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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 44 di martedì 2 luglio 2013

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 9,05.

  EDMONDO CIRIELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 27 giugno 2013.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baretta, Bressa, Epifani, Fico, Gregorio Fontana, Galan, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Gitti, Leone, Melilla, Meta, Pisicchio e Toninelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze e di una interrogazione.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di una interrogazione.

(Elementi ed iniziative in ordine alla crisi della penisola coreana, con particolare riferimento alla minaccia nucleare proveniente dalla Corea del Nord – n. 3-00023)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Schirò Planeta n. 3-00023, concernente elementi ed iniziative in ordine alla crisi della penisola coreana, con particolare riferimento alla minaccia nucleare proveniente dalla Corea del Nord (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazione).
  Il Viceministro degli affari esteri, Lapo Pistelli, ha facoltà di rispondere.

  LAPO PISTELLI, Viceministro degli affari esteri. Signor Presidente, permettetemi di ringraziare gli onorevoli interroganti per l'opportunità che mi viene offerta di riferire sulla situazione della penisola coreana, la quale sembra attualmente attraversare una fase di relativa distensione dopo che l’escalation di provocazioni e retorica aggressiva avviata da Pyongyang, dalla Corea del Nord, tra il dicembre 2012 e l'aprile di quest'anno, aveva fatto temere il verificarsi di un conflitto aperto. Penso che fosse esattamente in quel momento che gli interroganti avevano sollecitato il Governo alla risposta. Mi dispiace, nonostante siano passati solo pochi mesi (in passato alcuni di questi strumenti ricevevano risposte anche molto più postergate), comunque questo ci permette di prendere atto di una situazione che nel frattempo sul campo è già abbastanza cambiata.
  A seguito delle pressioni internazionali, non ultime quelle provenienti dal più stretto alleato della Corea del Nord, cioè la Repubblica Popolare Cinese, Pyongyang ha Pag. 2proposto l'avvio di contatti governativi con il Sud e il 9 giugno si è tenuta la prima tornata negoziale tra Sud e Nord presso lo storico villaggio dell'Armistizio di Panmunjom. I negoziati sembravano aver posto le basi per l'avvio di consultazioni bilaterali, come si definiscono, ad «alto profilo politico», al fine di inserire dentro l'agenda la normalizzazione del dialogo tra le due Coree. Ricordo pure, come saprà l'onorevole interrogante, che in Corea del Sud si è recentemente votato, quindi vi è una nuova leadership anche alla guida del Paese. Tale incontro adesso è stato rinviato a causa della difficoltà di concordare il livello delle due delegazioni e delle persistenti diffidenze che impediscono la riapertura del dialogo inter-coreano su basi effettivamente solide.
  La comunità internazionale è compattamente orientata a ritenere che la ripresa del dialogo debba essere subordinata a un impegno serio e credibile da parte della Corea del Nord alla rinuncia allo sviluppo del nucleare e delle tecnologie balistiche. Infatti, la Repubblica Democratica Popolare di Corea rappresenta, verosimilmente, in questo momento, la più grave sfida a livello globale al regime di non-proliferazione nucleare. Mi permetto di aggiungere, provenendo proprio ieri pomeriggio da Vienna, dove rappresentavo il Governo all'assemblea dell'AIEA sul tema della sicurezza nucleare, che questa è la valutazione che, anche in modo estremamente aggiornato, si fa da parte di tutti gli Stati membri.
  Infatti la Corea del Nord è l'unico tra gli Stati membri che ha esercitato nel 2003 la facoltà di recesso dal Trattato di non proliferazione delle armi nucleari ed è anche il solo Paese sul pianeta ad aver condotto esplosioni nucleari sperimentali dall'inizio di questo secolo, dal XXI secolo. Infine Pyongyang ha anche fornito assistenza ai programmi nucleari di Stati terzi, così come traspare dal rapporto del direttore generale dell'AIEA del 2 settembre 2011.
  A seguito del terzo test nucleare, che è stato effettuato il 12 febbraio di quest'anno, dopo gli altri due test del 2006 e del 2009, la comunità internazionale, con un'iniziativa che è stata significativamente promossa contemporaneamente sia dagli Stati Uniti che dalla Repubblica Popolare Cinese, ha risposto il 7 marzo con l'adozione unanime della risoluzione 2094 del Consiglio di sicurezza, in cui le provocazioni nordcoreane sono state definite, cito, «una chiara minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale» ed è stato dunque richiesto l'abbandono, cito, «di tutte le armi nucleari e dei programmi nucleari esistenti in maniera completa, verificabile e irreversibile». Quella risoluzione ha, infine, ulteriormente inasprito il regime sanzionatorio già esistente.
  A riprova di questo cambiamento di atteggiamento della dirigenza cinese nei confronti di un alleato pur tradizionale, il nuovo Presidente della Repubblica cinese Xi Jinping, ha solennemente dichiarato come «nessun Paese sia autorizzato a far precipitare nel caos una regione e a maggior ragione il mondo intero, per egoismo», rimarcando l'importanza di garantire la stabilità dell'Asia e di cooperare per il mantenimento della sicurezza.
  Inoltre, nel corso del loro incontro che si è svolto giovedì 27 giugno, quindi pochi giorni fa, a Pechino, il Presidente cinese Xi e la Presidente della Corea del Sud Park Geun-hye hanno dichiarato in un comunicato congiunto – cito sempre tra virgolette – che «la denuclearizzazione della penisola coreana e il mantenimento della pace e della stabilità sono un loro comune interesse», e hanno concordato dunque di «dedicare sforzi congiunti per il raggiungimento di tali obiettivi». Questo a testimonianza di come il quadro regionale stia cambiando innanzitutto anche intorno agli atti e ai comportamenti di Pyongyang.
  Il Governo italiano segue con grande attenzione gli sviluppi nella penisola coreana, ovviamente nel formato di raccordo con i partner europei, all'interno della NATO e del G8. Pur sviluppando – lei sa, onorevole, che noi siamo stati tra i primi Paesi ad avere una politica di apertura, quasi i primi a riavviare le relazioni diplomatiche che hanno da poco festeggiato il loro decennale – una linea di confronto Pag. 3costruttivo nei confronti della Corea del Nord, abbiamo accolto con favore l'adozione della risoluzione n. 2094 e condividiamo interamente l'obiettivo di una denuclearizzazione pacifica e verificabile della penisola coreana.
  Da ultimo, abbiamo anche contribuito a formulare il comunicato finale del vertice del G8 di Lough Erne del 18 giugno scorso, che ha condannato la condotta nordcoreana, richiamando Pyongyang al rispetto degli impegni assunti nel 2005, nel quadro allora del negoziato esapartito, dei sei attori regionali e degli obblighi derivanti dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza. Il comunicato del G8, ha infine affermato la necessità che la Corea del Nord rinunci ad ogni arma nucleare e ai propri programmi missilistici, in maniera completa, verificabile e irreversibile, così come già richiamato dalla risoluzione n. 2094.
  Analogamente, il nostro Paese ha espresso a più riprese una condanna ferma riguardo alla sistematica violazione dei diritti umani in quel Paese. Quest'anno, il 21 marzo 2013, anche con il nostro contributo, il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione di condanna che istituisce una commissione di indagine col mandato di verificare numerose fattispecie di violazione dei diritti dell'uomo, fino a configurare eventualmente questa sistematica violazione quale crimine contro l'umanità. Ovviamente, assieme ai nostri partner europei e alle Nazioni Unite, sosteniamo, in questo momento, i regimi sanzionatori avallati in seno a quei quadri.
  Per quanto riguarda, infine, la situazione dei pochissimi connazionali presenti sul territorio nordcoreano – quando sono stato in quel Paese, nell'ottobre scorso, gli stranieri nel loro complesso erano 150 e gli italiani non arrivavano ad una decina, quindi parliamo di pochissime persone – queste persone sono tutte sotto costante monitoraggio da parte della Farnesina e della nostra ambasciata a Seul, competente – come lei sa – anche per la Corea del Nord, e mi preme dirle come nella fase più acuta della crisi tutti gli interessati fossero costantemente contattati per concordare all'uopo i tempi e le modalità di un loro eventuale rientro in patria.
  Infine, lasciatemi dire due cose, sulle quali conviene che ci interroghiamo in una prospettiva di più lungo termine. Una delle lezioni apprese è che noi non ci possiamo permettere di distogliere costantemente l'attenzione dagli sviluppi della situazione politica in Corea del Nord perché sappiamo, per certi aspetti, che l'imprevedibilità del comportamento nord coreano costituisce il pericolo maggiore ed è per questo che è necessario rafforzare la capacità di interpretare le evoluzioni in corso e gli equilibri interni che si stanno assestando; per metterla in altri termini, è la discussione riguardo alla natura razionale del regime e, quindi, alla prevedibilità dei suoi comportamenti.
  Pur proseguendo l'approccio di dialogo costruttivo con la Corea del Nord, che da parte nostra ed europea non è mai venuto meno, riteniamo che questo vada adattato alla luce di concreti e significativi gesti di apertura da parte della dirigenza nordcoreana. In questo quadro, dovremmo esaminare la validità e, fatemi dire, la sostenibilità, dell'atteggiamento del regime di Pyongyang, che non solo rischia di condurre il Paese in un vicolo cieco, ma anche di rendere più fragili gli equilibri già mutevoli di una regione di crescente rilevanza per la stabilità e la sicurezza internazionale.
  Il tema di come comportarsi, dunque, con la Corea non è soltanto un fatto nostro, ma riguarda tutti gli attori regionali che hanno in questo Paese di una ventina di milioni di persone condizioni di estrema fragilità e la cui tenuta o le cui modalità di cambiamento o il cui eventuale collasso potrebbero evidentemente determinare situazioni importanti in tutta l'area.
  Infine, volevo rilevare come stia emergendo, a partire dalla risoluzione n. 2094, che ho già citato, del Consiglio di sicurezza, una convergenza per molti aspetti inedita ma positiva – ovviamente positiva – fra Stati Uniti e Cina e, in parte, anche della stessa Russia, in merito alla situazione Pag. 4della penisola coreana e ai rischi di proliferazione nucleare. Si tratta di un aspetto nuovo in questo scenario complesso e in ordine al quale noi potremmo domandarci se non si possano cogliere e sviluppare opportunità di collaborazione più ampia, auspicabilmente da replicare in questo formato anche in altri quadranti di crisi.

  PRESIDENTE. La deputata Schirò Planeta ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione per cinque minuti.

  GEA SCHIRÒ PLANETA. Grazie Presidente, grazie al Governo per la risposta esaustiva. Tale era l'allarme nucleare in quei giorni mentre adesso, anche nelle informazioni internazionali, questo allarme è totalmente scomparso. Quindi, ringrazio il Viceministro per l'esaustiva risposta e davvero, come dire, portatrice delle notizie più recenti su questo fatto. Vorrei fare piccole e brevi riflessioni soprattutto sulla politica.
  Crediamo che i rischi potenziali dell'area di influenza russo-cinese siano da monitorare costantemente, sia per l'interesse diplomatico sia per la notevole presenza di turisti e operatori italiani e culturali dell'area in quella zona (più in Vietnam, in Cambogia e in Paesi aperti, ovviamente, che non nell'altra penisola), poiché la crisi attualmente in atto, scatenata dall'ultima risoluzione del Consiglio di sicurezza a seguito della terza esplosione nucleare fatta dalla Nord Corea, come lei ricordava Viceministro, fa rischiare lo sgretolamento dell'intera architettura di sicurezza della regione. Questo, insomma, è il fatto principale.
  La superiorità strategica della Corea del Sud è evidente. Però, appunto, il Nord è tecnologicamente inferiore, ma è pesantemente armato e questo lo dimostrano anche gli esercizi nucleari che cercano di fare. In questa occasione occorre dare atto agli Stati Uniti che danno prova di notevole sangue freddo nella gestione della crisi. Bisogna anche ricordare le prime visite e che c'era una politica di disgelo a cui aderiva anche la Nord Corea, tant’è che Madeleine Albright andò anche in visita in Nord Corea ed era programmata una visita del Presidente Clinton ma poi, con la politica di Bush, questo è stato tutto mandato a monte e si è arrivati davvero alle prime crisi del 1993.
  Dunque, nonostante le minacce e le esibizioni muscolari del Nord, la risposta rimane attenta e misurata, appunto, sia da parte degli Stati Uniti sia da parte degli altri Paesi e si continua a puntare sul negoziato diplomatico e sul rilancio del dialogo esapartito, cioè Stati Uniti, Russia, Cina, Giappone e le due Coree, ancorché non si sia giunti a dei risultati duraturi.
  Dobbiamo, però, sottolineare con stupore storico che la situazione coreana è il frutto più duraturo e inquietante della Guerra Fredda. È sconcertante che a 70 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale la penisola resti ancora un'anacronistica area divisa, mentre tutti gli altri Stati sono usciti dai riflessi strategici della Guerra Fredda (ricordo le due Germanie, mentre forse Cipro rimane divisa in due). Quindi, questa è l'unica considerazione politica di incoraggiamento alla nostra e alle nostre diplomazie che possiamo avere come impegno personale.
  La riunificazione appare, quindi, come auspicabile e compito ineludibile delle diplomazie moderne. L'Italia non fa parte dei big players della regione, però domandiamo al nostro Governo – pur soddisfatti della sua risposta e nella consapevolezza che la soluzione è nelle mani delle grandi potenze della regione, USA, Cina e Russia – di cercare di agevolare e sollecitare un impegno dell'Unione europea che vada al di là del semplice invio di aiuti umanitari, ma che sia finalizzato all'apertura di negoziati diplomatici che si basino, oltre che sulla reciproca non aggressione, sulla cessazione, da parte nord coreana, di ogni programma di ricerca e sviluppo a carattere militare e che siano in grado di rimettere in moto un processo di democratizzazione del Paese. La Nord Corea è il simbolo di un mondo finito o, forse, mai Pag. 5esistito in queste modalità. La sua esistenza in questa forma è un anacronismo che il mondo non può permettersi.

(Intendimenti del Governo in merito alla riconversione del poligono sperimentale e di addestramento interforze di Salto di Quirra – n. 2-00023)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Piras n. 2-00023, concernente intendimenti del Governo in merito alla riconversione del poligono sperimentale e di addestramento interforze di Salto di Quirra (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazione).
  Chiedo al deputato Piras se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  MICHELE PIRAS. Signor Presidente, onorevoli colleghi, illustre sottosegretario Alfano, il tribunale amministrativo della Sardegna e successivamente anche il Consiglio di Stato, rispettivamente nella sentenza n. 1342 del 2008 e con ordinanza n. 4943 del 2008, hanno esplicitamente riconosciuto la pari dignità tra gli interessi locali e quelli nazionali della difesa, rimuovendo in sede giurisdizionale il pregiudizio e la pretesa di un superiore interesse nazionale per quanto attiene alla questione più generale delle servitù militari. Si tratta di una sentenza che, come lei sa, ha come oggetto il deposito di munizioni di Guardia del Moro, ubicato nell'isola di Santo Stefano, ma crediamo che tale sentenza possa essere o forse debba essere estesa per analogia e per fatto di grande valenza culturale a materie consimili ed annose come quella trattata nella presente interpellanza, innanzitutto, muovendo il ragionamento dalla constatazione che sulla Sardegna gravano circa il 70 per cento delle servitù militari del Paese, un carico oggettivamente sproporzionato perché le cose restino così come sono state negli ultimi cinquant'anni.
  Il poligono interforze del Salto di Quirra fu istituito nel 1956 ed ancora oggi occupa un'area di oltre 13 mila ettari situata tra l'Ogliastra e la provincia di Cagliari nella costa centro orientale della Sardegna. Si tratta del poligono più esteso d'Europa, catalogato come poligono sperimentale ovvero dedicato, oltre che alle esercitazioni, alla messa in prova di nuovi sistemi d'arma. Si tratta di un poligono in affitto ovvero cedibile a potenze straniere al fine della sperimentazione di armamenti in vista, ad esempio, di eventuali acquisti di forniture.
  Poligono sperimentale ed in affitto, si è detto; aggiungiamo anche un'altra caratteristica saliente, quella che configura il Salto di Quirra come un vero e proprio supermercato nel quale si espongono e si commerciano strumenti di guerra, strumenti di morte. E occorre dirlo: ciò avviene in maniera decisamente disinvolta, se è vero com’è vero che fra gli utenti non si annoverano solamente alleati come i tedeschi o i britannici, ma anche i turchi, gli israeliani e nel recente passato i libici del tanto vituperato colonnello Muammar Gheddafi.
  Vede, onorevole sottosegretario, si può certamente avere un'opinione più o meno restrittiva e una interpretazione più o meno coerente dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana, ma consentire a Paesi perennemente in conflitto di testare i loro strumenti di morte sul territorio nazionale non mi sembra un bel modo di onorare il principio del ripudio della guerra. E non mi pare che si intraveda alcuna coerenza con l'intendimento più volte espresso anche da questo Governo di operare per la pace e di rendere più sicuri i nostri confini nazionali, senza coerenza e con palese ipotesi di violazione della legge n. 185 del 1990, i cui principi vietano la vendita di armi a Paesi in guerra e a Governi non democratici.
  Vede, io comprendo anche che l'obiettivo del decreto-legge n. 69 del 2013, che presto discuteremo in Aula, sia proprio quello di semplificare queste procedure e di aggirare la legge n. 185 del 1990, ma ammesso e concesso che possa essere eticamente tollerabile che la difesa assuma tra i suoi compiti quello del trafficante d'armi, così come l'ha definito il generale Pag. 6Mini, ciò che andrebbe segnalato è che in Sardegna questo ruolo di intermediazione di Stato ai confini della legalità sembrerebbe esistere già da decenni e nella maniera più sfacciata.
  Ma c’è di più: un elemento chimico di elevatissima tossicità come il tallio, usato nei sistemi di propulsione oltre che nel veleno per topi, è stato recentemente trovato in concentrazioni decisamente al di sopra dei limiti di legge nei licheni, nelle pietre e nelle ossa dei barbagianni, oggetto di rilevazioni ambientali nell'area del poligono. Il tallio insieme al titanio, al tungsteno, al piombo, al cadmio, al rubidio, al torio e all'uranio: si tratta dell'esito di uno studio pubblicato il 19 aprile di quest'anno dal titolo significativo di «emissioni tossiche» nel sito dei test militari in Sardegna.
  La rivista scientifica che ne ha dato notizia è la prestigiosa International Journal of Environmental Research and Public Health. L'indagine ambientale è stata condotta dal dipartimento di biologia e biotecnica della Sapienza di Roma e le sue conclusioni sono agghiaccianti: il tallio, insieme a un'infinita serie di sostanze tossiche, e non di rado radioattive, si trovano dappertutto nel poligono e nelle aree limitrofe e la causa di questa contaminazione è precisamente l'intensa attività militare.
  Si tratta di veleni che da anni, ormai, stanno facendo ammalare la popolazione locale, che stanno trasformando il patrimonio genetico di persone ed animali, che, dopo cinquanta lunghissimi ed intensi anni di attività, hanno contaminato in maniera pesantissima un territorio vastissimo e tra i più belli dell'isola. Nel comune di Villaputzu ogni famiglia annovera tra i suoi parenti più stretti almeno un morto per tumore e questo, purtroppo, è un fatto certificato e non casuale.
  Mi chiedo e vi chiedo se possa essere considerato giusto continuare a tacere su questo tema, a far finta che non sia una grande, immensa, questione nazionale. Chiedo se, in ragione degli interessi militari, fossero pure quelli dei nostri potenti e, spesso, prepotenti alleati, si possa sacrificare così un'intera isola, il suo ambiente naturale, la salute delle comunità locali, lo sviluppo potenziale in aree estesissime, nelle quali, tra turismo e produzione agroalimentare, vi potrebbe essere benessere e lavoro per tutti.
  Veleno, commercio di armi, sottrazione di territorio e sovranità alle comunità locali: è il diritto stesso al futuro ad essere sottoposto a servitù nella mia terra ! Io credo, semplicemente, che sia giunto il tempo di mettere in campo una exit strategy e una politica seria di risarcimento, bonifica e riconversione civile, riconoscendo a quelle popolazioni il diritto, finora negato, a uno sviluppo proprio, autonomo, sostenibile, a misura d'uomo, di donna e di ambiente, e chiedo a questo Governo che intraprenda un percorso di ascolto delle comunità locali, delle loro proposte e delle loro rappresentanze democratiche, che, diversamente dal passato, hanno maturato un nuovo livello di consapevolezza e competenza.
  Direte, forse, che si tratta di retorica o, forse, che la presenza militare in questi cinquant'anni ha portato benessere, modernizzazione, lavoro e sviluppo, ma non è così. Certamente non lo è del tutto ed in ogni caso bisognerebbe avere il senso di responsabilità di misurare i costi e i benefici di quella che è diventata una vera e propria occupazione militare. E se i benefici per il territorio possono contarsi, ad oggi, in qualche centinaio di posti di lavoro civili, i costi ammontano ad una cifra inestimabile di attività economica interdetta, di fattori naturali contaminati e compromessi, di malattie gravissime che colpiscono la popolazione.
  Ed invero questo è l'oggetto dell'inchiesta della procura di Lanusei, avviata nel 2011 e che vede coinvolti ed indagati generali e comandanti della base di Quirra e del distaccamento a mare di San Lorenzo, professori e tecnici universitari, chimici della Sgs Italia, il medico responsabile del poligono e amministratori del territorio per il sospetto di occultamento e falsificazione di perizie, per falso ideologico ed omissione dolosa e aggravata di cautele contro infortuni e disastro ambientale.Pag. 7
  Infine, ricordo anche che la Commissione di inchiesta del Senato della XVI legislatura presieduta dall'allora senatore Scanu, oggi onorevole, ha approvato una relazione intermedia che propone la chiusura dei poligoni di Capo Frasca e Capo Teulada e la riconversione civile di quello di Quirra, stimando nella significativa somma di 500 milioni di euro i costi complessivi della bonifica, di cui 300 milioni solamente per il poligono di Quirra.
  Perciò chiedo, con la presente interpellanza, che il Governo si faccia carico immediatamente di un intervento risoluto sulle servitù militari in Sardegna, a partire da Quirra, ma non solo, e chiedo: quali siano le intenzioni del Governo circa il futuro del poligono di Quirra; se per il Governo abbiano un valore o meno le indicazioni e le proposte della Commissione di inchiesta del Senato della XVI legislatura; se il Governo intenda o meno dare avvio a un tavolo istituzionale, che veda partecipi anche le istituzioni locali, che abbia a tema ridefinizione, bonifica e riconversione dei poligoni militari in Sardegna.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, osservo subito, a carattere generale, che presso i poligoni militari sono vietate tutte le attività suscettibili di arrecare direttamente grave pregiudizio alla salute e all'ambiente, in applicazione delle vigenti normative in materia.
  Già dal 2008 le principali aree addestrative sono dotate di specifici «disciplinari per la tutela ambientale» che subordinano l'effettuazione delle attività esercitative e, soprattutto, di quelle a carattere innovativo o sperimentale, alla redazione di «schede di sicurezza ambientale», dove sono riportate le specifiche tecniche di ogni tipo di munizionamento da impiegare, così da valutare a monte la sostenibilità delle varie attività in riferimento alla tutela della salute e dell'ambiente circostante.
  Con specifico riferimento al poligono interforze di Salto di Quirra, cosiddetto PISQ, prima di entrare nel merito dei quesiti posti dall'onorevole interpellante, ritengo opportuno precisare che l'affermazione «una molteplicità di casi di persone ed animali nati con pesanti deformità fisiche», premesso che non sono noti dati sistematici sul fenomeno, non risulta suffragata da alcun dato scientifico attendibile, né risultano agli atti del preposto Osservatorio della difesa segnalazioni in tal senso.
  Attualmente, in carenza di elementi definitivi e certi riguardo alla sussistenza di una significativa incidenza e prevalenza di patologie tumorali nei residenti nel territorio e ai decessi per tali cause, è impossibile mettere in correlazione gli elementi di conoscenza sin qui acquisiti con le attività svolte presso il PISQ.
  Quanto, poi, alla richiesta avanzata dal procuratore Fiordalisi di sequestro totale del PISQ – di cui è fatto cenno in premessa all'atto – il giudice per l'udienza preliminare Clivio, nell'udienza tenutasi in data 8 maggio 2013, ha respinto tale richiesta di sequestro probatorio, anche in base al fatto che il tribunale di Cagliari ha disposto il sequestro preventivo di una parte del poligono in merito ad un'altra inchiesta (quella sulle presunte violazioni ambientali durante la realizzazione delle nuove recinzioni) e che, pertanto, è inutile apporre nuovi sigilli.
  Chiariti questi aspetti, circa le intenzioni del Governo in merito al PISQ, ricordo che il 12 dicembre 2012, il Ministro per la coesione territoriale pro tempore Barca ha osservato che le questioni ad esso connesse comporteranno importanti implicazioni in termini d'impiego di risorse ordinarie e straordinarie per attuare un eventuale progetto di reimpiego, almeno parziale, dell'area del poligono e la valorizzazione socio-economica del territorio.
  In particolare, la questione legata alle prospettive future di utilizzo del PISQ ruota intorno alla compatibilità delle attività addestrative o esercitative – fondamentali per il mantenimento dell'efficienza Pag. 8operativa dello strumento militare – con la salvaguardia della salute e della minimizzazione degli impatti ambientali. Per questo fine è necessario prevedere l'acquisizione delle più moderne tecnologie di settore, in grado di contenere gli effetti delle attività operative sulle aree demaniali militari a ciò esclusivamente devolute, favorendo, contestualmente, le condizioni per la nascita di iniziative legate ad una economia sostenibile, promosse dalle autorità regionali e dalle comunità locali.
  Relativamente alle azioni poste in essere dalla Difesa a seguito delle indicazioni contenute nella relazione della terza Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito e sui poligoni di tiro (presieduta dal senatore Costa), faccio presente, per quanto concerne il PISQ, quanto segue.
  La procedura di certificazione ISO 14001 del sistema di gestione ambientale del poligono è in fase di realizzazione avanzata: attualmente si è in attesa del rilascio, a seguito degli interventi di adeguamento da effettuare, del certificato prevenzione incendi da parte dei vigili del fuoco (la conclusione dell’iter è stimata per il prossimo autunno).
  L'Aeronautica militare, in adempimento agli obblighi imposti dalla procura della Repubblica di Lanusei con il provvedimento di dissequestro delle aree del poligono, emesso in data 29 settembre 2011, ha avviato le procedure previste dalla legge per la bonifica dei siti ove sono state registrate concentrazioni di sostanze inquinanti oltre le soglie di attenzione fissate dalle vigenti normative. L'apposita conferenza dei servizi, rappresentativa degli enti e delle autorità locali interessate, ha già approvato sia il 1o piano di caratterizzazione, presentato dal comando del PISQ, delle aree di intervento, sia il 2o piano di caratterizzazione a cura dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale Sardegna (ARPAS).
  La caratterizzazione – passaggio procedurale obbligato, sia dal punto di vista normativo che tecnico, per poter definire compiutamente le modalità esecutive dell'attività di bonifica – si estenderà, a seguito di valutazioni condivise con l'ARPAS, anche ad aree esterne a quelle di precipuo intervento dell'autorità giudiziaria.
  Il tavolo tecnico (al quale hanno preso parte, oltre alla Difesa, i rappresentanti dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, dell'ARPAS, delle amministrazioni territoriali e della ditta responsabile dei lavori), che aveva il compito di approvare le metodiche analitiche certificate da utilizzare nell'ambito delle attività di caratterizzazione, ha concluso positivamente i lavori lo scorso 15 giugno. Assicuro che sarà condotto ogni sforzo per imprimere qualunque consentita accelerazione a tutte le fasi del procedimento amministrativo e delle discendenti attività.
  Le aree del PISQ, così come quelle degli altri due poligoni presenti nella regione, non sono soggette a servitù militare, ma rientrano a pieno titolo nel patrimonio del demanio militare dello Stato. Il PISQ è già utilizzato, compatibilmente con lo svolgimento delle prioritarie attività militari e con la tutela dell'ambiente, per lo sviluppo di attività di ricerca civili e, in particolare, industriali. Segnalo, in proposito, l'iniziativa della regione Sardegna di costituire un distretto aerospaziale della Sardegna con il coinvolgimento di soggetti pubblici (la provincia, il comune, le università, il CNR) e di numerose aziende operanti nel settore in Sardegna.
  Riguardo agli aspetti legati alla ridefinizione della presenza militare nell'isola e a un principio di dismissione di basi e poligoni militari, va osservato che il PISQ riveste carattere di unicità nel panorama nazionale per la capacità di soddisfare le esigenze di sperimentazione necessarie all'acquisizione di sistemi d'arma complessi: le attività sono, dunque, intrinsecamente e strategicamente legate ad interessi «duali» del settore tecnico-industriale.
  Per sua natura e per la favorevole posizione geografica, possiede alcune peculiarità fondamentali: la vicinanza al mare nella zona centro meridionale occidentale della Sardegna permette di evitare il sorvolo di aree densamente popolate, Pag. 9rispondendo agli stringenti requisiti di sicurezza richiesti agli aeromobili impegnati in tali attività.
  Per quanto concerne, poi, i poligoni di Capo Teulada e di Capo Frasca, la loro disponibilità risulta essenziale per lo svolgimento di attività addestrative e sperimentali, assolutamente imprescindibili per il corretto approntamento dello strumento militare e per l'impiego operativo in condizioni di sicurezza del personale militare, attualmente impiegato in una molteplicità di missioni internazionali particolarmente impegnative. Ciò, tra l'altro, in una fase congiunturale caratterizzata da una esiguità di risorse finanziarie che non consente di prefigurare soluzioni alternative verso Paesi esteri.
  Si sta procedendo, tuttavia, ad un'attenta verifica dell'effettivo perdurare dell'esigenza militare su tutte le porzioni di questi poligoni, finalizzata a valutare ogni possibilità di un loro progressivo ridimensionamento. La problematica investe esigenze primarie delle Forze armate, sulle quali occorre intervenire con estrema cautela, sotto differenti e complessi profili tecnici e operativi, strettamente tra loro interrelati, che richiedono approfondimenti interdisciplinari e valutazioni complesse di ampia portata.
  Prima di concludere, vorrei ricordare che la bonifica delle aree della regione Sardegna interessate dalla presenza di poligoni è stata finanziata, a decorrere dal 2013, per l'importo di 25 milioni di euro annui nel triennio 2013-2015, attraverso gli ordinari stanziamenti di bilancio del Dicastero.

