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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Giovedì 30 luglio 2015

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 30 luglio 2015.

  Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Boccia, Bonafede, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Businarolo, Caparini, Casero, Castiglione, Cicchitto, Costa, Covello, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Menech, De Micheli, Del Basso de Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Dieni, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Ferrara, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Fraccaro, Franceschini, Galati, Garofani, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gitti, Gozi, Guerra, La Russa, Lauricella, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Mazziotti Di Celso, Merlo, Meta, Migliore, Nicoletti, Orlando, Pes, Piccoli Nardelli, Piepoli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rossomando, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Sereni, Speranza, Tabacci, Tofalo, Velo, Vignali, Villecco Calipari, Vitelli, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 29 luglio 2015 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   GREGORI ed altri: «Istituzione della figura professionale di operatore socio-sanitario» (3263);
   FABBRI ed altri: «Disposizioni in materia di acquisto della cittadinanza da parte del minore straniero adottando» (3264);
   ROMANINI ed altri: «Disposizioni in materia di produzione e vendita del pane» (3265).

  Saranno stampate e distribuite.

Trasmissione dal Consiglio di Stato.

  Il Presidente del Consiglio di Stato, con lettera in data 28 luglio 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 53-bis, comma 1, della legge 27 aprile 1982, n. 186, il conto finanziario del Consiglio di Stato e dei tribunali amministrativi regionali per l'anno 2014, corredato della relazione illustrativa, approvato in data 19 giugno 2015.

  Questa documentazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 24 luglio 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), per l'esercizio 2013. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 312).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 24 luglio 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di ANAS Spa, per l'esercizio 2013. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 313).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  Il Consiglio dell'Unione europea, in data 27 luglio 2015, ha trasmesso una nota informativa concernente i risultati della prima lettura del Parlamento europeo relativamente alla proposta modificata di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio COM(2015) 49 final, che stabilisce le procedure dell'Unione nel settore della politica commerciale comune al fine di garantire l'esercizio dei diritti dell'Unione nell'ambito delle norme commerciali internazionali, in particolare di quelle istituite sotto gli auspici dell'Organizzazione mondiale del commercio (codificazione) (10624/15), già assegnata, in data 10 febbraio 2015, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla X Commissione (Attività produttive), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  La Commissione europea, in data 29 luglio 2015, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione che l'Unione europea deve adottare nell'ambito del consiglio di stabilizzazione e di associazione istituito dall'accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina dall'altra, in merito a una decisione del consiglio di stabilizzazione e di associazione che adotta il suo regolamento interno (COM(2015) 368 final), corredata dai relativi allegati (COM(2015) 368 final – Annex 1 e COM(2015) 368 final – Annex 2), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 866/2004 relativo ad un regime ai sensi dell'articolo 2 del protocollo n. 10 dell'atto di adesione per quanto riguarda le merci oggetto dei regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari (COM(2015) 380 final), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 28 luglio 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Richiesta di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, con lettera in data 30 luglio 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 17 ottobre 1996, n. 534, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale recante la tabella delle istituzioni culturali da ammettere al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2015-2017 (197).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VII Commissione (Cultura), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 19 agosto 2015.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

DISEGNO DI LEGGE: S. 1997 — CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 8 LUGLIO 2015, N. 99, RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI PER LA PARTECIPAZIONE DI PERSONALE MILITARE ALL'OPERAZIONE MILITARE DELL'UNIONE EUROPEA NEL MEDITERRANEO CENTROMERIDIONALE DENOMINATA EUNAVFOR MED (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 3249)

A.C. 3249 – Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sugli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1.

A.C. 3249 – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

PARERE CONTRARIO

sugli emendamenti 1.10, 1.55, 1.60, 1.68, 1.70, 1.71, 1.80, 1.81, 1.82, 1.83, 1.84, 1.85, 1.86, 1.87, 1.88, 1.89, 1.90, 1.91, 1.92, 1.93, 1.94, 1.95, 1.96, 1.97, 1.98, 1.99, 1.100, 1.101, 1.102, 1.103, 1.104, 1.105, 1.106, 1.107, 1.109, 1.110, 1.111, 1.112, 1.114 e 1.115, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura;

NULLA OSTA

sulle restanti proposte emendative.

A.C. 3249 – Articolo unico

ARTICOLO UNICO DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE NEL TESTO DELLE COMMISSIONI IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 1.

  1. È convertito in legge il decreto-legge 8 luglio 2015, n. 99, recante disposizioni urgenti per la partecipazione di personale militare all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale denominata EUNAVFOR MED.
  2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO DEL GOVERNO

Art. 1.
(Partecipazione all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale).

  1. È autorizzata, a decorrere dal 27 giugno 2015 e fino al 30 settembre 2015, la spesa di euro 26.000.000 per la partecipazione di personale militare all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale denominata EUNAVFOR MED, di cui alla decisione PESC/2015/778 del Consiglio, del 18 maggio 2015.
  2. All'operazione militare di cui al comma 1 si applicano:
   a) le disposizioni in materia di personale di cui all'articolo 15, comma 4, del decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 aprile 2015, n. 43, all'articolo 3, comma 8, della legge 3 agosto 2009, n. 108, e agli articoli 3, 5, comma 1, lettere b) e c), e 13 del decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n. 15;
   b) le disposizioni in materia penale di cui all'articolo 5, commi 1, 2 e 3, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, e all'articolo 4, commi 1-sexies e 1-septies, del decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197;
   c) le disposizioni in materia contabile di cui all'articolo 5, commi 1 e 2, del decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197.

  3. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente decreto, pari a euro 26.000.000 per l'anno 2015, si provvede:
   a) quanto a euro 19.000.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 1240, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni;
   b) quanto a euro 7.000.000, mediante utilizzo delle somme relative ai rimborsi corrisposti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, quale corrispettivo di prestazioni rese dalle Forze armate italiane nell'ambito delle operazioni internazionali di pace, di cui all'articolo 8, comma 11, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, che alla data di entrata in vigore del presente decreto, non sono ancora riassegnate al fondo di cui all'articolo 1, comma 1240, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e che restano acquisite all'entrata del bilancio dello Stato.

  4. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 2.
(Entrata in vigore).

  1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

A.C. 3249 – Proposte emendative

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO UNICO DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE

  Sopprimerlo.
*Dis. 1. 1. Duranti, Scotto, Palazzotto, Piras.

  Sopprimerlo.
*Dis. 1. 50. Manlio Di Stefano.

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE AGLI ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE

ART. 1.
(Partecipazione all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale).

  Sostituire i commi 1 e 2 con il seguente:
  1. È autorizzata, a decorrere dal 27 giugno 2015 e fino al 30 settembre 2015, la spesa di euro 26.000.000 per la partecipazione di personale militare a una missione nel Mar Mediterraneo con compiti di ricerca e soccorso in mare dei profughi che scappano dai conflitti.
1. 10. Scotto, Duranti, Palazzotto, Piras.
(Inammissibile)

  Al comma 1, sostituire le parole: 30 settembre con le seguenti: 31 agosto.
1. 50. Busto.

  Al comma 1, sostituire le parole: 30 settembre con le seguenti: 10 settembre.
1. 53. Dadone.

  Al comma 1, sostituire le parole: 30 settembre con le seguenti: 15 settembre.
1. 51. Nicola Bianchi.

