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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 8 novembre 2013

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta dell'8 novembre 2013.

  Angelino Alfano, Alfreider, Alli, Amici, Archi, Baldelli, Baretta, Berretta, Bocci, Boccia, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Bray, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carrozza, Casero, Castiglione, Cicchitto, Cirielli, D'Alia, Dambruoso, De Girolamo, Dell'Aringa, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Fassina, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Gebhard, Giachetti, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Kyenge, La Russa, Legnini, Letta, Lombardi, Lorenzin, Lupi, Giorgia Meloni, Merlo, Migliore, Mogherini, Moretto, Orlando, Pisicchio, Pistelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Sani, Santelli, Scagliusi, Speranza, Tabacci, Tinagli, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 7 novembre 2013 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   GRECO: «Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, in materia di lotta contro la pedofilia e di tutela dei minori nel processo penale» (1770);
   VEZZALI: «Modifiche al codice penale, al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e al codice della nautica da diporto, di cui al decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, in materia di falsificazione e contraffazione dei documenti relativi all'assicurazione obbligatoria dei veicoli e dei natanti» (1771);
   CATANOSO GENOESE: «Istituzione del ruolo dirigenziale e di profili professionali nei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria e inquadramento volontario del personale del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria appartenente al comparto Ministeri nei medesimi ruoli» (1772);
   CARRA ed altri: «Modifica all'articolo 18 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, concernente l'inserimento della nutria nell'elenco delle specie cacciabili» (1773);
   SOTTANELLI ed altri: «Istituzione del Sistema nazionale per la copertura dei danni da calamità naturali» (1774);
   DORINA BIANCHI: «Agevolazioni fiscali a sostegno del patrimonio rurale forestale» (1775);
   DORINA BIANCHI: «Norme a garanzia della trasparenza degli assetti societari delle imprese editrici di quotidiani e periodici e per l'istituzione del Garante del lettore» (1776);
   DORINA BIANCHI: «Disposizioni per la tutela dei prodotti agroalimentari tipici, biologici e a denominazione protetta» (1777);
   FEDRIGA: «Introduzione di un limite di importo per i trattamenti pensionistici corrisposti da gestioni previdenziali pubbliche in base al metodo retributivo» (1778);
   GRIBAUDO: «Modifiche alla legge 29 marzo 1985, n. 113, in materia di disciplina del collocamento e del rapporto di lavoro dei centralinisti telefonici e degli operatori della comunicazione con qualifiche equipollenti minorati della vista» (1779);
   MONCHIERO e BINETTI: «Disposizioni per l'accesso alla psicoterapia» (1780);
   GIGLI: «Disposizioni per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie del sonno» (1781).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge MADIA ed altri: «Modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di professioni dei beni culturali» (362) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Narduolo.

  La proposta di legge GUERRA ed altri: «Modifiche al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e altre disposizioni concernenti i comuni di minore dimensione demografica, l'esercizio associato delle loro funzioni, nonché le unioni di comuni e la fusione dei medesimi» (1737) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Ginoble e Verini.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  CAPARINI ed altri: «Disposizioni concernenti la realizzazione di nuovi edifici destinati all'esercizio dei culti ammessi» (486) Parere delle Commissioni V, VII, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   II Commissione (Giustizia):
  BRAMBILLA e CASTIELLO: «Introduzione dell'articolo 586-bis del codice civile, concernente l'affido degli animali di affezione in caso di morte del proprietario o detentore» (796) Parere delle Commissioni I e XII;

   BRAMBILLA e CASTIELLO: «Introduzione dell'articolo 2911-bis del codice civile, concernente il divieto del pignoramento degli animali domestici» (798) Parere delle Commissioni I, V, VI, XII e XIII;

   LEVA ed altri: «Modifiche alla legge 13 aprile 1988, n. 117, in materia di responsabilità civile dei magistrati» (1735) Parere delle Commissioni I e V.

   VI Commissione (Finanze):
  BRAMBILLA e CASTIELLO: «Modifiche alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, concernenti l'armonizzazione dell'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto relativa ai prodotti per l'alimentazione degli animali da compagnia» (799) Parere delle Commissioni I, V, XII, XIII e XIV.

   VII Commissione (Cultura):
  BRAMBILLA: «Modifica all'articolo 1 del decreto-legge 1o settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, in materia di svolgimento di iniziative di educazione alimentare e di diffusione della cultura vegetariana e vegana nell'ambito dell'insegnamento scolastico» (458) Parere delle Commissioni I, V, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   XI Commissione (Lavoro):
  CIPRINI ed altri: «Norme per il superamento del blocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni e per la chiamata dei vincitori e degli idonei nei concorsi indetti dalle medesime, istituzione di una banca di dati telematica degli avvisi e dei bandi per il reclutamento del personale nonché disposizioni in materia di pubblici concorsi» (1412) Parere delle Commissioni I, IV, V, VI, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il presidente della Corte dei conti, con lettera in data 5 novembre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 17, comma 9, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, la relazione, approvata dalle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte stessa il 16 ottobre 2013, sulla tipologia delle coperture adottate e sulle tecniche di quantificazione degli oneri relativamente alle leggi pubblicate nel quadrimestre maggio-agosto 2013 (Doc. XLVIII, n. 4).