  PRESIDENTE. Il deputato Piras ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  MICHELE PIRAS. Signor Presidente, mi dichiaro insoddisfatto. Non potrei dire altrimenti, così com’è stato nella procedente interrogazione su Guardia del Moro.
  Credo che bisognerebbe avere il coraggio di prendere in mano il tema seriamente. Infatti, capisco le ragioni e le argomentazioni del sottosegretario Alfano, però, se c’è un'indagine della procura di Lanusei che mette sotto osservazione il medico del poligono di Quirra, generali e amministratori locali per falso ideologico, sostanzialmente per occultamento di disastro ambientale, credo che siamo di fronte a un atto pubblico di una certa importanza e di una certa gravità.
  Non riesco ad essere rassicurato dalle parole del sottosegretario Alfano circa la sicurezza delle esercitazioni militari in loco.
  Non ci riesco, perché non riesco a comprendere come sia compatibile l'attività militare, un'attività militare bellica così sostenuta, di esercitazione (si spara, esplodono ordigni, si fanno esercitazioni a terra e a mare, verso terra e verso il mare). L'impatto ambientale di una qualsiasi attività militare io credo che non sia mai compatibile con l'ambiente e mai totalmente sotto controllo.
  E mi sfugge la ragione per cui in quel territorio – e le notizie sono pubbliche, a mezzo stampa, ne parlano tutti – nascano agnelli con due teste, nascano bambini con significative deformazioni. Esistono fior fior di studi sul patrimonio genetico modificato dall'inquinamento ambientale. Lì non ci sono industrie. Perché se la questione della piombemia vale a Carbonia per quanto riguarda l'inquinamento derivante dalla presenza della produzione industriale – oggi ampiamente in crisi oppure ampiamente dismessa –, lì la piombemia da cosa deriva ?
  E qual è la ragione per cui esistono tassi di radioattività in alcune fette di territorio significativamente superiori rispetto alla media e anche ai livelli di tolleranza ? Probabilmente la ragione è quella che scriveva tempo fa chi diceva che è il granito a produrre naturale radioattività, invece che la sperimentazione di armi, come quelle cariche di uranio impoverito, cioè i famosi e nefasti missili MILAN che lì sono stati utilizzati, come ognuno sa. O forse dovremmo dedurre allora che la presenza di tallio, che è anche un topicida, deriva dalla sovrappopolazione Pag. 10di topi in quel territorio, invece che dalle esercitazioni militari. Ma lì ci sono cinquant'anni di attività !
  Il rischio reale non è solo l'inquinamento immediato, l'impatto immediato o gli accorgimenti che noi prendiamo affinché le esercitazioni militari non creino un impatto il giorno dopo. Il rischio è che, a distanza di cinquant'anni, qualcosa di irrimediabile sia stato causato e sia stato compromesso in quel territorio. E non possono essere la ragione economica e la ragione superiore della difesa ad asservire un territorio per cinquant'anni e forse per cinquant'anni ancora, agli interessi della difesa e della sicurezza internazionale.
  Un tempo eravamo piattaforma di retroguardia dell'Alleanza atlantica nel conflitto freddo con l'Est. Oggi siamo avamposto ed anche sentinella nei conflitti con la zona dei Paesi arabi. In altre parole, muta la destinazione, però quella terra sempre lì viene relegata, un'immensa servitù ad interessi altri, non quelli delle comunità locali. Dov’è la possibilità che le comunità locali un giorno esercitino la sovranità e decidano del proprio sviluppo ?
  Ecco, questi sono i temi: sono quelli economici, sono quelli ambientali, sono quelli del rispetto dell'ambiente e della salute delle popolazioni. Ci vorrebbe probabilmente un'inchiesta seria, un'indagine seria, indipendente, se la procura di Lanusei dice che quelle indagini e quelle testimonianze non sono state serie e non sono state indipendenti.
  E bisognerebbe pensare – altro che crisi economica ! – ad un risarcimento serio, perché 25 milioni di euro non bastano neanche probabilmente a bonificare un ettaro. Avrà un valore almeno quello che dice, a stragrande maggioranza, la Commissione di inchiesta del Senato della scorsa legislatura, quando stima in 300 milioni la bonifica del solo poligono di Quirra e 500 milioni per i tre grandi poligoni, quindi stiamo ancora escludendo il resto delle servitù militari comunque presenti in quell'area. Venticinque milioni non sono sufficienti e comunque non è la sola bonifica, ma serve la riconversione civile.
  E comunque i centri aerospaziali, a mio avviso e, probabilmente, a nostro avviso, non dovrebbero essere quelli della sperimentazione di droni e di sistemi di guerra ancora più avanzati. In altre parole, c’è un tema immenso che va aperto. In un momento in cui quella terra è drammaticamente segnata dalla crisi, dalla disoccupazione, dalla precarietà, ricominciare a pensare al futuro per i sardi significa anche mettere in discussione la presenza militare e l'occupazione militare dell'isola.
  Bisognerebbe ricominciare a pensare che esistono i diritti delle popolazioni locali, che esiste il diritto alla salute, che esiste il diritto ad una qualità della vita e ad una qualità sociale dello sviluppo che non può più essere quello che è stato per cinquant'anni, lo sviluppo della mia terra e lo sviluppo di quelle aree (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

(Caratteristiche del deposito militare presso la base di Monte San Cosimo in Abruzzo e intendimenti in merito alla sua possibile riconversione per scopi di protezione civile – n. 2-00091)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Melilla n. 2-00091, concernente caratteristiche del deposito militare presso la base di Monte San Cosimo in Abruzzo e intendimenti in merito alla sua possibile riconversione per scopi di protezione civile (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazione).
  Chiedo al deputato Melilla se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  GENEROSO MELILLA. Signor Presidente, illustri colleghi, signor rappresentante del Governo, stiamo parlando di un sito militare molto antico, su cui c’è un'enorme sensibilità da parte degli enti locali e delle popolazioni della Valle Peligna. La valle Peligna è in provincia dell'Aquila e questo sito si colloca vicino ai comuni di Sulmona e di Pratola Peligna; è nato prima della Seconda guerra mondiale, Pag. 11nel 1939, in pieno fascismo. È un'ampia area di centinaia di ettari che è stata all'inizio adibita ad una fabbrica per la produzione di esplosivi della Montecatini Nobel. Lavoravano per la produzione bellica oltre duemila lavoratori. Finita la guerra, questa fabbrica è stata riconvertita ed è stato creato al suo posto un deposito militare e, nel 1954, gli impianti furono consegnati dalla Montecatini al Ministero della difesa, alla direzione generale di artiglieria. E per decenni ha ospitato, nel più segreto assoluto di quello che fosse lì destinato, esplosivi di varia natura.
  Nel 1990, l'ENEA addirittura predispose un elenco riservato dove si individuavano quattro aree militari del Paese ritenute idonee per realizzarvi grandi depositi di materiale radioattivo. Tutto ciò ha provocato una mobilitazione delle popolazioni locali che, innanzitutto, non conoscevano cosa effettivamente fosse custodito in questo deposito militare. Ogni tanto le voci più disparate si rincorrevano. Quindi, c’è stata una mobilitazione delle forze pacifiste che hanno dato vita a tante manifestazioni a livello territoriale. Soprattutto, ci sono stati gli enti locali che hanno sempre chiesto che non fossero allargate le servitù militari e che, quindi, non fosse sottratto territorio prezioso alle coltivazioni agricole. Siamo in presenza di una delle aree agricole più ricche dell'Abruzzo, ma io dico anche dell'Italia, con produzioni importantissime dal punto di vista vinicolo ed ortofrutticolo.
  Ci sono stati interventi anche parlamentari. Alla fine degli anni ’60 e ’70 il senatore Celidonio fece varie interpellanze a livello di Senato della Repubblica e poi ci sono stati nel 1986 degli interventi molto puntuali del gruppo radicale (Pannella, Rutelli ed altri deputati) che, appunto, chiedevano di sapere che cosa fosse custodito in questo deposito militare e, soprattutto, si battevano contro l'ampliamento delle servitù militari. La regione Abruzzo, in particolare negli ultimi anni, ha chiesto, insieme ai comuni di Pratola Peligna e di Sulmona, che questo deposito militare, anche in considerazione dell'evoluzione radicale che c’è stata nelle relazioni internazionali e anche nelle politiche della difesa nazionale ed europea, fosse riconvertito a struttura logistica di riferimento per l'Abruzzo della protezione civile, in considerazione di tanti fattori. Innanzitutto, la sua collocazione centrale nella regione Abruzzo e la sua enorme infrastrutturazione. Noi abbiamo dei collegamenti ottimali con le autostrade, con la ferrovia, edifici e gallerie per decine e decine di chilometri all'interno di quest'area e servizi di ogni genere, dall'acqua all'energia elettrica, in una regione che ha notevoli problemi sismici e che, quindi, ha bisogno di un sistema di protezione civile particolarmente efficiente.
  Di qui la mia iniziativa volta a chiedere al Governo innanzitutto quali siano le caratteristiche militari e le funzioni precise del deposito di San Cosimo, intitolato alla medaglia d'oro al valor militare Enrico Giammarco; se corrisponda al vero che in questo deposito siano custodite armi convenzionali di rifornimento per tutte le Forze armate del Centro-sud Italia; se il materiale custodito possa presentare problemi per la salute dei cittadini; se non ritenga utile fornire adeguate informazioni agli enti locali della Valle Peligna, in particolare ai comuni di Sulmona e di Pratola Peligna, che le hanno chieste ripetutamente nel corso degli anni; se non si possa, infine, prevedere una diversa utilizzazione pubblica del deposito di San Cosimo, riconvertendolo da base militare a centro regionale della protezione civile per la regione Abruzzo.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, io darò una risposta all'interpellanza, non tralasciando per volontà tutte le questioni poste in premessa, che comunque rimangono all'attenzione del Governo.
  L'infrastruttura militare di San Cosimo, di complessivi 130 ettari, dislocata in località Pratola Peligna (L'Aquila) ed utilizzata dalle Forze armate quale deposito per Pag. 12lo stoccaggio di munizioni convenzionali necessarie per il rifornimento dei reparti militari del Centro Italia che svolgono attività addestrative a fuoco presso i poligoni italiani, tra i quali il poligono Foce Reno e di Carpegna, secondo le modalità ed i vincoli contenuti nei rispettivi disciplinari d'uso, continua ad essere attiva.
  Nell'ambito delle attività connesse con la razionalizzazione dei depositi militari di Forza armata, avviate dal dipendente comando logistico dell'Esercito, si rende noto che il citato deposito di Pratola Peligna non è stato interessato da ipotesi di soppressione/riconfigurazione e, pertanto, anche nel prossimo futuro, continuerà a svolgere la funzione di deposito militare.
  Al riguardo, si precisa che il materiale stoccato all'interno del deposito è munizionamento esclusivamente di tipo convenzionale, la cui conservazione non costituisce, di fatto, alcun pericolo per la salute dei cittadini del territorio limitrofo.
  Per completezza d'informazione, quindi per rispondere all'ultima parte, si comunica che al momento non sussiste alcuna ipotesi di riconversione del deposito militare in centro regionale della Protezione civile per la regione Abruzzo e, in tal senso, non risulta in ogni caso essere mai pervenuta specifica richiesta da parte dell'ente territoriale interessato.

  PRESIDENTE. Il deputato Melilla ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

Testo sostituito con errata corrige volante   GENEROSO MELILLA. Signor Presidente, mi ritengo totalmente insoddisfatto della risposta del Governo. Peraltro, l'ultima osservazione da lei fatta, che non esista una proposta in questo senso, è smentita dal fatto che il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità, da parte di tutte le forze presenti in Consiglio regionale negli anni scorsi, una risoluzione che andava proprio in questo senso.
  Prendo atto delle comunicazioni fatte, relative alla scelta della Ministero della difesa di non prevedere alcuna riconversione di questo deposito militare e, quindi, di continuare con le sue attività tradizionali. Ovviamente questo non va nel senso di quanto richiesto dagli enti locali, dalla regione e soprattutto dal movimento pacifista delle popolazioni della Valle Peligna, a partire dagli agricoltori. E soprattutto, ritengo che sia necessario, da parte del Governo e del Ministero della difesa garantire agli enti locali una puntuale informazione sulle affinità che vi sono rispetto alle possibili incidenze sulla salute dei cittadini, anche se prendo atto che, da parte del sottosegretario, ci è stato detto che non vi sono pericoli in questo senso.
  Ovviamente, la risposta è deludente rispetto a quello che le popolazioni della Valle Peligna si aspettano (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  GENEROSO MELILLA. Signor Presidente, mi ritengo totalmente insoddisfatto della risposta del Governo. Peraltro, l'ultima osservazione da lei fatta, che non esista una proposta in questo senso, è smentita dal fatto che il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità, da parte di tutte le forze presenti in Consiglio regionale negli anni scorsi, una risoluzione che andava proprio in questo senso.
  Prendo atto delle comunicazioni fatte, relative alla scelta della Ministero della difesa di non prevedere alcuna riconversione di questo deposito militare e, quindi, di continuare con le sue attività tradizionali. Ovviamente questo non va nel senso di quanto richiesto dagli enti locali, dalla regione e soprattutto dal movimento pacifista delle popolazioni della Valle Peligna, a partire dagli agricoltori. E soprattutto, ritengo che sia necessario, da parte del Governo e del Ministero della difesa garantire agli enti locali una puntuale informazione sulle attività che vi sono rispetto alle possibili incidenze sulla salute dei cittadini, anche se prendo atto che, da parte del sottosegretario, ci è stato detto che non vi sono pericoli in questo senso.
  Ovviamente, la risposta è deludente rispetto a quello che le popolazioni della Valle Peligna si aspettano (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e dell'interrogazione all'ordine del giorno.
  La seduta è sospesa, riprenderà alle ore 14 con la votazione per l'elezione di un Vicepresidente e di un Segretario di presidenza, ai sensi dell'articolo 5, comma 8, del Regolamento.

  La seduta, sospesa alle 9,55, è ripresa alle 14,10.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Giancarlo Giorgetti, La Russa, Pisicchio e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Pag. 13

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,11).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, sull'ordine dei lavori le chiedo di porre in votazione il rinvio ad altra seduta del punto 2 previsto all'ordine del giorno della seduta odierna. Grazie Presidente.

  PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 41, comma 1 del Regolamento, sulla proposta di rinvio ad altra seduta della votazione per l'elezione di un vicepresidente e di un segretario di Presidenza, darò la parola ad un oratore contro e uno a favore per non più di cinque minuti ciascuno. Ha chiesto di intervenire contro il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, grazie a tutti i colleghi che vorranno porre un minimo di attenzione al contenuto delle motivazioni per le quali non è necessario rinviare questa votazione. Una votazione decisa in Conferenza dei presidenti di gruppo, questa sì, che viene chiesta in maniera anomala, cioè ne viene chiesto il rinvio in maniera anomala, perché ? Perché la maggioranza ha difficoltà a votare il suo stesso candidato, qualcosa di incredibile (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie). Ci ritroviamo, in un momento in cui il Paese muore, in cui ci sono tante difficoltà, a discutere su: «Santanchè si, Santanchè no»... Allora signori noi non possiamo continuare in questo Parlamento e in questa Aula ad occuparci di questo tipo di problemi, non sono questi i problemi del Paese. Se la maggioranza vuole, visto che ha i numeri, elegge il terzo vicepresidente della maggioranza e risolviamo in pochissimo tempo questo aspetto, questo problema. Noi non possiamo rinviare per risolvere i problemi interni del PD (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie), o i problemi di immagine di chi non ha il coraggio di votare un candidato di un altro partito della maggioranza. Maggioranza significa: stare insieme e accettare chi sono i candidati dei vari partiti, non si può dire «no allora non votiamo e vogliamo il rinvio». Cosa dobbiamo rinviare ancora ? Non è che il deputato candidato in questo caso dal Pdl, non era presente, non era nelle fila del Pdl, lo è sempre stato, non è una novità, non è cambiato niente, lo sapevate già quando avete fatto la maggioranza. Quindi dovete semplicemente essere coerenti con quello che avete fatto, il problema è che la coerenza purtroppo non appartiene soprattutto a questa maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie).
  E l'ultimo concetto che vorrei esprimere, Presidente, a tutti i colleghi, è che in questa Aula non si può continuare a rinviare, noi siamo pagati per lavorare non per rinviare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Signori è allucinante che noi dobbiamo costantemente rinviare, io mi appello ai colleghi di Scelta Civica, ai colleghi del PD, di SEL, di Fratelli d'Italia, della Lega Nord, del Pdl... ma come si fa a continuare costantemente a rinviare ? Non si affronta un problema. Noi siamo gli irresponsabili ? Ma è incredibile che veniamo definiti irresponsabili quando gli irresponsabili sono coloro che cercano sempre di rinviare e di non prendersi una responsabilità, una ! (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie). Questa maggioranza è arrivata incredibilmente Pag. 14a fondare un nuovo tipo di repubblica: la repubblica del rinvio, e noi non ci stiamo.
  Votiamo e andiamo avanti per affrontare i problemi dei cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Dellai. Ne ha facoltà.

  LORENZO DELLAI. Signor Presidente, intervengo a favore, anche a nome dei colleghi presidenti di gruppo della maggioranza, per dire che, proprio perché abbiamo cose più importanti da fare che non star qui ad accapigliarci tra maggioranza e minoranza sulla figura del vicepresidente, riteniamo ragionevole e di buonsenso un rinvio di questo punto, per consentire di ricostruire quel clima di collaborazione che aveva dato origine, all'inizio di questa legislatura, all'Ufficio di Presidenza.
  L'Ufficio di Presidenza è stato infatti eletto, all'inizio di questi nostri lavori, proprio sulla base di un clima di unità, di condivisione: posto che – di questo sono molto convinto – le legittime battaglie politiche debbono rispettare un ambito che è quello delle istituzioni, che è quello dell'Ufficio di Presidenza dell'Aula. E così è avvenuto, all'inizio del nostro mandato. La sostituzione di un vicepresidente, perché nel frattempo nominato ministro, noi riteniamo sia ragionevole possa avvenire, riteniamo debba avvenire, sulla base dello stesso clima, rispettando gli equilibri che all'inizio della legislatura, positivamente, si sono raggiunti, e che positivamente hanno consentito fino a qui di lavorare tutti quanti nel rispetto delle idee di ciascuno, sulla base di una funzione importante ed equilibrata della Presidenza e dell'Ufficio di Presidenza.
  Ecco la ragione per la quale noi riteniamo ragionevole la proposta di rinvio: preferiamo evitare il voto oggi per provare a ricostruire tra maggioranza ed opposizione il clima positivo che si era creato all'inizio della legislatura, e preferiamo qualche tempo di rinvio piuttosto che subire giustamente la censura dell'opinione pubblica, che nel pieno di una crisi così difficile sicuramente non apprezzerebbe che l'Aula si dividesse sulla figura del vicepresidente (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio ad altra seduta della votazione per l'elezione di un vicepresidente e di un segretario di Presidenza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Russo, Frusone, Tartaglione, Sottanelli, Brunetta, Fico, Faraone, Picierno, Simone Valente, Senaldi... Prego, onorevole Pes, prenda la scheda. Oliaro, Rostellato, Campana, Fabbri, Stumpo, Causin, Chiarelli... Stanno arrivando ancora: forza ! La votazione è ancora in corso, prego. Velocemente però ! Un attimo: stanno arrivando. Bossa... Forza, che poi chiudiamo. Rubinato, Biondelli, Mura... Calma. Ci siamo ? Crimi, Librandi...
  Dichiaro chiusa la votazione.

  (È approvata).

  La Camera approva per 193 voti di differenza (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  La successiva iscrizione all'ordine del giorno della votazione per l'elezione di un vicepresidente e di un segretario di Presidenza sarà stabilita dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.

  DANIELE MARANTELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE MARANTELLI. Signor Presidente, l'aggressione armata di cui sono state vittime questa mattina il sindaco di Cardano al Campo, Laura Prati e il vicesindaco Costantino Iametti, è un fatto di inaudita gravità. È accaduto in municipio; non è accettabile che l'impegno pubblico condotto con passione civile comporti addirittura Pag. 15il rischio della propria vita. Al sindaco e al vicesindaco va la nostra più affettuosa solidarietà nella speranza che siano scongiurati rischi gravi per la loro salute e possano presto riprendere il loro posto accanto ai loro cari. Sono certo che la barbara aggressione non attenuerà l'impegno politico e amministrativo di Laura e Costantino; ringrazio tutti coloro che sono intervenuti tempestivamente per portare i soccorsi e quelli che all'ospedale di Gallarate e di Varese hanno dimostrato ancora una volta in queste ore, in questi minuti, nonostante la disattenzione di alcuni colleghi, professionalità ed umanità.
  In una mattinata di forte tensione sono stato colpito dalla compostezza del marito con cui ho parlato subito dopo la tragedia; mi auguro che l'autore di questo folle gesto sia punito severamente. Con Laura ho condiviso tante battaglie politiche, lei è presidente dell'assemblea provinciale del PD e lo scorso venerdì ho partecipato a un'iniziativa alla festa di Varese sul femminicidio, coordinata proprio da lei. In quella occasione mi ha consegnato la documentazione relativa al completamento dei lavori della nuova caserma dei carabinieri di Cardano, interrotti in maniera ingiustificata da troppo tempo. Ecco, questa concretezza, tipica dei nostri amministratori locali come la Prati e Iametti, è un patrimonio prezioso delle nostre istituzioni che noi dobbiamo sostenere sempre di più con l'azione legislativa e di Governo, e chi fa il proprio dovere nei comuni, dalla Lombardia alla Sicilia, oggi più che mai è una risorsa della nostra incerta democrazia.
  Vorrei concludere anche a nome di Maria Chiara Gadda e di Angelo Senaldi, deputati anche loro di Varese, dicendo che la serietà, l'onestà, la concretezza, il legame con la propria comunità, la sensibilità tipicamente femminile, fanno di Laura Prati un esempio di buona politica, di cui il PD è orgoglioso, un raggio di luce in un tempo così confuso. Forza Laura, forza Costantino: sono certo che tornerete presto al vostro impegno politico e civile (Applausi).

  PRESIDENTE. La Presidenza si associa: auguri di pronta guarigione (Applausi) !

  TITTI DI SALVO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, veramente trenta secondi per unirmi alle parole che ho sentito prima: intervengo non solo a nome del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà, ma io sono stata eletta in Lombardia 2, in quel territorio, e ci tenevo particolarmente a rendere evidente la mia solidarietà, e quella di tutto il gruppo, nei confronti di questo evento tremendo che ha colpito delle donne così impegnate. Per questo ho chiesto la parola.

  PRESIDENTE. Sospendo la seduta per 15 minuti per consentire di rimuovere le cabine.

  La seduta, sospesa alle 14,25, è ripresa alle 14,55.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Ferranti ed altri; Costa: Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili (A.C. 331-927-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 331-927-A di iniziativa dei deputati Ferranti ed altri; Costa: Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili.
  Ricordo che nella seduta del 25 giugno scorso sono iniziati gli interventi sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 1, proseguiti anche nella seduta del 26 giugno, fino all'accoglimento da parte dell'Assemblea Pag. 16della proposta di rinvio del seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito della discussione del testo unificato è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori (vedi calendario).
  Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha ritirato una serie di emendamenti di cui il segretario Schullian ora darà lettura.

  MANFRED SCHULLIAN. Segretario, legge:
   Si tratta degli emendamenti: 1.283; 1.282; 1.269; 1.295; 1.307; 1.308; 1.310; 1.221; 1.8; 1.9; 2.208; 2.1; 2.210; 2.209; 2.211; 2.216; 2.217; 2.220; 2.221; 2.222; 2.223; 2.225; 2.226; 2.229; 2.230; 2.227; 2.231; 2.233; 2.236; 2.237; 2.64; 2.10; 2.270; 2.281; 3.201; 3.202; 3.204; 2.282; 3.209; 3.210; 3.211; 3.212; 3.213; 5.200; 6.200; 8.200; 9.200; 10.200; 11.200; 11.202; 11.209; 12.200; 13.200; 14.200.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 331-927-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 331-927-A).
  Avverto che tutti i residui interventi dei deputati iscritti al gruppo Lega Nord sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 1 sono stati ritirati. Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 1 il deputato Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi ci opporremo duramente e ci stiamo opponendo a questo provvedimento perché riteniamo, come alcuni colleghi che sono intervenuti prima di me, che non si voglia intervenire in realtà sul sovraffollamento carcerario. Chi gira i penitenziari d'Italia sa bene che c’è una situazione grave di presenze eccessive nei nostri penitenziari, ma qui si fa un ragionamento diverso: si interviene culturalmente e si fa un'operazione di carattere culturale, perché si sa benissimo che con interventi del genere poco dopo le strutture carcerarie avranno una presenza eccessiva e il problema non sarà migliorato.
  Tra l'altro, signor rappresentante del Governo, lei sa molto bene che in Italia ci sono strutture carcerarie che non sono state mai aperte, che rimangono ferme. Per vari motivi di carattere burocratico non si è intervenuti per aprire queste strutture. E, d'altra parte, si fa questo provvedimento, con un intervento – come hanno detto altri colleghi del gruppo Fratelli d'Italia intervenuti prima di me – che è una sorta di indulto e di amnistia al tempo stesso, in cui viene cancellato addirittura il reato: all'individuo messo alla prova, dopo un certo numero di anni, quando avrà finito questa prova, sarà cancellato, ripeto, il reato.
  Noi riteniamo che questo sia inaccettabile per quanto riguarda le vittime di alcuni reati. Perché noi lo dobbiamo ricordare agli italiani che ci stanno ascoltando fuori di qua: è proprio dell'altro giorno la notizia di quel grave e luttuoso avvenimento che è successo qui a Roma, di quel signore che ha visto la moglie legata ed ha reagito sparando nei confronti di coloro che erano entrati in casa sua e avevano legato la moglie per ore. Il furto in abitazione è un reato gravissimo, che in questa legge è previsto possa essere amnistiato, in quanto il cittadino che commette il reato può andare dal giudice e dire «io voglio redimermi; voglio cambiare», anche se è recidivo, anche se ha commesso questi reati in precedenza o altri reati ! E allora in quel caso, io vi voglio dire, si tratta di un reato gravissimo, come è dimostrato dall'evento che è successo a Roma; ma ciò succede molto spesso e si legge nelle cronache dei giornali, evento in cui poi semmai, come in quel caso, è morto chi commette il reato, ma in altri casi è successo che le persone che abitavano nel loro appartamento hanno subito violenza, le donne sono state stuprate e i proprietari uccisi.Pag. 17
  Il furto in appartamento è un reato gravissimo ed è previsto, in questo provvedimento, che un signore che viene preso a commettere questo reato possa chiedere al giudice di poter espiare la pena fuori dal carcere. Secondo noi è inaccettabile. Secondo noi va contro la sicurezza dei cittadini. Fate un gran a parlare in campagna elettorale della sicurezza dei cittadini salvo poi venire in Parlamento e fare questi provvedimenti che non puniscono coloro che commettono reati, ma vanno, appunto, nella direzione opposta, di incentivare coloro che possono venire anche da fuori – compresa la criminalità italiana, ma anche quella che viene da fuori – a incrementare le fila della criminalità diffusa nelle nostre città, che crea purtroppo grande allarme sociale nei confronti della popolazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marcello Tagliatatela. Ne ha facoltà.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, colleghi, il provvedimento che è all'esame del Parlamento costituisce un esempio di cattiva cultura; determina il convincimento, nell'opinione pubblica, che lo Stato, incapace di dare risposte ai suoi obblighi, tra cui ovviamente quello della tutela dell'ordine pubblico e anche quello della pena nei confronti di coloro i quali hanno commesso reati, trovi una soluzione che alla fine comporta un meccanismo educativo distorsivo.
  Il concetto di partenza è che il provvedimento è necessario perché le carceri sono sovraffollate. Ci si dimentica di ricordare che attualmente la popolazione carceraria in Italia è costituita per una percentuale elevatissima da detenuti in attesa di giudizio e quindi risulta, esattamente e semplicemente dall'analisi di questa percentuale, da questi numeri, che il problema è nel funzionamento della giustizia, piuttosto che nel sovraffollamento delle carceri; è nella lungaggine dei processi, è nell'uso distorsivo, in alcuni casi, delle misure cautelari che determinano un aumento della popolazione carceraria.
  Il risultato sarà ovviamente lo stesso che già si è determinato negli anni scorsi. Io ero parlamentare quando si è approvato qualche anno fa il provvedimento di amnistia e di condono.
  Ero parlamentare quando si sono dette in questa Aula e si sono affermate volontà di riforma del sistema della giustizia, in maniera tale da non consentire più il problema della qualità della vita all'interno delle carceri. Ho ascoltato la volontà dei vari Governi che si sono succeduti nel voler realizzare o di migliorare le attuali strutture penitenziarie. Nulla è accaduto e oggi ci si propone un provvedimento, contrabbandandolo per un atteggiamento di maggiore civiltà nei confronti dei detenuti. Andatelo a spiegare a coloro i quali rimarranno nelle carceri, quando queste non sono assolutamente idonee a sopportare quel tipo di detenzione.
  È quindi evidente che siamo in presenza di un provvedimento che rappresenta il fallimento dello Stato che, lo voglio sottolineare ancora, ha tra i suoi doveri quello della tutela dei cittadini, della tutela dell'ordine pubblico e anche quello della pena nei confronti di coloro i quali sono giudicati colpevoli. In Italia, la metà della popolazione carceraria è ancora in attesa di giudizio e nel frattempo si vuole concedere una misura alternativa a coloro i quali, già condannati per reati gravi, attualmente sono nelle carceri. Mi pare evidente che questa è una strada assolutamente sbagliata e quindi, come gruppo Fratelli d'Italia ci opporremo al provvedimento e in ogni occasione e in ogni circostanza faremo in modo che l'opinione pubblica sia convintamente contraria al provvedimento in esame.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maietta. Prendo atto che rinuncia. Ha chiesto di parlare il deputato Fabio Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, questi brevi interventi da parte del nostro gruppo parlamentare servono a sottolineare, se possibile, l'indignazione, più di Pag. 18quanto già non abbiamo fatte nelle sedute precedenti, rispetto a un provvedimento che, attenzione, è vero che intende mettere le mani sul sistema carcerario e sulle sue degenerazioni, ma è vero che lo fa, dal nostro punto di vista, in modo del tutto insufficiente.
  Noi esprimiamo la nostra solidarietà anche ai detenuti delle carceri italiane per le condizioni disumane alle quali sono sottoposti; vi è una punta importante di umanità che è figlia di una visione anche del recupero per chi ha commesso dei reati, che è parte integrante di una sensibilità alla quale non intendiamo rinunciare. Questo non significa nulla, perché quando comunque si mettono in campo, com’è stato fatto già nel 2006, con i risultati che sono stati raccontati in queste sedute non soltanto dal nostro gruppo, obbligatoriamente, soprattutto da un punto di vista morale, per far capire ai cittadini onesti quale sia l'orientamento delle istituzioni preposte a tutelare la loro sicurezza, occorre mettere in campo dei provvedimenti strutturali.
  Si può fare qualunque cosa: si può tentare di costruire nuove carceri qualora ce ne fosse la possibilità, la capacità economica; si possono immaginare delle pene alternative; si può immaginare un sistema di rieducazione, per chi è in carcere, che sia più efficace; si può provare a intervenire con energia su quella piaga autentica rappresentata dalla custodia cautelare, soprattutto per alcuni reati davvero impropria nel suo uso e nel suo abuso. Si può immaginare di intervenire nel sistema giudiziario che, a ogni legislatura, praticamente tutte le forze politiche dichiarano di voler modificare e riformare. Tutto si può fare, fuorché presentarsi a sette anni di distanza con un altro indulto.
  Si può immaginare di mettere a sistema il rapporto tra Stati per poter garantire, per esempio, che una pena possa essere scontata, quando possibile, ove possibile e in forza di convenzioni, nella propria terra d'origine, quindi, anche alleggerendo la pressione sul sistema carcerario italiano, visto che ci raccontate ogni volta che ci sono delle difficoltà enormi per poter garantire che chi ha commesso dei reati, nel rispetto della certezza della pena, possa scontarli fino in fondo.
  Ebbene, di tutto quello che io ho appena elencato non c’è nulla, nulla, in questo provvedimento non compare niente. Ecco perché è ancora più vergognoso quello che voi ci avete raccontato nella prima seduta, quando questo provvedimento è stato calato da parte del Governo, dissimulandolo, cercando di nascondere la sua vera identità, non proferendo la parola «indulto» quando la parola «indulto» è esattamente il concetto che si sarebbe dovuto esprimere con coraggio, perché quando si fanno dei provvedimenti di questo tipo tutto ci può stare a patto che si abbia la forza, se preferite la sfrontatezza, di spiegarlo ai cittadini italiani.
  In una fase economica delicata e negativa come questa, quando i cosiddetti «reati diffusi», che impropriamente vengono definiti appartenenti alla catena della microcriminalità, sono quelli che, viceversa, sopportano in prima battuta esattamente le persone più deboli della nostra società, in una fase come questa di tutto c’è bisogno fuorché dell'incertezza della pena, fuorché dello «svuota carceri» che voi ci state, una volta ancora, propinando nella totale assenza di una cornice che faccia capire comunque che idea avete rispetto al sistema carcerario complessivamente inteso, rispetto allo stato delle carceri, rispetto alla diversificazione delle pene e, semmai, anche delle carceri stesse, rispetto alla questione della custodia cautelare e rispetto alle pene alternative. Non c’è niente di tutto questo, in maniera sfrontata, insultando il popolo italiano, voi avete il coraggio di venire qui in una fase come questa a dirci che volete buttare fuori dalla galera persone che hanno commesso dei reati e sono state condannate per questi. È una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Edmondo Cirielli. Ne ha facoltà.

Pag. 19

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, rinuncio e intervengo sugli emendamenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ettore Rosato. Ne ha facoltà. Prendo atto che rinuncia all'intervento. Ha chiesto di parlare il deputato Simone Baldelli. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, rinuncio all'intervento.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, come ha visto, due deputati del gruppo Fratelli d'Italia hanno dovuto rinunciare al loro intervento perché il tempo contingentato – a noi sono assegnati complessivamente 33 minuti – impone di centellinare la possibilità di esprimere appieno i nostri convincimenti.
  Allora, poiché il Regolamento lo consente – questo è il mio richiamo al Regolamento – le chiedo sin d'ora di valutare, nella massima estensione possibile, considerato anche che il tempo di questo provvedimento che impegna l'Aula è molto meno di quello che ci si potrebbe aspettare, visto il silenzio assordante dei gruppi, a partire da quelli di centrodestra, io mi permetto di suggerirle e di chiederle formalmente un'amplissima estensione dei tempi per i gruppi, considerato che poi saranno in pochi quelli che la utilizzeranno.
  D'altra parte, mi pare sia interesse dell'Aula e soprattutto dell'opinione pubblica, che pure ci può ascoltare attraverso la rete dedicata, avere contezza del dibattito su un tema così importante.
  Io mi rendo conto che questa maggioranza, questo Governo sta rinviando tutti i problemi. Abbiamo appena visto un rinvio della elezione di un Vicepresidente. Trovo incongruo avere ritenuto di dover contingentare così tanto il tempo quasi che avessimo delle cose più importanti da fare. Non vorrei che noi contingentiamo e poi giovedì mattina ce ne andiamo a casa. Io le chiedo di darci tutto il tempo possibile per discutere questo intervento almeno fino a venerdì, giornata in cui si dovrebbe poter continuare a lavorare.

  PRESIDENTE. Il Presidente, secondo la prassi, ha la possibilità di ampliare il tempo, quindi, quando sarà esaurito il tempo a vostra disposizione, provvederemo in questo senso.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, invito i relatori e, di seguito, il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1. Presidente Ferranti, prego.

  DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Il relatore per la maggioranza esprime un invito al ritiro o, altrimenti, il parere è contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 1, ad eccezione dell'emendamento 1.400, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, a pagina 31 del fascicolo degli emendamenti.

  PRESIDENTE. Su questo il parere è favorevole ?

  DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Si, signor Presidente. In riferimento all'emendamento Molteni 1.254, a pagina 32 del fascicolo degli emendamenti, il parere del relatore per la maggioranza sarebbe stato favorevole se vi fosse stato però il parere favorevole della Commissione bilancio. Quindi siamo costretti ad esprimere un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza, il deputato Molteni, ad esprimere il parere.

  NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, ovviamente non sono riuscito a segnare gli emendamenti che sono stati ritirati dal MoVimento 5 Stelle e quindi esprimerò il parere su tutti dopo di che sarà lei...

Pag. 20

  PRESIDENTE. Le faremo avere la lista. Era difficile prendere nota di tutti.

  NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Il relatore di minoranza esprime parere favorevole sugli identici emendamenti: Ferraresi 1.2, Molteni 1.10 e Cirielli 1.70; sugli emendamenti Molteni 1.200; Molteni 1.203; Colletti 1.201; Colletti 1.202; sugli identici emendamenti Molteni 1.300 e Colletti 1.301; sugli emendamenti: Molteni 1.204; Molteni 1.205; Molteni 1.206; Molteni 1.207; Molteni 1.208; sugli identici emendamenti Molteni 1.24 e Agostinelli 1.209; sugli identici emendamenti Molteni 1.23 e Agostinelli 1.210; sugli identici emendamenti Agostinelli 1.3 e Molteni 1.22; sugli identici emendamenti Colletti 1.211 e Cirielli 1.212.

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Molteni, se dice gli emendamenti su cui il parere è contrario, forse facciamo prima.

  NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. No, io preferirei dirli, per chiarezza.

  PRESIDENTE. Vuole procedere così ?

  NICOLA MOLTENI. Sì.

  PRESIDENTE. D'accordo, prego.

  NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Il relatore di minoranza esprime parere favorevole sugli emendamenti: Molteni 1.255; Molteni 1.256; Molteni 1.257; Molteni 1.258; Molteni 1.259; Molteni 1.260; Molteni 1.261; Agostinelli 1.262; Agostinelli 1.267; Agostinelli 1.263; Molteni 1.273; Molteni 1.278; Agostinelli 1.283.

