ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00669

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 509 del 28/07/2011
Abbinamenti
Atto 7/00704 abbinato in data 03/11/2011
Firmatari
Primo firmatario: ALESSANDRI ANGELO
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 28/07/2011


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 03/11/2011
ALESSANDRI ANGELO LEGA NORD PADANIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 03/11/2011
MOTTA CARMEN PARTITO DEMOCRATICO
ALESSANDRI ANGELO LEGA NORD PADANIA
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 02/08/2011

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 03/11/2011

DISCUSSIONE IL 03/11/2011

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 03/11/2011

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00669
presentata da
ANGELO ALESSANDRI
giovedì 28 luglio 2011, seduta n.509

L'VIII Commissione,
premesso che:
con una superficie di pianura di 46.000 chilometri quadrati, il bacino del Po risulta essere il più grande bacino idrografico di Italia. Su di esso è allocato il 37 per cento dell'industria nazionale, il 47 per cento dei posti di lavoro: sono oltre 16 milioni gli abitanti che vi insistono, dei quali circa 6 milioni sono lavoratori dell'industria e del terziario;
dal punto di vista rurale, con un'area di 34.000 chilometri quadrati di superficie coltivata, di cui il 50 per cento irrigato, l'area padana rappresenta circa il 35 per cento della produzione nazionale con un patrimonio zootecnico che supera il 55 per cento della consistenza allevatoriale italiana;
va ad ogni modo evidenziato che numerose questioni oggi gravano sull'areale del Po e la loro risoluzione richiede un'azione urgente e condivisa, sia da parte delle competenti istituzioni regionali, locali e nazionali, sia da parte degli organismi di programmazione e di intervento preposti alla gestione del bacino idrografico padano;
innanzitutto vanno affrontate alcune problematiche di recente evidenziazione, tra cui la crescente artificializzazione dell'alveo o l'estrazione di ingenti quantitativi di materiale sedimentario che hanno provocato in lunghi tratti del Po un abbassamento del fondo del fiume di alcuni metri, con un dissesto generalizzato delle opere per la navigazione, opere di presa, ponti. Il cambiamento della morfologia del fiume, legato alla maggiore profondità in molti tratti, favorisce anche rischi per la stabilità delle sponde e degli argini maestri presenti in prossimità del fiume (froldi). Assai grave è anche il fenomeno di degrado della qualità ambientale determinato dalla disconnessione dell'alveo di piena ordinaria dalle piane golenali che ha comportato la scomparsa di aree di fondamentale valore ambientale (lanche, rami laterali, e altro). Per tali motivi andrebbero sviluppati interventi di modifica del sistema delle opere di navigazione e di difesa necessarie per riavviare la continuità nel trasporto solido e ridurre la capacità erosiva della corrente. Tali interventi ricollegando l'alveo di piena con la piana golenale permetterebbero il ripristino di condizioni favorevoli allo sviluppo degli ecosistemi ripariali;
non meno preoccupanti sono gli impatti dell'agricoltura sull'ambiente padano, che a causa dell'incremento delle produttività delle maggiori colture tipiche della pianura, ha concorso ad erodere gli equilibri idrologici e la qualità delle risorse idriche del Po. In tal senso andrebbero attivati interventi volti a promuovere la riduzione degli impatti inquinanti (ad esempio riducendo l'utilizzo di fertilizzanti e pesticidi, adottando metodi di coltura tradizionali, l'agricoltura biologica o integrata) ed a proteggere il paesaggio agrario e la naturalità del territorio. Altrettanto necessario risulterebbe il recupero della biodiversità lungo l'ambiente ripariale tramite la progettazione della rete ecologica lungo l'asta del Po con interventi di consolidamento del sistema primario della rete ecologica e di rinaturalizzazione diffusa;
la gestione di tali problematiche, connesse con un comprensorio così vasto e popolato, richiede certamente un approccio integrato e di tipo programmatico, volto da un lato a conservarne la qualità ambientale, la sicurezza territoriale e l'integrità delle risorse naturali, dall'altro lato a mettere in gioco progetti ed operazioni capaci di stimolare lo sviluppo, sostenere l'occupazione e rilanciare l'economia dell'area del Po;
