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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 4 novembre 2016

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: PDL N. 3258 ED ABB. E MOZIONI NN. 1-01419 E 1-01420

Pdl n. 3258 ed abb. – Disciplina dell'attività di ristorazione in abitazione privata

Tempo complessivo: 15 ore, di cui:
• discussione generale: 8 ore;
• seguito dell'esame: 7 ore.

  Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 45 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 20 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 50 minuti 4 ore e 24 minuti
 Partito Democratico 39 minuti 1 ora e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 33 minuti 31 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 32 minuti 23 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 31 minuti 19 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 31 minuti 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 31 minuti 16 minuti
 Civici e Innovatori 31 minuti 16 minuti
 Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia - MAIE 31 minuti 16 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 30 minuti 15 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti 14 minuti
 Misto: 31 minuti 20 minuti
  Conservatori e Riformisti 9 minuti 5 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 8 minuti 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti 3 minuti
  USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani) 3 minuti 2 minuti
  FARE! - Pri 2 minuti 2 minuti
  Movimento PPA – Moderati 2 minuti 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti 2 minuti

Mozioni nn. 1-01419 e 1-01420 – iniziative in ambito europeo e internazionale in relazione alla situazione in Siria, con particolare riferimento all'emergenza umanitaria e alla condizione dei bambini nella città di Aleppo

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 31 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 22 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 18 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 18 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 16 minuti
 Civici e Innovatori 16 minuti
 Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia – MAIE 15 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 15 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 14 minuti
 Misto: 20 minuti
  Conservatori e Riformisti 5 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani) 2 minuti
  FARE! - Pri 2 minuti
  Movimento PPA – Moderati 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 4 novembre 2016.

  Aiello, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Amendola, Amici, Baldelli, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Cancelleri, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Alia, Dambruoso, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Epifani, Faraone, Fauttilli, Fava, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galati, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Gozi, Grillo, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Giorgia Meloni, Merlo, Migliore, Orlando, Pes, Picchi, Pisicchio, Ravetto, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Tabacci, Tidei, Valeria Valente, Velo, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 3 novembre 2016 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
  CRISTIAN IANNUZZI: «Modifica alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, per la riduzione dell'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto relativa al latte vegetale biologico» (4132);
  MELILLA ed altri: «Abolizione dell'incremento dell'addizionale comunale sui diritti di imbarco di passeggeri sulle aeromobili, previsto dal decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, ed esenzione dalla sua applicazione in favore degli aeroporti con minore traffico» (4133);
  FRAGOMELI: «Modifica all'articolo 7-vicies ter del decreto-legge 31 gennaio 2015, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 marzo 2005, n. 43, e altre disposizioni concernenti la carta d'identità elettronica e l'accertamento dell'identità personale» (4134).

  Saranno stampate e distribuite.

Trasmissioni dal Senato.

  In data 3 novembre 2016 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge:
  S. 2233. – «Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato» (approvato dal Senato) (4135).

  Sarà stampato e distribuito.

Modifica del titolo di proposte di legge.

  La proposta di legge n. 4077, d'iniziativa dei deputati BENI ed altri, ha assunto il seguente titolo: «Modifiche alla legge 13 ottobre 1975, n. 654, al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, e altre disposizioni in materia di contrasto dell'istigazione all'odio e alla discriminazione (hate speech)».

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
   II Commissione (Giustizia):
  Disposizioni in materia di esecuzione forzata in caso di contenzioso seriale e di esame a distanza nel procedimento penale (Già articolo 62 del disegno di legge n. 4127 – Stralcio disposto dalla Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 2 novembre 2016) (4127-quater) Parere delle Commissioni I, V e VI;

   V Commissione (Bilancio):
  Attribuzione di somme al comune di Lecce (Già articolo 64, comma 2, del disegno di legge n. 4127 – Stralcio disposto dalla Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 2 novembre 2016) (4127-quinquies) Parere delle Commissioni I e II;

