ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01076

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 735 del 18/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: MOFFA SILVANO
Gruppo: POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, INTESA POPOLARE)
Data firma: 18/12/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FOTI ANTONINO POPOLO DELLA LIBERTA' 18/12/2012
PELINO PAOLA POPOLO DELLA LIBERTA' 18/12/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-01076
presentata da
SILVANO MOFFA
martedì 18 dicembre 2012, seduta n.735

La XI Commissione,

premesso che:

il fatturato complessivo delle aziende che si occupano di ricerche di mercato, sondaggi di opinione e ricerca sociale è di oltre 600 milioni di euro e rappresenta circa l'80 per cento del volume complessivo di affari dell'intero settore;

il settore delle ricerche di mercato coinvolge, in Italia, circa 160 aziende con un totale di 5.900 addetti e circa 20.000 collaboratori;

il settore si occupa di fornire consulenza a enti pubblici e aziende private offrendo una base informativa necessaria a decisioni strategiche, indispensabili per gli investimenti che si vogliono sviluppare e attrarre in Italia;

l'attività degli istituti si concretizza in circa 18.000 progetti di ricerca/consulenza all'anno;

ciascuno dei suddetti progetti prevede il reperimento di informazioni presso i cittadini/consumatori, le aziende e/o l'osservazione di ciò che accade;

per lo svolgimento delle proprie attività gli istituti si avvalgono di personale addetto alla raccolta di dati/informazioni che opera effettivamente in modo autonomo, secondo la propria disponibilità di tempo;

tale personale-rappresentato da 20.000 collaboratori-viene attivato ad hoc per ciascuna commessa, rappresentando quindi una voce di costo variabile direttamente legata alla presenza di una attività da svolgere;

fino a prima della recente riforma «Fornero» tali collaboratori erano inquadrati con contratti di lavoro a progetto;

le norme dettate dalla legge n. 92 del 2012 in tema di lavoro a progetto impongono soluzioni normative non compatibili con la particolare tipologia di attività connessa con la raccolta dati/informazioni;

tale situazione rischia di porre in seria difficoltà tutte le aziende del settore che, trovandosi gli attuali contratti in scadenza (buona parte al 31 dicembre 2012) non è in grado di identificare una nuova forma contrattuale di inquadramento;

le aziende del settore necessitano di uno strumento flessibile e modulabile in relazione alle variabili e imprevedibili esigenze della clientela;

l'applicazione generalizzata del contratto di lavoro subordinato, come disciplinato dalla riforma «Fornero», rischia di generare costi insostenibili per il settore, a fronte di una tipologia contrattuale fin troppo vincolante per il collaboratore, fatto che potrebbe anche causare la chiusura/il trasferimento all'estero di attività che generano ricchezza in Italia;
impegna il Governo
ad assumere le iniziative di competenza per l'introduzione di una specifica eccezione ai contratti di lavoro a progetto - di cui al comma 1 dell'articolo 61 del decreto legislativo n. 276 del 2003 - per cui qualora si debba stipulare un contratto a progetto nel settore delle ricerche di mercato, statistiche e scientifiche non finalizzate alla vendita diretta di beni, il progetto possa prescindere da un determinato risultato finale riconducibile all'attività del singolo operatore, a condizione che venga salvaguardata l'autonomia dello stesso, considerato che intervenire in tal senso risulta di importanza vitale per le aziende del comparto che, in assenza di tale misura, rischiano di essere messe fuori mercato a causa di una eccessiva ed ingiustificata rigidità nella gestione dei collaboratori, cosa che avrebbe, come immediata conseguenza, che i contratti degli attuali 20.000 collaboratori non sarebbero rinnovabili, e che sarebbero a rischio anche i posti di lavoro dei 5.900 addetti del settore.

(7-01076)«Moffa, Antonino Foti, Pelino».