tra le iniziative attivate in materia di valorizzazione e di rafforzamento del fiume Po, rientrano il progetto «Valle del fiume Po», di cui è capofila l'autorità di bacino del fiume Po, nonché il «progetto di regimazione del fiume Po» promosso dall'Agenzia interregionale del fiume Po (AIPo);
in tale ottica il 29 maggio 2005 l'autorità di bacino del fiume Po ha sottoscritto con le province rivierasche della Consulta delle province del Po un protocollo d'intesa per la tutela e la valorizzazione del territorio e la promozione della sicurezza delle popolazioni della valle del Po;
sempre nel maggio 2005 è stato inoltre sottoscritto un protocollo di intesa tra autorità di bacino, UNCEM e cinque comunità montane di Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte e Veneto per la realizzazione di cinque progetti pilota di manutenzione del territorio;
il progetto in questione, denominato «valle del fiume Po», come si può evincere dai documenti di cui si compone, ha lo scopo di sostenere, in un'ottica territoriale fortemente integrata, il raggiungimento di obiettivi qualificanti per il miglioramento delle condizioni di sicurezza delle popolazioni insediate nella valle, la tutela delle fasce fluviali, il potenziamento della rete ecologica e la conservazione quali-quantitativa della risorsa idrica, promuovendo, al contempo, la fruizione delle risorse ambientali e storico-culturali e il turismo fluviale;
il predetto protocollo di intesa siglato nel maggio 2005, dall'autorità di bacino con 13 province riunite nella Consulta delle province del Po (capofila Piacenza), per la tutela e la valorizzazione del territorio e la promozione della sicurezza delle popolazioni della valle del Po aveva tra i propri obiettivi la definizione un programma di azioni vertente su:
a) l'uso dei suoli e delle risorse idriche agrarie, forestali ed estrattive;
b la manutenzione e la gestione dei sedimenti;
c) la sicurezza idraulica;
d) la rinaturalizzazione delle fasce fluviali;
e) la promozione dell'agricoltura eco compatibile;
f) la valorizzazione del patrimonio architettonico rurale;
g) la qualità delle acque;
h) la promozione dell'immagine del Po;
i) la navigabilità e il turismo fluviale; nel novembre 2006, dando seguito agli accordi sottoscritti nel protocollo di intesa, fu redatta una prima bozza di programma che prevedeva tre macro linee di interventi:
a) sicurezza, difesa del suolo e gestione delle risorse idriche;
b) tutela e valorizzazione ambientale;
c) sviluppo locale e promozione del territorio; il progetto per la sua configurazione generale e operativa rientra nella strategia del quadro strategico nazionale 2007 -2013 per ambiti tematici (principalmente, priorità 3 - uso sostenibile ed efficiente delle risorse naturali e priorità 5 - valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l'attrattività e lo sviluppo) e interseca, in parte, altre priorità del quadro. Inoltre, esso riguarda un ambito sovraregionale con rilievo strategico nazionale, poiché nella sua configurazione coinvolge un territorio ampio, circoscritto dalla caratteristica comune di appartenere alla valle del Po, la cui forte integrazione territoriale è assicurata da un soggetto istituzionale sovraregionale, quale è l'autorità di bacino;
grazie a queste caratteristiche è stato possibile individuare, nella delibera del CIPE del 21 dicembre 2007, n. 166, di attuazione del quadro strategico nazionale 2007-2013, il progetto strategico speciale «valle del fiume Po», a valere sulle risorse del fondo per le aree sottoutilizzate (FAS). Per tale progetto il CIPE aveva previsto una dotazione finanziaria di 180 milioni di euro;
il progetto, attualmente, prevede quattro linee di azione:
a) riassetto idraulico, aumento della capacità di laminazione nelle fasce fluviali e ricostruzione morfologica dell'alveo di piena;
b) conservazione dell'integrità ecologica della fascia fluviale e della risorsa idrica del Po2;
c) sistema della fruizione e dell'offerta culturale e turistica;
d) sistema della governance e delle reti immateriali per la conoscenza, formazione e partecipazione; in proposito, occorre segnalare che, per quanto la delibera CIPE n. 166 del 21 dicembre 2007 avesse previsto uno stanziamento di 180 milioni a valere sulle risorse FAS al progetto strategico speciale (PSS) denominato «valle del fiume Po», e la successiva delibera CIPE n. 62 del 2008 avesse approvato con prescrizioni il predetto progetto, le stringenti esigenze di bilancio pubblico, ma soprattutto la gravissima situazione di crisi economico finanziario a livello mondiale hanno reso necessario ridefinire le priorità e le modalità di intervento del fondo per le aree sottoutilizzate;
