Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 164 di venerdì 31 gennaio 2014

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 9,40.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Schullian è in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio delle dimissioni di un Ministro e del conferimento ad interim del medesimo incarico al Presidente del Consiglio dei ministri.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha inviato, in data 30 gennaio 2014, la seguente lettera: «Onorevole Presidente, La informo che il Presidente della Repubblica, con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta, ha accettato le dimissioni rassegnate dall'onorevole avvocato Nunzia De Girolamo dalla carica di Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Con il medesimo decreto il Presidente della Repubblica mi ha conferito l'incarico di reggere ad interim il predetto Dicastero. Enrico Letta».

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,44).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: D'iniziativa popolare; Cirielli; Pisicchio; Bersani ed altri; Francesco Saverio Romano; Migliore ed altri; Lenzi; Zampa e Marzano; Zampa e Ghizzoni; Martella; Francesco Sanna; Bobba ed altri; Giachetti ed altri; Giorgia Meloni ed altri; Rigoni ed altri; Rigoni ed altri; Nicoletti ed altri; Martella ed altri; Vargiu; Burtone ed altri; Balduzzi ed altri; Vargiu; Toninelli ed altri; Zaccagnini ed altri; Valiante ed altri; Lauricella; Michele Bordo; Marco Meloni ed altri: Disposizioni in materia di elezione della Camera Pag. 2dei deputati e del Senato della Repubblica (A.C. 3-35-182-358-551-632-718-746-747-749-876-894-932-998-1025-1026-1116-1143-1401-1452-1453-1514-1657-1794-1914-1946-1947-1977-A) (ore 9,45).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge, d'iniziativa popolare; Cirielli; Pisicchio; Bersani ed altri; Francesco Saverio Romano; Migliore ed altri; Lenzi; Zampa e Marzano; Zampa e Ghizzoni; Martella; Francesco Sanna; Bobba ed altri; Giachetti ed altri; Giorgia Meloni ed altri; Rigoni ed altri; Rigoni ed altri; Nicoletti ed altri; Martella ed altri; Vargiu; Burtone ed altri; Balduzzi ed altri; Vargiu; Toninelli ed altri; Zaccagnini ed altri; Valiante ed altri; Lauricella; Michele Bordo; Marco Meloni ed altri: Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, io le porto a nome del gruppo della Lega Nord la necessità che le votazioni per il mandato al relatore avvengano in modo regolare.
  Lei Presidente, in qualità di garante di tutti deputati, ha l'obbligo di garantire a tutti i deputati di poter svolgere appieno la loro funzione e il loro mandato popolare ricevuto stando seduti qui in questa Aula. Come sa meglio di me, a molti commissari della I Commissione è stato impedito e sono stati impossibilitati di esercitare ieri la loro funzione, quindi la invito per rispettare la regolarità delle procedure e il pieno rispetto dei lavori di questa Aula, a far ripetere o meglio far fare realmente il voto per il mandato al relatore altrimenti, in alternativa, io le chiedo una sospensione dei lavori dell'Aula affinché il nostro gruppo possa riunirsi e decidere cosa fare in questa situazione che, a nostro avviso, è assolutamente fuori da ogni tipo di regola parlamentare.

  GIORGIA MELONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIORGIA MELONI. Signor Presidente, prendo la parola per sostenere l'intervento del collega Fedriga, perché come saprà anche al rappresentante di Fratelli d'Italia è stato impedito ieri di partecipare al voto per il mandato al relatore, su questione che non è esattamente secondaria e con dei tempi con i quali la Commissione affari costituzionali ha lavorato sulla proposta di modifica della legge elettorale, un tantino bizzarri. Allora anche noi chiediamo che si possa procedere anche in tempi celeri però ad una ripetizione del voto per il mandato al relatore in Commissione affari costituzionali, e che stavolta possano partecipare tutti i gruppi, così come si conviene dai diritti dei parlamentari e dei gruppi parlamentari.

  FEDERICO D'INCÀ. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FEDERICO D'INCÀ. Signor Presidente, intervengo solo per appoggiare la proposta del deputato Fedriga per richiedere appunto la votazione del mandato al relatore.

  GENNARO MIGLIORE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, anche noi ci associamo alla richiesta dell'onorevole Fedriga, ricordando che alcuni di noi non sono potuti entrare proprio per il blocco che è stato posto all'ingresso di quella Commissione da parte di alcuni deputati del MoVimento 5 Stelle.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, come abbiamo già avuto modo di segnalare anche ieri, noi riteniamo che invece bisogna andare avanti: non ci sono motivi per ripetere una votazione che è stata regolare, così come certificato dal presidente della Commissione, e quindi la invitiamo a procedere con la votazione delle pregiudiziali.

  PRESIDENTE. Ieri abbiamo già parlato di questo, quindi se ci sono proposte di rinvio fatemi pervenire questa proposta. Poi l'Aula è sovrana: mettiamo ai voti la proposta.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, scusi se reintervengo...

  PRESIDENTE. Lei ha chiesto una sospensione ?

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Se non ci desse questa possibilità... Ma mi scusi se intervengo: questo non è un rinvio in Commissione, è ripetere una votazione. Le spiego perché. Le faccio un altro caso, Presidente: se la maggioranza domani decidesse di mettere i deputati davanti all'aula della Commissione, e impedisse all'opposizione di entrare, lei non potrebbe fare rivotare la maggioranza in Aula se bisogna tornare o no in Commissione. È lei la garante anche dell'opposizione: non sono i numeri che decidono le regole, ma è la Presidenza della Camera che le deve garantire (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ! Non può chiedere alla maggioranza di fare le regole a suo uso e consumo, Presidente ! È lei che ha questa funzione !

  PRESIDENTE. In Commissione è il presidente che è responsabile. Il presidente Sisto non lo vedo, c’è la vicepresidente. Ieri il presidente Sisto ha già riferito in merito a come si sono svolti i lavori in aula: se la vicepresidente oggi vuole di nuovo ribadire la posizione della presidenza della Commissione...

  ROBERTA AGOSTINI, Vicepresidente della I Commissione. Signor Presidente, semplicemente mi rifaccio a quello che ha già dichiarato il presidente Sisto nella seduta di ieri. Il presidente sta arrivando; comunque fanno fede le cose che ha detto ieri.

  PRESIDENTE. Quindi questo noi lo abbiamo già affrontato ieri: il presidente Sisto ieri ha dato la sua versione dei fatti, io devo attenermi alla versione del presidente. Dunque, a questo punto, se c’è una richiesta di sospensione, la mettiamo..., per quanto tempo, poi: sospensione non mi è stato detto per quanto tempo. Per cui, se magari potete formalizzare la richiesta, se no dobbiamo andare avanti con i lavori.
  Allora, c’è una richiesta di sospensione per quanto tempo ?

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Cinque, dieci minuti.

  PRESIDENTE. Cinque, dieci minuti. Ci sono obiezioni ? Va bene ? Va bene per tutti i gruppi ? Sì: dieci minuti allora. Grazie, ci riaggiorniamo alle 10.

  La seduta, sospesa alle 9,50, è ripresa alle 10,05.

  GIANCARLO GIORGETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORGETTI. Signora Presidente, chiedo un attimo di attenzione all'Aula.

  PRESIDENTE. Sì, colleghi, per favore un attimo di attenzione, stiamo riprendendo la discussione. Prego.

  GIANCARLO GIORGETTI. Signora Presidente, leggo l'articolo 67 della Costituzione Pag. 4della Repubblica italiana, «Ogni membro del Parlamento rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato».
  Signora Presidente, ieri noi abbiamo denunciato, a lei prima e poi in quest'Aula, un fatto gravissimo: al deputato Cristian Invernizzi – non solo a lui, a dire la verità – è stato impedito di partecipare a una votazione. Ci sono molte forme di violenza che sono state giustamente condannate in quest'Aula ieri, la violenza fisica, la violenza sessista ma, signora Presidente, io devo dire che la violenza più inaudita e che è assolutamente inaccettabile nell'Aula del Parlamento è la violenza che impedisce a un deputato che rappresenta la nazione di poter votare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà).
  Non abbiamo dato responsabilità, noi non sappiamo se ciò è avvenuto per responsabilità di altri parlamentari, non sappiamo se ciò è avvenuto per responsabilità del personale della Camera, non lo sappiamo. Sappiamo che un fatto certo e accertato è che un deputato che rappresenta la nazione ai sensi dell'articolo 67 non ha potuto votare. Abbiamo chiesto, non per motivi ostruzionistici o per perdere tempo, che la votazione potesse essere ripetuta e che il deputato Invernizzi potesse esercitare quello che la Costituzione chiede di fare. Ci è stato negato, le motivazioni non le condividiamo. Noi riteniamo che non la maggioranza, ma il Presidente della Camera debba garantire il diritto di ciascun deputato di poter votare e non può essere la maggioranza della Camera a decidere se un deputato dell'opposizione ha potuto o non ha potuto partecipare alla votazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  È per questi motivi che noi, il gruppo della Lega Nord, in segno di solidarietà al collega Cristian Invernizzi oggi non parteciperemo alle votazioni della Camera dei deputati, perché questa sia un'occasione per tutti, e in particolare per lei, signora Presidente, di poter riflettere sulla gravità di quanto avvenuto. Grazie e buon lavoro (I deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie abbandonano l'Aula).

  PRESIDENTE. Su quanto avvenuto ieri lei sa, onorevole Giorgetti, che l'Ufficio di Presidenza si sta occupando attraverso un'istruttoria di valutare quanto è accaduto. Va bene, questa è la vostra scelta, noi andiamo avanti.

  GIORGIA MELONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIORGIA MELONI. Signor Presidente, chiedo scusa ma anch'io sono costretta a tornare sul tema, perché le questioni che vengono poste questa mattina e che già si stavano ponendo da ieri non sono esattamente secondarie. Lei dice che se ne sta occupando l'Ufficio di Presidenza ma noi parliamo – le segnalo – del mandato al relatore su una norma che oggi è in Aula, quindi se l'Ufficio di Presidenza dovesse al termine di questo suo lavoro istruttorio stabilire che il voto che si è tenuto in Commissione ieri non era un voto valido, che cosa faremmo noi delle votazione sulle quali intanto si è proceduto e sulle quali intanto siamo andati avanti ? Non stiamo parlando del mandato al relatore di un altro provvedimento che si discuterà nei prossimi giorni.
  Allora, io le segnalo, Presidente, davvero, che noi rischiamo in questo caso un precedente gravissimo, al di là del fatto che parliamo di una norma e di una proposta di legge che non è esattamente secondaria per il futuro della nazione e del Parlamento. Quello che diceva prima il collega Fedriga sul rischio che domani – perché lei sa che i precedenti purtroppo costituiscono un rischio di prassi – chiunque voglia, e segnatamente la maggioranza, per esempio, nel delirio delle istituzioni nel quale ormai ci troviamo, impedirà all'opposizione di votare per poi arrivare in Aula e chiedere alla maggioranza come giudica la validità di quella votazione; francamente è un po’ surreale.Pag. 5
  Per cui, è vero – e anche io la richiamo, Presidente, al suo ruolo – che questa è una questione che riguarda eminentemente lei e il suo ruolo di garanzia in quest'Aula. Non è la maggioranza che può decidere se la votazione è stata giusta e aggiungo – mi consenta – non è neanche il presidente Sisto, che è persona della quale io ho grande stima, che però si è contraddetta su questo tema perché ieri ha sostenuto in Aula di non essersi accorto che era impedito ad alcuni colleghi di votare e questa mattina ha sostenuto in televisione che era colpa dei colleghi del MoVimento 5 Stelle che avevano impedito ai colleghi di votare. Quindi il presidente Sisto sapeva che c'erano dei colleghi che non stavano votando e – se lo sapeva – non poteva portare avanti quella votazione fino a quando tutti i colleghi non avevano la possibilità di votare e, magari, si cambiava sala, si sceglieva di rinviare la votazione di dieci minuti, ma si doveva dare la possibilità a tutti di votare il mandato al relatore, Presidente, perché il gruppo di Fratelli d'Italia che è un gruppo di opposizione, che non occupa la sala della Commissione o l'Aula e che decide di fare la sua opposizione nell'ambito del diritto di voto e deve poter esercitare quel diritto di voto. Se in quest'Aula, dopo che impediamo alla gente di parlare, dopo che lavoriamo solamente per decreto-legge, impediamo anche di esercitare il proprio voto, tenetevi l'Aula per la maggioranza e le opposizioni non le chiamiamo proprio. Saremo tutti... contenti, ma non mi pareva che fosse questa esattamente l'idea di democrazia che la nostra Costituzione rivendica.
  Quindi, c’è un problema, Presidente – ripeto – di prassi e di precedente, che potrebbe in questa occasione essere pericolosissimo. Che cosa le osta perdere mezz'ora per far ripetere quella votazione in Commissione per non aprire questo precedente ? Io penso che lei rischi di prendersi una responsabilità che non ha motivo di prendersi sinceramente perché è accaduta una cosa che non è di sua responsabilità e che lei può correggere in mezz'ora o in un'ora.
  Quindi, la invito a riflettere ancora un minuto su questo tema non secondario perché, altrimenti, tutti gruppi di opposizione avranno qualche difficoltà, presumo, a partecipare ai lavori su una proposta di legge di modifica del sistema elettorale sul cui mandato al relatore non hanno potuto esprimere il proprio voto in Commissione dopo che già non si era votato neanche un emendamento in Commissione perché questa è stata la tecnica che ha messo in capo la maggioranza.

  PRESIDENTE. Sulla regolarità del voto – sia chiaro – ha parlato ieri il presidente Sisto, che rappresenta la Commissione e non spetta all'Ufficio di Presidenza.
  L'Ufficio di Presidenza si occupa di altro: di valutare quanto accaduto in quest'Aula in termini di disordini e di quanto accaduto fuori dalle Commissioni, fuori della Commissione I e della Commissione giustizia. Quindi, sono due ambiti diversi.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Signora Presidente, molto rapidamente perché, condivisi i segni di stima nei confronti di una combattente come la collega Meloni, devo dire che il resoconto di quello che è accaduto è di una chiarezza assoluta. Vi è stata una votazione, il segretario ha provveduto a verificare i numeri all'interno della Commissione e a verificare i voti. La votazione è stata tenuta, non c’è stata nessuna percezione di impedimento all'ingresso dei deputati – è evidente questo e mi sembra assolutamente pacifico – e poi, d'altronde, vi è anche un controllo visivo: ci sono i video che girano e che consentono di verificare la presenza dei deputati e le mani alzate all'interno della Commissione. Io non ho altro da dire: la votazione è stata assolutamente regolare, la presenza è stata certificata e i voti pure. La votazione per me è perfettamente valida.

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  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signora Presidente, nella II Commissione, la Commissione giustizia praticamente ieri e l'altro ieri è successa la stessa cosa: c’è stato praticamente un impedimento da parte di un gruppo all'accesso dei commissari. La presidente Ferranti ha assunto un atteggiamento correttissimo, cioè non è andata avanti, ma ha sospeso l'attività e poi alla fine abbiamo cambiato finanche l'aula. Quindi, questo era il comportamento che andava tenuto.
  Ora, io non voglio dire che il presidente Sisto era consapevole dell'impedimento che stava di fronte all'aula, ma adesso che il presidente Sisto ha capito – perché qui in quest'Aula si sono alzati una serie di deputati i quali hanno detto (e la televisione questa mattina ha trasmesso le immagini) che non erano in grado di accedere – ora che il presidente Sisto si è reso conto che i deputati non hanno potuto accedere alla saletta, dove si svolgevano i lavori della I Commissione, perché il presidente Sisto non lo ammette e non cerca di riparare, come ha fatto la presidente Ferranti, al vulnus che è stato perpetrato a danno dei commissari della I Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ?
  Questo è il punto. Non possiamo fare qui discorsi, come dire, formalistici: «tutto è andato bene». Lo so, a chi stava dentro certo che è andata bene: ha votato, probabilmente. Lo so che hanno votato nel giro di 50 secondi, questo lo so. Non so come abbiano fatto, comunque l'hanno fatto.
  Voglio ricordare che stiamo parlando della legge elettorale, della legge elettorale, e che quando nel 1953, quando c'era in discussione una legge che forse non era giusto chiamare «legge truffa», i funzionari della Camera insieme alla presidente abbandonarono la seduta quando si resero conto che si stava forzando la mano e si arrivò anche alle dimissioni del Presidente Paratore all'interno della Camera dei deputati. È chiaro che questo è per dire quanto è importante, quanto è importante l'argomento di cui stiamo parlando.
  Allora, io non voglio scaricare sulla Presidente Boldrini la responsabilità di quello che è accaduto. La responsabilità sta tutta intera sul presidente Sisto, il quale si è reso conto – allo stato non può negarlo – che i commissari non sono entrati nell'aula e incombe a lui porre riparo a questa violenza, perché non si può rispondere alla violenza dei «grillini» con altrettanta violenza, come quella che è stata perpetrata nella I Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, intervengo sul Regolamento. Scusi la mia ignoranza. Io non ho capito una cosa: la maggioranza ha impedito a deputati della minoranza di esprimere il loro voto ? A me sembra che sia vero il contrario: deputati della minoranza hanno impedito a deputati della maggioranza di esprimere il loro voto, con la finalità di arrivare a una non decisione, con la finalità di impedire la decisione, mentre la maggioranza ha il diritto di arrivare ad una decisione, perché è una decisione che esprime la volontà popolare.
  Non ripeto quanto detto perfettamente da lei e dal presidente Sisto sul fatto che adesso dobbiamo decidere sull'andamento dei lavori. I commenti sui fatti di ieri ognuno è libero di farli, ma oggi dobbiamo decidere soltanto su una cosa: il Presidente, avuta comunicazione dal presidente Sisto che il voto è avvenuto e che il voto è regolare, ha titolo per sindacare questa comunicazione ? Non risulta che abbia titolo per sindacare. Quindi, procediamo serenamente con i nostri lavori.
  Mi consenta di citare un grande giurista, il von Jhering, che ha scritto un'aureo libretto a me caro: Der Zweck im Recht, Pag. 7sulla finalità nel diritto. Il diritto si interpreta in funzione dell'interesse che esso protegge e in questo caso il diritto, cara collega Meloni, protegge il fatto che la maggioranza ha diritto di arrivare alla deliberazione e la deliberazione è una deliberazione a cui la maggioranza è arrivata, mentre la minoranza ha tentato di impedire questo diritto della maggioranza, e ahimè non ci è riuscita.

  DANIELE FARINA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, intervengo solo per una piccolissima precisazione. Collega Buttiglione, io l'ascolto sempre con grande interesse, arguto e filosofico. Ma, qui non è un problema di minoranza e maggioranza, perché c’è minoranza e minoranza. Allora, c’è un impedimento vero quando l'istituzione, questa, la Camera dei deputati, non garantisce a coloro che sono stati eletti dal popolo di esercitare il proprio mandato.
  Quindi, non è un tema di deputati di minoranza che impediscono qualcosa a qualcuno. Il tema è che vanno garantite delle prerogative senza le quali, diciamo, chiacchieriamo di cose che non stanno più nella realtà, di istituzioni indebolite, sfibrate, svilite. Allora, questa votazione in I Commissione va ripetuta, perché c’è stato metodo e metodo, ed è stato ricordato. In II Commissione si discuteva un decreto importante, quello relativo alle carceri. Lì si è usato un altro metodo. Poi, si è arrivati ad una «ghigliottina», anche lì, però un metodo diverso. Io credo che invece ci sia stato in I Commissione qualcosa di diverso, una strana sinergia i cui risultati, però, sono quelli che sono stati descritti da numerosi deputati, compresi i deputati di Sinistra Ecologia Libertà della Commissione affari costituzionali. Quindi, non minoranze o maggioranze, ma legittimità del processo che andiamo ad affrontare. Sulla legge elettorale stiamo parlando, sulla legge elettorale !
  Quindi, io credo – come dire – sia necessario riprendere la misura, presidente Sisto apprezzatissimo.
  Faccia rivotare la sua Commissione, il risultato non cambia, il risultato non cambia, ma la dignità è salva, il metodo è salvo, la democrazia non è vilipesa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Leone. Ne ha facoltà.

  ANTONIO LEONE. Signor Presidente, faccio una premessa in relazione al fatto che né io né il mio gruppo abbiamo chiesto di rifare la votazione. Solo che, con tutto quello che sto sentendo in Aula, si rischia di applicare la regola dell'ortolano. Sapete perché ? Perché io ho dichiarato, sia per iscritto a lei, insieme alla collega Bianchi, che ieri in Aula, che c'era un assembramento – non ho detto che sono stato bloccato, che sono stato impedito fisicamente – fuori dall'aula della Commissione talmente forte da impedirmi l'ingresso. Sono arrivato quando oramai da qualche secondo si era votato, visto che la votazione – almeno questo il presidente lo deve ammettere – è durata pochi secondi, e non ho potuto votare. C'era dentro il mio capogruppo, Enrico Costa, mancavamo io e la Bianchi. Sto parlando del mio gruppo. Siccome ho sentito prima – ma lo dico in maniera molto garbata – che il presidente della Commissione ha detto che era tutto regolare, che non è successo niente, Presidente, non è che alla fine di tutta la giostra il bugiardo sono io, perché la verità è quella che le ho scritto prima che in Aula si sollevasse il problema di quello che era accaduto in Commissione, dicendole: io non ho potuto entrare nell'aula della Commissione per votare. Per cui, ai fini pro veritate, io credo a quello che ha dichiarato il collega Sisto – è un penalista, fino a querela di falso può andare avanti tranquillamente – ma se eventualmente si vuole accertare, si vedranno le presenze che sono state timbrate, si vedrà quello che è accaduto realmente attraverso la visione di filmati e tutto quello che è, e poi vediamo chi è che dice che era andato tutto bene e chi invece dice che non è potuto accadere che la votazione fosse Pag. 8regolare. Ma lo dico solo al fine della verità, non perché io le sto chiedendo, né io né il mio gruppo, che il voto venga ripetuto, ma vorrei che si ristabilisse la verità, perché questa situazione che si è creata ha bisogno di verità. E lei la può benissimo non solo cercare, ma anche alimentare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Signora Presidente, già nel mio intervento nel corso della seduta dell'Aula di ieri ho avuto modo di manifestare la mia difficoltà, che è analoga a quella che veniva ricordata adesso dal collega Leone e da altri, di accesso alla seduta della Commissione affari costituzionali nel momento finale, nel momento nel quale si è «liberato» il provvedimento per l'Aula. È di, come dicono i giuristi di provincia, palmare evidenza il fatto che la liberazione del provvedimento sia avvenuta nel corso di qualche istante, di pochissimi secondi, all'interno di un contesto che veniva peraltro reso impenetrabile da chi era fuori. Insomma, io credo che tutto ciò che ha accompagnato questa vicenda sia ormai noto. Ed è altrettanto giusto sottolineare il fatto che questa vicenda, per i modi attraverso i quali si è manifestata, ha realizzato un ulteriore vulnus al già molto vulnerato itinerario di lavoro in Commissione. Torno a ricordare a quest'Aula che sostanzialmente sugli emendamenti, sui 250 emendamenti sottoposti all'attenzione della Commissione, abbiamo potuto lavorare sostanzialmente solo tre ore in una notte. Ormai sembrano mesi fa, perché è tutto un continuum che noi abbiamo dedicato a questa attività.
  Allora, Presidente, è evidente, come diceva qualche importante esponente della cosiddetta Prima Repubblica, che a pensare male si fa peccato, però, qualche volta, ci si azzecca. Sembrerebbe addirittura provvido questo momento di difficoltà vissuto all'interno della Commissione ad opera del MoVimento 5 Stelle; provvido per costruire la via d'uscita veloce per chi, evidentemente, immaginava di portare in Aula il provvedimento senza approfondimenti ulteriori. Ma la Prima Repubblica è passata, e quindi io, questa malizia, non la riporto e non la faccio mia. Vi è un dato: forse sarebbe stato giusto, io ritengo sarebbe stato giusto, riprendere a lavorare in Commissione, appurato che questa partita stava cominciando molto male, con la concitazione e la velocità che è stata descritta, senza un momento di approfondimento.
  Però, ieri, Presidente, lei ha dato il via al dibattito in Aula, e quindi il provvedimento è stato incardinato ed è partito; partito male, partito male, perché non ha consentito approfondimenti in Commissione, ma è partito. A questo punto, mi pare che sia un po’ difficile immaginare di fare adesso passi indietro su quella motivazione, anche se, comunque, resta il vulnus che graverà su questo provvedimento, dichiarando, fin dall'inizio, come non utilmente sia stato valutato all'interno della Commissione di merito.

  GENNARO MIGLIORE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Come capogruppo ?

  GENNARO MIGLIORE. Sì, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Vorrei solo ripercorrere, con grande pacatezza, le argomentazioni anche del collega Leone e poi quelle che sono state esposte da altri colleghi, anche del mio gruppo: se si dà per accertato l'indirizzo del presidente Sisto, non si può negare la circostanza che noi, che siamo, tra l'altro, componenti di quella Commissione, denunciamo anche il fatto di non avere potuto partecipare. Per cui, due verità si compongono solamente con un passo ulteriore, che è quello della ripulitura, diciamo così, di questa ambiguità attraverso una caratteristica che può essere propria di quest'Aula, cioè ripercorrere i passaggi istituzionalmente corretti per farci votare nuovamente il mandato Pag. 9al relatore, anche perché mi pare che il clima sia diverso da quello che abbiamo vissuto nel momento in cui non potevamo neanche partecipare all'attività di quella Commissione.

  PRESIDENTE. Io direi di procedere così: ieri si è svolta, comunque, in quest'Aula, la discussione sulle linee generali su quel testo, dopo che il presidente Sisto ha attestato la regolarità del voto. Il presidente Sisto, per la Presidenza, rappresenta la Commissione. Dunque, a questo punto, se vi è una proposta di rinvio in Commissione, fatela e mettiamola ai voti. Io posso dire questo.
  Altrimenti, noi dobbiamo andare avanti, perché, per quanto riguarda la correttezza dei lavori in Commissione, per me fa fede quello che il presidente di Commissione ha stabilito. Egli ha attestato la presenza dei deputati e la regolarità del voto. Non ci sono neanche precedenti che vadano in un'altra direzione. Dunque, io ritengo che, se voi ritenete che si debba procedere a un rinvio in Commissione, questo può essere sottoposto all'attenzione dell'Assemblea, che è sovrana, però io ho bisogno di avere questa proposta; altrimenti, vado avanti. Se non vi sono proposte, continuo con il punto all'ordine del giorno.

(Esame di questioni pregiudiziali – A.C. 3-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Ricordo che sono state presentate le questioni pregiudiziali di costituzionalità Migliore ed altri n. 1, Gitti ed altri n. 2, Dadone ed altri n. 3 e Giorgia Meloni ed altri n. 4 e la questione pregiudiziale di merito Dadone ed altri n. 1, (Vedi l'allegato A – A.C. 3-A ed abbinate) non preannunciate in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.
  A norma dell'articolo 40, comma 4, primo periodo, del Regolamento, nel concorso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi) per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.
  Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 40, comma 4, terzo periodo, del Regolamento, ad una votazione sulle questioni pregiudiziali sollevate per motivi di costituzionalità e poi, con un'altra votazione, sulla questione pregiudiziale sollevata per motivi di merito.
  Illustra la questione pregiudiziale di costituzionalità Migliore ed altri n. 1 il deputato Migliore.

  GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, colleghi e colleghi, signore e signori del Governo, non le nascondo che intervengo con animo contrariato. Vorrei anche fare una premessa con l'idea che si siano consumati, nel corso di questi giorni, numerosi strappi rispetto alla consuetudine parlamentare ed alla possibilità di esercitare pienamente il nostro mandato.
  Dico ciò anche in considerazione della stima che ho sempre avuto nei confronti del presidente Sisto. Tuttavia non mi sono sentito garantito dal suo operato nel corso di questi ultimi giorni, relativamente anche al diniego che, nella sua ricostruzione, egli ha fatto della mia personale e di altri versione dei fatti, motivata da un eccesso di fretta e dall'idea che si possa comprimere il dibattito parlamentare ad uso e consumo di quelle che sono le necessità di maggioranze, peraltro anche anomale, visto che in questo caso non riguardano neppure maggioranze di Governo.
  Sono francamente allibito, sconcertato, e devo dire che siccome non utilizziamo la pregiudiziale di costituzionalità per fare propaganda, ma riteniamo che vi siano elementi più che fondati – e con noi ne sono convinti anche insigni costituzionalisti – di un pregiudizio di costituzionalità di questo testo, vorrei dire che probabilmente, se avessimo avuto l'opportunità di discutere almeno un minuto in quell'aula di Commissione, noi forse non avremmo presentato questa pregiudiziale di costituzionalità. Pag. 10Infatti, forse, avremmo già affrontato quei problemi che mi accingo a rappresentare all'intera Aula, sebbene un poco distratta, che a me, a noi ed al nostro gruppo, sembrano essere un pregiudizio rispetto alla legge, che più di altre – come viene ricordato da tutti i costituzionalisti – rappresenta l'architrave della formazione della democrazia. Infatti, richiamandosi all'articolo 1, la sovranità appartiene al popolo e la legge elettorale è lo strumento tecnico attraverso i cui algoritmi si traduce la volontà degli elettori in rappresentanza parlamentare.
  Noi abbiamo presentato una pregiudiziale di costituzionalità in merito a numerosi articoli della Costituzione, il primo dei quali – me lo lasci dire – è quello che riguarda l'eguaglianza dei cittadini e la parità di condizione di fronte all'esercizio del diritto/dovere di voto, cioè gli articoli 3 e 48 della Costituzione.
  Nella sentenza recente della Corte costituzionale, nella motivazione che boccia la legge cosiddetta «Porcellum», la legge Calderoli, nelle sue parti palesemente incostituzionali, si utilizza una parola spesso a proposito, ovvero si utilizza la parola «irrazionalità» della norma.
  Questa irrazionalità viene definita programmatica perché, come dice la sentenza, viene normativamente programmato un tale esito, cioè quello della disproporzionalità e della mancata uguaglianza dei cittadini, sulla base di un eccessivo premio di maggioranza. In quella sentenza la Consulta richiama la necessità di una soglia di accesso congrua per poter avere una distorsione, con un premio, a questo sistema proporzionale. E il fatto di averla fissata semplicemente al 35 per cento – noi abbiamo presentato ovviamente degli emendamenti per innalzarla – rappresenta, a nostro giudizio, il primo vulnus costituzionale rispetto all'esercizio della parità di condizione dei cittadini e degli eletti.
  Noi non possiamo dimenticare che, nel caso in cui si verifichi che una coalizione, magari anche non con il raggiungimento diretto ma attraverso il ballottaggio, abbia un partito che superi lo sbarramento interno cosiddetto alle coalizioni, che sia un partito che raccolga il 15-20 per cento dei voti, potrà avere quel partito e in grazia anche ai voti dei partiti coalizzati (e questo è il secondo punto) che sono stati determinanti per contribuire o al raggiungimento del premio di maggioranza al primo turno o al conseguimento di un eventuale turno di ballottaggio, ebbene questi voti concorrerebbero, per realizzare una rappresentanza di un partito votato dal 20 per cento dei votanti, al 53 per cento della rappresentanza parlamentare. Se non è disproporzionalità questa, mi si dica dove si ravvisa altrimenti questa disproporzionalità.
  Noi facciamo riferimento alle stesse fonti normative che vengono utilizzate dalla sentenza della Corte costituzionale, alla Costituzione stessa e anche alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti universali. Ma facciamo riferimento anche alla sentenze di altre Corti costituzionali espressamente richiamate all'interno delle motivazioni della Consulta, come quelle della Corte costituzionale tedesca, che hanno stabilito, in quel caso, che uno sbarramento che superi il cinque per cento non è compatibile con la rappresentanza dovuta degli interessi dei cittadini.
  Faccio una osservazione che non sia vista, diciamo così, sul piano meramente formale ma sul piano politico: un milione 800 mila cittadini hanno scelto l'attuale segretario del Partito Democratico che è l'artefice di questa legge. Se un numero altrettanto cospicuo di cittadini votasse un partito, questi non avrebbero diritto neanche a un seggio e questo, dal nostro punto di vista, rappresenta un vulnus politico importante.
  La seconda e ultima questione che voglio porre è quella relativa all'espressione libera e diretta del voto. Il voto indiretto, attraverso la formazione delle liste bloccate, non viene aggirato da questo sistema dei collegi all'interno di circoscrizioni regionali. Lo voglio dire con grande chiarezza. La sentenza della Corte costituzionale fa riferimento a parte dei candidati eletti in liste bloccate. Questo fa Pag. 11riferimento a precisi sistemi elettorali già previgenti o esistenti, come la legge Mattarella che noi avremmo preferito di gran lunga o la legge tedesca, oppure fa riferimento a circoscrizioni piccole. Non s'ingannino gli elettori con il meccanismo della pluricandidatura e con le circoscrizioni regionali divise solo per l'attribuzione dei seggi in collegi più piccoli. In realtà le circoscrizioni rimangono regionali, le liste bloccate rimangono di lunghezza come quelle e di più anche di quelle del «Porcellum» e, quindi, si impedisce agli elettori di esprimere direttamente la propria convinzione.
  Per questo motivo le voglio dire, Presidente, che ci saranno una pioggia di ricorsi costituzionali, una pioggia di ricorsi, perché quello che è accaduto con la sentenza della Consulta ci dovrebbe essere da monito. I cittadini oggi sono in grado, attraverso questo precedente, di appellarsi alla fonte di legittimità più alta del nostro sistema istituzionale.
  E noi, che vogliamo contribuire alla realizzazione di una legge costituzionale che garantisca la governabilità e la scelta degli eletti, non accetteremo che norme palesemente incostituzionali violino questo principio.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GENNARO MIGLIORE. Per questo mi appello e per questo ho chiesto il voto segreto a tutti i singoli deputati e deputate di quest'Aula, per votare a favore della nostra iniziativa di pregiudiziale di costituzionalità (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Il deputato Lorenzo Dellai ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale di costituzionalità Gitti ed altri n. 2, di cui è cofirmatario.

