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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 175 di lunedì 17 febbraio 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 17,05.

  ENRICO GASBARRA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 4 febbraio 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alli, Amici, Baldelli, Berretta, Bindi, Bocci, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Matteo Bragantini, Brambilla, Bray, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carrozza, Casero, Castiglione, Centemero, Cicchitto, Cicu, Cirielli, Costa, D'Alia, D'Incà, Dambruoso, Damiano, Dellai, Dell'Aringa, Epifani, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Galan, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Legnini, Leone, Letta, Lupi, Giorgia Meloni, Migliore, Mogherini, Orlando, Pannarale, Pes, Pistelli, Ravetto, Andrea Romano, Rossomando, Sani, Scalfarotto, Schullian, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Valentini, Vargiu e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente settantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Saluto gli studenti dell'Istituto omnicomprensivo di Petilia Policastro, in provincia di Crotone, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Bene arrivati ! Ci fa piacere che starete un po’ qui con noi a seguire i nostri lavori.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 17,08).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori (ore 17,09).

  PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle ore 19 al piano Aula per fare il punto sui lavori dei prossimi giorni.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17,30.

  La seduta, sospesa alle 17,10, è ripresa alle 17,50.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1214 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 2027).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di Pag. 2legge, già approvato al Senato, n. 2027: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 2027)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 2027), nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A – A.C. 2027).
  Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A – A.C. 2027).
  Avverto infine che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 2027).
  Invito il deputato segretario a dare lettura delle ulteriori comunicazioni.

  ENRICO GASBARRA, Segretario, legge:
  «Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 9.500 che è in distribuzione ed in relazione al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato ai termini di ventiquattro ore di cui all'articolo 86, comma 5-bis, del Regolamento.
  La Commissione Bilancio ha espresso il prescritto parere, che è distribuito in fotocopia. Tale parere reca una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Al fine di recepire tale condizione la Commissione ha presentato il subemendamento 0.4.12.1, che è in distribuzione.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  A tal fine il gruppo Lega Nord e Autonomie è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
  Avverto che la Presidenza ritiene di confermare la valutazione di inammissibilità dell'emendamento Ferraresi 2.18, oggetto di richiesta di riesame da parte del presentatore. Tale proposta emendativa è volta a prorogare »fino al completo ripristino della agibilità degli edifici” la sospensione del pagamento delle rate dei finanziamenti di cui all'articolo 8 del decreto-legge n. 74 del 2012. Come già rilevato dalla Presidenza della Commissione affari costituzionali nella seduta del 12 febbraio scorso, da un lato, l'emendamento in questione prevede un termine indeterminato, dall'altro, reca una riammissione nei termini e non già una proroga, trattandosi di termini scaduti il 30 novembre 2012. Esso quindi, in base alla costante prassi applicativa in materia, è da considerarsi inammissibile per estraneità di materia, in quanto il decreto-legge in esame reca solo proroghe di termini legislativi in scadenza e con date certe.
  Avverto che sono stati ritirati dai presentatori le seguenti proposte emendative:
   tutti gli emendamenti presentati dai deputati del gruppo Forza Italia;
   tutti gli emendamenti presentati dai deputati del gruppo SEL ad eccezione dei seguenti: Piazzoni 4.8, Pilozzi 4.12, Zan 4-bis.1 e Nicchi 7.2;
   l'emendamento presentato dal deputato Rabino 1.118;
   tutti gli emendamenti presentati dai deputati del gruppo M5S ad eccezione dei seguenti: Cozzolino 2.2, Dadone 3.16, 1.28 e 1.129, Dieni 4.31, Rizzo 1.30, Castelli 9.50, Mannino 2.7, De Rosa 4-bis.3, Spadoni 4.29, Spessotto 4.105, Cecconi 1.47, Mantero 7.3, Businarolo 2-bis.100 e 2-bis.101, Colletti 3-bis.1, Gallo 6.1, Mannino 2.12, Dell'Orco 4.32, Prodani 11.102, Ferraresi 2.126, Tripiedi 8.104, Dieni 1.12, Vacca 1.33 e 1.41, Nuti 2.105, Da Villa 4.111 e Cozzolino 9.136;Pag. 3
   tutti gli emendamenti presentati dal gruppo Lega Nord e Autonomie ad eccezione dei seguenti: Bragantini Matteo 2.3, 3.107, 4.17, 4.13, 9.33, Invernizzi 2.8, 8.100, 4.114, 1.109, 1.44 e 1.200, Fedriga 9.107, Guidesi 10.106 e Marguerettaz 9.55.

  PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore, onorevole D'Attorre, e il rappresentante del Governo, sottosegretario Sesa Amici, ad esprimere il parere.

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il lavoro proficuo che abbiamo svolto oggi nell'ambito del Comitato dei nove ha consentito di fare un passo in avanti rispetto alle posizioni della settimana scorsa e, quindi, di giungere ad individuare un delimitato gruppo di emendamenti, d'intesa con i gruppi di opposizione. Io voglio ringraziare tutti per questo lavoro che ci consente un notevole passo in avanti rispetto a questo decreto-legge.
  Io darò adesso lettura del parere favorevole della Commissione riguardo...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, un po’ di silenzio. Prego, onorevole D'Attorre.

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. ...riguardo a questi emendamenti, su cui è maturato il parere favorevole del Comitato dei nove, restando inteso il parere contrario rispetto a tutti gli altri emendamenti non ancora ritirati. Faccio riferimento adesso alle pagine del fascicolo.

  PRESIDENTE. Sì, per favore.

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Cicu 1.27 a pagina 7, dalla cui approvazione risulta conseguentemente assorbito l'emendamento Dadone 1.28; sull'emendamento Dadone 1.229 a pagina 8; sull'emendamento Rizzo 1.30 a pagina 9; sugli identici emendamenti Cecconi 1.47 e Invernizzi 1.200 alle pagine 15 e 16; sull'emendamento Cozzolino 2.2 a pagina 17, dalla cui approvazione risulta conseguentemente assorbito l'emendamento Matteo Bragantini 2.3; sugli identici emendamenti Mannino 2.7 e Rondini 2.8 a pagina 19; sugli identici emendamenti Dadone 3.16 e Matteo Bragantini 3.107 a pagina 25; sull'emendamento Spessotto 4.105 a pagina 28; sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 4.17 e Dieni 4.31 a pagina 28; sull'emendamento Matteo Bragantini 4.13 alla stessa pagina 28; sull'emendamento Pilozzi 4.12 a pagina 30, così come subemendato dall'emendamento della Commissione bilancio 0.4.12.1 che è in distribuzione; sugli identici emendamenti Zan 4-bis.1 e De Rosa 4-bis.3 De Rosa a pagina 32; sugli identici emendamenti Nicchi 7.2 e Mantero 7.3 a pagina 37; sugli identici emendamenti Marguerettaz 9.55 e Castelli 9.51 a pagina 45; sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 9.33, Castelli 9.50 e Cicu 9.54 a pagina 46.
  A pagina 49 viene inserito nel fascicolo l'emendamento 9.500 della Commissione, su cui esprimo naturalmente parere favorevole.
  C’è altresì parere favorevole, a pagina 49, sugli emendamenti identici Cozzolino 9.141 e Fedriga 9.107.
  Infine, a pagina 59 del fascicolo, il parere è favorevole all'emendamento Abrignani 10.15.

  PRESIDENTE. Scusi, a pagina 59 si riferisce all'emendamento Abrignani 10.15 ?

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. Sì.

  PRESIDENTE. Allora non è più ritirato, perché a noi risultava ritirato. D'accordo, grazie.
  Il relatore di minoranza ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Signora Presidente, io esprimo parere favorevole agli emendamenti presentati a firma dei deputati della Lega Nord e mi rimetto all'Assemblea per tutti gli altri.

Pag. 4

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza, con il parere favorevole sugli emendamenti su cui si è già espresso ed invito al ritiro o parere contrario su tutti gli altri.

  PRESIDENTE. Avverto che è stato presentato il subemendamento 0.9.500.1 a firma dei deputati Zanetti, Andrea Romano e Giorgetti: tale subemendamento è ora in distribuzione.
  Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.109, su cui vi è il parere contrario della Commissione e del Governo (che aveva rivolto l'invito al ritiro) e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa ? Abrignani ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  366   
   Votanti  299   
   Astenuti   67   
   Maggioranza  150   
    Hanno votato
  60    
    Hanno votato
no  239).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.12, con il parere contrario della Commissione e sul quale il Governo aveva formulato un invito al ritiro e il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dellai...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  370   
   Votanti  301   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  151   
    Hanno votato
  60    
    Hanno votato
no  241).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 1.129, con il parere contrario della Commissione e sul quale il Governo aveva formulato un invito al ritiro e il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rostan, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  375   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 132    
    Hanno votato
no  243).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cicu 1.27, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  377   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 376    
    Hanno votato
no    1).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 5Dadone 1.229, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  379   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
 376    
    Hanno votato
no    3).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzo 1.30, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Malisani, Maestri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  378   
   Votanti  376   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 376).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 1.33, con il parere contrario della Commissione e sul quale il Governo ha formulato un invito al ritiro e il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  380   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 139    
    Hanno votato
no  241).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 1.41, con il parere contrario della Commissione, sul quale il Governo ha formulato un invito al ritiro e il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Dellai. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  383   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  262).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.44, con il parere contrario della Commissione, sul quale il Governo ha formulato un invito al ritiro e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  384   
   Votanti  313   
   Astenuti   71   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
  50    
    Hanno votato
no  263).    

  Passiamo agli identici emendamenti Cecconi 1.47 e Invernizzi 1.200, sui quali Pag. 6vi è il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Signor Presidente, con piacere vedo che sia la Commissione che il Governo hanno dato parere favorevole a questo emendamento: volevo soltanto spiegare anche ai cittadini l'assurdità di come si lavora sul decreto «milleproroghe». Infatti, con questo emendamento – che è identico ad un emendamento della Lega – chiedo l'abrogazione del comma 14-bis dell'articolo 1, in cui si andava a prorogare un termine che era già stato prorogato nel decreto concernente i pagamenti della pubblica amministrazione; quindi, pochi mesi fa. Durante la conversione di quel decreto-legge, si era prorogato fino al 30 ottobre di quest'anno, del 2014.
  Quindi, ci sembrava assurdo che pochi mesi dopo si chiedesse una ulteriore proroga al 31 marzo 2015, anche perché con questo comma aggiunto al Senato si andava praticamente a dare l'autorità all'Aifa, e solo all'Aifa, di poter prorogare i contratti a determinati dirigenti. Voglio ricordare che durante la conversione del decreto della pubblica amministrazione sono stato lungo tempo a parlare con il funzionario per mediare, perché noi chiedevamo assolutamente l'abrogazione totale di questa proroga e chiamato Luca Pani, il dirigente dell'Aifa, davanti a me, lo stesso Luca Pani ha affermato che aveva la necessità di qualche mese, per arrivare almeno fino al 30 ottobre 2014. Ora come sia stato possibile che al Senato si sia data una proroga ulteriore di sei mesi, questo non ci è dato sapere, ma ci sembra un'assurdità. Quindi, ringrazio la Commissione e ringrazio il Governo per aver concesso l'approvazione di questo emendamento, perché già era un'ingiustizia nel decreto sulla pubblica amministrazione, perpetuarla ulteriormente nel decreto milleproroghe è veramente un'assurdità.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cecconi 1.47 e Invernizzi 1.200, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brunetta, Palmieri, Sorial, Fauttilli...Fauttilli non riesce a votare...se può andare un tecnico per favore...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  383   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 383).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 2.2, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  387   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 387).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mannino 2.7 e Rondini 2.8, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Moretti, Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 7
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  387   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 387).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 2.12, con il parere contrario della Commissione, il Governo aveva invitato al ritiro, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Folino, Gutgeld, Cassano, Rabino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  381   
   Votanti  380   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 140    
    Hanno votato
no  240).    

  (Il deputato Mantero ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 2.126.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, l'emergenza è un termine che dovrebbe essere relegato a fenomeni eccezionali; invece si usa continuamente per definire una condizione di frequente accadimento purtroppo: in Italia, per come è configurato il nostro meraviglioso Paese, l'emergenza rappresenta la norma. E non esiste, per inerzia, per ignavia, per irresponsabilità dei Governi che si sono succeduti alla guida del Paese, una legislazione che faccia della prevenzione la prima grande opera di cui il Paese ha bisogno.
  Intervenire dopo i disastri ambientali...scusi, Presidente, non riesco veramente a parlare...