   VI Commissione (Finanze):
  Modifica all'articolo 90 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, concernente il Fondo di garanzia per i mutui relativi alla costruzione, all'ampliamento, all'attrezzatura, al miglioramento o all'acquisto di impianti sportivi istituito presso l'Istituto per il credito sportivo (Già articolo 74, comma 13, del disegno di legge n. 4127 – Stralcio disposto dalla Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 2 novembre 2016) (4127-octies) Parere delle Commissioni I, V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  Interpretazione autentica del comma 848 dell'articolo 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, in materia di contribuzioni addizionali delle banche al Fondo di risoluzione nazionale (Già articolo 76 del disegno di legge n. 4127 – Stralcio disposto dalla Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 2 novembre 2016) (4127-duodecies) Parere delle Commissioni I, V, e XIV;

   VII Commissione (Cultura):
  Disposizioni per la realizzazione della competizione golfistica «Ryder Cup 2022» (Già articolo 74, commi 11 e 12, del disegno di legge n. 4127 – Stralcio disposto dalla Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 2 novembre 2016) (4127-septies) Parere delle Commissioni I, V, VI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  Modifica al comma 327 dell'articolo 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, in materia di riordino degli uffici dirigenziali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ai fini della riorganizzazione delle Soprintendenze speciali di Roma e di Pompei (Già articolo 74, comma 15, del disegno di legge n. 4127 – Stralcio disposto dalla Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 2 novembre 2016) (4127-decies) Parere delle Commissioni I e V;

   VIII Commissione (Ambiente):
  Disposizioni in materia di spesa per incarichi professionali conferiti da ANAS Spa (Già articolo 20 del disegno di legge n. 4127 – Stralcio disposto dalla Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 2 novembre 2016) (4127-ter) Parere delle Commissioni I, V e XI;
  Autorizzazione di spesa per la realizzazione del Centro dati del Centro europeo di previsioni a medio termine e per il rafforzamento della ricerca nel campo della meteorologia e della climatologia (Già articolo 74, comma 14, del disegno di legge n. 4127 – Stralcio disposto dalla Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 2 novembre 2016) (4127-novies) Parere delle Commissioni I, III, V, VII, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  Disposizioni concernenti la realizzazione di opere connesse allo svolgimento di competizioni sciistiche negli anni 2020 e 2021 a Cortina d'Ampezzo (Già articolo 74, commi da 16 a 35, del disegno di legge n. 4127 – Stralcio disposto dalla Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 2 novembre 2016) (4127-undecies) Parere delle Commissioni I, V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), IX, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;

   Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive):
  Modifiche all'articolo 1 del decreto-legge 4 dicembre 2015, n. 191, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2016, n. 13, concernenti il programma di amministrazione straordinaria del Gruppo ILVA (Già articolo 74, comma 6, del disegno di legge n. 4127 – Stralcio disposto dalla Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 2 novembre 2016) (4127-sexies) Parere delle Commissioni I, II, V, XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 3 novembre 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, primo periodo, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti (UE) n. 1316/2013 e (UE) n. 283/2014 per quanto riguarda la promozione della connettività internet nelle comunità locali (COM(2016) 589 final).

  Questa relazione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 3 novembre 2016, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulle statistiche elaborate conformemente al regolamento (CE) n. 2150/2002 relativo alle statistiche sui rifiuti e sulla loro qualità (COM(2016) 701 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 3 novembre 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la predetta comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio – Prima relazione sui progressi compiuti verso un'autentica ed efficace Unione della sicurezza (COM(2016) 670 final);
   Relazione della Commissione al Consiglio sulla valutazione della direttiva 92/83/CEE relativa all'armonizzazione delle strutture delle accise sull'alcole e sulle bevande alcoliche (COM(2016) 676 final);
   Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilizzazione del margine per imprevisti nel 2017 (COM(2016) 678 final);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Strategia spaziale per l'Europa (COM(2016) 705 final).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative di competenza nei confronti del Governo austriaco in relazione alla crisi dell'istituto di credito Hypo Alpe Adria Bank e ai connessi effetti occupazionali – 2-01515

