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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 38 di venerdì 21 giugno 2013

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9,35.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Boccia è in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S 576 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 aprile 2013 n. 43, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per Expo 2015. Trasferimento di funzioni in materia di turismo e disposizioni sulla composizione del CIPE (Approvato dal Senato) (A.C. 1197).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1197: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 aprile 2013 n. 43, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per Expo 2015. Trasferimento di funzioni in materia di turismo e disposizioni sulla composizione del CIPE.
  Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (per l'articolo unico del disegno di legge di conversione, le modificazioni apportate dal Senato e gli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge e all'articolo unico del disegno di legge di conversione vedi l'allegato A al resoconto della seduta di ieri – A.C. 1197).

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 1197)

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo nella riunione di ieri, alle dichiarazioni di voto sulla questione di Pag. 2fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo misto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pia Elda Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Inizio questa dichiarazione di voto, che conferma la nostra fiducia al Governo, esprimendo un sentimento di dispiacere, davvero di dispiacere, per due ragioni. Ieri si è interrotto un dialogo appena avviato con il gruppo Movimento 5 Stelle ed è un peccato, perché dal dialogo nasce la possibilità di intendersi.
  Si è anche persa l'occasione di migliorare il testo del decreto-legge n. 43 e non su parti irrilevanti, come è stato detto: è fatto importante la riforma delle camere di commercio, così come l'accorpamento dei Ministeri del turismo e dei beni culturali perché esso costituisce non solo una giusta razionalizzazione, ma perché avvia un nuovo modo di intendere le politiche di questo settore, che sono allo stesso tempo culturali ed economiche e, quindi, importanti per il nostro Paese.
  È un dispiacere – e lo dico sommessamente – perché temo che le logiche di gruppo siano prevalse sulle logiche del bene del Paese.
  Quello che è avvenuto ieri nega alla base la nostra duplice responsabilità di parlamentari, duplice perché la nostra responsabilità è verso l'esterno e all'interno del Parlamento. Riceviamo un mandato da cittadini e cittadine, quello della rappresentanza. Ci piaccia o no, la nostra è una democrazia rappresentativa e siamo dunque tenuti a svolgerlo, questo mandato. Non possiamo sottrarci. Questo è quello che ci dice la Costituzione, che non possiamo invocare soltanto quando si confà ai nostri desiderata. Ma è anche responsabilità interna, qui, dentro il Parlamento, in una azione costante di confronto alla ricerca di soluzioni possibili, ma, lo ripeto, dentro il Parlamento, perché è qui che si lavora, è qui che ci si confronta, e non nelle piazze o sulla rete, dalle quali possiamo ricevere stimoli ed orientamenti, ma non possiamo essere da esse diretti.
  La maggioranza aveva accettato di rivedere il testo che ci è stato consegnato dal Senato, forse eccessivamente arricchito; aveva accolto alcune proposte di cambiamento, dopo aver cercato e trovato la disponibilità ad un nuovo passaggio al Senato, nonostante i tempi stretti. Questa disponibilità è stata rifiutata perché ritenuta insufficiente. A me pare che questo rifiuto del gruppo Movimento 5 Stelle sia un errore, perché non si è colto che il cambio del testo e il conseguente ritorno al Senato era una sorta di «vittoria» – anche se qui non stiamo facendo le partite di calcio –, una sorta di vittoria in sé per l'opposizione ed era anche dare la conferma di un dialogo avviato.
  Lo si è voluto troncare sul nascere. Ci dispiace. Naturalmente votiamo la fiducia a questo Governo, senza però astenerci dal fare una considerazione: la democrazia è un processo che si costruisce nel confronto continuo e paziente, anche conflittuale, perché non si negano i conflitti ma bisogna cercare le soluzioni. E le soluzioni non sono tanto l'affermazione della propria presenza e della propria identità, ma la ricerca di soluzioni, perché il nostro Paese ha fame di soluzioni e noi, socialisti riformisti, sappiamo che le soluzioni non sono mai a portata di mano, ma vengono dal lavoro serio, continuo, sistematico, paziente. Nenni diceva che la pazienza è la virtù rivoluzionaria e noi continuiamo ad ispirarci a Nenni.

  PRESIDENTE. Constato l'assenza del deputato Capelli che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: s'intende che vi abbia rinunziato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alfreider. Ne ha facoltà per quattro minuti.

  DANIEL ALFREIDER. Signor Presidente, i deputati SVP delle minoranze linguistiche voteranno la fiducia al Governo, perché condividono la decisione di aver posto la questione di fiducia sul decreto-legge in esame, una scelta che non Pag. 3ha avuto alternative in relazione a quanto accaduto nei giorni scorsi, così come opportunamente sostenuto anche dal Ministro Franceschini, al fine di convertire in legge il provvedimento.
  Il Governo ha così inteso salvaguardare il decreto che contiene, insieme ai provvedimenti sulle emergenze ambientali, anche importanti misure di turismo e in particolare di trasporto e infrastrutture. Giudichiamo fondamentale che, con la fiducia, il Governo abbia inteso ribadire e salvaguardare soprattutto le misure relative alle infrastrutture ferroviarie nazionali e, in questo ambito, il finanziamento della linea Fortezza-Verona, tratta di accesso della galleria di base del Brennero, un progetto che è inserito nel programma europeo delle infrastrutture strategiche e parte importante dei corridoi europei di trasporto.
  Con la questione di fiducia il Governo ha assunto una posizione di grande coerenza e di responsabilità che noi intendiamo condividere sotto il profilo politico e anche sul piano parlamentare, una posizione che, in primo luogo, è stata sostenuta e difesa dal Presidente del Consiglio Letta e dal Ministro dei trasporti Lupi. Nei loro confronti va il nostro apprezzamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, colleghi deputati, rappresentanti del Governo, con rammarico anche io, per pochi istanti, sono costretto a rappresentare il disagio nei confronti del Governo rispetto alle procedure che sono state innescate in questo ennesimo provvedimento di decretazione d'urgenza.
  Ricordo, in particolare, il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, con il partito cui faceva riferimento, protestare vistosamente rispetto a questo abuso e vorrei lanciare anche un segnale perché le opposizioni, tutte, mi risulta, hanno rinunciato fin dal principio ad una opposizione «pregiudiziale». Tutte hanno dichiarato, viceversa, la loro disponibilità ad entrare nel merito dei provvedimenti, a migliorare i provvedimenti, a fare il proprio lavoro e ovviamente a contrastare il Governo, laddove i provvedimenti adottati fossero antitetici rispetto alle proprie sensibilità e alle proprie convinzioni.
  Dunque, non sciupiamo, come è stato fatto nelle precedenti legislature, questa disponibilità, cerchiamo di attivare in maniera sperimentale un rapporto virtuoso tra maggioranza e opposizione, tra Governo e Parlamento, che preveda il diritto di accesso alle discussioni, alla partecipazione alla composizione dei provvedimenti e, quindi, magari, per il futuro, cerchiamo di evitare – ultimo appello – che un decreto possa permanere nell'altra Aula per un tempo eccessivo, tale poi da tornare alla Camera con poco tempo a disposizione per metterci le mani, quindi con relativa mortificazione del Parlamento stesso e delle forze che lo compongono.
  Siamo in dichiarazione di voto sulla fiducia, Fratelli d'Italia non fa parte del Governo e manifesta la sua contrarietà a questa fiducia, però, vorrei dire: attenzione, perché al di là del merito del provvedimento, su cui interverrà un collega di Fratelli d'Italia in dichiarazione di voto finale più tardi, sulla fiducia noi ci attestiamo e confermiamo la nostra contrarietà a questo Governo, perché ci sembra che tutti i nodi siano rimasti esattamente lì dove li avevamo lasciati.
  Questo Governo ci risulta – questa la fisionomia che appare – che campi alla giornata, che non abbia un obiettivo strategico, che non riesca a delineare un percorso tale da affrontare e portare a soluzioni le criticità con cui l'Italia si va dibattendo ormai da diversi anni. I consumi non crescono, la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, aumenta, la recessione rimane un fatto compiuto e, nelle previsioni proiettate di qui a qualche anno, non si modifica in maniera sostanziale.
  Il rapporto dell'Italia con l'Europa – parliamone, ne parleremo in vista del Consiglio d'Europa del 28 giugno più diffusamente – è un rapporto che va profondamente rinegoziato perché non possiamo Pag. 4pagare noi – e qui davvero andrebbe fatto un processo alla Prima Repubblica – le distrazioni, piuttosto che l'instabilità costante, di quei Governi che duravano mediamente in carica otto mesi e che non riuscivano a farsi rispettare in Europa, per cui si vedevano risorse e opportunità dell'Unione europea, di cui siamo fondatori, andare in buona sostanza e prevalentemente verso i Paesi del nord Europa.
  Possibile che non ci sia l'energia per poter affrontare con vigore e con determinazione quello che risulta allo stato un problema serio ? Non si possono mandare a fasi alterne, come se il Governo fosse un'agenzia di viaggi, propri rappresentanti in Europa senza mai porre la questione centrale. Possibile che non sia chiaro ? Faccio degli esempi perché voglio essere concreto. Siamo uno dei due Paesi dell'Unione con gravissimi problemi idrogeologici e con un alto rischio sismico e l'Europa non prevede dei fondi strutturali per la messa in sicurezza, per affrontare le questioni appena citate del dissesto idrogeologico. Per mettere a regime solo questa materia ci vorrebbero più soldi dei debiti che abbiamo intrapreso – 2.000 miliardi di euro e oltre – nel corso di questi decenni, dal secondo dopoguerra ai giorni nostri.
  Possibile che non si riesca a far rispettare questa esigenza, che è un'emergenza ? Oppure, possibile che rispetto alla grande questione dei flussi migratori – essendo l'Italia un Paese di frontiera ed essendo di fatto la porta d'accesso all'Europa stessa – noi, sia dal punto di vista del contrasto al terrorismo internazionale sia dal punto di vista della possibilità di affrontare l'emergenza di questi cosiddetti «viaggi della speranza», non riusciamo ad essere adeguatamente sostenuti e foraggiati dall'Europa ?
  Possibile, ancora, che esistano trattati e convenzioni, come quella del 20-20-20, per intervenire sulle alterazioni climatiche e cercare di diminuire il tasso di anidride carbonica sull'atmosfera, accordi che penalizzano in particolare l'Italia – chissà se ce la faremo, magari staremo nuovamente sotto processo da parte dell'Europa stessa, chissà se ce la fanno le nostre imprese – e non si riesce a capire che il cosiddetto «effetto serra» produce delle conseguenze che vengono pagate innanzitutto dall'Italia, che è una penisola e ha due grandi isole e, quindi, ha un'esposizione da un punto di vista del rapporto con il mare e con le acque che automaticamente genera una parte di quei problemi che si vorrebbero risolvere facendoci tirare fuori più quattrini, facendoci fare più investimenti ?
  Possibile che non si riescano a rinegoziare quelle quote di produzione in agricoltura che sono state scandalosamente pattuite quando abbiamo avuto decine e decine di Governi vigliacchi o silenti rispetto alle congetture, alla determinazione, forse all'arroganza, dei Paesi del nord Europa ?
  Possibile che anche le regole sulla pesca siano state tagliate su misura sui Paesi che si affacciano sul Mare del Nord e che i nostri pescatori debbano essere costretti, di fatto, a rischiare quello che poi sappiamo – perché ci sono anche conseguenze diplomatiche di cui noi ci dobbiamo occupare – andando a pescare in acque straniere ?
  Possibile che non si riesca di fatto a tutelare gli interessi dell'Italia anche sul piano della produzione industriale ? Possibile che l'Europa non riesca a contrapporsi a quello sfruttamento che c’è in Cina, in India e in Brasile attraverso la produzione a costo quasi zero ?
  In Cina, in particolare, ciò che noi consumiamo in Europa e in Italia viene prodotto nei laogai, in campi di concentramento dove, a costo nullo, dissidenti politici piuttosto che detenuti semplici producono quello che noi consumiamo.
  C’è una concorrenza sleale che l'Europa deve poter contrastare in maniera adeguata, sia per una questione di civiltà sia per una questione anche di carattere economico, perché noi non ce la possiamo fare a tenere alta la nostra competitività rispetto a chi produce sfruttando perfino il lavoro minorile nelle ore del giorno e della notte.Pag. 5
  Allora l'Europa ci deve stare sempre e comunque. Questi argomenti non sono più elementi di dibattito accademico come lo sono stati per decenni quelli in ordine all'Europa, alla sua costituzione, al rapporto tra gli Stati membri. Diventano dirimenti perché dal rapporto che noi riusciamo a stabilire con Bruxelles, dal rapporto strategico possono emergere una parte delle soluzioni ai problemi che oggi ci troviamo ad affrontare.
  Ma ci sono – mi avvio a concludere, colleghi deputati e rappresentanti del Governo – delle questioni che, invece, sono perfettamente annodate intorno alle competenze e ai poteri del Governo. Mi riferisco, ad esempio, alla proprietà della Banca d'Italia. Nel 2005 è stato approvato un provvedimento che prevedeva il ritorno in mano pubblica di un ente che è un ente di diritto pubblico. Poi chissà perché, nonostante il Parlamento abbia approvato questo ritorno in mano pubblica, come del resto capita per molte altre banche centrali di molti Stati occidentali, siccome è stato di fatto demandato a un triennio di tempo la possibilità di emettere regolamenti attuativi significativi e conseguenti, negli anni a seguire, la Banca d'Italia si è riorganizzata e ha cambiato l'articolo 3 del proprio statuto e, quindi, a causa di questa modificazione, praticamente non si può più attuare la legge approvata dal Parlamento italiano.
  Si deve intervenire una volta per tutte per diversificare il ruolo delle banche commerciali dalle banche di affari, se si vuole rimettere in moto l'economia e si vuole che le risorse esistenti, magari anche quelle provenienti dalla Banca centrale europea, possano essere messe a disposizione delle imprese, dell'economia reale, delle famiglie italiane.
  Queste sono solo alcune pillole delle sfide che il Governo ha sul tavolo e noi riteniamo che il Governo possa e debba accoglierle, soprattutto se vuole dare corso a questa sorta di opposizione costruttiva dichiarata che, fin dal principio, ci anima.
  Noi voteremo contro la fiducia perché vediamo un Governo distratto, perché vediamo un Governo inefficiente, perché vediamo un Governo che fa demagogia esattamente come i Governi precedenti, perché vediamo un Governo che inspiegabilmente...

  PRESIDENTE. La prego di concludere. Ha esaurito il suo tempo.

  FABIO RAMPELLI. Concludo... inspiegabilmente fa bocciare degli emendamenti come quello che aboliva l'IMU per le case inagibili, cioè le case dei terremotati, piuttosto che per i fabbricati e gli immobili dove si produce e, quindi, si produce anche lavoro.
  Quindi, se il Governo – finisco – prenderà di petto queste vicende, noi saremo ben disponibili a sostenerlo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, se mi permette, richiamerei in particolar modo la sua attenzione, sul fatto che sul primo voto di fiducia dopo l'insediamento del Governo, con tutto il rispetto per i sottosegretari in aula, non è presente un Ministro che sia uno, ai banchi del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie, MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).

  GIANCARLO GIORGETTI. È una vergogna ! È una vergogna !

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Riteniamo sia inaccettabile, nei confronti dei gruppi parlamentari e di questa Camera, la totale mancanza di rispetto di questo Governo. Ricordo che il Ministro Letta, quando si è insediato, ha detto chiaramente che puntava sulla totale collaborazione con questa Camera. Mi sembra che, alla prima prova dei fatti, si siano smentiti totalmente rispetto alle buone intenzioni iniziali (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).
  Quindi chiedo a lei, signor Presidente, di farsi portavoce di questo malessere perché è inaccettabile continuare in un clima di questo tipo.Pag. 6
  Le dico questo, signor Presidente, perché è l'ennesima dichiarazione mancata nei fatti da parte del Governo Letta. Questa è una prova tangibile che vediamo quest'oggi; ma abbiamo già visto, nei provvedimenti giunti al vaglio di questa Camera, la totale mancanza della messa in atto delle promesse fatte dal Presidente Letta al momento del suo insediamento.
  Io ricordo per esempio un tema fondamentale che abbiamo trattato proprio in questi giorni in quest'aula: quello sull'IMU. Il Presidente Letta, quando si era insediato, aveva indicato come priorità l'eliminazione dell'IMU, come aveva dichiarato anche uno dei principali «azionisti» di questo Governo, ovvero il Popolo della Libertà. Allo stato attuale l'IMU c’è ancora, c’è ancora per tutti i cittadini tranne che per il Ministro Idem (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle), il quale, invece di prendere, in modo serio e responsabile, atto di quanto avvenuto e presentare le dimissioni, è andato a fare un'intervista su la Repubblica, come se ciò risolvesse i problemi di credibilità che ormai vengono a mancare al Ministro stesso. E sorprende anche che il Presidente del Consiglio Letta, invece di prendere le distanze dal suo Ministro e chiedergli di allontanarsi da questa compagine governativa, voglia difenderlo e crederci. E chiedo anche al gruppo del Partito Democratico, il quale in casi precedenti che riguardavano case di ex Ministri, aveva preso posizioni nette e chiare, come mai in questo caso faccia finta di non vedere e voglia proprio dimostrare cos’è la casta, ovvero un Ministro che non paga l'IMU come seconda casa, ed anzi dice che una palestra è la sua prima abitazione, mentre tutti i cittadini invece devono essere tartassati da questa tassa iniqua (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).
  Presidente, non sono solo queste le promesse mancate da questo Governo. Io ricordo anche che tra le priorità imminenti trattate dal Presidente Letta c'era la questione esodati. Il Primo Ministro non parla più della questione, come se gli esodati fossero scomparsi. Solamente grazie alla Lega, è stata calendarizzata in Commissione lavoro la proposta di legge della Lega Nord, infatti forse i colleghi non lo sanno, ma proprio grazie all'intervento della Lega Nord in Commissione lavoro e come «contingente della minoranza», è stata calendarizzata questo giovedì questa proposta di legge.
  Non solo: Presidente, il Governo Letta aveva detto che una delle sue priorità era l'occupazione nel Paese. Per adesso solo parole. Non c’è stato un provvedimento, che sia uno, vista l'urgenza della questione (ricordo il 42 per cento di disoccupazione giovanile), che si occupi della materia. È stata presentata solamente una mozione sulla disoccupazione giovanile, che non ha risolto ovviamente nessun problema, trattandosi di una mozione. Siamo stufi del Governo delle parole e delle promesse. Noi ci eravamo, forse in modo ingenuo, illusi che ci potesse essere anche un Governo dei fatti. Il Governo invece è solo di grandi enunciazioni, ma di nulla di fatto. Presidente, il Governo aveva parlato anche della questione dell'aiuto alle imprese, del rilancio della produttività nel Paese. Anche qui siamo all'anno zero. Il Governo non sta facendo nulla e non ha fatto nulla. Le nostre imprese continuano ad essere le più tassate in Europa, continuano ad avere il doppio della tassazione della Slovenia, continuano ad avere una total tax rate del 68 per cento contro il 50 per cento dell'Austria e il Governo non si muove.
  Il Governo aveva parlato di misure incisive e definitive per difendere la crisi occupazionale. Anche in questo caso con gli ammortizzatori sociali è riuscito semplicemente ad arrivare a luglio, ma nemmeno a coprire i casi difficili fino a fine anno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  Noi possiamo parlare in modo assolutamente non strumentale di queste questioni, perché il gruppo della Lega è quello che aveva voluto fare un'apertura di credito: all'insediamento del Governo noi, da opposizione, ci eravamo astenuti, cercando di dire «facciamo qualcosa nel Paese, finiamola di prendere posizioni strumentali». Pag. 7Purtroppo questa nostra posizione deve essere rivista, in quanto il Governo non ha fatto e non sta facendo nulla. Anche oggi ci troviamo a trattare un provvedimento che è stato utilizzato come merce di scambio con i gruppi di maggioranza al Senato, per cercare di farlo «cannibalizzare» e dare la carne a chi voleva mettere qualcosa di proprio, qualcosa pro domo sua, senza pensare all'interesse generale.
  Il Governo, le cui varie componenti politiche non riescono ad esprimere la loro forza politica, si è fatto prendere la mano, con riferimento a questo provvedimento, al Senato dove sono stati introdotti – ricordo – 17 articoli. Cinquanta giorni al Senato per poi arrivare alla Camera e avere meno di una settimana per approfondire e trattare il tema. Anche questo è inaccettabile. E per questo, quando ieri è intervenuto il Ministro Franceschini, il gruppo della Lega Nord e Autonomie con chiarezza ha voluto far capire di chi sono le responsabilità. Non si può far finta che il Governo abbia cercato di mediare con una posizione responsabile e i gruppi parlamentari non ci sono stati. Non è così, non è la verità. La verità è che al Senato si è voluta fare un'operazione per tenere unita questa maggioranza, cercando di dare il contentino a tutti. Noi riteniamo, viceversa, che le risposte debbano essere date al Paese, non ai gruppi di maggioranza per cercare di tenere unito questo Governo e questa maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).
  E parlo con il Governo, con il Governo che c’è e con i Ministri che non ci sono: noi, in tutti casi che sono passati in quest'Aula e nelle Commissioni, abbiamo cercato di fornire il nostro contributo, cercando di dare delle risposte positive al Paese. La risposta del Governo e della maggioranza è stata una chiusura totale. Noi, addirittura, avevamo chiesto di indicare, nei principi della futura riforma del patrimonio immobiliare, che non si pagasse l'IMU sulla prima casa e che fossero aiutate le imprese. Nei principi. La maggioranza e il Governo hanno detto che questi principi non possono esserci e sono gli stessi principi di cui aveva parlato il vostro, quello che avete votato voi, Presidente del Consiglio. Io mi domando con quale coraggio si possa applaudire con tanto livore e andare sui giornali con tanta certezza a fare delle promesse ai cittadini e venire in quest'Aula e votare l'esatto opposto. Quando si parla di lontananza dalla politica da parte dei cittadini, noi la vediamo e la tocchiamo con mano in queste circostanze. Presidente, non si può – e concludo – continuare a promettere e mai mantenere. Noi, come abbiamo detto, vorremmo poche cose, chiare, ma fatte. Qui, invece, mi sembra che ci siano soltanto tante promesse mai realizzate (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La Presidenza ha avvertito il Governo che sta mandando un Ministro, ma, ovviamente, il Governo è presente e ben rappresentato dai sottosegretari che hanno seguito il provvedimento.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, signori colleghi e colleghe, rappresentanti del Governo, anche a me a dir la verità, che pure ho rispetto pieno e totale delle rappresentanze del Governo oggi presenti, sembra assolutamente incongrua l'assenza di un Ministro almeno per quanto riguarda la discussione su un voto di fiducia. Lo dico, al di là del bon ton parlamentare, perché ritengo sia abbastanza evidente che la sottovalutazione di una discussione di questo genere sia in realtà la messa in conto che questo è uno strumento ordinario di Governo e così non è. L'apposizione della fiducia non è un modo ordinario di governare. Utilizzare la decretazione d'urgenza non è necessariamente l'unico strumento a disposizione di quella che è ormai la Costituzione materiale con la quale si svolge la nostra attività legislativa. Lo voglio dire con grande chiarezza e ripeto le parole di Pag. 8ammonimento che sono già state trasmesse ufficialmente dal Presidente della Repubblica nel luglio dell'anno scorso quando il ricorso alla decretazione d'urgenza e ai numerosi voti di fiducia fu oggetto di una censura da parte della più alta magistratura dello Stato.
  Non possiamo accettare che questa sia una condizione di emergenza, a maggior ragione per le ragioni ieri esposte dal Ministro Franceschini, che ha detto: questa è una fiducia che si poteva evitare. Allora penso che, da questo punto di vista, occorra segnalare l'importanza del fatto che la determinazione del Governo a veder votata la propria sopravvivenza dal punto di vista politico con una presenza visibile sia stata disattesa in questa fase.
  Noi non abbiamo chiesto il voto di fiducia, per esempio, perché ritenevamo e riteniamo – e questo sarà oggetto anche dell'intervento conclusivo, della nostra dichiarazione sul voto finale da parte del nostro collega Zan – che questo provvedimento contenga luci ed ombre, alcuni provvedimenti effettivamente urgenti, altri estranei per materia, e – lasciatemelo dire – se 47, 50 giorni, che questo provvedimento ha passato nelle aule del Senato... aspetto che il rappresentante Governo si sieda...

  GIANCARLO GIORGETTI. È arrivato... è arrivato (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle) !

  GENNARO MIGLIORE. Se questi 47 giorni servivano per introdurre argomenti, sinceramente, completamente estranei per materia... penso, una per tutti, alla regolamentazione delle camere di commercio estere o italo-estere, che, nella prima versione, che era stata sollecitata fortemente dal PDL prevedeva addirittura, per chi non l'avesse letta, l'introduzione del passaporto diplomatico per coloro i quali avevano delle funzioni interne a queste camere di commercio. Oppure l'introduzione di queste opere di compensazione ambientale, che sono pur sempre interventi per dei comuni ma che servono per dire che la TAV si farà in Val di Susa, cosa sulla quale non siamo d'accordo. Ovviamente, io penso che questa caratteristica – che il Governo ha voluto introdurre – di riutilizzare lo strumento della decretazione d'urgenza per trasformarlo in un decreto omnibus sia la vera radice del problema e in questo senso richiamo il Governo ad una responsabilità maggiore.
  Noi non voteremo la fiducia al Governo perché siamo una forza di opposizione, ma in questo caso, la nostra non fiducia è dovuta anche al fatto che non ci si attiene, come pure era stato programmaticamente detto anche dal Ministro Franceschini in occasione della discussione sulla revisione del Regolamento, al fatto che vi potesse essere un utilizzo parco, moderato, anche nei contenuti. Allora mi chiedo se quello che abbiamo di fronte non sia un Governo effettivamente non tanto delle larghe intese, ma delle grandi disattenzioni su quelle che sono le urgenze del Paese. Anche ieri ho ascoltato il Presidente Letta parlare di esodati, ma qui di parole se ne sono state dette fin troppe. Lo dico: su questo, fatelo un decreto ! Fate un decreto d'urgenza sugli esodati (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) perché è lì l'emergenza del Paese, perché quella è una vergogna che è stata perpetrata dal precedente Governo, che non ha avuto la capacità di mettere in campo quelle esigenze, di coesione e di condizione equa per la maggior parte dei cittadini. C’è un vulnus in questo Governo, che non si rende conto che questo Paese, ormai, è una pentola a pressione, pronta scoppiare. C’è un vulnus nel momento in cui non si riesce a rappresentare l'esigenza di chi oggi – e noi andremo a testimoniare a favore – sta prendendo i soldi pubblici, Ministro Franceschini. Noi oggi andiamo alla FIAT di Pomigliano, perché c’è una notte bianca organizzata davanti ai cancelli della fabbrica, e sa perché ? Perché sono stati intensificati i ritmi e sono state chieste numerose ore di straordinario, e intanto lo Stato paga le 2.500 persone che sono ancora fuori in cassa integrazione !
  Se voi non intervenite su questo, se voi non interverrete sulle acciaierie di Terni, Pag. 9battendo il pugno sul tavolo dell'Unione europea nel momento in cui si chiede in nome della concorrenza, di spacchettare quella azienda in nome del profitto, io penso che voi avrete fallito.
  Ed è per questo motivo, che quando mi si dice: non penserai mica che si possono risolvere tutti i problemi del Paese in tre mesi, io ve ne chiederei almeno uno ogni tanto; e sulle vere urgenze, non sulle questioni che, appunto, possono essere un ritardo dovuto all'amministrazione. L'accorpamento del Ministero del turismo con il Ministero dei beni culturali sia fatto, ma non attraverso l'utilizzo della decretazione d'urgenza.
  Ma qui – e concludo – voglio rivolgermi anche con grande passione e rispetto ai colleghi del MoVimento 5 Stelle con una domanda: quando facciamo l'ostruzionismo ? La mia prima domanda è: perché, visto che queste cose sono state tutte introdotte al Senato, il gruppo al Senato del MoVimento 5 Stelle non ha fatto ostruzionismo, visto che era quello il momento in cui bloccare l'attività impropria del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ? La seconda: ho visto anche sulla pagina Facebook «Montecitorio 5 Stelle» che si richiamava a una vittoria. Ecco, io su questo vorrei dire che appartengo ad una cultura politica e per questo motivo anche alcuni richiami sul perché non fate un'opposizione più dura. L'opposizione più dura non è l'ostruzionismo, perché l'ostruzionismo, almeno per come la penso io, si fa qui dentro quando fuori c’è qualcosa che preme.
  E questi argomenti, francamente, nella maggior parte dei casi, noi eravamo anche d'accordo a proporli in avanti, altrimenti si cade nel rischio di un iperparlamentarismo autoreferenziale che non porta da nessuna parte, che separa il merito dal metodo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). E questo, dal mio punto di vista, è un problema rispetto a chi è venuto anche tra i nostri banchi a richiedere una maggiore presenza ostruzionistica. Vi prego di non fare ostruzionismo in Commissione giustizia quando vi unite all'ostruzionismo della Lega per dire, per esempio, che devono essere evitati gli interventi della messa alla prova e, cioè, della possibilità di comminare più misure alternative.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GENNARO MIGLIORE. Dobbiamo essere – e concludo – forze di libertà, di cambiamento, di progresso. L'ostruzionismo serve quando, lì fuori da questo Palazzo, c’è qualcuno a cui viene negato un diritto. E io penso che dovrà essere fatto in ogni momento nel quale noi vedremo che questa violazione di un diritto sarà considerata un nocumento per il Paese. Per il resto, noi rimarremo la forza di opposizione che intende cambiare concretamente e meglio possibile quest'azione di Governo che, fino ad oggi, non solo non ci ha soddisfatto, ma ha tradito anche le stesse attese che aveva prodotto nel discorso di insediamento del Presidente Letta (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dellai. Ne ha facoltà.