  PRESIDENTE. Colleghi, è possibile lasciar parlare il collega ? Potete abbassare il tono della voce, per favore ? Per favore, colleghi...prego, continui.

  VITTORIO FERRARESI. Intervenire dopo i disastri ambientali, Presidente, è molto più costoso che intervenire in fase preventiva. Investire nella prevenzione è investire per il Paese, per le imprese, per i cittadini tutti, prendersi cura e salvare vite umane, sviluppare il turismo, migliorare la qualità della vita.
  Nei territori dei comuni interessati dal sisma del maggio 2012, a distanza di circa 20 mesi, le conseguenze del terremoto sono ancora presenti. Nel corso del tempo sono emerse la fragilità della ripresa post emergenza sotto forma di difficoltà di tenuta di mercato e imprese, di depressione dei consumi locali e di fragilità delle imprese nuove nate, la cui probabilità di superare il secondo anno di attività si attesta a poco sopra il 50 per cento. La produzione ha visto un calo del 6,1 per cento, il fatturato una diminuzione del 5,7 per cento: dati sopra la media dei territori emiliani circostanti, che denunciano come dal terremoto si faccia fatica ad uscire.
  Le imprese che hanno usufruito di finanziamenti per il pagamento delle imposte e delle tasse hanno avuto il differimento delle scadenze per la restituzione delle rate: una semplice proroga di un solo anno, come se tra un anno avessero accumulato riserve in grado di adempiere a quest'obbligo. Il mondo delle imprese si sta mobilitando, chiede a gran voce cose di buonsenso, che noi facciamo qui nostre: le scadenze vanno ulteriormente prorogate, quelle ora definite non potranno assolutamente essere rispettate. È per questo che chiediamo con forza che vi sia uno slittamento ulteriore dei termini di pagamento, e la restituzione possa avvenire in Pag. 8un lasso di tempo di almeno tre anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 2.126, con il parere contrario della Commissione, il Governo aveva invitato al ritiro e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  378   
   Votanti  377   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 135    
    Hanno votato
no  242).    

  (Il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Businarolo 2-bis.100, con il parere contrario della Commissione, il Governo aveva invitato al ritiro e sul quale il relatore di minoranza che si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chimienti, Iannuzzi, Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  385   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
 140    
    Hanno votato
no  245).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Businarolo 2-bis. 101, con il parere contrario della Commissione, il Governo aveva invitato al ritiro e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Galli, Caparini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  390   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 141    
    Hanno votato
no  249).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti identici Dadone 3.16 e Matteo Bragantini 3.107, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Gregori, Milanato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  386   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 378    
    Hanno votato
no    8).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3-bis.1, con il parere contrario della Commissione, sul quale il Governo aveva formulato un invito al ritiro e il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carfagna, Giacomelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 9
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  391   
   Votanti  378   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
 137    
    Hanno votato
no  241).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dell'Orco 4.32, con il parere contrario della Commissione, sul quale il Governo aveva formulato un invito al ritiro e il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  390   
   Votanti  378   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
 129    
    Hanno votato
no  249).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Spessotto 4.105, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Madia, Gregori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  386   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 384    
    Hanno votato
no    2).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 4.17 e Dieni 4.31, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Tartaglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  383   
   Votanti  368   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
 364    
    Hanno votato
no    4).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 4.13, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Tartaglione, Gregori, Luigi Gallo, Covello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  384   
   Votanti  311   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato
 310    
    Hanno votato
no    1).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto e che avrebbe voluto astenersi).

Pag. 10

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Da Villa 4.111, con il parere contrario della Commissione, il Governo aveva invitato al ritiro e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Amendola.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  386   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 141    
    Hanno votato
no  245).    

  (Il deputato Gasbarra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 4.114, con il parere contrario della Commissione, il Governo aveva invitato al ritiro e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palmieri, Oliverio, Piccoli Nardelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  391   
   Votanti  315   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato
  47    
    Hanno votato
no  268).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Spadoni 4.29, con il parere contrario della Commissione, il Governo aveva invitato al ritiro e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capozzolo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  392   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 128    
    Hanno votato
no  264).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.4.12.1 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Fitzgerald Nissoli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  391   
   Votanti  363   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 349    
    Hanno votato
no   14).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pilozzi 4.12, nel testo subemendato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo mentre il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Fedriga, Malisani. Chi altro ? Mi pare che hanno votato tutti. No, Terzoni non ha votato. Adesso ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 11
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  392   
   Votanti  391   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 378    
    Hanno votato
no   13).    

  (La deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Piazzoni 4.8, con il parere contrario della Commissione, mentre il Governo invita al ritiro dell'emendamento e il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Piazzoni. Ne ha facoltà.

  ILEANA CATHIA PIAZZONI. Signor Presidente, approfitto per esprimere soddisfazione per l'accoglimento del nostro emendamento, che proroga il blocco degli sfratti dal 30 giugno fino al 31 dicembre. Tuttavia, abbiamo sempre sostenuto che questo blocco riguardi troppe poche persone, con dei limiti troppo stretti e soprattutto è limitato agli sfratti dovuti alla fine del contratto, alla finita locazione, mentre c’è una necessità reale di intervenire sul grande dramma degli sfratti per morosità incolpevole. Questa è veramente la grande emergenza del Paese.
  Approfitto anche per sollecitare il Governo relativamente a un piano casa che è stato sbandierato, promesso più volte e di cui ancora non si vede la luce. Su quel tema c’è ancora un aggravamento della situazione, in quanto in una manifestazione, tenutasi proprio il giorno in cui il Governo, nella Conferenza Stato-regioni, annunciava il piano, sono stati eseguiti 17 – diciassette ! – arresti. È una cosa insostenibile e vorrei che veramente il Governo e tutto il Parlamento prendessero atto che almeno la sospensione degli sfratti, anche per la morosità incolpevole, è il minimo che possiamo fare per mettere un minimo di sollievo a una situazione devastante (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo innanzitutto per modificare il parere espresso, portandolo da astenuto a contrario, perché noi riteniamo ingiusto – per carità c’è una crisi sociale e nessuno lo può mettere in dubbio – che siano i proprietari, che sicuramente sono incolpevoli di questa crisi, a doverne pagare le conseguenze. Sarebbe altrimenti quasi una sorta di esproprio nei confronti, ripeto, di chi magari ha investito i risparmi di una vita di lavoro in qualche proprietà e adesso si trova sicuramente in una posizione difficile perché non riesce ad incassare l'affitto che comunque gli è dovuto, un affitto sicuramente regolarmente sottoscritto e un affitto sul quale magari conta anche lui stesso per sopperire ad alcune difficoltà provenienti da altri tipi di investimenti.
  Per cui, pur capendo la situazione difficile nella quale versano alcuni inquilini – ripetiamo – non capiamo perché la crisi sociale debba essere pagata magari da proprietari che hanno investito in immobili i sacrifici di una vita.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piazzoni 4.8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero ha votato. Chi altro ? Hanno votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  390   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 107    
    Hanno votato
no  283).    

Pag. 12

  (La deputata Bragantini ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Zan 4-bis.1 e De Rosa 4-bis.3, sui quali vi è il parere favorevole della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zan. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, siamo molto contenti che il Governo abbia accolto la nostra richiesta di sopprimere questo articolo, perché prorogava di un anno gli effetti del decreto legislativo n. 28 del 2011, una normativa molto virtuosa, perché dava la possibilità, per il nuovo edificato e per le ristrutturazioni edilizie rilevanti, a seconda della richiesta del titolo di edificazione, di ottenere che una percentuale del 20 o del 35 o del 50 per cento di energia prodotta venisse da fonti rinnovabili.
  Questo è assolutamente importante per dare una mano a un settore che è fondamentale per la nostra economia, quello delle energie rinnovabili, che sta avendo uno sviluppo interessante, soprattutto per dare nuova occupazione e nuovo lavoro in un Paese che ha dei problemi enormi sia da un punto di vista ambientale che da un punto di vista occupazionale. Per cui, il fatto che il Governo abbia accettato questa nostra richiesta di non prorogare di un anno la possibilità di ottenere una produzione bassa di energie rinnovabili dagli edifici è un fatto importante, che lascia ben sperare per il futuro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Zan 4-bis.1 e De Rosa 4-bis.3, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sui quali il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione...no, scusate, c'era il deputato De Rosa. Revoco l'indizione della votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, siamo molto contenti dell'accettazione di questo emendamento, in quanto, finalmente, ascoltiamo l'Europa sulle cose che servono, che servono ai cittadini e che servono anche alle imprese italiane. Abbiamo un'eccellenza di imprese sulle fonti rinnovabili in Italia che può trarre giovamento anche da queste iniziative, oltre ai nostri cittadini, che possono finalmente vedere un risparmio sulle loro bollette grazie a un'idea innovativa di creazione dei nuovi edifici.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 18,45)

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Con queste norme vogliamo andare verso edifici che siano attivi: non più edifici che consumano, ma edifici che producono energia. Questo è un piccolo passo che finalmente riusciamo a fare in questo senso, insieme a molti altri che abbiamo portato avanti con il MoVimento 5 Stelle, anche con l’ecobonus, l'aumento al 65 per cento.
  Quindi, siamo molto contenti dell'accoglimento e speriamo che si vada in questa direzione sempre più decisi e sempre più velocemente, perché ce lo chiede l'Europa, come su molte altre cose. In questo caso, finalmente, ci chiede anche cose intelligenti, che servono ai cittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bratti. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, noi, come Partito Democratico, ci associamo, ovviamente, alle considerazioni che sono state svolte precedentemente, perché da sempre abbiamo puntato sulla questione della green economy e dell'efficientamento Pag. 13energetico come uno degli asset principali per rilanciare lo sviluppo economico del Paese. Ci tengo a dire che questa era una battaglia che abbiamo fatto tutti insieme in Commissione ambiente, perché una delle condizioni che avevamo posto nel nostro parere era, appunto, quella di non concedere questa proroga.
  Quindi, accogliamo in maniera favorevole questa decisione del Governo e ci associamo, ovviamente, ai colleghi, perché, ripeto, per noi il tema dell'efficientamento energetico, della green economy e dello sviluppo rinnovabile rimane un asset principale per l'attività del Governo, del futuro Governo che si formerà, soprattutto per il rilancio del sistema economico, con particolare attenzione all'edilizia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Zan 4-bis.1 e De Rosa 4-bis.3, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sui quali il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Gregori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  394   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  388    
    Hanno votato no  6.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caruso 5.2, con il parere contrario della Commissione, sul quale il Governo aveva formulato un invito al ritiro e il relatore di minoranza ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Tacconi, Bonomo, Oliaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  398   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no  311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Luigi Gallo 6.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, purtroppo in quest'Aula ritorniamo a parlare di affitti d'oro e di Mastrapasqua. Qual è la questione ? Noi abbiamo un palazzo che è in affitto del MIUR a viale Kennedy. In pratica è dal 2008 che si cerca di ridurre il fitto che il MIUR paga al proprietario di questo palazzo, e non ci riusciamo. Il 31 dicembre 2008 è scaduto il contratto di locazione. Da allora vige il regime di indennità di occupazione e l'amministrazione pubblica, il MIUR, ha chiesto di abbassare questo costo di locazione, ma non ci è riuscito perché la società che gestisce questo immobile è il Fondo Ippocrate, che fa parte della IDeA FIMIT di cui era presidente Mastrapasqua fino a poco tempo fa. Il gestore di questo Fondo si è rivolto all'Agenzia delle entrate e, attraverso l'Agenzia delle entrate, ha chiesto un prezzo congruo, congruo per loro. Questo prezzo è stato poi riportato in legge dal 2009. Cosa succede ? Succede che il Governo Monti riesce ad avere un'illuminazione lungo la sua strada e fa una delle poche cose positive durante il suo Governo, cioè dismettere questo palazzo. In pratica, dal 1o gennaio 2014 la sede era dismessa perché, diceva Profumo all'epoca, che non si doveva procedere a nuova locazione, ma bisognava spostare gli addetti. Ora, si arriva nel 2014 e questa sede non è ancora dismessa e quindi si chiede una proroga. Profumo individuava sei milioni Pag. 14di risparmi l'anno con questa dismissione. Oggi, con questa proroga di sei mesi fino a giugno, buttiamo all'aria tre milioni per il settore della scuola e dell'istruzione, perché sappiamo benissimo che il Ministero finora si è potuto muovere solo con i propri fondi, ed è chiaro che se dei soldi vengono sprecati sono soldi non investiti nella scuola, nell'università e nella ricerca. Già il Governo Letta si è «macchiato» di un taglio di 23 milioni al settore. Su questo potete andare a vedere i documenti della Camera. Rispetto al 2013 oggi noi abbiamo un taglio nel settore dell'istruzione di 23 milioni, ma anche un mancato risparmio, ossia questi tre milioni che non arriveranno nelle casse del MIUR perché la sede non è dismessa.
  Allora, io vi chiedo se si riesce ad avere un minimo di coerenza almeno. Mi rivolgo, tramite la Presidenza, ai colleghi di Scelta Civica, che hanno fatto tanto la battaglia – almeno ipoteticamente – sui risparmi e sugli sprechi. Questo è un vero spreco, perché chi va a vedere la sede di viale Kennedy in pratica individuerà pochissimi dipendenti in uno spazio enorme; pochissimi dipendenti che in un anno potevano essere trasferiti tranquillamente. È impossibile credere che lo Stato non riesca a fare un trasloco di un gruppo che lavora con il MIUR in un intero anno. Si dirà che nella sede dove ci si deve trasferire ci sono dei lavori in corso. Ma, in realtà, queste persone potevano essere trasferite nelle altre sedi del MIUR, anche allocate provvisoriamente, invece di buttare all'aria 3 milioni di euro.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  LUIGI GALLO. Quindi, invito alla riflessione: non fare l'ennesimo regalo agli immobiliaristi di Roma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 6.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Paris, Piccoli, Causin.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LAURA BOLDRINI (ore 18,55)

  PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  399   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
 139    
    Hanno votato
no  260).    

  (La deputata Carnevali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Nicchi 7.2 e Mantero 7.3, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Tinagli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  400   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 397    
    Hanno votato
no    3).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 8.100, con il parere contrario della Commissioni, sul quale il Governo Pag. 15aveva formulato un invito al ritiro e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

L'Abbate, Buonanno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  306   
   Astenuti   93   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato
  49    
    Hanno votato
no  257).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tripiedi 8.104, con il parere contrario della Commissione e sul quale il Governo aveva formulato un invito al ritiro ed il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori ? Petrini ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  403   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 143    
    Hanno votato
no  260).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Marguerettaz 9.55 e Castelli 9.51, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rotta ? Fossati ? Milanato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  402   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 400    
    Hanno votato
no    2).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 9.33, Castelli 9.50 e Cicu 9.54, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino ? Polidori ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  404   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 391    
    Hanno votato
no   13).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 9.136, con il parere contrario della Commissione e sul quale il Governo aveva formulato un invito al ritiro ed il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris ? Folino ? Malpezzi ? Dellai ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  402   
   Votanti  386   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 131    
    Hanno votato
no  255).    

Pag. 16

  Avverto che il subemendamento Zanetti 0.9.500.1, sottoscritto dai deputati Andrea Romano e Giancarlo Giorgetti, è stato sottoscritto anche dai deputati Fassina e Leone. Chiedo ai relatori e al Governo di esprimere i rispettivi pareri, per favore.

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, chiedo una sospensione dei lavori, per cinque minuti.

  PRESIDENTE. D'accordo, però vorrei precisare che la Conferenza dei presidenti di gruppo allora si terrà alla fine della votazione.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, posso suggerire di accantonare questo subemendamento, di completare gli altri e dopo tornare a questo ?

  CARLA RUOCCO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Signor Presidente, vorrei precisare che il subemendamento l'ho firmato anch'io.

  PRESIDENTE. D'accordo, non me l'avevano segnalato, c’è stata questa omissione. Non era nella lista.
  Per me va bene, sentiamo il relatore se ci sono obiezioni ad accantonarlo.

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, non c’è nessuna obiezione, va bene.

  PRESIDENTE. Allora, andiamo avanti ?

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. D'accordo.

  PRESIDENTE. Va bene, allora andiamo avanti e resta il fatto che la Conferenza dei presidenti di gruppo la facciamo comunque dopo la votazione finale.
  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cozzolino 9.141 e Fedriga 9.107, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo per motivare l'importanza di questo emendamento, che va ad eliminare una stortura presente nel milleproroghe, ovvero che andava a reperire i fondi all'interno del fondo previsto per gli esodati. Una battaglia che abbiamo fatto insieme anche a diversi gruppi presenti all'interno di quest'Aula in quanto il Governo andava a «scippare» 35 milioni di euro a una categoria in uno stato assolutamente emergenziale, oltretutto non per sua volontà o per sua colpa, ma per delle scelte fatte dal precedente Governo, in particolar modo dal Ministro Fornero. Con questo ovviamente ringraziamo per il parere favorevole. Penso che questo sia un importante segnale da questo Parlamento, in quanto andiamo prioritariamente a salvaguardare dei nostri lavoratori, anzi ormai drammaticamente in molti casi ex lavoratori, che altrimenti si vedrebbero scippati assolutamente di una salvaguardia doverosa, per andare così ad affrontare una situazione per la quale queste persone – e concludo, Presidente – rischiano di rimanere senza reddito da lavoro, senza reddito da pensione e senza alcun tipo di ammortizzatore sociale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, questa sembra proprio una guerra tra poveri perché, da un lato, abbiamo effettivamente gli esodati, con tutti i problemi che siamo abituati a considerare, e che Pag. 17sono il frutto di una distorsione della precedente legge Fornero con le conseguenze negative che sappiamo avere avuto, dall'altro, però, abbiamo la social card, che è pensata per persone che sono in condizioni di povertà estrema. Questo emendamento è per non intaccare quella che è una risorsa già molto limitata degli esodati, ma si sottrae a persone che, non dimentichiamo, riceveranno, anzi riceverebbero, perché a questo punto non lo riceveranno, un importo pari a 40 euro al mese, praticamente l'importo di un caffè quotidiano, e, quindi, si tratta proprio del massimo livello di povertà. Io credo che questo è un emendamento possibile soltanto a patto di un impegno molto forte da quel che resta in questo momento del Governo, ma anche di quello che sarà il Governo futuro perché tra le prime misure che vengano prese ci siano misure a favore della povertà estrema, per non lasciare davvero abbandonati coloro che hanno ben poco su cui poter contare (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, noi abbiamo molto lavorato, spiegando le buone ragioni della modifica di questo punto del testo del decreto-legge perché a noi sembrava e sembra assurdo che il Fondo per gli esodati venisse depauperato dei 35 milioni per coprire la social card. Abbiamo sugli esodati peraltro presentato emendamenti che, questa ed altre volte, sono stati respinti, e, in questo caso, dichiarati inammissibili. Noi pensiamo sia una vergogna, una conseguenza insieme ad altre negativa di una legge sbagliata che è la legge Fornero.
  Detto questo, noi annunciamo, attraverso questa mia dichiarazione, il voto di astensione su questo emendamento perché pensiamo che i soldi per coprire la social card vadano trovati in un altro modo, non a carico degli esodati, e che comunque il tema dell'intervento sulla povertà e dell'estensione dell'intervento sulla povertà rimane un problema apertissimo. Noi abbiamo dato altre alternative di copertura, ciò non è stato accolto per questa ragione. Pur ribadendo la contrarietà al «saccheggio» del Fondo per gli esodati, ci asteniamo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signora Presidente, raccolgo alcune indicazioni che qui sono state date, penso alle parole che ho ascoltato dalla collega Binetti, per dire che gli impegni che riguardano il tema della social card, al di là del parere favorevole che il relatore ha espresso sugli emendamenti identici presentati che riguardano la necessità di non sottrarre finanziamenti per gli esodati, rimangono per noi impegni che manterremo e che proporremo al Parlamento di mantenere, anche con il Governo che nei prossimi giorni chiederà la fiducia al Parlamento. Infatti, quell'impegno, quel tema della social card e della social card per gli immigrati rimane per noi un impegno al quale troveremo il modo di rispondere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cozzolino 9.141 e Fedriga 9.107, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  374   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 374).    

Pag. 18

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Santerini 9.46, sul quale la Commissione ha espresso un parere contrario, il Governo ha espresso un invito al ritiro e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Ha chiesto di parlare la deputata Santerini. Ne ha facoltà.

  MILENA SANTERINI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento ma vorrei sottolineare che la proposta intendeva differire di un anno l'applicazione di una nuova disciplina che consiste nell'attribuire l'imposta di registro al 9 per cento a tutti i trasferimenti immobiliari a carico delle ONLUS. Quindi, stiamo parlando del fatto che, mentre fino ad ora le ONLUS pagavano un'imposta di registro a tassa fissa, dal 1o gennaio 2014 dovrebbero pagare su ogni trasferimento immobiliare un'imposta del 9 per cento. Ora, non sfugge a nessuno, io credo, il peso su associazioni non lucrative e, in particolare, una manovra che va a colpire la politica degli enti locali che, ad esempio, con riferimento ai beni sottratti alla mafia, puntano proprio ad attribuirli alle ONLUS perché non possono farsi carico dei costi di gestione.
  Quindi, tutta questa politica così virtuosa che vede alleati, da una parte, enti locali, i beni confiscati alle mafie, ad esempio, e ONLUS, verrebbe ad essere fortemente penalizzata. Quindi, vorrei veramente attirare l'attenzione su questo aspetto a mio parere molto importante.

  PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che la deputata Santerini ritira l'emendamento a sua prima firma 9.46.
  Passiamo all'emendamento Di Lello 9.56, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, il Governo ha formulato un invito al ritiro e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Ha chiesto di parlare il deputato Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Signor Presidente, intervengo per annunciare il ritiro dell'emendamento e la proposizione di un ordine del giorno che, a fronte di un'opportunità che è stata data ai cittadini di sanare i debiti con Equitalia, anziché in un'unica soluzione, attese le situazioni di difficoltà economiche in cui com’è noto versano i ceti più indigenti del Paese, impegni il Governo a prevedere un tempo più lungo per poter effettuare questo pagamento e, magari, in più soluzioni. Comunque, ciò sarà contenuto in un ordine del giorno e per questo ritiriamo l'emendamento a mia prima firma 9.56.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo all'emendamento Guidesi 10.106.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi 10.106, con il parere contrario della Commissione e sul quale il Governo aveva formulato un invito al ritiro e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Damiano, Boccuzzi, Moretti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  397   
   Votanti  322   
   Astenuti   75   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato
  54    
    Hanno votato
no  268).    

  Passiamo all'emendamento Abrignani 10.15.

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, c’è una riformulazione a nome del Comitato dei Pag. 19nove, che è la seguente. Dopo il comma 3, aggiungere il seguente: «3.1. All'articolo 11 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito con modificazioni dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, al comma 3-bis, le parole: “nei dieci mesi successivi dalla data del 1o ottobre 2013” sono sostituite dalle seguenti: “fino al 31 dicembre 2014”».

  PRESIDENTE. Deputato Abrignani accetta la riformulazione ?

  IGNAZIO ABRIGNANI. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione.

  PRESIDENTE. Lo pongo, dunque, in votazione riformulato.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Il parere del Governo non serve ?

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco...

  ALESSANDRO ZAN. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Prego deputato Zan. Alzate la mano prima, altrimenti è difficile vedervi.

