ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00632

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 497 del 07/07/2011
Abbinamenti
Atto 7/00519 abbinato in data 13/07/2011
Atto 7/00620 abbinato in data 13/07/2011
Atto 7/00622 abbinato in data 13/07/2011
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00134
Firmatari
Primo firmatario: DELFINO TERESIO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 07/07/2011


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
13/07/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 13/07/2011
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 13/07/2011
ROSSO ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/07/2011

DISCUSSIONE IL 13/07/2011

ACCOLTO IL 13/07/2011

PARERE GOVERNO IL 13/07/2011

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 13/07/2011

CONCLUSO IL 13/07/2011

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00632
presentata da
TERESIO DELFINO
giovedì 7 luglio 2011, seduta n.497

La XIII Commissione,

premesso che:

il vino italiano è una fonte importante di ricchezza e di cultura e rappresenta un prestigioso biglietto da visita per il nostro Paese;

il vino made in Italy è oggi conosciuto e apprezzato in tutto il mondo per la sua qualità;

nell'attuale crisi economica, l'offerta di vino prevale sulla domanda e la produzione dei Paesi «storici» si rileva superiore alla capacità di assorbimento; la liberalizzazione dei diritti di impianto del settore vitivinicolo, da attuarsi tra il 2015 e il 2018, ai sensi del regolamento (CE) n. 479 del 2008 - riforma dell'organizzazione comune del mercato vino - rischia di destabilizzare ulteriormente l'intero comparto a livello nazionale e comunitario;

il regolamento (CE) n. 479 del 2008 introduce una significativa riforma dell'organizzazione del settore vitivinicolo attraverso, tra le altre misure, l'abolizione a partire dal 1o gennaio 2016 del sistema dei diritti di impianto a livello comunitario;

il sistema dei diritti di impianto, fino ad oggi non solo ha seguito le evoluzioni del mercato ma ha anche evitato che nei momenti di maggior sviluppo dello stesso si potessero verificare eccessi di impianti, svolgendo a pieno la funzione di strumento di regolazione dell'offerta, che è quella che più rischierebbe nel caso venisse confermata la liberalizzazione alla fine del 2015;

inoltre, l'esistenza dei diritti di impianto non ha impedito, soprattutto all'Italia, di essere un attore primario sul mercato mondiale di alcuni vini di origine;

la deregulation stabilita dall'Europa porta di fatto ad una industrializzazione della viticoltura e gli effetti negativi saranno particolarmente evidenti sul settore dei vini di origine controllatala cui eccessiva produzione porterà al crollo dei prezzi, ad una perdita consistente dei posti di lavoro (la formazione offerta ai giovani del settore registra già una stagnazione e una diminuzione degli effettivi), nonché ad una caduta della qualità;

il nostro Paese rischia di veder compromesso un comparto fondamentale del made in Italy;

verrebbero, infatti, messi in discussione gli sforzi qualitativi portati avanti fino ad oggi dai produttori, senza considerare l'improvviso disequilibrio quantitativo, rispetto al mercato, che la proliferazione dei vigneti e delle produzioni porterebbe in molte zone viticole;

è dunque necessario il raggiungimento del comune obiettivo che consiste nel tutelare e salvaguardare le produzioni nazionali e la garanzia del reddito dei vitivinicoltori italiani che non sono certamente perseguibili attraverso l'aumento incontrollato dei prodotti immessi al consumo, così come risulterebbe dalle disposizioni che la Commissione europea intende prevedere, attraverso la liberalizzazione dei diritti di impianto a partire dal 31 dicembre 2015 (data in cui l'attuale regime dei diritti di impianto cesserà di essere regolamentato), che rischia irreparabilmente di compromettere i risultati positivi raggiunti dal comparto nazionale negli ultimi decenni,
impegna il Governo
ad assumere tempestivamente ogni utile iniziativa al fine di giungere ad una revisione delle disposizioni, previste in sede comunitaria, che stabiliscono a partire dal 1o gennaio 2016 la liberalizzazione dei diritti di impianto, liberalizzazione che rischia di mettere in seria crisi il settore vitivinicolo italiano di grande rilevanza economica e produttiva, con ripercussioni negative sul comparto occupazionale, nonché a perseguire con la massima determinazione misure alternative per la regolazione della produzione vitivinicola.

(7-00632)«Delfino».