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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 5 giugno 2015

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 5 giugno 2015.

  Angelino Alfano, Alli, Amendola, Amici, Baretta, Bellanova, Bergamini, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Businarolo, Caparini, Casero, Castiglione, Censore, Chaouki, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Dieni, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Lorenzin, Lotti, Lupi, Lupo, Madia, Manciulli, Antonio Martino, Merlo, Migliore, Morassut, Nicoletti, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Sereni, Sisto, Tabacci, Tidei, Valeria Valente, Velo, Vignali, Vito, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 4 giugno 2015 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   MISIANI: «Disciplina delle fondazioni e delle associazioni politiche» (3158);
   GIORGIA MELONI: «Abrogazione dei commi 5 e 6 dell'articolo 3 del decreto legislativo 16 settembre 1996, n. 564, in materia di contribuzione previdenziale per i lavoratori che svolgono attività sindacale» (3159);
   RAMPELLI: «Disposizioni per la salvaguardia e la valorizzazione dell'architettura tradizionale e per la promozione di un nuovo rinascimento urbano» (3160).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di una proposta di inchiesta parlamentare.

  In data 4 giugno 2015 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di inchiesta parlamentare d'iniziativa dei deputati:
   NICOLA BIANCHI e LOREFICE: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'entità e sulle cause degli sversamenti di olio combustibile nei terreni sottostanti la centrale termoelettrica della società E.ON di Fiume Santo e sui danni ambientali provocati in aree di interesse pubblico» (Doc. XXII, n. 50).

  Sarà stampata e distribuita.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge DAMIANO ed altri: «Disposizioni per consentire la libertà di scelta nell'accesso dei lavoratori al trattamento pensionistico» (857) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Miccoli.

  La proposta di legge CAMPANA ed altri: «Disposizioni per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del bullismo informatico» (1986) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Fabbri.

Adesione di deputati a una proposta di inchiesta parlamentare.

  La proposta di inchiesta parlamentare MUCCI e CECCONI: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema delle case famiglia e delle strutture residenziali per minori in Italia» (Doc. XXII, n. 20) è stata successivamente sottoscritta dai deputati dai deputati Artini, Barbanti, Baldassarre, Bechis, Prodani, Rizzetto, Segoni e Turco.

Trasmissione dal Senato.

  In data 4 giugno 2015 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza la seguente proposta di legge:
   S. 667. – Senatori CIAMPOLILLO ed altri: «Modifica all'articolo 278 del codice penale, in materia di offesa all'onore o al prestigio del Presidente della Repubblica» (approvata dal Senato) (3161).

  Sarà stampata e distribuita.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   II Commissione (Giustizia):
  SCHULLIAN: «Modifica all'articolo 169 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di sanzioni per opere illecite eseguite su beni culturali» (3047) Parere delle Commissioni I, V, VII, VIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   III Commissione (Affari esteri):
  «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra, fatto a Bruxelles il 27 giugno 2014» (3131) Parere delle Commissioni I, II, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   IX Commissione (Trasporti):
  CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO: «Modifica all'articolo 172 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285» (2454) Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria) e XIV.

   XII Commissione (Affari sociali):
  FRANCESCO SAVERIO ROMANO: «Disposizioni per la rimozione delle barriere della comunicazione, per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni italiana tattile e per la promozione dell'inclusione sociale delle persone sorde e sordo-cieche» (2993) Parere delle Commissioni I, II, III, V, VII, VIII, IX, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  La Corte dei conti, con lettera in data 28 maggio 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, comma 2, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, il conto finanziario della Corte per l'anno 2014, corredato dalla relazione illustrativa, approvato in data 26 maggio 2015.

  Questo documento è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

  Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera in data 26 maggio 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della legge 28 dicembre 1982, n. 948, il decreto ministeriale di sospensione dell'erogazione del contributo ordinario per l'anno 2015 al bilancio dell'Istituto per le relazioni tra l'Italia e i Paesi dell'Africa, America Latina e Medio Oriente (IPALMO ONLUS), incluso nella tabella triennale degli enti internazionalistici ammessi al contributo dello Stato.

  Questa comunicazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri).

Trasmissione dal Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento.

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 27 maggio 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 23 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, la relazione sull'attività svolta dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato nell'anno 2014, predisposta dalla medesima Autorità (Doc. XLV, n. 3).

  Questa relazione è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

  Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 29 maggio 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, lettera e), della legge 14 gennaio 2013, n. 10, la relazione concernente i risultati del monitoraggio sull'attuazione delle disposizioni con finalità di incremento del verde pubblico e privato, predisposta dal Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, riferita all'anno 2014 (Doc. CCXV, n. 2).

  Questa relazione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 4 giugno 2015, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Relazione sulla politica di concorrenza 2014 (COM(2015) 247 final), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
   Proposta di decisione del Consiglio che stabilisce la posizione da adottare a nome dell'Unione europea in merito ad alcune risoluzioni da votare in sede di Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV) (COM(2015) 280 final), corredata dal relativo allegato (COM(2015) 280 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Comunicazione della Commissione sull'iniziativa dei cittadini europei «Stop Vivisection» (C(2015) 3773 final), corredata dal relativo allegato (C(2015) 3773 final – Annex 1) che è assegnata in sede primaria alla XII Commissione (Affari sociali).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 4 giugno 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la medesima comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Legiferare meglio per ottenere risultati migliori – Agenda dell'Unione europea (COM(2015) 215 final);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Proposta di accordo interistituzionale «Legiferare meglio» (COM(2015) 216 final);
   Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione dello strumento di flessibilità per le misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell'Italia e della Grecia (COM(2015) 238 final);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Consultazione sulle possibilità di pesca per il 2016 nell'ambito della politica comune della pesca (COM(2015) 239 final);
   Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio sulla mobilitazione del Fondo di solidarietà dell'Unione europea per il versamento degli anticipi nel bilancio 2016 (COM(2015) 281 final);
   Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio – UE e ASEAN: un partenariato con obiettivi strategici (JOIN(2015) 22 final).

