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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Martedì 10 settembre 2013

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 10 settembre 2013.

  Angelino Alfano, Alfreider, Amici, Archi, Baretta, Berretta, Biancofiore, Bocci, Boccia, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Bray, Brunetta, Caparini, Carrozza, Casero, Castiglione, Cicchitto, Cirielli, D'Alia, D'Ambruoso, De Girolamo, Dell'Aringa, Dellai, Di Lello, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Epifani, Fassina, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Gebhard, Giachetti, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Kyenge, La Russa, Legnini, Letta, Lorenzin, Lupi, Giorgia Meloni, Merlo, Migliore, Mogherini, Orlando, Pisicchio, Pistelli, Realacci, Rigoni, Sani, Santelli, Santerini, Sereni, Speranza, Tinagli, Valeria Valente, Vezzali, Vito.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Angelino Alfano, Alfreider, Amici, Archi, Baretta, Berretta, Biancofiore, Bocci, Boccia, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Bray, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carrozza, Casero, Castiglione, Cicchitto, Cirielli, D'Alia, D'Ambruoso, De Girolamo, Dell'Aringa, Dellai, Di Lello, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Epifani, Fassina, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Gebhard, Giachetti, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Kyenge, La Russa, Legnini, Letta, Lorenzin, Lupi, Giorgia Meloni, Merlo, Meta, Migliore, Mogherini, Orlando, Pisicchio, Pistelli, Realacci, Rigoni, Sani, Santelli, Santerini, Sereni, Speranza, Tinagli, Valeria Valente, Vezzali, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 9 settembre 2013 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   FORMISANO: «Modifiche al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di scioglimento dei consigli comunali e provinciali per infiltrazioni e condizionamenti di tipo mafioso» (1553);
   PICIERNO: «Istituzione della Giornata nazionale del servizio civile e del volontariato dei giovani» (1554);
   PICIERNO: «Istituzione del Fondo di rotazione per il sostegno delle organizzazioni per la legalità e la lotta contro le mafie e per l'estinzione dei diritti reali di terzi sui beni confiscati alle organizzazioni criminali, istituzione dell'Albo nazionale delle organizzazioni per la legalità e la lotta contro le mafie, nonché modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, e al decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181» (1555);
   PICIERNO: «Modifiche all'articolo 7 del decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 49, concernenti l'applicazione dei limiti per le spese di personale e per le spese per indebitamento degli atenei» (1556);
   PICIERNO: «Disposizioni per il sostegno del settore musicale, della musica popolare contemporanea italiana e delle opere prime di artisti emergenti» (1557);
   PICIERNO: «Modifiche all'articolo 118 del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, in materia di applicazione dei controlli antimafia relativamente ai sub-contratti» (1558);
   PICIERNO: «Istituzione del premio annuale “Angeli del Fango – Premio nazionale ai giovani volontari”» (1559);
   TERZONI ed altri: «Limiti all'impiego di sostanze diserbanti chimiche» (1560).

  Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di un progetto di legge a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, il seguente progetto di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

   XII Commissione (Affari sociali):
  ROSSOMANDO ed altri: «Norme riguardanti interventi in favore delle gestanti e delle madri volti a garantire il segreto del parto alle donne che non intendono riconoscere i loro nati» (1010) Parere delle Commissioni I, II e V.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 9 settembre 2013, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Proposta di regolamento del Consiglio relativo alla definizione dei criteri utili per determinare quando la carta recuperata cessa di essere considerata rifiuto a norma dell'articolo 6, paragrafo 1, della direttiva 2008/98/CE sui rifiuti (COM(2013) 502 final), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
   Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo – Il sistema bancario ombra: affrontare le nuove fonti di rischio nel settore finanziario (COM(2013) 614 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sui fondi comuni monetari (COM(2013) 615 final) e relativo documento di accompagnamento – Documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2013) 316 final), che sono assegnati in sede primaria alla VI Commissione (Finanze). La predetta proposta di regolamento è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 10 settembre 2013;
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio concernente i progressi in materia di disaccoppiamento (COM(2013) 617 final), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni volte a prevenire e a gestire l'introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive (COM(2013) 620 final) e relativo documento di accompagnamento – Documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2013) 322 final), che sono assegnati in sede primaria alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e XIII (Agricoltura). La predetta proposta di regolamento è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 10 settembre 2013.

Comunicazioni di nomine ministeriali.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 6 settembre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le seguenti comunicazioni concernenti il conferimento, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, di incarichi di livello dirigenziale generale nell'ambito del Ministero dello sviluppo economico, che sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla IX Commissione (Trasporti):
   comunicazione concernente il conferimento, alla dottoressa Rita Forsi, dell'incarico di direttore della Direzione generale per la pianificazione e la gestione dello spettro radioelettrico, nell'ambito del Dipartimento per le comunicazioni;
   comunicazione concernente il conferimento, al dottor Francesco Saverio Leone, dell'incarico ad interim di direttore della Direzione generale per la regolamentazione del settore postale, nell'ambito del Dipartimento per le comunicazioni.

