ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00391

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 374 del 28/09/2010
Abbinamenti
Atto 7/00424 abbinato in data 09/11/2010
Atto 7/00432 abbinato in data 19/01/2011
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00104
Firmatari
Primo firmatario: VICO LUDOVICO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 28/09/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LULLI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
ROSATO ETTORE PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
TULLO MARIO PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
MAZZARELLA EUGENIO PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
COLANINNO MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
FADDA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
FRONER LAURA PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
MARCHIONI ELISA PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
MASTROMAURO MARGHERITA ANGELA PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
PELUFFO VINICIO GIUSEPPE GUIDO PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
PORTAS GIACOMO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
SANGA GIOVANNI PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
SCARPETTI LIDO PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
TESTA FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010
ZUNINO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 28/09/2010


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Stato iter:
25/01/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/11/2010
VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 09/11/2010
TORAZZI ALBERTO LEGA NORD PADANIA
TULLO MARIO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 09/11/2010
SAGLIA STEFANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 19/01/2011
SAGLIA STEFANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
ILLUSTRAZIONE 25/01/2011
TORAZZI ALBERTO LEGA NORD PADANIA
 
PARERE GOVERNO 25/01/2011
SAGLIA STEFANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 09/11/2010

DISCUSSIONE IL 09/11/2010

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 09/11/2010

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/01/2011

DISCUSSIONE IL 19/01/2011

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 19/01/2011

DISCUSSIONE IL 25/01/2011

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 25/01/2011

ACCOLTO IL 25/01/2011

PARERE GOVERNO IL 25/01/2011

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 25/01/2011

CONCLUSO IL 25/01/2011

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00391
presentata da
LUDOVICO VICO
martedì 28 settembre 2010, seduta n.374

La X Commissione,

premesso che:

la crisi economica internazionale ha colpito anche l'industria cantieristica mondiale, un settore che negli anni dal 2003 al 2007 è stato caratterizzato da un ciclo molto favorevole e da una ondata di ordinativi e che già nella prima metà del 2008 ha risentito del rallentamento della domanda, per poi trasformarsi dal mese di ottobre in una caduta libera tanto prolungata da esaurire i carichi di lavoro delle imprese di costruzione mercantile;

gli effetti della crisi sono evidenti in tutto il mondo, tanto che si sono moltiplicati gli interventi d'urgenza da parte dei Governi e le richieste in sede di Unione europea per l'avvio di selettive misure di supporto a una industria tecnologicamente molto avanzata sia nel settore mercantile, che in quello militare e le cui potenzialità, fin dagli anni novanta, si sono adeguate ai fabbisogni quantitativi e qualitativi dei segmenti di mercato prescelti, nel quadro della strategia comunitaria;

a livello mondiale, il boom di domanda degli anni passati, sostenuto da un clima finanziario molto favorevole, ha alimentato un portafoglio ordini che a fine 2008 era di oltre 9.700 navi per 190 milioni di tonnellate di stazza lorda compensata, a fronte di una capacità produttiva della cantieristica salita a circa 50 milioni di tonnellate/anno a seguito dei massicci investimenti effettuati nell'estremo oriente;

nel 2008, la domanda di costruzioni (43,7 milioni di tonnellate) si è dimezzata rispetto ai picco dei 2007, normalizzandosi in ragione d'anno ma con la particolarità di concentrarsi nei primi 8 mesi; i pochi ordinativi del 2009, pari a tutto settembre a 7,9 milioni di tonnellate, sono il riflesso essenzialmente della domanda interna di Giappone e Cina;

il fenomeno ha colpito pesantemente sia il trasporto standard che quello high tech, così come tutte le tradizionali grandi aree costruttrici, la crisi ha investito la cantieristica navale per un insieme di fattori riconducibili alla stretta creditizia, alla caduta del valore delle navi poste a garanzia dei finanziamenti e al crollo dei noli, seguito al brusco rallentamento del commercio internazionale;