  PRESIDENTE. L'emendamento Agostinelli 1.283 è stato ritirato.

  NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.284 e Agostinelli 1.285.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli emendamenti Colletti 1.268, Agostinelli 1.264, Agostinelli 1.265, Molteni 1.270, Agostinelli 1.271, Molteni 1.276.
  Prendo atto che l'emendamento Agostinelli 1.269 è stato ritirato.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli emendamenti Molteni 1.266, Molteni 1.275, Molteni 1.272, Molteni 1.279, Molteni 1.280, Molteni 1.281.
  Prendo atto che l'emendamento Colletti 1.282 è stato ritirato.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli emendamenti Agostinelli 1.286, Agostinelli 1.287, Agostinelli 1.288, Agostinelli 1.289, Agostinelli 1.290, Agostinelli 1.291, Agostinelli 1.292, Colletti 1.293, Colletti 1.294.
  Prendo atto che l'emendamento Agostinelli 1.295 è stato ritirato.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli emendamenti Agostinelli 1.296, Agostinelli 1.297, Agostinelli 1.298, Agostinelli 1.299, Agostinelli 1.350, Agostinelli 1.351, Agostinelli 1.302, Agostinelli 1.303.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.304 e Colletti 1.305.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sull'emendamento Agostinelli 1.306.
  Prendo atto che l'emendamento Agostinelli 1.307 è stato ritirato.
  Prendo atto che l'emendamento Agostinelli 1.308 è stato ritirato.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sull'emendamento Agostinelli 1.309.
  Prendo atto che l'emendamento Agostinelli 1.310 è stato ritirato.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli emendamenti Colletti 1.311, Colletti 1.312, Molteni 1.213, Colletti 1.214.
  Il relatore di minoranza invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Ferraresi 1.215.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli emendamenti Colletti 1.216 e Molteni 1.219.Pag. 21
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.20 e Agostinelli 1.218.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.21 e Agostinelli 1.220.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sull'emendamento Colletti 1.217.
  Prendo atto che l'emendamento Colletti 1.221 è stato ritirato.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli emendamenti Molteni 1.222, Molteni 1.223, Molteni 1.224, Molteni 1.225, Molteni 1.226, Molteni 1.227.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.67 e Agostinelli 1.228.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.66 e Agostinelli 1.229.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.65 e Agostinelli 1.230.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.64 e Agostinelli 1.231.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.63 e Agostinelli 1.232.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.62 e Agostinelli 1.233.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sull'emendamento Molteni 1.234.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.68 e Agostinelli 1.235.
  Il relatore di minoranza invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Colletti 1.5.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.15, Agostinelli 1.236 e Cirielli 1.237.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sull'emendamento Cirielli 1.240.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.16, Agostinelli 1.238 e Cirielli 1.241.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.17, Agostinelli 1.239 e Cirielli 1.242.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.18, Cirielli 1.69 e Agostinelli 1.243.
  Il parere del relatore di minoranza è favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.19 e Agostinelli 1.244.
  Il relatore di minoranza esprime parere favorevole sugli emendamenti Colletti 1.245, 1.249 e 1.250 e sugli identici emendamenti Molteni 1.13 e Agostinelli 1.246. Il relatore di minoranza esprime altresì parere favorevole sugli identici emendamenti Molteni 1.14 e Agostinelli 1.247 e sugli emendamenti Colletti 1.252 e Molteni 1.253. Il relatore di minoranza invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Colletti 1.248, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Agostinelli 1.8.

  PRESIDENTE. L'emendamento Agostinelli 1.8 è stato ritirato.

  NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Il relatore di minoranza invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Colletti 1.355, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Agostinelli 1.9.

  PRESIDENTE. L'emendamento Agostinelli 1.9 è stato ritirato.

  NICOLA MOLTENI, Relatore di minoranza. Il relatore di minoranza esprime parere contrario sull'emendamento 1.400, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Molteni 1.254.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 22

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia.
  Signor Presidente, il Governo invita...

  PRESIDENTE. Può alzarsi per favore ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Scusate, ha ragione, chiedo scusa. Il Governo invita i presentatori degli emendamenti a ritirarli e, in caso non venissero ritirati, esprime parere contrario. L'unico parere favorevole che esprime il Governo è sull'emendamento 1.400, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Quindi su questo c’è il parere favorevole del Governo, sugli altri, invece, l'invito al ritiro e, in caso non venissero ritirati, si esprime parere contrario.

  PRESIDENTE. Mi scusi, mi precisa nuovamente il numero dell'emendamento sul quale il Governo esprime parere favorevole ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, è l'emendamento 1.400, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, a pagina 31 del fascicolo.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Ferraresi 1.2, Molteni 1.10 e Cirielli 1.70.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, in questo articolo 1, che dà una delega amplissima al Governo cambiando pesantemente le norme sull'ordinamento penitenziario, in realtà potrebbe risultare un'amnistia di fatto per tutti i reati fino a sei anni ed oltre semplicemente per un motivo, ossia si va a modificare tutto il capo relativo alle pene alternative al carcere.
  Cosa vuol dire ? Vuol dire che tutti coloro che, con un residuo di pena di tre anni, chiederanno la sospensione dell'esecuzione della pena, mentre adesso possono chiedere la detenzione domiciliare, con questo provvedimento, in realtà, saranno liberi di uscire dal carcere senza neanche avere l'obbligo della detenzione domiciliare, perché avranno direttamente il passaggio alla semilibertà o l'affidamento ai servizi sociali. Sinceramente, per reati gravissimi, per reati come la pornografia minorile, la prostituzione minorile o per reati come stalking e i maltrattamenti in famiglia, prevedere che i soggetti che compiono addirittura atti persecutori o reati che si possono avvicinare, qualora non vi sia il concorso, a reati di mafia, vuol dire dare un bel «tana libera tutti» a tutti coloro che delinquono, con buona pace delle vittime del reato.
  A questo punto, visto che, purtroppo, sia ai relatori che a questa maggioranza non interessano tanto le vittime del reato quanto difendere delle persone che hanno commesso dei reati – per carità, noi siamo favorevoli alla rieducazione della pena, però la pena deve essere una vera pena, non deve significare che uno commette un reato e poi è libero di andare in giro a commettere altri reati – chiederemmo che questo articolo venisse soppresso per discuterne esaurientemente in Parlamento giacché, teoricamente, dovrebbe essere il Parlamento l'organo che dovrebbe legiferare. Evitiamo di dare troppe deleghe al Governo perché si è dimostrato, in queste settimane, ma anche negli anni passati, incapace di legiferare per il bene dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Chiedo a coloro, anche pochi magari, che sono interessati a questo tema di rendersi conto di cosa prevede questo articolo. Valutate bene, perché state facendo una porcata immensa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Meglio usare un linguaggio consono.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signora Presidente, vorrei intervenire in merito a questo emendamento al primo articolo che è un Pag. 23emendamento soppressivo di una delle due parti principali e dannose di questo provvedimento, ovvero la delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie.
  Questo provvedimento è un salva delinquenti, indipendentemente da quelle che sono le considerazioni che il Governo ha fatto. Noi, come ben ricorderà l'Aula e chi era presente in quest'Aula nella passata legislatura, ci siamo opposti, fermamente, al disegno di legge presentato in passato dall'ex Ministro Severino, all'epoca sostenuto esattamente dalle stesse forze politiche che oggi sostengono questo provvedimento. Con questo provvedimento, in modo particolare con riferimento all'articolo 1, si concede a coloro i quali commettono reati, anche e soprattutto, particolarmente gravi, ovvero reati con pena edittale fino a sei anni, la possibilità, a discrezione totale ed esclusiva, seppur ancorata all'articolo 133 del codice penale, di poter scontare la pena – la pena, lo ripeto, per aver commesso reati, anche e soprattutto, di particolare gravità sociale – non più in carcere, bensì ai domiciliari.
  Noi, il Governo, il sottosegretario, e tutti i colleghi sappiamo benissimo che scontare la pena in carcere non è la stessa cosa che scontare la pena ai domiciliari, comodamente adagiati sul divano di casa, guardando la TV. È evidente che accanto ad una funzione rieducativa della pena, che nessuno vuole disconoscere, vi sono anche altre funzioni della pena e in modo particolare la funzione retributiva della pena, ovvero la funzione afflittiva della pena. Credo che oggi qualunque cittadino subisca un reato, e subisca reati di particolare allarme sociale – perché i reati con pena fino a sei anni sono reati di particolare allarme sociale e nel prosieguo del dibattito, evidentemente, evidenzieremo quelli che sono i reati di particolare allarme sociale che non vengono esclusi dalla applicazione di questa norma – non chieda vendetta, non chieda la vendetta, ma chieda una giustizia.
  Chiede una giustizia giusta, e io credo che parlare di giustizia giusta, proprio in questo momento in cui si è aperto un dibattito sulla riforma della giustizia, sia assolutamente doveroso. Questo provvedimento garantisce impunità per legge a coloro i quali commettono reati. Concedere al Governo – se è vero – che le motivazioni che hanno portato il Governo e la maggioranza a sottoporre all'Aula questo provvedimento nascono dalla necessità di affrontare con urgenza il problema del sovraffollamento delle carceri, io vi chiedo, e chiedo all'Aula, come il problema del sovraffollamento delle carceri, che è un problema sicuramente reale, che ci viene sollevato da più parti, così urgente e così impellente, possa essere risolto attraverso una delega concessa al Governo, il quale entro otto mesi deve emettere dei decreti legislativi. È evidente che la delega cozza con la una necessità di urgenza, con la necessità di affrontare il problema del sovraffollamento.
  Questo Governo, come il precedente, affronta il problema del sovraffollamento delle carceri attraverso dei provvedimenti tampone, attraverso dei provvedimenti di natura occasionale, come tra l'altro lo stesso Ministro Cancellieri ha avuto modo di definire questo provvedimento e il decreto approvato la settimana scorsa dal Consiglio dei ministri. Quindi, si affronta il problema del sovraffollamento delle carceri non in modo organico, non in modo sistematico, ma attraverso dei provvedimenti tampone, provvedimenti tampone che non risolvono il problema del sovraffollamento.
  Noi siamo assolutamente convinti che questo provvedimento, come il decreto approvato dal Consiglio dei ministri oggi al Senato, rappresenti la manifesta incapacità da parte dei Governi di affrontare il problema del sovraffollamento delle carceri. È la manifesta certificazione che tutti quei provvedimenti di natura clemenziale che sono stati adottati dal 2006 in poi, ad oggi, ovvero dall'indulto del Governo Prodi, non hanno assolutamente risolto il problema.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

Pag. 24

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colleghi, questa norma ovviamente noi la contestiamo, ma voglio dire in via generale che la nostra cultura di destra sociale non ci fa essere contrari in maniera astratta ad un sistema di pene non carcerarie. Crediamo profondamente alla funzione riabilitativa della pena, alla rieducazione del carcere. Non pensiamo che la funzione della pena possa essere solo retributiva, intimidativa e che il carcere debba essere solo un luogo di espiazione e di afflizione. Tuttavia, vogliamo denunciare ancora una volta l'incongruenza di un Governo e di forze della maggioranza, PD e PdL segnatamente, che già hanno dato vita, nel 2006, a un provvedimento d'indulto dietro la scusa dell'affollamento carcerario, l'anno scorso al provvedimento Severino e quest'anno a questo nuovo provvedimento che, alla fine, sarà inutile, perché tra due o tre anni ci sarà nuovamente un sovraffollamento carcerario.
  E nulla è contenuto in questo provvedimento in merito a problematiche di rieducazione, al lavoro in carcere, al sistema, come è stato detto dai colleghi, di deflazione e svuotamento delle carceri, positivo, con la possibilità di far scontare all'estero la pena agli stranieri. Non c’è nulla sulla vergogna della custodia cautelare: un terzo dei detenuti è in attesa di giudizio. Su questo ci saremmo aspettati un provvedimento urgente, se non dalla sinistra, che pure storicamente su questo ha detto tanto – almeno finché non si è affacciato in politica Berlusconi –, ce lo saremmo aspettati dal PdL un intervento sul sistema della custodia cautelare. Niente di tutto ciò ! Solo un provvedimento che in maniera maldestra tenta di svuotare le carceri. Innanzitutto – e parlo di questa prima parte dell'articolo 1, e quindi delle pene detentive non carcerarie – vi è un indulto mascherato, viola la Costituzione, salta le procedure formali delle votazioni con la maggioranza dei due terzi sugli emendamenti.
  Perché qui si commuta una pena, da carceraria in sistema di pena principale detentiva ai domiciliari, a volte anche con una sorta di part time orario. Mal si coordina con la legge Simeone, con la riforma dell'ordinamento penitenziario, con la n. 689 del 1981, anzi affida una delega troppo ampia al Governo, quindi nel merito siamo molto preoccupati su come questo provvedimento inciderà.
  È completamente escluso da questo provvedimento la partecipazione delle vittime dei reati, che subiscono una ennesima mortificazione. Metterà in grande difficoltà le Forze dell'ordine perché i controlli si moltiplicheranno a dismisura, tutti questi arresti domiciliari o provvedimenti con fasce orarie saranno scaricati su organici delle Forze dell'ordine, che il Governo Monti, appoggiato da questa stessa maggioranza PD, PdL, UDC, Scelta Civica, non so più come si chiama questo raggruppamento, ha voluto fortemente con la spending review una riduzione e col blocco del turnover.
  L'indulto ha fallito, la Severino ha fallito, ma aggiungo anche l'esclusione dei recidivi – cioè i recidivi, i plurirecidivi potranno usufruire di questo ennesimo beneficio penitenziario – ci fa pensare che anche nel merito il provvedimento non tenga conto di un processo di rieducazione perché uno che è già plurirecidivo, che ha già commesso due reati e viene condannato per una terza volta, quale forma di rieducazione con gli arresti domiciliari può avere ? In verità si vuole, soltanto per un anno, svuotare le carceri, deflazionare eventualmente i processi, tranne poi ingolfarli, perché sappiamo benissimo che il 70, 80 per cento di queste persone che usufruiranno di questo beneficio carcerario torneranno in carcere in brevissimo tempo, faranno spendere tanti soldi allo Stato senza risolvere nulla.
  Allora, e concludo, per noi questo è un indulto permanente, perché le norme si applicheranno sempre e siamo anche preoccupati dell'esclusione dei reati di allarme sociale che pure sarebbe una cosa giusta perché anche qui è una delega troppo ampia al Governo. Per questo noi voteremo per la soppressione dell'articolo 1 e quindi per l'abrogazione della prima parte della normativa.

Pag. 25

  PRESIDENTE. Adesso ci sono degli interventi a titolo personale. Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, io ci tenevo a dire una cosa molto semplice. La settimana scorsa noi abbiamo assistito a un dibattito quasi surreale, avete cercato... sto parlando con voi onorevoli colleghi, se possiamo ancora chiamarvi così, voi cercate di convincerci che questo provvedimento è giusto, ma noi dovremmo dire con la voce di migliaia di persone che sono oneste in questo Paese, che hanno voglia di vivere in un Paese onesto, che invece questo è un provvedimento ingiusto, e lo ripeto è un provvedimento ingiusto, ingiusto, ingiusto e ancora una volta ingiusto. Voi state facendo una legge che seppure è una cattiva legge è pur sempre ingiusta e di questo dovreste vergognarvi e essere richiamati da parte di tutto il Paese. Voi vi dovreste assumere la responsabilità, lo voglio ripetere, di un provvedimento ingiusto, perché è questo quello che le piazze diranno da domani ed è giusto che vi dicano perché siete e vi state manifestando ancora una volta ingiusti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Borghesi. Ne ha facoltà, per un minuto.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, stiamo andando ad approvare un provvedimento che è sicuramente dannoso per la gente perbene, in quanto soprattutto l'articolo 1, sulle pene detentive non carcerarie, dovrebbe essere assolutamente soppresso. Il Governo, in maniera inspiegabile, ci sta vendendo questo provvedimento come la soluzione ad un problema reale, quello del sovraffollamento delle carceri: si tratta in realtà di una soluzione assolutamente fasulla, e il Governo sta mascherando un vero e proprio indulto tramite l'approvazione di questo provvedimento, che definire vergognoso è poco. Noi riteniamo quindi che tutto il provvedimento in sé, ma soprattutto l'articolo 1 debba essere soppresso: per una questione di giustizia verso chi è stato vittima di questi reati, che altrimenti andrebbero quasi condonati attraverso l'approvazione di questa proposta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Busin. Ne ha facoltà, per un minuto.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, sottosegretario, onorevoli colleghi, nessuno nasconde il problema del sovraffollamento delle carceri, che ci è noto e di cui siamo persuasi. La popolazione carceraria ha raggiunto il numero di 66.090 detenuti, secondo quanto dichiarato recentemente dal Presidente del Sindacato Autonomo di Polizia.
  Noi non neghiamo il problema, diciamo che la soluzione è sbagliata: se esiste il problema del sovraffollamento delle carceri, la soluzione è quella di costruire nuove carceri. Non ci si dica che mancano le risorse, perché secondo noi la reclusione domiciliare provoca un ingente impegno di risorse, molto superiore, conseguente alla necessità di controllare questi detenuti che vengono sparsi nel territorio con un criterio totalmente casuale, quindi diseconomico, ed hanno bisogno di essere sorvegliati dall'autorità di sicurezza. Secondo noi le conseguenze economiche e di impegno di risorse di questo provvedimento sono state grandemente sottovalutate e sottaciute dal provvedimento del Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, questo emendamento è soppressivo, appunto perché l'articolo 1 va a fare una cosa veramente scandalosa: va a dare al Governo una libertà di «liberare» le carceri. Abbiamo uno svuota carceri ! Siccome c’è un problema, nelle carceri c’è un Pag. 26sovrappopolamento, sono troppe persone, mancano i televisori al plasma, mancano le Playstation, allora cosa facciamo ? Risolviamo il problema liberando i delinquenti ! Ma allora, vi do un consiglio maggiore: facciamo semplicemente, depenalizziamo moltissimi reati, così non dobbiamo neanche celebrare i processi ! Semplicemente li liberiamo tutti, e facciamo in modo che in Italia possa venire chiunque, chiunque possa delinquere, tanto sa che non deve neanche subire il processo, perché tanto le carceri sono piene !
  Dunque, veramente questo Governo è un Governo che è più vicino ai delinquenti e non ai cittadini onesti; perché nelle carceri di solito non ci sono cittadini onesti: ci sono delle persone che hanno sbagliato, che hanno delle colpe, ed è giusto che espiino le loro pene.

  PRESIDENTE. Concluda, per favore.

  FILIPPO BUSIN. Dunque, voi invece di costruire nuove carceri, magari delle carceri più economiche, con prefabbricati, usando strutture già esistenti, usando moltissimi altri sistemi che utilizzano nel mondo, volete liberare i delinquenti ! Per questo noi siamo contro questo provvedimento, e per questo voteremo a favore di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, qualche settimana fa l'Aula, all'unanimità, ha ratificato la Convenzione di Istanbul. In quest'Aula abbiamo sentito tanti interventi, motivati più che altro dalla retorica; aggiungo retorica inutile, per due ordini di motivi. Il primo: noi ovviamente abbiamo votato a favore, non abbiamo sollevato la questione, ma sul provvedimento della ratifica della Convenzione mancava la copertura economica per attuarla.
  Il secondo dei motivi è che, portando poi avanti un provvedimento come questo, che riguarda 150 mila borseggi, 20 mila scippi, frodi, rapine, 9 mila casi di stalking, pornografia minorile, il furto, la violenza privata, si colpiscono soprattutto le donne. Dov’è la retorica inutile che qualche settimana fa abbiamo sentito in Aula a difesa delle donne, quando poi li liberiamo il giorno dopo quelli che hanno colpito le donne stesse (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle) ? Ho sentito l'intervento dell'onorevole Mogherini, che ci ha raccontato per un quarto d'ora parole inutili: dov’è oggi l'onorevole Mogherini, che vota un provvedimento dove chi ha colpito le donne torna a casa sua senza preferire parola ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, vorrei dire che mi dispiace ma anche in questo provvedimento si dimostra come il sistema Italia sia allo sfascio. Io ho sentito la settimana scorsa colleghi della maggioranza rivolgersi alla Lega, cercando di convincerci che era una delle riforme della giustizia, riforma delle pene detentive; hanno cercato di convincerci che era un passo avanti, qualcosa che ci avrebbe avvicinato all'Europa. Bene, questa è l'ennesima demagogia. Noi sappiamo – lo sapete tutti, lo sapete anche voi colleghi della maggioranza – che questo si fa solo perché anche in questo caso l'Italia non è in grado di risolvere un problema che è quello del sovraffollamento delle carceri, per cui penso che ci sia semplicemente da dire questo: non fingete, quantomeno abbiate il pudore di non ascrivere questo provvedimento ad uno spirito riformatore che in verità non c’è: qui c’è per l'ennesima volta la dimostrazione di come in questo sfortunato Paese le emergenze diventano criticità e alle criticità si risponde sempre e comunque con dei palliativi. Ci rivediamo da qui a pochi mesi a parlare ancora di sovraffollamento delle carceri e allora noi vi diremo bene, bravi, avete fatto un ottimo lavoro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buonanno. Ne ha facoltà.

Pag. 27

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, perché fanno sempre «oh» quando devo parlare io ?

  PRESIDENTE. Non ci faccia caso, prego, ha solo un minuto.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, va bene, grazie.

  PRESIDENTE. Prego, proceda.

  GIANLUCA BUONANNO. Sono emozionato !

  PRESIDENTE. Forza, forza, che i secondi passano.

  GIANLUCA BUONANNO. Volevo sottolineare ciò che è già stato detto da alcuni miei colleghi. Proprio ieri a Samarate, in provincia di Varese, c’è stata una rapina in villa con degli ostaggi e ovviamente ci sarebbe da pensare che fine fanno poi coloro che commettono questi reati, visto il provvedimento di oggi. L'altro giorno degli zingari hanno fatto la stessa cosa partendo da Roma e venendo nel nord-Italia: allora, chiedo a tutti coloro che siedono in quest'Aula se non si sentano complici di ciò che succede, perché, votando questi provvedimenti, tutti i deputati che voteranno questo provvedimento saranno complici dei reati che si commetteranno d'ora in avanti in questo Paese (Commenti). È l'ipocrisia di quest'Aula che c’è rispetto alle donne; sullo stalking hanno detto di tutto e di più, la Convenzione di Istanbul, e poi votano per quelli che fanno violenza sulle donne e sono le donne stesse le prime nemiche delle donne. Si vergognino coloro che vanno a votare questo provvedimento, perché sono delle ipocrite (Commenti) !

  PRESIDENTE. Basta, per favore ! Si trattenga ! Allora, il suo tempo è scaduto, adesso c’è un altro intervento ma la presidente Ferranti voleva intervenire ? Prego.

  DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, credo che tutto abbia un limite, certamente ognuno deve portare l'acqua al suo mulino però, da relatrice, credo e mi sento in dovere di rappresentare che la violenza sessuale e le violenze sono fuori da questo provvedimento (Commenti dei deputati dei gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Per favore, colleghi, lasciate parlare.

  DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. La violenza sessuale è punita con la pena edittale massima che è fuori dall'articolo 1 di questo provvedimento, basta leggere il codice. Inoltre una cosa, signor Presidente, è molto importante far capire: qui non si tratta né di condono, né di indulto, né di sconto di pena, ma si parla soltanto di reati che hanno la pena massima astratta fino a sei anni (astratta vuol dire che è la pena che può essere comminata nel massimo, non in concreto); il giudice dovrà valutare caso per caso se dare o la detenzione in carcere o la detenzione a domicilio, che non vuol dire nemmeno la casa, l'abitazione, quindi nessuno è in libertà, questa è una cosa importante (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, colleghi, anch'io penso che come ha detto adesso il presidente nonché relatore di maggioranza tutto abbia un limite, e in questo limite rientra il fatto di dover assicurare alle vittime e alle persone offese di furti e di reati una pena e una giustizia certa.
  Con questo provvedimento, questa maggioranza e questo Governo fanno esattamente il contrario, tutelando coloro i quali commettono i reati e non le persone offese. Possiamo tranquillamente dire che il Governo decide oggi, che questa maggioranza Pag. 28decide oggi di stare dalla parte dei delinquenti e non dalla parte delle persone che hanno subito i furti in casa, che subiscono i reati e dalla parte dei cittadini onesti. Noi stiamo, fino in fondo, dalla parte dei cittadini onesti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, noi abbiamo vissuto, qualche giorno fa, una bella pagina del Parlamento, votando all'unanimità provvedimenti, come la ratifica della Convenzione di Istanbul e la mozione contro il femminicidio. Penso che questa pagina bella non possa essere sporcata dalle illazioni inaccettabili fatte dall'onorevole Buonanno (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico). Per questa ragione, mi corre l'obbligo di dire che sono molto d'accordo con quanto è stato detto precedentemente: parliamo di pene che rimangono tali anche se si esprimono in modo differente. Chiedo al gruppo della Lega Nord e all'onorevole Buonanno di tener fuori dalla loro polemica politica questo fatto che era stato una bella pagina del Parlamento italiano (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, dispiace che i colleghi di maggioranza non siano attenti a quanto stanno votando, mi dispiace anche che il presidente Ferranti non dica gli articoli che sono coinvolti e i tipi di reato per i quali stiamo intervenendo: l'articolo 612-bis del codice penale: atti persecutori e stalking, l'articolo 614 del codice penale: violazione di domicilio, l'articolo 610 del codice penale: violenza privata. Meno male che avete tenuto fuori la violenza carnale ! Grazie, grazie, presidente, che lo ha precisato ! Comunque, non preoccupatevi che adesso arriva l'indulto e penserete bene anche a quella ! Detto questo, se è questa l'intenzione dei deputati e, in particolar modo, delle deputate di maggioranza, si può benissimo fare un emendamento ed escludere, perlomeno, i reati di stalking e di violenza privata da questo provvedimento. Non vedo il problema, se quella è la volontà (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle) ! Evidentemente, volete nascondere di andare a tutelare non le vittime, ma i carnefici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marazziti. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Signor Presidente, vorrei veramente invitare i colleghi della Lega Nord ad accettare il fatto che quello che stiamo per approvare non è un provvedimento che libera nessuno: è un provvedimento che semplicemente permette di usare pene alternative, di creare lavori socialmente utili, di reinserire, mentre, invece, il 67 per cento delle persone che scontano la pena tornano in carcere e sono recidive.
  Quindi, la difesa delle famiglie, la difesa di chi subisce violenza e la difesa degli italiani non passa per il carcere, dove chi sconta tutta la pena ci torna perché è, ormai, decotto ed è illegale. Quindi, vi pregherei di non cercare di dire alle famiglie italiane che voi siete per proteggerle mentre questo provvedimento non le protegge perché invece questo è l'unico modo di ridurre la violenza e l'insicurezza nel Paese, riducendo la recidiva.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferraresi 1.2, Molteni 1.10 e Cirielli 1.70, non accettati dalla Commissione Pag. 29né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luigi Gallo, Sannicandro, Preziosi, Vacca, Cassano, Piepoli, Chimienti, Amoddio, Palma, Maietta... forza... ci siamo ? Ancora no. Maietta ha votato. Chi altro ? Ci siamo tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  511   
   Votanti  507   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  254   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  389).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 1.203.
  Ricordo che il relatore per la maggioranza ha invitato al ritiro di questo emendamento, altrimenti il parere è contrario. Il Governo, altresì, ha invitato al ritiro di questo emendamento, altrimenti il parere è contrario. Infine, il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole su questo emendamento.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, questo è un altro emendamento importante e centrale per il fine che noi ci stiamo proponendo, ovvero quello di bloccare, con tutti gli strumenti e con tutti i mezzi parlamentari che ci sono consentiti, questo provvedimento.
  Come è stato detto più volte dai colleghi della Lega, con enfasi, con durezza e con determinazione, proprio perché il problema della sicurezza, il problema della sicurezza pubblica dei cittadini è un valore importante ed è un valore particolarmente sentito dai nostri cittadini, questo provvedimento è ingiusto, dannoso ed inutile e lo sapete benissimo. Lo sanno bene i relatori di maggioranza e lo sa bene il Governo che con questo provvedimento non si risolve il problema del sovraffollamento delle carceri, come non lo si è risolto in tutti questi anni attraverso l'utilizzo, unico ed esclusivo, di provvedimenti di natura clemenziale e dell'indulto.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 16)

  NICOLA MOLTENI. Abbiamo ricordato ed è stato ricordato da altri colleghi l'indulto voluto dal Governo Prodi nel 2006. Nel 2006, all'interno delle carceri italiane vi erano 61 mila detenuti. A seguito dell'indulto, votato da tutte le forze politiche, eccezion fatta dalla Lega, questo provvedimento ha portato le carceri ad avere 31 mila detenuti. Nell'arco di pochissimi anni e di pochissimo tempo siamo tornati ai numeri preindulto. Non è servito assolutamente a nulla il provvedimento dell'ex Ministro Alfano, provvedimento che ha avuto esiti ed effetti molto meno drammatici grazie all'intervento, ai paletti e agli elementi prescrittivi posti dalla Lega proprio per renderlo meno applicativo e per poter far sì che meno soggetti potessero essere mandati ai domiciliari.
  Non ha avuto particolari effetti, rispetto al problema del sovraffollamento delle carceri, il disegno di legge Severino, peggiorativo di quello Alfano. Non ha assolutamente avuto e non avrà assolutamente effetti positivi questo provvedimento, nonostante gli emendamenti sbagliati e drammatici, fatto dal Governo. Mi riferisco all'innalzamento dei reati con pena da 4 a 6 anni, che possono beneficiare delle misure alternative al carcere né tanto meno l'emendamento, per quanto riguarda l'applicazione della messa alla prova, fatto e voluto dai relatori che ampliano la platea dei reati.
  Questo provvedimento rappresenta una resa dello Stato, rappresenta una resa incondizionata dello Stato. Oggi i cittadini vogliono più sicurezza. Questo provvedimento rappresenta anche una chiara manifestazione di sfiducia nei confronti dei Pag. 30cittadini e delle persone oneste, delle persone perbene. Rappresenta una sfiducia nei confronti delle vittime dei reati, parti lese e parti offese, che, rispetto a questo provvedimento, vengono totalmente dimenticate e vengono totalmente abbandonate.
  Ma rappresenta anche una forma di sfiducia e una forma di impotenza nei confronti delle forze dell'ordine. Proprio oggi le forze dell'ordine chiedono a gran voce la possibilità di avere un ampliamento dell'organico. Voi con questo provvedimento nei confronti di coloro i quali subiscono delle condanne gravi, delle condanne penali, attribuendo la facoltà di scontare la pena ai domiciliari, inevitabilmente rendete più debole la sicurezza, inevitabilmente obbligate le forze dell'ordine non più a controllare il territorio e quindi a tutelare il territorio da quegli episodi di micro e macro criminalità – e il numero dei furti, il numero dei reati predatori oggi è in aumento – ma obbligate le forze dell'ordine a controllare quei soggetti che hanno commesso un reato, che hanno creato un danno a un soggetto, ma che hanno creato anche un danno alla collettività.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, chiedo di parlare a titolo personale.

  PRESIDENTE. Onorevole Cirielli, prima che qualcuno parli a titolo personale c’è bisogno che qualcuno parli a nome del gruppo. ça va sans dire !

  EDMONDO CIRIELLI. Va bene, allora rinuncio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Russa. Lei parla a titolo personale ?

  IGNAZIO LA RUSSA. A nome suo, Presidente.

  PRESIDENTE. A nome mio è difficile, abbiamo idee diverse.

  IGNAZIO LA RUSSA. Allora perché mi chiede se intendo parlare a titolo personale se ha appena detto che prima deve parlare un rappresentante del gruppo ?

  PRESIDENTE. Bisogna chiederlo, onorevole La Russa.

  IGNAZIO LA RUSSA. Sono seduto al gruppo di Fratelli d'Italia, se non dico niente parlo a nome del gruppo. Quando si parla a titolo personale si annunzia, altrimenti è implicito che si parli a nome del gruppo.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, ha la parola per dichiarazione di voto.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, ho sentito l'ultimo intervento sull'emendamento precedente di un esponente di Scelta Civica – così mi pare si chiami il gruppo – che ci ha spiegato che più ne escono e più c’è sicurezza nelle città, per cui mi meraviglio che non abbia presentato un emendamento in cui si dica: si chiudano le carceri così garantiamo il massimo di sicurezza a tutti i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È la logica conseguenza. È che non ci ha pensato, ma probabilmente riuscirà nel tempo a sviluppare bene questo concetto. Vede Presidente, io mi meraviglio che si esaminino i singoli reati, che ci sia qualcuno che possa essere contento se questo provvedimento di amnistia conclamata, come di indulto conclamato, non mascherato, si applichi allo stalking, ma non alla violenza sessuale. Così abbiamo salvato le coscienze. Ma che coscienza salviamo nei confronti di coloro che subiscono uno scippo, un furto, una rapina ? Che coscienza salviamo nei confronti dei tanti reati puniti con la pena edittale – non si chiama teorica, si chiama edittale, collega relatrice – fino a sei anni ? Non è teorica, è la pena edittale, non è la pena eventuale, è la pena che può essere applicata e che qualche volta può essere Pag. 31aumentata, se ci sono le aggravanti, come sa benissimo la collega. Che coscienza salviamo ? Io non credo che possiamo discutere di un reato sì e di un reato no. Qui si tratta di capire se riteniamo che per risolvere il problema vero e reale del sovraffollamento delle carceri la soluzione sia quella di una amnistia e di un indulto e non sia invece quella di trovare condizioni di vivibilità vere e reali per coloro che devono espiare una pena e ai quali va la nostra attenzione doverosa. È questo il problema. Non nascondiamoci dietro un dito. Io apprezzo i pochi, anche nel Popolo della Libertà, che non se la sono sentita di votare contro il primo emendamento che abbiamo votato. Io credo che dovrebbero essere più numerosi. Io credo che non si possa cancellare solo per una misera adesione all'appoggio ad un Governo una impostazione politica e morale che ha contraddistinto per anni tutto il centrodestra. Fratelli d'Italia lancia un appello sincero e profondo agli amici del Popolo della Libertà perché si uniscano alla posizione politica che stanno svolgendo in Aula gli amici della Lega, gli amici di Fratelli d'Italia e vivaddio un gruppo appena arrivato, che dimostra in questa occasione di avere più sensibilità di quelli che fino adesso lo hanno tacciato come un qualcosa venuto da Marte.