  Il Ministero dello sviluppo economico, con lettera in data 5 settembre 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento alla dottoressa Sabina De Luca, ai sensi del comma 9 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di Capo del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica del Ministero dello sviluppo economico.

  Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali), alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

Richiesta di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell'attività di Governo, con lettera in data 24 luglio 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 23-bis, comma 1, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto del Ministro dell'economia e delle finanze relativo ai compensi per gli amministratori con deleghe delle società controllate dal Ministero dell'economia e delle finanze (27).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 30 settembre 2013.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI

Iniziative anche normative in merito alla dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali privatizzati – 2-00094

A) Interpellanza

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   è stata presentata in merito alla dismissione del patrimonio immobiliare della fondazione Enasarco una precedente interpellanza urgente n. 2-00062 discussa nella seduta n. 22 del 23 maggio 2013, alla quale ha risposto in rappresentanza del Governo il Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Carlo dell'Aringa;
   situazioni simili a quella rappresentata relativamente a Enasarco si stanno verificando anche per altri enti, quali Cassa ragionieri, Enpaia, Cassa notariato e Cassa geometri;
   per quel che riguarda l'aspetto normativo e l'esatta qualificazione giuridica degli enti di cui al decreto legislativo n. 509 del 1994 ci si riporta integralmente alla sopra indicata interpellanza;
   alcune delle contestazioni che verranno analizzate sono già state segnalate in diverse interrogazioni parlamentari, ma senza sortire alcun effetto. Si tratta di comportamenti che ormai si ripetono nel tempo e nell'inerzia dei Ministeri vigilanti, con conseguente danno della collettività ed in primis degli inquilini;
   per quel che riguarda Cassa ragionieri, quest'ultima Cassa, in vista della scadenza dei contratti di locazione, ha proceduto ad inviare le proposte di rinnovo con notevoli incrementi dei canoni, in alcuni casi maggiorati addirittura fino al 300 per cento, con aumenti fino a 2.000 euro al mese;
   di fronte a tale situazione, che ha indubbiamente generato enorme preoccupazione, gli inquilini hanno deciso di riunirsi in comitati, al fine di tutelare al meglio i propri interessi;
   le prime perplessità sul comportamento di tali enti già risalgono all'anno 2007, allorquando veniva avviata ufficialmente la procedura di dismissione del patrimonio immobiliare residenziale della Cassa ragionieri. In occasione di tale dismissione, veniva formata un'apposita commissione consiliare, denominata «commissione scelta e dismissione immobili», che aveva la specifica funzione di svolgere l'attività istruttoria e di supporto all'attività del consiglio di amministrazione dell'ente, dall'anno 2007 all'anno 2009. Tra i componenti di tale commissione, figuravano il ragionier Grimaldi Raffaele ed il ragionier Giglio Raffaele;
   ciò che affiora immediatamente di ambiguo è che gli stessi soggetti erano contemporaneamente membri anche del consiglio di amministrazione della Cassa ragionieri (tra il 2007 ed il 2008). Ma è solo l'inizio;
   successivamente, negli anni 2009, 2010 e 2011, il ragionier Grimaldi Raffaele continuava ad essere componente del consiglio di amministrazione, in veste di rappresentante del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, quindi, paradossalmente, col compito di svolgere un controllo sull'ente per conto del suddetto Ministero; il ragionier Giglio Raffaele, dal canto suo, nel 2010 e nel 2011, pur non facendo più parte del consiglio di amministrazione, era nondimeno divenuto un componente del collegio sindacale della Cassa, in rappresentanza del Ministero della giustizia, anch'egli, pertanto, con il delicato ed imparziale incarico di sorvegliare il corretto operato dell'ente;
   invero, appare alle interpellanti alquanto anomalo che gli stessi ragionier Giglio e ragionier Grimaldi in merito al percorso di dismissione del patrimonio, nel medesimo periodo o comunque in periodi ravvicinati, siano stati sia membri del consiglio di amministrazione che rappresentanti dei Ministeri vigilanti, rispettivamente in seno al collegio sindacale ed al consiglio di amministrazione;