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   Hypo Alpe Adria Bank è un istituto di credito austriaco nazionalizzato nel 2009 e controllato da HBI-Bundesholding AG, di partecipazione diretta del Ministero delle finanze austriaco, che contava filiali in Austria, nei Balcani e nelle regioni del Nord Italia;
   il progetto di riorganizzazione societario, conseguente alla nazionalizzazione approvata dalla Commissione europea nel 2010, ha già visto la cessione delle filiali austriache e nei Balcani e previsto invece la liquidazione della controllata italiana, con il conseguente licenziamento di 280 lavoratori;
   erano confermate, con nota scritta da parte della presidente della regione Friuli Venezia Giulia nel marzo 2016, le manifestazioni d'interesse atte a rilevare l'intera attività in territorio nazionale, che avrebbero evitato sia lo spacchettamento degli asset aziendali sia la liquidazione con conseguente perdita dei posti di lavoro;
   la decisione della Commissione europea del 2013 che Hypo Bank ha sempre addotto come impedimento alla vendita dell'intera realtà finanziaria, riesaminata con il contributo della rappresentanza italiana alla Commissione, non stabilisce l'obbligo alla liquidazione, bensì prevede la possibilità di soluzioni di mercato volte a massimizzare il valore di ciò che rimane;
   la volontà di liquidare la controllata italiana, alla luce di quanto stabilito dalla Commissione europea, è solamente in capo al Governo austriaco e non scelta obbligata;
   nei mesi scorsi il Governo austriaco ha provveduto alla cessione di sette sportelli locali e del pacchetto mutui alla Banca di Valsabbina, dimostrando ad avviso degli interpellanti disinteresse a soluzioni atte a impedire lo spacchettamento al fine di consentire la salvaguardia occupazionale;
   la procedura già avviata di licenziamento collettivo riguarda ad oggi 110 dei 280 dipendenti italiani della banca austriaca, di cui 50 su 186 in Friuli Venezia Giulia, 35 su 48 in Veneto, 25 su 42 in Lombardia, mentre per gli altri addetti il licenziamento è previsto tra il 2017 e il 2018;
   tale disinteresse e mancanza di responsabilità nei confronti degli occupati italiani è stato confermato da parte del Governo di Vienna impedendo ai rappresentanti del governo della regione Friuli Venezia Giulia di partecipare agli ultimi tavoli di trattativa tra l'azienda e le parti sociali;
   il Ministro dell'economia e delle finanze è già stato interrogato in data 29 maggio 2013 con l'interrogazione n. 4-00637 a prima firma Rosato, nella quale si chiedeva di avviare un'interlocuzione con il Governo austriaco;
   la richiesta di confronto e trattativa tra i Governi dei due Paesi confinanti proviene anche delle rappresentanze sindacali vedendosi in tale iniziativa l'ultima possibilità per evitare la liquidazione della controllata italiana –:
   quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo nei confronti del Governo austriaco in merito alla vicenda di cui in premessa.
(2-01515) «Coppola, Prodani, Blazina, Brandolin, Malisani, Gigli, Sandra Savino, Rizzetto, Casati, Amato, Arlotti, Bergonzi, Capone, Bossa, Murer, Miccoli, Parrini, De Menech, D'Ottavio, D'Arienzo, Mariano, Roberta Agostini, Gadda, Moretto, Lacquaniti, Marchi, Malpezzi, Rubinato, Rotta, Quintarelli, Pelillo, Tino Iannuzzi, Piazzoni, Currò, Giacobbe, Crimì».


Chiarimenti ed iniziative di competenza a tutela dei risparmiatori e degli azionisti della Banca popolare di Bari – 2-01526

