Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 17 gennaio 2018

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 17 gennaio 2018.

  Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonafede, Bonifazi, Michele Bordo, Boschi, Brambilla, Bressa, Brunetta, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Causin, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, D'Alia, Dambruoso, Damiano, Dellai, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Fedriga, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Galati, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Guerra, Laforgia, Lauricella, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Mannino, Marazziti, Meta, Migliore, Orlando, Pes, Piepoli, Pisicchio, Portas, Ravetto, Francesco Saverio Romano, Rughetti, Sanga, Scalfarotto, Scanu, Schullian, Sottanelli, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonafede, Bonifazi, Michele Bordo, Boschi, Brambilla, Bressa, Brunetta, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Causin, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, D'Alia, Dambruoso, Damiano, Dellai, Di Gioia, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferrara, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Galati, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Lorenzo Guerini, Guerra, La Russa, Laforgia, Lauricella, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Mannino, Marazziti, Meta, Migliore, Orlando, Pes, Piepoli, Pisicchio, Portas, Ravetto, Francesco Saverio Romano, Rosato, Rughetti, Sanga, Scalfarotto, Scanu, Schullian, Sottanelli, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente, Velo, Vignali, Villecco Calipari.

Ritiro di proposte di legge.

  In data 21 dicembre 2017 la deputata Ciprini ha comunicato, anche a nome dei cofirmatari, di ritirare la seguente proposta di legge:
   CIPRINI ed altri: «Modifica all'articolo 45 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di opzione per la corresponsione del trattamento economico accessorio dei pubblici dipendenti mediante erogazione di beni e servizi interamente prodotti nel territorio nazionale» (3154).

  In data 11 gennaio 2018 il deputato Simonetti ha comunicato, anche a nome dei cofirmatari, di ritirare la seguente proposta di legge:
   SIMONETTI ed altri: «Modifiche all'articolo 142 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di limiti di velocità» (4572).

  In data 17 gennaio 2018 il deputato Pagano ha comunicato di ritirare la seguente proposta di legge:
   PAGANO: «Divieto della produzione e del commercio di merci prodotte mediante l'impiego di lavoratori posti in condizione di schiavitù o di grave soggezione» (2535).

  In data 17 gennaio 2018 la deputata Spessotto ha comunicato, anche a nome dei cofirmatari, di ritirare la seguente proposta di legge:
   SPESSOTTO ed altri: «Introduzione degli articoli 60-bis e 103-bis del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e altre disposizioni concernenti la sospensione temporanea di veicoli a motore dalla circolazione» (3565).

  Le proposte di legge saranno pertanto cancellate dall'ordine del giorno.

Trasmissione dal Presidente del Senato.

  Il Presidente del Senato, con lettere in data 9 gennaio 2018, ha comunicato che sono state approvate, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento del Senato, le seguenti risoluzioni:
   risoluzione della 6a Commissione (Finanze) sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 575/2013 per quanto riguarda il coefficiente di leva finanziaria, il coefficiente netto di finanziamento stabile, i requisiti di fondi propri e passività ammissibili, il rischio di controparte, il rischio di mercato, le esposizioni verso controparti centrali, le esposizioni verso organismi di investimento collettivo, le grandi esposizioni, gli obblighi di segnalazione e informativa e che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012 (COM(2016) 850 final), sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 806/2014 per quanto riguarda la capacità di assorbimento delle perdite e di ricapitalizzazione per gli enti creditizi e le imprese di investimento (COM(2016) 851 final), sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2014/59/UE sulla capacità di assorbimento di perdite e di ricapitalizzazione degli enti creditizi e delle imprese di investimento e le direttive 98/26/CE, 2002/47/CE, 2012/30/UE, 2011/35/UE, 2005/56/CE, 2004/25/CE e 2007/36/CE (COM(2016) 852 final), sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda la classificazione degli strumenti di debito non garantiti nella gerarchia dei crediti in caso di insolvenza (COM(2016) 853 final), sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2013/36/UE per quanto riguarda le entità esentate, le società di partecipazione finanziaria, le società di partecipazione finanziaria mista, la remunerazione, le misure e i poteri di vigilanza e le misure di conservazione del capitale (COM(2016) 854 final) e sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a un quadro di risanamento e risoluzione delle controparti centrali e recante modifica dei regolamenti (UE) n. 1095/2010, (UE) n. 648/2012 e (UE) 2015/2365 (COM(2016) 856 final) (atto Senato Doc. XVIII, n. 227), che è trasmessa alla VI Commissione (Finanze) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
   risoluzione della 13a Commissione (Territorio) sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Piano d'azione per rafforzare la preparazione contro i rischi per la sicurezza di natura chimica, biologica, radiologica e nucleare (COM(2017) 610 final) (atto Senato Doc. XVIII, n. 228), che è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali);
   risoluzione della 13a Commissione (Territorio) sulla relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni che accompagna la valutazione intermedia del programma LIFE (COM(2017) 642 final) (atto Senato Doc. XVIII, n. 229), che è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente);
   risoluzione della 13a Commissione (Territorio) sulla relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Due anni dopo Parigi – Progressi realizzati per conseguire gli impegni dell'Unione europea in materia di clima (prevista dall'articolo 21 del regolamento (UE) n. 525/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, relativo a un meccanismo di monitoraggio e comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra e di comunicazione di altre informazioni in materia di cambiamenti climatici a livello nazionale e dell'Unione europea e che abroga la decisione n. 280/2004/CE) (COM(2017) 646 final) (atto Senato Doc. XVIII, n. 230), che è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente);
   risoluzione della 13a Commissione (Territorio) sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Mobilità a basse emissioni: manteniamo gli impegni – Un'Unione europea che protegge il pianeta, dà forza ai suoi consumatori e difende la sua industria e i suoi lavoratori (COM(2017) 675 final) (atto Senato Doc. XVIII, n. 231), che è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente) e alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dalla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

  Il Presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 144, comma 3, del Regolamento della Camera, il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sui minori fuori famiglia, approvato il 17 gennaio 2018 dalla Commissione medesima (Doc. XVII-bis n.12).

  Tale documento sarà stampato e distribuito.

Trasmissione dalla Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati.

  La Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, con lettera in data 17 gennaio 2018, ha inviato – ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 7 gennaio 2014, n. 1 – la relazione sul fenomeno degli incendi negli impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti.

  Il predetto documento sarà stampato e distribuito (Doc. XXIII, n. 35).

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con lettera in data 11 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 18/2017 del 7-27 dicembre 2017, con la quale la Sezione stessa ha approvato la relazione sul rifinanziamento della rete tradizionale delle Ferrovie dello Stato.

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 11 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Opera nazionale di assistenza per il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, per l'esercizio 2015. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 599).

  Questi documenti sono trasmessi alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 11 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Automobile Club d'Italia (ACI) e degli Automobile Club provinciali e locali, per l'esercizio 2015. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dagli enti ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 600).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 11 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della SACE Spa - Servizi assicurativi del commercio estero, per l'esercizio 2016. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 601).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 12 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della società Difesa Servizi Spa, per l'esercizio 2015. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 602).

  Questi documenti sono trasmessi alla IV Commissione (Difesa) e alla V Commissione (Bilancio).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 12 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Fondazione Istituto italiano di tecnologia (IIT), per l'esercizio 2016. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 603).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 12 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza a favore dei biologi (ENPAB), per l'esercizio 2016. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 604).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dalla Banca d'Italia.

  Il Governatore della Banca d'Italia, con lettera in data 10 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, comma 6-bis, del decreto-legge 30 novembre 2013, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 gennaio 2014, n. 5, la relazione concernente le operazioni riguardanti le quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia, riferita all'anno 2017 (Doc. CCXXXIII, n. 3).

  Questa relazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).

Trasmissione dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

  Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso un decreto ministeriale recante variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, di pertinenza del centro di responsabilità «Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali ed il personale», autorizzata, in data 9 marzo, 2017, ai sensi dell'articolo 33, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

  Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissioni dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

  Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 10 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 33 della legge 6 dicembre 1991, n. 394, la relazione sullo stato di attuazione della medesima legge n. 394 del 1991, legge quadro sulle aree protette, e sull'attività degli organismi di gestione delle aree naturali protette nazionali, riferita all'anno 2016 (Doc. CXXXVIII, n. 5).

  Questa relazione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente).

  Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 10 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5, comma 9, del decreto legislativo 13 ottobre 2010, n. 190, la relazione sull'attività svolta dal Comitato tecnico per il conseguimento delle finalità di cui al medesimo decreto legislativo n. 190 del 2010, recante attuazione della direttiva 2008/56/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria nel campo della politica per l'ambiente marino, aggiornata al 31 ottobre 2017 (Doc. CCXXIII, n. 2).

  Questa relazione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

  Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha trasmesso un decreto ministeriale recante una variazione di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzata, in data 12 ottobre 2017, ai sensi dell'articolo 33, comma 4-quinquies, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

  Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dal Ministero dell'economia e delle finanze.

  Il Ministero dell'economia e delle finanze, con lettera in data 9 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 5 aprile 2012, n. 48, la relazione concernente l'applicazione nell'anno finanziario 2017 della clausola di salvaguardia prevista per la copertura degli oneri derivanti dall'attuazione della medesima legge n. 48 del 2012, recante ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), fatto a Bonn il 26 gennaio 2009.

  Questa relazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

  Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera in data 9 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, lettera g), della legge 22 dicembre 1990, n. 401, la relazione sull'attività svolta per la riforma degli Istituti italiani di cultura e gli interventi per la promozione della cultura e della lingua italiane all'estero, riferita all'anno 2016 (Doc. LXXX, n. 5).

  Questa relazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dai Ministri della giustizia e del lavoro e delle politiche sociali.

  Il Ministro della giustizia e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con lettera in data 10 gennaio 2018, hanno trasmesso, ai sensi dell'articolo 39 della legge 28 marzo 2001, n. 149, la relazione sullo stato di attuazione della medesima legge n. 149 del 2001, recante modifiche alla disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori, nonché al titolo VIII del libro primo del codice civile, aggiornata al 31 dicembre 2015, con dati aggiuntivi riferiti agli anni 2016 e 2017 (Doc. CV, n. 2).

  Questa relazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissione dalla Ministra per i rapporti con il Parlamento.

  La Ministra per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 10 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, commi 68 e 69, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, la relazione – predisposta dall'Ufficio per il programma di Governo - sullo stato della spesa nelle amministrazioni statali e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa, aggiornata al 31 dicembre 2017 (Doc. CLXIV-bis, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

  Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con lettera in data 10 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, della legge 15 dicembre 1998, n. 438, la relazione concernente il contributo statale a favore delle associazioni nazionali di promozione sociale, riferita all'anno 2016 (Doc. CCV, n. 5).

  Questa relazione è trasmessa alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

  Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con lettera del 15 gennaio 2018, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data alla risoluzione conclusiva TINAGLI ed altri n. 8/00274, accolta dal Governo ed approvata dalla XI Commissione (Lavoro) nella seduta del 28 novembre 2017, concernente interventi in materia di servizi per l'impiego e politiche attive del lavoro.

  La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro) competente per materia.

Trasmissione dal Ministro dell'interno.

  Il Ministro dell'interno, con lettera in data 15 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 113 della legge 1o aprile 1981, n. 121, dell'articolo 109 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, dell'articolo 3, comma 1, del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e dell'articolo 3, comma 3, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, la relazione sull'attività delle Forze di polizia, sullo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata, riferita all'anno 2016 (Doc. XXXVIII, n. 5).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissioni dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 10 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione in merito alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2009/73/CE relativa a norme comuni per il mercato interno del gas naturale (COM(2017) 660 final).

  Questa relazione è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 15 e 16 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, le seguenti relazioni concernenti progetti di atti dell'Unione europea, che sono trasmesse alle sottoindicate Commissioni:
   relazione in merito alla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la decisione n. 1313/2013/UE su un meccanismo unionale di protezione civile (COM(2017) 772 final) – alla VIII Commissione (Ambiente) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
   relazione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio per quanto riguarda il sostegno alle riforme strutturali negli Stati membri (COM(2017) 826 final), accompagnata dalla tabella di corrispondenza tra le disposizioni della proposta e le norme nazionali vigenti – alla V Commissione (Bilancio) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal Commissario di cui all'articolo 86 della legge 27 dicembre 2002, n. 289.

  Il Commissario di cui all'articolo 86 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, con lettera in data 29 dicembre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, primo periodo, del decreto-legge 12 maggio 2014, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 luglio 2014, n. 97, la relazione sull'attività svolta dal medesimo Commissario e sull'entità dei lavori ancora da eseguire, nonché la relativa rendicontazione contabile, aggiornata al 31 dicembre 2017 (Doc. CCXIX, n. 9).

  Questa relazione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente).

Annunzio di risoluzioni del Parlamento europeo.