Trasmissione dall'Autorità di regolazione dei trasporti.

  Il Presidente dell'Autorità di regolazione dei trasporti, con lettera in data 3 giugno 2015, ha trasmesso una segnalazione in materia di autotrasporto di persone non di linea: taxi, noleggio con conducente e servizi tecnologici per la mobilità.

  Questa segnalazione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dal Garante del contribuente per l'Emilia-Romagna.

  Il Garante del contribuente per l'Emilia-Romagna, con lettera in data 28 maggio 2015, ha trasmesso la relazione sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale in Emilia-Romagna, riferita all'anno 2014, predisposta ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212.

  Questa relazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).

Richiesta di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera in data 5 giugno 2015, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 13, comma 2, e 17, comma 13, della legge 11 agosto 2014, n. 125, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente regolamento recante statuto dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (175).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla III Commissione (Affari esteri), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 20 luglio 2015. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 28 giugno 2015.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell’Allegato A al resoconto della seduta dell'8 maggio 2015, a pagina 4, prima colonna, trentanovesima riga, la parola: «elettrici» si intende sostituita dalla seguente: «energetici».

  Nell’Allegato A al resoconto della seduta del 3 giugno 2015, a pagina 5, prima colonna, terza riga, dopo la parola: « si intende inserita la seguente: «, VIII».

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative di competenza volte a garantire un'adeguata dotazione organica del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco per la regione Sardegna – 2-00986

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   recenti notizie di stampa informano che tutte le sigle sindacali dei vigili del fuoco sardi hanno rifiutato di firmare la convenzione con la regione Sardegna in vista della prossima campagna antincendi, che inizia il 1o giugno e si conclude il 30 ottobre 2015;
   motivi del rifiuto sono legati al numero sempre più ridotto dell'organico oltre che all'obsolescenza dei mezzi da utilizzare, ormai inadeguati ad affrontare situazioni di grave emergenza;
   inoltre, viene evidenziata dalle organizzazioni sindacali l'assoluta insufficienza dei fondi stanziati: 600 mila euro, a fronte di una campagna che nel 2014 è costata 56 milioni di euro. Con quei 600 mila euro si dovrebbero pagare gli straordinari del personale, fare il pieno di carburante, riparare i mezzi;
   il Governo si era impegnato alla fine del 2014 a trasferire rapidamente 250 vigili del fuoco sardi che attualmente operano in altre regioni italiane, ma al momento nulla si è ancora visto in concreto;
   anzi, secondo quanto disposto dal dipartimento dei vigili del fuoco con la circolare n. 0023158 del 14 maggio 2015, riguardante la mobilità del personale avente la qualifica di vigile permanente, saranno solo sessanta i vigili del fuoco trasferiti in Sardegna ma, contemporaneamente, per effetto dei passaggi di qualifica a capo squadra, ci saranno quindici partenze verso i comandi della penisola che ridurranno ancora l'organico dell'isola;
   come il problema dell'organico non sia stato sollecitato solo dai sindacati viene evidenziato con chiarezza dalla nota della direzione regionale per la Sardegna dei vigili del fuoco e della difesa civile protocollo n. 0009078 del 5 dicembre 2014, relativa alla bozza di decreto inerente l'aggiornamento delle dotazioni organiche del Corpo nazionale dei vigili del fuoco distribuita alle organizzazioni sindacali il 21 novembre 2014;
   il documento osserva preliminarmente che le osservazioni fornite dalla direzione regionale all'amministrazione centrale non sono state tenute in considerazione;
   si fa notare che la Sardegna, seconda isola per estensione in Italia, rappresenta l'unica vera vasta proporzione di territorio che non può essere raggiunto agevolmente ed in tempi brevi da contingenti di soccorso terrestri in caso di qualunque emergenza;
   sui 24.098 chilometri quadrati di territorio, che comprendono anche varie «isole minori», risiede una popolazione di circa 1.666.000 abitanti, che in estate aumenta in maniera considerevole;
   la sicurezza della popolazione è garantita da 1235 vigili del fuoco, che risultano mediamente in servizio in turno con un dispositivo che conta circa 215 unità dislocate in ventinove sedi di servizio, che diventano trentasette nel periodo estivo, che dura però un solo mese;
   nel 2013 gli interventi di soccorso sono stati 27.371 in tutta la regione, di cui 4000 per gli eventi alluvionali di novembre. Di questi, circa 300 sono stati di elisoccorso tecnico-sanitario, svolti dal reparto volo dei vigili del fuoco Sardegna (80 per cento di tipo primario);
   praticamente la totalità del territorio sardo presenta il rischio d'incendio boschivo ed idrogeologico e sono ancora operanti, nonostante la gravissima crisi del settore industriale, trenta attività soggette ad obbligo di «rapporto di sicurezza» nell'ambito della disciplina dei «rischi di incidente rilevante»;
   le zone impervie e montane sono frequentate tutto l'anno da escursionisti, speleologi ed alpinisti provenienti dal tutto il mondo;
   l'isola presenta uno sviluppo costiero di 1850 chilometri, su un totale di 7500 chilometri di sviluppo costiero di tutto il territorio nazionale;
   in occasione della gravissima crisi alluvionale del 13 novembre 2013, essendo impegnate tutte le risorse del Corpo dei vigili del fuoco presenti in Sardegna si è stati costretti a chiedere l'aiuto delle sezioni operative dei vigili del fuoco di altre regioni italiane, che non sono potute essere operative che trentasei ore dopo la richiesta, confermando ancora una volta la criticità e l'unicità della condizione di «isolamento operativo» in cui vivono i vigili del fuoco sardi;
   ed è proprio partendo da questa condizione che ci si deve muovere per valutare quali siano le vere necessità di organico del Corpo dei vigili del fuoco in Sardegna;
   la bozza del decreto ricordato in precedenza prevede un incremento di 172 unità rispetto all'attuale dotazione organica reale del personale del ruolo operativo, ma di sole novantadue unità rispetto al progetto di riordino del 9 aprile 2014;
   per quel che riguarda in particolare Cagliari, si rileva che quel comando fa riferimento ad un'area metropolitana pari a circa 400 mila abitanti, servita, di fatto, da un'unica sede operativa terrestre della centrale di Cagliari, essendo il distaccamento terrestre del porto – che cura il servizio di soccorso della zona del centro di Cagliari – non compreso nelle tabelle organiche esistenti e svolto con personale sottratto alla sede centrale ubicata in zona periferica di Cagliari;
   inoltre, l'ipotesi predetta non tiene in considerazione che i comandi di Sassari e Cagliari forniscono in caso di emergenza grave il personale di due terzi della sezione operativa della colonna mobile regionale, oltre a tutti i nuclei di intervento specialistici e specializzati;
   appare chiara, quindi, l'esigenza che gli organici dei due comandi maggiori siano sempre in grado di sostenere tale necessità, garantendo nel contempo il soccorso ordinario nel territorio di competenza;
   tenuto conto della condizione di insularità ricordata in precedenza, la direzione regionale ritiene congruo un aumento di 169 unità, da aggiungere alle sessantotto già previste, raggiungendo il totale di 237, vicino a quella cifra di 250 unità promesse dal Governo alla fine del 2014;
   l'attuale personale presente in Sardegna è del tutto insufficiente a garantire un efficace servizio per la sicurezza delle popolazioni;
   nel resto d'Italia il supporto tra i vari comandi avviene in tempi rapidissimi, stimabili anche in soli trenta minuti, con la garanzia di poter schierare sul luogo dell'emergenza circa 300 uomini, oltre a mezzi idonei ed attrezzature moderne, cosa che, invece, non accade in Sardegna, proprio per la carenza di organico ricordata e per la posizione geografica dell'isola che, anche in occasione dell'alluvione verificatasi nel mese di novembre 2013, alluvione, si ricorda, che ha provocato la morte di 19 persone, ha avuto il supporto di uomini e mezzi dei vigili del fuoco provenienti dalle sedi della Toscana e del Lazio solamente dopo 36-48 ore dall'evento;
   rispondendo all'interpellanza urgente n. 2-00944 a firma Capelli e Dellai, l'8 maggio 2015 il Governo ha fornito assicurazioni sull'aumento dell'organico del Corpo dei vigili del fuoco in Sardegna;
   si tratta una prima risposta certo apprezzabile ma che non può tranquillizzare del tutto, in particolare visto che si è entrati nel periodo di massima emergenza per gli incendi boschivi mentre l'organico dei vigili del fuoco in Sardegna resta pericolosamente sottodotato –:
   se il Ministro interpellato, per quanto di sua competenza, non ritenga necessario accelerare la realizzazione della promessa del Governo del novembre 2014, trasferendo rapidamente i circa 250 vigili del fuoco sardi presenti nelle altre regioni italiane, ponendo un primo rimedio alle indubitabili carenze di organico presenti nel Corpo dei vigili del fuoco in Sardegna.
(2-00986) «Capelli, Dellai».


