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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Giovedì 22 ottobre 2015

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 22 ottobre 2015.

  Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bergamini, Bernardo, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonafede, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Casero, Castiello, Castiglione, Catania, Centemero, Cicchitto, Cimbro, Cirielli, Cominelli, Costa, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Menech, De Micheli, De Mita, Del Basso de Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Gianni Farina, Ferranti, Ferrara, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Fraccaro, Franceschini, Galati, Garofani, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Guerra, La Russa, Lauricella, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Marotta, Antonio Martino, Mazziotti Di Celso, Merlo, Meta, Migliore, Nicoletti, Orlando, Palma, Pes, Piccoli Nardelli, Piepoli, Pisicchio, Polverini, Portas, Ravetto, Realacci, Rigoni, Rosato, Domenico Rossi, Rostan, Rughetti, Sani, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Sereni, Sorial, Speranza, Tabacci, Tofalo, Turco, Valeria Valente, Velo, Vignaroli, Villecco Calipari, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 21 ottobre 2015 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   PRATAVIERA: «Modifiche al codice civile e al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, concernenti i princìpi per la redazione dei bilanci societari e la determinazione del reddito d'impresa, nonché altre disposizioni a sostegno delle imprese di minori dimensioni» (3373);
   SBERNA: «Misure a sostegno della genitorialità» (3374).

  Saranno stampate e distribuite.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 20 ottobre 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Ente di previdenza e assistenza pluricategoriale (EPAP), per l'esercizio 2014. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 325).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 21 ottobre 2015, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Lettera rettificativa n. 2 al progetto di bilancio generale 2016 – Aggiornamento del fabbisogno stimato per la spesa agricola e la pesca – Gestire la crisi dei rifugiati: misure finanziarie immediate nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione (COM(2015) 513 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea);
   Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione dello strumento di flessibilità a favore di misure di bilancio immediate nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione (COM(2015) 514 final), che è assegnata in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali);
   Proposta di decisione di esecuzione del Consiglio recante modifica delle decisioni 2009/791/CE e 2009/1013/UE che autorizzano, rispettivamente, la Germania e l'Austria a continuare ad applicare una misura di deroga agli articoli 168 e 168-bis della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto (COM(2015) 517 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
   Decisione della Commissione del 21.10.2015 che istituisce un Comitato consultivo indipendente europeo per le finanze pubbliche (C(2015) 8000 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);
   Decisione della Commissione del 21.10.2015 che ritira la proposta della Commissione di decisione del Consiglio in merito alla rappresentanza e all'adozione di una posizione della Comunità sul piano internazionale nel contesto dell'Unione economica e monetaria (COM(1998) 637 def.) (C(2015) 8001 final), corredata dal relativo allegato (C(2015) 8001 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

DISEGNO DI LEGGE: CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 20 SETTEMBRE 2015, N. 146, RECANTE MISURE URGENTI PER LA FRUIZIONE DEL PATRIMONIO STORICO E ARTISTICO DELLA NAZIONE (A.C. 3315-A)

A.C. 3315-A – Proposte emendative

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE AGLI ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE

ART. 01.
(Livelli essenziali delle prestazioni nella cultura).

  Al comma 1, aggiungere, in fine, le parole: nel rispetto degli Statuti delle regioni ad autonomia speciale e delle Province autonome di Trento e di Bolzano e delle relative norme di attuazione.
01. 200. La Commissione.
(Approvato)

ART. 1.
(Modifiche alla legge n. 146 del 1990 in materia di sciopero nei servizi pubblici essenziali).

  Sopprimerlo.

  Conseguentemente, sopprimere l'articolo 1-bis.
1. 22. Airaudo, Placido, Pannarale, Giancarlo Giordano.

  Sopprimerlo.
*1. 1. Ciprini, Cominardi, Tripiedi, Dall'Osso, Lombardi, Chimienti, Simone Valente, Vacca, Marzana, D'Uva, Luigi Gallo, Di Benedetto, Brescia.

  Sopprimerlo.
*1. 23. Placido, Airaudo, Pannarale, Giancarlo Giordano, Fassina, Gregori.

  Sopprimerlo.
*1. 25. Polverini.

  Al comma 1, sostituire le parole da: culturali; «fino alla fine del comma, con le seguenti: culturali» sono aggiunte le seguenti: «nel rispetto di quanto disposto dall'articolo 40 della Costituzione sul diritto di sciopero».
1. 111. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, sostituire le parole da: culturali; «fino alla fine del comma, con le seguenti: culturali» sono aggiunte le seguenti: «nel rispetto di quanto disposto dagli articoli 15, 16 e 26 della legge n. 300 del 1970».
1. 109. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, sostituire le parole da: culturali; «fino alla fine del comma, con le seguenti: culturali» sono aggiunte le seguenti: «e controllo del loro perimetro di sicurezza».
1. 114. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, sostituire le parole da: culturali ; «fino alla fine del comma, con le seguenti: culturali» sono aggiunte le seguenti: «e del patrimonio paesaggistico-culturale».
1. 121. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, sostituire le parole da: culturali ; «fino alla fine del comma, con le seguenti: culturali» sono aggiunte le seguenti: «e paesaggistico-culturali».
1. 116. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, sostituire le parole da: culturali ; «fino alla fine del comma, con le seguenti: culturali» sono aggiunte le seguenti: «e paesaggistici.».
*1. 11. Cominardi, Tripiedi, Dall'Osso, Lombardi, Ciprini, Chimienti, Simone Valente, Vacca, Marzana, D'Uva, Luigi Gallo, Di Benedetto, Brescia.

  Al comma 1, sostituire le parole da: culturali ; «fino alla fine del comma, con le seguenti: culturali» sono aggiunte le seguenti: «e paesaggistici.».
*1. 115. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, sostituire le parole da: culturali ; «fino alla fine del comma, con le seguenti: culturali» sono aggiunte le seguenti: «e storico-artistici».
1. 117. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, sostituire le parole da: culturali ; «fino alla fine del comma, con le seguenti: culturali» sono aggiunte le seguenti: «e storici».
1. 118. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, sostituire le parole da: culturali ; «fino alla fine del comma, con le seguenti: culturali» sono aggiunte le seguenti: «e artistici».
1. 119. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, sostituire le parole da: culturali ; «fino alla fine del comma, con le seguenti: culturali» sono aggiunte le seguenti: «e del patrimonio artistico».
1. 120. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, dopo le parole: sono aggiunte le seguenti: aggiungere le seguenti: previa valutazione obbligatoria inerente il differimento dell'astensione ad altra data,.
1. 3. Tripiedi, Dall'Osso, Lombardi, Ciprini, Chimienti, Cominardi, Simone Valente, Vacca, Marzana, D'Uva, Luigi Gallo, Di Benedetto, Brescia.

  Al comma 1, dopo le parole: sono aggiunte le seguenti: aggiungere le seguenti: fatti salvi i casi di sciopero economico – politico, essenzialmente diretto ad ottenere o impedire un intervento su materie di immediato interesse dei lavoratori, verso gli organi politici, il Governo ed il Parlamento,.
1. 4. Cominardi, Tripiedi, Dall'Osso, Lombardi, Ciprini, Chimienti, Simone Valente, Vacca, Marzana, D'Uva, Luigi Gallo, Di Benedetto, Brescia.

  Al comma 1, sostituire le parole: l'apertura al pubblico regolamentata con le seguenti: nel pieno rispetto del diritto di sciopero, l'apertura al pubblico regolamentata, previo accordo con le organizzazioni sindacali.
1. 127. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, sostituire le parole da: regolamentata fino alla fine del comma, con le seguenti: di musei e luoghi della cultura, eccetto quelli di cui all'articolo 101, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni.
1. 108. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, dopo la parola: regolamentata aggiungere le seguenti: previo accordo con le organizzazioni sindacali e le amministrazioni interessate.
1. 128. Gregori, Fassina.