   il tutto accade nell'assoluto silenzio di tutte le istituzioni competenti, nonostante il decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, all'articolo 3, comma 1, prevede che «la vigilanza sulle associazioni o fondazioni di cui all'articolo 1 è esercitata dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale, dal Ministero del tesoro, nonché dagli altri Ministeri rispettivamente competenti ad esercitare la vigilanza per gli enti trasformati ai sensi dell'articolo 1, comma 1. Nei collegi dei sindaci deve essere assicurata la presenza di rappresentati delle predette amministrazioni»;
   oltre a quanto sancito da tale decreto legislativo, vanno poi tenute in considerazione tutte quelle norme che impongono dei limiti precisi, finalizzati ad assicurare una più ampia e vincolante indipendenza dei componenti del collegio sindacale e che prevedono le ipotesi di incompatibilità con tale delicato incarico;
   vi è, altresì, la disciplina codicistica che, all'articolo 2399, comma 1, lettera c), del codice civile, individua una serie di cause di ineleggibilità e di decadenza, disponendo che non possono essere eletti alla carica di sindaco coloro che sono legati alla società o alle società da queste controllate o alle società che la controllano o quelle sottoposte a comune controllo da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione d'opera retribuita, ovvero da altri rapporti di natura patrimoniale che ne compromettano l'indipendenza;
   dopodiché il legislatore è intervenuto anche con il decreto legislativo n. 88 del 27 gennaio 1992, che ha introdotto le disposizioni comunitarie di cui alla direttiva n. 84/253/CEE. L'articolo 39, comma 2, del suddetto decreto legislativo dispone che l'idoneità al corretto svolgimento delle funzioni di controllo dei conti deve ritenersi gravemente compromessa se l'iscritto è legato alla società o all'ente che conferisce l'incarico, ovvero lo sia stato nei tre anni antecedenti al conferimento dell'incarico;
   sempre in materia di indipendenza e di incompatibilità delle funzioni di sindaco, è pure intervenuto il decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39, il quale, all'articolo 10, stabilisce in via pregiudiziale che il revisore legale dei conti di una società deve essere indipendente da questa e non deve essere in alcun modo coinvolto nel suo processo decisionale;
   più in particolare, l'articolo 17, comma 6, del decreto legislativo n. 39 del 2010 sancisce che coloro che siano amministratori, componenti degli organi di controllo, direttori generali o dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari presso un ente di interesse pubblico non possono esercitare la revisione legale dell'ente, se non sia decorso almeno un biennio dalla cessazione dei suddetti incarichi a rapporti di lavoro;
   questa considerazione è ancor di più avvalorata dal fatto che sempre il Giglio ed il Grimaldi hanno, in passato, occupato rispettivamente la carica di presidente e di amministratore delegato nella Previra immobiliare, società costituita nel 1999 (ed attualmente messa in liquidazione) e partecipata al 100 per cento dalla Cassa ragionieri, nata per gestire il patrimonio immobiliare della Cassa stessa;
   l'incarico, che in precedenza era stato affidato alla Previra immobiliare, è stato successivamente attribuito alla Reag tekna srl mediante procedura negoziata. Ebbene, per quanto consta alle interpellanti, l'affidamento – tramite procedura negoziata – è intervenuto in evidente violazione di legge e, precisamente, delle procedure previste dal codice dei contratti pubblici, alla cui osservanza è tenuta la Cassa, quindi, con obbligo della gara pubblica, cosa che però non è avvenuta nel caso in esame;
   una circostanza alquanto strana si verifica nel mese di ottobre del 2012 quando la Reag tekna srl sparisce dalla gestione del patrimonio e subentra la società Efm srl, con sede in via del Giorgione 59;
   anche qui non è dato conoscere sulla base di quale procedura intervenisse quest'ultima. Ma la cosa ancor più bizzarra si verifica allorquando la Reag tekna srl, nel ciclone delle polemiche, viene cancellata per fusione in altra società: la Reag spa, con sede sempre in via Monte Rosa n. 91 - Milano;
   ultima società che «inaspettatamente» si aggiudica la gara indetta dalla società di gestione del risparmio Bnp Paribas per l'espletamento dei servizi complementari e strumentali al piano di dismissione. Tale società è una società per azioni con socio unico: American appraisal holding spa, sempre con sede in via Monte Rosa n. 91 - Milano, dove all'interno della visura risulta la fusione con la Reag tekna srl;
   però, nessun Ministero vigilante si insospettisce per quanto rappresentato;
   intanto Cassa ragionieri, con due successivi atti di conferimento, il primo avvenuto in data 22 dicembre 2011 ed il secondo in data 15 maggio 2012, ha apportato al «Fondo scoiattolo», fondo istituito e gestito dalla Bnp Paribas Reim Italy sgr p.a. (la stessa società di gestione del risparmio che gestisce il fondo in cui andranno a confluire gli immobili invenduti di Enasarco), la maggior parte del suo patrimonio immobiliare;