  LORENZO DELLAI. Signor Presidente, colleghe e colleghi, il gruppo di Scelta Civica voterà a favore della fiducia richiesta, lo farà con convinzione per la condivisione dei programmi, dei progetti e degli intendimenti di questo Governo. Ma lo farà – lo accennavo già ieri nel corso del mio intervento in Aula – anche con rammarico, con quel rammarico che ricordo lo stesso Ministro per i rapporti con il Parlamento ha proposto nel chiedere la fiducia.
  Vorrei anche cogliere l'occasione per esprimere al Ministro Franceschini solidarietà per le accuse molto pesanti che ha ricevuto ieri, a fronte, peraltro, di un intervento che, come ripeto, mi è sembrato, a noi è sembrato, molto sincero e, soprattutto, molto convincente nel dire che il Governo non avrebbe voluto porre la fiducia. E noi, altrettanto sinceramente, Pag. 10dobbiamo dire che avremmo preferito evitare questo voto di fiducia. Così come – lo anticipo – preferiremmo, per il futuro, evitare di dover utilizzare o chiedere che siano utilizzate tutte quelle forzature regolamentari, che pure ci sono e che pure la maggioranza avrebbe anche il diritto di richiedere, per tutelare la sua funzione e l'esercizio delle sue competenze.
  Ho già detto ieri...
  Ho già detto ieri, appunto, che si è persa, dal nostro punto di vista, un'occasione. A fronte del Senato che ha utilizzato, eccessivamente, i tempi a sua disposizione, a fronte del Senato che ha introdotto misure assolutamente eterogenee nel decreto-legge iniziale si sarebbe potuto dare un segnale utile, importante, a noi stessi e al Senato accettando la mediazione che faticosamente era stata ricercata e, ci sembrava di aver capito, trovata nella Conferenza dei presidenti di gruppo. L'impostazione di rigidità dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, una rigidità legittima, naturalmente, ma che comunque, di fatto, ha superato questa possibilità, non ha consentito di cogliere, forse, il valore politico e istituzionale di quel compromesso che si poteva raggiungere, di quel compromesso che certamente non avrebbe soddisfatto al 100 per cento nessuno, né il Governo, né la maggioranza, né le opposizioni ma che avrebbe, comunque, dato, lo ripeto, un segnale importante di inversione di tendenza nel metodo con il quale Senato e Camera lavorano e affrontano i provvedimenti del Governo. Non mi interessa, qui, dire se dietro questi atteggiamenti dell'opposizione, o di parte dell'opposizione, vi siano altre tattiche politiche, quello che mi interessa dire è che, con assoluta sincerità, noi abbiamo concorso a ricercare questo possibile compromesso e ci rammarichiamo molto che questo non sia stato alla fine condiviso.
  Aggiungo, anche, che i nostri colleghi senatori, che in realtà hanno combinato questa vicenda piuttosto incongrua sul testo, in realtà se la ridono perché con la decisione che abbiamo preso di porre la questione di fiducia si evitano, anche, di doversi ritrovare lunedì per apportare, almeno parzialmente, una correzione a ciò che avevano fatto nei giorni scorsi. Tuttavia, voglio anche dire a nome del mio gruppo che non ci appassiona questa polemica, questa forzata polemica; non ci appassiona questo riecheggiare, nelle dichiarazioni dentro quest'Aula, dei toni tipici di una campagna elettorale, non ci appassiona neanche la faziosità di certe tifoserie. Dunque, diciamo con molta chiarezza che abbiamo riconosciuto e riconosciamo anche la fondatezza di alcune critiche rivolte dall'opposizione, anche dal MoVimento 5 Stelle e, per quanto ci riguarda, per il futuro, ci impegniamo a tenere conto di queste osservazioni, a trovare il modo, parlando con tutti gli altri gruppi parlamentari, di migliorare la qualità, l'efficacia del nostro lavoro e a tutelare di più anche il ruolo delle Commissioni, il ruolo della Camera; e questo significa affrontare seriamente alcuni temi sul piano dell'adeguamento dei Regolamenti che presiedono i nostri lavori, significa costruire intese fra Camera e Senato, significa trovare, insomma, il modo per rimuovere alla radice la tendenza, l'utilizzo della decretazione d'urgenza in alternativa a procedure e a strumenti più efficienti, più rapidi e più moderni, forse, anche, di discussione democratica all'interno delle Commissioni e delle Aule.
  Tuttavia dobbiamo anche dire che la politica e il buonsenso richiedono di collocare le giuste discussioni procedurali all'interno di un contesto, all'interno di un contesto che è fatto dei problemi del nostro Paese e delle aspettative che il Paese ha nei nostri confronti e dunque, politica e buonsenso richiedono di dare un peso alle cose. Questo decreto-legge che noi oggi convertiamo, accanto ad alcune normative che anche noi, molto volentieri, avremmo visto stralciate dal testo, contiene anche norme urgenti, norme importanti per tanti cittadini e per tante comunità locali. Contiene anche delle norme che consentono la prosecuzione di lavori importanti; mi permetto di citare solo, per vicinanza territoriale, le norme che riguardano la ferrovia del Brennero. Quando qualcuno come me ha l'avventura di vivere Pag. 11in una valle che si vede attraversata ogni anno da quaranta milioni di tonnellate di merci, trenta delle quali su Tir e meno di dieci sulla ferrovia non può che guardare con attenzione a quanto le istituzioni fanno per arrivare ad una riconversione modale del trasporto.
  Questo decreto contiene dunque tante cose importanti, ma, aggiungo, altre decisioni importantissime attendono il Parlamento e le Commissioni nelle prossime settimane, a fronte di una situazione generale sul piano sociale, economico ed anche civile che si va deteriorando rapidamente.
  Noi non possiamo dare l'idea, come parlamentari, che, ad un Governo che risponde alla giusta e pressante domanda dei cittadini circa il fare, corrisponda un Parlamento che invece non riesce a stare al passo e si consuma in una costante e sterile polemica. Questo sarebbe benzina sul fuoco già vivo dell'antiparlamentarismo, un antiparlamentarismo che conduce non come qualcuno pensa ad una democrazia più autentica, più partecipata e magari più diretta, ma invece conduce inevitabilmente alla verticalizzazione del potere e rafforza la percezione popolare che la mediazione politica e il dibattito democratico siano alla fine orpelli di un vecchio regime che va superato.
  Sarebbe questa la sconfitta non solo della Camera ma la sconfitta della politica perché quando la metodologia del fare si dissocia dalla fisiologia del pensare e del discutere – e il Parlamento è il luogo principe della discussione e speriamo del pensiero – beh quando succede questo non è un buon giorno per la democrazia.
  Dunque debbo dire che in questi mesi, in questi primissimi mesi di legislatura, mi è apparso evidente che noi siamo di fronte a questo rischio, un rischio ancora più insidioso se consideriamo che siamo alla vigilia di una fase, che anche noi abbiamo concorso ad avviare, di riforma della nostra Costituzione nella quale si discuterà anche del rapporto fra i vari ambiti della rappresentanza e del potere. Talvolta si ha l'impressione che questo Parlamento sia un po’ come il nostro Paese, un luogo dove si sciupano le molte energie e i molti talenti che pure ci sono in tutte le aree politiche ma che non riescono a tradursi in un confronto costruttivo perché siamo tutti un pochino prigionieri di una liturgia vuota, senza senso, senza respiro.
  Ecco perché, pur non volendo attribuire alle vicende di questi giorni una valenza sproporzionata, abbiamo parlato e parliamo di un'occasione persa e l'abbiamo persa tutti quanti; un'occasione persa per dare un segnale che vada in una direzione diversa, al di là degli interessi di parte della maggioranza, dell'opposizione o del Governo. Tuttavia vorrei anche dire che la politica è l'ambito dei tempi penultimi, mai dei tempi ultimi, dunque noi vogliamo sperare che tutti assieme, anche sulla base di quanto accaduto in questi giorni, sappiamo superare questa situazione e sappiamo anche ricostruire o recuperare tra di noi un rapporto di maggiore qualità affinché possiamo mettere al servizio del Paese, in modo più produttivo, tutte le potenzialità, le grandi potenzialità dovute anche ad un forte ricambio di questo Parlamento per le qualità delle persone e delle formazioni politiche che qui rappresentano tutte assieme e ciascuna la comunità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alli. Ne ha facoltà.

  PAOLO ALLI. Signor Presidente, signor Ministro, signori sottosegretari, onorevoli colleghi, ci troviamo oggi nella situazione di dovere esprimere il nostro voto di fiducia al Governo per la prima volta in questa legislatura su un provvedimento. È una prima volta che accade presto, dopo che abbiamo esaminato e votato provvedimenti che hanno visto anche ampie convergenze su temi molto delicati per il Paese. Spiace che non si sia riusciti ad evitare questo passaggio quando ve ne erano le possibilità ed è necessario ribadire anche alcune considerazioni sul percorso che ci ha portati fin qui. Prima però Pag. 12dobbiamo premettere una considerazione fondamentale: il voto di fiducia al quale siamo chiamati non è un capriccio o una sterile prova di forza.
  Il decreto-legge di cui voteremo la conversione è un atto di importanza fondamentale per il futuro prossimo del nostro Paese, dal momento che esso affronta problemi reali e urgenti, la cui soluzione è fortemente attesa; interventi che tutelano l'ambiente, come nel caso dei provvedimenti relativi al recupero dell'area di Piombino o le emergenze ambientali a Palermo, in Campania e in Puglia, interventi che danno certezze a chi ha subito i danni di calamità naturali, e mi riferisco agli eventi sismici in Abruzzo, Molise, Emilia, Lombardia e Veneto.
  Si tratta di misure urgenti che consentono di affrontare con la necessaria tranquillità la realizzazione di un grande evento di dimensione mondiale, come l'Esposizione universale di Milano del 2015, uno dei pochi avvenimenti fortemente simbolici attraverso il quale l'Italia potrà rafforzare la propria immagine internazionale; uno dei pochi veri sogni del nostro Paese, una realtà destinata a provocare ricadute fortemente positive non solo su Milano, la Lombardia e il Nord, ma sull'intera Italia e ne è prova il grande interesse a livello nazionale e internazionale. Insomma, stiamo parlando di un complesso di interventi che, oltre a dare risposte fortemente attese dai nostri cittadini, contribuiscono al tempo stesso allo sviluppo economico del nostro Paese attraverso la mobilitazione di ingenti risorse che, in un momento di grave crisi, producono un effetto positivo sul sistema.
  Certo, abbiamo rilevato che il decreto-legge non è proprio un miracolo di omogeneità, in quanto comprende misure che, sotto il cappello dell'emergenza, mescolano situazioni di reale crisi, causata da eventi imprevedibili, con realtà figlie di cattive gestioni perpetuatesi nel tempo e abbiamo anche sottolineato nel dibattito che l'uso continuo e spesso eccessivo di commissariamenti e di proroghe sine die di questi commissariamenti non sempre corrisponde a criteri di reale efficienza, efficacia e trasparenza e che, quindi, di tale metodo non si deve abusare.
  Abbiamo, altresì, constatato che gli interventi emendativi del Senato hanno ulteriormente aumentato l'eterogeneità del decreto-legge, laddove ad esempio vengono introdotte previsioni inerenti alle camere di commercio italo-estere o alla disciplina relativa alle terre e rocce di scavo: questo, peraltro, è un tema importantissimo, mai adeguatamente affrontato e risolto in modo organico.
  Alla luce di queste considerazioni, abbiamo chiesto al Governo, nel corso del dibattito alla Camera, di far sì che in futuro si evitino provvedimenti caratterizzati da elevati gradi di eterogeneità perché ciò non favorisce la chiarezza e la trasparenza dei provvedimenti.
  A queste considerazioni, però, si è aggiunto un percorso di approvazione che ha messo la Camera dei deputati in condizione di non poter lavorare adeguatamente, a causa del fatto che il Senato si è preso quasi tutto il tempo disponibile per giungere all'approvazione. Questo, però, va detto, anche in forza del fatto che il decreto è stato varato prima dell'insediamento del nuovo Governo e, conseguentemente, i tempi di esame al Senato si sono dilatati.
  In sintesi, abbiamo, da un lato, riconosciuto responsabilmente l'importanza di questo provvedimento, dall'altro, abbiamo anche criticato in modo deciso i limiti di contenuto e i difetti di metodo che ne hanno caratterizzato l'iter. Di fronte all'atteggiamento ostruzionistico manifestatosi in Aula, legittimo anche se – a nostro parere – inopportuno e ingiustificato, visto il merito del provvedimento, sono stati effettuati tentativi volti a superare la situazione di stallo creatasi, offrendo dapprima, un forte impegno del Governo ad accogliere, attraverso ordini del giorno, le istanze che non avevano potuto tradursi in emendamenti.
  Non essendosi rivelata praticabile questa via, si è successivamente giunti alla proposta di rimandare al Senato un testo emendato nelle parti più evidentemente Pag. 13disomogenee, in modo condiviso, ipotesi sulla quale si è registrato, peraltro, il consenso del Governo. L'adozione di quest'ultima soluzione avrebbe consentito certamente di avere un provvedimento migliore di quello sul quale oggi siamo chiamati ad esprimerci ma, mentre Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord avevano espresso il proprio accordo, il MoVimento 5 Stelle ha ritenuto di continuare sulla strada della «prova di forza». Si è trattato, a nostro parere, di una pagina negativa, che ha costretto il Governo a porre la fiducia. È un rammarico per tutti – lo ha espresso ieri il Ministro Franceschini – e lo è per quanti hanno lavorato a soluzioni diverse: mi riferisco ai capigruppo e al Comitato dei nove e qui colgo l'occasione per ringraziare il relatore Bratti e il presidente Realacci.
  Il percorso non è stato entusiasmante. Cerchiamo di trarne conseguenze positive per il futuro, anzitutto chiedendo alla Presidenza di difendere le prerogative della Camera dei deputati attraverso un adeguato coordinamento ed equilibrio con il Senato. Non posso qui non ricordare ancora, come ha fatto ieri il collega Baldelli, che questa situazione è figlia del fatto che è ancora vigente, dopo 16 anni, l'articolo 154 del Regolamento della Camera, in virtù del quale i decreti-legge non possono essere discussi con i tempi di tutti gli altri provvedimenti, e questa situazione va chiarita e risolta quanto prima.
  Sappiamo che saranno ancora necessari decreti-legge e voti di fiducia. Ribadiamo qui che questi sono strumenti assolutamente legittimi, come è del tutto corretto quanto sta accadendo oggi in quest'Aula. Lo diciamo perché ne siamo profondamente convinti e anche perché, al di là del legittimo gioco delle parti, non vorremmo che gli stessi che affermano che la nostra Costituzione è la più bella del mondo facessero finta che decreti-legge e voti di fiducia non siano previsti in essa. La Costituzione non può essere bella quando conviene e ignorata quando non conviene.
  Aggiungo un'ultima considerazione. Si è parlato e si continua a parlare di costi della politica. I veri costi sono quelli di una politica che non decide, che non fa. I costi sono quelli del non fare, del rimandare, del non prendersi fino in fondo le proprie responsabilità. La gente lo ha capito e ce ne ha dato prova non andando a votare, perché non si fida più di inerzie e immobilismi.
  Il nostro Governo è partito con il piede giusto e siamo certi che continuerà. Il Parlamento ha fin qui dimostrato di saper lavorare, anteponendo a interessi particolari il bene comune e questa è l'unica cosa che i nostri cittadini si aspettano, i cittadini che si esprimono su Internet e quelli che il computer non ce l'hanno, non lo sanno usare o non hanno tempo di usarlo perché sono impegnati a lavorare, ad esempio magari perché sono stati terremotati. E per il senso di responsabilità che ci muove verso tutti i cittadini, quelli del web e quelli che abitano le periferie abbandonate d'Italia, il Popolo della Libertà voterà convintamente la fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, Governo, cari colleghi, pensavamo di fare un discorso sulla fiducia, invece abbiamo visto che il titolo del discorso è: «tutti contro il MoVimento 5 Stelle» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci troviamo qui di nuovo di fronte all'ennesima fiducia da dare ad un Governo, questa volta al decreto-legge n. 43 del 2013, il decreto delle emergenze ambientali. Questo voto, però, non evoca la fiducia ma, piuttosto, la parola ricatto. Che figura ci fa un Governo con una maggioranza così ampia a porre la questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  E che sia chiaro a tutti: il MoVimento 5 Stelle, ovvero l'unica vera opposizione, non ha chiesto la fiducia. Ecco l'ennesimo ricatto di un Governo degli inciuci nei Pag. 14confronti di un Parlamento di nominati, tra le cui pareti rimbombano, giorno dopo giorno, parole vuote, una retorica assordante, un affannarsi cui non corrispondono mai spazi di manovra, di discussione e di decisioni reali e concrete.
  Presidente, colleghi, mi sembra di sentire rimbombare, qui dentro, le dita che pigiano i bottoni e mi sembra persino di sentire rimbombare, tra queste mura, il fruscio di carte che passano senza fermarsi; ma, sono rumori nel vuoto. Cari colleghi, la scatola è vuota (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Noi pigiamo i bottoni e passiamo carte come notai impotenti, che vidimano e avallano ciò che si decide altrove.
  Lo chiamano decreto emergenze ambientali. Ma cosa c'entrano le camere di commercio con le emergenze ambientali ? E il TAV ? E la governance dell'Expo, per cui si autorizzano opere con cemento derivato dalla combustione di rifiuti edulcorati, che generano ancora più diossina ? Questo decreto vuole risolvere delle emergenze ambientali, ma in realtà le aggrava e ne crea di nuove (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ci avete dato degli irresponsabili, ma noi ci sentiamo talmente responsabili delle sorti di quest'Aula, di questo Parlamento e di questa democrazia, da essere stati gli unici a farsi carico di costruire un argine per difendere le prerogative e la sovranità di questa Assemblea.
  Secondo voi, il nostro è un Parlamento libero ? Una democrazia compiuta ? Piero Calamandrei diceva che la libertà è condizione ineliminabile per la legalità. Dove non vi è libertà non può esservi legalità. Ecco, la legalità è un chiodo fisso del MoVimento 5 Stelle, da sempre. Su questo decreto, tra l'altro, pesa una pregiudiziale di incostituzionalità. È un parere che oserei definire inquietante quello rilasciato dal Comitato per la legislazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Noi volevamo che fosse un decreto che portasse i territori interessati fuori dall'emergenza, ma l'emergenza a questo Governo conviene per poter continuare a far ciò che è stato fatto negli ultimi vent'anni. Questo Governo infatti ha una potenza mediatica tale da far diventare l'ultima balla una verità assoluta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ovvero che il MoVimento 5 Stelle, bloccando questo decreto, abbia impedito di destinare i fondi alle zone terremotate per l'Emilia e per l'Abruzzo. È talmente falsa questa affermazione da poter essere riassunta in una sola parola: schifo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Invece, andrebbe detto, a onor del vero, che in Conferenza dei presidenti di gruppo, con la presenza del Ministro Franceschini e di tutta la maggioranza, vi siete impegnati prima a ripristinare il decreto nella sua forma originale e subito dopo ad eliminare tutto quello che con le emergenze ambientali non c'entrava nulla. Sapete quanto vale una persona che si rimangia la parola data ? Nulla. E questo i cittadini lo sanno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora, preferiamo rivolgerci direttamente agli abruzzesi e agli emiliani e non a questo Governo, che non ha credibilità. Cittadini, questo Governo non vi guarderà mai negli occhi e vi spiego il perché. Avrebbe avuto la possibilità di porre fine al vostro stato di emergenza, ma non l'ha fatto, per un mero calcolo politico: non votare uno dei nostri emendamenti al decreto, uno dei nostri cento emendamenti al decreto. Questo decreto è un imbroglio ed una prassi consolidata, quella di trasformare, con la scusa dell'emergenza, un decreto in un elenco di regalie, di appalti e di affari che nulla hanno a che fare con i bisogni dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Tornando a voi, signori del Governo, voi siete dalla stessa parte di chi rideva al telefono la notte al sisma all'Aquila. Voi siete quelli che proprio l'altro giorno avete bocciato un nostro emendamento che prevedeva l'esenzione dell'IMU per gli immobili inagibili per le calamità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 15

  ALESSANDRO BRATTI, Relatore. Non la pagano !

  RICCARDO NUTI. Voi della maggioranza siete quelli che non vogliono rinunciare a quei «giocattoli difettosi» che rispondono al nome di F-35. Potreste fare degli stanziamenti veramente sostanziosi alle zone colpite dai sismi. Ve lo abbiamo chiesto, e non lo avete fatto. Voi siete quelli degli slogan che coprono inganni e truffe e non abbiamo dimenticato la truffa del disegno di legge sul finanziamento ai partiti. L'avete venduta bene, con la complicità dei mass media. Con i cittadini colpiti dal terremoto siete avari, con i vostri partiti invece siete sempre molto generosi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo deciso di donare 400 mila euro all'Emilia, frutto delle libere sottoscrizioni dei cittadini per la nostra campagna elettorale, voi invece per il 31 luglio intascherete 91 milioni di euro. Bravi, complimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Per quanto tempo davvero credete di continuare così ? Voi sareste i responsabili e noi quelli che teniamo congelati i nostri voti ? Qualcuno qui dentro e fuori da qui ancora ci chiede perché non abbiamo fatto il Governo con il PD ? C’è ancora bisogno di spiegarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Per far passare queste porcate siete capaci di spingere fino a modificare le regole del Parlamento, quando voi stessi non siete stati in grado di rispettarle. Basta ricordare che questo decreto doveva restare al Senato trenta giorni, e non cinquanta. Signore, voi ancora non l'avete capito, ma è fi-ni-ta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Avevamo detto, nel giorno dell'insediamento del Governo, che non si sarebbe più parlato di emergenze, ma di conseguenze.
  Sappiate che non saremo noi a presentarvi il conto, ma i cittadini italiani. Avrete la fiducia, sì, ma solo la vostra. Pur di non accordarvi con il MoVimento 5 Stelle sulle proposte reali, state passando sui cadaveri de L'Aquila e dell'Emilia (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico); tutto al solo scopo di continuare a distribuire soldi ai vostri amici.
  Adesso siamo noi a dirlo a voi: scongelatevi (Prolungati applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà. Colleghi, consentite al deputato Borghi di svolgere il suo intervento, grazie. Prego, deputato Borghi.