  Questa relazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

  La Corte dei conti – Sezione del controllo sugli enti, con lettera in data 5 novembre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Accademia della Crusca, per gli esercizi 2010 e 2011. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 73).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

  La Corte dei conti – Sezione del controllo sugli enti, con lettera in data 5 novembre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Ente nazionale di previdenza ed assistenza della professione infermieristica (ENPAPI), per gli esercizi 2011 e 2012. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n, 259 del 1958 (Doc. XV, n. 72).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 7 novembre 2013, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la proposta di regolamento del Consiglio che adegua, a decorrere dal 1o luglio 2013, l'aliquota del contributo al regime pensionistico dei funzionari e degli altri agenti dell'Unione europea (COM(2013) 770 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  La proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio al fine di ridurre il consumo di borse di plastica in materiale leggero (COM(2013) 761 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 6 novembre 2013, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dall'8 novembre 2013.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 7 novembre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

  Il Ministero dell'interno, con lettere in data 5 novembre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, i decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Cannara (Perugia), Casamicciola Terme (Napoli) e Cassina de’ Pecchi (Milano).

  Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dal consiglio regionale dell'Emilia-Romagna.

  La presidente del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, con lettera in data 6 novembre 2013, ha trasmesso il testo di una risoluzione sul pacchetto di misure sulla costituzione di partenariati pubblico-privato e pubblico-pubblico nell'ambito del programma Orizzonte 2020 (COM(2013) 494 final, COM(2013) 495 final, COM(2013) 496 final, COM(2013) 501 final, COM(2013) 503 final, COM(2013) 505 final, COM(2013) 506 final, COM(2013) 493 final, COM(2013) 497 final, COM(2013) 498 final, COM(2013) 500 final).

  Questo documento è trasmesso alla VII Commissione (Cultura), alla X Commissione (Attività produttive) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Comunicazione di nomina ministeriale.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 5 novembre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento al dottor Emilio Gatto, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di direttore ad interim della Direzione generale della pesca marittima e dell'acquacoltura, nell'ambito del Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare e della pesca del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

  Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla XIII Commissione (Agricoltura).

Richiesta di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con lettera in data 31 ottobre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 del decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204, e dell'articolo 4, comma 1, del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, la richiesta di parere parlamentare sul nuovo testo dello schema di decreto ministeriale per il riparto della quota del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2012 destinata al finanziamento premiale di specifici programmi e progetti (38).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VII Commissione (Cultura), che dovrà esprimere il prescritto parere entro l'8 dicembre 2013.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Problematiche riguardanti i controlli di carattere sanitario per le attività sportive non agonistiche e amatoriali – 2-00277

