Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Giovedì 20 giugno 2013

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 20 giugno 2013

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Archi, Baretta, Berretta, Bocci, Boccia, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Bray, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carrozza, Casero, Castiglione, Cicchitto, Cirielli, D'Alia, Damiano, Dambruoso, De Girolamo, Dell'Aringa, Dellai, Di Lello, Luigi Di Maio, Epifani, Famiglietti, Fassina, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Kyenge, La Russa, Legnini, Letta, Lombardi, Lorenzin, Lupi, Merlo, Meta, Migliore, Orlando, Pisicchio, Pistelli, Realacci, Rigoni, Sani, Santelli, Sereni, Simoni, Speranza, Vezzali, Vito.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Archi, Baretta, Berretta, Biancofiore, Bocci, Boccia, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Bray, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carrozza, Casero, Castiglione, Cicchitto, Cirielli, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, Dell'Aringa, Dellai, Di Lello, Luigi Di Maio, Epifani, Famiglietti, Fassina, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Kyenge, La Russa, Legnini, Letta, Lombardi, Lorenzin, Lupi, Merlo, Meta, Migliore, Orlando, Pisicchio, Pistelli, Realacci, Rigoni, Sani, Santelli, Sereni, Simoni, Speranza, Valeria Valente, Vezzali, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 19 giugno 2013 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   ARGENTIN: «Modifica all'articolo 5 della legge 8 novembre 1991, n. 381, in materia di riserva di una quota della spesa degli enti pubblici per acquisto di beni e servizi a prestazioni fornite da cooperative sociali o eseguite con l'impiego di persone svantaggiate» (1227);
   BRUNO: «Disposizioni in materia di divieto di partecipazione dei minori, di limiti alla propaganda pubblicitaria dei giochi d'azzardo e alla collocazione di apparecchi da gioco, nonché per la prevenzione della ludopatia e la trasparenza dei flussi finanziari nel settore dei giochi d'azzardo e delle attività ad essi collegate» (1228);
   LENZI: «Riforma della disciplina degli ordini delle professioni sanitarie di medico-chirurgo, di odontoiatra, di medico veterinario, di farmacista nonché delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, tecniche della riabilitazione e della prevenzione» (1229);
   TENTORI e BRAGA: «Introduzione dell'educazione di genere nelle attività didattiche delle scuole del sistema nazionale di istruzione» (1230);
   BURTONE: «Istituzione del Museo tattile Borges in Catania» (1231);
   GINEFRA e BOCCIA: «Disposizioni concernenti l'istituzione di un amministratore unico nelle società a totale partecipazione pubblica nonché i requisiti e il trattamento economico degli amministratori delle medesime» (1232);
   SEGONI ed altri: «Disposizioni concernenti l'esclusione delle spese per la prevenzione e la riduzione del rischio idrogeologico e sismico, effettuate dagli enti pubblici territoriali, dal saldo finanziario rilevante ai fini del patto di stabilità interno» (1233);
   MASSIMILIANO BERNINI ed altri: «Norme per la salvaguardia e il ripristino dei castagneti» (1234);
   GOZI ed altri: «Modifiche all'articolo 303 del codice di procedura penale, per la riduzione dei termini di durata massima della custodia cautelare, e all'articolo 54 della legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di semplificazione delle procedure per la liberazione anticipata» (1235);
   GOZI e GIACHETTI: «Delega al Governo per la separazione delle carriere dei magistrati» (1236);
   PAOLO NICOLÒ ROMANO: «Istituzione dell'Ufficio del Garante dei diritti degli animali» (1237).

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge BRESSA ed altri: «Introduzione degli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale e altre disposizioni in materia di tortura» (276) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Mattiello.
  La proposta di legge FERRANTI ed altri: «Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili» (331) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Miotto.
  La proposta di legge BASSO ed altri: «Modifiche all'articolo 7 del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, e altre disposizioni in materia di divieto della pubblicità dei giochi con vincita in denaro e disciplina dell'autorizzazione all'esercizio dei medesimi» (574) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Donati.
  La proposta di legge DAMIANO ed altri: «Disposizioni per consentire la libertà di scelta nell'accesso dei lavoratori al trattamento pensionistico» (857) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Rossomando.
  La proposta di legge CATANIA ed altri: «Legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo» (948) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Antezza, Cenni, Covello, Fiorio, Taricco e Venittelli.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

  I Commissione (Affari costituzionali):
   RAMPELLI ed altri: «Norme in materia di riconoscimento della personalità giuridica e di finanziamento dei partiti politici, nonché delega al Governo per l'emanazione di un testo unico delle leggi concernenti i partiti politici» (1161) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI, VII e XI.

  II Commissione (Giustizia):
   CATANOSO GENOESE: «Disposizioni concernenti la delega delle funzioni di ufficiale dello stato civile» (333) Parere delle Commissioni I, V e XI;

  MORETTI ed altri: «Modifiche all'articolo 3 della legge 1o dicembre 1970, n. 898, in materia di presupposti per la domanda di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio» (1053) Parere della I Commissione.

  XII Commissione (Affari sociali):
   CATANOSO GENOESE: «Istituzione del servizio “Mamme di giorno” per l'assistenza domiciliare all'infanzia» (335) Parere delle Commissioni I, II, V, VII, XI e XIV.

  XIII Commissione (Agricoltura):
   CAON ed altri: «Istituzione dell'Ufficio nazionale per il coordinamento delle attività di tutela dei prodotti agricoli e agroalimentari e altre disposizioni per il contrasto e la prevenzione delle frodi nel commercio dei prodotti agricoli e alimentari a denominazione protetta o aventi caratteristiche tipiche» (1051) Parere delle Commissioni I, II, V, X, XII e XIV;
   CAON ed altri: «Norme per la promozione della vendita diretta e del consumo dei prodotti alimentari a chilometro zero provenienti da filiera corta e dei prodotti alimentari stagionali e di qualità» (1052) Parere delle Commissioni I, II, IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), X (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XII e XIV.

  Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa):
   DURANTI ed altri: «Disposizioni concernenti la partecipazione italiana a operazioni internazionali di mantenimento o di imposizione della pace, nonché a missioni internazionali di assistenza umanitaria» (933) Parere delle Commissioni I e V.

Trasmissione dal Ministero dell'interno.

  Il Ministero dell'interno, con lettera in data 11 giugno 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 maggio 1997, n. 135, le relazioni, presentate dal comune e dalla provincia di Napoli e dal comune di Palermo, sui programmi di lavoro e sulle opere pubbliche intrapresi nell'anno 2012 e finanziati con i contributi erariali di cui al medesimo articolo 3, comma 1, relativi a lavori socialmente utili nelle aree napoletana e palermitana.

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali), alla V Commissione (Bilancio), alla VII Commissione (Cultura), alla VIII Commissione (Ambiente) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 17 giugno 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234:
   la relazione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro normativo per l'accesso al mercato dei servizi portuali e la trasparenza finanziaria dei porti (COM(2013) 296 final), accompagnata dalla tabella di corrispondenza tra le disposizioni della proposta e le norme nazionali vigenti, che è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
   un nuovo testo della relazione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo o del Consiglio relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l'applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante, sul materiale riproduttivo vegetale, sui prodotti fitosanitari e recante modifica dei regolamenti (CE) n. 999/2001, 1829/2003, 1831/2003, 1/2005, 396/2005, 834/2007, 1099/2009, 1069/2009, 1107/2009, dei regolamenti (UE) 1151/2012, [...]/2013, e delle direttive 98/58/CE, 1999/74/CE, 2007/43/CE, 2008/119/CE, 2008/120/CE e 2009/128/CE (regolamento sui controlli ufficiali) (COM(2013) 265 final), accompagnata dalla tabella di corrispondenza tra le disposizioni della proposta e le norme nazionali vigenti, che sostituisce il testo già trasmesso, in data 18 giugno 2013, alla XII Commissione (Affari sociali), alla XIII Commissione (Agricoltura) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione di delibere dal Comitato interministeriale per la programmazione economica.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, in data 20 giugno 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, la delibera CIPE n. 9/2013 del 18 febbraio 2013, concernente «Contratto di programma ANAS 2012 e aggiornamento e rimodulazione della delibera n. 62/2011», che è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 19 giugno 2013, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 2368/2002 del Consiglio per quanto concerne la partecipazione della Groenlandia all'attuazione del sistema di certificazione del processo di Kimberley (COM(2013)427 final), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Seguito dato dalla Commissione alla consultazione delle PMI («TOP 10») sugli atti legislativi dell'Unione europea (COM(2013)446 final), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
   Relazione congiunta della Commissione europea e della Alta rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio – Regione amministrativa speciale di Hong Kong: relazione annuale 2012 (JOIN(2013)13 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

Comunicazione di nomine ministeriali.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 18 giugno 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le seguenti comunicazioni concernenti il conferimento, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, di incarichi di livello dirigenziale generale nell'ambito del Ministero per i beni e le attività culturali, che sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla VII Commissione (Cultura):
   comunicazione concernente il conferimento, all'architetto Maurizio Galletti, dell'incarico di direttore della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Liguria;
   comunicazione concernente il conferimento, alla dottoressa Maria Assunta Lorrai, dell'incarico di direttore della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna;
   comunicazione concernente il conferimento, al dottor Mario Turetta, dell'incarico di direttore della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI ASCANI, ROSTELLATO, CALABRIA, TINAGLI, SCOTTO, PRATAVIERA, GIORGIA MELONI, ALFREIDER, ED ALTRI N. 1-00070, GREGORI, RIZZETTO, POLVERINI ED ALTRI N. 1-00034, PRATAVIERA ED ALTRI N. 1-00105 E FORMISANO ED ALTRI N. 1-00106 CONCERNENTI MISURE PER IL RILANCIO DELL'OCCUPAZIONE GIOVANILE

Mozioni

   La Camera,
   premesso che:
    fra i segnali più indicativi, sul piano economico e sociale, della gravità dell'attuale crisi economico-finanziaria che sta vivendo l'Unione europea, il più evidente risulta la crescita del tasso di disoccupazione;
    particolarmente preoccupante è l'andamento della disoccupazione giovanile: nel marzo 2013 ben 5,7 milioni di giovani, di cui 3,6 milioni nell'area euro, erano privi di lavoro. Il tasso di disoccupazione giovanile ha superato il 23,5 per cento nell'Europa a 27 e il 24 per cento nell'area euro, in aumento di 1,5 punti percentuali su base annua;
    la situazione, addirittura drammatica in Grecia, dove il tasso di disoccupazione giovanile tocca quasi il 60 per cento, e in Spagna (oltre il 55 per cento), appare tuttavia ormai insostenibile anche in Italia: nel nostro Paese il tasso di disoccupazione giovanile ha, infatti, toccato il 40,5 per cento;
    i dati sono ancora più allarmanti nelle aree in ritardo di sviluppo, dove l'elevatissimo tasso di disoccupazione giovanile si inserisce in un contesto già profondamente segnato dal disagio economico e sociale, acuendo i rischi di tensioni e conflittualità;
    la crescente difficoltà di trovare occasioni di lavoro stabili e regolari priva le giovani generazioni del diritto di guardare al proprio futuro con ragionevoli aspettative di realizzazione e li costringe a un'umiliante condizione di vulnerabilità, incertezza e precarietà e di dipendenza economica dalle famiglie di origine;
    non possono esservi solide prospettive di ripresa economica e di crescita se le giovani generazioni sono costrette a una condizione di inattività; significativa, al riguardo, è la crescita costante della percentuale di giovani che appaiono totalmente privi di fiducia nel loro avvenire non lavorando e non partecipando a nessun ciclo di formazione e istruzione (i cosiddetti neet): nell'Unione europea si tratta ormai di circa il 13 per cento dei giovani compresi tra i 15 e i 29 anni;
    le dimensioni del fenomeno impongono l'immediata adozione di misure appropriate, per entità delle risorse da stanziare e per la necessità di invertire rapidamente le tendenze in atto, al fine di allargare la base occupazionale, di offrire alle giovani generazioni credibili prospettive di formazione e di lavoro stabile e non precario, attraverso quelle reali politiche attive del lavoro che sono elemento essenziale del rilancio del modello sociale europeo;
    in questa materia l'adozione di iniziative a livello europeo risulta imprescindibile, in primo luogo perché l'esperienza ha dimostrato che non è possibile affidare alle limitate forze dei singoli Stati membri il compito di affrontare un'emergenza che ha assunto ormai le dimensioni cui si è fatto riferimento a prescindere da una strategia complessiva ed organica. Ciò vale, in particolare, per i Paesi i cui margini di intervento finanziari sono particolarmente ristretti per i vincoli derivanti dall'obbligo di perseguire politiche di risanamento del bilancio pubblico. In secondo luogo, non va sottovalutato il rischio che l'assenza di adeguate risposte da parte dell'Unione europea alimenti anche nelle giovani generazioni la disaffezione, già ampiamente diffusa, nei confronti delle istituzioni europee e mini la fiducia nel progetto dell'integrazione europea, che si aggiunge al rischio socio-politico già evidenziato dalla fase recessiva. Ciò sarebbe particolarmente grave, stante il fatto che le giovani generazioni sono quelle che hanno una più elevata consapevolezza dell'identità europea e appaiono più propense alla mobilità e allo scambio di esperienze formative e di lavoro: una mobilità che necessità di adeguato sostegno, con particolare riferimento ai programmi di scambio come il programma Erasmus (che attualmente rappresenta appena lo 0,35 per cento del budget europeo, che a sua volta rappresenta circa l'1 per cento del prodotto interno lordo europeo). In terzo luogo, il differenziale tra le condizioni occupazionali per i giovani all'interno dell'Unione europea (dal 59,1 per cento della Grecia al 7,6 per cento di Austria e Germania) può alimentare le frizioni interne che mettono a repentaglio la tenuta e la solidità dell'Unione stessa;
    nel dicembre del 2012 la Commissione europea ha delineato, con il Youth employment package, una strategia volta a contrastare la disoccupazione giovanile e l'esclusione sociale attraverso una serie di misure dirette a promuovere l'offerta di lavoro, l'istruzione e la formazione, raccomandando l'impegno degli Stati membri a tradurre concretamente, per quanto di loro competenza, le indicazioni fornite;
    il Consiglio europeo ha successivamente stanziato 6 miliardi di euro, nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020, allo scopo di sostenere le misure in materia di occupazione giovanile proposte dalla Commissione europea nel dicembre 2012, con particolare riguardo al progetto denominato Youth guarantee;
    tale progetto, ispirato alle esperienze di alcuni Paesi (come Austria e Finlandia), è diretto a sostenere l'investimento nel capitale umano dei giovani fino ai 25 anni, al fine di conseguire gli obiettivi previsti dalla strategia «Europa 2020»: un tasso di occupazione del 75 per cento; il 40 per cento di laureati nella fascia tra 30 e 34 anni; un tasso di dispersione scolastica al di sotto del 10 per cento e la sottrazione alla povertà e all'esclusione sociale di 20 milioni di persone all'interno dell'Unione europea;
    le iniziative finora adottate richiedono, come prospettato dall'Unione europea, una forte mobilitazione degli Stati membri (i Governi dell'Unione europea si sono impegnati a istituire programmi nazionali di Youth guarantee sulla base del modello sociale comunitario) e delle parti sociali secondo una logica di partenariato attivo;
    come notato nel memo della Commissione europea «EU measures to tackle youth unemployment» del 28 maggio 2013, il costo dell'adozione di queste misure è molto più basso del costo dell'inazione, per le condizioni economiche presenti e per i rischi conseguenti di esclusione, povertà e salute;
    il prossimo Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013 dovrebbe dedicare un'attenzione particolare a questo tema, anche a seguito delle sollecitazioni e delle iniziative adottate al riguardo da diversi Paesi, tra cui in particolare l'Italia,

