ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00677

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 511 del 02/08/2011
Abbinamenti
Atto 7/00351 abbinato in data 08/11/2011
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00165
Firmatari
Primo firmatario: ZUCCHI ANGELO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/08/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PIZZETTI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2011
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2011
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2011
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2011
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2011


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
29/02/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 08/11/2011
ROSSO ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
PARERE GOVERNO 22/02/2012
BRAGA FRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 22/02/2012
ZUCCHI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO
NEGRO GIOVANNA LEGA NORD PADANIA
NOLA CARLO POPOLO DELLA LIBERTA'
BELLOTTI LUCA POPOLO DELLA LIBERTA'
ROMELE GIUSEPPE POPOLO DELLA LIBERTA'
BECCALOSSI VIVIANA POPOLO DELLA LIBERTA'
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 29/02/2012
ZUCCHI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 29/02/2012
BRAGA FRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 08/11/2011

ACCOLTO IL 08/11/2011

PARERE GOVERNO IL 08/11/2011

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 08/11/2011

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 22/02/2012

PARERE GOVERNO IL 22/02/2012

DISCUSSIONE IL 22/02/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 22/02/2012

DISCUSSIONE IL 29/02/2012

ACCOLTO IL 29/02/2012

PARERE GOVERNO IL 29/02/2012

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 29/02/2012

CONCLUSO IL 29/02/2012

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00677
presentata da
ANGELO ZUCCHI
martedì 2 agosto 2011, seduta n.511

La XIII Commissione,

premesso che:

la nutria, mammifero roditore originario del Sud America appartenente alla famiglia Myocastoridae, è stata introdotta in Europa per lo sfruttamento commerciale della sua pelliccia; a causa del fallimento degli allevamenti per la produzione della pelliccia, moltissime nutrie sono state liberate intenzionalmente, per evitare i costi di abbattimento e smaltimento delle carcasse. Da queste immissioni volontarie, unite alle fughe accidentali, si è originata una numerosa popolazione di nutrie che ben si è adattata agli ambienti umidi europei, compresi quelli più inquinati;

la diffusione delle nutrie ha causato gravi squilibri ecologici nelle aree in cui è stata introdotta ed è stato necessario adottare drastiche misure per il suo contenimento; nelle aree - e sono la maggior parte - dove il controllo della nutria da parte dei predatori viene meno per scarsità di numero o totale assenza di questi ultimi - nel suo habitat naturale il principale predatore è il caimano, mentre nelle aree in cui è stata introdotta mancano predatori naturali e soltanto i soggetti più giovani o in cattive condizioni fisiche possono essere in modesta misura predati da cani randagi, mustelidi, volpi, linci, felini selvatici, uccelli rapaci e ciconiformi - il conseguente sovrappopolamento del mammifero può arrecare ingenti danni economici alle coltivazioni agricole di cui si nutre. Inoltre, la nutria, prediligendo gli argini fluviali per la costruzione della propria tana, è divenuta una delle maggiori cause di formazione di cunicoli negli argini molto pericolosi in periodi di forti piogge;

la nutria è stata inserita nell'elenco delle 100 specie alloctone più dannose del mondo dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUNC International Union for the Conservation of Nature), una organizzazione non governativa (ONG) internazionale con sede a Gland (Svizzera);

in Italia la sua diffusione ha subito un notevole incremento negli ultimi anni espandendosi soprattutto nella pianura padana, lungo la costa adriatica sino all'Abruzzo e sul versante tirrenico sino al Lazio; presenze di nutrie si hanno anche nell'Italia meridionale in Sicilia e Sardegna;

i danni provocati alle colture e agli argini dei corsi d'acqua hanno reso necessaria, in talune aree la adozione di misure per il suo contenimento. L'ISPRA ha elaborato linee guida per il controllo della nutria pubblicate nella collana i «Quaderni di conservazione della natura». In particolare, il numero 5 di tale collana è dedicato all'individuazione di linee guida per il controllo della nutria;

in particolare, la nutria, attraverso l'escavazione di cunicoli lungo gli argini dei fiumi, crea seri danni alla stabilità delle arginature e determina un rischio idrogeologico non trascurabile, mettendo a dura prova la tenuta degli argini, e determinando anche cedimenti in prossimità di manufatti e attraversamenti dei fiumi stessi;