cresce rapidamente il numero delle navi in disarmo, ivi incluse alcune di quelle appena ritirate dal costruttore, nel solo comparto delle portacontainer le unità inattive sono più di 500 ed a peggiorare le condizioni del mercato, anche nel rapporto tra armatore e cantiere, c'è il fenomeno della cancellazione degli ordini: oltre la metà del portafoglio di fine 2008, stimato in 540 miliardi di dollari, non era ancora finanziato, tanto che più aleatori si sono fatti i contratti per navi con consegna dal 2010;

il 2008 è stato un anno di difficoltà anche per il settore crocieristico, il più dinamico dell'industria turistica con una crescita media annua di oltre il 7 per cento dal 1990, dimostrando che nessun comparto è al riparo dalla crisi, la riduzione della capacità di spesa di larghi strati della popolazione USA, massima consumatrice di crociere, ha arrestato la crescita del mercato statunitense, compensata tuttavia dal consistente incremento di quello europeo;

la crisi si può sintetizzare efficacemente con due dati, nel 2008 sono state ordinate in tutto il mondo solo 3 navi da crociera superiori alle 10.000 contro le 16 del 2007 e le 13 del 2006, mentre fino al mese di novembre 2009 non è stato ancora perfezionato alcun ordine;

nel settore crocieristico i segnali relativi ad un possibile esaurirsi della crisi sono più incoraggianti, ma in uno scenario di grave difficoltà che coinvolge il settore delle navi da trasporto, mentre i cantieri coreani sono alla disperata ricerca di nuovi sbocchi, si temono nuovi tentativi di entrata nel settore delle navi passeggeri, motivi di preoccupazione desta pertanto l'eventualità di una prolungata stasi negli ordinativi, considerato che soltanto in Europa al settore cruise è riconducibile un valore di 14,2 miliardi di euro in spese dirette ed un'occupazione di 150.000 addetti, tutti europei;

anche nel comparto traghetti sono stati effettuati nel 2008 pochissimi ordini, solo 9 per unità sopra i 150 metri contro i 16 del 2007, preoccupante risulta il rarefarsi delle trattative, all'interno della flotta mondiale, quella dei ferry è l'unica caratterizzata da un'età media elevata (oltre 25 anni), in Europa, 140 unità (il 22 per cento) dei traghetti che operano nel Mare del Nord, Baltico e Mediterraneo ha superato i 30 anni, e gran parte di essi è concentrata proprio nel Mediterraneo;

la difficoltà di accesso al finanziamento appare il principale ostacolo all'avvio di programmi d'investimento nel comparto dei traghetti, per il quale si può sperare soltanto sulle necessità di svecchiamento e potenziamento della flotta ferry europea che rientra ormai nella politica comunitaria del trasporto, la quale persegue tra l'altro il miglioramento delle prestazioni in fatto di sicurezza e protezione dell'ambiente;

secondo un documento sulle nuove strategie dell'Unione in questo settore, il futuro sarà l'integrazione delle autostrade del mare con i corridoi terrestri, e già sono previsti i primi investimenti in infrastrutture, si tratta di una nuova strategia basata su innovazione tecnologica, tutela ambientale e connessione che necessita di una maggiore attenzione da parte del Governo italiano;

è necessario un maggiore impegno per dare vita a misure di stimolo della domanda, finalizzate all'eliminazione dalle acque europee del naviglio obsoleto con bandiera comunitaria, prevalentemente ferries e Ro-Ro, ed alla sua sostituzione supportata da incentivi nella forma di «eco bonus», con unità avanzate sotto il profilo ambientale e della sicurezza;

per quanto riguarda l'Italia gli straordinari livelli toccati nel 2007 dai principali indici di attività della costruzione mercantile nazionale hanno registrato nel 2008 e nei primi nove mesi del 2009 notevoli contrazioni; se resta significativo il tonnellaggio complessivo delle navi consegnate nel 2008, pari a 684,000 tonnellate e circa 2,4 miliardi di euro, è senza precedenti la caduta dei nuovi ordini, pressoché azzeratisi in questi ultimi 18 mesi, con la conseguente riduzione del 30 per cento del «portafoglio», sceso lo scorso settembre a 1,47 milioni di tonnellate;