pertanto, l'articolo 18 del decreto-legge n. 185 del 2008 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 2 del 2009) ha previsto la riprogrammazione delle risorse nazionali disponibili del fondo per le aree sottoutilizzate, ivi comprese quelle del PSS «valle del fiume Po», in coerenza con gli indirizzi assunti dall'Unione europea ed in attuazione dell'accordo stipulato da Stato e regioni il 12 febbraio 2009;
pur in assenza, allo stato attuale, dell'assegnazione delle risorse, le amministrazioni interessate hanno ritenuto opportuno mantenere l'impegno politico programmatico volto all'attuazione del progetto strategico in questione;
per quanto riguarda le amministrazioni centrali, il protocollo è già stato sottoscritto dal Ministero dello sviluppo economico, dall'allora Ministro per l'innovazione e le tecnologie, dal Ministero per i beni e le attività culturali e dal Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali (Presidenza del Consiglio dei ministri - Protezione civile e Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare);
il progetto strategico speciale Valle del fiume Po, in data 13 aprile 2010, è stato portato all'attenzione del tavolo tecnico per le integrazioni richieste dal decreto DSA-DEC-2009-000939;
riguardo al tema della navigabilità del fiume Po, si evidenziano le ipotesi progettuali che la AIPo sta elaborando in questi anni e che concernono lo sviluppo della navigazione nel nord Italia. L'Agenzia, oltre ad eseguire interventi per la gestione e la manutenzione delle idrovie e delle opere ad essa connesse, sta promuovendo l'approfondimento di alcune ipotesi progettuali che, se realizzate, potranno definitivamente portare ad un concreto sviluppo dell'uso della via d'acqua nel bacino padano veneto, come alternativa al traffico su gomme, che al momento è nettamente prevalente;
l'AIPo dal febbraio 2010 oltre a gestire le idrovie lombarde (fiumi Ticino, Oglio, Adda - ove navigabili - fiume Mincio, Canale Mantova Venezia, limitatamente al territorio lombardo) ha ricevuto dalla regione Emilia Romagna le competenze della ex Agenzia regionale-ARNI. Sono, dunque, competenza di AIPo, la gestione dell'intera asta del Fiume Po e dei rami navigabili del suo delta;
i progetti dell'Agenzia si pongono l'obiettivo di dare un definitivo impulso allo sviluppo dell'uso dell'acqua come comunicazione per lo scambio delle merci. Tale obbiettivo sarà possibile se si verificheranno due condizioni, ossia se la navigazione sarà garantita per 365 giorni l'anno e se verranno collegate, con vie di navigazione interna, le principali aree economiche con i porti marittimi;
il progetto di sostegno idraulico del fiume Po, alla fase preliminare, ha ricevuto nel mese di giugno 2011 un finanziamento da parte della regione Lombardia grazie al quale verranno sviluppate le problematiche connesse con le dinamiche del trasporto solido nei confronti del tratto regimato e del delta del Po, le connessioni con la rete dei consorzi di bonifica e della qualità delle acque (direttiva 2000/60 CE), nonché lo studio di impatto socio economico, mettendo in relazione le prospettive di sviluppo (logistica, agricoltura, turismo) che le aree interessate potranno avere, con la realizzazione delle opere. Deve essere evidenziato che l'intervento, pur nascendo come progetto per la navigazione, rappresenta, di fatto, una sistemazione multi obiettivo del fiume Po tra Cremona e la foce del Mincio che, oltre a consentire buone e costanti condizioni di navigazione, punta a perseguire i seguenti obiettivi: riequilibrio idraulico/morfologico del fiume (ripristino di un assetto fluviale meno canalizzato e quindi pluricursuale), produzione di energia idroelettrica da fonte rinnovabile, miglioramento delle possibilità di derivazione a fini irrigui, innalzamento e stabilizzazione delle falde idriche, maggiore disponibilità di risorsa idrica da gestire durante i periodi siccitosi, riqualificazione paesistica ed ambientale;
è il caso di sottolineare che con l'intervento di regimazione proposta dall'AIPo, si otterrà anche un innalzamento del livello idrico del fiume Po in condizioni ordinarie e la possibilità di utilizzare l'incremento di flusso idrico per fini energetici rinnovabili. Si tratta della realizzazione di 4 sbarramenti che possono alimentare altrettante centrali idroelettriche da circa 50 MW ciascuna per un totale di oltre 200 MW. Tale potenza rappresenta la producibilità equivalente di una centrale elettrica nucleare e a seguito dell'abbandono del nucleare sancito dal referendum del giugno 2011, ciò rappresenta una formidabile risposta alternativa;