  Al comma 1, sostituire le parole: di musei e altri istituti e luoghi della cultura con le seguenti: e il relativo accesso a musei, siti e spazi espositivi dei beni culturali e ambientali.
1. 26. Simonetti.

  Al comma 1, sostituire le parole: di cui all'articolo 101, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 con le seguenti: che risultino tra i primi dieci siti più visitati in Italia nella relativa rilevazione annuale dell'Istat.
1. 33. Polverini.

  Al comma 1, sostituire le parole: di cui all'articolo 101, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 con le seguenti: limitatamente ai siti che occupino mediamente non meno di venti dipendenti a tempo pieno o equivalenti.
1. 57. Polverini.

  Al comma 1, sostituire le parole: comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 con le seguenti: comma 2, lettere a), d), e) ed f), del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
1. 60. Polverini.

  Al comma 1, sostituire le parole: comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 con le seguenti: comma 2, lettere a), d), e) ed f), del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, limitatamente ai siti inclusi dall'Unesco nel Patrimonio mondiale.
1. 58. Polverini.

  Al comma 1, sostituire le parole: comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 con le seguenti: comma 2, lettere a), d), e) ed f), del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, limitatamente ai siti di proprietà pubblica.
1. 59. Polverini.

  Al comma 1, dopo le parole: n. 42 aggiungere le seguenti:, limitata ai periodi di tempo in cui, secondo quanto stabilito dagli accordi sindacali vigenti, le azioni di sciopero non possono essere effettuate.
1. 16. Chimienti, Ciprini, Cominardi, Tripiedi, Dall'Osso, Lombardi, Simone Valente, Vacca, Marzana, D'Uva, Luigi Gallo, Di Benedetto, Brescia.

  Al comma 1, dopo le parole: n. 42 aggiungere le seguenti:, limitata ai periodi di tempo stabiliti dai singoli accordi di natura contrattuale.
1. 100. Chimienti, Ciprini, Cominardi, Tripiedi, Dall'Osso, Lombardi, Simone Valente, Vacca, Marzana, D'Uva, Luigi Gallo, Di Benedetto, Brescia.

  Al comma 1, dopo le parole: n. 42 aggiungere le seguenti:, limitatamente al mese di agosto, ai giorni dal 23 dicembre al 3 gennaio e nei giorni dal giovedì antecedente la Pasqua al martedì successivo e comunque nel rispetto dell'esercizio del diritto di sciopero e di quanto pattuito in sede di contrattazione collettiva nazionale in materia di assemblea.
1. 6. Chimienti, Ciprini, Cominardi, Tripiedi, Dall'Osso, Lombardi, Simone Valente, Vacca, Marzana, D'Uva, Luigi Gallo, Di Benedetto, Brescia.

  Al comma 1, dopo le parole: n. 42 aggiungere le seguenti:, limitatamente al mese di agosto, ai giorni dal 23 dicembre al 3 gennaio e nei giorni dal giovedì antecedente la Pasqua al martedì successivo.
1. 7. Chimienti, Ciprini, Cominardi, Tripiedi, Dall'Osso, Lombardi, Simone Valente, Vacca, Marzana, D'Uva, Luigi Gallo, Di Benedetto, Brescia.

  Al comma 1, dopo le parole: n. 42, aggiungere le seguenti: fermo restando il rispetto dei diritti sindacali e quanto eventualmente disposto in materia dai contratti collettivi nazionali di riferimento.
1. 110. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, dopo le parole: n. 42 aggiungere le seguenti:, nel rispetto del diritto di sciopero e di quanto pattuito in sede di contrattazione collettiva in tema di assemblea.
1. 105. Chimienti, Ciprini, Cominardi, Tripiedi, Dall'Osso, Lombardi, Simone Valente, Vacca, Marzana, D'Uva, Luigi Gallo, Di Benedetto, Brescia.

  Al comma 1, dopo le parole: n. 42 aggiungere le seguenti:, compatibilmente con l'esercizio del diritto di sciopero.
1. 103. Chimienti, Ciprini, Cominardi, Tripiedi, Dall'Osso, Lombardi, Simone Valente, Vacca, Marzana, D'Uva, Luigi Gallo, Di Benedetto, Brescia.

  Al comma 1, dopo le parole: n. 42 aggiungere le seguenti:; in ogni caso lo sciopero costituisce un diritto di libertà, il cui esercizio non può essere limitato né può comportare alcuna sanzione da parte dell'ordinamento.
1. 5. Chimienti, Cominardi, Tripiedi, Dall'Osso, Lombardi, Ciprini, Simone Valente, Vacca, Marzana, D'Uva, Luigi Gallo, Di Benedetto, Brescia.

  Al comma 1, dopo le parole: n. 42 aggiungere le seguenti:, rinviandone la disciplina delle modalità in sede di sessione negoziale.
1. 101. Chimienti, Ciprini, Cominardi, Tripiedi, Dall'Osso, Lombardi, Simone Valente, Vacca, Marzana, D'Uva, Luigi Gallo, Di Benedetto, Brescia.

  Al comma 1, dopo le parole: n. 42, aggiungere le seguenti: previo accordo con le organizzazioni sindacali e quelle degli utenti.
1. 112. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, dopo le parole: n. 42, aggiungere le seguenti: previo parere delle organizzazioni sindacali e della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
1. 113. Fassina, Gregori.

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, al fine di rendere sostenibile la qualità dei servizi nei musei e luoghi di cultura, di cui all'articolo 101 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni, in cui si collocano flussi di visitatori superiori almeno alle 100.000 presenze, effettua un sistema di monitoraggio e valutazione, volto a programmare e indirizzare l'azione degli operatori pubblici e privati in tema di servizi essenziali al pubblico, prevedendo in particolare:
   a) le modalità di organizzazione ed erogazione di ciascun servizio;
   b) i livelli di erogazione di ciascun servizio, in termini di rappresentazione numerica o quantitativa;
   c) le dimensioni quantitative e qualitative della domanda;
   d) la capacità di ciascun servizio di generare positivi effetti di mediazione, valorizzazione e fruizione;
   e) la capacità di ciascun servizio di generare effetti positivi di crescita sociale ed economica nel contesto di riferimento;
   f) la garanzia nell'esecuzione dei servizi aggiuntivi, la trasparenza della gestione e il suo corretto ed efficace svolgimento rispetto agli obiettivi dichiarati nel progetto di servizio da parte del concessionario;
   g) la disponibilità di adeguate informazioni per sostenere un processo di costante miglioramento gestionale, nell'ottica di un dialogo costruttivo tra amministrazione e concessionario;
   h) l'applicazione trasparente ed oggettiva di penalità e premialità;
   i) l'alimentazione e il potenziamento del sistema statistico nazionale sui servizi aggiuntivi culturali.
1. 13. Ciprini, Chimienti, Cominardi, Tripiedi, Dall'Osso, Lombardi, Simone Valente, Vacca, Marzana, D'Uva, Luigi Gallo, Di Benedetto, Brescia.

  Dopo il comma 1, aggiungere i seguenti:
  1-bis. Nel rispetto delle singole autonomie, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, al fine di rendere sostenibile la qualità del servizio pubblico essenziale della fruizione di musei, biblioteche e beni librari e archivistici statali, situati nei comuni, e analoghe istituzioni dipendenti da enti locali, ecclesiastici o privati, aggiorna le forme di collaborazione, definite, ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, con appositi accordi e convenzioni, previo accordo tra i rappresentanti sindacali della parte datoriale e della parte dei lavoratori;
  1-ter. L'integrazione degli accordi e convenzioni con i soggetti privati prevede anche la fissazione di nuovi criteri ai fini della selezione dei beneficiari del sostegno pubblico da parte dello Stato, regioni e degli altri enti pubblici territoriali, di cui al comma 1 dell'articolo 113 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, previa valutazione dei seguenti risultati, anche ai fini dell'applicazione trasparente ed oggettiva di penalità e premialità:
   a) la capacità di ciascun servizio privato di generare positivi effetti di mediazione, valorizzazione e fruizione;
   b) la capacità di ciascun servizio privato di generare effetti positivi di crescita sociale ed economica nel contesto territoriale di riferimento;
   c) la garanzia nell'esecuzione dei servizi aggiuntivi, la trasparenza della gestione e il suo corretto ed efficace svolgimento rispetto agli obiettivi dichiarati nel progetto di servizio da parte del concessionario;
   d) la disponibilità di adeguate informazioni per sostenere un processo di costante miglioramento gestionale, nell'ottica di un dialogo costruttivo tra amministrazione e concessionario.
1. 15. Luigi Gallo, Chimienti, Cominardi, Simone Valente, Tripiedi, Lombardi, Ciprini, Dall'Osso, Marzana, Di Benedetto, Brescia, Vacca, D'Uva.