   in seguito all'apporto al fondo, l'Associazione nazionale di previdenza e assistenza dei ragionieri e dei periti commerciali sostiene di aver realizzato una plusvalenza di euro 329,50 milioni. Ma solo sulla carta;
   in primis, preme sottolineare che gli immobili sono stati intestati al «Fondo scoiattolo», soggetto privo di personalità giuridica, compiendo, ad avviso delle interpellanti, una «forzatura» con l'inserimento agli atti della partita iva della Bnp Paribas Reim Italy sgr p.a., pur essendone il fondo privo. Nonostante il conferimento al «Fondo scoiattolo», infatti, la Cassa non può esimersi dall'essere ancora considerata proprietaria degli immobili, contrariamente a quanto si è potuto leggere sulla relazione sulla gestione del bilancio 2011, dove la stessa Cassa afferma che, a dicembre 2011, col conferimento degli immobili al fondo, ha ceduto la proprietà degli immobili; quindi, da quel momento non è più proprietaria di quei beni;
   la normativa vigente in materia di fondi comuni di investimento immobiliari chiusi prevede che, per la valutazione dei beni immobili, le società di gestione del risparmio si avvalgano di esperti indipendenti, però in possesso dei requisiti di cui all'articolo 17 del decreto ministeriale n. 228 del 1999. Lo svolgimento dell'attività di valutazione (che si estrinseca attraverso site visit, analisi documentale, disponibilità di due diligence, report e altro) si basa sui criteri di valutazione del patrimonio previsti dalla vigente normativa. L'incarico della valutazione degli immobili nel caso di specie è stato dato quale terzo indipendente alla Praxi spa, la quale ha stabilito complessivamente il valore degli immobili al momento del conferimento al fondo immobiliare. Il tutto, però, sarebbe avvenuto senza fare alcun sopralluogo negli stabili oggetto di valutazione;
   non si comprende perché, se tutto è avvenuto nel rispetto del provvedimento della Banca d'Italia e della relazione sulla gestione del bilancio 2011, si è poi giunti a stabilire dei prezzi di vendita al di fuori di qualsiasi logica di mercato. Basta documentare un esempio che può svolgere una funzione chiarificatrice: un appartamento valutato dall'esperto indipendente euro 856.000,00, offerto al conduttore a euro 684.800,00 – in virtù di uno sconto del 20 per cento – è invece stato valutato da un perito giurato euro 249.000,00, con una distanza valutativa di ben 607.000,00 euro;
   ma vi è di più. Tutto questo accade a dispetto del fatto che, nel maggio del 2010, nel corso di una seduta della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza ed assistenza sociale, finalizzata all'audizione del presidente e del direttore generale della Cassa ragionieri, il dottor Saltarelli (presidente) sottolineava lo scarso valore economico del patrimonio immobiliare di proprietà della Cassa. Nello specifico, lo stesso affermava testualmente: «Ci apprestiamo a realizzare una dismissione del patrimonio residenziale (...) oggi, questo patrimonio è vetusto, perché ha un'età media molto elevata (...) oggi ci apprestiamo a strutturare un'operazione che cerchi di andare incontro alle esigenze degli inquilini che sono con noi da parecchio tempo, adoperandoci, nell'ambito di una trasparente operazione di mercato, a favorirli nel processo di vendita»; e poi ribadiva «le posso garantire che il valore effettivo di questi immobili – si tratta di circa 1.600 unità immobiliari – è decisamente modesto, a causa dei costi di gestione molto elevati e del loro essere vetusti»;
   non possono che emergere forti dubbi sia sulla valutazione del patrimonio che sulla presunta plusvalenza rappresentata dalla Cassa ragionieri;
   gli inquilini, di fatto, tramite un legale, l'avvocato Vincenzo Perticaro, che segue da tempo la vicenda relativa agli enti, si sono uniti per sollevare tutte queste perplessità, combinate ad ampie argomentazioni in merito alle procedure utilizzate, che venivano prontamente portate a conoscenza della Cassa ragionieri attraverso una missiva inviata nel mese di marzo 2013, trasmessa per conoscenza ai soggetti preposti dalla legge in casi simili, quali la Covip, la Banca d'Italia e la Consob;
   ebbene, solo il 18 aprile 2013 perveniva all'avvocato, nonché alla Bnp Paribas Reim Italy sgr p.a., alla Banca d'Italia, alla Consob, alla Covip e, come se non bastasse, a tutti gli inquilini firmatari della sopra indicata lettera (circa 80 persone), una raccomandata di risposta a firma del direttore generale della Cassa ragionieri, il signor Alberto Piazza, dal contenuto, ad avviso delle interpellanti, a dir poco sconcertante. Tale missiva, infatti, lungi dal dare un concreto riscontro alle legittime perplessità sollevate dagli inquilini ed alle loro altrettanto legittime richieste, ad avviso delle interpellanti mirava, invece, ad offendere e ledere l'immagine del legale e degli inquilini attraverso affermazioni gratuite e gravemente lesive dell'onore e del decoro dell'avvocato. Infatti, il signor Piazza, in uno dei passaggi della