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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 4 aprile 2014

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 4 aprile 2014.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amici, Artini, Baldelli, Balduzzi, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Brescia, Bressa, Brunetta, Caparini, Casero, Castiglione, Cicchitto, Cirielli, Costa, Dambruoso, De Girolamo, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Legnini, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Mannino, Merlo, Migliore, Mogherini, Monaco, Orlando, Palmizio, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Pistelli, Ravetto, Realacci, Ricciatti, Rossi, Rughetti, Sani, Scalfarotto, Sereni, Speranza, Tabacci, Velo, Vito, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 3 aprile 2014 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   ROBERTA AGOSTINI ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, e altre disposizioni in materia di sostegno della maternità e della paternità, di congedo parentale e di obbligatorietà del congedo di paternità, nonché per il finanziamento del servizio degli asili nido» (2265);
   PAGANI: «Disposizioni concernenti il riconoscimento di ciclomotori e macchine agricole d'epoca come veicoli di interesse storico e collezionistico» (2266);
   ZAMPA: «Norme per la promozione della lettura nell'infanzia e nell'adolescenza e istituzione della Giornata nazionale della promozione della lettura e della Settimana nazionale del libro nelle scuole» (2267);
   DI VITA ed altri: «Modifiche alla legge 25 febbraio 1992, n. 210, in materia di indennizzo in favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati, nonché dei loro familiari» (2268);
   MINARDO: «Disposizioni in favore delle imprese agricole nonché delega al Governo per la semplificazione della normativa in materia di agricoltura» (2269).

  Saranno stampate e distribuite.

Trasmissioni dal Senato.

  In data 3 aprile 2014 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza i seguenti progetti di legge:
   S. 1078. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Turchia sulla previdenza sociale, fatto a Roma l'8 maggio 2012» (approvato dal Senato) (2270);
   S. 1166. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Congresso di Stato della Repubblica di San Marino sulla cooperazione per la prevenzione e la repressione della criminalità, fatto a Roma il 29 febbraio 2012» (approvato dal Senato) (2271);
   S. 1143. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Niger in materia di sicurezza, fatto a Niamey il 9 febbraio 2010» (approvato dal Senato) (2272);
   S. 1216. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Jersey sullo scambio di informazioni in materia fiscale, fatto a Londra il 13 marzo 2012» (approvato dal Senato) (2273);
   S. 1217. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo delle Isole Cook sullo scambio di informazioni in materia fiscale, fatto a Wellington il 17 maggio 2011» (approvato dal Senato) (2274);
   S. 1218. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Corea in materia di Vacanze-Lavoro, fatto a Seoul il 3 aprile 2012» (approvato dal Senato) (2275);
   S. 1241. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Turchia sulla lotta ai reati gravi, in particolare contro il terrorismo e la criminalità organizzata, fatto a Roma l'8 maggio 2012» (approvato dal Senato) (2276);
   S. 1300. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di navigazione satellitare tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e il Regno di Norvegia, fatto a Bruxelles il 22 settembre 2010» (approvato dal Senato) (2277);
   S. 1301. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di San Marino in materia di collaborazione finanziaria, fatto a San Marino il 26 novembre 2009» (approvato dal Senato) (2278);
   S. 1243. – «Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica alla Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati uniti messicani per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, dell'8 luglio 1991, fatto a Città del Messico il 23 giugno 2011» (approvato dal Senato) (2279);
   S. 1232. – FERRANTI ed altri: «Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali. Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di visita a persone affette da handicap in situazione di gravità, e al decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109, in materia di illeciti disciplinari e relative sanzioni» (approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (631-B);
   S. 1315. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla creazione del blocco funzionale dello spazio aereo Blue Med tra la Repubblica italiana, la Repubblica di Cipro, la Repubblica ellenica e la Repubblica di Malta, fatto a Limassol il 12 ottobre 2012» (approvato dal Senato) (2280);
   S. 471. – Senatori MARINELLO ed altri: «Modifiche agli articoli 348, 589 e 590 del codice penale, agli articoli 123 e 141 del testo unico delle leggi sanitarie, di cui al regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, nonché all'articolo 8 della legge 3 febbraio 1989, n. 39, in materia di esercizio abusivo di una professione e di obblighi professionali» (approvata dal Senato) (2281).

  Saranno stampati e distribuiti.

Annunzio di una proposta di inchiesta parlamentare.

  In data 3 aprile 2014 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di inchiesta parlamentare d'iniziativa del deputato:
   ATTAGUILE: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause della sospensione dei contratti per la realizzazione del collegamento stabile viario e ferroviario tra la Sicilia e il continente» (doc. XXII, n. 26).

  Sarà stampata e distribuita.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge COCCIA ed altri: «Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e per l'integrazione degli alunni nella scuola dell'obbligo» (954) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Ascani, Bonafè, Caruso, Donati, Iacono e Speranza.

  La proposta di legge MURER: «Norme in materia di medicina di genere» (1599) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Bossa.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE MARCON ed altri: «Modifica dell'articolo 49 della Costituzione, per il riconoscimento della pari dignità a tutte le forme organizzate della società civile ai fini della determinazione della politica nazionale» (1992).

   XI Commissione (Lavoro):
  GNECCHI ed altri: «Modifiche all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di accesso delle lavoratrici alla pensione di vecchiaia, nonché concessione di contributi previdenziali figurativi per il riconoscimento dei lavori di cura familiare» (1881) Parere delle Commissioni I, V e XII.

   Commissioni riunite II (Giustizia) e III (Affari esteri):
  «Ratifica ed esecuzione degli Emendamenti alla Convenzione sulla protezione fisica dei materiali nucleari del 3 marzo 1980, adottati a Vienna l'8 luglio 2005, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno» (2124) Parere delle Commissioni I, IV, V, VIII, IX, X, XI, XII e XIV.

   Commissioni riunite II (Giustizia) e VI (Finanze):
  COLLETTI ed altri: «Modifiche al codice civile e altre disposizioni in materia di reati societari e tributari, nonché modifiche alle disposizioni penali in materia fallimentare» (1205) Parere delle Commissioni I e XIV.

Trasmissione dal Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione.

  Il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, con lettera in data 31 marzo 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7, comma 3, della legge 11 novembre 2011, n. 180, la prima relazione sullo stato di attuazione delle disposizioni in materia di riduzione e trasparenza degli adempimenti amministrativi a carico di cittadini e imprese, relativa all'anno 2013 (Doc. CCXIV, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla X Commissione (Attività produttive).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 1o e 2 aprile 2014, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un visto di circolazione e che modifica la Convenzione d'applicazione dell'accordo di Schengen e i regolamenti (CE) n. 562/2006 e (CE) n. 767/2008 (COM(2014) 163 final) e relativi allegati (COM(2014) 163 final - Annexes 1 to 3), che sono assegnati in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali). La predetta proposta di regolamento è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 2 aprile;
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Una politica in materia di visti più intelligente per la crescita economica (COM(2014) 165 final), che è assegnata in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali);
   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla firma, a nome dell'Unione europea, e all'applicazione provvisoria del protocollo che fissa le possibilità di pesca e la contropartita finanziaria previste dall'accordo di partenariato nel settore della pesca tra la Repubblica democratica di Sao Tomé e Principe e l'Unione europea (COM(2014) 189 final) e relativo allegato (COM(2014) 189 final - Annex 1), che sono assegnati in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione del protocollo che fissa le possibilità di pesca e la contropartita finanziaria previste dall'accordo di partenariato nel settore della pesca tra l'Unione europea e la Repubblica democratica di Sao Tomé e Principe (COM(2014) 190 final) e relativi allegati (COM(2014) 190 final – Annexes 1 to 2), che sono assegnati in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Proposta di regolamento del Consiglio relativo alla ripartizione delle possibilità di pesca a norma del protocollo che fissa le possibilità di pesca e la contropartita finanziaria previste dall'accordo di partenariato nel settore della pesca tra l'Unione europea e la Repubblica democratica di Sao Tomé e Principe (COM(2014) 191 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea nella 93a sessione del comitato per la protezione dell'ambiente marino per quanto riguarda l'adozione degli emendamenti alle regole SOLAS II-2/1, 2/3, 2/9.7, 2/13.4, 2/18, 2/20-1, 2/29, al capitolo III della Convenzione SOLAS e ai codici relativi ai mezzi di salvataggio e al programma di ispezioni estese del 2011 (COM(2014) 208 final), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);
   Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle attività e alla vigilanza degli enti pensionistici aziendali o professionali (COM(2014) 167 final) e relativi allegati (COM(2014) 167 final – Annexes 1 to 2) e documento di accompagnamento – Documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2014) 102 final), che sono assegnati in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro). La predetta proposta di regolamento è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 3 aprile;
   Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sul finanziamento a lungo termine dell'economia europea (COM(2014) 168 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Sfruttare il potenziale del crowdfunding nell'Unione europea (COM(2014) 172 final), che è assegnata in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali);
   Comunicazione congiunta al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Il vicinato a un bivio: l'attuazione della politica europea di vicinato nel 2013 (JOIN(2014) 12 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

Comunicazione dell'avvio di procedure d'infrazione.

  Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 2 aprile 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, le seguenti comunicazioni concernenti l'avvio di procedure d'infrazione, ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che sono trasmesse alle sottoindicate Commissioni, nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   comunicazione relativa alla procedura d'infrazione n. 2014/0256, del 2 aprile 2014, ai sensi dell'articolo 258 del Trattato, per mancato recepimento della direttiva 2013/46/UE che modifica la direttiva 2006/141/CE per quanto concerne le prescrizioni in materia di proteine relative agli alimenti per lattanti e agli alimenti di proseguimento – alla XII Commissione (Affari sociali);
   comunicazione relativa alla procedura d'infrazione n. 2014/2059, del 2 aprile 2014, ai sensi dell'articolo 258 del Trattato, per violazione del diritto dell'Unione in relazione all'attuazione della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane – alla VIII Commissione (Ambiente).