  LORENZO DELLAI. Signora Presidente, il nostro gruppo non condivide affatto il testo di riforma della legge elettorale depositato dal relatore in Commissione, testo che noi non abbiamo firmato, e tuttavia, come atto di responsabilità, abbiamo accettato in Commissione che quel testo fosse adottato come testo base per la discussione.
  Le vicende convulse – delle quali si è parlato anche stamattina – della Commissione, frutto del combinato disposto dell'atteggiamento di alcune forze politiche, che hanno impedito il lavoro della Commissione, e anche però di una gestione del tempo assolutamente inadeguata rispetto alla portata della legge in discussione, ebbene quelle vicende convulse hanno reso impossibile la trattazione degli emendamenti, tra i quali anche i nostri, che noi abbiamo presentato anche sui punti ritenuti di dubbia costituzionalità.
  Per questa ragione, abbiamo presentato ieri la questione pregiudiziale di costituzionalità. Tuttavia le comunico, signora Presidente, che ritiriamo questa pregiudiziale, non già perché questi dubbi siano stati risolti – anzi ! – ma, per così dire, quasi per un atto estremo di fiducia in questa Camera, nel fatto che questa Camera non sia, come si suol dire, un'Aula sorda e grigia, non sia un luogo nel quale siamo tutti chiamati, in qualche maniera, a ratificare.
  Devo dire, Presidente, colleghe e colleghi, che non si è mai vista una gestione così extraparlamentare di una vicenda delicata ed importante come questa. Viene alla memoria il ricordo della cosiddetta Prima Repubblica, dei grandi partiti che la hanno animata, delle grandi discussioni che leader del calibro di Aldo Moro, per citarne uno, facevano per convincere i gruppi parlamentari intorno a scelte che poi – si è visto dalla storia successiva – sarebbero state scelte importanti e strategiche. Era la discussione, il convincimento, il rispetto dei ruoli che segnavano il modo di operare.
  Dunque, signora Presidente, noi ritiriamo questa pregiudiziale. Non vogliamo dare pretesti a nessuno. E lo facciamo anche a ragione del clima esterno che stiamo vivendo in questo giornate, un clima esterno ed anche interno a quest'Aula che fa emergere la presenza e l'opera di «sfasciacarrozze» ai quali dobbiamo dare risposte di grande responsabilità. Pag. 12Ma le risposte di responsabilità vanno nel senso di dimostrare certamente che le istituzioni sanno decidere, ma vanno anche nel senso di dimostrare, per l'appunto, che le istituzioni non sono ostaggio di nessuno, non sono il luogo che, appunto, è deputato a ratificare scelte fatte altrove.
  Per questa ragione, noi facciamo un appello a tutte le forze politiche e diciamo che dobbiamo rifiutare i ricatti che sono stati posti o ventilati, legati alla prosecuzione di questo testo di legge, riguardo alla tenuta del Governo che noi sosteniamo con grande lealtà e riguardo anche alla durata di questa legislatura. Sappiamo tutti che, del resto, la stabilità è la condizione per fare le riforme. Senza stabilità le riforme possono essere solamente annunciate.
  Per questa ragione, noi ci impegneremo qui e al Senato come gruppi parlamentari per cambiare fortemente il testo di questa proposta di legge e facciamo leva anche sul fatto che, nel dibattito generale di ieri in quest'Aula, molte osservazioni, che sono le nostre osservazioni, sono state sostenute con grande chiarezza da autorevoli colleghi appartenenti a partiti che hanno sottoscritto il testo base.
  Ci impegniamo, dunque, a lavorare con grande determinazione intorno ad alcuni punti, intorno ai quali avevamo presentato l'eccezione di costituzionalità: il premio di maggioranza, che in questo modo, nel modo nel quale è previsto nella proposta di legge, è totalmente irragionevole; la questione delle soglie, dietro la quale si scorge il tentativo di imporre forzosamente un modello di bipartitismo che non fa parte della storia politica ed istituzionale del nostro Paese e che, comunque, non si può imporre per legge, perché è piuttosto la cultura «coalizionale» quella che ha segnato, del resto, le pagine più importanti delle vicende politiche del nostro Paese.
  E poniamo anche il problema delle soglie rispetto non già alla presenza dei cosiddetti piccoli partiti, piccoli partiti che, poi, si rapportano con i due più grandi partiti che, messi insieme, comunque, riescono ad avere il consenso di circa il 25 per cento dei cittadini reali: parlo di quelli in carne ed ossa, almeno che non ci vogliamo anche noi rassegnare ad una democrazia non comunitaria e non partecipativa. Dunque, poniamo il problema di una politica che sappia dare rappresentanza e non solo rappresentazione della comunità, come giustamente ha detto recentemente il professor De Rita. E poniamo la questione delle preferenze, perché non vogliamo più un Parlamento di nominati, e poniamo la questione della rappresentanza di genere, perché questa è una questione costituzionale ancora aperta.
  Dunque, ritiriamo per senso di responsabilità e fiducia in questa Camera la questione di costituzionalità, ribadendone tutti interi i contenuti; agiremo con chiarezza e con responsabilità, con la responsabilità che dobbiamo ai cittadini e che dobbiamo anche al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al quale riconfermiamo con forza, con convinzione e con affetto, il nostro sostegno e la nostra stima.
  E annunciamo, in ogni caso, che, se alla fine dell’iter legislativo di questa proposta di legge, noi, si fosse ancora di fronte ad un testo come questo che, attraverso il libero dibattito di quest'Aula e dell'Aula del Senato, non avesse risolto i nodi che abbiamo posto, se ci trovassimo di fronte a questa situazione, noi non solo voteremmo ovviamente contro questa proposta di legge, ma non esiteremmo ad usare tutti gli strumenti consentiti dall'ordinamento per chiedere alla Corte costituzionale una pronuncia sulla costituzionalità della legge (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. La deputata Dadone ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale di costituzionalità n. 3.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, questa proposta di legge è uguale al «Porcellum», anzi, siete riusciti a fare di peggio: i profili di incostituzionalità sono persino gli stessi, tant’è che sono sicura Pag. 13che, tra qualche anno, la Corte costituzionale ne dichiarerà l'illegittimità e ci ritroveremo – anzi, vi ritroverete – tutti da capo.
  Si viola l'uguaglianza del voto e la rappresentanza politica, in palese contrasto con gli articoli 1, 3, 48 e 67 della Costituzione, a causa dell'enorme premio di maggioranza. Si è introdotta, è vero, una soglia del 35 per cento per avere il premio, resta però il fatto che il voto del 35 per cento degli elettori determinerà l'assegnazione del 53 per cento dei seggi, portando, come ha detto in quest'ultima sentenza la Consulta, ad un'alterazione profonda della composizione della rappresentanza democratica sulla quale si fonda l'architettura dell'ordinamento costituzionale vigente. Ciò creerà un'inaccettabile divaricazione tra la composizione dell'organo della rappresentanza politica e la volontà dei cittadini, censurata solo poche settimane fa dalla Consulta. Sarà un replay, in sostanza.
  Un secondo profilo di illegittimità sta nella mancata previsione delle preferenze, che rendono il voto indiretto e privano i cittadini del diritto di incidere sull'elezione dei propri rappresentanti.
  Le liste sono corte, è vero, ma i seggi sono attribuiti su base nazionale, e ciò fa perdere del tutto il principio di conoscibilità tra eletto ed elettore, che ha chiesto chiaramente la Corte costituzionale nella sentenza, solo poche settimane fa, lo ricordo. State riproponendo il Parlamento di nominati: complimenti, siete davvero innovativi. I complimenti li faccio soprattutto ai renziani, che erano cuperliani, bersaniani prima, franceschiniani prima ancora, ma inizialmente prodiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Complimenti, perché siete riusciti a farli fuori uno alla volta, tutti. Per non parlare del Senato, perché, in palese violazione dell'articolo 57 della Costituzione, si prevede un'assegnazione dei seggi addirittura su base nazionale, mentre invece dovrebbe essere regionale, e rispetto alla prima parte, relativa a un'interpretazione dei principi, questa è proprio scritta espressamente, per cui bastava leggerla, non ci andava neanche tanta immaginazione. Questi rilievi che ho appena esposto e citato sono comparsi su tutti i giornali nazionali, per cui le questioni sono due: o non li avete letti – e io ho dei seri dubbi –, oppure siete in malafede, che mi pare decisamente più probabile. A prendere posizione contro questa proposta non siamo stati solo noi, ma sono stati tantissimi costituzionalisti che non sono attivisti del MoVimento 5 Stelle, sono professori di diritto costituzionale, come per esempio Rodotà, Rodotà, quello che voi non avete voluto votare come Presidente della Repubblica, e adesso capisco ancora meglio il perché (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  State sostenendo un testo che è vistosamente incostituzionale, concordato da due persone extraparlamentari e condannate, che è giunto alla Camera in violazione di ogni regolamento. Non era neppure depositata come proposta e voi l'avete chiamata «testo base»; vi abbiamo detto che per noi – mi scusi la parola – era carta igienica e voi l'avete ridenominato «testo unificato», come se cambiasse qualcosa; vi abbiamo detto che era incompleta e ci avete appiccicato sopra le tabelle con le circoscrizioni del 1993, di vent'anni fa, quelle del «Mattarellum», che non sono nemmeno attuabili. Ci avete detto, anzi, noi vi abbiamo detto che non c'era stato alcun confronto democratico, e ci avete messo la «ghigliottina», in Commissione. Ci avete dato dei fascisti, ma voi avete violato i regolamenti della Camera, voi avete violato la Costituzione, voi avete rifiutato ogni forma di mediazione, tutta, sempre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Voi avete concesso alla storia l'arma più pericolosa per la democrazia, il bavaglio delle opposizioni: la «ghigliottina». Sono profondamente delusa. Sono delusa da un Presidente della Repubblica che farà orecchie da mercante su questa ennesima violazione della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sono delusa da un Presidente della Camera che utilizza la «ghigliottina» Pag. 14per limitare i diritti delle opposizioni e poi chiude gli occhi su tutto il resto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sono delusa dal presidente Sisto, perché ha seguito l'esempio della Boldrini, dimostrandosi tutt'altro che un garante del buon andamento dei lavori della Commissione, quanto piuttosto un garante dell'accordo tra il suo padrone e quello del PD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Infine, sono delusa da tutti voi, perché avallate questo sistema che, lo dico, non ha nulla a che fare con la democrazia, ma proprio nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ci siamo sbagliati, lo dico con profonda amarezza: questo Parlamento non è affatto una scatola vuota, è una scatola piena, ma piena di vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La deputata Giorgia Meloni ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale di costituzionalità n. 4.

  GIORGIA MELONI. Signor Presidente, le ragioni per le quali il gruppo di Fratelli d'Italia ha presentato una pregiudiziale di costituzionalità sulla modifica della legge elettorale non sono per la verità molto difformi da quelle che ho ascoltato anche dai colleghi che mi hanno preceduto e segnatamente dalla collega del MoVimento 5 Stelle e dal presidente Migliore.
  Ciò perché evidentemente i vizi di incostituzionalità ai quali questa modifica della legge elettorale rischia di esporsi sono abbastanza macroscopici. Gli articoli ai quali anche noi ci siamo richiamati all'interno della nostra pregiudiziale sono gli stessi che sono stati già citati: l'articolo 1, l'articolo 3, l'articolo 48, l'articolo 67 della Costituzione.
  Vede, Presidente, è un po’ singolare che noi si sia attesa questa sentenza della Corte costituzionale sul cosiddetto Porcellum, che quella sentenza si sia decantata, che quella sentenza si sia addirittura spesso anticipata dichiarando, ancora prima che arrivasse, che effettivamente il Porcellum era una norma incostituzionale almeno su due aspetti: sull'aspetto che produceva una eccessiva discrasia tra il numero dei voti che si prendevano ed il numero dei parlamentari che si potevano eleggere, e sulle liste bloccate che negavano chiaramente la sovranità popolare riconosciuta dalla nostra Costituzione e il diritto degli italiani di scegliersi i propri parlamentari. E che dopo aver fatto tutta questa manfrina, di anni e anni di dibattito e di vergogna su questa legge che per l'appunto abbiamo definito Porcellum prevalentemente perché c'erano le liste bloccate, arriviamo a modificare questa vergognosa legge elettorale con una proposta di legge che di fatto ripropone esattamente, sulle questioni che sono vizio di costituzionalità, le stesse risposte.
  Quindi noi abbiamo di fatto una proposta di modifica di quel Porcellum con un altro Porcellum. Che cosa dice la Corte costituzionale ? La Corte costituzionale dice che «il meccanismo di attribuzione – cito testualmente – del premio di maggioranza è tale da determinare un'alterazione del circuito democratico definito dalla Costituzione, basato sul principio fondamentale di eguaglianza del voto di cui al secondo comma dell'articolo 48». Cioè la Costituzione dice: non può esserci una distanza troppo ampia tra i voti che prendo ed il numero dei parlamentari che eleggo. Il principio di governabilità, al quale pure una legge elettorale deve tendere, non può limitare troppo il principio della rappresentatività.
  Allora, come si risolve questo simpatico problema, che la Corte pone ? Si risolve, secondo chi presenta questa proposta di modifica della legge elettorale, con un meccanismo che rischia di creare una distanza ancora maggiore tra i voti che vengono presi ed i parlamentari che vengono eletti. Perché la fissazione della soglia minima al 4 e mezzo, credo, per cento nell'ultima versione, o al 5 per cento nella prima versione, per le liste della coalizione può di fatto determinare che la coalizione raggiunga la soglia del premio di maggioranza, cioè arrivi al 53 per cento/55 per cento dei seggi, ma che all'interno di Pag. 15quella soglia sia solo uno dei partiti che compongono la coalizione a determinare gli eletti. Faccio un esempio molto concreto: noi abbiamo una coalizione composta di quattro partiti; uno di quei partiti prende il 20 per cento, gli altri tre prendono il 4 per cento (che sono milioni di voti, lo segnalo sommessamente), ma sarà solamente il partito che prende il 20 per cento a mettere tutti i parlamentari. Questo produce, se volete, una distanza ancora maggiore di quella che produceva la precedente legge elettorale.
  Questo mi fa capire da che cosa sia motivata questa campagna di Renzi e di Berlusconi contro i partiti non allineati: dal tentativo di usare il consenso di altri per eleggere i parlamentari propri; che non è esattamente costituzionale, se si tiene conto del dettato costituzionale per cui la sovranità appartiene al popolo, che è anche quello da cui deriva il principio della difesa della volontà dell'elettore: se io voglio votare per un partito non voglio votare per un altro, e quindi il mio voto non può e non deve essere utilizzato non per eleggere i parlamentari del partito che io ho votato, ma per eleggere parlamentari di un altro partito.
  Allora vedete che qualcosa qui non funziona. Perché una cosa è fare una legge che dica che c’è una soglia anche mediamente alta di ingresso in Parlamento, ma che all'interno della coalizione per i partiti che non raggiungono quella soglia non si conteggiano neanche i voti perché la coalizione possa raggiungere il premio di maggioranza, e allora si fa una scelta che è discutibile, si può non condividere, ma che è una scelta comprensibile; ma altra cosa è dire: dobbiamo liberarci del ricatto, della vergogna dei partiti che loro chiamano piccoli, ma dirò perché non li considero piccoli, e che io chiamo non allineati, per di fatto fregarsi i loro voti ed eleggere i parlamentari propri.
  Perché questo non è esattamente costituzionale. E perché dico, Presidente, partiti non allineati e non piccoli partiti ? Perché vede, un partito che prende il 5 per cento è un partito che ha più di due milioni di voti e se quei due milioni di voti sono irrilevanti e inutili e allora devo segnalare sommessamente a Matteo Renzi che sono abbastanza irrilevanti e inutili – perché lui lo dice – anche i quasi 3 milioni di italiani che l'hanno votato alle elezioni primarie – sono 1 milione e ottocentomila, mi suggeriscono i colleghi, io l'avevo sopravvalutato – e che quindi non dovrebbe ricordarceli a ogni piè sospinto, se un partito che prende il 4 per cento di voti, certificati, non vale niente e quei 2 milioni di voti non valgono niente meno valgono ancora 1 milione 800 mila voti presunti o dichiarati; mentre io non la penso così, io penso che la democrazia sia qualcosa che va preservata sempre.
  Allora, senza contare il tema per cui noi abbiamo una soglia di coalizione al 12 per cento, ma se all'interno di quella soglia di coalizione nessun partito dovesse arrivare al 4,5 o al 5 per cento noi butteremmo nel cestino il 12 per cento dei consensi, che sono cinque milioni di italiani che vanno a votare e che non devono vedere riconosciuto il loro diritto di voto.
  Allora, io insisto con la nostra proposta: noi riteniamo, se si vuole che questa norma sia costituzionale, che i voti dei partiti che non raggiungono la soglia non debbano essere conteggiati ai fini del premio di maggioranza della coalizione con la quale si sono candidati.
  Veniamo poi all'altro grande problema contenuto in questa norma, che è la riproposizione, come se nulla fosse, della vergogna delle liste bloccate. Ora, voi sapete bene, colleghi, che la Corte non dice che le liste bloccate, anche se più corte, sono costituzionali; perché se noi andassimo a votare con la legge frutto della sentenza della Corte costituzionale, cioè se questa modifica non andasse in porto, il Governo cadesse e si dovesse andare a votare, noi andremmo a votare con una legge che prevede le preferenze. Per cui questo, di fatto, la Corte ci dice essere la sua preferenza. Perché ? Perché il sistema delle preferenze è quello che meglio consente l'esercizio della sovranità popolare, è quello, per intenderci, che fa contare di più gli italiani.Pag. 16
  Io penso che su questo valga la pena di fare una ulteriore riflessione. È possibile che in questa Aula non interessi a nessuno il fatto che qualsiasi sondaggio si faccia sulla legge elettorale la prima cosa che gli italiani dicono a stragrande maggioranza è di volere il ritorno delle preferenze, ovvero la possibilità di scrivere il nome del proprio candidato ideale a rappresentarlo in questo Parlamento? Possibile che questo tema non abbia diritto di cittadinanza all'interno di questa Aula ? Io davvero non riesco a capire, penso che qualcosa si dovrebbe essere imparato; veramente noi non abbiamo imparato nulla da quello che abbiamo visto accadere in questi anni con le liste bloccate. Davvero vogliamo ripresentarci senza vergogna dopo che abbiamo chiamato una legge «porcata» perché c'erano le liste bloccate con una norma identica che ripropone le liste bloccate ? Davvero mi si vuole convincere che tutti vogliono le preferenze ma poi nessuno le vota ? Lo dico, insomma, a Matteo Renzi perché penso all'umiliazione di quel milione e ottocentomila italiani che sono andati a spendere due euro per votarlo alle primarie, per poi sentirsi dire che le preferenze non si possono mettere perché non le vuole Berlusconi. Penso obbiettivamente che almeno Berlusconi dichiara di non volere le preferenze e non dà la responsabilità a qualcun altro. Perché, signori, quando si fa un accordo si decide su che cosa si vuole fare un accordo. Esattamente come non comprendo la posizione del segretario Alfano, che dice «le preferenze sono la mia priorità» e poi mette la sua firma su una legge che non prevede le preferenze.
  Né mi convince Presidente – e concludo e la ringrazio per la pazienza – questa tesi che si continua a decantare per la quale le preferenze non si possono introdurre perché portano corruzione. Perché equivale a dire, colleghi, che gli italiani sono mediamente corrotti e che non gli si può dare il diritto di scegliersi i propri rappresentanti perché scelgono dei corrotti e che allora i segretari di partito, che sono i nuovi dittatori illuminati, fanno loro la cortesia di nominare i parlamentari per loro conto, perché loro non sono capaci di farlo. È una tesi che io non sosterrò mai, perché il Parlamento non appartiene ai partiti politici. Il Parlamento appartiene agli italiani e noi agli italiani dobbiamo restituire il diritto di nominarsi i propri parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

  PRESIDENTE. Il deputato D'Ambrosio ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale di merito Dadone ed altri n. 1, di cui è cofirmatario.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, cominciamo con un sorriso in quest'Aula che vedo tanto triste e mi piace tanto invece cominciare con un sorriso.
  Negli ultimi due giorni, piuttosto convulsi, abbiamo vissuto momenti di grande tensione, con comportamenti che spesso hanno avuto quale unica giustificazione morale e politica il solo fatto di dover portare a casa il risultato, il risultato voluto dalla maggioranza e dai suoi alleati. Potrei parlarvi dell'origine e del testo arrivato in Commissione come un pezzo di carta, potrei parlarvi delle gravi violazioni degli articoli 77, comma 3 e 25, comma 2 del Regolamento della Camera, che tanto sapete sventolare quando vi serve, della violazione di ogni prassi consolidata dei lavori di Commissione. Potrei parlarvi di un testo arrivato da due condannati, al di fuori del Parlamento, dimostrazione ulteriore di quanto per voi sia importante il Parlamento, e poi voi volete dare a noi lezioni di democrazia. Un testo che voi avete deciso di adottare grazie all'accordo tra due persone e poi sputate veleno se noi lavoriamo con la collaborazione di 30 mila cittadini che contribuiscono alla stesura della nostra legge elettorale.
  E mi chiedo, Presidente, ma avete ancora una dignità quando vi ascoltate, quando vi guardate allo specchio e quando guardate in faccia le persone, perché prima o poi dovrete guardarle in faccia ? Cari colleghi, quale risultato avete ottenuto con tutto questo vergognoso percorso ? Semplice, quello di dare un pugno in faccia all'antipolitica, ma visto che l'antipolitica Pag. 17siete voi, con condanne passate in giudicato, condannati e decaduti, indagati e quant'altro, meglio dare un pugno in faccia a noi, meglio che niente. Per ogni coro, per ogni epiteto, per ogni insulto, un pugno in faccia a noi. Per ogni legge incassata in trenta secondi, per ogni votazione portata a termine, un pugno in faccia al grillino. Dare al grillino dell'untore, peste, verme, ormai sembra lo sport preferito in quest'Aula ed anche fuori, visto l'indecoroso, l'indecoroso – e mi rivolgo a voi –, l'indecoroso spettacolo messo in piedi da giornalisti prezzolati al soldo di questa politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Che importa dei Regolamenti della Camera se il grillino osa rompere le uova nel paniere, che importa della giusta dialettica tra maggioranza e opposizione se questi rompiscatole a 5 Stelle non vi lasciano convertire il decreto-legge che regala 7 miliardi e mezzo di euro alle banche, che importa dei tempi, dei modi, delle circostanze, della legalità, che tanto ventilate in quest'Aula? Il fine per voi giustifica i mezzi, l'unica cosa che conta per voi è vincere, vincere ed ancora vincere. E a mani tese o a mani giunte avete portato avanti questo osceno testo normativo sulla legge elettorale a marce forzate in Commissione, o meglio dentro e fuori dalla Commissione. Non si può dire all'italiano che la governabilità ha un costo e che se butti fuori un partito devi comunque candidarne gli iscritti, come voi farete. Ci avete portato a questo punto adottando un iter e un comportamento di cui non vi siete neppure pentiti, basta vedere quello che andate dichiarando. L'avete fatto ignorando le consuete procedure e le giuste modalità. Le giuste modalità, cari onorevoli del PD, sono quelle di discutere le leggi in Parlamento, e non con due o tre condannati fuori dal Parlamento stesso. E ve lo dico qui, lo dico ai cittadini perché tanto so che voi andate in televisione a dire il falso e nessun vero giornalista – sottolineo, nessun vero giornalista, razza oramai in estinzione – vi fa una semplice domanda, basterebbe farne una soltanto: ma Renzi e Berlusconi sono in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Mi spiace, Presidente, e lo dico sinceramente al presidente della mia Commissione, Sisto, che si sia preso la briga di mostrarsi tutt'altro che inattaccabile a differenza delle sue arringhe. Li ho visti i momenti in cui si è cercato di recuperare, di ricucire un rapporto ormai strappato in Commissione ed in quest'Aula, invece no, era più importante dare un pugno in faccia al grillino, anzi ad una donna del Movimento, perché l'unica cosa che conta per voi è vincere.
  Lo dice anche il Ministro Mauro, lo ammette candidamente in tv che questa vergognosa legge elettorale che volete approvare è stata realizzata apposta per distruggere il MoVimento 5 Stelle.
  Io non parlerò quindi di violazione della democrazia poiché quello della democrazia è per molti, qui in Aula, un concetto relativo, visto che la maggioranza, in quanto maggioranza venuta fuori da una legge incostituzionale, può fare quello che vuole, come e quando vuole, compreso colpire in faccia e spintonare una deputata del MoVimento 5 Stelle.
  Però, per fortuna, questa volta, questo episodio di violenza è stato mostrato in televisione – non c’è bisogno dei filmati della Camera – e molti italiani hanno potuto vedere con i loro occhi cosa significa violenza e cosa significa violazione della democrazia.
  Anche al Consiglio d'Europa si è parlato di come il Parlamento italiano e le deputate del MoVimento 5 Stelle subiscano queste aggressioni fisiche. Quando si vaneggia di avere il mandato di tre milioni di persone – tre milioni – e non si è Berlusconi o un personaggio di un film di Sorrentino, non c’è concetto di confronto democratico che possa reggere.
  Allora, io voglio darvi un consiglio: se non vi importa nulla della normale dialettica tra maggioranza e opposizione, se non vi importa nulla di come ci relazioniamo personalmente e politicamente in questa assise, salvate quel briciolo di dignità politica che – in molti lo sperano – Pag. 18ancora vi rimane. Fate ritornare il testo in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Esaurite ogni fase che il Regolamento vuole ! Dimostrate che, quando parlate di politica e di responsabilità, non state solo raccontando una bella favola ! Torniamo in Commissione, datevi – sottolineo: datevi – una lezione di alto profilo politico ! Ma i cittadini sappiano che i pugni che avete dato a noi sono molto comunque meno violenti dei colpi che ogni volta voi date a questo Parlamento e infliggete alla dignità, all'intelligenza e anche alle risorse economiche dei cittadini italiani, che puntualmente saccheggiate come se niente fosse, come avete fatto con l'ultimo decreto, con la complicità della Presidenza della Camera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Per noi valgono regole scritte e non scritte e codici morali che, per voi, guarda caso, non valgono mai, non valgono mai per voi. Il pregiudizio, più che la pregiudiziale, è l'arma di offesa, di distruzione che ogni giorno si imbraccia per un altro pugno, un altro schiaffo e un'altra gogna al grillino come state facendo oramai sui mass-media.
  Ed allora portate questa legge di nuovo in Commissione – vi sfido ancora una volta – date un segnale alle persone che aspettano risposte da voi perché diversamente – diversamente, sottolineo – sappiate che questi giorni non saranno dimenticati. Sono già nella memoria di tutti noi. Tutti – e sottolineo tutti – ricorderanno i giorni in cui la democrazia, Presidente, ha abbandonato quest'Aula per fare spazio a due condannati, al di fuori di quest'Aula e del Parlamento, per fare spazio ai forzieri delle banche e, se questo accadrà, Presidente, se questo accadrà, e accadrà, non saremo noi a giudicarvi, non saremo noi a giudicare voi e tutto il vergognoso sistema di informazione che avete messo in piedi. Saranno la storia e i cittadini, prima a giudicarvi e poi a cancellarvi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

  ANDREA ROMANO. Signora Presidente, colleghi, il nostro voto di oggi è un voto politico perché siamo chiamati, come parlamentari della Repubblica, a permettere finalmente l'avvio di quella discussione che dovrà portarci a dotare gli italiani – e non noi stessi – di nuove regole del gioco, di regole del gioco che gli italiani attendono da ormai troppo tempo.
  Scelta Civica, fin dal primo giorno di questa legislatura e già in campagna elettorale, aveva chiesto che fosse adottata una nuova legge elettorale, una nuova legge elettorale migliore del Porcellum e migliore – mi sia consentito – anche di quel testo uscito di fatto dalle valutazioni più che legittime naturalmente della Corte costituzionale.
  Il testo dal quale partirà la nostra discussione, dal quale dovrà partire la nostra discussione non ci piace. Lo abbiamo detto in Commissione nel poco tempo – va detto – che è stato concesso alla Commissione affari costituzionali per discuterne, lo abbiamo detto in Aula e lo ripeteremo.
  Quel testo non ci piace, non ci piace su moltissimi punti e su quei moltissimi punti Scelta Civica ha presentato emendamenti migliorativi che dovranno e riusciranno, ne siamo convinti, a migliorare quel testo, a renderlo un testo finalmente accettabile. Ci sono certamente perplessità su alcuni aspetti di costituzionalità di questo testo, ma sono perplessità, ne siamo convinti, che potranno essere superate attraverso il cambiamento e il miglioramento di quel testo.
  Ma, il punto su cui oggi discutiamo, su cui ora discutiamo, è un altro, mi sia consentito. Il punto è che questa nostra discussione sulla nuova legge elettorale deve finalmente partire e deve finalmente partire contro l'arroganza di chi vorrebbe impedire a questo Parlamento, e dunque agli italiani, di adottare una nuova legge elettorale. Deve partire contro coloro che, volendo impartire lezioni di democrazia e di costituzionalità non a noi ma a tutti gli Pag. 19italiani, impediscono alle istituzioni democratiche di funzionare, prendendo ordini da chi non ha nemmeno il coraggio di venire in quest'Aula, essendo teleguidati dall'esterno e impedendo alle istituzioni democratiche di funzionare. Noi non possiamo accettare questo ricatto e dobbiamo, anche per questo, consentire che la nostra discussione sulla nuova legge elettorale parta. Abbiamo il dovere di mettere non noi stessi, lo ripeto, ma gli italiani nelle condizioni di dotarsi e dotare la Repubblica italiana di una nuova legge elettorale.
  Se non facessimo questa nostra discussione, Presidente, avremmo anche un altro risultato grave e paradossale: andremmo al voto con una legge che non sarebbe il risultato della determinazione libera e democratica dei rappresentanti del popolo italiano, quali noi siamo, ma delle valutazioni e delle decisioni della Corte costituzionale, valutazioni e decisioni pienamente legittime – va da sé – e, tuttavia, ben diverse da quelle che noi siamo chiamati a prendere come legislatori. Si tratterebbe, se questa discussione non partisse e se non arrivassimo al risultato, di un fallimento grave della nostra stessa funzione, la certificazione della nostra incapacità di decidere sulle basilari regole del gioco del confronto democratico. Ed è un fallimento che la democrazia italiana non si può permettere.
  Noi, Presidente, diversamente da altri che siedono in quest'Aula e che ogni giorno cercano di impedirne il funzionamento, crediamo nella Repubblica democratica e, oltre che nella funzione che ci troviamo a svolgere provvisoriamente, crediamo che la democrazia italiana sia una grande democrazia che è in grado di dividersi, è in grado di discutere ma, anche e soprattutto, di decidere.
  Per questo noi oggi voteremo contro le pregiudiziali di costituzionalità, perché vogliamo una nuova legge elettorale che sia, anche e soprattutto, una buona legge elettorale e ci batteremo perché la discussione che dobbiamo avviare oggi porti, anche attraverso il nostro contributo migliorativo, ad un testo che sia finalmente un buon testo, sulla base del quale gli italiani dovranno votare per molto tempo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cristian Invernizzi. Constato che è assente; s'intende che vi abbia rinunciato.
  Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Costa. Ne ha facoltà.

  ENRICO COSTA. Signor Presidente, devo dire che leggendo le pregiudiziali di costituzionalità e, comunque, ascoltando quelle che sono state le argomentazioni, è opportuno fare una valutazione preliminare ed è opportuno – e lo dico a tutti i colleghi che sono entrati nel merito di queste argomentazioni – porre in essere un bilanciamento di interessi. Quali sono gli interessi in campo ? C’è l'interesse a valutare punto per punto, c’è l'interesse a confrontare i singoli punti di questo testo base con il provvedimento, con la Carta costituzionale, c’è l'interesse a verificare se vi è una stretta coincidenza tra il testo base e le argomentazioni poste in essere dalla Corte costituzionale oppure c’è un interesse, che è prevalente, che è fondamentale, che è essenziale, che è richiesto dai cittadini italiani, di avviare il percorso delle riforme.
  Ebbene, io penso che questo secondo interesse, questa seconda esigenza, sia fondamentale. E una forza politica come il Nuovo Centro Destra, con senso di responsabilità, ritiene che in questa circostanza, nell'ambito del bilanciamento, è essenziale avviare il percorso delle riforme. Noi riteniamo di avere avviato questo percorso già con la sottoscrizione del testo base. Lo abbiamo fatto pur evidenziando che alcuni aspetti avrebbero dovuto essere migliorati e avrebbero dovuto essere oggetto di riflessione nell'Aula parlamentare, ma lo abbiamo fatto perché vogliamo esserci, vogliamo essere protagonisti di queste riforme. Vogliamo accendere il motore di una macchina che per troppo tempo è stata spenta. Vogliamo fare in modo di dimostrare ai cittadini che il Parlamento è in grado di produrre una riforma che può Pag. 20– probabilmente capiterà – non convincere tutti, ma può essere sicuramente apprezzata dai cittadini come una grande base di partenza.
  Abbiamo, quindi, ritenendo di non aderire alle pregiudiziali di costituzionalità, pensato di fare un grande atto di fiducia nei confronti dell'Aula parlamentare, perché noi riteniamo che questo testo abbia ancora dei miglioramenti che possono essere certamente apportati. Sono miglioramenti di merito – pensiamo alle preferenze, pensiamo al nesso strettissimo che deve esserci tra l'elettore ed il cittadino, per evitare che si generi una divaricazione che per troppo tempo si è ampliata nel nostro Paese – ma dobbiamo dire che ci sono anche molti aspetti di cui debbono essere resi partecipi i parlamentari e che riguardano aspetti di rapporto con la sentenza della Corte costituzionale e di rapporto con la Carta costituzionale. E mi riferisco, sotto questo profilo, a numerose disproporzionalità che emergono ancora nel testo.
  Noi abbiamo voluto – e lo abbiamo fatto in alcune circostanze nell'ambito del dibattito seppur breve in Commissione – evidenziare alcuni paradossi che potrebbero verificarsi se non ci fossero alcuni piccoli aggiustamenti, alcune norme di chiusura del testo, che consentirebbero di avere un testo equilibrato. Già – io lo ricordo a quest'Aula – in occasione della precedente legge elettorale, il cosiddetto Porcellum, quest'Aula fu chiamata ad affrontare le pregiudiziali di costituzionalità. Furono affrontati gli argomenti che poi abbiamo ritrovato contenuti nel testo della sentenza della Corte costituzionale.
  Io penso che il cammino delle riforme debba essere affrontato, ma che il testo non possa essere un testo blindato. Chi dichiara che alla Camera il testo deve rimanere questo o deve rimanere quello di un accordo politico, secondo me, commette un errore. Ci sono alcuni passaggi, magari marginali, ma che possono consentire di creare un testo che sia approvato dalla stragrande maggioranza di quest'Aula parlamentare e che possa reggere all'urto di moltissimi anni, magari anche di contestazioni, perché ha un impianto che è un impianto condivisibile, non un impianto di parte, un impianto coinvolgente, un impianto che garantisce tutti e che garantisce l'equilibrio e garantisce la rispondenza alla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pino Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Grazie Presidente, anche per aver restituito a me il mio nome, visto che ero stato ribattezzato Dino. Dichiaro il mio voto a favore della pregiudiziale di costituzionalità, in modo particolare condividendo le ragioni che sono state esposte dall'onorevole Migliore, dall'onorevole Meloni, dall'onorevole Dellai, ancorché poi con la dichiarazione finale di ritiro della sua pregiudiziale. In questa mia affermazione di condivisione, non c’è alcuna valutazione di ordine politico, ma esclusivamente di natura tecnica.
  Potrei fermarmi a questa espressione sintetica, accludendo agli atti la sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014. Vorrei, però, brevemente aggiungere due considerazioni. La prima: come è stato ricordato, questo articolato ripropone l'impianto dichiarato incostituzionale dalla Corte, tentando di porre riparo, ma in realtà peggiorandoli, ad aspetti che sono stati direttamente espunti dalla Consulta. Così è con la previsione del premio di maggioranza, che risulta assolutamente squilibrato, consentendo, in assenza di efficaci meccanismi correttivi, a minoranze politiche di raggiungere, attraverso l'ipotesi, non irrealistica, di alleanza con più partiti di ancora minore entità numerica, di raggiungere la maggioranza assoluta della rappresentanza parlamentare.
  Il testo sottoposto alla nostra attenzione, inoltre, peggiora la legge del 2005 per la previsione di soglie di sbarramento in entrata riferite ai partiti in coalizione, ma anche fuori coalizione, perché vengono concepite in modo da ridurre la rappresentanza a due soli partiti, negando, così, il diritto di uguaglianza nell'esercizio di Pag. 21voto, sancito dall'articolo 48 della Costituzione, a milioni di cittadini che scelgano di votare per altre liste diverse dalle prime, trascurando, peraltro, di considerare che, nella realtà, il Paese si muove ormai all'interno di una logica che è, quanto meno, tripolare.
  Ancora più viva nella percezione del corpo elettorale è, poi, l'incostituzionalità derivante dalla mancanza del voto di preferenza, che ha rappresentato un altro profilo di illegittimità rilevato dalla Corte e che non viene certamente superato dalla minore lunghezza delle liste bloccate, che restano il cerchio magico devoluto al capriccio dei capipartito; partito, sia detto per inciso, che, non essendo sottoposto ad una disciplina attuativa dell'articolo 49 della Costituzione, continua a rappresentare il luogo dove la sottrazione al controllo della selezione delle candidature nei confronti del cittadino-elettore può essere impedita solo dalla magnanimità del capo.
  Il risultato finale è che, con le liste bloccate, continua ad essere sottratta ai cittadini la possibilità di incidere sui propri rappresentanti. Resta, dunque, più che valida l'obiezione di costituzionalità relativa all'articolo 67, che pone il divieto di mandato imperativo. Almeno per queste ragioni, Presidente, ma non solo...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Pisicchio.

  PINO PISICCHIO. ... dichiaro, e concludo, il voto favorevole alla questione pregiudiziale di costituzionalità, confermato nell'opinione che chi ha redatto questo testo ha l'urgenza di andare al voto prima di incappare in una nuova pronuncia di incostituzionalità della Corte (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà.

  ALFREDO D'ATTORRE. Signor Presidente, oggi il Partito Democratico esprimerà un voto contro le pregiudiziali di costituzionalità presentate. Il nostro voto, oggi, è un voto convinto per avviare il percorso delle riforme, percorso che il Paese attende da tempo: la legge elettorale, ancora più urgente dopo la pronuncia della Corte costituzionale, e le altre riforme istituzionali, la riforma del Titolo V e il superamento del bicameralismo; quel superamento del bicameralismo che è così intimamente connesso alla legge elettorale di cui oggi parte il percorso di discussione alla Camera.
  Un voto, quindi, per avviare con decisione questo percorso, un voto per mostrarci all'altezza di una richiesta che viene dal Paese. Una richiesta di un Paese in cui crisi economico-sociale e crisi democratica, incremento degli indici di povertà e disuguaglianza e distacco dei cittadini dalle istituzioni stanno intrecciandosi in maniera sempre più preoccupante, e rispetto alla quale le forze politiche e il Parlamento non possono tardare nella risposta. Il nostro voto è anche un modo per corrispondere concretamente all'impegno che la stragrande maggioranza del Parlamento ha assunto nei confronti del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all'atto della sua rielezione.
  E al Presidente voglio ancora oggi qui ribadire la vicinanza, la gratitudine del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) per la sua azione integerrima ed equilibrata a difesa delle istituzioni democratiche. E voglio anche qui ricordare, anche rispetto a citazioni che ho ascoltato nel dibattito di oggi, che iniziative come quella della messa in stato d'accusa sono state definite, anche da un giurista come Stefano Rodotà oggi, come iniziative che non hanno nemmeno l'ombra della giustificazione e che sono legate a un populismo deteriore: parole di Stefano Rodotà (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).
  Il nostro voto oggi è un voto per consentire al Parlamento di iniziare a svolgere pienamente il suo ruolo, il ruolo che gli compete nella discussione, nell'esame, nel miglioramento del testo base. In Commissione abbiamo adottato questo testo. Oggi parte un percorso in cui il Pag. 22lavoro delle forze parlamentari e dei singoli parlamentari può consentire un miglioramento di questo testo, anche su aspetti che sono stati oggetto della discussione di oggi. C’è un'intesa politica, un'intesa politica che non deve essere stravolta se noi non vogliamo tornare al punto zero, ma c’è uno spazio, c’è un diritto-dovere del Parlamento per intervenire su aspetti che possono essere migliorati e che possono darci una buona legge elettorale per l'Italia del prossimo decennio.
  Il nostro voto è un voto a difesa della dignità e del ruolo del Parlamento. Lo voglio dire con grande calma, ma anche con grande fermezza, dopo gli eventi di questi giorni. Abbiamo assistito a episodi che non sono accettabili, a episodi del tutto intollerabili per le modalità con cui si sono verificati. E voglio dire ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: noi difenderemo con fermezza la dignità e il decoro delle istituzioni. Ma attenzione: non immaginate di chiuderci in una logica di Palazzo. Non siete gli unici in grado di ascoltare il disagio che sale dalla società. Noi non siamo sordi rispetto a questo disagio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e anzi riteniamo, con la coerenza e il coraggio delle nostre azioni, di offrire una risposta alla richiesta profonda che ci viene dal Paese.
  Noi oggi siamo tutti qui classe politica, siamo in Parlamento, siamo stati votati per far lavorare il Parlamento, non per boicottarne il funzionamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e su questo saremo giudicati. C’è uno spazio perché il Parlamento eserciti fino in fondo il proprio ruolo, e noi ci batteremo perché questo avvenga (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo, onorevole ?