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   il decreto-legge n. 3 del 2015, convertito dalla legge n. 33 del 2015, relativo alla trasformazione delle principali banche popolari italiane in società per azioni ha creato, ad avviso degli interpellanti, delle distorsioni del consolidato equilibrio finanziario ed economico nazionale;
   la trasformazione in società per azioni della Banca popolare di Bari ha generato anche problemi di ordine pubblico dovuti alle dimostrazioni degli azionisti che da mesi e da anni hanno richiesto la vendita delle azioni in proprio possesso senza esito positivo. Le maggiori preoccupazioni dei risparmiatori sono legate alla progressiva riduzione del valore nominale delle azioni che potrebbe avere effetti pregiudizievoli irreparabili sulla loro situazione patrimoniale. Si sottolinea che molti dei clienti della Banca hanno investito tutti i propri risparmi negli strumenti finanziari legati al valore nominale delle azioni delle Banca popolare di Bari confidando nella solidità della stessa e nelle garanzie costituzionali disposte in materia di tutela del risparmio. Da quanto si apprende la domanda di azioni della Banca risulta essere minima ed il considerevole aumento delle offerte di negoziazioni incrementa la progressiva svalutazione delle stesse. Le difficoltà della banca implicano pregiudizi non solo per il sistema economico della regione Puglia ma altresì per la stabilità del sistema finanziario nel suo complesso. Si evidenzia che il 20 marzo 2009 è stata completata la cessione della partecipazione maggioritaria della Cassa di risparmio di Orvieto spa pari al 73,57 per cento del capitale al gruppo Banca popolare di Bari e le difficoltà finanziarie della Cassa di risparmio di Orvieto si sono progressivamente riflesse sulla consolidata stabilità patrimoniale della Banca popolare di Bari. Non si comprendono le ragioni di tale acquisizione, visto che la medesima ha generato i suddetti problemi di stabilità economica e finanziaria del sistema produttivo e dei risparmiatori, prevalentemente, della regione Puglia;
   le associazioni dei risparmiatori e di tutela dei consumatori sono in procinto di avviare ogni genere di azione giudiziaria volta a far chiarezza sul caso, in particolar modo al fine di verificare se l'acquisizione di Cassa di risparmio di Orvieto sia avvenuta in assenza di conflitti di interesse e nel rispetto delle logiche di sana e prudente gestione tipiche del sistema creditizio e se le modalità di sottoscrizione e collocazione delle azioni nei confronti dei risparmiatori sia avvenuta in assenza di conflitti di interesse ed in coerenza dei profili di rischio di risparmiatori e soprattutto di famiglie e pensionati;
   in particolar modo, si evidenzia che le indagini necessitano di tempo, mentre i termini previsti dalla normativa per la conversione delle banche popolari in società per azioni, ovverosia il 31 dicembre 2016, sono perentori –:
   se sia al corrente dei disagi che il termine perentorio previsto per il 31 dicembre 2016 ha creato, fino al punto di costringere il prefetto di Bari a ricevere gli azionisti che hanno dimostrato il proprio disagio in piazza;
   quali iniziative intenda proporre, per quanto di competenza, al fine di risolvere la questione, nel rispetto della tutela costituzionale del risparmio, e di rimediare ai pregiudizi generatisi per i risparmiatori;
   se reputi opportuno assumere una tempestiva iniziativa normativa volta a procrastinare il termine della conversione in società per azioni dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017.
(2-01526) «Cariello, Pisano, Brugnerotto, Caso, Castelli, D'Incà, Sorial, Pesco, Alberti, Fico, Ruocco, Villarosa, Cecconi».


Iniziative, anche normative, volte a garantire la salute e la sicurezza sul lavoro, anche in relazione alle recenti modifiche introdotte dal cosiddetto Jobs Act – 2-01527