impegna il Governo:

   a intervenire, in occasione del prossimo Consiglio europeo, per verificare la possibilità di stanziare ulteriori risorse nell'ambito del fondo sociale europeo per il finanziamento di progetti volti a contrastare in maniera efficace la disoccupazione giovanile attraverso l'offerta di lavoro stabile e regolare e a sostenere programmi di elevata qualità di istruzione e formazione per i giovani adeguati alle esigenze più avanzate del mercato del lavoro, verificando in questo contesto anche l'adeguata implementazione dei programmi per la mobilità, con particolare riferimento a Eures e al programma Erasmus for all, volto a supportare le opportunità di studio, formazione e volontariato all'estero per 4 milioni di europei dal 2014 al 2020, con un budget complessivo di 14,5 miliardi di euro (il doppio dei programmi attuali);
   a ottenere che la quota parte delle risorse spettante all'Italia nell'ambito dello stanziamento complessivo di 6 miliardi di euro per la Youth employment initiative possa essere impegnato nella massima misura possibile già nel 2014;
   a promuovere con urgenza le misure necessarie in materia di adattamento dei centri per l'impiego (attraverso cui, secondo alcune stime, attualmente trovano lavoro solo il 2,7 per cento dei giovani) per supportare al meglio le iniziative a favore dell'occupazione giovanile;
   a manifestare l'esigenza di un più stretto collegamento tra le politiche attive del lavoro e il circuito scuola-università-lavoro, utilizzando le sinergie nell'ambito del fondo sociale europeo per portare il livello di istruzione italiano all'altezza delle esigenze del sistema produttivo e per abbattere il «costo dell'ignoranza», ovvero il divario che impedisce all'Italia una piena partecipazione a una società europea della conoscenza, intervenendo, in particolare, sugli elementi essenziali per conseguire gli obiettivi europei della «strategia 2020» in merito al livello di laureati nella popolazione adulta e alla riduzione della dispersione scolastica, favorendo azioni mirate di sostegno al diritto allo studio e l'avvio di un piano nazionale per l'edilizia scolastica;
   a impegnarsi, nel contesto delle misure del pacchetto e di un generale orientamento sul capitale umano come base per crescita attraverso la creazione di un circuito virtuoso europeo tra formazione e impresa, a promuovere l'entrata in vigore entro l'estate 2013 dell'alleanza europea per l'apprendistato, volta a promuovere i programmi di apprendistato che hanno avuto maggior successo e a sviluppare curricula comuni per le professioni e adeguati sistemi di riconoscimento degli apprendistati effettuati all'estero;
   a valutare la possibilità di promuovere a livello europeo l'introduzione di misure premiali e/o sanzionatorie con riferimento all'impiego delle risorse utilizzabili allo scopo, per cui una quota dei fondi disponibili verrebbe assegnata ai Paesi che conseguono gli obiettivi stabiliti e la parte non utilizzata di risorse preassegnate sarebbe revocata se non utilizzata, in questo modo introducendo un meccanismo volto a responsabilizzare gli Stati membri ad impiegare rapidamente e in maniera efficace le risorse a disposizione;
   ad adottare sul piano nazionale tutte le iniziative necessarie per realizzare al più presto progressi concreti e apprezzabili in materia (con particolare riferimento alla possibilità di defiscalizzazione per le assunzioni dei giovani a tempo indeterminato da parte delle imprese), anche utilizzando quota parte delle risorse ancora disponibili e non impegnate relative alle politiche di coesione per il periodo 2007-2013, oltre che quelle previste per il periodo 2014-2020, come prospettato dal Consiglio europeo del 22 maggio 2013.
(1-00070)
(Nuova formulazione) «Ascani, Rostellato, Calabria, Tinagli, Scotto, Prataviera, Giorgia Meloni, Alfreider, Speranza, Bonomo, Boschi, Bosco, Braga, Capozzolo, Chaouki, Cimbro, Coccia, Cominelli, Crimì, Culotta, Marco Di Maio, Donati, Fanucci, Fedriga, Gadda, Gregori, Gribaudo, Laforgia, Lattuca, Lotti, Madia, Moretto, Moscatt, Narduolo, Paris, Picierno, Giuditta Pini, Quartapelle Procopio, Raciti, Rampi, Scopelliti, Tentori, Ventricelli, Zardini, Manzi, Damiano, Rizzetto, Baldassarre, Ciprini, Pinna, Giammanco, D'Incecco, Cardinale, Costantino, Ricciatti, Dorina Bianchi, Antezza, Boccuzzi, Miotto».


   La Camera,
   premesso che:
    l'Unione europea ha recentemente lanciato un'importante iniziativa a favore dell'occupazione giovanile, mirata, in particolare, a favorire l'integrazione nel mercato del lavoro di giovani disoccupati al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione, i cosiddetti neet, nelle regioni dell'Unione europea con un tasso di disoccupazione giovanile, nel 2012, superiore al 25 per cento. Si tratta della cosiddetta garanzia per i giovani (youth guarantee), il nuovo pacchetto occupazionale europeo;
    la principale novità è legata all'istituzione di un fondo europeo di garanzia per l'occupazione giovanile, circa sei miliardi di euro dal 2014 al 2020, dei quali 3 miliardi di euro provenienti da una linea di bilancio specifica e gli altri 3 miliardi di euro dal Fondo sociale europeo. I fondi destinati all'iniziativa intendono rafforzare e accelerare le misure descritte nel pacchetto per l'occupazione giovanile del dicembre 2012. Tali fondi verranno messi a disposizione degli Stati membri per finanziare, nelle regioni per le quali è ammessa la contribuzione, misure attuative della raccomandazione relativa alla garanzia per i giovani concordata nell'ambito del Consiglio dei ministri del lavoro e degli affari sociali dell'Unione europea del 28 febbraio 2013;
    va ricordato che l'Italia rientra, purtroppo, nei parametri fissati di accesso al fondo. Infatti, secondo quanto riportano i dati Istat, nel gennaio 2013 il tasso di disoccupazione per i 15-24enni è salito al 38,7 per cento rispetto al 37,1 per cento del dicembre 2012. In particolare, il fenomeno dei neet in Italia è cresciuto esponenzialmente. Stando al Rapporto sul benessere equo e sostenibile del 2013, nel 2009, anno di inizio della crisi, i neet erano il 19,5 per cento, mentre in due anni, nel 2011, sono cresciuti di oltre tre punti percentuali, raggiungendo il 22,7 per cento. Il dato sui neet è particolarmente allarmante in quanto spia di un disagio estremo, prima di tutto psicologico, che diventa particolarmente acuto se si considera che tra tutti i neet, l'8,8 per cento è costituito da laureati che, quindi, non possono neppure accedere ad un livello più alto di formazione per potersi rimettere in gioco. Del resto, gli strumenti comunitari di garanzia per i giovani sono già attivi in alcuni Stati membri, come la Svezia e la Finlandia, e si sono dimostrati particolarmente positivi nel rilancio del mercato del lavoro dei giovani;
    l'esperienza della partecipazione italiana agli strumenti finanziari europei dimostra come sia assolutamente necessario approntare meccanismi di coordinamento a livello nazionale e territoriale in grado di operare a livello di sistema Paese, per ottenere i massimi benefici in termini di messa in atto delle politiche europee;
    la garanzia per i giovani dovrebbe essere rivolta, in particolare, a tutti i giovani compresi nella fascia di età dai 15 ai 29 anni che hanno appena terminato gli studi, hanno perso un lavoro, sono inseriti in percorsi formativi e di apprendistato, nel rispetto delle definizioni stabilite dalla normativa europea. A differenza della proposta comunitaria, che fissa il limite di 25 anni per i giovani che possono accedere agli schemi di garanzia per i giovani, tali misure andrebbero estese fino ai 29 anni, in virtù della particolare configurazione demografica del nostro Paese e visto che tale limite è quello utilizzato dai principali istituti di statistica per inquadrare la problematica dei neet in Italia,

impegna il Governo:

   a riconoscere l'estrema importanza degli strumenti comunitari messi in atto per il rilancio dell'occupazione giovanile, mirati, in particolare, a favorire l'integrazione nel mercato del lavoro di giovani disoccupati al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione (neet);
   a mettere in campo tutte le misure necessarie a recepire il sistema europeo di garanzia per i giovani, istituendo una serie di meccanismi d'intervento differenziati su più livelli, e, quindi: a) misure di contrasto alla dispersione scolastica e di sostegno al rientro nei percorsi di studio; b) misure a sostegno dell'inserimento lavorativo dei giovani diplomati e laureati; c) contrasto alla segmentazione generazionale del mercato del lavoro e della segregazione di genere;
   a potenziare ed armonizzare il ruolo dei centri per l'impiego, e di tutti gli strumenti per le politiche attive sul lavoro, su tutto il territorio nazionale, rafforzandone le prerogative e istituendo una figura professionale di consulenza in materia di politiche europee per l'occupazione, attivazione dei fondi specifici e orientamento mirato;
   ad attivare adeguate sedi di confronto con i rappresentanti delle regioni e delle amministrazioni locali nonché con le organizzazioni sindacali dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative su base nazionale, al fine di predisporre un'azione coordinata e condivisa per dare attuazione alle misure volte a favorire l'occupazione giovanile previste dal programma di garanzia per i giovani;
   a valutare la possibilità di assumere le necessarie iniziative per istituire, al più presto e in armonia con le previsioni di bilancio, un fondo nazionale per l'attuazione della garanzia per i giovani, composto dalla quota assegnata al nostro Paese da parte del fondo europeo di garanzia per i giovani e da ulteriori risorse previste anche da altre linee di intervento comunitarie, nel quadro della programmazione 2013-2020;
   ad assumere iniziative per dare vita alla defiscalizzazione ed alla decontribuzione delle nuove assunzioni a tempo indeterminato per i giovani per un periodo adeguato.
(1-00034)
(Ulteriore nuova formulazione) «Gregori, Rizzetto, Polverini, Epifani, Speranza, Damiano, Ferro, Miccoli, Bellanova, Pastorino, Carella, Casellato, Carnevali, Culotta, Cinzia Maria Fontana, Tino Iannuzzi, Giuseppe Guerini, Gribaudo, Lorenzo Guerini, Guerra, Marco Di Maio, Antezza, Moretto, Cominelli, Moscatt, Ascani, Bonomo, Narduolo, Quartapelle Procopio, Raciti, Baruffi, Faraone, Paris, Giorgio Piccolo, Gnecchi, Madia, Tentori, Zappulla, Albanella, Pizzolante, Coccia, Boccuzzi, Martelli, Rigoni».
(8 maggio 2013)


   La Camera,
   premesso che:
    l'Unione europea ha recentemente lanciato un'importante iniziativa a favore dell'occupazione giovanile, mirata, in particolare, a favorire l'integrazione nel mercato del lavoro di giovani disoccupati al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione, i cosiddetti neet, nelle regioni dell'Unione europea con un tasso di disoccupazione giovanile, nel 2012, superiore al 25 per cento. Si tratta della cosiddetta garanzia per i giovani (youth guarantee), il nuovo pacchetto occupazionale europeo;
    la principale novità è legata all'istituzione di un fondo europeo di garanzia per l'occupazione giovanile, circa sei miliardi di euro dal 2014 al 2020, dei quali 3 miliardi di euro provenienti da una linea di bilancio specifica e gli altri 3 miliardi di euro dal Fondo sociale europeo. I fondi destinati all'iniziativa intendono rafforzare e accelerare le misure descritte nel pacchetto per l'occupazione giovanile del dicembre 2012. Tali fondi verranno messi a disposizione degli Stati membri per finanziare, nelle regioni per le quali è ammessa la contribuzione, misure attuative della raccomandazione relativa alla garanzia per i giovani concordata nell'ambito del Consiglio dei ministri del lavoro e degli affari sociali dell'Unione europea del 28 febbraio 2013;
    va ricordato che l'Italia rientra, purtroppo, nei parametri fissati di accesso al fondo. Infatti, secondo quanto riportano i dati Istat, nel gennaio 2013 il tasso di disoccupazione per i 15-24enni è salito al 38,7 per cento rispetto al 37,1 per cento del dicembre 2012. In particolare, il fenomeno dei neet in Italia è cresciuto esponenzialmente. Stando al Rapporto sul benessere equo e sostenibile del 2013, nel 2009, anno di inizio della crisi, i neet erano il 19,5 per cento, mentre in due anni, nel 2011, sono cresciuti di oltre tre punti percentuali, raggiungendo il 22,7 per cento. Il dato sui neet è particolarmente allarmante in quanto spia di un disagio estremo, prima di tutto psicologico, che diventa particolarmente acuto se si considera che tra tutti i neet, l'8,8 per cento è costituito da laureati che, quindi, non possono neppure accedere ad un livello più alto di formazione per potersi rimettere in gioco. Del resto, gli strumenti comunitari di garanzia per i giovani sono già attivi in alcuni Stati membri, come la Svezia e la Finlandia, e si sono dimostrati particolarmente positivi nel rilancio del mercato del lavoro dei giovani;
    l'esperienza della partecipazione italiana agli strumenti finanziari europei dimostra come sia assolutamente necessario approntare meccanismi di coordinamento a livello nazionale e territoriale in grado di operare a livello di sistema Paese, per ottenere i massimi benefici in termini di messa in atto delle politiche europee;
    la garanzia per i giovani dovrebbe essere rivolta, in particolare, a tutti i giovani compresi nella fascia di età dai 15 ai 29 anni che hanno appena terminato gli studi, hanno perso un lavoro, sono inseriti in percorsi formativi e di apprendistato, nel rispetto delle definizioni stabilite dalla normativa europea. A differenza della proposta comunitaria, che fissa il limite di 25 anni per i giovani che possono accedere agli schemi di garanzia per i giovani, tali misure andrebbero estese fino ai 29 anni, in virtù della particolare configurazione demografica del nostro Paese e visto che tale limite è quello utilizzato dai principali istituti di statistica per inquadrare la problematica dei neet in Italia,

impegna il Governo:

   a riconoscere l'estrema importanza degli strumenti comunitari messi in atto per il rilancio dell'occupazione giovanile, mirati, in particolare, a favorire l'integrazione nel mercato del lavoro di giovani disoccupati al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione (neet);
   a mettere in campo tutte le misure necessarie a recepire il sistema europeo di garanzia per i giovani, istituendo una serie di meccanismi d'intervento differenziati su più livelli, e, quindi: a) misure di contrasto alla dispersione scolastica e di sostegno al rientro nei percorsi di studio; b) misure a sostegno dell'inserimento lavorativo dei giovani diplomati e laureati; c) contrasto alla segmentazione generazionale del mercato del lavoro e della segregazione di genere;
   a rafforzare e coordinare gli strumenti per le politiche attive sul lavoro, anche al fine di riordinare sul territorio nazionale le competenze in materia di servizi per l'impiego;
   ad attivare adeguate sedi di confronto con i rappresentanti delle regioni e delle amministrazioni locali nonché con le organizzazioni sindacali dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative su base nazionale, al fine di predisporre un'azione coordinata e condivisa per dare attuazione alle misure volte a favorire l'occupazione giovanile previste dal programma di garanzia per i giovani;
   a valutare la possibilità di assumere le necessarie iniziative per istituire, al più presto e in armonia con le previsioni di bilancio, un fondo nazionale per l'attuazione della garanzia per i giovani, composto dalla quota assegnata al nostro Paese da parte del fondo europeo di garanzia per i giovani e da ulteriori risorse previste anche da altre linee di intervento comunitarie, nel quadro della programmazione 2013-2020;
   ad assumere iniziative per dare vita alla defiscalizzazione ed alla decontribuzione delle nuove assunzioni a tempo indeterminato per i giovani per un periodo adeguato.
(1-00034)
(Ulteriore nuova formulazione) (Testo modificato nel corso della seduta) «Gregori, Rizzetto, Polverini, Epifani, Speranza, Damiano, Ferro, Miccoli, Bellanova, Pastorino, Carella, Casellato, Carnevali, Culotta, Cinzia Maria Fontana, Tino Iannuzzi, Giuseppe Guerini, Gribaudo, Lorenzo Guerini, Guerra, Marco Di Maio, Antezza, Moretto, Cominelli, Moscatt, Ascani, Bonomo, Narduolo, Quartapelle Procopio, Raciti, Baruffi, Faraone, Paris, Giorgio Piccolo, Gnecchi, Madia, Tentori, Zappulla, Albanella, Pizzolante, Coccia, Boccuzzi, Martelli, Rigoni».


