ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00764

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 579 del 31/01/2012
Firmatari
Primo firmatario: ALESSANDRI ANGELO
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 31/01/2012


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 15/02/2012
ALESSANDRI ANGELO LEGA NORD PADANIA
 
INTERVENTO GOVERNO 15/02/2012
IMPROTA GUIDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 15/02/2012
ALESSANDRI ANGELO LEGA NORD PADANIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 15/02/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 15/02/2012

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00764
presentata da
ANGELO ALESSANDRI
martedì 31 gennaio 2012, seduta n.579

L'VIII Commissione,

premesso che:

gli impianti «a rischio di incidente rilevante» (RIR) devono essere adeguatamente protetti anche dalle catastrofi naturali, tra cui gli eventi sismici e gli altri fenomeni incidentali che possono essere da essi innescati (in particolare i maremoti, per terremoti violenti con epicentro in mare od anche, se questo è in prossimità della costa, in terra); tali impianti includono non solo quelli nucleari, ma anche numerose tipologie di installazioni e componenti chimici, in particolare i cosiddetti serbatoi di gas naturale liquefatto (Liquefied Natural Gas o LNG), che sono di grandi dimensioni (con volumi fino a 150.000 metri cubi ed oltre), costituiti da un serbatoio interno in acciaio criogenico ed un rivestimento esterno in cemento, ed anche i serbatoi di stoccaggio sferici o cilindrici presenti, ad esempio, negli stabilimenti petrolchimici, la cui pericolosità è funzione crescente del loro elevato numero in ciascun stabilimento;

un numero significativo di tali serbatoi ha già riportato gravi danni in vari Paesi, in occasione di eventi sismici;

come storicamente dimostrato, gran parte del territorio italiano è caratterizzata da pericolosità sismica elevata (fino a valori della magnitudo almeno pari a M = 7,0-7,5) o quantomeno significativa; alcune aree italiane, inoltre, sono esposte a consistenti rischi da maremoto, anche in zone di acque basse;

attualmente sono presenti, in Italia, più di un migliaio di stabilimenti industriali RIR soggetti agli obblighi del decreto legislativo n. 334 del 1999 (Seveso II), nei quali, cioè, sono presenti sostanze potenzialmente pericolose in quantità tali da superare determinate soglie; molti di questi sono anche soggetti all'autorizzazione ambientale integrata (AIA);

alcuni di tali impianti sono situati in aree ad elevata pericolosità sismica, come, ad esempio, in Sicilia, in quella di Milazzo od in quella di Priolo-Gargallo (dove è anche prevista la realizzazione di un importante rigassificatore); si ricorda, in particolare, che, nel 1693, la piana di Catania, che include l'area di Priolo-Gragallo, fu colpita da uno dei più devastanti terremoti verificatisi in Italia, probabilmente più violento di quello di Messina e Reggio Calabria del 1908 (M = 7,2), e che (come in seguito nel 1908) tale terremoto generò un maremoto di elevata entità; nei suddetti siti, nel caso in cui in essi fossero presenti impianti RIR non sufficientemente protetti dal terremoto, un evento di magnitudo M intorno a 7,0 (del tutto possibile) innescherebbe gravissimi incidenti, con effetti gravissimi per la popolazione e per l'ambiente, oltre che economici;

come da diversi anni riportato da alcune pubblicazioni scientifiche e, recentemente (dopo il terremoto e maremoto di Tohoku), anche dalla stampa, in Italia, nonostante siano da tempo disponibili mappe riguardanti sia il rischio sismico sia quello da maremoto, per gli impianti chimici, anche RIR (contrariamente a quanto avviene per le costruzioni civili da una parte e per gli impianti nucleari dall'altra), non esiste ancora un assetto normativo organico riguardante la loro progettazione antisismica e le misure da adottare per proteggerli (quando necessario) dal maremoto;

gli impianti chimici RIR, ad oggi, sono progettati assumendo come carico sismico quello definito dalla normativa nazionale, che si basa fondamentalmente sulle caratteristiche degli edifici civili ed utilizza un approccio probabilistico (probabilistic seismic hazard assessment o PSHA);

occorrerebbe rafforzare la nostra metodologia di definizione della pericolosità sismica, affiancando all'uso dell'approccio probabilistico quello dell'approccio deterministico (neo-deterministic seismic hazard assessment o NDSHA), che, diversamente dal primo, si basa sulla fisica dei fenomeni in gioco e che si sta dimostrando sempre più affidabile e capace di adeguarsi rapidamente agli sviluppi derivanti dalla ricerca avanzata;

da qualche anno diverse istituzioni ed enti di ricerca stanno sviluppando metodologie per la definizione e la mitigazione del rischio sismico dei grandi impianti industriali;

sarebbe quindi auspicabile affidare ad un apposito gruppo di lavoro composto dai massimi esperti italiani in materia il compito di tradurre e rivedere la guida tecnica dell'IAEA (International atomic energy agency), in modo tale da elaborare un documento nazionale di riferimento per la progettazione antisismica di nuovi impianti RIR e per l'adeguamento o miglioramento (retrofit) di quelli esistenti in base alla loro complessità e pericolosità, che permetta una significativa mitigazione della vulnerabilità sismica di tali impianti, anche a costi contenuti;

il documento di cui trattasi potrebbe anche contenere indicazioni sulla vulnerabilità sismica delle diverse tipologie di impianti RIR e criteri (sviluppati tenendo conto pure della normativa applicabile agli edifici civili) per la definizione di tecniche di mitigazione del rischio sismico di tali impianti, sia di nuova costruzione sia esistenti, e per la relativa progettazione;

