ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00712

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 536 del 17/10/2011
Abbinamenti
Atto 7/00690 abbinato in data 19/10/2011
Firmatari
Primo firmatario: TOTO DANIELE
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 17/10/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 17/10/2011


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 19/10/2011
SAGLIA STEFANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/10/2011
VALDUCCI MARIO POPOLO DELLA LIBERTA'
BOFFA COSTANTINO PARTITO DEMOCRATICO
GAROFALO VINCENZO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/10/2011

DISCUSSIONE IL 19/10/2011

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 19/10/2011

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00712
presentata da
DANIELE TOTO
lunedì 17 ottobre 2011, seduta n.536

La IX Commissione,

premesso che:

l'azienda IRISBUS, di proprietà del gruppo FIAT IVECO, ha aperto la procedura di mobilità per i lavoratori del sito di Flumeri (AV), il 30 settembre 2011 dopo il ritiro dalle trattative di vendita dell'unico candidato a rilevare lo stabilimento;

la decisione del gruppo di chiudere lo stabilimento irpino, unico sito italiano di produzione di bus è motivato dall'azienda quale effetto della grave crisi del comparto di produzione di autobus urbani, che ha determinato un drastico calo dei volumi produttivi;

la cessazione dell'attuale produttività specifica costituirà una perdita significativa per il settore industriale italiano e per tutto il territorio irpino, il cui indotto è legato quasi interamente alla produzione dello stabilimento di Flumeri. Oltre al grave risvolto socio-economico, essa comporterà altresì la perdita delle eccellenze acquisite anche in termini di attrezzature, dal momento che lo stabilimento è attrezzato di un impianto di cataforesi altamente sofisticato e unico in Italia;

la chiusura determinerà dunque la quasi totale cancellazione della rappresentanza italiana nella produzione di veicoli per il trasporto pubblico su gomma. In tal modo il nostro Paese si troverà a dipendere interamente dall'estero per una produzione sulla quale può a ben diritto vantare un ottimo livello;

anche per questa ragione, è logico ipotizzare un interesse per lo stabilimento da parte di altri operatori del settore, europei o internazionali, di cui ci si deve augurare che l'attuale proprietà vagli le eventuali offerte sulla base della loro concretezza e serietà;

va inoltre ricordato che le scelte aziendali nei confronti dello stabilimento della Valle Ufita hanno determinato, nel corso degli anni, un graduale restringimento dell'offerta, che all'apice della produzione vantava una gamma diversificata di autobus - interurbani a medio e lungo raggio, urbani, turistici e autotelai da carrozzarsi - oggi ridotta ad una sola tipologia;

non si può fare a meno di ricordare che il gruppo Fiat è stato beneficiario, lungo tutto il corso della sua storia aziendale, di aiuti statali di diversa natura, il cui ammontare, secondo fonti di stampa, si attesta intorno ai 200 mila miliardi di lire. A fronte di tale sostegno, sarebbe auspicabile che l'azienda stessa, nelle situazioni di criticità, fornisca delle risposte in grado di tutelare i lavoratori e l'eccellenza italiana, bilanciando la fiducia che le istituzioni dello Stato hanno sempre dimostrato nei suoi riguardi;

a fronte di ciò, si evidenzia quello che ai firmatari del presente atto di indirizzo appare un ricorrente atteggiamento dimissionario del gruppo nei confronti delle tante strutture industriali presenti sul territorio nazionale, che, seppure motivato da esigenze di mercato, non sembra corrispondere adeguatamente al forte sostegno statale conseguito sul territorio nazionale;

le criticità dello stabilimento irpino coinvolgono direttamente i circa 700 lavoratori che da mesi affrontano una condizione lavorativa e personale di totale precarietà e di incertezza sulle future sorti dell'attività e del proprio posto di lavoro. A questa si aggiungono le perplessità dell'intero territorio della Valle Ufita, il cui indotto è quasi interamente legato alle attività dello stabilimento Irisbus;

le recenti circostanze insistono dunque su una situazione di criticità di lunga data, sulla quale ci sono stati ripetuti interventi del Ministero dello sviluppo economico per identificare un percorso di mediazione tra le parti, che permettesse di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali e allo stesso tempo fosse in linea con la vocazione industriale del sito. Ma allo stato attuale non si è riusciti a raggiungere un punto di proficua mediazione, dato che, nell'ottica dei firmatari del presente atto di indirizzo, getta molte perplessità sulle reali capacità del Governo di fornire risposte concrete e adeguate alle esigenze dei lavoratori italiani e dell'economia nazionale. Emerge altresì la necessità di intensificare l'impegno anche attraverso la presentazione di piani di crescita strutturale;

analoghe situazioni interessano, infatti, stabilimenti industriali di varia natura le cui attività costituiscono spesso esempi unici ed eccellenti non solo per il Paese, ma spesso anche a livello comunitario;

caratteristiche sintomatiche e preoccupanti, che rendono evidente la necessità di varare urgentemente piani strutturali di sostegno e, ove serva, di risanamento dei comparti industriali;

nel caso dello stabilimento di Flumeri, alle criticità evidenziate si associano le gravi carenze di natura strutturale che sono legate in primo luogo alla mancanza di un piano di finanziamento del trasporto pubblico nazionale, con conseguente calo delle immatricolazioni di autobus;

le recenti manovre finanziarie hanno colpito in maniera determinante i bilanci comunali determinando inaccettabili tagli ai servizi con particolare riferimento al settore del trasporto pubblico;

le circostanze evidenziate impediscono di provvedere al, pur necessario, rinnovo del parco di autoveicoli circolanti, sebbene in moltissimi casi si tratti di modelli euro 0 o euro 1, obsoleti e non in linea con gli standard di sostenibilità ambientale richiesti in sede europea. D'altra parte, tale situazione imporrà nel medio periodo la stringente richiesta di sostituzione dei veicoli, la cui produzione, a seguito della chiusura della Irisbus in Italia, sarà interamente demandata ad aziende produttrici estere, rendendo il nostro Paese ulteriormente dipendente da queste,
impegna il Governo
ad elaborare un efficace piano per il trasporto pubblico urbano, assumendo tutte le iniziative necessarie allo stanziamento delle risorse, da reperire all'interno dei fondi FAS residui o ancora da destinare, per il rinnovo del parco degli autoveicoli circolanti, con un conseguente beneficio per le aziende operanti nel settore.

(7-00712)
«Toto, Di Biagio».