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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 145 di lunedì 23 dicembre 2013

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 12,35.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

Sul processo verbale (ore 12,38).

  ANDREA ROMANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA ROMANO. Signor Presidente, intervengo sul verbale, a proposito del resoconto stenografico della seduta di ieri, nello specifico per fatto personale laddove, riportando nello stenografico l'intervento della collega Daga del gruppo MoVimento 5 Stelle, trovo sullo stenografico, come d'altra parte ieri avranno ascoltato tutti i colleghi, la seguente espressione riferita alla discussione che vi è stata sul decreto-legge «Roma» e in particolare sull'ACEA. La collega Daga ha, appunto, detto: «Ed è da delinquenti insistere a dichiarare che ACEA sia rimasta pubblica».

  PRESIDENTE. Si, me lo ricordo.

  ANDREA ROMANO. Allora, io segnalo nuovamente questa espressione alla Presidenza ma soprattutto chiedo alla Presidenza di farci sapere, nei modi e nei tempi dovuti, quali iniziative sanzionatorie intenda assumere la Presidenza della Camera nei confronti... (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle )...

  PRESIDENTE. Prego vada avanti.

  ANDREA ROMANO. Quali iniziative sanzionatorie per l'appunto la Presidenza della Camera intenda assumere nei confronti dell'ennesima espressione ingiuriosa rivolta in questo caso implicitamente ed esplicitamente ad una collega nostra senatrice del gruppo Scelta Civica per l'Italia per l'appunto perché si tratta, come noi sappiamo e come lei non ha mancato di rimarcare in più occasioni, di un'espressione ingiuriosa e, nel caso specifico, vorrei appunto sapere quali iniziative sanzionatorie potranno, e secondo noi dovranno, essere assunte nei confronti di questa espressione.

  PRESIDENTE. Con questa precisazione, se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato. Poi la Presidenza valuterà.

  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Baretta, Bonifazi, Casero, Castiglione, D'Ambrosio, De Girolamo, Lorenzin, Pistelli, Rossomando, Sereni e Valeria Valente, sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

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  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Per richiami al Regolamento (ore 12,45).

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare per richiamo agli articoli 8 e seguenti del Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, potrei sbagliarmi ma mi risulta, sia dal Regolamento che dalle prassi parlamentari, che gli interventi sul processo verbale come quello fatto in precedenza debbano essere fatti da persone che sono intervenute effettivamente sulla questione di cui al processo verbale. Da quel che mi risulta, pertanto, le parole dette dalla mia collega Daga, cioè che è da delinquenti pensare che l'ACEA sia pubblica, a parte che le sottoscrivo pienamente e me ne faccio carico pienamente e personalmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), mi risulta che solo la collega Daga potrebbe teoricamente chiarire il suo pensiero e non mi risulta che in un intervento sul processo verbale possano chiedersi sanzioni con un intervento del genere quando si dice qualcosa oltretutto di vero.
  Vorrei quindi capire bene se risulta anche questo a lei perché posso benissimo sbagliare dato che le prassi parlamentare, come lei ben sa e i suoi collaboratori sanno, sono molteplici e quindi vorrei avere un chiarimento da lei anche per come comportarci sui prossimi processi verbali.

  PRESIDENTE. Sono tre le ipotesi in base alle quali si può intervenire: la rettifica, l'intenzione di chiarire il pensiero espresso nella seduta precedente e il fatto personale. Ed è su questa ipotesi che è intervenuto il deputato Andrea Romano immagino.

  ANDREA COLLETTI. Presidente ?

  PRESIDENTE. Credo che abbiamo parlato abbastanza di questo tema... Io le do per l'ultima volta la parola deputato Colletti. Prego.

  ANDREA COLLETTI. A meno che il deputato Romano non sia il direttore generale dell'ACEA, nel consiglio di amministrazione dell'ACEA, socio di Caltagirone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non credo che possa essere per fatto personale, non mi risulta. Ora magari lei però dovrebbe spiegare questo punto così almeno sappiamo come comportarci perché altrimenti tutti noi interverremo per fatto personale al prossimo processo verbale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Presidente Giachetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi scusi, ma ieri il collega Romano è intervenuto sull'argomento. Lei, giustamente, per andare avanti gli ha detto che semmai avrebbe parlato dopo. Nel corso dell'intervento che ha fatto oggi, immagino che abbia voluto spiegare quello che ieri non ha potuto spiegare, perché pur essendo intervenuto lei giustamente non gli ha dato la parola.
  Quindi ora, a mio avviso, è intervenuto in modo assolutamente lecito nell'ambito del processo verbale per spiegare quello che avrebbe voluto dire ieri e che non è riuscito a dire, nella fattispecie chiedendo una sanzione. Poi, se la sanzione sia giusta o meno, questo lo valuterà l'Ufficio di Presidenza, ma è assolutamente normale e regolare che il collega Romano intervenga sul processo verbale perché è un caso classico nel quale intende spiegare quello che non è riuscito a dire ieri.

  PRESIDENTE. Bene, il collega Romano ha parlato, il collega Colletti ha fatto la sua precisazione, adesso direi di andare avanti. Grazie.

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Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1149 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126, recante misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio. Proroghe di termini previsti da disposizioni legislative. (Approvato dal Senato) (A.C. 1906-A) (ore 13,16).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1906-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126, recante misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio. Proroghe di termini previsti da disposizioni legislative.
  Ricordo che, nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti né articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame nel testo della Commissione (Per l'articolo unico del disegno di legge di conversione, approvato dal Senato, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione e le proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione, vedi l'allegato A della seduta del 23 dicembre 2013 – A.C. 1906-A).

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 1906-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
  Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Marco Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Signor Presidente, i socialisti dedicano questi due minuti agli ottomila migranti reclusi illegittimamente a Ponte Galeria e negli altri dodici CIE italiani. Lo dice una direttiva del 2007, lo ha detto quest'Aula approvando il 9 dicembre la risoluzione Di Lello ed altri n. 6-00040. Spero che questo silenzio arrivi alle orecchie di chi deve decidere, per evitare che ancora oggi in Italia lo Stato possa violare diritti umani.

  PRESIDENTE. Scusate colleghi, il tempo però è assegnato per parlare. Io comprendo e apprezzo anche il suo gesto, però la devo esortare ad andare avanti. Prego, se vuole riprendere la parola.

  MARCO DI LELLO. Vale più il silenzio che una parola. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Di Lello, andiamo avanti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mauro Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, i deputati della Südtiroler Volkspartei e del PATT voteranno la fiducia al Governo. La fiducia è in primo luogo un patto politico della maggioranza e, come tale, presuppone una responsabilità di un ordine generale che ribadiamo di voler assumere.
  Il provvedimento in esame contiene misure che interessano le autonomie speciali e che riteniamo positive perché attente alle istanze dei nostri territori e coerenti con la volontà di autogoverno. Fra le disposizioni del provvedimento è di particolare rilievo per la realtà economica e territoriale delle autonomie speciali la proroga al 31 dicembre 2014 dei termini entro i quali le piccole aziende alberghiere debbono adeguarsi a disposizioni di prevenzione degli incendi. Il nostro auspicio è che la proroga possa consentire allo Stato di procedere verso una semplificazione della norma in materia, in modo da rendere sostenibile l'applicazione delle direttive comunitarie. È una riflessione che poniamo anche sotto un profilo più generale: tempi e modalità dell'adeguamento Pag. 4alle norme europee devono sempre essere adottati con attenzione alla realtà ed alle esigenze presenti sul territorio.
  Giudichiamo positivo che per le province autonome di Trento e Bolzano l'applicazione delle disposizioni statali in materia di armonizzazione dei sistemi contabili degli schemi di bilancio sia differita di un anno. È importante a nostro giudizio per i comuni con popolazione inferiore a cinquemila abitanti la proroga dal 31 dicembre 2013 al 30 giugno 2014 dell'obbligo di affidare ad un'unica centrale di committenza l'acquisizione di lavori, beni e servizi. Ciò agevola i piccoli circuiti economici e commerciali, diminuendo gli oneri derivanti da eccessivi vincoli burocratici e favorendo la possibilità di acquisire lavori e servizi in modo rapido e flessibile.
  Condividiamo infine che ai comitati locali della Croce Rossa delle province autonome di Trento e Bolzano dal 1o gennaio 2014 si attribuisca la personalità giuridica di diritto privato.
  Il voto di fiducia è, nel contempo, un appello a che il rapporto tra Governo e Parlamento possa condurre appieno le funzioni legislative delle Camere e, dunque, ad una sempre maggiore omogeneità dei provvedimenti adottati, in particolare quando essi presentano caratteri di urgenza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi deputati, un detto recita: «È già stato fatto. Non farlo» ! Invece, pare che le esperienze, quelle peggiori a cui abbiamo assistito all'interno di quest'Aula nel corso degli anni, non debbano conoscere fine e che il rimedio possibile non sia stimolato nemmeno da una fase critica, quella che stiamo attraversando, dai continui appelli fatti ai massimi livelli, ma direi appelli che si susseguono e che investono anche il tessuto orizzontale della nostra Nazione.
  Chiunque si sente quasi in dovere, pur non essendosi mai occupato di politica e pur non avendo mai prestato particolare attenzione rispetto alle vicende sociali, di occuparsene e di dare un proprio contributo. Eppure, questi appelli rimbalzano di fronte al palazzo della politica, sia esso palazzo Madama piuttosto che palazzo Montecitorio, e tornano indietro. Così capita di non riuscire a varare dei Regolamenti che rendano maggiormente efficiente la Camera dei deputati; capita di non riuscire ad affrontare in tempo debito, e quindi anche con cognizione di causa, con efficienza e con profondità i provvedimenti, fino ad accompagnarli poi ad una loro attuazione; capita la reiterata e pessima abitudine della decretazione d'urgenza, con tempi evidentemente scarsi e quindi con tutto quello che ne consegue, che si porta dietro l'altrettanta pessima abitudine di introdurre all'interno dei decreti di tutto e di più. Qualunque decreto diventa un decreto omnibus, un «decreto marchetta», come è stato definito; diventa, in buona sostanza, la logica indiscriminata dell'aggiunta di risposte, che non sono mai risposte di sistema, nonostante la crisi sia una crisi di sistema.
  Così come ci troviamo – vuoi oggi per la questione dei rifiuti, vuoi domani per la questione di Roma capitale – ad affrontare con le medesime procedure, mai risolutive nel corso degli anni, i problemi che ho appena citato e ci troviamo a discuterne in una sede impropria a mio giudizio perché, quando si parla del restauro di presupposte torri in alcuni comuni di poche decine di migliaia di abitanti, l'Aula di Montecitorio piuttosto somiglia, sinistramente somiglia, a quella di un consiglio municipale e per municipio non intendo un comune, ma quelle che una volta venivano definite circoscrizioni o delegazioni. Ci troviamo a discutere di provvedimenti assolutamente fantascientifici perché non c’è un'altra definizione possibile rispetto alla ragione per la quale territori della nostra penisola in perfette ed equanimi condizioni, rispetto anche ad eventi disastrosi, vengano trattati in maniera diversa.Pag. 5
  Non si capisce la ragione di ciò, o forse si capisce fin troppo bene perché – senza voler fare pubblicità al Governo e alla maggioranza che sostiene il provvedimento del Governo e quindi senza cadere nella tentazione di citare i nomi e i cognomi di chi ha avuto dei trattamenti di favore in questo decreto-legge (del resto, esattamente come è accaduto nel decreto precedente) – è di tutta evidenza che, a fianco a ciascun comune, di ciascuna provincia e di ciascun territorio, che ha avuto le attenzioni, le incredibili attenzioni da parte del Governo con altrettanti finanziamenti, ci sia il nome di un partito. Evidentemente, si evoca una sorta di spartizione tra i partiti che compongono la maggioranza e che sostengono il Governo.
  Casomai, ci sono addirittura delle attenzioni personali rispetto ad alcuni comuni o ad alcuni territori da parte di persone che hanno un ruolo importante all'interno del Parlamento o, addirittura, all'interno del Governo. Ci viene il sospetto persino che si tenti, attraverso questi provvedimenti, di accaparrarsi e garantirsi la simpatia di alcune amministrazioni, in una sorta di gara interna ad alcuni comparti del Parlamento, per magari sottrarre un sindaco a un partito e acquisirlo ad un altro partito.
  Tutto questo, che noi conosciamo e che una volta casomai andava sotto il nomignolo di «legge mancia», non è grave in quanto tale, il che basterebbe, ma è grave di più perché è calato in questa precisa condizione: da un lato, infatti, assistiamo agli appelli, fatti dal Capo dello Stato, dalle massime autorità, dalla Banca centrale europea, dall'Europa in quanto tale, alla responsabilità, alla spending review, al taglio della spesa e al taglio agli enti locali. Sono tutte questioni che, in teoria, in una fase drammatica e soprattutto se fossero fatte cum grano salis, avrebbero un senso. E invece no, perché questi appelli, questa austerità, questo rigore, clamorosamente, a intervalli ahimè regolari e non una tantum, trovano il loro esatto contrappeso nei provvedimenti che ci troviamo ad affrontare e a votare anche oggi e, ripeto, non è la prima volta che accade.
  Dunque, la logica della «marchetta» pare essere il minimo comune denominatore dei provvedimenti del Governo. Non siamo in presenza di un Governo forte, perché se qualcuno di fronte a un Governo forte si mettesse a tirare la giacchetta per avere le 100 mila euro, per restaurare non so quale monumento, un Governo forte gli darebbe una pedata. In una fase come questa gli direbbe: «Scusate, forse non vi rendete conto dei sacrifici che stiamo chiedendo agli italiani». La logica dell'elemosina, della «marchetta», della propaganda o, addirittura, della compravendita di amministratori è opportuno che stia fuori dalla porta delle istituzioni. No, invece, perché ci troviamo esattamente a mischiare tutto e il contrario di tutto. Ci sono microfinanziamenti ingiustificati per territori quasi ci fossero, appunto, quelle logiche che ho più volte, già in questo intervento, malamente «apostrofato».
  Poi, si arriva alle questioni apparentemente di maggiore senso, perché non credo che ci si possa scandalizzare – non lo può fare davvero nessuno – se la capitale d'Italia rivendichi – se ne dovrebbe parlare ma non se ne parla in questo provvedimento – il diritto ad essere trattata per quello che è. Anche qui sono decenni che sentiamo parlare di Roma capitale e sono decenni che tale questione ci trascina in provvedimenti che si somigliano sinistramente, fatte le debite proporzioni rispetto all'estensione territoriale o al numero di abitanti, ma la logica è quasi la stessa. Non è che ci sia qualcuno, pur richiamato a doversi intendere di ricomposizione dell'architettura dello Stato, di equilibrio tra poteri e di possibile eliminazione delle tante sovrapposizioni nelle competenze, che, per esempio, ponga il problema del senso che possa avere oggi uno statuto speciale per tanti territori che sono in una situazione di globalizzazione e con l'Europa che, praticamente, dice a ciascuno ciò che va fatto. Mi pare evidente che il periodo dell'integrazione di territori, tra virgolette speciali, sia ampiamente finito ed è dietro alle nostre spalle.
  Vogliamo affrontare, cari signori del Governo, cara maggioranza, l'epilogo degli Pag. 6statuti speciali per capire che, se c’è da tagliare qualcosa, magari bisognerebbe iniziare esattamente e soprattutto da lì, per rendere maggiormente armonioso il regime delle regioni e dei territori a statuto ordinario rispetto alle stravaganze a cui spesso capita di assistere nei territori denominati «a statuto speciale», fino ad arrivare all'arroganza di alcuni straordinariamente diseguali territori che, più che speciali, direi che sono al di sopra persino dello Stato italiano e che possono permettersi di trattare le minoranze italiane con una prepotenza che gli è data solo dalla possibilità di condizionare i Governi.
  Sono decenni che va avanti questa faccenda. C’è qualcuno di grazia che possa...

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, vado a concludere. C’è qualcuno di grazia che possa rimboccarsi le maniche e trattare questi argomenti al riparo dai condizionamenti di circostanza, dai voti di fiducia che reiteratamente ci vengono richiesti ? E di Roma dicevo: è possibile aspirare ad avere una capitale d'Italia a cui venga riconosciuto comunque certamente il prestigio e l'onore, ma anche l'onere del ruolo e della funzione che esercita, la presenza delle ambasciate, la presenza dei cortei settimanali, delle manifestazioni, di tutto quello che ne consegue anche in termini di costi, l'enorme estensione territoriale, la presenza dei campi nomadi, che ovviamente stanno lì soprattutto a ridosso delle grandi città.