  GENEROSO MELILLA. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. A quale articolo del Regolamento ci richiamiamo, onorevole Melilla ?

  GENEROSO MELILLA. All'articolo 85, comma 7, all'articolo 116, comma 3 e all'articolo 118-bis, comma 4.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Melilla, ne ha facoltà.

  GENEROSO MELILLA. Signor Presidente, nel nostro Regolamento, in sede di discussione degli emendamenti e degli articoli, è consentito a un rappresentante del gruppo di operare una dichiarazione di voto. Poi, è possibile per un parlamentare appartenente allo stesso gruppo dichiarare il suo voto, ma in dissenso. Non è possibile che ogni gruppo faccia 10, 15, 20, infinite dichiarazioni di voto. La dichiarazione di voto è una, e poi è concesso soltanto a chi dissente da quella espressione del voto di poter parlare. Grazie.

  PRESIDENTE. Onorevole Melilla, il tema ha una sua razionalità. Il problema è che c’è una prassi per la quale, poiché non è possibile stabilire prima se l'oratore intende parlare in difformità o meno dalla dichiarazione del gruppo, fino adesso – le posso garantire – è sempre stata data la parola. L'importante è che coloro che intervengono a titolo personale siano in numero inferiore alla metà dei componenti del gruppo. Lei comunque ha sollevato una questione che io non posso fare altro che, ovviamente, riferire alla Presidenza, affinché, se lo ritiene, la sottoponga alla Giunta per il Regolamento. Le posso garantire, però, che non è un precedente, onorevole Melilla, se lei mi ascolta; non si è ripetuto più volte e, quindi, io non posso fare altro che dirle come stanno le cose. L'argomento non è infondato, però se ne deve occupare la Giunta per il Regolamento. La ringrazio.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ermini. Ne ha facoltà.

  DAVID ERMINI. La ringrazio, signor Presidente. Soltanto un minuto, soprattutto per gli ascoltatori, per le persone che ci stanno ascoltando via web, via radio o via TV. Perché è legittimo l'ostruzionismo, è legittimo anche dire delle cose tanto per perdere tempo, ma almeno diciamole esatte ! E credo che le persone che ci ascoltano abbiano il diritto di sapere le cose come stanno.
  Allora, su questi punti noi stiamo parlando esclusivamente della detenzione domiciliare, non della messa alla prova, che affronteremo dopo. Quindi, parliamo della detenzione domiciliare. Cosa vuol dire «detenzione domiciliare» ? Vuol dire che c'e già stata una sentenza di condanna. Non è né amnistia né indulto. C’è già una Pag. 32sentenza di condanna che il giudice ha già emesso. E il giudice, quando emette una sentenza di condanna, ha già fatto una valutazione. E la valutazione la darà anche sul tipo di detenzione da eseguire, e la dà sulla base di un articolo del codice penale, che ci viene dal codice Rocco – che non è stato inventato adesso –, che è l'articolo 133. Quindi, rimettiamo al giudice questo tipo di valutazione. Il giudice, nel momento in cui decide, decide se applicare aggravanti o non applicarle, se applicare attenuanti o non applicarle. Noi sappiamo che per i reati fino a sei anni di massimo edittale, la maggior parte dei reati finisce con la sospensione condizionale della pena, come nel caso della resistenza a pubblico ufficiale. Non solo: spesso finiscono anche con la possibilità dell'affidamento in prova ai servizi sociali.
  Allora, io vi chiedo soltanto una cosa: fate pure ostruzionismo, dite quello che volete, ma non confondete la rapina con un furto, non confondete la violenza sessuale con altri tipi di reato, perché non è possibile. Vi abbiamo sentito dire delle cose assolutamente false, non vere !
  Allora, per cortesia, io capisco che qualcuno può anche venire qui senza aver letto il provvedimento, ma almeno leggetevelo, e cercate di capire cosa dice. Dopodiché siamo disposti anche a spiegarvelo, se non vi è bastato. Ve lo spieghiamo volentieri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Però mescolare l'ignoranza con l'arroganza non ha più senso.

  PRESIDENTE. Onorevole Ermini, la prego di rivolgersi alla Presidenza, però. La ringrazio.

  DAVID ERMINI. La ringrazio, signor Presidente. Ho terminato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Busin. Ne ha facoltà, per un minuto. Prendo atto che vi rinuncia. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà, per un minuto. Prendo atto che vi rinuncia. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pini. Ne ha facoltà. Prendo atto che vi rinuncia.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, la ringrazio innanzitutto per avere risposto da par suo ad un tentativo da parte di uno dei rappresentanti della maggioranza, che conta più di 400 deputati in questa Aula, di mettere a tacere la pericolosa opposizione di un gruppo di nove deputati. Parlando a titolo personale, dicevo che stavo rilevando la possibilità di esprimere un voto difforme da quello del mio gruppo rispetto a quanto detto dall'onorevole La Russa, perché mi ha un po’ affascinato l'idea alla base di questo provvedimento che è quella di prendere atto del sovraffollamento delle carceri e quindi di mandare tutti i delinquenti per la strada e mi sembrava una soluzione che potesse essere replicata in più occasioni. Poi però ci ho ripensato e quindi annuncio che mi adeguerò alla scelta del mio gruppo parlamentare, perché ho pensato che, siccome in Italia troppi comuni cominciano ad avere delle difficoltà di accoglimento delle salme nei cimiteri, non vorrei che di questo passo ci metteste i cari estinti per la strada.

  PRESIDENTE. La ringrazio, anche per l'assoluta puntualità. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare al collega del PD che inviterei lui a leggere con più attenzione il provvedimento, perché in questo provvedimento si parla anche dei recidivi e, come sa meglio di me il collega, la condizionale non li riguarda. Quindi lo inviterei a leggere con attenzione il provvedimento prima di alzarsi in Aula e parlare contro un gruppo che ha letto approfonditamente il provvedimento di cui Pag. 33stiamo parlando (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) e non ha parlato assolutamente di atti di violenza sessuale ma di stalking, in primo luogo. In secondo luogo, è stato detto che non è un indulto. Ebbene, io penso che permettere a chi ha commesso questo tipo di reati di scontare la propria pena a casa, sia ingiusto e lesivo nei confronti del diritto delle vittime. Ricordo oltretutto l'intervento fatto dal collega Attaguile, il quale ha detto che proprio all'interno delle case popolari, nel Mezzogiorno, si continuano ad avere rapporti con la mafia, che utilizza queste persone che compiono piccoli reati proprio per mantenere la potenza della criminalità organizzata reticolata sul territorio. Quindi, invece di parlare a vanvera, inviterei i colleghi a leggere con attenzione...

  PRESIDENTE. Deputato Fedriga, concluda.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. ... a rispettarsi reciprocamente e ad ascoltare quando i colleghi parlano e non invece avere un senso di superiorità a priori su qualsiasi cosa possa dire la Lega Nord e Autonomie.

  PRESIDENTE. Pongo in votazione...

  ANDREA COLLETTI. Ho chiesto di parlare!

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti. Però...

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, avevo chiesto di parlare cinque minuti fa, però va bene, non fa niente. Noi del MoVimento 5 Stelle in realtà non stiamo facendo ostruzionismo, ma speriamo che la maggioranza, questa maggioranza, si renda conto di quello che sta facendo, magari anche leggendo un pochino meglio gli emendamenti che sono stati fatti perché, per esempio, questo emendamento non riguarda l'articolo 133 ma riguarda la soppressione della lettera a). Ora, vorrei ricordare ad esempio un piccolo reato che rientra nella casistica prevista da questo articolo 1, ed è la prostituzione minorile. Qualcuno sa chi è stato condannato per prostituzione minorile ultimamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Perché, non so, a me viene in mente un nome un po’ conosciuto, che poi è un grande amico di quest'Aula, almeno della grande maggioranza di quest'Aula, è un grande alleato, è un grande matrimonio di intenti. Ma non è solo questo, riferiamoci anche alla pornografia minorile. Ma sapete che anche un comma della pornografia minorile rientra nella casistica di questi reati ? Ma allora voi siete a favore di coloro che vanno con prostitute minori, oppure siete contrari ? Siete a favore di questo oppure volete metterli ai domiciliari, così che possano farle venire direttamente a casa, nella loro ville, magari in provincia di Milano o quant'altro o nelle loro ville in Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Ma ci stiamo rendendo conto di cosa stiamo votando ? Ve lo siete letto questo provvedimento ? Perché davvero...

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti, la prego, lei sta parlando alla Presidenza.

  ANDREA COLLETTI. E lei Presidente, se lo è letto questo provvedimento ?

  PRESIDENTE. Lei non si preoccupi, parli alla Presidenza. La ringrazio.

  ANDREA COLLETTI. Mi rivolgo a lei volentieri.

  PRESIDENTE. E la pregherei di avere un atteggiamento più rispettoso della Presidenza.

  ANDREA COLLETTI. Ma guardi il problema...

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Colletti.

  ANDREA COLLETTI. Ed io ringrazio lei.

Pag. 34

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti, la prego di avere un atteggiamento più rispettoso della Presidenza, a prescindere da chi è in questo momento a presiedere. La ringrazio.

  ANDREA COLLETTI. Sinceramente, siccome siamo in Aula e lei, signor Presidente, ovviamente, non vota perché normalmente i Presidenti non votano, quindi sembra a me, novizio ed esterno, normale rivolgermi a chi deve esprimere il proprio voto.

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti lei deve rivolgersi, in piedi, parlando alla Presidenza. Le sto dicendo come funziona. Abbia la cortesia, lei deve parlare alla Presidenza, non può rivolgersi direttamente ai suoi colleghi e la pregherei anche di proseguire il suo intervento, che è sull'emendamento di cui stiamo discutendo.

  ANDREA COLLETTI. Se magari non chiude il microfono io continuo il mio intervento molto volentieri, perché mi sto riferendo a lei, signor Presidente (Commenti), non mi sto rivolgendo ad altri, semplicemente questo.
  Ad ogni modo, ora su questo punto – mi riallaccio a quello che ho detto prima – noi permettiamo a coloro che vengono condannati con pene fino a sei anni di andare direttamente ai domiciliari senza passare neanche dal carcere. Ora, sinceramente non so quanta rieducazione – perché di rieducazione si deve parlare – venga fatta direttamente ai domiciliari. Secondo me quasi nulla viene fatto di rieducazione ai domiciliari. Forse il vero provvedimento sarebbe implementare politiche per attuare la rieducazione in carcere, per far sì che non ci siano le cosiddette «porte girevoli» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), per far sì che davvero i detenuti possano avere una scelta quando escono dal carcere; scelta che purtroppo attualmente non hanno perché non vi è la volontà del Governo e dei passati Governi di fare questa scelta, perché si ha un interesse a creare dei problemi in carcere, perché ovviamente ad agosto poi verrà fatta l'amnistia molto probabilmente.
  Allora, io invito tutti a valutare in modo disincantato questi emendamenti, a non rigettarli solo perché provengono dall'opposizione, perché noi vogliamo essere un'opposizione che collabora e che migliora le leggi, anche quando si è in disaccordo, perché riteniamo che solo con la collaborazione, davvero, possano essere fatte delle leggi a favore dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Su quale articolo ?

  IGNAZIO LA RUSSA. Articolo 36, comma 4.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Nell'articolo 36 si danno le regole su come deve avvenire la discussione. L'articolo 36, comma 4, recita testualmente: «Gli oratori parlano dal proprio banco, in piedi e rivolti al Presidente». Lei ha ripetutamente ritenuto, infrangendo una prassi che ha sempre consentito ai colleghi, se non lo fanno in maniera insultante, di parlare anche ai colleghi dell'Aula, che questo parlare ai colleghi fosse un'infrazione al Regolamento.
  Io la prego di leggere bene il comma 4. Non dice: «Si rivolge al Presidente». Dice: «Parlano dal proprio banco, in piedi e rivolti al Presidente». Il che significa verso, guardando verso il Presidente. Non vuol dire che parlano al Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per cui la prego di studiarsi il Regolamento.

  PRESIDENTE. La ringrazio per il suggerimento, onorevole La Russa. Posso solo risponderle che può ritornare indietro su decine e decine di precedenti, nei quali, come lei sa perfettamente – e qualche Pag. 35caso probabilmente sarà accaduto anche quando lei stava qui in altre legislature –, il rivolgersi al Presidente è proprio per evitare che si apra una discussione tra i deputati, in talune occasioni anche sgradevole. Comunque, può darsi che io abbia interpretato male il Regolamento, qualora fosse così, lei potrà sicuramente chiedere una verifica alla Giunta per il Regolamento, se quello che io ho detto è sbagliato o meno. Per il momento andiamo avanti così, se non le dispiace.

  EDMONDO CIRIELLI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Su quale articolo ?

  EDMONDO CIRIELLI. Articolo 36, comma 3, appena citato, perché ritengo sia una cosa non secondaria, se mi dà la parola per trenta secondi.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Come prassi si inizia il discorso dicendo: «Signor Presidente, colleghi della Camera dei deputati» e quindi credo che parlare ai colleghi per cercare legittimamente di convincerli sia assolutamente logico e conseguente.
  Quello che è vietato è rivolgersi individualmente ai colleghi, ciò al fine di evitare una rissa. Quindi credo che questo atteggiamento che da qualche tempo si afferma, non può essere preso come prassi e, quindi, chiedo anche di rimettere al Presidente della Camera la discussione sul tema specifico.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, mi richiamo all'articolo 36, comma 4, lo stesso a cui si è richiamato il collega La Russa. Non ricordo, signor Presidente, magari se può ricordarmeli lei, precedenti nei quali i colleghi, rivolti alla Presidenza, non possono parlare ad altri colleghi. Le dico anche questo perché un precedente di pochi minuti fa è quello del collega del Partito Democratico al quale lei ha consentito: ha parlato rivolto a lei...

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, mi scusi se la interrompo, ho ripreso, forse lei non se ne è accorto, anche il collega del Partito Democratico.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, sto dicendo che c’è il precedente di là e c’è il precedente di qua. Penso a quest'Aula, nella scorsa legislatura. Con il rispetto dei colleghi e il rispetto della Presidenza, non è che non si può parlare nei confronti di un atteggiamento, nei confronti di un voto, nei confronti di un'opinione politica che stanno portando avanti magari i membri di maggioranza e di opposizione anche in modo contrapposto, ma penso legittimo. Una cosa è se si va alle offese personali e, a quel punto, ovviamente è giusto che la Presidenza intervenga, ma dire che io non posso dire che il Partito Democratico, i colleghi del Partito Democratico stanno dicendo una cosa sbagliata o stanno facendo qualcosa di errato, penso che sia eccessivo e restringa troppo il Regolamento, perché altrimenti sarebbe solo un'interlocuzione con la Presidenza. Io potrei solo dire il nostro punto di vista senza poter contestare liberamente anche il punto di vista dei colleghi.

  PRESIDENTE. Sono assolutamente d'accordo con lei. Non credo di aver detto questo. Se ho detto questo, chiedo scusa. Resta il fatto, che, se possibile, evitiamo di rivolgerci direttamente.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Signor Presidente, vorrei dire che alcuni colleghi che sono intervenuti si sono lavati la coscienza per votare questo provvedimento dicendo che non sono previsti reati come violenza sessuale, stupro o il femminicidio. Ma vorrei ricordarvi e vorrei ricordare all'Aula Pag. 36che a questo tipo di reati ci si arriva o perché colui che lo compie è un pazzo e viene dichiarato incapace di intendere e di volere e su questo avete fatto una legge che chiude gli OPG, oppure ci si arriva attraverso una serie di reati che, ad esempio, gli operatori del diritto e delle forze dell'ordine che sono in quest'Aula conoscono bene e che sono reati previsti in questo provvedimento: minaccia, violazione di domicilio, percosse, violenza. Quante volte abbiamo appreso dagli organi di stampa che prima dell'uccisione di donne, sono stati compiuti reati di questo genere, e voi mettete questi reati in questo provvedimento ! Insomma, cercate di sottolineare questi aspetti e non venderci quello che non esiste, per piacere.

  PRESIDENTE. Vorrei soltanto capire: erano state viste alzate le mani dell'onorevole Villarosa e dell'onorevole Luigi Gallo. Volevo capire se erano iscritti a parlare a titolo personale oppure no. Bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 1.203, con il parere favorevole del relatore di minoranza, il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Di Battista... onorevole Patriarca... onorevole Duranti... onorevole Cassano... onorevole Ferro... onorevole Gigli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

     Presenti  532   
   Votanti  531   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  266   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  404.

  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colletti 1.201.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mogherini. Ne ha facoltà.

  FEDERICA MOGHERINI. Signor Presidente, intervengo soltanto per invitare, rivolta alla Presidenza, i nostri colleghi, soprattutto quelli il cui gruppo è composto unicamente da uomini, a non strumentalizzare in alcun modo la ratifica della Convenzione di Istanbul che abbiamo fatto in quest'aula e poi al Senato soltanto pochi giorni fa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Sinistra Ecologia Libertà), innanzitutto perché, se avessero prestato la debita attenzione durante quel dibattito, avrebbero imparato – e sarebbe stata penso cosa utile – che la Convenzione di Istanbul indica come fondamentale la prevenzione della violenza sulle donne, prevenzione che passa anche da un'equa rappresentanza di genere anche nelle sedi istituzionali e dall'applicare innanzitutto la prevenzione della violenza al linguaggio, cosa che spesso le forze politiche dimenticano di fare anche in quest'aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Sinistra Ecologia Libertà).
  In secondo luogo, perché tutto ci dice la Convenzione di Istanbul tranne che un'indicazione sulle modalità con cui far scontare la pena ai condannati, così come è stato giustamente ricordato da molti colleghi che in Commissione giustizia hanno seguito il provvedimento. Quindi per favore evitiamo di sporcare una pagina così bella come quella che il Parlamento italiano è stato in grado di scrivere in queste settimane sulla violenza sulle donne, sulla prevenzione alla violenza sulle donne e sull'assistenza alle donne e ai bambini vittime di violenza domestica. Non sporchiamola con strumentalizzazioni che nulla hanno a che fare con la violenza sulle donne, ma soltanto con una propaganda pseudoelettorale, che è poco consona Pag. 37a quest'aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti... Onorevole Colletti, ha alzato la mano in questo momento, stavolta, non ci siamo sbagliati, no ? Prego. Ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto.

  ANDREA COLLETTI. Almeno su ogni emendamento a prima firma mia normalmente intervengo e quindi alzo anche la mano.

  PRESIDENTE. Bene. Lei quindi interviene per dichiarazione di voto su tutti gli emendamenti a sua prima firma ?

  ANDREA COLLETTI. Sì, generalmente sì.

  PRESIDENTE. Basta dirlo, onorevole Colletti, grazie. Prego, ha facoltà di parlare.

  ANDREA COLLETTI. Perfetto. Con questo emendamento andiamo a modificare l'impianto della lettera, per cui la detenzione domiciliare da pena principale torna ad essere misura alternativa. Questo vuol dire che, ad esempio, quando il detenuto può richiedere la sospensione dell'esecuzione della pena, con questo emendamento non avrà la possibilità di chiedere l'affidamento ai servizi sociali oppure la semilibertà, nel caso la pena sia superiore a due anni, ma tornerà ad essere come prima, pertanto chiederà la detenzione domiciliare. Ora non vorrei ritornare adesso, perché ci sono emendamenti ancora più specifici, sul dibattito sullo stalking, sulla tutela delle donne e sul fatto che, a quanto pare, sembra da alcuni interventi che solo le donne possano parlare di tutela delle donne, perché lo ritengo una regressione del dibattito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ad ogni modo vorrei far riferimento al fatto che, aumentando a dismisura le persone che andranno in detenzione domiciliare, ovviamente aumenterà a dismisura anche il lavoro che dovranno fare le forze dell'ordine per il controllo di queste persone, per evitare che queste persone possano uscire dal domicilio e possano commettere altri reati. In questa legge vi è una completa finzione giuridica nella parte in cui non è prevista alcuna copertura finanziaria aggiuntiva. Quindi, questo vuol dire che questi controlli semplicemente non ci saranno e quindi davvero ci stiamo «sciacquando» la bocca con interventi che non servono a nulla, perché se nessuno può controllare che le persone rimangano nel proprio domicilio, allora a che serve ? Allora dov’è la certezza della pena ? Quindi ragioniamo sul fatto che in realtà per fare dei provvedimenti come immagino i relatori vogliono fare servono soldi. Senza soldi questi provvedimenti sono inutili e servono solo all'ego personale di qualche deputato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, sull'argomento che è stato appena trattato. A me piace riferire all'Aula che il sottosegretario all'interno, a una mia interrogazione in Commissione, cui chiedevo se avessero calcolato quanti agenti di polizia o carabinieri fossero necessari per controllare le persone che presumibilmente potranno utilizzare questo provvedimento, ha risposto che il calcolo era impossibile perché ancora non si sa quanti saranno coloro che ne potranno beneficiare. Peccato che ventiquattro ore prima, a reti riunite, il Ministro della giustizia avesse dichiarato che saranno 6 mila in due anni i detenuti che potranno godere di questo beneficio. Per controllare 6 mila persone – 6 mila persone – non basta il numero di agenti e di carabinieri oggi destinati al contrasto della criminalità, per cui delle due l'una: o si smetterà di contrastare la criminalità con la normale e ahimè insufficiente possibilità che oggi diamo alle generose forze dell'ordine, oppure, Pag. 38come è più probabile e come è stato appena ricordato dal collega che mi ha proceduto, non si eserciterà nessun controllo, neanche il più generico, nei confronti di ben 6 mila persone che saranno rimesse in libertà. E non sarà per l'ego – in questo mi differenzio – di qualche collega, ma il danno sarà molto più grave, sarà un danno a milioni di cittadini che aspirano a un minimo di sicurezza.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, ho chiesto la parola sollecitato dall'intervento dell'onorevole La Russa, visto che ha citato una dichiarazione del Ministro della giustizia. Mi permetto di fare chiarezza e riprendo anche alcuni interventi che sono stati fatti e che ho ascoltato con interesse in quest'Aula. La dichiarazione a cui faceva riferimento l'onorevole La Russa non riguarda questo provvedimento. Occorre, però, non fare confusione perché, quando il Ministro indicava quei numeri, si riferiva al decreto che è stato approvato dal Consiglio dei ministri e non a questo provvedimento. Infatti, come è stato più volte detto e lo voglio ribadire, non si può prevedere il numero delle persone in quanto non si tratta di un automatismo, ma si tratta di un provvedimento che consente al giudice di esercitare la propria discrezionalità.
  Quindi, il giudice, alla fine del procedimento, del processo penale, se afferma la responsabilità penale dell'imputato, potrà erogare tre pene: reclusione in carcere, reclusione presso il domicilio e pena pecuniaria. Si passa da due pene a tre pene e, quindi, non si tratta, come è stato già detto, né di amnistia né di indulto, ma si consente al giudice di avere questa terza possibilità valutati i criteri dell'articolo 133 del codice penale. Poi non dimentichiamo che chi evade, chi non rispetta la misura della detenzione domiciliare, commette un reato che sarà quello di evasione (l'articolo 385 del codice penale) e, quindi, è ben consapevole, chi è ristretto in questo tipo di misura, che l'evasione farà scattare un altro reato. Nel nostro sistema vige il principio di obbligatorietà dell'azione penale.
  Quindi, un conto è il controllo che, chiaramente, ci deve essere delle forze dell'ordine, ma quello c’è sempre nel territorio, e altro discorso è che chi sa che è in detenzione domiciliare ed evade, commette un altro reato. Volevo risottolinearlo e precisare che, comunque, la dichiarazione del Ministro, quando ha indicato queste cifre che correttamente ha riportato l'onorevole La Russa, non si riferiva a questo provvedimento. In questo caso – e poi termino – si anticipa quello che avviene nella fase esecutiva. In Commissione giustizia, in sede di audizione, gli avvocati, i magistrati, il mondo dell'accademia hanno ritenuto necessario questo provvedimento. C’è stato il consenso. L'avvocato Spigarelli ha parlato di svolta storica e il presidente del DAP ha sottolineato la necessità, così il mondo dell'università.
  Non dimentichiamo, per quanto riguarda le misure alternative, tutto il mondo che ruota intorno al volontariato, le associazioni di volontariato impegnate nelle case famiglia, nelle case di cura e nelle comunità. Quindi, a nome del Governo, chiedo rispetto per tutti questi operatori che non sono pochi, sono tanti, perché basta girare in queste case famiglia, in queste comunità – perché il provvedimento non parla solo di reclusione presso il domicilio, ma parla e specifica qual è il concetto di domicilio – per rendersene conto. Quindi, anche per rispetto a tutti coloro che sono impegnati senza retribuzione, quotidianamente, che passano il loro tempo libero a rieducare, a contatto anche con i detenuti, cercando di dare loro una speranza, e che meritano tanto rispetto, penso e spero davvero che sia i deputati del MoVimento 5 Stelle, che della Lega Nord, che di Fratelli d'Italia, possano, davvero, venirci incontro per capire anche qual è l'intenzione del Governo Pag. 39e lo spirito che ha mosso il Governo nel presentare l'emendamento governativo.
  Voglio poi precisare, siccome si parla tanto di elencazione di reati e che, correttamente, sono stati indicati dai gruppi parlamentari Lega Nord, MoVimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia, che non dobbiamo dimenticare che nell'emendamento governativo era stata indicata la possibilità nella legge delega di prevedere e indicare i reati da escludere. Mi ricollego a quello che ho detto: la Commissione Affari costituzionali – ho chiesto alla Presidenza, ma non ho avuto il dato, di poter sapere se la decisione era stata presa all'unanimità o no – ha espresso parere negativo, però voglio riportare la motivazione. La Commissione Affari costituzionali nel dare il parere favorevole all'emendamento governativo ha escluso proprio la lettera c-bis) che era l'ipotesi che aveva presentato il Governo; certamente, abbiamo tenuto conto di questa osservazione che era quella di valutare la possibilità di escludere l'applicazione della reclusione presso il domicilio – domicilio inteso in senso lato, come ho già detto – per singoli reati di grave allarme sociale se puniti con pena non inferiore, nel massimo, a quattro anni. La Commissione Affari costituzionali – richiedo davvero alla Presidenza di sapere l'esito di questa votazione e se la decisione è stata presa all'unanimità o con quale maggioranza è stata votata in Commissione – nell'esprimere parere favorevole ha aggiunto la seguente osservazione: i reati di grave allarme sociale che possono essere esclusi dall'applicazione della reclusione presso il domicilio dovrebbero essere individuati direttamente dalla legge delega anziché rimessi alla valutazione del legislatore. Oppure, gentilmente fatemi finire, come forse appare preferibile e maggiormente coerente con l'impostazione della delega, si sopprima la predetta lettera c-bis) – e qui chiudo e mi ricollego al rapporto automatismo e discrezionalità, queste sono parole mie – e si lasci al giudice, come prevede la stessa delega contenuta nell'articolo 1, comma 1, lettera a), la facoltà di decidere per i singoli reati in merito all'esclusione dell'applicazione della reclusione presso il domicilio, sulla base dei criteri di cui all'articolo 133 del codice penale. Quindi, io ho capito così, la Commissione Affari costituzionali dice che sarà il giudice, nell'esercizio della sua discrezionalità, a dire, a chi commette il reato di furto in abitazione, dopo averne affermato la penale responsabilità, che applica la pena della reclusione in carcere e non quella presso il domicilio. La decisione rimarrà al giudice. Se non va bene la decisione, la difesa potrà appellare la sentenza anche in punto di pena, così come potrà fare il pubblico ministero, qualora il giudice, per un furto in abitazione, andasse ad applicare la reclusione presso il domicilio. Quindi, queste sono le puntualizzazioni che ci tenevo a fare e che rimetto all'Assemblea. Mi scuso se mi sono dilungato e vi ringrazio per l'attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. La ringrazio, signor sottosegretario. Ora abbiamo richieste di parlare, nell'ordine in cui i deputati si sono iscritti.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Su quale articolo interviene ?

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Sul comma 1 dell'articolo 45, Presidente.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo solo per chiederle un chiarimento, perché, essendo intervenuto il Governo, si riaprono i termini della discussione. Però, essendo i tempi contingentati, se il Governo intendesse intervenire più volte durante questa seduta, ovviamente la possibilità della minoranza di rispondere o di discutere sarebbe lesa nella sostanza, perché essendo i tempi contingentati non è come in una normale discussione, in cui, proprio per garantire il Parlamento rispetto al Governo i termini Pag. 40sono riaperti. In questo caso questa possibilità viene molto compressa, se non del tutto annullata, essendo i tempi contingentati. Quindi, io chiedo a lei di dare una risposta adesso o di fare presente alla Presidenza della Camera di poter tutelare l'opposizione in queste circostanze, in cui, oltretutto, i tempi assegnati sono molto limitati. Quindi, in quaranta minuti, se dobbiamo motivare i moltissimi emendamenti presentati e al contempo poter, come prevede lo stesso Regolamento, controbattere a quanto espresso dal Governo, io le chiedo un'interpretazione autentica oppure di saper dire dall'Aula nei tempi più brevi possibili come possiamo dirimere questa questione.

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, mi sento di dirle, come lei sa, che il Governo, come prevede il Regolamento, può intervenire in qualunque momento e, nella fattispecie, è intervenuto anche per rispondere a delle sollecitazioni che sono arrivate nel corso delle discussione. Ovviamente, come per tutti gli altri argomenti, l'opposizione e ogni deputato potrà decidere su cosa intervenire nell'ambito del tempo contingentato, per il quale, peraltro, lei sa perfettamente, è già stato chiesto che venga ulteriormente ampliato, e su quello deciderà la Presidenza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bruno. Ne ha facoltà.