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   sempre più spesso recenti ricerche hanno analizzato una correlazione tra flessibilità del lavoro e numero degli infortuni sul lavoro: secondo Stefania Battistelli del Centro di ricerca interdipartimentale sulla sicurezza dell'università di Modena e Reggio Emilia (in bollettino ADAPT del 24 ottobre 2016), la diffusione dei contratti di lavoro flessibili tende a generare nuove situazioni di rischio riconducibili principalmente alle modalità di esecuzione del rapporto di lavoro. L'Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro evidenzia che i soggetti parte di un contratto di lavoro flessibile, e quindi destinati a svolgere una prestazione soltanto per un determinato periodo di tempo, sono spesso soggetti a frequenti variazioni di ambiente e condizioni di lavoro, con conseguente mutamento di mansioni e maggiori difficoltà ad adottare comportamenti virtuosi volti a minimizzare i pericoli correlati al lavoro. Questa è la condizione in cui operano, ad esempio, i lavoratori somministrati (operai comuni adibiti a mansioni manuali ad alto rischio di infortunio nel settore edile, dei trasporti, manifatturiero e del commercio) i lavoratori intermittenti e i «voucheristi», che spesso non vengono adeguatamente informati sulla complessiva organizzazione del lavoro e sui rischi presenti in azienda;
   inoltre, sempre più spesso si verificano processi di esternalizzazione del lavoro ovvero molto spesso il lavoratore si trova ad operare al di fuori dei locali dell'azienda ovvero in locali di cui l'imprenditore non ha la disponibilità giuridica e agisce con mezzi e strumenti propri, pur rimanendo di fatto un dipendente;
   è il caso delle operaie che lavorano per H&M: «non direttamente però: in mezzo ci sono diversi passaggi. La marca svedese ha un magazzino a Casalpusterlengo, provincia di Lodi, per gestire in proprio i rifornimenti alla sua rete di negozi in Europa meridionale. Invece, ha affidato le vendite online a una ditta esterna. XpoLogistics è una delle maggiori aziende della logistica internazionale (sede centrale nel Connecticut negli Stati Uniti, sede europea a Lione in Francia, 88 mila dipendenti in 34 paesi, dichiara 5,4 miliardi di euro di fatturato nel 2015)... Queste lavoratrici quindi non sono dipendenti della H&M, anche se impacchettano abiti con questo marchio. Ma non sono neppure dipendenti di XpoLogistics, anche se il loro lavoro fa funzionare il suo magazzino. Loro sono assunte da Easy Coop, cooperativa di servizi «specializzata in processi di terziarizzazione dei magazzini», a cui la multinazionale della logistica ha dato in appalto la gestione della manodopera. Nel suo settore, Easy Coop è un'azienda di dimensioni ragguardevoli: ha 700 soci-dipendenti in tutta Italia, lavora in 15 siti e dichiara un fatturato di 18 milioni. È qui che la parola «flessibilità» torna utile (in http.//www.internazionale.it);
   le lavoratrici hanno denunciato: «Il ritmo del lavoro però dipende dal flusso delle ordinazioni. Ci sono i picchi degli acquisti di Natale o dei saldi. Oppure le offerte speciali, le promozioni. Di conseguenza, anche l'orario è imprevedibile: “In questo momento ci danno perfino due turni di riposo in una settimana. Poi d'improvviso sono dodici ore, i riposi saltano e torni a casa solo per dormire”. Imprevedibili i turni: “Quando fai la notte, arrivare alle 6 del mattino non è un problema. Poi però crolli. Ti danno una pausa, gli spogliatoi sembrano un campo profughi, tutti buttati a cercare di riposare”»;
   anche Foodora startup del valore complessivo di 3 miliardi di dollari, leader del «take away digitale», nei primi mesi aveva offerto ai «rider» un contratto con una paga oraria di 5 euro lordi, per poi passare ad una retribuzione a cottimo;
   i fattorini in bicicletta vengono pagati 2,70 euro a consegna effettuata, mentre la percentuale che viene chiesta al ristoratore dall'azienda è del 30 per cento sul valore dell'ordine, oltre al costo fisso di consegna di 2,90 euro;
   i cambiamenti organizzativi introducono quindi nei lavoratori un senso di insicurezza definito «Job Insecurity», né è stato migliorato in modo significativo il livello di tutela per effetto della normativa del cosiddetto Jobs Act;
   l'Inail nella sua relazione annuale 2016 ha registrato nel 2015 quasi 100 morti in più in seguito a infortuni a causa di lavoro;
   è ragionevole affermare che le normative recenti in materia di rapporti di lavoro, quali il «Jobs Act», che hanno reso l'organizzazione del lavoro più «flessibile» e il demansionamento ed il licenziamento più facili, hanno ridotto la capacità dei lavoratori di reagire rispetto a condizioni di lavoro a rischio, proprio in considerazione della loro ricattabilità;
   a parere degli interpellanti, non è possibile aumentare la competitività puntando semplicemente sul basso livello delle retribuzioni ovvero indebolendo le tutele lavorative sul lavoro, anziché puntare sull'investimento in nuove competenze, professionalità e formazione –:
   quali iniziative, anche di tipo normativo, o programmi siano in corso o si intendano sviluppare, in particolare relativamente all'aumento del numero di controlli sulle misure antinfortunistiche e a iniziative di formazione, con particolare riguardo alle microimprese ed ai nuovi rischi anche legati alla «Job Insecurity», derivanti dall'introduzione delle normative di cui al «Jos Act»;
   quali iniziative di competenza intenda adottare per migliorare la salute dei dipendenti, in considerazione della potenziale incidenza sulla qualità, sulla sicurezza e sul benessere sul luogo di lavoro delle recenti modifiche della legislazione lavoristica in Italia.
(2-01527) «Ciprini, Cominardi, Chimienti, Dall'Osso, Lombardi, Tripiedi, Agostinelli, Basilio, Battelli, Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Bernini, Bonafede, Brescia, Businarolo, Busto, Cancelleri, Cecconi, Colletti, Corda, Cozzolino, Crippa, Da Villa, Dadone, Daga, D'Ambrosio, De Rosa, Del Grosso, Della Valle, Di Battista».