missiva di risposta, arriva addirittura a scrivere: «perché ha indirizzato la lettera alla Banca d'Italia, alla Consob e alla Covip e non a Babbo Natale?». Infine, la missiva culmina con una palese minaccia (probabilmente tesa a far desistere l'avvocato Perticaro dalla propria risoluta e costante attività difensiva), che recita testualmente: «La saluto cordialmente e le do appuntamento all'ordine degli avvocati, al quale sto inviando un esposto perché valuti la correttezza del suo comportamento nei confronti dei suoi clienti». La considerazione che i comportamenti dell'avvocato dovrebbe contestarli la parte assistita e non la controparte, evidentemente, sfugge al signor Piazza, ma si ritiene necessario ricordare che il signor Piazza in qualità di direttore generale ha percepito per il lavoro che ha svolto nell'anno 2012, o che avrebbe dovuto svolgere, un compenso pari ad euro 206.318,92. Le opportune valutazioni se tale somma è congrua si lasciano ai soggetti preposti a farlo;
   passando ad un altro ente, l'Enpaia, è opportuno segnalare il problema relativo alla commistione e/o incompatibilità dei sindacati, già analizzato nel consiglio di amministrazione di Enasarco. Nel caso riguardante Enpaia, si deve rappresentare che all'articolo 7 dello statuto della Cgil è espressamente previsto che: «L'autonomia della Cgil si realizza anche fissando le seguenti incompatibilità con le cariche elettive dell'organizzazione ai vari livelli: a) appartenenza a consigli di amministrazione, di istituti ed enti pubblici di ogni tipo e organi di gestione in genere»;
   eppure, il segretario nazionale della Cgil Ivana Galli ed il funzionario nazionale nel 2004 della Cgil Stefano Bianchi fanno parte dell'attuale consiglio di amministrazione della Fondazione Enpaia. Il consiglio di amministrazione della Fondazione Enpaia è in carica per il quadriennio 2009/2013;
   dalla lettura dell'articolo 7 dello statuto affiora palese che i signori Ivana Galli e Stefano Bianchi non possono far parte del consiglio di amministrazione della Fondazione Enpaia, per quanto già detto, eppure sono ancora nel consiglio di amministrazione;
   circostanza che già da sola, secondo le interpellanti, dovrebbe portare alla nomina di un commissario straordinario, con il compito di salvaguardare la corretta gestione dell'ente, così come previsto dall'articolo 2, comma 6, del decreto legislativo n. 509 del 1994;
   un'ulteriore contestazione che deve essere mossa ad Enpaia ed al collegio dei sindaci è quella attinente ai rinnovi dei contratti di locazione degli immobili di Enpaia ad uso residenziale. Dal 2010 è sorto tra Enpaia e gli inquilini un contenzioso circa l'aumento spropositato dei canoni di locazione (fino all'80 per cento) ed i principi utilizzati per arrivare a tale aumento;
   tutto quanto narrato ha portato il consiglio di amministrazione di Enpaia a iniziare un contenzioso che ad oggi riguarda circa 200 famiglie di inquilini. Infatti, tra il 2011 ed il 2012 il presidente Siciliani ha conferito mandato a ben 18 avvocati diversi, e molti di questi sono anche politici o ex politici, per presentare delle cause di finita locazione nei confronti degli stessi conduttori, tutti pendenti presso il tribunale civile di Roma, sezione VI. Il tutto sebbene gli inquilini Enpaia pagassero regolarmente l'affitto da ben 40 anni, cosa che continuano a fare anche oggi, anche versando un aumento del 20 per cento richiesto a titolo di indennità di occupazione dallo stesso presidente Siciliani;
   malgrado ciò, lo stesso presidente Siciliani nel bilancio di previsione del 2011 afferma che: «Durante il 2011 si avvierà il rinnovo di n. 12 contratti di locazione ad uso abitativo a canone di libero e n. 420 contratti di tipo agevolato. Di tali ultimi contratti si prevede un rinnovo parziale a causa di difficoltà di ordine sociale, con il completamento dell'operazione nel 2012 (...)». Quindi, nulla di tutto quanto riferito in merito al contenzioso appare sul bilancio di previsione del 2012 sotto la voce «Canoni di locazione ed altri proventi degli immobili»;
   dunque, quello che secondo il presidente doveva essere «completato» nel 2012 ad oggi ha portato a centinaia di sfratti e procedimenti esecutivi a danno degli inquilini;
   inoltre, tale contenzioso attuato da presidente e consiglio di amministrazione sta comportando dei costi impressionanti per l'ente, basta leggere sullo stesso bilancio di previsione i costi indicati sotto la voce «consulenze legali», pari ad euro 1.058.000. Invero, si legge nel bilancio che tale politica di costi viene giustificata con: «la voce riguarda le spese legali necessarie per la tutela degli interessi della Fondazione. Il recupero di somme in contenzioso per l'anno 2012 come risultato dell'attività legale è previsto pari ad euro 1.500.000 ed inoltre si stima il recupero di spese legali per un importo pari a euro 30.000». Pertanto, la Fondazione spende per spese legali euro 1.058.000 (soldi degli iscritti e delle loro pensioni) per recuperare 1.530.000 euro. Costi per spese legali che si ripetono anche nel bilancio del 2012;