  Il Parlamento europeo ha trasmesso il testo di trentuno risoluzioni approvate nelle tornate dal 29 al 30 novembre 2017 e dal 2 al 5 ottobre 2017, che sono assegnate, ai sensi dell'articolo 125, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnate alle stesse in sede primaria:
  Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1303/2013 per quanto riguarda le modifiche alle risorse per la coesione economica, sociale e territoriale e alle risorse per l'obiettivo. Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione e per l'obiettivo della Cooperazione territoriale europea (Doc. XII, n. 1305) – alla V Commissione (Bilancio);
  Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 575/2013 per quanto riguarda il coefficiente di leva finanziaria, il coefficiente netto di finanziamento stabile, i requisiti di fondi propri e passività ammissibili, il rischio di controparte, il rischio di mercato, le esposizioni verso controparti centrali, le esposizioni verso organismi di investimento collettivo, le grandi esposizioni, gli obblighi di segnalazione e informativa e che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012 (Doc. XII, n. 1306) – alla VI Commissione (Finanze);
  Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 230/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2014, che istituisce uno strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace (Doc. XII, n. 1307) – alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa);
  Risoluzione legislativa sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda la classificazione dei titoli di debito non garantiti nella gerarchia dei crediti in caso di insolvenza (Doc. XII, n. 1308) – alla VI Commissione (Finanze);
  Risoluzione legislativa sulla proposta di direttiva del Consiglio che modifica la direttiva 2006/112/CE e la direttiva 2009/132/CE per quanto riguarda taluni obblighi in materia di imposta sul valore aggiunto per le prestazioni di servizi e le vendite a distanza di beni (Doc. XII, n. 1309) – alla VI Commissione (Finanze);
  Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 904/2010 relativo alla cooperazione amministrativa e alla lotta contro la frode in materia d'imposta sul valore aggiunto (Doc. XII, n. 1310) – alla VI Commissione (Finanze);
  Risoluzione concernente la posizione del Consiglio sul progetto di bilancio rettificativo n. 6/2017 dell'Unione europea per l'esercizio 2017: riduzione degli stanziamenti di pagamento e di impegno in linea con le previsioni aggiornate delle spese e l'aggiornamento delle entrate (risorse proprie e ammende) (Doc. XII, n. 1311) – alla V Commissione (Bilancio);
  Risoluzione legislativa sul progetto comune di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2018, approvato dal comitato di conciliazione nel quadro della procedura di bilancio (Doc. XII, n. 1312) – alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea);
  Risoluzione legislativa concernente il progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra l'Unione europea e la Repubblica araba d'Egitto volto a stabilire i termini e le condizioni della partecipazione della Repubblica araba d'Egitto al partenariato per la ricerca e l'innovazione nell'area mediterranea (PRIMA) (Doc. XII, n. 1313) – alla III Commissione (Affari esteri);
  Risoluzione legislativa concernente il progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra l'Unione europea e la Repubblica algerina democratica e popolare volto a stabilire i termini e le condizioni della partecipazione della Repubblica algerina democratica e popolare al partenariato per la ricerca e l'innovazione nell'area mediterranea (PRIMA) (Doc. XII, n. 1314) – alla III Commissione (Affari esteri);
  Risoluzione legislativa concernente il progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra l'Unione europea e il Regno hascemita di Giordania volto a stabilire i termini e le condizioni della partecipazione del Regno hascemita di Giordania al partenariato per la ricerca e l'innovazione nell'area mediterranea (PRIMA) (Doc. XII, n. 1315) – alla III Commissione (Affari esteri);
  Risoluzione legislativa sulla proposta di decisione del Consiglio che autorizza la Romania ad accettare, nell'interesse dell'Unione europea, l'adesione del Cile, dell'Islanda e delle Bahamas alla convenzione dell'Aia del 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori (Doc. XII, n. 1316) – alla III Commissione (Affari esteri);
  Risoluzione legislativa sulla proposta di decisione del Consiglio che autorizza l'Austria e la Romania ad accettare, nell'interesse dell'Unione europea, l'adesione di Panama, dell'Uruguay, della Colombia e di El Salvador alla convenzione dell'Aia del 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori (Doc. XII, n. 1317) – alla III Commissione (Affari esteri);
  Risoluzione legislativa sulla proposta di decisione del Consiglio che autorizza la Croazia, i Paesi Bassi, il Portogallo e la Romania ad accettare, nell'interesse dell'Unione europea, l'adesione di San Marino alla convenzione dell'Aia del 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori (Doc. XII, n. 1318) – alla III Commissione (Affari esteri);
  Risoluzione legislativa sulla proposta di decisione del Consiglio che autorizza il Lussemburgo e la Romania ad accettare, nell'interesse dell'Unione europea, l'adesione della Georgia e del Sud Africa alla convenzione dell'Aia del 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori (Doc. XII, n. 1319) – alla III Commissione (Affari esteri);
  Risoluzione sulla situazione nello Yemen (Doc. XII, n. 1320) – alla III Commissione (Affari esteri);
  Risoluzione legislativa sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della direttiva 2011/65/UE sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Doc. XII, n. 1321) – alla VIII Commissione (Ambiente);
  Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce le misure di gestione, di conservazione e di controllo applicabili nella zona della convenzione della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell'Atlantico (ICCAT) e che modifica i regolamenti del Consiglio (CE) n. 1936/2001, (CE) n. 1984/2003 e (CE) n. 520/2007 (Doc. XII, n. 1322) – alla XIII Commissione (Agricoltura);
  Risoluzione legislativa sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2009/45/CE del Consiglio relativa alle disposizioni e norme di sicurezza per le navi da passeggeri (Doc. XII, n. 1323) – alla IX Commissione (Trasporti);
  Risoluzione legislativa sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 98/41/CE del Consiglio relativa alla registrazione delle persone a bordo delle navi da passeggeri che effettuano viaggi da e verso i porti degli Stati membri della Comunità e che abroga la direttiva 2010/65/UE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle formalità di dichiarazione delle navi in arrivo o in partenza da porti degli Stati membri (Doc. XII, n. 1324) – alla IX Commissione (Trasporti);
  Risoluzione legislativa sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a un sistema di ispezioni per l'esercizio in condizioni di sicurezza di traghetti ro-ro e di unità veloci da passeggeri adibiti a servizi di linea e che modifica la direttiva 2009/16/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al controllo da parte dello Stato di approdo e abroga la direttiva 1999/35/CE del Consiglio (Doc. XII, n. 1325) – alla IX Commissione (Trasporti);
  Risoluzione legislativa concernente il progetto di regolamento del Consiglio relativo all'attuazione di una cooperazione rafforzata sull'istituzione della Procura europea («EPPO») (Doc. XII, n. 1326) – alla II Commissione (Giustizia);
  Risoluzione sullo stato di avanzamento dei negoziati con il Regno Unito (Doc. XII, n. 1327) – alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e XIV (Politiche dell'Unione europea);
  Risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione europea, dell'accordo che istituisce la Fondazione internazionale UE-ALC (Doc. XII, n. 1328) – alla III Commissione (Affari esteri);
  Risoluzione sul progetto di regolamento della Commissione che modifica l'allegato II del regolamento (CE) n. 1107/2009 stabilendo criteri scientifici per la determinazione delle proprietà di interferente endocrino (Doc. XII, n. 1329) – alla XII Commissione (Affari sociali);
  Risoluzione sul progetto di decisione di esecuzione della Commissione che autorizza l'immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti od ottenuti a partire da soia geneticamente modificata FG72 x A5547-127, a norma del regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati (Doc. XII, n. 1330) – alle Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura);
  Risoluzione sul progetto di decisione di esecuzione della Commissione che autorizza l'immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti od ottenuti a partire da soia geneticamente modificata DAS-44406-6, a norma del regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati (Doc. XII, n. 1331) – alle Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura);
  Risoluzione sull'eliminazione del matrimonio infantile (Doc. XII, n. 1332) – alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e XII (Affari sociali);
  Risoluzione sulla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma nel 2017 a Bonn (Germania) (COP 23) (Doc. XII, n. 1333) – alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e VIII (Ambiente);
  Risoluzione sulla situazione alle Maldive (Doc. XII, n. 1334) – alla III Commissione (Affari esteri);
  Risoluzione sui sistemi carcerari e le condizioni di detenzione (Doc. XII, n. 1335) – alla II Commissione (Giustizia).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 10, 11, 12, 15 e 16 gennaio 2018, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

  alla I Commissione (Affari costituzionali):
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio - Bilancio e possibili prospettive per quanto riguarda la situazione di non reciprocità con taluni paesi terzi nel settore della politica dei visti e valutazione dell'efficacia del meccanismo di reciprocità di cui all'articolo 1, paragrafo 4, del regolamento (CE) n. 539/2001 del Consiglio (COM(2017) 813 final);

  alla III Commissione (Affari esteri):
   Proposta modificata di decisione del Consiglio concernente la conclusione, a nome dell'Unione, dell'accordo sui trasporti aerei tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e il Canada, dall'altra (COM(2018) 4 final);
   Proposta di decisione del Consiglio che stabilisce la posizione che dev'essere adottata a nome dell'Unione europea in sede di comitato misto istituito ai sensi dell'accordo sulla facilitazione del rilascio dei visti tra l'Unione europea e la Repubblica dell'Azerbaigian, sull'adozione degli orientamenti comuni per l'attuazione dell'accordo (COM(2018) 7 final), corredata dal relativo allegato (COM(2018) 7 final – Annex);
   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione che dovrà essere assunta a nome dell'Unione europea nell'Organizzazione dell'aviazione civile internazionale (COM(2018) 19 final), corredata dai relativi allegati (COM(2018) 19 final – Annexes 1 to 2);
   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione europea, della modifica 1 del memorandum di cooperazione NAT-I-9406 tra gli Stati Uniti d'America e l'Unione europea (COM(2018) 27 final);

  alla VI Commissione (Finanze):
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai requisiti prudenziali delle imprese di investimento e che modifica i regolamenti (UE) n. 575/2013, (UE) n. 600/2014 e (UE) n. 1093/2010 (COM(2017) 790 final). Tale proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 12 gennaio 2018;
   Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla vigilanza prudenziale sulle imprese di investimento e recante modifica delle direttive 2013/36/UE e 2014/65/UE (COM(2017) 791 final). Tale proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 12 gennaio 2018;
   Proposta di decisione di esecuzione del Consiglio che autorizza la Repubblica di Malta ad applicare una misura speciale di deroga all'articolo 287 della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto (COM(2018) 5 final);
   Comunicazione della Commissione al Consiglio a norma dell'articolo 395 della direttiva 2006/112/CE del Consiglio (COM(2018) 15 final);
   Relazione della Commissione al Consiglio sulla direttiva 2011/64/UE relativa alla struttura e alle aliquote dell'accisa applicata al tabacco lavorato (COM(2018) 17 final);

  alla X Commissione (Attività produttive):
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull'attuazione della politica di normazione dell'Unione europea e sul contributo delle norme europee alle politiche dell'Unione europea (COM(2018) 26 final);

  alla XI Commissione (Lavoro):
   Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione a seguito di una domanda presentata dalla Spagna – EGF/2017/006 ES/Galicia apparel (COM(2017) 686 final);
   Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione a seguito di una domanda presentata dalla Svezia – EGF/2017/007 SE/Ericsson (COM(2017) 782 final);

  alla XIII Commissione (Agricoltura):
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'esercizio del potere di adottare atti delegati conferito alla Commissione a norma del regolamento (CE) n. 762/2008 relativo alle statistiche europee sull'acquacoltura (COM(2018) 9 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'esercizio del potere di adottare atti delegati conferito alla Commissione a norma del regolamento (CE) n. 1921/2006 relativo alla trasmissione di dati statistici sugli sbarchi di prodotti della pesca negli Stati membri (COM(2018) 11 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'esercizio del potere di adottare atti delegati conferito alla Commissione a norma della direttiva 96/16/CE del Consiglio relativa alle indagini statistiche da effettuare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari (COM(2018) 12 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'esercizio del potere di adottare atti delegati a norma del regolamento (CE) n. 543/2009 relativo alle statistiche sui prodotti vegetali (COM(2018) 13 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'esercizio del potere di adottare atti delegati conferito alla Commissione a norma del regolamento (CE) n. 138/2004 relativo ai conti economici dell'agricoltura (COM(2018) 14 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'esercizio del potere di adottare atti delegati conferito alla Commissione a norma del regolamento (CE) n. 216/2009 relativo alla trasmissione di statistiche sulle catture nominali da parte degli Stati membri con attività di pesca in zone diverse dell'Atlantico settentrionale, dal regolamento (CE) n. 217/2009 relativo alla trasmissione di statistiche sulle catture e l'attività degli Stati membri con attività di pesca nell'Atlantico nord-occidentale e dal regolamento (CE) n. 218/2009 relativo alla trasmissione di statistiche sulle catture nominali da parte degli Stati membri con attività di pesca nell'Atlantico nord-orientale (COM(2018) 16 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'esercizio del potere di adottare atti delegati conferito alla Commissione a norma del regolamento (CE) n. 1165/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, relativo alle statistiche sul bestiame e sulla carne e che abroga le direttive del Consiglio 93/23/CEE, 93/24/CEE e 93/25/CEE (COM(2018) 18 final);

  alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia):
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio – Dodicesima relazione sui progressi compiuti verso un'autentica ed efficace Unione della sicurezza (COM(2017) 779 final);

  alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e III (Affari esteri):
   Proposta motivata a norma dell'articolo 7, paragrafo 1, del Trattato sull'Unione europea sullo Stato di diritto in Polonia – Proposta di decisione del Consiglio sulla constatazione dell'esistenza di un evidente rischio di violazione grave dello Stato di diritto da parte della Repubblica di Polonia (COM(2017) 835 final);

  alle Commissioni riunite II (Giustizia) e VI (Finanze):
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Valutazione intermedia del regolamento (UE) n. 250/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, che istituisce un programma per la promozione di azioni nel settore della tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea (programma Hercule III) e che abroga la decisione n. 804/2004/CE (COM(2018) 3 final);

  alle Commissioni riunite VII (Cultura) e X (Attività produttive):
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Valutazione intermedia di Orizzonte 2020: massimizzare l'impatto dei programmi di ricerca e innovazione dell'Unione europea 2010 (COM(2018) 2 final).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 9, 11 e 16 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
  Con le predette comunicazioni, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Relazione di revisione intermedia degli strumenti di finanziamento esterno (COM(2017) 720 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul funzionamento del sistema degli organismi pagatori nel settore agricolo (COM(2017) 745 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Relazione annuale sulle attività dell'Unione europea in materia di ricerca e sviluppo tecnologico e sul monitoraggio di «Orizzonte 2020» nel 2016 (COM(2017) 762 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'attività esterna della BEI nel 2016 con una garanzia a carico del bilancio dell'Unione europea (COM(2017) 767 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Relazione annuale 2016 sull'attuazione del regolamento (CE) n. 300/2008 che istituisce norme comuni per la sicurezza dell'aviazione civile (COM(2017) 768 final);
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che abroga il regolamento (UE) n. 256/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sulla comunicazione alla Commissione di progetti di investimento nelle infrastrutture per l'energia nell'Unione europea (COM(2017) 769 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'attuazione dell'articolo 45 del regolamento (UE) n. 1306/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle misure di informazione riguardanti la politica agricola comune (COM(2017) 777 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul funzionamento delle disposizioni della direttiva 2010/24/UE del Consiglio, del 16 marzo 2010, sull'assistenza reciproca in materia di recupero dei crediti risultanti da dazi, imposte ed altre misure (COM(2017) 778 final);
   Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo – Ottava relazione a norma dell'articolo 12 del regolamento (CEE, Euratom) n. 1553/89 sulle procedure di riscossione e di controllo dell'IVA (COM(2017) 780 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'applicazione della direttiva 2011/16/UE del Consiglio relativa alla cooperazione amministrativa nel settore della fiscalità diretta (COM(2017) 781 final);
   Proposta di direttiva del Consiglio che modifica la direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune di imposta sul valore aggiunto, in relazione all'obbligo di rispettare un'aliquota normale minima (COM(2017) 783 final);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo – Pacchetto merci: rafforzare la fiducia nel mercato unico (COM(2017) 787 final);
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai requisiti prudenziali delle imprese di investimento e che modifica i regolamenti (UE) n. 575/2013, (UE) n. 600/2014 e (UE) n. 1093/2010 (COM(2017) 790 final);
   Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla vigilanza prudenziale sulle imprese di investimento e recante modifica delle direttive 2013/36/UE e 2014/65/UE (COM(2017) 791 final);
   Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva (UE) 2016/97 per quanto riguarda la data di applicazione delle misure di recepimento degli Stati membri (COM(2017) 792 final);
   Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell'Unione europea (COM(2017) 797 final);
   Comunicazione della Commissione sull'iniziativa dei cittadini europei «Vietare il glifosato e proteggere le persone e l'ambiente dai pesticidi tossici» (C(2017) 8414 final);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Valutazione intermedia di Orizzonte 2020: massimizzare l'impatto dei programmi di ricerca e innovazione dell'Unione europea 2010 (COM(2018) 2 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio Valutazione intermedia del regolamento (UE) n. 250/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, che istituisce un programma per la promozione di azioni nel settore della tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea (programma Hercule III) e che abroga la decisione n. 804/2004/CE (COM(2018) 3 final);
   Relazione della Commissione al Consiglio sulla direttiva 2011/64/UE relativa alla struttura e alle aliquote dell'accisa applicata al tabacco lavorato (COM(2018) 17 final).

Trasmissione dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

  La Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, lettera n), della legge 12 giugno 1990, n. 146, copia delle delibere adottate dalla Commissione nei mesi di novembre e dicembre 2017 e di quelle adottate fino al giorno 12 gennaio 2018.

  Questa documentazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

  Il Ministero dell'interno, con lettere in data 12 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, i decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Formia (Latina), Malonno (Brescia), Monteiasi (Taranto), Nereto (Teramo), Novalesa (Torino), Santa Marinella (Roma), Spoleto (Perugia) e Teramo.

  Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dalla Regione Emilia-Romagna.

  La Regione Emilia-Romagna, in qualità di commissario delegato titolare di contabilità speciale, con lettera pervenuta in data 10 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5, comma 5-bis, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, il rendiconto, per l'anno 2017, delle entrate e delle spese per il superamento delle criticità determinate dagli eventi calamitosi che hanno colpito il territorio della regione nel mese di novembre 2012, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 marzo 2013.

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dalla Provincia autonoma di Trento.

  Il Presidente della Provincia autonoma di Trento, con lettera in data 10 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, un documento recante le osservazioni della medesima Provincia in ordine alla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la decisione n. 1313/2013/UE su un meccanismo unionale di protezione civile (COM(2017) 772 final).