  PRESIDENTE. Concluda onorevole Rampelli, ha terminato il suo tempo.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, solitamente si scampanellava ad un minuto dal termine, quindi immaginavo di poter almeno concludere il ragionamento. Per queste ragioni, Presidente, assolutamente contrariati da questa ennesima prepotenza che è stata «calata» dal Governo, noi ovviamente confermiamo il nostro «no» convinto al Governo e, quindi, voteremo contro la fiducia che ci è stata chiesta (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche oggi ci troviamo qui per un voto di fiducia solo poche ore dopo quello chiesto per la legge di stabilità. Vorremmo capire perché dovremmo dare una fiducia a questo Esecutivo e a questa maggioranza, che non perde occasione per dare prova della propria incapacità nella gestione dell'iter legislativo e che ogni volta mostra chiaramente la volontà di procedere con la sua politica clientelare ed assistenziale, tipica della prima Repubblica, che anche nel decreto-legge «salva Roma» si manifesta in maniera netta. Tutto ciò a discapito dei cittadini e degli amministratori che si sono sempre comportati bene, che hanno sempre rispettato le regole.
  Questo è il decreto-legge «salva dissestati» che copre con fondi della collettività i comportamenti dissennati di pochi, ma allo stesso tempo continua a permettere a zone del Paese di perpetrare condotte irresponsabili, mentre il resto del Paese e dell'Europa si rende conto che la situazione economica e sociale generale impone un totale cambio di mentalità.
  Questo provvedimento, oltre che dannoso per i conti pubblici, è profondamente ingiusto ed immorale. Nulla è cambiato in questo Paese, nonostante il crollo del PIL, dell'occupazione, della speranza nel futuro, nonostante i suicidi e le tragedie della povertà. Stiamo vivendo un momento drammatico. La tanto annunciata crescita non si vede all'orizzonte e, nel frattempo, le nostre imprese continuano a chiudere, penalizzate da una tassazione senza uguali in Europa e nel mondo. La disoccupazione ha registrato livelli record, gli ammortizzatori sociali oramai non sono più sufficienti per coprire le emergenze, le crescenti situazioni di gravità stanno portando Pag. 7sempre più persone in condizioni di povertà, i nostri enti locali, soffocati da un Patto di stabilità che scarica su di essi la quasi totalità dei vincoli di risparmio imposti da questa Europa di burocrati, devono fare fronte alle crescenti situazioni di bisogno e di disperazione della nostra gente, che chiede maggiori aiuti ai servizi sociali.
  I nostri sindaci, i nostri amministratori locali, oggi non sanno più come far quadrare i loro bilanci, ma questa maggioranza senza vergogna difende chi sperpera e penalizza chi ha ben gestito le risorse pubbliche. I reali problemi del Paese – è ormai chiaro – non vi interessano. Perché dovremmo votare questa fiducia ? Per il provvedimento che aumenta la quantità di debito di Roma, che viene spostato dal bilancio di Roma al bilancio del commissario, e cioè passa semplicemente dal comune allo Stato ?
  Vorrei ricordare che oggi già 16 miliardi sono nella gestione commissariale e per essa lo Stato versa ogni anno 500 milioni. Si calcoli che il bilancio del comune è di circa 7 miliardi, quindi il suo debito è più di due volte il bilancio. Il comune di Roma ha 24 mila dipendenti, oltre 50 mila, se si considerano le municipalizzate. E ora il sindaco Marino vorrebbe chiedere quattromila prepensionamenti per ottenere un risparmio fino a 200 milioni l'anno per il comune, ovviamente spostandolo sull'INPS.
  Non si capisce neanche di preciso quanti soldi questo decreto dia alla capitale, perché le norme sono scritte in maniera incomprensibile e, come lo stesso servizio studi ha evidenziato, non c’è chiarezza sulle cifre, tanto che si chiedevano chiarimenti che non sono mai arrivati da parte del Governo. Di sicuro vi sono i 115 milioni che vengono direttamente presi dal debito di Roma e spostati al commissario, cioè alla bad company a carico dello Stato. Poi, si dà facoltà al comune di assumere le partite creditorie che esso ha verso le partecipate, dispositivo di per sé assurdo perché, se sono crediti di Roma verso le partecipate, sono già partite creditorie del comune, ma probabilmente si intende così fittiziamente spostare i debiti delle partecipate al comune, per poi farli transitare alla gestione commissariale: si calcoli che la sola Atac ha più di un miliardo di debiti. Infine, si autorizza il commissario ad iscrivere nella massa passiva una somma non precisata di somme erogate al comune negli anni 2008-2009 a titolo di anticipazione per ripianare i disavanzi. E come se tutto ciò non bastasse, si aggiungono 28,5 milioni per il triennio 2013-2015 per la gestione dei rifiuti nel territorio di Roma.
  Ma purtroppo Roma non è l'unica parte di questo decreto che riceve, a nostro modo di vedere, dei finanziamenti assurdi. Passiamo poi ad altri esempi che noi riteniamo vergognosi, come quelli relativi al trasporto regionale della Campania, per cui questo decreto stabilisce uno stanziamento di fondi per emolumenti e spese del commissario e della sua struttura di supporto, che prima erano senza oneri, a carico del bilancio dello Stato, e in più prevede anticipazioni per il trasporto campano a valere sui Fondi per lo sviluppo e la coesione, ed inoltre fa sì che tutti i 50 milioni del Fondo per i piani di rientro delle regioni in dissesto vadano tutti e solo alla Campania. Oltre alla Campania, abbiamo anche la Calabria, con un contributo straordinario per la copertura dei costi del trasporto pubblico locale: 20 milioni l'anno per ciascuno degli anni dal 2013 al 2015, 60 milioni di euro totali che si sommano ai 40 milioni già presi dalla Calabria per lo stesso motivo per gli anni 2013-2014. Dunque, la Calabria ha avuto 100 milioni per il trasporto pubblico locale. Ma, se questo non bastasse, vi è un'ulteriore serie, una miriade di finanziamenti come quelli al comune di Marsciano, per un contributo straordinario di un milione di euro per interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici; per il comune di Sciacca un contributo straordinario di un milione di euro per il restauro del palazzo municipale; per il comune di Menfi un contributo straordinario di 500 mila euro per il restauro della torre anticorsara di Porto Palo; per il comune di Frosinone un contributo di un Pag. 8milione di euro per la ricostruzione del viadotto e la messa in sicurezza dell'area urbana.; tre milioni di euro, invece, per la provincia di Pescara per il finanziamento di interventi urgenti diretti a fronteggiare i danni conseguenti ad eccezionali eventi alluvionali.
  Presidente, però se qualcuno del Governo ci ascoltasse, non sarebbe una brutta cosa.

  PRESIDENTE. Prego.

  STEFANO BORGHESI. Grazie. Oltre a questo, abbiamo due milioni di euro per il comune di Assisi, per la situazione di crisi derivante dal mancato completamento dei lavori di sistemazione idrogeologica. E così tanti e tanti altri interventi che noi giudichiamo essere iniqui e vergognosi.
  La verità è che alcuni capitoli dell'iter di questo provvedimento resteranno negli annali delle mostruosità peggiori che si siano viste in questo Parlamento. Vergognoso il fallito giochetto sulla rescissione di locazioni onerose di immobili da parte di pubbliche amministrazioni, criminale la norma che era stata introdotta al Senato sulle slot machine e sulla quale il Governo ha fatto marcia indiretto, non per una crisi di coscienza, ma solo per lo scandalo sollevato da questo dispositivo nell'opinione pubblica.
  Presidente, però, un minimo di rispetto per chi sta parlando !

  PRESIDENTE. Signori del Governo, per favore ! Giustamente il deputato si aspetta attenzione. Prego.

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Minacciare penalizzazioni finanziarie per i comuni e per le regioni che si trovano da soli in prima linea nell'affrontare il devastante problema delle ludopatie è una cosa vergognosa.
  Quindi sono queste le vostre politiche di crescita, sono queste le vostre strategie per uscire dalla crisi, è questa la vostra visione «illuminata», è così che pensate di portare il bene a questo Paese. La verità è che siete solo capaci di tirare a campare e di accontentare gli amici e gli amici degli amici (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Ve ne fregate dei reali problemi del Paese, prendete in giro e penalizzate i cittadini e gli amministratori onesti, state dalla parte di chi sperpera e venite a farci grandi discorsi di equità e moralità, ma favorite i concessionari di gioco. Siete incapaci di attuare politiche per la crescita e con i vostri provvedimenti non avete fatto altro che stabilizzare la recessione.
  Altro che fiducia ! Chiedete scusa per quello che avete fatto e togliete il disturbo ! Questo sarebbe il più bel regalo di Natale che potreste fare a questo sgangherato Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fauttilli. Ne ha facoltà.

  FEDERICO FAUTTILLI. Signor Presidente, ministri, colleghe e colleghi, sicuramente il lavoro svolto in queste ultime ore, soprattutto in Commissione bilancio – come peraltro anche il relatore Rughetti ha sottolineato – anche se con molto poco tempo a disposizione, e peraltro in ore notturne, noi riteniamo che abbia migliorato notevolmente il testo di questo provvedimento, recante appunto misure finanziare urgenti in favore di regioni ed enti locali.
  In primo luogo intendiamo sottolineare la soppressione della norma che prevede la riduzione degli ordinari trasferimenti statali a favore dei comuni che deliberano in merito alla raccolta di minori entrate erariali, anche di natura non tributaria, provenienti dai giochi pubblici, i cosiddetti slot machine o new slot.
  È apparso chiaro subito che questa norma, introdotta nel testo peraltro da un emendamento presentato al Senato, con l'intenzione di tutelare la quantità di gettito di entrate per l'erario, punisce i comuni che intendono dissuadere i cittadini dal gioco, di fatto facilitando ulteriormente Pag. 9il diffondersi dell'attività del gioco d'azzardo, che noi riteniamo da sempre estremamente pericolosa, soprattutto per quelle fasce sociali più deboli sia economicamente che dal punto di vista psicologico ed umano, in un momento peraltro di forte crisi economica e finanziaria come quella che il Paese sta attraversando. Certo è un'attività questa che va ulteriormente regolamentata, ma nel senso di garantire una tutela sociale, la più ampia possibile, e non il contrario. Torno quindi a ribadire che la soppressione di questa norma sui giochi pubblici, la riteniamo fortemente positiva e migliorativa del testo che oggi ci accingiamo ad approvare.
  Inoltre desidero ricordare la norma riguardante gli affitti di edifici di proprietà privata per uso pubblico, ma la voglio ricordare solo per dire che quell'emendamento, anche se proposto dalle opposizioni, è stato condiviso e sottoscritto da tutte le forze politiche e dal Governo medesimo, che si è impegnato ufficialmente a risolvere il problema con una norma specifica da inserire nel primo provvedimento utile che verrà assunto dal Consiglio dei ministri.
  Altra scelta che condividiamo è quella di non avere voluto aumentare le tasse ai cittadini romani attraverso una soluzione di aumento dell'addizionale IRPEF, che avrebbe aggravato il carico fiscale già troppo pesante nel nostro Paese. Questo non vuol dire che non siamo consapevoli, come gruppo Per l'Italia, della difficoltà della situazione finanziaria del comune di Roma, che peraltro l'attuale amministrazione ha ereditato – questo è bene ricordarlo –, e quanto questo rischi di ripercuotersi negativamente sulla qualità e quantità dei servizi ai cittadini romani. Riteniamo, però, che Roma Capitale, proprio per garantire un giusto equilibrio tra servizi e costi, debba invertire la rotta rispetto alle gestioni passate, sostenendo scelte di spesa più selettive e trasparenti, realizzando in sintesi una spending review non più rinviabile.
  Altre ancora sono le norme contenute nel decreto-legge che noi condividiamo, come ad esempio quelle relative all'Expo 2015 di Milano, quelle sulla bonifica e sul risanamento ambientale, oltre che sul dissesto idrogeologico.
  Mentre non possiamo non confermare le nostre perplessità in merito, tra i tanti, ai commi relativi al Fondo sperimentale di riequilibrio delle province, alla società Italia Lavoro, al settore dei trasporti ferroviari. Interventi forse necessari per compensare situazioni di evidente difficoltà, ma ancora una volta rispondenti a logiche contingenti e non sistematiche. Ci sembra, invece, razionale la soluzione proposta sulle dismissioni delle partecipazioni dello Stato, prevedendo la costituzione di un comitato di Ministri competenti, coordinato dalla Presidenza del Consiglio.
  In sintesi, noi riteniamo che in questo decreto-legge, che stiamo per convertire in legge, ci siano cose buone e meno buone. Tra queste ultime meno buone, torno a sottolineare quella riguardante la penalizzazione dei comuni che scelgono di ridurre il gioco d'azzardo, che abbiamo eliminato.
  Infine, Presidente, sul piano del metodo non possiamo non far presente il nostro disagio a dover constatare, ancora una volta, il ricorso del Governo allo strumento del decreto-legge e, in questa occasione, anche in materie diverse, certamente non collegabili tra di loro. E, in questo senso, noi condividiamo il richiamo, che da più parti è venuto al Governo, perché in futuro i decreti-legge siano emessi per motivi davvero essenziali ed urgenti e attinenti la materia della decretazione. Per questo nel metodo e nel merito del provvedimento il nostro giudizio non è del tutto positivo, ma nemmeno negativo.
  Intendiamo, pertanto, esprimere un voto favorevole già da adesso per la conversione. Un voto che, però, vuole andare oltre i giudizi espressi sul decreto; un voto di responsabilità politica, che intende confermare il sostegno convinto del gruppo Per l'Italia al Governo, affinché davvero nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, senza più ricorrere a decreti-legge, purtroppo anche omnibus, siano realizzabili, partendo dal sostegno delle forze della Pag. 10maggioranza, ma possibilmente in una condivisione parlamentare più ampia, quelle riforme costituzionali ed economiche che il Paese attende da troppo, lungo tempo. Per questo il gruppo Per l'Italia voterà la fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Enrico Zanetti. Ne ha facoltà.

  ENRICO ZANETTI. Signor Presidente, signori Ministri, signori sottosegretari, avete posto la questione di fiducia sul disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 126 del 2013, noto alle cronache come «salva Roma» per la centralità degli interventi a favore della capitale, ma in realtà recante, come da sua rubrica ufficiale, cito: «Misure finanziarie e urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio». Ebbene, il gruppo di Scelta Civica vi conferma quella fiducia che vi ha accordato appena tre giorni fa, quando l'avevate posta sulla legge di stabilità.
  Non bastano certo gli avvenimenti di questi tre giorni per cambiare una posizione che – lo diciamo con franchezza – è, sotto alcuni punti di vista, più un auspicio per quello che potrà essere l'operato del Governo nel 2014, alla luce del mutato quadro parlamentare, piuttosto che un giudizio per quello che esso è stato nel 2013, anche se – sia chiaro, altrimenti perpetriamo un equivoco – non è che questi tre giorni siano stati privi di errori di valutazione.
  La gestione dei rapporti tra il Governo e il Parlamento, che ha portato a questa nuova e ravvicinatissima fiducia, ci è sembrata approssimativa almeno quanto ci è sembrata arrogante la ferma volontà del più numeroso gruppo che siede in quest'Aula di anteporre, al voto su un decreto ormai in scadenza per la conversione in legge, il voto su un disegno di legge, come quello sulle province, che poteva essere tranquillamente spostato all'inizio di gennaio (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
  E sia chiaro che se si fosse trattato davvero di abolire le province non avremmo avuto dubbi sull'ordine di priorità, mentre ne abbiamo moltissimi rispetto a un provvedimento, come quello ottusamente anteposto nel calendario dei lavori a questo decreto-legge, che, in attesa di vere riforme, necessariamente costituzionali, mischia le carte alla meno peggio, in alcuni punti, e in modo appena un po’ più convincente, in altri.
  Neppure il merito del decreto su cui avete posto la questione di fiducia induce il nostro gruppo a giungere a conclusioni diverse da quelle da cui il gruppo di Scelta Civica è pervenuto appena tre giorni fa. Anche se, come avevamo annunciato ieri già in sede di dichiarazione di voto, su alcune delle sedicenti misure finanziarie urgenti non avremmo votato a favore, se, in luogo della fiducia, si fosse andati alla naturale votazione emendamento per emendamento e articolo per articolo.
  Ci aspettiamo veramente un cambio di passo a partire da gennaio, quando per parte nostra valuteremo i provvedimenti che questo Governo sottoporrà alla Camera con la responsabilità e la disponibilità di un movimento politico che ha convintamente concorso a consentire la nascita di questo Esecutivo, ma anche con l'autonomia di giudizio di un movimento politico che non concorre indirettamente alla loro stesura in Consiglio dei ministri e ne prende atto soltanto in Parlamento. Niente meglio di un contratto di coalizione dettagliato e analitico può garantire a questo Governo di durare e al Paese di avere la stabilità di cui ha bisogno e che è ben altra cosa rispetto all'immobilità che farebbe solo da elastico suicida e belluino per il definitivo lancio dei populismi peggiori alla prima occasione utile (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
  Per questo Scelta Civica, che non vuole né galleggiare né distruggere, ma riformare questo Paese, ha posto per prima il tema del contratto di coalizione, di cui oggi un po’ tutti parlano con favore nella Pag. 11maggioranza e nel Governo. Parlarne però non basta e non ci basta. Lo abbiamo detto, lo ripetiamo anche oggi: se sul punto si continuerà a fare «melina», da gennaio non ce lo sentirete più dire; ma non sarà esattamente un buon segno (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
  In coda a questa dichiarazione di voto, crediamo importante sottolineare un paio di aspetti che questo decreto ed il relativo dibattito parlamentare hanno fatto emergere con chiarezza. In primo luogo, il tema del gioco. Non ci va di salire sul carro dei puri mai a spese proprie, vero e proprio sport nazionale in questo Paese, tale per cui sarebbe scandalosa in se stessa una norma che dice che, se meritoriamente rinunci ad una fonte di gettito facile, quanto socialmente devastante come le slot machine, non devi farti carico delle conseguenze finanziarie della tua meritoria – lo ripetiamo – decisione. Ciò nondimeno, al netto di questi moralismi di serie «c», ci siamo battuti con convinzione per la sua eliminazione, proprio come segnale politico chiaro nei confronti di alcuni ambienti del MEF che, sulle esigenze di gettito, giocano da anni per frenare una volontà politica che è trasversale quanto chiara. No alla proliferazione delle slot machine e del gioco d'azzardo in generale. No, e ancora no (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
  In secondo luogo, il tema del risanamento dei bilanci degli enti locali, rispetto al quale Roma è un caso simbolo e, per certi versi, estremo, ma certamente non unico. Noi di Scelta Civica, che abbiamo apprezzato la serietà dell'operato di un Governo che ha avuto il coraggio di chiedere sacrifici ai cittadini per rimettere in piedi bilancio dello Stato, non avalleremo mai richieste di sacrifici per rimettere in piedi bilanci di regioni ed enti locali che non siano accompagnati da riforme strutturali, senza le quali i soldi si buttano in un pozzo senza fondo.
  Abbiamo sentito in questi giorni in quest'Aula una retorica intrisa del peggior statalismo decantata a colpi di slogan tipo: «Roma non è in vendita». Ebbene, noi rispondiamo che, prima ancora, i cittadini non sono mucche da mungere. La giungla delle partecipate pubbliche, a Roma come in molti altri comuni, va disboscata; gli organici gonfiati dalle clientele politiche, a Roma come in molti altri comuni, vanno ricondotti ad efficienza. Non esiste che una parte del Paese continui a pagare per un'altra. Non esiste proprio.
  E anche questo decreto ha dimostrato una volta di più che queste cose, se a dirle sono in molti, a provare concretamente a farle, siamo veramente in pochi. Senz'altro, tra quei pochi, ci siamo noi di Scelta Civica (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piso. Ne ha facoltà.