  Al comma 1, sostituire le parole: 30 settembre con le seguenti: 20 settembre.
1. 54. Cancelleri.

  Al comma 1, sostituire le parole: 30 settembre con le seguenti: 27 settembre.
1. 52. Cominardi.

  Al comma 1, dopo le parole: personale militare aggiungere le seguenti: e civile.

  Conseguentemente:
   al comma 2, alinea, dopo la parola:
militare aggiungere le seguenti: e civile;
   alla rubrica, dopo la parola: militare aggiungere le seguenti: e civile
1. 55. Ciprini, Battelli, Tripiedi.

  Al comma 1, dopo la parola: europea aggiungere le seguenti: di contrasto delle reti del traffico e della tratta di esseri umani.

  Conseguentemente, alla rubrica, dopo la parola: europea aggiungere le seguenti: di contrasto delle reti del traffico e della tratta di esseri umani.
1. 56. Daga, Baroni.

  Al comma 1, sostituire le parole da: alla decisione fino alla fine del comma, con le seguenti: alle decisioni PESC/2015/778 del Consiglio del 18 maggio 2015, PESC/2015/958 del Comitato politico e di sicurezza del 17 giugno 2015 e PESC/2015/972 del Consiglio del 22 giugno 2015.
1. 57. Colletti.

  Al comma 1, sostituire le parole da: alla decisione fino alla fine del comma, con le seguenti: alle decisioni PESC/2015/778 del Consiglio del 18 maggio 2015 e PESC/2015/958 del Comitato politico e di sicurezza del 17 giugno 2015.
1. 58. Cozzolino.

  Al comma 1, sostituire le parole da: alla decisione fino alla fine del comma, con le seguenti: alle decisioni PESC/2015/778 del Consiglio del 18 maggio 2015 e PESC/2015/972 del Consiglio del 22 giugno 2015.
1. 59. D'Uva.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, i seguenti periodi: A tale operazione può partecipare altresì personale civile. Tale personale è scelto tra le organizzazioni non governative riconosciute dal Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale.
1. 60. Spadoni.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: È comunque esclusa la partecipazione delle Forze armate italiane a operazioni militari nel territorio di un Paese di cui l'Italia è stata colonizzatore.
1. 61. Sibilia.

  Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. All'adozione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU o dell'avvenuto consenso dello Stato costiero interessato di cui all'articolo 2, paragrafo 2, lettera b), punto ii) – seconda fase – e c) – terza fase – della decisione PESC/2015/778 del 18 maggio 2015, la partecipazione dell'Italia alla missione in oggetto, purché compatibile con le disposizioni sancite dall'articolo 11 della Costituzione, deve essere preventivamente approvata con voto delle Camere.
1. 2. Frusone.

  Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. All'approvazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU o dell'avvenuto consenso dello Stato costiero interessato di cui all'articolo 2, paragrafo 2, lettera b), punto ii) – seconda fase – e c) – terza fase – della decisione PESC/2015/778 del 18 maggio 2015, la missione internazionale deve realizzarsi sotto l'egida dell'Organizzazione delle Nazioni Unite anche con eventuale partecipazione di forze armate di Paesi non aderenti all'Unione europea
1. 62. Scagliusi.

  Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. L'eventuale consenso dello Stato costiero interessato di cui all'articolo 2, paragrafo 2 , lettera v) punto ii) – seconda fase – e c) – terza fase – della decisione PESC/2015/778 del 18 maggio 2015, deve essere effettiva espressione di un processo di unità nazionale e di pacificazione dello Stato in questione e non solo del Governo riconosciuto dalla comunità internazionale.
1. 63. Corda.

  Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. Nell'azione di contrasto e di smantellamento delle reti di traffico e della tratta di esseri umani di cui alla decisione PESC/2015/778, il soccorso e la distribuzione degli aiuti umanitari avviene tramite l'utilizzo delle agenzie dell'Organizzazione delle Nazioni Unite preposte e delle organizzazioni non governative, comprese quelle italiane, preventivamente autorizzate allo scopo.
1. 66. Del Grosso.

  Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. Il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008, ratificato con la Legge 6 febbraio 2009, n. 7, è sospeso
1. 64. Grande.

  Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
  1-bis. Dal 1 settembre 2015, le unità navali della Marina Militare italiana attualmente impegnate nella missione Active Endeavour, entrano a tutti gli effetti a far parte della missione EUNAVFOR MED.
1. 67. Tofalo.

   Al comma 2, sopprimere la lettera a).
1. 68. Lombardi.

   Al comma 2, sopprimere la lettera b).
1. 69. Bonafede.

   Al comma 2, sopprimere la lettera c).
1. 70. Chimienti.

  Al comma 2, dopo la lettera b) aggiungere la seguente:
   b-bis) Nei casi previsti dall'articolo 4, comma 1-septies, del decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, è riconosciuta, in favore delle eventuali vittime del reato, una somma a titolo di risarcimento danni.
1. 71. Sarti.

  Dopo l'articolo 1 aggiungere il seguente:
  Art. 1-bis(Obiettivi della missione EUNAVFOR MED). – 1. L'operazione EUNAVFOR MED intende contribuire al contrasto al business dei trafficanti di uomini nel Mediterraneo nel quadro di un approccio complessivo dell'Unione europea che include, sul fronte dell'azione esterna, le seguenti azioni:
   a) rafforzamento della partnership con l'Unione Africana e con le organizzazioni regionali africane, con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori, con l'Organizzazione internazionale per le Migrazioni e l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite;
   b) sostegno dell'Unione europea ai processi di Rabat e Khartoum;
   c) accresciuta presenza dell'Unione europea nel Mediterraneo, tramite le operazioni Triton e Poseidon di FRONTEX nel Mediterraneo;
   d) accresciuto sostegno alla gestione dei confini nella regione, anche attraverso missioni PSDC, in particolare rafforzando EUCAP SAHEL Niger;
   e) affrontare le cause remote (povertà, crisi e conflitti) anche tramite il miglioramento delle situazioni della sicurezza, umanitarie e dei diritti umani e delle condizioni socio-economiche nei Paesi di origine;
   f) cooperazione con i Paesi di transito per il controllo dei flussi e per un contrasto efficace dei trafficanti;
   g) costruzione di capacità nei Paesi di origine e di transito che consentano alle autorità locali di affrontare la questione in maniera più efficace.
1. 72. Paolo Bernini.

  Dopo l'articolo 1 aggiungere il seguente:
  Art. 1-bis. – (Mandato della missione EUNAVFOR MED). – 1. Il mandato di EUNAVFOR MED, è definito dall'articolo 2 della decisione PESC/2015/778, prevedendo tre successive fasi operative:
   a) individuazione e monitoraggio delle reti di migrazione attraverso la raccolta di informazioni e il pattugliamento in alto mare;
   b) i) fermi, ispezioni, sequestri e dirottamenti in alto mare di imbarcazioni sospette; ii) fermi, ispezioni, sequestri e dirottamenti, in alto mare o nelle acque territoriali e interne di uno Stato costiero, di imbarcazioni sospette, conformemente alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite applicabili o al consenso dello Stato costiero interessato;
   c) adozione di tutte le misure necessarie nei confronti delle imbarcazioni sospette, ivi compresa la possibilità di metterle fuori uso o renderle inutilizzabili, nel territorio dello stato costiero interessato, conformemente alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite applicabili o al consenso dello Stato costiero interessato.
1. 73. Di Battista.

  Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
  2-bis. La Presidenza del Consiglio dei ministri, nell'ambito delle usuali comunicazioni nel rispetto delle disposizioni indicate all'articolo 8, comma 2, della legge n. 124 del 2007, ogni sessanta giorni trasmette al COPASIR una relazione dettagliata sulle operazioni di monitoraggio e raccolta informazioni poste in essere nell'ambito dell'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale (EUNAVFOR MED).
1. 116. Artini, Baldassarre, Barbanti, Bechis, Mucci, Prodani, Rizzetto, Segoni, Turco.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 5.000.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 2.000.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 169, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 80. Sorial.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 5.000.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 2.000.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 318, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 81. Crippa.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.000.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 1.000.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 169, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 82. Castelli.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.000.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 1.000.000, mediante le risorse di cui all'articolo 1, comma 184, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 83. Micillo.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.000.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 1.000.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 194, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 84. Fantinati.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.000.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 1.000.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 318, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 85. Da Villa.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.000.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 1.000.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 531, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 86. Grillo.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.200.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 800.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 169, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 87. Colonnese.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.200.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 800.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 318, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 88. Brescia.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.200.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 800.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 531, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 89. Parentela.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.250.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 750.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 190, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 90. Dieni.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.250.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 750.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 194, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 91. Dell'Orco.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.250.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 750.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 315, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 92. Cecconi.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.300.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 700.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 169, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 93. Pesco.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.400.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 600.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 318, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 94. Massimiliano Bernini.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.400.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 600.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 531, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 95. Terzoni.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.500.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 500.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 169, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 96. Mantero.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.500.000.

Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 500.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 181, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 97. Villarosa.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.500.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 500.000, mediante le risorse di cui all'articolo 1, comma 184, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 98. Nuti.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.500.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 500.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 190, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 99. Fraccaro.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.500.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 500.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 194, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 100. De Lorenzis.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.500.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 500.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 315, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 101. De Rosa.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.500.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 500.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 318, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 102. Carinelli.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.500.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 500.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 531, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 103. Vignaroli.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.600.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 400.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 181, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 104. Zolezzi.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.700.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 300.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 181, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 105. Toninelli.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.750.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 250.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 181, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 106. Pisano.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.750.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 250.000, mediante le risorse di cui all'articolo 1, comma 184, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 107. Ferraresi.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.750.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 250.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 189, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 108. Gallinella.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.750.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 250.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 194, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 109. D'Ambrosio.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.750.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 250.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 318, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 110. Gagnarli.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.750.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) l'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 361, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, è ulteriormente ridotta di euro 250.000.
1. 111. Silvia Giordano.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.800.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 200.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 156, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 112. Cariello.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.850.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 150.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307, per l'anno 2015.
1. 113. Vallascas.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.900.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 100.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 156, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 114. Brugnerotto.

  Al comma 3, lettera b), sostituire le parole: euro 7.000.000 con le seguenti: euro 6.900.000.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
   b-bis) quanto a euro 100.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa per l'anno 2015 di cui all'articolo 1, comma 162, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
1. 115. Caso.

A.C. 3249 – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,
   premesso che:
    l'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo Centro Meridionale – EUNAVFOR MED – è finalizzata a smantellare con l'adozione di misure conformi al diritto internazionale applicabile, incluse l'UNCLOS e le Risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il business delle reti del traffico e della tratta di esseri umani mediante l'individuazione, il fermo e l'eliminazione delle imbarcazioni e dei mezzi usati o sospettati di essere impiegati dai trafficanti;
    il mandato di EUNAVFOR MED, come definito dall'articolo 2 della Decisione (PESC) 2015/778 del Consiglio dell'Unione europea, prevede diverse fasi operative;
    ancora non sono state emanate le Risoluzioni delle Nazioni Unite previste dalla decisione PESC senza le quali le operazioni rischiano di fatto di entrare in una fase di stallo,

impegna il Governo

ad attivarsi, sia in sede europea sia in sede ONU, affinché la missione EUNAVFOR MED sia attuabile in tutte le fasi di cui all'articolo 2, paragrafo 2, della decisione PESC/2015/778 del Consiglio del 18 maggio 2015.
9/3249/1Carrescia.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge n. 99 del 2015 autorizza a decorrere dal 27 giugno 2015 e fino al 30 settembre 2015, la spesa di euro 26.000.000 per la partecipazione di personale militare all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo Centromeridionale denominata EUNAVFOR MED, approvata dal Consiglio dell'Unione europea il 18 maggio 2015 con decisione PESC 2015/778 e avviata con decisione dello stesso Consiglio PESC 2015/972 del 22 giugno 2015;
    con tale operazione, secondo quanto recita la decisione PESC 2015/778, «l'Unione conduce un'operazione di gestione militare della crisi che contribuisce a smantellare il modello di business delle reti di traffico e della tratta di esseri umani nel Mediterraneo Centromeridionale, realizzata adottando misure sistematiche per individuare, fermare e mettere fuori uso imbarcazioni e mezzi usati o sospettati di essere usati dai passatori o dai trafficanti, in conformità del diritto internazionale applicabile, incluse l'UNCLOS e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite»;
    quanto al mandato, di cui all'articolo 2 della medesima decisione, EUNAVFOR MED opera conformemente agli obiettivi politici, strategici e politico-militari figuranti nel concetto di gestione della crisi approvato dal Consiglio ed è condotta in tre fasi successive e in conformità con il diritto internazionale;
    nella prima fase, attualmente in corso, si procederà all'individuazione ed al monitoraggio delle reti di migrazione attraverso la raccolta di informazioni e il pattugliamento in alto mare; nella seconda fase potranno essere effettuati, alle condizioni previste dal diritto internazionale, fermi, ispezioni, sequestri e dirottamenti in alto mare di imbarcazioni sospettate di essere usate per il traffico e la tratta di esseri umani e, conformemente alle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite o al consenso dello Stato costiero interessato, nelle acque territoriali e interne di tale Stato; nella terza fase, infine, sempre in conformità con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite o con il consenso dello Stato costiero interessato, potranno essere adottate tutte le misure necessarie nei confronti delle imbarcazioni e relativi mezzi sospettati di essere usati per il traffico e la tratta di esseri umani, nel territorio di tale Stato, anche mettendoli fuori uso o rendendoli inutilizzabili;
    richiamate, inoltre, le comunicazioni del Governo, rese il 25 giugno scorso davanti alle Commissioni difesa della Camera e del Senato, sulla partecipazione dell'Italia all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo Centro Meridionale, in cui è emerso come l'operazione EUNAVFOR MED sia stata deliberata in sede europea ad esito del dell'impegno costante e di lunga durata profuso dal nostro Paese, da ultimo con la missione Mare Sicuro, a tutela della vita dei migranti e profughi in mare, grazie alla predisposizione di articolati dispositivi di ricerca e soccorso in mare attraverso cui si è provveduto al salvataggio di migliaia di naufraghi migranti e profughi di guerre, torture, gravi carestie e vittime della tratta di esseri umani, provenienti per lo più dall'area subsahariana ma sempre più anche dai Paesi – Siria e Iraq – colpiti dall'aggressione del terrorismo radicale del Daesh;
    da tale impegno è derivato il rafforzamento dell'azione dell'agenzia FRONTEX, con il noto incremento dell'attività dell'operazione TRITON. Successivamente, su proposta dell'Alta Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il Consiglio europeo ha ribadito, il 20 aprile scorso, il forte impegno ad agire al fine di evitare tragedie umane derivanti dal traffico di esseri umani attraverso il Mediterraneo, pervenendo, poi, alla decisione assunta lo scorso 18 maggio;
    in merito all'avverarsi delle condizioni necessarie per il passaggio alle fasi successive alla prima nella gestione del mandato di EUNAVFOR MED, quanto alla risoluzione delle Nazioni Unite, presentata dall'Italia al Consiglio di Sicurezza per il tramite del Regno Unito, essa potrà includere la considerazione di un più ampio contesto geopolitico regionale;
    quanto alla condizione alternativa del consenso dello Stato costiero, essa chiama in causa il negoziato in corso, condotto dal Rappresentante Speciale dell'ONU Bernardino Leon, per la formazione di un governo di unità nazionale in Libia, da cui solo potrà dipendere l'espressione di un consenso unitario;
    in entrambi i casi, come anche emerso nel corso dell'esame in sede referente e condiviso dai gruppi di maggioranza e di opposizione, si tratterebbe di eventi così importanti che necessariamente richiederebbero soprattutto nel nostro Paese una riflessione approfondita in sede politica, in stretta sinergia interistituzionale tra Governo e Parlamento, per una valutazione sul nuovo contesto;
    ciò è stato peraltro prospettato in occasione dell'audizione della Ministra della difesa, Roberta Pinotti, presso la Commissione Affari costituzionali del Senato del 21 luglio 2015 nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui temi dell'immigrazione, in cui la Ministra ha affermato che il Parlamento sarà comunque preventivamente informato riguardo al momento del passaggio dalla prima alla seconda fase della missione EUNAVFOR MED, e ciò anche in ragione dei diversi assetti e risorse che sarebbe necessario approntare;
    richiamato infine l'esame in corso al Senato del progetto di «legge quadro» sulla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, già licenziato dalla Camera, che contempla l'obbligo per il Governo di comunicare alle Camere le missioni deliberate al fine di consentire il dibattito e l'adozione degli opportuni atti di indirizzo a fini autorizzatori,