  Questo documento è trasmesso alla VIII Commissione (Ambiente) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Comunicazione di nomine ministeriali.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 15 e 16 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le seguenti comunicazioni concernenti il conferimento, ai sensi dei commi 4 e 10 del medesimo articolo 19, di incarichi di livello dirigenziale generale, che sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali), nonché alle Commissioni sottoindicate:

  alla V Commissione (Bilancio) la comunicazione concernente il seguente incarico nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze:
   al dottor Rocco Aprile, l'incarico di direttore generale del Servizio studi dipartimentale del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato;

  alla VIII Commissione (Ambiente) la comunicazione concernente i seguenti incarichi nell'ambito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti:

  all'ingegner Mario Nobile, l'incarico di direttore della Direzione generale per i sistemi informativi e statistici, nell'ambito del Dipartimento per le infrastrutture, i sistemi informativi e statistici;

  all'architetto Costanza Pera, l'incarico di consulenza, studio e ricerca.

Richieste di parere parlamentare su proposta di nomina.

  Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 10 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del dottor Salvatore Gabriele a presidente dell'Ente parco nazionale Isola di Pantelleria (122).

  Questa richiesta, in data 12 gennaio 2017, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente).

  Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 10 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del dottor Fabrizio Fonnesu a presidente dell'Ente parco nazionale dell'Arcipelago de La Maddalena (123).

  Questa richiesta, in data 12 gennaio 2017, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente).

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 11 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 24-bis, comma 4, del decreto-legge 26 dicembre 2016, n. 237, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 febbraio 2017, n. 15, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di programma per una «Strategia nazionale per l'educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale» (497).

  Questa richiesta, in data 15 gennaio 2018, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VI Commissione (Finanze) nonché, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 14 febbraio 2018.

  Il Ministro dello sviluppo economico, con lettera in data 11 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 148 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente la ripartizione per l'anno 2017 del fondo derivante dalle sanzioni amministrative irrogate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato da destinare a iniziative a vantaggio dei consumatori (498).

  Questa richiesta, in data 15 gennaio 2018, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla X Commissione (Attività produttive), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 4 febbraio 2018.

  Il Ministro della giustizia, con lettera in data 11 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 1, comma 3, e 13, comma 6, della legge 31 dicembre 2012, n. 247, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente modifiche al regolamento di cui al decreto del Ministro della giustizia 10 marzo 2014, n. 55, recante la determinazione dei parametri per la liquidazione dei compensi per la professione forense (499).

  Questa richiesta, in data 15 gennaio 2018, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla II Commissione (Giustizia), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 16 marzo 2018.

  Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 11 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 4 agosto 1955, n. 722, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale per l'individuazione delle manifestazioni da abbinare alle lotterie nazionali da effettuare nell'anno 2018 (500).

  Questa richiesta, in data 15 gennaio 2018, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VI Commissione (Finanze), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 14 febbraio 2018.

  La Ministra per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 15 gennaio 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, commi 82, 83 e 85, della legge 23 giugno 2017, n. 103, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante riforma dell'ordinamento penitenziario (501).

  Questa richiesta, in data 16 gennaio 2018, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla II Commissione (Giustizia) nonché, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 2 marzo 2018.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

  Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

RELAZIONE DELLE COMMISSIONI III (AFFARI ESTERI E COMUNITARI) E IV (DIFESA) SULLA DELIBERAZIONE IN MERITO ALLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA A MISSIONI INTERNAZIONALI DA AVVIARE NELL'ANNO 2018 (DOC. CCL, N. 3) E SULLA RELAZIONE ANALITICA SULLE MISSIONI INTERNAZIONALI IN CORSO E SULLO STATO DEGLI INTERVENTI DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO A SOSTEGNO DEI PROCESSI DI PACE E DI STABILIZZAZIONE (DOC. CCL-BIS, N. 1), ENTRAMBE ADOTTATE DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI IL 28 DICEMBRE 2017

Risoluzioni

   La Camera,
   udita la Relazione delle Commissioni III e IV (Doc. XVI, n. 5) sulla deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata il 28 dicembre 2017, ai sensi degli articoli 2 e 3 della legge 21 luglio 2016, n. 145, in merito alla prosecuzione per il 2018 di missioni in corso e di iniziative di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione (Doc. CCL-bis, n. 1), nonché alla partecipazione dell'Italia ad ulteriori missioni internazionali da avviare nel 2018 (Doc. CCL, n. 3);
   richiamate le comunicazioni rese dal Governo il 15 gennaio 2018 davanti alle Commissioni riunite Affari esteri e difesa della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica in connessione con l'esame della sopra citata deliberazione del Consiglio dei ministri;
   premesso che:
    l'impegno internazionale che l'Italia profonde ricorrendo alla leva delle missioni militari e degli interventi di natura civile negli scenari di crisi costituisce la necessaria risposta a persistenti minacce di carattere transnazionale ed asimmetrico – il terrorismo, la radicalizzazione, l'insicurezza cibernetica, i traffici illeciti – e a fenomeni di instabilità potenzialmente pericolosi per la pace e la sicurezza della regione euromediterranea. Tale impegno si fonda su un approccio onnicomprensivo alle crisi, proprio dell'Unione europea e pienamente condiviso dall'Italia, che correla l'intervento di carattere militare ad iniziative civili tese alla protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, all'investimento nell'istruzione e nella cultura, alla protezione e attenzione alle donne, ai giovani e alle minoranze;
    l'impianto della legge n. 145 del 2016 rispecchia in profondo questa impostazione. Tale strumento normativo innovativo di riordino e di razionalizzazione ha fin qui assicurato all'interazione tra Governo e Parlamento, finalizzata alla decisione sulle missioni internazionali, un inedito grado di trasparenza e di profondità, permettendo di contemperare il doveroso carattere democratico della dinamica decisionale su una materia tanto delicata anche sul piano dell'impatto finanziario, alla necessaria celerità del relativo processo decisionale, nel superiore interesse alla tutela della pace, nonché della vita e dell'integrità degli uomini e delle donne impegnati sul terreno nei numerosi teatri operativi;
    anche alla luce delle missioni e degli interventi autorizzati e in corso di svolgimento nel 2017, la presidenza italiana del G7, il mandato in Consiglio di Sicurezza dell'ONU e l'impegno per la stabilità del Mediterraneo hanno confermato la vocazione multilaterale della politica estera e di difesa dell'Italia, il convinto sostegno al processo di integrazione europea e al legame transatlantico, l'impegno per la difesa dei diritti umani, nel segno di una cifra identitaria mediterranea che guida l'azione internazionale del nostro Paese;
    l'Italia prosegue, quindi, anche nel 2018 la propria convinta e solida collaborazione in sede UE e NATO e in piena conformità con il diritto internazionale per proiettare stabilità al di là dei propri confini grazie agli strumenti del dialogo politico, dell'assistenza alle istituzioni militari e civili di Stati fragili, rafforzando partenariati e attività di sicurezza cooperativa nel segno della difesa europea e dell'Alleanza Atlantica quali dimensioni complementari nella tutela della pace e della sicurezza internazionale e regionale;
    le missioni da prorogare e le nuove missioni che il Governo intende avviare nel 2018 trovano, peraltro, fondamento nell'attuale quadro politico-militare, che si conferma complesso, in rapida e costante evoluzione, instabile e caratterizzato da un deterioramento complessivo delle condizioni di sicurezza;
    con riferimento alle nuove missioni, esse si concentrano in un'area geografica – l'Africa – che riveste interesse strategico prioritario per la sicurezza dell'Italia, che, oltre a dover gestire i flussi migratori provenienti da tale continente, deve affrontare il rischio che un rallentamento del processo di pacificazione e di consolidamento delle istituzioni politiche della Libia sfoci in un nuovo fattore di minaccia per i propri interessi nazionali e per la sicurezza del bacino del Mar Mediterraneo. Gli interventi previsti in Africa si concentrano su attività utili a incrementare la sicurezza e la stabilità internazionali (costruzione di capacità, capacity building) a favore di Paesi impegnati nella lotta al terrorismo e ai traffici illegali internazionali, A parte questo, viene confermato il contributo nazionale all'attività di polizia aerea (air policing) della NATO sullo spazio aereo europeo dell'Alleanza;
    il Mediterraneo è stato parte essenziale della nostra presidenza del G7 e del mandato in Consiglio di Sicurezza, oltre che della nostra azione nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e nella NATO, facendo sì che tali organizzazioni perseguissero l'impegno comune nella lotta contro il terrorismo e per una condivisione più equa e responsabile delle conseguenze del fenomeno migratorio, come pure di tutte quelle altre sfide (come tragedie umanitarie e odio settario) che contribuiscono a rendere l'area del Mediterraneo allargato uno degli epicentri del disordine globale;
    il collasso della Libia, i flussi migratori dall'Africa, i massicci arrivi di rifugiati dalla Siria, la diffusione di Daesh dalla Tunisia all'Iraq, sono stati shock di cui pochi, in Europa, hanno immediatamente compreso le dimensioni. Si è nutrita a lungo l'illusione che il destino dell'Europa fosse separato da queste sfide e dal futuro del Mediterraneo;
    nella regione del Sahel molti Paesi continuano ad incontrare difficoltà nel controllo dei rispettivi territori e frontiere e si trovano a far fronte ad una minaccia terroristica che si salda con traffici criminali e disagio sociale ed economico di ampie fasce di popolazione;
    persiste la minaccia di Boko Haram nella regione del lago Ciad, malgrado il maggior coordinamento tra i Paesi impegnati nel suo contrasto. La situazione nel Mali resta precaria, nel nord e nel sud del Paese e nella stessa capitale, oggetto di attentati. L'instabilità del Mali si riverbera anche sui Paesi confinanti;
    nel Corno d'Africa la minaccia di al Shabab rimane sempre molto alta e impedisce un avvio più deciso di una ripresa in Somalia. La situazione in Sud Sudan resta drammatica e preoccupano le tensioni esistenti tra l'Eritrea e i Paesi confinanti, come la diatriba tra Egitto ed Etiopia a causa della diga che quest'ultima sta costruendo sul Nilo. In tale contesto, l'operato delle missioni civili UE in ambito PSDC ha rivestito un ruolo di rilievo;
    il rafforzamento della nostra presenza nelle operazioni attive in tale teatro – EUCAP Niger, EUCAP Mali, EUTM Mali – cui va aggiunto anche il comando della Cellula di Coordinamento Regionale delle tre missioni stesse, testimonia la rilevanza che il nostro Paese attribuisce alla pace e la stabilità in questo quadrante;
    la nuova missione di assistenza e supporto in Libia, che integra le attività della precedente missione denominata operazione Ippocrate, conferma il carattere prioritario dell'impegno dell'Italia per la pace e la stabilità della Libia, Paese in cui i nostri diplomatici, gli uomini e le donne delle Forze armate e delle Forze dell'ordine, in raccordo con le organizzazioni internazionali impegnate sul terreno umanitario, testimoniano la presenza e la specifica vicinanza dell'Italia alle istituzioni e alla popolazione libica, nel quadro istituzionale previsto dall'Accordo di Skhirat e nel sostegno alla leadership libica sul terreno del dialogo politico inclusivo. La riorganizzazione degli impieghi italiani nella nuova missione militare su base bilaterale in Libia ha l'obiettivo di rendere l'azione italiana di assistenza e supporto del Governo nazionale libico più incisiva ed efficace;
    l'ulteriore nuova linea di impegno militare dell'Italia, rivolta al Niger, avviene nel contesto di un complessivo innalzamento di livello delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, legati tra loro da una solida alleanza di tipo strategico corroborata da un impegno di lungo corso nella regione saheliana e nello stesso Niger attraverso gli strumenti della cooperazione allo sviluppo, anche grazie alle risorse stanziate con il cosiddetto Fondo Africa, nell'obiettivo di promuovere il controllo del territorio ed il contrasto dei traffici illeciti, a partire da quello di esseri umani;
    l'impegno italiano in Libia e Niger è intimamente connesso sul piano strategico alla fondamentale azione a tutela dei diritti umani della popolazione civile, di migranti e di profughi esercitata dalle organizzazioni internazionali presenti, nello specifico l'OIM e l'UNHCR, che l'Italia sostiene convintamente;
    occorre ricordare che da tempo in quell'area operano gruppi terroristici jihadisti (come Al-Quaeda nel Maghreb arabo (AQIM) e Al-Morabitun) che traggono nuovi fondamentali canali di finanziamento, diretto e indiretto, grazie a vari tipi di traffici, tra cui quello di migranti: le missioni in Libia ed in Niger sono, quindi, strategicamente rivolte anche a contrastare l'endemizzazione di questo fenomeno, che sovrappone terrorismo e attività criminale;
    appare opportuno sottolineare anche che la deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2017 contribuisce a valorizzare le linee programmatiche della presidenza di turno dell'Italia per il 2018 dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), secondo il motto «Dialogue, Ownership, Responsibility» e nel segno del rilancio dello spirito di Helsinki per la promozione del dialogo con la Russia;
    in tale contesto l'Italia affronta come principale banco di prova la ricerca di una soluzione alla crisi ucraina, che non può che essere basata sulla ricostruzione di condizioni di fiducia tra le Parti, sugli sforzi negoziali nel quadro del Formato Normandia e del Gruppo Trilaterale di Contatto nell'obiettivo della piena attuazione degli Accordi di Minsk. In tale ottica è essenziale garantire la sicurezza degli osservatori e degli operatori umanitari – anche grazie a risorse adeguate, certe e prevedibili – i quali devono essere messi in condizione di svolgere il proprio mandato e le proprie funzioni con il minor rischio possibile;
    anche in tale ottica si colloca l'impegno dell'Italia nel quadro delle missioni NATO finalizzate a rafforzare le condizioni di sicurezza sui versanti orientale e meridionale dell'Alleanza in chiave difensiva, preventiva e in modo coordinato con l'impegno politico-diplomatico, profuso soprattutto in sede UE ed OSCE, per la soluzione delle ulteriori crisi in Transnistria, in Georgia, in Nagorno-Karabakh, in Medioriente e nel Mediterraneo allargato;
    occorre soprattutto ribadire il concetto dell'indivisibilità della sicurezza euro-mediterranea e della natura globale e non regionale delle questioni che insistono su tale area: buona parte della sicurezza e della prosperità mondiali dipendono dalle dinamiche mediterranee. Da ciò deriva l'esigenza di costruire un nuovo partenariato euro-mediterraneo basato su più dialogo politico, responsabilità condivisa e solidarietà diffusa, su più concrete collaborazioni a livello di sicurezza, per il controllo delle rotte migratorie, anche alla luce del rischio del possibile rientro in Europa dei foreign fighters dall'area siro-irachena, nonché su più investimenti in cultura, per prevenire fanatismo, estremismo violento e terrorismo;
    alla luce di tali riflessioni, è da sottolineare che la deliberazione del 28 dicembre scorso, che in attuazione della legge n. 145 del 2016 realizza l'obiettivo di distinguere tra missioni in corso, da prorogare e da deliberare ex novo, permette di registrare un considerevole progresso sul terreno dello sforzo informativo da parte delle Amministrazioni coinvolte nella stesura delle schede concernenti le missioni, insieme al quadro degli interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno ai processi di pace e di stabilizzazione. Appaiono innovativi e di particolare interesse i contenuti che emergono sull'andamento delle missioni, corredati da valutazioni sui risultati allo stato conseguiti e da importanti aggiornamenti, anche assai dettagliati, sul terreno delle operazioni svolte o dell'ampliamento in taluni casi delle basi giuridiche, come pure sulle percentuali di coinvolgimento delle donne nei teatri operativi, in adempimento del dettato della legge n. 145 del 2016 e in attuazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU n. 1325 del 2000 e delle successive risoluzioni, nonché dei piani d'azione nazionale su donne pace e sicurezza;
    con riferimento all'andamento delle missioni in corso nel 2017, si auspica che la Relazione analitica riferita al 2018, da presentare entro il 31 dicembre prossimo, preveda i dati relativi alla presenza delle donne all'interno del personale impiegato in tutte e ciascuna delle missioni internazionali, in attuazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 1325 del 2000, delle ulteriori risoluzioni dell'ONU in tema di donne, pace e sicurezza, dei piani di azione nazionali sulla medesima materia, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 1, comma 3, della legge n. 145 del 2016 e degli strumenti internazionali per la promozione e la protezione dei diritti umani;
    emerge, infine, l'esigenza che un ulteriore sforzo di approfondimento informativo possa in futuro caratterizzare le schede concernenti gli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, ad oggi aggregati per tipologie e per estese aree geografiche, al fine di consentire, là dove possibile, una trattazione integrata, scenario per scenario, del contestuale impegno di natura militare e di natura civile rivolto alla soluzione o prevenzione delle crisi;

   autorizza la prosecuzione nell'anno 2018 delle missioni internazionali in corso e delle iniziative di cooperazione allo sviluppo per il sostegno ai processi di pace e di stabilizzazione di cui all'Allegato 1 della deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2017 (Doc. CCL-bis, n.1), di seguito riportate:

Europa
   NATO Joint Enterprise (scheda n. 1);
   European Union Rule of Law Mission in Kosovo EULEX Kosovo – personale militare (scheda n. 2);
   European Union Rule of Law Mission in Kosovo EULEX Kosovo – personale Polizia di Stato (scheda n. 3);
   European Union Rule of Law Mission in Kosovo EULEX Kosovo – magistrati (scheda n. 4);
   United Nations Mission in Kosovo UNMIK (scheda n. 5);
   EUFOR ALTHEA (scheda n. 6);
   Missione bilaterale di cooperazione in Albania e nei Paesi dell'area balcanica – Forze di polizia (scheda n. 7);
   United Nations Peacekeeping in Cyprus UNFICYP (scheda n. 8);
   Sea Guardian (scheda n. 9);
   EUNAVFORMED operazione SOPHIA (scheda n. 10).