le navi da crociera, costruite in pochi grandi cantieri, e i traghetti continuano a qualificare la nostra industria, incidendo sul tonnellaggio per circa l'86 per cento, qualificante è anche la presenza nel settore delle unità di supporto all'offshore, mentre ormai marginale è la produzione di product/chemical tankers; carenza di nuove commesse e alcune cancellazioni di ordini hanno dunque assottigliato i carichi di lavoro al punto da far emergere crescenti periodi di inattività che rischiano di rendere inevitabile un diffuso ricorso alla cassa integrazione;

la spinta all'internazionalizzazione della nostra industria ha trovato ulteriore conferma in quest'ultimo biennio con l'accesso al mercato USA, Fincantieri ha acquisito la società Manitowoc Marine Group, operazione a cui partecipa la statunitense Lockheed Martin Corporation, impegnata nel programma littoral combat ship (LCS) relativo alla costruzione di 55 navi per la marina statunitense;

le prospettive della cantieristica navale italiana sono legate anche alla seconda tranche (4 unità) del programma italo-francese FREMM e alla seconda coppia di sommergibili tipo U212A nell'ambito del programma di cooperazione con il German submarin consortium e alle significative affermazioni conseguite sul mercato estero ove si segnalano i contratti con l'India per la costruzione di una nave rifornitrice di squadra cui è seguito l'esercizio dell'opzione per un secondo mezzo nel 2009, il refitting di due unità veloci lanciamissili per il Kenya ed infine, il perfezionamento di un contratto per una corvetta per la marina degli Emirati Arabi Uniti;

nel campo della riparazione e trasformazione navale in questi ultimi anni il mercato si è caratterizzato per livelli di domanda soddisfacenti in tutti i comparti, grazie in primo luogo al crescere delle flotte e al relativo fabbisogno di manutenzione, in particolare nel segmento delle navi di grandi dimensioni; significativi sono stati anche gli interventi di manutenzione straordinaria e di refitting di navi passeggeri, attività che dovrebbe essere alimentata nei prossimi anni dalle numerose navi che hanno ormai raggiunto la «mezza vita»;

anche in relazione a tali opportunità, in Italia, il gruppo Fincantieri ha riattivato il polo di riparazioni di Trieste in linea con l'indirizzo volto ad offrire un servizio globale ai suoi clienti durante il lifecycle delle loro navi, di contro, si teme l'impatto sul mercato della minore propensione alla spesa in manutenzione da parte dell'armamento, stante lo stato di crisi del settore;

anche le industrie della difesa non sono rimaste immuni dagli effetti della crisi mondiale, sul mercato della cantieristica militare a livello mondiale, a fronte di un volume di ordini nel 2008 per complessivi 12 miliardi di euro, già in calo di oltre il 25 per cento in termini di valore rispetto al 2007, nei primi sette mesi del 2009 si sono registrate commesse per 4,3 miliardi;

particolarmente colpita risulta la cantieristica europea, stante la sua strutturale esigenza di compensare i contenuti fabbisogni nazionali con l'export, peraltro caratterizzato da una crescente domanda di trasferimenti tecnologici e dalla richiesta di realizzare le unità presso il committente, in tale contesto risulta molto positivo il fatto che nel 2008 la marina militare italiana abbia assegnato importanti ordinativi alla cantieristica nazionale la quale, a sua volta, è stata in grado di acquisire significative commesse all'export;

quanto ai nuovi ordini la drastica riduzione del carico di lavoro e la richiesta di numerosi armatori di posticipare le consegne stanno portando alla mancata saturazione della capacità produttiva; ne escono comunque compromessi i risultati economici delle commesse, quando anche non vengano rimessi in discussione i prezzi contrattuali;

in questa situazione di ridotta redditività e perdurante incertezza nelle previsioni, i grandi operatori del settore hanno optato per una politica attendista quanto ai futuri programmi di investimento in nuove unità di navi da crociera, si aggiunga la crescente debolezza del dollaro, tanto che nel 2008 sono state ordinate al mondo solo 3 navi da crociera superiori alle 10.000 tonnellate contro le 16 del 2007 e le 13 del 2006; e in questi mesi del 2009 non è stato perfezionato alcun ordine;