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, al fine di rendere sostenibile la qualità dei servizi nei musei e luoghi di cultura, di cui all'articolo 101 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni, in cui si collocano flussi di visitatori superiori almeno alle 100.000 presenze, inserisce i predetti beni in una apposita categoria al fine di incentivarne le dotazioni economiche e di personale.
1. 14. Tripiedi, Chimienti, Ciprini, Cominardi, Dall'Osso, Lombardi, Simone Valente, Vacca, Marzana, D'Uva, Luigi Gallo, Di Benedetto, Brescia.

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Ai sensi dell'articolo 102 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con gli enti locali interessati, previo parere delle organizzazioni sindacali, stabilisce i criteri attuativi delle disposizioni di cui al comma 1, nel rispetto del diritto di assemblea e del diritto di sciopero dei lavoratori.
1. 8. Chimienti, Cominardi, Tripiedi, Dall'Osso, Lombardi, Ciprini, Simone Valente, Vacca, Marzana, D'Uva, Luigi Gallo, Di Benedetto, Brescia.

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Ai sensi dell'articolo 102 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con gli enti locali interessati, previo parere delle organizzazioni sindacali, stabilisce i criteri attuativi delle disposizioni di cui al comma 1, nel rispetto del diritto di sciopero dei lavoratori.
1. 125. Fassina, Gregori.

  Dopo comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Le disposizioni di cui al comma 1 fanno salvo quanto già eventualmente disposto in materia dalla contrattazione collettiva nazionale, nell'ambito del diritto di sciopero dei lavoratori
1. 122. Fassina, Gregori.

  Dopo comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Le disposizioni di cui al comma 1 non possono in alcun modo pregiudicare quanto disposto dalla contrattazione collettiva nazionale in materia del diritto di sciopero.
1. 123. Fassina, Gregori.

  Dopo comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Le disposizioni di cui al comma 1 non possono in alcun modo pregiudicare quanto disposto dagli articoli 15, 16 e 260 della legge 20 maggio 1970, n. 300.
1. 124. Fassina, Gregori.

  Dopo comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano solo successivamente all'attivazione del meccanismo di conciliazione di cui all'articolo 8 della legge 12 giugno 1990, n. 146.
1. 126. Fassina, Gregori.

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. L'apertura di cui al comma 1 deve essere garantita con il personale preposto al medesimo servizio in forza alla data di entrata in vigore del presente decreto.
1. 29. Simonetti.

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. All'articolo 1 della legge 12 giugno 1990, n. 146, dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:
  «2-bis. Le disposizioni di cui agli articoli 8, 9 e 10 non si applicano ai prestatori di lavoro del settore dei beni culturali, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42».
1. 12. Simone Valente, Chimienti, Cominardi, Luigi Gallo, Tripiedi, Ciprini, Lombardi, Dall'Osso, Vacca, Marzana, D'Uva, Di Benedetto, Brescia.

  Dopo comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Al fine di contemperare il diritto di sciopero dei lavoratori e il diritto dell'utenza alla fruizione del patrimonio storico e artistico nazionale, i soggetti privati che operano nel settore dei beni culturali, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, stipulano appositi accordi sindacali per l'esercizio del diritto d'assemblea e di sciopero.
1. 106. Luigi Gallo, Cominardi, Chimienti, Tripiedi, Simone Valente, Dall'Osso, Lombardi, Ciprini, Vacca, Marzana, Brescia, D'Uva, Di Benedetto.

  Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:

Art. 1.1.

  1. Al fine di garantire l'efficienza e la trasparenza dell'applicazione della disciplina essenziale della pubblica fruizione del bene pubblico, la scelta di gestione dei servizi dei beni culturali, quali il servizio di bigliettazione il servizio di accoglienza, di guida e assistenza didattica, di fornitura di sussidi catalografici, audiovisivi e informatici il servizio della regolazione degli accessi, della gestione dei sistemi atti ad assicurare il mantenimento di condizioni di microclima e di luminosità idonee alla conservazione delle opere, è operata, ai sensi dell'articolo 115, comma 2, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, dagli enti titolari dei beni, eventualmente anche in forma consortile pubblica, attraverso strutture dotate di autonomia.
1. 03. Ciprini, Chimienti, Cominardi, Tripiedi, Dall'Osso, Lombardi, Luigi Gallo, Simone Valente, Vacca, Brescia, Di Benedetto, D'Uva, Marzana.

ART. 1-bis
(Clausola di neutralità finanziaria).

  Sostituirlo con il seguente:
  Art. 1-bis – 1. Per l'attuazione delle disposizioni del presente decreto le amministrazioni interessate provvedono a stanziare ulteriori risorse aggiuntive per il fondo per la tutela del patrimonio culturale di cui all'articolo 1, commi 9 e 10, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, al fine di implementare le risorse umane necessarie all'apertura di musei e altri istituti e luoghi della cultura.
1-bis. 10. Gregori, Fassina.

ART. 2.
(Entrata in vigore).

  Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Ai fini della salvaguardia della libertà dei rapporti tra datori di lavoro e lavoratori, le modalità di attuazione delle modifiche di cui al presente decreto sono comunque demandate alla negoziazione in sede di contrattazione collettiva tra Stato, enti locali, organizzazioni datoriali e organizzazioni sindacali.
2. 12. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Ai sensi degli articoli 101 e 102 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, le regioni, gli enti locali e le organizzazioni sindacali stabiliscono i criteri di attuazione delle modifiche di cui al presente decreto stabilendo con esattezza gli istituti e i luoghi della cultura di appartenenza pubblica interessati dalle suddette modifiche, fermo restando il rispetto del diritto di sciopero dei lavoratori.
2. 14. Fassina, Gregori.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Ai sensi degli articoli 101 e 102 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, previo parere delle organizzazioni sindacali, attraverso regolamenti e direttive, stabilisce i criteri di attuazione delle modifiche di cui al presente decreto stabilendo con esattezza gli istituti e i luoghi della cultura di appartenenza pubblica interessati dalle suddette modifiche, fermo restando il rispetto del diritto di sciopero dei lavoratori.
2. 15. Fassina, Gregori.