  ALESSANDRO ZAN. Mi perdoni, signor Presidente, era solo per spiegare il motivo del nostro voto di astensione. Il tema del Sistri è un tema che riguarda soprattutto le piccole e medie imprese, che non ce la fanno più con un sistema che non funziona. Però, un'ulteriore proroga, come prevede questo emendamento, è assolutamente negativa per il semplice fatto che, se un sistema non funziona, è bene cambiarlo.
  Cioè, se si è capito che il Sistri va male, che le imprese sono in difficoltà, è chiaro che non sarebbero pronte comunque per l'anno prossimo, la valutazione che va fatta, soprattutto da parte del Governo, è di rivedere questo sistema. Noi abbiamo votato un parere favorevole alla proroga in Commissione, però non possiamo accettare un'ulteriore proroga come se nulla fosse. O qui si interviene per cambiare un sistema sbagliato che non funziona e che danneggia le imprese, oppure prorogarlo sine die senza nessun intervento strutturale da parte del Governo ci appare come una misura inefficace ed inutile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bratti. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO BRATTI. Signora Presidente, voteremo favorevolmente a questa proroga, però le motivazioni che mi inducono a fare questo breve intervento sono molto simili a quelle che ha sollevato, adesso, il collega Zan, nel senso che, in questo Paese, per la discussione che abbiamo avuto anche in questo consesso, abbiamo assolutamente la necessità di avere un sistema di tracciabilità dei rifiuti funzionante. Ne abbiamo bisogno perché ce lo chiede la direttiva europea 2008/98/CE, perché è uno strumento necessario per avere la contezza di ciò che accade in un mondo che purtroppo lascia degli strascichi nella gestione illegale del ciclo integrato dei rifiuti, soprattutto speciali, e c’è la necessità di conoscere quello che capita. Purtroppo l'attivazione di questo progetto importante, il Sistri, ha visto mille problemi nei diversi anni, davvero mille problemi.
  Noi, lo voglio ricordare, fin dalla scorsa legislatura – allora il Governo era un Governo di centrodestra, il Ministro era l'onorevole Prestigiacomo – avevamo chiesto di partire con una sperimentazione di concerto con le imprese. Purtroppo questo non è stato fatto, si è voluto accelerare su un percorso difficile e complicato, su un sistema nato per fare degli accertamenti da un punto di vista giudiziario, mettendo addirittura i carabinieri a controllare, e trasformato d'improvviso in un sistema, invece, di certificazione per le imprese; Pag. 20insomma, il progetto non era nato per questo, per intenderci. Si è provato a trasformarlo nel tempo e i risultati non sono stati sicuramente positivi perché se oggi siamo, credo, alla decima proroga della messa in moto di questo sistema, vuol dire che qualcosa non sta funzionando.
  Ora, noi, anche in Commissione abbiamo dato un parere positivo perché ci sia ancora più tempo, però credo che ormai questo tempo sia scaduto. Pertanto, chiediamo veramente con forza, adesso, al prossimo Governo di affrontare definitivamente questa questione una volta per tutte, perché o questo sistema funziona e allora vanno bene questi sette, otto mesi in più per metterlo a regime, oppure, se non funziona, così come viene detto da più parti, bisogna identificare qualcos'altro. Non si può andare avanti facendo proroghe su proroghe, perché questo è un metodo e un sistema che credo non vada bene né per le imprese che hanno necessità di avere dei punti certi né per la pubblica amministrazione e per l'autorità giudiziaria che deve controllare che sempre meno ci sia un'infiltrazione malavitosa in un settore importante e determinante come quello del ciclo integrato dei rifiuti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signora Presidente, il MoVimento 5 Stelle si asterrà su questo emendamento. Il problema del Sistri è che è un sistema che è partito male, è un sistema che si è andato a perdere nelle indagini, nelle storture del sistema stesso, negli appalti e nei subappalti; c’è stata corruzione nella creazione di questo sistema e quindi questo sistema non è potuto «venire su» sano.
  Noi continuiamo a parlare di Terra dei fuochi, parliamo del problema dei rifiuti, ma non abbiamo ancora visto il Governo occuparsene seriamente, ma sempre con decreti-legge emergenziali e con decreti-legge fatti all'ultimo minuto quando ormai la bomba è esplosa.
  Quindi, sosteniamo anche noi che il Governo debba prendere in mano la situazione e decidere cosa vuole fare di questo sistema. Io tutti giorni ho colloqui con aziende, piccole aziende; uno stesso amico, Matteo che lavora in una piccola azienda, non riesce a mandare avanti questa azienda, non riesce più a sostenere il peso di questo sistema che è un costo per le aziende, non è una certezza e da anni continua sistematicamente a creare dei problemi.
  Quindi, adesso vogliamo vedere se il Governo a breve prende una posizione su questo sistema, perché così non si può andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Abrignani 10.15, nel testo riformulato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Piccoli Nardelli, Dellai, Rizzetto, Marco Di Maio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  397   
   Votanti  307   
   Astenuti   90   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato
 298    
    Hanno votato
no    9).    

  Passiamo all'emendamento Prodani 11.102 sul quale la Commissione ha espresso un parere contrario e sul quale vi è un invito al ritiro da parte del Governo e il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Ha chiesto di parlare il deputato Prodani. Ne ha facoltà.

Pag. 21

  ARIS PRODANI. Signor Presidente, lo ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  C’è un'ultima votazione da fare sul subemendamento, ricorderete, che avevamo accantonato. Il Comitato dei nove chiede cinque minuti su questo ?

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, chiediamo pochissimi minuti per riunire il Comitato dei nove.

  PRESIDENTE. Va bene, d'accordo: cinque minuti. Sospendiamo, allora, la seduta per cinque minuti.

  La seduta, sospesa alle 19,25, è ripresa alle 19,55.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Se potete accomodarvi.
  Chiedo al relatore, il deputato D'Attorre, qual è il parere del Comitato dei nove sul subemendamento Zanetti 0.9.500.1.

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, c’è un subemendamento presentato dalla Commissione che risulta così formulato...

  PRESIDENTE. Aspetti perché non credo che noi abbiamo questo subemendamento.

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. Sì, credo che sia in distribuzione.

  PRESIDENTE. Allora un secondo solo, abbia pazienza. Quindi, lei adesso riformula l'emendamento ?

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. Sì, signor Presidente.

  PRESIDENTE. D'accordo. Allora, se ce lo può leggere per favore.

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, riformulo l'emendamento 9.500 della Commissione, appunto su cui c'era già il parere favorevole della Commissione, con la seguente aggiunta...

  PRESIDENTE. Per favore ! Ci deve ridare la nuova formulazione. Prego.

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. Sì, all'emendamento 9.500 della Commissione va aggiunta un'ultima frase: «senza la previsione per i candidati di maggiori oneri e di nuove sessioni d'esame».
  Su questo emendamento, così riformulato, con questa aggiunta, c’è il parere favorevole della Commissione.

  PRESIDENTE. Quindi, non ci sono oneri aggiuntivi.

  ALFREDO D'ATTORRE, Relatore per la maggioranza. Non ci sono oneri aggiuntivi.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se intendano, a questo punto, ritirare il subemendamento Zanetti 0.9.500.1.

  ENRICO ZANETTI. Signor Presidente, vorrei intervenire sull'emendamento 9.500 della Commissione, ritirando, alla luce della riformulazione, il subemendamento a mia firma. Però, vorrei intervenire sull'emendamento 9.500 della Commissione.

  PRESIDENTE. D'accordo. A questo punto, dunque, passiamo alla votazione dell'emendamento 9.500 della Commissione, nel testo riformulato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanetti. Ne ha facoltà.

  ENRICO ZANETTI. Signor Presidente, questo emendamento – o, meglio, questa norma – ha per oggetto la possibilità di rendere un momentino più agevole il percorso di accesso per gli aspiranti dottori Pag. 22commercialisti praticanti, andando sostanzialmente a compattare in un'unica sessione d'esame le prove per potersi iscrivere all'albo dei dottori commercialisti e al registro dei revisori legali.
  Ovviamente, per fare questo è necessario che siano sostenute tutte le prove in tutte le materie richieste, sia per l'una cosa sia per l'altra. Da questo punto di vista l'Unione europea ci ha richiesto una particolare attenzione su eventuali prove integrative rispetto a quelle già previste per l'esame di Stato di dottore commercialista, e fin qui niente da dire. Noi cosa proponevamo con il subemendamento ? Di dire le cose in modo semplicemente chiaro e, cioè, di dire che senz'altro ai fini dell'unicità della prova e della duplice iscrizione – quindi, sia all'albo dei dottori commercialisti sia al registro dei revisori legali – anche le integrazioni di esame, rispetto a quelle base per commercialista, che eventualmente fossero ritenute necessarie si svolgessero nella medesima sessione d'esame, appunto evitando duplicazioni di oneri, perdite di tempo, un allontanamento dei giovani dai mercati professionali di sbocco. Noi lo avevamo formulato così: «(...) fermo restando che le eventuali integrazioni di materie o prove d'esame, che si ritenessero necessarie, rispetto a quelle già contemplate (...), devono trovare svolgimento da parte dei candidati nell'ambito delle sessioni di esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di dottore commercialista e di esperto contabile».
  Che difetto aveva questa formulazione ? Praticamente per tutti in quest'Aula nessuno, posto che tutti i gruppi hanno convenuto sulla opportunità di questa modifica. Soltanto per il presidente della Commissione affari costituzionali, onorevole Sisto, e di riflesso evidentemente per il suo gruppo parlamentare di appartenenza, Forza Italia, solo per loro, vi era evidentemente invece un qualcosa di inaccettabile.
  Siamo arrivati a quella mediazione che dice la stessa cosa, mi auguro, in modo molto meno chiaro. Spero che questa minore chiarezza non si traduca poi, in sede di emanazione dei decreti regolamentari da parte dei Ministeri, in un modo per arrivare a complicare la vita a questi ragazzi, anziché semplificargliela. Se succederà, sapranno a chi devono dare il loro ringraziamento, anche se mi sento comunque corresponsabile, perché, alla fine, anche io mi piego a questa logica di mediazione. Ma guardate che, andando avanti in questo modo, a legiferare così da schifo, puntando sempre e solo a mediazioni politiche che non hanno nulla a che vedere – nulla a che vedere – con il merito su cui stiamo legiferando, noi continuiamo a fare esattamente quello che ci viene imputato, cioè diamo il Paese in mano alla burocrazia, ai regolamenti ministeriali e alle circolari, ed è ovvio che succede così se i testi li scriviamo da schifo. Detto questo, mi piego alle logiche di quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, io comprendo bene che il collega Zanetti, animatissimo nella difesa di alcuni ruoli e di alcune categorie professionali, forse non sia informato su quella che è stata la contestazione che la Commissione europea ci ha mosso con riferimento al mancato rispetto della direttiva europea del 2006.
  Infatti, solo avendo contezza della pesantezza di queste infrazioni – e Dio sa se questo Paese ha bisogno di infrazioni da parte della Comunità europea –, si ha contezza della necessità del meccanismo di mediazione che abbiamo trovato in Commissione, perché – voglio ricordarlo – il Ministro è venuto proponendo di tornare al testo antecedente alla modifica del Senato.
  Per cui, quello che è accaduto, e vorrei che fosse ben chiaro, è che la mediazione tra Forza Italia e i relatori di altri partiti ha raggiunto l'obiettivo di delegare ad un decreto ministeriale del Ministero della Pag. 23giustizia, entro 20 giorni, la individuazione dei criteri discretivi fra i due ruoli professionali, con l'aggiunta – che si deve, devo dire la verità, ad una sinergia un po’ movimentata, ma che ha raggiunto poi l'intesa – della previsione «senza oneri per i candidati e senza ulteriori prove di esame». Quindi, a me sembra che il testo – altro che legislazione da schifo – sia un testo non partigiano. Certo, è un testo che non prende le parti di nessuno, che cerca di tenere la barra dritta e di rispettare le direttive della Comunità, ma se questo è un torto...in un momento in cui vi sono delle pulsioni un po’ incontrollate e disordinate, il Paese ha certamente la necessità di ritrovare un'armonia nel rapporto tra Governo, Parlamento e territorio. Non mi sembra, però, che si possa dire che avere rispettato la direttiva europea, l'indicazione della Commissione, del Governo, avere trovato una formula che consenta in venti giorni di risolvere il problema, sia un modo di legiferare non condivisibile. Capisco che non può favorire una categoria rispetto ad un'altra, ma non penso che la legge abbia il compito di favorire.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Signor Presidente, noto che nella riformulazione vi è la solita logica di lasciare spiragli aperti al Governo, senza voler definire bene la materia in seno al Parlamento. Infatti, il subemendamento, così come era stato scritto, in realtà salvava sia ciò che ci chiedeva l'Europa, come si suole dire sempre, e, nel contempo, dava la possibilità anche a giovani che volessero accedere, oggi, alla professione di poter svolgere l'esame di dottore commercialista con integrazione delle materie di esame, in linea con l'Europa. Questo un po’ blindava quello che, invece, si vuole lasciare, con la riformulazione, alla discrezionalità del Ministero della giustizia, con un suo provvedimento successivo. Quindi, noi deleghiamo, ancora una volta, ai Ministeri quello che oggi possiamo decidere qui, in Parlamento, tutti insieme (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leone. Ne ha facoltà.

