ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00973

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 682 del 10/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: BELLOTTI LUCA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 07/09/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
13/09/2012
Fasi iter:

RITIRATO IL 13/09/2012

CONCLUSO IL 13/09/2012

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00973
presentata da
LUCA BELLOTTI
lunedì 10 settembre 2012, seduta n.682

La XIII Commissione,

premesso che:

le aflatossine sono micotossine prodotte da funghi principalmente appartenenti al genere Aspergillus ed in particolare da A. flavus e A. parasiticus;

queste tossine costituiscono un pericolo reale, essendo l'aflatossina B1 l'epatocancerogeno più potente che si conosca; se gli animali vengono alimentati con mangimi che le contengono, un loro metabolita, l'aflatossina M1, viene trasferito al latte;

il Regolamento CE n. 466/2001 dell'8 marzo 2001 stabilisce, relativamente alle aflatossine, che «non si può fissare una dose giornaliera tollerabile e, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche e tecniche, nonché dei progressi compiuti nelle pratiche di produzione e stoccaggio, non è possibile impedire lo sviluppo delle suddette muffe ed eliminare quindi completamente la presenza di aflatossine nelle derrate alimentari. Peraltro i limiti per le aflatossine vanno fissati al livello più basso possibile»;

lo sviluppo degli Asperglli tossigeni avviene anche sulle derrate immagazzinate e mal conservate (mais, arachidi, frutta secca, spezie e altro), visto che questi funghi sono in grado di sopportare la scarsità d'acqua; tuttavia, condizioni climatiche di gran caldo, umidità relativa elevata e stress idrico ne favoriscono lo sviluppo anche in pieno campo;

è stato dimostrato che le infezioni da Aspergillus spp nel mais ed il relativo accumulo di aflatossine nelle cariossidi, sono legate a prolungate situazioni di stress della pianta causate da carenza idrica ma, specialmente, di umidità relativa e di temperature elevate;

nel 2012 si sono verificate condizioni di aridità, eccessi termici e umidità relativa elevata dell'aria per almeno 80/90 giorni su un ciclo colturale del mais che mediamente può essere di 120/140 giorni;

come conseguenza di tali condizioni atmosferiche, favorevoli allo sviluppo delle infezioni da Aspergillus spp, era attesa, come peraltro confermano i primi dati relativi alla raccolta in corso, la presenza di aflatossine nella granella di mais;

va tenuto conto, in ogni caso, che, al momento, si sta valutando il raccolto delle aree più difficili e che non è ancora stata effettuata l'operazione di pulizia e selezione fisica sul «semilavorato essiccato grezzo», per recuperare quota importanti del prodotto all'utilizzo come feed e food;

qualora i primi dati venissero confermati, emergerebbe una situazione di considerevole preoccupazione poiché la salute umana può subire gravi conseguenze nel caso in cui quantità di aflatossine superiori ai limiti di legge siano assunte dall'uomo direttamente oppure attraverso il consumo di latte prodotto da animali che siano stati alimentati con granella di mais contaminata oltre i limiti di accettabilità che la norma prevede per tale utilizzo. Tale problematica riguarderà anche gli alimenti derivati da quel latte;

è quindi doveroso anche un monitoraggio approfondito durante la fase di raccolta del prodotto, che si esaurirà entro il mese di settembre;

è necessario predisporre una serie di interventi operativi a tutela della salute umana sicuramente e prima di tutto, ma anche misure economiche delle imprese agricole e stoccatrici coinvolte;

una prima misura precauzionale potrebbe consistere nel riservare fin da subito all'alimentazione umana e ai mangimi per vacche da latte le scorte del mais dello scorso anno che sono «pulite» per aflatossine;

va, tuttavia, programmato un insieme organico di misure di prevenzione, per evitare di rincorrere le emergenze, adottando adeguate misure di monitoraggio, informazione ed eventuale formazione degli operatori di filiera;

una possibile via d'uscita, per affrontare eventi non ordinari come le condizioni climatiche nell'annata 2012, può essere individuata ispirandosi anche alla legislazione igienico-sanitaria statunitense;

negli Stati Uniti, la Food and drug administration (FDA, USA) ha indicato dei livelli massimi consigliati («raccomandazioni») di micotossine negli alimenti, con particolare riguardo al mais e agli altri cereali, distinti per le diverse specie e categorie animali, con ampi limiti di sicurezza in rapporto a quelli in grado di determinare nel bestiame eventuali problemi tossicologici. A questi affianca anche un'analisi di rischio che stima, su base probabilistica, la possibilità che il pericolo si trasformi in danno per il consumatore;

anche negli U.S.A. la normativa per il settore latte è molto più restrittiva;

l'Unione europea opera, invece, sulla base del concetto di precauzione, che risulta essere molto più rigido, e considera meno di quanto si fa negli Stati Uniti le conseguenze economiche per gli operatori delle diverse filiere;

nell'ambito del rapporto con le istituzioni dell'Unione europea andranno cercate misure per affrontare le possibili situazioni legate ad eventi naturali eccezionali che comportino conseguenze economiche negative per produttori e stoccatori, incolpevolmente danneggiati;

a prescindere da ogni modifica normativa, in previsione del ripetersi di eventi climatici avversi appare, inoltre, necessario mettere a punto protocolli di produzione e lavorazione che consentano di contenere il rischio aflatossine nel mais, considerando fattori critici quali ad esempio: valutazione dell'eventuale suscettibilità varietale; verifica delle pratiche agronomiche e delle possibilità di contrasto delle infezioni da Aspergillus, effettuazione di controlli pre-raccolta e pre-essicazione per selezionare eventualmente il prodotto in lotti a contaminazione diversificata, progettazione e collaudo di linee di lavorazione con selezionatori optomeccanici di grani alterati, e altro,
impegna il Governo:
a emanare, in considerazione della straordinarietà di una situazione in cui la presenza di aflatossine potrebbe pregiudicare oltre il 50 per cento dei raccolti con ingentissimi danni non solo sul prodotto cerealicolo nazionale, ma anche sull'intera filiera agroalimentare, un provvedimento che, in deroga alle presenti disposizioni disponga una deroga temporanea, in presenza di adeguate misure di tracciabilità e di possibilità di controllo della stessa, che consenta l'innalzamento dei limiti per le aflatossine nel mais destinato all'alimentazione animale, purché esso sia utilizzato nelle produzioni in cui questo non comporti rischi per la salute umana;

a vagliare la possibilità di prevedere un criterio di protezione assoluta, sottoposto al principio di precauzione, per la filiera umana e lattiero-casearia, riservando a questa l'impiego del mais meno contaminato e utilizzando la granella a più elevato contenuto di aflatossine per alimentare solo le specie animali che non trasferiscono metaboliti delle aflatossine ai prodotti dalle stesse derivati;

a ricercare, nell'ambito del rapporto con le istituzioni dell'Unione europea, misure per affrontare le possibili situazioni economiche a rischio di produttori e stoccatori incolpevolmente danneggiati dall'evento naturale eccezionale, anche al fine di evitare tentativi di elusione dei controlli con conseguente rischio di contaminazione delle filiere sensibili.

(7-00973)«Bellotti».