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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 13 dicembre 2017

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: DDL 4768

Ddl 4768 – Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020

Tempo complessivo: 33 ore, di cui:
• discussione generale: 11 ore;
• seguito dell'esame: 22 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatori 50 minuti (complessivamente) 1 ora e 15 minuti (complessivamente)
Governo 30 minuti 45 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 30 minuti
Tempi tecnici 2 ore
Interventi a titolo personale 1 ora e 46 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato) 3 ore e 15 minuti (con il limite massimo di 22 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 7 ore e 44 minuti 14 ore e 15 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 40 minuti 3 ore e 12 minuti
 MoVimento 5 Stelle 46 minuti 1 ora e 54 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 40 minuti 1 ora e 25 minuti
 Articolo 1 – Movimento
 Democratico e Progressista
38 minuti 1 ora e 13 minuti
 Alternativa popolare – Centristi per l'Europa – NCD 36 minuti 1 ora e 3 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 34 minuti 54 minuti
 Scelta civica ALA per la Costi tuente liberale e popolare – MAIE 33 minuti 49 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Possibile 33 minuti 49 minuti
 Democrazia solidale – Centro Democratico 33 minuti 58 minuti
 Fratelli d'Italia 32 minuti 45 minuti
 Misto: 39 minuti 1 ora e 13 minuti
  Civici e Innovatori – Energie PER l'Italia 12 minuti 25 minuti
  Direzione Italia 9 minuti 17 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti 10 minuti
  Alternativa Libera –
  Tutti insieme per l'Italia
5 minuti 9 minuti
  UDC-IDEA 4 minuti 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) –
  Indipendenti
3 minuti 5 minuti

Nota di variazioni

Tempo complessivo: 3 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 19 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 46 minuti
 Partito Democratico 27 minuti
 MoVimento 5 Stelle 12 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 9 minuti
 Articolo 1 – Movimento
 Democratico e Progressista
8 minuti
 Alternativa popolare – Centristi
 per l'Europa – NCD
7 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 7 minuti
 Scelta civica ALA per la Costituente liberale e popolare – MAIE 6 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Possibile 6 minuti
 Democrazia solidale – Centro Democratico 6 minuti
 Fratelli d'Italia 6 minuti
 Misto: 12 minuti
  Civici e Innovatori – Energie PER l'Italia 2 minuti
  Direzione Italia 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Alternativa Libera – Tutti insieme per l'Italia 2 minuti
  UDC-IDEA 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI) –
  Indipendenti
2 minuti

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 13 dicembre 2017.

  Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amendola, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bosco, Braga, Brambilla, Bressa, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carbone, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Cenni, Censore, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Colletti, Coppola, D'Alia, Dal Moro, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dell'Aringa, Dellai, Di Gioia, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Galati, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Guerra, La Russa, Laforgia, Lauricella, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Mannino, Marazziti, Marcon, Marotta, Giorgia Meloni, Meta, Migliore, Nicoletti, Orfini, Orlando, Paglia, Pannarale, Pes, Piepoli, Pisicchio, Porta, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Francesco Saverio Romano, Rosato, Rossomando, Rughetti, Ruocco, Sanga, Sani, Sandra Savino, Scalfarotto, Scanu, Schullian, Sereni, Sibilia, Sottanelli, Tabacci, Tancredi, Taranto, Turco, Valeria Valente, Valentini, Vazio, Velo, Vignali, Villarosa, Enrico Zanetti, Zoggia.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amendola, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bosco, Braga, Brambilla, Bressa, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carbone, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Cenni, Censore, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Colletti, Coppola, D'Alia, Dal Moro, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dell'Aringa, Dellai, Di Gioia, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Ferrara, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Galati, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Lorenzo Guerini, La Russa, Laforgia, Lauricella, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Mannino, Marazziti, Marcon, Marotta, Giorgia Meloni, Meta, Migliore, Nicoletti, Orfini, Orlando, Paglia, Pannarale, Pes, Piepoli, Pisicchio, Porta, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Francesco Saverio Romano, Rosato, Rughetti, Ruocco, Sanga, Sani, Sandra Savino, Scalfarotto, Scanu, Schullian, Sereni, Sibilia, Sottanelli, Speranza, Tabacci, Tancredi, Taranto, Tofalo, Turco, Valeria Valente, Valentini, Vazio, Velo, Vignali, Villarosa, Villecco Calipari, Enrico Zanetti, Zoggia.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 12 dicembre 2017 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   COVA e FANUCCI: «Disposizioni per la tutela dei cavalli nelle gare e manifestazioni ippiche e nella pratica dell'equitazione» (4778);
   BORGHESE e MERLO: «Delega al Governo per la riorganizzazione e il potenziamento dei servizi consolari e delle prestazioni in favore delle comunità italiane all'estero nonché per la promozione dell'economia e della cultura italiana nel mondo» (4779).

  Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  LACQUANITI ed altri: «Norme in materia di libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi» (4650) Parere delle Commissioni II, III, IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   V Commissione (Bilancio):
  CASTELLI ed altri: «Introduzione dell'articolo 17-bis della legge 31 dicembre 2009, n. 196, concernente la valutazione degli effetti economico-sociali di disposizioni legislative aventi conseguenze finanziarie» (4735) Parere delle Commissioni I, VII, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissioni dalla Commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.

  Il Presidente della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, con lettere in data odierna, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento della Camera:
   la «Relazione sui bilanci consuntivi 2011-2012-2013-2014-2015, bilanci preventivi 2011-2012-2013-2014-2015 e bilancio tecnico attuariale al 31 dicembre 2014, dell'Ente di Previdenza dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati (EPPI)», approvata il 13 dicembre 2017 dalla Commissione medesima (Doc. XVI-bis, n. 25);
   la «Relazione sui bilanci consuntivi 2011-2012-2013-2014-2015, bilanci preventivi 2011-2012-2013-2014-2015 e bilancio tecnico attuariale al 31 dicembre 2014, dell'Ente di Previdenza e Assistenza Pluricategoriale (EPAP)», approvata il 13 dicembre 2017 dalla Commissione medesima (Doc. XVI-bis, n. 26).

  Tali documenti saranno stampati e distribuiti.

Trasmissione dal Ministro dell'economia e delle finanze.

  Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 6 dicembre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 25, comma 1, del decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 91, la relazione finale sui risultati dell'attività di sperimentazione della tenuta della contabilità finanziaria sulla base della nuova configurazione del principio della competenza finanziaria (Doc. XXVII, n. 33).