Richiesta di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 4 aprile 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 6 agosto 2013, n. 96, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE (90).
  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla X Commissione (Attività produttive) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 14 maggio 2014. E’ altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 24 aprile 2014.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Elementi ed iniziative di competenza in ordine alla prospettata riduzione dei treni intercity da parte di Trenitalia – 2-00481

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   un sistema di mobilità pubblica moderna ed efficiente rappresenta un obiettivo strategico per la realizzazione di politiche tese a promuovere sviluppo sostenibile, strategie di crescita economica e di progresso sociale, migliori condizioni di tutela della salute della popolazione;
   in particolare, il servizio dei treni intercity rappresenta, per un'ampia e diversificata fascia di utenza, su tutto il territorio nazionale, un mezzo di trasporto pubblico fondamentale per garantire il diritto alla mobilità ai cittadini che sono costretti quotidianamente ad affrontare spostamenti per motivi di lavoro, studio o salute;
   l'offerta di servizi per i pendolari è, infatti, basata essenzialmente sul trasporto pubblico regionale su ferro, finanziato dalle regioni, e sull'interazione con i treni intercity, che, sulle lunghe percorrenze di carattere interregionale, rappresentano, peraltro, l'unico mezzo disponibile presso molte stazioni capoluogo di provincia o con un bacino di area vasta anch'esso interregionale;
   il contratto di servizio pubblico – si legge sul sito internet di Trenitalia – è un atto stipulato tra l'autorità pubblica (Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Ministero dell'economia e delle finanze) e Trenitalia, allo scopo di garantire il diritto alla mobilità, tramite servizi di trasporto effettuati per soddisfare esigenze sociali, ambientali e di assetto del territorio, e per far fronte all'esigenza di garantire particolari condizioni e tariffe a specifiche categorie di passeggeri;
   il contratto di servizio, valido per il periodo 2009-2014, è quindi orientato a tutelare la mobilità ferroviaria dei passeggeri nella media e lunga percorrenza nazionale, sovvenzionando i collegamenti intercity sia diurni che notturni considerati a tal fine necessari;
   sono circa 2 milioni e 900 mila i pendolari che utilizzano quotidianamente in Italia i servizi su rotaia: a dirlo è il rapporto «Pendolaria 2013» di Legambiente. Secondo i dati del rapporto negli ultimi anni sono aumentati i costi dei biglietti e diminuiti i servizi. Si tratta di politiche che stanno disincentivando il trasporto pubblico, lievemente calato nel 2013, rispetto ad un trend di crescita registrato negli ultimi dieci anni. Sempre secondo Legambiente le responsabilità sono anche delle regioni che «hanno trascurato la qualità del servizio» offrendo alle «necessità dei pendolari» meno dello «0,4 per cento del bilancio»;
   tali criticità si sommano, infatti, ai già molti disservizi, a cui sono sottoposti giornalmente i passeggeri che viaggiano sui treni intercity tra cui: lunghi tempi di percorrenza; mancanza di puntualità; soppressione senza preavviso delle corse; carenza di informazione; non garanzia di partenza delle coincidenze; guasti tecnici; carrozze non adeguate e poco pulite; sovraffollamento dei convogli; condizioni precarie delle infrastrutture ferroviarie; aumenti delle tariffe non giustificati dalla bassa qualità e riduzione generalizzata dei servizi offerti;
   va rimarcato, d'altro canto, che parallelamente alla crescita delle criticità e delle riduzioni del trasporto ferroviario intercity e regionale è stata elevata esponenzialmente l'offerta dei collegamenti dell'alta velocità (AV): dal 2007 ad oggi, nella tratta Roma-Milano si è, ad esempio, registrato un aumento della frequenza che sfiora il 400 per cento;
   sono stati recentemente soppressi da Trenitalia due ulteriori treni intercity (nelle tratte Roma-Trieste e Roma-Milano);
   da quanto è emerso da organi di informazione, entro il mese di giugno 2014 verranno soppressi altri 10 intercity, che riguardano l'utenza di 9 regioni (Toscana, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Liguria, Umbria e Campania): tali treni, secondo Trenitalia, registrano perdite commerciali di circa 30 milioni di euro;
   la soppressione di tali treni era già stata ventilata nel 2013 e sospesa anche a seguito delle richieste delle regioni, degli enti locali e degli interventi delle rappresentanze politiche parlamentari;
   il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti pro tempore, Rocco Girlanda, intervenendo alla Camera dei deputati il 10 settembre 2013 per rispondere ad un'interrogazione a risposta in Commissione n. 5-00765 su questo tema, ha rimarcato la necessità («ferma la competenza regionale») nelle definizione della programmazione dei servizi di trasporto pubblico locale di un maggiore coordinamento fra le regioni stesse e lo Stato. Per il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti pro tempore una corretta programmazione rispettosa dei nuovi criteri «oggettivi ed uniformi a livello nazionale, di efficientamento e razionalizzazione» (di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'11 marzo 2013) potrà superare «la cristallizzazione dei servizi storici e della spesa storica», consentire «la progressiva rispondenza fra offerta e domanda di trasporto» e risolvere «almeno parzialmente, le lamentate carenze di risorse di parte corrente»; «in tale quadro, la programmazione dei servizi effettuata dalla regione diventa elemento essenziale per verificare, in termini concreti, le ipotesi di razionalizzazione e sviluppo del trasporto ferroviario. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – ha sottolineato Rocco Girlanda – avrà cura di verificare gli effetti prodotti dalla corretta programmazione, avvalendosi anche dell'Osservatorio sulle politiche del Tpl, di cui alla legge n. 244 del 2007»;
   va inoltre ricordato che il precedente Governo, per voce del Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti pro tempore, Erasmo D'Angelis, in data 17 dicembre 2013, ha annunciato a mezzo stampa interventi urgenti mirati per modernizzare e migliorare la situazione del trasporto ferroviario regionale, soprattutto a favore delle fasce sociali deboli (come, ad esempio, i pendolari);
   emerge, quindi, con chiarezza che la soppressione dei 10 intercity sopracitata rappresenta in ogni caso una decisione non concertata, causata da esclusive ragioni di carattere economico e che (per qualità e quantità dei servizi cancellati non adeguatamente sostituiti ed integrati) non possa comunque essere frutto di una programmazione efficace ed a sostegno dei pendolari;
   tale soppressione causerebbe, infatti, gravi ed ulteriori disagi nei confronti di migliaia di utenti, su tutto il territorio nazionale, che vedrebbero scomparire un servizio spesso unico per poter svolgere le attività quotidiane;
   su questa tematica è avviato da mesi un confronto tra Trenitalia, Governo e regioni rispetto all'istanza di garantire il livello di trasporto ferroviario «intermedio» fra i servizi dell'alta velocità ed i servizi regionali, in particolare per quei centri e quei territori non serviti dall'alta velocità;
   per recuperare la copertura finanziaria necessaria a mantenere i servizi ferroviari economicamente non sostenibili è emersa l'opportunità di utilizzare le risorse previste dell'articolo 21, comma 24, del decreto-legge n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011;
   tale norma introduce, infatti, un sovrapprezzo al canone per il trasporto di passeggeri sulle linee ad alta velocità, destinando i relativi introiti alla diminuzione del costo di accessi all'infrastruttura ferroviaria per i servizi oggetto di contratti di servizio. La misura del sovrapprezzo viene stabilita ed aggiornata ogni tre anni, in conformità con il diritto comunitario, da un apposito decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
   ad oggi, il decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti citato non è stato ancora emanato e conseguentemente le inerenti disposizioni del decreto-legge n. 98 del 2011 non sono state ancora applicate –:
   se i Ministri interpellati siano a conoscenza delle reali intenzioni di Trenitalia di sopprimere collegamenti intercity e nello specifico quali tratte e quali bacini di utenza coinvolgano tali riduzioni di servizio;
   se i Ministri interpellati conseguentemente non ritengano necessario assumere iniziative urgenti per evitare tali riduzioni di servizio insostenibili per garantire il diritto alla mobilità a milioni di cittadini, a partire dalla completa attuazione dell'articolo 21, comma 24, del decreto-legge n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011, da una revisione ed aggiornamento del contratto nazionale di servizio con Trenitalia e dalla promozione di una maggiore concertazione e partecipazione con le regioni, anche al fine di vincolare la società al rispetto di standard qualitativi effettivamente adeguati e promuovere un effettivo ottenimento di miglioramenti nel trasporto ferroviario pubblico.
(2-00481) «Dallai, Donati, Biffoni, Manfredi, Ermini, Carrescia, Cenni, Covello, Marco Di Maio, Fossati, Gelli, Bini, Anzaldi, Manciulli, Terrosi, D'Arienzo, Morani, Richetti, Simoni, Vazio, Benamati, Ascani, Bonafè, Senaldi, Zanin, Amendola, Fanucci, Tidei, Iori, Bonifazi, Parrini».