Chiarimenti in ordine alle risorse stanziate per la messa in sicurezza di rilevanti tratti della rete ferroviaria e di quella stradale, nonché in ordine ai criteri alla base delle nomine presso Ferrovie dello Stato italiane, ANAS ed ENAC – 2-01532

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   il 12 luglio 2016 lungo la linea ferroviaria regionale Bari-Barletta, nella tratta Corato-Andria ha avuto luogo un terribile incidente che è costato la vita a 23 persone oltre ad aver ferito oltre 50 passeggeri;
   in occasione dell'informativa alla Camera dei deputati svoltasi il giorno successivo al disastro, il Ministro interpellato ha annunciato di aver deciso, insieme al sottosegretario De Vincenti, di stanziare un ulteriore miliardo e 800 milioni di euro a supporto delle reti non di competenza nazionale, ovvero alle reti che sono di competenza regionale;
   a distanza di tre settimane dall'accaduto il Ministro ha specificato, secondo quanto riportato dalla stampa, che la somma dedicata all'adeguamento di tratti di linee interconnesse di linee ferroviarie regionali «sarà di 300 milioni di euro che dovranno essere stanziati dal prossimo Cipe»;
   in una nota successiva all'articolo di cui sopra, datato 3 agosto, il Ministero ha precisato che gli 1,8 miliardi di euro di fondi europei per le reti regionali sono comunque confermati e hanno ricevuto il primo via libera dalla cabina di regia «Fsc»;
   in data 10 agosto il Cipe ha espresso parere favorevole all'aggiornamento del contratto di programma con RFI, parte investimenti, e ha stanziato nuove risorse per un totale di 8.935 milioni di euro, di cui 648 milioni di euro per la sicurezza e 343 milioni di euro per tecnologie finalizzate alla circolazione e all'efficientamento della rete ferroviaria;
   l'articolo 10 del decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili, stanzia 320 milioni di euro per il 2016 quale contributo al contratto di programma – parte investimenti, senza specificare per quale tipologia di intervento vengono destinati, poiché inseriti nell'ambito dell'aggiornamento 2016 non ancora trasmesso alle competenti commissioni parlamentari;
   l'articolo 20 del disegno di legge bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019 autorizza l'ANAS ad agire in deroga alle norme di contenimento della spesa per determinati incarichi professionali;
   il 28 ottobre 2016, nel crollo di un ponte sulla superstrada 36 ad Annone Brianza, in provincia di Lecco, ha perso la vita un automobilista;
   sulla vicenda sono intervenuti sia l'Anas che la provincia negando le rispettive competenze;
   il Ministro interpellato non risulta essere intervenuto nel merito, ma ha semplicemente dichiarato di voler istituire una commissione di inchiesta;
   un articolo pubblicato il 23 ottobre 2016 dall’Espresso insinua il dubbio che le nomine di competenza del Ministero siano di fatto frutto della scelta diretta del Presidente del Consiglio riferendosi, tra le altre, alle nomine di Renato Mazzoncini alle Ferrovie dello Stato italiane e Giovanni Vittorio Armani all'ANAS;
   il 12 ottobre 2016 sono stati resi noti i nomi dei nuovi membri del consiglio di amministrazione di Enac, l'autorità italiana di regolamentazione tecnica, certificazione e vigilanza nel settore dell'aviazione civile, da oltre nove mesi vacante;
   i nomi usciti hanno subito destato forti perplessità, poiché, trattandosi di due politici di professione (Alfredo Pallone e Manlio Mele), di una docente universitaria (Angela Stefania Bergantino) e di una dirigente del Ministero della difesa (Luisa Riccardi) tutti estranei al settore aeronautico, ad avviso degli interpellanti non possiedono i requisiti previsti dall'articolo 4, comma 3, del decreto legislativo 25 luglio 1997, n. 250, recante Istituzione dell'Ente nazionale per l'aviazione civile, che dispone che i membri del consiglio di amministrazione di Enac siano «scelti tra soggetti di comprovata cultura giuridica, tecnica ed economica nel settore aeronautico» –:
   quante risorse siano state ad oggi effettivamente stanziate per la messa in sicurezza delle ferrovie regionali e delle ferrovie concesse e se risulti confermato l'ammontare di un miliardo e ottocento milioni di euro che il Ministro interpellato aveva promesso nei giorni seguenti al disastro ferroviario, oltre alle risorse stanziate nel contratto di programma con RFI;
   se il Ministro interpellato intenda chiarire quali concrete iniziative di competenza intenda adottare alla luce del crollo del cavalcavia e della diatriba in essere tra l'Anas e la provincia;
   se il Ministro interpellato non intenda fornire i titoli dei quattro designati di cui in premessa in modo da dimostrare in maniera inoppugnabile il possesso dei requisiti di legge di «comprovata cultura giuridica, tecnica ed economica nel settore aeronautico» precondizione imprescindibile per l'assunzione della carica di consigliere di amministrazione dell'Ente nazionale per l'aviazione civile.
(2-01532) «De Lorenzis, Dell'Orco, Liuzzi, Paolo Nicolò Romano, Nicola Bianchi, Spessotto, Carinelli, Cariello, Pisano, Brugnerotto, Caso, Castelli, D'Incà, Sorial, Pesco, Alberti, Fico, Ruocco, Villarosa, Silvia Giordano, Lorefice, Grillo, Mantero, Colonnese, Di Vita, Nesci, Baroni, Di Benedetto, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano».


