Atto Camera
Risoluzione in Commissione 7-00445
presentata da
FIAMMA NIRENSTEIN
giovedì 25 novembre 2010, seduta n.402
La III Commissione,
premesso che:
la rete internet e i cosiddetti social network rappresentano uno strumento fondamentale per la libera espressione del pensiero, la facilitazione della comunicazione globale e la circolazione delle idee;
il ricorso a tali nuovi strumenti di comunicazione ha reso sensibilmente complessa la possibilità di individuare e sanzionare quelle manifestazioni del pensiero che, in base al nostro ordinamento giuridico, incitano alla discriminazione, all'odio o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;
il decreto-legge del 26 aprile 1993, n. 122, ovvero la cosiddetta «legge Mancino», recante Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa costituisce il principale strumento normativo per la repressione di queste condotte;
secondo i dati del coordinamento della Polizia di Stato per la sicurezza informatica e per la protezione delle infrastrutture critiche informatizzate sul territorio nazionale si registra un preoccupante e costante incremento sulle piattaforme di internet e nei social network di siti di tipo razzista che dagli 836 rilevati del 2008 si è passati a 1.172 del 2009, con un aumento del 40 per cento;
in Italia si rilevano, limitando il calcolo ai soli siti internet e tralasciando i social network, 50 siti interamente dedicati alla diffusione dell'odio antiebraico, che pur essendo stati in passato oscurati, sono riusciti a eludere la legge italiana spostando i domini di registrazione in paesi stranieri;
il coordinamento tra le norme nazionali e l'operato delle autorità giudiziarie e di polizia a livello internazionale rappresenta l'obiettivo per la repressione dei reati informatici con particolare attenzione al fenomeno dell'antisemitismo online;
l'Italia ha già siglato e ratificato la Convenzione di Budapest sulla cybercriminalità del 2001, che definisce linee procedurali per l'attività investigativa e il contrasto dei crimini informatici, ponendo in collegamento a livello internazionale gli investigatori,
impegna il Governo
a siglare il Protocollo Addizionale alla Convenzione sulla cybercriminalità, relativo ai reati di tipo razzista e xenofobo commessi attraverso sistemi informatici, adottato dal Consiglio d'Europa nel 2003, in quanto strumento necessario per potenziare il coordinamento internazionale e adottare procedure più spedite per il contrasto di reati a sfondo xenofobo e razzista sui mezzi informatici.
(7-00445) «Nirenstein, Corsini».