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   in materia di tutela sanitaria delle attività sportive non agonistiche e amatoriali si sono succeduti negli ultimi mesi diversi provvedimenti;
   l'articolo 7, comma 11, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, prevede che «al fine di salvaguardare la salute dei cittadini che praticano un'attività sportiva non agonistica o amatoriale, il Ministro della salute, con decreto adottato di concerto con il Ministro delegato al turismo ed allo sport, dispone garanzie sanitarie mediante l'obbligo d'idonea certificazione medica, nonché linee guida per l'effettuazione di controlli sanitari sui praticanti»;
   il conseguente decreto ministeriale del 24 aprile 2013 prevedeva la distinzione tra attività:
    a) ludico motoria, con certificazione medica, salvo alcune ipotesi elencate all'articolo 2;
    b) sportiva non agonistica, con certificazione medica ed elettrocardiogramma a riposo (articolo 3);
    c) sportiva non agonistica ad alto impatto cardiovascolare, patrocinata da soggetti riconosciuti dal Coni ma diretta a non tesserati, con certificato medico e particolari accertamenti;
   il decreto-legge n. 69 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 98 del 2013, ha modificato, con l'articolo 42-bis, il decreto del 24 aprile 2013, prevedendo che: «1. Al fine di salvaguardare la salute dei cittadini promuovendo la pratica sportiva, per non gravare cittadini e servizio sanitario nazionale di ulteriori onerosi accertamenti e certificazioni, è soppresso l'obbligo di certificazione per l'attività ludico-motoria e amatoriale previsto dall'articolo 7, comma 11, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, e dal decreto del Ministro della salute 24 aprile 2013, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 169 del 20 luglio 2013. 2. Rimane l'obbligo di certificazione presso il medico o il pediatra di base per l'attività sportiva non agonistica. Sono i medici o pediatri di base annualmente a stabilire, dopo anamnesi e visita, se i pazienti necessitano di ulteriori accertamenti come l'elettrocardiogramma»;
   sulla materia sono intervenute anche le circolari del Ministero della salute n. 4608 e n. 4609, datate entrambe 11 settembre 2013, che chiariscono come:
    a) rimanga obbligatorio il certificato del medico sportivo per le attività agonistiche (decreto ministeriale del 18 febbraio 1982), che siano svolte da tesserati o da non tesserati. Nulla è, infatti, cambiato in materia;
    b) sia sempre richiesto il certificato medico per le attività sportive non agonistiche organizzate da associazioni e società sportive affiliate ad enti di promozione sportiva, federazioni e discipline sportive associate (articolo 3 del decreto ministeriale 23 aprile 2013). Non è, però, più previsto come obbligatorio l'elettrocardiogramma a riposo, a meno che non sia il medico a ritenerlo opportuno;
    c) le attività caratterizzate da un particolare ed elevato impegno cardiovascolare (a titolo meramente esemplificativo manifestazioni podistiche di lunghezza superiore ai 20 chilometri granfondo di ciclismo, di nuoto, di sci di fondo o altre tipologie analoghe), realizzate nell'ambito di un'iniziativa patrocinata da federazioni-enti di promozione sportiva o discipline sportive associative ed aperta a non tesserati che non abbia natura agonistica sia subordinata all'acquisizione di un certificato medico che richiede la rilevazione della pressione arteriosa, elettrocardiogramma basale, step test o test ergometrico con monitoraggio dell'attività cardiaca e altri accertamenti che il medico certificatore riterrà il necessario per i singoli casi (articolo 4 del decreto ministeriale 23 aprile 2013);
    d) non sia più dovuto il certificato medico per le attività ludico-motorie a seguito di quanto previsto dal decreto-legge n. 69 del 2013 (cosiddetto «decreto del fare»), convertito, con modificazioni, dalla legge n. 98 del 2013;
    e) sia soppresso l'intero disposto contenuto nell'articolo 2 e, quindi, anche la definizione di attività ludico-motorie;
   in sede di conversione in legge del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni, è stata rovesciata l'impostazione del Senato della Repubblica e si è inciso sulla portata del decreto ministeriale 24 aprile 2013 nei seguenti termini: «2. I certificati per l'attività sportiva non agonistica di cui all'articolo 3 del citato decreto del Ministro della salute 24 aprile 2013 sono rilasciati dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, o dal medico specialista in medicina dello sport ovvero dai medici della Federazione medico-sportiva italiana del Comitato olimpico nazionale italiano. Ai fini del rilascio di tali certificati, i predetti medici si avvalgono dell'esame clinico degli accertamenti incluso l'elettrocardiogramma, secondo linee guida approvate con decreto del Ministro della salute, su proposta della Federazione nazionale degli ordini dei medici-chirurghi e degli odontoiatri, sentito il Consiglio superiore di sanità. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica»;