  FRANCO BRUNO. Signor Presidente, ovviamente noi interveniamo su questioni che hanno un forte significato, addirittura su principi, per quanto riguarda questo provvedimento. Tuttavia, eviterei di far finta di non capire che questo è un provvedimento che nasce anche sulla base di dati oggettivi, e quello che riguarda le condizioni delle nostre carceri e della popolazione carceraria è un dato oggettivo. Come vedremo successivamente, in altri commi e in altri articoli si tiene conto – e come ! – del fatto che le condizioni delle carceri in Italia sono condizioni oggettivamente non civili. Tuttavia, ha ragione il Governo quando osserva che non siamo in quella fase della discussione. La fase di questa discussione riguarda la lettera a) dell'articolo 1. Siamo soltanto a stabilire che il Parlamento dia una delega al Governo per modificare le pene principali nel nostro Paese e nel nostro ordinamento, che non è questione di poco conto. Noi modifichiamo le pene principali, e io invito i colleghi che sono intervenuti, che forse sul complesso della legge non sono d'accordo – anche io in seguito dirò le cose su cui non sono d'accordo –, a discutere della lettera a) dell'articolo 1. È giusto modificare le pene principali ? Non c’è Paese al mondo che abbia solo le pene principali che abbiamo noi. I Paesi più civili hanno nel loro ordinamento la possibilità di introdurre altre pene principali, inclusa la reclusione e l'arresto presso l'abitazione del condannato.
  Semmai, questo problema di intervenire sulle pene principali derivante dall'emergenza carceraria, che ha fatto riflettere il Parlamento, presupporrebbe altre riflessioni. Io ne dico una, sulla quale, successivamente, per fortuna, trattandosi di una deroga, si potrà intervenire: noi siamo un Paese che ha ancora tra le pene principali l'ergastolo. L'ergastolo è una pena incostituzionale: la funzione rieducativa della pena non può esistere rispetto all'ergastolo. So bene che l'ergastolo è stato modificato da quando è nato ad oggi, tuttavia, anche in maniera simbolica e emblematica, noi manteniamo tra le pene principali questa dicitura, mentre non riusciamo a fare una discussione più larga e più concreta. Invito i colleghi di Fratelli d'Italia e del MoVimento 5 Stelle, che pure non sono d'accordo su questo provvedimento, a non soffermarsi sull'impianto generale, ma a discutere di questo, intanto. È sbagliato intervenire sulla lettera a). La lettera a) interviene su una questione fondamentale di civiltà e non vedo perché noi non si debba intervenire.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  FRANCO BRUNO. Ho concluso Presidente. Poi magari dalla lettera successiva in giù discuteremo su come migliorare la legge ma su questa, secondo me, uno Pag. 41sforzo comune del Parlamento è assolutamente indispensabile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, io credo di poter avere il diritto di parola perché ha riaperto la discussione il sottosegretario e voglio ringraziarlo perché incurante di eventuali accuse di auto-ostruzionismo ha espresso compiutamente una opinione, che abbiamo ascoltato con attenzione e interesse. Abbiamo appreso che la dichiarazione, molto succinta, così come riportata dai telegiornali, del Ministro della giustizia, si riferisce all'altro provvedimento, ciò non toglie che sempre 6 mila persone in libertà ci sono con l'altro provvedimento. Con questo provvedimento almeno uno in più ci sarà ? Quindi grazie per avermi corretto, sono più di 6 mila, sono 6 mila, più tutti quelli che utilizzeranno questo provvedimento.
  Quindi, gli argomenti che avevo esposto vengono rafforzati dal suo cortese e puntualissimo intervento, che peraltro ci ha permesso di considerare come acclarato a questo punto che si tratti di un indulto e di una amnistia, perché lei ce l'ha espressamente espresso chiaramente dicendo che viene modificato il tipo di pena, che è ciò che si prevede per un indulto, le ricordo io che la «messa in prova», dice testualmente il testo che stiamo votando, estingue quando accolta, estingue il reato che è esattamente quello che si propone di fare una amnistia.
  Per cui credo che sia stato utile la mia, come la posso chiamare, provocazione dell'aver stimolato questo intervento, così come tranquillizzo il collega di Scelta Civica: ergastoli in Italia sono solo nominali, perché, dovrebbe sapere, che nessuno poi è veramente condannato con una data a fine pena mai, perché poi a un certo punto scatta sempre la possibilità di essere scarcerato. Ma se anche ne vogliamo approfittare, facciamo un emendamento, mettiamo agli arresti domiciliari anche quelli che hanno al momento la pena dell'ergastolo, uno più, uno meno, male non fa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, io ho ascoltato attentamente le parole del sottosegretario il quale, probabilmente, oggi è stato impegnato nell'analisi degli emendamenti. Sottosegretario, noi abbiamo grandissimo rispetto per gli avvocati e abbiamo grandissimo rispetto per le associazioni rappresentative degli avvocati, anche quando ci criticano. Chi oggi non ha avuto rispetto nei confronti degli avvocati è stato il suo Ministro della giustizia. Le ricordo le frasi che il Ministro Cancellieri oggi ha pronunciato con riferimento agli avvocati di Napoli: «Li vado ad incontrare, almeno me li levo dai piedi», prima frase. Il ministro Cancellieri afferma anche: «Gli avvocati: le grandi lobby che impediscono che il Paese diventi normale».
  Quindi, io credo che con riferimento la richiesta che lei ha rivolto alla Lega e alle forze politiche di opposizione, di avere rispetto nei confronti di tutti coloro i quali sono stati auditi in Commissione, tra cui anche gli avvocati, credo che oggi delle parole di scuse vadano rivolte da parte del Ministro nei confronti di quelle migliaia di avvocati, non solo napoletani, ma avvocati di tutto il Paese, che dalle parole del Ministro si sono profondamente sentiti offesi e quindi la invitiamo a rivolgere questo invito e questo monito al Ministro che, tra l'altro, non vediamo presente tra noi.
  Sarebbe bello che su questo provvedimento, il primo provvedimento che riguarda il tema della giustizia, il Ministro Cancellieri, anziché andare in giro e fare il giro del Paese, venisse qui ad ascoltare e magari anche a replicare e ad udire quelli che sono i consigli di coloro i quali all'interno di questa Aula non stanno perdendo tempo. Mi rivolgo alla Presidenza, ma ovviamente il monito va a coloro i quali sono intervenuti prima con modo poco cortese ed educato nei confronti di chi sta esercitando un diritto, perché fare opposizione, fare ostruzionismo è un diritto.Pag. 42
  Quindi noi invitiamo il sottosegretario, innanzitutto a chiamare il Ministro a venire in Aula e ad ascoltare quelle indicazioni, quei consigli, quei suggerimenti anche utili che dalle forze politiche che oggi stanno facendo opposizione possono venire; consigli, ma anche emendamenti interessanti.
  Discuteremo poi successivamente, in quanto sono intervenuto sia con riferimento alla Convenzione di Istanbul, sia con riferimento ad una mozione: perché qualcuno se lo dimentica, che in quest'Aula abbiamo anche votato una mozione contro la violenza femminile, sul femminicidio e per le forme di contrasto alla violenza nei confronti delle donne. Ricorderò poi successivamente in quella mozione unitaria cosa è stato scritto, facendo presente che credo che, per parlare di femminicidio, per parlare di violenza nei confronti delle donne, non vi sia un'esclusività da parte del genere femminile, ma anche gli uomini possono farlo: come il gruppo della Lega, composto esclusivamente di uomini, può parlare, può difendere le donne, senza alcuna strumentalizzazione, ma richiamando il tema, come abbiamo fatto peraltro nella nostra mozione, con riferimento a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare al sottosegretario che, in primo luogo, non abbiamo sentito le associazioni di vittime dei reati; in secondo luogo, gli universitari non è vero che si sono pronunciati tutti a favore: anzi, in molti si sono pronunciati contro per l'elevata genericità di questa delega.
  In terzo luogo, i soldi. Con questo provvedimento vi sono «impattati» «x», soldi zero: una cosa fuori di testa. Secondo provvedimento, «impattati» 6 mila, soldi ? Punto interrogativo.
  In quarto luogo, le case famiglia: non è vero. Hanno mandato degli articoli, che ho letto personalmente, dicendo che le case di accoglienza non possono essere trattate come carceri solo perché costano di meno. Questo è un gravissimo problema, perché sappiamo che chi non ha domicilio o ritornerà in carcere (quindi i poveretti molto spesso ritorneranno in carcere), oppure andrà in queste case di accoglienza, che comunque costano meno. E quindi è stato detto espressamente: non utilizzateci come ricovero per questi carcerati, non utilizzateci in questo modo ! Queste case hanno già dei problemi attuali ! Su questo piano voi siete totalmente miopi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, intervengo solo per chiarire al sottosegretario il perché di quel parere. La I Commissione (Affari costituzionali) non è Commissione di merito per questo provvedimento, e cerca nei provvedimenti una coerenza di sistema. Siccome la scelta di reati da depennare o da escludere da un certo provvedimento è una scelta squisitamente politica in questa sede, e di politica giudiziaria fuori di qui, essa la compie o il Parlamento in sede di legge delega, o la compiono i giudici in sede di magistratuale: mai il Governo in sede esecutiva ! La nostra è stata quindi una scelta puntuale, secondo le funzioni della I Commissione, che sono quelle di rimettere i provvedimenti nell'alveo del sistema.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colleghi, intervengo solo per dire che qui si continua a fare «strage della verità», e proprio questo emendamento smaschera certi atteggiamenti. A parte che si è ignorato prima per esempio il reato di maltrattamenti in famiglia, che è un reato Pag. 43molto grave, grave anche più del reato di stalking proprio in relazione alla tutela delle donne.
  Proprio non si capisce perché il Governo sia contrario a specificare che questa è una misura alternativa. Il richiamo all'articolo 133, nell'esercizio della discrezionalità del giudice, è un fatto ultroneo, perché sempre il giudice deve attenersi all'articolo 133 nell'esercitare il potere di cui all'articolo 132 del codice penale, che è appunto il potere della discrezionalità. Quando non si vuole specificare che è una misura alternativa, vuol dire che si dà una strada obbligata al magistrato rispetto alla detenzione domiciliare...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Cirielli.

  EDMONDO CIRIELLI. Rispetto alla detenzione principale, che dovrebbe essere quella in carcere. Non è vero quindi che non vi sono automatismi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Signor Presidente, intervengo solo per illustrare una domanda che noi del MoVimento 5 Stelle ci stiamo ponendo: era così difficile prevedere all'interno di questo provvedimento una lista di reati, da escludere dalla possibilità di chiedere la detenzione domiciliare ?
  Quello che noi non riteniamo possibile è che il potere legislativo non sia stato in grado in questo caso di scriverla direttamente all'interno del provvedimento questa lista, perché non c'entra il parere negativo dato dalla Commissione affari costituzionali, cioè questa lista di reati gravi da escludere, a nostro parere, doveva essere già prevista. Noi riteniamo che non debba essere il giudice a prevedere questa possibilità di comminare o meno la detenzione domiciliare, ma dovrebbe essere il potere legislativo stesso che si dota di questa facoltà, e non si tratta solo degli atti persecutori, quindi del 612-bis, o di altri reati che sono stati ricordati...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Sarti.

  GIULIA SARTI. Signor Presidente, concludo. Ma anche ad esempio di reati che vanno contro la pubblica amministrazione, corruzione in atto d'ufficio o comunque altri reati gravi, tutto qui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 1.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Battista, Argentin...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  506   
   Votanti  504   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  253   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  380).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colletti 1.202.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, questo è un emendamento quasi gemello rispetto a quello di prima, però su questo punto vorrei fare un piccolo intervento. Gli emendamenti previsti dal Governo che poi sono stati cassati dalla Commissione affari costituzionali dimostrano che purtroppo spesso l'attività emendativa e legislativa del Governo non segue i canoni della normativa costituzionale. Quel c-bis), come noi MoVimento 5 Stelle, ma anche come i colleghi della Lega avevano già detto in Commissione, era Pag. 44palesemente incostituzionale. Invito anche il sottosegretario a stare ad ascoltare il mio intervento, grazie, invece che parlare con un collega, perfetto. Il c-bis) era palesemente incostituzionale, non lo abbiamo detto solo noi, bensì la maggioranza, all'interno della Commissione affari costituzionali, del PD. Lo hanno detto i vostri alleati di Governo, pertanto non può essere una colpa prevedere di cancellare una previsione incostituzionale, bensì è un palese merito.
  Pertanto, qualora lei, come ha detto, è favorevole a togliere determinati reati dalla detenzione domiciliare, benissimo, tolga il suo parere contrario ai nostri emendamenti e dica di votare insieme al MoVimento 5 Stelle per togliere dai reati i reati come stalking, reati come maltrattamento in famiglia, reati come prostituzione minorile, reati come pornografia minorile. Guardi che basta poco, se non lo fa, questo dimostra la vostra ipocrisia, perché sinceramente basta poco per cambiare le cose, allora non dovete solo dare la vostra opinione a parole ma dovete dimostrarlo con i fatti. I fatti si danno, signor sottosegretario, attraverso il vostro parere positivo, in questo caso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 1.202, non accettato dalla Commissione né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliaro, Giammanco, Valente, Costa, Parrini, Rotondi, Fraccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  492   
   Votanti  487   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  244   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no   365.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Ricordo che l'emendamento Molteni 1.300 non è stato segnalato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colletti 1.301.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Colletti.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto su questo emendamento il mio collega Gallinella.

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti, le chiedo scusa, così ci intendiamo: siccome io le ho chiesto se lei era iscritto a parlare su tutti i suoi emendamenti e mi ha risposto di «sì», io ovviamente do parola a lei. Qualora lei cambia, ce lo deve comunicare, perché la Presidenza non lo può immaginare.

  ANDREA COLLETTI. Va bene, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, l'intervento è in merito a questa materia: noi parliamo di pene, di carceri, però è importante tener presente che intorno al carcere ruotano anche altre figure, nonostante le vittime che subiscono i reati siano sempre da tenere in prima considerazione e nonostante che, prima della pena, ci debba essere la dignità. Però, io volevo riportare l'attenzione sulla figura del direttore carcerario, perché in Italia ci sono più di 500 istituti...

  PRESIDENTE. Scusi, Gallinella: gentilmente possiamo abbassare leggermente il tono della voce, così che sia possibile per l'oratore parlare tranquillamente, grazie.

Pag. 45

  FILIPPO GALLINELLA. Ci sono più di 500 istituti e circa 350 direttori carcerari e anche loro credo che meritino dignità per il lavoro che fanno. Voglio anche ricordare la polizia penitenziaria, perché ce ne dimentichiamo molto spesso: è giusto pensare a chi deve redimersi dal reato, ma c’è anche la polizia penitenziaria – ed io ritengo carcerati anche loro – che fa un lavoro difficile anche perché il tasso di suicidi della polizia penitenziaria è cinquanta volte superiore a quello della normale vita.
  Quindi, a tutti noi che siamo legislatori e anche al Governo, un invito appassionato a tenere in considerazione anche queste figure che ruotano attorno al carcere, attorno alle persone che devono essere riabilitate perché, se noi vogliamo recuperare il carcerato, lo possiamo fare in tanti modi, ma sicuramente le persone che stanno attorno al carcerato, anche loro, devono avere una dignità e, anche loro, devono essere messe in grado di lavorare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 1.301, non accettato dalla Commissione né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, D'Ambruoso, Tacconi, Madia, Garavini, Lavagno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  513   
   Maggioranza  257   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no   388.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 1.204, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luigi Gallo, Murer, Ravetto... abbiamo votato tutti ? No, ancora Murer... Gribaudo, Airaudo... forse l'onorevole Murer va assistita... ecco, adesso ha votato. Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  508   
   Votanti  406   
   Astenuti  102   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   20    
    Hanno votato no   386.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo ora alla votazione di tre emendamenti che costituiscono una serie a scalare.
  Ricordo in proposito che, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, del Regolamento, qualora siano stati presentati ad uno stesso testo una pluralità di emendamenti, subemendamenti o articoli aggiuntivi tra loro differenti esclusivamente per variazione a scalare di cifre o dati o espressioni altrimenti graduate, il Presidente pone in votazione quello che più si allontana dal testo originario e un determinato numero di emendamenti intermedi sino all'emendamento più vicino al testo originario, dichiarando assorbiti gli altri.
  Trattandosi di una serie a scalare di tre emendamenti, per prassi consolidata procederemo alla votazione del primo e dell'ultimo emendamento.
  Passiamo, dunque, alla votazione degli identici emendamenti Molteni 1.23 e Agostinelli 1.210.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

Pag. 46

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, ovviamente confermo il voto favorevole, da parte del gruppo della Lega Nord, su questi emendamenti che mirano a fissare un arco di tempo sufficientemente ampio affinché coloro i quali vanno ai domiciliari possano scontare la pena.
  Ovviamente, colgo questi pochi minuti per ricordare che l'ostruzionismo da parte della Lega rimarrà duro per tutto il provvedimento. Non abbiamo tantissimi minuti a nostra disposizione, proprio per il contingentamento e per una sorta di bavaglio che la maggioranza, i relatori e l'Aula stessa hanno voluto porre a coloro i quali – e, in modo particolare, la Lega – si stanno opponendo a questo provvedimento. Però, voglio ricordare che il nostro ostruzionismo rimarrà duro e perenne per tutto il provvedimento.
  Voglio ricordare che noi abbiamo presentato in Commissione giustizia – lo ricorda bene il presidente – più di 200 emendamenti, proprio per rallentare e bloccare e possibilmente impedire che questo provvedimento giungesse in Aula. Abbiamo tenuto la Commissione fin oltre le 2 di mattina, proprio per rallentare il più possibile questo provvedimento indegno e vergognoso. Manteniamo questo atteggiamento di dura opposizione, di dura resistenza e di duro ostruzionismo che troverà, poi, ulteriore concretezza nei prossimi emendamenti, laddove noi sfideremo l'Aula e le forze politiche di maggioranza, PD e PdL, chiedendo, con riferimento ai reati con pena fino a 6 anni, l'esclusione di determinate fattispecie di reato, tra cui lo stalking e il furto in abitazione, che oggi sono reati ricompresi nell'applicazione di questa norma.
  Quindi, rinnovando la nostra opposizione, un'opposizione che durerà per tutto il provvedimento, esprimo il voto favorevole da parte della Lega Nord su questi emendamenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, non ho capito se il mio emendamento 1.212 è assorbito o meno. Ma, cogliendo il suo invito a razionalizzare i lavori intervengo, comunque, sul tema...

  PRESIDENTE. Comunque non è assorbito, onorevole Cirielli, quindi lo voteremo.

  EDMONDO CIRIELLI. Va bene, comunque intervengo adesso perché penso che il tema sia comune. È chiaro che – giusto per ricordare una serie di numeri e dati precisi, perché come al solito si fa strage di verità in questo Parlamento – certamente si può imporre con il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità a maggioranza che questo non è un indulto, ma è un indulto perché commuta la pena da pena detentiva in misura principale domiciliare. Credo che da questo punto di vista esamineremo l'opportunità di scrivere al Presidente della Repubblica per il rispetto della Carta costituzionale, perché non si sta procedendo con le regole di salvaguardia della popolazione rispetto all'amnistia e all'indulto che prevedono maggioranze qualificate. Voglio dire alcuni reati che sono compresi: rissa, violenza e minaccia a pubblico ufficiale con resistenza, favoreggiamento reale, evasione con violenza, istigazione a delinquere, truffa aggravata, pericolo di disastro ferroviario, attentati alla sicurezza dei trasporti, falso, maltrattamenti in famiglia, stalking, furto in abitazione e furto con strappo. Bene, tutto questo per far capire con la previsione del Governo fino a sei anni che sorta di indulto permanente si sta approvando, per cui noi chiediamo quanto meno un atto di coscienza da parte del Governo e della maggioranza e di ridurre almeno da sei a quattro anni l'impatto del gravissimo e per noi anche vergognoso provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bruno. Ne ha facoltà.

  FRANCO BRUNO. Signor Presidente, mi scusi ma stiamo votando gli emendamenti riferiti al comma 1, lettera b) ?

  PRESIDENTE. Siamo in fase di dichiarazione di voto sugli identici emendamenti Molteni 1.23 e Agostinelli 1.210.

Pag. 47

  FRANCO BRUNO. Signor Presidente, su questi emendamenti, per quanto mi riguarda, ci sarà un voto di astensione, perché sostanzialmente la lettera b) è costruita per dare una risposta quantitativa ad una questione di principio, cioè non è che si veda la pericolosità dei reati rispetto ai quali si può applicare una nuova pena principale, ma si delega al Governo esclusivamente rispetto ad un certo numero di reati, che dovrebbero consentire di avere un certo numero di persone decarcerizzate. Io credo che sia sbagliato procedere in questo modo. Credo che la pena, prima ancora che un fatto di grandi numeri, prima ancora che un fatto di quantità, prima ancora che un fatto economico, riguardi persone e individui in carne ed ossa e come tale vada valutata. Ecco perché mi asterrò su questa serie di emendamenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Molteni 1.23 e Agostinelli 1.210, non accettati dalla Commissione né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Gianni Farina, Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  515   
   Votanti  512   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  257   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no  388.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Colletti 1.211 e Cirielli 1.212.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Questo emendamento mira soltanto a ridurre la portata dei reati che rientrano nella casistica dell'articolo 1. Diciamo che, approvando questo comma, semplicemente alcuni reati – come ad esempio, la falsa testimonianza, o, come detto prima, la prostituzione minorile e la pornografia minorile – già non rientrerebbero. Ricordiamoci che i reati fino a sei anni, sono reati molto gravi, non sono reati bagatellari. È vero che questa Aula poi si dovrebbe occupare anche di una ridefinizione delle pene per molti reati, perché negli anni, nei decenni, la società è cambiata. Alcuni reati, come ad esempio i reati finanziari, i reati contro la pubblica amministrazione, sono andati via via peggiorando la corruzione nel nostro sistema politico e istituzionale. Altri reati, come ad esempio il furto nei supermercati, che sono addirittura considerati reati gravi perché sono aggravati poi dall'articolo 625, rischiano addirittura pene fino a sei anni. Intanto, però, lavoriamo sull'esistente. E purtroppo l'esistente significa che dobbiamo limitare la portata di questo provvedimento, non perché lo diciamo noi, ma perché lo riteniamo veramente giusto. E quindi mi appello a tutti quanti affinché prendano coscienza di quello che stiamo votando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, lo stucchevole solidarismo a senso unico continua a disegnare con il tono delle anime belle il fatto che i detenuti sono persone in carne ed ossa, circostanza che, sotto il profilo puramente fisiologico, non mettiamo in dubbio, così come però auspichiamo che nessuno immagini che, viceversa, le vittime siano fatte di penne e piume, per usare un linguaggio di Paperon de’ Paperoni. E noi, esattamente rispetto alla discrasia di attenzione che viene riversata in questo caso solo ed esclusivamente a favore dei delinquenti, e mai nei confronti di quelli che da quegli Pag. 48atti di delinquenza sono afflitti, nell'intimo, nella famiglia, nelle persone e nelle cose, riteniamo che viceversa questo emendamento sia, per così dire, una sorta di limitazione del danno. E questo anche alla luce della preoccupante esternazione che qualche minuto fa in questa Aula ha prodotto il rappresentante del Governo, il quale ha sostanzialmente confermato una totale aleatorietà nella misura, nella dimensione e nella individuazione dei reati e quindi dei delinquenti che potranno beneficiare del provvedimento di cui si tratta, addirittura palesando allo stato una non conoscenza da parte del Governo stesso, non solo della misura e delle pene che potranno essere valutate, ma anche, per la precisione, di chi poi sarà chiamato a disporre una valutazione.
  E allora la diminuzione del tempo massimo di pena edittale che corrisponde ai reati per i quali questa alea di scelta può essere lasciata, vuoi al Parlamento, vuoi al giudice – non certamente al Governo per le cose sapientemente dette poc'anzi dal collega onorevole Bianconi – è una circostanza che quantomeno circoscrive il limite del danno che verrà provocato alla società, come ripetizione del danneggiamento che è stato arrecato alle vittime dei reati per i quali i cittadini reclusi sono, in questo momento, in stato di detenzione, e alle forze dell'ordine, alle forze di polizia; a queste ultime, in particolare, non solo viene dato il messaggio sbagliato di aver lavorato per niente, nel tentativo difficoltoso, a proprio rischio, di assicurare i delinquenti alla giustizia, ma viene anche detto che da ora in poi dovranno dedicare parte del loro impegno e parte della loro abnegazione, non già per proseguire nella battaglia di tutela della sicurezza dei cittadini, ma per garantire che i delinquenti, che già avevano riacciuffato e assicurato alle patrie galere, rispettino i termini della detenzione nelle loro abitazioni o, nel caso di specie ancora più grave in cui riescano ad essere totalmente esonerati dal rispetto della pena, non ricadano nella tentazione di delinquere.
  Ecco, credo che questo sia un aspetto sul quale bisogna riflettere. Io, per davvero, invito a riflettere senza iattanza, ma rivolgendomi davvero con il cuore in mano a quanti, soprattutto nell'ambito del centrodestra, hanno fatto per tanti anni, fino all'ultima campagna elettorale, insieme a noi, delle battaglie a tutela della sicurezza, delle battaglie in ragione della certezza della pena, un elemento differenziale anche di valutazione politica da parte del corpo elettorale.
  Ecco, mi chiedo come si possa oggi, per chi ha raccolto il voto degli elettori di centrodestra, presentarsi agli stessi dicendo che si è stati colpevoli portatori di una norma che produce solo insicurezza e che rimette per strada dei delinquenti che, grazie allo sforzo delle forze dell'ordine, erano stati assicurati alla giustizia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, rivolgo un invito ai colleghi: cerchiamo di andare gradualmente a questo punto, visto che non sono stati recepiti i nostri emendamenti precedenti. Il limite dei quattro anni è già un limite che la Cassazione indica per i reati di una certa gravità. Quindi, visto che l'istituto è nuovo, non andiamo in maniera così netta a fare un taglio ma cerchiamo almeno di essere graduali e di votare questo emendamento che prevede come pena il massimo dei quattro anni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, intervengo innanzi tutto per ricordare un fatto storico: nel 2006, contro l'indulto non ha votato solo la Lega ma ha votato anche Alleanza Nazionale; io allora votai contro. Lo dico proprio perché ho chiarito che non c’è un atteggiamento pregiudiziale verso l'aspirazione di trasformare il carcere in un luogo di rieducazione Pag. 49e di riabilitazione, ma perché siamo orgogliosi di rivendicare che non è questa la strada intrapresa dal Governo.
  Lo dico perché in questo momento sto ricevendo sui social network e anche sui miei profili di Facebook una serie di minacce ed intimidazioni perché esprimo la mia opinione. Ma io sono un parlamentare e sono qui per parlare, per difendere tante persone che non la pensano come il Governo e la maggioranza stanno andando avanti in questo momento.

  PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito i tempi a sua disposizione. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza, come in analoghe circostanze, concederà a tale gruppo il tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto a quello originariamente ad esso assegnato.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, so benissimo che non è sindacabile la decisione che lei prende e che ha preso secondo prassi, quella del terzo. Vorrei però ora mostrarle che in questo caso l'Aula del Parlamento ha una maggioranza che non si è mai verificata di tale entità nei casi precedenti che sostiene questo provvedimento sostanzialmente. Per cui quando lei ci aumenta del 30 per cento i trenta minuti che avevamo di tempo massimo, ce lo ha aumentato di dieci minuti. Se pensiamo che dieci minuti è il tempo della dichiarazione di voto, praticamente significa che per tutta la discussione abbiamo trenta minuti. È pure vero che potremmo chiederle un ulteriore aumento di tempo e se lei non può adesso modificare la sua valutazione, quanto meno raddoppiando il tempo che avevamo per la discussione, sin da ora le preannunziamo che ad esaurimento le chiederemo ancora uno sforzo.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, comprendo bene quello che lei dice. Ovviamente non posso che riferirlo alla Presidente affinché prenda le ultime determinazioni del caso. Comunque ricordo che è sempre a disposizione il tempo per gli interventi a titolo personale, che ovviamente è un'altra cosa, ma comunque è a disposizione dei gruppi.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Colletti 1.211 e Cirielli 1.212, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basilio, Baldelli, Cassano, Giorgis, Polverini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  526   
   Votanti  521   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  261   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  395.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 17,30).

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 1.255. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BUONANNO. Dopo aver sentito diversi interventi da parte dei colleghi, mi rivolgo a lei, signor Presidente, ma guardando anche il sottosegretario che ha fatto prima un intervento, per porre sostanzialmente questa domanda. Lei ha fatto un intervento nella sostanza difendendo, giustamente dal suo punto di vista, il provvedimento e ovviamente anche difendendo il Governo, ma se questo tipo di reati fossero commessi, ad esempio, – non glielo auguro, ci mancherebbe altro – nei Pag. 50confronti di qualcuno della sua famiglia o di qualche parente o di qualche amico, lei si augurerebbe che quelli che commettono determinati reati così gravi andassero agli arresti domiciliari o rimanessero in carcere fino a quando non hanno scontato l'ultimo minuto della pena che gli è stata inflitta ?
  Il discorso è questo, a me sembra che quest'Aula troppo spesso faccia dei ragionamenti come se quello di cui si discute e si vota riguardasse altri, non riguardasse invece anche noi. Perché io non credo che chi commette dei reati comunque gravi – quindi i criminali – debba avere un premio di consolazione e non è, secondo me, una scusante il fatto di dire: «Ci sono le carceri troppo piene», perché ci sono anche delle carceri vuote, finite e che non vengono sfruttate.
  C’è, insomma, un nesso talmente logico e cioè quello di «dare la giustizia» e fare in modo che i più deboli vengano comunque aiutati e che le vittime abbiano giustizia. In questo caso sinceramente mi pare di vedere, anche come amministratore, che in realtà chi non ha niente da perdere continuerà a fare il criminale.
  Ma voi ve li immaginate italiani o extracomunitari che vengono portati agli arresti domiciliari, che non hanno niente da perdere se stanno in casa o vanno ancora in giro a delinquere e continuare a farlo perché tanto non gli succede niente ? Ma vi siete mai chiesti perché tanti stranieri vengono nel nostro Paese sapendo che nei loro territori se vanno in galera ce l'hanno dura, mentre quando vengono qua, alla fine, per il 90 per cento dei reati non li prendono e, quando li prendono, escono, vanno a casa a guardarsi la televisione e poi possono anche uscire, perché la polizia, i carabinieri e le forze dell'ordine non hanno la possibilità di controllarli tutti; anzi, c’è molta difficoltà a fare già quello che fanno oggi.
  Ma che provvedimento fa questo Governo ? Questo è un Governo balneare che alla fine cerca di fare provvedimenti talmente – scusate il termine – stupidi nella sostanza, perché alla fine si fanno uscire continuamente criminali. La vecchietta che subisce un reato non gliene può fregare di meno se magari dobbiamo votare qualcos'altro alla Camera, gli interessa di sapere che cosa succede nella sua vita privata. Questa è la realtà purtroppo vera e cioè che questo Governo vive sul pianeta Marte. E prima ancora il Governo Monti ha fatto la stessa cosa, con le «porte girevoli», con i provvedimenti con cui la gente entra ed esce, non si capisce più, e tanto comunque i delinquenti stanno sempre fuori.
  Ma la gente comune quando fa questo ragionamento che cosa può pensare delle istituzioni ? Che sono istituzioni serie – già facciamo tanti di quei casini – o sono istituzioni che alla fine se ne fregano di quello che è il risultato finale ? Poi lei ha menzionato: «Ah, ma nei Paesi moderni succede così». Ha ragione.
  Ma che giustizia c’è negli altri Paesi ? Provi ad andare negli Stati Uniti: uno che commette un reato, vediamo se poi lo fanno andare fuori o lo mettono agli arresti domiciliari; gli fanno un mazzo così e non esce più, e così in altri Paesi !
  Quelli sono Paesi seri in cui comunque la giustizia funziona. Qui, invece, si premia chi è delinquente. Ma ci rendiamo conto che alla fine il cittadino dice: se io ho qualcosa da perdere sono comunque un delinquente. Uno che non ha niente da perdere, che continua a fregarsene delle leggi, alla fine gli danno il cioccolatino con questo Governo. Ma la Cancellieri che cosa fa ? Vive sul pianeta Terra o va sul pianeta Marte ? Queste sono situazioni che bisogna ricordare. Ad esempio quell'uomo che l'altro giorno, perché c'era una rapina (hanno legato e imbavagliato sua moglie) ha sparato e ammazzato uno dei delinquenti. Io do piena solidarietà a questo signore che comunque ha cercato di difendere la sua famiglia; se poi sente di provvedimenti del genere che cosa può pensare ?
  Inoltre alle donne di questo Parlamento, vorrei ricordare una canzone di De André che parla di donne di facili costumi. La canzone è Bocca di Rosa che dice testualmente: «si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio». Ecco voi oggi date il cattivo Pag. 51esempio per dare anche buoni consigli. Avete fatto tutto e il contrario di tutto anche della canzone di De André che dice delle sante verità. Voi vi dovete vergognare di queste cose, e voi siete delle ipocrite che votate queste cose (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico) ! Ricordatevelo perché probabilmente vi piace anche questa canzone di De André. Ricordatelo, date dei buoni consigli perché avete già fatto di tutto e di più !

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Buonanno. Ha concluso il suo tempo.

  DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, credo che sia opportuno ogni tanto, anche nel rispetto dell'opposizione che sta facendo la Lega, riportare un po’ quello che è il contenuto di questo provvedimento. Infatti non credo che si faccia buon Governo in questa maniera, dando informazioni sbagliate ai cittadini. Infatti il cittadino, di qualsiasi reato sia vittima, quello che vuole è che ci sia una pena che venga eseguita e che il processo avvenga in tempi rapidi.
  Questo è l'interesse del cittadino. Quando si viene a dire che questo provvedimento in realtà va contro le esigenze delle persone offese, forse non lo si è letto a sufficienza. Forse, impegnati a scrivere emendamenti per cercare di allungare i tempi, non si è letto che questo articolo 1 riguarda proprio le pene alternative, o reclusione domiciliare o reclusione in carcere, che potrà essere comminata dal giudice all'esito di un provvedimento di un processo, quindi di una condanna. Ad esempio, il giudice non potrà dare i domiciliari se risulta incompatibile con la prosecuzione delle prescrizioni o anche solo, sulla base delle esigenze di tutela della persona offesa dal reato. Questa è la proposta di legge.
  Questo è quello che stiamo per approvare e quello che ci si è sentiti dopo un lavoro di Commissione molto approfondito di cui ha dato atto anche l'onorevole Molteni, quello che stiamo portando per fare una riforma di sistema, che non sia affatto il provvedimento di clemenza, che non sia affatto né amnistia né condono. Chi ha lavorato a questo provvedimento, vede che questo testo unificato è stato improntato sulla base di questo principio: chi è ai domiciliari ed è stato condannato ad una pena da scontare ai domiciliari e non li rispetta, i domiciliari vengono automaticamente revocati e va in carcere. Quindi qui c’è un'attenzione molto particolare alla persona, al singolo condannato, alla persona umana anche se i reati in astratto sono tutti puniti fino a sei anni, come dice l'onorevole La Russa, pena edittale nel massimo di sei anni, quindi in astratto prevista di sei anni: quella è la gravità che livella tutti i reati. Poi li possiamo chiamare prostituzione minorile, li possiamo chiamare reati contro la pubblica amministrazione, li possiamo chiamare resistenza a pubblico ufficiale. Sono reati in cui il legislatore ha ritenuto un'identica gravità, un identico allarme sociale perché ha inserito una pena massima uguale. Quello che cambia è la persona. È il colpevole del singolo reato. E sul singolo reato dovrà valutare il giudice se dare i domiciliari, detenzione domiciliare, tenuto presente tutte le situazioni anche della persona offesa oppure dare la reclusione in carcere.
  E se sgarrerà anche una sola volta dai domiciliari, è previsto che sia revocata la misura. Quindi io credo che, nel rispetto legittimo dell'opposizione, sia necessario dare un'informazione che sia seria, reale, per cui questo provvedimento non libera nessuno, ma cerca di fare una riforma del sistema che va verso quelle che devono essere l’extrema ratio del carcere per i reati più gravi, i domiciliari o altre pene alternative per i reati meno gravi. E su questo punto la gravità la dà proprio l'entità della pena, cioè un minimo ed un massimo. Se quei reati il legislatore li ha individuati tutti nello stesso livello, vuol dire che li ritiene di eguale gravità. Ecco perché non ci sono delle esclusioni oggettive, Pag. 52perché basta con gli automatismi, basta con le presunzioni: la persona va valutata in concreto. Ogni singola persona è un unicum e questo credo che non ve lo debba insegnare io (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Morani. Ne ha facoltà.