Iniziative per fronteggiare l'emergenza terremoto – 2-01530

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   alle 7,40 del 30 ottobre, un terremoto di magnitudo 6,5 – il più forte degli ultimi 36 anni – con epicentro a 5 chilometri da Norcia, si è abbattuto al confine tra Marche e Umbria ed è stato fortemente avvertito anche nei territori già interessati dagli eventi sismici del 24 agosto e del 26 ottobre 2016;
   il sisma del 24 agosto aveva già provocato, oltre alla terribile perdita di vite umane, danni ingentissimi al patrimonio abitativo, produttivo, infrastrutturale e artistico;
   seppur in assenza di vittime, anche il bilancio del terremoto del 30 ottobre è tragico: solo nelle Marche si contano 25 mila sfollati, che in totale potrebbero arrivare a quota 100 mila;
   il terremoto ha distrutto borghi medievali, deturpato beni architettonici, depredato tesori artistici. Ha raso al suolo l'intero patrimonio abitativo e messo in ginocchio l'economia fatta di eccellenze eno-gastronomiche, turismo religioso e paesaggistico;
   sin dal primo momento Forza Italia ha dichiarato la propria disponibilità a collaborare per la ricostruzione; d'altra parte il Governo – che dopo il terribile terremoto del 24 agosto 2016 ha impiegato quasi due mesi per approvare un decreto-legge recante interventi in favore delle popolazioni colpite – nonostante la disponibilità dimostrata da tutti i partiti di opposizione, non ha mai convocato alcun tavolo di «coesione nazionale», per decidere come fronteggiare l'emergenza, aiutare le regioni colpite e discutere di ricostruzione e di messa in sicurezza del territorio;
   i numeri reali, inoltre, raccontano di un forte gap tra la cifra stanziata nella manovra di bilancio per l'emergenza terremoto (600 milioni di euro) e quello 0,2 per cento di «flessibilità» (circa 3,4 miliardi di euro) che il Governo si è già preso in nome della stessa emergenza, già prima della scossa devastante del 30 ottobre 2016;
   nella lettera di risposta alla Commissione europea, il Governo italiano aveva quantificato in due decimi di punto di prodotto interno lordo, circa 3,4 miliardi di euro, i maggiori costi da sostenere il prossimo anno per affrontare la ricostruzione post-sisma;
   al momento in cui la missiva parte per Bruxelles, però, nel disegno di legge di Bilancio le cifre che il Governo stanzia per la ricostruzione sono decisamente inferiori (600 milioni). La spesa è così articolata: per il 2017 sono previsti 100 milioni «per la concessione del credito d'imposta maturato in relazione all'accesso ai finanziamenti agevolati» erogati dal Governo, cioè la cosiddetta «ricostruzione privata»; altri 200 milioni di euro nel 2017 «per la concessione di contributi finalizzati alla ricostruzione pubblica». In totale, per il prossimo anno, 300 milioni a cui si aggiungono 300 milioni di co-finanziamento regionale di fondi strutturali che peraltro – si puntualizza – «non comportano una modifica dei saldi di finanza pubblica»;
   i conti non tornano nemmeno se si considera il fondo per lo sviluppo degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale istituito dall'articolo 21 del disegno di legge di bilancio, per cui il Governo ha previsto 1,9 miliardi di euro. Anche così per le risorse dedicate al sisma raggiungerebbero soltanto quota 1,6 miliardi di euro, circa la metà di quanto chiesto a Bruxelles;