  ENRICO BORGHI. Signor Presidente, grazie per avere spento il semaforo della scritta «applausi» (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e grazie ai colleghi per il loro applauso di benvenuto. Posso assicurarli che non abbiamo bisogno del loro incoraggiamento (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, ci troviamo oggi in quest'Aula a discutere di una questione di fiducia posta dal Governo rispetto alla conversione di un decreto-legge che contiene al proprio interno numerose emergenze, in un Paese, l'Italia, che sembra avere fatto delle emergenze il proprio quotidiano metro di paragone.
  È già stato ricordato a più riprese dal relatore del provvedimento, l'onorevole Bratti, che ringraziamo per il lavoro che ha svolto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), per la sua paziente opera di cucitura e per il costante sforzo di mediazione, che avrebbe meritato ben altra attenzione da parte di settori dell'opposizione parlamentare, la particolarità di questo decreto.
  È un documento figlio di un altro Governo, di una stagione politica ormai passata, che pure si incarica di fornire risposte ad alcune effettive, concrete e reali esigenze ed emergenze presenti nel cuore del Paese, a cominciare dalle zone terremotate dell'Emilia, della Lombardia e dell'Abruzzo, e che forse, solo per questa ragione, meriterebbe di essere immediatamente Pag. 16convertito in legge, senza bizantinismi, faziosità o artifici.
  Un atto legislativo che sconta un limite effettivo, che, come maggioranza, non ci siamo sottaciuti: l'eccessiva dilatazione dei tempi utilizzati dall'altro ramo del Parlamento per il proprio esame, circostanza che ha portato ad un fatto certamente inusuale nel quadro delle relazioni istituzionali, ovvero ad un'istanza formale da parte del presidente dell'VIII Commissione, onorevole Ermete Realacci, nei confronti del Presidente della nostra Assemblea, che siamo convinti saprà esercitare la propria azione istituzionale al fine di evitare che in futuro simili circostanze abbiano a ripetersi, con la non accettabile compressione del doveroso confronto e dibattito di merito all'interno della Camera dei deputati.
  Anche in virtù di tali atteggiamenti, aperti alla discussione e al confronto e scevri da spiriti faziosi o da impostazioni aprioristiche, che avevano portato all'individuazione dello stralcio di quattro punti specifici del provvedimento, compreso, collega Nuti, quello riferito alle camere di commercio, ci saremmo attesi da parte dell'opposizione un confronto certamente aperto alle diversità e alle diverse sensibilità e articolazioni che sono proprie di una normale dialettica politica e parlamentare, ma, comunque, rispettoso, sia dello sforzo di compromesso nelle condizioni date sia dell'esigenza di varare comunque il provvedimento nei termini fissati, per venire incontro alle tante questioni affrontate dal provvedimento. Invece, abbiamo assistito, da parte di una porzione dell'opposizione, ad una scelta di tipo diverso: la scelta, cioè, di anteporre al merito delle questioni le tattiche di una «guerriglia parlamentare» propria dei mestieranti della politica, tanto disprezzata quando si era ancora semplici cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e così tanto lontane, colleghi del 5 Stelle, dagli annunci roboanti di volontà di confronto di merito, di disponibilità a votare tutti i provvedimenti che fossero utili ai cittadini, di convergenza sui singoli aspetti, a prescindere dai posizionamenti ideologici.
  Con questo provvedimento, cari colleghi del Movimento 5 Stelle, siete definitivamente «sbarcati», anche voi, nel tanto vituperato gioco delle parti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), delle tattiche parlamentari e dei messaggi lanciati per occultare sistematicamente realtà scomode, che comunque appaiono quotidianamente sotto gli occhi dei nostri concittadini.
  Avete anche voi perso «l'età dell'innocenza», ma, a giudicare da questi atti, state imboccando non già la fase della maturazione adulta, quanto quella della regressione infantile, che alla coerenza delle posizioni politiche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) sostituisce l'urlo della tifoseria da stadio, come se la dimensione della massa, anziché la concezione personalistica, fosse l'unica strada per costruire una politica.
  Di fronte a tutto ciò, rischiano di sfumare sullo sfondo le motivazioni reali di questo provvedimento, che noi non siamo disposti a mettere nell'archivio delle pratiche silenziose, perché sarà grazie a questo provvedimento e ai colleghi che accetteranno liberamente di votarlo che si potrà venire incontro alle molteplici esigenze che nei territori emergono da tempo, come reali e concrete emergenze. Basterebbe leggersi i titoli degli articoli per capire come questo provvedimento incida su questioni sensibili, dalle crisi industriali di Piombino e Trieste alle norme per evitare l'interruzione del servizio della raccolta rifiuti di Palermo, dall'emergenza ambientale nella regione Puglia alla ricostruzione in Abruzzo e Molise, dalle misure urgenti in seguito al grave incidente nel porto di Genova fino ai provvedimenti per le aree terremotate di Emilia Romagna e Lombardia, fino alle norme che consentono all'Expo di Milano di esplicare le proprie potenzialità.
  Si è molto discusso, facendole diventare alla fine il reale casus belli attorno al quale si è voluto far naufragare il tentativo di nobile compromesso avanzato dalla Pag. 17maggioranza, di due questioni che ancora una volta, sono state bandite in queste Aule con la potenza della suggestione ideologica, che, come tale, quindi, ottunde ogni riflessione laica e ogni sforzo di ricerca del minimo comune denominatore.
  La prima è il provvedimento, contenuto all'interno del decreto, che consente all'area della Val di Susa di potere spendere, in adesione a provvedimenti amministrativi già da tempo assunti e rispetto ai quali gli amministratori locali hanno già attivato tutte le procedure, la «bellezza» di 10 milioni di euro quest'anno e 20 milioni di euro per il prossimo biennio, per i cosiddetti provvedimenti di compensazione ambientale. Sono state dette in proposito molte parole in libertà, non si capisce se frutto della non conoscenza o della volontà di voler confondere, sempre, le acque. Allora, in proposito, occorrerebbe ribaltare la questione, e cioè chiedere a chi si oppone se sarebbero disposti ad opporsi strenuamente, fino al punto di paralizzare il Parlamento e a rischiare di far decadere un decreto che dà risposte immediate ai tanti problemi concreti e reali di ogni parte d'Italia, se in una qualsiasi altra valle d'Italia si decidesse di consentire agli enti locali di spendere risorse, già nella loro disponibilità, per realizzare interventi per la banda larga, le fibre ottiche, il Wi-Fi, l'energia sostenibile, la manutenzione e messa in sicurezza degli edifici scolastici e dell'edilizia pubblica, il riassetto idrogeologico e la sistemazione della viabilità minore di montagna. Perché è di questo che stiamo parlando, ed è questo che realizzeranno gli enti locali interessati, grazie a questo voto. Scopriamo oggi che i profeti della rete e dello sviluppo sostenibile sono diventati improvvisamente contrari a tutto ciò. Ne prendiamo atto. Ma ci sia consentito di proseguire oltre, perché noi alle promesse che abbiamo fatto, non ultime quelle in occasione delle mozioni sulla TAV, intendiamo dare seguito, e perché noi alle dissertazioni salottiere preferiamo le risposte concrete sul campo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Vorremmo però anche dire, oggi, a chi si oppone a tale misura, di far pace con se stessi. Perché, da un lato, assistiamo alle giuste rimostranze di chi, sul territorio valsusino, sostiene che le somme in ballo siano ancora insufficienti rispetto ai valori complessivi delle compensazioni, e dall'altro, in queste Aule, ci chiede di stralciare ogni provvedimento di spesa. E allora, decidiamoci, perché se i soldi sono pochi bisognerà certo rimpinguarli, ma bisogna pure iniziare a spenderli ! Certo, non può funzionare il gioco di dire sul territorio che ci vogliono più soldi e di dire a Roma che non bisogna stanziarli nei provvedimenti amministrativi e legislativi.
  È un gioco che in altre epoche, in altri contesti, si chiamava «della doppia verità» e non funzionò molto bene quindi delle due l'una. Per non parlare, signor Presidente, dall'altra vexata quaestio che ci ha portato oggi qui a questo voto di fiducia ovvero quella del Terzo valico tra Liguria e Piemonte. Su questo ci sarebbe tantissimo da dire. Si potrebbe discutere del fatto che ci sono appalti fatti, contratti sottoscritti, impegni giuridicamente vincolanti per la pubblica amministrazione che, per il principio della continuità amministrativa, debbono essere onorati da un legislatore che ha il dovere, prima ancora della pretesa, di essere serio, indipendentemente dal colore politico del momento.

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  ENRICO BORGHI. Mi avvio alla conclusione, signor Presidente, ma su questo valgano le parole del sindaco di Genova, Marco Doria, che ieri ha dichiarato pubblicamente che, se il Terzo valico non riceve adeguati finanziamenti, se il Paese non è in grado di rispettare gli impegni assunti, facciamo una pessima figura con l'Europa e diamo un colpo alle nostre possibilità di sviluppo sostenibile.
  Mi sia consentito in chiusura, signor Presidente, una riflessione finale. Abbiamo assistito nella circostanza da parte dell'opposizione, che si è rigidamente rifiutata ad ogni genere di compromesso, ad un'espressione parlamentare di un atteggiamento Pag. 18che si potrebbe definire fellinianamente «prova d'orchestra». Ciascuno è libero di meglio atteggiarsi come crede e si assume naturalmente la propria responsabilità di fronte agli italiani. E del resto, come non vedere in quello che è accaduto in questi giorni, in queste Aule, almeno per chi sia in possesso delle lente dell'analisi politica, e non di quelle della propaganda, uno storico confronto su come si debba articolare una modalità di opposizione, tra un'idea cioè della rivoluzione come conquista palingenetica del potere è un'idea gradualista della trasformazione del sistema ?
  Non ci immischiamo nel dibattito altrui, se non a una condizione: che esso non si scarichi sul Paese, sulle sue istituzioni e sul funzionamento della democrazia come è accaduto in queste ore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Se gli amici del MoVimento 5 Stelle vogliono decidere come articolare la loro presenza nel luogo della sovranità popolare, lo facciano nelle loro sedi e secondo le modalità loro più congeniali, e magari rispettose dell'articolo 49 della Costituzione, ma non usino i bisogni del Paese per i propri regolamenti di conti interni. E soprattutto non confondano la storica frase di Eduard Bernstein secondo la quale il movimento è tutto e il fine è nulla. Quel concetto di movimento aveva l'iniziale minuscola e quell'ammonimento serviva a comprendere che il compito dei partiti democratici non è quello del perseguimento dell'obiettivo massimo attraverso la sopraffazione e l'abbattimento degli avversari...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Borghi.

  ENRICO BORGHI. ... bensì quella dell'azione riformatrice dentro il miglior involucro politico possibile, che è quello della democrazia rappresentativa, quella stessa democrazia rappresentativa che ha dato a noi il compito che ancora una volta qui intendiamo assumerci fino in fondo, di rispondere alle attese e alle esigenze degli italiani e che attende da altri prove di maturità, che ancora non sono state fornite (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marguerettaz. Ne ha facoltà, per due minuti.

  RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Signor Presidente, come deputato della Valle d'Aosta riconfermo la fiducia al Governo Letta, una fiducia ancora più convinta per l'impegno del Governo nell'affrontare le emergenze del Paese, così come per l'attenzione mostrata nei confronti della mia regione in questo primissimo periodo di lavoro. Abbiamo infatti registrato molto positivamente l'inserimento, all'interno degli interventi finanziabili dello «sblocca cantieri», del collegamento ferroviario tra la valle d'Aosta e il Piemonte – di questo ringraziamo in particolare il Ministro Lupi – così come l'impegno assunto di fronte alle tante problematiche della nostra comunità, molte delle quali sono già all'attenzione del Governo.
  Auspico che il senso di responsabilità delle forze di maggioranza eviti in un futuro che ricadiamo in situazioni quale quella che abbiamo vissuto in questi giorni con il decreto sulle emergenze ambientali, così come auspico che possa cambiare l'atteggiamento di una certa opposizione, perché la politica del «tanto peggio, tanto meglio» soprattutto in tempi decisamente difficili come questi, non fa di certo il bene del Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Attaguile.
  Lo chiedono altri colleghi, ma non darò la parola ad altri: c’è un accordo conseguito alla Conferenza dei Presidenti di gruppo, per cui alle 11 comincia il voto di fiducia.
  Il deputato Attaguile ha facoltà di parlare, per due minuti.

  ANGELO ATTAGUILE. Signor Presidente, colleghi, rifacendomi al mio intervento Pag. 19allorquando ho dato la mia fiducia al Governo Letta-Alfano, confermo la fiducia all'Esecutivo, con una raccomandazione: che realizzi quanto dichiarato nel programma di Governo.
  Desidero, senza nessuna polemica, ma desidero dire che condivido pienamente l'atteggiamento dei miei colleghi del gruppo Lega Nord e Autonomie, quando criticano il Governo per l'assenza oggi in Aula. E sono molto rammaricato, perché so che oggi il Consiglio dei ministri era stato rinviato affinché il Governo fosse in Aula. Questa è mancanza di rispetto ! (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle)
  Un Governo così importante, un Governo così ben rappresentato deve avere maggiore rispetto per il Parlamento e, in modo particolare, per la Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite per le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Preavviso di votazioni elettroniche.

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Votazione della questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 1197)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione per appello nominale dell'articolo unico del disegno di legge n. 1197, di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
  Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto.
  Avverto che la Presidenza ha accolto alcune richieste di anticipazione del turno di voto di deputati appartenenti ai vari gruppi, che hanno fatto motivata richiesta per gravi ragioni personali o per impegni legati alla loro carica.
  Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama. La chiama avrà inizio dal deputato Guidesi.
  Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

  (Segue la chiama).

  PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge n. 1197: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 aprile 2013 n. 43, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per Expo 2015. Trasferimento di funzioni in materia di turismo e disposizioni sulla composizione del CIPE, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi il Governo ha posto la questione di fiducia:

   Presenti e votanti  537   
   Maggioranza  269   
    Hanno votato  383    
    Hanno votato no  154.

  (La Camera approva).

Pag. 20

  Si intendono conseguentemente respinte tutte le proposte emendative presentate.

  Hanno risposto sì:

  Abrignani Ignazio
  Adornato Ferdinando
  Agostini Luciano
  Agostini Roberta
  Albanella Luisella
  Alfano Angelino
  Alfreider Daniel
  Alli Paolo
  Amato Maria
  Amendola Vincenzo
  Amici Sesa
  Angelucci Antonio
  Antezza Maria
  Anzaldi Michele
  Argentin Ileana
  Arlotti Tiziano
  Ascani Anna
  Attaguile Angelo
  Baldelli Simone
  Balduzzi Renato
  Bargero Cristina
  Baruffi Davide
  Basso Lorenzo
  Bazoli Alfredo
  Bellanova Teresa
  Benamati Gianluca
  Beni Paolo
  Bergamini Deborah
  Berlinghieri Marina
  Berretta Giuseppe
  Bersani Pier Luigi
  Bianchi Dorina
  Bianchi Mariastella
  Biancofiore Michaela
  Biasotti Sandro
  Biffoni Matteo
  Bindi Rosy
  Binetti Paola
  Bini Caterina
  Biondelli Franca
  Blazina Tamara
  Bobba Luigi
  Boccuzzi Antonio
  Bolognesi Paolo
  Bombassei Alberto
  Bonaccorsi Lorenza
  Bonafè Simona
  Bonavitacola Fulvio
  Bonomo Francesca
  Borghese Mario
  Borghi Enrico
  Borletti Dell'Acqua Buitoni Ilaria Carla   Anna
  Braga Chiara
  Bragantini Paola
  Brambilla Michela Vittoria
  Brandolin Giorgio
  Bratti Alessandro
  Bray Massimo
  Bressa Gianclaudio
  Brunetta Renato
  Bruno Franco
  Bruno Bossio Vincenza
  Calabria Annagrazia
  Calabrò Raffaele
  Campana Micaela
  Cani Emanuele
  Capelli Roberto
  Capezzone Daniele
  Capodicasa Angelo
  Capone Salvatore
  Capozzolo Sabrina
  Capua Ilaria
  Carbone Ernesto
  Cardinale Daniela
  Carella Renzo
  Carfagna Maria Rosaria
  Carnevali Elena
  Carocci Mara
  Carra Marco
  Carrescia Piergiorgio
  Casero Luigi
  Cassano Franco
  Castiello Giuseppina
  Castricone Antonio
  Catania Mario
  Causin Andrea
  Cenni Susanna
  Censore Bruno
  Centemero Elena
  Cera Angelo
  Cesa Lorenzo
  Cesaro Antimo
  Cesaro Luigi
  Chaouki Khalid
  Chiarelli Gianfranco Giovanni
  Cicchitto Fabrizio
  Cimbro EleonoraPag. 21
  Coccia Laura
  Colaninno Matteo
  Cominelli Miriam
  Coppola Paolo
  Coscia Maria
  Costa Enrico
  Cova Paolo
  Covello Stefania
  Crimì Filippo
  Crimi Rocco
  Crivellari Diego
  Culotta Magda
  Cuperlo Giovanni
  D'Agostino Angelo Antonio
  D'Alessandro Luca
  Dallai Luigi
  Dal Moro Gian Pietro
  Dambruoso Stefano
  Damiano Cesare
  D'Arienzo Vincenzo
  D'Attorre Alfredo
  Decaro Antonio
  Del Basso De Caro Umberto
  Dellai Lorenzo
  De Maria Andrea
  De Menech Roger
  De Mita Giuseppe
  Di Lello Marco
  Di Maio Marco
  D'Incecco Vittoria
  Distaso Antonio
  Donati Marco
  D'Ottavio Umberto
  Ermini David
  Fabbri Marilena
  Faenzi Monica
  Famiglietti Luigi
  Fanucci Edoardo
  Farina Gianni
  Fassina Stefano
  Fauttilli Federico
  Fedi Marco
  Ferranti Donatella
  Ferrari Alan
  Ferro Andrea
  Fiano Emanuele
  Fiorio Massimo
  Fioroni Giuseppe
  Fitto Raffaele
  Folino Vincenzo
  Fontana Cinzia Maria
  Fontana Gregorio
  Fontanelli Paolo
  Formisano Aniello
  Fossati Filippo
  Fragomeli Gian Mario
  Franceschini Dario
  Fregolent Silvia
  Fucci Benedetto Francesco
  Gadda Maria Chiara
  Galan Giancarlo
  Galati Giuseppe
  Galgano Adriana
  Galli Carlo
  Galli Giampaolo
  Gandolfi Paolo
  Garavini Laura
  Garofalo Vincenzo
  Garofani Francesco Saverio
  Gasbarra Enrico
  Gasparini Daniela Matilde Maria
  Gebhard Renate
  Gelli Federico
  Gelmini Mariastella
  Gentiloni Silveri Paolo
  Ghizzoni Manuela
  Giachetti Roberto
  Giacobbe Anna
  Giacomelli Antonello
  Giacomoni Sestino
  Giammanco Gabriella
  Gigli Gian Luigi
  Ginato Federico
  Ginefra Dario
  Ginoble Tommaso
  Giorgetti Alberto
  Giorgis Andrea
  Giuliani Fabrizia
  Giulietti Giampiero
  Gnecchi Marialuisa
  Gozi Sandro
  Grassi Gero
  Gregori Monica
  Gribaudo Chiara
  Guerini Giuseppe
  Guerini Lorenzo
  Guerra Mauro
  Gullo Maria Tindara
  Gutgeld Itzhak Yoram
  Iacono Maria
  Iannuzzi Tino
  Impegno Leonardo
  Incerti Antonella
  Iori VannaPag. 22
  Kyenge Cecile
  Laffranco Pietro
  Laforgia Francesco
  Lainati Giorgio
  La Marca Francesca
  Latronico Cosimo
  Lattuca Enzo
  Lauricella Giuseppe
  Legnini Giovanni
  Lenzi Donata
  Letta Enrico
  Leva Danilo
  Librandi Gianfranco
  Locatelli Pia Elda
  Lodolini Emanuele
  Lo Monte Carmelo
  Losacco Alberto
  Lupi Maurizio
  Madia Maria Anna
  Maestri Patrizia
  Magorno Ernesto
  Malisani Gianna
  Malpezzi Simona Flavia
  Manciulli Andrea
  Manfredi Massimiliano
  Manzi Irene
  Marantelli Daniele
  Marazziti Mario
  Marchetti Marco
  Marchi Maino
  Marguerettaz Rudi Franco
  Mariani Raffaella
  Mariano Elisa
  Marotta Antonio
  Martella Andrea
  Martelli Giovanna
  Marti Roberto
  Martino Antonio
  Martino Pierdomenico
  Marzano Michela
  Matarrese Salvatore
  Mattiello Davide
  Mauri Matteo
  Mazziotti Di Celso Andrea
  Mazzoli Alessandro
  Melilli Fabio
  Meloni Marco
  Meta Michele Pompeo
  Miccoli Marco
  Milanato Lorena
  Miotto Anna Margherita
  Misiani Antonio
  Misuraca Dore
  Mogherini Federica
  Mognato Michele
  Molea Bruno
  Monaco Francesco
  Monchiero Giovanni
  Mongiello Colomba
  Montroni Daniele
  Morani Alessia
  Morassut Roberto
  Moretti Alessandra
  Mosca Alessia Maria
  Moscatt Antonino
  Mottola Giovanni Carlo Francesco
  Mura Romina
  Murer Delia
  Naccarato Alessandro
  Nardella Dario
  Narduolo Giulia
  Nesi Edoardo
  Nicoletti Michele
  Nissoli Fucsia
  Oliaro Roberta
  Oliverio Nicodemo Nazzareno
  Orfini Matteo
  Orlando Andrea
  Ottobre Mauro
  Pagani Alberto
  Palese Rocco
  Palma Giovanna
  Palmizio Elio Massimo
  Paolucci Massimo
  Paris Valentina
  Parisi Massimo
  Parrini Dario
  Pastorelli Oreste
  Pastorino Luca
  Patriarca Edoardo
  Pelillo Michele
  Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
  Pes Caterina
  Petitti Emma
  Petrenga Giovanna
  Petrini Paolo
  Picchi Guglielmo
  Piccoli Nardelli Flavia
  Piccolo Giorgio
  Piccolo Salvatore
  Piccone Filippo
  Picierno Pina
  Pini Giuditta
  Pisicchio PinoPag. 23
  Piso Vincenzo
  Pizzolante Sergio
  Plangger Albrecht
  Pollastrini Barbara
  Polverini Renata
  Porta Fabio
  Prestigiacomo Stefania
  Preziosi Ernesto
  Quartapelle Procopio Lia
  Rabino Mariano
  Raciti Fausto
  Rampi Roberto
  Ravetto Laura
  Realacci Ermete
  Ribaudo Francesco
  Richetti Matteo
  Rocchi Maria Grazia
  Romano Andrea
  Romele Giuseppe
  Rosato Ettore
  Rossi Domenico
  Rossomando Anna
  Rostan Michela
  Rotondi Gianfranco
  Rotta Alessia
  Rubinato Simonetta
  Rughetti Angelo
  Russo Paolo
  Sammarco Gianfranco
  Sanga Giovanni
  Sani Luca
  Sanna Francesco
  Sanna Giovanna
  Santelli Jole
  Santerini Milena
  Sarro Carlo
  Savino Elvira
  Savino Sandra
  Sberna Mario
  Sbrollini Daniela
  Scalfarotto Ivan
  Scanu Gian Piero
  Schirò Planeta Gea
  Schullian Manfred
  Scopelliti Rosanna
  Scuvera Chiara
  Senaldi Angelo
  Simoni Elisa
  Sottanelli Giulio Cesare
  Speranza Roberto
  Squeri Luca
  Stumpo Nicola
  Tabacci Bruno
  Tancredi Paolo
  Taranto Luigi
  Taricco Mino
  Tartaglione Assunta
  Tentori Veronica
  Terrosi Alessandra
  Tidei Marietta
  Tullo Mario
  Valente Valeria
  Valentini Valentino
  Valiante Simone
  Vazio Franco
  Vecchio Andrea
  Vella Paolo
  Velo Silvia
  Venittelli Laura
  Ventricelli Liliana
  Verini Walter
  Vignali Raffaello
  Vito Elio
  Zampa Sandra
  Zanetti Enrico
  Zanin Giorgio
  Zardini Diego
  Zoggia Davide

  Hanno risposto no:

  Agostinelli Donatella
  Aiello Ferdinando
  Airaudo Giorgio
  Alberti Ferdinando
  Allasia Stefano
  Artini Massimo
  Baldassarre Marco
  Barbanti Sebastiano
  Baroni Massimo Enrico
  Basilio Tatiana
  Battelli Sergio
  Bechis Eleonora
  Benedetti Silvia
  Bernini Massimiliano
  Bernini Paolo
  Bianchi Nicola
  Boccadutri Sergio
  Bonafede Alfonso
  Bordo Franco
  Borghesi Stefano
  Bragantini Matteo
  Brescia Giuseppe
  Brugnerotto MarcoPag. 24
  Busin Filippo
  Businarolo Francesca
  Busto Mirko
  Cancelleri Azzurra Pia Maria
  Caon Roberto
  Caparini Davide
  Cariello Francesco
  Carinelli Paola
  Caso Vincenzo
  Castelli Laura
  Catalano Ivan
  Cecconi Andrea
  Chimienti Silvia
  Ciprini Tiziana
  Cirielli Edmondo
  Colletti Andrea
  Colonnese Vega
  Cominardi Claudio
  Corda Emanuela
  Crippa Davide
  Currò Tommaso
  Dadone Fabiana
  Daga Federica
  Dall'Osso Matteo
  D'Ambrosio Giuseppe
  Da Villa Marco
  Del Grosso Daniele
  Della Valle Ivan
  Dell'Orco Michele
  De Lorenzis Diego
  De Rosa Massimo Felice
  Di Battista Alessandro
  Di Benedetto Chiara
  Dieni Federica
  Di Maio Luigi
  D'Incà Federico
  Di Salvo Titti
  Di Stefano Manlio
  Di Vita Giulia
  Duranti Donatella
  D'Uva Francesco
  Farina Daniele
  Fava Claudio
  Fedriga Massimiliano
  Ferraresi Vittorio
  Fico Roberto
  Fraccaro Riccardo
  Fratoianni Nicola
  Frusone Luca
  Furnari Alessandro
  Gagnarli Chiara
  Gallinella Filippo
  Gallo Luigi
  Giordano Giancarlo
  Giordano Silvia
  Giorgetti Giancarlo
  Grande Marta
  Grillo Giulia
  Grimoldi Paolo
  Guidesi Guido
  Invernizzi Cristian
  Kronbichler Florian
  L'Abbate Giuseppe
  Labriola Vincenza
  Lacquaniti Luigi
  Lavagno Fabio
  Liuzzi Mirella
  Lorefice Marialucia
  Lupo Loredana
  Mannino Claudia
  Mantero Matteo
  Marcon Giulio
  Marzana Maria
  Matarrelli Toni
  Melilla Generoso
  Micillo Salvatore
  Migliore Gennaro
  Molteni Nicola
  Mucci Mara
  Nardi Martina
  Nesci Dalila
  Nicchi Marisa
  Nuti Riccardo
  Paglia Giovanni
  Palazzotto Erasmo
  Pannarale Annalisa
  Parentela Paolo
  Pellegrino Serena
  Pesco Daniele
  Petraroli Cosimo
  Piazzoni Ileana Cathia
  Pilozzi Nazzareno
  Pini Gianluca
  Pinna Paola
  Piras Michele
  Placido Antonio
  Prataviera Emanuele
  Prodani Aris
  Quaranta Stefano
  Ragosta Michele
  Rampelli Fabio
  Ricciatti Lara
  Rizzetto Walter
  Rizzo GianlucaPag. 25
  Romano Paolo Nicolò
  Rondini Marco
  Rostellato Gessica
  Ruocco Carla
  Sannicandro Arcangelo
  Sarti Giulia
  Scotto Arturo
  Segoni Samuele
  Sibilia Carlo
  Sorial Girgis Giorgio
  Spadoni Maria Edera
  Spessotto Arianna
  Tacconi Alessio
  Terzoni Patrizia
  Tofalo Angelo
  Totaro Achille
  Tripiedi Davide
  Turco Tancredi
  Vacca Gianluca
  Valente Simone
  Vallascas Andrea
  Vignaroli Stefano
  Villarosa Alessio
  Zaccagnini Adriano
  Zan Alessandro
  Zaratti Filiberto
  Zolezzi Alberto

  Sono in missione:

  Alfano Gioacchino
  Archi Bruno
  Baretta Pier Paolo
  Bocci Gianpiero
  Boccia Francesco
  Bordo Michele
  Carrozza Maria Chiara
  Castiglione Giuseppe
  D'Alia Giampiero
  De Girolamo Nunzia
  Dell'Aringa Carlo
  Epifani Ettore Guglielmo
  La Russa Ignazio
  Lombardi Roberta
  Lorenzin Beatrice
  Merlo Ricardo Antonio
  Pistelli Lapo
  Sereni Marina
  Vezzali Maria Valentina

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1197)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1197). Avverto che l'ordine del giorno Tofalo n. 9/1197/54 è stato ritirato dal presentatore.
  Il deputato Taglialatela ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1197/39. Non è presente in Aula, si intende che vi abbia rinunziato. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri. Approfitto di questo momento per dare intanto una buona notizia: questa notte il nostro collega Costa ha avuto un bambino, stanno tutti bene e siamo contenti (Applausi). Sospendiamo a questo punto la seduta per 5 minuti.

  La seduta, sospesa alle 12,30, è ripresa alle 12,40.