  VINCENZO PISO. Signor Presidente, componenti del Governo, colleghi, quando chi ha dato vita alla formazione politica del Nuovo Centrodestra ha compiuto questa scelta aveva ben chiaro di voler aprire, a fronte di un'evidente emergenza nazionale e di una necessità di governo, una nuova fase politica. Attenzione, con questo non intendendo uno dei tanti slogan e luoghi comuni di cui è condito il nostro quotidiano, bensì un qualcosa che progressivamente potesse creare i presupposti e, via via, le risposte ad una crisi politica, economica e sociale che, probabilmente, non ha avuto eguali in Italia negli ultimi sessant'anni.
  In uno scenario difficilissimo, minato continuamente da una serie di stress di vecchia e nuova tipologia, fra diktat, la tentazione e il rischio di inseguire chi la spara più grossa, siamo alla fine giunti all'attuale maggioranza che qualcuno ha definito, prima, grande e, poi, più prosaicamente, strana.
  Insomma, difficili i tempi, difficile la maggioranza di Governo, in linea con quell'assunzione di responsabilità che auspichiamo porti, nell'interesse della nazione, al superamento dei pregiudizi ideologici in un clima più sobrio, serio, rifuggente Pag. 12quella facile demagogia populista che, proponendo una deriva nichilista, rischia di contribuire ad essere, insieme alla mala politica, e questo non smetteremo mai di dirlo – la mala politica – la tomba della nostra democrazia.
  Allora, se nuova fase deve essere, e quindi riteniamo corretto uno sforzo di oggettività, diciamo chiaramente che alcune delle obiezioni avanzate dalle opposizioni nel metodo – vedi l'eterogeneità del provvedimento – e nel merito – vedi le perplessità sull'emergenzialità di alcuni provvedimenti – sono assolutamente condivisibili.
  Tutti vorremmo operare in un quadro non stressato dalle emergenze, ma è ipotizzabile una simile condizione in un Paese che è chiamato in queste ore ad inseguire un risanamento che è essenziale per agganciare la ripresa economica ? Non esistono né bacchette magiche, né fantomatiche svolte e, al netto del diritto di critica e dissenso, chi fa finta di non comprendere spreca una grande occasione, non cogliendo la possibilità e la necessità di interventi che possano fornire un reale contributo ad inverare una progressiva inversione di tendenza. È bello sentirsi coccolati dal comune sentire, ma tentare di risolvere i problemi, dare risposte vere è altra cosa.
  Viviamo ogni giorno nello stravolgimento della realtà dove il percepito conta più della verità e così il provvedimento oggi in discussione diviene noto come «salva Roma» ed è addirittura un collega dell'opposizione – e lo ringraziamo per questo – a precisare che, in effetti, si dovrebbe parlare di «salva Italia» vista l'estensione geografica degli interventi compresi all'interno del decreto-legge in questione. In questa considerazione è già detto tutto: la necessità, in un contesto critico, di dare risposte urgenti in materie disomogenee accomunate da un'emergenza, né più, né meno.
  Va tutto bene ? No, lo abbiamo già detto. Si può fare meglio ? Certo, è sempre possibile, ma la verità è che questo si vedrà veramente dalla capacità che dimostrerà questo Governo di affrontare nei prossimi mesi i problemi strategici della nazione. Quella sarà «la linea del Piave» rispetto alla quale nessuno di noi vuole disertare: riforme o voto.
  Per assurdo anche le vicende paradossali che in queste ore stanno vivendo le Camere parlano, in modo chiaro ed evidente, della impellenza di riforme profonde, capaci, partendo dalle regole, di cambiare in profondità un sistema che, per certi versi, sa di stantio, odora di muffa e costringe, nel mondo della globalizzazione, ad operare con prassi ottocentesche.
  Tuttavia, anche qui non esiste una magica bacchetta e non è certo con quelle che nella capitale vengono chiamate «romanelle» che si risolvono i problemi. Questo riferimento, se pure indiretto a Roma, ci fornisce l'aggio per dire due parole sul tema che impropriamente ha titolato il provvedimento che oggi ci troviamo a votare: il «salva Roma». Ebbene, se volessimo su questo attizzare il fuoco delle polemiche, avremmo argomenti, fatti e cifre da scaricare a volontà in quest'Aula ed attenzione, non parliamo delle fantasie che troppo spesso girano nel variegato mondo della disinformazione, bensì di fatti reali incontestabili e, soprattutto, verificabili nell'immediato.
  La drammatica realtà economica di Roma capitale, evitando ogni polemica inutile, è freddamente riassunta nelle prime dieci righe di pagina 18 delle schede di lettura al decreto-legge in questione che gli uffici della Camera elaborano per l'esame degli atti in discussione. Cifre che sicuramente parlano di grossolani errori gestionali, ma anche di un'errata considerazione della capitale da parte dei governi e delle amministrazioni che si sono succedute, non comprendendo nei fatti quale unicum rappresenti Roma nel mondo. Badate bene, lasciando per un attimo da parte la questione risorse, basterebbe vedere le regole e le potestà normative che caratterizzano le più importanti capitali europee.
  Basterebbe questo per comprendere la differenza fra capitali che rappresentano i motori dello sviluppo nel proprio sistema Pag. 13Paese ed una nazione, come la nostra, che non riesce a mettere a regime una risorsa eccezionale come Roma. Vogliamo cercare di capire ? Leggiamo, per mera curiosità, cosa il Governo francese ha recentemente varato con il progetto Grande Parigi.
  La realtà è che Roma è stata profondamente vulnerata, non dalla nomina di qualche dirigente incapace o di qualche famiglio illustre, ma dal combinato disposto di costosi progetti strategici sbagliati, di un assetto amministrativo oltremodo penalizzante e di una mancata volontà della politica di rendere la città eterna il biglietto da visita di un'Italia orgogliosa della propria storia millenaria.
  Troppo spesso il fumo del colore di vicende sicuramente censurabili ha coperto le scelte scellerate che hanno contribuito a vulnerare le prospettive e il futuro di Roma. Basterebbe mettere sul piatto della bilancia il rapporto costi-benefici di queste e, dall'altro, il peso del fumo e del colore. Allora sì che capiremmo il dramma di questa città ! Oggi, a margine, ma, nel contempo, nel cuore di queste vicende, siamo chiamati a cercare di impedire che Roma collassi sulle proprie gambe, perché riteniamo che, a differenza di quanto affermato da alcuni colleghi, il segnale del fallimento della capitale sarebbe devastante per l'intero sistema nazione, e quindi siamo qui a dare il nostro voto favorevole.
  Ma è altrettanto chiaro che su alcune vicende relative, ad esempio, alle ex municipalizzate e a ciò che rappresentano i mercati dei servizi pubblici nelle grandi aree metropolitane, non è più possibile procedere per slogan, privatizzatori contro ideologicamente sedotti dal pubblico, perché questa contrapposizione, perdonatemi, da utili idioti o da furbacchioni, mentre il mondo dei pubblici servizi va in malora, temiamo avvantaggi solo chi, molto sornionamente, osserva queste ridicole scaramucce, sapendo che, prima o dopo, in virtù di numeri incontestabili, bisognerà passare dal via con il cappello in mano, e noi non vogliamo essere compartecipi di questo stupido gioco al massacro.
  Ringrazio, per questo, il presidente della mia Commissione, l'onorevole Meta, perché, in un ambito molto delicato qual è il trasporto pubblico locale, ha impostato in maniera più che corretta il rapporto con il Governo, ricercando soluzioni di sistema.
  Ed allora, concludendo, sì al decreto «salva Roma», ma, con altrettanta forza, affermiamo la necessità, da subito, di arrivare al cuore dei problemi, affrontandoli, perché la fuga non è contemplata nella missione che si è prefigurato di raggiungere il Nuovo Centrodestra con la fiducia concessa al Governo Letta (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, questo decreto-legge, secondo SEL, non ha i requisiti previsti dall'articolo 77 della Costituzione, perché non siamo in presenza di casi straordinari di necessità e di urgenza; è anche molto eterogeneo per materia. Il Governo lo aveva presentato con soli due articoli: al Senato è diventato di 12 articoli, con ben 67 commi aggiuntivi. Un caso di cattiva legislazione: dall'abuso della decretazione siamo passati anche al particolarismo dell'intervento legislativo, con il condimento finale del voto di fiducia.
  Si è parlato, e si parla ancora, sui giornali, di un decreto-legge «salva Roma». Non è così ! Di Roma, in questi 67 commi, si parla in soli due commi. Poi si parla di Calabria, Valle d'Aosta, di Lombardia per l'Expo, di Lombardia per la DIA all'aeroporto di Malpensa, di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto per il terremoto, università dell'Emilia Romagna, Venezia e poi tantissimi comuni della provincia di Pescara.
  Eppure, Roma è sul banco degli accusati, con parole a volte offensive, riecheggiate qui, in Aula, da parte di esponenti della Lega: Roma capitale immorale, Roma ladrona. Vi è chi ha portato un Pag. 14forcone; qualche anno fa, da quelle stesse parti, si portavano i cappi, in quest'Aula.
  Io penso che, invece, dovremmo essere molto orgogliosi di avere come capitale una città come Roma (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), bella, accogliente, ospitale, paziente per tutti i disagi che le vengono procurati in ogni modo: manifestazioni di ogni tipo, sindacali, politiche, culturali.
  Ciò anche perché gli organi costituzionali, i Ministeri, le istituzioni internazionali, a partire dalle agenzie delle Nazioni Unite, sono qui a Roma; per non parlare di Roma sede di ambasciate doppie, di Roma capitale della cristianità, con milioni e milioni di pellegrini che ogni anno la raggiungono.
  Grazie, quindi, al comune di Roma, al sindaco di Roma e ai cittadini di Roma. E dico che lo Stato dovrebbe fare anche molto di più per la nostra capitale, come altri Stati fanno per Parigi, Londra, Washington, Berlino o Mosca.
  Purtroppo c’è chi, per calcoli meschini, continua ad offendere la nostra capitale falsificando la realtà. Così avviene anche per la vicenda degli affitti. Una vicenda che non nasce oggi e grazie all'azione del Partito Radicale – io ricordo le tante battaglie fatte dai radicali italiani su questa vicenda degli affitti – noi abbiamo avuto modo recentemente di mettere a fuoco il problema. Io ringrazio la Presidente della Camera che, subito dopo la sua elezione, non solo ha tagliato la sua indennità e i servizi di cui poteva disporre, a partire dall'appartamento qui in questo palazzo, ma ha posto anche il problema degli affitti di palazzo Marini (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Cara Presidente, io mi chiedo ancora come si sia fatta negli anni scorsi una spesa così rilevante a fronte di un impegno così relativo di quegli uffici. Noi parlamentari li utilizziamo per poche ore alla settimana, perché in gran parte noi siamo in questo palazzo, in quest'Aula, nelle Commissioni, e abbiamo a disposizione funzionari e impiegati di questo palazzo che sono l'eccellenza della pubblica amministrazione che ci forniscono servizi sempre adeguati (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Ora è insorto questo problema della Ragioneria generale dello Stato, che vorrebbe la salvaguardia dei fondi di investimento. Evitiamo grida manzoniane e risolviamo il problema. Il Ministro Franceschini, oggi anche il relatore di questa proposta, ma anche il relatore della legge di stabilità, il collega Marchi, hanno detto parole che io condivido: procediamo per risolvere il problema. C’è chi campa speculando su tutto, c’è chi opera invece per il cambiamento quotidiano. Un vecchio proverbio africano dice che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce silenziosamente, piano piano, ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Noi abbiamo migliorato questo decreto in Commissione, sopprimendo alcune parti negative insieme agli altri gruppi. Per esempio, il piano di rientro del comune di Roma, la bonifica del sito di Brindisi, che già è contenuta nella legge stabilità, la penalizzazione di comuni e regioni che adottano limitazioni alla diffusione delle slot machine, la reintroduzione per la pubblica amministrazione della possibilità di recedere dai contratti di locazione, il rispetto del Patto di stabilità anche per le province.
  Molti altri nostri emendamenti non sono stati approvati e dunque questo decreto-legge non ci soddisfa e voteremo contro. Siamo una forza di opposizione a questo Governo. Non c’è chi detiene il monopolio dell'opposizione. Ci sono modi diversi di fare opposizione. Noi siamo un'opposizione che cerca sempre di entrare nel merito dei provvedimenti; lo facciamo senza strumentalizzare, senza offendere, senza sfasciare. C’è chi ha preferito uscire insieme a Brunetta e agli amici colleghi della Lega Nord: rispettiamo questa loro scelta. Noi non abbandoniamo quest'Aula, noi facciamo le nostre battaglie fino in fondo. Magari otteniamo pochi risultati, ma sono risultati che comunque non ci sarebbero stati se non ci fosse un impegno in questo senso da parte nostra. Pag. 15Noi in questo – e concludo – ci leghiamo alla migliore storia delle opposizioni politiche in quest'Aula.
  La storia fatta dai socialisti, dai comunisti e negli ultimi decenni anche dalla nuova sinistra, dal PDUP, Democrazia Proletaria, Rifondazione, i Verdi. Una storia fatta di tante piccole e grandi battaglie iniziate con Togliatti, Nenni, Pertini, Berlinguer, Lucio Magri e noi, anche con questo nostro modo di fare opposizione, testimoniamo un impegno rigoroso per un'Italia onesta, giusta e solidale come ci insegna la nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Stefania Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, votare ancora una volta la fiducia al Governo nell'arco di pochi giorni è il sintomo della confusione generale che regna nell'Esecutivo e nella maggioranza, incapaci di gestire i lavori del Parlamento. È un modo di legiferare schizofrenico, confuso, contraddittorio, specchio fedele dell'azione di Governo.
  È stata chiesta la fiducia sulla legge di stabilità solo giovedì scorso, tra l'altro, su un testo che con tutta probabilità andrà nuovamente cambiato. Il Governo è chiaramente in difficoltà, succube di continue richieste delle lobby amiche, incartato in equilibrismi pur di non cadere, pur di guadagnare tempo per continuare a mantenere la «macchina di palazzo».
  Questo Governo non è più in alcun modo legittimato dagli elettori. Quella che, per stato di necessità, era l'alleanza delle grandi intese è diventata, dopo l'uscita di Forza Italia, la coalizione delle misure intese, autoreferenziale, in conflitto con tutti i settori della società e che non è minimamente in grado di offrire risposte chiare ed efficaci al Paese.
  Una maggioranza che non riduce la pressione fiscale, ma l'aumenta, una maggioranza che non riesce a innescare una svolta nel mercato del lavoro, con più produttività, competitività e occupazione; una maggioranza che realizza una redistribuzione di reddito tutta a danno dei ceti medi, i più colpiti dalla crisi: artigiani, commercianti, liberi professionisti, piccole imprese, lavoratori dipendenti di aziende esposte alla concorrenza e al mercato che risultano massacrati dalle politiche di questo Governo.
  Una maggioranza e un Governo che accontentano piccoli gruppi di potere, con norme che hanno una spiccata vocazione elettoralistica e propagandistica, ma la cui debolezza viene continuamente smascherata e messa in ridicolo.
  Una maggioranza e un Governo che non sono in grado di garantire le coperture finanziarie dei provvedimenti, in particolare quello odierno, che moltiplica le norme di spesa. Noi riteniamo veramente pericolosi per la tenuta dei conti pubblici sia la legge di stabilità che questo decreto-legge. Coperture finanziarie discutibili quelle messe in campo, basate su stime «fantasiose» delle entrate che di fatto aggraveranno i conti pubblici di nuove spese, e mineranno tutte le misure di contenimento fatte fino ad ora, senza alcun intervento strutturale di rilancio dell'economia, che è ciò di cui l'Italia oggi invece ha assoluto bisogno.
  Il Governo ha posto ieri la fiducia su questo provvedimento che, tanti colleghi che mi hanno preceduto hanno definito omnibus, dov’è stato inserito di tutto, trasformando l'originario decreto, il cui titolo era «Misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali» in un testo completamente diverso, confuso e incomprensibile. Un esempio da manuale del peggior modo di legiferare contro ogni esigenza di semplificazione e di chiarezza nei confronti di cittadini.
  Le modifiche parlamentari, poi, hanno reso questo testo, già pessimo, un «mostro» utile solo ad elargire ulteriori benefici, mance e qualche sconto fiscale, non certo alle famiglie e alle imprese in difficoltà, ma solo agli amici di questa maggioranza.Pag. 16
  E poiché a questo Governo è concesso di tutto, anche in palese violazione dei regolamenti parlamentari sulla coerenza e l'organicità dei provvedimenti, il Senato è riuscito a realizzare il colpo fallito alla Camera attraverso l'introduzione delle mille proroghe che nulla hanno a che vedere con il contenuto del decreto, con le disposizione tanto discusse sulle slot machine e con le norme sugli affitti. Tutto ciò è la prova della debolezza di questo Governo che pur di puntellare una maggioranza politicamente estemporanea e numericamente traballante, resuscita l'antica pratica dell'assalto alla diligenza sui decreti-legge di fine anno, cercando di accontentare quante più richieste personali e localistiche possibili, dagli aiuti per Roma capitale alla Calabria, dall'Umbria all'Abruzzo, dagli accreditamenti presso le strutture sanitarie private agli stabilimenti termali, dal trattamento economico dei dipendenti della pubblica amministrazione alle lanterne semaforiche, dalle norme per la composizione dei seggi elettorali alla Croce Rossa e all'istituzione di un ufficio della DIA a Malpensa, e potrei andare avanti. Il tutto a discapito della coerenza politica e contabile delle leggi, ma che importa ! L'unica bussola che orienta questo Governo sembra – scusatemi ma devo dirlo – la paura: paura di spaccarsi, paura del rimpasto, paura di Renzi, paura dell'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Da qui il disperato e patetico tentativo di recuperare consensi ad uno ad uno, con emendamenti ad personam, riuscendo alla fine nel difficile obiettivo di scontentare proprio tutti.
  Questa logica della paura si riflette in modo innegabile negli atti prodotti, come quello su cui oggi ci apprestiamo a votare la fiducia. Un provvedimento che contiene norme identiche a disposizioni già all'interno della legge di stabilità: norme contraddittorie, proroghe di disposizioni abrogate e frutto di disattenzione, incoerenza, fretta di inserire il pagamento delle «cambiali politiche» in scadenza. Un provvedimento che va nella direzione opposta rispetto alla responsabilità, alla virtuosità. Un provvedimento che anziché aiutare a sostenere quelle amministrazioni locali che gestiscono bene e in economia i propri bilanci, sana gli sprechi delle pubbliche amministrazioni quasi a giustificare la mala gestione della cosa pubblica.
  Questo decreto è impresentabile e invotabile. È il maldestro tentativo di equilibrismo di un Governo senza rete dove però, a rischiare di precipitare è l'Italia, sono le famiglie, le imprese, i tanti troppi giovani senza lavoro e ormai senza speranza. Forza Italia conferma la piena sfiducia all'operato dell'Esecutivo e voterà quindi convintamente contro questo provvedimento che fa male al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Per nulla al mondo daremo la fiducia a questo Governo, ma non per le sue indecenze, per le tasse aumentate, per la guerra che continua a combattere in Afghanistan, per aver acquistato cacciabombardieri quando i cittadini fuori da questo palazzo, che sembra Versailles, perdono il lavoro, per aver ubbidito all'Europa delle banche. No, non è questo, non è più soltanto questo, Presidente.
  Abbiamo scoperto che non siete voi quelli che contano davvero, non siete voi quella casta dall'intelligenza sopraffina e dal potere immenso che credevamo di incontrare una volta entrati nelle istituzioni. Non siete voi a decidere, voi siete i mediocri esecutori di ordini altrui. E non parlo degli ordini del Presidente Napolitano, un Presidente che voi avete eletto per la seconda volta, cosa mai successa nella storia della Repubblica. Un Presidente entrato in Parlamento che Stalin era ancora vivo, un Presidente che era Ministro degli interni quando venivano occultate le confessioni del camorrista Schiavone sulla terra dei fuochi, confessioni che il Movimento Cinque Stelle ha fatto desecretare Pag. 17per salvare in Campania la vita a quattro milioni di cittadini avvelenati dai rifiuti tossici e dalle menzogne dei partiti.
  No, parlo di poteri diversi che stanno dietro al Governo e allo stesso PD, parlo della casta vera, dei funzionari, dei burocrati, dei lobbisti che determinano le scelte dei partiti e dei ministri. Pensavamo che la pressione esercitata dalla lobby Ligresti sul Ministro Cancellieri o quella dell'ENI su Alfano riguardo al caso Shalabayeva fossero scandali. No, è la prassi, Presidente Boldrini.
  In questi giorni, il MoVimento 5 Stelle ha scoperto e denunciato – perché in Italia ci sono cittadini come noi che detestano l'omertà – l'infestazione di questo Palazzo, tempio della legge o casa della buona politica – come ama definirla lei – da parte di mercanti venuti a piazzare marchette per conto dei veri padroni dei partiti. Nel PD non comandano i D'Alema, i Bersani, i Renzi o i Franceschini: questi personaggi sono gregari e sottoposti, subordinati. Oggi, il PD lo comanda l'ingegnere De Benedetti, patron del gruppo L'Espresso che, per risolvere i guai delle proprie aziende, esattamente come fece Berlusconi nel 1994, scende in politica muovendo i fili di Renzi.
  Il PD, dopo aver salvato le aziende di Berlusconi, prova a fare lo stesso con quelle di De Benedetti. Ingegnere, si faccia eleggere ! Faccia le primarie e venga qui dentro ! Non mandi i suoi lobbisti, o i suoi sindaci assenteisti ! Il PD è in evidente stato confusionale; siete in totale disordine mentale: approvate una legge contro i comuni che combattono il gioco d'azzardo e poi dite che è una porcata e la ritirate, inserite in questo decreto, il «Salva Roma» una norma per privatizzare i servizi, tra cui l'acqua, e poi tornate indietro, votate l'emendamento Fraccaro del MoVimento 5 Stelle, che combatte lo strapotere dei palazzinari e poi provate di nascosto a cancellarlo in ogni modo.
  È dall'inizio della legislatura che noi combattiamo in Parlamento per cancellare lo scandalo degli affitti d'oro dei palazzi del potere, come palazzo Marini, che Luciano Violante, Presidente della Camera, ha affittato nel 1997 al prezzo di 26 milioni di euro l'anno, sottoscrivendo dei contratti senza clausola di recesso con il gentleman romano, suo compagno di affarucci, Scarpellini, meglio noto come Er Cavallaro. Ad oggi, palazzo Marini è costato ai cittadini 444 milioni di euro, Presidente, uno spreco vergognoso. Dopo 15 anni, siamo riusciti dove tutti avevano fallito. Lo Stato, con questa nostra proposta, potrebbe risparmiare complessivamente 12 miliardi, ma il PD ha provato a farla saltare due volte. Come sempre, queste «porcate» la casta le fa sotto le feste di Natale o a Ferragosto. Quando vi abbiamo scoperti siete tornati sui vostri passi con la coda tra le gambe; ora vi avvisiamo: o sistemate questa indecenza e riapprovate la nostra norma, o comprate cotechino e lenticchie perché vi facciamo passare il capodanno in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  A questo ci avete costretto. Otteniamo dei risultati solo forzando la mano; vi diciamo: o passa il taglio all'auto blu, o facciamo ostruzionismo, o combattiamo i palazzinari, o passate Natale in Aula; o la smettete di «violentare» la Costituzione, o noi cittadini occupiamo il tetto della Camera.
  Solo così riusciamo ad ottenere dei risultati. Ma, alla luce di tutto questo – dei De Benedetti, dei lobbisti, colti in flagrante mentre la Presidente accompagnava alti prelati a passeggio per i corridoi di Montecitorio e magari tesseva le lodi di Francesco, del santo o del Papa, uomini che avrebbero provato ribrezzo nel vedere come mercanteggiavate qui a palazzo durante l'approvazione della legge di stabilità – alla luce tutto questo, delle norme che escono dalla porta e rientrano dalla finestra, a vostra insaputa, grazie al lavoro sporco di burocrati senza nome, alla luce di tutto questo, voi, colleghi della maggioranza, siete sicuri di sapere sempre cosa state votando ? Poi avete l'insolenza di accusare il MoVimento 5 Stelle di essere comandato dall'alto ? Senti chi parla ! La verità è che chi ha finanziato le vostre campagne Pag. 18elettorali, vi chiede sempre qualcosa in cambio: «Ehi, onorevole, complementi per l'elezione. Ora ricordati di me: ho dato 100 mila euro al partito. Non lo scordare !».
  Noi possiamo anche sbagliare, tutti sbagliano anche se aspettiamo ancora che un giornalista critichi una nostra proposta di legge, un nostro emendamento, o un nostro voto, ma comunque siamo liberi. Non abbiamo alcun desiderio di fare carriera politica, non abbiamo investito migliaia di euro in campagna elettorale, non pensiamo che la politica sia un lavoro: è un servizio civile da fare durante un tempo limitato della nostra vita per poi tornare al nostro lavoro. E poi non ci interessano i soldi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), per questo ci siamo tagliati gli stipendi e stiamo versando milioni di euro in un fondo per sostenere le piccole e medie imprese. Fatelo anche voi ! Copiateci, ricalcateci, scimmiottateci, prendetevi i meriti se volete, ma muovetevi, altrimenti il vostro immobilismo vi farà scomparire !
  Noi del MoVimento 5 Stelle siamo entrati otto mesi fa, otto mesi fa, nessuno di noi era mai stato eletto alla Camera, ci chiamavano «gli inesperti», gli «inesperti», ma abbiamo dato, avendo tutti quanti contro, lezioni di etica, di coerenza e spesso anche di strategia politica.
  Abbiamo tutti quanti contro: il Presidente della Repubblica che ci manca di rispetto, Letta che, nei suoi discorsi in Parlamento, al posto di parlarci delle sue idee, attacca il MoVimento 5 Stelle. Abbiamo contro la mafia, la massoneria, gran parte del sistema mediatico: un'industria della menzogna tenuta in piedi dai soldi dello Stato.
  Pensate: noi cittadini paghiamo molti giornalisti per mentire. Abbiamo contro tutti i partiti, dalla cosiddetta sinistra con il portafogli a destra, a Forza Italia, che qualcuno vuole far credere che abbia qualcosa a che fare con noi. Speranza del PD usa queste frottole.
  Si dimentica, Speranza, che governa con Alfano, un emissario di Berlusconi all'interno della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Speranza si occupasse di smentire la denuncia che abbiamo fatto riguardo al lobbysta che gli impone la modifica delle sue proposte. Non l'ha ancora fatto, né lui né il lobbysta. O smentisci, portando prove, o dimettiti. Il Parlamento tanto non si accorgerebbe della tua assenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Abbiamo contro i vertici dei sindacati, quei sindacati che si sono genuflessi davanti al potere e i cui segretari, dalla Polverini a Cofferati passando per Epifani, fanno tutti, casualmente, carriera politica. Abbiamo contro l'Europa che ci definisce populisti, perché prima di dare i soldi alla Banca centrale europea e rispettare accordi presi all'insaputa dei cittadini vogliamo dare un lavoro, una casa e un futuro al popolo in difficoltà.
  Contro tutto e tutti e in soli 8 mesi abbiamo: fatto decadere l'ex senatore Berlusconi grazie al voto palese al Senato, perché con il voto segreto sapete tutti che Berlusconi si sarebbe comprato qualcuno di voi, come ha sempre fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); abbiamo salvato la Costituzione dallo scempio della deroga del 138; abbiamo rifiutato i rimborsi elettorali mentre voi parlate di leggi, leggine e leggette. Ridate i soldi ai cittadini ! Vendete le vostre proprietà e ridateci 2,7 miliardi di euro che vi siete intascati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Grazie al nostro presidente Fico abbiamo scoperto i favori che la RAI fa a Comunione e Liberazione e abbiamo cancellato un contratto da 700 mila euro; abbiamo smascherato le vostre leggi truffa sulle false abolizioni delle province e del finanziamento ai partiti; abbiamo, in questa settimana, salvato i comuni che vogliono combattere le slot; abbiamo, in questa settimana, salvato il referendum sull'acqua pubblica dai vostri indecenti tentativi di privatizzazione; abbiamo rinunciato a tutti i nostri privilegi. Non abbiamo un «auto blu» e, anzi, ve le stiamo togliendo una ad una; abbiamo proposto una legge che inserisce i reati Pag. 19ambientali nel codice penale (voi neppure l'avevate pensata durante la discussione della mozione sulla Terra dei fuochi); abbiamo, in 8 mesi, abbattuto Bersani e Monti, responsabili, quanto Berlusconi, della tragedia che vive il popolo italiano; abbiamo dimostrato che la politica si può fare senza i soldi, i soldi dei cittadini, mentre a voi interessano solo quelli. La vita è molto altro: che pensate, che il denaro ve lo potrete portare anche all'altro mondo ? Le casse da morto con le casseforti incorporate non le hanno ancora inventate, grazie a Dio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Abbiamo dimostrato che la coerenza è un valore e che l'onestà è una virtù. È bella l'onestà, ed è sull'onestà che il MoVimento 5 Stelle intende costruire una nuova Italia ed è possibile. La vittoria è dietro l'angolo, ma possiamo farcela a patto che tutti i cittadini facciano la loro parte. Mi rivolgo a tutti i cittadini: noi parlamentari da soli non ce la facciamo. È impossibile ! Abbiamo a che fare con poteri forti, con uno Stato incancrenito dal malaffare e dall'ipocrisia dilagante. C’è bisogno di tutti, ma ce la possiamo fare. Però, svegliamoci ! Gli illusionisti sono colpevoli, ma chi si lascia illudere è altrettanto responsabile. Il tempo della delega ai salvatori della patria, pompati dalle televisioni, e il tempo del «vediamo se con lui cambia qualcosa» è finito. Nessuno ci salverà, a parte noi stessi. Ma ce la faremo. Siamo entrati con il «tutti a casa». Beh, ora è già vecchio. Abbiamo dimostrato di sapere smascherare le indecenze del Governo. Non sapete quanto tempo passiamo a leggere e a rileggere fino all'ultima riga i decreti che arrivano. Ci siamo formati e, anche se sono passati solo 8 mesi, abbiamo già acquisito l'esperienza per governare questo Paese, ridotto in macerie, e rilanciare un nuovo rinascimento che farà diventare l'Italia il Paese più bello del mondo. Ed è solo l'inizio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonello Giacomelli. Ne ha facoltà.