   La Camera,
   premesso che:
    la crisi dell'occupazione giovanile, inasprita dalla crisi globale economica e finanziaria, si rispecchia nell'alto tasso di disoccupazione, nella scarsa qualità dell'offerta di lavoro per i giovani e nell'ingresso lento e tardivo nel mercato del lavoro a condizioni dignitose;
    nel 2012, quasi 75 milioni di persone giovani nel mondo sono risultate fuori dal mercato del lavoro, 4 milioni in più rispetto al 2007; più di 6 milioni di loro, inoltre, hanno smesso di cercare lavoro;
    i dati del primo trimestre 2013 non sono più confortanti: nel marzo 2013 5,7 milioni di giovani erano privi di occupazione, dei quali 3,6 milioni nell'area euro; il tasso di disoccupazione giovanile ha registrato un più 23,5 per cento nell'Europa a 27 ed un 24 per cento pieno nell'area euro, in aumento di 1,5 punti percentuali su base annua;
    per affrontare il problema occorrono misure urgenti ed innovative, affinché nel lungo periodo non si erediti una generazione persa con relative problematiche socio-economiche-assistenziali;
    la carenza di posti di lavoro regolari e stabili impedisce alle giovani generazioni di pianificare il proprio futuro, relegandoli ad una permanente condizione adolescenziale di dipendenza dalle proprie famiglie;
    nelle conclusioni della Conferenza internazionale del lavoro 2012 è emersa l'urgenza di promuovere politiche macroeconomiche a favore dell'occupazione e incentivi fiscali che supportino una maggiore domanda aggregata e aumentino gli investimenti produttivi che migliorano la capacità di creare posti di lavoro e l'accesso al credito;
    in particolare, il rapporto della Commissione sull'occupazione giovanile ha rilevato l'urgente bisogno, per promuovere e mantenere posti di lavoro dignitosi e produttivi per i giovani, di invertire la tendenza, perché le politiche macroeconomiche messe in campo sono state inefficaci e non hanno portato un numero sufficiente di posti di lavoro, in generale, e per i giovani, in particolare;
    le recenti dichiarazioni del Ministro per la coesione territoriale, Carlo Trigilia, di destinare 1 miliardo di euro dei fondi dell'Unione europea in favore del lavoro dei giovani, ma solo al Sud del Paese, non lasciano supporre alcun cambio di rotta nelle strategie occupazionali;
    il Ministro, infatti, nel corso dell'audizione parlamentare del 12 giugno 2013, ha illustrato l'obiettivo del Governo di creare 50 mila nuovi posti di lavoro grazie alla decontribuzione e condizioni per ulteriori 100 mila giovani di avvicinarsi all'attività di impresa attraverso tirocini, incentivi all'imprenditorialità o alla formazione di cooperative, ma soltanto nelle regioni Campania, Calabria e Puglia;
    la scelta di assegnare, nel quadro di un'azione di riprogrammazione delle risorse dei fondi europei a rischio disimpegno, solo al Mezzogiorno le risorse per il lavoro è, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, palesemente discriminante ed irresponsabile nei confronti dei tanti giovani disoccupati del Nord,

impegna il Governo:

ad assumere iniziative per garantire l'uniformità di trattamento sul territorio nazionale – in termini di agevolazioni, esenzioni ed incentivi – a tutti i giovani disoccupati del nostro Paese ed alle imprese che intendano ampliare la base occupazionale, senza priorità alcuna ai lavoratori/disoccupati del Mezzogiorno.
(1-00105) «Prataviera, Fedriga, Allasia, Borghesi, Bossi, Matteo Bragantini, Buonanno, Busin, Caon, Caparini, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Molteni, Gianluca Pini, Rondini».


   La Camera,
   premesso che:
    la pesante crisi economica che l'Europa sta attraversano colpisce in modo particolarmente duro i giovani. Dati recenti parlano di 5,7 milioni di giovani che non lavorano in Europa: di questi, 3,6 milioni si concentrano nell'area euro;
    a questo fenomeno si aggiunge quello altrettanto preoccupante dei cosiddetti neet (not in education, employment or training), i giovani tra i 15 ed i 29 anni che non studiano e non lavorano;
    molti studi informano che in Europa circa 14 milioni di giovani possono essere considerati a tutti gli effetti neet. Si tratta di una cifra impressionante, pari al totale della popolazione di vari Stati componenti l'Unione europea;
    in Italia il tasso di disoccupazione giovanile ha toccato ormai quota 40,5 per cento, ma ha superato il 50 per cento nelle aree del Mezzogiorno, con alcune punte ancora maggiori in varie zone del Sud del nostro Paese. I neet italiani, invece, sono circa 2,2 milioni;
    sommando le due tipologie di giovani non occupati risulta che il costo stimato della disoccupazione giovanile si aggira intorno ai 32 miliardi di euro;
    oltre ai costi economici, però, la disoccupazione di larga parte della popolazione giovanile, sia europea sia italiana, ha pesanti ricadute negativi anche in campo sociale e politico, allontanando drasticamente i giovani dalle istituzioni e rendendo sempre più difficile una loro emancipazione dalle famiglie di origine;
    per contrastare questo preoccupante fenomeno, l'Unione europea si è attivata mettendo in atto concrete politiche di contrasto alla disoccupazione che tentano di consentire un maggiore e più rapido inserimento dei giovani nel mercato del lavoro;
    strumento principale di questa azione europea è la misura detta Youth guarantee, che mette per ora a disposizione sei miliardi di euro per le regioni europee che abbiano un tasso di disoccupazione giovanile molto alto, al fine di reinserire i giovani in percorsi di studio o nel mercato del lavoro in tempi molto brevi. Si sta cercando di ottenere un aumento delle risorse messe a disposizione da questa misura;
    le iniziative europee, però, da sole non bastano. La stessa Unione europea, infatti, ha chiesto un importante impegno dei singoli Stati membri nell'azione di affiancamento di quanto messo in campo dalle istituzioni sovranazionali;
    per quel che riguarda in particolare l'Italia, ed ancor più il Mezzogiorno del nostro Paese, le misure comprese nella Youth guarantee, ed anche tutti gli altri provvedimenti quali la riduzione del cuneo contributivo e fiscale e quelli finalizzati al sostegno della domanda, sono certamente importanti, ma non portano a risultati immediati;
    è, invece, di tutta evidenza il fatto che in Italia sia necessario mettere in campo in tempi brevissimi concrete misure di sostegno all'occupazione giovanile;
    la cosiddetta «staffetta generazionale» appare strumento estremamente utile per affrontare con decisione una situazione che, se è difficile ovunque, è particolarmente tragica nel Mezzogiorno d'Italia, cronicamente afflitto dal fenomeno della disoccupazione ed ora colpito con particolare durezza dalla crisi che si sta vivendo;
    la staffetta generazionale non è certo un'idea peregrina o utopistica. Infatti, già la cosiddetta «legge Treu», la legge n. 196 del 1997, all'articolo 13, comma 4, lettera b), stabiliva che la maggiore misura della riduzione delle aliquote contributive prevista si applica ai «contratti di lavoro a tempo parziale in cui siano trasformati i contratti di lavoro intercorrenti con lavoratori che conseguono nei successivi tre anni i requisiti di accesso al trattamento pensionistico, a condizione che il datore di lavoro assuma, con contratti di lavoro a tempo parziale e per un tempo lavorativo non inferiore a quello ridotto ai lavoratori predetti, giovani inoccupati o disoccupati di età inferiore a trentadue anni»;
    successivamente, molte sono state le proposte per migliorare l'istituto della staffetta tra generazioni nel mondo del lavoro e oggi essa viene sperimentata in regioni quali il Piemonte, la Lombardia, l'Emilia-Romagna, mentre è utilizzata con successo in vari Stati europei, tra i quali la Germania, laddove lo Stato ha accettato di aiutare chi voleva lasciare il lavoro, per farsi sostituire da un giovane, riconoscendo i contributi figurativi mancanti per il raggiungimento della pensione;
    già il Presidente del Consiglio dei ministri Letta, nel suo discorso alla Camera dei deputati del 29 aprile 2013, in occasione del voto di fiducia al nuovo Governo, aveva fatto un accenno a questo strumento utile per affrontare la situazione;
    la staffetta generazionale è stata poi ripresa ed approfondita dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Enrico Giovannini nelle successive audizioni in Commissione lavoro del Senato, il 14 maggio 2013, e della Camera dei deputati, il giorno successivo;
    il Ministro del lavoro e delle politiche sociali non ha nascosto le difficoltà che si possono incontrare nell'attuazione di questa misura di contrasto immediato alla disoccupazione dei giovani, ma ha dichiarato che potrebbe avere dei vantaggi importanti;
    non appaiono sinceramente fondate le obiezioni di vari tecnici, che sembrano ispirarsi più a pregiudizi che a fattori concreti;
    appare difficile, infatti, negare che l'introduzione della staffetta tra generazioni non comporti, se, ovviamente, non lasciata isolata e con un attento studio dei costi e dei benefici, effetti positivi sull'occupazione ed anche sul piano macroeconomico e su quello delle imprese;
    la staffetta tra generazioni non intende in alcun modo espellere i lavoratori anziani dal mercato del lavoro, contro la loro volontà. Non si tratterebbe di un'espulsione coatta ma di un incentivo a lasciare il lavoro o ad accettare un part time, favorendo l'inserimento di un giovane;
    inoltre, si è detto sino a poco tempo fa che la riforma che ha ritardato la pensione anche di cinque anni ha imposto un pesante sacrificio ai lavoratori. Ora, invece, si afferma che mandare in pensione in anticipo lavoratori anziani, che si ritirerebbero due o tre anni prima del previsto, sarebbe un sacrificio. Appare evidente che le due tesi non stanno insieme e che l'illogicità ne mostra la debolezza concettuale e concreta;
    si afferma, inoltre, che l'andare in pensione più tardi non sottragga posti di lavoro ai giovani, e che anzi pesi meno sul sistema previdenziale in modo da liberare risorse utili a costruire nuovi posti di lavoro. Anche qui la logica del ragionamento appare quantomeno labile. Non è difficile immaginare che, al contrario, se una quota di anziani accettasse di andare in pensione prima del tempo, le aziende potrebbero assumere giovani. Non vi sarebbero, certo, nuovi posti di lavoro ma posti di lavoro per i giovani sì;
    si deve anche ricordare un altro dato: il costo del lavoratore prossimo alla pensione è doppio rispetto a quello di un neo assunto. Incentivando, quindi, la staffetta generazionale si potrebbe raggiungere lo scopo di inserire nel mondo del lavoro due giovani al posto di un anziano;
    ma se anche l'azienda interessata al turn over decidesse di sostituire il lavoratore anziano con un solo giovane, ciò potrebbe ridurre in misura netta il costo del lavoro, con un risultato che in prospettiva sarebbe positivo per la stessa azienda, che diverrebbe maggiormente competitiva, potendosi anche permettere di pagare contributi più alti, con l'evidente recupero dei maggiori oneri contributivi sopportati nell'immediato dal sistema previdenziale per consentire l'uscita anticipata dei lavoratori anziani;
    se, invece, i lavoratori anziani restano sino alla fine al lavoro ed a tempo pieno, si blocca il mercato del lavoro e si chiudono le possibilità per i giovani di iniziare a lavorare presto, rendendo più efficiente e produttiva l'azienda;
    se è vero che gli anziani non possono essere sostituiti da un giorno all'altro dai giovani, che non hanno la loro, indispensabile, esperienza lavorativa, è anche vero che la staffetta generazionale, con un'introduzione del part-time, consentirebbe il giusto mix tra esperienza e freschezza necessario per il progresso dell'azienda;
    il brusco aumento dell'età pensionabile che, in alcuni casi, è passata rapidamente da 57 a 67 anni, ha bloccato il turn over e impedito l'immissione annuale di nuovi elementi che assicurassero il naturale ricambio delle compagini aziendali, con effetti prevedibilmente negativi sull'efficienza, sull'innovazione, sulla qualità dei prodotti e sulla capacità produttiva delle aziende;
    nella pubblica amministrazione, inoltre, dove fino al 1994 si andava in pensione con diciannove anni, sei mesi e un giorno (e anche meno in molti casi), il turn over è, sostanzialmente, bloccato da allora con effetti deleteri evidenti;
    a livello macroeconomico, poi, l'assunzione con contratti a tempo indeterminato di un numero di giovani che potrebbe superare i duecentomila avrebbe effetti altamente positivi sui consumi e, soprattutto, sul mercato delle abitazioni e dei beni durevoli che, come è noto, hanno un ruolo trainante e possono rimettere in moto tutto il processo produttivo;
    inoltre, la staffetta generazionale potrebbe aiutare i giovani a rendersi autonomi da quella famiglia che sino a poco tempo fa è stato il vero welfare italiano, ma che ora comincia a sentire gli effetti della crisi, dato che anche i genitori, pur non in età pensionabile, vedono messo a rischio spesso il loro posto di lavoro;
    è certamente vero che la staffetta generazionale da sola non risolve il problema complessivo dell'occupazione giovanile, ma – come affermato anche dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Enrico Giovannini – è necessario evitare che i giovani restino troppo tempo fuori dal mercato del lavoro;
    infine, la staffetta tra generazioni potrebbe essere molto utile nella ricostruzione di un patto tra generazioni evidentemente rottosi per colpa della crisi in corso, ma anche per un insensato clima di scontro tra «giovani» e «vecchi» che ha preso piede negli ultimi venti anni e che ha ritenuto che l'unico modo per aiutare i giovani fosse quello di colpire i vecchi,

impegna il Governo:

   a continuare, come annunciato dal Presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta e dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Enrico Giovannini, sulla strada della staffetta tra generazioni, quale primo strumento per affrontare la crisi occupazionale giovanile, mettendo in atto tutte quelle iniziative necessarie per consentire un turn over generazionale pacifico, efficiente e capace di dare risposte immediate alle esigenze dei giovani delle aree più svantaggiate del nostro Paese, anche seguendo l'esempio delle regioni che stanno sperimentando concretamente la misura;
   in particolare, in modo da ottenere un risultato quanto più rapido possibile e duraturo, ad adottare, pur nei limiti attuali del bilancio, tutte le iniziative necessarie per la concessione di sgravi alle imprese per le tasse sui contributi figurativi dei lavoratori, evitando, così, il rischio di una totalmente controproducente doppia imposizione;
   ad intervenire, in occasione del prossimo Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013, dedicato proprio al tema dell'occupazione giovanile, per ottenere un aumento della dotazione del Fondo sociale europeo, in modo da finanziare progetti che favoriscano l'occupazione dei giovani, passo successivo ma indispensabile anche per la riuscita della staffetta tra generazioni;
   ad adoperarsi in tutte le sedi opportune, a partire dallo stesso Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013, per ottenere un aumento della dotazione complessiva di 6 miliardi di euro per la Youth guarantee, cifra che, vista la grave situazione in cui versa l'occupazione giovanile in Europa, con Paesi come Spagna e Grecia che vedono percentuali enormi di giovani fuori dal mercato del lavoro, non appare sufficiente per consentire concreti interventi in tutte quelle regioni che ne hanno necessità.
(1-00106) «Formisano, Pisicchio, Capelli, Lo Monte, Tabacci».
(18 giugno 2013)