impegna il Governo:

   a prevedere che all'avvenuta adozione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU o dell'avvenuto consenso dello Stato costiero interessato di cui all'articolo 2, comma 2, lettera b), punto ii) – seconda fase – e c) – terza fase – della decisione PESC 2015/778 del 18 maggio 2015, la partecipazione dell'Italia alla missione in oggetto, deliberata dal Governo ai sensi dell'articolo 11 della Costituzione, sia comunicata alle Camere, in modo che tempestivamente queste la discutano e, con appositi atti di indirizzo, secondo le norme dei rispettivi regolamenti, la autorizzino;
   a prevedere l'indicazione, nelle sue comunicazioni alle Camere, per la missione in oggetto, dell'area geografica di intervento, degli obiettivi, della base giuridica di riferimento, della composizione degli assetti da inviare, compreso il numero massimo delle unità di personale coinvolte, nonché della durata programmata e del fabbisogno finanziario.
9/3249/2Frusone, Artini, Causin, Amendola, Scanu, Picchi, Palazzotto, Duranti, Rabino, Locatelli, Fitzgerald Nissoli.


   La Camera,
   premesso che:
    l'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo Centro Meridionale – EUNAVFOR MED – ha lo scopo di smantellare il modello di business delle reti del traffico e della tratta di esseri umani, attraverso l'adozione di misure sistematiche per individuare, fermare ed eliminare imbarcazioni e mezzi usati o sospettati di essere usati dai passatori o dai trafficanti, in conformità del diritto internazionale applicabile, incluse l'UNCLOS e le Risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;
    il mandato di EUNAVFOR MED, come definito dall'articolo 2 della Decisione (PESC) 2015/778 del Consiglio dell'Unione europea, prevede tre fasi operative;
    ancora non sono state emanate le risoluzioni delle Nazioni Unite previste dalla citata decisione PESC, e qualora le Nazioni Unite non procedessero all'emanazione delle necessarie risoluzioni sul punto, le operazioni entrerebbero di fatto in fase di stallo,

impegna il Governo:

   ad attivarsi, sia in sede europea sia in sede ONU, affinché la missione sia attuabile in tutte le fasi di cui all'articolo 2, paragrafo 2, della decisione PESC/2015/778 del Consiglio, del 18 maggio 2015;
   a riferire alle Camere entro il 15 ottobre, al fine di verificare che l'impegno dei mezzi militari sia stato finalizzato esclusivamente agli scopi dell'operazione militare EUNAVFOR MED.
9/3249/3Vito, Brunetta, Palmizio, Palese, Gelmini, Occhiuto.


   La Camera,
   premesso che:
    l'avvio di una nuova missione internazionale nel Mediterraneo denominata EUNAVFOR MED impone una razionalizzazione delle missioni a cui partecipa il nostro Paese in questa decisiva area geopolitica;
    in particolare la missione Active Endeavour, appare in molte parti un duplicato della nuova missione;
    la Active Endeavour si concretizza infatti nel dispiegamento nel Mediterraneo, a partire dal 9 ottobre 2001, della Forza Navale Permanente della NATO nel Mediterraneo (STANAVFORMED), effettuato a seguito della decisione del Consiglio del Nord Atlantico del 3 ottobre 2001, relativa all'applicazione dell'articolo 5 del Trattato di Washington, in conseguenza degli avvenimenti dell'11 settembre;
    compito di Active Endeavour è quello di monitorare il flusso del traffico delle merci via mare nella regione, stabilendo contatti con le navi mercantili che vi transitano. L'operazione è effettuata nel contesto della lotta al terrorismo internazionale e dei controlli antipirateria marittima;
    dal 16 marzo 2004 la NATO ha esteso a tutto il Mediterraneo l'area di pattugliamento. Nel gennaio 2005, a seguito dell'integrazione nella NRF (NATO Response Force) la STANAVFORLANT e la STANAVFORMED sono state rispettivamente rinominate SNMG-1 (Standing NRF Maritime Group 1) e SNMG-2 (Standing NRF Maritime Group 2). Si tratta dunque di una missione doppione rispetto a EUNAVFOR MED. Da qui la necessità di ricongiungere le due missioni almeno da parte italiana prevedendo che le nostre navi impegnate in Active Endeavour parte integrante della nuova missione nel Mediterraneo,

impegna il Governo

al fine del contenimento dei costi e la razionalizzazione dei mezzi e degli uomini impiegati, nonché per miglior conseguimento degli obiettivi della missione stessa, ad unificare le missioni Active Endeavour con la missione EUNAVFOR MED.
9/3249/4Tofalo, Scagliusi, Corda, Frusone, Manlio Di Stefano, Grande, Del Grosso, Paolo Bernini, Rizzo, Spadoni, Di Battista, Sibilia, Basilio.


