ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00812

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 608 del 21/03/2012
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00168
Firmatari
Primo firmatario: RUSSO PAOLO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 21/03/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PEPE MARIO (PD) PARTITO DEMOCRATICO 21/03/2012
BECCALOSSI VIVIANA POPOLO DELLA LIBERTA' 22/03/2012
DI CATERINA MARCELLO POPOLO DELLA LIBERTA' 22/03/2012
DELFINO TERESIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 22/03/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
27/03/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 27/03/2012
RUSSO PAOLO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 27/03/2012
SERVODIO GIUSEPPINA PARTITO DEMOCRATICO
RUSSO PAOLO POPOLO DELLA LIBERTA'
DELFINO TERESIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
 
PARERE GOVERNO 27/03/2012
BRAGA FRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 22/03/2012

DISCUSSIONE IL 27/03/2012

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 27/03/2012

ACCOLTO IL 27/03/2012

PARERE GOVERNO IL 27/03/2012

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 27/03/2012

CONCLUSO IL 27/03/2012

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00812
presentata da
PAOLO RUSSO
mercoledì 21 marzo 2012, seduta n.608

La XIII Commissione,
premesso che:
sul futuro dell'agricoltura italiana si addensano numerosi elementi di preoccupazione, collegati sia agli scenari economici internazionali e nazionali sia alle prospettive delle specifiche politiche di settore;
nell'ultimo triennio la filiera agroalimentare italiana è stata sottoposta a forti tensioni sul mercato internazionale a causa, da un lato, di un cedimento dei prezzi delle principali materie prime agricole, dall'altro, ad un aumento del costo del greggio, con pesanti ricadute in termini di aumento delle spese per le aziende agricole;
il negoziato sulle prospettive finanziarie dell'Unione europea per il periodo dal 2014 al 2020, si presenta particolarmente delicato per l'Italia, perché il nostro Paese si trova oggi in una situazione di contribuente netto particolarmente importante, laddove c'è uno scarto di oltre 5 miliardi di euro l'anno tra quello che viene versato al bilancio comunitario e quello che dal bilancio comunitario stesso rientra per le varie politiche; in questo ambito si colloca il tema della entità della spesa agricola all'interno del bilancio comunitario e della ripartizione della spesa agricola tra i Paesi membri;
le proposte della Commissione europea relativamente al quadro finanziario dell'Unione europea 2014-2020 prevedono, a fronte di un aumento nominale complessivo pari al 5 per cento delle risorse, un congelamento in valori correnti degli stanziamenti per la politica agricola comune e, dunque, un ridimensionamento in termini reali, con una spesa complessiva annua (primo e secondo pilastro) che passerebbe da 57,4 miliardi di euro nel 2013 a 50,2 miliardi di euro nel 2020;
oggi, l'Italia percepisce in termini di spesa agricola - comprendendo sia il primo sia il secondo pilastro - poco meno del 10 per cento della spesa agricola complessiva; secondo i calcoli illustrati dal Governo, questa percentuale potrebbe scendere leggermente, se venissero accolte integralmente le proposte attualmente presentate dalla Commissione europea, in particolare quelle relative al primo pilastro; mentre è ancora da definire l'aspetto della ripartizione degli stanziamenti relativi allo sviluppo rurale;
in stretta connessione con il nuovo quadro di politica finanziaria europeo è entrato nel vivo il negoziato sulla riforma della politica agricola comune, che desta ulteriori preoccupazioni, al di là di una valutazione esclusivamente contabile e finanziaria, per il modello di politica agricola che si sta delineando, che sembra non mettere al centro l'impresa agricola e la produzione, come l'evoluzione dei mercati internazionali dovrebbe suggerire;
collegato a questo tema è il tema della parametrazione del sostegno da erogare ai produttori, laddove la riforma in discussione un modello che tende a collegare gli aiuti ai produttori esclusivamente alle superfici agricole nazionali ed aziendali. Tale proposta non solo non sembra tenere nella giusta considerazione la necessità di tornare a sostenere la produzione agricola, considerato l'aumento in tal senso del fabbisogno mondiale, ma risulta particolarmente mortificante per la realtà italiana, caratterizzata da un forte valore aggiunto delle produzioni in presenza di superfici agricole molto limitate;
ulteriori preoccupazioni sono segnalate dal mondo agricolo e dallo stesso mondo bancario circa le proposte legislative della Commissione europea sui requisiti patrimoniali delle banche, adottate in applicazione dell'Accordo di Basilea 3; dal quadro normativo in via di definizione, infatti, si prospetta un impatto negativo sul sistema bancario e produttivo europeo, determinando, in particolare, una restrizione del credito a favore delle piccole e medie imprese, tra le quali sono da includere le imprese agricole; le proposte, infatti, non contemplano alcuno specifico coefficiente o parametro di valutazione del ricorso al credito relativo alle pmi;
in particolare, per effetto delle proposte in questione, le banche popolari, di credito cooperativo e le casse rurali, che hanno da sempre un forte legame con il territorio ed investono quote rilevanti di mercato nel comparto primario, non sarebbero più in grado di garantire il sostegno attuale al settore produttivo agricolo, considerati i vincoli prudenziali particolarmente stringenti ai quali saranno assoggettate;
sul piano nazionale, la crisi economica che ha investito il Paese e l'elevato debito di bilancio hanno richiesto politiche che incidono profondamente sul settore agricolo, pesantemente coinvolto dagli aggravi fiscali e solo marginalmente interessato dagli interventi a favore delle attività produttive;
il settore è stretto, quindi, in una morsa, costretto, da un lato, a far fronte all'aumento dei costi di produzione senza poter più contare sul sostegno pubblico e, dall'altro, ad adeguare continuamente il processo produttivo ai nuovi sviluppi tecnologici e al sempre più pressante obbligo di sostenibilità ambientale;
l'agricoltura rappresenta un pilastro fondamentale dell'economia nazionale, non solo per la produzione di cibo e quindi per l'occupazione nel settore e in tutto l'indotto, ma anche per la difesa del territorio e del paesaggio rurale e per l'affermazione all'estero dell'immagine dell'Italia, attraverso le eccellenze agroalimentari frutto della laboriosità e dell'impegno degli agricoltori e dei trasformatori applicati agli straordinari prodotti della terra;
è quindi necessario cogliere i segnali di allarme lanciati dal mondo agricolo circa i rischi che minacciano la stessa sopravvivenza dell'agricoltura italiana, per prendere atto che tali segnali vanno ben oltre gli interessi, pur legittimi, delle categorie interessate,
impegna il Governo
ad attivarsi nelle competenti sedi decisionali dell'Unione Europa, affinché i processi di riforma in corso, in particolare nelle materie in premessa indicate, siano articolati in modo da non determinare ulteriori effetti depressivi per il settore agricolo italiano.
(7-00812) «Paolo Russo, Mario Pepe (PD), Beccalossi, Di Caterina, Delfino».