   La Camera,
   premesso che:
    la pesante crisi economica che l'Europa sta attraversano colpisce in modo particolarmente duro i giovani. Dati recenti parlano di 5,7 milioni di giovani che non lavorano in Europa: di questi, 3,6 milioni si concentrano nell'area euro;
    a questo fenomeno si aggiunge quello altrettanto preoccupante dei cosiddetti neet (not in education, employment or training), i giovani tra i 15 ed i 29 anni che non studiano e non lavorano;
    molti studi informano che in Europa circa 14 milioni di giovani possono essere considerati a tutti gli effetti neet. Si tratta di una cifra impressionante, pari al totale della popolazione di vari Stati componenti l'Unione europea;
    in Italia il tasso di disoccupazione giovanile ha toccato ormai quota 40,5 per cento, ma ha superato il 50 per cento nelle aree del Mezzogiorno, con alcune punte ancora maggiori in varie zone del Sud del nostro Paese. I neet italiani, invece, sono circa 2,2 milioni;
    sommando le due tipologie di giovani non occupati risulta che il costo stimato della disoccupazione giovanile si aggira intorno ai 32 miliardi di euro;
    oltre ai costi economici, però, la disoccupazione di larga parte della popolazione giovanile, sia europea sia italiana, ha pesanti ricadute negativi anche in campo sociale e politico, allontanando drasticamente i giovani dalle istituzioni e rendendo sempre più difficile una loro emancipazione dalle famiglie di origine;
    per contrastare questo preoccupante fenomeno, l'Unione europea si è attivata mettendo in atto concrete politiche di contrasto alla disoccupazione che tentano di consentire un maggiore e più rapido inserimento dei giovani nel mercato del lavoro;
    strumento principale di questa azione europea è la misura detta Youth guarantee, che mette per ora a disposizione sei miliardi di euro per le regioni europee che abbiano un tasso di disoccupazione giovanile molto alto, al fine di reinserire i giovani in percorsi di studio o nel mercato del lavoro in tempi molto brevi. Si sta cercando di ottenere un aumento delle risorse messe a disposizione da questa misura;
    le iniziative europee, però, da sole non bastano. La stessa Unione europea, infatti, ha chiesto un importante impegno dei singoli Stati membri nell'azione di affiancamento di quanto messo in campo dalle istituzioni sovranazionali;
    per quel che riguarda in particolare l'Italia, ed ancor più il Mezzogiorno del nostro Paese, le misure comprese nella Youth guarantee, ed anche tutti gli altri provvedimenti quali la riduzione del cuneo contributivo e fiscale e quelli finalizzati al sostegno della domanda, sono certamente importanti, ma non portano a risultati immediati;
    è, invece, di tutta evidenza il fatto che in Italia sia necessario mettere in campo in tempi brevissimi concrete misure di sostegno all'occupazione giovanile;
    la cosiddetta «staffetta generazionale» appare strumento estremamente utile per affrontare con decisione una situazione che, se è difficile ovunque, è particolarmente tragica nel Mezzogiorno d'Italia, cronicamente afflitto dal fenomeno della disoccupazione ed ora colpito con particolare durezza dalla crisi che si sta vivendo;
    la staffetta generazionale non è certo un'idea peregrina o utopistica. Infatti, già la cosiddetta «legge Treu», la legge n. 196 del 1997, all'articolo 13, comma 4, lettera b), stabiliva che la maggiore misura della riduzione delle aliquote contributive prevista si applica ai «contratti di lavoro a tempo parziale in cui siano trasformati i contratti di lavoro intercorrenti con lavoratori che conseguono nei successivi tre anni i requisiti di accesso al trattamento pensionistico, a condizione che il datore di lavoro assuma, con contratti di lavoro a tempo parziale e per un tempo lavorativo non inferiore a quello ridotto ai lavoratori predetti, giovani inoccupati o disoccupati di età inferiore a trentadue anni»;
    successivamente, molte sono state le proposte per migliorare l'istituto della staffetta tra generazioni nel mondo del lavoro e oggi essa viene sperimentata in regioni quali il Piemonte, la Lombardia, l'Emilia-Romagna, mentre è utilizzata con successo in vari Stati europei, tra i quali la Germania, laddove lo Stato ha accettato di aiutare chi voleva lasciare il lavoro, per farsi sostituire da un giovane, riconoscendo i contributi figurativi mancanti per il raggiungimento della pensione;
    già il Presidente del Consiglio dei ministri Letta, nel suo discorso alla Camera dei deputati del 29 aprile 2013, in occasione del voto di fiducia al nuovo Governo, aveva fatto un accenno a questo strumento utile per affrontare la situazione;
    la staffetta generazionale è stata poi ripresa ed approfondita dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Enrico Giovannini nelle successive audizioni in Commissione lavoro del Senato, il 14 maggio 2013, e della Camera dei deputati, il giorno successivo;
    il Ministro del lavoro e delle politiche sociali non ha nascosto le difficoltà che si possono incontrare nell'attuazione di questa misura di contrasto immediato alla disoccupazione dei giovani, ma ha dichiarato che potrebbe avere dei vantaggi importanti;
    non appaiono sinceramente fondate le obiezioni di vari tecnici, che sembrano ispirarsi più a pregiudizi che a fattori concreti;
    appare difficile, infatti, negare che l'introduzione della staffetta tra generazioni non comporti, se, ovviamente, non lasciata isolata e con un attento studio dei costi e dei benefici, effetti positivi sull'occupazione ed anche sul piano macroeconomico e su quello delle imprese;
    la staffetta tra generazioni non intende in alcun modo espellere i lavoratori anziani dal mercato del lavoro, contro la loro volontà. Non si tratterebbe di un'espulsione coatta ma di un incentivo a lasciare il lavoro o ad accettare un part time, favorendo l'inserimento di un giovane;
    inoltre, si è detto sino a poco tempo fa che la riforma che ha ritardato la pensione anche di cinque anni ha imposto un pesante sacrificio ai lavoratori. Ora, invece, si afferma che mandare in pensione in anticipo lavoratori anziani, che si ritirerebbero due o tre anni prima del previsto, sarebbe un sacrificio. Appare evidente che le due tesi non stanno insieme e che l'illogicità ne mostra la debolezza concettuale e concreta;
    si afferma, inoltre, che l'andare in pensione più tardi non sottragga posti di lavoro ai giovani, e che anzi pesi meno sul sistema previdenziale in modo da liberare risorse utili a costruire nuovi posti di lavoro. Anche qui la logica del ragionamento appare quantomeno labile. Non è difficile immaginare che, al contrario, se una quota di anziani accettasse di andare in pensione prima del tempo, le aziende potrebbero assumere giovani. Non vi sarebbero, certo, nuovi posti di lavoro ma posti di lavoro per i giovani sì;
    si deve anche ricordare un altro dato: il costo del lavoratore prossimo alla pensione è doppio rispetto a quello di un neo assunto. Incentivando, quindi, la staffetta generazionale si potrebbe raggiungere lo scopo di inserire nel mondo del lavoro due giovani al posto di un anziano;
    ma se anche l'azienda interessata al turn over decidesse di sostituire il lavoratore anziano con un solo giovane, ciò potrebbe ridurre in misura netta il costo del lavoro, con un risultato che in prospettiva sarebbe positivo per la stessa azienda, che diverrebbe maggiormente competitiva, potendosi anche permettere di pagare contributi più alti, con l'evidente recupero dei maggiori oneri contributivi sopportati nell'immediato dal sistema previdenziale per consentire l'uscita anticipata dei lavoratori anziani;
    se, invece, i lavoratori anziani restano sino alla fine al lavoro ed a tempo pieno, si blocca il mercato del lavoro e si chiudono le possibilità per i giovani di iniziare a lavorare presto, rendendo più efficiente e produttiva l'azienda;
    se è vero che gli anziani non possono essere sostituiti da un giorno all'altro dai giovani, che non hanno la loro, indispensabile, esperienza lavorativa, è anche vero che la staffetta generazionale, con un'introduzione del part-time, consentirebbe il giusto mix tra esperienza e freschezza necessario per il progresso dell'azienda;
    il brusco aumento dell'età pensionabile che, in alcuni casi, è passata rapidamente da 57 a 67 anni, ha bloccato il turn over e impedito l'immissione annuale di nuovi elementi che assicurassero il naturale ricambio delle compagini aziendali, con effetti prevedibilmente negativi sull'efficienza, sull'innovazione, sulla qualità dei prodotti e sulla capacità produttiva delle aziende;
    nella pubblica amministrazione, inoltre, dove fino al 1994 si andava in pensione con diciannove anni, sei mesi e un giorno (e anche meno in molti casi), il turn over è, sostanzialmente, bloccato da allora con effetti deleteri evidenti;
    a livello macroeconomico, poi, l'assunzione con contratti a tempo indeterminato di un numero di giovani che potrebbe superare i duecentomila avrebbe effetti altamente positivi sui consumi e, soprattutto, sul mercato delle abitazioni e dei beni durevoli che, come è noto, hanno un ruolo trainante e possono rimettere in moto tutto il processo produttivo;
    inoltre, la staffetta generazionale potrebbe aiutare i giovani a rendersi autonomi da quella famiglia che sino a poco tempo fa è stato il vero welfare italiano, ma che ora comincia a sentire gli effetti della crisi, dato che anche i genitori, pur non in età pensionabile, vedono messo a rischio spesso il loro posto di lavoro;
    è certamente vero che la staffetta generazionale da sola non risolve il problema complessivo dell'occupazione giovanile, ma – come affermato anche dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Enrico Giovannini – è necessario evitare che i giovani restino troppo tempo fuori dal mercato del lavoro;
    infine, la staffetta tra generazioni potrebbe essere molto utile nella ricostruzione di un patto tra generazioni evidentemente rottosi per colpa della crisi in corso, ma anche per un insensato clima di scontro tra «giovani» e «vecchi» che ha preso piede negli ultimi venti anni e che ha ritenuto che l'unico modo per aiutare i giovani fosse quello di colpire i vecchi,

impegna il Governo:

   a continuare, come annunciato dal Presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta e dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Enrico Giovannini, sulla strada della staffetta tra generazioni, quale primo strumento per affrontare la crisi occupazionale giovanile, mettendo in atto tutte quelle iniziative necessarie per consentire un turn over generazionale pacifico, efficiente e capace di dare risposte immediate alle esigenze dei giovani in particolare delle aree più svantaggiate del nostro Paese, anche seguendo l'esempio delle regioni che stanno sperimentando concretamente la misura;
   in particolare, in modo da ottenere un risultato quanto più rapido possibile e duraturo, ad adottare, anche in considerazione degli attuali limiti di bilancio, le iniziative necessarie per la concessione di sgravi alle imprese per le tasse sui contributi figurativi dei lavoratori, evitando, così, il rischio di una totalmente controproducente doppia imposizione;
   ad intervenire, in occasione del prossimo Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013, dedicato proprio al tema dell'occupazione giovanile, per verificare la possibilità di stanziare ulteriori risorse, nell'ambito del fondo sociale europeo, in modo da finanziare progetti che favoriscano l'occupazione dei giovani, passo successivo ma indispensabile anche per la riuscita della staffetta tra generazioni;
   ad adoperarsi in tutte le sedi opportune, a partire dallo stesso Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013, dedicato proprio al tema dell'occupazione giovanile, per verificare la possibilità di stanziare, ulteriori risorse nell'ambito della dotazione complessiva di 6 miliardi di euro per la Youth guarantee, cifra che, vista la grave situazione in cui versa l'occupazione giovanile in Europa, con Paesi come Spagna e Grecia che vedono percentuali enormi di giovani fuori dal mercato del lavoro, non appare sufficiente per consentire concreti interventi in tutte quelle regioni che ne hanno necessità.
(1-00106)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Formisano, Pisicchio, Capelli, Lo Monte, Tabacci».


Risoluzioni

   La Camera, al termine del dibattito sulla mozione relativa alla disoccupazione giovanile in vista del prossimo Consiglio europeo dei Capi di Stato e di Governo degli Stati membri dell'Unione europea del 27 e 28 giugno prossimi,
   premesso che:
    il 21 ottobre 2010 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sul «reddito minimo nella lotta contro la povertà e la promozione di una società inclusiva in Europa», con una maggioranza di 540 voti a favore e 30 contrari;
    tale risoluzione, in modo ancora più netto rispetto ad una precedente sullo stesso tema del 2008, sancisce in modo pieno il riconoscimento di un diritto dei cittadini dell'Unione e delle persone che vi risiedano stabilmente, ad un reddito che ne salvaguardi la dignità sociale;
   in attuazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (Carta di Nizza), il reddito minimo viene definito come un diritto sociale fondamentale, destinato a fungere da strumento di protezione della dignità della persona e della sua «possibilità di partecipare pienamente alla vita sociale, culturale e politica»;
    la piena partecipazione alla vita sociale è richiesta come obiettivo da garantire alla Repubblica italiana dall'articolo 3 della Costituzione ed è stata richiamata dalla Corte costituzionale tedesca nella sentenza del 9 febbraio 2010, in materia di reddito minimo;
    schemi di tutela del reddito sono presenti nella maggior parte dei paesi europei;
    la disoccupazione, in particolare quella giovanile, in Italia e in Europa ha raggiunto livelli non più sostenibili e tali da mettere a rischio la tenuta del sistema Paese nel futuro. Un'intera generazione di giovani, per la mancanza del lavoro o per la sua discontinuità, vive situazioni di precarietà strutturale;
    tale situazione non consente a molti giovani di studiare, di fare ricerca, di progettare e realizzarsi nella vita, di creare una famiglia e di mettere al mondo dei figli; li costringe a continuare a dipendere dalle famiglie di origine, quando le famiglie non sono già esse stesse nell'impossibilità di continuare a sostenerli; gli impedisce di concorrere allo sviluppo sociale e economico dell'Italia, incidendo sulla loro dignità sociale; li discrimina oggi per il futuro, quando non avranno diritto ad una pensione che gli possa garantire un'esistenza libera e dignitosa;
    il reddito minimo è uno strumento che assicura, in via principale e preminente, l'autonomia delle persone e la loro dignità, e non si riduce ad una mera misura assistenzialistica contro la povertà;
    il reddito minimo è anche uno strumento che tutela la cultura e la dignità del lavoro, perché aiuta ad impedire che lavoratrici e lavoratori siano costretti ad accettare un lavoro purchessia;
    nel corso del 2012 in Italia è stata avviata una campagna per un reddito minimo garantito, per la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare, che ha visto il coinvolgimento di molte associazioni della società civile,

impegna il Governo

ad assumere iniziative per introdurre sperimentalmente il reddito minimo garantito, predisponendo un piano che individui la platea degli aventi diritto, con particolare riferimento ai giovani in cerca di occupazione, anche in ragione delle risorse economiche disponibili o individuabili.
(6-00015) «Di Salvo».