  ANTONELLO GIACOMELLI. Signor Presidente, colleghe e colleghi, i deputati del PD voteranno la fiducia al Governo. Non lo faremo per una meccanica adesione a una logica di maggioranza. Diremo «sì» perché il voto di oggi ha, secondo noi, un significato particolare e politicamente impegnativo. È chiaro a tutti che la domanda di fiducia non riguarda soltanto l'atto su cui è posta. Quel decreto contiene risposte ad esigenze reali dei comuni, territori e comunità locali che certo nessuno in buona fede può pensare di ridurre ad irrilevanti particolarismi.
  No, signor Presidente, l'esigenza di porre la questione di fiducia nasce dal complesso di questioni che si sono intersecate in questi giorni, negli atti che abbiamo votato e nei percorsi che abbiamo compiuto. Mi riferisco al fatto che nelle ultime settimane si sono sommati ed intrecciati percorsi legislativi, iter di procedure d'urgenza e rinvii tra i due rami del Parlamento, con la conseguenza evidente di un accavallarsi di questioni e di temi.
  Scelte politiche del Governo e legittime attese dei territori, interventi settoriali e linee generali si sono così intrecciati in passaggi obbligati e iter forzatamente accelerati, dove hanno trovato spazio anche opacità burocratiche e norme contraddittorie.
  Questi giorni sono in realtà l'immagine di un sistema istituzionale vicino al collasso, sono l'immagine di un crescente quotidiano conflitto: da un lato l'esigenza di decisioni rapide ed efficienti, di responsabilità certe e trasparenti, di chiarezza di ruoli e prerogative, di percorsi legislativi coerenti e lineari, dall'altro, un sistema normativo istituzionale e regolamentare inadeguato, datato, fuori sincronia rispetto al contesto economico, sociale e culturale del Paese. La risposta a questo stato di cose non può limitarsi alla rincorsa della correzione, pur necessaria, di un errore o alla riscrittura di una norma contraddittoria. La risposta vera e compiuta sta nel Pag. 20perseguire con determinazione il processo di riforme che il Presidente Letta ha posto a base dell'azione di Governo e che il Partito Democratico condivide e sostiene.
  A chi si limita a letture demagogiche e superficiali vorrei dire che la risposta che muta le cose in radice non si limita alla cosmesi, sta nella volontà e nel coraggio di cambiare con atti concreti le nostre istituzioni, nel ridefinire ruoli e poteri, nel cancellare vincoli e percorsi barocchi, nel modificare modalità anacronistiche ed inattuali.
  Noi consideriamo questi temi presenti e determinanti nella domanda di fiducia che il Governo pone e li consideriamo centrali nella fiducia che oggi confermiamo. Passando sotto il banco della Presidenza, noi diremo sì, sì a fare del 2014 l'anno delle riforme costituzionali, sì al superamento del bicameralismo, sì alla trasformazione del Senato nella Camera delle autonomie, sì alla modifica di Regolamenti che oggi ostacolano, anziché agevolare, il lavoro delle Camere, sì a percorsi legislativi coerenti, efficaci e razionali, che non costringano più ad accorpare temi e interessi diversi e legittimi in atti onnicomprensivi, sì anche alla riforma degli strumenti della politica, a cominciare dai partiti, sì a una nuova legge elettorale che ristabilisca una relazione corretta tra elettori ed eletti e assicuri maggioranze chiare e governabilità.
  In una parola, diremo sì alla fiducia per confermare quella vocazione riformatrice che è nello stesso tempo costitutiva del PD, fondamento dell'azione di Governo ed esigenza vera del Paese. C’è in questa nostra scelta e nella nostra riflessione anche una risposta di natura diversa e per me ancora più profonda. Noi confermiamo qui la piena assunzione di responsabilità che il Presidente Napolitano, a cui noi oggi confermiamo stima e gratitudine (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), chiese a tutte le forze politiche nel suo discorso di insediamento. I mesi trascorsi non hanno affievolito il ricordo né indebolito la determinazione del Partito Democratico, per quello che noi consideriamo un vero e proprio patto, indipendente da ruoli e schieramenti, tra le forze politiche ed il Paese. Un impegno perché si affermi e si traduca in atti concreti un profondo senso costituente nel tempo che questa legislatura ha assegnato a se stessa.
  C’è insomma nel nostro voto di oggi una piena assunzione di responsabilità. Ma, signor Presidente, c’è anche una sfida. Se il tema è quello delle riforme, e per noi lo è, ogni forza politica è chiamata di fronte al Paese a dire se sta con il processo di cambiamento o con la voglia di conservazione. Se potessi – e il Regolamento non me lo consente – rivolgermi direttamente ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, direi loro che non basta evocare continuamente parole, rivoluzioni e stravolgimenti con il linguaggio sempre più truculento ed offensivo, non basta se poi di fronte alle scelte concrete – penso al decreto province – il contributo che si dà in Aula si limita ad entrare e uscire scodinzolanti ad un cenno del «comandante» Brunetta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non basta, con buona pace del collega Di Battista, se le parole forti servono solo a nascondere di essere strumenti della conservazione dei poteri forti. All'atto della sua proclamazione a segretario nazionale del Partito Democratico, Matteo Renzi ha rivolto una domanda esplicita al MoVimento 5 Stelle e al suo leader: siete pronti o no a sostenere il superamento del bicameralismo ? Siete pronti o no a misurarvi sul terreno concreto delle riforme ?
  Quella domanda, che vale per tutte le forze politiche, non è una provocazione fine a se stessa, è una sfida aperta e trasparente di fronte al Paese, una sfida che oggi ribadiamo qui, in Aula. E vorrei essere ben capito: non ci intimoriscono gli strumenti legittimi che l'opposizione può usare; li abbiamo usati prima di loro e, vorrei dire, in modo più incisivo. Noi non confondiamo la maggioranza nel voto o in Parlamento, con il monopolio della verità. Crediamo che il processo democratico si compia e si realizzi nel confronto continuo tra maggioranza e opposizione, nella ricerca del bene comune. Ma perché tutto Pag. 21questo abbia senso, perché non si riduca a un gioco sterile, ciascuno deve dichiarare con chiarezza e senza ambiguità i propri obiettivi ed essere coerente, senza scorciatoie negli atti concreti.
  Signor Presidente, oggi per noi, come ho cercato di dire, il punto politico fondamentale è quello di assicurare all'Italia e alle nuove generazioni, attraverso il percorso riformatore, istituzioni democratiche che abbiano la forza di decidere, attraverso percorsi efficienti, trasparenti e lineari, nella chiarezza di ruoli, poteri e prerogative. Senza il compimento di questo percorso, risulterà vano il tentativo di ridurre la distanza tra i cittadini e le istituzioni. Chi pensasse di scommettere su questo, di puntare sul fallimento delle riforme per trarne illusori vantaggi, non solo si porrebbe contro gli interessi del Paese, ma assegnerebbe a se stesso – e il MoVimento 5 Stelle su questa strada mi pare incamminato – il patetico ruolo di «mosca cocchiera». In quel drammatico caso, infatti, i vagheggiati fantasmi di avventati populisti si dissolverebbero ben presto in una pericolosa spirale involutiva, per lasciare padroni del campo ben altri protagonisti, altre forze e altri poteri.
  Noi, signor Presidente, sosteniamo con convinzione il lavoro del Governo guidato da Enrico Letta, esattamente perché questo non accada. Confermiamo con la nostra fiducia l'impegno a dare forza al processo di riforma e futuro alle istituzioni democratiche, certi di essere così, fedeli a noi stessi e utili al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
  Dal momento che la Conferenza dei presidenti di gruppo aveva fissato la chiama alle ore 14,30, sospendo la seduta fino a tale ora.

