ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00622

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 494 del 30/06/2011
Abbinamenti
Atto 7/00519 abbinato in data 06/07/2011
Atto 7/00620 abbinato in data 06/07/2011
Atto 7/00632 abbinato in data 13/07/2011
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00134
Firmatari
Primo firmatario: BECCALOSSI VIVIANA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 30/06/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BIAVA FRANCESCO POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2011
CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2011
DE CAMILLIS SABRINA POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2011
DE GIROLAMO NUNZIA POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2011
DI CATERINA MARCELLO POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2011
DIMA GIOVANNI POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2011
D'IPPOLITO VITALE IDA POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2011
FAENZI MONICA POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2011
GOTTARDO ISIDORO POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2011
NASTRI GAETANO POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2011
ROMELE GIUSEPPE POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2011


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
13/07/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 06/07/2011
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 13/07/2011
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 13/07/2011
ROSSO ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 06/07/2011

DISCUSSIONE IL 06/07/2011

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 06/07/2011

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/07/2011

DISCUSSIONE IL 13/07/2011

ACCOLTO IL 13/07/2011

PARERE GOVERNO IL 13/07/2011

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 13/07/2011

CONCLUSO IL 13/07/2011

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00622
presentata da
VIVIANA BECCALOSSI
giovedì 30 giugno 2011, seduta n.494

La XIII Commissione,

premesso che:


il regolamento (CE) n. 479/2008, che introduce una vasta riforma dell'organizzazione comune del mercato vitivinicolo, coinvolge numerosi aspetti del comparto, fra cui l'abolizione, a decorrere dal 1o gennaio 2016 del sistema dei diritti di impianto a livello comunitario;


i diritti di impianto e reimpianto costituiscono un tema di particolare rilevanza nel contesto dell'economia nazionale e delle prospettive del comparto vitivinicolo, essendo considerati nell'esperienza storica e anche nel sistema tuttora vigente, come uno strumento, regolato dal diritto comunitario, di gestione del potenziale di produzione e funzionante secondo moduli semplici ed essenziali;


l'applicazione di tale sistema che prevede una gestione a lungo termine della produzione, rappresenta, inoltre, l'elemento determinante e fondamentale della crescita economica del comparto vitivinicolo che solo in tal modo può ottenere ed offrire precise garanzie di equilibrio tra domanda ed offerta, garantendo uno sviluppo durevole alla viticoltura;


in base a tale sistema un viticoltore può infatti impiantare soltanto se dispone di diritti di impianto, i quali sono concessi, nell'ambito delle riserve regionali, se il produttore è in grado di dimostrare l'esistenza di richieste di mercato per i suoi prodotti e la necessità di ampliare i siti produttivi, consentendo di controllare indirettamente la produzione, per evitare le crisi di sovrapproduzione e per stabilizzare i prezzi, senza impedire all'impresa interessata, che raggiunga dei risultati commerciali soddisfacenti, di continuare la propria espansione e gli investimenti;


l'applicazione dell'attuale sistema dei diritti di impianto, che complessivamente ha riscontrato risultati positivi, rischia tuttavia di essere fortemente compromessa a seguito della liberalizzazione dei diritti di impianto, prefigurata a livello comunitario, che non consente il mantenimento dell'equilibrio di mercato, ed espone il comparto vitivinicolo al rischio di fenomeni destabilizzanti, con effetti negativi sui redditi dei viticoltori e sulla qualità del prodotto, penalizzando oltre misura l'intera filiera nazionale, che rappresenta, come è noto, uno dei comparti d'eccellenza a livello mondiale del made in Italy;


le conseguenze decisamente negative e sfavorevoli, che la liberalizzazione determinerebbe nei riguardi dell'intero comparto vitivinicolo in particolare nei riguardi della qualità dei prodotti, appaiono pertanto evidenti in considerazione tra l'altro, del fatto che i rischi e le preoccupazioni di quanto suesposto risultano condivisi da dieci Stati membri dell'Unione europea, che ufficialmente si sono dichiarati contrari all'introduzione delle norme di liberalizzazione dei vigneti;


i suddetti Stati membri dell'Unione europea, fra cui in prima linea con l'Italia sono presenti la Francia e la Spagna, sostengono pienamente l'impostazione secondo la quale il controllo e la gestione del potenziale produttivo rappresentano gli elementi chiave della riuscita economica del comparto e soltanto attraverso appropriati strumenti di gestione risulta possibile adattarsi alle richieste di mercato ed evitare dannose sovrapproduzioni che provocherebbero inevitabilmente una produzione standardizzata, a differenza di ciò a cui le tendenze del mercato sono invece orientate, ovvero una trasformazione delle abitudini del consumatore che privilegia sempre più la qualità e la tipicità;


risulta imprescindibile pertanto il raggiungimento del comune obiettivo che consiste nel tutelare e salvaguardare le produzioni nazionali e la garanzia del reddito dei vitivinicoltori italiani, le cui finalità non sono certamente perseguibili attraverso l'aumento incontrollato dei prodotti immessi al consumo, così come risulterebbe dalle disposizioni che la Commissione europea intende prevedere, attraverso la liberalizzazione dei diritti di impianto a partire dal 31 dicembre 2015, (data in cui l'attuale regime dei diritti di impianto cesserà di essere regolamentato), che rischiano irreparabilmente di compromettere i risultati positivi raggiunti dal comparto nazionale negli ultimi decenni,

impegna il Governo

ad intervenire, in sede comunitaria, al fine di pervenire ad una revisione delle disposizioni previste dal regolamento (CE) 479/2008, che stabiliscono a partire dal 1o gennaio 2016, la liberalizzazione dei diritti di impianto, i cui effetti negativi e penalizzanti esposti in premessa rischiano di determinare evidenti danni economici sull'intera filiera vitivinicola italiana, con innegabili ripercussioni sul piano occupazionale del comparto interessato.

(7-00622)
«Beccalossi, Biava, Catanoso Genoese, De Camillis, De Girolamo, Di Caterina, Dima, D'Ippolito Vitale, Faenzi, Gottardo, Nastri, Romele».