   queste disposizioni, incidendo sulla portata del già controverso decreto 24 aprile 2013, in modo secondo gli interpellanti parziale e contraddittorio, hanno ingenerato gravi dubbi interpretativi negli operatori sanitari e dello sport. In particolare, hanno creato:
    a) disparità di trattamento per attività identiche tra soggetti riconosciuti o meno come sportivi dal Coni: ad oggi un'attività ad alto impatto cardiovascolare, se organizzata da un soggetto non riconosciuto dal Coni, non è subordinata ad alcuna valutazione da parte del medico, se organizzata da un'associazione sportiva necessita, invece, per il praticante una certificazione corredata da accertamenti diagnostici vari e approfonditi; ciò vale anche per le attività a basso impatto cardiovascolare, come i gruppi di cammino e la ginnastica per anziani, che sono libere da ogni preventivo controllo medico se organizzate da soggetti non riconosciuti mentre diventano subordinate all'acquisizione del certificato medico per attività non agonistica quando organizzate da soggetti riconosciuti dal Coni;
    b) incertezze rispetto al rilascio dei certificati medici. Pediatri e medici di medicina generale, soprattutto nelle regioni che hanno normato la materia, non rilasciano il certificato medico per la partecipazione ad attività sportive non (agonistiche) continuative anche se organizzate da soggetti riconosciuti dal Coni, ritenendo di poter qualificare l'attività come attività ludico-motoria o amatoriale o ricreativa;
    c) incertezza rispetto all'obbligatorietà dell'elettrocardiogramma a riposo a corredo delle certificazioni, della validità di quelle che non lo hanno previsto e delle condizioni per la sua eventuale entrata in vigore definitiva;
    d) ulteriori difficoltà per le famiglie a causa degli oneri previsti per accertamenti e certificati che stanno allontanando dall'attività sportiva minori e adulti, con grave danno rispetto alla prevenzione sanitaria e alla diffusione di sani stili di vita;
    e) ulteriori difficoltà per i tempi di attesa per gli accertamenti che rimanderebbero a tempi non utili il rilascio dei certificati;
    f) aggravio indiretto per il sistema sanitario per le prevedibili ricadute economiche e organizzative anche su di esso –:
   come intenda procedere per avviare con urgenza una revisione complessiva dei contenuti del decreto ministeriale 24 aprile 2013, in modo da ristabilire chiarezza e coerenza delle norme e rispondere al disagio di operatori e cittadini;
   come intenda procedere nel corso della revisione per affermare i principi di:
    a) pari tutela sanitaria per i praticanti le attività motorie e sportive a prescindere dal soggetto che le organizza;
    b) distinzione tra attività agonistiche e non agonistiche, all'interno delle quali comprendere tutte le attività anche di natura didattica, psico-motoria e ludico-motoria, sulla base della definizione ampia di sport ormai impostasi nella normativa europea di riferimento;
    c) differenziazione delle tutele sanitarie esclusivamente in ragione dell'impatto cardiovascolare delle attività svolte e delle condizioni fisiche del singolo praticante;
    d) massima diffusione della pratica sportiva come fattore di prevenzione sanitaria per tutti i cittadini;
    e) ulteriori difficoltà per i tempi di attesa per gli accertamenti che rimanderebbero a tempi non utili il rilascio dei certificati;
    f) aggravio indiretto per il sistema sanitario per le prevedibili ricadute economiche e organizzative su di esso;
   come intenda assicurare il pieno coinvolgimento dei soggetti dell'ordinamento sportivo – Coni, federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva e i sanitari interessati, pediatri di libera scelta e medici di medicina generale – nella definizione di linee guida tese a garantire la tutela sanitaria dei praticanti.
(2-00277) «Fossati, Coccia, Giuditta Pini, Rampi, Lenzi, Gregori, Patriarca, Pelillo, Molea, Murer, Schirò Planeta, Manciulli, Baruffi, Petitti, Miotto, Bindi, Iori, Roberta Agostini, Bossa, Bellanova, Scuvera, Rocchi, Paola Bragantini, Capone, Capozzolo, Amato, Beni, Biondelli, Ginoble, Portas, Prodani, Rizzetto, Paris, Rossomando».