Chiarimenti e iniziative in merito all'applicazione della procedura per la sospensione dalla carica del presidente della giunta regionale di cui al decreto legislativo n. 235 del 2012, con riferimento al caso della Campania – 2-00989

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   il 31 maggio 2015 si sono svolte le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale della regione Campania;
   alla carica di presidente della regione è risultato eletto, allo stato e salva verifica da parte dei competenti uffici centrale circoscrizionale e centrale regionale, il candidato Vincenzo De Luca;
   il predetto candidato risulta attualmente condannato in primo grado con sentenza n. 153 del 2015 dal tribunale di Salerno, per i reati di cui agli articoli 81, 110 e 323 del codice penale;
   ai sensi dell'articolo 8, commi 1, lettera a), e 3, del decreto legislativo n. 235 del 2012, i titolari della carica di presidente di regione, in conseguenza del fatto che abbiano subito una condanna di primo grado per i predetti reati, sono sospesi di diritto dalla stessa carica per un periodo di diciotto mesi;
   secondo la prevalente e consolidata giurisprudenza la sospensione di diritto opera con effetto dichiarativo sin dal momento in cui è intervenuta la sentenza di condanna;
   pertanto la sospensione del candidato in questione, ove risultasse proclamato presidente della regione, dovrebbe essere disposta senza indugio e con effetto immediato;
   la sentenza penale in questione è già nota all'amministrazione dell'interno essendosi proceduto, in conseguenza della stessa, con provvedimento del prefetto di Salerno, a sospendere il predetto candidato dalla carica di sindaco di Salerno, ricoperta in precedenza, in applicazione dell'articolo 10 dello stesso decreto legislativo –:
   se, sulla base della predetta interpretazione e delle predette circostanze, il prefetto di Napoli, in applicazione del disposto dell'articolo 8, comma 4, del decreto legislativo n. 235 del 2012, debba procedere immediatamente a dare comunicazione della citata sentenza penale del tribunale di Salerno al Presidente del Consiglio dei ministri, sin da ora o non appena avvenuta la proclamazione a presidente della regione del candidato Vincenzo De Luca, ai fini dell'adozione del conseguente provvedimento di sospensione dalla carica di presidente della regione Campania da parte del Consiglio dei ministri.
(2-00989) «Russo, Brunetta».