   La Camera,
   premesso che:
    l'operazione EUNAVFOR MED intende contribuire al contrasto al business dei trafficanti di uomini nel Mediterraneo nel quadro di un approccio complessivo dell'Unione europea approccio complessivo che include, sul fronte dell'azione esterna, diverse azioni;
    in particolare s'impone la necessità d'integrare e coordinare la nuova missione con le altre già esistenti dell'Unione europea nel Mediterraneo,

impegna il Governo

a far si che l'accresciuta presenza dell'Unione europea nel Mediterraneo, tramite le operazioni Triton e Poseidon di FRONTEX nel Mediterraneo e della nuova missione EUNAVFOR MED, sia seguita dalla indispensabile revisione sull'accoglienza dell'accordo Dublino III e che i richiedenti asilo siano equamente ripartiti tra tutti i Paesi membri della Unione europea.
9/3249/5Del Grosso, Basilio, Scagliusi, Corda, Frusone, Manlio Di Stefano, Grande, Paolo Bernini, Rizzo, Spadoni, Di Battista, Sibilia, Tofalo.


   La Camera,
   premesso che:
    l'operazione EUNAVFOR MED intende contribuire al contrasto al business dei trafficanti di uomini nel Mediterraneo nel quadro di un approccio complessivo dell'Unione europea approccio complessivo che include, sul fronte dell'azione esterna, diverse azioni;
    in particolare s'impone la necessità d'integrare e coordinare la nuova missione con le altre già esistenti dell'Unione europea nel Mediterraneo,

impegna il Governo

ad adoperarsi affinché l'accresciuta presenza dell'Unione europea nel Mediterraneo, tramite le operazioni Triton e Poseidon di FRONTEX nel Mediterraneo e della nuova missione EUNAVFOR MED, sia seguita dalla indispensabile revisione sull'accoglienza dell'accordo Dublino III e che i richiedenti asilo siano equamente ripartiti tra tutti i Paesi membri della Unione europea.
9/3249/5. (Testo modificato nel corso della seduta) Del Grosso, Basilio, Scagliusi, Corda, Frusone, Manlio Di Stefano, Grande, Paolo Bernini, Rizzo, Spadoni, Di Battista, Sibilia, Tofalo.


   La Camera,
   premesso che:
    la missione EUNAVFOR MED intende contribuire al contrasto al business dei trafficanti di uomini nel Mediterraneo nel quadro di un approccio complessivo dell'Unione europea approccio complessivo che include, sul fronte dell'azione esterna, diverse azioni;
    in particolare diventa centrale il rafforzamento della partnership tra UE e l'Unione Africana e con le organizzazioni regionali africane, con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori, con l'Organizzazione internazionale per le Migrazioni e l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite,

impegna il Governo

a chiedere che sia assunta una iniziativa decisa da parte della UE al fine di rafforzare la partnership tra UE e l'Unione Africana e con le organizzazioni regionali africane, con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori, con l'Organizzazione internazionale per le Migrazioni e l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite.
9/3249/6Spadoni, Scagliusi, Corda, Frusone, Manlio Di Stefano, Grande, Del Grosso, Paolo Bernini, Rizzo, Di Battista, Sibilia, Tofalo, Basilio.


   La Camera,
   premesso che:
    la missione EUNAVFOR MED intende contribuire al contrasto al business dei trafficanti di uomini nel Mediterraneo nel quadro di un approccio complessivo dell'Unione europea approccio complessivo che include, sul fronte dell'azione esterna, diverse azioni;
    in particolare diventa centrale il rafforzamento della partnership tra UE e l'Unione Africana e con le organizzazioni regionali africane, con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori, con l'Organizzazione internazionale per le Migrazioni e l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite,

impegna il Governo

a continuare a rafforzare la partnership tra UE e l'Unione Africana e con le organizzazioni regionali africane, con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori, con l'Organizzazione internazionale per le Migrazioni e l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite.
9/3249/6. (Testo modificato nel corso della seduta) Spadoni, Scagliusi, Corda, Frusone, Manlio Di Stefano, Grande, Del Grosso, Paolo Bernini, Rizzo, Di Battista, Sibilia, Tofalo, Basilio.


   La Camera,
   premesso che:
    la missione EUNAVFOR MED intende contribuire al contrasto al business dei trafficanti di uomini nel Mediterraneo nel quadro di un approccio complessivo dell'Unione europea approccio complessivo che include, sul fronte dell'azione esterna, diverse azioni;
    tra di esse acquista un ruolo centrale il sostegno e la implementazione di politiche al cosiddetto «Processo di Rabat»;
   ricordato che:
    il Processo di Rabat è un foro di dialogo regionale tra l'UE ed i Paesi dell'Africa occidentale, centrale e mediterranea sui temi migratori. È nato nel 2006 su impulso di Spagna, Francia e Marocco al fine di affrontare le sfide poste dalle migrazioni lungo la rotta migratoria Africa Sub-Sahariana-UE, secondo un approccio di responsabilità condivisa tra Paesi d'origine, transito e destinazione dei flussi migratori, 58 Paesi fanno parte del Processo (tutti gli Stati membri dell'UE, Norvegia, Svizzera e 28 partner africani, con l'Algeria in veste di osservatore);
    lo stesso Ministro degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale onorevole Paolo Gentiloni, in occasione della IV Conferenza ministeriale euro-africana su migrazione e sviluppo ha evidenziato come sia fondamentale rafforzare «il nesso tra migrazione e sviluppo, la cooperazione tra Unione europea e Africa sulla prevenzione dell'immigrazione illegale, la cooperazione sull'immigrazione legale e la protezione internazionale»;
    il fenomeno dell'immigrazione non riguarda soltanto le iniziative umanitarie ed il controllo delle frontiere, ma passa anche attraverso la cooperazione economica con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo,

impegna il Governo

a rendere effettivi gli impegni assunti, nel quadro del processo di Rabat, lo scorso anno a Roma nella IV Conferenza ministeriale euro-africana su migrazione e sviluppo ed a favorire un approccio di maggiore generosità nella cooperazione della UE con questi Paesi.
9/3249/7Sibilia, Scagliusi, Corda, Frusone, Manlio Di Stefano, Grande, Del Grosso, Paolo Bernini, Rizzo, Spadoni, Di Battista, Tofalo, Basilio.


   La Camera,
   premesso che:
    la missione EUNAVFOR MED intende contribuire al contrasto al business dei trafficanti di uomini nel Mediterraneo nel quadro di un approccio complessivo dell'Unione europea, approccio complessivo che include, sul fronte dell'azione esterna, diverse azioni;
    tra di esse acquista un ruolo centrare il sostegno e l'implementazione di politiche al cosiddetto «Processo di Khartoum»;
    per controllare i flussi migratori che dalle aree di crisi si riversano sull'Europa, lo stesso Ministro onorevole Paolo Gentiloni, ha affermato che «non si può solo alzare un muro, né bastano solo le azioni di cooperazione; serve una strategia di lungo termine che mescoli la cooperazione con i Paesi in difficoltà alla ricostruzione di Paesi vicini al collasso totale»;
    questi erano i nobili e condivisibili intenti scaturiti dalla conferenza interministeriale euroafricana tenutasi a Roma il 28 novembre 2014 sul nesso cooperazione economica e controllo dei flussi immigratori. Il lancio del Processo di Khartoum sull'immigrazione dall'Africa orientale (l'EU-Horn of Africa Migration Route Initiative) però, allo stato dei fatti, appare ancora solo sulla carta,

impegna il Governo

ad implementare con fatti concreti il cosiddetto «Processo di Khartoum» chiedendo che l'intera Unione europea non si caratterizzi esclusivamente con missioni militari come EUNAVFOR MED, FRONTEX o Active Endeavour ma si decida ad intervenire sui problemi strutturali dell'immigrazione dall'Africa attraverso piani di cooperazione che rafforzino le economie locali contribuendo all'abbattimento della povertà e dei conflitti in quell'area.
9/3249/8Grande, Scagliusi, Corda, Frusone, Manlio Di Stefano, Basilio, Del Grosso, Paolo Bernini, Rizzo, Spadoni, Di Battista, Sibilia, Tofalo.