   La Camera,
   premesso che:
    appare indispensabile ed urgentissimo intervenire per la crescita e l'occupazione e il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea che consente interventi pubblici, considerati compatibili con il corretto funzionamento del mercato interno qualora si renda necessario contrastare fenomeni di grave sottosviluppo regionale, settoriale o sociale;
    in particolare, in Italia è certamente questa la situazione che rende possibile intervenire a favore della imprenditoria giovanile e femminile, con particolare riferimento alle microimprese che costituiscono il 95 per cento della struttura produttiva nazionale, anche se, occorre sottolinearlo, a differenza del passato non sono più un punto di forza per la competitività del Paese a causa della loro fragilità strutturale per il ben noto peso fiscale e burocratico;
    è dunque doveroso operare in tal senso e nel definire l'intervento di sostegno pubblico, consistente in forme di agevolazione temporalmente legate alla fase di start up dell'impresa; è anche importante irrobustire l'azione nel caso la nuova impresa si collochi in aree geograficamente depresse e mediante forme di incentivazione all'assunzione;
    tuttavia, nessun intervento di riduzione di adempimenti e di pressione fiscale è sufficiente ad assicurare la ripresa economica e l'avvio di impresa, senza il ripristino dell'opportunità di attivare la leva finanziaria all'interno delle nuove attività produttive ed un corretto rapporto tra mezzi propri e ricorso al credito finanziario;
    occorre un lavoro di consolidamento e diversificazione della struttura economica, di ridefinizione della posizione italiana nella nuova «divisione internazionale del lavoro», plasmata dalle reti produttive globali, in direzioni più coerenti con le tendenze dello scenario e con il potenziale delle imprese;
    occorre poi una politica coordinata di attrazione degli investimenti esteri con la creazione di autentiche free-zone per favorire l'incremento occupazionale giovanile altamente specializzato;
    occorre inoltre ricordare che alle limitate risorse pubbliche si possono affiancare le risorse finanziarie europee del FSE e quelle che l'iniziativa della Commissione «opportunità per i giovani» ha reso disponibile per gli otto paesi dell'Unione europea con il maggior tasso di disoccupazione giovanile, in particolare per la fascia giovanile più debole, identificata come NEET (not in education, employment or training) in quelle regioni con un tasso di disoccupazione superiore al 25 per cento,

impegna il Governo:

   ad intraprendere tutte le iniziative necessarie:
    a) a promuovere la ripresa del sistema produttivo e ad incrementare i livelli di occupazione, nonché a sviluppare l'imprenditorialità diffusa con l'avvio di micro imprese giovanili e femminili tramite agevolazioni ed incentivi e particolari regimi fiscali;
    b) a sviluppare e incentivare l'imprenditorialità giovanile e femminile con facilitazioni all'accesso al credito e a fondi di garanzia;
    c) a potenziare ed armonizzare il ruolo dei centri dell'impiego resi inutili dalla «riforma Fornero» rafforzandone le prerogative di trait d'union tra imprese e risorse inoccupate nel territorio di riferimento
    d) a mettere in campo tutte le misure necessarie per recepire il sistema europeo di garanzia per i giovani tramite meccanismi differenziati volti a contrastare la dispersione scolastica e a favorire le misure a sostegno dell'inserimento lavorativo dei giovani diplomati e laureati;
    e) a realizzare progressi concreti in materia;
    f) a garantire in sede del Consiglio europeo di giugno 2013 il massimo impegno nel miglioramento e rafforzamento delle politiche in questione.
(6-00016) «Di Lello, Di Gioia, Locatelli, Pastorelli».


   La Camera,
   premesso che:
    appare indispensabile ed urgentissimo intervenire per la crescita e l'occupazione e il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea che consente interventi pubblici, considerati compatibili con il corretto funzionamento del mercato interno qualora si renda necessario contrastare fenomeni di grave sottosviluppo regionale, settoriale o sociale;
    in particolare, in Italia è certamente questa la situazione che rende possibile intervenire a favore della imprenditoria giovanile e femminile, con particolare riferimento alle microimprese che costituiscono il 95 per cento della struttura produttiva nazionale, anche se, occorre sottolinearlo, a differenza del passato non sono più un punto di forza per la competitività del Paese a causa della loro fragilità strutturale per il ben noto peso fiscale e burocratico;
    è dunque doveroso operare in tal senso e nel definire l'intervento di sostegno pubblico, consistente in forme di agevolazione temporalmente legate alla fase di start up dell'impresa; è anche importante irrobustire l'azione nel caso la nuova impresa si collochi in aree geograficamente depresse e mediante forme di incentivazione all'assunzione;
    tuttavia, nessun intervento di riduzione di adempimenti e di pressione fiscale è sufficiente ad assicurare la ripresa economica e l'avvio di impresa, senza il ripristino dell'opportunità di attivare la leva finanziaria all'interno delle nuove attività produttive ed un corretto rapporto tra mezzi propri e ricorso al credito finanziario;
    occorre un lavoro di consolidamento e diversificazione della struttura economica, di ridefinizione della posizione italiana nella nuova «divisione internazionale del lavoro», plasmata dalle reti produttive globali, in direzioni più coerenti con le tendenze dello scenario e con il potenziale delle imprese;
    occorre poi una politica coordinata di attrazione degli investimenti esteri con la creazione di autentiche free-zone per favorire l'incremento occupazionale giovanile altamente specializzato;
    occorre inoltre ricordare che alle limitate risorse pubbliche si possono affiancare le risorse finanziarie europee del FSE e quelle che l'iniziativa della Commissione «opportunità per i giovani» ha reso disponibile per gli otto paesi dell'Unione europea con il maggior tasso di disoccupazione giovanile, in particolare per la fascia giovanile più debole, identificata come NEET (not in education, employment or training) in quelle regioni con un tasso di disoccupazione superiore al 25 per cento,

impegna il Governo:

   ad intraprendere tutte le iniziative necessarie:
    a) a promuovere la ripresa del sistema produttivo e ad incrementare i livelli di occupazione, nonché a sviluppare l'imprenditorialità diffusa con l'avvio di micro imprese giovanili e femminili tramite agevolazioni ed incentivi e particolari regimi fiscali;
    b) a sviluppare e incentivare l'imprenditorialità giovanile e femminile con facilitazioni all'accesso al credito e a fondi di garanzia;
    c) a rafforzare e coordinare gli strumenti per le politiche attive sul lavoro, anche al fine di riordinare sul territorio nazionale le competenze in materia di servizi per l'impiego, anche in virtù dell'attuazione delle youth guarantee;
    d) a mettere in campo tutte le misure necessarie per recepire il sistema europeo di garanzia per i giovani tramite meccanismi differenziati volti a contrastare la dispersione scolastica e a favorire le misure a sostegno dell'inserimento lavorativo dei giovani diplomati e laureati;
    e) a realizzare progressi concreti in materia;
    f) a garantire in sede del Consiglio europeo di giugno 2013 il massimo impegno nel miglioramento e rafforzamento delle politiche in questione.
(6-00016)
(Testo modificato nel corso della seduta).  «Di Lello, Di Gioia, Locatelli, Pastorelli».


DISEGNO DI LEGGE: S. 576 – CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO-LEGGE 26 APRILE 2013, N. 43, RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI PER IL RILANCIO DELL'AREA INDUSTRIALE DI PIOMBINO, DI CONTRASTO AD EMERGENZE AMBIENTALI, IN FAVORE DELLE ZONE TERREMOTATE DEL MAGGIO 2012 E PER ACCELERARE LA RICOSTRUZIONE IN ABRUZZO E LA REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI PER EXPO 2015. TRASFERIMENTO DI FUNZIONI IN MATERIA DI TURISMO E DISPOSIZIONI SULLA COMPOSIZIONE DEL CIPE (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 1197)

A.C. 1197 – Articolo unico

ARTICOLO UNICO DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

  1. Il decreto-legge 26 aprile 2013, n. 43, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per Expo 2015, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.
  2. Al Ministero per i beni e le attività culturali sono trasferite le funzioni esercitate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di turismo. Al medesimo Ministero sono altresì trasferite, con decorrenza dalla data di adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al comma 5, le inerenti risorse umane, strumentali e finanziarie, compresa la gestione residui. All'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, il numero 12) è sostituito dal seguente:
   «12) Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo».

  3. In attuazione del comma 2, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al comma 5, si provvede al trasferimento al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo del personale transitato nei ruoli della Presidenza del Consiglio dei ministri in applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 19-bis e 19-quater, del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, e successive modificazioni, che alla data del 21 maggio 2013 presta servizio presso l'Ufficio per le politiche del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri.
  4. La Presidenza del Consiglio dei ministri provvede alla riduzione delle strutture e delle dotazioni organiche in misura corrispondente alle funzioni e al personale trasferiti. Il personale delle qualifiche non dirigenziali trasferito mantiene il trattamento fondamentale ed accessorio, limitatamente alle voci fisse e continuative, corrisposto al momento del trasferimento. Se tale trattamento risulta più elevato, al personale è corrisposto un assegno ad personam, riassorbibile con i successivi miglioramenti economici.
  5. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri si provvede alla puntuale individuazione delle risorse umane, strumentali e finanziarie trasferite ai sensi dei commi da 2 a 8.
  6. Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo è autorizzato ad adeguare la propria struttura organizzativa sulla base delle disposizioni di cui al comma 2.
  7. Nelle more dell'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al comma 5, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo si avvale dell'Ufficio per le politiche del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri.
  8. Le risorse finanziarie disponibili sul bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, individuate ai sensi del comma 5, sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per la riassegnazione ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
  9. All'articolo 16 della legge 27 febbraio 1967, n. 48, sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) il secondo comma è sostituito dal seguente:
  «Il Comitato è presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri ed è costituito in via permanente dal Ministro dell'economia e delle finanze, che ne è vice presidente, e dai Ministri degli affari esteri, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti, del lavoro e delle politiche sociali, delle politiche agricole alimentari e forestali, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dei beni e delle attività culturali e del turismo e dell'istruzione, dell'università e della ricerca nonché dai Ministri delegati per gli affari europei, per la coesione territoriale e per gli affari regionali in qualità di presidente della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, e dal Presidente della Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, o un suo delegato, in rappresentanza della Conferenza stessa»;
   b) al decimo comma, le parole: «un Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri» sono sostituite dalle seguenti: «un Ministro o un Sottosegretario di Stato».

  10. Dalle disposizioni di cui ai commi da 2 a 9 non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
  11. All'articolo 2 della legge 8 luglio 1986, n. 349, il comma 4 è abrogato.
  12. All'articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368, le parole: «Il Ministro è componente del CIPE» sono soppresse.
  13. All'articolo 2, comma 3, della legge 16 aprile 1987, n. 183, le parole: «dei comitati indicati nei commi 1 e 2, nonché» sono soppresse e le parole: «a tali comitati» sono sostituite dalle seguenti: «a tale comitato».
  14. All'articolo 61, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, il primo periodo è soppresso.
  15. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO DEL GOVERNO

Capo I
NORME PER L'AREA INDUSTRIALE DI PIOMBINO, NONCHÉ A TUTELA DELL'AMBIENTE NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI PALERMO E DELLA REGIONE CAMPANIA

Articolo 1.
(Riconoscimento dell'area industriale di Piombino come area di crisi industriale complessa e disposizioni necessarie al suo rilancio).

  1. L'area industriale di Piombino è riconosciuta quale area in situazione di crisi industriale complessa ai fini dell'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 27 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, nella legge 7 agosto 2012, n. 134.
  2. Al fine di assicurare la realizzazione degli interventi necessari al raggiungimento delle finalità portuali ed ambientali previste dal nuovo Piano Regolatore Portuale, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, il Presidente della Regione Toscana è nominato, senza diritto ad alcun compenso e senza altri oneri per la finanza pubblica, Commissario straordinario, di seguito denominato «Commissario», autorizzato ad esercitare i poteri di cui all'articolo 13 del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n. 135, e successive modificazioni. Il Commissario resta in carica per la durata di un anno, prorogabile con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
  3. Il Commissario assicura la realizzazione degli interventi urgenti di cui al presente articolo e, per ogni adempimento propedeutico o comunque connesso, può avvalersi degli uffici e delle strutture di amministrazioni pubbliche, centrali, regionali e locali, nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Il Commissario straordinario si avvale altresì dell'Autorità Portuale di Piombino e del Comune di Piombino, quali soggetti attuatori.
  4. Ai fini dell'attuazione del presente articolo si applicano le disposizioni di cui all'articolo 2, commi 2-septies e 2-octies, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10, e successive modificazioni.
  5. Al fine di consentire la realizzazione degli interventi infrastrutturali destinati all'area portuale di Piombino, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto il CIPE delibera, ai sensi degli articoli 166 e 167 del decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163 e successive modificazioni, in ordine al progetto definitivo relativo alla bretella di collegamento al porto di Piombino, parte integrante dell'asse autostradale Cecina – Civitavecchia di cui alla delibera 3 agosto 2012, n. 85 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre 2012, n. 300, unitamente allo schema di atto aggiuntivo alla convenzione unica vigente con allegato il nuovo piano economico finanziario riferito alle attuali tratte in esercizio Livorno-Cecina (Rosignano) e Rosignano-S. Pietro in Palazzi (lotto 1), alla tratta Civitavecchia-Tarquinia (lotto 6A) e alle tratte Ansedonia-Pescia R. (lotto 5A), Pescia R.-Tarquinia (lotto 6B) e alla predetta bretella di Piombino (lotto 7). Tale piano economico finanziario dovrà essere coerente con il piano relativo all'intera opera che dovrà essere sottoposto anch'esso al CIPE e per il quale restano ferme le prescrizioni dettate dal CIPE con delibera n. 78/2010 e 85/2012 in relazione al costo complessivo dell'opera ed all'azzeramento del valore di subentro.
  6. Per assicurare l'attuazione degli interventi di cui al comma 2 del presente articolo, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, l'Autorità portuale di Piombino, la Regione Toscana e il Comune di Piombino stipulano apposito Accordo di Programma Quadro entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto al fine di individuare le risorse destinate agli specifici interventi, anche in deroga ad eventuali diverse finalizzazioni previste dalla normativa vigente, da trasferire all'apposita contabilità speciale intestata al Commissario straordinario di cui all'articolo 1.
  7. I pagamenti relativi all'attuazione degli interventi di cui al comma 6, finanziati con le risorse statali erogate alla regione Toscana o al comune di Piombino, nel limite di 40,7 milioni di euro, sono esclusi, per l'anno 2013, dai limiti del Patto di Stabilità Interno degli enti per la quota di rispettiva competenza che sarà individuata dal Commissario straordinario e comunicata al Ministero dell'economia e delle finanze – Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato.