Asia
   NATO Resolute Support Mission (scheda n. 11);
   United Nations Interim Force in Lebanon UNIFIL (scheda n. 12);

Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi (scheda n. 13)
   Temporary International Presence in Hebron TIPH2 (scheda n. 14);
   Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza palestinesi (scheda n. 15);
   European Union Border Assistance Mission in Rafah EUBAM Rafah (scheda n. 16);
   European Union Police Mission for the Palestinian Territories EUPOL COPPS – personale della Polizia di Stato (scheda n. 17);
   European Union Police Mission for the Palestinian Territories EUPOL COPPS – magistrati (scheda n. 18);
   Coalizione Internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda n. 19);
   United Nations Military Observer Group in India and Pakistan UNMOGIP (scheda n. 20);
   Impiego su basi bilaterali di personale militare negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medio Oriente e Asia (scheda n. 21).

Africa
   United Nations Support Mission in Libya UNSMIL (scheda n. 23);
   Missione bilaterale di assistenza alla Guardia costiera della Marina militare libica – Corpo guardia di finanza (scheda n. 24);
   EUNAVFOR operazione ATALANTA (scheda n. 25);
   EUTM Somalia (scheda n. 26);
   EUCAP Somalia (ex EUCAP Nestor) (scheda n. 27);
   Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane (scheda n. 28);
   Impiego di personale militare presso la base nazionale nella Repubblica di Gibuti per le esigenze connesse con le missioni internazionali nell'area del Corno d'Africa e zone limitrofe (scheda n. 29);
   United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali MINUSMA (scheda n. 30);
   EUTM Mali (scheda n. 31);
   EUCAP Sahel Mali (scheda n. 32);
   EUCAP Sahel Niger (scheda n. 33);
   Multinational Force and Observers in Egitto MFO (scheda n. 34);
   European Union Border Assistance Mission in Libya EUBAM LIBYA (scheda n. 35).

Potenziamento di dispositivi nazionali e della NATO e ulteriori attività a supporto e protezione delle Forze armate:
   Dispositivo aeronavale nazionale per la sorveglianza e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo centrale, denominato Mare sicuro, comprensivo della missione in supporto alla Guardia costiera libica richiesta dal Consiglio presidenziale-Governo di accordo nazionale libico (scheda n. 36);
   Dispositivo NATO a difesa dei confini sud-orientali dell'Alleanza denominato Ac live Fence (scheda n. 37);
   Dispositivo NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'area sud-orientale dell'Alleanza (scheda n. 38);
   Dispositivo NATO per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza (scheda n. 39);
   Dispositivo NATO in Lettonia (Enhanced Forward Presence) (scheda n. 40);
   Esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze armate per l'anno 2018 (scheda n. 43);
   Supporto info-operativo a protezione delle Forze armate (scheda n. 44).

Interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione e ulteriori iniziative per il rafforzamento della sicurezza:
   Iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (scheda n. 45);
   Interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza (scheda n. 46);
   Partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza (scheda n. 47);
   Erogazione del contributo a sostegno delle Forze di sicurezza afghane, comprese le forze di polizia (scheda n. 48);
    Interventi operativi di emergenza e di sicurezza (scheda n. 49).
   E autorizza altresì per il 2018 la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali di cui all'Allegato 2 della Deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2017 (Doc. CCL. n. 3), di seguito elencate:

Africa
   Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda n. 1/2018);
   Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (scheda n. 2/2018);
   Missione NATO di supporto in Tunisia per lo sviluppo di capacità interforze delle Forze armate tunisine (scheda n. 3/2018);
   United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara (MINURSO) (scheda n. 4/2018);
   European Union Training Mission Repubblica Centroafricana (EUTM RCA) (scheda n. 5/2018).

Potenziamento dispositivi NATO
   AIR Policing della NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda n. 6/2018).
(6-00382) «Garofani, Cicchitto, Moscatt, Quartapelle Procopio, Alli, Manciulli, Santerini, Locatelli, Quintarelli, Sereni, Bonomo, Garavini, D'Arienzo, La Terza, Nicoletti, Salvatore Piccolo, Fedi, Farina, Galperti, Tidei, Valeria Valente, Zampa».


