ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00085

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: del 29/07/2010
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/00380
Firmatari
Primo firmatario: PIANETTA ENRICO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 29/07/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TEMPESTINI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 29/07/2010


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
29/07/2010
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 29/07/2010

APPROVATO IL 29/07/2010

CONCLUSO IL 29/07/2010

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 8-00085
presentata da
ENRICO PIANETTA
giovedì 29 luglio 2010 pubblicata nel bollettino n.361

La III Commissione,
premesso che:
a soli cinque anni dalla scadenza del 2015, fissata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite per il raggiungimento degli otto obiettivi di sviluppo del Millennio, il segretario generale Ban Ki-Moon ha invitato i leader mondiali a riunirsi in un summit a New York dal 20 al 22 settembre 2010 nel fermo intento di indurre i governi nazionali ad un'accelerazione nella strategia globale di lotta contro la povertà;
il Comitato permanente sugli obiettivi di sviluppo del millennio, istituito in questa legislatura presso la Commissione affari esteri e comunitari della Camera dei deputati, ha fin dal 2008 operato per svolgere un'azione di monitoraggio sull'operato della comunità internazionale e del Governo italiano, soprattutto in coincidenza con l'anno di presidenza italiana del G8, nonché un'incisiva azione di sensibilizzazione della politica e dell'opinione pubblica italiana sui temi della lotta contro la povertà e per lo sviluppo;
tale impegno è stato rafforzato dalla deliberazione sullo svolgimento di un'indagine conoscitiva sugli obiettivi di sviluppo del millennio, che ha già prodotto nel 2009 un documento intermedio recante gli esiti del lavoro istruttorio ed un pacchetto di proposte operative finalizzate alla futura azione dell'Italia sui temi degli otto obiettivi;
l'interesse della comunità internazionale nei confronti di questo specifico impegno italiano, unico nel contesto europeo e dei Paesi che aderiscono all'OCSE, ha contribuito a dare visibilità ad iniziative analoghe assunte da altri sei Parlamenti nazionali - di India, Indonesia, Kenya, Mozambico, Nigeria e Sudafrica - per conferire efficacia al contributo parlamentare alla realizzazione degli obiettivi. La stessa Unione interparlamentare ha avviato uno studio sul caso italiano nell'intento di formulare delle linee guida destinate alle assemblee parlamentari dei cinque continenti e che saranno divulgate in occasione del summit di settembre;
la grave crisi economico-finanziaria, che ha investito anche l'Europa, ha indubbiamente gravato sullo scenario complessivo, inducendo tutti i maggiori Paesi donatori a drastiche misure di contenimento della spesa pubblica e di riduzione degli impegni, anche sul versante della cooperazione allo sviluppo, come è progressivamente avvenuto in Italia anche in occasione della recente manovra, di cui al decreto-legge n. 78 del 2010, con tagli pari a 21 milioni di euro nel settore delle politiche di aiuto che sono venuti ad incidere su un già basso livello di stanziamenti;
pur in presenza di questo drastico cambiamento di contesto, intervenuto a metà del percorso per il raggiungimento degli obiettivi, non si può accettare una residualità politica dell'Aiuto pubblico allo sviluppo. Una moderna cultura di governo contiene in sé l'idea guida che le politiche di Aiuto pubblico allo sviluppo sono parte integrante e decisiva della proiezione internazionale del Paese. Il lavoro d'indagine ha permesso di delineare un quadro di luci ed ombre, anche in considerazione delle politiche attuate dai nuovi soggetti donatori, in particolare dalla Cina, suggerendo nuovi spunti di riflessione e dando centralità ad alcuni aspetti ai fini di una realistica programmazione degli interventi. Tali aspetti concernono il tema dell'efficacia degli aiuti, la loro prevedibilità, il coordinamento e la trasparenza quali elementi fondanti del patto di mutual accountability tra Paesi donatori, ad economia emergente e Paesi destinatari;
nella consapevolezza condivisa che lo scenario di crisi ha aggravato il compito dei Paesi donatori e ha proporzionalmente accresciuto l'importanza della ownership da parte dei Paesi destinatari, nel corso
degli approfondimenti istruttori sono state evidenziate le conseguenze negative del ricorso ad una «politica di annunci» non coerentemente accompagnata da una «politica di puntuali adempimenti», anche in riferimento ad isolate e controproducenti campagne di protesta assunte da personalità dello spettacolo note a livello internazionale e socialmente impegnate ma prive di responsabilità di tipo politico-istituzionale;
la negatività di tutto ciò sta nel fatto che poi tali politiche di annuncio contrastano con la realtà di un protezionismo soprattutto in materia agricola;