  ARCANGELO SANNICANDRO. Per un richiamo al Parlamento... no, mi scusi... al Regolamento, e, indirettamente, anche al Parlamento. Un richiamo all'articolo 40, commi 3 e 4, del Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, il comma 3 dell'articolo 40 del Regolamento recita «Uno solo dei proponenti» (in questo caso, della pregiudiziale di costituzionalità) «ha facoltà di illustrare la questione per non più di dieci minuti. Può altresì intervenire nella discussione un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti». Quindi, questo comma ha una sua ratio, perché sostanzialmente vuole evitare che ci sia un lungo dibattito: una volta che la questione è posta, e presumibilmente ben posta, quindi con chiarezza, è sufficiente che parli uno per ognuno degli altri gruppi.
  Cosa accade quando le pregiudiziali sono più di una ? Qualora ci fosse identità di contenuto – e solo qualora ci fosse identità di contenuto, perché altrimenti non avrebbe senso quello che tra poco leggerò – «nel concorso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione». Tanto è vero, che poi il comma 4 dice «Nei casi in cui il Presidente ritenga, per il loro contenuto, diversi gli strumenti presentati da deputati dello stesso gruppo, può intervenire anche più di un proponente del medesimo gruppo». Siamo sempre nell'ipotesi di questioni differenti.
  Ora, il fatto che la discussione diventi unica – e diventi unica perché le pregiudiziali hanno eventualmente un contenuto più o meno simile – non significa che poi nessun altro degli altri gruppi possa intervenire. Cioè, in parole povere, qui sono state presentate delle pregiudiziali di costituzionalità dagli altri gruppi, diversi dal mio, ed io ritengo di avere il diritto di parlare su quanto hanno proposto gli altri colleghi degli altri gruppi.
  Non si può arrivare al paradosso che, in presenza di più questioni pregiudiziali, si unifichi la discussione, però non si parli per niente. Anche perché c’è un'altra situazione abbastanza paradossale, ovvero che poi alla fine la votazione diventa unica. Questo mi pare che sia nel Regolamento una forzatura, benché regolamentare, abbastanza forte. È come praticamente Pag. 23– mi rivolgo agli avvocati – quando i processi vengono uniti e diventano un simultaneo processo: non è che le singole questioni diventano un'unica questione, tant’è vero che la «votazione finale», cioè la sentenza finale, può avere degli esiti diversi a seconda della richiesta di coloro i quali hanno fatto le citazioni.
  Qui il nostro Regolamento va oltre e prevede una votazione unica. Per lo meno, però, bisogna affermare che è legittima una votazione unica perché si presuppone che il contenuto delle pregiudiziali di costituzionalità – o di incostituzionalità – siano sostanzialmente identiche. Questo per quanto riguarda comunque la votazione, ma per quanto riguarda il dibattito non si può ritenere che io non possa intervenire su quanto hanno detto i colleghi degli altri gruppi.
  Su questa questione, l'articolo 41, poiché non è una questione di poco conto, consente un dibattito e, quindi, spero che in merito alla questione la Presidente applichi l'articolo 41.

  PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, ricordo che la discussione sulle questioni pregiudiziali è, a norma del Regolamento, una discussione limitata, che riguarda, ai sensi del comma 4 dell'articolo 40, l'insieme delle questioni pregiudiziali: possono intervenire soltanto i proponenti ed un deputato per ciascuno degli altri gruppi. In questo senso, oltre che la lettera del Regolamento, è anche la prassi costante.
  Per il suo gruppo, quindi, è già intervenuto per illustrare la questione pregiudiziale il deputato Migliore. Comunque, questo è un tema sicuramente da approfondire in sede di Giunta per il Regolamento.

  RENATO BALDUZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo ?

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, chiedo di intervenire per un minuto per motivare il mio voto di astensione in dissenso dal mio gruppo ove non...

  PRESIDENTE. Non può, non può.

  RENATO BALDUZZI. ... modificare la prassi applicativa dell'articolo...

  PRESIDENTE. Onorevole Balduzzi, la prego. Di nuovo ripeto che, per espressa previsione dell'articolo 40, comma 3, del Regolamento, il dibattito sulle questioni pregiudiziali è un dibattito limitato. Ripeto quello che ho appena detto. Infatti, oltre i proponenti, possono intervenire nella discussione un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti. Questo è pacifico e gli interventi da esso disciplinati non sono qualificati come interventi per dichiarazione di voto.

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo ?

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, mi richiamo all'articolo 41 del Regolamento. Quanto ha detto il collega Sannicandro mi sembra sia assolutamente logico ed interpreta alla lettera quanto stabilito dall'articolo 40. Qui ci sono più pregiudiziali di costituzionalità, ognuna delle quali ha delle motivazioni molto diverse e, quindi, il Presidente dovrebbe valutare l'opportunità di potere intervenire.
  Chiudo sommessamente dicendo questo. «Noi facciamo schifo», diciamo ai nostri colleghi del MoVimento 5 Stelle, invece io voglio avere un rapporto con loro. Ecco, io ritengo che loro si trovino molto in difficoltà a votare la pregiudiziale del collega Migliore, e noi potremmo trovarci in difficoltà a votare la loro questione pregiudiziale. Ma siccome la votazione è unica, vorremmo dire la nostra sulle motivazione della loro pregiudiziale.

  PRESIDENTE. La ringrazio, come ho detto questo è un tema molto interessante che sicuramente merita un approfondimento in Giunta per il Regolamento.

  RENATO BALDUZZI. Chiedo di parlare.

Pag. 24

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, prendo atto che la Presidenza ritenga di confermare la prassi applicativa interpretativa sull'articolo 40, comma 3.

  PRESIDENTE. Sì.

  RENATO BALDUZZI. Chiedo almeno che sia concesso di lasciare in calce al resoconto della seduta la mia breve dichiarazione.

  PRESIDENTE. D'accordo, la ringrazio. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, ho già sollevato ieri questa questione sul Regolamento e lei mi ha invitato a riformularla oggi.

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole La Russa, ora siamo in fase di votazione. Se non le dispiace, io lei ridò subito la parola...

  IGNAZIO LA RUSSA. Se mi lascia spiegare, le dico proprio perché la faccio prima della votazione. Secondo me è importante. Scelga lei se la mia richiesta è in base all'articolo 57 o a quello che consente all'Aula di decidere di rimandare in Commissione un provvedimento. Ma la mia richiesta prioritaria era stata formulata ex articolo 57, che prevede che sia il Presidente, senza bisogno di voto dell'Aula, a rimandare in Commissione un provvedimento quando rileva una irregolarità. Non voglio tornare, perché lo abbiamo fatto abbondantemente, sulle ragioni dell'irregolarità che anche le televisioni hanno fatto vedere. Stamattina ho visto su La7 le condizioni in cui ieri in quindici secondi il presidente Sisto ha fatto votare, mentre molti di noi...

  PRESIDENTE. Può illustrarla dopo, onorevole La Russa ?

  IGNAZIO LA RUSSA. No e le dico perché, Presidente. Se lei...

  PRESIDENTE. Ma la prego, siamo in fase di votazione. Ci consenta di fare la fase di votazione e poi le ridò la parola.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, allora la illustro dopo...

  PRESIDENTE. Grazie.

  IGNAZIO LA RUSSA. ... ma ancora una volta se lei non mi lascia dire perché prima e poi decide se la devo illustrare...

  PRESIDENTE. Sì, però...

  IGNAZIO LA RUSSA. Decide dopo. Se noi facciamo una votazione adesso...

  PRESIDENTE. Sì, la dobbiamo fare.

  IGNAZIO LA RUSSA. Noi stiamo dando un giudizio sull'incostituzionalità o costituzionalità senza che sia stato possibile alla Commissione valutare, votare e modificare gli articoli che eventualmente fossero incostituzionali. Per cui io credo... decida lei...

  PRESIDENTE. C’è il Regolamento.

  IGNAZIO LA RUSSA. Il Regolamento non prevede...

  PRESIDENTE. C’è il Regolamento, deputato La Russa.

  IGNAZIO LA RUSSA. ... che io debba farla dopo.

  PRESIDENTE. Mi consenta di portare avanti i lavori e poi le ridò la parola. La ringrazio.

  IGNAZIO LA RUSSA. Ha deciso che non si può.

Pag. 25

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che il presidente del gruppo Sinistra Ecologia Libertà, a norma dell'articolo 51, comma 2, secondo periodo, del Regolamento, ha chiesto che la votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità abbia luogo a scrutinio segreto. Tale richiesta può essere accolta.
  Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità Migliore ed altri n. 1, Dadone ed altri n. 3 e Giorgia Meloni ed altri n. 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Vitelli, Ventricelli, Paris, Misiani, Locatelli, Di Gioia, Marti, Folino, Terzoni, Sannicandro, Dellai...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni – Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, Nuovo Centrodestra e Scelta Civica per l'Italia).

   (Presenti  510   
   Votanti  505   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  253   
    Hanno votato
 154    
    Hanno votato
no  351).    

  Passiamo adesso alla questione pregiudiziale di merito Dadone ed altri n. 1, per la quale non vi è richiesta di scrutinio segreto. È così ? Chiedo conferma.

  ANTONIO PALMIERI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Si sta parlando del voto segreto però...

  ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, solo per significare pubblicamente che non sono riuscito a votare e volevo esprimere il mio voto contro la questione pregiudiziale.

  PRESIDENTE. Do la parola solo per sapere se il voto è segreto o no.

  GIUSEPPE BRESCIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, non abbiamo chiesto il voto segreto, quindi...

  PRESIDENTE. Voto palese. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale di merito Dadone ed altri n. 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone... Folino... Baldassarre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  511   
   Votanti  497   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  249   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  377).    

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, ieri, diversi gruppi le hanno indicato la necessità di rimandare il provvedimento in Commissione, dove, per motivi che non possono essere circoscritti solo alla protesta dei 5 Stelle, non è stato possibile affrontare la discussione neanche di un solo emendamento. Cioè un provvedimento come questo arriva in Aula non con la «tagliola», peggio, con l'anomalia assoluta, mai verificatasi in nessuna discussione su una legge elettorale (e io ne ho discusse due), che si arriva in Aula senza avere neanche esaminato un solo emendamento. In più vi erano motivi regolamentari che consentivano, secondo me, a lei, Presidente, senza bisogno del Pag. 26voto dell'Aula, di annullare la votazione della Commissione, avvenuta palesemente in condizioni diverse da quelle prescritte dal Regolamento, questo sì, a seguito della protesta dei 5 Stelle, ma nelle sere prima ci sarebbe stato, la notte, il tempo di affrontare la discussione.
  Le rinnovo pertanto la richiesta, anche se dopo il voto sulle questioni pregiudiziali so che è come parlare nel deserto, ma gliela rinnovo, la richiesta di rimandare il provvedimento in Commissione, perché vede, signor Presidente, la ragione è molto semplice: se noi dobbiamo a tutti i costi correre, tagliando ogni possibilità di confronto – ho appena sentito un collega del Partito Democratico, non proprio di osservanza renziana, dire che bisogna migliorare questa proposta di legge – qual è il luogo più adatto a migliorarla ? Il lavoro preparatorio della Commissione e poi il controllo dell'Aula.
  Se non si vuole far questo, allora ce lo si dica apertamente. Se dobbiamo correre per andare a votare a maggio, il partito che rappresento è contento, basta che ci sia chiarezza ! Berlusconi lo ha detto più volte che vuole andare a votare, ci dica Renzi, che anche su questo si è fatto convincere, come sulle preferenze, così ci ha detto, vuole andare a votare a maggio, è una bugia dire che si vuole riformare la Costituzione per quanto attiene al bicameralismo perfetto, e allora siamo d'accordo. Se non è così, non vedo le ragioni per non rimandare il provvedimento in Commissione, specie adesso che è incardinato, specie adesso che comunque avete la possibilità di contingentare nel mese prossimo tutto quanto, se era questa la ragione. Non c’è ragione per non consentire alla Commissione un esame anche rapido, anche di un solo giorno, anche di due giorni, anche nel fine settimana, stando qui a lavorare il venerdì, il sabato e la domenica, se avete questa fretta pazzesca, per affrontare uno per uno gli emendamenti o almeno i principali emendamenti.
  La ringrazio, se vorrà metterlo ai voti, e invece continuo ad avere il rammarico che non abbia fatto, sua sponte, questo atto di doveroso rimedio a un'irregolarità riscontrata in Commissione.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole La Russa. Su questa richiesta di rinvio in Commissione io chiederò i pareri dei relatori e poi darò la parola a un deputato per gruppo.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, avevo chiesto di parlare...

  PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, adesso siamo in un giro... come ?

  ARCANGELO SANNICANDRO. Avevo chiesto in contemporanea all'onorevole La Russa di parlare sull'ordine dei lavori e non mi aveva visto ! Mi è stato consegnato...

  PRESIDENTE. Va bene. Le è stato consegnato ? Prego...

  ARCANGELO SANNICANDRO. Dicevo, mi è stato consegnato cinque minuti fa un volume di 422 pagine, che mi dicono sono gli emendamenti: che lo guardino in televisione, per favore, che lo vedano i cittadini ! Pesa esattamente, forse, un chilo ! Sono 422 pagine che presumo che qualcuno voglia che noi dobbiamo «ingoiare» nel giro di poco tempo.
  Quanto ha detto l'onorevole La Russa è sacrosanto: noi dobbiamo avere il tempo di esaminare uno per uno questi emendamenti. Non so dove, ma dobbiamo avere il tempo materiale di poterli almeno leggere...

  PRESIDENTE. Quindi cosa chiede ?

  ARCANGELO SANNICANDRO. ... e forse anche di capirli, è chiaro ? Forse anche di capirli ! Altrimenti, la legge più importante da un punto di vista costituzionale non può essere trattata nel modo peggiore immaginabile ! Credo che, altrimenti, raggiungeremmo veramente il fondo dell'applicazione dei Regolamenti della Camera dei deputati.

Pag. 27

  PRESIDENTE. Quindi, chiede un rinvio in Commissione ?

  ARCANGELO SANNICANDRO. Faccia lei ! Io so che deve andare... i deputati devono essere in grado di...

  PRESIDENTE. D'accordo, mi è chiaro.
  Allora c’è la richiesta di rinvio in Commissione. Sentiamo, quindi, il parere del relatore per la maggioranza, prego.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Per le ragioni che ho già esposto lungamente, forse troppo lungamente, il parere è contrario.

  GIANNI MELILLA. Si vergogni ! Si vergogni !

  PRESIDENTE. Adesso sentiamo i relatori di minoranza, Pilozzi, Bragantini e La Russa.
  Prego, onorevole Pilozzi.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, anche per quanto riguarda il sottoscritto, che è relatore di minoranza per Sinistra Ecologia Libertà, noi riteniamo necessario non solamente tornare in Commissione per fare un passaggio formale, come si è tentato di fare ieri; tra l'altro, credo che sia il primo caso in cui, in questo Parlamento, si faccia un passaggio formale in Commissione senza tener conto delle forme: credo che sia veramente una questione anomala. Anche iscritti del nostro gruppo, anche parlamentari del nostro gruppo non sono stati messi nella possibilità fisica di accedere alla sala della Commissione, dove il presidente Sisto... scusate, colleghi, così è complicato...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Prego.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Dicevo, anche parlamentari del mio gruppo non sono stati messi nelle condizioni non solo di intervenire e di poter, diciamo così, tentare di spiegare la loro posizione quando si è votato, ma non sono stati messi in condizione di accedere all'aula della Commissione quando si svolgeva il voto. Quindi, io credo che il presidente Sisto si stia oggi prendendo o, forse, arrogando, un diritto che non è nelle sue facoltà, perché noi siamo di fronte ad un sopruso. Io ho ascoltato anche l'onorevole Buttiglione: nulla osta che questo impedimento è stato causato da un gruppo di opposizione, perché questo impedimento non ha consentito a molti esponenti della Commissione affari costituzionali, probabilmente per la prima volta da quando c’è la Repubblica, di accedere e di poter formulare una loro opposizione politica e di poter esprimere un loro voto. Io ritengo che sia necessario tornare in Commissione e lì riapprovare il testo, che è in Parlamento in questo momento, testo sul quale noi non siamo stati messi in grado di poterci esprimere (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il relatore di minoranza, onorevole La Russa.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, difficile esprimere un parere contrario ad una proposta che ho fatto io, pur tuttavia, il Regolamento, a volte, ha queste incongruenze. Ne approfitto per dire che non stiamo riproponendo a questo punto di sancire una irregolarità: il Presidente ha già deciso di non applicare l'articolo 57 del Regolamento. Non stiamo, quindi, più discutendo se rimandare indietro o meno in Commissione i lavori a causa dell'irregolarità: ormai, il Presidente ha assodato che i lavori si sono svolti regolarmente. Io non sono d'accordo, ma ne prendo atto, come bisogna fare in quest'Aula.
  La richiesta, che è stata da me avanzata adesso, è di opportunità: cioè, premesso che non è in discussione la regolarità e che, quindi, nessuno perde la faccia, neanche Sisto – neanche Sisto –, ritenete opportuno, visto che tanto, ormai, il contingentamento scatterà, perché abbiamo già incardinato questo provvedimento, e Pag. 28scatterà comunque – e se era quello l'obiettivo, lo avete raggiunto –, volete adesso, che non vi sono controindicazioni, dare due giorni, un giorno, tre giorni di tempo alla Commissione per – uso un termine brutto, Presidente – «smazzare» il lavoro e farvi, poi, lavorare su un testo già semilavorato ? Sì o no ? Mi appello ai presidenti dei gruppi, che hanno detto che si sono incontrati fra di loro, i più grandi, perché su questa materia bisogna condividere: lasciate che anche quei 150, 160 parlamentari, più quelli della Lega – che, ahimè, hanno deciso che il modo per contrastare una battaglia è quello di andarsene – abbiano la possibilità di verificare come possono migliorare questo testo più in Commissione che in Aula. Fine della perorazione.

  PRESIDENTE. Adesso vi sono degli iscritti a parlare; come ho detto, uno per uno.
  Ha chiesto di parlare il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, chiaramente noi siamo d'accordo con il presidente La Russa nel richiedere che ricominci l'iter di questo testo di legge elettorale, questo pseudo-testo di legge elettorale in Commissione, però abbiamo poche speranze, anche sulla votazione stessa che ci apprestiamo a fare. Infatti, quando questa maggioranza fa una discussione sulle linee generali in Commissione che per lo più si ispira alle dichiarazioni televisive di un leader di un partito politico, poi magari passiamo alla discussione anche con i costituzionalisti dello stesso livello, sugli emendamenti vi è discussione zero e il mandato al relatore è dato in quindici secondi nelle condizioni che tutti hanno visto, dico che oramai l'obiettivo è stato raggiunto da parte questa di maggioranza, ma se ne dovrebbe prendere magari le responsabilità e soprattutto poi la Presidenza delle violazioni che abbiamo rappresentato nel percorso del provvedimento stesso. Noi siamo qui d'accordo con il presidente La Russa, però, da parte nostra, non vi è alcuna speranza affinché si rappresenti ancora la dignità di una Commissione, quella di affari costituzionali, all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Maria. Ne ha facoltà.

  ANDREA DE MARIA. Signor Presidente, per quanto riguarda i temi attinenti alla regolarità – è stato ricordato anche qui –, mi pare che la questione sia stata ampiamente chiarita, anche dal presidente Sisto. Per quanto riguarda le opportunità di discutere e approfondire i temi relativi alla legge elettorale, siamo convinti che nel dibattito d'Aula ci siano indubbiamente tutte le condizioni per farlo, e avremo le condizioni di farlo tutti insieme. Non vediamo ragioni, invece, per ritardare ulteriormente la discussione in Aula sulla legge elettorale, che il gruppo del Partito Democratico ritiene una priorità, una priorità per il Paese e che, appunto, sarà l'occasione per approfondire tutte le questioni che si riterranno necessario approfondire.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, faccio una richiesta piuttosto circoscritta, sulla base dell'intervento del collega La Russa, che condivido: se è già incardinato, se questo stabilisce che in Aula il tempo è già contingentato, ed è per il mese di febbraio, mi si può spiegare, da parte del presidente Sisto innanzitutto, ma anche dai colleghi della maggioranza, perché non migliorare il nostro lavoro in Commissione (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Per l'Italia) ? Me lo potete spiegare ? Perché io non lo capisco. Lo chiedo al presidente in primo luogo: per quale motivo non posso contribuire, nei tempi celeri che voi avete deciso facendo innumerevoli forzature, ma dentro quei tempi, a collaborare e a dare il mio contributo, come quello degli altri Pag. 29colleghi, dentro la Commissione (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Fratelli d'Italia) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gitti. Ne ha facoltà.

  GREGORIO GITTI. Signor Presidente, a nome del gruppo Popolari per l'Italia faccio una proposta a lei e alla Conferenza dei presidenti di gruppo per calendarizzare i lavori dell'Aula sulla legge non per la prossima settimana, ma per quella successiva. Io non pongo un tema di tipo regolamentare. Tra parentesi, trovo scandalizzante il fatto che il MoVimento 5 Stelle, che ha impedito fisicamente i lavori della Commissione, oggi si permetta di invocare il Regolamento e di chiedere il ritorno in Commissione. Per questa richiesta, che trovo scandalosa – scandalosa ! –, non voglio accodarmi rispetto a un principio politico che è questo: il Parlamento è sovrano, l'Aula è in grado di poter gestire un confronto e una dialettica e un voto aperto e trasparente così come è avvenuto sulla base degli interventi in discussione sulle linee generali.
  Quindi chiedo alla Presidente e ai rappresentanti dei gruppi nella Conferenza dei presidenti di gruppo di aprire un maggiore spazio di riflessione, di approfondimento. Il gruppo che io rappresento ha già delimitato il numero degli emendamenti sulla caratterizzazione che nel discorso che ho fatto ieri abbiamo coagulato intorno ad alcuni principi cardine di un possibile miglioramento della struttura del testo base; e dunque chiedo più tempo perché l'Aula possa avviare un confronto più approfondito.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Credo che questa sua ragionevole proposta possa essere oggetto di discussione in Conferenza dei presidenti di gruppo. Grazie.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, vorrei con grande tranquillità, ma con altrettanta determinazione cercare di carpire l'attenzione dei colleghi, e in modo particolare dei colleghi della maggioranza: perché chi ha un minimo di esperienza parlamentare, chi ha svolto ruoli istituzionali nel corso del tempo sa perfettamente che il luogo preposto a comporre le controversie e a trovare delle soluzioni di sintesi non è un'Aula parlamentare con 630 deputati. Qui vengono i provvedimenti quando questi provvedimenti sono già ampiamente incardinati e quando si sono già trovate delle soluzioni di sintesi; quindi questo tentativo, questa ostinazione nel non voler accedere ad una richiesta di lavoro di merito sugli emendamenti presentati, che ci sono stati consegnati copiosi ora in Aula, nella Commissione è incomprensibile, e va, direi, contro qualunque tipo di regola e di atteggiamento lineare e trasparente che dovrebbe animare ciascun collega.
  Posso quindi comprendere e comprendo la ragione per la quale fin qui l'andamento dei lavori sia stato di un certo tipo: ci sono state delle forzature. Ma se è stabilito di fatto che la legge elettorale sarà discussa nel mese di febbraio, e quindi i tempi certi sono garantiti, colleghi della maggioranza, qual è l'ostacolo a consentire ai parlamentari nella Commissione competente di avviare un processo di confronto, e magari anche di parziale soluzione di alcune diversità di vedute ? È un comportamento arrogante ! Siccome non credo che, soprattutto su leggi importanti come questa, ci possa essere da parte di alcuno il desiderio o la tentazione dell'arroganza, invito ogni partito, ogni gruppo, ogni presidente di gruppo, ad essere un po’ più sereno nella valutazione di questa richiesta.
  È una richiesta di buonsenso ! Non è di destra, non è di sinistra: serve solo a razionalizzare i lavori e a tentare di trovare la risposta migliore per rendere più fluido poi il lavoro dell'Aula. Non si può comporre un confronto importante, anche su opinioni fondamentalmente, strutturalmente diverse, in un'Aula con 630 persone; altrimenti le Commissioni dovremmo abolirle ! Quindi si tratta, restando fermi ai tempi e alle scadenze già imposti con Pag. 30l'incardinamento in Aula del provvedimento, di consentire alla Commissione competente di fare l'esame di merito degli emendamenti. È una roba assolutamente sacrosanta ! Per cui chiedo che ci sia una riflessione aggiuntiva, e che si possa accedere a questa proposta del collega La Russa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Signora Presidente, in larga misura il mio pensiero glielo avevo espresso prima, nell'intervento precedente. Ritengo che tutte le obiezioni che sono state formulate – in ordine alle modalità con cui si è svolta la votazione istantanea ieri in Commissione affari costituzionali – siano obiezioni che tengono.
  Io stesso, continuo a confermare, non sono potuto entrare in aula. La cosa si è svolta nel giro di alcuni secondi. Tuttavia, questa Aula ha sanato perché il dibattito ha preso avvio e quindi è stato sanato. Ciò che non è sanabile, purtroppo però, e qui dobbiamo fare una riflessione nel corso della Conferenza dei presidenti di gruppo, quindi sulla prima questione mi pare di aver risposto ma c’è una questione che pongo all'Aula e poi porremmo alla Conferenza dei presidenti di gruppo ed è l'articolo 72 della Costituzione, che comunque obbliga, obbliga, le Commissioni a svolgere un dibattito, una procedura normale, normale, con riferimento ai disegni di legge costituzionale e ai disegni di legge in materia elettorale. La normalità della procedura noi onestamente non l'abbiamo avuta.
  Da qualche parte poi la dobbiamo sanare questa cosa, se non è stato possibile sanarla in Commissione dobbiamo sanarla con un lavoro d'Aula meno costipato di quello che si è immaginato in origine di costruire. Ecco, io vorrei porre la questione in termini chiari, netti in questa Aula, dicendo che noi – per quanto mi concerne – riproporremo questo tema fondamentale dei tempi normali, adeguati al lavoro d'Aula.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio in Commissione del testo unificato delle proposte di legge in materia elettorale.
  La Camera respinge per 229 voti di differenza.

  GIUSEPPE BRESCIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, noi prendiamo atto di questa ennesima scellerata decisione da parte della maggior parte dei colleghi di quest'Aula, loro sì, telecomandati dall'esterno (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), tanto da non permettere nemmeno i lavori in Commissione per cercare di migliorare un testo così importante per il Paese quale è la legge elettorale.
  A queste condizioni il MoVimento 5 Stelle non può stare. Noi non ci renderemo mai, mai, complici di questo ennesimo scempio nei confronti della democrazia e del Parlamento, pertanto abbandoneremo i lavori di quest'Aula (Applausi polemici dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Mi dispiace per questa decisione, perché in quest'Aula tutti possono dibattere e tutti possono esprimere il proprio parere (I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle abbandonano l'Aula).

  PRESIDENTE. Lasciamo defluire i colleghi.
  Allora, colleghi, continuiamo con i nostri lavori.

(Esame degli articoli – A.C. 3-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Essendo state respinte le questioni pregiudiziali, passiamo all'esame Pag. 31degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e degli emendamenti presentati.
  Sul complesso degli emendamenti vi sono numerose richieste di intervento, tuttavia non è stato ancora espresso il parere sugli emendamenti da parte della Commissione bilancio. Su tale questione chiederei al presidente Boccia di precisare come la Commissione intende procedere e di darci anche un'idea dei tempi.

  FRANCESCO BOCCIA, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, la Commissione ha ricevuto gli emendamenti dalla I Commissione, l'abbiamo convocata questa mattina e valuteremo ora tutte le proposte emendative e penso che nel giro di un paio d'ore la Commissione bilancio sarà in grado di esprimere le proprie valutazioni sugli emendamenti pervenuti dalla Commissione affari costituzionali.

  GENNARO MIGLIORE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, io sono molto rammaricato per la scelta di due gruppi dell'opposizione di abbandonare questi lavori, lo voglio dire con grande chiarezza, credo che questo faccia un favore a chi vuole questa legge elettorale (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Per l'Italia). Ci sono i voti segreti, che in questo modo non potranno più vedere nessuna distinzione, abbiamo visto che c'erano già 34 voti difformi rispetto alla due votazioni sulle pregiudiziali e quindi la possibilità della libera espressione del voto veniva garantita dai voti segreti che noi avremmo chiesto. Il fatto che ci siano stati due gruppi parlamentari che in questo modo rendono molto evidente la difficoltà a sostenere una battaglia per il cambiamento di questa proposta di legge, non voglio dire altro rispetto ad eventuali accordi già presi da parte di uno dei gruppi, cioè da parte della Lega, ma anche da parte del MoVimento 5 Stelle, denota che c’è una sostanziale convergenza di quei partiti che comunque beneficeranno, anche se sono contrari a parole, dei vantaggi che dà questa legge (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Per l'Italia).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, anche per esprimere da parte nostra il rammarico che un gruppo parlamentare abbandoni i lavori dell'Aula, perché la presenza di tutti per noi è elemento di democrazia e ci si può confrontare sui contenuti quando lo si fa in maniera civile e stamattina così è avvenuto. È importante che tutti portino il loro contributo.
  Io intervengo sulla proposta di rinvio e di sospensione, chiedendo uno sforzo alla Commissione bilancio per restringere i tempi dei loro lavori e poterci riconvocare all'una e mezza per proseguire i lavori che comunque sono importanti, abbiamo anche un decreto-legge da concludere in questo fine settimana.

  PRESIDENTE. Presidente Boccia, stringiamo un po’ i tempi ? Ce la fa lei ad avere il materiale pronto per l'una e mezza ?

  FRANCESCO BOCCIA, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, siccome si tratta di legge elettorale, notoriamente insomma la prassi ci dice che non c’è bisogno di coperture finanziarie. Ovviamente i colleghi hanno bisogno di guardare gli emendamenti, di valutarli, stiamo parlando di un passaggio abbastanza formale. La Commissione bilancio penso che, insomma, con la buona volontà di tutti, si possa provare a finire entro le due.

  PRESIDENTE. Quindi possiamo...sì, adesso dò la parola a tutti, un secondo !

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 32

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, io vorrei dire innanzitutto al presidente Boccia che è assolutamente ragionevole la sua posizione rispetto, mi dispiace collega Rosato, ad una provocazione: se voi volete che anche noi ce ne andiamo, ditecelo. Se vi volete approvare questa legge a casa di Renzi, ditecelo, e noi ce ne andiamo. È inconcepibile che una legge elettorale non passi dalla Commissione competente e neanche dalle Commissioni che devono dare un parere. È semplicemente vergognoso (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Per l'Italia) !

  PRESIDENTE. Allora, io direi di dare le due ore quindi al presidente Boccia per fare gli approfondimenti di cui ha bisogno.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, vedo che i colleghi si sono già scrollati di dosso un voto che ha impedito un ritorno in Commissione.
  Stiamo già discutendo del prosieguo. Due gruppi hanno abbandonato l'Aula.
  Io, anche per storia e per cultura, non sono mai favorevole all'Aventino, lo considero – come è stato anche storicamente – un errore (Applausi ironici dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Vada avanti, vada avanti, deputato La Russa.

  IGNAZIO LA RUSSA. Aspetto che finiscano gli applausi.

  PRESIDENTE. Si prenda gli applausi e vada avanti.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, ma credo, Presidente, che non si possa sottovalutare – scusate, colleghi, parlo un minuto – la gravità di quello che sta succedendo.
  Quello che io normalmente considero sbagliato, cioè lasciare ai più il compito di decidere, perché chi non c’è è sempre in torto, simbolicamente oggi è l'unica strada che avete lasciato a quei gruppi.
  Per cui, siccome non voglio che si trasformi questa fase in un «hanno torto quello che protestano», d'accordo con Giorgia Meloni, noi simbolicamente, fino alla riapertura dei lavori, abbandoniamo l'Aula, pur dicendo che saremo presenti in ogni minuto quando si cercherà di migliorare questa orribile legge che avete presentato.

  PRESIDENTE. Va bene. Allora, sospendiamo per due ore la seduta, che riprenderà alle 14,30.