Iniziative per una corretta informazione sul cosiddetto «metodo Stamina» – 2-00284

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   desta preoccupazione l'analogia che si sta concretizzando sempre di più, tra l'attuale caso Stamina e il caso Di Bella, che risale a circa 20 anni fa e che esplose per il combinato disposto dell'intervento della magistratura e di una forte ipermediatizzazione, capace di surriscaldare gli animi, facendo leva su emozioni e sentimenti comuni un po’ a tutti;
   confluivano allora nel sentire popolare un forte senso di empatia per il destino di malati oncologici gravi e in certi casi gravissimi, la proiezione immaginifica di una scienza finalmente capace di venire a capo di problemi non risolti, utilizzando modelli alternativi, e la visione ostile e persecutoria di una burocrazia sorda e cieca davanti ai bisogni dei malati;
   anche allora, da un lato, la televisione, quotidiani e settimanali enfatizzavano la storia del nuovo metodo di cura, mentre la stampa specialistica, dall'altro, ne denunciava i limiti e sottolineava la carenza di rigore scientifico; quando il 5 febbraio del 1996 la Commissione oncologica nazionale formulò un parere negativo nel quale sottolineava l'assenza di evidenze scientifiche nel metodo, un gruppo di pazienti che seguivano il metodo Di Bella e i loro familiari, costituiti in associazione, l'Aian, chiesero comunque l'autorizzazione alla somministrazione gratuita della somatostatina, uno dei farmaci che facevano parte del metodo Di Bella, di cui la Commissione del farmaco prevedeva la somministrazione per casi diversi da quelli tumorali. Quando l'8 gennaio 1997 la Commissione del farmaco escluse, in base ai dati scientifici disponibili, che la somatostatina potesse essere somministrata efficacemente in oncologia, l'Aian scatenò una vera e propria campagna di discredito nei confronti del Ministro e del Ministero, utilizzando i talk show televisivi dell'epoca;
   anche allora ci furono magistrati che ordinarono la somministrazione gratuita dei farmaci necessari alla terapia, nonostante il parere negativo del comitato scientifico, il costo molto alto e il fatto che i farmaci non rientrassero comunque in quelli previsti dal servizio sanitario nazionale. Carlo Madaro, pretore di Maglie, intimò all'azienda sanitaria locale di Lecce di fornire gratuitamente i farmaci a chiunque ne avesse bisogno. La decisione, in mancanza di conferme scientifiche, di fatto assegnava alla cura una certa credibilità di cui era priva negli ambienti scientifici;
   per quasi un anno durò la capacità di resistere dell'allora Ministro Bindi, che opponeva sistematicamente ragioni e ragionevolezza ad un'emotività dilagante, che si avvitava progressivamente su se stessa, enfatizzando il dramma di tante storie individuali, per sollecitare il senso della pietas nel pubblico, dimenticando gli elementi oggettivi fondamentali che caratterizzano ogni verifica clinica;
   allora il Ministro della sanità, Rosy Bindi, sotto la spinta di un ordine del giorno approvato al Senato della Repubblica, emanò un provvedimento urgente che autorizzava la sperimentazione del protocollo Di Bella, anche in assenza di documentazioni ufficiali sulla sua efficacia. Pareri contrari alla sperimentazione vennero:
    a) dalla Commissione unica del farmaco in data 8 gennaio 1997 e 5 agosto 1997;
    b) dalla Presidenza del Consiglio superiore di sanità in data 16 luglio 1997;
    c) dall'assemblea generale del Consiglio stesso in data 19 dicembre 1997;
   mentre la comunità scientifica dimostrava che il metodo Di Bella non poteva avere effetti terapeutici nei confronti del cancro, l'asse del dibattito si spostò dal piano dei dati scientifici a quello del diritto alle cure, sulla base di una propria libertà ed autonomia. I malati non chiedevano più il metodo Di Bella perché era efficace, chiedevano di riaffermare il proprio diritto ad una libera scelta del modo di curarsi, sulla base di un dettato costituzionale;
   ancora oggi a distanza di circa 20 anni, è difficile misurare la tensione che vedeva contrapposto il rigore della scienza, a cui si univa tutta la comunità scientifica ed accademica, e la forte emotività dei malati organizzati in modo strutturato nella loro protesta. Due alfabeti diversi e incomunicabili, che la politica e la magistratura avrebbero dovuto decodificare in modo più efficace. Ma non fu così;
   la sperimentazione nazionale della cura Di Bella fu concordata a fine gennaio 1998, iniziò a marzo 1998 e coinvolse 1.155 pazienti affetti da vari tipi di tumore. Si chiuse nel luglio 1998, in quanto la quasi totalità dei pazienti si era ritirata dallo studio (il 97,5 per cento). La maggioranza dei ritiri fu causata dalla morte o dalla progressione della malattia. Tutti i particolari del protocollo furono stabiliti dal professore Di Bella in concerto con i componenti della commissione ufficiale. Dallo stesso professore furono siglate le pagine del protocollo, una per una. Di Bella fu presente a tutte, tranne una, le riunioni della commissione;
   alla fine, i risultati della sperimentazione effettuata dal Ministero della sanità (ora della salute) venivano riassunti così dal Ministro di quel periodo, Umberto Veronesi: «Dall'analisi dell'insieme dei 1.155 pazienti inclusi negli studi - sperimentali (386 pazienti) ed osservazionali (769 pazienti) - non emerge alcuna evidenza che il trattamento MDB sia dotato di una qualche attività anti-tumorale di interesse clinico (...)» (da risposta all'interrogazione parlamentare n. 4-25267, Ministro Umberto Veronesi, che poi puntualizza: «In nessuno dei 1.155 pazienti inclusi nella sperimentazione si è osservata una risposta obiettiva completa (scomparsa delle masse tumorali); una risposta obiettiva parziale (riduzione di almeno il 50 per cento delle lesioni tumorali), si è osservata in soli 3 (0,8 per cento) dei 386 pazienti inclusi negli studi sperimentali. La quasi totale assenza di risposte obiettive nello studio sperimentale propriamente detto è stato confermato negli studi osservazionali nei quali solo in 5 (0,7 per cento) dei 769 pazienti inclusi, i centri partecipanti hanno segnalato la presenza di una risposta obiettiva di tipo parziale»;