  ALESSIA MORANI. Signora Presidente, continuo a sentire in quest'Aula – e ha fatto bene la presidente Ferranti a dirlo – molte informazioni sbagliate che vengono dai banchi delle opposizioni. Sono informazioni che, quando vengono date soprattutto ai cittadini, devono essere date in maniera corretta. Ho sentito parlare di indulto: questo provvedimento non prevede alcun indulto. Ho sentito parlare di condoni: questo provvedimento non prevede alcun condono. Soprattutto ho sentito parlare di reati che non sono neppure contemplati nella norma, che noi oggi andiamo a discutere. Infatti ho sentito parlare, per bocca dell'onorevole Buonanno, di rapina: la rapina prevede altre pene, pene ben più gravi. Quindi quando si danno informazioni e si fanno interventi, soprattutto in un'Aula come questa, bisogna dare informazioni corrette.
  Dopodiché, aggiungo, che si continua a parlare di questa norma come se prevedesse un automatismo nella detenzione domiciliare, ma così non è, perché non c’è nessun automatismo. È il giudice che caso per caso valuterà se quel soggetto può andare a scontare la pena agli arresti domiciliari e non c’è certamente nessuna automaticità nell'irrogazione di questa pena. Semplicemente si dà al giudice, valutate tutte le circostanze previste dall'articolo 133, una possibilità sanzionatoria in più, che in questo momento non esiste. Quindi chi parla di automatismo e chi parla di indulto o chi parla di amnistia dà informazioni false (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, ho l'impressione che il dibattito oggi nella nostra Aula sia piuttosto un incrociarsi di due monologhi. Non sento, nei banchi dell'opposizione, nessuno che ricordi il dato di fatto, banale ma evidente, che questo è un provvedimento che risponde ad uno stato di necessità. Sono d'accordo con molti di voi quando dite: l'ideale sarebbe che il condannato scontasse in galera fino all'ultimo giorno della sua pena (d'accordo fino a un certo punto, ma mettiamo che sono d'accordo). Lo Stato italiano oggi non è in grado di garantire che il condannato possa scontare la sua pena per intero in condizioni umane, perché abbiamo una condizione di sovraffollamento carcerario che trasforma l'esecuzione della pena, in molti casi, in una tortura che è contraria a fondamentali diritti umani. Che facciamo ? Siamo inevitabilmente chiamati ad un difficile bilanciamento di valori e di diritti. Se non ci mettiamo nell'ottica della necessità di questo bilanciamento, noi diciamo molte parole che non mordono la realtà e non rispondono al problema vero davanti al quale siamo. Dobbiamo torturarli, visto che non siamo in grado di garantire un'esecuzione umana della pena, o dobbiamo trovare un'alternativa sufficiente, adeguata ? Non sappiamo: io condivido molte perplessità, ma non mi piace il tono con il quale si mette da parte completamente il vero, fondamentale problema, che poi è anche il modo di esorcizzarlo.
  Infatti, questo chiama in causa i problemi dell'edilizia carceraria, ma chiama in causa – e qui mi rivolgo ai colleghi della maggioranza – il problema del fine pena, il problema della recidiva, il problema della sostituzione del carcere con pene alternative. Alcune cose in questo provvedimento ci sono e sono meritevoli di apprezzamento. Ma è il provvedimento che avremmo fatto noi per organicamente cambiare il sistema penale italiano se non avessimo avuto la pressione di questa situazione drammatica delle carceri ? Non credo. Credo che, anche da parte della maggioranza, dobbiamo riconoscere che, se avessimo avuto altre condizioni e anche Pag. 53tempo per studiare maggiormente la depenalizzazione del sistema, la riserva del carcere come ultima trincea di difesa sociale, l'apprestamento di altri momenti di difesa sociale precedenti il carcere, se avessimo potuto agire in altre condizioni, avremmo fatto un altro provvedimento.
  E, allora, mi sembra che la maratona oratoria che stiamo facendo sia in larga misura inutile. Rischiamo di passare sopra ai problemi senza riuscire ad attivare un dialogo che è quello da cui forse potrebbe nascere una consapevolezza maggiore, forse per migliorare questo provvedimento, certo per pensare meglio provvedimenti futuri (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, innanzitutto l'intervento del collega Buttiglione svela che l'unico intento è quello di svuotare le carceri e a nessuno gliene importa nulla se le carceri migliorano o avranno una funzione rieducativa perché in questo provvedimento – i cittadini lo devono sapere – non c’è scritto nulla per migliorare le condizioni di vita nelle carceri solo perché tra pochi mesi, nel giro di un anno, saranno nuovamente piene.
  E in più non si fa nulla per il lavoro in carcere, non si fa nulla per rendere il carcere un luogo di riabilitazione e questo è chiaro a tutti. Semplicemente, siccome lo Stato non vuole spendere soldi per il lavoro dei detenuti, non vuole spendere soldi per i sociologi, non vuole spendere soldi per l'affidamento in prova ai servizi sociali, non vuole spendere niente di niente per migliorare il carcere, mette in libertà una serie di delinquenti. Delinquenti perché già oggi la Simeone prevede che fino a tre anni non si va in carcere e, quindi, non ci pigliamo in giro. Si scarica sui cittadini l'inefficienza dello Stato e questo noi non lo possiamo accettare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà, per un minuto.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo per chiedere di essere smentito dai parlamentari di maggioranza laddove io affermo che nel testo si prevede come unica forma di controllo nei confronti di coloro i quali sono ai domiciliari non un potenziamento delle forze dell'ordine – e c’è un emendamento della Lega in cui si chiede un potenziamento dell'organico per controllare coloro i quali sono ai domiciliari – ma l'utilizzo del braccialetto elettronico. Noi chiediamo al Ministro Cancellieri, oggi Ministro della giustizia, l'anno scorso Ministro dell'interno, che ha rinnovato con Telecom una convenzione da 100 milioni di euro per l'utilizzo di otto braccialetti elettronici che non hanno sortito alcun effetto, Ministro Cancellieri peraltro in una palese e confermata situazione di conflitto di interessi, di venire in Aula e di rendere conto con riferimento ai 100 milioni di euro sottoscritti con Telecom e sul non funzionamento degli otto braccialetti elettronici (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, io concordo con l'onorevole Buttiglione quando invitava ad ascoltarsi in Aula e per questa ragione vorrei innanzitutto dire che sono d'accordo con chi ha ricordato la Corte europea e la multa comminata all'Italia per la condizione delle carceri, perché non c’è dubbio che la privazione della libertà non può essere privazione della dignità. Ma, a proposito di ascoltarsi, io vorrei sottolineare un altro elemento che, invece è molto meno citato e conosciuto, anche se oggettivo, e, cioè, che le pene alternative e la messa alla prova fanno parte di un'esperienza felice che in altri Paesi e già adottata.
  Aggiungo ancora di più: la messa alla prova è stata sperimentata con successo Pag. 54anche per reati che riguardano i minori, in Italia. Quindi, possiamo misurarci non tanto sulle filosofie differenti, ma anche sui riscontri oggettivi e cioè sull'utilità, nel Paese di Beccaria, non soltanto di evitare che la pena sia una privazione di dignità e non solo di libertà, ma anche di misurarci sugli effetti delle pene. Altri Paesi ci dicono che la via che stiamo seguendo oggi è una via efficace per abbassare la percentuale di recidiva e questo mi sembrerebbe un argomento da proporre all'attenzione generale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, visto che ho sentito tanto parlare di Convenzione di Istanbul e viste le accuse fatte alla Lega di aver sporcato questo sacro testo, vorrei chiedere: ma noi lo abbiamo sporcato ? Vorrei dire che l'articolo 5 della Convenzione di Istanbul prevede che le parti adottino le misure legislative e di altro tipo necessarie per esercitare la debita diligenza nel prevenire, indagare, punire i responsabili e risarcire le vittime. Spiegatemi voi se è debita diligenza punire i responsabili di stalking, di accattonaggio con minori, di prostituzione minorile e di pornografia minorile con la messa alla prova. Questo lo dice l'articolo 5 della Convenzione di Istanbul votata da tutti poche settimane fa e voi oggi, in questa sala, in quest'Aula, ci dite che l'abbiamo sporcato noi. Siete voi...

  PRESIDENTE. La ringrazio, ha esaurito il suo tempo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Signor Presidente, molti colleghi non dicono quello che realmente pensano e cioè che in questo provvedimento vedono un'operazione di carattere culturale in cui si dice che il carcere non è più un mezzo da usare. Qualcuno lo ha detto nel dibattito che c’è stato su questo provvedimento, sarebbe il caso che lo dicesse anche fuori da quest'Aula. Vedete, noi siamo anche favorevoli alle pene alternative al carcere per alcuni reati, non certamente per altri reati che creano allarme sociale e non vorrei scendere nello specifico. Tuttavia, sulla questione del sovraffollamento delle carceri, vorrei ricordare ai colleghi che in Italia ci sono 38 penitenziari che sono stati costruiti e non sono mai stati aperti, in alcuni posti perché manca la strada di collegamento o per questioni di carattere burocratico. Oppure sulla questione del sovraffollamento potremmo dire...

  PRESIDENTE. La ringrazio, ha esaurito il suo tempo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, il segretario generale della CGIL, Susanna Camusso, qualche settimana fa, con l'approvazione della Convenzione di Istanbul, ha dichiarato che questo è un buon risultato ma la strada è ancora lunga e sottolineava che non c'era la copertura economica, come ho detto nell'intervento precedente. Poi aggiunge: la strada è ancora lunga e passa per scelte politiche coerenti alla Convenzione che è stata votata. Che cosa vuol dire ? Vuol dire che poi dobbiamo portare avanti dei provvedimenti dove, comunque, chi fa violenze, anche sulle donne, la fa franca andando a casa magari a giocare con la PlayStation ? Devo dire che ringrazio l'onorevole Buttiglione perché, dei tanti interventi che ho sentito da parte della maggioranza, il suo è intellettualmente più onesto; egli, a differenza del Presidente, ha detto che questo provvedimento...

  PRESIDENTE. La ringrazio, ha esaurito il suo tempo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.

Pag. 55

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, andando ad approvare questo provvedimento, sicuramente, non si risolverà il problema del sovraffollamento delle carceri, ma in compenso vi sarà un aumento del problema della sicurezza in quanto, sono i dati a dirlo, purtroppo, anche i precedenti provvedimenti che sono stati attuati su questa falsariga, come risultato non hanno avuto la risoluzione del problema del sovraffollamento delle carceri, bensì un aumento dei reati. Quindi, sono tanti gli episodi di persone che erano state condannate ad esempio per stalking, che avevano ottenuto la libertà condizionata con obbligo di firma eppure, nonostante questo, sono tornate a commettere dei reati anche violenti.
  Quindi, potenzialmente, approvando un provvedimento sciagurato come questo potremmo andare, anzi, quasi sicuramente andremo a...

  PRESIDENTE. Grazie, ha esaurito il suo tempo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Allasia. Ne ha facoltà, per un minuto.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, possiamo dire per iniziare, avendo solo un minuto, che tutto ha un limite. Lo diciamo noi, perché troviamo vergognoso doverci qua raffrontare, in una sana opposizione – perché sfido chiunque si possa dire che questo è ostruzionismo –, sullo «svuotacarceri». Infatti, ognuno può chiamarlo come vuole, indulto mascherato, amnistia e così via, però i carcerati dal carcere li si toglie per fargli fare qualcos'altro, indubbiamente. Voi ritenete, maggioranza e Governo, che i delinquenti stiano meglio a casa propria a fare i servizi sociali utili, ma poi vorremmo vedere anche quali servizi sociali utili, perché, se un delinquente andasse in casa di qualche signora ad aiutare per un servizio sociale utile, personalmente vorrei capire se questa persona sia ben grata di averlo. Comunque, saranno situazioni da valutare. Però...

  PRESIDENTE. Grazie. Ha esaurito il suo tempo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare, visto l'intervento della collega Ferranti – che sicuramente ne sa più di me di processi e di magistratura –, di come gli imputati non vengano trattati come un unicum, ma come dei numeri. Quindi, prima di intervenire con questi provvedimenti si dovrebbe rendere umano il processo, lasciando veramente al magistrato gli elementi per valutare sull'imputato e cosa si meriti, ma sappiamo benissimo che in pratica adesso non è così. Quindi, cerchiamo di usare il metodo e intervenire sulle reali necessità di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Corsaro. Ne ha facoltà, per un minuto.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, prosecuzione dell'opera del Governo Berlusconi nel contrasto totale alla criminalità e piena e totale implementazione dell'agenzia per i beni confiscati; incremento della lotta per la legalità, per il contrasto ai fenomeni dell'immigrazione clandestina e della criminalità predatoria; potenziamento delle forze dell'ordine; realizzazione di un'efficace presidio del territorio; valorizzazione delle risorse tecnologiche sia per le forze dell'ordine sia incentivando i privati e gli enti locali; rafforzamento degli accordi bilaterali fra Stati per l'attuazione di politiche di rimpatrio effettive degli immigrati clandestini; definizioni degli accordi bilaterali per scontare la pena detentiva nei Paesi di origine: alle pagine 31 e 32, punto 20, degli impegni programmatici in campagna elettorale del Popolo del Libertà, sottoscritto da tutti i deputati che a pagina 4 hanno anche sottoscritto un impegno nel quale danno la loro parola di non cambiare gli accordi che vengono presi alla luce della valutazione degli elettori. Chiediamo...

Pag. 56

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caon. Ne ha facoltà, per un minuto.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, qui constato che la realtà dei fatti è veramente lontana da questa Camera, ma veramente lontana ! Io mi chiedo: voi pensate che, una volta che avete approvato questo provvedimento, uno riesca a stare sei anni sul divano del proprio appartamento ? Risposta: impossibile ! Impossibile ! E allora, come pensate di poter approvare questo provvedimento e dare la discrezionalità al giudice, proprio voi del Popolo della Libera, che dite sempre che i giudici hanno troppo potere ? Gliene date ancora di più ? Infatti, è a discrezione del giudice dare i domiciliari. Allora, mi appello anche a questi signori che si occupano di giustizia: quando c'era da prendere qualche decisione importante avete detto che andava tutto bene, perché ci sta bene tutto, ma sei anni... (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rondini. Ne ha facoltà, per un minuto.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, depenalizzate una serie di reati, fra i quali potenzialmente quelli che destano maggiore allarme sociale, come i furti e gli scippi, quelli che i cittadini onesti avvertono come quei reati che minano profondamente la propria sicurezza. La discrezionalità del giudice è un errore, ed è un grave errore.
  Siete sordi e non vi degnate neanche di confrontarvi con le forze dell'ordine che continuano a denunciare carenze nell'organico e nelle dotazioni economiche che rendono difficile il lavoro di tutti i giorni, sul quale peserà pesantemente l'approvazione di questo ennesimo indulto mascherato, figlio di quella cultura e di quel pensiero che vuole che se qualcuno delinque la colpa è sempre della società, cultura magistralmente riassunta dalle allucinate affermazioni che si sono usate per commentare il ferimento del brigadiere Giangrande arrivando addirittura a dire che quello era il caso...

  PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Busin. Ne ha facoltà, per un minuto.

  FILIPPO BUSIN. Ripeto che il problema che stiamo affrontando è quello del sovraffollamento delle carceri, di queste carceri che hanno circa 20 mila detenuti in più di quelli che le nostre carceri possono contenere. E si risolve con una scorciatoia che niente ha a che vedere con il problema. Il problema del sovraffollamento si risolve, ripeto, con la costruzione di nuove carceri; noi con le pene sostitutive, con le pene alternative, con la «messa in prova» facciamo il grave errore di mettere in contiguità, in vicinanza persone per bene con persone che si sono macchiate e condannate per gravi, gravissimi reati. Vi leggo solo questo estratto del Corriere della Sera di Brescia del 13 giugno: «Arrestato per stalking perché minacciava la ragazza e i suoi genitori». Questa è una di quelle persone che noi vogliamo mettere a vivere vicino alle persone per bene. Noi parliamo di carceri invivibili e rischiamo di rendere invivibili interi quartieri, soprattutto quelli popolari, su cui gravano le conseguenze delle nostre scelte sbagliate.

  PRESIDENTE. Ha chiesto la parola per un richiamo al Regolamento il deputato Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, per un richiamo al Regolamento, articoli 36 e successivi. La vorrei invitare cortesemente ad utilizzare – senza polemiche, è proprio un invito – lo stesso metodo e lo stesso metro di valutazione nel togliere la parola ai colleghi perché ci sono stati colleghi che hanno parlato, lei li ha richiamati, diciamo, suonando la campanella Pag. 57per significare il fatto che stavano esaurendo il tempo, e ha lasciato che finissero in qualche modo di esprimere la loro opinione in senso compiuto. Altri, invece, gli è stata tolta immediatamente la parola.
  La invito cortesemente a lasciare che finiscano perlomeno la frase, anche per un fatto di educazione. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Pini, io non sono un orologio svizzero naturalmente, uso il cronometro della Camera e poiché tutti sappiamo che il tempo è uguale per tutti, io tolgo la parola esattamente qualche secondo dopo che avete usato tutto il minuto a titolo personale.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, guardi, io mi sono permesso, probabilmente abbiamo degli orologi differenti...

  PRESIDENTE. Penso di sì.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. ... però io la invito a iniziare a cronometrare quando il collega inizia a parlare perché non è che se il microfono non funziona, abbiamo già un minuto in cui è impossibile esprimere un concetto. Se ci toglie anche i dieci secondi iniziali perché deve illuminarsi il microfono e non può parlare io la invito a fare attenzione, a non far partire in modo automatico, perché la discussione non è programmata per un minuto, ma per più tempo. Facciamo già difficoltà a parlare, le chiedo di avere un po’ di quella elasticità necessaria a fare discutere i colleghi in modo adeguato.

  PRESIDENTE. Non mi pare che in questo dibattito sia stata impedita la discussione sul provvedimento, onestamente.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Per quaranta minuti ! Quaranta minuti !

  PRESIDENTE. In ogni caso, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Prataviera. Ne ha facoltà, per un minuto.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, io vorrei ringraziare personalmente l'onorevole Buttiglione perché almeno ha avuto tra i membri della maggioranza la franchezza di dire la verità. Noi stiamo liberando queste persone, o meglio, stiamo decidendo di liberare queste persone perché qualcun altro ce l'ha chiesto e in particolare l'Europa. Ma mi fanno ribrezzo, veramente ribrezzo, tutti quegli interventi, tutte quelle persone che hanno sostenuto convintamente questo provvedimento nascondendosi dietro una foglia di fico e facendo finta che innumerevoli casi di cronaca che tutti possiamo leggere nei giornali, poi di fatto non si tramutino nei casi reali appunto che questi provvedimenti scateneranno.
  Infatti, non capisco come i miei colleghi in questa Aula non possono rendersi conto di quello che può succedere se una persona condannata per stalking, rimessa in libertà, non sia in grado tranquillamente di entrare in un appartamento, magari proprio della sua vittima, che ha pianificato perfettamente come far fuori, e poi ce li ritroviamo il giorno dopo magari nelle fiaccolate da parte delle associazioni femministe...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  EMANUELE PRATAVIERA. ... che condannano questi atti e richiamano all'educazione, come ho sentito prima...

  PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, onorevole Prataviera.
  Passiamo ai voti.
   Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 1.255, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e Pag. 58con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Malpezzi, Bargero, Vecchio, Di Battista, Sannicandro, Duranti, Stumpo, Valeria Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  528   
   Votanti  525   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  263   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no   399.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Agostinelli 1.262, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Faraone, Totaro, Lavagno, Fraccaro, Vacca, Petraroli, Segoni, Giammanco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  529   
   Votanti  528   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  265   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no   402.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento...

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, alle 18 era programmata la commemorazione della professoressa Margherita Hack. So che sta scendendo il Presidente: adesso, invece di fare le corse, che mi sembrano assolutamente inopportune, sospendiamo l'Aula fin quando non arriva il Presidente, facciamo la commemorazione che è stata programmata alle 18, perché anche l'Aula è stata organizzata in questo modo.

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, le assicuro che la Presidente sta scendendo. Direi che facciamo questo voto, e poi aspettiamo la Presidente.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Ne sono convinto, però sono le 18,10, siamo già dieci minuti in ritardo...

  PRESIDENTE. Ormai ho indetto la votazione.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. No, non l'ha indetta.

  PRESIDENTE. Come no ! Ho indetto la votazione sull'emendamento Agostinelli 1.267. Votiamo questo emendamento, e poi se non è scesa la Presidente interrompiamo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Agostinelli 1.267, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Malpezzi, Magorno, Fragomeli, Palma, Brandolin, Rizzetto, Giorgis, Di Battista...

Pag. 59

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  533   
   Votanti  532   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  267   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no   404.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Sospendiamo per cinque minuti la seduta.

  La seduta, sospesa alle 18,10, è ripresa alle 18,20.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

In ricordo di Margherita Hack.

  PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo) Colleghi, come sapete, lo scorso sabato 29 giugno è scomparsa la professoressa Margherita Hack, astrofisica di fama internazionale e autorevole presenza nella scena culturale e politica del nostro Paese.
  Nata a Firenze il 12 giugno 1922, dopo aver partecipato giovanissima alla lotta partigiana, si è laureata in astrofisica per poi divenire ordinaria nell'Università di Trieste, presso la quale ha ricoperto l'incarico di direttore del dipartimento di astronomia. Margherita Hack è stata la prima donna italiana a dirigere un Osservatorio astronomico, quello di Trieste, che ha trasformato in un centro di ricerca di rilievo internazionale.
  Componente delle più prestigiose società fisiche e astronomiche, nonché dell'Accademia nazionale dei Lincei, autrice di numerose pubblicazioni scientifiche, nel corso degli anni Margherita Hack ha affiancato alla ricerca e all'insegnamento universitario un'intensa attività di divulgazione, di educazione delle nuove generazioni alla cultura scientifica e di impegno sociale, partecipando al dibattito pubblico e al dialogo con i cittadini in materia di diritti civili e di tutela della dignità femminile con la stessa passione e dedizione profuse nella ricerca.
  Con la morte di Margherita Hack, l'Italia perde una donna di grandissimo spessore culturale e morale, che ha dato tanto non solo alla scienza, ma anche al progresso civile del nostro Paese.
  Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Applausi).

  WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, chiedo scusa, stavo arrivando. Da friulano, voglio ricordare Margherita Hack che, ricordo, negli ultimi anni della propria vita, anzi in parecchi anni propria vita, è stata residente a Trieste e, pur non conoscendola personalmente, la ricordo visivamente attraverso le vie di Trieste con i propri cani a passeggio, alla guida della sua Fiat Panda, quindi una macchina assolutamente umile, come era umile la stessa professoressa. Ricordo anche le sue battaglie nei confronti della sua patente, quando non volevano più ridargliela e lei ha combattuto anche per questo. La ricordo professore, come ricordava giustamente lei, Presidente, ordinario di astronomia all'università di Trieste, la ricordo direttrice dell'Osservatorio astronomico dal 1964 al 1987.
  Ha portato questo Osservatorio ad una rinomanza internazionale piuttosto ampia. È stata una grande sportiva, campionessa di salto in alto e di salto in lungo. È stata un'animalista convinta, è stata una vegetariana – non mangiava carne –, è stata un'antispecista e, da qui, dimostrava tutto il proprio amore per gli animali. È stata una persona che, per settant'anni, ha condiviso il suo percorso terreno – per così dire – con il marito. È stata un'illustre scrittrice. È stata anche una politica – lo Pag. 60ricordo – eletta nella circoscrizione Lazio, alle regionali del 2011, per poi lasciare il proprio incarico alle persone più giovani. È stata una persona che si è battuta per i diritti civili tutti i giorni della propria vita.
  Umberto Veronesi la ricordava come un'icona del pensiero libero; ebbene, io voglio ricordare la professoressa Margherita Hack come la ricorda – e come l'ha nominata – il professor Veronesi, un'icona del pensiero libero. Sicuramente ci ricorderemo di questa donna, sicuramente il nostro è un arrivederci anche se, a questo tipo di arrivederci, probabilmente lei non credeva.
  Volevo ringraziarla, perché ci ha fatto – anche attraverso le sue pubblicazioni – capire la scienza in maniera più umana. Grazie alla professoressa Margherita Hack (Applausi).

  PRESIDENTE. La ringrazio per questo bel ricordo.
  Ha chiesto di parlare la deputata Marisa Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, «la vita è nostra» è stata una delle frasi finali di Margherita Hack in una recentissima intervista prima di morire. Una donna, Margherita Hack, che, nel rispetto del suo stile semplice, noi ci limitiamo a dire «grande»: grande nella ricerca scientifica, nell'accademia, nell'organizzazione manageriale, nelle battaglie civili e di libertà e, soprattutto, nella sua immensa umanità. È stata una professoressa ordinaria, dirigendo poi il dipartimento di astronomia dell'Università di Trieste – è stato ricordato –, la prima donna a dirigere l'Osservatorio astronomico di Trieste, membro dell'Accademia nazionale dei Lincei, una scienziata internazionale, che è stata divulgatrice generosa di un sapere straordinario.
  Ha fondato la rivista scientifica l'Astronomia e ha diretto le Stelle, una rivista di cultura astronomica molto, molto importante, fautrice della partecipazione italiana alle missioni internazionali astrofisiche. Noi l'abbiamo avuta come guida e anche come compagna di numerose lotte per i diritti civili e per affermare la libertà, impegno in cui – hanno già ricordato – non si è mai risparmiata, con passione e determinazione.
  La ricorderemo infaticabile, con spirito libero e conoscenza nella discussione pubblica contro i divieti alla ricerca scientifica, come quelli scritti nella legge n. 40 del 2004, e la ricorderemo per la sua attività a favore del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. Insieme ai tanti riconoscimenti che Margherita Hack ha avuto, ne voglio ricordare uno: è stata premiata a Torre del Lago nel 2010 come «Personaggio gay dell'anno». Margherita Hack ammetteva l'eutanasia, come un modo per sollevarci dalla sofferenza. È stata in prima fila nella battaglia per il testamento biologico, sottoscrivendo il proprio. È stata un'animalista – è stato ricordato – e una vegetariana, fin da bambina. Era intransigente nel chiedere alla politica coraggio e autonomia rispetto alle interferenze confessionali che spesso hanno impedito al nostro Paese scelte di civiltà. In questo senso, ha dato un significato altissimo al valore della laicità dello Stato, come rispetto della libertà di pensiero, della ricerca, dell'espressione di tutti i convincimenti morali, religiosi che appartengono alla libera coscienza e non possono essere costretti da nessuna legge statale.
  Ricercava, era curiosa, dubitava, e invitava a farlo. Ci metteva in guardia da verità assolute. Scriveva: «Nella nostra galassia ci sono 400 miliardi di stelle. Nell'universo ci sono più di 100 miliardi di galassie. Pensare di essere unici è improbabile». La forza del sapere la trasmetteva anche per la sua contagiosa simpatia umana, favorita dal suo parlare toscano, un segno originale attraverso cui difendeva la lingua italiana. Diceva: «Certi concetti si possono esprimere solo quando una lingua si conosce molto bene, come la propria». E lei ci raccontava con semplicità teorie complesse, ci avvicinava al firmamento che ci sovrasta, alle sue leggi, ai suoi misteri, che hanno mosso la ricerca della scienza, della filosofia e interrogato le nostre vite.Pag. 61
  L'asteroide 8558 oggi porta il nome di Margherita Hack. Margherita Hack è un nome lassù, nel cielo stellato che ci ha fatto conoscere. Ma qui, sulla Terra e anche dentro di noi, per chi l'ha conosciuta rimane la sua meravigliosa storia di donna di libertà, per la conoscenza, per la giustizia sociale, per l'uguaglianza, la laicità dello Stato, la pace, la non violenza, il rispetto della vita. Una storia unica, che ha reso il nostro Paese più grande (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ettore Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, lei ha già ricordato, in maniera ricca e dettagliata, la biografia di Margherita Hack, nata a Firenze, è vero, ma cittadina onoraria di molte città che le hanno dato la cittadinanza onoraria nel corso degli anni, per la sua capacità di interpretare, di conoscere e di spiegare la scienza. Ma, è stata anche cittadina onoraria e, soprattutto, cittadina adottata della mia città, di Trieste, dove, come lei ha ricordato, non solo ha insegnato per 30 anni, ma ha anche diretto l'Osservatorio astronomico di Trieste per 20 anni, trasformandolo in un punto di eccellenza della scienza italiana. E a Trieste ha anche maturato la sua esperienza politica. Io ero giovanissimo presidente del consiglio comunale nel 1993 e lei era consigliera comunale con noi e, con la sua parlata toscana, non le mandava mai a dire. Noi eravamo in maggioranza e lei rintuzzava gli attacchi dell'opposizione con una forza di una donna che, si vedeva, metteva tanta passione politica in quel suo impegno civico a favore di una città che l'aveva adottata.
  Ricordo anche la sua passione – in particolare, poi, anche negli ultimi anni, faticosi per la sua età – dedicata alla divulgazione scientifica nelle scuole. Lei era una persona che non diceva mai di no. Ha girato le scuole di tutta Italia. Era appassionata del far vivere la scienza ai ragazzi e ai bambini nella maniera più profonda possibile. Una donna che, probabilmente, nella sua vita ha consentito che molti giovani si appassionassero alla scienza e intraprendessero una carriera che poi è stata importante per loro.
  Una grande donna, pasionaria sì, con un passato di partigiana, orgogliosamente laica, fedele alle sue battaglie, che ha portato avanti sempre con grande rigore e con grande determinazione. Una donna profondamente di sinistra e orgogliosa di esserlo. Una donna innamorata della sua famiglia e innamorata dei suoi animali, dei suoi gatti a cui ha dedicato anche tanto tempo nella sua vita.
  Come giustamente ha ricordato la collega prima, adesso lei è sicuramente vicino all'asteroide 8558, che le è stato dedicato dall'Associazione internazionale astronomica. Lo è con l'idea che lei ha portato un contributo a migliorare questa Terra, a migliorare il suo Paese e a migliorare la vita dei suoi concittadini, con uno sguardo sempre attento a essere una donna di relazioni, una donna aperta, ma anche una donna molto decisa, che io credo lasci in noi – e, poi, in chi l'ha conosciuta ancora di più – un grande e affettuoso ricordo (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Adriana Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, Margherita Hack è stata una grande donna piena di passione. La sua storia, il suo impegno, i suoi studi, la stessa commemorazione in quest'Aula sono una preziosa testimonianza. Ci ricordano infatti il percorso di libertà che il pensiero e le donne hanno compiuto nel nostro Paese, anche grazie a lei. Ripercorrendo la storia, realizziamo infatti che la libertà delle donne di essere, di pensare, di creare e la libertà di pensiero della società sono due temi strettamente connessi. È facile immaginare che se Margherita Hack fosse vissuta in qualche secolo scorso probabilmente sarebbe sempre stata Margherita Hack, ma avrebbe avuto la ragionevole certezza di essere bruciata come strega.Pag. 62
  Oggi desidero ricordare il suo essere stata per tutti noi, uomini e donne, esempio di coraggio, di generosità, di sensibilità e di libertà. È un esempio che porteremo nel cuore, che ci esorta, anche nei momenti difficili, a combattere per ciò che riteniamo giusto. Grazie Margherita, lieve ti sia la terra (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, la professoressa Margherita Hack era anche mia concittadina. Ovviamente per quanto riguarda il suo impegno civile e politico non voglio soffermarmi nel merito sulle cose che condividevamo e sulle molte cose che non condividevamo, perché ritengo sia assolutamente sbagliato e scorretto utilizzare un'occasione in cui il Parlamento unitariamente ricorda una personalità importante di questo Paese in modo strumentale per avvalorare una o l'altra idea, tutte legittime, ma non penso sia questa l'occasione giusta anche nel ricordo e nel rispetto della professoressa Hack.
  L'astrofisica Margherita Hack è un ricordo e un simbolo particolare per la città di Trieste, città dalla quale provengo, dove si è spenta sabato scorso. Viveva nella città giuliana dal 1963, cinquant'anni esatti. La gran parte della sua vita l'ha vissuta appunto a Trieste, facendone la sua residenza nel quartiere di Roiano e a Trieste ha chiesto di essere sepolta. Una figura eccezionale e complessa in ogni suo aspetto, certamente non limitata all'ambito della ricerca scientifica, dove pure aveva raggiunto i risultati più straordinari. Impegnata socialmente, instancabile divulgatrice delle sue opere scientifiche anche ad un pubblico non di settore, appassionata animalista, fiera e caratterizzata dalle sue origini di «toscana doc» con i suoi modi schietti e taglienti. Ma tutti noi siamo abituati a considerarla, come lei stessa era definita, l'amica delle stelle.
  A Trieste Margherita Hack ha insegnato per quasi trent'anni, dopo aver collaborato con prestigiose università straniere, come ha ricordato lei, tra cui Berkeley, Princeton, Parigi, Utrecht e Ankara. Ha scelto di seguire la cattedra di astronomia nell'istituto di fisica teorica all'università della mia città. A Trieste è stata per più di vent'anni nell'Osservatorio astronomico ed è stata ancora lei a portare questo ente importantissimo per il nostro Paese al livello che oggi gli riserva un grande prestigio internazionale.
  Tutti noi oggi abbiamo nitida e cara la figura di Margherita Hack, anche per la sua volontà di rendere la scienza, in particolare l'astrofisica, una materia apparentemente così complessa e oscura, fruibile e interessante e diciamo pure accattivante per tutti, fuori dai laboratori e dalle aule, ad un pubblico non esperto, ma che ha potuto così appassionare. Tutta la sua vita è stata percorsa da questo desiderio e per questo è diventata a suo modo un personaggio. Ha prestato la sua figura in numerosissime occasioni di incontro con il pubblico, decisamente non usuale per parlare di stelle, ma certamente lasciando un segno ed un modo di intendere la scienza che tutti noi abbiamo ascoltato con gratitudine.
  Quindi, è un ricordo fatto, Presidente, con particolare calore quello che porto oggi dal gruppo della Lega Nord ed è un ricordo assolutamente, come potete capire, non di parte. Noi abbiamo avuto posizioni divergenti, abbiamo avuto anche occasioni di scontri duri con la professoressa Margherita Hack, ma questo non prescinde da un ricordo affettuoso verso il lavoro che ha fatto e l'attività scientifica che ha portato avanti.
  Per questo ribadisco e concludo il mio intervento ricordando e apprezzando la figura di Margherita Hack, non volendo strumentalizzare, soprattutto in questo momento, le posizioni che ha avuto. Grazie Presidente.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Abbiamo concluso questo momento di ricordo della professoressa Hack.

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Si riprende la discussione (ore 18,40).

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 331-927-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che da ultimo è stato respinto l'emendamento Agostinelli 1.267.
  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Molteni 1.284 e Agostinelli 1.285.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, intervengo con riferimento a questi emendamenti, ma anche con riferimento agli emendamenti successivi, per richiamare l'attenzione dell'Aula, perché abbiamo l'impressione che un'Aula un po’ assonnata ed un po’ distratta, non si stia rendendo conto del reale significato di questi emendamenti. Noi con questi emendamenti, e lo dico anche perché...

  PRESIDENTE. Per favore, lasciate parlare. È possibile un po’ più di attenzione, per favore ? Grazie. Prego, deputato Molteni.

  NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente, per la sua cortesia. Ricordavo quali siano il reale significato e la reale portata di questi emendamenti, anche perché sono tante le persone che ci stanno ascoltando per radio; ci sono migliaia, forse milioni di cittadini che ci stanno ascoltando per radio, quindi credo sia opportuno far presente – ripeto – ad un'Aula un po’ distratta ed assonnata, qual è il significato di questi emendamenti. Proprio perché vedo anche che ci sono tanti parlamentari distratti, vorrei far presente che stiamo votando degli emendamenti rispetto ai quali noi chiediamo che, con riferimento all'articolo 1, in cui sostanzialmente si stabilisce che, laddove vi è una sentenza definitiva di condanna, a discrezione esclusiva, totale da parte del giudice (in questo caso il giudice ordinario e non il giudice dell'esecuzione), vi sarà la possibilità di poter far scontare a coloro i quali vengono condannati per reati con pena fino a sei anni, la pena non più in carcere, bensì ai domiciliari, per tutta una serie di reati, di reati gravi, di reati gravissimi che sono stati prima citati (lo stalking, i maltrattamenti in famiglia, il furto in abitazione, lo scippo, la truffa e tanti altri reati, la truffa aggravata, la ricettazione, la rissa) si possa continuare ad applicare la misura detentiva in carcere. Peraltro, – voglio sottolineare – credo che sia importante che da parte del Parlamento, che da parte degli uomini e delle donne che sono stati eletti qui in rappresentanza dei cittadini onesti, delle persone perbene, ci sia un sussulto di dignità, ci sia un sussulto di orgoglio, per accogliere alcuni di questi emendamenti. Si tratta di emendamenti che non vanno a precludere la portata del provvedimento. State tranquilli: con questi emendamenti il provvedimento rimane in piedi, ma andiamo a fare una cosa buona e giusta, cioè togliamo dall'applicazione delle pene detentive alcuni reati, reati particolarmente gravi.
  Fra l'altro, se qualcuno di questi emendamenti venisse accolto, non si fa nulla di più che seguire quello che è stato l'indirizzo tracciato dal Governo con un emendamento. Vedo il sottosegretario che mi guarda e annuisce e quindi conferma che la linea e la direzione del Governo era quella di dare la possibilità, attraverso l'emendamento poi cassato perché sbagliato, sintomo di un dilettantismo giuridico, almeno da parte di coloro i quali (non so se il sottosegretario, ma non credo, molto probabilmente gli uffici) hanno scritto quell'emendamento, che era una vera e propria delega penale in bianco, di delegare oltremodo il Governo a valutare la possibilità di escludere dalla platea dei reati con pena fino a sei anni tutta una serie di reati.
  Noi oggi non facciamo nulla di più che circoscrivere meglio e più dettagliatamente, dando al Parlamento la possibilità di potere intervenire, di escludere dalla Pag. 64platea dei reati con pena fino a sei anni alcuni reati di particolare allarme sociale. Faremmo una cosa buona, faremmo una cosa giusta, faremmo una cosa che va nella direzione di garantire maggiormente il principio della certezza della pena, di garantire migliori e maggiori condizioni di sicurezza ai cittadini, faremmo una cosa buona e giusta per le vittime dei reati e quindi invito i colleghi, invito soprattutto il collega che all'inizio della seduta ha richiamato l'Aula all'attenzione e al maggior studio, invito proprio quel collega e tutti gli altri colleghi, a leggersi almeno gli emendamenti e a rendersi conto che sono degli emendamenti di buon senso, giusti e corretti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, vorrei tornare sulla Convenzione di Istanbul così chiedo anche all'onorevole Di Salvo e all'onorevole Mogherini come giustificano questa previsione prescritta dall'articolo 45 della Convenzione di Istanbul sulle sanzioni e misure repressive: le parti adottano le misure legislative o di altro tipo necessarie per garantire che i reati stabiliti conformemente alla presente Convenzione siano punibili con sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive, che tengano conto della loro gravità. Tali sanzioni includono, se del caso, pene privative della libertà e che possono comportare l'estradizione. La Convenzione di Istanbul prevede anche circostanze aggravanti. Ci chiede, chiede alle parti, di assumere iniziative legislative che prevedono circostanze aggravanti per reati che siano state commessi contro una persona in circostanze di particolare vulnerabilità: bambini, oppure commessi su un bambino in presenza di un bambino, pornografia minorile e prostituzione minorile preceduta o accompagnata da una violenza di estrema gravità.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 18,50).

  PRESIDENTE. Onorevole Invernizzi, ha concluso il suo tempo. Concluda la frase.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Ho concluso e aspetto che mi spieghino come è possibile conciliare tutto ciò.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caon. Ne ha facoltà per un minuto.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, io mi chiedo se su 200 emendamenti neanche uno è buono. Mi sembra veramente che noi stiamo facendo la nostra parte però, anche voi, proprio zero. Su 200 emendamenti mi sembra impossibile che neanche uno possa essere tenuto in considerazione. Vuol dire che qui c’è proprio l'antidemocrazia, cioè siete veramente contro la minoranza, di base, proprio tout court. Qualsiasi cosa si possa portare in questo Parlamento, qualsiasi cosa viene bocciata. È questo il modo di fare politica di questa nuova maggioranza trasversale ? Bene, molto probabilmente il popolo, quando voi avrete approvato questo provvedimento, si ricorderà molto bene e sfido chiunque ad andare a fare politica nelle piazze e a dire la verità rispetto a come porterete avanti questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Prataviera. Ne ha facoltà per un minuto.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, resto ancora allibito dal fatto che, più volte chiamato in causa, il Ministro non si sia ancora presentato e allora ci sarebbe un motivo valido per rinominare proprio il dicastero: non è più il Ministero della giustizia il suo, è il Ministero dell'ingiustizia. Sfido anche chiunque parlava delle forze dell'ordine e mi rivolgo in particolare al PD, dicendo che il Governo precedente era stato del tutto fallimentare, lasciando senza benzina le macchine Pag. 65e così via: questo provvedimento dà un ulteriore schiaffo e dimostra tutta la propria ipocrisia. Pensate che i reati puniti con cinque anni, come la violenza o la minaccia a pubblico ufficiale sono ricompresi in questo, come la resistenza a pubblico ufficiale, come gli atti di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi, come l'istigazione a delinquere. Ma ciò che più mi fa ribrezzo è il fatto che all'interno degli sconti...

  PRESIDENTE. Onorevole Prataviera, concluda.

  EMANUELE PRATAVIERA. ... si accetteranno i casi di bigamia, di incesto, di maltrattamenti in famiglia verso fanciulli. Questa è...

  PRESIDENTE. Grazie, è esaurito il suo tempo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Allasia. Ne ha facoltà per un minuto.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, noi continuiamo qui a discutere per ore e ne avremo ancora da discutere, perché vogliamo ribadire il concetto dei cittadini, dei cittadini onesti, perché – continuiamo a ribadirlo – da sempre noi siamo dalla parte di Abele, dalla parte di chi soffre. Vorremmo tutelare i cittadini onesti e vorremmo che ci fosse la certezza delle pene come si è descritto. E quale miglior sistema per far scontare una pena se non il carcere ?
  Noi riteniamo in assoluto che chi sbaglia deve pagare, deve pagare anche con la libertà personale, come succede oggi con il sistema carcerario, perché chi va in carcere non è colui che sbaglia per un buffetto o per un qualche cosa. C’è un codice penale ben determinato, ben descritto che voi volete stravolgere, cercando di depenalizzare qualsiasi pena.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, questa mattina un collega ha chiarito, inascoltato, che qui si confrontano due modelli di civiltà. Ha detto che noi stiamo dando un esempio di cattiva civiltà, ma al di là di questo – che noi respingiamo – effettivamente qui c’è un contrasto di civiltà. È evidente che questa forte determinazione per mantenere il sistema penale incentrato sulla pena carceraria e possibilmente afflittiva è qualcosa che viene da lontano, ma che non rappresenta né l'inizio né la fine del sistema penale.
  Voglio ricordare a tutti che l'umanità ha fatto notevoli progressi intorno a questo problema e noi oggi – come pure è stato ricordato da qualcuno – stiamo cercando di far fare al nostro sistema penale un ulteriore passo avanti. Ma abbiamo dimenticato tutti che c’è stata un'epoca precedente a questa in cui si riteneva che la sicurezza dei cittadini onesti, come suol dirsi, andava assicurata con le pene corporali ? Ci siamo dimenticati di quanto è stato possibile immaginare ? L'umanità è passata dalla pena capitale afflittiva alla pena pecuniaria e poi alla pena detentiva.
  Abbiamo conosciuto la crocifissione, abbiamo conosciuto la damnatio ad bestias nei circhi, abbiamo conosciuto l'annegamento, abbiamo conosciuto – noi, umanità – il rogo, abbiamo conosciuto la trafittura con le frecce, abbiamo conosciuto lo schiacciamento sotto i cavalli o sotto le zampe degli elefanti, abbiamo conosciuto tante altre forme di crudeltà. C’è stata un'epoca in cui si riteneva che la sicurezza dei cittadini fosse assicurata impadronendosi del corpo del reo. Poi siamo passati a ritenere che andasse invece colpita la libertà. La pena detentiva è nata così ed è nata appena da 200 anni ed ha rappresentato certamente un passo avanti. Certamente ha rappresentato un passo avanti perché ha portato al principio di standardizzazione della pena, perché ha realizzato il principio di uguaglianza di fronte alla pena, perché il ricco e il povero, il nobile e il negletto avevano tutti quanti il rischio di subire la stessa pena.Pag. 66
  Però è evidente che noi oggi stiamo cercando di porre riparo non al sovraffollamento delle carceri, noi stiamo cercando di porre rimedio alla crisi delle carceri e alla crisi della pena. Questo è il vero problema che abbiamo davanti. Ora, il collega stamattina ha detto appunto che si scontrano due civiltà ed è così perché questo percorso non è stato un percorso semplice e lineare.
  Vi voglio soltanto fare degli esempi: la pena di morte. La pena di morte esiste ancora eppure è stata abrogata e eliminata in tanti ordinamenti, però esiste ancora, è esistita finanche nello Stato della Città del Vaticano formalmente fino al 2001, non vi sembrava una contraddizione ? È esistita nello Stato pontificio fino al 1870. Vi ricordate di mastro Titta, il famoso carnefice del Papa ? E potrei continuare ancora con tanti altri esempi nello spazio e nel tempo.
  È un lavoro, un itinerario, come dire, molto faticoso e non è una questione che si può tagliare con l'accetta in modo netto: da una parte si è dalla parte dei delinquenti e dall'altra parte si è dalla parte delle persone oneste.
  Tant’è vero che le larghe intese, chiamiamole così, che oggi si stanno verificando qui, non vanno biasimate. Certo il MoVimento 5 Stelle è alleato con la Lega ed è alleato con Fratelli d'Italia: fanno gli stessi emendamenti (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie), usano gli stessi argomenti ma io non mi scandalizzo perché so che questo percorso è duro e deve rompere delle ataviche resistenze (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Ci ricordiamo benissimo il passato. Ci ricordiamo benissimo i gulag del sistema sovietico, i comunisti, i laogai del sistema comunista cinese, tutti i sistemi comunisti che hanno fatto gravi danni. Ma ritorniamo al provvedimento. Noi con questo emendamento, vogliamo andare a togliere una stortura. Noi vogliamo dire che per alcuni reati veramente odiosi e pericolosi dal punto di vista sociale non vogliamo che questi delinquenti passino le giornate sul divano a guardarsi la televisione con la birra. E dunque per reati come prostituzione minorile, pornografia minorile, impiego di minori nell'accattonaggio, violenza privata, atti persecutori, stalking, violazione di domicilio, furto, queste persone vadano a scontare la pena in carcere e non sui divani della propria casa a bersi la birra, magari guardando quei film che non riuscivano a vedere in altri tempi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, mi scuserà se non torno sullo schiacciamento da elefanti che sentivo poc'anzi. Detto questo, come diceva il collega Bragantini, essendo giovane non ho potuto prendere posizione, ma pochi decenni fa, c'era qualcuno che comunque, tra epurazioni staliniane e processi sommari, Siberia, gulag e quant'altro, forse qualche errore anagraficamente ha fatto in tempo a commetterlo. Magari l'avrei commesso anch'io, l'avrei commesso anch'io (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), sfortunatamente per motivi anagrafici non ho potuto prender posizione al tempo. Detto questo, tornando all'intervento che stavo facendo prima e riconoscendo l'onestà intellettuale dell'onorevole Buttiglione, volevo chiedere ai colleghi, visto che abbiamo appreso che la ratio del provvedimento è portare le persone che hanno commesso dei crimini, dei reati fuori dalle carceri: ma quei 100 milioni che sono stati spesi per i braccialetti, ma utilizzarli in un Paese normale o serio per modernizzare o ampliare le carceri esistenti, faceva così schifo, dando così la certezza della pena come in un Paese serio bisognerebbe fare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ?

Pag. 67

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, avevo sentito prima il suo collega dire che bisognava attenersi all'emendamento. Per carità l'emendamento non mi pare che parlasse di schiacciamenti ma, comunque, vorrei spiegare al collega che ha avuto la bontà di rivolgersi a noi che non ci interessa infliggere questa o quella pena. A noi interessa proteggere coloro che dalla rimessione in libertà di un numero altissimo di detenuti colpevoli di reati gravi potrebbero essere minati in termini di sicurezza generale. Si può dire: eliminiamo la pena carceraria, prendiamo misure alternative e, contemporaneamente, facciamo in modo che gli agenti di polizia, i carabinieri, pagati magari molto di più, in maniera adeguata, possano svolgere un'azione di contrasto – con tutta questa gente che esce ce ne sarà bisogno il doppio – e di controllo per quelli che non sono più ristretti in carcere. Non mi pare che il suo gruppo, caro collega (lo dico a lei Presidente perché glielo riferisca) si sia occupato di questa fattispecie. Mi pare piuttosto, invece, che l'attenzione sia solo rivolta a coloro che hanno sbagliato certamente per colpa della società o del destino cinico e baro: questo è il vostro interesse. L'attenzione verso coloro che poi sono le vittime del reato viene sempre dopo. Il problema non è quale pena. Il problema è quale garanzia per i cittadini che non commettono reati, affinché non si ripeta uno stato di insicurezza che aumenterà a dismisura con questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Morani. Ne ha facoltà.

  ALESSIA MORANI. Signora Presidente, intervengo solo per riportare qualche dato rispetto a quanto detto in alcuni interventi, soprattutto dai colleghi della Lega Nord, perché si è fatto riferimento ad una comparazione con gli Stati Uniti d'America. Ora, negli Stati Uniti l'1 per cento della popolazione adulta è detenuta in carcere, una cosa come se in Italia fossero detenute 600 mila persone. Gli USA hanno il più alto tasso di criminalità al mondo: sei omicidi ogni 100 mila persone, contro l'1,4 in Italia e l'1 per cento in Europa. Esiste un rapporto dell'FBI secondo cui più carcere non fa diminuire la criminalità, anzi più carcere non è uguale a meno criminalità. Questo per riportare anche un po’ ad un dato di verità alcune cose che sono state dette.
  Chiudo sull'uso strumentale che alcuni colleghi fanno della parola «forze dell'ordine» e del ruolo che svolgono: siccome qua dentro ci sono deputati che appartengono ad una forza politica il cui segretario nazionale è stato condannato in via definitiva per resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale, le forze dell'ordine si difendono e si rispettano sempre, non solo quando fa comodo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Buonanno. Ne ha facoltà, per un minuto.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, dopo aver sentito l'ultimo intervento della collega, secondo cui con più carcere non c’è più sicurezza, avete detto tutto, cioè alla fine il PD dice: più gente sta fuori, meglio è. Ma che ragionamento è questo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ? Capisco che il PD ha in mente solo una cosa, cioè mandare in galera Berlusconi, però non è possibile. Perché tutti gli altri devono andare gli arresti domiciliari (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ? Per voi Berlusconi in galera e tutti gli altri devono stare fuori: complimenti, questa è la vostra democrazia ! Partito Democratico di nome, ma non di fatto: complimenti. Però fate gli alleati di Berlusconi: avete una doppia personalità, dovreste andare dallo psicologo un po’ più spesso, così riuscireste a capire cosa fate al mattino, la sera, di notte, è un po’ tutto un insieme (Applausi Pag. 68dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Chiedo scusa, signor Presidente: volevo dire alla compagine comunista che se non si vergognano ancora di essere comunisti siamo aggiustati male. Ma voi dovete andare a Cuba (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ! Dovete andare a Cuba a vedere come sono le carceri di Fidel Castro. Andate lì a vedere, altro che gli elefanti (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, ha esaurito il suo tempo !

  GIANLUCA BUONANNO. Vergognatevi !

  PRESIDENTE. Per favore !

  ARCANGELO SANNICANDRO. Noi non ci vergogniamo !

  MICHELE PIRAS. Fascista ! Razzista !

  NAZZARENO PILOZZI. Vergognati ! Ignorante !

  GENEROSO MELILLA. Vergognati tu ! Razzista !

  PRESIDENTE. Deputato Melilla, per favore, si sieda !

  GIANLUCA BUONANNO. Vergognatevi ! Non ho paura di voi ! Venite qua ! Andate a Cuba !

  PRESIDENTE. Per favore, deputato Buonanno ! Basta ! Basta ! Fate parlare il prossimo iscritto a parlare ! Onorevole La Russa, non ci si metta pure lei !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Cirielli. Ne ha facoltà, per un minuto.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, io volevo tornare al ragionamento sulla possibilità del giudice di non condannare alla pena detentiva, anzi di non condannare alla pena principale come misura non carceraria con una pena detentiva. Ma il Governo si rende conto che caos giudiziario provocherà questo generico richiamo all'articolo 133 del codice penale (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ? Presidente, se mi fanno parlare i colleghi... se la smettono di litigare tra i comunisti e i fascisti...

  PRESIDENTE. Mi scusi. Onorevole Fiano ! Si sieda ! E taccia ! Prego, onorevole Cirielli, concluda il suo discorso.

  EDMONDO CIRIELLI. Io stavo cercando di farlo, ma se non lo fanno fare i colleghi...

  PRESIDENTE. Va bene. Allora, ha sempre un minuto.

  EDMONDO CIRIELLI. Sì, sempre un minuto se mi fate parlare. Allora io volevo solo dire, nel merito: il Governo si rende conto di quante cause si faranno perché gli avvocati faranno ricorso se il PM, se il giudice condanna alla pena detentiva anziché alla pena non detentiva, con principi così generici di cui all'articolo 133, bloccando di fatto il procedimento...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  EDMONDO CIRIELLI. ... e anzi aumentando il numero delle cause ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, solo per rispondere alle incredibili parole della collega del PD, di maggioranza comunque, non so se del PD o di altra formazione, riguardo alle accuse al nostro segretario federale. Innanzitutto, nel ricordare quegli episodi, bisognerebbe anche ricordare che quella perquisizione è stata dichiarata illegittima e che se è quello il vostro modello di sicurezza, cioè le perquisizioni nelle sedi dei partiti di opposizione Pag. 69(Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie), la dice molto lunga su quello che è il vostro concetto di democrazia, cioè chi non la pensa come voi in galera e tutti gli altri, invece, liberi di fare ciò che vogliono. Pagliacci ! (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Per favore ! Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fico. Ne ha facoltà.

  ROBERTO FICO. Signor Presidente, colleghi, intervengo solamente rispetto al penultimo forse intervento di Buonanno. Volevo dire che la cosa più lontana dalla realtà è che il PD voglia mandare in galera Berlusconi visto che governa insieme (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Arricchiamo così la versione...
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Molteni 1.284 e Agostinelli 1.285, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Deputati Murer, Catania, Zaccagnini, Tancredi, Valiante, Venittelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  505   
   Votanti  502   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  252   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no  380.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colletti 1.268.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, con questo emendamento escludiamo dall'applicazione della norma alcuni reati che riteniamo molto pericolosi. Fra i tanti possiamo citare anche solo lo stalking o pure tutti quei reati che, sebbene non rientrano nella norma del 416-bis, sono i tipici reati commessi da persone comunque collegate, anche se non concorrenti, a reati di mafia, di associazioni mafiose, reati quali, ad esempio, l'occultamento di cadavere, la deliberata procurata inosservanza di pena, l'alterazione di armi. Rendiamoci conto che, in realtà, tutti questi reati, anche se minori di sei anni, qualunque magistrato antimafia vi può tranquillamente dire che sono collegati a reati di mafia, sebbene non commessi da associati mafiosi.
  Pertanto, con questo emendamento tendiamo ad escludere questi reati e non capisco come mai quest'Aula possa votare il contrario, sinceramente. Infatti, forse a parole diciamo tutti che siamo contro la mafia e magari, nei fatti, in un certo qual modo, magari anche inconsapevolmente, la agevoliamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà, per un minuto.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, il MoVimento 5 Stelle è veramente felice dell'attenzione che viene rivolta, in quest'Aula, agli emendamenti che eventualmente vengono votati positivamente o negativamente dallo stesso. Però, vorrei rassicurare, tramite lei, e la prego di far pervenire questo messaggio, i colleghi di Sinistra Ecologia Libertà – che conosco benissimo all'interno della mia regione, la Puglia che, voglio ricordare, è governata dagli stessi – che il MoVimento 5 Stelle vota favorevolmente, e quindi con determinati partiti presenti all'interno di questo Parlamento, semplicemente seguendo Pag. 70quelle che sono le idee che porta avanti e non future alleanze; ciò a differenza di qualcun altro che, invece, fa una finta opposizione, aspettando il varco opportuno per entrare, magari al Governo, o pretendere determinate postazioni che poi possano portare, come puntualmente avviene in Puglia, a quelli che sono gli sfasci dove Sinistra Ecologia Libertà potrebbe essere tranquillamente trasformato in qualcos'altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Applausi polemici dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signora Presidente, intervengo, intanto, per dire al collega Pini della Lega Nord che, qui dentro, per noi, nessuno è un buffone, siamo tutti rappresentanti del popolo; lei, collega Pini, ha detto a noi buffoni; siamo tutti rappresentanti del popolo, ognuno con le proprie idee, ognuno in grado di difendere le proprie idee. Qua dentro nessuno è un buffone perché questo non è un circo, è il tempo della democrazia dove si scrivono le leggi per tutti i cittadini, sia che votino Lega, sia che votino Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Vorrei, adesso, rivolgermi a lei, Presidente, per stigmatizzare quanto ho ascoltato dal collega Fico che se non sbaglio è stato eletto presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi anche con i voti del PdL. Siccome il collega Fico, mi rivolgo a lei, ovviamente, signor Presidente, rinfaccia a noi del Partito Democratico il fatto che non è vero che vorremmo vedere condannato il cavalier Berlusconi, tant’è vero che siamo alleati nel Governo con Silvio Berlusconi, vorrei dirgli che ha ragione. C’è una differenza tra la nostra impostazione e la sua perché per noi i processi agli imputati si svolgono nei tribunali. In queste Aule si fanno le leggi per i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non vogliamo processare nessuno, qua dentro, perché gli imputati hanno diritto ad una difesa, hanno diritto ad un tribunale che li giudichi. Qua dentro noi facciamo le leggi. Evidentemente abbiamo letto una Costituzione diversa Presidente Fico, eletto con i voti anche del PdL.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signora Presidente, non so se qualcuno, in quest'Aula, ha provato l'ebbrezza di subire un furto in casa propria, di arrivare a casa la sera e trovare tutto assolutamente distrutto. Non ditemi che questo reato non rientra nella fattispecie perché non vengono coinvolte violenze su persone e quindi il magistrato decide sicuramente di mandarli a casa. Nel caso, per esempio, dell'onorevole Fiano, essendo stato al Copasir e avendo magari la polizia fuori da casa, difficilmente gli vanno a casa a rubare; nel caso di Silvio Berlusconi che ha le telecamere e magari un impianto di allarme, piuttosto che qualche decina di guardiani difficilmente gli entrano in casa per rubare. Però alla povera gente, sì onorevole Fiano, alla povera gente vanno in casa a rubare e noi facciamo le leggi per liberare quelli che hanno rubato e hanno devastato le case, a differenza sua che ha la polizia fuori da casa perché è stato del Copasir (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signora Presidente, prendo spunto dall'autorevole intervento del collega Fiano per dire che anche lui deve essere sequenziale con le proprie affermazioni se vuole che le stesse abbiano un senso logico. Perché il collega Fiano, con una certa sicumera, ci insegna che, cito le sue parole, spero di Pag. 71averle appuntate con precisione: le sentenze si fanno in tribunale, in quest'Aula si fanno le leggi.
  Allora, il collega Fiano, se con il rispetto per la separazione delle competenze che la Costituzione prevede ci ricorda le reciproche competenze e i ruoli, dovrebbe anche spiegarci perché è pervicacemente impegnato – insieme ad una maggioranza che peraltro è curiosamente unita su temi sui quali invece dovrebbe ragionevolmente e razionalmente divergere – a portare in quest'Aula oggi e a cercare di produrre una legge – compito di quest'Aula – che vanifica il lavoro dei tributali che hanno già prodotto delle sentenze e hanno già comminato delle pene, perché di questo stiamo parlando.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sorial. Ne ha facoltà, per un minuto.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, è difficile riuscire a rimanere zitti per così tanto tempo, pur sentendo tante ipocrisie, tante illazioni e tante stupidaggini in quest'Aula, che rappresenta le istituzioni. Quindi, ad un certo punto, uno prende le forze, le energie e le incanala verso chi con tanta ipocrisia dice che le sentenze si fanno in tribunale, perché ricordo che poi queste sentenze devono essere fatte rispettare, visto che c’è una illegittimità del senatore Berlusconi, cui il PD continua a fare orecchie da mercante. Infatti, la sentenza non è della settimana scorsa, sono vent'anni che siamo nelle mani del signor senatore Berlusconi, che governa con i nostri amici e colleghi del PD. Quindi, in merito alla questione che viene posta sulla Commissione di vigilanza RAI e sulle altre questioni ad essa relative, dico che soprattutto l'ineleggibilità del senatore Berlusconi è fondamentale. Quindi, non continuiamo a prenderci in giro con questioni del genere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare per fatto personale.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, mi è stata attribuita una falsa affermazione: io non ho detto che è stato costituito un inciucio tra la Lega, Fratelli d'Italia e il MoVimento 5 Stelle. Io ho fatto un ragionamento relativo alla consonanza di identità di vedute dei tre movimenti su questo provvedimento, perché presentano gli stessi emendamenti e usano gli stessi argomenti, e tutto ciò lo dicevo in conseguenza dell'accusa ricevuta dal primo oratore di questa mattina secondo la quale noi stiamo dando un esempio di cattiva civiltà. Ho detto che effettivamente qui si scontrano due modelli di civiltà, questo è quello che ho detto semplicemente. Non sto accusando loro. Lo so che bisogna votare secondo l'argomento, ma non mi sono mai permesso di dire questa cosa, che sarebbe stata, d'altra parte, un appunto di poco conto rispetto all'appunto più grave che sto facendo, cioè di questa identità di vedute su questa concezione abbietta della pena così come si sta dimostrando (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Signor Presidente, io invece volevo ringraziare il collega del PD Fiano, e spero che il suo intervento venga diffuso e venga visto da tanti cittadini. Questo perché quando ci si spremono le meningi e ci si interroga sui motivi e sul distacco della classe dirigente dai cittadini stessi io penso che in quell'intervento ci sia sicuramente del buon materiale per trovare delle risposte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Russa. Ne ha facoltà, per un minuto.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, non vorrei essere di troppo in Pag. 72questa disfida a chi è più o meno contro Berlusconi; non vorrei essere di troppo. Pensavo che stessimo parlando di questo provvedimento, ma capisco che c’è un certo razzismo culturale: guarda che roba, il MoVimento 5 Stelle che vota come Fratelli d'Italia e come la Lega ! Questo è razzismo culturale. Questa è l'antica mania di superiorità morale che non avete più alcuna ragione di esercitare. Fine (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia, MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buonanno. Ne ha facoltà, per un minuto.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, che bello questo tifo da stadio...

  PRESIDENTE. No, no ! Aspetti, aspetti ! Allora, i deputati debbono lasciar parlare chi è iscritto e chi è iscritto a parlare dovrebbe cercare di non istigare, diciamo. Allora la prego, deputato Buonanno, di prendere la parola e di esprimere il suo pensiero tranquillamente, se ci riesce, grazie.

  GIANLUCA BUONANNO. Sto molto tranquillo, anche perché mia mamma dice che nella botte piccola ci sta il vino buono (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Su questo la Presidenza non può che condividere.

  GIANLUCA BUONANNO. Ma siamo in tanti qui. Penso che Brunetta sia ancora più contento. Nel mio intervento si parla di chi vota pro, contro Berlusconi, e beh vediamo che SEL vota tutto quello che vota anche il PdL e, quindi, per chi ci sente anche alla radio, il partito di Vendola vota come il partito di Berlusconi, questo per essere chiari, per essere chiari (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle, e applausi polemici dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), perché voi, alla fine, come sinistra intera, siete al libro paga di Berlusconi, guardate solo quando pubblicano i libri della Mondadori, quali sono quelli della sinistra che vanno a prendere i soldi da Berlusconi !
  Poi volevo anche ringraziare Fico, il cittadino Fico, perché mi ha detto della questione che il PD non vuole Berlusconi in galera. C'ho pensato su, ha ragione ! Anche perché se è discrezione del giudice, non lo manda agli arresti domiciliari, lo manda direttamente in galera, perché per Berlusconi esiste solo la galera. Mentre il PD fa come i ladri di Pisa: bisticciano di giorno e poi si mettono d'accordo la sera.

  PRESIDENTE. Grazie, ha esaurito il suo tempo. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà, per un minuto.

  EDMONDO CIRIELLI. Volevo soltanto dire, senza rendere meno serio l'argomento di cui stiamo parlando, all'onorevole Buonanno di stare tranquillo, perché l'istigazione a delinquere rientra tra i reati di fatto amnistiati da questa norma, quindi può continuare ad esprimere tranquillamente la sua opinione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.268; avverto che questo sarà l'ultimo voto su questo provvedimento, poi passiamo alla pregiudiziale.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 1.268, non accettato dalla Commissione né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Di Battista, Picierno, Raciti, Di Salvo, Ragosta, Patriarca...

Pag. 73

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  500   
   Votanti  496   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  249   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no   375    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Essendo giunti nell'imminenza delle ore 19,30, orario per il quale l'ordine del giorno prevede l'esame e la votazione della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge n. 1248, di conversione del decreto-legge in materia di rilancio dell'economia, interrompiamo, a questo punto, l'esame del testo unificato, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30.