   ci si chiede se non si poteva incaricare un unico legale per seguire gli sfratti intrapresi da Enpaia, oppure se non si poteva ricorrere all'Avvocatura dello Stato, visto che si tratta di enti inseriti nell'elenco della pubblica amministrazione, o semplicemente non era più ingegnoso e produttivo intraprendere una strada di mediazione con i propri conduttori evitando di spendere tali somme in inutili contenziosi;
   tale circostanza risulta alquanto bizzarra nonché contraddittoria, alla luce del tanto declamato scopo dell'Enpaia e di tutti gli enti previdenziali: quello di tutelare i diritti previdenziali ed assistenziali dei propri iscritti;
   non da ultimo, le interpellanti sono venute a conoscenza che, in merito alle cause di sfratto per finita locazione attuate dall'Enpaia, il sindacato che tutela gli inquilini dell'Asia usb ha presentato diversi esposti al Ministero della giustizia, oltre che al Consiglio superiore della magistratura ed al presidente del tribunale di Roma, denunciando comportamenti discutibili posti in essere da parte di alcuni giudici della sezione VI del tribunale civile di Roma e, in particolare, del presidente della stessa sezione;
   tali giudici sono assegnatari delle cause di sfratto per finita locazione che riguardano tutti gli enti previdenziali. In tale esposto si chiedeva un intervento dei soggetti competenti per accertare eventuali violazioni a danno degli inquilini degli immobili, in particolare dell'ente Enpaia, ma con riguardo a tutti gli altri enti previdenziali. Ma ad oggi non sembra essere avvenuto nulla di quanto auspicato dagli esponenti. In realtà, i comportamenti denunciati dal sindacato fanno sorgere inevitabilmente alcuni dubbi sull'imparzialità e correttezza di alcuni giudici, quindi si ritiene opportuno sollecitare un intervento del Ministero della giustizia, soprattutto alla luce dell'arresto del giudice Chiara Schettini, che nell'ultimo anno ha svolto il proprio ruolo nella sezione VI civile del tribunale di Roma;
   infine, si devono, altresì, rappresentare che problematiche diverse ma significative riguardano anche la dimissione del patrimonio immobiliare di Cassa del notariato;
   tutte queste situazioni stanno portando moltissimi inquilini degli enti previdenziali (quali Enasarco, Enpaia, Cassa notariato, Cassa ragionieri e Cassa geometri), pur di non perdere la propria casa, ad organizzare numerosi contenziosi civili, tuttora pendenti dinanzi al tribunale di Roma, per vedere riconosciuti i propri diritti, vista la costante inerzia delle istituzioni –:
   se i Ministri interpellati non ritengano opportuno:
    a) assumere iniziative per abrogare l'articolo 1, comma 38, della legge 23 agosto 2004, n. 243, e l'articolo 168 della legge 24 dicembre 2012, n. 228, nella parte in cui prevede che: «le disposizioni di cui al comma 11-bis dell'articolo 3 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, non si applicano al piano di dismissioni immobiliari della Fondazione Enasarco»;
    b) assumere le iniziative di competenza per chiarire che alle dismissioni degli enti previdenziali di cui al decreto legislativo n. 509 del 1994, così come prevede la normativa, si applica il decreto legislativo n. 104 del 1996, stabilendo che tale decreto trovi applicazione anche alle dismissioni attuate attraverso fondi immobiliari che hanno avuto il conferimento del loro patrimonio da enti previdenziali di cui al decreto legislativo n. 509 del 1994;
    c) disporre, in relazione alle dismissioni degli enti previdenziali privatizzati ai sensi del decreto legislativo n. 509 del 1994, un tavolo tecnico interistituzionale finalizzato a definire norme uniformi per tutti gli enti privatizzati in materia di accesso all'acquisto delle unità immobiliari, di affitti da applicare tenuto conto dei redditi degli inquilini, nonché in materia di dismissioni;
    d) nelle more dell'instaurazione del tavolo tecnico, ad assumere iniziative normative urgenti per sospendere gli sfratti per finita locazione e morosità degli inquilini degli enti previdenziali, anche se attuati attraverso fondi immobiliari o altre società, per un tempo non inferiore a 1 anno;
    e) inviare un'ispezione ministeriale alla sezione VI del tribunale civile di Roma in relazione a quanto denunciato nell'esposto sopra indicato;
    f) valutare la possibilità di assumere iniziative normative per far confluire tutti gli enti privatizzati di cui al decreto legislativo n. 509 del 1994 con i relativi patrimoni immobiliari, anche se conferiti a fondi pensioni di società di gestione del risparmio, nell'Inps, così come avvenuto per Inpdap ed Enpals, in modo da poter meglio tutelare sia i conduttori dei patrimoni immobiliari che gli iscritti beneficiari dei trattamenti pensionistici.
(2-00094) «Lombardi, Grillo».


