Atto Camera
Risoluzione in Commissione 7-00654
presentata da
CORRADO CALLEGARI
giovedì 21 luglio 2011, seduta n.506
La XIII Commissione,
premesso che:
la proposta di decisione del Consiglio europeo relativa alla conclusione dell'accordo tra l'Unione europea e il Regno del Marocco concernente misure di liberalizzazione reciproche per i prodotti agricoli, i prodotti agricoli trasformati, il pesce e i prodotti della pesca, predisposto a seguito dei buoni risultati ottenuti nell'ambito della politica europea di vicinato, dispone sostanziali modifiche all'accordo di associazione tra la Comunità europea e il Marocco in merito a disposizioni tariffarie e concessioni, conformemente ai termini della tabella di marcia «Euromed» del 2005;
l'accordo in questione, se rafforza la posizione degli esportatori europei sul mercato marocchino dei prodotti agricoli, in particolare dei prodotti agricoli trasformati, dove è attesa, nei prossimi dieci anni, una liberalizzazione totale progressiva, con eccezioni delle paste alimentari soggette a limitazione quantitativa, consente anche l'immediata liberalizzazione del 55 per cento delle importazioni provenienti dal Marocco e favorisce, quindi, un aumento delle concessioni nell'intero comparto dell'ortofrutta;
i prodotti marocchini costituiscono l'80 per cento circa delle importazioni nell'Unione europea, l'ulteriore liberalizzazione prevista, prospetta, per il settore agricolo italiano, una situazione allarmante in grado di destabilizzare ulteriormente una già difficile realtà produttiva e di mercato;
in particolare, l'importazione di pomodoro marocchino, in base a quanto stabilito dal «dispositivo per i pomodori» di cui all'articolo 3 dell'allegato 1 del protocollo 1 della proposta di decisione del consiglio - COM(2010)485 - potrebbe determinare, una vera e propria invasione a danno del mercato italiano dal momento che, da recenti stime effettuate, risulta che le importazioni dal Marocco raggiungeranno nel 2014 un livello di poco inferiore alle 300 mila tonnellate; già alla fine dello scorso anno, secondo i dati diffusi dalla Fepex, l'associazione degli esportatori spagnoli, i quantitativi di pomodoro importati nell'Unione europea e provenienti dal Marocco hanno sfiorato le 90 mila tonnellate, con un aumento di oltre il 70 per cento sul 2009, con quotazioni inferiori al prezzo di entrata stabilito (0,46 centesimi al chilo);
l'accordo, oltre a prevedere un aumento delle concessioni nel comparto dell'ortofrutta, dispone che le produzioni marocchine accedano al mercato comunitario in periodi diversi rispetto a quelli di commercializzazione europea provocando gravi ripercussioni sui prezzi di mercato;
l'entrata in vigore dell'accordo nei termini stabiliti, potrebbe provocare una situazione di concorrenza sleale non solo con riferimento ai prezzi di entrata di alcuni prodotti le cui presunte irregolarità sono già state denunciate dall'OLAF, ma anche con riferimento alla compatibilità con le vigenti normative europee di qualità sul lavoro e sull'ambiente;
la Commissione agricoltura del parlamento europeo, nella seduta dello scorso 12 luglio, nell'approvare il parere sul rinnovo dell'accordo di libero scambio tra il Marocco e l'Unione europea relativo ai prodotti agricoli, ha chiesto di rigettare la proposta della Commissione europea ritenuta da molti operatori del settore eccessivamente favorevole al Marocco,
impegna il Governo:
ad intervenire nelle competenti sedi comunitarie per concordare la revisione dei termini negoziati con il Marocco al fine di evitare la predisposizione di un accordo che potrebbe sfavorire il comparto agricolo nazionale, in particolare le piccole e medie imprese votate alle produzioni di qualità attraverso la valorizzazione dei prodotti del territorio e i piccoli agricoltori locali che danno un importante contributo alla sicurezza alimentare delle loro aree di riferimento;
ad attivarsi affinché negli accordi commerciali internazionali l'Unione europea tenga in particolare conto l'equilibrio fra la liberalizzazione del mercato da un lato e la protezione dei settori economici e dei diritti dei lavoratori e dei consumatori europei dall'altro, considerato che l'Unione europea è il principale importatore mondiale di prodotti agricoli provenienti dai Paesi in via di sviluppo, risultato dell'iniziativa «tutto tranne le armi», del sistema delle preferenze generalizzate e degli Accordi di partenariato economico, e che le sue importazioni superano quelle di Stati Uniti, Giappone, Canada, Australia e Nuova Zelanda insieme;
a promuovere, in sede di Consiglio dell'agricoltura e pesca dell'Unione europea, la necessità che gli accordi commerciali dell'Unione europea con i Paesi terzi preservino le filiere europee in crisi e in particolare quelle dell'ortofrutta che hanno visto scendere considerevolmente il proprio reddito a fronte della concessione ai paesi extra Unione europea di maggiori opportunità di esportazione;
ad esporre la propria contrarietà ad un orientamento della Commissione europea che troppo spesso accorda concessioni sul settore agricolo al fine di ottenere un migliore accesso, nei Paesi terzi, al mercato dei prodotti industriali anteponendo gli interessi dell'industria e dei servizi a quelli dell'agricoltura;
a promuovere un approccio comunitario volto ad instaurare un equilibrio tra produzioni nazionali ed importazioni che tenga conto, per ciascun settore agricolo, dell'evoluzione dei trattati commerciali multilaterali e bilaterali, anche effettuando, prima dell'avvio dei negoziati, valutazioni di impatto al fine considerare le specificità di ciascun prodotto in relazione alla segmentazione del mercato;
ad attivarsi affinché le decisioni riguardanti ulteriori aperture del mercato dell'Unione europea alle importazioni di prodotti agricoli siano adottate previa verifica delle disponibilità di risorse atte a compensare gli agricoltori europei delle eventuali perdite subite.
(7-00654)«Callegari, Fogliato, Bitonci».