Atto Camera
Risoluzione in Commissione 7-00869
presentata da
LUCIO BARANI
mercoledì 23 maggio 2012, seduta n.637
La XII Commissione,
premesso che:
la violenza sulle donne, purtroppo, non è un fenomeno tipico di ambienti degradati e poveri, ma è trasversale a tutte le classi sociali e culturali; per contrastare a tutti i livelli questa terribile piaga sociale, sono necessarie azioni concrete di prevenzione e sostegno alle donne vittime di violenza, le quali troppo spesso sono lasciate sole;
come afferma l'Organizzazione mondiale della sanità, «tutte le donne sono a rischio di subire violenza»; questa, a seconda della sua dislocazione geo-politica, può assumere molteplici manifestazioni:
a) la violenza sessuale, che comprende lo stupro, l'abuso sessuale e lo sfruttamento sessuale;
b) la «violenza domestica», nella quale rientrano tutte le forme di maltrattamento fisico e psicologico, gli abusi sessuali e tutta una serie di atti di coercizione della libertà personale. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, la violenza domestica rappresenta il caso più frequente di mancato rispetto dei fondamentali diritti umani, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Per le donne tra i 15 e i 44 anni il rischio di subire violenze domestiche o stupri è maggiore del rischio di cancro, incidenti o malaria;
c) la violenza sulla salute, che vede le donne quali soggetti più esposti al contagio di malattie mortali, quali l'hiv e l'epatite. Così come, in molte parti del mondo, le donne sono a rischio di morte durante il parto a causa della mancanza di un'adeguata assistenza medico-sanitaria. Le donne sono, inoltre, vittime di pratiche, quali le mutilazioni genitali femminili e la sterilizzazione forzata;
d) la violenza contro le bambine, che si manifesta in molteplici modi, tra cui i matrimoni forzati e la prostituzione minorile;
e) la violenza nel lavoro, che colpisce le donne con numerose discriminazioni nell'accesso al mercato del lavoro e nella disparità di trattamento nelle condizioni di occupazione, violenza che diviene particolarmente discriminatoria quando si somma ad una maggiore vulnerabilità delle donne immigrate o disabili;
il decreto-legge n. 11 del 2009, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 38 del 23 aprile 2009, che ha introdotto nell'ordinamento giuridico, con l'articolo 612-bis del codice penale, il reato di stalking, è una chiara dimostrazione dell'attenzione del Governo pro tempore all'individuazione di strategie di contrasto, di prevenzione della violenza e di reinserimento delle vittime di tale reato;
dall'introduzione di tale nuova fattispecie di reato ad oggi, emergono circa 10.149 casi di stalking; le persone denunciate sono state 10.385, quelle arrestate 1.811. Sono stati emessi dai questori 1.891 provvedimenti di ammonimento, ai sensi dell'articolo 8 del decreto-legge n. 38 del 2009 e da parte dell'autorità giudiziaria sono stati disposti 2.629 divieti di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa;
l'attività del precedente Governo, nel corso di questa legislatura, si è caratterizzata per una serie di costanti interventi in materia di sicurezza. Il cosiddetto «pacchetto sicurezza» comprendeva una serie di provvedimenti che, dal 2008 ad oggi, hanno fatto del rafforzamento della sicurezza urbana e della repressione dei reati di particolare allarme sociale due fondamentali obiettivi da perseguire costantemente;
la crisi economica internazionale segna un aumento generale della disoccupazione e, in particolare, della disoccupazione giovanile e femminile. Le donne sono il soggetto maggiormente vulnerabile nel mercato del lavoro globale, cosa che induce a temere non solo una generale diminuzione del loro reddito, ma anche un potenziale aumento della violenza domestica e sociale come dimostrato da fatti di cronaca recenti;
a fronte di un fenomeno che non sembra voler diminuire e segna, al contrario, un aumento delle richieste di aiuto e di gravità dei casi, occorre osservare che le risorse a sostegno dei centri antiviolenza rischiano di subire i tagli dovuti alla crisi; un adeguato sostegno a favore di chi aiuta le vittime è il primo atto di responsabilità sociale da parte dei governi locali e del Governo nazionale;
sarebbe opportuno altresì costruire un progetto educativo che, lungo tutto il percorso scolastico, preveda una complessiva educazione e formazione al rispetto della dignità di ogni persona umana in ogni situazione economica, sociale, psichica e fisica, ed in ogni momento della sua vita, con particolare riguardo alle situazioni di maggiore debolezza, come la nascita, l'infanzia e l'età avanzata, e grandissima attenzione all'uguaglianza e pari dignità tra i sessi,
impegna il Governo:
a promuovere ulteriormente la rete nazionale antiviolenza, il telefono di pubblica utilità 1522 e il potenziamento del sito www.antiviolenzadonna.it, favorendo la diffusione nella scuola di una cultura fondata sul rispetto della persona;
a dare attuazione al piano d'azione nazionale contro la violenza sessuale, utilizzando le risorse all'uopo stanziate, individuando specifiche iniziative volte a potenziare i servizi e le misure di assistenza delle vittime di violenza, ad aumentare il livello di formazione degli operatori coinvolti anche negli ospedali o nelle altre strutture del servizio sanitario nazionale, a monitorare efficacemente il fenomeno della violenza sulle donne;
a promuovere in Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano iniziative volte ad incentivare la realizzazione di misure a favore delle vittime di violenza e a coinvolgere le stesse, laddove sia necessario, in percorsi di formazione e di inserimento lavorativo.
(7-00869)
«Barani, Bocciardo, Castellani, De Nichilo Rizzoli».