La XIII Commissione,
premesso che:
la filiera tabacchicola italiana vive un momento di grave e profonda crisi economica e sociale, derivante sia dagli effetti della riforma della normativa comunitaria, che ha determinato un contenimento delle produzioni e delle risorse ad esse assegnate, sia dalla volatilità dei prezzi del mercato di riferimento, che rende molto incerta la collocazione del prodotto ad un prezzo remunerativo. Infatti, lo scorso anno la produzione italiana è scesa da oltre 100.000 tonnellate a circa 85.000, cifra che è destinata a diminuire ulteriormente;
il settore del tabacco rappresenta per il nostro Paese una realtà agricola e industriale importante con un grande effetto trainante per l'economia: l'Italia detiene il primato di produzione di tabacco in Europa ed è tuttora tra i primi 10 esportatori mondiali;
il settore del tabacco ha un notevole effetto trainante per l'economia di molte aree del Paese poiché coinvolge un numero particolarmente elevato di addetti e poiché la quantità di lavoro generata dalla coltura del tabacco è di gran lunga superiore rispetto a qualsiasi altra produzione agricola e fa inoltre registrare una media di oltre il 50 per cento di occupazione femminile;
in Italia il tabacco viene coltivato principalmente in Campania, Umbria, Veneto e Toscana con l'impiego di circa 27.000 ettari di terreno destinato alla sua coltivazione e di ben oltre 60.000 lavoratori; in alcune di queste aree si registra un elevato tasso di disoccupazione, per cui la scomparsa della produzione determinerebbe notevoli problemi sociali;
dopo la cessazione degli aiuti diretti alla produzione agricola del tabacco in Europa, dal 2010 il tabacco italiano ha perso parte della competitività;
dal 2010 il 50 per cento della dotazione finanziaria per il sostegno al settore è stato trasferito all'interno del pagamento unico, mentre il rimanente 50 per cento è stato trasferito come sostegno supplementare ai fondi del programma di sviluppo rurale (PSR) nelle regioni dove storicamente si produceva tabacco;
la dotazione inserita come fondo supplementare per i programmi di sviluppo rurale deve essere utilizzata, ai sensi della regolamentazione comunitaria del comparto, per la ristrutturazione e la riconversione delle aree tabacchicole. Tale previsione deriva dalla consapevolezza del legislatore comunitario che la coltivazione del tabacco non ha alternative economicamente valide;
il processo di ristrutturazione del settore, iniziato ormai da alcuni anni, se non adeguatamente governato mediante politiche nazionali e regionali mirate, rischia di mettere in discussione la stessa sopravvivenza del comparto, con pesanti ripercussioni lungo tutta la filiera e sull'occupazione e sulle fonti di reddito di realtà agricole complesse e delicate;
con la recente firma degli accordi con la British American Tobacco (BAT), la Manifattura Sigari e Japan Tobacco, dopo Philip Morris che ha sottoscritto nei mesi scorsi, tutte le maggiori manifatture hanno sottoscritto impegni per acquistare tabacco italiano;
le quantità oggetto di accordo non esauriscono tuttavia tutta la produzione di tabacco italiano, ma ne coprono circa il 50 per cento: su un totale di circa 74 mila tonnellate (produzione già in calo del 24 per cento rispetto al 2010), gli accordi prevedono l'acquisto di 37 mila tonnellate. Complessivamente, quindi, gli impegni sono inferiori al 40 per cento del tabacco venduto in Italia sotto forma di sigarette (che ammonta a 100 mila tonnellate all'anno);

a convocare, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, le manifatture minori presenti nel nostro Paese per la sottoscrizione di accordi pluriennali per l'acquisto del tabacco prodotto in Italia, al pari di quanto già fatto con le principali manifatture internazionali;
ad istituire, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, un tavolo di confronto con tutti i soggetti della filiera, che comprenda anche le manifatture minori, al fine di seguire l'attuazione degli impegni sottoscritti;
ad attivarsi per l'istituzione di un tavolo di confronto interministeriale, che comprenda i Ministeri delle politiche agricole alimentari e forestali, della salute e dell'economia e delle finanze, per seguire, in sede di Unione europea, l'iter delle normative riguardanti i prodotti da tabacco, con particolare riferimento alle questioni relative agli ingredienti e alle modalità di presentazione (cosiddetto «pacchetto anonimo»);
considerato l'impatto occupazionale e l'alta percentuale di lavoro femminile nella filiera tabacchicola, ad attivarsi per individuare misure di sostegno all'occupazione;
ad attivarsi altresì in sede europea affinché, nell'ambito della definizione della nuova politica agricola comune (PAC), e in particolare delle misure per lo sviluppo rurale, possano essere previsti contributi, anche maggiori agli attuali, al fine di perseguire, con efficacia, la tutela dei beni sociali (persone, ambiente e animali), con particolare riferimento alle colture che necessitano di un notevole impiego di manodopera, specialmente femminile.
(8-00144) «Trappolino, Delfino, Paolo Russo, Zucchi, Beccalossi, Callegari, Di Giuseppe, Oliverio, Agostini, Biava, Brandolini, Marco Carra, Cenni, Cuomo, Di Caterina, Dima, Faenzi, Fiorio, Gottardo, Laffranco, Nastri, Negro, Mario Pepe (PD), Rainieri, Sani, Servodio, Taddei, Verini».