Chiarimenti in merito all'ammontare delle risorse destinate ai comuni per le spese relative alla gestione degli uffici giudiziari ed iniziative volte a superare l'attuale sistema di copertura dei costi di tali uffici – 2-00485

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   in conseguenza delle manovre finanziarie adottate nel corso degli ultimi tre anni, i trasferimenti delle risorse statali ai comuni sono diminuiti per una cifra complessiva pari a circa 6 miliardi e 450 milioni di euro; ciò ha determinato per essi il consolidamento di una situazione finanziaria che ha oramai raggiunto i limiti di un'assoluta insostenibilità;
   in questo quadro di riduzione progressiva dei trasferimenti, si inserisce l'anomalia rappresentata dalla legge 24 aprile 1941, n. 392, recante «Trasferimento ai Comuni del servizio dei locali e dei mobili degli Uffici giudiziari» e che pone, anacronisticamente, a carico dei comuni le spese per la gestione degli uffici giudiziari; tali spese vengono ad essere, successivamente, rimborsate da parte del Ministero della giustizia attraverso l'erogazione di un contributo economico annuo, mai integrale;
   la previsione normativa che mette a carico dei comuni le spese degli uffici giudiziari è stata emanata nel 1941, prima cioè della nascita della Repubblica e dell'approvazione della Carta costituzionale che, attualmente, assegna allo Stato le funzioni in materia di giustizia;
   a fronte di una spesa media annuale dei tribunali e degli uffici giudiziari – anticipate dai bilanci dei comuni – pari a 315 milioni di euro all'anno, negli ultimi tre anni il contributo versato dallo Stato ai comuni a titolo di rimborso si è attestato tra il 60 e l'80 per cento delle spese effettivamente sostenute; gli acconti e i saldi sono stati sovente erogati accumulando gravi ritardi, a volte quantificabili anche nell'ordine di diversi anni;
   nel relativo capitolo di bilancio del Ministero della giustizia sono iscritti, per l'esercizio in corso, unicamente 79,8 milioni di euro: attualmente, tuttavia, le spese sostenute dai comuni – relative all'anno 2012 – ammontano ad oltre 300 milioni di euro, già di fatto anticipati dalle casse delle amministrazioni comunali;
   il processo di riorganizzazione delle sedi giudiziarie sul territorio nazionale ha avuto, tra le inevitabili conseguenze, anche quella di una maggiore concentrazione di spese sui comuni dove si è realizzato l'accorpamento delle sedi giudiziarie soppresse dal decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155;
   nei comuni accorpanti le sedi giudiziarie soppresse, ha avuto inizio un susseguirsi incessante di nuove richieste di spesa da mettere a carico dei bilanci comunali: tali importi si esplicitano in spese per il trasloco, per la realizzazione, l'adeguamento e la messa in sicurezza di nuove sedi, in spese per nuove utenze e per i nuovi servizi di vigilanza e di gestione ordinata degli immobili, con richiesta da parte dei tribunali di risorse aggiuntive e ulteriori comprese tra il 15 e il 110 per cento rispetto all'anno precedente;
   tali risorse sono state, a tutti gli effetti, impiegate dai comuni solo ed esclusivamente al fine di garantire l'erogazione di un servizio di diretta gestione statale –:
   se il Ministro interpellato non ritenga opportuno fornire ulteriori informazioni in merito all'ammontare delle risorse – iscritte nel relativo capitolo di bilancio del Ministero della giustizia per l'anno 2012 – destinate a corrispondere il relativo contributo ai comuni;
   se non ritenga necessario fornire chiarimenti in merito a quanto siano state decurtate tali risorse e a quanto ammonti tale diminuzione rispetto all'anno precedente;
   se non intenda assumere urgentemente provvedimenti ed iniziative appropriate al fine di garantire il ristoro delle spese ed il superamento di una situazione che, per le amministrazioni comunali, è a tutti gli effetti ormai letteralmente insostenibile;
   quali siano le iniziative che il Governo è intenzionato ad intraprendere – anche con carattere d'urgenza – al fine di assicurare la copertura delle spese già sostenute dai comuni nel 2012 allo scopo di garantire il rispetto della legge;
   quali siano le iniziative – anche con carattere d'urgenza – attualmente allo studio del Governo allo scopo di garantire la copertura delle spese per l'erogazione del servizio della giustizia sull'intero territorio nazionale per gli anni 2013 e 2014;
   se non ritenga necessario e congruo superare definitivamente l'attuale sistema di copertura dei costi degli uffici giudiziari attraverso iniziative per l'abolizione della legge 24 aprile 1941, n. 392, ponendo quindi a carico dell'amministrazione della giustizia la gestione diretta delle spese allo scopo di garantirne maggiore responsabilità ed efficacia.
(2-00485) «Fragomeli, Pastorino, Marzano, Petitti, Scanu, Marchetti, Carlo Galli, Marchi, Malisani, Moretto, Giuseppe Guerini, Iacono, Incerti, Ginefra, Giulietti, Gandolfi, Ginato, Tentori, Senaldi, Gadda, Pelillo, Lodolini, Lauricella, Lattuca, Giampaolo Galli, Lenzi, Fedi, D'Incecco, Zampa, Taranto, Marantelli, Garofani, Garavini, Luciano Agostini».


Chiarimenti in merito alla capacità di trasporto di armi nucleari per gli F-35 ed intendimenti circa la possibilità di non rinnovare la capacità nucleare dei reparti aerei – 2-00484

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:
   i Ministri olandesi della difesa Jeanine Hennis-Plasschaert e degli esteri Frans Timmermans hanno dichiarato nei giorni scorsi al Parlamento olandese che non intendono dare corso alla risoluzione adottata dal Parlamento stesso il 20 novembre 2013 che chiedeva di escludere una capacità di trasporto nucleare per i velivoli F-35 che sarebbero stati acquistati dall'Aeronautica;
   secondo le dichiarazioni dei due Ministri, non è possibile escludere che gli F-35 olandesi possano essere utilizzati per missioni nucleari in considerazione del ruolo del Paese nella Nato e, pertanto, non ritengono opportuno essere condizionati dalla risoluzione stessa;
   l'Italia ha deciso di acquisire 90 velivoli F-35, una parte dei quali dovrebbe essere assegnata alla base di Ghedi, sede del 6o stormo dell'Aeronautica militare, nonché di deposito di bombe nucleari gestito dal 704th Munitions Support Squadron;
   il dipartimento della difesa statunitense ha annunciato di aver avviato un programma di modernizzazione delle sue bombe nucleari B-61 per renderle idonee all'uso da parte dei cacciabombardieri F-35 e che questa modernizzazione riguarderà anche le armi che si trovano in Europa;
   d'altra parte, il Governo tedesco, avendo deciso di non acquisire i cacciabombardieri F-35, ha anche scelto di rinunciare a qualsiasi capacità di attacco nucleare una volta ritirati dal servizio attorno al 2024 i velivoli Tornado –:
   se alla luce delle dichiarazioni del Governo olandese, il Ministro interpellato non intenda chiarire le intenzioni dell'Italia in quanto alla capacità di attacco nucleare dei velivoli F-35 che dovrebbero entrare in servizio nell'Aeronautica militare;
   se non ritenga opportuno aderire alla scelta tedesca di non rinnovare la capacità nucleare dei propri reparti aerei una volta ritirati dal servizio i velivoli Tornado attualmente adibiti a tali missioni.
(2-00484) «Paolo Bernini, Rizzo, Artini, Basilio, Corda, Frusone, Tofalo, Manlio Di Stefano, Di Battista, Sibilia, Del Grosso, Grande, Spadoni, Scagliusi, Da Villa, Crippa, Prodani, Della Valle, Fantinati, Mucci, Vallascas, Petraroli, Busto, De Rosa, Terzoni, Daga, Mannino, Segoni, Zolezzi, Micillo».


Elementi ed iniziative circa l'attuazione della normativa in tema di trasparenza della Rai, con particolare riferimento alla comunicazione del costo annuo del personale utilizzato – 2-00486

D)

