Atto Camera
Risoluzione in Commissione 8-00145
presentata da
CORRADO CALLEGARI
martedì 2 agosto 2011 pubblicata nel bollettino n.520
La XIII Commissione,
premesso che:
il 17 settembre 2010, la Commissione europea ha trasmesso al Consiglio dei ministri europei un progetto di decisione del Consiglio relativo alla conclusione dell'accordo in forma di scambio di lettere tra l'Unione europea e il Regno del Marocco in merito a misure di liberalizzazione reciproche per i prodotti agricoli, i prodotti agricoli trasformati, il pesce e i prodotti della pesca, alla sostituzione dei protocolli n. 1, 2 e 3 e dei relativi allegati, e a modifiche dell'accordo euromediterraneo che istituisce un'associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e il Regno del Marocco, dall'altra (COM(2010) 485 definitivo);
l'accordo in questione, predisposto a seguito dei buoni risultati ottenuti nell'ambito della politica europea di vicinato, dispone sostanziali modifiche in merito a disposizioni tariffarie e concessioni, conformemente ai termini della tabella di marcia «Euromed» del 2005;
l'accordo, se rafforza la posizione degli esportatori europei sul mercato marocchino dei prodotti agricoli, in particolare dei prodotti agricoli trasformati, dove è attesa, nei prossimi dieci anni, una liberalizzazione totale progressiva, con eccezioni delle paste alimentari soggette a limitazione quantitativa, consente anche l'immediata liberalizzazione del 55 per cento delle importazioni provenienti dal Marocco e favorisce, quindi, un aumento delle concessioni nell'intero comparto dell'ortofrutta;
i prodotti marocchini costituiscono l'80 per cento circa delle importazioni nell'Unione europea; quindi, l'ulteriore liberalizzazione prevista prospetta, per il settore agricolo italiano, una situazione allarmante in grado di destabilizzare ulteriormente una già difficile realtà produttiva e di mercato;
in particolare, l'importazione di pomodoro marocchino, in base a quanto stabilito dal «dispositivo per i pomodori» di cui all'articolo 3 dell'allegato 1 del protocollo 1 del nuovo accordo, potrebbe determinare una vera e propria invasione a danno del mercato italiano dal momento che, da recenti stime effettuate, risulta che le importazioni dal Marocco raggiungeranno nel 2014 un livello di poco inferiore alle 300 mila tonnellate; già alla fine dello scorso anno, secondo i dati diffusi dalla Fepex, l'associazione degli esportatori spagnoli, i quantitativi di pomodoro importati nell'Unione europea e provenienti dal Marocco hanno sfiorato le 90 mila tonnellate, con un aumento di oltre il 70 per cento sul 2009, con quotazioni inferiori al prezzo di entrata stabilito (0,46 centesimi al chilo);
l'accordo, oltre a prevedere un aumento delle concessioni nel comparto dell'ortofrutta, dispone che le produzioni marocchine accedano al mercato comunitario in periodi diversi rispetto a quelli di commercializzazione europea provocando gravi ripercussioni sui prezzi di mercato;
l'entrata in vigore dell'accordo nei termini stabiliti, potrebbe provocare una situazione di concorrenza sleale non solo con riferimento ai prezzi di entrata di alcuni prodotti le cui presunte irregolarità sono già state denunciate dall'OLAF, ma anche con riferimento alla compatibilità con le vigenti normative europee di qualità sul lavoro e sull'ambiente;
con propria decisione, il Consiglio dell'Unione europea in data 2 dicembre 2010 ha inteso vincolare l'approvazione del progetto di decisione al parere del Parlamento europeo;
la Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, con 24 voti favorevoli, 14 contrari e 2 astensioni, ha chiesto alla Commissione per il commercio internazionale, competente per le questioni legate agli accordi internazionali, di non sostenere l'accordo così formulato tra l'Unione europea ed il Regno del Marocco, sancendo di fatto una bocciatura dei termini dell'accordo in questione;