   La Camera,
   discussa la Relazione delle Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) all'Assemblea sulla Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali da avviare nel 2018, adottata il 28 dicembre 2017 (Doc. CCL, n. 3) e sulla prosecuzione delle missioni in corso e degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, deliberata il 28 dicembre 2017 (Doc. CCL-bis, n. 1);
   richiamate le comunicazioni del Governo sulla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, di cui alle citate Deliberazioni, svolte il 15 gennaio 2018 davanti alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
   premesso che:
    con l'entrata in vigore della legge 21 luglio 2016, n. 145, recante disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, l'Italia si è dotata di uno strumento normativo che ha innovato il procedimento di deliberazione delle missioni internazionali, pur restando nelle funzioni del Parlamento il fondamentale potere di «autorizzare» nuove missioni internazionali o la loro proroga (articolo 2, comma 2);
    la legge ha trasferito al Governo, nella fase di programmazione e istruttoria, la scelta delle missioni internazionali da avviare o da prorogare, ma la fase decisionale è rimasta nella disponibilità esclusiva delle Camere che possono negare l'autorizzazione o definire gli impegni in senso difforme da quanto programmato dal Governo (articolo 2, comma 2);
    allo stesso modo, il nuovo strumento legislativo ha previsto che il Ministero dell'economia e delle finanze possa disporre l'anticipazione alle Amministrazioni interessate di una somma non superiore al 75 per cento delle somme necessarie «per assicurare l'avvio delle missioni», entro dieci giorni dalla data di presentazione alle Camere delle deliberazioni e delle relazioni annuali (articolo 2, comma 4-bis). Tale previsione, tuttavia, è da interpretarsi come misura che consente di svolgere previamente l'attività burocratica e amministrativa degli apparati dello Stato in funzione di una velocizzazione delle procedure connesse all'impegno all'estero dell'Italia, fermo restando che l'effettivo impegno di spesa da parte delle Amministrazioni interessate e l'avvio delle relative missioni può essere disposto solo e esclusivamente dopo l'autorizzazione delle missioni da parte del Parlamento, nel rispetto dell'articolo 2, comma 2;
   con riferimento alla circostanza che le Camere siano sciolte:
    il ruolo decisorio che la normativa vigente attribuisce alle Camere in materia di missioni internazionali si configura come di indirizzo politico pieno e non meramente di indirizzo o consultivo;
    il 28 dicembre 2017 il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto di scioglimento delle Camere, che dunque operano attualmente in regime di prorogatio. Pur in assenza di indicazioni costituzionali esaustive circa i poteri attribuibili al Parlamento in tale frangente, appare chiaro come essi siano di natura circoscritta, essendo la funzione di indirizzo politico rimandata al corpo elettorale proprio in virtù dello scioglimento delle Camere;
    il corpo elettorale, attraverso le elezioni politiche, sceglierà i programmi proposti dalle forze politiche e, pertanto, il Governo e il Parlamento non possono più svolgere una funzione di piena iniziativa politica;
    a riprova di quanto sostenuto vi è la chiara indicazione di cui all'articolo 77 della Costituzione, che specifica un obbligo di convocazione per il Parlamento, in casi straordinari di necessità e urgenza, qualora il Governo adotti «provvedimenti provvisori con forza di legge», i decreti-legge. Una specificazione che sarebbe stata pleonastica qualora la Costituzione avesse inteso attribuire alle Camere in regime di prorogatio una plenitudo potestatis, ossia una pienezza di poteri;
    la Corte costituzionale, nella sentenza 26 febbraio 2010, n. 68, esprimendosi circa i poteri in regime di prorogatio dei Consigli e delle Giunte regionali, ha chiarito come essa «non può che essere interpretata come facoltizzante il solo esercizio delle attribuzioni relative ad atti necessari e urgenti, dovuti o costituzionalmente indifferibili, e non già certo come espressiva di una generica proroga di tutti i poteri regionali» dato che «l'esistenza di questi limiti è, infatti, immantinente all'istituto della stessa prorogatio a livello nazionale»;
    nella seduta del 9 gennaio 2018 il Presidente del Senato, tra l'altro, ha chiarito come, secondo la prassi parlamentare, per effetto del decreto di scioglimento delle Camere l'attività legislativa dell'Assemblea e delle Commissioni sia limitata all'esame di atti dovuti, quali i disegni di legge di conversione di decreti-legge e gli atti urgenti connessi ad adempimenti internazionali e comunitari;
    né nel caso delle proroghe proposte, né in quello delle nuove missioni deliberate si rintracciano ragioni di urgenza, che il Governo ha del tutto omesso, così come manca alle deliberazioni la natura di atto dovuto. Fossero ricorse ragioni di urgenza, il Governo avrebbe peraltro potuto ricorrere alla decretazione d'urgenza, regolata dalla Costituzione;
    pur fissando la legge n. 146 del 2016 un termine annuale per la presentazione da parte del Governo di una relazione analitica sulle missioni in corso «anche ai fini della loro prosecuzione per l'anno successivo, ivi inclusa la proroga della loro durata», manca una previsione specifica che disciplini il caso delle deliberazioni assunte dopo lo scioglimento delle Camere. In particolare, la scadenza di molte missioni al 31 dicembre 2017 era fissata fin dall'avvio delle stesse, ragione per la quale il Governo avrebbe potuto e dovuto deliberare in merito ben prima del 28 dicembre, data di scioglimento delle Camere;
   con riferimento alle nuove missioni internazionali deliberate:
    le nuove missioni e la gran parte di quelle prorogate è previsto che scadano il 30 settembre 2018 in quanto le risorse disponibili sull'apposito Fondo non sono sufficienti per la copertura finanziaria annuale delle stesse;
    come evidenziato dalla Relazione del Ministero dell'economia e delle finanze, le spese per le missioni proposte su base annua, pari a 1504 milioni di euro, risultano in aumento rispetto ai 1427 milioni di euro del 2017. In particolare, tale incremento è dovuto alle nuove missioni in Niger, in Tunisia e in Albania, che richiederanno un ammontare su base annua di circa 125 milioni di euro. Conseguentemente, fino a fine 2018 dovranno essere reperiti ulteriori 491 milioni di euro per integrare le risorse del Fondo Missioni, ma il Governo non spiega dove e come queste risorse saranno reperite, lasciando una grave eredità al nuovo Parlamento che dovrà stanziarli con un apposito provvedimento legislativo;
    le spese per missioni che nel 2017 erano già aumentate del 17 per cento rispetto al 2016, cresceranno di un ulteriore 4 per cento nel 2018. Di tutte le risorse per missioni, gli stanziamenti destinati alle iniziative di cooperazione allo sviluppo e al sostegno ai processi di pace e stabilizzazione ammontano solo a poco più del 10 per cento. Il restante 90 per cento è speso per interventi di tipo militare;
    le nuove missioni mostrano lo spostamento dell'interesse geo-strategico dell'Italia dal medio-oriente all'Africa, ma non sembrano mirare alla sicurezza né alla tutela delle persone che migrano, lasciando trasparire una prospettiva neocoloniale ispirata da interessi economici, che avrà delle conseguenze e ricadute che non possiamo immaginare;
    le nuove missioni consolidano, come già accaduto sul fronte libico, un pericoloso legame tra l'intervento militare e l'azione di contrasto delle migrazioni nella loro dimensione esterna. Sembra emergere un pericoloso trasferimento del finanziamento dei progetti di esternalizzazioni dal Ministero degli interni a quello degli Affari esteri e Cooperazione internazionale fino al recente coinvolgimento di quello della Difesa in chiara chiave repressiva e di controllo degli arrivi già dai paesi di transito. Il Ministro Alfano in Commissione, smentendo precedenti dichiarazioni del Governo, ha detto chiaramente che il Fondo per l'Africa è destinato a interventi securitari e non ad interventi di cooperazione in senso stretto;
    con riferimento alla Missione in Libia (scheda 1-2018) il Governo si è detto non in grado di fornire informazioni rispetto ai nuovi compiti, che verranno definiti nel futuro. Da quanto emerge (scheda 1-2018), anche le attività in Libia si focalizzano nel «rafforzamento delle attività di controllo e contrasto dell'immigrazione illegale» nell'obbiettivo di potenziare la Guardia Costiera Libica affinché proceda ad operazione di intercettazione che riportino i migranti in quello che è stato definito un «inferno» da molti osservatori istituzionali e internazionali. Finanziare e supportare il sistema d'intercettazione e di controllo della Guardia Costiera Libica rende il nostro Governo compartecipe e corresponsabile delle sistematiche violazioni dei diritti, delle violenze e delle torture subite dai migranti nei centri di detenzione in cui vengono portati una volta a terra. Risulta altrettanto pericolosa la formazione di personale della Guardia Costiera Libica che, come emerso nel rapporto del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, vede un alto rischio di infiltrazione e di legami con milizie che gestiscono le partenze. Ancora più grave che l'Italia contribuisca a rafforzare il contrasto alla cosiddetta immigrazione illegale in un paese in cui la gran parte dei migranti in transito proviene da paesi retti da regimi autocratici o dittatoriali ed è costretta a soggiornare per mesi e a volte anni in un paese, la Libia, che non ha mai ratificato la Convenzione di Ginevra del 1951 sulla protezione dei rifugiati. Il Governo Italiano è passato dal finanziare, con il suo budget destinato alle Forze militari, operazioni di salvataggio nel Mediterraneo, come era Mare Nostrum, ad attività di contrasto e di indiretto respingimento verso la Libia, come emerge dalla nuova missione proposta;
    del resto si ha prova dell'inefficacia anche della Missione UE in corso denominata EUBAM LIBYA (missione UE – scheda 35) – che di fatto ha sede a Tunisi –, il cui primo obbiettivo è quello del pattugliamento delle frontiere terrestri libiche;
    in un'ottica di stabilizzazione della Libia, l'intervento italiano rischia seriamente di compromettere il già difficile percorso verso il consolidamento delle istituzioni libiche. La scelta italiana di sostenere direttamente il Governo di Al-Sarraj, in un momento particolarmente complesso nelle relazioni tra le parti, pone molti problemi, a partire dalla sicurezza dei nostri militari e contribuendo ad accrescere il livello di caos esistente in Libia. Così testimoniano i recenti fatti accaduti, compreso l'attacco che ha determinato decine di morti il 15 gennaio 2018, portato dalle milizie vicine all'ex premier libico Khalifa Ghwell contro le milizie del premier Al-Sarraj, avvenuti a pochi chilometri di distanza dai nostri militari d'istanza nel porto di Tripoli;
    la Missione in Niger (scheda 2-2018) risulta militarmente e politicamente pericolosa. Il contributo militare dell'Italia si inserisce in modo subordinato in un più ampio intervento che vede il coordinamento della Francia a sostegno delle forze del G5 Sahel con finalità che vedono mischiarsi pericolosamente gli obbiettivi di lotta al terrorismo, di traffico di essere umani e di stabilizzazione della regione. Sembra che alle nostre forze spetterà l'improbabile controllo della frontiera nord del paese: con base a Madama, dove qualche centinaio di paracadutisti italiani dovrebbe controllare centinaia di chilometri di frontiera desertica attraversata da traffici di ogni tipo. Se concretamente sarà impossibile operare un reale controllo del territorio, la presenza del contingente italiano potrebbe risultare uno strumento di deterrenza al loro transito dall'oasi di Madama. Non si ridurrebbe quindi il numero dei migranti che entreranno in Libia, ma, obbligandoli ad uscire dai sentieri battuti, si aumenterà il rischio di incidente e di morti. La presenza militare italiana contribuirà a trasformare il deserto del Teneré nell'ennesimo cimitero a cielo aperto alle nostre frontiere;
    i progetti di controllo della frontiera nel deserto del Teneré, finanziati con i fondi allo sviluppo confluiti nel Fondo Fiduciario Africano, hanno già dimostrato il loro impatto nefasto. Come conseguenza dell'attuazione di questi progetti, i migranti si sono visti obbligati ad affidarsi a reti più organizzate e quindi più spietate di traffico che, per raggiungere la Libia sfuggendo dai posti di controllo, hanno obbligato i migranti a seguire rotte che si spostano verso Algeria e Mali, in zone ancora più instabili;
    l'operazione nel Sahel è il risultato di interessi ed egemonie nell'area, dove la presenza italiana sembra rispondere ad interessi economici – guardando alle miniere di uranio e oro di cui è costellata la regione – e geostrategici – in un tentativo di concorrenza ai francesi che si gioca da Tripoli a Niamey e si gioca sulla pelle di centinaia di uomini, donne e bambini;
    la priorità del Governo appare essere quella di esternalizzare il controllo delle frontiere, dimenticandosi dei principi di accoglienza ed integrazione ed obliterando uno dei principi cardine della nostra Costituzione, l'articolo 10 comma 3, secondo il quale «Lo straniero al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge». In più, il Ministro Alfano il 5 gennaio scorso da Niamey ha annunciato che oltre ai 30 milioni stanziati per la missione, destinerà al Niger il 40 per cento dei fondi stanziati per l'Africa: tutti fondi che sarebbero dovuti andare a combattere le cause profonde delle migrazioni, ma che vengono utilizzati ancora una volta in attività di contrasto all'immigrazione, politiche securitarie e per finanziare corpi militari;
    la formulazione utilizzata nella autorizzazione della missione definisce un contenuto molto vago e lascia spazio non solo alla formazione delle truppe, ma anche ad una serie di attività di supporto finalizzate al controllo del territorio, delle frontiere e al contrasto dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza. Così, la presenza di truppe italiane sul terreno aumenterà esponenzialmente i bersagli a disposizione dei jihadisti per effettuare imboscate, attentati o seminare ordigni improvvisati lungo le piste desertiche battute dalle pattuglie (il 5 ottobre scorso sono morti in un attentato 4 soldati statunitensi e un numero imprecisato di nigerini);
    la Missione in Tunisia (scheda 3-2018), con l'impiego di 60 militari e un costo previsto di 5 milioni, si afferma che nasce in ambito Nato, ma stando a quanto riferito dal Ministro Alfano, è stata deliberata senza che vi sia ancora alcun accordo tra la NATO e la Tunisia. Un incontro per tale motivo ci sarà solo la prossima settimana, ma il Parlamento viene chiamato a deliberare prima che lo faccia la NATO, in un contesto che si fa di giorno in giorno più incandescente;
    nel terzo quadrimestre del 2017 – secondo l'ultimo rapporto dell'Unhcr – è fortemente aumentato il numero di persone che sono arrivate in Italia partendo dalla Tunisia. La presenza Italiana con lo scopo di supportare militari, polizia e Guardia nazionale rischia di creare una nuova esternalizzazione del controllo delle frontiere;
   con riferimento alle missioni internazionali prorogate:
    in Afghanistan le Forze armate italiane sono oramai presenti nel Paese da più di 15 anni e rappresentano il secondo contingente dopo gli Stati Uniti d'America. Qui la missione Resolute support che avrebbe dovuto avere l'obiettivo di svolgere attività di consulenza e assistenza a favore delle Forze di difesa e sicurezza afghane e delle istituzioni governative è tornata ad essere, dopo tre anni dalla fine della missione combat ISAF-NATO, ad essere in prima linea al fronte e l'avanzata dei talebani ha costretto le truppe straniere a tornare ad assistere le truppe afghane che combattono al fronte insieme alle truppe statunitensi;
    l'Afghanistan è classificato al penultimo posto nel Global Peace Index 2017: in condizioni peggiori a livello mondiale c’è soltanto la Siria, avendo «scavalcato» rispetto all'anno scorso Sud Sudan e Iraq; l'Institute for Economics and Peace rileva, inoltre, che il Paese è secondo solo all'Iraq (su 163 Paesi monitorati), sempre su scala globale, per attività terroristiche all'interno del paese (Global Terrorism Index 2017);
    l'ultima strage compiuta dagli estremisti è avvenuta il 4 gennaio 2018 a Kabul, ed ha provocato oltre 20 morti e almeno 30 feriti. Le vittime continuano ad essere soprattutto civili e da mesi a Kabul, che dovrebbe essere la città più sicura, si susseguono copiosamente attentati drammatici, tanto che diversi stati, Gran Bretagna in testa, vogliono spostare la propria ambasciata dalla capitale a un'area più sicura;
    dopo la disfatta in Siria e Iraq, molti analisti ritengono che i militanti dell'Isis si siano spostati in altri Paesi, Afghanistan in testa. Il 28 dicembre scorso l'Isis rivendicò l'attacco a un centro culturale sciita nel centro di Kabul con 41 morti e 84 feriti e secondo il Site intelligence group, che monitora l'attività jihadista, da ottobre alla fine del 2017 lo Stato islamico ha organizzato almeno otto attentati nella capitale afghana, mentre si intensificano gli scontri nell'Est del Paese, la stessa area dove il 1o gennaio è morto il primo soldato americano del 2018, un sergente dei Berretti verdi, proprio combattendo contro elementi dell'Isis;
    lo scorso agosto, il Presidente degli Stati Uniti d'America, ha annunciato che avrebbe mandato altri 4000 mila soldati a combattere in Afghanistan, mentre pochi giorni fa ha autorizzato l'invio di ulteriori 1000 soldati e ha contemporaneamente annunciato l'invio di droni armati, elicotteri d'assalto, velivoli e nuovi e sofisticati pezzi d'artiglieria pesante;
    al di là della situazione drammatica in cui continua ad essere l'Afghanistan (come documentato in un rapporto dell'EASO nel 2015, dopo più di un decennio di guerra si sono registrate la cifra record di 11 mila civili vittime di violenza), sembra cambiata radicalmente la strategia statunitense, dove il progressivo disimpegno in favore del supporto alla ricostruzione della nazione è stato sostituito con un nuovo interventismo militare nello Stato, in disprezzo anche del fragile Governo di Ashraf Ghani, che seppur non inviso alla maggioranza degli afghani, continua ad essere facile preda per la propaganda dei nazionalisti e dei talebani, poiché privo di legittimità, dipendente dai militari e da soldi stranieri;
    soltanto per questa ultima ragione non può che non sostenersi il ritiro delle truppe straniere dall'Afghanistan, l'annuncio del Governo di dimezzare il contingente non sarà un disimpiego, ma un ritorno alla «normalità». Tre anni fa, all'avvio, la missione era di 500 uomini, ma fu il Governo italiano a decidere nel 2015 di aumentare il contingente su richiesta dell'allora presidente statunitense Barack Obama;
    il Governo propone per il 2018 il proseguimento della missione di assistenza alla Guardia costiera libica che ha quindi la responsabilità dei salvataggi e di riportare i migranti sulla costa libica. Come ben documentato in questi mesi, i libici mettono in atto i loro salvataggi attraverso pestaggi e maltrattamenti per riportare poi i migranti a riva destinandoli a uno stato di prigionia nei centri di permanenza, spazi affollati dove abusi e violenze sono all'ordine del giorno. In alcune occasioni i libici avrebbero addirittura ostacolato le operazioni di soccorso in mare e in alcuni casi, come accertato da testimonianze e video, sarebbero direttamente responsabili della tragica sorte di numerosi migranti, dispersi in mare;
    le decisioni della NATO, prese al vertice tenuto a Varsavia nell'estate del 2016, ha comportato l'adozione di una serie di misure politiche e militari preventive nei confronti della Russia, le più importanti dalla fine della Guerra Fredda. Come previsto dalla Deliberazione l'Italia ha poi dislocato mezzi e uomini in diversi dispositivi di protezione e sorveglianza dell'Alleanza;
    con la presenza della NATO in Lettonia, Estonia, Lituania e Polonia con mezzi e uomini pronti a rispondere a minacce esterne lungo il confine orientale dell'Alleanza, addirittura si è superato l'accordo stipulato con la Russia nel 1997, in cui si stabiliva che l'alleanza atlantica non può mantenere le proprie truppe da combattimento in modo permanente nei Paesi a est della Germania, a meno che le condizioni di sicurezza degli Stati alleati non siano in pericolo;
    evidentemente, i rappresentanti dei Paesi dell'Alleanza atlantica considerano cambiate queste condizioni, e nei fatti programmano delle azioni militari lungo quello che viene chiamato «fronte orientale» e a cui il nostro Paese risponde con una rinnovata presenza in Lettonia di 160 unità e 50 mezzi terrestri;
    l'Italia oggi continua ad essere presente in Turchia con la missione «Active fence» che prevede 130 soldati dislocati lungo il confine turco-siriano, con batterie antimissile;
    una presenza nazionale nella stessa Turchia, che da alleato e membro della Nato, ha favorito negli scorsi anni il passaggio di migliaia di foreign fighter europei, mentre al tempo stesso conduceva una «guerra sporca» contro le organizzazioni curde in Siria e in Iraq, che sono tra le poche forze che hanno causato una serie di sconfitte a Daesh e dove proprio in questi giorni attacca con il suo esercito il cantone curdo di Afrin nella Federazione della Siria del Nord, dove si è dato vita ad un'esperienza di convivenza pacifica tra curdi, arabi, assiri, caldei, aramaici, turcomanni, armeni e ceceni e altre minoranze;
    con riferimento alle proroghe relative agli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, va sottolineato che occorrono maggiori risorse e va modificata la qualità della spesa. Le risorse per la cooperazione devono essere utilizzate unicamente per colpire le cause profonde delle migrazioni (lotta ai governi corrotti, alle carestie, allo sfruttamento delle risorse da parte dei paesi occidentali che poco o nulla lasciano alle popolazioni dei territori etc.);
    alla luce di tutte le considerazioni che precedono, in via preliminare, considerato che il Parlamento è in regime di prorogatio, la Camera dovrebbe prendere atto delle deliberazioni del Governo sulle Missioni internazionali, senza procedere ad autorizzarle, spostando il procedimento autorizzatorio a data successiva al 23 marzo, quando si insedieranno le nuove Camere elette il 4 marzo;
   considerata tuttavia l'ipotesi che l'Aula, con grave innovazione costituzionale, decida di procedere con l'autorizzazione, i presentatori ritengono che occorra un cambiamento radicale, che si sostanzi a partire dalla discontinuità alla partecipazione alle missioni internazionali:
   autorizza le seguenti missioni e attività di cui alla Deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2017:
    Joint Enterprise (missione NATO – scheda 1);
    EULEX Kosovo (personale militare) (missione UE – scheda 2);
    EULEX Kosovo (personale Polizia di Stato) (missione UE – scheda 3);
    EULEX Kosovo (magistrati) (missione UE-scheda 4);
    United Nations Mission in Kosovo UNMIK (missione ONU – scheda 5);
    EUFOR ALTHEA (missione UE – scheda 6);
    Missione bilaterale Forze di polizia in Albania (scheda 7);
    United Nations Peacekeeping Force in Cyprus UNFICYP (missione ONU – scheda 8);
    EUNAVFORMED SOPHIA (missione UE-scheda 10);
    United Nations Interim Force in Lebanon UNIFIL (missione ONU – scheda 12);
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi (scheda 13);
    Temporary International Presence in Hebron TIPH2 (missione multilaterale-scheda 14);
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza palestinesi (scheda 15);
    European Union Border Assistance Mission in Rafah EUBAM Rafah (missione UE-scheda 16);
    European Union Police Mission for the Palestinian Territories EUPOL COPPS (personale della Polizia di Stato) (missione UE scheda 17);
    European Union Police Mission for the Palestinian Territories EUPOL COPPS (magistrati) (missione UE scheda 18);
    Partecipazione alla Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda 19); United Nations Military Observer Group in India and Pakistan UNMOGIP (missione ONU – scheda 20); Impiego su basi bilaterali di personale militare negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medioriente e Asia (scheda 21);
    United Nations Support Mission il Libya UNSMIL (missione ONU – scheda 23);
    Missione UE antipirateria denominata ATALANTA (missione UE – scheda 25);
    Missione UE denominata EUTM Somalia (missione UE – scheda 26);
    Missione UE denominata EUCAP Somalia (ex EUCAP Nestor) (missione UE – scheda 27);
    Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane (scheda 28);
    Impiego di personale militare presso la base nazionale nella Repubblica di Gibuti (scheda 29);
    Missione UN denominata United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali MINUSMA (missione ONU – scheda 30);
    Missione UE denominata EUTM Mali (missione UE – scheda 31);
    Multinational Force and OBSERVERS in Egitto MFO (scheda 34);
    Impiego di un dispositivo aeronavale nazionale per la sorveglianza e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo Centrale (operazione Mare Sicuro) (scheda 36);
    le esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze armate per l'anno 2018 (scheda n. 43);
    il supporto info-operativo a protezione delle Forze armate (scheda n. 44);
    le iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (scheda 45);
    gli interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza (Scheda 46);
    la partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza (scheda n. 47);
    l'erogazione del contributo a sostegno delle Forze di sicurezza afghane, comprese le forze di polizia (scheda n. 48);
    gli interventi operativi di emergenza e di sicurezza (scheda n. 49);
    Partecipazione di personale militare alla missione UN denominata United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara (Minurso) (scheda 4-2018);
    Proroga della partecipazione di personale militare alla missione UE denominata European Union Training Mission Repubblica Centrafricana (scheda 5-2018);
   non autorizza le missioni di cui alle schede:
    Sea Guardian (missione NATO-scheda 9);
    Resolute Support Mission (missione NATO – scheda 11);
    Missione su base bilaterale di assistenza alla Guardia costiera della Marina militare libica (scheda 24); Missione UE denominata EUCAP Sahel Mali (missione UE – scheda 32);
    Missione UE denominata EUCAP Sahel Niger (missione UE-scheda 33);
    Missione UE denominata EUBAM LIBYA (missione UE-scheda 35);
    Partecipazione al dispositivo NATO a difesa dei confini sud-orientali dell'Alleanza denominato «Active Fence» (scheda 37);
    Partecipazione al dispositivo NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'area sud-orientale dell'Alleanza (scheda 38);
    Partecipazione al dispositivo NATO per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza (scheda 39); Partecipazione al dispositivo NATO in Lettonia Enhanced Forward Presence (scheda 40);
    Partecipazione di personale militare alla missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda 1-2018);
    Partecipazione di personale militare alla missione bilaterale di assistenza e supporto nella Repubblica del Niger (scheda 2-2018);
    Partecipazione di personale militare alla missione NATO di supporto in Tunisia (scheda 3-2018),

e impegna il Governo:

   con riferimento alla missione EUNAVFORMED operazione SOPHIA (scheda 10), ad attivare, nelle opportune sedi internazionali, ogni iniziativa per scongiurare il passaggio alla terza fase della missione e a mantenere in ogni caso nel mandato della missione le attività di SAR ovvero di ricerca e soccorso in mare;
   con riferimento alla missione Mare Sicuro (scheda 36) a specificare tra gli obiettivi primari della missione il supporto alle attività SAR di ricerca e soccorso nelle acque internazionali.
(6-00383) «Palazzotto, Scotto, Marcon, Laforgia, Fassina, Duranti, Andrea Maestri, Cimbro, Fratoianni, Piras, Airaudo, Galli, Brignone, Civati, Costantino, Daniele Farina, Giancarlo Giordano, Gregori, Paglia, Pannarale, Pastorino, Pellegrino, Placido».