Articolo 2.
(Norme per evitare l'interruzione del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti urbani nel territorio di Palermo).

  1. In deroga al divieto di proroga o rinnovo di cui all'articolo 3, comma 2, del decreto-legge n. 59 del 15 maggio 2012 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 100 del 12 luglio 2012, atteso il permanere delle condizioni di emergenza ambientale e ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di evitare il verificarsi di soluzioni di continuità negli interventi posti in essere nel corso della gestione della medesima emergenza ambientale, sino al 31 dicembre 2013 continuano a produrre effetti, salva diversa previsione del presente articolo, le disposizioni di cui all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 3887 del 9 luglio 2010 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 170 del 23 luglio 2010, limitatamente agli interventi necessari a: a) completare la realizzazione ed autorizzazione della c.d. sesta vasca della discarica di Bellolampo nel comune di Palermo; b) realizzare ed autorizzare, nelle more della piena funzionalità della citata sesta vasca, speciali forme di gestione dei rifiuti; c) mettere in sicurezza l'intera discarica, garantendo la corretta gestione del percolato in essa prodotto e completando il sistema impiantistico di trattamento meccanico e biologico dei rifiuti urbani, al fine di pervenire al conferimento in discarica di soli rifiuti trattati; d) migliorare ed incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti nel territorio del comune di Palermo; e) implementare e completare il sistema impiantistico previsto nel piano regionale di gestione dei rifiuti urbani al fine assicurare una corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Gli interventi indicati alle lettere dalla a) alla c) del periodo precedente dovranno essere posti in essere in raccordo con le eventuali determinazioni assunte dall'autorità giudiziaria competente.
  2. Le funzioni del Commissario previsto dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri di cui al comma l sono affidate a soggetto nominato dal Presidente della regione siciliana. Al soggetto nominato viene intestata apposita contabilità speciale presso la Tesoreria dello Stato, su cui vengono trasferite le risorse occorrenti per gli interventi ovvero subentra nella titolarità della contabilità speciale n. 5446/Palermo.
  3. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente articolo si provvede con le risorse già previste per la copertura finanziaria dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri di cui al comma 1.

Articolo 3.
(Disposizioni per far fronte all'emergenza ambientale nella Regione Campania).

  1. In deroga al divieto di proroga o rinnovo di cui all'articolo 3, comma 2, del decreto-legge 15 maggio 2012, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2012, n. 100, atteso il permanere di gravi condizioni di emergenza ambientale e ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di evitare il verificarsi di soluzioni di continuità nelle gestioni degli impianti di collettamento e depurazione di Acerra, Marcianise, Napoli Nord, Foce Regi Lagni, Cuma e impianto di grigliatura e derivazione di Succivo, nella Regione Campania, fino al 31 marzo 2014, salvo ultimazione anticipata da parte della Regione Campania delle procedure per la selezione del soggetto affidatario dell'adeguamento e gestione degli impianti, continuano a produrre effetti le disposizioni, di cui all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 4022 del 9 maggio 2012, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 147 del 1o giugno 2012 e successive modificazioni. Fino allo stesso termine continuano a produrre effetti i provvedimenti rispettivamente presupposti, conseguenti e connessi all'ordinanza 4022/2012.
  2. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente articolo si provvede con le risorse già previste per la copertura finanziaria della richiamata ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri.
  3. All'articolo l, comma 2, del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1, sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) al primo periodo la parola: «ventiquattro» è sostituita dalla seguente: «trentasei».

Articolo 4.
(Proroga gestione commissariale Galleria Pavoncelli).

  1. In considerazione del permanere di gravi condizioni di emergenza connesse alla vulnerabilità sismica della “Galleria Pavoncelli”, le disposizioni di cui all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3858 del 12 marzo 2010, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 65 del 19 marzo 2010, continuano a produrre effetti fino al 31 marzo 2014 ed il Commissario delegato continua ad operare con i poteri di cui alla predetta ordinanza fino alla medesima data.
  2. Con Accordo di programma, da stipularsi entro sei mesi antecedenti la scadenza di cui al comma 1, le Regioni interessate d'intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sentita l'Acquedotto Pugliese S.p.A., individuano il soggetto competente al subentro nelle attività e nelle iniziative finalizzate al superamento della situazione di criticità connessa alla vulnerabilità sismica della «Galleria Pavoncelli».
  3. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente articolo si provvede con le risorse previste dall'ordinanza di cui al comma 1.

Capo II
DISPOSIZIONI STRAORDINARIE PER EXPO MILANO 2015

Articolo 5.
(Disposizioni volte ad accelerare la realizzazione di Expo 2015).

  1. Tenuto conto dei tempi di realizzazione dell'evento Expo 2015 e delle opere essenziali e connesse di cui agli allegati del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 ottobre 2008, nonché degli interventi strettamente funzionali nelle programmazioni comunali, provinciali e regionali, e della contestuale presenza di cantieri in corso e al fine di garantire, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, il rispetto dei tempi stabiliti per lo svolgimento dell'evento Expo 2015 e l'adempimento degli obblighi internazionali assunti dal Governo italiano nei confronti del Bureau International des Expositions (BIE):
   a) il comma 2 dell'articolo 14, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è sostituito dai seguenti:
  «2. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentiti il presidente della Regione Lombardia, il Sindaco di Milano e i rappresentanti degli enti locali interessati, sono istituiti gli organismi per la gestione delle attività, compresa la previsione di un tavolo istituzionale per il governo complessivo degli interventi regionali e sovra regionali presieduto dal presidente della Regione Lombardia pro tempore, e sono stabiliti i criteri di ripartizione e le modalità di erogazione dei finanziamenti. Con il medesimo decreto è nominato, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, anche nell'ambito dei soggetti della governance della Società, ivi incluso l'Amministratore delegato, il Commissario Unico delegato del Governo per Expo 2015 a cui vengono attribuiti tutti i poteri e tutte le funzioni, già conferiti al Commissario Straordinario delegato del Governo per Expo Milano 2015, ivi compresi i poteri e le deroghe previsti nelle ordinanze di protezione civile richiamate all'articolo 3, comma 1, lettera a), del decreto legge 15 maggio 2012, n. 59, convertito in legge 12 luglio 2012, n. 100, da intendersi estese a tutte le norme modificative e sostitutive delle disposizioni ivi indicate. Sono altresì attribuiti al Commissario Unico i poteri del Commissario Generale dell'Esposizione, ad eccezione dei poteri e delle funzioni di cui agli articoli 12 e 13 della Convenzione di Parigi del 22 novembre del 1928 sulle Esposizioni Universali, che verranno individuati con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento e della normativa comunitaria, degli obblighi internazionali assunti dall'Italia e nei limiti delle risorse stanziate ai sensi della vigente legislazione, il Commissario Unico esercita poteri sostitutivi per risolvere situazioni o eventi ostativi alla realizzazione delle opere essenziali e connesse di cui agli allegati del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 ottobre 2008, alla partecipazione degli Stati e degli Enti iscritti o al regolare svolgimento dell'Evento. Ove necessario, il Commissario può provvedere in deroga alla legislazione vigente a mezzo di ordinanza, nei limiti indicati con delibera del Consiglio dei Ministri sentito il Presidente della Regione Lombardia. Tali ordinanze sono immediatamente efficaci e devono essere pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

  Vedi capoverso 2, quarto periodo

  Vedi capoverso 2, periodi quinto e sesto

  2-bis. Il Commissario Unico nomina, entro il 31 maggio 2013, con proprio provvedimento, fino a tre soggetti, di alta e riconosciuta professionalità nelle discipline giuridico-economiche ed ingegneristiche, o dalla comprovata esperienza istituzionale, delegati per le specifiche funzioni di garanzia e controllo dell'andamento dei lavori delle opere strettamente funzionali all'Evento nei tempi utili alla realizzazione e per assicurare il corretto ed efficiente utilizzo delle deroghe e dei poteri di cui al comma 2 del presente articolo. Uno dei delegati è scelto nel ruolo dei Prefetti. I soggetti delegati si avvalgono per la loro attività delle strutture della società ovvero del contingente di personale già esistente presso la struttura del Commissario Straordinario delegato del Governo per Expo Milano 2015 cui il Commissario Unico subentra, ivi inclusa la titolarità della esistente relativa contabilità speciale, ovvero del personale distaccato dai soci. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, eventuali compensi dei delegati sono a carico delle disponibilità della predetta contabilità.
  2-ter. Il commissario si adopera, coordinandosi con la società Expo 2015 s.p.a., affinché gli impegni finanziari assunti dai soci siano mantenuti negli importi di cui all'allegato 1 decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 ottobre 2008 e nei tempi adeguati alla realizzazione delle opere e allo svolgimento dell'Evento.»;
   b) al comma 216 dell'articolo 1 della legge 24 dicembre 2012, n. 228, le parole: «nella realizzazione delle stesse opere», sono sostituite dalle seguenti: «prioritariamente nella realizzazione delle opere nonché per lo svolgimento delle attività strettamente necessarie per la gestione dell'Evento, previa attestazione, da parte della società, della conclusione del piano delle opere»;
   c) ai contratti di appalto di lavori, servizi e forniture della società Expo 2015 S.p.A. si applicano direttamente, nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico e della normativa comunitaria, le deroghe normative previste in materia di contratti pubblici per il Commissario delegato per gli interventi di Expo 2015, ai sensi delle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri richiamate al dell'articolo 3, comma 1, lettera a), del decreto-legge 15 maggio 2012, n. 59, convertito in legge 12 luglio 2012, n. 100; la società ha altresì facoltà di deroga agli artt. 93 e 140 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 nonché alle disposizioni di cui al decreto ministeriale 10 agosto 2012, n. 161; per le opere temporanee la società può altresì derogare all'applicazione dell'articolo 127 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. Possono trovare applicazione per le procedure di affidamento da porre in essere da parte della Società l'articolo 59, anche per i lavori diversi dalla manutenzione e l'articolo 253, comma 20-bis, del citato n. 163 del 2006, anche per i contratti sopra la soglia di rilevanza comunitaria e oltre la data del 31 dicembre 2013. Tali disposizioni si possono applicare anche alle stazioni appaltanti relativamente alle seguenti opere strettamente funzionali all'Evento:
    1. interconnessione Nord Sud tra la SS11 all'Autostrada A4 Milano-Torino (Viabilità Cascina Merlata stralcio Gamma);
    2. Linea Metropolitana di Milano M4;
    3. Linea Metropolitana di Milano M5;
    4. Strada di Collegamento SS11 e SS 233 Zara – Expo;
    5. Parcheggi Remoti Expo;
    6. Collegamento SS11 da Molino Dorino ad Autostrada dei Laghi – lotto 1 da Molino Dorino a Cascina Merlata; lotto 2 da Cascina Merlata a innesto a A8; Adeguamento Autostrada dei Laghi tra il nuovo svincolo Expo e lo svincolo Fiera;
   d) i Padiglioni dei Paesi, i manufatti e qualunque altro edificio da realizzare, connessi all'Expo 2015, per i quali sussista l'obbligo di smontaggio ovvero di smantellamento al termine dell'Evento, sono qualificati, a tutti gli effetti, come edifici temporanei ai sensi dell'articolo 6, comma 2, lett. b), del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380d) agli edifici temporanei connessi all'evento Expo 2015, per i quali sussista l'obbligo di smontaggio ovvero di smantellamento al termine dell'evento, non si applicano le seguenti norme: decreto legislativo del 19 agosto 2005 n. 192 relativamente al rispetto dei valori limite del fabbisogno di energia primaria, dell'obbligo di certificazione energetica e del soddisfacimento dei requisiti minimi di trasmittanza; articolo 11 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28; decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 dicembre 1997; articolo 146 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. La sostenibilità ambientale di Expo 2015 è in ogni caso garantita dalla compensazione delle emissioni di CO2 nel corso della preparazione e realizzazione dell'evento nonché, negli edifici non temporanei, da prestazioni energetiche e da copertura dei consumi di calore, elettricità e raffrescamento attraverso fonti rinnovabili superiori ai minimi previsti dalla legge;
   e) con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per lo Sviluppo Economico di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, da emanare entro il 30 aprile 2013, sono individuate misure volte alla tutela dei segni distintivi di Expo 2015 SpA in relazione all'Esposizione Universale “Expo Milano 2015”, ivi compreso quanto necessario a garantire l'appartenenza in via esclusiva dei beni immateriali rappresentati da marchi, loghi, denominazioni, simboli e colori che contraddistinguono l'attività e l'Esposizione, ed al relativo uso per il periodo di svolgimento dell'evento e comunque non oltre il 31 dicembre 2015. Con il medesimo decreto sono individuati specifici interventi volti a reprimere attività parallele a quelle esercitate da enti economici o non economici, non autorizzate da Expo 2015 SpA, dirette ad intraprendere attività di commercializzazione parassitaria al fine di ricavarne visibilità o profitto economico (fenomeno del c.d. «ambush marketing»), anche prevedendo le relative sanzioni amministrative da un minimo di 5.000 euro ad un massimo di 250.000 euro, fatte salve le sanzioni già previste dalla legislazione vigente;
   f) nei giudizi che riguardano i provvedimenti e gli atti del Commissario Unico e le procedure di affidamento dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture di Expo 2015 S.p.A., si applicano le disposizioni processuali di cui all'articolo 125 del decreto legislativo 104/2010;
   g) nella prospettiva della crescita per il Paese, il Comitato Interministeriale Programmazione Economica assume le decisioni strategiche, anche finalizzate ad ottenere eventuali finanziamenti comunitari, per la valorizzazione dell'innovazione del settore turistico e la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, connesse con la realizzazione dell'Expo Milano 2015, assicurando il coordinamento tra le amministrazioni interessate concertandole con il Commissario Unico delegato per il Governo ed il Commissario di sezione per il Padiglione Italia, la regione Lombardia, la provincia e il comune di Milano e le eventuali altre autonomie locali coinvolte nella realizzazione dell'Esposizione Universale di Milano 2015. Il Commissario riferisce trimestralmente al CIPE sullo stato di attuazione delle opere e su azioni correttive intraprese per il superamento delle criticità.

Capo III
ULTERIORI DISPOSIZIONI PER LE ZONE COLPITE DAGLI EVENTI SISMICI DEL MAGGIO 2012 E PER FAVORIRE LA RICOSTRUZIONE IN ABRUZZO

Articolo 6.
(Proroga emergenza sisma maggio 2012).