  La seduta, sospesa alle 12,25, è ripresa alle 14,35.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Berretta, Bindi, Bocci, Boccia, Michele Bordo, Bray, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carrozza, Castiglione, Cicchitto, Costa, D'Alia, Damiano, Dellai, Di Gioia, Epifani, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Kyenge, La Russa, Legnini, Leone, Lupi, Giorgia Meloni, Merlo, Migliore, Mogherini, Orlando, Pisicchio, Pistelli, Ravetto, Realacci, Andrea Romano, Sani, Schullian, Sisto, Speranza, Tabacci, Valeria Valente e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Pag. 33

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame articoli – A.C. 3-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge in materia elettorale.
  Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione.
  Avverto altresì che la Presidenza si riserva di comunicare eventuali proposte emendative ritenute inammissibili.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  A tal fine i gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Nuovo Centrodestra, Scelta Civica per l'Italia, Lega Nord e Autonomie, Per l'Italia, Fratelli d'Italia, Misto-Minoranze Linguistiche, Misto-Centro Democratico, Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI), Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre in votazione.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 3-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3-A ed abbinate).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Emanuele Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, con l'avvio del dibattito di oggi sul complesso degli emendamenti presentati al testo unificato della legge elettorale si scrive secondo me o – è meglio dire – si apre una pagina. Questa pagina non è ancora completamente scritta e io mi auguro che l'attività parlamentare la migliori. È una pagina che sicuramente segnerà la storia politica del nostro Paese nei prossimi anni. È con questa sensazione e con questa percezione dell'importanza del processo parlamentare che si sta aprendo che noi, il Partito Democratico, ci accingiamo a questa fase emendativa.
  Ovviamente, abbiamo anche tutti negli occhi, nella mente e nella memoria le discussioni di questi giorni e anche di questa mattina nell'Aula, che hanno riguardato le modalità con cui si è arrivati al punto di quest'oggi, all'inizio della discussione sugli emendamenti presentati al testo di legge unificato.
  Eppur tuttavia, le discussioni che hanno preceduto questo momento non voglio che mi producano una deviazione dal discutere adesso, in questa fase in cui siamo, nell'Aula della Camera dei deputati, nel tempio della democrazia, del contenuto di ciò che noi andiamo a discutere, non perché sia meno importante la modalità con cui si arriva a prendere delle decisioni e a svolgere il proprio esercizio legislativo, ma perché non vorrei che la forma dei processi che stiamo mettendo in moto nascondesse il merito e il contenuto.
  La scrittura di una legge elettorale, la modificazione di una legge elettorale e, infine, la sua approvazione è infatti, secondo me, sempre l'esercizio di un dovere legislativo fondamentale, che produce effetti decisivi per i diritti inalienabili dei cittadini, per il loro diritto di esercizio del voto, per le modalità con cui l'esercizio di questo diritto si produce e si traduce nella rappresentanza parlamentare e per come poi questa rappresentanza parlamentare si traduce in un Governo per il Paese.
  E, dunque, questa – fuori dubbio – e ogni legge elettorale sono le leggi che incardinano il nucleo fondante della democrazia, il nucleo che lega il diritto di voto di ogni singolo cittadino alla traduzione di quel voto in uno strumento per il Governo del Paese. Questa che oggi iniziamo Pag. 34a discutere è la legge migliore del mondo ? Ovviamente la risposta è già data in questa domanda retorica. Non esistono le leggi migliori del mondo. Esistono occasioni e configurazioni politiche che consentono di arrivare o meno ad obiettivi decisivi, che diventano efficaci solo se si giunge ad una composizione di posizioni diverse. E questo è un punto delicato. Noi apparteniamo a quella parte che negli anni ha sempre voluto affermare il principio cardine che le regole per tutti si fanno insieme. Le regole per tutti si fanno coinvolgendo il maggior numero di forze politiche possibili.
  Dunque, noi abbiamo da subito perseguito l'obiettivo chiaro del coinvolgimento di tutte le forze politiche, perché noi siamo gli stessi o comunque siamo eredi di quei partiti che, quando in questo Parlamento fu approvata la legge che oggi chiamiamo «Porcellum», che fu approvata coinvolgendo unicamente la maggioranza, protestarono a voce forte, perché sentivano in quello una ferita della concezione della democrazia che noi abbiamo.
  Per questo, oggi, noi che siamo in maggioranza, che siamo il più grande partito del Parlamento, il più grande partito di questo Paese, abbiamo cercato in tutti i modi un percorso di coinvolgimento di forze della maggioranza e di forze dell'opposizione. Noi vediamo nel percorso che si avvia oggi, con l'esame del complesso degli emendamenti a questo testo unificato, la partenza di un percorso decisivo di riforme per il Paese, un percorso di riforme che può cambiare questo Paese, che può predisporre le condizioni per una svolta di questo Paese, per permettere a questo Paese di tornare a crescere e di curare le proprie profonde ferite sociali. Noi consideriamo la legge elettorale una parte di un insieme di riforme decisive per il Paese, alla quale noi vogliamo aggiungere la riforma del Senato della Repubblica e la riforma del Titolo V, come tre elementi cardini di un disegno complessivo di rilancio del nostro Paese.
  E la legge elettorale e i suoi meccanismi possono essere decisivi per dare al Paese Governi stabili, maggioranze coese, un Parlamento in grado di dare risposte alle domande drammatiche, che vengono ogni giorno, di lavoro, di occupazione e di speranza. Io credo, peraltro, che gli avvenimenti di queste ore e di questi giorni in Parlamento e le ore complicate e difficili che abbiamo avuto di rapporto tra vari gruppi politici in Parlamento inducano ad una serietà e ad un senso di responsabilità nel vaglio di questa legge. Noi Partito Democratico – lo abbiamo già detto oggi partecipando al dibattito sui rilievi di incostituzionalità che sono stati presentati da altri gruppi politici – assegniamo alla sede del dibattito parlamentare su questa legge un'importanza decisiva.
  Il lavoro su questa legge non si è compiuto definitivamente nel testo unificato che abbiamo all'esame: è un lavoro che va ancora concluso, è un lavoro parlamentare che va ancora concluso, non extraparlamentare, come qualcuno, in questi giorni, ha detto per criticare il fatto che forze politiche abbiano deciso di collaborare, pur appartenendo alcune alla maggioranza e altre all'opposizione, per giungere ad un prodotto complessivo.
  Che cosa dice, dunque, la struttura di questa legge che ci apprestiamo a discutere in Parlamento e alla quale sono state fatte proposte di emendamento ? Prevede una distribuzione dei seggi con metodo proporzionale, con l'assegnazione di un premio di maggioranza, eventuale e limitato, al primo o al secondo turno. Il computo dei seggi spettanti a ciascuna lista e a ciascuna coalizione di liste avviene su base nazionale, sulla base delle cifre elettorali conseguite da ciascuna forza politica nei collegi plurinominali in cui è diviso il territorio nazionale e dove, in ciascuno di essi, è in palio un numero di seggi variabile da tre a sei.
  Come è noto, il numero totale dei seggi spettanti a ciascuna lista o a ciascuna coalizione di liste è determinato a livello nazionale con il metodo del quoziente e, una volta calcolato quanti seggi nel complesso spettano a ciascuna lista sulla base dei voti ottenuti nel complesso del territorio, i seggi vengono poi ridistribuiti sul territorio fra le circoscrizioni. In fase di Pag. 35riallocazione degli stessi nei collegi plurinominali, il testo prevede un riparto in due momenti: in prima battuta, i seggi vengono ridistribuiti tra le circoscrizioni, cioè le regioni, in seconda battuta, essi vengono assegnati nei singoli collegi plurinominali.
  Questa è la struttura di base di assegnazione dei seggi nel testo unificato che discutiamo. Vi è un secondo capitolo di questioni che riguarda molti emendamenti presentati, anche dal Partito Democratico e da tutte le altre forze politiche, gruppi politici, che è il sistema delle soglie che contempla questo disegno di legge unificato. Vi sono soglie di sbarramento per l'accesso al riparto, che sono pari al 12 per cento per le coalizioni, al 5 per cento per le liste coalizzate, all'8 per cento per le liste non coalizzate. Non sfugge a nessuno – certamente non sfugge a noi – che, in questi numeri, che potrebbero essere aridi numeri, sta una parte della sostanza del dibattito sull'efficacia democratica di questa legge.
  La scelta di far accedere o meno al riparto dei seggi liste e partiti che si siano presentati per le elezioni politiche al Parlamento è una scelta che determina un profilo decisivo della legge, è una scelta che inerisce ai caratteri della democrazia, di chi possa accedere al Parlamento, di quale sia il fattore di traduzione della volontà elettorale dell'elettore in seggi parlamentari. Vi è una questione che riguarda il rapporto tra questo testo, che è stato adottato in Commissione, e la recente sentenza n. 1 del 2014 della Corte costituzionale.
  Come è noto, quella sentenza ha affrontato il tema della sproporzione tra il premio di maggioranza assegnato alla lista o alla coalizione vincente e la mancanza di una soglia per l'accesso a quel premio di maggioranza, cosicché, come dice la sentenza della Corte costituzionale, un partito o una lista che conseguisse un risultato anche relativo nella legge attualmente vigente, il cosiddetto «Porcellum» – o meglio, vigente prima della sentenza –, ma il cui effetto fosse comunque quello di essere il primo partito o la prima lista, e quindi vincente, avrebbe conseguito un premio di maggioranza, per permettere di arrivare al 55 per cento dei seggi alla Camera, sproporzionato in maniera eccessiva rispetto al reale risultato proporzionale.
  Il testo unificato – e poi citerò gli emendamenti che noi vogliamo vengano approvati – prevede oggi che questo premio parta dalla soglia del 35 per cento per giungere ad un premio massimo del 53 per cento. Tra gli emendamenti presentati dal Partito Democratico c’è un innalzamento di quella soglia al 37 per cento, un innalzamento che tende a rispondere proprio al principio di democrazia inscritto nel rilievo della Corte costituzionale e, cioè, l'accorciamento di quel premio in 15 punti, perché dal 37 per cento si possa arrivare al massimo del 52 per cento dei seggi parlamentari. Un'aggiunta, quindi, di un premio di maggioranza di 15 punti.
  Ovviamente, anche l'introduzione del secondo turno di ballottaggio secondo noi è elemento caratteristico fondante del testo unificato delle proposte di legge, giacché questo secondo turno di ballottaggio, che, naturalmente, interviene ogni qualvolta partiti o liste non abbiano raggiunto la soglia di sbarramento che noi ci auguriamo il Parlamento voglia approvare nella misura del 37 per cento, questa seconda chiamata alle urne per i cittadini elettori, corrisponderà all'esercizio di un loro diritto di scelta diretta di chi sarà poi in possesso di una maggioranza assoluta dei seggi parlamentari. Viene chiamato in ballo, quindi, l'esercizio di voto diretto da parte degli elettori e la loro scelta diretta rappresenta, con l'introduzione del secondo turno di ballottaggio, un elemento decisivo caratterizzante della qualità di questo provvedimento.
  Infine, noi – questo è stato ed è oggetto di emendamenti, ma è stato oggetto anche di discussione all'interno della Commissione – abbiamo chiesto, con un nostro emendamento, una delega al Governo per il ridisegno dei collegi plurinominali. Al contrario dell'ipotesi che oggi è allegata nel testo unificato che è giunto all'Aula della Camera e che prevede delle tabelle allegate di descrizione dei collegi e delle Pag. 36circoscrizioni, noi pensiamo che a ciò debba essere delegato il Governo della Repubblica, come già accaduto e come è stato nella prassi per precedenti processi legislativi che hanno portato a leggi elettorali. Infatti, pensiamo che questo possa favorire una conclusione appropriata di questo ridisegno, delegando il Governo che noi sosteniamo.
  Complessivamente noi consideriamo, però, questa fase parlamentare che si apre oggi decisiva per apportare modifiche migliorative al testo base. Abbiamo oggi, come si è visto, respinto con il nostro voto l'ipotesi di considerare questo testo unificato delle proposte di legge incostituzionale, e lo abbiamo fatto anche perché siamo certi che il dibattito parlamentare in questa prima lettura della legge debba apportare delle migliorie decisive per il sistema delle soglie, decisive per il processo di definizione dei collegi, decisive per l'obiettivo della parità di genere e complessivamente per i meccanismi di funzionamento della legge. Perché lo facciamo ? Perché abbiamo proposto ulteriori modifiche al testo di legge così come ci giunge qui nell'Aula della Camera ? Lo facciamo, con l'insieme degli emendamenti che sono stati proposti da singoli o da più deputati del Partito Democratico, perché noi abbiamo ascoltato le critiche che sono giunte a questo testo, anche da parte di forze che non hanno partecipato al processo di elaborazione di questo testo unificato delle proposte di legge.
  Ci sono dei profili di questo testo che noi vogliamo correggere. Vi è questo innalzamento richiesto da un nostro emendamento dal 35 al 37 per cento della soglia di accesso al premio di maggioranza. Noi, insieme anche ad altre forze, abbiamo percepito come forte l'esigenza di abbassare la soglia di ingresso per le liste coalizzate e, quindi, proporremo, con un emendamento, un abbassamento dal 5 al 4,5 per cento.
  Abbiamo, come già detto, proposto una delega al Governo per la riscrittura dei collegi plurinominali e delle circoscrizioni. Abbiamo affrontato in diversi emendamenti, che portano firme trasversali di colleghe e di colleghi di vari gruppi, la questione della parità di genere che noi consideriamo decisiva per la qualità della legge elettorale, battaglia che consideriamo decisiva, che è già stata ricordata in quest'Aula da un intervento del collega Richetti del Partito Democratico. Abbiamo anche presentato emendamenti che riguardano questioni tecniche come la modalità di espressione del voto nella scheda o la sostituzione di candidati in caso di rinuncia per rispettare appunto la questione delle quote di genere.
  Vi sono poi argomenti sui quali sono presenti anche emendamenti di esponenti di colleghi onorevoli deputati del Partito Democratico che riguardano la limitazione nel numero di candidature multiple. Ci sono varie opzioni e probabilmente in quest'Aula, sicuramente, discuteremo anche di un emendamento che non è del Partito Democratico: è un emendamento che prevede una norma che salvi le liste a particolare radicamento territoriale che siano state presentate in almeno tre e non più di sette regioni, nelle quali vi sia una popolazione di almeno il 20 per cento della popolazione nazionale e nel quale queste liste abbiano conseguito perlomeno l'8 per cento di media. Complessivamente, nonostante le vicende di queste ultime ore, le critiche che sono state portate al presidente della Commissione da alcuni gruppi per lo svolgimento del voto con cui è stato dato mandato al relatore, nonostante – vorrei ricordarlo, perché si ricorda solo la votazione di ieri mattina – la sera e la notte precedente sia stato impedito ai commissari della Commissione Affari costituzionali di svolgere la seduta della propria Commissione nella quale avremmo iniziato l'esame degli emendamenti presentati dai colleghi alla proposta di legge, nonostante questo noi diamo un'importanza decisiva e centrale al dibattito che si apre in quest'Aula.
  È evidente a tutti che vi sono margini di miglioramento; è evidente a tutti che noi dobbiamo offrire al Paese un quadro di democrazia compiuta nella struttura di questa legge, che permetta la rappresentanza più democratica possibile dell'espressione Pag. 37di voto dei cittadini, che garantisca l'assetto che questa proposta di legge si ripromette, un disegno di alternanza, un disegno bipolare e maggioritario. Vi sono state in questa fase di discussione, sia parlamentare in Commissione che nel dibattito pubblico, questioni che sono sorte anche circa la modalità dell'espressione di voto che nella proposta di legge che qui stiamo esaminando è affidata a collegi plurinominali nei quali i seggi vengano assegnati al primo turno, con sistema proporzionale, e sono sorte nel dibattito pubblico molte proposte diverse tra chi preferirebbe un ritorno al sistema delle preferenze, chi, come peraltro il Partito Democratico nella sua proposta storica, preferirebbe collegi uninominali con doppio turno e chi addirittura riproporrebbe sistemi che in parte sono stati censurati dalla Corte.
  È evidente che questa proposta di legge è il frutto di una mediazione politica, che porta in sé un cambiamento radicale dell'attuale sistema di legge elettorale, che è quello che ha eletto questo Parlamento; è evidente a noi con chiarezza, nonostante le critiche che abbiamo sentito nelle settimane scorse, che la Corte costituzionale, in modo palese, ha assegnato al legislatore il compito inalienabile di offrire al Paese un nuovo sistema di legge dopo che la Corte ha cancellato gli aspetti che considerava incostituzionali del provvedimento Calderoli, il cosiddetto «Porcellum», e che, quindi, stava a noi il compito di comporre le opinioni politiche esistenti per arrivare ad un risultato di cambiamento, che avesse come obiettivo riconosciuto di valore dalla Corte quello della governabilità del Paese.
  Per questo è importante, Presidente, che noi assegniamo a questa legge elettorale il valore fondamentale che ha, non solo per se stessa, ma inserita in quell'insieme di riforme che noi vogliamo avviare, perché riteniamo che la politica debba una risposta a questa fase, che si traduce in un cambiamento, in un miglioramento dell'efficienza di funzionamento della democrazia. Miglioramento dell'efficienza che significa stabilità, governabilità, che significa, secondo noi, un sistema con una sola Camera legislativa, che significa, secondo noi, cambiare quegli aspetti della modifica del Titolo V e, quindi, del rapporto tra le deleghe alle regioni e le deleghe allo Stato che non ha funzionato in questi anni, e anche per una modifica che riguardi il funzionamento dei consigli regionali.
  Solo così, e non con l'antipolitica, non con la protesta fine a se stessa, non con l'idea che, forse, con qualche azione violenta si possano accorciare i tempi della politica, ma solo riformando profondamente il funzionamento della democrazia, senza calpestare il messaggio che ci viene dalla Carta costituzionale, solo così noi possiamo ripartire. Ed è per questo che, da oggi, noi ci impegniamo perché il processo emendativo di questo testo di legge unificato sia effettivo e porti ad una legge buona per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà. Ricordo che per lo svolgimento di ciascun intervento sul complesso degli emendamenti relativo a progetti di legge in materia elettorale la durata massima è pari a 40 minuti, onorevole Sannicandro, ai sensi dell'articolo 85, comma 2, del Regolamento.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, troppo generosa, questa sera. Egregi colleghi e, innanzitutto, egregia Presidente, va innanzitutto denunziato il metodo con cui si sta procedendo al varo di una nuova «legge truffa» – di una vera «legge truffa» –, va denunziato il metodo violento con cui si sta procedendo.
  Gli italiani devono sapere che questa proposta di legge, le ventidue proposte di legge che sono qui davanti a noi non sono state esaminate affatto dalla Commissione competente. Si è detto in quest'Aula che pur qualche giorno si è parlato di riforma elettorale: è vero, la Commissione è stata intrattenuta con dei diversivi, cioè si sono fatte delle audizioni, in attesa che due persone si mettessero d'accordo non su una legge elettorale, ma per quello che io Pag. 38definisco un pactum sceleris, e hanno fatto melina in Commissione: quando bisognava affrontare direttamente il pactum sceleris, non è stato consentito ai commissari neanche di esaminarlo, perché il presidente della Commissione, approfittando dell'impedimento all'accesso in Commissione dei commissari realizzato dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, ha compiuto un blitz che, normalmente, non è più dato ritrovare nel più sperduto consiglio comunale del più sperduto borgo.
  Tant’è vero che avevano dimenticato di nominare i relatori di minoranza; i relatori di minoranza sono stati infine nominati in via, come dire, extragiudiziaria, per cui non c’è un deliberato della Commissione in tal senso, non ci sono dichiarazioni di voto dei singoli componenti la Commissione, non sappiamo come i gruppi si sarebbero espressi nella Commissione. Noi non è che possiamo, in quest'Aula, parlare soltanto della violenza del MoVimento 5 Stelle, che noi condanniamo, noi dobbiamo anche parlare della violenza delle istituzioni, quando la violenza si annida nelle istituzioni e noi qui in quest'Aula ne siamo vittime e lo dovremmo contestare, e non accettare supini che questo vulnus sia stato perpetrato tanto cinicamente.
  Ma la cosa più grave, la cosa più grave è che quando poi si è avuta contezza da parte di tutti, da parte dell'Aula, che i deputati non avevano potuto entrare nell'aula della Commissione, si è insistito nel non porre riparo a quanto era accaduto. E questo dimostra ancor più, a posteriori, la malafede di questa maggioranza che il presidente Sisto ha così bene interpretato, perché gli si deve dare atto di essere stato uno strumento docile e funzionale al pactum sceleris. Si poteva, benissimo, tranquillamente porre riparo, innanzitutto prendere atto delle testimonianze dei colleghi; anzi, questa mattina si poteva prendere atto delle immagini che la televisione ha trasmesso alla presenza anche del presidente della Commissione; io le ho viste quelle immagini perché mi sono trovato a guardare la televisione questa mattina prima di venire qui. Quindi, tutti siamo consapevoli che i deputati della maggioranza e della minoranza non hanno potuto esercitare il proprio ruolo all'interno della Commissione e, invece, qui si è andati avanti come un caterpillar, quasi che ci fosse un terremoto alle porte.
  La verità è che c’è una vergogna da nascondere e che, quindi, questo dibattito deve essere breve, veloce, perché gli italiani non devono sapere quello che qui si sta commettendo, quale truffa si sta commettendo in danno degli italiani e allora ogni minuto è prezioso. Non bisogna allungare i tempi, perché ci sono due rischi: che un sussulto democratico venga fuori da quest'Aula e, comunque, che i cittadini abbiano piena contezza di ciò che sta accadendo, soprattutto perché, oggi, oggi la stampa può anche essere asservita, ma oggi il dominio della stampa non è più efficace come una volta, perché ci sono altri strumenti attraverso cui far conoscere la verità, e li conosciamo tutti, li conoscete molto bene. Ciò nonostante bisogna fare di tutto per impedire che la verità si sappia.
  Ora, è inutile, è inutile invocare la democrazia quando nulla di democratico, qui dentro, si sta perpetrando; ora, voglio ricordare che se qui dentro qualche volta avviene qualche tumulto bisogna anche chiedersene le ragioni che stanno a monte, qual è la causa scatenante e non si può esagerare fino al punto in cui state esagerando in quest'Aula. State esagerando soprattutto con una serie di menzogne che non hanno pari, ma che non serviranno a nascondere la verità. Quali sono le menzogne ? Le menzogne sono che il popolo attende da otto anni una nuova legge elettorale. E avete ragione, da otto anni il popolo vuole una nuova legge elettorale che non fosse il «Porcellum» ! Non una qualsiasi legge elettorale; il popolo chiede che si faccia una nuova legge elettorale che restituisca al popolo la sua sovranità !
  E non parliamo sempre genericamente, come serve per mettere insieme gli uguali e i contrari, perché in questi anni, sia pure chi ipocritamente e chi sinceramente, in questi otto anni avete spiegato al popolo – anche chi ne era stato l'espropriatore – Pag. 39che il popolo era stato espropriato. Lo avete educato bene, e voi farete la fine dell'apprendista stregone, quando il popolo scoprirà che lo state ingannando ripristinando le liste bloccate. Questa è la verità. Il popolo lo capirà e sono convinto che la cupidigia che oggi anima la maggioranza, la cupidigia di fare man bassa di tutti i seggi di questo Parlamento resterà delusa, come restò deluso Alcide De Gasperi quando, a tutti i costi, volle, anche allora con notevoli forzature, che si facesse una legge elettorale con un premio di maggioranza. Ma De Gasperi era un santo, bisogna dirlo, rispetto a quello che si sta facendo oggi, perché, lo voglio ricordare a tutti, lo voglio ricordare a tutti, la legge che fu qualificata come «legge truffa» prevedeva che i partiti o le coalizioni di partiti che avessero conseguito il 50 per cento dei voti più uno avevano diritto al 65 per cento dei collegi. Quindi, era garantita la rappresentanza ed era auspicata la governabilità; una si può garantire insieme all'altra. Non è detto che per garantire la governabilità bisogna uccidere la rappresentanza. Il risultato quale fu ? Il risultato fu che coloro che si coalizzarono non conseguirono il premio, perché furono puniti dal popolo italiano, e beffardamente, per appena 57 mila voti. E ognuno di quei partiti che si erano coalizzati, i compari che si erano coalizzati per fare lo scippo, per rubare la democrazia – in misura ovviamente molto meno grave di quanto oggi sta accadendo –, ognuna di quelle forze coalizzate perse i voti e i consensi, e persero in Parlamento i seggi, che furono invece conseguiti dalle opposizioni.
  Tanto per rasserenare gli animi, guardate che a quell'epoca i tumulti furono veramente molto gravi, i tumulti furono molto gravi. In quest'Aula ci furono feriti tra i deputati e tra i commessi. Voglio ricordare che si arrivò allo scontro fisico e voglio ricordare che qualcuno strappò i braccioli delle sedie e li usò come randelli. Questo per darvi l'idea di quanto era ritenuto grave attentare alla democrazia. E nel Paese ci furono sommosse; nel Paese ci furono manifestazioni formidabili; si mobilitarono in tanti, tant’è che il Ministro Scelba dovette far intervenire la celere, che picchiò indiscriminatamente qui davanti; e il compagno Pietro Ingrao, che ancora vive – lunga vita al compagno Pietro Ingrao (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) –, che allora era direttore de l'Unità prese un bel po’ di manganellate, perché non capirono che era un deputato. Questo fu il clima. Si dimise il Presidente della Camera, si dimise il Presidente della Camera e con lui se ne andarono dall'Aula i funzionari, perché si stavano forzando le procedure; lo stesso successe al Senato, tant’è vero che la legge poi fu approvata velocemente nel giorno delle Palme – guardate come è assurdo, nel giorno della pacificazione – ma con l'Aula praticamente vuota. Oggi mi rendo conto che nel Paese non vi è questa tensione, perché abbiamo schifato la popolazione, perché l'abbiamo sempre ingannata, e la stiamo ancora oggi ingannando, per cui nessuno si sta mobilitando in piazza a difesa del Parlamento, a difesa delle istituzioni, a difesa della democrazia, perché non vedono l'ora di fare piazza pulita di questi ingannatori.
  Il segretario del PD, il signor Renzi, ha detto che ha fatto le primarie, ha avuto, non so, 1 milione 800 mila voti, deve rendere conto a costoro, perché aveva promesso le riforme. Ma di quali riforme parlava ? Non ne ha mai parlato, e non ne poteva parlare, perché lui ha detto sostanzialmente in televisione che non aveva un'idea: aveva soltanto un'idea di comandare. «Guardate, io vi propongo due o tre modelli, scegliete voi»: come se steste al mercato ! Il segretario del più grande partito di tradizione democratica italiano, che va in televisione e dice: scegliete voi, purché si faccia una legge, come dice Berlusconi, che mi consenta domani di governare da solo ! E lo ha detto senza nessuna reazione, senza nessun comunicato di sdegno, rispetto a questa affermazione ! «Per me una legge vale l'altra». Una legge vale l'altra ? Qui stiamo discutendo della sovranità popolare, che si esercita, dice l'articolo 1, nelle forme che la Costituzione e le leggi stabiliscono.Pag. 40
  Guardate la superficialità, guardate in mano a chi stiamo andando ! Riflettete in mano a chi vi siete messi, in mano a chi stiamo andando. Se volete qui c’è un campionario: come se fossimo, non so, all'Ipercoop. Qui c’è un campionario: scegliete voi quale legge elettorale volete, purché il giorno dopo si sappia chi ha vinto. E perché, prima non si sapeva chi vinceva, al di là del dibattito politico ? Ma le menzogne non finiscono qui. Il popolo vuole la legge elettorale: se andiamo oggi a parlare con qualcuno, quando riusciamo a superare lo sdegno e il ripudio che hanno nei nostri confronti, non ci diranno che non siamo adeguati perché non abbiamo fatto la legge elettorale: ci diranno che non siamo adeguati perché non sappiamo più tenere conto delle vere esigenze dei cittadini. C’è una generazione che non ha un posto di lavoro ! Questa è la priorità assoluta ! Quale legge elettorale ?
  Qui tutti quelli, quegli altri, parlano tutti di cittadini: io ho modesti cittadini intorno a me, ma non ho trovato uno che non è venuto a chiedermi qualcosa che non fosse di diverso della legge elettorale ! Non ho trovato uno che mi ha chiesto la legge elettorale, e soprattutto una legge presidenzialista maggioritaria, che affossa la democrazia ! Vengono loro, i loro figli: questo è il problema ! Questo è il problema vero, altro che legge elettorale. Non possiamo attendere oltre ! Facciamo un referendum fuori, andiamo per caso qui di fronte a Montecitorio, andiamo qui all'Ipercoop, chiediamo ai cittadini: cosa ti serve ? La legge elettorale ! Si mangia la legge elettorale ?
  Certo, è una cosa importante, indubbiamente: su questo non si discute; ma la legge elettorale serve per creare un ceto politico selezionato, che tenga veramente conto delle esigenze dei cittadini. Ma il problema è di vedere di chi siamo i rappresentanti. Perché questo è l'altro inganno, l'altro inganno ! Si parla: c’è la crisi, c’è la crisi; quasi che la crisi ci fosse per tutti. C’è bisogno di una legge elettorale: quasi che la legge elettorale vada bene ugualmente per tutti i cittadini. La cittadinanza, il popolo è ancora diviso tra chi ha e chi non ha niente; e la forchetta tra i ricchi e i poveri è aumentata, e questa legge elettorale, unita a tante altre leggi che avete fatto, di cui parleremo fra poco, serve soltanto a rinsaldare il potere riemergente del ceto plutocratico ricco dell'Italia (scusate se uso l'espressione che voi ben conoscete, i più anziani conoscono).
  Questa è la verità. D'altra parte, proprio ieri abbiamo qui celebrato l'ultimo tassello di un grave programma di privatizzazione, che è stata la privatizzazione al 100 per cento della Banca d'Italia: non ce ne scordiamo ! Quindi qual è il disegno che si sta realizzando quest'oggi ? È il disegno di Berlusconi, al quale va dato atto, va dato atto, va dato atto che quello che non è stato possibile fare a lui, quello che non è stato concesso di far fare a lui, oggi lui riesce a realizzarlo, oggi, domani e dopodomani, attraverso questa Camera dei deputati ! Questa è la verità. Perché prima di Renzi chi ha detto in Italia che ci vuole un uomo solo al comando ? Chi l'ha detto ? Ma per caso Renzi ? Ma che stiamo a scherzare ? Quali sono le novità ? Un uomo solo al comando l'hanno detto in tanti, e l'hanno praticato anche in tanti.
  Chi ha detto, prima di Renzi, che bisogna farla finita con il bicameralismo ? Che la lentezza è asfissiante per un uomo energico del fare ? Ve lo ricordate in televisione il senatore Berlusconi, ex senatore Berlusconi ? Ve lo ricordate quando faceva la parodia dell'iter legislativo ? La legge va prima alla Camera, diceva lui, poi va in Commissione, lì si perde tempo a chiacchierare e via discorrendo; poi dalla Commissione arriva alla Camera; poi dalla Camera va al Senato, lì va in Commissione, poi finalmente approda al Senato, poi se il Senato ha cambiato qualcosa...così faceva come sto facendo io, ve lo ricordate ? Poi se dal Senato ritorna alla Camera siamo punto e daccapo. E poi, e poi, diceva lui – e piangeva – poi bisogna che vada al Presidente della Repubblica, e non è finita, diceva, non è finita perché a quello là specialmente gli può venire in testa di rilevare dei vizi e la rimanda indietro, e io che voglio fare, non riesco a Pag. 41fare...e poi finalmente la legge va sulla Gazzetta Ufficiale e dice Berlusconi: «ma non è finita»; perché non è finita ? Perché ci stanno i giudici comunisti, perché ci sta la Corte Costituzionale illegittima e di comunisti e poi ci sta la Cassazione dei comunisti. Ci sono comunisti da tutte le parti, tranne che nei voti (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico). Però lui li vede da tutte le parti. E allora che facciamo, dice Berlusconi ? Allora pensa e riflette: due Camere sono assai. Cerchiamo di eliminarne per il momento una, spero che trovo qualcuno, qualcuno che voglia eliminarne almeno una delle due, così abbreviamo già qualche cosa. E l'ha trovato questo qualcuno, si chiama Renzi, non il popolo del PD, si chiama Renzi, badate. E ve lo spiego perché, lo propone Renzi senza pudore, e vi spiego perché: perché fino a poco tempo fa si parlava con prudenza di eliminare il Senato, amici della Lega dove state ? Ve la siete squagliata, vi siete accontentati, eh ? Roba da matti, siamo al mercato, alla Vucciria.
  Allora dicevo, bisogna eliminare il Senato. Siccome sembrava una cosa sporca eliminare il Senato e allora che cosa facciamo ? Facciamo un Senato delle autonomie e si parlava di come fare, degnamente se ne parlava, badate bene, seriamente, con competenza, non scherzando. Eliminiamo il Senato e ne facciamo la Camera delle autonomie così eliminiamo la Conferenza Stato-regioni che praticamente è quella che serve come camera di compensazione tra Stato e regioni. Quindi era aulica la discussione, era competente la discussione. Come è andata a finire questa discussione di eliminare il Senato ? Semplicemente: ci mettiamo poi i sindaci. Questo l'ha detto il segretario del partito più importante d'Italia (Commenti)...ci mettiamo un po’ di sindaci. Qual è il progetto per il Senato ? Non si sa. Badate, che noi stiamo facendo questa legge elettorale che parla pure del Senato, ma non sappiamo del programma del bicameralismo. Sfido qualcuno che in questa Aula mi dica che ha saputo, ha appreso da qualche parte qual è lo schema di progetto del Senato che si vuole realizzare. Questa è la questione, eliminiamo il Senato.
  Poi qualcuno oggi sta eliminando la Corte costituzionale. Sta eliminando la Corte costituzionale perché la sua sentenza fresca fresca, ... che ancora tutti – ho scoperto per caso sul computer – che altri colleghi – perché rimane nella cronologia, io non sono pratico – avevano cliccato sulla sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014, relatore Tesauro, e ho visto un sacco di colleghi. Quindi stiamo, appena appena, conoscendo la sentenza della Corte e già qui dentro la stiamo stracciando. Ma prima di noi l'hanno stracciata già i giornali, quelli più sottili, meno rozzi di come si sta procedendo qui dentro, che hanno un certo acume. Già dal dispositivo si capiva dove si andava a parare, lo sapevamo già da quanto era stato detto in occasione del referendum non ammesso, lo sapevamo.
  Allora tutti i grandi intellettuali italiani: «Sì, ma la Corte dice: c’è bisogno di una nuova legge elettorale». La legge elettorale ce l'abbiamo, questa è la verità. Ce l'abbiamo ! Se non piace il proporzionalismo puro, allora d'accordo, si ha anche il diritto di cambiarla, ma non di cambiarla in questa maniera, con quattrocento pagine di emendamenti in Aula, che certamente saranno quattrocento pagine di carta straccia, alla fine. Questa è la questione !
  Non dico che non bisogna cambiare la legge elettorale: io sono uno proporzionalista puro, puro, perché ripudio tutte le menzogne che sul proporzionalismo sono state dette. Comunque la legge elettorale si può cambiare. La Corte lo ha detto, che si può cambiare. Ma non ha detto – l'altra menzogna che circola – che per la Corte la legge sarebbe costituzionale se noi facciamo le liste bloccate corte (le chiamano plurinominali, per pudicizia). Le liste bloccate corte ! Ieri nell'Aula ho letto il passaggio. A pagina 14, rigo 20, il redattore della sentenza, en passant, dice: «non mi si venga a dire che in altre parti non ci sono sistemi democratici un pochino diversi, perché in altre parti è vero che ci Pag. 42sono le liste bloccate, ma non hanno tutte le liste bloccate», dice la Corte, e poi aggiunge:«poi da qualche altra parte le liste sono brevi, come, per esempio, i collegi uninominali». Su queste tre righe, la stampa, i partiti hanno messo su una montatura, dicendo che la Corte costituzionale ha legittimato le liste corte. È una menzogna ! Perché la Corte costituzionale ha detto – principio primo – che il cittadino deve sapere chi elegge: quando alla fine si vedono i risultati tra me e loro, loro devono sapere a chi hanno votato che ha perso e io devo sapere a chi ho votato ed eventualmente ho vinto. Questo è il principio. Poi c’è l'applicazione del principio. Questo ha detto la Corte.
  E noi ci ripresentiamo ai cittadini con le liste bloccate. Ma sai perché ? Perché sulla scheda troveremo i nomi scritti, fatti sempre dal segretario, che mi potrà pur sempre mandare un Kronbichler in Puglia, è chiaro anche perché abbiamo fatto amicizia... (Applausi)! Quindi, riguardo a Florian, tranquillamente, se il segretario del partito deciderà, lo potrà mettere in Puglia. Allora tu vedrai che i braccianti conosceranno Kron...come si dice ? Kronbichler, e i braccianti diranno «Però, lo abbiamo visto il nome, eh !». E con questo mezzuccio, con questo argomentuccio, la Corte costituzionale dovrebbe risultare appagata, il criterio di costituzionalità è realizzato, perché Kronbichler è venuto lì, in Puglia. Questa è un'altra delle grandi menzogne. Un'altra delle grandi menzogne. Sono tutte quelle, menzogne – ripeto – per nascondere il successo, l'apoteosi di Berlusconi. Io lo immagino: adesso sta a casa sua e sta guardando la televisione e sta vedendo come noi ci stiamo dilaniando per realizzare, loro, il suo programma e noi per impedirlo. È il massimo dei risultati. È grande. Il massimo. È andato a casa del PD. Io non sono di quelli, l'ho detto ieri e lo dico oggi: io non sono affatto scandalizzato del fatto che Berlusconi sia andato dal PD, anche perché io posso anche ammirare l'abilità «luciferina» dei miei avversari. È andato con perfidia. Gli avrà detto: «Senti, io da solo non ce l'ho fatta: questa è una riforma storica. Però se la fai tu, stai tranquillo che passerai alla storia e ti ringrazieranno soprattutto quelli che stanno dietro di me, i poteri forti italiani e internazionali», di cui parliamo tra un attimo. Questa è la questione e qui a dire: «Sai, non lo dovevi far entrare» e così via. L'altra menzogna: «E che dovevo parlare con Dudù ? Dovevo parlare con i miei avversari politici». Certo, dovevi parlare anche con i tuoi avversari politici, ma dovevi parlare innanzitutto anche con le altre forze politiche. Io non so dove sia stato ricevuto Alfano. Io non so dove è stato ricevuto il capogruppo, diciamo, di Scelta Civica o del Partito Socialista o della Südtiroler Volkspartei.
  Dove è stato ricevuto il segretario di SEL, vorrei sapere. Io mi aspettavo, temevo, o meglio, pensavo che Berlusconi si doveva incontrare con Renzi in campo neutro, come si fa normalmente. Io normalmente, quando ho dovuto interloquire nel mio paese con gli avversari politici, nella misura in cui erano avversari politici, sai, loro avevano qualche remora a venire nella mia sezione e io avevo qualche remora ad andare nella loro, è come quando facciamo le cause di lavoro, no ? Uno dice: vieni alla Confindustria; l'altro dice: no, vieni al sindacato. Allora troviamo un campo neutro, è chiaro. Io pensavo che la diplomazia si svolgesse a questo livello, ma neanche per sogno ! Vieni Berlusconi, vieni a casa mia ! E quello è andato: questo è il pacchetto, mi raccomando che voi siete 300, difendetelo bene ! E Renzi è venuto qua a dire – qua, dove, non so, da qualche parte – signori miei, vorrei ma non posso. Ma io non ci credo che lui vuole ma non può, diciamo la verità, è un falso dire vorrei ma non posso, innanzitutto perché è un partito grande, è un partito democratico, ha esponenti di rilievo che sarebbero in grado di contrastare Berlusconi e di fare una bella figura nel Paese, diciamola così.
  Ma la verità è un'altra e l'ha confessata lui, quando ha detto che ha scoperto una profonda sintonia, non so se mi spiego, una profonda sintonia ! E tutti quanti: bravo, bravo, mi hai riconosciuto come Pag. 43avversario politico. Ma quale avversario politico ? Va al di là della questione, ha riconosciuto, ha verificato una profonda sintonia, che in effetti c’è, è inutile negarlo, perché la mutazione genetica che costui porta addosso, sulle sue spalle, è evidente. Berlusconi, ripeto, vuole,. la sua strategia qual è ? Oggi prendo quello che posso, il grimaldello, cioè una legge elettorale maggioritaria, può darsi che domani non vincerò io, vincerà un altro esponente del grande capitale, si diceva una volta, però il progetto è che io assumo un ruolo storico, perché ho aperto la strada a una rivincita del capitalismo nei confronti della classe operaia, e a poco a poco arriveremo all'obiettivo finale: a riprenderci il potere completo sul popolo, sul ceto medio, sui lavoratori, che in questi trent'anni di Prima Repubblica ci è stato sottratto dalla Democrazia Cristiana e dal Partito Socialista messi insieme.
  Quelle erano le larghe intese, quelli erano accordi fra due partiti oppositori, perché la cultura del Partito Socialista non aveva nulla a che vedere con la cultura della Democrazia Cristiana e seppero trovare un accordo. Trent'anni di centrosinistra, quelle erano larghe intese, trent'anni di quel centrosinistra che, loro alla maggioranza, noi a spingere dall'opposizione comunista, abbiamo portato l'Italia fuori dalle macerie della guerra, le abbiamo fatto riacquistare credibilità internazionale e progresso per tutti i cittadini italiani.
  Certo, era un sistema per il quale l'uguaglianza doveva essere l'obiettivo di tutti, e questo pesa per chi invece vuole essere più eguale degli altri. Voglio farvi la lunga serie delle conquiste, il Partito Socialista prima di accedere alle larghe intese con la Democrazia Cristiana ne volle verificare la buona fede e chiese la nazionalizzazione dell'energia elettrica. L'ENEL, che oggi naturalmente subirà la parabola contraria, fu il pedaggio che fu pagato alla Democrazia Cristiana per l'appoggio esterno, per i preliminari dello sposalizio tra Partito Socialista e Democrazia Cristiana.
  Poi dopo i socialisti pretesero la scuola media unica, che oggi tutti quanti, quanti laureati abbiamo in quest'Aula, soprattutto lì che lo dimenticano. Diceva un amico mio: che fesseria che abbiamo fatto a mandarvi a scuola ! Quindi, la scuola media unica, e poi la scuola materna, il piano decennale per la casa e poi le regioni e poi tant'altro, la legge sul divorzio, lo Statuto dei diritti dei lavoratori, la legge sui licenziamenti, lo Stato sociale, gli assegni familiari, il salario minimo garantito per i braccianti agricoli.
  Potrei fare un lungo elenco di ciò di cui oggi godiamo ancora, di cui oggi ancora gode il popolo italiano, di cui purtroppo non potrà godere a lungo, perché il grimaldello lo stiamo forgiando. E Berlusconi ha dato il compito a questa Assemblea di forgiare il grimaldello: nuova legge elettorale, con cui togliamo di mezzo i partiti minori di destra e di sinistra, questo è lo scopo ! Perché la classe operaia, i lavoratori, il ceto medio, non abbiano più uno specifico, diretto rapporto con quest'Assemblea. Quindi, sistema maggioritario, così eliminiamo tutti quanti gli altri; eliminazione del bicameralismo perfetto di cui non conosciamo neanche il modo con cui sarà fatto; il finanziamento privato ai partiti, che abbiamo già realizzato. Le due cose vanno insieme, la legge di oggi la dobbiamo leggere insieme al finanziamento privato, perché qui ormai abbiamo deciso, avete deciso, che la politica la possono fare soltanto i ricchi !
  Lo avete deciso, ma avete deliberato però che i ricchi possono dare un contributo sulle tasse, per cui quei dieci milioni di italiani che non riescono ad arrivare alla fine del mese, mi dovete dire «di grazia» come faranno a finanziare il loro partito ? Come faranno a dare il 2 per mille se vi sono – mi pare – 7 milioni di incapienti in Italia ? Non ricordo la percentuale in questo momento, la vedremo in un altro momento.
  Con la nuova legge elettorale si potrà avere un ceto politico più «in sintonia» – questo è il disegno – e quando avremo realizzato un Parlamento più «in sintonia» di quanto non sia ancora oggi... Pag. 44perché questo Parlamento deve essere abbattuto, questo, perché qui c’è gente che è ancora legata alla Democrazia Cristiana, alla cultura del cristianesimo sociale, al comunismo... questa gente va azzerata ! E allora, quando avremo realizzato questo, potremo completare il processo di appropriazione dello Stato e di riappropriazione della ricchezza. Su questa strada ci siamo ormai da tempo, voi lo sapete. Non so che cosa altro dobbiamo privatizzare, abbiamo privatizzato tutto ! Avevamo le banche, mi ricordo che il Credito Italiano era una banca pubblica, così la Banca Nazionale del Lavoro, così pure il Banco di Napoli.
  Poco a poco l'Italia sta perdendo le banche, le industrie.... mi pare si voglia eliminare anche la Finmeccanica, la Fincantieri, non lo so, poco a poco lo Stato sarà lo Stato che vuole Berlusconi: meno Stato e più mercato, l'ha sempre detto ! E se qualcuno del popolo meno acculturato non lo poteva capire, in quest'Aula lo capite bene tutti ! Meno Stato e più mercato ! Che cosa significa ? Significa che ti devi andare a comprare tutto ! Come vai al mercato a comprare la frutta, così ti devi andare a comprare la sanità, la pubblica istruzione, la pensione ! Meno Stato e più marcato ! Lo Stato deve ritornare a quello che era cinquant'anni fa, un secolo fa: lo Stato minimo, non tutta questa «gualdrappa» di Stato sociale ! Lo Stato si deve interessare soltanto dell'esercito, per la difesa esterna, della polizia, per la difesa interna, un po’ dei magistrati.... e poi lasciate fare a me, che me la vedo io, perché i ricchi penseranno anche ai poveri.
  Sono cose che già conoscevamo, è scritto anche nel Vangelo, anche se passa per una cosa moderna: vi ricordate la parabola del ricco epulone ? Voi che siete tutti quanti praticanti – so che andate a messa ogni domenica –, il ricco epulone doveva ricordarsi a fine pasto di dare qualcosa ai poveri, come faceva mio nonno, che ci teneva molto al suo cavallo – l'ho già detto l'altra volta –, ed io, impertinente, la sera, anziché dargli la stessa misura di biada, quella necessaria, gliene davo di più e mio nonno, che ci teneva al suo strumento di lavoro, che era il cavallo – di cui ero innamorato anche io – mi diceva: «eh no, tu gli devi dare tanto quanto serve, se no si ingrassa, e domani non può tirare l'aratro», perché allora si lavorava con l'aratro a mano. Quindi, tu non hai capito come funziona la legge del profitto: la forza lavoro deve essere mantenuta in vita, non dobbiamo sopprimere gli operai perché ci servono, li dobbiamo tosare, questa è la questione ! Quindi, un po’ di assistenza la faremo, ai miserabili, ai morti di fame, anche perché è una questione estetica, non è piacevole andare alla stazione Termini e vedere quella gente accampata, sotto l'ombrello, quelle povere signore, non è piacevole.
  E poi se proprio devo spendere i soldi per i vigilantes, perché mi devo tutelare casa mia, beh, me li spendo con un po’ di sussidio di disoccupazione, è chiaro. Ma, siamo in un'altra logica, siamo in una logica diversa.
  Ora, ovviamente, dicevo che il progetto della destra italiana...