Iniziative volte a garantire il pieno funzionamento dell'Agenzia per la coesione territoriale e il tempestivo utilizzo dei fondi strutturali del periodo di programmazione in corso – 2-00984

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   l'Agenzia per la coesione territoriale fu istituita dall'articolo 10 del decreto-legge n. 101 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 125 del 2013, con l'obiettivo di dotare l'amministrazione pubblica di un «organo d'indirizzo e di presidio dell'attuazione della programmazione dei fondi strutturali»;
   infatti, attraverso l'utilizzo di risorse aggiuntive nazionali e comunitarie, l'Agenzia per la coesione territoriale provvederebbe a sostenere, promuovere e accompagnare, secondo criteri di efficacia ed efficienza, programmi e progetti per lo sviluppo e la coesione economica nonché a rafforzare l'azione di programmazione e sorveglianza di queste politiche;
   l'intento era quello di evitare il rischio della dispersione di risorse stanziate attraverso i fondi europei. Tuttavia, dopo tre anni, una legge nel 2013 e diversi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri nel 2014 per lo statuto e per la nomina del direttore generale, l'Agenzia per la coesione territoriale non è ancora nel pieno delle sue funzioni;
   devono ancora insediarsi il comitato direttivo (i cui rappresentanti sono stati nominati dalle regioni a fine marzo 2015) e il collegio dei revisori, i cui atti costitutivi sono alla registrazione della Corte dei conti. Solo quando questi ultimi passaggi saranno portati a termine, potrà essere adottato anche il regolamento organizzativo che darà all'Agenzia il via libera definitivo per essere finalmente operativa;
   l'Agenzia dovrebbe rendere più efficiente l'uso di più di 40 miliardi di euro di risorse europee entro il 2020, a cui se ne accompagnano almeno altri 20-25 di cofinanziamento nazionale;
   è un'emergenza, da più parti avvertita, la necessità di un utilizzo mirato dei fondi europei da parte delle regioni e dei Ministeri. In questa direzione, il Documento di economia e finanza per il 2015 ha evidenziato che, perché le riforme strutturali possano svilupparsi appieno, è necessario che nei prossimi anni la ripresa economica non venga ostacolata da misure restrittive o comportamenti che vanifichino gli sforzi compiuti, proprio perché le condizioni finanziarie e creditizie a livello internazionale disegnano una finestra favorevole, ma limitata;
   occorre, dunque, spendere prima e meglio le risorse a disposizione. Nello specifico, svolgono un ruolo decisivo le risorse per la politica di coesione. Infatti, nonostante le significative riduzioni del Fondo per lo sviluppo e la coesione e del cofinanziamento dei fondi strutturali, e gli utilizzi impropri (soprattutto del Fondo per lo sviluppo e la coesione), tali risorse (nazionali e comunitarie) costituiscono nel complesso metà della spesa in conto capitale del Sud e poco meno di un quarto di quella di tutto il Paese;
   la programmazione dei fondi europei non risulta ad oggi ancora definita, infatti, la maggior parte dei programmi operativi del Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020 (tra cui quelli delle regioni meridionali e i programmi nazionali essenziali come quelli per trasporti, ricerca e competitività) deve essere ancora approvata, ad un anno dall'avvio ufficiale del nuovo ciclo di programmazione. Così come manca di definizione la programmazione del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020, che la legge di stabilità del 23 dicembre 2014 ha previsto di utilizzare per piani strategici ancora non conosciuti;
   per quanto concerne la qualità dei progetti e la certezza dei tempi, l'Agenzia per la coesione territoriale, pur con l'accelerazione della spesa dei fondi europei nel 2014, sta ancora a fatica completando la sua entrata a regime;
   esiste il gravissimo rischio che i 12 miliardi di euro, messi a disposizione dall'Unione europea e non ancora utilizzati, vadano perduti, se non saranno spesi entro la fine del 2015. Si tratta di risorse che giacciono inutilizzate e che confermano la cronica incapacità italiana di presentare progetti d'investimento credibili, fatti secondo le regole, e di cofinanziarli con risorse nazionali. Prime responsabili di questo stato di cose sono le regioni, in particolare quelle meridionali. Il risultato è che il 66 per cento del totale delle risorse è rimasto congelato anziché aiutare la crescita economica asfittica del Paese e la creazione di posti di lavoro –:
   quali iniziative intendano adottare per garantire il tempestivo utilizzo dei fondi strutturali del periodo di programmazione in corso, con particolare riferimento ai programmi regionali a più elevato rischio di definanziamento e per assicurare l'adeguato funzionamento dell'Agenzia per la coesione territoriale, e quali urgenti misure ritengano opportuno mettere in atto, nei modi e nei tempi previsti, per impedire che vadano perduti i fondi in giacenza e messi a disposizione dall'Unione europea.
(2-00984) «Galgano, Mazziotti Di Celso, Matarrese».


