ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00948

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 666 del 16/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: MICCICHE' GIANFRANCO
Gruppo: MISTO-GRANDE SUD-PPA
Data firma: 16/07/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MISITI AURELIO SALVATORE MISTO-GRANDE SUD-PPA 16/07/2012
FALLICA GIUSEPPE MISTO-GRANDE SUD-PPA 16/07/2012
MOFFA SILVANO POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, DEMOCRAZIA CRISTIANA) 18/07/2012
GRIMALDI UGO MARIA GIANFRANCO MISTO-GRANDE SUD-PPA 16/07/2012
IAPICCA MAURIZIO MISTO-GRANDE SUD-PPA 16/07/2012
PITTELLI GIANCARLO MISTO-GRANDE SUD-PPA 16/07/2012
PUGLIESE MARCO MISTO-GRANDE SUD-PPA 16/07/2012
SOGLIA GERARDO MISTO-GRANDE SUD-PPA 16/07/2012
STAGNO D'ALCONTRES FRANCESCO MISTO-GRANDE SUD-PPA 16/07/2012
TERRANOVA GIACOMO MISTO-GRANDE SUD-PPA 16/07/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 31/07/2012
MISITI AURELIO SALVATORE MISTO-GRANDE SUD-PPA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/09/2012
BERRETTA GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
CAZZOLA GIULIANO POPOLO DELLA LIBERTA'
GATTI MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO
BELLANOVA TERESA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 19/09/2012
MARTONE MICHEL ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
Fasi iter:

RITIRO FIRME IL 18/07/2012

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 18/07/2012

ATTO MODIFICATO IL 18/07/2012

DISCUSSIONE IL 31/07/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 31/07/2012

DISCUSSIONE IL 19/09/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 19/09/2012

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00948
presentata da
GIANFRANCO MICCICHE'
lunedì 16 luglio 2012, seduta n.666

La XI Commissione,
premesso che:
esiste una profonda incoerenza tra unità territoriale ed unificazione economica del Paese, in quanto tutti gli indicatori economici hanno confermato che negli ultimi anni il Mezzogiorno è rimasto fermo rispetto al resto del Paese;
la situazione economica meridionale, resa più drammatica dalla crisi del 2007-2008, precede con tutta evidenza quella crisi, mentre la crescita media del prodotto interno lordo al Sud è stata pari a poco più della metà di quella del Centro-nord;
il divario può essere analizzato suddividendo gli ultimi centocinquanta anni in distinti periodi: nei primi trent'anni, cioè dal 1861 al 1891, il prodotto interno lordo pro capite del Sud superava o eguagliava quello del Centro-Nord alla fine dell'Ottocento inizia una chiara divergenza costante di tutte le regioni meridionali dal resto del Paese fino al 1920; dal 1921 al 1940 i divari accelerano e nel periodo bellico le differenze si acuiscono, sempre a svantaggio del Mezzogiorno; la fase che va dal dopoguerra fino allo shock petrolifero, 1973, durante la quale l'intero Paese ha vissuto un momento di crescita, è il principale periodo di convergenza: le regioni del Mezzogiorno si riavvicinano ai livelli medi nazionali; tuttavia, dal 1970 i processi di convergenza appaiono arrestarsi e il divario si riallarga; sebbene nei primi anni del nuovo secolo vi siano deboli segnali positivi, nel 2009 il prodotto interno lordo pro capite del Mezzogiorno è pari al 59 per cento di quello del Centro-Nord e nessuna delle regioni meridionali raggiunge il prodotto interno lordo pro capite medio nazionale;
l'impostazione e l'andamento attuativo del nuovo «quadro strategico nazionale» 2007-2013 si muovono all'interno di una sostanziale continuità con il precedente periodo di programmazione dimostratosi deludente;
nel complesso del periodo 1891-2009 l'aumento del divario è attribuibile a una minore dinamica della produttività con conseguente riduzione del tasso di occupazione. Tra il 1951 e il 2009, il costo del lavoro per unità di prodotto è aumentato costantemente al Sud rispetto a quello del Centro-Nord;
nel Meridione la futura uscita dalla crisi, rispetto al resto del Paese, sconta: la debolezza del settore industriale, la sua minore competitività e quindi anche la maggiore pressione concorrenziale originata dalla globalizzazione dei mercati, che influenza maggiormente i settori di specializzazione dell'economia del Mezzogiorno;
alla luce dei dati e delle considerazioni sopra riportati, si può affermare che per ottenere la crescita al Sud, che porti nel lungo periodo non solo a una riduzione della forbice ma a un'affermazione dell'economia meridionale, occorre una profonda riorganizzazione dei contratti nazionali di lavoro;
è fondamentale mantenere l'eguaglianza giuridica fra lavoratori di tutto il territorio nazionale, ma nel tempo stesso la parte economica del contratto va collegata strettamente al costo della vita nel territorio. In altre parole, la definizione del salario base deve essere affrontata regione per regione e categoria per categoria, onde tener conto delle differenze;
per creare attrattività dei territori meridionali, lo Stato deve assicurare la fiscalità di vantaggio, mentre i sindacati dei lavoratori e delle imprese devono dare il loro concreto contributo, rinunciando per un determinato periodo di tempo a parte dell'utile e del salario, ciò consentirà di attrarre capitali e progetti dal resto del mondo;
l'intervento così delineato darà al Meridione una ritrovata centralità nel Mediterraneo, permettendo l'attuarsi di una politica industriale attiva che sappia interpretare la vocazione del Sud ad uno sviluppo centrato su: risorse naturali, archeologiche e ambientali, fonti energetiche e logistica al servizio della distribuzione della ricchezza che attraversa il Mediterraneo e che va intercettata dal sistema di trasporto intermodale,
impegna il Governo
a promuovere, in tempi rapidi, la convocazione delle associazioni dei datori di lavoro e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori comparativamente più rappresentative, al fine di avviare la revisione del contratto nazionale di lavoro nel senso sopra indicato e nello stesso tempo assicurare alle parti sociali un contributo dello Stato in termini di fiscalità di vantaggio, che potrà realizzarsi al momento della conclusione di un accordo quadro, che preveda il contributo dell'impresa e dei lavoratori, per rendere competitivi e attrattivi i territori meridionali.
(7-00948) «Miccichè, Misiti, Moffa».