appare essenziale che il Governo si attivi fin da subito in tutte le fasi dei negoziati commerciali;
impegna il Governo:
ad intervenire nelle competenti sedi comunitarie per concordare la revisione dei termini negoziati con il Marocco al fine di evitare la predisposizione di un accordo che potrebbe sfavorire il comparto agricolo nazionale e, in particolare, le piccole e medie imprese votate alle produzioni di qualità attraverso la valorizzazione dei prodotti del territorio e i piccoli agricoltori locali che danno un importante contributo alla sicurezza alimentare delle loro aree di riferimento;
ad attivarsi affinché negli accordi commerciali internazionali l'Unione europea tenga in particolare conto l'equilibrio fra la liberalizzazione del mercato da un lato e la protezione dei settori economici e dei diritti dei lavoratori e dei consumatori europei dall'altro, considerato che l'Unione europea è il principale importatore mondiale di prodotti agricoli provenienti dai Paesi in via di sviluppo, risultato dell'iniziativa «tutto tranne le armi», del sistema delle preferenze generalizzate e degli accordi di partenariato economico, e che le sue importazioni superano quelle di Stati Uniti, Giappone, Canada, Australia e Nuova Zelanda insieme;
ad attivarsi in sede comunitaria e internazionale affinché venga garantito innanzitutto il principio della reciprocità delle regole commerciali e scongiurato il rischio di trasformare in vantaggio competitivo i minori vincoli (rispetto all'Europa) in termini di standard qualitativi, di protezione ambientale, di condizioni dei lavoratori, di tutela sindacale e di sicurezza alimentare;
ad esporre la propria contrarietà ad un orientamento della Commissione europea che troppo spesso non valorizza adeguatamente il settore agricolo;
a promuovere, in sede di Consiglio dell'agricoltura e pesca dell'Unione europea, la necessità che gli accordi commerciali dell'Unione europea con i Paesi terzi non penalizzino le filiere europee in crisi e in particolare quelle dell'ortofrutta, che hanno visto scendere considerevolmente il proprio reddito a fronte della concessione ai Paesi extra Unione europea di maggiori opportunità di esportazione;
a garantire e a vigilare che non si produca ulteriore instabilità e incertezza sul mercato dei prodotti ortofrutticoli italiani e un ulteriore incremento della volatilità dei prezzi agricoli, evitando uno squilibrio dei periodi di commercializzazione sul mercato comunitario e promuovendo un approccio comunitario volto ad instaurare un equilibrio tra produzioni nazionali ed importazioni che tenga conto, per ciascun settore agricolo, dell'evoluzione dei trattati commerciali multilaterali e bilaterali, anche effettuando, prima dell'avvio dei negoziati, valutazioni di impatto al fine di considerare le specificità di ciascun prodotto in relazione alla segmentazione del mercato;
ad assumere iniziative per la risoluzione delle problematiche inerenti alle indicazioni geografiche e a scongiurare il rischio di rinviarle a negoziati futuri, da aprirsi in seguito all'entrata in vigore di eventuali accordi;
ad attivarsi affinché le decisioni riguardanti ulteriori aperture del mercato dell'Unione europea alle importazioni di prodotti agricoli siano adottate previa verifica delle disponibilità di risorse atte a compensare gli agricoltori europei delle eventuali perdite subite;
a coinvolgere maggiormente e attivamente il Parlamento per ricevere quel contributo di collaborazione necessario per gestire efficacemente tematiche dai contenuti vitali per il settore agricolo nazionale.
(8-00145) «Callegari, Oliverio, Dima, Paolo Russo, Beccalossi, Di Giuseppe, Agostini, Biava, Bitonci, Brandolini, Marco Carra, Cenni, Cuomo, Dal Moro, Di Caterina, Faenzi, Fiorio, Fogliato, Gottardo, Marrocu, Nastri, Negro, Mario Pepe (PD), Rainieri, Sani, Servodio, Taddei, Trappolino».