  1. Nel rispetto dei limiti di spesa di cui all'articolo 11, comma 13, del decretolegge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213, il termine di scadenza dello stato di emergenza conseguente agli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, di cui all'articolo 1, comma 3, del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 74, convertito, con modificazioni, dalla legge 1 agosto 2012, n. 122, è prorogato al 31 dicembre 2014.
  2. Il termine del 30 novembre 2012, stabilito con i provvedimenti del Direttore dell'Agenzia delle entrate del 31 ottobre 2012 e del 19 novembre 2012 quale data ultima di presentazione della documentazione di cui all'articolo 11, comma 9, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213, e successive modificazioni, utile per l'accesso al finanziamento di cui ai commi 7 e 7-bis del predetto articolo 11, è rideterminato al 15 giugno 2013. Entro tale ultimo termine, fermi i requisiti soggettivi ed oggettivi e le condizioni già previsti dai commi 7, 7-bis e 9 dell'articolo 11 del citato decreto-legge n. 174 del 2012, possono presentare la documentazione utile per accedere al predetto finanziamento tutti i soggetti che non sono riusciti a provvedervi entro l'originario termine finale del 30 novembre 2012.
  3. Le disposizioni del comma 2 si applicano anche per l'accesso ai finanziamenti per il pagamento dei tributi, contributi previdenziali e assistenziali, nonché dei premi per l'assicurazione obbligatoria dovuti dal 1o luglio 2013 al 30 settembre 2013 nei confronti:
   a) dei soggetti di cui al comma 2, secondo periodo;
   b) dei soggetti che, hanno già utilmente rispettato il termine ultimo del 30 novembre 2012.

  4. Ai fini dell'attuazione di quanto stabilito nei commi da 1 a 3, entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore del presente articolo il Direttore dell'Agenzia delle entrate provvede ai sensi dell'articolo 11, comma 11, del citato decreto-legge n. 174 del 2012, nonché dell'articolo 1, comma 371, della legge 24 dicembre 2012, n. 228.
  5. La Cassa depositi e prestiti SpA e l'Associazione bancaria italiana adeguano la convenzione di cui all'articolo 11, comma 7, del decreto-legge n. 174 del 2012, nonché all'articolo 1, comma 367, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, in coerenza con le disposizioni di cui al presente articolo, prevedendo comunque modalità di rimborso dei finanziamenti tali da assicurare il rispetto dei limiti di spesa di cui all'articolo 11, comma 13, del predetto decreto-legge n. 174 del 2012.

Articolo 7.
(Utilizzo delle risorse programmate con delibera CIPE 135 del 21 dicembre del 2012 relative alle «spese obbligatorie»).

  1. Al fine di assicurare la prosecuzione dell'assistenza alla popolazione della regione Abruzzo colpita dal sisma del 6 aprile 2009:
   a) il contributo per l'autonoma sistemazione ovvero all'assistenza gratuita presso strutture private o pubbliche, di cui all'articolo 13, comma 1, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 4013 del 23 marzo 2012, previsto se l'unità immobiliare abitata alla data del 6 aprile 2009 è classificata con esito E, ovvero è ricompresa in un aggregato edilizio ai sensi dell'articolo 7 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3820 del 12 novembre 2009, o in area perimetrata dei centri storici, ove non si siano realizzate le condizioni per il rientro nell'abitazione, ovvero se trattasi di unità immobiliare classificata con esito “B” o “C” appartenente all'ATER e all'Edilizia Residenziale pubblica nei Comuni, è riconosciuto nel limite massimo di euro 53.000.000,00. Resta ferma, in ogni caso, la permanenza degli altri requisiti prescritti dalle disposizioni vigenti;
   b) i contratti di locazione di cui all'articolo 1 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3769 del 15 maggio 2009, possono essere prorogati, previo espresso assenso del proprietario, nel limite di due annualità, e comunque nel limite massimo di euro 8.700.000,00 in favore dei nuclei familiari la cui unità immobiliare abitata alla data del 6 aprile 2009 è classificata con esito E, ovvero è ricompresa in una delle fattispecie di cui alla precedente lettera a). Resta ferma, in ogni caso, la permanenza degli altri requisiti prescritti dalle disposizioni vigenti;
   c) i benefici di cui all'articolo 13, comma 2, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3827 del 27 novembre 2009, concessi nei confronti di coloro i quali hanno perso la disponibilità di un'unità abitativa classificata con esito B o C, essendo venuto meno il rapporto di locazione, a causa dell'evento sismico del 6 aprile 2009 proseguono nel limite massimo di euro 300.000,00.

  2. Agli oneri derivanti dall'attuazione del comma 1, lettere a), b) e c) del presente articolo, quantificati complessivamente in euro 62 milioni si provvede con le risorse programmate dalla delibera CIPE n. 135 del 21 dicembre 2012, di cui all'articolo 1, comma 1.1, voce «assistenza alla popolazione» nella disponibilità degli uffici speciali per la ricostruzione.
  3. Al fine di consentire al comune di L'Aquila di svolgere con la massima efficienza ed economicità le funzioni istituzionali, in attesa della ricostruzione delle sedi destinate ad ufficio del predetto ente, gravemente danneggiate dal sisma, è assegnata al comune la somma nel limite massimo di 800.000,00 euro per l'anno 2013 per provvedere al pagamento dei relativi canoni. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma si provvede con le risorse programmate dalla delibera CIPE n. 135 del 21 dicembre 2012, di cui all'articolo 1, comma 1.1, voce «affitti sedi comunali e supporto genio civile» nella disponibilità degli uffici speciali per la ricostruzione.
  4. A valere sulle medesime risorse programmate dalla predetta delibera CIPE n. 135/2012, articolo 1, comma 1.1, voce «affitti sedi comunali e supporto genio civile» è altresì disposta da parte degli uffici speciali per la ricostruzione un'assegnazione straordinaria nel limite di 385.000,00 euro per l'anno 2013 al fine di accelerare, l'effettuazione delle spese necessarie ad assicurare il definitivo ripristino della funzionalità della Prefettura – Ufficio territoriale del Governo della provincia dell'Aquila.
  5. Le risorse necessarie per il pagamento degli oneri di assistenza alla popolazione che sono quantificate mensilmente dai comuni, al presentarsi delle relative esigenze, sono trasferite agli Uffici Speciali per la Ricostruzione, per la successiva assegnazione agli enti attuatori sul territorio.
  6. Per quanto riguarda i trasferimenti di risorse per gli interventi di ricostruzione o assistenza alla popolazione effettuati dagli Uffici speciali per la Ricostruzione l'Ufficio Speciale della città di L'Aquila è competente per gli interventi ricadenti nel territorio del Comune dell'Aquila, mentre l'Ufficio Speciale per i comuni del cratere è competente per gli interventi ricadenti nel territorio degli altri comuni del cratere nonché dei comuni fuori cratere.

Articolo 8.
(Norme per la prosecuzione delle attività di rimozione delle macerie causate dal sisma del 6 aprile 2009 in Abruzzo).

  1. Per garantire la prosecuzione delle attività volte alla rimozione delle macerie nei territori della regione Abruzzo, conseguenti al sisma del 6 aprile 2009, le operazioni di movimentazione e trasporto ai siti di stoccaggio autorizzati dai comuni dei materiali derivanti dal crollo degli edifici pubblici e privati, dalle attività di demolizione e abbattimento degli edifici pericolanti a seguito di ordinanza sindacale e da interventi edilizi effettuati su incarico della pubblica amministrazione possono essere svolte anche con impiego di personale e mezzi del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e delle Forze Armate. Tali soggetti sono autorizzati in deroga agli articoli 188-ter, 193 e 212 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modificazioni.
  2. Ai fini di cui al comma 1, l'Ufficio Speciale per la città dell'Aquila e l'Ufficio speciale per i comuni del cratere, di cui all'articolo 67-ter del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, sottoscrivono con il Ministero dell'Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile e con il Ministero della Difesa, appositi accordi, nel quale sono precisate le modalità della collaborazione, compreso il rimborso delle spese sostenute e documentate nei limiti previsti dalla normativa vigente nonché il rimborso del compenso per le ore di straordinario autorizzato ed effettivamente prestato, nei limiti di 30 ore mensili.
  3. La demolizione e l'abbattimento di immobili appartenenti al demanio o patrimonio pubblico danneggiati a seguito del sisma del 6 aprile 2009 sono curati, in base alla competenza territoriale, dagli Uffici speciali di cui al comma 2. A tale scopo i predetti Uffici sono autorizzati ad affidare l'incarico della demolizione e abbattimento al Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile o alle Forze Armate, mediante appositi accordi, nei quali sono precisate le modalità della collaborazione, compreso il rimborso delle spese sostenute e documentate nei limiti previsti dalla normativa vigente, nonché il rimborso del compenso per le ore di straordinario autorizzato ed effettivamente prestato, nei limiti di 30 ore mensili. Per le attività che non possono essere svolte dal Dipartimento per carenza di strumenti tecnici specifici, gli Uffici Speciali per la Ricostruzione procedono ai sensi dell'articolo 57 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.
  4. Limitatamente alle fasi di raccolta e trasporto, i materiali di cui al comma 1 sono considerati rifiuti urbani con codice CER 20.03.99. Non costituiscono rifiuto i beni di interesse architettonico, artistico e storico, i beni ed effetti di valore anche simbolico, i coppi, i mattoni, le ceramiche, le pietre con valenza di cultura locale, il legno lavorato, i metalli lavorati.
  5. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e le Forze Armate possono altresì curare il trasporto dei rifiuti raggruppati per categorie omogenee, caratterizzati ed identificati con il corrispondente codice CER verso impianti di recupero e smaltimento autorizzati.
  6. Agli oneri derivanti dall'attuazione dei commi da 1 a 5 si provvede, quanto a euro 4.983.000,00, con le risorse disponibili sulle contabilità speciali degli Uffici speciali di cui al comma 2, secondo le modalità stabilite con decreto emanato dal Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del Ministro per la coesione territoriale, in attuazione dell'articolo 67-bis, comma 5, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134 e, quanto a euro 6.000.000,00, con le risorse programmate dalla delibera CIPE n. 135 del 21 dicembre 2012, con particolare riferimento a quelle di cui all'articolo 1, comma 1.1., voce «riserva per ulteriori esigenze di carattere obbligatorio».
  7. Il Ministero della difesa è autorizzato a impiegare nell'ambito dei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009, con decorrenza dal 1o gennaio 2013 e fino al 31 dicembre 2013, un contingente non superiore a 135 unità di personale delle Forze armate per la prosecuzione dei servizi di vigilanza e protezione di cui all'articolo 16 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 aprile 2009, n. 3754. A tale contingente, posto a disposizione del prefetto de L'Aquila, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 7-bis, comma 3, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, convertito con modificazioni dalla legge 24 luglio 2008, n. 125, nonché il trattamento economico previsto dal decreto adottato ai sensi dell'articolo 7-bis, comma 4, del medesimo decreto-legge n. 92 del 2008 e dell'articolo 23, comma 7, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135. Per l'applicazione del presente comma è autorizzata la spesa nel limite di euro 2.200.000.
  8. Agli oneri derivanti dall'attuazione del comma 7, si provvede con le risorse programmate dalla delibera CIPE n. 135 del 21 dicembre 2012, con particolare riferimento a quelle di cui all'articolo 1, comma 1.1., voce «per la gestione dell'ordine pubblico», nella disponibilità degli uffici speciali per la ricostruzione.

Articolo 9.
(Entrata in vigore).

  1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

A.C. 1197 – Modificazioni del Senato

MODIFICAZIONI APPORTATE DAL SENATO

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A.C. 1197 – Proposte emendative

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE AGLI ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE

ART. 1.
(Riconoscimento dell'area industriale di Piombino come area di crisi industriale complessa e disposizioni necessarie al suo rilancio).

  Al comma 5, primo periodo, sopprimere le parole da:, parte integrante dell'asse autostradale Cecina-Civitavecchia fino alla fine del comma.
1. 1. Zaratti, Zan, Pellegrino.

  Al comma 6, sopprimere le parole: , anche in deroga ad eventuali diverse finalizzazioni previste dalla normativa vigente,
1. 9. Catalano, Nicola Bianchi, De Lorenzis, Dell'Orco, Cristian Iannuzzi, Liuzzi, Paolo Nicolò Romano, Busto, Daga, De Rosa, Mannino, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

  Sopprimere il comma 7-ter.
1. 11. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

ART. 2.
(Norme per evitare l'interruzione del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti urbani nel territorio di Palermo).

  Sopprimerlo.
2. 50. Borghesi.

  Al comma 1, primo periodo, sopprimere le parole:, salva diversa previsione del presente articolo,
2. 55. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

  Al comma 1, primo periodo, lettera a), sostituire le parole: completare la realizzazione ed autorizzazione con le seguenti: autorizzare e completare la realizzazione.
2. 7. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

  Al comma 1, primo periodo, lettera b), sostituire la parola: rifiuti con le seguenti: materiali post consumo, esclusa qualsiasi forma di distruzione della materia per mezzo di incenerimento o trattenimenti a caldo.
2. 9. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

  Al comma 1, primo periodo, lettera b), aggiungere, in fine, le parole:, previo parere vincolante dell'ARPA Sicilia.
2. 51. Palazzotto, Zaratti, Zan.

  Al comma 1, primo periodo, lettera d), dopo la parola: differenziata aggiungere le seguenti: porta a porta.
2. 54. Matteo Bragantini.

  Al comma 1, primo periodo, sopprimere la lettera e).
2. 5. Palazzotto, Zan, Zaratti.

  Al comma 2, dopo il secondo periodo, aggiungere i seguenti: Il Commissario indicato deve preliminarmente presentare una relazione operativa e relativo crono-programma prima di autorizzare o avviare ogni eventuale azione economica. L'approvazione di tale elaborato deve essere avallata dal Presidente della Regione siciliana, dal Ministro dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare e dal Ministro dell'economia e delle finanze entro quindici giorni dal ricevimento da parte degli stessi. La nomina del Commissario è da ritenersi operativa solo dopo tale approvazione.
2. 21. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

  Al comma 2, ultimo periodo, dopo le parole: Commissioni parlamentari aggiungere le seguenti: permanenti non oltre quindici giorni dopo la stesura della relazione da parte del Commissario straordinario.
2. 22. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

  Al comma 2, ultimo periodo, sopprimere le parole:, con periodicità almeno semestrale,
2. 23. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

  Al comma 2, ultimo periodo, sostituire le parole: con periodicità almeno semestrale con le seguenti: con periodicità almeno trimestrale.
2. 20. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

  Al comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Le Commissioni parlamentari, con apposito atto di indirizzo, possono indicare al Governo gli eventuali provvedimenti da adottare ai fini del superamento delle criticità evidenziate nella gestione commissariale.
2. 52. Buonanno.

  Sostituire la rubrica con la seguente: Azione di contrasto dell'emergenza ambientale del comune di Palermo legata alla gestione dei rifiuti.
2. 1. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

ART. 3.
(Disposizioni per far fronte all'emergenza ambientale nella Regione Campania).

  Sopprimerlo.
3. 50. Busin.

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: 31 marzo 2014 con le seguenti: 31 dicembre 2013.
3. 51. Caon.

  Al comma 3-bis, alinea, sostituire la parola: semestralmente con la parola: trimestralmente.
3. 2. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

  Dopo il comma 3-bis, aggiungere il seguente:
  3-bis.1. Le Commissioni parlamentari, con apposito atto di indirizzo, possono indicare al Governo gli eventuali provvedimenti da adottare ai fini del superamento delle criticità evidenziate nella gestione commissariale.
3. 53. Caparini.

  Al comma 3-ter, sostituire le parole: 31 dicembre 2013 con le seguenti: 31 ottobre 2013.
3. 52. Fedriga.

  Sopprimere il comma 3-quater.
3. 5. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

ART. 3-bis.
(Disposizioni per far fronte all'emergenza ambientale nella regione Puglia).