quanto ai nuovi ordini relativi ai traghetti preoccupa il rarefarsi delle trattative, non solo perché non si concretizzano ordini, ma anche per le conseguenze che ciò comporta sul piano ambientale e della sicurezza dei mezzi, considerando che, all'interno della flotta mondiale, quella dei ferry è l'unica caratterizzata da un'età media elevata (oltre 25 anni);

con l'aggravarsi della crisi, peraltro, risulta oggi di prioritaria importanza, per quanto tocca il sistema cantieri/fornitori, la messa in atto di interventi straordinari che servano ad evitare la scomparsa, o l'ulteriore pesante riduzione, di una buona parte dell'attuale capacità produttiva comunitaria e nazionale;

fino ad oggi il Governo ha sostenuto con scarsi esiti solo il settore dell'automobile, lasciando al loro destino gli altri settori in difficoltà; la cantieristica è anch'essa un'espressione di elevata tecnologia nel settore manifatturiero con un'alta intensità di manodopera e le sue potenzialità, alle quali concorre in misura determinante un intorno di centinaia di qualificate aziende fornitrici, andrebbero quindi salvaguardate, peraltro con un esborso per lo Stato relativamente modesto, specie se comparato al costo, economico oltre che sociale, di una eventuale inazione;

la crisi che sta colpendo il settore navalmeccanico, con molti cantieri scarichi di lavoro e i lavoratori in cassa integrazione, richiede una risposta immediata e concreta, è necessario dare priorità assoluta a un pacchetto straordinario di commesse pubbliche per dare lavoro ai cantieri in difficoltà, prevedendo provvedimenti di politica industriale (investimenti, ricerca, misure antidumping) finalizzate a un rafforzamento strutturale della cantieristica navale italiana;

in tale contesto, nei giorni scorsi, la stampa ha dato notizia del piano di ristrutturazione 2010-2014 in discussione tra Fincantieri e Fintecna, che si fonderebbe su tagli produttivi e occupazionali di portata eccezionale, verrebbero integralmente chiusi i cantieri di Castellammare di Stabia e di Riva Trigoso; verrebbero drasticamente ridimensionati il cantiere di Sestri Ponente e di Palermo, la previsione è di una perdita di 2.450 posti di lavoro che salirebbero a 7.500 con i dipendenti delle imprese dell'indotto;

a conferma delle intenzioni di Fincantieri sono stati annunciati la cassa integrazione per 470 operai su un organico di circa 500 persone e il trasferimento il prossimo 10 ottobre all'estero della piattaforma Scarabeo 8 della Saipem, in lavorazione nella fabbrica palermitana, dove rimarrebbero soltanto le attività di riparazioni e trasformazioni; per ciò che attiene il sito di Palermo i sindacati hanno chiesto a Fincantieri di fornire un programma dettagliato dei carichi di lavoro acquisiti o in fase di acquisizione, oltre alla garanzia che l'azienda manterrà i tre segmenti in maniera esclusiva, vale a dire costruzione, riparazione e trasformazione;

Fincantieri ha sostenuto la necessità di dare seguito al protocollo firmato di recente con la regione siciliana, il comune di Palermo e l'autorità portuale, che prevede una serie di investimenti nelle infrastrutture dell'area cantieristica, in particolare la ristrutturazione dei bacini da 19 mila e da 52 mila tonnellate, per i quali il governo regionale ha stanziato 44 milioni di euro;

la prevista chiusura del cantiere di Castellammare che sarebbe riconvertito in marina nautica, porterebbe occupazione per 800 addetti, ma la chiusura del sito campano aggiungerebbe un nuovo dramma in un'area colpita da una disoccupazione diffusa, che già oggi conta tra i tremila e i quattromila lavoratori in CIG e mobilità, e il rischio è di un'ulteriore diffusione dell'illegalità che caratterizza la struttura sociale dell'area;

per i siti liguri secondo le notizie di stampa sarebbe prevista la chiusura e la messa all'asta del cantiere militare di Riva Trigoso, la riduzione del cantiere di Sestri Ponente alle sole produzioni meccaniche, trasferite da Riva Trigoso, rimarrebbe solo il cantiere del Muggiano concentrato sul militare e sui megayacht;