   tre Ministri della salute sono intervenuti nel caso Di Bella: il Ministro Bindi che ha autorizzato la sperimentazione, il Ministro Veronesi che ne ha tratto le conclusioni finali e il Ministro Storace, che, nonostante l'evidente insuccesso della sperimentazione, all'inizio del suo mandato avrebbe voluto riproporla sotto un nuovo pressing mediatico. Non tutti sanno che, oltre alla sperimentazione nazionale del MDB, ne esiste un'altra regionale, indipendente, condotta in Lombardia su 333 pazienti: anch'essa diede risultati assolutamente negativi;
   nel caso Stamina, accanto alle accuse rese pubbliche sul sito online della rivista inglese Nature e scatenate in merito alla fondatezza del «metodo stamina», proposto da Davide Vannoni, secondo Nature il metodo è frutto di un plagio basato su dati erronei. L'ordinanza del 15 maggio 2012 emessa dall'Agenzia italiana del farmaco, mai annullata e ancora in vigore, ha vietato i prelievi, trasporti, manipolazioni, colture, stoccaggi e somministrazioni di cellule umane presso gli Spedali civili di Brescia in collaborazione con Stamina foundation onlus;
   il 23 maggio 2013 il Parlamento ha approvato uno stanziamento di tre milioni di euro per la sperimentazione di 18 mesi sul «metodo Stamina» a partire proprio da novembre 2013;
   Vannoni ha presentato con grande ritardo un protocollo «standardizzato», che è stato giudicato negativamente dal Comitato scientifico nominato dal Ministro interpellato, con i massimi esperti del settore. Proprio in questi giorni, il presidente dell'Istituto superiore di sanità Oleari, ha ribadito l'assoluta inconsistenza scientifica del metodo Vannoni, che, invece, continua a occupare uno spazio mediatico davvero eccessivo e pericoloso proprio per la tutela della salute pubblica;
   la mobilitazione dell'opinione pubblica continua in forme drammatiche, come l'occupazione della piazza di Montecitorio da oltre un mese con pazienti in tenda che versano in gravissime condizioni, nel disperato tentativo di attrarre l'attenzione dell'opinione politica su di sé;
   è morto da qualche settimana Raffaele Pennacchio affetto da sclerosi laterale amiotrofica e l'evento drammatico si è consumato al ritorno a casa dopo aver partecipato ad una manifestazione sotto il Ministero dell'economia e delle finanze: morto per lo stress ha detto sua moglie e si potrebbe aggiungere morto per il combinato disposto di una malattia come la sclerosi laterale amiotrofica, lo stress legato al suo impegno civico di attrarre l'attenzione dei decisori politici sulla condizione dei malati che versano in condizioni spesso gravissime e il nuovo modello di protesta estrema, spinta fino a mettere a repentaglio la propria vita per richiamare l'attenzione dei media e attraverso di loro coinvolgere il mondo politico;
   la vicenda di Stamina e quella di Raffaele Pennacchio mostrano quanto debba essere intensa, continua e tempestiva l'assistenza da offrire alle persone che versano in condizioni di grave disabilità, ma mostra anche come vada interrotto rapidamente il circuito mediatico che induce ad una sorta di spettacolarizzazione del dolore, nel tentativo di fare pressione sul mondo politico, anche in flagrante contraddizione con i dati scientifici disponibili;
   Stamina foundation onlus ha precisato in un recente comunicato che: le cellule staminali mesenchimali prodotte secondo il cosiddetto «metodo Stamina» sono somministrate ai pazienti attualmente in trattamento o per ordine dei tribunali o in forza del decreto-legge n. 24 del 2013, al di fuori di una sperimentazione clinica e sotto la esclusiva responsabilità del medico prescrittore. Il trattamento in questione – non si può pacificamente parlare di terapia – è sempre stato e resta sconosciuto e l'azienda non è mai stata – e non lo è tuttora – in grado di definire un percorso terapeutico e quindi, dopo le infusioni, di prendere in cura e monitorare le condizioni degli stessi;
   la commissione scientifica istituita dal Ministero della salute ha evidenziato la «inadeguata descrizione del metodo» e la «insufficiente definizione del prodotto», cioè la mancanza delle precondizioni per progettare una verifica che abbia carattere di scientificità –:
   quali urgenti iniziative intenda porre in essere affinché i pazienti che sono in piazza Montecitorio possano tornare a casa, anche in vista delle mutate condizioni atmosferiche che non potrebbero che nuocere loro;
   se non ritenga opportuno:
    a) attivare una diversa strategia di comunicazione con gli organi di stampa, in virtù di una più corretta relazione tra etica e comunicazione, e mantenere viva la memoria del caso Di Bella e di quella sperimentazione forzata che dette esiti pesantemente negativi per ognuno dei pazienti coinvolti, tenuto conto che oggi, a distanza di 20 anni, si corre il rischio di dimostrare come quella lezione sia stata inutile e la storia tristemente si ripeta;
    b) indicare con chiarezza e con realismo clinico quali prospettive si aprono per le persone attualmente in trattamento con stamina, i 123 pazienti degli Spedali civili di Brescia.
(2-00284) «Binetti, Gigli, Monchiero, Schirò Planeta, Vezzali, Dellai, Vecchio, Rossi, Piccoli Nardelli, Santerini, Buttiglione, Galgano, Sottanelli, Piepoli, Distaso, Picchi, Bernardo, Palese, Patriarca, Fitzgerald Nissoli, Fauttilli, Sberna, Cera, Caruso, Antimo Cesaro, Rabino, Cesa, Adornato, De Mita, Fucci, Pisicchio, Vitelli, Causin, Preziosi».