  PRESIDENTE. Chiederei ai colleghi che occupano lo spazio interno all'emiciclo davanti ai banchi del Governo di accomodarsi da un'altra parte. Vignali... !
  Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge già approvato dal Senato n. 1197.
  Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati ?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Totaro n. 9/1197/1, con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare in tempi rapidi le opportune iniziative affinché sia data piena e concreta operatività all'articolo 12-bis della legge n. 122 del 3 agosto 2012, allo scopo di equiparare il trattamento fiscale e tributario tra i beneficiari dei contributi dello Stato e quelli che fruiranno degli indennizzi assicurativi». Pag. 26L'impegno, così riformulato, può essere accolto dal Governo.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Latronico n. 9/1197/2, purché il dispositivo sia riformulato nel senso di inserire dopo le parole «impegna il Governo» le parole: «previo reperimento delle necessarie risorse finanziarie, a valutare l'opportunità di (...)». Seguono poi i due capoversi dell'impegno, come indicati dall'onorevole Latronico.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Faenzi n. 9/1197/3, con la seguente piccola riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, di prevedere (...)». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Biasotti n. 9/1197/4, con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica (...)». Seguono poi i capoversi dell'impegno, come indicati dall'onorevole Biasotti.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Nastri n. 9/1197/5, con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, l'opportunità (...)».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Ferraresi n. 9/1197/6, purché riformulato. In particolare, il penultimo capoverso delle premesse viene così riformulato: «la contrattualistica del finanziamento agevolato prevede che, se muta il quadro normativo (...)». Vi è poi la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare ogni iniziativa volta a chiarire che il contributo destinato ad interventi di riparazione, ripristino, o ricostruzione di immobili di edilizia abitativa ad uso produttivo viene erogato sotto forma di finanziamento agevolato esclusivamente mediante cessione del credito di imposta con effetto liberatorio per i beneficiari dei finanziamenti e che quindi (...)».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Tullo n. 9/1197/7. Il Governo accoglie altresì l'ordine del giorno Borghi n. 9/1197/8, con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di riconoscere nel più breve tempo possibile il territorio del Verbano Cusio Ossola quale area a crisi industriale complessa».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Garofalo n. 9/1197/9, con la seguente riformulazione iniziale del dispositivo: «impegna il Governo a prevedere, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, anche attraverso una nuova procedura di gara, la continuazione del servizio triennale di trasporto marittimo (...)».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Carrescia n. 9/1197/10, purché vi sia una riformulazione ampia del dispositivo del seguente tenore: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare le soluzioni normative idonee nel rispetto delle norme comunitarie, per evitare di dover ricorrere a futuri interventi emergenziali, ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006, così come modificato dall'articolo 2, comma 45-bis, del decreto legislativo n. 4 del 2008, per la semplificazione amministrativa delle procedure relative ai materiali, ivi incluse le terre e le rocce da scavo, provenienti da cantieri di piccole dimensioni la cui produzione non superi i seimila metri cubi di materiale».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Causin n. 9/1197/11, a condizione che vi sia la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare gli effetti derivanti dall'articolo 7, comma 6-septies, del decreto-legge n. 43 del 2013 e da ogni altra norma di analogo contenuto e a valutare la possibilità di introdurre disposizioni che garantiscano sia il pagamento (...)» e poi prosegue la parte impegnativa, così come nella stesura originaria.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Marchi n. 9/1197/12.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Antezza n. 9/1197/13, a condizione che la parte impegnativa sia inizialmente riformulata nel seguente modo: «impegna il Governo, previo reperimento delle necessarie risorse finanziarie, a valutare l'opportunità di (...)» e poi seguono tutti i capoversi della parte impegnativa.Pag. 27
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno Burtone n. 9/1197/14 e Bossa n. 9/1197/15.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Prodani n. 9/1197/16, a condizione che la parte impegnativa sia riformulata nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di predisporre un'apposita relazione da comunicare periodicamente al Parlamento sull'utilizzo dei fondi statali (...)».
  Il Governo non accetta l'ordine del giorno Crippa n. 9/1197/17, perché lo giudica ultroneo in quanto in realtà esiste già la Protezione civile, con tutte le norme necessarie a garantire quello che questo ordine del giorno propone.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Da Villa n. 9/1197/18, a condizione che vi sia la seguente breve riformulazione iniziale del dispositivo: «impegna il Governo ad attivarsi al fine di favorire e potenziare (...)» e così via.
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno Realacci n. 9/1197/19, Carra n. 9/1197/20 e Ghizzoni n. 9/1197/21.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Braga n. 9/1197/22, a condizione che vi sia una breve riformulazione iniziale del dispositivo: «impegna il Governo ad assicurare, per quanto di competenza, che le operazioni (...)» e così via.
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno Bratti n. 9/1197/23 e Mariani n. 9/1197/24.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Baruffi n. 9/1197/25, a condizione che il dispositivo sia così leggermente riformulato: «impegna il Governo a valutare la possibilità di emanare un provvedimento normativo, interpretativo dell'articolo (...), dal quale risulti che alla voce indennizzi o risarcimenti per danni connessi (...)» e poi prosegue. In altri termini, viene espunto l'inciso: «senza ulteriori incertezze e senza margini ulteriori di interpretazione», che è ritenuto inutile.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Paola Bragantini n. 9/1197/26, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «impegna il Governo, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, ad assumere iniziative volte ad effettuare con la massima urgenza una puntuale ricognizione e stima dei danni derivanti dagli eventi ricordati in premessa, al fine di poter valutare ogni intervento che si dovesse rendere necessario, ivi compreso l'eventuale ristoro dei danni subiti dai soggetti pubblici e privati ricadenti nei comuni interessati dagli eventi alluvionali». Se la parte impegnativa viene così riformulata, il Governo può accettare l'ordine del giorno Paola Bragantini n. 9/1197/26, con questa riformulazione.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Brandolin n. 9/1197/27, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di attribuire, con la prevista delibera CIPE di ripartizione, risorse anche per la realizzazione di interventi ferroviari localizzati all'incrocio (...)» e poi prosegue il testo originario.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Fiorio n. 9/1197/28 con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo ad intraprendere tutte le misure necessarie in sede comunitaria atte a risolvere positivamente la procedura aperta dalla Commissione e dall'Antitrust e sulle agevolazioni fiscali e contributive concesse dall'Italia alle imprese delle zone colpite da calamità naturali, tenendo conto degli orientamenti della Commissione, come si evincono da quanto previsto dall'articolo 35 della legge europea ora all'esame del Senato». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Russo n. 9/1197/29 con la seguente piccola riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di porre in essere (...)». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Taranto n. 9/1197/30. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Schirò n. 9/1197/31, sostituendo nel dispositivo le parole «ogni tre mesi» con «semestralmente», cioè a riferire semestralmente e così via. Il Governo accoglie gli ordini del giorno De Mita n. 9/1197/32, Sandra Savino n. 9/1197/33 e Distaso n. 9/1197/34. Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Buttiglione n. 9/1197/35. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Alli n. 9/1197/36. Il Governo accoglie Pag. 28l'ordine del giorno Sani n. 9/1197/37, con una leggera riformulazione iniziale del dispositivo nel senso di impegnare il Governo a valutare la possibilità di inserire nel primo provvedimento utile (...) e così via. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Piras n. 9/1197/38 con riformulazione nella parte iniziale del dispositivo nel senso di impegnare il Governo a valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica e dell'autonomia regionale, l'opportunità di porre in essere provvedimenti di carattere normativo e finanziario. Poi prosegue il testo originario dell'impegno. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Taglialatela n. 9/1197/39. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Pastorelli n. 9/1197/40 con due piccole riformulazioni: sostituire, nella prima parte del dispositivo, la parola: «adottare», con la seguente: «elaborare», in modo che il dispositivo risulti del seguente tenore: impegna il Governo a valutare l'opportunità di riconoscere l'area di Innovazione del Reatino e l'area industriale di Frosinone quali aree in situazione di crisi industriale complessa ed elaborare (quindi non adottare), d'intesa con i soggetti pubblici e privati (...); cioè c’è un lavoro che deve essere fatto; espungere poi l'ultima parte dell'impegno. In particolare, per noi l'impegno si ferma a: «riqualificazione industriale delle suddette aree industriali». Il resto ci sembra superfluo, nel senso che sarà ciò che sarà fatto attraverso l'intesa. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Zan n. 9/1197/41 con un'ampia riformulazione dell'impegno del seguente tenore: «impegna il Governo a individuare le azioni necessarie, anche attraverso la presentazione di un disegno di legge di riordino complessivo della materia, per assicurare che l'attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi in terraferma e nel mare venga svolta nel più rigoroso rispetto dei principi di precauzione, di sicurezza per la salute dei cittadini, di salvaguardia delle attività economiche qualificanti le aree interessate, di tutela delle aree di protezione naturalistica e del patrimonio paesaggistico, di rispetto degli equilibri naturali terrestri e acquatici». Aggiungiamo un ulteriore impegno a questo primo così formulato. L'ulteriore impegno è: «diffondere le buone pratiche del dibattito pubblico, coinvolgendo le comunità locali, al fine di assicurare il confronto più ampio tra esigenze dei singoli territori e interventi di interesse generale per il nostro Paese». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Zaratti n. 9/1197/42 con una piccola riformulazione iniziale del dispositivo: «impegna il Governo ad attivarsi affinché prima dell'autorizzazione (...)». Prosegue poi il testo originario dell'impegno.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Scotto n. 9/1197/43, a condizione che il secondo capoverso del dispositivo sia riformulato, premettendo le seguenti parole: «a valutare la possibilità di (...)».
  Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Paglia n. 9/1197/44. In questo caso il problema è che noi non riteniamo che si possa mettere un obbligo riguardo a quanto indicato in questo impegno, ma che vadano promosse queste attività. Inoltre, l'efficientamento energetico ed il resto vi sono già nel decreto-legge e poi in tutti gli atti del Governo.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Pilozzi n. 9/1197/45, purché riformulato nel senso di premettere, nel primo capoverso del dispositivo, le seguenti parole: «a valutare l'opportunità di (...)», di sostituire, nel secondo capoverso del dispositivo, la parola: «approvare» con la seguente: «elaborare», e di sopprimere, sempre nel secondo capoverso del dispositivo – un po’ come in un ordine del giorno precedente – le parole seguenti alla parola: «Frosinone», perché va benissimo quello che ci chiedono i proponenti, salvo che è bene, in situazioni di crisi industriale complessa, non vincolarsi rispetto a tutte le possibili attività economiche che si possano mettere in piedi in quell'area. Quindi, sarebbe bene, in questi casi, aprire al massimo tutte le opportunità di riqualificazione.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Pellegrino n. 9/1197/46, purché riformulato nel senso di sopprimere il secondo capoverso delle premesse, quello che comincia Pag. 29con le parole: «ne consegue che detto provvedimento», il primo capoverso dei «considerato che», che comincia con le parole: «in relazione alla disposizione sopra citata», e, nel secondo considerato, tutte le parole successive alle seguenti: «i punti critici sulla TAV» in poi, che è l'elenco di tutti i punti critici evidenziati nella mozione Airaudo n. 1-00048. Ci sembra che basti il richiamo a tale mozione. Infine, per quanto riguarda il dispositivo, il parere del Governo è favorevole, purché riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, la possibilità di riconoscere ulteriori compensazioni in relazione all'attuazione degli interventi di riqualificazione del territorio finalizzati all'esecuzione del progetto relativo al collegamento internazionale Torino-Lione».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Ferrara n. 9/1197/47, a condizione che il dispositivo sia riformulato, premettendo le seguenti parole: «a valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, la possibilità di (...)».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Mannino n. 9/1197/48, purché riformulato nel senso di sopprimere tutte le premesse e i «considerato». Per quanto concerne il dispositivo, il primo capoverso viene riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a contribuire, nell'ambito di una corretta e leale collaborazione interistituzionale e tenuto conto dell'autonomia regionale, affinché l'individuazione e nomina del Commissario si fondi esclusivamente su comprovati criteri di esperienza e capacità». Si propone, infine, di sopprimere il secondo e il quarto capoverso del dispositivo.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno De Rosa n. 9/1197/49, purché riformulato nel senso di premettere nel dispositivo le seguenti parole: «a valutare la possibilità di (...)».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Lupo n. 9/1197/50, purché riformulato nel senso di premettere, nel dispositivo, le seguenti parole: «previo reperimento delle necessarie risorse finanziarie», di sopprimere, nel secondo capoverso del dispositivo, le seguenti parole: «la sospensione dei versamenti fiscali e contributivi e delle rate di mutuo nonché», e di sopprimere il terzo capoverso del dispositivo.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Del Grosso n. 9/1197/51, purché riformulato nel senso di sostituire il dispositivo con le seguenti parole: «impegna il Governo, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, a valutare la possibilità di reperire le risorse per finanziare la ricostruzione privata nei comuni interessati dal sisma in Abruzzo ovvero l'incremento della dotazione del Fondo per interventi strutturali di politica economica anche attraverso una rimodulazione della destinazione delle royalties applicate alle coltivazioni di idrocarburi in terraferma, nell'ambito di una ridefinizione generale del quadro normativo che regola le attività minerarie».

  PRESIDENTE. Mi scusi, Sottosegretario. Le riformulazioni sono così complesse da richiedere molto tempo. Io le chiederei di essere il più veloce possibile, perché l'illustrazione del parere del Governo sta prendendo quasi tutto il tempo a disposizione dell'Aula per l'esame degli ordini del giorno.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato allo sviluppo economico. Accolgo la critica, Presidente.

  PRESIDENTE. No, è a vostro onore il fatto di aver preso molto sul serio il lavoro degli ordini del giorno, ma io ricordo a tutti noi che la Conferenza dei presidenti di gruppo ha deciso, all'unanimità, la ripresa televisiva in diretta alle ore 14, per le dichiarazioni di voto finali.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato allo sviluppo economico. Cerco di accelerare, Presidente. Aggiungo, solo per migliorare il nostro lavoro, che di riformulazioni ampie, ce ne sono ancora due-tre, le altre saranno molto rapide o comunque si tratta di ordini del giorno accolti.Pag. 30
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Vacca n. 9/1197/52, a condizione che esso sia riformulato. La riformulazione prevede la soppressione dell'ultimo capoverso delle premesse, la soppressione del primo impegno, la riformulazione del secondo impegno. Il dispositivo sarebbe quindi: «impegna il Governo a valutare la possibilità di porre» e così via.
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Colletti n. 9/1197/53 purché riformulato. Si tratta di una riformulazione ampia, si tratta delle due/tre riformulazioni ampie a cui mi riferivo prima. Noi proponiamo di riformulare il dispositivo nel modo seguente: «individuare le azioni necessarie, anche attraverso la presentazione di un disegno di legge di riordino complessivo della materia, per assicurare che l'attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi in terraferma e nel mare venga svolta nel più rigoroso rispetto dei principi di precauzione, sicurezza per la salute dei cittadini, salvaguardia delle attività economiche qualificanti le aree interessate, tutela delle aree di protezione naturalistica e del patrimonio paesaggistico, come per esempio la costa teatina, rispetto degli equilibri naturali terrestri e acquatici». Proponiamo altresì l'aggiunta al dispositivo di un secondo capoverso: «diffondere le buone pratiche del dibattito pubblico», come avevo già segnalato in una precedente riformulazione.
  Per quanto riguarda l'ordine del giorno Tofalo n. 9/1197/54.

  PRESIDENTE. È ritirato, Sottosegretario.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. È ritirato. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Baldassarre n. 9/1197/55, a condizione che sia riformulato l'impegno, in modo analogo a quanto già letto per un ordine del giorno precedente riguardante sempre le prospezioni per idrocarburi.
  Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Catalano n. 9/1197/56.
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Liuzzi n. 9/1197/57, purché riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, l'opportunità di adottare» e così via.
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Caso n. 9/1197/58, purché riformulato nel senso di sopprimere gli ultimi due capoversi delle premesse e di modificare l'inizio dell'impegno nel modo seguente: « a valutare la possibilità, nell'ambito delle proprie competenze, di prevedere strumenti di controllo oltre quelli già vigenti, anche attraverso» e così via.
  Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Castelli n. 9/1197/59.
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Rubinato n. 9/1197/60.
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Pesco n. 9/1197/61 purché riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare la possibilità di una disciplina più organica inerente l'intera materia relativa alla gestione delle terre e rocce da scavo, che preveda controlli efficaci proporzionali all'effettiva dimensione dei cantieri in modo da scongiurare» e così via.
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Nissoli n. 9/1197/62.
  Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Caon n. 9/1197/63.
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Busin n. 9/1197/64, purché riformulato nel senso di sopprimere l'ultimo capoverso delle premesse e modificare l'impegno nel modo seguente: «impegna il Governo, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, ad assumere iniziative volte ad effettuare con la massima urgenza una puntuale ricognizione e stima dei danni derivanti dagli eventi ricordati in premessa, al fine di valutare ogni intervento che si rendesse necessario a favore delle popolazioni interessate».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Caparini n. 9/1197/65 se riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo ad adottare tutte le opportune iniziative per accelerare le procedure di approvazione da parte del CIPE del nuovo piano finanziario».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Guidesi n. 9/1197/66 con la seguente riformulazione: Pag. 31«impegna il Governo ad adottare le opportune iniziative al fine di accelerare il ritorno all'ordinarietà nella gestione del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti» e, con la medesima riformulazione, accoglie altresì l'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/1197/67.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Rondini n. 9/1197/68 a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, a valutare la possibilità di» e così via.
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Prataviera n. 9/1197/69.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Molteni n. 9/1197/70, purché il dispositivo sia riformulato inserendo le seguenti parole: «nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1197/71, purché il dispositivo sia riformulato come segue: «a valutare la possibilità di procedere, nei tempi più brevi, alla verifica dell'eventuale necessità di un'ulteriore bonifica dell'area di Seveso».
  Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Allasia n. 9/1197/72.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/1197/73, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a mettere in atto tutte le iniziative per dare attuazione alle disposizioni che consentono di risolvere le difficoltà amministrative».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Borghesi n. 9/1197/74 purché riformulato espungendo il secondo capoverso delle premesse.
  Il Governo accetta gli ordini del giorno Attaguile n. 9/1197/75, Buonanno n. 9/1197/76, Fedriga n. 9/1197/77, Marcolin n. 9/1197/78.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/1197/79 con una breve riformulazione della seconda parte del dispositivo; la riformulazione proposta è la seguente: «a valutare, nelle more della revisione di tale disciplina, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, la possibilità di prevedere che siano» e così via.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Invernizzi n. 9/1197/80 limitatamente al dispositivo, espungendo le premesse.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Oliverio n. 9/1197/81 purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare la possibilità di» e così via.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Carella n. 9/1197/82 purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare se ricorrano le condizioni per» e così via.
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Taricco n. 9/1197/83.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/1197/84 purché riformulato espungendo le premesse e il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo ad intraprendere iniziative per realizzare adeguati controlli».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Sarti n. 9/1197/85 purché riformulato modificando le premesse laddove si critica il Senato; noi riteniamo che le critiche al Senato siano già state formulate con i dovuti strumenti, non c’è bisogno di ripeterle negli ordini del giorno...

  PRESIDENTE. Vada avanti.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario per lo sviluppo economico.. ..e aggiungendo nel dispositivo dopo le parole: «a valutare» le parole; «, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, la possibilità di adottare iniziative normative» così via.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Businarolo n. 9/1197/86 purché riformulato cassando nelle premesse le critiche al Senato ed inserendo nel dispositivo dopo le parole «impegna il Governo» le parole «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/1197/87 purché riformulato. Eliminando nelle premesse le critiche al Senato e riformulando il dispositivo Pag. 32come segue: «impegna il Governo a intraprendere, in accordo con la regione, un'azione di monitoraggio e verifica, nei territori interessati dal sisma del 2012, delle attività di ricerca e coltivazione idrocarburi».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Agostinelli n. 9/1197/88, purché riformulato espungendo nelle premesse le critiche al Senato e aggiungendo, nel dispositivo, dopo le parole «a valutare», le parole «l'opportunità di prevedere».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Spadoni n. 9/1197/89, purché riformulato espungendo nelle premesse le critiche al Senato e modificando il dispositivo nel modo seguente: «a valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, la possibilità di» e così via.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Mucci n. 9/1197/90, purché riformulato cassando nelle premesse le critiche al Senato e modificando il dispositivo nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare la possibilità di» e così via.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/1197/91, purché riformulato cassando nelle premesse le critiche al Senato ed inserendo nel dispositivo le parole «a valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, la possibilità di».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/1197/92, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni misura idonea per accelerare il ritorno alla gestione ordinaria affinché i commissari» e così via.
  Il Governo invita al ritiro degli ordini del giorno Zolezzi n. 9/1197/93 e Nicchi n. 9/1197/94.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Cariello n. 9/1197/95 purché il primo capoverso del dispositivo sia riformulato come segue: «impegna il Governo ad affiancare la regione Puglia nel promuovere le necessarie azioni per l'adeguamento degli impianti di depurazione della regione Puglia».
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Sibilia n. 9/1197/96.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,09).

  RAFFAELLA MARIANI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RAFFAELLA MARIANI. Ho chiesto di parlare per sottolineare quello che è accaduto pochi minuti fa: intorno alle 12.30 un evento sismico di magnitudo 5.2 si è verificato nella parte centrale del nostro Paese, con epicentro tra la provincia di Lucca e la provincia di Massa Carrara. È stato un evento che ha impaurito migliaia di cittadini in tutto il nord Italia.
  Io chiedo al Presidente del Consiglio e al Governo di tenere informata l'Aula e di provvedere per aiutare, confortare ed essere vicini alle popolazioni e alle amministrazioni di quei territori e anche di escludere, naturalmente, che – per quanto ne sappiamo – vi siano danni alle persone, ma per poter essere in condizione di dare subito un supporto alle popolazioni colpite, molto spaventate dall'evento.

  PRESIDENTE. La Presidenza si associa, ovviamente, a questa sollecitazione (Applausi), il Governo è presente e immagino sarà allertato già dalla Protezione civile. Nel corso della prosecuzione dei lavori, se ci saranno informazioni ulteriori, torneremo sull'argomento.

TESTO AGGIORNATO AL 24 GIUGNO 2013

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 1197)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. In linea con gli impegni assunti dal nostro gruppo in Conferenza dei presidenti di gruppo, noi accogliamo le riformulazioni presentate dal Governo. Non riteniamo di mettere in votazione gli ordini del giorno accolti dal Pag. 33Governo. Per quanto riguarda il nostro gruppo, colgo l'occasione per raccomandare al Governo uno sforzo, per la prossima volta, di tener conto che le riformulazioni richiederebbero una fase di valutazione preventiva. L'unica eccezione è l'ordine del giorno Baruffi n. 9/1197/25, su cui riteniamo che il Governo abbia sufficientemente valutato e, quindi, probabilmente è inutile rivalutare ancora e quindi chiediamo che questo venga accolto direttamente. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Nel rispetto dell'individualità che riguarda l'atto specifico, anche il gruppo del PdL invita la Presidenza a considerare accolte le richieste di riformulazione e che i primi firmatari degli ordini del giorno appartenenti al gruppo del PdL non intendono porre in votazione gli ordini del giorno che sono accolti e quindi, in quanto accolti, sarebbe assolutamente un pleonasmo porli in votazione, perché l'ordine del giorno accolto ha dignità pari a quello votato e approvato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Anche noi per accedere alla richiesta di accelerare i lavori, apprezziamo il lavoro del Governo. L'unica valutazione è sull'ordine del giorno Taglialatela n. 9/1197/39. L'ordine del giorno Taglialatela n. 9/1197/39 ha un impatto fondamentale non soltanto sull'occupazione, ma sull'emergenza ambientale in Campania. Si tratta di 3.000 dipendenti dei consorzi che negli ultimi tre anni vengono sballottolati tra provincia e comune e non si sa bene che fine faranno. Il 30 giugno, tra due settimane, scade la proroga delle funzioni delle province e di queste 3.000 persone nessuno parla. Lei accetta l'ordine del giorno come raccomandazione, ma non so se il Governo si rende conto di cosa accadrà il 30 giugno se il problema non viene affrontato: un dramma sociale, una vera e propria rivolta che, chiaramente, interromperà anche il ciclo dei rifiuti in piena estate. Quindi, chiedo da questo punto di vista di accogliere tout court l'ordine del giorno, che peraltro va sulle indicazioni del governo regionale, e un po’ di tutte le forze politiche.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Io intervengo in merito al mio ordine del giorno n. 9/1197/48, di cui accetto la riformulazione. Intervengo solo per puntare l'attenzione sul fatto che questo ordine del giorno nelle altre parti che sono state cancellate voleva, in qualche modo, affrontare il problema della gestione rifiuti nel Meridione, dato che il secondo impegno richiesto chiedeva di vigilare sull'attività commissariale in merito al rispetto della normativa vigente in termini di raccolta differenziata.
  Questo è dovuto al fatto che l'intero articolo 2 del decreto-legge n. 43, che nasce per le emergenze della raccolta rifiuti di Palermo, non prevede al suo interno, perché purtroppo è scritto male (è inutile girarci attorno), vincoli di obiettivi di alto livello che rispettino sia la normativa nazionale sia le direttive europee in termini di scadenza dei livelli di raggiungimento della raccolta differenziata. Inoltre, anche quando si parlava della scelta del commissario, per quanto riguarda la prima parte degli impegni richiesti era giustificata dal fatto che attualmente il commissario scelto sarebbe lo stesso dirigente che in questo momento gestisce il dipartimento acqua e rifiuti della regione Sicilia. Quindi in qualche modo è colui che probabilmente ha le capacità però è quello che in questo momento gestisce già l'attuale emergenza rifiuti.

  PRESIDENTE. Ho altri iscritti a parlare del gruppo MoVimento 5 Stelle, se si tratta di dire se accettate o meno la riformulazione, lo farei man mano che arrivano i vostri ordini del giorno piuttosto Pag. 34che random, altrimenti ci perdiamo nella votazione. Quindi, se è questo l'oggetto per Vacca, Catalano, Di Stefano, vi do la parola sugli ordini del giorno che vi riguardano.

  TITTI DI SALVO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, era soltanto per annunciare che noi accettiamo le riformulazioni proposte dal Governo ma soltanto su tre ordini del giorno proponiamo, invece, il voto. Quindi lo preannunciamo per aiutare la programmazione del lavoro. Chiediamo dunque di votare gli ordini del giorno Paglia n. 9/1197/44; Pellegrino n. 9/1197/46, riguardante le compensazioni sull'alta velocità, e l'ordine del giorno Nicchi n. 9/1197/94. Sugli altri accettiamo le riformulazioni.

  PRESIDENTE. Ci sono altri interventi ? Possiamo procedere.
  Prendo atto che i presentatori accettano le riformulazioni e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Totaro n. 9/1197/1, Latronico n. 9/1197/2, Faenzi n. 9/1197/3, Biasotti n. 9/1197/4 e Nastri n. 9/1197/5, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Ferraresi n. 9/1197/6, accettato dal Governo, purché riformulato.

  VITTORIO FERRARESI. Chiedo se può essere ripetuta la riformulazione.

  PRESIDENTE. Sottosegretario De Vincenti ?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. La riformulazione è la seguente: nella penultima premessa, «la contrattualistica del finanziamento agevolato prevede».
  Per quanto riguarda gli impegni: «impegna il Governo a valutare ogni iniziativa volta a chiarire che il contributo». Poi, poco sotto, sostituire alle parole «sotto forma di indennizzo», le parole: «sotto forma di finanziamento agevolato esclusivamente mediante cessione del credito di imposta con effetto liberatorio per i beneficiari dei finanziamenti».

  PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1197/6, accettato dal Governo, purché riformulato ?

  VITTORIO FERRARESI. No, non accetto la riformulazione e insisto per la votazione.

  PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferraresi n. 9/1197/6, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Essendo il primo voto diamo tempo ai colleghi... onorevole Paris... onorevole Centemero... onorevole Zaccagnini... onorevole Vignaroli... onorevole Spadoni... onorevole Di Lello... onorevole Rotta... onorevole Vecchio... onorevole Dellai... l'onorevole Paris ancora non vota... onorevole Nesci... onorevole Martella... l'onorevole Nesci ancora non riesce a votare... qualcuno che vada a controllare l'attrezzatura della deputata Nesci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  447   
   Votanti  444   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 119    
    Hanno votato
no  325).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tullo n. 9/1197/7, accettato dal Governo.Pag. 35
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Borghi n. 9/1197/8, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Garofalo n. 9/1197/9 accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Carrescia n. 9/1197/10 accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Causin n. 9/1197/11, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marchi n. 9/1197/12, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Antezza n. 9/1197/13, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Burtone n. 9/1197/14, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bossa n. 9/1197/15, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Prodani n. 9/1197/16, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Crippa n. 9/1197/17, non accettato dal Governo.

  ANDREA VALLASCAS. Signor Presidente, io chiedo al Governo per quale motivo non è stato accettato, di chiarire esattamente il motivo.

  PRESIDENTE. Mi dispiace, ma poiché il parere del Governo è proprio contrario, non credo valga la pena riascoltare la spiegazione. Dobbiamo passare ai voti. Lei può intervenire su questo, se vuole.

  ANDREA VALLASCAS. Semplicemente perché noi chiediamo di adottare urgentemente un apposito atto normativo organico in materia di disastri ambientali. Il Presidente Letta ha dichiarato, il 28 maggio a Bologna: «Dobbiamo prendere lezione da ciò che è successo in questo anno qui in Emilia e partire da qui per elaborare una nuova legge-quadro nazionale sulle emergenze, che indichi delle regole chiare e preventive». Quindi, noi siamo semplicemente ripetendo quello che voi stessi avete dichiarato.

Testo sostituito con l'errata corrige del 24 GIUGNO 2013   PRESIDENTE. Se il Governo non intende intervenire non lo possiamo obbligare.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crippa n. 9/1197/17, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Totaro ? Dellai ? Verini ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  454   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no   332.    
  (La Camera respingeVedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Da Villa n. 9/1197/18, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Realacci n. 9/1197/19, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Carra n. 9/1197/20, accettato dal Governo.Pag. 36
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ghizzoni n. 9/1197/21, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Braga n. 9/1197/22 accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bratti n. 9/1197/23, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mariani n. 9/1197/24, accettato dal Governo. Il gruppo del Partito Democratico chiede al Governo di accogliere senza riformulazione l'ordine del giorno Baruffi n. 9/1197/25. Sottosegretario De Vincenti ?
  PRESIDENTE. Se il Governo non intende intervenire non lo possiamo obbligare.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crippa n. 9/1197/17, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro ? Dellai ? Verini ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  454   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no   332.    
  (La Camera respingeVedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Da Villa n. 9/1197/18, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Realacci n. 9/1197/19, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Carra n. 9/1197/20, accettato dal Governo.Pag. 36
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ghizzoni n. 9/1197/21, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Braga n. 9/1197/22 accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bratti n. 9/1197/23, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mariani n. 9/1197/24, accettato dal Governo. Il gruppo del Partito Democratico chiede al Governo di accogliere senza riformulazione l'ordine del giorno Baruffi n. 9/1197/25. Sottosegretario De Vincenti ?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo accoglie la richiesta, mantiene solo, a metà dell'impegno, la proposta di togliere l'inciso: «senza ulteriori incertezze e senza margini ulteriori di interpretazione». Quindi, l'impegno è: «impegna il Governo a emanare un provvedimento normativo...» e poi prosegue, semplicemente senza quell'inciso.

  PRESIDENTE. Prendo atto che la riformulazione è accettata e non si insiste per la votazione dell'ordine del giorno Baruffi n. 9/1197/25.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Paola Bragantini n. 9/1197/26, Brandolin n. 9/1197/27, Fiorio n. 9/1197/28, Paolo Russo n. 9/1197/29 e Schirò Planeta n. 9/1197/31, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Taranto n. 9/1197/30, De Mita n. 9/1197/32, Sandra Savino n. 9/1197/33, Distaso n. 9/1197/34, accettati dal Governo.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Buttiglione n. 9/1197/35 formulato dal Governo.

  GEA SCHIRÒ PLANETA. Signor Presidente, possiamo solo accettare. È nata una questione di merito, continueremo a discuterne in Commissione.

  PRESIDENTE. Sta bene, l'ordine del giorno Buttiglione n. 9/1197/35 è ritirato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Alli n. 9/1197/36, accettato dal Governo. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Sani n. 9/1197/37 e Piras n. 9/1197/38, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Il gruppo di Fratelli d'Italia chiede al Governo di accogliere l'ordine del giorno Taglialatela n. 9/1197/39 non come raccomandazione, ma di accoglierlo pienamente. Governo ?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, accolgo la richiesta.

  PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Pastorelli n. 9/1197/40, Zan n. 9/1197/41, Zaratti n. 9/1197/42 e Scotto n. 9/1197/43, accettati dal Governo, purché riformulati.
  C’è una richiesta di votazione da parte del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà sull'ordine del giorno Paglia n. 9/1197/44. Chiede la parola l'onorevole Paglia. Prego, ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, non ho capito francamente fino in fondo le ragioni per cui è stato chiesto il ritiro di questo ordine del giorno e, quindi, ho pensato di non ritirarlo: riguarda il tentativo e l'indirizzo di concedere un regime speciale di agevolazione rispetto al risparmio energetico per le zone colpite dal sisma, in particolar modo in Emilia-Romagna, Pag. 37essendo zone ad alta densità produttiva, per provarne a fare anche uno strumento di sviluppo. Il fatto che non venga accolto, francamente nemmeno come possibilità di valutazione da parte del Governo, mi stupisce e, quindi, lo mantengo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Sottosegretario De Vincenti ?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il motivo per cui l'ordine del giorno non è accolto è che l'ordine del giorno medesimo sembra indicare, anche date le premesse, un'obbligatorietà perché dice: «a prevedere, per le aree» – e così via – «che tutti i suddetti interventi sugli immobili, compresi quelli pubblici, debbano prevedere il miglioramento energetico». Quindi, il problema non è sul fatto di incentivare ulteriormente, ma è su questa obbligatorietà assoluta la nostra perplessità. Se il proponente accettasse una riformulazione del tipo: impegna il Governo, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, a valutare la possibilità di prevedere per le aree – eccetera – un riconoscimento di detrazione fino al 100 per cento, quindi, saltando la parte sull'obbligatorietà, in questo caso noi potremmo accettarlo.

  PRESIDENTE. Deputato Paglia ?

  GIOVANNI PAGLIA. Con questa riformulazione accetto.

  PRESIDENTE. Sta bene, accettata la riformulazione. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pilozzi n. 9/1197/45, accettato dal Governo, purché riformulato. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Pellegrino n. 9/1197/46, accettato dal Governo, purché riformulato.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, abbiamo apprezzato il tentativo del Governo di riformulare il nostro ordine del giorno per cercare di inserirlo tra quelli accolti, ma dobbiamo dire che le riformulazioni e i tagli al nostro ordine del giorno erano talmente tanto consistenti che ne cambiavano la natura.
  Quindi, pur apprezzando, chiediamo di metterlo ai voti. Vogliamo ricordare che questa delle compensazioni dell'alta velocità è una delle riflessioni che sono state al centro del dibattito anche in Commissione, per due ordini di motivi: in primo luogo, perché abbiamo ritenuto che questo argomento non fosse inerente alla natura stessa del decreto-legge e non rivestisse quel carattere di eccezionalità che il decreto richiamava; e in secondo luogo, anche nel merito, perché riteniamo che le compensazioni all'alta velocità siano un riconoscimento di fatto della responsabilità di danni ambientali che si causano su quel territorio.
  Oltretutto, c’è da ricordare che, così messe, queste compensazioni non sono altro che piccole mance che vengono date ai comuni per convincere quei territori a sopportare il danno relativo all'opera stessa, all'alta velocità. Infatti, non si specifica che cosa sarà realizzato con questi soldi, con questi 30 milioni, 10 milioni l'anno, dati a quelle comunità locali. Noi pensiamo che, anche nell'ipotesi in cui questi denari venissero erogati, dovrebbe essere specificato il chiaro intento di risanamento ambientale e non, invece, diventare quei fondi che i comuni utilizzano unicamente per colmare delle lacune di bilancio.
  Per queste ragioni chiediamo il voto dell'Aula.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, intervengo solo per Pag. 38chiarire che, dato che è un problema di accoglimento o meno da parte del Governo, il Governo accoglie l'idea di migliorare il più possibile le compensazioni per le comunità locali e così via, tant’è che abbiamo difeso la presenza all'interno del decreto-legge di quell'emendamento votato al Senato proprio su questo punto. Quindi, il Governo su questo è pronto ad accogliere. Ciò che il Governo non può accogliere, perché contrasta con la linea del Governo stesso, è la critica radicale e, quindi, la sostanziale richiesta di ritorno indietro sull'opera dell'alta velocità Torino-Lione. Questo è il punto che non possiamo accogliere.
  Quindi, se l'intenzione dei proponenti è: parliamo delle compensazioni, su questo il Governo accoglie, se l'intenzione è: parliamo del «no» alla TAV, il Governo non accoglie. Però devono spiegarlo bene, mi permetta, l'onorevole Zaratti e gli altri proponenti.

  PRESIDENTE. Irritualmente concedo nuovamente la parola all'onorevole Zaratti, forzando la ritualità l'Aula.

  FILIBERTO ZARATTI. Ringrazio nuovamente il Governo, ma noi manteniamo la richiesta di voto sull'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Mantiene, quindi, la proposta di votare, così com’è, l'ordine del giorno. A questo punto, se ho capito bene, il parere del Governo è contrario.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pellegrino n. 9/1197/46, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Vita, Bratti, Di Benedetto... l'onorevole Bratti ha il blocco della tastiera, qualcuno vada a controllare l'apparecchiatura... Brandolin, Cancelleri... hanno votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  485   
   Maggioranza  243   
    Hanno votato   30    
    Hanno votato no  455.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Ferrara n. 9/1197/47, Mannino n. 9/1197/48 (la deputata Mannino ha accettato la riformulazione e ha già parlato su questo) e De Rosa n. 9/1197/49, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Deputata Loredana Lupo, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1197/50, accettato dal Governo, purché riformulato ?

  LOREDANA LUPO. Volevo chiedere al Governo se poteva rileggermela, gentilmente.

  PRESIDENTE. Sottosegretario De Vincenti, le chiedono di rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno Lupo n. 9/1197/50.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, la riformulazione è la seguente: «Impegna il Governo, previo reperimento delle necessarie risorse finanziarie, a valutare l'opportunità di». Poi, il primo capoverso del dispositivo resta identico; nel secondo capoverso vengono meno le parole: «la sospensione dei versamenti fiscali e contributivi e delle rate di mutuo nonché». La riformulazione, dunque, diventa: «prevedere, per le aziende agricole, la sospensione di ogni procedura di esecuzione forzata», e così via fino alla fine del periodo. Viene espunto, invece, il terzo capoverso del dispositivo relativo a IMU e TARSU.

  PRESIDENTE. Accetta la riformulazione ?

  LOREDANA LUPO. Accetto, signor Presidente.

Pag. 39

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Del Grosso n. 9/1197/51, accettato dal Governo, purché riformulato.

  DANIELE DEL GROSSO. Signor Presidente, chiediamo, se possibile, una rilettura veloce (Commenti).

  PRESIDENTE. Prego, sottosegretario.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, la riformulazione è la seguente: «Impegna il Governo, nel rispetto della compatibilità di finanza pubblica, a valutare la possibilità di reperire le risorse finanziarie per la ricostruzione privata nei comuni interessati dal sisma in Abruzzo ovvero l'incremento della dotazione del Fondo per interventi strutturali di politica economica anche attraverso una rimodulazione della destinazione delle royalties applicate alle coltivazioni di idrocarburi in terraferma nell'ambito di una ridefinizione generale del quadro normativo che regola le attività minerarie».

  PRESIDENTE. Accetta la riformulazione ?

  DANIELE DEL GROSSO. No, non accettiamo la riformulazione.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Del Grosso n. 9/1197/51, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiederei ai colleghi di rimanere ai propri posti perché abbiamo ancora molti ordini del giorno se dobbiamo aspettare diventa un problema e se no non votano.
  Sannicandro, Dadone, Santerini, Pastorino, Rosato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  489   
   Maggioranza  245   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  363.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Vacca n. 9/1197/52, accettato dal Governo, purché riformulato.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, mi dispiace per i colleghi che non sono abituati, forse, a stare in Aula di venerdì e quindi, hanno fretta di tornare a casa, però le chiedo (Commenti)...

  PRESIDENTE. Non è questo il problema ! Deputato Vacca, lei sa che tutti i gruppi – tutti i gruppi –, all'unanimità, hanno condiviso un calendario dei lavori. E il calendario dei lavori prevede che alle 14 inizino le dichiarazioni di voto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, Scelta Civica per l'Italia, Sinistra Ecologia Libertà, Lega Nord e Autonomie, Fratelli d'Italia, Misto). Per cui è interesse, impegno di tutti mantenere l'ordine nell'Aula e finire entro le ore 14 l'esame degli ordini del giorno. Vale per il Governo come vale per il vostro gruppo. Prego, a lei la parola.

  GIANLUCA VACCA. Lei ha perfettamente ragione, evidentemente, la diretta TV è più importante di una spiegazione e di una discussione su un ordine del giorno. Evidentemente. Ma non ci stupiamo di questo. Siccome i nostri ordini del giorno sono stati profondamente modificati e riformulati, io richiedo al Governo, a differenza di altri, la rilettura della riformulazione dell'ordine del giorno a mia prima firma n. 9/1197/52.

  SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 40

  SIMONE BALDELLI. Onorevole Presidente, in questo Parlamento c’è un Regolamento, che è quello che disciplina i lavori della nostra Assemblea. Questo Regolamento prevede che ci sia una fase, che è quella in cui Governo dà i pareri: e non è una fase in cui l'esponente del Governo, nella solitudine e nel disinteresse generale, racconta fatti e opinioni personali (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, Scelta Civica per l'Italia, Sinistra Ecologia Libertà, Lega Nord e Autonomie, Fratelli d'Italia, Misto), ma dà il parere sugli ordini del giorno, a cui, normalmente, prestano attenzione coloro che depositano gli ordini del giorno, perché è su questo che, poi, decidono se accogliere o meno il parere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, Scelta Civica per l'Italia, Sinistra Ecologia Libertà, Lega Nord e Autonomie, Fratelli d'Italia, Misto).
  Quindi, non è questione, collega, di volontà di rimanere in quest'Aula; è una questione di regole, di rispetto dei ruoli e di convivenza civile; quindi, il Governo i pareri li ha dati, peraltro con grande accuratezza; sarà bontà e cortesia del Governo, per l'ennesima volta, rialzarsi e rispiegare il parere che ha già dato e di cui i colleghi dovrebbero avere già preso buona nota. Però non è permesso a nessuno un atteggiamento arrogante di questo genere in quest'Aula e ringrazio la Presidenza che ha puntualizzato, in maniera esatta, che questo è il percorso dei lavori che la Conferenza dei presidenti di gruppo si è dato all'unanimità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, Scelta Civica per l'Italia, Sinistra Ecologia Libertà, Lega Nord e Autonomie, Fratelli d'Italia, Misto). Lo dico con grande rispetto nei confronti di tutti, ci siamo dati un tempo limitato, collega, su una richiesta di diretta televisiva fatta dai colleghi dell'opposizione, quindi, non è che la diretta sia più importante degli ordini del giorno, il fatto è che stiamo facendo una discussione, peraltro limitata alla fase degli ordini del giorno, perché, a causa del vostro ostruzionismo, il Governo è stato costretto a porre la questione di fiducia, altrimenti avremmo potuto discutere sugli emendamenti e votarli. Quindi, colleghi, per cortesia, con grande pacatezza e nel rispetto di tutti, credo che possiamo andare avanti, se il Governo intende dare nuovamente il parere, ma sapendo che il Governo questo parere lo ha già dato, per lungo tempo e con grande chiarezza.

  PRESIDENTE. Bene, allora vi propongo questo, poiché siamo già molto avanti nei tempi: i colleghi che non hanno capito la riformulazione, prima che arrivi il turno del loro ordine del giorno, si rechino, uno alla volta, ovviamente, al banco del Governo ed eventualmente la vadano a vedere. Chiedo per l'ultima volta al sottosegretario De Vincenti di rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno Vacca n. 9/1197/52. Se avvertissi che la richiesta viene fatta soltanto per ragioni strumentali, ovviamente non andremmo in quella direzione.
  Prego, sottosegretario De Vincenti, rilegga la riformulazione.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, la riformulazione prevede la soppressione del secondo «considerato», la soppressione del primo dei due impegni e la modifica del secondo impegno nei termini seguenti: «a valutare la possibilità di attingere alle graduatorie del concorso ricordato in premessa già esistenti ed ancora valide ogni qual volta si renda necessario il reclutamento di personale sia a tempo determinato che indeterminato».

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Vacca n. 9/1197/52, accettato dal Governo, purché riformulato.

  GIANLUCA VACCA. No, non l'accetto e insisto per la votazione.

  PRESIDENTE. Bene, passiamo ai voti.Pag. 41
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vacca n. 9/1197/52, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Brandolin, Nesi, Ottobre, Rizzetto, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  494   
   Votanti  464   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato
 109    
    Hanno votato
no  355.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Colletti n. 9/1197/53, accettato dal Governo, purché riformulato.

  GIANLUCA VACCA. Presidente, intervengo io come cofirmatario. No, non accetto la riformulazione e insisto per la votazione.

  PRESIDENTE. Bene, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colletti n. 9/1197/53, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Carfagna, Scuvera, Ottobre, Malisani, Brandolin, Capodicasa, Basso....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   (Presenti e votanti  491   
   Maggioranza  246   
    Hanno votato
 127    
    Hanno votato
no  364).    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni)

  Ricordo che l'ordine del giorno Tofalo n. 9/1197/54 è stato ritirato. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Baldassarre n. 9/1197/55, accettato dal Governo, purché riformulato.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, non accetto la riformulazione, insisto per la votazione e vorrei spiegare un attimo all'Aula l'ordine del giorno, magari per chiarire, anche perché, sul tema di quest'ordine del giorno, cari colleghi, sono state presentate proposte di legge identiche, nell'articolato, da tutti voi, da tutte le forze politiche, PD e PDL (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quindi ciò mi sembrerebbe abbastanza incongruente e non coerente con una eventuale votazione contraria. Non me lo spiegherei perché sono state presentate proposte di legge da voi firmate che vanno in questa direzione, e sarebbe la direzione di vietare e bloccare tutte le prospezioni e le coltivazioni di idrocarburi che sono state sbloccate dal Governo Monti l'anno scorso con una manovra molto...una cosiddetta «sveltina», che ha sbloccato tutte le concessioni e trivellazioni entro le 12 miglia; siccome, ripeto, sono state presentate proposte di legge da tutte le forze politiche del Parlamento, chiedo quindi di porlo in votazione affinché l'Aula si esprima.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baldassarre n. 9/1197/55, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Galgano, Albanella, Luigi Gallo, D'Agostino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  486   
   Maggioranza  244   
    Hanno votato
 128    
    Hanno votato
no  358).    

Pag. 42

  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Catalano n. 9/1197/56 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Catalano n. 9/1197/56, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Luigi Gallo, Cecconi, Elvira Savino, Social, Gribaudo, Carrescia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  479   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  382).    

  (La deputata Carnevali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Liuzzi n. 9/1197/57 e Caso n. 9/1197/58, accettati dal Governo, purché riformulati. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Castelli n. 9/1197/59 formulato dal Governo.

  LAURA CASTELLI. Signor Presidente, intanto domandare è lecito, rispondere è cortesia, dovrebbe essere obiettivo di questo Parlamento la crescita, il confronto e il dibattito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Gli ordini del giorno non si negano a nessuno, tranne quando si parla di TAV, certo, questo l'abbiamo capito, visto che proprio la TAV è il motivo per cui questo Governo mette la fiducia; per noi problemi su questi temi non esistono, forse esistono per altri partiti che buttano fuori i componenti che provano a dire che la TAV è inutile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti). In ogni caso, ringraziamo il Governo per la coerenza e chiediamo di mettere in votazione questo ordine del giorno che chiedeva semplicemente un atto di coerenza, visto che tra qualche giorno il «decreto del fare» ci dirà che la TAV è un'opera inutile e che non è necessaria a questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Castelli n. 9/1197/59, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sani, Moretti, Barbero, Galgano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  467   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  344).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rubinato n. 9/1197/60 accettato dal Governo.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Pesco n. 9/1197/61, accettato dal Governo, purché riformulato.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, abbiamo formulato un ordine del giorno in merito alle terre e rocce da scavo che era facile da accettare anche dal Governo. Questa la richiesta: «La Camera impegna il Governo a provvedere in tempi molto limitati dall'approvazione del presente decreto, affinché la cosiddetta disciplina di semplificazione citata nell'articolo di cui in premessa preveda controlli efficaci su tutti i materiali, quali terre e rocce da scavo, in modo da scongiurare il pericolo di inquinamento ambientale e che sia tutelata in modo assoluto la salute pubblica». Pag. 43Mi vorranno scusare tutti gli escavatoristi e trasportatori di terre e rocce da scavo onesti, purtroppo, però – come sappiamo – questo settore è in mano alla malavita. Abbiamo terre inquinate che arrivano dappertutto, arrivano anche, nel caso di Milano, con riguardo al cantiere di Santa Giulia, in un asilo. Abbiamo dovuto aspettare anni affinché questo asilo potesse essere bonificato dalla terra inquinata, portata, purtroppo, da trasportatori disonesti o da ditte disoneste.
  Quindi, la mia richiesta è quella di accettare questo ordine del giorno, in quanto non possiamo evitare che terre inquinate arrivino in posti o in siti sensibili. I controlli devono essere fatti su tutte le terre dove è possibile questo rischio.

  PRESIDENTE. Pertanto, il deputato Pesco non accetta la riformulazione proposta dal Governo e insiste per la votazione del suo ordine del giorno.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pesco n. 9/1197/61, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesa, Cesaro Antimo, Basso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  489   
   Votanti  488   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  245   
    Hanno votato
 140    
    Hanno votato
no  348).    

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nissoli n. 9/1197/62, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Caon n. 9/1197/63 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caon 9/1197/63, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rughetti, Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  485   
   Maggioranza  243   
    Hanno votato
 142    
    Hanno votato
no  343).    

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Busin n. 9/1197/64, Caparini n. 9/1197/65, Guidesi n. 9/1197/66, Matteo Bragantini n. 9/1197/67 e Rondini n. 9/1197/68 accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Prataviera n. 9/1197/69, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Molteni n. 9/1197/70 e Grimoldi n. 9/1197/71, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Allasia n. 9/1197/72, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/1197/72, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gribaudo, Madia, Agostini, Brandolin, Peluffo, Colonnese...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 44
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  487   
   Votanti  484   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  243   
    Hanno votato
 142    
    Hanno votato
no  342).    

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Gianluca Pini n. 9/1197/73 e Borghesi n. 9/1197/74, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Attaguile n. 9/1197/75, Buonanno n. 9/1197/76, Fedriga n. 9/1197/77 e Marcolin n. 9/1197/78, accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/1197/79, Invernizzi n. 9/1197/80, Oliverio n.  9/1197/81 e Carella n. 9/1197/82 accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Taricco n. 9/1197/83, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/1197/84, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/1197/84, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gribaudo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  484   
   Votanti  481   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  241   
    Hanno votato
 140    
    Hanno votato
no  341).    

  (I deputati Fontanelli e Tabacci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Marcon ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole)

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Sarti n. 9/1197/85 e Businarolo n. 9/1197/86, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/1197/87, accettato dal Governo, purché riformulato.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, non accettiamo la proposta di riformulazione del Governo e chiediamo ai colleghi – soprattutto a quelli del PD, visto che l'ordine del giorno in esame è uguale a quello che il presidente Errani ha voluto fare in Emilia-Romagna sullo stop, sulla sospensione delle trivellazioni – chiediamo, appunto, di votare questo ordine del giorno, per non andare in contraddizione con quello che sta facendo il commissario Errani in Emilia-Romagna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, sottolineo che la riformulazione proposta dal Governo è proprio per evidenziare che lavoriamo insieme con la regione Emilia-Romagna e con il presidente Errani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Non so se la precisazione porta i proponenti a ritenere di Pag. 45accettare la riformulazione. Cioè, ci vuole un sì o un no in questo caso; non abbiamo molte altre alternative.
  Prendo atto che i presentatori non accettano la riformulazione e insistono per la votazione dell'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/1197/87.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/1197/87, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giammanco, Misuraca, Spadoni... sembra che abbiano tutti votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  487   
   Votanti  485   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  243   
    Hanno votato
 140    
    Hanno votato
no  345).    

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Agostinelli n. 9/1197/88, Spadoni n. 9/1197/89, Mucci n. 9/1197/90 e Massimiliano Bernini n. 9/1197/91 accettati dal Governo, purché riformulati.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/1197/92, accettato dal Governo, purché riformulato.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, non accetto la riformulazione.

  PRESIDENTE. Dunque, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/1197/92, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baldelli, Carbone, Borghi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  487   
   Votanti  486   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  244   
    Hanno votato
 142    
    Hanno votato
no  344).    

  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Zolezzi n. 9/1197/93 formulato dal Governo.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, questo ordine del giorno riguarda un altro tratto di linea ad alta velocità. Era solo per porre all'attenzione dell'Assemblea che questo tratto dai 3 miliardi di euro totali iniziali sembra che sforerà i 6 miliardi. In un momento in cui abbiamo da affrontare emergenze ambientali, occupazionali e quant'altro, andare a mettere denaro in quest'opera assolutamente non richiesta dalle popolazioni locali e probabilmente inutile e malstimata è assolutamente fuorviante. Anche questo ha fatto saltare il tavolo di confronto, ma non per non dare onore a chi ha avuto gravi danni ambientali e dal terremoto, ma proprio per cercare di meglio distribuire le risorse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zolezzi n. 9/1197/93, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonafede, Carbone, Tidei, Zoggia, Tancredi, Verini...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 46
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  485   
   Votanti  481   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  241   
    Hanno votato
 133    
    Hanno votato
no  348).    

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Nicchi n. 9/1197/94 formulato dal Governo.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, noi volevamo chiedere di mettere al voto questo ordine del giorno, specificando che tra le opere infrastrutturali del porto di Piombino era prevista la realizzazione della bretella, opera che noi riteniamo assolutamente necessaria per il rilancio dell'attività portuale. Dopodiché si prevede anche il collegamento della bretella con la Civitavecchia-Cecina. Noi riteniamo che questo invece sia un errore che dovrebbe essere evitato. Io vorrei ricordare che sulla Cecina-Civitavecchia c’è un grande dibattito che sta caratterizzando anche il confronto politico nella regione Toscana. Vorrei ricordare che anche la provincia di Grosseto, con una sua deliberazione, ha considerato i rischi idrogeologici rispetto alla realizzazione di questo nuovo asse autostradale, che si va a sovrapporre all'Aurelia. Io credo sia fondamentale che ci sia una svolta da questo punto di vista, che si punti fortemente per la messa in sicurezza della strada Aurelia, che può tranquillamente svolgere il ruolo di raccordo tra quelle aree del Tirreno. Per questo noi riteniamo importante e fondamentale che la bretella che deve essere realizzata non sia collegata all'asse autostradale Cecina-Civitavecchia.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, solo per specificare che intanto il progetto ha già superato tutti i passaggi necessari per la valutazione economico-finanziaria e costi/benefici, che questi passaggi in più sono stati effettuati in confronto con le comunità locali, che i passaggi che ci attendono ulteriormente sono in confronto con le comunità locali. Quindi, l'invito al ritiro dipende dal fatto che: se l'ordine del giorno pone un problema di confronto con gli enti locali, questo è quello che sta avvenendo, quindi l'ordine del giorno è ultroneo rispetto a ciò che il Governo sta già facendo; se invece pone un problema di cambiare di nuovo il tracciato della tirrenica, noi riteniamo che questo non sia veramente il caso. È ora veramente che questa opera così importante per i collegamenti tra nord e sud del nostro Paese, per alleggerire l'autostrada del sole, venga avviata e non c’è bisogno di riconsiderare ancora una volta il progetto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/1197/94, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marazziti, Giammanco, Sanga, Chaouki...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  475   
   Votanti  473   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato
 128    
    Hanno votato
no  345).    