Iniziative volte a pubblicizzare l'avvenuto inserimento nel patrimonio dell'umanità Unesco del sito «Longobardi in Italia: i luoghi del potere – 3-00091

B) Interrogazione

   RIZZETTO, PRODANI e ROSATO. – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro dello sviluppo economico. – Per sapere – premesso che:
   il 25 giugno 2011 il Comitato mondiale dell'Unesco a Parigi ha inserito nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità il sito seriale «I Longobardi in Italia: centri di potere»;
   il nuovo sito, che rafforza la leadership italiana nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità, è stato, di fatto, inserito nel corso del 150o anniversario dell'Unità d'Italia e le località longobarde, oggetto di tutela Unesco, attraversano dal Nord al Sud l'Italia e possono così essere rappresentative di una lontana radice unitaria del territorio italiano, seguita a quella dell'impero romano;
   le sette località che fanno parte del sito «I Longobardi in Italia: i luoghi del potere» sono:
    a) il tempietto longobardo a Cividale del Friuli (Udine), con i resti del complesso episcopale ed il museo archeologico nazionale;
    b) il castrum di Castelseprio-Torba e cornate Olona (Varese), con la chiesa di Santa Maria foris portas;
    c) il complesso monastico di San Salvatore e Santa Giulia a Brescia, di cui fanno parte il monastero femminile ed il complesso archeologico monumentale adiacente;
    d) il tempietto del Clitunno a Campello (Perugia);
    e) la basilica di San Salvatore a Spoleto (Perugia), che presenta preziosi frammenti di architettura medievale;
    f) la chiesa di Santa Sofia a Benevento, con il chiostro e una parte dell'abbazia che ospita al suo interno il Museo del Sannio;
    g) il Santuario Garganico di San Michele a Monte Sant'Angelo (Foggia);
   in un momento storico come quello attuale sarebbe quanto mai di rilievo incentivare la promozione turistica sotto ogni aspetto, anche attraverso un'emissione filatelica dedicata ai siti Unesco, oltreché, in concerto ed accordo con eventuali organizzazioni preposte alla pubblicità e promozione dei siti, attraverso l'inserimento degli stessi negli spot pubblicitari istituzionali promossi dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dai competenti Ministeri;
   va ricordato che a tutt'oggi i messaggi istituzionali di promozione del territorio proposti dal servizio pubblico denotano un'assenza totale del Nord-Est e, in particolare, del Friuli Venezia Giulia –:
   se il Governo intenda promuovere, con un'apposita pubblicità istituzionale, l'avvenuto inserimento nel patrimonio dell'umanità dell'Unesco dei siti che costituiscono l'iscrizione dei «Longobardi in Italia: i luoghi del potere». (3-00091)


Chiarimenti in merito alla partecipazione di alunni di due scuole elementari della provincia di Chieti alla realizzazione del video «No Ombrina», diffuso in rete – 2-00111