in alcune zone della pianura padana la presenza numerosa degli animali mette a rischio anche la sicurezza stradale; i loro frequenti attraversamenti della sede stradale costituiscono innegabile elemento di rischio per automobilisti, motociclisti e ciclisti;

a livello legislativo la legge venatoria nazionale n. 157 del 1992 individua quali strumenti atti a contrastare i gravi danni arrecati alle colture agricole e all'ambiente, dalla fauna selvatica, in specie le nutrie, quelli di cui all'articolo 26, che prevede la costituzione, a cura delle regioni, di un fondo per far fronte ai danni, non altrimenti risarcibili, causati alla produzione agricola e al pascolo dalla fauna selvatica, in particolare quella protetta. Parimenti, si può far riferimento anche alla disciplina relativa al controllo della fauna selvatica, introdotta dagli articoli 19 e 19-bis della predetta legge nazionale. È in ogni caso esclusa la possibilità di introdurre la specie in questione, ossia le nutrie, tra quelle cacciabili ai sensi dell'articolo 18 della legge quadro n. 157, in quanto non compresa nell'elenco comunitario delle specie cacciabili;

nonostante gli strumenti suddetti la diffusione della nutria continua ad essere di difficile contenimento e di scarsa gestione; in Lombardia si è diffusa in tutta la fascia di pianura e le province maggiormente interessate sono Pavia, Cremona, Lodi, Brescia, Mantova, Milano e Bergamo, territori dove si trovano i principali corsi d'acqua che sono le vie preferenziali di diffusione di questa specie. Tenuto conto che la porzione di pianura della Lombardia presenta appunto un notevole sviluppo della rete idrografica (valutata in 30.000 km di corsi idrici), l'attuale consistenza della nutria nella sola regione lombarda è stimabile in circa 500.000 esemplari;

l'esperienza della regione Lombardia testimonia la difficoltà di arginare l'espansione della nutria; infatti nonostante le azioni di controllo avviate da circa un decennio dalle province coinvolte che - in applicazione della normativa vigente sulla tutela della fauna selvatica hanno incrementato il prelievo delle nutrie (da 39.199 nutrie nel 2004 a 127.891 nutrie nel 2009) - la specie sta ampliando progressivamente la sua area di distribuzione, che è passata dagli 867.538 ettari del 2004 agli 1.032.488 ettari nel 2009;

l'attuale incidenza del prelievo annuo come individuato dall'università di Pavia, dipartimento biologia animale è stimabile nell'ordine del 25 per cento della consistenza complessiva della specie e non sta comportando risultati significativi sulla diminuzione del numero degli effettivi; i piani di contenimento provinciali riguardanti il controllo numerico della specie non producono, quindi, risultati apprezzabili;

il documento approvato dalla XIII Commissione il 20 luglio 2011, a conclusione dell'indagine conoscitiva sul fenomeno dei danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche, afferma chiaramente che «sulla pratica l'esercizio degli abbattimenti, ampiamente adottato dalla maggior parte delle amministrazioni pubbliche, non avrebbe risolto completamente il problema, limitandosi in alcuni casi solo ad un contenimento del danno limitato nel tempo e nello spazio e di fatto limitato altresì dalla normale dinamica delle popolazioni delle specie di fauna selvatica oggetto dei prelievi»,
impegna il Governo:

ad adottare iniziative urgenti per definire un piano di gestione complessivo a livello nazionale per le nutrie, anche predisponendo una normativa specifica per il controllo delle specie, al fine di pianificare un effettivo contenimento degli esemplari di nutrie, in particolare, nei territori a vocazione agricola;

ad accelerare i tempi dei risarcimenti dei danni provocati dalla fauna selvatica alle colture agricole e a pianificare un coinvolgimento operativo degli agricoltori nella gestione della fauna selvatica;

ad assumere iniziative per inserire le nutrie tra le specie non tutelabili dalla legge nazionale venatoria di cui all'articolo 2, comma 3, della legge n. 157 del 1992.

(7-00677)
«Zucchi, Pizzetti, Marco Carra, Cenni, Sani, Fiorio».