a Monfalcone i lavoratori hanno deciso un'ora di sciopero alla fine di ogni turno contro l'ipotesi di ridimensionamento dell'azienda, anche se i cantieri di Monfalcone non sarebbero al momento toccati dal piano di ristrutturazione;

il Ministro del lavoro e delle politiche sociali ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna comunicazione da Fincantieri, ma in conseguenza delle notizie allarmanti diffuse dalla stampa i lavoratori si sono mobilitati in tutto il gruppo, tanto che per il 1o ottobre i sindacati hanno dichiarato lo sciopero di tutta la cantieristica navale con manifestazione a Roma per difendere il patrimonio industriale della cantieristica navale e l'occupazione nel settore;

il portafoglio ordini attuale di Fincantieri è positivo solo per quanto riguarda i megayacht (2), per le navi da crociera si registra una caduta degli ordini, 10 contro le 32 costruite fra il 2002 e il 2010; le navi militari passano da 21 a 11, 2 soli mezzi off-shore, nessun traghetto ro-Pax contro i precedenti 17, nessun ordine sui traghetti ro-ro, sulle navi specializzate nel trasporto di gas liquido e sulle tankers;

dal momento che la domanda di nuove costruzioni è prevista ancora a livelli bassissimi per tutto il 2010 e verosimilmente per il 2011, l'apertura di un tavolo permanente per il settore della cantieristica navale, è indifferibile per individuare misure urgenti di intervento, finalizzate ad azioni per l'emergenza e al rafforzamento strutturale della cantieristica navale italiana a partire da misure di stimolo della domanda, per non perdere qualità industriale bisogna investire negli impianti e sulla professionalità dei lavoratori, come altri Paesi hanno fatto,
impegna il Governo:
ad avviare un piano di commesse pubbliche per far fronte ai periodi di caduta produttiva nei cantieri, sulla scorta di quanto già da tempo avviato soprattutto in Germania e in Francia, che comprenda anche nuove infrastrutture per la cantieristica nazionale e l'impegno di risorse per soddisfare la necessità della Marina Militare di almeno 10 nuove fregate militari dallo stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso;


a garantire nel settore navalmeccanico il pieno rispetto dell'intesa del 16 luglio 2009 che prevedeva la garanzia di tutti i siti Fincantieri e della loro dimensione occupazionale, puntando su investimenti e qualità del lavoro, essenziali per garantire la qualità del prodotto, e mantenere e rafforzare tutte le capacità professionali esistenti nell'azienda;




ad aderire concretamente alla proposta di un intervento straordinario, coordinato dall'Unione europea, per il rinnovo della flotta di traghetti;

ad adottare iniziative per ripristinare contributi pubblici per armatori e cantieri mobilitando risorse in grado di dare sollievo economico/finanziario alle aziende interessate;

a sostenere gli investimenti volti a migliorare la produttività dei cantieri anche fornendo aiuti sistematici alla ricerca e all'innovazione, con particolare riguardo al rifinanziamento della legge 27 dicembre 2006, n. 296, relativa ai contributi all'innovazione industriale, attuando di concerto con le regioni, le azioni connesse con il Programma industria 2015, per rafforzare i distretti tecnologici dedicati all'attività marittima, in particolare in Friuli Venezia-Giulia, in Liguria, in Sicilia e in Campania quali punti di riferimento per gli operatori del settore, in particolare per le piccole e medie imprese;

ad assumere iniziative per allineare gli strumenti finanziari e assicurativi a quelli vigenti in altri Paesi dell'Unione, per evitare il danno di aziende competitive che non sono sostenute, a livello di sistema Paese, nei mercati di esportazione, considerando che il settore esporta più del 50 per cento del prodotto.

(7-00391)
«Vico, Lulli, Rosato, Tullo, Mazzarella, Colaninno, Fadda, Froner, Marchioni, Martella, Mastromauro, Peluffo, Portas, Quartiani, Sanga, Scarpetti, Federico Testa, Zunino».