Intendimenti in merito alla situazione produttiva e occupazionale degli stabilimenti del gruppo Smith International spa, con particolare riferimento a quello di Saline di Volterra (Pisa) – 2-00990

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico per sapere – premesso che:
   la Smith International Italia spa è una società controllata interamente dal gruppo Smith International, con sede a Houston – Texas (Usa), che a sua volta è controllata interamente dal gruppo Schlumberger e che ha 2 sedi in Italia, a Saline di Volterra (Pisa) e a Scurelle Valsugana (Trento). Nel primo si producono scalpelli per la perforazione del suolo utilizzati nella ricerca di gas naturale, ricerche geotermiche e idrocarburi;
   il processo produttivo dello stabilimento di Volterra è caratterizzato da lavorazioni meccaniche per asportazione di truciolo, operazioni di saldatura mig, tig, ossiacetilenica e brasatura, attività di trattamento termico e operazioni manuali accessorie;
   l'azienda applica nei confronti dei dipendenti dello stabilimento di Volterra il contratto di lavoro dell'industria metalmeccanica e dell'installazione di impianti e sono proprio questi dipendenti quelli che fino a una decina di anni fa insegnavano ai texani come si costruiscono le punte per estrarre il petrolio e che quando, nel 2010, trentatré minatori cileni furono inghiottiti a 700 metri di profondità, costruirono una super punta che venne inviata dall'altra parte del mondo; oggi che i minatori cileni hanno ritrovato la luce, ironia della sorte, è proprio il lavoro che rischia di scomparire a Saline di Volterra;
   in questa frazione operaia fiorita lungo una lingua d'asfalto che si arrampica sulla nobile Volterra si respira angoscia dal momento che in Alta Val di Cecina vivono circa 20.000 persone, di cui 200 sono impiegate direttamente in Smith e sono in pericolo non soltanto i posti in azienda ma anche tutto l'indotto;
   è stato deciso dai vertici del gruppo di consolidare la produzione all'interno di un unico stabilimento produttivo sito negli Usa e di cessare la produzione in Italia e la scelta di sacrificare un'azienda europea a favore del mantenimento della produzione in Usa sembrerebbe dettata principalmente da fattori logistici, in quanto Usa e Canada rappresenterebbero il 50 per cento del mercato mondiale degli scalpelli;
   non è da sottovalutare che si tratta dell'unica azienda in Europa in grado di produrre questo tipo di prodotto con standard di eccellenza tecnica riconosciuti a livello internazionale grazie ad una manodopera altamente specializzata e che il numero del personale in esubero è di 193 unità e corrisponde alla totalità dell'organico dello stabilimento delle Saline di Volterra, il quale ha una professionalità non fungibile con le altre unità aziendali, stante la specificità delle produzioni e del processo per realizzarle, oltre che la notevole distanza territoriale con le altre unità produttive che rimarranno attive all'estero (Usa);
   inizialmente la decisione dei vertici del gruppo era quella di procedere alla chiusura dello stabilimento di Saline di Volterra e Giuseppe Muzzi, amministratore delegato della Smith International di Saline di Volterra, ha giustificato l'apertura della procedura di mobilità per tutti i 193 dipendenti dello stabilimento meccanico toscano, affermando che la debolezza dell'industria della perforazione ha causato il declino della domanda dei prodotti della Smith provocando per la società la riorganizzazione delle risorse e la riduzione dell'eccesso di capacità produttiva;
   le consultazioni che si stanno svolgendo con le rappresentanze sindacali comporteranno, a detta degli stessi sindacati, un impatto devastante «in una zona già a bassissima densità occupazionale», e che si vorrebbe contrastare con l'apertura di un tavolo istituzionale con gli enti locali e la regione Toscana, tavolo che, ad oggi, è stato sempre rinviato a causa di impegni all'estero dello stesso amministratore delegato della Smith;
   si deve inoltre ricordare l'accordo d'intesa tra Smith International e regione Toscana, sottoscritto a Firenze nel 2013 in cui l'azienda si impegnava a perseguire obiettivi di consolidamento e sviluppo, a qualificare il proprio personale e a sviluppare nuovi prodotti avanzati diventando un centro di eccellenza per la ricerca e lo sviluppo di prodotti per l'estrazione multidirezionale, che oggi rischia di chiudere;
   se tale accordo fosse stato davvero utile, oggi non ci si troverebbe di fronte ad un'azienda che sta per essere smantellata e non sono da dimenticare i Quaderni territoriali 2010-2014 della giunta regionale della Toscana in cui si evince che fu approvato, nell'ottobre 2013, uno schema di protocollo d'intesa per lo sviluppo e il consolidamento della presenza della Smith International Italia spa in Toscana; la Smith Bits, attraverso la controllante Smith International, fa parte dal 2010 del gruppo Schlumberger LTDO, leader internazionale nella fornitura di servizi per il settore oil & gas, con forti investimenti in attività di ricerca ingegneristica e sviluppo di soluzioni tecnologiche, ed è presente in Toscana con una sede legale ed operativa, nel comune di Volterra, dove realizza prodotti avanzati per l'industria estrattiva (petrolio, gas, vapore, acqua e minerali);