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   con l'interpellanza urgente n. 2-00353, presentata dall'interpellante l'8 gennaio 2014, è stata messa in evidenza la necessità dell'attuazione della norma di cui all'articolo 2, comma 11, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, recante «Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni», (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale, 30 ottobre 2013, n. 255);
   la sopra detta disposizione ha integralmente sostituito, a decorrere dal 1o gennaio 2014, l'articolo 60, comma 3, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, che, nella precedente formulazione, prevedeva che gli enti pubblici economici e le aziende che producono servizi di pubblica utilità, nonché gli enti e le aziende di cui all'articolo 70, comma 4, sono tenuti a comunicare alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della funzione pubblica – e al Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, il costo annuo del personale comunque utilizzato, in conformità alle procedure definite dal Ministero dell'economia e delle finanze;
   l'intervento operato dal decreto-legge n. 101 del 2013 integra, in primo luogo, l'ambito soggettivo di riferimento del sopra detto articolo 60, estendendo la platea dei soggetti tenuti al rispetto dell'obbligo di comunicazione previsto anche alle società non quotate, partecipate direttamente o indirettamente, a qualunque titolo, dalle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, diverse da quelle emittenti strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati e dalle società dalle stesse controllate, e dalla società concessionaria del servizio pubblico generale radiotelevisivo;
   detto intervento opera, inoltre, sul contenuto informativo dell'obbligo stesso, in particolare per la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, andando a specificare che il costo annuo del personale comunque utilizzato ed oggetto della comunicazione deve ritenersi riferito ai singoli rapporti di lavoro dipendente o autonomo; in virtù di tale disposizione, pertanto, anche la Rai, in quanto società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, è tenuta a comunicare alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della funzione pubblica – e al Ministero dell'economia e delle finanze il costo annuo del personale comunque utilizzato, con riferimento ai singoli rapporti di lavoro dipendente o autonomo, in conformità a specifiche procedure definite d'intesa con i predetti dicasteri;
   in risposta all'interpellanza presentata, nel corso della seduta dell'assemblea della Camera dei deputati di venerdì 10 gennaio 2014, il senatore Giovanni Legnini, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri pro tempore, in relazione alla concreta attuazione della disposizione di cui al citato articolo 2, comma 11, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, ha fatto presente che «il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ha già predisposto una prima bozza di documento di lavoro per la definizione delle procedure di acquisizione dei dati utili a soddisfare le necessità informative previste dalla norma che, peraltro, riguarda una pluralità di soggetti»;
   il Sottosegretario di Stato pro tempore Legnini ha poi dichiarato che «sulla base di tale bozza di documenti nella giornata del 9 gennaio 2014, è stata svolta la prima riunione di coordinamento tra rappresentanti del dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e del Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio con il quale è stato avviato il percorso attuativo della norma per verificare le modalità di rilevazione più idonee all'interno del suddetto sistema conoscitivo che, comunque, con riferimento alla Rai, in ordine alla quale la norma prescrive l'acquisizione di informazioni di maggior dettaglio (ovvero il costo annuo dei singoli rapporti di lavoro), richiederà una specifica modalità di trattazione»;
   in conclusione, il Sottosegretario di Stato pro tempore Legnini ha precisato che «la disciplina normativa che è stata puntualmente richiamata sarà attuata, come è doveroso fare, entro i tempi tecnici strettamente necessari e con le procedure che sono state richiamate»;
   l'interpellante, il 4 febbraio 2014, ha depositato un'ulteriore interpellanza, n. 2-
00400, relativa ai «tempi e modalità di attuazione della normativa in tema di trasparenza della RAI, con particolare riferimento alla comunicazione del costo annuo del personale utilizzato», con la quale sono stati chiesti aggiornamenti circa il percorso attuativo della medesima disposizione di cui al sopra citato decreto-legge n. 101 del 2013;
   in risposta all'interpellanza presentata, nel corso della seduta dell'Assemblea della Camera dei deputati di venerdì 13 febbraio 2014, Luigi Casero, Viceministro dell'economia e delle finanze pro tempore, ha rappresentato «l'impegno del Governo ad una rapida attuazione della nuova normativa», facendo altresì presente «che il Ministero dell'economia e delle finanze, congiuntamente al Dipartimento della funzione pubblica, in attuazione delle disposizioni sopra richiamate, ha provveduto a richiedere alla Rai la trasmissione dei dati previsti nei tempi più brevi consentiti, e comunque non oltre il 31 marzo 2014»;
   il Viceministro pro tempore Casero ha poi dichiarato che «considerato il vasto universo di riferimento, essendo i soli dipendenti dell'azienda circa 12 mila, si è convenuto con il Dipartimento della funzione pubblica di raccogliere informazioni con differente livello di dettaglio a seconda della tipologia del personale»;
   il Viceministro dell'economia e delle finanze pro tempore ha, inoltre, affermato che «per poter rispondere in modo dettagliato alla richiesta e permettere la pubblicazione di questi dati, il Ministero dell'economia e delle finanze ha ritenuto comunque opportuno richiedere ed acquisire l'avviso dell'Autorità garante della privacy e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato su alcuni aspetti interpretativi della norma»;
   è appena il caso di sottolineare che sia il Garante per la protezione dei dati personali che l'Autorità garante della concorrenza e del mercato hanno già espresso nel 2010 un parere, in tema di total disclosure per i profili di competenza; il Garante per la protezione dei dati personali, fin dal parere del 30 giugno 2010, reso proprio alla Rai in ordine alla divulgazione dei dati relativi ai compensi erogati dalla medesima società, ha rammentato che «la normativa di protezione dei dati personali non può ritenersi ostativa alla pubblicazione, da parte della RAI, dei compensi erogati, sempre che risultino essere osservati i principi stabiliti dall'articolo 11 del codice e purché venga osservata la specifica modalità di divulgazione attraverso il sito web»;
   sullo stesso tema, anche l'Autorità garante della concorrenza e del mercato si è già pronunciata, per competenza, il 7 luglio 2010, trasmettendo, al Ministero dello sviluppo economico e alla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, una propria segnalazione in merito; l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha sottolineato le implicazioni di carattere concorrenziale, riconoscendo tuttavia l'esigenza di accountability del servizio pubblico radiotelevisivo e l'importanza di assicurare la trasparenza dei costi connessi alla gestione dei servizi pubblici, il cui finanziamento è a carico dei cittadini;
   in risposta all'interpellanza n. 2-00434 presentata dall'interpellante nella seduta dell'Assemblea della Camera dei deputati di venerdì 7 marzo 2014, l'onorevole Sesa Amici, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, ha dichiarato che «il Ministero dell'economia e delle finanze congiuntamente al Dipartimento della funzione pubblica hanno provveduto a richiedere alla RAI, entro il termine del 31 marzo 2014, il costo annuo del personale comunque utilizzato, in conformità alle procedure definite dal Ministero dell'economia e delle finanze, d'intesa con il Dipartimento della funzione pubblica. Pertanto, non essendo ancora trascorso il periodo concesso alla RAI – 31 marzo 2014 – per la citata comunicazione e non essendo pervenuti i dati richiesti, attualmente non è possibile fornire notizie, né intervenire nei confronti della società medesima»;
   il Sottosegretario di Stato Amici ha altresì precisato che «il Ministero dell'economia, sentito il Dipartimento della funzione pubblica, ha provveduto a richiedere l'avviso dell'Autorità garante della privacy e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato su alcuni aspetti interpretativi della norma»;
   l'Esecutivo ha assicurato infine «il massimo impegno per dare attuazione alla norma in questione nei tempi tecnici strettamente necessari»;
   il termine del 31 marzo, stabilito dall'Esecutivo e non da disposizioni di legge, è trascorso senza alcuna comunicazione da parte del Governo stesso in ordine al rispetto da parte della Rai dell'obbligo di trasmettere tutti gli opportuni dati inerenti il costo annuo del personale comunque utilizzato –:
   se il Governo non ritenga necessario comunicare, in via ufficiale, se la Rai, in quanto concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, abbia ottemperato agli obblighi di legge relativi ai principi di trasparenza previsti dal citato articolo 2, comma 11, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, recante «Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni»;
   quali misure urgenti di propria competenza intenda assumere il Governo, anche in caso di mancato rispetto da parte della Rai del citato termine del 31 marzo, scadenza ultima fissata dallo stesso Esecutivo, al fine di dare comunque piena attuazione alle disposizioni di legge in tema di trasparenza.
(2-00486) «Brunetta».


Iniziative normative volte a rivedere i criteri e le modalità di assegnazione della cosiddetta social card e a destinare le risorse non erogate dai comuni interessati per contrastare la povertà – 2-00472

E)

   I sottoscritti intendono interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   il Governo, con la legge 27 dicembre 2013, n. 147, legge di stabilità 2014, ha confermato per l'anno in corso la misura della social card, sia quella ordinaria che quella straordinaria;
   in particolare, la social card straordinaria, introdotta nel 2013, con il decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 35 del 2012, con uno stanziamento di 50 milioni di euro e resa attuativa con decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (10 gennaio 2013) nei 12 comuni con più di duecentocinquantamila abitanti – Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia, Verona – è un sostegno subordinato al reinserimento lavorativo di chi ne usufruisce;
   secondo i dati diffusi dal comune di Milano, su 1.738 domande presentate nel capoluogo lombardo, l'Inps ne ha accolte soltanto 666: praticamente quattro su dieci. Quasi mille domande non hanno i requisiti mentre 104 risultano in sospeso. Questo nonostante anche a Milano sia forte la crisi e numerose siano le persone in situazione di grande difficoltà economica e sociale;
   i criteri di individuazione della soglia di povertà stabiliti per poter usufruire della social card si sono rivelati troppo «stringenti» e così, molte famiglie, pur in condizioni di serissimo disagio economico, non vedono riconosciuta la propria condizione di precarietà. Su 5,4 milioni di euro che sarebbero stati destinati a Milano, almeno 3 milioni di euro resteranno inutilizzati;
   a coloro i quali è stato riconosciuto il diritto dall'Inps di poter usufruire della social card riceveranno una comunicazione da Poste Italiane per ritirare la carta, sulla quale saranno accreditati i bimensili da 200 a 400 euro per un anno;
   l'Inps, sulla base delle indicazioni fornite dal Governo, ha escluso dal diritto di poter usufruire della social card coloro che hanno perso il lavoro nei 36 mesi precedenti la domanda e coloro che hanno oltre 4.000 euro di reddito complessivo nei sei mesi precedenti la domanda;
   anche nelle altre città in cui è stata avviata la sperimentazione la richiesta è stata inferiore alle aspettative non certo perché non esista una reale esigenza ma per la rigidità dei criteri e la farraginosità della procedura –:
   se il Governo non ritenga opportuno assumere un'iniziativa normativa per rivedere i criteri per l'accesso alla social card sperimentale prevedendo, inoltre, che i comuni interessati alla sperimentazione destinino la parte delle risorse già previste e non erogate per iniziative volte a contrastare il disagio sociale e la povertà.
(2-00472) «Quartapelle Procopio, Boccia, Brandolin, Preziosi, Piccoli Nardelli, Marco Di Maio, Lauricella, Leva, Peluffo, Piepoli, Morassut, Francesco Sanna, Manciulli, Scanu, Petrini, Parrini, Giampaolo Galli, Venittelli, Zanin, Cova, Schirò, Epifani, Nesi, Binetti, Pastorelli, Monchiero, Folino, Tinagli, Bergamini, Castricone, Mazzoli, Bonavitacola, Gutgeld, Giuliani, Scotto, Bonifazi, Rocchi, Rigoni, Carlo Galli, Pes, Nicoletti, Pollastrini, Roberta Agostini, Fabbri».


