseguire la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti del deputato Genovese (Doc. IV, n. 6-A).
  — Relatori: Vazio, per la maggioranza; Leone e Chiarelli, di minoranza.

  3. – Seguito della discussione del disegno di legge:
  S. 1417 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, recante disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (Approvato dal Senato) (C. 2325).
  — Relatori: Mattiello (per la II Commissione) e Patriarca (per la XII Commissione), per la maggioranza; Rondini, di minoranza.

  4. – Seguito della discussione delle mozioni Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00439, Santerini ed altri n. 1-00455, Brunetta ed altri n. 1-00459 e Rampelli ed altri n. 1-00461 concernenti iniziative in relazione all'operazione Mare Nostrum e al rafforzamento dei controlli alle frontiere.

  (ore 15)

  5. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  6. – Assegnazione a Commissione in sede legislativa delle proposte di legge nn. 100, 702 e 1250.

PROPOSTE DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

  Alla XII Commissione (Affari sociali):
   BINETTI: «Disposizioni in materia di donazione del corpo post mortem e di utilizzo dei cadaveri a fini di studio, di ricerca scientifica e di formazione» (100).
   GRASSI ed altri: «Disposizioni in materia di donazione del corpo post mortem a fini di studio e di ricerca scientifica» (702).
   DORINA BIANCHI: «Disposizioni in materia di utilizzo del cadavere per scopi di studio, di ricerca e di formazione» (1250).

  (La Commissione ha elaborato un testo unificato).

  La seduta termina alle 20,40.