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia (A.C. 1248) (Esame e votazione di una questione pregiudiziale) (ore 19,30).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della questione pregiudiziale Nuti ed altri n. 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 1248), presentata al disegno di legge Atto Camera n. 1248: Conversione in legge del decreto-legge del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia.
  Avverto che, a norma del comma 3 dell'articolo 40 e del comma 3 dell'articolo 96-bis del Regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.
  Il deputato Riccardo Fraccaro ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Nuti ed altri n. 1.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, colleghi, la presentazione di pregiudiziali di costituzionalità potrebbe essere considerata da molti come un passaggio ovvio, quasi scontato da parte dell'opposizione nella dinamica parlamentare; tuttavia, oggi non è così. Oggi rappresenta per quest'Aula un'occasione storica: un'occasione per riconquistarsi un ruolo, un ruolo che di fatto è stato in questi anni sistematicamente espropriato a colpi di decreto. Con la complicità e l'indifferenza dei partiti di maggioranza, ricorrendo alla cosiddetta decretazione d'urgenza ed impedendo di fatto il confronto democratico, il potere esecutivo si sta appropriando della funzione legislativa, e questo non può più essere tollerato.
  Presentiamo quindi oggi la questione pregiudiziale per rispedire al mittente un provvedimento incostituzionale, nel merito e nella forma, il cosiddetto decreto «del fare». Il decreto «del fare», vedete, di urgente e necessario ha solo l'esigenza di dare un senso a questo Governo balneare; ma il provvedimento in esame è una scatola vuota, che non contiene nessuna misura reale per il rilancio dell'economia: è un decreto del «far finta», in palese violazione della Costituzione e della sentenza della Consulta. È un'accozzaglia di norme eterogenee ed inconcludenti, inconcludenti come la maggioranza che sostiene questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  È il classico decreto omnibus, che affronta tutto e il contrario di tutto, senza risolvere nulla: dalla nautica da diporto alla conciliazione giudiziale, dalle disposizioni in materia di concessioni alla defiscalizzazione del Corridoio tirrenico meridionale A12, misure nel settore edilizio, transazioni finanziarie. Una vera e propria giungla normativa, con cui il Governo sta cercando di evitare di affrontare le questioni veramente spinose, quelle che determinerebbero in realtà la sua paralisi politica. E lo vediamo ogni giorno: quando deve prendere una decisione, semplicemente la proroga, la rinvia e intanto il Paese muore.
  Presidente, colleghi, non possiamo che esprimere un giudizio radicale sull'opera di questo Esecutivo e della sua maggioranza: Pag. 74è necessaria una bocciatura senza appello. Vorrei, a tal proposito, se possibile citarvi un breve passaggio: «Il problema di fondo è che le politiche per lo sviluppo non si fanno per decreto. Servono politiche economiche radicalmente diverse da quelle dell'attuale Governo, e serve soprattutto un altro Governo che le attui, perché questo non è assolutamente in grado». Queste parole non sono di qualche facinoroso oppositore del Governo, ma sono dello stesso Letta: Enrico, non Gianni ovviamente. Parole pronunciate in riferimento all'Esecutivo Berlusconi (Berlusconi, il suo attuale alleato). E quindi credo che un minimo di coerenza potrebbe giovare a questo Paese, sarebbe già un bell'inizio per questo Paese !
  È vero, comunque, il Presidente Letta ha ragione quando dice che le politiche per lo sviluppo non si fanno per decreto; salvo poi fare diversamente. Questo decreto non fa nulla per rilanciare l'economia: rappresenta il tentativo, maldestro, di dare legittimità ad un Governo che naviga a vista, senza uno straccio di programma.
  Non si può rianimare il tessuto sociale e produttivo del Paese a forza di annunci, di spot. Questo decreto, che potremmo definire «il giro del nulla in 80 articoli», è solo l'ultimo della lunga serie, il Governo ci presenta un provvedimento inefficace, illegittimo e lesivo delle prerogative parlamentari. Il MoVimento 5 Stelle vuole fermare questo sopruso, ne va del rispetto del mandato che ci hanno affidato i cittadini, quello cioè di rappresentare le loro istanze attraverso la formulazione di proposte, il dibattito parlamentare, l'approvazione di leggi che sono il frutto di questo percorso democratico, non il prodotto di un commissariamento di fatto della democrazia parlamentare.
  Quindi confrontiamoci, colleghi, sui contenuti per rilanciare la democrazia e facciamolo qui, confrontiamoci per esempio su lotta all'evasione e alla corruzione, tagli alla spesa pubblica, microcredito alle imprese, riduzione dell'IRAP, reddito di cittadinanza, incremento delle imposte sul gioco d'azzardo, sul conflitto di interessi. Sono molte le iniziative da intraprendere per favorire lo sviluppo, ma è necessario il confronto in Parlamento, con le parti sociali e soprattutto con il Paese reale, il Paese che oggi è in ginocchio e non bastano certo misure palliative per risollevarlo, per giunta presentate con evidente violazione della Costituzione.
  Quindi, il primo vero provvedimento politico del Governo Letta è un mostro giuridico che ci vuole imporre per decreto. Se il buongiorno si vede dal mattino, cominciamo malissimo. Quindi vi invito, colleghi, a votare la questione pregiudiziale presentata dal MoVimento 5 Stelle e a non procedere all'esame del decreto. Se vogliamo fare davvero qualcosa di utile, respingiamo l'ennesimo tentativo di calpestare la Carta sulla quale si fonda la Repubblica e riappropriamoci del nostro ruolo di legislatore. Certamente otterremo risultati migliori di questo provvedimento illegittimo e inconsistente, che serve a rilanciare non l'economia, ma appena appena l'immagine di un Governo che in realtà ormai non ha più alcuna credibilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Balduzzi. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, colleghi, il nucleo della questione pregiudiziale che esaminiamo, nell'ambito del più generale problema della crescita numerica e qualitativa delle fonti primarie risalenti al potere esecutivo, sta nel rilievo circa l'asserita non omogeneità del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69. Ora, nessun dubbio sull'importanza dei temi sollevati dalla questione, che toccano i problemi delle fonti del diritto, quindi i problemi del loro rapporto non solo con la forma di Governo, ma anche con la forma di Stato, cioè con il problema delle libertà, del rapporto governanti e governati, e dunque io mi pongo dalla stessa ottica della questione pregiudiziale, ma arrivando ad una conclusione esattamente opposta, una conclusione opposta che parte proprio dalla giurisprudenza della Corte costituzionale, Pag. 75parte proprio da ciò che ci ha detto la Corte costituzionale. Ci ha detto due cose sostanzialmente, in primo luogo che la valutazione della Corte sta su un piano diverso da quella del Parlamento e del Governo ed è volta a verificare l'evidente carenza dei presupposti, una verifica che per quanto riguarda il presupposto dell'omogeneità significa che ci vuole in un decreto-legge o una omogeneità oggettiva o materiale oppure una omogeneità finalistica, teleologica.
  Ecco, se applichiamo questi due criteri alla nostra discussione, vediamo che siamo in presenza di un atto complesso, formato da tante misure, alcune di maggiore e altre di minore portata, volte a rimuovere, attraverso azioni di stimolo alle imprese e di semplificazione amministrativa, numerosi ostacoli alla crescita economica del Paese.
  C’è dunque una evidente, collega Fraccaro, omogeneità teleologica in questo provvedimento, finalistica, che è resa ancora più forte dal riferimento che la stessa relazione illustrativa fa alle raccomandazioni che il Consiglio dell'Unione europea ha fatto in ordine al Programma nazionale di riforma italiano e, dentro al quale, il provvedimento colloca tutti i singoli interventi puntuali.
  Dunque, la questione pregiudiziale va respinta senza esitazioni, ma il problema ad esso sotteso, Presidente, rimane: rimane perché c’è uno squilibrio nella produzione normativa primaria tra Parlamento e Governo e questo squilibrio è un dato crescente, complice certamente la nostra bulimia tradizionale normativa, che consiste nel reputare che, se c’è un problema, la sua causa sta nell'assenza o nell'insufficienza delle norme, piuttosto che nelle carenze interpretative o applicative e, anche in presenza di autonomia normativa, anche in presenza dell'articolo 5 della Costituzione, che dice che la Repubblica adegua – deve adeguare – i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento, noi comunque abbiamo una tradizione che va in un senso diverso. Rimane il nostro bisogno di norme nazionali, tante e dettagliate, e anche innovazioni importanti, come quella che questo ramo del Parlamento ha fatto con il Comitato della legislazione, per dare una qualità tecnica e costituzionale alla normazione, non hanno avuto tutte le conseguenze che ci si aspettava.
  Ecco, perché, come gruppo di Scelta Civica, nel mentre respingiamo convintamente la questione pregiudiziale, per le ragioni che ho detto, che stanno nell'omogeneità di questo decreto, dal punto di vista teleologico e finalistico – come ci dice la Corte costituzionale dover ragionare –, ribadiamo la necessità, con altrettanta convinzione, di un esame attento delle singole e tante disposizioni normative, per verificarne la coerenza rispetto al fine complessivo del provvedimento, la loro efficacia per il nostro Paese, per verificare se esse stanno proprio dentro: il decreto stesso, nella sua relazione illustrativa, ci invita a fare e a considerare quella dinamica di stare dentro ad un'Unione, nelle cui regole e alle cui regole noi abbiamo voluto e vogliamo concorrere.
  Bene, a conclusione allora di questo intervento, non possiamo che auspicare un esame parlamentare attento del decreto «del fare» che il nostro esame, appunto, confermerà – auspichiamo – come decreto del fare bene.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borghesi. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, noi riteniamo che la questione pregiudiziale avanzata dal MoVimento 5 Stelle abbia un suo fondamento, in quanto vediamo in questo decreto, battezzato «decreto del fare», una evidente disorganicità, una evidente disomogeneità delle materie trattate: troppe materie trattate e troppo diverse tra loro. Ci chiediamo, infatti, come si possano mettere insieme, all'interno di uno stesso decreto, norme che vanno dall'utilizzo dei fondi strutturali europei, ai rimborsi IVA delle agenzie di viaggio, oppure norme che regolano il credito di imposta per la produzione cinematografica, con quelle che regolano Pag. 76l'Expo di Milano del 2015, o ancora, norme che regolano il domicilio digitale, con quelle che regolano il tirocinio formativo presso gli uffici giudiziari, o ancora, norme che sbloccano i cantieri della linea della metropolitana di Roma, piuttosto che quella di Napoli, con norme che prorogano i consigli di indirizzo e vigilanza di INPS o INAIL. E ancora, disposizioni in materia preventiva di incendi, con disposizioni di semplificazione del procedimento per l'acquisto della cittadinanza per uno straniero nato in Italia.
  Insomma, appare un decreto alquanto disomogeneo, frutto anche di occasionalità, di eterogeneità. Sono presenti, all'interno di questo decreto, norme ordinamentali, proroghe, deleghe, disposizioni a effetto pluriennale, quindi tutta una serie di questioni che vengono puntualmente sottolineate dalla questione pregiudiziale e che noi riteniamo abbiano un fondamento.
  Così come riteniamo che in alcune parti di questo decreto vi sia una netta confusione tra il potere legislativo e quello esecutivo. Infatti, la funzione legislativa è esercitata, come dice la Costituzione, collettivamente dalle due Camere e solo in casi straordinari dal Governo, perché devono esserci dei presupposti di necessità e di urgenza per presentare decreti come questi. In molte parti di questo decreto non ravvisiamo questi presupposti di necessità e di urgenza. Quindi, di fatto in alcune parti del decreto vi è uno spostamento della produzione legislativa dal Parlamento al Governo e, di fatto, poi anche il ruolo del Parlamento risulta sminuito da questa prassi.
  Quindi, noi riteniamo che, soprattutto per quanto riguarda la disomogeneità che viene rilevata dalla lettura di questo decreto, la questione pregiudiziale proposta dal MoVimento 5 Stelle possa essere accolta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Sanna. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SANNA. Signor Presidente, colleghi, fa un po’ senso ascoltare argomentazioni circa la mancanza di straordinarietà del periodo che viviamo nel tema affrontato dal decreto-legge n. 69 e che, secondo i colleghi che ho ascoltato, non troverebbe rispondenza nel testo che siamo chiamati ad esaminare.
  Il Partito Democratico voterà contro la pregiudiziale di costituzionalità, perché attaccato al principio di realtà. Esso ritiene di conoscere la realtà di questo Paese in tutti gli aspetti che il decreto-legge affronta, aspetti che attengono il funzionamento della macchina amministrativa spesso ingrippata, aspetti che attengono la regolazione del nostro sistema economico, aspetti che attengono il funzionamento frenato delle imprese ma anche il funzionamento dello Stato, quale capace di intervenire con manovre di investimento pubblico volte a rimettere in moto l'economia di questo Paese, a rimettere in moto il lavoro e a rimettere in moto l'impresa che il lavoro lo produce senza assistenza, che è il tema complessivamente trattato dal decreto-legge.
  Vedete, è possibile affrontare in quest'Aula il tema astratto del funzionamento del Parlamento in rapporto all'Esecutivo e il tema dell'equilibrio dei poteri. Oppure, è possibile affrontarlo in concreto, come del resto ha fatto il Presidente del Consiglio, senza celarsi il problema nelle dichiarazioni programmatiche, quando ha detto che esiste un tema di riequilibrio fra il potere del Parlamento e il potere dell'Esecutivo e che l'Esecutivo avrebbe fatto il possibile e l'impossibile per favorire questo riequilibrio a favore del Parlamento. È un segnale che il Presidente del Consiglio dà dopo quasi dieci anni tornando in queste Aule a rispondere, per esempio, al question-time del Parlamento di persona.
  Però, questo riequilibrio, richiesto dagli interventi a sostegno della pregiudiziale di costituzionalità, si fa con le riforme costituzionali. Non si può venire qui a dire che non si può affrontare in maniera complessiva l'emergenza economica del Paese e, poi, ritenere che non esista una seconda gamba di impegno parlamentare e istituzionale che guarda con attenzione alla riforma del funzionamento dell'impianto Pag. 77costituzionale nella sua seconda parte. E c’è un lavoro per perseguire questo obiettivo che possiamo fare nella Giunta per il Regolamento, in questo Parlamento, per attivare e velocizzare il processo di riforma dei Regolamenti del Parlamento stesso, che dia certezza dei tempi di votazione, non di approvazione così come ce li propone, ma di votazione dei provvedimenti qualificanti l'indirizzo politico del Governo, in tempo certi – ripeto – e anche senza l'anticipazione di efficacia che, invece, consegue all'adozione dei decreti-legge.
  Io credo che la maggioranza e il Governo stesso questa consapevolezza ce l'abbiano e abbiano cercato di ridurre al minimo l'impatto di oggettivo spostamento a favore dell'Esecutivo nell'attività normativa. È chiaro che poi se il tema è il funzionamento della pubblica amministrazione è complicato, colleghi del MoVimento 5 Stelle, ritenere decisiva la vostra critica sulla presenza di norme ordinamentali nel decreto, che tra l'altro non significano minimamente contrasto con la Costituzione, oppure sostenere che le disposizioni siano in qualche modo farraginose. Abbiamo il lavoro parlamentare del Comitato per la legislazione che inizierà domani a produrci le sue osservazioni e il decreto lo potremo migliorare. Quello che invece ci convince è che siamo di fronte veramente per la situazione del Paese ad un caso straordinario di necessità ed urgenza e quindi quello che ci chiede di fare la nostra Costituzione all'articolo 77 lo faremo. Lo ha fatto il Governo e lo farà il Parlamento svolgendo sino in fondo, nel lavoro della I e della V Commissione, il suo lavoro e poi venendo in Aula a modificare quello che dovremo modificare e a confermare quello che andrà confermato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, la questione pregiudiziale proposta dal gruppo del MoVimento 5 Stelle centra in pieno un problema di merito e un problema di metodo, applicato nel caso di specie al decreto del «fare finta», all'interno del quale l'unico vero segno di necessità e di urgenza è rappresentato dall'urgenza che questo Governo se ne vada subito prontamente a casa. Non c’è nulla infatti dei contenuti decantati, anche con autocelebrative conferenze stampa di presentazione, in cui ogni volta che finisce un Consiglio dei Ministri c’è qualcuno che ci avvisa che il Governo ha fatto goal; ci piacerebbe che il Governo, invece che giocare a pallone, cominciasse a occuparsi un po’ più dei problemi reali della gente. Dicevo che nulla di quello che dovrebbe essere il tema di questo provvedimento contiene nella realtà delle risposte concrete. Ma il tema del merito e del metodo, che sono toccati dalla pregiudiziale del MoVimento 5 Stelle, riguarda dapprima l'analisi di quello che dovrebbe essere il prerequisito per il ricorso al metodo della decretazione d'urgenza, che chiede la verifica e l'esistenza di caratteri di ineludibile necessità nel contenuto del decreto di cui si tratta, l'assenza di norme di carattere ordinamentale, per perseguire le quali è evidente che non si possono trovare scorciatoie che minino la possibilità del Parlamento di svolgere con compiutezza il proprio ruolo, l'omogeneità degli argomenti che sono inseriti nel testo.
  Signor Presidente, questo è un testo che passa dalle misure per il sostegno alle imprese (all'interno del quale trova posto, e come non prevedere l'urgente necessità di intervenire dapprima su un tema del genere, la proroga al credito di imposta per l'esercizio cinematografico; quale regista, amico degli amici, ha così necessità e urgenza di veder riconosciuta una prebenda per poter mettere insieme qualche ripresa cinematografica ?) al potenziamento delle agenzie e dell'Agenda digitale, al rilancio delle infrastrutture, a tale proposito con un apposito articolo che riguarda il rilancio della nautica da diporto, che significa l'assoluta certificazione della negatività della presenza del Governo Monti, che proprio su quello aveva dato la prova di una assoluta cecità riguardo alla scelta di opprimere fiscalmente un ambito Pag. 78che non ha prodotto il gettito fiscale che ci si attendeva, ma che, per effetti distorsivi di quell'intervento governativo, ha invece perso efficacia, potenzialità e posti di lavoro. Vi sono poi la semplificazione amministrativa, le semplificazioni fiscali, le disposizioni finanziarie, le misure per l'efficienza del sistema giudiziario.
  Mentre tutto questo – tutto e il contrario di tutto, senza che ci sia un solo provvedimento concreto, senza che ci sia un quattrino vero messo a disposizione dell'economia – viene presentato alle Camere come provvedimento di necessità ed urgenza, subito il Governo adotta un altro decreto, altrettanto urgente, per postergare l'aumento di un punto percentuale dell'IVA e per fare interventi, anche in questo caso senza quattrini aggiuntivi, a teorico supporto del lavoro giovanile.
  Quindi, il tema del merito è centratissimo in questa pregiudiziale: stiamo parlando di un provvedimento omnibus, che non ha, quindi, le caratteristiche di omogeneità contenutistica che sole garantiscono la possibilità di ricorrere ad una decretazione d'urgenza.
  Ma, Presidente, dicevo che c’è anche un problema di metodo, ed è il vero tema sul quale è necessario concentrare l'attenzione, a muovere da questa considerazione della discussione sulla pregiudiziale. Veda, oramai è invalsa una abitudine che prevede che i Governi adottino dei decreti omnibus, come quello di specie, che ne prevedono sostanzialmente la lettura in uno solo dei rami del Parlamento – non dando al secondo ramo la possibilità temporale di prendere mano con compiutezza al testo di legge che viene sottoposto – e, alla fine, la posizione della questione di fiducia, almeno nella seconda delle due Camere, per evitare che a qualcuno punga vaghezza di cambiare una virgola, fatto che comporterebbe il rischio, nel ritorno in terza lettura, di far decadere il provvedimento prima della sua conversione in legge.
  Ecco, il tema vero è esattamente questo, Presidente, e concludo: il tema vero è che non è pensabile che questo Governo, frutto di un inciucio culturale, possa pensare di attivarsi, muovendo con delle disponibilità governative che potrebbero anche esistere qualora preventivamente si mettesse mano alla Carta costituzionale e si ridefinissero ruoli e competenze tra il potere esecutivo e il potere legislativo. Fintanto che...

  PRESIDENTE. Deve concludere. Ha esaurito il suo tempo.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Concludo, Presidente: fintanto che questo non avverrà, non sarà pensabile consentire a questo, o a qualsivoglia Governo, di continuare con queste scorciatoie, che non fanno altro che togliere al Parlamento – e cioè, per il tramite del Parlamento, ai cittadini italiani –, la possibilità di esprimersi sulle scelte che vengono compiute all'interno di Palazzo Chigi.

  PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale.
  Passiamo ai voti.
  Prego i deputati di prendere posto.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale Nuti ed altri n. 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sannicandro, Cassano, Catania, Piepoli, Tacconi, Pastorelli, Dambruoso... non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  491   
   Maggioranza  246   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no   372.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Come previsto dal vigente calendario dei lavori, la discussione sulle linee generali del disegno di legge Atto Camera n. 1248, avrà luogo nella seduta di lunedì 15 luglio 2013.

Pag. 79

Modifica nella composizione della Giunta per le autorizzazioni.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Giunta per le autorizzazioni la deputata Giulia Grillo in sostituzione del deputato Mattia Fantinati, dimissionario.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 19,55).

  SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante   SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo brevemente soltanto per dire alla Presidenza che probabilmente sarebbe opportuno valutare l'ipotesi di commemorare in questa Aula l'onorevole Giulio Andreotti, che è stato Presidente del Consiglio, componente di questa Assemblea, che ha avuto un cursus politico e quindi credo che sia una valutazione che la Presidenza possa svolgere con grande serenità anche in sede di Conferenza dei Presidenti di gruppo. Credo che sia un atto dovuto da parte di questa Assemblea ricordare una personalità così importante della quale forse non è il caso di dimenticarsi.
  Approfitto, signor Presidente, dell'occasione per sollecitare la risposta ad un atto di sindacato ispettivo che ho depositato qualche settimana fa, l'atto n. 4-00771, un'interrogazione al Governo sulla vicenda di Indesit Company, che ha una ricaduta occupazionale importante in una regione come le Marche ed è in questo momento oggetto dell'attenzione del Governo e quindi su questo auspico una risposta tempestiva.
  SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo brevemente soltanto per dire alla Presidenza che probabilmente sarebbe opportuno valutare l'ipotesi di commemorare in questa Aula l'onorevole Giulio Andreotti, che è stato Presidente del Consiglio, componente di questa Assemblea, che ha avuto un certo cursus politico e credo sia una valutazione che la Presidenza possa svolgere con grande serenità anche in sede di Conferenza dei Presidenti di gruppo. Credo che sia un atto dovuto da parte di questa Assemblea ricordare una personalità così importante della quale forse non è il caso di dimenticarsi.
  Approfitto, signor Presidente, dell'occasione per sollecitare la risposta ad un atto di sindacato ispettivo che ho depositato qualche settimana fa, l'atto n. 4-00771, un'interrogazione al Governo sulla vicenda di Indesit Company, che ha una ricaduta occupazionale importante in una regione come le Marche ed è in questo momento oggetto dell'attenzione del Governo e quindi su questo auspico una risposta tempestiva.

  PRESIDENTE. Naturalmente sul primo punto, data la natura e la qualità della persona da lei menzionata, credo che la Presidenza dovrà concordare nella sede apposita della Conferenza dei presidenti di gruppo le modalità e i tempi per il ricordo del senatore Andreotti.

  TAMARA BLAZINA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà per due minuti. Chiederei ai colleghi che stanno uscendo, ovviamente del tutto normalmente, di fare più silenzio possibile e di consentire ai colleghi che hanno chiesto la parola a fine seduta di svolgere i loro interventi.

  TAMARA BLAZINA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi è sembrato opportuno anche in questa Aula esprimere la soddisfazione per il nuovo tassello nel processo di allargamento dell'Unione europea e della politica di stabilizzazione dei Balcani occidentali. Con il 1o luglio, infatti, la Croazia è diventata il 28o membro dell'Unione europea ed è il secondo Stato dopo la Slovenia, tra le Repubbliche della ex Iugoslavia, a farne parte. È una giornata significativa per la Croazia, che si è adoperata in questi anni per raggiungere gli obiettivi che le sono stati posti, innanzitutto a partire dal settore della giustizia. Ma è una giornata significativa anche per l'Italia: non siamo un Paese confinante ma ad essa ci legano molti fattori. Non vogliamo entrare nelle dolorose vicende storiche del «secolo breve» dalle quali derivano alcune questioni bilaterali aperte, innanzitutto il tema dei beni confiscati e nazionalizzati, per i quali vanno trovate le adeguate soluzioni. In questo contesto, voglio sottolineare la significativa presenza della comunità degli italiani in Istria, nel Quarnaro e in Dalmazia che, con l'auspicata entrata della Croazia anche nell'area Schengen, vedranno finalmente realizzata la tanto attesa riunificazione e per questo hanno salutato con grande gioia tale traguardo.
  Vogliamo percorrere insieme una strada che ci porta a una stretta collaborazione in tanti campi, dall'Adriatico alla portualità, alla tutela delle minoranze. Mi piace ricordare che questo evento va inserito senz'altro in quello spirito di Trieste Pag. 80che ha visto la presenza di tre Presidenti di tre Paesi, Croazia, Slovenia e Italia, nel 2010, a Trieste, e che ha simboleggiato la definitiva riconciliazione tra i tre Stati e i tre popoli.

  KHALID CHAOUKI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  KHALID CHAOUKI. Signor Presidente, intervengo per esplicitare la nostra preoccupazione rispetto a quello che sta succedendo in queste ore in Egitto, a Il Cairo, in quella piazza Tahrir che abbiamo imparato a conoscere, che abbiamo sostenuto due anni fa e che oggi appunto torna a esprimere un forte disagio.
  Ecco, la chiusura da parte di Morsi e l’ultimatum dell'esercito ci portano davvero ad auspicare che il dialogo ritorni il mezzo importante per il confronto rispetto a quelle che sono le aspettative di un popolo, il popolo egiziano, che noi abbiamo oggi il dovere di sostenere e di accompagnare in questa difficile fase di transizione.
  Come gruppo del PD siamo qui per ribadire il ruolo importante, purtroppo assente, che l'Unione europea deve avere anche in questa fase delicata e che l'Italia deve promuovere soprattutto per favorire l'ascolto dei sogni, i sogni di quei giovani e di quelle donne, il sogno di coloro che hanno sacrificato la vita per promuovere una democrazia vera in Egitto e che oggi, purtroppo, rischiano di essere traditi.
  Quindi, l'auspicio e la sollecitazione è che un Paese importante e strategico, non solo per il nostro Paese ma per tutta l'area, possa trovare, in un periodo breve, la via del confronto e soprattutto la via della democrazia, soprattutto per ricordare le tante vittime, ma anche per ricordare che non c’è altra via per noi nel Mediterraneo che quella di sostenere il processo democratico, non solo in Egitto, ma anche di stare attenti e condannare con forza quello che sta succedendo in Siria, nella città di Homs, dove più di millecinquecento persone sono oggi in ostaggio.

  SILVIA BENEDETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SILVIA BENEDETTI. Volevo solo ricordare Margherita Hack, venuta a mancare il 29 giugno. Viene ricordata come astrofisica, divulgatrice scientifica e attivista italiana. Il suo contributo in ambito scientifico è stato enorme: è stata la prima donna italiana a dirigere l'Osservatorio astronomico di Trieste; è stata professoressa ordinaria di astronomia all'Università di Trieste, ha fatto parte dei gruppi di lavoro dell'ESA e della NASA, per non parlare delle sue pubblicazioni su riviste internazionali e i suoi numerosi libri sia divulgativi sia a livello universitario.
  Fuori dal contesto lavorativo, ci sono frasi di Margherita che dicono molto, moltissimo sul suo senso di responsabilità nei confronti del mondo. Ci ricorda, ad esempio, che le leggi morali sono importanti e che «questa dovrebbe essere l'etica dominante, senza aspettarsi una ricompensa nell'aldilà. Senza leggi etiche ci sarebbe il branco e non la società. E andrebbero insegnati valori comuni a credenti e non, il perdono, non fare del male agli altri, la solidarietà. Ma, soprattutto, bisognerebbe imparare a dubitare, a diventare scettici».
  E ancora, al di là della sua personale scelta vegetariana, ci ricorda che gli animali «sono esseri viventi che hanno capacità di amare e di soffrire e quindi dobbiamo trattarli proprio come fratelli, come fratelli minori. Noi abbiamo un cervello più potente, però non vuol dire che, per questo, dobbiamo abusare di loro».
  La sua sensibilità verso l'ambiente passava anche per la passione per la bicicletta: «fino a poco tempo fa pedalavo spesso» – dichiarava – «ricavandone equilibrio, voglia di fare e volontà».
  Margherita, andando oltre convinzioni, filosofie e religioni, poneva in primo piano il libero pensiero, partecipando attivamente alla vita civile, in seno a battaglie per il sostegno alla ricerca, per i diritti civili come per i diritti animali.Pag. 81
  Vorrei ricordarla come un esempio di ciò che ciascuno di noi dovrebbe essere: una persona con senso critico, una persona informata, responsabile e attiva nei confronti della propria società (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ileana Argentin. Non essendo presente, si intende che abbia rinunciato.

  GENEROSO MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GENEROSO MELILLA. Signor Presidente, intervengo per sollecitare una risposta a una mia interrogazione presentata due mesi fa su una vertenza aziendale che coinvolge molte lavoratrici della Golden Lady di Gissi, in provincia di Chieti. Mi permetto di sollecitare questa risposta, a differenza di altre interrogazioni – per le quali ovviamente non ci sono risposte –, perché in questo caso la vertenza si sta indurendo, nel senso che le lavoratrici stanno sopportando il peso di una crisi aziendale che le priva di qualsiasi copertura. Quindi, sollecito la risposta alla mia interrogazione al Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulla Golden Lady di Gissi, Chieti.

  PRESIDENTE. Grazie. La Presidenza si farà carico di trasferire al Governo questo sollecito.

  ROBERTO RAMPI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO RAMPI. Signor Presidente, per segnalare all'Aula una pagina del più noto social network che pubblica, all'interno di diverse campagne, alcune campagne molto violente con richiami fortemente razzisti, con richiami pesanti nei confronti delle donne e con un attacco, in particolare, rivolto alla Presidente di quest'Aula oltre che a un Ministro della Repubblica, il Ministro Kyenge. Questo sito si chiama made in Italy. Non è riconducibile immediatamente a nessuno. Io sono contrario a qualunque forma di censura, però sono convinto che tutte le forze politiche di quest'Aula dovrebbero prendere in maniera chiara e netta le distanze da questo sito. Lo dico senza alcuna polemica, perché questo sito lancia delle campagne che corrispondono ad alcune delle iniziative di alcune forze politiche anche presenti in quest'Aula, ad esempio la campagna a favore del sindaco di Parma. Credo che lui debba essere il primo a prendere le distanze da questo network sociale e credo che tutti insieme dovremmo – è stato detto anche negli interventi di oggi in Aula, ad esempio dalla collega Mogherini – credo che tutti insieme dovremmo fare lo sforzo di allontanare dal dibattito pubblico tutte quelle forme di violenza verbale che poi sdoganano la possibilità di violenze che magari verbali non sono e che ognuno di noi subisce, magari anche sul territorio, ed è capitato a diverse nostre colleghe e colleghi. Credo che questo sia particolarmente grave, perché c’è una campagna precisa di attacco violento, razzista e che la colpisce in quanto donna verso il Presidente di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marazziti, che però non vedo. Pertanto si intende che abbia rinunciato.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, giusto per associarmi a quello che diceva il deputato Baldelli in merito a valutare la possibilità di commemorazione del colluso per mafia fino al 1980, nonché prescritto, Giulio Andreotti, di valutare magari la commemorazione di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, padri dell'antimafia di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 82

  LELLO DI GIOIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due minuti.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, è già più volte che stiamo sottoponendo a lei la richiesta di convocare rapidamente le Commissioni bicamerali che sono già costituite. Non abbiamo ancora ricevuto risposta e la competenza per Regolamento riguarda lei, anche se di concerto con il Presidente del Senato.
  Ancora oggi non siamo a conoscenza dei motivi – non siamo a conoscenza dei motivi – per cui queste Commissioni, pur avendo completato il loro numero di componenti, non sono ancora costituite. Gradiremmo che ci sia una risposta chiara per quali motivi non vengano ad essere convocate ed insediate queste Commissioni, e mi riferisco in modo specifico alle Commissioni di controllo per gli enti gestori e all'anagrafe tributaria.

  PRESIDENTE. Grazie. La Presidenza è informata e sta lavorando per la convocazione d'intesa con il Senato.

  IVAN SCALFAROTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Vi prego di essere veloci, perché state aumentando di numero.

  IVAN SCALFAROTTO. Signora Presidente, è soltanto per esprimere la mia più profonda preoccupazione per la sorte dei diritti civili e, in particolare, delle persone omosessuali e transessuali in Russia. Il 30 giugno il Presidente Putin ha promulgato una legge assolutamente omofobica, che mette a rischio i diritti civili in quel Paese. È una legge che prevede sanzioni amministrative, perché proibisce e punisce con multe la propaganda omosessuale in presenza di minori e allude a relazioni sessuali non tradizionali, quindi anche una norma estremamente aperta, di libera interpretazione che apre ad ogni arbitrio da parte delle autorità.
  Sappiamo che in Russia ogni manifestazione a favore dei diritti delle persone omosessuali e transessuali è repressa anche in modo violento e mi pare che tutto il mondo occidentale, il mondo libero, dovrebbe schierarsi senza timore ed in modo compatto a favore di quelle minoranze in quel Paese così grande ed importante dell'Europa (tra l'altro è componente del Consiglio d'Europa). Quindi io mi riservo di fare un'interrogazione al Ministro degli esteri per chiedere quali saranno i mezzi e gli strumenti che il Governo italiano vorrà utilizzare per fare pressione nei confronti del Governo russo, ma nel frattempo volevo chiedere all'Aula di associarsi alla mia preoccupazione per i diritti di questa minoranza che in Italia fa fatica, ma in Russia evidentemente ha problemi ancora peggiori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Grazie, la Presidenza si associa. Ovviamente non c’è bisogno che le ricordi – già perché l'ha detto lei –, che avete degli strumenti di sindacato ispettivo, che consiglio sempre di utilizzare.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, c’è un popolo che in questi giorni è sceso in piazza per questioni fondamentali. La prima è la crisi economica che lo affligge. La seconda è la corruzione molto forte nelle istituzioni. La terza è la mancanza di risposte concrete dalla politica. Questo popolo è il popolo egiziano e ciò ha portato negli ultimi giorni ad avere 17 milioni di persone mobilitate nelle piazze, un documento firmato da 22 milioni che chiedeva le dimissioni dell'attuale Presidente e 17 morti e circa 600 feriti durante gli scontri di ieri. Le motivazioni del popolo egiziano sono motivazioni molto vicine anche alle motivazioni che purtroppo in questi giorni ci stanno portando anche a discutere certi decreti qua, ma senza soluzioni concrete. Non auspico una rivoluzione come quella che sta succedendo in Egitto, perché come abbiamo visto ha anche conseguenze abbastanza gravi per la popolazione civile, però invito Pag. 83tutti, all'interno di quest'Aula, a riflettere su quello che sta succedendo, anche per le esigenze e le urgenze che abbiamo anche noi di dare risposte concrete alla gente (Applausi).

  MARCO CARRA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO CARRA. Signor Presidente, molto rapidamente e molto semplicemente intendo sollecitare la risposta ad una mia interrogazione, che ho presentato il 25 marzo scorso, la n. 4-00084, che ho già presentato nella precedente legislatura, alla quale non è mai stata data risposta e che recupera una vicenda che è tornata drammaticamente di attualità proprio in questi giorni, relativa al rapimento e all'omicidio dell'onorevole Aldo Moro. In particolare, la mia interrogazione si riferisce alle coperture godute da uno dei componenti del gruppo di fuoco del commando che rapì il presidente della Democrazia Cristiana, Casimirri, che, come è noto, è riparato in Nicaragua. Chiedo appunto che il Governo possa rispondere a questa interrogazione, per cercare di riportare un po’ di luce su questa vicenda piena di ombre.

  PRESIDENTE. La Presidenza trasferirà sicuramente questa sollecitazione al Governo.

  ANGELO CERA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, mi risulta che, in questi giorni, presso la procura della Repubblica di Foggia, alcuni imprenditori hanno presentato denunzia contro alcune banche perché ad essi sono stati applicati interessi usurari, fino al 60 per cento. Si tratta di chiedere al tribunale di Foggia, al presidente, a tutti gli organi preposti, che questo incarico venga consegnato nelle mani di giudici e di magistrati competenti in materia. Si tratta di salvare alcune aziende, addirittura di quasi 50-60 operai, che, con il disinteresse e la non applicazione di un'attenzione particolare alle denunzie esposte, potrebbero definitivamente chiudere e mandare a casa tanti lavoratori. Quello che chiedo è che il tribunale di Foggia affidi a magistrati competenti le denunzie fatte da queste aziende coraggiose.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 3 luglio 2013, alle 9,30:

  (ore 9,30 e ore 16).

  1. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
   FERRANTI ed altri; COSTA: Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili (C. 331-927-A).
  — Relatori: Costa e Ferranti, per la maggioranza; Molteni, di minoranza.

  2. – Seguito della discussione delle mozioni Zaccagnini, Lupo ed altri n. 1-00019, Cenni ed altri n. 1-00015, Faenzi ed altri n. 1-00128, Caon ed altri n. 1-00129, Franco Bordo ed altri n. 1-00130, Catania ed altri n. 1-00131 e Giorgia Meloni ed altri n. 1-00132 concernenti iniziative in merito alla diffusione in agricoltura di organismi geneticamente modificati, con particolare riferimento all'esercizio della clausola di salvaguardia.

  (ore 15).

  3. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 20,20.

Pag. 84

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. T.U.pdl 331-927-A-em.1.2,1.10,1.70 511 507 4 254 118 389 40 Resp.
2 Nom. em. 1.203 532 531 1 266 127 404 38 Resp.
3 Nom. em. 1.201 506 504 2 253 124 380 39 Resp.
4 Nom. em. 1.202 492 487 5 244 122 365 38 Resp.
5 Nom. em. 1.301 513 513 257 125 388 37 Resp.
6 Nom. em. 1.204 508 406 102 204 20 386 37 Resp.
7 Nom. em. 1.23, 1.210 515 512 3 257 124 388 36 Resp.
8 Nom. em. 1.211, 1.212 526 521 5 261 126 395 38 Resp.
9 Nom. em. 1.255 528 525 3 263 126 399 36 Resp.
10 Nom. em. 1.262 529 528 1 265 126 402 36 Resp.
11 Nom. em. 1.267 533 532 1 267 128 404 36 Resp.
12 Nom. em. 1.284, 1.285 505 502 3 252 122 380 36 Resp.
13 Nom. em. 1.268 500 496 4 249 121 375 35 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 14)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. Ddl 1248 - quest. preg. n. 1 491 491 246 119 372 34 Resp.