Iniziative volte a salvaguardare i livelli occupazionali della Benetton Group – 2-00479

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   come si evince dalla stampa nazionale e locale, il 28 novembre 2013, Benetton Group ha annunciato un piano triennale di rifocalizzazione del business brand;
   si tratta di un progetto finalizzato a dare massima competitività sui mercati ai marchi di Benetton Group, attraverso una profonda innovazione della struttura aziendale che rifocalizza in questa chiave le aree di attività dell'azienda;
   a detto progetto si associa l'imminente apertura, nel mese di aprile 2014, del nuovo negozio United Colors of Benetton in piazza Duomo a Milano: un megastore di oltre mille metri quadri di superficie vendita e questo modello, per quanto risulta agli interpellanti, sarà riproposto anche in altre importanti piazze italiane (la seconda città interessata dovrebbe essere Firenze) ed estere;
   il piano in questione è basato su una scelta di politica industriale di rinnovamento dei punti vendita che, per quanto risulta agli interpellanti, potrebbe riguardare non solo la linea storica United Colors of Benetton, ma anche la linea Sisley;
   si evidenzia, inoltre, che talune procedure di rinnovamento erano già state avviate da settembre 2013 in numerosi punti vendita;
   già nel marzo 2013 le organizzazioni sindacali e la dirigenza di Benetton Group avevano sottoscritto un accordo per la gestione del personale dichiarato in esubero in relazione al piano di trasformazione annunciato dal gruppo Benetton. L'intesa ha ridotto a 206 (rispetto agli annunciati 450) i lavoratori «in esubero», salvandoli nel loro complesso grazie al previsto ricorso a contratti di solidarietà, riqualificazioni professionali, mobilità volontaria e cassa integrazione guadagni straordinaria;
   l'azienda aveva, peraltro, assicurato che vi sarebbe stata una contestuale assunzione di personale nei negozi di apertura successiva;
   come noto, il gruppo industriale facente capo alla famiglia Benetton vanta diverse concessioni pubbliche, tra le quali, oltre quella per la cogestione con Ferrovie dello Stato delle principali stazioni ferroviarie del Paese, spicca quella della società Atlantia, relativa alla gestione di un'ampia parte della rete autostradale nazionale. Autogrill spa, controllata al 59,3 per cento dalla famiglia Benetton tramite la finanziaria Edizioni srl, gestisce, più di 5.300 punti vendita in oltre 1.200 località del nostro Paese, con un fatturato di 5,84 miliardi di euro l'anno;
   trattasi, dunque, di un gruppo industriale che gode di introiti certi e derivanti in parte anche dall'incremento dei pedaggi autostradali che, solo nel 2014, sono aumentati del 4 per cento;
   in attuazione del citato piano triennale di rifocalizzazione del business brand, Benetton Group ha annunciato la chiusura in Italia di 27 negozi a marchio United Colors of Benetton (16) e Sisley (11) che vanno ad aggiungersi alle cessioni di marchi minori (Playlife, Jean's West, Killer Loop e Anthology of Cotton) con la chiusura di altri 16 punti vendita;
   solo la chiusura dei punti vendita citati, secondo quanto risulta agli interpellanti, comporta la perdita di almeno 200 posti di lavoro;
   ad oggi, Benetton Group non sembrerebbe aver annunciato alcun piano di ricollocazione del personale attualmente impiegato in altri punti vendita, ovvero altre formule alternative quali l'orario di lavoro;
   nella sola provincia di Massa Carrara, Benetton Group ha annunciato la chiusura di tutti i punti vendita entro la fine del 2014, in un territorio già duramente colpito dalla crisi economica;
   le organizzazioni sindacali hanno espresso grande preoccupazione, affermando altresì come tenteranno in tutti i modi di ridurre questi possibili licenziamenti attraverso il riassorbimento di tutti i profili professionali a rischio;
   si rileva infine che la legge di stabilità 2014, recentemente entrata in vigore, ha disposto per l'anno 2014 uno stanziamento di 50 milioni di euro volto al finanziamento dei trattamenti di integrazione salariale per i contratti di solidarietà;
   la disposizione, a differenza degli ultimi interventi in materia, non ha, però, previsto la proroga della norma che consentiva l'innalzamento dell'integrazione salariale del 20 per cento, prescrivendo un aumento limitato – nella misura del 10 per cento – che attesta l'ammontare dell'importo al 70 per cento del trattamento perso a seguito della riduzione dell'orario di lavoro;
   tale scelta provocherà ricadute negative su migliaia di lavoratori già coinvolti da procedure di diminuzione del reddito;
   si rende necessario un ulteriore intervento in materia di contratti di solidarietà, con l'obiettivo di incrementarne l'ammontare del trattamento di integrazione salariale –:
   quali iniziative intenda intraprendere il Governo al fine di tutelare i lavoratori a rischio, anche attivando un tavolo di confronto che coinvolga pienamente le organizzazioni sindacali di riferimento, la proprietà, la dirigenza aziendale e i rappresentanti degli enti locali interessati dallo smantellamento della rete di vendita facente capo a Benetton Group, al fine di individuare ogni possibile soluzione volta ad evitare ripercussioni negative sugli attuali livelli occupazionali;
   quali urgenti iniziative intenda adottare il Governo al fine di salvaguardare il reddito dei lavoratori, anche mediante la previsione di disposizioni che, incrementando l'ammontare del trattamento di integrazione salariale e ripristinando la percentuale di riferimento prevista antecedentemente all'approvazione della legge di stabilità 2014, tengano conto concretamente delle esigenze dei lavoratori.
(2-00479) «Nardi, Migliore».


Chiarimenti in merito ai livelli di produzione della centrale Enel «Pietro Vannucci» di Gualdo Cattaneo (Perugia) e alla mancata chiamata in servizio da parte del Gestore dei servizi energetici – 2-00471

G)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   la centrale Enel «Pietro Vannucci» di Bastardo, che si trova nel comune di Gualdo Cattaneo (Perugia), avente una potenza complessiva di 150 megawatt, erogata da due unità produttive di 75 megawattora ciascuna, è caratterizzata da una lunga storia e conseguentemente da una lunga attività altamente produttiva;
   fu costruita nel 1958 grazie alla presenza sul territorio di miniere di lignite ed entrò in produzione nel 1967, utilizzando come alimentazione primaria olio combustibile;
   nel 1989-1990 l'impianto fu modernizzato e trasformato in un impianto a carbone, combustibile che tutt'ora viene utilizzato per l'alimentazione;
   alla fine degli anni Novanta, a seguito della disponibilità di nuove tecnologie, subì un ulteriore upgrade volto al miglioramento sia del rendimento specifico dell'impianto, sia delle emissioni ambientali;
   la fornitura di carbone, sempre proveniente dall'estero, è garantita da due depositi, uno dei quali sito presso il porto di Ancona, ove l'Enel ha realizzato un carbonile ecologico per scaricare il combustibile dalle navi, costituito da una struttura completamente coperta con la capacità di 40.000 tonnellate, l'altro sito all'interno dell'impianto stesso con la capacità di 100.000 tonnellate;
   il trasporto tra i due siti di stoccaggio viene assicurato prevalentemente su rotaie e solo in piccola parte su gomma; il carbone raggiunge la centrale attraverso container trasbordati nella stazione di Foligno dove giungono su rotaia dal porto di Ancona e tutto il processo di trasporto è stato oggetto di verifica e certificazione ambientale;
   dal marzo 2003 la centrale è tecnicamente ambientalizzata con certificazione Emas (sistema comunitario di ecogestione ed audit) e possiede la certificazione ISO 9001;
   l'impianto, inoltre, offre elevate garanzie sull'impatto ambientale poiché, oltre ai controlli chimici delle acque, dal 1997 è attivo un sistema di monitoraggio continuo delle emissioni di fornitura Siemens e nel territorio dei comuni di Gualdo Cattaneo e di Giano dell'Umbria sono presenti quattro stazioni di rilevamento della qualità dell'aria per valutare il valore delle emissioni; è una situazione pienamente tranquillizzante, confermando la buona qualità dell'aria e che l'impianto opera nel pieno rispetto delle disposizioni di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006;
   anche in questi ultimi anni l'azienda si è attivata per far sì che l'impianto mantenesse le sue funzionalità operative, recependo continuamente tutte quelle normative volte al continuo miglioramento al rispetto ambientale;
   la centrale è ritenuta dalla giunta regionale dell'Umbria un sito di interesse strategico sia per collocazione che per qualità produttiva, infatti alcuni anni fa ha approvato «Il nuovo piano energetico regionale» evidenziandola con un passaggio particolare e specifico;
   nel 2009, al fine del rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale, è stato messo in atto un progetto di miglioramento ambientale che ha permesso di ottenere tale importante certificazione;
   il sistema di funzionamento dell'impianto fino a qualche tempo fa era pressoché ininterrotto vista la sua alta affidabilità, il suo basso costo di esercizio e la sua importanza per il mantenimento dell'equilibrio della rete;
   da tempo questo si è assoggettato al nuovo sistema imposto dal Gestore dei servizi energetici, il quale chiama in servizio gli impianti che offrono la loro produzione a prezzi più bassi;
   questo nuovo sistema di gestione prevedeva in una fase iniziale pochi giorni di funzionamento all'anno, ma, di fatto, successivamente, grazie al basso costo di esercizio dovuto all'ammortamento ormai smaltito e al basso numero di maestranze presenti che garantiscono comunque una gestione altamente affidabile e in piena sicurezza, a fronte di una discreta richiesta del mercato dell'energia elettrica e del suo prezzo non bassissimo di megawattora, il funzionamento dei gruppi è stato quasi continuativo evitando, in alcuni momenti, anche le consuete fermate dei fine settimana;
   attualmente l'impianto non viene utilizzato a piene capacità e uno delle due unità produttive viene tenuta spenta, ufficialmente per mancanza di richiesta di energia ma in realtà sembrerebbe a causa della mancanza di scorta di carbone disponibile –:
   visto il trend di funzionamento e dato che a tutt'oggi il prezzo dell'energia e le richieste non hanno subito flessioni, di quali elementi disponga il Governo, anche alla luce della partecipazione in Enel, in ordine ai motivi per i quali non si è provveduto a effettuare gli ordini di carbone necessari e sul perché nei siti di stoccaggio dell'impianto non è presente «la scorta strategica prevista» che dovrebbe garantire almeno venti giorni di funzionamento a pieno regime dei due gruppi;
   se non sia opportuno verificare se le modalità di chiamata in servizio dei vari impianti produttivi da parte del Gestore dei servizi energetici rispondano effettivamente alle disposizioni del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, il quale si ispira a criteri di libero mercato;
   se risulti quali siano i motivi per cui recentemente, nonostante l'economicità e la certificazione dell'autorizzazione integrata ambientale ottenuta, l'impianto Enel «Pietro Vannucci», in presenza di un elevato costo del megawattora nel mercato elettrico, non sia stato chiamato in servizio.
(2-00471) «Galgano, Rabino».