  La seduta, sospesa alle 14,10, è ripresa alle 14,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Sisto è in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente sessantatrè, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Votazione della questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 1906-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione per appello nominale dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sulla cui approvazione senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
  Colleghi, un attimo di attenzione, perché vi riguarda !
  Avverto che, in considerazione dell'elevato numero di richieste di anticipazione del voto, variamente motivate in relazione ad esigenze di natura istituzionale o a motivi personali, la Presidenza, come preannunciato ai gruppi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, accoglierà un numero di richieste pari al 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo (Applausi).
  Grazie, merito della Presidente. Faccio presente che i gruppi hanno già fatto pervenire alla Presidenza le relative indicazioni. Per quanto riguarda i membri del Governo, verranno accolte soltanto le richieste motivate da indifferibili impegni istituzionali.Pag. 22
  Tale decisione è conforme a quanto già stabilito dalla Presidenza nel corso della XV legislatura, sulla base di criteri individuati dalla Giunta per il Regolamento, in particolare nella riunione del 13 marzo 2007.
  Estraggo a sorte, il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.
  (Segue il sorteggio).

  Marco Di Stefano.
  Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
  Colleghi ! Vi prego di liberare l'emiciclo in maniera che chi deve rispondere lo possa fare. Colleghi ! Prego di liberare la parte...Colleghi !

  (Segue la chiama).

  PRESIDENTE. Colleghi, torno a ripetere, per favore, per correttezza nei confronti dei colleghi che stanno aspettando, di avvicinarvi, guardare il tabellone e avvicinarvi al banco dove si vota. Altrimenti, si salta e si va in coda alla fine della prima chiama.
  (Segue la chiama).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 15,30)

  (Segue la chiama).

  (L'onorevole Buonanno espone un cartello con la scritta: Questo decreto puzza !)

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, tolga quel cartello. Togliete il cartello !
  Onorevole Buonanno, la smetta ! Togliete quel cartello (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente) !

  (Segue la chiama).

  PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1906-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126, recante misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio. Proroghe di termini previsti da disposizioni legislative, nel testo della Commissione e sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

   Presenti e votanti  495   
   Maggioranza  248   
    Hanno risposto sì  340    
    Hanno risposto no  155.

  La Camera approva (Vedi votazioni).
  Si intendono così respinte tutte le proposte emendative presentate.

  Hanno risposto sì:

  Adornato Ferdinando
  Agostini Luciano
  Agostini Roberta
  Albanella Luisella
  Alfano Angelino
  Alfano Gioacchino
  Alli Paolo
  Amato Maria
  Amendola Vincenzo
  Amici Sesa
  Antezza Maria
  Anzaldi Michele
  Argentin Ileana
  Arlotti Tiziano
  Ascani Anna
  Balduzzi Renato
  Baretta Pier Paolo
  Bargero Cristina
  Baruffi Davide
  Basso Lorenzo
  Battaglia Demetrio
  Bazoli Alfredo
  Bellanova Teresa
  Benamati Gianluca
  Beni Paolo
  Berlinghieri Marina
  Berretta Giuseppe
  Bersani Pier Luigi
  Bianchi Dorina
  Bianchi Mariastella
  Biffoni MatteoPag. 23
  Bindi Rosy
  Binetti Paola
  Bini Caterina
  Biondelli Franca
  Blazina Tamara
  Bobba Luigi
  Bocci Gianpiero
  Boccia Francesco
  Boccuzzi Antonio
  Bolognesi Paolo
  Bombassei Alberto
  Bonaccorsi Lorenza
  Bonafè Simona
  Bonavitacola Fulvio
  Bonifazi Francesco
  Bonomo Francesca
  Bordo Michele
  Borghi Enrico
  Borletti Dell'Acqua Buitoni Ilaria Carla Anna
  Boschi Maria Elena
  Bosco Antonino
  Bossa Luisa
  Braga Chiara
  Bragantini Paola
  Brandolin Giorgio
  Bratti Alessandro
  Bray Massimo
  Bressa Gianclaudio
  Bruno Franco
  Bruno Bossio Vincenza
  Burtone Giovanni Mario Salvino
  Buttiglione Rocco
  Campana Micaela
  Cani Emanuele
  Capodicasa Angelo
  Capone Salvatore
  Capozzolo Sabrina
  Carbone Ernesto
  Cardinale Daniela
  Carella Renzo
  Carnevali Elena
  Carocci Mara
  Carra Marco
  Carrescia Piergiorgio
  Carrozza Maria Chiara
  Casati Ezio Primo
  Casellato Floriana
  Casero Luigi
  Cassano Franco
  Castricone Antonio
  Catania Mario
  Causi Marco
  Cenni Susanna
  Censore Bruno
  Cera Angelo
  Cesa Lorenzo
  Cesaro Antimo
  Cicchitto Fabrizio
  Cimbro Eleonora
  Civati Giuseppe
  Coccia Laura
  Colaninno Matteo
  Cominelli Miriam
  Coppola Paolo
  Coscia Maria
  Costa Enrico
  Cova Paolo
  Covello Stefania
  Crimì Filippo
  Crivellari Diego
  Culotta Magda
  Cuperlo Giovanni
  Dallai Luigi
  Dal Moro Gian Pietro
  Damiano Cesare
  D'Arienzo Vincenzo
  D'Attorre Alfredo
  De Girolamo Nunzia
  Del Basso De Caro Umberto
  Dellai Lorenzo
  De Menech Roger
  De Mita Giuseppe
  Di Gioia Lello
  Di Lello Marco
  Di Maio Marco
  D'Incecco Vittoria
  Di Stefano Marco
  Donati Marco
  D'Ottavio Umberto
  Epifani Ettore Guglielmo
  Ermini David
  Fabbri Marilena
  Famiglietti Luigi
  Fanucci Edoardo
  Faraone Davide
  Farina Gianni
  Fassina Stefano
  Fauttilli Federico
  Ferranti Donatella
  Ferrari Alan
  Ferro Andrea
  Fiano Emanuele
  Fiorio MassimoPag. 24
  Fioroni Giuseppe
  Fitzgerald Nissoli Fucsia
  Folino Vincenzo
  Fontana Cinzia Maria
  Fontanelli Paolo
  Formisano Aniello
  Fossati Filippo
  Fragomeli Gian Mario
  Franceschini Dario
  Fregolent Silvia
  Gadda Maria Chiara
  Galgano Adriana
  Galli Carlo
  Galli Giampaolo
  Galperti Guido
  Gandolfi Paolo
  Garavini Laura
  Garofalo Vincenzo
  Garofani Francesco Saverio
  Gasbarra Enrico
  Gasparini Daniela Matilde Maria
  Gelli Federico
  Gentiloni Silveri Paolo
  Ghizzoni Manuela
  Giachetti Roberto
  Giacobbe Anna
  Giacomelli Antonello
  Gigli Gian Luigi
  Ginato Federico
  Ginefra Dario
  Ginoble Tommaso
  Giorgetti Alberto
  Giorgis Andrea
  Giuliani Fabrizia
  Giulietti Giampiero
  Gnecchi Marialuisa
  Gozi Sandro
  Grassi Gero
  Gregori Monica
  Gribaudo Chiara
  Guerini Giuseppe
  Guerini Lorenzo
  Guerra Mauro
  Gullo Maria Tindara
  Gutgeld Itzhak Yoram
  Iacono Maria
  Iannuzzi Tino
  Impegno Leonardo
  Incerti Antonella
  Iori Vanna
  Kyenge Cécile
  Laforgia Francesco
  Lattuca Enzo
  Lauricella Giuseppe
  Legnini Giovanni
  Lenzi Donata
  Letta Enrico
  Leva Danilo
  Librandi Gianfranco
  Locatelli Pia Elda
  Lodolini Emanuele
  Lorenzin Beatrice
  Losacco Alberto
  Lotti Luca
  Lupi Maurizio
  Madia Maria Anna
  Maestri Patrizia
  Magorno Ernesto
  Malisani Gianna
  Malpezzi Simona Flavia
  Manfredi Massimiliano
  Manzi Irene
  Marantelli Daniele
  Marazziti Mario
  Marchetti Marco
  Marchi Maino
  Mariani Raffaella
  Mariano Elisa
  Marrocu Siro
  Marroni Umberto
  Martella Andrea
  Martelli Giovanna
  Martino Pierdomenico
  Marzano Michela
  Mattiello Davide
  Mauri Matteo
  Mazziotti Di Celso Andrea
  Mazzoli Alessandro
  Melilli Fabio
  Meloni Marco
  Meta Michele Pompeo
  Miccoli Marco
  Miotto Anna Margherita
  Misiani Antonio
  Misuraca Dore
  Mogherini Federica
  Mognato Michele
  Molea Bruno
  Monaco Francesco
  Mongiello Colomba
  Montroni Daniele
  Morani Alessia
  Morassut Roberto
  Moretti AlessandraPag. 25
  Mosca Alessia Maria
  Moscatt Antonino
  Mura Romina
  Murer Delia
  Naccarato Alessandro
  Nardella Dario
  Narduolo Giulia
  Nicoletti Michele
  Oliverio Nicodemo Nazzareno
  Orfini Matteo
  Orlando Andrea
  Ottobre Mauro
  Pagani Alberto
  Pagano Alessandro
  Palma Giovanna
  Paolucci Massimo
  Paris Valentina
  Parrini Dario
  Pastorelli Oreste
  Pastorino Luca
  Patriarca Edoardo
  Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
  Pes Caterina
  Petitti Emma
  Petrini Paolo
  Piccione Teresa
  Piccoli Nardelli Flavia
  Piccolo Salvatore
  Piccone Filippo
  Picierno Pina
  Pini Giuditta
  Pisicchio Pino
  Piso Vincenzo
  Pistelli Lapo
  Pizzolante Sergio
  Plangger Albrecht
  Pollastrini Barbara
  Portas Giacomo Antonio
  Preziosi Ernesto
  Quartapelle Procopio Lia
  Rabino Mariano
  Raciti Fausto
  Rampi Roberto
  Realacci Ermete
  Ribaudo Francesco
  Richetti Matteo
  Rigoni Andrea
  Roccella Eugenia
  Rocchi Maria Grazia
  Romano Andrea
  Rosato Ettore
  Rossi Domenico
  Rossomando Anna
  Rostan Michela
  Rotta Alessia
  Rughetti Angelo
  Saltamartini Barbara
  Sammarco Gianfranco
  Sanga Giovanni
  Sani Luca
  Sanna Francesco
  Sanna Giovanna
  Santerini Milena
  Sberna Mario
  Sbrollini Daniela
  Scalfarotto Ivan
  Scanu Gian Piero
  Schirò Gea
  Scopelliti Rosanna
  Scuvera Chiara
  Senaldi Angelo
  Sereni Marina
  Simoni Elisa
  Sottanelli Giulio Cesare
  Speranza Roberto
  Stumpo Nicola
  Tabacci Bruno
  Tancredi Paolo
  Taranto Luigi
  Taricco Mino
  Tartaglione Assunta
  Tentori Veronica
  Terrosi Alessandra
  Tidei Marietta
  Tinagli Irene
  Tullo Mario
  Vaccaro Guglielmo
  Valente Valeria
  Valiante Simone
  Vargiu Pierpaolo
  Vazio Franco
  Velo Silvia
  Venittelli Laura
  Ventricelli Liliana
  Verini Walter
  Vignali Raffaello
  Villecco Calipari Rosa Maria
  Vitelli Paolo
  Zampa Sandra
  Zanin Giorgio
  Zardini Diego
  Zoggia Davide

Pag. 26

  Hanno risposto no:

  Abrignani Ignazio
  Agostinelli Donatella
  Airaudo Giorgio
  Alberti Ferdinando
  Allasia Stefano
  Archi Bruno
  Artini Massimo
  Baldelli Simone
  Barbanti Sebastiano
  Basilio Tatiana
  Battelli Sergio
  Benedetti Silvia
  Bergamini Deborah
  Bernini Massimiliano
  Bernini Paolo
  Bianchi Nicola
  Boccadutri Sergio
  Bonafede Alfonso
  Borghesi Stefano
  Bragantini Matteo
  Brugnerotto Marco
  Brunetta Renato
  Buonanno Gianluca
  Busin Filippo
  Businarolo Francesca
  Busto Mirko
  Caparini Davide
  Capezzone Daniele
  Carfagna Maria Rosaria
  Cariello Francesco
  Carinelli Paola
  Caso Vincenzo
  Chimienti Silvia
  Ciprini Tiziana
  Cirielli Edmondo
  Colletti Andrea
  Colonnese Vega
  Cominardi Claudio
  Corda Emanuela
  Cozzolino Emanuele
  Crippa Davide
  Currò Tommaso
  Dadone Fabiana
  Daga Federica
  Dall'Osso Matteo
  Del Grosso Daniele
  Dell'Orco Michele
  De Rosa Massimo Felice
  Di Battista Alessandro
  Di Benedetto Chiara
  Dieni Federica
  Di Maio Luigi
  D'Incà Federico
  Di Salvo Titti
  Di Stefano Manlio
  Di Vita Giulia
  Duranti Donatella
  D'Uva Francesco
  Fantinati Mattia
  Farina Daniele
  Fava Claudio
  Fedriga Massimiliano
  Ferrara Francesco detto Ciccio
  Ferraresi Vittorio
  Fico Roberto
  Fontana Gregorio
  Fraccaro Riccardo
  Fratoianni Nicola
  Frusone Luca
  Furnari Alessandro
  Gagnarli Chiara
  Galati Giuseppe
  Gallinella Filippo
  Gallo Luigi
  Giordano Silvia
  Giorgetti Giancarlo
  Grande Marta
  Grillo Giulia
  Grimoldi Paolo
  Guidesi Guido
  Iannuzzi Cristian
  Invernizzi Cristian
  Kronbichler Florian
  L'Abbate Giuseppe
  Lacquaniti Luigi
  Lainati Giorgio
  La Russa Ignazio
  Lavagno Fabio
  Liuzzi Mirella
  Lorefice Marialucia
  Lupo Loredana
  Mantero Matteo
  Marcolin Marco
  Marcon Giulio
  Marzana Maria
  Melilla Generoso
  Meloni Giorgia
  Micillo Salvatore
  Migliore Gennaro
  Molteni Nicola
  Mottola Giovanni Carlo Francesco
  Mucci MaraPag. 27
  Nardi Martina
  Nesci Dalila
  Nicchi Marisa
  Nuti Riccardo
  Paglia Giovanni
  Palese Rocco
  Palmizio Elio Massimo
  Pannarale Annalisa
  Parentela Paolo
  Parisi Massimo
  Pellegrino Serena
  Pesco Daniele
  Petraroli Cosimo
  Petrenga Giovanna
  Piazzoni Ileana Cathia
  Pilozzi Nazzareno
  Pini Gianluca
  Piras Michele
  Placido Antonio
  Polverini Renata
  Prataviera Emanuele
  Prestigiacomo Stefania
  Prodani Aris
  Ragosta Michele
  Rampelli Fabio
  Ricciatti Lara
  Rizzetto Walter
  Rizzo Gianluca
  Romano Paolo Nicolò
  Rondini Marco
  Rostellato Gessica
  Rotondi Gianfranco
  Ruocco Carla
  Russo Paolo
  Sarti Giulia
  Savino Elvira
  Scotto Arturo
  Segoni Samuele
  Sibilia Carlo
  Spadoni Maria Edera
  Spessotto Arianna
  Terzoni Patrizia
  Tofalo Angelo
  Totaro Achille
  Tripiedi Davide
  Turco Tancredi
  Vacca Gianluca
  Vella Paolo
  Vignaroli Stefano
  Vito Elio
  Zaccagnini Adriano
  Zaratti Filiberto
  Zolezzi Alberto

  Sono in missione:

  Alfreider Daniel
  Castiglione Giuseppe
  D'Alia Giampiero
  D'Ambrosio Giuseppe
  Dambruoso Stefano
  Dell'Aringa Carlo
  Galan Giancarlo
  Leone Antonio
  Lombardi Roberta
  Mannino Claudia
  Martino Antonio
  Merlo Ricardo Antonio
  Ravetto Laura
  Schullian Manfred
  Sisto Francesco Paolo

  PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo e sull'ordine dei lavori (ore 15,55).