A.C. 3315-A – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 219 del 21 settembre 2015, recante «Misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione» ha come obiettivo quello di inserire tra i servizi pubblici essenziali interessati dalle norme in materia di sciopero, oltre ai servizi di vigilanza sui beni culturali, anche l'apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura;
    questa modifica nasce dalla necessità di assicurare l'accesso del pubblico al patrimonio culturale considerando questo un servizio pubblico essenziale al pari dell'istruzione, della sanità o dei trasporti dal momento che le conseguenze che l'interruzione di tale servizio può determinare coinvolgono migliaia di persone;
    l'apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura è fortemente influenzata, non solo dall'esercizio del diritto di sciopero, ma anche da croniche e diffuse carenze di personale,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di assumere misure idonee ad aumentare la disponibilità di personale impegnato nel patrimonio culturale nazionale, considerando anche la possibilità di destinare a musei e luoghi della cultura, quote significative dei giovani impegnati ogni anno nel Servizio civile nazionale.
9/3315-A/1Bossa.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione del centro storico di Urbino.
9/3315-A/2Agostinelli.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione del centro storico di Firenze.
9/3315-A/3Bonafede.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione del centro storico di Napoli.
9/3315-A/4Fico.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione delle Dolomiti.
9/3315-A/5D'Incà.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione dell'area archeologica di Agrigento.
9/3315-A/6Nuti.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione del parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, con i siti archeologici di Paestum, Padula e la Certosa di Padula.
9/3315-A/7Tofalo.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione delle città tardo barocche della Val di Noto.
9/3315-A/8Grillo.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione della Palermo Arabo/Normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale.
9/3315-A/9Villarosa.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe Roero e Monferrato.
9/3315-A/10Crippa.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione dei siti palafitticoli preistorici delle Alpi.
9/3315-A/11Alberti.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione delle Isole Eolie.
9/3315-A/12D'Uva.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione della città di Verona.
9/3315-A/13Businarolo.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione di Genova, le strade nuove e il sistema dei Palazzi dei Rolli.
9/3315-A/14Mantero.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione della costiera amalfitana.
9/3315-A/15Pisano.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione del villaggio Nuragico di Barumini.
9/3315-A/16Corda.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione della Villa Adriana di Tivoli.
9/3315-A/17Daga.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione della Cattedrale, della Torre Civica e Piazza Grande di Modena.
9/3315-A/18Ferraresi.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione dell'arte rupestre della Val Camonica.
9/3315-A/19Sorial.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione di Assisi e della Basilica di san Francesco.
9/3315-A/20Colonnese.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione delle aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata.
9/3315-A/21Silvia Giordano.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione di Portovenere, Cinque terre e Isole (Palmaria, Tino e Tinetto).
9/3315-A/22Battelli.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione dell'Orto botanico di Padova.
9/3315-A/23Brugnerotto.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione delle Necropoli Etrusche di Cerveteri e Tarquinia.
9/3315-A/24Frusone.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione della Val d'Orcia.
9/3315-A/25Petraroli.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione del Monte Etna.
9/3315-A/26Cancelleri.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione dei sacri Monti del Piemonte e della Lombardia.
9/3315-A/27Cominardi.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione dei Sassi e il Parco delle Chiese rupestri di Matera.
9/3315-A/28Liuzzi.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della nazione, modificando la legge n. 146 del 1990 riconosce «l'apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura» come servizio pubblico essenziale, assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    considerate le note problematiche relative alla fruizione del sito archeologico di Pompei connesse al suo stato di tutela e mantenimento nonché quelle più recenti relative all'Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, posizionato nel cuore archeologico della città di Roma;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale;
    rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimoni dell'umanità nonostante oramai da anni i governi succedutisi abbiano sempre più limitato le risorse destinate alla salvaguardia di questo immenso patrimonio,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che tenga conto dei cinquantuno siti italiani dichiarati patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, anche, prevedendo, tra gli altri, il rilancio e la valorizzazione dei Trulli di Alberobello.
9/3315-A/29L'Abbate.


   La Camera,
   premesso che:
    in sede di esame conversione in legge del decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione, alla legge n. 146/90 viene modificato l'articolo 1 comma 2 con cui si aggiunge «l'apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura» alle altre: sanità, istruzione, sicurezza, etc., quale servizio pubblico essenziale assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza nel tessuto socio/economico del nostro Paese e che dunque emerge l'improrogabile necessità di rilanciare la cultura e i luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale,

impegna il Governo

a favorire la fruizione del patrimonio artistico e culturale della nazione attraverso un piano nazionale di investimenti che sia anche finalizzato al rilancio dell'occupazione nel settore di riferimento.
9/3315-A/30Ciprini.


   La Camera,
   premesso che:
    premesso che in sede di esame conversione in legge del decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione, alla legge n. 146 del 1990 viene modificato l'articolo 1 comma 2 con cui si aggiunge «l'apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura» alle altre: sanità, istruzione, sicurezza, etc., quale servizio pubblico essenziale assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    tenuto conto che eventuali agitazioni sindacali che possono o meno sfociare nello sciopero, sono nella maggior parte dei casi precedute da assemblee;
    che il cosiddetto diritto di assemblea durante l'orario di lavoro comporta una sospensione del tutto limitata nel tempo (dieci ore in un anno), che viene usualmente contenuta e frazionata e che la sospensione solitamente viene indetta a fine/inizio turno, per contemperare l'interesse del datore di lavoro a contenere i disagi e l'interesse sindacale a ottenere la massima partecipazione possibile,

impegna il Governo

a porre in essere ogni utile iniziativa, anche di carattere normativo, finalizzata a rimuovere la possibilità dell'erogazione di sanzioni a danno dei lavoratori che esercitino il diritto di assemblea.
9/3315-A/31Tripiedi.


   La Camera,
   premesso che:
    premesso che in sede di esame conversione in legge del decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione, alla legge n. 146 del 1990 viene modificato l'articolo 1 comma 2 con cui si aggiunge «l'apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura» alle altre: sanità, istruzione, sicurezza, etc., quale servizio pubblico essenziale assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    tenuto conto che eventuali agitazioni sindacali che possono o meno sfociare nello sciopero, sono nella maggior parte dei casi precedute da assemblee;
    che il cosiddetto diritto di assemblea durante l'orario di lavoro comporta una sospensione del tutto limitata nel tempo (dieci ore in un anno), che viene usualmente contenuta e frazionata e che la sospensione solitamente viene indetta a fine/inizio turno, per contemperare l'interesse del datore di lavoro a contenere i disagi e l'interesse sindacale a ottenere la massima partecipazione possibile,

impegna il Governo

ad adoperarsi al fine di continuare a impedire la possibilità di erogare sanzioni a danno dei lavoratori che esercitino legittimamente il diritto di assemblea.
9/3315-A/31. (Testo modificato nel corso della seduta) Tripiedi.


   La Camera,
   premesso che:
    premesso che in sede di esame conversione in legge del decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione, alla legge n. 146 del 1990 viene modificato l'articolo 1 comma 2 con cui si aggiunge «l'apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura» alle altre: sanità, istruzione, sicurezza, e altro, quale servizio pubblico essenziale assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    tenuto conto che il comma 2 dell'articolo 12 della legge n. 146 del 1990 recita: «Non possono far parte della Commissione i parlamentari e le persone che rivestano altre cariche pubbliche elettive, ovvero cariche in partiti politici, in organizzazioni sindacali o in associazioni di datori di lavoro, nonché coloro che abbiano comunque con i suddetti organismi ovvero con amministrazioni od imprese di erogazione di servizi pubblici rapporti continuativi di collaborazione o di consulenza;
    altresì tenuto conto che alla luce delle modifiche intervenute con il decreto in esame, occorre potenziare la neutralità della Commissione di Garanzia,

impegna il Governo

a porre in essere iniziative, anche di carattere normativo, volte a stabilire l'impossibilità di far parte della Commissione di Garanzia di cui alla legge n. 146/1990 per coloro che abbiano rivestito negli ultimi cinque anni cariche governative o cariche amministrative
9/3315-A/32Dall'Osso.


   La Camera,
   premesso che:
    premesso che in sede di esame conversione in legge del decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione, alla legge n. 146 del 1990 viene modificato l'articolo 1 comma 2 con cui si aggiunge «l'apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura» alle altre; sanità, istruzione, sicurezza, e altro, quale servizio pubblico essenziale assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    tenuto conto della fondamentale esigenza di garantire la salvaguardia del dettato costituzionale in tema di diritto di sciopero, ponendo l'esercizio di tale diritto, al riparo da ulteriori interventi che possano tradire ciò che è il caposaldo della dialettica democratica tra le parti sociali;
    altresì considerata la forte deregolamentazione del mercato del lavoro già avviata dal Governo con il cosiddetto Jobs Act,

impegna il Governo

a porre in essere iniziative di carattere socio/culturale volte a riaffermare la valenza costituzionale del diritto di sciopero come principio cardine della repubblica democratica.
9/3315-A/33Chimienti.