  Questa relazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 12 dicembre 2017, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo – Orientamenti in merito ad alcuni aspetti della direttiva 2004/48/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale (COM(2017) 708 final), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
   Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo a norma dell'articolo 21, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 258/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 marzo 2012 che attua l'articolo 10 del protocollo delle Nazioni Unite contro la fabbricazione e il traffico illeciti di armi da fuoco, loro parti e componenti e munizioni, addizionale alla convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità transnazionale organizzata (protocollo delle Nazioni Unite sulle armi da fuoco), e dispone autorizzazioni all'esportazione, misure di importazione e transito per le armi da fuoco, loro parti e componenti e munizioni (COM(2017) 737 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul funzionamento del sistema degli organismi pagatori nel settore agricolo (COM(2017) 745 final), corredata dai relativi allegati (COM(2017) 745 final – Annex 1 to 2), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'attuazione del regolamento (CE) n. 762/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 luglio 2008, relativo alla trasmissione di statistiche sull'acquacoltura da parte degli Stati membri e che abroga il regolamento (CE) n. 788/96 (COM(2017) 747 final), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
   Proposta congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di comitato misto istituito dall'accordo di partenariato sulle relazioni e la cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Nuova Zelanda, dall'altra, in merito all'adozione di decisioni riguardanti il regolamento interno del comitato misto e all'adozione del mandato dei sottocomitati e dei gruppi di lavoro (JOIN(2017) 44 final), corredata dal relativo allegato (JOIN(2017) 44 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 7 e 12 dicembre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Nell'ambito di tali documenti, con la comunicazione del 7 dicembre 2017, il Governo ha richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, che sono assegnati in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive):
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo – Un sistema equilibrato di tutela della PI per affrontare le sfide della società odierna (COM(2017) 707 final);

  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo – Definire l'approccio dell'Unione europea ai brevetti essenziali (COM(2017) 712 final).

  Con le predette comunicazioni, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti – Terza relazione sullo stato dell'Unione dell'energia (COM(2017) 688 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo – Valutazione intermedia del programma Euratom di ricerca e formazione 2014-2018 (COM(2017) 697 final);
   Proposta di regolamento del Consiglio sul programma di ricerca e formazione della Comunità europea dell'energia atomica (2019-2020) che integra il programma quadro di ricerca e innovazione «Orizzonte 2020» (COM(2017) 698 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulla messa in opera, il funzionamento e l'efficacia del dominio di primo livello .eu (COM(2017) 725 final);
   Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sull'attuazione della direttiva 2010/75/UE e sulle relazioni riguardanti la normativa precedente (COM(2017) 727 final);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Relazione sul seguito dato alla strategia dell'Unione europea per l'eradicazione della tratta degli esseri umani e individuazione di ulteriori azioni concrete (COM(2017) 728 final);
   Relazione della Commissione sull'applicazione, nel 2016, del regolamento (CE) n. 1049/2001 relativo all'accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione (COM(2017) 738 final);
   Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla valutazione intermedia del programma in materia di scambi, assistenza e formazione per la protezione dell'euro contro la contraffazione monetaria (programma «Pericle 2020») (COM(2017) 741 final);
   Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la decisione n. 1313/2013/UE su un meccanismo unionale di protezione civile (COM(2017) 772 final);
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio per quanto riguarda il sostegno alle riforme strutturali negli Stati membri (COM(2017) 826 final).

Annunzio di documenti dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

  L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha trasmesso, in data 31 ottobre 2017, il testo di quattro raccomandazioni e di dodici risoluzioni, approvate nel corso della quarta parte della sessione ordinaria, svoltasi a Strasburgo dal 9 al 13 ottobre 2017. Questi documenti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 125, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni permanenti nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnati alle stesse in sede primaria:
   Raccomandazione n. 2113 – Appello alla convocazione di un Summit del Consiglio d'Europa per riaffermare l'unità europea e difendere e promuovere la sicurezza democratica in Europa (Doc. XII-bis, n. 104) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Raccomandazione n. 2114 – Difendere l’acquis del Consiglio d'Europa: preservare 65 anni di cooperazione intergovernativa di successo (Doc. XII-bis, n. 105) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Raccomandazione n. 2115 – L'uso delle nuove tecnologie genetiche negli esseri umani (Doc. XII-bis, n. 106) – alla XII Commissione (Affari sociali);
   Raccomandazione n. 2116 – Promuovere i diritti umani ed eliminare le discriminazioni contro la popolazione intersex (Doc. XII-bis, n. 107) – alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XII (Affari sociali);
   Risoluzione n. 2181 – Le attività dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) nel 2016-2017 (Doc. XII-bis, n. 108) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione n. 2182 – Seguiti alla Risoluzione n. 1903 (2012): promuovere e rafforzare la trasparenza, la responsabilità e l'integrità dei membri dell'Assemblea parlamentare (Doc. XII-bis, n. 109) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione n. 2183 – Valutazione del partenariato per la democrazia riguardante il Parlamento della Giordania (Doc. XII-bis, n. 110) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione n. 2184 – Il funzionamento delle istituzioni democratiche in Azerbaijan (Doc. XII-bis, n. 111) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione n. 2185 – La presidenza azera del Consiglio d'Europa: quali seguiti dare in materia di rispetto dei diritti umani (Doc. XII-bis, n. 112) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione n. 2186 – Appello alla convocazione di un Summit del Consiglio d'Europa per riaffermare l'unità europea e difendere e promuovere la sicurezza democratica in Europa (Doc. XII-bis, n. 113) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione n. 2187 – La «Lista dei criteri dello Stato di diritto» della Commissione di Venezia (Doc. XII-bis, n. 114) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione n. 2188 – Nuove minacce allo Stato di diritto negli Stati membri del Consiglio d'Europa: una scelta di esempi (Doc. XII-bis, n. 115) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione n. 2189 – La nuova legge ucraina sull'istruzione: un serio impedimento all'insegnamento delle lingue materne delle minoranze nazionali (Doc. XII-bis, n. 116) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione n. 2190 – Il perseguimento e la punizione dei crimini contro l'umanità o eventualmente di genocidio commessi da Daesh (Doc. XII-bis, n. 117) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione n. 2191 – Promuovere i diritti umani ed eliminare le discriminazioni contro la popolazione intersex (Doc. XII-bis, n. 118) – alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XII (Affari sociali);
   Risoluzione n. 2192 – Giovani contro la corruzione (Doc. XII-bis, n. 119) – alla I Commissione (Affari costituzionali).

