ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00762

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 578 del 30/01/2012
Abbinamenti
Atto 7/00760 abbinato in data 22/02/2012
Atto 7/00761 abbinato in data 22/02/2012
Atto 7/00765 abbinato in data 22/02/2012
Atto 7/00766 abbinato in data 22/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI GIUSEPPE ANITA
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 30/01/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI 30/01/2012
ROTA IVAN ITALIA DEI VALORI 30/01/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
22/02/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 22/02/2012
BRAGA FRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 22/02/2012
CALLEGARI CORRADO LEGA NORD PADANIA
DI GIUSEPPE ANITA ITALIA DEI VALORI
BRANDOLINI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO
RUSSO PAOLO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 22/02/2012
BRAGA FRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 31/01/2012

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 22/02/2012

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 22/02/2012

ACCOLTO IL 22/02/2012

PARERE GOVERNO IL 22/02/2012

DISCUSSIONE IL 22/02/2012

APPROVATO IL 22/02/2012

CONCLUSO IL 22/02/2012

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00762
presentata da
ANITA DI GIUSEPPE
mercoledì 22 febbraio 2012 pubblicata nel bollettino n.610

La XIII Commissione,
premesso che:
negli ultimi anni il settore ittico è stato interessato da profondi cambiamenti, soprattutto a causa della riforma della politica comunitaria della pesca, con il rischio di ricadute negative sulle prospettive di sviluppo delle imprese ittiche italiane, per le loro peculiari caratteristiche;
la filiera ittica è infatti caratterizzata da forti limiti strutturali, come, ad esempio, le ridotte dimensioni aziendali, la frammentazione dell'offerta e l'assenza di forme di organizzazione commerciale e di vendita, aspetti che ostacolano l'avvio di urgenti forme di integrazione, innovazione e sviluppo della filiera;
il settore ittico fronteggia una crisi settoriale di portata emergenziale, con gravi ripercussioni socioeconomiche ed occupazionali, a fronte di un inesorabile peggioramento di tutti gli indici macroeconomici, che nell'ultimo decennio hanno registrato il crollo verticale delle catture (-48,84 per cento), della forza lavoro del personale imbarcato (-38,26 per cento), della flotta da pesca (-28,1 per cento), dei ricavi di impresa (-31 per cento), con una crisi di redditività che ha raggiunto dimensioni straordinarie, come il parallelo deficit della bilancia commerciale ittica nazionale;
in termini generali, la normativa europea, condiziona e restringe i margini di intervento della normativa nazionale. In tale contesto, oggettivamente complesso, si corre il rischio di riformare la legislazione nazionale in senso prevalentemente repressivo, depotenziando invece gli strumenti programmatori che, a partire dalla legge n. 41 del 1982, hanno costituito l'autentico volano per lo sviluppo del settore della pesca;
in un delicato e cruciale momento di profondo mutamento e trasformazione degli scenari europei, il settore ittico ha subito anche una drastica e inesorabile riduzione degli stanziamenti nazionali, passati da una dotazione annuale di circa 26 milioni di euro nel 2000 a circa 6 milioni di euro per il 2011, con una contrazione pari al 77 per cento. È in difficoltà anche per il taglio del 36 per cento dei fondi per l'attuazione del piano nazionale per la pesca marittima decisi con il decreto-legge n. 78 del 2010 per la stabilizzazione dei conti e recepiti dal disegno di legge di stabilità;
la legge finanziaria n. 203 del 2008 con le disposizioni di cui all'articolo 2, comma 2, ha disposto sgravi fiscali e contributivi nel settore della pesca estendendo, a decorrere dal 2009, e nel limite dell'80 per cento, i benefici di cui agli articoli 4 (sgravi fiscali) e 6 (sgravi contributivi) del decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito con modificazioni con legge 27 febbraio 1998, n. 30, alle imprese che esercitano la pesca costiera e nelle acque interne e lagunari;
in seguito, la legge di stabilità n. 138 del 2011, all'articolo 4, comma 55, è intervenuta in materia, stabilendo che «i benefici di cui all'articolo 6 del decreto-legge n. 457 del 1997, convertito con legge n. 30 del 1998, sono corrisposti nel limite del 60 per cento per il 2012 e del 70 per cento a decorrere dal 2013»;
ulteriori disposizioni riguardano l'introduzione dell'IVA per il gasolio dei pescherecci. Con l'entrata in vigore della legge n. 217 del 2011 «legge comunitaria 2010», è scattato anche per la pesca costiera il regime Iva del 10 per cento applicato al carburante. La legge citata, prevede infatti all'articolo 8, che tutta la pesca costiera debba aggiungere l'IVA al prezzo industriale del carburante (IVA poi ovviamente recuperabile su quella riscossa dalla vendita del prodotto ittico);
l'applicazione dell'IVA sul carburante discende da una norma che toglie, per le imbarcazioni adibite alla pesca costiera, le provviste di bordo (compreso appunto il carburante) dalla non imponibilità di questa imposta (restano invece non imponibili le cessioni di navi adibite alla navigazione in alto mare e destinate all'esercizio della pesca o di attività commerciali, e le cessioni di navi adibite alla pesca costiera o a operazioni di salvataggio, di assistenza in mare e di demolizione, escluse le unità da diporto);
tale questione assume grande rilevanza per l'intero settore della pesca costiera, anche in considerazione del fatto, che il prezzo industriale di tale carburante ha subito, negli ultimi due anni, un incremento di circa il 30 per cento, con un incremento medio dei costi per imbarcazione pari, mediamente, a circa novemila euro l'anno;
il Governo il 25 gennaio 2012, in risposta ad una interrogazione in Commissione finanze, ha fornito chiarimenti in merito alle modifiche apportate dalla legge comunitaria 2010, specificando che tali modifiche non incidono sul regime delle forniture di carburante e lubrificante delle navi adibite alla pesca costiera, che continuano ad essere non imponibili ai fini dell'IVA;
rimane non risolto, comunque il problema del costo del carburante che continua a incidere sui costi di gestione delle imprese di pesca riducendo notevolmente i ricavi;
diventa pertanto ancora più importante un impegno straordinario per riposizionare e rilanciare il settore, che riveste un ruolo vitale per la tenuta delle economie costiere, mettendo in campo interventi idonei a fronteggiare la crisi e a governare il processo di adeguamento ai nuovi scenari,
impegna il Governo:
ai fini di un rilancio del settore in termini di competitività e sviluppo, ad adottare gli opportuni interventi nel settore ittico, tenendo conto delle seguenti priorità:
a) la tracciabilità del pesce d'importazione al fine di valorizzare il pescato dei mari italiani rispetto a quello importato;
b) il ripristino dell'80 per cento dell'aliquota di sgravio contributivo a favore dell'occupazione della gente di mare;
c) l'utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali necessari per governare la crisi che sta interessando le imprese del settore della pesca particolarmente esposte alla congiuntura sfavorevole; a valutare altresì, nel rispetto della normativa comunitaria, la possibilità di recuperare i fondi già stanziati per l'emergenza «caro gasolio».
(7-00762) «Di Giuseppe, Messina, Rota».