   La Camera,
   premesso che:
    la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata il 28 dicembre 2017, in merito all'andamento delle missioni internazionali e delle iniziative di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione autorizzate per il 2017 e alla loro proroga per il 2018 (Doc. CCL-bis, n. 1), nonché alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali da avviare nel 2018 (Doc. CCL, n. 3), adottata ai sensi degli articoli 2 e 3 della legge 21 luglio 2016, n. 145 risultano essere stati trasmessi dal Ministro per i rapporti con il Parlamento in data 28 dicembre 2017; e che il Parlamento deve esprimere un parere entro 20 giorni, ovvero entro il 18 gennaio 2018;
    pur trattandosi, nel caso dell'autorizzazione alla partecipazione alle missioni internazionali, di una procedura innovativa derivante dall'approvazione della legge quadro sul tema, non può non registrarsi come la stessa procedura autorizzativa rischi di palesarsi, nei confronti delle assemblee parlamentari, come un mero esercizio contabile a consuntivo;
    appare inoltre inopportuno l'avvio di nuove missioni internazionali a Camere sciolte, tanto più se esse riguardano aree geografiche e Paesi non coinvolti in precedenti missioni, mettendo il nuovo Governo e il nuovo Parlamento che usciranno dal voto del 4 marzo 2018 davanti al fatto compiuto;
    in tal senso, anche la proroga delle missioni già in essere avrebbe dovuto tenere in considerazione il passaggio dalla XVII alla XVIII legislatura, prorogando le stesse non oltre il giugno 2018, consentendo ai nuovi poteri legislativo e esecutivo di scegliere quali missioni confermare e a quali invece porre fine; come riportato nei documenti in esame, il Governo propone, infatti, un dettaglio di spesa – suddiviso per schede di intervento – per azioni che hanno una copertura finanziaria, salvo poche eccezioni, fino al 30 settembre 2018;
    si rileva inoltre che, con il decreto del Presidente della Repubblica di scioglimento delle Camere, quest'ultime non possono ricorrere allo strumento degli atti d'indirizzo aprendo in questo una palese contraddizione tra i regolamenti di Camera e Senato e prassi consolidate da un lato, e le norme della legge del 21 luglio 2016 n.145 dall'altro, che proprio agli atti d'indirizzo affidano l'autorizzazione e la proroga delle missioni internazionali;
    con riferimento agli stanziamenti destinati alle missioni internazionali si segnala la pressoché totale assenza di tentativi, di questo e dei precedenti Governi, di studiare metodi alternativi di risoluzione delle controversie internazionali che risultino più aderenti allo spirito dell'articolo 11 della Costituzione e più sostenibili dal punto di vista finanziario e in termini di risorse umane. Peraltro, dai documenti presentati dal Governo, si rileva una diminuzione sostanziale delle risorse impegnate nella cooperazione internazionale, allo sviluppo, strumento che maggiormente tutelerebbe, invece, le necessità di carattere umanitario e di solidarietà delle popolazioni insistenti nel Paesi destabilizzati; le risorse totali che saranno impiegate per il 2018 evidenziano ancor più il divario tra quanto investito per le sole missioni militari e quanto invece destinato agli interventi di cooperazione allo sviluppo, al sostegno dei processi di pace e stabilizzazione, allo sminamento umanitario e ad altro: c’è da registrare, infatti, con rammarico l'incomprensibile taglio delle risorse di cui alle schede 45 (Iniziative di cooperazione allo sviluppo e sminamento umanitario) e 46 (Interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza). Il confronto con la precedente deliberazione mostra, Infatti, che, operando una comparazione sul nonimestre, nel 2017 per la scheda 45 furono stanziati 74 milioni complessivi mentre, per il 2018, lo stanziamento è pari a 65 milioni (tuttavia, accogliendo un emendamento del M5S nel 2017, stavolta sono stati separati gli importi in maniera tale da evincere che 62,3 milioni riguarderanno la cooperazione allo sviluppo e 2,7 lo sminamento umanitario); invece, per la scheda 46, furono stanziati 8 milioni mentre per il 2018, 6 milioni;
    in generale, per i soli primi 9 mesi del 2018, sul Fondo missioni sono stati stanziati 995,7 milioni di euro a cui si aggiungono i rimborsi ONU già versati e non ancora riassegnati per euro 17,7 milioni di euro, per un totale di 1.013 milioni di euro, per sostenere gli impegni relativi a missioni già operative da tempo e i 6 nuovi impegni (quest'ultimi con un costo pari a 83.163.083 di euro, sempre per 9 mesi). Le spese per le missioni proposte su base annua (sia vecchie che nuove), sono invece pari a 1.504 milioni di euro, ovviamente in aumento rispetto al 2017 (1.427 milioni), dovuto alle nuove missioni di cui si chiede l'autorizzazione all'avvio e che si aggiungono a quelle in corso. Ciò significa che occorrerà poi reperire entro il 30 settembre 2018, con un apposito provvedimento normativo, ulteriori 491 milioni di euro, salvo non si decida nel frattempo di ridurre gli oneri per alcune delle missioni in corso;
    nel merito della Relazione in esame, sostanzialmente le missioni cui l'Italia partecipa e contribuisce sono sempre le stesse, più o meno da venti anni; tuttavia, crediamo sia giunto il momento di soffermarci su un paio di quesiti, apparentemente «oziosi»: quali di queste missioni ci servono realmente e quali sono realmente utili all'Italia e non in realtà più agli alleati? Nella sostanza stiamo ancora qui a chiederci o cercare di capire che cosa andiamo a fare in determinati territori; stante la longevità di talune missioni, risulta evidente quindi l'impossibilità di determinare la durata effettiva delle stesse e dell'impegno all'estero dei nostri militari. Ciò rende inefficace lo strumento delle missioni militari come modalità di risoluzione del conflitti e come mezzo di stabilizzazione dei Paesi;
    con riferimento alle nuove missioni, che si concentrano in un'area geografica quale è l'Africa, la missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia consiste nella riconfigurazione in un unico dispositivo delle attività di supporto sanitario e umanitario previste dall'Operazione Ippocrate e di alcuni compiti previsti dalla missione in supporto alla Guardia costiera libica, fino a ora inseriti tra quelli svolti dal dispositivo aeronavale nazionale Mare sicuro, a cui si aggiungono ulteriori attività richieste dal Governo di Accordo nazionale libico. La nuova missione ha l'obiettivo di rendere l'azione di assistenza e supporto in Libia maggiormente incisiva ed efficace, sostenendo le autorità libiche nell'azione di pacificazione e stabilizzazione del Paese e nel rafforzamento delle attività di controllo e contrasto dell'immigrazione illegale, dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza, prevedendo la partecipazione massima di 400 unità, 130 mezzi terresti mentre i mezzi navali e aerei sono presi dalla missione Mare Sicuro con un costo preventivato di 34.982.433 euro per 9 mesi; tuttavia, non si comprende bene che fine farà l'ospedale da campo di Misurata, che era stato alla base della missione sanitaria denominata Ippocrate e se sarà ancora gestito dal personale italiano. La relazione ricorda come già nel maggio 2017, su richiesta del Presidente Al-Sadirraj al governo italiano, parte del personale impiegato nella missione è stato destinato al supporto per il personale libico impegnato nello sminamento di Sirte e dintorni, predisponendo a Misurata l'attività formativa destinata allo sviluppo delle capacità libiche di sminamento e bonifica di aree civili;
    quanto alla missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (con area geografica di intervento allargata anche a Mauritania, Nigeria e Benin), essa si focalizza sull'incremento di capacità volte al contrasto del fenomeno dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza, nell'ambito di uno sforzo congiunto europeo e statunitense per la stabilizzazione dell'area e il rafforzamento delle capacità di controllo del territorio da parte delle autorità nigerine e dei Paesi del cosiddetto Sahel, prevedendo un numero massimo di unità di personale pari a 470 unità, comprensive di 2 unità in Mauritania, 130 mezzi terresti e 2 mezzi aerei, con un costo per nove mesi di 30.050.995 euro; tuttavia, tale missione appare come una sorta di «regalo» al governo francese, il quale, nel settembre 2017, si era opposto al dispiegamento di un contingente di 100 carabinieri per addestrare le guardie di frontiera libiche con l'obiettivo di ristabilire il controllo con i confini meridionali con Niger, Ciad e Sudan da cui oggi passa il grosso del traffico di esseri umani diretti in Italia. Il governo Macron non gradisce infatti presenza militare di altri Paesi nella regione libica del Fezzan che Parigi considera come zona d'influenza propria. Concentrandosi solo sulla frontiera Libia/Niger si lascerebbero scoperte le frontiere con Ciad e Sudan (rotta di migranti dal Corno d'Africa e dal Medio Oriente). Il fortino francese di Madamà in cui sarà ospitato il contingente italiano è a 100 chilometri a sud del confine e si dubita che possa efficacemente controllare i 340 chilometri di frontiera tra Niger e Libia. I trafficanti di esseri umani non faranno altro che aggirare l'ostacolo deviando più a ovest verso il valico montano di Salvador (250 km dal forte di Madamà). L'OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) rileva che solo il 18 per cento dei migranti che passa il confine tra Niger e Libia è diretto in Europa, larga parte di loro sono lavoratori stagionali impiegati da anni in Libia. Interrompere totalmente questo flusso potrebbe creare fortissime tensioni tra i nostri militari e le popolazioni locali. Sul versante della lotta al terrorismo jihadista, oltre che ai rischi di ritorsione sul suolo italiano sul modello francese, si fa notare che il contrasto militare con questi gruppi può sfociare in vere e proprie battaglie (mettendo in discussione il carattere no combact dichiarato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Gentiloni nella conferenza stampa di fine anno) e che in caso di attacco le nostre truppe dipenderebbero per la protezione aerea dai francesi;
    quanto, invece, alla partecipazione di personale militare alla missione Nato in Tunisia per lo sviluppo di capacità interforze armate tunisine, con l'impiego di 60 unità di personale e un costo di circa 5 milioni, non può che destare allarme l'attuale situazione politica e sociale di quel Paese con la repressione delle manifestazioni in corso in opposizione alla decisione del governo di aumentare in modo esponenziale beni di prima necessità;
    con riferimento alla missione denominata European Union Training Mission nella Repubblica Centrafricana (EUTM RCA), a carattere militare di formazione in ambito PSDC, essa è volta a contribuire alla riforma del settore della difesa, nell'ambito del processo di riforma del settore della sicurezza in quella regione, alla quale vi parteciperemo 3 sole unità di personale per un costo di 324.260 euro per nove mesi; occorre, però, segnalare al riguardo che la Repubblica Centrafricana è tutt'altro che stabilizzata. Proprio recentemente l'organizzazione Medici Senza Frontiere ha denunciato incursioni nel propri ospedali e diverse uccisioni tra milizie irregolari e le forze armate centrafricane;
    con riferimento al potenziamento del dispositivo NATO per la sorveglianza dello spazio aereo europeo dell'Alleanza, con l'avvio di questo intervento si prevede una riarticolazione del contributo nazionale, secondo un piano di avvicendamento concordato con gli Alleati sia nelle modalità sia negli spazi di intervento, che dovrebbe consentire la necessaria flessibilità operativa, in particolare per le fasi di pianificazione e di rischieramento degli assetti. È stato autorizzato, a tal fine, l'impiego di 250 unità e 8 mezzi aerei con un costo 12,5 milioni di euro per 9 mesi; il mutato contesto internazionale, stante l'elezione di un nuovo presidente americano che sembra avere posizioni più dialoganti nei confronti della Russia, renderebbe necessaria una verifica sull'opportunità di prosecuzione di queste missioni;
   considerato inoltre che:
    appare impropria la decisione di reiterare la presenza militare italiana in Iraq ignorando deliberatamente la nuova situazione che si è venuta a creare dopo la liberazione di Mosul in conseguenza della cacciata dei sedicente Stato islamico (Daesh); secondo la deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione italiana alle missioni internazionali, approvata dal Parlamento l'8 marzo 2017, il contingente militare, infatti, poteva essere incrementato fino a 1500 uomini. Un simile spiegamento e impegno militare appaiono oggi immotivati e non prevedere una riconversione sostanziale dell'impegno italiano in quella regione rappresenta un inaccettabile errore;
    secondo i dati raccolti nell'edizione «Iraq quattordici anni di missioni italiane» da parte dell'osservatorio MilCx sulle spese militari e da «Un Ponte per..» le missioni militari in Iraq sono costate dal 2003 a oggi al contribuente 2,6 miliardi di euro (ai quali dovranno adesso aggiungersi, secondo quanto riportato dalla scheda n. 19, per i prossimi 9 mesi, 162.164.899 di euro) a fronte di soli 360 milioni di euro per iniziative di cooperazione e assistenza civile (un rapporto di 1 a 7);
    non è dato sapere se, a rapporti invertiti, ovvero con 2,6 miliardi di euro usati per interventi civili (ospedali, scuole, infrastrutture), l'Iraq sarebbe così devastata come lo è oggi o se si sarebbero risparmiate vite umane e immani sofferenze ad almeno una parte della popolazione civile;
    la battaglia per sconfiggere Daesh e sradicarlo dal sentimento della popolazione Irachena comincia adesso e non si tratta di una battaglia militare ma di una battaglia essenzialmente civile. È quella che riguarda la costruzione di un Iraq includente, multiconfessionale e multietnico in grado di ritessere relazioni e ponti che la guerra ha inopinatamente distrutto o stracciato. Come risarcimento al popolo iracheno l'Italia, come tutte le potenze che hanno partecipato in questi 26 anni alla guerra contro l'Iraq, ha il dovere di cambiare l'approccio che ha fin qui portato alla catastrofe quel popolo. Per questo si ritiene fondamentale impegnare il governo a riconvertire l'attuale missione militare in Iraq in missione civile, sia attraverso il ritiro graduale ma progressivo delle truppe italiane dall'Iraq, sia capovolgendo l'attuale rapporto finanziarlo cooperazione civile – intervento militare a favore del primo;
    analogo discorso andrebbe fatto per quanto riguarda la presenza italiana in Afghanistan, dove, dal 2001 al 2016, l'Italia ha speso per la partecipazione all'occupazione di quel Paese oltre 7,5 miliardi di euro di cui soltanto 260 milioni di euro destinati alla cooperazione civile. L'Italia dal 2001 a oggi spende cioè 1,2 milioni di euro al giorno per una guerra che ha finito per rafforzare il dominio territoriale dei Talebani e ha importato in quel paese – come dimostrano gli ultimi tragici attentati a Kabul – il terrorismo di Daesh. L'Italia deve prendere atto del fallimento di questa strategia e fare finalmente qualcosa per contribuire a dare un futuro a quel Paese;
   con riferimento all'Allegato 1 della Deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2017 (Doc. CCL-bis, n. 1), autorizza:
    la missione di cui alla scheda 2 (EULEX Kosovo – personale militare missione UE);
    la missione di cui alla scheda 3 (EULEX Kosovo – Polizia di Stato missione UE);
    la missione di cui alla scheda 4 (EULEX Kosovo - Magistrati missione UE);
    la missione di cui alla scheda 5 (United Nations Mission in Kosovo UNMIK – missione ONU);
    la missione di cui alla scheda 6 (EUFOR ALTHEA – missione UE);
    la missione di cui alla scheda 7 (Missione bilaterale Forze di polizia in Albania);
    la missione di cui alla scheda 9 (Sea Guardian – missione NATO);
    la missione di cui alla scheda 10 (EUNAVFORMED SOPHIA – missione UE);
    la missione di cui alla scheda 12 (United Nations Interim Force in Lebanon UNIFIL – missione ONU);
    la missione di cui alla scheda 13 (Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi);
    la missione di cui alla scheda 14 (Temporary International Presence in Hebron TIPH2 – missione multilaterale);
    la missione di cui alla scheda 15 (Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza palestinesi);
    la missione di cui alla scheda 16 (European Union Border Assistence Mission in Rafah EUBAM Rafah – missione UE);
    la missione di cui alla scheda 17 (European Union Police Mission for the Palestinian Territories EUPOL COPPS (personale della Polizia di Stato) – missione UE);
    la missione di cui alla scheda 18 (European Union Police Mission for the Palestinian Territories EUPOL COPPS (magistrati) – missione UE);
    la missione di cui alla scheda 19 (Partecipazione alla Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh);
    la missione di cui alla scheda 20 (United Nations Military Observer Group in India and Pakistan UNMOGIP – missione ONU);
    la missione di cui alla scheda 24 (Missione su base bilaterale di assistenza alla Guardia costiera della Marina militare libica);
    la missione di cui alla scheda 30 (Missione UN denominata United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali MINUSMA – missione ONU);
    la missione di cui alla scheda 31 (Missione UE denominata EUTM Mali – missione UE);
    la missione di cui alla scheda 32 (Missione UE denominata EUCAP Sahel Mali – missione UE);
    la missione di cui alla scheda 34 (Multinational Force and Observers in Egitto MFO);
    la missione di cui alla scheda 35 (Missione UE denominata EUBAM LIBYA);
    le esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze armate per l'anno 2017 di cui alla scheda n. 43;
    il supporto info-operativo a protezione delle Forze armate di cui alla scheda n. 44;
    le iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario di cui alla scheda n. 45;
    gli interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza di cui alla scheda n. 46;
    la partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza di cui alla scheda n. 47;
    gli interventi operativi di emergenza e di sicurezza di cui alla scheda n. 49;
   non autorizza:
    la missione di cui alla scheda 1 (Joint Enterprise missione NATO);
    la missione di cui alla scheda 8 (United Nations Peacekeeping Force in Cyprus UNFICYP – missione ONU);
    la missione di cui alla scheda 11 (Resolute Support Mission – missione NATO);
    la missione di cui alla scheda 21 (Impiego su basi bilaterali di personale militare negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medioriente e Asia);
    la missione di cui alla scheda 23 (United Nations Support Mission il Libya UNSMIL – missione ONU);
    la missione di cui alla scheda 25 (Missione UE antipirateria denominata ATALANTA – missione UE);
    la missione di cui alla scheda 26 (Missione UE denominata EUTM Somalia – missione UE);
    la missione di cui alla scheda 27 (Missione UE denominata EUCAP Somalia (ex EUCAP Nestor) – missione UE);
    la missione di cui alla scheda 28 (Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane);
    la missione di cui alla scheda 29 (Impiego di personale militare presso la base nazionale nella Repubblica di Gibuti);
    la missione di cui alla scheda 33 (Missione UE denominata EUCAP Sahel Niger – missione UE);
    la missione di cui alla scheda 36 (Impiego dì un dispositivo aeronavale nazionale per la sorveglianza e la sicurezza del confini nazionali nell'area del Mediterraneo centrale (operazione Mare Sicuro);
    la missione di cui alla scheda 37 (Partecipazione al dispositivo NATO a difesa dei confini sud-orientali dell'Alleanza denominato «Active Fence»);
    la missione di cui alla scheda 38 (Partecipazione al dispositivo NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'area sud-orientale dell'Alleanza);
    la missione di cui alla scheda 39 (Partecipazione al dispositivo NATO per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza);
    la missione di cui alla scheda 40 (Partecipazione al dispositivo NATO in Lettonia Enhanced Forward Presence);
    l'erogazione del contributo a sostegno delle Forze di sicurezza afghane, comprese le forze di polizia, di cui alla scheda n. 48;
   e con riferimento all'Allegato 2 della Deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2017 (Doc. CCL, n. 3):
   autorizza:
    la missione United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara (MINURSO) (scheda n. 4/2018);
   non autorizza:
    la missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda n. 1/2018);
    la missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (scheda n. 2/2018);
    la missione NATO di supporto in Tunisia per lo sviluppo di capacità interforze delle Forze armate tunisine (scheda n. 3/2018);
    la missione European Union Training Mission Repubblica Centroafricana (EUTM RCA) (scheda n. 5/2018);
    il Dispositivo Nato AIR Policing della NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda n. 6/2018).
(6-00384) (Versione corretta) «Frusone, Manlio Di Stefano, Pesco, Brescia, Spadoni, Basilio, Tofalo, Corda, Scagliusi, Di Battista, Rizzo, Grande, Del Grosso».