Trasmissione dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.

  Il Presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, con lettera in data 7 dicembre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, il testo di una risoluzione recante le osservazioni della regione Friuli Venezia Giulia sulla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Istituzione di un pilastro europeo dei diritti sociali (COM(2017) 250 final).

  Questo documento è trasmesso alla XI Commissione (Lavoro) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

  La Ministra per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 13 dicembre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15 della legge 28 luglio 2016, n. 154, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante riorganizzazione dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) e riordino del sistema dei controlli nel settore agroalimentare (484).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura) nonché, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro l'11 febbraio 2018.

  La Ministra per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 13 dicembre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5, commi 1, 2, lettera h), e 3, della legge 28 luglio 2016, n. 154, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni concernenti la revisione e l'armonizzazione della normativa nazionale in materia di foreste e filiere forestali (485).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e XIII (Agricoltura) e, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio), nonché, d'intesa con il Presidente del Senato della Repubblica, alla Commissione parlamentare per la semplificazione. Le predette Commissioni dovranno esprimere i prescritti pareri entro l'11 febbraio 2018.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell’Allegato A al resoconto della seduta del 12 dicembre 2017, a pagina 7, seconda colonna, ventitreesima riga, dopo la parola: «XI» si intendono inserite le seguenti: «(ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale)».

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL RAPIMENTO E SULLA MORTE DI ALDO MORO SULL'ATTIVITÀ SVOLTA (DOC. XXIII, N. 29)

Doc. XXIII, n. 29 – Risoluzione

   La Camera,

   esaminata la Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro (Doc. XXIII, n. 29) approvata il 6 dicembre 2017,
   premesso che:
    l'inchiesta parlamentare ha apportato nuovi e significativi elementi utili ai fini di una complessiva ricostruzione del delitto Moro, evidenziando anche i limiti delle precedenti ricostruzioni definitesi in sede giudiziaria e di inchiesta parlamentare;
    è opportuno che la vicenda Moro possa essere conosciuta e studiata nella maniera più approfondita e completa, anche attraverso documentazione precedentemente non disponibile o classificata;
    è auspicabile che il quarantesimo anniversario di questi tragici eventi, nel 2018, costituisca l'occasione per una ampia riflessione pubblica su un evento decisivo della storia dell'Italia repubblicana;
    la vicenda è tuttora oggetto di indagine da parte dell'autorità giudiziaria e alcuni dei responsabili del rapimento e dell'omicidio di Aldo Moro non sono stati assicurati alla giustizia,

la fa propria e impegna il Governo:

   a promuovere, nel quarantesimo anniversario del sacrificio di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta, la valorizzazione della memoria di questo drammatico evento, sia con programmi di divulgazione e formazione orientati specialmente alla scuola secondaria, sia con iniziative idonee a consentire la conservazione e fruizione unitaria del complesso della documentazione processuale relativa al rapimento e all'omicidio Moro;
   ad avviare una valutazione della possibile declassificazione di documentazione, in particolare dei Servizi di sicurezza, relativa a tematiche connesse alla vicenda Moro, quale, ad esempio la documentazione relativa ai rapporti, in quel periodo, con il Medio Oriente, ove rilevante per una migliore comprensione della vicenda;
   ad assumere ogni opportuna iniziativa, anche in sede di rapporti bilaterali, al fine di assicurare alla giustizia i brigatisti ancora latitanti in Paesi esteri.
(6-00371) «Grassi, Dellai, Distaso, Kronbichler, Gianluca Pini, Sisto, Pastorelli, Carra, Lodolini».


RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLA MORTE DEL MILITARE EMANUELE SCIERI SULL'ATTIVITÀ SVOLTA (DOC. XXII-BIS, N. 17)