  DALILA NESCI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, vorrei sollecitare la risposta ad alcune mie interrogazioni: la n. 4-00244, sull'invaso dell'Alaco, in provincia di Vibo Valentia, e il rischio di avvelenamento per migliaia di calabresi; la n. 4-00294, sull'intimidazione ad un imprenditore di Gioia Tauro; la n. 4-01056, sull'emergenza rifiuti in Calabria.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 15,56).

  RICCARDO NUTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, in questi giorni sono state date, nei vari Pag. 28organi di stampa, informazioni errate riguardo la vicenda degli LSU, anche da alcuni colleghi, come ad esempio Ribaudo, del PD, ma non solo.
  Queste dichiarazioni possono alimentare il clima di odio e di violenza che in genere c’è contro la politica o contro chi magari ha un'opinione diversa dagli interessi di alcune categorie. In particolare, è errato dire che il MoVimento 5 Stelle e Forza Italia hanno votato contro questi lavoratori. Perché ? In primis, perché semplicemente Forza Italia in Commissione bilancio ha votato a favore della norma degli LSU, mentre noi contro; in secondo luogo, ben più importante, perché in questa norma non si parla di stabilizzare gli LSU siciliani, ma semplicemente si parla di una stabilizzazione a tempo determinato – e già lei stesso comprende il controsenso e l'assurdità, in quanto una stabilizzazione, casomai, è a tempo indeterminato e non a tempo determinato – e poi perché si continua con questa ennesima presa in giro.
  In più, eventualmente questa finta stabilizzazione, che tale non è, riguarda comunque gli LSU solamente della Calabria. Quindi, va chiarito che, siccome questa pratica continua da trent'anni, nei quali sono stati erogati 100 milioni all'anno per gli LSU di Napoli e Palermo, per un totale di 2,5 miliardi di euro, l'intento del MoVimento 5 Stelle è quello di togliere il guinzaglio a questi lavoratori, che vengono costantemente sfruttati e presi in giro nella promessa di un posto di lavoro nella pubblica amministrazione, che non può che avvenire tramite concorsi, come prevede la Costituzione, a meno che quest'ultima non voglia essere violata dai colleghi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MASSIMO ARTINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Signor Presidente, volevo sollecitare il Governo su queste tre interrogazioni presentate il 17 settembre: la n. 4-00184, la n. 4-01843 e la n. 4-01840, che effettivamente ormai sono a decantare nelle stanze del Governo da mesi.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, anche la mia è una sollecitazione. Ho presentato in questi mesi 27 interrogazioni a cui ho avuto risposta solo per due. Visto che si avvicina Natale, vorrei avere come regalo dal Governo una risposta alle seguenti interrogazioni: la n. 4-00363 del 6 maggio; la n. 4-00515 del 21 maggio; la n. 5-01567, del 26 novembre – lo so che è abbastanza nuova –; la n. 5-01519 del 20 novembre; grazie, e grazie al Governo se vorrà rispondere.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Per aiutare la Presidenza, visto che siamo vicini al Natale, siccome vi sono già parecchi colleghi che hanno chiesto di parlare e vedo alzare le mani da coloro che sono già iscritti, aiutatemi, perché se no rischiamo di segnare 45 volte le stesse persone.
  Proporrei che, alla fine dell'elenco, se qualcuno non è stato chiamato, me lo dice e lo aggiungiamo.

  ROBERTO FICO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO FICO. Signor Presidente, come sappiamo a breve, all'inizio di gennaio arriverà in Aula il decreto-legge sulla «Terra dei fuochi» e quindi il MoVimento 5 Stelle in Campania, con tutti i parlamentari, ha organizzato una grandissima giornata di partecipazione per far riuscire a tutti i cittadini di presentare gli emendamenti a questo decreto; e chi meglio dei cittadini campani sa e conosce questo problema ? Possono emendare questo decreto che assolutamente ancora non ci accontenta e speriamo di migliorarlo con una grandissima giornata di partecipazione.Pag. 29
  Questo significa democrazia partecipata per noi, questo significa democrazia diretta e i cittadini sono i migliori legislatori del Paese. Ed è questo che faremo il 28 dicembre tutti insieme a Napoli.

  PAOLO PARENTELA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO PARENTELA. Signor Presidente, a dicembre di 18 anni fa moriva in circostanze misteriose il capitano Natale De Grazia. Al momento della sua morte faceva parte di un pool investigativo, coordinato dal sostituto procuratore Francesco Neri che indagava sullo smaltimento illecito di rifiuti in Calabria, con particolare attenzione al fenomeno delle «navi dei veleni», ovvero vecchie imbarcazioni affondate nel Mediterraneo cariche di rifiuti tossici radioattivi.
  De Grazia morì mentre viaggiava verso La Spezia, dove avrebbe dovuto recuperare dei documenti utili alle indagini, poi questi documenti furono distrutti dopo la sua morte.
  Natale De Grazia è stato un uomo coraggioso, che non ha mai smesso di cercare la verità. Ha passato la sua vita a difendere la terra che amava. Amava il mare ed ha contribuito a difenderlo, nonostante si fosse probabilmente accorto di avere tra le mani verità troppo scomode per essere raccontate. De Grazia è morto e forse non sapremo mai il perché. Nel frattempo, quelle navi continuano a stare sui fondali dei nostri mari, cariche di ogni cosa e circondate dal silenzio assordante di chi dovrebbe tutelare i cittadini ed invece tutela i giochi sporchi di chi le ha affondate. È doveroso rispettare la memoria di Natale De Grazia. È doveroso scavare negli abissi di questo mistero italiano.
  Nella Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo illecito dei rifiuti risultano più di seicento i fascicoli secretati. Alcuni di questi riguardano vicende ancora oscure degli ultimi vent'anni di storia italiana, come la morte sospetta di Natale De Grazia e i traffici internazionali di rifiuti verso la Somalia (vedi caso Alpi). Documenti che potrebbero diventare oggetto di studio e riflessione, contributo alla costruzione di una memoria cui molti appaiono insofferenti e indifferenti.
  Presidente, ho appreso da un articolo di stampa de Linkiesta ieri che la Presidente Boldrini avrebbe intenzioni di desecretare questi fascicoli. Mi auguro che, dopo le parole, seguiranno i fatti. Noi, nel frattempo, come Natale De Grazia, non ci arrenderemo mai.

  FILIPPO GALLINELLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, anche io chiedo un sollecito per alcune interrogazioni in Commissione perché adesso c’è stato, diciamo, un rimpasto della maggioranza e mi auguro – ci spero – che un po’ le cose si velocizzino. Comincio dalla più vecchia che è di luglio: la n. 5/00544; la n. 5/00635; la n. 5/00715; la n. 5/00887; la n. 5/01155; la n. 5/01327; la n. 5/01328; la n. 5/01329; la n. 5/01330; la n. 5/01333; la n. 5/01334; la n. 5/01335; la n. 5/01336; la n. 5/01354; la n. 5/01436 e la n. 5/01568.

  PRESIDENTE. Non vorrei deluderla, onorevole Gallinella, ma se le sue speranze sono legate alla notizia che ci ha dato all'inizio del suo intervento, il rimpasto non c’è stato, quindi temo che le interrogazioni seguiranno il corso normale.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, ai sensi del comma 2 dell'articolo 134 del Regolamento, chiedo che vengano poste all'ordine del giorno delle prossime sedute delle Commissioni assegnatarie le seguenti interrogazioni a risposta scritta: la n. 4/02196 e la n. 4/02629. Sempre che Pag. 30il Governo trovi il tempo di rispondere dopo tutte le interrogazioni del collega.

  PRESIDENTE. E chissà se ci fermiamo qui, onorevole Zolezzi. Comunque, ovviamente, onorevole Zolezzi – anzi mi scusi, onorevole L'Abbate: consentite che il Presidente abbia un momento di defaillance: stavo guardando il nome successivo – la richiesta va innanzitutto fatta in sede di Commissione, nel senso che lì, se si tratta di interrogazioni a risposta in Commissione, certamente sarà più possibile avere risposte.

  ALBERTO ZOLEZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, approfitto di questa data natalizia per fare gli auguri agli amministratori locali della città di Mantova che, per consolarsi dell'aver perso il «treno» della capitale europea della cultura, vorrebbero festeggiare aprendo un ipermercato Esselunga in zona tutelata come patrimonio Unesco, in prossimità di Palazzo Te. Esselunga tenta di festeggiare, spedendo un buono da 30 euro ai cittadini di Mantova, da spendere in un altro loro supermercato, ma i 30 denari non li vogliamo. A Natale, conviene mangiarsi i fichi secchi piuttosto che impiccarsi a un fico come fece chi si vendette per 30 denari, ma il colpevole è soprattutto chi recidiva con questi metodi, visto che a Cusano Milanino Esselunga ha fatto lo stesso. Riteniamo necessario difendere i negozi di prossimità e la filiera corta.
  Altro motivo per festeggiare è la recente apertura del parcheggio di Piazzale Mondadori, ex stazione bus di Mantova: Mantova ha perso la stazione bus, limitrofa alla stazione, dove in effetti ormai di treni ne arrivano davvero pochi, e la colpa non ritengo sia dell'imprenditore Antonio Muto, classe 1962, ma forse degli amministratori locali, visto che la camera di commercio è ancora tentata di coprire le spese del parcheggio e visto che il capogruppo PdL Acerbi è stato addirittura suo socio, insieme a Tarcisio Zobbi e ad altri.
  E ora nessuno si oppone all'eliminazione di altri parcheggi pubblici per favorire il parcheggio privato suddetto. Bilancio, provincia di Mantova, ha perso parcheggi che, comunque, nei centri delle città europee non vengono più costruiti. La mobilità locale sostenibile può portare fino a mezzo milione di posti di lavoro nel nostro Paese.
  Auguri di una politica partecipata, che guidi la città di Mantova e che non si faccia trascinare nel deserto.

  FRANCESCO D'UVA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Signor Presidente, colgo l'occasione per fare gli auguri a lei, a tutti i presenti nell'Aula e a tutti i radioascoltatori di GR-Parlamento.
  Volevo fare un sollecito a interrogazioni scritte: a quella del 23 maggio n. 4-00569 al Ministero per le infrastrutture e trasporti, sul monitoraggio ambientale dello stretto di Messina, alla n. 4-00930 al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, alla n. 4-01246 sempre al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e alla n. 4-01258 sempre al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che riguardano rispettivamente l'erogazione di borse di studio, garantire ai siciliani l'accesso alle classi a indirizzo musicale e verificare che determinati sistemi clientelari presso l'università di Bologna risalenti al 1992 siano veritieri o meno.
  Poi volevo sollecitare la risposta a due interrogazioni al Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare: la n. 4-01641 e la n. 4-02215, che vertono sul depuratore di Lipari e sul suo finanziamento e commissariamento e un atto sull'erosione delle coste di Gioiosa Marea, in provincia di Messina.
  Infine sollecito la risposta a un'interrogazione riguardante la caserma dei carabinieri di Acquedolci, sempre in provincia Pag. 31di Messina, al Ministero dell'interno, la n. 4-02867 del 6 dicembre: pare che questa caserma stia per chiudere, e questo preoccupa molto i cittadini del luogo.
  La ringrazio e la prego di sollecitare.

  PRESIDENTE. La ringrazio e ricambio gli auguri, visto che ci siamo.
  Forse è anche l'occasione utile per rivolgere gli auguri anche a tutti i dipendenti della Camera, che certamente in questi giorni, in particolare coloro che ci hanno assistito nel lavoro d'Aula e in Commissione, credo che abbiano fatto davvero un lavoro egregio, e li ringraziamo (Applausi).

  LOREDANA LUPO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LOREDANA LUPO. Signor Presidente, in questi giorni, abbiamo parlato spesso del contributo che Expo 2015 continua a chiederci. Però, oltre a questo contributo, bisogna sapere che stanno contattando una serie di aziende per fare da sponsor a «Nutrire il pianeta».
  Io vorrei denunciare una cosa importante, attraverso un'interrogazione alla quale ancora non ho avuto risposta: la n. 2-00487. Ora, le aziende contattate tra le varie sono la Coca Cola, la McDonald's e Starbucks, nonché le multinazionali impegnate nelle biotecnologie, come la Monsanto. Ora, questa tipologia di aziende, quanto meno una McDonald's come una Coca Cola, non sono proprio l'emblema di quello che viene normalmente definito come «Nutrire il pianeta».
  In più la Monsanto è specializzata nella produzione di erbicidi, ormoni di sintesi, di sementi geneticamente modificate, ed è accusata di pressioni nel corso della Conferenza di Kyoto del 1997, affinché la Conferenza stessa non inserisse gli idrofluorocarburi, sostanze che contribuiscono in misura notevole all'effetto serra, tra i gas da ridurre.
  In considerazione di tutto questo, noi appunto chiedevamo in questa interrogazione se il Governo è a conoscenza di quest'azione che si sta sviluppando. Visto che Expo continua a chiedere soldi sia fuori sia dentro, quanto meno si abbia una risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Signor Presidente, noi in questi giorni abbiamo parlato molto di province. Volevo sottolineare la distanza non solo del MoVimento 5 Stelle da questo inutile istituto, ma anche la distanza del MoVimento 5 Stelle Campania dall'ex presidente della provincia di Napoli, Luigi Cesaro.
  Io voglio anche sottolineare l'importanza dell'appuntamento del 28, che avvicinerà i cittadini campani alla possibilità, finalmente, di incidere sulla disastrosa situazione dei rifiuti della Campania (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carinelli. Ne ha facoltà.

  PAOLA CARINELLI. Signor Presidente, io volevo semplicemente sollecitare la risposta a una mia interrogazione, la n. 4-01949, in materia di costi di locazione della rete diplomatica consolare. Credo che in questo momento particolare dell'anno, dove molto si parla di bilanci di Stato e anche di palazzi e di palazzinari, avere una risposta a questa interrogazione sui costi di locazione sia veramente urgente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Signor Presidente, un deputato della regione siciliana del MoVimento 5 Stelle è stato vittima, nei giorni scorsi, di una vile aggressione a Palermo. Giorgio Ciaccio, segretario della commissione bilancio e commissione antimafia della regione siciliana, stava tornando a casa a piedi, nella tarda serata del 19 dicembre scorso, quando è stato fermato e Pag. 32subito dopo aggredito da due ragazzi, nei pressi di piazza Marina. Nella colluttazione ha riportato leggere ferite al volto e gli è stato sottratto il cellulare. L'episodio è stato ovviamente denunciato alle forze dell'ordine e le indagini sono tuttora in corso.
  Da quest'Aula vogliamo inviare il nostro messaggio di solidarietà a Giorgio, un deputato ma ancora prima un attivista e cittadino del MoVimento 5 Stelle, un amico, punto di riferimento e modello per molti di noi, dentro e fuori da qui. Speriamo che dietro questa aggressione non ci sia niente di più grave. Giorgio aveva, infatti, appena denunciato le oscure manovre attorno al personale di Sicilia e Servizi, la compartecipata della regione che potrebbe essere utilizzata per facili assunzioni.
  Grazie Giorgio, per il tuo lavoro e per ciò che rappresenti. Ringraziamo anche di cuore gli esponenti della società civile che hanno manifestato pubblicamente tutta la loro vicinanza, come il movimento delle «Agende Rosse» e «Antimafia 2000». Il sostegno in questi momenti è fondamentale. Grazie ancora, a nome di tutto il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ovviamente la violenza non è mai accettabile e, in relazione a quanto accaduto, anche la Presidenza della Camera si associa alla solidarietà nei confronti di chi è stato aggredito e vittima di violenza in questa occasione.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.

  MATTEO DALL'OSSO. Signor Presidente, a parte il «buongiorno» o «buonasera», Presidente, vorrei chiederle, visto che l'Australia ha aperto alla comunità italiana per nuovi posti di lavoro, cosa aspettiamo noi e che cosa aspetta il Governo per fare qualcosa per evitare emigrazioni di nuovi giovani altamente specializzati ?
  Quindi, è una domanda che vorrei fare al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Dall'Osso, ovviamente qui l'abbiamo sollecitata, ma poi la domanda la potrà fare direttamente, attraverso il sindacato ispettivo, al Governo o in altre occasioni nelle quali, magari con atti parlamentari, il Governo sarà interlocutore e potrà risponderle direttamente.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, come i miei colleghi, vorrei sollecitare la risposta ad alcune interrogazioni, la n. 4-02538 sulla Orte-Mestre, che è stata approvata recentemente, la n. 4-02256 sul by-pass di Campalto, un'opera da 2 milioni di euro per 2 chilometri, la n. 4-01710 sugli scandali del Mose e i finanziamenti illeciti che ne sono seguiti, l'ulteriore n. 4-10113, sempre sul Mose, e la n. 4-00934 sulla mancata realizzazione delle opere connesse al passante, quale lo spostamento del casello da Milano a Roncoduro, che crea disagi ai cittadini tutti i giorni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, volevo soltanto far presente che la scorsa settimana ho presentato un'interrogazione in Commissione nei confronti del Ministro Alfano, domandandogli quali fossero le misure da attuare per limitare la corruzione nel nostro Paese. Transparency international ha emesso una nuova relazione e siamo balzati dal settantaduesimo posto addirittura al sessantanovesimo. Il Ministro Alfano mi ha detto di non essere competente in materia. Fortunatamente, però, due giorni dopo si è reso conto di esserlo perché ha preso parte ad un convegno parlando proprio della corruzione ed era il relatore. Per cui vorrei far presente questa sottile mancanza di coerenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

Pag. 33

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, solamente per sollecitare la risposta a un'interrogazione a risposta scritta che ho depositato qualche mese fa, che è la n. 4-01927, e per chiedere un'altra cortesia al Governo, cioè che nelle risposte ci sia precisione, perché se nell'oggetto ci sono delle domande specifiche, magari sul buco dell'INPS, per dire, non è che mi devono raccontare la storia dell'INPS o dei suoi immobili, mi devono raccontare e spiegare specificatamente quanto richiesto, altrimenti provvederò a presentare un'interrogazione con domande a risposta multipla, perché che altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, anche io voglio sottolineare e fare svegliare questo Governo, per far sì che dia delle risposte alle interrogazioni. Colgo l'occasione per salutare anche le persone che lavorano a Palazzo Marini che non sono da meno. La professionalità che c’è dentro quest'Aula e dentro questo Palazzo c’è anche a palazzo Marini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voglio fare gli auguri a tutte quelle persone che sono lasciate indietro da questo Governo democristiano e voglio veramente che abbiano il sentore che noi del MoVimento 5 Stelle gli saremo sempre a fianco e non molleremo un colpo per difendere gli ultimi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Di Maio. Ne ha facoltà.