Iniziative volte a salvaguardare i livelli produttivi dello stabilimento Alcoa di Portovesme, anche con riferimento ad un suo possibile commissariamento – 2-00487

H)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   a dicembre 2013 sono scaduti gli ammortizzatori sociali per la ripresa produttiva dello stabilimento di alluminio primario di Portovesme nel Sulcis (Sardegna);
   sono stati emanati reiterati decreti per l'Ilva di Taranto;
   per l'Alcoa del Sulcis il silenzio è inaccettabile, insostenibile e vergognoso;
   il Governo continua la politica di due pesi e due misure: mobilitazione e provvedimenti per Taranto, silenzi e complicità per la chiusura dell'Alcoa di Portovesme;
   gli interpellanti ritengono improcrastinabile una piena assunzione di responsabilità del Governo, anche con l'intervento commissariale dello Stato per l'immediata ripresa produttiva dello stabilimento di alluminio primario sardo;
   il Governo deve intervenire immediatamente con un commissariamento straordinario di uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale come quello dell'Alcoa, partendo proprio dalla dichiarazione di interesse strategico nazionale;
   il ricorso al commissariamento per la ripresa produttiva è legato sia all'area di elevata crisi ambientale che all'interesse strategico dell'alluminio;
   dalla Parmalat all'Ilva lo Stato ha agito con commissariamenti straordinari per salvare imprese strategiche del Paese;
   l'alluminio primario è fondamentale per il nostro Paese e non si può pensare di cedere una produzione così rilevante solo per proteggere il monopolio dell'Enel che schiaccia le attività economiche della Sardegna;
   lo Stato deve rimuovere, «senza se e senza ma», gli ostacoli alla ripresa produttiva, a partire dalla stipula di un contratto bilaterale per 15 anni con l'Enel in grado di fornire energia elettrica alla pari delle altre produzioni di alluminio in Europa;
   il provvedimento per l'Alcoa deve essere recepito nell'ambito di quelli di natura straordinaria come quelli dell'Ilva;
   non si possono continuare ad affrontare questioni particolari ignorando l'interesse generale del Paese;
   quanto sta accadendo sull'Ilva dimostra come lo Stato sia secondo gli interpellanti strabico e i partiti nazionali, senza nessuna distinzione, siano ciechi dinanzi alla Sardegna;
   il «piano Sulcis», senza strategie e senza soldi e che gli interpellanti ritengono una farsa, non ha affrontato e risolto un solo problema;
   sulle spalle dei lavoratori si preparano secondo gli interpellanti gravi speculazioni, dalla produzione di canne per biocarburanti o altri progetti di corto respiro; non è stata avviata una sola opera, tutto è immobile;
   sarebbe auspicabile che si adotti un provvedimento d'urgenza per fronteggiare l'emergenza ambientale, industriale e occupazionale dello stabilimento Alcoa di Portovesme;
   andrebbe disciplinata l'operatività degli stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale in crisi consentendo, alle condizioni che saranno indicate nel provvedimento, la ripresa immediata dell'attività produttiva di tali stabilimenti; si dovrebbero disporre specifiche disposizioni destinate all'impianto Alcoa di Portovesme, che – ai sensi dello stesso decreto – deve essere riconosciuto stabilimento di interesse strategico nazionale;
   il provvedimento del Governo, in attuazione delle norme di carattere generale, sarebbe opportuno che prevedesse la stessa deliberazione del commissariamento di Alcoa da parte del Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri;
   il testo del provvedimento deve far esplicito riferimento ad Alcoa in quanto stabilimento per il quale interviene una dichiarazione di strategico interesse nazionale;
   secondo gli interpellanti, il provvedimento deve prevedere anche l'imposizione dell'onere del servizio pubblico energetico per le regioni insulari, a partire dalla Sardegna, obbligando i soggetti fornitori ad applicare alle imprese strategiche i costi pari alla media europea stabiliti da apposita valutazione dell'Autorità per l'energia elettrica il gas ed il sistema idrico ed intervenendo con adeguata compensazione laddove fosse necessario e ampiamente documentato;
   ad avviso degli interpellanti sarebbe necessario che il commissariamento duri tre anni, rinnovabili, sino alla vendita dello stabilimento a soggetto che offra garanzie produttive e di investimento per il mantenimento operativo degli impianti, compreso un complessivo ammodernamento degli stessi –:
   se il Governo abbia ottenuto la disponibilità e a quali condizioni per la sottoscrizione da parte di Enel di un contratto bilaterale di fornitura di energia elettrica alla pari degli altri smelter europei;
   se il Governo ritenga di favorire la cessione dello stabilimento Alcoa e a favore di chi e quali garanzie abbia ottenuto dal soggetto Klesch che risulterebbe aver interloquito con il Ministero dello sviluppo economico, e se il Governo ritenga le stesse garanzie affidabili o meno;
   se il Governo non ritenga di dover intervenire con la predisposizione di un apposito decreto per il commissariamento che preveda tra gli obiettivi la ripresa produttiva dello stabilimento Alcoa di Portovesme;
   se il Governo non intenda intervenire, senza ulteriori perdite di tempo, nella definizione di provvedimenti in grado di dare risposte al costo dell'energia facendo cessare i comportamenti dell'Enel relativamente alla gestione monopolistica e penalizzante nei confronti della Sardegna;
   se non ritenga di dover dare risposte immediate sul fallimento politico, istituzionale, amministrativo e finanziario del cosiddetto «piano Sulcis», rimuovendo dai relativi incarichi coloro che hanno gestito tale piano secondo gli interpellanti in termini meramente propagandistici;
   se non ritenga di dover intervenire per l'immediata attuazione dei provvedimenti normativi già in essere per quanto riguarda la realizzazione del sistema integrato miniera-centrale del bacino carbonifero del Sulcis;
   se non preveda di inserire il Sulcis all'interno di provvedimenti infrastrutturali seri in grado di definire senza ulteriori ritardi la realizzazione delle precondizioni per lo sviluppo dell'area, a partire dall'energia, dai trasporti e dalla infrastrutturazione viaria e diportistica.
(2-00487) «Pili, Pisicchio».


Iniziative in materia di corsi di specializzazione in medicina, anche in relazione al finanziamento dei contratti di formazione specialistica – 2-00488