Doc. XXII-bis, n. 17 – Risoluzione

   La Camera,
   esaminata la relazione della Commissione di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri sull'attività svolta;
   tenuto conto che la medesima Commissione ha potuto fornire nuovi elementi sul clima generale che regnava all'epoca, in quel presidio dello Stato che era la Caserma Gamerra di Pisa, intrecciando gli elementi acquisiti nel 1999 dalla magistratura ordinaria e militare con nuovi elementi di indagine, acquisiti attraverso lo svolgimento di audizioni, delle attività dei consulenti – in particolare, appartenenti alla Polizia di Stato, postale e, scientifica, e alla Guardia di Finanza – nonché l'assunzione di atti dal Ministero della difesa, in specie dei «ruolini» della Caserma Gamerra, dei fogli matricolari dei paracadutisti e così via;
   considerato che la Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri ha evidenziato, in dettaglio, la natura delle pratiche e il tipo di relazioni che avvenivano tra anziani e reclute, nonché il ruolo dei caporali istruttori e l'atteggiamento e la mentalità dei militari dell'epoca, in particolare dai comandanti di Corpo e di Brigata;
   evidenziato, inoltre, che la Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri ha accertato che alla Caserma Gamerra di Pisa avvenivano, all'epoca, gravi atti di violenza, non riconducibili a semplice manifestazioni di goliardia o prove di abilità e destrezza fisica;
   rilevato, altresì, che i controlli nella medesima Caserma Gamerra erano blandi, perfino dopo il contrappello, tanto che diversi paracadutisti si permettevano di uscire, scavalcando il muro di cinta, assolutamente indisturbati, potendo rientrare in caserma liberamente, essendo solo in alcuni casi sottoposti a provvedimenti disciplinari da parte delle autorità preposte;
   considerato, inoltre, che la zona all'interno del perimetro della Caserma Gamerra di Pisa, dove fu ritrovato il cadavere di Emanuele Scieri era isolata sì, ma presidiata dai militari anziani che la utilizzavano come spazio di rifugio e di svago; uno spazio che dall'inchiesta svolta dalla Commissione è risultato essere in parte esente da regole e controlli, tale che appare molto improbabile che i vertici militari dell'epoca non sapessero cosa accadesse in quell'area;
   precisato che la Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri ha reso pubbliche solo alcune audizioni, secretando per ragioni di opportunità altre deposizioni ed altri atti relativi alle indagini, lavorando con determinazione nella ricerca della verità, pur sempre nella consapevolezza che le responsabilità penali sono individuali, e nel pieno rispetto e considerazione dell'attività, del sacrificio e del senso di appartenenza e del dovere degli appartenenti alle Forze Armate;
   evidenziato, peraltro, che la Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri ha riscontrato falle e distorsioni nel sistema militare e disciplinare vigente all'epoca nella Caserma Gamerra di Pisa, rintracciando elementi di responsabilità individuale che l'hanno determinata a depositare presso la Procura della Repubblica di Pisa, formale richiesta motivata di riapertura delle indagini, trasmettendo tutti gli atti acquisiti e le audizioni svolte a quell'autorità giudiziaria;
   tenuto conto, conseguentemente, che il Procuratore della Procura presso il Tribunale di Pisa ha chiesto ed ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari di Pisa, l'autorizzazione alla riapertura delle indagini, riconoscendo – secondo quanto risulta da notizie di stampa del 28 settembre 2017 agli atti della Commissione – che la Commissione parlamentare d'inchiesta ha svolto un lavoro molto serio approfondito, certamente meritevole di essere ripreso anche sotto il profilo giudiziario;
   rilevato, altresì, che in data 7 ottobre 2017 risulta, dalle medesime notizie di stampa agli atti della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri, che la Procura militare dichiarava di voler riaprire le indagini;
   è opinione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri che sussistano elementi sufficienti per considerare necessaria la prosecuzione delle indagini non solo in sede giudiziaria ma anche a livello amministrativo, allo scopo di verificare e accertare responsabilità, omissioni colpose o dolose, nonché reticenze e false dichiarazioni, sia sotto i profili penali che disciplinari delle persone coinvolte, a vario titolo, nella more del militare Emanuele Scieri;
   apprezzata la disponibilità del Governo – manifestata fin dall'inizio dalla Ministra della difesa, senatrice Roberta Pinotti, nel corso della sua audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri – a collaborare con il Parlamento, e in particolare con la Commissione nella ricerca della verità sulla morte di Emanuele Scieri e nell'accertamento di eventuali responsabilità degli allora vertici militari prima, durante e dopo l'omicidio;
   evidenziata in ogni caso la piena e fattiva disponibilità di tutti gli attuali vertici militari della Caserma Gamerra di Pisa, della Brigata Folgore, dello Stato Maggiore dell'Esercito e dello Stato Maggiore della difesa a collaborare in maniera costruttiva e abnegante con la Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri nella ricerca della verità e nell'acquisizione di atti e documenti a tal scopo utili;
   tenuto conto, infine, che Emanuele Scieri è morto nel corso dello svolgimento del servizio militare obbligatorio e a causa dello stesso,

fa proprie le conclusioni della relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri e impegna il Governo

a promuovere e ad adottare tutte le iniziative di propria competenza, necessarie all'accertamento della verità sulla morte del militare Emanuele Scieri, con l'avvio, sussistendone le condizioni, dei relativi procedimenti previsti dalla normativa vigente e a riconoscere, in presenza dei presupposti e dei requisiti di legge, un giusto ristoro e indennizzo ai familiari del militare Emanuele Scieri, per la perdita del loro congiunto durante il servizio militare.
(6-00372) «Amoddio, Prestigiacomo, Greco, Fusilli, Palma, Zappulla, Baroni, Fucci, Lodolini, Schirò, Matarrese, Bechis».


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative volte a garantire un'applicazione coerente ed univoca sul territorio nazionale della normativa in materia di rilascio e rinnovo delle licenze marittime professionali – 3-03428

   GIAMMANCO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   ai fini dell'esercizio dell'attività di pesca professionale è necessario il rilascio, da parte del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, all'armatore di un'imbarcazione della licenza di pesca, che costituisce documento autorizzativo e che, ai sensi della normativa vigente, è valida per un periodo di otto anni dal suo rilascio, acquista efficacia solo a seguito del pagamento della tassa di concessione governativa e si rinnova su richiesta dell'interessato;
   in sede di richiesta di rinnovo, l'autorità marittima rilascia all'interessato un'attestazione provvisoria sostitutiva della licenza che autorizza alle attività di pesca già previste dalla licenza per la quale è stato chiesto il rinnovo;
   in quanto provvedimento amministrativo il rilascio della licenza è soggetto al pagamento di una tassa sulle concessioni governative, che nel caso ammonta a euro 404,00 e che deve essere corrisposta al momento del rilascio della licenza e non deve essere nuovamente assolta fino al momento della scadenza naturale del documento, in quanto questa tipologia di tassa non ha una propria validità ma segue la validità della licenza;
   la mancata corrispondenza temporale tra il rilascio dell'attestazione provvisoria della licenza ed il rilascio della licenza stessa è stata causa in passato di richieste di doppia imposizione a carico del richiedente il rinnovo; in tal senso l'interrogante ha presentato nel 2013 l'interrogazione n. 5-01672, ma nonostante i chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo in sede di risposta la situazione non si è definita;
   la stessa Agenzia delle entrate si è espressa sull'argomento al fine di esplicitare che, nel caso in cui, a seguito della richiesta di rinnovo di licenza di pesca, venga rilasciata al richiedente l'attestazione provvisoria, è dovuta comunque la tassa sulle concessioni governative, ma la medesima tassa non dovrà essere nuovamente corrisposta al momento del rilascio della licenza;
   ciò nonostante si continuano a verificare richieste da parte di alcuni uffici marittimi, per il tramite dei quali i richiedenti inoltrano richiesta di rinnovo di licenza al Ministero, di doppio pagamento delle tasse governative, sia al rilascio di autorizzazione provvisoria che, successivamente, al rinnovo della licenza –:
   se e quali opportune iniziative intenda assumere il Governo, anche mediante norme di interpretazione autentica, al fine di consentire un'applicazione uniforme ed univoca su tutto il territorio nazionale della normativa in materia di rilascio e di rinnovo delle licenze marittime professionali. (3-03428)


Posizione del Governo italiano in relazione alla recente decisione degli Stati Uniti d'America di trasferire la propria ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme – 3-03429

