ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00940

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 660 del 04/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: PESCANTE MARIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 04/07/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUTTIGLIONE ROCCO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 04/07/2012
GOZI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO 04/07/2012
FORMICHELLA NICOLA POPOLO DELLA LIBERTA' 04/07/2012
PORCINO GAETANO ITALIA DEI VALORI 04/07/2012
RAZZI ANTONIO POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, DEMOCRAZIA CRISTIANA) 04/07/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XIV COMMISSIONE (POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00940
presentata da
MARIO PESCANTE
mercoledì 4 luglio 2012, seduta n.660

La XIV Commissione,

premesso che:

il Parlamento italiano ha costantemente sostenuto la necessità, in coerenza con il regime linguistico previsto dai Trattati, di promuovere il multilinguismo e di tutelare l'uso della lingua italiana in seno alle istituzioni dell'Unione europea;

il multilinguismo nelle istituzioni dell'Unione europea concorre ad assicurare la legittimità democratica e la trasparenza dei lavori e delle decisioni dell'Unione;

con la mozione Pescante e altri, approvata il 19 aprile 2011, la Camera ha impegnato il Governo a definire una strategia organica per la tutela e la promozione della lingua italiana nelle istituzioni dell'Unione europea e a contrastare con intransigenza ogni tentativo di violazione del regime linguistico previsto dai Trattati e di marginalizzazione della lingua italiana;

secondo notizie di stampa il Governo avrebbe deciso, a partire dal 1o luglio 2012, di avvalersi dell'interpretazione dalle altre lingue ufficiali verso l'italiano soltanto nelle riunioni di 56 dei 169 comitati e gruppi di lavoro del Consiglio dell'Unione europea, considerati di maggiore rilevanza, pur mantenendo integralmente la possibilità per i rappresentanti italiani che partecipano alle riunioni di gruppi di lavoro di esprimersi in italiano con interpretazione verso le altre lingue;

la scelta del Governo - che avrebbe natura transitoria - sarebbe stata determinata dall'esigenza di contenere i costi di traduzione, conseguendo un risparmio di circa 1 milione di euro. In base alla disciplina vigente, infatti, il bilancio del Consiglio dell'Unione europea finanzia integralmente le spese di interpretariato per le riunioni a livello ministeriale, mentre per le altre riunioni è prevista una soglia di 2,4 miliardi di euro, esaurita la quale lo Stato che intende avvalersi nell'interpretazione da e verso la propria lingua è tenuto a sostenere la relativa spesa;

secondo fonti informali, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito avrebbero invece deciso di continuare ad avvalersi dell'interpretazione attiva e passiva per tutte le riunioni dei comitati e gruppi di lavoro, assumendo il relativo onere finanziario;

pur essendo comprensibile l'obiettivo di riduzione dei costi, la scelta di ridurre l'uso dell'italiano nelle riunioni sopra richiamate appare suscettibile di pregiudicare la qualità e l'efficacia della partecipazione dell'Italia all'Unione europea e, più in generale, di ridurre ulteriormente l'uso della lingua italiana a livello europeo e globale;

sotto il primo profilo, la mancata disponibilità della traduzione verso l'italiano potrebbe rendere meno efficace la partecipazione dei rappresentanti italiani alle riunioni dei gruppi di lavoro rispetto a quella dei rappresentanti di Stati che continueranno ad avvalersi sistematicamente dell'interpretariato da e verso la propria lingua. Ciò potrebbe pregiudicare la difesa delle posizioni negoziali italiane soprattutto su questioni di forte complessità tecnica e quindi linguistica;

tale rischio assume particolare gravità in vista della Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea nel secondo semestre del 2014, durante la quale funzionari italiani saranno chiamati a presiedere le riunioni dei gruppi di lavoro del Consiglio;

una riduzione dell'interpretariato verso l'italiano potrebbe incidere negativamente, nel medio e lungo periodo, anche sulla qualità della traduzione dall'italiano verso le altre lingue europee e concorrere alla soppressione dell'insegnamento dell'italiano nelle poche facoltà di interpretazione europee che attualmente lo prevedono;

i risparmi ottenuti dalla rinuncia all'interpretariato verso l'italiano potrebbero essere abbondantemente superati dallo svantaggio competitivo e dai costi di traduzione che le pubbliche amministrazioni e il sistema produttivo italiano si troverebbero a sostenere rispetto ai paesi che utilizzano, anche nei lavori dei gruppi di lavoro del Consiglio le proprie lingue ufficiali;

la decisione del Governo risulta, pertanto, ad avviso dei firmatari del presente atto, non coerente con gli indirizzi ribaditi dalla Camera con la richiamata mozione Pescante e altri, approvata il 19 aprile 2011, e indebolirebbe inoltre l'azione di contrasto del Parlamento e del Governo ai tentativi di imporre il trilinguismo inglese, francese e tedesco nelle istituzioni ed organi dell'Unione europea e persino nella disciplina di specifici istituti giuridici, come dimostrato dalla cooperazione rafforzata sul brevetto europeo,
impegna il Governo:
a mantenere, in coerenza con la prassi consolidata, l'interpretazione da e verso l'italiano nelle riunioni di tutti i comitati e gruppi di lavoro del Consiglio dell'Unione europea;

a informare preventivamente le Camere in merito alle decisioni nazionali o dell'Unione europea che incidano sull'utilizzo della lingua italiana nelle istituzioni dell'Unione europea e, più in generale, sul regime linguistico previsto dai Trattati;

ad assicurare il pieno ed effettivo rispetto del regime linguistico previsto dai Trattati in seno alle istituzioni ed organi dell'Unione europea, sostenendo, nei casi in cui le esigenze di riduzione dei costi lo giustifichino, il ricorso alla sola lingua inglese, in quanto lingua veicolare di gran lunga più diffusa a livello europeo e globale;

a promuovere e tutelare il multilinguismo in tutte le sedi decisionali dell'Unione europea, in coerenza con le previsioni dei Trattati e con i principi di democraticità delle istituzioni dell'Unione europea;

a definire, in stretto raccordo con le Camere una strategia organica per la tutela e la promozione della lingua italiana nelle istituzioni dell'Unione europea;

a promuovere l'insegnamento dell'italiano nelle facoltà e scuole di interpretazione nei Paesi dell'Unione europea e negli Stati terzi.

(7-00940)
«Pescante, Buttiglione, Gozi, Formichella, Porcino, Razzi».