  ANTONIO LEONE. Signor Presidente, devo dire che le considerazioni che ha fatto la collega Ruocco in ordine ai rilievi fatti dal presidente Sisto sono giuste, anche perché non ci è stato dato di sapere, in seno al Comitato dei nove, quali sarebbero i rilievi e la alterazione dell'emendamento di Forza Italia.
  Il legame con infrazioni europee: secondo il mio modesto parere, all'interno della prima formulazione, non era assolutamente rilevabile, e la differenza sostanziale che c’è rispetto all'emendamento presentato e poi ritirato – perché deve essere ritirato; è solo per chiarezza che sto intervenendo perché passeremo a votare l'emendamento della Commissione così come riformulato in seno al Comitato dei nove – è che ha solo e soltanto un difetto, che è quello di essere meno chiaro rispetto all'emendamento che era stato presentato a prima firma Zanetti, con i rilievi che sono stati fatti in ordine alle deleghe e in ordine all'impossibilità di questo Parlamento di dettare norme certe e precise e invece di delegarle così come è stato fatto. Si era pensato addirittura di rimanere nei tempi, non la prima riformulazione dei 90 giorni, ma quella dei 20 giorni. Non alterava nulla. Lo stravolgimento, almeno ai miei occhi, non è venuto fuori. Però, tant’è: in seno al Comitato dei nove io ho espresso la mia contrarietà e in seno al Comitato dei nove si è deciso di riformularlo. La maggioranza ha deciso di riportarlo in Aula così come riformulato, per cui anche io mi adeguerò, ma è necessario che comunque i motivi vengano rappresentati a quest'Aula, al fine di fare chiarezza sulle posizioni che sono state prese.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.500 della Commissione, come riformulato, Pag. 24con il parere favorevole del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno, Rabino, Saltamartini, Fraccaro, Tidei, Covello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  377   
   Votanti  363   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 363).    

  Questo era l'ultimo emendamento.
  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2027)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2027).
  Avverto che gli ordini del giorno a prima firma dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Sinistra Ecologia Libertà, Lega Nord e Autonomie e Per l'Italia sono stati ritirati dai presentatori.
  Nessuno chiedendo di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo, la sottosegretaria Sesa Amici, ad esprimere il parere.

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, io ringrazio tutti i gruppi che hanno ritirato gli ordini del giorno. Ne sono rimasti molto pochi. La circostanza è abbastanza singolare: l'espressione di eventuali pareri che impegnano un Governo che in questi giorni verrà chiamato ad una nuova compagine. Credo che sarebbe poco serio da parte della sottoscritta esprimere un parere che entrasse nel merito. Per quanto riguarda gli ordini del giorno non ritirati, come di prassi avviene in queste circostanze, essi si accolgono come raccomandazione, che può essere semplicemente di auspicio al nuovo Governo a prenderli in esame nei provvedimenti successivi.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Garofalo n. 9/2027/4, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Plangger ed altri n. 9/2027/6, accolto dal Governo come raccomandazione.

  RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Signor Presidente, io penso che questo ordine del giorno possa essere ritirato, perché viene assorbito dall'emendamento approvato poc'anzi.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bernardo n. 9/2027/8, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nastri n. 9/2027/18, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Ordine del giorno Di Lello n. 9/2027/41, accolto dal Governo come raccomandazione. Prego, onorevole Di Lello... non era nella mia lista.

  MARCO DI LELLO. Ma so di essere nei suoi pensieri.

  PRESIDENTE. Certamente.

  MARCO DI LELLO. Accetto l'accoglimento come raccomandazione da parte del sottosegretario Amici. Anzi, la ringrazio Pag. 25per la sensibilità. Mi auguro anche che questo Parlamento possa riaverla lì dov’è.

  PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2027)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fauttilli. Ne ha facoltà. Non essendo in Aula si intende che vi abbia rinunciato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno Molea. Ne ha facoltà.

  BRUNO MOLEA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, il decreto-legge all'esame dell'Aula si iscrive nel novero dei cosiddetti decreti milleproroghe, vale a dire quei provvedimenti che, con cadenza annuale, vengono presentati alla conversione delle Camere allo scopo di intervenire con urgenza sulla scadenza di termini il cui decorso sarebbe dannoso per interessi ritenuti rilevanti dal Governo o di incidere su situazioni esistenti che richiedono interventi regolatori di natura temporale.
  Occorre, tuttavia, rilevare come nel nostro Paese sia essenziale riordinare il sistema legislativo. Il Governo ha sottolineato come la vicenda del decreto-legge «Salva Roma» costituisca un ulteriore stimolo per mettere mano al riordino del percorso normativo, onde evitare il ripetersi delle situazioni createsi in questo ingorgo di fine anno.
  La premessa del decreto-legge non motiva specificamente i requisiti di necessità e urgenza delle disposizioni in esso contenute, ma reca un'affermazione di carattere generale sulla straordinaria necessità ed urgenza di provvedere alla proroga di termini previsti da disposizioni legislative al fine di garantire l'efficienza e l'efficacia dell'azione amministrativa.
  In merito ai requisiti costituzionali dei decreti-legge, la sentenza n. 22 del 2012 della Corte costituzionale rileva che il riconoscimento dell'esistenza dei presupposti fattuali di cui all'articolo 77, secondo comma, della Costituzione, è collegato ad una intrinseca coerenza delle norme contenute in un decreto-legge, o dal punto di vista oggettivo e materiale o dal punto di vista funzionale e finalistico. Ciò fa sì che il corpo di un decreto-legge sia oggettivamente unitario, costituendo quindi un insieme di disposizioni omogenee per la materia o per lo scopo. La stessa sentenza evidenzia che l'urgente necessità del provvedere può riguardare una pluralità di norme accomunate dalla natura unitaria delle fattispecie disciplinate, ovvero anche dall'intento di fronteggiare situazioni straordinarie complesse e variegate, che richiedono interventi oggettivamente eterogenei, afferenti, quindi, a materie diverse.
  Ma tali interventi devono essere indirizzati all'unico scopo di approntare rimedi urgenti a situazioni straordinarie venutesi a determinare.
  Secondo l'insegnamento della Consulta, questa tipologia di provvedimenti, anche se attengono ad oggetti ed ambiti differenti, possono quindi essere considerati omogenei, purché rispondano alla suddetta ratio unitaria di ordine temporale.
  Proprio in riferimento al profilo dell'efficacia temporale delle disposizioni, occorre evidenziare innanzitutto come alcune delle proroghe recate dal provvedimento, intervenendo su termini già scaduti, siano in realtà dei differimenti.
  Sono presenti poi disposizioni che, perpetuando una lunga catena di proroghe susseguitesi ininterrottamente per molti anni, potrebbero definirsi annose, fra le quali non mancano proroghe di regimi derogatori relativi a gestioni commissariali in vigore anche da vent'anni.
  Talune di esse si prestano a più di una perplessità, soprattutto allorquando investono una data disciplina che la Corte costituzionale può anche aver giudicato legittima proprio perché avente natura transitoria.
  Quanto alle disposizioni che intervengono a prorogare il termine per l'adozione Pag. 26di provvedimenti applicativi di norme persistenti, si rileva che esse portano ad interrogarsi sulle ragioni per cui tali norme, pur vigenti da tempo, non abbiano mai trovato attuazione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (Ore 20,20).

  BRUNO MOLEA. Pur dichiarando il voto favorevole di Scelta Civica a questo provvedimento, non possiamo non raccogliere come stimolo, suggerimento e legittima provocazione quanto rilevato anche dalle opposizioni nel corso di svariati interventi in discussione generale sugli emendamenti già in Senato. Molte delle questioni che noi raccogliamo e per cui votiamo a favore, perché la situazione impone che si voti in questo modo, sono le conseguenze di un sistema che non regge, costituiscono il risultato di una situazione in cui noi siamo incapaci di diventare un Paese normale.
  Questo è un provvedimento di routine, un provvedimento che non appartiene alla cultura della Prima o della Seconda Repubblica. È l'effetto e sicuramente la spia di una difficoltà, di un'anomalia da risolvere dovuta ad un eccesso di legificazione che ci segnala con chiarezza un'esigenza di semplificazione e crediamo, su molti temi, richiami anche la necessità della predisposizione di testi unici. Dobbiamo riconoscerlo ed ammetterlo, anche se la situazione ci impone oggi di intervenire, prorogando molte scadenze e termini.
  Scelta Civica auspica che questa sia l'ultima volta, pur nella consapevolezza che non lo sarà di fatto.
  Questo è un sistema che non possiamo più accettare e, sebbene venga ormai considerata una prassi consolidata nel modo di operare, certamente non si può fare di quella che è una grave stortura dell'iter normativo una regola.
  Il ricorso alla decretazione d'urgenza si configura ormai da anni come una forma di sbilanciamento e di forzatura degli equilibri dei poteri previsti dal dettato costituzionale vigente, che ha spostato di fatto in capo al Governo ogni potere regolatorio ed imposto una compressione dei poteri legislativi delle Camere.
  Certamente noi dobbiamo stimolare fortemente l'Esecutivo ad approntare le riforme che sono necessarie per evitare che, soprattutto in settori importanti della vita sociale e della organizzazione amministrativa, diamo ai cittadini la sensazione di essere incapaci di rispettare la certezza del diritto in uno dei suoi elementi fondamentali, che è appunto la scadenza del termine per l'esercizio di una determinata azione di Governo, o per l'adempimento di un termine o per il rispetto di un diritto.
  Oggi abbiamo tenuto conto di alcune fasce sociali, dei problemi di alcune categorie, di settori della pubblica amministrazione, ma nel momento in cui facevamo questo andavamo a colpire altri cittadini che hanno legittimi diritti e aspettative che derivano dalla certezza del diritto, che oggi è stata disattesa.
  Mi preme, ad esempio, sottolineare come l'articolo 6, comma 6-bis, nel disporre che le idoneità conseguite a seguito delle procedure di valutazione comparativa per posti di professore e ricercatore universitari siano valide per ulteriori due anni dalla data di scadenza del quinto anno dal loro conseguimento, renda maggiormente difficoltosa la partecipazione ad eventuali concorsi per tutti coloro che già appartengono alla graduatoria.
  Lo stesso articolo 1, comma 4, proroga il termine per l'assunzione di personale nella pubblica amministrazione sia a tempo determinato che a tempo indeterminato, bloccando di fatto la possibilità di assumere attingendo dalle nuove graduatorie e precludendo, quindi, ai giovani di accedere a posti di lavoro.
  Svariate sono le aree interessate dalle varie proroghe di termini previste dal testo in esame: assunzioni, organizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni, interventi emergenziali, giustizia e professioni regolamentate, questioni di competenza dei Ministeri dell'interno, delle infrastrutture e dei trasporti, delle politiche agricole, alimentari e forestali, dell'istruzione, dell'università e della ricerca, della salute e del lavoro e delle Pag. 27politiche sociali, materia economica e finanziaria, turismo, comunicazioni e servizi pubblici locali. Tra le varie disposizioni si rilevano le proroghe delle autorizzazioni adottate per il comparto sicurezza, quindi della difesa, e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, del limite ai compensi corrisposti dalle pubbliche amministrazioni ai componenti di organi collegiali comunque denominati ed ai titolari di incarichi di qualsiasi tipo, della detrazione fiscale per carichi di famiglia in favore dei soggetti non residenti.
  Noi voteremo a favore perché la contingenza, l'urgenza, l'emergenza e la quotidianità ce lo impongono. Oggi non possiamo fare altro che approvare un provvedimento da cui si evince la complessità e la difficoltà con cui la nostra macchina pubblica deve rispondere a un Paese che avrebbe bisogno di ben altro atteggiamento da parte delle istituzioni. (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fauttilli. Ne ha facoltà.