   CICCHITTO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
   Israele esprime valori culturali e politici di grande rilievo e la sua sicurezza va garantita in ogni modo dalla comunità internazionale;
   allo stato l'unica piattaforma ragionevole è quella dei due popoli, due Stati, e la stessa sistemazione di Gerusalemme, già oggi divisa in Gerusalemme ovest e Gerusalemme est, va collocata nel contesto del confronto fra le parti;
   la decisione del Presidente Trump di spostare l'ambasciata degli Usa da Tel Aviv a Gerusalemme appare un grave errore politico e una forzatura, perché non è stata discussa con le parti e rischia di innescare pericolosi processi di radicalizzazione;
   una larghissima parte della comunità internazionale ha espresso il suo dissenso per questa decisione, che rischia di far perdere proprio agli Usa quel ruolo di mediazione fra le parti che è invece auspicabile;
   peraltro vanno condannati gli atti di violenza e le aggressioni a mano armata commessi da gruppi palestinesi sollecitati da Hamas;
   va tenuto anche conto delle prese di posizione dell'Unione europea e dell'onorevole Mogherini –:
   quali siano le valutazioni e la posizione del Governo italiano sull'intera vicenda che, se non ricondotta all'interno di un percorso di confronto democratico ed equilibrato, rischia di determinare conseguenze drammatiche in uno dei quadranti più delicati del mondo. (3-03429)


Iniziative di competenza a tutela dei lavoratori in relazione alla chiusura dello stabilimento Froneri di Parma – 3-03430

   CIMBRO, LAFORGIA, ROBERTA AGOSTINI, ALBINI, BERSANI, FRANCO BORDO, BOSSA, CAPODICASA, D'ATTORRE, DURANTI, EPIFANI, FAVA, FERRARA, FOLINO, FONTANELLI, FORMISANO, FOSSATI, CARLO GALLI, KRONBICHLER, LACQUANITI, LEVA, MARTELLI, PIERDOMENICO MARTINO, MATARRELLI, MELILLA, MOGNATO, MURER, NICCHI, GIORGIO PICCOLO, PIRAS, QUARANTA, RAGOSTA, RICCIATTI, ROSTAN, SANNICANDRO, SCOTTO, SPERANZA, SIMONI, STUMPO, ZACCAGNINI, ZAPPULLA, ZARATTI e ZOGGIA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   il gruppo internazionale Froneri è stato fondato a ottobre 2016 da una joint venture fra Nestlé e R&R ed è attivo in Italia attraverso tre stabilimenti, a Parma, Ferentino e Terni, per la produzione di gelato industriale;
   il gruppo Froneri, dopo aver sottoscritto il 26 luglio 2017 un verbale di incontro nel quale smentiva categoricamente l'ipotesi di chiusura dello stabilimento di Parma, dando rassicurazioni alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni cittadine nella persona del sindaco di Parma, dopo appena due mesi, il 27 settembre 2017 comunicava ai sindacati di voler procedere alla chiusura dello stabilimento di Parma, avviando le procedure per il licenziamento collettivo;
   il licenziamento, secondo quanto riferito da Froneri, coinvolge 112 lavoratori di Parma e 8 di Milano. A quanto riferiscono le rappresentanze sindacali, i lavoratori coinvolti nel licenziamento collettivo sarebbero in numero maggiore, arrivando a coinvolgere 180 lavoratori fissi, tra i quali sono stati coinvolti anche impiegati amministrativi, più 70 stagionali;
   la condotta tenuta dal gruppo Froneri, improntata ad una totale chiusura a qualsiasi trattativa non solo con le rappresentanze sindacali, ma anche con il comune di Parma e con la regione Emilia-Romagna, e successivamente nei confronti del Governo nazionale, è inaccettabile e allo stesso tempo preoccupante perché denota una strategia economica e aziendale che, mirando esclusivamente al profitto, non tiene in minimo conto i diritti fondamentali dei lavoratori e danneggia il sistema produttivo italiano;
   incomprensibile appare, in particolare, il rifiuto da parte di Froneri di ricorrere agli ammortizzatori sociali, abbandonando al loro destino i lavoratori e le loro famiglie nel giro di pochi mesi. Atteggiamento che, in maniera più che condivisibile è stato definito «incomprensibile e inaccettabile» dalla Viceministra Teresa Bellanova, la quale aveva però anche annunciato che il Governo non avrebbe accettato comportamenti negligenti o disinvolti in danno dei lavoratori;
   considerato che condotte come quella posta in atto da Froneri sono evidentemente facilitate da una legislazione sul lavoro che ha reso più facili i licenziamenti collettivi, è assolutamente necessario che il Governo ponga in essere tutti gli strumenti a disposizione per evitare che si verifichi un precedente così grave che danneggia lavoratori, indotto e un intero territorio –:
   quali iniziative, per le parti di competenza, intenda porre in essere il Ministro interrogato al fine di tutelare i lavoratori coinvolti e garantire il rispetto dei loro diritti fondamentali. (3-03430)


Iniziative di competenza in ordine alla corretta applicazione da parte dell'Inps delle disposizioni della legge n. 232 del 2016 in materia di trattamenti pensionistici spettanti alle vittime del dovere e ai loro familiari – 3-03431

   ENRICO ZANETTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   la legge n. 232 del 2016 ha statuito, all'articolo 1, comma 211, che, con decorrenza dall'entrata in vigore, «ai trattamenti pensionistici spettanti alle vittime del dovere e ai loro familiari superstiti», di cui alle leggi n. 466 del 1980, n. 302 del 1990 e all'articolo 1, commi 563 e 564, della legge n. 266 del 2005, «si applicano i benefici fiscali di cui all'articolo 2, commi 5 e 6, della legge 23 novembre 1998 n. 407, e dell'articolo 3, comma 2, della legge 3 agosto 2004, n. 206, in materia di esenzione dall'imposta sui redditi»;
   l'obiettivo, nei principi ispiratori del legislatore, era quello di mettere fine alla discriminazione di trattamento tra le diverse categorie di «vittime», tra le quali quelle «del terrorismo» nei confronti di quelle «del dovere»;
   tuttavia, malgrado l'inserimento nell'ordinamento giuridico della norma evidenziata, portatrice di evidenti, chiari e circoscritti benefici economici tratti dalla speculare normativa disciplinante per le «vittime del terrorismo», si assiste ad una difforme traduzione in coerenti riconoscimenti da parte dell'Inps, in particolare attraverso l'emanazione di circolari interpretative che hanno ridotto notevolmente la platea degli aventi diritto alle esenzioni;
   in particolare con i messaggi n. 368 e n. 1412 del 2017, l'istituto ha fornito indicazioni in materia dei benefici spettanti alle vittime del dovere e ai loro familiari superstiti, di cui alle leggi n. 466 del 1980, n. 302 del 1990 e all'articolo 1, commi 563 e 564, della legge n. 266 del 2005, previsti dalla legge n. 232 del 2016 – legge di bilancio per il 2017 – all'articolo 1, comma 211, in materia di esenzione dall'imposta sui redditi;
   inoltre attraverso il messaggio n. 3274 del 10 agosto 2017 l'Inps specifica che, con riferimento ai soggetti di cui all'articolo 1, comma 564, della legge n. 266 del 2005, l'esenzione fiscale va applicata esclusivamente ai trattamenti pensionistici di privilegio correlati all'evento che ha dato luogo al riconoscimento dello stato di vittima del dovere o equiparato –:
   se sia al corrente del fatto che in via amministrativa l'Inps sta progressivamente portando, attraverso un'interpretazione restrittiva della norma, ad una nuova disparità di trattamento tra le vittime del «terrorismo» e quelle «del dovere», tradendo di fatto i principi ispiratori della legge, che aveva l'obiettivo di mettere la parola fine a questa annosa questione di squilibrio. (3-03431)