   La Camera,
   premesso che:
    la missione EUNAVFOR MED intende contribuire al contrasto al business dei trafficanti di uomini nel Mediterraneo nel quadro di un approccio complessivo dell'Unione europea, approccio complessivo che include, sul fronte dell'azione esterna, diverse azioni;
    tra di esse acquistano un ruolo centrale il sostegno e le implementazioni di politiche ai cosiddetti «Processo di Khartoum» e «Processo di Rabat»,

impegna il Governo:

   a far sì che l'approccio al dramma dei profughi e dei flussi migratori dall'Africa non sia affrontato dall'Unione europea esclusivamente attraverso la via del contenimento poliziesco e militare ma che sia avviata, anche nel solco dei processi di Rabat e di Khartoum, una nuova politica della Unione europea nei confronti del continente africano in grado:
    a) di affrontare le cause remote (povertà, crisi e conflitti) anche tramite il miglioramento delle situazioni della sicurezza, umanitarie e dei diritti umani e delle condizioni socio-economiche nei Paesi di origine;
    b) di rafforzare la cooperazione con i Paesi di transito per il controllo dei flussi e per un contrasto efficace dei trafficanti;
    c) di rafforzare le capacità nei Paesi di origine e di transito in modo da consentire alle autorità locali di affrontare la questione in maniera più efficace.
9/3249/9Corda, Scagliusi, Basilio, Frusone, Manlio Di Stefano, Grande, Del Grosso, Paolo Bernini, Rizzo, Spadoni, Di Battista, Sibilia, Tofalo.


   La Camera,
   premesso che:
    il contrasto ai trafficanti di persone non è solo una operazione militare. Nel decreto in esame che stabilisce la partecipazione del personale militare all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo Centromeridionale denominata EUNAVFOR MED, così com’è sparisce completamente ogni riferimento alle vittime della tratta di esseri umani che, una volta sottratti ai loro carnefici, abbisogneranno di aiuto psicologico e medico e di sostegno legale, ovvero tutti servizi che possono essere offerti solo da personale civile,

impegna il Governo

a prevedere sulle navi impegnate nella missione EUNAVFOR MED anche la presenza di personale civile, selezionato presso le ONG riconosciute dal Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, in grado di apportare tutto quell'aiuto, psicologico e materiale alle vittime dei trafficanti di esseri umani.
9/3249/10Manlio Di Stefano, Scagliusi, Corda, Frusone, Basilio, Grande, Del Grosso, Paolo Bernini, Rizzo, Spadoni, Di Battista, Sibilia, Tofalo.


   La Camera,
   premesso che:
    all'adozione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU o dell'avvenuto consenso dello Stato costiero interessato di cui all'articolo 2, comma 2, lettera b), punto ii) – seconda fase – e c) – terza fase – della decisione PESC 2015/778 del 18 maggio 2015 che ha istituito la missione EUNAVFOR MED, la partecipazione dell'Italia alla missione in oggetto non può essere considerata automatica;
    il passaggio alle fasi seconda e terza della decisione PESC 2015/178, sono infatti quelle che hanno una maggiore implicazione militare e che, potenzialmente, possono apparire le più rischiose,

impegna il Governo

a sottoporre al voto del Parlamento la partecipazione italiana alla missione EUNAVFOR MED una volta che le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU eventualmente saranno adottate o dell'avvenuto consenso dello Stato costiero interessato di cui all'articolo 2, comma 2, lettera b), punto ii) – seconda fase – e c) – terza fase – della decisione PESC 2015/778 del 18 maggio 2015.
9/3249/11Scagliusi, Frusone, Basilio, Corda, Manlio Di Stefano, Grande, Del Grosso, Paolo Bernini, Rizzo, Spadoni, Di Battista, Sibilia, Tofalo.


   La Camera,
   premesso che:
    il passaggio alle fasi seconda e terza della decisione PESC 2015/778, (decisione che è alla base della missione EUNAVFOR MED) sono quelle che hanno una maggiore implicazione militare e che, potenzialmente, possono apparire le più rischiose, anche perché potrebbero non escludere, un intervento con truppe di terra;
    appare inopportuna la partecipazione italiana ad un contingente militare con truppe di terra, in quanto storicamente l'Italia è stata responsabile del processo di colonizzazione della Libia con eccidi, deportazioni ed altri crimini di guerra per niente caduti nell'oblio nella memoria del popolo libico,

impegna il Governo

ad escludere comunque la partecipazione di Forze Armate italiane in eventuali operazioni di terra della missione EUNAVFOR MED in territorio libico.
9/3249/12Basilio, Scagliusi, Corda, Frusone, Manlio Di Stefano, Grande, Del Grosso, Paolo Bernini, Rizzo, Spadoni, Di Battista, Sibilia, Tofalo.


   La Camera,
   premesso che:
    all'approvazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU o dell'avvenuto consenso dello Stato costiero interessato di cui all'articolo 2, comma 2, lettera b), punto ii) – seconda fase – e c) – terza fase – della decisione PESC 2015/778 del 18 maggio 2015, appare opportuno che la missione internazionale possa proseguire solo sotto l'egida delle Nazioni unite anche con l'auspicabile partecipazione di forze armate di Paesi non aderenti all'Unione europea stessa,

impegna il Governo

ad operare ad ogni livello affinché l'eventuale passaggio alla fase due e alla fase tre, tanto più se autorizzata da risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, comporti il cambio dello status della missione non più missione dell'Unione europea ma missione delle Nazioni unite anche attraverso il coinvolgimento di Forze Armate di Paesi non Ue.
9/3249/13Rizzo, Scagliusi, Corda, Frusone, Manlio Di Stefano, Grande, Del Grosso, Paolo Bernini, Basilio, Spadoni, Sibilia, Tofalo.