   La Camera,
   premesso che:
    premesso che in sede di esame conversione in legge del decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione, alla legge n. 146 del 1990 viene modificato l'articolo 1 comma 2 con cui si aggiunge «l'apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura» alle altre; sanità, istruzione, sicurezza, e altro, quale servizio pubblico essenziale assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    tenuto conto della fondamentale esigenza di garantire la salvaguardia del dettato costituzionale in tema di diritto di sciopero, ponendo l'esercizio di tale diritto, al riparo da ulteriori interventi che possano tradire ciò che è il caposaldo della dialettica democratica tra le parti sociali;
    altresì considerata la forte deregolamentazione del mercato del lavoro già avviata dal Governo con il cosiddetto Jobs Act,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di porre in essere iniziative di carattere socio/culturale volte a riaffermare la valenza costituzionale del diritto di sciopero come principio cardine della repubblica democratica.
9/3315-A/33. (Testo modificato nel corso della seduta) Chimienti.


   La Camera,
   premesso che:
    premesso che in sede di esame conversione in legge del decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione, alla legge n. 146 del 1990 viene modificato l'articolo 1 comma 2 con cui si aggiunge «l'apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura» alle altre: sanità, istruzione, sicurezza, etc., quale servizio pubblico essenziale assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    tenuto conto della fondamentale esigenza di garantire la salvaguardia del dettato costituzionale in tema di diritto di sciopero, ponendo l'esercizio di tale diritto, al riparo da ulteriori interventi che possano tradire ciò che è il caposaldo della dialettica democratica tra le parti sociali;
    altresì tenuto conto dell'esigenza di un preventivo controllo quanto all'affidabilità economica ed organizzativa dei soggetti privati che operano nell'ambito della fruizione del patrimonio storico e artistico nazionale quale bene pubblico essenziale,

impegna il Governo

a prevedere, anche attraverso l'intervento normativo, che i soggetti privati che operano nel settore dei beni culturali, in quanto titolari di appalti pubblici, siano obbligatoriamente in regola con i pagamenti degli stipendi ai dipendenti, pena la risoluzione anticipata del contratto di gestione del servizio affidato.
9/3315-A/34Lombardi.


   La Camera,
   premesso che:
    premesso che in sede di esame conversione in legge del decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione, alla legge n. 146 del 1990 viene modificato l'articolo 1 comma 2 con cui si aggiunge «l'apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura» alle altre: sanità, istruzione, sicurezza, etc., quale servizio pubblico essenziale assoggettato alle disposizioni di contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero, il godimento dei diritti della persona e il mantenimento dei servizi pubblici essenziali;
    tenuto conto della fondamentale esigenza di garantire la salvaguardia del dettato costituzionale in tema di diritto di sciopero, ponendo l'esercizio di tale diritto, al riparo da ulteriori interventi che possano tradire ciò che è il caposaldo della dialettica democratica tra le parti sociali;
    altresì tenuto conto dell'esigenza di un preventivo controllo quanto all'affidabilità economica ed organizzativa dei soggetti privati che operano nell'ambito della fruizione del patrimonio storico e artistico nazionale quale bene pubblico essenziale,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, tenuto conto di quanto già previsto dalla normativa vigente in tema di appalti, di rafforzare ulteriormente gli strumenti di tutela per i lavoratori dipendenti presso soggetti privati che operano nel settore dei beni culturali, in particolare per quanto concerne il pagamento delle retribuzioni.
9/3315-A/34. (Testo modificato nel corso della seduta) Lombardi.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in esame ricomprende, tra i servizi pubblici essenziali, l'apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura;
    sono definiti istituti e luoghi della cultura tutti i musei, le biblioteche e gli archivi, le aree, i parchi archeologici e i complessi monumentali, così come stabilito dall'articolo 101 del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 «Codice dei beni culturali e del paesaggio»;
    l'articolo 101, comma 4 del citato «Codice dei beni culturali e del paesaggio» prevede che «le strutture espositive e di consultazione nonché i luoghi che appartengono a soggetti privati e sono aperti al pubblico espletano un servizio privato di utilità sociale»;
    una parte rilevante del patrimonio artistico italiano è costituito proprio da immobili storicoartistici privati i cui proprietari rendono fruibile, a tutti gli effetti beni culturali altrimenti inaccessibili per i cittadini, svolgendo anche un ruolo sociale lodevole;
    il combinato disposto dal comma 2, articolo 31 e dagli articoli 35 e 37 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 «Codice dei beni culturali e del paesaggio»; prevede lo stanziamento di contributi statali, su autorizzazione delle competenti soprintendenze, per atti di restauro ed altri interventi conservativi su beni culturali ad iniziativa del proprietario, possessore o detentore;
    il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo deve ancora versare tali contributi statali, nella cifra di circa 97 milioni di euro, ai proprietari, possessori e detentori di immobili di valore storico-artistico per lavori di restauro autorizzati e già collaudati;
    molti proprietari di immobili storico-artistici si trovano già in grave difficoltà economica per l'aumento del prelievo fiscale sugli immobili in questione,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare tutti gli opportuni interventi al fine di provvedere alla corresponsione dei rimborsi statali previsti dal decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 ai proprietari di immobili di interesse storico-artistico.
9/3315-A/35Occhiuto.


   La Camera,
   premesso che:
    valutato positivamente l'inserimento dei servizi di fruizione dei beni culturali tra quelli da fornire in via prioritaria ed essenziale al pubblico;
    ricordata l'importanza sia in termini economici sia occupazionali del settore dei beni culturali che costituisce un volano anche per molte altre attività alla luce del grande patrimonio nazionale di siti archeologici, stazioni museali, biblioteche e archivi diffusi su tutto il territorio nazionale;
    considerato che sono ancora aperte graduatorie di concorsi pubblici per posti connessi alla fruizione e valorizzazione dei beni culturali quali quelle per storici dell'arte, archeologi, archivisti e bibliotecari e che la copertura di nuovi posti consentirebbe di rendere il servizio pubblico più efficiente,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di prevedere, nei prossimi provvedimenti attinenti al personale delle Pubbliche Amministrazioni, norme che consentano di poter procedere con priorità alla copertura dei posti vacanti presso gli Enti interessati negli Uffici preposti alla gestione e fruizione dei beni culturali.
9/3315-A/36Carrescia.


   La Camera,
   considerato che con tale modifica normativa si intende includere nei servizi essenziali, per un'ordinata e proficua convivenza civile e per una promozione consapevole e produttiva del patrimonio nazionale, la fruizione dei siti storico-archeologici, dei musei e delle opere d'arte ivi custodite;
   considerato, inoltre, che l'inserimento dei servizi di fruizione dei beni culturali tra quelli da fornire in via prioritaria ed essenziale al pubblico dei cittadini dimostra la consapevolezza legislativa dell'importanza economica e occupazione dei beni culturali medesimi anche ai fini dell'impiego delle enormi competenze accumulate dai giovani, che hanno anche superato concorsi, in seguito ai quali – tuttavia – non sono stati ancora assunti,

impegna il Governo:

   a mettere in campo tutte le iniziative possibili volte a riavviare il circolo virtuoso tra fruizione e valorizzazione dei beni e delle esperienze professionali di chi lavora nel settore, auspicando un'implementazione del personale specializzato;
   di valutare l'opportunità, sia per lo Stato e per gli enti territoriali, di attingere – ai sensi delle disposizioni vigenti – alle graduatorie aperte dei concorsi, per esempio, tra gli altri, per storici dell'arte, archeologi, archivisti e bibliotecari, valutando – a tal fine – la possibilità che nei prossimi provvedimenti utili sia inserita una disposizione volta a superare eventuali residui vincoli burocratici e finanziari per le eventuali nuove assunzioni.
9/3315-A/37Giulietti.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 219 del 21 settembre 2015, recante «Misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione «ha come obiettivo quello di inserire tra i servizi pubblici essenziali interessati dalle norme in materia di sciopero, oltre ai servizi di vigilanza sui beni culturali, anche l'apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura;
   tenuto conto che la valorizzazione e ottimizzazione dei servizi attinenti i luoghi della cultura è da ritenersi di basilare importanza per le positive ricadute socio/economiche per il nostro Paese;
   rilevato che il nostro Paese è quello che attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista UNESCO quali patrimonio dell'umanità;
   preso atto dell'impegno manifestato dal Governo a incrementare i fondi sulla cultura con la legge di stabilità 2016, invertendo la tendenza alla riduzione che ha contrassegnato gli ultimi anni;
   considerato che nel 2015 ricorre il 20o anniversario dell'inserimento di «Ferrara città del Rinascimento, e il Delta del Po» nella Lista del Patrimonio mondiale dell'UNESCO;
   ricordato che l'articolo 1 della Convenzione per il Patrimonio mondiale culturale e naturale dell'UNESCO del 1972 prevede che: «Il patrimonio culturale e naturale fa parte dei beni inestimabili e insostituibili che appartengono non solo ad un singolo Stato, ma all'umanità intera. La perdita, conseguente al degrado o alla distruzione, di uno qualsiasi di questi beni assolutamente preziosi costituisce impoverimento del patrimonio di tutti i popoli del mondo. Si può attribuire, in virtù delle loro somma qualità, un valore universale eccezionale ad alcuni elementi di tale patrimonio, che, in quanto tale, meritano di essere protetti in modo particolare dai pericoli sempre crescenti che li minacciano», imponendo quindi agli Stati che vi aderiscono e che nel proprio territorio hanno beni riconosciuti di valore universale eccezionale «l'obbligo di garantire al meglio l'identificazione, la tutela, la conservazione, l'adeguata valorizzazione e la trasmissione alle future generazioni del proprio patrimonio culturale e naturale»,

impegna il Governo

a sostenere le iniziative in atto per la migliore tutela e valorizzazione, anche turistica, del sito UNESCO «Ferrara città del Rinascimento, e il Delta del Po», ai fini di un maggiore sviluppo economico, sociale e culturale del territorio, promuovendo altresì il progetto «Ducato estense».
9/3315-A/38Paola Boldrini, Bratti.


   La Camera,
   premesso che:
    nel corso del suo esame in sede referente presso la Commissione Lavoro è stata approvata la disposizione di cui all'articolo 01 che, in attuazione dell'articolo 9 della Costituzione, è tesa a far rientrare tra i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, la tutela, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano;
    al nostro Paese è universalmente riconosciuta un'incomparabile bellezza testimoniata oltrecché dalle sue caratteristiche paesaggistiche anche e soprattutto dall'inestimabile valore patrimoniale dei suoi beni culturali che conta circa 8.500 siti tra monumenti, musei ed aree archeologiche, 46.025 beni architettonici vincolati, 34.000 luoghi di spettacolo, 49 siti Unesco e centinaia di festival ed iniziative tradizionali che ogni anno animano i suoi territori, e che rappresenta un capitale economico ed un'eredità storica che ci rende unici nel panorama internazionale;
    la conservazione, la tutela e la valorizzazione di tale patrimonio storico, artistico e naturalistico oltre a rappresentare un atto di dovere verso le generazioni future, possono, rafforzando la capacità attrattiva dei nostri territori, far uscire il Paese dalle secche delle crisi e ricondurlo su un nuovo percorso di crescita sostenibile e duratura;
    quanto definito nella disposizione di cui all'articolo 01 del provvedimento evidenzia il percorso giusto e necessario del riconoscimento della bellezza italiana come valore fondamentale costituzionalmente protetto;
    probabilmente i Padri costituenti non ipotizzavano quanto sarebbe accaduto nei decenni seguenti e degli scempi che si sarebbero perpetrati su tutto il Belpaese e sul suo intrinseco ed inestimabile patrimonio artistico e architettonico. Infatti, l'intervento dell'uomo, in continua ricerca di sempre più elevati livelli di ben-avere, ha determinato una cementificazione selvaggia con grave e sempre maggior degradazione dell'ambiente naturale, ma anche altrettante, se non più gravi, modificazioni ed alterazioni delle sovrastrutture e dei beni culturali ereditati dalle generazioni precedenti, tutti fatti che rendono non più eludibile l'integrazione dei principi costituzionali con il riconoscimento della bellezza italiana tra i valori fondanti della Repubblica,

impegna il Governo

a riconoscere nel patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico del nostro Paese, identificato nella sua bellezza, un valore costitutivo fondante su cui è necessario adottare politiche attive di conservazione, tutela e promozione attraverso investimenti che consentano lo sviluppo di una economia basata sulla valorizzazione della bellezza sia in termini di attrattività economica e sociale che di elevazione dei livelli occupazionali.
9/3315-A/39Pellegrino, Realacci, Franco Bordo, Vargiu, Airaudo, Zanin, Albini, Amato, Romanini, Arlotti, Brandolin, Paola Bragantini, Becattini, Anzaldi, Ricciatti, Capone, Taricco, Ventricelli, Mariani, Fregolent, Prina, Preziosi, Pastorelli, Rizzetto, Ribaudo, Rocchi, Sbrollini, Oliverio, Benamati, Scuvera, Matarrese, Locatelli, Damiano, Placido, Duranti, Scotto, Culotta, Di Salvo, Cinzia Maria Fontana, Bruno Bossio, Albanella, Rotta, Falcone, Vecchio, Sberna.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame prevede l'inclusione nella categoria dei servizi pubblici essenziali) – soggetti a talune limitazioni in caso di sciopero – dell'apertura al pubblico di musei e dei luoghi della cultura;
    la Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali già in passato ha tentato di applicare la legge in materia di servizi pubblici essenziali anche ai servizi di fruizione del patrimonio culturale. Tuttavia, tali tentativi non sono risultati efficaci nel prevenire o contrastare fenomeni lesivi della tutela e della fruizione dei beni culturali a causa della scarsa chiarezza del dettato normativo e di comportamenti non virtuosi dei soggetti interessati;
    il ripetuto verificarsi, nelle ultime settimane, di manifestazioni sindacali e scioperi che hanno impedito l'apertura al pubblico e l'accesso ai luoghi della culture di appartenenza pubblica, compresi siti di particolare interesse culturale e attrattività turistica, ha causato un indubbio danno economico e d'immagine al sistema turistico e culturale del Paese;
   il prossimo 8 dicembre avrà inizio il Giubileo, evento che convoglierà sulla città di Roma una mole consistente di turisti e fedeli, determinando verosimilmente un incremento consistente dei flussi di visite nei principali siti d'interesse artistico-culturale della Capitale e del Paese intero;
    presso le Commissioni I e XI riunite del Senato è in corso la discussione dei disegni di legge relativi alla riforma della legge n. 146 del 1990 sull'esercizio del diritto di sciopero;
    in audizione presso le Commissioni Affari costituzionali e Lavoro lo scorso 15 ottobre il presidente della Commissione di Garanzia sugli scioperi, Roberto Alesse, ha affermato che «sarebbe necessario prevedere per legge che nel caso di grandi eventi di rilievo nazionale o internazionale, l'Autorità possa estendere l'obbligo di osservare la franchigia, periodo in cui non è possibile attuare astensioni di servizio»,

impegna il Governo:

a rafforzare, con appositi strumenti normativi e amministrativi, i poteri di controllo e di intervento preventivo dell'Autorità di garanzia sugli scioperi al fine di vigilare sulla corretta applicazione della normativa, soprattutto in occasione degli eventi giubilati, e non arrecare danni alla attrattività turistica del Paese.
9/3315-A/40Mazziotti Di Celso.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame prevede l'inclusione nella categoria dei servizi pubblici essenziali) – soggetti a talune limitazioni in caso di sciopero – dell'apertura al pubblico di musei e dei luoghi della cultura;
    la Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali già in passato ha tentato di applicare la legge in materia di servizi pubblici essenziali anche ai servizi di fruizione del patrimonio culturale. Tuttavia, tali tentativi non sono risultati efficaci nel prevenire o contrastare fenomeni lesivi della tutela e della fruizione dei beni culturali a causa della scarsa chiarezza del dettato normativo e di comportamenti non virtuosi dei soggetti interessati;
    il ripetuto verificarsi, nelle ultime settimane, di manifestazioni sindacali e scioperi che hanno impedito l'apertura al pubblico e l'accesso ai luoghi della culture di appartenenza pubblica, compresi siti di particolare interesse culturale e attrattività turistica, ha causato un indubbio danno economico e d'immagine al sistema turistico e culturale del Paese;
   il prossimo 8 dicembre avrà inizio il Giubileo, evento che convoglierà sulla città di Roma una mole consistente di turisti e fedeli, determinando verosimilmente un incremento consistente dei flussi di visite nei principali siti d'interesse artistico-culturale della Capitale e del Paese intero;
    presso le Commissioni I e XI riunite del Senato è in corso la discussione dei disegni di legge relativi alla riforma della legge n. 146 del 1990 sull'esercizio del diritto di sciopero;
    in audizione presso le Commissioni Affari costituzionali e Lavoro lo scorso 15 ottobre il presidente della Commissione di Garanzia sugli scioperi, Roberto Alesse, ha affermato che «sarebbe necessario prevedere per legge che nel caso di grandi eventi di rilievo nazionale o internazionale, l'Autorità possa estendere l'obbligo di osservare la franchigia, periodo in cui non è possibile attuare astensioni di servizio»,

impegna il Governo

ad adoperarsi al fine di garantire la corretta applicazione della normativa in materia di diritto di sciopero, in particolar modo nel corso degli eventi giubilari.
9/3315-A/40. (Testo modificato nel corso della seduta) Mazziotti Di Celso.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge all'esame contiene misure volte alla fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione;
   l'articolo 1 del decreto-legge n. 83 del 2014, convertito con modificazioni dalla legge n. 106 del 2014, ha introdotto un credito d'imposta per favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura;
   in attuazione del comma 5 del citato articolo 1 è stato predisposto un apposito portale, gestito dal MIBACT, ove sono disponibili tutte le informazioni relative ai beni finanziati dalle erogazioni liberali,

impegna il Governo

al fine di garantire la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione, attraverso il reperimento del maggior numero di risorse, a porre in essere tutte le iniziative necessarie a consentire che sul medesimo portale le associazioni culturali presenti sul territorio chiedano l'accreditamento di ulteriori siti culturali statali a cui destinare le erogazioni liberali.
9/3315-A/41Luigi Gallo.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge all'esame contiene misure volte alla fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione;
   l'articolo 1 del decreto-legge n. 83 del 2014, convertito con modificazioni dalla legge n. 106 del 2014, ha introdotto un credito d'imposta per favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura;
   in attuazione del comma 5 del citato articolo 1 è stato predisposto un apposito portale, gestito dal MIBACT, ove sono disponibili tutte le informazioni relative ai beni finanziati dalle erogazioni liberali,

impegna il Governo

al fine di garantire la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione, attraverso il reperimento del maggior numero di risorse, a semplificare ed agevolare le erogazioni liberali di cui in premessa, prevedendo la possibilità di effettuare i versamenti diretti ai siti della cultura accreditati direttamente online sul portale artbonus.gov.it.
9/3315-A/42Simone Valente.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge all'esame contiene misure volte alla fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione;
   l'effettiva fruizione del patrimonio culturale è garantita certamente anche attraverso la valorizzazione delle specifiche professionalità impegnate nel settore,

impegna il Governo

ad intervenire anche con opportune iniziative normative, al fine di riconoscere la figura professionale dell'economista della cultura, altrimenti detto manager culturale, risultante da uno specifico iter studiorum multidisciplinare, attualmente impartito dai diversi corsi di laurea magistrale, che afferiscono alla classe LM76 (ex LS 83) – scienze economiche per l'ambiente e la cultura.
9/3315-A/43Marzana.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge all'esame contiene misure volte alla fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione;
   l'effettiva fruizione del patrimonio culturale è garantita certamente anche attraverso la valorizzazione delle specifiche professionalità impegnate nel settore,

impegna il Governo

a valutare, d'intesa con il MIUR, l'opportunità di intervenire anche con opportune iniziative normative, al fine di riconoscere la figura professionale dell'economista della cultura, altrimenti detto manager culturale, risultante da uno specifico iter studiorum multidisciplinare, attualmente impartito dai diversi corsi di laurea magistrale, che afferiscono alla classe LM76 (ex LS 83) – scienze economiche per l'ambiente e la cultura.
9/3315-A/43. (Testo modificato nel corso della seduta) Marzana.


   La Camera,
   premesso che:
    gli affreschi rinvenuti nel 1857 nella tomba «François» a Vulci, nel territorio del comune di Canino, sono considerati unanimemente dalla comunità scientifica internazionale una delle testimonianze più grandiose e significative della civiltà etrusca;
    tali affreschi furono rimossi poco dopo la loro scoperta dai Torlonia, allora proprietari del fondo e furono trasportati a Roma in delle sedi della famiglia;
    questi preziosi reperti non sono mai stati resi liberamente fruibili al pubblico e alla comunità scientifica eccetto quelli messi in mostra presso il Castello di Vulci per alcuni mesi nel corso dell'anno 2004;
    la sentenza della Corte di cassazione nn. 2284, Sez. III penale del 27 aprile 1979 censura il comportamento dei Torlonia in merito alla conservazione degli affreschi e di tutta la collezione d'arte, concludendo che «un simile tesoro d'arte va difeso con la rigorosa applicazione delle leggi» e che «il privato che abbia disperso o distrutto una cosa artisticamente protetta, e che non sia quindi suscettibile di riduzione in pristino, è condannato al pagamento in favore dello Stato di una somma pari al valore della cosa perduta o della diminuzione di valore subita per effetto del suo comportamento»;
    la sentenza in parola è rimasta incredibilmente inapplicata e risulta all'interrogante che gli affreschi giacciono ancora oggi ammassati insieme ad altre opere d'arte nello stesso seminterrato del palazzo in cui furono trasferiti;
    il codice dei Beni culturali e del Paesaggio (decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) all'articolo 20 comma 1 stabilisce che «I beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione»;
    gli affreschi della tomba François appartengono idealmente alla comunità di Canino e il loro trasferimento ed esposizione nei luoghi d'origine costituirebbe anche un grande volano per lo sviluppo del turismo del territorio,

impegna il Governo

in ottemperanza alla sentenza di cui in premessa e a quanto disposto dal codice dei beni culturali, ad intraprendere ogni utile azione affinché l'inestimabile opera d'arte sia non soltanto resa pienamente fruibile da parte di tutti i cittadini ma sia conservata in modo adeguato e opportunamente valorizzata anche presso il suo trasferimento nel luogo di origine.
9/3315-A/44Massimiliano Bernini.