a tal fine risulterebbe molto utile anche l'esperienza già acquisita in Italia grazie agli studi effettuati nell'ambito di significativi progetti di ricerca, riguardanti sia la valutazione della vulnerabilità sismica degli impianti chimici RIR, sia la definizione di tecniche innovative di protezione dei nuovi impianti e di interventi di retrofit su quelli esistenti mediante isolamento sismico, dissipazione d'energia od altri sistemi innovativi, la cui efficacia è potenziata dalla disponibilità della definizione della pericolosità con il metodo NDSHA;

l'isolamento sismico, in particolare, potrebbe comportare elevati vantaggi per gli impianti chimici RIR, non solo perché è in grado di accrescere la loro sicurezza sismica, ma anche perché spesso permette di raggiungere tale risultato eliminando le complicazioni del loro lay-out che, nel caso di fondazioni convenzionali, si rendono necessarie per assicurare loro un'adeguata protezione dal terremoto e perché, in molti casi con tale tecnica sono agevolmente adeguabili sismicamente componenti esistenti;

sullo sviluppo dei suddetti sistemi innovativi e sulla loro applicazione alle diverse tipologie di strutture (civili ed industriali) l'ENEA vanta un'esperienza ultraventennale; in particolare, per quanto attiene all'uso di tali sistemi negli impianti chimici RIR, sono da citare gli studi condotti nell'ambito dei progetti di ricerca ISI (valutazione dell'applicabilità dell'isolamento sismico alla protezione sismica di componenti di Impianti industriali) ed INDEPTH (development of innovative devices for seismic protection of peTrocHemical facilities), che hanno anche evidenziato l'importanza di stime adeguate dello spostamento del suolo, rese possibili dall'applicazione di NDSHA;

il progetto INDEPTH (2002-2005), promosso dall'ENEA e parzialmente finanziato dalla Commissione europea, è stato da essa affidato, oltre che all'ENEA, al CESI di Seriate (Bergamo), che lo ha coordinato, all'industria manifatturiera di isolatori sismici FIP industriale di Selvazzano Dentro (Padova), nonché a partner tedeschi, greci, spagnoli, inglesi e svedesi; in tale progetto sono stati studiati e sviluppati sistemi antisismici per strutture critiche presenti in impianti chimici, prendendo in considerazione, in particolare, serbatoi di stoccaggio e grandi serbatoi criogenici LNG;

i serbatoi di stoccaggio sferici si sono rivelati particolarmente vulnerabili dal punto di vista sismico, a causa della grande massa del fluido in essi disposta ad una notevole altezza dal suolo e della scarsa resistenza ai carichi orizzontali offerta dal sistema dei controventi in essi presente;

per il loro retrofit, è risultato che, quando il valore di progetto dell'accelerazione massima orizzontale del terreno in caso di sisma (Peak Ground Acceleration o PGA) è superiore a 0,25 g, l'inserimento di controventi dissipativi comporta una notevole riduzione del danno causato dal sisma, rispetto ad interventi di rinforzo convenzionali, a parità di costo, assicurando protezione fino a valori di PGA pari a circa 0,6 g; per i suddetti serbatoi, se di nuova costruzione, invece, si è verificato che, per valori di PGA superiori a circa 0,25 g, l'isolamento sismico evita danni a costi inferiori rispetto a quelli richiesti dalla progettazione tradizionale;

per i serbatoi LNG, visti le grandi dimensioni ed i notevoli pesi in gioco, l'isolamento alla base è stata considerata la soluzione di riferimento per la protezione sismica, per valori di PGA maggiori di 0,25 g;

più in generale, l'ENEA dispone di notevoli altre competenze nel settore impiantistico, sviluppate in ambito nucleare, che potrebbero essere molto utilmente impiegate a supporto della progettazione strutturale e realizzazione di nuovi impianti e componenti chimici RIR e di interventi di retrofit su quelli esistenti;

tali interventi, non potendo essere simultanei, potrebbero essere pianificati secondo una priorità oggettivamente definita anche in accordo con le stime di pericolosità dipendenti dal tempo, basate sull'identificazione, sistematicamente ag-giornata, delle aree dove risulta aumentata la probabilità di un forte terremoto,
impegna il Governo:

a valutare l'opportunità di istituire un gruppo di lavoro italiano, integrato, se ritenuto opportuno, da alcuni esperti di fama internazionale, con lo scopo di scrivere la guida tecnica (GT) per la, progettazione antisismica degli stabilimenti RIR, utilizzando, per la definizione della pericolosità sismica, come documento di base l'analoga guida tecnica elaborata dall'IAEA per la realizzazione degli impianti nucleari e tenendo conto, allo stesso fine, dei più recenti sviluppi in campo sismologico;

a verificare, nelle circostanze che potranno scaturire dalla GT, la necessità di costituire un comitato nazionale per la messa in atto di quanto in essa contenuto e stabilire una procedura che preveda che il gestore calcoli, con la metodologia definita dalla GT, il terremoto di riferimento per la progettazione degli impianti chimici RIR nelle aree in cui essi sono ubicati, verifichi, con tale input, l'adeguatezza degli impianti e, se del caso, definisca gli interventi strutturali di protezione o miglioramento/adeguamento sismico, in accordo con i criteri pure definiti nella GT e in tale ambito verificando se si possa far riferimento anche alle competenze disponibili in seno all'ENEA, riguardanti sia la progettazione antisismica sia, più in generale, l'impiantistica.

(7-00764)«Alessandri».