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  ARCANGELO SANNICANDRO. A quanto siamo arrivati ?

  PRESIDENTE. Ha tre minuti, onorevole Sannicandro.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Eh no...

  PRESIDENTE. Non ci crederà (Applausi)...

  ARCANGELO SANNICANDRO. Va bene, Presidente, mi ha proprio colpito al cuore. Comunque, stavo dicendo che ora non voglio entrare nel merito dei singoli emendamenti... sono oltre quattrocento... questa è la premessa per parlare del (Applausi)... è la premessa... va bene, che devo dire... chiedo scusa e non potrò finire l'intervento.
  Allora, cari colleghi del PD, adesso ve lo dico affettuosamente, perché nonostante tutto tra me e voi c’è un rapporto di odio Pag. 45e amore. È inutile che vi fate appannare la vista dalla cupidigia di fregarvi anche questi posti, perché chi troppo vuole nulla stringe (Applausi). E ricordatevi che l'avete già sperimentato e che, quindi, la storia sia maestra di vita. Voi avete detto al popolo che ci vogliono le preferenze: gliele dovete dare, gliele dovete dare (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Per l'Italia). Chiaro ? Gliele dovete dare. Glielo avete spiegato per otto anni (chi è che dice che si aspetta otto anni). Per otto si aspetta che vada via il «Porcellum», cioè vada via la lista bloccata. È chiaro (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Per l'Italia) ?
  Poi, c’è la questione – quella è più sottile e più delicata – del premio di maggioranza. Quella la lasciamo un pochino ai più raffinati, ai più colti. Ma il popolo intero, colti e non colti, vuole riappropriasi del diritto di voto, perché altrimenti voi rischiate che la prossima partita si gioca tra quelli che vi stanno facendo realizzare il programma e quegli altri, perché vorrei vedere chi di noi viene a votare a voi dopo che ci avete fatto questo scherzo, che vi siete alleati con Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Ma che stai a scherzare ?
  Ho detto che la cupidigia deve avere un limite. Voi siete dei moderati ? Voi siete dei moderati ? Con calma. Riflettete. Non c’è bisogno di correre. Ma la pistola fumante Renzi ce l'ha in mano nei confronti del Governo Letta, no ? Ha o la legge che gli ha dato la Corte costituzionale o questa, che faremo tra 15 giorni. Certo, non si potrà forse votare a maggio. Pazienza, dovrà aspettare un altro po’, è chiaro. Ma alla pistola fumante che state mettendo sul tavolo contro il Governo pensateci bene, perché se proprio si va a votare domani lasciate stare i sondaggi. Lasciate stare. Mi hanno detto che tutte le curve sud di tutti gli stadi non sono per voi, non sono per voi, e ve lo dice un antico uomo di sinistra, perché ad un certo punto non è l'abito che fa il monaco e se voi fate questa cosa qui, questa porcata (scusate l'espressione)... perché avete promesso per otto anni di ridare il voto di preferenza alla gente e poi non glielo date, e poi non glielo date, e poi non glielo date...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

  ARCANGELO SANNICANDRO. ... non so proprio come andrete a finire.
  Va bene, degli emendamenti parleremo la prossima volta (Applausi).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sannicandro. Come ha visto, 40 minuti non sono poi così lunghi.
  Ha chiesto di parlare il deputato Rocco Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in quest'Aula ancora questa mattina io ho difeso la correttezza, dal punto di vista procedurale e regolamentare, dei comportamenti della Presidente e della Presidenza e, in effetti, non è possibile tentare di impedire che i deputati accedano al luogo della deliberazione, per impedire la deliberazione, e poi, se la deliberazione ha luogo lo stesso, lamentarsi per il fatto che qualcuno dei deputati, non della propria minoranza ma della maggioranza a cui volevano impedire di entrare, non è potuto entrare (è un po’ contro la realtà).
  Adesso però in sede politica io vi devo dire che il modo in cui noi arriviamo a questa deliberazione della Camera è un modo che non fa onore a questo Parlamento e non fa onore alla nostra politica, perché è forte l'impressione che la discussione sia stata strozzata in Commissione e anche in Aula; è forte l'impressione che due uomini forti si siano incontrati, abbiano deciso per tutti e chiamino adesso il Parlamento a ratificare l'accordo che loro hanno raggiunto, senza la possibilità di discuterlo, senza la possibilità di modificarlo, senza la possibilità di formarsi un proprio libero ed autonomo convincimento su di una materia così delicata.
  Io vi dico chiaramente che il nostro gruppo, i Popolari per l'Italia, l'UDC, a Pag. 46questo modo di fare non ci sta. Se c’è un accordo, noi non ne siamo parte e riteniamo che sia dovere del Parlamento, invece, discutere questo provvedimento con la stessa attenzione, la stessa disponibilità, lo stesso sentimento alto di essere portatori della sovranità popolare che abbiamo davanti a qualunque altro provvedimento che passi davanti a noi. I leader fuori del Parlamento ? Bene, per facilitare le intese, per aiutare il dialogo, ma non per decidere al posto del Parlamento. Questo è un appello che io faccio in coscienza soprattutto ai colleghi del Partito Democratico e ai colleghi di Forza Italia.
  I «grillini» su questo non hanno tutti i torti. Il modo con cui arriviamo alla discussione è irrituale. Il collega Gitti questa mattina ha fatto una proposta, che io mi auguro venga accolta adesso in Ufficio di Presidenza: diamo tempo in Commissione di discutere effettivamente questo provvedimento. Io ho in mano il fascicolo degli emendamenti, basta guardarlo per capire che ha bisogna di una adeguata ponderazione.
  La seconda cosa che vorrei dire è che non mi pare che sia adeguato il clima nel quale la discussione ha luogo. È un clima in cui bisogna osservare dei termini predefiniti, scantonare rispetto al mese di gennaio per iniziare la discussione creerebbe chissà quale dramma. Quale dramma a chi ? Al prestigio di chi vuole apparire come il decisionista e, siccome ha detto che entro gennaio questa cosa si deve fare, si deve fare entro gennaio ? Di decisionisti ne abbiamo avuti in passato nella storia italiana, non tutti hanno fatto molto buona riuscita e non hanno lasciato un grande rimpianto.
  La discussione si svolge dentro un mito, che io vorrei brevemente criticare. È il mito della legge elettorale che determina il sistema istituzionale. Devo dire che questo mito in buona parte è stato gettato dentro la cultura italiana da un mio amico, il professor Gianni Sartori, che ha scritto un libro, Comparative constitutional engineering, per spiegare il rapporto tra sistemi elettorali e sistemi politici. Poi questo libro è stato volgarizzato dai suoi discepoli italiani, ulteriormente volgarizzato dai giornalisti italiani, ed è venuta fuori l'idea che la legge elettorale determina il sistema politico: datemi una legge elettorale uninominale ed io vi darò la Gran Bretagna. No, il mondo non funziona così. Qualunque studioso serio di sistemi elettorali vi dirà un'altra cosa. Vi dirà che i sistemi elettorali possono assecondare una evoluzione del sistema politico. I sistemi elettorali possono facilitare la convergenza delle forze politiche. I sistemi elettorali, se indovinati, possono aiutare ad andare nella direzione in cui comunque la struttura naturale di un sistema evolve. Possono facilitare evoluzioni politiche e possono ostacolare evoluzione negative, ma i sistemi elettorali non producono, non producono i sistemi politici.
  Lasciate che citi un altro amico, ora scomparso, Russell Kirk, che ha scritto un libro che si intitola The roots of american order, le radici dell'ordine americano, in cui spiega che tutti quelli che hanno copiato la Costituzione degli Stati Uniti hanno fatto una brutta fine, perché una buona costituzione è radicata nella storia, nella geografia, nelle abitudini, nel modo di essere, nella religione di un Paese, e prender da un posto e portarla in un altro non funziona.
  Per la verità, il nostro Vincenzo Cuoco, qualche secolo prima, aveva detto la stessa cosa nella sua immortale storia della Repubblica partenopea: non esistono leggi elettorali perfette, non esistono Costituzione perfette. Le leggi elettorali e le Costituzioni sono buone, come gli abiti, se sono adatte alla figura di chi li deve portare, se sono studiate in funzione della nazione che di quelle leggi deve fare uso. Io, un'analisi approfondita delle tendenze di movimento della società italiana, dei bisogni di rappresentanza che essa esprime, delle difficoltà oggettive che si frappongono contro la decisione politica, non l'ho ascoltata. Ho ascoltato l'impressione miracolistica: «Facciamo una legge elettorale la quale ci consenta, la sera delle elezioni, di sapere chi ha vinto, e chi ha vinto la sera delle elezioni governerà per Pag. 47cinque anni». Vi sono molti Paesi ben governati nei quali la sera delle elezioni non si sa chi ha vinto.
  Facciamo un esempio ? La Germania ! Avete visto le elezioni tedesche ? La sera delle elezioni si sapeva chi aveva vinto ? No, si sapeva che, probabilmente, la Merkel avrebbe avuto la possibilità di formare il Governo, ma non era escluso che si andasse a nuove elezioni, se non fosse riuscita a formare una coalizione, che alla fine ha formato un paio di mesi dopo. Per citare un altro Paese dove si sa subito chi farà il nuovo Governo, ma che è molto diverso dalle utopie che circolano da noi, la Svizzera è un Paese ben governato o non è un Paese ben governato ? Sapete come funziona la Svizzera ? C’è la grande coalizione, e non mi ricordo nemmeno da quanti anni, ma credo che si avvii a raggiungere il secolo. Funziona ! Sto dicendo che funzionerebbe in Italia ? Non necessariamente. Vorrei soltanto demolire qualche mito che sta nella testa di tutti noi quando parliamo di legge elettorale, chiedendo alla legge elettorale quello che la legge elettorale non ci può dare: il rinnovamento della nostra democrazia, che va cercato per altri cammini.
  Infatti, noi siamo arrivati al mito della legge elettorale perché non abbiamo saputo aggiornare le nostre culture politiche. I comunisti hanno smesso di essere comunisti, ma non sanno bene cosa sono diventati, perché non hanno fatto una critica vera del loro comunismo. I democristiani sono scomparsi e chi è venuto dopo non si sa bene da dove venga, cosa voglia e cosa sia.
  Non è con la scorciatoia della legge elettorale che si risolve la crisi della democrazia italiana, che, peraltro, è una crisi non solo italiana. Noi viviamo l'epoca della crisi delle democrazie occidentali, perché problemi analoghi ai nostri ci sono anche in altri Paesi, ci sono un po’ dappertutto, e sono il risultato di un'evoluzione nella quale trionfa un individualismo narcisistico e si dissolvono le comunità.
  Le comunità si possono rappresentare, gli individui no. Ogni individuo ha un suo interesse diverso, una sua idea diversa, non è rappresentabile. Per poter far funzionare le democrazie rappresentative, bisogna ricostruire comunità che possano essere rappresentate, e ci vuole il lavoro della politica per mettere insieme gente che la pensa in modo diverso, per conciliare contraddizioni inizialmente dure l'una contro l'altra. Noi cerchiamo nella legge elettorale la possibilità di evitare il lavoro della politica e cerchiamo la possibilità di dare una legittimazione formale alla democrazia quando il consenso reale verso le istituzioni democratiche, invece, diminuisce o non c’è più, quando la nostra politica non riesce ad aggregare un consenso reale.
  E allora, se non riusciamo ad aggregare il consenso che serve per governare, abbassiamo la soglia del consenso che serve per governare. Chi ha detto che ci vuole il 51 per cento ? Ora, io non vi dirò che è sbagliato staccarsi da un principio puramente proporzionalistico, perché la crisi c’è, la crisi è grave, la crisi è profonda, e quindi, almeno provvisoriamente, abbiamo bisogno di privilegiare la governabilità, anche riducendo la rappresentanza, ma dobbiamo essere consapevoli tutti del fatto che qui c’è una perdita di democrazia, non un guadagno di democrazia, e dobbiamo porci il problema di usare lo spazio di tempo che una riforma del genere ci può dare per ricostruire la politica nel Paese, per ricostruire il rapporto fra governanti e governati, invece di adagiarci sull'idea che poi così andrà bene. Dubito che così andrà bene e temo che, prima o poi, ci troveremo ad affrontare di nuovo il problema di riforme istituzionali per permetterci di governare con ancora meno consenso.
  Il premio di maggioranza: per governare con meno consenso, il primo strumento che possiamo adottare è il premio di maggioranza. Abbiamo il premio di maggioranza, lo avevamo anche prima per la verità. Fino a che punto ? La Corte costituzionale ci ha posto un problema. La Corte costituzionale credo che abbia ragionato un poco nel modo che ho tentato Pag. 48di proporre in quest'Aula: sì, possiamo rinunciare a un pezzo di rappresentanza in nome della governabilità, ma fino a che punto ? Qual è la rinuncia ragionevole ? Con il 35 per cento dei voti prendi il 55 per cento dei seggi ? Questo vuol dire che chi ha votato la coalizione di maggioranza, ha un voto che vale una volta e mezza il voto di chi ha votato la coalizione di minoranza. Non vi sembra un po’ troppo ? E acquisisce il diritto di governare.
  Nella legge di De Gasperi, ignominiosamente chiamata «legge truffa», che era una legge buona per la democrazia italiana, il diritto di governare lo davano gli italiani con il 51 per cento dei voti. Poi, per facilitare l'azione di Governo, in Parlamento questo 51 per cento diventava 65 per cento. Qui il diritto di governare lo dà una minoranza col 35 per cento... ah, io sono grato della concessione che ci è stata fatta e siamo saliti dal 35 al 37 per cento dei voti. È stato un grande atto di generosità. Invece di avere un voto che vale 1,6 voti dell'opposizione, ne abbiamo uno che vale solo 1,5. Bravi, è sicuramente un passo avanti. Ma è sufficiente ?
  E che succede se andiamo al ballottaggio ? Perché se voi guardate alle elezioni ultime che abbiamo avuto, con questa legge si avrebbe il 55 per cento con il 30 per cento circa dei voti. La coalizione che al primo turno ha avuto circa il 30 per cento dei voti, al secondo turno raddoppia il proprio consenso. Pensate che funzioni una democrazia così ? Ritenete che ce la farebbe, considerando che quel 30 per cento potrebbe essere poco più del 15 per cento degli aventi diritto al voto ?
  E qui tocchiamo una questione decisiva che ho visto poco sottolineata nel dibattito fino ad ora: fra il primo e il secondo turno bisogna costruire le coalizioni. In Francia, fra il primo e il secondo turno si costituiscono le coalizioni. Allora, il secondo turno acquista un valore legittimante perché al secondo turno i cittadini tornano a votare la coalizione che si è costituita tra il primo e il secondo turno. I cittadini che al primo turno hanno votato un partito non sono espropriati del loro voto nel secondo turno, ma lo usano di nuovo vedendo in campo, certo adesso in coalizione, l'opzione alla quale hanno dato la loro preferenza.
  Io vedo, invece, che qui c’è la volontà di impedire che tra il primo e il secondo turno si formino le coalizioni. Questo è oligarchico, ma questo è anche sciocco, scusatemi l'espressione. Perché è sciocco ? È sciocco perché le coalizioni si formano lo stesso. Volete che tra il primo e il secondo turno i due che poi vanno al ballottaggio non vadano a chiedere il voto dei partiti che sono rimasti fuori ? Lo faranno. Le coalizioni si formeranno non in modo limpido davanti agli elettori, non in cambio di quote di rappresentanza di cui far uso in Parlamento, ma in cambio di promesse, di favori sotterranei, che non verranno dichiarati all'elettorato.
  Riflettiamo su questo, usiamo il secondo turno, visto che c’è, per fare in modo che tra il primo e il secondo turno si formino le coalizioni. In Francia si formano. È diverso il sistema perché ci sono collegi uninominali, ma tra il primo e il secondo turno c’è tutto un sistema per il quale io ritiro il mio candidato, sostengo il tuo qui, tu sostieni il mio lì e si formano le coalizioni. Impariamo dall'esperienza francese.
  L'altro modo con cui si può rafforzare la governabilità e consentire di governare con meno consenso è la soglia di sbarramento. Guardate che spesso si ottengono risultati diversi da quelli che si vogliono, quando si fanno le leggi elettorali. Io mi auguro che la soglia di sbarramento serva a coalizzare le forze del centro. C’è in Italia un'area elettorale ampia, sicuramente oltre il 10 per cento dei voti, forse il 15, forse anche il 20, la quale non si esprime elettoralmente perché ha davanti tre o quattro partitini divisi da personalismi e lotte intestine che non sono capaci di formulare una proposta unitaria.
  Io credo che la soglia di sbarramento possa essere l'occasione, invece, per unire quest'area attorno ad un vera ed efficace proposta politica. Va bene la soglia di sbarramento, va bene; la volete abbassare al 4,5 per cento ? Ma non è quello il punto. Pag. 49Il punto è un altro, il punto è che in nessun Paese (no, in uno sì), tranne rarissime eccezioni, quasi da nessuna parte c’è il premio di maggioranza più la soglia di sbarramento: o il premio di maggioranza o la soglia di sbarramento. In Germania c’è la soglia di sbarramento, in altri Paesi il premio di maggioranza per la verità non in una forma così brutale come quella italiana, ma attraverso meccanismi più complessi.
  Un altro cardine della riforma è la esclusione delle preferenze. Credo che sia difficile ai cittadini capire perché i nominati di una lista breve sono meno «nominati» di quelli di una lista lunga, quando il cittadino non ha avuto la possibilità di far sentire la sua voce. A me fa piacere che ci sia questa convinzione. Si dice: nelle liste corte più o meno si sa che verrà eletto, uno solo, al massimo due e, quindi, i cittadini sanno chi eleggono. Sarà vero ? Dubito che sia proprio così vero. In tal caso noi dell'UdC potremmo dire che siamo sicuramente legittimati perché, per i partiti piccoli, già prima il votante sapeva che nella sua circoscrizione di candidati ne passavano uno, al massimo due. Abbiamo uno status di rappresentanza più elevato – scusatemi colleghi, non lo dico io, lo dice la legge che voi state avallando.
  Ripensiamo al tema delle preferenze. Si dice che le preferenze siano occasione di corruzione. È possibile che in alcuni casi lo siano. Dobbiamo rafforzare gli strumenti contro il voto di scambio, parzialmente lo abbiamo fatto, possiamo farlo ancora. Ma vi rendete conto che dire questo significa esprimere una sostanziale sfiducia verso il popolo italiano ? La convinzione che il popolo italiano sia così corrotto che non potrà scegliere i rappresentanti onesti, se non sarà messo sotto la tutela dei partiti, proprio nel momento in cui diciamo che la democrazia italiana deve uscire dalla tutela dei partiti. Riflettiamo sulle preferenze. Cerchiamo garanzie, cerchiamo il modo migliore, ma le preferenze sono una espressione irrinunciabile della sovranità del popolo italiano e leggiamo attentamente la sentenza della Corte costituzionale la quale cita il sistema spagnolo, ma non per avallarlo interamente.
  La Costituzione italiana ha una struttura proporzionalista. Questo, per la verità, è un difetto che andrebbe segnalato anche a Costituzione vigente. Il motivo principale per cui la vecchia legge elettorale è incostituzionale e la nuova pure (e non cogliamo l'occasione per correggere il vero grande difetto di costituzionalità che la Corte non poteva correggere, perché non è stato sollevato davanti ad essa) è che la Costituzione ha una struttura proporzionalista. Questo vuol dire che la Costituzione, pur senza dirlo, dà al Paese organi di garanzia che devono essere eletti con dei quorum elettorali particolari, perché è preoccupata di fare in modo che gli organi di garanzia abbiano un consenso più ampio di quello della maggioranza di Governo.
  Abbiamo un Presidente della Repubblica di garanzia e dobbiamo ringraziare il cielo di averlo avuto, perché con la legge che avevamo prima già quello non era garantito, ma siamo riusciti ed averlo. Ma vi rendete conto che adesso voi volete dare a chi ha il 30 per cento del voto del Paese il potere di nominare gli organi di garanzia, il potere di eleggere il Presidente della Repubblica, il potere di eleggere i rappresentanti parlamentari della Corte costituzionale, il potere di eleggere i rappresentanti parlamentari del Consiglio superiore della magistratura ?
  Che ne è della imparzialità degli organi di garanzia in un sistema elettorale che altera così profondamente gli equilibri che prevede la nostra Costituzione ? Diciamoci la verità, c’è una grande voglia di avere un uomo solo al comando, c’è una deriva plebiscitaria che accompagna un certo «diciannovismo» che si respira nel Paese.
  «Diciannovismo» è il clima culturale da cui è nato il fascismo, e anche il comunismo per dire tutta la verità. Io vorrei invitarvi a leggere in parallelo un giornale dei tempi nostri e un giornale del 1919, i temi sono gli stessi: il disprezzo della democrazia parlamentare, l'accusa contro il Parlamento, la politica Pag. 50è corrotta, c’è una parte sana della nazione, la quale si sta levando e ha dei diritti che sono maggiori di quelli degli altri; gli altri sono la parte corrotta della nazione e, tendenzialmente, non hanno alcun diritto, mentre noi, noi che siamo la parte sana della nazione abbiamo il diritto di rappresentarla, più degli altri, anche facendo uso della forza, se è necessario, perché la nazione è minacciata dalla morte, che deriva dalla parte corrotta della nazione che è pur maggioranza in Parlamento.
  Non sentite un'atmosfera di questo tipo in giro ? Non sentite una voglia di imporre la propria volontà senza aver ascoltato, senza fare la fatica di capire ? Non sentite intorno un clima in cui si pensa che una menzogna, purché ripetuta molte volte, diventa verità ? Non è questo, poi, il relativismo etico contro il quale ci ammoniva Papa Benedetto XVI ?
  C’è voglia di un uomo solo al comando e c’è voglia di sostituire il comando al ragionamento e alla convinzione. I romani avevano due modi di fare l'etimologia – penso tutte e due sbagliati, secondo la scienza moderna, ma, comunque, significativi – della parola «diritto», «ius»: c’è lo ius quia iustum – diritto perché è giusto – e questo chiede la condivisione, il dialogo, la discussione, lo sforzo del convincimento reciproco, anche se, certo, poi, arriva il momento della decisione; e c’è, invece, lo ius quia iussum, il diritto perché così è stato comandato. Sul tema della decisione si sono costituite fra le due Guerre mondiali le dittature di tipo fascista.
  Ricordo un grande filosofo del diritto, peraltro teorico del nazionalsocialismo, che è stato Carl Schmitt. Da qualche tempo, la sinistra se ne è un po’ impadronita: prima era proibito citarlo – io credo di essere stato fra i pochissimi in Italia ad averlo letto e citato quando ero giovane –, adesso sembra che sia il patrimonio comune della cultura della sinistra. È un grande studioso, non dimenticate però: il suo impianto fondamentale non è un impianto democratico, non è un impianto della nostra Costituzione.
  Non voglio sottovalutare il problema: se siamo in questa situazione è perché il vecchio sistema è bloccato, perché il vecchio sistema parla ma non decide; il momento della consultazione ha prevalso totalmente e il momento della decisione è venuto meno. Noi abbiamo bisogno di decidere: la democrazia deve essere una democrazia funzionante, una democrazia che vuole e che sa decidere. Ma stiamo attenti – stiamo attenti – che, in questo sforzo di arrivare alla decisione, non ci capiti di perdere le caratteristiche fondamentali della democrazia, prima fra tutte, la rappresentanza. Oggi, noi stiamo mettendo mano su meccanismi molto delicati.
  Per la verità, se dovessi esprimervi un parere pro veritate, vi direi: guardate se proprio si vuole premiare il momento della decisione, facciamo una Repubblica presidenziale come negli Stati Uniti. Allora ha ragione Pannella: facciamo una Repubblica presidenziale come negli Stati Uniti, con i contrappesi al potere presidenziale che ci sono negli Stati Uniti. Lì, la sera delle elezioni si sa chi ha vinto, perché c’è un Presidente della Repubblica; non sempre, in qualche caso, c’è un supplemento di indagine, ma, per lo più, la sera dell'elezioni si sa chi ha vinto.
  Ma quel Presidente della Repubblica è tenuto sotto sorveglianza da un Congresso, che ha poteri molto maggiori rispetto al Parlamento nostro; è tenuto sotto sorveglianza da un sistema di autonomie degli Stati, che non ha nulla a che vedere con le nostre autonomie regionali, è tenuto sotto sorveglianza da una Corte costituzionale, che ha poteri che non sono comparabili con quelli della nostra Corte costituzionale; e potrei continuare.
  L'idea che noi prendiamo un po’ di cultura presidenzialista – l'uomo solo al comando – e un po’ di cultura parlamentare, facciamo un parlamentarismo presidenzialista o un presidenzialismo parlamentare, è un'idea che io temo possa condurre a risultati pessimi, e vorrei metterci in guardia, tutti quanti, davanti a questo pericolo.
  Infine, i miei amici grillini che oggi sono assenti ci dicono che questa è una Pag. 51legge fatta contro i grillini. Diciamo la verità: c’è del vero, non sarà tutto vero, ma c’è del vero, perché questa è una legge che tenta di imporre ad un Paese che è tripolare una rappresentanza parlamentare bipolare, e tenta di imporla di forza. È come se noi, di forza, vogliamo imporre a uno che ha la spina dorsale curva un abito di ferro che lo costringe a stare diritto, o si rompe l'abito o si rompe la spina dorsale; è più probabile che si rompa la spina dorsale. È possibile applicare meccanicamente un modello rigorosamente bipolare ad un Paese che bipolare non è o non è più ? Al di là del danno che si fa ad una parte politica, pensate che funzioni ?
  Perché, vedete, e chiudo su questo, la politica è l'arte di mettere assieme le contraddizioni che ci sono in un Paese, l'arte di parlare con la gente, di ascoltarla, di capirla e poi di vedere come interessi contrapposti possono essere condotti ad una sintesi, con quello strumento che Aldo Moro chiamava la mediazione, la cultura della mediazione come capacità di ascoltare il Paese e di ricondurlo ad unità. Voi pensate che quelle contraddizioni scompaiano se invece di versarle in tanti partiti, in tre, quattro, cinque partiti, le versiamo soltanto in due partiti ? Non avete visto come i grandi partiti si sono rapidamente dissolti perché non sono stati capaci di governare le loro contraddizioni interne, quelle contraddizioni che trasportate dentro il partito hanno reso ingovernabile il partito ? Perché il problema è che coalizioni e partiti sono strumenti, il problema è il Paese, è governare il Paese, capire il Paese, riflettere il Paese per poterlo governare, ascoltare tutti per poter arrivare a conclusioni le quali siano accettabili da parte di tutti. Certo, chi ha la maggioranza sarà lui che farà la sintesi, e la farà dal suo punto di vista, ma dovrà essere attento a farla in modo tale da non spingere nessuno alla disperazione, da non spingere nessuno fuori dalle porte della città, da non spingere nessuno a considerarsi non più cittadino, da non spingere nessuno a ritenere che la democrazia non sia capace di ascoltare il suo bisogno e di rispondere alle sue domande. Questo è il vero problema. Io dubito che con questa proposta di legge noi stiamo risolvendo il problema. Temo che ci diamo l'illusione di averlo risolto, per doverlo affrontare, il giorno dopo, in modo molto più drammatico. E allora, diamoci un minimo di tempo, secondo la proposta dell'onorevole Gitti, per riflettere e non consideriamo questa proposta come un verbum domini, ma come un utile strumento su cui esercitare il nostro senso di responsabilità, la nostra intelligenza, la nostra lealtà verso il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Rosato che l'ha chiesta, saluto gli studenti dell'Istituto Comprensivo Statale di Soriano nel Cimino che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signora Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 41 del Regolamento solo per rilevare come l'elevato numero degli interventi programmati, che peraltro come i colleghi sanno consentono 40 minuti di intervento a testa, cosa di cui anche la capigruppo sta prendendo atto in questi momenti, impone di proporre un rinvio del seguito dell'esame di questo provvedimento ad altra seduta, così come la capigruppo deciderà di calendarizzare, e di passare alla valutazione e all'approvazione finale del decreto-legge che è già inserito all'ordine del giorno sulla Terra dei fuochi perché riveste particolare urgenza ed è interesse credo del Parlamento tutto procedere con la sua approvazione.

  PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, sulla proposta di rinvio del seguito dell'esame darò la parola ad un oratore contro e ad uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno. C’è qualcuno che chiede di parlare contro ?Pag. 52
  Onorevole Zaccagnini, prego, ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signora Presidente, se nessuno parla contro sono ben contento di poterlo fare io, perché credo che passare alla Terra dei fuochi sia semplicemente una ennesima forzatura di quello che invece dovrebbe essere un dibattito ampio, maturo e consapevole riguardo alla legge elettorale.
  Se i tempi della discussione della legge elettorale sono stati regolamentati in 40 minuti ci deve essere un perché; c’è una motivazione profonda, che è quella di poter scandagliare e cercare i vari risvolti, le motivazioni delle decisioni che dovremo prendere rispetto a questa importante legge.
  Invece, rinviarne l'esame a febbraio porterà al contingentamento dei tempi e quindi ad una riduzione drastica del tempo disponibile per ognuno. Quanto meno, oggi si sarebbe potuto approfondire il tema della legge elettorale in maniera più adeguata, cosa che finora non è stato assolutamente fatto. Quindi, oltre a sottoscrivere le varie affermazioni fatte da altri colleghi riguardo a cosa è la legge elettorale e qual è l'obiettivo cui si tende con queste forzature, vorrei esprimere il mio disappunto e il mio parere negativo nel passare ora, in questo aumento all'esame del decreto-legge sulla Terra dei fuochi e all'Ilva.

  PRESIDENTE. Onorevole Zaccagnini, ovviamente rispetto l'opinione contraria, però, per chiarire ai colleghi che saranno chiamati a votare tra poco, il dibattito sul complesso degli emendamenti sulla legge elettorale, quando riprenderà, riprenderà da questo punto, quindi non saranno cancellati gli interventi che erano previsti né saranno compressi i tempi degli interventi. Quindi, si tratta di un rinvio ad altra seduta e non di una chiusura della discussione sul complesso degli emendamenti.

  DORINA BIANCHI. Chiedo di parlare a favore.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, io mi rifaccio a quello che lei ha detto in questo momento: nessuno avrà compressione dei tempi sulla discussione della legge elettorale Non c’è dubbio che l'emergenza della Terra dei fuochi è sentita – credo – trasversalmente da tutte le parti di questo Parlamento; è già stata rinviata in questa settimana e quindi io credo che sia opportuno passare subito alle votazioni.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio del seguito dell'esame del testo unificato delle proposte di legge in materia elettorale.
  La Camera approva.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, recante disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate (A.C. 1885-A) (ore 16,20).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1885-A: Conversione in legge del decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, recante disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate.
  Ricordo che nella seduta del 22 gennaio è stato da ultimo respinto l'emendamento Crippa 7.28.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 1885-A)

  PRESIDENTE. Dobbiamo ora passare all'emendamento Zaratti 7.26.

Pag. 53

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Signor Presidente, solo per dire a tutti colleghi che, come sanno, c’è stata una discussione intensa e approfondita su questo provvedimento in Commissione, il rapporto con il Governo è stato molto rafforzato e migliorato recependo molte proposte che venivano sia dalla maggioranza che dalle opposizioni incluso colleghi che oggi non sono presenti in Aula e che però vedranno recuperati anche in questa fase del dibattimento contributi che sono ritenuti utili. Questo, a mio avviso, ci consente, vista anche l'urgenza di approvare questo provvedimento e la domanda che c’è in quei territori e in quelle zone, di avere un andamento della discussione credo abbastanza rapida vista anche l'intensità con cui ne abbiamo discusso in altre sedi e in altre occasioni.
  I pareri sono stati già dati. A quanto ci risulta credo che il primo sia l'emendamento Zaratti 7.26.