   La Camera,
   premesso che:
    l'Europa non ha ancora mostrato di voler adottare una politica comune per la gestione dei flussi migratori costituiti da esseri umani costretti a lasciare la propria terra d'origine per fuggire da situazioni di violenza e di privazione di libertà e della dignità umana, e ad affidarsi a trafficanti criminali;
    il numero delle vittime e delle violazioni dei diritti umani da parte dei suddetti trafficanti, infatti, negli anni è considerevolmente aumentato e le ondate di sbarchi degli ultimi mesi sulle coste siciliane ha rimesso al centro del dibattito anche il diritto d'asilo facendo riemergere di nuovo la questione della normativa che lo regola a livello italiano ed europeo e degli strumenti con cui l'Unione europea può aiutare i Paesi membri sottoposti a forti pressioni migratorie alle frontiere;
    l'Italia è sottoposta a una pressione maggiore alle proprie frontiere essendo uno Stato di frontiera esterna dell'Unione europea rispetto a quanto non sarebbe se tale ingresso non coincidesse anche con l'ingresso nell'area dell'Unione europea, ma ciò non può comportare che il Paese accogliente abbia responsabilità maggiori o speciali;
    secondo il rapporto di Eurostat ogni anno aumentano le richieste di asilo in Europa di cui circa il 90 per cento sono nuove domande. Le più numerose sono state presentate da cittadini di nazionalità siriana. Emerge ancora dai dati Eurostat che il 70 per cento delle richieste si è concentrato in Germania, Francia, Svezia, Regno Unito e Italia;
    la gestione dell'accoglienza, identificazione, assistenza da parte di molti Paesi dell'Unione europea presenta numerose criticità data la consistenza del fenomeno e considerate talvolta le difficili condizioni sociali ed economiche dei Paesi riceventi, difficoltà che si riflettono sia sulle popolazioni accoglienti che sui rifugiati e richiedenti asilo;
    tuttavia, malgrado l'Unione europea si sia dotata di un proprio sistema di asilo (basato sulla nozione di protezione internazionale, articolata nelle tre forme dello status di rifugiato, della protezione sussidiaria e della protezione temporanea, volte a consentire a chiunque di vedersi riconosciuto lo status appropriato alla propria situazione ancora non si è realizzato un sistema comune europeo di asilo giusto ed efficace in quanto non è stato portato a termine il processo di progressivo avvicinamento delle legislazioni nazionali in materia;
    le operazioni dirette allo scopo di regolarizzare il flusso migratorio che si sono susseguite nel tempo non hanno ancora raggiunto l'obbiettivo di contenere i flussi in maniera soddisfacente e comportano delle spese ingenti soprattutto per il nostro Paese:
    l'operazione Triton: coordinata in ambito europeo da FRONTEX, Agenzia per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne, subentrata il 1o gennaio 2015 all'operazione militare e umanitaria italiana nel Mar Mediterraneo meridionale denominata Mare Nostrum, ha l'obiettivo di sorvegliare le frontiere marittime esterne dell'Unione europea e di contrastare l'immigrazione irregolare e le attività dei trafficanti di esseri umani. L'area operativa di Triton è più limitata rispetto all'area di Mare Nostrum, che arrivava in acque internazionali. Inizialmente, Triton operava entro le 30 miglia marine dalle coste (italiana e maltese);
    il nuovo piano operativo di Triton del 26 maggio 2015 ha stabilito che l'area operativa venga estesa a 138 miglia marine a sud della Sicilia;
    l'operazione italiana Mare Sicuro, annunciata dal Ministro della difesa Roberta Pinotti il 19 marzo 2015, autorizzata fino al 30 settembre 2015 dal decreto-legge n. 7 del 2015 (Contrasto al terrorismo e proroga missioni), consistente in un potenziamento del dispositivo aeronavale dispiegato nel Mediterraneo, tramite l'impiego di «ulteriori unità navali, team di protezione marittima, aeromobili ad ala fissa e rotante, velivoli a pilotaggio remoto e da ricognizione elettronica» in aggiunta a quanto ordinariamente fatto, «tanto per la protezione delle linee di comunicazione, dei natanti commerciali e delle piattaforme off-shore nazionali, quanto per la sorveglianza delle formazioni jihadiste è integrata nell'Operazione alla quale è stato dato il nome di Mare Sicuro»;
    l'obiettivo di tutte le suddette operazioni è di evitare la strage di migranti, anche se, purtroppo, naufragi continuano a susseguirsi e, nel dettaglio l'operazione Mare Nostrum ha salvato la vita a 21.728 persone e il costo inizialmente previsto di circa 1 milione di euro al mese ha invece in seguito richiesto un esborso di circa 9 milioni di euro a cui vanno aggiunte decine di milioni al mese per l'assistenza agli immigrati;
    oggi, è improcrastinabile adottare misure di prevenzione delle tragedie dei naufragi, stante l'intensificarsi del fenomeno migratorio, sia per le gravi situazioni politiche ed economiche in cui versano i Paesi arabi e africani, sia per le difficoltà di poter avviare a breve accordi con la Libia, e di rivedere anche quelli precedentemente assunti, vista soprattutto l'instabilità politica del Paese;
    per quanto riguarda le risorse stanziate dall'Unione europea, nel periodo 2007-2013, come si evince dal sito della Commissione europea il nostro Paese ha ottenuto il 13,4 per cento delle risorse totali allocate per la gestione dell'asilo e dell'immigrazione: 478.754.919 euro. Quasi mezzo miliardo di euro, dei quali il 50 per cento circa destinato esclusivamente alla difesa delle frontiere marine e terrestri: 250.178.432 euro (External Borders Fund). Le altre somme sono state così ripartite: 36.087.197 euro al fondo per i rifugiati (Refugee Found) 148.679.573 per il fondo integrazione (Integration Fund) e 43.809.714 al fondo che finanzia i rimpatri forzati dei migranti illegali (Return Fund);
    è ovvio che, di fronte all'intensificarsi del fenomeno degli sbarchi per le difficili situazioni politiche in cui versano i Paesi di origine africana, le suddette risorse possono essere non sufficienti e la legislazione europea, che regola l'attribuzione dei fondi, stabilisce che deve essere ogni singolo Stato a presentare alla Commissione europea un programma annuale per ricevere poi lo stanziamento;
    l'Italia, rispetto agli altri Paesi, oltre al prestare accoglienza e soggiorno presso i centri di accoglienza ormai al collasso, deve anche affrontare gli arrivi via mare ed effettuare operazione umanitarie di soccorso e salvataggio di vite umane, affrontando l'incremento degli elevati costi sopra riportati;
    gli altri Paesi membri dell'Unione hanno manifestato una scarsa collaborazione nell'attività di controllo delle frontiere e nel condividere con una maggiore partecipazione finanziaria la gestione dei trasferimenti dei migranti all'interno dell'unione, laddove si ritiene opportuno e giusto che i costi sostenuti dall'Italia per proteggere le frontiere via mare, intercettare e soccorrere i migranti, dovrebbero essere a carico del bilancio dell'Unione europea;
    da ultimo l'operazione EUNAVFORMED prevede una spesa pari a euro 26.000.000 per l'anno 2015, cui si provvede: quanto a euro 19.000.000, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 1240, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Fondo di riserva per il finanziamento delle Missioni internazionali di pace); quanto a euro 7.000.000, mediante utilizzo delle somme relative ai rimborsi corrisposti dall'Organizzazione delle Nazioni unite, quale corrispettivo di prestazioni rese dalle Forze armate italiane nell'ambito delle operazioni internazionali di pace, di cui all'articolo 8, comma 11, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, che alla data di entrata in vigore del presente decreto, non sono ancora riassegnate al fondo di cui all'articolo 1, comma 1240, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e che restano acquisite all'entrata del bilancio dello Stato;
    dalla relazione tecnica del decreto-legge che espone il dettaglio relativo alle spese di personale per ciascuna delle unità navali impiegate nella Missione (Cavour; Todaro) e delle basi a terra della Marina Militare (Augusta, Sigonella e Pantelleria) coinvolte nel dispositivo di impiego in teatro e a supporto, si evidenziano gli oneri giornalieri per ciascuna delle unità coinvolte, – rapportandoli agli equipaggi e ai contingenti a «terra» di personale che si prevede saranno di volta in volta impiegati – ma sono da approfondire alcuni chiarimenti in merito alle spese sinteticamente;
    non sono chiari i prospetti di calcolo relativi al trattamento economico di missione in territorio nazionale previsto per 40 unità e, a titolo di compenso per lavoro straordinario, per sole 10 unità, relativamente al personale di cui è previsto l'impiego presso le basi a terra della Marina Militare, per l'intera durata della Missione;
    in ottemperanza ad una specifica indicazione contenuta nella Circolare n. 32/2010 del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, andrebbero altresì richiesti, per la generalità degli oneri di personale, i prospetti di calcolo degli oneri previdenziali previsti a carico dello Stato e, venendo poi al calcolo degli oneri di funzionamento, essendo evidenti soltanto le spese di vitto (evidentemente, da rapportarsi alla consistenza dei contingenti di personale impiegati) e per il funzionamento dei mezzi militari e dei materiali (con riferimento agli aeromobili effettivamente impiegati), sembrerebbe non di meno opportuna la richiesta dei criteri adottati nella quantificazione delle altre voci di spesa, specificamente quelle relative al «supporto logistico» ed alla voce «comando» relativamente alle sole unità navali impiegate;
    in merito ai profili di copertura finanziaria, in riferimento alla lettera a) del comma 3, (spese per il personale) andrebbe poi richiesta una conferma circa l'effettiva esistenza delle disponibilità ivi richiamate, libere da impegni già perfezionati o in via di perfezionamento, a valere dell'apposito fondo iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (capitolo 3004), dal momento che, sebbene la Missione sia stata già iniziata dal 27 giugno scorso, il decreto-legge in esame risulta però esser stato varato dal Consiglio dei ministri solo il 7 luglio scorso, e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale sia avvenuta poi l'8 luglio 2015;
    sembra pertanto vi sia stata una formale «prenotazione» delle risorse richiamate, ancor prima del perfezionamento dell’iter dell'atto legislativo connesso alla Missione, cui, a rigore, avrebbero dovuto giocoforza correlarsi le modifiche ordinamentali e le ricadute sul piano contabile;
    per quanto concerne la lettera b) della norma di copertura, riprendendo riflessioni peraltro già formulate a suo tempo, posto che il versamento delle risorse ONU per il rimborso di oneri sostenuti per le missioni avrebbe già come finalizzazione il riversamento al bilancio e la relativa riassegnazione delle stesse al Fondo di riserva per le missioni internazionali, appare evidente che il dispositivo determina una, sia pur formale, «diversa» finalizzazione contabile di entrate, rispetto a quella che sarebbe dettata dalla applicazione del criterio della legislazione vigente. Ragion per cui, ne andrebbe certificata la piena «neutralità» rispetto agli effetti già contemplati dai saldi tendenziali per il 2015,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di definire le coperture finanziarie delle successive fasi a valere in maniera preminente su fondi derivanti da organismi internazionali rispetto al fondo previsto all'articolo 1, comma 1274 , della legge 27 dicembre 2006, n. 297 e successive modificazioni.
9/3249/14Mucci, Artini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'eventuale consenso dello Stato costiero interessato di cui all'articolo 2, comma 2, lettera v) punto ii) – seconda fase – e c) – terza fase – della decisione PESC 2015/778 del 18 maggio 2015, non può limitarsi al solo consenso del Governo di Tobruk;
    certamente si tratta del solo governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale ma – anche a detta del delegato ONU Bernardino Leon – è assolutamente non rappresentativo della Libia post Gheddafi;
    l'eventuale consenso alle fasi due e tre non può che essere preso in considerazione solo se effettiva espressione di un processo di unità nazionale e di pacificazione della Libia, in modo che la stessa missione militare non sia avvertita come ostile,