Iniziative volte a contrastare il fenomeno delle cosiddette false cooperative o cooperative spurie – 3-03432

   GUIDESI, FEDRIGA, ALLASIA, ALTIERI, ATTAGUILE, BORGHESI, BOSSI, BUSIN, CAPARINI, CASTIELLO, GIANCARLO GIORGETTI, GRIMOLDI, INVERNIZZI, LO MONTE, MARTI, MOLTENI, PAGANO, PICCHI, GIANLUCA PINI, RONDINI, SALTAMARTINI e SIMONETTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   con diversi atti di sindacato ispettivo (nn. 5-03845, 4-04838 e 3-01549) gli interroganti, richiamando i diversi fatti di cronaca accaduti, denunciavano i gravi episodi di corruzione ed i conflitti di interesse esistenti all'interno di talune cooperative ed evidenziavano come il sistema delle cooperative è utilizzato da delinquenti quale strumento dei propri affari, per via dei vantaggi fiscali e contributivi di cui gode;
   in particolare, la Lega chiedeva conto delle misure messe in atto per contrastare l'illegalità, il malaffare e la corruzione caratterizzanti il mondo delle cooperative e per rimediare alla concorrenza sleale operata dalle medesime, che utilizzano manodopera a basso costo e senza alcun riconoscimento dei diritti propri dei lavoratori;
   in sede di risposta ad un'interrogazione a risposta immediata in Assemblea in data 17 giugno 2015, il Ministro interrogato vantava le iniziative assunte per «contrastare il fenomeno delle cosiddette false cooperative o cooperative spurie», come l'Osservatorio nazionale della cooperazione o lo schema di disegno di legge annuale del Ministero dello sviluppo economico contenente un'apposita sezione dedicata alla riforma del sistema della vigilanza cooperativa;
   tali iniziative si sono dimostrate, invero, del tutto insufficienti ed inadeguate a risolvere la problematica: la vertenza Castelfrigo, azienda modenese specializzata nella lavorazione delle carni, costituisce un esempio recente, anche se il fenomeno si estende al comparto della logistica e dell'autotrasporto;
   si ricordano anche i casi di Mondoconvenienza, della Sda e di Amazon –:
   se e quali soluzioni, sotto il profilo normativo oltre che amministrativo, il Governo intenda celermente adottare per avversare il crescente fenomeno di cui in premessa. (3-03432)


Iniziative in materia di disciplina degli orari degli esercizi commerciali, al fine di garantire anche ai lavoratori del commercio un effettivo diritto al riposo e alla conciliazione vita-lavoro – 3-03433

   COMINARDI, DELL'ORCO, DALL'OSSO, CHIMIENTI, CIPRINI, LOMBARDI e TRIPIEDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   tra le riforme presuntivamente «anticrisi» del Governo Berlusconi, con il decreto-legge n. 98 del 2011, si liberalizzavano gli orari di apertura degli esercizi commerciali in città d'arte o in località turistiche;
   a tale misura introdotta «in via sperimentale» succedeva quella strutturale con il decreto-legge n. 201 del 2011 (salva-Italia) con la previsione di: piena estensione dell'orario giornaliero di apertura (prima a tredici ore); mezza giornata di chiusura infrasettimanale obbligatoria; chiusura nei giorni festivi obbligatoria in assenza di specifica deroga;
   il decreto-legge n. 5 del 2012, infine, sopprimeva il vincolo della chiusura domenicale e festiva per le imprese di panificazione di natura produttiva;
   la disciplina degli orari degli esercizi commerciali ricade tra le materie «commercio», attribuita alla competenza residuale delle regioni (articolo 117, terzo comma, della Costituzione), e «concorrenza», attribuita alla competenza esclusiva dello Stato (articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione);
   fino alla liberalizzazione del 2011, la Corte costituzionale ha ascritto tale disciplina alla materia del commercio di competenza delle regioni, ma grazie alle nuove disposizioni è stata ricompresa tra le norme direttamente afferenti alla concorrenza e, quindi, di competenza esclusiva dello Stato;
   successivamente il dibattito parlamentare si è orientato verso l'approvazione di norme volte ad una maggiore e migliore conciliazione vita-lavoro che, in considerazione della selvaggia deregulation degli orari e dei giorni di apertura degli esercizi commerciali, rischiano di fatto di essere inapplicabili a queste realtà;
   in merito alla disciplina degli orari degli esercizi commerciali la Camera dei deputati ha approvato pressoché all'unanimità l'atto Camera n. 750 Dell'Orco e altri – all'esame del Senato della Repubblica dal gennaio 2016 – che, oltre a una nuova regolamentazione, prevede il fondo a sostegno dei piccoli negozi che subiscono la concorrenza della grande distribuzione;
   al netto della crisi economica, la deregolamentazione non ha avuto effetti complessivamente migliorativi ma, come rilevato dall'Istat, ha avuto effetti negativi per le piccole attività commerciali (-2,2 per cento vendite) e benefici limitati per le grandi distribuzioni;
   in base al contratto collettivo nazionale di lavoro, chi lavora nelle festività ha diritto alla retribuzione ordinaria e alla maggiorazione del solo 30 per cento;
   a pagarne le spese sono le famiglie di chi, lavorando nel commercio, deve sottostare ad orari di apertura e di lavoro fuori controllo e, più in generale, il tessuto sociale sempre più disgregato e il lavoro sempre meno umanizzante –:
   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare, anche sul piano normativo, per garantire anche ai lavoratori del commercio un effettivo diritto al riposo e alla conciliazione delle esigenze vita-lavoro. (3-03433)