  Sopprimerlo.
3-bis. 1. Allasia.

ART. 4.
(Proroga gestione commissariale Galleria Pavoncelli).

  Sopprimerlo.
4. 51. Grimoldi.

  Al comma 1, sostituire le parole: 31 marzo 2014 con le seguenti: 31 dicembre 2013.
4. 52. Guidesi.

  Al comma 1-bis, primo periodo, dopo le parole: e dei trasporti aggiungere le seguenti: ed al Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare.

  Conseguentemente, al medesimo comma, aggiungere, in fine, le parole: nonché in merito alle questioni ambientali e in particolare al minimo deflusso vitale.
4. 50. De Mita, Palese, Paris.

  Al comma 1-bis, primo periodo, sostituire le parole: con periodicità semestrale con le seguenti: con periodicità trimestrale.
4. 4. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

  Al comma 1-bis, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Le Commissioni parlamentari, con apposito atto di indirizzo, possono indicare al Governo gli eventuali provvedimenti da adottare ai fini del superamento delle criticità evidenziate nella gestione commissariale.
4. 53. Invernizzi.

ART. 5.
(Disposizioni volte ad accelerare la realizzazione di Expo 2015).

  Al comma 1, lettera c), ultimo periodo, sopprimere i numeri 1 e 6.
5. 6. Catalano, Nicola Bianchi, De Lorenzis, Dell'Orco, Cristian Iannuzzi, Liuzzi, Paolo Nicolò Romano, Busto, Daga, De Rosa, Mannino, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

  Al comma 1, lettera c), ultimo periodo, sopprimere il numero 2.
5. 7. Catalano, Nicola Bianchi, De Lorenzis, Dell'Orco, Cristian Iannuzzi, Liuzzi, Paolo Nicolò Romano, Busto, Daga, De Rosa, Mannino, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

ART. 5-bis.
(Disposizioni per il servizio pubblico di trasporto marittimo nello Stretto di Messina).

  Sopprimerlo.
*5-bis. 1. Pellegrino, Zan, Zaratti.

  Sopprimerlo.
*5-bis. 2. Borghesi.

  Al comma 1, sostituire le parole da: legata all'aumento del traffico fino a: Villa San Giovanni con le seguenti: per la prosecuzione degli interventi di cui all'articolo 1, comma 1031, lettera b), della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
5-bis. 52. Molteni.

  Al comma 1, sostituire le parole da: degli interventi di cui all'articolo 1 fino alla fine del comma con le seguenti: del servizio pubblico traghetti, in proroga al bando di gara in scadenza il 27 giugno 2013, è autorizzata la spesa di 4 milioni di euro per l'anno 2013.

  Conseguentemente, al comma 2, lettera a):
   sostituire le parole:
2.500.000 con le seguenti: 3.500.000;
   sostituire le parole: 6.120.000 con le seguenti: 5.120.000.
5-bis. 51. Catalano, Nicola Bianchi, De Lorenzis, Dell'Orco, Cristian Iannuzzi, Liuzzi, Paolo Nicolò Romano.

  Al comma 1, sostituire le parole: 3 milioni con le seguenti: 1 milione.

  Conseguentemente, al comma 2, lettera a):
   sostituire le parole: 2.500.000 con le seguenti: 500.000;
   sostituire le parole: 6.120.000 con le seguenti: 8.120.000.
5-bis. 53. Marcolin.

ART. 5-ter.
(Acquisizione di lavori, servizi e forniture dei comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti).

  Sopprimerlo.
5-ter. 1. Zan, Zaratti, Pellegrino.

ART. 6-ter.
(Incrementi di superfici in sede di ricostruzione).

  Sopprimerlo.
6-ter. 1. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

ART. 6-quater.
(Soddisfazione della verifica di sicurezza).

  Al comma 1, sostituire le parole da: che abbiano risentito fino alla fine del comma con le seguenti: in cui l'intensità macrosismica, così come rilevata dal Dipartimento della protezione civile, abbia raggiunto intensità MCS pari a 6, ovvero.
6-quater. 3. Ferraresi, Dell'Orco.

ART. 6-sexies.
(Assunzioni di personale).

  Al comma 1, capoverso comma 8, dopo il terzo periodo, aggiungere il seguente: Resta comunque prioritaria la verifica di eventuale esubero di personale che, anche se allocato presso altri enti o uffici, può essere riassegnato agli scopi richiesti dal presente articolo.
6-sexies. 4. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

  Al comma 1, capoverso comma 8, sostituire il quarto periodo con i seguenti: Le assunzioni di cui al terzo periodo sono effettuate dalle unioni dei comuni, o, ove non costituite, dai comuni, con obbligo di attingere dalle graduatorie, anche per le assunzioni a tempo indeterminato, approvate dai comuni costituenti le unioni medesime e vigenti alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, garantendo in ogni caso il rispetto del profilo professionale da assumere e dell'ordine di collocazione dei candidati nelle medesime graduatorie e fino ad esaurimento delle graduatorie stesse. Qualora si dovesse arrivare ad esaurimento delle graduatorie di cui sopra e via sia la necessità di ulteriori assunzioni è obbligatorio attingere alle graduatorie del concorso autorizzato dall'articolo 67-ter, commi 5 e 6, del decreto-legge 23 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale IV serie speciale «Concorsi ed Esami» n. 71 dell'11 settembre 2012, garantendo in ogni caso il rispetto del profilo professionale da assumere e dell'ordine di collocazione dei candidati nelle medesime graduatorie.
6-sexies. 2. Colletti, Vacca, Del Grosso.

  Al comma 1, capoverso comma 8, sostituire il quarto periodo con il seguente: Le assunzioni di cui al terzo periodo sono effettuate dalle unioni dei comuni, o, ove non costituite, dai comuni, con obbligo di attingere dalle graduatorie, anche per le assunzioni a tempo indeterminato, approvate dai comuni costituenti le unioni medesime e vigenti alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, garantendo in ogni caso il rispetto del profilo professionale da assumere e dell'ordine di collocazione dei candidati nelle medesime graduatorie e fino ad esaurimento delle graduatorie stesse.
6-sexies. 1. Colletti, Vacca, Del Grosso.

  Al comma 1, capoverso comma 8, dopo il quarto periodo aggiungere il seguente: Qualora si dovesse arrivare ad esaurimento delle graduatorie di cui al quarto periodo e via sia la necessità di ulteriori assunzioni è obbligatorio attingere alle graduatorie del concorso autorizzato dall'articolo 67-ter, commi 5 e 6, del decreto-legge 23 giugno 2012 n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale IV serie speciale «Concorsi ed Esami» n. 71 dell'11 settembre 2012, garantendo in ogni caso il rispetto del profilo professionale da assumere e dell'ordine di collocazione dei candidati nelle medesime graduatorie.
6-sexies. 3. Colletti, Vacca, Del Grosso.

ART. 6-novies.
(Detassazione contributi).

  Al comma 1 dopo le parole: n. 135, aggiungere le seguenti: così come gli indennizzi assicurativi riferiti ai danni subìti dal terremoto,
6-novies. 5. Ferraresi, Dell'Orco.

ART. 6-decies.
(Modifiche alla disciplina dell'albo delle camere di commercio italo-estere o estere in Italia).

  Sopprimerlo.
*6-decies. 1. Zan, Zaratti, Pellegrino.

  Sopprimerlo.
*6-decies. 2. Colletti, Vacca, Del Grosso.

  Sopprimerlo.
*6-decies. 4. Matteo Bragantini.

ART. 7.
(Utilizzo delle risorse programmate con delibera CIPE 135 del 21 dicembre del 2012 relative alle «spese obbligatorie»).

  Al comma 3-bis, aggiungere, in fine, il seguente periodo: L'elenco delle strutture locate con l'utilizzo in tutto o in parte delle risorse di cui al presente articolo, riportante l'indicazione dell'ente locatario, l'indicazione del locatore, sia esso persona fisica o giuridica, il canone annuo della locazione, nonché la durata della stessa è pubblicata sul sito dell'Ufficio territoriale del Governo dell'Aquila.
7. 3. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

  Al comma 6-ter, primo periodo, dopo le parole: comune dell'Aquila aggiungere le seguenti: è autorizzato all'assunzione di personale a tempo determinato, anche con profilo dirigenziale, attingendo, fino ad esaurimento, dalle graduatorie del concorso autorizzato dall'articolo 67-ter, commi 5 e 6, del decreto-legge 23 giugno 2012 n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge legge 7 agosto 2012, n. 134, e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale IV serie speciale «Concorsi ed Esami» n. 71 dell'11 settembre 2012. Esaurite le graduatorie, il comune dell'Aquila.
7. 7. Colletti, Vacca, Del Grosso.

  Al comma 6-ter, quarto periodo, dopo le parole: dell'Ufficio speciale aggiungere le seguenti: sono autorizzati all'assunzione di personale a tempo determinato, attingendo, fino ad esaurimento, dalle graduatorie del concorso autorizzato dall'articolo 67-ter, commi 5 e 6, del decreto-legge 23 giugno 2012 n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale IV serie speciale «Concorsi ed Esami» n. 71 dell'11 settembre 2012. Esaurite le graduatorie i suddetti comuni.
7. 8. Colletti, Vacca, Del Grosso.

ART. 7-bis.
(Rifinanziamento della ricostruzione privata nei comuni interessati dal sisma in Abruzzo).

  Sostituire il comma 3 con il seguente:
  3. All'articolo 6, comma 17, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, le parole: «al 10» sono sostituite dalle seguenti: «al 30» e le parole: «al 7» sono sostituite dalle seguenti: «al 30».

  Conseguentemente, al comma 4, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Qualora le entrate relative al comma 3 siano superiori rispetto all'incremento di dotazione del Fondo di cui al primo periodo, tale Fondo è aumentato della somma corrispondente alle suddette entrate. Tali maggiori entrate sono esclusivamente destinate a quanto previsto dal presente articolo.
7-bis. 71. Colletti, Vacca, Del Grosso.

  Sostituire il comma 3 con il seguente:
  3. All'articolo 19, comma 1, del decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 625, le parole: «pari al 7» sono sostituite dalle seguenti: «e al 28», le parole «e al 7» sono sostituite dalle seguenti: «e al 28», le parole «e al 4» sono sostituite dalle seguenti: «e al 16».

  Conseguentemente, al comma 4, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Qualora le entrate relative al comma 3 siano superiori rispetto all'incremento di dotazione del Fondo di cui al primo periodo, tale Fondo è aumentato della somma corrispondente alle suddette entrate. Tali maggiori entrate sono esclusivamente destinate a quanto previsto dal presente articolo.
7-bis. 72. Colletti, Vacca, Del Grosso.

  Al comma 3, sostituire le parole: euro 16,00 con le seguenti: euro 15,00.
7-bis. 2. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

  Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:
  5-bis. Ai fini del finanziamento previsto dal presente articolo è autorizzata la copertura di ulteriori 60 milioni di euro per l'anno 2013, di 100 milioni di euro per l'anno 2014, di 680 milioni di euro per l'anno 2015 e 150 milioni per ciascuno degli anni dal 2016 al 2029, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 208, della legge 24 dicembre 2012, n. 228.
7-bis. 54. Colletti, Vacca, Del Grosso.

  Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:
  5-bis. Ai fini del finanziamento previsto dal presente articolo è autorizzata la copertura di ulteriori 50 milioni di euro per l'anno 2013, 190 milioni di euro per l'anno 2014, 274 milioni di euro per l'anno 2015 e 259 milioni di euro per l'anno 2016, mediante corrispondente utilizzo delle risorse assegnate dal CIPE in favore del secondo lotto del Terzo Valico dei Giovi a valere sul Fondo di cui all'articolo 32, comma 1, del decreto legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111.
7-bis. 55. Colletti, Vacca, Del Grosso.

  Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:
  5-bis. Qualora le maggiori entrate previste dal comma 3 siano inferiori agli oneri derivanti dal presente articolo si provvede ad una pari diminuzione dei fondi stanziati dal Ministero dell'economia e delle finanze alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
7-bis. 4. Colletti, Vacca, Del Grosso.

ART. 7-ter.
(Disposizioni urgenti per l'infrastruttura ferroviaria nazionale).

  Al comma 1, dopo le parole: utilizzate aggiungere la seguente: esclusivamente.
7-ter. 3. Catalano, Nicola Bianchi, De Lorenzis, Dell'Orco, Cristian Iannuzzi, Liuzzi, Paolo Nicolò Romano.

  Sopprimere i commi 2 e 3.
7-ter. 4. Zan, Pellegrino, Zaratti.

  Al comma 2, sostituire le parole da: delibera CIPE fino alla fine del comma con le seguenti: decreto del Presidente del consiglio dei ministri, con priorità per le regioni ove si ravvisa la necessità di adeguare la rete e i collegamenti all'infrastruttura nazionale, al fine di garantire un'armonizzazione nell'erogazione del servizio su tutto il territorio nazionale. Lo stanziamento di cui al presente comma non può essere destinato per la prosecuzione dei lavori relativi al Terzo Valico dei Giovi.
7-ter. 5. Catalano, Nicola Bianchi, De Lorenzis, Dell'Orco, Cristian Iannuzzi, Liuzzi, Paolo Nicolò Romano.

ART. 7-quater.
(Disposizioni relative al progetto di cui alla delibera CIPE n. 57/2011).

  Sopprimerlo.
*7-quater. 1. Zaratti, Pellegrino, Zan.

  Sopprimerlo.
*7-quater. 50. Catalano.

ART. 8-bis.
(Deroga alla disciplina dell'utilizzazione di terre e rocce da scavo).

  Sopprimerlo.
8-bis. 2. Zan, Zaratti, Pellegrino, Pesco.

  Al comma 2, dopo le parole: i seimila metri cubi di materiale aggiungere le seguenti: e dai cantieri relativi ad opere non soggette ad autorizzazione integrata ambientale o a valutazione integrata ambientale.
8-bis. 5. Grimoldi.

  Dopo l'articolo 8-bis, aggiungere il seguente:
  8-ter. Ai fini della copertura del presente provvedimento si attua una corrispondente riduzione della dotazione finanziaria assegnata al Fondo per lo sviluppo e la coesione di cui all'articolo 1, comma 213, della legge 24 dicembre 2012, n. 228.
8-bis. 050. Colletti, Vacca, Del Grosso.

A.C. 1197 – Proposte emendative

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO UNICO DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE

  Sopprimere i commi da 2 a 15.

  Conseguentemente, al titolo sopprimere le parole: Trasferimento di funzioni in materia di turismo e disposizioni sulla composizione del CIPE.
*Dis. 1. 1. Zan, Zaratti, Pellegrino.

  Sopprimere i commi da 2 a 15.

  Conseguentemente, al titolo sopprimere le parole: Trasferimento di funzioni in materia di turismo e disposizioni sulla composizione del CIPE.
*Dis. 1. 51. Catalano.

  Sopprimere i commi da 2 a 8.
Dis. 1. 4. Prataviera.

  Al comma 4, sopprimere l'ultimo periodo.
Dis. 1. 50. Gianluca Pini.

  Al comma 5, dopo le parole: Consiglio dei Ministri, aggiungere le seguenti:, da adottarsi entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Dis. 1. 52. Mannino, Busto, Daga, De Rosa, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi.

  Sopprimere i commi da 9 a 14.
Dis. 1. 5. Rondini.