C) Interpellanza

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   nella regione Abruzzo i movimenti e le associazioni ambientaliste hanno promosso negli ultimi mesi campagne estremamente aggressive contro pressoché qualsiasi investimento infrastrutturale e, con particolare riferimento, alle installazioni per l'approvvigionamento energetico, trascurando, colpevolmente, il patrimonio rappresentato dalle imprese abruzzesi della filiera petrolifera in un periodo di così grave crisi;
   si è conseguentemente sviluppato, nel sentire comune, un ambientalismo «politicamente corretto» che ha pervaso in maniera capillare giornali, televisioni locali e siti internet, trasmettendo falsamente l'idea che la regione Abruzzo – e l'Italia tutta – potrebbero soddisfare la propria domanda di energia con il ricorso esclusivo alle fonti rinnovabili, mentre attualmente il nostro Paese importa ogni giorno circa 1,5 milioni di barili di petrolio, con gravi ripercussioni sulla bilancia dei pagamenti e sul sistema energetico nazionale;
   tra gli investimenti maggiormente contestati, in ragione dello stato avanzato del uso iter autorizzativo, vi è quello denominato «Ombrina Mare» (Medoilgas Italia s.p.a.), che ha ad oggetto la coltivazione di un giacimento di petrolio al largo della costa di Ortona (Chieti), le cui dimensioni sono stimate in 40 milioni di barili; il progetto stesso è stato oggetto di una campagna di propaganda dai contenuti fortemente allarmistici e spesso di opinabile valore scientifico, tesi a creare un generalizzato clima di ostilità da parte della comunità del territorio;
   la «querelle Ombrina» ha di recente coinvolto anche i principali quotidiani nazionali (si confronti Il Corriere della Sera del 19 maggio 2013) e – attraverso agguerriti detrattori – il progetto è stato definito una «bomba ecologica» dai foschi tratti apocalittici, profilando mostruosi scenari di potenziale deflagrazione, evidentemente distanti da una rappresentazione realistica ed obiettiva della realtà;
   il 30 maggio 2013, sul sito internet www.abruzzolive.tv è stato pubblicato il video «No Ombrina», realizzato con bambini delle scuole elementari Umberto I e Gabriele D'Annunzio dei comuni di San Vito Chietino e di Rocca San Giovanni (provincia di Chieti), in cui ricorrono immagini di piattaforme petrolifere in fiamme e simulazioni di sversamenti di petrolio che contaminerebbero larga parte dell'Adriatico;
   il video, pedissequamente ispirato ad un'iconografia ambientalista di matrice ideologica, mostra bambini, affiancati da quello che sembra il loro personale docente, che argomentano con apparente e inusitata cognizione di causa sulle qualità chimiche del petrolio e sui presunti rischi legati all'inquinamento da idrogeno solforato;
   ad avviso dell'interpellante, si ravvisa nel citato video una rappresentazione faziosa e subdola del progetto che è stata offerta e la decisione di trasmettere e diffondere il video in rete rappresenta una strumentalizzazione dei giovani discenti utilizzati ai fini di una campagna di natura politico-ambientalista, oltre al fatto che tale diffusione appare poco rispettosa della disciplina di tutela della privacy dei minori, non essendo noto se sia stata acquisita un'autorizzazione espressa ad hoc da parte di tutti i genitori;
   nella natura propagandistica del video si riscontra, inoltre, ad avviso dell'interpellante, un uso distorto di contenuti di una sedicente educazione ambientale, mancando completamente qualsiasi riferimento utile a comprendere gli effetti positivi che il progetto «Ombrina» potrebbe generare nella regione Abruzzo, soprattutto in termini di ricaduta occupazionale e aumento degli investimenti, necessari a rappresentare compiutamente il significato complessivo del principio di «sviluppo sostenibile»;
   con riferimento al progetto «Ombrina mare» il 3 aprile 2013 la commissione tecnica per la valutazione dell'impatto ambientale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha emesso un nuovo parere positivo, come si legge testualmente nel sito www.va.minambiente.it: «Con l'entrata in vigore dell'articolo 35 della legge n. 134 del 2012 è stata riavviata in data 22 novembre 2012 la procedura di via ed è stato successivamente espresso parere positivo con prescrizioni n. 1154 del 25 gennaio 2013 dalla commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale. A seguito del parere inviato dalla regione Abruzzo in data 4 marzo 2013 la commissione ha svolto un supplemento istruttorio conclusosi con il parere n. 1192 del 3 aprile 2013, che conferma il precedente parere espresso in data 25 gennaio 2013 e precisa il quadro prescrittivo in merito alle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera» –:
   se la complessità dell'argomento e delle sue implicazioni, oltre che la rappresentazione che ne è stata data, siano compatibili con i programmi e le modalità educative richieste con riguardo a quella particolare fascia d'età e se la dirigenza scolastica dei suddetti istituti sia stata informata sulla realizzazione del video e sulla natura dei contenuti trasmessi;
   se sia stata richiesta l'autorizzazione espressa dai genitori per la diffusione in rete del video realizzato.
(2-00111) «Tancredi».


Iniziative, anche normative, in merito alle modalità di svolgimento delle prove di ammissione ai corsi di laurea – 3-00106

D) Interrogazione

   BINETTI. – Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. – Per sapere – premesso che:
   il 12 giugno 2013 il Ministro interrogato firmerà il nuovo decreto ministeriale sulle modalità delle prove di ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato nazionale per l'anno accademico 2013-2014, che sostituirà quello emanato il 24 aprile 2013;
   il decreto prevede la ridefinizione dei criteri di valorizzazione del percorso scolastico e il posticipo delle date delle prove a settembre (il 3 settembre per i corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico, direttamente finalizzati alla formazione di architetto; il 4 settembre per i corsi di laurea delle professioni sanitarie; il 9 settembre per i corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia e odontoiatria e protesi dentaria; il 10 settembre per il corso di laurea magistrale in medicina veterinaria);
   il provvedimento, che mantiene la graduatoria nazionale, prevede, dunque, l'emanazione da parte delle università di nuovi bandi entro il 25 giugno 2013 e, lo stesso giorno, la riapertura delle iscrizioni sul portale Universitaly, con possibilità di aggiornare le informazioni (incluse le preferenze), stabilendo la nuova scadenza per le iscrizioni on line del 18 luglio 2013 e prevedendo per il pagamento dei contributi di iscrizione presso le università la scadenza al 25 luglio 2013;
   tuttavia, occorre precisare che questo cambiamento di rotta non giova agli studenti, dal momento che sarà difficile avere un corretto inizio delle lezioni, e non giova agli amministratori degli atenei, in quanto non si tiene conto del tempo materiale necessario per passare dalla graduatoria nazionale alla scelta da parte degli studenti e all'avvio delle segreterie delle facoltà. Sarà, quindi, molto difficile iniziare le attività didattiche in maniera puntuale, creando problemi ad un corretto svolgimento del semestre e disattendendo al diritto di studio di tanti studenti e famiglie –:
   quali iniziative normative intenda intraprendere al fine di dare risposte chiare alle studentesse e agli studenti iscritti ai test, in merito alle nuove modalità di svolgimento delle prove e alle tempistiche, e di garantire procedure chiare per la reiscrizione, evitando che accadano ingiustizie;
   quali fattori di correzione intenda apportare al bonus relativo agli esami di maturità per farne una misura equa e realmente confrontabile sul piano nazionale. (3-00106)