Iniziative di competenza, anche di carattere normativo, in relazione ad una gara comunitaria indetta da Consip, anche alla luce di una recente decisione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato che ha sanzionato quattro società di revisione contabile – 3-03434

   PASTORINO, MARCON e GIANCARLO GIORDANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, come riportato in un comunicato pubblicato sul sito istituzionale, ha sanzionato per oltre 23 milioni di euro quattro società di revisione contabile: Deloitte, Kpmg, Ernst&Young e PricewaterhouseCoopers, note anche come «big four»;
   l'Autorità ha attribuito a dette società la creazione di un cartello per spartirsi una gara comunitaria indetta da Consip spa il 19 marzo 2015 per conto del Ministero dell'economia e delle finanze;
   tale gara era stata bandita per l'affidamento dei servizi di supporto e assistenza tecnica per l'esercizio e lo sviluppo della funzione di sorveglianza e audit dei programmi cofinanziati dall'Unione europea;
   il bando di circa 66 milioni di euro è stato poi aggiudicato per complessivi 42 milioni di euro e l'Autorità si è mossa a seguito di una segnalazione della stessa Consip spa;
   il comunicato dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato riporta che «Dalla documentazione è emerso, che le parti, coordinandosi a livello di network, hanno presentato delle offerte economiche differenziate per i vari lotti in gara, secondo uno schema comune (...) questi soggetti, pur presentando sostanzialmente sempre un'offerta tecnica equivalente tra i diversi lotti, hanno presentato in alcuni lotti offerte economiche con ribassi tra il 30 e il 35 per cento, mentre in altri lotti le offerte sono risultate decisamente inferiori»;
   gli altri partecipanti alla gara non hanno differenziato i loro ribassi a seconda del lotto di partecipazione e gli sconti medi ponderati da essi presentati sono stati sempre significativi;
   il 5 maggio 2016 sono avvenute le aggiudicazioni e cinque dei nove lotti in gara sono stati aggiudicati alle società appartenenti alle cosiddette «big four»;
   le imprese hanno annullato, di fatto, il reciproco confronto concorrenziale per spartirsi i lotti e neutralizzare la concorrenza esterna al cartello;
   nel corso degli accertamenti sono stati trovati una serie di documenti che confermano i cosiddetti «contatti orizzontali» e gli incontri tra le società, oltre a documenti indicativi della ripartizione dei lotti e che tale intesa «rientra tra le più gravi violazioni del diritto della concorrenza» –:
   quali iniziative di competenza intenda assumere, anche sul piano normativo, affinché venga effettivamente tutelato e salvaguardato il processo competitivo tra gli operatori, in luogo di accordi illegittimi tesi a limitare la concorrenza sul mercato. (3-03434)


Iniziative volte a reperire le risorse necessarie per rispondere alle conseguenze derivanti dal fenomeno delle occupazioni abusive di immobili, anche alla luce di una recente sentenza del tribunale civile di Roma – 3-03435

   RAMPELLI, CIRIELLI, LA RUSSA, GIORGIA MELONI, MURGIA, NASTRI, PETRENGA, RIZZETTO, GARNERO SANTANCHÈ, TAGLIALATELA e TOTARO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   negli ultimi anni si è assistito ad un vertiginoso aumento del fenomeno delle occupazioni abusive di immobili, soprattutto nei grandi centri urbani, e la depenalizzazione del relativo reato, seppur circoscritta ai soli immobili di proprietà privata, recentemente operata con la legge 28 aprile 2014, n. 67, appare suscettibile di creare ulteriore allarme sociale e conseguenze drammatiche;
   in data 9 novembre 2017 il tribunale civile di Roma ha emesso una sentenza condannando il Governo a risarcire i proprietari degli stabili occupati per il «danno emergente e lucro cessante», in quanto «il diritto dei proprietari prevale sull'ordine pubblico»;
   nella sola città di Roma gli immobili occupati abusivamente, sia di proprietà pubblica che appartenenti a privati, sono oltre duemilacinquecento e una delibera adottata durante la recente gestione commissariale della città ha individuato in oltre 190 milioni di euro il valore totale dell'emergenza abitativa a Roma, rispetto alla quale la destinazione di ben 764 alloggi di edilizia residenziale pubblica riuscirebbe a coprire appena un terzo delle occupazioni in corso da più tempo;
   l'obbligo di risarcire i proprietari degli immobili occupati e la conseguente necessità di individuare e rendere fruibile una diversa soluzione abitativa in favore degli occupanti pongono nuovi oneri a carico delle casse dello Stato –:
   in che modo e con quali tempistiche il Governo intenda reperire le risorse da destinare alle spese di cui in premessa e a quanto ammonteranno. (3-03435)


Chiarimenti in merito all'esistenza di linee guida o evidenze medico-scientifiche circa l'efficacia della procedura terapeutica nota come plasmaferesi, anche in relazione alla recente decisione adottata in materia dalla regione Veneto – 3-03436