I)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   il numero dei medici attivi in Italia è di circa 230.000, pari a 3,7 medici ogni 1.000 abitanti. È previsto che da oggi al 2019 dovrebbero uscire dall'attività circa 50.000 medici ai quali se ne dovrebbero aggiungere altri 80.00-100.000 tra il 2020 e il 2024;
   è stato calcolato che, in prospettiva fra tre anni, quasi un milione di italiani resteranno senza medico di famiglia – perché ci saranno 600 medici di medicina generale in meno e ogni medico di famiglia non può avere più di 1.500 pazienti – e che questo numero è destinato a crescere per via dei pensionamenti futuri;
   il sistema italiano prevede che per accedere ai ruoli del Servizio sanitario nazionale sia indispensabile essere in possesso di una specializzazione in area medica, chirurgica o dei servizi clinici, ovvero aver completato il percorso di formazione post-laurea in medicina generale;
   in previsione di un numero di laureati in medicina insufficiente a coprire i fabbisogni del Servizio sanitario nazionale, fenomeno noto da tempo, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha sollecitato negli ultimi anni le facoltà di medicina ad aumentare il numero dei posti a disposizione per questi corsi di laurea, passati per questo dal numero complessivo di 7.547 per l'anno accademico 2008/2009 ad un totale di 10.173 posti per l'anno accademico 2012/2013;
   l'approvazione dell'emendamento 20.16 nel corso dell'esame alla Camera dei deputati del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 128 del 2013, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca, che dispone per l'anno accademico 2013-2014 l'immatricolazione in sovrannumero degli studenti che sarebbero risultati vincitori nel concorso per l'ammissione ai corsi di laurea in medicina e chirurgia se si fosse mantenuto il bonus della maturità, rischia di portare per il 2014 il numero di nuovi ingressi a superare le 11.000 unità;
   di fronte all'aumento del numero degli studenti che ogni anno si iscrivono al corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia e all'invecchiamento della popolazione dei medici specialisti, si assiste tuttavia alla paradossale diminuzione dei contratti per la formazione specialistica banditi annualmente dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (contro i 5000 contratti per l'anno accademico 2007/2008, sono invece solo 4500 i posti finanziati dal decreto ministeriale 24 aprile 2013, n. 333, per l'anno accademico 2012/2013);
   lo stesso paradossale fenomeno si riscontra per i corsi di formazione specialistica in medicina generale, organizzati dalle regioni, per i quali nel triennio 2012/2015 erano previste 981 borse totali, mentre per il triennio 2013/2016 ne saranno previste solamente 924;
   si tratta di un numero gravemente inferiore alle necessità del Servizio sanitario nazionale, dato che per il corrente anno il fabbisogno di nuovi specialisti espressi dalle regioni italiane eccede le 8.600 unità;
   in assenza di titolo di specializzazione e nell'impossibilità ad accedere ai ruoli del Servizio sanitario nazionale, ai giovani neo laureati non resta altra prospettiva che quella dell'emigrazione o quella dell'esercizio privato dell'attività professionale, il più di frequente nei settori delle cosiddette medicine alternative;
   il numero dei contratti di formazione specialistica che sarà oggetto del prossimo bando era stato originariamente previsto in circa 2.000, come riferito dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca pro tempore Maria Chiara Carrozza, rispondendo in Aula ad un question time del primo firmatario del presente atto;
   in data 31 ottobre 2013, nel corso della discussione del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, la Camera ha approvato l'ordine del giorno n. 9/01574-A/034, a firma Gigli e Calabrò, che impegna il Governo a valutare l'opportunità di istituire un osservatorio nazionale con lo scopo di monitorare ogni dato utile per un'analisi attenta delle previsioni di fabbisogno sanitario nei prossimi anni, unitamente a una rivalutazione del fabbisogno di specialisti nelle diverse discipline, anche in relazione al mutamento dei dati epidemiologici, alle innovazioni tecnico-scientifiche e organizzative e ai flussi pensionistici per le diverse discipline nei ruoli del Servizio sanitario nazionale di programmare gli accessi in modo da ridurre progressivamente, nell'arco di non più di un quinquennio, il gap esistente fra gli ingressi nelle facoltà di medicina e il conseguente numero di laureati e le possibilità di ingresso nelle scuole di specializzazione e nei corsi di formazione in medicina generale, con lo scopo di prevenire fughe all'estero – causa di sperpero di importanti risorse finanziarie, investite dal nostro Paese nell'impegno didattico per la formazione dei nuovi medici – e di evitare ai neo-laureati condizioni avvilenti di disadattamento o di impieghi dequalificanti;
   nello stesso decreto-legge n. 104 del 2013 sulla scuola è stato affidato al Governo il compito di ridurre, compatibilmente alle norme europee, la durata dei corsi di specializzazione medica, destinando i risparmi così ottenuti al finanziamento dei contratti di formazione specialistica;
   in occasione dell'approvazione della legge di stabilità 2014 era stato possibile stanziare 30 milioni di euro, sufficienti per elevare il numero dei contratti di formazione specialistica a circa 3.200 nei prossimi imminenti bandi di concorso, relativi all'anno accademico 2013-2014, e impegnare fin d'ora 50 milioni di euro a partire dal 2015, con i quali nei prossimi anni sarà possibile aumentare ulteriormente il numero dei contratti, portandoli a circa 4.000;
   nonostante tali provvedimenti producano una positiva inversione di tendenza, il numero dei contratti di specializzazione resterà ancora drammaticamente insufficiente, senza peraltro neanche riportarsi ai livelli precedenti il 2012; è pertanto urgente l'individuazione di risorse aggiuntive in grado di operare un ulteriore se pur parziale riequilibrio del sistema formativo che permetta ai giovani medici di poter ottenere la formazione indispensabile per poter lavorare nel Servizio sanitario nazionale;
   a tale scopo, in data 20 dicembre 2013, il Governo ha accolto l'ordine del giorno n. 9/01865-A/239, a firma Gigli, Binetti, Carrescia, con cui si è impegnato a valutare la possibilità di riconfigurare l'inquadramento previdenziale degli specializzandi in medicina, sottraendolo alla gestione separata dell'Inps e trasferendolo su forme di previdenzialità meno onerose, per consentire la possibilità, già a partire dall'anno accademico 2013-2014, di destinare al finanziamento di nuovi contratti di formazione specialistica le risorse che potrebbero in tal modo liberarsi;
   il sito www.medicisenzafuturo.it e le associazioni dei giovani medici, raccogliendo le preoccupazioni degli studenti in medicina e dei giovani medici, hanno promosso nei giorni scorsi una petizione on-line al Ministro interpellato che ha raccolto in pochi giorni oltre 40.000 sottoscrizioni on-line, comprese quelle qualificate di numerosi docenti dei corsi di laurea in medicina e dei corsi di specializzazione e quello di interi collegi dei professori ordinari di alcune discipline –:
   se il Governo non ritenga di reperire con urgenza risorse aggiuntive per riportare il numero dei contratti di formazione specialistica, già da quest'anno, ad almeno 4.500, riallineandolo cioè ai livelli del 2012;
   se non ritenga altresì opportuno prevedere, all'interno del Documento di economia e finanza, un apposito capitolo di spesa per poter mettere a bando tali contratti aggiuntivi già nell'anno accademico 2013-2014;
   se non intenda assumere iniziative volte ad accelerare, pur nel rispetto dei requisiti per l'intercambiabilità dei titoli all'interno dell'Unione europea, l’iter per la riduzione della durata dei corsi di specializzazione, in modo da poter destinare le risorse così risparmiate ad aumentare ulteriormente il numero dei contratti di formazione specialistica, per avvicinarlo a quello dei neolaureati in medicina e chirurgia;
   se non sia opportuno programmare in futuro il numero delle iscrizioni ai corsi di laurea in medicina in relazione a quello dei contratti di formazione specialistica che si prevede di poter finanziare, eliminando definitivamente il gap attualmente esistente.
(2-00488) «Gigli, Santerini, Fauttilli, Zolezzi, Marazziti, Cesa, Buttiglione, De Mita, Sberna, Vezzali, Schirò, Pisicchio, Nesi, Fitzgerald Nissoli, Caruso, Gitti, Oliaro, Galgano, Balduzzi, Grillo, Vargiu, Sottanelli, Causin, Piccione, Nicoletti, Monchiero, Marguerettaz, Catania, Molea, Capua, Piepoli, Binetti».


Iniziative di competenza volte a garantire l'accesso ai percorsi formativi abilitanti speciali – 2-00483

L)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   con decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca 25 marzo 2013, n. 81, che ha modificato il decreto ministeriale 10 settembre 2010, n. 249, è stato istituito il percorso abilitante speciale – tirocinio formativo attivo speciale per consentire l'accesso al corso, senza superamento di prove di selezione, a docenti precari con almeno tre anni di servizio ma sprovvisti della relativa abilitazione;
   successivamente, con decreto del dirigente generale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca 25 luglio 2013, n. 58, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – concorsi ed esami – il 30 luglio 2013, sono stati attivati i corsi speciali per il conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento e aperti i termini per la presentazione della domanda;
   la domanda di partecipazione ai percorsi formativi speciali, a pena di esclusione, doveva essere inoltrata per una sola regione, a scelta dell'aspirante, per una sola tipologia di posto o classe di concorso di cui alle tabelle A, C e D del decreto ministeriale n. 39 del 1998 e del decreto ministeriale 6 agosto del 1999, n. 201, (classe di concorso A077). L'istanza doveva essere trasmessa all'ufficio scolastico regionale della regione prescelta attraverso la piattaforma istanze on-line http://archivio.pubblica.istruzione.it/istanzeonline/ del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca dal 2 al 29 agosto 2013 (salvo proroghe);
   il decreto dipartimentale n. 45 all'allegato A stabilisce che: «i percorsi sono distinti per ciascuna classe di concorso e prevedono il conseguimento di 41 crediti formativi universitari. I crediti formativi sono indirizzati: alla verifica e al consolidamento della conoscenza e delle discipline oggetto di insegnamento della classe di concorso e al perfezionamento delle relative competenze didattiche, anche alla luce dei percorsi ordinamentali in vigore e alle relative indicazioni nazionali e alle linee guida» di insegnamento;
   tuttavia, nonostante il chiaro dettato delle norme sopraindicate, la situazione appare non solo caotica ma non conforme ai criteri e alle modalità stabiliti circa l'attivazione da parte delle università dei percorsi formativi abilitanti speciali;
   in tal senso, nonostante tali corsi dovrebbero già essere dovuti partire, si registra l'avvio solo di alcuni, altri sono in ritardo e, per altri ancora, è addirittura incerto l'inizio;
   inoltre, l'interpretazione soggettiva da parte delle università delle direttive ministeriali sta seriamente compromettendo la natura e l'organizzazione dei corsi e degli esami che appare notevolmente ridimensionata rispetto a quella prevista: infatti, il tempo sempre più ridotto per conseguire l'abilitazione non consentirà di svolgere programmazioni adeguate e con una cura specifica dell'aspetto didattico;
   per di più, considerato tale ridimensionamento, appare eccessivo il costo imposto da molte università per iscriversi al percorso;
   il ritardo nell'attivare tali percorsi porterà molti docenti a non terminare in tempo i percorsi abilitanti speciali e a non poter spendere il titolo quando verranno aggiornate le graduatorie. Tale ulteriore ritardo nell'avvio delle procedure potrebbe produrre nuova incertezza e possibili contenziosi;
   un numero elevato di conservatori non attiverà i corsi abilitanti di musica (classe A077). In tal senso, la conferenza dei direttori di conservatorio ha avanzato dubbi sulla liceità del decreto che istituisce il percorso formativo abilitante speciale e ha chiesto chiarimenti al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
   appare ancora incerto e in via di definizione l'attivazione dei percorso formativo abilitante speciale di infanzia e primaria su cui, dopo la sentenza con cui il Consiglio di Stato si è espresso sulla validità del diploma magistrale considerandolo abilitante, appare evidente la necessità di fare chiarezza. Infatti, la sentenza determina come tutti i diplomati entro l'anno 2001/2002 abbiano il diritto di passare in seconda fascia delle graduatorie d'istituto;
   inoltre, la maggior parte delle università si sono dette non disponibili ad attivare i percorsi formativi abilitanti speciali per le lingue ed i corsi di riconversione sul sostegno per le classi di concorso in esubero;
   vi sono docenti risultati idonei a partecipare ad un percorso formativo abilitante speciale per una specifica classe di concorso che non potranno parteciparvi nella propria regione di appartenenza perché, per quella specifica classe, non è stato attivato il corso;
   quanto rilevato descrive uno stato di estrema e grave incertezza e di disomogeneità tra ambiti territoriali nonché tra ambiti disciplinari, stato che ostacola gravemente la rapida applicazione di norme –:
   come intenda intervenire al fine di garantire al personale scolastico interessato il diritto ad avere i citati corsi indispensabili per i loro percorsi professionali, ottemperando peraltro alle norme vigenti (decreto ministeriale n. 81 del 2013 e nota 2352 del 30 ottobre 2013, decreto direttoriale n. 7 di aprile del 2012 e decreto-legge n. 104 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 128 del 2013).
(2-00483) «Malpezzi, Fratoianni, Costantino, Giancarlo Giordano, Bargero, Baruffi, Arlotti, Antezza, Rocchi, Rubinato, Realacci, Coscia, Coppola, Patriarca, Crimì, Carocci, Carnevali, Coccia, Crivellari, Bonomo, Casellato, Paola Bragantini, Bossa, Bonaccorsi, D'Ottavio, De Menech, Famiglietti, Boccia, Causi, Roberta Agostini, Stumpo, Carbone, Marco Meloni, Capozzolo, Ghizzoni».