  FEDERICO FAUTTILLI. Signor Presidente, sottosegretario e colleghi, desidero anch'io fare una premessa prima di entrare brevemente nel merito del provvedimento. Vorrei farla ricordando che risale al 1989 la prima volta in cui la Gazzetta Ufficiale pubblicò un decreto-legge recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative. Sono circa 25 anni, quindi, che i Governi che si sono avvicendati, nessuno escluso, hanno adottato questo metodo di legiferare, alla cui base vi è la necessità di prendere tempo, vuoi per la mancata emanazione di provvedimenti o decreti attuativi o perché le condizioni generali richiedono uno slittamento dell'efficacia delle norme stesse o per correggere errori o semplici dimenticanze contenute in altri provvedimenti. Diciamolo pure con chiarezza: è una brutta abitudine ed è un brutto esempio del funzionamento della macchina amministrativa cui dovremmo mettere la parola fine, mettendo anche mano al procedimento legislativo.
  È una questione importante che investe il rapporto con i cittadini e che ne alimenta la crescente disaffezione nei confronti delle istituzioni e della pubblica amministrazione in generale. Il nostro è già un Paese complesso e se a questa complessità aggiungiamo una macchina amministrativa altrettanto complessa e così distorta, il corto circuito credo che sia garantito. Se poi passiamo al merito delle disposizioni contenute nel provvedimento, è chiaro che si tratta di dare risposte a problemi veri che investono la vita quotidiana e lavorativa dei cittadini e in alcuni casi di interventi che hanno migliorato o razionalizzato l'azione della pubblica amministrazione. È ovvio, dunque, che si tratti di un provvedimento atteso e in alcuni casi fondamentale per alcune categorie economiche, sociali e professionali, e anche per molti cittadini, e per assicurare la continuità e la gestione di molte amministrazioni del nostro Paese.
  Riteniamo importante, ad esempio, che sia stata concessa, per le imprese colpite dal sisma dell'Emilia che hanno chiesto il finanziamento garantito dalla Cassa depositi e prestiti per il pagamento dei tributi sospesi, la proroga di un anno rispetto ai due inizialmente previsti per la restituzione del debito per la quota capitale al 1o gennaio 2014, comprensivo della rata non corrisposta alla scadenza del 31 dicembre 2013. Sempre in tema di calamità, desidero segnalare il differimento, fino al 31 luglio, delle funzioni del capo della Protezione civile per far fronte al naufragio della Costa Concordia; la proroga dei poteri al commissario ad acta per il terremoto del 1981 della Campania, Basilicata, Calabria e Puglia; lo slittamento fino a marzo per l'attività liquidatoria del commissario del terremoto dell'Abruzzo e della vigilanza dell'Esercito a L'Aquila. Anche quest'anno è stata confermata la proroga, non generalizzata tuttavia, della sospensione fino al prossimo 30 giugno dei provvedimenti di rilascio degli immobili per finita locazione nei confronti di categorie Pag. 28disagiate che rispondono a determinati requisiti geografici, economici e sociali.
  In questo pacchetto di proroghe trovano posto anche il differimento del divieto di acquisizione di partecipazioni in imprese editrici di giornali quotidiani per i soggetti che esercitano l'attività televisiva in ambito nazionale con ricavi superiori a quelli fissati dalla legge. Mentre per far fronte alle esigenze della regione Campania fino al 30 giugno 2014 si consente agli impianti di compostaggio nazionali di aumentare la propria capacità ricettiva e di trattamento dei rifiuti.
  Tra le altre proroghe che ritengo opportuno segnalare vi è anche quella che consente alle regioni di non perdere i finanziamenti concessi per l'adeguamento dell'edilizia scolastica, in virtù del contenzioso in atto sulla ripartizione delle risorse. Per superare l’impasse legale viene prorogato il termine di affidamento dei lavori per la messa in sicurezza delle scuole, con particolare riferimento alla bonifica di quegli edifici dove è stata riscontrata presenza di amianto.
  Desidero comunque concludere, preannunciando il voto favorevole del gruppo Per l'Italia, con una citazione – consentitemelo – di Samuel Beckett, che è anche un auspicio. Samuel Beckett si chiedeva: «Deve pur esserci un'ultima volta anche per le ultime volte» e con questo desideriamo invitare il Governo che verrà ad aggiungere questa ulteriore tessera nel disegno riformatore necessario a modernizzare non solo la nostra pubblica amministrazione ma anche il modo di legiferare di questo Parlamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, preannunzio il voto contrario del gruppo della Lega Nord sulla conversione del presento decreto sostanzialmente per un motivo principale. Noi siamo più che contenti che sia stato utilizzato in questo frangente un metodo di lavoro da parte della maggioranza inedito, ossia quello di mettersi al tavolo con l'opposizione per valutare insieme nel merito gli emendamenti; e avete visto che, quando la maggioranza agisce così, poi l'opposizione si comporta in modo anche responsabile e auspico, pertanto, che la nuova maggioranza che verrà faccia tesoro di ciò che è avvenuto oggi per le prossime volte.
  Preannunzio comunque voto contrario, anche se sono stati approvati alcuni emendamenti per noi importantissimi: cito tra tutti quello che prevede che i 35 milioni di euro del Fondo per gli esodati, che dovevano essere destinati al finanziamento della social card, rimangano invece su quel fondo importantissimo, destinato a risolvere parzialmente i problemi di questa categoria, che noi tutti diciamo di voler tutelare e che speriamo, sempre con il nuovo Governo, si riesca una volta per tutte ad «eliminare»; non fisicamente, anche se ciò può accadere se si va avanti così, ma come categoria. Mi riferisco anche ad altri emendamenti importanti che pongono ad esempio la fine della gestione commissariale che, obiettivamente, non ha ormai più ragione di tempo; certo ce ne erano altri che, magari con più coraggio da parte della maggioranza, qualora fossero stati accolti, avrebbero sicuramente portato il nostro gruppo a votare favorevolmente. Quindi, siamo contenti di questo nuovo modo di agire, annuncio però che altri emendamenti per noi importanti non sono stati approvati e per questo la Lega voterà contro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piso. Ne ha facoltà.

  VINCENZO PISO. Signor Presidente, preannunzio il voto favorevole del Nuovo Centrodestra con riferimento alla conversione del provvedimento in discussione e le chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, preannunzio il voto contrario di Sinistra ecologia e libertà sulla conversione di questo provvedimento, perché lo abbiamo detto nel lungo dibattito in Commissione. Ovviamente segnalo positivamente il fatto che, pur se si era venuti alla Camera, blindando un testo trasmesso dal Senato, siamo riusciti a mitigare quel testo. Chiaramente restano tutte le storture di un decreto omnibus come il milleproroghe. SEL saluta positivamente il fatto che, quanto meno, c’è la proroga degli sfratti, una proroga per noi fondamentale in un giorno in cui si certifica che 5 milioni di italiani non riescono neanche ad avere i soldi per curarsi; almeno il Parlamento dà un segnale, non lo dà completo, perché noi ritenevamo che, anche per gli sfratti dovuti a morosità incolpevole, per quelle persone che magari vanno in cassa integrazione e non riescono più a pagare l'affitto, si doveva fare qualcosa in più. Però, credo che già il fatto che, approvando questo decreto-legge, alcune persone che rischiavano di perdere anche la casa e di andare magari a vivere sotto i ponti sanno che, fino al 31 dicembre 2014, c’è la proroga degli sfratti, credo che possa essere un segnale positivo. Ci auguriamo che finisca questa brutta pagina dei decreti omnibus che costringe il Parlamento e tutti i parlamentari a tramutarsi poco più che in pigiabottoni e ci auguriamo che finalmente il Parlamento della Repubblica torni ad essere quel luogo dove si decide l'attività legislativa del Paese e non dove si prende atto delle decisioni degli altri. Quindi, ribadisco il voto contrario di Sinistra Ecologia Libertà sulla conversione di questo provvedimento e lascio la parola ai colleghi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, Forza Italia preannunzia il voto contrario. Riteniamo che il lavoro che è stato fatto in Commissione non sia sufficiente a superare tutte le criticità che sono state espresse durante gli interventi da parte del gruppo di Forza Italia, nella discussione sulle linee generale e pertanto il nostro voto sarà, in maniera ferma, contrario (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, colleghi, vorrei rivolgermi, all'inizio del mio intervento al Presidente del Consiglio dimissionario.
  Presidente Letta, forse quanto starò per dire le potrà sembrare curioso, ma le devo delle scuse. Nel mio intervento sulla pregiudiziale di costituzionalità presentata dal nostro gruppo per tentare di bloccare questo decreto-legge avevo detto: «Le mille proroghe che avete avuto si sono consumate ad una ad una. Godetevi l'ultima proroga perché, anche se non ve ne siete accorti, la sabbia che scorre nella clessidra, oggi, non è più quella del Paese, ma la vostra». Ebbene, a quanto pare, sembra davvero che io, come si suol dire, sia stata profetica. Quella frase, in realtà, era riferita al sistema dei partiti, che vive oggi uno dei tanti momenti della sua eterna crisi, dipendente dall'incapacità di rappresentare il Paese. Ma non si preoccupi: anche se si sente trattato ingiustamente, le garantisco che lei è soltanto il primo. Uno ad uno andrete tutti a casa !« (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La necessità è un male, ma non vi è nessuna necessità di vivere nella necessità: questo diceva Epicuro circa 300 anni prima della nascita di Cristo, un periodo che sicuramente non ci immaginiamo cadenzato dai ritmi pressanti della vita moderna. Chissà cosa avrebbe detto il povero Epicuro, affacciandosi oggi da quelle tribune. Già, perché quest'Aula – penso lo si possa ammettere serenamente – è invece abituata, direi quasi assuefatta, Pag. 30alle necessità e alle urgenze. D'altra parte, come scriveva Norberto Bobbio, in Italia: »non solo il provvisorio è il solo permanente ma anche il superfluo è il solo necessario”. Oggi, però, la necessità e l'urgenza di trovarci a votare questo milleproroghe in fretta e furia è aumentata esponenzialmente. La ragione ? Beh, la nomina del nuovo Esecutivo, con i suoi tempi, metterebbe a rischio ben otto decreti-legge. Tutti atti necessari e urgenti, naturalmente. Necessari e urgenti, ma non tanto da superare la necessità e l'urgenza di questo cambio di Esecutivo in corsa. Ricordatemelo, per favore, per quale motivo si sta cambiando il Governo ? Ah già, perché è cambiato il segretario del PD. Più che logico, allora. Questo partito, come un Saturno moderno, ingoia tutti i suoi leader. E, come se non bastasse, ogni mutamento interno a questo partito, dovrebbe riverberarsi direttamente sulle istituzioni, in una moderna riedizione del manuale Cencelli. Ditemi, colleghi, quale sarebbe la differenza con la Democrazia Cristiana della prima Repubblica, se il Partito Democratico, oltre ad averne assorbito molti leader, ne ripropone persino le strutture e i metodi stessi di gestione del potere ?
  Ernesto Galli della Loggia, che certamente non può essere annoverato tra le schiere di sovversivi del MoVimento 5 Stelle, sul Corriere della Sera di qualche giorno fa commentava la sconcertante agilità con cui in Italia si deroga ormai ai riti della democrazia rappresentativa. È vero che ormai le elezioni sono decisamente demodè dato che, dopo settant'anni di Repubblica, quest'inutile orpello è per molti qui dentro decisamente superato.
  Fino a poche ore fa, ritenevamo che quest'anno fossero già cambiate troppe cose, perché anche il Governo e i Ministri potessero mutare senza soluzione di continuità costituzionale. Eppure, la maggioranza è retta da un partito che neanche esisteva quando gli italiani scelsero questo Parlamento. Ed è saltato fuori addirittura – per chi se ne fosse dimenticato è anche bene ricordarlo – che la legge elettorale che ha portato in quest'Aula l'attuale maggioranza, oltre che, indirettamente, lo stesso Presidente della Repubblica, era per larga parte incostituzionale. Ma certo era una convinzione errata, perché la democrazia in Italia la scrive la maggioranza e, oggi, la maggioranza ha deciso di trincerarsi qua dentro fino al 2018 fregandosene altamente di procedure e Costituzione, sia essa formale o materiale.
  Perdonateci, noi del MoVimento 5 Stelle siamo in Parlamento da ormai un anno e certe logiche continuano ancora a stupirci. Pensate che ingenuità, questi grillini ! Ebbene, siamo costretti a questo estenuante tour de force, perché Renzi, dopo due mesi dalle primarie, ha deciso che era giunto il momento di cambiare passo. E per questo motivo ha subito impresso il suo nuovo passo alla politica italiana. Certo, guardando alla parola d'ordine che campeggia sulla sua pagina Facebook, che, se non erro, è un «Vincere !» bello in evidenza, speriamo che questo non debba rappresentare, nelle intenzioni del segretario del PD, il passo dell'oca. Vero è che, almeno in questo momento, il cambio di passo costringe il Parlamento, come se ce ne fosse bisogno, a velocizzare ancor di più i ritmi per l'approvazione dei decreti-legge in sospeso.
  Ma veniamo a questo «milleproroghe». Perché siamo contro questo provvedimento ? Beh, per una serie di ottime ragioni. Anzitutto, per il concetto stesso di «milleproroghe». Esso istituzionalizza il vizio italiano dell'eterno rinvio, il susseguirsi di rimandi e inefficienze, nelle cui pieghe si insinuano le solite schifezze che, da quasi settant'anni, il sistema dei partiti continua a regalare agli italiani. Si tratta di un coacervo di provvedimenti che si dilatano del tempo, senza coerenza e sistematicità. Se quest'Aula si ostina ad approvare leggi che riportano precise scadenze, forse ci si dovrebbe interrogare: o la qualità della legislazione è tanto carente da non riuscire a identificare con precisione i tempi entro i quali dovrebbero esplicarsi le azioni del Governo e dell'amministrazione o sono il Governo e l'amministrazione ad essere inefficienti, inefficaci e antieconomici.Pag. 31
  Ancora: ci contrapponiamo a questo provvedimento perché è l'ennesimo decreto-legge, il solito abuso a cui – avverto anche il prossimo Presidente del Consiglio, visto che ci siamo – noi del Movimento 5 Stelle non intendiamo abituarci. Sulla sistematica violazione dei principi di necessità e urgenza già tanto si è detto. Lasciatemi solo aggiungere che trovo scandaloso che questa tipologia di decreto venga utilizzato anche per quei provvedimenti che sono entrati – ahimè – nella prassi istituzionale e che vengono presentati con la stessa ritmica precisione di un orologio svizzero. Già sappiamo che il prossimo dicembre verrà presentato un decreto «milleproroghe», così come verrà presentato nel 2015. Quindi, o io continuo a trovare conferma alle mie doti profetiche o se ne deduce che il decreto «milleproroghe» non è un provvedimento che nasce da eventi del tutto imprevedibili.
  Altra ragione per la quale diciamo no a questo «milleproroghe», nonostante gli emendamenti accolti, è che non possiamo dimenticare che per noi del Movimento 5 Stelle è stato possibile intervenire sul testo – e ciò è paradossale – solo affinché permettessimo di approvarlo in fretta e furia nel processo di cambio di manovratore. Non significa, forse, che le proposte del MoVimento 5 stelle non sono poi così inaccettabili ? Oppure ogni cosa diventa meno importante quando si tratta di spartire le poltrone ?
  Fino ad ora ho parlato più che altro di motivazioni di metodo. Ma la ragione per la quale noi diciamo no a questo «milleproroghe» è più significativa e riguarda i contenuti. Ebbene, questo provvedimento porta con sé il vuoto pneumatico di cui voi siete portatori. Nel calderone di rinvii, rimandi e piccoli favori agli amici e agli amici degli amici, non c’è una misura – neppure una – che dia il senso della comprensione della crisi profonda in cui state facendo precipitare questo Paese con la vostra incapacità di capirlo. Già, perché mentre voi siete impegnati nelle vostre congiure di palazzo da corte bizantina, fuori da queste mura si sta consumando la più grande deriva che l'Italia abbia mai dovuto sopportare. E non sto parlando solo di economia. La nazione sta morendo. La corruzione dilaga, le tasse soffocano il tessuto produttivo, la burocrazia toglie lentamente energia e dinamismo. I cittadini onesti vengono sopraffatti dai disonesti, mentre i giovani che possono emigrano.
  E come per Dante, se per risalire la via del Purgatorio, occorre attaccarsi anche al pelo di Lucifero, ben venga anche Renzi: «Salimmo sù, el primo e io secondo, tanto ch'i’ vidi de le cose belle che porta ’l ciel, per un pertugio tondo. E quindi uscimmo a riveder le stelle» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non essendoci altri interventi per dichiarazioni di voto finale... Scusate, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Non me l'hanno annotato dopo il cambio di Presidenza. Prego, ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, nessun problema. Sarò brevissimo, noi esprimeremo un voto favorevole su questo provvedimento. Convengo con chi mi ha preceduto circa la difficile accettazione, per chi fa il lavoro di parlamentare con serietà, come molti qua dentro di molti gruppi fanno, sia in generale del principio della reiterazione della decretazione d'urgenza, sia dell'idea stessa del decreto cosiddetto milleproroghe.
  Pur tuttavia suggerisco, signor Presidente, alla collega Dieni che mi ha preceduto, di verificare che non tutte le situazioni della decretazione d'urgenza sono analoghe e qui, come la collega Dieni sa bene per aver proposto insieme al gruppo del MoVimento 5 Stelle degli emendamenti che sono poi stati approvati, esistevano necessità vere, reali di correggere rischi di proroghe, di scadenze di proroghe per problemi seri della cittadinanza.
  Mi fermo qui, voglio essere molto rapido, solo per dire che abbiamo dimostrato, tutti insieme, in questa occasione, che forze politiche con linee politiche diverse possono, se lo decidono, rinunciando Pag. 32ognuno a qualche parte del proprio proposito e mediando insieme alle altre forze politiche su elementi significativi, approvare anche rapidamente provvedimenti di legge che abbiano in sé necessità urgenti. Alcune sono state citate prima dai colleghi che mi hanno preceduto, penso alla proroga degli sfratti, penso al fatto che abbiamo evitato di trarre ulteriore denaro dal Fondo per gli esodati, penso ai molti emendamenti approvati proposti dall'opposizione. Questo è un buon metodo.
  Resta certamente il fatto che mi auguro che il Governo che verrà vorrà utilizzare al minimo possibile la decretazione d'urgenza, lasciando che il Parlamento – che in questa occasione lo ha dimostrato come in altre – possa esercitare primariamente la propria funzione legislativa.
  Annuncio quindi, conclusivamente, il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico a questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 2027)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2027)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione già approvato dal Senato n. 2027, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abrignani, Romele, Sorial, Toninelli, Paolucci, Blazina...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 1214 – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative» (Approvato dal Senato) (2027):