   ROTTA, LENZI, NARDUOLO, MIOTTO, CRIVELLARI, SBROLLINI, ZARDINI, CRIMÌ, D'ARIENZO, MARTELLA, CINZIA MARIA FONTANA e BINI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   la plasmaferesi è una procedura terapeutica che permette la separazione della componente liquida del sangue (il plasma) dalla componente cellulare e la rimozione di sostanze in esso presenti. La funzione della plasmaferesi è di ottenere un'efficace depurazione del sangue, rimuovendo dal circolo sanguigno diverse sostanze, quali: immunoglobuline, immunocomplessi circolanti, tossine, lipoproteine, metaboliti;
   la regione Veneto, con la delibera della giunta regionale n. 851 del 13 giugno 2017, dal settembre 2017 ha dato avvio, presso l'unità locale socio-sanitaria Berica e l'azienda ospedaliera di Padova, ad un progetto che adotta la procedura della plasmaferesi;
   la citata deliberazione precisa che «(...) Sulla base dei primi risultati del biomonitoraggio eseguito sulla popolazione e sui primi risultati sulla prima coorte di soggetti pediatrici (quattordicenni) ed adolescenti vi è la possibilità di poter effettuare, per i soggetti che presentano alti livelli di pfoa, su adesione volontaria il «trattamento di soggetti con alte concentrazioni di pfas», così come descritto nell'allegato «B» al presente provvedimento di cui costituisce parte integrante (...)»;
   dal punto di vista operativo, all'ospedale San Bortolo di Vicenza accedono tutte le persone che ai test dello screening hanno rivelato concentrazioni di pfoa (acido perfluoro-ottanoico) fra i 100 e 200 nanogrammi, mentre Padova accedono i soggetti con valori di pfoa superiori ai 200;
   la procedura di plasmaferesi viene ripetuta per 6 volte, a distanza di 15 giorni una dall'altra. Il servizio è gratuito su base volontaristica e possono sottoporvisi tutte le persone, circa 2.000, che si sono presentate al maxi-screening in atto negli ospedali di Lonigo e Noventa;
   l'obiettivo dichiarato dell'operazione è di accertare l'incidenza dei pfas sulla salute degli abitanti della «zona rossa», area di 180 chilometri quadrati popolata da oltre 300 mila persone e ritenuta maggiormente contaminata dai p2fas;
   non risultano agli atti studi scientifici né dati clinici al riguardo dell'utilizzo della plasmaferesi per la rimozione di sostanze quali pfas e pfoa dal sangue, né tale procedura non ha attualmente alcuna indicazione «evidence based medicine» nella rimozione degli inquinanti sopra descritti dal sangue –:
   se esistano specifiche linee guida o evidenze medico-scientifiche circa l'efficacia della plasmaferesi sulla rimozione delle sostanze pfas, nonché se vi sia un protocollo scientifico clinicamente validato ed un'autorizzazione o almeno parere positivo di un comitato etico per l'adozione della plasmaferesi su larga scala con il coinvolgimento anche di minori di anni 14, così come avviene nella regione Veneto. (3-03436)


Dati relativi al numero di embrioni crioconservati nelle banche dei centri italiani autorizzati alla procreazione artificiale – 3-03437

   GIGLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   il «far west procreativo», che aveva visto lievitare il numero di embrioni congelati fino alla cifra record di 30.000 circa, ha trovato un limite nell'approvazione della legge n. 40 del 2004, in seguito alla quale è stato possibile ridurre progressivamente il numero degli embrioni giacenti nei congelatori: tra il 2004 e il 2008, infatti, gli scongelamenti (8.842) hanno superato i congelamenti (3.009). La differenza (5.833) indica l'entità della riduzione dell'accumulo;
   dal 2009 il problema dell'accumulo di embrioni crioconservati è tornato ad assumere connotazioni drammatiche;
   la sentenza della Corte costituzionale n. 151 del 2009, con la quale è stata lasciata al giudizio clinico del medico l'individuazione del numero di ovociti da fecondare, ha portato ad un nuovo aumento degli embrioni crioconservati;
   la stessa Corte costituzionale ha, tuttavia, imposto l'obbligo della crioconservazione per il rispetto dovuto agli embrioni in quanto vita umana, in nessun modo assimilabili a materiale biologico;
   la legislazione attuale in materia risulta, a parere dell'interrogante, lacunosa, non consentendo la sottrazione alla potestà genitoriale degli embrioni abbandonati nei congelatori e non più reclamati, che li renda disponibili all'adozione per la nascita da parte di coppie non necessariamente sterili, in modo da offrire loro una chance di sviluppo e risolvere in pari tempo i problemi della fecondazione eterologa, senza più dover ricorrere alla compravendita di ovociti sotto forma di rimborso spese per finte ovodonazioni acquistate all'estero, da parte delle regioni, aggirando, inoltre, il divieto di commercializzazione di gameti previsto dalla legislazione italiana –:
   quali siano i dati aggiornati riguardanti il numero di embrioni crioconservati nelle banche dei centri italiani autorizzati alla procreazione artificiale. (3-03437)


Chiarimenti in merito all'accordo di collaborazione tra Governo italiano e Ibm sottoscritto nel marzo 2016, con particolare riferimento all'utilizzo dei dati sanitari dei cittadini – 3-03438

   QUINTARELLI e VARGIU. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   recentemente la stampa inglese si è occupata della cessione di dati sensibili sanitari relativi a 1,6 milioni di pazienti del Nhs, per l'accordo tra Deep mind di Google e il Royal free hospital di Londra;
   tali dati, pare ceduti a Google per testare un’app per migliorare alcuni trattamenti sanitari salva-vita, sarebbero stati gestiti in assenza di consenso esplicito da parte dei pazienti e per finalità diverse da quelle accordate, tanto da indurre il consulente del National data Guardian inglese a segnalare all'ufficio del Commissario per l'informazione la possibile illegittimità dell'operazione;
   nel viaggio a Boston del marzo 2016, l'allora Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi avrebbe concluso un accordo di collaborazione con Ibm riguardante Watson health, sistema di cognitive computing di Ibm. Accordo finalizzato alla creazione di un grande polo guida nell'elaborazione dei dati sanitari nelle aree dell'Expo Milano-Rho;
   dalle cronache dell'accordo sembrerebbe che il Governo, in cambio degli investimenti in Italia promessi dalla multinazionale Ibm, si sia impegnato a cederle tutti i dati sanitari relativi ai cittadini lombardi, «ivi incluso il diritto all'utilizzo secondario dei predetti dati sanitari per finalità ulteriori rispetto ai progetti»;
   le informazioni che verrebbero fornite a Ibm potrebbero essere utilizzate «in forma anonima e identificata per specifici ambiti progettuali»;
   Ibm avrebbe manifestato interesse a disporre dei dati sanitari di tutti i cittadini italiani;
   ciò eventualmente, in assenza di specifico consenso individuale al trattamento, configurerebbe una violazione dei diritti di libertà individuali, pericolosa per tutti i possibili utilizzi distorti che potrebbero derivarne da tale utilizzo;
   la direzione generale concorrenza della Commissione europea, in data 31 ottobre 2017, ha inviato una lettera alla Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea, chiedendo chiarimenti e, al più presto, «una riunione con le autorità italiane» per discutere sulle questioni sopra citate;
   il codice in materia di protezione dei dati personali – ha ricordato il Garante per la protezione dei dati personali – «considera dato personale qualunque informazione relativa a persona fisica, identificata o identificabile, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale (...). Sono annoverati tra i dati sensibili i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale» –:
   quali siano i termini dell'accordo di collaborazione tra il Governo e Ibm e, nello specifico, se risulti se la trasmissione dei dati avvenga nel rispetto delle norme poste a tutela della privacy. (3-03438)