il lavoro di interazione dell'AIPo con la Commissione europea ha portato a far inserire nelle reti Core il futuro tratto navigabile da Milano al mare. Le strategie di co-finanziamento da parte della Commissione, per il periodo 2014-2020, stanno difatti subendo una revisione. La Commissione investirà prioritariamente sulle reti di interesse europeo, appunto Core, lasciando agli Stati l'eventuale sviluppo delle reti di interesse nazionale (comprensive). L'obbiettivo della Commissione è di spostare i flussi di trasporto merci da gomma ad acqua per il 30 per cento entro il 2030 e del 50 per cento entro il 2050;
in tale ambito diventa un obbiettivo primario dare sviluppo alle due ipotesi progettuali, arrivando ad una fase di definizione dei principali contenuti di fattibilità dell'intervento, che prevedono prioritariamente lo sviluppo della navigazione interna con obbiettivo 2020, la produzione di energia da fonte rinnovabile, il trasporto plurimodale acqua, ferro, gomma, il piano della logistica, la minor emissione di CO2 (protocollo di Kyoto). La mancata esecuzione del progetto comporterebbe la perdita di ulteriori finanziamenti da parte della Commissione europea per la navigazione nel nord Italia;
l'AIPo si sta attivando per partecipare al bando in vista di pubblicazione nel mese di settembre 2011, per candidare la progettazione a livello definitivo del progetto preliminare di collegamento Milano-Adriatico, consentendo di avviare le procure per la valutazione di impatto ambientale, e poter procedere alla definizione del bando (o dei bandi) di gara per la concessione;
la partecipazione dell'Unione europea copre il 50 per cento del finanziamento necessario per poter conseguire il livello di progettazione prefissato, stimato in 3.000.000 di euro, mentre la restante quota può a carico delle regioni interessate e, per la parte interregionale riguardante la regimazione nel fiume Po, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
un'azione fondamentale per sostenere la condivisione e l'attuazione del progetto dell'AIPo, e della sua fattibilità, è l'inserimento del progetto stesso nella legge obiettivo. Per tale scopo potrebbe essere valutata l'opportunità di attivare il procedimento di ricognizione previsto dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 26 novembre 2010, volto a disciplinare in sede di prima applicazione, ai sensi dell'articolo 22 della legge 5 maggio 2009, n. 42, in conformità al quinto comma dell'articolo 119 della Costituzione, la ricognizione degli interventi infrastrutturali, propedeutica alla perequazione infrastrutturale, riguardanti le strutture sanitarie, assistenziali, scolastiche nonché la rete stradale, autostradale e ferroviaria, la rete fognaria, la rete idrica, elettrica e di trasporto e distribuzione del gas, le strutture portuali ed aeroportuali, nonché i servizi afferenti al trasporto pubblico locale e il collegamento con le isole. La ricognizione e l'individuazione degli interventi infrastrutturali sono mirate al recupero del deficit infrastrutturale del Paese nella fase transitoria e sono attuate in coerenza con l'azione strutturale a sostegno delle aree sottoutilizzate per la rimozione degli squilibri economici e sociali mediante risorse aggiuntive e l'effettuazione di interventi speciali regolati ai sensi dell'articolo 16 della medesima legge 5 maggio 2009, n. 42,
impegna il Governo:

a confermare l'impegno circa la realizzazione del progetto valle del fiume Po, volto alla tutela e alla valorizzazione del territorio, nonché alla sicurezza delle popolazioni della valle del Po, quale proprio obiettivo di rilevanza strategica ed in ragione della forte valenza sociale, economica e ambientale del progetto ed in tale sede a reperire le risorse finanziarie necessarie, in particolare a valere sui fondi FAS relativi alla programmazione 2007-2013;
ad intraprendere le necessarie iniziative affinché il progetto di regimazione, sfruttamento energetico rinnovabile e navigabilità del fiume Po, promosso dall'Agenzia interregionale del fiume Po, sia inserito tra le opere strategiche previste della legge obiettivo.
(7-00669) «Alessandri».