   Presenti e votanti  328   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato  216    
    Hanno votato no  112    
  Sono in missione 53.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 20,45).

  TIZIANO ARLOTTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TIZIANO ARLOTTI. Signor Presidente, il 14 febbraio 2004, nel giorno di San Valentino, moriva...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Scusi, deputato Arlotti: se lasciate l'Aula, fatelo in silenzio, per rispetto di chi sta parlando.

  TIZIANO ARLOTTI. ...moriva a Rimini un grande campione del ciclismo, Marco Pantani. Sono passati dieci anni dal quel tragico epilogo, e in questo tempo Marco Pantani è diventato sempre più leggenda: un campione sempre più amato, tanto che ancora oggi è continuo il pellegrinaggio nella sua tomba, nel cimitero di Cesenatico.
  Pantani, come lo ha definito Felice Gimondi, «era un campione che seppe riaccendere la passione per il ciclismo e infiammare i cuori della gente». Non a Pag. 33caso è considerato uno dei più forti scalatori di tutti i tempi, con Bartali, Gaul, Bahamontes.
  Pantani, col suo modo di correre faceva venire i brividi, quando lo aspettavi era sempre pronto. Sapeva parlare alla bicicletta, aggrediva le montagne – lui, nato in riva al mare di Romagna – come un indomito guerriero di altri tempi. Ha insegnato a tutti che per un uomo la passione, il sacrificio sono fondamentali non solo nello sport, ma anche nella vita. Sapeva donare emozioni, ma soprattutto gettava il cuore oltre l'ostacolo perché era straordinariamente generoso, spontaneo, istintivo: insomma, un romagnolo.
  Per chi ama il ciclismo è difficile dimenticare quello che Marco ha saputo fare. Basti ricordare la tappa del Giro d'Italia di Oropa dove, dopo un incidente meccanico, ripartì spianando letteralmente la salita: nella furiosa ascesa superò ben 49 corridori, trionfando per distacco, alla sua maniera.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  TIZIANO ARLOTTI. Vado alla conclusione.
  Oppure come dimenticarlo nel Tour de France vinto nel 1998, quando, a 50 chilometri dall'arrivo, attacca con pioggia e vento flagellanti sulla mitica salita del Galibier e rifila 9 minuti di distacco al tedesco Ullrich; ma anche i trionfi del 1995 e 1997 all'Alpe d'Huez.
  Rimasto nei cuori degli appassionati come «il pirata», Pantani è a tutt'oggi l'ultimo italiano ad avere vinto il Tour de France (nel 1998, 33 anni dopo Felice Gimondi); e l'ultimo ciclista in assoluto – dopo Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche e Miguel Indurain – ad aver vinto Giro d'Italia e Tour de France nello stesso anno.
  Ma Pantani, così come era forte e imbattibile sulle salite, era anche fragile, insicuro, orgoglioso. Dopo l'espulsione dal Giro d'Italia del 1999, che stava vincendo, avrebbe potuto presentarsi il mese dopo, non avendo alcuna squalifica – si badi bene –, al Tour de France. Non ci andò perché visse quella esclusione come una gravissima ingiustizia, un violento affronto.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  TIZIANO ARLOTTI. Concludo. Da lì il declino, i tentativi di risalire in bicicletta, gli ultimi sprazzi alle Cascate del Toce, che ci ha donato.
  Marco Pantani muore la sera del 14 febbraio, solo, in una stanza di albergo a Rimini.
  Jim Morrison diceva che l'eroe non è colui che non cade mai, ma colui che una volta caduto, trova il coraggio di rialzarsi. Marco Pantani si è sempre rialzato dalle sventure, come faceva quando rilanciava i suoi micidiali attacchi in salita: ma quella sera, in quella fredda stanza, il fardello era insopportabilmente pesante (Applausi).

  MONICA GREGORI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MONICA GREGORI. Signor Presidente, in quest'Aula vengono fatte commemorazioni a molte persone note: io ne voglio fare una ad una persona non nota qui dentro, ma conosciuta nella mia piccola comunità, Cineto Romano, un paese in provincia di Roma, nell'alta valle dell'Aniene. Voglio ricordare il compagno Franco De Petris, scomparso il 12 febbraio scorso: un militante che ha vissuto, partecipato e contribuito a tutte le fasi storiche della sinistra italiana, dal PCI ad oggi, dentro la sezione – non circolo, ma sezione, come lui amava continuare a chiamarla – di Cineto.
  Eletto consigliere comunale nella lista del PCI del 1990, ha sempre agito per il bene del paese, con la sua competenza, serietà ed onestà. Un vero militante: mai un anno senza la tessera del partito in tasca, anche quando esso attraversava momenti complessi e prendeva decisioni difficili da comprendere. La sezione del PD Pag. 34di Cineto non sarà più la stessa senza di lui, le feste di partito non saranno più le stesse.
  Nelle ultime settimane, durante i nostri discorsi, mi esprimeva l'indignazione per quanto accadeva dentro e fuori da questa Aula, per gli attacchi alle istituzioni. Per questo motivo, a nome di Franco, anche se oggi non c’è più, esprimo solidarietà e vicinanza al nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla Presidente della Camera, Laura Boldrini, e a tutte le donne del Partito Democratico.
  Vede, Presidente, quando le colonne portanti se ne vanno, ti manca la terra sotto i piedi, ma poi quello che ti lasciano persone come Franco, gli insegnamenti dentro la sezione, sin dai tempi dell'adolescenza, ti danno più forza e coraggio per andare avanti e difendere le istituzioni, i partiti, il tuo partito.
  Suo figlio Luciano ha scritto su Facebook: «Grazie a tutti, ma è veramente difficile», e dico a lui di vivere sulla strada che suo padre gli ha insegnato ed esprimo la mia vicinanza e quella di tutto il gruppo parlamentare del Partito Democratico a lui e a sua madre, Licia.
  Ciao compagno, grazie per ciò che mi ha insegnato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PAOLO BERNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Signor Presidente, sabato 15 febbraio per le vie di Ferrara, con lo slogan «Via la divisa», migliaia di persone hanno manifestato per chiedere che ai 4 poliziotti che il 25 settembre 2005 hanno tolto la vita a Federico Aldrovandi, un ragazzo che ora avrebbe la mia età, 26 anni, sia impedito di continuare a lavorare per lo Stato italiano, dato che, come disse l'allora Ministro dell'interno, Cancellieri, queste persone hanno disonorato la divisa. La manifestazione si è conclusa davanti alla Prefettura di Ferrara, dove la madre di Federico, Patrizia Moretti, ha consegnato al prefetto un documento da recapitare al Governo, dove si richiede giustizia per le famiglie delle vittime delle Forze dell'ordine.
  Le Forze dell'ordine, come noi parlamentari, sono servitori dello Stato e i cittadini italiani sono i nostri datori di lavoro, che ogni mese ci pagano lo stipendio, non è possibile che le persone che compiono un omicidio colposo, depistano le indagini, insultano i famigliari e non mostrano segni di pentimento continuino a lavorare all'interno delle istituzioni, perché per colpa di pochi si infanga un settore in cui la stragrande maggioranza delle persone porta avanti il proprio lavoro con impegno e onestà.
  Il paradosso è che se un cittadino qualunque commette un reato minore, come ad esempio la detenzione di un modesto quantitativo di cannabis, gli sarà impedito a vita di poter lavorare per il settore pubblico dello Stato italiano.
  La fiducia nelle Forze dell'ordine non può essere offuscata da singoli comportamenti o soggetti, ne va della sua credibilità, e questo è un patrimonio che non possiamo mettere a rischio. Il MoVimento 5 Stelle ha fatto la sua parte con un question time in Commissione, portando alla luce il tipo di incarico ricoperto attualmente dai suddetti poliziotti e chiedendo un accesso agli atti a cui non è ancora arrivata risposta.
  Chiedo al Governo che si faccia carico di questa problematica e che faccia giustizia per queste famiglie.