   se si dovesse procedere alla chiusura della Smith di Saline di Volterra le conseguenze verrebbero amplificate da quelli che agli interpellanti appaiono le omissioni della regione Toscana che non ha favorito lo sviluppo del territorio ma, al contrario, ha trascurato concrete iniziative di sviluppo del territorio medesimo che, se portate a termine, avrebbero permesso un riassorbimento rapido di sopradetti lavoratori;
   l'imminente chiusura della Smith di Saline di Volterra non riguarda solo aspetti occupazionali locali, ma evidenzia la necessità a livello nazionale di un intervento forte, volto a difendere la produzione e l'occupazione delle aziende italiane dalle politiche spesso predatorie di gruppi stranieri;
   il 30 aprile 2015 circa 2.000 persone hanno manifestato in corteo per dire «no» alla chiusura della Smith International di Saline di Volterra. Sono intervenuti i sindaci della zona, mentre i commercianti di Volterra e Pomarance hanno abbassato 15 minuti le saracinesche. In testa al corteo c'erano gli operai, ma anche tanti cittadini che hanno solidarizzato con i lavoratori;
   dopo la manifestazione, il 1o maggio 2015 sono stati organizzati ulteriori presidi e manifestazioni volti a sensibilizzare l'opinione pubblica al caso della Smith International di Saline di Volterra. Il 5 maggio 2015 i lavoratori sono stati di nuovo in sciopero e a Pisa le rappresentanze sindacali unitarie e i sindacati hanno incontrato i vertici aziendali presso l'Unione degli industriali, con una dovizia di esposizione che ha spiazzato gli stessi vertici;
   il presidente della regione Toscana ha ottenuto l'apertura di un tavolo nazionale per affrontare la crisi dell'azienda di Saline di Volterra dandone l'annuncio in occasione dell'apertura ufficiale, al secondo piano del Palazzo dei priori, di un ufficio della presidenza della regione con il compito di seguire direttamente sul posto la vertenza Smith;
   il tavolo nazionale convocato per il 19 maggio 2015, ma poi rinviato, dovrebbe permettere alla regione di ribadire che, per l'importanza strategica dell'azienda e per il numero di dipendenti occupati, è inaccettabile ogni ipotesi di chiusura e dovrebbe essere finalizzato a ottenere il ritiro delle procedure di mobilità; qualora poi la proprietà insista per la dismissione, l'intenzione è quella di chiedere tempo per verificare la possibilità di trovare acquirenti interessati a rilevare la struttura e ad investire anche in altre produzioni. I tempi devono andare ben oltre i 75 giorni previsti dalle procedure di mobilità;
   tuttavia, nei giorni scorsi in Confindustria si è svolto all'Unione industriale di Pisa il secondo incontro, in sede sindacale, della difficile vertenza della Smith durante il quale l'azienda, avendo conferito mandato al direttore dell'Unione industriale pisana, ha comunicato alle rappresentanze sindacali unitarie ed alle organizzazioni sindacali confederali e di categoria la propria volontà e disponibilità a riconsiderare quanto precedentemente affermato nell'incontro del 5 maggio 2015 circa la preannunciata chiusura del sito produttivo di Saline di Volterra. In particolare, l'azienda si è impegnata a presentare entro la metà di giugno 2015 un piano industriale finalizzato alla continuità dell'attività produttiva nel sito di Saline nonché all'attivazione dei necessari ammortizzatori sociali di sostegno al sopradetto piano industriale;
   si teme tuttavia che in tale piano industriale ci sia un pesante ridimensionamento aziendale a svantaggio dei lavoratori;
   il sindaco di Volterra ha giudicato l'apertura dell'ufficio della presidenza della regione come un segnale di un'attenzione non formale verso questo territorio e si è detto fiducioso circa il suo mantenimento finché la questione della Smith non avrà trovato una soluzione positiva –:
   quali orientamenti, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano esprimete con riferimento a quanto esposto in premessa;
   se, in considerazione di quanto riportato, non intendano chiarire quali iniziative sono contenute nel nuovo piano industriale diretto a salvare un'azienda di strategica importanza economica per l'Alta Val di Cecina come la Smith International di Saline di Volterra, garantendo tuttavia, ai lavoratori coinvolti, la possibilità di conservare un'esistenza dignitosa mantenendo il proprio posto di lavoro.
(2-00990) «Artini, Baldassarre, Barbanti, Bechis, Matarrelli, Mucci, Prodani, Rizzetto, Segoni, Turco, Pisicchio».