  LUIGI DI MAIO. Signor Presidente, nell'associarmi al suo buon augurio al personale della Camera dei deputati, le vorrei sollecitare un'interrogazione di cui non ho in questo momento il numero ma dovrei ricordare a memoria. È la n. 24/1024.

  PRESIDENTE. Lei ci stupisce sempre, onorevole Di Maio.

  LUIGI DI MAIO. E nel caso non dovessi ricordare bene, chiarirò il mio pensiero nella prossima seduta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Agostinelli. Ne ha facoltà.

  DONATELLA AGOSTINELLI. Signor Presidente, io vorrei sollecitare la risposta a un'interrogazione che ho presentato a maggio, la n. 4-00324. Qual era lo scopo dell'interrogazione ? Io intervengo spesso a fine seduta sollecitando sempre la risposta alla stessa interrogazione. Si tratta del famoso caso Longarini, un signore che è stato concessionario dei piani di ricostruzione post bellica di Ancona, Ariano Irpino e Macerata. Allora, vorrei far presente a quest'Aula deserta che qui, per quanto riguarda l'arbitrato di Ancona, è in ballo un ammontare di un miliardo e mezzo di lire, di euro scusate, quindi sono talmente alte le cifre che mi confondo anche io. Un miliardo e mezzo di euro vuol dire tremila miliardi delle vecchie lire. Sta per uscire la sentenza della Corte d'appello riguardo a questo arbitrato, ritengo che sia veramente una cosa scandalosa. Con la crisi e la miseria che attanaglia l'Italia in questo periodo, noi ci permettiamo di stare zitti di fronte a questo scandalo che si sta consumando.
  Noi dobbiamo dare una risposta. Quindi io pretendo che il Governo venga a rispondere su questo scandalo che si sta per consumare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.

  VINCENZO CASO. Signor Presidente, io le chiedo di fare da tramite verso il nostro collega Lattuca per dargli delle informazioni. Ieri l'ho sentito parlare nella pregiudiziale di questo decreto, attribuendo al Partito Democratico il successo per la riapertura della Dia di Malpensa. Io voglio dare questa informazione: la Dia di Malpensa è stata proprio chiusa dal Governo Letta-Alfano e solo grazie a un emendamento del MoVimento 5 Stelle al Pag. 34Senato, è stata possibile la riapertura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). A questo punto la mia interrogazione 4-02345 che riguardava le motivazioni della chiusura della Dia non la sollecito più, visto che la risposta ce la siamo data da soli, facendola riaprire. Chiedo invece la sollecitazione per l'interrogazione n. 4-02352 che riguarda invece la nomina dell'indagato Cesare Vaciago all'Expo. Possibilmente chiedo che la risposta possa arrivare prima dell'inizio dell'Expo. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

  PRESIDENTE. Grazie a lei, ci uniamo al suo auspicio.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, io invece più che alle persone qua dentro, vorrei fare gli auguri a quelli che sono fuori, perché qua dentro penso che le persone ne ricevano molti di auguri, mentre le persone che sono fuori da questo palazzo magari hanno più bisogno della vicinanza e della solidarietà anche nostra. Anche io qui sono a sollecitare alcune interrogazioni. Alcune addirittura le ho sollecitate già cinque, sei volte, quindi ci riprovo, sperando che magari un atto di clemenza... .
  Una, in particolare, la n. 4-0090 che riguarda un dirigente, l'allora Ministro dell'ambiente Clini, ora ancora dirigente, su alcuni atti da lui fatti, alcune lettere che abbiamo trovato, per la quale aspetto una risposta dal 25 marzo, quindi è già un bel po'di tempo. Poi c’è la n. 4-00129, sempre sulla stessa vicenda, ma con degli aspetti affini, la n. 4-01439, la n. 4-01807, la n. 4-01834, la n. 4-02447, la n. 4-02934 e fortunatamente l'ultima – ho finito – la n. 4-02935. Io mi auguro insomma che questi appelli servano a qualcosa, anche se ho poche speranze, francamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Io ho la sensazione che a qualcosa serviranno, però speriamo di....
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Brugnerotto. Ne ha facoltà.

  MARCO BRUGNEROTTO. Signor Presidente, un semplice sollecito all'interrogazione a risposta scritta n. 4-02750 da me sottoscritta riguardante la Orte-Mestre, detta Romea Commerciale, e un'altra interrogazione a risposta scritta di cui chiediamo il sollecito, ma è stata fatta al Senato, quindi non so se sia possibile fare questo sollecito da parte nostra (eventualmente facciamo una richiesta anche alla Camera), sottoscritta dai senatori Cappelletti ed Endrizzi. Visto che si tratta degli ultimi giorni dell'anno e visto che negli ultimi giorni dell'anno solitamente si butta sempre qualcosa di vecchio, l'interrogazione era rivolta al Ministro Zanonato e riguardava la revoca del titolo di cavaliere a Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frusone. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Signor Presidente, io non solleciterò nessuna interrogazione visto che anche dopo ripetuti solleciti non abbiamo mai risposte, ma volevo commentare una notizia appresa oggi, e parlo della notizia di Renzi che si ricandida a sindaco per altri cinque anni. Al di là del fatto che potrebbe essere smentita già domani, visto che l'incoerenza di Renzi è nota, vorrei usare questo tempo per esprimere la mia solidarietà ai cittadini di Firenze, dopo questa notizia. Anche perché se andiamo a vedere le cifre delle sue presenze in comune, i numeri, in realtà esce un quadro pietoso.
  Parlo di solo 8 presenze su 45 nel 2012 e solo di 6 presenze su 17 nel 2013, ma mi fermo a giugno. Quindi, non ho numeri per arrivare fino a fine anno. Quindi, sinceramente di fronte a questa notizia, un pochino voglio esprimere la mia solidarietà per quei cittadini che non hanno ad oggi un sindaco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 35

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, sbagliano l'elenco, onorevole Frusone, le ho fatto scavalcare un po’ di suoi colleghi che mi perdoneranno, ma l'importante è che parlino tutti.

  EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, mi unisco agli auguri per tutti e a tutti i colleghi di tutti i gruppi politici, in particolare a quei parlamentari che fanno dalla mattina alla sera il loro dovere, studiando e ristudiando i documenti che producono il Parlamento e il Governo, a prescindere da qualsiasi gruppo essi appartengano, fanno il loro dovere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Io questa mattina, insieme alla collega Stella Bianchi, alla collega Pina Picierno e alla collega Micaela Campana, mi sono recato presso il CIE di Roma, Ponte Galeria, dove abbiamo potuto incontrare e dialogare con alcuni dei residenti in questo centro, in particolare con 17 persone che si sono cucite la bocca e che hanno minacciato questo pomeriggio di cucirsi gli occhi. E 60 degli ospiti di questo centro hanno annunciato lo sciopero della fame.
  Io credo – siccome l'intervento è breve – che l'idea stessa dei CIE, l'idea di fondo vada superata. Questi si sono trasformati in carceri, mentre l'obiettivo alla loro nascita non doveva essere questo. Doveva essere quello di un centro temporaneo per l'individuazione degli immigrati. Questo Paese ha necessità di cambiare le leggi sull'immigrazione e le leggi sui luoghi dove temporaneamente si svolge l'identificazione di queste persone, perché abbiamo bisogno fino in fondo di riconquistare i diritti umani e civili per chiunque calchi il suolo del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  MICHELE DELL'ORCO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MICHELE DELL'ORCO. Signor Presidente, io volevo sollecitare la risposta all'interrogazione n. 4-01702, in merito all'azienda Firem di Formigine, che ha delocalizzato in Polonia quest'estate. Il Ministro Franceschini qua in Aula aveva promesso che se ne sarebbe occupato in prima persona, ma la risposta non è ancora pervenuta.
  Vorremmo quindi sapere se risulta che per la Firem sia stata rispettata la procedura di trasferimento prevista dalla legge n. 428, in merito al mancato preavviso ai lavoratori. Ci sono decine di lavoratori che aspettano ancora risposte da agosto e attendiamo fiduciosi una risposta.

  NICOLA BIANCHI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  NICOLA BIANCHI. Signor Presidente, intervengo per sollecitare anch'io delle risposte al Governo in merito alle interrogazioni scritte che ho presentato, ovvero la n. 4-01546, presentata in data 1o agosto 2013, sulla situazione del personale educativo nel carcere di San Giovanni di Alghero, la n. 4-01169, presentata in data 5 luglio 2013, sulla situazione di degrado in cui versa la strada statale 131 relativa al nord Sardegna, la n. 4-01082, presentata in data 2 luglio 2013, sui rischi sociali ed ambientali derivati dall'azienda chimica Vinis e la n. 4-00717, presentata in data 5 giugno 2013, quindi stiamo parlando di sei mesi fa, relativa alle dune di Badesi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  EMANUELA CORDA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELA CORDA. Signor Presidente, anch'io rinnovo gli auguri a tutti i colleghi, al personale della Camera e intervengo per denunciare una cosa molto grave che sta avvenendo in Sardegna. È un Pag. 36fatto squisitamente politico. La giunta Cappellacci sta tentando di non far partecipare altre formazioni politiche alle elezioni regionali, costringendole alla raccolta firme in soli dieci giorni; tutto questo non rispettando il termine nazionale di trenta giorni per la presentazione delle liste.
  Infatti, cosa ha fatto il signor Cappellacci ? Ha pensato bene di modificare la legge elettorale, rinviando per la presentazione delle liste ad una legge statutaria addirittura del 1979.
  Legge che prevede il deposito entro dieci giorni dalla convocazione dei comizi. Allora, io mi domando: ma Cappellacci si ritiene tanto bravo da dover pretendere ancora di essere rieletto, ancora una volta impedendo agli altri di partecipare alla competizione elettorale ? È una cosa assolutamente scandalosa. Mi auguro che il 2 marzo, quando ci sarà l'appuntamento con il voto, entrino nuove forze in regione. Soprattutto, chiudo porgendo i miei auguri a tutti i miei conterranei che hanno sofferto tantissimo, ma in modo particolare a Cappellacci, dicendogli un bel «tutti a casa» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CHIARA GAGNARLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CHIARA GAGNARLI. Signor Presidente, anch'io volevo sollecitare alcune risposte alle interrogazioni a risposta scritta, la n. 4/00969 del 20 giugno, la n. 4/01008 del 26 giugno, la n. 4/01023 del 26 giugno, la n. 4/01171 del 5 luglio, la n. 4/01512 del 31 luglio, la n. 4/01609 del 6 agosto e, per finire, la n. 4/01885 del 19 agosto.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, da deputato irpino volevo portare in quest'Aula alcune delle questioni delle quali mi sono occupato e che sono relative al mio territorio. Volevo esprimere la mia solidarietà e gli auguri di buon Natale a tutti i lavoratori dell'Irisbus, che sono vittime della delocalizzazione di Stato da parte della FIAT, molti dei quali hanno perso il lavoro a causa, appunto, della delocalizzazione di questa azienda, e ai lavoratori dell’ex Isochimica che sono da più di vent'anni che cercano di combattere contro delle malattie asbesto correlate e, purtroppo, non hanno la possibilità di andare in pensione perché devono continuare a lavorare non avendo raggiunto i contributi adatti. Noi ci siamo battuti per loro all'interno della legge di stabilità, ma, ancora una volta, le promesse sono state disattese da parte di alcuni partiti che si erano impegnati.
  In particolare, poi, volevo sollecitare anche l'interrogazione n. 4/02037 relativa allo scandalo della galleria Pavoncelli bis che trasporterebbe l'acqua irpina del fiume Sele fino all'acquedotto pugliese privato di Vendola. Poi l'altra interrogazione che volevo sollecitare è la n. 4/02095 che è relativa allo scandalo degli elettrodotti di Bisaccia Deliceto che attraverserà il territorio irpino. Quindi, tutta questa solidarietà va, appunto, ai miei concittadini dell'area irpina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ANGELO TOFALO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANGELO TOFALO. Signor Presidente, siamo arrivati qui nove mesi fa, abbiamo studiato, ci siamo impegnati, abbiamo lavorato duramente, abbiamo fatto tante proposte, quasi sempre ignorate da questa maggioranza. Abbiamo, però, prodotto numerosissimi interrogazioni e atti ispettivi. Quindi, nel sollecitare il Governo a lavorare altrettanto e a mettersi al passo con ciò che abbiamo prodotto, spero che coloro che sono già fuggiti via, corsi via alle Pag. 37loro ville con piscina, con le auto blu, con aerei di Stato, possano pensare, almeno un momento, tra uno spumantino e uno champagne...

  PRESIDENTE. Onorevole Tofalo, questo lei se lo può tranquillamente risparmiare. Ai fini, peraltro, di tutto questo, proprio se lo può risparmiare. Può usare tranquillamente argomenti diversi.

  ANGELO TOFALO. Può controllare le agenzie. Comunque, spero che queste persone possano pensare almeno a quelli che saranno in fila, anche questo Natale, alle mense, a quei genitori che proveranno un immenso dispiacere e non potranno comprare nemmeno una caramella o un pensierino ai propri figli, e ai milioni di disoccupati, giovani e ormai pure meno giovani. Faccio comunque gli auguri a quasi tutti, a lei, Presidente, ma, in particolare, a questa banda di giovani poeti ribelli che sono diventati per me la seconda famiglia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DANIELE PESCO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, intervengo per ricordare a tutta quest'Aula, purtroppo vuota, che attualmente si sta svolgendo, oppure è finita da poco, un'assemblea, quella alla Banca d'Italia, nella quale in pratica vengono decise delle modifiche allo statuto della Banca d'Italia stessa, riferite alla trasformazione in una public company, come se fosse praticamente una fabbrica di biscotti o una fabbrica di cereali o di trasformati dell'agricoltura. In pratica, non è una società come le altre la Banca d'Italia, purtroppo, però, viene modificata in questo modo.
  Ricordiamo, poi, che molte decisioni sono state prese all'interno di un decreto, il decreto n. 133 del Governo, con il quale in pratica viene rivalutato il capitale sociale della Banca d'Italia da 156 mila euro a 7,5 miliardi di euro, ma di questa rivalutazione delle quote non ne trarrà un vantaggio fiscale lo Stato, bensì ne trarranno un bel vantaggio anche gli attuali azionisti della Banca d'Italia, ovvero alcune banche, tra le principali Unicredit e Banca Intesa. Quindi, in pratica vi è un trasferimento di liquidità dai bilanci della Banca d'Italia al bilancio di queste banche.
  Quindi, secondo noi questo buon favore che viene fatto alle banche sicuramente viene fatto in vista delle prossime modifiche che verranno fatte a livello europeo sull'unione bancaria e agli stress test che ne conseguiranno. Quindi facciamo un piacere alle banche, che avranno i loro bilanci ben più solidi e facciamo di questa banca, la Banca d'Italia, che dovrebbe essere la banca dei cittadini, una banca così, diciamo una banca del mercato. Di questo siamo molto perplessi, staremo attenti, vigileremo e soprattutto saremo molto attenti al decreto che arriverà in quest'aula a breve (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  FERDINANDO ALBERTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Signor Presidente, mi associo alle parole e all'intervento fatto dal collega Pesco, quindi non farò un intervento fotocopia, ma colgo comunque l'occasione per fare una richiesta alla Presidenza: se fosse possibile abbassare di un paio di gradi la temperatura all'interno della Camera, del palazzo, ma anche a palazzo Marini, perché ieri sera c'erano 22 gradi.
  Sappiamo che anche solo due gradi sono un sacco di soldi risparmiati dalle casse dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 38

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, solo per sollecitare alcune interrogazioni. Sono in difetto rispetto ai colleghi, perché io sono al primo sollecito. La n. 3-00068, poi la 4-01505, la 4-02711 e, al secondo sollecito, la 4-01715 che, riguardando le indagini relative alla comunità del Forteto in Toscana, ritengo sia urgente nel merito, però ancora non abbiamo una risposta.
  Mi unisco agli auguri che sono stati fatti e aggiungo che, quando arrivano le festività, per i cittadini che si trovano in una situazione di disagio, perché magari detenuti o perché magari in un ospedale o perché magari in un disagio in cui non avrebbero mai pensato di trovarsi, quale un disagio economico dovuto all'azienda che sembrava forte e invece tutto ad un tratto chiude i battenti, ecco, considerando questa situazione io l'augurio che faccio a tutto il Parlamento è che il Natale sia un momento di riflessione, per cominciare a pensare – e spero che non sia un'utopia – che un giorno questo Parlamento possa lavorare perché nessuno debba rimanere indietro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Constato che è assente l'onorevole Ferraresi, che aveva chiesto di parlare.

  MASSIMILIANO BERNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, anch'io vorrei sollecitare il Governo a rispondere ad alcune mie interrogazioni.

  PRESIDENTE. Posso chiederle la cortesia, onorevole Bernini, di spostarsi al microfono accanto per favore, perché quello ha un problema ? Grazie.