  PRESIDENTE. Esattamente siamo al Zaratti 7.26.
  Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 7.26., con il parere contrario del relatore di maggioranza, del Governo, del relatore di minoranza, deputato Grimoldi, mentre l'altro relatore di minoranza, De Rosa, si era rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Catania, Folino, Murer, Galperti, Carbone, Vitelli, Binetti, Albanella, Bueno, Gigli, Sani, Buttiglione,...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  312   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
  22    
    Hanno votato
no  290).    

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, solo ai fini della possibilità di essere ammessi in votazione, e solo a quei fini, sottoscrivo gli emendamenti del gruppo MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord e Autonomie che sono previsti nei prossimi momenti nel calendario di oggi.

  PRESIDENTE. Una scelta di natura eccezionale che credo possa essere comunque consentita dalla Presidenza in virtù della eccezionalità della situazione e dell'assenza dei due gruppi di minoranza.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti De Lorenzis 7.29 e Zan 7.30, con il parere contrario del relatore di maggioranza, del Governo, del relatore di minoranza, deputato Grimoldi, e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Onorevoli Brandolin, Fanucci, Folino, Boschi, Mura, Rughetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  316   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato
  22    
    Hanno votato
no  294).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Furnari 7.210, con il parere contrario Pag. 54della Commissione, del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Russo, Vitelli, Di Lello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  319   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no   295)    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zan 7.211, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza De Rosa, e con il parere favorevole del relatore di minoranza Grimoldi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Ventricelli, Sisto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  317   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no   293).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Zan 7.212 e De Lorenzis 7.213, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza Grimoldi, e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Galperti, Monaco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  316   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no  292).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 7.214, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza Grimoldi, e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti   313   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no   289    
    Sono in missione   68)    

  (Le deputate Gadda e Rotta hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 7.35, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza Grimoldi, e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vitelli, Ventricelli, Mongiello, Di Lello, Folino, Ferranti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  322   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no  298)    

Pag. 55

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 7.36, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza Grimoldi, e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luciano Agostini, Oliaro, Vitelli, Carfagna, Madia, Palma, Marco Di Stefano, Bonifazi, Palma.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  322   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato
  25    
    Hanno votato
no  297)    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Crippa 7.37 e Zan 7.38, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Grimoldi, e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Giammanco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  327   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato
  25    
    Hanno votato
no  302).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 7.215, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nardi, Carfagna, Palma, Ventricelli, Di Lello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  323   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato
  23    
    Hanno votato
no  300).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 7.49, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Grimoldi, e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Scuvera, Giacomelli, Vitelli, Palma, Costantino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  326   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no  302).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 8.202, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Grimoldi, e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giammanco, Capelli, Costantino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  326   
   Votanti  304   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato
 2    
    Hanno votato
no  302).    

Pag. 56

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento De Lorenzis 8.203, sul quale il relatore per la maggioranza e il Governo hanno subordinato il parere favorevole ad una riformulazione.

  ALESSANDRO BRATTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO BRATTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, proprio in virtù di quello che è stato detto all'inizio della seduta, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: Al comma 1, capoverso Art. 2-quinquies, comma 2, lettera c), aggiungere, in fine, le parole: «e in contraddittorio con l'A.R.P.A. Puglia. I costi delle analisi effettuate dall'A.R.P.A. Puglia sono a carico dell'ILVA Spa». Conseguentemente, al medesimo capoverso: al medesimo comma, lettera f), aggiungere, in fine, le parole: «solo dopo essere stati analizzati dall'A.R.P.A. Puglia con i costi delle analisi a carico dell'ILVA Spa».
  Credo che l'emendamento sia stato sottoscritto anche da altri parlamentari, per cui presumo si debba chiedere l'accettazione della riformulazione ad uno dei firmatari.

  PRESIDENTE. Visto che sono stati fatti propri in via tecnica dall'onorevole Rosato, se l'onorevole Rosato è d'accordo, lo pongo in votazione, come riformulato, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza De Rosa, e con il parere contrario del relatore di minoranza Grimoldi.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 8.203 nel testo riformulato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Tancredi... ha votato; l'onorevole Molea... ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  321   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato
 314    
    Hanno votato
no    7).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 8.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Centemero non riesce a votare... Madia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  322   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato
  27    
    Hanno votato
no  295).    

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Zolezzi 8.207, su cui vi è una proposta di riformulazione da parte del relatore Bratti. Prego, onorevole Bratti.

  ALESSANDRO BRATTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, con lo stesso procedimento di prima: Al comma 1, capoverso Art. 2-quinquies, comma 2, lettera d), aggiungere, in fine, il seguente periodo: «con le medesime modalità si procede alla rimozione dei rifiuti contenenti amianto e conferimento dei medesimi rifiuti nelle discariche di cui all'allegato 2 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, e alla contestuale mappatura dei materiali contenenti amianto presenti nello stabilimento».
  Quindi, con questa riformulazione, di cui si chiede l'accettazione, si esprime parere positivo.

Pag. 57

  PRESIDENTE. Vedo che il deputato Manfredi, che è cofirmatario dell'emendamento, mi pare che abbia chiesto la parola per accettare la riformulazione. Va bene.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 8.207, come riformulato su invito del relatore, con il parere favorevole della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza De Rosa e con il parere contrario del relatore di minoranza Grimoldi.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Madia ha votato. Il presidente Brunetta sta arrivando. No, non vota. De Micheli... Ravetto... bisogna sbloccare... perfetto. De Micheli ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  317   
   Votanti  316   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato
 312    
    Hanno votato
no    4).    

  L'emendamento Zolezzi 8.206 risulta assorbito dall'emendamento Zolezzi 8.207 appena votato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 8.204, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Grimoldi e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Palese... Russo... Savino... Hanno votato tutti i colleghi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  315   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato
  28    
    Hanno votato
no  287).    
  Sono in missione 67 deputati).

  (Il deputato Rampi ha segnalato di aver erroneamente votato a favore e che avrebbe voluto votare contro).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 8.205, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Grimoldi e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani... Oliaro... Tancredi... Hanno votato tutti i colleghi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  319   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no  295).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Furnari 8.208, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Grimoldi e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazzoli... Mazzoli non riesce a votare. Se c’è qualcosa nella postazione, la tolga. Arriva l'onorevole Ravetto... Tidei... Binetti ha votato.Pag. 58
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  322   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato
  27    
    Hanno votato
no  295).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Costantino, Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  321   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato
 315    
    Hanno votato
no    6).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 8.209, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza Grimoldi e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  320   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato
  30    
    Hanno votato
no  290).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 9.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza Grimoldi e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  323   
   Votanti  303   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  152   
    Hanno votato
  5    
    Hanno votato
no  298).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 9.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza Grimoldi e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci... Troppo tardi. L'ho vista troppo tardi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  307   
   Votanti  306   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no  282    
  Sono in missione 66 deputati).

Pag. 59

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 9.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza Grimoldi e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Costantino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  321   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no  297).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 9.4, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza Grimoldi e con il parere favorevole del relatore di minoranza De Rosa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carfagna, Parrini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  322   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no  298).    

  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1885-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1885-A).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, che recano un contenuto estraneo rispetto alle materie trattate dal provvedimento: Di Lello n. 9/1885-A/58, volto all'individuazione di risorse per gli abbattimenti dei manufatti abusivi e il contrasto ad ipotesi di condono edilizio e a provvedimenti che ostacolino la rimessione in pristino e la demolizione dei manufatti abusivi; Lupo n. 9/1885-A/59, in materia di implementazione della normativa FATCA per la promozione dello scambio automatico di informazioni per il contrasto della frode e dell'evasione fiscale; Benedetti n. 9/1885-A/60, concernente l'adozione di misure per l'attuazione delle raccomandazioni comunitarie sulla pianificazione fiscale aggressiva e sull'applicazione da parte dei Paesi terzi di norme minime di buona governance in materia fiscale.

  MARCO DI LELLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Signor Presidente, chiedo di riconsiderare il parere sull'inammissibilità del mio ordine del giorno n. 9/1885-A/58, perché, intanto, stiamo parlando, come noto, di un terreno martoriato, stiamo parlando di un'emergenza ambientale di cui diverse e numerose sono le cause e le concause.
  Rischiamo un aggravamento ulteriore a causa di un protrarsi del fenomeno dell'abusivismo edilizio, abbiamo un problema di contrasto all'illegalità. Credo che anche il Ministro possa esprimere un parere positivo in questa direzione, e quindi insisto per l'ammissibilità del mio ordine del giorno.

Pag. 60

  PRESIDENTE. Onorevole Di Lello, naturalmente nel merito la Presidenza non si può pronunciare ed è chiaro che la materia è di tutto rilievo. Non so se il Ministro abbia già esaminato tutti gli ordini del giorno, adesso ci dirà i pareri. Prendo solo atto – lo dico all'Aula – che questa è una materia del tutto estranea al decreto che stiamo esaminando. Quindi, magari, può meritare un accoglimento in un altro contesto, sarebbe, diciamo, più proprio. Credo che vi siano altri provvedimenti in arrivo in ordine ai quali un ordine del giorno di questo tipo può essere ripresentato e accolto adeguatamente.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere e, magari, anche a prendere un impegno su questo ordine del giorno Di Lello n. 9/1885-A/58, che io non ho considerato ammissibile, per il futuro.

  ANDREA ORLANDO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, naturalmente assumo un impegno in questa direzione, condividendo lo spirito e la lettera dell'ordine del giorno Di Lello n. 9/1885-A/58. Passando ai pareri, il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Russo n. 9/1885-A/1, purché riformulato. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Castiello n. 9/1885-A/2...

  PRESIDENTE. Mi scusi, Ministro, lei mi deve leggere le riformulazioni.

  ANDREA ORLANDO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Russo n. 9/1885-A/1 (Nuova formulazione), purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di correggere eventuali errori (...)».

  PRESIDENTE. Va bene.

  ANDREA ORLANDO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Castiello n. 9/1885-A/2...

  PRESIDENTE. Quindi, il Governo accoglie l'ordine del giorno Castiello n. 9/1885-A/2 ?

  ANDREA ORLANDO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Sì. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Burtone n. 9/1885-A/3, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità...».

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Carrescia n. 9/1885-A/4 ?

  ANDREA ORLANDO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Accolto.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Antimo Cesaro n. 9/1885-A/5 ?

  ANDREA ORLANDO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Accolto. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Binetti n. 9/1885-A/6.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Rigoni n. 9/1885-A/7, con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di provvedere, con le risorse finanziarie disponibili, (...)».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Labriola n. 9/1885-A/8, mentre accoglie l'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/1885-A/9 con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo, nell'ambito del piano di risanamento ambientale e del piano industriale, ad individuare misure idonee a ridurre l'approvvigionamento di acqua potabile».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/1885-A/10, mentre accoglie l'ordine del giorno Basso n. 9/1885-A/11, con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili, (...)».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Fauttilli n. 9/1885-A/12, con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità (...)», mentre accoglie gli ordini del giorno Spessotto n. 9/1885-A/13, Matteo Bragantini n. 9/1885-A/14, Buonanno Pag. 61n. 9/1885-A/15, Busin n. 9/1885-A/16 e Caparini n. 9/1885-A/17 (Nuova formulazione).
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/1885-A/18, mentre accoglie l'ordine del giorno Invernizzi n. 9/1885-A/19. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Borghesi n. 9/1885-A/20, con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di (...)», mentre accoglie gli ordini del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/1885-A/21, Prataviera n. 9/1885-A/22, Grimoldi n. 9/1885-A/23 e Allasia n. 9/1885-A/24.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Caon n. 9/1885-A/25, mentre accoglie gli ordini del giorno Gianluca Pini n. 9/1885-A/26, Marcolin n. 9/1885-A/27 e Guidesi n. 9/1885-A/28.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Mariano n. 9/1885-A/29, con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare la possibilità di (...)», mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Gagnarli n. 9/1885-A/30.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Daga n. 9/1885-A/31, con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di provvedere a misure idonee premiali a favore (...)», e accoglie l'ordine del giorno Segoni n. 9/1885-A/32 con la stessa riformulazione del precedente.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Gallinella n. 9/1885-A/33, con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare la possibilità di prevedere forme di servizio civile (...)», mentre esprime parere contrario sugli ordini del giorno Terzoni n. 9/1885-A/34 e L'Abbate n. 9/1885-A/35.
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno Liuzzi n. 9/1885-A/36 e Zolezzi n. 9/1885-A/37, mentre accoglie l'ordine del giorno Busto n. 9/1885-A/38 con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di promuovere (...)».
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno Dell'Orco n. 9/1885-A/39, Vignaroli n. 9/1885-A/40 e De Rosa n. 9/1885-A/41, mentre accoglie l'ordine del giorno D'Agostino n. 9/1885-A/42 con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di prevedere (...)», quindi con la cassazione della prima riga fino alle parole «al fine di».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Cimmino n. 9/1885-A/43, mentre accoglie l'ordine del giorno Zaratti n. 9/1885-A/44 con la seguente riformulazione del dispositivo: «a garantire tutte le misure idonee ad evitare ogni infiltrazione criminale, in particolare di imprese collegate direttamente o indirettamente all'attività di gestione illecita dei rifiuti».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Palazzotto n. 9/1885-A/45, con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di (...)».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Nardi n. 9/1885-A/46, con la seguente riformulazione del dispositivo: «ad agire affinché (...)».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Scotto n. 9/1885-A/47, con la soppressione dalla terza riga a quasi tutta la quarta, ossia delle parole «trasversali, con la presenza anche di medici».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Pellegrino n. 9/1885-A/48, con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare la possibilità di (...)».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Duranti n. 9/1885-A/49, mentre accoglie l'ordine del giorno Zan n. 9/1885-A/50, con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di (...)».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Di Gioia n. 9/1885-A/51 (Nuova formulazione), mentre accoglie l'ordine del giorno Manfredi n. 9/1885-A/52, con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di (...)».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Tino Iannuzzi n. 9/1885-A/53, con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di (...)».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Rostan n. 9/1885-A/54, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a perseguire ogni iniziativa utile a garantire la realizzazione del ciclo integrato dei Pag. 62rifiuti in Campania ed al tempo stesso a verificare le ipotesi praticabili alternative alla realizzazione (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Taglialatela n. 9/1885-A/55.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/1885-A/56, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a valutare l'opportunità di inserire (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Parentela n. 9/1885-A/57, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a valutare l'opportunità di prevedere (...)».

  PRESIDENTE. Gli ultimi tre ordine del giorno sono inammissibili come abbiamo detto. Si è preso un impegno sull'ordine del giorno Di Lello n. 9/1885-A/58 per il futuro, ma gli altri due sono inammissibili.
  Gli ordini del giorno accolti dal Governo ovviamente rimangono tali, sia che i proponenti siano presenti sia che non lo siano. Per gli altri, ove sia assente il presentatore, si intende che vi abbia rinunciato o, comunque, che non insiste per la votazione. Per prassi gli ordini del giorno, trattandosi di strumenti individuali, non possono essere fatti propri.

  PAOLO RUSSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Signor Presidente, per accogliere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1885-A/1 (Nuova formulazione) e comprendere un po’ meglio: quindi, al posto di «a correggere tali evidenti errori» diventa a valutare eventuali errori ?

  PRESIDENTE. Esatto.

  ILEANA CATHIA PIAZZONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ILEANA CATHIA PIAZZONI. Signor Presidente, solo per dire che, per quanto riguarda gli ordini del giorno di Sinistra Ecologia Libertà accettiamo le riformulazioni, senza bisogno di metterli in votazione.

  PRESIDENTE. Sta bene. Ci sono altri gruppi che intendono fare una dichiarazione analoga ?

  ANTIMO CESARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTIMO CESARO. Signor Presidente, anche noi di Scelta Civica accettiamo le riformulazioni del Governo.

  PRESIDENTE. Sta bene. Procediamo dunque rapidamente.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Russo n. 9/1885-A/1 (Nuova formulazione), accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Castiello n. 9/1885-A/2, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Burtone n. 9/1885-A/3, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Carrescia n. 9/1885-A/4, Antimo Cesareo n. 9/1885-A/5 e Binetti n. 9/1885-A/6, accettati dal Governo.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Rigoni n. 9/1885-A/7, accettato dal Governo, purché riformulato. Onorevole Rosato, le riformulazioni del Governo vanno tutte bene ?

  ETTORE ROSATO. Sì, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Quindi l'ordine del giorno Rigoni n. 9/1885-A/7, accettato dal Governo, purché riformulato, va bene.Pag. 63
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Labriola n. 9/1885-A/8, accettato dal Governo.
  L'onorevole D'Ambrosio è assente, s'intende che abbia rinunciato al suo ordine del giorno n. 9/1885-A/9. L'onorevole De Lorenzis è assente, s'intende che abbia rinunciato al suo ordine del giorno n. 9/1885-A/10.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Basso n. 9/1885-A/11 e Fauttilli n. 9/1885-A/12 accettati dal Governo, purché riformulati.
  L'onorevole Spessotto è assente, s'intende che abbia rinunciato all'ordine del giorno n. 9/1885-A/13.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Matteo Bragantini n. 9/1885-A/14, Buonanno n. 9/1885-A/15, Busin n. 9/1885-A/16 e Caparini n. 9/1885-A/17 (Nuova formulazione), accettati dal Governo.
  L'onorevole Fedriga è assente, s'intende che abbia rinunciato all'ordine del giorno n. 9/1885-A/18.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Invernizzi n. 9/1885-A/19, accettato dal Governo.
  L'onorevole Borghesi è assente, s'intende che abbia rinunciato all'ordine del giorno n. 9/1885-A/20.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/1885-A/21, Prataviera n. 9/1885-A/22, Grimoldi n. 9/1885-A/23 e Allasia n. 9/1885-A/24, accettati dal Governo.
  L'onorevole Caon è assente, si intende che abbia rinunciato all'ordine del giorno n. 9/1885-A/25.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Gianluca Pini n. 9/1885-A/26, Marcolin n. 9/1885-A/27, Guidesi n. 9/1885-A/28, accettati dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mariano n. 9/1885-A/29, accettato dal Governo, purché riformulato.
  L'onorevole Gagnarli è assente. Si intende che abbia rinunciato all'ordine del giorno n. 9/1885-A/30.
  Gli onorevoli Daga, Segoni e Gallinella (presentatori degli ordini del giorno n. 9/1885-A/31, 9/1885-A/32 e 9/1885-A/33) sono assenti, si intende che vi abbiano rinunciato.
  L'onorevole Terzoni è assente. Si intende che abbia rinunciato all'ordine del giorno n. 9/1885-A/34. L'onorevole L'Abbate è assente, si intende che abbia rinunciato all'ordine del giorno n. 9/1885-A/35.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Liuzzi n. 9/1885-A/36 e Zolezzi n. 9/1885-A/37, accettati dal Governo.
  L'onorevole Busto è assente. Si intende che abbia rinunciato all'ordine del giorno n. 9/1885-A/38.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Dell'Orco n. 9/1885-A/39, Vignaroli n. 9/1885-A/40 e De Rosa n. 9/1885-A/41, accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno D'Agostino n. 9/1885-A/42, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cimmino n. 9/1885-A/43, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Zaratti n. 9/1885-A/44, Palazzotto n. 9/1885-A/45, Nardi n. 9/1885-A/46, Scotto n. 9/1885-A/47, Pellegrino n. 9/1885-A/48, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Duranti n. 9/1885-A/49, con il parere contrario del Governo.Pag. 64
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Duranti n. 9/1885-A/49, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Hanno votato tutti i colleghi ? Gigli, Guerini, Grassi, La Marca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  295   
   Votanti  294   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  148   
    Hanno votato
  19    
    Hanno votato
no  275).    

  Vorrei precisare che sugli ordini del giorno Spessotto n. 9/1885-A/13 e Matteo Bragantini n. 9/1885-A/14 il parere del Governo era favorevole, avevo detto io un'imprecisione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zan n. 9/1885-A/50, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Gioia n. 9/1885-A/51 (Nuova formulazione), accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Manfredi n. 9/1885-A/52, Tino Iannuzzi n. 9/1885-A/53 e Rostan n. 9/1885-A/54, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Taglialatela n. 9/1885-A/55, accettato dal Governo.
  Sui successivi ordini del giorno Massimiliano Bernini n. 9/1885-A/56 e Parentela n. 9/1885-A/57 c'era una richiesta di riformulazione, ma sono assenti: s'intende che vi abbiano rinunziato.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1885-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Signora Presidente, onorevole Ministro, onorevoli colleghi, la Campania è da decenni un territorio in cui la criminalità sfrutta il business dei rifiuti per le sue attività illecite. Confesso che non sono ancora riuscito a darmi una risposta compiuta sul perché l'Italia si sia accorta solo oggi della «Terra dei fuochi», del traffico dei rifiuti, del fenomeno delle ecomafie e dopo tanto, troppo tempo, troppi silenzi. Lì, in quella terra, ora il danno ambientale si interseca e si incrocia con i danni alla salute dei cittadini, con l'affossamento dell'agricoltura e delle economie locali e con ombre tra vittime e collusi.
  Siamo in pieno solleone agostano quando il pentito Carmine Schiavone rilascia l'intervista in cui indica siti dove trovare i rifiuti illeciti sotterrati, ne fa una mappatura precisa, anche in prossimità di falde acquifere o pozzi che potrebbero esserne contaminati. Parla di anni in cui 120 TIR al giorno sversano materiali pericolosi al costo di 200 euro, anziché dei 2 mila che servirebbero. Sono i rifiuti speciali dell'Acna di Cengio, i fanghi conciari della zona di Santa Croce-Valdarno, residui da produzione delle tante imprese del Centro e Nord d'Italia, che vanno così ad inquinare quella che i romani chiamavano «Campania felix», terra di colture pregiate, della mela annurca DOP, di pesche e ciliege e di allevamenti di bufale.
  Dopo anni di complici silenzi, c’è voluto un prete di periferia per svegliare le coscienze di tutti: della politica, certo, delle istituzioni, della popolazione locale; tutti colpevolmente distratti in quegli anni in cui avveniva quello che, non a caso, è stato Pag. 65definito un biocidio. Nel 2009, l'allora commissario straordinario dell'emergenza rifiuti in Campania, il prefetto Pansa, oggi capo della Polizia, così riassumeva la situazione: per costruire una discarica abusiva occorre una connivenza totale con la criminalità organizzata, che è il fattore legante e organizzativo; ci vuole il coinvolgimento delle aziende, quindi, degli imprenditori, di un sistema di autotrasporti, dei proprietari del terreno, di coloro che a quel terreno hanno accesso e anche di coloro che ne hanno visione.
  La prima indagine a scoperchiare l'intreccio tra politica e mafia, imprenditori corrotti e massoneria, risale a vent'anni fa: era il 1993, l'inchiesta «Adelphi», condotta dalla magistratura napoletana. Ci furono allora arresti importanti, ma ci sono voluti vent'anni e un numero sempre crescente di malati, morti, tumori. In questi vent'anni, ci sono state 82 inchieste, 915 ordinanze di custodia cautelare, 1.806 denunce, 443 aziende coinvolte, la stragrande maggioranza – lo ripeto – con sede al Nord o al Centro Italia. Hanno inquinato con scorie di alluminio, polveri di abbattimento dei fiumi, liquidi contaminati da metalli pesanti, materiali provenienti da attività di bonifica o amianto: un giro di affari illegali stimato in 50 milioni l'anno.
  Ora, si è finalmente squarciato il velo dell'omertà, dell'indifferenza, della collusione. Sono trascorsi vent'anni: quella calamità, che si è abbattuta in quel territorio compreso tra Napoli e Caserta, oggi, racchiude in sé non più una, ma quattro emergenze: a quella ambientale si aggiunge quella sanitaria, quella economica e quella dell'illegalità, della mafia, che si allunga come l'ombra di una gigantesca mano, togliendo l'ossigeno a ciò che incontra.
  Onorevoli colleghi, oggi noi siamo chiamati a dare una risposta urgente e definitiva, non temporanea, ma strutturale, oserei dire definitiva, almeno mi piacerebbe pensarlo.
  Certo, do atto al Ministro Orlando e a questo Governo per aver iniziato a dare una prima risposta concreta almeno all'emergenza ambientale. Noi socialisti apprezziamo in tal senso il decreto-legge, la necessità di intervenire era divenuta urgente, bene la mappatura dei territori, gli interventi di bonifica, le analisi approfondite dei prodotti coltivati e il superamento della distinzione tra acque potabili ed irrigue. Bene il monitoraggio e la sorveglianza continua, un emendamento socialista in tal senso è oggi parte del decreto-legge che stiamo per approvare. Ma occorre fornire garanzie perché le bonifiche siano davvero tali e, soprattutto, non aggiungano al danno la beffa, consentendo ad imprese vicine alla camorra di lucrare sui danni già fatti.
  Le attività di bonifica necessitano, dunque, di una attenzione altissima in corso d'opera. Sono certo che nessuno di noi voglia ritrovarsi a scoprire, tra qualche anno, che le bonifiche sono state portate a termine con superficialità o, a volte, addirittura, da imprese legate alla camorra. È già concreto il rischio che questo accada, c’è già più di un caso accertato.
  Apprezzo l'impegno del Ministero della salute per l'esenzione del ticket, per non far gravare sui cittadini l'emergenza della salute; più prevenzione per la popolazione locale rappresenta per noi un obbligo e un dovere morale, ma aspettiamo nuovi provvedimenti per far fronte all'emergenza economica di quel territorio, a partire da nuove politiche economiche a sostegno delle attività agricole. In quella zona gran parte dell'economia si fonda sull'agricoltura e questa situazione la sta mettendo a terra. È di oggi il sondaggio per cui tre italiani su quattro hanno paura di mangiare il made in Campania. Il crollo delle vendite degli alimenti coltivati nella «Terra dei fuochi» è stato del 40 per cento, la ricaduta negativa è sull'intera Campania e sul Mezzogiorno. Oggi in Campania ci sono 136 mila aziende agricole e 65 mila addetti, quella regione non può permettersi un'ulteriore crisi occupazionale.
  Infine, non possiamo, in questa sede, tacere su come sia stato un errore, me ne dispiace e conto davvero che si possa brevemente porre rimedio, non approvare gli emendamenti in materia di reati contro Pag. 66l'ambiente, evitando così di affrontare più efficacemente il tema della legalità. Sull'inammissibilità degli emendamenti come degli ordini del giorno c’è parecchio da discutere, sarà difficile spiegare ai cittadini che ancora oggi noi rinunciamo ad avere la mano pesante. Le pene sono insufficientemente severe, verso chi ha fatto dello smaltimento dei rifiuti pericolosi un'attività imprenditoriale, pene che vanno dunque aggravate.
  In Commissione antimafia abbiamo raccolto il grido di allarme di chi, nelle procure, lotta quotidianamente contro il business delle ecomafie; mi dispiace che questo Parlamento non sia riuscito a farlo proprio. Anche per questo la componente socialista, i deputati e la deputata socialista avevano provveduto alla presentazione di emendamenti volti all'aggravamento delle sanzioni. Non è possibile che in Italia non sia poi previsto il reato di disastro ambientale e che la condanna sia di tipo contravvenzionale e, dunque, con una prescrizione molto breve.
  Questo decreto-legge, allora, in questa direzione rischia di dare una risposta a termine, è un lavoro incompiuto se non andremo a toccare ancora, con ulteriori atti legislativi, il tema della sanzione e della lotta alle ecomafie. Come ha ricordato il procuratore generale di Napoli, Vittorio Martusciello, qualche settimana fa, il rischio è che la montagna abbia partorito un topolino, che si sia perduta un'occasione. Il reato di combustione illecita di rifiuti è ancora poco, serve inserire il reato di disastro ambientale specifico per i rifiuti. Serve, aggiungo, evitare la beffa della prescrizione per reati così gravi.
  Onorevoli colleghi, i deputati e la deputata socialista esprimeranno, dunque, il loro voto favorevole a questo testo, ma consapevoli che questo è solo un primo, ma significativo passo che certo ci permette di intervenire su quella terra, ma l'obiettivo non può che essere far tornare quella «Campania felix», quella terra, oggi «Terra dei fuochi», una terra dei sapori. Ci aspettiamo dunque che subito dopo l'approvazione di questo decreto-legge ci siano da parte del Governo altri interventi sull'aspetto sanzionatorio, con l'introduzione di nuove fattispecie di reato, sulla lotta costante alla criminalità organizzata e per il rilancio dell'economia agroalimentare del territorio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Taglialatela che non è presente: s'intende che vi abbia rinunziato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Mita. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE DE MITA. Signor Presidente, il nostro gruppo esprimerà voto favorevole su questo provvedimento, formulando una valutazione complessivamente positiva sulle misure che vengono adottate e sottolineando il miglioramento del testo avvenuto nella discussione in Aula, soprattutto per quello che riguarda le questioni di prevenzione della salute dei cittadini.
  Però resta una questione di fondo, che questo provvedimento direi che, per certi versi, aggrava piuttosto che risolvere: la circostanza di essere intervenuti con un provvedimento d'urgenza in una questione che lo stesso dibattito parlamentare ha sottolineato essere una questione decennale, sottolinea la discrasia che si viene a determinare tra il provvedimento adottato e la condizione oggettiva dei luoghi. Per cui, se il provvedimento, per certi versi, affronta e risolve la questione emergenziale legata all'inquinamento, non risolve la questione legata alla condizione di incertezza che attraversa le popolazioni che vivono in quei territori. E direi che questo è l'aspetto più delicato e problematico della misura che noi adottiamo. Per cui, anche fuori dalle polemiche, noi saremo costretti a misurarci con questo fatto, che è legato al filo spezzato determinatosi fra le istituzioni e i cittadini.
  Del resto, la stessa circostanza che il Presidente della Repubblica Napolitano sia intervenuto con un provvedimento atipico – una lettera diretta a un parroco – per Pag. 67ascoltare la voce dei cittadini, sta a sottolineare il vuoto e la precarietà istituzionale che si è determinata in alcune zone della regione Campania. Per cui, lo dico a chi sottolinea la rilevanza di questo provvedimento, facciamo attenzione che non serva a lavare la nostra cattiva coscienza, perché il punto di ripresa non è l'intervento sulle misure ambientali e anche quello sulla tutela del diritto alla salute delle persone, ma il vero punto di ripresa è ridare centralità e credibilità alle istituzioni.
  Allora, se si è intervenuti con un decreto-legge, quindi con un provvedimento d'urgenza, si accompagni l'adozione di queste misure con un recupero della centralità istituzionale, altrimenti noi avremmo risolto l'emergenza dei luoghi, ma non avremmo risolto l'emergenza parallela più grave, che è il senso di smarrimento che vivono le persone di queste aree geografiche.
  Per cui, signor Presidente, riconfermando il voto favorevole a questo provvedimento, noi sottolineiamo che il punto di ripresa non è tanto nell'attività di controllo e di prevenzione ma in questo ruolo di centralità delle istituzioni. E credo che, anche alla luce delle cose che sono avvenute negli ultimi giorni in quest'Aula, non è un problema che riguarda solo una condizione periferica, è tutto il tessuto istituzionale che si va sfilacciando, e il tessuto istituzionale vive sulla rigorosità dei comportamenti delle persone che interpretano, attraverso le forze politiche, gli interessi dei cittadini nei luoghi istituzionali.
  Sottolineo ancora una volta: facciamo attenzione, signor Ministro, alla circostanza che l'essere intervenuti con un decreto d'urgenza, piuttosto che trasferire una condizione di sicurezza, non alimenti la condizione di insicurezza che vivono i cittadini della nostra Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Signora Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, il gruppo di Scelta Civica dichiara il proprio voto favorevole su questo decreto e coglie il segno della bontà dell'intervento legislativo che è stato operato e anche il buon lavoro che è stato fatto in Commissione, dove sono stati apportati diversi miglioramenti a questo intervento che lavora su due fattispecie diverse contemporaneamente, da una parte un problema industriale e di inquinamento ambientale provocato dall'Ilva, quindi in Puglia, nella mia regione, dall'altro il problema della «Terra dei fuochi», un problema di inquinamento causato da rifiuti, che ha penalizzato fortemente una regione a grande vocazione soprattutto agroalimentare. Apprezziamo con particolare consenso l'efficacia dell'intervento, che pone anche delle risorse a disposizione di queste regioni per far fronte a queste emergenze.
  Ci sono concetti interessanti, come la mappatura dei terreni nella regione Campania, proprio a significare il voler differenziare quello che è un terreno idoneo a una coltura agroalimentare da quello che è un terreno che necessita di un intervento di bonifica e, quindi, particolarmente interessante è anche la creazione di una Commissione interministeriale e allo stesso tempo di una commissione che ha proprio il compito di porre in essere quelle azioni necessarie e programmare tutto quanto è importante perché questi terreni tornino a produrre quel prodotto apprezzato sui mercati ai quali la Campania ha diritto di tornare con un'immagine libera da questi eventi di criminalità che hanno interessato questi territori.
  Anche sul fronte dell'Ilva viene posta chiarezza e determinazione nel precedente intervento legislativo definendo il percorso di approvazione del Piano ambientale, definendo quantitativamente la progressiva adozione delle prescrizioni AIA e quindi individuando i parametri quantitativi di qualità dell'aria ma anche il numero degli interventi che stanno a significare questo parametro.Pag. 68
  Quel che anche è importante è un intervento di acceleramento per le prescrizioni AIA su un annoso problema di questo Paese che è la burocrazia, che sono gli adempimenti che impediscono anche l'attuazione di interventi dichiaratamente d'urgenza importanti per il territorio e alludo alla Commissione centralizzata per la risoluzione degli adempimenti, la Conferenza di servizi unificata, che interviene proprio nell'accelerare l'emissione della VAS e della VIA cercando di porre risposta ad un problema che vede due piani diversi di intervento: un piano ministeriale, che è l'ambiente, e un piano di paesaggio e territorio, e quindi ciò che riguarda la VAS e la VIA, che è prettamente regionale.
  È significativo che si ponga attenzione su questo, perché questo è un problema che non riguarda solo l'Ilva ma riguarda anche tutte le opere infrastrutturali che, soprattutto al Sud, non si realizzano, con i fondi comunitari che perdiamo perché c’è grande confusione, molti adempimenti e molta incertezza da parte delle amministrazioni a gestire questo processo. È quindi auspicabile che questa sensibilità e questo intervento portato sull'Ilva possa estendersi dove c’è un interesse reale del Mezzogiorno a vedere utilizzate le risorse europee che non riusciamo ad utilizzare.
  È anche altrettanto significativo che si intervenga sul codice di procedura penale per sancire che in presenza di un reato ambientale viene interessato anche il Ministro, viene interessata la regione, vengono comunque non pregiudicate e non impedite quelle azioni da parte delle pubbliche amministrazioni necessarie e indispensabili per porre in sicurezza il nostro territorio.
  È anche importante l'aver individuato un reato specifico per il fenomeno dei rifiuti che vengono ad essere bruciati, individuando l'obbligo di ripristino, il sequestro dei mezzi, individuando il risarcimento dei danni che questa consuetudine crea all'ambiente e al sistema economico generale.
  Quindi sono interventi importanti perché, come dicevo prima, efficaci nel merito e portano anche risorse: 25 milioni di euro per uno screening epidemiologico che riguarda le due regioni – la regione Puglia ne ha già 13 a disposizione –, ma è importante il principio che lo Stato, il Governo interviene con risorse e con misure per accelerare i processi di miglioramento della situazione ambientale, per tutelare la salute dei cittadini, che non avranno un costo, perché il costo se lo carica la Stato perché è stato assente per troppo tempo in queste due fattispecie diverse.
  Vorremmo anche evidenziare che in questo decreto ci sono le basi per affrontare le problematiche che noi potremmo estendere a 44 siti di interesse nazionale che ancora oggi non hanno disponibilità di risorse, che ancora oggi non hanno risposte, ma in quello che questo Governo ha fatto con questo decreto e con i decreti precedenti che riguardano l'Ilva, ci sono le premesse importanti.
  In questo senso mi riferisco e alludo alla facoltà che viene data al commissario di procedere con innalzamenti di capitale sia nelle società a forma individuale sia in quelle a forma di capitale per ricavare quelle risorse che le aziende in difficoltà hanno per intervenire sull'inquinamento che hanno determinato. Questo credo che sia un aspetto importante perché in tutte le fattispecie dei siti di interesse nazionale inquinati ci sono aziende in difficoltà o che hanno cessato l'attività industriale e che quindi, a differenza dell'Ilva, non sono nelle condizioni di garantire quelle risorse che molto spesso lo Stato da solo non può dare.
  Ribadisco che Scelta Civica per l'Italia dichiara il voto favorevole e apprezza lo sforzo di questo Governo di mettere risorse e interventi per confermare che questo Governo intende intervenire sull'ambiente e sul territorio come probabilmente non è avvenuto sino ad ora.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, il gruppo del Nuovo Centrodestra si esprimerà Pag. 69favorevolmente su questo così importante provvedimento. L'emergenza della «Terra dei fuochi» rappresenta una ferita grave e profonda per i cittadini, i lavoratori e le imprese di tutta l'area interessata che hanno pagato in questi anni un prezzo altissimo, una ferita profonda per tutto il nostro Paese.
  Era fondamentale intervenire in maniera decisa, soprattutto in maniera veloce, così dopo il lavoro svolto in Consiglio dei ministri, in Commissione ambiente è emersa una importante sinergia tra tutti i gruppi parlamentari presenti, dove siamo riusciti a rafforzare il decreto con l'introduzione di diverse e significative novità. È un provvedimento che si muove nella logica di garantire il rispetto della legalità, della tutela dell'ambiente, dei consumatori e dei produttori onesti e, soprattutto, della salute dei cittadini.
  Signora Presidente, io avevo preparato un intervento molto puntuale sui diversi punti che si sono affrontati in Commissione e che sono migliorati con l'apporto degli emendamenti presentati da diversi gruppi, preferirei lasciare agli atti il mio intervento. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

  PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Serena Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Signora Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, con questo decreto, conosciuto come «Terra dei fuochi», vengono date le prime risposte ad una tragedia che si perpetra da trent'anni. Per decenni le pubbliche amministrazioni sono state troppo spesso inadempienti o, peggio, colluse. Oggi si sta cercando di colmare un vuoto intervenendo su un territorio, quello campano, tra le province di Napoli e Caserta, dopo la criminalità organizzata gestisce e smaltisce illegalmente rifiuti speciali provenienti da tutta Italia e, probabilmente, anche dal Nord Europa.
  Nella seconda parte del decreto però si infila in modo subdolo il quinto provvedimento sul tema dell'Ilva, definibile dal nostro punto di vista ad Ilvam, o meglio salva commissari. Dico così perché i commissari hanno ottenuto l'inapplicabilità delle sanzioni speciali durante la gestione commissariale, sanzioni che sarebbero arrivate fino al 10 per cento del fatturato siderurgico laddove le prescrizioni AIA non fossero ottemperate. Per noi questo si rappresenta davvero molto grave, soprattutto perché è stato infilato, come al solito, in un provvedimento necessario e da tutti atteso da troppo tempo. Ad ogni modo, è sulla prima parte di quel decreto, quella relativa alla «Terra dei fuochi» e delle aree campane inquinate, che voglio rivendicare il ruolo decisivo di SEL in Commissione ambiente, dove i nostri emendamenti hanno notevolmente migliorato il testo del Governo.
  Desidero in questa sede fare un plauso al relatore Alessandro Bratti, che ha perfettamente compreso l'indirizzo e la portata delle nostre richieste. Voglio però entrare nel merito della questione: da quanto tempo questa drammatica situazione viene denunciata dai cittadini dei comuni colpiti e da molte associazioni attraverso appelli, esposti e manifestazioni ? In quell'area insistono troppe discariche abusive in piena campagna, lungo le strade e quando queste si saturano per liberare spazio per i rifiuti successivi vengono appiccati gli incendi. Il danno ambientale si somma a quello sanitario, a quello dell'agricoltura, non è notizia di questi giorni, colleghi: dov'erano tutti i nostri colleghi negli ultimi vent'anni, dov'erano quando gli agricoltori continuavano a piantare pomodori e gli allevatori a far pascolare le loro preziose bufale ? Il danno economico, signora Presidente, è stato enorme, e quello della credibilità dei campani incommensurabile. Chi risarcirà queste persone ? I dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanità stabiliscono un nesso chiaro tra i continui smaltimenti illegali di rifiuti e l'incremento delle diverse tipologie Pag. 70tumorali. La Camera ha iniziato ad occuparsi di rifiuti fin dagli anni Ottanta, prima di quelli urbani, poi di quelli speciali, poi di quelli pericolosi, ma la camorra ha fatto il suo e ha trovato molto redditizio tutto questo.
  Celebre è rimasta la frase del boss Nunzio Perrella «’a munnezza è oro». Nel tempo abbiamo visto una trasformazione dei soggetti interessati, siamo passati dai camorristi imprenditori agli imprenditori camorristi, trent'anni di connivenza tra criminali e imprenditori, di mala politica, di corruzione, di collusione della pubblica amministrazione, trent'anni di soprusi al corpo e all'anima di questi territori, di queste comunità che, più di tutti, pagano un tributo a spese per tutta la popolazione nazionale. Un buco nero che ha inghiottito ambiente, salute, giustizia, diritto e beni comuni. Anni di eventi senza notizia, derubricati a cronaca locale, risoluzioni attraverso infiniti commissariamenti che perpetravano ulteriori guasti, false promesse, ma i peggiori sono stati gli spot mediatici e intanto il cancro nella «Terra dei fuochi» cresceva. Quanto andiamo ad approvare oggi lo dobbiamo prevalentemente alla forza di quei cittadini che si sono ribellati al silenzio, documentandosi, mobilitandosi, protestando contro i siti dichiaratamente fuori norma, proponendo soluzioni alternative e sostenibili, dando forza ad un movimento di persone che hanno avuto il coraggio di uscire dalla paura.
  La tanto temuta partecipazione questa volta ha fatto il suo e le istituzioni hanno dovuto piegarsi. Troppi anni di affari illeciti hanno tolto a tutti cittadini i loro diritti.
  Signora Presidente, per descrivere il dramma della «Terra dei fuochi» è stato coniato persino un neologismo: il «biocidio». In soli vent'anni siamo stati spettatori dell'uccisione di quelle che un tempo erano le zone più fertili e coltivate del Paese e la denuncia e il vilipendio continuo che si svolge anche in quest'Aula – e mi dispiace che i colleghi della Lega non ci siano – verso queste popolazioni è meschino. È a tutti noto infatti che i rifiuti speciali provengono prevalentemente dalle regioni del Centro e del Nord Italia, in totale e fruttuosa connivenza. E con questo decreto-legge noi ci auguriamo che sia posta la parola fine.
  Tra l'altro, io ci tengo a ricordare che è stato approvato un nostro emendamento che fa sì che entro novanta giorni dovrà finalmente essere emanato, in merito all'attività di bonifica dei siti inquinati, il regolamento finalizzato alle aree destinate alla produzione agricola e all'allevamento, che nonostante fosse già previsto dal codice ambientale, a distanza di otto anni non è mai stato emanato, così come l'emendamento che prevede l'obbligo a ricorrere unicamente a bandi ad evidenza pubblica per le opere e gli interventi di bonifica. Ma molti altri – e noi di questo possiamo essere contenti, Presidente – sono stati assorbiti o accolti dal relatore, però è evidente che alcuni passaggi ci restano comunque indigesti, come l'impiego dei militari per il presidio del territorio o l'ennesima deroga al divieto di proroga o rinnovo delle gestioni commissariali, o le norme emergenziali o derogatorie in capo ai commissari straordinari per il dissesto idrogeologico.
  Mi permetta, signora Presidente, di sollecitare quest'Assemblea ad approvare con la stessa celerità il testo unico sui delitti ambientali, che proprio in questa settimana finalmente ha visto l'avvio in questo ramo del Parlamento. Non possiamo davvero più permetterci di intervenire sempre con provvedimenti tampone. Ma la parte più dolente di questo decreto-legge – e mi dispiace dirlo, mi dispiace – come ho già detto riguardo l'Ilva di Taranto: dalle poche audizioni è emerso chiaramente che la quinta puntata dell'Ilva non è che l'ennesima sconfessione di quanto definito nelle più restrittive norme precedenti. Tra le criticità abbiamo evidenziato in primis lo slittamento dei tempi di attuazione dell'AIA, perché si ripercuoterebbe sull'approvazione del piano di tutela ambientale e sanitario, sull'adozione del piano industriale e di conseguenza delle indicazioni temporali ed economiche di attuazione degli interventi utili al risanamento dello Pag. 71stabilimento e, non ultimo, il superamento della normativa vigente in materia di discariche, di rifiuti pericolosi e non pericolosi. La certezza dei tempi dell'AIA e del monitoraggio ambientale è per noi una necessità assoluta e le misure previste dell'AIA devono riferirsi alle prescrizioni adempiute e non a quelle avviate. Riteniamo inoltre assolutamente sbagliato considerare il rispetto dell'80 per cento del numero di prescrizioni AIA perché si possa parlare di progressiva adozione delle misure dell'AIA. Altra cosa è fare riferimento ad almeno l'80 per cento del volume economico degli interventi, parametro per noi più significativo da prendere in considerazione. Inoltre si aggiunge l'aggravante che la figura del garante, come da noi richiesto per l'AIA, non è stata ripristinata.
  Un altro passaggio critico del decreto-legge è che si impone alla proprietà la ricapitalizzazione per legge, e su questo noi rimaniamo assolutamente perplessi. Questo per cosa ? Bene, per finanziare le bonifiche e l'applicazione dell'AIA. Noi invece avevamo proposto un emendamento in cui lo Stato si facesse promotore di un investimento attraverso la Cassa depositi e prestiti, acquisendo le relative azioni che sarebbero state ricedute all'azienda quando fosse stata nella possibilità di riacquisirle: proposta completamente ignorata. Ma ci chiediamo, visti i pregressi, per quale motivo questa azienda oggi dovrebbe investire quel denaro in bonifiche e non per la sua produttività ? Si introducono una serie di semplificazioni nei diversi iter autorizzativi relativi alla realizzazione di lavori e opere imposte dalle prescrizioni dell'AIA, tra queste si introduce in ambito di conferenza di servizi un silenzio-assenso in caso di mancato pronunciamento da parte dell'autorità competente ad ammettere la VIA, in deroga al principio generale sancito dalla legge sul procedimento amministrativo.
  E, come se non bastasse, si stabilisce che la determinazione conclusiva della Conferenza dei servizi costituisce variante ai piani territoriali e urbanistici, per la quale non è necessaria la VAS.
  E come non evidenziare che la Regione Puglia è stata esautorata dalla valutazione del danno sanitario, lasciando in capo al decreto interministeriale dello scorso aprile la medesima valutazione ? Tutti sappiamo quanto sia uno strumento molto meno protettivo per la salute dei cittadini, poiché può essere, di fatto, redatto successivamente alla conclusione dei lavori di ambientalizzazione prescritti dalle vigenti AIA, rendendo inapplicabile quello redatto sulla base della normativa regionale.
  Mi avvio alla conclusione. Oggi, con questo provvedimento sul dramma della «Terra dei fuochi», si sono fatti importanti passi avanti. Dobbiamo però prendere atto che sull'Ilva si continua a procedere nella direzione sbagliata. Finalmente la «Terra dei fuochi» è diventata una questione nazionale; è un passo importante, ma non ancora risolutivo, perché dopo anni di disattenzione generale, di immobilismo irresponsabile del Governo – ma faccio un plauso a questo Governo, che finalmente ha aperto le porte –, di inerzia colpevole della Regione Campania, il virus dell'ecomafia ha avuto il tempo di diffondersi in altre parti d'Italia. Ora, con questo decreto, si inizia a voltare pagina, per fermare l'illegalità e l'ecomafia e dare risposte efficaci troppo lungo rimandate.
  Purtroppo, però, questo Paese va evidentemente a due velocità: rileviamo come i cittadini di Taranto non abbiano ancora titolo di essere salvati. L'ambiente martoriato di quel territorio, il lavoro svolto in questi anni dalla Regione Puglia, non meritano decreti come questo. È per questo, signora Presidente, che il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà esprimerà un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giuseppina Castiello. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPINA CASTIELLO. Signora Presidente, colleghi, signor ministro, finalmente siamo giunti, con grande fatica e sofferenza, all'approvazione di questo decreto, un decreto straordinario, come più Pag. 72volte è stato detto in quest'Aula, perché cerca di rispondere alle grida di dolore e di sofferenza che provengono dalle popolazioni della cosiddetta «Terra dei fuochi», quel vasto territorio che abbraccia l'intera provincia di Napoli e di Caserta, dove nel corso degli anni si è determinata una vera e propria crisi ambientale, accompagnata purtroppo – va detto – anche da una profonda crisi istituzionale.
  Credo sia inutile mettere in evidenza la necessità e l'urgenza di questo provvedimento legislativo. Come gruppo di Forza Italia lo abbiamo fatto più volte, anche in quest'Aula lo scorso 5 novembre, con l'approvazione di una mozione dove chiedevamo un intervento urgente del Governo perché emanasse un decreto che rispondesse alle esigenze e ai problemi di quelle terre e di quelle popolazioni. Un decreto che è stato anche al centro di una grande mobilitazione popolare, che più volte è apparsa come una vera marea montante contro l'inerzia delle istituzioni.
  Si è intervenuti con grande e grave ritardo su una questione che da molti anni è al centro di una vasta attività di denuncia e di sollecitazioni che, come gruppo politico, abbiamo rivolto all'allora governo regionale il quale, essendo incapace di risolvere l'emergenza rifiuti, era ben lontano dall'individuare soluzioni per questa gravissima emergenza ambientale.
  Ricordo che all'epoca – ricoprivo il ruolo di consigliere regionale – con il mio gruppo politico di appartenenza abbiamo denunciato – non solo nelle sedi istituzionali, ma in tutte le sedi – il problema dell'inquinamento delle falde acquifere, della diossina, mettendo in evidenza uno scenario apocalittico che poi purtroppo, nel corso degli anni, è venuto fuori, un vero e proprio blackout democratico a danno di quelle popolazioni.
  E tutto è apparso nella forma più drammatica e più chiara mentre le città della provincia di Napoli, di Caserta, della Campania venivano ripulite dai rifiuti. Si avviava – grazie all'intervento del Governo Berlusconi – il termovalorizzatore di Acerra, si metteva in funzione un sistema industriale di trattamento e smaltimento dei rifiuti che ha permesso di superare l'emergenza ambientale, ma che ha fatto sì che poi, nel corso del tempo, si determinasse lo scenario che oggi vediamo: le discariche infatti si sono moltiplicate e i roghi tossici sono diventati una costante.
  Non vedendo più i rifiuti sotto casa la gente ha incominciato a volgere lo sguardo e l'interesse altrove, al cosiddetto fenomeno dei roghi tossici, a quei grandi fumi che invadevano le province di Napoli e di Caserta e che sprigionavano, purtroppo, veleni nell'aria. C’è stato chi sul territorio – e ringrazio vivamente dal profondo del cuore, don Maurizio Patriciello – ha stimolato il coinvolgimento e la collaborazione tutta dei cittadini ed è riuscito molto più della politica – ripeto, molto più della politica – ad accendere i riflettori su una problematica che denunciavamo da anni e sulla quale, pur avendo la consapevolezza su dove stanno le responsabilità passate, è bene oggi guardare a soluzioni idonee.
  Allora, bene la mobilitazione, benissimo tenere accesi i riflettori. È necessario l'intervento del Governo, con l'emanazione di questo decreto, ma utile ed indispensabile è stato il lavoro che ha svolto il gruppo di Forza Italia, attraverso la presentazione di emendamenti contenuti all'interno di questo decreto, che difatti hanno migliorato questo provvedimento. Ringrazio il lavoro svolto dal gruppo campano, in particolare dal collega Paolo Russo, rispetto ad una problematica che sentiamo sulla nostra pelle.
  Più volte abbiamo messo in evidenza come in realtà questo decreto contenesse molti buchi neri. Allora, abbiamo cercato di agire per ascoltare la voce dei cittadini, innanzitutto partendo da quello che è il problema più importante che è, appunto, la salute dei cittadini. Quindi, difendere e tutelare la salute. Difatti, sebbene il decreto non lo contenesse oggi, grazie al nostro intervento, contiene l'esenzione del ticket per le necessarie attività di screening epidemiologico e per la prevenzione delle malattie tumorali per le popolazioni di quella zona. Ora la norma c’è ed è stata anche individuata l'idonea copertura finanziaria.Pag. 73
  Abbiamo messo in evidenza quello che per noi era il cuore del decreto, cioè che era fondamentale riuscire a mettere in evidenza un problema importante, che era quello del controllo del territorio. Abbiamo chiesto, infatti, l'intervento urgente dell'esercito perché chi, come noi e come me, vive e risiede in quei territori si rende conto che il controllo è fondamentale perché, pur ringraziando il lavoro immane che svolgono le forze dell'ordine locali e i vigili del fuoco, purtroppo non si riesce a coprire e a tutelare l'intero territorio. Allora, con l'inserimento nel decreto di circa 850 unità militari forse potremo porre un limite al fenomeno dei roghi tossici, perché se c’è un presidio militare non c’è sversamento e, di conseguenza, non ci sono incendi.
  Abbiamo messo in evidenza come era fondamentale, per quanto riguarda il processo di bonifica di quei territori, mettere in atto il sistema di tutela Expo 2015 per garantire la trasparenza e, soprattutto, la legalità negli appalti, per evitare che ci possa essere un problema che in questi giorni ritorna alla ribalta sui giornali, cioè le infiltrazioni criminali nelle necessarie opere di bonifica del territorio. Allo stesso modo, abbiamo più volte messo in evidenza come questo decreto in realtà non contiene risorse economiche aggiuntive, perché per la maggior parte dei casi è tutto in capo alla regione Campania. Allora, abbiamo chiesto e abbiamo ottenuto anche la disponibilità degli altri gruppi parlamentari a fare in modo che si possano utilizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata a parziale copertura degli interventi da farsi. Vale a dire che tutto ciò che in Campania è stato e può essere sottratto, sequestrato alla camorra – mettendo in evidenza come la camorra ha fatto del problema dei rifiuti una fonte di ricchezza – per noi era giusto, ed è giusto, che quelle risorse possano essere utilizzate sia per la bonifica sia per gli incentivi agli agricoltori.
  C’è il problema dell'agricoltura, e siamo intervenuti fortemente anche su questo per dare una soluzione al problema delle acque irrigue e dei suoli agricoli, perché sapete che l'agricoltura è l'attività principale in quei territori e noi abbiamo la necessità di intervenire. Allora, abbiamo chiesto che innanzitutto ci fosse – e l'abbiamo ottenuto – l'obbligo di indicare i parametri organolettici, tali da consentire l'uso irriguo in agricoltura. È importante e fondamentale perimetrare i terreni no food, anche per riutilizzarli in appositi circuiti produttivi, a salvaguardia dell'economia della regione.
  Ma siamo anche consapevoli che questo provvedimento purtroppo da solo non basta. Rappresenta di certo un segnale forte delle istituzioni, ma c’è ancora tanto da fare come, ad esempio, coinvolgere il Governo ad impegnarsi concretamente con la quota di finanziamento nazionale sulle risorse che saranno utilizzate per la bonifica.
  È un decreto, questo, utile perché è stata anche un'utile occasione per intervenire rispetto anche al problema di un'altra emergenza ambientale, quella dell'Ilva di Taranto, dove sappiamo purtroppo che sono emerse drammaticità ambientali, e anche su questo finalmente si prevede un'attività di prevenzione e di screening a favore dei cittadini tarantini, puntualizzando anche quelle che sono le opere di bonifica. Per queste valutazioni – e mi avvio alla conclusione – come gruppo di Forza Italia voteremo a favore della conversione di questo decreto, anche grazie alla disponibilità che il Ministro dell'ambiente ha dimostrato nel sapersi confrontare con i gruppi parlamentari, accogliendo anche le nostre proposte. Ringrazio anche il relatore Bratti per il lavoro svolto, il presidente della Commissione, però, vedete, non bisogna assolutamente abbassare la guardia. Noi dobbiamo essere vigili, dobbiamo fare in modo da tirare fuori tutto il nostro orgoglio, la nostra dignità, la nostra voglia di mettere in moto una comunità, la nostra regione. Questo dopo un ventennio di devastazioni, di colpevoli ritardi e di evidenti incapacità gestionali.
  Non vogliamo più vedere sulla copertina del New York Times, come avviene in questi giorni, le immagini di una città Pag. 74distrutta, di una regione in ginocchio, di un mondo agricolo in ginocchio. Vorremo non vedere più e leggere «Terra dei fuochi», bensì terra di lavoro, terra dove c’è gente che lavora e ha bisogno, da questo punto di vista, anche di essere tutelata, e di persone che devono vivere ed avere il diritto di respirare, un diritto che è consentito a tutti i cittadini italiani e deve essere consentito anche ai cittadini di quelle popolazioni.
  Per questo, e concludo, noi non solo come parlamentari, come rappresentanti di quei territori nelle istituzioni, ma soprattutto come cittadini che vivono quelle problematiche, saremo vigili ed attenti, vigili ed attenti per poter difendere non solo il nostro futuro e quello di quelle terre, ma soprattutto anche quello dei nostri figli (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Erano iscritti a parlare i deputati: Massimo De Rosa, che è assente, s'intende che vi abbia rinunciato; Mirko Busto, che è assente, s'intende che vi abbia rinunciato; Roberto Fico, che è assente, s'intende che vi abbia rinunciato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.

  CHIARA BRAGA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo decreto tratta di emergenze ambientali, di «Terra dei fuochi», di Ilva. Il dramma di queste realtà – dobbiamo dirci con l'onestà – non è di oggi, si conosce da tempo e vorrei dire non tanto per le rivelazioni di qualche pentito, che in quel sistema ha vissuto e costruito la propria fortuna, quanto per il lavoro prezioso della magistratura, e anche per quello svolto negli anni passati dalla Commissione bicamerale sugli illeciti ambientali, che anche per questo motivo è bene si ricostituisca e torni ad operare al più presto.
  Per la prima volta, però, questi problemi vengono affrontati in un modo nuovo, che tiene insieme tutela dell'ambiente, difesa della salute, ripristino della legalità, sostegno all'economia sana e alle possibilità di rilancio produttivo di questi territori. Parliamo di «Terra dei fuochi», di quella parte di Campania che comprende parte delle province di Napoli e Caserta, messe in ginocchio dalla presenza criminale della camorra e in molti casi dal fallimento dell'azione delle istituzioni, una terra in cui la gestione del ciclo legale ed illegale dei rifiuti e la devastazione del territorio hanno finito per oscurarne le straordinarie bellezze e ricchezze. In questa terra, con questo decreto, mettiamo in campo misure straordinarie. Ne ricordo solo alcune. La mappatura dei terreni destinati all'agricoltura attraverso la sistematizzazione e il completamento delle indagini già compiute sull'uso dei suoli e anche sulle acque destinate ad uso irriguo hanno lo scopo primario di salvaguardare la produzione agricola sana e di qualità di questo territorio, di tutelare prima di tutto quelle imprese che in questi anni hanno resistito spesso in modo eroico.
  Il decreto prevede anche l'avvio di un programma straordinario per la bonifica dei siti inquinati dallo sversamento illegale dei rifiuti, destinando a questo scopo risorse riprogrammabili e – punto assolutamente rilevante – la possibilità di utilizzare anche le risorse confiscate alla criminalità per reati ambientali commessi nella regione Campania e confluite nel Fondo unico giustizia, per realizzare gli interventi prioritari di messa in sicurezza e di bonifica dei siti inquinati.
  Questo decreto contiene – lo dicevo – risposte importanti sul terreno del ripristino della legalità, attraverso il potenziamento dell'attività di prevenzione e di controllo del territorio, le disposizioni per la trasparenza e la libera concorrenza nell'affidamento delle attività di monitoraggio e di bonifica delle aree inquinate, proprio per evitare quello che veniva evocato, il rischio di nuove infiltrazioni della criminalità organizzata.
  E poi l'istituzione del reato di combustione illecita dei rifiuti, per contrastare il dramma dei roghi tossici. Quest'ultima misura, è bene sottolinearlo, si colloca nel Pag. 75quadro più ampio del disegno di legge di iniziativa parlamentare sui delitti contro l'ambiente, fortemente voluto dal Partito Democratico e il cui iter di approvazione è già iniziato in quest'Aula, con una larga condivisione da parte delle forze politiche. Il reato introdotto in questo decreto è solo il primo tassello di una risposta organica, e non estemporanea o dettata puramente dalla logica dell'emergenza, ma finalizzata al rafforzamento degli strumenti previsti nell'ordinamento giuridico a tutela di un bene essenziale quale è l'ambiente.
  Grazie al lavoro importante svolto dalla Commissione ambiente e alla volontà dei Ministri competenti, il decreto dà riscontro anche ad una forte e motivata istanza di tutela del diritto alla salute della popolazione della «Terra dei fuochi» e dei comuni di Taranto e di Statte, interessati dalla presenza dell'Ilva. Viene disposto l'aggiornamento e la pubblicazione dei dati dello studio Sentieri, vengono rafforzate le misure di prevenzione e, soprattutto, viene stanziata una prima dotazione di risorse destinata alle regioni Campania e Puglia per avviare un programma di screening sanitario gratuito per i cittadini, secondo criteri omogenei stabiliti dall'Istituto superiore di sanità. Si tratta di una misura innovativa, che ci auguriamo il Governo possa confermare ed estendere, individuando le risorse necessarie, anche ad altre aree del Paese nelle quali sussistono condizioni preoccupanti di inquinamento ambientale. Molte di queste misure sono state costruite con il coinvolgimento degli enti di studio e di ricerca che in questi anni hanno svolto sul territorio un lavoro silenzioso, ma di straordinaria importanza, insieme a quello dei movimenti locali, della Chiesa, delle associazioni di cittadini, che, grazie alla loro forza instancabile di denuncia, hanno concorso in maniera decisiva a determinare un intervento deciso delle istituzioni.
  Voglio spendere una parola sul tema della trasparenza e della condivisione delle informazioni, che vale per la «Terra dei fuochi» e anche per il caso dell'Ilva. Il confronto con il territorio, con la popolazione che conosce e vive le contraddizioni e i problemi, ma anche le straordinarie risorse di questa realtà, non è solo un modo per costruire soluzioni più efficaci, ma è anche la sola strada possibile per ricucire con fatica un rapporto di fiducia con i cittadini e di credibilità nelle istituzioni, che è stato pesantemente compromesso dalle colpevoli mancanze di questi anni, passati e recenti.
  Riguardo all'altra situazione di emergenza ambientale e industriale, che è l'Ilva di Taranto, vorrei rivendicare con forza l'impostazione culturale con cui abbiamo difeso la validità di questo decreto, convinti che all'Ilva, così come in altre aree del Paese, le condizioni di riqualificazione ambientale delle aree produttive si costruiscono prioritariamente richiamando ai propri obblighi le aziende che hanno cagionato i problemi e perseguendo, contestualmente, laddove ce ne siano le condizioni, l'obiettivo della continuità produttiva.
  Per questo, le misure contenute nel decreto, dopo i precedenti interventi, che hanno previsto – è bene ricordarlo –, per la prima volta, il commissariamento di un'azienda per ragioni ambientali, hanno lo scopo di rendere più tempestive ed efficaci le misure rivolte al risanamento ambientale dell'insediamento industriale da parte della gestione commissariale, aumentando il livello di obbligo di ottemperanza delle prescrizioni contenute nell'AIA e ponendo a carico dell'Ilva il costo delle analisi svolte riguardo all'inquinamento ambientale all'interno dell'area siderurgica.
  Un punto qualificante introdotto in sede parlamentare è, poi, il potere attribuito al commissario per chiedere prioritariamente un aumento del capitale sociale ai fini del risanamento ambientale dell'area e la facoltà, qualora questa ipotesi non si realizzi, e comunque entro la fine di quest'anno, di ottenere il trasferimento nella disponibilità delle somme sequestrate al titolare dell'impresa anche per reati diversi da quelli ambientali o connessi all'attuazione dell'autorizzazione integrata ambientale.Pag. 76
  Signor Presidente, vorrei richiamare un punto, spendendo pochissime parole su una questione passata giustamente in secondo piano, ma che è di grande importanza e attualità per il Paese, che attiene alla prevenzione del dissesto idrogeologico. Anche oggi mezza Italia è in ginocchio per gli effetti delle forti piogge e per i danni che hanno colpito importanti città e parti del nostro territorio. Questi fatti ci dimostrano come questa sia ormai un'emergenza, che deve essere affrontata, però, non più secondo la logica, limitativa, dell'emergenza, ma con la consapevolezza che solo una politica strutturale di prevenzione può essere davvero l'unico strumento per affrontare il problema.
  Abbiamo combattuto in molte sedi e in molte occasioni, per ultimo nella legge di stabilità, per chiedere maggiori risorse per l'emergenza e per la prevenzione, e anche oggi rinnoviamo il nostro appello al Governo perché vi sia una risposta pronta nelle prossime ore, già nel Consiglio dei ministri, che ha annunciato l'individuazione di risorse per questi territori, in particolare per la Liguria e per l'Emilia, anche per le altre aree del Paese.
  Ma sappiamo che per realizzare l'efficacia di questi interventi sia necessario contare su una macchina che funzioni e questo è possibile solo razionalizzando un sistema di soggetti e di competenze che troppe volte ha rallentato l'attività di prevenzione. Per questo credo sia positivo il risultato di porre fine nel 2014 alla stagione, in larga misura non efficace, dei commissari straordinari riconsegnando alle regioni la responsabilità degli interventi di prevenzione e di messa in sicurezza del territorio e garantendo, comunque, in questo passaggio, la continuità degli interventi e dell'utilizzo delle risorse.
  Signor Presidente, il Partito Democratico ha lavorato molto in Commissione, con il relatore e gli altri componenti e anche con le altre forze politiche, per rafforzare gli effetti di questo decreto-legge, che non risolve tutti i problemi dell'Ilva, né della «Terra dei fuochi», ma che segna in maniera inequivocabile un cambio di fase. Anche ricorrendo a misure straordinarie che siano però limitate nel tempo e collocate in un quadro di trasparenza e di forte controllo pubblico, si vogliono costruire le condizioni per un progressivo superamento della gestione dell'emergenza infinita e si esercita un forte richiamo alle responsabilità delle istituzioni. Non tutto era possibile fare in questo provvedimento, ma per noi molte di queste misure potranno essere rafforzate e messe a sistema già nel collegato ambientale che sarà all'esame della Camera nelle prossime settimane e che ci auguriamo possa trovare una rapida approvazione.
  La visita nella «Terra dei fuochi» è stata la prima iniziativa pubblica della nuova segreteria del Partito Democratico. In quell'occasione ci eravamo impegnati a dare risposte concrete alle ansie e alle preoccupazioni dei cittadini. Crediamo di averlo fatto con misure puntuali, insieme al lavoro del Ministro Orlando che ha seguito l’iter di questo decreto-legge in Commissione e poi in Aula, e crediamo che l'abbiamo fatto partendo proprio da queste realtà, con l'ambizione di trasmettere al Paese un messaggio di riscatto dicendo che le istituzioni che noi oggi rappresentiamo non si arrendono alla sconfitta, all'illegalità e al degrado ambientale e sociale. Lo dobbiamo prima di tutto ai cittadini e alle imprese che ogni giorno vivono in quei territori. E vorrei ricordare la memoria di Michele Liguori, il vigile della «Terra dei fuochi» morto solo qualche giorno fa per avere sempre combattuto in prima persona «i signori dei veleni» nella sua terra.
  Con il proprio voto favorevole il Partito Democratico vuole affermare che il Paese può e deve recuperare la propria capacità di cambiare e di costruire una prospettiva di sviluppo che metta finalmente al centro della qualità il nostro ambiente e il diritto dei cittadini, di oggi e di domani, a guardare con più speranze e più fiducia al proprio futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono iscritti ora a parlare alcuni colleghi per dichiarazione di Pag. 77voto a titolo personale e hanno due minuti ciascuno. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Labriola. Ne ha facoltà.

  VINCENZA LABRIOLA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il decreto-legge recante disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali e a favorire lo sviluppo delle aree interessate a mio avviso non va in questa direzione. Questo è l'ennesimo decreto-legge che va a tutelare chi i reati ambientali li commette. Per quanto riguarda la «Terra dei fuochi», non spiega come il Governo intenda sanare il traffico illecito dei rifiuti. Per quanto riguarda l'Ilva di Taranto, è l'ennesimo decreto-legge che è stato pensato e redatto dai Riva stessi che, guarda caso, tutela e copre ancora una volta le inadempienze dell'inquinatore. C’è una rinegoziazione dell'AIA semplicemente perché l'Ilva non è in grado di rispettarla.
  L'AIA si ritiene rispettata se succedono le seguenti cose: la prima, la qualità dell'aria non peggiori rispetto al peggio. L'AIA si prevede rispettata se si dimostra di aver rispettato il 70 per cento delle prescrizioni. Questo è l'ennesimo decreto-legge che sottrae l'inquinatore, cioè i Riva, alle sue responsabilità. Convintamente voterò contro questo decreto-legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pelillo. Ne ha facoltà,

  MICHELE PELILLO. Signor Presidente, la mia è una breve dichiarazione di voto favorevole per esprimere quanto sia attesa questa legge nella mia città, Taranto. Non c’è associazione di categoria, ordine professionale o rappresentanza sindacale che non attenda con trepidazione e ritrovata fiducia la conversione di questo decreto-legge. Perché ? Perché dopo cinquant'anni lo Stato riconosce alla mia comunità il diritto di provare davvero a rendere la più grande fabbrica d'Italia compatibile con la salute e la vita di chi ci lavora e di chi ci abita intorno. Non abbiamo la certezza di vincere la sfida, le certezze le lasciamo agli altri, magari a chi ha scambiato Taranto per un ring dove misurarsi su chi è più ambientalista o su chi la spara più grossa. Abbiamo, però, la certezza che è doveroso provarci e che dopo cinquant'anni di niente stiamo costruendo le condizioni per vincere la sfida (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Chiarelli. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Signor Presidente, nell'insieme possiamo ritenere che è un provvedimento che va nella direzione di produrre vantaggi per il territorio ionico al quale io appartengo. Devo dare un plauso alla Commissione tutta che si è battuta per migliorare questo testo. Però vi è anche da dire che questo testo – mi riferisco al Governo – lascia forti perplessità che riguardano alcuni aspetti del provvedimento, ed in particolare quello che fa riferimento al reperimento delle risorse economiche. Personalmente ho votato anche tutti gli emendamenti di SEL e alcuni del MoVimento 5 Stelle perché ritengo che erano degli emendamenti che servivano a migliorare gli interessi del nostro territorio. Però, tornando al punto, il decreto a mio parere rischia di fondare alcune attività su una presunzione che il diritto nega. Cioè non si può licenziare un provvedimento che indica come fonte finanziaria, senza averne valutato con attenzione la reale fattibilità, anche e soprattutto alla luce della legittimità rispetto alle norme del nostro sistema giuridico.
  Nel provvedimento, infatti, quando si fa riferimento alle somme da utilizzare, si fa riferimento a quelle somme che dovrebbero derivare dal sequestro che la famiglia Riva ha subito. Noi conosciamo bene l'esito del provvedimento della Cassazione in ordine a quello che è stato il primo provvedimento di sequestro. Oggi si vuole attingere all'altro provvedimento, quello del tribunale di Milano. Io ritengo che il Governo dovrebbe valutare perché quel Pag. 78provvedimento del tribunale di Milano innanzitutto non è un provvedimento esecutivo e noi sappiamo bene che un conto è il sequestro e un conto è la confisca. Ma, al di là di questo, quel provvedimento attiene a reati e contestazioni che nulla hanno a che vedere con il reato ambientale. Sono contestazioni che riguardano reati finanziari e pertanto io ritengo che questa perplessità sinceramente possa poi tramutarsi in realtà e possa rimanere un nulla di fatto per Taranto e i cittadini di Taranto. Ad ogni buon conto, siccome da tarantino, da cittadino della provincia, riconosco sicuramente un percorso che possa consentire di migliorare la qualità della vita voterò favorevolmente, ma ritengo che agli atti debbano rimanere tutte le mie perplessità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà. Mi raccomando la sintesi.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, un provvedimento che qualcosa di buono lo contiene, ma ancora troppo un «provvedimento vetrina». Alcuni passaggi oscuri di questo provvedimento, in particolare sull'Ilva, non ci fanno pensare bene e non ci fanno sperare molto che le cose possano trasformarsi così di incanto. Ministro, lei ha la responsabilità della salute ambientale e, quindi, conseguentemente della salute delle persone. Deve agire incisivamente e con rigore in una situazione nazionale difficile e spesso corrotta. In primis agire in quelle zone dove la percentuale dei malati accertati è aumentata esponenzialmente. Non mi riferisco solo alla «Terra dei fuochi» e all'Ilva ma anche, ad esempio, sull'Amiata dove la geotermia invasiva fa morti in percentuale come l'Ilva. L'esautoramento delle regioni non fa bene e nel «Destinazione Italia» è previsto proprio questo; l'esautoramento delle regioni, l'accentramento dei poteri. Non si renda complice di queste morti.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 1885-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

  ANDREA ORLANDO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Ministro, non si giochi la sua popolarità !

  ANDREA ORLANDO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, sarò telegrafico. Solo per rivendicare il merito a questo Governo di aver affrontato questo tema ma dare atto al Parlamento di aver rafforzato e irrobustito questo provvedimento. Vorrei dire che dall'unità e dalla collaborazione che si è realizzata in Commissione da questioni specifiche siamo riusciti ad elaborare una normativa di carattere, che è anche ambizione generale.
  Non risolviamo le debolezze strutturali che hanno portato con questo decreto-legge alla vicenda «Terra dei fuochi», però diamo un impulso forte che io considero parte integrante di una strategia più complessiva, che si deve realizzare con la rapida approvazione del testo sugli eco-reati, con l'aggiornamento del piano delle bonifiche nazionali, con il collegato ambientale, come è stato detto, con una riforma – c’è già un provvedimento che giace in Commissione – della filiera dei controlli e con l'introduzione di nuovi istituti di partecipazione.
  Vorrei ringraziare il relatore, il presidente, gli uffici, i commissari che hanno contribuito, il vigile Liguori (Applausi) e tutti i cittadini che si sono mobilitati: il Pag. 79Governo non ha atteso questa mobilitazione – lo dico solo per verità storica –, ma senza questa mobilitazione tutto sarebbe stato molto più difficile.
  E vorrei ringraziare don Maurizio Patriciello per una ragione che va al di là delle denunce che ha fatto (Applausi), perché ha mantenuto una costante capacità di critica, spesso critiche che io ho ritenuto anche non condivisibili, ma, contemporaneamente, non ha mai rinunciato a interloquire con le istituzioni, perché ha dato, io credo, un messaggio di carattere più generale: ogni protesta, ogni mobilitazione, non è in grado di produrre risultati, se non produce anche cambiamento nelle istituzioni (Applausi). E questo io credo che sia il segnale più generale che dalla «Terra dei fuochi» arriva a tutto il Paese. Per queste ragioni, io voglio ringraziare tutto il Parlamento, anche quello che stasera non è presente, perché, in questo caso, ha saputo interpretare questa domanda di cambiamento (Applausi).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1885-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1885-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carfagna, Locatelli, Baruffi, Cassano, Orfini, Oliverio, Lauricella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni – Applausi).
  «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, recante disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate» (A.C. 1885-A):

   (Presenti  285   
   Votanti  270   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  136   
    Hanno votato
 268    
    Hanno votato
no    2      
  Sono in missione 64 deputati).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente (ore 18,10).

  PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla I Commissione (Affari costituzionali):
  S. 1214 – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative» (Approvato dal Senato) (A.C. 2027) – Parere delle Commissioni II, IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

  Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di febbraio 2014 e aggiornamento del programma (ore 18,15).

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di febbraio 2014.

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  Lunedì 3 febbraio (antimeridiana, ore 11, e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni a partire dalle ore 15).

  Esame del disegno di legge n. 1921 – Conversione in legge del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, recante misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria (da inviare al Senato – scadenza: 21 febbraio 2014).

  Martedì 4 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 5, giovedì 6 e venerdì 7 febbraio (antimeridiana e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna e nelle giornate di sabato 8 e domenica 9 febbraio) (con votazioni).

  Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1921 – Conversione in legge del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, recante misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria (da inviare al Senato – scadenza: 21 febbraio 2014).

  Esame della mozione Ruocco ed altri n. 1-00288 concernente iniziative per armonizzare il sistema europeo dell'imposta sul valore aggiunto alla luce del Libro verde sul futuro dell'IVA adottato dalla Commissione europea.

  Mercoledì 5 febbraio, al termine dell'esame del disegno di legge di conversione n. 1921, avrà luogo la discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1253 ed abbinate – Disposizioni in materia di pensioni superiori a dieci volte l'integrazione al trattamento minimo INPS.

  A partire da giovedì 6 febbraio avrà luogo l'esame del disegno di legge n. 1920 – Conversione in legge del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, recante interventi urgenti di avvio del piano «Destinazione Italia», per il contenimento delle tariffe elettriche e del gas, per la riduzione dei premi RC – auto, per l'internazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, nonché misure per la realizzazione di opere pubbliche ed EXPO 2015 (da inviare al Senato – scadenza: 21 febbraio 2014).

  Nella giornata di venerdì 7 febbraio ed eventualmente di sabato 8 febbraio, dopo la conclusione dell'esame dei disegni di legge di conversione, avrà luogo l'esame della Relazione della Commissione giustizia sulle tematiche oggetto del Messaggio del Presidente della Repubblica trasmesso alle Camere il 7 ottobre 2013 (Doc. XVI, n.1).

  Lunedì 10 febbraio (antimeridiana e pomeridiana)

  Informativa urgente del Governo sugli sviluppi della vicenda relativa agli stabilimenti italiani della multinazionale Electrolux.

  Discussione sulle linee generali della mozione Di Lello ed altri n. 1-00157 concernente l'indicazione dell'affiliazione dei partiti politici nazionali a quelli europei, in vista delle elezioni europee del 2014.

  Martedì 11, mercoledì 12, giovedì 13 e venerdì 14 febbraio (antimeridiana e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni).

  Seguito dell'esame delle proposte di legge:
  n. 3 ed abbinate – Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
  n. 1253 ed abbinate – Disposizioni in materia di pensioni superiori a dieci volte l'integrazione al trattamento minimo INPS.

  Seguito dell'esame della mozione Di Lello ed altri n. 1-00157 concernente l'indicazione dell'affiliazione dei partiti politici nazionali a quelli europei, in vista delle elezioni europee del 2014.

Pag. 81

  Potrà avere luogo l'eventuale seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Lunedì 17 febbraio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna).

  Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:
   n. 2027 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (approvato dal Senato – scadenza: 28 febbraio 2014);
   S. 1213 – Conversione in legge del decreto legge 28 dicembre 2013, n. 149, recante abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 26 febbraio 2014).

  Discussione sulle linee generali delle mozioni:
   Bergamini ed altri n. 1-00217 concernente iniziative per un efficace utilizzo degli strumenti finanziari messi a disposizione dalla Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa e per favorire l'integrazione tra tali risorse e quelle dell'Unione europea;
   Gallinella ed altri n. 1-00160 concernente iniziative per la revisione dei criteri di formazione del bilancio comunitario.

  Martedì 18 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 19 e giovedì 20 febbraio (antimeridiana e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 21 febbraio) (con votazioni).

  Seguito dell'esame dei disegni di legge:
   n. 2027 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (approvato dal Senato – scadenza: 28 febbraio 2014);
   S. 1213 – Conversione in legge del decreto legge 28 dicembre 2013, n. 149, recante abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 26 febbraio 2014).

  Seguito dell'esame delle mozioni:
   Bergamini ed altri n. 1-00217 concernente iniziative per un efficace utilizzo degli strumenti finanziari messi a disposizione dalla Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa e per favorire l'integrazione tra tali risorse e quelle dell'Unione europea;
   Gallinella ed altri n. 1-00160 concernente iniziative per la revisione dei criteri di formazione del bilancio comunitario.

  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 342 ed abbinate – Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente e l'azione di risarcimento del danno ambientale, nonché delega al Governo per il coordinamento delle disposizioni riguardanti gli illeciti in materia ambientale.

  Potrà avere luogo l'eventuale seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Venerdì 21 febbraio (al termine delle votazioni, con eventuale prosecuzione notturna).

  Discussione sulle linee generali delle proposte di legge:
   n. 331-B ed abbinata – Deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio. Disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa Pag. 82alla prova e nei confronti degli irreperibili (approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
   n. 204-B ed abbinate – Modifica all'articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafioso (approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

  Discussione sulle linee generali delle mozioni Brunetta ed altri n. 1-00290, Agostini ed altri n.1-00273 e Vezzali ed altri n. 1-00319 concernenti iniziative per promuovere la parità di genere nel settore dello sport.

  Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 254 ed abbinata – Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie del lavoratore e del prestatore d'opera.

  Lo svolgimento delle interpellanze urgenti avrà luogo dopo la conclusione della discussione sulle linee generali.

  Lunedì 24 (antimeridiana)

  Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 1215 – Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 151, recante disposizioni di carattere finanziario indifferibili finalizzate a garantire la funzionalità di enti locali, la realizzazione di misure in tema di infrastrutture, trasporti ed opere pubbliche nonché a consentire interventi in favore di popolazioni colpite da calamità naturali (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 28 febbraio 2014).

  Lunedì 24 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), martedì 25, mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio (antimeridiana e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 28 febbraio) (con votazioni).

  Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1215 – Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 151, recante disposizioni di carattere finanziario indifferibili finalizzate a garantire la funzionalità di enti locali, la realizzazione di misure in tema di infrastrutture, trasporti ed opere pubbliche nonché a consentire interventi in favore di popolazioni colpite da calamità naturali (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 28 febbraio 2014).

  Seguito dell'esame delle mozioni Brunetta ed altri n. 1-00290, Agostini ed altri n. 1-00273 e Vezzali ed altri n. 1-00319 concernenti iniziative per promuovere la parità di genere nel settore dello sport.

  Seguito dell'esame delle proposte di legge:
   n. 254 ed abbinata – Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie del lavoratore e del prestatore d'opera;
   n. 331-B ed abbinata – Deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio. Disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili (approvato dalla Camera e modificato dal Senato);

   n. 204-B ed abbinate – Modifica all'articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafioso (approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

  Esame dei disegni di legge:
   n. 1589 – Ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l'esecuzione e la cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori, fatta all'Aja il 19 ottobre 1996, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno;
   n. 1836 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione Pag. 83di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre;
   n. 1864 – Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013-bis.

  Potrà avere luogo l'eventuale seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).
  Salvo diversa previsione, lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo il martedì (tra le ore 9 e le ore 11).
  Lo svolgimento di interpellanze urgenti avrà luogo, ove possibile, il venerdì in relazione all'andamento dei lavori.
  Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Per quanto riguarda la discussione del disegno di legge n. 1589, l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalle Commissioni di merito.

  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 18,18).

  IVAN SCALFAROTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IVAN SCALFAROTTO. Signor Presidente, io volevo soltanto, a causa di un evento che è successo in questi giorni e che i giornali hanno riportato, ricordare che noi siamo in un Paese nel quale non sempre i cittadini che sono affidati alla responsabilità dello Stato, della Repubblica, delle istituzioni tornano a casa sani e salvi. Abbiamo purtroppo una serie di casi di questo tipo, ricordate tutti Stefano Cucchi, ricordate tutti Giuseppe Uva, ricordate tutti Federico Aldrovandi e ricordate tutti che qualche tempo fa, un anno fa, era il marzo 2013, un gruppo del Coisp, un sindacato della polizia, decise di fare una manifestazione a favore degli agenti che erano stati condannati per la morte di Federico Aldrovandi proprio sotto gli uffici della mamma di Federico. Ecco, questa è una cosa che nel Paese del G8 deve preoccuparci e deve farci sentire tutta la nostra responsabilità, soprattutto in quest'Aula, che rappresenta il popolo italiano. Dicevo che faccio questo intervento perché qualcosa è successo in questi giorni ed è il fatto che Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, che ha intrapreso una sacrosanta battaglia nel nome di suo fratello e nel nome però del diritto di tutti noi di sentirci al sicuro quando siamo nelle mani dello Stato, è stata raggiunta da un avviso di garanzia perché è stata denunciata, querelata per diffamazione proprio da quel sindacato che andò a fare quella manifestazione a Ferrara.
  Io vorrei in questa sede rafforzare ancora una volta tutto il senso della nostra solidarietà, della nostra vicinanza a Ilaria Cucchi e a Lucia Uva e a Domenica Ferulli, anche lei oggetto di questa querela, perché, appunto, la nostra responsabilità di legislatori, la nostra responsabilità di rappresentanti del popolo italiano ci deve far ricordare che lo Stato è tanto più forte quanto sa essere responsabile nei confronti delle persone che sono nelle sue mani. Io penso che questa querela sia una forma di intimidazione, sia una cosa molto, molto grave e penso che il nostro Paese, i nostri concittadini debbano essere al corrente di questo.Pag. 84
  Noi siamo con i cittadini anche quando sono detenuti, anche quando sono nelle mani delle forze di polizia, che naturalmente fanno tutte il loro lavoro ma, se c’è qualcuno che sbaglia, non possono essere i familiari di quei detenuti che combattono per la verità a nome di tutti noi a essere intimiditi o colpevolizzati per fare qualcosa per la quale noi dobbiamo soltanto ringraziarli, e lo faccio a nome di tutta l'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

  ROBERTO RAMPI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO RAMPI. Signor Presidente, intervengo per portare in quest'Aula un fatto di cronaca gravissimo avvenuto in un comune vicino al mio, un comune della provincia di Monza-Brianza, a pochi passi da Milano. Io credo che non sia importante né dire il comune né dire l'entità del fatto, si tratta di quello che poi è stato considerato un sequestro di persona di una giovane ragazza di ventun anni che il suo fidanzato ha voluto chiudere in una stanza e poi legare per punirla e per non farla uscire di casa. Io non credo che sia interessante entrare nei dettagli, che possono diventare anche oggetto si interesse scabroso che non ci deve interessare. Io credo che questo ci debba portare ancora una volta a considerare un tema che in quest'Aula per fortuna abbiamo toccato diverse volte, anche sul piano normativo, perché abbiamo iniziato ad intervenire e credo che alcune leggi che noi qui abbiamo approvato avranno delle conseguenze giuste dal punto di vista penale, dal punto di vista giuridico, per il lavoro degli inquirenti, proprio in queste ore, perché è successo poco fa.
  Però c’è un aspetto culturale che secondo me è ancora più importante: l'idea che oggi in questo Paese, in questa Italia, nella nostra Europa, una persona pensi di tenere un altro essere umano solo per la differenza del suo genere, ma non casualmente sulla differenza del suo genere, ma perché donna, perché ragazza, di poterla punire, di poterla chiudere in una stanza di poterla imbavagliare, e solo grazie all'intervento dei vicini, che l'hanno sentita urlare, questa ragazza è stata liberata. Aveva tentato di prendere della candeggina per farsi portare all'ospedale per poter parlare con le forze dell'ordine e farsi liberare da questa persona.
  Allora io penso quanto noi dobbiamo ancora fare e penso a quanto anche episodi di questi giorni invece facciano il contrario, perché noi qui abbiamo una responsabilità straordinaria, e chi di noi ha a che fare con i mezzi di informazione ha una responsabilità doppia, perché può sdoganare episodi come questi o renderli ancora più difficili e ancora più impensabili. Noi dobbiamo rendere impensabili episodi come questi, punirli dopo che succedono, ma renderli impensabili prima, perché se li puniamo dopo è troppo poco, è troppo comodo e non è sufficiente (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI).

  EDOARDO FANUCCI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EDOARDO FANUCCI. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta all'interrogazione scritta da me depositata, la n. 4-02000, in data 27 settembre. Questo è un secondo sollecito formale, il primo sollecito riporta la data del novembre 2013. Devo constatare, purtroppo, con rammarico che questo Parlamento in alcuni casi non funziona. Io ho fiducia in lei che riesca a sollecitare il Governo affinché risponda in brevi termini, perché dare una risposta a un'interrogazione a un deputato in sei mesi, nella migliore delle ipotesi a questo punto, non è certo un sinonimo di buona amministrazione.
  Voglio ricordare soltanto un accenno al merito dell'interrogazione che si richiama a fondi destinati al territorio della Val di Pag. 85Nievole, e specificatamente al comune di Montecatini Terme, dalla Finanziaria del 2005; un lotto di queste risorse, il quarto lotto, per un importo totale di 200 mila euro non è ancora dato sapere se può essere utilizzato diversamente rispetto a come era inizialmente prevista la spesa di queste risorse.
  Ritengo che una risposta possa e debba essere data, una risposta semplicissima da parte degli uffici competenti, anche negativa, però davvero mi affido a lei che si faccia carico di questa richiesta affinché anche i cittadini, oltre che i deputati, abbiano più fiducia e speranza che le istituzioni funzionino davvero con efficacia e puntualità.

  PRESIDENTE. Naturalmente la Presidenza trasmetterà insistentemente questa sua richiesta giusta.

  EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, io vorrei congratularmi con la questura di Roma, in particolare con le donne e gli uomini della Digos, per la rapidità e l'efficienza con cui sono riusciti a identificare l'autore dell'invio delle teste di maiale alla comunità ebraica di Roma e all'ambasciata di Israele a Roma negli scorsi giorni.
  Io penso che l'antisemitismo, e comunque ogni forma di razzismo, di discriminazione, di intolleranza culturale, etnica, razziale, si combatta anche con la professionalità, la rapidità e l'efficienza della magistratura e delle Forze dell'ordine.
  Io penso che l'antisemitismo, e anche altre forme di odio razziale o discriminazione, non moriranno mai, ma penso che quanto più sono efficienti e giuste nel profondo le risposte della democrazia quanto più noi potremmo avvicinarci a sconfiggere qualsiasi forma di odio (Applausi).

  PRESIDENTE. Non possiamo che associarci alla sua considerazione.

  PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, abbiamo vissuto delle giornate abbastanza complicate, per cui io capisco che interrogazioni, interpellanze, eccetera siano saltate, però alcune sono interpellanze urgenti e riflettono problemi reali che riguardano molte persone. Penso concretamente a quella che a me sarebbe piaciuto discutere in questi giorni e che riguarda l'abilitazione nazionale per le prove che ci sono state per i docenti universitari, per i quali sussistono alcuni elementi di perplessità e di criticità. Queste persone – sono tante persone – aspettano di sapere come poterle affrontare e come poterle risolvere. Lo dico semplicemente perché mi piacerebbe che nella prossima settimana si riuscisse a ritagliare un po’ di tempo in più proprio per rispondere non solo alla mia, a cui evidentemente tengo molto, ma anche certamente ad altre interpellanze urgenti e ad altre interrogazioni da cui poi dipende, come dire, la qualità della risposta che possiamo dare a tante fasce di cittadini.

  PRESIDENTE. Onorevole Binetti, come ha sentito il calendario del mese di febbraio è molto denso, quindi la Conferenza dei presidenti di gruppo ha piazzato – come si può dire – questo tipo di sindacato ispettivo nei margini di tempo disponibili, comunque raccolgo la sua sollecitazione.

  MARILENA FABBRI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARILENA FABBRI. Signor Presidente, anch'io per sollecitare alcune interrogazioni che sono state presentate da tempo e a cui non ho avuto risposta. In particolare la n. 5-00141 del 16 maggio 2013, rivolta al Ministro della giustizia Cancellieri per chiedere conto della situazione dei precari della giustizia, ossia dei Pag. 86lavoratori che sono stati inseriti appunto tra i lavoratori socialmente utili come precari della giustizia e che si vedono ancora in una situazione di precariato.
  Altre due interrogazioni dell'8 ottobre 2013 sono relative a delle crisi aziendali, in particolare la BredaMenarinibus e la Mandarina Duck, che hanno sede a Bologna, e sulle quali sto aspettando ancora risposte dal Ministro dello sviluppo economico, e quindi chiedevo una sollecitazione in merito.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Lunedì 3 febbraio 2014, alle 11:

  (ore 11, con votazioni a partire dalle ore 15)

  Discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, recante misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria (C. 1921-A).
  — Relatori: Ermini, per la maggioranza; Molteni e Colletti, di minoranza.

  La seduta termina alle 18,30.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO RENATO BALDUZZI SU QUESTIONI PREGIUDIZIALI AL TESTO UNIFICATO N. 3-A ED ABBINATE

  RENATO BALDUZZI. Signora Presidente, il mio sarà un voto in sofferto dissenso dal gruppo parlamentare cui mi onoro di appartenere. Se sono infatti persuaso, al pari del mio presidente di gruppo, che il percorso della legge elettorale non debba interrompersi, sono altresì convinto che il testo giunto in aula presenti seri profili di incostituzionalità, riferiti soprattutto al combinarsi del premio di maggioranza con le clausole di sbarramento e con la persistenza di liste bloccate, che incidono sull'eguaglianza del voto e sulla libertà dell'elettore, principi costituzionali che anche la sentenza n. 1 del 2014 della Corte costituzionale ha richiamato. Tutto ciò, unitamente alle anomalie procedurali che hanno visto il provvedimento arrivare in aula senza quell'esame normale, comprensivo della discussione e del voto in Commissione sugli emendamenti, che l'articolo 72, u.c., della Costituzione richiede per i disegni di legge in materia elettorale, motiva il mio voto di astensione. La legge deve andare avanti, ma va significativamente modificata.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO DORINA BIANCHI SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 1885-A

  DORINA BIANCHI. Onorevoli colleghi, l'emergenza nella cosiddetta Terra dei fuochi rappresenta una ferita grave e profonda per i cittadini, i lavoratori, le imprese di tutta l'area interessata, che hanno pagato in questi anni un prezzo altissimo. Una ferita profonda per tutto il nostro Paese.
  Per questo, non era più ammissibile né tollerabile assistere a un ingiustificato atteggiamento di sostanziale inerzia. Era fondamentale intervenire in maniera decisa e veloce. Così, dopo il lavoro fatto dal Consiglio dei Ministri, in commissione Ambiente è emersa una proficua sinergia tra tutti i gruppi parlamentari presenti, dove siamo riusciti a rafforzare il decreto con l'introduzione di significative novità.
  Quello sul quale ci apprestiamo a esprimere il nostro voto, è un provvedimento che si muove nella logica di garantire il rispetto della legalità, la tutela dell'ambiente, dei consumatori e dei produttori onesti e, soprattutto, della salute dei cittadini.Pag. 87
  Sono stati introdotti nuovi ed importanti strumenti che vanno nella direzione di fronteggiare più efficacemente la criminalità organizzata.
  Strumenti per reperire dai bilanci le risorse necessarie al risanamento ambientale e la bonifica dell'ILVA. Su questo aspetto, il provvedimento prevede che le risorse confiscate alla criminalità organizzata, quali proventi dei delitti ambientali compiuti in Campania, possano essere destinate all'avvio di interventi prioritari di bonifica e di messa in sicurezza dei siti campani inquinati.
  Il decreto prevede inoltre strumenti per offrire certezze in ordine alla qualità delle matrici ambientali delle aree in oggetto, per reprimere le frodi sui prodotti agroalimentari, e, in particolare, per dare certezze alla tutela della salute di tutti i cittadini che vivono su questi territori.
  Da questo punto di vista bisogna dare atto di grande impegno e concretezza ai ministri competenti ed al ministro della Sanità che ha trovato le risorse per gli screening sanitari preventivi.
  Certo, ognuno può sostenere che si poteva fare meglio o diversamente, ma lo strumento, per passare da un periodo in cui era possibile inquinare senza alcun freno e controllo alla possibilità di ottenere risposte concrete, oggi finalmente c’è.
  Vorrei ricordare a tutti noi che nel 2012, secondo il rapporto Ecomafia 2013 curato da Legambiente, il giro di affari della filiera criminale del ciclo dei rifiuti è stato stimato in 16,7 miliardi di euro.
  Già da diversi mesi si è invertita la tendenza con ripetuti interventi: con il «decreto del Fare» sono state sospese le importazioni di rifiuti tossici speciali in Campania ed e stata prevista l'attuazione integrale del progetto Sistri per la stessa regione. Inoltre, a partire dai primissimi giorni del mese di novembre dello scorso anno, l'ICQRF (il Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari) del Ministero dell'Agricoltura ha intensificato il suo sforzo operativo e, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, sono più che raddoppiati i controlli. In particolare, sono state controllate 73 diverse tipologie di prodotti dei principali settori dell'agroalimentare. I controlli effettuati hanno consentito, in quella fase, di verificare gli aspetti di natura merceologica di tracciabilità delle produzioni e la correttezza delle attività produttive.
  L'individuazione e la perimetrazione dei terreni inquinati era uno degli obiettivi principali dell'intervento predisposto e non a caso, proprio in attuazione del decreto del Governo, dopo 10 giorni, invece dei 15 previsti, è stata firmata la direttiva dei Ministri dell'Agricoltura, dell'Ambiente e della Salute, necessaria ad attivare il gruppo di lavoro per le indagini.
  L'obiettivo che ci si è posti era quello di esaminare i terreni, anche attraverso l'eventuale accesso, dove necessario, e stabilire se siano inquinati o meno. I campi analizzati verranno poi classificati e, se sono stati oggetto di sversamenti, verranno dichiarati non adatti per le coltivazioni alimentari. Le modifiche apportate dalla Commissione rafforzano la procedura prevista e consentono di utilizzare al meglio le informazioni già contenute nelle diverse banche dati a partire da quella di AGEA, di gran lunga la più significativa e completa, per poi disporre di verifiche sul campo reperendo ulteriori risorse necessarie a tal fine.
  Una norma di grande rilievo prevede la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali e nei procedimenti per l'accesso alla giustizia in materia ambientale. Le comunità locali possono costituire consigli consultivi nei quali deve essere garantita la presenza di rappresentanze dei cittadini residenti, nonché delle principali organizzazioni agricole e ambientaliste e degli enti locali. A questi consigli è attribuito un rilevantissimo parere di segnalazione che si attiva con l'invio di documenti, riproduzioni fotografiche e video.
  Si tratta di un elemento di grande novità in un'area dove proprio in forza dell'esclusione della cittadinanza dalle informazioni e dalle decisioni della cosa pubblica si è verificato un degrado crescente e forse irreversibile.Pag. 88
  Rammento ai colleghi che, a proposito di rifiuti industriali occorrerà tener d'occhio anche la situazione sversamenti e interramenti in Basilicata e verificare gli elementi di verità nella vicenda «navi dei veleni», cariche di rifiuti tossici e forse nucleari, affondate al largo delle coste tra Calabria e Sicilia.
  Si è previsto di impiegare tutte le risorse e le conoscenze possibili, sono state messe in campo altissime professionalità, che non riceveranno alcun compenso aggiuntivo per questo incarico. In breve tempo (due mesi) avremo a disposizione le relazioni sui risultati, in virtù delle quali sarà possibile focalizzare con precisione le zone inquinate.
  Dal testo del decreto emerge, tra le altre cose, un dato estremamente importante, e cioè l'introduzione di un meccanismo di azione e di intervento molto innovativo: quello del necessario coordinamento tra i Ministeri e gli organismi coinvolti. Tutti gli enti chiamati in causa saranno tenuti a condividere, per la prima volta, i dati in loro possesso così come quelli che emergeranno durante le indagini. È una scelta virtuosa che può rappresentare un modello di lavoro molto utile per il futuro, è una strada sulla quale bisogna continuare con convinzione. Spesso infatti ciò che manca non sono le informazioni, ma la loro attendibilità ed affidabilità. La moltiplicazione di banche dati produce una competizione tra soggetti pubblici che genera spreco di risorse e non di rado confusione. Del gruppo di lavoro fanno parte rappresentanti del Consiglio per la ricerca in agricoltura (CRA), dell'Ispra, dell'Istituto Superiore Sanità, di Agea, della Regione Campania, dell'Arpac, dell'Università degli studi di Napoli Federico II e dello stesso Istituto Zooprofilattico sperimentale di Abruzzo e Molise.
  Onorevoli colleghi, a conclusione del percorso e degli interventi programmati con questo decreto, sarà finalmente possibile individuare le cosiddette aree food e quelle no food, facendo finalmente chiarezza e ponendo fine alle continue speculazioni alle quali abbiamo purtroppo assistito per troppo tempo, ed evitando contemporaneamente però qualunque tipo di sottovalutazione.
  Non solo, con questo intervento sarà finalmente possibile sgombrare il campo da storture, incertezze ed equivoci garantendo in modo chiaro la salute di chi vive e lavora in quelle terre. E su questo vorrei richiamare alla nostra memoria lo studio epidemiologico nazionale dei territori ed insediamenti esposti a rischio da inquinamento, meglio noto come «Sentieri».
  Tale studio, completato nel 2010, ha condotto un'analisi della mortalità delle popolazioni residenti in prossimità di una serie di grandi centri industriali attivi o dismessi, o di aree oggetto di smaltimento di rifiuti pericolosi.
  Dallo studio e emerso che vi e un eccesso tra il 10 per cento ed il 15 per cento nella mortalità generale e per tutti i tumori in entrambi i generi; un eccesso di circa il 30 per cento nella mortalità causata dal tumore del polmone, un eccesso di decessi per tumore della pleura o per malattie respiratorie acute o malattie dell'apparato digerente.
  Per questo giudico l'elemento di novità dello screening medico sanitario sulla popolazione che risiede nelle aree adiacenti lo stabilimento ILVA e intorno alla Terra dei fuochi come un rafforzamento dell'azione di prevenzione sanitaria, che va dagli strumenti di controllo alla valutazione dell'impatto dell'inquinamento sulla salute dei cittadini. Il coordinamento agli screening sarà presso l'ISS (Istituto superiore di sanità) detentore del know how specifico. La rilevanza di questi due interventi offre al Parlamento la possibilità di intervenire in modo organico sul tema del rapporto tra ambiente e salute anche in questo caso traguardando un quadro di certezze. Rammentiamo che tale screening è volontario e gratuito per tutti i cittadini che intendano avvalersene. Ringraziamo il Ministro Lorenzin, assieme al Presidente della Regione Campania, per l'impegno profuso in questo senso. La spesa prevista è di 50 milioni di euro in un biennio. Un Pag. 89piccolo risarcimento che era dovuto ai nostri sfortunati concittadini di Puglia e Campania.
  Si tratta di una grande operazione di verità, di un intervento utile, necessario, doveroso. Con il quale, e mi avvio alla conclusione, si introduce nel nostro ordinamento anche il reato di combustione illecita di rifiuti. Da oggi chi brucia illegalmente sarà chiamato ad assumersi fino in fondo le proprie responsabilità senza scorciatoie di alcun genere. Sappiamo che vi è l'esigenza di definire un quadro organico per il sistema di sanzioni degli eco-reati e per questo daremo il nostro contributo affinché il lavoro avviato nella competente commissione giunga presto in aula. Nel frattempo però era urgente dare un segnale chiaro, offrire alle forze dell'ordine ed alla magistratura strumenti mirati di intervento: era necessario ribadire che quella striscia di terra a cavallo tra le province di Napoli e Caserta, quel martoriato territorio, non può più essere considerato come una terra di nessuno.
  Il senso del contenuto del decreto ci impegna ad uno sforzo straordinario che, e lo ribadisco con forza, non può più essere rimandato. Per questo motivo il voto del mio gruppo, il nuovo centro destra, sarà a favore di questo provvedimento.

Pag. 90

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Mozione n. 1-00288 – Libro verde sul futuro dell'iva

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 11 minuti
 MoVimento 5 Stelle 35 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
27 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 18 minuti
 Fratelli d'Italia 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 91

Pdl n. 1253 e abb. – Trattamenti pensionistici di importo elevato

Tempo complessivo: 13 ore e 30 minuti, di cui:
• discussione generale: 7 ore;
• seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 15 minuti
Governo 20 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 2 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti 4 ore e 28 minuti
 Partito Democratico 32 minuti 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti 36 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
30 minuti 28 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti 22 minuti
 Nuovo Centrodestra 30 minuti 20 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti 18 minuti
 Per l'Italia 30 minuti 18 minuti
 Fratelli d'Italia 30 minuti 16 minuti
 Misto: 30 minuti 18 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 7 minuti 4 minuti
Pag. 92

Doc. XVI, n. 1 – Relazione della Commissione giustizia sulle tematiche oggetto del messaggio del Presidente della Repubblica

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 5 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 48 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 3 ore e 27 minuti
 Partito Democratico 53 minuti
 MoVimento 5 Stelle 27 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 21 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 17 minuti
 Nuovo Centrodestra 16 minuti
 Scelta civica per l'Italia 16 minuti
 Lega Nord e Autonomie 15 minuti
 Per l'Italia 15 minuti
 Fratelli d'Italia 13 minuti
 Misto: 14 minuti
  Centro Democratico 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti
Pag. 93

Mozione n. 1-00157 – Affiliazione dei partiti politici nazionali a quelli europei, in vista delle elezioni europee del 2014

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 11 minuti
 MoVimento 5 Stelle 35 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 18 minuti
 Fratelli d'Italia 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 94

Pdl n. 3 e abb. – Elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica

Seguito dell'esame: 22 ore.

Relatori (complessivamente) 1 ora
Governo 45 minuti
Richiami al Regolamento 20 minuti
Tempi tecnici 2 ore
Interventi a titolo personale 3 ore e 23 minuti (con il limite massimo di 25 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 14 ore e 32 minuti
 Partito Democratico 4 ore e 2 minuti
 MoVimento 5 Stelle 1 ora e 57 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
1 ora e 30 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 1 ora e 10 minuti
 Nuovo Centrodestra 1 ora e 5 minuti
 Scelta civica per l'Italia 1 ora e 3 minuti
 Lega Nord e Autonomie 59 minuti
 Per l'Italia 59 minuti
 Fratelli d'Italia 51 minuti
 Misto: 56 minuti
  Centro Democratico 16 minuti
  Minoranze Linguistiche 16 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 12 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 12 minuti

Mozione n. 1-00217 – Banca di sviluppo del Consiglio d'europa

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 11 minuti
 MoVimento 5 Stelle 35 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
27 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 18 minuti
 Fratelli d'Italia 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 95

Mozione n. 1-00160 – Riforma del bilancio comunitario

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 11 minuti
 MoVimento 5 Stelle 35 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
27 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 18 minuti
 Fratelli d'Italia 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 96

Pdl n. 342 e abb. – Delitti contro l'ambiente

Seguito dell'esame: 7 ore.

Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 6 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 44 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 20 minuti
 MoVimento 5 Stelle 38 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
29 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 23 minuti
 Nuovo Centrodestra 21 minuti
 Scelta civica per l'Italia 20 minuti
 Lega Nord e Autonomie 19 minuti
 Per l'Italia 19 minuti
 Fratelli d'Italia 17 minuti
 Misto: 18 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 4 minuti
Pag. 97

Pdl n. 331-B e abb. – Pene detentive non carcerarie e messa alla prova

Discussione generale: 7 ore.


Relatori 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti
 Partito Democratico 32 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
30 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti
 Nuovo Centrodestra 30 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti
 Per l'Italia 30 minuti
 Fratelli d'Italia 30 minuti
 Misto: 30 minuti
  Centro Democratico 8 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 7 minuti

Pdl n. 204-B e abb. – Scambio elettorale politico-mafioso

Discussione generale: 7 ore.

Discussione generale
Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti
 Partito Democratico 32 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
30 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti
 Nuovo Centrodestra 30 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti
 Per l'Italia 30 minuti
 Fratelli d'Italia 30 minuti
 Misto: 30 minuti
  Centro Democratico 8 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 7 minuti
Pag. 98

Mozione n. 1-00290 e abb. – Iniziative per promuovere le pari opportunità nello sport

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 11 minuti
 MoVimento 5 Stelle 35 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
27 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 18 minuti
 Fratelli d'Italia 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Pag. 99

Pdl n. 254 e abb. – Risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie

Tempo complessivo: 12 ore, di cui:
• discussione generale: 7 ore;
• seguito dell'esame: 5 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 15 minuti
Governo 20 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 45 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti 3 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 32 minuti 55 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti 27 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
30 minuti 21 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti 16 minuti
 Nuovo Centrodestra 30 minuti 15 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti 14 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti 13 minuti
 Per l'Italia 30 minuti 13 minuti
 Fratelli d'Italia 30 minuti 12 minuti
 Misto: 30 minuti 14 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 7 minuti 3 minuti
Pag. 100

Ddl n. 1836 – Legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre e ddl n. 1864 – Legge europea 2013 bis

Discussione generale congiunta: 7 ore e 40 minuti.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 17 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 33 minuti
 Partito Democratico 53 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
31 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 31 minuti
 Nuovo Centrodestra 32 minuti
 Scelta civica per l'Italia 32 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti
 Per l'Italia 32 minuti
 Fratelli d'Italia 30 minuti
 Misto: 30 minuti
  Centro Democratico 8 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 7 minuti
Pag. 101

Ddl n. 1836 – Legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre

Seguito dell'esame: 6 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 11 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 1 minuti
 MoVimento 5 Stelle 39 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
29 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 18 minuti
 Lega Nord e Autonomie 17 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia 14 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti
Pag. 102

Ddl n. 1864 – Legge europea 2013 bis

Seguito dell'esame: 7 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 47 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 9 minuti
 MoVimento 5 Stelle 44 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
33 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 24 minuti
 Nuovo Centrodestra 21 minuti
 Scelta civica per l'Italia 21 minuti
 Lega Nord e Autonomie 20 minuti
 Per l'Italia 20 minuti
 Fratelli d'Italia 17 minuti
 Misto: 18 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 4 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Segr TU 3 e abb-quest.preg.cost n.1,3,4 510 505 5 253 154 351 22 Resp.
2 Nom. TU 3 e abb-quest.preg.merito n.1 511 497 14 249 120 377 22 Resp.
3 Nom. Ddl 1885-A – em. 7.26 312 312 157 22 290 69 Resp.
4 Nom. em. 7.29, 7.30 316 316 159 22 294 69 Resp.
5 Nom. em. 7.210 319 319 160 24 295 69 Resp.
6 Nom. em. 7.211 317 317 159 24 293 69 Resp.
7 Nom. em. 7.212, 7.213 316 316 159 24 292 69 Resp.
8 Nom. em. 7.214 313 313 157 24 289 68 Resp.
9 Nom. em. 7.35 322 322 162 24 298 67 Resp.
10 Nom. em. 7.36 322 322 162 25 297 67 Resp.
11 Nom. em. 7.37, 7.38 327 327 164 25 302 67 Resp.
12 Nom. em. 7.215 323 323 162 23 300 67 Resp.
13 Nom. em. 7.49 326 326 164 24 302 67 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 8.202 326 304 22 153 2 302 67 Resp.
15 Nom. em. 8.203 rif. 321 321 161 314 7 67 Appr.
16 Nom. em. 8.200 322 322 162 27 295 67 Resp.
17 Nom. em. 8.207 rif. 317 316 1 159 312 4 67 Appr.
18 Nom. em. 8.204 315 315 158 28 287 67 Resp.
19 Nom. em. 8.205 319 319 160 24 295 66 Resp.
20 Nom. em. 8.208 322 322 162 27 295 66 Resp.
21 Nom. em. 8.700 321 321 161 315 6 66 Appr.
22 Nom. em. 8.209 320 320 161 30 290 66 Resp.
23 Nom. em. 9.2 323 303 20 152 5 298 66 Resp.
24 Nom. em. 9.3 307 306 1 154 24 282 66 Resp.
25 Nom. em. 9.1 321 321 161 24 297 66 Resp.
26 Nom. em. 9.4 322 322 162 24 298 66 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/1885-A/49 295 294 1 148 19 275 65 Resp.
28 Nom. Ddl 1885-A – voto finale 285 270 15 136 268 2 64 Appr.