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cariello n. 9/1197/95, accettato dal Governo, purché riformulato.Pag. 47
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sibilia n. 9/1197/96, accettato dal Governo.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14,15 per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale con ripresa televisiva diretta.

  La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 14,20.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Amici, Berretta, Bray, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carrozza, Casero, Cicchitto, Cirielli, Dambruoso, Damiano, Dellai, Di Lello, Fassina, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Kyenge, Legnini, Letta, Lupi, Migliore, Orlando, Pisicchio, Realacci, Sani, Santelli, Simoni, Speranza e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione (ore 14,22).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1197)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo misto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli membri del Governo, ci ritroviamo oggi a votare – lo abbiamo fatto stamattina – la prima fiducia su un provvedimento normativo durante il Governo Letta. Sottolineo «durante», non «del» Governo Letta perché, diversamente, avremmo avuto più di un dubbio sul metodo e sul merito. Perché non devo certo ricordare qui, sul piano del metodo, come il ricorso al voto di fiducia, quando non dettato realmente da una emergenza, è solo un sintomo di debolezza e di scarsa capacità di mediazione. È soprattutto un atto che svuota le Camere della loro funzione principale, offrendo spunti per chi già solo pochi giorni fa ha avuto l'ardire di definire quest'Aula «una tomba maleodorante della seconda Repubblica».
  Ora, conosciamo tutti bene il dettato dell'articolo 77 della Costituzione, il limite che la norma impone ai «casi straordinari di necessità e d'urgenza», come presupposto per l'adozione dello strumento del decreto-legge, ma, nel merito, io, e con me i deputati e la deputata socialista, facciamo davvero fatica a comprendere la dichiarata sussistenza dell'urgenza, che spesso è anche l'occasione per istituire nuovi commissariati straordinari, magari con poteri di deroga.
  Certo è urgente e indifferibile la proroga del commissariamento per la galleria Pavoncelli, la cui vulnerabilità sismica è affrontata già da oltre mille giorni. Ancor più urgente e necessario è intervenire per la crisi rifiuti di Palermo, che si trascina dal 2009 con una raccolta differenziata ferma all'11 per cento. È ancor più urgente intervenire a Piombino, la cui crisi si trascina da almeno tre lustri ed ha già inghiottito negli anni scorsi almeno 800 milioni. Ancora più urgente è affrontare l'Expo di Milano, che ci è caduto addosso tra capo e collo, all'improvviso, da appena Pag. 48marzo del 2008. È ancora più urgente intervenire per decreto alla riforma delle camere di commercio, istituite con regio decreto appena 89 anni fa e modificate nell'impianto normativo da appena vent'anni. Ma certo, onorevoli colleghi, l'urgenza più improvvisa è senz'altro quella che, seicentomila anni dopo il distacco dall'Italia della Sicilia, impone ora collegamenti marittimi tra l'isola e la terraferma.
  Sono certo che il Governo e il Presidente Letta non ci avrebbero mai chiesto di convertire un decreto così, per il rispetto che si deve a quest'Aula. È anche per questo, ma soprattutto per non far mancare il sostegno alle popolazioni terremotate dell'Emilia e dell'Aquila e, ancor più, per non negare un Governo all'Italia, che i deputati e la deputata socialista non faranno mancare il proprio voto favorevole, nella convinzione che questo Governo abbia sincero rispetto per i parlamentari della Repubblica e non mancherà occasione, nei prossimi mesi, per dimostrarlo concretamente. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Partito socialista italiano e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signor Presidente, Signori del Governo, il decreto-legge delle emergenze ambientali, dei terremoti e delle necessarie ricostruzioni, degli impegni legati all'Expo è stato adottato dal Governo Monti il 26 aprile 2013 e doveva essere convertito entro il 26 giugno. Abbiamo rischiato di farlo decadere. Il primo voto di fiducia origina da questa particolare condizione.
  Non ci si meraviglia che, nel pieno della crisi politica successiva alle elezioni, il decreto-legge del Governo contenesse elementi diversi e non sempre coordinati per materia. Forse era inevitabile. Quel che deve essere ora meglio definito è il rapporto Camera/Senato nel procedimento legislativo: non è una richiesta sindacale di una Camera rispetto all'altra, ma di applicazione omogenea del criterio dell'estraneità di materia. Né qui si può utilizzare il ragionamento che il Senato avrebbe un diverso Regolamento: il Senato non può, in prima lettura, interpretare il testo dei decreti-legge ampliandone le caratteristiche fino a farli divenire omnibus, cioè onnicomprensivi. Lo si era già visto in occasione dell'ultimo decreto-legge, quello sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, modificato profondamente dal Senato e trasferito alla Camera in carenza del tempo necessario per le correzioni opportune.
  Senza l'ostruzionismo asimmetrico di queste ore si sarebbe potuto dare un segnale tangibile al Senato. Ho detto «asimmetrico» purché non credo che i colleghi del MoVimento 5 Stelle avessero l'obiettivo che è stato raggiunto, ne avevano una diverso, ma asimmetrico perché non solo l'obiettivo non è stato raggiunto, ma dimostra che quello strumento non è adeguato; mi auguro ciò serva come utile insegnamento.
  Nel merito il provvedimento fornisce una serie di attese risposte alle emergenze, fornisce la chiave di lettura per iniziative strutturali che riguardano la difesa del territorio e, sull'Expo, il richiamo che si tratta di un fatto nazionale, non milanese e lombardo, e che sull'esposizione 2015 si esprime la continuità dei Governi della Repubblica e si gioca il prestigio dell'Italia intera. Conosciamo i limiti del legiferare sulla base dell'emergenza, con un affievolimento dei controlli di legalità, ma confidiamo sul fatto che questa legislatura sia grado di esprimere una più radicata sensibilità sui temi dell'etica pubblica, del rigore amministrativo, della trasparenza. In questo senso, il voto favorevole del Centro democratico a questo provvedimento è un atto responsabile e doveroso
(Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniel Alfreider. Ne ha facoltà.