impegna il Governo

a chiedere, in ogni istituzione internazionale di cui l'Italia è parte, che l'eventuale consenso del Governo libico alle fasi due e tre della decisione PESC/2015/778, sia effettiva espressione della larghissima maggioranza del popolo libico e cuore del processo di pacificazione e di unità nazionale di questo Paese.
9/3249/15Paolo Bernini, Di Battista, Scagliusi, Corda, Frusone, Manlio Di Stefano, Grande, Del Grosso, Rizzo, Spadoni, Basilio, Sibilia, Tofalo.


   La Camera,
   premesso che:
    il 20 luglio un attacco suicida condotto nella città turca a maggioranza curda di Suruç turchi a Ceylanpinar. Secondo il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) si è trattato di una ritorsione per l'attentato di Suruç che ha colpito un gruppo di attivisti curdi che si preparavano a partire per ricostruire la città di Kobane, uccidendo 32 persone;
    il suddetto attacco è stato apparentemente organizzato dallo Stato islamico (ISIS), ma da parte curda si è accusato il Governo turco di aver spalleggiato i jihadisti;
    il 22 luglio, combattenti del PKK hanno ucciso due poliziotti turchi a Ceylanpinar. Secondo il PKK si è trattato di una ritorsione per l'attentato di Suruç;
    il 24 luglio le autorità turche hanno arrestato centinaia di presunti sostenitori dell'ISIS e del PKK, mentre gli aerei turchi bombardavano i jihadisti in Siria e in Iraq. Il Governo di Ankara ha anche annunciato un accordo con gli Stati Uniti, che garantisce alla coalizione guidata da Washington l'uso della base di Incirlik per i raid aerei contro lo Stato islamico;
    il 25 luglio Ankara ha messo fine a un cessate il fuoco firmato nel 2013 con il PKK. Da allora la Turchia ha effettuato un numero di attacchi aerei sensibilmente più alto contro il PKK che contro il gruppo Stato islamico;
    l'esercito turco ha perfino bombardato zone controllate dal Partito dell'unione democratica (PYD), l'alleato siriano del PKK, nonostante questo fosse riuscito a scacciare le truppe dello Stato islamico da gran parte delle aree curde nel nord della Siria;
    il 26 luglio due soldati turchi sono morti nell'esplosione di un'autobomba a Lice, nel sudest del paese, in un presunto attacco del PKK;
    il 29 luglio i paesi della NATO hanno espresso solidarietà ad Ankara contro il terrorismo «in tutte le sue forme», ma hanno chiesto di non interrompere il processo di pace con i combattenti del Partito dei lavoratori del Kurdistan. Nel frattempo, per il quinto giorno consecutivo, l'artiglieria turca ha colpito le postazioni del PKK nel nord dell'Iraq;
    secondo fonti di stampa l'offensiva delle forze armate turche contro le milizie curde non avrebbe colpito solo milizie del PKK ma anche postazioni dell'YPG in Siria. In particolare, nella notte tra il 26 e il 27 luglio l'artiglieria turca avrebbe colpito il villaggio di Zur Maghar, al confine turco, provocando il ferimento di quattro membri dell'YPG e di diversi civili;
    l'YPG non è nella lista dei gruppi terroristici di USA e Unione europea, al contrario del PKK;
    l'aeronautica turca continua a colpire anche obiettivi nel Kurdistan iracheno, concentrandosi soprattutto sulle postazioni del PKK sul Monte Qandil (vicino al confine iraniano, a nord-est di Erbil);
    il governo iracheno ha condannato gli attacchi turchi contro il PKK in Iraq e ha intimato ad Ankara di cessarli e di rispettare la sovranità dell'Iraq,

impegna il Governo

a valutare, anche nelle sedi NATO e dell'Unione europea, l'opportunità di condannare gli attacchi curdi turchi al PKK e ai gruppi curdi irakeni e siriani non presenti nella lista delle organizzazioni gruppi terroristici, anche a fronte dell'efficace impegno da essi profuso nel contrasto all'espansione dell'ISIS.
9/3249/16Artini.