Intendimenti in merito alla realizzazione di un segno distintivo unico per le iniziative di promozione all'estero delle produzioni agricole e agroalimentari, nell'ambito della promozione del made in Italy – 2-00957

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   a seguito delle risposte alle interrogazioni n. 3-01025 e n. 3-01188, in merito alla creazione di un nuovo marchio per i prodotti agroalimentari italiani e ai possibili effetti negativi dello stesso sulle produzioni tutelate da altri marchi di qualità, il Governo ha confermato la realizzazione di un segno distintivo unico per le produzioni agricole e agroalimentari, da utilizzare per le iniziative di promozione all'estero durante l'Esposizione universale 2015, al fine di offrire alla comunità internazionale un'identità visiva che contraddistingua l'agroalimentare italiano;
   a tal fine, gli interpellanti, nel ribadire i rilievi critici già esposti nel corso dell'illustrazione dei suindicati atti di sindacato ispettivo, connessi a tale decisione, in quanto, con il nuovo segno distintivo, emergeranno evidenti difficoltà nella riconoscibilità dei prodotti italiani, oggetto di inevitabile confusione e facile contraffazione, rilevano che il 14 aprile 2015 è stato ufficialmente reso noto (dalla commissione dell'Ismea) il segno unico distintivo deputato a rappresentare il cosiddetto made in Italy sui mercati esteri, con il simbolo della bandiera italiana morsicata;
   l'introduzione del segno distintivo posto in essere dai Ministeri interessati, attraverso lo stanziamento d'importanti risorse finanziarie a sostegno del piano di promozione, conferma, tuttavia, a parere degli interpellanti, evidenti penalizzazioni per gli investimenti sulla qualità effettuati dalle aziende agricole italiane nel sistema dei prodotti a marchio; le esportazioni (presumibilmente di modeste entità) di quei prodotti a basso valore aggiunto non italiani, che transitano per il nostro Paese proprio per garantirsi l'italianità (come, ad esempio, il concentrato di pomodoro di provenienza cinese inscatolato e «verginizzato» in Italia), determineranno nella realtà la configurazione di un modello di sviluppo dell'agricoltura nazionale nettamente diverso e distante dal punto di vista tradizionalmente storico e previsionale;
   secondo quanto riportato da un articolo pubblicato dal sito internet agricolae.eu risulta, inoltre, che, dal punto di vista finanziario, le risorse attribuite alla realizzazione del suesposto strumento distintivo non sono state tuttora effettivamente erogate, in quanto se, da una parte, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ai sensi del decreto-legge n. 133 del 2014 cosiddetto «sblocca Italia», convertito, con modificazioni, dalla legge n. 164 del 2014, dovrebbe ancora rendere effettivi circa 12 milioni di euro, dall'altra parte, il Ministero dello sviluppo economico dovrebbe stanziare 18 milioni di euro previsti dal Documento di economia e finanza;
   anche l'Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche, secondo quanto riportato dal medesimo articolo, sembrerebbe disposta a partecipare al complessivo investimento, attraverso il finanziamento di 15 milioni di euro, ma, ciononostante, l'intera gestione delle risorse dell'articolato programma di investimenti, attribuita all'Agenzia Ice, non avrebbe ancora trovato un'effettiva attuazione;
   a tal fine, gli interpellanti evidenziano come, a distanza di quasi 8 mesi dall'entrata in vigore del decreto-legge in precedenza richiamato (nel corso dei quali i danni economici relativi al fenomeno dell’italian sounding sono ulteriormente accresciuti di circa 30 miliardi di euro), non vi sia attualmente riscontro dell'effettiva introduzione del marchio distintivo, aggiungendo inoltre che (secondo quanto emerge dal suesposto sito web), la stessa Agenzia Ice non ha ritenuto opportuno fornire risposta al piano di comunicazione previsto dal Governo in merito alla realizzazione della campagna di contrasto all’italian sounding, al contrario di quanto invece gli stessi Ministri interpellati hanno in diverse occasioni annunciato di realizzare in tempi celeri;
   ulteriori rilievi critici, che emergono nell'articolo in precedenza richiamato e che gli interpellanti ritengono condivisibili, scaturiscono dalle incognite su come l'Agenzia Ice riuscirà ad impegnare i 18 milioni di euro previsti dal piano per la promozione straordinaria del made in Italy e l'attrazione degli investimenti in Italia (all'interno del quale è riportata l'attività di comunicazione contro l’italian sounding), attività svolta peraltro senza aver indetto nessuna gara europea (considerando fra l'altro cifre stanziate così rilevanti); a ciò si aggiungono le perplessità in merito alle sinergie, con i consorzi di tutela e le associazioni di produttori agroalimentari e vitivinicoli dop ed igp per la predisposizione del piano di comunicazione; l'Agenzia non sembra riscuotere particolare fiducia anche in merito alla gestione delle risorse previste per l'elaborazione del piano medesimo, anche a causa della carenza di personale;
   le osservazioni in precedenza esposte, a giudizio degli interpellanti, accrescono i dubbi e le perplessità in merito all'intera operazione avviata nel mese di agosto 2014 con il decreto-legge n. 133 del 2014 e peraltro tuttora incompleta dal punto di vista normativo e finanziario, relativa all'introduzione del nuovo strumento di comunicazione del segno distintivo unico (se si valuta il quadro generale dei soggetti istituzionalmente preposti all'attuazione del piano), in cui emergono una serie di ritardi nell'emanazione dei decreti attuativi e pareri discordanti in merito alla realizzazione, che rischiano peraltro di alimentare ulteriore confusione ed aumento della contraffazione;
   gli interpellanti a tal fine ribadiscono che la vicenda del marchio unico nazionale, peraltro già esistente, a cui si aggiungerebbero quelli esistenti e riconosciuti storicamente dall'Unione europea e per i quali l'Italia è protagonista assoluta nel mondo, dà luogo, ad avviso degli interpellanti, a un inutile riconoscimento finanziario ad una parte del settore industriale dell'agroalimentare italiano che, in realtà, non è interessato né all'identità dei luoghi né tantomeno alla tracciabilità dei prodotti;
   se il marchio definitivo è stato scelto a pieno titolo, per quanto riguarda gli aspetti finanziari, normativi e gestionali dell'intera operazione, permangono in definitiva, a parere degli interpellanti, evidenti lacune e perplessità su un'intera vicenda, i cui investimenti finanziari (peraltro, come suesposto, tuttora non effettivamente erogati), rappresentano un'inutile dispersione di risorse pubbliche, che andrebbero in realtà indirizzate al contrasto del commercio illegale dei prodotti agroalimentari made in Italy e sul fronte della concorrenza sleale –:
   quali orientamenti intendano esprimere, per le parti di rispettiva competenza, con riferimento a quanto esposto in premessa;
   quali siano i costi effettivamente sostenuti dal Governo nella realizzazione del segno distintivo unico per le produzioni agricole e agroalimentari, da utilizzare per le iniziative di promozione all'estero durante l'Esposizione universale 2015, il cui decreto attuativo non è stato tuttora pubblicato;
   se siano a conoscenza delle difficoltà finanziarie inerenti alla gestione dell'intera operazione affidata all'ente attuatore Agenzia Ice, che, secondo quanto risulta dall'articolo di stampa in precedenza richiamato, non avrebbe ancora trovato attuazione;
   in caso affermativo, quali iniziative urgenti e necessarie i Ministri interpellati intendano intraprendere al fine di rimuovere gli ostacoli esistenti presso la suindicata Agenzia, che impediscono l'effettiva introduzione del marchio distintivo unico, il quale, a giudizio del Governo, dovrebbe consentire di migliorare l'efficienza nel contrasto all’italian sounding;
   quali siano i motivi del ritardo della pubblicazione del decreto interministeriale relativo al piano per la promozione straordinaria del made in Italy e l'attrazione degli investimenti in Italia, all'interno del quale è riportata l'introduzione del segno distintivo unico (finalizzato anche alla promozione dell'evento universale Expo 2015), la cui intera vicenda rappresenta, a parere degli interpellanti, un'inutile iniziativa meramente propagandistica che non determinerà alcun tangibile rafforzamento nell'azione di contrasto ai fenomeni di contraffazione e dell’italian sounding, ma accrescerà invece i livelli di confusione sia fra gli operatori del settore e soprattutto fra i consumatori.
(2-00957) «Russo, Faenzi, Catanoso, Fabrizio Di Stefano, Riccardo Gallo, Palese, Occhiuto».