Pag. 49

  DANIEL ALFREIDER. Signor Presidente, i deputati del SVP delle minoranze linguistiche hanno condiviso la decisione di aver posto la questione di fiducia sul provvedimento al fine di convertire il decreto-legge. Il Governo ha così inteso salvaguardare il medesimo decreto-legge che contiene insieme ai provvedimenti relativi alla importanti emergenze ambientali anche misure in materia di Expo, di turismo e in particolare di trasporti e infrastrutture. Giudichiamo fondamentale che, con le misure inserite nel provvedimento, il Governo abbia inteso dare priorità alle misure relative alle infrastrutture ferroviarie nazionali e, in questo ambito, al finanziamento anche della linea Fortezza-Verona, tratta di accesso delle gallerie di base del Brennero, un progetto che è inserito nel programma europeo delle infrastrutture strategiche e parte importante dei corridoi europei di trasporto. Apprezziamo quindi fortemente che il Presidente del Consiglio Letta e il Ministro dei trasporti Lupi condividano questa impostazione e come priorità dell'azione di Governo abbiano più volte ribadito la necessità di portare avanti progetti che abbiano cofinanziamenti europei. Per queste ragioni esprimiamo il nostro voto favorevole sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Achille Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Signor Presidente, colleghi e rappresentanti del Governo, il provvedimento oggi in discussione e votazione è certamente di natura complessa e richiederebbe una disquisizione approfondita, tuttavia desidero utilizzare il tempo consentito al nostro gruppo per dichiarazione di voto per esporre alcune considerazioni che ritengo importanti, con particolare riferimento alle parti del decreto-legge afferenti la zona industriale di Piombino e l'area terremotata dell'Emilia, del Veneto e della Lombardia. Essendo la Toscana la mia regione e il mio territorio di elezione, non posso nascondere la particolare attenzione che riservo alla parte del provvedimento che concerne il riconoscimento dell'area industriale di Piombino come area di crisi industriale complessa e la previsione di stanziamenti di fondi per favorirne la ripresa.
  Come lei, illustre Presidente e gli onorevoli colleghi sanno o dovrebbero sapere, l'area industriale di Piombino sorta poco tempo l'unità d'Italia nel 1864 ha vissuto nei decenni alterne fortune, che ne hanno favorito lo sviluppo ma anche mortificato e pregiudicato le occasioni di massima espansione.
  Questo, in particolare, avvenne a causa dell'insufficienza di quelle infrastrutture che permetterebbero a quest'area, oggi particolarmente colpita dalla flessione economica contingente, di recuperare, almeno in parte, la propria crescita.
  Mi permetto di ricordare che non più tardi di sei mesi fa era riportata sui maggiori mezzi di informazione la nefasta previsione che le acciaierie di quell'area fossero destinate alla morte, portando seco conseguenze disastrose per i circa 4.000 dipendenti, di cui 1.600 dell'indotto, che grazie all'acciaio garantiscono il sostentamento a se stessi e alle proprie famiglie. Ora, la previsione inserita nel provvedimento oggi in votazione di stanziare oltre 40 milioni di euro per interventi infrastrutturali nell'area portuale di Piombino rappresenta, secondo noi di Fratelli d'Italia, un mero e insufficiente palliativo, a fronte delle reali e concrete necessità di cui l'area industriale richiede per poter sopravvivere.
  Il comparto versa in una condizione di crisi, che affonda le proprie radici in decenni di passaggi e gestioni, a volte esasperate e sprezzanti, del coinvolgimento e del destino di migliaia di lavoratori, molti dei quali nel corso degli anni hanno perso il lavoro o sono stati costretti a ricorrere a misure di sostegno del reddito come la cassa integrazione.
  È l'intero sistema, cari colleghi, che va rivisitato. Pur comprendendo la buona volontà sottesa alle norme relative all'area di Piombino, riteniamo, tuttavia, che gli interventi in esse previsti non siano esaustivi Pag. 50e che siano destinati a trasformarsi nell'ennesima soluzione all'italiana, cui si ricorre quando, non riuscendo ad affrontare il problema nella sua totalità, si cerca di sistemarne le parti maggiormente a rischio di crollo in una continua e frenetica corsa contro il tempo.
  Stesso discorso vale per la norma che prevede la detassazione dei contributi erogati dallo Stato ai terremotati emiliani, veneti e lombardi, i quali – è stabilito – saranno sottratti ad ogni forma di tassazione. Io stesso, a nome di Fratelli d'Italia, ho presentato un ordine del giorno diretto a ottenere che il Parlamento impegni il Governo a estendere tale previsione, assolutamente giusta in sé, pure ai risarcimenti assicurativi che gli imprenditori terremotati hanno riscosso o riscuoteranno a fronte dei premi all'epoca versati alle compagnie assicurative. Molti di loro, infatti, erano titolari di polizze assicurative anche contro eventi sismici ed è evidente come la tassazione di tali somme rappresenti un'appetibile entrata per lo Stato, cui è difficile rinunciare vista la voragine debitoria che ci sta travolgendo in una spirale sempre più vorticosa.
  Tuttavia, il senso di giustizia, di equità e di rispetto nei confronti dei cittadini italiani e dei residenti dell'Emilia, del Veneto e della Lombardia, che con abnegazione e sacrifici immani sono stati capaci di ricominciare le attività produttive, grazie ai risarcimenti assicurativi e ai propri risparmi, garantendo in tal modo posti di lavoro e ripresa dell'economia in una zona dell'Italia che produce – per limitarsi alla sola Emilia – il 2 per cento del PIL nazionale e paga 6 miliardi di euro di tasse all'anno, impongono l'estensione della detassazione anche ai risarcimenti pagati dalle assicurazioni.
  Alcuni colleghi senatori del Partito Democratico hanno dichiarato di fidarsi delle parole del Governo circa il futuro ed eventuale impegno in questo senso e hanno addirittura ritirato gli emendamenti presentati sulla detassazione degli indennizzi assicurativi durante l’iter del decreto nell'altro ramo del Parlamento, la cui votazione avrebbe messo a rischio l'approvazione del provvedimento. Ora, se ciò è vero – come non ho ragione di dubitare –, ossia l'approvazione di tali emendamenti avesse avuto la forza di bloccare la conversione del decreto-legge oggi in discussione, è assai difficile che il Governo, che non ha inserito la previsione normativa su suggerimento del maggior partito presente in Parlamento, provveda successivamente sua sponte. Così come non si comprende la disparità di trattamento tra coloro che sono stati previdenti e hanno ottenuto un risarcimento assicurativo a fronte del pagamento di relative polizze e coloro che, al contrario, dovranno fare affidamento soltanto sull'erogazione del contributo dello Stato.
  Ma vi è di più, ossia un paradosso incredibile, che se non fosse per la tragicità della situazione parrebbe il soggetto ideale di una vicenda teatrale dai toni grotteschi. Gli indennizzi assicurativi sono stati calcolati sulla base del valore dei capannoni e dei beni strumentali al momento del terremoto e il denaro pagato agli imprenditori è parametrato su quanto dovrebbe servire per la ricostruzione.
  Se quindi viene utilizzato tutto e spesso non è sufficiente per questi scopi, come si può pensare che il prossimo anno coloro che l'hanno ricevuto abbiano la sufficiente liquidità per pagarvi sopra le tasse ? Cari rappresentanti del Governo, riflettete su queste cose che vi stiamo dicendo. Noi di Fratelli d'Italia chiediamo che questo Governo assuma iniziative incisive, di rilancio dell'economia del lavoro, modulando i diversi provvedimenti in relazione alle aree della nazione in cui essi dovranno essere applicati, essendo profondamente diverse le esigenze di sviluppo, per esempio, dell'Emilia Romagna da altre regioni. Anche in questo caso, come l'area industriale di Piombino, ciò che oggi viene discusso e votato non sono soluzioni dirette alla risoluzione dei problemi ma semplici palliativi, panacee temporanee, il cui effetto svanirà ancora prima della realizzazione pratica.
  In ultima analisi, una considerazione generale sul decreto-legge che ci apprestiamo a votare: leggendone il testo appare Pag. 51ictu oculi la profonda differenza tra il decreto-legge originario e il testo ora alla Camera. Ci duole prendere atto che, come nel più esemplare e stantio stile nato nella prima Repubblica e proseguito fino ai precedenti Governi, anche l'attuale Esecutivo ha accolto la discutibile abitudine di «infarcire» i provvedimenti di urgenza con ogni genere di norme aggiuntive che nulla hanno a che fare con l'oggetto del provvedimento originario ma che servono soltanto a ottenere velocemente l'entrata in vigore di disposizioni che, se dovessero far parte di un disegno di legge ad hoc, probabilmente non troverebbero mai approvazione. Noi di Fratelli d'Italia chiediamo a gran voce che la trasparenza e la correttezza nella gestione della cosa pubblica, provenga anzitutto dalle modalità con cui si introducono le proposte di emendamenti, evitando di incastrare e condizionare il voto parlamentare che sul decreto-legge è unico e, se di approvazione o rigetto, coinvolge tutto il contenuto del provvedimento, sia le norme meritevoli di accoglimento sia quelle inserite sfruttando corsie preferenziali contrarie al senso di giustizia e di garanzia dei diritti del popolo.
  Signori del Governo, noi abbiamo detto in quest'aula che faremo un'opposizione costruttiva. Vi diciamo che su questa linea dei provvedimenti onnicomprensivi non dovete andare avanti altrimenti la nostra sarà un'opposizione a questo punto dura ed intransigente su questi temi. Noi apparteniamo alla storia della destra politica italiana che in quest'aula ha fatto l'opposizione in tantissimi anni e tantissime volte. Sappiamo come si fa l'opposizione in quest'aula. Quindi, attenzione quando ci portate questi provvedimenti e per queste ragioni oggi non abbiamo dato la fiducia al Governo e, adesso, anche con le motivazioni portate avanti dai colleghi Corsaro, Taglialatela, Rampelli che sono intervenuti prima di me, noi ci accingiamo a dare un voto di astensione al provvedimento in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, questo provvedimento è un autentico pasticcio: lo è nella forma e lo è nella sostanza. Un pasticcio ritenuto tale, nella forma e nella sostanza, non solo dalle mie parole o dall'opinione del mio gruppo ma da quella di tutti i rappresentanti di tutte le forze politiche, di destra e di sinistra e di centro che si sono occupati del provvedimento in Commissione. Veniamo alla forma. Un decreto-legge urgente contiene anche misure importanti e giuste per i terremoti di Emilia e Abruzzo. Ma il Governo lo ha dimenticato lasciandolo fermo al Senato fino a pochi giorni fa. A noi, alla Camera, è stato chiesto di approvarlo velocemente e blindato, senza poter cioè fare modifiche. Peccato che le modifiche sono state richieste anche e soprattutto dalla maggioranza del vostro Governo. E visto che ci si richiama sempre al rispetto dei Regolamenti, alcune Commissioni parlamentari non hanno neppure espresso i pareri richiesti e necessari proprio per mancanza di tempo. Mancanza di tempo per un decreto urgente ma che è stato dimenticato e stravolto al Senato senza che il Governo intervenisse (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Il Governo ha poi sbagliato nuovamente. Qualche giorno fa, su proposta della Commissione Ambiente e del relatore che ringrazio e del quale riconosco l'ottimo lavoro, si potevano modificare solo alcune parti concordate all'unanimità.
  Avete rifiutato e avete nuovamente sbagliato. Il Governo non ha neppure riconosciuto le osservazione della sua maggioranza ed ha giustificato il nuovo rifiuto dicendo: «Sono cose urgenti». Salvo dimenticarsi che le cose urgenti le avete dimenticate due mesi al Senato (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).
  Siamo dunque arrivati alla votazione in aula e qui siamo arrivati veramente alle comiche: buona parte dei pochi e mirati emendamenti sono stati resi inammissibili, Pag. 52cioè neanche avete dato la possibilità che fossero discussi. Penso per esempio a quelli dei colleghi Pini e Ferraresi sul terremoto in Emilia: tutti resi inammissibili (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).
  Avete detto: «Perché non sono omogenei », in un provvedimento che di omogeneità ha ben poco, perché mette assieme le giuste urgenze dei terremotati e dei cittadini di Emilia ed Abruzzo con la riforma delle camere di commercio; che mette assieme l'ennesimo intervento sui rifiuti di Napoli con gli interventi giusti sull'area industriale di Trieste; che mette sullo stesso piano l'Expo di Milano e i rifiuti di Palermo; che interviene per la bonifica di Piombino e della sua acciaieria e per la soppressione del Ministero del turismo, «portandolo» ai beni culturali; che in un decreto prevede misure sull'acquedotto Pugliese e le mette insieme alla TAV o al problema della Costa Concordia. Siete voi, signori Ministri, a non essere omogenei (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).
  E vede, signor Ministro, siamo in buona ed autorevole compagnia nell'esprimere questa opinione, nel denunciare merito e metodo di questo provvedimento, perché anche e soprattutto il Presidente della Repubblica non perde occasione per richiamare la sua contrarietà ed il suo imbarazzo per provvedimenti omnibus non omogenei e pasticciati come questo; e la invitiamo – specialmente il Ministro Franceschini – a replicare su questo tema al Presidente della Repubblica, non ai gruppi di opposizione.
  Ma veniamo al merito: avete rifiutato di inserire fra le emergenze ambientali i provvedimenti per gli alluvionati del Veneto dello scorso maggio. Ma avete pensato ai rifiuti di Napoli, dicendo che questi ultimi sono l'emergenza. Signor Ministro, lo sa che la cosiddetta emergenza dei rifiuti a Napoli dura da un ventennio (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle) ?
  Napoli oggi – dati non miei, ma di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera – ha il record mondiale planetario per il numero di spazzini in una città. A Venezia, per esempio, la gestione dei rifiuti è affidata ad un'azienda con meno di cento dipendenti e al CDR di Marghera, su tutto il ciclo rifiuti, ne lavorano 28; 6 in meno di quanti – uso le parole di Gian Antonio Stella – bivaccano al call center napoletano del PAN (protezione ambiente e natura), dove, stando al rapporto della nostra Commissione parlamentare, hanno l'estenuante e massacrante lavoro di ricevere una telefonata a testa ogni settimana. Questi sono i problemi che restano evidentemente irrisolti. Al nord la raccolta differenziata ha toccato in certe zone punte del 90 per cento. A Napoli non abbiamo neppure i dati attendibili sulla stessa raccolta differenziata. A Napoli, dove ci sono 24 volte il numero degli spazzini di Milano, non si capisce per quale motivo il problema è ancora lì sul tappeto o se preferite sulle strade. A Milano, Torino, Venezia o Bologna, pur con 25 volte meno spazzini, non c’è nessuna emergenza rifiuti. E sapete perché è avvenuto tutto questo ? Perché l'eterna emergenza rifiuti di Napoli ha ingrassato la criminalità e la politica, la politica locale e nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle), che ha usato i soldi dei vari decreti dell'emergenza rifiuti non per risolvere il problema una volta per tutte, ma per fare clientelismo, per assumere magari anche spazzini e magari nutrire la speranza, da parte di politici locali, di conquistarne il voto in cambio di posti di lavoro pagati dalla collettività e dai contribuenti. È notizia dell'altro giorno, signor Ministro, che sempre su questo tema dei rifiuti di Napoli l'Europa ha deciso di multare l'Italia: ci arrivano 260.000 euro al giorno di multa, cioè 100 milioni di euro all'anno. Chi pagherà questa multa ? Pagheranno i politici incapaci di Napoli e della Campania oppure pagheranno i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord) ? Chi pagherà questo disastro ?
  Pagheranno, soprattutto, come sempre, i cittadini che le tasse le versano perché sarà con i soldi delle tasse che pagheremo Pag. 53la multa all'Unione europea. Tasse eccessive e soffocanti. E il tutto con una magistratura che al nord inquisisce gli amministratori locali per – leggo testualmente – «lo sforamento dei limiti di concentrazione delle polveri sottili». Traduco: li inquisisce perché c’è traffico, mentre nel napoletano, dove la criminalità organizzata fa business sull'inquinamento drammatico, i magistrati dormono un sonno profondo ed eterno e non abbiamo notizie neppure di piccoli risvegli sulla responsabilità ai responsabili nonostante questi disastri economici ed ambientali. Oggi al nord le imprese falliscono, i negozi chiudono, mancano i soldi per bloccare l'aumento dell'IVA, ma ecco dove vanno a finire i soldi dei contribuenti, magari nei rifiuti di Napoli o di Palermo, nell'assistenzialismo e nell'incapacità degli amministratori del sud che fanno buchi di bilancio.
  E non diteci per favore che in questo provvedimento non vengono stanziati nuovi soldi per i rifiuti della Campania. Chi è stato assunto dalla mala politica assistenziale di questi anni nel sud di Roma i soldi li prende anche senza stanziarne di nuovi e ora si aggiunge il provvedimento sui rifiuti di Palermo e sappiamo tutti in quest'Aula che, tra qualche mese, dovremo affrontare il problema dei rifiuti di Roma (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) perché anche Roma, a causa dell'incapacità degli amministratori di Roma, sta scoppiando per lo stesso problema dei rifiuti. Il nord paga la tassa sui rifiuti, fa la raccolta differenziata; i vostri politici locali al sud assumono spazzini per lasciare la spazzatura sulle strade o magari mandarcela al nord o magari mandarla all'estero, ma a spese dello Stato, non sicuramente a spese loro e della loro incapacità.
  E chiudo, signor Presidente, sottolineando la storia di questo decreto-legge che spero le insegni qualcosa e mi riferisco soprattutto al Ministro Franceschini: lei è Ministro per i rapporti con il Parlamento, se non segue l'iter di un decreto che Ministro è scusi, cosa fa ? Nel decreto del fare io la invito a cercare di seguire il provvedimento, a non mandarcelo qua qualche ora prima della scadenza. E invito, tra l'altro, oltre che lei, anche Il Sole 24 Ore, giornale assolutamente autorevole, che qualche tempo fa è uscito con un bel titolo sulle emergenze in Italia con su scritto «fate presto», magari ogni tanto a mettere in prima pagina «fai presto Franceschini, svegliati» perché è rimasto due mesi al Senato quel decreto e vorremmo evitare che si replicasse con il decreto del fare.
  Chiudo, signor Presidente, dicendo che noi della Lega Nord e Autonomie viviamo questo decreto come un autentico ricatto e per questo ci asterremo. Ricatto perché mettere insieme le giuste, sacrosante istanze, i drammi, i sentimenti dei terremotati dell'Emilia o della Lombardia o dell'Abruzzo con lo spreco e l'assistenzialismo e il malaffare dei rifiuti di Napoli e della criminalità organizzata è ancor prima che sbagliato profondamente immorale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zan. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO ZAN. Signora Presidente, colleghi deputati, signori del Governo, ci sono molte cose che non vanno in questo decreto-legge. La prima, come dicevano altri colleghi, è di metodo. Avrebbe dovuto essere un decreto sulle emergenze ambientali e, invece, è diventato un decreto onnicomprensivo che parla di tutto e il contrario di tutto in barba anche al richiamo del Presidente della Repubblica che ha più volte a tal proposito richiamato il Governo a non usare in maniera sistematica lo strumento della decretazione d'urgenza e ad inaugurare finalmente – lo speravamo – una nuova stagione che lasciasse lavorare il Parlamento senza decreti che contengono materie così diverse tra loro.
  Cosa c'entra, signori Ministri, con le emergenze ambientali il trasferimento della delega al turismo alla Presidenza del Pag. 54Consiglio ? E che cosa c'entra con le emergenze ambientali l'articolo che disciplina l'albo delle camere di commercio in Italia ? Viene il dubbio che questo sia il frutto avvelenato – mi permettano – di negoziazioni interne dentro le larghe intese che al Senato hanno infarcito il decreto con provvedimenti che nulla c'entrano con le emergenze ambientali perché il decreto deve parlare di emergenze ambientali. Dunque non ci siamo affatto, signori del Governo. Il decreto in esame è ancora una volta il frutto di una modalità di legiferare fatta di deroghe, proroghe di emergenze, proroghe di commissariamenti che segnalano un'incapacità totale a ritornare ad una gestione non più emergenziale in questo Paese, ma effettuata con gli strumenti ordinari.
  L'altra questione, signora Presidente, è di merito: siamo convinti che affrontare le emergenze ambientali significhi, oggi più che mai, operare per mettere in sicurezza il territorio. Ogni giorno in Italia c’è un'emergenza ambientale. È evidente a tutti gli italiani che non si può più intervenire solo cercando di recuperare i danni. Una politica che voglia essere realmente incisiva e attenta deve intervenire sulla prevenzione, sulla cura del territorio, affrontando la questione ambientale con priorità di politiche che vogliono cancellare la parola emergenza.
  Fare prevenzione significa non solo tutelare l'ambiente, ma creare nuovi posti di lavoro e abbassare drasticamente i costi. Mettere in sicurezza il territorio, creando tanti piccoli cantieri, abbatterebbe i costi, che, invece, sono necessari per far fronte alle emergenze. In un momento di crisi occupazionale come quello che stiamo vivendo, questa sarebbe una via da percorrere attraverso investimenti volti a creare occupazione e anche a tutelare l'ambiente.
  Eppure, anche nel tanto sbandierato decreto del «fare», il Governo non ha previsto un euro dedicato alla questione ambientale. Sono scelte politiche sbagliate, in continuità con quanto non hanno fatto su questa materia i Governi precedenti. Fare politica ambientale non è un capriccio da ambientalisti, ma una necessità per un buono sviluppo, per il lavoro, per la nostra economia. Si pensi, ad esempio, alla scelta del Governo di proseguire nell'acquisto degli F-35. Ci chiediamo: quei soldi, quei tanti soldi, non potrebbero essere, invece, più utilmente investiti per mettere in sicurezza il territorio, per evitare le emergenze ambientali o per costruire asili nido (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle) ? Quei soldi – decine di miliardi di euro – per giocare a fare la guerra, spesi in un momento di grave crisi economica che incide soprattutto sulle fasce più deboli, potrebbero essere in parte investiti per interventi sul territorio, in un circolo virtuoso che creerebbe anche occupazione.
  Ci chiediamo perché gli F-35 vengono ritenuti necessari e invece non altrettanto accade per l'ambiente ? Non è forse necessario mettere in sicurezza l'argine dei fiumi per evitare le alluvioni ? Penso alla mia regione, signor Presidente, il Veneto, disastrata dalla recente alluvione del 2010, dove non è stato fatto alcun lavoro di messa in sicurezza del territorio e dove la Protezione civile è sempre in allerta, come in tutte le regioni, appena il meteo chiama pioggia. In questo Paese siamo in allerta appena inizia a piovere: ci rendiamo conto di questa situazione ?
  E poi questo decreto omnibus finanzia anche le opere di compensazione a quei comuni che saranno attraversati dalla TAV, lo si diceva prima, il che vuol dire che se ci sono opere di compensazione, ci sono anche danni ambientali causati dalla TAV. Tutto questo è assurdo: il costo di 20 miliardi di euro previsto per la linea Torino-Lione è destinato a lievitare fino a 30 miliardi di euro; come ha sottolineato il collega Zaratti, la nuova linea ferroviaria Torino-Lione, tra l'altro, non sarebbe nemmeno ad alta velocità per passeggeri, perché essendo quasi interamente costruita nella galleria, la velocità di esercizio sarà tra i 120 e i 160 chilometri orari, e dunque sarebbe praticamente identica alla velocità di esercizio che verrebbe utilizzata con la linea già esistente. E dunque, su questo io esprimo veramente Pag. 55un grande dispiacere, che il MoVimento 5 Stelle abbia assecondato questo orientamento del Governo sulla TAV, votando contro il nostro ordine del giorno.
  Inoltre, non si capisce sulla base di quali criteri si selezionino le emergenze ambientali di questo Paese: anziché inserire l'albo delle camere di commercio estere, non si poteva affrontare la situazione del Pollino, dove vi è ancora in corso uno sciame sismico e dove molti parlamentari avevano chiesto di adottare misure di esenzione in materia di IMU e TARSU per i fabbricati distrutti o resi inagibili dal terremoto ? Di questi poveri cittadini, chi se ne deve occupare ?
  Oppure la situazione di Brescia, dove vi è l'annoso e non risolto problema dell'inquinante che ha avvelenato migliaia di cittadini in quella zona, il PCB, oppure la messa in sicurezza dei siti minerari ed industriali dimessi, che hanno contaminato in Sardegna le falde acquifere e i terreni del Sulcis Iglesiente. Insomma, qui i colleghi della Lega fanno demagogia sulla questione Napoli.
  Io vorrei ricordare – lo dico da cittadino del nord – che, con il contributo della camorra, molti rifiuti del nord sono stati portati in modo illegale nelle discariche della Campania (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), avvelenando quei territori; per cui, il problema è di tutti, è dell'intero Paese, è dell'intero Governo. Poi, c’è la questione anche delle quote latte. Io ricordo che abbiamo avuto un miliardo e mezzo di multa per come sono state gestite male le quote latte, in particolar modo, dalla Lega (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Allora, ritornando al decreto, vorrei chiedere al Governo quali sono le emergenze che la politica deve saper affrontare e, guardate, queste sono le vere emergenze su cui il Paese ha bisogno di una risposta. E mentre l'opinione pubblica è, ancora una volta, alle prese con i guai giudiziari di Silvio Berlusconi e con le fibrillazioni del centrodestra e della maggioranza che sostiene il Governo, io penso che un dibattito che ruota sempre attorno alla figura di Silvio Berlusconi e dei suoi guai giudiziari rimanga un vulnus per la nostra democrazia.
  È su queste basi che vive il Governo delle larghe intese, mi chiedo ? È questo il vero accordo di Governo ? Occorre che il Paese esca al più presto da un assetto politico che impedisce lo svolgersi appieno di una politica che abbia delle maggioranze chiare e non costruite sulla base dell'assenza di una vera alternativa di Governo. Occorre restituire al Governo del Paese una dialettica parlamentare, che sia in grado di reagire alla crisi economica e sociale e alla distanza e alla sfiducia dei cittadini dalla e nella politica.
  Mi avvio a concludere, sottolineando come c’è bisogno di politica e di quelle politiche che il Presidente Letta ha invocato al momento dell'insediamento del suo Governo, ma che ancora, purtroppo, sono assenti. Come ha ricordato stamattina il capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà, Gennaro Migliore, questo provvedimento contiene luci e ombre e troppi provvedimenti che non hanno carattere d'emergenza. Noi siamo una forza politica di opposizione, ma non abbiamo mai, in quest'Aula, abdicato al nostro senso di responsabilità, votando tutti i provvedimenti per il bene di questo Paese. Però, oggi, non possiamo votare «sì» a questo decreto; non possiamo votare «no», perché chiaramente ci sono delle emergenze, come Piombino e l'Abruzzo, a cui va data risposta, ma ci sono troppi provvedimenti sbagliati in questo decreto, anche per il fatto che il Governo, con la complicità, diciamo, di alcuni Ministri, ha di fatto stravolto complessivamente questo decreto, che è stato al Senato più di un mese e mezzo ed è arrivato alla Camera senza la possibilità da parte di noi deputati di discuterlo.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ALESSANDRO ZAN. Questa modalità di fare politica non va bene. Dobbiamo ripristinare e dobbiamo ascoltare la voce del Presidente della Repubblica, che ha chiesto con grande forza di mettere al Pag. 56centro la funzione del Parlamento. Ed è per questo che ci appelliamo anche a lei, Presidente della Camera, affinché questo appello sia finalmente ascoltato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Parlamento, quello che stiamo esaminando è un decreto-legge che ereditiamo dal precedente Governo Monti e che ha un contenuto vasto e articolato anche grazie all'azione operata dal Senato, su cui potremmo dire che è stata, forse, troppo incisiva e troppo estesa e che, di fatto, ha creato una problematica, alla quale oggi, con molta buona volontà e con molto senso di responsabilità, poniamo rimedio.
  È, comunque, un decreto che dà risposta ad una serie di emergenze del nostro Paese, emergenze sulle quali si può recriminare, come è stato fatto in quest'Aula, anche attribuendo responsabilità e discriminazioni di livello territoriale, ma è, comunque, una responsabilità di tutti, in un contesto che è unico di cittadini italiani, e non di meridionali o di settentrionali; occorre trovare risoluzione ai problemi, che sono i problemi che hanno determinato queste emergenze. Quindi, quando si affronta un'emergenza, si parte dallo stato di fatto e si guarda al futuro per dare una risposta concreta e reale ai cittadini.
  Quel che è importante è che questo decreto-legge mette a disposizione dei cittadini, e quindi del Paese, importanti risorse che in questo momento di grave crisi economica per tutto il sistema, e per i nostri stessi cittadini, sono importanti perché hanno una doppia valenza: da una parte garantiscono occupazione e lavoro, dall'altra garantiscono anche una soluzione a problemi ambientali e a delle criticità gravi per alcune città importanti del nostro Paese, non solo perché sono poste al sud ma anche al nord.
  È un decreto-legge che affronta, anche, il problema del lavoro e non solo tramite le risorse che, come dicevo prima, vengono messe direttamente ma anche tramite importanti deroghe al Patto di stabilità; l'articolo 6, in particolare, consente nelle zone di terremoto di apportare delle deroghe ai contratti a termine che sono stati stipulati proprio per fare fronte alla emergenzialità della situazione e permette anche delle ulteriori assunzioni; credo che questo sia un segnale positivo del quale si deve, giustamente, tener conto.
  È un decreto-legge che pone rimedio ad alcune situazioni difficili che riguardano anche la mia regione come il Pertusillo, la galleria del Pertusillo, che è la condotta che alimenta il più importante acquedotto europeo, quello appunto delle Puglie, e che è da diverso tempo sotto un'emergenzialità di adeguamento antisismico. Quindi, questa proroga del commissariamento è una cosa utile e necessaria anche perché, se no, avrebbe bloccato le risorse necessarie per questo grave problema, unitamente a tutti questi provvedimenti che con il decreto-legge vengono presi; così, anche per far fronte ad emergenze legate sempre alla gestione dei rifiuti, si parlava di Napoli, si parlava della gestione dei rifiuti di Palermo, si parlava anche dei problemi legati ai depuratori della mia regione che è, appunto, la Puglia.
  Sono quindi situazioni che ereditiamo dal passato e sulle quali sicuramente dovremo fare una riflessione perché a tutti deve essere ben chiaro che questi problemi meritano una soluzione strutturale e, probabilmente, meritano un approccio diverso da quello che oggi ha determinato questo stato emergenziale e al quale non ci possiamo sicuramente sottrarre.
  La valenza principale di questo decreto-legge è sicuramente nelle risorse che vengono dedicate alle regioni dell'Emilia, dell'Abruzzo e del Molise, regioni tutte penalizzate alle quali ognuno di noi non poteva, al di là degli interessi della politica e del consenso, non dare una risposta nell'immediatezza necessaria di convertire, immediatamente, questo decreto-legge nei termini, appunto, stabiliti dalla legge.Pag. 57
  Anche l'Expo è un'emergenza per questo Paese. L'Expo ha una valenza notevole come vetrina del nostro sistema Paese e in questo momento di crisi è importante che il nostro Paese si «venda all'estero» con le novità che l'Expo presenta anche se, anche qui, l'Expo con le procedure accelerate che stiamo portando avanti, e che stiamo praticamente rendendo di legge, evidenzia come il nostro sistema normativo, soprattutto nella realizzazione delle opere pubbliche, sia poco congeniale a realizzare queste opere nei tempi brevi che l'investimento e l'interesse del Paese molto spesso necessitano. Quindi, noi facciamo delle norme che sono ispirate al Codice dei lavori pubblici che derogano probabilmente anche a situazioni importanti che hanno portato il nostro gruppo a sollevare qualche problema di rispetto delle norme della Comunità europea ma, comunque, la riflessione di fondo è che, anche, la realizzazione delle opere pubbliche meriti un intervento strutturale di acceleramento quando soprattutto vi è l'interesse del Paese.
  Noi come gruppo abbiamo espresso ed esprimiamo delle perplessità in fase di relazione su alcuni provvedimenti che hanno poco a che fare, oggettivamente, con il corpus del decreto-legge; ci riferiamo in particolare, come sapete già tutti, al problema delle camere di commercio; queste sono problematiche che hanno poco riferimento col testo del decreto ma che però vanno a risolvere comunque, anche queste, delle situazioni di emergenza.
  Ci sono quindi delle priorità del Paese che questo decreto-legge va a risolvere e su questo credo che sia importante che tutti noi raccogliamo l'intento comune di arrivare a dare queste risorse al nostro Paese. È infine importante l'intervento sulle riqualificazioni industriali di Piombino e Trieste che rappresentano anche una necessità del sistema industriale del nostro Paese di riconvertire queste aree affinché diventino opportunità di lavoro, di occupazione e che non siano più aree marginali e degradate all'interno del sistema delle nostre città. Quindi, è importante che ci sia questa attenzione che il Governo ha posto prioritariamente su questi interventi e dai quali poi si è allargato il concetto di emergenza.
  In ultimo, ricordo anche le problematiche legate ai lavori al Brennero che rappresentano un'emergenza anche ambientale per il nostro Paese. Tutti sappiamo quanto sia intenso e gravoso l'impatto ambientale del traffico dei camion, e quindi della mobilità su gomma, che interessa le zone del Brennero e, quindi, realizzare e trasferire su strade ferrate il trasporto che oggi in Italia è prevalentemente su gomma, credo che ciò sia importante per tutto il Paese proprio e soprattutto ai fini di risolvere un'emergenza di carattere ambientale.
  Quindi noi come Scelta Civica esprimiamo parere positivo su questo decreto, ne apprezziamo il contenuto emergenziale, apprezziamo le risorse che vengono messe finalmente in campo per il nostro Paese e per le nostre comunità e quindi daremo un voto favorevole su questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, colleghi, signor rappresentante del Governo, il decreto che ci apprestiamo a votare è – è stato detto – un provvedimento omnibus ereditato dal Governo precedente, un provvedimento complesso senza dubbio in cui alle emergenze ambientali si sono aggiunte problematiche nuove attraverso le inclusioni rispetto al testo originario apportate dai lavori del Senato.
  A questo proposito non si possono ignorare, come non abbiamo ignorato, i rilievi mossi da più parti sull'equilibrio imperfetto tra le due Camere e in questo caso sulla gestione dei tempi che ha condizionato nei fatti il possibile contributo di quest'Aula. Senza voler addebitare ovviamente al Senato una precostituita volontà di esclusione per aver trattenuto il testo ai Pag. 58limiti dei tempi di scadenza, si impone comunque, anche alla luce di questa esperienza, la necessità di programmare i lavori delle due Camere – come hanno avuto modo di dichiarare il presidente Brunetta e l'onorevole Baldelli – in modo tale da garantire l'apporto positivo di entrambe; unitamente alla valutazione di un'applicazione funzionale del nostro Regolamento, signor Presidente, che superi il regime transitorio dell'articolo 154 in sede di conversione dei decreti-legge. Si deve ricercare un punto di equilibrio tra l'urgenza della conversione dei decreti e la legittima aspettativa del Parlamento e delle forze di opposizione in particolare di segnare i punti di differenza per evitare che l'unico rimedio sia poi il ricorso al voto di fiducia.
  Questi rilievi però non ci impediscono e non ci dovrebbero impedire di apprezzare nel merito una serie di interventi contenuti nel testo che sono il frutto di un confronto fecondo fra Parlamento e Governo e che rappresentano una risposta positiva del Governo Letta-Alfano a problemi veri che attendono milioni di persone: le misure destinate a fronteggiare la crisi industriale di Piombino; l'Expo 2015 di Milano, un evento che dovrebbe essere in concreto un appuntamento per l'Italia aiutando le aspettative di crescita dell'intero Paese, come è avvenuto per altre nazioni; le misure per proseguire l'opera di ricostruzione nelle aree del sisma delle regioni Emilia-Romagna, Abruzzo, Molise, resta a questo proposito la sollecitazione al Governo perché mantenga l'impegno di intervenire per fronteggiare la situazione di emergenza dei comuni del Pollino e delle regioni Calabria e Basilicata interessati da uno sciame sismico che perdura da mesi e che tiene in stato di allerta quelle popolazioni; ed inoltre, l'emergenza ambientale della Campania e dei rifiuti di Palermo; il caso Piombino, anche attraverso il potenziamento di un quadro infrastrutturale legato alla qualificazione del porto, e con un apposito e successivo provvedimento, l'Ilva di Taranto sono il tentativo difficile ma indispensabile, colleghi, di difendere un comparto produttivo che pesa in modo significativo sul prodotto del Paese e che ha un impatto sul destino di migliaia di lavoratori diretti e dell'indotto, senza trascurare le implicazioni di natura ambientale.
  Siamo sempre più consapevoli che senza continuità industriale e senza una strategia che salvi le quote produttive dell'acciaio italiano si rischia di compromettere qualunque programma di risanamento e di ambientalizzazione. Sul sisma dell'Abruzzo bisogna richiamare l'opera efficace impostata dal Governo Berlusconi che avviò con ampiezza di mezzi ed appropriatezza di strumenti l'opera della ricostruzione e della ripresa di quella regione. Ora abbiamo il dovere di fare altrettanto per il terremoto dell'Emilia, sostenendo un'opera di ricostruzione che rimetta in moto un distretto produttivo nevralgico per il sistema Italia, come nel caso del distretto emiliano. Per L'Aquila, occorre che si abbia sempre più consapevolezza che occorre puntare all'obiettivo di restituire al mondo un capitale di straordinario valore culturale e monumentale.
  Uguale riferimento meritano gli interventi per l'area di crisi del polo industriale di Trieste. Naturalmente, auspichiamo tutti che si esca dall'emergenza sistemica, discriminando tra le emergenze vere ed imprevedibili e quelle frutto di miopia e di pigrizia, che reclamano invece azioni qualificate ed efficaci di programmazione. Abbiamo la necessità di accrescere gli strumenti e le azioni della prevenzione per evitare l'esplosione ricorrente di crisi ambientali, sociali ed economiche spesso frutto dell'assenza di un corretto funzionamento dell'ordinario. L'Italia, in molti campi, ha bisogno di gestire con buone pratiche l'ordinario, riducendo la complessità e favorendo processi di semplificazione della struttura e dei procedimenti, evitando che l'emergenza diventi l'unica possibilità di intervento, con le conseguenze sulla finanza pubblica di cui portiamo un gravoso onere.
  Il decreto assicura, inoltre, una doverosa attenzione al porto di Genova per ripristinare la funzionalità dei sistemi di controllo e di gestione del traffico marittimo, Pag. 59dopo la tragedia del 7 maggio scorso, alle cui vittime va il nostro commosso ricordo.
  Da ultimo, credo meriti una citazione, nella prospettiva della mobilitazione e dell'immediato impiego delle risorse disponibili, auspicate dal Ministro Lupi negli indirizzi di governo, la riprogrammazione delle risorse finanziarie disponibili, indirizzandole alla manutenzione straordinaria della rete ferroviaria, lo stanziamento decennale di 120 milioni di euro l'anno per il terzo valico di Giovi e per il quadruplicamento della linea ferroviaria Fortezza-Verona, di accesso alla galleria del Brennero, entrambe opere che rientrano nei Corridoi transeuropei di trasporto, che sono comprese nel programma delle infrastrutture strategiche, oltre che il sostegno, ribadito dal Governo, per i progetti di riqualificazione ambientale, attraverso un allentamento del Patto di stabilità, per i comuni interessati al collegamento internazionale Torino-Lione.
  Ambiente e infrastrutture, colleghi, in un quadro di doverosa sostenibilità, devono rappresentare un'alleanza possibile per impegnare le risorse disponibili, per ammodernare il Paese, per assicurare pari opportunità di dotazioni a tutte le regioni, per superare i divari che pesano sulla coesione nazionale, per aiutare una stabile ripresa. Nonostante i limiti temporali legati alla stringente necessità di convertire il decreto, non è mancato in Commissione ambiente il contributo dei gruppi di maggioranza e di opposizione, con l'esperta conduzione del presidente Realacci, il competente ascolto del relatore Bratti, l'efficace presenza dei sottosegretari De Vincenti e Cirillo. Di questo confronto, resta una ricca valutazione, che il Governo saprà valorizzare e che ha già trovato, in parte, spazio in diversi ordini del giorno approvati.
  Colleghi, si può discutere sull'imperfezione degli strumenti, sulla stringatezza dei tempi, sul rischio del ricorrente ricorso a procedure straordinarie per raggiungere obiettivi difficilmente realizzabili con le procedure ordinarie, ma su un punto credo che tutti conveniamo: la gran parte di queste misure hanno ragioni sostanziali e di merito attese da tanti comprensori del nostro Paese. Per difendere la sostanza delle risposte dobbiamo essere clementi nel valutare l'imperfezione delle forme, come ci consiglia un sano realismo con cui qualunque movimento di cambiamento è chiamato a misurarsi, se non vogliamo perderci nell'astrattezza della denuncia e della critica.
  Tutte queste sono alcune delle ragioni positive che ci fanno esprimere, come gruppo del Popolo della Libertà, un voto positivo alla legge di conversione del decreto in esame che segna l'inizio di una nuova legislatura e dell'azione di un Governo che noi sosterremo verso obiettivi di trasformazione e di crescita che l'Italia attende (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, colleghi, il MoVimento 5 Stelle avrebbe voluto che questo voto su argomenti così importanti arrivasse alla fine di un dibattito serio ed onesto, in cui ogni forza politica avrebbe dato il proprio contributo nel solo ed esclusivo interesse degli italiani ed invece con sdegno dobbiamo constatare che questo voto arriva dopo la pantomima della fiducia, cui siamo stati costretti ad assistere.
  Non è una pantomima indolore, perché svuota, per l'ennesima volta, il Parlamento della funzione legislativa che è prevista nella nostra Costituzione. Il Presidente Letta si è dichiarato offeso quando si parlò di golpe. Ma, invece, con questo atto legittima un comportamento e una prassi della peggiore politica, di questa politica da cui il Presidente Letta dichiarava, non più di un mese fa, di volere prendere le distanze. Dichiarava anche che non avrebbe mai utilizzato la leva della fiducia e, invece, alla prima difficoltà eccolo servito (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie). Pag. 60Dichiarava: «Toglieremo l'IMU» e, invece, arriva addirittura a bocciare, vergognosamente, l'emendamento del MoVimento 5 Stelle che chiedeva l'abolizione dell'IMU per i terremotati. Dichiarava: «Non aumenteremo l'IVA» e già il Ministro Saccomanni mette le mani avanti, parlando addirittura di miracolo se ciò si avverasse.
  Chi ci rimette ogni volta che tornate così sfacciatamente sui vostri passi ? Ci rimettono i soliti, i cittadini e le imprese (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie). Che credibilità può pretendere di avere un Governo, in Italia e in Europa, se nel giro di un mese riesce a rimangiarsi, nei fatti, tutto quello che aveva detto nel proprio discorso di insediamento ?
  Il Governo si è affrettato a diffondere la falsa notizia secondo cui il MoVimento 5 Stelle non avrebbe avuto un atteggiamento dialogante e non avrebbe pensato alle reali emergenze del Paese. Non vi permettete di schermarvi dietro giornali e televisioni per vendere ai cittadini le vostre finte verità (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie). Lo avete detto, ai giornali e alle televisioni, che avete «ingabbiato» il decreto per circa cinquanta giorni in Senato, chiedendo poi che questa Camera lo approvasse in cinque giorni ? La nostra è stata una battaglia per difendere le prerogative costituzionali del Parlamento. Per più di un mese il Senato si è affannato a studiare, ascoltare, emendare, valutare, votare emendamenti ed ordini del giorno, con una serie impressionante di barricate e ripartenze, finte e meline. Lo avete detto, alle televisioni e ai giornali, che avete mescolate le misure del terremoto con quelle relative a Expo 2015, TARES nella regione Campania, camere di commercio estere, finanziamenti alla TAV, terzo valico e altre grandi opere e passaggio di competenze sul turismo ? Vorrei ricordare che la Corte costituzionale, nella sentenza n. 22 del 2012, ha individuato come indicatori utili a definire i requisiti di straordinarietà, necessità e urgenza, il fatto che le norme inserite in un disegno di legge siano attinenti alla materia disciplinata nello stesso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). I casi sono due: o non conoscete le norme o avete inteso troppo largamente il concetto di emergenza. Certo è che di larghe intese sicuramente ve ne intendete molto più di noi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie). Lo avete detto, alle televisioni e ai giornali, che il Comitato per la legislazione, composto da tutte le forze politiche qui presenti, ha definito erronei, imprecisi e generici i riferimenti legislativi sui quali si fonda questo decreto ? Il nostro è ormai un Paese costantemente in emergenza, commissariato, derogato ed emendato, anche e soprattutto a tradimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  In occasione del provvedimento al Senato, nell'ambito del disegno di legge di conversione, sono state inserite disposizioni al fine di trasferire al Ministero per i beni e le attività culturali le funzioni attualmente esercitate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di turismo. Se serve fare un regalo al Ministro Bray, vi informo che il suo compleanno è l'11 aprile. Quindi, abbiamo tutto il tempo per discuterne (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie).
  Parliamo delle misure relative a Expo 2015. A tal proposito, ci si richiede di approvare una sospensione delle prerogative e della normativa dello Stato per consentire a un unico soggetto, un commissario unico, di gestire, in totale autonomia e senza alcun controllo, i fondi necessari a realizzare una manifestazione paragonabile, per impegno di spesa e complessità, ad un'olimpiade. Per chi non lo sapesse, c’è un centro fieristico che si chiama «Fiera Milano Rho», che è nuovo ed ospita cinque milioni di visitatori all'anno. Il solo salone del ciclo e motociclo ne fa 500 mila in un fine settimana. L'Expo è previsto che duri 25 settimane. 25 moltiplicato per 500 mila quanto fa ? 12 milioni e mezzo. Tale centro fieristico sarebbe in grado, da solo, di reggere il carico che è previsto per l'Expo (Applausi Pag. 61dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie). C’è una stazione ferroviaria nuova, ci sono i parcheggi di interscambio, c’è lo svincolo autostradale dedicato. Eppure, la soluzione è stata: prendiamo un milione di metri quadri di terreno agricolo e, poi, cosa facciamo ? Costruiamo dei padiglioni, in parte da smantellare e in parte da smontare. In pratica, scaviamo una buca e riempiamo la buca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ma, i cittadini italiani non sono stupidi e si chiedono che fine faranno i terreni dopo Expo.
  A cosa servono realmente le cosiddette vie d'acqua ? Chi ci deve guadagnare da questa impresa titanica ? Come mai le amministrazioni, nonostante le varie denunce degli scorsi anni, anche arrivate dal MoVimento 5 Stelle locale, non sono riuscite ad evitare infiltrazioni ’ndgranghetiste nei lavori per l'esposizione ? Chi fa i controlli ? Un commissario unico con poteri quasi illimitati in una situazione di trasparenza inesistente non aumenta i rischi di infiltrazione malavitosa ? Perché scegliere ancora una volta, dopo gli innumerevoli precedenti fallimentari, la strada di un'immensa gestione commissariale, in deroga ovviamente a ciò che la legge esclude categoricamente ? Avete riesumato la competenza della Protezione civile per i grandi eventi. Vi siete inventati il commissario unico e gli avete dato un potere smisurato per l'ennesima volta. Ci siamo già scordati di Bertolaso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? E per quanto riguarda i depuratori siti nella regione Puglia può un commissariamento durare dal 1994 ? Evidentemente sì, visto che imponete la proroga. E adesso parliamo di Piombino. In questo decreto sono stati stanziati fondi per la riqualificazione dell'area industriale. Come per magia è stata anche infilata un'autostrada che proprio non c'entra nulla con le emergenze e con la bonifica. Infine, Palermo: anche qui il fallimento delle amministrazioni locali viene risolto con un commissario che sarà scelto dalle stesse amministrazioni che hanno causato l'emergenza ambientale e sanitaria. C’è quindi un enorme spreco di risorse per provvedimenti tampone che non servono a niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per rispetto nei confronti dei cittadini che si trovano in una reale emergenza, come i terremotati dell'Aquila e dell'Emilia, che pur trarranno beneficio da alcuni provvedimenti qui ricompresi, dichiariamo il nostro voto di astensione al provvedimento. Ma è proprio per il rispetto di queste popolazioni, alle quali abbiamo già donato oltre mezzo milione di euro, che non accetteremo accuse sul fatto che secondo voi il MoVimento 5 Stelle sarebbe responsabile di questo voto contro l'emendamento. Strumentalizzare questi problemi per far passare provvedimenti che non c'entrano assolutamente nulla vuol dire fare sciacallaggio pseudolegislativo da dare in pasto ai media (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dopo lo scandalo della fiducia al Governo Letta, zio o nipote fa lo stesso, siamo andati spesso a parlare con i colleghi del PD domandandogli: come fate a governare con il PdL ? Oggi, dopo aver visto cos’è il PD, ci viene da chiedere ai deputati del PdL: come fate a governare con il PD ? (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo abbiamo capito come fate: siete uguali, speculari, gruppi di potere, oligarchie ben organizzate, siete «bande» che stanno spolpando il Paese a suon di ipocrisia (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La prego.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. La verità è che siete il peggior Governo della storia della Democrazia Cristiana (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Velo. Ne ha facoltà. Per favore, lasciamo parlare anche altri deputati.