Iniziative volte a valutare l'attività delle commissioni incaricate della selezione per il conseguimento dell'abilitazione scientifica nazionale – 2-00470

M)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   la legge n. 240 del 2010, all'articolo 16, comma 1, recita: «L'abilitazione attesta la qualificazione scientifica che costituisce requisito necessario per l'accesso alla prima e alla seconda fascia dei professori» e sottolinea, al comma 3, la necessità di una valutazione oggettiva dei titoli e delle pubblicazioni, l'istituzione di una unica commissione per entrambe le abilitazioni di professore ordinario e associato, la trasparenza dei giudizi dei commissari allegati agli atti della procedura»;
   una circolare del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, 11 gennaio 2012, n. 754, aveva inteso accogliere le domande anche di coloro che non superavano le mediane, senza peraltro annullare il valore degli indicatori bibliometrici quale criterio oggettivo di selezione; la legge prevede tra l'altro anche la possibilità che la commissione possa acquisire pareri scritti pro veritate sull'attività scientifica dei candidati da parte di esperti, soprattutto quando in un determinato settore vengono valutati candidati che fanno parte di specifici «sottosettori»; in tal senso è già stata presentata un'interpellanza urgente il 13 febbraio 2014 con specifico riferimento al settore scientifico disciplinare Med/02; in quella occasione il Sottosegretario di Stato pro tempore Marco Rossi Doria, rispondendo all'interpellanza relativa all'abilitazione scientifica nazionale nel settore specifico della storia della medicina, affermava che il: «Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca è ben disposto a valutare l'opportunità di interventi correttivi alla disciplina. Esula però dalle attribuzioni del Ministero il compito di valutare l'operato delle singole commissioni né è previsto che il Ministro possa disporre la revisione delle valutazioni ipotizzata dagli onorevoli interpellanti (...)» e aggiungeva «Le commissioni esaminatrici hanno la facoltà di conferire l'abilitazione scientifica ai candidati che, pur non superando le mediane, conseguono un giudizio di merito positivo (...)»;
   il 24 febbraio 2014, sul sito del Ministero (https:/abilitazione.cineca.it) si legge concretamente che: «il ministero considerato in particolare che tali errori materiali in un caso specifico, relativo al candidato (...), determinano un'incongruenza tra giudizi individuali e giudizio collegiale (...)» decide la riapertura dei lavori della commissione;
   con un rammarico evidente e con uno spirito di trasparenza analogo a quello manifestato dai docenti del settore scientifico disciplinare Med/02, si segnala anche quanto è accaduto nella valutazione dei partecipanti alle procedure di valutazione nella facoltà di architettura, dove la commissione ha bocciato ricercatori universitari e docenti a contratto di grande esperienza non solo sul piano professionale, come confermano gli importanti lavori di progettazione firmati dai candidati e apprezzati a livello internazionale, ma anche sul piano didattico come emerge dai giudizi ampiamente positivi degli studenti che frequentano i loro corsi; il direttivo ProArch in una lettera al Ministro interpellato ha scritto: «Le affermazioni sprezzanti e personalistiche contenute in diversi giudizi creano sconcerto e perplessità e danneggiamo pubblicamente i candidati. Si tratta di espressioni inaccettabili in una comunità scientifica, incompatibili con il prestigio e il ruolo dei docenti universitari»;
   analogamente l'Associazione italiana di architettura e critica chiede al Ministro interpellato una verifica del lavoro della commissione e molti illustri docenti universitari si sono dichiarati d'accordo con la protesta personale dei candidati esclusi e con le proteste di un'intera categoria che si sente ingiustamente umiliata;
   accanto alle iniziative dei singoli candidati si sta formando un vero e proprio movimento di opinione che guarda alle valutazioni dei candidati mettendo in dubbio l'oggettività dei giudizi del commissari; si citano, ad esempio, espressioni francamente discutibili nella sostanza e nella forma; si cita ad esempio: «sparisca, per favore (...)» oppure: «La candidata non è scema (...)»;
   accanto agli storici della medicina e agli architetti si schierano anche economisti, climatologi, geofisici, tutti con una documentata competenza scientifica che le rispettive commissioni non hanno riconosciuto, con le più svariate argomentazioni; tra i tanti casi si può citare quello di un candidato, dirigente, a cui, pur essendo stata riconosciuta una produzione scientifica pertinente, non si riconosce una maturità compatibile con l'abilitazione alle funzioni di prima fascia, con un giudizio pesante sul piano personale e in evidente contraddizione con il suo profilo professionale;
   con il passare delle settimane i lavori delle 184 commissioni si rivelano in molti casi parziali, soggettivi e poco aderenti agli effettivi profili di maturità umana, professionale e scientifica dei candidati: Antonio Navarra, climatologo, Augusto Neri, vulcanologo, Giorgio Spada, geofisico, tutti scienziati di fama mondiale, ma non abilitati; le commissioni hanno in molti casi valutato solo ed esclusivamente la produzione scientifica ignorando le competenze effettive dei candidati rilevabili dagli incarichi ottenuti e tanto meno hanno tenuto conto della competenza didattica nei propri settori, frutto indubbio di una maturità scientifica che si rende chiara e comprensibile nella trasmissione alle nuove generazioni;
   altro elemento fondamentale per valutare il lavoro delle commissioni non è solo l'esclusione degli eccellenti, quanto l'inclusione di persone con molti minori titoli sia sul piano della produzione scientifica che su quello della competenza professionale e didattica; le contraddizioni di certi giudizi è stridente e non può essere ignorata da parte del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
   in una precedente risposta ad un'interpellanza urgente il Sottosegretario di Stato pro tempore Rossi Doria aveva affermato: «Esula però dalle attribuzioni del Ministero il compito di valutare l'operato delle singole commissioni né è previsto che il Ministro possa disporre la revisione delle valutazioni ipotizzata dagli onorevoli interpellanti», ma il Ministro interpellato non può avallare questa rinunzia all'esercizio della propria responsabilità nella più importante operazione di rilancio dell'università italiana;
   il nuovo Governo ha fatto un'opzione forte, indicando nella scuola e nell'università una delle sue priorità; ma non si può neppure immaginare una «nuova stagione» dell'università e della vita universitaria ignorando giudizi così diffusi e tanto critici da parte dei candidati esclusi, dal momento che non si tratta di uno o più commissari in difetto, ma di una capacità di giudizio complessiva di docenti nei confronti di colleghi o futuri colleghi; la maturità scientifica del docente universitario come recitano criteri previsti dalla legge includono accanto ai parametri bibliometrici anche criteri di professionalità da cui è possibile ricavare lo spessore delle competenze dei candidati misurato sul campo e affidato non solo alla rivista su cui appaiono gli articoli –:
   come il Ministro interpellato intenda affrontare la valutazione del lavoro delle diverse commissioni, a partire proprio dalle discrepanze e dalle contraddizioni che emergono nei giudizi delle singole commissioni, denunciate sia a livello personale da parte dei candidati sia a livello delle diverse associazioni scientifiche.
(2-00470) «Binetti, Dellai».