Chiarimenti in merito all'ipotesi di affidamento in concessione a privati del complesso monumentale della Cittadella di Alessandria – 2-00279

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, per sapere – premesso che:
   in data 20 settembre 2013 veniva svolta dagli interpellanti un'interpellanza urgente (la n. 2-00194) relativa al complesso monumentale della Cittadella di Alessandria. In tale sede, ricostruiti i termini della vicenda concernente la tutela e la valorizzazione del bene, nonché dell'attuale situazione critica in cui esso versa a causa di problemi urgenti di conservazione e dell'assenza di un progetto chiaro, condiviso e operativo per il futuro della struttura, si domandava se si fosse a conoscenza di tale situazione e se si intendesse farvi fronte adottando ogni utile iniziativa di competenza per salvaguardare e valorizzare il complesso monumentale, compresa l'attivazione di un programma unitario di valorizzazione territoriale (PUVaT), di cui all'articolo 27 del decreto-legge n. 201 del 2011;
   a tale interpellanza urgente con solerzia dava risposta il Governo, mostrando attenzione per la questione e consapevolezza rispetto alla situazione amministrativa del complesso monumentale, nonché aprendo ed anzi auspicando la «definizione di obiettivi di conservazione e di modalità di gestione», mediante un «esteso accordo istituzionale a sostegno di un complessivo progetto di recupero», tali anche da rafforzare la candidatura del bene all'inserimento nella lista del Patrimonio mondiale dell'umanità dell'Unesco;
   vista la predetta risposta, gli interpellanti si dichiaravano soddisfatti per l'attenzione e la serietà mostrate dal Governo nell'affrontare la questione posta ed auspicavano che a tale positiva disposizione conseguisse l'effettiva attivazione dell’iter per la formazione di un programma unitario di valorizzazione territoriale (PUVaT) per la Cittadella, quale strumento idoneo al coinvolgimento da parte statale delle istituzioni regionali e locali, della associazioni culturali e della società civile nella definizione di un percorso responsabile, sostenibile e condiviso per il recupero e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio culturale e monumentale;
   in data 21 ottobre 2013, il Sottosegretario per i beni e le attività culturali e il turismo, onorevole Ilaria Borletti Buitoni, visitava il complesso monumentale, apprezzandone lo straordinario valore storico, culturale ed architettonico, nonché constatando l'assoluta urgenza di interventi di conservazione. In questa occasione, il Sottosegretario richiamava la posizione espressa dal Governo nella risposta all'interpellanza urgente del 20 settembre 2013, confermando la positiva disponibilità del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo a dare concretezza al percorso proposto dagli interpellanti e incentrato sulla formazione di un programma unitario di valorizzazione territoriale sulla Cittadella, nonché impegnandosi a rappresentare al Ministero dell'economia e delle finanze l'opportunità di sollecitare l'Agenzia del demanio, sezione regionale del Piemonte, ad autorizzare interventi urgenti di recupero per i quali l'associazionismo locale e nazionale (progetto «Luoghi del cuore» del Fai) aveva già reperito importanti risorse finanziarie, immediatamente disponibili e sufficienti ad affrontare in prima battuta l'emergenza;
   in data 22 ottobre 2013, l'Agenzia del demanio, sezione regionale del Piemonte, convocava una riunione, cui invitava gli enti locali interessati, avente ad oggetto proprio il futuro della Cittadella di Alessandria, annunciando in quella sede l'intenzione di procedere rapidamente all'emanazione di un bando per una concessione d'uso del complesso monumentale a soggetti privati. Dalle notizie di stampa, si apprendeva l'assoluta priorità che l'Agenzia del demanio avrebbe intenzione di assegnare al criterio economico nella valutazione delle domande di concessione, nonché dell'ipotizzata durata ultracinquantennale della concessione;
   l'ipotesi prospettata in termini netti e risoluti dall'Agenzia del demanio, sezione regionale del Piemonte, appare sorprendente se rapportata alla scarsa attenzione finora mostrata per le esigenze di conservazione urgenti del bene, verso le quali non ha certo mostrato pari attenzione. Essa sembra, inoltre, manifestamente incoerente con l'orientamento mostrato dal Governo nella suddetta risposta all'interpellanza urgente del 20 settembre 2013 e confermato ancora recentemente dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, tanto con riferimento al tipo di percorso individuato (il programma unitario di valorizzazione territoriale), quanto, specialmente, con riferimento al principio del più ampio coinvolgimento delle istituzioni locali e della società civile nella definizione del percorso medesimo e, perciò, degli obiettivi e degli strumenti di tutela e valorizzazione del bene nel contesto di una visione unitaria e territoriale;
   c’è il rischio che, ad avviso degli interpellanti, l'ipotesi dell'Agenzia del demanio:
    a) ponga su di un piano del tutto subordinato una pronta risposta ai problemi urgenti di conservazione (la cui soluzione è presupposto per ogni prospettiva di valorizzazione);
    b) escluda le istituzioni e la comunità locale dalle scelte fondamentali concernenti il futuro di un bene integrante l'identità della città di Alessandria e dallo straordinario valore storico, culturale ed architettonico per l'intero Paese, tale da averne giustificato la candidatura all'inserimento nella lista Unesco del Patrimonio mondiale dell'umanità;
    c) apra prospettive problematiche quanto alle garanzie di tutela dell'integrità del bene e, soprattutto, di una sua destinazione che, pur potendo essere anche differenziata e versatile, lo renda effettivamente fruibile da parte della collettività secondo soluzioni certamente sostenibili sotto il profilo economico, ma altrettanto rispettose della dignità culturale del complesso –:
   se siano a conoscenza dell'ipotesi presentata dall'Agenzia del demanio, sezione regionale del Piemonte, nella riunione del 22 ottobre 2013;
   se ritengano tale ipotesi coerente con l'orientamento assunto dal Governo poche settimane fa in occasione della risposta all'interpellanza urgente del 20 settembre 2013, in particolare, se tale ipotesi escluda, come sembra fare, l'impostazione di un percorso condiviso di valorizzazione incentrato sullo strumento dei programmi unitari di valorizzazione territoriale;
   se ritengano condivisibili i rilievi problematici sollevati in premessa, con riferimento ai rischi di tale ipotesi, specie con riferimento all'emarginazione dal percorso di valorizzazione delle istituzioni e della società civile locali;
   se intendano intervenire direttamente sulla questione sollecitando l'Agenzia del demanio, sezione regionale del Piemonte, ad occuparsi prioritariamente delle indifferibili esigenze di conservazione del bene, consentendo la messa in atto di operazioni di recupero già progettate in via esecutiva e per le quali sono già disponibili risorse finanziarie, umane e strumentali grazie all'impegno autonomo dell'associazionismo e della collettività locale;
   se intendano invitare l'Agenzia del demanio alla considerazione di altre proposte concorrenti all'ipotesi di affidamento in concessione a privati, le quali compongano le esigenze di sostenibilità economica del progetto di valorizzazione (e perciò contemplino eventualmente tra le altre responsabilità anche quella di operatori privati) con quelle di fruibilità collettiva e garanzia dell'integrità storica, culturale ed architettonica del bene.
(2-00279) «Balduzzi, Dellai».