  GIULIA NARDUOLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIULIA NARDUOLO. Signor Presidente, solamente per chiedere un sollecito ad una interrogazione a risposta scritta che ho presentato in data 11 dicembre, la n. 4-02918, indirizzata al Ministro della salute e al Ministro dell'ambiente. Questo perché già la settimana scorsa ho avuto modo di rendere edotta l'Aula rispetto agli eventi alluvionali del Veneto, e questa interrogazione verte in particolare sui livelli Pag. 35di inquinamento delle sostanze perfluoroalchiliche del fiume Fratta, che è uno dei fiumi che ha contribuito ad allagare una vastissima parte della campagna veneta, in particolare basso-padovana. Se questi livelli di inquinamento fossero confermati chiaramente l'attenzione e la preoccupazione di molti sindaci, che ho incontrato anche in questi giorni, sarebbe molto alta e le persone interessate sono tantissime. Anche perché si parla di alcuni progetti per cercare di deviare le acque ed evitare che altri eventi alluvionali possano accadere. Quindi, anche su sollecitazione dei cittadini e degli amministratori, sono a richiedere cortesemente una risposta a questa interrogazione.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Se non ci sono altri interventi, sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 20,55, è ripresa alle 21,05.

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, l'esame del disegno di legge n. 2096 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149, recante abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore (approvato dal Senato) (scadenza: 26 febbraio 2014) avrà luogo mercoledì 19 febbraio, dalle ore 11, con votazioni non prima delle ore 15.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Mercoledì 19 febbraio 2014, alle 11:

  Discussione del disegno di legge (con votazioni a partire dalle ore 15):
   S. 1213 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149, recante abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore (Approvato dal Senato) (C. 2096).

  La seduta termina alle 21,10.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO VINCENZO PISO SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 2027

  VINCENZO PISO. Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, il gruppo del Nuovo-centrodestra esprime il proprio voto favorevole sul decreto-legge che prevede la proroga dei termini previsti da disposizioni legislative.
  Il provvedimento in esame, infatti, prevede disposizioni che ricomprendono tutta una serie di necessità operative non solo della pubblica amministrazione, ma anche di diverse categorie di cittadini e imprese.
  L'atto in questione è stato emanato secondo una prassi ormai costante che, a partire dal 2005, si ripete ormai da molte legislature con cadenza annuale. Una consuetudine che non ci entusiasma, dobbiamo sottolinearlo, ma alla quale nella circostanza attuale non possiamo sottrarci per evidenti motivi.
  Il provvedimento, in effetti, interviene su diverse materie: riguarda, infatti, una serie di proroghe di termini relativi ad assunzioni, organizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni, giustizia, professioni regolamentate e procedure di competenza del Ministero dell'interno. Altre disposizioni contengono proroghe di termini in materia di infrastrutture e trasporti, in materia di politiche Pag. 36agricole, alimentari e forestali, dell'istruzione, dell'università e della ricerca, della salute, del lavoro e politiche sociali, in materia ambientale e di beni culturali del turismo e delle comunicazioni e dei servizi pubblici locali.
  In particolare, tra le varie disposizioni, segnaliamo la proroga del termine al 31 dicembre 2014 delle procedure di assunzione di personale a tempo indeterminato in specifiche amministrazioni pubbliche, le autorizzazioni alle assunzioni per l'anno 2013 adottate per il comparto sicurezza-difesa e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in deroga al turnover previsto dalla legislazione vigente. Va infatti potenziato l'organico dei comparti sopra citati in funzione dell'importanza che essi hanno per la tutela e la sicurezza dei cittadini: e, dunque, sarebbe grave non ottemperare a tali obblighi.
  Inoltre, un ulteriore aspetto che va evidenziato anche in sede di dichiarazione di voto, in aggiunta a quanto avvenuto già in discussione generale, è quello che proroga al 30 giugno 2014 il termine per l'adozione del DPCM con il quale ridefinire, per il triennio 2014-2016, la disciplina per l'individuazione della misura delle assunzioni di personale a tempo indeterminato e del conferimento di contratti di ricerca a tempo determinato nelle università.
  La norma assume particolare valore al fine di incentivare la ricerca che troppo spesso, nel nostro Paese, è stata dimenticata.
  I ricercatori vanno tutelati; troppo spesso sono stati lasciati in balia del precariato e dall'assenza di prospettive.
  La ricerca nel nostro Paese deve essere incrementata perché costituisce una base fondamentale per assicurare sviluppo e competitività delle nostre imprese e quindi opportunità per il Sistema Italia.
  In ambito contabile, importanti risultano due passaggi contenuti nella legge di conversione del decreto legge alla nostra attenzione. Parliamo, innanzitutto, del differimento di termine anche negli esercizi finanziari 2014 e 2015, ovvero la facoltà per le Amministrazioni centrali di effettuare rimodulazioni delle dotazioni finanziarie tra le missioni di spesa di ciascuno stato di previsione, con riferimento alle spese rimodulabili di bilancio.
  In pratica si consente di adattare, regolare nuovamente le risorse disponibili tra le missioni di spesa.
  In materia contabile si interviene anche con la proroga all'anno 2014 della norma contenuta nell'articolo 6, comma 14, del decreto-legge n. 95 del 2012 che autorizza ad effettuare variazioni compensative di sola cassa, con decreto del Ministro competente, da comunicare al Parlamento ed alla Corte dei Conti, in ciascuno stato di previsione della spesa, tra capitoli, in modo da poter bilanciare eventuali differenze, fatta eccezione per i pagamenti effettuati mediante l'emissione di ruoli di spesa fissa.
  Non dimentichiamo, inoltre, la proroga dei termini in materia di giustizia e professioni regolamentate.
  Si differisce, infatti, il mandato dei giudici onorari e dei vice-procuratori onorari, anche se in scadenza entro il 31 dicembre 2014 e il mandato dei giudici di pace.
  Si tratta di misure fondamentali volte a contribuire a garantire l'efficienza ed efficacia del sistema giustizia.
  In ultimo, ma sicuramente non in ordine di importanza, la legge di conversione al nostro esame, tocca un argomento assolutamente urgente e si rivolge a quanti tra i nostri concittadini hanno vissuto e stanno vivendo conseguenze drammatiche a seguito del verificarsi di eventi sismici ed alluvionali di portata eccezionale. La disposizione, in realtà, proroga al 31 dicembre 2014 alcuni termini riguardanti i territori delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, colpiti dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012.
  Viene, pertanto, posticipata di un anno la data di entrata in esercizio degli impianti alimentati da fonti rinnovabili al fine di accedere alle incentivazioni e si posticipa di un anno l'applicazione in via sperimentale della disciplina delle zone «burocrazia zero».
  Un atto necessario e significativo nei confronti di chi, già alle prese con una feroce crisi economica, ha dovuto aggiungere Pag. 37ai propri disagi ed alle proprie difficoltà finanziarie quotidiane, i danni provocati da eventi naturali.
  Gli esempi che abbiamo illustrato sono solo una parte di quelli contenuti nel provvedimento in esame: ma spiegano in termini sufficientemente chiari a quali necessità esso risponda. E spiegano anche quali sono le motivazioni stesse per le quali il Nuovo Centrodestra assicura il proprio voto favorevole alla legge di conversione, con modificazioni, del decreto legge 30 dicembre 2013, n. 150 recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2027 – em. 1.109 366 299 67 150 60 239 57 Resp.
2 Nom. em. 1.12 370 301 69 151 60 241 56 Resp.
3 Nom. em. 1.129 375 375 188 132 243 54 Resp.
4 Nom. em. 1.27 377 377 189 376 1 54 Appr.
5 Nom. em. 1.229 379 379 190 376 3 54 Appr.
6 Nom. em. 1.30 378 376 2 189 376 54 Appr.
7 Nom. em. 1.33 380 380 191 139 241 54 Resp.
8 Nom. em. 1.41 383 383 192 121 262 54 Resp.
9 Nom. em. 1.44 384 313 71 157 50 263 54 Resp.
10 Nom. em. 1.47, 1.200 383 383 192 383 54 Appr.
11 Nom. em. 2.2 387 387 194 387 54 Appr.
12 Nom. em. 2.7, 2.8 387 387 194 387 54 Appr.
13 Nom. em. 2.12 381 380 1 191 140 240 54 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.126 378 377 1 189 135 242 55 Resp.
15 Nom. em. 2-bis.100 385 385 193 140 245 55 Resp.
16 Nom. em. 2-bis.101 390 390 196 141 249 55 Resp.
17 Nom. em. 3.16, 3.107 386 386 194 378 8 55 Appr.
18 Nom. em. 3-bis.1 391 378 13 190 137 241 55 Resp.
19 Nom. em. 4.32 390 378 12 190 129 249 55 Resp.
20 Nom. em. 4.105 386 386 194 384 2 55 Appr.
21 Nom. em. 4.17, 4.31 383 368 15 185 364 4 55 Appr.
22 Nom. em. 4.13 384 311 73 156 310 1 55 Appr.
23 Nom. em. 4.111 386 386 194 141 245 54 Resp.
24 Nom. em. 4.114 391 315 76 158 47 268 54 Resp.
25 Nom. em. 4.29 392 392 197 128 264 54 Resp.
26 Nom. sub. 0.4.12.1 391 363 28 182 349 14 54 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 4.12 392 391 1 196 378 13 54 Appr.
28 Nom. em. 4.8 390 390 196 107 283 54 Resp.
29 Nom. em. 4-bis.1, 4-bis.3 396 394 2 198 388 6 52 Appr.
30 Nom. em. 5.2 398 398 200 87 311 52 Resp.
31 Nom. em. 6.1 401 399 2 200 139 260 53 Resp.
32 Nom. em. 7.2, 7.3 400 400 201 397 3 52 Appr.
33 Nom. em. 8.100 399 306 93 154 49 257 52 Resp.
34 Nom. em. 8.104 404 403 1 202 143 260 51 Resp.
35 Nom. em. 9.55, 9.51 404 402 2 202 400 2 51 Appr.
36 Nom. em. 9.33, 9.50, 9.54 404 404 203 391 13 51 Appr.
37 Nom. em. 9.136 402 386 16 194 131 255 51 Resp.
38 Nom. em. 9.141, 9.107 399 374 25 188 374 51 Appr.
39 Nom. em. 10.106 397 322 75 162 54 268 51 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 42)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 10.15 rif. 397 307 90 154 298 9 52 Appr.
41 Nom. em. 9.500 rif. 377 363 14 182 363 53 Appr.
42 Nom. Ddl 2027 – voto finale 328 328 165 216 112 53 Appr.