Pag. 62

  SILVIA VELO. Signor Presidente, colleghi, voglio iniziare questa dichiarazione di voto favorevole a nome del PD ponendo a tutti noi una domanda che faccio a nome degli italiani che ci stanno ascoltando. E la domanda è questa: a cosa serve quello che facciamo in quest'Aula ? Soprattutto, a che cosa è servito quello che abbiamo fatto in questi quattro giorni ? Ora, se questa domanda la vogliamo riferire all'ostruzionismo messo in atto dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, che loro stessi hanno definito «costruzionismo», dopo aver annunciato con toni trionfanti il raggiunto accordo ieri mattina su alcune modifiche al decreto, che tutti ritenevamo utili come miglioramento, allora potremmo dire che il lavoro di questi quattro giorni non è servito a niente, che il MoVimento 5 Stelle ci ha fatto solo perdere tempo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché si è rimangiato questo accordo nel giro di un'ora.
  Si è rimangiato questo accordo, costringendo il Governo a porre la fiducia su un testo come ci era arrivato dal Senato, senza quei miglioramenti che tutti volevamo apportare. Più che «costruzionismo», io lo definirei «distruzionismo» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !
  Ma se, invece, si sorvola su questa gazzarra, su quanto avvenuto in quest'Aula, sulla messa in scena degna della migliore vecchia politica (Commenti dei deputati dei gruppo MoVimento 5 Stelle), peraltro resa più gustosa dal fatto che è stata messa in atto da quelli che si rifanno alla nuova politica, spettacolo di cui, peraltro, non interessa niente a nessuno, se ci si concentra sul merito del decreto che andiamo ad approvare, allora una risposta noi la possiamo dare alla domanda a che cosa sono serviti questi quattro giorni.
  La risposta è una lunga lista, perché con questo provvedimento, con il lavoro di questi quattro giorni, siamo riusciti ad approvare misure a sostegno delle zone colpite dal terremoto del maggio 2012: l'Emilia, innanzitutto, ma anche Veneto e Lombardia. Un'emergenza ancora attuale, purtroppo, viste le notizie di oggi del terremoto in Lunigiana. Lo abbiamo fatto attraverso facilitazioni burocratiche, misure di defiscalizzazione, l'allentamento del Patto di stabilità per gli enti locali e, soprattutto, attraverso il rinvio del pagamento delle tasse.
  Lo abbiamo fatto mettendo in moto centinaia di milioni di euro di investimenti a sostegno di un sistema economico che è rilevante per tutto il Paese, un'area che produce 20 miliardi di euro di ricchezza, 12 miliardi di esportazioni e su cui si è stimato che il terremoto abbia originato una perdita di valore aggiunto di 3 miliardi. Decine di aziende in crisi, due comparti industriali, il biomedicale e il tessile, danneggiati.
  Misure ingenti, risorse ingenti mai attivate – è passato solo un anno – in tempi così brevi e in un quadro economico così difficile. Per questo, voglio respingere al mittente le accuse che sono arrivate, su questo tema, dall'opposizione in questi giorni. Il lavoro di questi quattro giorni è servito, poi, a consentire ai comuni di Abruzzo e Molise colpiti dal terremoto di spendere le risorse destinate alla ricostruzione attraverso lo sblocco del Patto di stabilità.
  Manca l'emergenza del Pollino, su cui il Governo si deve impegnare ad intervenire, ma attraverso lo sblocco del Patto di stabilità consentiamo ai comuni piemontesi interessati dalla TAV di attuare le opere compensative previste. Questo lavoro serve a garantire la realizzazione nei tempi previsti delle opere destinate all'Expo, un grande evento per la nostra economia, su cui il Paese tutto ha preso un impegno in un consesso internazionale.
  Serve a garantire 120 milioni di euro l'anno, per dieci anni, destinati alla manutenzione della rete ferroviaria nazionale. Serve per affrontare l'emergenza rifiuti in Campania e in Sicilia, che, ricordo ai colleghi che hanno parlato prima, costa molto meno del miliardo e 400 milioni di multe per le quote latte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).Pag. 63
  Serve, infine, ad affrontare l'emergenza del polo siderurgico di Piombino, la mia città, che, insieme a Trieste, è stata individuata nel decreto come area industriale di crisi complessa, consentendo con questo decreto di accelerare le opere già previste per la realizzazione del piano regolatore portuale; risorse destinate, quindi, allo sviluppo del porto come elemento decisivo per migliorare la competitività del sito industriale e per contribuire al rilancio di quello che – è bene ricordarlo – è il secondo polo siderurgico nazionale, l'unico, oltre a Taranto, in cui si produce acciaio con un ciclo integrale. Un polo siderurgico in profonda crisi e su cui sono a rischio 5 mila posti di lavoro tra diretti e indiretti.
  Stiamo parlando del dramma di un'intera città, di un intero comprensorio, dove io stasera ritornerò, orgogliosa di aver contribuito ad approvare questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ma anche consapevole del dramma di un intero Paese e del suo destino industriale, un Paese che non può permettersi, anche visto quello che sta succedendo a Taranto, di rinunciare alla produzione di acciaio.
  Si tratta, dicevo, di salvare un sito industriale e di attuare investimenti già previsti nei piani urbanistici esistenti e niente di tutto quello che è stato detto in questi giorni, in questa Aula, sempre dal Movimento 5 Stelle, anche nei confronti del Presidente Rossi, corrisponde al vero. Si tratta di un progetto già previsto, ma che, se realizzato in tempi brevi e congrui, consentirà il recupero del relitto della Costa Concordia in condizioni di sicurezza ambientale, perché nel sito portuale più vicino al Giglio. Tutto questo contiene questo decreto, e molto altro: misure per affrontare emergenze di tanti territori del Paese, risorse destinate a progetti cruciali per il rilancio dell'economia, provvedimenti attesi da tanti sindaci, da tante imprese, da tanti lavoratori, che seguono con ansia i lavori che noi stiamo portando avanti in quest'Aula.
  Su questi temi, su tutto questo, tutti noi abbiamo preso un impegno con gli italiani: il lavoro, la crescita economica, le misure contro la crisi. Tutti noi, indifferentemente, in campagna elettorale, ci siamo impegnati su questo.
  Ora, il Governo e la maggioranza stanno lavorando per onorare questo impegno, lo stanno facendo attraverso questo provvedimento e gli altri già approvati, come esempio il «decreto del fare», la sospensione dell'IMU – e ricordo che l'IMU è già abolita per le zone terremotate; è una menzogna, quella di chi sostiene il contrario – (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), il rifinanziamento della cassa integrazione, lo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione, e ancora altri provvedimenti in esame, come quello sulle semplificazioni e le misure per l'occupazione.
  Noi ci stiamo provando, a onorare questo impegno, anche attraverso un rinnovato protagonismo e una ritrovata credibilità sul piano internazionale, che ci ha portato, al recente G8, agli accordi su occupazione, crescita e lotta all'evasione o, come nel caso del prossimo vertice europeo, in cui noi siamo riusciti a mettere tra le priorità il reperimento di risorse a sostegno dell'occupazione giovanile.
  Ci stiamo provando, in un quadro finanziario ed economico complesso, con una maggioranza di Governo in cui sono oggettive le divergenze di visione e che il Presidente Letta, però, sta provando a portare ad una sintesi positiva.
  Noi lo stiamo facendo per l'Italia e per gli italiani. Il resto sono chiacchiere, «chiacchiere e distintivo», che non risolvono nessun problema, che non creano nemmeno un posto di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), chiacchiere che fino ad oggi possiamo definire inutili e che d'ora in poi saranno ritenute dannose. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Grazie. Questa era l'ultima dichiarazione di voto.

Pag. 64

In ricordo di Barbara De Anna (ore 15,35).

  PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo).
  È morta oggi, ad un mese dall'attacco terroristico a Kabul in cui hanno perso la vita altre tre persone, cittadini afgani, Barbara De Anna.
  Nel suo lavoro Barbara De Anna si occupava da anni di alcune delle persone più fragili e vulnerabili: i civili sfollati costretti a fuggire dalle loro case, a causa delle violenze e dell'insicurezza. E Barbara De Anna era al lavoro quando è rimasta gravemente ferita, come lo erano le altre otto persone, tra funzionari delle Nazioni Unite e addetti alla sicurezza, morti due giorni fa in un attentato a Mogadiscio.
  Troppo spesso, da alcuni anni, gli operatori delle organizzazioni internazionali e di quelle non governative sono divenute un bersaglio per chi non vuole la pace, un bersaglio facile, non più tutelato dal riconoscimento, da parte dei belligeranti, della loro imparzialità, neutralità ed indipendenza, valori fondanti dell'impegno umanitario.
  Dobbiamo invece, a Barbara De Anna e alle migliaia di persone come lei impegnate in ogni angolo del pianeta – e molte, lo ricordo, sono italiane – un riconoscimento e un sostegno più forte e più sistematico.
  Vi chiedo dunque di unirvi a me nell'esprimere ai familiari di Barbara De Anna le condoglianze più sentite della Camera dei deputati e la gratitudine nostra e del Paese intero verso questa nostra ambasciatrice di pace (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Generali applausi cui si associano i membri del Governo).

Si riprende la discussione (ore 15,38).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1197)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge conversione n. 1197, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, Guerra. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi – Vedi votazioni).

  S. 576 – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 aprile 2013, n. 43, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per Expo 2015. Trasferimento di funzioni in materia di turismo e disposizioni sulla composizione del CIPE» (Approvato dal Senato) (1197):

   (Presenti  469   
   Votanti  336   
   Astenuti  133   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato
 336).    
  (La deputata Giuliani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Sull'ordine dei lavori, per un richiamo al Regolamento e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 15,40).

  ANGELO CERA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, le problematiche interpretative e applicative del decreto-legge 31 agosto 2011, n. 138, all'articolo 13, comma 3, convertito con modificazioni in legge 14 settembre 2011, n. 148, sta creando non pochi problemi a Pag. 65diverse amministrazioni comunali, laddove il sindaco è anche parlamentare e senatore. Come si sa, la norma in oggetto ha introdotto l'incompatibilità tra la carica di deputato o di senatore e quella di sindaco di comuni con popolazione superiore a cinquemila abitanti.
  Da alcuni giorni – dal 17 di questo mese – signor Presidente, io sono stato dichiarato decaduto da sindaco del comune di San Marco in Lamis, con una norma che prevedeva la mia elezione, in quanto al tempo nel quale sono stato eletto, prevedeva 20.000 abitanti. Questa decadenza naturalmente ha aiutato anche le opposizioni a fare il loro dovere, aiutate tra l'altro anche dalla mia maggioranza, per creare la decadenza. Un attimo presidente... Allora, volevo dirle che, contestualmente – giusto perché molto spesso le leggi vanno contro i cittadini – 100 cittadini del mio comune, dove si è provveduto alla decadenza, hanno presentato alla Corte costituzionale....

  PRESIDENTE. Concluda.

  ANGELO CERA. ... hanno presentato ricorso perché il ricorso stesso, la legge non è mai retroattiva, la certezza del diritto, il voto passivo e poi anche perché la norma di cui parliamo è stata presentata e approvata in un settore, quello della spesa, che non c'entrava proprio niente per quanto riguarda la materia di cui stiamo parlando.

  ANDREA FERRO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA FERRO. Colleghe e colleghi, prendo la parola per informare l'Aula del gravissimo fatto avvenuto il 12 giugno 2013 a Castel Gandolfo, splendida cittadina della provincia di Roma, conosciuta in Italia e nel mondo per la presenza della residenza estiva dei papi. È sito in Via dei Pescatori 14 un immobile denominato «Il Castelletto», confiscato con decreto del tribunale di Roma nel 1996 a Enrico Nicoletti, storico tesoriere della Banda della Magliana, e acquisito nell'ottobre del 2012 dal comune di Castel Gandolfo dopo lungo e tortuoso iter burocratico e amministrativo.
  La struttura, che da anni versa in una situazione di totale abbandono, grazie anche al contributo generoso di tante realtà locali e alla collaborazione determinante dell'associazione antimafia Libera, il 9 giugno 2013 è stato finalmente aperto alla collettività, negli spazi naturalmente ritenuti sicuri per l'incolumità dei cittadini e degli operatori.
  In quell'occasione testimonianze e interventi sull'esigenza di legalità e sulla lotta contro le mafie, aperti dalla sindaca Milvia Monachesi, e accompagnati da una partecipazione robusta e consapevole della cittadinanza, ne hanno chiaramente sottolineato l'importanza e l'enorme valore simbolico. Dopo tre giorni è stato trovato un proiettile in busta chiusa in terra, davanti al convento di Propaganda Fide, indirizzato alla sindaco Monachesi, con un biglietto che recava la scritta «Con i saluti della Magliana».
  L'episodio è gravissimo e angosciante e proprio per questo non può e non deve mancare a Milvia Monachesi, donna perbene e coraggiosa, la vicinanza e il sostegno del Parlamento e di tutte le istituzioni democratiche e l'invito a continuare con forza – come ha già annunciato pubblicamente che farà – la difficile battaglia per la legalità e contro ogni forma di criminalità organizzata, nell'esclusivo interesse della comunità che tanto orgogliosamente rappresenta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ANDREA DE MARIA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA DE MARIA. Non siamo intervenuti come gruppo del Partito Democratico durante la discussione in Aula, anche perché lo facciamo davvero senza intento polemico, ma con la volontà di mettere un punto per il buon lavoro di questa Assemblea, su due problemi che Pag. 66sono emersi nel dibattito di oggi. Il primo riguarda l'espressione dei pareri del Governo sugli ordini del giorno. Vogliamo ribadire che il momento in cui il Governo esprime i pareri, a inizio della discussione sugli ordini del giorno, bene se qualche collega non capisce il contenuto di uno dei pareri, che chieda poi chiarimenti, ma l'ascolto di quei pareri in quella fase è fondamentale e aiuta il buon lavoro dell'Aula.
  E un'altra considerazione sui tempi dei lavori della nostra Assemblea. Anche i tempi di oggi, su cui c’è stata polemica nel corso del dibattito, sono stati decisi unanimemente dalla Conferenza dei presidenti di gruppo. E quando i presidenti dei gruppi assumono un orientamento vincolano, com’è naturale per il buon lavoro dell'Assemblea, il proprio intero gruppo. Quindi credo che su questi aspetti, soprattutto quando le decisioni sono unanimi, il fatto di attenersi a un piano di lavoro concordato, è un modo di aiutare il miglior lavoro dell'Assemblea, di rispettarsi reciprocamente e di garantire il miglior funzionamento dell'aula, che è un modo poi di svolgere al meglio il ruolo e il compito a cui i cittadini italiani ci hanno tutti chiamati.

  PRESIDENTE. Sì, concordo su questo, considerato che alla Conferenza dei presidenti di gruppo era stata presa all'unanimità la decisione di rispettare i tempi.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, molto brevemente per due questioni. La prima per prendere assolutamente le distanze da quelle che sono le dichiarazioni di un nostro ex-europarlamentare europeo riguardo alle offese gratuite rivolte al Ministro Idem (Applausi). Noi la battaglia politica la facciamo sui contenuti e non sulle offese.
  Rispettiamo il Ministro Idem prima di tutto come donna, come straordinaria atleta, ma ciò non toglie che c’è una questione politica irrisolta e, quindi, io intervengo per sollecitare nuovamente che il Governo dia risposta all'interrogazione a prima firma Buonanno che è stata depositata relativamente ai fatti che hanno visto coinvolti il Ministro Idem, in un affare che è sempre più oscuro. Infatti anche le dichiarazioni rese dallo stesso Ministro oggi a un quotidiano a tiratura di livello nazionale, non chiariscono assolutamente nulla. Non capiamo quali siano i chiarimenti che hanno in qualche modo fatto assumere una posizione di difesa da parte del Presidente del Consiglio Letta, perché nulla è stato chiarito, anzi dalle cronache locali del territorio, dal quale io provengo, sembra che, ancor più, ci siano questioni da chiarire. Quindi, siccome noi con un atto ispettivo proprio e assolutamente lecito, abbiamo sollecitato il Governo perché riferisca, come sa bene, a fine seduta, rivolgo nuovamente e formalmente l'invito affinché la risposta a questa interrogazione sia data nel più breve tempo possibile, riservandoci, se questo non avverrà nei prossimi giorni e nelle prossime ore – speriamo – di trasformarlo direttamente in un question time per la prossima settimana, perché non possiamo assolutamente lasciare decadere questa vicenda. Soprattutto le parole del Ministro Idem – concludo – che, ripeto, rispettiamo certo come donna però non si può accettare di sentirsi dire «se ho sbagliato, pagherò» come fanno tutti quanti i cittadini, perché lei non è una cittadina semplice è anche un Ministro della Repubblica e, quindi, deve dare l'esempio.

  ROBERTA AGOSTINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTA AGOSTINI. Signor Presidente, mi ero iscritta a parlare. Non varrebbe neppure la pena di commentare le frasi così offensive, così volgari come quelle che sono state pronunciate da Borghezio in relazione ad una donna, la Ministra Idem. Però credo che sia necessario Pag. 67da parte di tutti i gruppi, e sono contenta che i colleghi della Lega lo abbiano fatto anche prima di noi, prendere le distanze e condannare duramente quelle affermazioni e quelle parole. Noi siamo convinti che la Ministra Idem saprà chiarire al più presto la sua posizione. Però quelle frasi così pesanti, così offensive, pronunciate nei confronti di una donna, sono davvero lesive non solo della dignità delle donne, ma anche della dignità delle istituzioni, della dignità del Parlamento, e della dignità del Governo.
  Borghezio è un uomo che ha superato il senso di qualsiasi limite e alle dichiarazioni intrise di razzismo che erano state pronunciate qualche tempo fa nei confronti di un'altra Ministra, con frasi incompatibili con i valori democratici sui quali si fonda l'Europa e, a causa delle quali, avevamo chiesto anche ripetutamente il suo allontanamento dal Parlamento europeo al Presidente del Parlamento europeo, ora aggiunge frasi altrettanto intollerabili e misogine.
  Quindi da parte del gruppo del Partito Democratico c’è tutta la condanna nei confronti di quelle affermazioni e nei confronti di quelle parole e sono convinta che gli altri gruppi sapranno unirsi a queste parole di condanna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  KHALID CHAOUKI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  KHALID CHAOUKI. Signor Presidente io proprio e noi abbiamo più volte denunciato in quest'aula quello che è il clima, quello che è diventato un po’ uno sport nazionale, di insulti e offese razziste xenofobe in diverse città e località d'Italia a partire da Borghezio, per arrivare poi a una serie di dichiarazioni che insomma fino a qualche giorno fa ci hanno fatto conoscere tanti esponenti locali della Lega Nord, e non solo, che hanno fatto dell'attacco agli immigrati e dell'attacco alla Ministra Kyenge uno sport nazionale intollerabile. Apprezzo le parole che abbiamo sentito poco fa di smentita e di presa di distanza arrivate tardivamente rispetto anche ad una serie di escalation di queste ultime settimane e mesi, che hanno portato anche diversi di noi a subire denunce e offese.

  GIANLUCA PINI. Parla per la tua consigliera di Prato !

  KHALID CHAOUKI. Proprio in questa direzione io voglio prendere le distanze e stigmatizzare le parole invece di una nostra militante, la consigliera del PD Caterina Marini di Prato, che appunto ha fatto dichiarazioni allucinanti, shockanti e gravi. Ha detto: «Extracomunitari ladri e stronzi dovete morire subito». Queste parole sono inaccettabili e ringrazio davvero anche qui la nostra segretaria del Partito Democratico di Prato, che ha avviato da subito una procedura di espulsione, Ilaria Bugetti, perché queste parole sono inaccettabili da qualsiasi parte esse vengano. Allora di conseguenza devo dire che è ora di prendere davvero le distanze con forza e convinzione, a partire dalla Lega Nord ma non solo, perché è inaccettabile questo clima che si sta creando nel Paese e sui social network, di cui siamo vittima tutti oggi.
  Agli amici e colleghi del MoVimento 5 Stelle dico che le espulsioni vanno fatte nei confronti di chi oggi è razzista e xenofobo, non nei confronti di chi esprime liberamente delle posizioni, per cui do la mia vicinanza e solidarietà alla senatrice Adele Gambaro e a Paola De Pin (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché credo oggi sia importante ribadire che noi non possiamo essere indifferenti rispetto ad un clima di intolleranza rispetto a pareri ed opinioni. Quello che sta succedendo nel MoVimento 5 Stelle penso sia doveroso per tutti noi oggi richiamare come purtroppo sia un clima inaccettabile in un Parlamento democratico e dobbiamo pretendere da tutti i partiti e da tutti i gruppi di rispettare il pluralismo e la libertà. Quindi per me è un dispiacere, ma lo devo dire in questa sede, da giovane parlamentare, è importante che si rispettano le opinioni altrui e quindi è Pag. 68un peccato oggi vedere anche una senatrice doversi dimettere...

  PRESIDENTE. Concluda.

  KHALID CHAOUKI. ...per il clima che si è creato nel MoVimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, solo 30 secondi, parlo ai pochi piddini rimasti (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Silenzio per favore. Noi spesso ci dedichiamo alle vostre cose, come è giusto che anche voi vi dedichiate a noi, però la coerenza è importante. Allora io ricordo che è stato detto, durante l'elezione del Presidente Prodi, che chi non votava Prodi sarebbe stato espulso.

  EMANUELE FIANO. Ricordi male !

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Anche rispetto alla fiducia ieri. E ricordo le decine di consiglieri del PD che sono stati espulsi perché legittimamente lottavano conto il TAV (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Pertanto cortesemente noi non accettiamo nessuna lezione da voi, soprattutto quando non conoscete bene i fatti (Commenti). Insomma, questo è un dato di fatto, ciò nonostante andiamo avanti in questo senso e quindi condividiamo le parole che lei ha detto all'inizio del suo intervento. Quelle successive francamente sono fuori dalla realtà. Arrivederci a tutti e buon week end (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  NAZZARENO PILOZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, intervengo solo per dire al collega del MoVimento 5 Stelle: che il Partito Democratico abbia spesso comportamenti alquanto fuori dal normale comportamento dei partiti politici non c’è dubbio, ma che voi dobbiate giustificare i vostri comportamenti in base a quello che fa il Partito Democratico, visto che eravate venuti qui dentro per insegnare a noi come si dovevano cambiare le attività dei partiti politici, è alquanto strano (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi io credo che oggi abbiamo avuto da parte del collega Di Battista «plasticamente» la rivelazione di cos’è il MoVimento 5 Stelle, cioè che prende il peggio dei partiti politici. Io spero che la prossima volta possiate prendere anche il meglio (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ora basta ! Adesso io chiudo qui la discussione.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea (ore 15,55).

  PRESIDENTE. Avverto che, in accoglimento delle richieste trasmesse dai presidenti delle Commissioni parlamentari competenti, l'inizio dell'esame in Assemblea di taluni progetti di legge, già previsto a partire dal prossimo lunedì 24 giugno, è stato differito ad altra seduta. Si tratta dei seguenti provvedimenti: il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 61 del 2013, recante nuove disposizioni urgenti a tutela dell'ambiente, della salute... (Il deputato Manlio Di Stefano si avvicina ai banchi del gruppo del Partito Democratico – Scambio di apostrofi tra i deputati Manlio Di Stefano e Pilozzi, tra i quali si interpongono gli assistenti parlamentari) Per favore ! Vi richiamo all'ordine (Commenti dei deputati Manlio Di Stefano e Pilozzi) ! Di Stefano, per favore, non si avvicini con fare minaccioso. Va bene ? Basta ! (Commenti dei deputati Manlio Di Stefano e Pilozzi) La prego ! la prego ! Posso continuare ? Mi permettete di continuare ? Pag. 69Allora, nuove disposizioni urgenti a tutela dell'ambiente, della salute e del lavoro nell'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale; le abbinate proposte di legge n. 67-326-893, recanti istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti; i documenti XXII, nn. 5, 6 e 7, recanti istituzione di una Commissione monocamerale d'inchiesta sul contrasto della contraffazione e della pirateria in campo commerciale.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Lunedì 24 giugno 2013, alle 12:

  1. – Discussione del testo unificato delle proposte di legge:
  FERRANTI ed altri; COSTA: Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili (C. 331-927-A).
  – Relatori: Costa e Ferranti, per la maggioranza; Molteni, di minoranza.

  2. – Discussione della mozione Marcon, Spadoni, Beni, Sberna ed altri n. 1-00051 concernente la partecipazione italiana al programma di realizzazione dell'aereo Joint Strike Fighter-F35.

  3. – Discussione delle mozioni Speranza ed altri n. 1-00017, Matarrese ed altri n. 1-00111, Zan ed altri n. 1-00112 e Segoni ed altri n. 1-00114 concernenti iniziative per la tutela e la sicurezza del territorio, con particolare riferimento al dissesto idrogeologico.

  La seduta termina alle 16.

Pag. 70

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1197 - odg 9/1197/6 447 444 3 223 119 325 18 Resp.
2 Nom. odg 9/1197/17 454 454 228 122 332 17 Resp.
3 Nom. odg 9/1197/46 485 485 243 30 455 17 Resp.
4 Nom. odg 9/1197/51 489 489 245 126 363 17 Resp.
5 Nom. odg 9/1197/52 494 464 30 233 109 355 17 Resp.
6 Nom. odg 9/1197/53 491 491 246 127 364 17 Resp.
7 Nom. odg 9/1197/55 486 486 244 128 358 17 Resp.
8 Nom. odg 9/1197/56 479 479 240 97 382 17 Resp.
9 Nom. odg 9/1197/59 470 467 3 234 123 344 17 Resp.
10 Nom. odg 9/1197/61 489 488 1 245 140 348 17 Resp.
11 Nom. odg 9/1197/63 485 485 243 142 343 17 Resp.
12 Nom. odg 9/1197/ 72 487 484 3 243 142 342 17 Resp.
13 Nom. odg 9/1197/84 484 481 3 241 140 341 17 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 18)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/1197/87 487 485 2 243 140 345 17 Resp.
15 Nom. odg 9/1197/92 487 486 1 244 142 344 17 Resp.
16 Nom. odg 9/1197/93 485 481 4 241 133 348 17 Resp.
17 Nom. odg 9/1197/94 475 473 2 237 128 345 17 Resp.
18 Nom. Ddl 1197 - voto finale 469 336 133 169 336 30 Appr.