rispetto alle performance dei singoli Paesi membri appare sempre più determinante il ruolo dell'Unione europea quale maggior contributore alle politiche internazionali per lo sviluppo, anche per mezzo del Fondo europeo di sviluppo (FES) e alla luce del piano d'azione in dodici punti a sostegno degli obiettivi di sviluppo del millennio, elaborato dalla Commissione europea (il cosiddetto spring plan). Proprio questa sua centralità deve spingere l'Europa a razionalizzare i suoi percorsi decisionali rendendo più coerenti tra loro le competenze;
in merito alla situazione italiana vi è consapevolezza condivisa in ordine alla distanza che separa il nostro Paese dal rispetto dei traguardi quantitativi e alla necessità di compiere maggiori sforzi per avvicinarvisi, nonché in ordine alla necessità di aggiornare gli strumenti operativi di attuazione degli interventi di cooperazione allo sviluppo alle nuove esigenze della comunità internazionale, alla luce della Dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti allo sviluppo del 2005 e del Programma d'azione di Accra del 2008, procedendo nel percorso, già avviato con l'approvazione in sede legislativa alla Camera della proposta di legge C. 3400 Pianetta e Tempestini, di riforma della legge n. 49 del 1987 limitatamente ad alcuni aspetti connessi alla gestione dei fondi dell'Amministrazione degli affari esteri per la cooperazione allo sviluppo. Vi è la consapevolezza a questo proposito che occorrerebbe andare ben oltre in termini di riferimenti della cooperazione per renderla strumento valido di una strategia Paese utilizzando per questo gli anni restanti della legislatura;
occorre tener conto del ruolo prioritario dato alla leadership efficace dei Governi nazionali nelle politiche di sviluppo, quale fattore-chiave per la realizzazione degli obiettivi del millennio, secondo quanto è indicato nel rapporto del segretario generale delle Nazioni Unite «Keeping the promise» adottato il 12 febbraio 2010, ai sensi della risoluzione dell'Assemblea generale e n. 64/184,
impegna il Governo:
a mantenere, in generale, le sedi multilaterali al centro della gestione delle problematiche dello sviluppo, operando anche in seno all'Unione europea per accrescere l'efficienza e l'impegno delle Nazioni Unite;
al fine di incrementare il grado di mutual accountability tra Paesi donatori, ad economia emergente e Paesi destinatari, anche in vista del summit di settembre 2010, a delineare un quadro esaustivo degli adempimenti da parte dell'Italia rispetto agli impegni assunti nelle sedi internazionali rispetto alle tematiche connesse agli obiettivi del millennio;
a formulare proposte concrete, da sottoporre alla comunità internazionale, in tema di efficacia, trasparenza e prevedibilità degli aiuti, anche al fine di ridurne la frammentazione;
anche alla luce del Piano d'azione della Commissione europea, ad elaborare iniziative in tema di strumenti finanziari innovativi, tenendo nella giusta considerazione la riflessione svolta in occasione dell'esame di proposte per la tassazione delle transazioni finanziarie internazionali;
nel confronto con la comunità internazionale a valorizzare la significativa prestazione italiana nella contribuzione finanziaria alle banche e ai fondi di sviluppo a carattere multilaterale, in qualità
di Paese membro del consesso G7/G8, nonché fondatore dell'Unione europea, dell'area dell'euro e della maggior parte delle banche di sviluppo, compiendo uno sforzo anche per assicurare la puntualità dei pagamenti che l'Italia comunque assicura alle istituzioni finanziarie internazionali, e promuovendo una gestione che, all'interno di un disegno unitario, dia la massima efficacia alla presenza di funzionari italiani ai più alti livelli di management di tali istituzioni;
in tal senso, a provvedere ad informare il Parlamento in modo tempestivo sullo stato della partecipazione finanziaria italiana alle istituzioni finanziarie internazionali, senza gli scarti temporali anche biennali registrati negli ultimi anni, tenuto conto delle importanti ricadute sulle politiche di aiuto che hanno avuto gli importanti e recenti accadimenti di tipo macroeconomico;
nel confronto con gli altri Governi a valorizzare il ruolo propulsivo che i Parlamenti nazionali possono avere nell'accrescere il consenso sulle tematiche del millennio e nel facilitare l'azione a favore dello sviluppo globale, anche in tempi di grave crisi per le economie nazionali;
a procedere alla razionalizzazione complessiva delle iniziative di cooperazione allo sviluppo, individuando nel Ministero degli affari esteri la sede naturale ai fini della decisione politica e del coordinamento, provvedendo ad elaborare linee di riforma utili a innescare sinergie virtuose tra le diverse amministrazioni dello Stato e tra i diversi livelli di governo, centrale e periferico, interessati dagli interventi di cooperazione allo sviluppo;
a condurre, nel confronto con il Parlamento, una riflessione sui criteri che guidano le scelte del nostro Paese in tema di cooperazione allo sviluppo, in linea con le priorità di politica estera del nostro sistema e con un'attenzione rivolta anche alle politiche commerciali.
(8-00085) «Pianetta, Tempestini».
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