   non aiuta a far quadrare i conti il decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, recante «Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016», annunciato in pompa magna, ma arrivato in Senato dopo circa due mesi; nel provvedimento le cifre stanziate sono assai basse: 266 milioni di euro per il 2016, 81,85 per il 2017. È lecito quindi, secondo gli interpellanti, dubitare che il Governo utilizzi i margini concessi dall'Europa per coprire altri capitoli di spesa presenti nella manovra –:
   quante siano le risorse realmente e immediatamente disponibili per affrontare la prima emergenza legata al sisma e quante quelle altrettanto necessarie per avviare un piano di ricostruzione dei comuni colpiti;
   quali siano i provvedimenti normativi in cui sono stanziate tali somme;
   se sia stata avviata la procedura per l'attivazione del fondo di solidarietà (FSUE) per le calamità naturali dell'Unione europea e quale sia l'ammontare delle spese per le quali si chiede l'intervento dell'Unione europea;
   se si ritenga utile e necessario assumere iniziative per prevedere l'allentamento del patto di stabilità per i comuni colpiti dal sisma, i quali, pur avendo delle risorse disponibili per affrontare l'emergenza, non sono in grado di utilizzarle;
   quali siano stati gli interventi effettuati fino ad ora per la messa in sicurezza del patrimonio abitativo, produttivo e infrastrutturale, nonché del patrimonio artistico e architettonico (come, ad esempio, puntellamenti e coperture provvisorie, tipici di queste prime fasi emergenziali);
   quali soluzioni saranno adottate per consentire lo svolgimento dell'ordinaria attività scolastica per le scuole di ogni ordine e grado;
   quali siano le misure immediate che il Governo intende promuovere per aiutare le aziende del settore agricolo, agroalimentare e zootecnico (spesso anche piccolissime e di carattere famigliare) che hanno subito danni così ingenti da metterne a rischio anche la stessa sopravvivenza, anche in riferimento alla tutela dei marchi e alla salvaguardia dei livelli occupazionali;
   quali siano le ragioni per cui, come previsto nel piano annunciato dal Governo, si rende necessario prevedere l'utilizzo dei container (entro Natale) prima della sistemazione nelle «casette» in legno (a primavera) in attesa della ricostruzione delle abitazioni, e se le aree che verranno urbanizzate per i container saranno le stesse che verranno utilizzate per le «casette» in legno, considerato che, come è noto l'installazione di un container presuppone in ogni caso i tempi e i costi dell'urbanizzazione dell'area (acqua, fogne, energia elettrica, strade, illuminazione), che di fatto sono del tutto analoghi a quelli necessari per il montaggio delle cosiddette «casette» in legno (che però consentono condizioni di vita più confortevoli e certo non paragonabili a quelle di un container);
   quali siano le ragioni per cui non è stato ancora convocato il tavolo di coesione nazionale, quale luogo ove condividere con l'insieme delle forze politiche scelte e strategie per affrontare un'emergenza così drammatica;
   quale sia lo stato di attuazione del cosiddetto progetto «Casa Italia», e quali risorse siano realmente disponibili.
(2-01530) «Polverini, Polidori, Brunetta, Laffranco, Baldelli».