   La Camera,
   premesso che:
    gli affreschi rinvenuti nel 1857 nella tomba «François» a Vulci, nel territorio del comune di Canino, sono considerati unanimemente dalla comunità scientifica internazionale una delle testimonianze più grandiose e significative della civiltà etrusca;
    tali affreschi furono rimossi poco dopo la loro scoperta dai Torlonia, allora proprietari del fondo e furono trasportati a Roma in delle sedi della famiglia;
    questi preziosi reperti non sono mai stati resi liberamente fruibili al pubblico e alla comunità scientifica eccetto quelli messi in mostra presso il Castello di Vulci per alcuni mesi nel corso dell'anno 2004;
    la sentenza della Corte di cassazione nn. 2284, Sez. III penale del 27 aprile 1979 censura il comportamento dei Torlonia in merito alla conservazione degli affreschi e di tutta la collezione d'arte, concludendo che «un simile tesoro d'arte va difeso con la rigorosa applicazione delle leggi» e che «il privato che abbia disperso o distrutto una cosa artisticamente protetta, e che non sia quindi suscettibile di riduzione in pristino, è condannato al pagamento in favore dello Stato di una somma pari al valore della cosa perduta o della diminuzione di valore subita per effetto del suo comportamento»;
    la sentenza in parola è rimasta incredibilmente inapplicata e risulta all'interrogante che gli affreschi giacciono ancora oggi ammassati insieme ad altre opere d'arte nello stesso seminterrato del palazzo in cui furono trasferiti;
    il codice dei Beni culturali e del Paesaggio (decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) all'articolo 20 comma 1 stabilisce che «I beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione»;
    gli affreschi della tomba François appartengono idealmente alla comunità di Canino e il loro trasferimento ed esposizione nei luoghi d'origine costituirebbe anche un grande volano per lo sviluppo del turismo del territorio,

impegna il Governo

in ottemperanza alla sentenza di cui in premessa e a quanto disposto dal codice dei beni culturali, ad intraprendere ogni utile azione affinché l'inestimabile opera d'arte sia non soltanto resa pienamente fruibile da parte di tutti i cittadini ma sia conservata in modo adeguato e opportunamente valorizzata.
9/3315-A/44. (Testo modificato nel corso della seduta) Massimiliano Bernini.


   La Camera,
   premesso che:
    dai prossimi giorni rischiano la chiusura ai visitatori sino alla fine dell'anno il complesso nuragico di Barumini, i musei di Carbonia e Sant'Antioco, ma anche l'Anfiteatro romano di Cagliari, i poli culturali di Santa Cristina e Villanova Grande e tanti altri complessi museali e archeologici dell'isola;
    lo denuncia l'Agci Sardegna (Associazione generale delle cooperative italiane) che raggruppa oltre la metà delle cooperative impegnate nella gestione dei siti e dei musei sardi;
    i comuni stanno inviando alle cooperative le lettere di preavviso di chiusura del servizio per la mancanza di risorse;
    tutto questo perché la regione non riceve nessun tipo di stanziamento per questo tipo di servizio da parte dello Stato e lo Stato stesso non reinveste gli introiti della gestione culturale a tutti i livelli nella tutela e valorizzazione della civiltà nuragica;
    lo stanziamento per il 2015 è stato di 14 milioni 650 mila euro, ma per garantire l'apertura nei 12 mesi servono circa 17 milioni;
    rischiano di non ricevere due mesi di stipendio oltre 600 lavoratori impiegati nella gestione del nostro patrimonio culturale della Sardegna;
    è indispensabile intervenire con urgenza al fine di evitare azioni di protesta dure e a grave impatto sulla valorizzazione del bene archeologico;
    è indispensabile che nell'ambito della valorizzazione e tutela del patrimonio archeologico nuragico sardo e di siti di primaria importanza il Governo trovi le giuste intese con la regione sarda per scongiurare la chiusura di questi siti,

impegna il Governo:

   a promuovere un'immediata intesa con la regione Sardegna per scongiurare la chiusura dei siti archeologici nuragici della Sardegna;
   a rinvenire le risorse necessarie per dare copertura finanziaria alle esigenze gestionali per il 2015 e gli anni prossimi dei siti nuragici richiamati e non solo.
9/3315-A/45Pili.


   La Camera,
   premesso che:
    dai prossimi giorni rischiano la chiusura ai visitatori sino alla fine dell'anno il complesso nuragico di Barumini, i musei di Carbonia e Sant'Antioco, ma anche l'Anfiteatro romano di Cagliari, i poli culturali di Santa Cristina e Villanova Grande e tanti altri complessi museali e archeologici dell'isola;
    lo denuncia l'Agci Sardegna (Associazione generale delle cooperative italiane) che raggruppa oltre la metà delle cooperative impegnate nella gestione dei siti e dei musei sardi;
    i comuni stanno inviando alle cooperative le lettere di preavviso di chiusura del servizio per la mancanza di risorse;
    tutto questo perché la regione non riceve nessun tipo di stanziamento per questo tipo di servizio da parte dello Stato e lo Stato stesso non reinveste gli introiti della gestione culturale a tutti i livelli nella tutela e valorizzazione della civiltà nuragica;
    lo stanziamento per il 2015 è stato di 14 milioni 650 mila euro, ma per garantire l'apertura nei 12 mesi servono circa 17 milioni;
    rischiano di non ricevere due mesi di stipendio oltre 600 lavoratori impiegati nella gestione del nostro patrimonio culturale della Sardegna;
    è indispensabile intervenire con urgenza al fine di evitare azioni di protesta dure e a grave impatto sulla valorizzazione del bene archeologico;
    è indispensabile che nell'ambito della valorizzazione e tutela del patrimonio archeologico nuragico sardo e di siti di primaria importanza il Governo trovi le giuste intese con la regione sarda per scongiurare la chiusura di questi siti,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di promuovere un'immediata intesa con la regione Sardegna e a intervenire nel quadro delle compatibilità della finanza pubblica.
9/3315-A/45. (Testo modificato nel corso della seduta)  Pili.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1-bis del decreto-legge «Disposizioni urgenti per la fruizione del patrimonio storico artistico della Nazione», reca una clausola di neutralità finanziaria;
    il presente decreto-legge contiene un indubbio aggravio del carico di lavoro del personale dei musei e dei luoghi di cultura, che non può avvenire pesando sulla situazione già precaria dei lavoratori del mondo della cultura, non può quindi avvenire a saldo zero, visto che vengono oggettivamente aumentati i carichi di lavoro;
    la neutralità finanziaria dunque si applica sulla base del presupposto che, ad un aumento del carico di lavoro, dovrebbero corrispondere ulteriori risorse aggiuntive per implementare le risorse necessarie all'apertura di musei e altri luoghi di cultura,

impegna il Governo

ad uno stanziamento di risorse aggiuntive stabili e durature, già nelle more della Legge di stabilità 2016 al Fondo per la tutela del patrimonio culturale, di cui all'articolo 1, comma 9 e 10, della legge n. 190 del 2014, al fine di implementare le risorse umane necessarie all'apertura di musei e altri istituti e luoghi della cultura.
9/3315-A/46Gregori, Fassina.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1-bis del decreto-legge «Disposizioni urgenti per la fruizione del patrimonio storico artistico della Nazione», reca una clausola di neutralità finanziaria;
    il presente decreto-legge contiene un indubbio aggravio del carico di lavoro del personale dei musei e dei luoghi di cultura, che non può avvenire pesando sulla situazione già precaria dei lavoratori del mondo della cultura, non può quindi avvenire a saldo zero, visto che vengono oggettivamente aumentati i carichi di lavoro;
    la neutralità finanziaria dunque si applica sulla base del presupposto che, ad un aumento del carico di lavoro, dovrebbero corrispondere ulteriori risorse aggiuntive per implementare le risorse ne cessarie all'apertura di musei e altri luoghi di cultura,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di uno stanziamento di risorse aggiuntive stabili e durature, già nelle more della Legge di stabilità 2016 al Fondo per la tutela del patrimonio culturale, di cui all'articolo 1, comma 9 e 10, della legge n. 190 del 2014, al fine di implementare le risorse umane necessarie all'apertura di musei e altri istituti e luoghi della cultura.
9/3315-A/46. (Testo modificato nel corso della seduta) Gregori, Fassina.