Iniziative di competenza in ordine alla revoca dell'autorizzazione all'attività bancaria per le banche responsabili di violazioni di legge e misure per il tempestivo risarcimento a vantaggio dei clienti danneggiati – 2-00282

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   la relazione sull'attività dell'Arbitro bancario finanziario riguardante l'anno 2012 riporta, a pagina 26, che il 65 per cento dei 4.303 ricorsi giunti a decisione ha avuto un esito favorevole per il cliente;
   la Corte di cassazione ha chiarito che la tutela del risparmio è interesse pubblico, riconosciuto in Costituzione all'articolo 47 (Corte di cassazione, sezione I civile, sentenza n. 2058 del 23 febbraio 2000);
   nell'interrogazione a risposta scritta n. 4/01099, presentata dalla prima firmataria della presente interpellanza urgente e annunciata nella seduta della Camera dei deputati del 2 luglio 2013, sono citate diverse sentenze di risarcimento a vantaggio dei correntisti bancari ed è tratteggiato il sistema del credito, sia per le pratiche di gestione professionale del risparmio, spesso produttive di reati accertati, che per l'inefficacia dei controlli e per gli eccessivi tempi nella restituzione delle somme sottratte dalle banche e nell'effettiva corresponsione dei danni conseguenti;
   il 17 luglio 2013 l'imprenditore calabrese Antonino De Masi, vittima di usura bancaria accertata dalla Corte di cassazione, raccontò la sua storia presso la sala stampa della Camera dei deputati, con riferimento – in conferenza – alla mancata erogazione del mutuo pubblico antiusura, richiesto dal De Masi nel 2006 e ricevuto, sia pure in parte, soltanto dopo l'anzidetta esposizione, visibile su internet sul sito www.youtube.com;
   la testimonianza del De Masi e la suddetta interrogazione parlamentare espongono gravi e provate violazioni della Costituzione e della legge ordinaria da parte delle banche, mostrando l'inadeguatezza e l'inefficacia dei controlli preposti;
   la storia del De Masi appare come paradigmatica dell'urgenza di interventi per tutelare in Italia il risparmio come interesse pubblico, secondo l'articolo 47 della Costituzione;
   il Ministro interpellato, fermi restando l'ambito delle proprie competenze e l'attuale autonomia della Banca d'Italia, non ha ancora risposto alla suddetta interrogazione su come intenda tutelare il risparmio, ponendo fine ad abusi, irregolarità, arbitri, alterazioni e rendendo giustizia alle vittime –:
   se non intenda adottare iniziative, anche normative, volte a revocare l'autorizzazione all'attività bancaria per le banche responsabili di reati e violazioni di legge e, insieme, misure per il tempestivo risarcimento dei clienti raggirati.
(2-00282) «Nesci, Colonnese, Pinna, Carinelli, Spessotto, Vignaroli, Fico, Luigi Di Maio, Barbanti, Pisano, Cancelleri, Villarosa, Chimienti, Ruocco, Pesco, Turco, Sarti, Colletti, Bonafede, Ferraresi, Agostinelli, Businarolo, Micillo, Castelli, Caso, Cariello, D'Incà, Currò, Brugnerotto, Sorial».