  MASSIMILIANO BERNINI. Sì, grazie Presidente. Volevo appunto sollecitare il Governo a rispondermi riguardo ad alcune integrazioni a risposta scritta che ho presentato diversi mesi fa. Mi riferisco in modo particolare alla n. 4-01455 presentata il 24 luglio, che riguarda un deposito militare NBC presso la riserva militare naturale del lago di Vico, in provincia di Viterbo; all'interrogazione 4-01617, presentata il 7 agosto sulla procedura di infrazione europea sulla caccia in deroga in Veneto ed alla n. 4-01791, presentata l'11 settembre, che riguarda i 282 vincitori idonei di concorso presso l'amministrazione civile della difesa che dal 2009 ancora oggi non sono stati assunti.
  Ce ne sarebbero delle altre, però mi accontento di queste.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, attraverso di lei vorrei ricordare al collega Lattuca, che ha detto testualmente: «Grazie al PD il pasticcio sulle slot è stato risolto» che il pasticcio sulle slot l'ha creato esattamente il PD e non fantomatici marziani venuti da altri pianeti. Oltretutto vorrei precisare al collega che la «porcata» l'ha scoperta il cittadino Giovanni Endrizzi, senatore dei Cinque Stelle.
  Inoltre sempre attraverso lei, Presidente Giachetti, vorrei ricordare al collega Fiano e anche a Chaouki, che in questo momento si trova a Lampedusa – e ai quali facciamo i migliori auguri – che le prime norme in materia di CIE le ha fatte il Governo di centrosinistra attraverso la legge Turco-Napolitano (la prima è sempre del PD, il secondo è ora Presidente della Repubblica, eletto anche con i voti di Chaouki). Inoltre con i CIE e i CARA ci hanno mangiato, grazie alla secretazione degli appalti e delle spese, varie cooperative rosse, oltre che Comunione e Liberazione, molto, ma molto vicina appunto al PD. Tutto questo per la precisione: come spesso accade, il PD protesta con se stesso.
  Per quanto riguarda lei, tantissimi auguri di buon Natale a lei e a tutta la Pag. 39famiglia, e alla sua «rometta» di vincere il campionato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Stiamo, forse, andando oltre. Grazie, comunque.
  Constato l'assenza degli onorevoli Crippa e D'Incà, che avevano chiesto di parlare.

  SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, vorrei fare una riflessione sul movimento politico «Per Campania Libera» che, nel 2010, in occasione delle elezioni regionali, nacque come lista politica dopo la decisione del suo leader, Vincenzo De Luca, di candidarsi in una lista apparentata al PD.
  Da registrare tra la rosa dei candidati, di quelle consultazioni elettorali, anche Gianfranco Valiante, attuale unico rappresentante espressione del consenso regionale del movimento «Per Campania Libera». Quest'ultimo risulta, tra l'altro, erogatore di contributi per 7.900 euro al Partito Democratico nazionale, come riportato nel prospetto contabile pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale creando legami e giroconti contabili tra i due movimenti politici tali da far comprendere, a chiare lettere e senza ombra di dubbio, che entrambi rappresenterebbero un tutt'uno indissolubile. Infatti, ad avvalorare la tesi, esiste un contributo di circa 80 mila euro che il PD Campania ristora annualmente a «Per Campania Libera». Vorrei sempre ricordare che si tratta di soldi pubblici.
  Nell'ultimo bilancio pubblicato appare una novità: la sede di «Per Campania Libera» si è spostata da Salerno ad Agropoli senza alcuna nota allegata al bilancio e, nel medesimo bilancio, risultano, al 31 dicembre 2012, ancora 117 mila euro di credito totale da incassare per la partita relativa alle competenze elettorali del 2010, unica ragionevole fonte di esistenza del movimento che, come chiarito negli stessi verbali, è stato costituito proprio e solo per l'occorrenza.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  SILVIA GIORDANO. Hanno detto che avrebbero restituito determinati soldi, ma fatto sta che non restituiscono tutti quei soldi che ha preso anche non esistendo più il partito. Annuncio un'interrogazione su questo, e con questo auguro i miei migliori auguri di Natale a tutti voi e, in particolare, al sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi, io l'ho chiamata, lei non era in Aula. Siamo in prossimità del Natale, quindi, il Presidente sicuramente farà uno strappo al Regolamento. Però, pregherei coloro che ho chiamato, adesso, a non ripresentarsi in Aula, avendoli già chiamati.

  MATTEO MANTERO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, il 12 novembre ho presentato un'interrogazione a risposta scritta – la n. 4/02493 – in merito all'esondazione del torrente Fereggiano che ha colpito Genova il 4 novembre del 2011, causando la devastazione di abitazioni, di esercizi commerciali, l'evacuazione di centinaia di famiglie e sei morti, tra i quali anche due bambini.
  Dopo due anni, non è ancora stato fatto nulla. Nei prossimi giorni, sono previsti altri intensi nubifragi – è stata data «emergenza 1» – e c’è il concreto rischio che avvengano nuove esondazioni, con le possibili devastanti conseguenze. Voglio sollecitare la risposta da parte del Ministro all'interrogazione e lo invito ad intraprendere al più presto iniziative al fine di tutelare la salute e la vita degli abitanti di Genova (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 40

  PAOLO BERNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Signor Presidente, volevo portare alla luce una questione che, da ateo e sbattezzato, cioè disiscritto dalla Chiesa Cattolica, mi sta molto a cuore, ed è una delle tante anomalie che caratterizza il legame tra Stato italiano e Chiesa Cattolica: è quello dell'istituzione dei cappellani militari, che grava sulle tasche dei cittadini con un costo annuale di quasi 17 milioni di euro. Questa cifra comprende gli stipendi, le pensioni e il mantenimento degli uffici: solo questi pesano 2 milioni di euro l'anno.
  I cappellani in attività sono 134 e i loro stipendi, equiparati a quelli dei generali, ammontano a 6 milioni 300 mila euro. I cappellani ricevono lo stipendio dallo Stato, ma possono maturare la pensione in anticipo rispetto agli altri lavoratori dipendenti e rispetto al militare pari grado, e non mancano nemmeno casi di baby pensionati.
  Visto che tra pochi giorni è Natale e si dice che 2013 anni fa è nato un bambino in una grotta circondato da animali e pastorelli, come raffigurato nei due presepi all'interno del Parlamento, non sarebbe giusto che il Governo si impegnasse a cancellare questa piccola anomalia, investendo i soldi dello Stato laico in modo diverso ? Penso che l'assistenza spirituale non debba avere oneri per lo Stato, sopratutto se questo Stato si dichiara laico.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  PAOLO BERNINI. Per quale motivo un cittadino ateo o di religione diversa da quella cattolica deve pagare le tasse anche per sostenere questa commistione tra Chiesa e Forze armate, in una fase di crisi economica drammatica ? È giusto che ognuno faccia la sua parte. Il simbolo che sta sopra a Montecitorio, la croce di Cristo, rappresenta la morte di una persona: questa morte chi l'ha causata ? I militari dell'Impero romano. Secondo voi, se a quel tempo ci fossero stati i cappellani militari, da che parte sarebbero stati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  MIRKO BUSTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MIRKO BUSTO. Signor Presidente, vorrei parlarvi, con il mio breve intervento, di un'area che sta tra le Hawaii e la California e che per molti è diventata il settimo continente. Quest'area è estesa per 3,4 milioni di chilometri quadrati e raggiungerebbe spessori di circa 30 metri in certe aree. La chiamano la «zuppa di plastica» o anche il «continente di plastica».
  Più realisticamente, questa è la più grande discarica galleggiante del mondo. È uno dei regalini che il nostro sistema produttivo ci ha fatto per ricordarci delle nostre abitudini di uso e consumo irresponsabile, connesse anche al principio della crescita infinita e alla pessima gestione dei prodotti di scarto del sistema produttivo.
  Eppure, ci pare che il Governo non vada esattamente in questa direzione, neanche con la nuova Tari. Tra l'altro, ricordo che da pochi giorni è scaduto il pagamento della Tares, una stangata in media da 305 euro a famiglia, con un aumento medio del 35,4 per cento rispetto alle precedenti tasse, con punte fino al 140 per cento. Gli attivisti della mia città, che è Vercelli, li hanno denunciati, hanno denunciato al Presidente Letta questi aumenti, con una lettera a lui indirizzata. Eppure, poco si muove nell'ottica di un ripensamento del nostro modo di produrre. Poco o nulla si fa per il primo dei punti della gerarchia dei rifiuti, la riduzione dei rifiuti.
  Noi del MoVimento 5 Stelle stiamo mettendo su carta il mondo che vorremmo lasciare ai nostri figli, con le nostre proposte di legge. Per questo, stiamo modificando il Testo unico ambientale e speriamo Pag. 41che voi ci aiuterete, o almeno ci consentirete, di provare a cambiare questo mondo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  FRANCESCA BUSINAROLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Signor Presidente, rivolgo un sollecito, un secondo sollecito, in realtà. Si tratta dell'interrogazione scritta n. 4/01518, datata 31 luglio 2013, che è rivolta ai Ministri dell'ambiente, dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti. Riguarda l'alluvione dello scorso giovedì 16 maggio 2013 nell'est-veronese; ovviamente, anche qui, ha causato danni enormi alla popolazione, all'agricoltura e alle piccole e medie imprese. Siccome è il secondo sollecito, gradirei una risposta.

  ARIANNA SPESSOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, anche io vorrei fare un sollecito per delle interrogazioni che ho già sollecitato per iscritto e per telefono, però non ho ancora avuto risposta. Sono le interrogazioni nn. 4/01818 e 4/02262, presentate, rispettivamente, il 23 settembre 2013 e il 13 ottobre 2013, sui disagi continui vissuti all'aeroporto «Marco Polo» dai passeggeri, ma anche dai dipendenti stessi, e l'interrogazione n. 4/01934, presentata in data 24 settembre 2013, in materia di sperimentazione, da parte della Guardia di finanza, di un nuovo sistema informativo denominato «NSI-SAP» nei reparti del Triveneto. Infine, vi è l'interrogazione n. 4/02275, presentata in data 24 ottobre 2013, sulla mancata conversione delle zone dei siti di importanza comunitaria in zone speciali di conservazione.
  Mi preme anche ricordare, però, come l'articolo 134 del nostro Regolamento imponga al Governo di rispondere alle interrogazioni entro venti giorni, dando un tempo massimo di venti giorni per rispondere alle interrogazioni. In questi casi, sono passati diversi mesi, anche per quanto riguarda le interrogazioni dei miei colleghi.
  Vorrei qui sottolineare l'importanza rivestita dalle interrogazioni come atto politico, parte fondamentale del nostro compito e delle nostre prerogative parlamentari, affinché i deputati possano essere messi nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio lavoro. Mi rivolgo, dunque, alla sua attenzione e le chiedo che vengano sollecitate, con la relativa urgenza, presso i Ministeri individuati per competenza, le risposte alle interrogazioni scritte qui richiamate.

  PRESIDENTE. Le garantisco che la Presidenza si farà carico di segnalare al Governo l'esigenza del rispetto del Regolamento.

  MARIA MARZANA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA MARZANA. Signor Presidente, vorrei esprimere un profondo cordoglio e dispiacere per ciò che è successo a Priolo, in provincia di Siracusa. È successa una cosa terribile, in pratica la morte di una ragazza di 23 anni, a causa di un colpo di pistola partito accidentalmente dall'arma del fratello, mentre la stava pulendo.
  Ora, vorrei cogliere questa occasione per esprimere un auspicio, affinché, durante queste festività, e in particolare la fine dell'anno, si faccia un uso responsabile e si adotti cautela nell'utilizzare quegli strumenti che consentono, magari, di sentire più intensamente le feste, quali, appunto, i petardi.
  Quindi, mi piacerebbe che gli organi competenti intensificassero i controlli e che ciascun cittadino adottasse veramente responsabilità nel farne uso, in maniera da Pag. 42evitare anche incidenti oppure ciò che è successo adesso, che è una cosa veramente drammatica. Quindi, oltre ad esprimere questo profondo dispiacere, c’è questo auspicio che mi piacerebbe ricordare, oltre comunque ad augurare a tutti i colleghi del MoVimento 5 Stelle, nonché anche ai colleghi degli altri partiti, auguri di buone feste, così come naturalmente a tutti i cittadini, con l'augurio, tra l'altro, che possano essere delle festività serene, in compagnia dei loro cari e soprattutto che abbiano tutto ciò che li possa rendere sereni e felici, e che quindi abbiano tutto il necessario perché adesso manca anche quello (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Marzana. Ci stiamo facendo gli auguri per una festa, perché per l'altra avremo modo di farceli sicuramente in un'altra occasione.

  VITTORIO FERRARESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, con questo intervento vorrei avvalermi della sua presenza e della presenza anche dell'onorevole Rosato, che ringrazio per stare qui con noi fino alla fine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e per ricordare al viceministro Fassina e al sottosegretario Baretta l'impegno che il Governo ha preso nei confronti delle popolazioni terremotate del sisma del maggio 2012. Un impegno che – lo ricordiamo – doveva garantire la proroga della sospensione dei mutui per chi ha una casa inagibile, e quindi persone che, pur con case inagibili, quindi sfollate, devono continuare a pagare il mutuo su questa casa. È passato un ordine del giorno con parere favorevole del Governo, ma solo dopo ventiquattro ore la Commissione bilancio della Camera ha negato un emendamento del MoVimento 5 Stelle in cui proprio si voleva esprimere questa direzione per la proroga della sospensione dei mutui nei confronti delle popolazioni terremotate. Quindi, non dimentichiamocelo: abbiamo tempo fino al 31 dicembre per ristabilire equità. Soprattutto, noi vogliamo dire che non vogliamo un regalo di Natale, ma che questo provvedimento sia un dovere che tutti ci dobbiamo prendere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole, Fraccaro ero preoccupato, ma adesso sono più sereno, perché l'ho vista, non l'avevo vista... Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, vorrei utilizzare questo intervento per cogliere l'occasione e fare gli auguri alla categoria più grande di questo Paese: tanti auguri a tutti i delusi del PD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo anch'io per sollecitare la risposta alle interrogazioni che ho presentato e spero di non dover avere occasione di ricordarlo nella prossima seduta nel loro dettaglio; ma intervengo anche, cogliendo l'occasione, per fare anch'io, da parte mia e da parte nostra, gli auguri a tutti i dipendenti della Camera, che ci hanno veramente dimostrato una grande abnegazione e senso del servizio in queste difficilissime settimane di fine anno, e a tutti i colleghi di tutti i gruppi parlamentari che, comunque con le diversità che ci contraddistinguono, hanno portato la loro attenzione ai problemi del Paese. Io penso e spero – lo auguro a me e lo auguro Pag. 43anche gli altri – che il 2004 sia un anno in cui si può lavorare molto di più insieme negli interessi generali.

  DOMENICO ROSSI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DOMENICO ROSSI. Signor Presidente, al di là del fatto che evidentemente non posso che cogliere anch'io, a nome del gruppo Per l'Italia, l'occasione per sensibilizzare il Governo sulle interrogazioni a cui non è stata data risposta, vorrei anche sottolineare che fra qualche minuto probabilmente chiuderemo e ci prenderemo qualche giorno di riposo, ma c’è chi in questi giorni sarà di servizio in Italia e nel mondo per vigilare sulla nostra sicurezza, per difendere i principi di democrazia, di pace e di libertà. Quindi, invito la Presidenza e il Governo a portare il saluto di quest'Aula alle nostre Forze armate e alle forze di polizia, ovunque impegnate.

  PRESIDENTE. Onorevole Rossi, intanto si segnala alla Presidenza, e la Presidenza da circa un'ora ha ben compreso che c’è un'esigenza da parte degli onorevoli deputati e colleghi che sia possibile da parte del Governo avere risposte più rapide. Sicuramente, avendolo ben compreso in questa ora, trasferirà al Governo questa esigenza, che è ovviamente anche una risposta a quanto previsto dai nostri Regolamenti.

  SILVIA BENEDETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SILVIA BENEDETTI. Signor Presidente, scusate avevo chiesto anch'io di poter intervenire per ricordare appunto ai sensi dell'articolo 134, comma 2 del Regolamento delle interrogazioni a cui non ho ancora avuto risposta e che sono: la n. 4-01536, la n. 4-01858, la n. 4-01458. Grazie mille, scusate il disturbo, e auguri.

  PRESIDENTE. Nessun disturbo. Mi pare è che si sono esauriti gli interventi per sollecitare le interrogazioni.

Annunzio della presentazione di disegni di legge di conversione e loro assegnazione a Commissioni in sede referente.

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza i seguenti disegni di legge, che sono stati assegnati, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni.
  Alle Commissioni riunite VI (Finanze) e X (Attività produttive): «Conversione in legge del decreto legge 23 dicembre 2013, n. 145, recante interventi urgenti di avvio del Piano «Destinazione Italia», per il contenimento delle tariffe elettriche e del gas, per la riduzione dei premi RC-auto, per l'internazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, nonché misure per la realizzazione di opere pubbliche ed EXPO 2015» (1920) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), III, V, VII, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), IX (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
  Alla II Commissione (Giustizia): «Conversione in legge del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, recante misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria» (1921) – Parere delle Commissioni I, III, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X, XI, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
  I suddetti disegni di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, sono stati altresì assegnati al Comitato per la legislazione.Pag. 44
  Ora, a parte le discussioni, veramente io rivolgo i miei migliori auguri a tutti i colleghi e ovviamente a tutti i dipendenti della Camera, ovunque dislocati, che ci hanno – ripeto – aiutato in questi giorni e che sicuramente avremo modo di rivedere, almeno una buona parte, il 27 dicembre insieme a tutti i colleghi, non solo quelli che sono intervenuti oggi, ma a tutti gli altri che verranno per i nostri lavori.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Venerdì 27 dicembre 2013, alle 12:

  Seguito della discussione del disegno di legge:
   S. 1149 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126, recante misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio. Proroghe di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (C. 1906-A).
  — Relatori: Rughetti, per la maggioranza; Borghesi, di minoranza.

  La seduta termina alle 17.

ERRATA CORRIGE

  Nel resoconto stenografico della seduta del 21 dicembre 2013, a pagina 130, prima colonna, terz'ultima riga, dopo «Gozi n. 9/1542-A/5» inserire «Zanin n. 9/1542-A/6».