   La Camera,
   premesso che:
    il Governo ha annunciato una nuova operazione, lontana dal mare, da svolgersi nella repubblica del Niger;
    si tratta di una follia sul piano strategico, politico e militare;
    un piano irrazionale anche sul piano logistico per un'Europa quasi priva di trasporti aerei strategici e finora costretta a noleggiare in Russia i giganteschi cargo Antonov An-124 o a chiedere il supporto dei C-17 statunitensi e britannici anche per spostare truppe e mezzi in Afghanistan;
    schierare truppe sul terreno aumenterà i bersagli a disposizione dei jihadisti per effettuare imboscate, attentati o seminare ordigni improvvisati lungo le piste desertiche battute dalle pattuglie;
    non è ancora chiaro quali e quanti Stati Ue autorizzeranno l'impiego dei propri militari in azioni di combattimento mentre in Italia si sottolinea, con inganno e mistificazione, (come sempre) il ruolo dei nostri militari per addestrare le forze nigerine;
    i francesi «giocano in casa» non solo perché il G-5 Sahel è composto da ex colonie di Parigi ma perché tale schieramento appare a tutela dei grandi interessi economici in termini di giacimenti di Uranio fondamentale nell'industria bellica;
    la presenza di basi in tutte le aree strategiche, inclusa quella prioritaria per l'Italia nel deserto tra Niger e Libia, rendono quasi certo che l'operazione con quartier generale a Sévaré (Mali) e comandi tattici in Niger e Mauritania sarà guidata dai francesi;
    è stata divulgata la poco credibile versione secondo la quale non sarà una missione combat: il contingente – hanno dichiarato i vertici militari – avrà il compito di addestrare le forze nigerine e renderle in grado di contrastare efficacemente il traffico di migranti ed il terrorismo;
    anche i neofiti, però, comprendono che se si schiereremo truppe a Madamà si dovranno mettere in conto anche operazioni di combattimento e del resto è da stolti pensare che non sia «combat» un'operazione che deve «contrastare» terroristi, miliziani e trafficanti armati fino ai denti;
    un minimo contingente bilanciato in Niger, secondo gli analisti, rasenterebbe il migliaio di unità con costi stimabili in almeno 150 milioni annui. Privarlo degli assetti aereo ed elicotteristico consentirebbe di ridurre i costi della missione ma renderebbe i militari dipendenti interamente dal supporto francese, sottolineando in questo modo la subalternità nazionale nei confronti di Parigi;
    un simile dispiegamento – secondo gli analisti di AnalisiDifesa.it – non ha alcun senso considerato che la missione in Niger rischia infatti di rivelarsi utile a ridurre l'impegno e i costi di Parigi nell'operazione Barkhane senza però scalfirne la leadership di Parigi nel Sahel mentre circa il contrasto ai flussi migratori illegali non va dimenticato che i trafficanti potrebbero optare per rotte alternative, aggirando il dispositivo militare italiano grazie alle piste desertiche che attraversano il confine algerino per poi sconfinare in Libia a sud di Ghat, area in cui da alcuni mesi è stata registrata la presenza di miliziani dello Stato Islamico;
    l'arma più efficace (e la meno costosa) in mano all'Italia è rappresentata dai respingimenti garantiti e sicuri sulle coste libiche dei migranti soccorsi in mare in cooperazione con la Guardia costiera di Tripoli;
    si tratta dell'unica azione che scoraggerebbe realmente le partenze da tutta l'Africa garantendo che nessun immigrato illegale potrà mai raggiungere i porti italiani;

non ha alcun senso inviare truppe e mezzi per tentare di bloccare il confine tra Libia e Niger se poi le navi militari italiane ed europee continueranno a sbarcare in Italia i clandestini riusciti a salpare dalle coste libiche,

impegna il Governo

a dismettere ogni progetto in tal senso per le ragioni indicate in premessa.
(6-00385) «Pili».


   La Camera,
   premesso che:
    l'ultimo decennio ha visto un notevole incremento dell'instabilità internazionale con l'accendersi di nuovi conflitti, alcuni dei quali di vaste proporzioni, i cui effetti hanno investito direttamente anche l'Europa, colpita da fenomeni quali il terrorismo di matrice jihadista e le migrazioni di massa dal Medio Oriente e dal Nord Africa. L'Italia si è assunta la responsabilità di partecipare alla gran parte delle missioni internazionali volte a riportare stabilità lungo l'ampio arco di crisi che dall'Europa Orientale giunge fino all'Afghanistan, passando per Africa e Medio Oriente. La vastità degli impegni che l'Italia ha assunto e continua ad assumersi per contribuire alla gestione delle diverse crisi internazionali impone, tuttavia, una razionalizzazione di tali impegni, con particolare riguardo alle missioni militari, allo scopo di concentrare le limitate risorse a disposizione su quelle aree di crisi che più direttamente rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale e per gli interessi dell'Italia. A questo proposito appare necessario prevedere un prossimo ritiro del contingente italiano presente in Afghanistan ininterrottamente dal 2002, cedendo ad altri il comando del Training Advise Assist Command – West (TAAC-W) e l'onere di proseguire l'addestramento delle forze afghane nella zona di Herat.
    Le risorse economiche ed umane attualmente impegnate in Afghanistan dovrebbero, infatti, essere dirottate in aree di crisi che più direttamente impattano sull'Italia, prime fra tutte quelle relative al Nord Africa e all'area del Sahel. In quest'ambito il prossimo avvio di nuove missioni in Niger e Tunisia rappresenta un passo nella giusta direzione. La stabilizzazione della Libia rappresenta un obiettivo da perseguire con forza, anche allo scopo di poter finalmente gestire adeguatamente i flussi migratori, ed è quindi necessario contrastare le iniziative che alimentano il rischio di una dissoluzione della Libia in diverse entità statuali, come, ad esempio, il sostegno militare fornito da alcuni paesi a milizie che non dipendono dal Governo di Accordo Nazionale insediato a Tripoli.
    Il problema delle migrazioni di massa, che, nonostante le diverse misure adottate negli anni dai paesi europei, non accennano a diminuire e continuano a provocare migliaia di vittime all'anno, dovrebbe essere affrontato più a monte, intercettando i flussi nei paesi di transito con l'apertura di corridoi umanitari per i profughi e avviando politiche volte a sostenere il rilancio economico dei paesi dai quali partono i cosiddetti migranti economici.
    Bisogna anche tentare di prevenire l'avvio di nuove ondate migratorie. In Iraq, ad esempio, risulta necessario predisporre interventi di esclusivo supporto umanitario e medico, soprattutto nelle aree recentemente liberate da Daesh, che sono state teatro di violenti combattimenti, e stimolare in sede europea la costituzione con il governo iracheno e le rappresentanze del governo regionale del Kurdistan iracheno di un tavolo permanente per la gestione degli profughi mirato alla gestione dei flussi di sfollati e di rifugiati, nonché alla previsione della loro rilocazione nei luoghi interni di origine.
    Proprio la ricerca della collaborazione con i partner dell'Unione Europea deve essere un filo conduttore dell'azione di politica estera italiana anche nell'ambito delle missioni internazionali.
    Vi è l'esigenza di lanciare una concreta politica estera comune incentrata sulla protezione di quegli interessi e a quei valori comuni che sempre più difficilmente i partner europei potranno proteggere singolarmente, soprattutto per quanto attiene al settore della sicurezza. A questo proposito si segnala con favore il recente avvio della nuova iniziativa europea di cooperazione strutturata e permanente (PESCO).
    Ovviamente, realizzare una efficace difesa europea non significa derogare alla partnership euroatlantica, anzi, una maggiore cooperazione tra NATO e UE, nonché un'armonizzazione delle rispettive politiche negli ambiti d'interesse comune è senz'altro un obiettivo da perseguire per gli evidenti vantaggi che comporta; tuttavia, gli interessi dell'Unione Europea e quelli della NATO non sono sempre pienamente convergenti. Appare dunque necessario evitare che, anche a causa delle troppo esigue capacità militari di cui riesce effettivamente a disporre l'Unione europea, la linea politica della NATO prenda il sopravvento sulla Politica Estera e di Sicurezza Comune dell'Unione europea, come già accaduto in passato. Appare dunque più che mai necessario che l'Europa si doti di quelle capacità militari, e non solo, che la rendano in grado di affrontare autonomamente le crisi e le minacce che emergono nel proprio spazio geopolitico.
    Il rapporto con gli alleati della NATO dovrebbe essere sempre incentrato sulla massima lealtà e l'Italia non dovrebbe aver timore di rifiutarsi di sospendere temporaneamente la propria diretta collaborazione con quegli alleati che dovessero venire meno al suddetto imperativo di lealtà. In Turchia, una ormai sistematica repressione del dissenso e della libertà di espressione, costringe l'Unione europea e la NATO a confrontarsi rispettivamente con un partner e un paese membro che ha adottato delle politiche ormai evidentemente incompatibili con i valori democratici su cui si basano le due principali organizzazioni internazionali occidentali. Per di più, la Turchia agisce direttamente con proprie forze militari nei teatri di Siria e Iraq perseguendo i propri esclusivi interessi in modo del tutto autonomo e adottando strategie spesso in contrasto con quelle poste in essere dai suoi alleati. Ciò comporta l'esigenza di riconsiderare le politiche adottate dalla Unione europea e dalla NATO nei confronti della Turchia, nonostante i vantaggi strategici, veri o presunti, che il mantenimento dello status quo nei rapporti con il governo turco comporterebbe riguardo alla gestione della crisi migratoria e dei conflitti in Siria e Iraq. In quest'ambito, il ritiro dell'Italia dalla missione NATO «Active Fence», volta alla protezione del territorio turco da una improbabile minaccia missilistica portata da Daesh, rappresenterebbe un chiaro segnale sia ad Ankara, sia agli alleati della NATO.
    Tra gli scopi della partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali vi è anche il contrasto al terrorismo, obiettivo che sempre di più dovrà essere perseguito elaborando e implementando una precisa strategia nazionale, che potrà certamente essere coordinata con quelle degli altri paesi, ma che deve essere concepita pensando prima di tutto all'obiettivo di elevare al massimo e in tempi brevissimi la sicurezza degli italiani, in patria e all'estero, concentrando le risorse su iniziative che possano portare subito risultati concreti. Questa strategia deve comprendere iniziative di contropropaganda, da attuare sia in Italia, sia all'estero, per contrastare in tempi brevi gli effetti dell'attività propagandistica condotta da Daesh e da altri gruppi jihadisti; il rafforzamento delle capacità di raccolta informazioni dei contingenti italiani all'estero, finalizzata anche al contrasto ai fenomeni dei foreign fighters e della criminalità organizzata, anche finanziaria; il sostegno alle forze di sicurezza dei paesi in cui sono effettuate missioni MIADIT tramite l'implementazione di attività di training e mentoring e la fornitura specifico materiale. È inoltre opportuno predisporre l'invio di team di esperti anti-terrorismo presso le ambasciate italiane nei paesi a rischio, allo scopo sia di collaborare con le autorità di quei paesi, sia di rafforzare la capacità di «allerta precoce» a favore delle nostre comunità all'estero.
    Se impostate secondo le suddette premesse, la maggior parte delle missioni italiane all'estero potranno ottenere risultati notevolmente migliori. Tuttavia è importante proseguire nella partecipazione alle specifiche missioni internazionali solo se queste, dopo un'attenta valutazione dei risultati conseguiti, si rivelano effettivamente utili. In caso di esito oggettivamente non soddisfacente, è necessario avere il coraggio di ritirarsi da tali missioni, allo scopo di poter liberare risorse da destinare ad altri scopi.
  non autorizza le seguenti missioni:
   con riferimento all'Asia (schede da 11 a 21)
   Resolute Support Mission (scheda n. 11).
   con riferimento ai Dispositivi NATO (Schede da 37 a 42)
   Partecipazione al dispositivo NATO a difesa dei confini sud-orientali dell'Alleanza denominato «Active Fence» (scheda n. 37).
   Partecipazione al dispositivo NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'area sud-orientale dell'Alleanza (scheda n. 38).
   l'erogazione del contributo a sostegno delle Forze di sicurezza afghane, comprese le forze di polizia (scheda n. 48).
  autorizza le seguenti missioni:
   con riferimento all'Europa (Schede da 1 a 10)
   Joint Enterprise (scheda n. 1)
   EULEX Kosovo (personale militare) (scheda n. 2)
   EULEX Kosovo (personale Polizia di Stato) (scheda n. 3)
   EULEX Kosovo (magistrati) (scheda n. 4) United Nations Mission in Kosovo UNMIK (scheda n. 5)
   EUFOR ALTHEA (scheda n. 6) Missione bilaterale Forze di polizia in Albania (scheda n. 7)
   United Nations Peacekeeping Force in Cyprus UNFICYP (scheda n. 8) – Sea Guardian (scheda n. 9)
   EUNAVFORMED SOPHIA (scheda n. 10).
   con riferimento all'Asia (schede da 11 a 21)
   Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi (scheda n. 13)
   Temporary International Presence in Hebron TIPH2 (scheda n. 14)
   Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza palestinesi (scheda n. 15)
   European Union Police Mission for the Palestinian Territories EUPOL COPPS (personale della Polizia di Stato) (scheda n. 17)
   European Union Police Mission for the Palestinian Territories EUPOL COPPS (magistrati) (scheda n. 18)
   Partecipazione alla Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda n. 19)
   United Nations Military Observer Group in India and Pakistan UNMOGIP (missione ONU – scheda n. 20)
   Impiego su basi bilaterali di personale militare negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medioriente e Asia (scheda n. 21)
   con riferimento all'Africa (Schede da 23 a 36)
   United Nations Support Mission il Libya UNSMIL (missione ONU – scheda n. 23)
   Missione su base bilaterale di assistenza alla Guardia costiera della Marina militare libica (scheda n. 24)
   Missione UE denominata EUTM Somalia (missione UE – scheda n. 26)
   Missione UE denominata EUCAP Somalia (ex EUCAP Nestor) (missione UE-scheda n. 27)
   Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane (scheda n. 28)
   Impiego di personale militare presso la base nazionale nella Repubblica di Gibuti (scheda n. 29)
   Multinational Force and Observer in Egitto MFO (scheda n. 34)
   Impiego di un dispositivo aeronavale nazionale per la sorveglianza e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo centrale (operazione Mare Sicuro) (scheda n. 36)
   con riferimento ai Dispositivi NATO (Schede da 37 a 42)
   Partecipazione al dispositivo NATO per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza (scheda n. 39)
   le esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze armate per l'anno 2018 (scheda n. 43)
   gli interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza (Scheda n. 46)
   con riferimento all'Asia (Schede da 11 a 21)
   United Nations Interim Force in Lebanon UNIFIL (scheda n. 12).
   con riferimento all'Africa (Schede da 23 a 36)
   Missione UE antipirateria denominata ATALANTA (missione UE – scheda n. 25).
   Missione UE denominata EUBAM LIBYA (missione UE – scheda n. 35).
   con riferimento ai Dispositivi NATO (Schede da 37 a 42)
   Partecipazione al dispositivo NATO in Lettonia Enhanced Forward Presence (scheda n. 40).
   il supporto info-operativo a protezione delle Forze armate (scheda n. 44).
   le iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (scheda n. 45).
   la partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza (scheda n. 47).
   Con riferimento alle missioni in Africa di cui all'allegato 2 del Doc. CCL. n.3:
   Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda n. 1/2018)
   Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (scheda n. 2/2018).
   Missione NATO di supporto in Tunisia per lo sviluppo di capacità interforze delle forze armate tunisine (scheda n. 3/2018)
   Missione NATO di supporto in Tunisia per lo sviluppo di capacità interforze delle forze armate tunisine (scheda n. 3/2018)
   United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara (MINURSO) (scheda n. 4/2018)
   European Union Training Mission Repubblica Centroafricana (EUTM RCA) (scheda n. 5/2018)
   Con riferimento al potenziamento dispositivi NATO:
   AIR Policing della NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda 6/2018);