Chiarimenti in merito alla negazione del pass di ingresso ad Expo 2015 a personale già assunto – 2-00992

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro dell'interno, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   le aziende, le agenzie e le organizzazioni che operano nel sito di Expo 2015 hanno l'obbligo di chiedere l'accredito per i propri collaboratori. Queste richieste di accredito (che comprendono dati anagrafici, documento d'identità, foto, ruolo e titolo, ma non il casellario giudiziario) vengono vagliate dalla questura che accetta o meno il nominativo senza fornire spiegazioni;
   non c’è nessuna trasparenza sui criteri adottati per la «piattaforma accrediti» da parte della questura aprendo di fatto la possibilità di discriminazione fra lavoratori;
   decine di segnalazioni sono arrivate ad Assolavoro (associazione delle agenzie interinali), al sindacato e ad Expo spa riportano il rifiuto del permesso da parte della questura;
   tra i casi di rifiuto, ci sono situazioni nelle quali il giudice aveva previsto la non menzione nel casellario e quindi, a giudizio dei segnalanti, la questura avrebbe utilizzato dati in proprio possesso per negare l'accredito;
   peraltro, si apprende che numerose persone che avevano firmato contratti a tempo determinato per lavorare nei padiglioni di Expo 2015, anche partecipando a periodi di formazione con regolare ingresso nel sito espositivo in costruzione, il 30 aprile 2015, a ridosso dell'inaugurazione di Expo, sarebbero stati licenziati;
   a detta della Cgil Milano sarebbero un centinaio i casi di licenziamenti «preventivi» che, in particolare, non avrebbero superato il «filtro» della questura;
   come anche riportato da notizie stampa (Il Manifesto del 27 maggio 2015), ciascuna azienda o Paese che lavora in Expo è tenuto a mandare alla questura e alla prefettura di Milano i dati anagrafici di chi deve entrare nel sito espositivo per avere il pass che permette di accedere ad Expo tramite una procedura informatica gestita dalle piattaforme di Expo spa; in tale fase subentrerebbe il filtro della questura;
   tuttavia, da Expo spa, spiegano che «Il parere di questura e prefettura non è vincolante»; dunque, la decisione finale spetterebbe ad Expo; ma certo è – come riferito nell'articolo stampa – che, a fronte di un parere negativo, nessuno si assume la responsabilità di farli entrare. Ampi, dunque, sarebbero, i margini di discrezionalità;
   ai lavoratori esclusi, sarebbe stata data una comunicazione dal seguente tenore: «le regole di ingaggio per essere accreditati a Expo 2015 sono differenti da quelle di qualunque altro evento, in quanto l'Expo è stata dichiarata obiettivo sensibile, nonché sito di interesse strategico nazionale»;
   in ogni caso, tuttavia, non paiono chiari i criteri di esclusione: alcuni lavoratori hanno anche inviato il proprio casellario giudiziario per provare di essere incensurati; operazione ritenuta inutile da Expo: «allegare visure o altri documenti non serve. I controlli vengono fatti in altra sede ufficiale e sono le autorità di polizia a gestire queste informazioni»;
   le persone licenziate in via preventiva, comunque, nulla avrebbero a che fare con problemi di «sicurezza nazionale», salvo ritenere tali l'aver lavorato con rifugiati politici, l'aver partecipato a manifestazioni contro la riforma Gelmini del 2008, ad esempio, l'aver frequentato centri sociali;
   se ciò fosse, si paleserebbe un evidente contrasto con l'articolo 8 dello statuto dei lavoratori;
   è evidente ed urgente la necessità di fare piena luce, dunque, su procedure, normative e prassi adottate nel casi segnalati che, per come rese note dai diretti interessati, i lavoratori licenziati, nonché dalle relative notizie stampa, non possono che rappresentare una grave violazione dei basilari principi democratici di uno Stato di diritto –:
   se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero;
   quali azioni i Ministri interpellati intendano intraprendere, per quanto di competenza, al fine di riorganizzare i criteri di valutazione della «piattaforma accrediti» tali da non produrre la discriminazione dei lavoratori e la violazione delle libertà costituzionali del cittadino;
   di quali informazioni dispongano i Ministri interpellati circa le procedure, le normative e le prassi adottate in relazione a quelli che ad avviso degli interpellanti non possono che rappresentare dei veri e propri licenziamenti preventivi in violazione di quanto stabilito dall'articolo 8 dello Statuto dei lavoratori, nonché dei basilari principi democratici di uno Stato di diritto.
(2-00992) «Daniele Farina, Scotto, Franco Bordo, Pannarale, Fratoianni, Quaranta, Costantino, Airaudo, Duranti, Ferrara, Giancarlo Giordano, Marcon, Melilla, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pellegrino, Piras, Placido, Ricciatti, Sannicandro, Zaccagnini, Zaratti».