impegna il Governo:

   con riferimento all'Europa (Schede da 1 a 10)
   Joint Enterprise (scheda n. 1) – a sostenere un incremento della capacità del contingente relativa alla raccolta informazioni finalizzata al contrasto al fenomeno dei foreign fighters della criminalità organizzata.
   EULEX Kosovo (personale militare) (scheda n. 2) – a sostenere un maggiore impegno al contrasto della criminalità finanziaria.
   EULEX Kosovo (personale Polizia di Stato) (scheda n. 3) – a sostenere un maggiore impegno al contrasto della criminalità finanziaria.
   EULEX Kosovo (magistrati) (scheda n. 4) – a sostenere un maggiore impegno al contrasto della criminalità finanziaria.
   United Nations Mission in Kosovo UNMIK (scheda n. 5) – a sostenere un incremento della capacità del contingente relativa alla raccolta informazioni finalizzata al contrasto al fenomeno dei foreign fighters e della criminalità organizzata.
   EUFOR ALTHEA (scheda n. 6) – a sostenere un incremento della capacità del contingente relativa alla raccolta informazioni finalizzata al contrasto al fenomeno dei foreign fighters e della criminalità organizzata.
   Missione bilaterale Forze di polizia in Albania (scheda n. 7) – ad accelerare i processi di implementazione della cooperazione multilaterale nelle attività relative al training e mentoring nel settore della difesa, dando seguito a eventuali accordi in fase di definizione.
   United Nations Peacekeeping Force in Cyprus UNFICYP (scheda n. 8) – a subordinare il rinnovo per l'anno 2019 della partecipazione italiana a tale missione a una positiva valutazione dell'effettivo raggiungimento degli obbiettivi prefissi dalla missione stessa.
   Sea Guardian (scheda n. 9) – a proporre alla NATO di inserire tra gli obbiettivi della missione il supporto alle attività di soccorso in mare alle competenti autorità nei settori SAR nelle aree marittime in cui insiste la missione.
   con riferimento all'Asia (Schede da 11 a 21)
   Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi (scheda n. 13) – ad assumere un ruolo sempre più preminente nella ricostruzione delle forze armate libanesi, anche attraverso la facilitazione e la collaborazione con attori del settore della difesa nazionale ed a porre in essere strumenti di verifica dell'efficacia delle attività di training del personale di sicurezza libanese anche attraverso scambi informativi diretti con le forze armate libanesi.
   Temporary International Presence in Hebron TIPH2 (scheda n. 14) – a valutare, in sede di accordi multilaterali in merito alla missione TIPH2, la possibilità di integrare la partecipazione di nuovi paesi richiedenti, mantenendo o aumentando i compiti della missione di osservazione TIPH, nonché mantenendo in ogni caso il ruolo di seconda nazione contributrice alla missione.
   Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza palestinesi (scheda n. 15) – a valutare la possibilità di prevedere, nell'ambito delle missioni in cui è rilevante l'aspetto dell'addestramento delle forze di sicurezza locali, il trasferimento di sistemi di simulazione al tiro, già nelle disponibilità dello Stato, mirati alla sostituzione dell'addestramento reale con armi da fuoco.
   European Union Police Mission for the Palestinian Territories EUPOL COPPS (personale della Polizia di Stato) (scheda n. 17) – a valutare la possibilità di avviare corsi, sotto l'egida della missione EUPOL COPPS, o tramite accordi quadrilaterali (IT, IL, PS, US), erogati da forze di polizia ad ordinamento civile, con particolare riferimento ai corsi di protezione avanzati.
   European Union Police Mission for the Palestinian Territories EUPOL COPPS (magistrati) (scheda n. 18) – a valutare la possibilità di avviare corsi, sotto l'egida della missione EUPOL COPPS, o tramite accordi quadrilaterali (IT, IL, PS, US), erogati da forze di polizia ad ordinamento civile, con particolare riferimento ai corsi di protezione avanzati.
   Partecipazione alla Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda n. 19) – ad evidenziare in sede europea il problema umanitario derivante dalla recente liberazione dal Daesh della città di Mossul e degli altri territori iracheni, facilitando la possibilità di prevedere missioni di esclusivo supporto umanitario, medico e psicologico; a prevedere il conferimento al personale nel servizio di soccorso di migliaia di migranti, di un'onorificenza di soccorso nell'ambito della «Prima Parthica» dopo almeno 60 giorni cumulativi di servizio prestato in missione operativa (scheda n. 19);
   United Nations Military Observer Group in India and Pakistan UNMOGIP (missione ONU – scheda n. 20) – a subordinare il rinnovo per l'anno 2019 della partecipazione italiana a tale missione a una positiva valutazione dell'effettivo raggiungimento degli obbiettivi prefissi dalla missione stessa.
   Impiego su basi bilaterali di personale militare negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medioriente e Asia (scheda n. 21) – a non impiegare il personale e i mezzi impiegati in tale missione in supporto alla missione Resolute Support.
   con riferimento all'Africa (Schede da 23 a 36)
   United Nations Support Mission il Libya UNSMIL (missione ONU – scheda n. 23) – ad assumere ruolo sempre più preminente nella ricostruzione delle forze sotto il controllo del GNA, anche attraverso la facilitazione e la collaborazione con attori del settore della difesa nazionale ed a porre in essere strumenti di verifica dell'efficacia delle attività di training del personale di sicurezza libico anche attraverso scambi informativi diretti con le forze armate del GNA.
   Missione su base bilaterale di assistenza alla Guardia costiera della Marina militare libica (scheda n. 24) – ad ottenere da parte del governo libico la garanzia che le forze e il personale addestrato e le unità navali fornite o manutenute nell'ambito della suddetta missione siano impiegati esclusivamente nel rispetto dei limiti delle acque territoriali come definiti dal diritto internazionale.
   Missione UE denominata EUTM Somalia (missione UE – scheda n. 26) – ad assumere ruolo sempre più preminente nella ricostruzione delle forze armate somale, anche attraverso la facilitazione e la collaborazione con attori del settore della difesa nazionale ed a porre in essere strumenti di verifica dell'efficacia delle attività di training del personale di sicurezza somalo anche attraverso scambi informativi diretti con le forze armate somale; a valutare l'effettivo rispetto dei diritti umani da parte del personale somalo addestrato nell'ambito della suddetta missione.
   Missione UE denominata EUCAP Somalia (ex EUCAP Nestor) (missione UE – scheda n. 27) – ad assumere un ruolo sempre più preminente nella ricostruzione delle forze armate somale, anche attraverso la facilitazione e la collaborazione con attori del settore della difesa nazionale ed a porre in essere strumenti di verifica dell'efficacia delle attività di training del personale di sicurezza somalo anche attraverso scambi informativi diretti con le forze armate somale; a valutare l'effettivo rispetto dei diritti umani da parte del personale somalo addestrato nell'ambito della suddetta missione.
   Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane (scheda n. 28) – ad assumere un ruolo sempre più preminente nella ricostruzione delle forze armate somale e gibutine, anche attraverso la facilitazione e la collaborazione con attori del settore della difesa nazionale ed a porre in essere strumenti di verifica dell'efficacia delle attività di training del personale di sicurezza somalo e gibutino anche attraverso scambi informativi diretti con le forze armate somale e gibutine.
   Impiego di personale militare presso la base nazionale nella Repubblica di Gibuti (scheda n. 29) – a prevedere la definizione di un trattato di cooperazione bilaterale con particolare riferimento al raggiungimento di un accordo SOFA.
   Multinational Force and Observers in Egitto MFO (scheda n. 34) – a subordinare il rinnovo per l'anno 2019 della partecipazione italiana a tale missione a una positiva valutazione dell'effettivo raggiungimento degli obbiettivi prefissi dalla missione stessa.
   Impiego di un dispositivo aeronavale nazionale per la sorveglianza e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo centrale (operazione Mare Sicuro) (scheda n. 36) – a specificare tra gli obbiettivi della missione il supporto alle attività di soccorso in mare.
   con riferimento ai Dispositivi NATO (Schede da 37 a 42)
   Partecipazione al dispositivo NATO per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza (scheda n. 39) – a proporre alla NATO di inserire tra gli obbiettivi della missione il supporto alle attività di soccorso in mare alle competenti autorità nei settori SAR nelle aree marittime in cui insiste la missione;
   Le esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze armate per l'anno 2018 (scheda n. 43) – a effettuare una analisi approfondita dei costi e dei benefici relativi alle assicurazioni al fine di individuare eventuali risparmi.
   Gli interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza (Scheda n. 46) – a valutare l'opportunità di incrementare le risorse disponibili di 5 milioni di euro finalizzandole allo scopo di realizzare uno specifico training in materia di «Sicurezza Portuale ed Aeroportuale» alle forze di sicurezza dei paesi in favore dei quali sono effettuate missioni MIADIT o, in subordine, a prevedere specifiche attività addestrative «spot», con la finalità di innalzare l'efficienza dei dispositivi di sicurezza anti-terrorismo e del complesso personale/addestramento/armamento/logistica, creando un efficace apparato che sia decisamente proattivo rispetto ai rischi da attentato terroristico in ambito aeroportuale/portuale da realizzare sfruttando le competenze dell'Arma dei Carabinieri e delle altre Forze Armate e di polizia; a valutare l'avvio di attività di collaborazione relative alla fornitura di strumenti tecnici atti a consentire loro di raggiungere gli standard previsti dalle normative ICAO, che risultano essenziali per consentire le operazioni di aviazione civile commerciale su uno scalo aeroportuale.
   Con riferimento alle missioni in Africa di cui all'allegato 2 del Doc.CCL. n.3:
   Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (scheda n. 2/2018) con l'impegno ad assumere un ruolo sempre più preminente nell'ammodernamento delle forze armate nigerine, anche attraverso la facilitazione e la collaborazione con attori del settore della difesa nazionale.
   Missione NATO di supporto in Tunisia per lo sviluppo di capacità interforze delle forze armate tunisine (scheda n. 3/2018) con l'impegno ad assumere un ruolo sempre più preminente nell'ammodernamento delle forze armate tunisine, anche attraverso la facilitazione e la collaborazione con attori del settore della difesa nazionale.
(6-00386)
(Versione corretta) «Artini, Baldassarre, Bechis, Segoni, Turco».